1
Cin<iuant6 et unióme année.
10 Se
1015
N. 37.
;£
5
'Jì
O
X
o
-«i
15
<i
mi
D
o
0
1
«
H
Oh
s
O
Q
L ËCH0
VALLEES
PARAISSANT CHAQUE VENDRE D
Prix d'abonnement par an:
Vallées Vaudoises ^ . Fr. 2,50 — Italie........Fr. 3,—
Étranger.............................., • • • • * 5*—
Plus d’un exemplaire à la même adresse, chacun . » 4,—
Allemagne, Autriche-Hongrie, Belgique, Brésil, Danemark,
Egypte, Hollande, Suède, Suisse, par abonnement Postal
selon Accord, de Vienne........................ ” 3.—
On s’abonne; à Torre Pellice au bureau d’administration et à
l’Imprimerie Alpine; dans toutes les paroisses, chez MM. les
Pasteurs.
D'abonnement se paye d'avance.
Pour toutes les annonces, s’adresser à l’Imprimerie Alpine,
concessionnaire. __________
S’adresser pour la Rédaction à M. C.-A.>on,
et pour Administration à M. J. CoiSSON, prof. Torre Pelhce.
Tout changement d’adresse coûte if centimes, sauf ceux du
commencement de l’année.
Des changements non accompagnés de la somme de 15 centimes,
ne seront pas pris en considération.
Que toutes les choses vraies, honnêtes, justes, pures, aimables. dignes de louange, occupent vos pensées. ( __)
>
o
t
o
«
-ï
m
SOMMAIRE; Synods de l’Eglise Evangélique Vaudoise, 1915 — Dettre de M. Dageard,
missionnaire — Chronique vaudoise. _________________
[[Qlise ímñ
ise • 1915.
Le 6 septembre s’est ouvert, dans le
Temple neuf de La Tour, le Synode de
1915 par une prédication du pasteur M.
Barthélemy Soulier, de Villesèche, sur
ces paroles; «Parce que tu n’as pas
connu le temps où tu as été visité »
(Luc XIX, 44).
Pour la troisième fois, dans l’espace de
40 ans, il n’y a pas eu un service de consécration et, cette fois-ci, on le comprend aisément, à cause de la guerre qui
retient sous les drapeaux les candidats
qui auraient voulu se présenter. Malgré
cette grande attraction qui manquait au
programme nous avons eu une imposante assemblée, et nous n’avons garde
d’oublier le beau chœur si bien exécuté
sous la direction du pasteur E. Revel,
ainsi que les cantiques chantés en cette
occasion; que nos amis, animés d’une si
bonne volonté, reçoivent l’expression de
nos sincères remerciements.
IL TEMPO DELLA VISITAZIONE.
« ... Perciocché tn non hai rico™
nosciuto il tempo della tua visita
F, ' zione». Ev, 2° S. Luca, XIX, 44*
Cari colleghi nel Santo Ministerio,
Fratelli e sorelle !
Dh lunghi anni il Sinodo Valdese non
eri/più stato convocato in un’ora tanto
grJVe come quella che volge. Grave per
l’®uropa, straziata da una guerra le cui
^ocità oltrepassano tutto quello che
...lente umana avrebbe potuto concepire,
e le cui proporzioni assumono il carattere
di un vero cataclisma mondiale; grave
per l’Italia nostra diletta, la quale da
spettatrice ha creduto suo imprescindibile dovere di diventare attrice in questa spaventosa tragedia delle nazioni;
grave per la Chiesa Valdese, piccolissima
parte della nazione italiana, ma a niun
altra seconda per spirito di sano patriottismo, chiamata ad inaugurare, in tempi
estremamente procellosi, un nuovo periodo della sua storia.
Invero l’ora è così tragica che il raccoglimento stesso ci sembra difficile; ogni
giorno ci domandiamo, sgomenti, quando
tornerà a splendere su questa povera
terra il sole della pace; ci domandiamo,
perplessi, qual sarà, riguardo alla patria
nostra, l’esito dell’immane conflitto;
lo spirito nostro costantemente vola
presso i nostri cari esposti a mille pericoli; piangiamo i nostri morti; lamentiamola perdita di colleghi amatissimi;
un fitto velo di ansietà, di perplessità e
di mestizia ci avvolge.
Squarciamolo cotesto velo; «alziamo
gli occhi a’ monti per vedere onde ci
verrà aiuto. Il nostro aiuto verrà dal Si
gnore che ha fatto il cielo e la terra ». Perciò umilmente chiediamo all’Iddio nostro che cosa significa questo complesso
di fatti e di circostanze tanto eccezionali
in cui ci troviamo. — Lo Spirito del Signore mi dice che dobbiamo interpretare
i grandi avvenimenti odierni come una
solenne visitazione dell’Eterno ai popoli,
alle chiese, agli individui; lo Spirito del
Signore mi dice che la salvezza così dell’Italia come della Chiesa nostra, dipende
dal riconoscimento di cotesta visitazione.
Parlaci dunque, Dio d’Israele, Dio de’
padri nostri, parlaci in tal modo che non
possiamo fare a meno di udire la tua
voce, affinchè a noi venga risparmiata la
tristissima sorte di Gerusalemme, la
quale, nel suo accecamento, non seppe
riconoscere il tempo della sua visitazione !
La parola greca ch’è stata tradotta
qui con la voce « visitazione », significa
propriamente « sorveglianza », ed e usata
in tal senso per descrivere rufficio d’un
apostolo nel libro de’ Fatti, come pure
per determinare l’ufficio del vescovo
nella Epistola di S. Paolo a Timoteo.
Nel linguaggio biblico però, questa parola viene più comunemente applicata
all’azione divina; viene applicata, cioè,
al « Sommo Pastore » che visita la sua
greggia.
Orbene, una visitazione di Dio è qualche volta penale e giudiciale, ma è più
spesso ancora un periodo di grazia speciale, ovvero un’ora di ammonimento salutare. — Ad una consimile visitazione
accennava Gesù nella sua solenne apostrofe a Gerusalemme. Difatti, l’incarnazione del Figliuol di Dio fu dai profeti
preannunziata come una speciale visita
divina al popolo d’Israele. «Tu sarai visitato dopo molti giorni», vaticinava
Ezechiele. « Il Signore, il quale voi cercate, verrà nel suo Tempio », cantava
Malachia. E quando nacque il Redentore, così venne presentato al mondo ;
« Benedetto sia il Signore Iddio d’Israele,
perciocché Egli ha visitato e riscattato il
suo popolo... Per le viscere della misericordia dell’Iddio nostro, per le quali
rOriente da alto ci ha visitati ». E la voce
popolare, dopo aver visto il Cristo all’opera, risponde alle profetiche parole
esclamando; «Un gran profeta è surto
fra noi; Iddio ha visitato il suo popolo ».
Sì, o fratelli, Israele fu visitato « da
alto » ed il Figliuol di Dio stesso fu il Visitatore. Egli difatti passò in rivista ogni
classe della popolazione, ogni energia
della vita nazionale. I governatori del
paese: Erode e Pilato; i grandi maestri
della religione ; i Rabbini ; i Sacerdoti di
ogni grado; i Dottori della Legge e gli
Scribi : le varie sette religiose del tempo :
i Farisei e i Sadducei rionchè quei politicanti religiosi denominati gli Erodiani.
E l’ispezione di Gesù non si limitò alla
classe colta,ricca ed influente; agl illetterati, ai poveri, ai disprezzati Egli consacrò
la maggior parte del suo tempo vivendo
quasi costantemente in mezzo a loro.
Là sua fu dunque una visita a tutto
Israele, e particolarmente a Gerusalemme. gran centro religioso e politico, nelle
cui mura pulsava l’anima dell’intera nazione. Fu una visita breve, fatta modestamente, senza pompa, senza apparato
regale; e per quanto riguarda Gerusalemme e la nazione Giudaica, fu altresì
una visita finale, definitiva. « Avendo
Iddid variamente, e in molte maniere,
parlgìto già anticamente a’ padri ne’ profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a
noi iel suo Figliuolo ». — E la parola
del nostro testo fu l’ultima eh’Egli rivolse al popolo eletto, l’ultimo mònito,
rultima opportunità al ravvedimento,
l’ultimo giorno di grazia.
Diletti colleghi, e voi tutti miei cari
uditori, non realizzate voi che il Signore
ci sta visitando in questi tristissimi
tempi ? — Come il Salvatore durante
una notte paurosa improvvisamente apparve a’ suoi tremanti discepoli dicendo
loro: «Rassicuratevi; son io, non temiate», così Egli s’avvicina a ciascuno
di noi durante questi giorni angosciosi,
e ripete la sua parola di conforto ; « Rassicuratevi ; son io, non temiate ». E davvero non temeremo più di nulla quando
saremo certi ch’Egli è con noi nella tempesta. « Il Signore è la mia luce e la mia
salute; di chi temerò ? Il Signore è la
forza della idia vita; di chi avrò paura?».
Fratelli, il gran Visitatore è giunto;
Egli « sta alla porta e picchia » ; affrettiamoci ad aprirgli, e porgiamo 1 orecchio
a’ suoi salutari ammonimenti. Egli ci visita come individui, come popolo e come
chiesa.
1.
'« Perciocchiè non hai riconosciuto il
tempo della tua visitazione ».
Queste parole spiegano anzitutto la
perdita delle anime individuali.
Sappiamo molto bene quello che un
uomo intende dire allorché, parlando
della sua salute, c’informa ch’egli ha
avuto un avvertimento. Egli intende
dire che qualche sintomo d’una malattia latente si è improvvisamente manifestato; intende dire che qualche punto
debole nel suo organismo, qualche repentina diminuzione di energia lo invita ad
avere verso se stesso speciali riguardi in
quanto al regime, al riposo, al lavoro. E
se l’avvertimento vien messo in non cale,
non occorre essere medico per sapere ciò
che tosto 0 tardi accadrà.
AUGUSTE REVEL, de St-Jean
Sergent d’infanterie
tombé au champ d’honneur - le 4 août 1915
à l’âge de 25 ans.
Orbene la stessa legge vìge nella sfera
più elevata della vita morale e spirituale.
Iddio ci visita, come indivìdui, in una
infinità di maniere. Accenniamo alle due
più comuni: una grave malattia e la morte
di una persona amata. Una malattia può
venir considerata in due modi: possiamo
attribuirla alla sua causa seconda e immediata — una disgrazia casuale, una
infezione, un avvelenamento del sangue,
una magagna ereditaria — e lì fermarci;
oppure possiamo, con maggior ragione,
risalire alla causa prima, guardare cioè
a Colui che è Signore di tutte le cause
seconde, e che « opera tutte le cose secondo il consìglio della sua volontà ».
Seguendo quest’ultimo metodo noi sempre vedremo nella malattia una divina
visitazione avente per unico fine la salvezza dell’anima nostra. Iddio sa quali
sono i nostri veri bisogni; Egli sa che
quella tal prova ci è necessaria per farci
realizzare tutta la serietà della vita, per
estirpare dal nostro cuore le male piantè
dell’orgoglio, deU’egoismo e della concupiscenza, e sostituirle con le virtù celesti dell’umiltà, della carità e della santità.
Accennando poi ai nostri lutti, io
penso non soltanto a quei diletti parenti,
colleghi e amici che ci hanno lasciato durante quest’ultimo anno, e che si sono
estinti nella pace soave delle pareti domestiche; penso ancora e specialmente a
quel nobile manipolo di eroi Valdesi che
già sono caduti tragicamente sul campo
dell’onore. Sono morti ! Le amministrazioni civili, ecclesiastiche o militari hanno
cancellato il loro nome dall’elenco dei
vivi. Sono morti ! È questa la formula
scientifica dei medici, la forma necrologica dei giornalisti. Sono morti ! E se
non potessimo aggiungere altro, sarem-
2
;■
li,.
-,''■ 'C-^rpi^yy ■ ■\:’ '
%
m
lÚJiQÍ- ■:
mo veramente, come dice l’apostolo, « i
più miserabili di tutti gli ^minr». ^la,
sia lodato Iddio, nella nostia grande .angoscia, aljbiamo |iimmensQ confortò di
sapere che in questo campo la parola suprema appartiene al Principe della vita,
a Gplui che diceva al Veggente dell’Apocalisse : « Non temere, io sono il primo e
Pultimo, il vivente; sono stato morto,
ma ecco son vivente nei secoli dei secoli ;
ed ho le chiavi della morte e del soggiorno
dei morti ». 0 fratelli afflitti, credete cqn
tutto l’animo vostro a questo Morto che ^
ha, con la sua morte, distrutta la morte,
e che ha detto : « Chiunque crede in me,
benché sia morto, vivrà ».
Il Signore vi ha visitati, o voi che
avéte deposto sull’altare della patria
quanto avevate di più caro quaggiù; il
Signore vi sta visitando, o voi che sòffrite nel vostro corpo e .nell’animo vostro ;
il Signore ti visita, o tu che non sei ancora stato colpito direttamente, perchè
con un cuore traboccante di simpatia cristiana senti prepotente il bisogno di
piangere con coloro che piangono. —^ Voglia Iddio darci sempre orecchi per udire
la sua voce amorosa, è occhi per vedere
la sua mano paterna in tutte quelle svariate prove che, nelÌ’infmita sua sapienza
crede opportuno di mandarci ! E possiamo nói far sempre la benedetta esperienza che la suà grazia ci basta !
' . n. ■
« Perciocché tu non hai conosciuto il
tempo dellà tua visitazione ».
Le parole del Maestro spiegano, in secondo luogo, la decadenza e la rovina
delle nazioni.
In ógni età le nazioni hanno, come l’antica Gerusalemme, il loro giorno di visitazione. E cotesto ‘giorno di visitazione
non è sempre contraddistinto da gravi
avvenimenti. Regna la pace; i cittadini
godono di una prosperità apparente“^; la
vita nazionale sembra svolgersi in modo
. affatto normale e senza scosse. Ma vi è
qualche cosa di guasto nell’organismo,
qualche germe di cancrèna, non ancora
visibile per la massa del popolo, ma capace di corrodere, di distruggere, coll’andar del tempo, il più potente organismo
sociale. In una situázione simile si trovava, a mo’ d’esempio, il grande Impero
Romano sotto gli ultimi suoi governanti;
così ancora la Francia al principio del secolo XVII°, quando, inconscia, correva
rapidamente verso il vortice della rivoluzione.
Allorquando una nazione si trova in
questo stato di falsa sicurezza. Iddio fa
sorgere nel suo seno qualche veggente,
qualche profeta : qui sarà un grande pensatore e scrittore, là un gran ministro di
Stato, altrove, un semplice cittadino.
Questo veggente, questo profeta realizza
il pericolo gravissimo che sovrasta al suo
paese; raccoglie attorno a sé alcune anime capaci di comprenderlo, e si costituisce l’apostolo di quegli atti di giustizia, di quelle riforme morali e sociali che
potrebbero, qualora venissero effettuate,
salvare la nazione.
Questo è per essa il giorno della visitazione. Spunta, passa presto, pochi vi
pongono mente; e quindi, dopo un tempo
più o meno lungo, viene il giudicio, cioè
la rovina. Un oratore principe del pulpito inglese, commentando le parole del
nostro testo, avverte che ci sono tre
tempi, di inuguale lunghezza, nella vita
di ogni popolo: il periodo della grazia,
quello dell’accecamento e quello del giudicio. L’avere oltrepassato il periodo
della grazia vuol dire dunque correre inesorabilmente verso lo sfacelo.
Delle otto nazioni europee presentemente in guerra, è più che probabile che
alcune sieno pur troppo entrate nej^pejipiodo ^ll’acc^amento dell’in^ryj
Jttiento, Pi qua|f prelud^^àl periodo
i’^udipicft Qua^' sono <^ste sciagu®Èe;'
%azio^ki rNes^ho*qui vMrà assumevi#
tremenda responsabilità di sentenziare.
In siffatta grave ^materia tutti sehtiàÌiàb"''^
che a Dio solo appartiene il giudicio.*Ü II
■Signore regna... egli giudicherà i pop^Ü""
in dirittura!»,.
Come cittadini italiani però, abbiatPÒ
l’intimo, profondo convincimento »'èliè
ritaliap trascinata, suo malgrado, iiiR ,
l’immane conflitto, trovasi tuttora'
ii¥z
uC'i
non ostante le molte sue mancanze qd,,i
molti suoi peccati — nel periodo dèlia
grazia. Il gran giorno della visitazionè è
giunto anche per essa. Lo ha riconósciuto; e senza esitazione alcuna ^l'"è
schierata dalla parte che, sinceramente,
crede essere quella della verità, della gjWr
stizia, del buon diritto, con la ferma speranza di contribuire così ad affrettai il
giorno tanto sospirato in cui verrà fljialmente « assicurata ai popoli straziati úna
pace vera, equa, una pace per tutti, sfaza
echi di odio, senza strascichi di rancore
e di vendette ».
0 Italia nostra diletta, possa qùéllo
spirito di verità e di giustizia che,,oV,à
sembra ispirare ogni tuo atto, non dip¡arT
tirsi mai da te ! Sì, possano i nostri igovernanti vedere sempre più distitltamente che l’unica sorgente della i/èra
V i *
grandezza d’una nazione sta nella ‘^ustizia ! Allora, qualunque cosa sia.^peir
accadere, noi sopporteremo con seifqnp,
invitto animo qualsiasi sacrifìcio, sicuri
che Iddio guarda con occhio benigfib.^il
Popolo nostro al quale Egli ha serbato
un glorioso avvenire.
IH-'
« Perciocché tu non hai riconosciuto il
tempo della tua visitazione ». ■ .?
Queste parole, spiegano, infìne, la decadenza e la rovina delle chiese. * ■
La Chiesa di Cristo in genere, la Chièsa
Univérsale, non può scadere, non^j può
perire, perciocché il suo Gran Capo je ha
promesso che « le porte deH’inferno non
la potranno vincere ». Ma le chièse particolari possono benissimo perire; ed‘è un
bene che spariscano tutte quelle che son
diventate completamente infedeli, alla
loro vocazione. Dove sono oggi quelle
sette chiese asiatiche, un tempo così fiorenti, ed alle quali il Cristo risorto ri'yolse
così solenni -ammonimenti ? Dove sono
o,ggi quelle chiese dell’Africa settentrionale, le quali, durante ,i quattro primi
secoli, tennero un posto così eminente
nella storia del cristianesimo ? Esse tutte,
ebbero il loro periodo di pi;osperità; ebbero poi il loro giorno di visitazione ; e,
non avendolo riconosciuto, venne presto
il periodo della decadenza e della rovina.
E — per citare un esempio a noi più vicino — che cosa successe alla Chiesa di
Roma in sul principio del secolo XVI” ?
Alle migliori, più pure e più sante anime
nel suo seno fu concessa da Dio la chiara
visione dell’urgente suo bisogno di riforma. Fu quello un giorno di visitazione.
La Chiesa di Roma, come tale, non lo
volle riconoscere, e perdette d’un colpo
quasi la metà de’ suoi membri.
La nostra piccola Chiesa Valdese anch’essa fu visitata più volte attraverso
i secoli, nei modi che tutti sanno; ed il
fatto che Iddio non solo la lasciò sussistere durante quasi un millennio, ma la
fece prosperare, specialmente in questi
ultimi tempi, sta a provare che essa non
rimase, per lo passato, completamente
sorda ai divini ammonimenti. — Quale
atteggiamento prenderà la Chiesa Valdese di fronte a’ mòniti dell’ora presente?
Ecco, 0 fratelli, la quistione capitale da
cui dipende tutto il suo avvenire. —
©'^|ino di pòi sente che^iiS;^uest-*orft'so- f
lèpòe noò i®auguriam@ soltanto il Sipo||j del .19,15, ma ancofa uh nuovo pe- ^
Muffo di storia valdese. É siamo ehiamati ■■
ad inaugurarlo in circostanze di una gratvità eccezionàle.iLa guerra}’in cui siamo
coinvolti, l’orrenda guerra con le mille
preoccupazioni che ne derivano, pesa su,
noi come una cappa di piombo, conturba
profondamente lo spirito nostro, pafalizza le nostre forze togliendoci molti
operai, e privandoci di quegli aiuti materiali che ci paiono indispensabili alla
.. esistenza ed allo sviluppo delle varie nostre opere.
In questi tristi frangenti il Signore
viene a bussare alla porta del nostro
cuore. Egli chiede di essere ricevuto e di
essere udito. Affrettiamoci a riceverlo ed
ascoltiamolo riverenti e commossi. Ecco
il Suo messaggio: «Chiesa Valdese, se
tu vuoi vivere, prosperare, e compiere la
tua missione nel moqdo scrivendo nella
storia del Cristianesimo una pagina
nuova, più bella, più gloriosa ancoradelie precedenti, questa è la via che tu
devi seguire: umiliazione, fiducia e consacrazione ».
Sì, umiliamoci, o fratelli, chè ne abbiamo ben donde; umiliamoci a cagione
dei peccati nazionali: l’orgoglio, l’incredulità, la bestemmia, l’immoralità, l’impurità ed altri molti; umiliamoci a cagione dei peccati particolari alla chiesa
nostra; le nostre perniciosissime divisioni, la mancanza del vero amor fraterno, la tiepidezza della fede, la rilassatezza de’ costumi, l’amore del mondo,
l’abbandóno della Casa di Dio, l’abbandono della Parola stessa di Dio... Riconosciamo tutto questo, e imploriamo il
perdono del Padre.
E dopo esserci umiliati « sotto la potente mano di Dio, accostiamoci con fiducia al trono della grazia, acciocché otteniamo misericordia, e troviamo grazia
per soccorso opportuno ». — E quando
avremo la certezza che il Supremo Pastore è con noi, e che Egli di nulla ci lascierà mancare, allora una cosa sola ci
resta a fare : consacrare tutto l’essere nostro al suo santo servigio.
Cari colleghi, fratelli e sorelle.
Non abbiamo quest’anno la gioia di
consacrare nuovi operai al Santo Ministero. 0 volesse Iddio che questo fosse
l’anno della consacrazione di tutta la
Chiesa Valdese ! L’anno dellà riconsacrazione dei pastori, degli evangelisti, degli
anziani, dei diaconi, dei professori, degli
insegnanti e di quanti altri già si sfrozano
di fare qualche cosa per l’incremento del
Regno di Dio ; l’anno della consacrazione
di quei numerosissimi figli della chiesa,
i quali sino ad oggi hanno dato il loro
cuore al mondo invece di darlo a Colui
che sul Golgota ha dato se stesso per loro.
0 volesse Iddio che quest’anno in cui le
coscienze sono scosse ed i cuori resi più
sensibili alle sante emozioni, ogni Valdese, raccolto nel santuario della sua coscienza dicesse al suo Dio in un’umile preghiera : « Signore, amaramente rimpiango
gli anni perduti; perdonami; ma ora vivissimamente desidero di consacrare a
Te quel poco che mi resta di vita e di
forze ; io voglio d’or innanzi servirti, con
tutte le mie forze, servire Te solo, servirti
sino alla fine; prendimi quale io sono e
rendimi quale debbo essere, battezzandomi col tuo Santo Spirito ». — 0 volesse Iddio che ritornassero veramente
cristiane tutte le famiglie valdesi I Allora più non avremmo a lamentare la
penuria degli operai; allora si compirebbe
per noi il grande « effata » : si aprirebbero
più largamente le borse e troveremmo
nel sene stesso della chiesa le risorse necessaMé òer farla viyéie non solo, ma per
f|rla progredire; si aprirebbero ovunque
m labbwi per prefficare con maggior
Ìbrza5% éon maggior efficacia le virtù di
Colui che dalle tenebre ci ha chiamati
alla sua maravigliosa luce ; si aprirebbero
i cuori ai sentimenti del più puro amor
fraterno; allora a-vtemmo un medesimo
sentimento ed una medesima carità, e
serviremmo il Signore « di pari consentimento », e la chiesa nostra sarebbe finalmente all’altezza della sua santa missione.
Tale è, o fratelli, il significato della visita che il Signore del cielo e della terra
ci sta tacendo; tale è la sua richiesta.
« Ora dunque, o Israele », o Israele delle
Alpi, « che cosa chiede il Signore Iddio
tuo da te, se non che tu tema il Signore
Iddio tuo, per camminare in tutte le sue
vie, e per amarlo, e per servire al Signore
Iddio tuo con tutto il tuo cuore e con
tutta l’anima tua ? ».
' Chi oserebbe disubbidire ancora ? Ma
dov’è quel discendente de’ martiri il cui
cuore sia tanto indurito da non essere più
in grado di udire, in mezzo all’infuriar
della bufera, la voce infinitamente amorosa del Padre Celeste ? Dov’è quel discendente di Gianavello tanto degenere
che, di fronte ad un avvenire oscuro, non
abbia più nè la forza nè la volontà di sollevarsi sulle ali della fede, sino all’Iddio
delle liberazioni ? 0 diletta Chiesa Valdese, guai a te se tu non riconosci il
tempo della tua visitazione ! « Se non ti
ravvedi», ammonisce l’Eterno, «se tu
non ritorni alla tua primiera carità, se
tu non fai le primiere opere, tosto verrò
a te e rimoverò il tuo candelliere dal suo
luogo ».
Ma, fratelli e sorelle, questo non sarà.
Non, sarà perchè noi ci vogliamo ravvedere, noi vogliamo ritornare alla «primiera carità», noi vogliamo fare «le primiere opere ». E così la Chiesa Valdese
non morrà. Iddio che l’ha maravigliosamente protetta sino a questo giorno non
lo vuole. Egli vuole invece che essa viva,
che essa viva di una vita sempre più rigogliosa e feconda. Egli vuole che essa,
rinnovata dallo Spirito Santo, ritemprata
nella sua fede alla fìamma purificatrice
della prova, diventi nel mondo e>^ specialmente nella patria nostra, un potente
fattore di luce, di vita, di benedizioiie e
di pace. — Così ci aiuti Iddio, e sia benedetto il suo Santo Nome ora e sempr^ !
Amen. '
Sous la présidence du doyen des pasteurs en activité de service, M. le pasteur Barthélemy Gardiol, de Bobi, on
procède à l’élection du Bureau, qui résulte composé comme suit: Barihélerng
Revel, président; docteur Robert Prochet,
vice-président; Henri Pons, G. Del Pesco,
Rinaldo Malan, secrétaires, et Théodore
Longo et V. Morglia, assesseurs.
M. le Président, en termes émus, remercie l’assemblée qui vient de l’appeler
à une si haute fonction et rappelle les
principaux événements qui ont eu lieu
pendant l’année ecclésiastique qui vient
de s’écouler, surtout ceux qui touchent
de près à la marche de notre Eglise, tels
que: « J’envoie, dit le Président, un salut fraternel à nos collègues qui ne sont
pas avec nous parce que appelés à accomplir leur devoir pour la patrie. MM.
Pascal, Bosio, Comba, Bertinat et Arthur Vinay. J’envoie aussi un salut aux
candidats et à nos chers soldats que nous
recommandons à Dieu; puissent-ils tous
revenir victorieux après avoir combattu
pour la patrie. Nous exprimons aussi aux
familles plongées dans le deuil notre plus
J
3
vive ^sympathie. . Nous avons aussi le devoir die mentionner les collègues rappelés
pour la patrie éternelle: Joseph'Silva, qui
nous venait de l’Eglise Libre; J. D. Armand-Hugon, pasteur en retraite; Pietro
Mariant, qui, lui aussi, nous venait de
l’Eglise Libre; Henri Garrou, fauché à
l’âge de 45 ans; David Pcyrot, si connu
dans nos Vallées et si apprécié.
Les séances sont fixées de 8 à 12, et de
2 à 6 heures.
Quelques explications sont données sur
les billets d’admission aux séances du Synode, après quoi M. Paolo Calvino clôt
par la prière. . (A suivre).
Letlm ie M. Laieard, niisiniire.
Mombasa (Colonie Anglaise de l’Afrique Orientale)
le lundi 2 août 1915.
Cher Monsieur Tron,
Il y a quelques jours je vous écrivais
une carte postale pour vous donner un
signe de vie; mais je pense que quelques
notes moins laconiques concernant notre
voyage intéresseront les lecteurs de
L’Echo; les voici, donc; à vous d’en faire
l’usage que vous jugerez bon.
C’est en avril ou mai que, règle générale, les départs pour le Zambèze on te
lieu. Le voyage durant une dizaine de semaines, on arrive ainsi dans ce pays en
juin ou juillet ou août, époque la plus
froide, ou mieux la moins chaude, de
l’année, et pendant laquelle les moustiques] ces redoutables véhicules de la fièvre malarienne, sont relativement peu
nombreux. Nous i^c. à d. MM. Burnier et
Monteverdi et le soussigné) devions, en
effet, partir vers la fin de mai; mais l’état
dans lequel se trouvent les différents
pays d’Europe ne nous a pas permis de
partir de Naples avant le 5 juillet. Et,
d’autre part, c’est d’ordinaire Via Londres-Cap Bonne-Espérance-Chûtes Victoria que ces voyages s’effectuent. C’est
encore la guerre qui nous a amené mes
collègues et moi, à suivre la voie Est, c.
à d. Via Mer Rouge-Beira-Chûtes Victoria. Quoique la voie occidentale (Via Loiidres) mesure environ 15.000 kilomètres,
tandis que celle orientale (Via Mer Rouge
n’en mesure que 13.000 à peu près, le
Voyage dure moins par la première (environ deux mois) que par la seconde (environ deux mois et demi). Les bâteaux
passant de ce côté-ci touchent à une dizaine de ports, tandis que le service est
beaucoup plus rapide et direct par l’Océan Atlantique, vu que les bâteaux
n’on| qu’un arrêt ou deux.
Mais il est temps d’en venir à notre
voyage proprement dit. C’est le 18 juin
qu/’a eu lieu la douloureuse séparation
d’âvec mes chéris restés au Pomaret;
iais Dieu est bon, Il nous a soutenus les
ins et les autres. C’est encore la guerre
qui m’oblige de partir seul, M.me Lageard devant rester auprès de ses enfants.
Nous sommes à un moment de sacrifices
pour tout le monde; et les disciples de
Celui qui s’est donné pour nous, qui est
mort pour notre salut, seraient-ils moins
prompts au sacrifice que les autres classes de l’humanité ?... Ceux qui sont appelés à « semer la vie d auraient-ils moins
de courage que ceux qui s’en vont « Semant la mort ? ». — C’est évidemment
un problème grave que celui de la séparation en question; aussi nous avons
beaucoup plus besoin d’une profonde
sympathie, d’ardentes prières, que d’une
critique ou de jugements toujours faciles.
La foi est mise à une épreuve des plus sérieuses; et il faut nous dire que «croire
en Lui », placer en Lui notre confiance
entière, implique bien des choses que la
simple raison humaine saisit difficilement.
D’autre part, il faut que nous soyons non
moins réellement convaincus, que le service de Dieu « aussi » et surtout est en
droit de réclamer de nous des sacrifices
qui coûtent; ne devons-nous pas, à
l’exemple de l’écrivain sacré, dire nous
aussi de tout notre cœur: Je n’offrirai
pas à l’Eternel des sacrifices qui ne me
coûtent rien ? J’ai peur que trop souvent
et trop facilement nous prenions notre
désir, notre volonté pour la volonté de
Dieu. C’est là un danger bien grave de
chaque jour et de chaque heure. Aussi
Jésus nous m^t fortement en garde con-tre un pareil écueil par l’exemple de sa
vie: Non pas ma volonté, ô Père, mais
la tienne soit faite. — Le fait est si important qu’il justifie ma digression.
— Arrivé à Turin j’y ai trouvé M. A,
Monteverdi d’Ivrea, artisan missionnaire
se rendant au Zambèze pour la première
fois. C’est le premier artisan missionnaire
que l’Italie fournit à notre Mission. —
Après avoir réglé la question de nos passeports auprès des autorités italiennes,
anglaises et portugaises, le 19 nous partions pour Rome et Naples. Notre bâteau, le Cluny C asile {de la Union-Castle
Line) devait quitter cette dernière ville
vers le 22 ou 25 juin ; aussi à peine arrivés
à Naples nous nous rendons chez l’agent
de la Compagnie pour savoir si notre bâteau était arrivé; nous apprenons qu’il
venait seulement d’arriver à Marseilles
(venant de Londres), et que pour quelques jours il ne serait pas à Naples !
Quelle déception ! Nous voici à l’école de
la patience, même avant d’atteindre l’Afrique, ce continent où la patience est
journellement mise à la plus dure des
épreuves, à tous égards. Saint-Paul a
mille fois raison de nous exhorter à la patience, souvent comme il le fait. Ce n’est
que le... 3 juillet que le Cluny faisait son
entrée dans le port, pour en repartir deux
jours après !... C’est dire que nous avons
dû attendre pendant deux semaines 1!
Le même sort était réservé à de nombreux passagers soit à Naples soit à Marseilles, où le bâteau a été retenu une dizaine de jours, à cause de l’engombrement du port. Je faisais remarquer à un
agent de la Compagnie que les voyageurs,
en pareil cas, devraient être indemnisés.
— Soyez content de pouvoir partir, me
répondit-il; notre Compagnie perd, ajouta-t-il, 15 mille francs par jour de retard 1
C’est le lundi après-midi (5 juillet) que
le Cluny levait l’ancre. Quel splendide
coup d’œil l’on a de ce coin enchanteur,
depuis le navire s’éloignant lentement de
la ville 1 Oh que l’Italie est belle ! Et Naples et ses environs sont un des plus
beaux endroits d’Italie ! Je ne dirai pas:
« Vedi Napoli e poi mori », mais: « Vedere
Napoli e volervi rimanere » !
Pour que ce désir fut plus ardent encore il faudrait que certains milieu aient
un peu plus d’amour pour la propreté et
que la conscience de beaucoup de gens
soit une chose moins élastique ! On est
trompé et volé de la façon la plus honteuse ! On vous demandera dix francs
d’un article en valant deux ! Une dame
prit une barque pour se rendre à bord
du Cluny avec quelques effets; on lui a
demandé 20 francs pour un trajet de dix
minutes à peine; à force protester elle
réussit à n’en payer que quinze ! M. Monteverdi et moi avons fait ce même voyage
et avec plus d’effets que cette dame pour
le payement normal de 2 frs. 40 centimes ! Nous avions déjà fait quelques expériences instructives, et nous étions du
sexe fort ! Avouez que c’est écœurant !
Il est de toute urgence que les autorités
compétentes mettent fin à des habitudes
qui déshonorent grandement notre beau
pays.
À bord j’ai entendu, à ce propos, des
étrangers porter des jugenients sur les
napolitains, qui m’ont fait rougir de
honte ! Faisons quelque chose d’utile, si
possible à cet égard. Mombasa même
pourrait donner de précieuses leçons à
Naples ! Les premiers devront-ils passer
au dernier rang ? Non !... Les surprenantes améliorations, qui ont été apportées
dans bien des domaines de la ville ces
dernières années, font bien espérer pour
l’avenir.
Peu après le départ nous arrivons près
de l’île de Capri, célèbre par les souvenirs de Tiberio Claudio Nerone, qui se
rendait dans cet endroit pour oublier ses
crimes. Quand Nelson voulut abattre la
République Parténopée, il fit de l’île son
quartier général. Ce qui-Mtire beaucoup
de visiteurs à Capri présentement, c’est
la célèbre Grotta Azzurra. Le mardi matin, vers 4 heures, nous étions près des
îles Lipari, où l’on voit le Stromboli, volcan toujours plus ou moins en activité.
. L’île Stromboli a été, suivant les anciens,
le séjour du dieu des vents (Eolus). Peu
après apparaissaient à l’horzion les côtes
de la 5(ci7e, puis l’Etna s’élevant majestueusement vers le ciel, mais ne donnant
pas signe d’activité... heureusement. Le
bâteau, avançant assez rapidement, nous
noiis trouvons bientôt dans le détroit de
Messina, qui, au point le plus étroit, n’a
que 5 kilomètres envrion de largeur.
Nous sommes aussi à Scilla et Caridda;
mais ce qui nous préoccupe le plus, c’est
le souvenir néfaste de décembre 1908. —
Grâce à la touchante sympathie pratique
universelle, ces régions reprennent peu à
peu leur aspect primitif. — Après avoir
perdu de vue les terres italiennes, on n’a
que la perspective de voir Crète, si on
s’en approche assez, ce qui n’a pas été
notre cas.’Cependant, en passant àu large
je pense à Paul et à Tite (Actes xxvii, 7,
et Tite I, 5), comme nous avions pensé à
luia«ien côtoyant la Sicile», en voyant
Rhégf. {Actes XXVIII, 13), ou en visitant,
quelques jours auparavant, Puzzoles (Actes XXVIII, 13) et en parcourant la voie
Appienne (Actes xxviii, 15). — La distancé de Naples à Port Said est de 1950
Idlomètres environ; nous aurions pu arriver dans cette ville dès le vendredi
après-midi, mais le capitaine ne désirait
y aborder que le samedi matin; et ainsi
fut. iPort Saïd, a 56 mille habitants, desquels 17 mille sont Européens et les autres d’un peu partout. La ville est bâtie
sur des matériaux sortis du Canal de
SueZ;à l’entrée duquel elle se trouve. Elle
n’a rien de très spécialement saillant, .si
ce n’iést son cachet de cosmopolitisme à
tous’égards. Son phare projette ses rayons lumineux à 40 kilomètres à la ronde,
dit-on. Les italiens y sont relativement
noinbreux.
Ils ont même un journal, se publiant
cependant à Alexandrie, sauf erreur: Il
Mesèpggero Egiziano. La « Dante Alighieüi » a aussi une association en ville.
Au point de vue religieux il y a des églises
angljeanes catholiques et grecques ainsi
que guelques mosquées. Il y a une agence
de la Société Biblique Britannique étrangère,* qui vend la Parole de Dieu en 80
langues différentes ! Vu sa situation,
Porto Said augmente de jour en jour et
est appelée à avoir une grande importance. Elle est le trait d’union entre l’occident et l’orient. C’est là, ai-je dit déjà,
que pommence le fameux Canal de Suez,
à l’entrée duquel s’élève une magnifique
statue du français Ferdinand De Lesseps,
auqiiel on doit cette œuvre gigantesque.
Le canal a été commencé en 1859 et inauguréicn 1869. Il y a eu jusqu’à 25 mille
hommes à la fois y travaillant. On y a
extrait 75 millions de mètres cubes de
matériaux; il a une longueur de 161 kilomètres ; une largeur variant de 70 à
110 mètres et une profondeur de 9 et %
m., et à cette profondeur la largeur n’est
plus que de 30 m. Il a coûté la bagatelle
de 475 millions ! Mais son rendement est
plus surprenant encore. Normalement ce
sont'environ 6.000 bâteaux qui passent
annuellement par cette voie dans les
deux directions. Chaque navire payant
en moyenne un droit de passage de 25
mille francs, cela donne la somme fabuleuse d’entrées annuelles de 150 millions!
Notre bâteau qui n’est que de 5.000 tonnes environ, a payé, à notre passage, 18
mille francs, sauf erreur. Il y a présentement peu de trafic; cependant un des
jours avant notre passage, 14 bâteaux
payàient près de 350 mille francs !
La traversée dure de 16 à 20 heures;
on traverse une région misérable; ce ne
sont que des étendues de sable à perte
de vue; c’est le pays de la soif et de la
désolation. Entre Port Saïd et Suez il n’y
a guère que la petite ville d’Ismalia qui
ait un peu d’importance. On voit de
temps en temps quelques chaméaux,
cette bête curieuse faite pour ces régions
et si hautement appréciée.
(A suivre).
CHRONIQUE VAUDOISE
mi les Vaudois. Elle venait au nom de
Mrs. Middleton passer quelques moments
au milieu des mères de famille des paroisses de Villar et de Bobi, leur apporter
un message de sympathie dans ces moments où plus d’une d’entre elles passe
par l’épreuve. Après un entretien béni
autour de la Parole de Dieu et dans la
prière, et avant de se séparer pour retourner à leurs occupations pressantes en ce
moment de l’année, nos chères mères purent savourer une bonne tasse de thé
tout en rappelant à leur souvenir la bienfaitrice qui, ne pouvant plus, à son grand
regret, venir au milieu d’elles, ne les oubliait -pas.
Dans l’après-midi d’hier, dimanche,
c’était le tour de Miss Edythe Miller de
faire une visite bien appréciée aux jeunes
filles de l’Union Chrétienne. 35 d’entre
elles répondirent à l’invitation qui leur
avait été faite, et celles qiii étaient retenues à la montagne par les soins à donner
au bétail ne manquèrent pas de faire
parvenir leur message d’affection chrétienne soit à leurs compagnes, soit à celle
qui était venue leur porter une parole
d’encouragement et d’espérance. N. N.
LA TOUR. Dimanche dernier nous
avons eu le plaisir d’avoir au milieu de
nous à la réunion mensuelle de prière, à
laquelle prirent part outre le pasteur de
La Tour, MM. Paul Calvino et Arthur
Muston, M. le pasteur Bianquis de Paris,
directeur de la Mission de Paris. — Nous
avons entendu de sa bouche les détails
au sujet de la déclaration de guerre
qui a été une surprise générale pour la.
France qui ne s’y attendait pas. Aussitôt
après eut lieu la mobilisation, qui appela
au service militaire un bon nombre de
missionnaires. Le gouvernement, par
mesure de précaution, mit sous séquestre
l’argent des banques, de telle sorte; que
il y ewt un moment de véritable appréhension et les ouvriers de la Mission durent se contenter d’un à compte. Cependant, à côté de ces épreuves, il y eut
aussi de grandes bénédictions. L’argent
vint insensiblement et l’on a pu faire face
aux besoins.
Les amis de l’étranger, entre autres,
le capitaine Wiseley s’engagea à trouver
250.000 francs pour le Zambèze, en versant lui-même 50.000 francs. D’autres
amis entendirent le cri de détresse et les
Protestants de France, ainsi que les souscripteurs, accomplirent leur devoir. Les
convertis, à leur tour, en présence du déficit, se cotisèrent généreusement et offrirent de grandes sommes soit à l’Etat
soit au Comité des Missions. Le Madagascar, par exemple, versa au-delà d’un
million et demi. Malgré les temps difficiles, malgré la mort de quelques missionnaires et de quelques élèves missionnaires, on pourra envoyer du renfort au
Zambèze, au moins sept personnes. —Dieu fournira les hommes ainsi que l’argent. — M. Bianquis a été suivi avec la
plus vive attention et adressa encore
quelques paroles après la réunion, aux
membres des Sociétés Missionnaires de
La Tour et de Saint-Jean.
—^ Un autre deuil vient frapper notre
paroisse par la mort du soldat Auguste
Jalla, de l’Envers, fils de la veuve Marie
Jalla des Jalla. Il appartenait à la croix
rouge et a été frappé par une grenade.
Que le Seigneur soutienne la mère si
vivement éprouvée.
BOBI. Nous avons eu ces jours passés
deux visites qui nous onj fait le plus
grand plaisir.
Celle de M.me Miller, la compagne vénérée du docteur Miller, bien connu par
C.-A. Tron, Directeur-responsable.
bonne: FAMIL.L.E:
cherche personne de service vaudoise.
Offres à l’Imprimerie Alpine.
4
I
Âassïi':
■Has!
ÜÍ!!^
-T-rnfiia.Mia^aa;
ANDATE MILITARI ? A qualunque Classe'e Categorìa apparleiijate, frequentate per pochi giorni la
ita Scuola Piemontese Allievi Chauffeur in Pi
E PASSERETE NEGLI AUTOIMOBILISTI
Corsi speciali - Scuola - Officina per Meccanici — Corsi
regolari, accelerati, diurni, serali e festivi. — Tutti possono
intervenire purché abbiano compiuto il 18““ anno d’età.
La Patente Governativa di
è seriamente garantita in 15 giorni. il DIRETTORE
NOLEGGIO - RIPARAZIONI. LUIGI RENA
-m.
■B
TIPOGRAFIA ALPINA
di Augusto CoTssou vw w -uv TORRE PELLICE
Lavori Commerciali - Edizioni
Stampati per Gomuai - Opere Pie - Esattorie
BOLLETTINI DI SPEDIZIONE
A GRANDE E PICCOLA VELOCITÀ
Indirizzi di Spedizione con occhiello .sxs'.sw-sss^.sss'
CARTA DA LETTERA IN ELEGANTI SCATOLE
RECUEIL DE VIEILLES CHANSONS
ET COMPLAINTES VAUDOISES
wwvwu 104 pagine, in bella veste tipografica — L. 0,50 waa.vwx/
STORIA DELLA RIFORMA IN PIEMONTE '
w del Prof. G. Jalla L. 5 w
GUIDE DES VALLÉES VAUDOISES
«>n. III®’ edizione vv -wv
LÉGENDES VAUDOISES --v -«v
HISTOIRES DES VAUDOIS
de Teofilo Gay et Scipione Pentolo.
W W VV 'W W A/W\/A/0 W W VO *WVV VV/W VV W VV W AA/V\/AAr W
Depositario delle Case editrici J. H. JEHËBEB di Ginevra
e BEBGER-LEVRAULT di Parigi
vwv CATALOGHI A DISPOSIZIONE
m
I
!')
ON CHERCHE
pour le l®r Octobre, pour fillette
de 2 ans, une bonne expérimentée,
au dessus de 25 ans'. On insiste pour une
bonne santé.
S’adresser à M.me Lily De Fabii,
58 - Via Goito - ROMV.
Q<^00C300000a0000
OnocURDUIKOFEKREROn
” DIRECTEUR OE LA SECTION «
OTO-RINO-LARINGOLOGIQUE X
AU « NUOVO OSPEDALE > OE TURIN V
Spécialiste pour les maladies U
du he:z ■iiiiiimiimimfiiimiimnmiiiiinimmiiiiiimiiimmiiiiiimimm
de la ^
... et des OHiEIUjES q
Guérison sûre et rapide des Q
défauts de respiration nasale. Q
TURIN - Via Goito, 6 (près de la Q
Gare Centrale) de 1 h. à 4 de l’après-midi. Q
Téléphone 4-83. ft
§
speeialista nelle malattie degK
Occhi
Orecchi
Naso
e Gola
Torino - Portici Via Nizza,15 p.n.
ialU or* 11 all* 12 * IS *H* 18 /*HeU
dell* or* 10 * 12/*stìvt C
( Buarlglon* dal difatti di rasplrmilana
_______nasale In 6 a 12 era
u\
Wn mi
RiO.VORItfii, « Home Uienvenue » se rattachant à l'église réf. évang. française de
Bayswater, reçoit et place institutrices et
gouvernantes. — Adr. Mme la directrice,
i6, St. Stephen’s Road - LONDREÎS W.
PEINTURE MODERNE
systèmes nationant et étrangers
mmeà Pélls A nis
via Venti Settembre - N. 8
■imiiiiNiiiiiiiiimiii
Peinture à la fresque et à l’huile
Tapisseries en papiers et incrustations
Blanchissages à la chaux
Dorures, etc.
WW- Prix modérés vvv
0 MALADIES
DES VOIES URINAIRES
Reins - Vessie
Prostate - Urèthre
Docteur S. €0L0ilBll\0
SPECIALISTE
ancien assistant à l’hôpital Necker
de Paris
8
0
8
Turin - .30, Via Orto Botanico
Télópüone 23-26
81 SE
I AMERICAN DENTIST |
I P. A. MOAIDOM, D. D. S. I
^ Dottore in Chirurgia Dentaria ^
m ^
§ TORINO - Corso Oporto, N®25, ^
^ piano 1° - Telefono 51-33. ^
g TORRE PELLICE (il Sabatà)!. g
S Piazza Cavour, casa rossa. . S
1^^^ mmmm mm mmMmmmmß
■ 1
LES PHARMACIES
D!^ GEYMONAT
TORRE PELLICE Téiéph. n° 82
malgré les difficultés présentes, continuent à livrer
aux prix les plus convenables, non seulement
tous les produits pharmaceutiques, sous cachets
de garanties, et les spécialités authentiques étrangères et nationales; mais encore les articles de
gros, suivants:
BENZINE POUR AUTO, dans des bidons brevetés.
HUILE D’OLIVES pure et de première fraîcheur.
‘ S i
d
®
Sii-tí
Oí Vd CB
=* +r?
^ -J_3
C a
O iD O)
CO pj
0Í
CO
n
0
a
d
d
O
CS3
isa
CQ
% a
O
ta ^
ü
00 ^
o;
g“®
0;g
•a
a
CQ
>
O
cü
09
CS
d
S
1^
O
Cd
w
O
q:S
O
S3
»
ä
pâ
©
PERLO SVILUPPO
ECOÎHSERYAZlOIiE DEI
CAPELLI
USATE
i$mwê
Vi*’' -.
> Tcó
61 PUoS'--^
AVERE '
OD AL PETRO LIO
Gradevolissima nel profumo
Facile nell’ uso
Disinfetta il Cuoio Capelluto
Possiede virtù toniche
Allontapa T atonia del bulbo
Combatte la Forfora
Repòe lucida la chioma
Rinforza le sopraciglia
riantiene la chioma fluepte
Copserva i Capelli
Ritarda la Canizie
Evita la Calvizie
Rigenera il Sistema Capillare
Si Tende d« tutti 1 7àrmacÌBtl, Drog^hlerl, Profumieri • Permechierl.
Deposito Generale da mmOME tt C. - Via Oreflel • miLARa. — Febbri« di PiNafumapla, Saponi a Artiooli pop
la To'stta e di chUicoplìapia per FariMoisti, Brashiorl, omneapliapl, Ppofumiapi. Parpuealiiapi. Basap.
DKPOiJTQ Ili
TORRE PELLICE - IMPRIMERIE ALPINE