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*ANNO'LXXV f f/
I
(4
Ü
Nulla sia più forte della vostra fedet
(Giana vello)
SETTIMANALE DELLA
ABBONAMENTO
Italia fino al 31 dicembre . L. 75,— —Semestre Ij. —
Estero — » > —
Ogni cambiamento d’indirizzo costa una lira— La copia Lire TRE
XJTnTXXI Jk, Clñ-ISTO
« N^l Signore » è una frase che si
trova spesse volte nel Nuovo Testamento. L’apostolo Paolo ne fa «uso nelle sue
lettene per significare 1’« «essere uniti a
Cristo » e :q|uell’unionie è talmente intima che un antico commentatore non
esitò a definirla « un assorbimento ».
■Questa parola non va fraintesa — infatti lessa non «aroeca per nulla delle me^
nomazioni all’individualità umana —
anzi, la nostra volontà non è mai così
libera comeilftgndo si è « ntì Signore ».
Una verità cosi profonda non la si può
far capire a chi non ne ha fatta Tespierienza — «cihè in generale si è più o
meno «¿«ddisfatti. È’ im «cristianesimo
non troppo mistico, mentile il Nuovo
Testamento è essenzialmiente tale — è,
come si è detto, « essere nel Signore ».
Del resto, quanti nomi di icredenti son
nòti, i quali, possiedendo quella forza
segreta e «onnipotente che li univa al Signore, manifestarono «nella lor vita
quanto la loro volontà fosse vincolata a
quella del loro Signore (o Maestro).
Nel capitolo XVI ai Romani, do«po
una l«u«nga serie «di nomi, troviamo« nel
versetto 2,2 queste parola: « Io, Terzio,
che scrivoi questa lettera, vi saluto nel
Signore », Saluto «pieno «di fede «profonda, è stato da alcuni modificato a que-sto modo: « Io, Terzio, che scrivo« questa lèttera « neli'Signore» vi saluto».
r*i*
■■Sign
Sigiiore, fha’chi scftive MlitÉera' « nel
Signore », saluta. — Chi è Terzio? Di
lui Bi sa solo che a quel tempo«, o in
permanenza, «era segretario «di Paolo —
probabilmente membro« d«eila Chiesa di
Co-into. — Lo stesso commentatore fa
riisal'tare a questo punto, la delicata còrt«esia deil’aipostolo che non <X)nsidera il
suo« «segretario come una macchina, ma
gli permette d’inserire, per «conto suo,
una riga alla lettera. Comunque sia è
chiaro che i’iautore ed il suo amanuense
sono ambedue «. «nel Signore »; e chi può
dire che il loontriibuto dì quest’ultimo
non abbia aggiunto qualche «cosa a questa beUissima lettera? Che gli occhi
deU’apostoio sieno irimasti inde'boliti
dalla luce «sfolgiorante apparsagli alla
porta di Damasco, lo sì compriende assai bene dalle parole indirizzate ai Gelati IV, !1«5: « ...èe fosse tìtato possibile
vi sareste cavati gli occhi «e me li avreste, dati ». E la BCiheggia nella carne? Pur
essendo unito a Cristo come nessxm altro lo fu, la sua preghiera non ottenne
la risposta desiderata; « Essere in Cristo » ,gli fu riveilalto essere « grazia sufficente ».
» « *
NieUa lette«ra ai Corinti VII rapostolo
tocca il soggetto del matrimonio. Nessuno, meglio «di lui, sapeva «che non tutti
tendono ad esso, ma esorta quelli che
fanno quel passo, a farlo « nel Signore ».
Uniti sulla terra « nel Signorie » significa che il matrimonio deve effettuarsi
sotto la <firezione e volontà del Signore.
E da tem«ere «che p«pchi, «anche fra quelli
che si considerano « «eredi diella promessa » siamo «propensi «a sottomettersi a
t«ale condizione.
Niella stessa epistola al caip. XV troviamo «questa lesortazicme iper quelli che
sono impegnati nell’opera «del Signore.
« State saldi, incrollabili, abbondanti
nell’opera, perchè la vostra fatica non è
vana « nel Signorie ». E la frase favorita
dell’apostolo la troviaimo ancora nell’epistola ai Filippesd: « RaUegraitevi
’’nel Signore”» e di «nuovo ripete a
quei fratelli diletti: « Rallegratevi del
continuo« nel «Signore. Oh la prezi«osa ma
poco nota e godute gioia «della comunione «con Cristo ! Se tutti ì credenti l’aves^
siero realmente assimilata in se stèssi,
quanta intìmlità e quanta comprensione
etsSstemebbe nielle nostre conversazioni !
Ned cap. XIV deU’Ap«ocaliissie si legge:
^■«''' .S“ Ì> ■■ T ’ 'f
.Berlin Gustavo, pasitore
SiS^GERMANO CHISONE
»
mi VALDESI
CNI ESA VALDESE
Risruardate alla roccia onde foste fagrllati
(Isaia U: 1)
Dlraltor* i Pastore Oell. ALBERTO RICCA
AMMINISTRAZIONE e REDAZIONE:
Via Cèrio Alberto, 1 bis — TORRE PELLICE
« Beati i mioiti -ohe d’ora innanzi muoioj,
no « nel Signore« ». ITTnorire « nel Si^J
gnore » è la «benedietta conseguenza del-^
la nostra comunione con Cristo duran- ,
te il nostro cammino sulla tieira; è il solo'«
fattore che toglie «airuomo quella natu-i
mie ripulsione« «che «in generale si sentej
pensando alla morte — e gli fa apiparine «quel nemiico« «qua-si .^comie un benve-i
nulo amico. « Beati i* morti » ! Non c’è«1
nè isiciemza, nè sistema umano «che possa i
dare una tal «beatituijfine. Era necessaria! una voce «dal «cielo per proclamarla. ‘
L’apostolo Giovanni non dice a chi. ap-,
piartenesse quella voce...* «era essa là’
voice diello «stesso Salvatore? Beati il
CONFE
‘I
Cari catiecumem
Tra «pochi giomi voi vi troverete rac-!
colti nel vostro Tempio, ai piedi del pulpito. Il vostro Pastore «che «durante tre
anni vi ha istruiti nella «conosaenza dqln.
TEvangeloi di Gesù ■ Cristo «leggerà per
voi le dichiarazioni e gli impegni che i*
catecumeni sonQ« «ohiamaM «a pironunzia-^
re «ed assumere in seguito aH’inS'egnamento imp«artito loi o dalla Chiesa e nell’atto di diventarne me«mbiri. Poi, dopio
una f ervisda psnqghlPte itmaisate-.'
la prassi «della primitiva 'Chiesa Cristia- ‘
na, im,poi irà su voi le mani «ed in .tal
miodo vi «confermerà nella alleanza del
vosttro battesimo«, vi ammetterà a partecipare alla «Gena del Signore «affinchè ^,
co'si voi «godiate di tutti i privilegi d«er«i
P'atto «di grazia che Dio ha stabilito con
noi «per miezzo di Gesù Cristo. AUora
voi sarete memhra del Corpo« di Crist0^ii(
la Chiesa.
L’ora «che vi apprestate a vivere è so-'
lenne. Non la si vive leoscientemente se
non «con una profonda commozione di
spirito da cui «esula ogni isentimentalismo
o misticismo umano. Di quest’ora seria
e solenne credo «che la maggior «parte dei
catecum«eni di tutti i tem,pá serba il rico do «benedetto per sempre.
Nel Temipio, in «quel «giorno sarà c«on-f
venuta una numerosa folla commossa e
raccolta. E’ la Chiesa che, compatte, dà
il suo fraterno benvenuto a voi, le nuove reclute che il Signore ha «chiamiato a
servirLo le «che in silenzio rinnova al comune Siignore la sua «promesBa gioiosa
di «consacr azione.
Voi, cari catecumeni, avrete nel vostro cuore in quel giorno rm tale sentimento ed una tale vivente certezza delTamore del vostro Dio «che il « sì » che
siete «chiamati a pronunziare «e che il
sentimento della vostra debolezza le della vostra indegnità potrebbe trattenere
sulle vositre labbra, sgorgherà invece
sincero e gioioso dal fondo« del vostro
cuore pieno di fiducia neU’aiuto ohe Dio
vi promette, pieno di riconoscenza per
ciò che Egli vi ha dato.
Dio vi «chiama in quel giorno a dargli
il vostro «cuore. Egli non vi lascia liberi
di darglielo o no. Egli vi costringe col
Suo infinito amore. Perciò, in quel gior^-1
no deve essere costantemente presente
al vostro spirito, onde il vostro impegno
e «la vostra «promessa siano sinceri e ’
gioiosi, il fàtto d^la croce di Gesù Cristo che è la prOT«a deirinflnito amore
del quale Dio vi ha amati.
Ricxxrdàtelo b«ene: soltanto lìamoirie
onde Dio vi ha amati per primo le che .
ha il suo segno «nella croco di Cristo è
quello «che nel giorno della vostra confermazione «ed in tutti i giorni della vo^
stra vite deve provocare led alimentare
e rendere sempre più ferma e gioiosa ‘
la vostra «consiacrazioine al Eervirio del 3
Signore. Qualsiasi altro sentimento del
vostro cuore, interessato o meno, sa
rnorti ! «Conoscendo ii signifiicaito della
parola « beatitudine » comprendiamo
<^e i morti sono felici. Tutti i morti
.sono dunque felici? No, questo non è —
sono felici quelli che muoiono « nel Signore ». E igH altri? Il Signore Gesù disse apertamente ad «alcuni che essi sarebbero morti nel loro peccato. Questo implLc«a qumdi un destino icomplietamente
diverso. La nostra stessia ragi-oine lo accetta «e la Rivelazione lo attesta. <^ale
sarà il «destino di chi,.rigetta Tinvito divino «e non «si «cura della minaccia del
Giudice Supremo? Abbiamo« noi una
speranza sicura ch«e le promesse del Signore «si verificheranno per noi quando
-la morte 'si farà vicina «e che il morire
« nel Signore » significa per noi la Casa
de«l Padre aperta e le «cose viste« e salutate «da lontano m,utate in realtà?
Lo voigha il Signore per me e per chi
legge. X.
AZIONE
(Rir.4»|>ATA) _
rebbe vano e comprometterebbe ogni
cosa. Se molti membri di Chiesa oggi
sono divenuitì! tiepidi od indifferenti nei
riguardi di Dio, dell’Evangelo, della
Chiesa è appunto« perchè essi non sono
più capaci di in'bendere l’infinito amore
I? onde Dio li ha lamati. Così non sia per
^vói. '
' ^ L’amore di Dio «per voi 'vi «è stato an_^rmriato durante i tre anni di istruzioi. «^itìfr r^igiosa, dal vostro Pastore. La Cena
re «che annxmzia la croce vi
' aòsimd amoré. E nel Tempio, og«ni domienica, questo amore di Dio vi sarà ricord«ato. L’amore di Dio «che si manifesta nell’aiuto, nella protezione, nella
benedizione «che «continueranno per tutta la vostra -vita ad «accompagnarvi led
a «circondarvi, in tutti i itempi, in tutte
le circostanze deve far sgorgane in voi
i due. frutti benedetti di ogni vita veramente «cristiana: la fiducia e la riconoscenza. La riconoscenza «per ricordarvi
che tutto, assolutamiente tutto voi dovete a Dio ed alla Sua graziai. La fiducia
ferma «ed assoluta in Dio la quale vi
spingerà a cercare ed a trovane in Lui,
nella Sua Parola, la «soluzione di ogni
vostro problema, la liber«azione diai ogni
vostra distretta, la consolazione in ogni
vostra afflizione, la ipotenza «in ogni vostra debolezza, il «perdono in ogni trasgressione confestsata sinceramente, la
pace in ogni tormento.
«Sì: perchè' il vostro i,m«peigno è tremendlamente serio. La vita del credente non.è xm «cammino facile. E’ im combattimento .continuo. Ma è « il buon
combattimento » «perchè se viviamo e
lottiamo fondati in Cristo, la vittoria è
sicura. Abbiamo dei nemici fuori di noi
e dei nemici in noi stessi: nemici potenti« «ed astuti quanto Satana può essere «astuto fino al «punto «di tramutarsi,
per sedurci, in im angelo di luce. Ma se
pure oppressi e traVagliatì ed aglgrava-,
ti, noi sappiamo "vivere costantemente
del «perd«ono «dei nostri peccati «e ae impariamo «alla scuola di Cristo a fondarci non sulle nostre forze«, o virtù o capacità, ma a fondarci solo e sempre su
Dio e sulle sue promiesse di grazia e
di salvezza, allora noi sapremo sempre
dove trovare il riposo, la liberazione, la
pace; e sapremo che Dio m'anifesta la
Sua potienza appun^ nella nostra debolezza. Noi dobbiamo rinunciare a
condurre noi stessi secondo i criteri comunemiente adottati dal mondo: dobbiamo. invece in tutte le «cose, in tutte le
cìrcostanzie, lasciarci guidare e condurre dall nasltro Dio« e Padre in Cristo.
Dove lo Spirito di Dio ci condurrà, ciò
non importa: Timportante sempre è che
sia veramente Lui e Lui solo a condurci.
Nel mio pur breve ministerio pastorale ho già conosciuto delle «persone che,
talvolta purtroppo tardi, al sono accorte «di avere itotelmente sprecato! la loro
vite correndo dietro a vanità é futilità,
non tenendo! conto «dei reiterati avvertimenti dati loro con amore. Ma. ,«on ho
mai incontrato ancora, e sonò.’-M^curo
che mai io incontrerò una sq^^fesona
che si sia pentita di avere un ,^^o dato
il suo «cuore e la sua vita a?©p^ anche
se la sua vita è state abbormÌi^mente
provata e tormentata.
La vostra Chiesa «attende anche qualcosa da voi, cari oatecumeni. Attende che
voi siate in «essa dei rami viventi e portanti frutto.. Vedete: una fede che hòn
éi manifesti attraverso le opere, mia
fede che «nc«n« sia Siempre aH’opera«, una
fede che si limita a dine «.Signore, Signore », non è la fede. Nella Chiesa, nelle «attività alle quali essa vi invite, è il
campo di azione di «quella fede che confessate il giorno della vostra confermazione.
Nella nostra «Chi«^ purtroppo, ci sono
anche dei rami secchi. Ed anche molti,
forse. Eppure un giom«oi questi indiflferienti hanno, come voi, conf essato sinceramente la loro fede nel Signore davanti alla «Chiesa, nel Tempio. Poi, che cosa
è successo? E’ successo come «della «buona sem«enza «della parabola: la semenza
è «state beccata dagli uocielli, o il sole ha
fatto seccare la pianticeRa che non aveva abbastaonza terra, o, le sipine l’hanno
soffocata insensibilmente. La Chiesa ha
bisogno «che voi partiate in essa il contributo di «una fede a«rd«einte, di un amore «profondo. La Chiesa ha bisogno che
voi non lasciate raffreddare o mtì^idire
za verso Dio. La CÌfiesa ha bisogno dì
vivere e voi, miei cari, potete e dovete
farla -vivere, lessiendo voi, in «essa, viventi per la fede. Ricordate: una famiglia
in «cui ci^cuno segua la sua propria via
facendo ciò che gli« pare e piace, si disgrega e muore. Così è deUa Chiesa.
Nella nostra Chiesa, per grazia di Dio
non «c’è nuUa di imposto per paura, per
calcolo o «per altri motivi: nella Chiesa
dì Cristo c’è la libertà di Cristo: libertà
c è data per amare e servire il Signore
nella «persona dei fratelli. V«oi siete chiamati a libertà: ma non fate della libertà dell’Evangelo una oacasiottie di peccato. Servite il Signore con gioia. Cercate la vostra gioia neU’ubbidienza alla
.Sua Parola. E voi avrete trovato allora
ciò che molti oggi cercano affannosamente senza trovarlo: il significato, il
senso, lo «scopo «della nostra ■vita.
E «concludo. C!on«cludo con un augurio
fiiatemo e sincero. Domando al Signore
che il « «sì » die voi pronunzierete pos-sa veramente «e^«ere per ciascuno «di voi
il « sì » della fede. E che quel Dio che
,in questo giorno per voi benedetto vi
ripete ancora una volta: « Non temere,
Io ti ho riscattato, ti ho chiamato per
nome: tu sei mio», vi attiri a Sè, vi
mantenga «sempre nella Sua comunione,
vi idrcondi sempre con la Sua. grazia
onde in Lui le per Lui voi diventiate,
nessuno escluso, quei servitori vigilanti,
fedeili e «consacrati della quale oggi, la
Chiesa di Cristo ha tanto bisogno. Amen.
E. Aime.
I l^iovani Esploratori
sono convocati in isiedute plenaria lunedì 16 p. v, alle ore 20.30 nella sala della Casa Unioniste «di Torre Pellioe, gentilmente concessa. 'Vi sono invitati tutti i ragazzi dai 10 ai 16 anni. Saranno
fatte importanti, comunicazioni circa la
ripresa di attività.
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-Voilà le grand mot de llhistoire du
miondlB, la seule solution de tous les
pffloiblèmes qui agitent l’humanité. ,Parcoi^z les priièrieB des Girecs et des Romains, interroi^ leurs aulbels ou écoutez les pulsations des artènes de ces
peuples, interrogez Socrate mourant, lisez les entretiens de Cîcérdn ou , les
chefis-d’oeuvne dles tragiques grecs, que
disent-ils? que signifient oes autels élevés au dieu inooinnu? quel est le sens
de tous ces sacrifices, le mobile qui
pousse les peupleis à connaître Dieu et
à se connaître eux-mêmes? qu’est-ce
qu’il y a de plus émouvant dans leurs
littératures? N’est-ce pas l’ardent désir
de résoudre le désaccord qu’ü y a dans
le monde, l’anta^gonisinie qui se trouve
dans la nalture, parce qu’il est dans
cœur de rhomme le ibesoin d’une réconciliation? Les victimes humaines offertes en sacrifiqe ipar le monde païen sont
bien faites pour ncus montrer que l’âme
humaine cherche et désiire la réconciliation avec Dieu.
Combien il est instructif de jeter un
coup d’œil sur rhistoire intérieure de
l’homme à travers les âges et dans tous
les pays pour connaître les profondeurs
de l’âmje humaine. Cela nous aidé à
comperende Luther et à e3q>liquer les incessants combats qui se livrèrent dans
son cœur, quand, dans sa 'oellule de moine et au Tcdlieu de mortificatians douloureuses, il s’écriait en embrassant la
croix: mon péché 1 mou péché ! C’était
là le cri. de la conscience tourm’antée
qui lest en nous le témom et le juge inflexible et qui n’épargne pas ses coups
pour nous rendre attentifs à sa voix.
Comme le sourd rangement d’rm ver
que les mortifications n’ont pu tuer,
comme le crépitemient d’une flamme que
toutes les pénitences n’ont pu éteindre,
ce désir intérieur et mj^térieux se traduisait par ces nwrts: je dois arriver à
être réconcilié avec Dieu.
Î^Mifugîo dal Bruaird per dd vieirui da
^ ;i'Âibbio O dàl ^TOar,
íiÁfugio dello Colonia per chi giunge
<la Torre a Piamprà.
Bfic dei Barnm pp®r chi ««riva
** *
il ne nous est pas permis de
c6tés, de notre frère. V^iu pour abattre la muraille qui s’élève entre l’homme et Dieu. Jésus est venu aussi pour
que s’écroulent les murs de séparation
qui parcfuent les honomieB en groupes
rivaux et hostiles. Une même volonté,
un même étemel dessein d’amour ouvre devant nous la double perspective:
une humanité réconcfilée avec Dieu,
une humanité dont les membres soient
réconciliés les uns avec 1^ autres.
Loin de résoudre les problèmes, les
guerres en créent de nouveaux et oe
n’est quje dans une attitude de compréhension mutuelle qu’on peut les afconter et len ohendher ensemble la solution,
dans un esprit d’entente, dans le respect du droit à la vie qui n’est le monopole de personne, ni race, ni .peuple,
ni dasse sociale, ni individu.
On nous a inspiré la haine pour ceux
qui n’avaient pas la couleur de notre
peau ou la forme de notre nez, pour
ceux qUi ne partageaient pas n<» vues
ou n’appartenaiient .pas à notre clan Le
mcanent est venu de renverser les barrières et de reconnaître, xme fois pour
toutes, que par-dessus les différences
superficielles qui les caractérisent, les
hommes forment une seule unité, étant
soumis aux mêmes lois de la nature,
possédant les mêmteis. besoins fondamentaux, les mêmes aspirations primordiales à la vie.
L’étang est dans la forêt le seul point
de ralliement de toutes les bêtes que
leurs insticis et la lutte jMur l’existence
éloignent les unes des autres; quand
tout les sépare, l’instinct fondamental,
le besoin impérieux les ramène à cet
uniqjue but que toutes cherchent ensanble.
L’unité des hommes n’est point dans
une alllanicie apparente l^asée sur des
besoins passagers; la seule fraternité
essentielle et définitive a sa source dans
les seuls besoins profonds, dans ces besodm déftnitiis de pardon let de récondliatiion qui constituent le sens même
et le but de la vie.
— Parce que nous sommes convaincus
de l’i^té fondamentale de la famille
humaine, nous savons que le mot d’ordre doit être aujourd’hui plus que jamais: récmoHiiation.
Plus que jamais., puisqu’aujourd’hui
les hommes pleurent sur leurs ruines
matérielles et morales, faute d’avoir
méconnu leur unité
Il est question d’épuratioh, un .peu
partout en Europe: il est juste .que les
criminels soient mis hors d’état de nuire, la société a le droit de se défendre
contre toutes lies foroe® antiBoicjales,
mais cela n’emjpêche que l’esprit de réconciliation doit inspirer les ¡rapports
entre peuple et .peuple, entre famille et
famille, entre homme et hommie.
La brutalité et la viotence doivent céder le pas à l’amour; les imiains doivent
se tendre, non dans l’attitude de la menace, mais pour s’unir diana la volonté
sincère de coHaborer, dans la réconciliation et sous le regard de Dieu, à la
reconstruction d’un monde dévasté.
^ Alb. R.
Ìp da. Torre via Colletto Rabbi, bivio sot* to'Rocca Boudet, Eric dèi Banditi,
«oc.
Federazione Unioni Valdesi
Convegno a Rorì ■ 29 LaRlio 1949
M^Rifugrìo Moulouire per chi arriva da
't i Twre, Colletto Rabbi. Tribodetto. Pis;ijv ®ai€s. Oppure Lusema, Ponte Veo*
‘..®'chia, Pissaiies, eoe.
.JK* Rifugio Maret da LuSema, Ponte
¥/ yecchio, Pucinei.
ro Rifugio Rußcas per i primi arrivati in
paese.
• £7° Rifugio del campanile per i primi ar^ vati in palese.
0 Per i rifulgi 1. 2, 3, 7, è indispensabile
una lampadina o una ioandiela. Gli itine^rari 1, 3. 4. saranno tracciati con chiazf
^ ze di calce.
I premi:
1° « Sri Sorelle Valdesi
2° « Gio
II Capogiuppo della F.U.V. ha predisposto un Convégno Giovanile a Rorà
per domenica 29 luglio.
La giornata avrà inizio con una gara.
I miembri delle Unioni sono invitati a
salire a Rorà isieguendo .degH intinerari
che toccano dei Rifugi nei quali troveranno dei mazzi di fiori con dei buonipremio. Naturalmente i rifugi che han
tutti servito a nascondere dei Rorenghi
o dei partigiani duTEmte i rastreOlamenti di triste memoria, non sono sempre
<1 facile accesso e richiedono ora l’abilità delle talpe ed ora quella dei rocciatori. In compenso i premi mieriteranno la fatica .poiché saranno costituiti da
volumi di indubbio interesse pei giovani. Ecco l’elenco dei rifugi:
/ ventù Valdiese»; 3° « Paola»; 4° « StoValdese » ; 5° « Bieppino » ; 6° « Sto0rÌ3L Valdese»; 7° «•£" la 'Casa un Paradiso ».
La ’distribuzione dei premi avrà luogo nel pomeriggio ai portatori dei buo^
|ni corrispondenti.
Ricordiamo che l’ultimo teimine .per
i la prenéfazione par la polenta di miezizogiomo è quello del 22 luglio.
Il seguito’ del programma .al prossimo
■snumeio.
A Dio piacendo, ned giorni 26-29
sto 'avrà luogo a S. Germano un
Corso di preparaziODe per Dirigenti
§L I giovani chd hanno im posto di re. sponsabilità e di direzione nelle Unio\ni cerchino di essere liberi per quei
Jgioi ni, in modo da poter parteoipiaire a
’ tutto il Corso.
.,.i ’Quanto prima uscirà il programma.
PEtLlCE.
BO«BIO
culto diri 1» luglip-è riato prerie- *dutoj dal pastore G. E. Medile, al quale
esprimiamo ancora la nostra riconoscenza.
— AI Convegno Giovanile dei Garniers han partecipato un gran- numero
di Bobbiesi, giovani e adulti.
— La famiglia di Giuseppe Ge5anonat, del Capoluogoi, ha avuto il dolore
di perdere la sua Nellita, deceduta in
età di 19 mesi. Vivissime condoglianze.
— Sono felicemente tornati dalla
Germania gli alpini Severino Pontet e
Steiano Favat. Ad lessi il saluto fraterno della Chiesa. R.
SAN GERMANO CHISONE
Abbiamo ripreso le Riunioni all’aperto, Ne terremo una pgni domenica quando non vi sono altri impegni, a condizione che gli uomini ■di ogni quartiere
vi partecipino e non vi intervengano
solo le donne ed i fanciulli. Si raccomoda a tutti di 'portare l’Innario cristiano. Avviso .della riunione sarà daito
dal^ ipulpito la domienica precedente e
sarà affisso all’apposita tabella fuori del
tempio.
Il 12 giugno ha avuto luo.go il funerale. partendo dalla sua abitazione
estiva della PBssa (Inverso Porte), di
Paolo Long^ di anni 63,. che da parecchi mesi aveva salute malfenha. Egli
era s^o per alcuni anni diacono del
quartiere dei Martinat. Alla sua numerosa famiglia rivolgiamo gli ineoraggiamenti della fede, e le lespressioni della
nostra simpatia.
La Società di Cucito, presente un
bel numero di componenti, ha celebrato con una .festicciola famigliare, il cui
centro era il culto, il suo ritorno nella
Sala Occupata per tanto tempo dai tedeschi,
■ Il ictilto del 24 giugno è stato pre-,
sieduto dal dott. pastore Alberto Ribet,
reduce ■dai suoi campi di lavqro della
Toscana. Ci siamo molto rallegrati di'
vedere e di .udire un figlio della nostra
parrocchia che è stato molte volte in
pericolo colla sua famiglia e che ha subito nel suo alloggio pastorale perdite
sensibili.
_ — La Sàia delle Attività che ha servito per uffiicio tecnico della difesa contraiereia del ViUar, che ha visto lauti,
baiwhetti. le che ha poi servito per deposito di, anni, ha nuiovamente visto il
sorriso dei bimbi delVAsUo e il sorriso
1^. mamme compiaciute di veder re- ,
Saggio di chiusura.
E’ stata applaudita come sempre la
tanto’ 'buona maeistra Lisetta Rostan.
— Ha ricevuto domienica scorS'a. il
sacramento del Battesimo, EMe Peyronei di Corrado le di Emma Pone. Alla
cara bimba e a quanlti l’amano gli auguri di una vita felice consacrata al
Signore.
E’ questo il primo Battesimo dopo il
1° ottobre 1944. Ora che non vi son più
spaventi di bombardamenti .e rastrellamenti tutti i bimbi che ancora non hanno ricevuto il segno del patto d’amore
di Dio con gli uomini in Gesù Cristo
vorranno venire al tempio a consacrare
al Padre Celeste i fi’gli ch’EgH ha. loro
concesso. Non s’aspetti di ¡poter fare
degni festeggiameniti. altrimenti dovranno ancora passare mesi ed anni.
La cosa principale non è il banchetto,
e neppure rofferta alla Chiesa, ma il
dono del cuore a Dio e la .promessa di
educare i figliuoletti nelle vie della vera
pace e della vera felicità indicate da
Gesù.
TORINO
In questi ultimi tempi è stata svolta
una intensa opera dì collaborazione cristiana fra le Chiese eva.ngeliche di Torino e .gruppi di militari evangelici appartenenti alle forze armate alleate di
stanza a Torino o nei dintorni.
swa diel 11 2 giugno ebbe luogo il
primo incontro nel tempio valdese di
Co.rso Vittorio. Il pubblico, composto di
evangelici italiani ed alleati, .oltre a non
pochi estranei gremiva letteralmente il
tempio. NeH’abaide insieme con i Pastori della città, sedevano anche diversi Cappellani miUtairi americani.
Il culto ebbe inizio in un’atmosfera
di alta Epiritualità col .canto dell’inno
« Restai con me, Signore il di declina »,
canltato dalil’imponiante assemblea, in
italiano e in inglese. Dopo un messàggio del pastore Rostan. furono uditi i
messaggi di un Colonnello amerdcaiio e
di due Cappellani, riassunti in italiano
dal pastori Eynaird e Paschietto. Un
greppo di militari, foocmanti tuia piccola Corale, diiediero il loro contributo alla
solennità della riunione col canto di un
inno, mentre altri militari, dotati di
un’ieccellente voce, cantaTonò un duetto
e un o salo, seguiti dall’assfemiblea con
intensa emoizìone.
Ài tiWitflfcie <ìéi cuJto ebbe luogo, nella GNAa d’efe. gioifenitù. tmlÉltra riunione
»pillata ida sentimenti .fraternamente
a pastore Jahier. di ViUar
Ptsfiace, una serie di magnifi
che fotografie deUe Valli e, per invito,
di un Cappellano, venne fatta' una abbondante colletta a favore doU’ospe^le evangelico, sinistrato dai bómibardamenti.
Sempre in‘tema di ooUaboitazione cristiana. dobbiamo ancorai dàxia chie, donuentoa 1° lugUo, sei culti si'Sono succeduti dal mattino alla sera nel tempio
di Corso Vittorio, due in Mngua italiana, tre in lingua inglese, uno te,lingua
atfriioana. Se a questi servizi rel%iosi si
aggiunge il culto per radio, ci s’accorge
ohe Fattività evangeUm te' città è stata
notevole.
Durante il 'pulto mattutino del 1° luglio. abbiamo avuto la visita gradita ed
apprezzata della Corale di Lusema San
Giovateti. neUa quale abbiamoi notato
parecchie signorine te’ icostume valdese Dopo un saluto del Pastore, la Coràlie, dir-etta diaj sigmor G. Albarin, ha
cantato con grazia ed effetto due inni,'
uno in francese. Faltro te italiiaho.
Ringraziamo la Corale di S. Giovanni per questa visita inattesa e auguriamo dì poterla udire qualche altra
volta, ben siapendo che il canto sacro è
una delle più belle .manifestazioni di
fede e di vita .cristiana.
Alle ore 19.30 di quello stesso giorno
ebbe luogo un .culto di comunione e di
confermasiorne di un.a trentina*di militari sud-africani. Il Cappellano, il quale già al culto del mattino aveva aissistìto il Pa^re nella, celebrazione della
S. Cena, rivoisie ai suoi soldati un messalo ispirato alla panabola del fi,gliuol
prodigo; quindi, assistito da uno dei Pastori di Torino, consegnò loro il certìficato di confermazione e ’distribuì la
S. 'Cena.
La Corale di Ibrino, invitata aUa cerimonia. Vi partecipò col canto di due
mm.
.StempT’e in .quest’ordinie di idee accenniamo .brevemente tal Convegno della
gioventù •emngeMca di Torino tenutosi
te e-era ^1 28 .gìt«gno nella Chiieisa battista dì Via Passalacqua. Dopo un messaggioi introduttivo del Pastorte Rostan,
abbtemo ¡ascoltato i .brevi mietssaggi so
i^esa Valdese, da un giovane della
Chiesa Battista, da un soldato e 'da un
Cappellano amarrano, già ufficiale del1 Esercito della Salvezza.
Si è cantato con. .entosiasmo, si è trascorsa un’ora dì buona comunione fraterna. è stata fatta una sana affermazione ecumenica che chiediamo a Dio di
benedire per l’intensità della vita religios'a delle nostre chiese.
Infine, ricordiamo la bella serena intima riunione di lunedì sera. 2 luglio,
nella Sala della Gioventù, nel .corBO del- .
te quale il Cappellano sud-africano e
una tnanttea di militari, inseme ai membri della Corale dì librino, diedero il
loro fraterno saluto ad un giovane miMare, convertitosi al Signore durante
questa guerra od ora alla vigilia della
sua partema per il paese natio, dove
inizierà gli studi teologici 'per consacrare la 'Sua vita al servizio del Maestro.
'Siamo .graiti a Dio per le opportunità
che EgH ci offre di fraternizzare con altri credenti,, nel nome del comune Redentore. La ricostruzióne moirale e te
'p^ce del moneto riposano ,anche, lo sentiamo profondamiente, sullo spirito fraterno. sulla fedéle teistimonianza dei cristiani, al di sopra di o^ti! ’barriera nazionale o eod^aistìica.
E’ deceduta te una clinica della
città la signora GiUilia Eynard ved Peyrot, di .anni 75.
Partecipdaiim con viva simpatia al lutto della famiglia così provata, te questi
tempi .e diciiiamo a quanti sono
afflitti il .nostro fraterno, cristìiano inco.raggiamento.
VILLA» PELLI GB
Annunem. Domenica 13 corrente alle
ore 15, nel castagneto del Toynaud avrà .
luogo — Dio permettendolo — una riunione durante la qiuale ci rivolgeranno
importanti .messaggi allcunì fratelli laici
della comunità valdese di Torino e un
bel greppo di soldati evangelici sudafricani, iguidati dal (pastore dott. E, Eynard e 'da un Càppellatiio militàre sudafricano.
Chiediamo fin d’ork al Signore di (preparare e benedire questa riunkttie fllia
qru.ale tutti e in moto particolaTe. tutti
i giovani sono fraternamente invi'tati.
Past. Dott. ALBERTO RICCA, Direttore
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