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SETTiMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTESTE, METODISTE, VALDESI
VENERDÌ 12 DICEMBRE 1995
ANNO 3 - NUMERO 45
LA LEGGE SULLA VIOLENZA SESSUALE
UNA MISURA
DI CIVILTÀ
DORIANA GIUDICI
Dopo un lunghissimo iter
(durato circa 20 anni) è
approdato il 23 maggio scorso alla Camera un testo di
legge contro la violenza sessuale che ha raccolto il consenso di 318 deputati su 400.
Oggi si sta discutendo questo testo al Senato, ma le prospettive di avere a breve, in
Italia, una nuova normativa rimane drammaticamente legata
all’imprevedibilità di molteplici fattori; da un lato i rischi
di una crisi di governo, sempre incombente, dall’altro la
difficoltà di venire a un accordo fra i vari gmppi politici tale da permettere di raggiungere una maggioranza favorevole a votare il testo di legge così com’è uscito dalla Camera.
Il testo varato alla Camera
segna un passaggio importante, sia per la nostra cultura che
per la nostra giurisprudenza:
la violenza sessuale è un reato
contro la persona, contro l’individuo, contro l’essere umano. Viene rispettata così una
originale elaborazione del
pensiero femminista che invocava da tempo la distinzione
netta fra moralità pubblica e
diritto soggettivo. I reati sessuali infatti, se sono oggettivamente una piaga sociale, offendono e danneggiano in primo luogo l’interesse individuale alla libertà. Non solo,
ma le stesse nuove modalità
del reato (ad esempio che sia
commesso da un gruppo) vengono, nelle normative proposte puntualmente recepite, tenendo così conto dell’evoluzione, in atto, del reato stesso.
Proprio su questo tema, in
un recente incontro i pastori e
le pastore di Roma e del Lazio hanno focalizzato la loro
attenzione. A Roma, quasi
settimanalmente, la stampa
registra casi eclatanti di violenze di gruppo; le comunità
cristiane non possono non domandarsi quanto un'’arcaica
educazione sessuale sia responsabile di atti spesso perpetrati anche dai giovani e dai
giovanissimi. La responsabilità delle chiese viene così
chiamata in causa, sia in termini di testimonianza evangelica che di informazione e
educazione sessuale.
Ora urge una pressione forte della società civile perché
senatrici e senatori di qualsiasi gruppo rispondano celermente alle aspettative di
quanti vogliono finalmente
punito anche nella normativa
italiana il reato più odioso,
quello della violazione della
dignità degli esseri umani.
Giustamente durante il dibattito alla Camera il reato di
violenza è stato qualificato
come una fattispecie gravissima, seconda solo all’omicidio. Non a caso infatti risulta
che questo reato comporta per
le vittime danni psichici, oltre
a quelli fisici, permanenti.
È di fronte alla gravità di
questo problema che sorprende da un lato la superficialità
con cui alcuni senatori pensano di affrontare la questione: parlano di tempi lunghi
prima dell’approvazione. Altri ipotizzano mediazioni e
patteggiamenti sulle caratteristiche delle procedure processuali o sulle pene, da rendere meno aspre; ma ciò che
sconcerta è l’alleanza trasversale contro la legge che
trova uniti senatori e senatrici di Alleanza nazionale con
quelli di Forza Italia e di
Rifondazione comunista, come la senatrice Ersilia Salvato. Sorge il dubbio che ancora una volta problemi che riguardano i più deboli vengano utilizzati o come merce di
scambio (vi dò la legge contro la violenza sessuale, dateci la legge per «chiudere
Tangentopoli») o come arma
per accelerare la fine di una
legislatura.
E vero; minorenni, donne,
bambini sono forse scarsamente «visibili» nella vita politica e scarsamente rilevanti
rispetto alla rielezione di questo o quel candidato, ma la
condizione in cui vivono i più
deboli fanno la «qualità» civile e democratica di una società. Una classe politica si
giudica anche da come assume una questione sociale come questa.
Il tempo delTavvento ci propone di scoprire l'attesa nella nostra vita - 2
Dìo fa risorgere la speranza negli uomini
LIDIA MAGGI
«Allora quelli che temono l’Eterno si
sono parlati»
(Malachia 3, 16-18)
Taceva la voce della speranza quando
i timorati di Dio, al tempo di Malachia, si sono resi conto che, nonostante il
ritorno dall’esilio, la ricostruzione del
tempio, le speranze suscitate dal profeta
Zaccaria, poco era cambiato nella vita di
tutti i giorni. L’ingiustizia e l’indifferenza sembravano smentire e schiacciare
qualsiasi anelito di speranza: gli scoraggiati e disillusi, parlandosi, non potevano
che usare parole meste, quasi sussurrate,
parole come quelle che escono continuamente dalla nostra bocca, adesso che le
grandi parole tacciono, che il tempo della militanza sembra lontano, che la sfiducia e la rassegnazione prendono il posto
deli’entusiasmo e dei grandi ideali.
È una fede ferita la nostra, ferita come
quella dei timorati di Dio al tempo di
Malachia, ferita dalle contraddizioni che
vediamo ogni giorno, ferita dall’attendere un regno che sembra non giungere
mai, ferita dalle grandi sciagure, dal sangue, dalle guerre e dalle piccole meschinità quotidiane. Vorremmo ancora sperare e invece spesso sentiamo solo il vuoto, la realtà sembra smentire la giustizia
di Dio. Ci chiediamo perché continuare a
credere quando «beati sono i superbi e
coloro che operano ingiustamente».
Le parole meste allora diventano dure:
ci chiediamo dov’è Dio, perché non interviene nel mondo, perché il regno tarda
a venire... dovendo fare i conti con una
fede ferita scopriamo così di aver bisogno di essere guariti, sono necessari unguenti per lenire le piaghe della nostra
fede. Attendiamo il «guaritore». È questa
fede ferita che ci spinge a richiedere che
si affretti il tempo del compimento. Chi
ci soccorrerà, chi ascolterà le nostre accuse contro Dio, chi risponderà alle nostre domande che sembrano non trovare
risposta? «L’Eterno è stato attento e ha
ascoltato...» annuncia Malachia ai disillusi di Dio. Dio ascolta, ascolta i nostri
dubbi, le nostre domande inquietanti, la
nostra disillusione, ascolta la voce mesta
di una fede ferita.
Dio ascolta come ha ascoltato il pianto
del popolo oppresso, ferito dalla schiavitù, Dio ascolta come ha ascoltato lo
scoraggiamento degli ebrei disillusi. Dio
ascolta. Dio interviene come è intervenuto per liberare il suo popolo e sanare le
ferite di schiavitù. Dio interviene: «Ma
per voi che temete il mio nome sorgerà il
sole della giustizia con la guarigione nelle sue ali». Con la nostra fede ferita abbiamo perso le nostre sicurezze, i miti di
autosufficienza, la presunzione di possedere Dio e la sua grazia.
Così feriti ci scopriamo invece vulnerabili, deboli, malati, siamo confusi, abbiamo perso buona parte delle nostre certezze e nella confusione non riusciamo
più a vedere i segni di speranza. Ma li attendiamo e nell’attesa della guarigione,
con il dolore delle^ piaghe aperte, entriamo nell’avvento. È la notte della nostra
fede, attendiamo il sole. Il sole sorge e ha
bisogno della notte per farlo. Nella notte
il sole sembra non esistere, eppure è là,
nascosto al nostro sguardo desideroso di
scorgerlo. L’avvento per noi oggi può essere l’attesa del sole che sorge, un’attesa
fatta di parole meste e insieme dure, parole di sconforto e di giudizio, parole che
raggiungono le orecchie attente di Dio.
È solo col chiarore dell’alba che svaniranno, ma lentamente, le ombre dello
sconforto e della disillusione. Malachia
usa un’immagine forte. Solare, «far risorgere» la speranza. Il sole sorgerà irradiando giustizia, una giustizia che non ci
appartiene, ma che invochiamo in questo
tempo di avvento. «Allora vedrete nuovamente la differenza tra il giusto e
l’empio...». All’alba di questo sole è
possibile vedere una terra rischiarata dalla luce della giustizia. Il calore scioglierà
i cuori di pietra, asciugherà le nostre piaghe e rafforzerà le nostre ossa.
Incontro a Toledo
Mediterraneo
di pace
Su invito del sindaco di
Toledo e della Commissione
europea si è svolto a Toledo
(Spagna) il 6-7 novembre un
incontro informale di rappresentanti delle tradizioni religiose e filosofiche dei paesi
del Mediterraneo: cristiani
(cattolici, protestanti e ortodossi), ebrei, musulmani e
«umanisti». L’incontro, che
aveva come tema «Per un
Mediterraneo di pace» si è
svolto in presenza di rappresentanti della Commissione
europea, del Consiglio d’Europa, deirUnesco e di vari
governi europei, e aveva lo
scopo di permettere uno
scambio su alcuni nodi centrali del processo di cooperazione fra i popoli dell’area
mediterranea, in vista della
prossima Conferenza euromediterranea di Barcellona
(27-28 novembre).
Questi gli interrogativi a
partire dai quali si è mosso
l’incontro; le grandi religioni
monoteiste e gli umanesimi
possono contribuire a un progetto comune per le società
del Mediterraneo? Come possono contribuire alla riconciliazione fra i popoli? Come le
religioni considerano il ruolo
delle donne oggi? (La relazione sul quest’ultimo punto
è stata svolta dalla pastora
battista italiana Adriana Cavina). Nonostante le difficoltà e
l’emergere di «fondamentalismi», sono possibili convergenze importanti fra le religioni monoteiste e gli umanesimi. I parteciparti hanno auspicato la creazione di una rete di centri che, nei vari paesi
del Mediterraneo, promuovono il dialogo interreligioso e
interculturale.
La condizione per lo sviluppo di un autentico dialogo, si
legge nel comunicato finale
dell’incontro, è nella creazione di un clima di «rispetto e
mutuo riconoscimento- che va
ben al di là della tolleranza».
Assemblea Cevaa
a giugno
a Torre Pellice
pagina 2
All’As
L’utopia
del possibile
pagina 6
Il centenario
di Jean Giono
pagina 8
2
PAG. 2 RIFORMA
venerdì is DICEMBRE 1995
Si è riunito dal 29 ottobre al 1° novembre scorso il Comitato esecutivo della Cevaa
Sì svolgeranno a Torre Pellìce le Assise della
Comunità evangelica di azione apostolica
FRANCO TAGLIERÒ
Dal 29 ottobre al 1“ novembre scorso il Comitato esecutivo della Comunità
evangelica di azione apostolica (Cevaa) ha tenuto la sua
riunione ordinaria autunnale a
Torre Pellice. L’organismo
gestionale della Cevaa si incontra regolarmente durante
Tanno presso una delle chiese
membro e, in vista della Assemblea generale che si terrà
a fine giugno 1996 proprio alle valli valdesi, i responsabili
della comunità hanno voluto
prendere il primo contatto
con i luoghi dove si svolgerà
l’importante incontro, il primo della storia della Cevaa.
Erano presenti, tra gli altri,
il presidente della Cevaa, past. Emanuel Njiké, presidente
della Chiesa evangelica del
Camerún, e il past. Marcel Piguet, segretario generale della
Cevaa. Il gruppo, ricevuto
domenica 29 ottobre dalla comunità di Torre Pellice al culto e all’incontro comunitario
dell’Inverso Roland!, ha incontrato, nel corso delle sedute di lavoro, il moderatore
della Tavola valdese e il Comitato italiano per la Cevaa.
Si sono così potute tracciare
nel dettaglio le linee organizzative in vista dell’Assemblea
e delle sedute del Consiglio
che convoglieranno a Torre
Pellice circa 160 persone provenienti da tutte le chiese della comunità (oltre al delegato
al Consiglio saranno membri
dell’Assemblea due persone
nominate dalle Amministrazioni di ogni chiesa, preferibilmente un/una giovane e
una donna).
Il Comitato italiano sta ora
predisponendo, con la collaborazione di Concistori e
Consigli di chiesa, un programma di sensibilizzazione
delle nostre chiese, sia per reperire alcuni volontari che ac
Studio biblico in una comunità della Chiesa protestante metodista del Benin, che è membro della Cevaa
compagnino i delegati durante il soggiorno a Torre Pellice, sia per accertare la disponibilità ad ospitare i delegati
durante la visita alle chiese
vicine (Valli, Piemonte e Liguria) prevista il 29 e il 30
giugno. Il tema dell’Assemblea, «Ecco, io vi mando...»
(Matteo 10, 16), potrà anche
essere studiato nelle comunità; facendo richiesta del
materiale preparatorio al pastore Daniele Bouchard.
Un secondo incontro preparatorio, ancora a Torre Pellice
dal 10 al 15 dicembre prossimo, affronterà gli aspetti riguardanti i vero e proprio
svolgimento dei lavori dell’
Assemblea (dibattiti, tavole
rotonde, contenuti in vista di
una mozione finale che faccia
il punto sul senso della Cevaa
a giorno d’oggi); vi parteciperanno l’animatore teologico della Cevaa, past. Charles
Klagba, e il Gruppo perma
nente dell’animazione teologica, formato da laici e teologi provenienti da vari paesi
dell’Africa, oltre che da Francia, Svizzera e Argentina. Per
le chiese valdesi e metodiste
italiane saranno presenti
all’incontro di dicembre i pastori Daniele Bouchard, Francesca Cozzi e chi scrive.
Tomando ai lavori del Comitato esecutivo, esso ha affrontato vari tempi e problemi della comunità. Particolare attenzione è stata dedicata
alla delicata situazione che si
sta nuovamente verificando
nella Chiesa evangelica del
Gabon, dove da alcuni anni si
delineano gruppi di potere
che minacciano una divisione
della chiesa.
Gravi problemi, a causa
della situazione politica, toccano anche la Chiesa evangelica e la Chiesa metodista del
Togo, mentre altre chiese in
Africa stanno affrontando
estreme difficoltà da punto di
vista finanziario. Non ultimo
è il problema della Chiesa
evangelica della Polinesia
francese, che ha ufficialmente
preso posizione contro gli
esperimenti atomici nel Pacifico (vedi Riforma n. 43 del
17 novembre).
Un atto amministrativo ha
riguardato la dichiarazione
della vacanza del posto di segretario finanziario della Cevaa. La comunità sta cercando di coprire questo posto
presso la sede parigina facendo appèllo a tutte le chiese
membro perché individuino e
rivolgano vocazione a una
persona professionalmente
preparata per questo settore
di lavoro. Le candidature,
proposte dalle amministrazioni delle chiese (per l’Italia
dalla Tavola), saranno vagliate dal Consiglio di giugno,
che nominerà infine il nuovo
segretario finanziario.
Usa: femministe cattoliche a convegno
Abbandonare la lotta
per ^ordinazione?
«Ordinazione vuol dire subordinazione» ha affermato
Elisabeth Schiissler Fiorenza
durante la 20“ Conferenza
sull’ordinazione delle donne
che si è svolta TU e 12 novembre scorso a Arlington
(Virginia), negli Usa. E questo finché la Chiesa cattolica
romana rimarrà un «sistema
di dominio piramidale, elitario, dominato dai maschi»,
basato su strutture ereditate
dall’imperialismo romano.
Fra le oltre 1.000 donne presenti all’incontro, riferisce il
New York Times del 14 novembre scorso, molte sono rimaste disorientate nel vedere
che ora, dopo vent’anni di
lotta per conquistare l’ordinazione delle donne, alcune delle più note leader del movimento femminista cristiano si
chiedono se questa battaglia
abbia ancora un senso e se
non sia preferibile puntare
all’obiettivo della ricostruzione della chiesa.
Le organizzatrici dell’incontro hanno presentato un
programma che propone di ricercare un «discepolato degli
uguali», cioè una chiesa senza gerarchia e senza sacerdoti
ordinati per la vita aventi il
potere speciale di amministrare i sacramenti. Questo
modello di chiesa, hanno precisato, è più vicino ai tempi
del Nuovo Testamento, all’
ala radicale della Riforma
protestante e a movimenti come i Quaccheri, piuttosto che
al cattolicesimo.
Molte delle donne presenti
non hanno mancato di esprimere le loro perplessità. Suor
Maureen Fiedler, in particolare, che è codirettore del
«Quixote Center» di Brentwood, un’organizzazione che
si occupa di problemi sociali
e politici, ha detto: «Se fossi
un vescovo o un esponente
del Vaticano e sentissi che
questa Conferenza lascia perdere l’ordinazione delle donne, direi: “Dio, ti ringrazio,
finalmente ci lasciano in pace’’». Ed ha aggiunto, provocando molti applausi: «Non
mi va di dare alla gerarchia
di questa chiesa una simile
vittoria».
Finalmente è stato deciso di
appoggiare sia le donne favorevoli all’ordinazione sia
quelle che perseguono il «discepolato degli uguali».
Il Cec vi investirà il 10% delle sue risorse
La Scod^ una banca
che investe nei poveri
Fondata nel 1975 a Rotterdam, su iniziativa del Consiglio ecumenico delle chiese
(Cec), la Scod (Società di
cooperazione ecumenica di
sviluppo) sostiene da vent’anni, con prestiti a tasso agevolato, dei progetti in vari paesi
del mondo. Questi progetti,
appoggiati sul posto dai responsabili di chiese o di associazioni ecclesiali, devono la
propria vitalità anzitutto agli
sforzi delle popolazioni locali.
La Scod dispone attualmente di un capitale e di un
fondo di manovra di 160 milioni di franchi svizzeri per
sostenere oltre 300 progetti in
66 paesi del mondo. Essa ha
potuto raccogliere un simile
capitale grazie agli sforzi di
migliaia di risparmiatori, raggruppati ormai nell’ambito di
86 associazioni di appoggio
nazionali o regionali.
Gruppi diversi e comunità
religiose, singoli e chiese sono impegnati in questa forma
di cooperazione. Dal marzo
1996, il Cec investirà il 5%
delle proprie risorse nella
Scod, fino a raggiungere il
10% nel 2000. La decisione
del Cec è stata presa dal suo
Comitato centrale, su raccomandazione dell’Unità III del
Consiglio, incaricata delle
questioni relative alla giustizia, alla pace e all’integrità
del creato.
All’annuncio di questa decisione, il direttore generale
della Scod, Gert van Maanen,
ha sottolineato che si tratta di
una decisione capitale per stimolare la solidarietà. «Investire “nei poveri’’ può apparire come una contraddizione
in sé - ha dichiarato -. Eppure, alla Scod, oltre il 90% dei
capitali imprestati ai poveri
vengono effettivamente rimborsati». All’indomani della
Conferenza mondiale dell’
Gnu sulla donna, la Scod sottolinea con piacere che le
donne sono le prime beneficiarie di questa nuova forma
di cooperazione allo sviluppo, dato che sono le prime a
prendere iniziative e sono
spesso loro ad assumere la
responsabilità di nuovi progetti. Questo si verifica soprattutto in Asia e in Africa.
Almeno una volta su due, le
missioni di accompagnamento regionale dei progetti vengono affidate a donne. (spp)
Dal Mondo Cristiano
Perù: nel 2003 il 25% della
popolazione sarà protestante?
LIMA — I membri di una sessantina di chiese protestanti del
Perù hanno annunciato che l’obiettivo dei protestanti per il 2003
è quello di rappresentare il 25% della popolazione peruviana.
Una dichiarazione resa nota al termine del secondo «Congrès
Perù para Cristo», svoltosi a Lima dal 31 ottobre al 3 novembre
scorso, ha infatti precisato che, per raggiungere tale obiettivo, le
chiese protestanti hanno deciso di fondare 50.000 comunità nel
paese. Il documento precisa che in occasione del terzo «Congrès
Perù para Cristo», nel 1997, le chiese protestanti sperano di avere 19.000 comunità locali, cioè 5.400 in più rispetto al numero
attuale. Secondo l’Agenzia di notizie dall’America Latina e dai
Caraibi (Ale), il pastore Miguel Bardales, che presiedeva il
Congresso, ritiene che attualmente i protestanti rappresentino il
10% della popolazione del paese, ossia due milioni di persone.
Hanno partecipato al Congresso di Lima 1.222 persone. Molte
di loro sono membri di «chiese indipendenti», cioè di chiese locali non affiliate alle chiese tradizionali. (eni)
Il Premio metodista della pace
a un vescovo sudafricano
EAST LONDON — Il Premio metodista della pace per il
1996 sarà assegnato al vescovo presidente della Chiesa metodista dell’Africa australe, Stanley Mogoba. Dal 1963 al 1969 fu,
come Nelson Mandela, incarcerato a Robben Island, per le sue
attività anti apartheid. Durante la prigionia, scoprì la sua vocazione al ministero. Il premio ricompensa il vescovo Mogoba per
avere sempre rifiutato di ricorrere alla violenza o di schierarsi
con gli africani o i bianchi, con le tribù o i partiti politici, nella
lotta contro l’apartheid, e per la sua azione coraggiosa a favore
della riconciliazione. Ora cerca di promuovere la pace nella provincia del KwaZulu-Natal, dove vive, una zona che continua ad
essere scossa da esplosioni di violenza politica. Il vescovo Mogoba ha ricordato che la Chiesa metodista in Sud Africa si sforza di promuovere lo sviluppo e la riconciliazione, in particolare
fra i leader del paese. La Chiesa metodista conta due milioni di
membri, di cui circa il 75% è nero. Il vescovo Mogoba, che è
stato membro del Comitato centrale del Consiglio ecumenico
delle chiese (Cec), ha giocato un ruolo importante nel «Programma di lotta contro il razzismo» del Cec. In una dichiarazione pubblicata a Johannesburg, la Chiesa metodista del Sud Africa ricorda che il vescovo Mogoba è stato «uno dei primi responsabili sudafricani a richiedere una soluzione negoziata per porre
fine alle ostilità, affermando nel 1988 ad Harare che nessuna
guerra si è mai conclusa senza una conferenza di pace». (eni)
India: le chiese prendono
la difesa di madre Teresa
CALCUTTA — Diverse chiese dell’India hanno protestato
dopo che un prete indù di alto rango, il Sankarachaya (profeta)
di Puri, Nischalananda Saraswati Maharaj, ha accusato madre
Teresa di cercare di convertire degli indù al cristianesimo. Fra
queste chiese figurano la Chiesa cattolica romana, la Chiesa
dell’India del Nord, la Chiesa dell’India del Sud, l’Unione battista, la Chiesa metodista e le Assemblee di Dio. II 20 ottobre
scorso, a Govardhan Mutt, di fronte a diversi giornalisti, il
Sankaracharya di Puri aveva pubblicamente attaccato la religiosa cattolica dicendo: «Essa si serve del “manav seva” (opera
umanitaria) per cercare di ottenere delle conversioni. Se madre
Teresa vuole realmente servire l’umanità, dovrebbe smetterla di
convertire degli indù al cristianesimo». Il «Pachimbanga Christlya Parisad» (Fomm unito dei cattolici e dei protestanti) ha risposto a queste critiche sottolineando che «tutti sanno ciò che fa
madre Teresa» e che «nulla potrà far vacillare la fiducia che
centinaia di milioni di persone ripongono in lei». In questi ultimi mesi le attività di madre Teresa hanno suscitato polemiche in ,
Europa e negli Usa. Un giornalista britannico, Christopher Hitchens, Tha accusata di preoccuparsi più dei suoi rapporti con i
ricchi e i potenti che non della situazione dei poveri e dei malati. Il giornalista ha anche pubblicato un libro, «The Missionary
Position», che accusa la religiosa di «cupidigia e di ambizione,
per non dire di arroganza». Altre critiche sono state espresse
nell’ottobre scorso dal Consiglio mondiale indù. (eni)
India: prima Bibbia
ecumenica in lingua tamil
MADURAI — Molto attesa nello stato del Tamil Nadu, la
Bibbia ecumenica in lingua tamil sta per essere pubblicata. Secondo un comunicato della Conferenza episcopale cattolica del
Tamil Nadu, ci sono voluti 23 anni di collaborazione tra cattolici, luterani e altri protestanti dell’India del Sud per giungere a
questo risultato. La pubblicazione della Bibbia ecumenica avviene sotto la responsabilità congiunta della commissione biblica della Conferenza episcopale del Tamil Nadu e dell’Alleanza
biblica universale. Domenica 26 novembre, la Bibbia ecumenica è stata solennemente distribuita a Madurai da mons. Marianus Arokiasamy, arcivescovo del luogo. (apic)
L'Esercito della Salvezza
su Internet
LONDRA — Dal 2 ottobre scorso l’Esercito della Salvezza
ha il suo codice di accesso su Internet. Per ottenere le informazioni, accessibili tramite il codice URL, occorre comporre i seguenti dati: http://www.winkcomm.com/saweb/home.htm
3
venerdì 1^ DICEMBRE 1995
PAG. 3 RIFORMA
La predicazione del pastore Tomasetto al Convegno ecclesiale cattolico di Palermo
La nostra speranza è in Gesù Cristo
DOMENICO TOMASETTO
«L’Eterno degli eserciti
preparerà su questo monte a
tutti i popoli un convito di cibi succulenti (...). Distruggerà su quel monte il velo che
copre la faccia di tutti i popoli (...) annienterà per sempre
la morte»
(Isaia 25, 6-9)
Cari fratelli, care sorelle
nel comune ministero e
nella comune vocazione, pace
e grazia nel nome del comune
Signore e Salvatore Gesù Cristo. È la prima volta che un
Convegno ecclesiale, gli «stati generali» della Chiesa cattolica italiana, ospita una delegazione fraterna evangelica.
Fino a ieri questo non era
possibile: ora molte situazioni
sono cambiate e uno spirito
nuovo sembra animare i rapporti fra chiese cristiane, unite dal comune Signore e da
gran parte del depositum fidei, divise però sul piano storico a motivo delle loro diversità teologiche. Arriverà un
giorno in cui le diversità non
saranno più lette in chiave
conflittuale, così da costituire
motivo di divisione, ma saranno lette in chiave di comunione, e costituiranno motivo
di arricchimento reciproco.
Questo è il sogno dell’ ecumenismo, il sogno che siamo
chiamati a fare insieme.
Una volta i profeti ricevevano una parola da parte del
Signore e la riportavano al
popolo; oppure avevano delle
visioni e ne condividevano il
contenuto. Poi si fissava il
tutto su testo, così che quelle
parole e quelle visioni potessero essere rivissute anche da
altri più avanti nel tempo.
Questa è stata l’esperienza
del profeta Isaia. Oggi noi
riascoltiamo quelle parole e
riviviamo quelle visioni sulla
base di un testo scritto che arriva fino a noi. Quella profezia e quella visione è rivolta a
tutti noi e ci riguarda in prima
persona: il sogno di Isaia è il
nostro sogno, quella parola
profetica è per noi.
Lasciamoci allora coinvolgere interamente da quelle
parole, viviamole con gioia
nell’entusiasmo della fede,
nell’ascolto obbediente dei figli di Dio. Si parla di un banchetto, o meglio, dell’invito a
un banchetto, a fare festa tutti
insieme. Dobbiamo riconoscere che l’invito è il più alto
Delegati fraterni
incontrano il papa
5 rappresentanti delle
chiese della Federazione
evangelica, un anglicano e
alcuni ortodossi hanno partecipato come «delegati fraterni» al «convegno ecclesiale» della Chiesa cattolica
italiana, che si è tenuto dal
20 al 24 novembre sul tema
«Il Vangelo della carità per
una nuova società in Italia».
Nella mattinata del 22
novembre il presidente della Federazione delle chiese
evangeliche in Italia (Fcei),
pastore Domenico Tomasetto, ha svolto una meditazione biblica sul testo di
(Isaia 25, 6-9). La delegazione ha avuto Fopportunità di un breve incontro
con il papa, durante il quale
il pastore Franco Giampiccoìi gli ha consegnato una
copia del documento del
Sinodo valdese «il papato e
recumenismo». Ricevendo
il documento il papa ha affermato: «Grazie, è un gesto importante».
I «delegati fraterni» al Convegno di Palermo insieme con il vescovo
Alberto Abiondi !
che possiamo mai ricevere: è
Dio, il Signore, che ci chiama
a fare festa. Dio invita tutti
noi al banchetto messianico.
Queste parole ci colgono in
una duplice situazione: in
primo luogo siamo coloro
che ricevono l’invito, i destinatari; in secondo luogo
siamo coloro che lo rilanciano nel nostro tempo, ne siamo i nuovi araldi. In primo
luogo, quindi, noi siamo i destinatari dell’invito. L’invito,
come leggiamo, è «per tutti i
popoli», senza alcuna limita- ■
zione. Siamo tutti invitati.*
Siamo chiamati a partecipare
insieme al banchetto messianico, a rispondere insieme
all’invito del Signore. Fra coloro che ricevono l’invito
non ci sono discriminazioni,
né divisioni che valgano. Siamo tutti invitati, anzi, più ancora, siamo tutti accolti. Il
Dio che invita è Dio di tutti,
rivendica una sovranità totale
e noi non possiamo limitarla
escludendo qualcuno per
qualsivoglia motivo e in via
preventiva dall’accogliere
questo invito. Non possiamo
porre limiti alla sua estensione. La generosità del Signore
non corrisponde alla nostra,
la grazia di Dio è ben più ampia della nostra.
Se l’inviio è rivolto a tutti,
dobbiamo fare in modo che
tutti possano rispondervi: vediamo profilarsi nella nostra
mente il lungo corteo degli
ospiti che si incamminano
verso la sala del banchetto.
Vediamo, e qui le immagini
apocalittiche prendono il sopravvento, una lunga fila di
persone che si tengono per
mano e procedono insieme.
Vediamo il bianco che dà la
mano all’uomo di colore,
l’uomo che dà la mano alla
donna, il giovane al vecchio,
il più forte al più debole, il sano al malato. C’è una chiara
consapevolezza: o si riesce a
rispondere tutti insieme a
quell’invito e tutti insieme arriviamo al banchetto, oppure
non ci arriverà nessuno. Non
solo quelli che noi escludiamo
0 che mettiamo in seconda fila, ma neanche noi arriveremo
mai a gustare i cibi preparati'
da Dio stesso che saziano e a
bere quei buoni vini decantati
che danno gioia.
Se vogliamo leggere questa
visione legandola alla nostra
situazione, allora possiamo
dire: o noi arriviamo tutti insieme alla sala di quel banchetto, oppure non ci arriverà
nessuno di noi. E dobbiamo
arrivarci tenendoci tutti per
mano, perché nessuno può
contare soltanto sulle sue forze, ma ha bisogno dell’aiuto
dell’altro. Le nostre divisioni
storiche non possono restare
tali dinanzi a queU’kivito. Nel
guardare a chi ci rivolge l’invito e nel cercare di rispondervi assieme, le nostre divisioni scoloriscono e si trasformano in diversità riconciliate,
un arricchimento reciproco.
Ma non devono sussisteré di
1 scriminazioni o precedenze
neanche all’ interno delle no
stre chiese: il popolo di Dio è
tale che non può ammettere
nulla di tutto questo, se vuole
rimanere fedele a Dio.
C’è una bella immagine
presente nel nostro testo:
«Dio strapperà il velo che copriva la faccia di tutti i popoli, e la coltre che copriva tutte
le genti». Tutti, in un modo o
nell’altro, abbiamo messo un
velo su qualcuno per distinguerlo e dividerlo da noi, per
differenziarlo in qualche modo. Quel velo sarà tolto e, con
nostra grande sorpresa, scopriremo che ricopriva un nostro fratello o una nostra sorella; anzi, con sorpresa e stupore ancor maggiori, vedremo quel fratello 0 quella sor
rella entrare nel regno di Dio
prima di noi, e ne resteremo
ammutoliti. Il silenzio segnerà la misura del giudizio
che cade su di noi. E non si
tratterà di giudizio di uomini,
ma del giudizio di Dio.
Il pastore Domenico Tomasetto
C’è una seconda immagine, ancor più bella: «Il Signore eliminerà la morte per
sempre, asciugherà le lacrime
su ogni volto; farà scomparire da tutto il paese la condizione,disonorevole del suo
popolo». Il più grande nemico dell’uomo non sarà più; la
sofferenza, che in tutte le sue
svariate forme produce lacrime amare, spesso amarissime, non esisterà più; il disonore e l’umiliazione di singoli e di interi popoli, non saranno più. La morte, la sofferenza e l’obbrobrio non ci
colpiranno più, come invece
ci colpiscono oggi e spesso ci
stroncano.
Tutte queste sono soltanto
immagini, oppure costituiscono il contenuto della promessa, la grande speranza divina per tutti noi? Le parole
del profeta Isaia arrivano fino
a noi e ci trovano non solo
come destinatari, ma ci chiamano anche ad essere araldi e
ripetitori dell’annuncio, nuovi
messaggeri, nuovi profeti.
Una prima considerazione si
impone da sola; non potremo
essere proclamatori di questa
speranza e di questa promessa, se prima non ne siamo stati destinatari. Nella misura in
cui abbiamo ricevuto e accolto l’invito, possiamo osare di
rilanciarlo ad altri.
Una seconda considerazione si affaccia con prepotenza:
come possiamo chiedere ad
altri di essere e di fare ciò che
noi stessi non riusciamo ad
essere o a fare? Come possiamo condurre per mano altri, se siamo incapaci di essere condotti per mano? Come
possiamo chiedere di usare
benevolenza, se noi per primi
non lo facciamo per parte nostra? Come possiamo pretendere che si coniughino assieme verità e libertà, pace e
giustizia fra le genti, se non
riusciamo a vivere in verità e
libertà, pace e giustizia fra di
noi? Come possiamo pretendere il rispetto dei diritti di
uguaglianza, se noi non riusciamo a farli valere al nostro
interno? Come pretendere da
altri il rispetto dei principi di
democrazia e di salvaguardia
delie minoranze, se siamo incapaci di viverle nel nostro
interno? Rispetto ai nostri silenzi complici, alle nostre parole timide e spesso inutili e
alle nostre colpevoli azioni,
come possiamo chiedere per-,
dono per gli errori passati,
senza fare nulla per rimuoverne le cause che tuttora sussistono al nostro interno?
So bene che la disputa donatista ha messo in chiaro che
l’efficacia dei sacraménti non
dipende dalla qualità etica del
ministro che li amministra.
Ma lì si trattava appunto di
sacramenti. Qui invece si
tratta di rapporti umani nelle
e fra le chiese che portano il
nome di Gesù Cristo. Il divario fra la parola che annunciamo e la parola che viviamo è troppo largo. Questo è il
peccato delle nostre chiese, il
peccato che ci tiene in prigionia come in una gabbia, dalla
quale non riusciamo ad uscire
da soli, il peccato che ci opprime e ci angustia. Ancora
una volta le parole del profeta
Isaia ci consolano: «In lui abbiamo sperato perché ci salvasse». La nostra angoscia
sparisce, la nostra angustia si
scioglie.
La nostra speranza non è in
noi stessi, nella nostra forza,
nella nostra stabilità millennaria, nella nostra capacità di
navigare in acque tempestose
e trovare una via d’uscita. La
nostra speranza è in Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo. La
nostra speranza è in Dio che
compie ancora oggi un’opera
di rinnovamento dell’intera
creazione, così da farci vivere nuovi cieli e nuova terra.
La nostra speranza è in Gesù
Cristo, Signore del mondo e
della chiesa, segno visibile
dell’amore e dell’impegno db
Dio nei nostri confronti. La
nostra speranza è nello Spirito Santo, che santifica e rende presente l’opera di Dio per
tutti noi. Allora possiamo
osare di metterci insieme in
cammino e come viandanti
indicare ad altri compagni di
strada dove e a chi rivolgersi
per trovare accoglienza. Allora la nostra speranza non
sarà delusa.
50 anni di presenza cattolica
Dalla politica
alla società
Il rapporto del «mondo cattolico» con la società può essere analizzato anche esaminando l’atteggiamento dei vari papi rispetto alla realtà italiana.
Nel prossimo numero, nostro
servizio sul Convegno
^ 1939-1958. Il pontificato di Pio XII
Papa Pacelli (Pio XII, dal 1939 al 1958) ha dovuto affrontare il difficile compito di collegare il periodo fascista,
guerra, il dopoguerra. Compito particolarmente arduo prima
di tutto perché numerosi cattolici avevano aderito al fascismo e perché le forze antifasciste, dentro e fuori la Resistenza, apparivano fortemente condizionate dal comunismo
e dal laicismo anticlericale. PaceUi fece perno sulla sua personalità molto stimata sia in Italia (l’azione per la pace, per
Roma città apèrta...) sia nel mondo. Si rivolse, in maniera
nuova per un papa, a tutti gli uomini, non soltanto ai cattolici, in discorsi che abbracciavano tutti i temi e tutte le categorie.
Non fu senza difficoltà in Vaticano l’accettazione della
Democrazia Cristiana di De Gasperi, partito unico dei cattolici con forte accentuazione dell’«ispirazione cristiana» (più
che nel precedente Partito popolare di don Sturzo): la vittoria del 18 aprile 1948 tolse, comunque, ogni dubbio. L’anticomunismo, prima e dopo il ’48, fu il il tratto dominante del
pontificato di Pacelli (la scomunica dei comunisti è del Iut
glio 1949); il comunismo costituiva per Pio XII la maggiore
sfida mai portata al cristianesimo e, in genere, alla, civiltà
umana; la Chiesa e solo la Chiesa cattolica lo poteva sconfiggere; la pohtica della De doveva esserne lo stramento.
Il «miracolo italiano» degli anni Cinquanta dava ragione
al papa che, d’altro cantò, scontava un irrigidimento ¿Fintemo della Chiesa cattoiicà (la «nouvelle théologie» in
Francia, la questione dei preti operai contestati da Roma, un
diffuso dissenso...). La «guerra fredda» fra Est e Ovest,
d’altronde, coinvòlgeva anche la cosiddetta «Chiesa del silenzio» cioè i cattolici dell’Est europeo; fra i due mondi U
muro era sempre più impenetrabile e il vecchio papa sembrava accettarlo come un dato incontrovertibile. t
1958-1963. Giovanni XXIII
Non fu così con Giovanni XXIII (Roncalli, 1958-63), il
papa delle aperture. Il Concilio ecumenico Vaticano II pose
la questione di una chiesa meno verticistica e più asseiñbleare, mentre la famosa distinzione tra errore ed errante
aprì qualche spiraglio nel dibattito anticomunista. L’arroccamento intorno aUa Democrazia Cristiana lasciò il posto al
centro-sinistra con i socialisti, una novità che qualche anno
prima sarebbe stata inconcepibile. Nacquero gruppi e movimenti, sia più a destra (fra gli altri Comunione e liberazione, che avrà un ruolo notevole) sia più a sinistra (la svolta
delle Adi, le Comunità cristiane di base).
1963-1978. Paolo VI
Il molo di papa Montini (Paolo VI, 1963-78) fu di riordinamento e di moderazione. Gli toccò ricomporre, dopo lo
sconquasso provocato dal Concilio (che si chiuse nel 1965)
le spinte centrifughe da tutte le parti e ricompattare. I testi
conciliari, d’altronde, erano molti e soggetti a interpretazioni diversificate (dalla teologia latinoamericana della liberazione agli integrismi alla Lefèbvre). A stento la De cerca
una maggiore autonomia dalla Chiesa cattolica e il mondo
cattolico dalla De: esemplare, in questo senso, la «scelta religiosa» dell’Azione cattolica, la più importante fra le associazioni. Le vicende del terrorismo rendono tutte le autonomie più difficili e pericolose‘(Montini interviene in maniera
commossa nel caso Moro: invano).
Dal 1978 Giovanni Paolo II
L’elezione di un papa non italiano, dopo più di quattro
secoli, ha allentato il rapporto fra il Vaticano e il mondo
cattolico italiano. Wojtyla (Giovanni Paolo II, 1978) viene
da un’esperienza, quella polacca, di cattolicesimo molto
forte a livello sociale anche quando il livello politico gli è
precluso: un’esperienza che influisce anche sul mondo cattolico italiano.
Il sostegno cattolico alla De non viene meno, ma l’insistenza sul partito unico dei cattolici si fa di' anno in anno
più leggera. Cresce, d’altro canto, l’impegno del mondo
cattolico sui temi sociali: il Meridione, l’occupazione, la
lotta alla mafia, la droga, la sanità ecc. Con il passare degli
anni questi e altri temi sociali vedono l’impegno diretto del
mondo cattolico, mentre si attenua la delega firmata una
volta a favore della De. Associazionismo e volontariato: su
questi due pilastri il mondo cattolico trova il suo ancoraggio, mentre tangentopoli gli toglie il sostegno della De. Nel
1984 la firma del nuovo Concordato fra Santa Sede e Stato
italiano è significativa: nella generale crisi di valori, la
Chiesa si propone come «anima» della società italiana. È
questo il suo «servizio», che lo Stato garantisce favorendo
in vario modo lo sviluppo e le attività del mondo cattolico.
La presenza nella società permette alla Chiesa cattolica
di riprendere in mano alcune posizioni momentaneamente
cedute: vescovi e preti nuovamente in prima fila (con le
sanguinose conseguenze delle vittime della mafia). Il papa
si fa sempre più insistente sui temi dell’etica sessuale e familiare: temi non nuovi ma nùovamenté sottolineati, quasi a
indicare una specificità che in altri c^pi appare annacquata. Tale insistenza, comunque, in Italia sembra quasi di secondo ordine, mentre prevale la presenza nel sociale (l’organismo più noto è la Caritas). Il protagonismo cattolico in
politica è durato qualche decennio, mentre il livello sociale
è stato il livello privilegiato della presenza sociale cattolica,; assistenza, povertà antiche e nuove, malati, vecchi,
bambini, emarginazioni di tutti i tipi, immigrati. La politica
si è arenata neUe secche di tangentopoli.
4
I
PAG. 4 RIFORMA
venerdì is dicembre 1995
La Federazione apulo-lucana si interroga sulle strategie degli evangelici
Superare le relazioni tra battisti^ metodisti
e valdesi e aprire alla realtà evangelica
NICOLA PANTALEO
E Stata un’assemblea annuale particolarmente vivace e proiettata verso nuovi
orizzonti interdenominazionali quella che ha raccolto a
Bari il 1° novembre i delegati
di una ventina di chiese e
gruppi battisti, metodisti e
valdesi della Puglia e Basilicata. Già nella relazione introduttiva della presidente
Vera Velluto vi erano segni
di una crisi di identità, che ha
le sue radici nella storica difficoltà di estendere le relazioni intercomunitarie alla grande maggioranza degli evangelici non federati - pentecostali, avventisti, Chiesa di Cristo, Fratelli, ecc. - da sempre
sostanzialmente estranei ai
progetti e alle iniziative della
Federazione.
A questo proposito è stato
approvato un documento che
impegna le chiese a condividere le esperienze di ciascuna
, comunità locale in tema di
rapporti con i non federati,
coinvolgendoli attivamente
nel lavoro delle commissioni,
nel pieno rispetto reciproco
delle rispettive peculiarità etico-teologiche e, infine, a discutere un documento di studio elaborato con il loro apporto, che faccia chiarezza
sulle possibilità di utilizzazione dello strumento federativo
per il potenziamento dei rapporti interdenominazionali.
/ Si tratta, in effetti, di definire gli ambiti potenziali di collaborazione, svelenendo nello
stesso tempo le relazioni delle diffidenze sedimentatesi
nel tempo e promuovendo
momenti di fratemizzazione,
a partire dalle realtà locali.
Un’evoluzione di questa natura renderebbe probabilmente necessario anche un adeguamento del vecchio statuto
e dell’attuale assetto del Consiglio dove, oltre al presidente eletto dall’assemblea, siedono sei consiglieri designati
aU’intemo degli esecutivi denominazionali, che riflettono
Giovanni Arcidiacono (primo a sinistra), neopresidente deiia Federazione apuio-iucana, ai cuito del cen' tenario della chiesa valdese di Bari
un’ottica prevalentemente
bmv. Determinata Vera Velluto a rinunciarfe alla riconferma, sia pure in presenza di
affettuose insistenze e ripetuti attestati di ¿tima, il nuovo
presidente della Federazione,
Giovanni Arcidiacono, che
peraltro ha già ricoperto questo ruolo nel passato, ha convocato in tempi brevi il Consiglio appena insediato che
ha assunto le decisioni di cui
si dà qui una descrizione
sonunaria.
Viene rivitalizzata la Commissione immigrazione, data
altresì la particolare emergenza pugliese, che sarà coordinata dal pastore Alberto Saggese di Brindisi e che come
primo atto costruirà una mappa delle situazioni locali di
lavoro significativo con gli
immigrati. Si affida la Commissione cultura e teologia a
un esponente della Chiesa di
Cristo, non federata, Valerio
Bernardi, che ne faceva già
parte e che è uno dei relatori
al convegno, già programmato per il 10 dicembre a Bari,
su «Etica ed economia». La
commissione stato-chiesa,
che ha in calendario per la
prossima primavera una con
La scomparsa di Emanuela Marottoli
«Zi Miluccia»
FRANCO CAMPANEUI
La cara signora Emanuela
Marottoli è venuta a
mancare; «zi Miluccia», come tanti solevano chiamarla
nell’antico borgo di Qrsara di
Fuglia, paese semimontano,
dalla vita amara dei contadini
del Sud, dell’emigrazione e
dell’economia parca, basata
su poche risorse.
Qui aveva trascorso gli 82
anni della sua esistenza, attorniata da una numerosa famiglia e dalla gioia di tanti
nipoti. Sorretta, nondimeno,
dal calore e dallo spirito di
solidarietà paesana che, in
centri piccoli come questo,
aiutano a superare le alterne
vicende della vita. La sostenevano da quando era rimasta priva della compagnia di
Calvino, suo amato coniuge,
«zio Calvino» per noi, una
colonna della comunità valdese di Orsara, un pioniere e
uno stabile riferimento per
tutti coloro che lo hanno cotìosciuto: negli anni del dopoguerra e nei periodi più
difficili, ai quali tuttavia corrispondevano momenti di
grande aggregazione e di
passione per la chiesa e quello che essa rappresentava:
centro motore della vita sociale e culturale di Orsara,
prima delle massicce ondate
di emigrazione.
La cara «zi Miluccia», sempre presente e sempre di animo sereno, ci accoglieva, noi
che capitavamo da Cerignola;
sempre disponibile a rifocillarci, ma anche a riempirci di
un’attenzione e di un affetto
che non avevano mai alcunché di esibito: ti faceva sentire figlio in mezzo ai suoi figli, in qualunque momento o
situazione la visitassi. Ha accudito, con salda moralità, la
sua grande famiglia e, pur
non possedendo una cultura
scolastica, aveva voluto che
tutti i suoi figli studiassero,
condividendo in ogni momento queste scelte con jl
marito Calvino.
Un buon esempio è stato
trasmesso e, per cogliere una
metafora evangelica, la semenza sparsa sulla buona terra ha dato e darà i suoi frutti.
Compiangeremo a lungo la
«zi Miluccia» e il suo ricordo
ci accompagnerà ancora per
tanto tempo.
ferenza pubblica sull’ora di
religione nel quadro della tutela dei diritti e delle libertà e
annovera anche rappresentanti di chiese non federate, riconferma alla sua guida chi
scrive. A coordinare l’istruzione religiosa, che svilupperà ulteriormente iniziative
di formazione dei monitori e
divulgazione delle moderne
tecniche pedagogiche, è confermato il pastore Franco
Carri di Cerignola.
Si prevedono infine incontri pastorali di studio a cui
parteciperanno i predicatori
locali e si sperimenterà un’
assistenza pastorale integrata,
secondo le indicazioni della
recente Assemblea-Sinodo,
alle comunità, ormai nume
rose, prive di conduttore. In
preparazione dell’Assemblea
ecumenica di Graz la Federazione apulo-lucana è stata invitata a collaborare attivamente all’organizzazione di
un seminario sulla realtà religiosa del Mediterraneo, che
si svolgerà in Puglia nell’ottobre del 1996 per iniziativa
del Segretariato attività ecumeniche e con l’apporto della Conferenza delle chiese
europee e riunirà delegati
cattolici, evangelici, ortodossi di vari paesi dell’area per
confrontarsi per quattro, giornate sulle tematiche dell’Assemblea. Il pastore Martin
Ibarra di Bari è incaricato di
coordinare il gruppo di lavoro evangelico.
Gioia del Colle: gruppi femminili battisti
Le donne del mondo
pregano insieme
MARIA SECCI ARCIDIACONO
Nel pomeriggio di domenica 5 novembre, presso
la Chiesa battista di Altamura, si è tenuto un incontro dei
gruppi femminili di Altamura. Gioia del Colle e Gravina
in occasione della giornata
mondiale di preghiera delle
donne. Erano presenti circa
una cinquantina di sorelle, fra
cui,* molto gradita, la delegazione di sorelle provenienti
dall’Inghilterra, che attualmente frequentano la comunità di Gioia del Colle. Erano
presenti anche alcuni fratelli,
e questo ci ha fatto enormemente piacere.
LMncontro ha avuto inizio
con la lettura del saluto di
benvenuto, scritto da Catherine Alien, presidente del Dipartimento donne, e con un
caloroso benvenuto all’incontro da parte della sorella Isa
Nuzzolese, della comunità di
Altamura. Il pomeriggio si è
svolto con momenti di canti e
di preghiere, a cui è seguita
una meditazione sul tema della giornata, «Celebriamo la
speranza in Cristo», con meditazione tenuta da chi scrive.
Abbiamo fatto un percorso
sulla nòstra speranza, ponendoci anche delle domande.
Ciò che più ci ha toccato è
stato scoprire che noi donne
eravamo perdute, cieche,
morte, senza Cristo, senza
speranza, perché eravamo
messe da parte, escluse. Ma
quando abbiamo incontrato
Cristo siamo state riscattate, i
nostri occhi si sono aperti,
siamo state vivificate con la
speranza che è divenuta certezza di salvezza per tute le
creature.
Abbiamo pregato tutte per
questa speranza, per tutte le
donne, in tutti quei paesi che
in quel giorno erano riunite
per pregare Dio. In questa
giornata infatti le donne pregano in tutto il mondo, le nostre preghiere saranno propositi mondiali per la pace, per
il perdono, per il lavoro, per
il cibo a tutti, per i bambini e
per le donne impegnate in
prima persona in tutte le situazioni. Pregando e stando
insieme abbiamo capito che
in tante parti del mondo sarebbe stato impossibile parlare di speranza senza Cristo.
Al termine dell’incontro
ognuna delle presenti ha scritto su un poster i propri sentimenti sulla giornata trascorsa,
facendone una preghiera. Inni, letture e testimonianze sono stati i momenti più belli
dell’incontro, che si è concluso con l’augurio che ci siano
altre giornate come questa e
con la speranza che ognuna di
noi abbia la certezza che il Signore ci ha affidato l’impegno
di predicare l’Evangelo nella
solidarietà: perché se noi innalziamo Cristo nella speranza di gloria, egli ci libera da
tutte le ingiustizie e ci donerà
la speranza. Perciò usiamo
qualsia» strategia per annunziare l’Evangelo alle donne.
Gruppo evangelico di Perugia
Che cos'è
^evangelizzazione
ERMANNO CIOCCA
Il 13 novembre a Perugia,
presso il Centro universitario ed ecumenico San Martino
(via del Verzaro), il pastore
Archimede Bertolino, che cura la Chiesa metodista di Terni e il gruppo valdese, battista
e metodista di Perugia, invitato dal direttore del Centro,
mons. Elio Bromuri, ha tenuto
una meditazione biblica sul
concetto di evangelizzazione.
Prendendo lo spunto da Atti
17, 22-34 e da I Corinzi 2, 15, Bertolino ha affermato con
forza che a tutti noi è stato affidato il ministero dell’evangelizzazione, il compito di annunciare, di trasmettere la parola di Dio. Una Parola che
non è incatenata da persone e
da vuoti formalismi, ma che
privilegia e prende a cuore i
problemi concreti e quotidiani; per esempio, quelli del
giovane innamorato di una ragazza di fede diversa, della
coppia interconfessionale che
non sa come comportarsi dinanzi al problema del battesimo dei figli, del fratello bisognoso di assistenza fisica,
morale, economica.
Evangelizzare vuol dire chinarsi verso le persone «esaurite», sole, in cerca di calore
umano, è più importante della
prepotente affermazione della
propria personalità; vuol dire
che la maggioranza che vince
non ha il diritto di mettere a
tacere chi la pensa diversamente; vuol dire che l’uomo
forte non è il furbo, ma colui
che sa cedere dinanzi al più
debole e lo sa amare; vuol dire che la riconciliazione non
riguarda soltanto il Nord e il
Sud, gli africani e gli europei,
ma anche il marito e la moglie, anche gli abitanti dello
stesso quartiere. Il pastore
Bertolino ha giustamente sottolineato che la riconciliazione con Dio e con noi stessi
non deve essere fatta distrattamente, con stanchezza, da
pulpiti e da cattedre, ma va
fatta con gioia, con convinzione, fedeltà, ovunque, anche
nelle .strade e nei campi.
Allora gli uomini, stanchi e
travagliati, si renderanno conto di aver bisogno della parola
di Dio, capiranno che non si
fa proselitismo, ma ci si libera
in Cristo; ma perché gli uomini ascoltino e ricevano questo
Il pastore Archimede Bertolino
glorioso messaggio, esso deve
venire da una chiesa che ha
appreso dal suo unico Signore
a servire e non a farsi servire;
da una chiesa che diffonde la
pace del Signore risorto; che
sia pronta a rinunciare ai propri benefici economici per andare incontro alle necessità
degli uomini; da una chiesa
che sia povera tanto da essere
respinta, messa da parte dai
potenti e da non andare a
braccetto con loro, tanto da
non accettare compromessi
che a volte possono essere
sporchi di sangue.
Evangelizzare significa illuminare questo mondo di tenebra: se vogliamo raggiungere
lo scopo non possiamo schierarci con una parte combattendo l’altra, pensando che la
parte da noi scelta sia quella
della ragione e della verità
mentre l’altra sarebbe quella
dell’errore o della menzogna:
questo sarebbe il caso degli
«altri Vangeli» di cui parla
Galati 1, 8. Evangelizzare è
dialogare: e nel dialogo non
possiamo presentarci come
maestri che tutto sanno, ma
come persone disponibili a un
fraterno ascolto e a un continuo annunzio. Solo la Parola
può convincere del nostro
peccato e del bisogno che tutti
abbiamo di salvezza. In Cristo
soltanto possiamo felicemente
annunziare al mondo che egli
soltanto è l’unica speranza.
La meditazione del pastore
Bertolino è stata seguita con
vivo interesse dagli evangelici
e dai cattolici presenti. Ha
concluso la serata mons. Bromuri, che ha illustrato l’attività del Centro San Martino.
Dell’incontro ecumenico è
stata data notizia sul settimanale La voce, della curia.
È uscita la seconda edizione arricchita e aggiornata di
Mister McGrath
Il pensiero della Riforma
Una introduzione , ^ ,
UlOyifA
Seconda edizione accresciuta i
edizione italiana a cura dì Aldo Comba
pp 400, L. 38.000
La prima edizione (1991) di questo libro fortunato ha avuto un
eccezionale successo. Nel frattempo l'autore ha largamente
arricchito e aggiornato li testo rendendolo sempre più completo. Concetti teologici e idee-guida sono
reinseritì nel loro contesto storicoideologico, grandi personalità e
scuole di pensiero, termini tecnici e
controversie; tutto viene spiegato in
modo semplice e con grande chiarezza. Un glossario e utili appendici
completano il volume. In particolare gli insegnanti si rallegreranno di
poter disporre di questo libro straordinariamente uflle" (John Fines,
“Teaching hfistory", Londra).
'' pensiero
^^iforrna
dauthma
m. (M W,9e.CMi,.FAXSft/850.43.94;aO.P. 20786102
5
VENERDÌ IS DICEMBRE 1995
Vita Delle Chiese
PAG. 5 RIFORMA
A Torino l'Esercito della Salvezza ha ristrutturato i suoi locali
Dal centenario al rinnovamento
GINO DENTICO
I l corpo di Torino dell’Esercito della Salvezza, che ha
celebrato due anni fa il centenario della sua fondazione,, ha
rinnovato la sala di culto, i locali comunitari e l’appartamento degli ufficiali comandanti. Domenica 12 novembre, in una sala dimostratasi
piccola per l’occasione, si è
tenuta nel pomeriggio un’adunanza di gioia, di riconoscenza e lode a Dio per questa
nuova opportunità che ci ha
donato di ripartire nel servizio
del nostro prossimo con dei
locali resi accoglienti con un
rinnovamento radicale.
A condividere la nostra
gioia erano presenti il capo
per l’Esercito della Salvezza
in Italia, maggiore David Armistead e la signora Katheleen che hanno presieduto
l’adunanza insieme ai maggiori Giovanni e Rosa lannarone, ufficiali responsabili del
corpo di Torino. Non è mancata la musica, con una fanfara di ottoni «intercorpi» formata da musicisti di Milano,
Torino e Torre Pellice, con
un piccolo gruppo di canto e
con la comunità stessa.
Con l’occasione abbiamo
avuto il piacere della partecipazione di ufficiali, soldati,
fratelli dei corpi e dei centri
di Bobbio Pellice, Milano,
Roma e Torre Pellice. Le testimonianze delle maggiori
Figliola e Vinti e del fratello
Paolo Calzi ci hanno fatto rivivere con commozione un
po’ di storia della vita della
comunità nel tempo passato.
Erano presenti fratelli e sorelle di diverse chiese evangeliche: abbiamo ascoltato con
gioia fraterna il pastore Eugenio Bernardini che ci ha portato il saluto e l’augurio della
Chiesa valdese, oltre che suo
personale, e che ha parlato
anche a nome dei pastori Emmanuele Paschetto e Cesare
Milaneschi, della Commissione evangelica per T ecumenismo (Cepe).
Il testo biblico su cui abbiamo condiviso la nostra fede,
«...fin qui l’Eterno ci ha soccorso» (1 Samuele 7, 7-13),
ci ha ricordato la misericordia
di Dio e l’opportunità che
egli ci dà di essere suoi servitori «gioiosi e ferventi» per
l’annuncio dell’Evangelo e al
servizio dei nostri fratelli, a
cominciare dagli «ultimi». Il
maggiore Armistead ha concluso ricordandoci la potenza
della preghiera: «Come vole
Casa valdese
via Alessandro Farnese 18
00192 ROMA
Cercasi
La Casa valdese di Roma
cerca una impiegata a tempo pieno con le mansioni di
governante
in possesso dei requisiti
propri deiia professione.
Trattamento contrattuaie ed
eventuaie aiioggio in monoiocale attrezzato.
Si richiede capacità nella
gestione del personale,
nell’assistenza ai servizi di
mensa e di ospitalità e sarà
titolo preferenziale la conoscenza delle lingue.
Inviare curriculum e disponibilità alla: Direzione della
Casa valdese - via Alessandro Farnese, 18 - 00192
Roma, entro il 15 dicembre
1995
Roma, 15 novembre 1995
Per il consiglio deH’API
Casa valdese
ardì. Paolo Landi, presidente
tei. 06-321.82.22
Un gruppo affolla I locali ristrutturati di via Principe Tomaso 8c
te usare questi locali? Pregate
Dio per avere la sua guida,
pregatelo, cercate la sua voce
per rinnovare le opere che
osavano fare i servitori del
passato. Iddio è stato glorificato dai suoi servitori, TEvangel'o è annunziato, gli “ultimi”
sono serviti. Lavoriamo per il
regno di Dio».
Il 4 dicembre comincerà il
«Soccorso invernale» 199596 rivolto agli anziani. In un
momento di povertà sempre
più diffusa ci pare che prestare particolare attenzione agli
anziani sia un servizio utile e
di riconoscenza. Il Signore ci
guiderà e ci renderà attenti a
eventuali modificazioni. Il
Servizio vive grazie alla collaborazione dei fratelli e delle
sorelle che vogliono proporsi
come volontari. Ringraziamo
sin d’ora le comunità, i fratelli e le sorelle che con contributi e preghiere, ci sosterranno nel servizio.
Per informazioni ci si può
rivolgere alla maggiore Rosa
lannarone, tei 011-6699828.
Grazie. ’
Il Senato approva
L'Intesa
luterana
è ormai legge
Il Senato ha approvato definitivamente il 22 novembre il
ddl che recepisce l’Intesa sottoscritta il 20 aprile 1993 fra
il governo e la Chiesa evangelica luterana in Italia (Celi).
La Camera dei deputati aveva
approvato il provvedimento a
grande maggioranza l’il
maggio scorso. Dopo valdesi
e metodisti (1984), Assemblee di Dio (1988), avventisti
(1988) e battisti (1995), ora
anche i luterani italiani vedono regolarizzato il loro rapporto con lo stato, secondo
quanto disposto dall’articolo
8 della Costituzione.
La Celi conta circa 7.000
membri e una ventina di comunità e gruppi, di lingua italiana e tedesca. I luterani sono presenti nel nostro paese
sin dal tempo della Riforma:
a Venezia il culto luterano è
stato celebrato ininterrottamente fino ad oggi, anche se
per molto tempo in forma
clandestina, nel «Fondaco dei
Tedeschi» sul Canal Grande.
Le altre comunità luterane si
sono formate a partire dalla
seconda metà del ’700.
Associazione delle chiese battiste della Toscana
Uguali eppure diverse
________LISA SARACCO_______
Chiesa, Evangelo e donne:
questo l’argomento di
due giornate molto intense, il
14-15 ottobre a Firenze, presso la chiesa battista di borgo
Ognissanti. L’incontro, organizzato dall’Associazione
chiese evangeliche battiste
della Toscana (Acebt) e dal
Movimento femminile battista (Mfb) nell’ambito del Decennio ecumenico delle chiese in solidarietà con le donne
(1988-1998), ha visto donne
evangeliche di diversa denominazione e provenienza (più
qualche persona esterna) confrontarsi fra loro e soprattutto
con la propria realtà ecclesiale dietro la guida della pastora Elizabeth Green.
Spunti di riflessione importanti sono stati forniti infatti
dalla conferenza del sabato
pomeriggio in cui la pastora
ha centrato il problema con la
domanda: «Le chiese: assemblee di uguali in solidarietà
con le donne?», mettendo in
risalto come la questione vada
affrontata tenendo conto del
divario che spesso esiste fra
teoria e realtà. A questo proposito è stato citato più volte
il testo di Elisabeth Schiissler
Fiorenza In memoria di lei, in
cui si analizza la nuova dimensione data alla donna in
epoca neotestamentaria, seguendo la linea di Gesù. Gesù
fa uscire le donne dall’invisibilità e dall’emarginazione,
fonda una chiesa in cui si
esercita il discepolato di eguali, dove è la vocazione e non il
genere a far assumere i ruoli.
Gesù supera la concezione
secondo la quale le donne
erano impure e dà loro una
identità al di fuori della famiglia patriarcale; ma se Gesù
ha capovolto gli schemi della
società, che erano sessuati al
maschile, le chiese sono altrettanto capaci di farlo? Purtroppo è emerso come solo in
parte esse riescano ad essere
assemblee di uguali in solidarietà con le donne. Spesso
non basta non discriminare, è
necessario promuovere la
donna che, oberata da impegni familiari e di lavoro, è
costretta a non poter accetta
IL CENTRO INCONTRI
DI MONTEFORTE IRPINO
in ^collaborazione con il Coordinamento evangelico migranti del Napoletano organizza dal 28 dicembre al 1° gennaio un campo invernale sul tema
Il diverso che cì cambia
Il campò, che utihzzerà tecniche di animazione e privilegerà il lavoro in gruppo, si articolerà in quattro sessioni
1) Quadro generale: cenni storici, rapporto Nord-Sud, legislazione, incidenza demografica ed economica;
2} Dinamiche sociali e modifiche culturali: analisi delle rea-^
zioni (accettazione, tolleranza, convivenza, solidarietà,
ghettizzazione, xenofobia);
3) Le religioni fra conflitto e dialogo-,
4) Le chiese protestanti: il passaggio dall’accoglienza («essere chiesa insieme») alla ricerca teologica (teologia e
linguaggi).
Per informazioni dettagliate su programma, orari e altro rivolgersi al Centro incontri del Villaggio evangelico, via Rivarano 18/1, 83024 Monteforte Irpino (Av), tei. e fax 0825682698, oppure al past. Antonio Squitieri tei. 081-8279321.
re grandi responsabilità
all’interno della propria comunità.
A tale proposito si sono
espressi il Consiglio ecumenico delle chiese e la Conferenza mondiale delle Nazioni
Unite svoltasi a Pechino: è,
necessario rendere le donne
capaci di coprire spazi importanti nella società e nella
chiesa perché anche loro sono
la chiesa e possono situarsi al
suo centro consapevoli della
loro dignità come cittadine
del Regno di Dio. Rendere le
donne capaci di sfidare le
strutture che opprimono, affermare il contributo delle
donne con la condivisione del
potere decisionale, dare visibilità alle donne, combattere
sessismo, razzismo, classismo: sono queste le finalità
che il Cec vorrebbe raggiungere con l’aiuto delle chiese
alla fine di questo decennio,
ma sono anche i desideri
espressi dalle donne che hanno partecipato a questo weekend, emersi soprattutto durante l’animazione della domenica pomeriggio.
I gruppi di lavoro, anche se
in modo diverso (chi sotto
forma di scenetta, chi di lettera, chi di progranuna da presentare al proprio Consiglio
di chiesa o ad altre associazioni) hanno sottolineato
l’importanza della solidarietà
delle donne con le donne,
della comunicazione e collaborazione con gruppi che già
agiscono a livello locale (centri donna. Amnesty International), dell’informazione.
Infine, desideri e aspettative che sono state manifestate
durante il culto domenicale,
caratterizzato da un’intensa
partecipazione femminile; la
predicazione di Elizabetji
Green su Galati 3, 28, la liturgia guidata da Claudia Angeletti, le preghiere di uomini e
donne hanno testimoniato la
volontà di andare avanti in
questo cammino di proclamazione del Vangelo e di solida*
rietà con una parte «debole»
del mondo, a cui ogni giorno
viene fatta violenza: le donne.
PRAROSTINO — Nel corso del culto del 5 novembre scorso
la piccola Emanuela Pons, di Roberto e di Graziella Gardiol, ha ricevuto il battesimo; che i doni della grazia e l’affetto della comunità l’accompagnino sempre.
• n fratello Eli Monnet è mancato prematuramente ai suoi
cari; rinnoviamo loro tutta la cristiana simpatia della chiesa.
BARLETTA — Il 15 settembre è mancato un caro fratello di
chiesa, Ferdinando Fiorella, persona stimata dalla nostra
comunità, come anche nell’ambiente del suo lavoro. Il funerale è stato tenuto dal pastore Rosario Bagheri, che ha richiamato il messaggio di Gesù che disse: «Chiunque vive e
crede in me, anche se muore vivrà» (Giovanni 11, 25). Tutta la comunità affranta partecipa al lutto che ha colpito la
famiglia Fiorella, ricordando l’annuncio di Gesù che dice:
«Io sono la luce del mondo, chi segue me non camminerà
nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» (Giovanni 8,12).
ANGROGNA — La comunità si unisce alla gioia della famiglia per la nascita di Rebecca Sonato, di Wilhelm e Daniela Bonnet (Revéllera).
VILLAR PELLICE — Nel corso dell’assemblea di chiesa del
5 novembre, oltre a discutere dei problemi inerenti alla nostra comunità, abbiamo cercato di analizzare i mandati del
Sinodo per le chiese. È stato fatto rilevare come sia sempre
più difficile far partecipe la comunità dei problemi sollevati
sia dalle Conferenze distrettuali che dal Sinodo, con il risultato che molto spesso le decisioni prese e gli appelli rivolti
alle chiese in queste due sedi rimangono lettera morta. Abbiamo appreso come si sia ulteriormente aggravato il problema della carenza di pastori; infatti anche alcune comunità vicino a noi rischiano di rimanere scoperte. E un problema serio sul quale si dovrebbe riflettere bene, dal momento che le nostre comunità sono abituate a chiedere ai
nostri pastori di occuparsi un po’ di tutto, mentre si partecipa poco ai culti e si cerca di evitare le assemblee di chiesa,
perdendo così delle occasioni di collaborazione. Si è parlato
inoltre di quanto sia importante coinvolgere i giovani nelle
varie attività della chiesa: è necessario dedicare più tempo
alla loro formazione e cercare di valorizzare le grandi risorse che essi possono offrire alla vita della comunità.
• Mercoledì 15 novembre sono stati festeggiati i 13 anni
della Casa di riposo Miramonti.
• Domenica 19 novembre, durante il culto a cui haimo par
tecipato la corale e la scuola domenicale, è stata battezzata
Isabel Di Dato. ,
• I giovani dell’Unione giovanile sono in procinto di iniziare un’attività di cinefonim; i gióvanissimi hanno invece iniziato l’attività di un gruppo di cadetti.
• L’Unione femminile ha iniziato le sue riunioni leggendo e
meditando il hbro di Ester, e sta inoltre organizzando un bazar prenatalizio in collaborazione con la scuola domenicale.
• Ringraziamo il pastore Giorgio Toum per aver presieduto
il culto in francese domenica 12 novembre.
• L’Evangelo della resurrezione è stato annunciato in occasione del funerale della sorella Lina Arias, presso la casa di
riposo Miramonti.
L’Unione cristiana
evangelica battista
d’Italia
ricerca
un responsabile locale per il Villaggio della Gioventù di Santa Severa da inquadrare nel ruolo diaconale,
Quanti fossero interessati sono pregati di presentare domanda, corredata di curriculum vitae, da far
pervenire entro e non oltre il 20 dicembre 1995. Le
domande dovranno essere inviate, anche a mezzo
fax, al seguente indirizzo:
Ucebi, piazza San Lorenzo in Lucina 35, 00186
Roma
L’inserimento awerà dal 1** febbraio 1996 nell’osservanza di quanto disposto al riguardo dal Regolamento dell’Ucebi, del quale gli interessati potranno
richiedere copia agli uffici (tei. 06-6876124,
6872261 ; fax. 06-6876185).
•rvi
Fondazione «Doti. Enrico Gardiol»"^
Via Beckwith 1 -10066 Torre Pellice (To)
Bando di concorso
per l’assegnazione di borse di studio per l’università
Gii studenti valdesi che intendano avviarsi agli studi universitari per esercitare nelle Valli le professioni di medico, notaio,
avvocato, segretario comunale, possono richiedere una borsa di studio entro il 15 gennaio 1996, indicando;
facoltà universitaria prescelta (Medicina o Giurisprudenza)
- condizioni economiche personali e familiari (copia della dichiarazione dei redditi) L '
- previsione delle spese che intendono pagare con la borsa
di studio.
Per ulteriori informazioni rivolgersi alla Presidenza del Collegio Valdese, via Beckwith 1 - 10066 Torre Pellice (To) ■ tei,
0121-91260, fax 0121-932272
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6
PAG. 6 RIFORMA
All’Ascolto Della Parola
VENERDÌ 1® DICEMBRE 1995
PAROLA E DIACONIA-3
L'UTOPIA
DEL POSSIBILE
GÉRARD DELTEIL
Il racconto della moltiplicazione dei pani, col quale
concludiamo il nostro itinerario, è un racconto emblematico per una pratica della diaconia. È uno di quei racconti
simbolici che si presta agli
usi più diversi, dalle campagne contro la fame o gli interventi nel Terzo Mondo, alle
kermesse parrocchiali o alle
predicazioni di matrimonio. E
quante volte ha tolto d’imbarazzo pastori che, nella febbre
del sabato sera, si trovavano a
corto di ispirazione...
Questo racconto prolunga
quello dell’incontro con la
donna sirofenicia e quello'
della guarigione del sordomuto. Nei primi due episodi, Gesù ha a che fare con un individuo. Qui, non è più un individuo, ma una folla. Non è
più un essere umano nella disperazione, con il suo volto, il
suo dramma, al quale Gesù
porterà soccorso e manifesterà così con quale amore è
amato. Qui ad occupare il
palcoscenico c’è una folla,
con tutti quei volti uno accanto all’altro, con tutte quelle
storie singolari, intrecciate,
mescolate, perse in quel vasto
Marco la colloca all’estero^
laggiù lòntano, dalla parte
dei senza diritti, dei senza
voce, dalla parte degli altri.
Un testo, soprattutto quando ha quella dimensione simbolica, non si riduce mai ad
un unico significato. È fonte
di molteplici significati. Vorrei proporre tre letture possibili di questo racconto, tre
letture in dibattito tra loro, di
modo che la parola circoli in
uno spazio aperto di interpretazione.
La Parola incarnata
Prima lettura; la Parola si
inc^a. La Parola prende
corpo. È soprattutto su quest’aspetto che il racconto póne l’accento. Questa folla è
stata nutrita per tre giorni
dall’insegnamento di Gesù.
Essa ha ricevuto il suo messaggio, assetata di ascolto. La
Parola giunge ai pagani, e i
pagani ricevono la parola.
Questo è lo sfondo del raccónto in cui risuona l’eco dei
dibattiti relativi all’integra-'
zione dei pagani nella comunità di Gesù nel primo secolo.
«Ho pietà di questa folla»,
dice Gesù. Questo è il punto
«In quei giorni c*era di nuovo una folla
grandissinuiy e poiché non avevano da mangiare, Gesù, chiamati a sé i discepoli, disse
loro: “Io ho pietà di questa gente; poiché da
tre giorni sta con me e non ha da mangiare.
Se li rimando a casa digiuni, verranno meno per via; perché alcuni di loro sono venuti da lontano”. I suoi discepoli gli risposero:
“Come si potrebbe mai saziarli di pane qui,
in un deserto?”. Egli domandò loro:
“Quantipani avete?”. Essi dissero: “Sette”.
Egli ordinò alla folla di accomodarsi per
tetra; e presi i sette pani, dopo aver reso
grazie, li spezzò e diede ai discepoli, perché
li distribuissero alla folla; ed essi li distribuirono. Avevano anche pochi pesciolini;
ed egli, dopo aver detto la benedizione, comandò di distribuire anche quelli. Tutti
mangiarono e furono saziati; e dei pezzi
avanzati si raccolsero sette panieri. Erano
circa quattromila persone. Poi Gesù li congedò. E, subito, salito sulla barca con suoi
discepoli, andò dalle parti di Dalmanuta»
(Marco 8, 1-10)
corpo a corpo della folla. Non
è-più un singolo disperato, è
l’indigenza, la mancanza, a
livello di popolo. È possibile
àmare un popolo, e che cosa
significa amare un popolo?
Nel racconto di Marco, è la
seconda volta che avviene
una moltiplicazione dei pani.
Di questo ci si dimentica
troppo spesso: sia in Marco
sia in Matteo ci sono due
moltiplicazioni dei pani, e il
racconto progredisce dall’
una all’altra. Il primo si situa
in Galilea, al ritorno degli
apostoli che Gesù aveva inviato in missione: in terra
giudaica quindi. Il secondo
invece si svolge in territorio
pagano, con una folla anch’
essa pagana. Qui, Marco dimostra un’audacia che Matteo non ripeterà. Matteo infatti collocherà questa seconda scena in Israele, dalla parte del popolo dell’alleanza.
di partenza: la prima parola,
il primo verbo, che diventerà
il motore di tutto quello che
avverrà in seguito. Il movente dell’azione sta in quello
sguardo sulla folla, in quella
commoziofie, in quello sconvolgimento che colpisce Gesù
fin nel suo corpo. L’annuncio
della Parola non avviene senza la preoccupazione per i
corpi. La passione di dire la
speranza del Regno va di pari
passo con quella percezione
da parte di Gesù dell’indigenza, della mancanza, della fame. All’oppostó di uno spiritualismo che divide l’essere
umano ma anima e corpo, tra
sociale e spirituale, tra individuale e collettivo, Gesù incontra ognuno nell’unità della
sua vita: anima e corpo, sociale e spirituale, individuale e
collettivo. Egli predica e guarisce, insegna e libera. Le cose sono ancora più intrecciate
in quanto le guarigioni parlano, e la parola libera. L’annuncio del Regno, la speranza
che esso porta, vàie per tutto
l’essere umano, in tutte le dimensioni della sua vita^
«Mangiarono e furono saziati»: questo è il compimento. Di fatto, tutto finisce lì:
appena vengono raccolti i
pezzi che avanzano, Gesù
rinvia la folla. Nessuna parola. Nessun commento. Basta
l’atto. Come diceva Femando
Belo nella sua «lettura materialistica dell’Evangelo di^
Marco», si tratta più di un
racconto di sazietà che di
moltiplicazione. La «benedizione» è la sazietà. Questa visione sta alla base di una diaconia che si confronta con
tutte le ferite sociali, politiche
e economiche, per manifestare la speranza del Regno come una potenza di compassione e di trasformazione in
tutti i campi della vita.
Prima lettura: la parola si
incarna, la parola prende corpo, e nulla di ciò che è umano
le è estraneo.
La moltiplicazione
dei pani
Seconda lettura: è la più
classica. Qui l’aspetto
centrale è proprio la moltiplicazione 'dei pani. L’accento
viene posto sulla sproporzione tra il «poco» di cui dispongono i discepoli, e il «molto»,
l’infinitamente grande che ne
risulta tra le mani di Gesù. Il
miracolo non cade dal cielo.
Passa attraverso i discepoli,
che ne sono gli attori, attori
secondari certo, ma attori determinanti. Infatti è proprio
con i loro pochi pani e i loro
pesciolini, tutto quello che
possiedono, che Gesù nutrirà
la folla. Ciò che hanno non è
nulla, è irrisorio per una simile moltitudine. Ma a differenza del racconto della donna
sirofenicia, queste poche briciole diventano pane abbondante, anzi sovrabbondante
per tutta questa folla. C’è una
specie di «humour» in questo
racconto, in questa dismisura:
ce n’è troppo, supera ogni
misura, non si sa più che farsene, né come contenere una
tale sovrapproduzione.
In questo modo, il racconto
sottolinea l’importanza dell’
irrisorio. Questa è una parabola che ogni diaconia ha bisogno di risentire continuamente. Noi lavoriamo con
mezzi irrisori, ciò che possiamo offrire è infimo, paragonato all’ampiezza delle disperazioni sociali; le nostre risorse diminuiscono mentre i bisogni crescono a dismisura.
Ma questi gesti irrisori - il
bicchier d’acqua a colui che
ha sete, l’accoglienza dello
straniero, la visita al carcerato, il ferito soccorso sull’orlo
della strada - assumono una
portata che li supera infinitamente, essi diventano parabola del Regno, tracce della speranza ovunque la vita è ferita.
Come la manna
nel deserto
Infine, indicherò una terza
lettura: la moltiplicazione
dei pani come una riscrittura
del racconto della manna. Già
il luogo ci porta su questa via.
È il «deserto». Nel deserto
ognuno è confrontato ai propri limiti: la folla alla propria
fame, al proprio esaurimento;
i discepoli alla loro mancanza, alla loro impotenza.
Nel racconto della manna,
il popolo dell’Esodo prendeva coscienza che la sua vita
gli vi^ne data giorno dopo
giorno, lungo tutta la prova
del deserto. II popolo dipende
da una parola che letteralmente lo fa vivere. Egli riceve la propria vita nel presente, e come un presente. Tutto
gli viene da un Altro che è allo stesso tempo vicinissimo, e
in qualche modo cancellato
dietro questo dono.
La manna rappresenta un
dono gratuito, rinnovato ogni
mattina, che nessuno può accaparrarsi come proprio possesso. Chi raccoglie la manna
non possiede nulla: si trova
sprovveduto e senza sicurezza. La fedeltà del Dio dell’alleanza viene espressa in questo dono quotidiano. La moltiplicazione dei pani è una replica della manna, ma con
due differenze.
1) Qui, il dono è Gesù stesso. La Parolà che fa vivere è
venuta ad abitare in mezzo a
noi. Ha preso un nome e un
volto. Non sovrasta più i nostri deserti. Vi cammina insieme a noi. È da essa che
ogni giorno possiamo ricevere di nuovo la nostra vita come un dono. I discepoli non
possiedono nulla. Anche loro
hanno tutto da ricevere. Eccoli confrontati alla loro
mancanza. Impareranno a ricevere da Gesù proprio quello che forse avevano p>ensato
di offrirgli. È dalla loro mancanza, da quell’indigenza riconosciuta, accettata, che Gesù dà ad altri.
2) La seconda differenza è
l’eccesso. Nel cuore della comunità radunata, il pane sovrabbondante designa sempre
gli altri, e segna così un’apertura, una partenza verso gli
altri. Il racconto ha in sé il
proprio superamento verso
un altrove, dove altre folle
sono in attesa e per le quali il
pane è lì.
Sono tre letture che non voglio né opporre, né riconciliare troppo presto. La Parola
non finisce mai di stupirci,-e
di destare in noi nuovi echi.
Tutti sono invitati
al banchetto messianico
Con questo racconto, tutto
quello che veniva detto
individualmente, singolarmente, nell’incontro con la sirofenicia e nella guarigione
del sordomuto, si allarga'alle
dimensioni della moltitudine.
Qui, è tutto un popolo che
viene accolto, riconosciuto,
salutato come avente parte
anch’esso alla promessa: tutto
quel popolo dei lontani, delle
periferie, dei ghetti, chiamato
a mettersi a tavola per il banchetto messianico.
Straordinaria parabola della
speranza, dai molteplici risvolti per noi. Il deserto in cui
siamo insieme - la folla e i
discepoli - diventa il luogo
della sazietà, di una pienezza
insospettata. A ognuno secondo la sua fame. A ognuno,
al di là della sua stessa attesa.
Qualche cosa della festa del
Regno si diffonde nel deserto.
È un momento brevissimo,
una sorta di istante di anticipazione. In tutti i deserti che
avrà da attraversare la comunità messianica, così come il
popolo dell’Esodo, sa che il
dono di Dio non mancherà
mai, né per gli avidi, né per
se stessa nella sua condivisione con loro.
Chiesa e utopia
Il racconto mi interroga: la
chiesa è ancora capace di
utopia? La diaconia mi appare nella vita della chiesa come l’espressione dell’utopia:
non nel senso di ciò che non
ha un luogo, ma nel senso in
cui l’utopia è l’apertura del
possibile. Un’utopia concreta,
incarnata, che segna l’apertu- ra della realtà alla dimensione ,
del possibile. O, meglio ancora: la manifestazione del pos- sibile di Dio là dove la realtà
appariva come bloccata.
La frontiera per la sirofenicia era quella dell’esclusione.
Per il sordomuto era quella
del silenzio. Oggi, è la frontiera del possibile.
(3 - fine. Traduzione
di Jean-Jacques Peyronel)
Preghiera
Signore, nella tua mano
il mondo può cambiare.
Grazie)
perché non siamo prigionieri
di un mondo senza Dio,
né del capriccio degli avvenimenti.
Donaci la fede
per osare l’impossìbile.
Donaci speranza
per non disperderci nel vago.
Donaci la tua parola
che ci sostiene.
Tu cammini accanto a noi, sul mare.
A chi affidarci? j
A chi prestare ascolto?
Da chi proviene il senso della vita?
Cammini accanto a noi, sul mare
e tmi fidiamo nella tua grandezza.
Camminiamo senza terra sotto i pedi:
tu sei la nosha vìa.
Signore, ti lodimno:
ism
tu ctiH un mondo nuovo.
Jörg Zink
ítratíp da Com plkgärel ^’Claudiana, p. 167)
7
Spedizione in abb. postale/50-Torino
In caso di mancato recapito si prega restituire
ai mittente presso i'Ufficio PT Torino CMP Nord.
L’Editore si impegna a corrispondere
il diritto di resa.
Fondato nel 1848
Delle mLi
VENERDÌ 1^ DICEMBRE 1995 ANNO 131-N. 45 URE 2000
Giornata di festa, domenica 26 novembre, per la Croce
Rossa di Torre Pellice; sono state infatti inaugurate la nuova
sede e un nuovo mezzo per il trasporto dei non barellati. Si
tratta di una tappa importante nel cammino del pronto intervento in vai Pellice ed anche di un certo modo di far salute,
frutto di anni di verifiche fra operatori sanitari, enti pubblici
e volontari. È stata anche e soprattutto la festa proprio di chi
presta quotidianamente la sua opera a favore degli altri, in
varie forme di soccorso. La Croce Rossa di Torre Pellice,
uno dei gruppi più antichi del Piemonte essendo nato nel
1884, ha ora una dotazione di mezzi che consente di intervenire celermente in tutte le condizioni ambientah.
Consigli comunali con
competenze ridotte alT
osso, giunte comunali che si
riuniscono poche volte l’anno, assessori con poteri limitati: è questo lo scenario politico amministrativo previsto
dal legislatore? La risposta,
pur con tutti i «distinguo» del
caso, è certamente affermativa e trova il suo fondamento
in almeno tre atti politici: il
primo è la legge 142 del ’90,
la cosiddetta legge sulle autonomie locali che doveva rendere più snella e trasparente
la gestione della cosa pubblica. Quella legge limitava infatti drasticamente i poteri
dei Consigli comunali affidando tutti i compiti di gestione alle giunte. Si sono
tolte tante inutili incombenze
NUOVE NORME SUGLI ENTI LOCALI
CHI GESTIRÀ
MARCO ARMAND HUGON
ai Consigli comunali ma anche ridotto, soprattutto nelle
piccole realtà, le funzioni dei
singoli consiglieri.
Il secondo atto è iniziato
con l’elezione diretta del sindaco; si voleva con questo
garantire la governabilità e
l’efficienza dell’azione amministrativa. Il terzo atto è
contenuto nel recente decreto
357 che ha come obiettivo il
rendere più efficiente ed effi
cace la gestione della spesa
dell’ente locale. In che modo? Affidando ai dipendenti
comunali nuovi compiti e
nuove responsabilità. In altre
parole le amministrazioni dei
Comuni dovranno individuare, subito dopo l’approvazione dei bilanci di previsione, i
funzionari «responsabili dei
servizi» a cui competerà la
gestione di interi capitoli di
bilancio relativi ai vari settori.
Pinerolo
Sindaci
in piazza per
l'autostrada
Il fatto che le valli Chisone
e Germanasca, e il Pinerolese, siano stati di fatto tagliati
fuori dai provyedimenti per il
miglioramento della viabilità previsti‘dalla legge sui
«Mondiali di sci del Sestriere
1997» ha fatto arrabbiare tutti gli amministratori comunali. Così, sindaci in testa, tutte
le valli e il Pinerolese scenderanno nelle strade di Pinerolo sabato 2 dicembre. «L’
appuntamento è in Piazza
d’Armi alle ore 15,30, da dove muoverà il corteo che raggiungerà il municipio - dice
Erminio Ribet, presidente
della Comunità montana valli
Chisone e Germanasca e uno
degli animatori della protesta
-. La nostra è una manifestazione pacifica che ha lo scopo di attirare l’attenzione del
governo sulla assoluta necessità di rompere l’isolamento
delle valli attuando finalmente quello che da anni viene
promesso: il completamento
dell’autostrada Torino-Pinerolo, la circonvallazione di
Porte e T alternativa alla statale 23 sull’Inverso, tra Porte
e Perosa Argentina».
Ci sono i progetti, ci sono i
pareri positivi dei Comuni, si
tratta di finanziare i lavori.
Nonostante gli interventi dei
parlamentari locali Lucio
Malan e Claudio Bonansea, il
governo non sembra voler recepire come prioritario questo intervento, così i sindaci
hanno scritto a tutti i parlamentari piemontesi chiedendo loro di essere presenti alla
manifestazione. Una buona
riuscita della stessa potrà forse portare una decisione favorevole per il Pinerolese. La
legge finanziaria deve purtuttavia ancora passare alla Camera... Intanto sul piano più
politico i «progressisti» della
regione hanno organizzato un
convegno a Pinerolo per il 4
dicembre (auditorium di corso Piave alle ore 21).
I dati positivi della stagione estiva confermano la tendenza a puntare su questo settore
Per una nuova politica turistica nel Pinerolese
Oltre 47.000 turisti hanno
scelto il Pinerolese come meta delle loro vacanze nel 1994
con un incremento, rispetto al
1989, di 7.000 unità; circa
7.000 ospiti sono risultati di
provenienza estera (cinque
anni fa erano meno di 3.000).
Da questi dati presentati
dalTApt pinerolese giovedì
scorso durante una giornata
di studio sul turismo nel comprensorio si evidenzia una costante crescita degli ospiti, in
particolare di quelli stranieri.
Sembra dunque possibile,
dopo anni di discussioni sterili, dopo che per troppo tempo
molti enti locali hanno di fatto
trascurato le iniziative legate
al turismo quasi ignorando le
tante risorse che il territorio
pinerolese può offrire, concretizzare delle iniziative, coordinarle e scoprire che se al
Sestriere si può canalizzare un
flusso turistico di massa; da
altre parti ciò non accadrà ma
sarà comunque possibile realizzare dei progetti più contenuti e in grado, insieme ad altri, di creare una rete di servizi, di offerte, di proposte. «Il
territorio - spiega Marinella
Peyracchia, consulente del
Le risorse del territorio sono parte integrante del progetto per un
nuovo turismo nel Pinerolese
marketing turistico - ha dei
punti forti; basti pensare al
forte di Fenestrelle, alla scuola di Cavalleria di Pinerolo,
alla cultura in vai Pellice. Si
tratta di pensare a una politica turistica per tutta l’area,
ben sapendo che oggi tutti
possono contribuire a formare le condizioni indispensabili
per il successo di una zona
sul piano turistico. È infatti lo
star bene in un posto che lo fa
valorizzare, le iniziative di
supporto che si possono proporre, l'ambiente...».
Il convegno pinerolese ha
visto la presentazione di
un’idea che potrebbe rappresentare la scelta strategica per
i prossimi anni per tutto il territorio: la creazione di una
vera e propria agenzia turistica che punti, come ha detto il
rappresentante degli albergatori del Pinerolese Fabio Castagna, a un «programma integrato pubblico privato in
chiave di marketing turistico
territoriale». Al di là dello
slogan la questione è quella
di mettere in relazione tutti
gli operatori (gestori di alberghi piuttosto che guide o
maestri di sci) per creare
un’immagine unitaria proiettata su mercati anche lontani.
«La sfida è grande - ha continuato Castagna - anche perché le tendenze locali sono
state molte volte condizionate
dal predominio industriale.
Gli attori del progetto di “Pineroltur” sono sostanzialmente quattro: sul fronte
pubblico i 46 Comuni e le 3
Comunità montane, su quello
privato gli operatori nel settore ricettivo, commerciale e
sportivo, le guide e gli accompagnatori e le Pro Loco».
Un’associazione che metta
insieme tutti questi soggetti,
che cerchi il confronto con
Provincia e Regione; due gli
obiettivi: «A brevissimo termine - conclude Marinella
Peyracchia - la valorizzazione dei mondiali del Sestriere
come strumento pubblicitario
almeno per la vai Chisone;
nel medio periodo un discorso di formazione degli operatori affinché non si sviluppino
solo piccoli progetti in isole
felici ma cresca turisticamente l’intera area».
Gli anni successivi al «Glorioso Rimpatrio» furono anni di intensa e
preoccupata attività tesa a riorpnizzare
la vita civile e religiosa delle chiese e del
popolo delle Valli. Nello spazio di pochi
anni vi si tennero varie assemblee sinodali, qualche riunione anche dei soli pastori senza la partecipazione di deputati
delle chiese che trattarono vari argomenti, tra cui ricorrente era la preoccupazione di riorganizzare il sistema scolastico,
con la assunzione di maestri di scuola
provenienti anche da chiese non delle ’
Valli, in particolare dal Delfinato, ossia
dalla Val Pragelato, dal Queyras e da
Gap. Interessante notare che essi vengono esaminati «della loro capacità di insegnare ai giovani, sia per quanto riguarda
la scrittura sia per il canto dei salmi e altre materie». È difficile capire, dal testo
della decisione sinodale, se si tratti di sapere se essi siano in grado di scrivere e
di insegnare a scrivere oppure se abbiano
una buona conoscenza della Sacra Scrit
IL FILO DEI GIORNI
RINASCITA
_________ BRUNO BELLION_______________
tura. Probabilmente le due cose insieme,
perché è ovvio che non serve avere un
maestro che non sia in grado di scrivere
e non sappia insegnare la scrittura, ma
altrettanto importante pare essere la necessità che il maestro conosca bene e approfonditamente la Scrittura, la Bibbia.
Dagli atti di uno dei due Sinodi tenutisi
nel 1695, a Torre, il 17 e 18 giugno, apprendiamo che Susanna Cardon, della
chiesa di Prarostino, si è recata a Savigliano per prendere sua figlia Maddalena
Cardon e, sulla strada del ritorno, in compagnia di Susanna Sourdel, nei pressi di
Campiglione, è stata «inseguita da quat
tro uomini a cavallo che dopo aver derubato e maltrattato la detta Susanna, hanno
ripreso e ricondotto a Savigliano la detta
Maddalena». La madre se ne lamenta
all’assemblea sinodale e questa delibera
di portare il fatto a conoscenza di S. E.
Milord Galloway, l’ambasciatore inglese
presso la corte di Savoia «pregandolo di
parlarne a Sua Altezza Reale». In quegli
anni, molte famiglie di ritorno dall’esilio
svizzero ricercarono i loro figli che al
momento dell’arresto e della prigionia
erano stati loro tolti e affidati a varie famiglie piemontesi perché li educassero
secondo le intenzioni del sovrano. Qualche volta si trovarono ad affrontare difficoltà ben grandi, perché le famiglie affidatarie non volevano che i ragazzi loro
affidati tornassero all’eresia ma anche
perché, presi bambini una decina di anni
prima, questi ragazzi e ragazze rappresentavano ora un capitale di lavoro interessante che li poteva ripagare degli sforzi fatti per nutrirli, vestirli èd educarli.
Non saranno quindi più le
giunte a deliberare i vari acquisti per il funzionamento
dei servizi, gestire le mense,
sistemare le strade ma i funzionari che avranno come
specifico punto di riferimento
i documenti di indirizzo approvati con il bilancio.
Il disegno del legislatore è
chiaro: separare sempre di
più il potere politicò (di indirizzo) da quello gestionale.
Può essere un’impostazione
condivisibile ma, nelle piccole realtà comunali, con due o
tre dipendenti, chi sarà il responsabile del servizio? Come reagiranno gli amministratori ma più ancora i dipendenti che si troveranno di
fronte a nuove e delicate incombenze?
ÌN Questo
Numero
Alberghiero
. L’Istituto alberghiero di
Pinerolo si, trova a vivere
una strana contraddizione:
mentre da un lato vede un
■costante ed elevato numero di studenti, che evidentemente lo apprezzano
sensibilmente, dall’altro la
struttura è sempre più fatiscente e pesanti disagi a
docenti e studenti vengono
arrecati dal fatto di dover
lavorare e studiare in tre
sedi diverse.
Pagina II
Extracomunitari
Il decreto sull’immigrazione recentemente varato
dal governo presenta fra i
suoi punti più qualificanti
la regolarizzazione dei lavoratori. Come sta andando nel Pinerolese? Lo abbiamo chiesto a Vittorio
Federico, della segreteria
Cgil.
Pagina II
Corso sulla «Shoà»
Un corso di aggiornamento per insegnanti, organizzato dal Centro culturale valdese, ha mobilitato
un gran numero di operatori scolastici a Pinerolo
per studiare la «coltura
dello sterminio» p^:petra(h
dai nazisti. L’argomento è
stato affrontato mettendo
in risalto il carattere di
«unicità» di Ausschwìtz, legato alla progettazione
scientìfica dello sÈtoinio.
, Pagina HI
Musica al «Gorelli»
Sta festeggiando i ttenf.
anni di attività Flstitoto
mosicàìe Gorelli di Piner^
lo, H Wltmcio è di tutto rispetto, con migliaia di giovani cite ne hanno seguito
i corsi, con l’organizzazione di ctmcerti e la ricerca
à un rapporto sempre più
sj^tto con la città.
Pagina IH
8
PAG. Il
VENERDÌ 1= DICEMBRE 1995
Un momento dell’inaugurazlone della mostra sul nazismo
MOSTRA SUL NAZISMO: ULTIMA SETTIMANA —
Dopo che una gran folla ha partecipato all’inaugurazione a
Torre Pellice, presso la galleria d’arte di via d’Azeglio, della inostra sull’Universo concentrazionario e la politica nazista di sterminio, si è riscontrato un buon successo di pubblico. Le drammatiche immagini messe insieme dalla Fondazione Auschwitz di Bruxelles rappresentano un documento unico di un periodo storico dove l’odio e la barbarie
la fecero da padroni. La mostra ha come unica tappa in
provincia di Torino quella di Torre Pellice ed è visitabile
fino al 3 dicembre, tutti i pomeriggi.
MENSA SCOLASTICA — Si è svolto la scorsa settimana
presso la sala consiliare del Comune di Lusema San Giovanni un affollato incontro tra i vari rappresentanti di genitori e inseganti delle commissioni mensa delle varie scuole
del territorio comunale e l’assessore all’istruzione Merlo e i
responsabili del servizio scolastico. Dopo aver discusso sulla qualità e sulla quantità del cibo, riferendosi all’età degli
scolari e ascoltando le testimonianze di genitori e insegnanti, si è arrivati alla proposta di realizzare in tempi brevi una
commissione mensa unica (con due rappresentanti per ogni
scuola sia di genitori che di docenti) che elabori, d’accordo
con i competenti servizi dell’Usl territoriale, menu più graditi e adeguati; inoltre alcune scuole, dove c’è stata esplicita
richiesta, riavranno come nel passato le tovaglie di carta.
È DI NUOVO TERREMOTO NEL PINEROLESE — Erano da pochi minuti passate le cinque del mattino di martedì
21 novembre quando una breve ma intensa scossa di terremoto, con epicentro ad Avigliana, ha svegliato molti pine•rolesi. Che la zona sia a rischio sismico è noto e in effetti
ogni anno si registra qualche movimento tellurico; la scossa
della scorsa settimana, di natura ondulatoria, è stata del 6°
della scala Mercalli e dunque fra le più forti degli ultimi anni ma tuttavia non si registrano danni a persone o cose.
MOLTI FURTI: VITTIMA ANCHE LA CASA VALDESE
— Un furto con scasso è stato perpetrato nella notte fra domenica 19 e lunedì 20 novembre scorso ai danni degli uffici
della Tavola valdese e dell’archivio situati nella Casa valdese di via Beckwith. Dopo aver rotto porte e serrande i ladri hanno girovagato per i tre piani della casa asportando alcuni quadri e mobili d’epoca, senza mostrare interesse invece per computer e altre attrezzature da ufficio.
UN DONO PER UN AMICO — È questo il titolo di una mostra-vendita curata al Centro culturale valdese di Torre Pellice che vuole offrire un aiuto all’associazione «La sorgente» di Zelarino-Mestre che si cura di ammalati di Aids in
una casa in cui è attivo un gruppo di volontariato coordinato da un valdese. Alla mostra-vendita hanno aderito molti
artisti noti; Ametista, Bertela, Bogliacino, Borgna, Caggianello. Campagnoli, Campra, Caposciutti, Ciarallo, Comencini. Da Como, De Leo, Dellorbo, Ferzini, Grindatto,
Montà, Mosca, Nisbet, Rostan, Scroppo, Serafino, Tosca,
Tuninetto, Venuti, Vitacchio. La mostra sarà inaugurata
presso la sede del Centro sabato 2 dicembre alle ore 17 e resterà aperta fino al 16 dicembre.
L’ULIVO PER IL PINEROLESE — 11 comitato pinerolese
«Per l’Italia che vogliamo» presenta l’Ulivo di Romano
Prodi a Pinerolo, presso l’hôtel Cavalieri, venerdì 1° dicembre alle 21. Interverranno il coordinatore regionale Bruno
Manghi, Arnaldo Bagnasco, docente di Sociologia all’Università di Torino, e il presidente della Comunità montana
valli Chisone e Germanasca, Erminio Ribet.
MALAN SUL DECRETO 626 — L’on. Lucio Malan, segretario di presidenza del gruppo parlamentare Fld, ha criticato
il decreto legislativo 626 che recepisce la direttiva comunitana in materia di impianti per le piccole e medie imprese.
Il decreto detta normative importanti sulla sicurezza sui
luoghi di lavoro ma, secondo Malan, «è poco chiaro nella
formulazione, insufficiente nel venire incontro alle esigenze
delle imprese e di tutti gli enti, anche pubblici, interessati.
Nel frattempo centinaia di imprese e aziende sono già state
costrette a chiudere e altre migliaia sono a rischio».
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Molto gradito dai giovani l'Istituto presenta una serie di difficoltà nelle strutture
I problemi logistici delNstituto alberghiero
CARMELINA MAUHIZIO
Con i suoi circa 620 alunni, una delle più alte popolazioni scolastiche tra gli
istituti tecnici e professionali
del Pinerolese, l’Istituto alberghiero di Pinerolo convive
da anni con una situazione a
dir poco paradossale. Innanzitutto i problemi edilizi; la
scuola è ospitata in tre sedi
diverse, tutte inadeguate, in
alcuni casi fatiscenti e comunque con problemi seri
che spesso rendono difficile il
lavoro scolastico e didattico.
«La maggior parte dei ragazzi (23 classi) e delle aule si
trovano in via Monte Grappa,
presso l’ex scuola media Brignone - spiega il professor
Pagano, vicepreside - in un
edificio dove da almeno
vent’anni non sono state ritinteggiate le pareti, dove le
tende tipo veneziane sono
rotte in gran parte, dove i pavimenti in linoleum sono oramai sbriciolati». I laboratori,
alcune aule e gli uffici sono
presso villa Prevert, una sede
anch’essa vecchia, dove non
esiste alcuna forma di isolamento termico per cui in inverno fa davvero freddo e la
situazione si complica durante le esercitazioni di cucina,
quando sono in funzione le
cappe aspiranti; inoltre quando piove o nevica il tetto non
trattiene e quindi nei padiglioni piove.
«Infine - dice ancora il vicepreside - ci sono sei aule
L’Istituto alberghiero di Pinerolo
anche in via Guglielmone,
presso la ex casa Balilla, dove di recente sembra che si
voglia procedere alla sistemazione dei problemi derivati
dalle infiltrazioni di acqua».
L’Istituto alberghiero, rinomato e molto «gettonato» dai
ragazzi del Pinerolese, attende da anni una sede unica,
nuova, completa, ma anche
su quel fronte i problemi sono
enormi. «Nel corso degli anni
due delle ditte che avevano
avuto l’appalto per la costruzione del nuovo Alberghiero
- racconta Mario Pagano sono fallite e adesso stiamo
aspettando l’esito della nuova gara, di appalto; tuttavia
rispetto al progetto iniziale,
che prevedeva per esempio
Decreto sull'Immigrazione
Le pratiche per la
regolarizzazione
Mentre prosegue il dibattito
a tutti i livelli sul decreto riguardante i cittadini non appartenenti airUnione europea, anche nel Pinerolese si
stanno mettendo in essere le
prime iniziative concrete ed
emergono i primi problemi.
C’è, ad esempio, chi con un
lavoro si trova nella incredibile situazione di dover tornare in Marocco e da lì dover
aspettare una chiamata del
proprio datore di lavoro che
attesta la possibilità di lavorare presso una determinata
azienda, chi si sta muovendo
per ottenere il ricongiungimento familiare. «Finora abbiamo avuto pochi casi di
persone che si sono rivolti ai
nostri servizi - dice Vittorio
Federico, della segreteria
Cgil - ma stiamo proprio in
questi giorni distribuendo un
documento, che presto verrà
tradotto anche in arabo e
francese, con cui forniamo le
indicazioni necessarie per poter regolarizzare la propria
posizione o avviare il ricongiungimento familiare. Ricordo che può essere regolarizzato chi presenta una dichiarazione scritta del datore di
lavoro circa la disponibilità
all’immediata assunzione regolare, anche per un semplice
lavoro stagionale».
Per le pratiche di ricongiungimento il termine utile
scade il 17 gennaio, mentre
per il lavoro il 17 marzo; in
ogni caso le regolarizzazioni
per ricongiungimento familiare, per offerta di lavoro o
iscrizione al collocamento,
annullano i provvedimenti
amministrativi assunti a carico degli stranieri qualora siano stati assunti per violazioni
alla normativa in materia di
ingresso o soggiorno degli
stranieri in Italia.
«Il nostro impegno - continua Federico - è coordinato
con l’Ufficio stranieri di Torino; del resto da tempo avevamo avviato un coordinamento
lavoratori stranieri e abbiamo
anche alcuni delegati extracomunitari». Dati sull’entità del
fenomeno in zona? «Nelle
fabbriche ci sono una settantina di operai ma in Pinerolo ci
sono circa 3(X) extracomunitari, molti dei quali irregolari.
Non dimentichiamo che esiste
una forte componente di “lavoro nero’’, specie nell’edilizia. Dopo le denunce apparse
quest’estate sul quotidiano
“La stampa”, alcuni di questi
irregolari che ogni tanto cercavano il contatto con noi non
si sono più fatti vedere, pensiamo per imposizione di chi
li sfrutta nei cantieri».
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un locale intermedio che collegava i due edifici principali
all’interno del quale ci sarebbero state aule, laboratori
(enologia e merceologia per
esempio) e locali per la simulazione del servizio in albergo, non sarà mai costruito
come tale, ma sarà realizzato, forse, solo in parte e in un
secondo momento; inoltre ci
sarà una sola palestra al posto delle due necessarie e soprattutto i tempi sono per ora
imprevedibili».
Capita allora che di anno in
anno il Comune rimandi la
manutenzione delle sedi attuali in attesa del nuovo istituto, il quale però dal tempo
in cui sono iniziati i lavori ad
oggi ha già bisogno di manu
Comunità montana
Al via
le nuove
commissioni
Come previsto dallo Statuto, il Consiglio della Comunità montana valli Chisone e
Germanasca ha formato sette
commissioni, quattro permanenti e tre speciali. La maggioranza ha proposto i suoi
candidati, quattro per ogni
commissione, mentre la minoranza, tramite il portavoce
Daviero, ha annunciato il
proprio rifiuto, al momento
attuale, ad entrare in questi
organismi di partecipazione,
allontanandosi dalla sala consiliare. Il gruppo «Innovazione e qualità» ha proposto i
suoi candidati, ma si è visto
rifiutare la presidenza della
commissione più ambita,
quella sui campionati mondiali ’97 di sci alpino. Le
commissioni, ridotte nel numero di membri previsti in
un primo tempo, si configurano in questo modo;
- Commissioni permanenti; «Ecologia, assetto del territorio, ambiente, urbanistica,
infrastrutture e servizi», presidente Renzo Tron; «Agricoltura, mezzi, foreste, lavori pubblici, protezione civile», presidente Elvio Long;
«Sport, turismo, lavoro, artigianato, commercio, industria», presidente Laura Zoggia; «Servizi sociali, cultura,
istruzione, società», presidente Giovanna Purpura.
- Commissioni speciali;
«Regolamenti interni della
Comunità montana», presidente Giancarlo Faletti; «Studio e fattibilità di nuovi servizi svolti dalla Comunità
montana per conto dei Comuni», presidente Sergio Pera; «Mondiali di sci alpino
del 1997 a Sestriere», presidente Giancarlo Faletti.
tenzione e inoltre c’è ancora
molto da fare. «Da parte nostra, da parte dei ragazzi e
delle famiglie - dice ancora il
vicepreside -, si cerca di
convivere alla meglio con
questa situazione, facendo
prevalere il buon senso, cercando di usare al meglio le
risorse che ancora abbiamo
e non smettendo né di sperare, né soprattutto di far conoscere la nostra situazione a
tutti i cittadini, al Comune e
di vari responsabili del servizio scolastico e dei lavori
pubblici».
Dal canto suo il Comune di
Pinerolo, come spiega l’ingegnere capo dell’Assessorato
ai lavori pubblici, Castiglione, «si è trovato impelagato
in problemi molto seri, tra i
quali il fallimento grave
dell’ultima ditta che aveva
avuto l’appalto per il nuovo
Alberghiero; il fatto che siano entrati in gioco il tribunale di Perugia, capoluogo di
appartenenza della ditta fallita', il tecnico dello stesso tribunale, il curatore fallimentare e il perito allungano di
molto i tempi della risoluzione del problema. Da parte
nostra tuttavia abbiamo già
provveduto nel frattempo a
completare tutti i progetti e
ce la stiamo mettendo tutta
per trovare nuovi finanziamenti con l’obiettivo primario di avere per l’inizio del
prossimo anno scolastico una
sede unica per i ragazzi dell’
Alberghiero».
Scuola
Uno sciopero
per difendere
i precari
Venerdì 24 novembre una
parte dei lavoratori delle
scuole del Pinerolese ha aderito allo sciopero nazionale
indetto dai sindacati di base
(Cobas, Unicobas, Coordinamento nazionale precari, Fls
uniti-Cub) e sostenuto a livello locale dal neosindacato
Alp. Per la prima volta da anni a un’agitazione promossa
dal sindacalismo extraconfederale hanno partecipato più
di un centinaio i docenti e
pérsonale Ata, dimostrando il
diffuso malessere di fronte alla mancanza di iniziativa delle organizzazioni sindacali
tradizionalmente più forti
(Snals e Cgil-Cisl-Uil).
L’ultimo contratto firmato
dai confederali svilisce profondamente la professionalità
docente con aumenti risibili
che non recuperano neppure
l’inflazione programmata,
per non parlare di quella reale; si sono persi gli scatti di
anzianità, ridotti i diritti sindacali, peggiorata la normativa. La Finanziaria prevede
ulteriori tagli di spesa con
l’accorpamento e la soppressione di scuole, un aumento
del numero di allievi per
classe, una diminuzione delle
ore di sostegno per gli alunni
portatori di handicap.
Ormai in ogni scuola esiste
un nutrito gruppo di docenti
che, pur avendo anche 20 anni
di anzianità, si trova’in situazione di costante mobilità, dovendo ogni anno adattarsi ad
una sede diversa. Situazione
anche peggiore, sia dal punto
di vista normativo che salariale, è quello dei precari che
non intravedono prospettive
per uno stabile inserimento
nel mondo del lavoro.
9
VENERDÌ 12 DICEMBRE 1995
E Eco Delle ^lli W.desi
PAG. Ili
Un corso di aggiornamento organizzato dal Centro culturale valdese
Lo sterminio come progetto della modernità
LILIA DAVITE
Dal 18 ottobre al 17 novembre, presso la scuola
media statale San Lazzaro di
Pinerolo, si è tenuto un affollatissimo corso di aggiornamento organizzato dal Centro culturale valdese, al quale
hanno partecipato insegnanti
delle scuole del Pinerolese,
dalle elementari alle superiori. Il tema: la Shoà lo sterminio degli ebrei sotto il nazismo. Relatori sono stati
Francesca Spano e Claudio
Canal, ai quali va il merito di
aver saputo appassionare e
coinvolgere i più di 180 partecipanti,, con una profondità
di approccio e uno spessore
di analisi davvero inconsueti
in occasioni del genere. A loro va l’ammirazione e la gratitudine dei moltissimi che li
hanno seguiti.
Tra i temi affrontati, il nesso fra Auschwitz e modernità:
lungi dall’essere un’irruzione
di barbarie primitiva, lo sterminio nazista è assolutamente
inconcepibile senza la società
di massa, i sistemi produttivi,
i metodi di gestione moderni.
È la morte di massa pensata,
programmata, messa in atto
con fredda logica burocratica
ed efficienza aziendale. Una
macchina di morte che ha come fine il rimodellare la società secondo un preciso ordine ideologico. Questa è anche
r «unicità» di Auschwitz: non
tanto in termini quantitativi
(vi sono stati altri immani
massacri nella storia, pensiamo per esempio allo sterminio
Il corso si è concluso con una lezione-concerto del gruppo «I Klezmorin» con testi e musiche della cultura yiddish
dei nativi americani dopo la
conquista, alle purghe staliniane) e neppure in termini
morali (tutte le uccisioni e le
violenze sono ugualmente ripugnanti di fronte alle coscienze). L’unicità di Auschwitz consiste invece in questo:
per la prima volta nella storia
lo sterminio è assunto in sé
come progetto, e attuato attraverso metodi «razionali», anonimi, asettici. L’ebreo va cancellato non in quanto soggetto
pericoloso ma perché l’ideologia ha stabilito che egli non
debba esistere.
Auschwitz contiene una verità per certi versi «indicibile», alla quale possiamo avvicinarci attraverso le testimonianze dei sopravvissuti. E
proprio attraverso la letteratura di testimonianza possiamo
aprire un dialogo a più facce,
nel quale si intrecciano iden
Nelle
Chiese Valdesi
COLLETTIVO TEOLOGICO MIEGGE ^ Domenica
3 dicembre, alle 17,30, nella sala valdese di San Secondo, proseguirà lo studio su «L’Essere e la finitudine»
tratto dal testo di Paul Tillich, Teologia sistematica.
INCONTRO PASTORI DEL I DISTRETTO — Lunedì
4 dicembre, dalle 9,15 presso la Casa unionista di Torre
Pellice, si svolge rincontro dei pastori del 1“ distretto; la
meditazione biblica sarà del pastore Mario Berutti mentre il pastore Sergio Ribet introdurrà il tema: «Di quanti/e pastori/e abbiamo la necessità? Criteri per un utilizzo
possibile delle forze pastorali».
NORD-SUD: INCONTRO GIOVANILE -i- Il 17 dicembre, alle 9,30 nella sala delle attività di San Germano, si
terrà un incontro aperto a tutti i giovani delle Valli sul tema: «Disuguaglianza Nord-Sud». Sono previsti anche dei
giochi; il costo della giornata è di £ 10.000. Per informazioni e adesioni telefonare a Silvia Gardiol (500621).
ANGROGNA — Domenica 3 dicembre il culto sarà animato dai bambini della scuola domenicale e del precatechismo che trascorreranno tutta la giornata insieme (dalle
10 alle 16,30). Per l’occasione il culto si terrà nel tempio
anziché nella scuola grande. Nel pomeriggio i ragazzi saranno impegnati in vari laboratori (canto, drammatizzazione, bricolage). Domenica 10 dicembre alle ore 15 al
Serre si tiene rincontro dell’Unione femminile. Il Gruppo giovanile invita catecumeni e giovani della comunità a
una cena presso la Sala giovedì 7 dicembre alle ore 20.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Venerdì 8 dicembre, d^le 14,3, nella sala Beckwith, la società di cucito organizza il bazar prenatalizio; tutti sono cordialmente invitati.
POMARETTO — Venerdì 8 dicembre, dalle 14,30 alTEicolo grande, si svolgerà un pomeriggio di lavoro per il
Madagascar (magliette, quadretti, oggetti vari). Le prossime riunioni quartierali saranno il 4 dicembre, ore 20, ai
Masselli e il 6, ore 20 ai Pons e ore 20,30 alla Lausa.
SAN GERMANO — Domenica 3 dicembre, alle 10, l’assemblea di chiesa è chiamata ad eleggere il nuovo pastore; tutti i membri elettori sono invitati ad intervenire.
PRALI — Le prossime riunioni quartierali saranno il 5 dicembre, ore 20, a Ghigo e 1’ 11, ore 19,30, ad Orgere.
TORRE PELLICE — Il gruppo Egei organizza una cena
per raccolta fondi il 2 dicembre alle 19 alla Casa unionista. Il costo è di 10.000 lire; nel corso della serata sono
previsti dei giochi. Per informazioni e adesioni telefonare a Giovanna Rostagno (91305).
VILLAR PELLICE — Venerdì 1° dicembre si tiene un incontro fra il Concistoro e il comitato di Miramonti.
VILLASECCA — Le prossime riunioni quartierali si svolgeranno il 4 dicembre a Villasecca, il 5 a Serre Marco e
11 6 ai Trussan; inizio ore 20.
tità e memoria: quella dei sopravvissuti, la nostra, quella
delle nuove generazioni.
Francesca Spano ci ha guidati in un itinerario nel quale
importanti autori (Primo Levi,
Jorge Semprun, Elie Wiesel,
Jean Améry) in pagine di alto
valore letterario interpretano
la realtà del campo di sterminio attraverso soggettività e
vissuti diversi: il militante politico, l’intellettuale laico, il
credente. E Margarete BuberNeumann, in un libro a «due
mani» con l’amica e compagna Milena Jesenska, che
però non è sopravvissuta, racconta dell’amicizia di due
donne che nel campo di Ravensbruck, attraverso la loro
relazione e il progetto di scrivere insieme un libro, combattono la loro quotidiana battaglia contro l’annientamento
e la spersonalizzazione.
Non c’è spazio per riferire
tutti gli spunti di riflessione: i
modelli di nazione e la nascita
del nazionalismo, le origini
dell’antisemitismo e dell’ideologia razzista, la funzione
della memoria. Dense di implicazioni le riflessioni di
Claudio Canal su «mascolinità e sterminio»: i nessi tra
stupro, genocidio, guerra, che
sussistono tra i fondamenti
della nostra cultura, da Omero alla Bibbia, sono stati analizzati da un punto di vista
storico e filosofico. Da questo punto di vista il nazismo
potrebbe essere interpretato
anche come il tentativo più
radicale di ripristinare una
società patriarcale. Da tutte
queste riflessioni emerge una
portata universale nella memoria della Shoà, che è stata
ripresa anche nel dibattito e
che verrà approfondita nel
proseguimento del corso,
ideato e progettato per il
prossimo mese di marzo.
Nell’ultimo incontro è stato
presentato uno spaccato di
cultura ebraica attraverso un
affascinante spettacolo nel
quale Claudio Canal e gli altri quattro musicisti di Klezmorin (Giovanna Galante
Garrone, Mario Tavella, Roberto Ferrari e Francesco
Forti), hanno fatto rivivere le
canzoni e la cultura yiddish,
da cui emerge un popolo dalla grande vocazione spirituale e profondamente consapevole della propria singolarità, ma al tempo stesso ricco di vitalità, autoironia, tensione verso il futuro.
Sono 300 gli iscritti ai corsi
Trentanni di musica
alNstituto «Gorelli»
Compie trent’anni il civico
Istituto musicale Corelli di Pinerolo, che dal 1965 ad oggi
ha visto passare per periodi
più o meno lunghi migliaia di
giovani, diventando così un
importante e significativo
punto di riferimento per quanti nel Pinerolese amano la
musica, lasciando in chiunque
lo abbia frequentato ricordi,
emozioni, amicizie e un patrimonio musicale indelebile.
«Non mi par vero — scrive
l’ex assessore Sergio Buttiero
ricordando gli albori dell’istituto - che un’occasionale intuizione in una notte di fine
1964 e un mio fortuito incontro con il professor Giovanni
Toselli, suo primo direttore e
per anni anima vera e propria
del Corelli, abbiano prodotto
nel tempo un organismo così
radicato nella vita cittadina».
Voluto dall’amministrazione
comunale guidata nel 1965
dal sindaco Bernardi, il Corelli, dedicato al grande musicista romagnolo del XVII secolo, ha svolto negli anni un
ruolo sempre più importante,
andando a colmare in buona
parte il vuoto educativo che si
è creato nella scuola italiana.
Nonostante i nuovi programmi di insegnamento musicale nella scuola elementare
e alcuni buoni esempi di edu
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Tutti i giorni dalle 17 alle 19
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cazione musicale nella scuola
media la musica in effetti sparisce dal quadro didattico ed
educativo nella secondaria superiore, finendo con l’essere
sottovalutata e privando così i
giovani di un’importante testimonianza umana, storica,
sociale e culturale. In questo
senso allora i trent’anni di attività del Corelli di Pinerolo
assumono un valore ancora
più alto, grazie alla notevole
esperienza didattica che si è
andata arricchendo negli anni,
grazie ad una lunga serie di
iniziative come i numerosi
concerti, i seminari di studio,
le conferenze, la partecipazione a trasmissioni radiofoniche
a livello nazionale, i concerti-lezione per le scuole locali,
l’allestimento di opere del
’700 italiano; non vanno poi
dimenticate esperienze come
l’insegnamento musicale per i
nonvedenti (attivati dal 1992
al 1994) e il rapporto sempre
più intenso con la dimensione
culturale della città, grazie a
un fitto programma di concerti che da anni animano il panorama musicale di Pinerolo e
dintorni.
Attualmente l’Istituto Corelli, che ha sede in villa Turati dal 1974, conta circa 300
allievi, provenienti da molti
comuni della provincia, offre
corsi di storia della musica, di
didattica, di teoria e solfeggio,
di musica corale, di canto lirico e accompagnamento pianistico per cantanti, di musica
gioco, oltre a corsi specialistici per numerosi strumenti; i
costi (intorno alle 700.000 lire
la quota annuale) variano per
i residenti e i non residenti.
«L'estate di Gian Courbella»
Il ragazzo dì città
e il mondo contadino
GIORGIO TOURN
L? impianto di questo romanzo è classico, che
più classico non si può: il ragazzino di città bisognoso di
aria di montagna, naturalmente di famiglia benestante;
il piccolo contadino, naturalmente povero e orfano; una
casa di montagna e il vecchio
nonno che conosce tutte le
leggende e tutti i segreti della
vita alpestre. Il cittadino,
coccolato e un po’ viziato,
scopre la vita rude e sana del
montanaro in compagnia del
piccolo angrognino.
Naturalmente la storia si
conclude nel modo classico:
l’avvocato torinese al termine
dell’estate risolve il problema
economico del piccolo montanaro richiamando il padre,
emigrato all’estero in cerca
di lavoro, e affidandogli un
impiego in città, ricongiungendo così la famiglia e dando la prospettiva di un avvenire al ragazzo.
Su questa trama sono naturalmente costruite le giornate
e le nottate avventurose dei
due ragazzi e di Alicette nell’atmosfera delle leggende rivissute con lo spirito curioso
e un po’ irresponsabile di tutti
i ragazzini. Ripensando alla
critica spietata di Umberto
Eco alle buone intenzioni del
«Cuore» deamiclsiano, mi
veniva da pensare che cosa
avrebbe potuto scrivere del
Convegno a Torino
L'impatto
turistico
sui parchi
«Numero chiuso per le Alpi?» è l’interrogativo che
sarà dibattuto in un convegno
nazionale promosso dalla
provincia di Torino e che vedrà la partecipazione dei
massimi esperti nazionali in
materia. Il convegno, che si
terrà venerdì 1° dicembre
(dalle 14,30 alle 18,30 presso
la sala incontri del Cesedi,
via Gaudenzio Ferrari 1, a
Torino), ha come obiettivo
quello di «misurare la pressione delle attività umane
sulle zone montane - dice
Valter Giuliano, assessore alle Risorse naturali e culturali
della Provincia -, e soprattutto verrà valutato l’impatto
del turismo e dell’escursionismo che generalmente vengono considerati innocui per
l’ambiente».
Al convegno torinese di venerdì 1° dicembre partecipano tra gli altri Renzo Moschini, direttore della rivista Parchi, Roberto Gambino del politecnico di Torino, Helmuth
Moroder presidente del Cipra. Franca Olmi, presidente
parco della Val Grande, Luciano Rota, direttore del Parco del Gran Paradiso, Cesare
Lasen, presidente del Parco
delle Dolomiti bellunesi.
nostro Gian Courbella ma,
anziché proporre al grande
semiologo la lettura del nostro volume, ho scelto di passarlo alle mie bimbe che lo
hanno letto sino all’ultima
pagina, fatto che i per sé rappresenta un giudizio nettamente positivo a cui hanno
aggiunto espressioni vivaci
del loro apprezzamento.
A questo giudizio fondamentale, dato che il libro è
scritto per i ragazzi e non per
gli adulti come me, posso aggiungere di aver letto con interesse la vicenda che, spogliata dai suoi elementi più
romanzesco-narrativi, rievoca
una realtà non così lontana
dal vero come si potrebbe
pensare; conferma mi è stata
nel periodo della lettura da un
diario (autentico) redatto da
una ragazzina torinese in soggiorno alla Vaccera negli anni ’30, da cui emerge chiaramente il clima di sensibilità e
di integrità della cultura contadina che fa da sfondo anche
alla vicenda del nostro Gian
Courbella. Non resta che augurare al volume il successo
che meritano tutte le cose
semplici, oneste e buone in
un mondo come il nostro, dove semplicità, onestà e bontà
sono diventate cose rare.
M. Quattrini, M. Cassisa:
L’estate di Gian Courbella,
una vicenda in Val d’Angrogna tra realtà e fantasia. Edizione dell’Orso.
Contro l'Aids
Giornata
mondiale di
solidarietà
Venerdì 1° dicembre sarà la
giornata mondiale di lotta
contro l’Aids e di solidarietà
verso le persone sieropositive. Anche nel Pinerolese sono state organizzate delle manifestazioni per portare all’attenzione di tutti un problema
che è errato pensare sia solo
di qualche categoria sociale.
Negli ultimi mesi le Valli
hanno già visto alcune occasioni di informazione e testimonianza pubblica, a Torre
Pellice nel giorno di apertura
del Sinodo e a Porosa Argentina all’inizio di novembre,
sempre in collaborazione fra
volontariato ed enti pubblici.
In occasione della giornata
mondiale gli appuntamenti
saranno più d’uno: dopo uno
spettacolo teatrale mercoledì
all’auditorium di corso Piave
a Pinerolo, giovedì 30 novembre, alle 21,15 alla discoteca Sammy Davis si esibiranno dal vivo diversi gruppi:
Lou Magnaut, The Offals,
Scopilo coast, Gerardo Cardinale Trio, Effetti collatefali.
Venerdì 1° dicembre sono
previsti momenti di «solidarietà in strada» a Pinerolo,
Torre Pellice e Lusema San
Giovanni. Il ricavato andrà a
favore della lotta all’Aids.
MOBILIFICIO
(di fronte alla caserma alpini)
esposizione e laboratorio:
via S. Secondo, 38 - « 0121/201712
ABBADIA ALPINA - PINEROLO
FA VIVERE LA TUA CASA
10
PAG. IV
E Eœ Delle ^lli %ldesi
VENERDÌ DICEMBRE 1995
Alimentazione e mangiare sano
La ciotola
d^argilla
VALERIA FUSETTI
Durante il Sinodo capita
sovente che mi vengano chieste ricette specifiche,
e quest’anno più di una volta mi è stato chiesto perché
non scrivo mai ricette di pesce. È vero, e devo scusarmi
perché il pesce è un alimento non solo gustoso ma anche molto nutriente e con
scarse controindicazioni.
Tortino di pesce
Per 4 persone. Ingredienti: 400 gr di filetti surgelati
di platessa; 400 gr di patate;
400 gr di biete erbette (solo
la parte verde); 2 uova; 2
cucchiai di parmigiano grattugiato; sale e pepe quanto
basta e un pizzico di noce
moscata ^ di mostarda in
polvere; 2 cucchiai di pangrattato. Se lo preferite, al
posto delle biete erbette potete usare spinaci. Lavate e
fate cuocere con poca acqua
e un pizzico di sale le foglie
di bieta. Strizzatele bene e
mettetele da parte. Lavate e
sbucciate le patate e fatele
cuocere al vapore, con l’apposito cestello, nella pentola a pressione. Con questo
tipo di cottura le patate
rimarranno asciutte. In una
pentola antiaderente pennellata di olio fate cuocere i
filetti di platessa. In un robot da cucina amalgamate
le patate con il pesce, la
bieta erbetta, il parmigiano,
le uova, la noce moscata e
la mostarda in polvere. Se
non potete aggiungere sale
vi consiglio di insaporire
con un buon pizzico di
aglio in polvere (il massimo
è quello del Servizio cristiano di Riesi). Ungete con il
pennello una teglia antiaderente da forno e versatevi il
composto livellando bene
con un coltello. In una
ciotolina mescolate il pangrattato fine con 1 o 2 cucchiai di olio d’oliva e poi
cospargetene il tortino.
Durante la preparazione
di questo gustoso piatto
avrete prescaldato il forno a
180°: fate cuocere per 30-40
minuti. Il tortino di pesce
può essere considerato un
piatto unico e vi consiglio di
accompagnarlo con un’insalata mista a base di scarola
mescolata con 1 mela renetta piccola, sbucciata e tagliata a fette non troppo sottili, 1 kiwi sbucciato e tagliato a dadini e 1 piccola
scatola di grani di mais ben
sgocciolati. Poco olio d’oliva e un cucchiaino di gomasio danno il tocco finale a
questa insalata invernale dal
gusto eccezionale.
Piccoli sgombri
al vino bianco
Ingredienti per 4 persone:
6-8 sgombri che complessivamente non superino 1 kg;
1 carota e 1 gambo di sedano; 1 cipolla; 1 bicchiere di
vino bianco; 1/2 bicchiere
di aceto di vino bianco; 2
cucchiai di olio d’oliva. 1/2
cucchiaino di origano, sale e
pepe quanto basta. Pulite gli
sgombri e sistemateli in una
teglia antiaderente unta
d’olio. In una piccola casseruola mettete a stufare con 2
cucchiai d’acqua e 2 d’olio
le verdure che avrete pulito
e tritato. Lasciate cuocere
per 10 minuti (controllando
se occorre ancora un po’
d’acqua calda) e poi cospargete con le verdure i piccoli
sgombri. Aggiungete il vino
bianco e l’aceto dopo averli
mescolati, l’origano e il sale
e il pepe. Fate cuocere sul
fornello rigirando il pesce il
meno possibile per non
romperlo. È ottimo servito
tiepido e accompagnato con
radicchio rosso e germogli
di crescione. I germogli sono una fonte di vitamine e
sali minerali preziosi tutto
l’anno, una piccola germogliatrice è una spesa éonveniente: il lavoro che richiede è veramente poco, non
più di 5 minuti al giorno.
Da un po’ di tempo non
mi curo degli amici più golosi, e per loro faccio ammenda con la
Crostata casalinga
di nonna Valeria
Ingredienti: 270 gr di farina. 90 gr di burro; 80 gr di
zucchero; 1 uovo più 1
tuorlo; 1/3 di bustina di lievito, la scorza di 1 limone
non trattato grattugiata; 1
pizzico di cannella in polvere; 1 pizzico di sale; 100150 gr di marmellata possibilmente casalinga. Nel
mixer mescolate burro e
zucchero sino ad ottenere
una spuma, poi aggiungete
l’uovo e il tuorlo. Mescolate ancora sino ad avere una
spuma bianca e poi aggiungete, un po’ alla volta, la farina, la scorza di limone, la
cannella, il sale e da ultimo
il lievito. Quando si formerà una palla, stendetene
2/3 in una teglia precedentemente imburrata e infarinata e su questa spalmate la
marmellata. Con la pasta
avanzata fate delle fettucce
larghe un dito e ricoprite la
torta. Cuocere mezz’ora nel
forno a 180° gradi.
«Vi»
Cantina Sociale di Bricherasio
Soc. Cooperativa a r.l.
I VINI PRODOTTI SONO - WINE PRODUCTION IS:
Bianco da tavola «Brighe» - White table-wine «Brighe»
Rosso DA TAVOLA - RED TABLE-WINE
Rosato da tavola - Rosé table-wine
BARBERA DEL PiNEROLESE PEDEMONTANO
Bonarda del Pinerolese Pedemontano
Freisa del Pinerolese Pedemontano
Dolcetto del Pinerolese Pedemontano
Nebbiolo del Pinerolese Pedemontano
ED ALCUNI VINI RARI COME: - AND SOME RARE WINE LIKE:
DOUX D’HENRY
Ramiè
Avarengo
Vi attendiamo dal lunedì al venerdì, 8-12 e 14,30-18, sabato 8-12
10060 Bricherasio (TO) - Via Vittorio Emanuele II, 98 - Tel. 0121/599052
DOPPIO SUCCESSO PER IL VOLLEY PINEROLESE
— Finalmente una doppietta per le due formazioni di pallavolo
di Pinerolo; nella giornata in cui il Magic Traco femminile si
isola al comando della B2, anche i ragazzi della CI ottengono
la loro prima vittoria. Successo in trasferta per i ragazzi del
Body Sistem che impongono un 3 a 0 al Recco; vittoria anche 3
a 0 per le ragazze sul Cassano. In virtù della sconfitta dell’altra
capolista, il Tuo discount Racconigi, le pinerolesi neopromosse
sono ora le sole capoliste del girone.
Nel campionato ragazze il Villar Perosa ha superato per 3 a 1
il 3S Lusema: dopo un primo set combattuto e chiuso con la
vittoria delle ospiti, nelle successive frazioni le villaresi hanno
dominato l’incontro con parziali assai netti.
BOCCE SERIE A: AL COMANDO IL FERRERÒ —
Superando per 10 a 6 i campioni d’Italia della Chiavarese, il
Ferrerò Vigone sale al comando della classifica con 63 punti
davanti alla stessa Chiavarese con 59 punti.
CALCIO: BEL SUCCESSO PER PINEROLO — Il Pine
rolo va a segno tre volte con l’ex capolista Moncalieri nel
derby provinciale e si allontana dalla zona bassa della classifica. La partita è stata assai bella, con un rigore tirato fuori porta
dagli ospiti, belle parate del portiere biancoblù Mulato. In vantaggio con Pallitto, il Pinerolo è stato raggiunto in apertura di
ripresa dal Moncalieri; immediata la replica di Schina e con la
terza rete di Blandizzi la squadra di casa si è messa al sicuro.
Domenica prossima il Pinerolo sarà in trasferta a Camaiore. È
andata male invece al Saluzzo, sconfitto per 2 a 1 a Viareggio,
rivale diretta nella lotta per non retrocedere. Settimo pareggio,
0 a 0 col Busca, per un Lusema che in Promozione fatica terribilmente a concludere a rete.
PALLAMANO: PREMIO CONI AL 3S — Il Coni ha assegnato al 3S il premio regionale Cat A4 per l’attività svolta
durante la scorsa stagione sportiva di pallamano. L’àmbito riconoscimento verrà ufficializzato sabato 2 dicembre durante
una cerimonia all’auditorium congressi del Lingotto. Un altro
riconoscimento viene dal Comitato regionale pallamano che ha
scelto la palestra di Lusema San Giovanni quale sede di allenamento per le rappresentative regionali under 16.
LUCCHETTA E GASOLI INCONTRANO GLI ALLIEVI DELLA VAL PELLICE — I giocatori dell’Alpitour Cuneo Andrea Lucchetta e Cristian Gasoli sono stati ospiti mercoledì scorso delle scuole medie Caffaro di Bricherasio e De
Amicis di Lusema San Giovanni. Gli incontri sono stati organizzati dal 3S in collaborazione con le scuole con l’obiettivo di
avvicinare i ragazzi a uno dei simboli della pallavolo e dello
sport nazionale. In palestra i giocatori, dopo la solita ressa per
gli autografi, hanno partecipato a dei minitomei con i ragazzi e
poi hanno risposto alle loro domande toccando tematiche quotidiane come la violenza dello sport ma anche di carattere tecnico sportivo, di salute o personale.
Torre Pel lice
Arriva il blues
nordamericano
di Guy Davis
Prosegue la serie di appuntamenti musicali di rilievo a
Torre Pellice; venerdì 1° dicembre, nel tempio valdese,
alle 21, dai più importanti festival di musica nera nordamericana arriva Guy Davis.
Personaggio a tutto campo
della scena artistica di New
York, non solo bluesman fra i
più apprezzati ma anche attore, scrittore di sceneggiature e
di lavori teatrali su temi di
impegno sociale come l’opera
«The Trial», atto unico scritto
sul problema droga. Nel 1991
viene eletto «Champion» nel
«Blues talent Search» della
East Coast. La sua tecnica
chitarristica è raffinata, nello
stile del Delta del Mississippi; musicalmente si ispira a
Robert Johnson, bluesman
scomparso in giovane età.
Molto attivo soprattutto a
New York, ha partecipato
l’anno scorso al più importante appuntamento della musica nera, il «Clearwater’s
great Hudson River revival».
L’esperienza di Guy Davis
sulle scene lo rende un intrattenitore fra i più vivaci e accreditati, per la sua capacità di
coinvolgere il pubblico, per le
sue doti vocali e per l’atmosfera che, da solo, sa creare.
Organizzano la serata Radio
Beckwith e l’associazione Le
Baladin; ingresso lire 10.000.
RADIO BECKWITH
EVANGEUCA
FM 96.500
tei. 0121-954194
Raccolta di poesie
Luna viola
le due facce
della medaglia
Roberto Massimiliano Pretto, giovane poeta e musicista
di Torre Pellice, ha pubblicato una nuova raccolta di versi, edita in collaborazione
con l’associazione culturale
«Stranamore» di Pinerolo.
La luna viola, questo il titolo della raccolta di 60 pagine,
presenta un mondo di sentimenti complessi e variegati,
ora istintivi e ora meditati,
ora gridati nella ribellione ora
vissuti nell’intimo. Ma ciò
che più colpisce è il fatto che
la rivendicazione di una maniera libera di vivere il sentimento e i rapporti con gli altri
non è «unidimensionale»:
non si esprime, cioè, nel puro
e semplice bisogno di rivolta,
di essere alternativi; o meglio
questo aspetto c’è, è legittimo, ma si accompagna ad un
bisogno complementare, che
è quello di una vita della quotidianità, delle piacevolezze e
della tranquillità di una esistenza da condividere con
l’altro anche in quei momenti
che sembrano ripetitivi, come
la preparazione di una tisana.
Questa aspirazione si traduce ora in versi assai «visivi»
(«Ho clacsonato nella notte/
fra le case vuote e le strade
gelate») a volte in una scrittura volutamente narrativa (come un titolo: «C’è bisogno di
vitamina “C” per le nostre
menti»). Bella poi l’idea di
accompagnare i testi con una
sola idea grafica di base (il
volo di un gabbiano) che si
rinnova lungo tutto il volume.
La luna viola è acquistabile
presso la libreria Claudiana di
Torre Pellice.
30 novembre, giovedì — PINEROLO: Alle 20,45, presso il
Centro sociale di via Lequio, si
svolge una serata sul tema «Nutrirsi tutti e meglio rispettando
animali e ambiente»; intervengono i doti. Enrico Moriconi e
Mauro Gnaccarini.
30 novembre, giovedì —
TORRE PELLICE: Alle 15,30,
nella sala della biblioteca valdese, per l’anno accademico
deirUnitre, il doti. Giovanni
Peyrot, presidente degli astrofili
Urania, parlerà su «Viaggio
nell’Universo».
1° dicembre, venerdì —
TORRE PELLICE; Alle 20,45,
presso la Comunità montana in
corso Lombardini 2, a cura del
Gruppo di studio Val Lucerna,
Mario Marchiando Pacchiola
parlerà su «Immagini per sognare; le stelle di carta. Cento anni
di cinema».
1“ dicembre, venerdì — TORINO; Alle 14,30, presso la sala
incontri del Cesedi in via G. Ferrari, la Provincia di Torino organizza un dibattito su «Numero
chiuso per le Alpi? Un delicato
ecosistema in bilico tra tutela e
uso di massa».
1“ dicembre, venerdì —
TORRE PELLICE; Alle 17,
presso la biblioteca della Casa
valdese, il Centro culturale organizza una conferenza sul tema;
«La nascita del cattolicesimo
moderno». Parlerà Winfrin Pfannkuche, della chiesa di Pramollo,
candidato al ministero pastorale
e studioso del cattolicesimo tridentino.
1“ dicembre, venerdì —
TORRE PELLICE: Alle 21,
presso la «Bottega del possibile», serata sul tema «L’handicap
interpella la comunità locale»;
intervengono Giancarlo Sanavio,
Fosco Foglietta e Fortunato Rao.
1“ dicembre, venerdì — PINEROLO: Per la rassegna di
teatro comico «Aspettando f inverno» organizzata da Nonsoloteatro, al Teatro-incontro di via
Caprini, ore 21,15, la compagnia
Zumpa & Tallero presenterà
«Opera pia», di e con Diego Carli e Beatrice Zuin.
2 dicembre, sabato — TORRE PELLICE; Alle 15, nella
sala consiliare del municipio, il
Movimento federalista europeo
propone un incontro sul tema
«La Resistenza in Europa: 50 anni di memoria»; intervengono il
prof. Giorgio Vaccarino e il prof.
Alfonso Sabatino. Federalismo,
Resistenza, Carta di Chivasso saranno al centro del dibattito.
2 dicembre, sabato — PINEROLO: Per la decima rassegna
di teatro dialettale, alle 21,15, al
Teatro-incontro di via Caprini,
verrà proposta la commedia in
tre atti di Pio Beltralmia, «Madama Sopata».
2 dicembre, sabato — SAN
GERMANO CHISONE: Alle
21, nel tempio, si terrà un concerto dell’insieme vocale «Daltrocanto» diretto dal maestro Dario Tabbia. Saranno eseguite musiche tratte dal codice di Staffarda; le offerte andranno a favore
dell’Asilo di San Germano.
2 dicembre, sabato — PINEROLO: Alle 21, presso Stranamore in via Bignone 89, si svolgerà l’assemblea generale dei soci dell’Associazione lavoratori
pinerolesi.
3 dicembre, domenica —
LUSERNA SAN GIOVANNI;
Alle 9,30 si svolge, presso la .sede di via Roma 41, l’assemblea
annuale dell’Aido Valpellice.
3 dicembre, domenica —
POMARETTO: Alle 21, nel
tempio, per la rassegna Piemonte
in musica, esibizione del Lively
Brass Ensemble.
4 dicembre, iunedì — BIBIANA: Per le vie del paese si
svolge la tradizionale fiera di
santa Bibiana.
7 dicembre, giovedì — TORRE PELLICE; Alle 21, nel valdese, si svolgerà un concerto del
coretto valdese e della corale
valdese di Torre Pellice a favore
della locale Croce Rossa.
8,9,10 dicembre — TORRE
PELLICE: Nell’atrio comunale
verranno esposti dei lavori confezionati dalle componenti della
sezione femminile della Croce
Rossa: le offerte saranno devolute all’attività della Cri.
VALLI
CHISONE - GERMANASCA
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
Ospedale di Pomaretto, tei. 81154
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 3 DICEMBRE
Perosa Argentina: Farmacia
Forneris - Via Umberto I, tei.
81205
Ambulanze:
Croce Verde, Perosa: tei. 81000
Croce Verde, Porte : tei. 201454
VAL PELLICE
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
telefono 932433
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 3 DICEMBRE
Torre Pellice: Farmacia Muston - Via Repubblica 22, tei.
91328
Ambulanze:
CRI - Torre Pellice, tei. 953355
Croce V. - Bricherasio, tei. 598790
PINEROLO
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
Ospedale civile, tei. 2331
Ambulanza:
Croce Verde, tei. 322664
SERVIZIO INFERMIERISTICO
ore 8-17, ai distretti.
Cinema
TORRE PELLICE — Il
cinema Trento ha in programma, giovedì 30 e venerdì
1° dicembre, ore 21,15, Sole
ingannatore; sabato, ore 20 e
22,10, Da morire, domenica,
ore 16, 18, 20 e 22,10 e lunedì 21,15, Die Hard, duri a
morire; martedì 5, ore 21,15,
rassegna video «Tra due
mondi»: la serata è articolata
in quattro video. Il tema è Lo
spirito della foresta, ovvero
la vita, la cultura e la filosofia
dei popoli delle foreste fluviali deH’America Latina.
BARGE — Il cinema Comunale ha in programma, venerdì 1° dicembre ore 21 Pasolini, delitto italiano; sabato
2, ore 21, Amiche; domenica,
(15, 17, 19, 21), lunedì (21),
martedì (21 ), mercoledì (21 ) e
giovedì (21), Io no speak english, con Paolo Villaggio.
PINEROLO — La multisala Italia propone, alla sala
«2cento» Il profumo del mostro selvatico; feriali ore
20,15 e 22,20, sabato 20,15 e
22.30, domenica 14,30, 16,30,
18,15, 20,15 e 22,20). Alla sala «5cento» Mortai combact;
feriali 20 e 22,20, sabato 20 e
22.30, domenica 14,30 con
spettacoli continuati.
PRIVATO acquista mobili vecchi-antichi e oggetti vari: tei 0121-40181.
GIOVANE 34enne non vedente, impiegato, buone condizioni economiche, conoscerebbe signora/ina di età adeguata per compagnia e accompagnamento e se accordato un futuro matrimonio.
Tel. 0121-75536 dal lunedì al
venerdì ore 13-15.
L'Eco Delle Valli Valdesi
Via Pio V, 15-10125 Torino
Tel. 011/655278
Via Repubblica, 6 - 10066
Torre Pellice (TO)
tel/fax 0121/932166
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non può essere venduto separatamente
Reg. Tribunale di Pinerolo n. 175/60
Resp. Franco Giampiccoli
Stampa; U Ghislertana Mondovì
11
VENERDÌ 12 DICEMBRE 1995
PAG. 7 RIFORMA
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Í5.
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La Provincia di Napoli assume iniziative in difesa dei bambini nomadi ^
Gli zingari sono anche padri di famiglia
MIMMO GUARAGNA
Qualche sindaco, come a
Firenze, ha proibito agli
zingari di fermarsi per una
notte; invece l’amministrazione provinciale di Napoli
ha concesso ai Rom la sala
del Consiglio per una assemblea. E così la sera del 10 novembre, a sedere nei banchi
riservati agli eletti dal popolo,
c’erano loro: i rappresentanti
dei diritti negati.
Era fresca di giornata la notizia che, per ottenere l’appoggio della Lega Nord alla
legge finanziaria, il governo
avrebbe varato il decreto sull’espulsione immediata. E bastata una testimonianza diretta per evidenziare il carattere
devastante di una proposta
che nega la presunta innocenza fino a quando non interviene la condanna definitiva.
Proprio ad uno di questi zingari è capitato di farsi due anni di carcere con la pesante
accusa di schiavismo perché
il suo bambino chiedeva l’elemosina. Si dà il caso che in
appello è stato assolto con
formula piena. Perché l’ex
ministro De Lorenzo dovrebbe avere il diritto ai tre gradi
di processo e uno zingaro o
un immigrato no?
Si dà troppo facilmente per
scontato che gli zingari sfruttano i bambini. E i fanti Poppino Girella che eyadono
l’obbligo scolastico e li ritroviamo a lavorare nei bar, nei
negozi 0 nelle fabbrichette
clandestine? Maltrattare i
bambini non è un’esclusiva di
nessuno. Certamente non
stanno meglio quelli che vi
Un tipico accampamento zingaro
vono nei container vicino la
mia chiesa: non sono zingari,
sono soltanto poveri; e non è
stato ancora dimostrato che la
povertà si vince decretando
espulsioni.
n tema dell’infanzia è stato
centrale nell’assemblea: «Vogliamo che i nostri figli vadano a scuola affinché la loro
vita sia migliore della nostra»:
questa richiesta è stata ribadita da tutti gli interventi. Allora non sono gli zingari che
non mandano i figli a scuola
ma i direttori didattici che li
tengono fuori aggrappandosi
a cavilli burocratici e calpestando la Carta dell’Gnu.
Ma se a Secondigliano e a
Giugliano è ancora aperta la
vertenza con le autorità scolastiche, a Caivano qualche
risultato è già stato ottenuto.
Grazie all’impegno dell’
«Opera nomadi» i bambini
sono stati ammessi nelle classi; è vero che il primo giorno
ci sono state delle proteste da
parte degli altri genitori, ma
poi è prevalsa la ragione. Anche in questo caso, come a
San Cipriano e a Pianura, si è
riusciti a dialogare con la
gente: il razzismo non è passato. Ma fino a quando potremo resistere se giornali e televisione (e adesso ci si è
messo pure il Parlamento) invece di produrre una corretta
informazione iniettano veleni
a tutta forza?
Altro dato significativo
emerso è l’assistenza sanitaria prestata per merito dell’
«Opera nomadi»; ma non può
bastare l’azione del volontariato, adesso tocca ai pubblici
poteri realizzare campi di accoglienza attrezzati che garantiscano condizioni di vita
dignitose. Il Comune di Caivano già si sta attivando e la
comunità Rom si è detta disponibile a contribuire alle
spese.
Enrico Pugliese, direttore
del dipartimento di sociologia
dell’università di Napoli, ha
concluso l’assemblea facendo
rilevare come «allo zingaro e
all’immigrato si possono dare
due volti: quello del criminale 0 quello del padre di famiglia; questa sera abbiamo visto dei padri di famiglia che
hanno rivendicato sacrosanti
diritti soprattutto per i loro figli» e ha aggiunto: «Stento a
capire questa ondata di follia
che sta imbarbarendo la nostra società; va fermata prima
che travolga tutto e tutti».
Uscendo dalla sala e salutandoci calorosamente ho
sentito di avere nuovi amici.
Eppure devo confessare che
quando, qualche ora prima,
mi sono visto arrivare questa
gente aveva qualche diffidenza e, perché non confessarlo,
c’era in me del razzismo. Mi
avevano offerto una tazzina
di caffè ed io cortesemente
l’avevo rifiutata. Appena possibile andrò a cena nel loro
campo: un invito che forse
non merito, una lezione che
non potrò dimenticare.
Assemblea di chiesa sull'immigrazione
Impegnati a fianco
società torinese
Domenica 19 novembre la
Torino democratica è scesa in
piazza, partendo da San Salvario, il quartiere simbolo del
problema immigrazione, per
confluire in piazza San Carlo,
dove si è svolta una grande
manifestazione antirazzista
con oltre 30.000 persone. Nel
pomeriggio dello stesso giorno, convocata dalla Commis-/
sione «chiesa e società» della
Chiesa valdese torinese, si è è
tenuta una riunione, nel salone di corso Vittorio, sul tema
dell’immigrazione destinata
soprattutto ai membri di chiesa. Nel corso dell’assemblea
è stato possibile «tirare fuori» anche aspetti critici o di
personale riserva sui vari
problemi connessi all’immigrazione. La riunione è stata
introdotta da una documentata relazione del diacono JeanJacques Peyronel sul fenomeno dei migranti nel mondo attingendo a dati e prospettive
del Consiglio ecumenico delle chiese di Ginevra.
Un altra relazione a cura
della diacona Elena Vigliano
spiegava che cosa la nostra
chiesa fa, o meglio tenta di
fare, in quest’ambito collegandosi alle altre istituzioni
cittadine. Importante la presenza all’incontro di giovani
della Fgei che si sono resi disponbili a un impegno di volontariato in -un campo in cui
ci vorrebbero più mezzi e più
persone per far fronte alle
tante richieste di inserimento
e di lavoro in città.
Nel corso del dibattito è
apparso chiaro come l’impegno che cerchiamo di esprimere travalichi di gran lunga
le nostre forze ed è comunque apprezzato da molte parti. «L’importante è che la nostra comunità - notava il pastore Eugenio Bernardini, che
ha presieduto rincontro condivida le scelte che stiamo
portando avanti in questo
campo creando occasioni di
confronto, approfondimento e.
corretta informazione».
Sì AFFERMA CON
Torino: la manjfestazione ha inìzio a pochi metri dal tempio valdese
INIZIATIVA DI «RIFORMA»
OFFERTA SPECIALE PER NATALE
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f.i
Cultura
VENERDÌ 1® DICEMBRE 1995
L'evoluzione de) pensiero dello scrittore provenzale nato cento anni fa
Giono e il mondo dell'incantesimo perduto
JEAN-JACqUB$ PEVRONEL
Le tappe di una densa carriera
40 anni di libri
li primo romanzo di Giono,
«Colline», esce nel 1929.
L’anno dopo uscirà «Naissance de r Odyssée», scritto
nel 1925. «Colline» è il primo volume della «trilogia di
Pan» (seguiranno «Un de
Baumugnes» e «Regain»)
} che inaugura il ciclo dei romanzi a sfondo contadino
che culminerà con «Le serpent d’étoiles» ((1933), «Le
chant du monde» (1934) e
«Que ma joie demeure»
(1935). Nel 1938 escono «Le
poids du ciel» e la «Lettre
aux paysans sur la pauvreté et
la paix». Nel 1941 viene pub'i' bucata la traduzione in francese di «Moby Dick» insieme
al bellissimo omaggio «Pour
saluer Melvüle», in cui si avvertono i primi segni della
svolta letteraria dell’autore.
Dopo «Triomphe de la vie»
.(1942) e «L’eau vive» (1944),
Giono inizia a redigere nel
1945 il primo volume («Angelo», pubblicato solo nel
1958) di un’opera che doveva
essere composta di dieci titoli.
Nel 1946 prosegue con «Mort
d’un personnage» (pubblicato
nel 1949) e inizia a scrivere
«Le Hussard sur le toit» che
terminerà solo nel 1951. 11
quarto e ultimo romanzo del
ciclo dello «Hussard», «Le
bonheur fou» uscirà nel 1957.
Nel 1947 esce «Un roi sans
divertissement», primo volume delle «Chroniques romanesques», seguito da «Noè»
(il romanzo del romanziere). I
due libri segnano la definitiva
svolta stilistica dello scrittore,
che abbandona il mondo contadino e affronta l’analisi psicologica di personaggi immaginari.
Nel 1949 è la volta di «Les
âmes fortes», uno dei romanzi più densi e più pessimistici
di Giono. Nel 1951, «Les
grands chemins», seguito da
«Le Hussard sur le toit» (le
avventure del giovane carbonaro Angelo durante un’epidemia di colera in Provenza
nel 1831), che segna il ritorno di Giono alla notorietà.
Nel 1952, «Le Moulin de Pologne». Nél 1954 Giono viene eletto alla «académie
Goncourt»; esce «Voyage en
Italie». A partire dal 1955 lo
scrittore lavora all’adattamento cinematografico e teatrale di alcune delle sue opere. Prima della sua morte, avvenuta nel 1970, pubblicherà ancora «Le désastre de Pavie» (1963), «Deux cavaliers
de l’orage» (1965, la cui redazione era iniziata nel
1940), «Le déserteur» (1966),
«Ennemonde et autres caractères» (1968). In quell’anno scrive, «L’iris de Suse»
che sarà pubblicato nel 1970.
Cento anni fa nasceva a
Manosque, in Alta Provenza, Jean Giono. A venticinque anni dalla sua morte,
la Francia ha riscoperto uno
scrittore che André Gide e
André Malraux consideravano come uno dei grandi della
letteratura francese contemporanea, e che moltj hanno
paragonato a Faulkner.
Il nonno, piemontese, era
(forse) un carbonaro, rifugiatosi in Francia attorno al
1840. 11 padre, modesto calzolaio, «probabilmente convertito al protestantesimo»
secondo una sua biografa, accoglieva nella sua bottega
anarchici e perseguitati. Il
giovane Jean, figlio unico,
era profondamente legato a
quest’uomo libero che più
volte gli aveva letto l’intera
Bibbia.
Da questo nonno idealizzato e da questo padre ammirato Giono acquisterà i tratti
che lo segneranno per tutta la
vita e che ispireranno tutta la
sua opera: la bontà, la generosità, l’individualismo, la
passione per la libertà, l’amore della natura. Dopo aver conosciuto, a Verdun, gli orrori
della prima guerra mondiale,
Giono matura quello che sarà
il «credo» di tutta la sua vita:
il pacifismo integrale. 1 suoi
primi romanzi testimoniano
una visione panteistica del
mondo: il mondo è «incantato», e occorre scoprirne la
magia per raggiungere la felicità. Gli uomini più vicini alla natura, i contadini, detengono senza saperlo la chiave
di questa felicità. Ben presto
le idee di Giono, stupendamente espresse in racconti
animati da un possente lirismo, conquistano una vasta
cerchia di amici.
Erano idee d’avanguardia
che allora Giono predicava
con un certo moralismo: l’antifascismo, il pacifismo, 1’
ecologia, il ritorno alla terra.
la critica radicale della civiltà
urbana e industriale, l’autenticità della vita contadina.
Dal ’35 al ’39, insieme ad
una quarantina di amici, Giono cercherà di realizzare un
«progetto di edificazione della gioia» in una vecchia fattoria del «Contadour», sull’altopiano della «montagne de
Lure», a nord di Manosque.
Erano convinti che fosse possibile cambiare la vita facendo affidamento su «Le vere
ricchezze», titolo di un libro
che Giono scriverà nel 1937.
Più tardi egli rinnegherà quest’esperienza utopistica, la
cui strumentalizzazione ideologica cozzava contro la sua
lunghi anni non sarà più letto
e, per due anni, neanche pubblicato. Ma continua a leggere e a scrivere. Scopre Melville e traduce il suo «Moby
Dick», scrivendo un vibrante
omaggio allo scrittore americano. Rilegge tutto Stendhal
che già aveva scoperto, affascinato, nell’adolescenza. In
quegli anni bui, in cui ha continuato a nascondere ebrei e
disertori, nasce un nuovo
Giono, profondamente diverso dal primo. La sua visione
del mondo ha perso l’incantesimo dei primi anni. La lettura del Machiavelli gli ha fatto
scoprire una dolorosa verità:
a fare la storia del mondo so
concezione individualistica
della felicità. Tutto finirà con
lo scoppio della seconda
guerra mondiale. Giono viene mobilitato e subito dopo
arrestato per il suo pacifismo.
Liberato dopo due mesi, torna a Manosque dove, dal ’45
fino al ’51, conoscerà anni di
grande amarezza, abbandonato da molti dei suoi amici comunisti che lo ritengono un
traditore. Sarà nuovamente
arrestato alla fine del ’44,
con l’accusa questa volta di
collaborazionismo. Per sette
no gli uomini, e gli uomini
sono dei «salauds» (mascalzoni). Ai valori sani della vita
essi preferiscono la violenza,
la morte, il potere. A questa
dolorosa presa di coscienza si
accompagna un cambiamento
di stile: sia nella forma che
nel contenuto, i romanzi del
dopoguerra appaiono molto
«stendhaliani», penetrando in
profondità non solo nella psicologia ma nell’anima dei
personaggi.
A oltre 50 anni, Giono inizia una nuova carriera con la
consapevolezza che l’esperienza e la maturità l’hanno
trasformato da geniale artigiano di racconti ad artista
della creazione letteraria.
Scompare il lirismo, la visione panteistica, l’uso sovrabbondante di metafore e di aggettivi ma rimane, decantata,
la magia del verbo, dell’osservazione attenta delle cose
e delle persone che Giono ormai guarda con il distacco
dell’ironia. 11 nuovo Giono
allarga il proprio.orizzonte,
anche se l’ambientazione rimane per lo' più circoscritta a
quelle amate colline e montagne delle Prealpi dove ha
sempre vissuto. Passa dalla
natura (il mondo contadino)
alla cultura e alla storia (le
complesse relazioni degli uomini e delle donne, i loro
comportamenti, il loro carattere, il loro modo di vivere
nel tempo).
Ai personaggi anonimi e
semplici dei primi romanzi
subentrano protagonisti più
complessi, più ambigui, e infine il tipico eroe romanzesco, giovane, bello, audace,
che affronta le contraddizioni
della realtà con la forza del
suo coraggio e dei suoi ideali
di libertà.
L’Angelo dello «Hussard
sur le toit», figura mitizzata
del nonno carbonaro, è l’emblema e l’approdo di una lunga e appassionata ricerca della libertà che Giono ha vissuto per tutta la vita, una libertà
che è allo stesso tempo realizzazione di sé, gioia di vivere
e felicità.
A quasi 60 anni dichiarava
con calma: «Da trenta o quarant’anni ho vissuto felice, totalmente, costantemente, minuto dopo minuto». Questa
felicità'di uomo pienamente
libero, Giono ha saputo tradurla e comunicarla grazie al
suo eccezionale talento di
narratore, sia nei racconti rustici della prima maniera sia
nelle «Cronache romanzesche» della seconda.
Il fenomeno dell'usura nell'ultima trasmissione di «Protestantesimo)
Le chiese e le vite spezzate dal ricatto
MWELLAABQEWTIEHI BEIN
Uno dei risvolti più tragici
del cinismo che caratte
rizza tanta parte della società
in cui viviamo è costituito dal
fenomeno dell’usura, che rag^unge in Italia un giro d’affari di circa due miliardi di lire;
bene ha fatto dunque «Protestantesimo» a parlarne, il 19
novembre, nel servizio dal titolo «Vite spezzate».
È noto che l’usura può prosperare in quanto chi si troya
nella necessità urgente di disporre di denaro, non lo può
ottenere a tassi ragionevoli
(si fa per dire) se non ha concrete garanzie da offrire. Attraverso l’intervista a due
donne, costrette a nascondere
la propria identità e perfino il
proprio volto, ci siamo rési
conto di come, da un prestito
iniziale di pochi milioni, si
possa giungere (per accumulo di debiti e passaggi successivi da usuraio ad usuraio) a
cifre esorbitanti e alla completa rovina dei debitori e
della loro famiglia, se non
addirittura all’uccisione della
persona insolvente (come nel
secondo caso presentato).
Di fronte a situazioni di
questo genere ci appare veramente ispirata allo spirito
dell’Evangelo l’iniziativa
dell’Unione delle chiese av
ventiste di costituire un fondo per aiutare chi è vittima di
questo ingranaggio o in pericolo di diventare tale. 11 pastore Ignazio Barbascia ha
spiegato che anche prestiti di
modesta entità possono essere risolutivi (e solo in questo
caso vengono concessi) in
quanto esiste anche il fenomeno della «microusura». 11
fatto che, per attivare questo
servizio, gli avventisti ricorrano alle erttrate dell’otto per
mille, costituisce un esempio
di come si possa neutralizzare la logica del privilegio alle
chiese insito nella legge e ci
conferma nella convinzione
che le persone sono più importanti dei principi.
Riteniamo utile riportare i
dati relativi a questa importante iniziativa realizzata in
concorso con la Caritas e con
il comune di Roma. Esiste un
«servizio antiusura» del Comune, a cui i cittadini possono far riferimento ogni lunedì
e giovedì (ore 15-18, via dei
Cerchi 6, tei. 06-67102800);
qui un gruppo di volontari
esamina i vari casi. A sua
volta l’Unione delle chiese
avventi ste riceve ogni martedì (ore 15-18, lungotevere
Michelangelo 7, tei. 063211207). Il tetto massimo
dell’eventuale prestito è fissato in 15 milioni (con previ
sione e speranza di poter
giungere fino a 30 milioni).
11 secondo servizio della
trasmissione riguardava le
manifestazioni per il centenario del tempio metodista di
via XX Settembre a Roma. 11
presidente dell’Opcemi, Valdo Benecchi, ha ricordato le
tappe principali della storia
del metodismo che, nato in
Inghilterra al tempo della Rivoluzione industriale, seppe
coniugare l’esigenza della
conversione individuale con
un’attenta sensibilità ai problemi sociali. Trovando un
terreno favorevole nel proletariato, agevolò le condizioni
per la nascita del laburismo e
del parlamentarismo britannici. 1 metodisti, che nel mondo
sono 40 milioni, sono presenti in Italia in 80 località.
Il culto tenuto nell’occasione, di cui si sono stati offerti
alcuni flash, ha avuto come
predicatore lo storico Giorgio
Spini, mentre l’il novembre
hanno avuto luogo tr^ importanti conferenze su argomenti
concernenti l’incidenza della
presenza evangelica (metodista in particolare) nella storia
e nella società italiane. Il pastore Aurelio Sbaffi ha ricordato la pesante presenza della
questura durante i culti del
tempio di Ponte Sant’Angelo
nel ventennio fascista, a cau
sa dei legami con la missione
inglese; per finire è stato indicato a richiesta «un metodista
famoso» vivente, nella persona di Nelson Mandela, che
sta realizzando la ricostruzione di una società sulla base
del perdono. La puntata di
«Evangelici e democrazia»,
in un’analisi del periodo di
Tangentopoli che arriva fino
ad oggi, non ha presentato un
quadro consolante della nostra realtà di chiese storiche?
Esse infatti coprono solo il
20% dell’evangelismo italiano, a fronte della consistenza
dei movimenti pentecostali e,
in misura minore, dei Fratelli.
È indubbio che l’azione evangelistica dei credenti fondamentalisti mostra una maggiore incisività.
Ritengo che l’argomento
meriterebbe un’analisi approfondita che l’esiguo spazio
disponibile non poteva consentire. Giorgio Bouchard ha
individuato poi nel dialogo
con le altre religioni (segnatamente con ebrei e musulmani,
ambedue discendenti di Àbramo) la nuova frontiera di oggi, ammonendo però a non
trascurare il compito primario
della predicazione. Come si
vede abbiamo potuto assistere a una trasmissione varia
ma densa, tale da offrire stimoli e spunti di riflessione.
I temi più importanti a fine millennio
Bilancio teologico
FULVIO FERRARIO
La fine di un secolo (nel
nostro caso, addirittura di
un millennio) è tradizionalmente tempo di bilanci: anche
per questo l’ampia presentazione critica della teologia del
Novecento, offertaci dal teologo protestante svizzero
Klauspeter Blaser', giunge
particolarmente opportuna: ci
sono, infatti, buoni motivi per
ritenere che il Novecento sia
uno dei secoli teologicamente
più ricchi, almeno nel periodo
successivo alla Riforma. Rispetto ad altre opere consimili, quella di Blaser si caratterizza per la sintesi particolarmente felice di informazione e
interpretazione: non si tratta
di una galleria di ritratti dei
teologi del XX secolo, ma di
una cavalcata attraverso le
grandi discussioni e i grandi
temi che lo hanno caratterizzato, guidata dall’interesse per
la problematica di fronte alla
quale ci troviamo oggi. Molto
spazio è dedicato alle nuove
correnti teologiche, da quelle
femministe alle diverse teologie del Terzo Mondo, di cui
Blaser è profondo conoscitore, grazie alla sua attività, oltre che nell’ambito della dogmatica, in quello della teologia della missione, e ai suoi
numerosi soggiorni, partico
larmente in Africa; un intero
capitolo riguarda il rapporto
teologico con gli evangelicals,
tema quasi sempre del tutto
ignorato in questo genere di
opere; non manca la presentazione della teologia anglosassone a cui l’autore, pochi mesi
fa, ha dedicato un intero volume^; segnalo, infine, le pagine
sul movimento ecumenico,
preziosissime, che forse bisognerebbe tradurre in italiano,
facendone un opuscoletto.
Blaser confessa che l’apparizione in francese dell’importante opera dell’italiano
Rosino Gibellini (peraltro diversissima quanto a struttura)
sulla teologia del Novecento
gli ha suggerito di modificare
leggermente i suoi piani: la
teologia cattolica, ad esempio, molto ben presentata da
Gibellini, è qui trattata in modo relativamente sintetico. II
capitolo finale traccia le prospettive del dibattito attuale,
nel quadro delle «dislocazioni» {déplacements) del dibattito teologico caratteristiche
della cultura postmoderna.
(1) Klauspeter Blaser, La
théologie au XX siècle. Histoire
• Défis • Enjeux. Lausanne,
L’Age d’Homme, 1995, pp 518.
(2) Klauspeter Blaser, Le
théologies nord-américaines.
Genève, Labor et Fides, 1995,
ppI65, sip.
13
venerdì P DICEMBRE 1995
Cultura
PAG. 9 RIFORMA
Un convegno a Riesi ha ficordato la visione estetica e impegnata dell'architetto
Il Servizio cristiano nel progetto di Ricci
________MIHELLA LOIK_________
r dunque queste tre
cose durano: fede,
speranza, e amore; ma la più
grande di esse è l’amore» (I
Corinzi, 13,13). Con questo
passo biblico il pastore Giuseppe Platone ha iniziato la
serie di interventi al convegno su «Il villaggio del Servizio cristiano di Riesi e il
progetto di Leonardo Ricci»,
tenutosi a Riesi il 12 novembre, per identificare l’importanza non solo edilizia e costruttiva dell’impresa condotta al Monte degli ulivi una
trentina d’anni fa, ma anche
per certificarne l’impegno
umano, sociale e religioso
che l’ha potuta realizzare e
poi proseguire nel tempo,
con l’apporto collettivo di
tutte le forze che vi hanno
partecipato, con convincimento ideologico e spirituale, con un’aperta visione verso il futuro e con solidale
passione altruista.
Parlando quindi dell’eccezionale rapporto stabilitosi tra
Tullio Vinay e Leonardo Ricci, Platone ha voluto proprio
rimarcare quel felice incontro
«tra un teologo e un architetto» che ha potuto condurre alla straordinaria realtà del Servizio cristiano e anchb, prima, a quella di Agape a Prali.
Una simbiosi sofferta e complessa, profondamente discussa ma sempre positivamente portata a conclusione,
per l’attuazione di una nuova
e alternativa idea di vita sociale e cristiana, ^he al progettista fiorentino è toccato di
trasferire nelle forme concrete dei materiali edilizi.
Prima di questi interventi
l’apertura era stata affidata alla pastora Erika Tomassone,
che da poco dirige il Centro,
che si è espressa sulla necessità di conservare una «memoria» ideale e politica, nella
cultura degli uomini, per la
vitalità e la prosecuzione di
una causa, e anche soprattutto
di una esperienza oggettiva
come il Servizio cristiano,
che in Sicilia deve avere la
sua opportunità di continua
L’edificio delia scuola materna presso il Servizio cristiano
zione come esemplare ed efficace fattore etico e pragmatico di socializzazione.
Secondo tali intenti propositivi si è pronunciato anche
l’architetto Emanuele Tuccio,
dell’associazione «Talia» di
Gela (che ha anche moderato
i dibattiti del convegno), proponendo l’attuazione, già
possibilmente da quest’anno
e in collaborazione con gli
enti pubblici locali e-regionali
e con l’Università e altre
eventuali istituzioni nazionali, di un «Laboratorio di licer- •
ca territoriale» proprio a Riesi, usufruendo degli spazi e
delle attrezzature del Servizio
cristiano come ampliamento
operativo del suo servizio
pubblico. È quindi toccato a
chi scrive di concludere la
prima parte degli interventi,
con un resoconto sul rapporto
delle eredità storiche nell’architettura di Leonardo Ricci,
per i suoi capolavori di Agape e del Monte degli ulivi, nel
ricordo edilizio e eostruttivo
delle tipologie rurali e alpine
più rappresentative delle valli
valdesi.
La giornata di studio è ripresa nel pomeriggio con la
visita alla significativa mostra
dei disegni originali lasciati
da Ricci per l’esecuzione del
villaggio: un’interessante e
folta esposizione di progetti e
fotografie, sapientemente curata e allestita dall’architetto
Marco De Bettini con la collaborazione del laureando Atti
lio Gerbino, che ha inoltre ricostruito l’esemplare plastico
dell’«Ecclesia» (non realizzata) e di Giampiero Ravalli.
Dopo l’intervento del sindaco Lino Carrubba (che ha
augurato una fattuale prosecuzione della qualità attuativa del Centro attraverso una
concreta azione pubblico-amministrativa), e i saluti delle
autorità provinciali e locali
(Vincenzo Rampulla, Nando
Maurelli, Rossano Gennuso,
Franco Bennardo e Salvatore
Scuto), l’architetto Corrado
Gavinelli, del Politecnico di
Milano, ha tracciato un sintetico percorso, storico e illustrativo, sull’architettura di
Ricci da Agape agli anni ’ 80,
preceduto da una riflessione
critica sul pensiero sociale
del progettista fiorentino, in
particolare nella sua opera
partecipativa e di coinvolgimento verso un’architettura
di collaborazione e di esecuzione collettiva (autocostruzione).
Si è svolta quindi una vivace tavola rotonda che ha concluso il convegno e che ha
cercato di fare emergere i temi più problematici dell’attualità di Riesi, a partire
dall’esagerato assedio speculativo che la periferia urbana
sta imponendo al Servizio
cristiano e ai suoi terreni di
rispetto paesaggistico, con
una deprecabile edilizia di disgregazione e con un’insensibile devastazione ambientale.
Questo, aspetto, enunciato
dal pastore Platone e confermato dal soprintendente ai
Beni culturali, arch. Ettore Di
Mauro, è stato variamente discusso dagli altri partecipanti
(in particolare dall’architetto
Saverio Scicolone e dallo
stesso presidente dell’Ordine
degli architetti Giuseppe Rap)
nella sua principale condizione di salvaguardia di un importante patrimonio culturale
italiano, ma anche per la sua
stessa consistenza" territoriale
in Sicilia, in quanto caso
esemplare di un efficace connubio tra un’eccellente architettura contemporanea e un
riuscito sistema di «attrezzamento» civile e sociale.
Il convegno, che a giudizio
di tutti ha prodotto una pregevole sorpresa culturale avendo saputo comprendere e dibattere diversi argomenti (alcuni anche tecnico-amministrativi e di gestione politica
piuttosto spinosi) con ampiezza e specializzazione senza tuttavia annoiare il pubblico, ha quindi costituito una
buona riuscita per la comunità riesina, grazie anche
all’accorta organizzazione del
pastore Platone e degli altri
responsabih del Centro. Inoltre è stato possibile trovare,
nel clima dolce dell’isola e
nell’affabile ospitalità del
Servizio cristiano, una inaspettata sensazione di tranquillità fisica e psicologica,
che lascerà in tutti un indi-’
menticabile ricordo di serenità e piacere.
La partecipazione del pubblico si è dimostrata abbondante e particolarmente attenta, e anche da questo punto di
vista la soddisfazione è davvero completa. Ci siamo lasciati con la promessa di pubblicare gli atti del convegno
stesso, così da rendere partecipi anche coloro che non sono convenuti, di quanto è stato affrontato e discusso e osservato in quel meraviglioso
scenario naturale del Servizio
cristiano, dove le architetture
di Leonardo Ricci rimangono
a ricordo della sua opera sul
Monte degli ulivi.
Riviste
Esce in Italia il libro di Drewermann sulla vita di preti e suore nella chiesa
Funzionari di Dio^ ingranaggi di un potere
________ERMANNO GENBE________
Il testo «scandaloso» di Eugen Drewermann* che altre note case editrici hanno
preferito passare di mano in
mano è ora in bella edizione
italiana a cura di una coraggiosa e poco conosciuta casa
editrice di Bolzano, Raetia, e
di un ottimo traduttore, Franz
Josef Reinders.
Ci limitiamo qui ad alcuni
cenni relativi al tema di fondo
del libro, che soltanto uno
sprovveduto potrebbe isolare
e considerare una questione
puramente «romana». Certamente le frecce dell’arco di
Drewermann sono puntate
all’istituzione cattolica e alla
sua fabbrica di preti e suore,
ma chiunque si prenda la briga di leggere queste pagine
(troppo lunghe e anche ripetitive in più parti) dovrà riconoscere, in tutta onestà, che il
problema coinvolge ogni
gruppo e istituzione religiosa,
ogni processo di formazione
religiosa, quale che sia la sua
natura. Dunque non è vietato
farne una lettura che sia in
grado, parallelamente, di cogliere le analogie con le istituzioni, nel nostro caso prote
stanti, che si pongono come
obiettivo la formazione dei
loro pastori e pastore, diaconi
e diacono.
Ciò detto, che cosa contiene di così nuovo ed esplosivo
questo libro, che è costato
all’autore l’allontanamento
dall’insegnamento e successivamente la riduzione allo
stato laicale? In verità il libro
non contiene alcuna novità
assoluta: ciò che è nuovo è
che sia un teologo cattolico a
dirlo in modo così duro e sulla base di un’indagine psicoanalitica scientifica (la
«materia» su cui Drewermann ha lavorato sono le vite
di preti e suore).
" Ecco in sintesi il messaggio
«scandaloso»: l’istituzione
cattolica anziché produrre dei
preti maturi, liberi e consapevoli del loro ruolo, produce in
realtà dei «funzionari» che,
non potendosi liberare dalla
loro angoscia la ritrasmettono, divenendo inconsciamente anelli di una catena che ha
il suo fulcro nel «potere» istituzionale. In una tale prospettiva i concetti di elezione, povertà, di obbedienza e di castità anziché innestarsi nella
vita di un «io» sano provoca
no uno stato patologico. Afferma Drewermann: «La causa di questa situazione è evidente: in quanto chierici abbiamo perso da secoli progressivamente il contatto con
noi stessi, il contatto con gli
esseri umani, il contatto con
la vita reale (...). Non esistiamo veramente».
L’alternativa a questo stato
di cose però esiste, è quella
che ci è dipinta nel Gesù dei
Vangeli, il quale «non era né
monaco né sacerdote; piuttosto era profeta, poeta, vagabondo, visionario, medico e
persona degna di fiducia, pre
dicatore ambulante e trovatore, arlecchino e incantatore
dell’eterna e inesauribile misericordia di Dio». Molte pagine di questo testo, come degli altri lavori di Drewermann, sono discutibili, criticabili. Si potrà dire anche che
l’autore ha volutamente esagerato la dose della critica al
«sistema» cattolico-romano;
difficilmente invece si potrà
dimostrare che il suo ragionamento e la sua analisi di fondo siano infondati e frutto di
un cattivo genio ispiratore.
(*) Eugen Drewermann,
Funzionari di Dio. Psicogramma di un ideale. Bolzano, Raetia, 1995, pp 658, £ 85.000.
Gruppi biblici universitari
Certezze* è una rivista che si propone come scopo principale
la diffusione del messaggio cristiano non sólo nel suo sigmficato più profondo ma soprattutto per il ruolo determinate che esso può svolgere nelle azioni della nostra vita quotidiana. La rivista, bimestrale," è edita dai Gruppi biblici universitari (Gbu),
che fanno parte deU’Unione intemazionale dei Grappi biblici
universitari, un movimento che svolge il proprio operato per far
conoscere i punti fondamentali del cristianesimo, così come ci
sono stati insegnati dalla Bibbia, nelle università di molti paesi,
tra cui anche in varie città italiane: Torino, Firenze, Roma, Napoli, l^essina, e altre. Nell’ultimo numero segnaliamo tra i vari
articoli, uno particolarmente interessante relativo all’Assemblea quadriennale dell’International Fellowship of Evangelica!
Students (Ifes), di Jean Elliott, delegata del Gbu italiano. Quest’ assemblea si è svolta dal 22 giugno al 3 luglio in Kenia, vicino a Nairobi; vi hanno partecipato più di 115 rappresentanti
,di diverse nazioni per riflettere insieme sulla parola di Dio, discutere sull’andamento dell’operato che TIfes ha svolto e -sta
svolgendo tuttora stabilendo così nuovi programmi di lavoro.
Un’esperienza, come fa trasparire Jean Elliott dalle sue parole,
carica di momenti toccanti e formativi, (s.p.)
■ (*) Certezze, c/o Gbu, via M. Poggioli 9/1?.^ 00161 Roma. Abbonamento annuo £ 25.000. Ccp n. 25526005, intestato a Marcella Fanelli. . - ■ .V
Vent'anni di recensioni
Compie vent’anni quello che forse è il più celebrato inserto
letterario e culturale dei quotidiani italiani. Attualmente inserito come fascicolo a parte nella «Stampa» deh sabato, in origine
è stato addirittura una pubblicazione settimanale autonoma, sia
pure curata dalla stessa editrice. In occasione di questo ventesimo compleanno, un numero speciale (4 novembre) affida a
molti dei collaboratori di questo periodo (o del quotidiano torinese stesso) il compito di rievocare quelle letture che, suggerite
da «Tuttolibri», hanno lasciato il segno. Un paginone centrale
si riempie quindi di citazioni, alcune sicuramente «dotte» (rarità, riscoperte, autori emergenti), altre ispirate da una presa di
coscienza collettiva che trovava conferma in importanti volumi: è il caso per esempio degli «inferni di questo secolo», del
debito riconosciuto ai «Sommersi e i salvati» di Primo Levi e
ai libri che squarciarono il velo sui gulag; è il caso dell’affermarsi in America di Italo Calvino o dell’attività perseguitata di
Sahhan Rushdie. In altre pagine parlano gli autori, che reagiscono al modo in cui vennero recensiti a suo tempo. Un inserto
curioso, che fa ripercorrere le vicende delle recensioni su stampa non specialistica, in un momento in cui sembra che l’inserto
domenicale del «Sole-24 ore» goda di maggior fortuna.
Un concetto in continua evoluzione
La sfida della laicità
ALDO RIBET
La laicità come «sfida per
il terzo millennio» è il titolo di un volume* di autori
vari, primo di una collana
«Laicità/educazione», diretta
da Angelo Semeraro, e curato
da Anna Maria Marenco, che
ha anche premesso un’introduzione al volume.
Esso si presenta diviso in
tre parti così articolate: «I Dalle radici alla frode», c(^
saggi su «Nascita della laicità» (Manacorda), «Laicità,
grammatica di un termine»
(Lecourt), «Società, religioni, valori: una prospettiva antropologica» (Lanternari),
«Laicità e democrazia nella
civiltà planetaria» (Onorato);
«II - Nuovi scenari», con interventi su «Uomini e donne
di fronte alla nascita e alla
morte» (Morselli), «Un terreno di incontro tra culture» (Vigli), «Violenze culturali in educazione» (Gelpi),
«Norcf e Sud: conflitto e trasformazione» (Tronti), «Donne, istruzione, democrazia»
(Mancina), «Laicità ed etica»
(Barcellona); «III - Orizzonti
formativi», con preziosi con
Per I vostri Mquhti, per gli sdO^smei^MpertaM emigellcl
LibfBriç:
iiSwIll
MiLAmn ' : ’4 .. t. .î
tel.Om/914^ .
ROMA:
Libreria di
tributi su «Parabola della laicità scolastica» (Santoni Rugiu), «Etica e democrazia come fonti dell’educazione
pubblica» (Semeraro), «Cóntro un progetto di disgregazione culturale» (Laporta);
«Educazione e valori» (Visalberg&i).
Si tratta di un volume di
non facile lettura all’interno
del quale, senza disconoscere
il valore degli altri apporti,
per chi non riuscisse ad affrontarlo integralmente, segnaliamo in particolare i saggi di Manacorda e Visalberghi, dei quali riportiamo due
frammenti: «Se, con incongrua e ridicola formula, il
Concordato [del 1984] afferma che la religione cattolica
non è più la sola, è però la
sola ad accrescere i propri
privilegi, la sola a porsi alla '
pari con lo Stato: la sola che,
dopo aver patrocinato per
mezzo secolo il più corrotto
dei regimi e rubato anch’essa
allo Stato come un qualsiasi
partito (...), si erge a intemerata patrona della democrazia, dei doveri civici, della
morale pubblica. Davvero la
grande ipocrisia totalitaria»
(Manacorda).
«Mentre in campo economico e in qualche misura anche in quello estetico, il valore può essere una realtà precostituita, un oggetto esterno,
una “cosa" o meglio una loro “qualità intrinseca” indipendente dal nostro agire, in
campo morale sembra proprio che il “valore" sia costitutivamente connesso con le
nostre scelte».
(*) Aavv, Laicità, una sfida
per il terzo millennio. Lecce,
Argo, 1995, pp 225, £20.000.
14
PAG. 10 RIFORMA
venerdì 1^ DICEMBRE 1995
Sport invernali e interesse storico-ambientale
Frali d^inverno: sci e non solo
Sulla pista del baby-Malzat si scia gratis
Storia e cultura al Museo, a Agape e nelle vecchie borgate
L’inverno è ormai alle porte e con il suo avvicinarsi
cresce in chi ama lo sci la voglia di andare in montagna,
di trascorrere un po’ del proprio tempo sulle sognate piste, ma anche per chi non
pratica questo sport l’inverno
in montagna è spesso occasione di scoperta o di riscoperta di un patrimonio di
bellezze naturali uniche. Frali
è una di quelle località montane che può offrire a chi
ama la montagna sia un parco
sciabile di tutto rispetto sia
un ingente patrimonio di bellezze naturali oltre a, perché
no, un ricco patrimonio storico e culturale.
Questo però per la montagna è un momento di quelli
delicati: si arriva infatti dal
mancato innevamento degli
scorsi inverni, cosa che ha
creato non pochi problemi
agli operatori turistici; anche
Frali ha di questi problemi.
Tuttavia alla società 13 Laghi
di Frali dicono che nonostante tutto il futuro è roseo, certo
un «rosa tenue» ma quanto
basta per poter affermare che
qui la montagna ce l’ha méssa tutta per poter tornare a rivivere. La società 13 Laghi
ha lavorato parecchio per superare questo momento di incertezza e per ridare sviluppo
economico e turistico a se
stessa e a Frali.
Vediamo cosa è stato fatto,
in concreto, sulle piste di sci
e non solo per il turista che si
reca a Frali per sciare. La Spa
13 Laghi è riuscita a portare a
termine il potenziamento degli impianti di innevamento
artificiale lungo tutto il Salei
(sciovia) e raddoppiare il numero dei cannoni al babycampetto di Ghigo, rendendo
così produttivo al 100% rimpianto di innevamento. Ha sistemato poi i locali alla partenza della Seggiovia (uffici,
scuola di sci, biglietteria, infermeria) per renderli più accessibili, accoglienti e funzio
nali. Fersonale sempre più
qualificato provvederà poi
quest’inverno alla battitura
delle piste con il nuovo battipista e alla corretta manutenzione degli impianti secondo le norme vigenti. Sono
stati fatti nuovi raccordi per
le varie piste e si è provveduto al decespugliamento di
queste ultime. Inoltre e stato
sistemato un terrazzo, in quota, alla Capannina, in modo
tale che da quest’anno al bar
ristorante la Capannina sarà
possibile consumare i pasti
del self-service all’aperto.
Inoltre la Spa 13 Laghi si è
mossa anche sul piano della
promozione partecipando tra
l’altro al Salone della montagna di Torino. A livello di
iniziative promozionali per la
stagione sciistica ’95-96 da
una parte ha aderito all’offerta pubblicitaria ricevuta
dall’Apt di Finerolo, per remissione di uno stagionale
scontato da inserire con coupon su una rivista di grande
tiratura, e dall’altra ha deciso,
per quest’anno, di lasciar
sciare gratis sulla pista del
m n^^D^ii
stagione Invernale 1995/S6
Abbonamenti personali a tempo
Giornaliero Pomeridiano (dalle ore 12,30)
Festivo L. 32.000 L. 25.000
Sabato L. 28.000 L. 22.000
Feriale L. 22.000 L. 18.000
Festa della neve, domenica 14 gennaio 1996: L. 25.000
Giornaliero feriale Gruppi scolastici (min. 15 persone) L. 11.000
Giornaliero Ultrasessantenni e Studenti universitari
Feriale (esclusa alta stagione) (*) L. 18.000
Stagionale Invernale 1995/96 L. 580.000
Ridotto per gruppi familiari (minimo 3: genitori e figli conviventi fino a 25 anni) L. 530.000
Carta d’Argento ultrasessantenni Studenti universitari L. 38.0.000
(dal lunedì al sabato escluse festività e alta stagione) .. L. 380.000
(*) Escluso il periodo dal 24 dicembre 1995 al 8 gennaio 1996
Orario: 8,15-16,45
Informazioni sullo stato della neve:
Frali seggiovia 0121-807512 fax 0121-807773 Ufficio lAT Frali 0121-807418 fax 0121-807713
a Pian dell'Alpe! (m.'2230)
«La Capannina
RISTORANTE - BAR
SELF-SERVICE - SOWRIUM- ; » v
4 T«t,0121-807795
Í
baby-Malzat tutti i sabati, le
domeniche e durante le vacanze di natale.
Tuttavia Frali non è solo sci
alpino, infatti sebbene questo
sia la massima attrazione, con
i suoi 40 chilometri di piste
servite da una seggiovia e 7
ski-lift, la pista di fondo lunga 15 chilometri rende la zona interessante anche chi ama
quest’auro sport praticabile
sulla neve. Frali è anche e soprattutto un centro ricco di
storia, di tradizioni e di cultura di cui restano numerose
testimonianze: il museo di
Frali e vai Germanasca, il
Centro ecumenico di Agape,,
i nuclei delle numerose borgate, le vecchie case contadi
ne, le miniere di talco, le fontane, i forni per il pane, i costumi e i vari oggetti della vita quotidiana. In quest’ottica
la Spa 13 Laghi, in collaborazione con la Fro Loco, vuole
rilanciare un turismo culturale e ambientale come intelligente integrazione dell’offerta turistica. La strada da imboccare, dicono i responsabili delle Seggiovie, coinvolgendo strutturalmente i privati e le associazioni, è questa:
migliorare, in ogni senso, la
ricettività alberghiera e la
qualità dei servizi, il tratto
umano dell’ospitalità, difendere il passato ma nello stesso tempo usare il presente per
costruire il futuro.
In prossimità delle festività natalizie siamo lieti di presentarvi le nostre confezioni
regalo e vi invitiamo ad assaporare i cioccolatini al Barathier.
Bernard & C. sdf Fabbrica Bibite e Liquori
via Carlo Alberto 20 - Pomaretto
tei. 0121-81227 - fax 0121-82222
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Tel. 0121-807537; 807615 - fax 0121-807615
A Seggiovia Pian Alpet
B Seggiosciovia Brio Rond
H Sciovia Salei
G Sciovia Gigante
E Sciovia Ciatlet
C Sciovia Baby Ghigo
D Sciovia Baby Malzat
F Baby Alpet
Piste battute:
1 -2-3-4 sul Brio Rond
6 (verde) diff. medio/facile
7 (oro) diff. media
Discese non controiiate
percorribili solo con neve
sicura:
8 (muro della rossa)
5-9-11-13
innevamento artificiate
G10AC8H11
Pista di fondo di Prall
PlÉté di fondo
Km15*Km7
Omologatà Fisi
Saia di edolinatum sulla pista,docce, WC, spogliatoio,
tracciahjra doippia per passo
pattinato « alternato
INDRITTI
ORGIERE
POMIERI«
GIORDANO
15
VENERDÌ DICEMBRE 1995
Pagina Dei Lettori
PAG. 11 RIFORMA
Agenda
BERGAMO — Proseguono le attività del
Centro culturale protestante sul tema «Alcuni recenti aspetti della ricerca teologica protestante» con la conferenza di Rodobaldo
Tibaldi su «Heinrich Schiitz e la nascita della cantata protestante»: ore 21, nella sala di
via Torquato Tasso 55. Per informazioni tei. 035-238410.
MILANO — Apertura al pubblico della biblioteca specializzata del Centro culturale protestante. Della biblioteca
per ora sono agibili le sezioni di storia del cristianesimo, di
discipline bibliche e teologiche. Giorni di apertura martedì
e giovedì dalle 16 alle 18 presso la libreria Claudiana in via
Francesco Sforza 12/a. Per informazioni 02-16021518.
TORINO — «Riconciliazione in Europa: verso l’assemblea ecumenica di Graz» è il tema del confronto ecumenico tra il cardinale Aldo Giordano, segretario delle Conferenze episcopali europee, e il past. Paolo Ricca, vicepresidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia.
Modera Piera Egidi, giornalista. Organizzano il Centro Arturo Pascal, la Comunità cristiana di base, il Corso di animatori biblici, il gruppo donne credenti, l’Ospedale valdese, il periodico il Foglio, il Segretariato attività ecumeniche, l’Ywca: ore 20,45, nel salone valdese di corso Vittorio Emanuele II, n. 23. Per informazioni 011-6692838.
GENOVA — Si tiene un seminario di preparazione e di aggiornamento alla predicazione. Il pastore Fulvio Ferrario parla sul
tema: «La Bibbia: libro di Israele e libro
della chiesa»:ore 16,30, preso la Chiesa
battista di via Vernazza 14.
TORINO — Nell’ambito dei corsi della
Scuola di pace «Ernesto Balducci» termina
la «settimana della pace» con la testimonianza di Antonietta Potente: ore 20, presso
il teatro Esedra, via Bagetti 30. Per informazioni 011-6699577 oppure 011-447452.
MILANO — Conferenza di Amnesty International su
«Minoranze etniche e diritti umani»: ore 17,30, presso il
Circolo della Stampa.
TRIESTE — Il Centro culturale Albert Schweitzer organizza una conferenza sul tema «Dietrich Bonhoeffer, un testimone scomodo». Introduce Frithjof Roch: ore 18,30,
nella basilica di San Silvestro, piazza San Silvestro 1. Per
ulteriori informazioni telefonare allo 040-632770.
MODENA — Nel quadro di un ciclo di
conferenze sul tema «Le vie dei santi» la
Fondazione San Carlo propone la conferenza di Riccardo Di Donato sul tema «Venerare l’uomo»: ore 17,30, presso la sede della Fondazione in via San Carlo 5. Per ulteriori informazioni telefonare allo 059-222315.
TORINO — «Da Lutero a Martin Luther King. L’avventura spirituale del mondo protestante» è il titolo di un corso di
formazione che si tiene ogni giovedì in due sessioni, alle 16
e alle 20,45 organizzato dalla Chiesa valdese e dal Centro
«A. Pascal». Nella sala di via Pio V, 15 ottava lezione su
«Il secolo del risveglio». Informazioni al 011-6692838.
TRIESTE — «Per la scuola pubblica» è il tema della tavola rotonda organizzata dall’associazione A. Schweitzer,
il Comitato «Scuola e Costituzione», e il comitato promotore del referendum regionale per l’abrogazione della legge
che finanzia la scuola privata. Intervengono Carlo Vurachi,
Gianfranco Hofer, Franco Marangon: ore 17,30, presso la
basilica di San Silvestro in piazza San Silvestro 1.
CHIAVARI — Il Centro «Donato Renna»
organizza una conferenza del prof. Paolo
Ricca, decano della Facoltà valdese di teologia, sul tema «Il silenzio di Dio»: ore 17,
presso la sala del centro in via Ugolini 31
Per informazioni tei. 0185-321762.
FIRENZE — Nel quadro dell’iniziativa «I luoghi della fede» il pastore Paolo Spanu parla sul tema «I battisti, primi
testimoni della libertà religiosa nell’Europa del XVII secolo»: ore 17, presso la chiesa battista di Borgo Ognissanti 4.
FIRENZE — Nel quadro dell’iniziativa «I
luoghi della fede» il Coro interdenominazionale esegue il «Messia» di Händel: ore 21,
presso la chiesa battista di Bg Ognissanti 4.
XII SEMINARIO DELLE COMUNITÀ DI BASE —
«In principio era la coscienza» è il tema del 12® seininario
nazionale delle Comunità di base che si svolgerà a Tirrenia
e a Livorno dal 8 al 10 dicembre. Relazioni di Pier Giorgio
Rauzi, Elisabetta Donini e Jacques Gaillot. Per informazio
ni tei. 081-5534140.
CULTO EVANGELICO: ogni domenica
mattina alle 7,27 sul primo programma radiofonico della Rai, predicazione e notizie
dal mondo evangelico italiano ed estero, ap
puntamenti e commenti di attualità.
\ / PROTESTANTESIMO: rubrica televisi
\/ va realizzata dalla Federazione delle chiese
evangeliche in Italia, trasmessa a domeniI RAIDUE Q che alterne da Raidue alle 23,30 circa e, in
Ji replica, il lunedì della settimana seguente
alle ore 9,30. Domenica 3 dicembre (repli
ca lunedì 11 dicembre): dibattito in studio sull’ecumenismo; intervengono il past. Paolo Ricca e il vescovo cattolico Sergio Chiaretti; Gospel: voices of glory.
AVVERTENZA: chi desidera usufruire di questa rubrica
deve inviare i programmi, per lettera o fax, quindici giorni
prima del venerdì di uscita del settimanale.
Papa
infallibile?
La decisione di voler porre
l’infallibilità pontificia a suggello del veto papale sul sacerdozio femminile nella
Chiesa cattolica non può non
lasciarci preoccupati. E la seconda volta che il papa si serve di questa facoltà. E inconcepibile usare quest’arma in
una questione talmente opinabile e che uno studio attento
della storia della chiesa po. trebbe rimettere in questione.
Nel momento in cui la Fcei
è presente con una delegazione al Convegno ecclesiale di
Palermo, nel momento in cui
mons. Riva nel centenario
della dhiesa metodista di via
XX Settembre a Roma rilancia l’ipotesi di una creazione
di un Consiglio delle chiese
in Italia, questa decisione rappresenta un ulteriore momento di tensione nelle relazioni
ecumeniche. La gravità della
decisione pontificia credo lasci pochi spazi alla discussione. Si pone quindi la necessità per le nostre chiese di riflettere e di evidenziare quanto il Sinodo ha detto nel suo
documento sul papato.
Gianni Musetta
Prosinone
Laicità
L’uccisione del primo ministro israeliano Rabin mi ha
profondamente colpito ma oltre al fatto in sé (che considero gravissimo) mi ha impressionato quanto ha affermato il
giovane uccisore, pure lui
ebreo: «...me lo ha ordinato
Dio». Insistente è la domanda
che mi pongo: ma quale Dio?
Yahvé, Allah, il Dio cristiano, tutti e tre si rifanno all’unico Dio di Abramo e, pur
con sfumature diverse, tutti e
tre parlano agli uomini e affermano che bisogna amare il
prossimo.
Allora, o questo giovane
killer è uno psicopatico, oppure è il frutto di un risorgente fanatismo religioso (...) che
GLI APPELLI DI AMNESTY
In difesa di un testimone
Amnesty International è, come è noto, un
movimento internazionale che si batte
pacificamente per la difesa e la salvaguardia
dei diritti umani in tutto il mondo, senza distinzioni religiose, politiche, etniche, di razza o di sesso. Tra i tanti casi di cui l’organizzazione si occupa abbiamo scelto la vicenda, in un certo senso emblematica, del
brasiliano Wagner Dos Santos, testimóne
chiave dell’assassinio di otto meninos de
ma, i bambini di strada brasiliani, avvenuto
a Rio de Janeiro nel luglio 1993 (massacro
di Candélaria), uno dei tanti episodi simili
che purtroppo ancora si ripetono in questo e
in altri paesi. In base alla testimonianza di
Wagner Dos Santos, tre membri della polizia militare sono stati ufficialmente accusati
del massacro e sono in attesa del processo.
Per il suo coraggioso atto di civiltà, Wagner
Dos Santos ha subito vari attentati (l’ultimo
dei quali si è verificato nel dicembre 1994),
ha ricevuto innumerevoli minacce di morte
e vive tuttora in condizioni assai difficili (è
stato colpito da una paresi facciale).
Chiunque voglia (a titolo personale oppure come gruppo, movimento, ecc.) esprimere la propria solidarietà e il proprio incoraggiamento a Wagner Dos Santos può inviare
una lettera o una cartolina a questo indirizzo: Sr. Wagner Dos Santos, c/o Centro Brasileiro de Defensa dos Direitos de Crian^a e
do Adolescente, Rua Evaristo de Veiga 35,
SL 807/1803, Centro, Rio de Janeiro, RJ,
Brasil (tei, fax: -i- 55212209903).
Chi poi desiderasse contattare le autorità
brasiliane per incoraggiare le misure di protezione nei confronti di Wagner Dos Santos
e degli altri testimoni del massacro di
Candélaria, per informarsi sulle cure mediche fornitegli, per chiedere che si assicurino
misure di protezione ad altri bambini, testimoni anch’essi del massacro, e per avere ulteriori notizie sulla data del processo, può
inviare telegrammi, fax, lettere postali alle
seguenti autorità:
Exmo Sr. Secrétario de Seguranza Pública
do Estado de Rio de Janeiro, Sr. N. Cerqueira, Rua Barào de Itambi 60, 9 Andar, Botafogo, 22.231 Rio de Janeiro, RJ, Brasil
(fax: + 55212409159).
Exmo Sr. Govemador de Estado do Rio de
Janeiro, Sr. M. Alencar, Palacio Guanabara,
Rua Pinheiro Machado s/n, 22.321 Rio de
Janeiro, RJ, Brasil (fax: + 55215536090).
Procurador Geral do Estado de Rio Janeiro, dr. Hamilton Carvalhido, Procuradoria
Geral de Justina, avenida N. Pe^anha 12, 2
Andar, Centro, Rio de Janeiro, RJ, Brasil
(fax: 55212216037).
Copie di questi appelli vanno cortesemente inviate all’indirizzo presso il quale si può
contattare lo stesso Wagner Dos Santos.
(a cura di Christine Calvert)
diventa vero e proprio razzismo di tipo nazista, in cui la
divinità viene strumentalizzata ad uso personale (il «Gott
mit uns» di hitleriana memoria) e serve a giustificare ogni
violenza (la guerra «giusta» e
«santa») atta a conquistare il
potere. E di nuovo mi domando: a quale Dio si riferisce il
giovane? Forse a quel Dio
«senza nome» e «senza volto»
a cui si rivolge David Maria
Turoldo?
Non credo, giacché reputo
profondamente vere le parole
che, nell’appello finale del recente incontro intemazionale
«Uomini e religioni» di Firenze, hanno firmato tutti i capi
religiosi presenti: «Chi usa il
nome di Dio per odiare il fratello esce dalla religione pura
e senza macchia, perché i tanti nomi di Diò non significano
mai guerra, ma tutti compongono la parola pace...».
Penso comunque che, di
fronte a eventi così gravi, sia
bene ricordare un piccolo fat
Riforma
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Riforma è il nuovo titolo della testata La Luce registrata dal Tribunale di Pinerolo con il n. 176
del 1® gennaio 1951, responsabile Franco Giampiccoli. Le modifiche sono state registrate
con ordinanza in data 5 marzo 1993.
Il numero 44 del 24 novembre 1995 è stato consegnato per l'inoltro postale all’Ufficio CMP
Nord, via Reiss Romoli 44/11 di Torino mercoledì 22 novembre 1995,
Lo positivo avvenuto in Italia
e che induce a ben sperare
circa il problema della convivenza multietnica, del pluralismo religioso, della pari dignità di tutte le religioni indipendentemente dal numero
dei credenti. Mi riferisco a
una recente delibera della
Consulta che, sulla base della
incostituzionalità del concetto
di «religione di stato», estende la possibilità della bestemmia verso le divinità di tutte
le religioni e non solo verso il
Dio dei cattolici (art. 724 Codice penale).
Mi sembra questa un’ulteriore piccola riconferma «ufficiale» del fatto che lo stato
italiano è uno stato laico, fondato cioè sul «principio supremo della laicità», e cioè
uno stato che assolutamente
non fa distinzioni tra i cittadini in base alla loro religione.
È comunque chiaro che rimane aperto il problema se
vera laicità non consista piuttosto nel considerare la religione come questione esclusiva della coscienza dei singoli, nella quale lo stato non
dovrebbe permettersi di entrare. E di conseguenza lo
stato non, dovrebbe creare legislazioni speciali («concordati») che inevitabilmente
portano a discriminazioni e a
privilegi di una religione rispetto alle altre.
Domenico Manaresi
Bologna
La porta
era aperta
Sul n. 43 di Riforma Carmelina Bozza scrive: «...nel
marzo del ’73 la comunità
metodista di Palermo si trovò
senza tempio e con discrezione bussò atta porta di quello
di via Spezio (Chiesa valdese), che non si aprì...».
Mi dispiace, ma Carmelina
Bozza ricorda molto male. Il
Concistoro della Chiesa valdese di Palermo concesse
quanto richiesto, «l’uso del
tempio per i culti domenicali
pomeridiani». E ciò continuò
fino a quando la comunità
metodista decise di trasferirsi
alla Noce.
Quanto dico si può riscontrare nell’archivio della corrispondenza della Chiesa valdese di via Spezio a Palermo.
Archimede Bertolino
Temi
«Venite a me voi tutti
che siete stanchi e oppressi:
io vi farò riposare»
Matteo 11,28
Ha terminato il suo cammino
terreno, all'età di 94 anni
Olga Durand ved. Olagnero
A funerale avvenuto lo annunciano i nipoti e i cugini con le rispettive famiglie.
San Germano Chisone
23 novembre 1995
RINGRAZIAMENTO
«Per me il vivere è Cristo
e il morire guadagno»
La moglie, il figlio, le figlie e i
familiari del caro
Daniele D'Ursi
ringraziano tutti coloro che hanno
preso parte al loro dolore.
Un ringraziamento particolare
al past. Eugenio Bernardini per le
sue parole di conforto.
Torino, 24 novembre 1995
RINGRAZIAMENTO
«Ho combattuto
il buon combattimento,
ho finito la corsa,
ho serbato la fede»
Il Timoteo 4, 7
I familiari del caro
Emanuele Peyran
riconoscenti, ringraziano tutti coloro che con presenza, scritti e
parole di conforto hanno preso
parte al loro dolore.
Un grazie particolare alla dottoressa Taraselo, alla pastora Daniela Di Cario, ai medici e al personale dell'ospedale valdese di
Pomaretto e dell'ospedale Molinette di Torino e all'Associazione
ex carabinieri sez. di Ferrerò.
Ferrerò, 30 novembre 1995
RINGRAZIAMENTO
«Sia fatta la tua volontà»
Matteo 26,42
La moglie Orietta Vacatollo, i figli Simone con Debora e Daniele,
Francesca con Giovanni, di
Gianfranco Cerrina Peroni
(Colonnino)
deceduto in Milano il 20 novembre 1995, ringraziano con riconoscenza e affetto tutti gli amici cari
che li hanno confortati, e in modo
particolare i pastori di Milano Ricciardi e Adamo insieme alla comunità tutta.
Milano, 1“ dicembre 1995
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PAG. 1 2 RIFORMA
VENERDÌ 1® DICEMBRE 1995
Dopo la fine della «guerra fredda» il fenomeno è scoppiato in molti paesi del pianeta
Fra guerre e conflitti etnici di fine millennio
ROBERTO PEYROT
Se rantagonismo Est-Ovest e la conseguente «guerra fredda» sono cessati da
qualche anno, il proliferare di
conflitti armati all’interno di
vari paesi o regioni (se ne
contano una cinquantina fra
aperti e latenti) ha ormai assunto proporzioni planetarie.
Si pensi all’ex Jugoslavia,
all’Algeria, al Sudan, al Libano, al Medio Oriente, a Sierra
Leone in Africa, alla Somalia, al Ruanda, all’Indonesia,
a Timor, all’Afghanistan, alla
Mongolia, al Chiapas in Messico, all’India, al Pakistan,
per non citare che nomi più
ricorrenti.
Il carattere interetnico di
tanti conflitti rende difficili
gli interventi e le mediazioni
della comunità intemazionale
e ne abbiamo spesso la prova.
Il segretario generale dell’
Onu, Boutros Ghali, quasi a
giustificare gli insuccessi di
questa organizzazione, ha recentemente sottolineato che
«in questi conflitti di tipo
nuovo ci si trova di fronte
non solo ad eserciti regolari,
ma anche a delle milizie e a
dei civili armati mal disciplinati e senza precisi quadri di
comando... Le vittime principali sono costituite dalla popolazione civile, dato che i
fronti di combattimento sono
sovente imprecisi».
In un servizio apparso sul
numero di novembre di «Le
monde diplomatique» viene
posto in evidenza il grande
vuoto giuridico che questi
conflitti interetnici esprimono. Alcuni drammatici inter
I conflitti etnici sono spesso causa di emigrazione forzata
rogativi si pongono: come
può la comunità intemazionale continuare a rispettare i
principi di non ingerenza (come stabilito dalla carta dell’
Onu) quando certi paesi violano massicciamente e impunemente i diritti umani dei propri cittadini? Non vi è una responsabilità internazionale
per la mancata assistenza a
popolazioni in pericolo (si
pensi ad esempio alla questione curda)? E ancora, perché
non viene ufficialmente riconosciuta la condizione di
«profughi» nei confronti di 26
milioni di persone esuli, per
cause di guerra, all’interno
dei confini dei rispettivi stati
da cui non possono uscire?
In questo contesto si fanno
anche sempre più pesanti le
responsabilità delle nazioni
nella fornitura degli armamenti, effettuata sia in modo
diretto e sia attraverso giri viziosi per superare i vari ertibarghi. Queste vendite vedono confermato e notevolmen
te incrementato il primo posto
degli Stati Uniti che ha visto
aprirsi anche i mercati dell’
Europa orientale ex comunista. Secondo il Sipri, l’Istituto
svedese specializzato nei bilanci relativi al commercio internazionale delle armi, gli
Usa, che nel 1990 coprivano
il 34,5% delle vendite contro
il 33,9% dell’Unione Sovietica, nel 1994 sono arrivati a
ben il 55%,,contro il 3,9%
della Russia. Preoccupante
anche l’incremento tedesco
che nello stesso periodo è
passato dal 5,4% al 14,6%,
mentre la Gran Bretagna ha
raggiunto, dal 4,9%, il 7,3%.
Il già citato servizio, nell’
esaminare i vari conflitti
odierni, li raggmppa a seconda delle loro origini. Vi sono
quelli a carattere regionale
(India-Pakistan, Iraq-Iran),
quelli per il controllo delle
materie prime quali l’acqua e
il petrolio (Africa, Medio
Oriente); quelli separatisti (ex
Jugoslavia); quelli irredentisti
(progetto di Grande Serbia, di
Grande Ungheria, di Grande
Albania); quelli etnici e tribali
per il possesso delle terre e
delle risorse (Somalia, Ruan- ,
da). In parecchi conflitti poi, i
vari fattori si intersecano con
l’inserimento del fattore religioso, preponderante in taluni
di essi e gli eseinpi certo non
mancano: Algeria, Bosnia,
paesi islamici. Gli stessi gravi
disordini e i recenti fatti luttuosi in Israele sono «legittimati» dal nefasto «Dio lo
vuole». In più, questi linguaggi da guerra santa vengono
sfruttati da certi poteri politici
che cercano di trarre ulteriori
vantaggi per i loro fini.
Le chiese hanno in tutto
questo delle grosse responsabilità, in modo particolare le
tre grandi religioni profeticomonoteiste quali la fede cristiana, quella ebraica e quella
islamica, che hanno il loro
comune riferimento in un
unico Dio creatore del mondo
per il bene dei suoi abitanti.
Come dice il teologo Hans
Kiing, è giunto il tempo di
una teologia della pace che
veda un dialogo veramente
costruttivo fra le religioni, a
partire da una confessione di
peccato per le guerre scatenate per secoli anche fra di esse.
Non ci potrà essere infatti pace e giustizia fra i popoli senza pace fra le religioni. Sono
innanzi tutto esse a non dover
mai giustificare l’odio, la violenza e la guerra, ma a indicare e praticare le vie della pace. Altrimenti correranno il
rischio di affiancarsi semplicemente a qualunque altra caduca ideologia terrena.
Un'iniziativa sostenuta da molte chiese
No ai tappeti fatti
dai bambini asiatici
In Germania sono attualmente in vendita 100.000 tappeti provenienti dall’Asia, tutti col marchio «Rugmark».
L’obiettivo di questa vendita
è di porre fine al lavoro dei
bambini nel subcontinente indiano. Questo marchio infatti
garantisce che i tappeti non
sono stati fabbricati da bambini. 1 tappeti commercializzati
con questo marchio vengono
venduti con una maggiorazione deiri% rispetto a quelli
confezionati da bambini.
Circa 200.000 bambini in
India, 500.000 in Pakistan e
300.000 in Nepal, lavorano
alla confezione di tappeti. E
quanto ha affermato Kailash
Satyarthi, dall’India, presidente della Campagna dell’
Asia del Sud contro il lavoro
dei bambini (Saccs), che ha
inventato il marchio. I bambini vengono spesso reclutati
fino a 1.000 chilometri dal
luogo di lavoro e diventano
«schiavi» della fabbricazione
di tappeti, ha detto Satyarthi
durante una conferenza a
Stoccarda il 9 ottobre scorso.
I bambini, dai sei ai quindici
anni, non possono più vedere
i loro genitori e spesso devono lavorare fino a quindici
ore al giorno, per sette giorni
alla settimana. Sono mal nutriti e spesso vittime di abusi
sessuali.
L’obiettivo della Fondazione «Rugmark», creata dalla
Saacs e sostenuta da numerosi organismi di sviluppo delle
chiese, mira non solo a libe
rare i bambini dal giogo della
schiavitù ma anche a favorire
la loro educazione. La Fondazione infatti paga la loro
iscrizione scolastica e dà un
contributo finanziario ai genitori per compensare la perdita
del guadagno ottenuto con il
lavoro del bambino. Di recente, grazie all’azione della
Saacs, circa 600 bambini indiani sono potuti tornare nelle
loro famiglie. Per la prima
volta, in alcuni villaggi, il numero di bambini tornati a casa è stato superiore a quello
dei bambini reclutati per la
confezione dei tappeti.
Nel 1994, Kailash Satyarthi
ha ricevuto il Premio della pace «Aachen» in Germania.
Nei prossimi giorni riceverà il
«Premio Kennedy» negli Stati
Uniti. Varie organizzazioni di
aiuto delle chiese sostengono
la Fondazione Rugmark: «Pane per il mondo» e «Misereor» in Germania, «Terre des
Hommes» in Svizzera. Negli
Stati Uniti, la Fondazione riceve l’appoggio di ben cinquanta organizzazioni legate
alle chiese. «Finora, cinquanta esportatori [dal subcontinente indiano] hanno ricevuto
il marchio della Fondazione ha fatto notare Satyarthi - ma
l’elenco di coloro che lo richiedono si sta allungando
sempre di più». (eni)
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