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ECO
DELLE VAILI VALDESI
biblioteca valdese
TORRE PELLICE
Settimanale
dettai Chiesa Valdese
Anno XCVJ - N. 34
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Eco : L. 2.000 per l’interno
L. 3.000 per l’estero
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TORRE PELLICE — 2 settembre 1966
Ammin. Claudiana Torre Pellice • C.C.P. 2-17557
ECHI DI UN SINODO VIVACE
Il sesto incontro Africa - Europa svoltosi ad Agape
E adesso, al lavoro I Qoal’è il senso della solidarietà cristiana?
ha nostra piccoln. Chiesa minorità ria
viuR intRnsamfìnte i problemi che agitano e animano le « grandi » Chiese
Non è facile dare un giudizio glo^
baie sul Sinodo, nella sua ultima sessione. Dire che è stato un «buon»
Sinodo può essere assai generico. Mi
pare comunque che si possa dire che
esso è stato vivace, salvo pochi momenti morti, e ne è stata prova indiretta sia la frequenza dei membri
— salvo per la « coda » delle elezioni
del venerdì pomeriggio, e per la seduta sulToperato della CIOV (ma forse la situazione cambierà quando esamineremo insieme l’attività di tutti i
nostri Istituti assistenziali) — che la
costante affluenza del pubblico in galleria,.
Certo, di anno in anno si conferma
che, tecnicamente, il nostro Sinodo è
pletorico : è difficile condurre i lavori
di un’assemblea di 180 membri: tanto
maggiore l’elogio al Seggio e in particolare alla presidenza per la sua
notevole efficacia; le norme provvisorie per i lavori sinodali — ulteriormente prorogate in prova — hanno
reso anche Quest’anno buoni servigi;
particolarmente funzionale è parso il
frequente ricorso a piccole commissioni di lavoro, affidando loro Tapprofondimento di un tema dibattuto senza che si giungesse a un punto fermo,
a un documento conclusivo, ow-ero
la rifinitura di ordini del giorno particolarmente controversi; esse presentavano quindi in Sinodo le conclusioni, per la votazione. Bisogna soprattutto notare che sia il rapporto
della Tavola (citeremo T.V.) sia quello della Commissione d’esame (citeremo C.E.) costituivano due ottimi,
stimolanti documenti.
I problemi sul tappeto erano par
recchi; alcuni, dibattuti durante Tanno (o gli untimi anni), giungevano in
Sinodo carichi di non poche tensioni.
Senza magnificare romanticamente
queste utime, anzi avvertendo con dolore la profondità di certi contra.sti,
si può tuttavia dire — mi pare che
la nostra piccola chiesa minoritaria,
ridotta anzi a vera diaspora, ha dato
prova di notevole vitalità, dimostrando di vivere i problemi che agitano
anche le « grandi » Chiese, e in tal
senso hanno suonato le testimonianze di parecchi dei delegati esteri. Attraverso i suoi « polmoni » — la Facoltà di teologia. Agape e i movimenti
e i servizi che ad essa si rialliacciano,
la nostra stampa periodica e editoriale, gli innumerevoli contatti con
Chiese sorelle a tutti i livelli — grazie alla presenza e ai doni dello Spirito Santo, la nostra Chiesa vive un
periodo di profonda trasformazione
(per ciò che concerne le Valli, la
stessa situazione sociologica preme in
tal senso); e pur non mancando contrasti e disorientamenti, è in moto,
agitata da « altri » spiriti ma anche
dallo Spirito del Signore, alla ricerca
della Parola, per sè e per il mondo.
Malgrado le tensioni, quindi, malgrar
do disorientamenti e incertezze, malgrado stanchezze e infedeltà, malgrado in tariti campi si sia in fase
di ricerca — e qualcuno se ne infastidi.sce, dimenticando che non altra
può essere la condizione della chiesa « straniera e pellegrina » —^ la nostra Chiesa non vegeta ma vive, per
la grazia del Signore.
In questo e nei prossimi numeri,
cercheremo di dare ai nostri lettori
un’impressione viva di queste giornate di lavoro, inquadrate dall’ascolto della Parola di Dio e dalla preghiera e dal canto di adorazione, umiliazione e speranza.
Questa settimana vi parliamo m
modo particolare dei problemi interni
della nostra vita valdese : i punti chiave del « campo di lavoro », le lin^ cu
movimento ; il lavorio « giuridico »
(ma non soltanto) per dare alla Chiesa valdese nelle sue due grandi branche — europea e sudamericana — una
.....................:..............
.................................-..
NEI PROSSIMI
NUMERI
★
★
★
★
nuova .struttura, fedele allo spirito
dell’antica, sufficientemente salda da
preservare l’unità fondamentale e sufficientemente elastica e funzionale da
permettere la diversità di vite ecclesiastiche che si svolgono in quadri
così diversificati come l’Europa e l’America latina; la situazione finanziaria e immobiliare, le linee della « politica » (!) ecclesiastica attualmente
in corso, o in fase di ricerca e di
studio.
Nel prossimo numero, vi parleremo
piuttosto dell’ attività della nostra
Chiesa verso l’esterno: la tensione e
vocazione unitaria dell’ evangelismo
italiano (passi innanzi verso la Federazione evangelica italiana e verso l’or,
gano imitarlo di stampa) ; la nostra testimonianza nel mondo (politicizzazione!?), nell’ambito dello Stato italiano, nei confronti del Cattolicesimo romano. Infine contiamo parlarvi del
mondo variatissimo dei nostri istituti
e delle nostre opere, da quelle d’istruzione a quelle assistenziali, e qui m
giustificherà un discorso tutto particolare per la nostra Facoltà teologica,
per la carenza di vocazioni al servizio,
per Timportanza della nostra stampa.
Fra questi grossi temi, rileveremo ancora qualche briciola sparsa — e fra
le brìciole qualche perla. Speriamo di
riuscire a dare ai nostri lettori non
Timpressione di ima arida cronaca,
ma qualche battito del vivo pulsare
della nostra vita in Cristo, del Suo
vivere in noi. g- c
Mentre la prima parte del campo era stata
occupata in larga misura dalle conferenze,
nella seconda parte vi è stato un intenso lavoro dei gruppi di discussione e in seduta
plenaria. Il fatto che il campo avesse una
durata di dieci giorni completi ha favorito
questo tipo di lavoro.
Riassumiamo brevemente i risultati della
prima parte del campo : l’analisi dei rapporti
tra Africa ed Europa (o, più in generale, tra
paesi « emergenti » e mondo occidentale) è
stata svolta in termini decisamente eritici. Da
una parte si è constatato come lo sviluppo
autonomo dell’Africa sia ostacolato o addirittura paralizzato dalle persistenti strutture
di quello che si usa chiamare « neo-colonialismo », dalla permanente subordinazione
dell’economia africana alle (f leggi » del mercato internazionale, dominato dai paesi industriali. In questa situazione lo scarto tra i
paesi industriali e i paesi produttori di materie prime, invece di restringersi, si aggrava continuamente. E le varie forme di
« aiuti » e « compensi » si rivelano inconsistenti : « aiuti » e (t compensi » tendono a
perpetuare la situazione di inferiorità dell’Africa, senza offrire una reale alternativa
in vista dello sviluppo. D’altra parte, di fronte a questa situazione di sfruttamento, la solidarietà del movimento operaio occidentale
(che è pur sorto con l’appello : « proletari di
tutto il mondo unitevi! ») è per lo più mancato per il passato (al tempo del colonialismo) e attualmente non oltrepassa il livello delle intenzioni e delle dichiarazioni di
principio non accompagnate da un’azione politica efficace. Infine, la stessa solidarietà dei
popoli colonizzati è entrata in crisi una volta
che la maggior parte di questi hanno ottenuto l’indipendenza (una indipendenza spesso puramente fittizia).
In questa situazione si pone il problema
della responsabilità e delle scelte dei cristiani, che è stato affrontafi^ella seconda parte
L'ampia documentazione sul sesto incontro AfricaEuropa ad Agape, pubblicata sull'ultimo numero del
nostro giornale, si riferiva alla prima parte del campo. Per la completa informazione dei lettori, diamo
notizia ora delia seconda parte, che si è svolta nei
giorni 8-12 agosto.
del
tutto la
Ci sono state, due fasi
conferenza del pastore Tulli
imilliiiiiililiiiiiliiiKm'lli
iiiiimiiiii'iiiiiimmmiiiiiiiiiiiimiitiiiiiiiiMii!
...........Ili......Ili......
e la intensa discussione che ne è scaturita, intorno ai fondamenti dell’atteggiamento cristiano nel « mondo »; in secondo luogo l’esame di una situazione precisa (e drammaticamente chiara) come quella delVAfrica australe, di fronte alla quale i discorsi sulla
(c solidarietà cristiana » — come faceva notare una campista africana dello Swaziland —
rischiano di suonare equivoci.
L* intervento
ai Tuiiio Vinay
In una esposizione tutta materiata deUa
esperienza del « servizio cristiano a Riesi »,
Tullio Vinay ha posto in luce la contraddizione tra il livello tecnologico raggiunto nel
nostro tempo e il « cerchio di morte » della
economia in cui viviamo. Mentre i mezzi
tecnici a disposizione consentirebbero, per la
prima volta nella storia, di risolvere i problemi della sussistenza del genere umano, la
struttura economica rimane legata alla logica
del profitto e della « crescita » irrazionale delle grandi imprese che dominano il mercato.
La ricerca di mercati sempre più vasti implica sfruttamento e dominio, giungendo fino
alle avventure militari e alla oppressione dei
popoli, e alla minaccia permanente della distruzione atomica.
Uscire dal circolo vizioso dello sfruttamento e della morte è possibile soltanto attra
nnanzi
Vinay
iiiiiiiiiliitimiiiiniiliiHHiiH'i>iM*iim«iiiiniiiiiniimiii'i'i'K"i>i‘iii"'i'i’i'i'i""'"‘"""" ''
miiiiiiiiiimiimmimmiixiiiiimiimiiiiniiimmiliiiiiMiiKKix'i'
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ll■'lInfll■<Hllllllll
la discussione
delia nosira
sinodaie selle linee
'’politica interna”
Punti chiave e iinee di movimento nei
campo di iavoro - Una realtà di diaspora - Verso ia Costituzione unitaria
Precaria ma sana eccnomia deli'offeria
Ancora echi sinodali.
Linee dell’attività giovanile.
L'attualità editoriale (nostra) e libraria.
Presbiteriani e congregazionalisti verso
Da alcuni anni l’attenzione della Tavola
e del Sinodo si concentrano in modo particolare su tre centri d’interesse; le Valli Vaidesi in trasformazione, il « triangolo industriale » Torino-Milano-Genova, la Sicilia.
Ciò non significa che non vi siano aperture
altrove — e in Sinodo si è parlato ad esempio della Toscana, ove vi sono indubbie possibilità e scarsa presenza di operai, e a lungo
del lavoro fra gli emigrati all’estero — ma
indubbiamente le nostre forze limitate implicano certe scelte anche se non esclusive.
Mentre varie comunità danno l’impressione di essere piuttosto ripiegate su se stesse,
qua e là si aprono nuove prospettive. Vi sono casi come quello di Torino, ove sorgono
nuovi nuclei (le sale di riunione seguono il
lavoro preparatorio di raccolta); e vi è il
nuovo esperimento che sta per iniziarsi, in
fase pionieristica, a Cinisello Balsamo, un
comune della « cintura » milanese, ove il
past. Giorgio Bouchard sta per cominciare
un’opera di penetrazione di tipo diverso :
piuttosto che chiamare gli estranei alle nostre sale di culto, avvicinarsi a loro all’interno stesso della loro situazione per annunciare loro TEvangelo. Mentre la prima alternativa più nota e sperimentata, suscita consensi, maggiori sono state le perplessità
espresse sulla seconda e sono state essenzialmente di due tipi: Tuna di carattere politico, che rientra in tutto il discorso sulla politicizzazione della chiesa, 1 altra di carattere
ecclesiastico. Si teme da un lato una confusione fra messaggio evangelico e ideologia
« di sinistra »; ma il Moderatore Giampiccoli ha vigorosamente dichiarato che la Tavola « ha scelto l’uomo unicamente in base
alle sue capacità d’incontro e non a colorazioni politiche ». D’altro lato è stato espresso
il timore che un lavoro troppo « personale »
rischi di restare isolato dalla vita della comunità locale, accrescendo l’introversione di
quest’ultima e ostacolando l’inserimento del
gruppo che si costituisce nel contesto della
comunità locale. Si tratta indubbiamente di
rischi, ben presenti alla coscienza di coloro
che si accingono a questo esperimento. E’
giusto che siano stati espressi in Sinodo, ma
siamo lieti che dietro queste riserve vi fosse
la fiduciosa speranza in questa nuova via
che, se è al puro stadio di ricerca, potrà
scrollare — lo speriamp — la stasi evangelistica che in tante nostre comunità si deve
notare. Quanto sopra si riflette negli o.d.g.
votati a questo riguardo;
Il Sinodo, confermando la responsabilità primaria di ogni Comunità, autonoma o non, nelVopera di evangelizzazione
che in qualsiasi modo si compia nelVambito della sua circoscrizione territoriale,
invita le Chiese a vigilare affinchè tali
attività, anche se periferiche o rionali,
ricevano impulso dalla Chiesa alla quale
appartengono e conservino con essa stretti legami di vita ecclesiastica, anche se
nel pieno rispetto del libero sviluppo di
ognuna.
Il Sinodo, informato del prossimo inizio di un’opera evangelistica nella periferia di Milano^ lo approva e incoraggia
la Tavola, la Comunità di Milano e la
Chiesa tutta a sostenerlo con la preghiera
e con l’opera.
Non possiamo in questo momento soffermarci ulteriormente su questo lato della nostra vita ecclesiastica, ma contiamo ritornare
più ampiamente in futuro sulle grandi direttrici dei piani di lavoro studiati dalla Tavola e proposti alla nostra Chiesa, Comunque il Sinodo ha approvato questa linea:
Il Sinodo incoraggia la Tavola a proseguire lo studio di un piano di lavoro
che tenga conto della priorità d’interesse
di alcune zone di sviluppo e attività speciali; auspica che dalla fase di studio si
passi rapidamente all’adozione di qualche
prima misura di pratica attuazione di
detto piano.
Come abbiamo detto, particolare interesse
è stato rivolto al problema costituito dai milioni di italiani emigrati alla ricerca di un
lavoro; accanto al servizio sociale da render
loro senza fini proselitistici (su di esso, e sul
lavoro iniziato dal Comitato europeo e da
quello italiano per le migrazioni è stato a
più riprese scritto sulle nostre colonne, in
particolare dal past. P. L. Jalla), v’è qui un
largo campo di annuncio delTEvangelo. Senza disconoscere l’ottimo servizio reso da tempo dalle nostre comunità in Svizzera (alcune, come quella di Basilea, da un secolo! —
è stato in proposito ricordato che la Chiesa
Valdese aveva seguito i lavoratori italiani
che aprivano la galleria del Gottardo), si
sente fortemente l’esigenza di un servizio
più ampio; e il Sinodo ha inteso rispondere
in qualehe modo, nell’esiguità dei mezzi e
degli uomini di cui disponiamo, a quest’esigenza votando il seguente o.d.g.:
Il Sinodo incoraggia la Tavola a proseguire nell’opera a favore degli emigrati
italiani all’estero; le chiede di porre questo problema tra quelli cui assegnare la
massima priorità; la invita a destinare
almeno un pastore o evangelista a pieno
tempo a un lavoro itinerante tra gli emigrati in Europa.
Un ministero itinerante si ripropone, con
carattere di grande urgenza, secondo il rapporto della Tavola, per tutte le nostre vaste
diaspore : « il problema di un autentico ministero itinerante e della rivalutazione piena
del ministero dell’anziano : ministero itinerante non è la rapida corsa in automobile per
presiedere un imprecisabile numero di culti
ogni domenica e con una sommaria visita
su settimana; ministero itinerante significa
un tipo particolare di ministero pastorale,
che accetta il principio di non avere una stabile dimora, che si sofferma in ogni località
per un periodo di almeno una o due settimane, che ha come scopo principale non
solo la predicazione deU’evangelo, l’istruzione dei catecumeni, la testimonianza esterna,
ma la formazione e la preparazione di ministeri locali. Ciò implica indubbiamente una
vocazione particolare, cui fanno ostacolo le
abitudini ormai invalse, le esigenze di carattere familiare, il notevole sacrificio personale
che un simile compito implica. Eppure non
si troverà, crediamo, altro modo per ravvivare
l’esistenza di questa diaspora, di superare U
criterio di puro mantenimento, se non si
avrà il coraggio di fare appello a vocazioni
particolari per questo tipo di ministero »
(T.V.). Se è vera l’annotazione della C. d’e..
verso la formazione di un mondo nuovo. E
per un mondo nuovo si richiedono uomini
nuovi. Ma la « novità » è riconosciuta dai
cristiani nella croce di Cristo e nella risurrezione che attesta che la croce è vera, che
l’agàpe manifestata nel dono di sè è vittoriosa sulle potenze della morte. Ma se la verità sta nella croce, tale verità non può essere limitata e « settoriale » : affermare Tagàpe
di Cristo significa anche affermare im nuovo
mondo in cui aH’economia del profitto si
sostituisce l’economia del dono, alla politica
di potenza si sostituisce la politica di servizio.
Se tuttavia i cristiani sono consapevoli di
questa « novità » essi devono anche sormontare la situazione di una chiesa che vive per
sè e non per il mondo. Si pone allora il problema di una « strategia di gruppi »; i cristiani dovranno operare delle scelte anche nel
modo di vivere, uscendo dalla dispersione individualistica e intraprendendo esperimenti
che siano « parabole » del nuovo mondo annunciato dalla croce di Cristo.
Se si può dunque parlare di una « teologia
della solidarietà », questa teologia muove
dalla croce : e la solidarietà è quella del
<c mondo nuovo », che implica inevitabilmente una rottura col mondo « vecchio ».
Nella discussione che ha seguito la conferenza di Vinay si è insistito sul fatto che il
« mondo nuovo » che si inizia con la croce
non può identificarsi con un sistema economico e politico dato : esso rimane tuttavia la
indicazione di marcia per una chiesa che non
vuole evadere dai compiti dell’ora presente
e, nello stesso tempo, è uscita dall’equivoco
c( costantiniano » e non ha più la pretesa di
imporre gli schemi di una ce società cristiana ». La posizione dei cristiani è definita
quindi da una continua tensione. Da- una
parte — come osservava il pastore Franco
Giampiccoli — la verità della croce è attestata dalla risurrezione ; ma la risurrezione
può essere soltanto oggetto di fede. Cosi il
mondo nuovo è riconosciuto soltanto nella
fede e i cristiani non si illuderanno di poterlo realizzare con le proprie forze. D’altra
parte è stato messo in rilievo in vari interventi (in particolare di Giovanni Mottura e
di Aaron Tolen, camerunese) che i cristiani
si trovano a vivere in un mondo diviso, in
una società di classi, in cui, di conseguenza,
non esiste una verità unica e totale ma soltanto verità parziali. E poiché, in una società
divisa, bisogna scegliere da che parte si sta.
i cristiani dovranno essere consapevoli del
fatto che le loro scelte poUtiche sono sempre
a parziali ». Ma a queste scelte non possono
sottrarsi. E se scelgono di stare dalla parte
degli sfruttati, il loro impegno sarà di tipo
rivoluzionario. Ma la rivoluzione non si confonde con il Regno di Dio.
Con questi temi in discussione si veniva
ormai delincando l’arco di conclusioni del
campo. Ma perchè queste conclusioni maturassero nel lavoro dei gruppi era necessario
riprendere l’esame di una situazione precisa.
Nel penultimo giorno del campo si è quindi
affrontata, prima nei gruppi e poi in seduta
plenaria, la questione sudafricana.
IN
CONTINUA
TERZA PAGINA
La disoussiona
suii”Afrioa dai Sud
Si è visto in questa discussione come i
gruppi avessero acquisito nel corso del campo una notevole coesione e capacità di lavoro.
I risultati sono stati quindi assai omogenei.
La questione sudafricana è stata vista nel
suo complesso, prendendo in esame non solo
il Sud Africa ma anche il « caso » della Rhodesia e le colonie portoghesi delTAngola e
del Mozambico. Ci si è domandati per quali
ragioni l’intera parte meridionale del continente africano appare « bloccata » nell’oppressione coloniale o razzista. Si tratta semplicemente di un « residuo » del colonialismo di vecchio tipo o invece di una situazione « organica » rispetto alle nuove forme
di dipendenza dell’Africa? La risposta è, purtroppo, che la situazione sudafricana è chiaramente e solidamente inserita neUa trama
dei rapporti economici e politici mondiali.
Le formidabili risorse minerarie dell’Africa
australe sono essenziali all’« equilibrio » del
mercato mondiale.
Ma il dominio economico che si realizza
in questa zona presenta i tratti tipici di una
« internazionale del capitale »: le grandi
compagnie minerarie e commerciali operano
la fusione e la concentrazione di capitali di
varia provenienza, per lo più dai paesi del
CONTINUA
IN QUARTA PAGINA
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pag. 2
2 Settembre 1966 — N. 34
In favore deiruotno
ad ogni costo
K E non temete coloro che uccidono il corpo, ma
non possono uccidere l'anima ; temete piuttosto colui che può far perire e l'anima e il corpo nella
geenna ». ( Matteo 10 : 28 )
Una mattina del tragico 1944, una
mattina di guerra che inaugurava un
nuovo giorno di stenti, di spaventi e
di sdegno crescente che ieri ed oggi
si chiama ancora Resistenza, un
gruppo d’operai — recandosi al lavoro — videro sotto un cavalcavia ferroviario nella zona di Genova Sampierdarena due giovani uomini stesi
al suolo, uccisi dalla calcolata follìa
dei fascisti.
Nell’animo mio è ancora acuto il ricordo di quel giorno, ciò che io allora,
ancora ragazzo provai, appena seppi
dell’accaduto. Come un tempo, il mio
sguardo interiore materializza e osserva — con partecipazione più matura — due uomini provati dal carcere,
contusi dalla tortura, fisicamente soli
ma idealmente uniti nel martirio
d’altrui compagni contro un muro
freddo che trasuda acqua, scelto
per determinazione maligna dai carnefici perchè vicinissimo alle case dei
due condannati. Vedo le canne nere,
le bocche assurde dei mitra; ascolto
l’eco breve degli spari spezzare la notte, penetrare nelle case dove qualcimo si è svegliato: impreca o prega.
Non intendo parlare dei miei ricordi, anche se il fare « cordoglio » e
essere «affamati di giustizia» sono, come leggiamo nel Sermone del monte,
prerogativa del cristiano; mi preme
dire che al disopra di quel selciato di
periferia che ospitò carne e sangue di
due combattenti per la libertà, al disopra di quelle pietre fatte parlanti dal
sacrifìcio di due giovani vite, è stata
murata una lapide con la scritta : « La
corda che strozza il pensator non uccide il pensiero ». Non conosco l’autore di questo motto; forse un anarchico; non ha importanza, .ànche se il
cappio che in Germania mise fine ai
giorni, tanto ricchi di pietà e di premesse intellettuali; del teologo Bonhoeffer, è stato tessuto con una canapa diversa, è pur sempre la stessa corda, e in modo più differenziato l’identico strumento di martirio — per vergogna nostra — sempre pronto a negare la vita a coloro che si consacrano
attivamente ad alti ideali. E la parola
« attivamente » dovrebbe avere p_er
noi cristiani un valore inequivocabile
se prestiamo ascolto a San Paolo :
« Perchè il regno di Dio non consiste
in parlare, ma in potenza» (II Corinzi 4: 20).
* * *
La lapide di Sampierdarena, la corda di Bonhoeffer — che deve oggi cineere e destare le coscienze cristiane —
ci aiutano a com.prendere il senso impegnativo di queste parole di Gesù;
« E non temete coloro che uccidono il
corpo, ma non possono uccidere
l’anima ».
Chiediamoci con franchezza, dal momento che Dio conosce rìntimo nostro assai meglio di quanto noi ci cm
nosciamo : queste parole di Gesù (Matteo 10; 28), che eco hanno nell’animo
nostro? Leggiamo queste jmrole come
espressione di una moralità sublime
ma, infondo, a noi estranea perchè
troppo diffìcile e, diciamolo pure, da
evitarsi quando si presenta l’occasione, o piuttosto il dovere di «metodicamente storicizzarla» applicandola
a determinate situazioni della vita?
La nostra natura di peccatori (per
sventura, assai più tenace che la nostra natura di graziati) avverte che
l’Evangelo scotta fra le mani, e allora
lo prendiamo con le pinze; fuori metafora, ci facciamo guidare dal timore
di essere chiamati per un servizio
reale e operiamo una metamorfosi
demoniaca: leggiamo l’Evangelo in riferimento alla carne e non a quella di
Cristo inchiodata sulla croce, non m
visione delle sofferenze del prossimo
nelle quali rivive la carne estremamente umana di Cristo, viatico per la
salvezza del mondo.
Mi sovviene un personaggio di un
film. Un giornalista si era votato, pur
fra mille difficoltà, a far del proprio
meglio per salvare un condannato alla pena capitale ch’egli riteneva, a ragione, innocente. Una sequenza del
film ci mostra questo giornalista in
una bettola, stanco e demoralipato
per non aver ancora provata l’innocenza di chi, in carcere, si tormentava
a contare il fluire dei giorni. Al tavolo, gomito a gomito con il giornalista, vi è un essere dalla volontà e
dalle capacità morali ottenebrate dal
vino. L’innocentista rivolto al beone
chiede : « Lo sai quale è il più grande
male che tormenta l’uomo?». Il com
pagno di tavolo, con il fare assente
di chi ha accettato una esistenza da
fossile, risponde enumerando — naturalmente — una serie di gravi malattie fisiche. L’altro con fare sconsolato. tipico a chi sa di essere nel giusto e di non essere compreso, dice:
«No!». Finalmente ecco il giudizio
del giornalista ; « Il più grande male
ohe tormenta l’uomo è l’indifferenza ».
Ecco il morbo che ci appesta : il non
curarsi di ciò che succede attorno a
noi. E vorrei aggiungere che si tratta
ancora di indifferenza — e della peggiore — anche quando, pur provando
rincrescimento per le pene dei nostri
simili, rinunciamo tuttavia ad intervenire per eliminarle. L’indifferenza è
frutto dell’egcismo, del classico albero
cattivo che troviamo citato nell’Evangelo con l’indicazione drastica di tagliarlo. Noi quando non compiamo
la volontà di Dio, ci configuriamo come le bracce maledette di quest’albero,
felici in una solitudine colpevole, pregni sino al midollo d’indifferenza perchè deifichiamo i nostri interessi : una
cancerosi spirituale ci rende avari
d’amore, culliamo con disperata bramosia anche gli interessi meno redditizi purché siano indiscutibilmente
« nostri », incollati alla nostra epidermide, profondati nelle nostre tasche.
Certo! incensiamo interessi anche minimi in suffragio di una economia
esistenziale detestabile attraverso la
quale possiamo vivere in una dimensione tranquilla, ed ha poca importanza — rispetto alla nostra malata pace
interiore — ohe questa dimensione sia
moralmente sterile, liricamente crepuscolare. Ciò che importa, ecco l’obbiettivo: disscciarsi dal pericolo, perchè il pericolo può ferire e uccidere il
corpo il quale è strettamente associato al nostro tornaconto che paralizza
lo spirito, che non può avere cittadi
Facoltà Valdese
di Teologia
Sono aperte le iscrizioni al I anno dei
vari corsi della Facoltà (ordinari, esterni,
corso biennale per laici) per l’anno accademico 1965-66.
Le domande devono essere inviate alla
Segreteria, Via Pietro Cossa 42, Roma, entro
la prima metà di Ottobre, corredate dei seguenti documenti :
1. Certificato di nascita.
2. Certificato di maturità classica o titolo
equipollente.
3. Lettera di presentazione del Concistoro
o Consiglio di Chiesa attestante anche l’appartenenza dell’interessato a una comunità
evangelica da almeno due anni.
4. Certificato medico di sana costituzione
fisica (per gli studenti ordinari).
5. Due fotografie formato tessera.
6. Ricevuta del versamento della tassa di
immatricolazione (L. 5.000) sul C.C.P. numero 2/12886 intestato al prof. B. Corsani.
Dovranno altresì essere allegate alla domanda di iscrizione le eventuali richieste di
borse di studio per studenti ordinari.
Il programma dell’apertura dell’anno accademico, fissata per il 29 ottobre, sarà reso
noto con successivo comunicato.
nanza nell’anima, se intendiamo votarla a Dio.
L’unico modo per guarire dall’indifferenza è l’impegno, una partecipazione cristiana alla vita degli uomini,
una pietà solida ed estroversa capace
di sottrarre l’Evangelo alla mistica da
salotto per il trionifo della giustizia di
Dio, che sentiamo più che mai necessaria in un mondo tribolato come il
nostro. La cristianità deve essere destata, per così, dire, da un « neo-pietismo» che trovi, questa volta, nella
storia generata dal lavoro, dal pensiero, dalla prepotenza, e dai lodevoli
impulsi degli uomini il suo banco di
prova. Un neo-pietismo che si cimenti
contro la teologia da cenacoli, contro
degeneri ortodossie sociali e politiche
sia ohe allignino in oriente o in occidente.
L’impegno, se è autentico, è sempre
rischio, angoscia, pericolo magari di
perdere la vita. L’impegno nega a
priori la mia tranquillità personale.
L’impegno non è una passeggiata
amena in luoghi eterei, ma un arduo
situarsi nel mondo in attesa attiva
della buona stagione del Signore. Bisogna imparare a riconoscere nei vari
stati della sofferenza, nelle diverse
forme di martirio il senso dell’alternativa cristiana, a condizione che noi
cristiani poniamo seriamente questa
alternativa.
Colui che non teme le calamità che
possono infierire sul corpo, lavora per
Fedificazione della propria anima. La
edificazione deU’anima non può realizzarsi solo con le preghiere (magari
domenicali) o con una tabella fissa
d’opere e pensieri pii, ma preoccupandoci, con entusiasmo e cultura, « d’agire onestamente non solo* nel cospetto del Signore, ma anche nel cospetto degli uomini» (II Còr. 8: 21).
Affrontiamo le difficoltà e le insidie
della vita con serenità, temendo «piuttosto colui che può far perire e l’anima e il corpo nella geenna ». Temiamo il giudizio di Dìo il quale ci vaglia
in questa esistenza e nell’altra secondo il senso delle nostre azioni terrene.
Cerchiamo di vivere in continua apprensione per la sorte del nostro essere spirituale, che è condizionata dal
significato evangelicamente rivoluzionario che intendiamo dare alla nostra
permanenza su questa terra.
Cerchiamo di vivere positivamente
il timore di Dio, perchè il timore di
Dio non è cieca imposizione di desposta ma salvezza per l’uomo. Vivere
positivamente il timor di Dio significa amare e l’amore per le creature distrugge la paura <¿ie ci assale quando
la nostra vita, ia nostra tranquillità
è in gioco dal memento che Dio, in
Gesù Cristo, ci chiama a compiti assai più nobili che quelli della difesa
del nostro misero « particolare ». Vivere degnamente il timore di Dio equivale a bandire la paura «perchè la
paura implica apprensione di castigo ; e chi ha paura non è perfetto neli’amore» (I Giov. 4: 18).
Ringraziamo e lodiamo Dio per il
timore Ch’Egli ci infonde perchè il timore di Dio ci conduce ad agire in
favore dell’uomo. Essere giustificati
per fede vuol dire, nel contempo, comprendere per fede che Dio esige ubbidienza, illuminata sottomissione nel
senso di interesse per l’uomo ad ogni
Combattendo
(Filippesì 1 : 28)
Il verbo combattere esprime nel nostro testo lo stesso pensiero
già incontrato in Efesini 6: la vita cristiana è un combattimento, una
esistenza impegnata nella lotta. Mentre però nella lettera agli Efesini
ci veniva ricordato che il nemico del cristiano non sono gli uomini
ma il peccato, le potenze del male che opprimono e distruggono la
presenza di Dio nel mondo, qui viene dato un insegnamento diverso
ma altrettanto essenziale ; il credente è un combattente per la fede
evangelica.
La fede cristiana non è solo lotta contro il male ma in primo luogo, essenzialmente, lotta per la fede. Si deve subito notare che questo aspetto del combattimento non è solo un elemento nuovo, complementare, ma sostanziale, costitutivo. La vocazione cristiana è in
primo luogo ed in ultima analisi solo lotta per la fede. La denuncia
e la resistenza al male, la denuncia delle potenze malvage non è che
la conseguenza della fede, rappresenta solo un aspetto secondario,
un corollario dell’impegno positivo della testimonianza.
Quello che Dio mi chiede è in primo luogo di saper volgere la
mia attenzione, la mia speranza, il mio sforzo alla manifestazione del
suo ev.angelo. Essenziale e primaria non è la sconfitta del male o il
suo imbrigliamento in una situazione storica, ma la liberazione di un
uomo, liberazione nel nome di Cristo e per Cristo. Dio mi chiede innanzi tutto di aprire una strada affinchè altri con me, dopo di me,
per causa mia scoprano la libertà della fede.
Abbiamo purtroppo cattivi esempi di questo combattimento della
fede attorno a noi! (ìente che si dice cristiana (e<l in realtà non lo è)
combatte e si dà da fare, ma non per la fede deU’evangelo e non
contro il male, bensì per sè e contro i fratelli. Gente che vive di polemica astiosa contro tutti e di proselitismo fazioso per la propria
setta, è quanto vediamo tutti i giorni. Questo combattimento non ha
nulla a che fare con la fede in Cristo.
Il cattivo esempio di molti settari non cancella, però, anzi sottolinea la parola apostolica che invita a iniziare e precisare il nostro
combattimento per l’Evangelo.
Giorgio Tourn
IL SERVIZIO DELLA CLAUDÍAN.
Il mollilo del Nuovo feslomenl«
Lina guida allo studio dell’ambiente sociale e culturale del Nuovo Testamento
costo.
Mario Gardella
Il volume si affianca al ben noto
« La voce dei Profeti » di cui segue
le linee fondamentali. La serie completa comprenderà 4 volumi:
— «La voce dei Profeti» (guida all’A.T.) pubblicato.
— «Il mondo dell’A.T.» (in preparazione).
— «La voce degli Apostoli» (guida
al N.T.) in corso di stampa.
— « Il mondo del N. T. », pubblicato.
L’attuale volume costituisce una
« guida allo studio dell’ambiente sociale e culturale del N.T. » in 25 lezioni.
« Il lettore degli Evangeli e delle
Epistole deve poter ricostruire nel modo più esatto possibile lo sfondo ambientale su cui vengono pronunciate
le parole di Gesù e degli apostoli. Lun
iiiiiiiiiiiniiiiiimimiimiiimiiiiiiiNiiiiimiiii
iiiiiumiMiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiii
iniiiiiiiiimiiiiiiiin
iiiiiiitiiimiiiiiiiiiiiiiKiiiiiiiiimitiiii
iiiiiiiiimiiiimii'
UN PUNTO CHIAVE DELLA « GEOGRAFIA DELLA FAME »
Una polveriera: il Nordeste brasiliano
K I bambini nascono più per morire che per vivere,
più per popolare il cielo di angeli, secondo la consolante credenza dei loro genitori, che per popolare la terra di uomini». (J. de Castro)
Il libro (1) che Josè De Castro «specialista brasiliano di problemi dell’alimentazione, che è di Recife ed è l'ex presidente dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per la
alimentazione e l’agricoltura (FAO)» - ha
scritto sul Nordeste del Brasile, definito
« una zona esplosiva » capace di incendiare
da un momento all’altro tutta quanta 1 America Latina, è una viva illustrazione del pericolo che costituisce per l’intera umanità la
situazione di sottosviluppo e di miseria in cui
si trova attualmente il Terzo Mondo. Il
Nordeste funge a questo riguardo da zona
campione.
L’Autore ricerca i motivi che mantengono nella miseria oltre venti milioni di persone, e giunge alla conclusione che i più
gravi non sono costituiti dalle ricorrenti siccità naturali che periodicamente costringono
gli abitanti ad emigrare per fame, salvo poi
a ritornare per ripopolare questo territorio
altrimenti fertile c produttivo. La vera causa sta nel fatto che le leve del potere ed
il centro dell’amministrazione di quella vasta regione son poste nelle mani di una ristretta oligarchia che governa ed ammini
(1) Josè de Castro: Umi zona esplosiva: il
Nordeste del Brasile. Un punto chiave nella « Geografia della fame ». - Trad. di
Goffredo Fofi « Nuovo Politecnico » 6 Giulio Einaudi editore, Torino 1966, pp.
213. L. 800.
stra con sistemi addirittura feudali o quanto
meno coloniali. Cosi non soltanto il profitto del lavoro di molli va a finire nelle tasche di pochi, ma lo stesso terreno viene
irrimediabilmente rovinato dalla monocultura della canna da zucchero che richiede
continuamente aree vergini di coltivazioni,
bisognosa com’è di succhiare sempre nuovi
alimenti. Non vengono compiuti che scarsi
lavori idrici, e questi naturalmente più a
scopo propagandistico che per aiutare veramente la popolazione. La policultura non è
diffusa e viene osteggiala da chi detiene il
potere e cosi i poveri abitanti del paese, allevatori di bestiame per gli altri, soffrono
di fame cronica ed endemica. « I bambini
nascono più per morire ehe per vivere, più
per popolare il cielo di angeli, secondo la
consolante credenza dei loro genitori, che
per popolare la terra di uomini. Ci sono
nel Nordeste città in cui la mortalità infantile tocca il 5000/^q: la metà dei nati contempla la vita solo per un breve istante, e
prima di compiere il primo anno è già tornata in seno alla terra » (p. 40).
Perchè non reagire ad una situazione simile, visto che si pub porvi rimedio? E’
proprio questo che vogliono oggi i contadini
del « scrtao ». Si rendono conto che una tale situazione non è più tollerabile. Per amore verso di essi e per interessi vari, c’è chi
ha oggi aperto i loro occhi ed è logico che,
presa coscienza dell’innaturalezza della loro
miseria (non voluta dal cielo come qualcu
no ha tentato e tenta ancora oggi di far
loro credere) non se ne stiano con le mani
in mano. Nel 1955 (non è un errore di
stampa, siamo in pieno ventesimo secolo,
non nel Medioevo) un mezzadro fonda la
prima Lega contadina del Nordeste il cui
solo scopo è di... difendere i diritti dei contadini morti di fame e di miseria invece che
dei vivi. Voleva che ogni morto potesse avere sette piedi di terra per essere seppellito
e una bara. Si, una bara dove imputridire
senza che si dovesse ogni volta restituirla
all’amministrazione comunale che la prestava soltanto per il trasporto del cadavere che
doveva essere rotolato senza di essa nella
fossa! Giustamente, nel volgere di qualche
anno, i contadini hanno capito di dovere elevare gli obiettivi delle loro leghe.
Ma rendersi conto che la miseria non è
naturale e volerla combattere mediante rivendicazioni sociali e richieste di riforme,
significa andare incontro a feroci repressioni
da parte dell’oligarchia che è al potere e
che domina con metodi inumani. E significa
anche venire tacciati a torto di essere pericolosi rivoltosi, malvagi cospiratori, biechi rivoluzionari, insensati comunisti, ecc. ecc.
Strumentalizzata da politicanti di destra e di
sinistra la massa contadina diventa suo malgrado pericolosa c la situazione nazionale
e internazionale appare esplosiva.
Josè De Castro, con serenità e buon senso,
aiutato in questo dalla sua competenza di
sociologo, tenta col suo libro di sdrammatizzare la situazione analizzando, per eliminarli, i vari pregiudizi degli uni e degli altri
e degli uni ver.so gli altri.
Ma si vorrà ascoltare questa sua voce
chiara e giu.sta, o invece gli uomini chiusi
nel loro naturale egoismo, anziché riflettere
comprendere, aiutarsi a vicenda, preferiranno fare scoppiare la polveriera?
Bruno Costabel
gi dal costituire una pura ricerca stc
rico- archeolcgica, tale studio è indi
spensabile premessa per udire la voc
degli apostoli, tenendo conto del fatto essenziale che il loro messaggio o
stato rivolto ad uomini ben determi
nati, in situazioni precise.
« Come il messaggio dei profeti è
costantemente riferito al peccato, alia
speranza, ai rinnovamenti del popol :■
di Dio, il messaggio degli apostoli è
inserito nella trama di peccato, spe
ranza, rinnovamento della comunit?
cristiana. Non sono certo questi eh:
menti storici umani a costituire l’e,vsenza del messaggio, ma ogni messag
gio assume la sua particolare fisionomia ,se si è in grado di conoscer e
— per quanto possibile — rinterlocu
tore delLapostolo ».
Da questa esigenza nasce « Il mondo del Nuovo Testamento ». Esso coro
prende :
1) Una guida allo studio della sto
ria politica del tempo», dall’esilio babilonese (586 a C.) alla distruzione di
Gerusalemme (70 d. C.);
2) Un panorama della società palestinese al tempo di Gesù. La vita
nei campi, nei paesi, nelle città;
3) La vita religiosa di Israele: il
Tempio, le sinagoghe, la speranza del
popolo. Le correnti religiose e polìtiche : farisei, sadducei, zeloti, esseni, ecc.
4) La vita, la filosofia, la religione,
la cultura del mondo imperiale romano.
Un panorama rapido e sintetico, ma
ricco di acute intuizioni, del momento centrale della Storia, umana, con
frequenti e puntuali riferimenti al
testo del Nuovo Testamento.
GIORGIO TOURN - Il mondo del
Nuovo Testamento. Guida allo studio deH’ambiente sociale e culturale del N. T. - Un volume di 85 pag.,
29 illustrazioni, L. 800.
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E’ uscito il quarto volume de
Il Nuovo Testamento
annotato
Pag. Vili+ 224, sovracc. a colori: in bross.
L. 1.900; rilegato uso-pelle L. 2.600. (Il secondo e il terzo volume sono in preparazione
e sono ambedue previsti entro il 1967).
Il quarto volume contiene : ampie introduzioni e analisi, testo e commento^ appendici e bibliografia dei .seguenti libri del N.T.:
I e II Timoteo - Tito • Filemone - Ebrei Giacomo - I e II Pietro - /, II, III Giovanni - Giuda e Apocalisse.
Le caratteristiche generali e la serietà dell’opera sono già ben note, dopo Tuscita del
primo volume. L’interesse c l’utilità pratica
di questo volume non ha bisogno di commenti, quando si pensi che di nessun libro
del N. T., fra quelli qui compresi, era oggi
disponibile un Commentario evangelico in
lingua italiana. Richiedetelo alla Claudiana!
3
N. 34 — 2 Settembre 1966
pag. 3
IL 14 AGOSTO, A S. SEVERA,
IL CONGRESSO DELLA F.U.V.
I nostri giovani
alla ricerca del loro posto nella chiesa e nel mondo
Il 14 agosto ha avuto luogo in Santa Severa il congresso F.U.V. che ha visto radunati 38 delegati delle varie unioni, nonché un folto gruppo di osservatori, in buo
na parte, battisti e metodisti. Abbiamo
avuto la gioia di avere tra noi il moderatore Neri Giampiccoli che ci ha rivolto
un incoraggiante messaggio ed ha attivamente ipartecipato alla nostra discussione.
Analoghi graditi messaggi ci sono stati
portati dal pastore Paolo Sbaffi, a nome
dei metodisti, e dal pastore Foligno, per
i battisti.
L’avvio ufficiale al congresso è stato dato
dal culto introduttivo tenuto da Giorgio
Bouchard; si sono avute le elezioni del
seggio (B. Rosagno, R. Turinelto, C.
Beux, P. Bosioj e la lettura della controrelazione (G. Gardiol, V. Petrone, S. Ribet, E. Rostan).
Quattro i principali punti trattali dai
controrelatori (problema giovanile, servi
zio nella chiesa, pastorato per i giovani
alle Valli e segretario F.U.V.) e su questa
falsariga si è svolta la discussione dei congressisti.
Problema giovanile. In seguito a quanto
suggerito dal congresso F.U.V. del 1964,
le unioni hanno tentato, in questo biennio,
di abbandonare la formula tradizionale che
permetteva loro solamente di tirare avanti
alla meno peggio per costituirsi in aitivi
gruppi di servizio e di studio; come è stato
fatto rilevare dalla controrelazione e da
nunierosi delegati intervenuti nel dihat.
È innegabile die in alcune unioni esistono
rito, il tentativo è fallilo in massima parte,
dei gruppi aventi raggiunto alcuni confortanti risultati positivi, e perciò « il Congresso F.U.V. chiede che i Comitati di
Gruppo, viste le esigenze reali di servizio,
ed evitando le inutili dispersioni di energie, lavorino /. creare, dei eruppi comunitari. là dove ce n’e la necessità, o a sostenere quelli che già esistono, seguendoli da
vicino e mettendosi a disposizione di singoli unioni o gruppi, interessati a questa
forma di servizio ».
Un innssaggio
alSe ÌJnioni
Scuiipre nel programina eli incitaniento e
di incoraggiamento i congressisti hanno
votato all’unanimità un messaggio alle
unicnir eli congresso F.U.V. 1964 aveva
chiesto che. l’UGV tradizionale venisse, sostituita da gruppi vari di attività e di
studie-, indicando in questo cambiamento
la linea di una riformu^deUe unioni.
Dopo due anni di esperienze diverse e
di di.scussione del problema su Gioventù
Evangelica è possibile constatare che anche
là dove questa indicazione è stata seguita
FUGl tradiziomde non si è modificata.
li Congresso FUV V>66 ri'iene di dover
proseguire nella ricerca iniziata tenendo
conto dei. dati emersi in questi due anni e
indica alle. Unioni ed. al Comitati di Gruppo due indirizzi di lavoro secondo le lìnee
genendi della proposta Marco Rostan (Gioventù Evangelica Die. 1965).
at lina attività unionistica dedicala in
modo particolare ai più giovani per la loro
formazione dà fronte ai più importanti
problemi teologici, etici e .sociali del nostro tempo.
Questo tipo di lavoro dovrà nel futuro
assorbire solo una parte delle possibilità,
delle energie e del tempo a disposizione
del lavoro giovanile. Se anche ogg„ questo tipo di lavoro è in crisi, pur assorbendo
la totalità delle energie e del tempo a disposizione del lavoro giovanile, riteniamo
che esso possa avere una precisa funzione
se visto e organizzato nel quadro di un
fine che sta al di fuori di esso. L attività
unionistica non dovrà infatti essere più fine
a se stessa ma in funzione e in preparazione
di gruppi di testimonianza e di .servizio.
b) Una nltività di gruppi che ricerchino
risposte concrete alle domande di testimonianza e di servizio che il Signore rivolge
Nel centro giovanile battista
di S. Severa nel corso del mese
di agosto, si sono svolti alcuni
importanti raduni giovanili. In
questo numero riferiamo sul
Congresso F.U.V.; la prossima
settimana parleremo del Sesto
Congresso della Gioventù evangelica italiana. red.
i troveranno a dover
o di servizio, do
ai credenti nelle diverse situazioni in cui
essi vivono.
Questi gruppi, che
che, di testimonianza
vranno:
— dirigere la loro attività in prevalenza
verso Feslerno della vita ecclesiastica;
— prendere in considerazione la possibiiila
di impegni a lungo termine a di orienInmenli vocazionali dei propri membri
in vista di un preciso scopo nel quadro
del lavoro del gruppo;
— costituirsi su di una ba.se comunitaria
elaborata nei suoi dettagli a seconda delle possibilità di ogni singola situazione,
— approfondire e compiere la propria preparazione e ricevere il nutrimento della
Parola di Dio nel corso e nel quadro del
proprio impegno.
Il lavoro di questi gruppi dovrà badare
a non essere un lavoro chiuso ma anzi do
vrà mantenersi aperto alle nuove energie
che verranno dalla formazione unionistica.,
curando un continuo contatto con l unione
giovanile attraverso una informazione seguita del proprio lavoro.
Questo tipo di lavoro dovrà nel futuro
assorbire la maggior parte del nostro itn
Sl insisterà ne! ientaiivo, ha deciso
nel 1964, di trasformare le Unioni in
attivi gruppi di servigio e di studio
affrontare problemi e situazioni concrete
contingenti o permanenti, sociali o politipegno, delle nostre forze e della nostra capacità di sacrificio perchè è in questa direzione che noi intr avi editano il senso
della missione della chiesa ».
Servizio della Chiesa
La proposta del colporlaggio è «tata raccolta da un buon numero di unioni anche
se da alcune è stato inteso essenzialmente
come vendita di libri senza la preoccupazione, estremamente imporiante, di piazzare il libro giusto al posto giusto facendo
si che i testi comprati vengano anche letti.
Il Congresso FUV, preso atto dell’iniziativa del colportaggio di libri della Claudiana, la approva, chiede che detta iniziativa continui, puntando soprattutto sugli ambienti esterni alfa comunità. Il Congresso impegna le unioni a uno studio
critico delle pubblicazioni ed al lancio delle novità.
ddelfìa
Dopo una relazione del Pastore Briante
in cui vengono ampiamente illustrate le attività del centro jltimamente ampliato, i
congressisti volano due ordini del giorno.
Il Congresso FUV, udita la relazione del
direttore .4delfia, chiede che il comitato
di gruppo del VI distretto sia distinto dal
comitato direttivo di Adelfia.
Il Congresso FUV si rallegra vivamente
dell’ampliamento del centro di Adelfia e
delle crescenti possibilità di lavoro che
esso viene ad assumere.
Chiede alle unioni di sostenere i lavori
di ampliamento con una apposita colletta
da organizzarsi nel corso dell’anno 1966-67.
Chiede al comitato di Adelfia di informare le unioni, mediante l’invio di documentazione sul lavoro del centro.
Pastorato per ì giovani
alle Valli
È stato questo il dibattito più interessante, più nuovo e che ha suscitato le più
diverse reazioni nei partecipanti. Alcuni
hanno voluto vedere nel paslorato per i
giovani una situazione di paternalismo e
di ulteriore clericizzazione della chiesa.
Altri invece hanno notato che questo progetto permetterebbe il superamento della
parrocchia, eviterebbe l’urto tra certi pastori anziani e i giovani, farebbe sì che
non si continuerebbe a costruire su delle
« quasi » rovine, ma si tenterebbe una in
novazione capace di radunare individui di
una medesima classe sociale per un lavoro
comunitario più sentito e proficuo.
Il Congresso FUV, dopo aver discusso il
progetto di istituzioiie di pastori per i
giovani .'die Valli. Io approva in linea di
massima, lo raccomanda all’aUenzione della
Tavola e incarica il Comitato Nazionale di
cooperare alla sua attuazione; precisa che
l’istituzione di pastori per i giovani non
può essere vista isolatamente, ma solo in
seno ad un ordinamento presbiteriale che
superi il quadro chiuso delle parrocchie.
Perciò chiede:
a) che il progetto del presbiterio venga
portato in Sinodo a brevissima scadenza e
che in questo quadro si inserisca il paslorato per i giovani.
hi che il problema giovanile sia studiato più compiutamente, tenendo conto
che esso non è staccato dai problemi sociali del nostro paese, mentre non è che
in minima parte una questione di migliore
cura pastorale in senso tradizionale e tenendo conto delle vocazioni laiche che
non mancano nella nostra gioventù.
c) che un problema analogo sia affrontato e risolto anche nelle grandi città e do
vunque se ne presenti la necessità.
Due costanti hanno caratterizzato que
st’ultimo Congresso FUV; il desiderio de
giovani di diventare sempre più parte viva
delle loro comunità, la tendenza a rivalli
tare il laicato nella chiesa, ed ambedue si
sono concretate in ordini del giorno:
Il Congresso FUV constatato che dopo
¡’intensa discu.s.sione sulla confermazione
avvenuta negli ultimi anni in seno alla nostra chiesa, nessuna riforma concreta è stata
decisa, rilevando che tra le incongruenze
che emergono dall’attuale sìlìiazione, particolarmente stridente per i giovani risulta
il fatto che, alla responsabilità e all’impegno della confermazione non corrisponde la
partecipazione alla responsabilità deliberativa della chiesa e sAe in tal modo la
chiesa si trova a ricoàèscere dei doni nei
suoi membri ma non ne consente la piena
esplicazione per alcuni anni, contattato che
l’argomentazione contenuta nella relazione
della Comm. ad Referendum di cui agli
alti Smodali 31/1965 (Relaz. Tav. 1966 pagina 211) non risolve la questione poiché
gli anni di rodaggio nella comunità ivi proposti dovrebbero precedere e non .seguire
Fatto della confermazione;
Chiede al Sinodo che tutto il problema
delle modalità di ammissione alle nostre
comunità sia riveduto radicalmente in modo da eliminare tra l’altro alcune vistose
incongruenze ecclesiologiche come la sopra citata.
Il Congretto FUV decide la revisione del
suo Statuto Regolamento Generale in ba.se
a criteri più consoni allo spirito del.a Parola di Dio e della Riforma mediante la
costituzione d’una Commissione che:
a) rediga un progetto di Statuto Regolamento rinnovalo;
hi porti a conoscenza di tutte le U.C.V.
il Progetto di Statuto Regolamento Generale ;
c) rediga, dopo la discussione nelle
U.G.V.. un progetto definitivo di Statuto
Regolamento Generale, tenendo conto degli emendmenti apportati al progetto provvisorio dalle U.G.f . .stesse;
d) presenti il progetto di Statuto Regolamento Generale al prossimo Congresso
FUV, sollecitandone la discussione e l’approvazione.
Segretario F.U.V.
A chiusura della giornata congressuale
l’elezione dei membri del Comitato Nazionale. Con un caloroso applauso i congressisti hanno ringraziato i membri del
C.N. uscenti ed in modo particolare il
pastore Bouchard per Fabililà e la competenza con cui si è adoperato nella veste
di segretari-).
Il nuovo seggio è risultato composto da
Claudio Tron, Giorgio Bouchard, Franco
Giampiccoli, Eugenio Rivoir, Renzo Turinetto.
La nomina del nuovo segretario nella
persona di Claudio Tron riveste un significato particolare ed è ampiamente alta a
rispecchiare la tendenza delle nostre unioni a cercare dei laici qualificati e ad affidare ad essi posizioni di particolare importanza.
A conclusione il più sincero ringraziamento di tutti quanti i partecipanti al Congresso FUV giunga al pastore Matta ed a
tutti coloro che hanno cooperato alla buona riuscita del Congresso. Paola Bosio
IL SINODO
IN BREVE
A" Il Sinodo 1966 era costituito da 180
membri, di cui 168 con voce deliberativa
e 12 con voce consultiva.
/ .avori tono stati intensi: si sono avute pure due sedute serali, oltre a urui riunione serale del Corpo Pastorale, mentre
un numeroso gruppo di delegati laici si
riuniva ¡ter un incontro non ufficiale.
« Il Sinodo esprime il suo più vivo
ringraziamento ni Past. IV. A. Visser ’t
Hooft, nel momento in cui lascia Fincarico di Segretario generede del Consiglio
ecumenico delle Chie.se, per la fedeltà
evangelica con la quale ha svolto in tanti
anni la sua missione ».
y^ « Il Sinodo esprime al nuovo Segretario generale del Consiglio ecumenico delle
Chiese, Past. E. Carson Bluke, il suo augurio
più Iraterno, assicurando la cordiale collaborazione della Chiesa Valdese a ogni inizia’iva condotta in obbedienza all’Evangelo ».
Af La Commissione d’esame sull’operato della Tavola e della Facoltà di Teologia è risultata così composta: past. Luigi Santini e
Gustavo Bouchard, doti. Enrico Pascal e Sergio Bianconi.
y^ La Commissione d’esame sull’operato della CIOV : doti. Dario Varese, past. Marco
Ayassot, avv. Marco Gay, past. Edoardo
Aime.
y^ Sono state nominate le seguenti Commissioni di studio ad referendum :
— commissione permanente per l’istruzione secondaria (confermata);
— commissione di studio sul materiale e
sui programmi per l’insegnamento evangelico nelle scuole della Chiesa e dello Stato (in
particolare alle Valli): past. Sergio Rostagno,
don. Franco Calvetti, past. Enrico Geymet,
ins. Evelina Pons, past. Giorgio Tourn, ins.
Lina Sommani;
— commissione sull’istruzione religiosa nelle scuole medie statali (confermata);
— commissione per la Costituzione unitaria ( confermata ) ;
— commissione di studio sulla natura, i
fini e i caratteri del matrimonio (confermata);
— i rappresentanti valdesi nel Comitato
per lo Statuto della Federazione evangelica
italiana;
— commissione di studio sul Cattolicesimo romano.
y^ La sessione sinodale 1967 si aprirà, a
Dio piacendo, domenica 20 agosto, con un
culto presieduto dal Past, Paolo Maruuda
(sostituto il Past. E. .dime).
TORRE PELLICE
miiiiiiiiiiiiiiiitiiiDiimimii
SCUOLA DI ECONOMIA DOMESTICA
Le iscrizioni alla Scuola sono aperte fino
al 25 settembre 1966.
Vi sono ancora alcuni posti disponibili.
Per informazioni rivolgersi alla Direzione.
.......................... ......................................................... ,
............................................................................ mun
La "polilica interna,, della Chiesa Valdese
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
che tali vocazioni non si sono sin qui manifestate, è anche vero che la concezione parrocchiale, oggi dominante nelle comunità anche prima che nel corpo pastorale, è lungi
dal sollecitarle. Piuttosto, qualora si manifestino vocazioni a ministeri particolari (evangelisti, colportori, ecc.), resta aperto il problema della loro preparazione: dove? come?
La « riforma distrettuale » in atto sembra
dare i primi frutti; nel complesso le Commissioni distrettuali — come le Conferenze
— hanno assunto maggiori responsabilità e
svolto una buona attività. Ad ovviare il rischio di una certa frammentazione, sono stati
intensificali i rapporti della Tavola con le
jQ, Lo scorso autunno si sono tenute due
riunioni fra Tavola e C.D., Luna a nord e
l’altra a sud; quest’anno, il lunedi 29 agosto si è avuta a Torre PeUice una riunione
coliettiva della Tavola e deUe Commissioni
dei 6 Distretti italiani, per esaminare insieme il campo di lavoro e conoscere più da vicino le esigenze dei vari distretti, in vista
delle decisioni che la Tavola deve prendere
in queste settimane per la destinazione degli operai. ., ,, j i
Ampio spazio ha occupato d problema della nuova Costituzione unitaria della Chiesa
Valdese. Anche su questo punto contiamo
dare più ampie notizie. Comunque, dopo che
la prima sessione sudamericana del Smodo
Valdese, tenutasi a Colonia Vaidense nel
marzo scorso, ha votato in prima istanza un
primo gruppo di articoli della nuova Costituzione unitaria, la commissione di studio
ha effettuato un’ulteriore revkione e presentato il suo lavoro alla sessione sinodale di
Torre Pellice. Alcuni articoli sono stati lungamente discussi ed emendati, e saranno sottoposti nella nuova stesura alla prossima sessione sudamericana: ricordiamo infatti che
ogni decisione — l’attuale revisione e del
resto ancora in fase sperimentale — è valida
solo dopo essere stata approvata dalle due
sessioni del Sinodo Valdese. Non si può dire
che le ore trascorse nell’esame di questi articoli non abbiano avuto momenti decisamente
pesanti; d’altra parte, dietro quelle che paiono pure formule e dietro l’apparente schermaglia di teologi e legulei (!) era m questione l’espressione della fede e dell ordinamento della nostra Chiesa, la sua volontà
unitaria e al tempo stesso una struttura sufficientemente elastica da permettere appunto
il mantenimento di una sana ed efficiente
unità fondamentale nella diversità di situazioni. Varrà la pena di riprendere il discorso,
valutando apertamente un certo spostamento
d’accento in senso congregazionalista, presente nella attuale revisione costituzionale: uno
spostamento d’accento che è indubbiamente
presente anche neH’ecclesiologia post-congressuale deU’evangelismo italiano, e che trova
un interessante e significativo riscontro nell’annuncio di una prevedibile prossima fusione degli organismi confessionali presbiteriano-riformato e congregazionalista. Interessante e vivo, nel corso dell’esame di questi
nuovi articoli costituzionali, il dibattito sul
primo articolo (Chiesa Valdese - Chiese Vaidesi) e quello sull’affiorare di un certo liturgismo finora assente dalla nostra Costituzione...
Altri aspetti particolari della vita delle nostre comunità, sollevati dal recente Congresso FUV (su cui qui sopra si riferisce ampiamente), hanno portalo alla votazione di questi o.d.g.;
Il Sinodo, preso atto dell’o.d.g. del
Congresso FUV che chiede un riesame
e una revisione delle modalità di ammissione alle nostre comunità, dà mandato
al Seggio di nominare una Commissione
che studi il problema in collegamento
con il CN della FUV e ne riferisca al
prossimo Sinodo. (La comm. risulta cosi
nominata: prof. Roberto Jouvenal, past.
Gustavo Bouchard, sig. Marco Rostan).
Il Sinodo, preso atto dell’o.d.g. del Congresso FUV con la richiesta di uno stu
L’ANGOLO
della
riconoscenza
Il Sinodo ringrazia la Tavola Valdese, e in modo particolare il Moderatore, per l’impegno con il quale
hanno assolto il loro mandato, e ne
approva l’operato.
Il Sinodo ringrazia quanti hanno
collaborato, nel corso dell’anno eclesiástico, nelle varie attività della
Chiesa, sia cotne membri di Commissioni che per Vadempimento di
incarichi speciali. Chiede al Signore
di concedere sempre alla nostra Chiesa la benedizione di poter coniare
sulla volenterosa collaborazione di
molli suoi membri.
Il Sinodo ringrazia le Chiese so
relie e gli Amici che nel corso del
l’anno ci hanno espresso la loro Ira
terna solidarietà e il loro interesse
per le nostre opere con doni per
mezzo dei quali il Signore ci ha ahi
tato a fronteggiare le difficoltà fi
nanziarie della nostra Chiesa.
dio della ristrutturazione presbiteriale
delle comunità e di un pastorato giovanile alle Valli, tenendo presenti i nuovi
mezzi di testimonianza e le vocazioni della nostra gioventù, ne demanda lo studio
alla Tavola.
Come potremo finalmente superare la situazione che ogni anno si ripresenta, in campo finanziario? Infatti l’aumento delle offerte
delle comunità è indubbio e costante: que
st’anno si è raggiunta la cifra di L. 134 milioni 895.401 e lo sforzo è stato certo notevole. Tuttavia si rimane sempre al di sotto
del preventivo, delle quote richieste dalla
Tavola e approvate dal Sinodo, senza mai
riuscire ad emergere. Si è veramente stanchi
di ripetere ogni anno il medesimo discorso.
Vi sono dunque miglioramenti, rallegranti,
sia per ciò che concerne la generosità che
per ciò che riguarda la periodicità dei versamenti; ma occorrerebbe una buona volta fare
quel balzo innanzi che permettesse di superare la fase cronicamente deficitaria (parliamo del bilancio della Cassa culto); è un balzo senza dubbio possibile e il farlo o meno
costituisce un indice significativo del nostro
impegno.
Il deficit del bilancio deU’istruzione, pur
essendo inferiore al preventivato, rimane pesante. Se giungono doni generosi (daU’estero,
e da parte degli « Amici del Collegio », ad
esempio) rimane deludente la risposta delle
Chiese : le prese di posizione in Sinodo si
dimenticano appena svoltato l'angolo?
La Tavola ha continuato a operare per la
rivalutazione del nostro patrimonio immobiliare; situazioni contingenti, determinate soprattutto da tutta una serie di riparazioni indilazionabili, hanno decurtato fortemente,
del 50%, il reddito degli stabili.
Sempre generosi i doni dall’estero — per
cui il Sinodo ha calorosamente ringraziato —
mentre ha iniziato un lavoro efficace, anche
se ancora in fase di ricerca e senza aver trovato finora una via univoca, la Commissione
finanziaria che la Tavola ha nominata per
consulenza. Continua il lento e metodico lavoro di reimpostazione dei bilanci da parte
dell’Ufficio amministrativo della Tavola, mentre l’Ufficio tecnico ha continuato la sua preziosa attività da nord a sud.
Il dibattito sinodale ha portato alla votazione di questi o.d.g., che ne sintetizzano i
punti essenziali.
Il Sinodo ricorda alle Chiese l'impegno
dei precedenti Sinodi^ di raggiungere la
meta finanziaria dell’autosufficienza della
Cassa Culto. Riconoscendo con gratitudine che anche quest’anno un ulteriore
passo innanzi è stato fatto, il Sinodo invita le comunità a compiere l’ulteriore
sforzo indispensabile al raggiungimento
della meta prevista.
Il Sinodo, riconoscendo Futilità del lavoro svolto dalla Commissione Finanziaria, invita la Tavola a integrare tale
Commissione con la nomina di altre persone particolarmente competenti in materia fiscale e amministrativa, in modo
da ottenerne la necessaria consulenza anche in tali rami.
Confermando quanto deciso nei Sinodi
precedenti in materia di politica edilizia,
il Sinodo approva la Tavola per avere
adottato il principio di non incoraggiare
iniziative edilizie per le quali non sia assicurato il finanziamento e che non risultino essenziali alla vita della Chiesa,
al suo servizio e alla sua opera di testimonianza; e la invita ad attenersi fermamente a un piano che stabilisca le opportune priorità in ordine ai lavori e ottenendo dalle Chiese il rispetto di tale piano. Incoraggia la Tavola a procedere nell’opera di rivalutazione del patrimonio immobiliare della Chiesa,
RICONFERMATA
la Tavola Valdese
La Tavola Valdese non è stata soltanto calorosamente ringraziata per
la mole e la qualità del lavoro svolto
in tante direzioni, ma è stata riconfermata con buone votazioni, esprimenti una larga fiducia, avvalorata
proprio dalle riserve che su ciuestioni
particolari sono state formulate qua
e là in Sinodo, con quella libertà e
quella franchezza fraterna di cui siamo lieti e fieri,
Moderatore :
Past. Neri Giampiccoli (1965)
Vicemoderatore :
Past. Achille Deodato (1965)
Membri :
Past. Carlo Gay (1961)
Past. Aldo Sballi (1961)
Past. Pier Luigi dalla (1963)
Prof. Giorgio Peyronel (1963)
Dott. Aldo Ribei: (1965)
Nelle altre votazioni sono risultati
eletti ;
al Consi.glio della Facoltà di Teologia :
Past. Aldo Comba
Prof. Salvatore Caponetto
Prof. Mario Miegge
alla C.I.O.V.
Sig. Dante Gardiol.
4
pag. 4
2 Settembre 1966 — N. 34
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
E' USCITO:
VILLAR PELLICE
Ci ha lasciati per rispondere alla chiamata del suo Signore il nostro fratello
Coisson Davide, di anni 75, dell’InversoCognetti. Ricoverato in ospedale per una
indisposizione che sembrava passeggera e
che si pensava sarebbe stata superata in
poco tempo, non ha più potuto invece fare
ritorno a casa sua, E 'Come nella sua vita,
così nella sua morte; egli che era un uomo
di grande modestia e che amava e procurava la 'pace, se ne è andato serenamente e
quasi in silenzio, come per tema di disturbare. Diverse coincidenze hanno fatto sì
che la stessa notizia della sua morte non
fO'Sse conosciuta dai più, che a funerali avvenuti. Così neanche nell’ultimo grande
viaggio egli 'ha recato disturbo a nessuno.
Il Concistoro, che da molti anni lo aveva
quale suo apprezzato collaboratore in qualità di Diacono per il quartiere dell’Inverso, rivolge alla sua memoria un saluto reverente e molto riconoscente.
Alla figlia, al genero, ai nipoti e ai parenti tutti diciamo la nostra fraterna simpatia invocando su loro le consolazioni del
Signore.
La nostra riconoscenza al Pastore Signor
Aime ohe ha presieduto il funerale in assenza del Pastore.
Il S. Battesimo è stato amministrato ai
seguenti fanciulli: Bernard, di Enrico e
Maria Luisa Berton (originari deH’Inverso
e domiciliati in Francia); Nadia, di Pier
Carlo e fida Geymonat (Ciarmis) ; Edvi
Paolo, di Ernesto e Paolina Gamier (Teynaud); Riccardo, di Davide e Cristiana Re
(Tèynaud); Silvia Giovanna, di Marco e
Ida Pascal (Centro); Roberto, di Giovanni
e Maria Michelin Salomon (Ciarmis).
11 Signore accompagni con la sua grazia
questi agnelli della sua greggia e li benedica abbondantemente, insieme ai loro genitori, padrini e madrine.
Sono stati uniti in matrimonio: Filippo
Palmieri (Eauria - Potenza) e Brunetta Berton (Garin).
Auguriamo loro una lunga vita in comune, arricchita da molte benedizioni divine.
1 nostri culti del 14 e del 28 agosto sono
stati presieduti rispettivamente dai Pastori
Sigg.ri Enrico Tron e Roberto Jahier.
Siamo loro grati della loro visita e del
buon messaggio che essi ci hanno portato.
Una cinquantina di membri di chiesa
hanno effettuato la progettata visita alla
Chiesa soreUa di Le Sentier, in Svizzera.
Essi sono stati aocolti con commovente affetto e hanno vissuto laggiù alcune indimenticabili giornate. Oltre alla gioia e alla
commozione lasciate nei loro cuori dalla
accoglienza ricevuta, rimane anche in loro
vivo ricordo del bellissimo viaggio attraverso alle ridenti contrade svizzere fino a
Prangins, proprio il giorno del 15 agosto.
Ai fratelli e alle sorelle di Le Sentier
giunga ancora il « grazie » molto commosso
e molto vivo di tutti i partecipanti all’indimenticabile viaggio.
Un gruppo di trond>ettieri del Baden, accompagnati dal Mv Sto'ber, sono, giunti tra
di noi per un breve periodo di vacanza.
Essi ci hanno diretto nel canto, domenica
28 agosto.
Nel ringraziarli, porgiamo loro -1 nostro
fraterno saluto e auguriamo loro un buon
soggiorno in mezzo a noi.
In nostro cordiale benvenuto va pu'-e al
gruppo tedesco del Pasl. W. Schilling, accampato lungo il Pellice e al gruppo olandese, diretto dal Sig. Duvalois, ospiti della
nostra ca.sa di vacanze « Miramonti ».
LUSERN A S. GIOVANNI
Dipartenze. - Nuovi dolorosi vuoti si
sono prodotti nella comunità con la dipartenza di caratteristiche jtersonalità del nostro piccolo mondo valdese: il 1® luglio
dopo breve malattia ritornava al Signore il
nostro fratello Giovanni Daniele Pontet in
età di 72 anni; il 24 luglio entrava serenamente nel supremo riposo, in età di 90
anni, la nostra venerata insegnante Paolina
Peyrot; il 31 luglio, sul fiorir dei suoi 85
anni il Signore- richiamava a Sè il nostro
amico Gustavo Adolfo Malanot degli Airali;
il 15 agosto ritO'ma a Dio il nostro fratello
Francesco Malan di Mourcious, in età di 86
e il 21 agosto, in seguito a incidente stradale, si dipartiva dai suoi 'cari il nostro
giovane fratello Franco Luigi Durand in
età di 19 anni.
Nuovi focolari. . Il 20 agosto, nel nostro
tempio si sono uniti nel vincolo santo del
matrimonio Guido Boaglio e Lidia Bourne
delle Vigne e il 28 agosto abbiamo celebrato il matrimonio del giovane medico Giovanni Motta con la Sig.na Silvia Ghisi di
Firenze, la di cui famiglia ha origini San
Giovannine.
Battesimi. ■ Hanno ricevuto il segno del
Battesimo, nel nostro tempio, in questi ultimi mesi, 12 cari pargoli ; il 5 giugno :
Marco Fenoglio di Franco e Emma Bourne;
Daniela Benacchio di Ferruccio e Franca
Gaydou; Margherita Vidossich di Giorgio
e Teresina Jahier; Cinzia Bourne di Adolfo
e Olga Rivoira; il 19 giugno, Danilo Negri
Culto radio
ore 7,40
Domenica 4 Settembre
Past. DARMELO MOLLIOA
Torino
Domenica 11 Settembre
Past. CARMELO MOLLICA
Torino
di Giovanni Giacomo e Nelly Bertot; in
luglio: Sandro Guido Gay di Carlo e Paola
Tabarrini, Eliana Rivoira di Osvaldo e fu
Adriana Mourglia ; Luca Rostagno di Paolo
e Maria Luisa Riva; in agosto: Roberto
Peyrot di Giovanni e Vanda Meynet, Mirella e Daniele Mourglia di Enzo e Yvonne
Oditi; Enzo Monnel di Ernesto e Maria
Luisa Pontet.
Il Signore e Padre delle misericordie benedica, conforti, santifichi nella prova come nella gioia le nostre famiglie.
L'anmia vendita di beneficenza della P
domenica di agosto ha avuto un esito superiore ad ogni previsione, e per il generoso
apporto dei numerosi visitatori e per il notevole incaisso a favore dei nostri istituti
locali. Il Concistoro è vivamente grato alla
valorosa piccola società di cucito e a tutte
e tutti coloro che hanno contribuito al
felice risultato della giornata.
Gradite visite. - La stessa sera nel tempio
un ottimo concerto corale e strumentale
veniva offerto alla CO'munità, nuovamente
convocata, da un intonatissimo coimplesso
bandistico evangelico di Bochum (Germania) in campeggio nell’alta Val Pellice.
Grazie di cuore e di cuore « auf wiedersehen » !
Le due domeniche pre e post sinodali, il
culto nel nostri tempio è stato presieduto
dai pastori Giovanni Bogo da Ginevra e
Giovanni Peyrot da Catania che ringraziamo vivamente i>er la loro fedele predicazione dell’Evangelo.
Al Sinodo la nostra Comunità Lica è
stata rappresentata da due insegnanti: la
Sig.na Emma Gonin delegata della Conferenza Distrettuale e la Signora Enrica Malan-Benech designata dall’Assemblea di
chiesa.
Avviso. - Domenica. prossima 4 'Settembre avrà luogo, Dio permettendo, la celebrazione del primo centenario della nostra
benemerita Corale, decana delle Corali delle Valli. Al culto mattutino e alla riunione
pomeridiana parteciperanno sei Corali sorelle e due complessi bandistici e corali
evangeliche della Germania. Cordiale invito
a tutti gli amici vicini e lontani.
i
Uniti per V Evangelo
DOCUMENTI
del 2° Congresso
delle Chiese Evangeliche lialiane
ATTI
sotto
a cura di Mario Sbaffi
'egida del Consiglio Federale.
Pagg. 238, con numerose illustrazioni, L. 1.800
presso le librerie evangeliche.
libri
POR I RAGAZZI
*** Mille e una notte - Scelte da Hedwig Smola - Bompiani. L. 3.000.
(dopo gli 11 anni)
Dice Italo Calvino : « Le fiabe sono vere (...): la drastica divisione dei viventi
in re e poveri, ma la loro parità sostanziale; la persecuzione deH’innocente e il
suo riscatto come termini di una dialettica interna a ogni vita; la comune sorte di
soiggiacere a incantesimi, cioè di essere determinati da forze complesse e sconosciute; la fedeltà a un impegno e la purezza di
cuore come virtù basilari ; la bellezza come segno di grazia che può essere nascosta »otto spoglie di umile bruttezza come
un corpo di rana; la sostanza unitaria di
tutto, uomini, bestie, piante, cose (...)» (1).
(Questa bella edizione di Bompiani raccoglie 7 delle fiabe che la bella Shahrazar
racconta al istdtano durante le famose 1001
notte, più il prologo e l’epilogo. Sono scelte, rivedute, presentate per i ragazzi che ne
restano sempre incantati, forse per i motivi che Italo Calvino sottolinea. Sono fia
be medioevali, quelle delle MiUe e una
notte, giunte in Europa da 2 secoli e sono
certo le più suggestive e le più celebri di
tutte le fiabe che la letteratura conosca.
L’edizione è accuratissima e le illustrazioni molto belle, come il prezzo consente.
ELENA PRIMICERIO - Il
« Finlandia Terra d’Eroi »
rad-Marzocco. L. 1.800.
(dopo gli 11 anni)
Kalevala
- Bempo
(1) Introduzione alle fiabe italiane . Einaudi pp. XX-XXI.
........................................................................................................................ni.......................inni...
11 sesto incontro Africa-Europa
svoltosi ad Agape
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
R0RÁ
E’ sempre motivo di rinnovata gioia, donata dal Signore, quando una Comunità si
trova a testimoniare con la propria presenza
impegnata e confessante di fronte alla celebrazione del Battesimo.
E tale è stata la nostra gioia in Cristo
quando è stato amministrato il santo Battesimo al piceolo Varese Daniele, figlio del Dr.
Dario e Liliana Balmas, il giorno 7 agosto,
ed alla piceola Patrizia Gilardoni, figlia di
Angelo e di Rosetta Morel, il giorno 28
agosto.
Presentando i genitori questi loro figlioli,
presente la Comunità, essi tutti hanno solennemente preso di fronte al Signore della
Chiesa l’impegno a far si che questi fanciulli
siano allevati con ogni cura nelle vie del
Signore.
— Il giorno 14 agosto ha avuto luogo al
Centro l’annuale bazar di beneficenza con
molta soddisfazione di tutti per la cifra record deirincasso totale. Ciò è stato reso possibile grazie ai Collaboratori che in ogni
maniera e circostanza non si sono risparmiati
in alcun modo, anche finanziariamente. A
questi vogliamo aggiungere quei Collaboratori che in maniera meno appariscente e più
silenziosa hanno dato il loro contributo piccolo o grande, ma molto apprezzato ed essenziale per quest’opera della Chiesa. Un
pensiero di gratitudine anche all’Unione
Femminile che attraverso il proprio impegno
di collaborazione ha portato il suo apprezzato
contributo. A coloro che hanno donato qualcosa noi diciamo grazie nel Signore.
FERREHO - MANIGLIA
Il 14 agosto, all’Hotel Malzat, lia avuto
luogo una simpatica e semplice cerimonia.
Il sen. Poet ha consegnato la croce di cavaliere dell’Ordine della Repubblica al
Sig. Oreste Canal, di S. Martino, alla presenza dei due figli, giunti dagli Stali Uniti,
e di una settantina di convitali, fra cui vari
pastori. Esprimiamo il nostro vivo rallegramento fper questo riconoscimento per
tutto ciò che il Sig. Canal ha fatto, per
tanti anni, per il Comune, come sindaco e
come conciliatore; e gli augnriamo una serena e lieta vecchiaia. A- C.
l’occidente cc democratico ». E questo dominio economico è garantito politicamente dai
governi razzisti della Repubblica sudafricana
e della Rhodesia, e dal governo fascista di
Salazar. E ancora : poiché la Repubblica sudafricana è uno dei contraenti più sicuri negli scambi internazionali (paga in oro!), essa
intrattiene rapporti commerciali con gli stessi paesi K socialisti », ivi compresa la Repubblica popolare cinese! E, infine, gli stati
africani a indipendenti » sono paralizzati
nella loro azione a favore dei popoli dell’Africa australe, dalle loro divisioni e dalla loro dipendenza dai paesi interessati a non
turbare la ’’status quo\
In maniera impressionante, nell’esame della situazione dell’Africa australe, ritornavano
in luce tutti i temi critici proposti nella prima parte del campo.
Quando si sono esaminate le possibilità di
azione a favore dei popoli oppressi dell Africa australe, vi sono stati diversi ordini di risposte.
In primo luogo si presentano dei compiti
immediati', per esempio l’assistenza ai rifugiati, soprattutto nel campo dell’educazione
dei giovani, l’organizzazione di borse di studio in vista della formazione di quadri africani nell’emigrazione (poiché all’interno tale
.....................inumi. iiiiiiiimiMiiiiiiiiiiimiiiniiiiii<iiimiiimiiii>i'iiiiiii>"">iiii'i"''
iiiiiiiiiiiumiHiimmiinii»
iiiiiiimiiiiiimMiiiMimiiii
AI GENITORI
della Val Pellice
Ho letto sul numero 32-33 deU’Eco-Liice
l’articolo-reclame del Past. Geymet sulla
Scuola 'Professionale della RIV-SKF e ritengo mio dovere fare alcune precisazioni per
orientare i genitori ed i ragazzi della Val
Pellice nelle loro scelte.
È bene che si sap'pia che in questi ultimi
anni allievi di codesta Scuola, residenti a
Torre Pellice, dopo aver ottenuto ottimi risultati durante l’anno scolastico si sono visti declassati in modo del tutto imprevisto
in occa'Sione degli esami finali. Data la frequenza di questo avvenimento c’è da ritenere che la Scuola della RIV-SKF, essendo
del tutto privata, nella valutazione degli
allievi non tiene conto soltanto delle capacità tecniche acquistale dagli stessi, ma anche di altre ron.siderazioni (e non ultima si
direbbe la residenza degli allievi in rapporto alla distanza dagli stabilirnenti).
Va aggiunto che quegli allievi che, essendosi così trovati in fondo alla lista dei
promossi non hanno ricevuto il posto negli
stabilimenti RIV, nemmeno hanno ricevuto
un documento che attestasse la loro preparazione tecnica.
Ricordino i genitori della Val Pellice,
nel fare le loro valulazioni, che a Torr? Pcllice esiste una sezione della Scuola professionale di Stato «Plana», con le stesse caratteristiche della Scuola RIV, la quale non
può dare durante gli anni di studio i premi
che dà la RIV, ma che dà un titolo statale
riconosciuto ovunque.
Franco Sommani
formazione risulta praticamente impossibile),
ecc.
In, secondo luogo si tratta di affrontare la
passività e Pindifferenza della gente di fronte alla questione sudafricana — sia in Europa sia in Africa — con un lavoro di informazione e denunzia, che contrasti l’azione
di propaganda dei governi e delle forze economiche interessate (che agiscono potentemente al livello dei ’mass media’, come ognuno può constatare in base alla pubblicità che
periodicamente compare sui nostri giornali).
Questo lavoro di informazione potrà essere
svolto efficacemente da gruppi di giovani,
già nel quadro delle chiese.
Ma, in terzo luogo, è parso chiaro a molti
campisti che la situazione dell’Africa australe potrà essere sbloccata soltanto da una lotta
rivoluzionaria, che venga a colpire i centri di
potere che, come si è detto, non sono localizzati soltanto nei governi della Repubblica
sudafricana, della Rhodesia e del Portogallo.
Ma è evidente che tali centri di potere
non possono essere colpiti efficacemente nelle
loro basi occidentali, finche il movimento
operaio europeo esaurisce le sue lotte negli
obiettivi tipici di una « società del benessere ». La ripresa di una coscienza politica nelle lotte operaie dei paesi occidentali appare
dunque la condizione di una solidarietà effettiva con l’Africa oppressa. E la formazione
politica delle masse è, allo stesso modo, l’unica via aperta ai paesi africani per uscire dall’immobilismo. Si tratta, in un caso come
nell’altro, di una prospettiva a lunga scadenza, che si deve tuttavia costruire nell’azione
quotidiana.
La fíne del campo
A questo punto le conclusioni dovevano
essere formulate in una attenzione tesa, in
un quadro di riflessione in cui ognuno si sentiva direttamente coinvolto.
La « tavola rotonda n finale ha dato modo
ai vari oratori dei giorni precedenti di precisare un determinato aspetto della tematica
del campo.
Mario Marcelletti ha fatto notare come le
stesse trasformazioni tecnologiche, in Occidente, possono offrire nuove possibilità di
formazione : tra l’altro, se l’automazione venisse a ridurre il tempo impegnato nel lavoro quotidiano, il tempo disponibile potrebbe
essere utilizzato in vista di una formazione
politica di massa, in contrasto con i falsi
obiettivi del cosiddetto « tempo libero ».
Ludek Broz ha riproposto il tema delle
scelte rivoluzionarie che si impongono ai cristiani : in realtà queste scelte vengono a urtare — anche nei paesi dove c’è stata una
rivoluzione — contro la passività e l’inerzia
della vita quotidiana, contro la stanchezza
morale. Ai cristiani si richiede allora un doppio movimento : da una parte occorre « identificarsi con l’umano » e non farsi iUusioni
sulle capacità delluomo (anche le rivoluzioni
« puzzano »!); d’altra parte occorre oltrepassare la situazione attuale, con lo sguardo rivolto all’orizzonte del Regno di Dio.
Tullio Vinay ha ripreso e sviluppato il tema di una « strategia di gruppi » nella vita
della chiesa, notando come le idee si misurano e convalidano nell’azione. Ma l’azione
deve avere obiettivi precisi e ben delimitati
e dev’essere continuamente sottoposta a controllo. La vita di gruppo offre grandi possibilità di autocontrollo. D’altra parte gli esperimenti di vita comunitaria non. devono porsi
come « modello » della vita della Chiesa.
Aaron Tolen infine ha caratterizzato l’azione politica dei cristiani in termini di tensione e pazienza: proprio perchè i cristiani non
confondono le loro scelte politiche con il Regno di Dio, essi possono sormontare le delusioni e le crisi dell’azione politica. La costruzione quotidiana richiede questa pazienza urgente, che è il contrario della rassegnazione.
Al termine di questa discussione il campo
si è raccolto nel culto finale, con una celebrazione estremamente sobria della cena del
Signore. Giovanni Mottura ha predicato sulla
missione della chiesa (in base ai testi di Luca sull’ultima cena, l’arresto di Gesù, il rinnegamento di Pietro). La fine del campo appariva a tutti, in quel momento, come Vinizio di un cammino rischioso ma segnato dalla
promessa dello Spirito Santo, che sormonta
gli equivoci e i tradimenti della Chiesa.
II Kalevala è l’epoipea nazionale della
Finlandia. Una specie di Iliade del nord.
E se i ragazzi conoscono dalla 'scuola la
mitologia greca e latina ignorano del tutto questo mondo nordico cosi ricco di poesia e di isentimenli vivi. La raccolta delle
canzoni, i runi, tramandati da sempre oralmente, è stata fatta solo nel 1828 dal Lònro't, l’Omero finlandese. Il poema (22.80l>
versi) è stato tradotto in italiano e da qn. sta traduzione la Primicerio ha tratto dei
racconti adatti ai ragazzi e ne ha fatto isn
libro pieno di fascino e di finezza, che l i
Bemporad-MarzO'Oco ha curato in bella ed;
zione mirabilmente illustrata. Il poema co
mincia con la creazione del mondo e della Finlandia e s’impernia su tre eroi; Waino il vecchio saggio, Ilmarinen il fabbr-o e
Aliti il bellissimo eroe, sulle loro lotte c-cn
i Lapponi nella conquista del Sampo, jI
mulino incantato. Uomini, eroi, magi",
streghe, fate sono i protagonisti del Kalevala, ma vi compaiono pure fiumi e boscìr.
betulle e isole e laghi e nevi perenni, vi
canta il cuculo e vi si suona la cetra, i
corre il lupo e l’orso a gara con lo sei.
tore e il guidatore di slitte.
GIULIO CAMPANELLA - Nuova vita
neUa foresta - Faenza 1965. L. 700.
(10-12 anni)
(Juesto libro è una favola in cui urei
bimba buona entra nella vita di un bo,' >
e porta im certo ordine, un senso di am* re fra le bestie selvatiche e feroci che io
popolano e per le quali diventa il centi'»
di interesse e di devozione. Il libro è scr: to da un maestro evangelico della nostra
diaspora adriatica il quale ha già al suo
attivo un buon numero di pubblicazioni *;
che si dedica con grande amore all inl; i
zia. Sul frontespizio di Nuova vita n( :-'i
Foresta c’è il verselto di Isaia 11; « F. 'a
vacca e Uorsa pasceranno insieme », c'ìc
rimane certo per il M° Campanella '■»
sfondo del suo raccontare.
Berta Suhilia
Direttore resp. : Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Postilla ïiPi_ Subalpina s.p.a. - Terre Pellice (Tof
E’ possibile che il resoconto della seconda
parte del Campo Africa-Europa 1966, risponda ad alcune delle osservazioni contenute nella postilla del Direttore ai testi precedentemente pubblicati sullo stesso argomento.
Con questo non è ovviamente esaurita la
discussione sugli « ordini » più o meno « cattolici » entro i quali i cristiani si trovano a
operare, e che devono contestare. Tuttavia le
persone che hanno letto i resoconti dovrebbero essere in grado di comprendere che i discorsi che si sono fatti al campo erano talora
unilaterali ma non mai tali da soddisfare i
funzionari di un qualsiasi Ordine, religioso
o politico. Uno dei rischi che si corrono nel
lavoro di Agape è di apparire comunque eretici, in religione come in politica (e sia pure
una politica cosiddetta « di sinistra »!).
Peraltro le postille del Direttore dell’« EcoLuce » hanno sempre la loro validità, perchè
rispondono ad una esigenza, fondamentale
per una chiesa che cerca di essere « confessante » : l’esigenza della ’admonestatio fratrum’ (la « ammonizione fraterna »). Rimane solo da formulare l’augurio che, in avvenire, il Direttore trasferisca la sua ’admonestatio’ nella vita stessa dei campi di Agape,
dove la sua presenza è indubbiamente richiesta.
Mario Miegge
avvisi economici
OSPEDALE Evangelico Valdese di Torino
cerca per servizio guardia medica notturna giovane medico evangelico dal l» settembre.
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Radiodelia Svizzera Italiana
Domenica 4 settembre ' Radio: Conversazione evangelica alle 9,15, pastore Guido
Rivoir. ■ Televisione : « La Parola del
Signore » alla fine delle tracmissioni, pastore Silvio Long.
Domenica 11 settembre - Radio: Conversazione ev’angelica alle 9,15, pastore Otto
Ranch. Televisione: «La Parola del
Signore » alla fine delle trasmissioni, pastore Guido Rivoir.
Pensione Balneare
Taldese
BORGIO VEREZZI (Savona)
Direttore: F. Chauvie
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