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Anno 116 - N. 18
2 maggio 1980 - L. 300
Soedizione in abbonamento postale
Gruppo bls/70
tavola V‘UJ
10066 TORHS PELLICg'
delie valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
DOPO IL FALLITO RAID AMERICANO IN IRAN
Spunti
di vista
A tutti è noto come la legge
n. 833 del 23 dicembre 1978 istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale, altresì nota come legge
di Riforma Sanitaria, è passata
a livello politico centrale solo
grazie ad un movimento di opinione e alla lotta in questi anni
delle forze politiche e sociali più
sensibili ai temi della salute,
nonostante governo, singoli parlamentari, associazioni mediche
avessero tentato, prima e dopo
la discussione al Senato, di stravolgere la legge in alcune sue
parti qualificanti, fors’anche per
creare le condizioni per il suo
affossamento.
Ma anche a livello locale, cioè
regionale vi sono innumerevoli
ostacoli e burocrazie che ritardano l’avvìo concreto della Riforma Sanitaria in tutti i suoi
aspetti, e questo è normale in
un settore ancora alla mercé di
meccanismi « spontanei », modellato da scelte e spinte corporative e mercantili; il caso veneto
(cfr. T. Di Rienzo, R. Scalabrin:
« La palude sanitaria: analisi della Riforma Sanitaria, il caso Veneto »; Arsenale Cooperativa Editrice, Venezia. 1979), terra di incontrastato potere democristiano è emblematico a questo proposito per specifiche caratteristiche di gigantismo ospedaliero,
di sperpero, di interessi e clientelismi, ma altre regioni italiane
non ne sono immuni.
Stupisce che nel nostro paese
ad alcuni politici non stia poi
così a cuore quella salute pubblica che dovrebbero tutelare?
Certamente no, ss alcuni giorni
or sono, al Dipartimento Sanitario della Regione del Veneto, ad
alcuni medici che facevano notare la latitanza degli Organi Regionali per creare una maggior
coscienza sanitaria nell’utenza
(coscienza della salute come diritto), uno dei responsabili regionali della Sanità rispondeva:
« ...Cosa volete, anche con l’informazione e i servizi efficienti,
la gente si ammala e muore lo
stesso... ». Un esempio del genere testimonia come molti politici
italiani non considerano servizio
il lavoro che dovrebbero fare per
la popolazione e come sia diffusa la mentalità di risolvere i problemi in modo individualistico
senza la volontà di cambiare
nulla. In altri termini, manca anche in campo sanitario una mentalità di tipo riformato soprattutto in chi dovrebbe eontribuire
ad avviare una riforma. Basterebbe qui ricordare le parole del
precedente Ministro della Sanità il quale di recente ha affermato ( « La Repubblica », 2 febbraio
1980 ) : « ...In fondo si tratta di
fornire un buon prodotto a costi economici convenienti per
tutti. Sì, la Sanità può essere gestita come un’impresa... ».
Alla logica deH’lndividualismo
e alla irresponsabilità di certi politici nel nostro paese bisogna
tenacemente opporsi: perché le
spese di una Controriforma sanitaria le farebbero coloro che non
han risorse, cultura, potere, amici influenti: è indispensabile invece uno spirito fraterno di servizio, una volontà di rinnovamento e di cooperazione per il
miglior benessere di tutti i cittadini, nel rispetto della dignità e
della libertà della persona. E’ la
sfida odierna per una comunità
di credenti.
Daniele Busetto
Alleati, ma non complici
L Europa (Jeve ritrovare nel negoziato un suo ruolo specifico accanto a un alleato condizionato oggi non tanto dai gesti impulsivi di un presidente quanto da una pericolosa svolta politica
In una recente vignetta di
Chiappori Carter dice; « Manderò la sesta flotta, l'aviazione, i
marines, i paracadutisti... Bloccherò gli stretti, farò minare i
porti iraniani... E se necessario
non esiterò a colpire i pozzi petroliferi! », e soggiunge fra sé:
« Alla fine l’avrò vinta su quel
bastardo di Reagan! ». Queste
battute esprimono una interpretazione molto corrente della politica estera americana secondo
cui le decisioni presidenziali ■—
compreso ora il fallito raid in
Iran — sarebbero dettate dall’esigenza elettorale di non lasciare al rivale il terreno dell’intransigenza patriottica. Se così fosse,
la situazione sarebbe grave ma
non troppo: la sorte della pace
dipenderebbe sì dalla campagna
elettorale statunitense, ma in
fondo si tratterebbe di arrivare
incolumi fino alle elezioni presidenziali di novembre: dopo, le
cose potrebbero tornare nei binari della ragionevolezza. In questo contesto, il raid fallito potrebbe esser considerato una fortunata cilecca che impedirebbe
al presidente altri pericolosi atti
impulsivi.
Troppo semplicistico
A me sembra tuttavia ohe una
spiegazione di questo genere sia
troppo semplicistica e nasconda
la vera realtà delle cose. Nel commentare l’invasione dell’Afghanistan da parte sovietica sul nostro giornale il 4 gennaio u.s. mi
era parso indispensabile accostare a quell’evento un altro fatto
da parte americana, meno spettacolare nel suo carattere di decisione non ancora operativa ma
non meno grave e foriero di
guai del primo; l’annuncio dato
dal presidente Carter della costituzione di una forza di pronto
intervento destinata a tutelare
gli « interessi vitali » americani
in qualsiasi parte del mondo. Un
esempio di cosa questo significhi, lo abbiamo avuto davanti
agli occhi leggendo i giornali il
25 aprile, apprendendo come la
forza di pronto intervento americana ci abbia portati vicini al
disastro. In altre parole, per
quanto la situazione pre-elettorale americana abbia potuto influire, siamo di fronte non tanto al
gesto impulsivo di un presidente
in cerca di consenso, quanto ad
un esempio, per quanto improprio, del cambiamento di rotta
che la politica americana ha conosciuto negli ultimi mesi. Questo cambiamento di rotta è delineato molto chiaramente in un
articolo di Michael T. Klare,
« Une stratégie d’intervention sur
mesure pour le tiers-monde »,
che fa parte di un ampio dossier
che Le Monde Diplomatique dedica al problema « Rispetto della
sovranità o dovere d’intervenire? ». Penso che valga la pena
riassumere i dati storici di questo articolo.
La nascita del
'pronto intervento’
Tradizionalmente gli USA hanno avuto come strategia militare principale la politica della risposta massiccia nei confronti di
un attacco sovietico generalizzato contro gli Stati Uniti. Ma già
negli anni ’50 c’era chi osservava
che questa strategia non era
adatta a far fronte alle guerre limitate e nel 1961 Henry Kissin
MARIA NELLA PROSPETTIVA MARIANA - 1
Singolare Marial
f
« Non abbiamo la Madonna! », è la risposta più semplice
che qualunque ragazzino evangelico sa trovare alla domanda
sulle differenze tra cattolici e protestanti. In realtà si vuol dire
che non abbiamo il culto di Maria. Ma Maria non è certo assente dal patrimonio della testimonianza evangelica. Come vi
è presente? Nel mese che i cattolici dedicano a Maria, Giorgio
Tourn dedica 4 meditazioni al Magnificat di Luca 1.
Singolare Maria! A rileggere
quello che ci dice il tuo « cantico », viene da domandarsi se, dicendo quella preghiera, eri ingenua di una ingenuità quasi incosciente o lucida di una lucidità
profetica, o più che profetica.
Che cosa volevi dire realmente?
« La mia anima magnifica il Signore » è una frase che sembra
chiara, facile, normale ma può
significare tutto, poco o molto o
addirittura l’inesprimibile della
fede.
Può significare semplicemente:
« Sono felice, riconoscente, perché avrò un figlio »; può significare: « la mia vita trova la sua
pienezza ed il suo adempimento
in questo dono che Dio mi fa »;
può essere cioè espressione di
gioiosa riconoscenza o di fede
profonda, oppure... ed è qui che
sorge il dubbio che tu abbia realmente capito quello che dicevi.
Come si ripetono versetti studiati in infanzia o strofe di inni
sentiti dalla nonna, come i catecumeni dicono senza esitare che
« Gesù è morto per i nostri peccati », così anche tu ridici parole antiche, sentite ed apprese, parole che fanno parte della tua
religiosità di piccola ebrea ed il
dubbio resta che la tua sia l’ingenuità dei candidi o l’incoscienza dei superficiali.
« L’anima mia magnifica il Signore » significa letteralmente:
« La mia vita rende grande il Signore ». E questo non significa
soltanto che la mia vita è il luogo dove egli attua la sua poten-.
za, ma è la situazione che la condiziona.
Non è Dio che rende grandi
noi. Siamo noi che rendiamo
grande Dio, non è l’onnipotente
che lascia cadere sulla nostra vita le briciole della sua potenza,
è la realtà insignificante della
nostra vita che costituisce la base su cui egli poggia la sua potenza. Non è Dio a dar vita a
Maria ma lei a Dio, non è lui a
dare consistenza a Maria, è lei
che la dà al Signore, non Dio fa
essere Maria quella che è, ma
lei fa essere Dio quello che è.
È la fede di Maria che rende
Dio grande, che gli dà il suo posto nella realtà del mondo, lo fa
essere quello che è, quello che
deve essere, è lei che crea spazio
all’opera della redenzione, che
apre le porte della salvezza.
Paradossalmente potremmo dire che senza di lei l'onnipotente
non potrebbe agire ed è lei che
rende Dio grande o piccolo facendolo essere o non essere, dandogli vita nella sua vita o cancellandolo dalla sua esistenza.
Questo significa letteralmente
« magnificare ».
Per questo uno si chiede se veramente tu abbia capito il senso
delle parole che dicevi. Ma dopo
tutto perché non potrebbe essere così? Perché dubitare che realmente tu ti sia resa conto di cosa stava accadendo nella tua vita, resa conto cioè di ciò che
realmente significa credere?
Certo che a vederti camminare così, sugli abissi dell’incarnazione leggera e trasognata, a sen
tirti enunciare misteri sconvolgenti di tenebre insondabili viene naturale alzare verso di te gli
occhi attoniti come verso un meraviglioso danzatore che si libra
nel vuoto. Viene spontaneo dire:
« come hai fatto? ».
E uno se lo domanda tanto più
quando guarda alle tue spalle i
giganti della rivelazione crollare
distrutti dalla prova. Abramo
agonizza per giorni trascinando
suo figlio verso l’altare del sacrificio, Mosè ed Isaia perdono
i sensi al solo intravvedere il
Santo di Israele, Paolo porta per
tutta la vita i segni della rivelazione di Damasco e tu chiacchieri di quelle cose con Elisabetta
come si parla delle vicende di
casa!
Come hai fatto e perché proprio tu? Perché proprio a te è
accaduto tanto accadimento?
Chiunque se lo domanda guardando te, ma ponendoti minuta
e timida nei tuoi diciott'anni sulla soglia dell’Evangelo Luca non
guarda a te, ma a ciò che sta oltre la soglia, allo spaz.io infinito
che si spalanca oltre la tua figura.
« Nessun uomo fu nella rivelazione maggiore di Giovanni Battista » ebbe a dire Gesù « ma il
più piccolo del mio Regno è maggiore di lui »; « nessuna fede fu
nel tempo della rivelazione maggiore di quella di Maria ma la
più piccola fede nel tempo dell’incarnazione è uguale alla sua »
dice Luca; il magnificare il Signore non fu né una grazia unica
di Maria né una sua conquista, è
ormai la semplice e cotidiana
realtà della fede.
Singolare e stupefacente non è
ormai più Maria, ma varcata la
soglia del Regno, è ogni vita di
fede in cui il Signore prende
vita.
Giorgio Tourn
ger, allora professore a Harvard,
proprio per questa inadeguatezza
di fronte a crisi circoscritte, prospettava la necessità di formare
delle unità capaci di intervenire
rapidamente con elasticità e discernimento. Robert McNamara,
segretario alla difesa dell’amministrazione kennediana, adottò
con entusiasmo questa prospettiva ma la sua realizzazione fu
ostacolata e interrotta da un
coinvolgimento ben più massiccio e infine così poco dotato di
elasticità e di discernimento
quale fu quello nel Vietnam.
Dopo la fine dell’avventura vietnamita, l’acuto complesso che ne
derivò nei confronti di qualsiasi coinvolgimento diretto all’estero — e gli americani chiamarono
questo complesso « sindrome
vietnamita » — da un lato promosse la « dottrina di Nixon »
che affidava ad alcuni alleati fidati (come l’Iran dello Scià) il
ruolo di « gendarmi » nei punti
caldi delle diverse regioni, dall’altro riportò la strategia americana al compito prioritario della
difesa antisovietica soprattutto
sul teatro europeo.
Il superamento della
'sindrome vietnamita'
Non tardarono tuttavia a manifestarsi di nuovo le spinte verso un ruolo più attivo e intraprendente degli USA e alcuni fatti internazionali hanno spinto in
questa direzione: la rivoluzione
iraniana, l’espansione sovieticocubana in Africa, l’assalto all’ambasciata americana di Teheran e
infine l’invasione dell’Afghanistan.
Così, mentre nei primi tre anni
deH’amministrazione Carter il tema dominante del bilancio della
difesa è stato il sostegno alla
NATO, quest’anno si è visto un
cambiamento radicale nelTorientamento della politica americana che i commentatori hanno interpretato come la fine della
« sindrome vietnamita ». Non c’è
solo l’annuncio dato dal presidente Carter lo scorso dicembre
della creazione di una forza di
pronto intervento, ma c’è il più
ampio e circostanziato rapporto
del segretario alla difesa Harold
Brown (gennaio ’80) secondo cui
oggi il pericolo principale per la
sicurezza deH’America proviene
dalla proliferazione di « turbolenze » non controllate nel Terzo
Mondo per cui è necessario essere pronti a « inviare rapidamente e a grande distanza delle forze di dimensioni appropriate per
dissuadere le minacce che pesano sui nostri interessi vitali e, se
necessario, per reprimerle ». Michael T. Klare sottolinea che le
affermazioni strategiche del rapporto del ministero della difesa
di H. Brown sono molto vicine a
quelle fatte prima della guerra
in Vietnam e che i « berretti verdi » di McNamara corrispondono
fedelmente alle forze di pronto
intervento attualmente addestrate.
Un indizio molto
più preoccupante
E’ chiaro che stando così le
cose il raid iraniano fallito è
molto più preoccupante del gesto impulsivo di un presidente
Franco Gìampiccoli
(continua a pag. 2)
2
DIBAniTO SUU’EVANGELIZZAZIONE
Il rischio dello
squillante cembalo
Ormai un po’ dovunque nel nostro mondo protestante italiano
SI organizzano convegni il cui
tema è l’Evangelizzazione. Convegni per semplici membri di comunità, per membri di concistori, di circuito, per pastori ecc.
Sembra quasi che solo ora la
Chiesa tutta si sia accorta che
dalla Scrittura emerge per il credente 1 imperativo dell’evangelizzazione. Sappiamo tutti che non
per cui il gran parlare
che si sta facendo dell’evangelizzazione rimarrà ’uno squillante
cembalo’ se ora, come prima e
come sempre, non si tramuterà
in quell’impegno di testimonianza concreta e coerente che l’apostolo Paolo chiamava ’carità’.
Nel suo libro « Una Chiesa in
analisi » G. Tourn, a suo tempo,
ebbe a dire che i mali reali di
cui soffre la nostra chiesa e che
egli analizzava, potevano portare gravi conseguenze sul terreno
deU’Evangelizzazione. Il rapporto della sezione Testimonianza
dell’Assemblea di Nuova Dehli,
anch’esso di data non recente,
che la F.F.V. riporta nel suo studio sulla ’Comunità’, esprime la
stessa preoccupazione del Tourn.
E allora? Il libro di 'Toum: un
fiore alTocchiello; il rapporto di
Nuova Dehli (chi lo conosceva?):
■ Hanno collaborato a questo
numero: Ivana Costabel,
Dino Gardiol, Nino Gullotta,
Luigi Marchetti, Teofilo Pons,
Anita Simeoni, Alberto Taccia, Franco Taglierò, Cipriano Tourn, Silvana Tron,
Adriano Longo, Franco Davite, Ermanno Genre, Bru
yin Hrk^fnavtrk
una prova evidente dello scollamento esistente e denunziato da
Tourn fra la base e gli organismi dirigenti delle nostre Chiese.
« Il mondo non ha bisogno di
maestri, ma di testimoni » diceva Paolo VI con notevole incoerenza. Ma non corriamo il rischio di essere tacciati della
stessa incoerenza se continueremo a non prestare orecchio alle
voci profetiche che si levano per
avvertirci che gli uomini non ci
ascoltano più, non perché i pulpiti siano pochi, ma perché non
vedono operate né in noi, né nelle nostre strutture quelle trasformazioni che andiamo ad annunciare loro?
Invano oggi cerchiamo capri
espiatori per diminuire le nostre responsabilità nel campo
dell’Evangelizzazione. Non c’era
certo uniformità fra i discepoli
di Gesù, al contrario, grande era
la varietà dei tipi umani: vi erano gli zeloti, gli esattori delle
imposte, cosa inaudita, anche le
donne ed altri ancora, ma la
gente si accorgeva subito che
erano di Gesù, perché agivano e
si comportavano in modo diverso e si univa a loro. Nuovi saranno i mezzi di cui oggi ci possiamo servire per annunziare
TEvangelo: radio, giornali, televisione, tavole rotonde ecc.; diversi possono essere i nostri impegni umani: partiti, sindacati,
associazioni varie ecc., ma la
gente anche oggi riconoscerà che
Gesù è il Signore, non perché
glie lo diciamo, ma perché noi,
suoi discepoli, ci comportiamo
ed agiamo secondo la Sua volontà.
Prossime scadenze
per le chiese valdesi
e metodiste
Il mese di maggio è mese di
bilanci e valutazioni per le chiese valdesi e metodiste. Dopo le
Assemblee locali, nella prima
quindicina avranno luogo le 16
Assemblee di circuito che hanno
la responsabilità della vita spirituale delle chiese di zone relativamente ristrette. Nella seconda
quindicina avranno luogo le Conferenze che hanno la responsabilità amministrativa delle chiese
di zone molto più vaste. Il 17-18
avrà luogo la Conferenza del I
distretto (Valli valdesi) e il 30
maggio -1" giugno si terranno le
Conferenze degli altri tre distretti del Nord, Centro e Sud.
L’appuntamento conclusivo è
infine quello sinodale che è segnato quest’anno per domenica
3 agosto.
Come primo resoconto di questa serie di incontri, speriamo di
poter dare, in vista delle Conferenze distrettuali, una panoramica della vita dei circuiti sulla
base delle risultanze delle varie
assemblee.
Alleati, ma
non complici
(segue da pag. 1)
maldestro. E’ un momento sfortunato in una strategia di intervento ormai codificata nei piani militari americani e ormai di
nuovo radicata nella consapevolezza della popolazione che al
70% sembra sostenere l’opportunità del tentativo fatto anche se
ne critica la realizzeizione. Fino a
qualche anno fa un simile intervento e la sua approvazione popolare sarebbero stati impensabili.
E’ quindi di estrema preoccupazione il fatto che gli USA, nei
loro organi governativi come in
parte almeno nella loro opinione
pubblica, non sembrano rendersi
conto di cosa rischi oggi un
« pronto intervento » con la capacità di risposta che hanno raggiunto ora i sovietici; non sembrano accorgersi che le « turbolenze » presenti nel mondo non
NOVITÀ’
JOHN A. T. ROBINSON
POSSIAMO FIDARCI
DEL NUOVO TESTAMENTO?
pp. 190, L. 3.900 (P.C.M. 38)
- Il ben noto biblista inglese (autore di Dio non è così) ci
spiega in tutta semplicità con quali strumenti e metodi lavora 1 esperto e per quali vie egli sia giunto alla conclusione che il N. T. è degno della nostra fiducia come « guida
alle parole e aUe azioni » di Gesù. *
- Utilissimo per gruppi di studio biblico.
CLAUDIANA - Via Pr. Tommaso 1 - 10125 TORINO
c.c.p. 20780102
Roma: i giovani suH'evangeiizzazione
ROMA — In occasione della
domenica della gioventù — informa l’agenzia di stampa "nev”
— i giovani hanno rivolto a Roma un invito a riflettere sui compiti che si propongono oggi a
una chiesa cristiana. Nel culto
del 13 aprile nella chiesa valdese di piazza Cavour è stata anzitutto presentata, da parte della Federazione giovanile evangelica italiana, una riflessione su
un testo biblico : un antico racconto di evangelizzazione e conversione come è narrato in Atti 8: 25-40.
Sulle parole dei giovani si è
sviluppato un ampio e prolungato dibattito sul senso dell’evangelizzazione oggi: il tema che è
stato proposto quest’anno con
particolare rilievo all’attenzione
dei valdesi e dei metodisti. Dai
vari interventi, nel corso del culto, sono emerse esigenze diverse,
ma anche la consapevolezza comune che è necessario che le
chiese non si chiudano in se stesse, quasi per conservare un loro
patrimonio, ma siano invece ben
presenti nella società italiana
con un annunzio evangelico che
tenga conto delTinquietudine che
si fa sentire un po’ dovunque.
Dobbiamo riuscire, si è detto,
a comunicare il senso di una ricerca di fede che non si esprima
con parole di certezza dottrinale già confezionate, ma che sia
ascolto della parola di liberazione che ci viene dal Dio della
Bibbia. Alcuni interventi hanno
richiesto un maggiore impegno
delle chiese evangeliche sia negli enti locali che nello spazio
dei mezzi di comunicazione di
massa. Non ci si può limitare ad
un’azione che miri ad una serie
di incontri individuali, per quanto anche questi siano necessari;
ma si vuol rendere possibile una
migliore conoscenza del protestantesimo italiano e anche riuscire ad incidere su alcuni obiettivi che si ritengono qualificanti
nel processo di trasformazione
del nostro paese.
Ristrutturazione
di Adelfia
SCOGLIOTTI - Il centro di
Adelfia annuncia nella sua circo
lare importanti novità per la vita del centro.
1) Ristrutturazione: Sono finalmente iniziati i lavori di ristrutturazione di Adelfia.
Grazie soprattutto agli amici
stranieri, per quest’estate, saranno pronti i cameroni, che divideremo in stanzette. Ci saranno
servizi igienici più adeguati e
l’acqua non mancherà! Sarà
pronta la fognatura con « fossa
biologica » e probabilmente riusciremo a fare anche la nuova
copertura dei cameroni (più « sicura » ed esteticamente presentabile) e la serie di docce previste
accanto all’altro fabbricato.
L'altro fabbricato sarà ristrutturato Tanno prossimo con un
refettorio più grande e una cucina più moderna.
2) Campi autogestiti: durante
tutto Tanno le strutture di Adelfia possono essere messe a disposizione per campi autogestiti o a
gruppi con programma proprio.
Tali gruppi dovranno essere formati da almeno 20 persone.
Le richieste vanno indirizzate o
al presidente o al direttore.
Affinché non vengano scelti dei
periodi in cui Adelfia è già impegnata, ecco l’elenco dei campi
autogestiti già accolti:
1-11 aprile: gruppo svizzero;
2“ quindicina di giugno: gruppo
italiano;
1-7 luglio: gruppo belga;
22 agosto- 2 settembre: gruppo
tedesco.
Incontro di
Scuole Domenicali
PARMA — Domenica 30 marzo
si è svolta nei locali della chiesa
metodista di Parma ima festa-incontro delle scuole domenicali a
cui ha partecipato un nutrito
gruppo di bambini, accompagnato da monitori e genitori, provenienti dalle comunità di Bologna,
Modena e Reggio Emilia.
Al mattino Franco Girardet,
responsabile a pieno tempo del
S.I.E., ha presentato la nuova
edizione dell’opuscolo « Sono
Evangelico » illustrandone la funzione di strumento per la cono
scenza delle posizioni degli evangelici e chiarendo che la sua pubblicazione non ha scopi di polemica nei confronti del cattolicesimo. Ha fatto seguito una serie
di esperienze portate dai bambini stessi sui problemi e le difficoltà che affrontano soprattutto
nella scuola in quanto figli di
evangelici.
Dopo il pranzo in comune il
gruppo di Parma ha presentato
alcune scenette mute su episodi
della vita di Davide; al termine il
gruppo ospitante e quello di Bologna si sono esibiti in alcuni
canti del « repertorio» della scuola domenicale. Negli intervalli
giochi anche all’aperto, visita
al centro storico, fotografie e
infine merenda e saluti.
Attività
deirUnione
Femminile
GENOVA — L’Unione Femminile ha terminato lo studio sulla
« Comunità », l’argomento è stato oggetto di discussioni a cui
hanno partecipato tutte, alcune
hanno anche redatto una relazione per fissare le proprie idee
e quelle raccolte dai pareri delle sorelle. Vi stralcio alcuni pensieri di Rita Alimonda:
« Prima di tutto penso che
ogni membro della Comunità
debba ’evangelizzare’ se stesso,
ossia debba ricordare che la Bibbia va studiata e meditata instancabilmente ogni giorno onde
riscoprire in essa quei tesori di
saggezza e di consolazione che
gliela faranno amare sempre di
più, fino al punto di sentirla veramente come il pane quotidiano dell’anima, indispensabile per
crescere e portare frutto.
Portare frutto è molto importante ai fini della testimonianza
(anche se spesso è molto arduo
coltivare la pianta dell’amore).
Con questo costante nutrimento biblico, con questa illuminazione interiore, partecipare a un
culto domenicale è veramente
una gioia per il fatto di trovarsi con altri fratelli che hanno
lo stesso anelito, la stessa sete
di conoscere sempre più a fondo
le rivelazioni del Dio vivente. Vista in questa luce la comunità
ha veramente senso ed è una
fonte preziosa di forze, di incoraggiamento, di fede e di amore.
Ritengo sia perciò una grande fortuna, un privilegio avere
come conduttore di ogni singola
chiesa una persona preparata a
tale scopo, senza per questo diminuire la responsabilità che
ogni membro di chiesa deve sentire nel cooperare al suo progresso spirituale e nel vegliare
a quella purezza di intenti che
deve regnare sovrana in ognuno ».
Il 15 marzo le sorelle battiste
di Via Ettore Vernazza, metodiste di Sestri e valdesi di Sampierdarena e di Via Assarotti
hanno avuto un culto in comune nella chiesa di Via Vernazza
per la giornata mondiale di preghiera. Il testo ci veniva dalle
donne thailandesi.
Il 21 marzo ha avuto luogo la
annunciata conferenza organizzata con TUCDG. Nella sala di
Via Curtatone numerose sorelle
e amiche di varie associazioni
femminili genovesi hanno ascoltato la dott. De Benedetti che ha
parlato su « Amiamo gli anziani? ». Questo punto interrogativo
suggerisce il tema della conferenza: oggi gli anziani, non essendo più produttivi, sono di
fatto emarginati dalla società
che pur impegnandosi verso di
loro (asili etc.) li considera come una categoria a parte. Invece l’anziano deve ancora partecipare alla vita della famiglia e
della società e va visto sotto
questo aspetto, inserito e amato.
Poiché si tratta ancora di amore, come già abbiamo visto per
il bambino, questa volta di amore per chi ne ha dato tanto e può
ancora darne.
E infine contiamo ancora studiare il libro del profeta Amos,
nonché esaminare le bozze degli
Statuti della Federazione femminile integrata valdese-metodista e della Federazione donne
evangeliche, che sono stati discussi nei rispettivi congressi di
Ariccia il 25-27 aprile.
possono oggi ricevere una risposta prevalentemente militare, fatta di rapida repressione o prevenzione, anziché una risposta
che prioritariamente affronti le
cause di tali turbolenze per risolverle; non sembrano disposti ad
ammettere che non si può mantenere dittature che per decenni
opprimono intere popolazioni
senza che questo fatto presenti
prima o poi un conto salato da
pagare, un conto ohe non si può
presumere di saldare sulla base
della propria potenza militare;
non sembrano saper calcolare
che il negoziato, per quanto lento e oneroso possa essere, sarà
sempre più vantaggioso, in termini di pace e di stabilità, di
un’azione di forza anche vincente.
Europei; alleati
del fatto compiuto?
Coinvolti in questa situazione
così preoccupante siamo noi
europei, spettatori impotenti, alleati del fatto compiuto. Ma dobbiamo davvero rassegnarci ad
essere tali? La dipendenza che in
varia misura hanno i nostri paesi nei confronti degli Stati Uniti
dal punto di vista economico,
politico e militare, basta a rendere impossibile Tasisunzione di
una nostra precisa responsabilità?
La responsabilità dell’Europa è
oggi di svolgere un ruolo critico
e di raffreddamento nei confronti dell’alleato americano. L’Europa deve ricordare all’America
che la NATO è un trattato di alleanza difensiva che riguarda il
Nord Atlantico, mentre ciò che
gli USA hanno minacciato e minacciano in Iran non ha carattere difensivo e non riguarda il
Nord Atlantico; deve perciò avvertire l’America che la strategia
del « pronto intervento » militare
repressivo e preventivo ovunque
nel mondo non può contare a
priori sulla comprensione e sull’appoggio europeo. E questo non
per un’indifferenza europea a ciò
ohe non riguarda l’Europa e per
un’ipocrita delega agli Stati Uniti del compito di difesa a livello
mondiale, ma perché l’Europa
ora più che mai deve riproporre
al suo alleato Tarma che gli Stati
Uniti sembrano oggi aver dimenticato, quella del negoziato. Il
cancelliere tedesco Schmidt aveva elaborato un progetto di negoziato di larga portata comprendente il ritiro delTURSS dall’Afghanistan e la garanzia della sua
inviolabilità, la firma del Salt II
da parte degli USA, le premesse
di un’azione diplomatica congiunta USA-URSS per la liberazione degli ostaggi di Teheran, la
ripresa dei negoziati per la limitazione delle armi nucleari in Europa... Ma invece di sondare le
possibilità di un simile negoziato, gli Stati Uniti preferiscono i
loro avventurosi pronti interventi, per il momento grazie a Dio
falliti. Il negoziato è certo una
via che la strategia americana
rende di settimana in settimana
più precaria, ma è Tunica su cui
l’Europa può trovare un ruolo
di responsabile sostegno-resistenza nei confronti del proprio alleato.
C’è chi sostiene che se l’Europa accentuerà la sua posizione
critica l’America sarà maggiormente spinta verso l’isolazionismo e più portata a fare da sé
e cioè ad imbarcarsi in avventure militari. Ma può essere vero
anche il contrario; ohe un’Europa decisa a non sostenere iniziative non concordate, a non appoggiare iniziative militari avventuriste e a privilegiare costantemente il negoziato, costituisce un
prezioso freno per un’America
che sembra avere troppa disperazione e insieme troppa fiducia
nelle proprie forze. E se non riusciremo ad essere freno in questo modo, se comunque saremo
avviati — noi europei per primi
— verso un baratro che con troppa facilità gli americani, e i russi, ritengono di poter impunernente sfiorare sempre più da
vicino, almeno lo faremo con la
dignità di chi è stato alleato ma
non complice.
Franco Giampìccoli
3
2 maggio 1980
MAGGIO - CONFERENZA MISSIONARIA A MELBOURNE
La missione attraverso i secoii
Il 12 maggio si apre a Melbourne, Australia, una Conferenza missionaria mondiale organizzata dal Consiglio Ecumenico delle Chiese. In vista di questo evento abbiamo chiesto
al pastore Gino Conte di delineare alcuni tratti della storia
della missione. Pubblichiamo la prima parte del suo contributo in questo numero annunciando per il prossimo la conclusione di Conte e un’intervista rilasciata dal pastore Emilio
Castro, direttore della Commissione per la missione e l’evangelizzazione del CEC.
In un paio di articoli non è
naturalmente possibile seguire,
neppure per cenni, l’intera storia della missione cristiana; parleremo dimque di quella moderna, ricordando solo che quella
dell’età antica e medioevale è
stata estremamente varia, movimentata, controversa (la cristianizzazione forzata dei Sassoni!),
legata a penetrazioni culturali e
politiche, a rivolgimenti storici;
ed è stata policentrica, campi di
missione, come l’Irlanda, sono
diventati a loro volta centri di
irraggiamento missionario. Certo, sarebbe interessante confrontare la missione della diaspora
cristiana primitiva, quella successiva partente da situazioni di
tipo costantiniano, quella inquadrata nell’èra coloniale e il nostro compito missionario odierno, nuovamente in situazione di
diaspora, stavolta a livello planetario...
Missione
e colonizzazione
La missione moderna si inquadra nel contesto storico della colonizzazione occidentale. Dire
che quest’ultima ne è stato il
contesto non vuol dire che ne
sia stato il motore, anche se studiosi positivisti o marxisti possono pensarlo.
La missione moderna è anzitutto cattolica e affianca, talvolta con punte critiche marcate,
la colonizzazione spagnola e portoghese in Asia, in Africa e nelle Americhe : i missionari sono
stati anche, ma non soltanto, i
cappellani dei conquistadores.
Affianca poi la successiva colonizzazione francese, spingendosi
con ardite teste di ponte nel più
geloso Estremo Oriente, in Cina
e in Giappone, e nell’Asia sudoccidentale, dall’India alle Filippine. E’ una storia che include
un ricco martirologio e conosce
anche tentativi molto spinti e
discutibili (stroncati del resto o
sconfessati dal Vaticano: tutta
la ’controversia dei riti’) di ’indigenizzazione’ del cristianesimo,
specie per opera di missionari
gesuiti in Estremo Oriente. Nel
1976 la Congregazione pontificia
de Propaganda Fide (ora chiamata: pro Gentium Evangelizatione) terminava la pubblicazione di una monumentale storia
di 350 anni di missioni cattoliche
(che contiene anche un cenno
alla missione fra i Valdesi, che
anni fa G. Costabel aveva sapidamente commentato su queste
colonne!), uno squarcio storico
indubbiamente grandioso.
E’ poco noto — e non possiamo fermarci — che vi è anche
stata una missione ortodossa,
specie nell’estremo oriente siberiano, e che opera oggi in alcuni
paesi africani; attività missionaria che forse andrà crescendo
col crescere della presenza ortodossa nel movimento ecumenico.
Riforma e illumimismo
I Riformatori, pur sensibili all’apostolato, non mostrano preoccupazioni missionarie extraeuropee: avevano davanti il compito
di guadagnare al « puro evangelo » l’Europa ’cristiana’ ! Nel XVI
sec. si nota un solo tentativo
missionario protestante: quello,
senza successo, compiuto in Brasile da un gruppo di calvinisti
ginevrini cui Calvino e il Coligny avevano però soprattutto
affidato il compito di saggiare la
possibilità di assicurare una terra di rifugio a profùghi protestanti, come sarà più tardi nel
Canada e sul resto delle coste
atlantiche nordamericane.
Non poteva venire un maggiore stimolo missionario nell’Europa dominata daU’Illuminismo,
col suo relativismo religioso (tipica la storia del saggio Nathan,
narrata da Leasing : tutte le religioni si equivalgono, perché
tutte sono vie, e vie parziali, all’unica verità...), con la sua riduzione razionalista della religione a morale, mentre i dogmi non
sono che sovrastrutture assolutista; im’epoca cosmop>olita, almeno a livello d’élite, piena di im
interesse curioso per la cultura
e la religiosità orientale, fatte
conoscere in occidente dalla vivace apertura culturale gesuita.
La passione missionaria si accenderà proprio in reazione a
quest’atmosfera : nell’ambiente
pietista, naturalmente con la caratterizzazione teologica di tale
ambiente, nella sua branca anglosassone che risale al Grande
Risveglio predicato da Jonatan
Edwards, e nella sua branca tedesca con i suoi due centri : Halle, ma soprattutto Herrnhut, dove nel 1732 sorgerà la Missione
Morava, tuttora operante.
Il secolo
della missione
Alla fine del XVIII e nei primi decenni del XIX sec. vanno
costituendosi numerose Società
missionarie, a cominciare dalla
London Baptist Mission (1792)
che con William Carey avvia
un’opera in India. Fu una specie
di esplosione, che si protrasse
per buona parte dell’800, giustamente chiamato «il secolo della
missione», fra battisti, anglicani, metodisti, luterani, presbiteriano-riformati, ma sempre in
cerehie ’private' nell’ambito delle Chiese storiche e comunque
in forma indipendente dai loro
organismi. Le Società missionarie, che sono e vogliono restare
indipendenti dalle Chiese ufficiali, sono state spesso interdenominazionali (un fattore non trascurabile del movimento ecumenico nascente, dunque) e hanno
reclutato i loro ’soci’ soprattutto nell’area evangelica influenzata dal Pietismo e dal Risveglio.
E’ caratteristico che la notevole
’apertura alla missione’ constatabile nel secolo scorso nelle
Valli Valdesi — in uomini, in offerte, in interesse — è parallela
e intrecciata al fervore del Risveglio.
Gino Conte
¡echi dal mondo cristiano!
a cura di ANTONIO ADAMO
(1 - continua)
Notizie daii'itaiia evangeiica
a cura di Alberto Ribet
Chiesa Avventista
del 7® Giorno
Uno dei punti dottrinali della Chiesa Avventista afferma che,
poiché il corpo è il tempio dello
Spirito Santo, il cristiano è tenuto ad evitare qualunque atto che
possa contaminarlo e quindi ad
astenersi nel mangiare e nel bere
da tutto ciò che può nuocere ad
esso. Per questo, grande importanza è data, fra gli avventisti,
a tutto quello che riguarda la salute fisica dell’individuo. Per
questo la Chiesa Avventista possiede nel mondo oltre 220 ospedali e cliniche, mentre che i medici e gli infermieri che operano
nel campo avventista superano i
dodicimila. Per questo gli avventisti lottano contro l’abitudine
del fumo: tipica l’attività della
« cinque giornate contro l’abitudine di fumare », attività attraverso alla quale gli avventisti
combattono, e con qualche risultato positivo, l’uso del fumo; per
questo la lotta contro la droga
(e la critica alla televisione considerata come una mini-droga),
per questo una delle attività dell’Avventismo italiano è la pubblicazione di una rivista mensile
dal titolo sintomatico di « Vita e
Salute » mentre che il libro « Alimentazione e Salute » ha raggiunto la tiratura di 40.000 copie.
Sempre in questa linea è stato
aperto a Campobello di Mazzara
un centro di medicina Sociale,
dotato di un computer con schermo a colori (il primo in Italia)
che si occuperà in modo particolare della cura dei diabetici,
degli ipertesi, degli obesi, per
combattere adeguatamente l’arteriosclerosi. Il centro vuole essere una mano tesa dalla Chiesa
avventista, rappresentata dal medico, all’individuo preoccupato
della sua salute fisica. La direzione del Centro è stata affidata al dott. Mangiaricina che ha
ottenuto a pieni voti la specializzazione con una tesi su « Analisi
degli aspetti metodologici in una
inchiesta alimentare sui cristiani
avventisti del settimo giorno ».
L’« Idea » rivista di informazione della Alleanza Evangelica
Italiana pubblica, nel suo numero del primo trimestre di quest’anno, alcune informazioni interessanti: L’« Arca », il centro
evangelico per drogati di Alba ha
in progetto la costruzione di un
nuovo centro per sole donne vittime della droga. Sono preventivati duecento milioni di spesa,
ma al momento attuale l’Istituto
ha a disposizione solo venti milioni. Il nuovo istituto, di cui si
è già individuata la località, dovrebbe ospitare una ventina di
tossico-dipendenti.
Ha avuto luogo il 20° Congresso dell’Unione Cristiana Biblica
in Italia che opera in sei città
italiane. Il Congresso, con caratteristiche nettamente spirituali,
ha raccolto una quarantina di
presenti. Era anche presente il
pastore inglese Eric Olson. Per
la fine dell’anno corrente è sta
to programmato il 21“ Congresso.
Il Notiziario « Idea » nel suo
ultimo numero ha anche una
interessante presentazione dei
Gruppi Biblici Universitari.
Essi rappresentano in Italia un
ramo della International Felloship of Evangelica! Studente.
I G.B.U. hanno iniziato la loro
opera nel 1950. Gli aderenti
non sono molto numerosi (circa settanta) ma sono assai attivi. Operano non solo nei
gruppi di studio biblico, ma
attraverso ad una rivista dal
titolo programmatico di « Certezze ». Un centro di campeggi
per studi biblici ha luogo a La
Salsicaia. Hanno una notevole attività editoriale che al momento attuale opera in collaborazione con La Claudiana.
Presidente del Comitato dei
G.B..U. è il dott. Roberto Frache, Jean Elliot si occupa della Rivista, Marcella Fanelli della attività editoriale, Paolo
Finch dirige l’opera a Padova.
A Genova da un anno lavorano due brasiliani Tacito e
Giaci Pinto che organizzano
gruppi di studenti medi ed universitari che si radunano settimanalmente in una galleria
d’arte per studi biblici su Dio,
sull’uomo, su Gesù Cristo, su
la Parola, su il futuro.
Preoccupazione fondamentale
dei G.B.U. è quella di inserire
una visione cristiana nella vita
quotidiana dei giovani.
A favore
della ordinazione
delie donne
(Christian Century). Mentre il
53% dei cattolici sono ancora
contrari negli Stati Uniti all’ordinazione delle donne, i sostenitori li supereranno probabilmente entro tre anni, afferma un rapporto del settimanale « America » dei Gesuiti. Il rapporto mostra l’aumento della posizione a
favore che è passata dal 29% nel
’74 al 36% nel ’77 fino al 40%
nel ’79. Le cifre sono state rilevate da indagini demoscopiche.
« Entro cinque anni — afferma
la rivista — il sostegno a favore
deU’ordinazione delle donne non
solo costituirà la maggioranza
ma sarà ima posizione di consenso della comunità cattolica americana ».
L’opposizione viene attualmente soprattutto dai cattolici anziani poveri, con minor scolarizzazione e fuori del ceto operaio.
I gruppi sociali più aperti all’ordinazione delle donne sono
composti da maschi, con educazione medio - superiore, sotto i
trenta anni, di situazione economica agiata, residenti nell’ovest,
non bianchi e poco attivi nella
vita di chiesa.
Giornalisti cristiani
nella chiesa
(Information). Eduard Lohse,
vescovo luterano di Hannover, in
occasione di una tavola rotonda
all’accademia Hermann Ehler ad
Hamburg nel febbraio scorso, ha
affermato che il giornalismo cristiano fa parte pienamente del
lavoro ecclesiale. Egli non ha esitato a paragonare il giornalista
crisftàhò ad un pastore impégnato quotidianamente a confrontarsi con l’Evangelo e la Confessione di fede. Come il pastore, il
giornalista cristiano, legato alla
sua fede, è libero di esprimere
pareri e critiche, e le Chiese debbono accogliere con favore le
opinioni dei giornalisti informati, competenti e critici.
Una missionaria
svedese eletta al
Parlamento Tanzanese
(Information). Un’anziana missionaria della missione della
Chiesa svedese in Tanzania, Signora Barbro Johansson, è stata
rieletta al Parlamento tanzanese.
Ella ne ha già fatto parte infatti
dal 1959 al 1963; questa volta è
stata presentata dai sindacati
tanzanesi.
Giunta nel paese nel 1946, Barbro Johansson, ha diretto numerose scuole prima di ritornare in
Svezia come consigliera all’ambasciata della Tanzania a Stoccolma.
Ella si è sempre particolarmente occupata della formazione
delle donne e delle giovani. Grazie al suo impegno in questo
campo sono stati compiuti notevoli progressi.
Chiesa di Cristo
Unita: liberato
Ben Chavis
(Christian Century). Con anticipo rispetto alle normali scadenze, il governatore del Nord
Caroline, James Hunt, ha concesso la libertà sulla parola a
Ben Chavis, l’ultimo dei « Dieci
di Wilmington » ad essere rilasciato.
Chavis, 31 anni, è stato animatore per il programma della
Commissione per la giustizia razziale della Chiesa di Cristo Unita
ed ha svolto un ministero di più
di 4 anni in prigione, dopo la sua
condanna in base alle accuse di
cospirazione e incendio doloso
connesse con l’incendio di una
drogheria di bianchi, nel 1971,
durante la violenza razziale scop>piata a Wilmington. Era stato an
che pastore della Prima Chiesa
Africana del Messia Nero di Wilmington prima del suo arresto.
Il governatore Hunt ha affermato di aver concesso a Chavis
la libertà sulla parola prima del
tempo a causa della « eccellente
documentazione » che lo concerne, incluso il massimo punteggio
riportato in un programma seguito alla Facoltà di teologia di
Duke durante il periodo di libertà vigilata.
Chavis ha affermato di non
aver abbandonato ogni possibile
tentativo per dimostrare la propria innocenza. I responsabili
della Chiesa di Cristo Unita hanno dichiarato che Ben Chavis
assumerà il posto di direttore
della Commissione per la giustizia razziale di tale chiesa.
Avery Post, presidente della
Chiesa Unita ha detto che la
chiesa « ha ancora il compito di
rivendicare la giustizia per il Sig.
Chavis e per gli altri ’’Dieci di
Wilmington” ».
Il caso di Chavis, insieme ad
altri otto uomini neri e una donna bianca, si impose all’attenzione nazionale quando alcuni testimoni-chiave cambiarono le loro
deposizioni. I Dieci furono in seguito considerati prigionieri politici da Amnesty International.
Un danese su due
non va mai al culto
(Information). Quasi un danese
su due non va mai al culto.
Secondo un rapporto dell’Istituto di ricerche sociali danesi,
riguardante il decennio 1965-75,
il numero delle persone che frequentano il culto almeno due
volte al mese è passato dall’8%
al 6%. Il numero di coloro che
non vanno mai al culto è passato
dal 31% al 47%,
Sebbene il 95% della popolazione appartenga alla Chiesa, soltanto il 35% delle persone interrogate hanno dichiarato di non
avervi aderito spontaneamente.
I luterani ungheresi in
Romania festeggiano
ii 60® anniversario
della loro
indipendenza
(Information). La Chiesa evangelica sinodale-presbiteriana della Confessione di Augusta in Romania ha conosciuto due periodi totalmente differenti dopo la
sua fondazione. Il primo va dal
1919 alla primavera del 1948, data del riconoscimento ufficiale
da parte dello stato. Il secondo
è iniziato nel 1948. Costituita
dalla diaspora di lingua ungherese, legata alla Chiesa evangelica
della Confessione di Augusta
d’Ungheria, essa si è organizzata
a poco a poco in parrocchie e
poi in diocesi.
Attualmente questa Chiesa conta 32.000 membri, ma certamente il loro numero reale è superiore a questa cifra. Le parrocchie
contano da 100 a 5.000 membri,
con 32 pastori e due diaconi. La
lingua ufficiale è l’ungherese; in
cinque comunità si parla lo slovacco.
Specialmente in città si tengono regolarmente dei culti in tedesco.
La frequenza al culto e la qualità della vita spirituale sono
considerati soddisfacenti.
Costa d’Avorio: tra
Evangelo e tradizione
(S.N.O.P.). Da circa quattro anni i catechisti della regione di
Tankessé, nella diocesi di Abergourou, studiano sotto la guida
di Jean Paul Eschlimann il senso
dei riti funebri nel Paese. Essi
cercano di individuare ciò che
può andare nel senso dell’Evangelo da ciò che vi diverge. Questo studio sta per essere terminato e sarà pubblicato in un piccolo fascicolo. I catechisti propongono ai cristiani anche un rito di vedovanza.
4
2 maggio 1980
I RAPPORTI STATO-CHIESE E UNA DICHIARAZIONE ALLA CAMERA DELL’ON.LE VALDO SPINI
Intesa: un passo avanti
nel programma del governo
Nel discorso del presidente Cossiga la revisione del concordato è ancora lontana, mentre l’intesa appare prossima alla sua conclusione
Con vigile soddisfazione
Il 10 aprile sono riprese le trattative tra la delegazione governativa, presieduta dal sen. Gonella,
e quella nominata dalla Tavola
valdese. Nel corso della seduta
sono state finalmente esaminate
le rettifiche proposte da parte
valdese-metodista e nei confronti delle quali la delegazione governativa aveva terminato lo studio durato 2 anni, così come è
risultato dal testo che il rappresentante del governo lesse il 17
marzo 1980 aUa Camera in risposta alle interrogazioni degli on.li
Spini e De Cataldo. Di ciò i nostri lettori sono già al corrente.
E’ interessante rilevare che la
delegazione del sen. Gonella si è
riservata di riferire agli uffici
della Presidenza del Consiglio
sull’esito dell’esame fatto circa
dette rettifiche e di nrendere
l’iniziativa per una nuova riunione che, dato lo stato della situazione, si dovrebbe ritenere conclusiva.
La ripresa della trattativa —
del resto annunciata nella risposta governativa alle interrogazioni su riferite —- ha posto in evidenza il nuovo carattere della delegazione governativa che sembra agire ora, per quanto concerne l’esame delle rettifiche, quale
consulente esperto per conto della presidenza del Consiglio.
Il nuovo governo Cossiga in
data 14 aprile ha nresentato alle
Camere il suo programma. Nel
discorso del Presidente, sulTargomento che ci interessa, si rileva quanto segue:
« Tra i problemi istituzionali
che il Governo intende condurre
rapidamente a soluzione vi sono
anche quelli della revisione del
concordato con la Santa Sede e
delle intese con i culti diversi da
quello cattolico.
Per la revisione del concordato
il Governo procederà ora alla valutazione dei risultati della trattativa, condotta con grande impegno, prudenza politica e alta
competenza giuridica dalla commissione Gonella; prenderà i necessari contatti politici con la
Santa Sede per giungere, previe
le opportune consultazioni con le
parti politiche,
conclusione.
alla definitiva
Quanto alle intese con i rappresentanti della Chiesa valdese
e della Confessione metodista ad
essa collegata, allo schema di accordo già elaborato sono state
proposte limitate modifiche da
parte dei rappresentanti di detti
culti; schema di accordo e relative proposte aggiuntive sono
state diramate ai Ministeri competènti per il necessario parere,
al fine di giungere rapidamente
ad apportare alla legislazione vigente le conseguenti modifiche.
Il Governo dichiara la propria
disponibilità ad intese con altre
confessioni, ove ne sia richiesto
e ne ricorrano i presupposti ».
E’ interessante notare la diversa impostazione che nel programma governativo vien data
al problema della revisione del
Concordato, la cui elaborazione
richiede ancora varie fasi di passaggio di notevole rilievo e di
esito incerto; mentre per la questione delle intese tutto sembra
ormai impostato per una felice
e forse prossima soluzione.
Le rettifiche chieste
non sono più ostacolo
Tra i vari punti toccati nel discorso del Presidente è da notare la diversa valutazione circa la
portata delle rettifiche proposte
al testo dell'intesa dalle nostre
chiese.
Mentre dalla risposta data il
17 marzo si sarebbe potuto arguire che il governo valutasse in
termini di difficoltà la portata
delle dette rettifiche ai fini di pervenire alla stesura del testo definitivo deirintesa, ora appare del
tutto chiaro ed evidente che anche per il governo si tratta di
« limitate modifiche », il che lascia supporre ohe esse non costituiscono ostacolo alla definizione della trattativa; tant’è che
anche su di esse la presidenza ha
inteso richiedere il parere, per
quanto di competenza, ai ministeri direttamente interessati ai
pastorale
I suoi figli erano venuti da lontano: emigrati da tempo,
erano tornati per salutarlo, forse per l'ultima volta. Ed ora
erano tutti lì, nel dammuso, con la porta aperta sulla strada
dalla quale entravano ed uscivano i nipotini, troppo vivaci per
rimanere composti in casa, troppo piccoli per capire la tristezza di questo incontro. Abbiamo letto insieme un passo dalla
Bibbia e abbiamo pregato. E quando dico insieme, intendo
dire proprio insieme. Subito dopo la mia preghiera, infatti,
con un certo .sforzo si è messo seduto sul letto, ed anche lui
ha voluto pregare. Era successo già altre volte, in occasione
di altre visite, dato che era malato da tempo. Ma questa volta,
anziché dire parole sue, ha cominciato a ripetere frasi tratte
dai Salmi; invocazioni di soccorso, espressioni di lode o di
riconoscenza al Signore. Preghiere antiche, frammenti e tracce di un discorso, di un dialogo con Dio, costruito da generazioni e generazioni di credenti; non forme liturgiche fissate
una volta per sempre, ma domande e risposte, interrogativi
e certezze che scaturiscono dal nostro incontro, dall’incontro
dell'uomo, con il Signore vivente. E poi, per finire ha ripetuto
le parole del « giuramento di Sibaud »; « Le mani alzate al
del, questo è il suolo ove i padri... ».
Perché questa reminiscenza, in questa terra così lontana
dalle Valli? mi sono domandato in quel momento e nei giorni
successivi. Che senso aveva ripetere un canto al quale oggi
non sappiamo attribuire alcun valore particolare? Certo giocava molto il ricordo probabilmente del periodo passato nelle nostre scuole. Però al di là di ogni possibile ipotesi, mi è
parso dopo ci fosse qualcosa di molto grande e bello: il filo
che lo univa al popolo dei credenti, passava attraverso la testimonianza della nostra chiesa, di questa piccola minoranza
che tuttavia era stata resa capace di portare una luce fino in
questo sperduto dammuso.
Al funerale, svoltosi alcune settimane dopo, mi è sembrato giusto riprendere le parole dell’apostolo: « ...l’Iddio che
disse: Splenda la luce fra le tenebre, è quel che risplendé net
nostri cuori affinché noi facessimo brillare la luce della conoscenza della gloria di Dio che rifulge nel volto di Gesù Cristo.
Ma noi abbiamo questo tesoro in vasi di terra » (2 Cor. 4: 6 s.).
Pubblichiamo in questa rubrica, in forma anonima, brevi
esperienze e riflessioni del ministero pastorale evangelico.
singoli argomenti trattati nell’intesa.
Il fatto che il Presidennte abbia già annunciato il « fine di
giungere rapidamente ad apportare alla legislazione vigente le
conseguenti modifiche », lascia intuire l’intendimento di concludere la questione senza altre more.
Si avvicina pertanto il momento in cui sarà data finalmente attuazione concreta al terzo comma dell’art. 8 della Costituzione
della Repubblica.
Su quanto abbiamo sopra precisato l’on.le Valdo Snini ha fatto apposita dichiarazione che
pubblichiamo a parte.
Giorgio Peyrot
Le dichiarazioni programmatiche del nuovo governo Cossiga
sono, finalmente, più precise sul
problema della definitiva conclusione dell’Intesa tra Stato italiano e Chiesa evangelica Valdese
e Metodista, che costituirebbe la
prima attuazione dell’art. 8 della Costituzione.
A differenza di quanto il precedente governo aveva dichiarato alla Camera il 17 marzo u. s.
in risposta ad una interrogazione socialista in proposito, U Presidente del Consiglio ammette
oggi che le modifiche richieste
dalla Chiesa evangelica Valdese
Metodista all’accordo convenuto
tra le commissioni rappresentanti le due parti fin dal 4 febbraio 1978, sono “limitate”. Nella precedente occasione dette
modifiche erano state definite di
rilevante portata, e ad esse si era
addossata la responsabilità della mancata stipulazione ufficiale
del testo dell'Intesa stessa.
Il governo annuncia altresì che
sia lo schema di accordo che le
modifiche « sono state diramate
ai Ministeri competenti per il necessario parere, al fine di giungere rapidamente ad apportare
alla legislazione vigente le conseguenti modifiche » e che « dichiara la propria disponibilità ad
intese con altre confessioni, ove
ne sia richiesto e ne ricorrano i
presupposti ».
Tali dichiarazioni sono da accogliere con vigile soddisfazione.
Con soddisfazione, perché le numerose iniziative socialiste (il
PSI è stato l’unico Partito, se si
eccettuano i radicali, a prendere
posizione ufficiale in materia)
hanno trovato uno sbocco adeguato negli accordi di governo.
Con vigilanza, per impedire che
tutta la materia segni di fatto
il passo in attesa della conclusione del Concordato con la Chiesa
cattolica, vicenda aperta ormai
da parecchi anni e condotta su
principi e criteri diversi da quelli, scevri da ogni privilegio giuridico od economico, che ispirano l’Intesa con la Chiesa Evangelica Valdese e Metodista.
Valdo Spini
____________IN MARGINE A DUE RECENTI PUBBLICAZIONI
L’opuscolo, un agile
strumento di testimonianza
L’opuscolo, come agile strumento di testimonianza, ha una
gloriosa tradizione nel protestantesimo, anche italiano; quanttmque negli ultimi decenni sia stato un po’ messo da parte, almeno a livello delle chiese « storiche ». Tra i motivi di questa
eclissi, la « modestia » del mezzo, col suo schematismo espressivo, in un momento che ha visto
privilegiare l’approfondimento
teologico e /culturalecon tutti i
distinguo, le problematicità, il biscgno di analisi approfondite e
articolate); e il frastuono prodotto dall’irrompere dei mezzi audiovisivi. Oggi però ci si rende
meglio conto che la carta stampata continua a ricoprire un ruolo originale, primario e insostituibile e che anche l’opuscolo di
propaganda esercita la sua efficace funzione nel complesso lavoro di testimonianza.
Nel fervore di iniziative evangelistiche che caratterizza il momento attuale, ecco ora inserirsi
la pubblicazione di due opuscoli : « / cristiani evangelici — chi
sono, cosa pensano » (a cura delle Chiese valdesi e metodiste di
Abruzzo e Molise) e « Sono evangelico » (a cura de « La Scuola
domenicale »). Destinato al pubblico esterno il primo, ai ragazzi
evangelici e ai loro genitori il secondo (con finalità didattiche,
per addestrare a una seppur elementare « controversia »); ma
c’è da scommettere che anche
quest’ultimo finirà in mani esterne. Un’analisi sistematica della
loro forma e del loro contenuto
mi sembra finirebbe per risultare lavoro troppo minuzioso, disorganico e parzialmente ripetitivo. Poiché d’altra parte recensire significa dare un giudizio
sulla base soprattutto di criteri
personali, penso possa essere più
sistematico esporre i principi
che terrei presenti, dovendo redigere io un opuscolo destinato
all’esterno; con l’avvertenza che
alcuni sono valutazioni soggettive, altri sono riferimenti a precisi canoni sintattici della comunicazione.
Partire dall’analisi
della situazione
Anzitutto un aspetto formale.
Oggi il grande sviluppo della grafica ha imposto anche ai livelli
più modesti di pubblico l’acquisizione di un certo gusto estetico; non tenerne conto, con improvvisazioni troppo artigianali
o « fatte in casa », può scoraggiare preliminarmente la lettura.
Riguardo al contenuto, occorre
tener presente che con un mezzo
come l’opuscolo è opportuno tra
smettere solo pochissimi concetti fondamentali (da ripetere magari più volte, seppur con parole
diverse, perché restino bene impressi). Rinuncerei perciò ad argomenti magari significativi, ma
certo non basilari, che toccano
molto marginalmente la gente e
vengono per lo più percepiti come poco coinvolgenti, minuzie
casistiche a livello di curiosità
anedottiche (tipo croce-crocifisso,
purgatorio, sacramenti, celibato
dei prèti, e perfino il classico
« cavallo di battaglia » del culto
alla Madonna e ai santi). Voglio
dire che nessuno, ancorché disposto a darci ragione su singoli
punti, verrà mai « convertito »
con argomentazioni del genere.
Un approccio concreto dovrebbe
partire da una analisi della situazione che tenga conto degli
atteggiamenti prevalenti presso
il « pubblico » che vogliamo raggiungere. In mancanza, per il
momento, di dati di prima mano, prendiamo come punto di
partenza quelli di una interessantissima ricerca demoscopica
con campione rappresentativo,
condotta da don Silvano Burgalassi, docente alla Gregoriana di
Roma (v. Responsabilità di testimonianza, di A. Ribet, « La Luce» 23.11.’79). Da essa risulta tra
l’altro che, a fronte di una « minoranza » di cattolici praticanti
del 30 per cento, ben il 50 per
cento della popolazione italiana
crede in Dio, ma rifiuta la Chiesa romana. Inoltre « molti di
quelli che oggi si considerano
atei (20 per cento), in realtà sono solo persone che rifiutano la
Chiesa romana e quindi si considerano atei, anche se in loro c’è
una sete di spiritualità ». Sarebbe interessante sapere perché la
maggioranza della popolazione
italiana accetta 1’esistenza di Dio
(che « è già una porta aperta per
ricevere l’annunzio dell’Evange
10 »), ma rifiuta la Chiesa cattolica; e soprattutto che cosa rifiuta di essa. Da ciò ohe si sente
dire in giro, sembra che il rifiuto
abbia come oggetto soprattutto
11 principio àeW’autorità gerarchica (che urta con la coscienza
moderna, sostanzialmente ugualitaria e democratica) e il ritualismo (considerato come espressione di religiosità primitiva e
formalista). Del resto non c’è da
stupirsi che un Paese dove anche
la cultura media è stata così profondamente influenzata da un
lato dall’ idealismo crociano e
dall’altro dal marxismo (in una
delle sue espressioni migliori,
quella gramsciana) formuli una
domanda religiosa — seppur in
forma latente — sostanzialmente
« adulta ». Personalmente sono
convinto che sotto un certo
aspetto questo cinquanta e più
per cento di italiani che accetta
Dio ma non la Chiesa di Roma
sia in termini religiosi molto più
avanti dell’altro trenta per cento
di cattolici praticanti, anche se
finora non ha avuto occasione di
esprimersi, perché non ha trovato nessuno che gli prestasse la
voce.
Tre concetti primari
Per questo vedrei il mio opuscolo ideale accentrato su tre
concetti primari (dei quali tutto
il resto finisce per essere corollario) che, non a caso, costituiscono i capisaldi del cristianesimo
riformato. La Parola (nuda, nella
sua _ perennemente attuale essenzialità e universalità, liberata da
tutte le sovrastrutture « religiose » del ritualismo e del potere,
riscoperta nella sua purezza originaria); il sacerdozio universale
(che restituisce all’uomo la sua
dignità e la sua libertà, ponendolo di fronte a Dio senza intermediari); il libero esame (che interpreta così fedelmente le esigenze attuali, col suo spirito « umano », dignitoso e problematico di
ricerca e Fanti-apriorismo dogmatico). In secondo luogo troverei opportuno evidenziare la concezione evangelica di chiesa, fondamentalmente diversa da quella cattolica. Poi, come opportunamente fatto nell’ opuscolo
abruzzese molisano, preciserei
l’atteggiamento del cristiano evangelico di fronte alla politica
e prenderei nettamente le distanze dai movimenti settari, così nocivi alla diffusione dell’Evangelo.
Coinvolgere
il lettore
Infine un dettagio tecnico che
ha però una rilevante importanza; un invito diretto all’azione
del lettore, con indicazioni di luoghi e orari di culto e di responsabili da contattare, come opportunamente è stato fatto ne « I
cristiani evangelici ».
Per coloro che possono considerare troppo impegnativo tale
contatto diretto, o per varie ragioni ne sono impediti, sarebbe
opportuno offrire l’invio di ulteriore materiale, per esempio un
corso biblico o catechismo per
corrispondenza. Ma qui sorge un
nuovo problema, quello di redigere tale corso. Un problema che
cornunque bisognerà prima o poi
decidersi ad affrontare, anche in
previsione di altri scopi, come ad
esempio quello di suscitare un’occasione di contatto diretto con
gli ascoltatori della radio e della
televisione.
Aurelio Penna
5
2 maggio 1980
LE DROGHE CHE UCCIDONO - 2
Gli alcoolici in Italia: i consumi
In Italia nel 1941 si sono consumati prò capite in media 63 litri di
vino, nel 1961 la cifra è salita a circa 120 litri; il consumo di birra è
passato negli stessi anni da 2 litri prò capite a 6 litri; i superalcoolici,
considerando il loro valore in alcool puro, sono saliti da 0,3 litri di alcool
per persona nel 1941 a 1 litro e mezzo nel 1961,
Traducendo in cifre percentuali possiamo dire che nell’arco di 21
anni il consumo di vino è aumentato del 100%, quello della birra del
200%, quello del superalcoolici del 400%. E ancora considerando il valore complessivo, cioè sommando la quantità di alcool contenuta nel vino, birra e superalcoolici consumata per persona, si è passati dai 6,40
litri del 1941 ai 13,80 litri del 1961, con un incremento del 110%.
Nel 1973 si sono avuti i seguenti consumi: vino litri 109,3 prò capite, birra 13,7, alcool dei superalcoolici 2,2 litri, per un consumo globale
tradotto in alcool puro di 13,67 litri prò capite. Nessuna variazione nel
consumo complessivo dunque rispetto al 1961: solo una differenza per
ciò che riguarda la qualità: si sono consumati più superalcoolici, rispetto
al vino e alla birra. Questo può essere dovuto al fatto ohe la pubblicità
insiste maggiormente sulle bevande a più alto contenuto di alcool condizionando i gusti della popolazione.
È positivo constatare che il consumo di alcool negli ultimi 20 anni
è ri masto Invariato e questo dato dovrebbe spingere all'ottimismo. Non
dobbiamo però dimenticare che proprio in questi anni sono state intro
dotte in modo più massiccio le grandi droghe che possono aver avuto un
ruolo concorrenziale nei confronti dell'alcool.
Per quanto riguarda l'incidenza del numero degli alcoolisti nella popolazione è difficile avere dati sicuri. Infatti gli alcoolisti vengono riconosciuti come tali solo quando sono andati incontro ad una delle tante
complicazioni; a causa di ciò si finisce col considerare soltanto le presenze negli ospedali e nei reparti neuropsichiatrici.
Nel 1957 la percentuale di alcoolisti negli Ospedali Psichiatrici è
stata deH'11,34%, mentre nel 1974 deH'11,33%.
Volendo citare dati locali nei 1976 i ricoveri, per complicanze da alcoolisme, presso l’Ospedale Valdese di Pomaretto sono stati il 18,56%,
nel 1977 H 14% e nel 1978 pari al 14,32% su una media di ricoverati totale di 950 malati circa per anno.
Queste percentuali stanno a significare l'importanza ohe il fenomeno
riveste sia sul territorio nazionale che in sede locale, e la necessità di
cercare con urgenza dei programmi d'intervento atti a ridurlo per il
futuro.
Questa pagina è stata curata dal dott. Pierangelo Baschera.
La prima pagina di questa serie, sull'eroina, è comparsa sul numero
del 14 marzo a cura del dott. Marco Ricca.
La terza, sul tabacco, a cura della dott.ssa Nice Impallomeni Malocchi sarà pubblicata su uno dei prossimi numeri.
Dimmi quanto bevi...
Perchè beve l’alcoolista
« L’alcoolismo è l’abitudine a bere smodatamente bevande alcooliche, che determina un gran numero di alterazioni fisiche e psicologiche, e disturbi del metabolismo che provocano il fenomeno della
tossicodipendenza ».
Questa la definizione che l’Organizzazione Mondiale della Sanità propone per l’alcoolismo ; in altre parole è la dichiarazione con cui l’alcool viene incluso tra le sostanze definite droghe e l’alcoolismo considerato una vera e propria tossicomania.
Le bevande alcooliche possono essere
divise in tre gruppi: le birre che contengono dal 3 al 4% di alcool, i vini che contengono dal 7 al 20%, ed i liquori dal 30
al 65% o più.
Meno facile è stabilire la quantità giornaliera oltre la quale si possa parlare di
introduzione smodata, perché questa dipende da fattori individuali, ambientali,
lavorativi: un solo bicchiere di vino può
ubriacare una donna fragile e delicata,
mentre un paio di grappini non sono
nulla per un robusto montanaro. Se è
difacile quantificare l’eccesso sporadico,
si ritiene comunemente che con l’introduzione fino a 40 grammi di alcool al giorno
non si manifestano disturbi anche dopo
molto tempo, mentre per quantità che si
avvicinano ai 160 grammi il rischio di incorrere col passare degli anni in alterazioni fisiologiche e psicologiche o nel fenomeno della tossicodipendenza sia molto
elevato.
Occorre precisare che 40 grammi di alcool sono contenuti in circa 500 grammi
(mezzo litro) di vino da tavola, e che i
160 grammi, che costituiscono la dose
giornaliera sicuramente tossica, si trovano in 2 litri di vino.
Effetti devastanti
È la quantità totale di alcool introdotta
che ha valore, e questa deve essere considerata indipendentemente dalla bevanda
con la quale viene assunta. Spesso capita
di sentire persone che pur ammettendo
di essere dedite al vino aggiungono « però bevo vino genuino » oppure « bevo vino che produco io, con la mia uva » come
se l’alcool del loro vino fosse meno nocivo
di qualsiasi altro alcool, se assunto in
grande quantità. Nulla di più sbagliato:
l’alcool è sempre alcool ed ha le stesse
proprietà qualunque sia la sua provenienza. Gli effetti a lunga distanza si manifestano a carico di tutto l’organismo :
il volto dell’alcoolista è congesto, arrossato, con una quantità di piccoli capillari
alle guancie e nel naso ; la voce è roca ; la
cute spesso è sede di emorragie con formazioni di macchie rosso-bluastre. Lo stomaco va incontro ad uno stato irritativo,
con disturbi digestivi, nausea, vomito, così
che l’alcoolista non si alimenta con regolarità compromettendo ancor di più il
quadro della nutrizione. Nel sangue aumenta il contenuto di grassi che facilitano le malattie delle arterie. Il fegato subisce una degenerazione destinata a complicarsi in uno stato di cirrosi irreversibiie che comporta l’insorgenza di edemi,
ascile con distensione dell’addome per
raccolta di grandi quantità di liquido, e la
presenza di varici in varie sedi che sono
spesso causa di emorragie molto gravi.
I muscoli vanno incontro ad atrofia con
riduzione di volume dando aH’alcoolista
un aspetto scarno e malaticcio. Il cuore
spesso può essere interessato e presentare uno stato di insufficienza che rende
precaria la sopravvivenza stessa del soggetto. I nervi periferici sono colpiti da uno
stato degenerativo che determina una polinevrite con tremori, crampi, difficoltà alla deambulazione. Anche l’apparato genitale viene interessato così che nella donna si manifesta sterilità e nell’uomo impotenza.
Questi i disturbi a carico dell’organi
smo, accanto ai quali ne esìstono altri di
tipo psichiatrico: tra questi la allucinosi
alcoolica, con stato dì ansia intensa, sogni terrificanti e allucinazioni paurose; la
paranoia alcoolica in cui domina il tema
della gelosia verso il coniuge, così che
spesso il comportamento dell’alcoolista
neH’ambito della famiglia divepta violento e cattivo. Alla fine i disturbi psichici
possono condurre ad un vero e proprio
stato demenziale con deterioramento intellettuale ed affettivo.
Per tutte queste situazioni è ammessa
la possibilità di ritorno alla norma, solo
però nell’eventualità che si possa procedere ad una radicale disintossicazione del
bevitore e ad una successiva totale e persistente astinenza dall’alcool.
L’alcool è una droga e come tutte le droghe determina uno stato di tossicodipendenza. La dipendenza secondo l’O.M.S. è
« uno stato psichico, qualche volta anche
Non esiste una classificazione degli alcoolisti che possa soddisfare tutte le numerose sfumature che ogni singolo caso
rappresenta. Molto semplicisticamente si
sogliono considerare due gruppi: nel primo quelli che sono diventati alcoolisti per
abitudine e di conseguenza sono dei soggetti « normali », nel secondo quelli che
lo sono diventati a causa di squilibri psichici.
Bere per abitudine
Si può senz’altro ammettere che nella
nostra popolazione esiste un’abitudine a
bere bevande alcooliche: basti pensare
che il vino viene considerato come un rimedio per l’anemia e si dice che faciliti
la montata lattea e aiuti la digestione.
Coloro che non bevono vengono considerati poco « uomini »; esistono usi secon
fisico, dovuto ad una interazione tra un
organismo vivente e un farmaco, caratterizzato da un comportamento particolare
che comprende sempre lo stimolo ad assumere la sostanza o continuamente o a
periodi per sfruttarne i suoi effetti psichici e qualche volta per evitare i disturbi
dovuti alla sua mancanza ».
Questa dipendenza si manifesta in tutta
la sua drammaticità in occasione di periodi di astinenza per mancanza o impossibilità a procurarsi l’alcool. I fenomeni
più noti sono rappresentati dai tremori,
soprattutto alle mani, più o meno intensi, a volte tali da impedire al soggetto
l’atto di vestirsi o di portare il bicchiere
alle labbra, le convulsioni che ricordano,
per la grande somiglianza, quelle del grande male epilettico.
Ma il più clamoroso è il Delirium tremens, caratterizzato da disorientamento
temporale e spaziale, visioni terrificanti
di piccoli animali che invadono tutto l’ambiente e salgono sul corpo stesso dell’alcoolista; ancora allucinazioni uditive, voci
minacciose, pensieri deliranti, il tutto accompagnato da grave stato emotivo e di
timore, ansia ed agitazione che possono
sfociare addirittura nella morte.
do i quali non si rifiuta un bicchiere di
vino così come non si rifiuta una tazzina
di caffè; porgere un bicchiere di vino era
ed è un’usanza antica delle nostre campagne ed è così radicata nel costume che
viene praticata anche nell’ambiente urbano con bevande ad alta gradazione alcoolica. Ogni riunione di amici, studenti, vecchi compagni di scuola o d’armi, ogni festeggiamento insomma incomincia e finisce con delle bevute a volte veramente
solenni. Si sente spesso chi manifesta
l’idea di prendersi u»a bella sbornia se
gli andrà bene il tale affare, se vincerà
un premio o se nascerà un figlio maschio.
Ancora in certi lavori, specie in quelli
che si svolgono in mezzo alla polvere o
nel caldo come fuochisti, minatori, stradini, muratori, contadini, il bere fa parte
di un costume o di una necessità, e coloro che non vi si adeguano possono essere
guardati con sospetto e sottoposti a pressioni da parte dei compagni o dal bisogno di non sentirsi diversi.
Nella pratica medica capita di incontrare persone che si vantano di non avere rivali in fatto di bere e che con orgoglio denunciano un numero notevole
di litri di vino bevuti ogni giorno senza
Alcoolismo e società
Il costo del fenomeno dell’alcoolismo
in termini morali e materiali è molto
alto per la società.
La disgregazione familiare ha conseguenze dirette nel coniuge e sui figli, che
a loro volta si riflettono su tutto il contesto sociale. Il decadimento delle condizioni di salute rappresentano un aumento delle spese per la famiglia ma anche un aumento di spesa per la società
che deve spesso farsene carico.
Inoltre il bevitore è facilmente coinvolto in scandali, partecipa a risse o
commette atti asociali che turbano la
tranquillità pubblica. Secondo dati statistici il 25% degli incidenti stradali è
determinato da automobilisti in stato di
ebrezza. Il 65% dei soggetti ammalati
di cirrosi epatica sono alcoolisti, e se si
considera che tale malattia conduce ad
una pressoché totale invalidità si vede
quanto grande sia il peso per gli alcoolisti e per la società che dovrà sostenerli.
Sempre secondo dati statistici il 20%
delle nascite di bambini deficienti sarebbe dovuto aH’alcoolismo dei genitori.
Ancora l’alcoolismo viene indicato come causa di gran parte delle assenze e
degli incidenti sul lavoro.
Se questo è il peso che la società deve
sostenere a causa degli etilisti, certo questi non vengono ripagati con miglior moneta. Innanzi tutto mentre verso i fumatori c’è un atteggiamento di comprensione e per i dediti alle droghe c’è grande
interesse, verso gli etilisti l’unico sentimento è quello di riprovazione; l’alcoolismo viene considerato per lo più un
(continua a pag. 10)
patirne alcun disturbo. Come se non bastasse l’abitudine a bere viene stimolata
dalla pubblicità: la martellante propaganda a favore di certi amari, digestivi,
aperitivi, alcoolici in genere di cui siamo
continuamente oggetto, ha determinato
un notevole aumento nei consumi di bevande superalcooliche. Il tutto trova una
motivazione nell’interesse che produttori
e venditori di alcoolici hanno nello smerciare i loro prodotti, e non c’è da stupirsi se ogni iniziativa contro l’abuso dell’alcool verrà osteggiata o fatta miseramente fallire.
Bere per reazione nevrotica
Non sono solo però fattori culturali o
l’abitudine al bere che spingono molte
persone ad abusare dell’alcool.
Si è accennato prima ad un gruppo di
bevitori che diventa tale in seguito a squilibri psichici. L’alcool può essere considerato altamente anestetico e selettivo
nei riguardi delle funzioni nervose superiori, sulle quali determina un effetto depressore: il senso dì euforia, di forza, di
facilità di parola, il coraggio che accompagnano gli stati di « ebrezza » non sono
dovuti ad un’azione eccitante diretta dell’alcool, ma piuttosto all’azione deprimente sui centri nervosi superiori che presiedono alle funzioni di vigilanza, di critica, di autocontrollo e così via. L’alcool
bloccando queste funzioni determina uno
stato di disinibizione di cui fanno parte
appunto l’euforia, una visione « rosa » della vita in quanto situazioni che prima erano causa di stress o di affanno non hanno più tale effetto su un cervello incapace di valutare le cose nella loro giusta
importanza.
L’alcool in questo caso viene usato come strumento per affrontare e superare
le difficoltà della vita di ogni giorno, con
tutte le sue insoddisfazioni, delusioni e
frustrazioni.
Tutto ciò sembra tanto più vero quanto più si constata che nella società moderna la capacità dell’uomo di lottare e
soffrire diminuisce con Taumentare dell’ansia provocata dal tecnicismo. La complessità della vita di ogni giorno, priva di
prospettive, angosciata dai pericoli, dalla precarietà e sempre più carente di valori morali crea uno stato d’ansia che fa
desiderare l’evasione, la fuga con qualsiasi mezzo: l’alcool ne rappresenta uno,
ma ne esistono altri, il fumo, la droga,
ecc.
Mentre i bevitori occasionali o per motivi di abitudine sono in grado di smettere o di ridimensionare in limiti tollerabili la loro inclinazione, i bevitori che
sono diventati tali per una reazione nevrotica sono quelli che solo con grande
fatica e con l’aiuto di altri possono farlo.
L’alcoolista non è dunque un individuo
dedito ad un vizio, come spesso viene considerato, ma è piuttosto un ammalato,
qualche volta nell’animo, sempre nel corpo: la sua è una malattia complessa ma
curabile, purché si arrivi in tempo, oppure prevenibile se solo si ponesse maggior
attenzione alle varie situazioni che spingono l’alcoolista verso la sua droga.
Da qualche anno è diventato più frequente l’alcoolismo tra le donne ed i giovani. Anche qui si tratta spesso di persone con una attività instabile che hanno adottato l’alcool come mezzo per superare le difficoltà dell'esistenza. Costoro
spesso consumano in segreto la loro porzione di alcool giornaliera e solo molto
tardi vengono riconosciuti come bevitori
tra la meraviglia di tutti. Cosi pure sono
molti gli anziani che dopo una vita di
lotte, giunti prossimi alla fine, vedendo vane le speranze e miseri i risultati di molte fatiche, cedono alla abitudine al bere
proponendo a tutti la tanto esecrata figura del vecchio beone.
6
2 maggio 1980
cronaca delle valli
ALLE VALLI OGGI
COMUNITÀ’ MONTANA VAL PELLICE
PERRERO
Onesti Gli ospedali della nostra zona
valdesi
Intervista a Danilo Rivoira, assessore ai servizi sociali, sulla situazione socio-sanitaria
I partiti in questi giorni sono
impegnati nella stesura dei programmi elettorali e nella scélta
dei candidati per il comune, la
provincia, la regione.
Sulle candidature si discute
molto. E’ importante, si dice,
che i candidati siano persone
oneste. Gli scandali, grandi e piccoli, cui abbiamo assistito in
questi anni hanno trasferito il
dibattito dal piano della politica
a quello della morale. Bisogna
rallegrarsi di questo: finalmente
gli eletti sanno che dovranno rispondere non solo della linea
politica del partito, ma anche del
loro comportamento pratico.
Mec questo ragionamento dei
partiti affronta solo un aspetto
del problema: la responsabilità
personale del singolo.
Vorrei invece che anche un altro aspetto venisse affrontato: la
questione del modo di gestire la
cosa pubblica, la non corrispondenza tra le scelte affermate nei
programmi elettorali e i fini realizzati, le priorità delle scelte. Il
malgoverno, le corruzioni, non
sono solo il frutto di scelte e di
interessi personali, ma di un sistema di potere che diventa corruzione, perché chi è al potere
sceglie la corruzione come forma di mantenimento del potere.
E questo non solo a livello del
governo centrale o regionale, ma
anche a livello comunale.
II giudizio non deve quindi riguardare solo il singolo candidato ma l’insieme del partito, il
modo con cui ha gestito e intende gestire il potere, la trasparenza degli atti amministrativi, il
controllo democratico sulla gestione del potere.
Qui alle valli i partiti discutono anche di candidature che debbono essere « valdesi ».
Sono d’accordo che i valdesi
— al pari di altri — abbiano la
possibilità di candidarsi e fare
la loro battaglia politica. Non
sono d'accordo invece col ragionamento che è alla base della ricerca delle candidature valdesi:
« bisogna che siano valdesi, per
avere i voti dei valdesi ». Cosa ha
di diverso un valdese da un altro
cittadino? La fede in Gesù Cristo e la vita comunitaria nella
Chiesa Valdese. Una chiesa che
attraverso i secoli, in queste valli, ha saputo essere radicata nella storia degli uomini. Una fede
che attraverso l’« agape » ci fa
essere, nella fatica quotidiana,
solidali delle speranze degli uomini e quindi anche impegnati in
politica. Ma una fede che, proprio perché ci impegna nel servizio agli altri, ci impedisce una
visione dèi mondo in componenti, per cui ci sarebbero oltre che
i settori sociali, anche « i valdesi ».
La chiesa valdese, la comunità, non può accettare questa proposta fatta da alcuni partiti, cercare nella rappresentatività nelle istituzioni una soluzione al
problema della sua testimonianza a Cristo e dell’appello alla
conversione.
Dobbiamo essere una comunità che sa annunciare l’evangelo
nella concretezza della vita e
quindi anche nella politica, e
quindi una comunità che discute
di politica. Ma sappiamo che
non esiste una politica valdese,
al di fuori dell’appello alla conversione e della testimonianza a
Cristo il Signore.
Per questo credo che non sia
giusto che chi di noi sarà candidato alle prossime elezioni accetti la definizione di candidato
valdese. Saremo candidati del
partito e della lista xy, con il
programma xy e su questo chiederemo il voto: Il nostro essere
credenti ci vaccina da ogni tentazione integrista, e ci permette
di condurre una battaglia politica laica fino in fondo.
Giorgio Gardiol
— La Giunta Regionale ha recentemente approvato la proposta di Piano socio-sanitario per
il triennio 1980-1982, che ha creato qualche preoccupazione. Cosa ne pensa?
— Dirò subito che è appimto
una proposta da discutere e da
confrontare prima di essere portata all’approvazione della prossima assemblea Regionale « aperta», come è stato detto. Si pone
obiettivi ambiziosi, centrati sulla educazione sanitaria, la prevenzione, una cura efficace e rapida in poliambulatori ed in
ospedali, quando i servizi sul
territorio non siano più sufficienti.
Nella proposta sono contenuti
tre progetti-obiettivo, che riguardano la tutela della salute materno-infantile e della salute sui
luoghi di lavoro, oltre al «progetto anziani». Per i prossimi 3
anni il risultato più rilevante sarà la gestione di tutto ciò da
parte delle Unità seinitarie locali, vicine e controllabili, in luogo delle lontane gestioni precedenti, divise a compartimenti
stagni.
— Sarà la Comunità Montana
responsabile della gestione della Unità Sanitaria Locale?
— Sii, la gestione spetta al Consiglio e alla Giunta della Comunità Montana Val Pellice, in
quanto la ULS 43 comprende gli
stessi 9 comuni della Comunità,
e cioè Angrogna, Bibiana, Bobbio Pellice, Bricherasio, Luserna, Lusernetta, Rorà, Torre Pellice e Villar Pellice.
— Avete già incominciato a
lavorare in tal senso?
— Si Ci occupavamo di problemi sanitari già prima della
Riforma; ricordo il servizio consultoriale, quello odontoiatrico,
l’intervento per la riabilitazione
e, ultimamente, il lavoro dell’Unità di Base per la tutela della
salute in ambiente di lavoro.
Come conseguenza della nuova legge, poi, dal 1° aprile abbiamo istituito il servizio di guardia medica notturno, prefestivo
e festivo.
Il calendario prevede per la fine di giugno la gestione, tra l’altro, della medicina extraospedaliera e da ottobre anche di quella ospedaliera.
— Veniamo appunto agli ospedali. Che ne sarà delle nostre
strutture?
— Ho seguito con interesse il
dibattito che si è svolto sull’Eco
delle Valli su questo argomento.
Ricordo che ci sono in Valle 2
ospedali: quello Valdese, con 78
posti letto, e quello Mauriziano
che ne ha 34.
La proposta di Plano prevede,
in linea teorica, che un ospedale
abbia 4 divisioni, e cioè Medicina, Chirurgia, Ostetricia e Pediatria, per un minimo di 176
posti letto, sebbene la divisione
ottimale venga individuata in 400.
— Nessun ospedale della Valle
ha quelle dimensioni!
— È vero, ma sono previste 3
deroghe: la ridotta densità territoriale della popolazione, la
percentuale di abitanti al di sopra di 500 metri sul livello del
mare, e soprattutto, l’incidenza
della popolazione ultrasessantenne, più frequentemente soggetta a ricovero ospedaliero. In
valle il 26% della popolazione
ha più di 60 anni, uno dei dati
più alti dell’intera Regione.
— Quali sono quindi le prospettive?
— Per quanto riguarda l’immediato futuro, la « Proposta di
Piano » equipara l’Ospedale Valdese e quello Mauriziano agli
ospedali « sussidiari » e ne prevede il funzionamento così, come
sono oggi, in quanto la chiusura
determinerebbe una situazione
insostenibile. Per quanto riguarda il <( domani », la mia opinione è che sia non solo possibile
ma necessario mantenere un
ospedale con posti letto nella
Valle.
Ciò per due motivi, l’uno economico e l’altro sociale: sul piano economico il costo di un giorno di degenza all’ospedale Valdese è di L. 38.000, mentre all’ospedale Agnelli è di circa 70
mila lire.
È inoltre da tutti condiviso il
principio che il ricovero debba
mantenere il paziente il più possibile nel proprio contesto ambientale e culturale, con la garanzia di un’assistenza efficace.
Senza contare che un ulteriore
ampliamento dell’ospedale Civile per far fronte alle nuove richieste lo renderebbe ingovernabile.
— Ma come pensate di utilizzare le strutture della valle?
— Ritengo che l’ospedale di
Valle non possa prevedere le divisioni di chirurgia, ostetricia e
pediatria: i 21.000 abitanti non
giustificano né rendono possibile la spesa delle attrezzature e
del personale necessario ; per
queste esigenze occorrerà rivolgersi, come oggi, al Civile. Ricordo che i fondi per la gestione
della Sanità ci verranno assegnati sulla base del solito rapporto popolazione/territorio, e
quindi dovremo amministrarli attentamente.
È invece perfettamente concepibile una divisione di medicina,
per la quale il Piano prevede una
dimensione di 75 posti letto, e
che abbia, diciamo, la qualificazione che ha ad esempio l’Ospedale di Pomaretto.
In valle dovranno essere inoltre garantite le prestazioni ambulatoriali del tipo di quelle offerte oggi daU’INAM di Pinerolo.
In conclusione, è nostra volontà coinvolgere nella programmazione socio-sanitaria tutte le
risorse, pubbliche e private, per
fornire insieme alla popolazione
un servizio migliore.
In questo senso abbiamo già
accertato l’intenzione di tutte le
forze politiche della Comunità
ad accogliere la disponibilità
tanto della CIOV quanto dell’Ordine Mauriziano, per dare
alle due strutture un posto importante, sia esso ospedaliero o
poliambulatoriale, nel riassetto
dei servizi socio-sanitari della
valle.
a cura di
Fausto Franchino
PINEROLESE
3.000 disoccupati
Sono circa 3.000 i disoccupati
del pinerolese, di cui 1.300 iscritti
al solo Ufficio di collocamento
di Pinerolo. Tra essi il 70% è donna e il 60% ha meno di 29 anni.
Una situazione drammatica che
riguarda quasi il 10% della popolazione attiva del pinerolese. Di
questa situazione si è discusso
in un consiglio comunale a Pinerolo.
Sindacalisti, rappresentanti del
’’collettivo dei disoccupati” hanno denunciato una situazione ormai intollerabile; all’ufficio di
SAN GERMANO CHISONE
Ricordato Oscar Bouchard
Ultima riunione del Consiglio comunale
Nel corso del Consiglio Comunale del 12.4.’80, l’ultimo prima
delle elezioni dell’8 giugno, fra le
altre decisioni sono stati assunti
alcuni impegni di spesa riguardanti: il collegamento della strada Gerbido Verdura, l’appalto per
lo sgombero neve, la meccanizzazione del servizio anagrafe; è stata inoltre raddoppiata la quota
che il Comune versa alla Comunità Montana visto Fampliarsi
dei servizi e delle prestazioni fornite da quest’ultima. E’ stato poi
approvato il progetto per la costruzione di 105 loculi.
Di particolare importanza è
stata l’adozione del « progetto
preliminare del piano regolatore
generale intercomunale » predisposto dall’Ufficio Tecnico della
Comunità Montana.
Per ricordare la figura del Sindaco che per tanti anni ha guidato l’attività dell’amministrazione,
si è deciso di apporre nell’aula
consiliare una targa ricordo e di
intitolare a Oscar Bouchard il
Centro Sociale della Villa Widemann. A tale proposito si ricorda
che nella Villa, oltre alla scuola
materna è già funzionante anche
il Centro Sociale, aperto a tutta
la popolazione e frequentato già
da un buon gruppetto di persone
(orario: martedì e venerdì pomeriggio). Sempre nel Centro, al venerdì sera si ritrova il gruppo
donne; è sperabile che un numero sempre maggiore di persone
partecipi a queste attività.
Al termine della seduta del
Consiglio è stato fatto un consuntivo sui 5 anni di questa amministrazione: da parte di tutti
è stata evidenziata la positività
del lavoro svolto e proprio per
questo il gruppo comunista ha
rnanifestato la propria contrarietà per la decisione del Partito Socialista di non presentare una lista unitaria per le prossime elezioni.
Consiglio
Comunale:
ultima seduta
Il 23 marzo si è riunito per l’ulrna volta in questa amministrazione il Consiglio comunale di
Ferrerò. Si è deciso, tra l’altro, il
potenziamento della rete di illuminazione pubblica. Le vecchie
lampade a incandescenza verranno sostituite con tubi al neon e
in molti villaggi ne saranno aggiunti di nuovi. L’ENEL sta anche procedendo alla sistemazione delle linee elettriche di Maniglia e S. Martino, zone finora servite dalla piccola centrale della
ditta Tessere.
Ancora in tema di lavori pubblici: verranno asfaltate entro il
mese di maggio le strade del centro di Ferrerò dissestate dai lavori della fognatura e sistemata
la piazza principale che ha intorno a sé gli edifici destinati a vari
servizi: uffici comunali, ambulatorio, ufficio postale, biblioteca,
tempio valdese.
Mentre si concludono con il
collaudo i lavori di sistemazione
della frana al capoluogo, la situazione della zona instabile che si
trova sotto al villaggio di Balbencia desta nuovamente preoccupazioni. Dopo il consolidamento del muraglione che (sovrasta la
strada provinciale, i cantonieri
della Provincia hanno già eseguito lavori per portare via l’acqua
che scorre lungo il pendio, ma
ora si rendono necessarie indagini geologiche più annrofondite.
Un muro di argine sarà .anche
costruito a Chiotti, sulla riva sinistra del torrente Germanasca,
a protezione di alcune case che
nelTalluvione di tre anni fa hanno corso un serio rischio.
Con quest’ultima opera, i lavori di arginatura del torrente
rientranti nel piano di pronto
intervento si potranno considerare conclusi.
oggi e domani
collocamento non arrivano più
offerte di assunzioni e quei pochi avviamenti al lavoro che sono fatti hanno le caratteristiche
di ’’passaggi diretti”. Si tratta
cioè di lavoratori già occupati
che vengono assunti direttamente, con l’accordo del precedente
datore di lavoro, senza dover essere iscritti al collocamento.
« E’ un attacco al diritto al lavoro », « E’ un modo per evitare
la legge del collocamento », hanno detto i rappresentanti sindacali. E si sono spiegati. Il collocamento oggi è visto un po’ come
un’agenzia che non risponde alle
esigenze delle aziende: infatti
può accadere che in base alla legge sulla parità il collocatore invii al lavoro indifferentemente
sia uomini che donne in base alla
sola graduatoria. Alcune aziende
— e quasi tutte le maggiori del
pinerolese —- allora si sono date
da fare per trovare forme legali
di assunzione del personale, da
loro precedentemente selezionato: ci sono i passaggi diretti tra
aziende, quasi sempre tra piccole aziende (con meno di 10 operai che hanno la facoltà di assumere nominativamente) che lavorano nell’indotto della grande;
ci sono le assunzioni con la clausola che si tratta di personale per
il turno notturno, scoraggiando
così le domande di donne.
Nc è seguita una discussione
da parte di tutte le forze politiche. Si è convenuto di richiedere
alle aziende di non effettuare,
per quanto possibile, assunzioni
attraverso i passaggi diretti e di
l'ptilsre il lavoro straordinario.
Si è inoltre osservata la necessità
di un miglior raccordo tra formazione professionale e mondo
del lavoro: infatti nel pinerolese
mancano centinaia di infermieri
e tecnici sanitari e la scuola infermieri dell’Ospedale Civile di
Finerolo accetta solo poche domande l’anno.
g-S
• Il distretto scolastico 44 (Pinerolo)
organizza tra il 4 e 11 maggio una
mostra degli allievi delle scuole del
pinerolese sul tema •> manualità, scienza e tecnica nella scuola di oggi ».
La mostra sarà allestita nelle salette deH'ex-Caserma Femilli a Pinerolo.
# Ospedale di Pomaretto - Quale
futuro?
Il Partito Comunista indice una pubblica conferenza in cui illustrerà la
propria posizione venerdì 2 maggio alle ore 20.30 a Pomaretto - Teatro del
Convitto Valdese.
Presenzieranno Consiglieri Regionali,
Amministratori e Tecnici del settore.
# Incontro con la musica classica.
Concerti organizzati dal Comune di Torre Pellice in collaborazione con la Pro
Loco e con la Cooperativa culturale « La
Tarta Volante »: Mercoledì 7 maggio;
Gruppo fiati del conservatorio « G. Verdi » di Torino. Eseguirà: L. Hugues
■■ Quartetto in sol minore »; V. Bucchi
« Concerto per clarinetto solo »; S, Di
Lotti « Duetto per due clarinetti »:
S. Prokofiev « Scherzo umoristico per
due fagotti ». J. Français « Quatuor ».
Mercoledì 4 giugno: Concerto per
duo flauto-chitarra Claudio Montala e
Dora Filippone.
Programma:
Anonimo inglese del XVII sec.: « Tre
danze »: G. F. Händel « Sonata in fa
maggiore »; « Sonata in la minore op.
1 n. 4 »: M. Giuliani « Grande sonata
op. 85 «; H. Villa-Lobos « La distribuzione dei fiori »; J. Ibert « Entracte ».
Biglietto unico L. 1.000.
I concerti avranno luogo nel Salone
Opera Gioventù, via al Forte 1, Torre
Pellice. Inìzio dei concerti alle ore 21.
• Telepìnerolo; Tutte le sere ore 19:
inizio trasmissioni; ore 19.15: Cartoni
animati; ore 19.45: Telepinerolo Notizie (replica alle ore 22.30). Ogni sabato:
ore 20.45: Rubrica religiosa protestante.
7
2 maggio 1980
CRONACA DELLE VALLI
___________VITA E PROSPETTIVE DEGLI ISTITUTI ALLE VALLI - 5
La media valdese di Torre Pellice
tra continuità e cambiamento
La Scuola media valdese
di Torre Pellice, aperta nel
1831, ha attualmente 146
allievi, valdesi e cattolici, e
i3 insegnanti vi sono impegnati, molti con orario
completo, mentre altri lavorano contemporaneamente anche nelle scuole
statali.
Abbiamo rivolto alcune
domande al presidente del
Comitato, pastore Giovanni Conte, ed alla preside,
prof.ssa Speranza Tron,
che, oltre alla presidenza,
ha anche le sue ore d’insegnamento.
— Una struttura viva ha
sempre una storia, non rimane immobile nel tempo.
Negli ultimi anni ci sono
stati avvenimenti importanti, ristrutturazioni, modihche di rilievo?
— I due avvenimenti più
visibili sono stati la costituzione, ad opera del Sinodo 1969, del Comitato del
Collegio (che insieme alla
Media, amministra il Liceo
pareggiato valdese di Torre e la Scuola Latina di Pomaretto) e raggiunta di una seconda sezione, con la
lingua inglese, progressivamente in funzione dal 19701971. Il raddoppio è stato
deciso anche, ma non soltanto, per creare le premesse per un buon liceo,
cercando di provvedere
personale e strutture adeguate. La richiesta di iscrizioni è sempre aumentata,
il che crea, sia pure in misura minima, dei problemi
di precedenza, anche se si
vorrebbe accogliere tutti.
Il criterio di accoglimento
è stato di precedenza alle
comunità viciniori, senza
preclusioni per i cattolici.
L’impostazione del Comitato è stata, in caso di necessità, di dare la precedenza agli evangelici.
— Quali sono stati i maggiori problemi, di sempre
e di oggi, che avete dovuto
affrontare?
— I problemi di ieri e
di oggi sono sempre gli
stessi, di volta in volta più
o meno sentiti. Il maggiore è la continuità dell’insegnamento, notevole negli
anni scorsi, mentre quest’anno si son dovuti sostituire tre insegnanti. Recentemente è stato rinnovato
il contratto di lavoro, che
non solo chiarisce la posi-,
zione giuridica del personale, ma garantisce anche
un leggero miglioramento
economico, con relativo aumento dei problemi di finanziamento e grattacapi
economici per il comitato.
— E i rapporti con la
Tavola valdese, le chiese
del circuito, gli enti pubblici?
— Nessun problema con
la Tavola: il dialogo può
essere franco e aperto e
si ha comprensione ed appoggio, con l’assidua presenza del suo rappresentante alle sedute.
I rapporti fra comitato
e personale sono giudicati
« non burocratici » dal presidente; secondo la preside
sono « movimentati »; le
opinioni diverse portano
spesso a lunghe discussioni. Buoni i rapporti con il
Concistoro e la chiesa di
Torre, che seguono il lavoro della scuola con interesse e buona collaborazione,
anche economica, ad esempio per la mensa; i pastori
della valle si occupano, in
collaborazione con alcuni
professori, della cultura
religiosa. Ci sono frequenti contatti con la Comunità montana e il distretto
scolastico, di cui fa parte
anche la preside.
— E per il futuro quali
sono le previsioni o i progetti? Trasformazione, riduzione, sviluppo, continuità senza scosse?
— La preside risponde:
« Cancellerei letteralmente
dal vocabolario Tespressione ’’continuità senza scosse” in quanto non appropriata per parlare di una
scuola oggigiorno, quando
ogni mattina non sai che
cosa ti capiterà nella giornata. Parlerei piuttosto di
revisione, trasformazione
ed eventuale riduzione; escludo un ampliamento, in
quanto a Torre Pellice c’è
anche una Scuola media
statale: molti e diversi sono i fattori da considerare
per arrivare ad una decisione ponderata, legata anche ai progetti di riforma
delle superiori ».
Il presidente prosegue:
« I nostri programmi per il
futuro, proprio per il collegamento stretto con il liceo, rimangono sospesi in
attesa della sempre rimandata riforma della scuola
superiore. Questa potrebbe
forse comportare la riduzione, in ogni caso non im
mediata, ad una sola sezione. Anche l’impostazione dell’insegnamento della
cultura religiosa, che a mio
avviso dovrebbe essere centrata sullo studio della
Bibbia, è tuttora in fase
sperimentale. Quindi il futuro dipende sia dalla riforma dell’insegnamento
secondario in Italia (o dalla nostra capacità di anticiparla sperimentalmente),
sia dalla volontà nostra di
accompagnare la giusta richiesta di pagare equamente il personale con un fattivo appoggio perché questo sia possibile ».
Intervista a cura di
Marcella Gay
Consorzio Pinerolese
Smaltimento
rifiuti
È dal ’75 che se ne discute. Finalmente sabato scorso il consorzio tra i comuni di Airasca, Bricherasio,
Luserna San Giovanni, None, Perosa Argentina, Pinerolo, Pomaretto, Porte,
Pramollo e Torre Pellice
hanno deciso di affidare alla ditta Tecneco-Borini, lo
appalto per la costruzione
di un impianto di smaltimento dei rifiuti solidi urbani. L’impianto sarà costruito nel comune di Pinerolo e consentirà il ricupero della carta, plastica e
dei metalli, mentre dai prodotti organici verrà estratto del concime per uso agricolo (compost).
BARGE: CONVEGNO DIOCESANO DI CORI LITURGICI
Cantare lodi al Signore
Domenica 20 aprile ha
avuto luogo in Barge il
quarto Convegno Diocesano di Cori Liturgici, nella
chiesa di San Giov. Battista. Una manifestazione
molto simile alle nostre feste di 'canto tradizionali:
canti di insieme e canti di
singoli gruppi. Il Convegno
era inquadrato in una giornata comunitaria con celebrazione mattutina presieduta da Mons. Antonio Fustella, Vescovo di Saluzzo.
Nel pomeriggio, dopo il
canto dei Vespri, la manifestazione corale vera e
propria con larghissima
partecipazione di persone,
circa 700, stipate neli’ampia chiesa rinascimentale,
che hanno sottolineato il
carattere schiettamente popolare della festa e il rinnovato interesse della gente per questo tipo di iniziativa. Lo scopo è quello
di promuovere il canto delle assemblee nelle celebrazioni liturgiche. Un numero speciale del bollettino
parrocchiale di Barge dedicato a questa manifestazione dice: « raramente le
nostre assemblee domenicali sono totalmente coinvolte nel canto sacro e liturgico: la massa non canta! Il convegno dei cori intende evidenziare il rapporto tra assemblea e coro neH’ambito della celebrazione liturgica. I tre
convegni precedenti hanno
già dato buoni frutti e hanno indicato alcuni metodi
da feguire al fine di far
cantare tutti i fedeli ed
hanto proposto canti, che
ora sono patrimonio non
solo delle cantorie, ma anche delle assemblee domenicali ». Questa esigenza,
sia pur in contesto e for
ma diversa, dobbiamo riconoscere che si pone pure
alle nostre Comunità, in
cui il canto comunitario
lascia spesso a desiderare.
Al convegno hanno partecipato cori da Dronero,
Saluzzo, Paesana, Barge e
Bagnolo oltre alla scuola
diocesana di musica di Saluzzo. Per lo più non si
tratta di Corali, spiega il
Parroco di Barge, ma di
Cantorie, cioè gruppi misti
con la presenza spesso di
bambini per l’accompagnamento del canto liturgico.
Il programma consisteva in
musiche rappresentative di
un vasto arco di composizioni, dal gregoriano, al
’600, al romantico e al moderno, persino l’Alleluia di
Haendel eseguito con notevole decoro dal gruppo
di Bagnolo. Non è mancato un corale di Bach, presentato come espressione
tipica di musica di tradizione protestante. Le esecuzioni, tipiche di gruppi
non professionalizzati, hanno tuttavia dimostrato
grande impegno, passione
e sensibilità da parte di
tutti. D’altra parte lo scopo non era l’esibizione virtuosistica, ma una rassegna didattico - musicale,
« canto popolare, eseguito
da persone che non hanno
altro intento che quello di
pregare cantando e di rendere più festosa la partecipazione alla celebrazione
della Chiesa ».
Ma l’elemento di novità
dell’incontro era dato dalla presenza di una Corale
Valdese, invitata da Don
Girando, Parroco di Bagnolo. Era la Corale di Torre Pellice, accompagnata e
diretta dal prof. Ferruccio
Corsani. II prof. Corsani
ha eseguito due brani all’organo: uno di Bach e
uno di Cavazzoni e ia Corale ha presentato due inni dell’innario (il n. 18 e il
162). L’accoglienza è stata
molto calda e fraterna. Dopo il tempo ormai lontano
della repressione della Riforma nelle terre del Marchesato e dopo i periodi
di dura lotta (i valdesi sono ancora ricordati per le
scorrerie che compivano
nella zona), sono tornati i
« barbetti » (termine ancora in uso per definire
quelli che non frequentano
la messa), in un certo senso per stabilire un confronto e per riaprire in
termini diversi un dialogo
che la repressione e il silenzio avevano interrotto,
ma non risolto. Sono ancora sul tappeto i motivi fon
damentali del dissenso, ma
lo spirito è cambiato. Incontrarci, anche per cantare le lodi al comune Signore, vuol dire imparare
a conoscerci meglio, a rispettare le diverse espressioni di fede, a scoprire le
radici comuni della tradizione biblica e evangelica,
a porre le basi e creare le
premesse per incontri più
approfonditi nella ricerca
della verità e nel confronto comune con l’Evangelo
di Cristo.
Ringraziamo i fratelli di
Barge e delle altre località
della Diocesi di Saluzzo
per aver pensato a noi in
occasione di una manifestazione così significativa
per loro e per la loro calorosa e fraterna accoglienza.
Alberto Taccia
Nuovo garage
di Priotti Adriano
• Riparazione di vetture nazionali
ed estere
• Revisioni e collaudi
• Elabor. Rally e sidecarcross
• Garanzia sul lavoro svolto
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Tel. 0121/514388
Notizie utili
Corso per operatori per il tempo libero
La Comunità Montana Val Pellice, nell’ambito degli
interventi di formazione per gli operatori del tempo
libero, organizza un Corso su: « Fambiente In funzione
educativa ».
Il corso, al termine del quale verrà rilasciato un attestato di frequenza, è strutturato in 12 incontri serali
(martedì-venerdì dalle 20.30 alle 22.30) un sabato pomeriggio e uno stage residenziale di 3 giorni.
Le iscrizioni sono aperte a tutti gli operatori del settore in particolare a quelli residenti in Val Pellice e che
intendono in prospettiva lavorare nelle iniziative per il
tempo libero della valle.
Le adesioni si ricevono in Comunità Montana entro
il 6 maggio allegando L. 10.000 (diecimila) di iscrizione
come contributo alle spese di organizzazione.
Gli interessati potranno richiedere il modulo di iscrizione ed il programma presso gli uffici di questa Comunità Montana Val Pellice - Torre Pellice (piazza Muston 2).
Agevolazioni per gli artigiani
La Comunità Montana Val Chisone e Germanasca
comunica che mercoledì 7 maggio alle ore 21 presso
i locali della Comunità Montana a Pomaretto, si svolgerà un’assemblea per tutti gli artigiani allo scopo di
portarli a conoscenza della nuova legge regionale in
materia di finanziamenti ed agevolazioni per coloro
che svolgono attività artigianale nella regione Piemonte. Nel corso delTassemblea verranno esaminati vari
punti della nuova normativa vigente. Innanzitutto l’utilità e lo scopo della legge, i tipi di intervento previsti
per le imprese artigiane, come si ottengono i finanziamenti agevolati, la funzione e l’attività dell’Artigiancassa (Cassa per il Credito alle imprese artigiane).
Dichiarazione dei redditi
Sono in distribuzione gratuita presso tutti i comuni i modelli per la compilazione della dichiarazione dei
redditi relativa all’anno 1979.
Ricordiamo che sono obbligati a fare questa dichiarazione entro il 31 maggio tutti coloro che hanno redditi derivanti da lavoro autonomo, imprese, case o terreni.
Chi ha solo redditi derivanti da lavoro dipendente
deve solo inviare il mod. 101 alTufficio Imposte.
Doni Asilo
Pervenuti nel meso di marzo
L. 3.000: Vlsentini Maria, in
mem. del marito (osp. Asilo).
L. '4.000: Lilia Malacrida (Como) .
L. 5.000: Elvira De Bettini, in
mem. di Caterina Gamba Morel,
Peyrot Susanna e Peyrot Lilette
(Torre Pellice); Visentlni Maria,
in mem. del marito (osp. Asilo);
Elvira De Bettini, in mem. di
Paolina e Francesco Villa.
L. 10.000: Susannette, in mem.
di Linette Monastier; Balestra
Romolo, in mem. di Giulio Aibarin; Magliana Lidia, in mem.
di Giulia, Pietro e Maria Omega (Torino); Malan Emma, in
mem. dei miei cari; Ida e Guido Benech, in mem. di Giulio
Revel; Lelia Revel; Rosetta Vittone, in mem. di Mourglia Enrico; Silvio e Mirella Tourn, In
mem. di Charies Salvagiot; Elide
Cesan, in mem. del marito; In
mem. di Secondino Longo, i condomini di Vallombrosa: famigiia
Timbaldi, famiglia Jahier Bertin,
Cándelo Goria, famiglie Ferrara,
Nicolino, Fausone e Rivoira.
L. 20.000: Frida e Roberta, in
mem. di Aldo Pellegrin; Nino e
Alma Chauvie, in mem. di Linette Monastier; Albina e Riccardo
Pellenc, in mem. di Renato Breda (Torre Pellice); Prochet Pontet Bianca, in ricordo del marito (Bobbio Pellice); Fraschia,
Geymonat G. e P., Mary e Giorgio Odetto, Morello Giuseppe, in
mem. di Giulio Albarin; Adele e
Eugenio Long, in mem. di Charies Salvagiot; Lily Lupo (Como);
Edina Ribet.
L. 30.000: In mem. di Aldo Pel
legrin, il gruppo Anziani RIV;
Iolanda Rivoiro Pellegrini, in ricordo della cara sig.na Margherita Bertalot (Torino).
L. 45.00C': Doni dei compagni
di leva ed amici di Giulio Albarin.
L. 50.000: Gina Pietro (Torino); Irene Proietti Bounqus, in
mem. del marito, Spartaco Proietti, nel 3° anniv, della morte
(Torino); Laura Rostagno, in
mem. di Linette Monastier (Torre Pellice); In mem. di Giulio Albarin, gli amici; Pons Onorina,
in mem. di mio marito Jean Rivoir (osp. Asilo); Chiesa dei Fratelli di Torre Pellice; Peyronel
prof. Giorgio (Milano).
L. 60.000: Vittone R. A, E., Roman e Pellegrin Lidia, in mem.
dei loro cari; Laura Jon Scotta
(Torino).
L. 76.000: Bongardo Elga (Como) .
L. 100.000: In mem. di Giulio
Albarin, la moglie, la figlia, il
genero e cugini Legger; Elide
Platzer, in mem. di Elisa e Ferruccio Platzer (Milano).
L. 150.000: In mem. di Linette
Monastier, la sorella Laura.
L. 300.000: Chiesa Valdese di
Torino.
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8
CRONACA DELLE VALLI
2 maggio 1980
Una pagina di notevole importanza per la storia della Riforma in Piemonte
La Riforma nel Cuneese
Dopo che la Riforma era iniziata tumultuosamente, Emanuele Filiberto non le
lasciò il tempo di consolidarsi e spezzò i legami con le vicine terre protestanti
L'il maggio avrà luogo a Cuneo la festa di canto
delle corali a cui prenderanno parte corali valdesi,
battiste, metodiste, pentecostali. In occasione di
questo raduno evangelico il pastore Ermanno Rostan rievoca una pagina di storia di notevole interesse per la storia delta Riforma in Piemonte.
Tre correnti cooperarono
alla penetrazione della Riforma a Cuneo e nel cuneese: la francese, dovuta
alla vicinanza della Provenza e del Marchesato di Saluzzo, dove l’eresia protestante si era già fatta conoscere, attraverso intense relazioni commerciali;
quella svizzera od ugonotta, dovuta alla presenza di
numerosi militari protestanti negli eserciti stranieri stanziati sulle terre
cuneesi o circostanti; infine, la corrente valdese che
dopo il Sinodo di Chanforan (12.9.1532) e di Prali
(15.8.1533), aveva iniziato e
sviluppato una feconda
opera di proselitismo nella pianura piemontese. (Così scrive lo storico Arturo
Pascal nel suo studio sulla
Riforma Protestante a Cuneo nel sec. XVI al quale
facciamo ampio riferimento).
Fin dai primi anni del
secolo XVI alcuni nuclei di
Riformati si formarono
nelle terre cuneesi per opera di « umili fraticelli o
barbi valdesi, oltre che di
mercanti, che lo zelo religioso contratto nei loro
viaggi oltr’alpe, trasformò
in zelanti predicatori ». Ad
essi sembra alludere una
bolla del papa Clemente
Vii ai vescovi di Ginevra,
Losanna, Aosta, Vercelli,
Ivrea, Mondovì, in data
3 settembre 1525, con cui
si ordinava 'ai vescovi predetti di vegliare sul proprio gregge e di stabilire
le norme per la procedura
contro gli eretici: « Si deve anzitutto — dice il papa — ammonirli e citarli in
giudizio... se ammoniti,
persistono nel lorcr errore,
siano essi laici o ecclesiastici, di qualsiasi grado ed
ordine, lor si proceda contro senza indugio, servendosi del braccio secolare,
chiudendoli in carcere e
forzandoli all’abiura. Se la
loro ostinazione trionfa anche del carcere e della tortura, siano separati e divisi, come membra putride, dalla comunità dei fedeli e precipitati nell’eterna dannazione con Satana
e gli angeli suoi... ».
L’eresia
pullulava
Nonostante la bolla, il
fermento dell’eresia crebbe rapidamente in tutto il
Piemonte negli anni successivi. Sulla fine dell’anno 1528, nel vicino Marchesato di Saluzzo, con
cui le terre di Cuneo avevano quotidiano contatto,
« l’eresia pullulava a tal
segno che il papa spedi un
apposito breve all’inquisitore per incitarlo a reprimere con ogni sollecitudine ed ampi poteri la mala
pianta dell’eresia valdese
e luterana ». L’espansione
della Riforma era tale che,
nel 1559, il medico Alosiano di Busca nella sua lettera ai Principi di Germania, poteva esprimersi in
questi termini: « Non c’è
quasi borgo o città in cui
non ci sia una chiesa di
Cristo occulta o manifesta ». E, dopo aver fatto
una lista di località piemontesi, Alosiano menziona Cuneo stessa, Busca,
Villafalletto, Bene, Possano, Savigliano ed altre località ancora, dove esistevano gruppi e chiese di Riformati. « Per mancanza
di ministri — egli aggiunge — ogni comunità cercava di provvedere da sé ai
propri bisogni; ogni membro era a suo turno uditore e predicante, instancabile nel comunicare ad altri ciò che egli stesso aveva appreso... Dove il numero dei religionari era maggiore o più grande la tolleranza, come a Cuneo, Caraglio. Busca e Dronero,
essi non rifiutavano di
scendere a pubbliche dispute eoi cattolici nelle vie
e sulle piazze; nei luoghi,
invece, dove regnava l’intolleranza, si radunavano
di nascosto e di notte, ora
nell’una ora nell’altra casa, senza però mai venir
meno agli atti del loro culto ».
L’ora della
repressione
E tuttavia, l’anno stesso
che « rivela il suo magnifico apogeo (della Riforma)
segna altresì, nel trattato
di Castel Cambrésis (1559),
il -principio della sua decadenza. L’avvento al trono
di Emanuele Filiberto non
lasciò tempo alla Riforma
di consolidarsi nelle posizioni occupate, di stringere
più fortemente i vincoli tra
chiesa e chiesa e di colmare le troppo grandi distanze; ma soprattutto spezzò
le relazioni che le chiese
del Piemonte, segnatamente di Cuneo, avevano con
le floride congreghe del
Marchesato di Saluzzo, delle valli valdesi, della Provenza e della Svizzera ».
Coll’editto di Nizza (15
febbraio 1560) il duca Emanuele Filiberto bandiva
apertamente e violentemente la persecuzione contro tutti i Riformati dei
sentenze pronunziate contro di loro dal tribunale
dell’inquisizione, permise
agli esuli di tornare e di
vivere nelle loro case senza essere molestati « per il
fatto di loro coscienze ».
Tuttavia la pace non durò a lungo in quelle terre;
i sintomi della persecuzione generale non tardarono
a manifestarsi con l’editto del 10 giugno 1565, tanto a Cuneo quanto a Caraglio. Le intenzioni del duca erano chiare: « Il duca
non vuole due religioni nei
suoi stati ». Caraglio, prima, e poi a breve distanza.
Cuneo si preparavano a
subire l’ira del duca verso
le chiese riformate.
La chiesa
di Cuneo
Anche nella stessa città
di Cuneo fu imposto di fare la lista di tutti i « religionari » e si fece obbligo
a tutti i cittadini di recarsi alla messa ed alla predica. La lista inviata al duca è stata conservata ed
ha una grande importanza
perché ci permette di ricostruire quasi nella sua integrità la chiesa protestante di Cuneo. Vi troviamo
iscritti i nomi di 140 capi
di casa, il che forma, come scrive Arturo Pascal,
« un totale di 400-500 eretici, donne e fanciulli compresi: gente umile del popolo, soldati, capitani, magistrati, nobili e ricchi, vi
appartenevano ».
Con l’editto del 1565, si
scatena la persecuzione
generale su tutto il Piemonte. Cuneo e Caraglio,
già prese di mira, ne subiscono gli effetti. L’espulsione dalle terre ducali viene ribadita più volte per
« coloro che non vogliono
vivere secondo i precetti
della Chiesa Cattolica ». La
predicazione della Parola
di Dio è vietata in pubblico ed in privato. Si proibisce di insegnare ai fanciulli senza aver prima fatto professione di fede cattolica, di leggere o diffondere libri ereticali sotto
pena di due tratti di corda
o di cinquanta scudi d’oro,
ecc. ecc. La violenza usata
contro i riformati di Cuneo
fu così grande, che la loro
congregazione venne in pochi mesi gravemente straziata. E mentre il re di
Spagna ed il papa rimproveravano al duca troppa
condiscendenza verso gli
eretici, il duca stesso giustificava il proprio operato
e rispondeva loro in questi
termini: « Perciocché facendogli morire ne nascerà
indubitatamente tumulto e
sollevazione e lasciandoli
fuggire non guadagnarne
le anime e perdiamo le persone, facciamo disabitare
il nostro Stato e popoliamo l’altmi, restando in
ogni modo la peste in casa, attesoché tutti quelli
che sono infettati non si
sono dichiarati né usciti
dal paese ».
L’esilio piuttosto
che l’abiura
Tutte le suppliche dei riformati rimasero senza esito; invano si presentò alla corte di Torino il legato
dei Principi Protestanti di
Germania: Giovanni Giunio. Egli veniva per domandare al duca la liberazione di nove ugonotti catturati dagli ufficiali ducali,
senza plausibile motivo, e
al tempo stesso per implorare la restituzione dei beni confiscati ai fuorusciti
di Cuneo, Sospello e Terranova, ed una maggior libertà di coscienza e di culto per tutti i religionari
del Piemonte. Preferendo
l’esilio all’abiura, molti Riformati di Cuneo cercarono asilo sulle terre del
Marchesato di Saluzzo oppure nel Delfinato, nelle
valli di Guillestre e di
Freyssinnière, altri ancora" ripararono a Ginevra o
nelle valli valdesi; pochi,
ridotti all’estremo, fecero
ritorno alle loro case e
abiurarono.
« Da questo momento —
scrive Arturo Pascal — la
chiesa riformata di Cuneo
può considerarsi quasi virtualmente disciolta, sebbene l’eresia continuasse a
serpeggiare sordamente
nelle sue terre negli anni
successivi ». La fede cristiana Riformata ancora
oggi non è spenta nella città di Cuneo. Perciò noi diciamo: rievocare il passato significa ricordare le
lotte, le fatiche, le sofferenze subite per motivi di
coscienza e di fede. Ricordare quegli eventi in piena
libertà costituisce un dono
di Dio che bisogna saper
apprezzare e difendere senza stancarsi mai.
Ermanno Rostan
Ovunque
in Europa
la Riforma ha
incontrato
forme
di repressione
e persecuzione
che in diversi
luoghi l’hanno
soffocata
Un’importante documentazione donata alla Società di Studi Valdesi
Altre notizie su missionari valdesi
Concludendo il racconto
della partecipazione dei
Valdesi all’opera missionasuoi stati: veniva proibito «ria nel Terzo Mondo nel
a chiunque di andare a sen- f ? volume « I valdesi e Popetire ministri protestanti ' ' ra missionaria », dicevo
che molto probabilmente
nella valle di Lsuerna od
in qualsiasi altro luogo.
Ogni eretico conosciuto doveva essere arrestata o denunziato alle autorità politiche o religiose. In molte
località, come Carignano,
Racconigi, Vigone e Pancalieri, le chiese furono disperse dagli arcieri di giustizia che, come racconta
il Gilles, « non cessavano
di scorazzare in tutto il
paese per impadronirsi,
nelle case, nelle vie e nei
campi, dei poveri Riformati e trascinarli davanti ai
Commissari ». Con due successivi editti il duca vietava a chiunque dei suoi sudditi di recarsi a studiare
oltr’alpe in città infette o
sospette d’eresia senza
espressa licenza; ed ordinava a quelli che vi erano
di tornare in patria e di
convertirsi nel termine di
due mesi sotto pena della
confisca dei loro beni.
La promulgazione degli
editti, prima, poi la loro
esecuzione causarono panico tra i Riformati; i più
timorosi, messe in salvo le
loro cose, ripararono sul
suolo francese, i più ostinati caddero vittime della
inquisizione, mentre gli altri rimasero nelle loro case e supplicarono il duca
di revocare l’ordine di
abiurare o di uscire dagli
stati ducali. Il duca, che
doveva difendere anche i
suoi interessi politici, particolarmente nei suoi rapporti con le potenze europee, revocò il bando contro gli eretici, annullò le
qualche missionario valdese era stato dimenticato,
malgrado le ricerche fatte
con cura. Infatti, ultimamente mi è stato notificato che non figurano in esso
due persone che hanno partecipato all’opera missionaria in Africa. Si tratta del
Dott. Emilio Fattori e della
moglie Giorgina Melli.
Medico
missionario
Nel 1958 questo nostro
fratello in fede aveva chiesto alla Società delle Missioni di Basilea (Svizzera),
di essere inviato con la moglie in Africa quale medico
missionario. La sua candii
datura venne accettata, a
condizione che completasse la sua preparazione in
Inghilterra, per imparare
l’inglese, e ottenere, presso
l’Università di Liverpool,
il Diploma di Medicina
Tropicale e Igiene. Il 12
giugno 1960, terminata questa preparazione, il Dr.
Fattori fu consacrato medico missionario con un
folto gruppo di giovani,
tutti di lingua tedesca, nella cattedrale di Basilea, e
al principio di luglio partiva colla moglie per il Ghana (ex Gold Coast).
Per due anni nell’ospedale di Agogo nel paese degli
Ashanti, collaborò con due
medici svizzeri, specialisti
in chirurgia e oftalmologia, dedicandosi, col valido
aiuto della moglie, alla me
dicina generale, all’accettazione dei pazienti, e alla
scuola per infermieri, riconosciuta dal governo. L’ospedale, con 300 posti, era
bene attrezzato, e capace
di dare sollievo ai malati
affetti dalla grande varietà
di malattie caratteristiche
dei paesi tropicali: lebbra,
malaria, tifo, malattia del
sonno, tetano ecc. ecc.
Tornati in patria nel ’62
per un congedo, i coniugi
Fattori non poterono tornare in Africa, come desideravano, per condizioni
familiari sfavorevoli, ma
dice il Dr. Fattori:« Un po’
del nostro cuore è rimasto
laggiù ».
Al suo ritorno in patria,
stabilitosi a Luserna San
Giovanni, egli fu per alcuni
anni, membro della Commissione Missionaria del
Distretto delle Valli, che
allora manteneva vivo l’interesse per l’opera missionaria curando un bollettino di notizie che veniva
mandato regolarmente alle
chiese delle Valli. Quando
il Sinodo decise l’adesione
della Chiesa Valdese alla
CEvAA, questa Commissione fu sostituita dal Comitato CEvAA nominato dalla Tavola.
Missione e chiesa
nella Zambesia
Poiché stiamo parlando
di interesse per l’opera
missionaria e in modo particolare dell’opera svolta
da alcuni valdesi, nel passato, desidero segnalare un
documento di grande interesse a questo riguardo.
Alla Società di Studi Vaidesi sono state date delle
note dattiloscritte, che for
mano un grosso volume di
ben 600 pagine intitolate:
«Misslon et Eglise au Zambèze. 1885-1935 ». Queste
note registrano, di anno
in anno, gli avvenimenti
che hanno caratterizzato
l'opera della Società delle
Missioni di Parigi in quel
paese, durante i primi 50
anni della sua attività.
Per noi valdesi questo
documento comporta un
interesse particolare per
due ragioni:
1) perché i missionari
valdesi che hanno lavorato
in quel campo sono eccezionalmente più numerosi
cfie in altri campi, come
risulta dal breve resoconto nel Volume: « I Valdesi
e l’Opera Missionaria, pubblicato l’anno scorso dalla TEV.
2) perché l’autore è il
missionario J. P. Burger,
fratello della seconda moglie del missionario Adolfo
dalla, il quale, pensionato
dal 1960, ha dedicato gli
ultimi anni della sua vita
alla redazione di queste note, avvalendosi dei documenti ufficiali conservati a
Parigi, e di varie pubblicazioni, ed utilizzando pure
il diario redatto giornalmente dal cognato Adolfo
dalla.
Quattro copie
È pure interessante ricordare che il figlio del
Burger, che ha curato la
dattilografia e la riproduzione delle quattro copie
esistenti di queste note, ha
sposato una signorina Rostan, figlia di valdesi di
Prali, emigrati in Svizzera.
Dopo la morte del padre,
avvenuta nell’estate scorsa,
egli ha voluto portare per
sonalmente una copia delle
note in dono alla Società
di Studi Valdesi, mentre le
altre copie sono destinate,
alla famiglia, alla Facoltà
di Teologia di Neuchâtel, e
al Museo di Livingstone
nello Zambia.
Alla famiglia Burger va
la nostra profonda e sincera riconoscenza per questa offerta, che darà, a chi
vorrà, in avvenire, conoscere la storia di questo campo missionario, meglio di
quanto è stato detto nelle
poche pagine ad esso dedicate nel mio volume, la
possibilità di trovare lì
una guida completa, poiché
sono indicati, via, via, con
grande cura, le riviste, i
giornali, i libri e i documenti ufficiali e privati,
donde provengono i dati
riferiti nelle note.
Roberto Coìsson
PINEROLO
Piano per il
centro storico
Con le astensioni delle
sinistre e del PLI il consiglio comunale di Pinérolo
ha approvato nella sua ultima seduta prima delle
elezioni, il piano particolareggiato per il Centro Storico. Il piano redatto dall’architetto David Terracini prevede Tacquisiàone da parte del comime di
numerose aree (la maggbr
parte delle quali di proprietà di enti cattolici) da destinarsi a servizi pubblici,
il miglioramento della viabilità interna e il ricupero
edilizio degli edifici subdrdinandolo però a piani di
intervento, che interessilo
almeno un isolato.
9
2 maggio 1980
CRONACA DELLE VALLI
Hessische Kantorei
Una corale al servizio della diaspora
« Lo scopo del nostro canto è
di darvi gioia e di farvi sentire
che nella vostra fede non siete
soli, ma avete dei fratelli in altri
paesi che sono uniti a voi ».
Con queste parole Philipp
Reich, fondatore e direttore della Hessische Kantorei, introduce
il concerto che in questo mese
di aprile è stato eseguito in diverse località delle valli. Questa
corale tedesca (che non si limita
ad eseguire brani per coro, ma
esprime anche un validissimo
gruppo strumentale con archi e
fiati) è infatti stata fondata dal
suo attuale direttore 32 anni fa,
nel 1948, col preciso scopo di
portare il messaggio evangelico
attraverso la musica, soprattutto
la musica della grande tradizione protestante del Sci-Settecento, nelle piccole chiese della diaspora, in Germania e all’estero.
La Corale, che complessivamente conta 70 elementi (nei viaggi
all’estero il numero è naturalmente più ridotto), rinuncia quindi ad esibirsi nei grandi centri,
che hanno cento occasioni di
ascoltare musica, e privilegia i
piccoli centri, le comunità che
hen difficilmente avrebbero occasione di ascoltare dal vivo
esecuzioni di alto livello artistico.
E il livello della Hessische Kantorei è veramente alto quale da
noi in Italia soltanto un coro di
professionisti potrebbe raggiungere.
Ma ciò che più conta è che la
qualità delle esecuzioni non è fine a se stessa, ma è messa al servizio di un messaggio di gioia e
di speranza che unisce esecutori
e pubblico e ne fa una sola comunità, al di là delle differenze
di nazione e di Ingua.
Nei 32 anni di attività la Corale ha toccato paesi molto diversi,
come Austria, Cecoslovacchia,
Finlandia, Jugoslavia; un viaggio
ha avuto come meta Gerusalemme prima dell’occupazione israeliana, attraverso Siria, Libano e
Giordania.
In Italia, alle Valli valdesi, la
Hessische Kantorei era già venuta sette anni fa. Ma un ritorno
fra noi in uno dei prossimi anni
sarebbe certamente molto gradito.
Danke und aufwiedersehen!
b.r.
TORRE RELUCE
Dibattito su Maria
Una assemblea numerosa, di
parecchio oltre il centinaio di
persone, attenta e partecipe ha
seguito il dibattito sul tema
« Maria nella fede dei cristiani
oggi », tenutosi nella Casa Unionista domenica 20 alle ore 16.
Ci auguriamo che analogo successo di interesse e di partecipazione abbia H prossimo incontro, di domenica 4 maggio, nel
Salone della gioventù sul tema
« la chiesa verso il 2000 » (sarà
introdotto da Enzo Bianchi e
Giorgio Girardet).
Il tema è scottante, lo è '■‘•nn
pre stato e lo è ridiventato negl,
ultimi tempi dopo alcune prese
di posizione dell’attuale pontefice che hanno riproposto Maria
come punto di riferimento della
fede cattolica.
Non solo scottante ma improponibile per un incontro ecumenico quale era quello di domenica, organizzato dalle comimità
cattolica e valdese; sul tema di
Maria non ci può essere incontro e dialogo, si può soltanto polemizzare ed in modo radicale, i
cattolici ne sostengono la legittimità, gli evangelici la contestano, e si tratta di una accettazione e di un rifiuto totali: madre
di Cristo, creatura perfetta, celeste, concepita immacolata, mediatrice, a cui ci si rivolge per
giungere a Cristo, assunta in cielo e dispensatrice di grazie e di
miracoli; oppure nulla, una credente come tutti noi, che Gesù
ha chiaramente ricondotto al
suo posto quando ha detto « beato non è la donna che mi ha generato ma colui che fa la volontà del Padre ».
Il dibattito avrebbe potuto seguire la falsariga di un confronto di dottrine, di una polemica,
sia pure garbata, in chiave di
botta e risposta e non avrebbe
mancato di interesse, è stato invece condotto in modo del tutto
diverso.
Padre Laconi, dell’Istituto di
Teologia dei Religiosi di Torino,
ha dato al suo esposto il tenore
di una confessione di fede personale più che di una esposizione
dogmatica: ha Ietto insomma i
testi biblici e la teologia tradizionale della chiesa su Maria con
occhi da credente moderno, con
serietà, spirito critico, volontà di
approfondimento, senza nascondere i problemi e senza fanatismi ma con la chiara volontà di
ricuperare tutto il patrimonio
del passato. Non ha parlato di
dogmi, non ha fatto menzione
delle dottrine, non ha incensato
Maria, Tha ricondotta al personaggio biblico che deve imparare la fede come tutti, si potrebbe dire ha riportato Maria sulla
terra, giù dal cielo, nella chiesa.
Il pastore Sonelli dal canto suo
non ha neppure riconsiderato
tutto il problema di Maria, si è
limitato a puntualizzare il fatto
che il culto di Maria rispecchia
nella chiesa una concezione del
la fede, cioè un modo di concepire Dio, che non è quello dei
profeti e degli apostoli.
Maria c’è nel Nuovo Testamento, è indiscutibile, ma a prescindere dal valore che diamo
ai prologhi di Matteo e di Luca,
resta il fatto che, come tante altre dottrine e parole, è inserita
in un quadro di pensiero che è
preciso, quello dell’Antico Testamento, della presenza sovrana
di Dio.
Æ”*!! problema fondamentale non
è dunque Maria così o cosà, più
0 meno riverita, ridimensionata
esaltata, la mariologia non è
un“T5tìak:osa in più che si è aggiunto alla fede cristiana per cui
basta toglierla e si trova la base
comune, è il sintomo di un modo di credere e di adorare Dio.
Il Magnificat letto al termine
dell’incontro, squisito passo evangelico (non mariano!) è stato udito dai presenti con grande attenzione ed emozione, rappresentava infatti il momento della divisione radicale perché lo si ascoltava in due modi diversi: alla
luce della rivelazione biblica, i
valdesi, alla luce della religione,
1 cattolici. Un incontro dunque
pieno di autenticità e perciò di
reciproca conoscenza.
Diamo il benvenuto a Ruben
primogenito di Roberto Ribet e
Lorena Meytre. Al neonato ed ai
genitori i sinceri auguri della Comunità.
TORRE PELLICE
Attività
deiia ceraie
• Durante il culto di domenica 27 aprile sono stati presentati per essere battezzati: Paolo di
Italo Baret e di Carbone Minuccia; Cinzia di Attilio Ribet e di
Paola Costabello. Il Signore benedica questi bambini e li faccia
crescere sotto la sua grazia.
La Corale Valdese di Torre
Penice, coadiuvata validamente
dal Coretto, ha tenuto il suo
« Concerto di Primavera » davanti ad un numeroso pubblico
che ha affollato la Sala Sinodale
ed ha applaudito con calore tutte le esecuzioni.
Giovedì 1° maggio la Corale
inizia la sua visita ai fratelli della regione di Montbéliard. Il soggiorno in Francia si protrarrà fino al 4 e prevede una serata di
cori a Vandoncourt e la partecipazione al culto domenicale a
Dasle.
La domenica successiva, come
è noto, tutte le corali delle Valli
si troveranno a Cuneo per la Pesta di Canto. Per l’occasione un
gruppo di fratelli della nostra
comunità si sta organizzando per
dare un contributo di testimonianza alla popolazione cuneese.
Chi fosse interessato a questa
iniziativa può rivolgersi al signor
Kovacs: sono da definire alcuni
particolari sulle modalità di questa partecipazione extra-canora,
che molti fratelli ritengono particolarmente significativa.
• Sabato 10 maggio alle ore
20.30 è convocata TAssemblea di
Chiesa per la definizione dell’impegno finanziario per l’anno ’81.
Questa Assemblea, a causa di
varie concomitanze sfavorevoli
ad una partecipazione accettabile, non può tenersi la domenica
mattina, come è stata consuetudine finora.
Il concistoro, convocato per
mercoledì 30, sta preparando la
relazione annuale sulle attività
della nostra chiesa. I responsabili delle varie attività settoriali
sono invitati a far pervenire la
loro relazione al più presto.
• Domenica 4 maggio nel Salone dell’Opera Gioventù, alle
ore 15.30 si terrà il secondo dibattito pubblico organizzato dal
1° circuito in collaborazione con
la parrocchia cattolica di Torre
Penice.
Giorgio Girardet e Enzo Bianchi introdurranno il tema: « La
Chiesa in cammino verso il 2000»
• È stata inumata nel nostro
cimitero Maria Dubs, deceduta
tragicamente due mesi fa.
• È stata battezzata Caffaratti
Alessia di Roger e Paola Godino.
• È stato celebrato il matrimonio di Agli Claudio Stefano
e Gisletti Albina.
POMARETTO
ROR A’
Venerdì 25 aprile i pompieri
di Lusema sono dovuti intervenire per domare un incendio sviluppatosi ai Muluire e che ha
distrutto un bel pezzo di bosco.
La buona intenzione di fare pulizia e di bruciare foglie e arbusti ha rischiato di provocare un
disastro. Un ringraziamento va
rivolto ai vigili del fuoco di Luserna e a tutti i rorenghi intervenuti prontamente per domare le
fiamme.
• Nell’assemblea di chiesa di
domenica 27 il Concistoro ha
presentato la sua relazione annua alla comunità, ha riferito
sull’incontro avuto con il vicemoderatore della Tavola. L’assemblea ha pure approvato il
preventivo di spesa per la cassa culto per l’anno 1981.
• Ricordiamo a tutti l’assemblea del Circuito che si terrà nella sala venerdì 9 maggio alle
ore 20.45.
2« CIRCUITO
L’Assemblea del II Circuito è convocata per sabato 3 maggio a San Secondo di Pinerolo, ore 20.30
col seguente O.d.G.:
Relazione del Consiglio;
Relazione delle comunità;
Discussione su: Radio e
TV; Evangelizzazione e
Strategia; Varie; Elezione
del Consiglio.
C. Tourn
Sovrintendente
LUSERNA
SAN GIOVANNI
L’Assemblea di chiesa, riunita
domenica scorsa dopo il culto,
ha approvato a larga maggioranza la Relazione Morale ed il Bilancio preventivo ’81 presentati
dal concistoro.
Ha inoltre eletto quali deputati alla prossima Conferenza Distrettuale: Marcella Bellora, Ada
Bertalot, Gianfranco Parise e
quali deputati al Sinodo Tarch.
Piercarlo Longo ed il prof. Gianni Bellion.
La proposta per l’elezione di
una Commissione d’esame sull’op>erato del Concistoro (attività
varie e Asilo Valdese), già approvata in sede concistoriale, ha
dovuto essere rinviata perché il
tempo a disposizione è stato giudicato troppo limitato per poter
considerare attentamente ed analizzare tutti i lati positivi e negativi che una tale Commissione
comporta
Sabato pomeriggio, 26 corr. m.,
s’è svolto il funerale di Gelso
Dante Silvio, deceduto improvvisamente alTetà di 54 anni. La cumulazione delle sue spoglie mortali ha avuto luogo nel cimitero
di Rorà. A tutti i familiari rinnoviamo la nostra fraterna solidarietà.
'• Lunedì p>omeriggio abbiamo
accompagnato all’estrema dimora terrena le spoglie mortali dì
Charbonnier Paolo, deceduto nella sua abitazione alTetà di anni
76, dopo lunghi anni di infermità.
Ai familiari nel dolore il nostro affetto e la nostra simpatia
cristiana.
ANGROGNA
Un pubblico numeroso ha seguito, la sera del 27, il «musical»
del Gruppo Teatro Angrogna che
ha proposto vari canti pacifisti e
di protesta. L’iniziativa, promossa nel quadro delTanniversario
della Liberazione, ha visto anche
Tintervento del Sindaco Coisson
che ha sottolineato il valore della
partecipazione democratica nel
costruire un « domani migliore ».
• Sabato 26, nel tempio del
Serre, Daniela Benazzato é Sergio Cini hanno presentato al Signore e alla comunità il loro
matrimonio svoltosi, due giorni
prima, in sede civile a Torino.
Alla nuova coppia, che presto si
trasferirà a Firenze, l’augurio di
ogni bene.
VILLAR PEROSA
• L’assemblea di Chiesa del 27
corr. ha nominato deputato al
Sinodo la sig.na Costantin Germana ed ha provveduto a votare
il preventivo della somma che
la Chiesa s’impegna a versare
all’amministrazione centrale per
il prossimo anno 1981.
• Domenica prossima, 4 maggio alle ore 15, nel salone del
Convitto si terrà l’annuale bazar, organizzato dalTUnione Femminile. I membri di Chiesa e gli
amici sono tutti invitati a questo
incontro.
PRAROSTINO
Domenica 4 maggio avrà luogo
l’annuale Bazar. Inizio alle ore
14.30 circa. Tutti sono cordialmente invitati.
SAN SECONDO
?<
Domenica 27 si è svolta una
assemblea di chiesa per la presentazione della relazione annua
da parte del Concistoro. È stata pure approvata la proposta
della CED relativa all’impegno
finanziario per il 1981 che viene portato a L. 8.350.000. L’elezione dei deputati ha dato i seguenti risultati: (Conferenza Distrettuale: Adolfo Rivoiro, Piero
Griglio, Emilio Gardiol; Silvano
Forneron, supplente. Sinodo: Elvina Godino, Daniele Ghigo ; Edmea Grassi, supplente.
• Ringraziamo i fratelli che
hanno eseguito l’impegnativo lavoro di piazzare la nuova conversa in rame sul tetto del tempio.
• Auguri a Edy e Ercole Monnet (Comba Ribaud) per l’arrivo
della piccola Silvia. Felicitazioni
anche a Wilma Buffa e Rinaldo
Odino per il loro matrimonio.
Ancora una volta la comunità
ringrazia il pastore Edoardo Micol che ha presieduto il culto di
domenica 20 aprile e nel pomeriggio ha partecipato, con la sua
signora, all’Unione Femminile.
Coordinamento
FGEI-Valli
Il Coordinamento FGEIValli è convocato per lunedì 5 maggio, alle ore 21,
in via dei Mille 1, Pinerolo.
0.d.G.: 1) Rinnovo segreteria regionale. Per questo è
necessaria la presenza di
almeno 1 rappresentante
per gruppo; 2) Preparazione Convegno FGEI-Valli su
Fede e Politica che avrà
luogo sabato 31 maggio
e domenica 1° giugno ;
3) Conferenza distrettuale.
Il 26 aprile serenamente si è addormentato dopo 7 anni di malattia
Paolo Charbonnier
di anni 76
Addolorati lo annunciano la moglie
Planchon Costanza, la figlia Jeannette,
la nipote Susy col marito Enzo Benedetto e la piccola Sara, cognate, cognati, nipoti, cugini e parenti tutti.
« Ero ridotto in misero stato ed
Egli mi ha salvato »
(Salmo 116: 9)
RINGRAZIAMENTO
Le famiglie Planchon, Charbonnier,
Gay e Benedetto ringraziano di cuore
tutte le persone che hanno preso parte
al loro lutto per la scomparsa del loro
• È tornato alla terra accanto
agli avi Stefano Jervis, stroncato
dalla vita a 21 anni. Nipotino di
Willy Jervis, era accompagnato
dai nonni e genitori Jervis e Comba, dai fratelli, da chi più da vicino Taveva conosciuto e tanto
amato. Tutti lo ricordano con
profondo affetto. « O Eterno, Tu
lo sai». (Ezech. 37: 3).
Paolo Charbonnier
In particolar modo ringraziano la
direzione dell’Asilo dei Vecchi di Son
Giovanni, il dott. Scarognina, la Sig.ra
Andreone-Melli, il Past. Taccia, i cugini Baridon e Pons, il Gruppo ANA,
il Sig. Enrico Malan, i vicini di casa e
tutti coloro che con fiori, scritti e parole di conforto hanno reso meno dura
la separazione dal loro caro.
Luserna San Giovanni, 28 aprile 1980
• L’Unione Femminile si incontra domenica 4 maggio alle
14,30 al Presbiterio.
PRAMOLLO
• Ci rallegriamo con Paola
Genre e Remo Morero per la
nascita della primogenita Valeria ed esprimiamo loro i nostri
migliori auguri che rivolgiamo
anche ad Adelisa che è tornata
temporaneamente a casa, dopo
una lunga permanenza in ospedale a Lione.
• Nel corso dell’Assemblea di
chiesa di domenica 27 aprile sono stati eletti i deputati alla
prossima Conferenza Distrettuale: Franca Peyrot in Long e Eli
Beux, supplente Amato Beux; al
Sinodo: Mauro Beux e Roberto
Long come supplente.
• Domenica 25 maggio, giorno
di Pentecoste, avremo con noi
alcuni membri delTUnione Valdese di Marsiglia che vengono a
farci visita e saranno ospiti nelle famiglie che possono mettere
a disposizione delle camere.
Quello stesso pomeriggio avrà
luogo il Bazar e fin d’ora ringraziamo coloro che hanno lavorato
e ancora collaboreranno per una
buona riuscita.
• Domenica 11 maggio avrà
luogo una marcia podistica non
competitiva da Rue a Ruata organizzata dalla Pro Loco; a pranzo si farà una polentata e nel pomeriggio verrà un coro che ci
intratterrà con dei canti.
COMUNITÀ' MONTANA VAL PELLICE
SERVIZIO
GUARDIA MEDICA
notturna - prefestiva - festiva
— dal sabato ore 14 al lunedì ore 8
— dalle ore 14 della vigilia del giorno festivo infrasettimanale alle ore 8
del giorno successivo presso l'OSPEDALE MAURiZiANO - Luserna San
Giovanni - TEL. 90884
— nella notte dei giorni feriaii, dalle
ore 20 alle ore 8 (escluso sabato, domenica e vigilia dei festivi) presso
l'OSPEDALE VALDESE ■ Torre Pellico TEL. 932433.
FARMACIE DI TURNO
festive e notturno
Domenica 4 maggio
Torre Pellice: FARMACIA INTERNAZIONALE - Via Arnaud, 5 - Tel. 91374
Domenica 4 maggio
luserna San Giovanni : FARMACIA
VASARIO - Via Roma 7 - Tel. 909031
CHIUSURE INFRASETTIMANALI
A Torre Pellice: martedì chiusa la
farmacìa Muston, giovedì chiusa la
farmacia internazionale.
A Luserna San Giovanni : mercoledì
chiusa la farmacia Preti, giovedì chiusa la farmacia Vasario.
AUTOAMBULANZA
Torre Pellice: Tel. 90118 - 91273
Domenica 4 maggio
LANTARE' - Tel. 91.800
o tei. 91288 - Vergnano "Noccioleto"
VIGILI DEL FUOCO
Torre Pollice: Tel. 91365 - 91300
Luserna S. G.: Tel. 90884 - 90205
COMUNITÀ' MONTANA
VAL CHISONE - GERMANASCA
FARMACIE DI TURNO
Domenica 4 maggio
FARMACIA BAGLI ANI, Porosa Arg.
AUTOAMBULANZA
Croce Verde di Porle - Tel. 74197
Croce Verde di Perosa - Te). 81000
10
10
2 maggio 1980
RINNOVATO INTERESSE RELIGIOSO PER L’ESTREMO ORtENTE
CINA; una manovra politica
nei confronti della religione
Nelle ultime settimane diversi
giornali e riviste hanno dedicato
ampi servizi a quello che viene
presentato come un vero e proprio risveglio della religione in
Cina. Anche il GR 1 ha dedicato
due servizi speciali su questo argomento. Inoltre, alcuni vescovi
europei e l’ormai famoso teologo
svizzero Hans Kiing si sono recati recentemente in visita in Cina. Quali sono le ragioni di tutto quest’interesse? Cosa sta succedendo realmente in Cina? Si
può davvero parlare di risveglio
religioso?
Sul n. 1 del 4 gennaio 1980 di
questo giornale, abbiamo dedicato un’intera pagina alla presentazione del vescovo anglicano
K. T. Ting che è probabilmente
uno dei responsabili cristiani cinesi più noti in Occidente e che,
di recente, è stato nominato Direttore del Centro per lo Studio
sulla Religione dell’Università di
Nankino. Nell’intervista pubblicata, K. T. Ting affermava tra
l’altro che « i comunisti sono
contrari alla religione per se
stessi, ma consentono al popolo
cinese di credere ciò che vuole ».
Quest’opinione è confermata da
un articolo apparso sul n. 51 del
24 dicembre 1979 della rivista
« Beijing Information », rivista
molto ufficiale stampata in Cina. L’articolo, intitolato « La politica in materia di religione »
ribadisce che la religione in Cina, qualunque essa sia — cristianesimo, buddismo, islamismo, taoismo — viene rispettata :
«I cittadini hanno la libertà di
praticare tale o tal’altra religione così, come hanno la libertà
di non praticarne alcuna. Gli
atei possono convertirsi e i credenti abiurare la loro fede ». Questa nuova politica del governo
cinese è sancita dall’art. 46 della
nuova Costituzione del 1975 la
quale da un lato assicura la libertà di religione, dall’altro ribadisce la libertà di propaganda
all’ateismo.
La religione dei
«barbari d’occidente»
Quel che è cambiato in Cina
non è il giudizio negativo sulla
religione in sé, che rimane quello della classica impostazione
marxista, ma semplicemente la
politica del governo rispetto ai
credenti delle varie confessioni.
Il che rappresenta comunque
una grande novità sia rispetto
ai primi anni della rivoluzione
comunista, sia rispetto agli anni
della Rivoluzione Culturale e
della Banda dei Quattro. Nei primi anni della rivoluzione, i comunisti cinesi hanno espulso dal
paese tutte le missioni straniere
(cattoliche e protestanti) perché
tutte erano legate a doppio Alo
alle potenze occidentali (soprattutto Stati Uniti) e su posizioni
decisamente anti-cinesi e anticomuniste; le loro chiese, i loro
istituti, le loro scuole e università erano allora il simbolo delrimperiallsmo delle potenze straniere, quindi la loro presenza
non poteva essere tollerata. Inoltre il cristianesimo era sempre
stato identiñcato con i missionari occidentali e pertanto veniva considerato come del tutto
estraneo alla storia, alla cultura
e alla Alosofia cinesi. Francesco
Montessoro, in un articolo apparso sul n. 11 (dicembre 1979)
di II>OC internazionale — "Quattro secoli di missione cristiana
in terra cinese" — afferma; « L’aspetto costante che contraddistingue la storia dell’insediamento missionario in Cina è la perspicace opposizione, il riffuto caparbio dei più ampi strati della
popolazione ad accogliere la religione dei "barbari d’occidente",
non solo perché segnale della
perduta autonomia nazionale ma
perché dottrina in sé immorale,
estranea cioè all’etica consuetudinaria confuciana ». Niente di
strano quindi che la liberazione
politica abbia implicato l’evacuazione delle missioni straniere.
Ciò non significava però l’eliminazione della religione in
quanto tale, il che fu invece il
tentativo drasticamente portato
avanti dalla Banda dei Quattro
durante la Rivoluzione Culturale. Nel 1966 infatti, le Guardie
Rosse si proponevano di distruggere i «quattro vecchi» (vecchie idee, vecchie abitudini, vecchi costumi e vecchia cultura)
e uno di questi « vecchi » era
proprio la religione. Fu allora
che vennero chiuse tutte le chiese e l’Ufficio per gli Affari Religiosi e che vennero vietate tutte
le attività e manifestazioni religiose. I « Quattro » — come ricordava il vescovo K. T. Ting —
consideravano che la religione
«non esisteva più», senza tener
conto delle sue radici sociali,
culturali, etiche, come se la fede
potesse essere abolita per decreto nel cuore e nell’anima della
gente. Tutti concordano nel denunciare il ruolo estremamente
nefasto giocato dalla Banda dei
Quattro nella repressione ad oltranza di ogni manifestazione o
sentimento religioso, e alla loro
influenza viene attribuita raggiunta all’art. 46 della Costituzione sul diritto alla libertà di
propaganda all’ateismo.
Capire la religione
per capire la storia
Il nuovo clima religioso in Cina è dunque da mettere in diretta connessione con la caduta
dei Quattro e con la politica
pragmatica della nuova leadership cinese che ha capito che, anziché alienarsi la simpatia e la
collaborazione dei credenti, è
politicamente più producente rispettare i diritti religiosi, quindi avere l’appoggio dei credenti
nella costruzione del socialismo.
Ma non è tutto qui. La Cina
è ormai impegnata nella realizzazione delle « quattro modernizzazioni » per fare del paese,
entro il 2.000i, un moderno Stato
socialista. Questa nuova politica
che mira ad uno sviluppo accelerato della produzione, della
scienza, della tecnologia, implica l’allargamento e il potenziamento dei rapporti internazionali. Ora, secondo Ren Jì5ti (direttore dell’Istituto di Ricerca sulle Religioni Mondiali dell’Accademia Nazionale delle Scienze
Sociali di Pechino), in un articolo intitolato « La battaglia per
sviluppare una scienza marxista
della religione» (pubblicato su
IDOC), sui 4,2 miliardi di abitanti del mondo attuale, 2,5 miliardi hanno una fede religiosa,
il che sta a dimostrare l’infiuenza notevole della religione su più
di metà della popolazione mondiale. Per di più, la storia insegna che molte volte i cambiamenti rivoluzionari sono stati
ispirati e portati avanti da movimenti religiosi (es. i nessi tra
RESPONSABILITÀ’ DELLA SINISTRA
Euromissili e
sinistra italiana
Riforma protestante e rivoluzioni borghesi). Per cui, senza uno
studio approfondito della religione e della teologia non è possibile avere una conoscenza obiettiva e corretta della storia umana. Per questo è stato creato nel
gennaio 1979 l’Istituto di Ricerca sulla Religione all’Università
di Nankino, impegnato principalmente nella ricerca sul cristianesimo. L’Istituto di Ricerca sulla
Religione dell’Accademia per le
Scienze Sociali di Xinjiang è impegnato nella ricerca sull’Islam.
Altri istituti simili stanno per
essere istituiti a Shangai, Yimnan, Gansu, Sichuan, ecc... Parallelamente a queste ricerche
sulle religioni, viene portato
avanti lo studio e la diffusione
dell’ateismo che evidentemente
è e rimane alla base della concezione del mondo dei comunisti cinesi. D’altronde, l’intenzione dichiarata dei dirigenti cinesi
è di convincere la popolazione
della superiorità dell’ateismo rispetto al teismo e alla religione.
A questo scopo è stato recentemente istituito, presso il dipartimento di filosofia dell’Università di Nankino, un’Associazione
Cinese dell’Ateismo. Al metodo
radicale, intollerante e anti-democratico usato dalla Banda dei
Quattro, viene sostituito il metodo dialettico, cioè un metodo
basato sulla ricerca e lo studio,
sul confronto e sulla discussione tra atei e credenti. Secondo
un articolo del « Quotidiano del
Popolo » del 15 marzo 1979 (pubblicato da IDOC), « La religione
è un problema di visione del
mondo che ha innumerevoli connessioni con l’idealismo. Se vogliamo risolvere questo problema, dobbiamo affidarci alla eliminazione delle classi e alla diffusione e allo sviluppo della cultura e della scienza, che sono
problemi a lungo termine. Prima
che il popolo abbia compietamente trasformato le proprie
credenze in questo tipo di idealismo, dobbiamo riconoscere,
permettere e rispettare le credenze delle masse popolari » finché «perverranno alla conclusione corretta e getteranno via
tutti questi tipi di legacci spirituali ».
In questo quadro, ci sembra,
va vista la nuova politica di libertà religiosa in atto nella Cina degli anni ’80. Non si tratta
quindi di un risveglio religioso
delle masse cinesi, ma più semplicemente e più modestamente
del ripristino di un diritto eminentemente democratico — libertà di pensiero, libertà di credenza, tutela delle minoranze — senza il quale non si può parlare di
democrazia e tanto meno di socialismo. •
Jean-Jacques Peyronel
Poiché noi evangelici dobbiamo pensare con la nostra
testa, cercando di dire quello
che altri non dice, propongo
alla riflessione dei lettori, in
specie di quelli di sinistra, un
avvenimento di politica interna ed internazionale ad un
tempo, che la crisi medioorientale in atto, congiuntamente alla solita manipolazione dei mezzi di informazione
di massa, hanno posto in secondo piano: il desolante spettacolo offerto di recente dalla
sinistra italiana tutta, nel Paese e nel Parlamento, per la
mancata volontà di lotta e di
opposizione alla decisione N.A.
T.O. di installare nel nostro territorio i cosidetti euromissili!
Prescindendo dai socialdemocratici, il cui zelo atlantico non è
da porsi in minimo dubbio, se in
radicali e pduppini la paura irrazionale dell’orso polare sovietico
mi sembra abbia finito collo spegnere la grinta pacifista e rivoluzionaria che pure fan tanta mostra rispettivamente di possedere, nei comunisti, a mio modesto avviso, è venuta meno,
purtroppo, una reale volontà
di opposizione e di lotta: il
partito comunista ha, sì, votato contro ed ha formulato —
con uno strano ritardo però
— un’interessante proposta di
moratoria nella produzione ed
installazione dei missili da attuarsi nei due schieramenti militari contrapposti, ma ha evitato ogni mobilitazione di massa
— una o due manifestazioni
pubbliche ad un mese di distanza dal voto del dicembre ’79 non
muta la sostanza dei fatti — e si
è guardato bene dal solo prospettare una qualche forma
di ostruzionismo parlamentare,
questa volta, sì, giustificabile!
(L’appunto valga anche per i
radicali!). Perché? Evidentemente nei comunisti italiani ha agito la preoccupazione di non cadere in contraddizione con il
quadro atlantico ed occidentale da essi recentemente accettato, sia pure criticamente per superarlo: a qual prezzo?
E dire che un diverso atteggiamento dei comunisti avrebbe
quasi certamente vanificato le solite esitazioni e le resistenze dei
socialisti, determinandoli per il
no, nonostante le cineserie di
Craxi!
E il no dei socialisti avrebbe
significato il rifiuto del Parlamento italiano agli euromissili...
e il no del Parlamento italiano
avrebbe influenzato in modo determinante la decisione di quello tedesco, che ne faceva dipendere le scelte finali!
Non si tratta di una falsa illazione, bensì di una reale possibilità dì modificare il corso degli
irFIIROPEO
Hans Kiing e la mwva
realtà religiosa in Cina
Il noto teologo cattolico svizzero, di ritorno da un suo viaggio nella Cina popolare, riporta
in un articolo pubblicato da
« L'Europeo » (20.3.’80) una serie
di informazioni e considerazioni.
Ci troviamo di fronte ad una
svolta nella politica religiosa cinese? Direi di sì, è doveroso riconoscerlo.
Come è noto, a partire dal 1949,
con la fondazione della Repubblica popolare cinese, le chiese
cristiane furono perseguitate con
metodi stalinisti.
Tuttavia ciò non giustifica atteggiamenti da parte della Chiesa tali da giustificare tutto il suo
operato. Ci dobbiamo chiedere:
come mai si è giunti in Cina ad
una ostilità così radicale verso la
Chiesa e verso la religione? Questo fatto non dipende solo dalla
notoria avversione del marxismo
nei confronti della religione.
Ancora oggi in Cina non si dimentica che le missioni cristiane erano largamente improntate
ad uno spirito anticinese. Ancora una volta non si capirono gli
avvenimenti: la condanna indifferenziata di Pio XII del comuniSmo come ateismo, la scomunica
di tutti i membri del partito comunista, l’inequivocabile presa
di posizione a favore di Ciang
Kai-scek e le conseguenti misure
disciplinari ecclesiastiche sono le
ragioni che portarono ancora
una volta ad una persecuzione
anti-cristiana. Questa persecuzione colpisce non solo 3 milioni e
200 mila cattolici, ma anche 1 milione e 400 mila protestanti.
Tra i segni significativi della
nuova situazione, rileva Kiing, il
fatto che alla conferenza consultiva del V congresso popolare
nazionale sono stati invitati, accanto ai rappresentanti delle altre comunità religiose, anche
membri dell’episcopato cattolico
e protestante.
Il vice-premier Yao Yi-ljn ha
precisato che la libertà religiosa
comprende anche la libertà di
diffusione della religione stessa e
questo convincimento è condiviso anche dall’Ufficio per gli af
eventi che la sinistra italiana
tutta ha lasciato cadere!
E l’equilibrio strategico delle
forze in Europa? Certo, il problema esiste e va discusso urgenternente e risolto; e anticipandone il tema, che potrà essere oggetto di un prossimo articolo,
mi si consenta, per finire, di porre un quesito, che non ho sentito dire né letto in nessuna parte:
perché ristabilire l’equilibrio atomico in Europa con 572 missili
e non, poniamo, con 200-300?
Trattandosi di armi nucleari perfezionate la quantità è decisiva.
Si vuole veramente l’equilibrio?
Qui sta, forse, l’equivoco o il
bluff della N.A.T.O.
Adamo Donini
Alcoolismo
e società
(segue da pag. 5)
vizio di cui il soggetto è il solo
colpevole in quanto debole di carattere.
Esiste inoltre un comportamento diverso nei confronti dei
bevitori, a seconda che siano
membri degli strati sociali più
umili 0 dei ceti alti. In tutti gli
ambienti esistono problemi dovuti all’alcool, ma il bevitore povero sembra essere più colpevole
di quello ricco.
L’atteggiamento punitivo della
società nei confronti degli alcoolisti lo si vede, oltre che nella
emarginazione e nel disprezzo
con cui vengono trattati, anche
nel modo con cui si conducono
le cure atte ad ottenere la disassuefazione. Basti pensare ai metodi che utilizzano i farmaci che
stimolano il vomito se si introducono bevande alcooliche durante la cura.
Così certi trattamenti di tipo
psicologico fanno leva sul senso
di colpa, ripetendo al bevitore
che se non abbandona la sua abitudine riprovevole non è altro
che un individuo privo di volontà, un debole e un asociale.
In questa situazione da un lato
c’è la società che si sente minacciata dalla presenza degli alcoolisti, dall’altro gli alcoolisti che
si sentono perseguitati, colpevolizzati, emarginati dalla società
stessa.
Tutto ciò porta ad eludere il
vero problèma, creando contrasti
là dove dovrebbero essere ricercati il colloquio, la comprensione e l’aiuto.
IL GIORNALE DEI GIORNALI
fari religiosi, riaperto dopo la rivoluzione culturale. Presumibilmente si cerca di eliminare l’ingiustizia ancorata nella costituzione che espressamente concede solo all’ateismo la libertà di
diffusione.
Quanto prima a Nanchino dovrà essere data alle stampe una
nuova traduzione della Bibbia,
già pronta, in cinese moderno.
La letteratura straniera, anche
quella teologico-filosofica, negli
istituti di Pechino, dove per decenni, durante il periodo della
« banda dei quattro », era stata
quasi completamente bandita, è
ora benvenuta.
Solo il futuro ci potrà mostrare 1 ampiezza e le conseguenze
delle attuali aperture. Il futuro
dipende anche dalla capacità di
autoriflessione e di autocritica
della Chiesa medesima.
Si sarà capaci, in modo particolare a Roma (dove attualmente
un nuovo centralismo, clericalismo e trionfalismo sembrano travalicare lo spirito della collegialità, dell’ecumenismo, deU’autocritica e della riforma voluti dal
Concilio vaticano II), di avvicinarsi alla controparte senza un
atteggiaménto di sufficienza?
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