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Anno 122 - n. 22
30 maggio 1986
L. 600
Sped. abbonamento postale
Gruppo 1 bis/70
In caso dì mancato recapito riapedire
a: casella postale - 10066 Torre Pollice.
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
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L’arma chimica è entrate brutalmente fra i mezzi di giuerra
durante il primo conflitto mondiale. La nube di Ypres del 22
aprile 1915 ci ricorda che 5 mila
soldati francesi sono morti ed
altri 10 mila sono stati posti fuori combattimento. Durante la seconda guerra mondiale gli aggressivi chimici non vengono utilizzati. La Convenzione di Ginevra del 1925 contro l’impiego di
armi di distruzione massiccia e
considerate contrarie alle leggi
deH’umanità e del diritto internazionale pare aver funzionato.
Oggi il problema torna drammaticamente in primo piano, dopo i ’’defolianti” del Vietnam,
dopo le "piogge gialle” nel Laos
e in Cambogia, dopo quanto avvenuto in Afghanistan e dopo
le notizie di un probabile impiego di queste sostanze nella guerra Iran/Iraq. Qualcuno le ha
definite ’’l’atomica dei poveri”.
E’ infatti di questi giorni la notizia che gli Stati Uniti, adducendo — a torto o a ragione —
il motivo della superiorità sovietica in questo campo, hanno
deciso non solo di riprendere la
produzione di dette armi, ma
le hanno anche imposte alia Nato. Questa questione è stata infatti la nota dominante della
riunione deH’Alleanza atlantica
per i cosiddetti « Piani di Difesa ». E la Nato ha detto "sì”
alla produzione, sia pure con
varie riserve ed obiezioni.
Mi limito qui a ricordare la
posizione italiana, espressa dal
ministro Spadolini, secondo cui
la nostra nazione « non aderisce
alla guerila chimica e noil intende installare armi chimiche ». Alla domanda: « E in caso di conflitto? » la risposte è state piuttosto "diplomatica”: «Non posso prendere impegni per futuri
governi ».
Anche questi aggressivi chimici — al pari delle altre armi —
hanno frattanto compiuto notevoli "progressi”. Ora si usano
le sostanze binarie, cosi chiamate in quanto basate su due elementi singolarmente atossici,
ma la cui unione, dopo il loro
lancio, produce effetti spaventosi. Così concepite, esse comportano un grosso vantaggio e
cioè perdono la loro pericolosità
nella fase di immagazzinaggio e
di trasporto.
Che dire di fronte a questa
nuova escalation? Non basta più
ormai solo il constatare che,
mentre da un lato i prodotti bellici atti a dare la morte in modo sempre più esteso e totale
trovano tutti i capitali e gli
appoggi necessari, dall’altro si
muore di fame e di stenti, o
vengono lesinati adeguati stanziamenti per ricerche mediche
e di utilità sociale. Non basta
dire che si spendono molti più
soldi per procurare il cancro
che non per combatterlo. Occorre denunciare con fermezza e
sdegno questo aspetto mostruoso della natura umana che conduce e forza sempre di più il
mondo verso una inammissibile
mentalità di morte e di distruzione, vòlta a spegnere le più
basilari norme di convivenza e
di comprensione fra gli uomini
ed i popoli. Ñon è certo questa
la via che Cristo ha percorso e
che ci ha indicato.
Roberto Peyrot
UNA GIORNATA DI SOLIDARIETÀ’ A 10 ANNI DALLA STRAGE DI SOWETO
16 giugno: vicini ai Sud Africa
con preghiera e digiuno
Una testimonianza di Allan Boesak - Il decimo anniversario del sanguinoso « giorno di Soweto », nel quale settecento persone persero la vita - Una mobilitazione sempre più necessaria
« Le sofferenze di uomini, donne e fanciulli, le ferite causate
dalla vostra politica nel corso degli anni non potranno mai essere
compensate da 'concessioni'. I
ritocchi superficiali già fatti dal
vostro governo non arrivano alla radice della questione. Come
ha detto uno dei suoi colleghi:
’Il fatto che un nero indossi
Temblema della rappresentanza
sportiva sudafricana non gli conferisce i diritti civili’. Proprio
così. E noi possiamo aggiungere: e neppure gli conferisce quell’umanità che gli è stata data
da Dio. E’ a causa della vostra
politica che cosi tante Chiese e
così tanti cristiani sono contro
di voi. In questo veramente non
abbiamo scelta, perché la Chiesa di Cristo in Sud Africa deve
obbedire a Dio prima che agli
uomini. Vi scongiuro: fermate
la vostra disastrosa politica prima che sia troppo tardi ».
Queste parole sono tratte da
una lettera del pastore sudafricano Allan Boesak indirizzata al
Ministro della Giustizia. La lettera è del 1979 ma è ancora
drammaticamente attuale, specie
oggi dopo i ’raid’ punitivi contro le sedi deìì'African National
Congress a 13Ó0' km. dai confini
del 'Stfd Africa. La lunga lettera
di Boesak — Presidente deH’Alleanza Riformata Mondiale —
con dieci sue importanti predicazioni che entrano nel vivo della questione sudafricana, sono
ora accessibili in italiano, rac
colte in un volumetto della Claudiana dal suggestivo titolo:
« Camminare sulle spine ». Una
o alcune di queste predicazionicoscientizzazioni (nello stile di
Martin Luther King) meriterebbero di essere lette nel corso del
« Soweto Day », fissato per il 16
giugno.
Il Soweto Day
Su invito esplicito del Consiglio Ecumenico delle Chiese, in
migliaia di posti diversi nel mondo, lunedi 16 giugno si ricorderà, con dolore e nella preghiera,
il decimo anniversario di, quel
giorno sanguinoso in cui vennero uccise 700 persone, di cui oltre la metà giovanissimi. Ma basterà una ’Giornata mondiale di
preghiera e di digiuno’ per porre fine all’iniquo regime del Sud
Africa? Accanto alle preghiere,
milioni di sudafricani oppressi
chiedono ai milioni di credenti
nel mondo di adoprarsi attivamente presso i loro rispettivi
governi per ottenere risultati
concreti (sanzioni economiche,
prese di posizione non solo verbali, rottura di rapporti diplomatici ecc.) che accelerino in
qualche’ modo la caduta del sistema discriminatorio. Dopo avere per anni lottato contro l’apartheid e sostenuto i movimenti di liberazione del popolo nero
sudafricano il Comitato esecutivo del CEC, riunito a Kinshasa
Angosciosi trasferimenti forzati
regime razzista
dal 9 al 15 marzo di quest’anno,
è giunto alla determinazione di
indire un momento internazionale di lotta e di consacrazione
alla giustizia: « In questo tempo d’immensa potenzialità dichiariamo insieme che l’apartheid è una struttura contraria
alla volontà di Dio e moralmente condannabile... il governo del
Sud Africa non ha credibilità...
IL CULTO E LA COMUNITÀ’ DEI CREDENTI - 6
Darsi al Signore
E, postosi a sedere di fronte alla cassa delle offerte, stava guardando la gente che offriva la sua contribuzione; e molti ricchi vi
gettavano grosse somme di denaro. E venne una povera vedova
che gettò due spiccioli, che fanno un quarto di soldo. Gesù, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro ; « In verità io vi dico che questa povera vedova ha gettato nella cassa delle offerte più di tutti
gii aitri; poiché tutti han gettato del loro superfluo; ma costei, del
suo necessario, vi ha gettato tutto ciò che possedeva, tutto quanto
aveva per vivere». (Marco 12: 41-44)
1. Si può dedicare una riflessione alla colletta, nel quadro
delle riflessioni che andiamo facendo sulle varie parti del culto? Non è un mescolare il “profano” col “sacro”?
Si può. Anzi, si deve. Perché
nulla è profano o sacro in sé,
ma tutto è da rapportare alla
Parola di Dio e da valutare alla
luce di essa. Perché non potrebbe la Parola di Dio (che noi vi
riflettiamo a partire da questo
testo o da altri) dirci qualcosa
a proposito della colletta?
2. Gesù si è messo ad osservare le persone che danno l’offerta per il Tempio. Diremmo
oggi: per la cassa culto, o per il
fondo ministerio. E anche qui,
il suo modo di valutare le cose
è sorprendentemente opposto a
quello comune: lo lasciano indifferente le grosse offerte dei
ricchi; considera con apprezzamento la misera offerta di una
vedova, del tutto trascurabile in
valore assoluto.
3. Non è il caso di « giocare
alla vedova », e di sentirsi a posto davanti a Dio anche con
un’offerta quantitativamente modesta, purché data « con disponibilità ». E’ il caso piuttosto di
porsi degl’interrogativi seri, davanti a Dio. Sempre parlando in
termini di valori assoluti, e volendo fare una classifica secondo la consistenza delle offerte,
la posizione in classifica della
vedova e il .suo distacco dagli
altri sarebbero immutati se ella
desse una sola delle due monetine, tenendo l’altra per sé. Essa
le dà entrambe, cioè dà « quanto ha per vivere », mentre l’offerta del ricco, consistente in
assoluto, non sposta il ricco dalla sua situazione di ricco, non
mette in questione né il suo benessere né la sua sopravvivenza.
Il gesto della vedova ha valore
perché è una rinunzia alle proprie sicurezze e un affidare la
propria esistenza (forse, la propria sopravvivenza) alla sola grazia del Signore. Questa vedova,
potremmo dire, si toglie il pane
di bocca per pagare — per quanto può — le cose che le interessano.
4. Un secondo motivo di apprezzamento nei confronti di
questa piccola offerta, sta nel
fatto che essa non può in alcun
modo essere ricattatoria per chi
la riceve: il Tempio non sta o
cade sulla base di offerte di siSalvatore Ricciardi
(continua a pag. 12)
imposti alla popolazione nera dal
del Stid Africa.
comprendiamo e sosteniamo _ in
pieno quelli che in Sud Africa
chiedono le dimissioni del governo ».
Con l’invito pressante a partecipare al ’Soweto Day’ il CEC
ha inviato un « dossier » d’informazioni sulla situazione sudafricana ed una liturgia, ricca di
preghiere (ne pubblichiamo
una a pagina 12: «Fai ogni
cosa nuova, o Signore») e confessióni di fede, da utilizzare nel
corso delle varie iniziative che
chiese o varie associazioni vorranno allestire. Il « dossier »,
tradotto e adattato alla situazione italiana, è disponibile presso la Federazione delle Chiese
Evangeliche in Italia (Via Firenze, 38 - 00184 Roma) che ne ha
curato la diffusione tra le chiese.
Ovviamente la data del 16/6 non
è obbligatoria, se impossibilitati
si possono organizzare incontri,
culti, con raccolta di firme, testimonianze, letture di documenti ufficiali anche il giorno prima
o il giorno dopo. L’essenziale è
di partecipare, là dove è possibile, con il digiuno, la preghiera
Giuseppe Platone
(continua a pag. 12)
SOMMARIO
□ Diaconia e testimonianza - pag. 3
□ I campi
dell’estate ’86 - pag. 7
□ Ecumene e diaspora pag. 8
□ Notizie dalie Valli;
Autostrada è belio •
pag. 9
2
2 fede e cultura
30 maggio 1986
FINANZIAMENTI ECCLESIASTICI ■ 3
Milano si pronuncia
Dopo una intensa consultazione tra i membri delle comunità, le chiese
valdese e metodista rilevano la complessità del tema dello 0,8%
Continuano a giungere le risposte delle chiese alle tre questioni, della defiscalizzazione,
dell’INVIM, dell’8 per mille.
Esaminiamo le risposte provenienti da Milano.
La chiesa metodista di Milano sintetizza un lungo dibattito
e un’ampia documentazione informativa in un breve ordine
dei giorno ; « fa propria la decisione sinodale di non servirsi »
comunque di fondi di provenienza statale p>er il « sostentamento del clero » e per i « bisogni
religiosi » della popolazione; ritiene che « non possa essere
espressa una posizione definitiva prima di conoscere il testo
delle eventuali iniziative legislative del governo»; esprime parere «esplicitamente negativo»
per ogni normativa collegata
con lo spirito concordatario,
mentre « esprime la speranza
che, mediante intesa, ...si possa
giungere ad una legislazione che,
rispettosa dello spirito dei nostri principi, sia per le nostre
chiese un’occasione di testimonianza» come lo è stata la legge che l’intesa ha espresso.
In sostanza, comò è precisato
nella lettera del presidente del
Consiglio di Chiesa che accompagna l’ordine del giorno, « le
nostre chiese dovrebbero essere
aperte a valutare tutte le possibilità che eventualmente lo
Stato ci offrisse, sempre che
queste possibilità si configurino
non come privilegio (Concordato), ma come invito a rendere
un servizio alla collettività (intesa-legge 449) e nei limiti decisi dal Sinodo».
Anche la chiesa valdese di Milano prende posizione, affermando che « la questione è assai più
complessa di quanto possa apparire a prima vista » perché
investe non solo temi finanziari, ma la concezione stessa «della chiesa e dei rapporti fra lo
Stato, la società e le chiese ».
L’assemblea auspica un più ampio dibattito, per evitare prese
di posizione isolate e drammatizzate su sir^oli punti anziché
sul problema globale, tuttavia
non si sottrae a dare delle risposte indicative, rivedibili se necessario dopo una ulteriore rifiessiohe.
Sull’imposta INVIM «Wtiene
che la Tavola Valdese non deb
ba assumere iniziative per modificare la situazione attuale» e
che un’eventuale modifica potrebbe essere considerata solo
se estesa a tutti gli enti che non
hanno scopo di lucro (33 a favore, 4 contrari, 4 astenuti).
Sulla detraibilità dall’imponibile IRPEF delle offerte alle
chiese, fino ad un massimo di
due milioni, « suggerisce di attendere l’esito della proposta di
legge» presentata in Parlamento (40 a favore, 1 contrario).
Sulla questione dell’otto per
mille l’assemblea si divide in
due posizioni di fondo. Con 22
favorevoli, 10 contrari e 9 astenuti si sostiene « il rifiuto di
chiedere allo Stato questi finanziamenti » sostanzialmente perché le chiese dovrebbero provvedere alle proprie necessità con
le offerte dei membri ed amici.
Con 20 favorevoli, 20 contrari
e 10 astenuti si afferma invece
« la disponibilità all’apertura di
trattative con lo Stato», precisando tuttavia a quali condizioni, perché possa essere salvaguardata la libertà delle chiese.
Le condizioni sarebbero queste : l’accettazione « solo di fi
nanziamenti rigorosamente proporzionali alle scelte espresse
dai contribuenti » e il controllo
pubblico (40 favorevoli, 1 contrario, 5 astenuti), e «la costituzione del più ampio fronte
evangelico possibile per tale
eventuale trattativa» (34 favorevoli, 6 contrari e 4 astenuti).
Per quanto riguarda infine la
destinazione dei finanziamenti
eventualmente percepiti, pur rt
badendo ancora una volta che
la discussione è prematura, l’assemblea indica la sua opinione
nel modo seguente: per le «opere evangeliche esistenti » (21 fa
vorevoli, 8 contrari, 6 astenuti);
per « opere evangeliche di nuova creazione» (22 favorevoli, 14
contrari, 5 astenuti); per «progetti di solidarietà non direttamente gestiti dalle nostre ciñese» (25 favorevoli, 4 contrari e
9 astenuti).
La discussione era stata preparata da incontri di gruppi della comunità (di zona, della
FGEI, della lega femminile, ecc.)
curati da una commissione di
studio appositamente nominata
nell’autunno.
Sergio Ribet
UN FRATELLO
Gregorio Donato
Era abituato ai grandi viaggi
intercontinentali, seguendo il papa come giornalista, anzi come
«vaticanista» tra i più apprezzati, per il Grl; ma non disdegnava operazioni molto più modeste, servizi giornalistici sul
Sinodo valdese e metodista, per
esempio, che erano una lezione
di correttezza, di stile, e spesso
di capacità di sorridere.
Gregorio Donato, che si era
formato militando nell’Azione
Cattolica, ancora in aprile aveva scritto per Com Nuovi Tempi un pezzo proprio sull’Azione
Cattolica, aprendo un dibattito
sulla « scelta religiosa » di questo movimento, poco prima del
8 PER MILLE
Dopo aver letto l'articolo « Per una
valigia piena di dollari » a firma Furio Colombo su La Stampa di domenica 11 maggio, mi è venuta spontanea una considerazione.
In fondo all’articolo, il giornalista
riporta quanto detto dal banditore della galleria Sotheby di New York durante un'asta di beneficenza: « Ricordatevi. voi siete quello che date ».
Come persona non vorrei mai essere
giudicata da quello che do materialmente e altrettanto non vorrei che la
Chiesa alla quale appartengo, all'indomani della decisione sull'8 per mille,
fosse giudicata in base a quello che
prende.
Maria Luisa Poggio Gönnet, Torino
UN DIALOGO
Caro Signor Direttore,
la controversa questione dell'8 per
mille non viene solo trattata da esperti
sulle colonne dell'Eco, ma trova pure
largo spazio, nei colloqui in privato.
Ecco il condensato di uno fra i colloqui più ricorrenti tra profani (« provocatore » e « utilitarista »):
— Cosa ne perrsi di quella specie di
mercanteggiamento, di stiie concordatario, con lo stato?
— Penso che si tratti di una possibilità di finanziamento quanto mai opportuna e inattesa e quindi da sfruttare.
— Saresti dunque favorevole ad accettare l’8 per mille: perché?
— Innanzitutto perché non voglio
essere deriso e considerato un pessimo affarista: quando si tratta di prendere, non bisogna mai rinunciare e
poi perché finalmente i responsabili
della chiesa locale non mi assilleranno più con le solite insistenti richieste
di aumento della contribuzione (spero
anzi di poterla ridurre). Comunque,
se l'8 per mille verrà rifiutato, non
mi si parli più di contribuzione.
— Non ritieni che, prima di decidere
in assemblea, sarebbe stato opportuno che il problema fosse dibattuto
localmente da due esperti di tendenze
opposte?
— Ah, io ci capisco poco e poi sono avverso alle discussioni; preferisco
seguire piuttosto l'orientamento dei
responsabili della comunità, così sono
certo di non sbagliare e soprattutto
di non trovarmi in minoranza.
— Anche per quanto concerne la
contribuzione?
— Ah, questo è un altro discorso.
— Però, se rispondessimo alle indicazioni sinodali, non avremmo alcun
bisogno né dell’S per mille né degli
aiuti esteri e potremmo far fronte dignitosamente alle necessità della chiesa e delle opere.
— E' vero, ma finché ci pensano gli
altri...
Si potrebbe obiettare che sarebbe
preferibile ignorare certe argomentazioni; Il fatto è però che anche i
loro sostenitori fanno numero e concorrono a determinare certe scelte.
Ma forse la mia segnalazione risulterà
superflua in quanto gli esperti che
dovranno decidere analizzando i risultati emersi dalla voce (consultiva?)
delle comunità sapranno certamente
agire con cautela.
Guido Baret, Pomaretto
FINO AL COLLO
Non penso che dovremmo scandalizzarci se anche noi, in quanto evangelici, non fossimo esclusi dal riappropriarci di parte dei nostri soldi: il
famoso « otto per mille ».
C'è stato un tempo in cui lo « Stato » confiscava i beni ai protestanti;
non riconosceva loro alcun diritto civico. Gli evangelici, per sopravvivere,
dovevano nascondersi, vivere di sotterfugi e della carità di popoli stranieri. Una delle loro aspirazioni era
quella di ritornare nelle proprie terre,
essere messi in grado di fare il proprio dovere civico, vivere la propria
fede nel rispetto dell'autorità.
Che giubilo quel famoso 17 febbraio!
La coerenza, la costanza, la fede avevano vinto: finalmente lo • Stato »
aveva cambiato parere sugli evangelici, Questi venivano riconosciuti: non
più confische, ma addirittura — piccolo « segno » — un risarcimento simbolico dei danni patiti veniva offerto
ai « valdesi ». Oh, come devono aver
fatto comodo, allora, quei quattro soldi: sicuramente saranno serviti per
impostare un iavoro i cui risultati sono evidenti ancora oggi. Che dire se
avesse prevalso — allora — l'alterigia: « No, non vogliamo nulla dai nostri persecutori »!
Sono passati circa 140 anni, sono
mutate le condizioni, ed abbiamo potuto - snobbare • quei « quattro soldi » e, nella nostra Intesa, abbiamo
addirittura chiesto la rinuncia all'assegno perpetuo di L. 7.754,75 annue che
dovevano servire per il mantenimento
del culto valdese.
Le lotte politico-sindacali di questi
tempi, a cui anche gli evangelici, in
quanto taii, hanno partecipato, hanno
determinato una certa crescita economica, modificando (in bene o in male) i redditi individuali. Le nostre opere, le nostre contribuzioni alla chiesa,
sono aumentate anche in virtù della
crescita di tali redditi.
Ci siamo dentro fino al collo (come
evangelici) nel nostro sistema poiitico, e ci siamo dentro anche come
chiesa valdese.
Noi diamo e... riceviamo.
Se la mìa testimonianza tramuta la
indifferenza in generosità, riconoscimento, posso ben dire di avere ricevuto un « segno » tangibile di verifica che un « cambiamento » è avvenuto. A livello di organizzazione sociale, ritengo aitamente positivo che la
cosiddetta » ufficialità » stia passando
daH'awersione, dalla confisca, alla proposta di farsi carico per venire incontro a problemi di carattere « materialistico ».
Non riterrei quindi scandaioso che
venisse accettata una modifica nel sistema di raccolta di fondi necessari
alla vita della nostra chiesa, anche se
questo sistema dovesse passare attraverso un'organizzazione cosi complicata come queila della ragioneria di
stato. In quanto poi a vendere l'anima al diavolo... beh! bisognerà fare
i conti con la nostra... capacità di tenuta: con la nostra fede.
Leonardo Casorio, Castiglioncello
NUOVA CHIESA?
Caro Direttore.
(...) Quando ho aderito nel 1964 alla
Chiesa valdese, io vi ho visto un modello teologico alternativo a quello
cattolico su tutti i principali punti delia fede cristiana, fra cui la relazione
col potere politico.
Sapevo che avrei trovato anche fra
valdesi il peccato degli uomini tentât
dal potere e dal possesso. Ho incon
trato infatti nelle assemblee e ne
Sinodi anche il Satana che offre i regni grandi e piccoli di questo mondo,
ma esso non è mai stato tra noi così forte da farmi pentire della scelta
compiuta più di venti anni fa. Ho
amato questa nostra chiesa che è nel
mondo, ma non è del mondo, che « si
regge da sé, in modo indipendente,
senza pretendere alcuna condizione di
privilegio nell'ordine temporale, né
consentire nel proprio ordine ad ingerenze ,0 restrizioni da parte della società civile » (art. 5 della Disciplina generale valdese).
Sono stato fiero di presentare nei
miei interventi pubblici la nostra diversità sancita dalle Intese del 1984.
Se il Sinodo decidesse di accettare
i soldi dell'8 per mille e i privilegi della defiscallzzazione e dell'esenzione dall'INVlM, come potrei riconoscere in
questa nuova chiesa la Chiesa valdese
di prima? Non potrei.
Non potrei accettare di essere complice di un autentico abbandono dell'Evangelo, della teologia valdese, delle
Intese stesse.
Sarebbero delusi gli altri evangelici,
che sulla base delle nostre Intese
preparano le loro, quella parte di cattolici, ohe vedeva nelle nostre chiese
un riferimento radicalmente contrarlo al
temporalismo mai morto, i nostri giovani, la cultura del nostro Paese ai
cui occhi abbiamo assunto di fatto II
ruolo di portavoce del protestantesimo italiano.)...)
Quelli che non saranno d'accordo,
dovranno proclamare lo stato di confessione della chiesa e promuovere un'altra Testimonianza evangelica di segno
opposto 0 andarsene fuori in cerca di
una chiesa non ancora pentita di essere protestante?
Giacomo Quartino, Genova
UN PARALLELO
Insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche e finanziamento alie chiese.
Sono i due grossi argomenti ai quali oggi guardano le nostre chiese e
che continuano ad occupare vasti spazi sulla stampa evangelica.
Quanto ai primo, sembra doversi
constatare da parte dei più una adesione alla posizione espressa nell'Intesa 21.2.1984 e che cioè per noi • ia
educazione e ia formazione religiosa
dei fanciulli e delia gioventù sono di
specifica competenza delie famiglie e
delle chiese ». motivo per il quale
non chiediamo di « svolgere nelle scuole gestite dallo Stato o da altri enti
pubblici l'insegnamento di catechesi
la assemblea nazionale. Ora, a
cinquantun anni, è mancato,
stroncato da un infarto, lasciando moglie e quattro figli.
Lo ricordiamo con affetto, ri
cordiamo la sua disponibilità ad
insegnare le prime nozioni di
giornalismo anche nel nostro
ambiente, nei laboratori radiofonici e televisivi organizzati
dalla Federazione chiese, ai seminari sui mass media al Collegio 'Valdese di Torre Pellice,
sensibile alla spiritualità protestante, capace di critica fraterna, amico della verità, con professionalità sicura e quindi non
priva di ironia.
S. R.
o di dottrina religiosa o pratiche di
culto ».
Sui finanziamenti dello Stato alle
chiese, invece, sembra non esserci
tra noi quel consenso pressoché generale, in quanto non pochi, sia pure
con varie diversificazioni, si dichiarano favorevoli ad adoprarsi per ottenere per le nostre chiese un trattamento analogo, se non identico, a quello
previsto a favore della Chiesa cattolica
italiana dalla legge n. 222/1985 con
le note disposizioni sulla deduzione
delie offerte dal reddito imponibile
sulla quota dell'otto per mille, sull'esenzione dalTINVIM.
Orbene, a me pare che quanti si
riconoscono, per quanto concerne l'insegnamento della religione nella scuola pubblica, nella posizione assunta
dalle nostre chiese, dovrebbero coerentemente respingere ogni ipotesi di
finanziamento dello Stato alle chiese.
Presupposto del nostro atteggiamento dovrebbe, infatti, essere che la
chiesa ha come scopo essenziale, irrinunciabile, la predicazione dell'Evangelo, anche se, in particolari momenti storici e situazioni ambientali, altri
e diversi fini possono a quello affiancarsi. La predicazione dell'Evangelo non è secondo noi compito dello
Stato, al quale chiediamo soltanto di
porre le condizioni perché tutte le
"confessioni” o "religioni " possano
liberamente agire per il raggiungimento dei fini che sono loro propri e secondo le rispettive identità. Tale nostra posizione — che si risolve sul
terreno politico nell'istanza per uno
Stato laico — è riconosciuta come
legittima ed avente diritto di cittadinanza nell'ordinamento della Repubblica italiana, come risulta dal dettato
costituzionale e, in particolare e nella specificità di alcuni punti, dall'Intesa raggiunta tra il Governo della Repubblica e la Tavola valdese.
In questo quadro — che vuol essere
anche contestazione alla logica concordataria — se è esatto che per
noi è compito della chiesa e non dello Stato la predicazione dell'Evangelo.
mi pare che qualsiasi finanziamento
sistematico, previsto per legge sulla
base di intese, oppure unilateralmente offerto dallo Stato, non possa trovare valida giustificazione; e se è vero
che laicità dello Stato significa anche
(con buona pace di partiti e politici
che si definiscono laici ma che al
momento buono non si rivelano laici praticanti!) che la religione non è
affare dello Stato, ma delle coscienze individuali e delle chiese, ciò deve essere da noi affermato con atteggiamenti tra loro coerenti in ogni
campo. Aldo Ribet, Torino
3
30 maggio 1986
fede e cultura 3
IL TESTO DI UNA RELAZIONE AL RECENTE CONVEGNO DEL 1» DISTRETTO SULLA DIACONIA
Diakonia e testimonianza evangeiica
La Commissione d’Esame sull’operato della Tavola al Sinodo
1985 dice che « Diakonia è quell’attività che ha come obiettivo
la risposta ai bisogni fondamentali dell’uomo, una risposta animata dall’attesa del Regno di
Dio, che non considera le persone come semplici oggetti di assistenza, ma come soggetti attivi
aperti al rapporto umano ».
Sui bisogni fondamentali dell’uomo si è molto scritto ed essi vengono classificati in modi
diversi dai vari autori; tuttavia
la maggior parte delle classificazioni che riportano i bisogni
fondamentali dell’uomo comprendono:
— i bisogni fisici: quali l’alimentaziOne, il sonno, l’introduzione di ossigeno nell’organismo, ecc.;
— i bisogni sociopsicologici:
quali la necessità di essere riconosciuti come persone, di
appartenere a qualcuno,’ di
capire, ecc.
Maslow ci dice che quando
parliamo dei bisogni degli esseri
umani, parliamo dell’essenza
della loro vita e noi sappiamo
che quando tutti i bisogni sono
soddisfatti, l’uomo prova una
sensazione di benessere.
Allora, se diakonia è risposta ai bisogni fondamentali dell’uomo, se la soddisfazione dei
bisogni produce benessere alla
persona, forse la diakonia è
qualche cosa di diverso da una
attività.
Se elaborando questo concetto abbiamo pensato solo alla
funzione delle nostre istituzioni, magari è importante ridefinire il significato del termine
diakonia e ripensare gli ambiti
della sua operatività.
Ci rendeiemo conto allora che
la diakonia si esprime certo con
delle attività; ma che essa è soprattutto un modo di essere.
Storicamente nella Chiesa Valdese abbiamo sempre identificato la diakonia con gli Istituti per minori, gli Ospedali, le
Case per Anziani.
La nostra letteratura di riferimento è quella dei Paesi protestanti del Nord Europa ove si
identifica la diakonia con il servizio reso dai cristiani e dalle
chiese nella società civile. I vocabolari della lingua italiana ci
danno poco aiuto perché la definizione che vi si legge tiene conto solo dell’ordinamento ecclesiastico vigente nella chiesa cattolica.
Un modo per reinserire il concetto di diakonia nel suo contesto è il riferimento biblico e
Tesperienza della chiesa primitiva.
La situazione è cambiata da
quel momento storico. Ma l’insegnamento di Cristo è tuttora
valido e noi, suoi discepoli, non
possiamo non tener conto delle
indicazioni neotestamentarie e
dobbiamo orientarci verso la diakonia espressa da Cristo.
A noi spetta, semmai, il compito di evidenziare le sofferenze
del tempo in cui viviamo e di dare una risposta adeguata ai bisogni delTuomo oggi.
Leggendo gli Evangeli si evince
che Gesù Cristo serve tutti, non
esclude nessuno, ma non si impone a nessuno. Egli non serve
daH’alto ma partecipa come partner al travaglio di chi gli sta
di fronte.
Egli dà all’uomo la possibilità di prendere atto della sua situazione.
La risposta al cieco che gli
chiede di vedere (« Vai, la tua fede ti ha salvato ») è tale da non
attribuire il risultato di quell’azione a se stesso, ma dì essere
qualificante per Bartimeo; gli dà
forza e fiducia in se stesso (Marco 10: 46-52).
Un altro aspetto caratterizzante la diakonia di Cristo è
l’uguale valore che Egli attribuisce all’azione rivolta verso il corpo dell’uomo e a quella rivolta
allo spirito. Ai Suoi discepoli dice infatti : « Annunziate il Regno
e guarite i malati ». E riconferma
così il desiderio di considerare
l’uomo nella sua globalità ai di
ROMA
Bach alla Camera
Martedì 6 maggio un folto pubblico ha partecipato al concerto di musiche di J. S. Bach organizzato in occasione della _ presentazione del libro di Gianni
Long « J. Sebastian Bach, il musicista teologo ». La manifestazione era stata indetta dalla Presidenza della Camera dei Deputati in collaborazione con il Circolo Montecitorio. Oltre all’autore sono intervenuti Enrico Cavallotti, critico musicale, ed il prof.
Giorgio Spini.
11 locale scelto per questa
manifestazione era la Sala delle
Capriate, in San Macuto, recentemente restaurata con molto
gusto e destinata ad accogliere
la biblioteca della Camera. Per
la verità questi locali hanno
avuto in passato funzioni ben diverse, trattandosi di quelli un
tempo riservati alla Santa Inquisizione... L'atmosfera era ora decisamente più respirabile di allora.
La serata è iniziata con l'esecuzione del mottetto di Bach
« Jesu meine freude » a cinque
voci, sul testo del corale di J.M.
Franck e su brani dell’epistola
ai Romani. Il coro del Centro
Italiano di Musica Antica (CIMA), diretto dal M.o Sergio Siminovich, l’ha eseguito in modo
egregio, con una compattezza di
sonorità, una fusione delle voci
ed una ricchezza di sfumature
davvero apprezzabili. ' ' '
Il prof. Spini ed il critico Cavallotti si sono poi alternati nella presentazione deH'opera di
Long. Il primo ha messo l’accento sullo sviluppo rallegrante
dell’interesse per il mondo protestante tedesco, specialmente
del periodo bachiano, forse sulla scia del rinnovato interesse
per la Riforma suscitato dalle
celebrazioni luterane. Solo pochi anni fa — egli ha affermato
— sarebbe stato impensabile registrare la pubblicazione di numerose opere dedicate a personalità del protestantesimo. In
questo discorso complessivo si
inserisce ottimamente l’opera di
Long.
Il Cavallotti ha sottolineato
dal canto suo gli aspetti più propriamente musicologi dell’opera
così opportunamente presentata
ad un pubblico di eccezione. La
serata è terminata col canto dei
coristi del CIMA che hanno offerto ai presenti due ottime esecuzioni dal canone a quattro da
« L’offerta musicale » e del mottetto a doppio coro a quattro
voci su testi tratti dai Salmi
149, 103 e 150 « Singet dem Herrn
ein neues Lied ».
Ci rallegriamo con Gianni
Long per l’apprezzamento che è
stato così manifestato per il suo
lavoro anche neH’ambito del
mondo in cui svolge la sua attività. •
G. C.
scepoli di Giovanni che lo interrogano sul suo operato: « I ciechi vedono, gli zoppi camminano e l’Evangelo è stato annunziato » (Matteo 11: 2-6).
Nella definizione di diakonia
data dalla Commissione d’esame e ricordata in apertura, viene riconfermato questo specifico di ’intervento globale’ nei confronti dell’uomo, visto non come
semplice oggetto di assistenza,
ma come soggetto attivo capace
di rapporti umani.
La vita del credente è dunque
caratterizzata da tre momenti:
— Il culto = adorazione di Dio
= liturgia
— La predicazione = annunzio
deiravangelo = testimonianza
— Il servizio al prossimo = diakonia.
Liturgia, testimonianza e diakonia devono avere all’interno
di una chiesa la stessa possibilità di espressione: il porre un
accento troppo forte sull’uno o
sull’altro di questi aspetti foglie
spazio all’espressività degli altri
due.
Vediamo ora come nel corso
dei secoli l’uomo ha concretizzato il comandamento di Gesù ai
suoi discepoli nel discorso missionario.
1. LA DIAKONIA PERSONALE — Indipendentemente dal
momento storico, dal luogo e
dalla situazione socio-economica in cui viviamo, abbiamo bisogno dell’altro e siamo utili all’altro.
2. LA DIAKONIA DELLA CX)MUNITA’ — Ce la descrive Paolo nella lettera ai Corinzi (cap.
14). Ognuno si adoperi in base ai
doni che ha. Il tutto serva a fare crescere la comunità.
3. LA DIAKONIA AFFIDATA
A DEI FUNZIONARI — Gli A
postoli affidano a sette uomini...
la gestione delle mense (Atti cap.
6); anche se questi non sono
ancora i « diaconi » così come li
intendiamo oggi. Questi compaiono successivamente nelle lettere ai Filippesi e a Timoteo e
nei primi secoli dopo Cristo.
'4. LA DIAKONIA ISTI'TUZIONALIZZATA — Non era presènte né ai tempi di Gesù, né in
quello della comunità primitiva.
Ogni tempo ha i suoi bisogni
e lo Spirito crea la forma per
la risposta ai bisogni. Risposta
che può e deve essere cambiata quando le situazioni lo richiedano.
Diakonia valdese
La Chiesa Valdese, fino ad ora,
ha privilegiato questa ultima
forma di diakonia.
A questo punto, penso che sia
importante che ci soffermiamo
sul fondamento del nostro servizio e che riflettiamo sulle nostre origini, sul nostro stato attuale e che, quindi, definiamo
i nostri obiettivi.
Un recente articolo che riferiva sul Convegno di Casa Cares
(Sette domande sulla Diakonia,
La Luce 7.4.86) precisa come é
nata e si è sviluppata la diakonia nella chiesa. Alle domande
poste dall’articolo, che andrebbero discusse nelle chiese e a cui
ognuno di noi dovrebbe cercare
di rispondere, ne aggiungerei solo un’altra : quali sono stati i
modelli di riferimento per lo
sviluppo delle nostre opere, sorte nel periodo del Risveglio?
Varrebbe la pena di analizzare
se le forme caritative già esistenti non abbiano stinto su di
esse più di quanto non lo abbiano fatto le lettere di Paolo o i
racconti degli Evangeli e degli
Atti degli Apostoli.
La confusione tra funzione
delle istituzioni e obiettivi da
raggiungere attraverso il servizio reso approssimo ce la portia
Gorle: Casa di riposo Caprotti Zavaritt.
mo dietro probabilmente da allora.
« Abbiamo curato la gente —
ci ha ricordato il pastore Taccia
in un incontro sulla diakonia nell’ambito del 1° circuito — senza
alcuna pianificazione, sulla spinta delle esigenze contingenti».
Adesso, in ima pausa di riflessione, ci rendiamo conto che
la Chiesa ha forse privilegiato
l’avere gli Istituti piuttosto che
« essere » elemento propositore
e agente di cambiamento nella
società.
Il « fare» e, (per fortuna!),
anche il saper fare hanno avuto
più spazio del « saper essere »;
la consapevolezza di ciò ci fa
giustamente preoccupare per il
divenire dei nostri Istituti e della Diakonia nel suo complesso.
Oggi
Oggi un osservatore esterno
definirebbe la nostra situazione
una fiera della individualità.
Se la dovesse illustrare, lo farebbe disegnando tante altalene
su cui si dondolano gli operatori
degli Istituti sbattuti dal vento
ora del trionfalismo, ora della
depressione. Il tutto coronato da
slogan sia in un senso che nell’altro.
Fiera della individualità perché non abbiamo una unitarietà di intenti.
Trionfalismo e depressione
perché i nostri parametri di valutazione sulla efficacia ed efficienza del nostro lavoro sono
quasi sempre gli slogan e solo
raramente la raccolta e la elaborazione dei dati.
Al momento della definizione
degli obiettivi dobbiamo nuovamente fare riferimento all’insegnamento del Nuovo Testamento (Luca 10).
E’ significativo il fatto che alla Parabola del Buon Samaritano, da tutti conosciuta come il
modello della diakonia, segua il
racconto di Marta e Maria. Quello che ci colpisce, alla prima
lettura, è la contraddittorietà
dell’atteggiamento di Gesù:
prima Egli critica coloro che
passano noncuranti accanto all’uomo ferito sulla strada da
Gerusalemme a Gerico e poi cri
tica l’affaccendamento di Marta. Ma una più attenta lettura
ci rende consapevoli che questa
critica a Marta non vuole sminuire il senso del servizio, ma
vuole contrapporre all’azione umana del servizio la presenza
di Cristo.
E’ di Cristo e dei suoi doni
che ha bisogno Marta e tutti
noi; e la presenza di Cristo ci
libera dal pensare al nostro
prestigio e dal senso del dovere e ci pone in un atteggiamento
di ascolto.
Trasportando questo discorso
a livello operativo, gli esegeti mi
perdoneranno se oso affermare
che alTaffaccendamento viene
contrapposta la pianificazione...
Indicare il Cristo
Il servizio al prossimo è una
indicazione di Cristo:
una Chiesa non può chiedersi
se servire, ma come servire e
quali sono le sue priorità.
Anche oggi, nei moderni stati
industrializzati, troviamo, malgrado gli alti standard di vita,
gruppi e singoli che non hanno
parte a questo benessere.
Ci saranno sempre i poveri e
i ricchi, i sani e gli ammalati,
i facoltosi e i bisognosi e i risolutori dei bisogni.
Dunque, una volta fissati gli
obiettivi, dovremo stabilire anche i criteri per raggiungerli
Stabilire i criteri vuol dire ab
bandonare l’utilizzazione di luo
ghi comuni per Tanalisi dei dati
Le domande che ci debbia
mo porre sono: quali sono i bi
sogni delle persone che si rivolgono ai servizi diaconali della
Chiesa Valdese? in che modo
vogliamo rispondere ai bisogni
che evidenzieremo?
Concludendo il quesito non è
se, ma come servire, perché al
credente spetta di vivere in un
mondo che cambia adattandosi
alle esigenze del momento, ma
attenendosi aH’insegnamento di
Cristo che resta immutato, come immutata resta la schiera
degli uomini che hanno dei bisogni ai quali bisogna dare risposta.
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4 vita delle chiese
30 maggio 1986
TORRE PELLICE
Iniziative di evangelizzazione
Nel corrente anno 1985-86, la
commissione per l'evangelizzazione della chiesa di Torre Pellice ha attuato un programma rivolto sia all’interno che all’esterno della Comunità locale.
Nell’autunno - inverno ha visitato un certo numero di famiglie
di un quartiere scelto per l’esperimento, suddividendo l’impegno
tra i suoi non numerosi membri
e con la collaborazione dell’anziano delta zona. Questo tipo di
lavoro (che ci riconduce alla
espressione un po’ stantia e non
proprio pertinente di « cura d’anime », ma che risponde ad una
reale esigenza) ci sembra dovrebbe essere attuato « a tappeto »
nelle Valli per affrontare concretamente l’annoso problema evidenziato dal binomio popolochiesa. L’identità valdese deve
essere ricomposta: è necessario
comprendere che non è sufficiente essere « figli di Abramo ».
Sulla base della limitata esperienza effettuata riteniamo che
non sia impossibile individuare a
livello di quartiere gruppi di persone che con una semplice preparazione ( ricordiamo il manualetto di T. Soggin: « I visitatori
locali ») potrebbero coprire nel
corso dell’anno questo vitale settore dell’attività della chiesa senza eccessive difficoltà. Ciò permetterebbe di non gravare i pastori di un peso oggi non più
sostenibile, riservando il loro intervento solo a determinati casi.
Si sono poi tenute, nel quartiere visitato, due riunioni serali,
condotte e animate da un membro del gruppo, nelle quali i presenti hanno avuto modo di esprimersi sui temi proposti e concordati ( « La sofferenza »e « Che
cosa riteniamo importante per
la nostra vita»).
Il pastore, al termine, ha inquadrato teologicamente gli argomenti discussi. Con questi incontri si è voluto anche rendere
evidente che la crescita spirituale non va perseguita solo sul piano individuale ma a livello collettivo e fraterno, promuovendo
la conoscenza reciproca e lo
scambio di idee.
Una seconda iniziativa è stata
l’organizzazione di un incontro
interconfessionale con la partecipazione, accanto ai Valdesi, dell’Esercito della Salvezza, dei Fratelli e degli Avventisti sul tema
dei lavoratori stranieri nel nostro paese. Riteniamo che i tempi stiano maturando (o che comunque sia necessario promuovere questa maturazione) per un
dialogo ecumenico anche tra le
varie componenti dell’ evangelismo italiano. C’è un terreno comune e ci sono divergenze indubbie di diversa rilevanza sul
piano teologico. Occorrerà avere
il coraggio di confrontar^ anche
su ciò che ci divide, dopo esserci
incontrati su quello che ci unisce. (D’altra parte, anche all’interno delle nostre chiese, sono
individuabili convinzioni discordanti, ad es. sulla lettura e l’interpretazione del messaggio biblico). L’importante sarebbe imparare a parlarsi con reale disponibilità all'ascolto, senza partire
dalla certezza di possedere in
proprio la verità.
Nella convinzione che anche il
fronte della scuola debba essere
oggetto del nostro interesse di
credenti, al di fuori ovviamente
dell’ottica dell’insegnamento confessionale, abbiamo presentato
alle tre classi della locale sezione dell’I.P.S.I.A. la figura di Jacopo Lombardini e il testo « Un
protestante nella resistenza ».
Era pure presente, ad offrire la
sua preziosa testimonianza diretta, il comandante partigiano P.
Favout.
Per finire, in occasione della
festa delle corali a Possano dell’il maggio, abbiamo preso contatto con una piccola comunità
evangelica presente in quella città e si sono allestiti due banchi
di vendita di libri Claudiana. E’
stato largamente distribuito l’articolo di D. Abate, comparso su
questo giornale, sulla Riforma in
Piemonte nei secoli XVI e XVII.
Abbiamo voluto dare notizia di
queste iniziative prese a Torre,
di cui non sopravvalutiamo certo la modesta portata, nella persuasione che l’informazione e lo
scambio di esperienze siano sempre utili.
Mirella Argentieri Beln
SABATO 7
E DOMENICA
8 GIUGNO
Conferenza
del Primo
Distretto
La Conferenza del 1° Distretto è convocata a PERRERO SABATO 7 e DOMENICA 8 GIUGNO.
La Conferenza si aprirà
nel tempio di Perrero alle
ore 9,00 del 7 giugno, sotto
la presidenza provvisoria
del past. Teofìlo Pons.
Il culto con Santa Cena
avrà luogo domenica 8 alle
ore 11 nel tempio di Perrero e sarà presieduto dal pastore Marco Ayassot.
La Chiesa locale organizza i pranzi di mezzogiorno delle due giornate (Lire
10.000 al pasto).
Per esigenze organizzative
è necessario che 1 delegati e
gli ospiti che Intendono consumare 1 pasti si prenotino
presso 1 pastori delle varie
chiese entro la domenica 1”
giugno.
In questa rubrica pubblichiamo le
scadenze che interessano più chiese
valdesi delle valli. Gli avvisi vanno fatti
pervenire entro le ore 9 del lunedi
precedente la data di pubblicazione
del giornale
Giovedì 29 maggio ~
□ CONCERTO
S. GERMANO CHISONE — Nel tempio valdese alle ore 20.45 la corale
St. Johannis Kantorel di Monaco di Baviera eseguirà una presentazione di
musiche « da cappella » a favore de!l’Asilo dei vecchi.
Venerdì 30 maggio
n CONGRESSO FFEVM
TORRE PELLICE — Ha inizio alle ore
14 il Congresso Nazionale della Federazione Femminile Valdese e Metodista,
Il Congresso si svolge in parte alla
Foresteria e nell’Aula Sinodale e si
conclude domenica r giugno alle cre 13.
Sabato 31 maggio
□ CONCERTO
TORRE PELLICE — Alle ore 21 ne!
Tempio si tiene un concerto con la partecipazione dei Coretti e del Petit
Choeur del Collège di Morges.
Domenica 8 giugno
□ ASSEMBLEA TEV
TORRE PELLICE — Nella Casa Unio
nista alle ore 15 si tiene l'assemblea
mensile del movimento di Testimonianza evangelica valdese.
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Documentario della TV francese sui valdesi
Una équipe televisiva di « Présence Protestante », emissione a
carattere religioso che in Francia va in onda ogni domenica
mattina per 30 minuti, è attualmente alle Valli per realizzare
un filmato complessivo sulla
realtà valdese. L’équipe, guidata
da Bruna Peyrot della Società
di Studi Valdesi, sta seguendo
un itinerario filmico tra passato e presente (e viceversa) in
piena tensione. Interviste, contatti con molte realtà, dimensioni spirituali, sociali che s’intrecciano: non sarà facile farci
stare dentro tutto in mezz’ora.
Uno dei punti più significativi
per l’équipe francese riguarda
il bilinguismo alle Valli, significativo anche il fatto che (al contrario di altri gruppi stranieri,
p>er esempio i tedeschi) l’équipe
non abbia incontrato, in sostanza, nessuna difficoltà ad esprimersi e a parlare con la gente.
Si filmerà anche in Val Chisone
e Germanasca. Ovviamente non
mancherà Agape, frontiera politica e di fede della nostra chiesa, e la dimensione diaconale
entrando con la telecamera nella
vita di qualche nostro Istituto.
Sarà un bel film? Pare di sì. Sarà comunque a disposizione, tra
non molto, presso l’archivio sonoro della Società di Studi Vaidesi.
Catecumeni
•ANGROGNA — Sabato 31 alle ore 15.30, incontro al Presbiterio di tutti i catecumeni per
una passeggiata storica; alle 21
s’incontra il Concistoro per decidere i programmi estivi.
Incontri
SAN GERMANO CHISONE
— Dal 24 al 27 aprile molti coralisti accompagnati da altri
membri della comunità sono
stati a Roma, accolti con molto
calore ed affetto dalla famiglia
Conte e dai fratelli della comunità di Via IV Novembre. I gitanti, che hanno avuto modo di
visitare gran parte della capitale, hanno apprezzato molto il
fatto di essersi ritrovati con
fratelli della diaspora italiana e,
da tale incontro, sono ritornati
molto contenti ed arricchiti spiritualmente.
Il 3 e 4 maggio un nuovo incontro : questa volta abbiamo
accolto da noi un gruppo di
membri della Comunità Riformata di Nizza.
Il terzo appuntamento è stato con un gruppo di quarantotto persone provenienti da
Treuchtlingen (Baviera) dal villaggio di Martin Domer, il giovane volontario presso l’Asilo, il
quale ormai è uno dei nostri,
insieme con l’altra volontaria
tedesca Ingrid Frank. I fratelli
bavaresi sono stati ospiti dell’Asilo. In essi come nei francesi, che hanno visitato i luoghi
storici delle valli, l’impressione
è stata profonda e certamente
il ricordo di quelle località rimarrà a lungo nella loro mente e nel loro cuore. Sia con gli
uni, sia con gli altri fratelli, abbiamo vissuto momenti di fraternità e di gioia intensa.
Durante il culto della domenica 4 maggio abbiamo ascoltato il vibrante ed incisivo messaggio del pastore di Nizza il
cui entusiasmo è stato vero stimolo per ognuno di noi. La domenica successiva nel culto hanno avuto larga,.parte il canto e
la musica, ma anche il messaggio del nostro pastore, cui ha
fatto seguito quello del pastore
Smith, che ci hanno portati a
riflettere sull’unità dei credenti; in Cristo infatti siamo veramente uno gli uni con gli altri
cosi come Cristo è uno col Padre.
I fratelli di Nizza e di Treuchtlingen ci hanno offerto bellissimi
concerti ed abbiamo avuto la
possibilità di ammirare le diapositive del villaggio di Martin
illustrate da lui stesso dopo la
cena offerta dall’Asilo ed un
programma preparato dalla nostra corale e dal Comitato del
Museo. Un vivo grazie ai fratelli tedeschi per la loro generosità ed ai francesi che hanno
restituito la visita alla nostra
corale loro ospite due anni fa,
nonché a tutti coloro che hanno lavorato per la buona riuscita dei tre incontri.
Pentecoste
PINEROLO — Anche se a
Pinerolo i culti, fortunatamente, sono sempre ben frequentati, raramente si era vista nel
tempio una folla come per il
culto di Pentecoste in occasione del battesimo o della confermazione di Amedeo Balmas, Alessandra Bianciotto, Manuela
Chiavia, Maria Rosa Ciarriero,
Sara Durand, Simona Pantone,
Paolo Fiorillo, Stella Gardiol,
Enrico Garro, Sabrina Geymonat, Federico Codino, Paola Malavaso, Roberto Pons, Davide
Rabito, Silvia Tessa, Antonella
Zorzan.
Molti dei presenti assistevano
per la prima volta ad un culto,
ma notevole è stata l’attenzione
con cui esso è stato seguito Ano
alla fine.
• Domenica 25 il culto è stato
preparato con grande impegno
e condotto dai ragazzi della
Scuola Domenicale sulle vicende di Davide, culto che sarà ripetuto ad Ivrea domenica 1”
giugno.
Subito dopo il culto si è tenuta l’assemblea di chiesa per
discutere la relazione annua e
per approvare la cifra da mandare alla Tavola per il 1987. Si
è notata una scarsa frequenza
e la frettolosità dei presenti che
temevano di non ritornare alle
loro case per la chiusura delle
strade in occasione del passaggio del « giro ciclistico d’Italia ».
• La nostra solidarietà alla
famiglia di Manlio Bleynat che
ha terminato la sua esistenza
terrena il 25 maggio u.s.
Assemblea
RORA’ -— Nel corso della Assemblea di Chiesa del 4 maggio
scorso sono stati nominati i deputati di Rorà alla Conferenza
Distrettuale; oltre al pastore e
al presidente del Concistoro,
Roberto Morel, i deputati sono
Paola Rivoira e Adolfo Rivoira; supplenti Patrizia Giusiano
e Wanda Tourn Rivoira.
Per la nomina del deputato al
Sinodo l’assemblea è convocata
per domenica 1” giugno, dopo
il culto. Il culto sarà presieduto dal pastore Cipriano Toum.
Due battesimi ultimamente
nella nostra chiesa: Michael Rivoira, di Aladino ed Eliane Diacon, ed Emanuele Roman, di
Valter e Silvana Pavarin.
Culti estivi
RODORETTO — Domenica
prossima 1" giugno iniziano i
culti alle ore 9.
Relazione annua
FRALI — Domenica 25 maggio l’assemblea di Chiesa ha approvato la relazione morale ed
ha ratificato l’ampliamento della
Commissione stabili. Approvando uno dei due preventivi presentati Tassemblea ha deciso la
riparazione del campanile della
chiesa vecchia.
• Domenica 1® giugno parteciperanno al culto i ragazzi della Scuola Domenicale e del Catechismo. Dopo il culto, con il
pranzo al sacco andremo a Galmount.
• Mercoledì 4 giugno, gita a
Saint Véran: prenotatevi!!
Confermazione
SAN SECONDO — Giancarlo
Passetta, da vari anni membro
del coro della chiesa di San Se
condo, dopo seria riflessione e
una preparazione catechetica ha
chiesto di essere ammesso come membro nella Chiesa Valdese.
Egli ha confessato la sua fede nel Cristo Signore risorte
durante il culto della domenica
di Pentecoste.
L’ammissione di un nuovo
membro è stata considerata ur.
segno della fedeltà del Signo
re verso di noi. Ci dia di potergli essere sempre fedeli.
Nuovo Anziano
PRAROSTINO — L’assemblea
di chiesa del 18 maggio ha proceduto all’elezione di un nuovo
anziano, Giovanna Bertoli, che
entra a far parte del concistoro
con funzione di cassiere.
• I coniugi Olga e Aurelio Bertalot hanno voluto festeggiare
i loro 50 anni di matrimonio durante il culto del 18 maggio, circondati dai parenti e dalla comunità; a loro i nostri affettuosi auguri e felicitazioni.
• Alle famiglie Rivoir e Besson la comunità esprime la sua
fraterna simpatia per la perdita
dei loro familiare.
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30 maggio 1986
f
vita delle chiese 5
NUOVI MEMBRI DI CHIESA
NOTIZIE DALLA TOSCANA
Conf6SS3r6 Id f6d6 oggi Finlandesi a Firenze
Torino: una scelta
libera
« ...E’ un punto di partenza,
non di arrivo», «l’inizio di un
cammino da percorrere insieme », «una scelta libera», «ima
Chiesa non gerarchica » : ecco
cosa ci ha detto, chiedendo di
essere ammessa nella nostra
chiesa, la maggior parte delle
persone che sono state confermate o accolte nelle domeniche
18 e 25 maggio a Torino. Si è
trattato di un buon numero :
nelle tre zone di Corso Vittorio,
Corso Oddone e Lingotto si sono avuti in tutto quattro battesimi (Patrizia Borgetti, Raffaella Lo Grasso, Denise Rostagnol
e Daniela Roversi), Quindici confermazioni di ragazzi provenienti dai corsi di catechismo (Davide Barasa, Daniele Benech,
Maristella Celegato, Caterina
Chiavia, Hulda Mosca, Claudio
Mucci, Carla Necchio, Sonia Petrocelli, Anvelo Pons, Ombretta Pons, Nicoletta Pons, Davide
Rossi, Mauro Tron, Claudia Vellano. Michele Vellano) e — particolarmente interessanti — undici ammissioni di adulti (Morena Arrighi, Giuseppe Barresi, Anna Basile, Irma Bianchin,
Carlo Chiocchi, Carlo Colombero, Piera Egidi, Maria Luisa Ferrante, Daniele Martino, Giuseppina Roggero, Daniela Santus).
Quasi tutti hanno frequentato
il corso di formazione biblica
e hanno maturato la loro decisione studiando la Scrittura in
gruppo e personalmente, riproponendoci l’esigenza di conoscerla in modo approfondito anche se ripartendo spesso da nozioni di base che il catechismo
non aveva a suo tempo fornito
o che in precedenza erano state
considerate un semplice bagaglio scolastico. Abbiamo avuto
quindi modo di riflettere sulla
necessità di venire incontro alle aspettative di tante persone
che intendono riscoprire il messaggio della fede e, spesso, l’impegno in una chiesa il cui unico punto di riferimento è appunto la parola di Dio.
Il nostro corso di formazione
biblica, strutturato in cicli a tema biblico, sistematico o storico, concordati volta per volta
con i partecipanti, si è rivelato
una prima risposta a molte esigenze: un’esperienza da riprendere, migliorare e approfondire.
Milano: una chiamata
nella nostra vita
Nel corso del culto di Pentecoste sei persone, tutte provenienti da famiglie evangeliche,
hanno confessato la loro fede,
nella chiesa metodista di Milano. Serena Costa, Marcella De
Luca, Cristina Guerzoni, Sergio
Quattri, Roberto Scuderi e Vladimiro Visco Gilardi — questi
i nomi dei nuovi battezzati e
confermati — hanno letto alla
comunità il messaggio che riportiamo.
L
« Care sorelle e cari fratelli
nel Signore,
siamo giunti coscientemente
ad un importante momento della nostra vita. Gli anni della
Scuola Domenicale e di Catechismo sono stati per noi significativi per la formazione biblica e per lo studio della realtà
protestante nell’ambito della
quale siamo cresciuti. Ciò che,
però, ci appare decisivo di questi anni di studio è l’aver ricevuto il messaggio dell’Evangelo
che ci ha immesso in un cammino di fede.
Abbiamo compiuto insieme un
percorso e, oggi, la fede in Gesù Cristo ci spinge a voler essere parte di questa comunità.
Desideriamo, quindi, collocare
all’interno della Chiesa Metodi
sta di Milano la nostra confessione di fede perché ci rendiamo conto di una chiamata nella
nostra vita. E’ per questo che
alcuni di noi chiedono di essere confermati, altri di essere
battezzati.
Come credenti riteniamo che
sia necessaria da parte nostra
una continuità d’impegno in
questa comunità per trovarci
magari un domani a condividere delle responsabilità nella
Chiesa e a maturare rapporti di
fraternità e di amicizia con credenti più o meno giovani di noi.
In vista di ciò abbiamo deciso di continuare comunque ad
incontrarci come gruppo per approfondire determinate tematiche e per dare il nostro apporto ed il nostro aiuto concreto all’interno della comunità.
Saremo soprattutto presenti
all’interno del « gruppo giovanile » di recente formazione, che
include anche altri nostri fratelli e sorelle dell’altro corso di
catechismo ».
Napoli: la libertà
del cristiano
NAPOLI — La chiesa valdese
del Vomere ha accolto domenica
18 maggio, Pentecoste, due giovani quali suoi membri. L’avvenimento è stato celebrato in modo particolarmente gioioso dalla comunità — e dalla chiesa
metodista di Napoli, che coi
valdesi da anni condivide locale
di culto e attività — perché Ci
Uno spazio
nello Stato
RAPOLLA e VENOSA — Si
è avuta un’ampia discussione in
sede assembleare intorno alla
tematica dello 0,8%, deflscalizzazione, I.N.V.I.M.
E’ stato ribadito che in un
regime democratico la diversità delle componenti sociali implica una diversificazione legislativa per cui più che parlare
di privilegi da essa derivanti,
si debba parlare dà dovuto rispetto delle diverse situazioni
ed Enti tra i quali si collocano
le chiese rappresentate di fronte allo Stato Italiano dalla: Tavola Valdese.
In un regime di partecipazione e non di separatismo astratto, si è auspicato che non avvenga il contrario di quello che
avveniva tempo addietro: prima
erano gli altri che ci emarginavano, ora può accadere che siamo noi stessi ad emarginarci.
Occorre invece occupare con discrezione uno spazio dentro « lo
Stato » che a vari livelli legifera
tenendo conto che il rapporto
tra Stato e Chiesa assume dimensioni e prospettive diverse.
Ricordiamo con gioia rincontro con la chiesa metodista di
Salerno e diaspora avvenuto
presso i laghi di Monticchio nelle vicinanze di Rapolla e del
monte Vulture.
Nel pomeriggio, vedendo il
tempo peggiorare, il trasferimento a Rapolla. Qui la preghiera, il canto di inni, la lettura
della Bibbia hanno costituito
l’elemento unificante ed edificante accanto alla proiezione di diapositive, molto interessanti, edite dalla LDC. « Cristo nella sua
terra ».
Infine una nota tragica e dolorosa: un membro della chiesa di Venosa, uno dei tanti anziani ed animatori della comunità venosina, uscito di casa non
ne ha fatto più ritorno. Dopo
ampie ricerche con unità cinofile, si è giunti alla amara conclusione: Giuseppe Pesantini si
deve considerare disperso.
ro e Silvia, che hanno confessato la loro fede durante il culto,
non provengono da famiglie evangeliche ma sono due convertiti.
Ciro Ristoro, 27 anni, studente, era infatti cattolico;’e Silvia
De Cristofano, 25 anni, studentessa, era stata invece educata
aH’ateismo. Entrambi hanno
parlato delle loro esperienze di
fede prendendo come riferimento biblico le epistole di Paolo
(soprattutto Romani e I Corinzi). La dichiarazione di Silvia
cominciava con le parole di Lutero in « La libertà del cristiano »: « Il cristiano è un libero
signore sopra ogni cosa, e non
è sottoposto ad alcimo; il cristiano è un servo volenteroso in
ogni cosa, ed è sottoposto ad
ognuno ». Ciro invece Così si è
espresso: « Provengo dal cattolicesimo, dove mi era proposta
una fede passiva e una scissione tra questa e la mia vita. Incontrando questa comunità ho
capito che era possibile e necessario riuniflcare la mia vita
con la fede, sia per quanto riguarda la mia vita privata sia
per quanto riguarda l’impegno
con e per gli altri ».
Alla lettura delle confessioni
di fede le due comunità hanno
risposto con una serie di letture
bibliche, canti, messaggi e preghiere proposti spontaneamente dall’assemblea, in un clima di
forte commozione. Al termine
del culto, però, la commozione
ha ceduto il posto alla sfrenata
allegria di un’agape fraterna in
cui, mentre i più si limitavano a
mangiare e bere, c’è stato anche chi — un manipolo di catecumeni — è riuscito' a hloccare
il traffico in via Vaccaro per
poter meglio giocare a pallone
sulla pubblica via.
Il 27 aprile, nel tempio di via
Micheli, vi è stato un raduno di
finlandesi ed amici: 200 persone con molte madri e bambini
vi si sono ritrovate sotto la guida di un pastore finlandese, abitante presso Genova, di un Organista proveniente da Roma:
giornata piena del sole dell’amicizia: dopo il culto, canti folkloristici, lieti conversari hanno
smentito il tradizionale silenzio
dei finlandesi. Dorotea Müller,
pastore valdese a Firenze, ci racconta, dopo la visita di una famiglia finlandese, da lei curata:
« .Vi sono quaranta, cinquemta famiglie finlandesi in Toscana: ormai trapiantate da anni nella loro
nuova terra, vivono la loro vita
di gruppo, si ritrovano, cantano, educano i loro figliuoli, per
i quali vorrebbero avere una
scuola... finlandese... ». Noi non
possiamo dimenticare quel pòpolo, che, quando la guerra ne
costrinse una parte ad emigrare, lasciò nelle proprie case abbandonate delle Bibbie per gli
invasori, sapendo che TEvangelo è dato per ogni uomo, anche
per gl’invasori!
La loro presenza è presenza
di fratelli, ma la fraternità si
vive o si lascia deperire. Sapremo accoglierli, come si conviene?
Visita agli Anglicani — In via
Maggio vi è la chiesa anglicana
di S. Marco: ne è rettore l’arcidiacono d'Italia (non più di Malta, perché anche la geografia
cambia!) Georges Westwell. Su
suo invito, il pastore C. Gay è
venuto domenica 4 maggio con
REiffaele Balenci e Walter Balzano e, dopo la parte liturgica,
ha predicato in inglese ed italiano sul testo della domenica;
Isaia 55: 9-11, che ricorda la meravigliosa opera di Dio in un
creato, che, sconvolto dalla ma
no dell’uomo, viene restaurato
dalla misericordia divina. Ricordiamo insieme alcuni momenti
di storia: la venuta a Londra del
Riformatore fiorentino Pier Martire Vermigli, aiuto di Martin
Bucero per la redazione della
Dichiarazione dei 39 Articoli di
religione, confessione di fede
della Chiesa d’Inghilterra; alcuni
Valdesi, erranti con i loro fratelli Ugonotti, trovarono rifugio ed accoglienza in Gran Bretagna. L’Asilo Evangelico Femminile, in Londra e poi a Firenze, fu gestito prima da un
comitato inglese per decenni
e, dal 1930, da un comitato misto e infine valdese e italiano;
ricordiamo Beckwith, Gilly, e
quanti ci aiutarono per la Facoltà Valdese di Teologia in
via de’ Serragli. Nella Holy
Trinity Church, costruita, dopo
lunghe ricerche, nell’antica via
del Maglio (oggi via Lamarmora!), i Valdesi si riuniscono per
il culto.
Un simpatico incontro, dopo
il culto, raduna vecchi e nuovi
amici, fra cui alcune presbiteriane scozzesi, con l’intesa di
non più perderci di vista.
Foresteria. Per opera precipua del direttore del Centro Giovanile Evangelico Marco Jourdan la Foresteria raggiunge una
presentazione encomiabile. Tutte
le camere sono state dotate dei
servizi. Le finestre, che danno
sulla rumorosa via de’ Serragli,
sono state dotate di vetrate infrangibili, che bloccano l’espansione dei rumori; le chiusure
« perfette » impediscono le ripercussioni. Il lavoro è stato
compiuto da una ditta dì Osasco.
Gran parte del palazzo è stato sottoposto ad un restauro
preciso, efficace e potrà servire
ad un ampio servizio di accoglienza. C. G.
CORRISPONDENZE
Festa nella comunità
SAVONA — Un matrimonio è
già una bella cosa! Se poi l’evento è condiviso con la comunità dei credenti e richiama altre comunità evangeliche a parteciparvi, la festa è grande e
bella!
Ma alle nozze di Luca Ghelli e
Lidia Maggi, il 4 maggio a Savona, hanno partecipato e cantato e battuto le mani anche i
ragazzi del gruppo corale cattolico, che attraverso vari filoni hanno contatti con i nostri
giovani.
Erano presenti gli evangelici
di Savena, i battisti di Albisola e
di Torino, i pastori F. Becchino,
P. Spano e Enos Mannelli, e pure Jeannette, Ruth e Davide, svizzeri, che hanno suonato e cantato soavi melodie.
E poi tutti nel salone sottostante a festeggiare, consumare
i manicaretti nuziali ed a giocare.
Il pastore P. Spano ha predicato sul teste di Genesi 29: «Giacobbe servì sette anni per Rachele e gli parvero pochi giorni
per l’amore che le portava»; l’amore vero costa tempo e fatica,
è gioia da conquistare ogni giorno con costanza e fedeltà!
Gli sposi si trasferiranno a
Zurigo, dove Lidia terminerà gli
studi alla Facoltà Teologica Battista e dove avranno certamente
spazio per il loro impegno tra i
giovani, come già fatto nei gruppi di Savona e Torino.
Le liete visite alla chiesa di
Savona quest’anno si sono moltiplicate ed hanno consentito
di moltiplicare le agapi fraterne,
sempre bene frequentate.
Il 27 aprile la chiesa di Angrogna, con il pastore G. Plato
ne, era ospite attesa al culto ed
ha presentato un ricordo cantato e recitato dell’Editto di
Nantes, che ha commosso la comunità sia per il messaggio di
« resistere » che viene da quegli
episodi storici, sia per l’accurata preparazione ed esecuzione
della corale.
A Pentecoste, il 18 maggio, ha
avuto luogo un culto « in lingue »
(letture e canti in italiano e tedesco, alternati) assieme al
gruppo dì gitanti evangelici svizzeri che, guidati dai pastori A.
Deodato e L. Naso, hanno voluto conoscere Savona ed anche
incoraggiare la chiesa locale
nella testimonianza deH’Evangelo.
Ambedue i gruppi sono poi
stati accompagnati in una visita turistica alla città e alle spiagge viciniori.
Un altro gruppo svizzero è in
arrivo per il 14 giugno.
Emanuele Tron
GENOVA — E’ un periodo di
separazioni, questo. Dopo i fratelli Piero Zotta e Renato Pampuro, abbiamo dovuto separarci da Emanuele Tron. Dopo un
periodo trascorso all’ospedale
cantonale di Zurigo, era tornato
a casa della figlia, a Nussbaumen, si sperava in una ripresa,
e invece si è spento. Fino alla
fine ha pensato alla sua comunità genovese, ne aveva chiesto
l’intercessione; e sapeva che molti fratelli e sorelle, qui lo seguivano con il pensiero affettuoso e con la preghiera.
Da alcuni anni, dalla scompar
sa della compagna, si allontanava per lunghi periodi da Genova, ora presso la figlia, soprattutto, o altri familiari, ora nelle Valli Valdesi, a Luserna San
Giovanni. Lo rivedevamo sempre con gioia fra noi, quando
tornava a Genova, ed era anche
sempre, per lui, uña gioia riprendere il suo posto all’organo, alla
guida del canto comunitario, come aveva fatto con passione e
impegno regolare per parecchi
anni. Cosi lo ricordiamo, con
viva gratitudine, come ricordiamo la sua attività, in passato,
come predicatore laico, e. il modo in cui partecipava, con interesse e calore, alla vita comunitaria, i suoi interventi alle assemblee di chiesa. Per i suoi legami con le Valli Valdesi, era
uno di quelli, fra noi, che collegava la nostra comunità con
la vita d’insieme della Chiesa
Valdese, specie per ciò che riguarda le ’’manifestazioni” della
vita valdese estiva, gli incontri,
le sessioni sinodali, quelle della
Società di Studi Valdesi. L’innologia — una passione che condivideva con i fratelli — lo aveva
sempre attratto e impegnato.
Continuano cosi a sparire figure che hanno caratterizzato
la vita della nostra comunità
negli anni passati. Non scompaiono però dal nostro cuore, dal
nostro ricordo, non si annulla
l’apporto che è stato concesso
loro di dare; e soprattutto confidiamo, per chi ci ha lasciato,
nel fedele « ricordo » di Dio. Ai
figli, a Nussbaumen e a Lussemburgo, con le loro famiglie, e a
tutti i familiari diciamo ancora
la nostra viva, solidale simpatia.
6
6 prospettive bibliche
30 maggio 1986
ALL’ASCOLTO DELLA PAROLA
Un’esplosione di gioia, e poi: in marcia!
1 PIETRO 1: 3-9
Benedetto sia l’Iddio e Padre del Signor
nostro Gesù Cristo, il quale nella sua
gran misericordia ci ha foitti rinascere,
mediante la risurreaione di Gesù Cristo
dai morti, ad una speranza viva in vista
di una ere^tò incorruttibile, inunacolata
ed inunarcescibile, conservata nei cieli
per voi, che dalla potenza di Dio, me
diante la fede, siete custoditi per la salvazione che sta per essere rivelata negli
ultimi tempi. Nel che voi esultate, sebbene ora, per un po’ di tempo, se così
bisogna, siate afflitti da svariate prove,
affinché la prova della vostra fede, molto
più preziosa dell’oro che perisce, eppure
è provato col fuoco, risulti a vostra lo
Impero romano: anno 82 dell’era
cristiana. Le cose stanno cambiando. Dopo la persecuzione neroniana del 67 che usò i cristiani come capro espiatorio accusandoli dell’incèndio di Roma, il romano medio cominciò a distinguere gli
ebrei dai cristiani. Le centrali operative dell'Impero romano, generalmente tolleranti con i culti stranieri, avevano confuso il cristianesimo
con una delle tante sette giudaiche,
ma con Nerone cominciano a diventare sospettose.
E’ il preludio dello scontro tra politeismo e monoteismo. Aumentano
le delazioni, i sospetti. La caccia all'uomo si fa più serrata. E sotto il
regno dell'imperatore Domiziano il
clima si inasprisce; poteva essere
diverseimente nel regno di un despota che si fa chiamare « Dio e Signore del mondo »?
Anni di terrore
Anni di terrore. E proprio in quegli anni, quando sulla scena appare
la seconda generazione di cristiani,
in una lontana provincia dell'Impero, l'Asia minore — culla del cristianesimo e più tardi terra dei concili
— un piccolo gruppo di credenti vive con angoscia la propria situazione. Le notizie che giungono da più
parti non sono per nulla rassicuranti, il clima è apocalittico (non è un
caso che l’Appcalisse di Giovanni sia
stata scritta proprio in quegli anni),
i cristiani sono sospettati di eversione, le loro comunità sono nel mirino del potere politico; pubblicamente si denigrano le loro adunanze, i loro culti in cui la figura dell'imperatore con tutta la sua forza
economica e militare non è al centro dell'attenzione.
I cristiani sono dei 'diversi'; del
resto loro stessi si sentono stranieri
in patria, pellegrini di passaggio in
questo mondo. Tutto questo ravviva
i rancori, l'odio per questa religione
che viene dall'Oriente; il clima generale evolve verso una persecuzione sistematica tra le masse popolari dove il cristianesimo sembra ricevere crescenti consensi.
Certo che in quegli anni di persecuzione e martirio nessuno avrebbe potuto immaginare che duecentocinquant'anni dopo il cristianesimo
sarebbe diventato religione di Stato
e che sul trono dei Cesari sarebbe
andato a sedere un imperatore cristiano: Costantino. Ma per ritornare all'epoca dei nostri fatti diremo
che nel pieno di questa drammatica
situazione la piccola comunità cristiana dell'Asia minore riceve un
messaggio, una lettera che risponde
in pieno alle ansie, agli interrogativi
della comunità; questo scritto è la
prima lettera di Pietro.
Ma una sera di primavera,
un messaggio...
Immaginiamo ora una sera di pri
La sera del 26 aprile, a Genova, e la mattina del 27 nel culto domenicale, a Savona, la Corale Valdese di Angrogna ha presentato quello
che apparentemente era un concerto - recital, in realtà una testimonianza,
e l’ora abbondante vissuta con loro è stata, in realtà, un culto. Alternando una serie di letture di documenti e testimonianze, frutto della loro
ricerca, e cori appropriati, le sorelle e i fratelli angrognini hanno fatto
rivivere i tempi sanguinosi e dolorosi di tre secoli fa, esattamente: i riflessi che la Revoca dell’Editto di Nantes hanno avuto nella repressione
e desolazione delle Valli Valdesi, votate allo sterminio, al carcere duro,
all’esilio, all’abiura forzata. E il «ricordo» è stato inquadrato, dalla
predicazione del pastore G. Platone sul testo sopra indicato, nel riferimento biblico e in quello dell’attualità, nella costante vocazione alla resistenza, tesa fra sofferenza e gioiosa speranza. Riportiamo il testo di
questa predicazione, sottolineandone il quadro e con l’augurio che questa
predicazione corale possa rinnovarsi altrove, e in altre occasioni: è un
« modo » rilevante e ha trovato profonda rispondenza.
a cura di GINO CONTE
mavera, in un paesaggio che potrebbe essere l'attuale Anatolia turca; in
una riunione semiclandestina qualcuno nel gruppo dei cristiani dà lettura di questo scritto. Ci si aspetta
un lamento, una « mutua consolatio
fra tram », uno scambievole conforto fraterno; in fondo la lettera è
partita da Roma, sta girando fra le
comunità cristiane dell'Asia e chi
scrive ha informazioni di prima mano sul genocidio architettato da Domiziano... Ma l'attesa è immediatamente delusa. L'inizio della lettera
è un’esplosione gioiosa; il culto, rincontro dei fratelli e delle sorelle —
anche nelle difficoltà — dev'essere
contrassegnato dalla gioia: benedetto sia Dio che in Cristo — risorto
dai morti — ci ha dato una speranza.
Inutile cercare dentro di noi, intorno a noi questa speranza: essa è
un dono di Dio, ci fa rinascere. E'
vero — continua nella sua sostanza
la lettera — che altre religioni, come quelle misteriche, promettono
una rigenerazione, una vita nuova,
ma noi abbiamo nella risurrezione
di Cristo la prova di quel che diciamo e la possibilità di uscire dalla disperazione. Abbiamo anche un dono, anzi un'eredità promessa, che
non ci aspettavamo, non prevista:
non più la terra promessa di Canaan, ma una nuova patria di cui
entreremo in possesso; il Regno di
Dio, che non fa parte dello scacchiere politico mondiale, nessun esercito può conquistarlo, neppure le potenti legioni degli Imperatori Flavi.
Corne l'eredità è custodita per voi
che credete — continua la lettera
circolare indirizzata ai cristiani dell'Asia — così la comunità cristiana
è custodita dalla potenza di Dio anche se è minacciata, ferita a morte.
Tra speranza e sofferenza,
qui e ora
La tensione dunque non è tra speranza lassù e disperazione quaggiù,
ma tra speranza e sofferenza qui ed
ora: questa contraddizione tra gioia
e tristezza è una prova alla quale
siamo, prima o poi, chiamati, questa
prova è inevitabile, fa parte, pur con
intensità diverse, della vita del cri
stiano: la fede infatti non si fonda
sulle circostanze, sulle proprie forze
psichiche, economiche, sociali, sulla
fortima personale, sulla salute o viceversa sulla paura, sulla sfortuna,
su circostanze avverse. No, la prova
elimina l'errore di credere che fondamento della fede sia qualcosa d'altro che non la risurrezione di Cristo
che rompe il passato ed inaugura un
nuovo inizio.
Se oggi siamo qui è perché l'incoraggiamento a resistere nella prova rivolto alla minoranza cristiana
nell'Impero romano non è caduto
nel vuoto. E direi che quest'appello
alla resistenza dalle lettere indirizzate alla seconda generazione dei
cristiani è rimbalzato in tutta la storia del cristianesimo; è un filone che
forse è difficile cogliere nella sua
continuità, ma che improvvisamente compare. Proprio quando la fede
in Cristo diventa puntello del potere costituito, quando l'appello alla
conversione del Nazareno viene stravolto da esigenze ideologiche, o d'interesse politico, rinasce prepotente
l'esigenza di riscoprire — costi quel
che costi — la strada autentica del
discepolato, di riascoltare non le voci su Gesù ma la voce di Gesù per
capire, per orientarsi, per non perdersi.
Résistez
All'ascolto di questa voce si sono
poste alcune eresie medioevali, non
ultima certamente quella dei Valdesi, e più tardi quella degli Ugonotti:
la parola 'résistez' graffiata con le
unghie sul muro della cella nella
Tour de Constance a Aigues Mortes, nel Midi della Francia, da Marie Durand che per 38 anni — tanto durò la sua prigionia! — seppe confortare, pregare e testimoniare alle sue compagne di sventura la
fede in Cristo, ecco quella parola résistez è la sintesi storica della teologia della prima lettera di Pietro,
che intende orientare e concentrare
i nostri sguardi sulla risurrezione di
Cristo.
E, se continuiamo a spaziare nella storia, direi che non a caso la confessione di fede sottoscritta a Barmen, nel pieno dell'ascesa del nazismo, da parte di teologi e credenti
de, §;loria ed onore alla rivelazione di
Gesù Cristo; il quale, benché non rebbiate veduto, voi amate; nel quale credendo, benché ora non lo vediate, voi
gioite d’un’allegrezza ineffabile e gloriosa, ottenendo il fine della fede: la salvezza delle anime.
che vollero resistere alle barbarie
del regime hitleriano, si richiama a
questa antica lettera indirizzata ai
primi cristiani, al suo spirito, alla
forza che intende trasmettere per
resistere e irrobustire il nostro com
portamento nella prova, sulla strada
del discepolato cristiano.
Tornare a essere
minoranza confessante
Oggi come negli anni bui di Do
miziano il cristianesimo confessan
te è destinato a ritornare ad essere
una realtà di minoranza in una so
cietà cristianizzata soltanto di no
me e vaticanizzata.
Minoranza tra altre minoranze e.
volte represse, o emarginate o escluse dai grandi meccanismi decisionali: gli immigrati dal Terzo Mondo
gli zingari e alla lista potremmo ag
giungere: i disoccupati, i cassainte
grati, i drogati, gli omosessuali, gl
anziani spesso spremuti e gettati vie
come un paio di vecchie ciabatte
fruste, gli handicappati...
Certo siamo minoranza tra altre
minoranze, ma siamo una minoranza riconosciuta ufficialmente dallo
Stato, siamo — a volte — coccolati
dai mass media, ci vogliono nelle
scuole, nelle tavole rotonde, nei dibattiti pubblici, suscitiamo curiosità, interesse. Siamo stati tolti dai
buio della storia, approfittiamo dunque di questa stagione non per rimirarci allo specchio o approfittare del
prestigio accordatoci per gonfiarci
come pavoni o tessere rapporti privilegiari, bensì per sviluppare con
maggior eco ed ampiezza il nostro
compito: e cioè continuare a resistere al male, continuare ad avere il
coraggio di indignarsi della società
internazionale in cui viviamo, particolarmente della sua violenza, e
camminare, andare avanti sulla strada della testimonianza, in un costante confronto con l’Evangelo. Quale
strada, direte voi?
Per quale strada?
La strada percorsa dai cristiani
del primo secolo, la strada dei Vaidesi di Sibaud o quella delle donne
ugonotte della Torre di Aigues Mor
tes, la strada dei cristiani che lottarono 'per la libertà dell'Evangelo'
mentre si accendevano i forni crematori di Auschwitz, la strada dei
partigiani senz'armi come Bonhoeffer o, più vicino a noi, quella del predicatore metodista Jacopo Lombardini che sulle alture del Bagnóou
d'Angrogna prega Dio che cessi la
guerra che ha già causato troppe vittime.
Su questa strada ci precede Colui
che è risorto da quell'abisso di odio
e violenza in cui era stato gettato, e
che ci permette di credere che quest'itinerario ha un senso malgrado
le difficoltà e le sconfitte.
Giuseppe Platone
7
30 maggio 1986
obiettivo aperto 7
LE PROPOSTE DEI CENTRI EVANGELICI PER L’ESTATE
I campi: un appuntamento non rituale
Non è un appuntamento rituale.
I vari campi che ogni anno, ogni
estate vengono organizzati, a livello denominazionale ed interdenominazionale, per giovani e giovanissimi e per persone che giovani non
sono più, per italiani e per stranieri, sono diventati via via un modo
di fare cultura insostituibile, non
soltanto un momento di vacanza alternativa ¡ma organizzata.
Un po’ dibattito, un po’ catechismo, un po’ creatività, un po’ aggiornamento, mare, montagna, collina, canto e preghiera, Bibbia e politica, soggettività e scuola di vita,
per il nostro protestantesimo di dia
spora questi incontri estivi sono diventati un momento quasi insostituibile.
Da un lato l’estrema varietà dei
temi, d’altro lato una cornice comune, una ricerca di fedeltà e testimonianzia, anche di stile, nel pianificare il « tempo libero » in maniera in
telligente, i campi non sono solo
un luogo di incontro « tra noi », ma
anche una « vetrina » con la quale
ci presentiamo ai diversi ambienti
che per un motivo o per l’altro si
interessano al protestantesimo italiano. Parteciparvi non è solo bello,
è un momento di militanza.
Adelfia
ri,-'
Centro giovanile evangelico - Casella Postale - 97010
Scoglitti (RG) - tei. 0932/
980132.
• 29 giugno-6 luglio; « Il mare
e la costa: aspetti, vita e storia ».
Per ragazzi da 8 a 11 anni.
• 6 luglio-13 luglio; « Insieme
per... guardare, discutere, ripensare la pubblicità televisiva ». Per
ragazzi da 11 a 14 anni.
• 13 luglio-22 luglio; « Le notizie dominano il mondo ». Per ragazzi da 14 a 16 anni.
• 22 luglio-28 luglio (a Adelfia);
25 luglio-2 agosto (a Bethel);
<■ Itinerari nell’universo giovanile ». Per ragazzi da 17 a 20 anni.
• 28 luglio-6 agosto; « Idee e
realtà a confronto - Essere donne
oggi nella chiesa e nella società »
icampo F.D.E.I.).
• 6 agosto-12 agosto; « Animatori a confronto » (campo organizzato dalla FGEI-Sicilia).
• 13 agosto-27 agosto; « La testimonianza degli evangelici nei
rapporti stato-chiesa » (campo
famiglie).
• 28 agosto-31 agosto; « L’immagine come strumento espressivo » (wock-crid della terza età).
ADELFIA si trova sulla costa meridionale della Sicilia, nel paese di
Scoglitti, frazione di Vittoria (Rg).
Per informazioni e iscrizioni rivolgersi a : Mauro Pons - via Paraci 63
- 93016 Riesi ( CL ) - tei, 0934/
929433 (fino al 27 giugno); Adelfìa, centro giovanile evangelico - Casella Postale - 97010 Scoglitti (Rg)/
tei, 0932/980132 (dal 27 giugno).
Agape
come noi... » (campo cadetti internazionale). Per ragazzi da 14
a 17 anni. Lingue; italiano, francese, tedesco.
• 30 luglio-6 agosto: « Itinerari di teologia interculturale »
(campo teologico internazionale).
Lingue: italiano, francese, tedesco, inglese.
• 7 agosto-14 agosto: « Cooperazione allo sviluppo. E’ possibile? Come? » (campo pace e NordSud).
• 16 agosto-23 agosto: « Leggere il Corano per capire l’Islam »
(II incontro internazionale sull'Islam). Lingue: italiano, francese, tedesco, inglese.
• 23 agosto-31 agosto: « Vecchie e nuove frontiere in Sud
Africa » (incontro internazionale
Europa-Terzo Mondo). Lingue;
italiano, francese, tedesco, inglese.
Durante i campi internazionali
sarà garantito il servizio di traduzione da e nelle lingue indicate.
AGAPE si trova nel comune di
Frali (To), a 1.500 metri d'altezza,
nella zona detta delle « Valli vaidesi ». Per informazioni e iscrizioni
rivolgersi a : Agape - T0060 Frali
(To) - tei. 0I2I/8415I4.
Bethel
10060 Pra'li (To) - telefono
0121/841514.
CAMPI NAZIONALI:
• 18 giugno-22 giugno: « I7w
corpo... diverso? » (VII incontro
sulFomosessualità).
• 24 giugno4 luglio: « Noi e
loro: progetti e identità a confronto » (campo cadetti). Per ragazzi da 14 a 17 anni.
• 5 luglio-12 luglio: « Il nucleare in riva al Po: i movimenti contro ».
• 5 Iuglio-12 luglio: « Verso
quale cattolicesimo? ».
• 13 Iuglio-20 luglio: « Suonare, ballare, disegnare » (campo
precadetti I). Per ragazzi da 9 a
I) anni.
• 21 luglio-28 luglio: « Il rapporto a due ».
• 30 Iuglio-6 agosto: « Il mondo dei mestieri » (campo precadeiti II). Per ragazzi da 8 a 11
an;ii.
• 16 agosto-23 agosto: « Vita
nel culto - Culto nella vita » (campo di formazione biblica per
laici).
• 24 agosto-31 agosto: « Uose »
(campo precadetti III). Per ragazzi da 10 a 13 anni.
CAMPI INTERNAZIONALI:
• 13 luglio-20 luglio: « Ebraismo e cristianesimo di fronte alla Torah» (III incontro internazionale ebrei-cristiani). Lingue:
italiano, francese, tedesco, ingle
• 21 luglio-30 luglio: « Quelli
Centro evangelico - 88055
Taverna (Cz) - tei. 0961/
922059.
• 26 giugno-6 luglio; « La storia di Giuseppe: l’uomo che, abbandonato dagli uomini, si ritrova vicino al suo Dio » (campo
precadetti). Per ragazzi da 8 a 13
anni.
• 19 luglio-2 agosto: « Alla scoperta del Mezzogiorno e dei suoi
problemi » (campo giovani internazionale). Lingue: italiano, inglese.
• 3 agosto-10 agosto: « Il problema della ’’differenza fondamentale” tra cattolicesimo e protestantesimo ».
• 11 agosto-20 agosto: «L’amicizia » (campo giovani). Per ragazzi da 14 a 20 anni.
• 21 agosto-28 agosto: « Campo
studi » (autogestito).
BETHEL sorge nel comune di Taverna (Cz), tra Villaggio Raeisi e Villaggio Mancuso, a 1.200 metri d'altezza, sulla Piccola Sila. Per iscrizioni e informazioni rivolgersi a :
past. Gianni Genre - Chiesa valdese, via Doviziosi - 87045 Dipignano (Cs) - tei. 0984/621490;
oppure ( dal 20 giugno ) a : Bethel - Centro evangelico - 88055
Taverna ( Cz ) ■ tei. 0961/922059.
Ecumene
Contrada Cigliolo - 00049
Velletri (Roma) - telefono
06/9633310.
• 1 luglio-6 luglio: « Vivere
senza lavoro? » (campo politico).
• 5 luglio-20 luglio: « Il corpo
Pagina a cura di
Sergio Ribet e Paolo Fiorio
parla... » (campo cadetti). Per ragazzi da 8 a 13 anni.
• 24 luglio-27 luglio: « Un impegno nel Mezzogiorno » (campo
di azione sociale).
• 26 luglio-10 agosto: « Costruiamoci la città » (campo cadetti).
Per ragazzi da 8 a 13 anni.
• 13 agosto-17 agosto: « La sapienza nella Bibbia e nella vita ».
• 21 agosto-31 agosto: « La piazza d’estate ».
• 28 agosto-7 settembre: « La
storia di Ruth la Moabita: il tuo
popolo sarà il mio popolo » (campo cadetti). Per ragazzi da 8 a
13 anni.
• 25 settembre- 29 settembre:
« Riconciliazione: sinonimo di
disimpegno? » (campo biblico).
ECUMENE si trova nel comune di
Velletri, nella zona del Castelli romani. Per informazioni e iscrizioni,
rivolgersi a :
Ornella Sbaffì - via Firenze 38 00184 Roma . tei. 06/4743695 (fino al 20 giugno ) ;
Ecumene - Contrada Cigliolo 00049 Velletri (Roma) - tei. 06/
9633310 (dal 20 giugno).
La Salsicaia
Campo G.B.U. - 58043 Castiglione della Pescaia (Gr).
• 5 agosto-18 agosto: « C’è un
tempo per tutto » (campo biblico).
LA SALSICAIA si trova nel eomune di Castiglione della Pescaia (Gr),
non lungi da Punta Ala. Per informazioni e iscrizioni, scrivere a:
Centro G.B.U. - Campo « La Salsicaia » - Via Ricasoli 61 - 50122 Firenze.
Rocca di Papa
Centro evangelico battista via Vecchia di Velletri, 26
- Campi d’Annibaie - 00040
Rocca di Papa (Roma) - tei.
06/9499014 - 9340251.
• 22 giugno-3 luglio: « Le avventure di Paolo » (campo ragazzi).
•5 luglio-17 luglio; « Figure di
profeti » (campo ragazzi).
• 19 luglio-30 luglio: .« L’Evangelo mi interroga » (campo cadetti).
• 1 agosto-10 agosto: « Campo di
azione biblica ».
• 12 agosto-25 agosto: « Io sono
(l’identità), tu sei (la scelta della
fede), egli é (rapporti interpersonali » (campo famiglie e giovani).
• 26 agosto4 settembre: « L’etica evangelica » (campo autogestito).
IL CENTRO sorge a Rocce di Papa,
25 km. da Roma, nella parte alta
del paese, in una cornice di boschi e
prati. Per informazioni e iscrizioni,
rivolgersi a :
Elia Ferri in Di Passa - Centro
evangelico battista - via Vecchia di
Velletri 26, frez. Campi d'Annibale
- 00040 Rocca di Papa ( Roma ) tei. 06/9499014 - 9340251.
Nella foto: il prof. Giorgio Spini parla ad un campo di Agape nel '55
Santa Severa
Villaggio della Gioventù Lungomare Pirgy 13 - 00050
Santa Severa (Roma) - tei.
0766/740055.
• 7 giugno-25 giugno: « Come
leggiamo la Bibbia (I Epistola di
Pietro) » (campo famiglie).
• 27 giugno-16 luglio; « Dove va
la famiglia italiana » (campo famiglie).
• 27 giugno-16 luglio; « Una forma di espressione: il canto »
(campo precadetti). Per ragazzi
da 11 a 13 anni.
• 18 luglio-30 luglio: « Teatro:
strumento di espressione » (campo cadetti). Per ragazzi da 14
a 17 anni.
• 1 agosto-13 agosto: « Scuola e
occupazione » (campo giovani).
• 15 agosto-30 agosto: « Le chiese storiche: i battisti » (campo
famiglie).
• 31 agosto-14 settembre; « Il
movimento ugonotto » (campo
famiglie).
Tramonti
di Sopra
Centro ecumenico « Luciano
Menegon » - 33090 Tramonti di Sopra (Pn) - telefono
0427/869087.
• 28 giugno- 12 luglio; « Impariamo dalle parabole di Gesù: le
scelte del Signore sono imprevedibili » (campo cadetti). Per ragazzi da 8 a 13 anni.
• 14 lugIio-21 luglio: « Come evangelizzare oggi ».
• 22 luglio-31 luglio; « Fede, politica, vita quotidiana » (campo
Comunità di Base).
• 2 agosto-12 agosto: « Il ruolo
e il significato della moda nella
società e nella religione » (campo giovani).
• 14 agosto-31 agosto: « Metodologia missionaria secondo VEvangelo di Matteo 10; 142 » (campo
famiglie).
IL VILLAGGIO DELLA GIOVENTÙ'
sorge a Santa Severa (Roma), cittadina balneare sulla costa tirrenica.
Per informazioni e iscrizioni, rivolgersi a :
Villaggio della Gioventù - Lungomare Pirgy 13 - 00050 Santa Severa (Roma) - tei. 0766/740055.
IL CENTRO <c LUCIANO MENE«
GON » sorge nel piccolo comune di
Tramonti di Sopra, a 500 metri di
altitudine. Per informazioni a iscrizioni rivolgersi a :
Elda Boge Urban - via Forte Marghera 95 - 30173 Mestre (Ve) - tei.
041/958794, o; via Castello 29 •
33090 Tramonti di Sopra (Pn) • tei.
0427/869087.
8
8
lenismo
30 maggio 1986
UNA RIFLESSIONE SULLA SOLIDARIETÀ’ CRISTIANA
Ecumene e diaspora:
quale rapporto ?
Nel corso di un seminario di aggiornamento per pastori, che ha
avuto luogo nello scorso mese di aprile presso la Facoltà valdese di
Teologia, è stato presentato un testo di Hermann Riess, presidente
del Gustav - Adolf-Werk, sul tema: «Quale rapporto fra Ecumene
e Diaspora? ». Ne diamo qui di seguito pubblicazione, confidando
che esso possa rappresentare un’utile lettura anche per la più vasta cerchia dei nostri abbonati.
Il testo che segue è nato dai
lavori dell’assemblea dei membri del Gustav - Adolf - Werk, riunita in München - Hohenbrunn
dal 21 al 23 marzo 1985.
1. Chi riflette sulla situazione
della cristianità incontra entrambi i termini del nostro tema. « Ecumene » e « Diaspora »
descrivono la condizione dei cristiani tanto come collettività, a
livello di popoli, quanto nell’ambito ristretto dei destini personali. Quindi: come si manifesta
il rapporto fra « Ecumene » e
« Diaspora »? Come agiscono
runa per l'altra? Come scoprire
l’intima relazione fra dare e ave
re? Vogliamo riflettere su questo
tema.
2. E’ necessario essere prudenti, con concetti che vengono utilizzati di frequente («Se due dicono la stessa cosa, ciò non significa ancora che sia vera »). E’
noto che « Ecumene » e « Diaspora » sono termini che possono essere intesi in modi differenti: come possiamo evitare che
parole cosi centrali si degradino
fino a diventare modi di dire incomprensibili?
3. Tentando di descrivere cos’è
T « Ecumene », abbiamo davanti
agli occhi i culti ecumenici celebrati insieme da alcune comuni
Echi dal mondo
cristiano
a cura dì Claudio Pasquet e Susanne Labsch
Nuovo statuto per i
fratelli di Herrenhut
(epd) — Il Sinodo delle chiese dei fratelli di Herrenhut in
Europa ha approvato un nuovo
ordinamento ecclesiastico che
contiene 150 articoli. In queste
discipline le chiese dei fratelli
di Herrenhut sono tenuti ad impegnarsi per la ptice, la giustizia
e la conservEizione del mondo.
Contro le misure
restrittive di Bonn
(epd) — Le chiese della RFT
hanno, insieme con la confederazione sindacale « DGB », pubblicato e distribuito un volantino
nel quale il governo di Bonn
viene esortato a revocare le
misure restrittive contro 1 piofughi, come il divieto di lavoro e
il soggiorno obbligato e a non
ridurre i diritti dei profughi.
Per le chiese e le confederazioni
i ’comandamenti biblici’ e la
’solidarietà internazionale’ chiamano tutti i cittadini ed il governo ad accettare i profughi.
Libertà e tolleranza
religiosa negli USA
(American Way) — Norman
Lear, famoso autore e regista
americano, ha fondato un’organizzazione per la libertà e tolleranza religiosa negli Stati Uniti.
Si chiama ’People for thè American Way’ e viene sostenuta da
ebrei, cattolici, protestanti di diverse denominazioni e rappresentanti del partito democratico e di organizzazioni di sinistra. L’organizzazione vuole far
sentire la voce dei cittadini contro l’influenza massiccia della
nuova destra religiosa tramite
i mass media e il governo Reagan. Lear ha aperto una grande azione di sottoscrizione per
i ’People of thè American Way’,
cui ha aderito anche la « American Waldensian Society», l’organizzazione dei Valdesi negli
USA.
Protestano i Tamil
rifugiati in Olanda
(trouw) — Circa 100 Tamil
hanno incendiato le baracche
nelle quali erano costretti a vivere dopo il loro arrivo nei Paesi Bassi. Volevano così protestare contro il loro trattamento
’disumano’. I Tamil che arrivano in Olanda sono obbligati a
soggiornare in luoghi stabiliti,
dove ricevono cibo e un piccolo
’argent de poche’.
Non rinviare in patria
i profughi ammalati
(soepi) — Un professore della
Facoltà di Medicina di Ginevra ha protestato contro la
prassi di rimandare nei paesi
di origine profughi non riconosciuti che si sono gravemente
ammalati anche se non è assicurata loro una cura al rientro.
Militarizzazione
della vita sociale
(epd) — Il Sinodo delle chiese del Brandenburg (RDT) ha
denunciato una crescente ’militarizzazione’ della vita sociale
della RDT. Si è introdotto l’insegnamento militare sin dall’asilo infantile. Nella terza media
gli allievi devono partecipare ad
esercitazioni di tiro. Per accedere a orofessioni qualificate i
giovani devono assolvere un servizio militare di almeno tre anni.
Non esiste un servizio civile per
gli obiettori di coscienza.
Il presidente della federazione delle chiese della RDT, Werner Leich, ha apprezzato le proposte per il disarmo avanzate
dal presidente delTURSS Michail Gorbaciov, come una ’grande possibilità storica’. Questa
proposta dimostra, secondo
Leich, la svolta dalla preferenza per la sicurezza alla preferenza per la partecipazione mentre gli USA stanno tornando alla
vecchia linea della sicurezza e
della prepotenza.
tà evangeliche e cattoliche. Oppure pensiamo al Consiglio Ecumenico delle Chiese, al quale —
superando i confini confessionali — aderiscono oltre 300 chiese;
peraltro, la più grande chiesa cristiana, la cattolica, non è rappresentata nel CEC. 'Troviamo però
nella Bibbia la più estensiva definizione di « Ecumene », col significato di « mondo abitato »:
nella traduzione dei Settanta
(traduzione greca delTAntico ’Testamento), ma anche nel Nuovo
Testamento (p. es. Mt. 24: 14).
Se parliamo di « Ecumene »,
dobbiamo evitare di parlare di
cose diverse. Possiamo essere
concordi nel definire « Ecumene » Tinsieme di tutti coloro che
« riconoscono il nostro Signore
Gesù Cristo come Dio e Salvatore » (così si esprime l’art. 1 della Costituzione del CEC)?
4. Ma non vogliamo trascurare un secondo aspetto. « La terra è di Dio; la terra e i suoi abitanti » (Sai. 24: 1). Secondo questa parola biblica, tutti gli uomini appartengono al Signore;
tutti sono stati creati da Dio
(Gen. 1 e 2); Gesù Cristo è morto e risuscitato per tutti (p. es.
II Cor. 5: 15); egli vuole infine,
tramite lo Spirito Santo, condurre tutti al Regno di Dio. E’
particolarmente da considerare,
per quel che riguarda il termine
« Ecumene », la preghiera di Gesù: « ...che tutti loro siano uno,
così come tu. Padre, sei in me e
io in te» (Giov. 17: 21). Che significato hanno queste parole
della preghiera sacerdotale di
Gesù per l’incontro dei cristiani
evangelici coi credenti di altre religioni?
5. I concetti possono confon
dersi anche nel tentare di descrivere cos’è la « Diaspora ». Nelle
nostre riflessioni dobbiamo tener conto degli aspetti biblicoteologici. Innanzitutto: come ha
vissuto Israele la « Diaspora »
sotto forma di dispersione in tre
continenti (Is. 11: 11), e come
ha imparato ad intenderla., ppme
giudizio sulla propria disobbedienza, ma anche come promessa di una nuova comunione del
popolo col suo Dio (Ez. 22: 15;
37: 21). Questa idea di « Diaspora » fu sviluppata e approfondita con l’incarico di essere missionari, riconosciuto durante la
dispersione (già Is. 49:6, in seguito soprattutto Atti 8: 1-4).
Che ruolo ha la possibilità della
missione nella nostra attuale
idea di « Diaspora »?
6. Per i padri del Gustav-AdolfWerk, la « Diaspora » era innanzitutto i-appresentata dalle piccole minoranze evangeliche che vivevano in paesi cattolici o ortodossi. In seguito si sono sviluppati nuovi aspetti della « Diaspora »: oggi cristiani evangelici vivono insieme con cristiani di altre confessioni in contesti di
ateismo (di tipo ideologico in Europa orientale, ateismo secolarizzato airOvest, soprattutto nePe
grandi città). Non pochi osservatori infine vedono attualmente
l’intera cristianità « su'la via della diaspora » (W. Krusche). Queste osservazioni ci impongono la
domanda: come si può, di fronte
a questi sviluppi, rendere comprensibile una parola straniera
come « Diaspora »? Come evitare che i diversi aspetti della diaspora perdano i loro contorni e
si dissolvano l’uno nell’altro?
7. Le due parole che sono oggetto del nostro studio non sono
certo facili da definire: ma dobbiamo piuttosto osservare come
agiscono 1’« Ecumene » e la « Diaspora ». Non si tratta qui di concetti astratti, ma al contrario di
processi concreti, vitali, caratterizzati da doni e compiti che i
cristiani ricevono dal loro Signore. Dobbiamo osservare questi
processi, e scoprire dove e come
entrano in relazione.
8. Teniamo a mente due immagini bibliche: il « popolo di Dio
in cammino » e il « corpo di Cristo ». In entrambe vivono, di
tempo in tempo, due aspetti diversi: talvolta la parola di elezione e liberazione del popolo di
Dio veterotestamentario o della
comunità cristiana; talaltra il
comandamento di agire nel mondo nel nome di Dio.
9. L’elezione e il comandamento di Dio trovano la loro espressione nella confessione di fede.
Fino a che punto si può dire che
una comunità cristiana trova la
sua « identità » nella confessione
di fede?
10. Nella confessione di fede
della comunità troviamo l’esperienza della verità della fede, ma
anche il riconoscimento dei pericoli e degli smarrimenti che la
minacciano. Nella « Diaspora »
senza confessione di fede non c’è
identità; ma nell’« Ecumene »
non si tratta solo di confessare
verità riconosciute, ma anche di
condividerle con altri. Come collegare i due aspetti?
Fino a che punto 1’« Ecumene »
può diventare pericolosa per la
« Diaspora » (e viceversa?)
11. Mentre con la Concordia di
Leuenberg è stata raggiunta una
comunione fra le chiese nate dalla Riforma, contemporaneamente si sono rafforzate le grandi famiglie denominazionali. Quali
tensioni portano in sé l’uno e
l’altro processo? Quali conflitti
ne originano?
12. Neanche le più grandi chiese di popolo sono risparmiate
dalTemergere di questi problemi: ma chi ne è veramente colpito sono le piccole chiese di minoranza, che nella loro condizione di comunità spesso deboli numericamente vivono i conflitti
in modo particolarmente doloroso. Alcune di queste chiese sperimentano anche forme di « abbraccio ecumenico » non meno
soffocanti dell’isolamento.
In che modo il resto della cristianità è partecipe di queste
esperienze?
13. Nella « Diaspora » si viene
presto isolati, ci si chiude facilmente nel ghetto e ci si espone
al pericolo di escludersi dal]’« Ecumene ». Sull’altro versante, 1’« Ecumene » dimentica troppo presto ciò che la « Diaspora »
soffre, e quanto da lei •— e con
lei — sia da imparare. Non sono
i cristiani legati fra di loro come
le membra dell'unico corpo di
Cristo? Pensiamo a ciò che scrive Paolo in I Cor. 12: 22: « Quelli che ci sembrano i più deboli,
sono i più necessari ». Come fare
per evitare che 1’« Ecumene »
dimentichi la « Diaspora » o la
tratti come un oggetto di compassione?
14. NelTassemblea dei membri
del Gustav-Adolf-Werk della piimavera 1985 è stata richiesta la
« difesa delle minoranze cristiane ». Il Consiglio Ecumenico delle Chiese dev’essere invitato a
far propria questa richiesta. Ma
ciò cosa comporta? Di certo è indispensabile un « allenamento alla tolleranza » (cfr. anche la « regola aurea» di Mt. 7: 12): ma è
altrettanto necessario un « allenamento al dialogo ». Le chiede
numericamente piccole e finanziariamente povere non devono
essere escluse daH’incontro con
le altre. Neanche è sufficiente assisterle; dobbiamo ascoltarle e
imparare da loro. Come mettere
a disposizione le necessarie risorse finanziarie per incontri d'
questo tipo nell’ambito dcl1’« Ecumene »?
15. Come possono allora « Ecu
mene » e « Diaspora » operare insieme, Luna per l’altra? La tensione tra il (cosiddetto) « grande » e il (cosiddetto) « piccolo >
dev’essere superata. In Cristo
queste differenze sono non solo
relativizzate, ma annullate: in
lui si è rivolto agli uni e agli altri il Dio al quale l’intera terra
appartiene, e che ama particolarmente i « minimi ». La cristianità
porta in sé elementi di tradizioni
molteplici e talvolta anche con
traddittorie. Questa domanda ci
accompagnerà ancora: come vivono i cristiani 1’« Ecumene » e
la « Diaspora », preservando l’eredità delle loro confessioni, nello spirito del loro Signore (Gv.
17: 21!), insieme e l’uno per
l’altro?
Hermann Riess
NOTIZIE DALLA CEVAA
Tra i Pigmei
La Chiesa evangelica del Camerún sta iniziando una campagna di evangelizzazione in
mezzo ai Pigmei che abitano a
est del paese, ai confini con la
repubblica del Centrafrica.
I Pigmei, chiamati anche Boscimani, in Africa Australe vivono nella foresta tropicale e equatoriale. Sono piccoli di statura
ma molto resistenti e, contrariamente a quanto si pensa, molto
miti e pacifici. Tradizionalmente
abitano, in nuclei familiari, in
capanne fatte di rami, essenzialmente per ripararsi dalla pioggia. Non si conosce l’entità numerica di questo popolo, poiché
sono nomadi: gli spostamenti sono necessari per la ricerca del
nutrimento, ma anche perché si
crede che quando uno muore
in un luogo bisogna andarsene
per evitare influenze di spiriti
malefici.
Da qualche anno i governi cercano di sedentarizzare i Pigmei
e di creare dei villaggi lungo le
vie di comunicazione, ma l’ambiente naturale di questi nomadi rimane la foresta e i villaggi
vengono presto abbandonati.
E’ tuttavia per mezzo di questi tentativi di sedentarizzazione
che TE vangelo ha cominciato ad
essere conosciuto anche in mezzo ai Pigmei. Alcuni sono entrati
in contatto casuale con delle comunità protestanti, si sono alfabetizzati ed hanno dato testimonianza presso i loro familiari.
L’evangelizzazione procede innanzitutto per mezzo di riunioni
di preghiera, il racconto orale
delTEvangelo viene in un secondo tempo. Questo lavoro viene
svolto dai Pigmei convertiti, poiché l’intrusione di altra gente,
dei camerunesi stessi, crea diffidenza.
Come molte popolazioni indigene anche i Pigmei sono minacciati dalTavanzare della « civiltà ». L’abbattimento delle foreste costituisce un danno enorme, insieme all’introduzione di
malattie prima sconosciute. I
Pigmei, a causa del loro modo
di vivere, hanno sempre sofferto
la malaria: uno degli sforzi che
la chiesa evangelica del Camerún deve affrontare è proprio
quello di aprire dei dispensari
nella foresta.
Per questo potrà contare sull’aiuto del governo, che ha tutto
l’interesse a sostenere l’opera
della chiesa, in questo caso.
Certamente si tratterà di un duro lavoro, bisognerà prima preparare del personale medico e
infermieristico indigeno.
Per la chiesa evangelica è una
scommessa aperta, che la impegnerà per i prossimi anni, un
nuovo e forte impegno che le
darà probabilmente l’entusiasmo per rinnovarsi e per capire
fino in fondo qual è la vera responsabilità dei credenti.
Franco Taglierò
9
30 maggio 1986
cronaca delle Valli 9
Distretto
ristretto
Quali sono i problemi più
grossi sui quali si discuterà, a
, Perrero, tra una settimana, nel
corso della Conferenza del Primo Distretto? Non ho ancora
ricevuto il rapporto preparatorio della Commissione Esecutiva del Distretto (CEDj, non ho
fatto particolari ricerche, ma
dall’aria che annuso, vorrei provare a dire due o tre cose su
cui si potrebbe utilmente ragionare.
Prima cosa: il nostro Distretto è un po’ ristretto. Gli altri
tre abbracciano, ciascuno, tre
o quattro_ regioni d’Italia. Perché il Primo Distretto non dovrebbe allargarsi su Torino, su
tutto il Piemonte (e, perché no?,
le Liguria) dando vita così ad
un quadro geografico e spirituale più ampio (urbano e montano) e più realistico? Che piaccia o no Torino è il ’vis-à-vis’
culturale ed economico delle
Valli.
Seconda cosa: come va la salute del Distretto? Quali sono le
sue funzioni rispetto ai giovani
Circuiti che in questi anni sono
cresciuti, si sono irrobustiti e
che comunque, in caso di importanti decisioni, non si possono ignorare? Se i Circuiti crescono, il Distretto dovrebbe limitarsi a metterli semplicemente insieme?
Terzo punto: in Conferenza rifenranno le varie commissioni
nontinate dalla C.E.D. sugli spidel lavoro, della pace,
dell ecimieinsmo. Anche qui ci
saranno delle novità, non dico
di no, ma tni pare che sul lavoro^ ristagni^ la crisi, sulla pace
tutto rischia di essere delegato
agii specialisti del settore e l’ecwnemsmo, a parte la TILC che
fa ancora discutere, ristagna.
Il quarto punto, ed è la quesUone più grossa, riguarda il
Dtparttmento Diaconale. La diaconia, in questi mesi, ha fatto
e fa la parte del leone: dibattiti. convegni, sottoscrizioni per
i rari Istituti restaurandi e cosiruendi. Stiamo però attenti a
non esagerare, perché se tutto è
diaconia — parafrasando un famoso adagio — la diaconia non
è tutto. Decorreva — e questo
e sacrosanto — prendere coscienza delle grosse responsabile a che incombono sulle chiese
nel momento in cui si è deciso
di non chiudere nulla ma rinnovare tutto; non dimentichiam.o però che la comunità cristiana non si esaurisce negli Istituii e negli Ospedali.
In conclusione la Conferenza,
■ormai diventata Sinodo regionale, é chiamata a valutare i pun.ti caldi della situazione ecclesiastica e sociale in cui viviamo
indicando nuovi itinerari di testtmonianza e di servizio. Se i
laici delegati dalle chiese a ragionare e decidere sulla nostra
realtà sapranno prendere realmente in pugno i lavori della
Conferenza (senza a loro volta
delegare ai pastori o ai vari addetti ai lavori la parola e il pensiero) c’è speranza che il protestantesimo locale avrà di nuovo
qualcosa da dire e da fare. Ma
sui fare non c’è da preoccuparsi. Si fanno mille cose; si tratta
di vedere se tutte le cose che si
fanno rientrano nel progetto
oo-tnpiessivo che vogliamo insieme realizzare. Insomma speriamo di tornare a casa da Perrero avendo sentito la voce delle
chiese, i loro programmi.
Giuseppe Platone
__________CONVEGNO SULLA VIABILITÀ* NEL PINEROLESE
Autostrada è bello,
ma senza casello
L’autostrada da costruire tra
Torino e Pinerolo è tornata al
centro del dibattito tra le forze
politiche locali. Se ne è parlato
in un affollato convegno organizzato dal Commissario del Comprensorio di Pinerolo, Aurelio
Bernardi, venerdì scorso, nei locali dello stesso Comprensorio
che il prossimo 30 giugno dovrà
— salvo ulteriori proroghe —
chiudere i battenti.
Presente tutto il « Gotha » dei
«politici locali» (unica assente
la sen. Susanna Agnelli, la quale
ha fatto sapere, tramite il suo
segretario, di essere impegnata
in una "missione" all’estero) ed
un folto gruppo di pendolari che,
visto che il convegno aveva come argomento la viabilità e i
trasporti neH’area pinerolese,
era venuto per saggiare le intenzioni circa il futuro del treno da
Torino per Torre Pellice. La discussione, visto però l’interesse
prevalente del gruppo dei politici democristiani, è stata suU’autostraffa., , - ■
Una relazione deH’ing. Camoletto, ingegnère capo della Provincia di Torino, ha evidenziato
i costi deH’operazione: 110 miliardi di spesa, 900.000 mq. di
terreno agricolo da espropriare,
per realizzare una strada di 32
m. (a quattro corsie con spartitraffico e strade di servizio).
Mentre costerebbe 89 miliardi
realizzare una strada analoga
che sia un allargamento della
strada statale 589, e 100 miliardi
rallargamento a 4 corsie della
strada statale 23, con penetrazione a Torino attraverso una variante dopo None che tagli fuori il parco di Stupinigi (strada
del Debouché).
Per la Provincia, la via di collegamento ottimale con Torino
è dunque una strada di 32 metri,
ed attorno a questa ha costruito
le tre ipotesi sulle quali si è discusso.
Per l’on. Botta (DC, presidente
della commissione lavori pubblici della Camera) la soluzione delTautostrada, o superstrada, senza casello, è la migliore perché
collegherebbe la nostra zona
con la rete autostradale nazionale e internazionale oltre che con
Torino. I soldi si possono trovare se c’è la volontà politica,
anche se — sotto questo punto
di vista — sarebbe preferibile
un’autostrada a pagamento per
cui i soldi ci sarebbero subito.
Per il sen. Donat Cattin (DC),
dopo 10 anni si può anche cambiare idea (« solo chi cambia
idea dimostra di non essere imbecille ») e si dichiara a favore
dell’autostrada che servirebbe a
rompere il cerchio della deindustrializzazione delle vallate e sarebbe l’inizio della rinascita economica del Pinerolese.
Per l’on. Balzardi (DC, Coldiretti) rimportante è che si trovi una soluzione in tempi rapidi
e che tolga airagricoltura la minor porzione di terreno possibile (l’autostrada è la soluzione
che risparmia 100.000 mq. di terreno dall’esproprio, n.d.r.).
Per Bonansea (DC, Coldiretti
e assessore provinciale) lo studio
della Provincia è incompleto e
andrà completato prima di prendere una decisione. Bisogna studiare meglio il problema dell’allargamento . della statale 23.
Per Ghibò (DC, consigliere comunale di Pinerolo, la posizione
della DC rimane quella dell’allargamento della 23, ma le informazioni date dalla Provincia possono preludere ad un cambiamento di posizione.
Per Chiabrando (DC, Coldiretti, parlamentare europeo) il convegno ha messo in luce ohe la
strada deve essere di 32 metri e
deve essere una direttissima.
Fin qui il fronte dei favorevoli alTautostrada. Sul fronte opposto Andruetto (Sinistra Indipendente, consigliere provinciale) ha rilevato che lo studio della Provincia è privo della valutazione di impatto ambientale e
non rispetta i deliberati di programmazione dei Comprensori di
Pinerolo e Torino.
Barberò (PCI, consigliere
provinciale) Timportante è far
partire un comitato che, iniziando dalla base, imponga una soluzione veloce al problema della
viabilità basata sui documenti di
programmazione dei Comprensori: allargamento delle statali
23 e 589.
Per Gottero (responsabile regionale della Coldiretti) l’autostrada proposta non risolve i
problemi dello sviluppo del Pinerolese che non deve trascurare l’agricoltura. Inoltre lo studio della Provincia non risolve
nessuno dei dubbi che avevano
fatto sì che i contadini si opponessero, 10 anni fa, alla realizzazione delTautostrada.
Per Ferrerò (Confagricoltura)
terreni dove dovrebbe passare
l’autostrada sono tra i più fertili
della provincia e la proposta
dell’autostrada penalizzerebbe
aziende agricole in sviluppo.
Per Gardiol (Dp, consigliere
provinciale) bisogna rifiutare Te
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quazione autostrada uguale sviluppo e prima vedere che tipo
di sviluppo assegnare al Pinerolese. La strada a 32 m. è eccessiva rispetto alle esigenze (l’attuale è di 8-10 metri), basta allargare le esistenti, e bisogna potenziare il treno.
Per Cdisson (Sinistra Indipendente, sindaco di Angrogna) occorre realizzare una mobilitazione dalla base, come quella in difesa del treno, per imporre le soluzioni programmate del Comprensorio. E’ favorevole al comitato proposto dal PCI.
A metà strada si collocano gli
interventi del gruppo dei politici socialisti (Daviero, Trovati,
Longo) che non negano l’importanza della soluzione autostradale, senza casello, ma che la collegano alTesigenza di risolvere i
nodi della viabilità di valle (Villar Perosa, Perosa, Val Pellice).
Ancora una volta dunque le
forze politiche sono divise e ciò
non favorisce la ricerca di una
soluzione. « Sappiano i pinerolesi che la responsabilità delTimmobilismo è loro » — conclude
infatti Borgogno (DC, assessore
provinciale alla viabilità) — «noi
siamo disponibili a ricercare la
soluzione, ma chiediamo il vostro consenso ».
Con questa frase si è concluso
un convegno, ambizioso, che non
ha dato i risultati sperati dal
gruppo DC sceso in forze a Pinerolo. La soluzione al problema
aspetta tempi più maturi.
O. L.
Parlar di storia
PINEROLO — Il gruppo « Parlar di storia» ha curato, presènte l’autore, la presentazione
del recente volume di Giovanni
Piloramo, Religione e ragione
tra Ottocento e Novecento (ed.
Laterza).
L’incontro del 16 maggio ha
avuto tra l’altro il merito di non
assumere la forma tradizionale
della conferenza ma piuttosto
quella del dialogo tra relatore e
pubblico. L’opera di Piloramo
ricostruisce in modo puntuale
un periodo della cultura europea caratterizzato da una serrata dialettica tra critica della
religione e «comprensione» dei
fenomeni religiosi come specifici e non riducibili ad altre realtà. L’autore ha poi informato
sullo stato attuale della storia
delle religioni come settore di
ricerca, mentre dal pubblico —
nell’ultima parte della serata —
è venuta la richiesta di un inquadramento critico di fenomeni
più vicini all’attualità, come il.
rapporto tra processo di secolarizzazione e nuove forme e movimenti religiosi.
• H terzo, incontro, anntmciato per il 16 giugno <1986 alle ore
16 prèsso il castello di Macello,
si terrà invece sabato 14 giugno
alle ore 16 nella medesima sede
e con lo stesso programma.
Cantiere di lavoro
PEROSA — La Comunità Montana Valli Chisone e Germanasca organizza, ai sensi della legge regionale n. 55/1984, un Cantiere di lavoro della durata di
4 mesi, a cui saranno avviati n.
20 lavoratori disoccupati appartenenti alle più basse fasce di
reddito.
N. 3 posti sono riservati a lavoratori in possesso della qualifica di operaio tecnico specializzato o di diploma di Istituto Tecnico o Professionale.
Presso gli Uffici di Collocamento e nelle bacheche comimali si
trova affisso il Bando con l’indicazione delle modalità di funzionamento del Cantiere e dei
criteri stabiliti per la formazione della graduatoria.
Possono presentare domanda i
lavoratori disoccupati iscritti
nelle liste degli Uffici di Collocamento di Fenestrelle, Perosa
Argentina, Roure e Villar Perosa.
A tal fine è sufficiente compilare im apposito modulo presso
il Collocamento di appartenenza, entro e non oltre il 14 giugno 1986.
Referendum sul
nucleare
PINEROLO —- Da questa settimana presso tutte le segreterie dei comuni del pinerolese e
presso alcuni banchetti allestiti
in alcuni punti della città si può
sottoscrivere la proposta di referendum contro la costruzione
di nuove centrali nucleari.
Il referendum è proposto da
alcune forze politiche (Democrazia Proletaria, Partito Radicale, Liste verdi, FOCI), da organizzazioni ambientaliste (Lega Ambiente, WWF, Amici della Terra) e dal quotidiano «il
manifesto ».
Allo scopo di promuovere una
serie di iniziative di informazione sulla energia nucleare e di
coordinare la raccolta delle firme si è costituito a Pinerolo
un comitato che comprende, per
ora: DP, FOCI, WWF, Lega
Ambiente, Coordinamento studentesco. Tale comitato si riunisce il martedì sera (ore 21)
presso la sede di DP in corso
Torino 18.
10
10 cronaca delle Valli
30 maggio 1986
CONVEGNO A TORRE SULLA PROPOSTA DI LEGGE SUL TURISMO
Le valli: in sene “B"
CRISI AL COMUNE DI PINEROLO
Annunciate le dimissioni
Si sta svolgendo in queste settimane un vivace dibattito che
coinvolge il settore turistico piemontese. Con l’approvazione della Legge Quadro sul Turismo
del 17.^’83 n. 217 ed in particolare l’art. 4, si prevedeva nell’ambito della riforma della organizzazione turistica la_ soppressione degli Enti Provinciali
per il Turismo e delle Aziende
Autonome di Soggiorno e Cura
e la costituzione di nuovi Enti
Turistici dotati di funzioni differenti ed operanti su ambiti territoriali. La stessa Legge delega
le Regioni per la promulgazione
di proprie leggi da adattarsi alle situazioni.
E’ appunto di questi mesi la
presentazione per un dibattito
allargato, da parte dell’Assessorato al Turismo, di 3 disegni di
legge sui seguenti temi:
1) La riforma delTorganizzazione turistica.
2) La programmazione dell’offerta turistica.
3) Interventi di promozione
turistica.
Le proposte prevedono la suddivisione del territorio piemontese in bacini turistici; per quelli attualmente di maggior rilievo sorgerebbero delle Aziende di
Promozione Turistica (A.P.T.),
mentre per le altre zone è previsto il sorgere di strutture di
grado inferiore che verrebbero
denominate Comitati di Promozione Turistica (C.P.T.).
E’ proprio sui criteri di ripartizione dei bacini turistici e sul
valore che è stato assegnato a
ciascuno di loro che è sorta immediatamente la polemica. Con
quali criteri si considera un bacino turisticamente interessante? Dalla proposta regionale risulterebbero turisticamente rilevanti ad es. la Val di Susa con
annesso Sestriere, le valli di Cuneo, il Monregalese, mentre risulterebbero di classe inferiore
il Pinerolese, il Saluzzese, tanto
per citare gli esempi a noi più
vicini.
Bacini turistici che dovrebbero veder sorgere delle Aziende
di Promozione Turistica (A.P.T.)
sarebbero quelli in cui vi è « un
alto indice di specializzazione turistica ed un alto numero di
presenze » o dove « vi sia almeno una località avente caratteristiche di polo di richiamo na
zionale od internazionale ».
Con questo tipo di lettura, indubbiamente verrebbero ad essere privilegiate quelle zone che
ad es., essendo sede di sports invernali, vedono un intenso traffico turistico stagionale. Ma qui
sorge un quesito: è il numero di
posti letto alberghieri a determinare il peso turistico di una
zona o vi possono essere anche
altri criteri? Aree con delle iniziative culturali di buon livello
non necessariamente devono essere accompagnate da un elevato numero di posti letto. Dato
che il denaro a disposizione sarà comunque limitato, è molto
chiaro che la ripartizione favorirà coloro che già hanno un
impianto organizzativo avviato.
Se confrontiamo con ciò che
è previsto dalla Regione Autonoma Trentino Alto Adige che attualmente sta focalizzando l’intervento proprio sulle vallate
che erano rimaste ai margini dei
grossi flussi turistici, mettendo
l’accento su iniziative che possono far crescere il tessuto nei
vari « masi », vedremo che si
può anche operare con angolature diverse.
Se in Piemonte si tiene conto
della crisi del settore dell’auto e delle sacche di disoccupazione che si sonó accentuate
col progressivo abbandono delle zone periferiche per lo più
montane, è urgente ipotizzare
un riequilibrio rilanciando tutte
quelle iniziative che possono valorizzare un territorio, la sua
cultura e le attività complementari all’industria.
Con la trasformazione sociale
attualmente in atto e l’incremento dei ceti medi si andrà
senz’altro verso una maggiore
disponibilità di tempo e di risorse finanziarie. E’ quindi ipotizzabile anche un incremento di
richieste di servizi per il tempo libero; quindi è importante
che ogni zona possa far crescere le proprie qualità, anche se
latenti, e possa avvalersi di contributi per lanciare queste proposte. Non dimentichiamo che
iniziative come l’artigianato della lana in Valle d’Aosta o del
merletto a Burano sono risorte
riprendendo tradizioni ché erano praticamente estinte.
Su questi argomenti ha viva
cemente polemizzato in una recente riunione pubblica, tenutasi
a Torre Pellice, Roberto Gremmo, consigliere provinciale per
la lista « Piemònt ». « Non possiamo accettare — ha affermato — che alcune zone, in base agli alberghi, campeggi e seconde case, siano considerate degne di avere delle A.P.T. privilegiate nell’assegnazione di contributi ed altre che dovranno
accontentarsi di avere solo dei
C.P.T... Noi vogliamo che in un
momento imnortante della riorganizzazione del territorio si
giunga alla nascita di strutture
turistiche decentrate, riconosciute però sullo stesso piano. Non
nossiamo pensare ad un Piemonte di serie A contrapposto ad
uno di serie B ». In questi giorni il dibattito si sposterà alla
IV Commissione Consiliare della Regione, dove gli Enti interessati, Comuni. Provincie, Pro
Loco saranno consultati prima
della stesura definitiva del testo.
I testi delle proposte di legge
prevedono ancora il riconoscimento ufficiale delle Pro Loco
ed un loro possibile ruolo promozionale turistico. Questo tema sarà oggetto di un prossimo
intervento.
Adriano Longo
SONO UN
OBIETTORE
FISCALE
Voglio rendere pubblica l’obiezione
fiscale che ho deciso di operare relativamente alla mia imposta dei redditi del 19S5.
Mi sono associato con coscienza al
movimento non violento. Visto che le
spese militari vanno continuamente
aumentando, come la fabbricazione di
armi di sterminio, credo che sia ora,
anche se in ritardo, di giungere a
questa contestazione verso il nostro
stato che va costruendo tutto questo
servendosi dei soldi dei contribuenti.
Pagare le tasse è un sacro dovere
del buon cittadino, ma è altrettanto
sacro rifiutare che i nostri soldi siano
spesi per la produzione di armi di
morte e di sterminio, sarebbe ora di
finirla di sentirsi di continuo dire dai
nostri governanti che le spese dello
stato sono in deficit, quando di continuo vanno aumentando il bilancio
militare, giungendo a violare la Costituzione.
il Ministro Spadolini contesta l'obiezione fiscale che contrasterebbe il
precetto costituzionale della difesa
della Patria, sacro dovere del cittadino (art. 52 r comma della Costitfizio
ne); ma l'ordinamento pubblico democratico non è stato violato nei suoi
principi fondamentali (art. 11) con lo
schieramento dei missili a Comiso, e
l'accumulazione di migliaia di testate nucleari, del tutto nelle mani di
un altro stato, che può usarle praticamente senza il consenso del nostro
stato?
C'è da chiedersi se il diritto del
cittadino cessi una volta dato il voto
a questi onorevoli, se dopo non ci si
può più occupare di come agiscono
e come spendono i nostri soldi.
L'obiezione fiscale è obbedienza alla Costituzione, una collaborazione a
porre fine allo stato nucleare, alle armi
di sterminio, dissociandosi dalla politica omicida e suicida dei governi che
promettono pace riempiendo gli arsenali di armi, all'opposto della proposta dell'ex presidente Pertini di svuotare gli arsenali e di riempire i granai.
I qualunquisti che criticano tutto e
non fanno niente, ripetendo che tutto
questo non serve a nulla, salvo poi
dire che era meglio quando c'era il fascismo (che non hanno vissuto o non
ricordano) rendono la vita facile agli
onorevoli che non si sentono criticare
seriamente qualunque legge facciano,
per quanto cattiva o sbagliata.
' Sarebbe l'ora che la gente si svegliasse mentre si è ancora in tempo,
Ci sarà un rimpasto di giunta
al comune di Pinerolo? Questo
sembra annunciare un documento firmato da quattro dei cinque
partiti che « governano » la città.
I segretari della DC, del PSI, dello PSDI, e del PRI hanno infatti
sottoscritto nei giorni scorsi un documento dal quale risulta la volontà di far dimettere sindaco ed
assessori per risolvere la crisi politica originatasi dalla mancata
elezione del repubblicano Martino, capogruppo e segretario della
locale sezione del PRI, ad assessore supplente in seguito alle precedenti dimissioni di Trossero,
anche lui PRI.
I liberali non hanno però sottoscritto il documento per cui
si sta profilando una curiosa situazione secondo cui si dimetterebbero tutti gli assessori e il sindaco, ad eccezione del liberale
Cirri. 1 motivi di questo vanno
ricercati nel fatto che i liberali
non trovano soddisfazione nelle
loro richieste: questo partito ha
infatti richiesto la delega di assessore al Commercio e la DC non
pare intenzionata ad abbandonare il posto.
Ad un mese dalla mancata eiezione di Martino la situazione
non è vicina ad una soluzione.
Tutto ciò mentre si devono compiere importanti atti per la \ ita
del comune: approvazione del
conto consuntivo del 1985, bilancio preventivo, progetti di opere
pubbliche, concorsi per la sostituzione del personale collocato
in pensione.
Le opposizioni in questo coi testo hanno richiesto la convocazione urgente di un consiglio camunale per discutere la situazione. G. G.
INCONTRO ECUMENICO DI PENTECOSTE
il troppo tardi sarà a danno di tutti,
dei nostri figli e dei figli dei nostri
figli.
Dio ha tanto amato il mondo che
ha dato il suo unico figliolo per la salvezza dell'umanità, ma gli uomini di
tutto il mondo con la loro incredulità e
mancanza di fede lasciano che il mondo venga distrutto dall'orgoglio di chi
ha il potere nelle mani, senza muovere
un dito? Questo è una follia.
Carlo Ferrerò, Pomaretto
GRAZIE
Caro Direttore,
solo poche righe per dire il nostro
"grazie" al personale medico, paramedico ed ausiliario dell'Ospedale Valdese di Torre Pellice per le cure recentemente prestate alla nostra cara
congiunta Ammendola Maria ved, Campolo, durante la sua degenza ospedaliera. Siamo rimasti colpiti daH'umanità e dalla serietà con cui s'instaurano i rapporti con i pazienti. Ci pare
giusto sottolinearlo proprio perché
questa preziosa caratteristica dell'Ospedale Valdese si conservi a beneficio
dei pazienti che qui trovano e troveranno un ambiente umano e familiare.
La famiglia Campolo,
Luserna San Giovanni
La paura
Domenica 18 maggio ha avuto
luogo, a Pinerolo, l’annunciato
incontro ecumenico di Pentecoste al Convento dei Padri Cappuccini sul tema della paura, vista ovviamente nell’ottica del
credente e analizzata a partire
da Romani 8.
La meditazione di B. Rostagno
ci ha introdotti all’argomento
rendendoci attenti al fatto che
la liberazione dalla paura di cui
parla l’apostolo non concerne
l’infinita gamma dei timori legati alla nostra umanità ma specificamente l’instaurazione di un
diverso rapporto con Dio che viene conosciuto come Padre.
Le testimonianze e i documenti sono stati prodotti da D. Coalova (attraverso lettura di testi
letterari), da M. Gay (la paura
del mondo che permea il vissuto dei giovani d’oggi), dal can.
Don Mercol (esempi di persone
che hanno vissuto la paura) e
da L. Deodato (la paura del nucleare e dello straniero, argomenti succintamente ma efficacemente illustrati).
La discussione in assemblea
ha arricchito di nuovi elementi e
in un certo senso caricato di altre problematiche l’argomento.
Si è detto che i timori individuali sono spesso riconducibili
alla situazione psicologica del
soggetto e pertanto debbono es
sere affrontati a quel livello, se nza mescolare i due piani, .1
rapporto con Dio e della raz' nalità umana. Ad altri sembra . ,a
invece che si dovesse oriente e
la ricerca nel senso di cere: e
un collegamento tra la nostra de e i problemi esistenziali e
collettivi che ci travagliano.
Si è anche osservato che spesso la paura è posith'a in quanto
ci spinge a reagire al male e all’ingiustizia.
Opportunamente è stato ribadì
to che Paolo ha voluto unicamente rifarsi alla paura « di Dio »
che alla luce delPEvangelo non
ha più ragione di essere: tutr i
nostri terrori sarebbero ridinnnsionati se a questa realtà di aiconciliazione noi dessimo un agosto realmente privilegiato nella
nostra vita.
Questo breve resoconto è senz’altro riduttivo rispetto alla varietà e intensità dei vari con Tributi (sia della parte introduitiva, sia del successivo dibattilo)
a cui va aggiunta la testimonianza costituita dalla valida mostra
della FCEI sui lavoratori suanieri nel nostro paese.
Nelle preghiere, nei canti eumuni e nella calda accoglienza
degli ospitanti abbiamo, ancora
una volta, realizzata la gioia della comunione fraterna.
M. B. A.
Comunità Montana Val Pellice
U.S.S.L. 43
Sede : Torre Pellice - P.za Muston, 3 - Tel. 0121 /91514 - 91836
CONCORSO PUBBLICO
E’ indetto pubblico concorso, per titoli ed esami,
presso l’Unità Socio Sanitaria Locale n. 43, a:
— 1 POSTO DI OPERATORE PROFESSIONALE DI
U CATEGORIA - COLLABORATORE - TERAPISTA
DELLA RIABILITAZIONE
La domanda, in carta legale, dovrà pervenire alrufficio Personale delTU.S.S.L. n, 43 - Piazza .Muston 3
- Torre Pellice - entro e non oltre le ore 12,00 del ò
giugno 1986.
Per ogni altra informazione rivolgersi ,airUfficio
Personale della U.S.S.L. n. 43 - Piazza Muston 3 - Torre
Pellice - Tel. 0121/91514 - 91836.
Orario apertura al pubblico: tutti i giorni dalle
ore 9 alle ore 12 escluso il sabato.
Torre Pellice, 22 maggio 1986.
IL PRESIDENTE
(Arch. Piercarlo Longo)
11
30 maggio 1986
cronaca delle Valli 11
DALLA REVOCA AL RIMPATRIO - 5
La decisione di Roccapiatta
Il destino dei Valdesi si giocò
tutto nella prima quindicina di
aprile. Il 9 Tedìtto ducale che autorizzava l’esilio sconvolgeva tutti i piani elaborati nelle settimane precedenti. La possibilità di
partire, salvando la vita e la fede,
e forse anche i beni, si presentava
ora non più come una speranza
remota e problematica ma come
una realtà; quello che gli ambasciatori svizzeri avevano cercato
dì ottenere con lunghe e pazienti
trattai i\'e veniva concesso. Il partilo della maggioranza, con i pastori in prima linea, poteva ritenere di aver vinto la battaglia.
Ciò che accadde fu invece proprio il contrario: un irrigidirsi
degli oppositori, uno scatenarsi
di polemiche e di discussioni, di
accuse e di minacce ed infine la
decisione, presa a maggioranza,
di rifiutare la proposta ducale e
restare alle Valli a costo di morire.
iDi quella tragica assemblea di
Eoccapiatta in cui la decisione
venne presa, non possediamo documenti, solo pochi, schematici
accenni: dibattito, violenza ed
Arnaud l’agitatore, il facinoroso
che arringa la folla con non si
SE quali argomenti. Anche qui,
come a Chanforan nel 1532, si delinea l’avvenimento che decide la
sorte della chiesa valdese, accade l’irreparabile, il punto di rottura dal quale non si toma più
indietro ma non se ne sa quasi
nulla; anche qui non si può che
immaginare, ipotizzare, intuire.
Vorremmo avere documentazione non solo per soddisfare la nostra curiosità ma per capire le
motivazioni teologiche, scoprire
le radici dei comportamenti ed
invece nulla, o quasi. Ipotesi, solo ipotesi. Le motivazioni che i
Valdesi adducono nella lettera
agli ambasciaiori svizzeri, per
giustificare il loro rifiuto di lasciare le Valli, non sono banali.
Sono motivazioni di ordine pratico, contingente: i termini di
pochi giorni fissati dall’editto
per l’espatrio sono insufficienti,
non sono specificate le modalità
dell evacuazione di una popolazione che conta migliaia di persone, la divisione in varie colonne e la deposizione delle armi significa abbandonarsi alla mercé
delle truppe ducali, di cui si conosce già a priori rintenzione
e così via. Si tratta di una lettura molto acuta del provvedimento ducale e della situazione, lettura che è anche fmtto di
esperienze amare fatte nei secoli.
Ci si domanda però come mai
la capacità di analisi manifestata
in questo momento venga poi
de; tutto a mancare qualche settimana dopo. Le comunità vaidesi infatti si arrendono dopo i
primi attacchi e si arrendono in
modo irresponsabile, prestando
fede alle menzogne più sfacciate:
grazia del Duca, nuovi editti, ripristino della libertà ecc. Quando si è deciso di difendersi con
ta;ita determinazione ci si difende, non ci si arrende. Non è dunque per lucido calcolo razionale,
per esatta valutazione della situazione che i Valdesi rifiutano
l’esilio.
Fu forse per scelta spirituale?
Lo si potrebbe ritenere considerando la parte occupata nella discussione di quelle settimane
daile argomentazioni di carattere
teologico. Obbedienza alla vocazione di Dio, certezza del suo inteinento in favore della chiesa,
necessità di rispondere con la
propria dedizione alla chiamata
divina, anche a costo della vita,
sono temi che ricorrono costantemente nel dibattito. E ci sono
le prove, le attestazioni della storia passata. In quante occasioni
il Signore non ha egli manifestato la sua potenza? In situazioni
alirettanto disperate, senza via
di uscita ed apparentemente fal
limentari la sua potenza ha capovolto il destino della chiesa.
E ci sono anche argomentazioni
più profonde, più pertinenti alla
situazione storica, come il riferimento alla prima lettera di
Paolo ai Corinzi dove parla della
follia della croce esemplificandola con la debolezza e povertà
della chiesa stessa. I Corinzi non
sono né ricchi né potenti né savi
ma Cristo manifesta la sua potenza proprio nella loro debolezza. Lo stesso può valere per i
Valdesi.
E’ probabile, anzi molto verosimile, che questi argomenti abbiano avuto il loro peso nel dibattito ma sembrano spesso argomenti di copertura, ragionamenti che servono a giustificare
una scelta già presa. Si è deciso
di restare e si trovano nella storia e nella fede gli argomenti.
Ben lo comprendono gli ambasciatori svizzeri, fini teologi non
meno che abili diplomatici: Un
tipo di fede di questo genere sa
di sfida a Dio, di provocazione
più che di fiducia. La fede non è
cieca, ragiona, valuta, interpreta
le condizioni in cui si colloca.
Ma, come abbiamo detto, la
decisione sembra già presa. Ed
in base a quali motivazioni? E’
proprio quello che non saprerno
mài;' Il gruppo dèi facinorosi, capeggiato da Arnaud che balza
ora in primo piano come uno
dei più accesi sostenitori della
resistenza, non ha nessun argomento concreto, convincente pier
contestare la tesi della maggioranza che propende per l’esilio;
o per meglio dire usa gli argomenti politici, teologici, razionali
ma a copertura della scelta precedente. C’è in tutto questo una
sorta di accecamento irraziona
le, di rifiuto di vedere, di opzione
pregiudiziale ohe non si spiega.
E c’è naturalmente la violenza
delle minoranze fanatiche ed il
loro ricatto ideologico e sentimentale su una maggioranza che
viene giudicata timorosa, vile ed
incredula. Tutti abbiamo conosciuto questa sorta di ricatto sia
negli anni ’43-45 ohe ’68-70. Ed
anche nel 1686, come di recente,
coloro che gridavano di più e tenevano concioni agitate furono
i primi a dileguarsi.
Anche assommando però tutti
questi elementi, il ricatto, la violenza, l’eccitazione degli animi, le
incertezze non si comprende però come si sia potuta rovesciare
una situazione già chiaramente
definita e ribaltare una decisione
presa; perché la maggioranza
decisa ad accettare l’esilio (e lo
è a tal punto che anche dopo lo
scadere dei termini e l’inizio delle ostilità quei della vai S. Martino continuano a chiedere di poter partire) abbia ceduto accettando di resistere fino a morire.
Sembra esserci in questa comunità di uomini una sorta di
attaccamento irrazionale alla
propria terra ed alla storia vissuta su quest’angolo di mondo.
Non sembrano capaci di vedersi
fuori delLafigolo di montagne in
cui vivono. E’ lo'stesso atteggiamento che si riscontrerà qualche
mese più tardi nella testarda organizzazione dei tentativi di rimpatrio.
Più che argomentazioni razionali e teologiche sembra aver
agito nell’inconscio di quelle assemblee, questo, per noi incomprensibile, irrazionale legame
con un passato, una storia, im
mondo di luoghi, di affetti, di case. Gioito Toiirn
CONCORSO PIANISTICO A TORRE PELLICE
Grande successo
Con la premiazione ed un appassionante concerto si è chiusa la 5^ edizione del Concorso
pianistico nazionale «K. Czerny»
di Torre Pellice, organizzato dalla Pro Loco con la collaborazione dell’Assessorato alla cultura
della Provincia, della Comunità
Montana e del Comune. Questa
edizione si è avvalsa di una giuria di prestigio, presieduta da
Roberto Hazon, compositore, e
composta da Gloria Lanni, Roberto Gognazzo, pianisti, Pietro
Acquafredda, critico musicale e
Angelo Bellisario che del concorso è stato il direttore artistico.
Sorpresa ha destato nella giuria e nel pubblico presente alle
prove finali l’ascolto del vincitore della categoria Al, il piccolo
Fabrizio Filiziu, di anni 9, che
ha mostrato spiccate qualità musicali ed una buona maturazione
tecnica.
Il giovanissimo interprete ha
poi presentato nel concerto finale anche la composizione vincitrice del 2° Concorso di Composizione che era abbinato al
Concorso pianistico, mostrando
quindi anche una larghezza di
interessi. La composizione, a firma di Riccardo Piacentini, già
conosciuto a Torre Pellice per
avervi tenuto dei concerti, portava il titolo « Sketch ».
Altra piacevolissima scoperta
nella categoria B, dove il 14enne
Stefano Guarino, nell’esecuzione
di brani di Debussy e Schumann,
ha mostrato una statura di musicista già maturo.
Ed infine per la categoria D,
quella che annovera interpreti
già in carriera o al termine degli studi, si sono confermate le
qualità espressive oltre che tecniche di M. Pia Carola che è ri
di avvisi da pubblicarsi in questa rubrica debbono pervenire in tipografia
entro le ore 9 del lunedì precedente
la data di pubblicazione del giornale.
Amnesty International
TORRE PELLICE — Giovedì 29 maggio, ore 17, al Centro d’incontro avrà luogo una riunione; o.d.g.: a) riepilogo deH’AzIone Urgente per ì prigionieri del Mali e altra Azione
Urgente di protesta per i maltrattamenti subiti in carcere, in Sud Africa, dal pastore Stofile e altri detenuti, b) proseguimento della Campagna per il Sud Africa e dell’esame
delle mozioni di Rimini.
Si comunica inoltre che, per iniziativa dell’Ufficio circoscrizionale Piemonte-Val d'Aosta, sabato 7 giugno,
ore 15, avrà luogo a Torino (via Vaigioie 10) un Incontro di insegnanti
soci e simpatizzanti di A.l. per una
programmazione di iniziative ai fini
dell’Educazione ai diritti umani per
il prossimo anno scolastico.
Conferenze
sultata nettamente vincitrice sul
numeroso gruppo dei finalisti.
Alla vincitrice di questa categoria sarà assegnata l’esecuzione
di due concerti, uno a Milano
nell’ambito del ciclo « Kawai »
in' concerto e l’altra a Bergamo
per la stagione concertistica della Sala Greppi.
La giuria non ha invece ritenuto di dover assegnare il primo ed il secondo premio della
categoria A/2 (sino a 12 anni) e
C (dai 17 ai 19) ed il secondo
oremio della categoria B (dai
13 ai 16 anni).
« L’alto numero dei partecipanti ed il notevole livello degli
stessi — sottolineava il M.o Bellisario al momento della premiazione — hanno reso questo
concorso un appuntamento rilevante nella vita musicale nazionale ed un vanto per Torre Pellice che lo ospita ».
« Il giudizio della Giuria —
ha concluso il M.o Bellisario —
si è espresso sulle caratteristiche tecniche e sulla musicalità
dell’interpretazione più che sulla velocità o la difficoltà del brano prescelto dai concorrenti ».
ELENCO DEI VINCITORI
Categoria A/1 (fino a 9 anni):
1. Filiziu Fabrizio; 2. Cucchi Silvia; 3. Bergamasco Marco.
Categoria A/2 (fino a 12 anni):
1. non assegnato; 2. non assegnato; 3. Tessati Elena.
Categoria B (dai 13 ai 16 anni): 1. Guarino Stefano; 2. non
assegnato; 3. Sianosi Enrico.
Categoria C (dai 17 ai 19 anni):
1. non assegnato; 2. non assegnato; 3. Silvani Ivano.
Categoria D (dai 20 ai 30 anni): 1. Carola Maria Pia; 2. Gámbaro Roberto; 3. Marzocchi
Marco.
Adriano Longo
PINBROLO — L'ARCl, il Comitato
per la pace e il disarmo di Pinerolo,
il Gruppo di Quartiere San Lazzaro,
la Lega ambiente, il WWF propongono
ai cittadini del pinerolese due conferenze sui seguenti temi:
DA CERNOBYL A PINEROLO
(un mese dopo)
il giorno 3 giugno 1986, ore 21, presso l'Auditorium di Corso Piave.
intervengono; Doti. Martignetti del
Comitato di Controllo sulle scelte energetiche di Torino, che illustrerà il
funzionamento ed i rischi delle centrali termonucleari; Doti. Molino della
Divisione di Fisica Sanitaria dell'Ospedale Molinette di Torino che parlerà dei pericoli sanitari delle radiazioni.
Sono stati inoitre invitati i rappresentanti delle tre USSL locali per la
illustrazione dei livelli di contaminazione nel Pinerolese.
E’ NECESSARIA L’ENERGIA
NUCLEARE?
il giorno 12 giugno 1986, ore 21, sempre presso l’Auditorium di Corso Piave.
interverrà tra gii altri l'Ing. Ravera
del Comitato di Controllo sulle scelte
energetiche di Torino che parlerà della
politica energetica italiana e dello
sfruttamento delle energie alternative.
TORRE PELLICE — L'YWCA-UODG
organizza per venerdì 13 giugno alle
ore 21 presso la sala conferenze dell'Hòtel Gilly una conferenza sul tema « I pericoli dell'occultismo ».
Comitati per la pace
POMARETTO — Mercoledì 4 giugno
alle ore 21 presso il Municipio si riunisce il Comitato per la pace delle
valli Chisone e Germanasca.
Concerti
LUSERNA SAN GIOVANNI - Sabato
31 maggio presso il Tempio Valdese
si tiene il concerto d'organo di Mauro
Barotto, Musiche di J. S. Bach: « I 18
corali di Lipsia ». Inizio ore 21.
Convegni
TORRE PELLICE — Sabato 14 e domenica 15 giugno presso la Foresteria Valdese si terrà un convegno di
studio di tutti gli obiettori di coscienza in servizio e non che abbiano svoito il proprio servizio civile nelle opere della chiesa valdese. L'iniziativa è
promossa dalla commissione Pace
della chiesa valdese di Torre Pellice.
Aderiscono il Comitato di solidarietà
con gli obiettori della Tavola Valdese,
la commissione Pace delle Chiese
Battiate, Metodiste, Valdesi e il Consiglio della FGEI, la CED 1° Distretto.
Sabato 14 è prevista una tavola rotonda pubblica con la partecipazione
di un magistrato, un obiettore, e un
responsabile dei Comitati per la pace,
sulle nuove prospettive del Servizio
Civile nel nostro paese.
Segnalazioni
Il nostro paese conosce il fenomeno delrimmigrazione dal Terzo Mondo
da poco tempo, ma nel 2000, secondo
le proiezioni del Ministero deirinterno,
vivranno in Italia 4 milioni di stranieri.
Spinti verso il nostro paese dall’instabilità economica e politica delle
loro terre d’origine e dalle politiche
restrittive di altri stati europei, gli
emigranti del mondo in via di sviluppo
non necessitano solo di protezioni e
garanzie legislative, ma soprattutto
di accoglienza e solidarietà per potersi
integrare nella nostra società portando
con sé la parte più ricca della propria
tradizione culturale.
E’ quanto illustra il servizio speciale del numero di maggio della rivista
missionaria « Mondo e Missione », realizzato da Giorgio Paoluccl e intitolato « Terzo Mondo a casa nostra ».
Il numero può essere richiesto a
RIME, via M. Bianchi, 94, 20149 Milano, tei. 02/4980741, al prezzo di lire
2.000.
Il consiglio dell’Associazione F. Lo
Bue, il direttore e i redattori di Radio Beckwith ricordano con affetto e
simpatia
Gregorio Donato
scomparso a Roma nei giorni scorsi.
Torre Pellice^ 26 ma^io 1986.
RINGRAZIAMENTO
« L’Eterno e la mia luce e la
mia salvezza; di chi temerò?
L’Eterno è il baluardo della
mia vita; di chi avrò paura? »
(Salmo 27: 1)
Il marito e i figli della compianta
Evelina Ghiavia in Bertin
profondamente commossi e riconoscenti per la dimostrazione di stima e di
affetto rivolta alla loro cara, neH’impossibilità di fario singolarmente, ringraziano tutti coloro che con la loro
presenza, parole e scritti, hanno partecipato al loro grande dolore.
Un ringraziamento particolare al pastore Platone per il suo messaggio di
speranza, ai vicini di casa, ai parenti,
al Dott. Avanzi^ ai medici e al personale dell’Ospedale Valdese di Torre
Pellice, al Reparto di Chirurgia dell’Ospedale « E. Agnelli » di Pinerolo
e alla Croce Rossa di Torre Pellice.
Angrogna, 16 maggio 1986.
USSL 42 - VALLI
CHISONE ■ GERMANASCA
Guardia Medica :
Notturna, prefestiva, festiva: presso Ospedale Valdese di Pomaretto - Tel. 81154.
Guardia Farmaceutica :
DOMENICA 1° GIUGNO 1986
Villar Perosa: FARMACIA DE PAOLI
- Via Nazionale, 22 - Tel. 840707.
Ambulanza :
Croce Verde Perosa: Tel. 81.000.
Croce Verde Porte: Tel. 201454.
USSL 44 - PINEROLESE
( Distretto di Pinerolo )
Guardia Medica :
Notturna, prefestiva, festiva: Telefono 74464 (Ospedale Civile).
Ambulanza :
Croce Verde Pinerolo: Tel. 22664.
USSL 43 - VAL PELLICE
Guardia Medica :
Notturna, prefestiva e festiva: Telefono 932433 (Ospedale Valdese).
Guardia Farmaceutica ;
DOMENICA IO GIUGNO 1986
Luserna San Giovanni: FARMACIA
SAVELLONI - Via F. Blando 4 - Luserna Aita - Telef. 90223.
Ambulanza :
Croce Rossa Torre Pellice; Telefono 91.996.
12
12 uomo e società
30 maggio 1986
USA-APPROVATO UN DOCUMENTO DEI VESCOVI METODISTI
In difesa della creazione
Opposizione netta e incondizionata verso qualsiasi uso delle armi nucleari, anche come deterrenza - I limiti dèi documento cattolico
Il consiglio dei vescovi della
Chiesa Metodista Unita, la terza chiesa degli Stati Uniti dopo
quella Cattolica e la Convenzione Battista del Sud, ha votato
aH’unanimità il 29 aprile u.s. una
lettera pastorale, ove si dichiara « l’opposizione netta ed incondizionata » verso qualsiasi
uso delle armi nucleari.
Questa lettera, lunga quattro
pagine, denuncia anche l’idea di
minaccia di rappresaglia nucleare come deterrente ad ogni attacco e afferma che l’ingiustizia
sociale viene accresciuta dalla
corsa alle armi nucleari.
Il New York 'Times, nel darne l’annuncio in due articoli, il
27 e 30 aprile, mette in rilievo
gli aspetti pastorali e politici
del documento, che è stato intitolato: « In difesa della creazione: la crisi nucleare e una
pace giusta».
I vescovi, riuniti nel loro sinodo semestrale a New York,
hanno inteso spiegare come la
lettera «non intende rivolgersi
alla Chiesa in modo autoriterio,
ma pastorale, per indicare i problemi che devono essere affrontati ».
Ma C. Dale White, vescovo del
Darsi al Signore
(segue da pag. 1)
mite consistenza. E qui vien da
pensare a fatti avvenuti tra noi
in un passato neanche tanto remoto: alle grosse contribuzioni
che sono state negate alla chiesa quando questa «si è impegnata nella politica », quando
questa ha guardato non solo al
cielo ma anche alla terra, quando comunque ha assunto atteggiamenti che hanno fatto discutere... Sono venute meno delle
contribuzioni consistenti (prova
che sono state intese in modo ricattatorio), ma si sono anche,
grazie a Dio, moltiplicate le offerte delle vedove...
5. Una considerazione che si
può fare è che dare è innanzitutto dar-si: dare se stessi. Con
• L'Eco delle Valli Valdesi >: Rea.
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consapevolezza. Facendo i calcoli. Pianificando. Prendendo coscienza delle necessità, visto che
l’informazione non manca, e includendo una buona volta la
contribuzione alla chiesa nel bilancio normale delle spese di famiglia, come si fa col pane, le
scarpe e la scuola. La proposta
di una contribuzione misurata
al 3% delle nostre entrate stenta ad esser compresa perché di
fronte a richieste di pianificazione si . trova sempre da opporre la « libertà nello Spirito »,
come se lo Spirito si dovesse per
forza legare all’improvvisazione
ed esprimere in termini di improvvisazione anziché di riflessione e di responsabilità.
6. Nelle nostre chiese, in questi ultimi mesi stiamo dibattendo
problemi forse non « spirituali »: l’Invim, la defiscalizzazione,
lo 0,8%. Non so quali decisioni
in definitiva siano state prese. So
però che i nostri dibattiti potrebbero essere assai più sereni se
non avessimo preoccupazioni di
carattere finanziario e se il famoso discorso sul 3% (quello relativo alla misura delle nostre contribuzioni) fosse stato già recar
pito, proprio nell’ascolto di quella voce dello Spirito che ci chiama a libertà... una libertà che
ha i suoi costi e per la quale
paghiamo.
1. Qualche volta siamo stati
esortati a contribuire per le necessità della chiesa con l’invito
a « dare il nostro denaro al Signore ». Credo che dobbiamo essere molto cauti a questo proposito. Noi siamo la chiesa. Non
siamo il Signore. Lasciamo ad
altri simili equazioni. Potremmo
dire, al massimo, che la nostra
offerta è « per il Signore » solo
se raccogliessimo in favore di
terzi, dei "minimi" di Matt. 25.
Noi raccogliamo soldi e li chiediamo per noi stessi: perché abbiamo bisogno di pagarci stabili e pastori, viaggi e giornali,
assemblee e incontri, E anche
se scegliessimo un domani di
non più avere pastori a tempo
pieno non diminuirebbe la nostra responsabilità contributiva
perché il nostro impianto andrebbe comunque sostenuto. Da
noi. Perché pagarsi le cose che
si ritengono utili ha un profumo spirituale grandissimo ed
assicura autonomia di scelte e
libertà di movimento.
8. Tutto ha, comunque, un costo. Anche la predicazione. E se
dobbiamo dare gratuitamente
quell’Evangelo che gratuitamente abbiamo ricevuto, bisogna che
qualcuno paghi i costi della predicazione. Noi. Pagare noi non
significa fare l’offerta « al Signore », ma dar-si al Signore: fare
assegnamento su di Lui per la
nostra vita.
Salvatore Ricciardi
la Chiesa metodista di New
York, ha anche dichiarato : « Noi
sfidiamo in questo modo le politiche del Governo di questa nazione. E lo facciamo in nome
della giustizia cristiana. A Dio
piacendo, la nostra presa di posizione potrebbe avere una qualche influenza verso altre Chiese
cristiane e anche nei confronti
dei movimenti ecumenici sparsi nel mondo».
Stilando il documento, alcuni
vescovi hanno detto di aver tenuto presente la lettera pastorale pubblicata nel 19S3 ad opera del vescovi cattolici statunitensi. Ma hanno fatto notare come il documento cattolico fosse
molto più debole nelle sue affermazioni circa l’immoralità
della guerra nucleare ed il rifiuto dell’idea della deterrenza nucleare: quest’ultima è una specie di «etica ad interim, vale a
dire che la deterrenza nucleare
è giustificata eticamente fino a
quando continuano i negoziati
sulle armi, anche se solo in quella circostanza. Mentre noi crediamo che la dottrina della deterrenza nucleare non debba essere sanzionata dalla cristianità, dal momento che è fatalmente sbagliata come principio ».
« Guerra giusta »?
Il concetto della « guerra giusta» o moralmente giustificabile risale fino ai tempi dei Padri
della Chiesa del IV e V sec., e
principalmente ad Ambrogio ed
Agostino. Ma il documento metodista afferma che questa teoria
non è applicabile alla guerra
nucleare: «Noi siamo convinti
che nessun uso effettivo delle
armi nucleari offra una ragionevole speranza di successo nel
raggiungere una pace giusta.
Crediamo che il principio della
discriminazione (che richiede
l’immunità per coloro che si
astengono dal combattere) sarebbe terribilmente violato in
ogni utilizzo di armi nucleari ;
e questo non solo per gli effetti
devastanti dell’esplosione, quali
la fonte di calore, il fallout (la
caduta) radioattivo ed i danni
ambientali, ma perché dubitiamo seriamente che armi nucleari sempre più potenti possano
risolversi in una guerra nucleare strettamente controllata o limitata ».
Deterrenza e idolatria
La deterrenza nucleare è stata troppo a lungo riverita come
« l'idolo della siburezza nazionale. Nelle sue forme più idolatriche ha accecato i suoi proponenti da quelli che dovevano
essere i requisiti di una genuina sicurezza ». Dal 1945 fino al
1970, quando è stato firmato il
trattato di non proliferazione
atomica, alcuni stati hanno rinunciato alla corsa agli armamenti. Ma per altri « il deterrente nucleare è divenuto una licenza dogmatica di perpetua
ostilità »,
Così le superpotenze hanno
opposto la loro rigida resisten
MODULI PER
MATRIMONI
L'Associazione Informazione Protestante, editrice dell'Eco-Luce, ha provveduto a ristampare i moduli per matrimoni da celebrarsi secondo l'ordinamento valdese, che si erano rapidamente esauriti. 1 moduli possono
essere ordinati all'AlP, via Pio V 15,
10125 Torino (tei. 011/655.278). Costo
L. 250 la copia (minimo 10 copie).
za a ogni misura di disarmo.
Ma « l'ideologia della deterrenza non deve ricevere nessuna benedizione da parte delle
Chiese, neppure come garanzia
temporanea per sospendere la
corsa verso le armi nucleari ».
E qui la lettera pastorale dei
vescovi metodisti si diversifica
dal similare documento cattolico del 1983.
La parte finale del documento è più politica. Ma è diffìcile
sceverare tra politica deH’uomo
e politica del cristiano. In quanto se «la giustizia è offesa dal
la doppiezza di alcune nazioni
che reclamano le armi nucleari
per sé, negandole ad altri », minacciando in tal modo la vita
delle nazioni « non allineate e
non belligeranti », questa stessa
giustizia violata crea « un olocausto di fame, di malnutrizione, di malattie e di morti violente, che distruggono il mondo
dei poveri ».
E come si fa, allora, a npn
criticare questa politica agli antipodi della vita del vero cristiano?
Roberto Giacone
Vicini al Sud Africa
(segue da pag. 1)
e una raccolta di firme apposte
sotto la petizione promossa dal
'Coordinamento per la lotta contro l’apartheid in Sud Africa’ rivolta alla Presidenza del Consiglio.
« Abbiamo fatto il passo riluttante e drastico di dichiarare
l’apartheid contrario alla volontà di Dio e alcune chiese hanno
dichiarato eresia la sua giustificazione teologica. Ora — afferma un comunicato del Consiglio
delle Chiese del Sud Africa —
preghiamo che Dio sostituisca
le presenti strutture di oppressione con altre che siano giuste
e che rimuova dal potere coloro che persistono nella sfida alle
Sue leggi insediando al loro posto leaders che governino con
giustizia e misericordia ».
Il pastore Finca della Chiesa
Riformata Presbiteriana del Sud
Africa scrive: « Quello di cui
abbiamo bisogno in quest’ora è
un’azione calcolata per intensificare e acuire il conflitto. Questo forzerà il Governo a rilasciare Nelson Mandela, a rila
sciare altri prigionieri politici
a togliere il bando al PAC e ail’ANC, a dichiarare l’apartheid
un fallimento e a indire una
convenzione nazionale ». Sapranno le nostre chiese, i Circuiti o
i Distretti, attivarsi per il 16 giugno e rinnovare il proprio impegno nella certezza che il Signore ascolterà la nostra preghiera
e renderà autentica la nostra
lotta per la giustizia?
Giuseppe Platone
Fai ogni cosa nuova, o Signore
Dio eterno.
Nostra speranza in tempi di disperazione,
nostra vita nel mezzo della morte —
Tu mostrasti la tua fedeltà ai nostri avi
e li hai ascoltati
quando ti invocarono nella loro distretta;
Noi gridiamo a te oggi
insieme col popolo del Sud Africa —
Una nazione in tumulto; dilaniata dalla violenza —
Ti preghiamo di demolire l’ingiustizia e di guarire le ferite.
( silenzio)
Rendi forti, o Signore, coloro che agiscono
per smascherare le forze del male,
e per spezzare un sistema
radicato nell’ingiustizia.
Rendi più saldo l’impegno del tuo popolo
mentre lotta per detronizzare le forze deH’oppressione
e stabilisci la giustizia nel paese.
Fortifica la loro volontà, ti preghiamo. Signore,
affinché non siano paralizzati dalla debolezza
Ma possano andare avanti, nel tuo potere, fino alla fine,
finché le grida angosciose
siano trasformate in urli di gioia.
Dimostra la tua potenza, o Signore delle nazioni,
e fai o^ cosa nuova in mezzo al tuo popolo
e stabilisci la giustizia, la pace e la fraternità.
/ silenzio)
I nostri cuori sono oppressi, le nostre ferite sono profonde;
non aspettare, o Signore, ma porta la tua guarigione
prima che diventiamo incapaci di perdonare;
prima che, consumati dall’odio, perdiamo la capacità di
amare.
Quando la morte ha fatto il peggio
tu hai portato il tuo Figlio a una nuova vita;
Hai rivelato il potere del tuo amore
e la tua vittoria sul male:
Spezza le nostre catene e rimettici in libertà
perché possiamo apprendere che TU sei il Signore —
Amen.
MOVIMENTO FEMMINILE BATTISTA
Liberi dal nucleare
I recenti fatti di Cemobyl
hanno portato prepotentemente
all’attenzione deH’opinione pubblica, anche della meno attenta,
il problema del nucleare. Noi
donne evangeliche battiate italiane, sensibili, come donne e come credenti, al problema constatiamo che mai come ora « tutta la creazione geme ed è in travaglio» (lettera di Paolo ai Romani) perché gli uomini nella
loro ottica di potere stanno distruggendo il creato di Dio. Dichiariamo la nostra speranza in
un futuro libero dal nucleare
portatore di distruzione e di
morte. Lottiamo per la chiusura delle centrali nucleari esistenti sul territorio italiano, come
stanno facendo altri movimenti
del Nord Europa nei loro paesi,
e per impedire che altre ne siano costruite. Chiediamo al Governo italiano di sostenere la ricerca di fonti di energia alternativa. Esortiamo le Chiese evangeliche italiane a prendere coscienza del problema e a sottoscrivere i tre referendum contro il nucleare presso le segreterie comunali.