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Anno IV
numero 36
del 20 settembre 1996
L. 2000
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Bibbia e attualità
VINCI IL MALE
COL BENE
«Non lasciarti vincere dal male,
ma vinci il male con il bene»
{Romani 12,21)
La televisione trasmette vecchie e
nuove immagini dell’Iraq, aerei
pronti ai decollo per colpire nuovarnente Saddam Hussein, e la nostra vita scorre come sempre. Io invece immagino la vita quotidiana di curdi e
iracheni, le persone con le loro microstorie personali: immagino gente come
noi. Ecco ciò che è sempre in secondo
piano nella politica internazionale: le
persone, colte nella loro quotidianità .
da scelte di altri spesso incomprensibiILRischiamo di essere vinti ogni giorno dal male quando ci fermiamo alle
ragioni di stato e a quelle economiche.
Quando Paolo scriveva questa parola
si riferiva alla rinuncia alla vendetta,
cosa invece irrinunciabile per la società
del tempo. Anzi, Paolo dice di più:
esorta i romani a vivere in pace con
tutti, anche se aggiunge: «Se è possibile» (non sempre lo è), «per quanto dipende da voi» (c’è la possibilità che altri rompano le condizioni della pace).
Queste due cautele ci mostrano come la
questione della pace sia una questione
delicata di relazioni tra persone. È però
importante sottolineare che qui Paolo
non propone una vita più tranquilla:
ia ricerca della pace, la rinuncia alla
vendetta e l’amore per il nemico sono i
volti del non essere vinto, opponendo
al male il bene anziché altro male. Non
basta stigmatizzare la violenza, bisogna combatterla opponendole vie diverse per i rapporti umani.
SONO sconcertata dall’indifferenza
con cui assistiamo a questi bombardamenti: vincere il male con il bene
significa superare l’idea della necessità
cogente della violenza, significa azione
quotidiana per altre strategie di relazione tra le persone e i popoli. Per questo non discuto tanto sulle ragioni dell’intervento americano in Iraq, sul suo
obiettivo, sulla sua efficacia o sulla liceità delle condizioni poste ai curdi,
quanto su fatto che in molte parti del
mondo le persone pensano che il proprio destino sia solo colpire o essere
colpiti. Così si è vinti dal male. Purtroppo questa idea non riguarda solo
le situazioni di guerra ma anche le vite
personali di tanta gente: sterili battaglie di lotte personali per affermare la
propria importanza, capacità, per mostrare a tutti di essere il più bravo, il
più furbo, spesso nella totale ignoranza di processi democratici. Tutto questo blocca società, famiglie e anche comunità ecclesiastiche, e così si è vinti
dal male. Ritengo che il prezzo che si
paga in tutti questi casi sia troppo alto: non è solo una vita piena di tensioni infruttuose, è piuttosto la perdita
della fede. Essere vinti dal male è assai
più grave che riconoscere che un’altra
persona ha ragione e io ho torto.
\ BEIAMO spaziato dai conflitti in■iX ternazionali a quelli personali,
dal globale al particolare perché per
chi è credente tutto è ugualmente importante: non si tratta solo di ragionare «bene» quando si tratta di cose lontane dalla propria vita, si tratta anche
di vivere in un certo modo la propria
vita. «Vincere il male con il bene» è un
lavoro quotidiano che passa attraverso
la confessione del proprio peccato, la
preghiera in cui si chiede a Dio sostegno contro il male, tante azioni quotidiane dettate dall’amore. Per lo più
siamo troppo orgogliosi per fare queSio. ma essere vinti dal male lascia la
nostra vita incatenata, anche se ci crediamo liberi, crea impotenza, anche se
ci sentiamo potenti, crea ingiustizia
anche se ci sentiamo dei giustizieri.
Erika Tomassone
SETTÍM ANALE .DELLE .eHIESE: EVANGELICHE. B ATT ISTE, METODISTE, VALDESI
Intervista a Konrad Raiser, segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese
Per un concilio cristiano universale
Se ne è discusso a livello ecumenico tra il 1968 e il 1975 e ora il segretario del Cedo rilancia
Nei 2000 le chiese diano inizio a questo processo e si impegnino a portarlo fino in fondo
ANNA MAFFEI
/N occasione del simposio ecumenico tenutosi a Trier in Germania
nell’aprile scorso il segretario generale del Consiglio ecumenico delle
chiese, Konrad Raiser, anche alla
presenza del presidente del Pontifìcio consiglio per la promozione
deU'unità dei cristiani, cardinale
Cassidy, lanciò l’ambiziosa proposta che le chiese cristiane si impegnassero, a partire dall’anno 2000,
ad intraprendere un processo che
sfoci poi in un concilio cristiano veramente ecumenico. Anche alla luce
dei pronunciamenti dell’Assemblea
generale delle chiese battiste italiane e recentemente del Sinodo delle
chiese valdesi e metodiste sull’ecumenismo e sulle possibili celebrazioni del 2000, abbiamo rivolto a
Raiser alcune domande circa la
proposta da lui formulata: da dove
parte e perché è stata rilanciata oggi
l’idea di convocare ùn «concilio genuinamente ecumenico» ?
«L’assemblea di Uppsala del
Consiglio ecumenico delle chiese
nel 1968 lanciò l’idea di preparare
un concilio cristiano universale che
potesse di nuovo parlare a nome di
tutti i cristiani. Quest’idea fu a lungo discussa e ricevette anche dei
consensi da parte delle chiese luterane, riformate e anglicane. La proposta stessa era il prodotto di una
approfondita ricerca sul significato
del processo conciliare della chiesa
dei primi secoli e sul modo in cui le
chiese nel corso della storia si erano poste in relazione le une con le
altre. Col passare del tempo però
divenne evidente che la proposta
era prematura. La discussione durò
infatti fino al 1975 con l’Assemblea
di Nairobi, poi per molti anni non
fu più ripresa».
- Se ne parlò però all’Assemblea
di Vancouver...
«Sì, a Vancouver nel 1983 al varo
di un movimento che coinvolgesse
tutte le chiese per la giustizia, la
pace e la salvaguardia del creato fu
collegata l’idea di conciliarità, anche se a molti non era chiaro il significato della parola. Qualcuno
Konrad Raiser, segretario de» Consiglio ecumenico delle chiese (foto L. Deodato)
sperava che per fasi si potesse arrivare a un concilio cristiano per la
pace i cui pronunciamenti sarebbero stati poi vincolanti per le chiese membro e che questo a sua volta
avrebbe influenzato i processi intemazioirali politici e sociali. Le cose poi sono andate diversamente,
ma è a partire da questo sfondo
storico che nel sitnposio ecumenico dello scorso aprile ci siamo interrogati su quali passi intraprendere che siano realistici e necessari
per procedere nel cammino ecumenico, attualmente in una fase di
incertezza e indecisione».
- Da qui la sua proposta... .
«Io credo che siamo arrivati a un
punto in cui è necessario che siano
convogliati insieme in un quadro
più unitario e coerente i diversi
processi che hanno avuto luogo negli ultimi decenni fra le chiese, studiare le interrelazioni fra teologie e
prassi, andare al di là del livello dei
dialoghi bilaterali fra le singole famiglie confessionali. Avviene infatti
che fra due chiese si raggiungano
certi accordi, ma che poi gli stessi
accordi non valgano più quando si
parli dello stesso argomento con
un’altra famiglia confessionale. Io
credo che nell’area teologica ed ecclesiologica le questioni che oggi ri
mangono non possano essere risolte in dialoghi bilaterali, ma abbiano
bisogno della partecipazione di tutte le chiese insieme. Il miglior mòdello a cui io posso pensare come
quadro unitario nel quale far convogliare i diversi percorsi già intrapresi è quello di un processo che
possa sfociare poi in ùn concilio
genuinamente universale».
-E un concilio, come lei ha affermato, può essere convocato solo
quando sia possibile confessare la
fede e celebrare la cena del Signore
insieme, cosa per ora impossibile.
Allora cosa avverrebbe nella sua
ipotesi nell’anno 2000?
«Il mio suggerimento è che l’anno 2000 sia utilizzato come un momento in cui le chiese diano inizio
a questo processo e si impegnino a
portarlo avanti con perseveranza
fino alla fine. Qualcosa del genere è
in corso fra le diverse chiese ortodosse che stanno preparando il loro sacro Sinodo universale che, se
alla fine avrà luogo, sarà il primo
dopo più di 1.000 anni. Esse, dopo
aver enucleato un certo numero di
punti controversi, hanno avviato
delle consultazioni per preparare la
documentazione di base con gli accordi iniziali sui" singoli punti da
porre poi in discussione ai Sinodo».
- Uno stadio intermedio sarebbe,
a suo dire, quello di creare più coordinamento anche fra le chiese protestanti...
«Questo coordinamento esiste
già e quando ne ho parlato mi riferivo a processi che sono già in corso. In Europa ad esempio i luterani, i riformati, 1 metodisti, i valdesi
e in Italia anche i battisti hanno
già stabilito delle relazioni di piena
comunione fra loro, come è avvenuto recentemente fra luterani e
anglicani in Inghilterra».
- Lei però ha incluso anche i pentecostali...
«Riconosco che quest’ultimo sia
un insieme di chiese più sfuggente
a una classificazione e non sarà facile includerli nel tipo di processo
del quale stiamo parlando, ma almeno uno sforzo di coinvolgimento dovrebbe essere fatto».
Dopo la «Dichiarazione di indipendenza della Padania»
La vera difesa del benessere e della democrazia
MAUBBIO OIHOLAIIII
POICHÉ amavano 1’
Italia, i partigiani
tentarono di cambiarla
lottando contro il nazifascismo, spesso a costo
della vita. Diversi per
cultura, condizione sociale, fede politica e religiosa, volevano l’Italia
una e libera e le loro
speranze, diverse, si
coagularono in uno
straordinario compromesso, la Costituzione.
Non più gerarchia ma
eguale dignità fra i cittadini. Non più verità di
regime ma libertà di
espressione, di associazione, di dialettica politica, di sciopero. Non
più barriere sociali ma
istruzione, lavoro, tutela
della salute e della vecchiaia, diritti basilari che
lo stato si impegnava ad
assicurare a tutti. E le
autonomie locali, l’indipendenza della magistratura e altro ancora.
Questo progetto viene ora messo in discussione. Bossi vuole dividere l’Italia e molti, col
voto e in piazza, lo seguono. Abbiamo condiviso tanti slogan antisecessione ma anche noi
dobbiamo riflettere,
perché del successo di
Bossi siamo, anche se
solo in parte, corresponsabili. Il permanere del centralismo statale, la corruzione dei
ceti di governo, l’occu
pazione dello stato da
parte di potenti interessi privati hanno visto
troppi credenti disattenti, incapaci di denuncia. Negli anni Ottanta abbiamo assistito,
talora consenzienti, a
poderosi colpi all’occupazione e al salario, al
crescere dell’evasione e
dell’ingiustizia fiscale,
al deperimento dello
stato sociale (pensioni,
sanità, istruzione). Si è
diffusa la mentalità del
«fai da te», «fatti furbo»,
«tanto c’è chi rùba molto di più».In questo
brodo di coltura, fatto
di egoismo, presunzione di superiorità, insensibilità a ógni valore
che non sia il mero in
teresse materiale, è cresciuto il consenso a
Bossi. Ma alla divisione
dell’Italia segue la spaccatura del corpo sociale
tra indigeni e immigrati, padroni e dipendenti, forti e deboli senza
più mediazioni.
È urgente ravvedersi:
dobbiamo moralizzare,
rendere efficiente lo stato sociale; difendere gli
interessi dei deboli, che
ci sono anche nel Nord;
spiegare ai nostri fratelli
o concittadini leghisti
che non l’indipenaenza
tra regione, gruppi sociali, individui ma l’interdipendenza è il terreno della democrazia,
della convivenza e del
benessere.
TULLIO VINAV e L'UTOPIA CONCRETA
DELL'AGAPE. Di questa utopia, che è
la verità di Dio e del mondo e la ragione dell’esistenza cristiana, Tullio Vinay, recentemente scomparso, ha parlato tutta la vita con la sua predicazione e la sua intensa opera pastorale,
diaconale e politica: dalla difesa degli
ebrei durante il faKtsmo, alla costruzione del centri di Agape e di Riesi,
all’impegno per la pace e la riconciliazione in Vietnam, alla lotta contro la
tortura nel mondo e, infine, come senatore della Repubblica, (pp. 2-3 e 7)
LA PERITA APERTA DEL KURDISTAN.
Da oltre settant’anni il paese dei curdi
è diviso, soprattutto per gii interessi
del petrolio, tra quattro stati: Turchia,
Iraq, Iran e Siria. Mentre l'intervento
iracheno riaccende i bagliori di guerra
nel Golfo Persico, il ministro degli
Esteri italiano. Dini, lancia una proposta che potrebbe sbloccare la situazione; una regione autonoma, non uno
stato, che comprenda tutta la terra
dei curdi e che sia riconosciuta da tutti gli stati interessati. (pag. 6)
2
PAG. 2 RIFORMA
All’Ascolto Della Parola
VENERDÌ 20 SETTEMBRE lo.
«Se parlassi le lingue
degli uomini e degli
angeli, ma non avessi
amore, sarei un rame
risonante o uno
squillante cembalo.
Se avessi il dono di
profezia, e conoscessi
tutti i misteri e tutta
la scienza e avessi
tutta la fede in modo
da spostare i monti,
ma non avessi amore,
non sarei nulla.
Se distribuissi tutti
i miei beni per nutrire
i poveri, se dessi
il mio corpo a essere
arso, e non avessi
amore, non mi
gioverebbe a niente.
Lamore è paziente,
è benevolo; l’amore
non invidia; l’amore
non si vanta,
non si gonfia, non
si comporta in modo
sconveniente,
non cerca il proprio
interesse, non
si inasprisce, non
addebita il male, non
gode dell’ingiustizia,
ma gioisce con la
verità; sojfre ogni
cosa, crede ogni cosa,
spera ogni cosa,
sopporta ogni cosa»
(I Corinzi 13,1-7)
ì**essiS
L'UTOPIA DELL'AGAPE
Di questa utopia, che è la verità di Dio e del mondo, la radice dell'essere
e la ragione dell'esistenza, Tullio Vinay ha parlato per tutta la vita
PAOLO RICCA
CARA Fernanda - lo so
che non c’è, perché
purtroppo è all’ospedale e
sta male, ma c’è lo stesso,
perché dove c’è Tullio c’è
Fernanda, i giornali e i telegiornali non lo sanno,
parlano solo di Tullio, ma
noi sappiamo che non c’è
Tullio senza Fernanda,
dove c’è uno, c’è l’altra.
Perciò, cara Fernanda, anzi doppiamente cara, perché doppia è in questi
giorni la sua afflizione: caro Ciò e cara Irmgard con i
vostri figli Amos, Ruth e
Davide; cara Paola e caro
Massimo con le vostre figlie Barbara e Natalia; cari
familiari tutti di Tullio e
Fernanda (comprenderete che non posso menzionare ciascuno). E voi tutti,
fratelli, sorelle ed amici,
membri di questa chiesa
ma anche pellegrini che
venite da altrove e che un
giorno, per uno di quei casi (come li chiamiamo) imprevisti e forse provvidenziali della vita, avete incontrato Tullio Vinay e oggi non avete potuto fare a
meno di venire a salutarlo,
perché siamo così tanti a
salutare quest’uomo senza
potere e senza danaro, le
due forze che nel nostro
mondo aggregano di più,
perché creano clientele; e
come mai, oltre ad essere
tanti, siamo così diversi:
protestanti e cattolici; credenti e non credenti, uomini e donne di diversa e
anche opposta formazione
culturale, di diverso e anche opposto orientamento
politico? Come mai, così
tanti così diversi, abbiamo
tutti sentito il bisogno di
venire a salutare Tullio Vinay? Chi dunque siamo
venuti a salutare?
Un testimone credibile
dell'utopia cristiana
SIAMO venuti a salutare
un testimone credibile,
cioè non retorico, dell’utopia cristiana. Ecco perché
qui, a salutare questo pastore valdese - un pastore
molto profilato, molto
esplicito nella sua testimonianza, uno che non contrabbandava l’Evangelo in
qualche forma implicita,
uno che non faceva entra- !
re Gesù Cristo dalla porta
di servizio - ecco perché,
dicevo, a salutare questo
pastore valdese non ci sono solo credenti ma anche
non credenti: per via dell’utopia, che interessa tutti, riguarda tutti, interpella
tutti, un’utopia che Vinay
non si è inventato lavorando di fantasia e immaginando l’impossibile ma
che egli ha semplicemente
trovato nella pagina dell’Evangelo che abbiamo
letto, I Corinzi 13, l’«inno
all’amore», e da quel giorno lontano e benedetto,
non ha fatto altro che proporre e riproporre, potremmo dire all’infinito,
senza stancarsi, senza sco
raggiarsi, senza vacillare,
in mille modi diversi, in
mille diverse variazioni,
nelle chiese, nelle piazze,
in Parlamento, alla Casa
Bianca e nel Vietnam martoriato, sempre e solo un’
unica, identica parola agàpe -, scolpita nella roccia delle valli valdesi e sulle colline intorno a Riesi in
Sicilia, ma scolpita soprattutto in innumerevoli cuori di uomini e di donne,
così da lasciare una traccia
indelebile: agàpe, «amore», ecco l’utopia cristiana,
ma forse non solo cristiana, la chiamerei l’utopia di
Dio e persino, se non temessi di essere frainteso,
l’utopia che è Dio.
Di questa utopia, dell’
agàpe, dell’amore, che è la
verità di Dio e del mondo,
la radice dell’essere e la
ragione dell’esistenza, ma
che è anche una verità negata, contraddetta, vilipesa, tradita, respinta, crocifissa, di questa utopia che
non è un’utopia, Tullio ha
parlato per tutta la vita.
Noi dovremmo almeno
dedicarle qualche istante.
Dirò due cose soltanto,
traendole dalla seconda
parte del capitolo 13 della
prima lettera ai Corinzi.
«L'amore
non verra mai meno»
«Vamore non verrà mai meno»
(I Corinzi 13, 8)
«Ora dunque queste tre cose durano: fede,
sperane, amore; ma la più grande di esse è
l’amore»
(I Corinzi l4, 13)
L> AGÀPE non verrà mai
meno. L’eros sì che
vien meno, o può venir
meno, e ciascuno di noi
ha, credo, un suo piccolo
cimitero privato di amori
finiti, di passioni esaurite,
di fuochi spenti. E a dire il
vero anche Vagàpe, non
solo l’eros, non solo i nostri amori, anche l’amore
di Dio, un giorno, su questa dura terra, è venuto
meno, e le tenebre sono
scese su tutto il paese e la
terra ha tremato nel momento in cui l’agàpe veni
va meno, è stato il giorno
più buio della storia umana. Ma l’agàpe è risuscitata. Lo ripeto, è risuscitata. Ecco perché non verrà
mai meno, non solo in cielo ma anche sulla terra:
perché ha superato il test
della morte, ed è successo
questo, che non è la morte
che ha inghiottito l’amore,
è l’amore che ha inghiottito la morte.
L’amore non verrà mai
meno perché è già venuto
meno una volta, ma Dio
l’ha liberato dai lacci della
morte e l’ha restituito all’umanità che l’aveva respinto e lo ripropone instancabilmente a ogni generazione e a ogni creatura umana, perché ci ripensi sopra, e veda se è
proprio il caso di respingere ancora e sempre di
nuovo questa agàpe risuscitata. L’agàpe non verrà
mai meno perché è già oltre la linea entro la quale
si viene meno. La risurrezione l’ha portata oltre
questa linea. Ed è a motivo della risurrezione che
l’utopia non è più un’utopia, e l’amore non è più
un sogno dorato ma la più
viva, la più vera, la più incalzante realtà della vita e
della storia.
È a motivo della risurrezione che Tullio osavà
parlare di «politica dell’
agàpe», di «economia dell’
agàpe», e molti sorridevano, e anche noi abbiamo
sorriso, come gli ateniesi
dell’areopago quando udirono Paolo parlare di risurrezione. Ma forse verrà
presto il momento in cui
non sorrideremo più, perché avremo finalmente
capito che noi veniamo
meno, che il mondo viene
meno se non si decide di
adottare la politica e l’econorriia deìì’agàpe, se non
si décide di percorrere
quella che qui Paolo chiama la «via per eccellenza»,
la via maestra, la via rispetto alla quale tutte le
altre sono vicoli ciechi.
Le due sorelle gemelle
dell'amore
LA seconda cosa che Dio,
attraverso la sua parola, ci
vuol dire è questa: l’amore
ha due sorelle, si chiamano
fede e speranze. Non è un
caso che Paolo, alla fine
deir«inno all’amore» in cui
si doveva parlare solo dell’amore, senta il bisogno di
menzionare anche le sue
sorelle, come se non si potesse parlare bene dell’amore senza far entrare
in scena anche la fede e la
speranza. «Queste tre cose
durano: fede, speranza e amore; ma la più grande di
esse è l’amore». Perché l’amore è più grande? Perché,
come ha spiegato bene
Bonhoeffer nel suo commento, la fede è vivere davanti a Dio, la speranza è
vivere in attesa di Dio,
l’amore è vivere in Dio. La
fede ci rende giusti, la speranza ci rende certi, ma
l’amore ci rende simili a
Dio. Chi ama, fa coAe Dio;
dimora in Dio e Dio dimora in lui. Perciò l’amore
è più grande. È più grande, ma non da solo. Tre
cose durano: durano, se ci
sono tutte e tre, altrimenti
muoionp, una senza l’altra. La fede dura, se c’è
speranza e amore. La speranza dura, se c’è fede e
amore. L’amore dura, se
c’è fede e speranza. Sono
tre sorelle gemelle. Per
amare non basta amare,
bisogna anche credere, oh
sì, bisogna credere molto,
credere sempre, credere
ancora, direi quasi che bisogna credere fino in fondo nell’amore. Per amare
non basta amare, bisogna
anche sperare, oh sì, biso
«L’amore non vei
mai meno. Le profè^
verranno abolii
le lingue cesseraniuf
e la conoscenza verri
abolita; poiché ìu^
conosciamo in par^
^ in paria
profetizziamo; ìh^
quando la perfeziona ^
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Sara abolito. Quari^ ¡¿ttà per
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sero. Perciò, amico chlf?™rnaesi
ascolti, credente 0 non crèÉ^
Btiecosav
ni disse:
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di questa chiesa o pellegrp una «réti
no venuto da altrove, slyafacendo
vuoi cominciare ad amarmei primi c
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due sorelle: chiama anchj
loro nella tua vita, loros
tengono per mano, soni
vere sorelle gemelle, e teli
gono per mano te nell
«via per eccellenza». D|nQ|
Caro Tullio, che bella « ,
redità ci hai lasciato: 1’»
topia dell’amore, l’utopii
che non è un’utopia pd gibvinay 1
ché, come dicevi sempt èprontoa
tu, l’utopia non è quelli soedilprc
che non c’è ma quello eh ^sere pre
non c’è ancora. Tullio.' feipoveri(
dobbiamo salutare n"
non ti dimentichiamo. M'
tu vuoi soprattutto che,n 5^.
cordando te, ricordianj
Colui che ama te e noi ® meufe n nc
un amore eterno. Ricorda in sintes
re Tullio non sarà diffieh spression
per nessuno. Tullio non* %ente chi
dimentica. Ma forse noi te pasto
sarà superfluo per noi tu" P
1 5UUCIUUU UCI livy**- w r
qui convenuti raccoglieJ¿j®^®agj
insieme l’invito che
nardo Ricci, l’amico e tra
tello (com’egli si chiami' tuttLci ai
va) di Tullio, l’architett iantare le
che ha dato forma all’d'®' jion esalta
pia di Vinay, rivolse ne» Autiini, a
iua ultima^Vtera: «NO'
dimenticatevi i setni^ì^- V^on
Tullio», cioè l’utopia d® tiare ifrn
amore, l’utopia che non
un’utopia. Amen. 'hiesa ur
itandepo,
cibagli aitò
tempio valdese di Pia»®
“___ . .. - -AAJkfVI
vour
o valdese ai
*wu. (Roma) il 4 settemjj pg ¿estu,
1996, nel corso del servar fare il
1990} 1101 WUI9W wvi -'' Il
funebre del pastore 'U
Vinay.
N.il.tMorlIpa.to.Jl'J^Wecl
diPaoloall’agàpedi Dio n»“-Pio ¡
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nifestato in Cristo.
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3
lì 20 SETTEMBRE 1996
PAG. 3 RIFORMA
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I parte,
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quell
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* Manti
'arlaii
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A Riesi Tullio Vinay ha voluto «incarnare» la predicazione del Regno
Un «ritornello» che dà senso alla nostra vita
la sua utopia della «nuova Riesi» doveva necessariamente passare attraverso
un messaggio forte che costringesse la città a incamminarsi su una nuova strada
lAftOUES PEYRONEL
1ULLIO Vinay venne a Rie
per l’ultima volta nel
mi. Mentre uscivamo dalla tìttà per andare a Catania,
siüíplse verso la collina del
Monte degli Ulivi, la guardò
attentamente e disse, come in
una preghiera: «Questa è
un’opera stupenda, benedetta da Dio». Era venuto per
icipare all’assemblea de.jpnici dei Servizio cristiano, ih quell’anno in cui il
innovo gruppo residente stava
COSedif£versando una fase critimbirma^ed era intervenuto nel di,w^3battito, con grande umiltà,
“*'^asortandoci a non stancarci
^cchitmi di vivere e di predicare il
irò; n^®ssaggio dell’agape.
pjgsi nell’ottobre
'OMOSffl 1368,-rimasi affascinato dalla
I a/Zofll)elle?za del posto e da quel
gelare tentativo di prediione «incarnata» dell’agape in un luogo dimenticato
del «profondo Sud». Pochi
llnesi prima, avevo vissuto in
Francia quel famoso «Mag)» e l’esperienza di Riesi mi
iparfva come una delle ri- «sposte più stimolanti alle
0:jedi grandi domande sul senso
jre; m iella vita che in quel periodo
»diess spuntavano dappertutto.
^ Ignoravo che, un mese pri2mOU ina, anche la predicazione di
1S 8-1 Vinay era stata dura’ ' ^ente contestata durante il
Kinodo, e non capivo perché
are mnl amareggiato. 11 rap
- porto quotidiano che ebbi
poi con lui per circa quattro
nvisibile annimi aiutò a capire molte
no "coi!| ^se e diede un orientamen, le COSI to^cisivo alla mia vita. Anle se fos 'die per me Tullio Vinay è stalico eh teun maestro di vita,
non eri fianco ho imparato
, ' me cosa vuol dire «vivere»
mernoi pjigape Durante una pausa
pellegn ¿i una «retraite» in cui si starove, s va facendo il bilancio critico
d amari ^ei primi dieci anni a Riesi,
more h mi disse: «Qui c’è un’umata anchfi
1, loro
IO, soni
le, e tei
te nell
nità imbastardita da secoli di
oppressioni e di soprusi. È
per l’amore di Cristo che sono venuto qui. Se avessi voluto trovare l’Uomo misura
di tutte le cose, sarei tornato
a Firenze, non sarei certo venuto a cercarlo qui». Lì per lì,
rimasi sconcertato, poi capii
che per lui l’agape non era
un sentimento, un’emozione, un «vogliamoci bene»,
ma un venire incontro all’altro «in Cristo», appunto perché fuori di lui non sarebbe
stato possibile.
Nella predicazione serale,
Tullio tornava sempre sul
«solito ritornello», come diceva scherzando, quello dell’
agape, dell’utopia del mondo
nuovo. E diceva che per parlare di cose così grandi e così
profonde, era bene anche usare lo «humour», perché lo
«humour» era «la piccola sorella dell’agape». E nel suo
«ritornello» sull’utopia, ripeteva sempre quell’espressione che aveva sentito per la
prima volta dal professore
Théodore Monod e che esprimeva perfettamente il suo
concetto di utopia: «L’utopia
non è Virrealizzabile, ma il
non ancora realizzato».
In quel periodo polemizzava spesso con i «rivoluzionari da salotto» che, citando
Marx, affermavano che «la
violenza è la levatrice della
storia» e ribatteva con forza
che l’unico vero motore della storia è l’agape. Soffriva
nel vedere che alcuni fratelli
e sorelle di chiesa gli rinfacciavano che la sua concezione dell’agape portava ad una
visione interclassista della
società. Soffriva di sentirsi
rimproverare di aver scelto
la periferia anziché «il cuore del sistema» per tentare
di «incarnare» il messaggio
dell’agape. Lui ribatteva che
Gesù prediligeya la Galilea,
cioè la periferia lontana da
Gerusalemme.
Anche a Riesi, così come ad
Agape, una volta terminati i
tempi esaltanti della costruzione si verificò un periodo di
crisi e alcuni amici della prima ora si misero a criticare
l’impostazione dell’opera
perché non corrispondente,
a loro dire, ai criteri teorici di
un progetto di «sviluppo di
comunità». Lui cercava di
non essere polemico perché,
diceva, lo spirito polemico è
contrario all’agape e frutto
del nostro desiderio di au
lì pastore Tullio Vinay
(Foto Ferruccio Corsani)
toaffermazione, ma non rinunciava certo ad affermare
le sue ragioni. Se avesse ascoltato le persone «ragionevoli», né Agape né il Servizio
cristiano sarebbero sorti (e i
più critici dicevano: «Magari!»). È noto come più volte
riuscì a far cambiare idea
all’amico architetto Leonardo Ricci: è per questo che i
corridoi che collegano le casette di Agape hanno il lato
destro aperto sui monti e
l’asilo di Riesi ha quella grande vetrata verticale attraverso la quale i bambini possono ammirare la stupenda natura circostante.
A chi gli rimproverava di
Per la Chiesa valdese di Riesi fu il «profeta dell'agàpe»
raziamo Dio per il dono che ci ha fatto
■ bella
iato: l ai ,
Tutopii .. P«g'tia otto del libro
• „p, "Giorni a Riesi» di Tullio e
P P , ®Vinay leggiamo: «Solo chi
III ^ sacrificare se stes
è ed ij proprio interesse può
relio et» iàsere presente nel mondo
rullio-1| *i poveri e degli sfruttati coare nF ®e.tu presente Gesù Cristo:
amo. Mi vivendo la propria esi
3 che; ti ®*®hza come un servizio e
irRifld tma carriera si può
-i d 'P®tendere di portare degnan • rA» il nome di cristiano».
" ®itttesi, la superiore e[ diiu spressione illustra ampíalo non «ente chi è stato Tullio Viirse nofll°ay: pastore modello e forse
noi tuli ^Pioo» per la nostra cpniu;cogli6l ma giustamente definito
'he Leo ^ siualche suo collega come
co e fra dell’Agape». Nel
rhiama protestante l’etica di
. Stt & ammonisce a non
^^11’ iw rii nessuno, a
* Ili Un'* ®saltare il nostro essere
Ise noi . rniiii, anche se credenti,
■a: «lyoi b-^®i confronti del pastore
setnì non è possibile tacere,
pia
le non
dellj^ n e possibile non ringraa il comune Signore per
r voluto donare alla sua
lesa un carisma di così
«e portata!
( sor ^^,‘^n.rdarlo a me stesso
tu,®, «iW liasidero rendere
IPetferf proprio
l|^‘Me il punto su un uomo
^^ente afferrato dall’agat/inillCbm. '^rtsto: un credente non
‘^he, con le sue scelta, & t ® *^on la sua coeren^ e stato per tutti un esemctu rifarsi per riqualifi
9dlP¡¡¡
guini’'3
li Dio rfíf
care la funzione della chiesa,
in un tempo così gravido di
problemi e contraddizioni.
In realtà il pastore Vinay, ora
attraverso la creazione della
comunità di Agape, ora mediante il sorgere del Servizio
cristiano (1961), unitamente
a un esiguo gruppo di fratelli
e sorelle di diverse nazionalità, ha tentato di realizzare
un «ardito» è «rischioso» progetto di rinnovamento sociale e morale dell’ambiente cittadino vivendo con tutti, e in
modo personale, l’«awentura della fede» e la «pazzia
della croce». Il suo stendardo
è sempre stato il messaggio
di Cristo con la specifica
connotazione e il costante riferimento a Matteo 25, 40 e I
Corinzi 13.
Il pastore Vinay ha sempre
saputo e messo in cantiere i
rischi che, sovente, corre il
messaggio evangelico: essere
deturpato, soffocato, travisato, specie da una civiltà che
si arroga l’etichetta di «cristiana» solo per fare di essa il
centro della difesa dei propri
interessi economici e politici. Eppure Vinay non ha mai
desistito dal manifestare la
propria sensibilità, il bisogno di stare accanto ai «minimi» di questo mondo, l’urgenza dì infrangere i vecchi
schemi mentali; contrapponendo alla polìtica del «potere» quella del «servizio» e del
«dono di sé perché l’altro vi
va». Un compito non facile,
davvero arduo, che non è
sempre possibile coniugare
con la propria iticoerehza,
con i propri arrivismi, con la
smodata voglia di conservazione. Da qui l’accento costante sulla «metanoia», sulla diaconia, sul Regno, inteso
come «mondo nuovo di Cristo»: tutti termini che ci risuonano nella mente, travolgendo le nostre coscienze e
ci chiamano in causa in prima persona.
L’avventura della fede di
cui ha tanto parlato, scritto e
annunziato il pastore Vinay
(sia alla chiesa che al Senato
della Repubblica), volle essere la viva e costante espressione di un impegno, di ricerca e di lotta, un impegno
sempre proteso verso il futuro, ma comunque un impegno adeguato alle domande e
alle inquietudini del tempo
presente.
Il Signore della Vita rivolga
su lui il suo volto, mentre alla
cara signora Fernanda, compagna ammirevole ed eccezionale, ai figli e alla famiglia
tutta, esprimiamo la nostra
fraterna solidarietà e il nostro
.affretto, certi che solo il Risorto saprà fare ogni cosa nuova
e dare la necessaria consolazione alle anime nostre.
per la Chiesa vaidese
di Riesi
Francesco Gino L’Abbate
essersi «ritirato sul monte»,
rispondeva che nelTEvangelo
è scritto che non si mette vino nuovo in otri vecchi. La
sua utopia della «nuova Riesi» doveva passare attraverso
un messaggio forte (la metànoia), sia nella predicazione
che nell’azione, che costringesse la città a scuotersi, a
muoversi e a incamminarsi su una nuova strada. Per
questo era necessario uscire
dai ghetti mentali, spirituali,
culturali, ma anche strutturali. Gi voleva la pazzia dell’
Evangelo per fare uscire ogni
giorno dalla città le oltre 20
donne dell’atelier di ricamo,
o per rilanciare la coltura della vigna a Riesi, per di più a
tettoia, e per convincere i
contadini a mettersi in cooperativa, o per installare a
Riesi una piccola fabbrica
meccanica di alta precisione.
E così per cento altre iniziative di cui è costellata la storia
ormai trentacinquennale del
Servizio cristiano, tutte tese a
promuovere un profondo
rinnovamento e a ridare speranza alla città.
Tullio ripeteva sempre che
il Servizio cristiano non voleva essere un’opera modello,
ma solo una «parabola provvisoria del Regno» che potesse essere riprodotta in altri
contesti. Forse il Servizio cristiano è cresciuto troppo in
fretta per poter essere riprodotto altrove, ma lo spirito
che ha animato il suo sviluppo non ha perso il suo valore;
il compito della chiesa, della comunità dei credenti, è di
essere, ovunque si trovi, «sale della terra» e «luce del
mondo», spendendo la propria vita nel servizio reso agli
altri anziché nella «carriera»
per «realizzare» se stessi.
Questo era il «ritornello»
dell’agape che.ha dato senso
all’intera vita di Tullio Vinay
e che dà senso alla vita di
molti di noi.
W Chi lo conobbe ne dà testimonianza
Tullio Vinay, un profeta laico
nel Parlamento italiano
DOMENICO NASELLI'
Credò che, parafrasando
un’espressione biblica
usata per Calvino, si possa
dire che, con Tullio Vinay, si
sia spenta una luce in Israele.
Si può affermare che è stato il profeta della pace. Fratello del noto teologo Valdo,
vide il suo pastorato normale
anche se benedetto trasformato dalla necessità di ospitare ebrei ricercati dai tedeschi durante la Repubblica di
Salò. Appena finita la guerra,
creò un gigantesco campo di
lavoro di giovani credenti di
tutto il mondo per erigere,
nel cuore delle valli valdesi, a
1.500 metri di altezza, a Ghigo di Frali, un luogo di incontri fraterni che chiamò Agape
perché fosse un segno dell’amore di Dio all’indomani
del più terribile conflitto della storia delTumanità. Già da
allora il concetto di agape era
la centro della sua riflessione
pastorale e cristiana.
Finito il periodo della sua
direzione di Agape, identificava profeticamente il problema del futuro nella questione meridionale e nel lavoro é si faceva siciliano con i
siciliani creando la cooperativa di Riesi. È di quegli anni
il mìo vivido ricordo di un
suo intervento profondamente significativo al II Congresso evangelico del 1965. Si
stava discutendo degli elementi comuni della fede
evangelica e qualcuno aveva
accennato al possesso della
verità da parte nostra. Lo ricordo in piedi, senza alzare la
voce ma con grande determinazione, affermare che noi
non possediamo la verità ma
è Cristo la verità che ci possiede e ci guida. Vi era nella
sua sostanziale laicità, che lo
avrebbe poi portato a battersi
per molti anni eroicamente
per la fine della guerra del
Vietnam e poi ad essere senatore della sinistra indipendente, un profondo senso pastorale così come la speranza
Le tappe del ministero di Vinay
Testimone deiramore di Dio
Tullio Vinay era nato a La Spezia nel 1909, ed era stato
consacrato pastore nel 1934, dopo un periodo di prova a
Milano. In seguito è stato pastore a Firenze fino al 1948;
negli anni delle leggi razziali e delle persecuzioni antisémite, nel capoluogo toscano, riuscì a salvare dalla deportazione molti ricercati ebrei: per questo nel 1981 gli fu riconosciuto il titolo di «giusto delle nazioni» da parte delle
autorità israeliane.
Come segretario della Federazione delle Unioni giovanili valdesi, nel 1946 avviò la costruzione del Centro ecumenico di Agape, luogo simbolo della riconciliazione delle nuove generazioni, nel segno dell’amore di Dio verso gli
uomini (l’agàpe appunto), lungo un filo conduttore che
caratterizzerà tutto il ministero pastorale e poi l’impegno
politico di una vita.
Nel 1961 Vinay e parte del gruppo residente di Agape si
trasferiscono a Riesi (Caltanissetta) per fondare il «Servizio cristiano»^ un progetto comunitario che con scuole,
centri professionali e attività cooperativistiche nel settore
agricolo si propone come intervento sociale in una delle
aree più depresse e soggiogate dalla mafia.
A partire dal 1973 Vinay avvia una campagna contro la
guerra in Vietnam: il resoconto di un suo viaggio negli anni dell’occupazione americana (compiuto con altre persònalità laiche e cattoliche) si traduce nel libro Ho visto uccidere un popolo: Sud Vietnam, tutti devono sapère (ed.
Claudiana). Sull’ónda di questo impegno per la pace e la
cooperazione tra i popoli, nel 1976 fu eletto come indipendente nelle liste del Partito comunista e aderì al gruppo della Sinistra indipendente. Il mandato gli fu rinnovato
fino al 1983, quando chiese di non essere candidato per
motivi di salute.
Tullio Vinay ha ottenuto due lauree honoris causa dalle
facoltà teologiche dell’Università di Praga e di Montpellier: nel 1987 l’Uiùversità di Tubinga gli ha tributato il premio «Leopold Lucas», uno dei titoli accademici più importanti in Germania, per «l’eccezionale attività nel campo
della cooperazione tra i popoli e del lavoro sociale della
chiesa». Nell’accettare il premio, Vinay si dichiarò imbarazzàto, «perché - disse - sono stato un semplice testimone dell’amore di Dio».
profetica in un intervento di
Dio. Mi accorgo che per ricordarlo ho riunito i tre concetti con cui Paolo conclude
il capitolo 13 della prima epistola ai Corinzi; fede, speranza e agape e soprattutto su
quest’ultimo si incentrava la
sua meditazione, anche nei
discorsi al Parlamento.
Quando idealmente penso
agli evangelici che hanno
preceduto l’attuale pattuglia
di parlamentari, Tullio Vinay
assume un’identità inconfondibile di profeta laico che nei
suoi discorsi indicava una
strada di pace e di agape. Dei
suoi predecessori, il primo, ,
Malan, considerava la sua
funzione di parlamentare essenzialmente come di difensore degli interessi dei valdesi ed era cosa utile se si pensa che da pochi anni erano
stati loro riconosciuti i diritti
civili e polìtici, Bonaventura
Mazzarella, conscio della separazione tra chiesa e stato,
non parlava mai in Parlamento di problemi religiosi,
si calava nella polemica diretta contro la destra e poi
contro la sinistra storica da
posizioni, come si diceva allora, estreme; era una sorta
di punzecchìafore perpetuo;
Sonnìno introdusse nel nostro Parlamento pur da posizióni conservatrici, il rigore
morale del protestantesimo
anglosassone. Dante Argentieri fu l’espressione di una
resistenza quasi romantica al
fascismo trionfante.
Vinay è stato il profeta laico in un Parlamento che poco dopo avrebbe vissuto lo
sfacelo di tangentopoli. Inseritò in un gruppo di uomini
di notevole levatura come
Carlo Galante Garrone, Raniero La Valle, Boris Ulianich,
per il suo stesso rigore morale è stato d’esempio e di monito, con la sua vita come con
le parole, al nostro paese. Chi
ha vissuto con lui ne dà testimonianza. Ci dia il Si^ore di
essere capaci di continuarne
l’opera, pur con le inevitabili
differènze, con le caratteristiche personali e quelle dettate
dai tempi sempre mutevoli in
cui viviamo.
W. Ricordo
Un uomo di
grande visione
Andrea Riccardi, iniziatore
della Comunità cattolica di
Sant’Egidio a Roma, ha ricordato Tullio Vinay rispondendo
alle domande di «Protestantesimo» per la trasmissione andata
in onda domenica 8 settembre.
«Ricordo Tullio Vinay - ha
detto Riccardi - come uno
dei più grandi cristiani italiani che ho conosciuto. Un uomo di grande visione, in cui il
cristianesimo non era una
ideologia né qualcosa di pietistico, ma era veramente
una forza che poteva cambiare la storia. Un uomo che credeva nella forza del cristianesimo come capace di riconciliare gli uomini, di andare al
di là della guerra.
Noi più giovani abbiamo
cominciato ad apprezzare
tramite suo la grande tradizione valdese e la tradizione
evangelica in Italia. Io non lo
posso dimenticare accanto
a suo fratello Valdo, uomo
molto differente, intellettuale
europeo, mentre invece Tullio era un cristiano con il senso della testimonianza immediata, legata agli avvenimenti. Me li ricordo come
una grande generazione di
valdesi italiani, che hanno
dato molto al nostro paese».
4
PAG. 4 RIFORMA
Cultura
VENERDÌ 20 SETTEMBRF n
Il libro di Marcello Craveri propone un itinerario fra le idee «eterodosse»
Eresie^ luce o ombra del cristianesimo?
Una valutazione pluralistica delle prime comunità e delle origini cristiane
La lunga storia dei movimenti che dalla base contestarono la chiesa istituzione
BRUNO CORSANI
A proposito del libro di
Marcello Craveri sulle
eresie* qualche riserva suscita il sottotitolo: Dagli gnostici
a Lefebvre il lato oscuro del
cristianesimo. Esso sembra in
contrasto con la posizione
dell’autore che tende a rivendicare la libertà dei movimenti religiosi condannati
dalla Chiesa ufficiale. Il libro
comprende anche la Riforma
protestante, con Lutero, Calvino e molti altri esponenti
della protesta evangelica,
nonché i dissidenti che erano
in cerca di una religione liberatrice (p. 292) e un gran numero di movimenti riformisti
cattolici ostili, nel Medioevo
e nel Rinascimento, alla corruzione e alla mondanizzazione della Chiesa-istituzione
e anche al suo autoritarismo
centralistico.
Si può definire tutto questo
il «lato oscuro»? Non è stato
spesso invece il lato luminoso, mentre dalla parte delle
tenebre stava la Chiesa persécutrice? Troverei conveniente il sottotitolo se l’opera
fosse intitolata «La repressione dell’eresia». Quello sì che
è stato un «lato oscuro» della
storia del cristianesimo: anche Craveri definisce con il
termine «oscurantismo» a p.
245 il periodo successivo al
Concilio di Trento.
Molto positivo è che il punto di partenza dell’opera sia
una valutazione pluralistica
del pensiero delle origini cristiane, cioè del Nuovo Testamento. Alla pluralità dei testimoni apostolici corrisponde inevitabilmente una plu
«La via lattea» (1968), film in cui Luis Bunuel tratteggia una singolare storia dei dogmi e delle eresie
ralità di accentuazioni e di
descrizioni della volontà salvatrice di Dio, della persona
di Gesù, della sua opera. Si
parla spesso del contrasto fra
Paolo e Giacomo (quello dell’Epistola), 0 fra Paolo e i capi della chiesa di Gerusalemme (Galati 2), ma anche la
presentazione del cristianesimo fatta da Paolo nelle sue
lettere e da Luca negli Atti rivelano due punti di vista con
divergenze notevoli, e così
pure ciascuno dei quattro
Vangeli presenta una testimonianza con accentuazioni
diversificate.
Ben 13 pagine sono dedicate alla vicenda di Valdo e
aU’espansione del suo movimento. È chiaro che comprimere venti secoli di conflitti
in 4.709 pagine impone severe limitazioni. Il libro è così
una rassegna dei conflitti e
delle condanne più che una
analisi e una valutazione del
pensiero dei personaggi citati. Ci è parso di notare un certo compiacimento nell’insistere sulla chiusura della
Chiesa ufficiale a tutte le sollecitazioni riformistiche e sulla pesantezza delle condanne
anche fisiche (torture, roghi,
ecc.); e anche una certa «dietrologia», che identifica spesi so le vere ragioni dei rifiuti e
Î delle condanne con il timore
di una perdita di potere dell’autorità ecclesiastica.
Benché l’autore non appartenga a quelli che chiama
«scrittori al servizio della
Chiesa» (p. 244) qualche volta cade nel linguaggio tradizionale dell’istituzione, chiamando «eretici» senza alcun
riguardo persone e movimenti che tali sicuramente
non sono, se non per chi li
ha condannati (per esempio
gli «eretici calvinisti» di Acceglio, p. 263). Tende anche
a usare l’aggettivo «cattoli
co» per la cristianità romana
o occidentale. Ma spesso chi
se ne discosta non è meno
cattolico (così un non-romano si definisce «cattolico
orientale», p. 82). Non siamo
poi d’accordo con l’espressione usata a p. 401 «fra i sacerdoti delle chiese protestanti»: i protestanti non
hanno «sacerdoti». Quando
Pier Paolo Vergerlo abban-.
donò l’Italia per la Svizzera,
non si fece pastore luterano
(p. 231), perché le comunità
evangeliche dei Grigioni appartenevano all’area riformata, non a quella luterana. Vergerlo aderirà poi alla Confessione augustana quando si
trasferirà dalla Svizzera alla
Germania.
Altre mende sono da attribuire al tipografo: Lutz per
Luz, p. 425; Fiorini per Florit,
p. 387; Harnach per Hamack,
p. 437; Zollichon per Zollikon, p. 219; Pierias per Prierias (da Priero, in Piemonte);
Jünger di Gesù sono i suoi discepoli, non i suoi «figli»: sic
a p. 302; Christ sein, e non
Christian sein è il titolo di
un’opera di Hans Kiing.
Nonostante le inevitabili limitazioni indicate, l’ultima
opera di Craveri può rendere
un utile servizio perché fa da
contrappeso alle troppe storie del cristianesimo (o della
Chiesa) scritte per esaltare o
giustificare in qualsiasi caso
le dottrine e la prassi della
chiesa-istituzione. È bene
che ci rendiamo conto che i
movimenti di riforma e di
contestazione e le comunità
di base non sono qualcosa di
nuovo, sorto nella seconda
metà di questo secolo. Ma
non sono «eresia».
(*) Marcello Craveri: L’eresia.
Dagli gnostici a Lefebvre il lato
oscuro del cristianesimo. Milano, Mondadori, 1996, pp 473,
£ 38.000.
Intenso dibattito al Convegno annuale della Società di studi valdesi
Circolazioni di uomini e di idee nell'età della Controriforma
AUGUSTO COMBA
ILXXXVI Convegno storico
della Società di studi vaidesi, dedicato quest’anno a
argomenti di storia moderna,
ha avuto uno svolgimento
assai felice, perché il tema
centrale. Circolazione d'uomini e d’idee tra Italia e Europa nell'età della Controriforma, già di per sé avviava
i relatori nella direzione di
una reciproca e molteplice
c”órrispondenza. Il merito di
questa impostazione va riconosciuto a Susanna Peyronel, che ne è stata la brillante
organizzatrice.
I lavori hanno avuto inizio,
sotto la presidenza di Massimo Firpo, con la seduta pomeridiana del 1° settembre.
Ha parlato anzitutto Paolo Simoncelli, che ha lumeggiato
in modo innovativo le reazioni delle comunità fiorentine
all’estero all'impatto della
Controriforma, osservandone il sostrato finanziario: i
centri del fuoriuscitismo politico e religioso fiorentino
erano anche le sedi estere
delle banche che finanziavano la lotta contro i Medici.
Aldo Stella ha quindi preso lo
spunto dalla disputa fra Fausto Sozzini e Filippo Buccella
per descrivere la diffusione in
Polonia, dove furono esuli
molti antitrinitari, di un indirizzo di sostanziale liberalismo cristiano, che ebbe il suo
centro in Rakow, la città dove
erano ammesse tutte le con
fessioni cristiane. Anagogamente l’antitrinitarismo e lo
spirito di tolleranza sono tipici degli esuli lucchesi che Simonetta Adorni Braccasi segue a Ginevra e in Francia; la
loro vicenda si rifletterà nelle
posizioni di Paolo Sarpi. Alla
vivace discussione finale
prendono parte Giorgio Spini, Firpo, Merlin, Rozzo: si
evidenzia una serie di «circolazioni» in Europa, fra cui
quella del testo del trattato di
Cavour fra i valdesi e il loro
duce (1561).
Lunedì 2 una robusta serie
di relazioni si riferisce dapprima agli uomini. Guido
Dall’Olio narra la biografia e
il percorso religioso, fra Roma e la Francia, del toscano
Pietro Gelido. Roberto Beccaria, la cui tesi su Oddo Quarto
da Monopoli è apparsa la migliore fra quelle presentate
alla Ssv, illustra la figura del
suo protagonista. Silvano Gavazza rievoca, con Marc’Antonio De Dominis, il suo utopistico progetto di unione di
tutte le fedi, propagandato
«da Londra a Roma». 11 contributo di Aart De Groot su
Giacomo Aconcio segue il
trentino in Svizzera, a Strasburgo e a Londra, e studia il
profondo influsso del suo
pensiero nei Paesi Bassi.
Vengono poi passati in rassegna vari scritti la cui circolazione riveste aspetti particolarmente significativi. Tale
la Tragedia del libero arbitrio
di Francesco Negri, la cui
prima edizione compare nel
1546 e la cui fortuna europea
ci viene descritta da Edoardo
Barbieri. Assai nota è la figura di Pietro Martire Vermigli,
peregrinante fra Zurigo, Strasburgo e l’Inghilterra, ma suscita molto interesse l’immagine di Giulio Orazio Bravi
circa il profondo influsso
esercitato dal suo commento
sul Libro dei Giudici sul pensiero giuridico dell’età moderna fino a Kant. Giampaolo Garavaglia illustra uno
studio in corso sulle traduzioni (quasi assenti) della
Bibbia intera fra il tardo ’500
e l’inizio del ’700. Brigitte
Schwarz segue nel ’500 i percorsi della stampa clandestina di argomento religioso
nella regione di Locamo; un
fenomeno che, come dice
Claudia Di Filippo Bareggi,
preoccupa Carlo Borromeo,
che dedicherà la sua visita
del 1567 ad attrezzare i parroci ticinesi pèr l’applicazione della Controriforma, promuovendo la diffusione della
catechesi tridentina. Anche
questa tornata viene conclusa da una discussione, in cui
fra l’altro Emidio Campi e
Mario Miegge sottolineano la
continuità fra FUmanesimo
italiano e lo sviluppo del
pensiero moderno.
Martedì 3, nelle ultime relazioni, gli uomini e le idee
sono più che mai in moto fra
gli opposti limiti dell’Europa.
Campi presenta Vincenzo
Paravicini, studente a Basilea
e a Ginevra, pastore in Vaitellina, passato in Svizzera a
seguito del «sacro macello»;
la sua Narrazione del massacro (1621) avrà ampia diffusione europea; a Zurigo sarà
il primo pastore della comunità di lingua italiana. Emanuele Fiume riassume la sua
tesi, discussa presso la Facoltà valdese di teologia, che
si accentra su Girolamo Zanchi: lombardo, questi si trasferisce a Lucca, e qui per influsso di Vermigli aderisce alla Riforma. Sarà esule nei
Grigioni, poi insegnerà a
Strasburgo e a Heidelberg la
«doppia predestinazione».
Albert de Lange fa la suggestiva narrazione della vita di
Antoine Léger, che dopo studi a Ginevra e a Leida, dal
1628 è per 8 anni cappellano
olandese a Costantinopoli.
La sua vita avventurosa, dopo un periodo alle Valli, lo riporta a Ginevra, dove dal
1655 al 1671 sarà ancora attivo in difesa dei suoi valdesi.
Infine la relazione di Giorgio
Vola illumina i retroscena
della presenza dei mercenari
«irlandesi» (in parte inglesi e
scozzesi realisti) nelle Pasque
Piemontesi, con dati di estremo interesse, che contribuiscono a chiarire le cause della tragica vicenda.
Alla chiusura del Convegno
un fervido applauso sottolinea la vivacissima partecipazione di Gioito Spini, nostro
maestro di storia moderna (e
non solo...).
È importante che il libro di Marcello Craveri sia stai
scritto e che sia pubblicato in una bella veste tipografica a*
una grande casa editrice. È importante perché l’eresia (k
tendendo con questo termine la «scelta», l’indipendenza^*
giudizio, la libertà di opinione) che si è manifestata nel cor
so dei secoli non sia più demonizzata, ma si faccia lo sfora
di capirne la genesi e i motivi e, quando sia il caso, di ria^
litarla almeno come diritto soggettivo.
Del resto il concetto stesso di eresia, osserva Craveri, df.
riva da una parola greca che significa «scelta». E che cosai
il cammino verso la verità se non una continua scelta fa
proposte diverse per interpretare il senso della vita e i
blemi che pone all’uomo e alla fede? 11 prof. W. Bauer ¡j
Gottjnga (morto nel 1961) ha sostenuto la tesi che aU’ini^
del cristianesimo l’eresia non era affatto la perversione ok
degenerazione di una precedente ortodossia. Alle originff
frontiera di ciò che sarà poi definito «ortodossia» e «erelj,
era molto fluida, e saranno gli standard di epoche successi^
ye che faranno definire «eretiche» certe posizioni anteriori
È soltanto in un’epoca piuttosto avanzata che ha trionfati)
l’ortodossia sotto forma di definizioni dottrinali dei grani
concili (e poi, ancora più tardi, del magistero papale).
ERESIA-ERESIE
^e»oà
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Un concetto nei secoli
Il «Rifugio di Fra Dolcino»
SCHEDA
La struttura del libro
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Craveri classifica le varie «eresie» in tre grandi categorie
dottrinali, morali e disciplinari, a seconda che riguardinoli
teologia, i costumi o la subordinazione all’autorità ecdei
siastica (sacerdoti, vescovi, papato). Molto spesso moi-l|
menti e posizioni «devienti» hanno ricevuto l’epitetoÌ
«eresie» perché i loro esponenti si ribellavano aH’autofitl
religiosa (forse perché la giudicavano indegna, o percM
voleva metterli a tacere e costringerli a ritrattare).
Il libro è articolato in 11 capitoli: il primo con i problemi
posti dal passaggio dal giudaismo all’ambito culturale pacano; seguono cinque capitoli sui conflitti del Medioevo mMj
all’Umanesimo: due capitoli sono poi dedicati a Riforimi]
Controriforma; gli ultirhi tre sono dedicati aH llluminisiài^
al conflitto fra aristocrazia e socialismo e all’erosionedd
cristianesimo convenzionale. Ogni capitolo è seguito daal-|
cuni documenti che riproducono testi dell ’epoca, estratti(I
opere dei personaggi presentati o riflessi della loro influeii'
za, che costituiscono un aspetto pregevolissimo dell’opera. |
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Girolamo ZanchI
Comunità luterana di Roma
Lutero e la società moderna
Lutero è moderno, antimoderno, postmoderno? Per il
prof. Hans-Martin Barth il
riformatore è uno degli uomini che hanno contribuito
alla nascita e alla formazione
dell’età moderna; è però «antimoderno» perché in «forte
tensione contro la modernità, contro un Umanesimo
compiaciuto di sé», e forse
«postmoderno» perché «la
storia della Riforma, con la
sua pluralità di confessioni
cristiane e di prospettive,
non era nelle sue intenzioni,
ma è stata prodotta dal^'
dagli altri riformatori».
1 rapporti intercorsi ^
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conferenza di Barth, àoc ^
di Teologia sistemane
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1 abb. postale/50 - Torino
M caso di mancato recapito si prega restituire
Sdente presso l’Ufficio PT Torino CMP Nord.
L'Editore si impegna a corrispondere
# diritto di resa.
Fondato nel 1848
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È stata un’edizione decisamente positiva per il concorso
‘ippico intemazionale di Pinerolo; 179 iscritti provenienti da
',14 nazioni, tanto, tantissimo pubblico sulle tribune sempre
fcolme, un’ora di diretta Rai in tv: insomma l’impressione di
un concorso che anno dopo anno (si era alla decima edizio'ne) decolla. Se arriverà anche la Scuola di Cavalleria sarà
'un motivo di orgoglio in più per Pinerolo. Il fine settimana
, davvero splendido anche sotto il profilo climatico ha consentito di mantenere in ottimo stato il fondo di gara; fra tanti stranieri alla fine il successo, e con esso l’autovettura
messa in palio dalla famiglia Agnelli, è andato alPitaliano
Filippo Moyerson, reduce dalle Olimpiadi di Atlanta.
VENERDÌ 20 SETTEMBRE 1996 ANNO 132 - N. 36 URE 2000
Di fronte allo spazio e al
clamore con i quali, sui
giornali e in tv, sono state seguite le manifestazioni di
Bossi e dei suoi seguaci, 1’
informazione di parte protestante è stata assai più sobria.
Condivido questa scelta anche se, forse, una parola poteva essere detta, ad esempio,
nella trasmissione dèi «Culto
evangelico» di domenica 15,
anche per non lasciare alla
Chiesa cattolica il «solito»
monopolio spile questioni
«etiche» i Molti commentatori
hanno in effetti rilevato che
quella della gerarchia cattolica è stata l’unica voce «decisa» contro Bossi, più autorevole di quelle «politiche». Sarebbe tuttavia importante che
la nostra «riservatezza» protestante non venisse intesa
I CRISTIANI E IL SECESSIONISMO
VIGILANZA
MARCO ROSTAN
come ambiguità o esitazione.
Del resto il nostro recente Sinodo ha inviato alle chiese
una lettera assai chiara e un
recente incontro a Palermo
fra chiese locali e un gruppo
di evangelici di Torino ha ribadito l’impegno per la condivisione e la solidarietà.
Su un punto in particolare
occorre parlare chiaro: come
credenti dovremmo vigilare
su una grave tendenza che si
manifesta: quella di trasporta
re le proprie^rivendicazioni
sul piano «religioso». Pare
che fra le tante parole di Bossi
a Pian del Re ci sia stato anche il riferimento al «dio Po»
e alla sua acqua che «vi santifica!» del resto molti vedono
in lui le sembianze di un
«profeta», anche se falso.
Questo preoccupa, come
preoccupano alle Valli i vari
discorsi, sempre più diffusi
che si sentono sull’energia vitale 0 sulla reincam^ione, da
molti ritenuta del tutto compatil^ile 9on la fede cristiana.
Nelle nostre comunità ci
sono fratelli e sorelle che
simpatizzano per la Lega, anche se non con la secessione,
e sul piano politico, amministrativo, legislativo ci sono
miolti motivi che giustificano
la loro protesta. Ma su di un
punto dovremmo essere tutti
solidali e vigilanti, pastori e
membri di chiesa, al di là dei
partiti che scegliamo: come
nel ’68 abbiamo combattuto
ogni sorta di mescolanza fra
Dio e la politica, in questi anni dovremmo combattere il
miscuglio fra Dio e la natura,
l’energia, ecc. Valga per tutti
noi r ammonimento di Gesù a
Satana che lo tentava: «Adora
il Signore Dio tuo e a lui solo
rendi il tuo culto».
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,'la Regione Piemonte ha previsto interventi di edilizia
agevolata tramite il Fondo investimenti Piemonte. I finanziamenti del Fondo investimenti Piemonte consentiranno di realizzare, nell’ambito
di un fondo di rotazione depennale, circa un migliaio di
lloggi l’anno, di cui 600 finziati. I lavori per la realizzione degli interventi doTanno avere inizio entro 4
lesi dalla comunicazione di
anziamento e concludersi
ei successivi 18 mesi.
(«Grande importanza nell’
uazione del Fondo - dice
,^iKsessore regionale all’ediia. Botta - la assumono i
tnuni, che dovranno svippare azioni di coordinainto delle iniziative che salino presentatè dai privati,
vame delle altre e potranprevedere anche impormi trasformazioni urbaniiche ed edilizie in relazione
'¡ai propri programmi». Il Fon|!do investimento Piemonte
l^vilegia in particolar modo
^ il recupero, comprendendo
^^che il riuso delle ex aree
Industriali e la riqualificazione delle aree periferiche o
marginali ed è prevista in es^ l’erogazione di 50 milioni
P®r opi alloggio che venga
acquistato e recuperato. I
fondi dovranno essere restidmi in 10 anni senza tasso di
interesse, ma con la sola ri''alutazione del costo di costruzione.
1 beneficiari finali del Fonno saranno i cittadini il cui
^dito non sia superiore ai
0 milioni l’anno così come è
previsto per l’edilizia agevo, *“ta. Le domande dovranno
^^enire alla Regione trami1 Comuni (che a loro volta
ovranno valutare le proposte
, •nfoi’vento ad essi presen«te dai privati) entro il 27 otnnre di quest’anno.
Nuovi criteri per la tassazione dei rifiuti sono allo studio da parte degli enti pubblici
Le tariffe verso una maggiore equità fiscale
PIERVALDO ROSTAN
E destinato a mutare so-stanzialmente l’attuale
meccanismo di calcolo dèlia
tassa a carico dei cittadini per
la raccolta e lo smaltimento
dei rifiuti solidi urbani. «La
linea di tendenza - ha spiegato l’assessore aH’Ambiente
della Provincia di Torino,
Beppe Gamba, durante un incontro con gli amministratori
dei Comuni della provincia è quella di trasformare la tassa in tariffa cioè di far pagare
i cittadini per quanto in realtà
usufruiscono di un servizio
(in questo caso della raccolta
rifiuti) analogamente a quanto
avviene con l’acqua o il gas».
Dunque verrà il giorno in cui,
non pagando più il servizio
sulla semplice (o semplicistica) base della superficie dell’
alloggio occupato, si dovrà
pagare in base ai rifiuti effettivamente prodotti. Si tratta
insomma di introdurre anche
in questo campo un criterio di
maggiore equità fiscale; per
anni i Comuni non hanno avuto nessun criterio oggettivo
per definire le tariffe; dal
1997 qualcosa cambierà, I
Comuni devono infatti definire entro la fine di ottobre i
«coefficienti di produttività
specifica qu^itativa e quantitativa» determinati in base alle diverse categorie di utenza.
Ci sono ovvie differenze fra i
rifiuti che producono una tipografia da un verduriere ambulante, un autosalone e una
mensa aziendale: non sempre
i regolamenti dei Comuni ne
tenevano debitamente conto
avendo diviso le categorie in
modo più approssimativo. In
vista deir applicazione del decreto sui rifiuti in queste parti,
e stante là probabile difficoltà
dei singoli Comuni di adempiere all’obbligo di definire i
criteri di produttività dei rifiuti, la Provincia di Torino ha
incaricato l’Ipla di effettuare
una studio in materia. La
scorsa settimana ne sono stati
illustrati i risultati, talvolta
sorprendenti; la ricerca ha
suddiviso i Comuni, oltre Torino, in fasce superiori o infe
riori ài 10.(X)0 abitanti (il che
rapportato al Pinerolese comprende quasi tutti i Comuni).
L’inchiesta è stata meticolosa,
condotta sul campo con migliaia di pesature, di raccolte
casa per casa, negli uffici, nei
mercati. Il risultato è appunto
l’individuazione degli indici
di produzione per oltre 100
categorie di cittadini che consentirà l’effettiva differenziazione delle tariffe. Successivi
passi saranno l’incentivazione
della raccolta differenziata,
prevedendo incentivi anche
economici per chi l’effettuerà
puntualmente.
Lo studio dell’Ipla si sta dimostrando assai valido, tant’è
che simulazioni effettuate in
alcuni Comuni riconsiderando le tariffe portano gli
stessi introiti ripartendo però
i costi in modo diverso: «Dove l’applicazione dei coefficienti per categoria non èonsente di coprire tutti i costi di
raccolta e smaltimento - ha
precisato Anna Paschero,
funzionarla dell’assessorato
al Bilancio - si è di fronte a
grossi casi di evasione o almeno di elusione fiscale».
Nello scorso numero abbiamo visto
alcune differenze tra il Sinodo di
oggi e quello di ieri relativamente alla
sua composizione, alla sua convocazione
e alle sue conclusioni; vorrei ora proporre alcune considerazioni sullo svolgimento dei lavori.
La disciplina del 1833 lo fissa così: 1)
la Tavola legge la patente regia; 2) l’assemblea provvede di pastori le chiese vacanti, nel rispetto delle regole fissate in
materia; 3) la Tavola legge una relazione
sulla sua gestione e mette a disposizione
del Sinodo tutti i registri, lettere, delibere
e le altre carte appartenenti alla chiesa
delle valli; 4) l’assemblea verifick tutto
ciò che riguarda la gestione della Tavola
a mezzo di una commissione appositamente nominata; 5) la Tavola dà le dimissioni; 6) Il Sinodo procede alla nomina di una nuova Tavola.
Come si vede, balza immediatamente
agli occhi che la «provvista delle chiese», come abitualmente viene definita
IL FILO DEI GIORNI
PROCEDURE
BRUNO BILLION
l’assegnazione dei pastori alle chiese locali, non era affidata alla Tavola, come
accade oggi, ma avveniva invece nel Sinodo. Questo era possibile anche per il
numero ristretto di chiese allora rappresentate al Sinodo, le 15 chiese delle Valli. Oggi sarebbe probabilmente assai più
difficile operare con lo stesso metodo.
Va però anche rilevato che le quindici
chiese erano suddivise in tre classi, tenendo conto della difficoltà della vita.
Alla terza classe, la più disagiata, appartenevano le chiese di Massello e Rodoretto, alla seconda, un po’ meno disagiata, le chiese di Frali e Maniglia, mentre
alla prima classe appartenevano tutte le
altre (qualcuno, più o meno malignamente, sottolineava che alla prima classe appartenevano le chiese nel cui territorio si
produceva vino...). Una chiesa di prima
classe che diventava vacante poteva scegliere il suo pastore tra quelli della stessa
classe, e in caso non trovasse nessuno disponibile, doveva necessariamente rivolgersi al pastore di una chiesa di seconda
classe che fosse il più anziano in servizio. Solo sul rifiuto scritto di questi poteva scendere al successivo di seconda
classe e poi alla terza classe, risj^rtando
la graduatoria di anzianità di servizio.
La presidenza era affidata al moderatore appena eletto, a cui competeva indicare
i temi da discutere, sottoporre àlFassemblea le proposte che gli venissero presentate, dare q togliere la parola, imporre il
silenzio, porre termine alle discussioni è
passare ai voti. D Sinodo era così vivace
da richiedere tale misura? O vi erano temi
di cui non si doveva discutere?
In Questo
Numero
Ancrogna
# Il Consiglio èótìtuBale
ha deciso i|eirultima seduta di affidare alla Comunità montana vai Pellice i
servizi socio«assistenziali e
ha discusso lo spinoso problèma deH’istituzione di
un canile, come vorrebbe
la normativa in vigore: l’orientamento è di portare
quello di Bibiana a «canile
di valle» con apposita convenzione.
* Pagina II
Borgate alpine
In vai Pqllice non diminuisce l’interesse per il
problema delle borgate alpine, anzi si preannunciano altri momenti di studio
tra tecnici, amministratori
e studiosi, che si troveranno in quattro gruppi di lavoro il 21 e 22 settembre
tra Toirè e Villar Pellice
per mettere a confronto,
sul piano operativo, le loro
competenze.
Pagina II
Traversata delle Alpi
•■» Dopo 15 anni dalla nascita del progetto, la Grande traversata delle Alpi ha
bisogno di fare il punto
sull’esperienza passata e
di interrogarsi sul proprio
futuro: faeoccupa in particolare lo scarso interesse
degli escursionisti italiani
rispetto agli stranieri. Ne
parliamo con il presidente,
Raimondo Genre.
Pagina III
Collegio valdese
Si è aperto il 14 settembre l’anno scolastico del
Collegio valdese di Torre
Pellice. Téma della prolusione, di Giorgio Balmas,
responsabile di Lingotto
musica, è stato il rapporto
fra musica e insegnamento
scolastico superiore.
Pagina IV
• 3;--
6
PAG. Il
E Ed) Delle ^lli moEsi
VENERDÌ 20 SETTEMBRE ■
Alcuni modelli d’epoca parcheggiati a Torre Pellice
RADUNO DI AUTO D’EPOCA — Sfilata con tuffo indietro
nel tempo domenica scorsa a Torre Pellice; dapprima un
buon numero di trattori, da quelli più antichi a quelli più
moderni oggi in attività per l’annuale raduno organizzato
dal circolo Mûris, poi verso le 11 ecco l’arrivo di una settantina di auto d’epoca, alcune decisamente straordinarie
sia per lo stile che per la cura con la quale vengono mantenute in efficienza: fra di loro molte Lancia e Mercedes, le
classiche «Balilla» e «Topolino» ed anche un modello ancora senza volante e guidato con un semplice manubrio.
IL FUTURO DEL TRIBUNALE — In una seduta aperta ai
magistrati e ai rappresentanti dell’ordine degli ^vocali il
Consiglio comunale di Pinerolo si è occupato in questi giorni della situazione del tribunale. Sono stati ascoltati gli interventi dell’avvocato Celerino e del sen. Passone, da cui sembra emergere che se è vero che una razionalizzazione dei tribunali penalizza i piccoli siti a scapito dei grandi, pare non
esserci il pericolo per ora della chiusura del tribunale di Pi- *
nerolo. Il Consiglio si è poi pronunciato per un possibile allargamento del territorio di competenza del tribunale e ha
preso l’impegno di preparare un odg in cui si parlerà della
nuova tendenza verso un giudice unico e in cui si chiederà ai
Comuni interessati di esprimere pronunciamento.
AGEVOLAZIONI PER GLI ESERCIZI DI MONTAGNA
— Novità per la definizione del regime di agevolazioni fiscali per gli esercizi comunali di montagna. In un incontro
tenutosi a Roma con le Regioni presso la presidenza del
Consiglio, l’assessore regionale Roberto Vaglio ha insistito,
ottenendo il parere favorevole del governo, per ampliare il
regime agevolato a tutti gli imprenditori delle zone montane
(commercianti, artigiani, piccola industria) per elevare il
tetto del giro d’affari massimo da 60 a 80 milioni l’anno.
Venerdì 20 settembre dovrebbe venir presentato il testo del
nuovo articolato di legge che, grazie all’accordo tra governo e Regioni, potrebbe essere approvato dal Parlamento.
ANTEPRIMA DELL’AUTUNNO IN VAL D’ANGROGNA
— E stato presentato la scorsa settimana in anteprima il
programma della prossima edizione dell’Autunno in vai
d’Angrogna che inizierà giovedì 3 ottobre con la tradizionale fiera autunnale. Ambiente, turismo e territorio, dono degli organi i temi che verranno affrontati in alcuni dibattiti,
alternati come al solito da concerti e mostre.
LOTTA ALL’AIDS: UN CORSO DI FORMAZIONE — Il
Gruppo di lotta all’Aids di Pinerolo e Valli, con il patrocinio deU’Usl 10 e del Comune di Pinerolo organizza, in collaborazione con la Lila, un corso di formazione per volontari sull’assistenza domiciliare e sul centralini telefonico. Il
corso si articolerà in 12 incontri serali a partire dal 4 ottobre; le iscrizioni si ricevono fino al 30 settembre presso il
Gruppo lotta all’Aids (75025), il lunedì dalle 21 alle 22,30,
l’Arci (75025) dal lunedì al venerdì, ore 8-12 e 15-18 e il
Sert (233504) dal lunedì al venerdì, ore 8-18.
LA PROVINCIA INCONTRA IL MINISTRO BERSANI
— La scorsa settimana a Torino la presidente della Provincia Mercedes Bresso e l’assessore alle Attività economiche
hanno presentato al ministro dell’Industria, Bersani, un documento che raccoglie le proposte dell’amministrazione
provinciale per uscire dalla crisi: fra le priorità indicate anche il completamento della Torino-Pinerolo e il raddoppio
della Torino-Savona.
CANTIERI DI LAVORO PER I DISOCCUPATI — La
giunta regionale ha stabilito la ripartizione dei finanziamenti per i cantieri di lavoro per disoccupati che i Comuni e le
Comunità montane intendono organizzare per provvedere
alla gestione e alla manutenzione del territorio; alla Provincia di Torino arriveranno 1 miliardo e 612 milioni. Il provvedimento permetterà a diverse persone di percepire per sei
mesi un’indennità di 50.000 lire giornaliere.
QUASI 300 AI TEST UNIVERSITARI — Sono iniziati lunedì 16 i test di iscrizione ai corsi di diploma universitario
in Economia e amministrazione delle imprese e in Economia
e gestione dei servizi turistici della nuova sede universitaria
di Pinerolo. Più del doppio i giovani che hanno fatto domanda di preiscrizione. Le iscrizioni dovranno essere effettuate
entro il 10 ottobre; entrambi i corsi hanno il numero chiuso,
55 per il settore turistico e 77 pec il settore imprese.
NOVITÀ PER I VIALI DI TORRE PELLICE — Cambieranno probabilmente volto alcuni degli «storici» viali di
Torre Pellice: le ormai A'ecchie acacie dei viali Trento e Rimembranza, nella maggioranza dei casi malate, verranno
nel corso deH’invemo tagliate per far posto a nuove piante,
probabilmente aceri o platani. Contemporaneamente anche
numerosi platani del viale Dante dovranno subire interventi
di rigenerazione o essere sostituiti. L’amministrazione comunale sta per affidare a un gruppo di agronomi uno studio
specifico sulle alberate del paese.
Enti pubblici e gruppi di studio
Val Pellicé: sì parla
dì borgate alpine
Si toma a parlare di recupero delle borgate; a proporre
questo tema è ancora una volta la vai Pellice, dove da una
paio di anni si è passati da
una generica riflessione sul
patrimonio edilizio costituito da infinite case e borgate
sparse sulle montagne a veri e
propri momenti di studio. Le
borgate rappresentano un elemento caratteristico e prezioso per il territorio e per l’ambiente, ne va tutelata la specificità ma nello stesso tempo
occorre poter dare delle ri-,
sposte concrete a chi vorrebbe ristrutturarle. Insomma bisogna evitare che esse crollino per vetustà e nello stesso
tempo le ristrutturazioni devono essere realizzate in modo da confermare la bellezza
paesaggistica. Bisognerebbe
anche riuscire a sostenere, in
determinati casi, il recupero
delle vecchie baite quando i
costi sono particolarmente
elevati sia perché i tetti sono
in lose, sia perché le normative antisismiche impongono
determinati interventi.
Dall’anno scorso Centro
culturale valdese, Cai, Comunità montana vai Pellice e al
tre organizzazioni stanno organizzando momenti di confronto, anzitutto fra professionisti e fra amministratori;
ci sono stati incontri informali, poi in gruppi di studio. Sabato e domenica prossimi si
svolgeranno quattro «workshop» o laboratori che avranno come temi «Territorio e
paesaggio», «Orientamenti e
proposte per il recupero architettonico», «Gli aspetti
normativi e legislativi nel recupero» e «Scuole di borgata
tra antiche socialità e nuove
funzioni». I primi due laboratori si svolgeranno a Villa
Olanda a Luserna San Giovanni, il terzo presso la Comunità montana a Torre Pellice e il quarto alla scuoletta
dei Teynaud a Villar Pellice.
,«L’intento - spiega l’assessore all’Urbanistica della Comunità montana, arch. Marco
Grand - è quello di mettere a
confronto i soggetti interessati
in modo molto operativo; ci
saranno i tecnici ma anche gli
amministratori. Sono coinvolti la Regione, che è il livello
in cui i progetti vengono esaminati, rUsl che deve dare
dei pareri prima dell’abitabilità, la Provincia, i progettisti.
Ognuno affronta aspetti specifici ma occorre far emergere
norme di intervento chiare per
tutti e omogenee; si potrebbe
addirittura arrivare a un disegno di legge che renda più
semplici le normative». Esistono già orientamenti in merito? «La normativa è complessa - prosegue Grand - soprattutto perché ci sono leggi
che si sovrappongono o abrogano in parte le precedenti;
'ciò che succede alla fine è che
la stessa norma può essere interpretata in modi assai diversi da un Comune all’altro. Bisogna dunque risolvere queste
contraddizioni, arrivando a
strumenti semplici che possano consentire di affrontare e
risolvere i problemi»,.
Dalla Regione arriverà un
cospicuo contributo su un
progetto di recupero borgate,
in qualche modo frutto del lavoro di studio già avviato
l’anno scorso; si parla di acquisizione di tre borgate in
vista del loro recupero, quasi
a creare degli esempi di ristrutturazione e di utilizzo:
«Risolti i problemi normativi
- precisa l’assessore Grand lavoreremo sul progetto borgate in modo specifico in modo che esso possa costituire
un volano per interventi generalizzati sul territorio. Con
un pnmo incontro con i sindaci abbiamo proposto di individuare le borgate su cui intervenire con prospettive di
attività turistiche, artigianali e
agro-sil vo-pastorali ».
Prossima apertura a Luserna San Giovanni
Un centro dì vendita
per le cooperative
Se negli Anni ’70 la vai
Pellice puntò decisamente
sulla cooperazione in campo
agricolo, dando vita ad esperienze che, nel giro di un decennio, in molti casi sono fallite; se molto si è fatto a sostegno dell’allevamento degli
animali, garantendo i servizi
essenziali a quasi tutti gli alpeggi, resta ancora uno spazio non secondario nel settore della frutticoltura (piccoli
frutti in particolare) o della
produzione di ortaggi destinata alla trasformazione che
potrebbe interessare la fascia
collinare della valle come avviene in altre vallate alpine.
Oggi intanto si sta delineando un passo che tende a
mettere insieme le esperienze
che hanno superato una fase
di crisi per rilanciare il mondo della produzione agricola
valligiana. Nascerà, infatti il
2 novembre prossimo a Lusema San Giovanni, un centro di vendita delle cooperative di valle, per proporre la
vendita ai residenti, prima
ancorà^ che ai turisti, del meglio della produzione agricola della zona.
Nelle scorse settimane è
stato costituito un consorzio
di cooperative della valle finalizzato a mettere insieme i
prodotti da proporre alla vendita à Luserna: soci fondatori
sono le cooperative II frutto
permesso di Bibiana, la Cantina sociale di Bricherasio e
la Coop agricola Terranova
di Luserna San Giovanni.
Non ha aderito per il momento la Latteria di Bobbio alle
prese con problemi di riorganizzazione.
«Già 20 anni fa - spiega
Enzo Negrin, responsabile
del servizio agricoltura della
Comunità montana vai Pellice che è promotrice dell’iniziativa - si era realizzato un
consorzio ma l’esperienza
non fu felice. L’esperienza ci
dice che occorre avere il massimo grado di coinvolgimento
nella gestione dei cooperatori
stessi. La nostra Comunità
montana ha redatto un progetto “speciale integrato’’ sulla base della legge 28/92 tendente alla risistemazione dei
centri di vendita delle cooperative e ha ottenuto un finanziamento di 150 milioni».
Consiglio comunale di Angrogna
I servizi sociali alla
Comunità montana
Fra i primi Comuni a rimettersi ufficialmente all’opera
dopo la pausa estiva, Angrogna ha visto venerdì 13 svolgersi un Consiglio comunale
denso di punti importanti.
Due argomenti affrontati hanno valenza di valle e coinvolgono infatti la Comunità
montana: ben tre ordini del
giorno o mozioni sono stati
approvati su altrettanti problemi di interesse generale.
In merito ai servizi socioàssistenziali il Consiglio ha
unanimemente deciso di affidarli alla Comunità montana;
la complessa rete di risposte
ai problemi del territorio messa in opera in quasi vent’anni
poteva essere smembrata
mantenendo ogni Comune la
gestione in proprio, oppure
era possibile scegliere fra la
delega all’Usl o alla Comunità montana. La scelta è caduta sull’ente di valle, un modo probabilmente per controllare meglio la validità dei servizi visto che con l’Usl i centri decisionali sono comunque
più lontani.
Attualmente il Comune di
Angrogna spende per i servizi
circa 28 milioni (33.000 lire
per abitante) ma sulla cifra
occorre considerare le spese
per il foyer del Serre. Per
l’immediato non si prevedono
aumenti di spesa ma, poiché
in prospettiva la Comunità
montana potrebbe assumere
nel proprio organico nuove
figure professionali, è possibile che questo costi siano destinati ad aumentare.
I cani sono stati oggetto di
una seconda delibera. Secondo le leggi in vigore ogni Comune dovrebbe essere dotato
di un canile per i randagi; in
realtà quasi nessuno lo è malgrado i fondi regionali disponibili né pare sensato che
ogni piccolo Comune si doti
di tale struttura; ecco dunque
la decisione di adeguare il canile della Lega del cane ope
rante a Bibiana in modod,
diventare canile di valle:
Comune potrebbe versare ^
la Lega un contributo (jj
parlato di 500 lire per abitai ^temb
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a scopo di lucro: un seconè
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a vedere l'Enel come partec(|
panie malgrado il referenduli t conto dt
del 1989 e i .ripetuti incidali
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nostri confini.
Un terzo ordine del gioniC
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ghista di proclamare la «sedi
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dipendente» frutto di uJi (
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che dei privati vorrebbero cS
struire in località Passel.
Due provve(Jimenti nel settore scuola
Pinerolo: tornano
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La giunta di Pinerolo si è
recentemente occupata di
problematiche che coinvolgono, seppure in modo diverso, le scuole e i servizi scolastici sul suo territorio. In particolare, attraverso due delibere, si è occupata della collaborazione per l'ospitalità di
bambini provenienti dalla
Bielorussia da parte di famiglie pinerolesi e dell'assistenza agli alunni handicappati in ambito scolastico ed
extrascolastico, con relativo
rinnovo della convenzione
con l’Anffas per l’anno scolastico 1996-97.
Con il primo provvedimento la giunta vuole dimostrare
la disponibilità a collaborare
con l’associazione «Senza
confini» che, per il secondo
anno, ospita una quarantina
di «bambini di CernobiI» in
famiglie pinerolesi. I bambini, accompagnati dai loro insegnanti, si fermeranno a Pinerolo un mese e frequenteranno regolarmente la scuola;
il Comune di Pinerolo si è
impegnato ad autorizzare,
per la durata di tutto il loro
soggiorno, l’accesso gratuito
alla refezione scolastica ai
bambini e ai 2 accompaglJJ’
tori che saranno ospiti ,
famiglie: inoltre i bambi®
potranno utilizzare i servi?
di trasporto scolastico g'*
previsti per gli altri alunniPer quanto riguarda l'ass''
stenza agli alunni handicapp^
pati invece la giunta ha defl'
so di proseguire il rappod®
con l'Anffas secondo quant®
già avviato nel precedei®
anno scolastico. La conve®'
zione. che è stata stipul®‘?y
sulla base della proposW®
intervento assistenziale ava®'
zata dall'azienda Usi 10 P®
Pinerolo. prevede un prog«»"
che si rivolge a un'utenza
stituita da soggetti poriai®
di gravi situazioni probleff
tiche. frequentanti la scuo
materne, elementari e mef'
inferiori cittadine. L'incaf*.
comporta il servizio di a* _
stenza scolastica ed
lastica in caso di assenza F
malattia dalla scuola. •
l'intero anno scolastico
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10.000 ore. È stata qui""
stanziata una cifra che supc
di poco i 250 milioni.
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Interrogativi sul futuro del grande itinerario fra le Alpi
Si può rilanciare il «Gta»?
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^ Clivo prima della manifeI^stazione leghista del 15
settembre in vista di quello
r che dovrebbe e potrebbe suc; cedere dopo. Cioè finalmente
; un generale ripensamento. A
•nulla di buono ha servito la
demonizzazione. Cercando il
fondo della questione assistiamo a un deperimento e a
; una trasformazione dello Stato, quello che i marxisti ponevano come conclusione e
; gli anarchici come premessa.
no hani* L In Italia troppi che hanno po
^tita: ®i sono arrivati tardi a ca2 presld fipirlo, e ancora stentano. Ma,
;ita ormi Ittolti gli avventurieri di destra
cultui^ t e ì giovani confusi in una maspessfij l.lattia infantile di fascismo, ci
:eduti| fc. sono segni che le varie parti
iultatci ^inizino un dialogo costruttiniziativi -vo. Avremo un’epoca di tranzioni nói l'sizione difficile in cui non ci
' secóndi i; si potrà accontentare di ricetre fraqcs 1 te imposte dall’alto come un
contimi ^ rafforzamento delle attuali 20
e partecl i Regioni e bisognerà tener
ferendm ; conto del contesto europeo e
incide® f. mondiale senza tener conto
uestiani | dei tabù degli attuali confini,
vicino ! f Questo vale per noi per le Al
É pi occidentali. Il processo do,vrà essere democratico e federale, ma senza l’illusione di
: la «SOI* , una leva di Archimede. Veraadanailfl* mente dal basso, ma cono di u®
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i temperando il particolare e il
generale, memori da dove si
sul qis 'piene ma mirando all’avveni,re. Non si temano le parole,
■come secessione, ma non se
ne facciano dei sostitutivi dei
concetti, del pensiero. L’idea
di nazione, con i suoi derivati, ha avuto una funzione.
Ora si presta agli equivoci.'
L|e questo ci sembra oscuro,
i'iiflettiamo. Se lo si trova
droppo evidente, banale, ricordiamoci che bisogna sempre ripartire dai primi principi senza scoraggiarsi. Fine
; della prima parte.
Io credo nell’individuali(|smo responsabile, che viene
prima di ogni istituzione e a
cui le istituzioni debbono lasciar spazio. Credo che faccia
parte della lezione della Riforma, che le opere ne conseguano e che sia un fondamento delle comunità di vario
genere. Ora c’è una tendenza
a rovesciare i termini. In quel
che ho recepito deH'ultimo
Sinodo valdese ho visto invece l’accento messo contro
l’individualismo egoista e un
improprio appello all’«unità
d’Italia», che non mi stupisce
se viene dal Vaticano, dalla
Conferenza episcopale o dal
■CMdinale Martini, ma mi colpisce se viene da un’assemblea che non è un papa. Dico
puesto per l’affetto che porto
2 una chiesa di cui non faccio
putte ma in cui riconosco la
■mia origine e che ho seguito
Pct circa un secolo della mia
esperienza diretta e di quella
dei iniei familiari. C’è una li"ca di fondo che si è modificata. Mio padre pastore e mia
madre avevano un calendario
mándese su cui segnare due
''isite al giorno, e questo mi
pareva il loro principale o più
’ Stosso impegno. Non confesante ma confidente, provocante ben accetto. Non mi pare
. sia più così o almeno come allora. Non stupisca una
Wita di aderenti mentre creenno altri gruppi evangelici
meno storici.
Jj può andare indietro alla
j .'Gioire des Eglises Vau. °mes» per esempio, o anche
E solo al 17 febbraio 1848 e rivisitare e riscrivere questa
ona. In essa c'è la generosa
'ssione di evangelizzare
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l’Italia, che non fu un fallimento se non ci si limita alle
conversioni registrate. Ma, si
sa, gli avversari si imitano sovente. Non solo qui, anzi!
Sotto il fascismo la Chiesa
valdese fu un’eccezionale
scuola di politica, con due
partiti: quello autoritario della
Fgv poi Fuv, e quello più democratico e internazionalista
dell’Acdg all’opposizione.
Succedette poi un rimescolamento delle carte e di nuovo
due poli con i gemelli antagonisti Agape e Tev. Molte buone volontà, alquanta disinvoltura, e crisi. Quel che scarseggia è l’Evangelo, la Buona
Novèlla. Ma C’è qualche segno, ci sono gli anticorpi. In
una storia più che millenaria
ci sono cadute e rimbalzi. La
base non ha sempre corrisposto all’establishment. Si faccia attenzione alla «antilezione» di Togliatti e successori
che ha rincorso i politici cattolici senza mai raggiungerli.
Ho dato una visione parziale,
ma anche reale.
Infine richiamo l’attenzione su «A proposito di rivendicazioni (culturali, linguistico-religiose e altre). Scambio
di vedute tra un valdese preoccupato dell’avvenire della
evangelizzazione in Italia e un
altro valdese che propugna un
metodo diverso dal passato».
È uno scritto della fine della
guerra indirizzato da Enrico
Rollier all’attenzione degli
esponenti della Chiesa valdese, tra cui il vicemoderatore
Roberto Nisbet, contrario
all’autonomia delle Valli. È
stato pubblicato 35 anni dopo
dalla rivista occitana «Novel
temp»; Parlo del Dio stranierd. Aggiungo e aggiorno. Oggi si parla di teologia femminile o femminista e terzomondista. Chissà che ne penserebbero (se importa) il professore
tedesco Lutero e l’uomo di
legge francese Calvino, che
ritengo intendessero far solo
teologia, pur se condizionati
dalla loro formazione.
_________DAVIDE BOSSO________
N el 1981 nasceva, anche
con l’apporto di alcuni
enti pubblici, la Grande traversata delle Alpi (Gta), sotto
la spinta del eomitato promotore che si era costituito nel
1977. Il Gta è un itinerario di
oltre 650 chilometri di sentieri attraverso le Alpi, con oltre
80 posti tappa segnalati per
l’accoglienza dei turisti e le
relative indicazioni sui servizi della zona attraversata. In
questo periodo in cui si parla
spesso di dare impulso al turismo e si fanno e si propongono dei progetti in questo
senso ci sembra importante
capire quale fosse la filosofia
che stava alla base di questo
progetto, che cosa ne è poi
stato e quale è il suo futuro;
per questo abbiamo ineontrato Raimondo Genre, presidente del Gta.
«Gli itinerari del Gta sono
nati riprendendo l’esperienza
francese. Si voleva collegare
punti del territorio non toccati
dal turismo di massa (si sono
evitate così le grandi stazioni
troppo frequentate) e ci si indirizzava su un turismo di ti, po più culturale, ,si voleva tra
l’altro rivitalizzare i piccoli
villaggi alpini, farli conoscere
e si è cercato di toccare i villaggi meglio conservati. Pensando al trekking si è partiti
poi dai posti tappa per individuare gli itinerari, perché il
problema era, far dormire la
gente che seguiva i sentieri.
Si puntava anche a fornire
una catena di informazioni tra
i vari posti tappa per garantire
tra l’altro la sicurezza».
' - Oggi quale bilancio si
può trarre a più di quindici
anni dalla nascita di questo
progettò?
«Era un’iniziativa valida;
prova ne sia che le nostre guide che segnalavano i percorsi
erano andate a ruba, ma ora il
Gta langue anche se continua
a stare in piedi. Oggi non va
bene dal punto di vista organizzativo ed economico e del
personale mentre vanno bene
i posti tappa che “lavorano
bene’’. Vedendo la cosa più
Iniziativa della Provincia di Torino
Itinerari della fede
È stata presentata recentemente dalla Provincia di Torino la pubblicazione «Itinerari della fede in Provincia di
Torino» curata dal bimestrale
«Itinerari in Piemonte». Si
tratta di un «percorso» attraverso le decine di luoghi di
fede che caratterizzano la
Provincia e che sono meta oltre che di fedeli anche di molti turisti, spesso alla scoperta
di un patrimonio di storia, di
architettura e di arte a volte
trascurato.
11 percorso si snoda dalla
Novalesa alla Sacra di San
Michele in vai di Susa, alle
cattedrali e abbazie di Pinero
10 e Chieri, alle valli valdesi.
La Provincia di Torino ha immaginato di far partire questi
percorsi culturali dall’abbazia
della Novalesa, a cui sta cercando di restituire gli antichi
splendori, non solo architettonici ma soprattutto di centro
spirituale e culturale. 11 viaggio descritto negli itinerari
però può continuare o iniziare
in uno qualsiasi dei luoghi che
11 fascicolo suggerisce spaziando per l’intera provincia.
«Il nostro è un fine secolo
destinato alla riflessione - ha
detto l’assessore Giuliano
La Conca del Pra e il rifugio Jervis in aita vai Peilice
nel dettaglio si può dire che
attualmente i posti-tappa, che
in alcuni casi denunciano fino
a 1.000 passaggi annui, sono
frequerrtati per lo più da tedeschi, francesi, belgi, olandesi
ma da pochi italiani, che preferiscono la gita domenicale;
non sono infatti molti gli italiani che si fermano a pernottare. Dalle schede in distribuzione nei vari posti tappa e
che ci vengono restituite dopo essere state compilate risulta poi che i visitatori sono
sostanzialmente studenti, famiglie con figli grandicelli,
persone di una certa cultura;
mancano per esempio gli
operai e questo anche a causa
del taglio culturale che abbiamo dato agli itinerari».
- Come vengono finanziate
le attività?
«In passato abbiamo avuto
aiuti dalle Province di Torino
e di Cuneo e dalla Regione
Piemonte, mentre ora non riceviamo più nulla. Sembra
che oggi si possano avere solo più finanziamenti per investimenti non per la gestione e
invece sarebbe proprio quello
di cui il Gta avrebbe bisogno.
Le amministrazioni locali
spesso non fanno la manutenzione minima dei sentieri e
questo, se non è un grosso
problema per gli itinerari che
passano più in quota, lo di
venta per quelli più a fondovalle. Ritornando alle cose
che non hanno funzionato f’è
anche da segnalare in passato
la scarsa imprenditorialità di
molti gestori dei posti tappa,
anche se ora in alcuni casi
qualcosa sembra muoversi e
sembra che si stia scoprendo
un po’ di imprenditorialità e
questo e un bene perché bisogna vendere il turismo e sono
i gestori a doverlo fare. Un
altro fatto negativo è che non
si sia creato un ufficio centralizzato telematico. Manca insomma un servizio informazioni centralizzato in grado di
fornire notizie (sui servizi,
sulla disponibilità di posti in
un determinato periodo ecc.)
in tempo utile sulle varie zone toccate dal Gta».
- Qual è allora, in prospettiva, il futuro del Gta?
«Continuiamo ad “esserci”.
Qualcuno segna i sentieri, i
posti tappa, in alcuni casi segnalano 1.000 passaggi annui,
molti di loro hanno migliorato
le strutture adeguandosi agli
standard regionali e ricevendo
tra l’altro sovvenzioni dalla
Regione. Il Gta serve come
canale per molti e tra l’altro
dovrà sopravvivere per chi lavora nei posti tappa molti dei
quali, avendo solo la licenza
Gta, chiuderebbero se questa
dovesse scomparire».
della Provincia di Torino nel
corso della presentazione del
fascicolo - sul progressivo
svuotamento di ideali, sulla
labile presenza di punti di riferimento e di principi, sulla
necessità di ridefinire etiche e
morali. C’è un bisogno di
luoghi, anche fisici, nei quali
la ricerca interiore e l’approfondimento spirituale possano segnare una pausa di silenzio. Luoghi di silenzio e di
solitudine che aprono al dialogo con se stessi e con gli altri; luoghi di spiritualità prima ancora che della o delle
religioni. Luoghi fatti di opere dell’uomo, ma anche di costruzioni della natura. Esistono ancora questi luoghi, nella
grande città come nei suoi
dintorni».
Sono molte le opportunità
di legare gli itinerari della
spiritualità in Piemonte e nella nostra provincia con un alto profilo culturale, storico,
artistico. «1 grandi monumenti - dice ancora Giuliano ma anche le piccole cappelle,
o i piloni votivi, sono segni
tangibili di una cultura che ha
saputo esprimersi nelle grandi
opere come in quelle modeste
dei ceti sociali più poveri».
Una rete a\cura della Comunità montana
Sentieri in vai Peilice
C’è una rete di 160 km di
sentieri che costituiscono praticamente un anello percorribile a piedi, ma spesso anche
a cavallo o in mountain bike,
realizzato lo scorso anno in
vai Peilice da numerose associazioni e gruppi di volontari;
queste associazioni hanno
provveduto alla riapertura dei
sentieri in talùni casi .davvero
abbandonati e per cinque anni
si sono impegnati, mediante
ap])osite convenzioni, a garantirne la manutenzione e a
migliorarne la percorribilità.
L’iniziativa, realizzata grazie ai contributi regionali, è
stata progettata dalla Comunità montana vai Peilice e
consente al turista di apprezzare le bellezze naturalistiche
dei luoghi e di conoscere in
modo più approfondito alcuni
aspetti caratteristici della valle (oasi del Barant, oasi della
Ghiandaia, parco montano di
Rorà), attività produttive o artigianali, la storia, la cultura.
Il percorso è infatti articolato
su tre temi: percorso alpeggi,
percorsi naturalistici, percorso
bassa valle. Una dettagliata
cartina descrive con puntualità i 23 percórsi, le loro caratteristiche, le difficoltà, le possibili occasioni di ricettività.
Ogni tracciato è percorribile nell’arco di una giornata e
presenta possibilità di pernottamento presso strutture ricettive 0 agrituristiche: infatti
con questo percorso tutti i nòve Comuni della valle risultano materialmente collegati fra
di loro. Cartelli indicatori, in
italiano e in patuà, sono stati
apposti lungo i tracciati.
arredamenti
(di fronte alla caserma alpini)
esposizione e laboratorio:
via S. Secondo, 38 • « 0121/201712
ABBADIA ALPINA - PINEROLO
FA VIVERE LA TUA CASA
CONVEGNO INIZIATIVE EVANGELICHE
— Dal 20 al 22 settembre
a Torre Peilice, alla Foresteria valdese, si svolgerà
un convegno sulle iniziative evangeliche; domenica
22 vi sarà un culto di chiusura con la comunità locale alle ore 10,30.
CORALI VALDESI —
Le corali sono invitate a
partecipare alla serata musicale prevista nell’ambito
del convegno sull’evangelizzazione, sabato 21 settembre nel tempio di Torre
Peilice; l’appuntamento
per i coralisti è fissato alle
20 alla Casa unionista. Saranno eseguiti «Oh, que
c’est chose belle», «O Re
dei Re», gli inni 103 e 137.
INCONTRO PASTORALE I DISTRETTO —
Martedì 1° ottobre, dalle
9.15, nella chiesa valdese
di Pramollo, incontro pastorale del 1 distretto. Introduzione biblica a cura di
Daniela Di Carlo, riflessione su «Cultura e turismo
alle Valli oggi» a cura di
Giorgio Tourn.
INCONTRO MONITORI DEL r CIRCUITO — I monitori e le moni trici del 1° circuito sono
invitati a un incontro domenica 29 settembre, ore
10.15, alla Rocciaglia di
Pradeltorno per programmare l’attività dell’anno. 11
pranzo è offerto dalla comunità di Angrogna.
PINEROLO — Domenica 22 settembre culto di
insediamento del nuovo
pastore, Paolo Ribet.
MASSELLO — Domenica 29 settembre parteciperà al culto la corale di
Perrero-Maniglia che organizza anche un pranzo
comunitario.
SAN GERMANO —
Domenica 22 settembre,
alle 10, culto di insediamento del nuovo pastore,
Luciano Deodato.
TORRE PELLICE —
Domenica 22 settembre,
alle 15, pomeriggio comunitario ai Coppieri. Domenica 29 settembre, nel
tempio del centro, il pastore Donato Mazzarella darà
il suo saluto alla comunità
di Torre Peilice.
Saluzzo
Confronto
fra cristiani
La comunità di base «Ricerca» di Saluzzo e la comunità Mambre di Busca propongono un ciclo di tre incontri, fra cristiani di tradizioni diverse, che si terranno
presso il salone del chiostro
della chiesa di San Giovanni
alle 21; Il 4 ottobre verrà af-.
frontato il tema «Dai conflitti
del passato alla ricerca di un
cammino comune» con Enrico Peyretti (direttore de «11
foglio» di Torino) e ilpastore
Paolo Ribet; T8 novembre il
tema sarà «La contrastata fi;
gura ^ un credente in ricercai
Lutero a 450 anni dalla morte», relatore Giorgio Tourn;
infine il 6 dicembre l’ultimo
degli incontri avrà per titolo
«Voglia di riconciliazione,^
j dono di Dio e sorgente di vita "
nuova. Verso l’assemblea ecumenica di Graz», con monsignor Diego Bona.
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PAdtV
E Eco Delle Vai.ti aàldesi
VENERDÌ 20 SETTEMBRE 1996 ?
,Si è apertoJ'anno scolastico al Collegio valdese di Torre Pellice
Comi parlare di musica ir scuola?
FBmUCCIO CORSAMI
Numerosissimo il pubblico nell’àula sinodale di
-Torre Pellice il 14 settembre
per l’inaugurazione dell’anno
scolastico del Collegio valdese, cosa che denota T’affetto e
l’interesse suscitati dal nostro
istituto, come ha sottolineatp
l’ispettrice che rappresentava
il Provveditore agli studi di
Torino; allo stesso tempo attesta la soddisfazione sia per
■ gli eccellenti risultati conseguiti'dai «maturandi», sia per
il notevole incremento dato
nel Liceo europeo ai contatti
con istituti analoghi all’estero
(particolarmente in Germania
e in Francia), ai viaggi di
istruzione all’estero con soggiorni anche di consistente
durata, e all’insegnamento di
alcune discipline direttamente in lingua straniera, per un
ragguardevole numero di ore:
di tutto ciò ha parlato il preside Elio Canale nella sua rela
zione-programma.
Ci sono stati, come d’uso,
saluti alle autorità presenti;
messaggi di amici (in particò•lare i rappresentanti della
Kollegschule «Bethel» di
Bielefeld, dell’associazione
«Amici dei valdesi» di Walldorf, del Comitato di Berna),
l’illustrazione delle borse di
studio bandite in favore di
universitari provenienti dal
Collegio; la premiazione dei
migliori alunni di ogni classe.
Il vicemoderatore. Franco
Becchino, ha rivolto il saluto
e l’augurio della Tavola val
dese.'« Due studenti hanno
esposto le loro idee, critiche e
suggerimenti. /
La prof. Lucetta Geymonat, presidènte del Comitato
del Collegio, ha diretto la cerimonia con puntualità e distinzione, centrando il suo
breve messaggio sulla parola
«apertura», che ha varie applicazioni: il Collegio non è
una scuola elitaria, dà possibilità di proseguire studi onerosi con borse di studio,
«apre» ai contatti con l’estero
e quindi con mentalità e metodologie diverse, istituisce
corsi di aggiornamento per
insegnati anche non della zona, presta i suoi locali per attività culturali e sportive svariate, collabora con gli enti
locali. Provincia e Regione.
L’«apertura» più nuova e più
notevole è stata però quest’
anno quella alla musica: intanto già da due anni gli studenti organizzano con succes-'
so un concerto di fine d’anno;
durante l’odierna inaugurazione, il pastore Taglierò ha
centrato il consueto messaggio biblico sul tema della
musica ^he ci consente, come
agli antichi ebrei, di parlare
con Dio e di riconoscerci come comunità; poi studenti tedeschi hanno parlato dei corsi di musica regolarmente
svolti nei loro istituti.
Infine il «clou» della manifestazione è stato il discorso
del prof. Giorgio Balmas, direttore artistico di «Lingotto
musica», il nuovo grande auditorium di Torino: Balmas ha
parlato sul tema «Mqsica nella scuola superiore: come?», ,<
rievocando; anzitutto la sua
opera di fondazione e succes-;if
sivo sviluppo deirUnioné
musicale studentesca di Tori-"
no, divenuta poi importantissimo ente concertistico; quindi ha spiegato come ci si debba avvicinare alla musica. Vista non come una materia di
studio in più ma come fonte
di piacere e giòia interiore; bisogna capire che essa non va
ascoltata come un mezzo che
illustri un qualcosa che le sta
«dietro», ma semplicemente
come «musica» cioè come un
linguaggio che ha codici espressivi e comunicativi a lei
propri; nella scuola potrà essere utile non tanto istituire
un vero, e proprio corso di
Storia della musica, quanto
piuttosto far sì che specialmente nelle materie concernenti la storia del pensiero e
della comunicazione (italiano
e filosofia) siano frequenti i
punti di contatto fra i vari
eventi della letteratura o
dell’indagine filosofica e la
musica (come già si usa fare,
in parte, con l’arte figurativa).
L’«apertura alla musica» ha
avuto un momento indicativo
nel concerto serale, nel tempio affollatissimo: musiche di
vari stili ed epoche eseguite,
raccogliendo vivo apprezzamento, da gruppi di giovani
tedeschi e italiani che hanno
dimostrato praticamente l’importanza e la bellezza della
«musica d’insieme», maestra
di affiatamento e concordia.
Regione Piemonte
Il nuovo
contratto
di tesoreria
La Regione Piemonte, al fine di aiutare il sistema produttivo piemontese ad affrontare l’attuale stato di contrazione dei consumi, ha rinegoziato il contratto di tesoreria
regionale, rinegoziazione che
ha consentito di far ottenere,
diversamente da quanto accaduto fin ora, interventi agevolati a favore di privati.
«L’azione della Regione ha dichiarato il presidente,
Ghigo - impegna le banche
San Paolo e Cassa di Risparmio di Torino a concedere
mutui ai cittadini piemontesi,
per un plafond complessivo
di 2.200 miliardi utilizzabili
entro il 31 dicembre 2000. La
riduzione ottenuta del tasso di
riferimento rende tale proposta estremamente competitiva
rispetto al tasso attualmente
praticato dal mercato».
I mutui sono finalizzati al
recupero del patrimonio artistico e storico (400 miliardi),
al risparmio energetico (500
miliardi), all’occupazione
giovanile (800 miliardi), per
categorie produttive individuate dalla Regione fino alla
concorrenza di 300 miliardi.
Inoltre l’Istituto San Paolo di
Torino e la Cassa di Risparmio di Torino, anche in considerazione delle particolari finalità sociali, hanno messo a
disposizione per favorire l’occupazione giovanile altri 200
miliardi per ulteriori mutui.
VOLLEY:SUCCESSO
DEL TROFEO PRO LOCO — Splendide giornate di
sole per il nono trofeo Pro
Loco disputatosi ai giardini di
via D’Azeglio a Torre Pellice
nello scorso fine settimana. Il
torneo, organizzato cori la
consueta passione dal Volley
La Torre, ha visto il successo
fra i ragazzi del San Paolo
Torino che ha superato al tie
break per 2 a 1 il Mary volley
Pinerolo e fra le ragazze vittoria del San Secondo che hà
» battuto nettamente per 2 a 0
in Volley La Torre. Terzo po^ Sto per il Cavour fra le ragazze e per il Despar Villar Perosa fra i ragazzi.
CAMPIONATI ITALIANI VETERANI DI BOCCE
— 61 coppie di giocatori si
sono confrontate sabato e domenica scorsi sui campi di
viale Dante a Tofre Pellice
per i campionati italiani vete, rani di bocce; giocatori di
grande esperienza provenienti
sqprattutto da Piemonte e Liguria hanno dato vita a confronti appassionanti fino alla
fase finale a cui nessun atleta
valligiano ha acceduto. Cam
pioni italiani sono risultati
Tartarini, già campione lo
scorso anno, che ha giocato in
coppia con Peletti del gruppo
sportivo Fioccardo di Torino.
MEMORIAL «CIPO» —
Si giocherà domenica 22 settembre, sul campo del Collegio a Torre Pellice, la quarta
edizione del torneo di calcio
Memorial «Cipo»; quattro le
squadre partecipanti: Caffè
d’Italia, Us Adi e Collegio
valdese di Torre Pellice,
Green Davils di Lusema San
Giovanni.
PALLAMANO — Sono
stati defmiti i dettagli relativi
all’accordo di collaborazione
tra Exes Rivalta e le associazioni 3S in merito alla partecipazione ai campionati; nei
frattempo la Federazione ha
definito la composizione dei
gironi in B e C. Nel settore
femminile la formazione guidata da Andrea Comoglio in
collaborazione con Sara
Bianchi, difenderà i colori del
3S Pinerolo; la formazione
effettuerà almeno inizialmente gli allenamenti a Lusema e
a ^valta, su campi di misure
ridotte. Avversarie della for
Una fAM di un incontro femminii« nei corso dei torneo di voliey a
torre Penice
mazione 3S saranno Vandhandball Biella, Aosta, Rescaldinese, Coccaglio, San
Martino, Mortara, Vigevano,
Cassano e Ferrarin Milano.
Nel settore maschile la forte
formazione guidata da Cosimo Jannuzzi giocherà con il
nome dell’Exes Rivalta e troverà tra gli avversari una fortissima Alessandria che ha
assorbito la squadra dèi Leardi Casale, l’Aosta, il Biella e
le liguri Bordighera, Cus Genova e Chiavari.
CALCIO: IL PINEROLO NON SEGNA — Opposto a una Sestrese non certo
trascendentale e votata alla
difesa il Pinerolo, rimaneggiato dietro a causa delle
squalifiche di Benecchio e
Salvai, poco produttivo in
avanti dopo la partenza di
Ceddia ceduto all’ultimo momento all’Asti, non ha saputo
andare a rete ed è stato fermato sullo 0-0. Azioni belle se
ne sono viste poche e la vittoria è sfumata per la terza settimana consecutiva; a Pinerolo c’è comunque chi ricorda
che l’inizio dello scorso anno
fu ancora peggiore... Domenica intanto si profila una trasferta impegnativa con la capolista Asti.
CORSA SU STRADA —
Buoni piazzamenti per i giovani del Pomaretto ’80 nella
corsa su strada al parco della
Mandria svoltasi domenica
15 settembre; 2° David Ghigo
fra i Pulcini, 2’ Ivana Roberto
fra le Cadette, 2° Luca Alcalino fra gli Allievi,3° Cristiano
Micol fra gli Juniores, 3* Elena Breusa fra le AW 20 e 2*
Santa Doina fra le AW 40.
SKI ROLL A PRARO«
STINO — Una splendida
giornata di sole ha fatto da
cornice domenica 15 settembre alla 12* scalata del faro,
gara di ski roll valida come
nona prova della Coppa Alpi
occidentali. Lo Sport club
Angrogna si è aggiudicato il
primo posto fra le società e
nelle singole gare gli atleti
hanno ottenuto ben 6 medaglie d’oro, 6 d’argento e 3 di
bronzo. Nel dettaglio Davide
Giusiano ha vinto fra i Giovani davanti a Davide Ricca,
Andrea Montanari ha vinto
fra gli Esordienti, Luca Gay
fra gli Allievi, Antonella
Chiavia fra le Allieve, Davide
Coucourde fra gli Juniores e
Giulio Chauvie fra i Master II
(2° Luigi Fulco). Sul podio
anche Erica Revel, 2* fra le
Master, Enrico Coucourde 2°
fra i Master I, Danilo Negrin,
3° fra i Seniores, Elisa Godino, 2“ fra le Cadette, Federica
Buenza, 3“ fra le E,sordienti,
Elena Volpe e Astrid Charbonnier, rispettivamente 2“ e
3" fra le Giovani.
CONCORSO IPPICO —
Si è concluso con un grande
successo di pubblico il 10°
concorso ippico intemazionale della città di Pinerolo. Le
tre giornate di gare hanno visto alternarsi sul campo ben
77 cavalieri campioni della
specialità che si sono dati battaglia; alla fine l’ha spuntata
l’italiano Filippo Moyersoen
che in sella a Loro Piana
Eikom e Loro Piana Dogano
si è aggiudicato ben quattro
degli otto premi in palio,
compresa la Fiat Bravo messa
in palio dalla famiglia Agnelli, forte sostenitrice della manifestazione. Moyersoen si è
aggiudicato i premi numero 1
(Comunità montana pedemontano) e 2 (Comunità Chisone e Germanasca) e poi il 5
(Sicla spa) e l’8 (Città di Pinerolo). Il premio numero 3
(Fa petroli) è andato all’italiano Bruno Chimirri mentre
il 4 (Comunità montana vai
Pellice) all’inglese Angela
Bell, il numero 6 (Skf industrie) allo spagnolo Benito
Rivero Iniguez e il 7 (Istituto
bancario San Paolo) allo svizzero Beat Grandjcan.
20 settembre, venerdì —
TORRE PELLICE: Nella
chiesa mauriziana di San
Martino, per la Festa di San
Maurizio, alle 20,45, «L’organo Collino 1844», concerto di musica d’epoca con intermezzi di letture storicoculturali e informative: maestro Renato Pizzardi. Ingresso libero.
21 settembre, sabato —
PINEROLO: Nell’ambito
della Festa dei giovani, alle
17, nel salone dei Cavalieri,
esperimento di esplorazione tattile dal titolo «È possibile vedere toccando?». Alle
21,30, all’Expo Fenulli, concerto di musiche occitane con
Lou Dalfin.
21 settembre, sabato —
BRICHERASIO: Alle 14
gara bocciofila a coppie alla
baraonda; alle 21 sfilata di
moda in piazza Santa Maria.
21 settembre, sabato —
PINEROLO: Presso il Teatro-incontro, via Caprini 33,
alle 21, il Gruppo teatro . Devadatta presenta «Il compagno di viaggio», commedia in
due atti di Mario Coppotelli,
che curerà anche la regia.
21-22 settembre — POMARETTO: Presso gli impianti sportivi «Sagra della
polenta», sabato 21 e domenica' 22, alle ore 14, torneo di
Green volley. Domenica 22,
dalle ore 12,30 fino a tarda
sera; distribuzione polenta
con piatti tipici; alle ore 15
spettacolo di canti del Piemonte con il gruppo «I cantavino» (ingresso gratuito); ore
19 distribuzione polenta.
22 settembre, domenica
— PINEROLO; Si conclude
con i tornei di calcetto e pallavolo alla mattina, con la
rappresentazione teatrale nel
pomeriggio e con il concerto
finale della Big Band e dei
Sinergia alle 21 la Festa dei
giovani 1996.
22 settembre, domenica
— ANGROGNA: Dalle
14,30, all’osteria «La tacula»
di Pradeltorno, musiche e
danze occitane con Ivo Beolé
(violino) e Gigi Sapone (organetto).
22 settembre, domenica
— SAN SECONDO; Per la
XI edizione di «Montagna insieme» partenza alle 7 dal
piazzale del municipio per
Balcóne di Viso, metri 3.054.
22 settembre, domenica
— VILLAR PEROSA: Polenta a Caserme con gara a
bocce a cura dell’Avis.
22 settembre, domenica
— BRICHERASIO: Per il
125° anniversario di fondazione della Società cooperativa di consumo alle 9 ritrovo
delle associazioni, rinfresco e
pranzo; alle 10 inaugurazione
presso la scuola media della
mostra di pittura a arti varie;
alle 21 spettacolo folcloristico e musica occitana in piazza Santa Maria.
23 settembre, lunedì —
BRICHERASIO: II teatro
compagnia «Vei e giòvo» di
Buriasco presenta la commedia comica di Mario Casaleggio «Carolina, pensie nen».
27 settembre, venerdì —
TORRE PELLICE: Nella
palestra del Collegio valdese,
via Pietro Valdo, serata danzante organizzata dall’Associazione culturale «Mouzico
e dansa d’oc»; nel corso della
serata verraifno presentati i
corsi di danze tradizionali che
si terranno a Torre Pellice,
San Secondo e Pinerolo.
CONTRO IL DISAGIO
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BARGE —Il cinema Comunale ha in programma:
venerdì 20 Silenzio, si nasce;
sabato 21, Mary Reilly; domenica e lunedì, The rock;
martedì. La chiave magica^igr
(ore 20 e 21,30); mercoledì II
terrore della sesta luna; giovedi 26, Il giurato. Inizio
spettacoli ore 21,15.
PINEROLO — La multi-^
sala Italia ha in programma,
alla sala «5cento» Missioni
impossible; feriali 20,05
'22,20, sabato 20,05 e 22,30,
domenica 15, 17,30, 20,05,
22,20, Alla sala «2cento»
verrà posto in visione La lupa; feriali 20 e 22,20, sabato
20 e 22,30, domenica dalle
14,30 .spettacoli continuati.
TORRE PELLICE — Il
cinema Trento ha in programma, giovedì 19 e venerdì
20, ore 21,15 Smoke; sabato,
ore 20,20 e 22,10 I Muppet
nell’isola del tesoro; domenica (20 e 22,10) e lunedì
(ore 21,15) Il rompiscatole.
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Resp. ai sensi di legge Piera Egidi
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— Vita Delle Chiese
PAG. 5 RIFORMA
Si è tenuto dal 3 al 13 agosto il campo teologico di Rocca di Rapa
Viaggio neirimmaginario dell^Apocalisse
Un testo di ardua interpretazione, che richiede strumenti appropriati
Il contesto a cui si rivolge il messaggio è illuminante per coglierne il senso
CLAUDIA ANGELETTI
\YQN0STANTE l’Apocalisse di Giovanni non sia un
testo di facile interpretazione,
esso è stato scelto come argomento del V Campo teologico
tenutosi a Rocca di Papa dal 3
al 13 agosto. Sebbene il numero dei partecipanti sia stato limitato rispetto agli anni
precedenti, il campo ha avuto
un risvolto molto positivo sia
dal punto di vista teologico
che umano: infatti il lavoro
del pastore Sergio Tattoli, relatore dello studio, ha fornito
gli strumenti necessari per
una rilettura storico-critica di
- un testo di difficile decodificazione.
L’immaginario dell’Apocalisse, molto ricco e fantasio/so, ha destato fin dai primi
secoli timori e angosce perché letto perlopiù o alla lèttera 0 in chiave simbolica. Nel
primo caso l’Apocalisse è staila ridotta a una predizione
cronachistica degli ultimi
tempi, mentre nel secondo è
stata trascurata l’intenzione
' esortativa legata alla situazione storica della chiesa; infatti
l’autore scrive alla fine del
primo secolo, durante il dominio dell’imperatore Domi■ziano (81-96).
i Questo periodo vide l’afferimarsi in maniera prepondeI tante del culto dell’imperatore, visto come una divinità, e
l’inizio di un inasprimento
della persecuzione nei confronti dei cristiani che rifiutavano queste forme di idolatria. L’Apocalisse esorta a resistere all’adorazione di un
(omo ed è evidentemente in(dirizzata a coloro che ne era
no perseguitati; tanto è vero
che il testo presenta un linguaggio comprensibile solo
a un certo tipo di pubblico
(uno della «numerologia»),
utilizzando uno dei generi
letterari più diffusi in ambiente giudaico: l’apocalittica
appunto. La letteratura apocalittica giudaica aveva come
motivo centrale l’attesa della
fine del mondo, visione che si
era sviluppata anche grazie
alle influenze provenienti
dalla cultura iranico-babilonese, che contrapponeva un
principio del bene a uno del
male (solitamente identificato con il mondo materiale)
all’interno della cosmologia.
L’Apocalisse di Giovanni cristianizza la visione apocalittica facendo entrare in azione
Gesù accanto a Dio Padre,
UNA LETTERA
Al conduttore della chiesa
/
Le sette lettere che compaiono nei capitoli 2 e3 dell'Apocalisse di Giovanni non riguardano solo le chiese di quel
tempo storico (fine I secolo), ma anche le chiese cristiane di
oggi- Questo spiega l’ispirazione del presente scritto nato
dalla riflessione delle partecipanti al V Campo teologico
battista, sulla terza lettera, rivolta alla chiesa di Pergamo.
Abbiamo voluto attualizzare questo messaggio rivolgendoci
al capo della Chiesa cattolica apostolica romana, che presenta a nostro parere caratteristiche analoghe a quelle della
comunità di Pergamo.
Al conduttore della Chiesa di Roma, Giovanni Paolo . II,
scrivi:
«Queste cose dice Colui che ha la spada acuta a due tagli.
Cristo Gesù: Io ti ho sottoposto al vaglio della mia Parola e
ho visto che la tua chiesa abita in uno dei centri della civiltà
capitalistica che adora il dio Danaro; eppure la tua è una
chiesa che, nel corso dei secoli, mi è rimasta fedele, tanto
che in mezzo a essa vi sono stati martiri e santi testimoni
del mio nome, che hanno dato perfino la loro vita per non
rinnegare la loro fede.
Ma d’altra parte ho alcune cose contro di te: cioè che tu
hai ancora coloro che professano dottrine idolatre basate
sull’ignoranza della mia Parola, e tu non riconosci questa
idolatria e fai vivere il popolo della tua chiesa nel peccato
avallando tradizioni paganeggianti.
Perché non denunci chiaramente le pratiche magiche
dei tuoi fedeli (Levitico 20,6), insegnando loro a avere fede
solo in me? Perché non ti opponi alla venerazione di statuette fatte da mano d’uomo (Esodo 20, 4), insegnando invece a adorare Dio in Spirito e verità (Giovanni 4,24)?
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P La corale di Villar e Bobbio Pellice in visita in Calabria
Il canto per esprimere storia e identità
TuttO'è iniziato con un in(Vito del Comune e della chiesa valdese di Dipignano, rivolto alla nostra corale, a tenere un concerto sulla piazza
■principale del paese. L’opportunità è stata accolta con
gioia e la sera del 21 agosto
Un gmppo di coralisti è partito per la Calabria.
Abbiamo avvertito subito
nei fratelli e nelle sorelle di
Dipignano una grande attesa
per la possibilità che avevano
ni presentare al paese, attraverso i nostri canti, una parte
nella loro storia e della loro
Identità. Anche per noi è stata un’emozione intensa perforrere a piedi, le donne in
^stume valdese, la strada da
^viziosi a Dipignano: il noatto essere minoranza era acentúate in quel contesto,
®a ancora più forte era il notro desiderio di testimo™anza. La popolazione ci ha
Scolti con stupore e con
^olta curiosità ma anche
un un certo gradimento, di
I * Sono fatti portavoce il
fin a ° ® vicesindaco alla
•ne del concerto con sentite
'Mi •'^'igraziamento.
corso del nostro sogrno calabrese abbiamo
apprezzare, grazie al. --ponibilità di alcuni
’ CI dipignatesi che ci han
I'Raslochi
premivi a richiesta
(®^ezzatura con autoscala
'frante all'esterno fino a 43 mt
Sala Giulio
''■«Belfiore 83-Nichelino (TO)
lelefono 011/62.70.463
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La corale di Villar-Bobbio in Calabria
no guidato, anche gli aspetti
turistici di questa bella regione: la Sila, le spiagge ioniche
e tirreniche e un mare particolarmente limpido e pulito.
Più che l’aspetto turistico,
però, ci hanno colpito l’intensità e la forza con cui i nostri fratelli calabresi cercano
di testimoniare la loro fede:
nella Sila, con il Centro evangelico Bethel, a Dipignano, a
Guardia Piemontese dove da
quest’anno si è tenuto un
culto domenicale nei locali
del piccolo museo. A Dipignano la testimonianza e
l’impegno nei confronti del
prossimo si sono concretizzati nell’accoglienza di alcuni ragazzi di Cernobil in famiglia, iniziativa che ha visto
collaborare la Chiesa valdese
e la cittadinanza. L’acquisto
di una chiesetta cattolica sulla piazzetta di Doviziosi da
parte della Chiesa valdese è
un altro segnale di speranza:
questi fratelli loderanno il Signore e celebreranno i loro
culti in un tempio ben in vista e non più in un piccolo e
nascosto locale di culto.
Il nostro viaggio si è concluso con la visita a Guardia
Piemontese dove, sulla piazza Pietro Valdo, la nostra corale ha improvvisato un piccolo concerto concluso con il
canto del Giuro di Sibaud:
era molto vivo il ricordo della
strage che ha cancellato la
presenza valdese da Guardia
più di 400 anni fa.
Da questo viaggio in Calabria abbiamo ricevuto una lezione importante: nelle Valli
viviamo, come evangelici, in
una situazione privilegiata
potendo contare su comunità grandi dove le molte attività consentono una diversificazione del nostro impegno. Abbiamo dunque Tobbligo di impegnarci, se pensiamo alla forza e alla convinzione con cui i nostri fratelli
calabresi testimoniano ogni
giorno, in mezzo a mille difficoltà, TEvangelo di Cristo.
dando un messaggio profetico consolatorio.
Il dramma delle lotte fra
Dio e le forze del male (che
possiamo identificare con
l’impero e tutte le sue strutture politiche, economiche e
religiose), capaci di qualsiasi
abominazione e bestemmia,
si conclude con la vittoria del
Bene. Gli eventi universali e
cosmici di quésta lotta sono
solo l’ombra ingigantita dei
fatti accaduti in quel tempo.
In questo senso l’Apocalisse
chiede di essere interpretata,
e questa chiave di lettura ci
porta dalla paura che incutono le pagine dove sono descritti i disastri, i cataclismi, i
terremoti alla speranza di un
Dio che vuole riscattare l’umanità del male. L’Apocalisse esortò i cristiani del I secolo alla fiducia nel futuro, in
un momento di grande difficoltà, perché nel futuro si sa- '
rebbe manifestato il trionfo
di Cristo e dei credenti e allo
stesso tempo esorta tutti gli
uomini e le donne di oggi a
avere speranza e a impegnarsi per un domani migliore.
Questa tematica è stata affrontata dalle partecipanti
anche aH’interno di un sermone inserito nel culto domenicale e in alcune attualizzazioni. Le attività di studio si
sono svolte al mattino, mentre i pomeriggi sono stati lasciati liberi in modo che tutti
avessero la possibilità di visitare i dintorni di Rocca di Papa e i. castelli romani. Dunque dieci giorni di studio ma
anche di vacanza e di relax,
in cui è stato facile instaurare
dei rapporti più stretti e conoscerci meglio.
Barletta
Un saluto
al pastore
Rosario Baglieri
La comunità battista di via
D’Aragona a Barletta ha vissuto una domenica commovente, il 25 agosto, quando il
pastore Rosario Éaglieri si
congedava dalla comunità
dopo più di 20 anni come
predicatore e insegnante
della Parola del Signore.
Dopo il culto la signora
Damiana Dambra ha voluto
esprimere parole riconoscenti a nome di tutta la comunità: «In questi anni abbiamo imparato, ascoltando
l’insegnamento delTEvangelo, a mettere in pratica T
amore vero, quella carità di
cui il mondo ha veramente
bisogno. La parola di Dio
raggiunge gli uomini per
mezzo del predicatore: egli
illustra il verp rapporto tra
Dio e il mondo. Siamo certi
che non è un addìo ma solo
un arrivederci. Non esistono
parole per chi insegna a vivere cristianamente nella comunità, ad amare il prossimo nella società. Il Signore ci
benedica tutti. Auguriamo al
pastore e alla sua famiglia
buona salute, anni felici, per
continuare a predicare e a
costruire quelle regole indispensabili per vivere nell’
amore, nella saggezza e nell’ubbidienza al mandato del
Signore di far conoscere TEvangelo del Signore».
La comunità ha poi ricordato l’assidua presenza della
signora Baglieri, in particolar
modo nell’Unione femminile, e la sua capacità di portare sollievo e tranquillità nei
momenti difficili.
TORRE PELLICE — La comunità è riconoscente al pastore
Giorgio Bouchard di cui ha avuto il piacere di ascoltare la
predicazione domenica 25 agosto.
• È stato presentato alla comunità il candidato al ministero
pastorale Massimo Marottoli, che trascorrerà a Torre il suo
periodo di prova.
• Ci rallegriamo vivamente con Enrico Long e Cristina Pomo, Domenico Arena e Anna Casini, Monica Puy e Davide
Comba, che si sono sposati.
• Con cristiana simpatia siamo vicini alle famiglie di Roberto Pretto e Ferruccio Jourdan, che ci hanno lasciato.
VILLAR PELLICE — Ringraziamo vivamente i pastori Teofilo
Pons, Giorgio Toum e Friedrich Schmidt che hanno presieduto i culti nel periodo di ferie del nostro pastore e il pastore Giuseppe Ficara per la predicazione del 25 agosto.
Siamo inoltre molto riconoscenti agli amici trombettieri e
coralisti tedeschi che hanno partecipato ai culti e accompagnato il canto degli inni nel periodo estivo.
• Siamo nella gioia per la nascita di Gabriel, secondogenito
di Noemi e Marco Rambaud.
• Purtroppo in questo periodo ci hanno lasciato il fratello
Alberto Berton e le sorelle Arma Gönnet in Giovenale e Maria Charbonnier ved. Carletti. Alle famiglie giunga ancora
l’espressione della solidarietà cristiana della comunità.
PRAMOLLO — La chiesa porge al piccolo Daniele Ferrerò il
benvenuto per il suo ingresso nella comunità avvenuto con
il battesimo nel giorno di Pentecoste.
• Durante Testate ci siamo stretti attorno alle famiglie Costabel e Ferrerò per il decesso della bisnonna di Daniele e
Davide, fida Sappé ved. Sappé, la più anziana tra i pramollini, avvenuta a inizio luglio all’età di 93 anni.
CAGLIARI — Con grande gioia per tutta la comunità battista è
giunto fra noi il 7 settembre il pastore Piero Bensì. Poiché
, momentaneamente la comunità non ha un pastore, un
lungo e intenso lavoro attende l’ospite, che ha presieduto il
culto delT8 settembre e presiederà i prossimi del mese, tenendo anche delle lezioni di omiletica dedicate a tutta la
comunità e in modo particolare a quelle persone che vogliono avere maggior conoscenza della materia per poter
meglio esplicare il dono della predicazione.
BIELLA — Una rievocazione di fra Dolcino si è tenuta al Ricetto sàbato 7 settembre, per l’organizzazione del Centro di
studi dolciniani, con interventi di Maurizio Abbà, Tavo Burat e del filosofo Corrado Marnose; foto e documenti raccolti in una mostra hanno dato modo di ripercorrere la vicenda umana e teologica di Dolcino nelle sue peregrinazio' ni. Sono stati ricordati anche i luoghi dei dintorni più significativi di questa avventura, tra cui il monte Rubello, dove il
frate ribelle e i suoi seguaci furono inseguiti e poi massacrati dai «repressori dell’eresia».
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Troppi missili, poche lavagne
SETTEMBRE 1996
Educazione:
Nel mondo ci sono 900 milioni di analfabeti.
Quali politiche per l’educazione e lo sviluppo?
Chiese:
Ortodossi delTEstonia. Separati in chiesa.
Nostro servizio.
Conflitti:
Kosovo: sarà la prossima Bosnia?
Memoria:
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10
PAG. 6 RIFORMA
Riforma
«Mostri» e bambini
Marco Bouchard*
Le imprese abominevoli del mostro di Marcinelle, in
Belgio, e le cifre deU’abuso e dello sfruttamento sessuale
dei minorenni ricordate al Congresso mondiale di Stoccolma, ci hanno fatto ripiombare di schianto in una dimensione della realtà certamente dura da accettare.
Non a caso è stato usato il termine «mostro» per esorcizzare i suoi crimini e per delimitare nettamente la nostra normalità dall’aberrazione deiromicida perverso.
Eppure di fronte al milione di bambini e di bambine, di
cui si è parlato a Stoccolma, preda quotidiana degli appetiti sessuali dei pedofili di tutto il mondo, ci scuote un
dato tutt’altro che digeribile: per un milione di bambini
quanti sono coloro che li sfruttano o che sanno e tacciono, ne approfittano e ne abusano? La risposta, anche se
approssimativa, ci dice che evidentemente l’abuso,
l’aberrazione, la perversione hanno a che fare con la
normalità molto più di quanto non pensiamo o preferiamo non pensare.
Purtroppo non esistono statistiche ufficiali su questi
fenomeni e la violenza sessuale a danno dei bambini, ancor più dei maltrattamenti fisici, è reato estremamente
difficile da individuare: per alcune ragioni non sempre
intuibili: innemzitutto la violenza sessuale non ha quasi
mai testimoni tanto che nei processi l’accertamento della verità dipende, essenzialmente e tragicamente, dalla
sola credibilità delle piccole vittime. In secondo luogo,
altrettanto tragicamente, i parenti più stretti (normalmente la madre) sono maggiormente solidali con l’abusante (normalmente il padre). In terzo luogo la violenza
sessuale in danno dei bambini è normalmente compiuta
«con modi gentili»: è il segreto degli atti sessuali che, caso mai, viene tutelato con la minaccia da parte dell’adulto abusante. Questa miscela di complicità, violenze e ricatti si traduce in sensi di colpa che solo attraverso l’aiuto, e spesso dopo molti anni, possono essere vinti per
portare alla luce la verità indicibile.
Alcuni sostengono che l’abuso sessuale verso l’infanzia
non è per nulla un fenomeno nuovo. Recente sarebbe solo Ü diluvio di denunce, sintomo di una maturata sensibilità. Anzi da più parti viene sollevato il rischio di un
uso strumentale di false accuse di abuso, soprattutto nei
procedimenti di separazione e divorzio, lanciate da un
genitore contro l’altro e finalizzate ad ottenere l’affidamento dei figli. Altri, per contro, fanno osservare come la
prostituzione infantile sia invece un fenomeno dei tutto
nuovo in assoluto, soprattutto nelle dimensioni. Questo
sarebbe la miglior riprova che la nostra civiltà sta compiendo un’opera inedita di mercificazione deil’infanzia
riducendo ad oggetto sessuale proprio chi sta facendo i
primi passi come soggetto di diritti.
Chiunque sia ad avere ragione, è difficiie formulare
efficaci strategie di risposta. Quelle più ricorrenti, anche
se animate da diversi sfondi culturali, rinviano sempre
alle modalità di punizione dell’abusante: schedatura dei
pedofili, castrazione, inasprimento deile pene, creazione di nuovi tipi di reato. Non dovremmo però trascurare
ia finalità principale di queste strategie, ovvero la protezione dei bambino, il cui diritto al rispetto del corpo e a
una corretta vita sessuale non dipende tanto dedle politiche repressive.
Ci si deve interrogare su quale sia oggi, obiettivamente, il posto del bambino nella comunità e fino a che punto essa sia costruita a misura delle sue esigenze. Dove infatti le relazioni umane sono segnate dalla possibilità di
«acquistare» la soddisfazione di qualsivoglia desiderio
senza altro limite diverso dalia disponibilità economica
o morale è evidente cbe il più debole, primo fra tutti il
bambino, è destinato a soccombere. Occorre invece
rafforzare ii bambino, ovvero fortificare il sistema di relazioni che lo circondano e contrastare, positivamente,
la solitudine dilagante e i vuoti affettivi che la accompagnano. Ma si tratta di un’impresa costosa e non è detto
che gli adulti ci si dedichinòr davvero.
* Giudice del Tribunale per i minorenni di Torino
Riforma
E-Mail: Riforma @ Alpcom.it
Via Pk) V, 15 -10125 Torino - tei, 011/655278 - fax 011/657542
Via Foria, 93 - 80137 Napoli - tei. 081/291185 - fax 081/291175
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DIRETTORE: Eugenio Bernardini. VICEDIRETTORI: Luciano Deodato, Emmanuele Paschetto. REDATTORI: Stello Armand-Hugon, Claudio Bo, Alberto Bragaglia, Alberto Coreani, Marta D'Auria, Avemino Di Croce, Piera Egidi (responsabile
ai sensi di legge), Fulvio Ferrano, Giorgio GardioI, Maunzio Girolami, Anna Mafie!, Milena Martinat, Carmellna Maurtzio, Luca Negro, Luisa Nitti, Jean-Jacques
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AMMINISTRAZIONE: Ester Castangia.
ABBONAMENTI: Daniela Actis.
FOTOCOMPOSIZIONE: Aec s.r.l. Mondovl - tei. 0174-551919,
STAMPA: La Ghisleriana s.n.c^ Mondovl - tei. 0174-42590.
EDITORE: Edizioni Protestanti s.r.l.-via Pio V, 15bis -10125Torino.
IMÉStóUtowi
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Ritortila è U nuovo titolo della testata La Luce registrata dal Trtbunale di Pinerolo con
il n, 176 del 1® gennaio 1951, responsabile Franco Giampiccoli. Le modifiche sono
state registrate con ordinanza in data 5 marzo 1993.
Il numero 35 del 13 settembre 1996 è stato consegnato per l’inoltro postale all’Ufficio
CMP Nord, via Reiss Romoli 44/11 di Tonno mercoledi 11 settembre 1996.
Commenti
VENERDÌ 20 SETTEMBRE W
■ Una terra divisa tra Turchia, Iraq, Iran e Siria per gli interessi del petrolio
La ferita aperta del Kurdistan
Il ministro degli esteri italiano Dini propone una soluzione politica praticabile
Una regione autonoma, non uno stato, che comprenda tutta la terra dei curdi
UURA SCHRADER*
U
NA vera e propria bom...........icle£ ■
ba politica l’icfea lanciata il 9 settembre scorso dal
ministro degli Esteri, Lamberto Dini, per la soluzione
della questione curda. Una
regione autonoma che comprenda tutta la terra dei curdi, riconosciuta da ognuno
dei quattro paesi in cui il
Kurdistan è diviso, Turchia,
Iraq, Iran e Siria. Non uno
stato, dunque, per 25 milioni
di curdi, che l’ingiustizia della storia e gli interessi del petrolio hanno reso vittime non
rassegnate di massacri e sofferenze da oltre 70 anni, ma
una soluzione di ingegneria
politica da concertare con i
curdi e i paesi interessati e da
elaborare in una conferenza
internazionale sotto l’egida
deU’Onu.
L’idea va nella direzione indicata dai leader più seguiti
ed evoluti del movimento
curdo. È ormai evidente che
nel caso dei curdi questione
etica e lungimiranza politica
sono una cosa sola. E che 1’
Europa unita può e deve
creare una propria progettualità di fronte alla cieca e pericolosa tattica americana dei
bombardieri ed egoistica difesa del petrolio del Golfo. Il
ministro Dini ha espresso la
sua idea proprio mentre, tra
disinformazione e «desert
strikes», la questione curda
tornava drammaticamente
alla ribalta. Dalla fine del ’91
il Kurdistan d’Iraq era diviso
da una frontiera interna. I
combattenti curdi avevano liberato i due terzi del paese,
da cui i governativi si erano
ritirati arroccandosi dietro a
un ben fortificato vallo a difesa delle aree petrolifere di
Kirkuk e Mossul.
A sua volta il Kurdistan liberato era diviso circa in
metà. La zona a Nord, dal 36°
parallelo al confine turco era,
grazie a una risoluzione Onu,
«zona di non volo» che una
forza multinazionale stanzia
ta nella vicina baso nato di
Incirlik, Turchia, doveva pro-'
teggere da attacchi aerei di
Baghdad. Questa forza non è
mai intervenuta contro sanguinosi attacchi di terra a villaggi curdi nordoccidentali
posti sotto la sua salvaguardia. Non solo: fin dai primi
tempi della sua istituzione, si
sono susseguiti impunemente bombardamenti aerei e
terrestri, massicce invasioni e
un’occupazione per oltre tre
mesi (marzo-giugno ’95) di
ingenti truppe turche, con
vittime tra i civili curdo-iracheni assistiti dalTOnu e da
varie organizzazioni umanitarie: con il pretesto di combattere la guerriglia curdoturca del Fide, la Turchia mira
ad annettersi una prima fetta
di Kurdistan iracheno e infatti
ha ribadito l’intenzione, recentemente, di occupare un’
area cuscinetto, avamposto
verso il petrolio di Mossul.
Nel maggio ’92 il Fronte del
Kurdistan d’Iraq (8 partiti democratici, tra i quali due cristiani) organizzava elezioni
giudicate da osservatori di 53
paesi e dell’Onu «corrette e
libere». Bush rifiutava la presenza di una delegazione statunitense. Il 4 giugno si inaugurava il governo della Regione autonoma con capitale
Arbil: il progetto curdo era di
riunire tutto il Kurdistan iracheno a un auspicato Iraq a
governo democratico. La Regione curda era sottoposta
all’embargo internazionale
contro l’Iraq e all’embargo
interno di Saddam Hussein
(dal 23 ottobre '91).
Sigillata dal mondo, accessibile soltanto dalla Turchia
con un difficile percorso tra le
montagne, con circa 5.000
villaggi e una dozzina di città
da ricostruire (rasi al suolo
dal regime iracheno), con
metà della popolazione di
profughi senzatetto, e cioè i
vecchi rifugiati dei villaggi e
città distrutti e i nuovi provenienti dal Kurdistan sotto il
controllo di Baghdad, circa 2
^cuni
parole p
store Tu
Frali- fle
Famiglia curda irachena rifugiata al confine con la Turchia (1991)
ha mantenuto un bassissimi
milioni in totale, la Regione,
dando prova di democrazia
sperava di essere sollevata
dall’embargo dell’Onu e aiutata a risolvere i suoi gravi
problemi aggravati dagli attacchi dell’Iran dal ’92 alle
aree sudorientàli di confine,
dove si erano rifugiati i guerriglieri curdo-iraniani ostili a
Teheran. Ma il governo era
paralizzato dalla mancanza di
mezzi finanziari e dall’isolamento internazionale. Si aggravavano intanto i contrasti
tra i due principali partiti, il
Pdk di Barzani e l’Upk di Talaban!. Il primo aveva sempre
mantenuto buoni rapporti
con Baghdad, nell’interesse
dei ceti privilegiati che rappresenta: il secondo ha continuato a mantenere una cieca
fiducia nelle promesse americane di un aiuto per rovesciare Saddam Hussein.
Dopo oltre due anni di
scontri alimentati anche da
agenti della Cia (che operavano in proprio, secondo la
stampa americana) e periodi
di tregua, il Pdk di Barzani ha
giocato la carta di Baghdad. È
soltanto propaganda l’asserita minaccia di un intervento iraniano a fianco di Talaban!. Come si è visto, l’Iran
iniziaron
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venuto, ma ha chiuso le fron:i
tiere ai profughi di Sulaimai
nia, mentre nel ’91 aveva ac-j
colto oltre mezzo milione di
rifugiati da quell’area, che
trova vicinissima al proprioi i dei mera
i zare Far
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voglia be:
haidepo!
di Agape,
confine. La caduta di Arbil eï
ritorno del controllo iracheni S pagna de
nell’ex Regione autonoma b^ ’Giosuè e
due gravi conseguenze: la fine di un esperimento di auto-i
nomia che non minacciavi
l’integrità territoriale irachena e la sospensione di proget
da partee
G
Nel sue
ti umanitari di ricostruzione,flj pronunc
L’amnistia e l'autonomÌ|
concessa il 12 settembre
regione curda, alla luce
storia recente non hanno
gnificato, mentre rimane iticerta la sorte degli ex pai^
mentari e membri del govàj
no di Arbil e di quanti non
guono la leadership di Bari
ni. Soltanto un coinvolgi
mento internazionale chetisi
tutti gli strumenti di una di
plomazia di pace potrebbi
curare la ferita sempre aperfi [qualcun
della complessa e drammati ipenso, cl
ca situazione dell'intero po«
polo del Kurdistan
(*) Autrice del libro I fuochi
del Kurdistan, ed
Roma, 1995.
Datanews? '«questo r
•Zi 3,4).S(
Da un anno le «madonne pellegrine» circolano per tutta la Francia
I francesi e il fascino ostentato della «Vergine Maria»
GIORGIO CARDIOL
E puoi iimontrare dapperalm
(tutto in Francia: sulle autostrade, nelle piazze e negli
angoli delle grandi città e dei
paesi, nei parcheggi, davanti
agli ipermercati o davanti al
piccolo negozio. Sono le
«madonne pellegrine» che da
un anno circolano per tutta
la Francia. Sono piccole statue della madonna racchiuse
in una teca di plexiglas insieme a una copia aperta del
Nuovo Testamento e a una
riproduzione della Sindone
di Torino, montata su un carrello del tipo dei carrelli tenda, trainato da una Peugeot
106. In tutto sono 108.
Quando termineranno il
loro «tour de France», complessivamente le madonne
avranno percorso 2 milioni di
chilometri, avranno «partecipato» a 35.000 veglie di preghiera o notti di adorazione,
avranno «risvegliato» la fede
cattolica in più di più di un
milione e mezzo di persone,
avranno contribuito a qualche decina di migliaia di «miracoli» e di «conversioni». È
questo il bilancio provvisorio
di tutta l’operazione che gli
organizzatori hanno presentato al papa in occasione della sua visita in Francia per la
commemorazione dei 1.500
anni del battesimo del re dei
Franchi, Clodoveo.
L’idea del «tour de France»
delle madonne era venuta a
Edmond Fricoteaux, un ricco
notaio parigino, 57 anni, 5 figli e uno studio con 30 dipendenti, e a Olivier Bonassies,
ingegnere di 29 anni, che ha
diretto tutte le operazioni
«sul terreno». I due «pazzi di
Dio», come si definiscono,
raccontano di miracoli importanti già fatti dalle madonne: nei Vosgi un sacerdote paralizzato ha ripreso a
camminare, nell’Allier una
donna malata di cancro è
guarita improvvisamente.
Il notaio Fricoteaux spiega
così il suo progetto di madonne pellegrine: «Nel 1982
ho fatto un viaggio a Roma
dove ho avuto l’occasione di
ascoltare il cardinale Gantin
che parlava di Maria vergine.
Fino ad allora era un cattolico “tiepido”. Tornai da Roma
pieno d’amore per la Vergine.
Ho fatto poi costruire nella
mia villa una statua di Maria
alta 7 metri. La provvidenza
ha poi voluto che qualche
tempo dopo ritrovassi una
statua della madonna abbandonata nelle cantine dello
zoo della città di Amiens. Ho
scritto a 25.000 persone per
collettare del denaro per restaurare quella statua che era
stata esposta nel padiglione
del Vaticano in occasione
dell’esposizione Universale di
Parigi nel 1937. Restaurata la
statua è stata benedetta dal
cardinale di Parigi, Lustiger,
davanti a 50.000 persone.
Dopo quella benedizione ho
ricevuto la lettera di uno studente che mi ha sottoposto
l’idea di un raduno a Bailleten-France davanti alla statua
dì ‘'Notre-Dame-de-France”
di 99 statue di Maria (una per
ogni diocesi francese). E così
ho iniziato la mia opera».
Molti artisti hanno riprodotto gratuitamente le statue.
Oltre le 99 per le diocesi, ne
sono arrivate altre 9 dai Dipartimenti d’oltremare. 108
statue che dall’8 settembre
dello scorso anno hanno percorso tuttd la Francia. Tutte le
statue si sono ritrovate il 15
settembre di quest’anno a
Baillet-en-France per la festa
di «Notre-Dame-de-France».
Di qui partiranno alla volta di
Reims dove deporranno ai
piedi del papa milioni di
«consacrazioni personali» di
francesi alla vergine Maria.
Ma il progetto del notaio parigino non si ferma qui. Il 9
ottobre andrà a Roma e nel
corso di un’udienza generale
preseriterà al papa un progetto per il «giro del mondo» delle madonne pellegrine che
terminerà nel 1999 alla vigili?
dell’anno santo con la ptf
senza alla messa di Natale*
Betlemme. Il progetto è
zialmente finanziato dal»
Camera notarile di Parigi. W*
100 paesi sono coinvolti.
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Danimarca andrà in visita.^
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20 SETTEMBRE 1996
Pagina Dei Lettori
PAG. 7 RIFORMA
i Tullio Vinay
^cuni di noi ricordano le
[ p^ole pronunciate dal pa^ store Tullio Vinay quando a
: pfaJi, jiell’estate del 1947, si
' iniziarono i lavori per edificare Agape: «Chiedo al Signore
■ ¿iconcedermi l'attuazione
del mio ideale mediante la
costruzione di questo villaggio che si chiamerà "Agape” a
cuipotranno accedere tutti
■ i-giòro che vogliono sublimare, nel senso più lato, l’espressione dell Amore».
Tullio Vinay ci ha lasciati,
ma nel triste raccoglimento
di queste ore noi unionisti
della Chiesa valdese di Torino, con emozione palpitante
; verso i ricordi a cui ci sentiamo trasportati e con le vibrat: rioni profonde che awertiamo nell’animo, desideriamo
con un commosso omaggio
esprimere la nostra tristezza.
Tu, caro Vinay, hai comtpiuto fedelmente la tua missione terrena al servizio del
ì Signore, tutti i tuoi intendiisissittti; »menti furono sempre tesi
I è intefi ^all’intensa volontà di rafforzare l’amore verso tutte le
creature umane. Grazie di
quanto hai fatto, che Iddio
voglia benedire il seme che tu
hai deposto a «sublimazione»
proprici del meraviglioso significato
Arbüel di Agape. Alla cara tua comracheni : pagna della vita, ai tuoi figli
toma hi ^ Giosuè e Paola la nostra calze: la fi-, da partecipazione di affetto,
di auto-i
acciavi;
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anno sitane inX parlft
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li Bar: ^
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? che usi;
una di;i
A
1991)
le frou;
ulaimaveva aw
lione dii
Î, che
Gli unionisti di Torino
Nel suo ultimo messaggio,
pronunciato in una chiesa
afroamericana di Memphis,
nel Tennessee, poche ore prima di essere assassinato,
Martin Luther King disse:
«Quando saranno compiuti i
miei giorni su questa terra,
non parlate di tutto quello
che ho fatto sia nel mondo
accademico che nella lotta
per la giustizia, per i diritti
ÌUnani, per la pace; dite solafmente che Martin Luther
otrebbe iìing ha cercato di amare
eapeiG Jqualcuno...». Sono parole,
ammutii ¡penso, che sintetizzano pretero per osamente quello che possiapo dire di Tullio Vinay, «letI fuochi di Cristo» e artigiano di
"«questo ministero» (II Corinzi 3, 4). Soli Deo Gloria.
Frank G. Gibson - Vicenza
ìtanews
Una lettera dalle chiese rioplatensi
Vivere le fede nel mondo secolare
ARIEL E AZUCENA ROSTAN
AI cari fratelli valdesi e metodisti d’Italia.
Dopo cinque mesi trascorsi dal nostro
ritorno dal viaggio che ci ha permesso di visitare il vostro grande secondo distretto e
parte del primo, vogliamo inviarvi il nostro
saluto affettuoso e comunicarvi alcune brevi
riflessioni.
Nel salutarvi vogliamo ripetere quello che
abbiamo cercato di esprimere per prima cosa
ogni volta che abbiamo avuto l’opportunità
di rivolgerci a una comunità riunita o a dei
dirigenti della chiesa: la nostra profonda gratitudine per aver avuto la possibilità di fare la
particolare esperienza che la visita a parte
dell’area della vostra Chiesa rappresenta per i
laici dell’area rioplatense della Chiesa valdese; grazie a tutti coloro che si sono occupati
personalmente di noi, aspettandoci o portandoci alTàeroporto, nonché alle stazioni ferroviarie, alle foresterie, nelle chiese, nelle istituzioni, a casa loro; portiamo nella nostra vita il
tesoro delle intense emozioni provate negli
incontri comunitari o personali dove attraverso i canti, le parole (malgrado le difficoltà
della lingua), i gesti o semplicemente il linguapio profondo degli sguardi, abbiamo
sentito il calore del vostro affetto e la ricchezza della fraternità in Cristo.
In questa riflessione vorremmo brevemente menzionare le note più importanti
che abbiamo trovato nella vita delle vostre
comunità: la ricerca deU’edificazione della
fede, personale e comunitaria, specialmente
nei culti e negli studi biblici; l’espressione
. della vocazione di servizio, manifestata
principalmente nell’aiuto materiale a quanti
soffrono a causa della guerra in Jugoslavia,
nonché nell’assistenza agli immigrati provenienti da diversi paesi (tra i quali alcuni latinoamericani), l’attenzione per la salute degli
anziani in centri specializzati; alcune preoccupazioni rilevanti esposte negli scambi di
idee in diversi gruppi;
- la preoccupazione per la «spiritualità»
dell’umano di fronte al materialismo imperante: «perché nOn è dall’abbondanza dei
beni che uno possiede, che egli ha la sua vita» (Luca 12,15);
- la preoccupazione per l’ambiente dinanzi all’inquinamento e al degrado crescente
che la ricerca dello «sviluppo sostenibile»
comporta.
Infine una nota molto «valdese»; da alcuni
anni a questa parte ci siamo preoccupati di
sottolineare quello che si può chiamare «la
specificità» valdese, quello che in un certo
senso ha caratterizzato la sua esistenza per
' più otto secoli; questa definizione l’ho trovata in uno scritto del pastore Giorgio Tourn di
presentazione del libro di Edmondo De Amicis intitolato Alle porte d’Italia {omaggio della
comunità di San Giovanni), relativamente ai
capitoli che si riferiscono ai suoi rapporti con
i valdesi; infatti essi vengono fi scopèrti come
«una comunità cristiana che vive la sua fede
non in rituàli e coreografiche cerimonie ma
nella laicità del móndo secolare».
Con questa sfida permanente che ci viene
dalla storia, e soprattutto dal Signore della
chiesa, vi inviamo il nostro saluto fraterno.
Quando ho incontrato per
la prima volta Tullio Vinay
non ero ancora neH’ambiente protestante ma facevo parte della Comunità cristiana di
base di Oregina. Nel 1973
avevo partecipato a una manifestazione a Roma contro
la guerra del Vietnam. Dopo
che avevano parlato alcuni
rappresentanti di partito e alcuni sindacalisti, venne annunciato l’intervento del pastore valdese Tullio Vinay. Fu
la prima volta che udii pronunciare la parola «agape».
Tullio disse con forza e con
ferma convinzione che per
sconfiggere ogni tipo di guerra bisogna praticare l’agape,
che è in sostanza l’Amore
con la lettera maiuscola e che
non ci può essere vera Pace,
con la lettera maiuscola, se
non c’è «agape».
Quel discorso, fra tante parole strategiche e politiche, lo
considerai come una pietra
angolare scartata da molti.
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ma accettata da altri. Al termine della manifestazione mi
avvicinai a lui per congratularmi per il SUO intervento; mi
disse che dovevo essere riconoscente verso Gesù Cristo e
non verso di lui, perché se
aveva parlato in quel modo il
merito era esclusivamente
del Cristo.
Mercoledì 4 settembre, leggendo «L’Unità», ho appreso
la notizia della scomparsa di
Tullio Vinay, e anche questo
è un fatto significativo; come
l’avevo conosciuto, quando
non ero ancora evangelico,
così sono venuto a conoscenza della sua morte per mezzo
di un giornale laico. Infatti,
secondo me, Vinay è stato il
protestante che ha saputo
annunciare l’Evangelo, rispettando sempre la libertà
di tutti, oltre i confini della
chiesa, e ha saputo spezzare
le barriere che dividono il sacro dal profano.
Erminio Podestà
Sampierdarena
Federazione delle chiese evangeliche in Italia
Convegno nazionale
del Servizio istruzione educazione
Ecumene 1-2-3 novembre 1996
Il futuro deH'istruzione religiosa nelle chiese della Fcei
Da più parti si sente la necessità di «fare il punto» sui programmi e sui
nietodi della scuola domenicale e del catechismo, soprattutto ora che
sta per concludersi la preparazione di un ciclo e il gruppo che per molti anni ha portato avanti il lavoro del Sie si appresta a passare le conse9ne a un nuovo gruppo che dovrà formarsi. Vi sono novità anche per
Piiel che riguarda il catechismo. Vogliamo parlarne insieme? Abbiamo
■Bisogno del contributo di idee e della disponibilità di quanti intendono
continuare a impegnarsi nel difficile, anche se estremamente arricchente, compito della trasmissione dell'esperienza di fede alle nuove
Senerazioni.
Programma
f® novembre
™attina: Relazione su identità, formazione e linee di lavoro.
1 Relazione sui mutamenti delle tecniche di comunicazione
nel campo dell'istruzione religiosa.
„ Lavoro di gruppo sulle relazioni.
»Pomeriggio; Laboratori.
Hhato 2 novembre
Mattina
Carlo Lupo
Pomeri
iggio:
Relazione introduttiva sulle linee di lavoro futuro per la
scuola domenicale.
Relazione sbile linee di lavoro futuro per il catechismo.
Lavoro di gruppo per suggerimenti e indicazioni per
l'istruzione biblica nei pròssimi anni:
, 1) «La scuola domenicale»;
2) materiale didattico della scuola domenicale
3) catechismo.
'^J”^nica 3 novembre
, «ino: Conclusioni e culto finale.
'"oca hanno dato la loro adesione in. qualità di membri del Comitato
Anv relatori o animatori dei gruppi e dei laboratori: Giovanni
^oziani, Gabriella Besaglia, Giovanni Carrari, Silvana Colombu, Valdo
.'rarriit T''oz'ella Gandolfo, Silvia Gastaldi, Efmkbo Genré, Giorgio Gica Ki , Girardet Soggin, Jatharina Hess, Annamaria Lorandi, Erir' Micola Pagano, Luana Pallagrosi; Giuseppe Platone, Yann
fa R ^olvatore Ricciardi, Lidia Ribet, Sergio Ribet, Sandra Rizzi, ClaiThnm ®»ono Rostagno, Dario Saccomani, Franco Scaramuccia,
9ìqt/h Poolo Spanu, Karola Stobàus, Renata Strisdullo, Ser
Paoln Tonnina Tao/Hora Tocatti PmaniJPiP Troiani.
¡'costo
Ottobre presso l'ufficio del Sie, via Porro Lambertenghi
^ci'59 Milano, tei. 02-69000883; fax 02-6682645.
•fi. Paolo Tognina, Teodora Tosatti, Emanuele Troiani.
'■9?° convegno è di L. 120.000 (dalla cena, di giovedì 31 ottobre;
5 sn, pranzo di venerdì 1 novembre). Le iscrizioni varino invia
cene ha fatto la Claudiana
a pubblicare i «Pensieri» di
Carlo Lupo, a trent’annl dalla
sua morte, che ci parlano di
un credente che si è formato
ed è maturato e ha scritto negli anni diffìcili del fascismo e
della guerra. Misurando il
mutamento di orientamenti
profondi, e soprattutto di linguaggio, che vi è stato da allora, fa piacere ritrovare le
parole intense e incisive, meditate e talvolta sorprendenti
con cui Carlo Lupo torna a
parlare in queste pagine.
Per oltre mezzo secolo, per
esempio, il tema della libertà
è stato al centro delle nostre
rivendicazioni e del nostro
impegno. Fa bene rileggere, a
pagina 34, che: «La vera libertà eccola: essere liberati
da se stessi, e vedere dovunque il volto del Padre nel volto degli uomini!».
La generazione che assunse, nel dopoguerra, l’impegno
della testimoriianza cristiana
e spesso anche della militanza politica ebbe in Carlo Lupo
un punto di riferimento, insieme a Tullio Vinay, a Neri
Giampiccoli e alla prima comunità di Agape che si riuniva in casa sua a Bergamo. Ma
già prima, negli anni ’40, rincontro con lui era stato la nostra scuola di riflessione e di
crescita, per noi ai quali non
erano stati offerti altri maestri
che i roboanti retori dell’ul-'
timo fascismo. Era stato un
richiamo costante alla meditazione, e anche alla parola
breve e incisiva, là dove il
messaggio veniva comunicato ed entrava in noi concentrato ih poche parole intense
e assorte. Come appunto in
questa raccolta di pensieri
che ha ritrovato con piacere,
come in una rinnovata lezione di sobrietà e sincerità.
Grazie, Carlo Lupo, per
quello che ci hai dato allora,
quando gli ultimi anni venivi
ai Sinodi, nel giardino della
Casa valdese a salutare colleghi e amici dalla carrozzella
dei tuoi ultimi anni. Da allora hai rotto gli ormeggi, come scrivi (pagina 110): «È salutare ogni tanto rompere gli
ormeggi che/ ci legano alle
rive di questa terra e navigare/ soli verso l’infinito./ Credo questo sia il valore della
morte./ Per questo la morte è
la porta della vita».
Giorgio Girardet- Roma
Fondazione «Doti Enrico Gardioi»
Via Beciwith 1 -10066 Torre Pellice (To)
Bando di concorso
per l’assegnazione di borse di studiò per l’università
Gli studenti valdesi che intendano avviarsi agli studi universitari per esercitare nelle Valli le professioni di medico, notaio,
avvocato, segretario comunale, possono richiedere una borsa di studio entro il 30 ottobre 1996, indicando:
- facoltà universitaria prescelta (Medicina 0 Giurisprudenza)
- condizioni economiche personali e familiari (copia della dichiàraziorté dei redditi)
A ■ ■ 'i
- previsione delle spese che intendono pagare con la borsa
di studio. ;
Per ulteriori informazioni rivolgersi alla presidenza del
Coileglo valdese, via Beckwith 1 - 10066 Torre Pellice
(To) - tei. 0121-91260, fax 0121-932272
Agenda
CAGLIARI — Alle ore 16, presso la Chiesa battista, il pastore Piero Bensi tiene una
conferenza aperta alla cittadinanza sul tema:
«La resurrezione». Per ulteriori informazioni telefonare allo 070-666876.
TRIESTE — Incontro dei catecumeni delle
chiese del Nord-Est su «Antisemitismo e
razzismo» Alle 11 visita a S. Sabba; alle 13
pranzo al sacco (chiesa valdese, S. Silvestro); dalle 15 video, dibattito e canti alla
chiesa metodista (Scala dei giganti 1).
MILANO — Alle ore 9,30 nei locali della
chiesa metodista di via Porro Lambertenghi
28 si tiene l’annuale incontro dei monitori
del 6° circuito. Al mattino Saverio Merlo
proporrà la lettura e l'animazione di un testo
del Nuovo Testamento, e nel pomeriggio il
pastore Salvatore Ricciardi parlerà della «guerra santa»
prendendo spunto dal libro di Giosuè. Tel. 02-6886612.
CULTO EVANGELICO: ogni domenica
mattina alle 7,27 sul primo programma radiofonico della Rai, predicazione e notizie
dal mondo evangelico italiano ed estero, appuntamenti e commenti di attualità.
PROTESTANTESIMO; rubrica televisiva
di Raidue a cura dèlia Federrazione delle
chiese, trasmessa a domeniche alterne alle
23,40 e, in replica, il lunedì della settimana
seguente alle ore 9,30. Nel numero del 22
settembre: Incontro preparatorio a Bari
dell’Assemblea ecumenica di Graz; Dire la Parola, iniziativa
della Società biblica; Un libro; Il giuramento degli eretici.
Piu inserti
su «Riforma»
Egregio direttore,
vorremmo esprimere il
nostro plauso e incoraggiamento ai continui miglioramenti che vengono apportati a Riforma e il nostro incoraggiamento a proseguire.
Ci riferiamo in particolare
alla pagina dedicata al Centro diaconale La Noce nel
numero 33 del 30 agosto. La
formula di presentazione di
una scheda informativa e di
una intervista al'direttore ci
sembrano ben azzeccate.
Auspichiamo che si continui
su questa linea, portando alla conoscenza dei lettori le
nostre opere, i loro problemi, i loro programmi, affinché ciascuno con le sue preghiere e con le sue contribuzioni possa appropriarsene
e farle sue.
Esiste ancora un’area di
potenziale miglioramento
che ci sta a cuore. Molte opere stampano dei propri bollettini, talune addirittura in
carta patinata e non riciclata,
che iqyiano ai propri sostenitori e simpatizzanti con rilevanti costi editoriali e dì spedizione. Ci chiediamo: perché non creare dei supplementi o inserti a Riformai
Vediamo solo aspetti positivi e nessuno negativo. Riduzione dei costi amministrativi e di funzionamento
degli enti e maggiori disponibilità finanziarie per le vere
finalità perseguite: innegabile maggiore soddisfazione
dei donatori che vedono le
proprie contribuzioni utilizzate per i fini per cui le hanno date e non in spese amministrative che devono essere ridotte al minimo.
Nessuna lesa autonomia
agli enti che possono scrivere nei supplementi di Riforma ciò che desiderano. Ulteriore rafforzamento di Riforma come veicolo informativo degli evangelici italiani e,
chissà, forse qualche lettera
e abbonamento in più. E infine maggior pubblico raggiunto, i lettori di Riforma, e
per l’occasione tutti i simpatizzanti e sostenitori di un’
opera e quindi maggiore diffusione di Riforma e dei vari
bollettini. Siamo certi che i
vari direttori prenderanno in
considerazione questé proposte e presto Riforma uscirà
ancora più ricca di contenuti
e di informazioni.
Anna e Bruno Ricca
Roma
nPÀZI0?C]
RINGRAZIAMENTO
«Ho combattuto
il buon combattimento,
ho finito la corsa,
ho serbata la fede»
Il Timoteo 4,7
Si è addormentato nel Signore
Antonio Dentico
Sergente maggiore
dell’Esercito della Salvezza
Nel dolore, ma nella certezza
della resurrezione, lo annunciano
i figli Domenico con Olga, Angela '
' e Ester, Laura con Giorgio, Gino
con Maria Teresa, nipoti e parenti
tutti. Un particolare ringraziamento ai medici, agli infermieri di reparto, ai fisioterapisti e al personale dell’Ospedale valdese di Torre Pellice per la professionalità dimostrata e le amorevoli cure.
Torre Pellice, 8 settembre 1996
RINGRAZIAMENTO
«Chi ci separerà dall'amore di
Cristo?»
Romani 8, 35
È mancata
Maria Adelina Voiat
(Evelina)
di anni 90
I cugini Luciano e Roberto Long e
familiari la ricordano a quanti la
conobbero e le vollero bene.
Ringraziano inoltre la pastora
Lucilla Peyrot e il personale tutto
dell'Asilo dei vecchi di San Germano Chisone, che si sono in
particolar modo presi cura di lei in
questi ultimi tempi di malattia.
San Germano Chisone
9 settembre 1996
RINGRAZIAMENTO
I familiari del caro
Emanuele Bertalot
riconoscenti ringraziano di cuore
tutti coloro che, in vario modo, sono stati loro vicino in questa triste
circostanza.
Un ringraziamento particolare a
tutto il personale dell’Ospedale
valdese di Pomaretto, al dott. Camana e all’infermiera Bruna del
reparto di urologia dell'Ospedale
civile di Pinerolo, al medico curante dott. Riccardo Rol, alla Croce Verde di Perosa Argentina, ai
coniugi Elisa e Denis Prini, alla
famiglia Willielm Roberto, ai vicini
di casa, alle infermiere dell'UsI di
Perosa Argentina, ai pastori Ribet
e Peyrot, alfe amministrazioni comunali e alle associazioni varie.
Pomaretto, 11 settembre 1996
I necrologi si accettano
entro le 9 dei lunedì. Tel.
011-655^78 e (fax) 657542.
12
PAG. 8 RIFORMA
Ecumene
Il parere di Konrad Raiser sulle celebrazioni previste per il millennio
I protestanti italiani sono in sintonia col Cec
Per l'anno 2000 occorre operare in un contesto che sia genuinamente
ecumenico e creare uno spazio nel quale le chiese cooperino le une con le altre
ANNA MAFFEI
A L segretario del Consiglio
Zx ecumenico delle chiese,
Konrad Raiser, abbiamo chier
sto di commentare le delibere
dell’Assemblea generale delle
chiese battiste e del Sinodo
delle chiese valdesi e metodiste sulle celebrazioni del 2000
e di fare il punto della situazione sulle conversazioni in
ambito ecumenico a proposito della controversa questione
del primato del papa.
Giubileo
«Noi abbiamo chiesto con
insistenza ai nostri partner
cattolici di operare la distinzione fra Giubileo cattolico e
celebrazioni dell’anno 2000,
che le due delibere giustamente propongono. Noi consideriamo il grande giubileo
una forma legittima con la
quale la chiesa cattolica commemora l’anno 2000, ma
questo non può rappresentare il quadro di riferimento
ecupienico nel quale inserire
altre chiese associandole in
qualche modo a tale celebrazione. È necessario operare
per Tarmo 2000 in un contesto che sia genuinamente
ecumenico, creare uno spazio
nel quale le chiese cooperino
le une con le altre e preparino
insieme l’evento. Perciò la distinzione che il Sinodo delle
chiese valdesi e metodiste e
l’Assemblea battista hanno
fatto è perfettamente in linea
con la nostra posizione».
Il 2000 a Gerusalemme
«Noi abbiamo avuto nel
giugno scorso un incontro
dei vari organismi ecclesiastici dei quali sapevamo che
avevano avviato la preparazione di qualche sorta di celebrazione dell’anno 2000
perché ci potesse essere condivisione e reciproca informazione dei loro rispettivi
programmi. Da quell’incontro è emerso un possibile
ruolo che il Consiglio ecumenico delle chiese potrebbe
svolgere per preparare una
celebrazione cristiana comune preferibilmente su invito
delle chiese in Gerusalemme.
Se questo sarà possibile non
è ancora sicuro. Sono stati
già presi i necessari contatti e
avviate le consultazioni in
merito, ma dobbiamo ancora
risolvere alcune questioni in
dettaglio».
Il 2000 a casa
«Per il Consiglio ecumenico delle chiese comunque
quello che è più importante
delle celebrazioni a livello
mondiale a Gerusalemme, a
Betlemme o altrove è che le
chiese cristiane in ogni paese, nelle rispettive regioni o
città trovino modi di valorizzare questa data insieme. Per
questo abbiamo discusso anche con i nostri partner cattolici varie possibilità. Una è
che la settimana di preghiera
per l’unità dei cristiani sia
estesa fino ad essere un’anno
intero di preghiera per l’unità, e che questo offra il giusto contesto per azioni di testimonianza comune sul territorio. Questo consentirebbe
a tutte le chiese di dare il proprio contributo».
f.
Possibili confusioni fra
celebrazioni
Manifestazione per ia pace nei corso deiia Vii Assemiea deiia Cec
a Canberra (1991)
è la realtà nella quale ci troviamo ad operare. Ce ne possiamo lamentare, ma non vale la pena perdere molto
tempo in lamentele. Meglio
fare il possibile con spirito
costruttivo».
E sul primato del papa?
«Sarà, è vero, difficile in
Italia ma anche in altri paesi
rendere chiara a tutti la distinzione fra Giubileo cattolico e altre celebrazioni. Questa difficoltà è emersa e anche i nostri partner cattolici
lo comprendono, ma questa
«Siamo appena agli inizi di
una fase storica in cui questa
questione viene discussa
apertamente. È stata affrontata in dialoghi bilaterali, fra
cattolici e luterani, cattolici e
anglicani e per qualche aspetto fra cattolici e ortodossi. Molti studi di tipo storico,
teologico e canonico sono
stati intrapresi. Penso che
oggi abbiamo materiale, risorse e proposte sufficienti
per cominciare conversazioni ufficiali su base multilaterale. La Commissione Fede e
Costituzione nella sua Conferenza mondiale a Santiago
di Compostela, nell’agosto
1993, ha sostenuto la tesi che
i tempi siano maturi a che
questo confronto abbia luogo, e si è resa disponibile ad f
offrire strumenti per stimolare il dibattito.
Questa posizione ha anticipato di qualche anno quella
poi presa dal papa nella sua
enciclica Ut unum sint nella
quale anch’egli esprime il desiderio di affrontare ecumenicamente la questione. Questi sono, credo, dei segnali
incoraggianti, ma vorrei anche aggiungere che siamo
ancora agli inizi e prevedo
che un processo molto lungo
sia necessario prima di essere
in grado di raggiungere un
accordo ecumenico accettabile in materia».
Un appello del segretario generale dell'Alleanza riformata mondiale
Le chiese devono appoggiare il «processo conciliare»
L’Alleanza riformata mondiale (Arm) ha dato il suo appoggio alla proposta fatta da
Konrad Raiser, segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), di avviare nel 2000 un «processo
conciliare» tra le grandi tradizioni cristiane in vista di risolvere le loro divergenze essenziali e di progredire sulla
via dell’unità.
Il Comitato esecutivo dell’
Arm, riunito a Detmold (Germania) dal 16 al 26 agosto
scorso, ha «dato un’accoglienza molto favorevole» alla proposta di Raiser, e ha
deciso che questa sarà all’ordine del giorno dell’Assemblea generale delTArm che si
terrà a Debrecen (Ungheria)
il prossimo anno. Com’è noto, secondo Raiser, le grandi
tradizioni cristiane dovrebbero avviare la preparazione
di un Concilio cristiano universale per regolare i problemi che tuttora le dividono,
tra cui il ruolo del papato.
La decisione del Comitato
esecutivo dell’Arm è la prima
risposta ufficiale di un’istanza dirigente di un’organizzazione intemazionale di chiese alla proposta di Konrad
Raiser. L’Arm conta 208 chiese membro nel mondo, U che
rappresenta 70 milioni di cristiani. Il segretario generale
delTArm, il teologo ceco Milan Opocenskij, ha dichiarato
che TArm intende assumere
una «parte attiva» in quello
che viene definito come un
«processo conciliare». «Tutte
le chiese e famiglie confessionali, siano esse riformate
o luterane, dovrebbero sostenere questo processo in
un certo modo» ha affermato. A suo parere, l’idea non è
«del tutto nuova», ma il millennio è una buona occasione per «rinnovare questa iniziativa e rilanciare questo
processo».
Il segretario Opocenskij ha
espresso la speranza che
questo processo venga sostenuto non solo a livello mon-.
diale o nazionale, ma anche
che le comunità e le chiese
locali vengano incoraggiate
ad entrare in contatto con altre tradizioni: «Allora questo
processo conciliare produrrà
un clima favorevole al lancio,
fra cinque o dieci anni, di
una nuova tappa coraggiosa
e audace».
L’Arm, ha detto Opocenskij, è «molto aperta» all’idea
delTecumenismo e, fin dalla
sua fondazione, gioca un
ruolo attivo nella «promozio
Iniziativa del Consiglio ecumenico
Conferenze sul clima
Nel quadro della campagna sui cambiamenti climatici lanciata dal Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) si svolgerà
in Olanda, dal 7 al 13 novembre prossimo, una considtazione
alla quale parteciperanno trenta esperti provenienti dai vari
continenti. Quattro di questi sono disponibili, prima o dopo
la consultazione, a recarsi in altri paesi europei per conferenze o dibattiti sul problema dei cambiamenti climatici.
Si tratta diri) Mr. Prawate Khid-Arn, segretario per lo sviluppo del Consiglio cristiano dell’Asia a Hong Kong, disponibile durante la prima settimana di novembre; 2) Ms. Nafisa Goga D’Souza, daU’India, disponibile dal 14 al 21 novembre; 3) Mr. Elias Abramides, dalTArgentina, disponibile dal
14 a 21 novembre; 4) Mr. Peter Salamonsen, segretario della
sezione «Giustizia, pace e integrità del creato» della Conferemta delle chiese del Pacifico a Fiji, disponibile dal 14 al 21
novembre.
Le chiese o i gruppi interessati sono pregati di cornunicarlo al più presto alTlndlrizzo seguente: Antonella Visintin,
responsabile per l'Italia della Campagna sui cambiamenti
climatici, wa San Pio V17,10125 Torino, telefono (ore serali) 011-6505646 o fax 011-657542.
Le spese di via^o e di soggiorno saranno a carico dei richiedenti.
ne dell’idea ecumenica». La
riunione del Comitato esecutivo delTArm ha inoltre
appoggiato una proposta secondo la quale TArm, il Cec
e la Federazione luterana
mondiale (Firn) dovrebbero
studiare l’idea di tenere le loro grandi Assemblee, dopo il
2000, alla stessa data e nello
stesso luogo.
Diverse chiese fanno parte
di due delle tre organizzazioni che, tutte, terranno le loro
Assemblee nel 1997 o 1998, il
che comporterà oneri finanziari inutili per chiese che
hanno già problemi finanziari. Alcuni ritengono che l’idea
di una Assemblea comune
sarebbe un modo per uscire
dalle difficoltà finanziarie e
logistiche. «Ma non si tratta
solo di fare economie - viene
sottolineato -. È una questione profondamente teologica
perché, tenendo le nostre assemblee nello stesso luogo,
daremmo un segno importante del nostro desiderio di
unità». La proposta è complicata dal fatto che alcune
chiese membro dell’Alleanza
non fanno parte del Cec e
hanno un atteggiamento critico nei suoi confronti. «Dobbiamo prendere molto sul serio queste voci perché non
voglio offendere alcune delle
nostre chiese membro», ha
precisato Milan Opocenskij,
che ha detto che altre chiese
membro, di Svizzera, Germania, Paesi Bassi e Regno Unito, sostengono con forza
questa idea. (eni)
venerdì 20 SETTEMBRE 199fi
Dal Mondo Cristiano!
Kenia: le chiese chiedono riforme
prima delle elezioni politiche
GABORONE, BOTSWANA — Il Consiglio nazionale delle
chiese del Kenia (Ncck) ha negato di avere l’intenzione di boù V
cottare le elezioni politiche che avranno luogo Tanno prossimo, nel caso in cui non verranno avviate riforme a livèllo giul ,
diziario e politico. Il Consiglio, che riunisce 35 chiese prote
stanti, otto membri associati e sette Associati fraterni, ha puV^
bucato all’inizio dello scorso agosto un elenco di dieci «riforv
me amministrative, legislative e costituzionali, condizioni
preliminari alla tenuta di lezioni libere e giuste». Le misure
previste dal Ncck comprendoiio la creazione di una comrnissione elettorale indipendente e non partigiana, la liberalizzazione e la privatizzazione dei media, nonché disposizioni legali che prevedono la possibilità di un governo di coalizione.
Anche i vescovi cattolici romani hanno lanciato un appello
analogo. Il Ncck ha esortato il governo del presidente Daniel
Arap Moi a intraprendere le riforme nove mesi prima delle
elezioni politiche che dovrebbero svolgersi entro la fine del
1997. Rispondendo alla critiche del governo che consiglia alle
chiese di occuparsi soltanto di religione e di questioni spirituali, il segretario generale del Ncck ha detto: «Facciamo parte
della società. Abbiamo gli stessi doveri di ogni cittadino, ma
anche il dovere morale e spirituale di prendere parte utilmente alla vita del nostro paese... Non ci aspettiamo che i politici
cambino idea... e andiamo avanti». (eni)
Usa: le Assemblee di Dio si associano
al boicottaggio della Disney
SPRINGFIELD (Missouri) — Le assemblee di Dio (Ad) degli
Usa (2,5 milioni di membri) hanno deciso di boicottare la
Walt Disney per via del suo coinvolgimento nella pubblicazione di un libro e nella produzione di un film che trattano
dell’omosessualità. Il boicottaggio fa seguito a una risoluzione adottata daUa Convenzione battista del Sud tre mesi or sono, che chiedeva ai suoi 16 milioni di membri di boicottare le
attività e i prodotti della Disney finché essa non praticherà
una politica maggiormente basata sui valori familiari. Dopo
la Convenzione battista del Sud, anche le Ad denunciano il libro «Growing Up Gay», pubblicato da una filiale della Disney
e il film «Priest», sulla vita di un prete cattolico omosessuale.
La risoluzione della Convenzione battista del Sud criticava la
decisione della Disney di estendere le prestazioni sociali dei
suoi impiegati ai loro conviventi. Ha inoltre criticato i «gay
days», giornate organizzate a Disney World per gli omosessu^i. Dopo l’annuncio della decisione dei battisti del Sud, uii
portavoce della Disney ha dichiarato: «Ci sia permesso di interrogarci su quei gruppi che chiedono la soppressione di
prestazioni sociali per alcuni! D’altra parte, non conosciamo
alcun centro turistico al mondo che rifiuti l’entrata ad alcune
persone, come vorrebbero i battisti». fera)
:
Ei'
Argentìna: una città applica la
massima «Mens sana in corpore sano»
BUENOS AIRES — La città di Villa Libertador San Martin, a.
500 km da Buenos Aires, ha deciso di proibire il tabacco é Talcol. Questo divieto fa seguito ad un voto dei cittadini. Si fonda sugli insegnamenti della Chiesa awentista del 7° giorno, di
cui fa parte la maggioranza dei 5.000 abitanti. Villa Libertador
San Martin ospita un’università awentista, che conta 2.000
studenti e una clinica, famosa per le sue cure termali e di disintossicazione, anch’essa gestita dalla Chiesa awentista. H
60% degli abitanti si è pronunciato a favore della proibizione
dell’alcol e del tabacco. Anche i giochi video, le lotterie e le
discoteche sono vietati. Noti personaggi come il calciatore
Diego Maradona sono già venuti a fare cure di disintossicazione a Villa Libertador San Martin. Un'infermiera ha dichiarato alla stampa che «Maradona ha lasciato la clinica prima
della fine del suo trattamento. Credeva di avere un trattamento speciale, data la sua notorietà, ma non è stato così;
Dio non fa differenze tra i suoi figli». Per Juan Carlos Picazo,
teologo awentista e direttore del centro termale, è necessario
che la gente badi a rafforzare i legami familiari. (eni)
Germania e Spagna: polemiche
sull'ora di religione a scuoia
BERLINO — La passione sta salendo nel Land di Brandeburgo (ex Repubblica democratica tedesca), dove il Parlamento regionale ha recentemente votato la soppressione
dell’istruzione religiosa a scuola, e proposto un insegnamenW
neutro di etica. Le chiese protestante e cattolica si oppongono
a questa decisione, e la chiesa evangelica di Berlino-Brandeburgo ha deciso di rivolgersi alla Corte costituzionale federale
di Karlsruhe. La Chiesa evangelica della Germania (Ekd) ptO'
pone che siano mantenuti, a scelta, e con pari dignità scolasnca, i corsi di religione o di etica, come avviene già in altri ]M'
der dell’Est. In Spagna, la controversia sulla laicità si sta nàC'
cendendo: dopo la vittoria della destra alle ultime elezioni pO'
litiche, la religione potrebbe tornare ad essere materia 9^ *
gatoria. Il segretario generale all'educazione ha infatti dichiarato che uno studio in tal senso è in corso e che la Chiesa ca ■
tolica romana è molto favorevole. Gli oppositori vi vedono iij'
vece un colpo alla neutralità religiosa dello stato e hanno tto
nacciato di ricorrere al Tribunale costituzionale. (Réforrn /
Vr
'.f
\ America Latina: forte progressione
dei Testimoni di Geova
LIMA — I vescovi cattolici latinoamericani sono pteoccv^
—1 v?;o^.uvi ciwaiv ^ cntlO
ti per la forte progressione dei Testimoni di Geova.
già 1,8 milioni in Messico e 918.000 in Brasile. Fra le chie^
coti
gruppi religiosi deU’America del Sud, ë quello che
più rapidità. Uno studio della Conferenza dei vescovi
mericani (Celam), pubblicato nell’agosto scorso ® H ¡i
(Perù), ritiene che se l’attuale ritmo di crescita si tn^nterra,^
Messico conterà fra poco più Testimoni di Geova
Uniti, dove si trova la sede dell'organizzazione.
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rive
me.
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