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ECO
DELLE VALLI VALDESI
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE FO.LICB
Settimanale
della Chiesa Vaidese
Anno XCVII - N. 15
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Í
Eco: L. 2.500 per Tinterno
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TORRE PELLICE ^ 14 Aprile 1967
Ammin. Claudiana Torre Pellìce - C.C.P. 2-17557
LA CHIESA EVANGELICA IN CECOSLOVACCHIA
Incontro con un fratello dell'Est
Precisaxioni
e chiaHmenii
Abbiamo posto al Prof. Dr. F. M. Dobias, (amico e collega del Prof. A. Molnar),
docente di etica sociale presso la Facoltà teologica evangelica « Comenius » di
Praga, in occasione di un suo recente viaggio in Europa Occidentale, alcune
domande sulla attuale situazione della Chiesa Evangelica in Cecoslovacchia.
Che cosa può dirci sulla vita, le speranze e le difficoltà della Chiesa
Evangelica nel Suo paese?
La situazione della Chiesa (parlo
della Chiesa Evangelica dei Fratelli
Boemi in Cecoslovacchia) è alquanto migliorata in questi ultimi anni.
Anzitutto, abbiamo un numero maggiore di fanciulli, la cui istruzione
religiosa viene impartita da nostri
Pastori nelle scuole statali. Parallelamente sta rifiorendo il lavoro delle
Scuole Domenicali e aumenta il numero dei giovani che chiedono la
confermazione. Anche la frequenza
ai culti è molto migliore di alcuni
anni fa. Partecipano ai culti delle
persone che non avevamo mai visto
in chiesa. Infine, quasi tutti i Pastori che erano stati allontanati dal
servizio per volere del Governo,
sono stati riammessi nell’opera della Chiesa.
Una delle maggiori difficoltà che
abbiamo è costituita dalla mancanza
di carta, per cui non possiamo stampare tutto ciò che vorremmo e di cui
avremmo bisogno per la nostra opera. Del resto anche lo Stato ha poca
carta a sua disposizione.
Assai promettente è il cambiamento avvenuto nell’opinione pubblica, che dimostra un rinnovato interesse per le questioni della fede.
Alcuni miei compatrioti si chiedono
perchè devono saper tante cose sugli dèi della mitologia greca e così
poco sul Dio della rivelazione biblica. In riviste letterarie laiche si
discutono pubblicamente questioni
religiose.
I tempi sembrano dunque maturi
per un dialogo tra cristiani e marxisti, anche all Est.
Infatti. Ma noi cristiani dobbiamo essere all’altezza di questa nuova situazione, in modo da jjoter trattare in modo a<leguato i problemi
religiosi che i marxisti si pongono e
ci pongono. Dobbiamo avere una
pili profonda conoscenza del marxismo, in modo che il dialogo fra
cristiani e marxisti avvenga su un
piede di parità e possa essere fruttuoso.
Quale può essere, secondo Lei, la
funzione della Chiesa in una società socialista?
E’ stato possibile ricostruire su
nuove basi la società, ma non si è
ancora riusciti a educare un uomo
socialista. Ed è qui che, come Chiesa, vediamo il nostro compito : nella solidarietà verso il prossimo, lavorare per l’edificazione dell uomo
nuovo. Infatti neppure una società
socialista vivrà senza crisi, senza crisi morali. Perciò non si può parlare
dei cristiani come di « cittadini di
seconda classe », perchè essi sono,
per così dire, in prima linea e possono quivi offrire un importante servizio ed aiuto. Anche in una società
in cui la Chiesa ha perso tutti i privilegi, il vero e unico cc privilegio »
della Chiesa, cioè il suo servizio di
amore al mondo, all’uomo, le resta
come prima e non può mai esserle
tolto.
Il socialismo è un umanesimo radicale e in esso i comandamenti radicali che Cristo pone appaiono come « materiale esplosivo » e nello
stesso tempo come il materiale adeguato per costruire la società. I cristiani fanno di se stessi dei « cittadini di seconda classe » se non mantengono la libertà interiore e la pu
rezza del compito assegnato loro da
Gesù Cristo e se non si lasciano condizionare da Lui.
Il fenomeno della secolarizzazione
si configura da voi in modo diverso che in Occidente?
Nel nostro paese distinguiamo due
significati della secolarizzazione.
1) Secolarizzazione come penetrazione del « mondo » neH’ambito
della Chiesa. Questo significa: scristianizzazione della vita in senso ecclesiastico, scarsa partecipazione ai
culti, diminuzione del numero dei
matrimoni celebrati in Chiesa, diminuzione dei battesimi, scarsa conoscenza della Bibbia, scarsa pietà
religiosa. In altri termini, le norme
in base alle quali si vive la propria
vita non sono più dedotte dal messaggio dell’Evangelo.
2) Secolarizzazione nel senso del
cc mondo diventato adulto » di cui
parlava Bonhoeffer. Non si distingue più un settore sacro isolato dal
mondo. Questo mondo è il mondo
di Dio. Dio si è rivelato al mondo
in Gesù Cristo. Dio ha amato il
mondo. Dividere nettamente la
Chiesa dal mondo significa sottrarre
a Dio i suoi cc diritti » sul mondo.
Secolarizzazione significa allora -anche rivolgere il messaggio di Dio al
mondo in un linguaggio cc mondano » e non separarsi polemicamente
dal mondo. Anche la Chiesa appar
tiene al mondo, ne è una parte ed è
in questa vicinanza col mondo che
ode e annuncia la salvezza in Cristo.
Se non sbaglio, non c’è differenza
nè nel concetto nè nella realtà della
secolarizzazione in Oriente e Occidente.
Sappiamo che in Germania Orientale il governo organizza delle cerimonie civili contrapposte a quelle ecclesiastiche: c’è ad esempio un
rito di a consacrazione della gioventù )) che dovrebbe sostituire la
confermazione nella Chiesa, Esiste
qualcosa di analogo in Cecoslovacchia?
No, in Cecoslovacchia non abbiamo nulla di simile. Per quanto, ad
esempio, il matrimonio civile venga
celebrato con particolare solennità,
non è in alcun modo inteso come
cerimonia sostitutiva o alternativa a
quella religiosa.
E sulla Cina, che cosa ci dice?
Abbiamo seguito con grande partecipazione e timore la tensione tra
Russia e Cina. Frattanto la tempesta della « rivoluzione culturale in
Cina » si è un po’ calmata. Ciò nonostante vediamo quanto sia, alla
lunga, estremamente negativa nn artificioso e anormale isolamento di
un così gran po])olo come la Cina.
E’ impensabile che più di 600 milioni di persone restino isolati dalla
famiglia delle naafcni. La vita futura dei popoli è possibile solo in reciproca collaborazione. E’ difficile
persino immaginarsi quanto grande
sia la responsabilità e la colpa del
mondo occidentale in questa questione.
Ohi abbia letto la relazione che « La
Stampa» ha dato della riunione tenutasi a Pinerolo giovedì. 30 marzo
sulla situazione della Talco e Grafite
(«La Stampa» 31 marzo 1967) senza
avere altre informazioni avrà avuto
Timpressione che in tale riunione una
specie di pastore-sindacalista abbia
avuto la pretesa di svolgere un ruolo
di primo piano avanzando l’inopinata
richiesta della revoca della concessione mineraria all’attuale gestione della
Talco e Grafite, timidamente sostenuto da un deputato comunista e in contraddittorio con un vasto e ragionevole schieramento di oppositori a questa richiesta. L’estrema parzialità di
questa relazione costringe ad altre
precisazioni.
In primo luogo « La Stampa » ha
presentato la richiesta della revoca
della concessione come un elemento
nuovo emerso nella riunione di Pinerolo per la prima volta dall’inizio delTattuale vertenza, dopo un mese di
occupazione delle miniere. Ha evitato
di precisare che la riunione in questione era stata organizzata in se^ito
ad una assemblea del Cbnsiglio di
Valle, composta dai rappresentanti jdi
20 comuni, ohe in data 18 marzo aveva votato un ordine del giorno ohe
chiedeva alla direzione della Talco e
Grafite di rendersi disponibile a iniziare trattative sulla base delle richieste dei sindacati precisando che « qualora la Società frapponga ostacoli alle
soluzioni sopra indicate venga proposta alle competenti autorità la revoca
della concessione della miniera ». A
suo tempo, riferendo su questa assemblea, « La Stampa » in un brevissimo
trafiletto non aveva riportato Tojd.g.
e aveva sostituito alla richiesta della
rèvoca la richiesta di un più generico
« intervento pubblico ».
In secondo luogo, per ciò che riguarda la riunione di Pinerolo, « La
Stampa» ha presentato la richiesta
della revoca come proveniente in primo luogo da un pastore valdese. Ora
rintervento del medesimo è stato uno
Testimoniare di Cristo: ma come?
La cooperativa edile nella buona
stagione dà lavoro ad una quarantina
di operai. Naturalmente a questi oltre
al salario prescritto vengono corrisposte tutte le previdenze, le quali, nell’edilizia, ascendono a circa l’80% in
più della paga dovuta. I salari in sè
modesti divengono così molto alti, però Toperaio non ha i vantaggi corrispondenti alle somme versate. Comunque la cooperativa si comporta in tutto secondo la legge.
In città ci sono molti cantieri oltre
a quelli della cooperativa. Sono piccoli
e grandi : chi sopraeleva o migliora un
« dammuso », chi fa una casa nuova.
Nel primo caso normalmente si tratta
di denaro di emigrati, nel secondo di
notabili. Quasi tutti questi cantieri
non pagano le previdenze e assai
spesso neppure quella relativa agli infortuni sul lavoro. È un evidente imbroglio nei riguardi degli operai, i cui
diritti non sono rispettati. Se questi
non protestano, è perchè han bisogno
di guadagnare il pane per le loro famiglie. Tacciono per indiscutibile necessità, però cosi l'inganno continua
e si potrebbe parlare, non del tutto
impropriamente, di « mafia » della costruzione.
È evidente che la cooperativa deve
fare dei preventivi più alti dei cantieri
di frodo, che hanno ben meno spese.
Così] il male si estende perchè ne viene una truffa non solo all’operaio non
protetto ma difficoltà maggiore di lavoro per quello protetto.
Che condotta dobbiamo tenere di
fronte ad un problema come questo,
cioè, se volete, come può esser resa
una testimonianza a Cristo di fronte
a fatti simili? .
Non è certo il solo problema che si
presenta alla testimonianza cristiana.
Come tutti gli altri, dobbiamo avere
dei mezzi per vivere. Il nostro Centro
Agricolo ha un grande allevamento di
ovaiole. In questi ultimi mesi abbiamo
avuto anche i polli da carne. Ma c è
chi mette in commercio uova non fresche o polli malati. Anche qui i prezzi posson essere più bassi che non
quelli di carne scelta o di uova del
giorno. In altri mercati la differenza
vien fatta, qui solo in parte. Ma vale
Tesempio, Possiamo far di tutto per
mantenere una produzione che sia di
vantaggio al popolo sia nei prezzi ohe
nella qualità, eppur cavarci quel tanto
che ci è necessario... ma la cosa non è
semplice quando i commercianti non
hanno scrupolo di ingannare i clienti
e si curan di loro ben poco.
Potremmo seguitare. Sono i problemi che tutti i cristiani debbon affrontare ogni giorno. Quelli almeno che
non si rassegnano a separare la vita
quotidiana da quella di chiesa o ad
aver due vite, una interiore e una
« mondana ».
Siccome la testimonianza non è di
parole, ma di parole e di fatti ed investe tutta la nostra esistenza, questi
problemi non sono secondari, perchè
è ben in questi ohe si impegna la nostra vita concreta.
Torniamo al primo esempio.
Di fronte a cantieri di frode dove
l’operaio non è protetto ed è truffato,
si potrebbe dire « occorre » denunziare. Combattere Tingiustizda è anche
compito dei cristiani. Però una denuncia ohe cosa farebbe? Lo Stato di
certo non riconoscerebbe la Sua parte
di colpa : l’aver impioto una cosi alta
percentuale di si»se previdenziali. Ed
allora la denuncia colpirebbe si il costruttore di frodo, ma le conseguenze
cadrebbero anche sugli operai che
han bisogno del loro pane. Infatti con
i salari regolari, il 50% dei cantieri
non riuscirebbe più a lavorare. l notabili potrebbero ancora costruire le
loro case a prezzi maggiori, ma non
certo quelli che a fatica han messo
da parte una piccola sommetta. Invece di 100 cantieri ne lavorerebbero 50,
ed il 50% degli edili ora a lavoro a
Riesi sarebbe a spasso.
Lasciar andare le cose per il loro
verso: ed eccoci collaborazionisti con
i truffatori, poiché il non parlare ed il
non assumerci le responsabilità girando il volto dal lato opposto non è certo quel che ci dice il « Buon Samaritano ». Neanche questa soluzione è
vera.
Allora ritornare alle denuncie, non
preoccupandoci della conseguente disoccupazione, perchè gli affamati alla
fine si rivolteranno e solo da una
« rivoluzione » si può avere una svolta
decisiva. La storia lo dice. Ma si può
prendere alla leggera questo discorso? Una rivoluzione di gente esasperata è rivoluzione violenta, a meno
che sia preceduta da una lunga preparazione spirituale. Chi porterà le
responsabilità del sangue versato?
Chi avrà il coraggio allora dì girare
il volto dal lato opposto dinanzi ai
pianti delle vedove e degli orfani?
Si fa presto a parlare di rivoluzione :
quando questa è venuta occorre portarne tutte le responsabilità.
Ed allora? Muri alti, porte chiuse:
come essere testimoni di un « mondo nuovo » in questa situazione? Certo da ogni lato ci urtiamo contro il
volto di questo vecchio mondo nel
quale siamo immersi, ed ogni umana
attività può sembrare, anzi essere,
un contributo al mantenimento di
uno status quo insopportabile. Ci sono dei momenti in cui ciò è così; fiar
grante, così sfacciato, che il non pronunciarsi è veramente colpa. Talvolta la situazione è chiara. Prendiamo
l’esempio della persecuzione agli ebrei nel periodo fascista: si sapeva
che cosa fare anche se ciò era pericoloso e si prendeva posizione. Ma in
questi casi, come avere una posizione chiara? Ed in fatti simili fino a
quale punto ima denuncia regge al
confronto con la croce? Non risolvia
CONTINUA
IN TERZA PAGINA
Culto radio
domenica 16 aprile
Past. LIBERANTE MATTA
Roma
domenica 23 aprile
Past. VALDO PANASOIA
Palermo
degli ultimi del dibattito durato circa
tre ore in cui la richiesta della revoca
è stata avanzata fin dal primo intervento: l’onorevole Sulotto (PCI), che
secondo « La Stampa » avrebbe « subito appoggiato la presa di posizione
del pastore Giampiccoli », ha infatti
aperto gli interventi con una lunga
esposizione sulla situazione della Talco e Grafite e sulla attuale vertenza
sindacale, culminata appunto con la
richiesta della revoca della concessione. Dopo di lui, altre persone hanno
chiesto lo stesso provvedimento: un
consigliere provinciale PSU (pur sottolineando la difficoltà e la lunghezza
dell’iter), un consigliere comunale
PSU, un sindaco (subordinadolo alla
eventualità di un irrigidimento da
parte della direzione). Altri interventi
si sono avuti a conclusione della riunione, sempre sottolineanti la necessità della revoca della concessione, da
parte di un rappresentante del POI e
da due segretari provinciali della
OGIL. L’intervento in questione, posto indebitamente in primo piano da
« La Stampa », si inseriva in questo
contesto e, affermando la necessità di
una richiesta della revoca della concessione come condizione per una soluzione definitiva di una crisi ormai
cronica, anche indipendentemente
dalla soluzione della vertenza in corso, annunciava la decisione presa il
giorno prima dal comitato per la difesa dele miniere di lanciare una petizione popolare per la richiesta della
revoca tendente a comprovare la volontà popolare — e non solo di alcuni
settori o singoli — di arrivare ad una
soluzione definitiva di questa annosa
questione.
Perchè queste distorsioni? Non è
difficile comprenderne le ragioni.
Quando non è più possibile evitare di
parlare di una richiesta scomoda che
dà noia a una certa parte, la cosa migliore è accollarne la paternità a chi
è politicamente più innocuo, ad una
voce che può passare più o meno per
isolata, magari un po’ stravagante
nella sua estremità.
Se ho sentito la necessità di fare
queste precisazioni non è certo per
relativizzare le mie responsablità o
per nascondermi dietro ad altri, ma
per fare alcune considerazioni in merito a questo esempio di strumentalizzazione. Queisto esempio prova — se
mai ce ne fosse stata la necessità —
che le strumentalizzazioni vengono da
ogni parte e non solo, come da molte
parti spesso sì avverte, da sinistra.
Questa constatazione potrebbe indurre il credente a cercare di non essere
strumentalizzato nè da destra nè da
sinistra. Ma non ritengo che questo
sìa il dovere dei credenti, perchè un
impegno in questo senso equivale in
ultima analisi ad una rinuncia di responsabilità nei confronti di quelle
prese di posizione nel campo sociale
e politico — determinate da una ricerca di una fedeltà all’Evangelo che
vada al di là della sfera privata e individuale — che sono parte integrante della vocazione del credente. Solo
chi non prende posizione evita (ma
sempre fino ad un certo punto) di essere strumentalizzato. D’altra parte,
non cerchiamo forse di essere discepoli di un Signore che non ha evitato
il rischio di essere strumentalizzato
quando è stato acclamato re dai nazionalisti del suo popolo al suo ingresso in Gerusalemme o quando è
stato giustiziato come un sovversivo
tra due ribelli?
Ciò contro cui dobbiamo lottare
non è il paricolo di essere strumentalizzati, ma il pericolo di essere determinati e fatti prigionieri da queste
strumentalizzazioni. Per questo dobbiamo aiutarci a vicenda a smascherare queste strumentalizzazioni, ad esserne liberi, a non lasciarci condizionare da informazioni false o distorte,
a discutere e a valutare la sostanza
dei problemi e delle prese di posizione senza fermarci od essere influenzati dalle apparenze o dalle prospettive che altri per i propri interessi
presentano. Solo in questo modo possiamo vivere nella libertà — e testimoniare — del Cristo che « avendo
spogliato i principati e le potestà ne
ha fatto un pubblico spettacolo »
(Col. 2: 15). Non possiamo pretendere
di vivere in questo mondo al di fuori
della sfera di azione delle potenze che
dominano il mondo, ma possiamo credere ohe Cristo le ha depontenziate,
smascherate e svuotate, e vivere di
conseguenza senza esserne determinati, nella libertà che Egli ci ha donato. Franco Giampiccoli
2
pi».
N. 15 — 14 aprile 1967
ECHI DI UNA SESSIONE DI STUDI A TOLOSA
/ va!desi di Linguadoca
Echi della settimana
Da « Le Monde » :
Quando e dove s’insediarono? Quale fu la
loro consistenza numerica? Chi fu l’iniziatore del loro movimento, nato a Lione nell’ultimo trentennio del see. XII? Come si
comportarono rispetto sia alla Chiesa ufficia1-tt, sia alle eresie di quel tèmpo? Ebbero
rapporti coi Valdesi italiani, e quali? E soprattutto chi fu il personaggio più importante tra di loro, quel Durando d’Huesca o
d’Osca, ieri ancora stimato di origine aragonese oggi restituito aU’Occitania, che nel
1207-1208, dopo aver combattuto i Catari
come valdese, rientrava nel girone della Chic,
sa continuando l’opera di prima?
Su tutti questi interrogativi (e su tanti
altri) fu indetta nel luglio scorso una sessione di studi e di colloqui, per iniziativa dell’Istituto Cattolico di Tolosa. Il luogo scelto per l’incontro si rivelò quanto mai suggestivo: la cittadina di Fanjeaux, sulle prime
colline a sud-ovest di Carcassonne verso i
Pirenei, già residenza di S. Domenico per
almeno un decennio (1206-1216), al centro
di una regione ricchissima di ricordi e catari e valdesi. I Domenicani vi hanno costruito un centro di ricerche sul loro fondatore,
con biblioteca, sale di conferenze e foresteria, proprio su uno sperone ehe domina il
Lauragais limitato al nord verso le Cevenne
dalla « Montagne Noire », e lo hanno inaugurato nel 1965 con una prima sessione dedicata espressamente a San Domenico in
Linguadoca. Perciò fu con un vivo interesse che accettammo, mia moglie ed io, l’invito a prendere parte al convegno del 1966
rivoltoci dal padre Vicaire dell’Università di
Friburgo in Svizzera, un eminente studioso
dell’ordine domenicano, organizzatore e animatore di questi convegni insieme col canonico Delaruelle dell’Istituto Cattolico di Tolosa. Ci doveva accompagnare il collega
Molnàr, che allora stava ad Agape a dirigere un campo giovanile consacrato anche lassù ai Valdesi medioevali, ma per una futile
questione di visti di passaporti non gli fu
concesso di entrare in Francia. A Fanjeaux
incontrammo vecchi amici, Manselli di Torino, Esnault di Montpellier, Selge di Heidelberg, ma facemmo anche delle nuove preziose conoscenze, come MoUat della Sorbonne, Dossat di Montauban, Higounet di Bordeaux, Duvernoy di Tolosa, l’anziana sempre vispa archivista paleografa Verdat di
Parigi, tutti competentissimi nel campo degli studi valdesi. Le visite fatte a Carcassonne (commemorazione del Guiraud storico
dell’Inquisizione), a Montreal, a Prouille,
a Pamiers, a Foix, a Mirepoix e alla rocca
di Montségur ci hanno lasciato un ricordo
indelebile, specie quest’ultima che ci ha fatto rivivere davanti agli occhi la tragica epopea della « resistenza » catara in difesa
della libertà di credere!
la prima si sforzò, attraverso le fonti contemporanee (cronisti, polemisti e poi inquisitori), di cogliere i primi passi dell’iniziatore
del Valdismo, dalla sua conversione alla morte avvenuta probabilmente verso il 12061207, l’altra mise in evidenza i momenti più
salienti della nascita e dello sviluppo della
« societas » valdese dal 1177 circa alle crisi
successive del 1205, 1207-08, 1209-10 e
1218 : il primo divieto di predicare imposto
daH’arciveseovo Guichard verso il 1178-79,
Tappello al papa al III Concilio Lateranense, la professione di fede del 1180, l’opposizione radicale del nuovo arcivescovo Giovan
tU Giovanni Gonne t
‘‘Poveri di Cristo,,
La sessione di studi sui Valdesi di Linguadoca durò cinque giorni, dal 26 al 30 luglio. Non starò a ripetere tutto il detto e
il discusso (sette oratori e dieci comunicazioni), ma mi limiterò a ricordare solo ciò
che mi è parso più interessante o nuovo. Il
26 luglio vi furono due comunicazioni di
interesse generale, una dei Proli. M. Mollat
della Sorbonne e E. Delaruelle di Tolosa su
Il problema della povertà del sec. XII, l’altra del Prof. Ch. Higounet dell’Università
di Bordeaux su : L’ambiente sociale ed econmico della Linguadoca verso il 1200. Secondo il Mollat, occorre distinguere non solo
tra i « pauperes inviti », cioè gli indigenti, i
miseri, gli sfortunati, la cui povertà è subita. e i « pauperes voluntarii », vale a dire
coloro che per motivi vari (crisi di coscienza, ricerca della perfezione, ansia della salvezza individuale, protesta contro le ricchezze del clero, ecc.) si votano alla povertà, ma
anche tra poveri occasionali, normalmente
erranti, asociali, e poveri abituali, che bene
o male per il mestiere loro o per i loro rapporti col signore feudale rientrano nei quadri della vita associata. Nel contrasto stridente tra l'enorme ricchezza dei pochi e la
miseria materiale della maggioranza s’inserisce ad un certo punto la figura del laico
ricco che, facendosi « pauper » per Cristo,
considera l’elemosina non più come un dovere ma come un diritto ed una restituzio
ne. Per il Delaruelle, nella problematica della povertà, vanno riconsiderati i motivi etici
della mendicità e del furto : di fronte al
fasto delle chiese s’insinua a poco a poco il
concetto che il povero, che mendica e persino ruba per necessità, non è più da stimarsi come un peccatore, anzi la sua persona acquista più valore degli addobbi cultuali, i beni della Chiesa diventano i beni dei
poveri perchè ogni cosa è comune a tutti
ecc. Il Prof. Higounet, premesso che sul finire del sec. XII la densità di occupazione
del suolo era relativamente alla, più o meno come l’attuale, ha distinto due tipi di
popolazione : una urbana, caratterizzala dalla coabitazione di una piccola nobiltà cittadina con una iniziale borghesia artigiana e
mercantile, che lotta continuamente per ottenere e conservare le libertà necessarie al
fiorire dei suoi traffici (scambi regionali, artigianato, mulini, tessitura, tintoria, ecc.);
l’altra rurale, fatta di signori e contadini, i
cui rapporti, pur rimanendo nell’ambito feudale, tendono ad umanizzarsi con la concessione di guarentigie, in una economia basata sulla coltura di cereali, viti, ulivi e noci
e suH'allevamento delle pecore, con pochi
dissodamenti di terre e niente bonifiche.
Con la seduta del 27 luglio si entrò nel
vivo dell’argomento del convegno. Il sottoscritto presentò una comunicazione su : La
figura e l’opera di Valdesio nella tradizione
storica e secondo le ultime ricerche, mentre
il Prof. Selge, già studente della Facoltà
Valdese di Teologia di Roma, si soffermò su :
Le caratteristiche del primo movimento valdese e le sue crisi di espansione. Le due relazioni risultarono complementari; mentre
ni dalle Belle Mani sfociata nella scomunica e nel bando da Lione verso il 1182-83 e
poi nell’anatema generale di Verona del 1184
la scissione dei Poveri Lombardi capeggiata
nel 1205 da Giovanni di Ronco, la disputa
di Pamiers del 1207 seguita dal rientro nel
girone deUa Chiesa prima di Durando d’Osca (1208) e poi di Bernardo Prim (1210),
la formazione del gruppo lombardo dissidente detto « de prato » nel 1209, infine il tentativo non riuscito di ricomporre l’unità
valdese fatto a Bergamo nel 1218. Per Selge il valdismo delle origini fu innanzi tutto
un movimento di risveglio, a cui parteciparono principalmente ma non esclusivamente
dei laici, e presso il quale cosi la libertà di
predicazione come la povertà volontaria vi
furono rivendicate non in sè e per sè ma in
funzione del prossimo, non come scopi ma
come mezzi migliori di attuazione del ministero apostolico. In quanto al sottoscritto
Valdo — il cui nome suonerebbe più propriamente Valdesio — rappresenta tuttora
un enigma. Non si sa ancora dove e quando
sia nato, dove e quando morto. Molte vicende della sua vita sono oscure : fu o non fu
presente al III Concilio Lateranense? ebbe
rapporti personali coi Poveri Lombardi? as
sistette al rientro nel girone della Chiesa del
suo collaboratore Durando? morì egli stesso riconciliato con quest’ultima, secondo
un’ipotesi avanzata recentemente da due
studiosi cattolici, Vicaire e Thouzellier? Le
fonti primitive confondono i nomi degli arcivescovi di Lione con cui Valdo ebbe filo
da torcere, come pure i concili che condannarono i suoi seguaci. La professione di fede cattolica sottoscritta da costui nel 1180
rimase praticamente un fatto isolato, senza
apparenti o durature conseguenze per Tavvenire del movimento, che si staccò sempre
più dalla Chiesa e assunse le caratteristiche
di una vera e propria protesta ecc. Perciò
la discussione, imperniata spesso su semplici ipotesi di lavoro, si orientò ben presto
verso uno dei punti più essenziali, cioè quale fu la natura del primo messaggio di Valdo : solo predicazione della penitenza, fatta
in tutta povertà, ad imitazione di Cristo e
degli apostoli, oppure anche proposito di richiamare la Chiesa ad una maggiore coerenza dì fede e di vita, e perciò di sostituirsi
ad essa qualora rifiutasse tale richiamo? solo movimento di riforma endocrina o aperta
ribellione? conservazione o rivoluzione? destra o sinistra? Evidentemente Luna o l'altra. 0 più Luna che l’altra, o a volte tutt’e
due insieme, a seconda degli uomini, tempi
e ambienti diversi.
Soprattutto laici
vembre 1245, i valdesi, sostenuti dalla Chiesa, combattono i catari: si tratta evidentemente di seguaci di Durando d'Osca (a
questo punto il Prof. Dossat ha avanzato
l’interessante ipotesi che il luogo di nascita
di Durando non fosse Huesca in Aragona
bensì Osque nel Rouerg). A Croisille nel
Tarn, verso il 1240, i Valdesi predicano all’aria aperta davanti a grandi folle, e a
Moissac nel 1245 risultano risparmiati dalle
gerarchie ecclesiastiche; anche qui si tratta
di « riconciliati », figii spirituali di Bernardo o di Durando, il cui gruppo, almeno in
Linguadoca, avrebbe ben presto soppiantato
l’ala rimasta fedele al messaggio primitivo
di Valdo. Per conto suo Vicaire, dopo aver
rievocato le vicende da cui germinò alla disputa di Pamiers la decisione di Durando
di riabbracciare la fede cattolica, si soffermò specialmente ad illustrare l’organizzazione dei Poveri cattolici la quale, più che
un ordine vero e proprio, doveva consistere in una « équipe » di predicatori itineranti senza sede fìssa, guidati da Durando nominato loro priore o capo responsabile, col
compito precipuo di convertire i catari. Su
questo particolare tema tornarono a parlare
negli ultimi giorni del convegno (29 e 30
luglio) sia Selge che Vicaire : il primo con
due comunicazioni rispettivamente su : Discussioni riguardanti Vapostolicità tra valdesi, catari e cattolici e su: Uala destra dei
valdesi e la nascita dei Poveri Cattolici e
Poveri Riconciliati, il secondo su; Valdesi
contro Catari in Linguadoca. Infine, in sostituzione di Molnàr, il canonico Delaruelle
presentò una relazione su Roberto d’Arbrissel, presso il quale si riscontrerebbero gli
stessi ideali di povertà e di predicazione itinerante propri dei valdesi.
Come si può vedere da questi brevi ragguagli, fu un convegno certamente interessante e ricco di suggestioni varie, dove studiosi appartenenti a confessioni religiose diverse si trovarono davvero affratellati nella
comune ricerca della verità storica. Un grazie di cuore agli organizzatori e... arrivederci al prossimo convegno 1967 sui catari.
Comunicazioni e discussioni saranno pubblicate in un apposito Cahier, che uscirà presumibilmente nel prossimo mese di luglio.
(1.4.’67)
Ulteriori notizie provengono dalla Germania sulla preoccupante situazione della
Chiesa Evangelica Tedesca (EKD).
Alla vigilia del sinodo della EKD, è stato
pubblicato a Berlino-Est un comunicato da
parte d’un gruppo, riunitosi in un’assemblea
preliminare, comprendente « centoquaranta
pastori e teologi, oltre a rappresentanti del
Fronte nazionale e del governo ». Il comunicato è una violenta accusa alla EKD e a tutti
i protestanti della Repubblica Federale, di
« collusione con la politica reazionaria di
Bonn » e di servilismo verso le autorità costituite. Si ritiene che tale comunicato sia
nient’altro che un episodio (il più grave, a
tutt’oggi) d’una precisa linea politica diretta
a raggiungere uno scopo altrettanto preciso:
quello di spezzare in due il protestantesimo
tedesco (dal punto di vista istituzionale, s’intende), corrispondentemente alla divisione
politica delle due Germanie. L’origine di tale
linea è nel governo di Berlino-Est, ma il giornale cc Neue Zeit » afferma che « poderose
forze interne alla chiesa evangelica della Repubblica Democratica esigono l’autonomia, la
indipendenza, la liberazione da ogni tutela
da parte della Repubblica Federale ». Viene
ripresa da tre teologi la tesi (già sostenuta
dal sig. Seigewasser, segretario di Stato per
gli affari religiosi di Berlino-Est) secondo cui
i protestanti dell’Ovest, con la scusa di speciali attività religiose, si sarebbero assicurato, a fini politici, il controllo della Chiesa
deU’Est. Per convalidare questa tesi, il governo Est continua a prendersela violentemente col vescovo Scharf (il presidente della
EKD, dopo la morte di Otto Dibelius), scoprendo in tal modo assai goffamente le proprie carte : perchè lo Scharf, contrariamente
al suo predecessore, non ha mai dato il benché minimo segno d’ostilità politica contro la
Germania-Est.
L’articolo di « Le Monde » termina con le
seguenti parole: «I tedeschi dell’Est aggiudentali, tanto solleciti a prendere le difese
(loro malgrado) dei propri '"fratelli oppressi".
Nella politica d’irrigidimento iniziata contro
la Repubblica Federale, il sig. Ulhricht sembra deciso a far sparire ciò che ancora resta
stano meglio il loro tiro, quando denunciano
le malefatte di certi protestanti "d'urto" occi
dell'unità della chiesa (cioè quello che rap
presenta l’ultima sopravvivenza dell’unità te
desea). Sembra che all’Est si voglia giunge
re ad una nuova situazione di fatto, creando
due "sinodi regionali", formalmente istituiti
dalla EKD, ben s’intende, ma tali da perve
nire, nel più breve tempo possibile, a legife
rare in modo totalmente autonomo- Un pa
store allineato con le tesi ufììcialì, ha detto
che in tal modo si otterrebbe una chiarifica
zione atta ad evitare ogni ’’spiacevole equivo
co”. Tuttavia non sembra che un tale pro
getto possa ottenere facilmente l’adesione dei
tredici milioni di protestanti che si trovano
nella Repubblica Democratica ».
(2-3.4.’67)
uimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
jiiiiiiiiiiiiiiiiiiiilii.iiimimiimii
L’ultimo libro
presentato a
del Prof.
Torino
Subilla
Il giornale prende spunto dall’ultima
enciclica papale « Populorum progressio »,
per un’analisi del divario fra nazioni ricche
e nazioni povere. Ma in che cosa consiste
questo « divario », e com’è possibile misurarlo? Per rispondere a tale domanda, il giornale riporta i risultati d’una statistica e di
uno studio accurati apparsi su « Recherche
sociale » (a fiima Alain Barrere). Si fa anzitutto la convenzione di chiamare « nazioni
ricche » quelle per cui il « profitto medio
per abitante » (compresi gl’inabili, cioè i
vecchi, i bambini e gli ammalati) è superiore ai 1000 dollari all’anno. Risultano aliora
nazioni ricche, in ordine crescente : TOianda,
il Belgio, la Francia, l’Inghilterra, la Danimarca, la Norvegia, la Svezia, la Svizzera, il
Canadà, gli USA. (Questi sono di gran lunga i più ricchi, godendo d’un profitto mHio
di poco inferiore a 2800 dollari, mentre il
Canadà non arriva ai 2000!). Tutte le altre
nazioni non sarebbero da chiamarsi ricuhe
(ma la statistica non appare completa), e naturalmente potrebbero anch’esse ordinarsi in
modo analogo. Ma ciò non basta, affernu.' il
Barrere, a misurare il suddetto « divano ».
Questo consisterebbe, per le nazioni non ricche, nell’« incapacità d'arricchirsi », teìTn;ne
che potrebbe misurarsi con la coskhi iita
« percentuale d'aumento per abitante ». cioè
{'aumento annuale % del suddetto pioiìito
medio.
Orbene il risultato deH’indagine è iin-^.‘usamente triste e preoccupante, perchè ic -tatistiche dicono che le nazioni più po ere
(cioè quelle per cui il profitto medio è minore) sono anche quelle a minima per» entuale d’aumento. Ciò significa, in altre parole, che le nazioni più povere sono q-iidle
e
aaAe)
on. il
Ion
zio
Per la prima volta^ in questo dopoguerra
(e forse anche prima/ una pubblicazione del
la Claudiana è stata al centro di una manifestazione culurale svoltasi fuori del ristretto
ambito delle nostre Chiese.
Si tratta del recente volume del Prof. Subilia. La nuova cattolicità del Cattolicesimo,
che il 3 aprile scorso, nella bella sede del
it Circolo della Stampa » di Torino, è stato
presentato a un pubblico « insolitamente numeroso » come rilevava l’Avv. Mario Berutti,
aprendo la serata.
nità, senza eccezioni), pur essendo stata de.
bitamente avvertita e cortesemente invitata,
ha del tutto ignorato l'avvenimento. Forse
per il cronico disinteresse della cultura italiana per le questioni religiose (ma si parlava anche del (.(.mondo»), forse — e più
probabilmente — per quella specie di congiura del silenzio con cui si circonda un certo protestantesimo ancora scomodo e non allineato. Dialogo sì. ma non con tutti. Con
qualcuno si dialoga, con altri si tace. Come
mai?
la cui povertà relativa alle nazioni rici
destinata (nel tragico evolversi della
zione economica, in un futuro preve-:^
ad accentuarsi sempre più : esse sono. ?
do tali calcoli, l’India, il Sudan, la Cor
Guatemala, l'Equatore, le Filippine. (..
e la Rodesia-Nyassaland. Vi sono altre i
ni (per es. il Cile e l'Irlanda) che, pur ; :‘iido una bassa percentuale d’aumento (ini riore ai 2,5%), non possono dirsi propriamente
povere (profitto medio compreso fra 40- ed
800), altre ancora (per es. Formosa) che pur
essendo povere (profitto medio inferi" - a
300), hanno alta percentuale d’aunienlfi .superiore al 4%): per tutte queste nazioni, il
« divario » è giudicato piccolo. Infine vi sono
nazioni a profitto medio prossimo a lU-O e
dì alta percentuale d'aumento, per le qu ¡H il
« divario » è giudicato mìnimo: al priin-. posto si trova l’Italia. T. Vi'-la
Il giorno 28 luglio si ebbero altre due comunicazioni molto impegnative, una del
Prof. Yves Dossat su: / Valdesi meridionali secondo i documenti dell'Inquisizione, l’altra del padre Vicaire su: San Domenico e i
Valdesi a Pamiers nel 1207. La documentazione di Dossat ci ha rivelato la presenza di
valdesi via via a Valence, Arles. Avignon,
Nîmes, Narbonne. Castres, Montauban, Croisille, Moissac, Carcassonne, Laurac, Fanjeaux
Caslelnaudéry ecc.: così a Montauban, verso la metà del secolo XIII, su 254 persone
condannate 155 sono valdesi e 96 catari; ma
mentre presso questi ultimi gli uomini sono
in numero maggiore delle donne (68 contro
28), presso i valdesi vale l’opposto, 93 donne contro 62 uomini. Ad Avignone, nel no
La presentazione del libro è stata preceduta da una conferenza del Prof. Subilia su
« Chiesa e mondo » nel cattolicesimo contemporaneo, che riprendeva i temi fondamentali
di uno dei capitoli centrali del libro. Assai
suggestiva la tesi svolta dal Prof. Subilia secondo cui, con il Concilio, il cattolicesimo
sarebbe passato dalla Controriforma alla Controrivoluzione.
Un vivace dibattito ha fatto seguito alla
conferenza: segnaliamo in particolare gli interventi di Don Polastro. di Pinerolo, e del
Prof. Bolgiani, docente di storia del cristianesimo presso rUniversità di Torino.
L'Avv. Berutti, presentando il volume, ne
ha messo in luce il valore dal punto di vista
della problematica laica cui egli si ispira.
/Von si può non vedere con giustificata apprensione un neo-costantinianesimo conciliare
incombere sulla libertà delle istituzioni civili. della cultura e della coscienza.
La stampa cittadina (da La Stampa a L’U
NOVITA’ CLAUDIANA
VITTORIO SUBILIA
LA NUOVA CATTOLICITÀ' DEL CATTOLICESIMO
Una valutazione protestante del Concilio Vaticano 11. Un libro indispensabile per capire il Cattolicesimo oggi, pp. 310, L. 2.200.
GEORGES CASALIS
KARL BARTH
Una utilissima introduzione al pensiero e all'opera di Barth. Pagine 132, L. 900.
PAOLO RICCA
LA « MORTE DI DIO » : UNA NUOVA TEOLOGIA?
Finalmente una presentazione obiettiva ed un giudizio sereno sulle
nuove correnti teologiche americane di cui tanto si parla — e spesso a sproposito — anche in Europa. Prefazione di Roberto Jouvenal (P. C. AA. 13) L. 500.
Nella collana «Attualità Protestante»;
SERGIO ROSTAGNO
COME SI E' FORMATA LA BIBBIA?
L. 100
ROBERTO NISBET
IL SACERDOZIO LAICO
L. 100
I LEHORI CI SCRIVONO
Un gruppo di lettori, da Bologna:
Egregio Direttore,
leggiamo con indignato stupore (è
permesso a semplici credenti?) sul nu.
mero 12 della Luce quanto scrive il
Pastore Rutigliano a proposito degli
incontri ecumenici di Bologna (anche
se la città non è nominata).
Chiamati in causa quali membri
della Comunità Evangelica bolognese
partecipanti alle menzionate riunioni
ed, in particolar modo, quali « persone singole che hanno dovuto superare
dure lotte con la propria famiglia
cattolica per far parte di una Comunità Evangelica », sentiamo il doloroso dovere di respingere «on fermezza
il giudizio che il Pastore esprime sul
conto di quanti, come noi, fermi nella Fede Evangelica, non ritengono di
venir meno ad Essa incontrando e
pregando assieme a fratelli di altre
confessioni.
Non facciamo, nè intendiamo fare
c la politica della Chiesa di Roma ».
Non abbiamo avuto timore di lottare
contro incomprensioni ed avversità
quando, per intimo convincimento
delie nostre coscienze, chiedemmo dì
essere ammessi alla Chiesa Evangelica
(e per taluni di noi ciò risale a quaranl'annì or sono) ed ecco che, come
scrive il Pastore Rutigliano « saremmo pronti ad accorrere nelle braccia
aperte dei ’papisti" con la segreta spe
ranza dì fare la pace... magari ad ogni
costo, anche a costo di compromessi ».
Mi scusi, sig. Direttore, ma chi ha
conferito al Pastore Rutigliano l’autorità di intromettersi nelle coscienze
dei confralelli, giudicarle c trarre
conclusioni clic « nascondono il messaggio di amore di Gesù » (o, meglio,
forse ne sono del tulio prive)?
11 Pastore RuligHano nel suo scrìtto arriva ad affermazioni conclusive
senza essere stalo presente ad alcuna
riunione (alnu'no a Bologna) e fa seguire raccenno all artìcolo apparso su
Voce Melodista da espressioni che, es.
se si. cosi presentate possono generare
confusione.
Tanto valeva rimanere cattolici!
scrive il Nostro.
No, Sig. Pastore, non lo potevamo
noi e non lo diventerà l’autore dell’articolo, figlio di Pastore, medico e
Predicatore laico, che in ogni atto
della sua vita è soprattutto un Cristiano; e noi che ci onoriamo di conoscerlo ed amarlo dalla sua infanzia
abbiamo un dispiacere : quello dì non
saper sempre essere alla sua altezza
morale.
Fraterni saluti.
Gioachino Venturi
Umberto Brocchi
Roberto Poli
Alberto Cane
Una lettrice, da Pinerolo:
Egregio Direttore,
dalia stampa anche laica sì ha notizia di decise prese di posizione di
nostri Pastori in vari campi che esulano dalla tradizionale loro competenza.
Tale interessamento a problemi dì
ìndole sociale, economica e politica è
senz’altro un fatto positivo; poiché però alcuni Pastori sembra ritengano
loro dovere impegnarsi a cercare ed
a proporre soluzioni concrete ai vari
problemi di natura appunto sociale,
economica e politica, vorrei sapere se
Tordìnamento della nostra Facoltà di
Teologia è stalo modificalo in modo
da permettere la formazione di Pastori in possesso delle cognizioni necessarie per svolgere con competenza
questo nuovo compilo. Altrimenti, anziché cooperare ad una soluzione ]>iù
giusta (lei problemi, sì corre il rischio
di alimentare fallaci illusioni in quanti hanno fiducia in loro, dato che il
mondo di oggi richiede in tutti i
campi una competenza specifica che
non può essere sostituita dalla buona
volontà.
Con i migliori saluti.
Giuliana Gay Eynard
3
r
14 aprile 1967 — N. 15
pag. 3
FEDE E PStCOLOaiA - 2
Psicanalisi deirateismo
J vari tipi di ateìsmu moderno analizzati da uno psicologo - La responsabilità della Chiesa
È possibile una psicanalisi dell’ateismo? Parrebbe di sì; a giudicare dal
libro recentemente tradotto in italiano dello psicologo francese Ignace
Lepp, che reca appunto per titolo;
« Psicanalisi dell’ateismo moderno »
Certo l'ateismo, oggi come sempre,
ha molte faccie; se ne possono perciò
distinguere varie speci che vaimo dalla negazione quasi rabbiosa di Dio al
più completo disinteresse ,per le cosidette « questioni metafisiche ».
Nel primo periodo della sua vita,
l’Autore si comportava come uno di
quelli che definisce « atei .di sempre »,
non provando alcrm interesse per il
problema di Dio. Egli militava allora,
con entusiasmo, nel partito comunista francese, e del partito faceva sua,
certo in maniera acritica, la posizione
materialistica ed atea. Significativo il
fatto che il Lepp ricorda : « Può sembrare strano che un uomo vissuto nei
diversi paesi dell’Europa Occidentale
non abbia incontrato, sino a ventisei
anni, un solo cristiano pronto a testimoniare la sua fede ».
Più tardi un certo disgusto contro
la macchina statale staliniana originò il suo distacco dal partito, che culminò nel suo passaggio alla Religione
Cattolica. Passaggio che egli ricorda
come da una religione ad im’altra,
tanto carica di fede e di impegno era
la sua precedente posizione di comunista militante.
Tra gli atei, comunque, l’Autore distingue in primo luogo gli atei che lo
sono in certo senso per malattia, per
« nevrosi ». Che il loro ateismo, il loro
prendersela con Dio e con la religione
sia « nevrotico », è dimostrato dalla
loro posizione aggressiva, quasi vendicativa, che tradisce la reazione affettiva a determinati precedenti complessi e a passate esperienze di vita.
A questo proposito, poiché all’Autore interessa più lo studio degli atei
nella loro concretezza umana che
non dell’ateismo teorico, sfilano davanti a noi vari casi. Ecco Eveliuie, il
cui odio per il padre, tirannico e crudele, e perciò temuto, aveva plasmato
il successivo disgusto per la religione
e per Dio ». Per lei rinnegare Dio era
stato come prepararsi a rinnegare il
padre, di cui Dio era la proiezione».
Ecco Irma, la « seduttrice di preti »
nel desiderio di vendicarsi di un primo prete di cui si era invaghita e dal
quale era stata maldestramente respinta. Ecco Oscar, marito ateo di
una pia credente, ossessionato dal
terrore della morte per aver cercato
di seppellire nel suo inconscio i suoi
problemi religiosi (legittimi) e pieno
di odio apparente per la religione
stessa. Ecco infine, Lucia, giovane intellettuale, schiava del suo tentativo,
inculcatole dalla educazione rigidamente atea dei genitori, di reprimere
i suoi pressanti interessi religiosi.
Una seconda categoria di atei sono,
seguendo la esposizione dell’Autore,
i marxisti. Essi non si limitano infatti ad una posizione di disinteresse
per la religione, ma attivamente la
combattono, ritenendo il cristianesimo « oppio dei popoli » come diceva
Marx, o come più spregevolmente affermava Lenin, « wodka scadente » !
Nè i credenti cristiani insorgano troppo presto contro questo atteg^amento, poiché l’Autore non ha difficoltà
a dimostrare, anche qui sulla scorta
di casi umani, che non pochi son diventati « apostati » da cristiani che
erano in un primo tempo, proprio a
cagione dello scandalo offerto loro
dalla vita dei cristiani, della ipocrisia
religiosa. Egli cita poi casi di ex-cristiani, passati al comunismo dopo la
condanna dei preti operai francesi.
Come si vede, in non pochi casi gioca
una ben giustificata reazione allo
scandalo offerto dalle chiese cristiane,
e l’ateismo marxista è spesso un ateismo di opposizione.
Ci sono poi gli atei « razionalisti ».
In nome della ragione appunto, costoro giudicano perlomeno illusorie le
realtà della fede. Non essendo possibile conciliare la fede con la scienza
(cioè la razionalità), essi optano per
la seconda. Vani dunque gli sforzi di
quei teologi che per decenni si sforzarono di « provare il carattere razionale della religione » !
Eppure, pare un paradosso, ma
sembra al Pepp che proprio questa
forma di ateismo, in nome della ragione, « è più spesso motivato sul piano affettivo che su quello razionale »,
Il che è come dire che non è razionale !
« L’ateismo definito « esistenzialistico », per la sua stessa difficoltà filosofica e concettuale, sembra all’Autore
niolto raro; però abbondano nei giovani posizioni sedicenti esistenzialistiche, in cui ratei.smo rappresenta
l’alibi necessario per vivere fiaccamente e narcisisticamente.
Tra gli « atei per motivi di validità
ideologica» sembra all’Autore di ravvisare non pochi scandalizzati dalla
mentalità cos:, poco ecumenica dei
Cristiani di varie confessioni, in lotta
desolante tra loro. Dopo aver ricordato Nietzsche, il Lepp cita la frase
attribuita a Malraux ; « Non vedo per
l'umanità altra luce che quella offertale dal Cristianesimo, ma purtroppo
non riesco a crederci », frase non si
sa se ironica o patetica.
Concludono il libro considerazioni
sull’« Ateismo dei credenti ». L’A. intende con questa definizione, che può
sembrare contradditoria ma non lo è,
quella specie di maschera che p)ortano
troppi membri di chiesa, fatta di una
adesione formale o tutt’al più intellettuale al messaggio cristiano, senza
vero convincimento. Ne deriva quella
ipocrisia rel^osa che scandalizza
tanti credenti e tanti non credenti e
ohe egli finisce per definire così ; « Seno coscientemente credenti e incoscientemente atei » !
Si ricava dunque l’impressione che
in non pochi casi l’analisi psicologica
sia in grado di mettere in luce i motivi, più o meno inconsci, che hanno
determinato il nascere della posizione
atea e antireligiosa.
Particolarmente penoso è il fatto,
peraltro dimostrato dalT Autore alla
luce di molti casi esposti, che sono
stati il più delle volte i cristiani
stessi a spingere fuori dalle
Chiese e anche dalla fede stessa elementi tra i migliori, amanti della lealtà e della giustizia, insofferenti della
ipocrisia religiosa. Quando lo scandalo non li ha definitivamente allontanati, li ha spesso fatti cadere in penosi confiitti e tormenti religiosi !
Senza dubbio la colpa dell’ateismo
ricade in buona parte sulle spalle dei
cristiani stessi; è questa l’amara conclusione del libro, che facciamo nostra. Ma per non scandalizzare bisogna testimoniare della verità della propria fede, e per testimoniare bisogna
credere... e ohe avverrà dunque se
tanti cristiani (troppi) sono almeno
in parte, magari solo inconsciamente,
atei?
Da un punto di vista psicologico,
ma non solo psicologico, si pongono
tre principali problemi;
1) l’ateismo di quelli che non si
sono mai posti problemi di natura re
ligiosa, perlomeno per quanto è dato
saperne. Sembrerebbe qui troppo facile, troppo semplicistico, ed in ultima
analisi non onesto, ricorrere ad un
tentativo di spiegazione col « giochetto » dell’ inconscio, ossia ritenendo
semplicemente che i loro più veri problemi religiosi sono semplicemente sepolti nell’inconscio, in attesa di essere
riattivati. La loro situazione di serena
autosufficienza, di totale indifferenza
per questioni di « trascendenza » rimane inspiegabile.
2) l’ateismo degli «scandalizzati»
da cause varie. Qui sembra possibile,
anche se non certo facile, risalire a
queste cause, ripercorrere come a ritroso la strada psicologica da loro per.
corsa per ritrovare il motivo originario dello scandalo che li ha respinti e
una idea distorta
ristianesimo e di
li ha indotti a fars
e repugnante del
Dio (e Dio non è una idea nè tanto
meno una rappresentazione ! ). Ma solo la presenza di cristiani vivi, che sia.
no validi compagni di strada, può indurre costoro a ritornare sui loro passi, a rivedere le loro jwsizioni, a ricredersi, ad accettare di essersi illusi ed
ingannati. Per scoprire, con meraviglia e stupore, che Dio non solo esiste
da qualche parte « nei cieli » ma che
si interessa di loro e li ama, costoro
hanno bisogno di sentire vicino a loro,
con loro, nella loro ricerca, dei fratelli che li amino.
3) l’ateismo degli uomini di Chiesa.
È questo il più diffuso, poiché molti
non si sentono di rompere definitivamente e chiaramente con la loro chiesa (non si sa mai ! ). Su costoro la predicazione non incide, nè tanto meno
penetra in loro ; infatti essi non hanno il coraggio di guardare chiaramente in faccia il loro ateismo, nè hanno
il coraggio di dire francamente a se
stessi di aver perso la fede! Seppure,
se potessero ammetterlo, scoprirebbero al tempo stesso ohe ciò che hanno
perduto era più una fede tradizionale,
fittizia, e che il fatto di averla persa
— a condizione di esserne coscienti —
non è poi quel gran male che sembra!
Anzi, proprio il fatto di essersi spogliati della fede e della pietà ereditate
e tradizionali può costituire l’avvio
verso nuove, positive esperienze, verso
l’acquisto di una fede nuova, più semplice e vera, più viva. Ma i più, confermati in ciò dall’attegpamento tipico delle comunità religiose (dove, in
base alla psicologia del gruppo, guai
a chi ammettesse di aver perso la
fede, che è come il sigillo della appartenenza al gruppo!) si vergognano
della loro incredulità e la nascondono profondamente, agli altri e a se
stessi. Nasce così, l’ateismo (inconscio?) di molti. E ci si dovrà stupire
allora che una tale fede, cosi fondata
sul proprio ateismo, non viva, nè sia
in grado di produrre alcun frutto?
E, quasi all’opposto, c’è poi la fede
apparente di quelli che sembrano perennemente così sicuri nel « possesso »
della loro certezza e della loro «salvezza da doversi ritenere il loro, psicologicamente, una sorta di ateismo
mascherato abilmente (è probabile
che non ne siano infatti consapevoli).
Eppure solo una fede che sia « assenza di Dio (del Dio verso di cui testimonia la Bibbia), cioè che sia atea
nel suo fondamento, potrà essere di
ogni lotta interiore, di oigni prova, di
qualsiasi problema e turbamento. La
fede vera è assai più viva e inquieta!
Solo un Dio «morto» è tale da non
richiedere più nulla e non dare alcun
fastidio ! Non cosi; per il Dio della Rivelazione Biblica, per il Dio « vivente »
di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, la
cui presenza si fa sentire in maniera
viva e pregnante! Enrico Pascal
Per me morire è guadagno
Filippesi 1, 21-26
Parola sorprendente! Quest’uomo non prova, come tutti gli altri,
orrore per la morte? E’ vero che, talvolta, uomini prostrati dalle
sofferenze l’hanno invocata, chiedendole la liberazione dai propri
tormenti; ma qui non c’è nulla di simile. Non è un uomo stanco a
parlare così, è un servo di Cristo, appassionatamente unito al suo signore e impegnato senza riserve a servire la sua causa fra gli uomini.
Paolo non pensa a disertare. Attende in prigione l’esito del suo
processo davanti al tribunale imperiale: l’assoluzione o la condanna
a morte. Parla ai fratelli della chiesa di Filippi di queste due eventualità con la tranquillità della fede. Confida loro di essere diviso fra
due desideri opposti : quello di « andarsene per essere con Cristo »,
e questo egli preferirebbe di molto, e quello di essere ancora tenuto
sulla terra per un certo tempo cc per il loro progresso e la loro gioia
nella fede ». Se dunque egli afferma; « Per me morire è guadagno »,
non vuol dire che essa lo libererebbe da un’esistenza sfibrante, ma
che essa lo introdurrà alla presenza immediata, nella comunione perfetta del suo Signore. La morte è per lui un vantaggio perchè Gesù
Cristo è la sua vita.
E’ stato cosi per moltitudini di persone, dopo di lui; e non soltanto per esseri d’eccezione, giganti della fede di cui la Storia ci ha
conservato i nomi, ma per credenti umili ed oscuri i quali, fedeli
anch’essi al loro posto finché non sono stati sostituiti, si sono tuttavia
rallegrati di essere un giorno presso il loro signore, nella vita perfetta
del suo regno.
{da « La Vie protestante »)
Henri d’Espine
Testimoniare di Cristo: ma come?
SEGUE DA PAG. 1
mo le cose teoricamente: ciò è facile.
Vediamole piuttosto esistenzialmente: la cosa cambia. Cristo, per esemr
pio, si è sempre messo dal lato degli
oppressi, eppure non ha mai denunciato alctmo. E sì! ohe viveva in mezzo ai peccatori ed ai pubblicani. Ei>
pure neanche ciò ci autorizza al silenzio, perchè Cristo non è un ricor-,
do, ma un vivente ed occorre udirlo
ora. Come lo ode la chiesa oggi in
queste cose? E lo ode bene? O cerca
degli alibi buoni per il silenzio oppure buoni per giustificare posizioni
politiche pre-scelte? Neirun caso come nell’altro siamo, di nuovo, in posizione falsa. Una parola in una situazione concreta come questa va
detta. La comunità deve dirla. La
predicazione domenicale troppo spesso annunzia un- vangelo staccato dalla- vita, una parola che vale per tutto
e per nulla perchè ignora situazioni
precise, ma i fratelli in ascolto ohe
hanno nell’animo problemi altrettanto scottanti e che desiderano avere
un aiuto dalla comunità dei loro fratelli, in tale situazione non hanno
nulla, sia perchè la predicazione è
astratta, sia perchè essa non esprime
un consenso di fede di tutta la comunità. Questa almeno potrebbe correre, con essi, i rischi di una decisione non lasciandoli soli. E sarebbe ancora la minima cosa da aspettarsi.
iimiMiiiiiKitKiiiiiiiliiiiimiiimiini
iriiMmiiiiiMiiiimmiiiitiiiiiimimtMMiiMMiiiiiiiiii
IL DIALOGO MANCATO
L’« Associazione Culturale Italiana » ha
organÌMalo una coferenza.-dialogo di argomento ecumenico ; « La situazione attuale
della cristianità e il dialogo cattolico-protestante ». A Torino, al Teatro Catiignano, abbiaimo asco’tato da parie cat elica il teologo Johanne-s Feiner, docente di teologia
dogmatica a Coira (Grigioni, Svizzera), e
consultore del Segretariato per l’unione dei
criisliani; da parie protestante il prof. Heln.
rieb Oli, successore di Karl Barib nella
« cattedra » di teoloigia sistematica a Basilea.
1] punto di vista cattolico espresso dal
prof. Feiner tendeva a mettere in risalto
raltuale ricerca comune di una verità viva.
Oggi, in un mondo profondamente mutalo,
dobbiamo ricercare in primo luogo come
attestare la nostra fede, piuttosto che soffermarci sul modo diverso di concepirla. E
questo un problema comune a tulle le Cbie,se. Oggi i cristiani dovrebbero tralasciare
gli elementi marginali dèlia fede (e sono
quelli che separano le cbiese): la soslanza
essenziale del cristianesimo amclhe se formulata in modo diverso, inteisa secondo categorie o maniere diverse, è la stessa in
tutte le confessioni. Le differenze, se mai
— secondo il prof. Feiner — si riscontrano
nei mezzi per raggiungere la salvezza (es. i
sacramenti) ma questi son motivi periferici,
non essenziali.
La frontiera oggi non è più fra le varie
confessioni cristiane, ma fra credenti e non
credenti. I credenti, divenuti ormai un’esigua minoranza, devono stringere le fila, per
poter testimoniare la loro fede di fronte
ad un’umanità pre-crisliana, post-cristiana o
anti-cristiana. Il servizio che i cristiani devono rendere al mondo si fa impellen'e:
i cristiani sono nel mondo per il mondo.
11 dialogo inler-confessionale porta alla
necessità di una riforma per tutte le Ch'ese. perchè, per una testimonianza vera al
mondo si richiede fede vera.
M prof. Oli. ha confermalo, ripreso e
continuato il disxtorso del collega cattolico
insistendo in modo sorprendente sulla universalità della salvezza. L’arca della .salute
che divide la Chiesa dal mondo èsopirre.ssa,
c una concezione antiqua a, riistrelta. — E
per noi non abbastanza cbiara.
Se eravamo d’accordo col prof. Ott quando insisteva sul fatto che la Chiesa non è
più la perfetta società dei credenti, non è
più il rifugio di redenti privilegiati ma ser
va dell’umanità intera, per cui « appartenere alla Chiesa non è un privilegio ma uno
missione », se lo seguivamo nell’espressione
di un anelito da parte protestante, come
da parte cattoliea, di aggiornare il messaggio cristiano — che non vuol dire riduzione, ma approfcmdimento della fede —,
non lo seguivamo più ne la accettazione passiva ed oppor.unistica di un ecumenismo
senza problemi, in fondo risolti dal Concilio Vaticano II... e ci eemtivamo «separati » dai suoi slanci lirici verso gli -ultimi
pontefici romani, n-èi quali egli vedeva e
riconosceva la voce di tutta l’umani.à, protestanti compresi...
A dire il vero ci -saremmo aspettati dal
prof. Ott — ube ci è stalo presentato come
chi è «chiamalo a -raocogliere -sipiri-l-ualmenle l’i-mportan-te eredità bartbiana, attraverso
a quale è giunta fino alla coscienza dei
contemporanei la rigida e -drammatica rdigiosità calvinista» — una precisazione aprotestante^, del problema ecumenico. Perchè
rifono-scere die il « nocciolo » delle costituzioni conciliari sulla Chiesa e -sulla Rivelazione è di tipo protestante, in quanto
la Chiesa viene intesa cc-me popolo di Dio
e la Rivelazione il dialogo di Dio con il
.suo popolo-, dire ohe il Concilio Vaticano II
è stato condotto come « incontro con la persona di Dio », è dare un giudizio molto
sbrigativo e relativo isnlla posizione ca lolica, senza guardare nemmeno in faccia il
-protestantesimo attuale!
Alla fine -della conferenza c’è stalo un
breve « dialogo » fra i due teologi. Il -prof.
Feiner lia messo in risalto resistenza di
differenze che pure ci isoparano e permangono; il giudizio del prof. Ott. su questo
argonienlo era di non laBciarci ipnotizzare
dalle differenze -ma vedere la teologia nel
contesto storico atlua-le.
Come effetti ¡fosiùvi del dialogo da parte della teologia catlo-lica nel protestantesimo il prof. Ott ha rilevato una limitazione delle posizioni di difesa, nn’aperinra
di ogni ortodossia diiusa; inoltre, il protestantesimo in-dividualiista, neH’incontro col
catlolicesiino, ha scoperto che la Chiesa di
Cristo è una realtà sociale, non -so'o individuale (ma questo concetto non è pè
schleiermac’hiano -che cattolico?).
Per il prof. Feiner molti sono stati gli
influssi positivi della teologia protestante
per il cattolicesimo: un orientamento più
biblico, un linguaggio -più evangelico, la
riscoperta di temi biblici trascurati da'-la
teologia cattolica. Il -Concilio Vaticano IL
per esempio, per la prima volta nel cattolicesimo, parla di a carismi-a ( = doni dello
Spirito). Infine la Chiesa cattolica, perdendo la rigidità scolastica, -ha ritrovato, nel
confronto con la teologia protestante, più
attuale e meno carica di pregiudizi nei suoi
rapporti col mondo, il contatto -coi problemi attuali dell’umanità.
Animatissime le discussioni doipo la conferenza alla -sede dell’« A.C.I. ».
Costernate alcune persone ben-pensanli
all’uscita del Carignano: « ... Allora... quel,
lo che ci -hanno insegnato fin’ora... è tutto
sbagliato?! ».
La strada dell’ecumenismo è ancora molto lunga! Giuliana Pascal
Eppure anche noi che siamo comunità e ohe dibattiamo da giorni questo problema non abbiamo un’uscita.
Ciò è tanto più amaro, poiché il non
decidersi per nulla è ancora la decisione più triste.
Diciamo queste cose alla comunità
più vasta dei fratelli, che ci amano,
pregando e sostenendoci anche con
propri sacrifici, perchè ci aiutino in
una -decisione. Oosìi questo articolo
non è un messaggio <àie -diamo, ma
una richiesta di una parola vera, che
ci aiuti. Una parola che regga al confronto con la croce, essenza dell’Evangelo, e che al tempo stesso non
sia astra2done dalla vita, perchè questo non sarebbe tener conto delia croce, e non varrebbe di più di un sermone pronunciato senza conoscere i
problemi veri di quelli che lo ascoltano.
Tullio Vlnay
300 teste
ZURIGO (spp) — Oltre 300 intellettuali
cattolici e protestanti si sono riuniti a Zurigo per discutere il problema dei matrimoni
misti. Non si trattava di prendere alcuna
decisione, ma da entrambe le parti le autorità ecclesiastiche saranno messe al corrente
degli argomenti presentati.
Il problema è rilevante, poiché in Svizzera
si contano annualmente 9-10.000 matrimoni
misti. Le restrizioni sempre applicabili da
parte cattolico-romana alla celebrazione di
tali matrimoni rendono difficile un accordo
auspicabile. Il domeincano A. Stirnimann.
professore all’Università di Friburgo, dopo
aver esposto la posizione cattolica circa il matrimonio, ha dichiarato che a suo avviso è
illogico sopprimere la scomunica nei confronti del coniuge cattolico che sposa un membro di una Chiesa protestante in una chiesa
non cattolica, e mantenerlo invece se i figli
sono allevati nella fede protestante. Il teologo
H. Ott, della Facoltà protestante dell’Univer
sita di Basilea, pensa egli pure che non s
può vivere a lungo in base a un regime am
biguo com’è quello attuale, e che il mairi
monio celebrato in una chiesa protestante do
vrebbe essere riconosciuto valido sia sul terreno ecclesiastico che su quello giuridico.
La discussione verteva poi sul fatto che le
due Chiese devono preoccuparsi della situazione di ciascuno dei congiunti, e farlo con
tatto, senza pronunciare giudizi sulla fede
delTaltro.
Decennale
dei Trombettieri Valdesi
Tema della manifestazione :
LODATE IL SIGNORE
Sabato 15 Aprile, alle ore 20.30
nel Tempio Valdese di Villar Pellice
Domenica 16 Aprile, alle ore 14.30
nel Tempio Valdese di Torre Pellice
Nel quadro di un culto di adorazione con letture bibliche e brevi
messaggi, avranno luogo esecuzioni corali e strumentali, con la partecipazione dei gruppi trombettieri del Baden e del Lippe (direttori,
M.o E. Stober e M.o W. Benz), dei gruppi trombettieri valdesi (direttore M.o F. Rivoir), delle Corali Valdesi di Torre Pellice (direttore
M.o F. Corsani) e di Villar Pellice (direttore M.o C. Cesch).
Tutti sono cordialmente invitati e in modo particolare coloro per i
quali la lode e la gloria di Dio rappresentano un aspetto importante del
servizio dei credenti.
4
pag. 4
N. 15 — 14 aprile 1967
DALLE. NOSTRE COMUNITÀ
SAN SECONDO
— Le eelebrazloni della Settimana Santa, lavorile da un tempo primaverile hanno raccolto, in generale, delle buone assemblee. La domenica della Palme sono
stati confermati nell’alleanza del loro battesimo i seguenti catecumeni: Gardiol Clelia, Gardiol Enrico, Monnet Alida, Posereito Gemma, Rivoiro Alba, Sanmartino Marina, Comba Renzo, GaUian Dante, Gallian Sergio, Codino Enzo, Paschelto Delio,
Paschetto Dino, Paschetto Roberto e Rivoiro Bruno.
Possano questi giovani, con sincerità e
gioia, confessare in ogni tempo e circostanza la loro, fede nel Signore, che hanno promesso di seguire e di servire.
— Il culto di Pasqua ha visto una grande affluenza di fedeli ; buona è stata la
partecipazione alla S. Cena. Ringraziamo
la Corale che ha validamente dato il suo
contributo con inni e cori di eircoetanza.
—- Il 4 e 5 marzo la nostra filodrammatica ci ha offerto due belle serate con la
rappresentazione della commedia « La
maestrina ».
Il 12 marzo abbiamo avuto la gradita
visita dei pra’ini che hanno portato sulle
scene una commedia della signora E. Quattrini dal titolo « L’ostacolo », piena di
messaggio cristiano.
Ringraziamo i bravi attori delle due filodrammatiche.
— Domenica 5 marzo P'Unione Femminile ha ricevuto la visita della missionaria
Graziella Jalla e della signora Cetwoni.
L’argomento trattato è stato quello dei matrimoni misti. A queste gradite ospiti rinnoviamo il nostro grazie sincero.
Nel pomeriggio del 12 'Oorr. le nostre
sorelle si sono recate in visita al Rifugio
Carlo Alberto di Lusema S. Giovanni. Accompagnate daRe suore ed infermiere esse
hanno potuto salutare tutti i ricoverati.
— Venerdì 10 marzo il itastore dott. Toureille, segretario per l’Europa della missione contro la lebbra, ha proiettato ad un
pubblico poco numeroso un interessantissimo film a colori su tale terribile malattia.
— Ringraziamo il pastore Roberto Jahier ed U dott. Claudio Tron per i loro
messaggi rivolti rispettivamente la domenica 26 febbraio ed il sabato 18 marzo, al
culto ed all’Unione Giovanile.
Domenica 2 aprile, una larga rappresentanza della Chiesa di Via Nomaglio ha accompagnato il suo pastore Gino Conte fino a
San Secondo, dove egli ha presieduto il ctdto
e celebrato due battesimi ed un matrimonio.
I battolati sono : Franco Lo Grasso e Rosario Napolitano e gli sposi: Francesco Lo
Grasso e Franca Ingianni, tutti della Chiesa
di Torino. Siamo riconoscenti al pastore
Conte per il profondo messaggio rivoltoci.
— Venerdì 7 aprile, sono stati resi gli
onori funebri alla spoglia mortale di Fornerone Alessandro di anni 78, deceduto nella
sua abitazione a Miradolo. Ai familiari rinnoviamo l’espressione della nostra sincera
simpatia cristiana.
— Domenica 2 aprile la filodrammatica di
Angrogna-Serre, ci ha offerto una bella serata con la rappresentazione della commedia
drammatica: «Luce che torna». Ai bravi
attori diciamo ancora il nostro grazie sentito.
NAPOLI Via dei Cimbri
La festa Valdese è stata celebrata anche
quest’anno a due riprese. Il venerdì 17
febbraio si è svolto un simpatico trattenimento al primo piano del nostro stabile :
buffet, pesche, lotterie ecc. erano state preparate dalle socie dell’U.F. per i visitatori
che sono affluiti in buon numero, .^e 19
tutti i presenti sono scesi nel Tempio dove
il Pastore ha svolto una interessante conferenza su un confronto fra Pietro Valdo e
Francesco D’Assisi.
Ringraziamo tutti coloro, fratelli della
nostra Comunità e amici, che coi loro doni
e la loro presenza hanno contribuito al buon
andamento della nostra festa.
La domenica seguente, 19 febbraio, alle
ore 11, culto solenne nel Tempio con predicazione del Pastore sul Salmo 126, Erano
presenti, graditi ospiti, vari rappresentanti
delle Comunità ed Opere Evangeliche, c^:
i fratelli Caputo e Signora per la Chiesa
Metodista di Napoli, Cannavacciuolo per la
Chiesa Battista, tenente Albret per l’Esercito della Salvezza, Mohser per il Centro Biblico, Pastore Cavalcante della Chiesa Avventista. Struscio quale rappresentante del
Pastore Russo di PozzuoU, Siameli per la
Chiesa Metodista di Portici. Sono stati letti
anche dei messaggi fraterni del Gap. Vinti
deU’Esercito della Salvezza, del Pastore At
fuso della Chiesa Apostolica e del dott. Teo
filo Santi condirettore della « Casa Mater
na» di Portici. Alla fine del culto il fra
teUo Cannavacciuolo ha pronunziato senti
te e belle parole di augurio e di fede per
la Chiesa Valdese, di cui lo ringraziamo
Al termine di ambedue celebrazioni della
festa Valdese è stato cantato con slancio « Il
giuro di Sibaud ». Il culto del 19 febbraio è
stato seguito dalla S. Cena.
L’incasso della festa, che ha superato
quello dell’anno scorso, e la colletta del 19,
sono stati versati interamente nella sottoscrizione per la Rinunzia.
AssembUa di Chiesa. Il 5 marzo si e riunita l’Assemblea per discutere sul progetto
di statuto per una Federazione delle Chiese
Evangeliche.
Durante la discussione è stato proposto
e accettato un emendamento sulla costituzione del Seggio della Federazione di cui
ne dovrebbero far parte tutti i componenti
del Consiglio e non soltanto il Presidente,
come è previsto nello Statuto. Anche il criterio sulla ripartizione dei seggi nel Consiglio, non è sembrato molto chiaro all’As
semblea, cosi come è espresso. Qualcuno ha
mosso obiezioni sulle spese, giudicate eccessive e altri hanno osservato che se la Federazione non comprenderà tutte le denominazioni evangeliche, non può avere un valore positivo. Per tutto U resto il progetto
di Statuto è stato approvato.
In questa stessa Assemblea sono state rese
note le dimissioni dal Concistoro dell’Anziano Luigi lazeolla, recentemente rieletto, per
motivi di salute. Il Pastore esprime il rincrescimento per tale rinunzia facendo rilevare l’opera assidua, lo zelo, Tinteressamento
e la dedizione manifestati sempre dall’Anziano lazeolla durante la sua permanenza nel
Concistoro. L’Assemblea si è associata unanime a questo giudizio e al rincrescimento
espressi dal Pastore.
Settimana Santa. I culti della Settimana
Santa, venerdì sera e Pasqua, sono stati ben
frequentati, nonostante uno sciopero totale
dei mezzi pubblici di trasporto e l’epidemia
d’influenza che ancora trattiene a casa vari
fratelli di cui abbiamo sentito la mancanza.
Al cidto di commemorazione della morte
di Cristo la Comunità è stata condotta a meditare sul testo « Veramente quest’uomo era
fighol di Dio » (Matteo 27: 54) e al culto
di Pasqua su I Epistola ai Corinzi 15: 54-57
Siamo stati lieti, in questa occasione, di
avere tra noi amici e fratelli di altre Comunità e vorremmo vedere più spesso quelli del
la nostra Comunità che non abbiamo il pia
cere di avere fra noi con maggiore frequenza
F. F.
LUSERNA S. GIOVANNI
Atti liturgici. - Al culto delle Palme, abbiamo amministrato il battesimo al piccolo
Sandro Travers, di Augusto e Franca nata
Boiero.
Il battesimo è stao amministrato al piccolo
Loris Copetti, di Franco e Laura n. Malan,
nel corso del culto del 9 aprile. Che il Signore suggelli con il suo Spirito Santo ciò
che, nel Suo nome, abbiamo compiuto.
In queste ultime settimane abbiamo dovuto prendere più volte la via del Camposanto. Il 5 marzo è deceduta la nostra sorella novantatreenne Jenni Susanna Ricca, ved.
Rivoira, di Inversegni; il funerale ha avuto
luogo il 7 corr. Lo stesso giorno decedeva
all’ ospedale Mauriziano il fratello Giulio
Goss, di 88 anni, abitante agli Aitali. A Imperia, dove si trovava per cure, è improvvisamente mancato il fratello Valdo Jalla; il
servizio funebre ha avuto luogo a Imperia e
la sepoltura al cimitero di Lusema S. Giovanni la domenica 12 marzo. Il giorno successivo, all’Ospedale di Torre PeUice, abbiamo annunziato la Parola della risurrezione
davanti alla bara deUa nostra sorella Caterina
Gay ved. Roman, di Bricherasio, di anni 72,
che ha terminato la sua vita terrena dopo
lunghe sofferenze.
Alle famiglie colpite da questi lutti ripetiamo il messaggio della Pasqua : « Io sono la
risurrezione e la vita : chiunque vive e crede
in me, non morrà giammai ».
Assemblea di Chiesa. - Una unportante Assemblea di Chiesa — presenti circa 120
membri — ha avuto luogo domenica 9 aprile. Fra le varie decisioni prese, rileviamo
l’elezione del Diacono Umberto Rovara ed
Anziano per il quartiere dei Bellonatti. L’Assemblea ha deciso di rinviare ad una prossima sessione la nomina di altri Anziani e Dia.
coni, dopo che tutto il problema dei ministeri nella Chiesa sarà stato studiato più a fondo da un gruppo di candidati.
L’Assemblea ha inoltre approvato, in linea di massima, il progetto di Statuto della
Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia. Ha ifinne ascoltato una relazione della
Commissione Stabili.
Attività varie. - Un vivissimo applauso ai
bravi giovani della filodrammatica di Prarostino, che, domenica sera, ci hanno presentato un interessante dramma di J. A. Cronin :
« E Giove ride », ed ai trombettieri della
stessa parrocchia che hanno suonato alcuni
inni durante le pause. Ad essi tutti un « grazie » e arrivederci a presto.
Riunioni quartierali. - E’ l’ultima settima,
na, perciò siate tutti presenti: martedì alla
Ciaperassa (Casa Albarin) venerdì a Fondo
San Giovanni.
AN6R06NA iCapoluogo)
Lunedì 3 aprile, una vasta partecipazione
di parenti, amici, e vicini, circondava in
commosso raccoglimento nel Tempio del
Ciabas, la salma di Elvira Meyner in Malan
del Ciabas, deceduta improvvisamente alTetà di 75 anni. Dopo una lunga degenza
airOspedale di Torino per la frattura di un
piede, sembrava rimessa e da alcuni giorni
era rientrata al Ciabas, quando un improvviso malore la toglieva bruscamente all’aiF^o
dei suoi Cari. Rinnoviamo al Marito oig.
Luigi Malan, che per 40 anni fu Anziano
della nostra Chiesa, e al figlio Prof. Delio
tutta la nostra profonda solidarietà cristiana
nel loro dolore, nella certa speranza però
della resurezione e della vita che Cristo ha
annunciato e assicurato a coloro che in Lui
ripongono la loro fede.
Il periodo di Pasqua è stato serenamente
vissuto dalla nostra Comunità. La Domenica
delle Palme hanno pubblicamente confessato
la loro fede : Bertin Scrino (Arpanot), Gardiol Silvio (Capoluogo), Malan Wanda (Pons),
Menusan Edmea (Boarsac), Sappè Marisa
(Capoluogo) e Giordan Ivana (Jourdan), che
ha ricevuto il Battesimo.
L’Unione Giovanile del Martel, la sera del
26 Marzo ha felicemente presentato la commedia : « I due sergenti » di Aubigny. Il numeroso pubblico intervenuto ha vivamente
apprezzato sia la scelta del soggetto, sia la
recitazione dei giovani attori. Negli intervalli
gli stessi giovani hanno offerto al pubblico
brevi intermezzi musicali con trombe, chitarra, clarino molto applauditi.
Il giorno 6 aprile, il Signore ha richiamato a Se Carla Charlin. I funerali, che
hanno avuto luogo, sabato, sono stati una
vera dimostrazione di quanto la Comunità
prenda parte con cristiana solidarietà al lutto
della famiglia.
Domenica 9 aipriile ha avuto luogo l’asseniiblea di Chiesa convocala per la rieilezione del Pastore Alberto Taccia. Presiedeva
il presidente della Coniinissione Dis reUuale. Pastore Franco Davite, coadiuvato dal
vice-ipresidente Ing. Giovanni Pontel. Erano
presenti 65 membri elettori su 95 iscritti. Il
risultato della votazione è stato il seguente:
63 favorevoli, 2 contrari. 11 Pastore Alberto
Tacca è così stato riiconfermato per un altro
settennio cerne Condut'.ore della Chiesa di
Anigro'gna Capofluogo. Ci eongratuiliamo con
lui e gli augurimo un niin’s’ero benedetto.
BOBBIO PELLICE
Sabato sera, 1 aprile, abbiamo ricevuto la
gradita visita della UGV del Serre di Angrogna la quale ha recitato nella nostra sala
la commedia in tre atti di R. Melani : « Luce che torna », seguita da uno scherzo comico. Il numeroso pubblico ha molto gustato
la recita ed ha apprezzato la bravura di tutti
gli attori; esso ha anche ascoltato con ammirazione i due ragazzi Rivoira i quali hanno
cantato lodevolmente alcuni inni canti.
Ringraziando ancora vivamente gli Unionisti del Serre per la buona serata, diciamo
loro un fraterno « arrivederci ».
Domenica mattina 2 aprile, nel corso del
nostro culto è stata presentata al Battesimo
la bimba Michelini Manuela di Luciano e
Catalin Adriana (Via Sibaud-Borgaretto). Il
Signore circondi ed accompagni sempre con
la sua benedizione la bambina e tutti i suoi
cari.
Domenica 9 aprile alle 14.30 avrà luogo
Dd V. il nostro annuo Bazar. Invito cordiale
è rivolto a tutti i parrocchiani ed amici.
ZURIGO
Esprimiamo la nostra viva partecipazione
al lutto, ohe ha colpito recentemente la signora Miller Sehweiter-Berner per Timprowisa dipartita del suo consorte, signor
Walter Schweit^, induetriale, spentosi ad
Horgen all’età di 73 anni.
Il 16 marzo, all’età di 72 anni, ha chiùso
la sua attività e feconda giormata il nostro
amico Emesl Tanner. Per la isua conoscenza della lingua italiana, per i suoi frequenti viaggi in Italia, a'-cuni anni addietro aveva sentita la chiamata ad un preciso servizio di accoglienza e dì solidarietà verso i
lavoratori italiani. Partecipava saltuariamente ai nostri culti, ma si era dedicato in
modo speciale ali’attivitè nella zona di
Oerlikon, dove egli abitava. Cosi, nel periodo nel quale abbiamo tenuto i culti serali nella Sala adiacente alia Chiesa di Oerlikon, egli vi partecipò con impegno e assiduità; promise le riunioni mensili nella
Casa comiunitaria di Oerlikon e presenziò
alle riunioni, findiè le forze glielo permisero. Fermato, pochi anni fa, dalla malattia
non cessò di portare un vivo interesse all’opera che aveva amato.
Deponiamo il fiore della nostra riconoscenza alla sua memoria e diciamo alla signora Elsa Hodel-Brunschweiler, consorte
del nostro caro e venerato Anziano Adolfo
Hodel.
Una forte delegazione dèlia nostra Comunità partecipò giovedì 23 marzo al servizio
funebre, presieduto dal Pastore Paul Schweizer, della consorella Comunità di Wipkingen. Il Pastore Eyruird ricordò come per
lunghi anni la porta della casa Hodel in Zurgo fosse aperta, giorno e notte, agli « amici provenienti dal Sud... » e come la signora Hodel a'bhia dato, con il cuore e con
l’opera, una valda collaborazione a questa
PERRERO - MANIGLIA
L’Unione femminile di Perrero-Maniglia
in visita il 12 marzo alla consorella Unione
di Villar Pellice, vi ha ricevuto una fraterna
accoglienza ed ha avuto il piacere di ascoltare
un importante studio del pastore A. Sonelli.
Al pastore E. Micol, alla sua signora ed alle
sorelle del Villar la sentita riconoscenza per
questo ottimo incontro.
La sera del 17 marzo, il pastore dottor
P. C. Toureille ha vivamente interessato
quanti hanno avuto l’opportunità di essere
presenti alla sua conferenza, parlando dell’opera evangelica missionaria in favore dei
lebbrosi.
Al culto della domenica delle Palme sono
stati ammessi in chiesa i giovani catecumeni:
Barai Franco (Ferrerò), Giaichecco Bario (Saretto di Maniglia), Meytre Walter (Vallone),
Peyrot Rosemma (Crosetto), Pons Ida (Resse),
Pons Renzo e Wanda (Forengo). La Comunità rinnova a questi cari giovani i suoi auguri
chiedendo al Signore di renderli per la sua
grazia fedeli al suo servizio.
I culti di Pasqua sono stati ben frequentati nei nostri due templi. A Ferrerò la Corale ha recato il suo valido e gradito contributo con Tesecuzione di due inni. Grande è
stata la gioia di avere con noi i membri
dell’Unione di Marsiglia col loro presidente
sig. E. Poet e la sua gentile Signora.
II 2 aprile la nostra Comunità ha avuto il
piacere di accogliere le Scuole domenicali e
le Corali dell’alta Val Germanasca per la loro
festa di canto.
Settimana di studio a Ruediingen
Reformierte Heimstätte Rüdlingen SH - 15-20 maggio
Anche quest’anno abbiamo l’opportunità di organizzare una settimana di studio
neH’accogliente reformierte Heimstätte di Rüdlingen nei giorni seguenti Pentecoste.
Il programma di studio sarà il seguente :
Antico Testamento: Studio esegetico teologico di Genesi 1 ■ 11 (Past. J.-R. Matthey).
Nuovo Testamento: La lettera ai Galati (Past. S. Corda).
Storia: Calvino: l’uomo -e il teologo (Past. E. Eynard).
Simbolica: Il Cattolicesimo dopo il Concilio (Past. F. Ronchi).
Attualità: Cristianesimo e Marxismo (Past. G. Bouchard).
Programma serale: a cura dei Pastori Bouchard, Corda, Papacella.
Meditazioni: Past. C. Papacella.
I libri di testo per i suddetti corsi verranno concessi, esclusivamente ai partecipanti effettivi con lo sconto eccezionale del 50% sul prezzo di copertina. Essi verranno
inviati agli iscritti al corso che ne faranno richiesta. I testi sono (tra parentesi il prezzo
per i soli partecipanti):
F. Festorazzi, La Bibbia e il problema delle orìgini (Fr. 8.75).
H. ScHLiEH, La lettera ai Galati (Fr. 8.75).
J. Cadieh, Giovanni Calvino (Fr. 4.50).
P. Ricca, Il Cattolicesimo del Concilio (Fr. 2.25).
Marx-Encels, Manifesto (Fr. 2).
La quota per la partecipazione ai corsi (esclusi i testi) è fissata in Fr. 80 per
ogni adulto. Per i bambini il prezzo verrà fissato a seconda dell’età.
L’arrivo è previsto per le ore 16 di lunedi 15 maggio c la partenza dopo il pranzo
di sabato 20.
Le iscrizioni vanno inviate al più presto alla Sig.na Ruth Iselin, Wieding str. 14 8055 Zürich.
Sperando di potervi avere numerosi e pronti ad usufruire dell opportunità di studio, di comunione e, perchè no. di riposo, vi salutiamo cordialmente nel Signore.
Il Consiglio dei Pastori
Nota. — Il Pastore E. Eynard, di Zurigo, animatore delle « Settimane di Studio »
di Ruediingen, ci comunica che sono previste facilitazioni e riduzioni speciali per gli
eventuali partecipanti provenienti daU’Italia. Gli italiani (pensiamo in particolare a
evangelici deU’Ilalia del Nord) che possono recarsi a Ruediingen per questa bella settimana di studio, colgano l’opportunità e si uniscano ai fratelli evangelici italiani
residenti in Isvizzera. La loro presenza sarà molto gradita.
Casa Valdese
di Rio Marina
(ISOLA D’ELBA)
In luglio e Agosto è in funzione con
vitto e alloggio per gli evangelici che
desiderano riposare in compa.^ia di
fratelli in fede, usufruendo dei benefìci della creazione di Dio e della fede
cristiana.
Per prenotazioni e informazioni varie rivolgersi al Direttore della Casa
Past. Salvatore Carco, Via G. Verdi 15,
Tel. n. 22.793 - Livorno.
RE TTIFICA
Nel Notiziario Missionario dei'.l’ultimo nu.
mero dell’Eico-Luce, è stato staniipa'.o erroneamente ohe le Chiese Valdesi hanno contribuito per la Società delle Missioni di Parigi L. 2.470.140 nel 1965. La cifra corretta,
è di L. 1.470.140.
Radio-TV della Svizzera Italiana!
DOMENICA 16 APRILE
Radio: ore 9,15, Conversazione evangelica,.
pastore Guido Rivoir.
Televisione: ore 10, Culto dalla Svizzera
francese, tradotto e commentato dai pastore Guido Rivoir. . La parola de! Signore, pastore Guido Rivoir.
avvisi economici
fraterna opera di solidarietà verso i « minimi frtelli».
Un canto, in italiano, sotto la direzione
della sg.na Hanny Vogo’in, eispresse la fede nostra, in un icon la riconosicenza di tanti fratelli e sorelle, vicini e lontani.
Siamo grati al Pastore Umberto Bert,
della Chiesa di Preste, ed alla signora Vittoria Cerna, .che si sono assunti, a nome nostro, il coanipiito di assegnare n. 5 pacchi di
indumenti, da noi preparati, a famiglie biso.
gnore della città di Latiisana, in provincia
di Udine, recandosi personalmente sul
posto.
Latisana è stata gravemente danneggiata
a due riprese ed il Commissario dell’ente
Comunale di Assistenza esprime la viva riconoscenza delle famiglie per 1 aiuto ricevuto.
Coigliamo questa opportunità per rinnovare la nostra gratitudine a quanti ci hanno
aiutati con l’invio di indumenti.
Vari quotidiani e se timanali del Cantone
hanno, in febbraio, ricordata l’emancipazione dei Valdesi in Piemonte il 17 febbraio
1848. Tra gli altri segnaliamo la Neue Zürcher Zeitung (24 febbraio). Die Tat (14
febbraio), la Zürlchsee-Zeitung (14 febbraio), der Landlbote (Winterthur) del 17
febbraio.
Al culto del 26 febbraio, presieduto dal
Pastore Eynard, la signora Gertrud Furthmüller ha rivolto aill’assemblea un messaggio missionario, che ha suscitato vivo interesse. Ed infatti, al termine del culto, isi è
avuto uno scambio di opinioni sui complessi problemi dell’opera di tes imonianza e
di servizio cristiani nel mondo contemporaneo.
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trodomestici. Scrivere Lanza, Via Mere Gioia n. 9, Torino.
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cese, inglese o musica; accetterel>b('
fa.u' iíília
elet
iiior
.'ine
. a£irìocen.-erTor..
er
e
'tire
. di
’ *an*
n;che
uno scamibio di oi^italità con insegnante
o studentessa (luiglio da lei, nelPArci- J-ie,
agosto in Italia). Per offerte c inii aiazioni scrivere a: Evecina Pons, Via caldini, 34 . Torino.
Direttore resp. : Gino Conte
Re»
al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a.
Torre PeUicF íTo)
RINGRAZIAMENTO
Luigi e Delio Malan ringraziano rutti coloro che sono stati di confc.:io e
di aiuto nella dolorosissima separazione dalla loro diletta moglie e mr «ire
Elvira Meynier
in Malan
«...io so in Chi ho creduto»
(II Ep. a Timoteo 1: 12)
Ciabas di Angrogna, 5 aprile 1967.
RINGRAZIAMENTO
li papà e la mamma di
Carla Charlin
che il Signore ha improvvisamente
richiamata a Sè il 6 aprile, ringraziano, vivamente commossi, tutte le
persone ohe, con la loro presenza, con
fiori o scritti, hanno voluto testimoniare la loro simpatia in occasione
della dipartita della loro Diletta.
« Il vostro cuore non sla turbato ; abbiate fede in Dio e abbiate
fede anche in me ».
(Giov. XIV - 1>
Angrogna - Albarin 9 aprile 1967.
RINGRAZIAMENTO
Il marito, figlie, figli e parenti tutti
di
Clelia Chiavia
in Agli
ringraziano sentitamente tutti coloro
che hanno preso parte al loro lutto;
in particolare i vicini di casa, il Dott.
Pellizzaro, il personale deH’Óspedale
Valdese di Torre Pellice.