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SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGEUCHE BATTISTE, METODISTE, VALDESI
Spedizione in a. p. 45% ■ art 2 comma 20/B legge 662/96 - Filiale di Torino
In caso di mancato recapito restituire al mittente presso l'Ufficio PT Torino CMP Nord
Euro 1,14
Anno IX - numero 10-8 marzo 2002
■EDITORI
Connittì di interessi
; di ALFREDO GUARINO
■ BIBBIA E ATTUALITÀ ■
GRATIS
«...comprate senza denaro, senza
pagare, vino e latte»
Isaia 55,1
L>INVITO al banchetto messianico rivolto ai poveri che non
hanno di che pagare è uno dei testi
scelti da un lezionario protestante
per il tempo di quaresima. Non so se
ci sia dietro questa scelta un’intenzione un po’ polemica contro l’esaltazione del digiuno e dell’astinenza
quaresimale nei confronti di certi cibi tipica della tradizione cattolica. Se
l’intenzione era questa, evidentemente, oggi non ci interessa molto.
È importante, invece, il fatto che
questo testo è scelto per la domenica
successiva a quella per cui sono indicati i quaranta giorni di digiuno di
Gesù nel deserto. La riflessione può
essere stata questa: banchetto gratis
per i poveri, sì; acquisto senza denaro, sì; cibo abbondante, anzi persino
il vino (<che rallegra il cuore dell’uomo» (Salmo 104, 15), pur non essendo indispensabile, si; ma il prezzo di tutto questo è stato pagato con
il digiuno di Gesù per quaranta giorni nel deserto.
Ma il tempo di Gesù, qualunque
sia il numero dei giorni, è tuttavia tempo pieno di cose nuove.
Quaresima è un tempo che può essere di Gesù e che come tale può essere
tempo di una nuova economia che
non sia semplicemente «new economy». La quaresima economica è
«new economy», perché non è quaresima: è un tempo come tutti gli altri in cui gli affari sono al vertice di
tutto. La quaresima tutta spirituale è
quella in cui i poveri sono privati del
loro diritto di mangiare alcune cose
di cui forse potrebbero anche disporre: è tempo di digiuno. La quaresima di Gesù è tempo in cui i povèri sono esonerati dal dovere di pagare fino all’ultimo centesimo.
..\T ENITE e comprate senza pa'' V gare vino e latte». Tutti riceviamo cataloghi di vendita per posta.
Se compri quello che ti serve da noi,
ti daremo senza aggiunta di costo
anche una borsa, un orologio, posate
di latta, un cappuccio impermeabile,
una calcolatrice, un calzascarpe, un
cacciavite che si storcerà alla prima
utilizzazione... Tutto gratis. Il tempo
di Gesù è il tempo della gratuità del
pane, del latte, dei cibi succulenti,
anche del vino. Perché no? Piace anche ai poveri. Se quaresima deve essere un tempo in cui, oltre all’annuncio della Pasqua che viene, si
possono fare scelte significative di
comportamento, oggi possiamo forse trasportare le scelte della chiesa
medievale nel nuovo contesto laico
in cui si vive il cristianesimo.
La chiesa medievale ha detto: tu
puoi fare i tuoi sacrifici personali
quando vuoi. Ma c’è un tempo in cui
è opportuno che li facciamo a livello
comunitario, come chiesa. C’è un
tempo in cui possiamo dare il nostro
aiuto personale a chi vogliamo, riconoscendo una delle innumerevoli situazioni di bisogno. Ma deve anche
esserci un tempo di convergenza collettiva sui sacrifici che, come paesi
industrializzati, possiamo fare a favore di chi non ha pane, latte, vino.
E il tempo della remi.ssione del debito. Per i credenti questo può essere
comsiderato un tempo di Gesù. Sono
quaranta giorni: un tempo lungo,
ma non infinito.
Claudio Tron
OClETi
Medici senza fondere
diANNAMAFFQ
PARAGUA\
L'aarchivio detta memoria»
di MANFREDO PAVONI GAY
Salt Lake City, la testimonianza di pace e fratellanza delle chiese evangeliche
Le chiese alle Olimpiadi
«More thon Gold» (più dell'oro) è il nome dato al programma comune di presenza
e di evangelizzazione di moltissime chiese e organizzazioni evangeliche americane
GIUSEPPE PLATONE
SALT LAKE CITY - 78 nazioni coinvolte, un milione di visitatori per 17
giorni in una città di un milione di
abitanti. Milioni di dollari di investimento per un lavoro organizzativo
intenso che si «brucia» in quattro anni. Un operazione grandiosa, paragonabile soltanto a una guerra. È
questo l’appuntamento olimpico di
Salt Lake City nello stato dello Utah
(Usa) ebe è parte di una nazione che
è pur sempre in guerra. L’abbiamo
avvertito negli accuratissimi controlli
(metal detector ovunque) che hanno
accompagnato le tante gare e manifestazioni (tre ore di attesa in aeroporto) e triplo controllo «ad personam» per la cerimonia finale nello
stadio di Salt Lake City: c’erano sol
dati e volontari addetti alla sicurezza
dappertutto. L’abbiamo anche letto
nella lettera che sessanta intellettuali
americani hanno scritto a Bush per
spiegare il loro «accordo morale» con
questa «guerra giusta». Tra i firmatari
di questo manifesto della superiorità
americana in tema di difesa dei diritti umani compare anche Michael
Walzer, storico con cattedra a Princeton, di cui ricordiamo la brillante lezione sul puritanesimo, alcuni di anni a fa, a Torino, ospite del Centro
culturale evangelico «Arturo Pascal».
In questi giorni, nel freddo pungente dello Utah, abbiamo provato a
entrare dentro l’evento olimpico attraverso il ruolo che le chiese locali
hanno svolto in questa gara spirituale. Diciamo subito che non c’è un
reale conflitto tra lo spirito olimpico
Il governo ha approvato un disegno di legge
La libertà religiosa in Italia
Il Consiglio dei ministri del 1“ marzo scorso ha approvato un disegno di
legge sulla libertà religiosa che comporterebbe anche l’abrogazione della legislazione sui culti ammessi. Si
compirebbe così la riforma della legislazione ecclesiastica avviata nel
1984 con la revisione concordataria,
l’approvazione delle norme sugli enti
cattolici e il sostentamento del clero
(in particolare la normativa sull’otto
per mille), e con la stipula delle pri- '
me Intese (articolo 8 della Costituzione) per la regolamentazione dei
rapporti tra la Repubblica italiana e
le confessioni religiose diverse dalla
cattolica. 11 disegno di legge approvato il 1” marzo dovrebbe dare compiuta attuazione ai principi costituzionali in materia di libertà di coscienza, di religione o credenza,
abrogando contestualmente la normativa ancora vigente sull’esercizio
di culti diversi dal cattolico, definiti
«ammessi» dalla legislazione fascista
del 1929-30, sotto la quale si trovano
ancora molte denominazioni evangeliche e le varie organizzazioni islamiche e di altre religioni che, per vari
motivi, non hanno raggiunto un’Intesa con lo stato. Al momento di andare in stampa non è ancora noto il
testo del disegno di legge approvato
dal governo ma ricordiamo che, dopo un lungo dibattito e l’audizione di
molti rappresentanti religiosi, nel
febbraio 2001, la Commissione affari
costituzionali della Camera, di cui
era segretario Fon. Domenico Maselli, aveva licenziato un testo che però
non venne approvato in tempo dalla
scorsa legislatura. Lo stesso testo è
stato poi ripresentato in questa legislatura, nel settembre scorso, dall’on. Valdo Spini insieme a 40 deputati dell’Ulivo. Sul prossimo numero
di Riforma daremo ulteriori dettagli
sul provvedimento del governo, (e.b.)
■ECO DELLE VALLII
Chiesa e territorio: i'impegoo
diPAVELCAJEWSKI
e lo spirito evangelico; sono entrambi universali, sono entrambi portatori di pace e fratellanza tra i popoli.
Poi è chiaro che olimpiadi significa
business, merchandising, sponsorship e chi più ne ha più ne metta. Qui
a Salt Lake molte chiese evangeliche,
in testa l’Esercito della Salvezza (che
in un anno ha distribuito nella sola
città 156.000 pasti ai senzatetto) hanno condiviso un programma di presenza e di evangelizzazione che si
chiama More than gold (più dell’oro).
Sono state coinvolte in questa operazione (che è partita quattro anni prima dell’evento) chiese battiste, presbiteriane, metodiste, luterane ma
soprattutto chiese libere, evangelicali; parzialmente è stata coinvolta an
Segue a pag. 8
Valli valdesi
Posti di lavoro
a rischio
Sono sempre più fosche le prospettive per l’occupazione nel Pinerolese:
in particolare preoccupa la costante
riduzione di posti di lavoro nelle valli
Chisone-Germanasca. Chiusa la Cascami, venduta la Stabilus, si registrano una situazione critica per la Skf e i
ridimensionamenti alla Luzenac,
mentre altri problemi investono Martin e Sachs: quest’ultima azienda ha
rimosso l’amministratore italiano sostituendolo con un «direttore di stabilimento» tedesco. Mobilitati ovviamente i sindacati, anche gli amministratori locali manifestano la loro attenzione per il problema e per le sorti
dei loro concittadini, e hanno chiesto
alla Regione l’apertura di un tavolo di
confronto, finora non attivato.
A pag. 11
L'OPINIONE
8 MARZO
SIAMO DIVERSE
Un 8 marzo, ancora, per affermare
la nostra storia di donne consapevoli,
la nostra identità, il nostro sguardo
sul mondo e il nostro progetto per il
futuro. Certamente, la violenza e il
sangue di cui gronda il presente, le
guerre, i diritti calpestati, la cultura
della sopraffazione, della menzogna e
del denaro che vediamo intorno a noi
ci preoccupano e ci sovrastano così
tanto da far sembrare che la nostra voce di donne, così poco rappresentate
nelle istituzioni, sia travolta dal frastuono di un mondo che ci piace sempre meno, e in cui ci sentiamo sempre
più a disagio. Eppure possiamo dare
tanto a questo mondo, perché siamo
un serbatoio di intelligenza, di amore
e di dialogo non utilizzato come si dovrebbe per il bene di tutti.
E il bene di tutti noi lo sentiamo fortemente, e lo pratichiamo nella vita di
ogni giorno, nelle umili cose che toccano di fatto a ogni donna: l’organizzazione domestica, la cura dei bambini,
degli anziani e dei malati, l’ascolto e la
partecipazione affettiva, emotiva e di
intelligenza ai problemi degli altri. A
cominciare da quelli dei maschi di casa, tanto bravi a farsi l’un l’altro la
guerra «fuori» e tanto fragili e bisognosi del nostro sostegno. Non è che
siamo «migliori», siamo diverse, e di
questa nostra diversità, resa più visibile e pubblica, si awantaggerebbe tutta
quanta la società. Poiché è dalla cooperazione, che noi nella nostra «debolezza» impariamo a praticare fin da bambine, e non dalla competizione sfrenata e selvaggia, che il mondo si salverà.
Cooperazione che significa riconoscimento di parzialità, complementarietà, attenzione all’altro, uomo o donna 0 bambino che sia o anziano: non
abbiamo illusioni di autosufficienza,
non siamo abituate a mostrare i muscoli, sappiamo che abbiamo bisogno
gli uni degli altri, che la rottura della
solidarietà, tra gli individui come anche nel «patto sociale» che presiede alla fondazione di ogni società è un tunnel che è devastante e pericolosissimo
imboccare. Democrazia è confronto,
dialogo, condivisione. Democrazia è
donna, se vogliamo! E ci fa piacere che
uno dei più assennati ragionamenti sui
fondamenti dello stato di diritto sia venuto in questi giorni proprio da una
intellettuale donna. Barbara Spinelli
{La Stampa del 3 marzo).
Questo vogliamo ricordare con la
forza della nostra «debolezza» in questo 8 marzo ai nostri governanti e a
quanti hanno la responsabilità delle
decisioni che riguardano la collettività: non ci riconosciamo in una società sempre più aggressiva, consumistica, mediática, che spinge alla mercificazione di tutto, a cominciare dal nostro corpo di donne, coperto di pennacchi e lustrini negli show, o comprato e venduto a ogni angolo di strada,
nelle nuove terribili schiavitù del terzo
millennio. L’8 marzo non è abbuffate o
passerelle con gli spogliarelli. L’8 marzo è riaffermare invece che siamo qui
per indicare una società diversa, in cui
non sentirci così estraniate. In questo
convinte che il «maschile» e il «femmi
nile» siano qualità di ciascuno, maschio o femmina che sia. E che solo
sviluppando di più il «femminile», la
mitezza, accoglienza, condivisione,
che poi sono le doti proposte a tutti
noi cristiani, e incarnate in sommo
grado nella persona e nella vita di Ge
sù, è possibile per il mondo salvarsi.
Piera Egidi Bouchard
2
PAG. 2 RIFORMA
All’Ascolto Della
VENERDÌ 8 MARZO 2002
«'Nel principio
Dio creò i cieli
e la terra.
^La terra
era informe
e vuota,
le tenebre
coprivano
la faccia
delVabisso
e lo Spirito di
Dio aleggiava
sulla superficie
delle acque»
(Genesi 1,1-2)
«"'Poiché
la creazione
aspetta con
impazienza la
manifestazione
dei figli di Dio;
^"perché
la creazione
e stata
sottoposta
alla vanità,
non di sua
propria
volontà,
ma a motivo
di colui che ve
Vha sottoposta,
^'nella speranza
che anche la
creazione stessa
sarà liberata
dalla schiavitù
della
corruzione
per entrare
nella gloriosa
libertà dei figli
di Dio.
^^Sappiamo
infatti che fino
a ora tutta la
creazione geme
ed è in
travaglio;
^^non solo essa,
ma anche noi,
che abbiamo
le primizie dello
Spirito,
gemiamo
dentro di noi,
aspettando
l'adozione,
la redenzione
del nostro
corpo»
(Romani 8,19-23)
LA PASSIONE DI CRISTO PER IL CREATO
«Dalla parte dei più deboli». La morte e la risurrezione di Cristo condurrà
a una aeazione nuova: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose» (Apocalisse 21,5)
GIUSEPPE MORLACCHETTI
Il caos a portata di mano
CHI guarda il mondo con occhi attenti non può non accorgersi che ovunque la creazione geme (vulcani, alluvioni, terremoti, ecc.). Chiunque considera il mondo creazione di Dio
non può non porsi l’inquietante
problema di interpretare questa
inspiegabile frattura, che rende
così spesso la nostra vita bùia e
tetra, ponendo in discussione la
nostra stessa fede. Infatti, a volte, nel nostro cammino, ci si imbatte nella creazione devastata e
pensiamo che Dio non avrebbe
dovuto permettere tutto ciò. Cosi va a frantumarsi la sua bontà
e l’idea che egli ci protegga.
L’uomo, con il suo progresso
senza limiti, si sente oggi più di
ieri padrone della creazione, la
vede soltanto come qualcosa da
utilizzare e da sfruttare. Non ne
ode il gemito, non ne vede la
speranza di una liberazione dal
potere della corruzione.
Non bisogna pensare che la
dottrina della creazione fosse un
dato centrale per la fede nell’Antico Testamento. La realtà centrale della fede la si trova in Dio
che stringe alleanza con Abramo
e con Mosè nel Sinai, da questo
fondamento viene riconosciuto
che egli è l’Iddio creatore. In
questa affermazione si ritrova il
pensiero espresso dalla lettera
agli Ebrei 11, 3: «Per fede com
prendiamo che i mondi sono
stati formati dalla parola di Dio».
La collocazione dei racconti della creazione alTinizio della nostra Bibbia, la mostrano come
una realtà che scaturisce da una
situazione precedente, descritta
con la menzione di elementi fortemente negativi: «Informe e
vuota», termini difficili a tradursi. Caos? nulla? vuoto?; «abisso»:
indica l’oceano, una sorta di mostro caotico primordiale: «Vento
impetuoso»: una specie di bufera indescrivibile.
La fede vede il miracolo della
creazione di Dio, che si realizza
sullo sfondo di questa negazione. Dio ha tratto la creazione
proprio da questa realtà caotica
e mortale: in un certo senso ha
contenuto il caos, lo ha «emarginato». Ma la possibilità del
caos è sempre lì pronta a intervenire, se non ci fosse questa
volontà di Dio che mantiene la
creazione. L’uomo biblico pensa che tutto il creato possa, in
qualsiasi momento, sprofondare in questo abisso. Il diluvio
deve essere letto in questa prospettiva. Dopo il diluvio Dio dice: «Mai più» (Ge 8, 21 ss) ma il
vero problema siamo noi; chiediamoci: L’umanità che cosa dice? Oggi noi che cosa diciamo?
Un amministratore infedele
maschio-femmina
Amministrare è divenuto guastare, prendere e sfruttare. Prendere con cinismo il più possibile, senza riguardi per nessuno e
nessuna cosa. La nostra concezione utilitaristica e unilaterale
della scienza e della tecnologia
ci ha portato a una tragica evidenza intorno a noi. Uomini e
donne oggi partecipiamo alla distruzione della creazione. Eppure r«umanità» («uomo»=ebr.
adamah=terreno) può vivere
soltanto con le risorse che essa
offre. In questo modo si apre la
strada al caos primordiale.
Preghiamo
Signore,
non donarmi un’automobile «più» potente, una casa
«più» calda e un benessere «più» confortevole.
Vorrei vivere riconciliato con questa creazione, ma
non ne sono capace.
Già dal mattino, azionando l’automobile, riscaldando l’appartamento, utilizzando i detersivi, io sporco,
saccheggio, derubo, violento, uccido.
Utilizzo senza limiti quanto la tecnologia offre alla
mia famiglia e nello stesso tempo leggo la tua Parola,
elevo preghiere e chiedo perdono.
Signore, non darmi «di più», ma rendi sobria e saggia
«l’economia» della mia casa. È necessaria una «riconversione» tecnologica, compatibile con la tua
creazione, ma ciò può essere conseguenza soltanto
di una mia profonda conversione. Aiutami.
Tu mi hai fatto dono della vita. Mi hai posto su questa terra, con i suoi minerali e le sue acque i suoi fiori
e le sua frutta, e tutti gli esseri che vivono di grazia e
di bellezza. Tu mi hai affidato la terra.
Perdonami, Dio creatore, e riconciliami con la tua
creazione. Nel nome di Gesù Cristo.
Tutto ì1 creato è in funzione
dell’uomo e della donna, essi
hanno il dominio e la responsabilità. Hanno ricevuto un compito preciso e privilegiato: di essere
«custodi della creazione». Possono però comprendere questa responsabilità solo in rapporto con
Dio e solo così possono servire
ed amministrare. Quando si rifiuta questa comunione allora si
è attratti dal voler essere come
Dio e si tenterà .soltanto di dominare, di seguire le proprie passioni. Ci si allontana da Dio perché
la scelta è fatta sull’antropologia
e non sulla teologia. Insomma, se
la scelta è con Dio si andrà verso
la vita e la speranza. Se la scelta è
senza Dio si andrà verso il non
senso e la morte, come precisa
Paolo: «Perché, pur avendo cono.sciuto Dio, non l’hanno glorificato come Dio, né l’hanno ringraziato; ma si sono dati a vani
ragionamenti e il loro cuore privo d’intelligenza si è ottenebrato.
Benché si dichiarino sapienti,
son diventati stolti» (Ro 1,21-22).
C'è una salvezza
a portata di mano?
OGGI più di ieri comprendiamo la necessità della «salvaguardia del creato». Sarebbe
molto ingenuo pensare che alcuni accorgimenti, che pure abbiamo il dovere di realizzare come meno plastica, meno riscaldamento, meno auto o alcune
conversioni nel modo di produrre, o mettere nel mercato
un’energia non inquinante potrebbero essere le proposte risolutive. In tutto questo ci sono responsabilità precise, è giusto
trovarle, analizzarle, eliminarle.
È bene anche che si dica, come
oggi si usa fare su temi cruciali:
«Mai più!». Ma poi? Passa un po’
di tempo e ci si ritrova come prima se non peggio. Il problema,
dal punto di vista della fede, è
un altro, è quello che la Parola
del Signore chiama «il peccato».
Questo peccato, segnato dalla
malattia e dalla morte, avvolge
l’uomo e la natura. Come l’uomo non può salvarsi da solo, ma
ha bisogno che Dio in Cristo lo
venga a salvare, così è anche per
la natura: essa non può salvarsi
da sola e tanto meno può essere
salvata dall’uomo.
L'unica salvezza è la passione
di Cristo per la creazione
Lf APOSTOLO Paolo, una vol( ta. senza scandalò per alcuno, ebbe modo di «personificare» la creazione, dicendo
«Sappiamo (solo la fede può conoscere) che fino a ora tutta la
creazione geme ed è in travaglio... aspettando...». Esattamente come una persona umana:
«geme ed è in travaglio... aspettando». Ricorrendo alTe.sempio
delle doglie del parto egli concepisce la sofferenza del creato,
come i dolori che precedono la
nascita di un nuovo futuro. Paolo sa che Dio non deluderà l’attesa delle creature. In questa attesa la realtà di dolore non va
minimizzata. Anche la creazione, come è per l’uomo, porta il
marchio della precarietà e dell’afflizione. Infatti le cose vecchie non sono ancora finite, le
nuove non sono ancora incominciate. Al presente questa situazione è tesa fino allo spasimo
nel timore che quel «caos primordiale» sempre in agguato
improvvisamente possa inghiottire ogni cosa, se Dio non mantenesse la sua creazione.
Esiste dunque un intreccio indissolubile tra gli esseri umani e
la creazione. Ambedue soffrono
per la mancanza di una ragione
d’essere. Sono insieme, gli uni
con l’altra, gemendo e aspettando, quel «nuovo» che solo Dio
può donare. Conosciamo tutti
la gioia della vita, le immagini e
le emozioni che questa meravigliosa creazione ha saputo dare
e spero darà ancora per tantissimo tempo. Conosciamo tutti i
canti e le preghiere che la Bibbia ci ha trasmesso e che esaltano Dio il creatore e la bellezza
di quanto egli ha fatto. Ma tutto
ciò non deve distoglierci da quel
sano realismo biblico che dice:
«Questa creazione meravigliosa,
questa umanità meravigliosa
che noi amiamo, ma che “Dio
ha tanto amato” (Gv 3,16), rimangono delle realtà devastate
e devastanti, in attesa di una liberazione».
Qui ci raggiunge una parola di
salvezza, qui ci raggiunge la
«passione di Cristo per la creazione»: il suo perdono e la sua
morte divengono una speranza
nuova, un’attesa di vita piena (v.
21): «La creazione stessa sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella gloriosa libertà dei figli di Dio». Una
redenzione che libera l’umanità
non dalla creazione ma con la
creazione. Questo è il dono
d’amore che oggi il Signore ci dà
da vivere, qui in questa creazione in mezzo a tante sofferenze e
a tanti interrogativi. Questo
amore, più forte delle nostre separazioni, ci rende testimoni
che: «Secondo la sua promessa,
noi aspettiamo nuovi cieli e
nuova terra, nei quali abiti la
giustizia» (2 Pietro 3, 13).
(Prima di una serie
di quattro meditazioni)
Note
omiletiche
venero
L’idea portante di que- '
ste prime tre riflessioni, |
che precedono la Pasqua^
è centrata sulla «passione
di Cristo per...». Nel primo
racconto della creazione
(Gn 1-2, 3), troviamo i|
verbo «creare» tre volte:
riferito alla creazione in
generale, alia creazione
degli animali, alla creazione dell'uomo. Quella di
Cristo è una «Passione»
per la creazione, per giianimali e per l'umanità,
non solo dunque una sai
vezza soltanto antropologica, ma per tutto il creato. Credo che non si sottolineerà mai abbastanza,
questa realtà.
- Genesi: «Dio crea, po.
nendo limiti al caos». 1, i;
Il verbo «creare» (ebraico:
«barah») è un termine
tecnico e ha sempre Dio,
per soggetto. All'inizio
della Genesi lo abbiamo
tre volte: riferito alla creazione in generale, aliai
creazione degli animali,!
alla creazione dell'uomo,;'
Uno dei problemi che gj!
esegeti e di conseguenza
la teologia biblica hanno'
posto era se Dio avesse
creato dal «nulla» o da
una «realtà preesistente»,
come sembra indicare il
versetto 2. 1, 2: gli aggettivi «informe e vuota»,
sono due espressioni dif-,
ficili a tradursi. Esprimono sempre negatività come: «vanità», «deserto»,
«desolazione», ecc. «tenebre e abisso», insieme
ai due termini precedenti
esprimono tutti un concetto fortemente negativo. Le «tenebre» sono
ostili a tutto ciò che è luce e vita. L’«abisso» indica la profondità paure
sa degli oceani. L’ideaè
quella di una situazione
di caos tenebroso, dove si;
inserisce la Parola creati-'
ce che sembra «dividere»,
«contenere».
- Romani: «La salvezn
ha una dimensione cosmica». Paolo vede le ce
se in una grande tensie
ne: il presente è domine
to dalla «vanità» e dalle
«corruzione» ma, in Cri-,
sto, siamo posti nell'atte
sa della «gloria che deve;
essere manifestata a nej
stro riguardo». In questo:
processo di attesa, anche!
la creazione perverrà allei
sua libertà, «sarà liberatei
dalla schiavitù della cor-j
ruzione per entrare nelle
gloriosa libertà dei fi9®
di Dio». Nel pensiero
dell’Antico Testarr^entoe
di Paolo l'umanità e il
mondo sono solidali. U
creazione, senza alcun
motivo da parte sua, fi
stata trascinata nella vanità della non esistenze:
storica: essa, insieme al-i
l'umanità, vive queste|
realtà di morte. ;
Essere trascinata nellej
vanità le fa vivere une
«menzogna», ovvero si
spaccia per quello che
non è. Infatti tutto eli
che era stato creato de
Dio era «molto bellOi
buono» (Gn 1, 31),_n''*_
dopo il peccato dell’uO’;
mo non è più così. È
sottomessa alla vanità,
stata abbandonata al P® '
tere del nulla. Viene utei
lizzata, contro la volontl:
di Dio, al servizio den
l’egoismo e della volontl,
di potenza dell’uomo, etcì
sa però è legata a uni,
speranza: sarà liberataij
restituita alla sua realt*'
autentica e definiùsti;
(Apocalisse 21, 1).
Per
approfondire
Per Genesi e Romani,
può fare riferimento ah,
serie di commentari edi
dalla Editrice Paideia.
- J.A. Soggin, Genesi
11, Marietti (serie: csan *
- Alfio Filippi
giustizia e pace»,
niane, Bologna; ,
- C.F. von Weizsàcher,'
tempo stringe, Queriniaf
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Gli è stato assegnato il Premio Niwano per il suo impegno a favore degli indios
Samuel Ruiz, <fil vescovo dei poveri»
Per 40 anni fu vescovo nello stato del Chiopas, dove partecipò attivamente ai negoziati di pace
tra i ribelli zapatisti e il governo messicano che portarono alla firma degli accordi di S. Andrés
Il 22 febbraio scorso la
Fondazione Niwano ba annunciato che il XIX Premio
della pace Niwano, che comprende 20 milioni di yen (circa 150.000 dollari Usa) una
medaglia e un certificato, è
stato assegnato al vescovo
cattolico messicano Samuel
Ruiz Garda, ardente difensore dei diritti degli autoctoni
del Messico. 11 Premio gli
sarà consegnato a Tokyo il
prossimo 9 maggio. 11 vescovo Samuel Ruiz, 77 anni, che
è stato più volte proposto per
il Premio Nobel della pace, è
presidente di tre organizzazioni di difesa dei diritti: il
Segretariato internazionale
solidarietà Oscar Romero
(Sicsal), il Centro dei diritti
Fray Bartolomé de las Casa, e
il Servizio per la pace in Messico (Serapaz).
In una dichiarazione resa
nota il 22 febbraio che indica
i motivi della scelta del vescovo Ruiz, la Fondazione
Niwano sottolinea che il vescovo «si è adoperato senza
sosta a promuovere il miglioramento del livello sociale
delle comunità autoctone e
la salvaguardia della loro cultura». La dichiarazione aggiunge che il vescovo è conosciuto dalla gente come «il
vescovo dei poveri».
Per 40 anni mons. Samuel
Ruiz è stato vescovo nello
stato del Chiapas, duramente
colpito dalla povertà, dove ha
partecipato attivamente ai
negoziati di pace tra i ribelli e
il governo e ha svolto un ruolo essenziale all’interno della
Commissione nazionale di
mediazione dopo il lancio,
nel gennaio 1994, della rivolta armata da parte dei ribelli
zapatisti. Tali sforzi di media
Samuel Ruiz fu vescovo di San Cristobal de las Casas, nel Chiapas, per 40 anni
zione portarono alla firma
degli accordi di San Andrés, i
quali miravano a rafforzare i
diritti degli autoctoni e a concedere loro una maggiore autonomia. Per via della sua
partecipazione al processo di
pace, il vescovo Ruiz è stato
vittima di un attentato, compiuto a quanto sembra da un
gruppo paramilitare legato al
partito politico al potere.
La Fondazione Niwano
sottolinea che nonostante
questi incidenti, «Ruiz ha
continuato a moltiplicare gli
sforzi di mediazione, il che
gli è valsa la stima di tantissi
me persone, non solo in
Messico ma in tutto il mondo». Il comunicato aggiunge
che il vescovo Ruiz non è
«solo una personalità importante del movimento ecumenico in quanto tale, ma che
egli svolge anche un ruolo
chiave nella promozione del
dialogo interreligioso internazionale e nella cooperazione al servizio della pace».
Il Premio Niwano della pace viene assegnato ogni anno
alle persone e organizzazioni
che svolgono un ruolo importante nella promozione
della pace e della coopera
zione interreligiosa. La Fondazione ha chiesto a circa
1.000 persone e organizzazioni di oltre 125 paesi e a diverse religioni di proporre
candidati. Le nomine sono
state esaminate da un comitato di sette membri rappresentanti le religioni buddista,
cristiana e musulmana. Fra i
laureati di questi ultimi anni
figurano il pastore Philip Potter, ex segretario generale del
Consiglio ecumenico delle
chiese (Cec), la Comunità
cattolica romana di Sant’Egidio a Roma, e il Congresso
musulmano mondiale, (eni)
r Si terrà a Utrecht dal 15 al 20 giugno
Globalizzazione e finanza
consultazione delle chiese
enesi
csantìl'
gasile^''
pel'*’':
schermi
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ANTONELLA VISINTIN
DOPO Bangkok, Budapest
e le Fiji, dal 15 al 20 giugno prossimo si terrà in Olanda la Consultazione delle
chiese occidentali su globalizzazione e finanza, organizzata
oltre che dall’Alleanza riformata mondiale (Arm), Consiglio ecumenico delle chiese
(Cec), e Federazione luterana
mondiale (Firn), i tre promotori a livello mondiale, anche
dalla Conferenza delle chiese
europee (Kek) e da Kairos Eumpa. Si tratta di un evento atteso nel mondo cristiano protestante, su cui si appuntano
aspettative di risposta alle lettere e ai messaggi redatti nelle
precedenti consultazioni da
ftii pressante sorgeva la domanda: ma voi chiese del
"ord, dove siete?
Ca risposta a questa dottianda non è banale e non
Puh, non deve essere imbottttrice, formale, consolatoba. Dovrà assumere la dut^zza delle denunce che vengono dal Sud del mondo, e la
miarezza delle domande, sapendo ripensare al rapporto
on il Sud non più (solo) in
j^^/bini di aiuto ma anche di
terlocuzione. Ciò è stato
etto e condiviso nell’inconP preparatorio svoltosi a
tneyra il 17 e 18 febbraio
orsi all’interno di un inten». .^‘^pbibio di opinioni sugli
p possibili e i rischi da
cn- ' primi ricordo il
(jT''“J.gimento della base
e chiese (che in Italia, albo per valdesi e metodi
sti, sta avvenendo con la discussione del documento sinodale sulla globalizzazione), la presa di coscienza
dell’intreccio di privilegio e
potere in cui anche le chiese
dell’Occidente si trovano
coinvolte, la capacità di dialogo costruttivo con la «business community», e un ripensamento teologico del
rapporto fra grazia e opere.
Fra i secondi sicuramente
la preoccupazione di non rispondere adeguatamente alle
chiese del Sud rifuggendo
dalle proprie responsabilità
come da qualcosa (l’economia, la finanza) che non ci riguarda, la neutralità, l’esitazione, una risposta etica non
accompagnata da un’adeguata riflessione teologica.
Non volendosi nascondere
la radicalità del cammino intrapreso a Debrecen nel 1997
dall’Arm, né le dimensioni
dell’onda conservatrice che
investe largamente le chiese
protestanti europee, il livello
della posta in gioco appare
nella sua complessità: il coraggio di stare dalla parte dei
diseredati e di «mangiare con
i pubblicani». Sono poi state
affrontate questioni tecniche
relative all’articolazione tematica, fra cui le analisi degli
effetti della globalizzazione
che anche l’Italia sta preparando, all’organizzazione
dell’evento, ai relatori e alle
delegazioni. E non ultimo la
definizione di un gruppo di
lavoro che prepari gli studi
biblici che apriranno le giornate della consultazione.
Dopo una visita nel paese africano
Partenariato tra le chiese
di Francia e del Congo
Dopo una ventina d’anni di
sonnolenza, una corrente di
scambi sta rinascendo tra la
Federazione protestante di
Francia e la Chiesa evangelica del Congo (Eec). «È davvero strano e persino anomalo
constatare che il protestantesimo francese non sia più in
contatto con il protestantesimo congolese allorché la
Francia ha legami storici e
privilegiati con il Congo», ha
detto il pastore Bernard Coyault, segretario esecutivo del
Dipartimento evangelico
francese di azione apostolica
(Defap), durante una visita di
lavoro presso TEec e l’Esercito della Salvezza svoltasi dal
14 al 28 gennaio scorso.
Il pastore Coyault era accompagnato da Latifa Tayah,
incaricata di progetti presso
la Cimade (Servizio ecumenico di aiuti umanitari). Questa
visita ha fatto seguito a quella
che il presidente della Federazione protestante di Francia (Fpf), Jean-Arnold de
Clermont, aveva effettuato a
Brazzaville nel novembre
2000 per «portare la testimonianza di solidarietà dei protestanti di Francia a quelli del
Congo, vittime delle guerre».
In particolare, Jean-Arnold de
Clermont si era impegnato a
«trovare i mezzi di un aiuto
più efficace per ricostruire la
chiesa evangelica del Congo
in base a progetti precisi».
In seguito a quella visita, il
pastore Alphonse M’Bama,
presidente dell’Eec, aveva approfittato di una visita ecumenica in Francia per presen
tare alcuni progetti. «Siamo
venuti in Congo per vedere
concretamente in quale misura le chiese protestanti di
Francia possono contribuire a
dare ai cristiani i mezzi di assumersi in vista di sostenere
la chiesa», ha precisato Latifa
Tayah. L’Eec, che conta circa
150.000 membri, è la comunità protestante più vecchia e
più importante del Paese (i
protestanti rappresentano
circa il 13% della popolazione
che è di circa 2,7 milioni, secondo cifre del 1999). Autonoma dal 1961, essa è nata dal
lavoro missionario di due
chiese nordiche: «Svenska
Missionsfòrbundet» di Svezia
e «Det Norske Misjonsforbund» di Norvegia con le quali mantiene un partenariato
storico quasi centennale.
«Per il Defap e la Fpf - ha
detto il pastore Coyault - non
si tratta di entrare in concorrenza con le chiese nordiche.
L’Eec, così come le chiese
protestanti di Francia, hanno
bisogno di allargare le proprie
relazioni e di avere scambi
con altre chiese». Sono stati
individuati alcuni assi di partenariato tra la Fpf e l’Eec,
che si possono sviluppare. In
un primo tempo occorrerà
sostenere la Facoltà di teologia protestante di Brazzaville
che soffre di una grave carenza di docenti, di contribuire
alla formazione dei giovani
per l’animazione dei campi e
delle attività giovanili, di studiare le forme di cooperazione tecnica nel campo dell’insegnamento. (eni)
DAL MONDO CRISTIANO
¡Contro la soluzione militare scelta dal governo
Colombia: secca dichiarazione del
Consiglio della Chiesa presbiteriana
BOGOTÁ — «Nel nostro paese si raggiungerà la pace solo
quando tutti i settori della società colombiana potranno partecipare alla costmzione di alternative sociali, politiche, economiche e democratiche che rendano possibile superare la
discriminazione e la violenza che da 50 anni sconvolgono la
nazione»: è la secca dichiarazione del Consiglio della Chiesa
presbiteriana della Colombia in risposta alla decisione del governo di interrompere ogni dialogo con i gruppi armati di opposizione (Fare), scegliendo, dice la dichiarazione, «una disastrosa soluzione militare per risolvere il conflitto». (nev/pe)
'Hi Nella Chiesa presbiteriana degli Stati Uniti
No airordinazione di omosessuali
WASHINGTON — Non sarà per il momento possibile l’ordinazione pastorale di persone dichiaratamente omosessuali nella Chiesa presbiteriana degli Stati Uniti. La richiesta di
un emendamento di taglio progressista ai regolamenti era
stata approvata dall’Assemblea generale dello scorso anno,
ma per essere applicabile era necessaria la maggioranza dei
pareri favorevoli dei 173 presbiteri Usa successivamente
chiamati a pronunciarsi in merito. Lo scorso 19 febbraio è
giunto alla direzione della Chiesa F87“ parere contrario,
chiudendo per ora la dibattuta questione. (nev/eni)
% Presentato un progetto di legge il 14 febbraio
Russia: una via alternativa alla leva?
MOSCA— Circa 1.400 giovani cristiani avventisti, in Russia, stanno seguendo gli sviluppi di un progetto di legge che
fornirebbe una via alternativa al servizio militare obbligatorio. Molti di questi 1.400 giovani potrebbero essere chiamati
alle armi per uno o due anni di servizio già nel corso dei
prossimi mesi. Il disegno di legge, che è stato presentato dal
ministro del lavoro e dello sviluppo sociale al Gabinetto dei
ministri il 14 febbraio scorso, prevede che i giovani pacifisti
prestino un servizio sostitutivo, dopo che una commissione
preposta avrà parlato con ogni obiettore per verificarne la
coerenza delle convinzioni. Servizi sostitutivi potrebbero così essere svolti presso le caserme dei vigili dèi fuoco, le protezioni civili, le case di cura e gli orfanotrofi; non si richiederebbe il trasferimento dei giovani in città diverse da quelle in
cui risiedono e si prevede per essi la possibilità di un salario;
tutto ciò favorirebbe dunque gli obiettori che studiano e permetterebbe loro di non interrompere la formazione personale. È altresì probabile che gli obiettori saranno chiamati a
prestare servizio per più dei due anni normalmente previsti.
Questa legge potrebbe rappresentare un grosso progresso
della democrazia in Russia, e fornire anche a tutti quei cittadini che rifiutano l’uso della violenza la possibilità di servire
il proprio paese secondo le proprie coscienze. (adn)
Diffuse 10.000 copie della Bibbia in varie lingue
La Società Biblica Usa a Salt Lake City
SALT LAKE CITY — Durante le recenti Olimpiadi invernali
di Salt Lake City (Utah, Usa), la Società biblica degli Stati
Uniti ha diffuso gratuitamente agli sportivi e al pubblico oltre 60.000 cd rom con il testo del Nuovo Testamento e dei
Salmi, video-clip di complessi musicali cristiani e testimo
nianze di famosi sportivi. Sono inoltre state diffuse 10.000
copie stampate della Bibbia in varie lingue. (nev/bip)
Dal 10 al 13 giugno prossimi
Si terrà a Manila il Congresso
internazionale sulla libertà religiosa
USA — Secondo il dottor John Graz, segretario generale
dell’Associazione internazionale per la libertà religiosa (Irla), l’imminente congresso mondiale, che si tiene ogni 5 anni, rappresenta una grande occasione per promuovere la libertà religiosa come migliore antidoto al fanatismo religioso e alle ideologie antireligiose. Il congresso, che si terrà a
Manila, la capitale delle Filippine, dal 10 al 13 giugno, riu
nirà diplomatici, esperti e capi religiosi per esaminare il tema «La libertà religiosa: base per la pace e la giustizia». Tra
coloro che parleranno ci saranno il presidente delle Filippine, dott. Gloria Macapagale Arroyo; il sottosegretario generale ambasciatore per le Nazioni Unite, Joseph Verner Reed,
e molti altri rappresentanti di fama mondiale, ufficiali di
governo e studiosi, provenienti da oltre 50 nazioni. L’ultimo
congresso mondiale si era tenuto a Rio de Janeiro nel 1997.
Fondata nel 1893, l’Irla promuove e difende la libertà religiosa da 109 anni. La durata delTufficio di presidente è annuale, e attualmente ricopre l’incarico il dott. Dentón Lotz,
segretario generale dell’Alleanza battista mondiale. L’Irla fu
inizialmente organizzata dai dirigenti della Chiesa awentista del 7“ giorno, ma il suo scopo fondamentale è universale
e riguarda ogni gruppo religioso. (adn)
Turkmenistan, dopo tre anni di prigionia
Liberato il pastore battista Atakov
TURKMENABAD — La forte e ininterrotta pressione internazionale ha portato il governo del Turkmenistan a liberare dopo tre anni di prigionia il pastore battista Shageldy
Atakov, detenuto con l’accusa poco plausibile di traffico
clandestino di automezzi. Il pastore Atakov, che aveva rifiutato l’offerta del governo di lasciar cadere l’accusa se avesse
abbandonato il paese con la famiglia, è tornato a guidare la
piccola comunità battista del Turkmenistan, una delle ex
repubbliche sovietiche dove la vita delle minoranze religiose è più dura e piena di insidie. (nev/bt)
4
PAG. 4 RIFORMA
VENERDÌ 8 MARZO 20oJ
VENE
La testimonianza di un appassionato di libri, non solo per motivi professionali
«Non potevo che diventare un libraio...»
La Libreria internazionale Seeber, nel centro di Firenze da 150 anni, è un crocevia
di personaggi illustri, italiani e stranieri, nel campo della letteratura, dell'arte e della musica
MARIO GIORGI
SONO un ex dipendente
della libreria internazionale Seeber (Firenze, via Tornabuoni). Quando e come ho
iniziato questo lavoro dirò
più avanti. Desidero, innanzitutto, fare una breve premessa. Sappiamo che gli italiani
leggono poco e che vi sono
persone che non hanno mai
letto un libro durante la loro
vita. Ma non mi riferisco agli
analfabeti e semianalfabeti o
a chi non ha potuto andare
oltre la 5® elementare, bensì a
persone che hanno una professione e che indubbiamente hanno dovuto studiare su
testi inerenti la materia scelta. 1 libri che costoro non leggono sono di narrativa, di
saggistica, di storia e altro.
Ecco, io avevo 11-12 anni
quando leggevo avidamente e
con grande godimento: Salgari, Verne, Ponson du Terrail, Dumas, per poi passare a
Dickens, Dostoevskij, Tolstoj,
tutto Hugo. Quindi non potevo non diventare un libraio.
Bene. Nel 1951 presi servizio
in questa libreria. L’ingresso
non era al centro, come adesso, ma a sinistra venendo da
piazza Antinori. La libreria
era strutturata in settori: settore francese e spagnolo, settore inglese, settore italiano,
settore tedesco e russo. Quindi ogni settore aveva la sua
particolare clientela. Il prof.
Macrì si rivolgeva a Salvi, i
proff. Baldi e Pellegrini alla
sig.na Marlazzi, il prof. Traverso e il dottor Zampa a me.
Ed ecco il primo giorno di
libreria. Verso le 9,30 entra un
signore alto, distinto, con un
cappello a larga tesa. Mi si avvicina e mi fa: «Rubaiyyat of
Omar Khayyam». Io rimasi
senza parola. Aveva chiesto le
quartine del poeta persiano
Omar Khayyam (1050). Meno
male che lì vicino c’era il direttore che capì al volo. L’aveva chiesto in inglese, ma se
fosse stato anche in italiano,
a quel tempo non l’avrei saputo. Capii subito che bisognava mettersi a studiare lingua e letteratura dalle origini
ai contemporanei. Il direttore
mi aveva detto che per fare
un commesso di libreria occorrevano una decina di anni.
A quel tempo la libreria
non vendeva soltanto libri,
ma faceva abbonamenti a
giornali e riviste, da tutto il
mondo, per istituti, biblioteche e Facoltà della città, lo
ero stato assunto proprio per
questo servizio e per iì settore
tedesco. Questa storia degli
abbonamenti è stata un tormento: i reclami, le proteste,
le liti per i fascicoli che non
arrivavano, per quelli che si
smarrivano. Un lavoro da farsi venire il mal di fegato. È già
stato detto, da altri, che attraverso la libreria Seeber sono
passati innumerevoli, illustri
personaggi nel campo della
letteratura, dell’arte, della
musica, della nobiltà: Giovanni Papini, Bruno Cicognani, Curzio Malaparte, Aldo
Palazzeschi, Mario Tobino,
Vasco Pratolini, Romano Bilenchi, Gianfranco Contini e
tanti altri. E poi i pittori: Ottone Rosai, Ardengo Soffici, che
entrava in libreria tenendo
sotto il braccio una grande
carlella con le litografie. Renato (iuttuso, Giorgio De Chirico, Primo Conti e altri ancora. Giuseppe Ungaretti arrivava verso mezzogiorno con il
seguito: Roberto Ponghi, Anna Banti, Piero Bigongiari,
ecc., si dirigeva verso Salvi
(settore francese) e parlava
sempre ad alta voce.
Gyòrgy f.ukàcs veniva a sedersi alla mia scrivania e tira
va fuori un sigaro lungo 15
centimetri. Altri grandi scrittori sono passati: Heinrich
Boll, Elias Canetti, Gabrielle-Sidonie Colette, Thomas
Mann, Rafael Alberti, Jorge
Guillén, Pablo Neruda e poi i
poeti russi: A. T. Tvardoskij,
A. A. Voznesenskij, B.A. Ach
madulina, E. A. Evtusenko, lo
scrittore V. P. Nekrasov, il
poeta turco Nazim Hikmet.
Del settore russo vi era soltanto un piccolo reparto fondato da Salvi. Nel 1957 io andai a Mosca a trattare con la
«V. O. Mezdunarodnaja Kniga» (organismo centrale per
la diffusione del libro sovietico nel mondo). Iniziammo
così a importare sempre più
libri, che fornivamo a tutti gli
istituti di slavistica. Ebbi così
modo di conoscere i maggiori
slavisti del momento: Maver,
Poliedro, Lo Gatto, Meriggi,
Bazzarelli, Dell’Agata, Raffo,
Ripellino, Pacini, Picchio, ecc.
Questa è stata la mitica libreria Seeber. Oggi, dopo 150
anni, si è in trattative per venderla a Max Mara. Ho letto
l’intervista all’amministratore
delegato delle Messaggerie
Libri, Alessandro Bedeschi,
che ha detto che apriranno la
Seeber da un’altra parte. Sarà
più bella e più grande: 1.000
metri quadri. Apritela pure,
ma per favore non chiamatela
più Seeber: datele un altro
nome. La Seeber è nata, ha
vissuto e morirà in via Tomabuoni. Tutto passa, nessuno è
eterno. E così anche per la
Seeber è giunto il suo momento. Io conserverò un’
amara tristezza.
I clienti «originali» in libreria
È difficile enumerare baroni, conti, duchi, marchesi,
principi, lo scià di Persia, la
regina d’Inghilterra. La principessa Corsini entrava in libreria con due grandi cani
bianchi che sembravano due
vitelli. Poi, ho avuto modo di
parlare con il principe Felix
Yussupoff, colui che il 16 dicembre 1916 diede il colpo di
grazia al monaco russo Rasputin.
, È difficile ricordare tutto.
Mi sono pentito di non aver
tenuto un po’ di diario, poiché in 18 anni me ne sono
capitate di tutti i colori: a volte anche fatti curiosi e divertenti, eccone alcuni: un anno
viene un cliente nel mio reparto dove aveva visto un bel
dizionario della lingua cinese, costava allora 30.000 lire;
indossava un impermeabilino un po’ consumato e quindi aveva bisogno di un cappotto. Allora mi diceva: che
cosa compro, il dizionario o il
cappotto? Ci stavamo avvicinando all’inverno e perciò
era indeciso. Finì comunque
per acquistare il dizionario.
Un dottore veniva da Prato
una volta la settimana a vedere le novità. Se sentiva un
cliente parlare con un commesso e dirgli: un libro stupendo, bellissimo, lui voleva
sapere di che libro si trattava,
e lo voleva anche lui, sempre.
Altro personaggio originale:
io telefono: professore, è arrivato il libro. Vengo subito. Entrava in libreria a passo svelto,
prendeva il libro, lo guardava
dall’alto in basso, da destra a
sinistra; lo rimirava, lo rigirava poi lo appoggiava sul tavolo. Si accendeva una sigaretta
e lo esaminava con delicatezza. Quando se ne andava lo
deponeva nella borsa facendo
attenzione a non metterlo a
titolo in giù, poiché altrimenti
gli andava il sangue alla testa.
C’era quell’altro professore
che aveva la casa piena di libri e non sapeva più dove
metterli. Allora portava a casa i pacchetti, ma non li apriva neppure, li ammonticchiava da una parte. Ed è interessante anche l’«uscita»
del nostro maggior commesso del settore italiano, Carlo.
Un giorno entra un cliente
chiedendo un libro sulle farfalle. Carlo prontamente gli
dice: mi dispiace, in questo
momento non ho niente sulle farfalle. Ieri è arrivato un
bellissimo libro sui cavalli.
Anch’io ho la casa piena di
libri e mi domando: quando
riuscirò a leggerli? Dovrei vivere ancora 50 anni. Questo è
impossibile, e allora perché
continuare a comprare libri?
Perché è diventata una malattia: la bibliomania. Erasmo diceva: quando ho un po’ di denaro, prima compro un libro,
poi qualcosa da mangiare.
Un singolare romanzo
Giuda in un mondo
dove tutti tradiscono
NATALE HORETTO
ORI e non risorse e io
stesso ho visto il suo
corpo in decomposizione....»:
è quanto emerge dalla traduzione «all’impronta» di un papiro quasi carbonizzato dal
tempo restituito dalle sabbie
di un’oasi in Egitto. Il giallo
del biologo inglese Simon
Mawer comincia realmente
dal momento in cui padre Leo
Newman posa gli occhi su un
misterioso frammento di papiro conservato a Gerusalemme. Il romanzo”*, dalla stratificazione narrativa complessa,
interroga continuamente il
lettore e lo induce a delle inevitabili riflessioni man mano
che il racconto si sviluppa. La
presenza di Giuda, il «traditore» per antonomasia, è funzionale per mettere in evidenza il nucleo intorno al quale
ruota l’intera trama: il tradimento. Tutti tradiscono. Chi
in modo prevedibile, chi in
modo più sottile e complesso.
Giuda, personaggio marginale
nell’economia del romanzo,
tradisce per «due» volte. Lo
stesso fa padre Leo, prete cat
tolico, la cui intera esistenti
porta lo stigma del tradimen ?
to. Un tradimento che lo spii ^’
gerà, suo malgrado, in una di "
mensione dalla quale emer
gerà con i tratti del novello
Giuda, per alcuni, ma che gl
permetterà di non consuman
il tradimento ultimo: queDo
verso se stesso.
Il linguaggio è uno degl
aspetti più pregevoli di que
sto romanzo: definirlo sei'
plicemente prezioso potrelii
be risultare riduttivo. Immi;
ginifico, piuttosto, e con im|
vena «apocalittica» per viai
visioni folgoranti e sospese
di difficile rappresentazioni
Resta un interrogativo: cMè
quell’uomo il cui corpo Giui
ha visto corrompersi? E Giuà
dice il vero? E perché, ancotj
è tanto seducente, nei limit
della realtà romanzesca, l’H
dea che l’uomo del papi:,
possa essere Gesù? Un libtji
che vuole essere letto d’ui|
fiato e al quale il recente filnj
The Body fa molto più cheuli
semplice accenno.
(*) Simon Mawi-.r: Il Vangeli
di Giuda. Milano, Il SaggiatoH
2001, pp. 286, euro 16,32.
Il resoconto di un viaggio fra reminiscenze bibliche, fede popolare e tanta avventura
Risalire il fiume Congo per scoprire il senso dei propri limiti
RENZO TURINETTO
JEFFREY Taylor è un funzionario americano con sangue italiano (p. 145). Ha 33
anni (come Cristo, gli dicono i
suoi amici con poca originalità), un lavoro da giramondo
nel Corpo di pace, e ora uno a
Mosca, ben remunerato anche se un po’ gaglioffo. Frustrato perché i suoi reportages
sulla Russia non trovano editore, avvezzo ai viaggi e insofferente alla stanzialità, legge e
fantastica, si imbatte nel Naipaul (scrittore Premio Nobel
2001) di Alla curva del fiume,
dove il protagonista arriva fino alla mai nominata ma ben
riconoscibile città sul fiume
Congo. Galeotto il libro, il fiume lo trafigge e lui decide di
andare dove il fiume lo porta.
Però il Congo, come nazione,
non è più l’Africa di Hemingway o di Karen Blixen; se
mai quella dello scozzese Uvingstone o del controverso
inglese Stanley: più ancora è
quella di Kurtz, il personaggio
invisibile ma invasivo inseguito da Marlow nel Cuore di tenebra di Conrad.
E poi è il Congo del dopo
Leopoldo II, che da quella
frazione d’Europa qual è il
Belgio che suo padre staccò
dall’Olanda, si impadronì tra
furbizie e atrocità dell’im
men.so paese con le sue strabilianti risorse tra cui gomma, rame, diamanti. Posseduto il territorio come proprietà personale, dopo anni
di enormi guadagni lo rivendette al suo stesso governo
che gli aveva finanziato l’impresa, una specie di conflitto
di interessi risolto con l’arte
dell’intrallazzo.
Ma adesso non è la storia a
intrigare Tayler bensì il fiume,
che egli vuole risalire con il
battello di linea da Kinshasa a
Kisangani (i nomi che hanno
sostituito gli orgogliosi Léopoldville e Stanleyville) per
poi ridiscenderlo in piroga
per i 1.800 km navigabili sugli
oltre 4.000 di lunghezza. Un
secolo prima Stanley era riuscito nell’impresa in 44 giorni
(p. 155) appoggiato da centinaia di africani e tre europei.
La spedizione fu decimata da
fame, malattie e affogamenti
ma aprì le porte allo sfruttamento, allo schiavismo e al
saccheggio europeo (p. 11 ).
Ormai però la febbre dell'avventura divora Tayler, come linimento all’afasia della
sua anima sconnessa e un
po’ «blasé». Che non guarirà
nel comfort delle istituzioni
internazionali di pace dislocate nel Congo-Brazzaville, o
nel rispettabile «Centre d’Accueil protestant» della «Vil
le», il vecchio e placido quartiere coloniale di Kinshasa,
né nell’American Club con la
sua atmosfera anemica, abbottonata e anglosassone,
piena di pastori zairesi e di
missionari stranieri, la cui
presenza sembrava un affronto, retaggio dei tempi del
colonialismo (pp. 64-72). Lo
scenario di Tayler sarà lo Zaire, oggi Repubblica democratica del Congo attraverso
le grinfie belghe, Lumumba,
Mobutu, Kabila.
Cercano di dissuaderlo, sia
la sua ragazza e gli amici per
ragioni affettive, sia gli esperti, società geografiche, enti assistenziali, e altri con l’assortimento tropicale: zanzare giganti, mosche tze-tze, coccodrilli, ippopotami, tronchi
sommersi, temporali devastanti, fulmini, miasmi, malaria, fame, tribù ostili e antropofaghe, specie nel tratto dove il fiume entra nella soffocante giungla equatoriale. Risalire in barcone in 20 giorni è
un brivido, ridiscendere pagaiando è incubo. Tayler si attrezza, una guida che parla il
«fingala», una guardia armata,
viveri, tende, zanzariere, acqua, fornello a carbone. E fucili. Non è un romanzo ma la
cronaca di un tentativo, con
l’idea di forza di chi sa portare
a termine un lavoro: «Cercavo
di capire se mai avrei potuto
adattarmi a una vita del genere, sostituirla alla mia esistenza confusa e sofferta e in essa
trovare salvezza».
Si aggiunge qualche sorpresa: in Brazil di John Updike
legge «la fede è necessaria. Altrimenti ci sono troppe decisioni da prendere e ciascuna
sembra troppo importante»
(p. 162). Nel viaggio d’andata
ecco uno zairese, convertito a
un cristianesimo fondamentalista: «Insegno Dio. Parlo di
Jimmy Swaggart» (il discusso
telepredicatore statunitense);
«Qual è la tua posizione riguardo a Gesù?». Davanti a
un folto gruppo di fedeli tiene
il suo sermone infarcito di
parole in francese, salvezza,
resurrezione, dannazione, vita eterna, che non hanno
l’eguale in «fingala» (p. 82).
Idem la guida indigena che
deve essere stata catechizzata
dai mormoni; dice «Soolleekcitee» e si indovina «Salt Lake
City»; chiede: sei pronto per
la venuta di Gesù?, salmodia
Amazing Giace e il racconto
del figliol prodigo, la Bibbia
in una mano e nell’altra il
«Code du travail de Zaire».
Il ritorno si interrompe a
metà percorso per malattia,
ostacoli e rinuncia: «Il fallimento mi bruciava e cercavo
di negare quello che in segui
to mi sarebbe apparso owi®
avevo sfruttato lo Zaire conit
un immenso parco giochi do;
ve risolvere i miei dilemi®
esistenziali di ragazzo ricci
(...) nella vita ci sono dei climax che determinano chi sii;
mo e quanto valiamo» (pPe 270-72). Tayler ha capitoc
è e quanto vale al di là d
Congo in sé, colonizzazio®
economiche e religiose: «No*
erano certo concetti nuo*
ma d’un tratto mi sembrarono lampanti e incontrovertibili. Per chi vive nelle acQOi
del Congo la vita era tropP*
piena di incertezze (...) il
lismo era una resa (...). Ri®"Ì
piamo i giorni di consolato^
finzioni che ci aiutano a
sare il tempo, ma il loro scp
po è quello di nascondereh
Verità (...). Sia che arrivianj|
al successo o al fallimeli :
nella vita privata o ptof®*®' 1
naie, il nostro tempo si co ;
suma. L’imperativo è acceti
re il fatto terrificante e
via liberatorio della
nitudine» (pp. 59-60, 78,2»
Echi biblici, magari esprf*
in termini facili e 'j
«uno che non aveva
credeva a niente» (p- 1”.
che ha perduto una sfida
ha trovato se stesso.
(*) lEFtRF.Y Tayi.f.r: 1h
go. Neri Pozza, 2001, pPeuro 16,33.
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venerdì 8 MARZO 2002
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PAG. 5 RIFORMA
Il primo numero della nuova serie della rivista dell'lfed «Studi di teologia»
Il cristiano evangelico e la cultura
Lo rivista di Padova cambia copertina, lago e direttore, da Pietro Bolognesi a Leonardo
Ide Chirico. «Se non si raggiunge la cultura, non si tocca la persona nella sua interezza»
È uscito il primo numero della nuova serie di Studi di teologia, rivista dell’Istituto Ifed* di Padova. Cambio di copertina,
del lago e del direttore: Pietro Bolognesi passa le consegne a Leonardo De Chirico, da tempo suo collaboratore. L'argomento affrontato in questo numero non potrebbe essere più interessante:
la posizione del cristiano evangelico di fronte alla cultura.
PAOLO T.ANCEIERI
Molto spesso si è avuto
Timpressione che la
maggioranza dei credenti di
orientamento evangelicale rifiutassero per principio ogni
accostamento alla cultura.
Nella bella introduzione al
fascicolo Bolognesi considera
«segno preoccupante di ignoranza e di presunzione» questa vecchia posizione di intransigente rifiuto e isolamento culturale, propria di
alcuni credenti. C’è da dire
per la verità che, almeno per
quanto riguarda l’Italia, questo atteggiamento aveva una
giustificazione quando gli
evangelici erano emarginati:
«Gli evangelici - scrive Bolognesi - conducevano un’esistenza per certi versi difficile (...) ma erano persone solide e determinate, per nulla
compromesse. Si erano convinti che l’unica esistenza cristiana possibile fosse quella
di vivere come umili impiegati della speranza e, per farlo, erano pronti ad andare
contra mundum. Sapevano
ciò che volevano e non corteggiavano chiunque fosse
suscettibile di offrire loro
qualche privilegio» (p. 2).
Oggi la situazione è diversa,
molto più morbida: i laici, che
si accostano all’evangelismo,
rimangono tali; gli ex cattolici
fanno altrettanto. Ciò signifi
ca che lo spirito evangelico
non è riuscito a scalfire più di
tanto i mondi culturali con i
quali è venuto a contatto.
«Ma se non si raggiunge la
cultura, non si tocca veramente la persona nella sua interezza». Gli evangelici non si
sentono parte di un progetto
integrale, seguitano a collocarsi ai margini. «Eppure prosegue l’articolo - i cambiamenti culturali in atto impongono con rinnovato vigore la questione della cultura»
(p. 3) come qualcosa di nostro, di cristiano evangelico.
La cultura è un progetto che
investe l’arte, l’etica, il costume, la scienza e quant’altro
riguardi l’umanità. Purtroppo
il nostro mondo vive per lo
più nel presente e per il presente. L’incapacità di uscirne
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L’Italia delle religioni
28 marzo - I” abrile 2002
Un viaggio nella settimana di Pasqua attraverso le diverse tradizioni religiose presenti in Italia. L’Italia è un paese sempre più variegato anche
sotto il profilo religioso eppure di questo pluralismo di fedi, di tradizioni,
di culture, vi è scarsa coscienza. Confronti organizza questo seminario
itinerante perché crediamo che soprattutto l’incontro diretto e personale
con esponenti delle diverse comunità di fede può aiutare a cogliere la
complessità e la ricchezza del mosaico delle fedi in Italia.
Programma
Giovedì 28 marzo
Visita della moschea di Roma
incontro con i monaci Theravada del monastero Santacittarama
Cena e pernottamento in hotel a Modena
Venerdì 29 marzo
Visita del tempio Sikh
Sist. presso il monastero induista «Gitananda», Carcare (Sv)
Incontro con i monaci
Cena e pernottamento presso il monastero
Sabato 30 marzo
Intera giornata a Torre Pellice: visita del museo e di luoghi legati
alla storia valdese
Incontro con un pastore valdese
Cena e pernottamento presso la Foresteria valdese
Domenico 31 marzo
Incontro con la comunità ortodossa di Venezia
Incontro con la comunità ebraica
Cena e pernottamento presso l’ostello per la gioventù «Venezia»
Lunedì / ° aprile
Ore 8 - Partenza per Roma con soste intermedie
(Il programma non è definitivo e potrebbe subire delle variazioni)
L® quota individuale di partecipazione è di 30S euro.
maggiori informazioni rivolgersi all’Ufficio programmi dì
Confronti: tei. 06-4820503 fax 06-4827901; e-mall: program'**l@confront/.net
Per la
pubblicità %
su
tei. 011-655278, fax 011-657542
per un messaggio aperto al
futuro, cioè culturale in senso
autentico, rende poveri gli intellettuali, privi di slancio. La
caduta delle ideologie, la
mancanza di idee, la fine delle utopie portano a cercare
appunto nella Chiesa cattolica «qualche mito di ripiego o
qualche maldestra legittimazione» (p. 4). Eppure se gli
evangelici hanno qualcosa da
offrire alla stanchezza del
mondo, al disincanto, alla delusione, varrebbe la pena di
instaurare un dialogo. Abbiamo o no qualcosa da dire a
chi ci sta intorno?
Le analisi di Paul Schrotenboer su «Prospettiva cristiana
della cultura» e il discorso di
Bolognesi sul «dialogo interattivo» tendono a insistere
sulla indispensabilità dell’impegno culturale del cristiano,
come rifiuto sia della latitanza sia dell’omologazione. Altrettanto si potrà dire delle risposte di Daniele Garrone e
di De Chirico alla domanda
«Quale cultura evangelica in
Italia?» e del saggio sul «Rapporto fra Vangelo, cultura e
globalizzazióne» del prof.
Bernardi. A questo punto può
sorgere spontanea una domanda: in concreto, l’impegno del credente nel campo
culturale dal punto di vista
evangelicale ed evangelico in
che cosa deve consistere? La
risposta esplicita è nelle parole di Schrotenboer: il credente non dovrebbe «fuggire dal
mondo della cultura, né semplicemente assentire al mondo della cultura» (p. 35). In altri termini, la cultura del cristiano deve essere in vista del
regno di Dio e i credenti devono proporre una loro visio*
ne culturale in quanto «collaboratori creativi di Dio» per
l’instaurazione del suo regno.
Benissimo: ma resta comunque in sospeso il problema delle altre culture, quelle
legate ad altra visione del
mondo. Rimane senza risposta il problema dell’ecumenismo (della validità culturale
delle religioni non cristiane) e dei rapporti con il laicismo. Non mi pare che gli autori dei vari saggi si occupino
di questo aspetto della cultura: unica eccezione, Daniele
Garrone che insiste sul carattere «aperto» della partecipazione evangelica alla vita culturale del nostro paese: dal
Risorgimento alla Resistenza,
alla battaglia per la laicità
dello stato, ai referendum su
divorzio e aborto, al pluralismo democratico, base degli
stati moderni: «Questa visione della chiesa cristiana non
è semplicemente democrazia, come mediazione pacifica fra soggetti, nel senso che
la ricerca condotta con metodo “democratico” è tesa al discernimento della volontà di
Dio per l’oggi, ma favorisce
una simpatia e produce una
disposizione per la democrazia. È insita in questa struttura la coscienza della fallibilità
delle decisioni umane, sempre intraprese da uomini e
donne giustificati e peccatori
insieme (...), proprio per questo stimolati alla assunzione
di responsabilità» (p. 58).
(*) Ifed, Istituto per la formazione evangelica e documentazione, c.p. 756,35100 Padova. '
Associazione Amicizia ebraico-cristiana
La vita quotidiana
nelle due religioni
MAURIZIO ABBÀ
Lf ASSOCIAZIONE ebraico-cristiana di Torino
compie, ormai da diversi anni, un prezioso lavoro nel costruire possibilità e percorsi
di dialogo tra ebrei e cristiani. Un lavoro svolto con altissime competenze e qualificata sensibilità. Tra le finalità
previste dallo statuto sono
chiaramente delineate la
promozione, la conoscenza,
i’amidzia tra ebraismo e cristianesimo, lo studio delTintolleranza sotto ogni sua forma e aspetto, e in particolare
è affrontato il tema triste e
tragico e sempre inquietante
deH’antisemitismo. Queste
raccolte di articoli’*, da diverse impostazioni e prospettive, permettono a un vasto
pubblico di accedere a una
mole notevole di informazioni per una formazione seria e
accurata al dialogo ebraicocristiano.
Nella prefazione al primo
quaderno Giampiero Leo, assessore alla Cultura della Regione Piemonte, ritiene che
esso possa costituire «uno
strumento divulgativo e di
consultazione per gli insegnanti e gli operatori culturali piemontesi, un utile supporto alla loro attività educativa». Evidentemente ora è
usufruibile da una cerchia
ancora più vasta. Nello stesso
quaderno sono trattati in
comparazione momenti, date, luoghi importanti della vita quotidiana delle due religioni, tra cui: lo ShabbatI la
Domenica, il PesachI la Pasqua, il matrimonio e le tappe che contraddistinguono
l’esistenza dalla nascita sino
alla morte.
Il lettore troverà strumenti
per comprendere, superando
le solite semplificazioni, l’importanza del movimento dei
Farisei, e per ascoltare la vicenda terrena di Gesù letta
da una studiosa ebrea, e ancora la figura di un altro
ebreo come Paolo, e tanti altri argomenti per leggere e
continuare ad approfondire.
Altri quaderni sono previsti
per la stampa. Sarebbe auspicabile che una casa editrice, o
meglio ancora una coedizione
con protagoniste una casa
editrice ebraica e una cristiana, inserisse queste raccolte
di saggi nelle loro edizioni. Si
tratterebbe di un aiuto considerevole a superare tutta una
serie di pregiudizi e a conoscere più da vicino realtà
esterne ma non estranee, anche per riconoscere meglio
dove, come ebrei e cristiani, ci
siamo situati: in una posizione doverosamente precisa,
ma sicuramente non distante.
I riferimenti per prendere
contatto, via computer, con
l’Associazione sono: e-mail:
aectorino@yahoo.com; pagina web: http//WWW.geocities.com/Athens/Ithaca/3051
{*] Nf.dki.ia Tf.drschi-Eugenio
Rivoir (con la collaborazione di
don Stefano Rosso): Ebrei e cristiani: temi a due voci. Amicizia
ebraico-cristiana di Torino, (quaderni Aec 1) 2001, pp. 80, s.i.p.
G. Boccaccini-P. Df BENFOErriM. Pkscf-L. Sf.stieri-P. Stefani:
Ebrei e cristiani alle origini delle
divisioni a cura di Ernesto Riva,
Stefano Rosso, Emilia Turco.
Amicizia ebraico-cristiana di Torino, (quaderni Aec 4), 2001, pp.
114, s.i.p.
Lo straniero
Nuovi conflitti
Un’ampia sezione dell’ultimo numero della rmsta diretta
da Goffredo Fofi (n. 21, marzo 2002, euro 9,30) è dedicata
alla scuola e al progetto governativo di riforma, ma soprattutto al rapporto scuola-università. In altra sezione vengono affrontati i principali conflitti mondiali e problemi a livello internazionale del momento: Israele, Somalia, crisi argentina. Giulio Marcon, presidente del Consorzio italiano di
solidarietà (anche la Fcei vi ha aderito in
occasione delle iniziative per l’ex Jugoslavia), espone i limiti e le responsabilità del
Fondo monetario internazionale. Apre il
fascicolo una serie di lettere inedite
dell’ampio carteggio di Etty Hillesum, vittima della persecuzione nazista.
RADIO
Culto radio
Ogni domenica mattina alle 7,30 sul primo canale
radio Rai, predicazione e notizie dal mondo evangelico italiano e estero, appuntamenti e commenti di attualità.
TELEVISIONE
o
Protestantesimo
Rubrica televisiva di Raidue, a cura della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, trasmesse
a domeniche alterne e, in replica, il lunedì seguente alle ore 24
circa e alle ore 10 del lunedì successivo. Domenica 17 marzo,
ore 24 circa, andrà in onda: «Immigrazione: storie di integrazione, il centro di accoglienza metodista di Intra»; «Bruderhof:
il giardino della pace»; «Dietro le parole», riflessione biblica a
cura del prof. Yann Redalié. La replica sarà trasmessa lunedì
18 marzo alle ore 24 e lunedì 25 marzo alle 10 circa.
PROTESTANTESIMO IN TV i
I bambini, primi a pagare
DAVIDE ROSSO
Nel mondo globalizzato,
o meglio nel sistema sociale ed economico che si è
andato sviluppando a livello
mondiale «la forbice tra i pochi che hanno le ricchezze e
i molti che sono sempre più
poveri tende inesorabilmente ad aprirsi sempre più». I
bambini spesso sono i primi
a pagare questa realtà e sono
molti i sintomi che ci parlano di questo peggioramento
della situazione dell’infanzia
a cominciare dall’aumento
del numero dei bambini soldato impegnati su diversi
fronti sparsi per il mondo.
La trasmissione Protestantesimo, andata in onda domenica 3 marzo su Rai2 (replica lunedì 11 marzo sempre su Rai2 alle ore 8,55 circa) nel suo primo servizio ha
affrontato queste tematiche.
Il servizio presenta una realtà
«cruda» fatta di sfruttamento,
di bambini soldato, di povertà e di mancanza di una
famiglia, di malattie. Non
emerge un paese o una zona
particolare del mondo ovunque ci può essere una situazione critica per i bambini.
Un dato per tutti sono circa
13 milioni i bambini orfani
nel mondo. Certo nelle zone
più povere della Terra spesso
appaiono più appariscenti gli
sfruttamenti o le storture ma
forse lo sono agli occhi di noi
occidentali che sappiamo vedere bene in casa d’altri ma
poco in casa nostra.
La tematica «infanzia» nel
servizio viene affrontata da
una prospettiva un po’ diversa dalla solita, anche se per
certi versi ovvia, quella dei
diritti negati ma anche quella
dei diritti mai visti o immaginati. Le immagini, che spesso
parlano da sé, procedono a
blocchi precedute da un titolo. Ci parlano del fatto che
«tutti i bambini hanno diritto
a una casa», del fatto che
«tutti i bambini hanno diritto
alla salute», e poi «tutti i
bambini hanno diritto a
un’educazione» e così via.
Viene in mente, vedendo anche il servizio che segue che
ha per tema la proposta di
legge sulla libertà di coscienza e di religione, che «tutti i
bambini hanno diritto alla libertà di essere bambini» occorre però che tutti si abbia
questa consapevolezza, come ricorda il rappresentante
dell’Unicef in chiusura.
6
PAG. 6 RIFORMA
VENERDÌ 8 MARZO 200}
Un'associazione internazionale indipendente che opera in tutto il mondo
IVIedici senza frontiere
Medici, infermieri e personale amministrativo si trovano spesso in prima linea nelle situazioni
più difficili e conflittuali L'esperienza di assistenza ai bambini di strada nelle Filippine
ANNA MAFFEI
VISITO il Tir che Medici
senza frontiere ha attrezzato per ospitare la mostra
interattiva che sta girando
per ITtalia e che da oggi fino
dia fine della settimana sosta
in una piazza di Napoli. Il
gruppo dei volontari che se
ne occupa sta ancora montando lo stand esterno; la prima scolaresca è attesa per
mezzogiorno, dunque c’è un
po’ di tempo ancora. Mi faccio dare del materiale, mi
guardo intorno, poi rivolgo
qualche domanda sul tipo di
personale di cui l’organizzazione si serve. «Medici, naturalmente - mi risponde un
giovane -, poi infermieri e
personale amministrativo».
L’organizzazione dà i mezzi
per la sopravvivenza oppure
bisogna autofinanziarsi? domando. «Non ci si arricchisce, ma si vive. Io ci lavoro da
sei anni». Che cosa fa? «Sono
infermiere. Sono stato un anno in Russia, poi in Ruanda e
tre anni nelle Filippine fra i
bambini di strada». Mentre
parla comincio a mettere a
fuoco la fisionomia che mi
appare vagamente familiare.
Qualche anno fa a tarda notte ho visto un documentario
sui bambini di strada nelle
Filippine: non dormii quella
notte e nonostante la mia
scarsa memoria le cose raccontate allora non le ho più
dimenticate, né ho dimenticato la passione e anche un
po’ la tristezza di quel giovane volontario italiano che ne
parlava. Ne accenno appena
e mentre lo faccio ricevo la
risposta: «Ero io». Roberto
Mauri è rimasto tre anni a
Manila: ora è qui in attesa di
ripartire, ma non sa ancora
per dove. Posso farle qualche
altra domanda? «Certo».
Come è iniziata per lei quest’avventura? «Nel 1993 ero
allievo infermiere quando
scoppiò la guerra in Bosnia.
D’istinto cercai un’associazione con cui partire come
volontario. Non ci riuscii, così cominciai ad andare regolarmente con un gruppo di
amici a visitare un campo
profughi bosniaco in Croazia». Portavate generi alimentari? «Sì, partivamo con un
furgone preso a prestito che
riempivamo come potevamo,
ma la vera ragione era andare
nel campo a giocare con i
bambini. Su cento profughi,
40 erano bambini. Le ultime
due volte andammo col furgone vuoto. Ma ci aspettavano». Poi? «Alla fine della
guerra, ho lavorato a Bihac in
un ospedale in Bosnia chiamato dal consolato bosniaco
in Italia al quale avevo offerto
la mia disponibilità. Dopo
questa esperienza ho mandato il mio curriculum a molte
organizzazioni internazionali. Medici senza frontiere mi
ha chiamato e sono partito
per la Russia».
Che cosa faceva in Russia?
«Lavoravo in ospedale. Lì gli
infermieri avevano una concezione piuttosto burocratica
del loro mestiere, l’igiene era
poco curata, particolarmente
nel reparto dove lavoravo io,
fra i ricoverati barboni. Ho
fatto un lavoro molto pratico». Come ci si è trovato?
«Non posso negare di aver
sofferto isolamento e senso di
impotenza, lì particolarmente. Mi capitava però nelle notti bianche, quando fuori c’era
luce e non riuscivo a dormire,
di andar fuori e incontrare per
strada le stesse persone che
magari avevo curato in ospedale. Si parlava anche per
molto tempo». Ma in che lingua? «Con quel po' di serbo
Roberto Mauri fra gli stand della mostra
croato che conoscevo cercavo
di capire e di farmi capire. Ma
non era tanto importante: in
quelle notti la cosa più importante era ascoltare qualcuno
che aveva voglia di parlare».
Fra le sue esperienze quale
è quella più coinvolgente?
«Quella nelle Filippine mi ha
consentito una maggiore crescita individuale». Quale è il
lavoro svolto lì da Medici senza frontierel «È un’attività
con tre finalità: fornire assistenza legale ai bambini in
prigione, assistenza sociale ai
bambini di strada ed esercitare pressione politica per far
curare i bambini di strada negli ospedali». I bambini non
sono accolti dagli ospedali?
«C’è una tale stigmatizzazione di questi bambini che anche le persone più acculturate negano il problema oppure
danno ai bambini stessi la
colpa di stare per strada. E
così i bambini non hanno
nessun diritto». Quanti ce ne
sono a Manila? «Le autorità
dicono 75.000 ma Medici senza frontiere ne ha stimati
200.000 e tale stima è confermata dall’Unicef».
Perché ci sono bambini in
carcere? «Nella maggior parte
dei casi sono accusati di va
gabondaggio che nelle Filippine è reato. Basta che un
bambino giri per la città da
solo dopo le 10,30 di sera che
viene arrestato. Le condizioni
delle carceri poi sono terribili.
Non danno da mangiare e
spesso i bambini sono in carcere con detenuti adulti». E
come sopravvivono? «I visitatori di bambini che hanno famiglia portano da mangiare e
il cibo si divide con chi non
ha nessuno». Medici senza
frontiere si occupa anche del
turismo sessuale? «Non direttamente ma lavoriamo in rete
con Preda, un’organizzazione
molto seria fondata da Shay
CoUin, un prete, che ha finora
portato a vari arresti di pedofili. Ci sono due città nelle Filippine, Angeles e Olongapo
dove la prostituzione è la prima fonte di reddito».
Ci può raccontare un episodio che l’ha colpita particolarmente? «Ero arrivato da
poco a Manila. Cercavo in
quel periodo di vincere la mia
diffidenza a lavorare con i
bambini di strada e pian piano di conquistarmi la loro fiducia. Arrivato al campo dove
molti di loro vivono incontrai
Michael, di 15 anni, che mi
parlò della sua fidanzata che
non si sentiva bene. Michelle,
14 anni e mezzo, era incinta
di cinque mesi e aveva mal di
pancia. Così pensammo di
portarla in ospedale. Per il
fatto che c’ero io, di pelle
bianca e adulto, la guardia
giurata ci consentì l’accesso.
La ragazza fu ricoverata e noi
mandati fuori. Dopo due ore
di attesa estenuante e sempre
senza una spiegazione, un’infermiera uscì a consegnarci
sgarbatamente un fagotto di
vestiti sporchi di sangue. Solo
a sera riuscimmo ad entrare
in ospedale ma dovemmo letteralmentè forzare l’ingresso
del reparto di ostetricia, consentito ai soli mariti per visitare la ragazza, che in quel
momento dormiva. Alla domanda di Michael: “Ma dov’è
la pancia?” solo la frase urlata
di un’infermiera: “Il tuo bambino è andato”. Vissi con Michael quella volta la frustrazione e il disprezzo che toccava ogpi giorno i bambini di
strada. Successivamente un
medico ci informò dell’aborto
che era già in atto al momento del ricovero. Al campo più
tardi Michael mi salutò e si
allontanò con viso profondamente addolorato. Cercai di
spronare gli altri ad andare da
lui a consolarlo, io mi fermai
ancora un po’. Poi da lontano
sentii cantare, mi spiegarono
dopo che in quel momento
stavano pregando: pregavano, secondo un misto di fede
e loro credenze, che l’anima
di quel bambino potesse rinascere in un bambino più
fortunato. Io a quindici anni
non avrei certamente avuto
pensieri simili. In questi anni
ho capito una cosa: che i
bambini di strada come categoria non esistono. Esistono
bambini con una storia, una
sensibilità e un percorso, per
ognuno diverso».
In prima linea nei paesi poveri
Dr. James Bolaji, medico
ospedaliero in Nigeria.
Prevenire prima che curare
dovrebbe essere la regola: gli
investimenti in igiene pubblica, abitazioni idonee, acqua, cibo e le campagne di
educazione riducono grandemente la prevalenza delle
malattie infettive. Ma la prevenzione è legata a fattori socio-economici complessi che
sfuggono al nostro potere di
medici. Quindi le persone si
ammalano, e tanto; e in Nigeria il paziente paga quasi tutti
i farmaci, quindi il loro prezzo è questione di vita o di
morte. Alcune compagnie
farmaceutiche locali producono farmaci essenziali, ma
importano le materie prime
che sono costose; di conseguenza i farmaci locali hanno
più o meno lo stesso prezzo
di quelli importati. Inoltre vi
sono farmaci del tutto indisponibili. Altri ancora, pur
accessibili, sono vecchi e si
scontrano con la resistenza
di nuovi ceppi.
Dr. Hassan, specialista di
Aids e tubercolosi opportunistica in Etiopia.
In Etiopia i tubercolotici sono curati gratis, ma quando
insorgono multiresistenze ciò
non è più possibile. Quanto ai
farmaci retrovirali anti Aids, è
una tragedia. L’Etiopia è il secondo paese vittima dell’Aids
in Africa, ma non produce farmaci per la cura del virus e
ovviamente non ha i soldi per
acquistarli, visto che sono carissimi e inaccessibili per la
sanità pubblica e per i singoli
ammalati.
Dr. Basini Al Abdili e Masin
Shimari, pediatra in Iraq.
Gli orologi che scandiscono le morti, ogni minuto, per le malattie
più diffuse
Vediamo morire bambini
che, con una terapia adeguata, avrebbero buone possibilità di guarire. L’Iraq è sotto
embargo internazionale e
non ha 1 soldi per importare
con tempestività e continuità
i farmaci necessari. Inoltre,
questi vengono spesso bloccati dal comitato per le sanzioni, là a New York. Vediamo morire altri bambini di
malattie infettive un tempo
scomparse dal nostro paese e
ora tornate: a causa dell’embargo l’acqua non è più depurata, il cibo è insufficiente.
L’embargo ha provocato un
disastro sanitario in un paese
che grazie al petrolio non era
affatto povero.
Dr. Léopold Buhendua, infettivologo in Congo.
Sono abituato a lavorare in
paesi africani afflitti da grandi disgrazie: guerre, debito
estero, governi indifferenti,
calamità naturali. L’impatto
sull’incidenza delle malattie
e sulle possibilità di cura è
tragico. Oltretutto, i budget
per la sanità nei nostri paesi
sono molto bassi. Sarebbe
bello poter produrre localmente farmaci generici a
buon mercato, anziché subire i prezzi astronomici di certe specialità occidentali sotto
brevetto. So che legalmente è
possibile, con le licenze obbligatorie e via dicendo. Ma,
nel caso di molti paesi africani, non ci sono le strutture
per farlo. Anche per le malattie contagiose, pericolose per
la salute pubblica, le cure sono a carico degli ammalati,
perché la «mutua» copre solo
i pochissimi lavoratori dell’economia formale. 11 trattamento per 4 mesi della The
resistente costa 2.000 dollari.
Fondazioni e governi del
Nord che sostengono alcuni
progetti di lotta alla Tbc forniscono farmaci che possono
essere somministrati gratuitamente. Ma quando queste
«convenzioni» si interrompono è una tragedia.
veneri
No
dalli
Le malattie più diffuse
a carattere infettivo
Persone
Quindici milioni di persone muoiono ogni anno a causa di malattie infettive: è la
prima causa di morte nel
mondo. Il 97% dei decessi avviene nei paesi in via di sviluppo. Polmonite, tubercolosi, malaria, diarree, morbillo
e Hiv-Aids sono le malattie
infettive responsabili della
metà dei decessi. Sono circa
10 milioni i bambini sotto i
cinque anni che muoiono
ogni anno per infezioni respiratorie acute, malattie intestinali, tubercolosi e malaria.
Nel Sud del mondo e nei paesi in transizione dell’Est europeo ci sono circa due miliardi di persone che non
hanno accesso alle cure adatte. Il 75% della popolazione
mondiale, quella che vive nei
paesi a basso reddito, ha a disposizione l’8% dei farmaci
prodotti nel mondo. Un miliardo e trecento milioni di
persone non hanno accesso
all’acqua potabile.
turali. Spesso la corruzione,<
la scadente qualità dei farnia- ì
ci prodotti localmente, il[
continuo proliferare sul mer-j
cato di farmaci contraffatti, e j
l’inadeguatezza professione-:
le degli operatori sanitari lo-,
cali peggiorano la situazione,
sanitaria.
Farmaci
Su 1.233 farmaci immessi
sul mercato negli ultimi 25,
anni solo 13 hanno un’indicazione specifica per le malattie tropicali. Malattie considerate scomparse stanno ricomparendo e si diffondono
in forme molto pericolose,
perché resistenti ai trattamenti standard (farmaco-resistenza): i farmaci conosciuti non sono più completa-,
mente efficaci.
Si è
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Investimenti
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della
Paesi
L’1,2% dei decessi per malattie infettive avviene nei
paesi industrializzati contro
il 43% nei paesi a basso reddito. In molti paesi poveri, i
farmaci essenziali non sono
disponibili per questioni logistiche o carenze infrastrut
Per ridurre del 50% le mori
per malaria sarebbe necessa
rio un investimento di un ni
bardo di dollari. Il 90% dea
investimenti per la ricercai
lo sviluppo di nuovi farmadj
destinato a problemi sanitA
che riguardano il 10% del
popolazione mondiale. iJ
0,2% degli investimenti perii
ricerca e lo sviluppo di nuovi
farmaci riguarda polmoniti
diarrea e tubercolosi, chi:
causano il 18% delle moti'
nel mondo.
Una mostra interattiva
Dal 26 febbraio al 28 aprile
una mostra gira nella piazze
italiane. Permetterà ai visitatori (studenti e cittadini) di
calarsi per mezz’ora nei panni
e nella vita di altri, di un bambino sudafricano con l’Aids,
di una ragazza ucraina con la
Tbc, di un ragazzo burundese
con la malaria. Si tratta di un
gioco di ruolo: di giocoso,
però, c’è solo la disponibilità
del pubblico a fare questo
percorso che rivela quanto è
diffìcile vivere in paesi dove le
leggi del mercato prevalgono
sui diritti umani.
L’Acchiappamosche è una
delle attività della Campagna
per l’Accesso ai farmaci essenziali di Medici senza frontiere (Msf) e si propone di
sensibilizzare il pubblico italiano sul problema del mancato accesso alla salute per
milioni di persone nel mondo. La mostra prende il nome
dalle reti che vengono utilizzate, in molti paesi del continente africano, per attirare e
imprigionare le mosche tzétzé, responsabili della trasmissione della malattia del
sonno (mortale per 150.000
persone ogni anno).
All’ingresso, il visitatore è
invitato a calarsi nella vita di
una persona di un paese diverso, affetta da una malattia
(per esempio: «Lei è un pe
II pasto
scatore del Sud Sudan, giorni
fa è rimasto più a lungo del
solito sulle sponde del fiume
per ultimare la pesca. Sa di
essere stato punto da diverse:
zanzare ma non ci ha fatto
molto caso. Da qualche giorno sente dei dolori alle artij
colazioni, ha degli accessi di
febbre alta e un persistente
mal di testa...»). 11 percorsod
snoda lungo storie di quanti,:
nel mondo, sono realmente}
affetti da quella malattia, rac-f
contandone i sintomi, le con->
seguenze per le famiglie; ven-j
gono date informazioni sulla
malattia, come si contrae,[
quali sono le zone in cuilu
patologia è endemica, quali}
le possibili cure se esistono,!
cosa succede se non si è trai-tati in modo adeguato, cosa*
fanno i medici nei paesi io!
cui la malattia è presente. ^
La visita si conclude in uno
farmacia-consultorio, tipio>l
dei paesi in via di sviluppi'!
dove medici di Msf propoH
ranno al «paziente» le medi';
cine esistenti: compito noO:
facile perché non esiste uo,
trattamento adeguato p®';
ogni patologia; il visitatofOi
conoscerà quindi la situaziO'
ne reale nei paesi in cui M*;
opera, le difficoltà e, in alcun'
casi, impossibilità di acquisi'
re i farmaci in grado di curai®:
alcune malattie. ;
Lo mostra sarà disponibile nei prossimi mesi a Roma dal 5 oMO
in Piazza del Popolo e dal 11 al 14 marzo al piazzale Aldo Moro (Ideijjj,!
sitò La Sapienza); a Firenze dal 16 al 20 marzo in piazza della rica; a Bologna dal 22 al 27 marzo al piazzale Jacctiia (giardini Margn® ^
tal: a Verona dal 2 al 5 aprile all'Arsenale militare; a Vicenza dal 6 u ,.i
' ■ ■ - ■ ........................... r-aAl
aprile in piazza Biade; a Bolzano dal 11 al 14 aprile in Walter Platz; o .
lano dal 16 al 21 aprile in piazza Cordusio; a Torino dal 23 al 28 opn
in piazza San Carlo.
Per saperne di più: Medici senza frontiere, via Volturno 58, 00185
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ma. Tel. Ò6-4486921 . www.msf.it.
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venerdì 8 MARZO, 2002
Vita Delle
PAG. 7 RIFORMA
Intervista a Giorgio Girardet, coordinatore della Commissione permanente bmv
Una formazione pastorale comune
l\lato in ambito valdese e metodista nel 1995, da 4 anni la Commissione è stata integrata
éoHa componente battista. I candidati devono capire e gestire la realtà concreta delle chiese
Il seminario sulla «macchina chiesa»
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SI è svolto al Centro evangelico di Rocca di Papa, dal
18 al 21 febbraio, l’ultimo seminario organizzato dalla
Commissione permanente di
formazione pastorale. Il tema, «Chiesa come organizzazione e istituzione», ha fornito un’arricchente occasione
di scambio fra i membri presentí della commissione stessa: Giorgio Girardet, Mirella
Scorsonelli, Italo Benedetti,
Massimo Aprile, Gabriela Lio,
¡tre candidati al pastorato
(che in ambito battista si
chiamano «pastori in prova»)
Jaime Castellanos, Claudia
Lupi e Birgit Welter e alcune
pefsone che nei tre giorni si
sono avvicendate nelle varie
sessioni. Letizia Tomassone,
Franca Long e Anna Maffei.
L’incontro, che si è svolto in
un clima di attento reciproco
ascolto, si prefiggeva non tanto di illustrare ai candidati il
significato e le intenzioni degli ordinamenti delle rispettive chiese, quanto di condividere esperienze pratiche nel
campo della «gestione» concreta della vita delle chiese locali, coordinamenti regionali
0 esecutivi nazionali. Il metodo usato è stato quello della
condivisione di esperienze e
della discussione di «case
Il pastore Giorgio Girardet
study», ossia presentazioni di
situazioni concrete (vere o verosimili) in cui si chiedeva ai
presenti di interagire, offrire
suggerimenti per risolvere i
problemi sorti, condividere
esperienze proprie verificatesi
nella vita pastorale passata o
anche presente.
Così si è discusso di che cosa e come mettere in discussione gli argomenti ai Consigli
di chiesa, si è anche simulato
un incontro di Consiglio di
chiesa alle prese con un problema pastorale molto delicato, si è discusso il caso di una
giovane pastora alle prime armi in un difficile contesto comunitario, si è parlato di che
cosa può significare lavorare
in un esecutivo. Si è anche offerta un’informazione su problèmi molto concreti che i pastori in servizio di prova si
trovano ad affrontare.
Fra le cose emerse dalla riflessione comune c’è stata la
proposta di recuperare o rendere più visibile il peso vocazionale degli incarichi ecclesiastici di diaconi e/o consiglieri di chiesa. Sia nella tradizione battista che in quella
metodista le elezioni di anziani, diaconi e consiglieri di
chiesa erano (e all’estero
questo avviene ancora regolarmente) seguite da un culto
speciale, a volte dall’imposizione delle mani da parte
della comunità locale interessata sui neoeletti e dalla
lettura, da parte di questi ultimi, di una promessa solenne di servizio e fedeltà alla
chiesa. Forse ridare vita a
questi aspetti un po’ dimenticati delle nostre tradizioni
aiuterebbe a riportare all’attenzione di tutti l’importanza
di gestire i Consigli di chiesa
a un livello spiritualmente un
po’ più alto di quanto a volte
non avvenga nella vita pratica delle nostre chiese.
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fiume
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12° Convegno delle opere
Firenze - Istituto Gould, 9-10 marzo 2002
Programma
Sabato 9 marzo
Past. Bruno Rostagno: studio biblico
Relazioni:
- Dr. Giancarlo Sanavio; La trasformazione dello stato sociale in Italia: il non profit nel nuovo contesto
~ Dr. Gianfranco Mathieu: Le leggi statali e regionali relative alla gestione dei servizi sociali e il loro livello di applicazione
~ Past. Giorgio Tourn: Le radici, le contraddizioni e gli sviluppi della diaconia evangelica; quali scelte e quali prospettive
Modera il prof. Nedo Baracani
Lavoro dei gruppi
Assemblea plenaria: relazione dei gruppi e dibattito
Domenica 10 marzo
Assemblea plenaria: presentazione, discussione e approva^'one di un documento finale, a cura dei relatori dei gruppi;
modera il prof. Nedo Baracani
Presentazione della bozza di regolamento interno della Csd
11,30 Culto di chiusura presieduto dal past. G. Conte
15 Incontro dei centri ricettivi; giovanili, foresterie,
case per ferie...
introduzione e il programma del convegno sono anche reperibili sul sito Internet www.chiesavaldese.org/diaconia
tenotazioni
e prenotazioni si effettuano, utilizzando l’apposita scheda, presso;
Csd - Foresteria valdese di Firenze- via de' Serragli, 49
50124 FIRENZE - tei. 0.55.21.25.76 - fax 055.28.02.74
. e-mail gould.reception@dada.it.
e DENE; La reception del Gould è aperta dalle ore 9 alle 13
j * 1? 15 alle 19, chiuso il sabato pomeriggio e festivi.
®^rvizi prenotati vanno pagati anche se non consumati_______
La Commissione in una pausa dei iavori
ANNA MAFFEI
IN occasione dell’ultimo
seminario organizzato dalla Commissione permanente
per la formazione pastorale
abbiamo rivolto alcune domande al suo coordinatore,
past. Giorgio Girardet. Quando è nata la Commissione?
«È stata isti tufi ta dalla Tavola valdese nel ’93 e ha cominciato a lavorare nel ’94
con lo scopo di accompagnare i candidati valdesi e metodisti al ministero pastorale in
vista della loro consacrazione, durante il periodo, che
prima era di 18 mesi, che è
appunto di prova. Il compito
di tale commissione è di accompagnarli e.non di valutarli o giudicarli perché valutazione e giudizio rimangono
affidati alle comunità in cui
lavorano e ai pastori di riferimento. Da quattro anni lavoriamo con l’Unione battista e
questa commissione è diventata bmv».
- Qualcosa è cambiato da
quando la commissione è diventata comune fra battisti,
metodisti e valdesi?
«Certamente si è arricchita.
Siamo soddisfatti sia per il lavoro stesso, sia per il clima di
rispetto e di crescita comune
in una responsabilità che
sentiamo di fronte ai problemi. Tra l’altro le diversità di
orientamenti e di ordinamenti sono notevoli, più di quanto noi pensavamo e abbiamo
dovuto adattarci reciprocamente a quello che potevamo
fare insieme, e a quello che
invece richiedeva una mentalità diversa più ancora che
strutture differenti. Il SinodoAssemblea del 2000 ha votato
un regolamento di questa
nostra Commissione e ci fa
molto piacere che abbiamo
delle regole comuni; rispondiamo contemporaneamente
all’Esecutivo battista e alla
Tavola valdese. Così quando
ci devono bacchettare lo fanno separatamente oppure
mettendosi d’accordo. Ideale
è comunque che quando ci
sono delle cose che possiamo fare insieme si facciano.
Quando questo avviene ne
usciamo sempre arricchiti».
- Come lavora la commissione?
«Abbiamo come strumenti
di lavoro dei seminari, ognuno dei quali della durata di tre
o quattro giorni, in cui affrontiamo alcuni temi. Accanto a
questo seguiamo come gruppo, e dove è necessario anche
singolarmente, i candidati,
che vengono seguiamo anche
attraverso il pastore di riferimento. Per quanto riguarda
l’ordinamento valdese, raccogliamo la documentazione
per il corpo pastorale valdese
e metodisla in vista della consacrazione».
- Quali i temi dei seminari?
«Nei seminari abbiamo affrontato diversi temi della vita della chiesa partendo dal
presupposto che la Facoltà
valdese abbia fornito agli studenti i sufficienti strumenti
teorici e anche applicativi.
Nel confronto con la realtà
quotidiana della vita di un
candidato o di un pastore in
prova sono al centro temi relativi alla predicazione, alla
catechesi, alla presenza nella
città, ma soprattutto negli ultimi anni abbiamo dato importanza alla formazione pastorale cioè alla supervisione
del lavoro pastorale. I candidati, o i pastori in prova, sono invitati a presentare alcuni verbatim dei loro incontri
pastorali i quali, secondo un
metodo comune della Pastoral education, vengono discussi, esaminati in modo
che i candidati e anche i
membri della commissione
ne riflettano insieme, essendone realmente coinvolti.
Questo ha avuto molto successo presso i partecipanti
che ci chiedono più spesso di
fare queste cose al posto di
incontri teorici sulla vita delle chiese. Dobbiamo dire che
un grosso contributo lo abbiamo ricevuto da alcuni psicologi che via via sono stati
nella nostra Commissione
(Marco Rolando, Gisella Costabel, Vito Tummino) e dalla
collaborazione esterna, ma
molto efficace e importante,
di Mirella Abate che è una
pastora valdese residente in
Germania e impegnata proprio nel lavoro della formazione pastorale».
- Avete degli strumenti di
valutazione del vostro lavoro?
«Nell’ultima seduta del nostro comitato abbiamo fatto
una certa verifica del lavoro
svolto in questi 8 anni, mandando in giro un questionario ai pastori consacrati negli
ultimi anni. Sono quasi trenta. E abbiamo avuto una piacevole conferma dell’importanza di questa formazione
non solo rispetto alla nostra
intenzione di offrire gli strumenti per capire e gestire la
realtà concreta delle chiese ma anche per gli stimoli
che hanno ricevuto ad andare oltre. Dai questionari poi
emerge una cosa valutata
molto positivamente, e direi
anche molto preziosa e non
prevista, cioè la possibilità
che il lavoro della commissione ha offerto di favorire
scambi fra candidati e pastori
in prova. Spontaneamente
hanno detto che per loro è
stato molto importante potersi incontrare con i vecchi
colleghi di Facoltà e anche
fare nuove conoscenze. C’è
stato insomma uno scambio
informale ma orizzontale che
forse è stato anche più importante del lavoro della
commissione».
* Pinerolo: Assemblea di circuito
Come fare per aumentare
le contribuzioni?
VERA LONG
UN ristretto numero di
presenti ha partecipato
all’assemblea straordinaria
del 2° circuito con rappresentanti di Pramollo, San
Germano, Prarostino, San Secondo, Pinerolo sul tema «Le
finanze della chiesa: come
aumentare le contribuzioni».
Non è stata trovata una soluzione, ma si è discusso sul
culto in generale nei suoi vari
aspetti, sull’assenza di tanti
membri che, dopo la confermazione, fanno rarissime apparizioni al tempio forse ritornando quando arriva la
vecchiaia dato il tipo di vita
che si conduce ormai a ritmi
vertiginosi.
E allora è prioritario aver
un legame con questi fratelli
e sorelle visitandoli nelle loro
case. E anche questo è difficile per gli orari dei loro lavori,
ma preventivando le visite è
più facile incontrarli. Tutti i
presenti ribadiscono che le
visite domiciliari sono ben
accolte da tutti specialmente
se è il pastore ad andarli a
trovare. E se tutti hanno un
contatto con la loro chiesa è
risolto in parte l’aumento
delle contribuzioni.
A questo proposito è stato
ricordato che le contribuzioni non dovrebbero essere disgiunte dall’evangelizzazione, che non sono un’elemosina, ma un segno di solidarietà-verso tutti i nostri fratelli che hanno più necessità di
noi per lavorare nelle piccole
chiese d’Italia. È stato ribadito che nessuno deve essere
cancellato dai registri se non
contribuisce, però è giusto ricordarglielo a voce o anche
scrivendogli come intende
fare la chiesa di Pinerolo alle
decine di membri spariti negli ultimi anni. L’importante
è che nessuno si senta escluso, che tutti possano essere
bene accolti al loro ritorno e
mantenere le promesse fatte
alla confermazione.
'^:CX\IW Febbraio alla chiesa di Angrogna
Incontro fra le culture
per cantare la fede
La Chiesa valdese di Angrogna ha vissuto il 17 febbraio
all’insegna dell’incontro con
molti amici provenienti da
altre chiese. L’invitato ufficiale, il pastore Michel Lobo,
accompagnato dalla moglie,
ha tenuto al predicazione durante un culto molto vivace,
animato dai bambini della
scuola domenicale e dalla corale. Erano presenti un gruppo di amici di Neuhengstett
(Germania), «colonia valdese» di fondata infatti nel 1700
dai valdesi partiti da Bourcet.
Con loro alcuni fratelli e sorelle di Macon (Francia) la
cui Chiesa riformata ha da
tempo stretto fraterni legami
con Angrogna.
Il segno dell’incontro fra
culture è stato anche posto
nella serata che il «Mondele’s
group», un gruppo musicale
evangelico fondato da un medico africano dell’Ospedale
civile di Pinerolo insieme ai
suoi familiari, ha tenuto nel
tempio del Serre. Da ricordare è stata comunque anche la
fiaccolata che ha condotto, il
16 sera, una settantina di persone, incuranti del maltempo, dal capoluogo di Angro
gna al falò che ogni anno viene acceso nei prati al confine
con. I canti spontanei dei giovani hanno unito i membri
delle due chiese vicine.
Il moderatore, Gianni Genre, e il pastore Taglierò, di ritorno dal loro viaggio nel Rio
de la Piata, hanno animato
una serata di informazione
sulla situazione sudamericana, con particolare riferimento alle chiese dell’Argentina e
dell’Uruguay. Erano presenti
i giovani del Casd (Coordinamento attività scoutistiche
del distretto) interessati a un
futuro scambio di visite con i
giovani del Rio de la Piata.
L’Assemblea di chiesa del
10 febbraio ha approvato la
relazione finanziaria del Concistoro e l’impegno finanziario 2002 (leggermente aumentato rispetto all’anno
scorso). Sono anche stati eletti il deputato al Sinodo nella
persona del giovane Diego
Meggiolaro e alla Conferenza
distrettuale (Stello ArmandHugon, Wilma Gay e Anne
Pilloud). La sorella Carla Ricca è infine stata riconfermata
nel suo incarico di anziana
(zona Serre-Buonanotte).
OPERA BALNEARE VALDESE G.P. MEILLE
Borgio Verezzi(Sv)
MwitlfMMiwJ
MARINO 2002 PER RAGAZZI/
1 due turni del soggiorno marino 2002 per ragazzi e
ragazze a Borgio Verezzi presso la Casa Balneare
Valdese, Corso Italia, 110 - 17027 Pietra Ligure
(Sv), saranno:
1° turno dal 9 al 22 giugno, età 7-9 anni
(nati tra il 1.01.1993 e il 30.06.1995)
2° turno dal 22 giugno al 7 luglio, età 10-12 anni
(nati tra il 1.01.1990 e il 31.12.1992)
I moduli per le iscrizioni possono essere richiesti alla
segreteria della chiesa valdese di Torino, Corso Vittorip Emanuele II, 23-Torino, tel/fax 011.669.28.38.
Termine delle iscrizioni: 20 aprile.
Si cercano anche dei monitori per l’animazione e la
cura dei ragazzi e
ragazze. Le persone interessate
devono fare domanda alla Commissione, presso
la segreteria della
chiesa valdese di
Torino, entro il
31 marzo 2002.
8
PAG. 8 RIFORMA
Vita Delle Ghie;
VENERDÌ 8 MARZO 20j veNER
L'opera svolta in Kenia dal 1971 al 1995 dal prof. Franco Operti, valdese di Torino
«Il dottore che fa camminare i bambini»
In collaborazione con la missione cattolica del Cottolengo, ha operato oltre 800 bimbi affetti
da paralisi poliomielitiche e spastiche. È stata un'intensa esperienza umana ed ecumenica
SILVIA BOTTURI
Negli ultimi numeri di
Riforma sono state ricordate alcune esperienze di solidarietà con l’Africa in campo sanitario, tra cui quella
avviata da alcuni anni, tramite la Ciov e il sostegno dell’otto per mille della chiesa
valdese, con l’ospedale di
’Ndoungué in Camerún. Ebbene, per un lungo periodo,
dal 1971 al 1995 un medico
valdese, Eranco Operti, primario di Ortopedia e Traumatologia all’ospedale Mauriziano di Torino e poi direttore sanitario alTÒspedale
valdese di Torino, ha collaborato con la missione cattolica
del Cottolengo di Torino a
Tuuru, in Kenya. Questa missione si occupava principalmente di curare bambini affetti da un’ampia varietà di
paralisi poliomielitiche e spastiche; Il problema era che la
missione poteva essere attrezzata per la rieducazione
pre e postoperatoria, ma il
trattamento chirurgico necessitava di una struttura
ospedaliera, che fu individuata nell’ospedale di Nkubu, nel distretto di Meru, di
proprietà dell’Istituto Missioni della Consolata di Torino e
gestita dai medici missionari
del Cuamm di Padova. Questo ospedale era distante un
centinaio di chilometri che
bisognava percorrere su strade di terra battuta piuttosto
Il prof. Operti (a destra) mentre opera all’ospedale di Nkubu
dissestate. Così il prof. Operti, affiancato dalla moglie.
Nella, coordinò questa nuova
attività operando lui stesso
oltre 800 piccoli malati.
Ogni anno, al suo arrivo a
fine gennaio o inizio di febbraio, venivano esaminati i
nuovi pazienti, già selezionati
in precedenza dal personale
di fisioterapia della missione
e veniva deciso il trattamento
e programmato l’eventuale
intervento chirurgico. Si era
scelto quel periodo dell’anno
perché era quello che garantiva maggiormente il tempo
soleggiato che facilitava le
operazione di trasporto degli
operati e il consolidamento
degli apparecchi gessati. Nello stesso periodo venivano
controllati i pazienti operati
negli anni precedenti. Nel giro di 2-3 settimane venivano
sottoposti a intervento circa
45 bambini per un totale di
circa 80 operazioni, tenendo
Rimini: funerale cattolico per due membri di chiesa
Un insulto postumo alla fede evangelica
ENNIO DEL PRIORE
Ameno di due mesi di distanza l’uno dall’altra sono deceduti a Rimini Achille
D’Ari (tra Natale e Capodanno) e la moglie Ada Pasini
D’Ari (lo scorso 20 febbraio),
già da alcuni anni afflitti da
malanni e da accentuati disturbi di memoria. La loro esistenza è stata strettamente
connessa alla vita della Chiesa
valdese di Rimini, al suo sorgere e al suo consolidarsi.
Tuttavia i funerali di entrambi
hanno avuto solenne svolgimento nella cattedrale della
città. Il pastore che li ha regolarmente seguiti fino all’ultimo, non è stato informato dei
decessi e ha appreso le notizie
dai manifesti affissi in città.
L’ottusità spirituale (dei familiari? di altri?) ha consentito che i due più noti protestanti di Rimini fossero alla
fin fine seppelliti dai preti.
Povero Achille e povera Ada!
Provo una profonda tristezza, da un lato, ma soprattutto una forte indignazione per
questo scempio e per questa
mancanza di senso morale e
di rispetto, in questo cosiddetto tempo ecumenico, per
i sentimenti, le scelte, le opinioni, la fede dell’altro. Desidero pertanto innanzitutto
denunciare questo grave e irresponsabile atto compiuto
contro la dignità e la libertà
delle persone.
E desidero ricordare brevemente, perché a molti nota
in Italia e fuori, la nostra sorella Ada. Per molti anni, insieme a pochi altri, ha costituito l’ossatura delle attività
e delle iniziative della comunità di Rimini. Ha avuto il
privilegio di vivere il fervore,
l’entusiasmo, le speranze e le
attese degli anni in cui si è
riusciti da un lato a costruire
il locale di culto e dall’altro a
contribuire alla costruzione
delle pietre viventi della co
munità. Voglio ricordare il
contributo di fede e di azione
che Ada, per grazia di Dio, ci
ha dato nel Consiglio di chiesa, come deputata a Conferenze distrettuali e Sinodi,
nel lavoro della Federazione
femminile. Molti ne hanno
ricevuto, in molti anni, nel
lavoro, nelle visite, nei rapporti interpersonali sostegno, conforto, incoraggiamento, aiuto, stimoli.
Nasce spontanea la riconoscenza a Dio che attraverso di
lei ha dato molto a chiunque
ha avuto la possibilità di incontrarla. È stata, per usare le
parole del Salmo 1, «come un
albero piantato presso a rivi
d’acqua, il quale dà il suo
La chiesa valdese di Rimini
frutto nella sua stagione, e la
cui fronda non appassisce».
La riunione di una diaspora
Nel 1949 la Chiesa valdese
del Centro Italia procedette a
una inchiesta sul numero e
sulla dislocazione geografica
degli «isolati»: singoli e famiglie evangeliche lontani da
località con chiese costituite.
Quelli della diaspora adriatica venivano saltuariamente
visitati dai pastori di Firenze,
con culti di famiglia a Dovadola, Forlì o Cesena. Tuttavia
solo nel 1962 la Tavola valdese riuscì a inviare un pastore
a Rimini, Severino Zotta, che
subito iniziò un lavoro di raccolta dei disseminati (da Ravenna a Ancona, sulla costa e
nell’entroterra, come Urbino
e San Leo), stabilendo anche
fraterni rapporti con famiglie
della Chiesa luterana tedesca
e della Chiesa riformata svizzera, anch’esse disseminate.
Le riunioni di culto per diversi anni si tennero prima in
una casa, poi in un locale
inadatto e pericolante, poi in
un hôtel. Soltanto nel 1969 si
cominciò a utilizzare l’attuale
piccola chiesa di viale Trento
61 (inaugurata nel 1970), progettata da Marco Rostan, con
annesso l’alloggio pastorale.
Gran parte del lavoro pastorale (studi biblici, catechismi,
scuola domenicale) continuò
a essere svolto direttamente
in alcuni nuclei familiari della vasta diaspora.
Nel periodo estivo i turisti,
molto numerosi negli Anni
70-80, hanno partecipato a
culti in francese o inglese e
soprattutto in tedesco, presieduti da alcuni pastori ospiti. Questa intensa e utile attività per e con i turisti è andata man mano scemando. 11
pastore Zotta ha svolto il suo
ministero a Rimini fino al
1979, e negli ultimi vent’anni
si sono succeduti, per periodi più brevi, Aldo Varese,
Günther Leibbrand, Iginio
Carera, Bruno Costabel, Ennio Del Priore e ora Odoardo
Lupi. Attualmente la comunità conta una sessantina di
membri, di cui solo una dozzina residenti a Rimini, alcuni aderenti e alcuni simpatizzanti. Il principale momento
di raccolta resta il culto che
ha luogo tutte le domeniche
alle 10,30. (e.d.p.)
presente le lesioni multiple
che necessitavano di più di
un trattamento. Poi, entro la
fine di agosto, la maggior parte degli operati poteva essere
dimessa, avendo concluso
anche il trattamento fisioterapico postoperatorio e lasciando così il posto a un gruppo
successivo.
Col passare degli anni, la
strada venne asfaltata, migliorarono le apparecchiature, si ampliò il servizio di assistenza medica, in particolare nell’assistenza alla gravidanza e al parto, molte persone, e in particolare medici
italiani, si avvicendarono
nell’attività insieme a Franco
Operti che ormai era diventato «il dottore che fa camminare i bambini». Per il prof.
Operti è stata un’esperienza
professionale e umana unica,
ed è stata anche un’intensa
esperienza ecumenica: per
lui, medico ortopedico valdese venuto da Torino in risposta alla richiesta di aiuto di
una tipica missione cattolica
in Africa, e per la missione
che l’ha chiamato e accolto
come un fratello.
Tutta questa attività risulta
ampiamente documentata
da una serie di conferenze e
pubblicazioni, nonché da un
volume edito dal Cottolengo
nel 1994. Nel 1982 fu pure
presentato un filmato sull’argomento al gruppo dell’Assistenza della Chiesa valdese di
corso Oddone a Torino.
Taranto
È scomparso
il fratello
Valentin!
FRANCESCO CARRI
IL predicatore locale Gaetano Valentini ci ha lasciati
all’età di 82 anni lasciando
alla Chiesa valdese di Taranto un’eredità spirituale che,
nel tempo della condivisione
possibile in Cristo, rimane
amore e passione per le cose
di Dio. Il Signore si è servito
di lui, semplice calzolaio, per
l’annuncio della sua Parola.
Giorno dopo giorno, quando
nella sua bottega si incontrava lavoro e umanità, fede nel
Signore e attesa del cliente
dalle scarpe rotte, la storia
d’amore attivata da Dio in
Cristo veniva raccontata con
semplici parole tratte dal vocabolario della gente comune. Al funerale che si è svolto
il 25 febbraio grande è stata
la partecipazione di quanti
l’hanno ascoltato e hanno
usufruito della sua capacità
artigianale, nel parlare del Signore, nel narrare la storia
della locale Chiesa valdese.
Con Gaetano non muore
l’arte, il mestiere dell’evangelizzazione, ci viene ricordato e
rivive in ciascuno di noi quello che spesso dimentichiamo:
parlare del Signore e inverarlo
nel nostro luogo di lavoro,
nelle nostre relazioni umane.
La comunità tutta esprime un
sentimento di gratitudine al
Signore per una vita, una testimonianza nel tempo condivise con Gaetano, una fraterna solidarietà ai suoi familiari
sapendoci non abbandonati
dal Signore. Nel corso del culto, corale è stato il riferimento
al passo biblico di 1 Corinzi 2,
9-16, l’occhio spirituale ha visto il nuovo mondo di Dio
che nella morte e resurrezione del Signore si dischiude e
si invera per tutti.
....
Le chiese alle Olimpiadi
I!
che la Chiesa cattolica. Il leader di questa operazione, già
svolta precedentemente per
le olimpiadi di Sidney, Atlanta e Lillehammer, è l’inglese
David Willson, un ex giocatore di calcio che, insieme a
un’équipe di giovani collaboratori e collaboratrici, fa capo
a una fondazione non profit
(la Global Events Group) che
sostiene il lavoro di testimonianza nel quadro dei grandi
eventi sportivi mondiali.
L’azione svolta non è stata
certamente né il volantinaggio selvaggio all’angolo delle strade (e qui ovviamente
c’era anche quello, spesso aggressivo, nei confronti dei
Mormoni che qui hanno la
loro sede principale) né il
proselitismo invasivo, ma
piuttosto è stata una presenza cristiana organizzata su
una serie di programmi specifici. Ogni proposta è stata
socializzata sia con le chiese
locali sia con il Comitato
olimpico (Sloc) ovvero, nel
caso di Salt Lake City, con il
Comitato interreligioso voluto appositamente dalla stessa
direzione dei giochi olimpici
(anche per gestire quotidianamente le varie funzioni
nella cappella religiosa situata nel villaggio degli atleti).
I programmi
delle chiese evangeliche
Abbiamo esaminato, insieme al pastore valdese Paolo
Ribet e a Simone Baccella
della Chiesa dei Fratelli di
Asti, almeno nove programmi specifici realizzati dalle
chiese evangeliche di Salt
Lake City nel quadro dell’azione More than gold. Ogni
programma faceva capo a
uno o una responsabile. Si
andava dall’ospitalità per familiari degli atleti nelle chiese (anche per le prossime
Olimpiadi a Torino mancheranno almeno 3.500 posti letto negli alberghi), a programmi di culti e preghiere, a
mense popolari a «baby sitting», a concerti, spettacoli e
materiale illustrativo di evangelizzazione. Compresi cdrom, video cassette, nuovi testamenti, materiale evangelistico... Presente anche un bimestrale illustrato per lo
sport collegato a una radio
evangelica a carattere nazionale {Sports Spectrum Radio
Station) che si è installata
con i suoi corrispondenti (e
con tanto di stazione satellitare mobile) nel quartiere generale dell’Esercito della Salvezza di Salt Lake (e che verrà
anche a Torino per i giochi
olimpici invernali del 2006).
L'operazione
«More than gold»
Non entro nei dettagli dell’operazione More than gold
che, per quel che riguarda la
distribuzione di materiale biblico, è svolta in pieno accordo con la Società biblica americana che, com’è noto anche
in Italia, è al servizio di tutte le
chiese cristiane. Tra le iniziative più riuscite, sotto il simbolo dell’Esercito della Salvezza, i cosiddetti «Waterpoint», ovvero tende piazzate
nei punti strategici degli eventi olimpici nelle quali si distribuiva gratuitamente acqua.
Essendo Salt Lake City a 1.200
metri sul livello del mare e le
gare, spesso, si svolgevano a
Park City, a 2.000 metri d’altitudine, la disidratazione a
questa altezza è più rapida.
Non di rado abbiamo visto code, davanti ai «Water Point»:
così l’offerta di un semplice
bicchiere d’acqua diventava, a
volte, un’occasione per scambiare quattro chiacchiere o
magari offrire il libretto
(100.000 copie), concordato
tra le chiese, contenete proposte spirituali insieme a dati
utili (riguardanti trasporti,
orari, costi, vitto...).
La «Casa Italia»
Il milione di persone c||
complessivamente ha sol
giornate a Salt Lake City, |
costituito un continuo J
vai. Molte persone, infatf
vengono ai giochi per unag!
ra specifica e si fermano so):
due o tre giorni. Una voltaf
nita la gara, restano anco^
tante ore da spendere in ci|
E qui non c’era che l’imbj
razzo della scelta. Nella ce(
tralissima Main Street p(
esempio, è stato aperto, daf:
l’équipe di More than gol
una «coffee house» con usoj
Internet, televisori a granii
schermo. Un grande spai
per rilassarsi, per scrivere ci
toline 0 fare quattro chiaii
chiere con giovani volontà
E non lontano da lì, il Con
tato torinese olimpico (T|
roc) ha aperto la «Casa Itali]
che è stata realmente un p®
to di riferimento per tecni
giornalisti e tanti altri italia
e americani che qui hani(
trovato quotidianamente Ili
letrasmesse le notizie il
giornali, un ristorante, e taif
possibilità di scambio.
L'op
Incontri a «Casa Italiai
A «Casa Italia», al termii
della suggestiva cerimoniji
chiusura, abbiamo incontn
to il sindaco di Torino, Seipì
Chiamparino, dopo chej
era stata consegnata la b#
diera olimpica, il preside!
del Toroc, Valentino Castel
ni, Erminio Ribet e il sindji
di Pinerolo Alberto Barbei;
Per un mese, con molti al
funzionari, hanno esamini
a fondo l’organizzazione!
mericana. Gli spazi di Si
Lake City sono immensi!
pur sempre il grande Fati
st: nelle zone di gare di P>
City (30 miglia da Salt Ledi
si arriva con un autostraè
tre corsie. Ma una voltapt
cheggiata l’auto, si camni
anche per due chilometf
piedi prima di arrivare stili
to di gara. «Ce la faremo a'
che noi con altrettanta cuti
organizzazione - dice sod®
sfatto Chiamparino - le olii
piadi le abbiamo già vinte».t
Certamente la «Casate!
lia», con il suo ristorante ]É
montese gestito da cuoci«
personale di Alba e di Asti,
stato un biglietto da visitai
prezzatissimo dagli stei
americani. Quello italiano
Salt Lake City e stato un ffl
dagliene olimpico ricco. L’i
rivederci in Italia, gesti
nell’arco di sei minuti nd
grande cerimonia conclusi
con scene a effetto viste!
mondo intero da oltre unti
bardo di persone, «sonool|
menti - come spiega un
nalista del quotidiano Di
ret News - che costituisci
un incredibile invito a veti
nel febbraio del 2006 inil
lia». Ma per non farsi traij
gere occorre entrare nel
vento e gestirlo, almeno p®
parte che ci coinvolge coi
chiese: oppure saremo go^
dall’evento, in altre pu'®
ignorati. Per questo è iinp*
tante avere fin d’ora deipi
getti chiari, delle soluzioi
non solo dei problemi apcl®
Le nostre chiese
Torniamo a casa da ^
Lake City convinti che oc®
ra coinvolgere concretaine®
in questo evento mondial*
nostre chiese a Torino e
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di chi ha già vissuto q®®;
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comune malgrado le
diversità non sarà una
olimpica facile. Ma pens*“^
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Giuseppe Pl**“'
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9
ZO20( venerdì 8 MARZO 2002
Vita Delle Chiese
PAG. 9 RIFORMA
Fu inaugurata nel 1952 a fianco della chiesa valdese di piazza Cavour a Roma
150 anni della Libreria di cultura religiosa
l'opera, promossa dal prof. Vittorio Subilia della Facoltà valdese di teologia, portò nel centro
del cattolicesimo romano le pubblicazioni della migliore cultura protestante mondiale
PAOLO LANDI
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Nel maggio del 1952, su
la luce, apparve la notizia che a fianco ai locali della
chiesa valdese di piazza Cavour, a Roma, il 15 marzo era
stata inaugurata una Libreria
(ji cultura religiosa. Inizia così
ufficiimente la storia di questo luogo che venne destinato
a rappresentare per la prima
volta a Roma una «vetrina» di
libri riguardanti il pensiero
teologico protestante.
L’idea di una libreria ecumenica di scienze teologiche
che offrisse tutte le opere del
pensiero protestante alle migliaia di teologi cattolici presenti a Roma e agli studiosi
laici era già nata, nel 1951, in
seno al Consiglio di Facoltà
da parte del prof. Valdo Vinay.
L’anno successivo questa idea
veniva attuata per iniziativa
del prof. Vittorio Subilia che
ne fu il vero promotore. Questi, sull’esempio di Case editrici all’estero, ritenne che le
opere teologiche protestanti,
scarsamente conosciute in
Italia anche perché tutte in
lingua tedesca, potessero essere presentate sul mercato
italiano dal momento che alcune case editrici svizzere le
avevano tradotte in francese.
Inizia cosi una collaborazione con le case editrici Delachaux et Niestlé di Neuchâtel, Labor et Fides di Ginevra,
che da modesta casa editrice a servizio delle comunità
evangeliche della città aveva
fatto un notevole salto di qualità pubblicando i 26 volumi
delia dogmatica di Karl Barth;
con la Concorde e la Payot di
Losanna e con la Oberlin di
Strasburgo, e l’accordo si con
cretizza con un rapporto di
esclusiva per l’Italia.
La libreria intendeva costituire un luogo, nuovo in Italia, in cui fosse possibile il
dialogo e lo scambio in una
atmosfera libera e critica. Nella locandina apparsa su la Luce con l’annuncio della sua
apertura si auspica che essa
possa servire «una più limpida e unitaria delineazione del
messaggio cristiano nel modo». La scommessa era ora
quella di creare effettivamente un punto di riferimento e di
confronto «presentando una
visuale critica del problema
religioso nelle diverse tendenze del pensiero attuale».
La nascita di questa libreria
incontra, all’inizio, sospetto e
paura nell’ambito cattolico.
L’epoca non era ancora matura per una possibile collaborazione e i cattolici che avessero frequentato una chiesa
protestante o avessero dimostrato un qualche interesse
verso la stampa evangelica
potevano essere considerati
vicini alle tesi eretiche e quindi essere oggetto di riprovazione e condanna. Con il tem
po, la situazione andò trasformandosi anche sulla scia della consapevolezza, da parte
cattolica, di come la teologia
biblica protestante fosse più
avanzata, e il rapporto sostituì
sospetto e timore con interesse, dialogo e collaborazione.
Da un verbale del Concistoro della chiesa del marzo
1973 appare che la libreria e
la chiesa valdese furono oggetto di aggressione da parte
di esponenti di «Civiltà cristiana» che con scarsissimo
senso di civiltà imbrattarono
la facciata con vernice. L’episodio venne fortemente stigmatizzato da più parti e molti esponenti cattolici espressero la loro indignazione e la
loro condanna inviando espressioni di solidarietà alla
chiesa e alla libreria.
Pensare e parlare della libreria vuol dire pensare e parlare oltre che del prof. Subilia,
che tanta energia vi ha profuso, anche della signorina Siena Senn che con spirito di abnegazione, attraverso un impegno costante, premuroso,
attento e culturalmente elevato, aveva assunto la responsabilità gestionale, per ben 38
anni dal 1952 al 1990. Con la
sua «emeritazione» la gestione è passata a Rossella Luci,
membro della comunità di
piazza Cavour, che allo stesso
modo svolge con grande spirito di servizio una costante e
capace attività di promozione. In questo periodo di fioritura ecumenica, dopo cinquanta anni di esperienza, la
libreria ha visto realizzata
quella idea che il prof. Vinay e
il prof. Subilia avevano perse
guita con una visione che po
tremmo dire profetica.
AGENDA
Chiesa battista di Mottola
Intense attività
nell'inizio dell'anno
Domenica 13 gennaio il
culto è stato dedicato alla
Missione battista, curata
dall’Unione femminile della
Chiesa battista di Mottola. La
liturgia, condotta da Santina
Speranza, ha coinvolto tutte
le donne, e la predicazione è
stata curata dalla sorella Anna Greco. La domenica successiva il messaggio è stato
condiviso con la comunità di
Martina Franca.
Giovedì 17 gennaio, in occasione della 13® giornata per
lo sviluppo del dialogo ebraico-cristiano, è cominciata la
Settimana di preghiera per
1 unità dei cristiani mottolese
presentato anche attraverso
In proiezione di un lucido sul
quale la liturgista. Virginia
Mariani, durante la spiegazione disegnava con forme e
^olori la parola «acqua», simbolo polivalente caro al mondp battista. Dopo l’incontro
più informale della domenica
successiva curato dal fratello
Domenico Affortunato, la
settimana si è conclusa nella
chiesa Sant’Assunta venerdì
18 con la predicazione del
past. Nunzio Loiudice.
Domenica 27 gennaio, giornata della memoria, il culto di
adorazione, curato dalla sorella Virginia Mariani, ha ricordato e celebrato i 127 anni
della Missione evangelica
mondiale contro la lebbra. Il 3
febbraio il culto è stato dedicato all’Alleanza mondiale
battista, mentre mercoledì 13
abbiamo avuto un incontro
con il fratello Nicola Pantaleo,
di ritorno dal convegno-assemblea dell’Associazione 31
ottobre sul tema della laicità
svoltosi a Torre Pellice. Domenica 17 infine la comunità
ha avuto la gioia di partecipare al culto celebrato dal fratello Felice Larucci da diversi
anni cittadino di Stratfordupon-Avon (Inghilterra).
CRONACHE DALLE CHIESE
PRAROSTINO — «La mia grazia ti basta perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza» (Il Corinzi 12, 9).
Questa frase dell’apostolo Paolo ben riassume la condizione esistenziale e i riferimenti di fede delle tre sorelle e
del fratello che ci hanno lasciato nel corso delle ultime
settimane: Virginia Castagneti, torinese di nascita ma
ptarostinese di adozione, Enrico Pons, per anni anziario
di Concistoro, Virgìnia Costantino ved. Bourne, fra le più
anziane ospiti della Casa delle diaconesse, e lima Cardio!
ved. Usseglio, anch’essa ospite della casa di riposo locale.
La comunità tutta esprime la sua solidarietà ai familiari.
^INEROLO — La comunità ringrazia lo studente di teologia
Stefano D’Amore che ha presieduto il culto del 24 febhraio. In quell’occasione, istituendo un banco di dolci,
1 Unione femminile ha versato una bella somma per la
facoltà valdese di teologia di Roma.
^ Federazione femnninile (Ffevnn)
Sorelle a convegno
sul problema povertà
ROSY BALOS
Tema scottante e sempre
d’attualità, questo della
povertà: il termine infatti non
è riferito solo agli indigenti a
cui manca l’indispensabile
per sopravvivere. Anche se lo
studio biblico, della Unione
femminile elvetico-valdese di
Trieste, guidato da Paola Nlsbet, è stato concentrato in un
solo incontro, quasi tutte hanno espresso il loro pensiero.
Nell’antichità c’era molta
più attenzione e sensibilità
per il povero e lo straniero,
per la vedova e l’orfano: erano
più osservati i decreti espressi
dal Signore nella sua Parola,
cosa che non avviene nella
nostra società. Il povero è
sempre più povero e il ricco
non ha rispetto per il povero,
per gli oppressi, per gli emarginati, per gli stranieri. La giustizia e il diritto umano vengono continuamente calpestati e vilipesi. Anche se la nostra società ha grandi sacche
di povertà, esse non sono paragonabili a quelle del Terzo
Mondo. Si è molto parlato di
cancellazione del debito dei
paesi poveri, e a questo proposito la Ffevm ha messo in
vendita un francobollo «chiudi lettera» con il messaggio
«Cancelliamo il debito dei
paesi poveri», ma sembra che
siamo ancora in alto mare,
nonostante le chiese e alcuni
governi abbiano cercato di
prendere provvedimenti.
Altri poveri, nella nostra società, sono i giovani alla continua ricerca di un lavoro, di
una casa. Molti di loro si la
sciano andare, non trovando
la forza di lottare e si riducono a vivere in strada o entrano in una spirale di droga e
delinquenza da cui non si riesce a uscire; per non parlare
degli stranieri, molti dei quali
hanno permesso di soggiorno
e un regolare contratto di lavoro ma che, non riuscendo a
trovare un’abitazione per la
famiglia a causa di discriminazioni razziali, sono costretti
■ a ritornare nella terra natale:
quanto è lontano, tutto questo, dal comando che il Signore dà in Levitico 24, 22: «Avrete una stessa legge tanto per
lo straniero quanto per il nativo del paese...». Seguendo
quelle indicazioni, invece, diritto, giustizia uguale per tutti,
assistenza sociale e istituzioni
più funzionali allo scopo non
sarebbero un’utopia, ma un
meraviglioso sogno che si realizza (Amos 5, 24).
E le chiese, di qualsiasi denominazione esse siano,
avranno molto da fare se vogliono essere una chiesa viva,
di servizio, di accoglienza.
Spalanchiamo dunque le porte per accogliere, ma anche
per uscire a tendere la mano a
chi ha bisogno. Personalmente credo che non vi sia povero
più povero di colui che rimane insensibile a tutto questo e
che, avendone i mezzi, non fa
niente per alleviare le sofferenze. Individualmente dobbiamo fare qualcosa; anche se
poco, facciamolo. Il Signore ci
chiama al suo servizio, ci lancia un appello: «Vieni...»; che
cosa gli possiamo rispondere
se non «Eccomi, manda me!»?
8 marzo
PIACENZA — Alle 17,45, alla chiesa metodista (v. S. Giuliano),
la past. Giovanna Pons parla su «Donne: scienza e teologia».
9 marzo
TORINO — Alle 15, nella sala conferenze delTArchivio di
Stato (p. Mollino 1, ang. p. Castello), Isabella Massabò Ricci,
Gabriella Ballesio, Patrizia Celotto, Renata Yedid Levi, Paola
De Ferrari e Bruna Peyrot discutono il tema «Archivi in dialogo: storie di donne da non dimenticare». Introduce e presiede i lavori Doriana Giudici, presidente Fdei. Alle 10,30, visita guidata da Maria Gattullo ai saloni juvarriani delTArchivio di Stato (p. Castello 209). Per adesioni tei. 011-657971.
BERGAMO —Alle 17, al Centro culturale protestante (via
Tasso 55, primo piano), la prof. Anna Rollier parla sul tema
«Europa e bioetica: decisioni e in-decisioni europee nella
“Convenzione sui diritti umani e la biomedicina’’».
MILANO — Alle 17, nella sala della libreria Claudiana (via
Sforza 12/a), Gabriele Mandel e Paolo Ricca parlano sul tema «Le religioni di fronte alla guerra».
REGGIO CALABRIA — Nei locali della chiesa battista il past.
Ollearo coordina l’incontro zonale del corso per predicatori
locali su «Gesù Cristo, nostro fratello, maestro e Signore».
10 marzo
ROMA — Alle ore 16, alla casa delle suore francescane missionarie di Maria (via Giusti 12), il Sae organizza un incontro
sul tema «Le religioni di fronte alla globalizzazione» a cui intervengono Thomas Michel e Daniele Garrone.
11 marzo
BARI — Alle ore 19,30, alla parrocchia Cuore immacolato di
Maria (piazza Giulio Cesare 13/a), si tiene uh incontro ecumenico di preghiera a cui intervengono il pastore awentista
Daniele Caìà e Mariella Basile. Introduce Francesco Meglio,
presidente del Gruppo ecumenico.
TRIESTE — Alle orel8, alla parrocchia San Marco evangelista (strada di Fiume 181), il Gruppo ecumenico organizza
una conferenza del rabbino Ariel Ytschak Haddad sul tema
«Il sacerdozio nell’ebraismo».
12 marzo
TORINO —Alle 16,30, alTYwca-Ucdg (S. Secondo 70), Bertha
Carrillo parla della condizione femminile in Perù e Bolivia.
ROMA — Alle 18, al Centro evangelico di cultura, per gli incontri su «Laicità e libertà religiosa in Italia e in Europa», il
prof. lanchester parla su «I nuovi statuti regionali: un pericolo
per la laicità e la libertà di coscienza?». Presiede Gianni Long.
13 marzo
MILANO —Alle 18, nella sala della libreria Claudiana (v.
Sforza 12/a), il past. Giovanni Anziani conduce il secondo incontro di studio biblico sul Dio della Bibbia e la violehza, intorno al concetto di «Guerra» (I Samuele 15; II Timoteo 1-7).
VENEZIA — A Palazzo Cavagnis si tiene un concerto della
pianista Anna Dang Anh Nga Bosacchi.
ROMA — Alle 20,30, in via Marianna Dionigi 59, la rete Refo
organizza il secondo incontro del ciclo su etica e sessualità.
Franca Long parla sul tema «Per una memoria dei diritti».
15 marzo
UDINE — Alle 18, nella sala della chiesa metodista (p. D’Annunzio 9), la pastora Giovanna Pons parla su «Il ministero
pastorale della donna, sua radice e suo riconoscimento».
GENOVA — Alle 17, nel salone della Biblioteca universitaria
(v. Balbi 3), il Centro culturale valdese organizza un dibattito sul tema «Il mondo delle immagini e i modelli attuali ci
danno un’identità autentica?». Intervengono Adriano Bertolini, Piera Egidi, Gianna Urizio e Rina Lydia Caponetto, autrice del libro «Quando gli orizzonti cambiano» (Claudiana,
2001) che sarà presentato con letture.
16 marzo
FIRENZE — Alle 17, alla libreria Claudiana (borgo Ognissanti 14/r), Zeffiro Ciuffoletti e Fabio Bertini presentano il volume «La Bibbia, la coccarda e il tricolore. I valdesi fra due
emancipazioni 1799-1848» (ed. Claudiana). Modera Giorgio
Vola, sarà presente l’autore Gian Paolo Romagnani.
CRONACHE DALLE CHIESE
VILLASECCA — Il periodo del XVII Febbraio ha avuto lo
svolgimento consueto, con la gradita visita di Gianni
Long, presidente della Fcei, che ha centrato il suo mes
saggio al culto e al levar delle mense sulla storia e sull’importanza del canto nella Chiesa valdese. Grazie per la visita e grazie a tutti coloro che hanno collaborato alla buo
na riuscita della giornata e alle attività connesse. Grazie
anche alle filodrammatiche di Pramollo e di Pomaretto
che ci hanno fatto passare un paio di serate di buonumore nelle due domeniche successive.
• Due nascite hanno allietato nelle ultime settimane due
famiglie collegate alla nostra comunità. Sono nate, il 2
gennaio, Sabrina Comba, di Manuel e di Daniela Giacomino, e il 21 febbraio Elisa Tron, di Stefano e di Raffaella
Giordanino. Cari auguri alle neonate e alle loro famiglie.
• Il 18 febbraio ci ba lasciato Aldo Poét, all’età di 73 anni,
da vari anni ospite al Centro anziani di Porosa. Alla sorella e ai parenti tutti rinnoviamo le nostre condoglianze
Per la
pubblicità su
tei. 011-655278, fax 011-657542
10
PAG. 10 RIFORMA
VENERDÌ 8 MARZO 2ft
CONFLITTI
DI INTERESSI
ALFREDO GUARINO
Nemo index in re sua. È un
principio millenario di civiltà
giuridica, che preclude di essere
giudici in vicende cui si è partecipi. Aprendosi l’era della modernità, con il superamento degli stati assoluti, in cui il sovrano
confondeva i suoi beni personali
con i beni deUo stato, si è accentuata la tendenza a intravedere
un principio che potrebbe definirsi nemo princeps in re sua.
Cioè l’inadeguatezza dell’esercizio della funzione di governo statuale in vicende proprie.
In Inghilterra, patria di John
Locke, non si consentirebbe mai
alla regina di poter decidere l’entità del suo appannaggio.
Paolo di Tarso (nella lettera
ai Romani, «Doveri verso l’autorità», cap. 13) si
pone il problema del rapporto
dei cristiani con
l’ordine costituito delle autorità
Bisogna svelenire gli
animi per trovare
una soluzione più
congrua rispetto alla
civili. E per lui normativa approvata
deve rendersi a _____
tutti quanto è loro dovuto: «A chi è dovuta l’imposta, l’imposta; a chi la gabella, la gabella; a chi il rispetto, il
rispetto; a chi l’onore, l’onore».
Vi è, quindi, il rifiuto di un ribellismo confuso ed esasperato,
nell’accettazione dell’ordine legale costituito. È probabile,
però, che Paolo pensasse a Cesare, cioè a un potere ragionevole e giusto, e non a Nerone,
cioè a un potere capriccioso e
feroce. In Italia, di certo, non vi
è in giro alcun Nerone, quanto a
ferocia e crudeltà; può invece
dubitarsi talvolta se vi siano
tratti di bizzarrìa simpatica, più
o meno scomposta.
La soluzione che è stata data
alla Camera è singolare rispetto
alle due possibili tendenze con
le quali ragionevolmente affrontare la questione del conflitto di interessi fra l’esercizio
dell’azione di governo e la titolarità di imprese di particolare
rilievo e dimensioni. Conflitto
che esplode soprattutto nei
campi dell’editoria e della televisione, che hanno diretta incidenza strategica nel gioco politico. Nei diritto si confrontano
due orientamenti, quando si
tratti di esaminare casi in cui si
prevede l’insorgenza di un conflitto o di un problema. Vi è un
approccio che assegna al diritto la funzione preventiva, introducendo prassi regolatrici. A
esempio, se vi è un soggetto già
condannato per pedofilia, si ritiene opportuno impedirgli di
svolgere attività didattiche in
classi di bambini; se vi è un soggetto che sia al contempo giudice e avvocato, si preferisce evitare che possa svolgere l’attività
professionale privata nei luoghi
ove esercita l’attività giurisdizionale. Il diritto, regolamentando le incompatibilità, previene la possibilità dell’abuso dei
propri poteri. Si preferisce evitare che il problema sorga, piuttosto che intervenire all’awenuto compimento di atti dannosi.
Un altro orientamento, di liberismo giuridico, preferisce
evitare restrizioni all’iniziativa
privata ma, quale contrappeso,
sollecita l’introduzione di sanzioni severissime in caso di abuso delle proprie
facoltà. Le due
tendenze rispondono a due filosofie della funzione del diritto, entrambe ancorate
a un’idea di razionalità. L’unica
tendenza, che è
assolutamente
assente, è quella
....."""..... di evitare norme
di prevenzione e, al contempo,
lasciare soltanto una sanzione
molto blanda nei confronti del
trasgressore. La Camera ha invece approvato, sul conflitto di
interessi, una normativa che
sfugge a entrambe le possibili
razionalità. È da aggiungere che
i prìncipi della liberaldeinocrazia e le regole dell’economia dì
mercato impongono che non vi
siano posizioni dominanti, per
di più favorite dall’esercizio di
funzioni di governo, in dispregio della libera concorrenza. Il
mercato non è un mostro da abbattere ma, idoneamente regolato ed eticamente vìssuto, può
divenire un importante motore
dello sviluppo.
Gianfranco Ravasi, su «Avvenire», ricorda che nei Proverbi
biblici (16, 5) si legge: «L’arrogante è in abominio al Signore».
L’arroganza può essere degli
oppositori, quando ignorano le
ragioni umane dei governanti;
più grave è l’arroganza dei governanti quando, oltre a ignorare le ragioni umane degli oppositori, esercitano il potere che è
loro conferito per l’esercizio del
bene comune, per i propri personali interessi. Le ragioni forti
di una scelta giusta dovrebbero
condurre a ricercare comunque
e sempre la testimonianza e la
persuasione, e non l’anatema
morale verso chi possegga opinioni differenti. Piuttosto che
avvelenare gli animi, cerchiamo
di svelenire i problemi da solu
zioni incongrue.
L EOO Dhliì; Ui,u
REDAZIONE CENTRALE TORINO:
Via S. Pio V, 15 -10125 Torino, tei. 011/655278 - fax
011/657542 e-mail: redazione.torino0riforma.it;
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DIREnoRE: Eugenio Bernardini. VICEDIRETTORE PER IL CENTRO-SUD: Anna
Maffei. IN REDAZIONE: Alberto Corsani. Marta D'Auria, Massimo Gnone, Jean-Jacques Peyronel, Davide Rosso, Piervaldo Roslan, Federica Tourn.
COLLABORANO: Luca Benecchi, Alberto Bragaglia, Avemino Di Croce, Paolo Fabbri, Fulvio Ferrario, Giuseppe Ficara, Pawel Gajewski, Giorgio GardioI, Maurizio Girolami. Pasquale lacobino, .Carmelina Maurizio, Luca Negro, Luisa Nitti, Nicola Pantaleo, Emmanuele Paschetto, Giuseppe Platone, Giovanna Pons, Gian Paolo Ricco,
Fulvio Rocco, Marco Rostan, Mirella Scorsonelli, Raffaele Volpe.
DIRETTORA RESPONSABILE Al SENSI DI LEGGE: Piera Egidi
REVISIONE EDITORIALE: Stello Armand-Hugon; GRAFICA: Pietro Romeo
AMMINISTRAZIONE: Ester Castangia; ABBONAMENTI: Daniela Actis.
STAMPA: La Ghisleriana s.n.c. Mondovi - lei, 0174-42590.
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Riforma-L'Eco delle valli valdesi è il nuovo titolo della testata
L'Eco delle valili valdesi registrata dai Tribunale di Pinerolo con il
n. 175/51 (modifiche registrate il 6 dicembre1999).
Il numero 9 del 1- marzo 2002 è stato spedito dall'Ufficio CMP
Nord di Torino, via Cebrosa 5, mercoledì 27 febbraio 2002
2001
Associato alla
Unione stampa
periodica Hattana
Riflessioni sul libro di Oriana Fallaci «La rabbia e l'orgoglio»
Occidente e IsIam
L'Occidente deve ancor più interrogarsi criticamente e dialogare con
le altre culture per ricercare una comune etica di pace e giustizia
PAOLO FABBRI
Riprendo l’interrogativo
con cui ho chiuso la prima parte di queste riflessioni
tardive, spezzandolo in due.
Oriana Fallaci sostiene che
quella in atto è una guerra di
religione dichiarata da una
minoranza di fanatici, ma iniziata secoli fa. È vero oppure
si tratta veramente di una esigua minoranza, che produce
morte e cultura di morte?
Una guida turistica spiega
che Varenna, splendido paese
sulla sponda orientale del Lario, conobbe un forte sviluppo nel 1169, quando era uno
sparuto villaggio di pescatori
e venne occupato dagli abitanti dell’Isola Comacina,
fuggiti dal suolo natio per sottrarsi all’ira dei comaschi che
non erano riusciti a imporre
loro il rito ambrosiano in sostituzione di quello patriarchino, sostenuto dal patriarca
di Aquileia. Di fronte a questo
fatto, emblematico di tanti altri simili nel Medio Evo, la
nostra reazione razionale ci
riconduce all’importanza della religione quale motore della storia in quei periodo, ma
in realtà resta una sostanziale
incomprensione; nessuno di
noi si sognerebbe di fare
qualcosa di simile oggi, in
una società dove semmai il
Medio Evo fa capolino attraverso gli appelli del papa a
giudici e avvocati per contrastare il divorzio e l’aborto.
Vuoto di umanesimo
Così non è per la maggior
parte dei paesi islamici, che
hanno in varia misura recepito la moderna tecnologia ma
non la cultura umanistica da
cui è scaturita e sono spinti
nel loro agire da forti motivazioni religiose, in cui la forma
prevale sullo spirito delle regole ed è in questo tipo di
spinte che vanno ricercate le
spiegazioni alla estesa adesione della popolazioni islamiche al terrorismo di Osama
Bin Laden e della sua organizzazione. Mi limito ad affermare che certamente lo scontro
in atto ha profonde motivazioni religiose, che noi siamo
poco preparati a comprendere. Si può opinare se l’intervento americano in Afghanistan sia stato opportuno o
meno, ma una cosa è certa:
non è con questo tipo di armi
che si vince il terrorismo.
Perché proprio l’America e
non l’Europa si doveva colpire? La risposta è semplice solo in apparenza, dato che in
Europa siamo pieni di dubbi
sulle scelte da fare per il futuro della nostra Unione. È stata scelta l’America perché gli
Usa sono il paese più potente
del mondo, perché hanno
scelto la forma di stato più
PATCH Adams è un medico americano inventore
della comicoterapia applicata
ai bambini, ossia il metodo di
far ridere i bambini ammalati,
per favorirne la guarigione.
Ha girato tutto il mondo, con
grande successo: travestito da
clown, con i suoi assistenti,
improvvisa scenette comiche
nelle corsie degli ospedali pediatrici. L’attore Robin Williams lo ha reso famoso interpretandone la parte in un bel
film di qualche anno fa. All’inizio della settimana il dr.
Adams, con i suoi assistenti, si
è recato a Kabul e ha voluto
subito visitare l’ospedale pediatrico «Indirà Gandhi» donato dagli indiani 37 anni fa.
Anziché far ridere i piccoli
pazienti, sono questi che
hanno fatto piangere il dottor
Adams. Lo stato di abbando
aperta e dinamica (federale),
perché lo stile di vita americano ha pervaso il mondo,
perché il mercato e il consumismo vi hanno raggiunto la
forma più avanzata. In un solo campo l’Europa ha seguito
una strada diversa: nella costruzione del Welfare State:
ma la sua divisione in stati
nazionali fatiscenti la condanna inesorabilmente a un
ruolo secondario. Quindi è
naturale che siano stati colpiti per primi gli Usa.
Confessione di peccato?
Subito dopo, anche sull’onda emotiva degli umori seguiti alla tragedia dell’11 settembre, viene l’interrogativo: devono gli americani fare una
confessione di peccato perché sono stati loro a provocare quanto è successo? I primi
colonizzatori dell’Africa, dell’Asia, dell’America sono stati
gli europei e sempre loro
hanno avviato il commercio
degli schiavi verso il Nord
America (i mercanti erano
invariabilmente arabi seguaci scrupolosi di Maometto),
sempre loro hanno inventato
il circuito economico neocolonialistico, quando hanno
concesso l’indipendenza alle
colonie. L’attuale situazione
economica e sociale del Terzo Mondo si è formata sulla
base di quanto hanno lasciato gli europei, salvo un intervento più rilevante degli Usa
nelle Auneriche durante la seconda metà del Novecento.
Gli Usa nel secondo dopoguerra hanno imposto al
mondo il loro ordine monetario, garantito dalla loro potenza economica, ne hanno
tratto e ne traggono indubbi
vantaggi, hanno diffuso l’economia di mercato in tutto
il globo, hanno impresso una
spinta formidabile alla globalizzazione liberalizzando il
mercato finanziario.
Americani ed europei
struggere il pianeta, un aumento incredibile della popolazione che spesso giace in
condizioni disumane, un
mondo in cui la distanza fra
ricchi e poveri e la concentrazione della ricchezza con annesso il potere aumenta progressivamente, la disoccupazione sempre dietro l’angolo.
Mercato diabolico?
Pur con queste contraddizioni il mercato si è dimostrato l’unico meccanismo per far
funzionare l’economia, producendo quantità di beni a
cui non sembra che la maggior parte della gente sia disposta a rinunciare. Dobbiamo confessare che il mercato
è uno strumento del maligno?
No, il mercato può essere
controllato come poteva esserlo il capitalismo di stato
sovietico, gli effetti collaterali
negativi derivano dal fatto che
non si vogliono imporre alcune regole (Kyoto), alcuni vincoli, alcuni controlli, organismi orientati diversamente da
quelli attuali (Emi, Wto ecc.).
Qui è il peccato che emerge. Il
nostro problema è quello di
trovare un meccanismo di
controllo che elimini gli effetti
più catastrofici e crei le premesse per una più equa distribuzione dei beni, il cbe incrementerebbe anche le possibilità di pace, che crescono
sempre di pari passo con la
giustizia e il dialogo, ma è anche quello di presentare al
mondo un’etica di cui dobbiamo essere gli interpreti,
un’etica che non si può imporre ma solo presentare, a
esempio ai paesi produttori di
petrolio, in cui le masse vivono nell’indigenza nonostante
le immense ricchezze.
Tutto questo comporta una
confessione di peccato? Direi
proprio di no, il che non significa che non ci siano motivi più che validi per una confessione di peccato da parte
del popolo americano, ma
non in relazione ai fatti dell’il settembre e comunque
non più degli europei. Noi
europei abbiamo inventato la
moderna economia di mercato, la società industrializzata,
la divisione del lavoro, il tutto
basato sul profitto; gli americani hanno amplificato il tutto. Ne abbiamo avuto in contropartita il consumismo,
cioè una quantità di beni prima inimmaginabile, una durata della vita molto più alta,
una possibilità di conoscenza
diffusa oltre ogni aspettativa,
ma anche la prospettiva di di
Tre auspici
Un compito immane di
fronte al quale posso solo formulare tre auspici: 1) che il
movimento no-global riesca
a diventare la coscienza critica del capitalismo, facendosi
portavoce politico degli affamati, degli ammalati, degli
emarginati, del pianeta ferito;
2) che gli europei sappiano
costruire un’Europa forte, sul
modello dello stato federale
Usa, che si ponga come nuovo strumento di pace fra i popoli e sviluppi la sua cultura
dello stato sociale; 3) che le
chiese cristiane escano dal
torpore in cui le ha gettate il
consumismo per trovare una
voce unitaria autenticamente
connessa al messaggio di Cristo, che richiami i credenti a
un’etica responsabile e si
apra al dialogo con l’Islam e
le altre religioni nella ricerca
di una comune etica di pace
e rispetto dei diritti umani,
tralasciando ogni meschino
interesse di parte.
ì
Uvl/O
Jiia
mbini di Kabul
PIERO bensì
no è totale: le guerre intestine, con i talebani in testa,
hanno fatto fuggire il personale ospedaliero indiano; poi
le bombe americane hanno
completato l’opera spazzando via intere famiglie dei piccoli pazienti, senza riscaldamento, senza lenzuola, senza
medicinali, senza cibo (un
po’ di pane e acqua viene
portato da qualche parente),
senza infermieri e con po
LA STAMP/
Politically correct
Una nota di Maria Lautj
Rodotà (20 febbraio) desci
ve vari episodi di lingua]
riguardoso o meno verso
genere femminile. Fra qu(
sti si legge che in Amerù
«l’International Bible
ciety sta per pubblicare una
Bibbia “gender neutral’;^
una traduzione un bel po'
manipolata in cui Dio noi
ha sesso, in cui gli esseri
umani non sono “sons”, 1).|
gli maschi, ma “children”d
Dio, e via continuando.!
cristiani fondamentalisti¡
notoriamente grandi acquirenti di Bibbia, sono già pòlemici. Ma anche alcuni
studiose donne fanno presente che non si può estra-]
polare la Bibbia dal suo
contesto (non politicamente
corretto) e casomai bisogna
commentare a margine».
COBRIEBE DELLA SESi
Protestanti vincenti?
Un riquadro nelle pagine
sportive dedicate alle olini-|
piadi (24 febbraio): «Nellaì
terra dei mormoni non po-!
teva mancare il tentativo
creare un aggancio tra reigione e olimpiade. Ecco allora la tesi, secondo la qua-i
le sono gli atleti protestantìj
ad aver vinto il maggior numero di medaglie. Spiega
Dope
am
DJ
A sf
delli
¡iane £
itadua
ardita
ireoccu
Germ
zione: sarebbero più orienlchiusui
tati al sacrificio. Peccatiia vendi
però che una delle iconela situa;
dei Giochi sia Janica Koste- |kf, i sv
lic, tre ori e un argento al sionan
collo, una solida fede catto- pac, las
fica, uno spirito di abnega-Ìea alla
zione che le ha fatto sup«>lcono le
rare gra-vissimi infortuni*, ptorno
IL MATTINO^”
Orfani del latino
, Wpers
Grido d’allarme in VaD> (¡jne d
cano. Scrive Pietro Garga:
no in prima pagina (22 feb
braio) che «in un solenne
convegno don Biagio Ama'
legliim
m piani
iestime:
ta (decano del Pontificiun jpijee
institutum altioris latiniUtis dell’Università salesia
/orato I
inni po
na| ha detto che neanche! ¡oro do
ienom
preti conoscono più il lah
no, neppure al livello mini-ft quant
mo necessario per tradune ¡{gj;,
le lapidi aH’interno delle lo- ambia
ro parrocchie». Egli stesso
lamenta che «in seminarlo certi corsi di latino sono stati seguiti appena da
due-tre studenti. (...) Pap*
Wojtyla ha promesso borse
di studio per rilanciare questa lingua che più morta
non si può». Don Amata,
prosegue l’articolo, comunque non si scoraggia e ricorre anche alla telematica pe
promuovere lo studio de
latino (www.ups.urbe.it)
J
chissimi medici che non possono arrivare a tutto e che
non sono pagati da mesi.
Quotidianamente i bambini
muoiono per malattie infettive facilmente guaribili con
pochi antibiotici. Le statistiche ci dicono che nel mondo,
in particolare nel Terzo Mondo, vivono (e troppo sovente muoiono) circa 300 milioni
di bambini in condizioni simili a quelle dei piccoli af
ghani dell’ospedale di Kabi
Non possiamo fingere
ignorare queste cose. 1
bini di oggi sono gli uomi®
le donne (se ci arriveranno!
domani. Ma in quali co"'
zioni? Sappiamo che le tu»
psichiche, l’odio, la crinii"
lità hanno spesso la loro
tana origine nelle privazio"'
nelle violenze subite nell
fanzia. Che mondo lascia»
ai nostri nipoti? Gesù H-f
cura dei bambini: «Lascia
piccoli fanciulli venire a ®
non glielo vietate, perché
loro è il regno di Dio...»- EP
sili in braccio li benedica"
ponendo le mani su di loro
(Huhrica «Un fatto.
mento« della trasmissione oi
diouno «Culto evangelico»
dalla Federazione delle
evangeliche in Italia andò •
onda domenica 3 marzo)
¡entemi
liretto
irò ven
ttania
àsa mi
ìubenti
itratore
Diver
izienda
Iella sii
lei sind
ori. «Si
luestolellaCi;
ine sar
Prolog
coralli
11
ERDl 8 MARZO 2002
PAG. 11 RIFORMA
■ Per la costruzione del Palaghiaccio
Sondaggi geologici a Torre
Una grande trivella è al lavoro. Si tratta delle indagini sulla
consistenza del sottosuolo nel prato, di proprietà della Tavola.
valdese, destinato ad ospitare il nuovo Palaghiaccio di Torre
Penice da costruire in vista delle Olimpiadi del febbraio 2006,
al posto di quello andato distrutto nell’alluvione dell’ottobre
2000. Più di un pennone conta dunque l’operatività; la verifica del sottosuolo non serve a cercare amianto ma a trovare la
profondità della falda idrica e sondare la consistenza del sottosuolo; la ditta padovana incaricata dell’indagine trivellerà il
sottosuolo fino a 20 metri. Il Palaghiaccio potrebbe infatti essere in buona parte interrato per evitare di uscire in modo
troppo pesante dal «piano campagna».
r I Incontro interconfessionale a Pinerolo
La preghiera delle donne
Sono state molte le partecipanti all’incontro interconfessionale tenutosi nel pomeriggio di domenica 3 marzo a Pinerolo,
nei locali messi a disposizione dal seminario vescovile in occasione della Giornata mondiale di preghiera delle donne.
Quest’anno la liturgia della Giornata è stata preparata dalle
donne della Romania, paese nel quale la maggioranza dei credenti è di fede ortodossa. L’incontro è stato preparato da un
gruppo interconfessionale di sorelle. Tema della giornata: «La
Riconcilicizione: una sfida continua». Tutte le partecipanti alla
fine del pomeriggio hanno ringraziato in modo particolare le
sorelle di San Germano Chisone, che hanno abbellito l’ambiente con i loro magnifici fiori di carta.
IO non;
esseiil
is”, fi.'!
ren” &
ndo.]
talisti,
1 Fondato nel 1848
I: Gli amministratori locali chiedono alla Regione Piemonte un «tavolo» di discussione
In valle posti di lavoro a rischio
Dopo lo crisi e anche la chiusura di alcune aziende, altre contrazioni di organico si accompagnano
a nuove strategie, molto spesso penalizzanti, della proprietà. Solidarietà fra lavoratori e istituzioni
DAVIDB ROSSO
.mentei,
isognai
le».
i
SEii\
Iti? ;
paginei
: olili.!.
«Nella^
on po-j|- “
tivodi jj A situazione di crisi
ra rei'Pj delle industrie valliocoal|giane e soprattutto la
a qua-lgi-aduale ma continua
estaniKerdita di posti di lavoro
ior nit^jeoccupa in vai Chisone
piagsfe Germanasca. Dopo la
orien-ijchiusura della Cascami,
5ccat»|a vendita della Stabilus,
icomla situazione critica della
Roste- iskf, i successivi ridimenmtoal sionamenti della Luse! catto- nac, ia situazione non robnega-lea alla Martin, ora creI supfr|cono le preoccupazioni
uni». Interno alle sorti della
lachs di Villar Perosa. Al;unimesi fa l’azienda
iveva annunciato la nessità di una riduzione
lei personale e l’intenione di presentare un
jiano di ristrutturazione
22 feb'Begii impianti. Si parla di
^l®nnt|in piano che prevede in) Ama-igjdmenti per 7 miliardi
l/tcMpiije e la mobilità dei la
N(
itinitit
alesia- mni poi. nel 2004, il lainchei ¡oro dovrebbe riprende11 e normalmente. Questo
) mini- i quanto dice la dirigena italiana dell’azienda,
^ambiata tra l’altro reantemente con il nuovo
elle lO'
stesso
no scena da
) Papa
) borse
requemorta
tmata,
omune ricotica pet
liot'
e.it).
oratori per almeno 2
mina- lirettore, Rolf Siegei,
•roveniente dalla Ger®ania dove si trova la
^sa madre della Sachs,
subentrato all’amminisbatore delegato Rinaldi.
Diversa da quella dell’
izienda l’interpretazione
alla situazione da parte
lai sindacati e dei lavoratati. «Se il piano rimane
juesto - dice Enrico Tron
•alla Cisl - gli esuberi alla
'Ile saranno 300, cioè si
chiuderà lo stabilimento». Gli investimenti previsti dal piano sono ritenuti troppo bassi da tutti
i sindacati che invece riterrebbero necessario un
investimento pari al 10%
del fatturato, cioè circa
16 miliardi che servirebbero per ridare competitività alla verniciatura e
alla cromatura della Sachs. 1 lavoratori poi chiedono che la contrattazione avvenga direttarnente
con la proprietà.
Di fronte alla situazione dell’industria valligiana gli amministratori
della Comunità montana
perle australiane
I bai
uomini
ranno)'
li CQO '^'"otogerla - oreficeria - argenteria
le tur» corallo
crimin*
loro l»f
vaziofi'
1 nelll"
lasciali
su ave*
.ascia'*
¡rea®
lercM^
..».EP'®
ledici**
li loro
“’'fu
me
co»
Ile
indo^,
ì)
gioielli
ugonotte
valli Chisone e Germanasca hanno nei mesi passati chiesto alla Regione
di aprire un tavolo per
discutere della situazione ma al momento non
ci sono ancora state risposte. «Ora che la situazione alla Sachs si fa più
problematica - dice Roberto Prinzio, presidente
della Comunità montana
- ci rifaremo avanti per
ottenere un tavolo di
confronto regionale con
l’intenzione di aprire la
discussione dalla situazione degli stabilimenti
villaresi per poi allargare
lo spettro di analisi all’intera valle».
Intanto se sarà confermato rincontro del 7
marzo sulla Sachs molti
amministratori sono disposti a scendere a Torino per dare man forte gli
operai impegnati nella
difesa dei propri posti di
lavoro. Le intenzioni di
tutti, al di là della situazione contingente della
Sachs, sono quelle di lavorare per creare possibilità alternative ma anche e soprattutto per difendere quanto ancora
rimane prima che venga
fatta tabula rasa. Per ora
ci si mobilità intorno alla
Sachs con i sindacati che
nel caso di fallimento
dell’incontro di giovedì
sono pronti alla mobilitazione di valle e chiedono l’appoggio delle istituzioni che paiono disposte a darlo.
A Pinerolo il 2 e 3 marzo
In festa per la
bandiera olimpica
Grande festa a Pinerolo
sabato 2 e domenica 3
marzo per l’arrivo della
bandiera olimpica. La carovana olimpica è arrivata a Pinerolo da Sestriere
sabato sera con un ora di
ritardo dovuta alla nevicata che ha interessato
l’alta valle. Subito sono
iniziati i festeggiamenti
con uno show di luci e
l’esibizione dell’orchestra
di ritmi moderni. La domenica mattina poi vi è
stata la presentazione ufficiale della bandiera alla
presenza degli amministratori e dei parlamentari locali. Una due giorni
dedicata alla bandiera.
■CONTRAPPUNTO I
CONNESSIONI
OLIMPICHE
GIORGIO GARDIOL
divenuta simbolo della
presa in carico per i prossimi 4 anni della macchina olimpica da parte di
Torino e delle valli. Nel
clima generale di festa
però a Pinerolo alcuni
dubbi rimangono sull’essere sede di gara del curling, sport poco conosciuto e sicuramente meno amato delThockey, e
sulle ristrutturazioni necessarie al palazzetto del
ghiaccio. Nessuno ha
parlato di queste questioni tra sabato e domenica
ma certamente saranno
questi i «temi olimpici»
su cui ci si interrogherà
nei prossimi giorni.
Sventola la voglia di
Olimpiadi: da domenica la
bandiera olin’pica sventola
nei comuni sede di gara.
Terminate le competizioni
a Salt Lake City e distribuite le medaglie, archiviati gli
episodi di doping, di militarizzazione del territorio
dello Utah, di corruzione
che hanno caratterizzato le
Olimpiadi del
2002, qui da
noi si comincia a pensare
al radioso futuro delle valli.
Tutto è incominciato
quando, a Torino, ci si è accorti della crisi irreveisibile
della città dell’
auto: sulle prime si è pensato a un modello di sviluppo che avesse al suo centro
la tecnologia informatica;
in fondo Ivrea era vicina. A
Torino ci sono centri di ricerca di eccellenza, ci sono
il Politecnico e molte imprese della «new economy»
che allora capitalizzavano
molto in borsa, c’era la sede della Telecom: si trattava di portare a Torino l’Autorità per le comunicazioni
e U gioco sembrava fatto. Il
governo dell’Ulivo, invece,
ha deciso per Napoli. L’assenza di una politica industriale per l’informatica ha
messo in crisi TOlivetti; la
«new economy» precipita;
la Telecom lentamente.se
ne va a Milano; la Fiat infine fa un accordo con la General Motors e la cancellazione del Salone dell’auto è
la metafora della crisi della
città dell’auto.
La chimica se ne era andata trent’anni fa; la moda è
già emigrata, le scarpe anche. A Torino restano due
grandi banche e alcune assicurazioni che gestiscono
migliaia di miliardi in tutto
il mondo; l’economia si finanziarizza sempre di più.
Allora occorre trovare un
altro modello di sviluppo
capace di dare sicurezza di
futuro agli abitanti. Non è
facile trovarlo: occorre pen-_
sare all’innovazione di prodotti e di processi produttivi, alle nuove professionalità. Siamo in una transizione difficile, non è cosa che
si fa in pochi anni. In attesa,
si può andare su palliativi
collaudati: opere pubbliche,
cemento e asfalto: così arrivano le grandi comunicazioni internazionali, i tunnel e i treni ad alta velocità.
£ poi, che cosa c’è di meglio
che organizzare le Olimpiadi invernali? Un evento in
ternazionale di pace e di comunicazione tra i popoli.
Così si forma un comitato per la candidatura di Torino a sede dei giochi olimpici del 2006; si conquista
l’assegnazione; la parola
d’ordine è fare in fretta e
semplificare. La legge semplifica le procedure, crea
nuovi organismi per i progetti e per gli
appalti, il To
Con quali soldi roc e l’Agenzia. Arrivanor
i Comuni potranno tanti soidu
1.500 miliardi delle vecchie lire, più
1
gestire ie opere
connesse ereditate
dalle Olimpiadi?
altri 500 per
le strade a carico Anas. C’è
poca democrazia: per conoscere i verbali delle decisioni che riguardano le
spese dei soldi pubblici,
un’associazione si deve rivolgere al Tar. I piccoli Comuni hanno scarsa voce in
capitolo, nonostante i giochi si svolgano sui loro territori: vengono sì consultati, vengono stimolati a chiedere opere connesse, ma la
decisione è altrove. Però i
piccoli Comuni dovranno
gestire l’eredità delle olimpiadi con costi proibitivi
per i loro magri bilanci: costeranno, ogni anno, rispettivamente 300 milioni le
manutenzioni del trampolino di Pragelato e 700 milioni la pista di bob, da collocare oggi non si sa dove dopo la scoperta che in vai di
Susa ci sono il dissesto
idrogeologico e l’amianto.
Sono impianti che non vedono sportivi praticanti in
Piemonte: nell’unica zona
delle nostre valli dove c’è
una scuola agonistica di
fondo, Prali, non si farà invece niente, ma ci saranno
forse 20 miliardi per le seggiovie. Tutti i Comuni si sono dati da fare per chiedere
le opere connesse, nella
speranza di gestirle direttamente; si sono fatti progetti
' per 2.000 miliardi, su 170
disponibili: l’opera connessa, per un sindaco, è l’occasione di una vita.
Che cosa sia la connessione nessuno lo sa: la connessione si allarga alle opere di accompagnamento.
Cosi si scopre che ci sono
progetti per Cuneo 2006,
per Monterosa Ski, per le
valli di Lanzo, per il Lago
Maggiore e per Acqui Terme. Ma si sa, con le olimpiadi, tutto diventa connesso e prioritario: alla
faccia della programmazione socio-economica e
dei piani di sviluppo.
12
PAG. 12 RIFORMA
SORPRESA: I CERVI IMMESSI A PRAMOLLO — Ennesimo colpo di scena: i cervi che nessun Comune della vai Pellice voleva e che il Ca Tol intendeva Immettere sono stati portati a Pramollo, in
località Pomeano. «Non mi metterò mai contro i
sindaci della vai Pellice» aveva tuonato il presidente del CaTol, Romano Bonansea. Ma mentre
stava affermando queste cose si stava dando da
fare per acquistare 25 cervi dalla Carinzia, immessi la scorsa settimana nel vallone più direttamente confinante con la vai Pellice e cioè quello
di Pramollo, appena sotto la Vaccera; con il non
celato obiettivo che gli animali immessi si spostino sul territorio di Angrogna. L’atto non mancherà di suscitare polemiche sia fra le amministrazioni (il sindaco di Pramollo si è dichiarato
all’oscuro di tutto) sia nel mondo venatorio certo non compatto su questo atteggiamento di
prevaricazione tenuto dal presidente Bonansea.
PERRERO: APPROVATO IL BILANCIO — Il Consiglio comunale di Ferrerò ha esaminato e approvato nella seduta del 22 febbraio il bilancio di
previsione 2002 e il bilancio pluriennale 20022004. Non vi sono vistose variazioni rispetto alla
gestione dell’anno precedente. L’Ici rimane al
6%, con detrazione sulla prima casa, è invariata
rimane l’addizionale Irpef. Si pagherà di più la
raccolta rifiuti, ma non sale la quota delle mense
scolastiche. Con il 2002 inizieranno anche i lavori di miglioria sugli acquedotti che saranno dotati di debatterizzatori. Le opere di difesa spendale
del torrente Germanasca, ben visibili a Chiotti e
a Trossieri, rientrano nei contributi per i danni
alluvionali che saranno elargiti a lavori terminati.
PER LA PALESTINA UN TRENO ANCHE DA TORINO — Il Comitato torinese di solidarietà con il
popolo palestinese sta allestendo un treno per
partecipare alla manifestazione nazionale per la
Palestina di sabato 9 marzo a Roma. Per informazioni telefonare allo 011-655454 oppure inviare una e-mail a noalsilenziatore@libero.it.
INCONTRI STORICI ALLE ACLI — Il circolo Adi di
Torre Pellice organizza una serie di incontri sul
tema «Trent’anni di storia italiana 1945-1975».
In ognuno degli incontri saranno presi in considerazione cinque anni per volta, nei quali saranno narrati i maggiori eventi economici, politici,
sociali e culturali del periodo. Si inizia sabato 9
marzo alle 15,30 (dal 1950 al 1954), per proseguire il 6 aprile (dal 1955 al 1959), il 20 aprile (dal
1960 al 1964), il 4 maggio (dal 1965 al 1969) e il
18 maggio (dal 1970 al 1974). Gli incontri si terranno presso la sede delle Adi in via al Forte 3.
MASSA CONFERMATO ALLA GUIDA DELL’ASL 10
— Nei giorni scorsi sono giunti a scadenza i contratti di direttore generale, stipulati a febbraio
1997 dal presidente della Regione con 12 manager di altrettante Asl piemontesi, tra cui anche
l’Asl di Pinerolo. La giunta regionale ne ha quindi deliberato il commissariamento fino al 31 dicembre 2002 e ha confermato nella nuova veste
di commissari 11 dei 12 manager (l’unico a non
essere confermato è Giovanni Rissone dell’Asl 4
Giovanni Bosco di Torino). Ferruccio Massa, già
direttore generale dell’Asl 10, è quindi stato nominato Commissario; una decisione che non
modifica i precedenti poteri di gestione.
PELLICE E CHISONE: «NECESSITÀ INDIFFERIBILI»
— Rispondendo ad una interrogazione dell’on.
Giorgio Merlo il ministro dell’Ambiente, Matteoli,
ha sottolineato tutte le iniziative già in cantiere
per le difese spendali del Pellice, del Chisone e
del Sangone: «I bacini d.ei due torrenti rappresentano uno dei 24 “progetti d’area indifferibili” individuato dall’Autorità di bacino del Po, Per il
triennio 2001-2003 è previsto un intervento globale per i tre bacini di 50 miliardi di lire».
INCENDIATO UN FIENILE — Incendio certamente
di origine dolosa a un fienile in località Cianramà sulla collina di Torre Pellice; nel cuore della notte fra giovedì e venerdì scorso ignoti hanno
appiccato il fuoco a un ricovero di fieno e paglia;
l’edificio, situato nei pressi di una strada asfaltata, è andato distnitto a causa delle violente fiamme che sono state alimentate proprio dalla paglia custodita; l’intervento dei vigili del fuoco
non è valso a bloccarne l’effetto distruttivo. Non
è il primo caso di questo genere in vai Pellice.
FORMAZIONE DEI GIOVANI IN FRANCIA — Un
progetto della Regione Piemonte consentirà a 10
giovani residenti nel territorio delle Comunità
montane piemontesi di effettuare periodi di formazione presso aziende francesi, in particolare
del dipartimento Rhône-Alpes. Si potrà trattare
di formazione nei settori turismo, gestione ambientale, marketing territoriale; chi fosse interessato deve presentare richiesta entro il 13 marzo; informazioni sul sito www.cep.it, sito del
Consorzio europeo per la formazione.
-- E Eco Delle Valli ààldesi
VENERDÌ 8 MARZO
Villar Perosa: a giugno il probabile inizio dei lavori
Nuovo edificio scolastico
La struttura, dotata di un giardino centrale, ospiterà la
scuola materna e i locali mensa anche per altre scuole
DAVIDE ROSSO
SORGERÀ dietro la palestra Marro, in via
Agnelli, la nuova scuola
materna di Villar Perosa. I
lavori inizieranno probabilmente in giugno con la
previsione di attivazione
della nuova materna nel
settembre del 2003. Il via
libera è venuto dal Consiglio comunale che mercoledì 27 febbraio ha approvato il progetto e la
bozza d’intesa con l’amministrazione Agnelli che
realizzerà i’opera.
L’edificio, così come
prevedono gli accordi,
ospiterà le aule della materna e la mensa, che
sarà utilizzata anche dagli studenti delle altre
scuole dell’obbligo villaresi e potrà servire fino a
400 pasti giornalieri. L’intera struttura, che avrà
una pianta quadrata con
un giardino centrale, costerà circa 5 miliardi di lire, di cui 2 messi a disposizione dal Comune e la
rimanenza dalla famiglia
Agnelli che si assumerà
anche l’impegno della
realizzazione dell’opera
consegnandola al Comune a lavori terminati. «Si
tratta di una buona soluzione - dice il sindaco,
Roberto Prinzio - anche
perché ristrutturare i vecchi locali della materna
era troppo dispendioso.
Inoltre l’accordo raggiunto con l’amministrazione Agnelli garantisce
di avere un buon progetto presentato dall’architetto Aulenti e il vantaggio di veder sollevato il
Comune dall’impegno di
appaltare i lavori di realizzazione con vantaggi
anche in termini di tempo». La nuova scuola sarà, come richiesto dall’avvocato Agnelli, dedi
II municipio di Villar Perosa
cata al figlio Edoardo
mentre i vecchi locali saranno con ogni probabilità venduti.
Il Consiglio di mercoledì 27 ha poi affrontato la discussione sul bilancio preventivo per il
2002. La voce principale
in uscita ovviamente è
quella della scuola materna anche se sono previsti interventi sull’illuminazione pubblica e di
adeguamento degli impianti sportivi. Note non
proprio positive arrivano
sul fronte degli oneri a
carico dei cittadini. Aumenterà l’addizionale
comunale (-t-0,4%), ma
non ci saranno variazioni
suirici. Aumenterà invece l’imposta sui rifiuti del
10%, in compenso vi sarà
una riduzione del 10%
per chi vive da solo.
«Visti gli scarsi trasferimenti che arrivano attualmente al Comune da
parte dello stato - spiePrinzio - la scelta era tra
non aumentare il peso fiscale sui cittadini e rischiare di non riuscire a
mantenere lo stesso livello di servizi o aumentare
l’Irpef per garantire un lir
vello minimo di investimenti. È stata fatta quest’ultima scelta essendo
consapevoli che il prossimo anno si dovrà ancora
ritoccare la percentuale
dell’Irpef e probabilmente anche quella dell’Id».
Amministrazione di Villar Pelli
Approvato il bilancle
Nella seduta di mercoledì 27 febbraio, il Consiglio comunale di Villar
Pellice ha approvato il
bilancio di previsione per
il 2002, che pareggia a
908.739 euro. Si registra
invece un minimo aumento (lo 0,5 per mille) deirici, che passa al
5,5%o per la prima casa e
al 6,5%o per la seconda
casa. Data la buona condizione delle casse comunali, non sarà invece applicata l’addizionale Irpef. Nota dolente, ma comune alla maggioranza
delle amministrazioni pinerolesi, è la crescita del
20% medio della Tarsu,
incremento dovuto essenziaimente all’aumento delle tariffe Acea. Fra le
voci principali del bilancio c’è la conferma per i
capitoli di spesa relativo
al settore strade. Alcuni
interventi sono
ano Dna Si
necessari a seguito i| r.
o 11111 ri r\ M . ‘
ULU
ONO
le poi
alluvione dell’otto
2000, che aveva coli
pesantemente il terri^
del Comune. Si prev,
anche la realizzazioo t
due nuove piste agro ;
vo-pastorali, una nei ^one (
verso e l’altra nell’Inj jistico-'
to, alla Gardetta. [onerò»
Nel corso della sei ilassello
è stato approvato ani orso al
il nuovo regolamento! glioppos
gli alpeggi, che riunij ^ovo te
tre precedenti, ritei sjèaper
ormai inadeguati alle data del
tuali condizioni deij comunil
tore. A seguito di un Chisone
contro che si è tenuto di lunei
i sindaci di Villar e Ti §1 tratta
Pellice e i funzionati una vasi
caricati e che ha trai fliune d
giato un bilancio posi Ehisone
del servizio, il Consi| ceduta a
ha anche confermati la gesti:
gestione in convenzii zienda f
dell’Ufficio tributi, toria pe
jnuale, nc
1sa,di2:
'.a' n_
A Torre Pellice un voto anomalo in tema di sani JJeig!
■ ■ ■ ■ ■ I ta del Ci
Una minoranza... in minoranzì«;i((;
l'aziend
Come altri Comuni delle Valli, anche
Torre Pellice mette in votazione il bilancio di previsione per il 2002. Quello approvato nel corso della seduta di giovedì 28 febbraio è un bilancio necessariamente «scarno», che pareggia a circa
4 milioni di euro. Con l’approvazione
arriva il voto contrario della minoranza.
Invariata, rispetto al 2001, è Pici, che
rimane al 5,5%o per l’abitazione principale (con la detrazione fissata a 103,91
euro) e al 7%o per la seconda casa. Anche quest’anno sarà applicata l’addizionale Irpef che, come nel 2001, rimane al
massimo livello, cioè allo 0,5%. Da registrare invece la crescita contenuta della
Tarsu, che lievita quest’anno «soltanto»
del 4%; ma a Torre un considerevole aumento della tassa per lo smaltimento
dei rifiuti era già avvenuto l’anno scorso. Un esempio della differenza nella
spesa? Per l’abitazione principale i cittadini dovranno affrontare l’aumento da
1,29 euro al metro quadro nel 2001 a
1,34 euro nel 2002.
Nel corso del Consiglio comunale
(lungo di ben 18 punti) si assiste a un
evento piuttosto singoiare: la minoran
za vota contro l’ordine del giornos| giunta c
sanità, che nelle ultime settimaneEpresenta
invece raccolto il parere positivo ani; una deli
in Comuni amministrati dal centroìfavorevo
stra. All’ordine del giorno c’è lo Stai Robertc
del Comitato per i valori della Resisi primo a
za, che viene approvato con i votìof,____
trari della minoranza. (
Si allargano i locali di lucci Russo a Torre Pelice
Spazi per l'arte contemporanea
MASSIMO GNOME
Torre pellice: l’arte
conquista gli spazi
che furono industriali.
Ma non è una novità. Ormai da 8 anni l’ex stamperia Mazzonis accoglie
la galleria Tucci Russo,
«studio per l’arte contemporanea». «L’arte contemporanea ha bisogno
di grandi dimensioni - ci
spiega Lisa Russo, che
con il marito Antonio
(detto Tucci) dal 1975 è
titolare della galleria - e
l’architettura industriale
non è invasiva. Pur avendo una storia, essa permette di guardare all’arte
senza interferenze».
In questi giorni ospiti
della galleria sono le
opere del torinese Paolo
Mussai Sartor; una visita
è d’obbligo se si vuole
dare uno sguardo alla
nuova ala appena inaugurata. Con il recente
ampliamento lo spazio
dedicato alle mostre raggiunge i 1.000 metri quadrati. È una superficie articolata in diverse sale:
due sono dedicate a collettive permanenti degli
artisti della Galleria: le altre tre sale consentono di
presentare la personale
di un unico artista (il 20
aprile sarà inaugurata la
mostra di Thomas Schütte) oppure più personali
contemporaneamente.
Attualmente sono ancora
visibili le grandi sculture
diTony Cragg.
Nell’esposizione di Paolo Mussat Sartor, i ritratti di amici e artisti si
alternano ai suoi lavori di
ricerca sull’immagine.
Particolarmente suggestivi sono i tre gruppi
(«rose», «gambe» e «pietre») di fotografie ritoccate e di grandi dimensioni. L’artista sembra
spiarci da un piccolo autoritratto sulla parete
spoglia. Paolo Mussat
Sartor, che ha iniziato la
sua attività di fotografo
nel 1965, documenta i
principali eventi artistici
di quegli anni: nelle sue
opere si muovono l’Arte
povera e gli artisti stranieri della storica scena
culturale torinese.
Gli ex stabilimenti industriali non sono una
cornice nuova per la galleria Tucci Russo, che fino al 1990 era sistemata
nel mulino Feyles di corso Tassoni a Torino. «È la
vita che ci ha portati qui e
adesso non torneremmo
indietro», commenta Lisa
Russo. Il pubblico della
galleria? «Eterogeneo. Varia di volta in volta a seconda dell’artista. Molti
stranieri, pochissimi i visitatori della vai Pellice.
L’approccio all’arte contemporanea resta difficile, occorre cambiare le
abitudini mentali: forse
c’è anche qualche nostra
mancanza nell’informazione». L’esposizione di
Sartor, aperta fino al 7
aprile, si può visitare dal
giovedì alla domenica
dalle 10,30 alle 12,30 e
dalle 16 alle 19 e dal lunedì al mercoledì su appuntamento, telefonando allo 0121-953357.
Il municipio di Torre Peiiice
ia ancf
Angrogna: Consiglio connunaÇ^ate
Cervi della discordi
Mlità e (
jenza
felli (
) nel
È stato approvato all’unanimità dal Consiglio
comunale di Angrogna il
bilancio 2002, che pareggia sulla cifra di circa 1
milione 350.000 euro,
senza necessità di aumento dell’addizionale
Irpef, confermata al 4%,
né di altre tasse. Tuttavia
forti preoccupazioni si
affacciano all’orizzonte,
a causa della politica sanitaria del governo e della Regione, e in particolare del decreto Sirchia
sui livelli essenziali di assistenza che scaricherà
sui cittadini e sui Comuni oneri difficilmente
sopportabili. Sulla materia socio-sanitaria il Consiglio ha approvato due
documenti fortemente
critici nei confronti del
Piano regionale, della filosofia aziendalista che
lo ispira per cui anche la
salute diventa una merce
acquistabile da chi la
può pagare, dell’ulteriore
allargamento delle Asl,
della mancata assegnazione di risorse al distretto montano potenziato.
Forte irritazione anche
sulla questione cervi: è
stato approvato un documento contro «l’arroganza e la prevaricazione del
Comprensorio alpino Torino 1» che, senza tener
conto delle posizioni
espresse dai Comuni e
dalla Comunità monti
e in contraddizione^
quanto affermato dal|
sidente del CaTol,
no Bonansea, propri»!
un dibattito pubblicoj
Angrogna, avrebbe di
so di introdurre 20 eC
plari di cervi sul te™
comunale entro il p™
mo marzo.
Fra le opere pubb
previste nel 2002 !
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con i privati; i lavoUj
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a cominciare dal tr®
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gli insegnanti rii®
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di un semplice attes®
13
0ERDI
li 8 MARZO 2002
E Eco Delle "\àlli %ldesi
PAG. 13 RIFORMA
Comunità montana valli Chisone e Germanasca
ncLe aziende delle polemiche
IO ano Ufio seconda azienda faunistica-venatoria potrebbe essere
Lotti ‘ fealizzata a Roure. Rapporti difficili fra gli enti interessati
1
coll
:rir
1 previ
tPr^jf^lANAVICLIELMO
IVI ,
iazion n ONO sempre accese
e agro: S le polemiche suH’istila nell Mzione dell’azienda fauell’lnd jistico-venatoria «ValI. loncrò» nel Comune di
Ha sed ^tassello (è in atto un riato ani »rso al Tar da parte deinento di oppositori), ma già un
riunii movo terreno di scontro
i. ritej siè aperto durante la seìti alle data del Consiglio della
li deli Comunità montana valli
di un Chisone e Germanasca
tenuto di lunedi 25 febbraio,
ar eli Si tratta questa volta di
lionati lina vasta zona del Cola tran ffune di Roure, in vai
io posi Éhisone, che verrebbe
Consii ceduta a una società che
ermati la gestirebbe come aivenzii àenda faunistico-venauti. Itoria per la somma annuale, non certo grandiosa, di 25 milioni di lire.
Svariati i punti all’ordine del giorno della seduta del Consiglio, che ha
|l|7| »minciato il suo lavoro
Illlijf!proprio occupandosi dell’azienda di Roure. La
orno4 giunta di Comunità ha
imanei presentato la proposta di
tivo ant una delibera largamente
tentrol favorevole. Il presidente
lo Stapoberto Prinzio come
i Resisi primo atto però ha soi votif_________________________
sani
speso la seduta per un
quarto d’ora, per dare la
parola a un gruppo esterno, composto da cacciatori, ambientalisti, agricoltori, allevatori, che
avevano chiesto di esporre le loro obiezioni.
Dopo alcune dichiarazioni riguardanti soprattutto lo spazio eccessivo
che le aziende faunistiche occuperebbero sul
territorio montano superando di gran lunga il
15% consentito dalla legge, la seduta è ripresa in
modo formale con gli interventi dei consiglieri.
Il sindaco Lazzarini, di
Roure, ha difeso con forza le posizioni del suo
Comune, che di fronte a
un contributo sia pure
modesto e alla prospettiva di un posto di lavoro,
non si è sentito di rinunciare. Ha anche sostenuto che i Comuni sono enti autonomi e che le decisioni relative al proprio
territorio spettano unicamente ai loro organi amministrativi. La discussione non ha avuto ulteriori sviluppi, perché alcuni consiglieri hanno
cominciato a dichiarare
Comunità alloggio Csd-Uliveto
A realtà e i sogni
jnale
rdi
Ricomporre vite frammffitate, riprendere perirsi interrotti, costruire
isieme possibilità future.'jg.uesto è quanto si
;adi fare da anni nelle
omunità (una per
iri e due per disabili
»fisici) della Csd colità alloggio-uliveto.
) costruzioni ardite,
amente creative peri «mattoni» usati si
chiamano vicinanza, reple, amore, rispetto...
ina anche mattoni veri,
poiché avere tre case,
te in spazi, funzionnlità e calore rimane un
jenza primaria.
Molti ci hanno affiancato nel laborioso com
pito di trovare i mattoni
adatti, in qualità e in
quantità; buoni ultimi
(per il momento) i Discoinferno e i Tripals,
due gruppi musicali che
hanno scelto di offrirci la
loro professionalità e la
loro arte per un concerto
in favore delle tre comunità. Questo momento
intendeva rispondere a
una duplice finalità: reperire risorse e fare conoscere la nostra realtà, i
nostri progetti, i nostri
sogni. L’incontro è avvenuto giovedì 28 febbraio
al Roadhouse di Reietto,
con noi erano in molti e
insieme ci siamo divertiti
e conosciuti.
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Soltanto i pesci morti seguono la corrente
quelli vivi nuotano controcorrente
(Alastair Sawday)
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attesta"
LIBRI A NOLEGGIO SU
diritti umani - pacifismo
economia e globalizzazione
consumo critico - finanza etica
educazione alla mondialità
sviluppo e terzo mondo
volontariato
di volersi astenere o addirittura di non partecipare alla votazione, per
cui l’ordine del giorno,
dopo un’altra sospensione del Consiglio in cui si
è tenuta una rapida riunione dei capigruppo, è
stato ritirato «per un
maggior approfondimento della tematica».
Chiusa momentaneamente la questione «Azienda di Roure» il Consiglio ha quindi continuato la sua attività passando all’esame del bilancio di previsione per
l’esercizio 2002, già presentato nella seduta informale dell’11 febbraio.
Il bilancio dà un totale di
7 milioni di euro circa e
prevede anche un fondo
di solidarietà di 26.000
euro per aiutare gli allevatori in caso di abbattimento di bovini. La minoranza, rappresentata
dal sindaco di Rinasca,
Pera, ha lodato il contenimento dell’avanzo di
amministrazione che è
solo più di 79.000 euro,
ha però chiesto di essere
informata sul suo utilizzo e, come al solito, non
ha votato il bilancio, che
è stato comunque approvato con i voti della maggioranza consigliare.
Ultimi argomenti trattati dal Consiglio, nella
seduta del 25 febbraio: le
convenzioni con la Provincia per la piscina di
Perosa, con l’Acea per il
collettore fognario, lo
statuto dell’Atl (Azienda
turistica locale) e la costituzione di un Gruppo
di azione locale (Gal)
nell’ambito della rete
«Leader» (Liaisons entre
actions de développement de l’économie rurale) a livello europeo.
Vallecrosia
Campi estivi
per bambini
Saranno due quest’anno i campi proposti per i
bambini delle scuole domenicali e del precatechismo delle chiese del I distretto alla Casa valdese
di Vallecrosia. Un primo
campo, daini al23 giugno, per i bambini nati
tra il 1993 e il 1995 e un
secondo, il 24 giugno-6
luglio, per i bambini nati
tra il 1990 e il 1992. Entrambi i campi ospiteranno ognuno un massimo
di 23 bambini (maschi e
femmine), verranno accettate le prime 23 iscrizioni poi verrà aperta una
eventuale lista d’attesa. 11
gruppo sarà affidato a 6
monitori e/o monitrici. 11
prezzo per la partecipazione a uno dei campi è
di 260 euro compreso
l'argerit de poche di 15 euro e due gite. Il viaggio in
treno è a parte con un costo procapite di circa 20
euro (metà prezzo per i
bambini sotto i 12 anni).
Le iscrizioni sono raccolte da Umberto Poèt, Perrero tei. 0121-801804 per
il primo campo e da Anne
Pilloud, Angrogna, tei.
0121-944418, per il secondo campo. Orari di
partenza e altre informazioni utili verranno comunicati agli iscritti a fine maggio. Attenzione: la
data ultima per le iscrizioni è 31 marzo.
Al Priorato di Torre Pollice
«Colors», il locale
e il progetto
MASSIMO GNOME
UN locale che è anche
un progetto. O forse
un interessante progetto
ospitato in un contenitore vuoto, che è il locale
«Officine Colors» di Torre Pellice. Sono solo definizioni, ma la sostanza dei due termini non
cambia. Per visitare le
«Officine Colors» si scende nei sotterranei del
Priorato mauriziano in
piazza San Martino, proprio a fianco della chiesa
cattolica. A dirla tutta, il
locale di proprietà della
parrocchia è aperto da
tempo: il pubblico, giovani e giovanissimi, conosce ormai molto bene
il posto di ritrovo. Ma da
qualche mese la sostanza
è cambiata. Rivoluzionato l’arredamento interno,
intensificata l’attività
musicale, le persone che
si danno-appuntamento
dal giovedì alla domenica (il mercoledì sera spazio alla musica liscio) sono aumentate. Probabilmente perché il «Colors»,
adesso ribattezzato «Officine Colors», non è solo
un circolo con ingresso a
tessera (per entrare bisogna diventare soci Anspi), ma uno spazio in
cui si sviluppa un progetto, denominato «Creative
Bunker». E qui torniamo
alla questione iniziale.
«Creative Bunker utilizza le strutture di Officine Colors - spiega Umberto «Betto» Gillio, da
novembre scorso coordinatore dell’iniziativa - e
ha come obiettivo la promozione della cultura e
della creatività giovanili,
attraverso attività musicali e culturali, progetti di
ospitalità e affiancamento logistico per le iniziative spontanee e attività
editoriali e giornalistiche». Oltre alla musica
dal vivo parti integranti
del progetto, per il quale
è stato richiesto un finanziamento alla Provincia,
sono la sala prove e la discoteca, una biblioteca e
i corsi di musica. È già attivo il corso di tamburi
africani del gruppo «mani sulla pelle» e si stanno
raccogliendo iscrizioni
per il corso dello strumento degli aborigeni
australiani, il didjeridoo.
«Tra i nostri obiettivi
per il futuro - continua
Gillio - c’è la pubblicazione di un cd che racchiuda i più interessanti
gruppi musicali della zona: è un’iniziativa che
vorremmo attuare con il
progetto Stazioniamo
della Comunità montana
e Radio Beckwith, con
cui collaboriamo da tempo». L’altra iniziativa in
comune con Stazioniamo
è la promozione di viaggi
alTestero per partecipare
ai più importanti festival
musicali e teatrali europei. Grande spazio sarà
dato anche alla comunicazione e all’editoria. «La
presenza di Radio Beckwith - commenta Gillio
- permette di poter vivere
in prima persona l’esperienza radiofonica, e
molti ragazzi l’hanno già
fatto». A dicembre 2001 i
locali di «Officine Colors»
avevano ospitato la trasmissione natalizia, in diretta e dedicata alla realtà
valdese, di Radio Suisse
Romande, emittente svizzera in lingua francese.
RADIO
BECKWITH
EVANGELICA
FM 91.200-96.550
NELLE CHIESE VALDESI
2" CIRCUITO — Domenica 10 marzo, a San Secondo, alle 14,30, incontro su «Chiese e territorio».
ANGROGNA — Giovedì 7 marzo, alle 20,45, alla
scuola grande, incontro su «La figura del pastore di
Angrogna Stefano Bonnet, a cento anni dalla morte».
Presentazione del numero de «La beidana» a lui dedicato. Martedì 12 marzo riunione quartierale a Buonanotte (diapositive sul Camerún). Giovedì 14 marzo,
alla scuola grande, alle 20,45, Giorgio Tourn parlerà
della cena del Signore nella teologia di Lutero e Calvino (serata già programmata a dicembre e rinviata).
Domenica 17 marzo i bambini saranno invitati a una
giornata comunitaria (dalle ore 10 alle ore 16,30) per
preparare la Pasqua.
BOBBIO PELLICE — Riunioni quartierali: borgata
Cairus, martedì 12 marzo, alle 20. Domenica 17 marzo alle 10,30, elezione di tre deputati alla Conferenza
distrettuale e di un deputato al Sinodo.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Riunione quartierale
a Fondo San Giovanni, giovedì 7 marzo alle 20,30.
Martedì 12 marzo, studio biblico, alle 20,30.
MASSELLO — Mercoledì 13 marzo, alle 14, al Roberso, riunione quartierale.
PINEROLO — Domenica 10 marzo, culto con assemblea di chiesa, alle 10; all’odg discussione e approvazione della relazione finanziaria. Martedì 12 marzo
studio biblico su «I dieci comandamenti», partendo
dal testo «I dieci comandamenti» di Fulvio Ferrario.
POMARETTO — Riunioni quartierali, alle 20,30:
mercoledì 13 marzo alla Lausa, venerdì 15 a Perosa.
PERRERO-MANIGLIA — Domenica 10 marzo, assemblea di chiesa: all’odg la relazione economica,
l’approvazione del bilancio consuntivo e del preventivo. Mercoledì 13, alle 20,30, riunione alTEirassa.
PRATI — Martedì 12 marzo, alle 20,30 riunione a
Ghigo, mercoledì 13 a Malzat, alle 20.
PRAROSTINO — Riunioni quartierali: mercoledì 13
marzo, alle 15, a Pralarossa, giovedì 14, alle 20,30, a
San Bartolomeo. Domenica 17 marzo giornata comunitaria della scuola domenicale.
RORÀ — Giovedì 7 marzo incontro a casa di Olga e
Sergio, per discutere sul tema «Diaconia e volontariato» con la diacona Anita Tron.
SAN GERMANO CHISONE — Domenica 17 marzo
bazar curato dall’Unione femminile; i biglietti della
lotteria sono già in vendita.
SAN SECONDO — Domenica 10, alle 20,45, ultima
replica dello spettacolo della filodrammatica «I milioni dello zio Peteroff». Giovedì 14, alle 21, incontro dei
confermandi e dei loro genitori con il Concistoro.
TORRE PELLICE — Riunioni quartierali: venerdì 8
marzo agli Appiotti, martedì 12 all’Inverso a cura
dell’Unione giovanile dei Coppieri, mercoledì 13 ai
Chabriols a cura della corale. Lunedì 11 studio biblico
su Esodo 12,1-28. Sabato 9 marzo, precatechismo.
VILLAR PELLICE — Mercoledì 13 marzo, riunione
quartierale, alle 20,30, al Teynaud. Sabato 16 marzo,
nelTorario della scuola domenicale, visita agli ospiti
della casa Miramonti.
VILLASECCA — Riunioni quartierali, tutte alle ore
20: lunedì 11 marzo a Pian Faetto, mercoledì 13 alla
Roccia, venerdì 15 a Villasecca.
Il primo distretto della Chiesa valdese verso il convegno di aprile
Chiesa e territorio: l'impegnò etico
PAWEIGAJEWSKI
L} ARGOMENTO «ChieI se e territorio» si trova al centro dell’attenzione delle chiese del 3° circuito, sin dall’inizio dell’anno ecclesiastico. Il tema è stato affrontato durante la prima assemblea,
il 12 ottobre 2001, mentre
l’assemblea del 25 gennaio scorso ha dedicato
la maggior parte dei suoi
lavori a un vivace dibattito sulle questioni inerenti a questa materia. Il fatto molto vantaggioso è la
piena collaborazione dei
Concistori: alcuni, infatti,
hanno avviato progetti di
studio e di ricerca per approfondire il rapporto
delle singole chiese con
il territorio. Da questo
punto di vista è indicativo il lavoro svolto dalla
chiesa di Frali, incentrato
sul locale museo storico
ed etnografico. La presenza dei valdesi sul territorio non è un elemento
in più; i valdesi non possono essere considerati
soltanto un’attrazione turistica in mezzo alle altre,
sostiene il pastore Winfrid Pfannkuche. Ogni
progetto di sviluppo e di
promozione turistica deve tener conto di questa
particolare dimensione
del territorio e della presenza protestante, unica
in Italia, come afferma il
gruppo di lavoro di Frali
nella relazione presentata alTassemblea di chiesa.
Le comunità del 3° circuito hanno riflettuto anche sull’aspetto etico del
proprio impegno sul territorio. Tale aspetto riguarda prima di tutto i
singoli membri di chiesa.
Durante l’ultima assemblea del circuito è stato
spesso sottolineato che la
testimonianza dei valori
riscoperti dalla Riforma
protestante, gratuità, libertà e responsabilità,
devono trovare uno spazio sempre più ampio anche nelle sedi civili. L’impegno individuale basato
sui principi dell’etica protestante non è indifferente per la collettività. In
questo campo le chiese
vogliono impegnarsi sul
piano istituzionale per la
tutela delle minoranze, la
laicità dello stato e la salvaguardia del creato.
Un impegno di questo
tipo non è una mera dichiarazione ma una scelta di campo nell’affrontare i problemi concreti
della vai Germanasca.
Sono stati individuati tre
nodi, alquanto difficili
da sciogliere. 11 primo di
questi è la gestione delle
risorse idriche e i relativi
progetti di impiego delle
acque nelle nuove centrali elettriche, già in fase
progettuale. L’attuazione di tali progetti metterebbe a rischio lo stesso
equilibrio biologico del
territorio, esponendolo a
disastri ambientali, la cui
gravità è impossibile da
prevedere, ritiene Aldo
Massel della chiesa di
Ferrerò e Maniglia, uno
dei maggiori esperti del
settore.
L’altro problema è l’Ospedale valdese di Pomaretto. In questo caso il timore riguarda un’opera
assistenziale della chiesa,
un istituto gestito in modo del tutto distaccato
dai pareri e, in parte, anche dalle esigenze della
popolazione della valle.
Che quello di Pomaretto
non fosse più il classico
ospedale di zona, è diventato ormai abbastanza chiaro per gli abitanti
dell’a,rea. Tuttavia, il vero
quesito da risolvere è il
seguente: in che modo le
chiese e gli abitanti della
valle potranno partecipare alle decisioni dell’amministrazione ecclesiastica riguardanti il destino dell’ospedale?
11 terzo e apparentemente più grave problema è il conflitto sorto intorno ai progetti di sviluppo attuati daH’amministrazione comunale di
Massello, l’azienda faunistica "Valloncrò” in testa. L’Assemblea del circuito ha incoraggiato il
Concistoro di Massello a
coinvolgere le parti del
conflitto in una riflessio
ne sui possibili progetti
di sviluppo sostenibile.
Durante il dibattito, i
partecipanti si sono però
resi conto che le difficoltà emerse così drammaticamente a Massello,
pongono degli interrogativi di enorme portata.
Quali principi devono
regolare i rapporti tra la
popolazione e gli amministratori nei comuni con
poche decine di abitanti?
Come assicurare la piena
trasparenza e il maggiore
coinvolgimento di tutta la
popolazione nell’esercizio del potere? I progetti
devono essere fatti in
funzione dei finanziamenti possibili da ottenere, oppure la creatività
deve essere stimolata da
una sana tensione dialettica tra l’àmministrazione
e le varie visioni dello sviluppo presenti sul territorio? Quale ruolo deve
avere la giustizia ordinaria, sia civile che penale,
in una situazione del genere? L’opposizione, sia
istituzionale sia spontanea, deve limitarsi soltanto alla vigilanza e alla critica, oppure il suo ruolo
dovrebbe essere maggiormente propositivo? Questi numerosi punti di domanda sono solo una sintesi delle problematiche
che nei prossimi mesi saranno l’oggetto di studio
e di riflessione nelle chiese del 3" circuito.
14
PAG. 14 RIFORMA
E Eco Delle ¥vlli ^desi
SPORT
CURLING
Proprio nei giorni in cui Pinerolo
è stata ufficializzata sede di gara
per il Curling, la formazione della
categoria Esordienti si è classificata
al sesto posto ai campionati italiani tenutisi a Feltre. Quella del 3S è
stata l’unica rappresentativa del
Nord-Ovest a partecipare alla competizione, vinta dai trentini del Lago Santo davanti a due formazioni
cortinesi. La squadra, formata interamente da allievi dell’Istituto
comprensivo De Amicis di Luserna
San Giovanni è composta da Denise Pons, Julien Genre, Samantha
Maurino e Simone Gonin. Grazie a
questo piazzamento la formazione
del 3S si è guadagnata la qualificazione al Trofeo internazionale
Prezzemolo in programma a Cortina durante le vacanze pasquali.
Domenica si sono disputatia Torino Esposizioni i campionati italiani di serie B: 1° Draghi di Torino,
2“ Montblanc Courmayeur, 3° Associazione 3S (Walter Pons (skip),
Omar De Biasio, Mario Sibille e
Dante Cogno), 4° Geas Milano.
HOCKEY GHIACCIO
È il più bel risultato della storia
delThockey giovanile in vai Pellice
e dunque, comunque vada sarà un
successo: Tunder 12 del Valpellice
è approdata alle finali nazionali e
quindi nelle prime otto. Poi al momento di definire la «griglia» dei
prossimi incontri ecco la solita
perla della federazione: contro il
Brunico, primo avversario nei
quarti si prevedono due partite,
ma entrambe si giocheranno in Alto Adige, alla faccia della sportività
e della sostenibilità dei costi per
ciascuna società. L’appuntamento
è perii 9 e 10 marzo.
VOLLEY
Nella 18® giornata campionato
serie C femminile spettacolare
derby fra Cerotti Technosquare e
la Sisa Villar Perosa Volley, giocato
punto su punto e con grande aggressività e determinazione da
parte delle due squadre. Le Pinerolesi hanno vinto per 3-0 (25-19,
25-20, 26-24) anche se il Villar ha
opposto una buona resistenza: alla
fine però la difesa e l’attacco della
La squadra under 12 dell’H.C. Valpellice: in piedi da sin. M. Gatti, L. Vigiianco
(dirigente), R. lennaco, G. Bonnet, G. Bruno, S. Zancanaro, Y. Vignoio, M. Durand Varese, A. Barberis, F. Tortone, P. Canaie, R. Monetti, D. Carignano (aiuto ailenatore), L. Bertramino, S. Vignoio, R. Beccaria (ailenatore). Seduti da
sin. M. Priotto, A. Vigiianco, S. Durand Varese, M. Morelii, A. Rivoira, A. Richiardone, L. Frigo (assente F. Paimero)
squadra di Paolo Pignatelli hanno
la meglio. Grazie a questa vittoria
la Cerotti mantiene la prima posizione con ben 5 punti di vantaggio
sulle due seconde, la Sisa Villar Perosa Volley e la Yokohama Ecoopolis, trionfatrice a Galliate. Nella
prossima giornata la squadra allenata da Pignatelli affronterà la
Ibiesse Ivrea, sesta a 28 punti.
In serie C maschile il Volley Pinerolo perde a Savigliano contro
l’Atlante al.tie break con parziali di
25-20, 17-25, 25-15,20-25,12-15. La
formazione di Pinerolo mantiene
tuttavia la terza posizione in classifica alle spalle della Palmar S. Paolo
e della Nuncas Polimatica Chieri.
In questa giornata le capolista
hanno perso ambedue fuori casa e
grazie a questi risultati la classifica
è ora più compatta e il cammino in
ascesa dei pinerolesi si fa meno
duro a livello di punti. Sabato
prossimo derby in casa della Villar
Perosa Volley, cbe esce vincitrice
dall’incontro con l’iveco Mondovì
per 3 a 1. Nei campionati minori si
segnalano due sconfitte per il 3S
Luserna: in terza divisione femminile derby con il Perosa che si è aggiudicato l’incontro al tie break; in
seconda divisione maschile invece
il 3S Sai Luserna è stato battuto
per 3-1 a Moncalieri.
TENNIS TAVOLO
Volgono al termine i campionati:
chiude vincendo la Gl della Valpellice (5-3 ad Alba con 3 punti di
Frescb ed uno a testa di Rosso e
Malano); vittoria anche in C2 nel
girone F: a Moncalieri i valligiani
hanno vinto 5-4 soffrendo con 3
punti di Lioy ed uno di Picchi e Girardon. Battuta invece la squadra
di C2 girone E: a Torino con il Tt
Enel sono andati a punto una volta
ciascuno solo Odino e Peracchione. Nel grand prix di Biella Cristina
Ghiri è giunta 2® nelTunder 21; fra i
più giovani buoni risultati per
Alessandro Cogno, Luca Chioni,
Davide Malan e Pietro Milanesi.
Una ragazza nella Resistenza
Viola Lageard
Anche lei. Viola Lageard Rostan, ci ha lasciati: alTimprowiso, così come poco tempo addietro era accaduto al
compagno della sua vita, Gino. E come allora,
quando seppi del congedo di Gino dalla vita terrena, oggi la notizia che
Viola non è più tra noi mi
colpisce duramente, come avviene quando ci si
separa da una persona
cara, alla quale ci si sente
legati da vicende insieme
intensamente vissute: e
la notizia mi riporta di
colpo a tanti anni fa, ormai a più di mezzo secolo da oggi, e rivedo la
fanciulla di allora, la nostra piccola, coraggiosissima stalTetta partigiana.
Impossibile dir tutto
quel che riuscì a fare,
correndo del continuo
gravi rischi, la diciottenne Viola: non v’era compito, per arduo che fosse,
che non accettasse di assumere; non v’era distanza che non si sentisse di coprire, a piedi o in
bicicletta, eludendo i posti di blocco nemici, per
portare messaggi, comunicati, e talora armi ai
partigiani operanti nella
valle del Chisone e nella
regione pedemontana
del Pinerolese.
E la sua casa era, con
la generosa e pur così rischiosa ospitalità data
dai suoi genitori nell’Inverso di Rinasca, il punto
di riferimento e di ristoro, talora il rifugio, di
tanti giovani volontari
della libertà. Fu in quella
casa che mi trovavo il
giorno in cui appresi che
con altri cinque giovani
era caduto in combattimento mio fratello; e fu
Viola ad avvertirmi che i
tedeschi avevano circon
dato l’edificio, consentendomi di pormi miracolosamente in salvo e
facendo sparire le tracce
della mia presenza nella
stanzetta dove ero ospitato, chiuso nel mio angosciato dolore. Sono
certo che grazie a Viola,
al suo coraggio e alla sua
fredda prontezza ebbi
salva la vita, e potei continuare nel mio impegno
di combattente avendola
sempre, nei giorni che
seguirono, preziosa collaboratrice al mio fianco.
So che, finita la grande
«avventura» di quel tempo di lotta, divenuta donna, sposa e madre, ha
continuato sino alla fine
a rendere testimonianza
di generosa dedizione di
sé, a servizio del prossimo, operando nella comunità della sua chiesa;
■fedele, in semplicità ma
con forte impegno, a quei
principi di solidarietà e
amore che nutrirono i
giorni della sua bella ed
esaltante giovinezza. Un
abbraccio forte e riconoscente, Viola.
Ettore Serafino - Pinerolo
a Unitrè di Perosa Argentina
1992: Mani pulite
CLAUDIO TRON
UNA serata notevole è
stata inserita nel
corso di Storia tenuto
airUnitrè di Perosa Argentina e valli dal prof.
Gian Vittorio Avendo, che
ha invitato per l’occasione il senatore Elvio Passone venerdì 1° marzo. «A
dieci anni da "Mani pulite’’» era il tema della conveTsazione ma l’oratore
ha dato soprattutto una
lezione esemplare di cultura civile e giuridica che
è impossibile riassumere
in poche righe.
Mani pulite è stata una
operazione felice favorita
dal momento particolare
dei primi Anni 90, con la
caduta del muro di Berlino e il conseguente superamento della contrapposizione dei blocchi
che potevano invocare
comunismo e anticomunismo come bandiere significative. L’operazione
è stata importante, perché solo il 14% degli imputati ha ottenuto l’assoluzione, contro il 20% dei
processi penali su altri
Teatro del Forte di Torre Pellice
La storia di Tina
Per la rassegna «Muse, donne e teatro» del teatro del
Forte di Torre Pellice, sabato 9 marzo alle 21,15 la
compagnia Erbamil presenta «Tina» di Barbara Covelli. Ingresso 7,75 euro, ridotto 6,20. Tina è una storia di
mancati riposini, è una storia di materassi, di fatiche e
voli. Tina, una signora bambina, una bambina signorina, non riesce a dormire. Notte frenetica la sua. Un
monologo visivo con materassi e altro, una storia per
immagini. Lo spettacolo dice della paura di crescere,
di energie sconosciute che vivono in noi, di blocchi
che impediscono la voglia di essere. La compagnia Erbamil dal 1989 svolge una continua ricerca di linguaggio per un teatro vivo, divertente e coinvolgente per gli
spettatori, un teatro per sollevare domande.
APPUNTAMENTI
reati. 1 patteggiamenti, le
riduzioni di pena, le prescrizioni, sono infatti da
considerarsi come condanne, perché se c’è possibilità di proscioglimento o assoluzione non si
adotta la prescrizione del
reato.
Il problema sta nel seguito ebe, con l’introduzione del sistema maggioritario ha di fatto reso
più facili le modifiche
della Costituzione repubblicana e ha stemperato la divisione dei poteri, per cui oggi il Parlamento è di fatto espressione del governo e la
magistratura vede colpita in vari modi la sua indipendenza. A livello di
persone, poi, si è avuta
l’amara sorpresa di vedere che dopo che una
classe politica corrotta
era stata in parte spazzata, quella emergente era
contro i corrotti precedenti ma non in modo
altrettanto netto contro
la corruzione. Il risultato
è che oggi non possiamo
stare completamente
tranquilli su questo punto e su atteggiamenti arroganti anche dei poteri
decentrati alcuni interventi dei presenti sono
stati piuttosto espliciti.
Senza speranza? Stanno emergendo, secondo
Passone, due soggetti
politici che possono essere apportatori di novità: quello che si oppone alla nuova economia
e quello del «ceto medio
riflessivo». Non sono ancora in grado di esprimere dei personaggi politici autonomi, ma è
possibile che domani la
loro protesta e riflevSsione generi qualcosa di
nuovo che potrà avere
un grande significato.
8 marzo, venerdì
PINEROLO: Al teatro Incontro, alle 20,45, Carlo Molari, teologo cattolico, parla su «Credere da adulti».
LUSERNA SAN GIOVANNI: Nella sede delTAvis, in
via Roma, prelievo e visita.
TORRE PELLICE: Alla Foresteria valdese, alle 12,30,
pranzo organizzato dall’Auser Spi, costo 16 euro; nel
pomeriggio incontro con Ton. Mariangela Rosolen su
«Le donne e l’impegno nella società», seguono rinfresco, mimosa, ballo. Tel. 0121-900260,0121-932029.
9 marzo, sabato
TORRE PELLICE: Alle 15,30, nella sede del circolo
Adi, in via del Forte, incontro sulla storia italiana dal
1950 al 1954, proiezione di un video, discussione, tè.
TORRE PELLICE: Alle 17, nella biblioteca comunale «Carlo Levi», incontro con i giovani poeti autori di
«Noi bambini atomici», lettura, ascolto, recitazione di
poesie, accompagnate da musica.
TORRE PELLICE: Alle «Officine Colors», «Los skatarros Jam festival», chi vuole suonare suona.
TORRE PELLICE: Al teatro del Forte, alle 21,15, la
compagnia Erbamil presenta «Tina» con Barbara Covelli, ingresso 7,75 euro, ridotto 6,20.
TORRE PELLICE: Alle 17, nella sala Paolo Paschetto
del Centro culturale, inaugurazione della mostra di
pittura di Daniela Allosio, aperta fino al 31 marzo.
10 marzo, domenica
PINEROLO: All’Accademia di musica, concerto di
vincitori della Vili edizione del concorso internazionale di musica «Città di Pinerolo».
TORRE PELLICE: Alle Officine Colors, concerto
dèlia band «Sud Europa».
BOBBIO PELLICE: Alle 14, ritrovo al monumento
agli Alpini, carri e gruppi in sfilata per le vie del paese
e arrivo in piazza Caduti per la libertà.
15 marzo, venerdì
PINEROLO: Nella sala concerti Italo Tajo, alle 21,
concerto con i migliori diplomati dei conservatori del
Piemonte, con Tania Mazzetti e Valentina Cavazzani,
duo violino e pianoforte, del conservatorio di Novara,
musiche di Mozart, Beethoven, Faurè.
16 marzo, sabato
PINEROLO —^AITAuditorium di corso piave, alle 17,
Riccardo Petrella parlerà su «Cibo, acqua e lavoro».
I DISTRETTO — Alle 9,15, lunedì 11 marzo, a Villar Pellice, colloquio pastorale; meditazione a cura
di Ruggero Marchetti, introduzione di Ermanno
Genre su «Catechesi e adolescenza».
Il 9 marzo a «Scopriminiera»
Quartetto 900
notturna, prefestiva, festivi
teiefono 800-233111
GUARDIA FARMACEUT
Caro di
la scelti
¡oda di
■wie inter'
(turni festivi con orario S-j jgbbri
DOMENICA 10 MARZO Ì
Bobbio Pellice; Moseiii.
Maestra 44, tei. 92744 o
Villar Perosa: De Paoli • a
acne a
Nazionale 29, tei. 510178
Pinerolo: San Lazzaro
so Torino 196, tei. 39385J
SERVIZIO INFERMIER
presso i distretti
SERVIZIO ELIAMBU1
telefono 118
CINEMA
TORRE PELLICE- ®tesaii
Cinema Trento propoi jzi direi
giovedì 7 e venerdì 8 m one la f
zo, ore 21,15, Paullm »lezio
Paulette di L, Debraw oprezit
Francia 2001; sabato
ore 20 e 22,20, domeni
10, ore 16, 18,15 e 21,]
lunedì 11, ore 21,151p|| [,3 1
fetti innamorati. ,, .
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Nuovo cinema propoi
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mondo di Amélie. f™c
PINEROLO
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riali: 19,45 e 22,20, safe rf ®
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menica 15, 16,50,18, iQuiadr
20,30 e 22,20. ^
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Terzo appuntamento con la rassegna musicale Musiké sabato 9 marzo allo Scopriminiera di Frali. Nello
spazio ricavato all’interno della galleria Paola si esibirà il quartetto 900, una formazione cameristica che
da tempo si propone di correlare brani scritti nel ventesimo secolo con le più antiche fonti e tradizioni
musicali. 1 componenti del gruppo provengono da
una formazione classica ma hanno ampliato le proprie esperienze nel campo della musica jazz e leggera
anche attraverso registrazioni in studio.
Dopo
BARGE — 11 cinei lontrata
Comunale ha in Pimarito è
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martedì ore 19,30e attostuc
Jurassic park 3; domi Ijvario ì
ca, alle ore 19 e 21,1 mpre p
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ore 21, Il favoloso moB arava il
di Amélie. aeraflr
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L’Eco Delle Valli VAUfo’per p
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Via dei Mille, 1 -10064 Pii
tei. 0121-371238; fax 31
POSTA
Buone azioni
e... pesticidi
Autonomia della stoi
Nei giorni scorsi entrambe le mie figlie, così come sembra la maggior parte dei bambini delle materne e delle
elementari di Luserna San Giovanni,
hanno ricevuto a scuola un giornalino,
«Zym il Castoro».
Ritengo utile a questo riguardo sottolineare due cose, primo: il carattere
propagandistico di questa pubblicazione, esplicitato in ultima pagina dalla pubblicità della Zyma fiuor, gomma
da masticare preventiva della carie.
Secondo; pur plaudendo per l’adesione della rivista alla nobile iniziativa
«l’ultima buona azione della lira», raccolte di fondi a favore dell’Aire vorrei,
per completezza di informazione, aggiungere alcuni dati riguardanti la Novartis, editrice del giornalino. La Novartis, una delle principali multinazionali del settore chimico-farmaceutico,
è tra le maggiori produttrici di pesticidi e organismi geneticamente modificati. Fa parte di un’associazione di
produttori con interessi nella produzione degli Hfc, gas che contribuiscono all’effetto serra, associazione che in
occasione della Conferenza di Kyoto
non ha mancato di esercitare pressioni
affinché tali gas non fossero inseriti tra
quelli da ridurre.
Infine la Novartis è il primo produttore mondiale di atrazina, erbicida che
si è dimostrato cancerogeno negli
esperimenti di laboratorio e che è correlato al tumore della mammella, a
linfomi e leucemie. Queste (tra le altre)
informazioni sono tratte dalla «guida al
consumo critico», ma qualcun altro ha
qualcosa da dire?
Alberto Piergiomnni — Torre Pellice
Osservazioni sull’articolo «Ta cili
verso il territorio» comparso sul ni® :
ro 5 di Riforma-L'eco delle valli » ® teli
del 1° febbraio. La storia valdese sii------
sa essenzialmente su documentil
parte ancora inediti) conservati ini
chivi di vari paesi e su pubblicazi®
antiche e recenti. Il «vero» storie#
uno specialista, che conosce la stt
di vari paesi, sa decifrare i docuWil
scritti in varie lingue, e valutameli
tenticità. Giovanni Jalla e Arturo PB*f
sono stati i grandi storici valdesi dell
colo scorso. \]
A T
La Chiesa valdese (e quindi le sW .
chiese) ha la precisa missione difafl®
noscere la parola di Dio ai suoi fed® . ® ®
di aiutarli spiritualmente e anchef
terialmente. La sua identità è bai* e
sulla sua storia; deve quindi favori® . a t
sviluppo della Società di studi vai®
senza però interferire in nessun m, ^
o,.n„ i a Sndet« a"
sulla sua attività specifica. La Socie«
studi valdesi deve a sua volta essere
ente autonomo e obiettivo per rid®
re nel gruppo delle importanti s»
storiche italiane e fornire un validi^^
stegno alla chiesa per il campo stori
In conclusione, a mio parete
Chiesa valdese non deve gestire 13'
storia, imitando così altre chiese
stiane, ma affidare fiduciosatn®
questo compito alla Società dis
valdesi. 11 19 febbraio, al Centro c
rale, erano esposti alcuni cartelloi"
lativi alla storia valdese. Ne ho
testo in italiano relativo al rimp®;
ho così scoperto che non i Paesi
i-’ins
dia, no
innari i
thiava
'ultura
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'^1 ovv
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Ilei più
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ì’ mi
come storicamente noto, ma i
terra aveva appoggiato la spedd
fin dal suo inizio. Non ho letto oltr
Ferruccio Jalla - Torre P®®
¡0 'music
15
PAG. 15 RIFORMA
tretti
il La scomparsa
Caro direttore,
scelta di dedicare alla vi„ di Franco Barbero ben
interventi sul numero del
febbraio, quasi fosse un
MARZolvello Giordano Bruno de, nato al rogo, mi lascia perfesso. Leggendo l’articolo di
D ivide Rosso, poi, ho la tenLne di simpatizzare con il
So:seèverocheBarbe,neea la Trinità e la divinità
393858 'ggjfj Cristo, la decisione
NED», ella sua chiesa di mettergli
ji limiti insuperabili mi pa^comprensibile e condivisie; tra l’altro anche nell’in"jvista citata mons. Deber' -di si dimostra la persona
[dente e sensibile quale è
ente. Credo sia sbagliacavalcare la tigre» della
-ICEXtesa intolleranza clericale,
propoi BZi direi che in questa occardì 8 m ione la Chiesa cattolica ci dà
Paulini na lezione di serietà piutto3ebraw »preziosa.
do^***' Gregorio Plescan - Venezia
5 e 21,1
1,15 Ip
OSA- di Ada D'Ari
'o^e22° La morte di Ada D’Ari non
ore'i la certo sorpreso coloro che
lunedì a conoscevano, era malata da
favok rimane in
lie ìimenticabile e importante il
' icordo di tutto quello che ha
~ ® atto per la chiesa, la «sua
’"f' tosa» di Rimini. Ma anche
, .“ j lerillavoro con le donne, con
90™! a Federaziòne femminile valj_®“§ese-metodista, con il Considio di collegamento delle vaie attività femminili fin dal
KzcBiimggy presenza era attili, serena, importante nei
®^^onvegni, nei congressi dove
incontrata, nei viapi fatti
^“fon la gioia di stare insieme.
Dopo molti anni l’ho in1 pineicontrata a Rimini, dove mio
a in pijnarito è stato pastore per
rdì 8|inque anni e abbiamo avuto
; sabai lodo di riannodare da viciore peli loirapporti. Insieme alle so)re 15,1 elle della comunità abbiamo
9,30 e atto studi biblici e riflessioni
!; domi Imio argomento, con Ada
1 e 21, empre presente, che ci vole' e gioì jspesso a casa sua e ci pre)so moa arava il tè. Quando la seduaera finita spesso mi chieeva di fermarmi ancora un
domei
0, 19,
LLi Val« ®'per parlare dei ricordi co1064 PM anche di tante cose
fax 3238 interessavano.
Quando abbiamo lasciato
li, la sua salute iniziava a
storip Nuovo telefono
La pastora Gabriela Lio cole ounica il proprio nuovo ñuto telefonico: 06-9333143.
i vd
«Lacliii
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orrei
vacillare, ma non mancò al
culto di commiato. In una fotografia fatta in quell’occasione, Ada e suo marito sono seduti vicino a me e mio marito,
e Ada ha un bel sorriso: era
nella sua comunità, con le
persone che amàva, che conosceva, che la conoscevano.
Ricordiamola così.
Maddalena Giovenale
Costabel - Torre Pellice
Il mio ricordo
di Frida Malan
Avevo circa 16 o 17 anni
quando, in una delle tante
conversazioni avute con la
dottoressa Malan, per me già
allora Frida, ricordo di essermi compiaciuta di quella sua
bionda e ordinata, ma allo
stesso tempo disinvolta, cascata di capelli, tagliati un
po’ sopra l’altezza delle spalle, che lei era solita fare oscillare con un movimento rapido della testa, da destra a sinistra, congiunto a un altrettanto veloce spostamento di
uno sguardo vivace e incuriosito. «Porto i capelli così in ricordo di Garibaldi», mi disse.
Quella affermazione mi confermò tutta la sua grande, determinata e indeterminata, e
anche definibile e indefinibile, personalità. Desidero ricordare Frida Malan innanzitutto con i miei sentimenti
giovanili, quelli che hanno
avuto origine con l’entusiasmo e la speranza per un
mondo diverso (per il quale
lei aveva lavorato con sacrificio e nel pericolo per poterlo
realizzare) che tanti e tanti
giovani come me, nati nel
dopoguerra, dovevano prendersi l’impegno di costruire
con le persone più adulte.
La conobbi quando ero ancora bambina: era amica della mia prozia Mariuccia Jon
Scotta, e quando si incontravano, e io, piccola, ero presente ad alcune loro conversazioni, rimanevo immobile
e attenta a seguire Tespfessività della sua chiacchierata.
Parlava sempre sorridendo, e
il sorriso precedeva la parola;
parola e sorriso si mescolavano indistintamente. Anche
il suo solo sorridere era già
eloquente. La figura di Frida
mi aveva colpito così intensamente che addirittura,
quando da bambina praticavo il mio gioco preferito (la
maestra), mi mettevo sulla
testa due grosse matasse di
lana gialla in modo che mi
cadessero un po’ sulle spalle
come i suoi capelli, e le sistemavo in maniera da poterle
scuotere come lei.
Da adolescente la ritrovai
mia insegnante di Lettere.
a cura di Ferruccio Corsani
Nel /nncirio cristiano (la
raccolta di inni sacri desìi evangelici battisti, metodisti
idi valdesi d’Italia) t oviamo un
J ^teressante dettaglio: la meloSh dell’inno 241, reperibile,
altri testi, ai numeri 149 e
• L’inno era già presente
1* ^^11 edizione del 1922, sorta
è noto con hi scopo di
®^are uno strumento unico di
'oro e collegamento fra le tre
lese nel campo liturgico.
lai
iCi
àia,
inserimento di questa melonon ancora presente negli
_nari anteriori al 1922, rispec’'luva un’idea valida in senso
Wurale ma anche come anti^Pazione di carattere ecumeni^'Ovviamente sul piano miisiil desiderio di introdurre
J più diffuso innario dei pro.. ^itniiani un qualche eleJi musicalità italiana e
. lolica, un inno almeno che
nlln tradizione liturgica
gualcale classica dell’Italia del
CP
600. Autore della melodia era
infatti Giovan Domenico Guidetti (1531-1592), che era stato
cantore della cappella papale e
allievo e poi collaboratore di
Palestrina nella revisione del
Graduale e dell’Antiplionarium.
C’è da aggiungere un fatto
alquanto strano: durante gli anni di studio musicale al Conservatorio di Napoli, potei consultare in quella ricca biblioteca
opere di grandi maestri del 500
e 600: grande fu la mia sorpresa
quando, sfogliando un libro di
Mottetti di Palestrina (1 5251 594), eccelso compositore del
quale non occorre fornire una
descrizione, vi trovai, nota pei
nota, la melodia del nostro inno. Per non fare torto a nessuno, la «Commissione per il
Nuovo Innario 1969» decise di
attribuire l’inno a entrambi i
musicisti: ciò spiega la dicitura
«Guidetti o Pale.strina» apposta
alle tre mekxlie 149, 347 e 241
Erano gli anni in cui il suo
impegno politico l’aveva portata a diventare assessore al
Comune di Torino. Era il
1961: l’Italia si preparava a
festeggiare il centenario dell’Unità, e Torino ne presentava al mondo l’Esposizione.
Lei pensò, e mi affidò l’incarico di scrivere, a nome dei
miei compagni di scuola a
«Specchio dei Tempi» su La
Stampa, una lettera con cui si
richiedeva per gli studenti torinesi un biglietto gratuito
per una giornata di visita a
«Italia 61», che riuscimmo a
ottenere con immediatezza.
L’insegnamento di Frida
Malan fu per me il più particolare e senza confronto alcuno ancora oggi. La sua formazione, in ambito protestante e laico, anche nell’insegnamento e non solo nella
attività pubblica, la portavano a istruire attraverso un
linguaggio che aveva per importante riferimento la necessità di fare comprendere
come la libertà sia, per ognuno di noi, la base su cui si
fondano e si possono organizzare tutte le scelte per i
principi di rispetto nei rapporti tra gli uomini.
Il secondo aspetto etico su
cui si fondava il suo insegnamento era la ricerca deU’onestà nel comportamento e la
conseguente fiducia tra le
persone. Ed ella stessa sapeva
infondere in noi la possibilità
di poterci esprimere attraverso le nostre opinioni con libertà e senza soggezione ad
alcuna autorità, anche la sua.
Un sistema innovativo sicuramente, all’interno dell’ancora
troppo istituzionale didattica
dell’inizio degli Anni 60. E
proprio sulla libertà, resistenza di Frida Malan ha vissuto e
si è sviluppata, meditando
giornalmente e seminando i
propri pensieri di riferimento
socialista, laico e cristiano.
Ho continuato a ricordarla
anche quando le mie condizioni di vita mi hanno condotto a stare non più a Torino; ed è proprio di pochi
giorni or sono, trovandomi a
risiedere in Giappone, che visitando le architetture di
ghiaccio nell’isola di Hokkaido avevo preparato due cartoline: una per lei, da inviarle
alla Casa delle diaconesse, e
l’altra per suo fratello Roberto. La cartolina di Frida resterà per me il suo ultimo ricordo tangibile, di commiato
cordiale; perché devo in parte a lei, amica cara delle mie
tre generazioni temporali, la
gratitudine di un messaggio
culturale e umano: costante,
forte, e indimenticabile.
Mirella Lolle
Tsukuba (Giappone)
Più che gli organi esecutivi, prendano posizione le assemblee
La testimonianza delle chiese
Qualche parola di commento alla lettera
del Consiglio deU’Associazione amici e amiche di Agape, pubblicata su Riforma del 22
febbraio: appassionata testimonianza della
esigenza di un confronto serio tra le diverse
posizioni presenti nelle chiese sul problema
della guerra e del terrorismo, l’esigenza di
vincere la paralisi, di rompere il silenzio contro la violenza e l'ingiustizia, lo ho l’impressione che in questi ultimi sei mesi siamo stati
sommersi (più fuori che dentro le chiese, è
vero) da fiumi di parole, sensate e insensate,
parole dette e scritte; ma forse hanno ragione
questi miei firatelli e sorelle. Il frastuono e lo
sgomento sono un intreccio perverso, in
qualche modo una forma di silenzio.
E allora si chiede agli esecutivi, in modo
particolare alla Tavola valdese mi pare, di
pronunciarsi, di parlare, di agire. Perché? La
Tavola è un organo esecutivo e non ha ricevuto questo mandato dal Sinodo. «Una buona amministrazione delle chiese può non
bastare; servono parole e azioni di concreta
testimonianza». Così termina la lettera. Una
buona amministrazione, seria, faticosa, attenta ai problemi, alle persone, ai progetti,
quando c’è è una «concreta testimonianza»
al servizio delle chiese, a cui spetta (a loro sì,
non ai loro Concistori o Consigli) nelle assemblee locali, regionali, nazionali il compito di capire, discutere, prendere posizione,
cercando di annunciare TEvangelo della pace e della giustizia nelle scelte e nelle relazioni quotidiane, dai pulpiti, sui giornali, nei
piccoli gruppi, nelle piazze!
Prescindendo dalla lettera citata, mi sembra che non abbiamo bisogno di proclami, di
altri che pensino per noi, se possibile come
noi vorremmo: abbiamo un disperato bisogno di capire ognuna e ognuno di noi, insieme, quale vocazione ci rivolge il Signore qui
e ora in questo tempo difficile e tormentato.
E provare a rispondere con umiltà, con fede
e con passione, guardando fuori e oltre le
mura dei nostri templi.
Franca Long - Roma
Un giornale
per riflettere
Grazie a Tullio Parise per
avere espresso (sul n.del 22
febbraio, «"Riforma” per essere più informati») con chiarezza le ragioni, che anche
secondo me, dovrebbero sollecitare tutti i valdesi in particolare, e tutti i protestanti in
generale, a essere abbonati al
nostro giornale. Grazie anche
a Roberta Peyrot, per aver
colto le ragioni profonde
esposte da Tullio, e aver reagito con immediatezza sia
nel sottoscrivere il proprio
abbonamento, sia nell’esserne portavoce verso altre sorelle e fratelli. Solo così possiamo contribuire alla diffusione del giornale.
Aggiungo che per contribuire' a migliorarne la conoscenza e quindi anche la diffusione, tutti i pastori potrebbero metodicamente attingere alle informazioni e/o articoli della settimana, per informare le proprie comunità
al termine del culto domenicale, o in qualsiasi altra occasione. Sono sicuro che ogni
settimana ognuno può trovare l’argomento di proprio interesse. Tullio infatti dice
«Riforma non è solamente un
giornale locale che dà notizie
locali, (...) ma è anche un
giornale che fa riflettere in
generale. Puoi venire a conoscenza di quello che pensano
i nostri fratelli e sorelle di
chiesa di tutta Italia (...) come
vivi il tuo essere valdese?».
Dal dialogo di Tullio e Roberta appare evidente che Riforma è ancora assente da molte
famiglie valdesi.
Ferdinando Blefari - Torino
Assisi
e gli evangelici
L’incontro interreligioso di
Assisi per la preghiera della
pace sollecita alcune domande di cui almeno due ritengo
doverose. La prima: dove stiamo andando, noi evangelici?
Il papa convoca (argomento:
la pace): i partiti, i movimenti,
la piazza convocano (argomenti la giustizia, la libertà,
l’uguaglianza). Noi evangelici,
le nostre chiese, i nostri movimenti, noi protestanti non
convochiamo nessuno.
Forse non abbiamo argomenti o meglio, se qualche
fratello li ha, sale sul primo
carro che ritiene adeguato:
quello del papa, o quello di
un partito, di un movimento,
e si unisce al coro. C’è chi ritiene che sia testimonianza, e
mentre testimonia il popolo
protestante si assottiglia. La
realtà che appare evidente, le
cui cause si stanno delineando in modo chiaro, è che siamo sempre più ridotti al silenzio. Basti considerare la
nostra assenza pressoché totale dai dibattiti televisivi e
dalla stampa che conta, mentre altre realtà arraffano onde
elettromagnetiche e pagine
di quotidiani senza alcun limite. Noi evangelici non ci
esprimiamo perché non abbiamo un carro nostro su cui
salire per manifestare contro
l’ingiustizia che nega ogni
possibilità di pace, ingiustizia
che è la conseguenza della ricerca e della esibizione arrogante del potere.
Penso che dobbiamo lasciare, finalmente, ai religiosi, compresi quelli devoti al
dio denaro, le loro religioni
affinché ci sia possibile parla
re di pace perdonando e
chiedendo il perdono, di giustizia aiutando il sofferente e
l’emarginato, di libertà rifiutando di ricercare il potere.
Nel concreto, annunziare la
salvezza dimostrando con i
fatti l’amore di Cristo morto e
risorto per l’umanità. «Guardate che nessuno vi seduca...» (Matteo 24, 4) è l’imperativo di Gesù nel prevedere
il drammatico futuro che
l’uomo passo passo si costruisce. E tempo di fare tesoro di queste sue chiare parole
per ricostruire una autonomia per mezzo della quale
potremo dimostrare, come
evangelici, e per quanto ci è
dato in questa realtà terrena,
le alternative possibili insieme alla speranza che abbiamo nel Cristo risorto.
La seconda domanda appare ovvia: l’impegno che ne
deriva per ciascuno di noi,
l’avere un «carro» tutto nostro per convocarci e per
convocare gli altri, lo vogliamo o ci spaventa? È sulla risposta a questa domanda che
si gioca il nostro futuro di
evangelici in Italia.
Silvano Perigozzo - Livorno
abbonamenti
interno
estero
sostenitore
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euro 10,00
euro 10,00
Versamenti sul conto corrente
postale n. 46611000 intestato
a: «CULTO RADIO», via Firenze 38, 001 84 Roma.
fi Le altre torri
C’erano altre torri negli
«States» dei primi Anni 60:
torri «umane» che vennero
abbattute una dopo l’altra. A
diffefenza delle Twin Towers
non proiettavano un’ombra
tale da oscurare gli altri grattacieli: suscitavano speranza.
Era la speranza (o l’utopia?)
della «Nuova Frontiera» contro la povertà, l’ignoranza,
le difficoltà di chi arranca la
vita giorno dopo giorno. Una
«Nuova Frontiera» che avrebbe dovuto varcare il confine
degli Usa per allargarsi, pian
piano, all’intero pianeta. Perché il pianeta è unificato dal
genere Homo che lo abita.
Pescando a piene mani nel
bacino degli Usa (un bacino
dalle potenzialità umane
enormi) i fratelli Kennedy
erano riusciti in poco tempo
a coagulare sufficienti energie
morali da spronare l’America
nell’impegno verso una società civile più giusta. Ingenuità o errori se ci furono
(una costante di ogni avventura umana) vennero pagati
personalmente da John e Robert Kennedy che «risarcirono» subendo una morte spie
tata per mano di assassini
prezzolati. Una terza torre,
più alta, avrebbe dovuto sorgere alle spalle delle torri gemelle proiettando sul Central
Park, il polmone verde di
New York, un’ombra perenne
che ne avrebbe determinato la morte, albero dopo albero. I liberal americani scesero
in campo, sorsero comitati
spontanei denominati The
Shadow (l’ombra). Fra il disappunto di chi vide sminuita
l’immagine di New York, il
progetto della terza altissima
torre venne abbandonato..
Martin Luther King, definito da molti «il più grande statunitense del secolo scorso», è
la terza torre: quella che non
venne costruita. Anch’egli,
come i Kennedy, crollò a terra
centrato da un cecchino. Il
suo «sogno» (il pieno riconoscimento dei diritti civili alla
comunità nera, per cui da pastore evangelico aveva combattuto sul piano delle idee rifiutando ogni violenza), divenne poi realtà. Ma dopo la
sua morte una parte del movimento nero si radicalizzò nella frangia estremista, tuttora
esistente anche se mimetizzata, del «black power».
Dopo quei tre assassinii,
che traumatizzarono la nazione come e più di una
guerra perduta, l’America, e a
ruota l’Occidente, cambiò
volto. Scomparso dall’orizzonte il sogno della «Nuova
Frontiera», si spense la carica
ideale che, a vari livelli, aveva
animato l’intera società occidentale. Il «libero» mercato,
con le sue leggi, si conquistò
uno spazio sempre più vasto,
mentre alla solidarietà subentrò la competitività.
Col tempo un divario profondo si è venuto scavando
fra un Occidente dominato
dalla tecnologia e il resto del
mondo. Le varie «ingerenze
umanitarie», che pure hanno
profuso in molte parti del
pianeta milioni di dollari,
hanno avuto bisogno di essere «supportate» dalla forza
delle armi. Negli ultimi decenni il 5“ comandamento
«Non uccidere», ebe con diverse parole è patrimonio comune alle grandi religioni, è
stato il più disatteso. Nutrita
dalle varie guerre etniche e
da altri conflitti, si è innescata una spirale di violenza e di
odio che pare non finire, culminata e letteralmente esplo
sa FU settembre nella follia
criminale del terrorismo.
Mentre bambini, del terzo
e quarto mondo raspano nelle discariche delle megalopoli in cerca di qualcosa di
commestibile e altri, in centro all’Asia, lavorano fino a 810 ore al giorno nelle cave di
pietra e nelle fornaci, nell’Occidente tecnologico percorso dalla paura c’è chi si
interroga dove e quando si
sia «smarrita la diritta via».
Mariangela Gai - Mondovì
■ PARTECIPAZIONI ■
RINGRAZIAMENTO
I familiari di
Maria Masera
ved. Scaramo
commossi per la dimostrazione di
stima e di affetto tributata alla loro
cara, ringraziano di cuore tutti coloro che con presenza, scritti, parole di conforto e offerte hanno
preso parte al loro dolore.
Un ringraziamento particolare
al medico curante, ai medici e al
personale tutto dell’Ospedale valdese di Torre Pellice, alla Croce
Verde di Bricherasio e al pastore
Mario Berutti.
Pinerolo, 2 marzo 2002
16
PAG. 16 RIFORMA
VENERDÌ 8 MARZO 20
■ La Chiesa valdese ha deciso la realizzazione di un «Museo della memoria» che raccolga il materiale rinvenuto in Paraguay
L'«archivio del terrore»: un progetto 8%o per la memoria
Nell'archivio scoperto nei locali della stazione di polizia di Lambaré si trova la storia reale delle dittature che dominavano l'America del Sud
negli Anni 70 e 80. In esso sono contenute le prove cartacee dell'esistenza delMperazione Condor», nata nel Cile del generale PInochet
MANFREDO PAVONI GAY
Nel 1992 in Faraday, uno
dei paesi più colpiti dalle
dittature latinoamericane (35
anni del generale Stroessner),
fu scoperto uno dei più importanti archivi della polizia
segreta paraguaiana nella
stazione di polizia di Lambaré alla periferia di Asuncion, capitale del paese.
La scoperta
L’archivio fu scoperto attraverso un’azione investigativa svolta dall’awocato e pedagogo Martin Almada, sequestrato nel 1974 dalla polizia del regime di Stroessner
per la sua attività in favore
dei diritti umani e rilasciato
dopo tre anni in seguito a una
forte pressione internazionale. Nel tempo della detenzione la moglie di Almada morì a
causa delle torture psicologiche perpetrate dai militari
che le facevano sentire una
cassetta audio con le grida e i
lamenti del marito torturato.
Almada seguì il percorso di
vari suoi torturatori attraverso la Revista de la Policía de
la Capital che gli avevano inviato amici paraguaiani nel
corso del suo esilio a Panama
e a Parigi, dove lavorava alrUnesco. Durante una ricerca durata 15 anni Almada individuò cinque possibili luoghi nei quali avrebbero potuto essere nascosti gli archivi
dei militari. Nel 1992 si accorse che in uno di questi
luoghi, precisamente in Lambaré, si erano verificati diversi spostamenti di materiale;
insieme al giudice José Augusti Fernandez e ai giornalisti
chiamati per quell’occasione
aprirono i locali della stazione di polizia di Lambaré dove
vennero scoperte due grandi
stanze colme di materiale.
Airinterno di quelle stanze fu
scoperta la storia reale (non
quella ufficiale) delle dittature. Lettere e relazioni inviate
personalmente a Stroessner,
migliaia di dati realizzati da
una rete di repressione e
coordinazione sistematica tra
le varie dittature militari che
dominavano in quel tempo il
Sud America. Nessuno aveva
pensato che in documenti,
segreti ma formali, potessero
essere lette le prove del crimine. La quantità e la qualità
del materiale scoperto scosse
l’opinione pubblica nazionale e intemazionale: i giornalisti paraguaiani lo chiamarono «archivio del terrore».
Il contenuto
L’archivio tuttavia divenne famoso solo quando il giudice spagnolo Garzon utilizzò
molto del materiale qui contenuto perii suo procedimento contro il generale Pinochet. L’archivio contiene
informazione sulle vittime
deir«Operazione Condor»:
quasi 2.000 documenti di
identità, non meno di 10.000
foto di prigionieri, azioni politiche, avvenimenti, pedinamenti, una biblioteca di libri
e riviste requisiti, 543 cassette
con registrazioni di conferenze, omelie, discorsi, programmi radiofonici. II materiale,
ancora in processo di ordinamento e classificazione, è
molto esteso. Inoltre sono in
possesso dell’archivio le prove cartacee dell’esistenza
deir«Operacion Condor», una
trama multinazionale organizzata a partire dagli Anni 70
dalle dittature militari di Cile,
Argentina, Brasile, Uruguay e
Paraguay. L’«Operacion Condor» nasce in Cile durante la
dittatura di Pinochet con la finalità di coordinare i servizi
segreti di varie dittature mili
tari in una repressione sistematica dei dissidenti politici
dei diversi paesi del Cono
Sud. Per l’attività del piano
Condor gli esuli politici di un
paese potevano essere sequestrati dalle polizie dei paesi di
provenienza e essere clandestinamente torturati e assassinati. In questo modo per gli
esuli politici non c’era nessuna via di scampo in America
Latina. All’interno di questa
internazionale del terrore,
per esempio, trovò la morte il
ministro degli Esteri del governo di Salvador Allende
Osvaldo Letelier, ucciso a
Washington mentre il segretario della De cilena, Bernardo Leigthon, fu ferito gravemente a Roma nel 1975.
Attualmente l’archivio non
è sufficientemente sicuro, è
sparito del materiale e l’instabilità politica del paese fa
temere il peggio. In questi
ultimi anni Almada sta lottando per la chiusura della
«School ofAmericas» e chiedendo l’apertura dei documenti americani che hanno
coperto le dittature.
Buenos Aires: manifestazione dei
Memoria dell'orrore
Questa memoria dell’orrore, rimossa abbastanza in
fi:etta dall’Occidente, è costituita dai 30.000 desaparecidos
argentini, dai 200.000 indios
guatemaltechi, dagli esuli cileni, dai desaparecidos e morti
del Paraguay, Uruguay, Bolivia, Colombia... Per combattere i movimenti sociali del
continente sudamericano
vennero imprigionati, torturati, uccisi centinaia di mi
gliaia di persone. I documenti
dell’archivio segnalano piste
che collegano i servizi segreti
americani con i dittatori dell’America Latina attraverso i
piani di stabilizzazione, di sicurezza nazionale, e le teorie
sulla guerra di bassa intensità. Questi piani sono ancora
attivi, specialmente per contrastare i movimenti armati
colombiani e messicani.
Il dott. Almada, immediatamente dopo la scoperta, iniziò un’attività rivolta alla rappresentanza delle Nazioni
Unite per ottenere assistenza
tecnica e protezione dell’ar
parenti dei «desaparecidos»
chivio. Nello stesso tempo
convocò una rappresentanza
delle vittime del terrorismo di
Stato per costituire una commissione che aveva il compito di proteggere e articolare i
contenuti di questa storica
scoperta. Si formò dunque la
«Comision nacional de Derechos Humanos y Nunca Mas
al Terrorismo de Estado».
Questa commissione si diede
i seguenti obiettivi: accesso
della stampa alle fonti documentarie che contengono
informazioni rilevanti sull’ampiezza della violazione
dei diritti umani in America
Il testo sarà sottoposto airesame del Parlamento entro l'anno
Germania: riserve delle chiese sul nuovo
progetto di legge sull'Immigrazione
Per i responsabili delle
maggiori chiese tedesche la
nuova legge sull’immigrazione, che sarà sottoposta all’esame del Parlamento entro
quest’anno, non tutela a sufficienza le persone vulnerabili
come i rifugiati e i richiedenti
asilo. Il progetto di legge, che
ha già subito diverse modifiche, rispecchia le preoccupazioni riguardanti la sicurezza
dopo gli attentati terroristici
dell’11 settembre scorso negli
Stati Uniti, e pone in secondo
piano la questione dell’immigrazione dei «colletti bianchi», che dominava i dibattiti
prima di quella data.
Le richieste delle chiese
Il progetto risponde ad alcune richieste formulate dalla Chiesa evangelica della
Germania (Ekd), la principale
organizzazione protestante, e
dalla Conferenza dei vescovi
cattolici romani (Dbk), che
hanno esercitato pressioni
comuni presso alcuni ministri poco prima che il progetto di legge venisse reso noto.
Il progetto riconosce che le
persone che rischiano la persecuzione non da parte dello
stato di provenienza ma da
parte di altre entità, anche se
questo non è accettato come
motivo per concedere l’asilo,
o a motivo delle leggi contro
le donne nei paesi di origine,
dovrebbero essere tutelate
contro l’espulsione. D’altra
parte, i bambini che non
hanno compiuto i 14 anni o,
in certi casi, i 19 anni, potrebbero, secondo le nuove disposizioni, ricongiungersi
con la propria famiglia residente in Germania.
Le chiese sottolineano che
la società tedesca accoglie facilmente i «colletti bianchi»
che possiedono competenze
specifiche in certi campi come la tecnologia dell’informazione, ma che essa non fa
abbastanza per agevolare la
situazione dei migranti meno
privilegiati. Attualmente in
Germania, ci sono circa 7,3
milioni di stranieri registrati.
In una dichiarazione pubblicata il mese scorso Stephen
Reimers, rappresentante dell’Ekd presso il governo federale a Berlino, ha chiesto che
il mercato del lavoro venga
regolarizzato al fine di rispondere ai bisogni dei disoccupati, dei migranti e della stessa economia tedesca.
salvare la propria vita siano
in sicurezza in Germania anche se l’asilo non è stato loro
concesso. Se possiamo contare sullo Stato in questi casi,
l’asilo dato dalle chiese non è
necessario».
L'asilo dato dalle chiese
La Chiesa evangelica è in
disaccordo con alcuni aspetti
della legislazione proposta e
in particolare con la clausola
riguardante «l’asilo dato dalle
chiese». In passato, le chiese
accoglievano le persone minacciate di espulsione: tale
azione era illegale, e i pastori
e alcuni membri di chiesa rischiavano di essere perseguiti. Secondo il nuovo disegno
di legge, le chiese potranno
dare asilo legalmente. Anche
se per molte persone, questo
rappresenta un grosso passo
avanti, diversi responsabili di
chiesa sono critici al riguardo, temendo che una simile
misura permetta al governo
di sottrarsi alle proprie responsabilità. «Non vogliamo
che l’asilo dato dalle chiese
sia legale - ha dichiarato
Thomas Krueger, portavoce
delTEkd -. Spetta al governo
fare in modo che coloro che
fuggono il proprio paese per
Le peripezie
dei «sans papiers»
Il Servizio dei gesuiti per i
rifugiati, che ha sede a Berlino, si è dichiarato preoccupato dal progetto di legge, in
particolare per la situazione
dei migranti senza documenti e per le condizioni di detenzione dei rifugiati prima
della loro espulsione. «Il progetto di legge non prevede
nulla per migliorare le condizioni di coloro che sono detenuti - deplora il Servizio in
una dichiarazione pubblicata
a fine febbraio -. Il progetto
rifiuta tuttora di dire chiaramente che l’assistenza umanitaria nei confronti dei migranti senza documenti non
è punibile dalla legge». Il Servizio sottolinea inoltre che il
progetto ha mancato l’occasione di avviare una riforma
positiva del sistema delTimmigrazione. «DalTll settembre, le questioni di sicurezza
hanno dominato i dibattiti lamenta padre Jörg Alt, un
esperto di immigrazione
presso il Servizio -. Gli stranieri vengono visti come una
minaccia e non come una
fonte di sfida e di arricchimento». Tuttavia, afferma
Thomas Krueger, per la maggioranza dei tedeschi, soltanto una piccola minoranza di
stranieri residenti in Germania viene considerata come
una minaccia per la democrazia e la sicurezza. (eni)
latina e sugli stretti rapporti
tra i militari con il nazismo, la
Cia, il traffico di armi e il riciclaggio di denaro sporco:
possibilità di iniziare nuove
importanti cause penali da
parte delle vittime; inizio di
processi promossi per la prima volta da familiari delle vittime scomparse nell’ambito
dell’operazione Condor; inizio di cause nei confronti di
delatori al soldo del regime
paraguaiano, iscritti nei registri confidenziali della polizia
reperiti nell’archivio.
Il sostegno
della Chiesa valdese
Attraverso i fondi 8%o, che i
valdesi destinano in gran parte a progetti di sviluppo e di
tutela dei diritti umani nei
paesi del sud del mondo, la
Chiesa valdese con la collaborazione della «Lega internazionale per i diritti e la liberazione dei popoli» ha deciso
di sostenere attraverso un finanziamento la realizzazione
di un «Museo della memoria»
che raccolga tutto il materiale
dell’archivio del terrore. Il
progetto prevede un lavoro di
miglioramento delle condizioni dell’archivio in Paraguay insieme alla costruzione
di un museo finanziato anche
dalTUnesco che ha proclamato l’archivio patrimonio storico dell’umanità.
Un altro progetto che la
Chiesa valdese sostiene è
quello di costruire una mostra itinerante sui diritti umani in America latina per rendere più comprensibile la
storia rimasta oscura delTul
timo mezzo secolo in questo
continente e documentare le
gravi violazioni dei diritti
umani. Per questo ci rechere.
mo in primavera in Paragua}
per conoscere direttamenti I.
le attività del «Centro di dp*
cumentacion», e il conterrà
dell’archivio. L’obiettivo, ™
che con il sostegno della rti,
brica «Protestantesimo», sari
quello di raccogliere più ma.
teriale possibile sull’archivio
e realizzare un video.
Una parte del finanziameli,
to verrà utilizzata per garanti,
re la sicurezza dell’archivio
la sua trasformazione in mu
seo funzionante. Essendo stì
to recentemente (settembri
2000) proclamato monumesi
to culturale dell’umanità p® r,
la memoria da parte delTUne ^
SCO, è ora fondamentale ren
derlo realmente aperto al (,
pubblico supportando fin®
ziariamente personale sp®
cializzato capace di rielabi
rare il materiale contenuto ¡ai
forma fruibile e comprensìi W
bile. Si tratta quindi di lavori
di archiviazione e fruizioni
pubblica del materiale del ‘ ‘
l’archivio con il lavoro di dt*
operatori bibliotecari perli| l
durata di un anno, che prò
dorranno materiale cartacei ,,1
di introduzione e divulgaziìi ilt
ne. Il recente intervento li i,';
Martina Almada dedicato i
la globalizzazione dei dititl t
umani e alTimportanza del :
memoria, al Forum mondia
le di Porto Aiegre è un segnale ulteriore di quanto la lotti '
per la memoria sia importante per costruire un altro
mondo più giusto.
so
Ravalomanana si proclama vincitore |
Il Madagascar è sull'orlo
della guerra civile
DARIO TRON
IL Madagascar, un paese
benedetto da Dio e con
enormi ricchezze naturali e
umane, è sull’orlo della guerra civile. Venerdì 22 febbraio,
il vicepresidente della Chiesa
riformata di Gesù Cristo,
Marc Ravalomanana, eletto
Presidente della Repubblica
malgascia il 16 dicembre
scorso ma mai riconosciuto e
legittimato dal presidente
uscente, Ratsiraka, e dal suo
governo, si è autoproclamato
presidente legittimo in una
piazza 13 Maggio gremita da
centinaia di migliaia di persone e con molti pastori presenti con la toga. Ratsiraka ha risposto facendo dimettere alcuni ministri e sostituendoli
con generali suoi amici, decretando dapprima lo stato
d’urgenza e in seguito la legge
marziale. Intanto il paese è in
ginocchio, dopo quasi tre mesi travagliati, più di un mese
di sciopero generale e manifestazioni di popolo quotidiane, blocchi del traffico e dei
trasporti, chiusura di uffici
pubblici, scuole e banche; i
carburanti sono esauriti.
In questi mesi sono andati
a vuoto alcuni tentativi di riconciliazione tesi a far chiarezza sulle elezioni, anche da
parte delle Nazioni Unite, e i
cittadini francesi e canadesi
residenti in Madagascar si sono pubblicamente dichiarati a
favore del nuovo presidente.
In questi giorni ci sono stati i
primi morti, causati da scontri e aggressioni per le strade,
diverse radio sono state devastate e incendiate, il nuovo
presidente minacciato di
morte e sorvegliato giorno e
notte. Un’amica mi ha scrii
dicendomi che la sua famigi
abita nello stesso quartiere
Marc Ravalomanana (Fari
vohitra) e che la notte partec
pano anche loro ai turnic
guardia, assicurando i pasti
coloro che vigilano sull’ina
lumità del Presidente.
Questo dichiararsi aperta
mente da parte del vecchii
presidente, non fa altro chi f
aggiungere tensione a una si
tuazione delicatissima, e'
uno stato di miseria che neg
ultimi vent’anni è notevol
mente peggiorato, gli ann
della presidenza Ratsiraka
(salvo una breve parentesi^
che ha depredato il paese i Ir
tutte le sue ricchezze, dinieii ’
ticandosi dei servizi alla p8
polazlone, come i collegi ,
menti stradali e ferroviari,!! scuole, gli ospedali, postei \
telefoni. Se a tutto ciò ap
giungiamo i cicloni che ai
nualmente si abbattono S :
alcune regioni e le frequen»
invasioni di cavallette, il |
dro è più che disperatoli i
non vi sarà una mediazioa
politica vera e se gli stati eh
ancora hanno una grande it
fluenza sul paese, come» '
Francia, non interverranjH
con un’azione forte, il Mao*
gascar vivrà una delle pagi®
più dolorose della sua stoi®
passata e recente.
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