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Anno 1
Venerdì, 9$^ novembre 1951
LA BUONA NOVELLA
GIORNALE RELIGIOSO
PREZZO D'A.SSOCI4ZIONE
L.
L.
Torino, per un anno
» per sei mesi
Per le provincie e l’estero franco sino
ai confini, un anno , . L. 7 20
per sei mesi . L. H 20
La direzione della BUONA NOVELLA
è in Torino, casa Bellora, via del
Valentino n“ 12, piano 3®.
Le associazioni si ricevono da Cablotti,
Bazzarini e Comp. Editori Librai in
Torino, sotto i portici di Po, n* 39.
Gli ¿4ssociníi delle Provincie potranno provvedersi di un vaglia postule,
inviandolo franco alla ditta sopradelta.
iioirmARiM
Il Tempio Valdese ed i Vescovi {primo articolo). — I Confessohi di Gesù Cristo
IN Italia rel secolo XVI : Preludio — Onorevole testimonianza besa alla
liberta’ di coscienza — Varietà ; Ko.ssitii e la Bibbia. — Esposizione evangelica — Notizie religiose. Piemoiite - Toscana -Francia - Irlanda - Swcdia.
II. TEITKPIO TAI^nESE E» I VESCOVI.
( A rticoUì
Da alcuni giornali è stata pubblicata, giorni sono, la protesta presentata al re, fm dal 6 di agosto p. p.,
dai vescovi della provincia ecclesiastica di Torino, contro la costruzione
che si sta facendo in questa Capitale
del tempio valdese, « tempio (dice
uno dei fogli sopraccennati ) che non
sarà forse (tanto gl’irapone di credere l’onore e l’oìiestà del governo)
che una casa privata, cui si darà
internamente tale destimzione ! »
primo )
Dopo il solito piagnisteo di dolorose circostanze, dì pericoli e danni
gravissimi sovrastanti alla religione
cattolica, di sacro dovere di antivenirli, i vescovi così proseguono:
« Lo Statuto che regge ora il nostro
paese, nel dichiarare la religione cat tolica , apostolica, romana , religione
dello Stato, accorda soltanto agli altrculti, ora esistenti, una tolleranza conj
forme alle leggi; le quali leggi anteriori allo Statuto, non abrogate per esso»
seguitano in «utto il loro primo vigore-
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• Queste leggi sono affatto restrittive
di tempo e di luogo, nè mai d»l governo si permise che si allargassero....
• 1 diritti civili testé accordati ai protestanti , la uguaglianza di «ssi davanti
alla legge , non riguardano 1’ esercizio
della religione, ma si solo quei diritti
che si riferiscono alla civile società....
« Tale concessione quindi del governo di S. M., non altrimenti fatta
per legge dei ire Poteri dello Stato ,
sarebbe affatto illegale e contraria allo
Statuto ed al codice civile, ed agli articoli /|83, 48ÍI del codice penale....
< La facoltà ottenuta per Torino sarà
chiesta per altre città e villaggi dello
Stato, ed il governo non potendola
loro rifiutare , ne verrà che la religione
cattolica non sarebbe più, logicamente
parlando, la religione detlo Stato....
« I vescovi sottoscritti non temono
per la verità e perpetuità della fede
oattolica ; ma nessuno, e tanto meno
V. M., potrà volger loro a delitto il
grave timore da cui sono agitati, che,
apertosi un tempio pubblico protestante, la vanità, l’ignoranza, l’amore
di novità, la immoralità, si servano
di questo mezzo per iscandalizzare i
buoni cattolici, spargere dovunque la
indifferenza in materia di religione, e
condurre poco a poco il popolo all'ateismo, ultima necessaria fatale conseguenza dello spirito e dell’ indole del
protestantismo. »
Fin qui la protesta; ora qualche
Tillessione sul valore della medesima,
senza dipartirci punto nè poco dallo
spirito del nostro giornale.
Per prima cosa noi amiamo dichiarare di non ascrivere a colpa dei sullodati vescovi della provincia di Torino il grave rammarico lor cagionato
dall’erezione, nella capitale, di un tempio destinato alla celebrazione del culto
evangelico. I vescovi sono vescovi, e
chi vorrà loro contendere che parlino
anche da vescovi ? Bene sta che in lor
linguaggio chiamino tale avvenimento
un gran pericolo per la cattolica religione , se cosi debole fede hanno
nella verità di cui sono banditori ;
bene su che invitino i loro fedeli a
prevenire colle preghiere i mali che
a quella ne potrebbero ridondare. È
diritto di natura J’istinto della propria conservazione, e saviamente fanno
a premunirsi contro l’influsso, secondo loro, disastroso, delle dottrine
che in quel tempio verranno predicate; anzi, diciam francamente, che
adempiono parte essenzialissima di loro
missione ; e l’impugnare le dottrine
evangeliche prette e pure, quali vengono insegnate dai Valdesi, è , dal
canto loro, l’unico mezzo onde si
possano ragionevolmente giustificare
di non ammetterle.
Ciò che per altro non possiamo non
altamente rimproverare ad essi (e ne
interpeUiamo il giudizio dei buoni )
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si è che, tralasciando le * armi spirituali », le sole con cui l’Aiwslolo
volea che si combattesse in difendimento del vero (2 ai Corinti X, v.
3), ricorrano alle carnali, vale a dire,
al braccio secolare, c (che assai meno
ancora si addice ai loro carattere di
ministri di IJio) brandiscano quelle
del vituperio e della calunnia. A buon
dritto ne ricevono scandalo i buoni
di qualsiasi opinione religiosa a cui
appartengano.
I diritti civili e politici (così ragiona la protesta) testé accordati ai
\aldesi, la loro uguaglianza davanti
alla legge, non hanno che fare colla
religione; quindi, conceder loro la
facoltà di celebrare ovunque pubblicamente, e massime nella capitale, il*
culto della propria religione, è atto
del tutto illegale e contrario sì ai codici che allo Statuto. Ammirabile ragionamento davvero! E sono vescovi
coloro che lo fanno? Sono vescovi
costoro che asseriscono potere esistere
in fatto diritti civili e politici senza
che la religione vi entri per nulla ?
Ma, in nome di Colui che comandò
facessimo agli altri quanto vorremmo
fosse fatto a noi (Matt. VII, v. 12),
ci permettano i signori vescovi, che
si qualificano principali ministri di
quel medesimo Iddio che ci dovrà
giudicare tutti quanti , e promette
‘arlo nella misura che noi avremo
fatto con altri, ci peniiettano (dico)
di domandar loro "Se mai sarebbero
contenti all’aver lecita ogni cosa,
fuorché servire Iddio secondo lor delta
coscienza ?
Parlano essi di offesa legalità. Dio
buono ! Offesa legalilìi in oblio di
editti che fanno torto alla umanità !
Se mai quei crudeli editti non fossero
per anche stati irremissibilmente aboliti dalla civiltà dei tempi, a chi meglio che ai vescovi, obbligati per dover di coscienza e di ministero a
mettere sovra ogni riguardo di umana
legge i precetti della vera legge d’amore di X. S. Gesù Cristo, spetterebbe di affrettarne la soppressione ?
Chi meglio di loro dovrebbe rabbrividire al solo pensiero di richiamarli
in vigore ? Io mi penso che , ove
scendessero colla face del Vangelo ad
esplorare i recessi di loro coscienza,
lontani da qual sia vista di mondano
interesse, dividerebbero con noi la
gioia veggendo caduta in disu.so una
legislazione così barbara ed inumana.
Ma niuna legalità venne offesa. L’autorizzazione di un tempio data ai
Valdesi non è che una applicazione
logica e dovuta delle leggi e dello
Statuto. Perchè infatti vennero per
così luugo tem]K» interdetti ai Valdesi
quei vantaggi e quei diritti che erano
assicurati al rimanente dei cittadini?
Forse ixirchc erano uomini d’altro
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sangue, di natura e Osionomia diversa , nè formatr come son lutti i
figliuoli del comun padre Adamo?
Voi noi direte, ma (perdonate se vel
rammentiamo ) i vostri antecessori lo
dissero. Oggi però non è permesso
ad alcuno d’ignorare che furono i
Valdesi così iniquamente trattati a cagione della fede che professavano.
Bastava che avessero abiurato la propria fede per abbracciar la romana,
ed entravano tosto in possesso dei
conculcati lor diritti, cd ogni incapacità civile si dileguava. Quale emancipazione ha dunque concessa ai Vaidesi r editto del magnanimo CARIO
ALBERTO? L’emancipazione dell’uomo
fisico, o quella deli’ uomo credente ?
Chiunque non sappia volontariamente
acciecarsi, vede che l’emancipazione
fu concessa ali’ uomo credente. In
vigore di questa, ogni Valdese colla
sua fede (d’ora in avanti legalmente
riconosciuta dallo Stato), e colla facoltà di professarla da libero cittadino,
ha il diritto, statogli negato fino alla
promulgazione dello Statuto, di recarsi ad abitare ove più gli talenta
nel regno. Ora, che gli gioverebbe un
tal diritto con tutti gli altri diritti civili e politici, se gli venisse impedito
il massimo e più sacrosanto dei diritti,
qual è r esercizio della sua religiosa
credenza ? Lo Statuto facendolo libero
in tutto, fuorché in fatto di religione.
diverrebbe per lui una legge di scherno , e noi crediamo che quando lo
ha dichiarato libero, lo abbia voluto
far libero davvero e non da burla.
No, lo Statuto, come legge fondamentale del regno, non può pigUarsi
a gabbo, e conviene che sia lealmente
compreso, ed applicato senza restrizioni mentali, e deve a tutti guarentire il pieno esercizio deile libertà
concedute.
Trovandosi pertanto iu Torino buon
numero di cittadini che non professano la religione cattolica romana,
ed essendo dalla ProvTideuza forniti
de’mezzi necessari a fabbricarsi un
tempio ove raccòrsi alla celebrazione
del culto, qual meraviglia che l’ab•bian fatto? e donde nasce lo scalpore
e il timore della vescovile protesta ?
Temono forse i signori vescovi che,
testimone il popolo torinese di quel
culto nient’altro che spirito e verità
il quale praticano i Valdesi, vi prenda
affezione e lo preferisca a quello dei
suoi attuali direttori ? No, no, rispondono i mitrati protestanti, « noi non
temiamo per la verità e perpetuità
della fede cattolica; ma il grave timore di cui sono agitati i nostri cuori,
si è, che, apertosi un tempio pubblico protestante, la vanità, l’ignoranza, r amore di novità, la immoralità , si servano di questo mezzo
per iscandalizzare i buoni cattolici.
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spargere dovunque la indiffereuza in
materia di religioìie, e condurre poco
a poco il popolo all’o/eiano, tdtima
7iecessaria fatale cmiseguenza dello
spirilo e dell'indole del protestantismo ! »
A queste insinuazioni malevoli ,
risponderà il prossimo numero.
3 (ionftsflori t»i ©esù tristo
IK ITAIJA
NEL SECOLO XVI
Preludio.
La forza delle idee religiose ha in
ogni tempo offerto prodigi che destano
meraviglia in chi si volge a meditarli. Essa è tale, che tutta jjenetra
l’anima, vince qualunque ostacolo
opposto dall’altrui contrarietà, e s’ingagliarda nei sagrifizi. Quando nel
secolo XVI l’Europa si riscuotea al
primo grido delle dottrine evangeliche uscito dalla Germania, e proclamava il cristianesimo in * ispirilo e
verità, » anche l’Italia ne apparve
commossa, e vi rispose colle virtù
di alcuni suoi figli che si voltavano
alla fede dei padri, rimasta sacra nelle
valli del Piemonte.
Vari cittadini della penisola si mostrarono forti nelle credenze seminate
dagli apostoli, onorarono le cattedre
del natio paese ed estranee, c diedero fin testimonio di langue e di
martirio. Nella profession del vero,
il gentil sesso stette a fronte del forte,
e palesò quanto colesto può negli
animi aperti ai dettami che vengono
da alt».
Con la intenzione di esporre iu
altrui vantaggio cose delle quali la
storia ha tolto il registro, noi ci accingiamo a scrivere varie biografie sulle
persone più illustri d’Italia, die abbracciarono in quel tempo l’Evangelo,
e che, prodighe della vita, lasciarono di sè viva memoria. Sia permesso di ritoccar quelle ceneri che
ancora nel silenzio del sepolcro parlano fede, e trarne solenni inspirazioni per ravvisarvi credenze alterate da diversi interessi. La tomba
è la prima maestra dei viventi: il
suo linguaggio ha più autorità che
quello del mondo orgoglioso, avvezzo a perseguitare la virtù fin che
vive, ed a compiangerla morta. Sulle
soglie del sepolcro anche l’orgoglio
si arresta, e vede il nulla di tutto
ciò che agita sulla terra la jwlvere
pensante. Ivi Iddio ha posto un limite agli sdegni che imperversano
sulla umanità , ed ha voluto che sacro fosse il passaggio del tempo ai
secoli eterni: il vero sta in guardia
delle funeree ceneri, e la face della
storia si alluma da esso.
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Distinte penne hanno svelato ciò
che adoperarono in ogni epoca I martiri politici, cd han recato sommo
servigio alla umanità iu essi dilaceratasi ; ma posti han da banda i mar tiri religiosi, la cui gloria non è meno
grande per l’Italia, nè scevra di efficaci effetti a suo prode. Però non
ispiaccia se ci tratteniamo sui principali martiri di quelle credenze che
prendono vita dal Vaugelo,.e se mostriamo nello sviluppo dei loro fatti
la intensità di esse.
La terra che ci dava la cuna ha
presentato in qualunque svolgersi dejili spiriti, cose cJie il dir giova :
non havvi zolla che non ricordi una
gloria, e monumento che non attesti
ad ogni generazione la potenza delle
idee. Il Ciclo ha voluto compensarla dei
vari disastri che sempre T aillisscro
col renderla grande per memorie di
virtù e di solenni sagrifizii. Indarno
l’ambizione, mal paga di perseguitare
i vivi, ha profanato fm le tombe di
quelli che, percossi dalla umana ingiustizia, Iddio a se raccolse, e chiuse
nel manto del suo eterno perdono.
Tocca ai superstiti il rivendicarne i
nomi, ed il rapirli dalle male branche di essa che non rispetta i confini segnati dalla Provvidenza a sue
furie j e tenta di contaminare quelle
ceneri che, tacile, pur l’accusano
qual flagello del mondo.
In quel movimento religioso che
ormai si manifesta in Italia, e tutto
ispirasi nei libri divini consegnati ai
secoli per legarli con la eternità, non
discaro deve essere il ritórre dall’oblio nomi c!ie la storia del rinnovato cristianesimo accolse nei suoi
fasti, e descriverne le gesta ai fratelli
di fede, pronti a « rendere ragione
della loro speranza. » La rivista sarà
imparziale e fondata sui più veridici
documenti: lungi il fiele dello sdegno , solo capace di sminuire il vantaggio della narrativa ; lungi le preconcette idee che mostrino principii
di parte. La storia unica parli ed
apra ii campo a naturali riflessi che
sieno l’espressione dei gentili spiriti
cui alludano le varie pagine. La sventura viene assai più sublime quando
i colorì non ne vengono alterati, ma
ce la presentano nella sua semplicità.
I nomi dei percossi, da questa oramai consecrati nella estimazione dei
popoli civili, non han d’ uopo di racconti che accennino ad artificio od a
passioni. Un semplice esposto giova
meglio per quei gagliardi che amano
di seguirne la fede, e suonano più
alto rimprovero ai successori di quelli
che li sagrificarono.
Scuoprano questo memorie la potenza delia Parola di Dio, e rinnovino la
fiducia dovunque il mondo maligno
la beffa, o terribilmente la persegue
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con atroci fatti. Sieno lo specchio in
cui vcdansi coloro che fan guerra
itti essa ed alla fede giustamente caralterixzata per la « roccia dei secoli. » Sieno modello ai pii seguaci
del Cristo, che ne richiamano i puri
iDsegnameuti, sui quali gh uomini
non abbian posta o la penna o la
iorbicc dei proprii dettami»
L’Italia ammaestrala abbastanza dai
suoi disastri deve far senuo, e riconoscere che la vera religione può sola sottrarla dalle tristi conseguenze di quella
immensa catastrofe che i tempi preparano all’ediiizio della vecchia Europa.
Iddio è fra questo movimento dei
popoli, e lo dirige al trionfo della
giustizia. Mentre il mondo vi vede
la diversa lotta d’interessi totalmente
umani, chi l’osserva al lume del
cristianesimo deve ravvisarvi 1’ alta
provvidenza di Colui che in principio
diè forma al caos, e ne arrestò le
acque per produrre i prodigi della
sua creazione. Il regno di esso precetle il suon della tempesta. Si adorino su ciò gli eterni derretí, e con
solenne aspettanza di preghiera e di
meditazione si attenda tal vittoria cl»e
fra le più ardue prove e fra opere
da rettitudine animate, suggelli la
fede dei padri, e faccia riposar l’Italia sotto r ombra di quelle oneste libertà, cui consacra il Vangelo d'amore, pace e fratellanza.
LIBERT.V’ DI COSCIENZA
Onor>vo'c testimonianza resa a quel
snero principio da un professore
dell’lJmversilà.
L« parole qui appresso, che togliamo da un’opera intitolata Enciclopedia dd diritto, testé pubblicata dall’egregio professore Buniva, onorano
altamente chi le ha dettate, e ci rinfranca r animo il pensiero che iu si
generosi sentimenti venga educata la
gioventù studiosa della nostra R. università.
« Di tutte le oppressioni che furono inventate dalla umana nequizia,
niuna è forse così irragionevole e tirannica , (pianto quella che pretende
d’imporre violentemente le religiose
credenze. Ogni uomo, di fronte a’
suoi simili, ha diritto di costituirsi
giudice della verità della religione
che scelse, e dell’ erroneità dell’ altre
che non segue. I rapporti tra Dio
Ottimo Jlassimo e gli uomini debbono sfuggire ad ogni esterna coazione, cosi del potere sociale, come
di qualunque privato. Una religione
imposta colla forza è, ad un tempo,
un contrasenso ed una solenne iniquità. In questi principii sta la libertà
di coscieuza. L’abbandono dei quali
ed il regno dell’ intolleranza e del
fanatismo in tempi d’ignoranza , fe-
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cero scorrere torrenti di lagrime e
di sangue, e dannarono alla disperazioue moltissimi fra gli abitatori d’Europa.
« Perchè la libertà di coscienza si
possa appellare compiuta, è mestieri
che ogni culto, il quale non turbi
esternamente la pace pubblica e non
oiTpnda la morale, sia tutelato dall’azione del potere sociale____
« La parte dell’ articolo 1 dello Statuto, in cui si proclama la reUgione
cattolica religione dello Stato, vuole
essere interpretata in questo senso :
che la religione cattolica è quella
della famigha del re, capo dello Stato;
che le funzioni religiose, le quali si
fanno pubblicamente dai poteri delio
Stato, Gompionsi coi riti cattolici ;
che in modo particolare lo Stato sovviene e protegge colla sua azione e
secondo le leggi il culto cattolico. —
Ogni più ampia interpretazione dello
Statuto è erronea e contraria al vero
spirito della costituzione. »
VARIETÀ
KOSSUTH E LA BIBBIA
Sabbato scorso ( così il Christian
Times del \h novembre) il signor E.
Reeds, a ciò deputato da alcune signore, presentò al patriota ungarcse
una copia delle Sacre Scritture, ac
compagnando quel dono delle seguenti
parole :
« Signore! io mi presento a Lei,
col cortese suo permesso, qual rappresentante di alcune signore inglesi
che m’hanno conferito l’onorevole incarico di tributare alla S. V. i loro
profondi rispetti. Sebbene ora senza
titolo e senza uffizio, esule e straniero, Lei ha la simpatia di molti
cuori tra i generosi e buoni di ogni
paese ; e spesse volte nel tempo della
lunga sua cattività , questa preghiera
del cuor cristiano è salita al Cielo per
il suo prò: « Signore Iddio, ricordati di Luigi Kossuth e delle sue afflizioni! n
« V ammirazione di quelle signore
per i suoi nobili principii, la loro
simpatia frammezzo alle sue sofferenze
e privazioni, le condusse a procurare
di recarle qualche sollievo a Kutaiah,
ma andarono fallite nel loro intento.
Esse salutano con giubilo la sua visita a queste spiagge, e col mio mezzo
pregano la S. V. di accettare, in testimonianza del loro rispetto, questo
volume, la Parola ispirata dal Signore
Iddio, le Sacre Scritture , la ‘Carta
della vera hbertà dell’ uomo, il Libro
che svolge l’arcano di ogni cosa che
sia realmente grande e buona, rivelando l’amore di Dio agli uomini, cd
inseg..r>udo a questi, mercè lo stesso
amore, a servire gli uni agli altri.
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Fia che le sacre dottrine in essa Bii>
bia contenute rimangano nell’intelletto e negli affetti della V. S., onde
eccitarla e confortarla in mezzo alle
varie pene ed ai vari combattimenti
di questa vita effimera, elevando le
sue aspirazioni alla più sublime altezza cui si possa giungere quaggiù,
e preparandola al retaggio che sta al
di là della tomba, il quale è incorruttibile, puro ed eterno. »
Presentò quindi il signor Reeds a
Kossutli una grossa Bibbia in lingua
tedesca, elegantemente legata in rosso,
e con sul dosso le iniziali in oro dell’illustre esule, il quale rispose in
questi termini :
« Vi ringrazio. Accetto questo libro; non già che siavi in me alcun
merito di essere uomo credente, nè
altro merito qualunque; ma perchè
egli è necessario per ognuno che sia
onesto e che rifletta, e perchè egli è
la più ricca e la più fruttifera sorgente di quei sentimenti e di quegli
affetti che conducono alla felicità in
questo mondo e nel mondo avvenire.
Farò di questa Bibbia il caso che si
merita un cotal libro ; imperocché io
considero la religione come la più
ricca sorgente di quelle consolazioni
di cui così spesso ho provato il
bisogno nella mia vita. Essendo io un
credente, e perchè credente, come
pure nemico di c^ni intolleranza, su
perstizione e fanatismo, e da altra
parte amico della libertà, io confesso
ingenuamente, essere da questo gran
libro che ho imparato il gran principio di amare il prossimo come me
stesso, e tratto forza e coraggio per
agire in quella sacra causa, che sempre fu la guida di tutta mia - vita.
Giudicate da ciò quanto io pregi l’offerta a me fatta da parecchie signore, e di cui una copia fu presentata
pure a mia moglie da un onorevole
operaio a Winchester (1). Questo, o
signore, io conserverò come il più
prezioso dono ch’io abbia ricevuto
mai. »
ESPOSIZIONE EVAMELICA
« Conciossiacosaché siccome per la
disubbidienza di un uomo, molti sono
costituiti peccatori ; così per la ubbidienza di uno, molti saran costituiti giusti e dove abbondò il peccato, soprabbondò la grazia ». Romani, V. 19, 29.
Diseredato Adamo per sua colpa
del promessogh regno de’ CieU, non
altra eredità potè lasciare a noi suoi
discendenti fuor quella sofferenza di
(1) A Winchester un operaio affacciossi alla portiera della carrozza in
cui trovavasi la signora Kossuth, e, gittata dentro una Bibbia, scomparve senza
darsi a conoscere.
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privazioni e di guai die si trasse in
capo col suo peccato. Avea egli dalla
Hiano benefica del Creatore sortito
doni e prerogative cosi ammirande e
preziose , che dalla prima alla seconda
vita nou avrebbe percorso che un
seiiticr fiorito d’ogiii delizie c beatitudini. Incauto! si lasciò >incere
al dolce parlar della consorte ; anziché
compiere, come gli dettava coscienza,
il suo dovere, disconobbe ingrato la
espressa volontà del Signore, e la
infranse. Smarrito all’istante, come
erane stato minacciato, ogni dono di
grazia, cadde nella servitù del peccato
c sotto la pena di morte, che è
frutto e stipendio del peccato. Poteva
Iddio nella sua giustizia abbandonare
(U colpo r ingrato lasciandolo in balia
delle sue sventure, misero nel presente, e disjierato d’ogni grazioso
avvenire, o potea nella sua immensa
bontà perdonarlo senz’ altro ed impedire la sua ruina. Non fece nè l’uno
nè l’altro. Incomprensibile ne’ suoi
giudizi, scelse altra via di salute pelr uomo. Perchè così gli piacesse, è
indarno cercarlo: cosi gli è piaciuto
di fare, ed a noi mortali non resta
che chinare la fronte cd adorare silenziosi e riverenti i suoi decreti.
In quel giorno di eterna chiarezza
che speriam contemplarlo faccia a faccia comprenderemo ogni cosa : finché
dimoriamo (juaggiù, non potendo sa
pere , dobbiamo credere , e la nostra
fede non è contro ragione, perchè
si fonda nella infallibile Parola di Dio,
facile a riconoscersi autentica per
ognuno che il voglia, essendo numerosi e celebri gli scrittori che in
ogni tempo una cosi importante \erità
lumeggiarono, anche soddisfacendo a
qualunque obbiezione dei filosofi.
La via di salute, che nella sua profondissima ed inarrivabile sapienza
Iddio ci aprì, via che non sarebbe
mai caduta in pensiero a nissun uomo,
e che, visibilmente soddisfacente alla
sua giustizia, lasciò largo campo alla
manifestazione della sua misericordia,
fu quella d’inviarci il suo Verbo incarnato, il suo divia FigUuolo Unigenito, che sobbarcandoci al peso dei
mali, sotto cui geme la diseredata
discendenza d’Adamo, a noi insegnasse
essere questa la suprema volontà del
Signore Iddio, che noi per tutto il
durare della presente vita portiamo la
pena del peccato, e a portarla c’ incuorasse col suo esempio.
Vivendo però noi come servi di
pena fra tante tribolazioni in terra ,
volle clic ci accogliessimo sotto la sincera fiducia del perdono di Dio, e,
fattosi fratello con noi, ci rese figliuoli di Dio con lui, e come figliuoli
(Roni. VIII, 17 ) anche eredi con lui
del regno delPadre suo e nostro che è
nei Cicli. Nella sua umanità sacrosanta
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e divina soggiacque come noi alla
morte, e in quella morte subì il supplizio dovuto ai delitti della nostra
umanità peccatrice. Alla sua croce sul
Golgota alTisse e lacerò, come dice
l’Apostolo, il chirografo di condannazione scritto dalla divina giustizia contro il peccato d’Adamo e contro i
peccati nostri. Scontata la pena, è rimessa la coli)a, nè più non ha nulla
da desiderare da noi la divina giustizia interamente satisfatta e ¡wgata
da lui. I meriti suoi infiniti e divini
egli per paterna espansione di cuore
h comunica a noi, e noi coll’ impu"
tazione di colanti meriti presentandoci
al trono dell’ Eterno, vi ritroviamo la
grazia perduta in Adamo, e noi siam
salvi, e rivolti a Dio, gli possiam dire
con ogni confidenza : « Se le mie offese
alla tua divina maestà sono di malizia
infmita, è anche infmita la pena che
io ti pago , perchè ti offro una morte
e una vittima d'infinito valore ; ti
offro il Verbo che nel principio era
appo Te, ed era Dio, e, fatto carne,
ha abitato fra noi, e « a tutti coloro
« che lo hanno ricevuto, i quali ere•I dono nel suo nome ha dato podestà di
« chiamarsi figliuoli di Dio. » Io non
sono dunque più quel peccatore che
io era prima di aver creduto, meritevole dei tuoi castighi ; ma in Gesù
Cristo io sono diventato il tuo diletto.
Non guardare in me l’immagine del
l’uomo , e come tale non degno dei
tuoi sguardi amorosi, ma riconosci
in me il sembiante dell’unico tuo
divin FigUuolo, i cui pregi, i cui
meriti egU stesso mi consegnò da fratello: laonde io non posso non esserti oggetto d’amore, veggendo in
me quel medesimo in cui da tutta
r Eternità ti compiaci ».
Oh ineslimabil tesoro che ci arreca
la fratellanza di Cristo ! Ma come entriamo noi di tal tesoro in possesso?
Come disporne a sicurtà? Ecco ciò che
importa di sapere a salute. Questo
tesoro noi acquistiamo e noi possediamo colla fede, non colla fede umana
per umani argomenti ac<iuistata, o
solo materialmente appresa da’padri,
0 formolata in un simbolo, o studiata
sui Ubri, o esterionnente professata
nelle chiese, ma colla fede che è dono
di Dio, è frutto di grazia, e non risiede
oziosa nell'intelletto, ma è vita dell’anima, è affetto del cuore, investe
lo spirito, dirige i pensieri, presiede
alle deliberazioni, santifica le azioni,
si manifesta nell'opere. Ciò tutto ci
viene mirabilmente spiegato da queste
parole dell' apostolo saii Giovanni uella
sua prima epistola cattolica (C. II,
1, 2, 3): « Noi abbiamo un avvocato
appo il Padre, cioè Gesù Cristo giusto:
ed osso è il purgamento dei peccati
nostri, e non solo dei nostri, ma
ancora di quelli di tutto il mondo. E
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pe* questo conosciamo che l'abbiamo
conosciuto, se osserviamo i suoi comandamenti. » La fede che salva
non va scompagnata giammai dalla
piena fiducia in Dio, e tuttodì si perfeziona crescendo nell’amore di Cristo,
cotalchè ogni fedele conviene si affatichi a divenire come l’apostolo, che
divampante di divino ardore esclamava: « 'Vivo io, non più io: ma
vive Cristo in me. »
]VOTlZl£ REIiieiOSE.
Piemonte. Tempio Valdese. Da parecchi giornali stranieri fu data una notizia, che crediamo nostro debito di
smentire come del tutto priva di fondamento, quella cioè di guasti fatti per
parte della popolazione torinese ai preparativi per la fabbricazione del Tempio
Valdese in questa capitale. Non solo
guasti non vi furono, ma ci gode l’animo dì asserire che la popolazione
torinese non ha mai cessato, in questa
faccenda, da quel contegno dignitoso e
tranquillo che si addice ad un popolo
civile e maturo per la libertà. — Che
vi sieno in Torino persone e anche non
poche, le quali veggano con più o meno
dolore l’ erezione di tale edifizio , noi
nè lo maravigliamo , nè lo imputiamo
loro a colpa. L’unica cosa che, civil
mente parlando, si abbia il diritto di
domandare da tutti, si è che sia rispettata la legalilà insiemeallecoscienze.
Or nè queste, nè quella non furono
manomesse punto per parte della popolazione torinese ; anzi ci venne riferito di un onorevole cittadino, il quale,
trovatosi a caso alla cerimonia del collocamento della pietra fondamentale, e
commosso a quanto avea veduto e sentito, volle dare ai Valdesi un attestato
della sua simpatia mandando al loro
cassiere la sua offerta per la edificazione del tempio.
Compagnia di san Paolo. Con decreto
reale del 50 ottobre p. p. viene stabilito
» che tutle le opere pie meramente di
beneficenza, o che ad uno scopo religioso
accoppiano eziandio quello di carità, e
che furono sinora esclusivamente dirette
dalla Compagnia di S. Paolo..... continueranno bensì ad essere dalla medesima amministrate, ma in concorrenza d’
ora innanzi di 25 individui scelti dal
Consiglio Municipale. La Compagnia
continuerà nell’ amministrazione esclusiva delle opere di religione e di culto
da essa dirette, ma dovrà però indilatamente procedere alla formazione di un
progetto di modificazioni degli statuti
che ora ne regolano l’esercizio , nel
proposito di renderli, iu ogni loro parte,
concordi col progresso tifile e morale
della nazione ». Simil decreto è fondato
sull’essere le regole di quella Società
« in aperta eontraddisione colle odierne
civili tendenze ». - Si sa che quella
Compagnia fu istituita specialmente per
opporsi alla diffusione delle dottrine
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evangeliche, e che una parto do’ »uoi
immensi redditi ( il capitale oltrepassa i
sei milioni ) li spendeva a far proseliti
alla Chiesa romana.
— L’astronomo Plana e l’infallibilità dei
papa. Ecco in quali termini si espresse
su quella dottrina, nel seno stesso del
consiglio superiore di pubblica istruzione, a proposito dell’affare Nuyts, l’illustre dotto , che vendica nobilmente
i torti fatti da Roma alla sua scienza
nella persona del massimo Galileo ;
• 1. Io non credo alla infallibilità del
papa.
• 2. Considero quale attentato alla libertà dei popoli il diritto che il papa
e la curia romana si arrogano di censurare libri pertinenti alle scienze fisiche
0 alle scienze morali, che hanno stretta
relazione col governo civile delle nazioni e degli Stati sia cattolici, sia non
cattolici. A parer mio, è atto di vera
usurpazione quello di mescolare le cose
religiose colle cose civili, lanciando brevi
che mirano a rendere odiosi o sospetti
gli autori, e a far credere degni di
anatema libri che in sostanza sono conformi alle dottrine accettale e professato in altri Stati cattolici che, più virili, seppero sottrarsi a questo intollerabile giogo di Roma. »
— Opposizione del clero al governo.-,Sventata dal ministero di pubblica istruzione, colla soppressione dei trattali ufficiali,\a, trama di Roma ordita col breve
papale contro l’insegnamento universitario del diritto canonico dettato dall’
saimio professore Nuyts, i vescovi del
regno ritornano ad aggredire per altro
lato il governo. Pigliano oggi pretesto
dall’ insegnamento teologico , e , con
generale sorpresa di tutti, il signor
Fransoni, arcivescovo, proibisce da Lione
ai chierici di Torino, sotto pena di non
ammetterli alla ordinazione, di frequentare altre scuole di teologia fuor quelle
del sepainario. All’ apertura infatti dei
corsi teologici della nostra università
non comparve alcun chierico.
Toscana. — Processo Madiai. —
Siamo caduti in uno sbaglio nel numero precedente, facendo risalire a
sole sei settimane indietro la prigionia
dei coniugi Madiai, mentre è il doppio
che si sarebbe dovuto dire. Il processo
essendo ullimat«, si aspetta pel venturo
dicembre il pubblico dibattimento. Intanto nuove perquisizioni vennero eseguite, alle quali seguirono nuovi incarceramenti , sempre per il medesimo
delitto di leggere la S. Scrittura. Effetti
benefici del concordato colla S. Sede !
Francia. — Àncora un Comune staccatosi dalla Chiesa romana per passare
alla evangelica. — Ecco su questo avvenimento particolari che ricaviamo dalla
Presse e da altri giornali francesi.
Fin dallo scorso meso di maggio fu
mandata al ministro dei culti a Parigi
una petizione, a nome di più di 600
persone del Comune di St.-Michel, dipartimento delle Basse Alpi, colla quale,
nel medesimo tempo che facevano nota
la decisione teslè presa di abbandonare
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la Chiesa romana per entrare nella evangelica, domandavano che venisse loro
commesso un tempio ed un cimitero.
Or ecco che, prima che giungesse la
risposta del ministro, il bambino di uno
fra quei novelli convertiti', stato di già
battezzato secondo il rito evangelico,
ammalò e morì. Il curato non voleva
che si seppellisse nel cimitero comune,
sotto pretesto ch’era morto eretico. Chiamato il maire ad intervenire, egli ordinò
la sepoltura. Non andò guari che un
decreto del prefetto delle Basse Alpi destituì quel magistrato dalle funzioni di
maire. Un tal decreto (nè faceane mistero il prefetto) era slato provocato dalle
istanze del vescovo di Dignes.Voleasiottenere, coll’ incutere timore, ciò che non
avea potuto la persuasione, e cercavasi
ricondurre nel grembo della Chiesa gran
numero di coloro che se ne eran dipartiti. Ma questa volta ancora, come già
tante altre, l’ingiusta protezione del potere civile fece più male che bene a chi
l’ebbe implorata. Questo tratto di vescovile vendetta, anziché avvilire, confermò
sempre meglio nella presa risoluzione i
novelli convertiti. Novecento e più su
mille (numero totale della popolazione
del Comune) hanno abbandonato a quest’ ora la Chiesa romana, e la defezione
si estende ai circostanti Comuni.
Noi non nasconderemo punto che ci
vanno poco a genio quelle conversioni in
massa e più o meno tumultuanti, essendo
che è poca cosa unirsi ad una Chiesa anche pura, se anzi tutto non ci uniamo a
Gesù Cristo; e questa unione non si può
operare se non nel silenzio di un cuore
raccolto in se stesso, e di non altro assetato che di verità e di giustizia. Ma
di chi la colpa, se non procedono le cose
come sarebbe da desiderare? Non è di
coloro i quali, invece di lasciare si trattino le cose della coscienza tra Dio e
l’uomo , sempre amano di trattarle con
l’armi del poter secolare? Intanto, perchè è sempre un vantaggia immenso
per una popolazione, che invece del leggendario venga ad essa insegnata, nella
sua purità, la Parola che salva e santifica, noi non possiamo non rallegrarci
della decisione presa dagli abitanti di St.
Michele.
Comune di Estissac e Tuisy, 11 Consiglio municipale di quel Comune, di
cui dicemmo nel nostro numero antecedente, ha deciso alla unanimità che la
Chiesa fin qui dedicata al culto cattolico
lo sarebbe d’ora in poi al culto evangelico.
Irlanda. — Progressi dell’ Evaìigelo
in quell’ Isola. — Leggiamo nel Bulletin du monde chrètien : « La fondazione della Socielà irlandese di Evangelizzazione (Irish society) risale fino
al principio di questo secolo ; ma da
20 anni a questa parte ha moltissimi
vantaggi arrecato alla santissima causa
dell’Evangelo. Colla benedizione di Dio,
ella ha indotto più di 60,000 Irlandesi
che parlano la Ungua ersica, a conformarsi al precetto di G. C. ; • Investigate le scritture ■ Giov. v, v. 39, e a leggere la divina parola. Questa società
diffonde annualmente nella lingua del
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popolo 20,000 copie tra Bibbie, Nuovi
Testamnnti e libri edificanti ed istruttivi.
Annovera in 72'i scuole al di Ih di 51
mila scolari. Il campo della sua operosa attività in mezzo ai Cattolici romani comprende 60 distretti e si estende
a 20 contee. Quanti godono il benefizio
dei suoi insegnamenti, tosto in meglio
mutano carattere, sentimenti e condotla ; si tolgono subito dalla infingardaggine, dalla ubbriacchezza, dalle immondizie, c diventano industriosi, probi,
leali ; la serenità dell’ animo entra in
loro colla nettezza del corpo ; e si vede
a prova che tanta trasformazione è uni
cainente dovuta alla lettura e meditazione assidua della S. Scrittura, visibilmente protetta dallo Spirito di Dio. Essi
sentono così vivamente la grazia della
qualevanno debitoriall’Evatigelo, che di
buon grado incontrano i più grandi sacrifizi , onde procacciare a quelli che
ancora l’ignorano la conoscenza di quella
Bibbia, ove la immediata parola di Dio
insegna la via della salute. Un .povero
bracciante, il quale non guadagna che
otto soldi al giorno, recatosi dalla persona che lo Iacea lavorare, le tenne
il seguente discorso : « Eh ! signore mio!
por quanto tempo io rimasi nelle tenebre dell’ errore , schiavo di una cieca
supertizione ! ma questa Bibbia ha convertito l’anima mia, ed ora io conosco
il mio Salvatore, e lo conosco come
l’nnico salvatore pel quale i peccatori
possano venire a salvazione. Il mio desiderio è dunque che altri ancora lo
conoscano. Perciò serbate, o signore.
serbate il mio- stipendio del mese venturo e datelo alla società irlandese,
affinchè mandi ai miei vicini che l’ignorano ancora quella Bibbia benedetta,
la parola scritta del mio Dio misericordioso. » Il numero dei convertili che, in
tre diocesi soltanto e nello spazio di tre
mesi, hanno abbandonato il romancsimo
è di 1560; in un’altra diocesi se ne contano 500 venuti al Vangelo in meno di
un anno. Nella sola diocesi di Tuam
in cinque anni hanno abbracciato l’Evangelo da tien più di 10,000. In un distretto di lingua ersica, ove a stento
si sarebbe potuto trovare, pochi anni
fa, un solo evangelico, vi esistono
ora 13 congregazioni di convertiti e
24 scuole bibliche contenenti circa 2500
bambini. 11 numero dei convertiti n«ll’isola d’Achill oltrepassa ilOOO, e lo
stesso giornale cattolico-romano The
Tablet porla a 3000 quelli di Dingle
e di Kerry. Olire la /risii Society esistono in Irlanda parecchie altre società
le cui fatiche apostoliche ottengono continui e stupendi successi. »
SwEniA. Società per la libertà religiosa. Unico fra i paesi protestanti, la
Swedia serba tutt’ora nella sua legislazione viete disposizioni d’intolleranza
religiosa, le quali, riprovevo'i in ogni
tempo e presso qualsiasi nazione, sono
atfatto intollerabili nei tempiin cui viviamo e presso un popolo educato allj scuola
di‘1 Vangelo. Nè vale a scusarlo il timore
che si rinnovino fra lui i fatti dei gesuiti
che nel secolo XVII s’infingevano pa-
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stori protestanti per meglio sedurre le
popolazioni.
Ma appunto per questo riescirà grata
ai nostri lettori la notizia, che anche in
quel paese, non tarderà a trionfare dagli
antichi pregiudizi la santa libertà delle
coscienze, mercè la religione e il buon
senno della parte più illuminata della
nazione e del clero. In una numerosa
raunanzaavuta quest’anno a Helsingbord,
ed alla quale intervennero, oltre molti
laici, buon numero eziandio di ecclesiastici, fu proposta ed accettata airunanimità la seguente dichiarazione: « Che
una Chiesa la quale perseguila un'altra
Chiesa di diversa credenza, non è, sotto
tal riguardo, una Chiesa cristiana. Ha
la stessa raonanza fondato un giornale
periodico precisamente per propugnare
la causa della libertà di coscienza. Noi
facciam voti perchè in tutti i paesi ove
quella preziosa libertà, fonte e scudo a
tutte le altre, non è ancora francamente
riconosciuta, sì stabiliscano simili società generose e veramente cristiane.
CRONACHETTA POLITICA
La Camera dei Deputati dopo le interpellanze Brofferio, e la disamina di
un progetto di legge sulla polizia giudiziaria, ha principiato la discussione dei
progetti di legge per i bilanci del 1882.
Dietro siffatti progetti somma il bilancio
passivo:
per la parieordinaria a L. 12W152!i2 91
per la parte straord. a ■ 20187752 85
Totale L. IW870993 76
mentre il bilancio attivo
non ascende che alla
somma di . . . L. 10156!i236 89
d’onde ne consegue un
deficiiàx . ... L. !l3396780 17
I mezzi proposti dal ministero per
far fronte a questo deficit sono : 1“ imposta addizionale di 28 cent, al contributo prediale; 2“ una ritenzione sugli stipendi degli impiegati che oltrepassano i
2500 fr. - Mentre da noi si provvede con energìa ai bisogni del paese ,
uno spettacolo assai diverso presentano
le altre provincie italiane : carceramenli
in Sicilia, carceramenti in Toscana, esecuzioni capitali negli stati del Papa ,
in Lombardia, ordini di più in più severi
che spandono ovunque il terrore ed accrescono l’odio al governo, ecco ciò che
si ricava di più notevole dai giornali su
quei paesi.
Nel rimanente dell’ Europa grande
incertezza in tutti gli spiriti e grave
apprensione intorno allo scioglimento
che avranno le cose in Francia, la di
cui^ssm6ieacoIle sue decisioni oggi contrarie, domani favorevoli al Presidente,
concorre a far maggiore ancora quella
ansietà. — Kossuth dopo aver raccolte
in quasi tutle le grandi città d’Inghilterra ovazioni straordinarie, è partito
il dì 29 per l’America ove raspellano
nuovi e più completi trionfi. — Al Re
di Annover morto giorni sono, succede
il figlio, sotto il nomedi Giorgio V. —
11 20 dì questo mese S. A. R. la Duchessa di Genova, badato la luce ad
una bambina.
Jl Direttore Gerente G. P. MEILLE.
Torino — Tip. G. Favale e Comp.