1
ECO
DELLE miXI VALDESI
Spfttt.
biblioteca valdese
torre pellicb
(Torino)
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno X( IV - Nuoa. 15
Una copia Lire 4 0
ABBONAMEM i
Eco: L. 2.000 per l’interno
L. 2.800 per l’estero
Spedizione in abbonamento postale . 1 Gruppo
Cambio di indirizzo Lire 50
TORRE PELLICE. 10 Aprile 1964
Ammin. Claudiana Torre Pellice ■ C.C.P. 2-17557
Entusiasti
Luca 9s 57-58
Il nostro episodio potrebbe intitolarsi: rincontro del discepolo
entusiasta, perchè si tratta proprio di una di quelle persone che affrontano la vita con slancio, .si gettano nell’avventura con coraggio, fiducia.
Il dato singolare, particolarmente interessante per noi, dell'episodio sta nel fatto che si tratta del solo esempio evangelico di un uomo
che si si.a spontaneamente presentato a Gesù per diventare suo discepolo, che si sia messo cioè a sua disposizione.
Un uomo superficiale che non sa cosa stia facendo, che non ha
preso sul serio la gravità della fede! Questo lo pensiamo noi, ma è
veramente così? Ascoltiamo le sue parole prima di giudicarlo: ti seguirò ovunque andrai. Non sono espressioni banali, sono le parole
stesse di Gesù quando ha chiamato Levi e Pietro per farli suoi discepoli.
(Quell’uomo non si è dunque sbagliato, sa già che cosa Gesù potrebbe chiedergli, che cosa gli chiederebbe, sa bene che la fede in
Cristo non è disputa o superstizioni, non è una dottrina astrusa ne un
complesso di tradizioni; sa che la fede è seguire Gesù.
Egli si offre dunque a Gesù, si mette a sua disposizione e lo la,
notiamolo ancora, in modo esatto, vero, non vuole solo ascoltare, diventare amico di Gesù ma vivere con Lui e, cosa ancor più sorprendente, essere suo discepolo fino alla fine, ovunque, non solo nei giorni
lieti ma anche in quelli tristi, nella pace ma anche nel tlolore, nel
bene e nel male della vita.
(Questo entusiasmo così schietto e così sincero è certo eoinmovente ma è privo di base: il discepolo non sa chi sia realmente quel
maestro e dove stia andando, non ha capito fino in fondo ehi sta ¡ter
seguire e dove.
Fid è questo che Gesù gli dice, in modo pacato e sereno, senza
critiche o rimproveri per una sua eventuale superficialità: Gesii è
i t ilo stato colpito da tanta spontaneità e da tanta fede.
— Venire dietro a me, dovunque? Questa è la fede che chiedo ai
miei discepoli e tu ti offri a correre quel rischio? Vieni; pensa però
attentamente alla via che sto seguendo, pensa chi sono e dove vado.
Un uomo senza riposo, senza dimora, senza sicurezza: ecco Gesù;
una creatura che non ebbe dove posare il capo perchè inalgra<lo le
parole di amici e discepoli sapeva che non aveva nessuno in cui confidare. Un uomo che vide crescere attorno a sè l’indifferenza e la critica, che viveva cotidianamente tra Giuda e Pietro, un apostata ed un
traditore, che sapeva di andare passo passo verso la morte del Venerili Santo.
Queste sono le cose che il discepolo deve considerare attentamente: si sente di mettersi al seguito di tale maestro? Tra Fineomprensione dei pii e la beffa degli indifferenti, tra la noia e la critica
della vita di tutti i giorni nella chiesa, trascinando di giorno in giorno, di anno in anno la propria esistenza verso la croce?
★
L’uomo si ritirò o seguì Gesù? Non lo sappiamo. Osiamo credere
e vogliamo credere che lo seguì fino al Calvario perchè discepoli siffatti ci furono e ci saranno fino alla fine: coscienti e sereni uomini
che hanno maturato il loro entusiasmo nella meditazione della croce.
Possano ricordarsene tutti quei catecumeni che hanno latto, nei
giorni scorsi senza saperlo, la confessione del discepolo entusiasta:
Il Fidiuol dell’Uomo non ha dove posare il capo
Giorgio ìourn
Il nuovo asilo infantile
di Orsara di Puglia
’7’n luogo, solo oochi mesi fu deserto^
tìet}osiio di rifiuti, oro pieno di vita; e vi
ironeggia fra lo schUunuzzo dei bimbi il
prefabbricato di Betania *. Atmosfera di
festa tra gli sventolìi delle bandiere italiana, tedesca, della Chiesa Valdese e della
Chiesa Evangelica Renana,./*. Leg^gere in
2' 5>ag. il resofonto deirinaugurazione.
(Foto Ciilli.l
qui èfITilì
Una settimana italiana
Sciop
eri
Malgrado i disagi di molti (i più
umili, semipre), malgrado il disordine
che uno sciopero indetto nell’ambito
dei servizi pubblici sempre porta nella
vita dell’intera nazione, e le incomprensioni e i rancori che nascono fra
chi aderisce e chi non aderisce a uno
sciopero, mi pare che la lezione dei
gìOlmi scorsi sia in complesso positiva; uno sciopero pioütico, che in quanto tale non si giustificava, non ha avuto .successo ; la CGiL òhe l’aveva voluto a tutti i costi è rimasta isolata,
e le statìstiche, pur con tutte le riserve del caso, me strano ohe anche
molti dei lavoratort>‘kd essa aderenti
non hanno seguito gii ordini. Se qu^
sto risultato mi pare in ultima analisi positivo, non è già per prono; lealismo governativo, ma perchè è risultatn che molti lavoratori reagiscono alla politicizzazione dei sindacati.
Infatti, data la oggettiva situazione
italiana, gli impegni che il governo
ha assunto, le necessità che urgono
in molti campi e hi particolare, come
tutti sanno, in questi tre: scuole, impianti sanitari, edilizia popolare ; tutto questo complei^o di elementi non
giustificavano, a nostro avviso, uno
sciopero che assumeva necessariamente una colorazione politica di opposizione al governo. Una riforma del sistema retributivo in cui sono inquadrati gli statali è necessaria; ma in
un paese povero come il nostro, e che
si sta accorgeiado ohe il boom economico è cosa precaria, bisogna osservare certe priorità (quelle summenzionate), pena l’aggravarsi di una situazione di arretratezza sempre più
funesta in un momento, qual’è questo,
di più diretto confronto e concorrenza
intemazionale.
Spero ardentemente di non ingannarmi nel considerare il parziale fallimento dello sciopero degli statali come un segno di più vivia solidarietà
nazionale, e un moto di protesta contro la politicizzazione della lotta sindacale, che sembra sempre più soggiacere agli interessi di partito anzi
chè muoversi su dati economici sempre conoreti e og^tivi.
Equivoca e partigiana è tuttavm la
riprovazdoine che la stampa di destra
con baldanza e virtuosamente quella
’indipendente’ rovesciano sulla CGIL :
va infatti detto ben chiaro che della
politicizzazione, dell’asservimento par
titico delle organizzazioni sindacali, in
questo dopoguerra, tutte le forze politiche, nel loro insieme, e ogni partito
a modo suo, condivìdono la responsabilità con il P.C.I. Non ci sarà speranza finché non sarà spezzato (dalla base) questo asservimento che è altrettanto grave quanto l’interferire dell’esecutivo nazionale nel potere legislativo e in quello giudiziario.
Oso affermiare che in quasto àmpia
gno per rumaniizzazione della lotta
sindacale, per strapparla alla stru
mentalizzazione di partito e ricondurlo a essere un serio, concreto sforzo di giustizia, i cristiam e i riformati in modo particolare do-vrebbero essere elementi efficaci in modo assolutamente non commensurato alla loro
entità numerica; essi non credono infatti, o non dovrebbero credere, al
miti del Partito, della Classe, del Benessere; sanno, o dovrebbero sapere,
che anche Giustizia e Libertà possono ridursi a ipocriti slogans demagogici dì una parte e dell’altra; sanno
ohe ciò che conta è l’uomo nella sua
individualità, e òhe la giustizia perseguita non può che essere lucidamente solidale, come solidalmente ci
abbraccia il Signore nel suo amore
provvidente.
Resistenza
Domenica 5 aprile ero al Martinetto,
a Torino; in quei «poligono di tiro»,
vent’anni fa, venivano fucilati otto
membri del primo Comitato di liberazione nazionale piemontese, dopo un
affrettato macabro simulacro di processo. Malgrado la pioggia battente,
diverse centinaia erano gli intervenuti alla celebrazione, che è stata sobria
quanto vigorosa e fervida. Non è da
tacere che il comitato promotore ave
decisa la DATA:^6-30 MAGGIO 1965
Si terrà a Roma il Congresso Evangelico Italiano
, ,, •_I fusione de' documenti preparatori ed i contatti con le comunità possa
r. • ^oi Cnnaresso delle Chiese Evangeliche
Il Comitato Preparatorio del Congres
Italiane ha avuto la sua quarta num , avevano
Tavola Valdese, -mercoledì 18 marzo P ^9^3 (¡^¡13^0)
avuto luogo il 20 giugno 1963 (Koma;,
ed il 17 dicembre 1963 (Tonno). . ¡ ^ soffermato a lungo
Nella riunione del 18 marzo ,1 re-"'»» del Corrai,
sull'esame delle deliberazioni pre .j'itaiia (Roma 9-10 gennaio
glio Federale delle Chiesa Evange r*e ^d
1964), soprattutto per guan o 9 auspicando che tale parteci
dei vari settori dell'evangelismo ita lano
pazione sia la più larga e .¡ jg modo particolare all'esa
La seduta pomeridiana e stata dedicata m mo h
me dell'operato delle quaUro gd organizzativi;
a) Commissione per , P-blemMog,^^^ e^. ^
b) Commissione per 9j' "[9° documenti preparatori ed i
c) Commissione per la diffusione ubi
contatti con le comunità; nroaetto di Federazione.
d) Commissione per lo studio . ^) è già a buon punto e ci
Il lavoro <l‘>||«T‘’'"";i“‘Z.s“ima estate la Coromissione per la dii
si augura che all inizio della pr
fusione dei documenti preparatori ed i contatti con le comunità possa
iniziare la propria azione. E' infatti vivo desiderio del Comitato che tutto quanto verrà trattato in sede di Congresso sia prima esaminato sul
piano delle comunità e de) vari organismi regionali e nazionali delle
singole Chiese.
Per quanto riguarda il progetto di Federazione il Comitato ha ancora una volta precisato che, pur avendo alcune Chiese ed alcuni settori deH'evangelismo italiano già assunto una posizione favorevole, i
progetto federativo sarà semplicemente uno degli argomenti di studio
che il Congresso dovrà affrontare e che, comunque, la partecipazione
al Congresso stesso non sarà in alcun modo vincolante a questo riguardo.
Il Comitato ha infine stabilito che il Congresso delle Chiese Evangeliche Italiane avrà luogo a Roma dal 26 al 30 Maggio 1965 e che
avrà il seguente tema centrale; « Il protestantesimo e il suo messaggio
nell'ora presente ».
La prossima riunione del Comitato avrà luogo a Firenze, presso la
sede dell'A.AA.E.l., mercoledì 9 giugno 1964.
per il Comitato Preparatorio
MARIO SBAFFI Presidente
va invitato, con un sacerdote cattolico e un rabbino israelita, anche un par
store evangelico per un breve momento liturgico, alTinizio: un gesto di
cordiale imparzialità ohe tiene conto
dell’apporto valdese alla Resistenza.
Dopo il saluto del Sindaco di Torino, Arnoldo Poà ha letto, con forte
narteoipazione, alcune delle ultime lettere dei condannati, una di ognuno di
loro. Diffioile frenare una emozione
profonda, assai più che sentimentale.
Le ha quindi commentai, con rattenuta passione, il prof. Norberto Bobbio: ha rilevato che esse .sono indicative dei vari elementi confluiti nel
movimento della Resistenza: per gli
uni, ì militari in primo luogo, si trattava della fedeltà, al proprio paese concretatasi un giorno in un giuramento, della difesa della libertà nazionale,
insomma; per altri si trattava della lotta per la libertà politica contro
un regime dittatoriale e tirannico ; per
altri infine, la lotta aveva un senso anche più ampio, voleva cioè non
la restaurazione di una libertà allo
statu quo ante, da cui la dittatura era
uscita, bensì un rinnovamento profondo della vita nazionale; tuttì questi elementi sono confluiti, ed è stato
bello e fecondo che così sia stato, che
persone di ogni anibiente e di atteggiamento politico e sociale assai di
verso abbiano potuto non solo collaborare, ma lottare, soffrire, anche sa
criflcarsi fianco a fianco. Non è stato
sempre un idillio, non sono mancati
i contrasti (lo notava onestamente A.
Galante Garrone su La Stampa), pure quella fraternità dtotenti è stata
la più forte, e non è stata puramente
strumentale, altrimenti si sarebbe dissolta con il frantumarsi del fronte politico; è stato un moto d’an’me e di
spiriti, e non dobbiamo stancarci di
tornare ad attingere a quelle testimonianze lucidità di giudizio e forza di
carattere, serenità e dignità umana.
Vengono quasi le vertigini, a pensare
quanto si è ricaduti da quell’onda nossente, da quella dignitosa p tranquilla coscienza, da qtiella solidarietà italiana e umana.
Ancora una nota. Accanto a quello
di Torino, molti gonfaloni di città italiane medaglie d’oro al valor civile;
tutte dell’Italia settentrionale. Certo,
avrebbe potuto esisercì pure quello di
Napoli, la città delie «quattro giornate », nè seno del tutto mancati i « resistenti » a Roma città aperta. Resta
tuttavia il fatto, dovuto essenziaimente agli eventi storici che hanno portato a una rapida «liberazione» dell’Italia centro-meridionale, mentre al
nord l’ocoupazione tedesca e il regime di Salò hanno reso lunga e cruenta la lotta partigiana e portato a una
vera guerra civile di molti mesi che
hanno necessariamente segnato molte
regioni del nord: forse il Sud ha meno sofferto, negli ultimi anni e mesi
del conflitto, ma non ha attraversato
quella crisi terribile e pur feconda che
il Nord del nostro paese ha domito
affrontare. Un altro punto, nella sperequazione dell’Italia a diversa latitudine. Pure, la vera rinascita del nostro Meridione comincerà solo quando ranima della Resistenza lo avrà
toccato in ampiezza e iu profondità.
Sperando che allora il « benessere »
non l’abbia soffocata qui al Nord.
Noi osiamo sperare e volere che per
molti di noi il cuore, la molla di questa « resistenza » sia non un pur nobile ideale politico e morale, ma un
riflesso umile e pur necessario dell’evangelico « Non conformatevi al secolo presente». Gino Conte
2
pag. 2
N. 15 — 10 aprile 1964
iMiigarazione dell’asilo infantile di Orsara
Primà realizzazione del programma “ Betanin ,,
CERIGNOLA
Una visita gradita
Finalniente !
FinaJmenite si è realizzato un sogno da
lunghi, troupi anni accarezzato : la inaugu ■
razione di un asilo infantile: « Betania ».
Per gli Orsaresi non è cosa che capili
spesso di vedere il movimento che c’è stato,
lo spazio antistante il nostro Tempio Valdese era interamente coperto di automobili
dalle targhe più varie: Ba, Cb, Ch, Fg, Na
e Ta.
La cerimonia ha avuto inizio alle ore
9.40 d®l 19 marzo, con un culto presieduto
dal Pastore Davide Cielo.
Il gaudio di trovarci così niumerosd, da
diverse parti d’Italia e perfino dalla Germania, è e.sploso nell’inno di apertura: «Forte ."occa è il nostro Dio », cantato veramente con cuore aperto e con voce tonante da
tutti. Era intpoissibile non sentirsi pervasi
dallo spirito comunitario.
Il Vice Moderatore Pastore Dr. Alberto
Bibet, ccnidultore degli anni verdi della no
etra comunità, ha pronunciato il ,suo sermo
nc prendendo spunto dal terzo capitolo del
la I Epistola di Giovanni; «Vedete di qua
le Amore ci è stato largo il Padre, dando c
d’essere chiamati figliuoli di Dio! E tali
siamo... ».
Incisivo, forte e toccante è stato jl messaggio suo, per cui veramente abbiamo sentito l’unità spirituale con tulli i figliuoli di
Dio ebe credono e sperano di essere, un
giorno, simili a Lui.
E’ seguita la Santa Cena e la colletta, devoluta interamente all’Asilo. Verso le ore
11, con lutti i convenuti, ei siamo recati sul
posto della inaugurazione.
E’ stato commovente vedere un luogo,
che solo pochi mesi prima era deserto, anzi deposito di paglia e di rifiuti, ora pieno
di vita, in cui ironeggiava fra lo schiamazzo dei bimbi il prefabbricato di Betania!
Si è durata non poca fatica a racimolare i
vari marmocchi che, in un primo temp-i
non ne volevano sapere di cantare le canzoncine del « coccodrillo » e dei « ipulcimi »
che con tanta cura ed amore la maestra,
sig.na Nina Fenara, aveva loro insegnato
per l’occasione; preferivano strillare dondolandosi sull’altalena o slittando eull’appoisito scivolo, fra spintoni e pianti; eviden.
temente, Patmosfera di festa provocata dagli sventolii delle bandiere italiana, tedesca, Valdese e della Chiesa Evangelica di
Colonia (Germania), dalla presenza di tanto movimento e soprattutto fiailla splendida
e elida giornata primaverile, li aveva eccitati.
11 Pastore di Orsara, Enrico Trobia, nelFaprire la serie dei discorsi e dei soluti
inaugurali, ba voluto ringraziare la Tàvola
Valdese per il suo oneroso interessamento e
contributo che, nonostante lutto, è stato
sopiJO-rtato con gioia; comscia degli sviluppi sociali e oristiani che quest’opera potrà
dare in futuro. Successivamente si è detto
felice di poter dare la parola alla Signora
Renata Kratzscb, venuta appositamente dalla Germania per questa cerimonia.
Questa si è delta felice e eommossa per
la bella realizzazione e, formulando gli auguri più prosperi suoi, ha in seguito portato i saluti calorosi e cordiali del Pastore
Scherffig. Con gioia e riconoscenza ci piace ricordare la visita che il Dr. Scherffig
effettuò con la sua Signora ed il Dr. Busch
neU’autunno del ’62 ; essa fu determinante
per l’edificazione di « Betania » (Si consideri ohe per buona metà l’Opera è stata finanziata dal Freundeskreis) poiché si trattò
di un primo sondaggio che vide la comitd
va dei nostri amici per le strade di Orsara,
fraternamente interessati ai problemi che
travagliano la grama esistenza di molti. Particolarmente significativo e commovente
inollre, il messaggio augurale, letto, del
Pàist. Glatte di Colonia, che conferma ancora una ve Ita la solidarietà fraterna, morale e materiale sua e dei giovani che già
nella scorsa estate vennero, da lui guidati,
ad aprire i lavori.
Quasi ad aderire ad un nostro desiderio
di rivedere vivi i volti del gruppo, ci è stato dato, tramile la sig.ra Kratzsch, una fotografia del gruppo di lavoro al completo,
che appenderemo alle pareti dell’Asilo, qua.
le simpatico ricord-o e iu riconoscenza.
Successivamente ha -preso la parola il Pastore Dr. Alberto Rihet, che si' è detto fe
lice di ritrovarsi -in mezzo a vecchi fratelli,
in mezzo a coloro che lo videro muovere i
primi passi nel cammino del suo nùniste*
rio. Dopo aver portato il saluto augurale
del Moderatore, impossibilitato a venire, e
quello della Tavola Valdese, ha detto che
l’iscrizione che si potrebbe incidere sul
frontale dell’Asilo, avrebbe dovuto essere
0 -Vvvenire », a significare la fiducia e la
speranza ohe sd ripongono nei futuri componenti la comunità cristiano sociale.
Il Pastore Davide Cielo ha poi messo in
risalto che la cerimonia odierna si ricollega
a quella dell’inangurazione dei campanile
della Chiesa; quella, avvenuta alla fine del
1961, simboleggia l’appello che la Chies.»
rivolge al popolo ogni qualvolta la Parola
di Dio viene predicata, mentre l'Asilo è la
espressione più evidente che questa Parola
non è sola annunziata, ma anche realizzata, nei limiti dell’umano.
Il Pastore Giuseppe Castiglione ha infine
esortato i presenti a non considerare il
nuovo .Vsiio come un qualunque ufficio burocratico, ma a vedere in esso una cosa nostra, un-a sezione staccata della nostra casa,
e circondarlo e delle nostre cure e del nostro amore. La Germania, rappresentata nella persona della Sig.ra Kratzsch, ha ora un
volto nuovo: proprio la Germania che fu
hitleriana, oggi, con i suoi slanci d’amore
cristiano, è solidale e vuole dimostrare ohe,
nonostante tutto, la fiamma alimentata dallo Spirito di Dio, è ancora alta ed eliminando le barriere, affratella tutti in una gola comunità. Consapevole delle numerose
difficoltà che il pastore locale Enrico Trobia ha dovuto superare per poter dar corpo
ad un sogno lungamente segnato, con un
bacio fraterno ha voluto esternargli la gratitudine per l’instancabile attività e per la
riuscita di quest’opera sociale che certamente sarà ricca di frutti per Orsara.
La simpatica e movimentata cerimonia ha
avuto il suo epilogo allorehè, dopo la lettura dei vani messaggi inviati da coloro che
sono stati impoissibilitati a partecipare a
questa inaugurazione (clero locale comprese), è slato fatto il giro dei pasticcini e del
vermouth, per non venir meno alle tradizioni delle inaugurazioni ufficiali.
Da queste colonne, la popolazione di Orsara, Valdese e non, fa giungere al Past.
1 robia, alla sua gentile Consorte, nonché
alla Tavola Valdese ed agli amici del Freundc-skreis der Waldienser Kirche, il ringra
ziameinto più vivo e sincero per la loro fattiva operosità.
Nardino Casorio
La sig.a Renate Kratzsch,
di Colonia, qui fra il past.
Castiglione e la signora, visita il Ricreatorio evangelico di Cerignola, che ha potuto essere realizzato pure
con Vaiato dei fratelli della Renania.
Lunedì 23 marzo c. a. fu, quel che si dice, una bella giornata per i responsabili delle nostre due attività sociali : era in mezzo
a noi la cara amica e sorella Frau Renata
Kratzsch. L’accomipa,gnavano il collega Enrico Trobia e Signora.
Aid Orsara la nostra gentile ospite .si er.t
recata per l’inaugurazione dell’Asilo ed era
logicc si apingesse a visitare da noi a Cerignola quel Ricreatorio che essa aveva incoraggiato prima, perchè sorgesse, poi perchè si consolidasse mediante l’acquisto dell’immobile vicino alla Chiesa.
Grande è -stala la gioia di dii scrive nel
mostrare tutte quelle cese che in pochi mesi eravamo stali capaci di realizzare con
l’aiuto della Provvidenza. Sulla soglia del
Ricreatorio mia moglie, il personale ed un
gnipipo di sorelle fecero gli onori di casa,
mentre : brenta bambini dettero subito la
stura, sotto la guida delPinisegnante Nella
Scivales e deiraiulante sig.na Anna Errico,
liiiiiiuiiiliiliMlliriliiiiiiiim
Discusso in un convegno a Orsara di Puglia
Il ministero degli anziani e dnl diaenni
1?'>4 ad so è stato il Primo Diacono, il Primo Servi- Ma soera oeni cosa, ci -:
Nel pomeriggio del 19 marzo 1964, ad
Orsara di Puglia, nei locali dell’Asilo inaugurato in "forma solenne ed ufficiale la mattina, ha avuto luogo il primo incontro dei
Comsigli di Chiesa del V Distretto.
Numerosi i convenuti, segno gioioso della
partecipazione di tutti i Consigli di Chiesa;
in totale 8 Pastori, 5 Anziani, 21 Diaconi,
oltre al Vice-Moderatore Pastore Dr. A.
Ribet, la Signora Renata Kratzsch venuta
da Collonia {Germama) e alciuni Cisservatorì.
L’interessante quanto varia ed attuale discussione è stata introdotta dallo Studio del
Pastore Ricciardi sul tema : a II Ministero
degli Anziani e dei Diaconi ».
il brillante, sincero e convinto oratore, avendo rilevato che il problema della rivalorizzazione della missione deH’Anziano e del
Diacono oggi si impone con maggiore urgenza di quanto non sì sìa imposto ieri (anche
se è stato sempre sentito in forma acuta, almeno nel Mezzogiorno d’Italia), puntualizza
il concetto di Ministèro.
Esso è in antitesi con la prassi quotidiana
che gli conferisce il significato di direzione
o comando, e trova il suo corrispettivo nella
espressione greca diaconia cioè servizio.
11 Ministro o Servitore, tuttavia, non è
un umiliato o un degradato, perchè il suo è
un servizio per Cristo, così come Cristo stes
Per le vittime del Vajont
Il Consiglio Federale delle Chiese Evangeliche d'Italia, nel comunicare l'elenco definitivo delle offerte raccolte a favore delle vittime
della sciagura del Vajont, desidera esprimere alle Chiese ed Istituzioni
donatrici il proprio commosso compiacimento per la generosità dimostrata.
Anche l'importo delle offerte, pervenute dopo il comunicato diramato nel gennaio scorso, è stato inviato al Consiglio ecumenico delle
Chiese il quale, in accordo col Consiglio Federale, con le nostre autorità
governative e locali, si è assunto l'incarico di far installare a Pordenone,
su terreno offerto dal Demanio, 10-15 case prefabbricate per alcune
delle quali è già in corso l'assegnazione ad altrettante famiglie sinistrate.
Nel rinnovare al Consiglio ecumenico delle Chiese l'espressione
della nostra gratitudine per il contributo da esso stesso procurato e per
il vivo e tempestivo interessamento mostrato nei confronti delle vittime
della sciagura del Vajont, ringraziamo Iddio che ci ha concesso di « abbondare anche in quest'opera di carità » dando alle nostre Chiese ed
Istituzioni quella « prontezza dell'animo » che auspichiamo ci sia sempre concessa « in ogni cosa, in fede, in parola, in conoscenza, in ogni
zelo » (2 Corinzi 8: 7, 12).
Chiesa Evangelica Valdese
Assemblee di Dio in Italia
Unione Cristiana Evangelica Battista d'Italia
Chiesa Evangelica Metodista d'Italia
Opera della Chiesa Cristiana dei Fratelli
Chiesa Evangelica Luterana in Italia
Esercito della Salvezza
Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste
Chiesa Apostolica in Italia
Associazione Missionaria Evangelica Italiana
Associazione Chiese Libeie Tedesche
Totale
L.
3.718.990
1.632.275
1.593.665
1.404.665
1.001.675
592.000
505.724
300.000
40.000
21.500
18.895
L. 10.829.389
Per il Consiglio Federale delle Chiese Evangeliche d'Italia
MARIO SBAFFI - Presidente
so è sitato il Primo Diacono, il Primo Servitore della Chiesa.
Il Ministèro è altresì una istituzione voluta da Dio proprio perchè la Chiesa rappresenta il Corpo di Cristo, di cui ogni credente è un membro; ed ogni membro ha un
compito specifico, un suo ministèro, un suo
servizio.
^ V1 piuò essere, coime im effetti c’è diversità di servizio, ma essendo la Comunità una
comunità di servitori, alla varietà e diversità
di ministeri fa riscontro 1 unita della dignità.
Per queste considerazioni non può e non
deve esservi da parte di alcuno della Comunità 1 abdicazione alla propria missione a
favore (o a danno) di altri, ma riconoscimento e valorizzazione del proprio Dono personale, della propria Chiamata particolare!
La Chiesa, attraverso i secoli, dal riconoscimento degli Apostol. quali soli Diaconi,
arriva a rendersi ragione del Sacerdozio Universale; successivamente, fors’anche per l’assenteismo della Comunità, si arriva alla elezione dei Diaconi, dei Presbiteri e dei Vescovi con diversità di ministèro.
Col passar degli anni, gradualmente e senza scosse, si verifica raccentranienl.o dei vari ministèri nelle persona del Vescovo, dal
che si genera una frattura nei Corpo di
Cristo fra Pastore (divenuto factotum) e
Gregge (svogliati uditori, abitudinari, membra paralitiche).
La Riforma nel combattere questa posizione accentratrice del Cattolicesimo, combatte altresi l’opposta posizione deH’Anabattismo. eccessivamente dispersivo e caotico.
Il Luteranesimo, a tal proposito, considera e valorizza nella Chiesa solo il Ministèro
della Farola, mentre gli altri Servizi trovano
una SiStemazionc a seconda delle necessità
contingenti.
Il Calvinismo, invece, considera accanto
al Ministèro della Parola, svolto dal Pastore con la collaborazione dell’Anziano, il
Ministèro deU’Insegnamento, svolto dal Dottore, e quello dell’Assistenza materiale, demandalo al Diacono.
Questa distinzione calvinista, tuttavia,
non crea nessuna gerarchia, ma conferisce
ai vari ministèri una pari dignità, senza nessuna menomazione.
Ma se il Calvinismo riscuote approvazione
allorché al Ministèro Pastorale demanda il
delicato ed impegnativo compito della formazione spirituale della Comunità, d‘altro
canto accentua più del dovuto, anche se non
intenzionalmente, la posizione di preminenza
del Ministèro della Parola, sminuendo e svalutando l'ìdej del Sacerdozio Universale.
Oggi il Problema della rivalorizzazione
del Ministèro degli Anziani e dei Diaconi
deve trovare una soluzione poiché non è più
differibile!
Ma come ricreare nella Comunità questo
senso della dignità del Ministèro se secoli
di abitudini, preconcetti ed assenteismo gravano sulle nostre spalle?
E’ necessario fornire i laici di una preparazione specifica, anche se non strettamente
teologica; è necessaria una preparazione a
mezzo di pubblicazioni popolari, da diffondersi nella Comunità, per l’approfondimento
delle verità contenute nella Parola del Signore !
E' improrogabile la cura dei catecumeni!
Bisogna infondere in essi il senso della continuità della loro preparazione biblica; bisogna distoglierli, dall’idea e dal convincimento
che una volta conjermaii possono fare a
meno di leggere la Bibbia!
Bisogna impegnarli in un servizio che sìa
al tempo stesso un preludio ed una preparazione ai servizio che compiranno allorché saranno chiamati ed essere gli Anziani o 1
Diaconi della propria Comunità!
Ma sopra ogni cosa, ed avanti ogni cosa,
prima di mettere mano all’aratro, è urgente
ed inderogaibile un ritorno allo studio della
Parola di Dio, la sola che può donarci, come
singoli e come Comunità, una Vita viva.
Ln lungo e caloroso applauso ha segnato
la conclusione della appassionata e brillante
esposizione del Pastore Ricciardi.
Successivamente il Pastore Cielo, presidente e coordinatore del dibattito, riconoscendo
la giustezza della diagnosi (anche se non
nuova) nel raccomandare agli intervenuti di
centrare l’argomento, s’augura che dalla discussione vengano suggerimenti pratici ed efficaci per la risoluzione del difficile ed annoso problema.
L%o dopo l’altro quasi lutti i partecipanti
a questo primo ed interessante raduno, hanno preso la parola.
Dal vivace e cordiale scambio di idee è risultato chiaro che se oggi il Ministèro dell’Anziano e del Diacono non è sentito così
come dovrebbe, e come ci si augura che sarà in un domani molto prossimo, spesso la
colpa, o meglio la responsabilità ricade sulle
spalle dei Pastori, ma anche su quelle della
Comunità.
Se è vero che il Pastore, in linea generale,
non ha fìii’ora mosso nessuna pedina per
impedire die si creas.se la fusione fra il
Ministèro della Parola e gli altri Servizi, divenendo cosi un factotum e schiacciando con
la sua sapienza gli altri, non è meno vero
che la stessa Comunità o ha trovalo comodo
ciré un altro facesse ciò che ad essa era richiesto, o è costituita da membri con mentalità ricca di complessi che le impediscono di
svincolfirsi da questo suo stato minoritario,
vera condizione di soggezione.
La costituzione ed i Regolamenti della
Chiesa Valdese non mortificano i Doni dello
Spirito, al contrario!
Nella carenza di questo senso di responsabilità è forse da inlravvedersi il difetto di
eleggere i Consigli di Chiesa senza il necessario spìrito di dìócerniminto? (Naso).
li Pastore Dr. A. Ribet esorta tutti ad avere un concetto chiaro dei compiti dei Pastori, degli Anziani e dei Diaconi, nella visione del Sacerdozio Universale, poiché in
queste chiamate, pur nell’unicità della dignità, è impossibile non riconoscere funzioni e
responsabililà diverse.
Il Pastore Coi sani litiene, d’altro canto,
che sì deve agire in profondità sulla Comunità, affinchè sia chiaro, per essa, e ben compreso il senso della autorità spirituale, distìnta e diversa da quella proveniente dai titoli accademici.
Poiché, appunto. Vaulorità di cui è investito l’Anziano o il Diacono non è un'autorità che può essere richiesta formalmente alla
Comunità; essa viene direttamente ed unicamente da Dìo e si può ottenerla solo con
Tapprofondito studio della Parola (Ricciardi).
Sostanziale l’apporto dei laici alla discussione; e sono stati essi, più direttamente interessati al problema, che hanno pervaso il
dibattito di calore e di attualità, rinsaldando
l’atmosfera di fraterna comprensione e di
affettuosa simpatia.
Pressocchè impossibile riesce poter dare, in
dettagli, il pensiero di quelli che hanno
espresse le proprie opinioni, frutto di diretta esperienza. Tuttavia è da sottolineare che
da questo convegno, augurandoci vivamente
che esso sia l’inizio di una lunga e nutrita
serie, è emersa la necessità di adoperarsi, da
parte dei Pastori e degli attuali Anziani e
Diaconi, per creare una coscienza comunitaria
nello spirito della Parola di Dio, affinchè
non vi siano più nè distinzioni di compito,
nè fratture, ma collaborazione ampia c reale,
fattiva ed operante per l’avanzamento del Regno di Dio. Armando Tozzi
i tu’te quelle cose « he sanno fare in fallo
dì giochi e dj canti.
Le novità che maggionmenle hanno fatto
piacere alla nostra ospite sono la de cria
nmniia di scaldabagno e la bìbliotechina.
Due esigenze; la pmlizia del corpo e la eie
yazione della mente e del cuore mediante
el'lure sane che mettcno i nostri giovani
'TI grado dì chiarire ed approfondire \ problemi della vita.
Indi Sì passò a visitare il laboratorio. Conie non pensare a EHsabelta Qinsberg quest altra sorella tedesca di Solingen che fe■ce il dono della Dubied !
Durante quest’anno II laiboratorio è venuto svìilupipandcsi; sono infatti due le ma-chine che produeono essendosi a noi associata una giovane che ha portato seco la
sua macchina. Di conseguenza sono aumentate incile le apiprendiste.
Al momento del commiato furono olfert: ai bambini, essendo rultìmo giorno prima delle vacanze pasquali, caramelle e uovine di Pasqua.
— I Culli della Settimana Santa sono ¡^la
I come sempre solenni ainclie per la fre
quenza totalitaria dei membri di Chiesa
Ospiti graditissimi alcuni isolati di Sior
naia. Prima di procedere alila Santa Cena
^i] giorno di Pasqua, ebbe luogo la sugge
uliva ammissione del catecumeno, Mimi
Canipaneilli, mediante il battesimo per a
spersioine. Il Signore fortifiebi questo gio
vane al quale sono già affidate responsabi
lì à in sede di Unione Giovanile.
— A Trani il Culto di Pasqua per ¡1 iT,n(“orso di simpatizzanti e per la presenza di
fratelli e sorelle di Altamura e Barletta
riuscì, molto solenne. Ancora urna volta abbiamo siperimenlato die la Cliiesa è mmiinione dii anime nella gioia della prcsenzaiF
del Si gnore die arricchisce così vieppiù la
vita spirituale. G. E. C.
Un coro tedesco
alle valli valdesi
Fra il 2 e il 5 aprile, una cospicua serie
di concerti è stata tenuta in alcune nostre
comunità dalla Corale « Martin Luther » di
Detmold (Germania). Si tratta di un complesso di dilettanti che pongono nell esecuzione (e nella preparazione!) dei loro programmi una serietà ed una competenza non
soltanto degne di professionisti, ma anche
evidentemente sostenute da un profondo senso religioso del loro impegno. Sotto l'attenta
guida del .M.o Popp, questo coro presentò
successivamente a Torre Pellice, Pinerolo,
Pomaretto, Torino C.so Vittorio, e S. Giovanni musiche sacre di autori italiani e tedeschi vìssuti fra il ’500 e l'SOO, oltre a brani di contemporanei tedeschi. In omaggio alla nostra lingua fu inclusa nel programma
la lauda Alta Trinità Beata, eseguita con una
dolce e maestosa dignità, e con una padronanza dell esatta pronunzia italiana che è
molto raro trovare in esecuzioni di cori italiani. L'equilibrata fusione delle voci risaltò
particolarmente nei brani per doppio coro a 8
voci di Vulpius e Bach (il mottetto Der Gelsi
Hiìjt...), mentre per gli orecchi più attenti
era un godimento insieme estetico e spirituale cogliere le meditate sfumature del fraseggio, cesellato, direi, con amorosa minuzia.
E tuttavia ciò non appannava la gioia, lo
slancio del cantare, che erompeva, pur senza
uscire da una severa contenutezza, negli Alleluia. In alcune comunità, il programma
fu intramezzato dal canto di inni da parte
dell assemblea (ben si può chiamarla cosi,
anziché pubblico, quando, come a Torino, il
concerto venne aperto e chiuso dal nostro
pastore nel nome del Signore): altrove furono eseguiti anche uno o due brani strumentali, per viola da gamba e organo positivo.
vale a dire portatile (beninteso, un vero organo a canne, non un armonium). Alcune
esecuzioni organistiche, intese a dar respiro
ai coristi, non furono purtroppo aH’altezza
di questi, sìa per tecnica che per gusto interpretativo : la scelta di un programma va
sempre commisurata ai mezzi; tuttavia sì
notò la cortesia nella scelta dì brani esclusivamente di autori italiani da parte dell organista dì turno a Torre Pellice, e la sua più
che decorosa interpretazione.
In un'atmosfera meno elevata ma simpa
tìcissima si udirono ancora canti popolari e
profani nei trattenimenti e rinfreschi offerti
nelle varie località, dopo i concerti, ove fn
data la possibilità di fraternizzare in letizia
fra evangelici tedeschi ed italiani; auguriamo alla Martin Luther Kanlorei un felice
proseguimento del viaggio con almeno qualche apparizione del famoso « sole d’Italia »;
e grazie ancora ai cantori ed al loro direttore per il bel dono musicale che ci hanno
recato. F. C.
3
10 aprile 1964 — N. 15
pag
Discussione sui rapporti valdesi-metodisti
7 0 volte 7
Un lettore^ da Milano:
Caro Direttore,
nel « mondo » si dice che errare è
umano e che perseverare nell'errore è
diabolico, mentre per me. che mi ritengo tendenzialmente cristiano, vale
nei riguardi dei presunti « perseveranti nell’errare », e nel caso specifico i
3 laici di Torino, Tenunciazione evangelica : settanta volte sette. Hanno
quindi, a mio giudizio, la possibilità
di riscrivere le stesse accuse con lo
stesso tono sgradevole per altre 488
volte.
Il che non mi esìme dairobbligo di
dichiarare ai 3 impazienti accusatori
che ciò che hanno scritto ultimamente e che è apparso sul giornale EcoLuce del 27 marzo 1964 non è vero
nella sostanza e non è fraterno nella
forma.
E' falsa l’accusa che la loro lettera
del 14 febbraio u. s. è restata inevasa: rhanno parzialmente evasa e il
Dr. Becchino riferendo dati desunti
da notizie stampate e non pubblicate
dalle due Chiese, Valdese e Metodista. e il relatore del notiziario metodista iniziando una elencazione di notizie concrete e precise sulla consistenza organica di uno degli enti
(chiesa metodista) chiamati ad addivenire ad un eventuale accordo, a meno che i 3 non ritengano valide e veritiere le risposto da parte metodista
e attendano perciò, per crederci, quelle da parte valdese.
£’ falsa la dichiarazione che è difiicilc discutere pubblicamente sul giornale coi metodisti. Concedo invece
che è facile offendere c rioffendere
pubblicamente ì metodisti su un giornale valdese.
Quanto avrebbe guadagnato in one.
sta e chiarezza la posizione dei 3 laici torinesi se .avessero dichiarato sinceramente il loi*o pensiero che trasu
da da ogni loro pitqiosizione : « Noi 3
non vogliamo saperne di una unione
della chiesa valdese con la chiesa metodista ». Mi sarebbero apparsi logici
i loro sospetti, le loro accuse, le loro
insinuazioni, i loro dubbi giacche, nel
« mondo », tutto serve ad ostacolare
la realizzazione di ciò che non si desidera. Perchè è un'altra falsità il far
credere di concordare sulla possibilità
di una « reale » collaborazione col me*
Iodismo, tirando in ballo le purtroppo vaghe dichiarazioni ultime del Comitato Esecutivo del Consìglio Ecumenico, prendendo contemporaneamente a pesci in faccia i metodisti e
i loro sforzi chiarificatori.
Una cosa invece e vera per me,
membro di una comunità metodista,
e la dichiaro con tutta voce ai 3 laici
come pure a lei. Signor Pastore Gino
Conte, che definisce la prosa che viene da Torino come facente parte di
una discussione interessante e utile
e che confonde la possibilità di poter
dire chiaramente ì nostri pensieri senza diplomazia con la estrinsecazione
verbale di una assoluta mancanza di
affetto e di stima, e cioè che mai accetterò di cambiare etichetta. Etichetta per etichetta mi tengo quella che
già possiedo : Metodista ; e assicuro
d’altra parte che mai passerà per la
anticamera del mio cervello l’enorme
sproposito che ì valdesi debbano cambiare il loro nome con quello di metodisti e Taltro più ancora enorme
sproposito, che è norma della chiesa
romana, di dichiarare che anche un
particolare valore dottrinale del messaggio cristiano sia esclusivamente
consustanziato col nome dì una chiesa storica.
Spero che sia ritenuta valida da lei
nei miei confronti la già citata enunciazione evangelica e resto sempre suo
Massimo Tara
La questione di fondo è quella confessionale
i n lettores de Roma:
Caro Diretiore,
non posso fare a m«io di esprimerti il mio apprezzamento e la mia
riconoscenza per aver saputo e voluto toccare un punto delicato ma
indispensabile nelle annose conversazicni fra metodisti e valdesi. Le
tue prese di posizione, lìmpide e
bere, indicano una linea di riflessione che sarebbe grave e irresponsabile
continuare a ignorare o a evitare.
Fin dai primissimi tempi di queste
conversazioni e ancora nel Sinodo
1963 ho senti'ìo la necessità di esprìmere, più o meno felicemente e purtroppo senza poter d^re ai miei interventi un (‘aratlere sistematico e do
cumenlato, la necessità di affrontare
la questione di fondo. Quegli interven.i non hanno fin’ora trovato
udienza e prcbabilmesnte sono stati
interpretati come inopportuni, astratti, anti-ecumenìci. Ma queste probabili reazioni non scalfiscono la obbiettiva nec‘essità in parola. Se continueremo a discutere e a trattare soltanto sul piano su cui si è discusso
e trattato sin’ora non ci libereremo
dagli ostaceli irrazionali e non simpatici che lianno reso pesanti e non
risolutive le nostre conversazioni.
Anche per questa questione rimane
vera e valida la parola evangelica:
« Cercate prima il Regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi
saranno sopraggiunte» (Mt. 6: 33L
\on ha nessun senso fare delle grandi dichiarazioni coiuinoventi come
ne abbiamo udite per anni in Sinodo
e come ne abbiamo lette in questi
numeri recemU su La Luce. Simili
I dìcbiarazionì testimoniano del scnI iiinenlalisnio italiano, dei cui fruii:
Una volontà di dialogo aperto
Ciro Direltore,
abbiamo letto
pore la lettera
con un certo slu« Parlarci a cuor ^
aperto », a firma « I tre laici di Torino ». Essa ci ha colpito mollo sfavorevolmente; vorremmo solo osservare alcune cose:
1) Ei" idiffilcile considerare come
non offensive alcune espressioni che
essa contiene (ad es.: «tòno offeso
c untuosamente fraterno e pio »).
Non comprendiamo Inoltre perchè il
titolo di pastore, nel caso di Giorgio
Girardet (e di lui solo) sia messo
tra virgolette. Nella lingua italiana
infatti, Bolitamente le virgolette apposte ad un titolo professionale ele » o « cosidetto ». Inoltre Tespressi'jne « siig. Naso, pastore valdese»,
adattissima ad una lettera commer(iale, ci pare per lo meno impro
|iria sulle colonne della Luce.
Poiché La Luce è il giornale autorevole, se non ufficiale, della Cliiesir valdese, noi sottoscritti roane mem
bri e pastori di questa chiesa desideriamo esprimere pubblicamente il
nostro vivo rincrescimento peir la
pubbliirazione di queste frasi nonché
per il tono generale della lettera.
2i Anche la precedente lettera di
Theo Bert, Cario Pons e Guido Ribel non ci trova consenzienti: non
solo perchè è ricca di sintomatiche
inesattezze (i 3.0(M) membri della
chiesa di Torino; la chiesa valdese
che pubblica largamente dati e statistiche sulle sue comunità e opere;
gli ordini del giorno pieni solo di
sentimenti fraterni (1)); ma percliè
essa denuncia un atteggiamento verso
i metodisti che non ci pare assolutamente accettabile.
Noi non condividiamo la visione
che i « tre laici torinesi » hanno d
rappur'-i con la Chiesa Metodista, e
Conoscersi da vicino
Un lettore^ da Bassignana:
Caro Direttore,
desidero esprimerle il mio sincero
compiacimento per quanto il Pastore
Giorgio Girardet ha scritto sul n. 12
del Suo giornale in merito all’unità
del Protestantesimo italiano allargando il problema (se è un problema!...)
d eli ’aspicata unionte Valdese-Metodi •
sta. \ questo proposito vorrei anch’io
servirmi di quella espressione — usata. abusata ed anche travisata — di
Metodisti vivano un po’ troppo staccati fra di loro. Sì, sono vicini nel
Consiglio Federale, nei rispettivi Sinodi, nelle varie Commissioni; ma le
Comunità, anzi i singoli membri di
Chiesa si « conoscono » da vicino?
Certamente a Napoli, a Roma, a Milano sì; ma negli altri centri?
Vorrei dare qualche suggerimento
pratico. S’avvicina la stagione delle
«gite». Ebbene, perchè i Valdesi
continuano a scambiarsi visite fra di
loro o, al massimo, dalle varie Regio
« fidanzati che, per sposarsi, debbono ni alle Valli e non si spingono, invece, ad incontrare qualche Comunità
Metodista? E perchè i Metodisti fanno altrettanto o, peggio, vanno a visitare luoghi di interesse meramente
turistico dimenticando che tanti loro
fratelli Valdesi gioirebbero di una loro visita?
Per conoscersi, nel vero senso spirituale del termine, non occorre esaminare i dati statìstici delle Chiese!..
Esìste un solo modo veramente efficace: «stare insieme, cuore a cuore ».
Ben vengano, dunque, questi auspicati incontri fra Comunità Valdesi e
Metodiste!
La ringrazio dell’ospitalità, e Le
porgo il mio fraterno saluto.
Giuseppe Anziani
conoscersi ». Sono pienamente d’accordo in questo; ma cosa vuol dire
« conoscersi »? Io credo che se i « fidanzati » si amano davvero, « conoscersi » non vuol dire farsi dire vicendevolmente a quanto ammonta la
« dote » della sposa, o qual’è lo stipendio del futuro marito!... Solo i fidanzati legati dalla venalità possono
pretendere di conoscersi così.
Ma i « fidanzati » Valdesi-Metodisti
(ancora non è detto e non^si dovrà
mai dire chi dei due sarà il capofamiglia) sono veri fidanzati che si vogliono veramente bene! Ed allora ecco
che essi hanno bisogno sì di conoscersi. ma nel senso di « sentirsi sempre
più l’uno vicino aH’altro ».
Temo che, attualmente. Valdesi e
Feste di canto delle'corali
NELLA VAL PELLICE :
Domenica 12 aprile, alle ore 15, nel Tempio di Villar Penice. La prova d'insieme avrà luogo alle ore
14.30 nel locale che sarà indicato. Il pubblico e cordialmente invitato.
NELLA VAL CHISONE (Villar Perosa )
Domenica 19 aprile, alle ore 15, nel Cinema RIV gentilmente concesso. La prova d insieme avra
alle ore 14.15 nel locale che sarà all uopo indicato.
Il pubblico è cordialmente invitato.
La Commissione del canto sacro
ionio certi che essa non è condivisa
dalla grande maggioranza dei membri
attivi della Chiesa Valdese.
Il Sinodo Valdese 1963 ha ajpprovato il Ordine del Giorno,
su proipo®ta della Commiissione d e
same (iche era formata da P. L. Jal
^a, Gino Cointe, Theo Beri e Guido
Ribet) :
Il Sinodo, richiamandosi alVm't.
16 degli Atti del Sinodo 19(^, concordammo con VO.d.G. della Conferenza
Metodista 1963, riportato nella relazione della Tavola a pag. XXII-XXIIT,
considerata la necessità di giungere
ad un definitivo chkrrimento dei rap
vorti valdesi-metodisti e la oppor
tunità che tali rapporti vengano definiti prima della eventuale convoca
zione del previsto Congresso Evangelico, nomina £ membri valdesi dei- j
a commissione mista. Detta commis-1
sione dovrà preparare e presentare |
alle comunità entro il 31 ottobre
prossimo :
c) uno studio sui problemi eccleiologici relativi ai rapporti tra Chic
sa Valdese e Chiesa Metodista.
b) uno o più schemi organizzativi
della progettata integrazione tra le
due chiese su base proporzionale e
nello spirito delle: decisioni del Sinodo Valdese 1955.
La Commissione riferirà ad una
sessione congiunta e straordinaria del
Sinodo Valdese e della Conferenza
Metodista (A. S. art. 16).
Qnest’O.d.G. esprìme una volontà
di dialogo aperto con !a Chiesa Melodista, e dì realizzazioni costrutti
ve; e questa è la linea ohe la Chiesa
Valdese ha deriso di seguire nella
sua massima assise.
Ora noi ci domandiamo: perchè la
i*lchie;sla dii informazicni eirca la
eonsistenza de’Ra Chiesa Metodista
non è stata rivolta in sede sinodale?
Perchè non è stata indirizzata alla
Commissione nominata dal Sinodo
(.4. S. art. 54)?
Se si riteneva opportuna una comunicazione giornalistica delle no-tizie. allora sarebbe stato più corretto
chiedere che le statistiche, ì bilanci.
opere delle due chiese venissero
pubblicate. Dato infatti che la ven.
Tavola stampa ma non pubblica i
siuoiì rapportii, noìi vediamo come
una richiesta di pubblicazione possa
essere rivolta aì soli metodisti.
Non crediamo comunque che il
peso di una chiesa possa e^vsere valutato con criteri puramente quantitativi.
3) Sappiamo che il nome valdese
ha un grande significato storico ed
alluale: ma ora apprendiamo che esso ha anche un valore « dottrinale ».
Gradiremmo dunque di essere illuminati su questo punto, anche in
(annessione con I Corinzi 1: 12-13.
Giorgio Bouchard, Sergio Rostagno, Gianni Rostan, Aldo
Ribet, Franco Giampiccoli.
il nostro evangelismo ha già fatto
amare esperienze nella storia passata, non restimoniazH> di una coecien
za protestante Ji fede pensata nelle
sue prendesse e nelle sue conseguenze: sono da catalogarsi fra quelli che
in linguaggio ecMunenico sì chiamano
i fattori tton teologici della di^nione. Dico intenzionalmente: della
disunione. Perchè una unione non
può essere seria e non può avere pei*
sè l’awenire se è fondata su fattori
emozionali e soggettivi. E’ proprio
questo elemento che determina in
molti un senso non analizzato d’impaziente insofferenza per le mancate
rapide realizzazioni, ma in altri un
senso diffuso di disagio, che avverte
3’esislenza di qualdie cosa di non
thiarilo e che poi a un certo punto
non può non e^dodere in manifestazioni su cui — ingiustamente, credo,
nonostante le apparenze — si appuntano gli scandalizzati rimproveri di
tutti. Una unione i*eale e profonda,
vera della verità liberatrice dell’Evangelo, potrà essere non raggiunta,
?na data, soltanto se vorremo e sapremo discutere a viso aperto del
modo che reciprocamente abbiamo
dì comprendere l’Eìvangeilo. P|roteslino pure gli entusiasti: se ci sì richiama ai fattori oggettivi, quesio
modo è diverso. Chiedo di non essere frainteso: non dico che l’Evangelo sia da una parte e non sìa dalTaltra, che gli uni siano evangelàci,
siano protestanti e riformati e gli airi non lo siano. Dico che l’Evangelo
; e vive negli unì e negli altri : ma
questo Evangelo è compreso in modo
diverso, la comune fede in questo
Evangelo si esprime in modo diverso. E’ evidente dunque die bisogna
<*on calma e con tenacia esaminart;
il comune e il diverso, stabilire sino
a che punto il comune può ammetter? il diverso e sino a che punto non
può ammelterlo, oppure se e a quali
condizioni il diverso può fondersi
nel comune o dar luogo a una espres.
Siene nuova ddla comune fede. Questa diversità è dovuta a molti elemeniti che non bisogna ignorare e
sipiega tra raltro il fenomeno, che
può apparire per lo meno strano,
per cui i metodisti in Italia discutono di unirsi oon i valde-si, ìn Ingliillerra con gli anglicani, che lu-te indica come una Chiesa piuttosto
differenziata dalla Chiesa Valdese ^
a cui non credo che la Chiesa Valdese aiccett-irebbe di unirsi.
L’Art. 11 degli del Sinodo Valdese 1955 aiocennava, « in c^so di
unione organica », alila actettazione,
di parte metodista, «della Confes
sione di fede del 1655 integrata dal
r.Aitto Diobiarativo del 1894, e delia
medesima disciplina sinodale ». Ma
sì tratta di una dieliiarazione dì par
saia dai nostri antenati e
lìella noslra Confessione di Fede >:.
Non si può leggermente far getto di
questo vincolo preso nel cospetto del
Dio vivente. In cpiesta forma confessionale abbiamo conosciuto l*£v^gelo, ci è stata tra^^sa la fede, ci
siamo impegnati a esercitMe la nostra vocazione e il ministero deila
predicazione. In questa forma confessionale è stato per secoli insegnati» l'Evangelo e si è professata la
fede nelle Comuiùtà. 'Aistiratto da
questa forma confessionale un Evangelo definito « cristiano » e « evangelico », senza clw si specifichi che
cosa significano e come sono inteoi
questi termini così grandi, ci apparirebbe come qualche cosa di informe, a cui non saprenuno bene quale
contenuto specifico attribuire, perchè dopo secoli di pluralismo confessionale queste sono diventale eéipressioni generiche, che possono
coprire orientamenti troppo diversi
Ci farebbe la stessa impressione dì
due individui, che invece di chiamarsi col loro nome e cognome fantasticassero di chiamarsi e di essere
chiamati con la semplice comune designazione di uomo eliminando tutte le distinzioni personali, familiari. civiche e nazionali.
Queste cose devono essere dibattute, in modo aperto, ascoltando reciprocamente l’altro con attenzione,
con apertura, confrontando la fede
propria e dell’altro con l’Evangelo.
nella consapevolezza che la nostra
comprensione di esso e sempre molto al di qua del suo contenuto uni
E la storia?
Un lettore, da Lugano:
Caro direttore,
ho letto l’artìcolo che avete pubblicato ultimamente nel quale si auspica che i nomi delle chiese poco a poco si semplifichino, per poter un giorno denominarci tutti, semplicemente.
Cristiani. Lo voglia Iddio. L’articolo
ricorda chj un giorno vi era una chiesa metodista episcopale ed altra Wesleyana, ora soltanto più una oliiesa
metodista in Italia e traspare il desiderio che il nome Valdese sparisca
Chissà poi perchè questo autolesionismo fra i protestanti in Italia? Ma
abbiamo riflettuto al valore dei nomi?
Essi possono anche implicare un giu
dicio, verso se stessi e verso gli altri.
Chi si denomina Chiesa Cristiana
mentre ve ne siano altre, afferma orgogliosamente essere la sola chiesa fedele e condanna le altre; similmente
chi si denomina semplicemente evanvaldese. E’ legiittimo domandarsi gelieo. Bando quindi all'ostilità per
quali risultati si perverrebbe se si certi nomi, si dica pane al pane
facesse quello che non si è mai fat
:«) e che era necessario fare fin da
principio, cioè se sì discutessero insieme i singoli artìcoli della Confescione valdese. E mi pare altrettanto
legittimo chiedere di poter esaminare e discutere la Confessione di
fede metodista. Se questo Confessione non esistesse, cioè se risultasse
die la Chiesa metodista non appartiene alle Chiese di tip-o confessionale, la difficoltà non ne sarebl>e che
aggravata, perchè, tra l’altro, il dialogo avverrebbe con un solo interlocutore attivo e non sarebbe nè
onesto nè riguardoso verso le fede
metodista. I Pastori valdesi prometlono di fronte a tutta la Chiesa, con
una dichiarazione fondata « sull’adulo di Dio », di « insegnare fedelmente la pura dottrina evangelica
rivelata inélle Sacre Scritture dell’Antico e del Nuovo Patto, profes
vino al vino. La Chiesa Anglicana
è una realtà storica; così la Chiesa
Luterana o Vaildese o Riformata han
no avuto origine da uomim che Dio
ha suscitato. In Italia vi è stato un
movimento voluto da Dìo, quello
Valdese ed oggi non vi è motivo per
eliminarlo; anche le altre comnnità
evangeliche si sono appoggiate ad esso e han avuto vantaggio dalla Chiesa
che il Signore ha conservato attraverso i secoli ìn Italia. Proprio in questi
tempi di ecumenismo, mentre le con
fessioni si studiano a vicenda e men
tre il nome Valdese può rappresentare qualcosa e non solo fra i riformati, lo si vorrebbe abolire? Non vede come disturbi; lo si lasci fino
quando, se Dio vorrà, vi sarà soltanto
più una chiesa cristiana, perchè tutti
saremo uniti in Cristo, ma in Cristo
soltanto.
Guido Rivoir
.ersale, ma nello stesso tempo con
la coscienza riie astraendolo da
determinala compref^one PEvangelo si stempera in uno spiritoaiismo
o in un attivismo, al limite, insignificanti.
Non si v^ga a dire che toccare
questi problemi significa andar contro le direttive decise dai rispettivi
Sinodi, guastare una intesa faticosamente raggiunta, sabotare l'unione
perchè non Ja si vuole per misteriosi motivi: significa piuttosto realizzare quelle direttive portando<le sul
terreno sul quale solo possono coticretarsi, significa dare a quella intesa la possibilità di un respiro sano
e corroborante, significa \ olere una
unione seria e profonda, non solo
una unione che sarebbe sul piano
delle Comunità, una unione di entusiasti o di scettici non ben coscienti dei problemi in gioco, sul
piano degli organi esecutivi una
unione di ordin-.? gìuridioo-amministratìvo. Ne risulterebbe una unione che sarebbe circondata da troppe
riserve, per poter essere accettata
con convinzione, che potrebbe anche
provocare delle crisi imprevedute e
che in definitiva non rallegrerebbe
fede dei credenti. Nel dialogo
aperto può darsi che sorgano diffioltà impensate, forse anche gravi:
ma soltanto affrontando questi problemi si uscirà dall’atmosfera nebulosa olle ci trasciniamo da anni e si
prenderà chiara coscienza della fede,
che sola può ispirare nell’ubbidienza e nella speranza una unione di
Chiese che confessano Cristo.
Scrivo questi appunti al momento
di partire per una località dell’Europa centrale in cui avranno luogo
conversazioni tra luterani e calvinisti, accuratamenie preparate dalla
Commissione « Fede e Costituzione »
del Consiglio Ecumenico. Sono stati
designati 10 raippresentanti per parte e il tema da trattare è: Presenza
di Dio e Parola di Dio. Da noi si
griderebbe ohe si tratta (Jì un tema
ovvio, su cui non vi può essere dissenso tra «cristiani». Le differenze
tra luterani e riformati sono mollo
/minori di quielie fra metodisti e vaidesi, tanto ohe si può parlare di due
scuole teologitche diverse all’interno
della stessa Chiesa, piuttosto che di
due Chiese divei-se. Eppure sono 4
secoli — non 2 decenni come da noi
— che si discute su quel tema : ci
sono stati dei momeniti di tensione,
si sono formulate da una parte c
dall’altra parole ingiuste: eppure ora
si riprende a discutere, con tenacia,
(ercando dì sceverare nella problematica dd passato i problemi veri,
tentando vi© nuove, ma senza discostarsi dai metodo ecumenico, che
è quello di approfondire al massimo
la coscienza confessionale, per cogliere i punti di divergenza e i pun.
ti di unità, per cercare insieme nuove impostazioini, che manifestino la
ubbidienza della fede nel presente.
E' il metodo che, in piccolo, segniamo nella nostra Facoltà, dove abbiamo la gioia stimclante di avere a
quotidiano confronto studenti metodisti e studenti valdesi e in cui, par
tiicoìarmente nelle materie di cui h<
li* responsabilità e che si riferiscono
appunto ai fondamenti sistematici,
cerchiamo non di dissimularci i problemi, ma di affrontaiili con fraU'
diezza e libertà. E’ proprio utopistico attendersi die le nostre due
Chiese seguano questo stesso, necessario metodo e raggiungano ìil t>un
10 vere della questione che le preoccupa ?
Con il piò affettuoso augurio per
11 tuo (jifficìle, importante lavoro e
con cordiale amicìzia
Vittorio Subilia
L’impazienza dei nostri giovani
(1) Si leggano infaiii gii Atti dei
Sinodi 1955, art. 11; 1956, art. 15;
1957, art. 10: 1958, ari. 5; 1959, art.
15 e 19; 1960, art. 17; 1961, art. 17
e 27? 1962, art. 16: e si vedrà clu
(issi non hanno un carattere sentimentale, ma concreto e preciso.
Un lettore, da Torino:
Caro Direttore.
la discussione sui rapporti tra Metodisti e Valdesi si prolunga e siamo
ormai in molli a pensare che il suo
tono non è certo il più desiderabile;
se è bene potersi dire chiaramente i
nostri pensieri, un po' più di « diplomazia » non guasterebbe; giacche, come si sa, a parole sgarbate seguono,
ahimè, parole ancora più sgarbate.
Condivido con altri la persuasione
che il problema è stato male impostato; non è su un criterio dì contabilità e di rapporto di forze che si
può porre la possibilità di una unione tra Valdesi e Metodisti e in genere di qualsiasi altra Chiesa. \(c I tre
laici di Torino » insìstono per avere
dei dati. E quando li avremo avuti
(del resto, chi desidera veramente informarsi trova sempre il modo di farlo), cosa avremo ottenuto di più? Rimarremo al punto di prima; saremo
sempre cioè di fronte a due chiese
povere, numericamente parlando, costrette a calcolare progressi e regressi
di molte loro comunità con cifre ad
una sola unità.
E spiritualmente parlando? E qui
mi sento molto vicino al pastore Girardet per quanto egli scrive. Finche
le nostre comunità evangeliche continueranno ad essere cosi ripiegate su
sè stesse c chiuse nelle loro tradizioni, fino a che saranno cosi poco missionarie, paghe solo di fare dell’ordinaria amministrazione, una loro unione avrà ben scarsa importanza.
E’ la stessa osservazione che è stata
fatta a proposito del problema della
confermazione (vedi gli ultimi numedi « Gioventù Evangelica »): comunque la si voglia, quest’ultima,
programmare e giudicare, il problema
di fondo rimane sempre lo stesso :
ci preoccupiamo anche ed in primo
luogo delia vita spirituale di queste
nostre comunità che dovranno accogliere i nuovi confermati? Non troveranno essi « una somma di individui isolati, distratti, impreparati e genericamente religiosi » come si esprìme G. Tourn in Gioventù Evangelica?
Cosi è del problema dell'unione delle nostre chiese evangeliche in Italia :
il vero problema di fondo è quello
di renderci conto di cosa nascerà da
questa unione; soltanto una semplice
addizione di forze?
Ma se nulla rinnova le nostre stanche comunità, tutto ciò a che giova?
Puntiamo solo forse sulla chiesa multitudinaria? Sappiamo sempre riconoscere la Chiesa anche nelle più piccole comunità, nei gruppi di servizio,
anche se non inseriti nei documenti
ufficiali di una amministrazione eccle
eiaslica? Interrogativi, questi, che ci
fanno tuttavia guardare con speranza
al prossimo Congresso Evangelico; in
esso, lo speriamo vivamente, notevole
ed influente sarà il contributo dei
giovani evangelici di tutte le denominazioni; la loro impazienza a vedere
realizzato qualcosa di concreto non è
indice di superficialità, ma insofferenza di fronte a remore e tergiversazioni che. lo comprendono meglio di
quanto pensiamo, non sono, o non
sono soltanto teologiche, ma segni di
una certa stanchezza spirituale, di un
peso eccessivo di tradizioni ecclesiastiche. A tutto questo occorre reagire, tutti insieme con sano equilibrio.
Daniele Rochat
Fanalino di coda
Grazie, di cuore, a lutti coloro che
lumno scritto. Avrei molto da dire,
all'uno o all’altro; lo spazio non me
lo consente, questa volta; del lesto
ho già espresso a più riprese, il mio
pensiero sulla questione di fondo.
Sono comunque particolarmente grato al prof. Subilia per la sua lettera,
lurida e pacata, in cui ha saputo
esprimere tanto meglio di me ciò
• he io pure penso e pensano, ne son
convinto, j ’’ire laici torinesi” suscitatori del dibattito. Gino Conte
4
pag. 4
N. 15 — 10 aprile 1964
CVtOM\C]k PELLE NOS¥PE COmUMiTJk*
BOBBIO PELUCE
— Giovedì 26 marzo utia fo>Ma co<nimosisa
di amù*i e conoiscenti acoo^inpagnava alla
sua ultima dimora terrena la ^ìoglia mortale del nostro fratello Michelin Salomon
Giovanni Pietro degM Alloeri, deceduto alla frazione Perfà il giorno 25 marzo aU’età
di anni 5l in seguito a lunga malattia. Dal
mese di dicembre ¡1 nostro fratello era stato ricoverato aiH’Oiapedale di Torre PelHcc,
ma le cure prestategli non sembravano prove-care un decisivo ristabilimento della sua
salute. Da ({ualehe ten^io egli era rientrato
nell’ambito della «uà famiglia: le sue forze sono lentamente declinate finché la fine
è sopraggiunta. Dgli lascia la vedova e cinque figli di cui due ancora in tenera età.
La Comunità tutta è stata vivamente commossa da questa dipartenza e gi stringe attorno alla vedova ed ai figli pronta a venir
loro in ogni modo in aiuto; &u loro invochiamo le consolazioni di Colui ohe ha
Culto radio
ore 7.40
DOMENICA 13 APRILE
Pastore Guido Comba
(Clùesa Valdese di Roma)
DOMENICA 19 APRILE
Pastore Michele Foligno
(Chiesa Battista di Aricela)
trionfato siilla nefasta potenza della morte
e che ha promesso ai suo'i ohe non li avrebbe lasciati orfani.
— Venerdì 27 nel corso della inatlinata
ha<nno avutO' luogo gli esami dei tro primi
corsi di preparazione biblica e di catechismo. Più che di lun esame si è trattato di
una conversazione nel corso della quale si
è ricapitolato buona parte del programma
studiato. lu generale i cateoiitneni hanno
dimostrato, salivo jtoche eccezioni, di aver
tratto profitto dalle lezioni loro imipartite e
<’i auguriamo ohe ciò rappresenti la base
per fare di loro domani dei membri di
cìiiesa responsabili nell’esatto Bignificato
della parola, fedeli e consacrati,
— La sera di venerdì 27 una numerosa
assemblea ha ascoltato con raccoglimento il
racconto della Passione del Signore nel corso del nostro culto Bturgico. La riproduzioine di brani e cori di mnsica sacra ha
sop,perito alla mancanza della Corale. Molto
numerosi i partecipanti alla Santa Cena.
POMARETTO
— Recentemente è stato celebrato il servizio funebre di Vola Ernesto deceduto dopo breve infermità : esprimiamo alla famiglia la nostra simpatia cristiana.
— Il periodo pasquale è stato particolarmente intenso : al culto abbiamo avuto l’opportunità di dare un messaggio di attualità
alla folla raccolta per la circostanza : un segno di fraternità è stato dato con la colletta
a beneficio della chiesa figlioccia S. Giovanni Lipioni per la borsa a favore di uno
studente che ha fruttato L. 50.000 e completa la cifra che ogni anno devolviamo per
i nostri fratelli abruzzesi nel segno della riconoscenza a Dio; nel contempo non dimentichiamo le comunità dell’evangelizzazione.
Un bel coro è stato felicemente intonato alla
cerimonia.
— La domenica delle Palme abbiamo ricevuto i seguenti catecumeni : Barai Wanda,
Bernard Luigia, Bernard Margherita, Bleynat Olga, Genre Anna, Jahier Marilena, Lageard Frida, Maurino Mirella, Ribet Gloria,
Rostan Franca, Vinçon Lilia, Balma Claudio, Baret Nino, Bertalotto Walter, Collet Gino, Coucourde Ferruccio, Galliano Aldo, Galliano .i.uigi, Genre Giovannino, Lageard Ettore, Morello Guido, Refourn Osvaldo, Ribet
Roberto, Riceli Arturo, Tron Gilberto, Tron
Orlando, Tron Rolando. La schiera di 27 catecumeni è una speranza per la chiesa di
Gesù Cristo; domandiamo a Dio che queste
spighe possano dare molti frutti per la grande messe del Signore. Ai genitori mi rivolgo
particolarmente perchè li aiutino a ritrovare
nella chiesa e nella società il loro posto di
testimoni ardenti, di giovani che non hanno
timore di spendere il loro tempo, il loro denaro per l’opera del Signore. In occasione
della confermazione i catecumeni in armonia con la decisione d’un folto gruppo di catecumeni di Berlino hanno devoluto un’offerta personale per la cappella di Perosa.
Ringraziamo i genitori e padrini e madrine
Malattie
orecchio, naso e gola
Il doti.
Oskar Schindler
riceve per malattie di
orecchio, naso e gola
a POMARETTO (presso l’Ospedale Valdese) tutti 1 lunedi
dalle 14 alle 15,30.
a LUSERNA SAN GIOVANNI
(presso lo studio del dott. Pelizzaro) tutti 1 venerdì dalle
13,30 aUe 15.
a TORINO (vìa Bistagno 30 •
S. Rita) martedì, giovedì e sabato dalle 14 alle 16.
che in tale occasione si sono ricordati della
chiesa riservando tra le spese della confermazione una somma per la Chiesa. Siamo fiduciosi che tutti esprimeranno con un dono
cospicuo la loro gioia per quanto il Signore
ha fatto per i loro figli.
— La sera di Pasqua 11 nostro teatro era
gremito di gente accorsa da Pomaretto e parrocchie vicine per tributare un saluto e l’applauso veramente meritato agli amici di Marsiglia per la stupenda serata offertaci : dobbiamo ringraziare di cuore in particolar modo la signora Poet per il dinamismo che ben
conosciamo, per lo zelo, l’entusiasmo e la rara competenza con cui ha preparato il gruppo dei giovani attori. E con lei un grazie al
Sig. Poet che ha con la signora tanto a cuore
l’opera tra i Valdesi di Marsiglia. La nostra
corale ed il gruppo della nostra fanfara ha
contribuito per la felice riuscita della serata.
La colletta è stata devoluta per la chiesa di
Pomaretto per espresso desiderio dei marsigliesi a beneficio dell’Asilo e dell’acquisto
delle sedie del teatro. Alla famiglia valdese
di Marsiglia diciamo un grazie di cuore ed
anche un arrivederci a Pomaretto per un’altra Pasqua.
— Nella settimana successiva alla Pasqua
abbiamo avuto il grande privilegio di avere
la visita dei Valdesi di Pinasca e Serre di
Pinasca guidati dal loro Pastore Eiss e dal
sindaco Gilles di Serres di P.
I nostri fratelli valdesi della Germania sono venuti in cinquanta ed hanno consacrato
una breve visita alle Valli ospiti della comunità di Villar Perosa; il Pastore Geymet,
sempre cosi dinamico, ha organizzato questa
visita dei Valdesi nelle nostre Valli: a Pomaretto hanno ricevuto accoglienza il giovedì 2 aprile con una tazza di tè offerta dal
Convitto, la cena offerta parte nelle famiglie
e parte all albergo : al tempio poi abbiamo
udito messaggi vari da parte del Pastore di
Pinasca, del sindaco di Serre, del Past. Geymet, del sig. Bemyr; una signora di Pinaso-i
ha letto molto bene un me.ssaggio in italiano; ha tradotto felicemente Amalia Geymet;
i nostri fratelii hanno cantato e la nostra
corale ha dato il suo valido contributo alla serata. Abbiamo potuto salutare la sig.na Bender, figlia del vescovo del Baden, grande
amico della nostra chiesa. Ringraziamo i nostri amici per la loro visita ed il collega Geymet che se n'è occupato e parimenti diciamo
un grazie di cuore a tutti coloro che hanno
conlribulo per Pospiitalità cosi affettuosa.
— Ricordiamo alla comunità che il giorno 19 il culto sarà presieduto dal giudice
dr. Aldo Ribet; in tale occasione sarà nominata la delegazione alla Conferenza distrettuale ed al Sinodo.
— L Unione delle madri è fissata per il
giorno 12 alle ore 14,30 a Perosa, mentre
quella dell’Inverso è fissata per il 26 aprile.
— Ricordiamo alla Comunità la restituzione delle buste della Rinunzia e della colletta annua entro il 30 aprile, data in cui si
chiudono i conti. Ricordatevi che l’aumento
richiesto dalla Tavola è di L. 400.000.
PRAMOLIO
SAN SECONDO
—- Sabato 28 marzo è stata invocata la
benedizione del Sì^ore sul matrimonio di
Pontet Paolo (Rostagnij ed Ayassot-Rostagnol Ida (Rostagni). Domandiamo a Dio di
ispirare e circondare sentpre con la sua grazia questo nuovo focolare.
— Sa!>ato 28, ancora, la nostra Unione
Giovanile ha offerto una serata di benvenuto .ti catecumeni neo-confermati. Il Pastore ha loro rivolto un messaggio ed un
invito ad e^ere fedeli membri dell’Unione
e della CSiicsa; poi, a nome dell’Unione ha
consegnato ad ogni catecumeno un distintivo valdese illustrandone e spiegandone il
motto. Poi la serata è trascorsa in conversari e giochi e con la immancabile lazza
di thè.
— Una folla compatta ha gremito, la domenica di Pasqua, ogni posto nel tempio
ed in cantoria. Il nostro culto ha avuto inizio con il battesimo della piccola Molino
Loredana di Ernesto e dì Bertinat Irene,
residenti solitamente a Cnmiana. Domandiamo ancora al Signore di benedire e la
bambina e tutti i suoi cari, in irarticolare
i suoi genitori. Il messaggio della resurrezione del Signore è suto ascoltato con attenzione e raccoglimento vivo. La Corale
ha cantato lodevolmente due inni di circostanza. I catecumeni neo-confermati si so*
no avvicinati insieme in due turni alla sacra mensa. La gioia regnava nei nostri cuori e pensavamo con tm po’ d’amarezza che
è peccato che questa esperienza di Pasqua
non la possiamo riipetere con la medesima
iiìtrasità ogni domenica.
Ringraziamo ancora una volta la nostra
Corale che, sia pure ridotta di numero, ha
dato la sua apprezzatissima collaborazioniai enlli della confermazione e di Pasqua.
Sabato 4 aprile è stato benedetto ¡1
matrimcnio d¡ Negrin Stefano (Via Janavell e Mondan Anna (Via Janavel). Il Signore sia 1 ospite costante di questo nuovo
locolare.
Rivolgiamo un cordiale benvenuto a
tre sorelle della Chiesa di Villar Pellice le
quali, in seguito a matrimonio con Bobbiesi,
fanno ora parte della nostra comunità. Esse
sono : Fontana Elda (Subíase) sposata a Geymonat Giuseppe (Via Boschetti); Vigne Elena (Garins) sposata a Pontet Alfredo (Via
Mollino) e con lui ijiartita per Paysrne (Svi*zera); Rambaud Elena (Saretto) sposata a Darli Luciano (Centro). Ci auguriamo vivamente di poterle annoverare tra i membri responsabili ed impegnati della Chiesa di Bobbio.
Domenica 5 aprile nel corso del nostro
culto nel tempio è stato presentato al battesimo il bimbo Geymonat Ettore di Giovanni
e Pontet Annina (via Boschetti). Il Signore
benedica il bimbo e tutti i suoi cari e conceda loro di guidarlo col loro esempio nella
via della fede e dell’ubbidienza gioiosa a Dio
il quale ci ha amati per primo e. a.
— I culli della Settimana Santa sono stati frequentati da buone assemblee e particolarmente numerosi i fedeli che si sono
riuniti la Domenica di Pasqua. Siamo stati
lie'.d di avere in mezzo a noi e di salutare
in quella circostanza tanti PramoUini venuti da diverse località fuori parrocchia a
ti asccrrere la Pasqua con i pareiili al paese
na*lio. Durante il culto, in cui abbiamo ri
coirdato che con la risurrezione di Cristo
Iddio ha fatto per noi qualcosa di nuovo
sono stati ricevuti nella piena comunioni
della Chiesa con la pubblica confessione del
la loro fede in Gesù Oisto Salvatore e Si
gnore i seguenti catecumeni: Bounous Gior
gina (Ponieano), Long Maria e Long Mari
sa (Pellenclii), Long Marisa (Ciotti), Co
stanlin Alberto (Rosi), Long Alberto (Bua
la), Long Renato (Ribetti). Il Signore ac
compagni questi giovani, fortifichi la loro
fede e li aiuti a mantenere con fedeltà la
loro promessa.
— Domenica 15 marzo la comunità ha
ricevuto la gradita visita della filodramma
tica dell’Unione Giovanile di Pinerolo. Do
po aver partecipato con noi al culto, i no
stri amici ci hanno dato nella sala al po
meriggio un’ottima raippreseniazione, inter
pretando con maestria ed impegno una far
sa ed il dramma : « Una lampada alla fine
sira ». Il pubblico, che ha apprezzato ed
apiplaudiito questi artiistì, li ringrazia ancora
per la loro visita e per il lavoro rappreseli
tatovi.
UNA ATTESA
RÈSTA MPA
GIOVANNI ROSTAGNO
Più presso a Te, Signor
IX ediz., brosis. L. 1.000
Editrice Clauddana
Totrino - Torre Pellice
— I nostri catecumeni di quarto anno —
vincitori dei primi premi al Convegno di
•Agape del 19 marzo — sono stati ammessi
nella piena comunione della Chiesa, mediante la Confermazione, la domenica delle Palme. Essi sono : Bonnin Norma (Bonin), Codino Lilia (Barbe), Griglio Clara (Capoluogo), Monnet Anna (Cavoretto), Paschetto Giuliana (Capoluogo), Ramate Fiorella (Memè),
Gardiol Amato (Rivoira), Gardiol Emilio
(Barbe), Gardiol Emilio (Combe), Griglio
Giulio (Capoluogo), Malan Aldo (Capoluogo),
Monnet Giacomo (Cavoretto), Rostagno Sandro (Cavoretto).
Mentre domandiamo al Signore di aiutare
questi cari giovani a « perseverare nelle cose
imparate », li raccomandiamo alle preghiere
ed alla responsabilità delle loro famiglie e
di tutta la comunità, onde possano sempre
camminare neUe vie della fede e della testimonianza. Il pomeriggio di quella stessa domenica, rUnione Femminile, in una simpatica riunione, ha offerto ai confermati un
piccolo ricordo e rivolto loro parole di congratulazione e di augurio per una vita veramente consacrata al servizio del Signore. La
sera precedente, l’Unione Giovanile, in un
fraterno ricevimento aveva offerto ai confermandi lo stemma valdese.
— La domenica di Pasqua, di fronte ad
una numerosissima assemblea, i nostri tredici giovani si sono accostati per la prima
volta al tavolo della Santa Cena, partecipando più intimamente alla vita della Chiesa.
La Corale, cui va la nostra sincera riconoscenza, ha portato il suo apprezzato contributo al culti delle Palme, del Giovedì Santo e di Pasqua.
— L’8 marzo, PAssemblea di Chiesa ha
riconfermato nella loro carica, per un altro
quinquennio, i seguenti anziani : Paschetto
Luigi (Grotta), Pons Remigio (Rivoira Lombarda), Gardiol Arnaldo (San Secondo), Paschetto Pierino (Brusiti), Pastre Remo (Barbe - Prima). Ha inoltre nominalo un nuovo
diacono nella persona del signor Aldo Griglio, che è stato insediato la domenica delle
Palme. Auguriamo a questi cari fratelli di
poter lavorare sempre più gioiosamente per
la causa del Regno di Dio.
PRAROSTINO
— I culti della Settimana Santa si sono
svolti, nella nostra Comunità, con la consueta buona affluenza dà parte dei fedeli.
iNcl cor.“o del culto della domenica delle
Palme, hanno conferniàto l’alleanza del loro battesimo, con una pubblica confessione
della loro fede personale, ; seguenti caleeumeni, istruiti iiu questi anni nella « verità cristiaina contenula nelle Sacre Scirittnre»: Bleynat Franca (Massera), Codino Aurora (Baravaidera), PAdietto Egle (Badonii, Plavan Almerina (S. Bartolomeo), Reynfud Leliq (Collaretto), Bertalot Clandio
(Fave), Coisson Dario (Pian), Costantino
Franco (Colilarello), Costantino Gino (Collaretto), Forneron Guido, col baitesinio
(C.ardonatti), Grill Elio (Favè), Romano
Roberto (Podio). Il Signore li aiuti a camminare ora nelle Sue vie... e ad essere fedeli a Lui ogni giorno della loro vita.
— Il culto liturgico, tenuto giovedì sera
26 marzo, ha visto una affluenza un po’ più
limitata rispetto al passalo, causa ¡1 tempo
poco propizio. Invece una buona assemblea
si è riunita ve.ierdì santo per il culto alia
cappella del Roc, dove è stata anche celebrata la Santa Cena. (R culto, che avrebbe dovuto aver luogo al temipio di Roccapiatta, nel pomeriggio, è slato annullato
per un funerale, che avevamo a quella stessa ora).
— Una vasta assemblea ,&i è riunita per
il culto di Pasqua, ascoltando il messaggio
della Risurrezione. Un buon numero di fedeli si è avvicinato alla Sacra Mensa (i ca
tecumeni confermati hanno fatto la loro
« prima comunione »).
— La nostra Corale, diretta dalla Sig.ra
Anna Peyrot, ha recalo la sua preziosa collaborazione, sia al culto delle Palme che a
quello di Pasqua, oantaindo, rispettivamente,
alle Palme: « Dammi il tuo cuore » (coro)
« Seigneur, dirige et sanctifie... » (Psaumeis et Cantiques 210) ; a Pasqua : « Pasqua
trionfale » (coro) e « Entonnons un saint
canitiique... » (Bsaumes et Gautiqueis 70).
Rinigraziamo molto vivamente i nostri corallisti e la loro direttrice.
— Il periodo della Settimana Santa è stato, puirtropipo, anche segnato dal lutto e
dal dolore. Venerdì 20 marzo moriva tragicamente il nostro giovane fratello Guido
Pons, del Verney di Roccapiatta di anni 30.
I suoi funerali hanno avuto luogo martedì
21 marzo. Nella tragica circostanza, abbiamo meditato le parole del salmo 38 v. 17 ■
« Io sio per cadere... o Eterno non abbandonarmi ».
Venerdì 27 marzo abbiamo accompagnato alla sua ultima dimora terrena la nostra
sorella Brosia Serafina in Gay, dei Gayot,
deceduta, dopo due settimane di malattia,
alla età di 70 anni. La parola ohe abbiamo
meditalo alle sue esequie è stata quella del
salmo 46: 1-2: « Dio è per noi un rifugio
ed una forza, un aiuto sempre pronto nelle
distrette. Perciò noi non temeremo... ». Il
Signore, Padre di misericordia consoli i cuo.
ri afllitti e ci dia a tulli di poter vivere e morire nella luce dalla risurrezione.
GENOVA
Attività di Chiesa. Abbiamo avuto fra noi
il Pastore Elio Maggi della Chiesa Valdese
del Rio de la Piata. Egli ha presieduto un
culto nel nostro Tempio e lo ringraziamo
per il vibrante messaggio recato alla Comuni là. E’ tomaio fra noi, dopo un periodo di
ministerio pastorale a Trieste, il Pastore Emilio Corsani e la Comunità è stata lieta di
riudire la sua predicazione. La domenica 15
marzo è stato effettuato uno scambio di pulpito con il Pastore di Sampierdarena e Sestri, Bruno Rostagno.
— UUnione Giovanile ha svolto un buon
programma di studi e ricordiamo la riunione
interdenominazionale tenutasi nella Chiesa
Ballista; è stata ipresentata la doMrina e l’organizzazione della Chiesa Metodista.
— VUnione Femminile di Genova ha partecipato al Convegno delle Unioni femminili
del II Distretto, tenutosi a Torino.
— La Riunione della Comunità ha avuto
un buon esito e la discussione sul tema delle
visite pastorali è stata viva ed interessante.
— La Serata del XVll febbraio ha riunito un buon numero di fratelli e sorelle della
Comunità in una Agape, seguita da una presentazione delle Chiese Valdesi nel sud America. La Sig.na Elena Peyrot ha illustralo le
numerose diapositive. Sono stati nostri ospiti
alcuni Pastori di Chiese Sorelle di Genova
ed hanno rivolto ai convenuti messaggi di
saluto e di solidarietà nelhopera di testimonianza della Chiesa Valdese.
— Riunioni quartierali. Come è stato proposto da alcuni Membri di Chiesa abbiamo
iniziato una nuova serie di riunioni su argomenti suggeriti dai singoli gruppi. Cosi in
un gruppo abbiamo avuto un interessante
dialogo sul problema della verità nei rapporti
umani. In un altro gruppo è stato richiesto
uno studio sul Profeta Isaia.
— Culti a Nervi ed a Chiavari : a Nervi
(I e III Domenica del mese ore 15,.30) Do
menica 19 aprile e Domenica .3 maggio; a
Chiavari (Corso Garibaldi, 9 - ore 16) Domenica 26 aprile (il Culto è preceduto, alle
ore 15 da un corso di catechismo).
— Riunione dei Pastori di Milano - Torino - Genova. Siamo stati lieti di ospitare
in Genova un convegno pastorale interdenominazionale. Abbiamo insieme esaminato i
problemi della educazione religiosa nelle
grandi città industriali e le esperienze di
evangelizzazione delle singole Chiese.
— li pensiero della Comunità è particolarmente vicino, in questi giorni, alle famiglie recentemente visitate dal lutto. Nel mese di marzo abbiamo dovuto prendere per
ben tre volte la via del cimitero.
LTl marzo sono state deposte nel cimitero di Prarostino le spoglie mortali di Gardiol Paolo Alessandro, di anni 83. Il nostro
fratello era ritornato dagli Stati Uniti con la
moglie circa un anno fa, ma verso Natale
egli aveva avuto il dolore di perdere la sua
compagna. La sua solitudine è stata alleviata dall’affetto e dalle amorevoli cure del niliote Alberto Romano, dei Brusiti.
Il 19 marzo, una numerosa folla ha reso
gli onori funebri alla salma di Gallian Tommaso di anni 56, deceduto aH’ospedale Agnelli di Pinerolo, dopo sei mesi di lunghe sofferenze. Il nostro fratello, caduto da una scala
di cui si serviva per raccogliere frutta, aveva riportaiG la frattura della spina dorsalts
Le cure dei medici a nulla valsero per strapparlo alla morte. Lascia la moglie c nove
figli, alcuni dei quali ancora molto giovani.
Le sue spoglie mortali riposano nel cimitero
della Turina a San Germano Chisone.
Infine, il giorno delle Palme, ci siamo ritrovati numerosissimi intorno alla bara che
racchiudeva le spoglie mortali di Rostaing
Attilio deceduto ai Giacotin, dopo solo due
giorni di malattia, all’età di anni 73. li nostro fratello a causa del suo carattere sempre gioviale ed a causa pure della sua generosità si era fatto molti amici che non mancarono di portargli Testremo saluto.
A quanti piangono i loro cari rinnoviamo
Tespressione della nostra simpatia cristiana
ed invochiamo su di loro le consolazioni e
la forza della fede nel nostro Signore Gesù
Cristo vincitore della morte.
— Ringraziamo Ja Filodrammatica e la
Banda Musicale di Frali che, domenica 8
marzo, ci hanno offerto una bella e riuscitissima serata. I nostri giovani hanno restituito
loro la visita la domenica seguente, rappresentando nella bella sala di Frali, gremita di
pubblico, un dramma ed una commedia brillante.
Sabato sera, 4 aprile, la nostra Filodrammatica si è recata a Villar Pellice, dove ha
recitato davanti ad un pubblico numeroso ed
attento. Desideriamo rinnovare ai nostri fratelli di Frali e di Villar Pellice i nostri più
sinceri ringraziamenti per la fraterna acco
glienza ricevuta.
— L’esame dei catecumeni è stato fissato
per domenica 26 aprile, alle ore 14,30. nel
iem/pi(j. Ili (puhiMico è cordiailmenie invitato
ARRIVI
IH LIBRERIA
J. P. SARTRE : Le mani sporche.
Einaudi, Tcrino 1964, L. 500.
J. OSBORNE : Lutero. Id., L. 500.
R, HOCHHUT: Le Vicaire. Edition.^
du Seuil, Paris 1963, L. 3.100.
A. PHILIPE : Le temps d’un soupir.
Juillard, Paris 1964, L. 1.450. Ora anche in veirsioinie italiana: Breve come un sospiro. Moindadorl, Milano
1964, L. 1.200.
Direttore reap. : Gino Conte
Re(ç. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Cip. Subalpina a.p.a. - Torre Pellice (Tol
avvisi economici
PASCHETTO SILENO decorazioni, insegne,
lavorazione accurata, prezzi a convenirsi.
Via Duomo, 2 (Vicolo Bernezzo) PINEROLO.
LOSANNA (Svizzera)
STUDIO
52 av. de Chailly
Scuola di francese moderno
e commerciale
Nuovo trimestre : 16 aprile
Aniciie corsi estivi
vi
^ /liii merderrta /t&xAd:
* non é da rimescolare
* non gocciola
* copre con una mano
iucido-opaco-satinato-emulsion
tUN PRODOnO LEWIS BERGER Itd. FABBflICAlO SU LICENZA DAL
COLORIFICIO SOLARI BELTRANOI 6 CARBONE
VIA fi ESC HI, 3/20 - GENOVA
I
tu
sii
de
è
ti
tii
th
tu
Sf
vi
si
cl
C€
ri
C(
h
fi
Si
li
n
P
Ci
u
TI
Si
Í/
d
d
ir
ai
S(
a
a
C
R
cì
P'
cì
C
P^
Ì€
IH
m
m
ai
di
hi
q\
Ci
cì
ri
li
g}
P<
m
di
C(
ni
la
gì
ili
la
te
di
cì
fa
m
/'<
Cl
Ci
gì
ic
la
d
di