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LA BUONA NOVELLA
GIORNILE DELLA £\'A^6£LIZZAZI0?i£ ITALIANA
Seguendo la verità nella carità.
Efes. IV. I5.
PREZZO DI ASSOCIAZIONE
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fa Tirili iH Dffliio del Giornale, tUIi d«l le, I* li.
IilU proTiBei» prtMo HUi «li Uffiill posUU r«r
■CUI il ebe dirrtaa» tiiir« (dtìiU frtDCO
al l^inUor« della Baona Novella« au «luixuatl.
Airestero, ai seguenti indirizzi: Parigi, dalla libreria G. Meyrueis, rue Tron
chet y 2 ; fiinsYra, dal sig. E. Beroud libraio; Inghilterra per mezzo di fraoc^^bolli
ìoglesI spediti fraaeo al Direttore della Baona NorelU.
somiAnio
Tutta la Bibbia e non altro fuor della Bibbia. — La legge e l’Evangelo.
— Indirizzo del Sinodo Evangelico dei Grigioni alla Chiesa V'aldese.
— Conferenze Evangeliche di Berlino. — Notizie. — Annunzi.
SOTTOSCRIZIONE
A BENEFICIO DEI DA.\NEGGIATI DALLA GRANDINE
KB ■ Pn A.R.OS'K'BIWC»
Castelli Angelo.........L. 10 »
Ammontare delie liste antecedenti . . » 268 25
Totale a questo giorno . L. 278 25
TUTTA LA BIBBIA
E NON ALTRO .FUOR DELLA BIBBIA
Sotto questo titolo l’Apologista del 16 settembre veniva
fuori con un articolo di una.... non so se ingenuità o balordaggine, che non mi sarei mai aspettato per parte di quei
reverendi cho lo redigono.
Ne giudichi a sua volta il lettore.
E sentenza favorita degli Evangelici di ogni denominazione questa, che, in fatto di religiose credenze, essi vogliono
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tutto quanto insegna la Bibbia, che è Parola di Dio, ma
nieule altro che ciò che essa insegna, riducendo così le tradizioni a valore di opinioni umane da accettarsi o da respingersi secondo sono o no conformi agli ammaestramenti
del Libro di Dio.
Ma quanto è cara agli Evangelici una tale sentenza, altrettanto è avversata dai Romanisti che vi scorgono (e con ragione) la rovina dell'intiero loro sistema.
Non è dunque da stupire se contro questa sentenza in
modo singolare sono rivolli gli sforzi dei teologi romani,
allo scopo di dimostrarla insussistente.
VApologista doveva al suo nome di provarvisi anch’egli ;
ma nella sua qualità di Apologista per eccellenza ei doveva
farlo con argomenti non mai tentati, e tali da decidere
per sempre la quistione non solo, ma da rimandare a casa
svergognati e confusi da non più aprir bocca tutti gli Evan^
gelisti che l’avrebbero letto 1 Così almeno egli pretende; e
se i fatti corrispondano alle pretese lo dirà il lettore dopo
aver tenuto dietro al seguente dialogo Ira VApologista ed un
Evangelico.
Apoi. Voi altri Evangelici dite sempre, non è vero, tutta
la Bibbia e nient’aUro fuori della Bibbia ?
Emng. Sì, signore, in fatto di credenze religiose è questo
il nostro assioma favorito.
Àpol. Sta bene. Dunque quella Bibbia che invocate dovete osservarla in tulto quanto vi prescrive.
Evang. Signor sì, in tutto qiianto ci prescrive.
Apoi. Ottimamente! a me ora di acconciarvi per le feste.
Voi vi dite tenuti ad osservare tutti quanti i precetti della
Bibbia. Eccoveli dunque quei precettici) : « Prima di tutto
sta scritto : non vogliate essere chiamati maestri, imperciocché un solo è il vostro maestro, e voi siete tutti fratelli (Matt. XXIII, 8, M).— Così i gentili possono avere «ire
che gli governano con impero, non così però tra i cristiani »
(I.uc. XXII, 25, 26). — Anzi «non vogliate chiamare alcuno
sulla terra vostro padre » (Matt. xxiii, 9). Quindi il Prote
(1) In tutto questo passo non facciamo che citare {'Apologista.
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stante non può riconoscere nè il suo ministro cho lo ammaestra nella parola di Dio, mollo meno il vescovo o sopraintendente; e nemmeno niun Protestante può essere re o
governare un impero; nè fra i Protestanti si può sentire la
voce di padre data ad un uomo, ed un figlio che chiama suo
padre viola il Vangelo! Ma non basta; « Se alcuno viene da
me e non odia il padre suo, la madre e la moglie ed i figliuoli
ed i fratelli e le sorelle, e fin l’anima sua, non può essere
mio discepolo » (Lue. xiv, 26).
« E poi sarei curioso di sapere se gli apostoli protestanti
che consumano tanti milioni all’anno per ispacciare loro
Bibbie, osservino il precetto di Gristo agli Apostoli ; « Non
vogliate avere nò oro, nè argento, nè danaro nelle vostre
borse ; nè bisaccia pel viaggio, nè due vesti, nè scarpe,
nò bastone» (Matt. x, 9, 10). E l’altro precetto del versicolo che precede : «Rendete la sanità ai malati, risuscitate
i morti, mondate i lebbrosi, cacciate i demoni, date gratuitamente quello cho gratuitamente avete ricevuto? » Eppure
senza questo segno niuno potrà mai riconoscere nei Protestanti i discepoli di Cristo, e molto meno gli Apostoli! Di
fatti dice il Salvatore : < In verità, in verità vi dico, chi crede
in me farà anch’egli le opere che io fo, e ne farà delle maggiori di qìieste » (S. Giov. xix, 12). Ehi signori predicanti
evangelici. Tutta la Bibbia, enient'altro fuori della Bibbia!
Mano dunque ai miracoli ! Risuscitateci i morti, moltiplicate
il pano ed il vino a rimedio del caro del pane e della crittogama, 0 trasportate i monti. « In verità, vi dico, che se
avrete fede come un grano di senapa, direte a questo monte:
levati e gettati in mare, e sarà fatto» (Matt. xxi, 30).
« Signori Evangelici, la Bibbia canta chiaro ; o voi non
avete fede nè punto nè poco, o dovete fare opere maggiori
di quelle che abbia fatto il divin Redentore. Su via! il Moncenisio è di ostacolo allo strade ferrate; rimovetelo pochi
metri dal suo luogo, senza gettarlo in mare, e crederemo
che avete fede » (1).
(1) Assai più prolisso è il ragionare MVApologista, ma abbiamo stimato che questo saggio potesse bastare.
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Evang. Ma , signor Apologista, di grazia, lei ci fa dare
a quei passi che pone innanzi un significato ben diverso da
quello che hanno, ben diverso altresì da quello che diamo
loro. Perchè farci dire degli spropositi quando non li diciamo?
Apoi. Spropositi o no, voi dotete quei passi interpretarli
così, e non vi è lecito d’intenderli altrimenti,
Evang. E mi sarebbe lecito, signor Apologista, di chiederle la ragione di un tal divieto?
Àpol. La ragione è che non siete Cattolico Romano, che
siete Evangelico, e che un Evangelico leggendo la Bibbia
non dece riuscire ad altro che ad ammucchiare spropositi
sopra spropositi !
Evang. Dunque a parer suo basta che io sia Evangelico e
non mi chiami Cattolico Romano perchè senno, ragione, intelletto, coscienza, tulli quei beni da Dio impartiti a ciascun
uomo se ne vadano in fumo, e a nulla piìi mi giovino?
Apoi. Secondo le decisioni della santa Chiesa cattolica
romana la deve essere così ; fuori di essa non si può che
sragionare.
Evang. Ma mi conceda però quest’osservazione ancora,
signor reverendo : se tulli quei passi che ella mi ha porlati,
ostinandosi a farmeli bistrattare, quando io non voleva, io
posso provarle che così io che i miei correligionari li abbiam,
con quel buon senso che ci diede Iddio, e coll’ajuto del suo
Spirito che ei non ci niega, li abbiamo, dico, interpretali
presso a poco come potrebbe interpretarli lei colla caterva
de’suoi teologi infallibili, si ostinerà ancora a farci trarre da
quei passi conseguenze da ella come da noi dichiarate assurde
ed impossibili?
Apoi. Ed è questo appunto l’eccesso di sfacciataggine a
cui siete giunti voi altri Evangelici, che essendo eretici,
pretendete aver senno e mente al pari di noi cattolici, e non
volete, quando e come ve l’ordiniamo, e fa per noi, spropositare a pili non posso!
Ecang. Ma questa logica, signor Apologista, permetta cho
le dica che stenlo alquanto a....
Apoi. A capirla! volete dire. Lo credo bene! ed ecco la
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— 301 —
sventura cho vi tocca per non essere stato educato in semi
nano
LA LEGGE E L’EYAXGELO
Questa espressione Legge viene spesso adoperata nell’Anlico Testamento in un senso generale, onde accennare alla
Sacra Scrittura, ovvero alla rivelazione della volontà di Dio
{Salm. 119).
Ma per io ¡yìi quando parlasi di Legge, si deve intendere
ia legge morale, la quale ò una dichiarazione della volontà
<li Dio, la di cui dimenticanza o trasgressione costituisco,
il peccato (L GiO. , ni, i). Sotto questo punto di vista la
Legge viene spesso opposta all’Evangelo, e ciò segnatamente
nelle epistole di San Paolo.
La Legge ha piii scopi importantissimi. Ella è una norma
perfetta secondo la quale così le nostre azioni, cho i motivi
«he ci spingono a farle devono essere regolati, c secondo In
quale verranno giudicati. C’insegna la Legge quale sia la
sanla volontà di Dio, e quali i nostri doveri verso di Lui ; ci
rivela la miseria e la dappochezza nostra; ci umilia, e ci mostra il bisogno che abbiamo di un Salvatore. Per essa ogni
bocca è turata, e tutto il mondo è sottoposto al giudicio di
Dio. (Rom., ni, 19).
L'Eoangelo è una dichiarazione misericordiosa della buona
volontà di Dio verso gli uomini peccatori. La natura dell’Evangelo viene in questi termini proclamata dall’Angelo del
Signore ; Non temiate, perciocché io vi annunzio una grande
allegrezza che il popolo avrà : cioè che oggi nella città di
David vie nato il Salvatore, che è il Cristo, il Signore (Luca
11, 10, 11).
La vera conoscenza della religione cristiana in gran parte
consiste nel discernere con precisione la differenza che passa
tra la Legge e l’Evangelo ; ed a tal fine gioverà non poco il
seguente bellissimo confronto tra quella e questo, tolto dai
Luoghi comuni di Patrik Hamilton.
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— La legge, egli dice, ci mostra i nostri peccali (Rom. hi).
L’Evangeio ci mostra il rimedio ai nostri peccati (Giov. i).
— La Legge proclama la nostra condannazione (Rom. vii).
L’Evangeio proclama la nostra redenzione (Col. i).
— La Legge è parola d’ira (Rom. iv).
L’Evangeio è parola di grazia (Fatti, xiv).
— La Legge è parola di disperazione (Deüt. xxvii).
L’Evangeio è parola di consolazione (Luca, ii).
— La Legge è parola di conturbamento (Rom. vii).
L’Evangeio è parola di pace(Ep. vi).
— La Legge dice ; Paga il tuo debito.
L’Evangeio dice: Cristo l’ha pagato. ^
— La Legge dice: Tu sei peccatore, dispera e muori.
L’Evangeio dice: I tuoi peccati ti son rimessi ; sta di buon
cuore, sei salvo.
— La Legge dice : Espia.
L’Evangeio dice: Cristo ha espiato in vece tua.
— La Legge dice: Il Padre celeste è adirato contro di te.
L’Evangeio dice : Il sangue di Gesù Cristo lo acqueta.
— La Legge dice : Dov’è la tua giustizia, dov’è la tua
dirittura? dove il prezzo di riscatto de’tuoi peccati?
L’Evangeio dice : Cristo è la tua giustizia, la tua santificazione, la tua redenzione.
— Là Legge dice : Tu sei vincolalo, tu sei in obbligo verso
di me, verso il demonio, verso l'inforno.
L’Evangeio dice ; Cristo ti ha francalo da tutti i tuoi nemici.
INDIRIZZO
DEL SmODO EVANGELICO DEI GRIGIORI
ALLA CHIESA VALDESE
I lettori ricorderanno la deputazione mandata l’anno scorso
dalla Chiesa Valdese alle Chiese dei Grigioni, e segnatamente a quelle fra esse che parlano italiano. L'indirizzo che
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pubblichiamo è la risposta del Sinodo Grigionea questa ambasciata, ed il pegno che lo intavolate relazioni tra le due
Chiese si faranno ognor pi'u strette e quindi più proficuo ad
ambedue.
Il Sinodo cristiano-evangelico
dei Grigioni alla Tavola della Chiesa Valdese in Piemonte
Onorevoli, b, di più, Amatissimi Fratelli, che la pace sia
con voi per parte del nostro Signor Gesù Cristo!
11 nostro Coasiglio ecclesiastico non mancò di partecipare
al Sinodo, tenuto a Davos, la vostra lettera; ed il signor pastore Leonardi ce ne ta fatto conoscere il contenuto, traducendola ia tedesco. Noi possiamo dirvi che tutti i membri del
Sinodo rimasero veramente edificati e profondamente rallegrati del tuono cordiale di cui è animata la vostra lettera. Voi
avete viaggiato assai tempo attraverso le valli oscure dell’afflizione, e portaste con gioia la croce di Cristo. Se il nome
del testimonio della verità Valdese ha risuonato per molti secali fino a’ di nostri, non. dobbiamo noi rendere grazie a Dio
che vi accordi ora, o nostri fratelli, di vedere tempi migliori?
Noi ci rallegriamo con voi che riceveste dai Signore le armi
necessarie per diffondere nella vostra bella patria la conoscenza del Vangelo e la forza della parola divina. È questo
amore che sentite, il quale vi spinse ad inviarci due de' vostri
Pastori per istenderci una mano fraterna. Noi siamo lieti di
potervi ricambiare cotesta stretta di mano, sovratutto pensando ai nostri fratelli in G. C., a quei membri della nostra
Chiesa che parlano italiano, co’ quali i vostri deputati dello
scorso anno si compiaxMjuero di entrar in intime relazioni. Quei
membri della nostra Chiesa sono talmente isolati, ohe vi preghiamo, cari fratelli, a ripetere simili visite quante volte le
circostanze ve lo permetteranno. La vostra posizione in Italia
ponendovi nella necessità di stabilire dei Pastori missionarii
(itineranti), noi vedremmo con piacere se poteste visitare più
di sovente coteste valli. Diremo sopratutto, che abbiamo decretato di ringraziarvi della vostra lettera, e di farvi conoscere
quale impressione benedetta abbia lasciato la visita de’ vostri
deputati presso le nostre Chiese italiane.
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Di più, noi speriamo col tempo, per mezzo delle Società ds
soccorso ai protestanti dispersi, entrare con voi in relazioni
aventi per iscopo di porgere spirituali aiuti ai protestanti
dispersi nei cantoni italiani della Svizzera ed anche ai protestanti di Chiavenna, stabilendo un evangelista per quei
paesi. Come voi lo vedete, noi già contiamo in anticipazione
sulla vostra cooperazione fraterna. Se, per la grazia di Dio,
giungiamo ad aprire la via al Vangelo, lavorando con voi di
concerto, saluteremo ciò come un yvveninaento festoso. La diversità delle lingue che ci separa, giacché si parlano different^
linguaggi nel nostro paese, la distanza che corre fra le vostre
valli e le nostre (il rapido viaggiare dei nostri giorni l'ha di
molto raccorciata), ed altresì la debolezza che è in noi, e che
proviene da varie infermità tanto esteriori che interne, ci
hanno impedito- di lavorare per tempo ad nn’opera cosi benefica, e che abbiamo in mente di fare.
Parlando delle vostre scuole alla Torre, che non perdiamo
di vista, e che potrebbero esercitare grande infTuenza sui nostri
candidati al sacro ministero, ci si presenta una difficoltà, vale
a dire, che le nostre leggi sugli esami esig-ono, anche per coloro che si dedicano al ministero nella Chresa italiana, la conoscenza della lingua tedesca; ciò osta che si possa approfittare del vostra insegnamento. Convinti tuttavia ch'esso è stabilito sovra una buona base, dietro quanto ci partecipò uno de'
nostri fratelli che l’ha visitato, desideriamo che la porta di
questa scuola si apra per noi e pei nostri giovani, onde potere
al più presto possibile^ accettare le amorevoli offerte che vi
compiaceste di farci.
Ciónondimeno sarà sempre più facile, e certo non meno benefico per noi, se i Pastori delle nostre chiese italiane potranno
procurarsi presso di voi i libri di edificazione, come salmi, catechismi ed altre fonti della do-ttrina cristiana, eglino che fin
qui rimasero nella più grande scarsità. Dio voglia che si stabilisca fra noi una unione col mezzo dei legami sempre pià
solidi dell’amore e della fede, e che tutti siamo animati dal
medesimo spirito.
Infine, noi vi preghiamo di accettare due esemplari della relazione delle sedute del nostro Sinodo. Cotesto picciolo dono
è la prima cosa che vi si offre per richiamare verso di noi la
vostra memoria e le vostre preghiere. Che l’iddio della grazia,
che ci accorda altresì la sapienza e la forza, c’insegni a cono-
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scere e a fare la di Lui Tolontà, e faccia piosperaro l'opera d»i
suoi servitori secondo il suo beneplacito. Amen.
Fatto in luglio 1857
la nome del Sinodo Evangelico di Davos
Il Decano
Segnato: Giorgio Allemann.
Il Cancelliere
C. Emanuele Kind.
CONFERENZE EVANGELICHE DI BERLINO
II,
Abbiamo detto in un primo articolo su queste conferenze
che il re non aveva potuto intervenire che ad una o due sedute; invece S, M, intervenne a tre sedute diverse, la regina
ad una, il principe reale parimenti ad una, come ancora il
principe e la principessa Carlo. Abbiamo inoltre limitato ad un
migliaio il numero di persone accorse a Berlino in occasione
di quelle adunanze, mentre dai più si fa salire ai 1,500. Le
sedute furono in numero di 18, cioè due per ciascun giorno,
che duravano la prima dalle 10 ant. alle 2 pom., e la seconda
dalle 4 1]2 pom. alle 7, Ogni sera numerose predicazioni venivano fatte in tedesco, in inglese ed in francese nelle varie
chiese della capitale.
Alla seduta di apertura presiedeva il dottore Krummacher,
predicatore della Corte a Potsdam. Dopo aver augurato il ben
venuto ai numerosi fratelli accorsi dall’oriente e dall'ocoaso,
dal settentrione e dal mezzodì sotto lo stendardo della croce
di G. C., ei ricordò che non senza difficoltà avevano potuto
queste adunanze effettuarsi ; e pigliando occasione da questo,
si accinse a ribatter le tre precipue obbiezioni da alcuni mosse
contro l’Alleanza Evangelica : di essere mancante cioè 1® di
verità, 2“ di opportunità, 3“ di uno scopo preciso e ben definito. L’accusa fatta all’Alleanza di essere mancante di verità
fondavasi su questo ; che ognuno dei membri che la compongono rimane tuttavia attaccato alla Chiesa speciale cui appartiene. « E si, rispose l'eloquente oratore, noi tutti ci rimaniamo strettamente uniti alle rispettive Chiese; ma ciò vieta
forse che esista fra di noi un’unione vera e profonda? Credere
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in comune alla caduta, alla condannazione che si trae dietro,
alla grazia di Dio in Gesù Cristo, alla giustificazione per fede.,
alla rigenerazione per opera dello Spirito Santo, all’efficacia
della preghiera, alla suprema autorità delle S. Scritture, alla
vita eterna, sarà egli un unirsi sopra un fondamento fantastico?
Una tale unione non è ella le mille volte più sincera, colle diversità che ammette, di quella unione affatto meccanica che
le si vorrebbe sostituire, la quale ad altro non riesce che al
sagrificio od all’indebolimento delle convinzioni personali? »
In quanto all’opporiumià, « che v’ha, esclamò l’oratore, di più
opporluno che di protestare insieme, con una testimonianza
unanime resa a G. C., Dio Salvatore, contro il materialismo
del secolo; contro l’incredulità da un lato, eia superstizione
dall’altro? E che v’ha di più consentaneo ai bisogni dei tempi
in cui viviamo, dell’unione di tutti i veri cristiani in una medesima carità, e di quello scambio spirituale tra tutte quelle
Chiese, ciascuna delle quali ha qualche cosa da imparare dalle
altre? Sì, dateci », esclamò qui l’orator* volgeudosi alle varie
frazioni del corpo di G. C. sclrierate davanti a lui, »dateci pure,
e noi riceveremo con gratitudine, e benediremo Iddio per ciò
che oi avrete dato. Ma, soggiunse egli subito dopo, se trovasi
qui presente chi non può figurarsi la Chiesa perfetta, se non
a patto ohe abbia rotto qualunque Icgàme collo Stato, o non
scorge l’ideale di una costituzione ecclesiastica, che in quella
da cui la sua Chiesa è retta, si attenga quel tale finché vorrà
al suo modo di vedere, ma guardisi bene dal farsi apportatore
fra di noi d'incentivi alla discordia ».
En quanto al rimprovero mosso all’Alleanza di difettare di
uno scopo preciso, e ben definito : « É egli dunque cosa di sì
poco momento, il porgere al mondo la prova di fatto che la
Chiesa di G. C. è una, ad onta delle sue divergenze? il cercare
di guarire le di lei piaghe, l’adoprarsi concordi al trionfo
della pace fra i cristiani, sostituendo grado grado allo spirito
di setta uno spirito di tolleranza, di concordia, di moderazione
e di carità? Si è detto che le Conferenze di Berlino non lascierebbero nulla dietro di sè, e si scolerebbero come acqua.
Ma Ja nostra speranza, prosegue l’oratore, è questa: che scolandosi come acqua, sarà come l'acqua del Nilo, che lascia
dietro di sè la fertilità, e non già la desolazione. Quando il
Nilo cresce, ingrossa e trabocca, possono bensì gli abitanti
più vicini alla sponda provare un momento di timore ; ma
quando lo vedono rientrare nel suo letto, lasciando a vestigia
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deJ suo straripamento la ricchezza e l’abbondanza, essi salutano la di lui partenza con canti di gioia e di ringraziamento ».
Toccate ancora più altre quistioni di un interesse -vitale,
il dottore Krummacher pose fine al suo discorso nel modo
più commovente, supplicando il divin Salvatore a nome deiintiera Assemblaa, di recarsi a presiedere Egli stesso a queste
sedute, e di riempiere colla graziosa sua presenza il tempio
in cui avrebbero luogo, affinchè terminando questo congresso
della fratellanza cristiana, un popolo immenso si prostrasse ai
suoi piedi, adorando e benedicendo.
A questo discorso, che venne accolto coi segni più manifesti di simpatia dall’intiera Assemblea, tenne dietro la presentazione delle varie deputazioni. Il sig. Bethmann-Holweg, presidente del Kirchentag, personaggio noto, non che per la sua
pietà, per le alte funzioni politiche a cui in varii tempi è
stato chiamato, saluta l'Alleanza a nome dell’Assemblea di
cui egli è presidente. « Il Kirchentag, egli dice, e l'Alleanza
Evangelica non sono una stessa cosa assolutamente parlando,
ma ambedue credono nella santa Chiesa universale e nella
comunione dei Santi. Ogni opera fatta dagli uomini è necessariamente imperfetta ; epperciò conviene guardare a Cristo
e non agli uomini
Dopo il sig. Bethmann-Holweg prende la parola il signor
“Wrigih, ambasciatore degli Stati-Uniti a Berlino. Egli in un
discorso quanto breve, altrettanto energico e caloroso, si accinge a svolgere questo pensiero, che la parola d’ordine dell’Alleanza Evangelica deve essere e rimanere : « Un solo
Cristo, un solo Signore, una stessa Parola di Dio per tutti ».
— Il signor Baird, parimenti degli Stati-Uniti, depone sul tavolo della presidenza un indirizzo firmato dai membri più cospicui delle varie Chiese americane, vescovi, pastori, professori, governatori di Stato, magistrati, ecc. — Vengono dopo
gl’inglesi, rappresentati dall'onorevole Culling-Eardley, e gli
Scozzesi rappresentati dai signori Smith eHenderson: quest’ultimo vecchio canuto, e da tutti conosciuto e stimato per
l'instancabile sua beneficenza, vien vinto, mentre ei parla, da
una commozione che presto si comunica all'intiera Assemblea.
Un deputato dell’Australia porge anch’egli all'Assemblea i saluti e gli augurii dei cristiani di ogni denominazione domiciliati in quelle lontane contrade, ove luterani, battisti, metodisti ed altri non formano, egli dice, che un cuore ed un’anima,
e unisconsi in associazioni bibliche e di missioni, allo scopo
12
di promuovere il regno di Dio. — Parla dopo di lui il signor
Grandpierre a nome dei cristiani di lingua francese. Dodici
oratori appartenenti a Chiese e paesi diversi sono ancora inscritti, ma atteso l’ora già inoltrata, si rimanda ad un’altra
volta il piacere di sentirli.
L'argomento all'ordine dei giorno pel dopopranzo : « il confronto tra gli antichi Goncilii e Conferenze come l'attuale di
Berlino », era stato affidato al professore Jacobi di Halle.
Narrando per sommi capi, con quell'autorità che gli dà la
sua grau scienza, la storia dei Concilii, egli mostrò come l'uuioa preoccupazione di tali assemblee fosse di formolare la
fede, senza curarsi del come se la sarebbero i fedeli appropriata. I,’individuo in quello stato di cose era del tutto assorbito dalla Chiesa. Nelle Conferenze evangeliche aH'incontro, l'unità anziché il prodotto delle individualita manomesse
od ischiacciate, lo è di queste stesse individualità collegate in
una medesima speranza ed in un medesimo amore. Un eloquentissimo discorso del sig. Merle d’Aubigné sul medesimo
argomento entusiasmò l’assemblea a tal segno, che appena
avea egli finito, tutte le mani s’alzarono per votarne Ja stampa.
La seduta deU’indomani mattina fu spesa quasi per intiero
a sentire il rapporto quanto profondo, altrettanto sostanzioso
del dottore Moli di Halle sull'«Unità e la diversità dei figliuoli
di Dio ».
In quella del di 12, che fu forse Ja più importante, la quistione del « sacerdozio universale dei credenti », venne svolta
da due eloquenti oratori, il sig. Nitch di Berlino e Malht di
Brema, dal primo in modo più filosofico, e dal secondo in
modo più popolare, ma cosi caloroso e stringente, da scuotere
potentemente l'assemblea che l'ascoltava.
Disponiamo di troppo poco spazio per narrare, anche in succinto, il rimanente di quelle ammirabili sedute, in cui non si
sa quale sia più da ammirarsi della pietà o della scienza che
vi risplendettero: solo qualche cosa diremo ancora deU'ultima,
che fu la più numerosa.
Perfino gli androni del vasto tempio capace di 4000 persone, erano zeppi di gente. Intervenivano a questa seduta il
re, la regina, con altri membri della reai famiglia. Dopo alcune parole di gratitudine dette da un Inglese, da un Americano e da un Francese a nome di queste tre nazioni, prese a
parlare il dottore Krummacher, il quale in un discorso ridondante di santo entusiasmo accennò ai risaltati attuali e da
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sperarsi di quest’assemblea, « una delle più belle, scrive ua
testimone oculare, che siensi mai radunate su questa terra di
dispersione e d’esiglio ». Egli avea appena terminato il suo
discorso, quando tutta quanta l’adunanza rizzossi in piè come
se fosse stata uu sol uomo, ed intuonò con accompagnamento
del coro e delle trombe il Te Deum laudamus. Ognuno se ne
usci commosso e riconoscente; e la Santa Cena che venne distribuita immantinenti dopo nella chiesa morava da pastori
tedeschi, inglesi e francesi, pose il suggello dell’amor divino
a quella festa cristiana.
Francia. — Conversioni all'Evangelo. — Verso la metà di
settembre p. p. quattordici cattolici romani, dopo un'istruzione religiosa accuratissima data loro, durante sei mesi, ed
un pubblico esame sui motivi che gl’inducevano ad abbandonare la Chiesa romana per entrare nella evangelica, sono
stati solennemente ricevuti membri di questa, e come tali ammessi alla partecipazione della santa Cena.
— L’Osservatore Cattolico. — VOsservalore Cattolico, Rivista delle scienze ecclesiastiche e dei fatti religiosi, che muove
guerra tremenda agli oltremontani del conio deH’f/níí/'erí, è
entrato testé nel terzo anno di sua esistenza, più forte e più
gagliardo che mai. « I nostri avversarli, egli dice, si rassp« giiino. Una rivista esiste, coll’intento di spietatamente sveli lare gli errori dell’oltramontanismo, innalzare la voce contro
« gli abusi, invocare le riforme religiose, propugnare la verità
« cattolica, e contrapporla alla superstizione ed agli erronei
« sistemi che si vorrebbero far prevalere in seno alla Chiosa ».
— Nobile franchezza di alcuni neofiti. — Gli evangelici
di Fouqueure, una volta cattolici-romani, in numero di ottanta
circa, ebbero, dal 1853 in poi, per due volte il locale dove
SI radunavano per rendere culto a Dio, chiuso per ordine dell'Autorità. I.a loro scuola è stata del pari proibita; sicché furono costretti a rifugiarsi nei boschi, onde rendere a Dio ciò
che spetta a Dio. Ma nemmeno ivi furono lasciati tranquilli,
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Domenica, 23 agosto, il Commissario di polizia ed il maire,
sorpresa una di queste pacifiche adunanze, presero i nomi dei
trenta o quaranta presenti, e stesero contro di essi un processo verbale. La pioggia ed un malinteso circa il luogo del
convegno aveano impedito a parecchi di trovarsi alla riunione.
L'indomani gli assenti scrissero al Commissario la seguente
lettera, allo scopo di far noto- all’Autorità superiore il loro
numero ed il loro attaccamento alla fede evangelica.
« Signor Commiisario,
" È per noi un dovere vivamente sentito, di dichiarare che
anche i nostri nomi devono figurare fra gli evangelici di Fouqueure, che avete trovati, malgrado la pioggia, celebrando ii
loro culto sotto gli alberi della foresta. Noi partecipiamo alla
loro fede ed alle loro convinzioni religiose, le quali, al pari
di essi, abbiamo attinte dalla Bibbia, il libro di Dio, e siamo
fortunati di dar loro, in questa circostanza, un attestato di
cristiana simpatia e di amor fraterno ». Seguorto 44 firme.
Da tutto ciò risulterà, non v'ha dubbio, un altro processo,
e forse un'altra condanna; ma esercitare pacificamente e nello
stesso tempo con perseveranza il diritto di adorare Iddio, è
l’unico mezzo di fare che un tal diritto venga finalmente riconosciuto.
Madagascar. — I Gesuiti sono sempre gli stessi. — In uno
degli ultimi numeri narra il Moniteur lo stratagemma a cui
ricorsero alcuni padri Gesuiti all’effetto di penetrare in quest’isola. « Un chirurgo fu richiesto da Tannamarivo per una
« operazione: e subito partimmo da Bourbon con un celebre
* dottore. Il mio superiore, il padre Jouen, era credulo il
« mentore-consigliere del chirurgo, ed io il di lui inserviente.
« Sotto questo travestimento sbarcammo a Tannamarivo, e
« presto, dietro un ordine della regina, fummo condotti alla
« capitale, ove giungemmo in ottobre 1856. La regina e le au« torità ci fecero ottima accoglienza; prestammo le dovute cure
« aU’ammalato, e facemmo le necessarie operazioni. Sei setti« mane dopo il mio superiore ed il dottore ritornarono a Bour« bon. In quanto a me, avevamo portato le cose al punto che
« la regina mi chiese di rimanere per accudire l’ammalato.
« Siamo dunque qui due missionarii travestiti, il padre Pinnaz,
« che durante i 18 ultimi mesi è passato per un meccanico, ed
« io, trasformato in dottore. Sono anche tenuto per un musi
« cante, e do lezioni di musica ai paggi della regina...... Di
« rado posso celebrar la Mes?a, e solo di nottetempo in una
15
« stanza chiusa ermeticamente ». Scommettiamo che la lealtà
AbW'Armonia, anziché adombrarsi di un tal procedere, lo proclamerà sublime..... perchè adoprato dai suoi patroni !
Inghilterra. — Passaporto per il cielo. — li seguente documento esiste in originale nel Museum di Londra, N“ 6,845,
fol. 143 • Noi sottoscritti preti e Ysri ecclesiastici attestiamo
e promettiamo che la nostra Società, la quale è munita di
pieni poteri, prende il sig. Ippolito Braem, giureconsulto,
sotto la sua speciale protezione, e promette di difenderlo contro tutte le potenze infernali che intendessero di nuocere alla
di lui persona, all’anima, agli averi e a quanto possiede : in
fede di che impegniamo l’autorità di S. Altezza il principe
nostro fondatore, acciò sia il prelodato sig. Braem dallo stesso
presentato al beato capo degli Apostoli, con tutta quella fedeltà ed esattezza con cui la nostra società s’impegna col presente documento.
Il Firmato e suggellato col sigillo della società:
Francesco di Sbklin, rettore della società di Gesù,
Francesco di Suchon, prete della società di Gesù.
Petit de Potne, prete della società di Gesù. »
La somma pagata al fine di ottenere un tal certificato era la
piccola bagattella di 400,000 franchi !!1
Ciroaso Domenico gerente
ANNUNZI
LE SEGUENTI OPERE
trovansi vendibili al Deposito dei Libri religiosi,
viale del Re, N" 31.
Dictionnaire des parallèles, concordances et analogies
Bibliques; un vol. in-8"..........Fr. 4 50
MONOD (Adolphe). Sermons ; première et deuxième série
formant chacune ua fort volume.......» 5 50
Le Christianisme aux trois premiers siècles: séances
historiques données à Genève en février, mars et avril
1857, par MM. Merle d’Aubigné, Bungener, De GaSPARIN et Viguet; un fort volume in-12“ . ...» 3 50
Trois discours par M. le Comte A. de Gasparin ; un volume in-8"..............» 2 0
Le Chrétien ou l’homme accompli, conférences par A.
Bouvieb; un vol. in-12“.........» 2 50
Il ritratto di Maria nei Cieli, delineato dielro i dati attinti nella S. Scrittura; in-16“.......» 0 10
Preghiere di famiglia; terza edizione notevolmente accresciuta ...............» 0 30
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È venuto alla luce e trovasi vendibile da tutti i Librai
L’AMICO DI CASA
ALMANACCO POPOLAKE ILLUSTRATO
PER li’AKIVO 1S5»
ANNO 5" DELLA SUA PUBBLICAZIONE
Prezzo cent. 25.
VAmico di Casa, uscito in luce quest’anno più sollecitamente che per lo addietro, si raccomanda per nitidezza di
tipi e per una scelta accuratissima di scritti morali, descrittivi, industriali ed igienici. Esso va adorno di numerose incisioni , alcune delle quali furono appositamente eseguite
per illustrare il testo. Le moltiplicate domande, a cui non si
potè soddisfare l’anno scorso, perchè l’edizione di 6,000
copie venne prontamente esaurita, consigliarono gli Editori
di portare quest’anno il numero delle copie a 12,000. Gli
amici della libertà religiosa, che sono, la Dio mercè, numerosi in Piemonte, e tutti i padri di famiglia ai quali sta a
cuore che le letture cui mettono in mano alla loro prole
sieno castigate e mirino ad un utile scopo, abbiansi per
raccomandata la nuova pubblicazione, nella quale troveranno giustificato ad ogni pagina il titolo di Amico di Casa.
Torino. — Stamperia dcH’Uiiione Tipograflco-Editrice