1
Anno LXXVII
Torre PelHce, 21 Febbraio 1947
N.7
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L'ECO
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Nulla sta più forte della vostra fede
(Gianavello) DILLA
ABBONAMENTO ANNUALE E SEMESTRALE
Italia . Lire 250 150 Francia Franchi 250 150
Svizzera . Franchi 4 3 Stati Uniti Dollari 2 1,25
Ogni cambiamento d'indirizzo costa Lire CINQUE - La copia Lire CINQUE
Rlg'uardatc alla roccia onde foste tagliati
Isaia Liti.
REDAZIONE : Via dei Mille. 1 - Pinerolo
AMMINISTRAZIONE : Via Carlo Alberto, 1 bis - Torre Pelile«
I
g
H
Quardiamo
all’essenziale !
E' una hanaliià. forse, ma ad essa dobbiamo rifarci, dapprima : « La creazione geme
insieme ed è in travaglio h. Tutti sono in preda a tristi pensieri e ad oscuri presentimenti. Dall’estrema destra dei credenti fino all’estrema s'inistra degli increduli, è un gemito
universale sopra Tinfelicilà dei tempi.
Tutto questo lo sappiamo e come! ma quel
(he i più non sanno o volatilmente ignorano,
è l'origine di questo lamentevole staio di cose. E' desolante il constatare come, nella ricerca d’una diagnosi al male attuale, il mondo, e. molti credenti con esso, vada tanto a
¡astoni e non riescii a trovare il rimedio alla
crisi tremenda che scuote la società contemporanea.
Tutti si spalleggiane la responsabilità degli
avvenimenti e del disagio generale. — Eppure dei responsabili ci sono : delle leggi sono
siate violate e c’è un interdetto da scoprire.
A sentire i più, quell'interdetto è facilmente reperibile. E' il fascismo, il comunismo, iì capHalismo.-. e vi faccio la grazia di
tante e iante soluzioni deìl'annoso problema;
soluzioni ingenue quanto superficiali ed inniili.
No, bisogna scavare più profondamente ed
arrivare a soluzioni meno facilone.
La responsabilità del disordine universale
è da ricerdarsi nello stato della creatura in
rivolta contro il suo Dio, nella tragica realtà
del peccato. Lì, è la causa dei male. Finiamola con le spiegazioni derisorie con le quali
si vuole gabbare la verità, e, di grazia, chiamiamo le cose col loro nome. Non mascheriamo il peccato con espressioni roboanti di
pnliiica e sociali.
Dietro i disordini, ìe rivoluzioni, i saccheggi, la borsanera, il malessere generale in.
somma, vi è il fatto dei peccato umano. E.
siccome l’umanità è composta di esseri peccatori, questo è quanto basta per illuminare
la nostra situazione e per metterci dinnanzi
ad un dovere preciso e personale: La lolla
contro iì peccalo e, più precisamenle, contro
il mio pecoato
Una dura constatazione
Qui deve farsi strada una dura constatazione. Ef al cuore dei singoli che bisogna
mirare, al cuore mio, ai cuore vostro, cari
lettori.
Perchè quando si parla di peccato, incorriamo facilmente in un errore di visuale.
Facilmente invochiamo le fatidiche bisacce
che Giove impose ai mortali. Facilmente afferriamo e facciamo nostra la stupefacente
proclamazione di giustizia che le volte del
tempio di Gerusalemme hanno udita ; a Oh
Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini » e lasciamo nell’ombr,a quelValIra : « Sii placato verso me, peccatore».
Dura verità, ma verità! Per stabilirla me
ne appello, cories’i lettori, alla vostra esperienza. Potete voi ripetere sinceramente quel,
la preghiera del pubblicano dall'accento
così personale?
Voi convenite certamente che l'uomo non
è buono di natura. Riconoscete - perchè siete
imparziali fino a questo punto - che lutti hanno k loro debolezze e che voi non siete una
eccezione. Lungi da voi il contestare questa
oolpevolezza universale. Ma se noi ci permettessimo di insistere su quel che vi concerne in modo speciale, se noi vi parlassimo
di condannazione in nome della legge di Dio
che voi Irasgredite ogni giorno, non solleveremmo forse un coro di proteste indignate ?
Eppure è da lì che bisogna cominciare; è
colla prima persona del singolare che deve
farsi questa confessione di peccato.
C’insegna il fìgliuol prodigo, nella sua miseria.
Duitante le tristi tappe del suo allontana,
mento, il sentimento del suo peccalo non lo
sfiora neanche, ma quando, seduto in mezzo
al suo immondo branco, quel sentimento si
fa strada nel cuore, lo fa scattare in piedi
e confessare il suo peccato.
Con la buona soluzione al suo travaglio,
il figliuol prodigo ha irovato anche quella del
mondo nostro coniemporaneo al formidabile
suo travaglio. I sociologi possono architettare
p'iani poliennali di ricostruzione del paese e
di risanamento delle finanze, i ministri di stato emanare decreti su decreti, il figliuol prò.
digo ha ragione lui a preferenza di loro e
vede giusto, lui. |
E vedeva giusto anche M. Lutero. E' una
beila figura la sua, quando, dinnanzi alla \
D'ieta di Wornis, al delegato pontifìcio, al- \
Timperalore stesso, egli si erge e grida il I
suo: Non posso altrimenti! \
Ma come è più hello e più grande, quando \
nuovo figliuol prodigo, egli grida dal suo
convento la sua angoscia : Oh! il mio peccato! ,
Il mito peccato! C'è in quel suo grido già
prefigurata la sua liberazione. C'è, in ogni
caso, la forza che portò alla vittoria la Riforma Protestante.
Convinzione profonda ed assoluta del proprio peccato, atto di fede nell'aiuto di Dio,
ecco le tappe iniziali di questo dopo guerra
tanto travaglialo, se il mondo vuole rialzarsi dalle sue rovine, ritrovare nuove vie e
nuova ragion d'essere.
LI è l'essenziale. Prima di tatto il grido
dèli’angoscioso tormento: Ho peccato!
Il resto, lo farà Iddio! E, T.
S’ils n’ont PAS conscience de la bonté divine, les peuples piétinent sur
place et tombent en décadence. Mais
à travers le christianisnie, en dépit
de tous les sermons sur la damnation
et l’enfer, filtre toujours la conviction que Dieu nous aime. Là où le
christianisme pénètre, il n’y a plus
de trêve: la question religieuse finit
par l’emporter sur la question nationale. Il n’y a de progrès parmi les
peuples que là où Jésus habite ; là
où la bonté divine se manifeste, l’homme reprend vie.
CÂ. Blumhardt
sto miracolo, dal quale dipende una rico.
struzione solida e durevole dell’Eurqpa.
La redenzione dell’individuo non può andare disgiunta dalla redenzione dell’umanità.
1! valore e la dignità di ogni opera umana dipendono in ultima analisii dai due principi
basilari deH’Evangelo: la paternità divina e
la fratellanza umana. Ai cristiani del nostro
tompo incombe l’obbligo di dimostrare al
mondo che il miglior lavoro può essere compiuto dagli uomini migliori.
Francesco Peyroncl
T A B L E U X
BIBLIQUES
La nobiltà del lavoro
Se l'ozio è il padre di tutti i vizi, il lavoro
compiuto con intelligenza e con amore, non
per egoistica brama di lucro o di privilegi,
ma per spirito di solidarietà verso gli uomini e di riconoscenza verso il supremo datore di ogni bene, diventa una ricca fonte
di benedizioni per l’individuo e per la società. Anche sotto l’aspetto puramente utitilitario, l’attività volonterosa e giuliva è un
grande fattore di equilibrio, di benessere fisico e di felicità : essa sviluppa le energie
e le capacità, diventa il migliore conforto nel
dolore, i! più efficace rimedio contro la noia,
che, nata dal vizio, cerca inutilmente fuori
di sè. nelle distrazioni, ne) giuoco, nei futili piaceri o nelle vane conversazioni, un rimedio alla vacuità che l’opprime.
11 lavoro del braccio diretto da una intelligenza sveglia e da una coscienza retta si
eleva alla dignità di una vocazione morale,
non meno di quello della mente e dello spirito, riempiendo la vita d'una gioia serena,
e preservandola dalle volgarità, dai turbamenti e dalle fastidiose molestie a cui conduce la vita disoccupata e distratta. Dopo la
fatica, grato è il riposo, non come cessazione da ogni attività, ma come preparazione
fìsica e morale per altre produttive occupazioni ; perchè ana vera letizia può albergare ne! cuore deU’uomo soltanto mediante
l esercizio normale delle sue facoltà corporee
e spirituali. Bisogna quindi amare il lavoro
come un compito provvidenziale che assimila
l'attività dell’uomo alla prodigiosa azione
creatrice della Divinità.
Non vi è nessun genere di lavoro, anche
umile, pesante, arido e prosaico, che fatto
onestamente, con amore e con una certa genialità, non offra allo spirito una qualche attrazione e non contribuisca all’evoluzione di
chi lo compie. La maggior parte di coloro
che lavorano, ha detto con ragione un medico di spirito, non amano nè il lavoro, nè
l'umanità che .ne dovrebbe essere beneficata,
perciò non progrediscono nel loro mestiere.
Essi limitano la propria attività al minimo
possibile, con Lintento di guadagnare il più
possibile. Questo significa uccidere il tempo,
sciupare i propri talenti, beffarsi di Dio ed
ingannare gli uomini.
Il lavoro umano deve dunque essere redento dairavvilimento della prigrizia e dell'inganno non meno che dallo sfruttamento
de) capitalismo senza scrupoli. La terra può
offrire lavoro per tutti e pane per tutti quelli
che vogliono contribuire al progresso ed al
benessere dell’umanità. Se chi non può lavorare deve essere assistito dai propri fratelli,
è pure ovvio — come dice l’apostolo — che
chi (( non vuole lavorare » perde il proprio
diritto alla vita, perchè si pone fuori della
divina legge del progresso, diventando il paras.nta deirumanhà.
legge naturale. E se nei suoi colpevoli comprorrressi col mondo, il cristianesimo è spesso venuto meno allo spirito ed alla lettera
del Vangelo, ciò non può infirmare il valore
eterno del suo messaggio liberatore. L’epoca
del padrone e del servo è passata : si va ver.
so nuove forme di libertà e di dignità umana, che metteranno in valore non la forza
del potere e della ricchezza, ma la qualità
degli uomini e le loro capacità produttive
in tutti i campi, non il prestigio e la ragione
del numero, ma le virtù tradotte in opere
ed il grado di elevazione spirituale degli individui e della società. I cristiani devono compiere il loro lavoro non come degli schiavi
deH'Ellade o di Roma, ma come degli uomini .liberi, che spendono i loro, talenti e le
loro energie non per arricchire sè stessi od i
loro padroni, ma per assolvere degnamente
la loro missione al servizio dell’unico Signore di tutte le cose.
Redenzione dell’egoismo
Ma la liberazione del lavoro umano da ogni forma di sfruttamento e l’elevazioine del
lavoratore alla sua vera dignità di collaboratore di Dio nell’opera della Vita, non possono andare disgiunti dall’emancipazione delle coscienze dalla servitù delFegoismo- Il
Verbo di Cristo rettamente inteso e coraggiosamente vissuto può tuttora co'mpiere que
So,yez bénis pas l'Etenel, qui a fait
les cieux et la terre! Psaume ILS: 15
La première partie de ce verset — Soyez
bénis par l'Eternel —- est imprimée en carac.
téres d’or au bas d’un tableau biblique, qui
représente un robuste chêne se dressant majesteueux sur le flanc d'une montagne. Au
deuxième plan, on voit des sapins qui démontrent, par leur inclinaison, que le peintre a voulu reproduire une cime balayée pyir
un vent impétueux: une traînée de nuages
court en effet le ciel en ce moment, et
l'ensemble vous donne l’impression qu'un ouragan approche. L’auteur a bien soigné les
détails de son ouvrage: dans le chêne, ríen
que le sommet a l’air de plier sous l’action du
vent, tandis que le tronc demeure inébranlable. comme s’il voulait défier la tempête
imminente.
La robustesse du chêne est proverbiale;
probablement, le peintre n'a pas conçu son
oeuvre en s’inspirant au texte biblique que
L'On y a ajouté, et la personne qui a choisi ce
texte n'aura pas songé à ce que le tableau
représentait. Quoi qu’il en soit, la vigueur
du chêne est bien celle de l’homme
qui est béni par l'Eternel.
Lorque Ja tempête se soulève, il n’est pas
vrai que le chêne ne l’aperçoit même pas:
ses dernières branches en sont ployées, et
si le déchaînement des éléments est plus
furieux, les plus faibles peuvent même en
être brisées; mais le tronc et les branches
principales demeurent fermes. De même,
ceux qui sont bénis par l’Eternel ne sont pas,
par là, réfractaires ou insensibles aux tempêtes ■ ils peuvent en souffrir, et, en tant qu'ils
sont des hommes. Us le doivent, mais ils sauront résister au tourbillon de l'épreuve autant
qu'au piège de la ienlation, et ils ne se lais,
seront point abattre comme une plante à la
faible tige et aux racines peu profondes.
emm. t.
La dignità cristiana del lavoro
1! Cristianesimo ha elevato il lavoro fìsico
ad una dignità che non era stata mai raggiunta, in una società in cui la schiavitù appariva, anche agli uomini onesti, come una
Due settimane sono trascorse dalla pubblicazione dei nostro primo commentario poliiico. Lo chiudemmo con la notizia dell’opertura della crisi ministeriale, auspicando una
soluzione che desse bene a sperare per il fu.
turo immediato dell'Italia.
Purtroppo ci tocca ópnsintare oggi che
ancora una volta la montagna ha partorito il
topo. Dopo tante affermazioni intransigenti e
tanti programmi di radicale rinnovamento dei
vari capipartito, dopo tante iravagUaie consnìtazioni, si è ridiscesi ai patteggiamenti ed
ai compromessi, si è dato vita ad un nuovo
governo che ha le stesse caratteristiche del
precedente, salvo lo scambio di qualche portafoglio e la concentrazione dei dicasteri militari in uno solo della difesa nazionale
Dal che si deduce che non è sufficiente il
cambiamento o meglio lo « scambio » di
qualche ministro per affrontare l'auspicata ri.
costruzione : manca l’elemento essenziale, e
cioè la trasformazione delle coscienze, il rinnovamento interiore degli spiriti, nel popolo
e nei suoi rappresentanti. M\a questi non
han trovato di meglio, di fronte alla crisi della produzione e dell'alimentazione, di fronte
; alla tragedia del trattato di pace, che trasfor
inare Moniecìimio in una piazm da fiera,
piena di gazzarre e di tumulti.
Il progallQ
della nuova cosliluilona
Intanto è stato completato il testo del prò.
getto di Costituzione, elaborato dalla commissione dei 75, che sarà sottoposto nei prossimi giorni all'esame ed all'approvazione dell'Assemblea Costituente (non sarebbe augurabile anche un referendum, popolare? n. d.
r.). Consta di 134 articoli più sette contenenti disposizioni finali e transitorie. Nell'impossibilità di esaminarlo lutto, ci limitiamo
oggi a riportare e commentare in breve le
norme che ci interessano in quanto comunità
evangelióa.
Così all’art. 5 leggiamo -. « lo Stato e la
Chiesa Cattolica sono ciascuno nel proprio
ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi... Le
altre confessioni religiose hanno il diritto d'ì
organizzarsi secondo i propri statuti, in quan.
lo non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano. I loro rapporti con lo Stato sono
regolati per legge, sulla base ài intese, ope
2
L'ECO delle valli valdesi '
'ÿ
lo richieggano, ¡èon :fc toro ra^re^tome )>-M
Tutti sanno cosa si0tìflchi questa ^isposi-%
zione : speravamo ben altro, dalla nuova de-^
tnocrazia italiana! Nè vale affermare all'art.',
16 : «Tutti hanno dititìo di professare lih©>
ramente la propria fede religiosa, in qualsiasi forma individuale ed associata, di farne
propaganda e di, esercitarne in privato ed in
pubblico atti di culto... »,ed all'articoio seguente parlare di principi libenali in tema di
culto.di eguaglianza e di parità tra le confessioni, se mantenendosi in vigore i paiti
Luteranensi si perpetua una situazione di pri.
vilegio della Chiesa Cattolica nei confronti
delle altre Chiese!
Riconfermalo .all 'art. 26 il principio cristiano dell'indissolubilità del matrimonio e dell'unità della famiglia, il nuovo progetto detta
agli articoli 28 e 2f) le norme relative all'Organizzazione ed alla funzione della scuo.
la ; « La Repubblica organizza la scuola in
tutti i suoi gradi mediante istituti statali : riconosce ad enti ed a privati la facoltà di
formare scuole ed istituti di educazione »•
Queste ultime, se chiedono la parificazione,
sottostanno <a determinate disposizioni di legge intese ad assicurare « a parità di condizioni didattiche, parità di trattamento agli
alunni ».
Art. 29 : « La scuola è aperta al popolo.
L’insegnamento inferiore, impartito per almeno otto anni, è obbligatorio e gratuito :
i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi
hanno diritto di raggiungere i gradi più alti
dell’istruzione ». Non si fa cenno al problema
dell'insegnamento religioso nelle scuole : dal
che si può dedurre che resteranno in vigore
al riguardo le stesse disposizioni che regolano
tuttora questa materia.
Questi problemi, come dissi, meriterebbe,
ro ben più ampia trattazione : ed aggiungiamovene pure altri che senza essere stretta,
mente legati a quello della convivenza religiosa in Italia, si prestano a considerazioni
in base a principi cristiani, quali quello della
proprietà, della regolamentazione dell'istituto
familiare, del lavoro.
L’esame di molti articoli del progetto si
presterebbe ad una feconda collaborazione
sulle colonne del nostro giornale da parte
dei lettori dell'Eco. Invitiamo sin d'ora tu{ti
a fctr sentire la loro voce ed a portare l'espe
rienza della loro vSa cristiana. SlsserÌf^fo-%
■^scieriti della propria 'posiziQine e détta propria^
” respònsabilità nel campo civile, sociale ed economico. è preciso dopeie^i ogni credente. -,
La firma dal trattalo
, Ala non possiamo chiudere oggi qpesta modesta rasségna Senza un dcceriiio amaro ad
una data -, il 10 febbraio. A Parigi, in quel
giorno, il rappresentante del Governo Italiano ha sottoscritto il trattato di pace. Cosi è
chiamato, infatti, anche se non è conseguenza di un reciproco accordo^ mm si presenta invece come imposizione di una soia
delle due parti contraenti.
dobbiamo avere il coraggio di denunciarlo
come un'offesa non solo al sentimento nazio.
Itale di Un popolo, ma sopratutto alla dignità
dell'umanità, e ad ogni principio cristiano di
giustizia, di fratellanza e di amore. E' indubbiamente una nuova vittoria di quello spirito
del male che si sperava fosse stato per sempre cacciato dal mondo attraverso la grande
espiazióne da questo sopportata. Oggi la vittima designata è la nostra Patria,, mutilata,
che tutti tentano di aggiogare ai carro di
vecchi e nuovi imperialismi, sii cui tutti sfo.
gano il risentimento e molti un desiderio di
vendetta. Domani potrà essere, un'altra nazione. Ma è il principio che offende, è la mancanza generale di uno spirito di comprensione cri.
stiano e dj pentimento collettivo, che preoccupa e rende angosciali gli uomini di fede e
di buona volontà!
Non è pace quella che caccia gli abitanti
dalle loro terre e dalie loro città, che li huttp.
terrorizzati, nella miseria e nella disperazio.
ne. Non è pace quella che toglie i cannoni ad
m vinto, non per distruggerli con quelli dei
vincitori, ma per distribuirli ad accrescere ìa
potenza di altri eserciti. ,
Si paria di un'inevitabile revisione del
trattato. Ma a che serve modificare una clausola? a che patteggiare, sulla carne e sugli
affé Iti dei popoli?
La revisiione va fatta nell’animo degli uomini ; di tutti, vincitori e vinti, tutti egualmente peccatori. La potranno compiere sol.
tanfo la grazia e l'amore di Dio, se i cuori
si apriranno al pentimento e le labbra chiederanno perdono.
e. s..
RISPOSTA ALLA
LETTERA APERTA
DEL SIG. RINO BALMA ALLA
UNIONE DI TORRE PELUCE
La « Lettera aperta ai giovani Valdesi di
Torre Pellice » ha. provocato una vivace risposta da parte dell'Unione Giovanile locale. La pubblichiamo per dovere di imparzialità e ci auguriamo che il contrasto di
idee avvenga sempre sul piano della fraternità
cristiana e del rispetto reciproco
Red.
Caro Signore.
non è nostra intenzione polemizzare con
Lei intorno al criterio che ha informato la
scelta della nostra sezione filodrammatice
per la recita del 17, nè cercare le ragioni
che possono averle suggerito di spezzare una
lancia contro l'Unione di Torre Pellice.
Ma ai lettori dell'Eco dobbiamo una parola di informazione, poiché quelli che non
hanno avuto occasione di prendere parte alla nostra serata e non conoscono la recita incriminata, potrebbero, da quanto ietto sull'ultimo numero, aver tratto conclusioni inesatte.
Innanzi tutto la recita per cui Ella pare
non avere molta stima è stata scelta proprio
tra quelle raccomandate alle Unioni Valdesi
dal « Catalogo dell’Ufficio recito della F.U.
V. » di cui Ella fu il compilatore. In secondo luogo detta recita fu da Lei inclusa nel catalogo con un titolo diverso dal vero, tale da
rendere irriconoscibile il lavoro («Roba da
Matti » in luogo di « Il marito della Signora
malata ») e senza nome di autore, sicché il
CataJogo viene a rivelarsi, anziché un aiuto,
un tranello dal gusto un po' dubbio.
Quanto a noi il problema era questo ; avere
per la nostra serata dopo la tradizionale
« Scena Valdese » (di cui Ella mostra di
Ignorare la esistenza in programma) un lavoretto divertente, moderno, senza complicazioni sentimentali ed intrecci equivoci.
Il lavoro raccomandatoci da! catalogo della
F.U.V. ce ne ha fornito materiale senza che
avessimo a pentircene e senza scandalo di
nessuno, fuorché Lei. Va da se che. se avessimo avuto materiale adatto, avremmo preferito avere un po’ più lunga la parte valdese della recita e più breve la ifinale di divertimento, ma Elia sa meglk) di noi che tra i « drammi valdesi » i pochi rappresentabili son più
che conosciuti, mentre gli altri tra i quali
alcuni recenti, valgono davvero pochino, sotto più di un aspetto!
Ciò chiarito per rispetto ai lettori deH’Eao,
torniamo a Lei per pregark, se possibile, di
ricordare che, quando una Unione procede
d’accordo con il suo Pastore allo svolgimento delle sue attività, sarebbe desiderabile
che gli estranei si astenessero daH’interferire, salvo casi di gravità in cui venisse pregiudicato Mnteresse comune della Chiesa o
della F.U.V.
Senza dilungare; oltre, Le auguriamo un
lavoro proficuo nella sua Unione e cordialmente la salutiamo.
L'Unione Giov- di Torre Pellice
Un vecchio amico
che torna !
Molti evangelici in Italia sono .siati destati,
alcuni decenni addietro, allo studio dei problemi sociali dalla vivace e ben documentata
rivista di lingua fra,ncese « Le Christiapisme
Social ».
Dopo la dolorosa parentesi della guerra,
la rivista è riapparsa, sempre all'avanguardia
del pensiero cristiano in vista dell’attuazione
deU’insegnamento di Cristo nella vita sociale.
Nel comitato di redazione figurano tenaci
fropugnatori del Cristianesimo sociale in
Francia come Elie Gounelle, Georges Lauga, André Monnier ai quali si aggiunge l'attivo segretario Jacques Martin.
Questa rivista dovrebbe diffondersi in seno all’evangelismo italiano; dovrebbe essere
Ietta e studiata nelle adunanze giovanili! E
perchè non si creerebbe in ogni comunità
un centro di Studi Sociali?
Il numero di luglio (N. 3 della 54.a annata) contiene, tra l’altro, un messaggio di
Leonardo Ragaz (l’assertore del Cristianesimo Sociale in Isvizzera) su ; La Rivoluzione
del Cristo; un articolo di Jean de Rougemoni su Le vertigini del Destino; una documentazione di j. J.Buskes su a L'Olanda durante l’occupazione » ; uno studio di Denise
Rendu sulla libertà di stampa, altri articoli
vari ed una ampia documentazione sui problemi sociali e internazionali.
La rivista « sociale ed internazionale per
una società cristiana » deve penetrare dovunque ci sia un evangelico sollecito dei
problemi sociali, che possa leggere il francese. Il prezzo di abbonamento è fissato
in lire 500 annue. Una riduzione può essere
accordata a chi la richieda.
Inviare abbonamenti (sui C. C. P. n2-12889), chiedere numeri di saggio e informazioni per la Costituzione di gruppi di studi sociali, al rappresentante per l'Ifalia
Pastore ELIO EYNARD
Via Pio V, 15 TORINO
Recemment,-,Jdans‘Sne de nos e^ises, évt
lieu la bénédiction ¿ì’iin mariage. Pour jles
raisons pratiques,'la-cérémonie fut tenne le
dimanche matin avant le culte, et rassemblée était déjà à peu près formée lorsque le
p«t!r conege nuptial quitta la sacristie et traversa le temple pour se diriger à la sortie.
Les epoux étaient tous deux inconnus à la
congrégation, mais le public se leva à leur
passage en signe de salut sympatique ; seul
un homme resta assis, avec visible ostentation, sans doute par faux patriotisme, car l’é.
poux était un étranger et revêtait un uniforme.
Personne n’osera contesser que chacun est
libre dans ses opinions et responsable de ses
action, mais ne semble-t-i! pas que celui qui
se rend au culte devrait savoir se dépouiller des rancunes politiques et reconnaître
que le temple est comme qui dirait une petite zone neutre où les nationalités n’existent
pas? A quoi bon sortir de chez soi pour devenir partie d’un auditoire auquel on prêche
la fraternité, l’esprit de paix et ainsi de suite? L’attitude chauviniste est extrêmement
dangereuse : que Dieu veuille en préserver
nos églises, notre patrie et toutes les nations!
CRONACA VALDESE
In occasione del i7-2 è stato inviato il seguente
telegramma
Presidente Assemblea Costituente Roma
Partigiani ex-internati reduci Valdesi riuniti ricordare novantanovesimo anniversario emancipazione valdese protestano vivamente et amaramente
contro conclusioni lavori sotlocommissione su libertà religiosa intese avallare concordato fascista
soffocatore delle libertà per cui i nostri migliori
versarono loro sangue stop. Impegnano assemblea
a respingere onde libertà religiosa più sacra et
prima della libertà et uguaglianza cittadini non
vengano calpestate et costituzione italiana sia degna di nazione civile stop. Firmato Roberto .Malan
— Giorgio Cotta - Loris Bein.
C O M I ì A T O
E.N.1).S.I. DI TORRE PEU,K,E
ASSEGNAZIONE IN FIDA
DI VITELLE AMERICANE
Col mese di marzo, ctrnformemente alla convenzione fatta, vengono consegnate al Comitato
ENDSI di Torre Pellice, dai primi fldatari di
mucche americane, le vitelle che hanno raggiunto
i sei mesi di età, per l’assegnazione a nuovi fidatari,
Vist* le di*po»iiioni della Direzione Generale
iall'E.N.D.S.I. e premesso che la distribuzione
di dette bovine ha per scopo precipuo il mighora
ANGROGNA - CAPOLUOGO
Ruggero e Armando Pons, di Felice (Colletta) sono stati battezzati alla riunione del Martel, il 18
gennaio. (
— - Il 18 terminava la sua dolorosa giornata terrena Margherita Benech, fu Pietro, vedova di
Paolo Bertin, della Garsinera.
— 11 l.o febbraio Carlo Gaydou, dei Besson e
Lina Bertot, dei Malan inf. celebravano il loro
matrimonio nei tempio del Capoluogo, - 11 Signore benedica, circondi e guidi gli uni e gli altri
con la sua grazia e con le sue promesse.
— L’anziano Lanry Pons è stato rieletto nel suo
ufficio per li quartiere dei Pons.
— Nella prima settimana del mese hanno avuto luogo tre riunioni di evangelizzazione al Capoluogo ed al Martel, nelle due nostre più vaste
scuole. Son state ben frequentate, quella del Martel veramente affollata. I p.'istori Nisbet, Rostan,
Deodato ed Ayassot son venuti su ogni sera a due
a due e ci hanno portato un messaggio vibrante
ed una vivente testimonianza. Voglia Iddio che •
fedele messaggio delle sue sentinelle valga a ride
stare f'-a noi il ricordi» rieU’Eterno. A loro rivolgiamo un cordialissimo grazie per la loro apostolica visita.
— - Martedì 10 febbraio la nostra sorella Caterina Fontana del .lourdan ha compiuto i 100 anni :
è certamente la deeana di tutta la valle- Due
pensieri dominano tutto il resto della sua mente
e del suo cuore : il pensiero dei suoi antichi padroni eh'essa ha servii» con devozione e fedeltà
per parecchi decenni a Bergamo e dai quali è
sempre stata trattata con grande bontà ; ed il
pensiero del suo Dio. pensiero che si traduce in
preghiera per essere raccolta presto nelle celesti
dimore, poiché si sente stanca del suo terrestre
pellegrinaggio.
Centro CVanieiieo di Cnltnra
TORRI PELLICE
Doinenica 23 corr., alle ore 17, nella
Sala di Piazza della Libertà, il Prof.
LUDOVICO GEYMONAT, parlerà
sul tema
ComuniSmo • Crislianosimo
Tutti sono cordialmente invitati.
mento-{lei pati^morrio enotecnico del paeàe (tenendo anche contq dei d«wii di guerk subiti), si invitano uli allevatori valdesi intereasati a presenta-'
re.fle Ipro domande per iscritto, , corredate dalle
se|ueniì informazioni : ' Descrizione della stalla e
nufhero degli animalt- ivi allogati — estensione
dell’azienda e ripartizione delle culture — raccomandazione del pastore.
Le mucche americane della nostra regione sono
ripartite in 5 circoli; Torre Pellice, Luserna San
Giovanni, San Secondo ài Pinerolo, San Germano
Chisone e Inverso Pinasca-Pomaretto. Anche le
vitelle verranno ripartite per cìrcolo. L’assegnazione verrà fatta mediante sorteggio.
Coloro che verranno così sorteggiati come nuovi
fldatari hanno l’obbligo di entrare a far parte della
(( Cooperativa Valdese Allevatori mucche Americane I) e di versare la cauzione di L. 5000. assumendo tutti gli obblighi della convenzione stipulata
alla fondazione della Cooperativa.
Per maggiori schìarirhenti e per prendere visione della suddetta convenzione gli interessati potranno rivolgersi ai membri del seggio della Coo-perativa, fiduciari di ogni singolo circolo :
Poet Carlo — La Vittoria — Torre Pellice
Stalè Dino - - Bianchi — Luserna San Giovanni
Gardiol Alessandro — Rivoìra - S- Secondo di
Pinerolo
Beux Carlo — Gianassoni — S. Germano Chisone
Castagna Giovanni Clot — Inverso Pinasca.
Le domande vanno indirizzate impersonalmente
al <1 Comitato ENDSI » Via Angrogna, 12 - Torre Pellice - entro il 16 marzo 1947.
IL PRESIDENTE
ERMANNO ROSTAN, Direttore
y
Autorizzazione N. P. 356 dell’A. P. B
Arti Grafche » L’ALPINA >i - Torre Pellice
Le jamiglie PEYROT-POET ringrazitno vivamente per le espressioni di simpatia dimostrate
nell'occasione della dipartita del loro caro
Francesco Peyrol
Chiotti, 12 febbraio 1947.
Proprio quando il suo vivo desiderio di ricongiungersi ai suoi cari lontani stava per realizzarsi,
è piaciuto al Signore richiamare improvvisamente
a Sè
Felicita Carignane ved. PollExy
Con nel cuore la fervida speranza di raggiungerla un giorno presso il suo amato Salvatore ne
danno ì'anrninzio a funerali avvenuti le figtie
PIA e MARIA, il genero e i parenti tutti, che
esprimono il loro ringraziamento a quinti hanno
preso parte al toro dolore, e particolarmente u.
pastore sig. Deodato, alla sua Signora, e ai vich.
di casa per tutte le premure e attenzioni us
verso la loro cara.
«Più presso a Te, Signor, venir vogl’io ».
Luserna San Giovanni. 12 febbraio 1947,
La famiglia P. VfNAY ringrazia sentitamente
tutte, le persone che presero parte al suo dolore
per la morte del suo caro
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prof. Arnaldo Matan visita tutti i
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Torre Pellica