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TSì^
Anno 116 - N. 15
11 aprile 1980 - L. 300
Spedizione in abbonamento postale
Gruppo bis/70
ARCHIVIO TAVOLA VALDESE
10066 TORRE PELLICB
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ddk valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
% puntu
di vista
Vale la pena di sottolineare lo
sciopero dei giudici addetti ai
TAR, di cui hanno parlato i giornali, perché denuncia un aspetto
della degenerazione del costume.
Come è noto i Tribunali Amministrativi Regionali (TAR) sono
un giudice amministrativo abbastanza vicino ad ogni italiano,
avendo sede nel capoluogo di regione, al quale viene demandata
la tutela degli interessi legittimi
dei cittadini contro gli atti della
pubblica amministrazione. Facciamo un esempio per capirne
il meccanismo. Un cittadino richiede al sindaco autorizzazione
per modificare le strutture murarie della sua casa o per aprire un
negozio; egli non ha un diritto
ad ottenerla, ma ha un interesse
che la sua domanda sia esaminata in conformità alle norme vigenti in materia e secondo le regole di equità e di giustizia che
devono presiedere agli atti della
pubblica amministrazione: per
questo si chiama interesse legittimo. Ove l’autorizzazione venga
rifiutata e vi sia violazione di
questi principi, il richiedente può
ricorrere al TAR, organo imparziale tra il cittadino e l’autorità
amministrativa, ed ottenere ciò
che gli sia stato ingiustamente
negato.
È facile vedere allora come
il buon funzionamento di questi
tribunali sia un fattore importante per assicurare correttezza nei
rapporti tra cittadini e pubblici
amministratori. Se io so — per
continuare l’esempio precedente
— che di fronte airillegittimo
diniego della autorizzazione richiesta potrò avere in sede di
ricorso una decisione rapida ed
imparziale, sarò assai meno vulnerabile alla tentazione di ottenere con mezzi illeciti ciò
che richiedo. Ma se quel tribunale non funziona perché, ad
esempio, mi darà sì ragione, ma
a distanza di anni dal mio ricorso, di fatto io resto alla mercé
del pubblico amministratore dal
quale unicamente ormai dipende
in pratica la decisione del mio
caso.
Ed allora finisco con Tessere
disposto a tutto, dalla raccomandazione influente alla « bustarella », pur di vedere accolta la mia
domanda. E così la società si
corrompe capillarmente e Tamministratore si trasforma da servitore pubblico in una specie di
feudatario moderno, al cui potere assoluto tutti sono sottoposti.
Ora è accaduto che i TAR,
preannunciati come un giudice
nuovo, libero da tradizioni e procedure paralizzanti, che avrebbe garantito una giustizia rapida
ed efficiente, a distanza di meno
di dieci anni dalla loro istituzione sono già in gravissima crisi
per il numero insufficiente dì
giudici e il pesante arretrato
che si è accumulato in conseguenza della quantità di ricorsi,
superiore a quella prevista. Ciò
che questa situazione significa lo
abbiamo visto. Tutti continuano
a parlare con troppa genericità
di sfascio delle istituzioni, dì paese allo sbando, di corruzione dilagante e perciò della necessità
di radicali riforme. Al punto in
cui siamo conviene forse individuare specifici problemi e darvi
soluzione usando quel che già
c’é. E si potrebbe forse cominciare col mettere i TAR in condizione di funzionare.
LA LETTERA DI GIOVANNI PAOLO II Al VESCOVI SULL’EUCARISTIA
E’ questa la vera adorazione?
Con l’insistenza sulla sacralità, sul sacrificio e sul potere sacerdotale, il papa puntualizza la
dottrina cattolica in senso antitetico alla comprensione evangelica della Cena del Signore
Franco Becchino
Il pontefice romano nella sua
lettera ai vescovi cattolici (datata 24 febbraio ma pubblicata solo il 19 marzo scorso) sul mistero e sul culto della Ss. Eucaristia (il titolo del documento è
Dominicae Cenae) parla molto
di adorazione. A questo proposito viene spontaneo riferirsi ad
un testo evangelico che parla
anch’esso della vera adorazione
di Dio: è una parte del dialogo
tra Gesù e la Samaritana (Giov.
4: 20-24). Ma si tratta di discorsi molto diversi.
La lettera del pontefice, come
altri suoi discorsi e molte sue
decisioni, si inquadra nelTampio disegno di restaurazione teologica (col progressivo ricupero
delle posizioni della Controriforma) che caratterizza ormai in
maniera inconfondibile questo
pontificato. Anche sulTeucaristia
il pontefice, pur citando ampiamente il Vaticano II e la Bibbia
stessa, riafferma le posizioni del
Concilio di Trento e quindi pimtualizza la dottrina cattolica in
senso antitetico alla comprensione evangelica della Cena. Leggere questo documento è perciò
particolarmente istruttivo, in
quanto ci aiuta a prendere coscienza di quello che noi non
pensiamo e non crediamo della
eucaristia: la nostra concezione
è proprio l’opposto di quella del
pontefice. Toma così alla memoria quanto scriveva qualche tempo fa Georges Casalis, il quale,
riprendendo una frase del card.
Marty (arcivescovo di Parigi) secondo cui questo papa « ci ha ridato il gusto di essere cattolici », commentava; « A me, invece, sta ridando il gusto di essere
protestante ».
In particolare e fra le altre cose c’è, nella lettera del pontefice, una fortissima insistenza sulla sacralità della messa e sulla
sacralità del sacerdote. Si afferma, a proposito della prima, che
essa è stata istituita da Cristo
stesso, è un « sacrum » originario, costitutivo, fondamentale;
non è l’uomo che Tha sacralizzata in seguito, è Cristo che Tha
istituita come cosa e azione sacra. Difatti Teucaristia è « soprattutto un sacrificio » (n. 9):
è sacra perché è un sacrifìcio.
Proprio l’idea della messa come
sacrificio, che è quella maggiormente criticata dai Riformatori
del XVI secolo, viene riproposta
dall’attuale pontefice come caposaldo della dottrina cattolica:
l’eucaristia è soprattutto sacrificio (i Riformatori avevano detto
e noi crediamo che non lo sia
affatto).
Parallelamente, anche il sacerdote è più che mai l’uomo del
« sacrum ». Egli agisce « in persona Christi », ma questo — precisa il pontefice — « vuol dire di
più che ’a nome’ oppure 'nelle
vesti’ di Cristo. 'In persona’;
cioè, nella specifica, sacramentale identificazione col 'Sommo ed
Eterno Sacerdote’... » (n. 8). Il
sacerdote, cioè, non è più neppure Valter Christus, « l’altro Cristo », persino questo sembra ancora troppo poco; il sacerdote è
di più, è proprio Tindividuazione .sacramentale del Cristo, è in
qualche maniera la sua personificazione — non fisica, s’intende,
ma, appunto, sacramentale. ’Alter Christus’ allude ancora a
un’alterità, a una dualità, mentre a Wojtyla preme sottolineare l’identità, la coincidenza, la
« specifica, sacramentale identificazione » tra sacerdote e Cristo.
Come ogni uomo del sacro, il
sacerdote ha un potere. Un sacerdote senza potere non sarebbe sacerdote. « Il nostro più
grande onore consiste... nelTesercitare tale misterioso potere sul
corpo del Redentore... » (n. 12).
Il testo latino parla di arcana
potestas. E’ il potere di trasformare l’ostia in corpo e il vino in
sangue di Cristo. E’ un potere
su Cristo! Non solo il potere
di Cristo ma un potere su di lui!
Non sono cose nuove, è dottrina
cattolica tradizionale, ma è innegabile che sentirle riproporre
in termini così massicci, fa un
certo effetto. A pensarci bene sono cose inaudite.
Sacra è Teucaristia, sacro è il
sacerdote, sacra — s’intende —
è l’ostia. Tutte queste presenze
sacre non possono che suscitare
il culto. Difatti il 2° paragrafo
della lettera è tutto dedicato al
« culto del mistero eucaristico ».
E’ un culto, naturalmente, rivolto a Dio, che però poi si concr&
tizza in una « adorazione di Cristo in questo Sacramento d’amore». A sua volta, questa adorazione di Cristo nel sacramento
« deve poi trovare la sua espres
sione in diverse forme di devozione eucaristica: preghiere personali davanti al Santissimo, ore
di adorazione, esposizioni brevi,
prolungate, annuali, benedizioni
eucaristiche, processioni eucaristiche, congressi eucaristici »
(n. 3).
Per contrasto si pensa, appunto, al dialogo di Gesù con la Samaritana, e al suo discorso sui
veri adoratori di Dio. Sottolineando così fortemente la sacralità della messa e del sacerdote,
il pontefice localizza il divino
sulla terra; il luogo del divino,
e quindi anche del culto e della
adorazione, non è più il monte
Garizim (come sostenevano i
Samaritani) né Gerusalemme
(come dicevano gli Ebrei), è
l’ostia consacrata. E’ lì che si
deve adorare. E’ quello il nuovo
santuario di Dio.
Anche la Samaritana parla di
luoghi di Dio in cui si deve adu
rare e vuole sapere quale sia il
vero santuario. Gesù le fa capire che il problema è xm altro:
non quale sia il vero santuario
ma quali siano i veri adoratori.
Gesù non si lascia coinvolgere
in una religione dei luoghi — sia
no pure considerati « luoghi di
Dio ». Egli anzi libera la Samaritana prigioniera delTaltemativa « su questo monte o a Gerusalemme? », parlandole non di
un luogo ma di un tempo, di
un’« ora» («l’ora viene, anzi è
già venuta... », v. 23). Non sono
i luoghi che contano, è questo
tempo, quest’ora. La vera adorazione di Dio non è più legata
a questo o a quel luogo, a questa o a quella localizzazione del
divino, ma a vm tempo. E’ finita
per sempre la competizione dei
santuari dal momento in cui
scocca T« ora » nella quale tutta
la realtà di Dio e della sua rive^
¡azione si rendono presenti. Non
ci sorto più luoghi sacri: « né
su questo monte né a (ìerusalemme » (v. 21), né davanti al
« Ss. sacramento ». C’è soltanto
più un tempo sacro, T« ora » dell’incontro con Dio nel dialogo
con questo viandante ebreo che
si fa trovare sulla nostra strada.
Alla Samaritana che gli chiede;
« Qual è, secondo te, il santuario
di Dio? » Gesù risponde: « Il
santuario di Dio non è un luogo,
è l’attimo in cui, attraverso me,
—Egli-ti parlar». - - '—■; Paolo IRicea
DAGLI ATTI DEGLI APOSTOLI
Una sfida per Pietro
Atti 10: 11-18
Sul conto di Pietro gli evangeli
e gli Atti non sono avari di notizie, ma un Pietro visionario
proprio non ce lo aspetteremmo!
Proprio lui, un tipo così pratico
e rozzo, così impulsivo e poco
portato alla riflessione, rapito in
estasi. Vada per Cornelio che e
un semipagano e che muove i primi passi nel mondo della pietà
ebraica e che ha bisogno di ispirazione, di nuove rivelazioni, ma
Pietro, non ha ancora capito che
l’evangelo è per tutti, indistintamente? Che chiesa è mai la sua
che vuol misurare l'evangelo a
quanti provengono dal paganesimo?
L’immagine di Pietro che Luca
ci presenta è inconsueta rispetto
alle nostre conoscenze petrine degli evangeli: è lui e non è lui. Soprattutto è il Pietro di Luca. Un
Pietro dipinto sulla falsariga di
certe figure patriarcali, di un Mosé, per esempio: anche lui sempre in mezzo a tutti gli avvenimenti. Così Pietro negli Atti, sempre nel centro degli avvenimenti
capitali per la comprensione che
la chiesa deve avere nel suo compito missionario. Un Pietro patriarca dunque, se così si può dire, che si distingue nettamente
dall'altra grande figura: Paolo.
Il Pietro di Luca sembra veramente inserito in una fase continua di « rieducazione » in vista
della fede e della scoperta degli
altri. Qui il Pietro sicuro di sé
proprio non esiste; c’è invece un
uomo confuso, che sembra « girare a vuoto », senza capire lo
sbocco dei suoi movimenti. Un
Pietro privo di una strategia di
evangelizzazione: perché ancora
non crede che i pagani possano
e debbano essere evangelizzati.
E' ancora troppo legato alla protezione e alle direttive, invero
poco disposte ad « aperture »,
del bureau di Gerusalemme. Ma
come nei vangeli, anche negli Atti
Pietro è in prima linea, è dentro
gli avvenimenti anche se ha difficoltà a capirli. La sua confusione è la confusione dei primi discepoli e della chiesa del primo
secolo: Pietro incarna una chiesa
che non vede chiaro davanti a sé
perché ha ancora difficoltà a vedere chiaro dietro a sé. Certo,
tra il Pietro dei vangeli e quello
degli Atti c'è di mezzo la Pasqua
e la Pentecoste di Gerusalemme:
sono delle tappe che ribaltano
una situazione disperata ed incomprensibile. Ma la chiesa che
qui Pietro incarna è una chiesa
lenta a capire, e ancor più lenta
a credere, a scorgere il segno dei
tempi, a vivere con slancio la promessa che Gesù è vivente in mezzo ai suoi con la forza dello Spirito. Sicuramente una chiesa che
prega molto, che ha ristabilito i
le^mni che si erano frantumati
nell’orto del Getzemani dopo una
fuga precipitosa, ma una chiesa
introversa, che non osa guardare
il mondo con le finestre aperte e
percorrere le strade di questo
mondo.
Ecco allora la sfida che Cornelio lancia a Pietro e alla sua chiesa: se la chiesa di Pietro è inr
pace di iniziativa, titubante, che
si muove soltanto al seguito della prova dei fatti, l'iniziativa passa ai pagani, a quanti xnvono un
altro genere di indecisioni. Ad
una chiesa che non ha una strategia di predicazione ma che si
propone di gestire e di custodire
le sue cose per sé, lo Spirito riprende tutta l'iniziativa e crea
una nuova Pentecoste perché la
chiesa creda nella possibilità dell’evangelizzazione. Se la chiesa
non sa andare verso i pagani,
sono i pagani che salvano la chiesa dalla cecità in cui è caduta.
Cornelio va a cercare Pietro
perché Pietro gli annunci l’evangelo. Ecco la lezione di chi ancora non crede a chi, essendo
credente ha il debito e la responsabilità della predicazione di Cristo. Il salto qualitativo che porta
la chiesa di Pietro a predicare ai
pagani e ad accoglierli con pari
dignità nella chiesa di Gesù Cristo è dunque l’opera dello Spirito e non della direzione ecclesiastica di Gerusalemme. La chiesa di Pietro è tirata dentro
a questa avventura e dovrà d’ora
innanzi gestirla.
In altre parole qui Pietro è un
credente del tutto simile al maestro evangelista o al pastore
evangelico del secolo scorso il
quale veniva chiamato da una famiglia simpatizzante evangelica
per tenere una riunione o per
predicare in occasione di un funerale e l’avvenimento poneva le
basi per la creazione di un gruppo o di una comunità evangelica.
Questa strategia di evangelizzazione « motivata », inserita nella
realtà e nelle richieste della gente è evidentemente una strada
diversa da quella del successo di
piazza a cui si guarda con rinnovata speranza.
Certo che per Luca esiste una
strategia di evangelizzazione: ma
non è stabilita a tavolino, non è
mobilitazione straordinaria, è pane quotidiano per chi crede e soprattutto, è opera dello Spirito
che chiede a Gerusalemme e ad
Antiochia di capire, di vedere e
di operare di conseguenza.
In fondo è il senso che Calvino
dà alla parabola del seme sparso
nei diversi terreni; la buona terra che frutta il 100% non esiste
come dato naturale di partenza,
c’è quando lo Spirito la crea. Può
capitare anche fra le spine ed i
sassi come a Cesarea.
Ermanno Genre
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TORINO; CONVEGNO ORGANIZZATO DALLA TAVOLA
Sovvenzioni pubbliche: inizia
l’approfondimento del tema
RIO DE LA PLATA
Un anno di attività
delle Unioni femminili
«...Il Sinodo ritiene infine che
la complessità della materia renda opportuno un ulteriore approfondimento ed invita la Tavola
ad organizzare un convegno sul
tema ». La materia complessa a
CUI si riferisce la chiusa dell’atto
32 bis/SI/79 è quella delle « sovvenzioni pubbliche » ad enti ecclesiastici ed è in ottemperanza
a questo invito che su questo tema la Tavola ha organizzato un
convegno a Torino sabato 22
marzo. C'è stato anche l’auspicato approfondimento? Diciamo
che per lo meno esso ha avuto
un inizio.
Culto, istruzione
e assistenza
Ha già una sua utilità il dire
e ridire le linee acquisite finora
su questo argomento ed è quanto _ hanno _ fatto con sostanziale
unità il vice-moderatore Alberto
Taccia e il prof. Giorgio Peyrot.
I nostri enti ecclesiastici hanno
tre fini istituzionali: culto, istruzione e assistenza. Per il primo è
esclusa qualsiasi sovvenzione senza discussione alcuna. Per il secondo, com’è noto, la linea di un
rifiuto di ogni finanziamento pubblico, in ottemperanza al disposto costituzionale dell’art. 33, è
contestata da una parte delle nostre opere che tuttavia si sono disciplinatamente adeguate alle decisioni già prese nell’ambito della discussione sulle intese. Per il
terzo è escluso il finanziamento
quando si tratta di assistenza interna alla chiesa ed è invece ammesso quando un’opera è posta
in tutto o in parte al servizio del
territorio, ma con rigorosi limiti
definiti nel citato atto sinodale:
mediante convenzioni che prevedano rimborsi proporzionati alle
prestazioni offerte e non elargizioni non riferite a servizi resi;
che prevedano rigorosi controlli
da parte degli enti pubblici contraenti; che stabiliscano con chiarezza la proprietà degli incrementi patrimoniali da parte dell’ente pubblico che li concede.
Tra il fine di istruzione e quello di assistenza c’è quindi una
differenza non ancora del tutto
chiarita. Perché è possibile il
finanziamento pubblico (mediante la definizione della retta) di
un ospedale evangelico o la convenzione con un istituto di assistenza, ma ciò è escluso per un
asilo infantile o una scuola? Per
la precisa esclusione di oneri per
lo Stato contenuta nell’art. 33 a
proposito dell’istruzione privata
mentre una tale limitazione non
è contenuta neU’art. 38 a proposito delTassistenza privata? O
per una sostanziale differenza
che noi attribuiremmo ai due
settori dell’istruzione e dell’assistenza? Per un sottofondo di
inespressa necessità, dal momento che oggi un ospedale o un
istituto assistenziale altamente
specializzato non possono sussistere se non sulla base del finanziamento pubblico? Si tratta appunto della questione centrale
che non si può dire sia emersa
limpidamente definita dal convegno e che deve essere appunto
ancora approfondita.
Un tentativo di soluzione originale è stato fatto dall’avv. Piero Trotta di Palermo nella sua
relazione che ha relativizzato la
portata del « senza oneri per lo
Stato » dell’art. 33 con un’interessMte nota storica sul contesto in cui questa dizione è nata.
Ma è chiaro che non è per questa
via che potremo trovare una
coerente soluzione evangelica per
la nostra ricerca.
^ Ha concluso la serie delle relazioni il contributo del dr. Renato Balma di Torino che con un
linguaggio estremamente stringato e tecnico ha illustrato le implicazioni pratiche del finanziamento^ pubblico riferito ai servizi socio-sanitari.
Istruzione, ospedali,
anziani e minori
Una parte modesta ma essenziale ha avuto nel convegno il
lavoro dei 4 gruppi su istruzione,
ospedali, anziani e minori. Modesta in quanto non si è andati
molto al di là di una mappa delle diverse situazioni. Ma essenziale perché questa mappa è il
primo abbozzo di una classificazione e comparazione nei 4 settori di attività in cui finora è
regnata non solo una totale indipendenza ma in gran parte (se
si escludono gli ospedali) una
mancanza di informazione e di
coordinazione. Che i rappresentanti di una trentina di opere e
amministrazioni si siano ritrovati insieme per confrontarsi è
stato certo uno dei risultati più
importanti del convegno. Non a
caso è stata sottolineata la necessità di usare la mappa abbozzata dai gruppi come una traccia
perché la Tavola possa predisporre una codificazione delle diverse attività e dei modi diversi
con cui attività simili vengono
svolte.
Un inizio di approfondimento,
quindi. Può essere poco, ma è
molto se costituisce il primo passo di un cammino tenace, unitario e lineare per le opere della
nostra chiesa.
Franco Giampicooli
La F.F.E.V. di Rio de la Piata
tiene la sua Assemblea ogni anno il giorno precedente l’inizio
delFAssemblea Sinodale.
Quest’anno la Comunità di Cañada de Nieto (della Chiesa di
San Salvador) per questo avvenimento, ha accolto, sabato 16
febbraio, 45 Delegate ed un certo numero di osservatrici.
Una Delegata argentina della
provincia di Entre Rios ha aperto l’incontro ricordandoci, nel
corso di una meditazione, il valore e il significato sempre attuali della preghiera, preparandoci così alla Giornata Mondiale della Preghiera.
Per favorire una più attiva
partecipazione delle Delegate, si
sono studiati a gruppi tre importanti aspetti della Relazione
Annuale presentata dalla Commissione Esecutiva e precisamente:
1. Le Unioni femminili e la loro
partecipazione alla vita della
Chiesa.
2. Studi Biblici, temi, giornata
mondiale di preghiera, convegni.
3. Collaborazione con gli Istituti
assistenziali e altre opere.
Si sono anche scambiate informazioni in merito alle singole attività e sono state ascoltate
relazioni su attività interdenominazionali,.fra le quali ricordiamo in particolare: il lavoro della Unione Uruguayana delle Donne Evangeliche (L.U.M.E.), incontri di Dirigenti di gruppi evangelici femminili a Buenos Aires, notizie delle donne cristiane del Caribe, informazioni sul lavoro
svolto dallo Studio della Comunità di Donne e Uomini nella
Chiesa. La relazione finanziaria
ci ha permesso di apprendere
DALLE CHIESE
Firenze: appello per salvare una vita
FIRENZE — Il bollettino ’Diaspora Evangelica’ pubblica nel1 ultimo numero del 15 marzo un
appello pCT salvare la vita ad
una bambina e a sua madre in
pericolo di morte.
Ecco brevemente la loro storia. Nata nel 1954 in Griordania,
H» è cresciuta, orfana, con suo
fratello, aiutata da qualche vicina. Cinque anni fa, violentata
dal fratello e incinta chiese protezione al servizio sociale arabo.
Gli impiegati di questo servizio
la nascosero durante la gravidanza perché il fratello la cercava per ucciderla ; diedero poi
il neonato ad una famiglia musulmana e la fecero sposare ad
un uomo anziano. Il fratello la
rintracciò e tentò di pugnalarla
a casa del marito. H” fu solo
ferita e rimase una settimana in
ospedale. Successivamente diede
alla luce una bambina, S°. Alcuni mesi dopo, il fratello del marito, tornato dal Kuwait, costrinse questi a ripudiare la moglie
a motivo del suo « passato ». Il
marito, nel timore che venisse
uccisa, la ripudiò.
H“ trovò allora rifugio in un
convento. Ma il fratello continua a cercarla con l’intento di
ucciderla.
Alcuni drammi simili a questo
sono già accaduti nei vari conventi della Giordania!
Per salvare questa donna e la
sua bambina, è necessario mandarle all’estero e occorre anche
far presto.
H” è simpatica e coraggiosa,
di aspetto moderno, piuttosto
cittadino. La bambina è bionda. Tutte e due sono in buona
salute.
Ci sarà forse in Italia stessa
una famiglia disposta ad accoglierle?
Molte di queste sfortunate
creature hanno avuto la sola
scelta di morire per non aver
potuto trovare una mano tesa
per aiutarle.
Per ogni altra informazione
su questo « caso » rivolgersi a :
Didier Wagner - tei. 055/21.8173
o alla Chiesa Valdese di Firenze.
Lezioni televisive
sul valdismo
ROMA - Via IV Novembre.
• Trasmissione Televisiva. A
seguito dell’interessamento del
fratello prof. Aldo Stella di Perugia e d’intesa con il pastore
Franco Sommani, un anziano
della nostra Comunità ha effettuato a Perugia una serie di trasmissioni televisive in diretta alla locale Tele Europa, per mezz’ora ogni tre settimane. Tre di
tali trasmissioni hanno avuto
quale argomento la storia Valdese e due chi sono i protestanti in genere. Tali trasmissioni
continueranno ancora fino a tutto il prossimo mese di maggio,
sempre centrate sull’annunzio
dell’Evangelo della grazia.
• Unione Giovanile. Le riunioni, settimanali, hanno luogo
in comune con i giovani della
Chiesa Metodista di Via XX Settembre. Oltre alla già citata iniziativa delle riunioni di preghiera, i nostri giovani si sono prevalentemente orientati su attività di ricerca; citiamo ad esempio una serie di studi condotti
dal pastore Aurelio Sbafiì sul
profeta Amos e quelli su « Educazione e fede » presentati dalla
Prof. Leda Rocca.
Un gruppo di giovani della nostra comunità ha attivamente
partecipato al Congresso internazionale missionario di Losanna e domenica 23 marzo in occasione di una giornata di incontro fraterno organizzato dal
gruppo « Testimonianza Evangelica Valdese», essi ci hanno intrattenuti sulle esperienze tratte
da tale partecipazione.
• Culti ed attività particolari.
Oltre al culto ed alla giornata
della domenica 23 marzo a cura,
come detto, del gruppo « Testimonianza evangelica Valdese »,
avemmo il piacere la successiva
domenica 30, di udire l’annunzio
della Parola da parte del Moderatore Bouchard che fin d’ora
ringraziamo per aver accolto
l’invito rivoltogli. Il 27 aprile
p. v. il culto sarà presieduto dai
giovani della Chiesa Metodista
di Via XX Settembre, mentre
i nostri giovani presiederanno il
culto presso la predetta Chiesa
Metodista.
• Attività ecumeniche. Prosegue regolarmente, a ritmo mensile, l’attività dei due gruppi di
studio interconfessionale, con
una media di circa 50 presenze
in occasione degli incontri centrati sulla meditazione in comune della Sacra Scrittura.
zione e il problema dell’aborto.
— Venerdì 2/5: la coppia, la famiglia e i servizi sociali.
— Venerdì 9/5: la sessualità e i
giovani.
Corsi
sulla sessualità
MILANO — La FGEI (Federazione giovanile evangelica italiana) organizza, con la collaborazione del Centro Culturale Provinciale di via Lario, un corso
di ^ cinque incontri sulla sessualità. Scopo degli incontri è di
offrire un’informazione scientifica di base sulle funzioni del corpo e della contraccezione insieme agli aspetti psicologici e sociali dei rapporti di coppia, nella famiglia, tra i giovani. Sarà
anche un’occasione per discutere dei servizi sociali, del consultorio pubblico ecc. Gli incontri,
introdotti da una ginecologa e
una psicoioga, si terranno presso la sala evangelica di via Porro Lambertenghi 28, a partire
dall’11/4 con cadenza settimanale.
Essi avranno il seguente programma ;
— Venerdì 11/4: come funziona
il nostro corpo.
— Venerdì 18/4 : la contraccezione.
— Giovedì 24/4: la contracce
Studio degli Atti
SAN REMO — La scuola domenicale ed i corsi di catechismo
hanno risentito negativamente
1 ®Pidchiia di influenza e
raffreddori che ne ha intralciato il regolare corso. Ci auguriamo, quando il fenomeno sarà
passato, di riprendere con regolarità il lavoro.
La riunione di studio biblico
del mercoledì; pomeriggio prosegue. Si continua lo studio degli Atti degli Apostoli. Gli incontri biblici ecumenici hanno
avuto luogo nei nostri locali
opi luned) alle ore 21. Il mese
di aprile si torna nei locali della parrocchia di s. Rocco. In questo periodo leggiamo l’Evangelo
di Marco.
La presenza ai culti ha registrato ultimamente un calo Si
ha l’impressione che ci sia’ un
po’ di negligenza e motivi vari
inducono ad
« Abbandonare la nostra comune adunanza» (Ebrei io- 25)
Ringraziamo il fratello ÙmRoyara della Comunità
Valdese di L. S. Giovanni per il
culto da lui tenuto domenica 23
marzo.
Sabato 12 aprile alle ore 17 nella nostra sala in Via Roma il
prof. Pàolo Ricca terrà una pubblica conferenza sul tema ; « La
teologia di Hans Kiing (un punto di vista evangelico) ».
BORDIGHERA - VALLECRO
— Lunedì 31 marzo si sono
svolti i funerali della sorella
Itala Cassini vedova Sasso, di
anni 85. E’ stata una delle prime evangeliche della zona ed ha
sempre testimoniato con forza
e coerenza la propria fede.
quanto le Unioni hanno realizzato sia singolarmente che nel1 ambito della Federazione; ricordiamo le offerte della Giornata Nazionale e Mondiale di Preghiera, la colletta del mese di
maggio, il « Compañerismo de la
Moneda mas pequeña » e « Alcancía de cumpleaños» (1).
Alla riunione serale, iniziata
con canti accompagnati da chitarra, hanno partecipato i Moderatori delle due aree i quali
hanno rivolto alle partecipanti
parole di saluto, di gratitudine
e di incoraggiamento.
Molti argomenti importanti sono stali al centro di questa giornata di studio; ricordiamo i seguenti: la ricerca, come Lega
Femminile, di una maggiore integrazione con membri e gruppi
di ogni comunità e della Chiesa
tutta.
Importanza delle Giornate
Mondiali e Nazionali di Preghiera perché possano essere recepite e realizzate da gruppi sempre
piu numerosi. Donazione di 6.000
USA da parte del « Compañerismo de la Moneda Mas Pequeña » per la costruzione di un locale di riunione nelle vicinanze
della città di Colonia. Il Pastore
di questa Chiesa era presente ed
ha egresso la gratitudine della
sua Comunità alla Federazione
per essersi fatta carico di quesm-iniziativa, ricordando inoltre
che la donazione delle donne
asiatiche è stata offerta in memoria di Valy H. de Berton, promotrice di questo movimento fra
le Unioni Femminili.
Abbiamo anche ascoltato una
interessante relazione della nostra inviata all’incontro nazionale delle Donne Presbiteriane Unite, svoltosi a Perdue (USA) nel
luglio scorso.
Il tema di studio comune a tutte le Unioni Femminili sarà, per
quest’anno, « La storia della
(/blesa ». Siamo state invitate a
riflettere sul modo di conservare la semplicità negli atti liturgici delle nostre Chiese.
Uno sforzo finanziario speciale verrà dedicato agli studenti
con scarsi mezzi che devono vivere a Montevideo.
Ci sono state infine le relazioni sugli Istituti Assistenziali ai
quali, ogni anno, vengono dedicati notevoli sforzi finanziari.
In conclusione è stata una
giornata di valutazioni, riflessioni, progetti per il futuro e di
impegno per poter realizzare
tutto ciò unite in una fede e in
una speranza comuni con un
profondo sentimento di gratitudine verso Dio.
Approfittiamo di questa occasione per esprimere tutta la nostra riconoscenza ai Signori Soggin per la collaborazione che ci
hanno dato durante la loro permanenza presso di noi e ai Gruppi Femminili Valdesi Italiani per
le continue e varie loro notizie
che ci fanno giungere tramite il
Comitato Nazionale della Federazione Femminile Valdese.
Violeta de Bertìnat
(1) « Compañerismo de la Moneda
mas pequeña » e « Alcancía des cumpleaños » sono due iniziative di raccolta fondi, la seconda riguarda i bambini
delle scuole domenicali (n.d.r.).
Protestantesimo
Il Rete TV - 14 aprile ore
22.45 (circa)
Incontro-dibattito tra due
componenti del protestantesimo italiano.
I doni dello
Spirito Santo
Partecipano : Gianfranco
Arcangeli e Francesco Toppi delle Assemblee di Dio;
Enrico Paschetto dell’Unione Battista.
Moderatore: Piero Bensi
presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche
in Italia.
3
11 aprile 1980
I vagabondi del mondo
NOTIZIE DAL MONDO TZIGANO II protestantesimo nella stampa italiana
Lutero rivisitato
Questo è il titolo d’una recente pubblicazione sugli Tzigani di
Bart Me Dowell, un giornalista
che è risalito alle origini del popolo tzigano ripercorrendo la via
maestra delle migrazioni di queste tribù; per questo scopo ha
avuto come compagno guida e
interprete uno tzigano puro, con
un resoconto fedele di fatti, episodi, avventure incontrando poeti, mendicanti, musicisti, ladri,
indovini. Da questi racconti si
scopre il vero volto e la vera
anima tzigana; come precisa bene l’introduzione al libro, « gli
Tzigani sono stati accusati per
secoli di ogni delitto, dal furto
delle galline al rapimento dei
bambini con conseguenti punizioni che vanno dalla fustigazione
al campo di sterminio nei « lager » nazisti. Essi vivono in mezzo a noi ma noi li respingiamo
ai margini della città cacciandoli appena è possibile; anche
se non siamo razzisti una diffidenza ancestrale ci impedisce
di essere solidali con loro; e loro vivono in mezzo a noi ma assenti, in spazi che si inseriscono
tra i nostri senza toccarsi mai;
non familiarizzano; i nomadi
non hanno amici; sono e si sentono diversi ».
Eppure in questi ultimi anni
s’è accresciuto l’interesse per
questo popolo senza patria; oltre cento pubblicazioni sono apparse dal 1914 ad oggi; sono stati creati centri di studi in Inghilterra e sono sorte riviste in
Francia ed in Italia tra cui ricordiamo la « Lacio drom » cioè
il buon cammino. Inoltre in
Italia si sono tradotti libri tra
cui: « Mille anni di storia degli
Zingari », « Il destino degli Zingari » per ricordare i più recenti.
Ricerca d’una scuola
Recentemente anche una scuola genovese s’è interessata al
problema ed ha inviato una lettera ad un noto quotidiano ligure, in occasione del rifiuto da
parte della autorità di far sbarcare un gruppo di famiglie tzigane provenienti dalla Spagna.
Nella lettera gli studenti facevano un confronto tra il nostro
comportamento verso gli Zingari colpevoli di qualche furto e
quello verso i grandi speculatori, evasori fiscali, truffatori di
miliardi che spesso non pagano
alcun conto alla giustizia. La ricerca degli studenti con relativa
lettera alla stampa ha fruttato
lettere anonime e telefonate poco incoraggianti; qualche giorno
dopo però sullo stesso quotidiano un lettore si complimentava
con gli studenti per il coraggio
avuto nel difendere i « paria »
della società e illustrando le varie cause storiche che hanno determinato l’emarginazione tzigana. Nessuno ha replicato tranne una telefonata dell’insegnante della Scuola all’autore dello
scritto per ringraziare dell’incoraggiamento ricevuto.
La sosta
si prolunga
Qualche mese fa un gruppo
di famiglie tzigane s’è dovuto
spostare dalla Foce di Genova
a Bolzaneto in una zona semibuia verso il greto del fiume; la
sera ci si incontrava per conversare, pregare, spiegare le cose
più difficili del testo biblico;
purtroppo dopo qualche giorno
è arrivato l’ordine implacabile
di partire con conseguente perdita di lavoro, seppure saltuario
per conto di fabbriche, ospedali
locali. Sono intervenuto presso
i vigili i quali hanno dovuto riconoscere che si trattava di brava gente, pulita, rispettosa delle
cose altrui; non so fino a che
punto i tutori dell’ordine comunale abbiano capito il senso della « conversione » degli Tzigani,
ma il loro apprezzamento ha
consentito di ottenere una proroga assai lunga visto che dopo
tutto le qualità morali non sono
legate al colore della pelle e tanto meno ai pregiudizi inveterati
e pericolosi bensì all'intervento
dello Spirito del Signore.
Tosha, il nato
di nuovo
« I parrocchiani tzigani » cambiano rapidamente: dopo un
gruppo ne arriva un altro coi
suoi problemi di natura economica, culturale e spirituale. Recentemente alla Foce di Genova
ho visitato alcune famiglie delle
quali una sola evangelica: nel
pomeriggio incontravo i bambini e le donne mentre gli uomini erano in missione di lavoro; i bambini fanno festa perché
ricevono in dono libri per l’alfabetizzazione, matite colorate nell’illusione di possedere qualcosa
del mondo culturale dei « gadj »
cioè dei non tzigani; purtroppo
il tempo manca per seguirli in
questo campo anche se qualcosa si potrebbe fare da parte dei
nostri gruppi giovanili all'affannosa ricerca di « fare » qualcosa
per gli altri... Le donne sono liete di conversare, porre delle domande; una vecchietta mi chiede: « fratello, posso leggere la
mano? ». Stendo la mia e le dico: « cosa vi leggi? » « Nulla » —
risponde la tzigana — « E allora
— aggiungo — non penso che sia
bene continuare a imbrogliare
il prossimo». La vecchietta abbozza un sorriso, come per dire:
è difficile rinunziare ad un lavoro così redditizio...
Verso sera arrivano gli uomini: accendono un fuoco, conversano e mi pongono tante domande; nel gruppo si distingue Tosha,
il predicatore. Ci siamo incontrati lo scorso anno alle Vallette
in occasione dei Battesimi. Leggiamo alcuni testi e le mie spiegazioni sono tradotte non solo
nella lingua, ma nello spirito tzigano da parte di Tosha; la riunione dura a lungo perché le domande, le obiezioni sono tante;
Tosha umilmente mi dice: io sono predicatore ma ho bisogno
di essere istruito perché non è
facile seguire un corso di studio
biblico, teologico. Una sera invito un gruppo di sorelle della comunità al culto nella « roulotte »
di Tosha; è l’occasione per ascoltare la sua testimonianza: Tosha
è di origine ungherese e la famiglia ha soggiornato in Jugoslavia
e poi in Piemonte; il suo racconto è emozionante per la descri
zione dei costumi, abitudini della gente tzigana nei suoi aspetti
più diversi; il predicatore Tosha
non si vergogna di parlare anche
dei vizi del suo popolo come l’alcool, il fumo; lui stesso è stato
un grande fumatore e bevitore
con conseguenze dannose alla sua
salute; un giorno ha ricevuto in
dono una Bibbia; s’è dato da fare per imparare a leggere; in
breve tempo è riuscito a leggersi tutta la Bibbia; ha cercato di
cambiare vita ma « fi mondo »
10 attraeva e lo riconduceva sempre agli antichi vizi. Una sera
11 nostro ha avuto una visione:
Gesù gli è apparso e Tosha ha
lottato, come Giacobbe, per non
arrendersi... poi la vittoria e lo
Spirito Santo l’ha investito con
la sua Potenza e Tosha ha cambiato radicalmente vita!
Come i Valdesi medioevali ha
preso alla lettera i testi biblici:
ci ricorda l’episodio dell’indovina di Filippi guarita da Paolo;
questo fatto ha indotto sua moglie e le figlie a non più leggere
la mano. Tosha non accetta più
i lavori di ripulitura delle statue, oggetti del culto cattolico
perché simboli di idolatria... e
pensare che vicino alle altre
« roulottes » dei non convertiti
ci sonò lunghe file di oggetti
« sacri » la cui ripulitura rende
parecchio... Tosha insiste molto
sulla nuova etica del convertito
quale testimonianza vivente della nuova vita in Cristo e cita le
parole di Paolo sulla « sobrietà »,
elemento distintivo del credente,
oggi.
Dopo la riunione si progetta
di avere un culto nella nostra
chiesa o alTaperto vicino alle
« roulottes »; Tosha congedandosi aggiunge: speriamo! Per lo
Tzigano i progetti non sono mai
sicuri perché il suo lavoro è saltuario e gli imprevisti sono frequenti compreso quello della Legge... Difatti due giorni dopo
Tosha è già a Milano e mi telefona per annunziarmi che non
ha più potuto restare e mi dà
Tarrivederci alTanno prossimo.
Lo tzigano non pensa al domani;
vive pienamente l’oggi; e l’oggi
diventa ricco quando è permeato della fede in un Dio che ha
conferito la dignità ai vagabondi del mondo.
Gustavo Bouchard
A. C. Jemolo sulla Stampa del
1° marzo riferisce del libro del
sacerdote cattolico Joseph Lortz,
recentemente pubblicato in Italia, sulla Riforma di Lutero.
Il commento di Jemolo insiste
soprattutto sulla prima parte
dell’opera che illustra il terreno
nel quale la Riforma è fiorita, sia
come situazione generale della
Germania, sia come formazione
dell’uomo Lutero. Tra le varie
osservazioni che Jemolo enuclea
dal libro recensito, pare importante quella che, alle cause universalmente note (corruzione ed
esosità della Chiesa di Roma, sua
politicizzazione mondana, abusi
di tutti i generi), ne aggiunge
una, per il Lortz e per lo Jemolo
preminente, ossia « la mancanza
di chiarezza aH’interno della teologia cattolica », che, con la confusione che ne derivava, « fu una
delle principali premesse per
comprendere l’enigma del distacco in massa dalla chiesa ». Per
quanto riguarda la personalità di
Lutero, lo Jemolo sottolinea come il suo uso del vocabolario e
delle immagini direttamente neotestamentarie in sostituzione
delle « formule mutuate dalla
tarda scolastica » sia « uno dei
segreti della sua influenza profondamente cristiana ». Nel libro
10 Jemolo vede «un ritorno alle
giuste posizioni che lo storico inparziale può delineare », effetto
questo della « distensione degli
ultimi quarant’anni ».
Anche due giornali cattolici,
l’Avvenire del 9 febbraio e II nostro Tempo del 16 marzo hanno
pubblicato recensioni del libro,
considerato da Franco Molinari
«una bomba storiografica» per
11 suo contenuto di sostaiwiale
riabilitazione della figura di Lutero uomo di Fede. Mentre l’Avvenire rimprovera a Lutero il
rifiuto di obbedienza alla chiesa
e alla sua tradizione, Molinari
ricorda come, prima di Lutero,
cattolici fedeli avevano dato vita
ad una « preriforma cattolica »,
che non ebbe però un grande successo se rimasero le cause che,
anche per il Lortz, spiegano la
azione di Lutero. E ricorda anche
la attuale campagna anti-Lutero
sviluppata nei suoi scritti dal
domenicano Innocenzo Gelosio
che « rinverdisce le tesi stroncatrici di Denifle e di Grisar » ; tesi
basate sui soliti luoghi comuni
Il contributo
delle chiese alla pace
(BIP/SNOP). Il contributo
concreto delle Chiese alla realizzazione della pace assume particolare importanza in questo periodo di crisi internazionale. In
questa prospettiva, la Conferenza
delle Chiese europee attende il
suo prossimo colloquio, che avrà
luogo dal 19 maggio al 3 giugno
venturo nella capitale spagnola. Là si cercherà di definire i
compiti delle Chiese degli Stati
firmatari dell’Atto finale di Helsinki nelle tensioni internazionali
attuali.
La riunione di Madrid permetterà a circa venticinque eminenti
personalità ecclesiastiche di incontrare venticinque rappresentanti di organizzazioni non governative e specialisti della ricerca sulla pace. Sono anche stati
invitati rappresentanti del Consiglio nazionale delle Chiese degli
Stati Uniti e del Consiglio canadese delle Chiese (che raggruppa le Chiese non europee degli
Stati firmatari delTAtto finale).
I partecipanti si interrogheranno sulla maniera migliore con
la quale le Chiese d’Europa e
deH’America del Nord potranno
contribuire a « sgelare » le relazioni internazionali. Essi si chiederanno anche come le Chiese
potranno operare per il buon
esito della seconda Conferenza
che seguirà ai lavori di Helsinki, e che avrà luogo a Madrid
alla fine dell’anno.
La grave minaccia di una corsa al riarmo sarà senza dubbio
al centro dei dibattiti deH’incontro.
I due principali oratori della
riunione sono due rinomati in
materia di ricerca sulla pace e di
teAi dal mondo cristiano
a cura di ANTONIO ADAMO
problemi del disarmo: il professor Wolf Graf von Baudissin, direttore dell’Istituto universitario
di ricerca sulla pace di Amburgo, e il professor Mihàly Simai,
direttore aggiunto dell’Istituto di
economia mondiale di Budapest
e presidente della Federazione
mondiale delle associazioni per
le Nazioni Unite.
La testimonianza di
Oscar Romero
(Soepi). In un telegramma di
condoglianze il segretario aggiunto del Consiglio Ecumenico delle Chiese, Konrad Raiser, ha espresso l’emozione delle chiese
per la scomparsa dell’arcivescovo di S. Salvador Oscar Remerò. Nel telegramma il pastore
Raiser ha ricordato con riconoscenza « la testimonianza dell’Arcivescovo, che resterà una
ispirazione permanente per la nostra fede ».
Diaconato maschile
(Christian Century). La chiesa
di Scozia sta aprendo agli uomini il suo diaconato riservato finora esclusivamente alle donne.
Questa chiesa presbiteriana,
che da dieci anni ha ammesso
le donne al ministero pastorale
consacrato, per molti anni ha
impiegato diaconesse come « sorelle di Chiesa » con incarichi
parrocchiali, assistenza ai malati,
lavoro giovanile e attività sociali
ed educative. Ora anche gli uomini potranno ricevere la preparazione al St. Colm’s College di
Edimburgo e ricevere incarichi
per il lavoro diaconale.
Cristiani in Africa
(SPR). I cristiani in Africa sono 200 milioni. Dieci anni fa erano 140 milioni. Coloro che sono
affiliati alla Conferenza delle
Chiese di tutta l'Africa erano 30
milioni nel 1970 e sono 55 milioni oggi.
Donne vescovo
(SPR). Secondo Dorothy Irwing, archeologa e professore
alla Scuola superiore cattolica
del Minnesota, lo studio attento
dell’iconografia e delle iscrizioni
mostra che nella chiesa primitiva le donne avevano un ruolo
direttivo, compreso quello di vescovo.
delle velleità matrimoniali di Lutero. E, per noi abbastanza stranamente, considera « serio ecumenismo » sia il libro di Lortz
che dà risalto alla sostanza religiosa della Riforma, sia gli articoli del Gelosio che la illustrano
con argomenti di vecchia polemica, della quale sembra ci sia
ben poco da rinverdire.
Se vogliamo, come conclude il
Molinari, far « nascere la grammatica dell’unità coniugando insieme verità e amore » potremo
certo apprezzare gli onesti studi
del Lortz, ma difficilmente accettare le viete argomentazioni di
Denifie e Grisar, anche se « rinverdite » dal domenicano Colosio.
* i»e sH
L’Avvenire del 24 febbraio pubblica una ampia intervista col
pastore Inguanti in cui vengono
illustrati i principi fondamentali
del battismo, oltre ad una succinta descrizione della vita della
comunità milanese di via Pinamonte da Vimercate e della sua
storia.
* * *
La Stampa del 21 marzo pubblica una intervista di Lamberto
Fumo ad Aldo Comba che illustra la posizione della Alleanza
Riformata Mondiale di cui Comba è da qualche tempo vicesegretario generale.
« « «
La scomparsa di Augusto Armand Hugon ha trovato echi su
Cronache Pinerolesi e su l’Eco
del Chisone, che ne ricordano la
figura di storico e di valdese.
:{( 4« «
L’Eco del Chisone riferisce anche sul teatro di Angrogna e sulla mostra del pittore Paschetto.
Nel suo numero del 6 febbraio
cita anche dal nostro periodico
l’intervista al Moderatore dando
rilievo, non sappiamo quanto equilibrato rispetto al complesso
dell’intervento, al pessimismo
sull’avvenire del dissenso cattolico.
* *
Cronache Pinerolesi del 29 febbraio lancia la proposta di realizzare un collegamento tra la biblioteca della Casa Valdese di
Torre, quella del Seminario cattolico di Pinerolo e quella Comunale della stessa città per mettere a disposizione di tutti gli
abitanti della zona un complesso
culturale ricco e articolato. È una proposta realizzabile?
* * il!
In Gente Veneta delT8 marzo
Anna Ravalli Modoni riferisce
sull’ultima manifestazione ecumenica tenutasi a Mestre. Don
Pattare e il nostro fratello Sfredda si sono trovati d’accordo nel
ritenere che questi incontri vanno regolati non tanto e noti solo
da uno spirito di « buona fede »
quanto da quello di una «Fede
buona ».
# «
Jesus nel suo numero di marzo dedica un articolo di G. Ravasi alla rievocazione di J. Jeremias, storico, filologo e teologo
protestante. Scrive fra l’altro il
Ravasi che «Jeremias ha corso
il rischio di riportare eccessivamente il nucleo centrale del cristianesimo al solo messaggio e
alla sola storia di Gesù », rimproverandolo di aver dimenticato la presentazione e la interpretazione fattane « dalla chiesa
apostolica e dagli evangelisti sotto l’influenza dello Spirito di verità ».
*
Su la Stampa del 6 marzo Spadolini illustra la situazione dei
rapporti stato-chiese nei diversi
cantoni svizzeri. Spadolini esalta
la tolleranza « laicista » di fondo
che è a base di tali rapporti, di
cui i nostri lettori conoscono la
natura dall’articolo di Emidio
Campi pubblicato sul nostro numero 12.
« * 4t
Nel suo numero 14 Notizie Radicali ospita un diffuso articolo
di Valdo Spini, che illustra le caratteristiche delle note intese
Chiese Valdometodiste,^tato sotto il titolo «Un non concordato».
Niso De Michelis
Segnalazioni e ritagli per questa rubrica vanno inviati direttamente al
curatore: Niso De Michelis, via S. Marco 23, 20121 Milano.
4
11 aprile 1980
RIFLETTENDO SULLA STORIA VALDESE A FUMETTI
Spazio aperto per divulgare
a colloquio con I lettori
TENTAZIONE
È sufficiente per « Pradeltorno
non deve cadere» una semplice
scheda bibliografica? Credo di
no, anche perché considero il li• giudizio non sembri
i^rbohco — ima delle opere più
significative pubblicate da.uq
Claudiana nell’ultimo anno.
L’interesse non deriva tanto
dalla qualità dell’opera grafica
(peraltro di notevole pregio per
le inquadrature delle immagini,
I accuratezza del disegno, l’attenzione nella ricostruzione archeomgica dei costumi e degli ambienti), né dalla secca concisione
e dalla tensione della storia (cui
forse avrebbe giovato l’abbando
dettagli non essenziali).
II libro di Stagnare si impone
soprattutto con il suo valore di
esperimento e di proposta, sosta^ialmente nuovi nel nostro
ambiente e suscettibili di interessanti elaborazioni e approfondimenti, anche in altri campi Per
cui sorge spontaneo allungare il
® coinvolgere gli intel^ttuah evangelici, cercando di
definirne 1 possibili ruoli, mobilitandoli, inserendoli in un progetto vasto e articolato di « organizzazione della cultura ».
Un compito per gli
intellettuali evangelici
Il discorso ha im chiaro addentellato anche con uno dei t.Ami
Particolarmente sentiti neUe
nostre chiese, quello dell’evangehzzazione. Quando si affrontano
questi temi c’è il rischio costante di essere fraintesi, perché vi è
mente timoroso che si voglia fare del cristianesimo un fatto,
pegpo ancora una moda, intellet
miAcfA ®"^*'^rale. Nulla di tutto
questo. Nessuno ha in mente di
alterare quella che è la tradizionale testimomanza dell’Evangelo
con piu o meno arditi sperimentalismi; al massimo si tratterà
di prestare piu attenzione all’evoluzione del linguaggio (nel senso
piu lato) per adeguare le nostre
facoltà espressive in funzione di
una piu facile comprensione del
messagpo da parte dell’ascoltatore-mterlocutore.
Il vecchio dilemma — foriero
immobilismo — se dobbiamo
impegnarci a- presentare l’Evanplo oppure noi stessi (in quanto protestanti), per ciò che mi
riguarda è superato dalla risposta: « Tutte e due le cose », avendo ben chiaro che la seconda è
esclusivamente in funzione della
prima.
Infatti noi non portiamo la
predicazione nel vuoto cosmico,
ma alTintemo di situazioni storiche concrete. Queste, in quanto tali, sono condizionate anche
da pregiudizi, deviazioni, aberrazioni (basti pensare a certe forme di religiosità popolare o a
certe concezioni del sacro, presenti in Italia). Ora, che la gente
possa avere dei pregiudizi sugli
evangelici a qualcuno di noi può
anche interessare poco. Importante è invece senza dubbio che
certi pregiudizi sussistano nei
confronti dell’Evangelo (la Bibbia, la salvezza, la chiesa, ecc.).
Per poter spazzare via tali pregiudizi è necessario fare un discorso « nuovo », in modo che
l’Evangelo venga riproposto con
il suo significato e la sua tensione originari. Ma questo discorso
« nuovo » può essere proposto,
portato avanti e soprattutto ascoltato solo se chi lo fa è credibile, cioè se la gente ci considera seri, rispettabili, degni di fiducia. Altrimenti rifiuterà aprioristicamente anche quello che noi
abbiamo da dire sull’Evangelo.
Per questo è indispensabile che
noi ci presentiamo, forniamo il
nostro biglietto da visita. Ecco
allora la funzione insostituibile
degli intellettuali evangelici. Esiste intanto per essi la possibilità
di sviluppare un lavoro originale
di ricerca (cosa che già da tempo si sta facendo con validissimi risultati, specie nel campo
storico, ma anche etnologico).
Divulgazione della
cultura evangelica
Ma esistono altri campi, vastissimi, nei quali coinvolgere anche
chi non fa professione specifica
di ricercatore. Cioè quelli della
divulgazione della « cultura evangelica », con un obiettivo ben
preciso: non certo di surrogarsi
alla predicazione, ma di creare
nell’opinione pubblica un atteggiamento favorevole, di simpatia
e coMapevolezza di certi problemi, cioè imo scenario favorevole
alla predicazione stessa.
Le aree di azione sono molteplici; è inffispensabile, per evitare dispersioni e sovrapposizioni,
inquadrare gli interventi in una
strategia unificata. Un patrimonio da valorizzare è quello delle
tradizioni storiche e culturali,
in im momento di generale e diffuso interesse per la scoperta di
culture alternative.
Tra i maggiori pregiudizi vi
è quello che i protestanti — come tutti i movimenti religiosi
non cattolici presenti attualmente in Italia — sono prodotti d’importazione, per giunta ad opera
di missionari di provenienza
« capitalista » (anglo-americani).
Per questo è importante far
sapere che il protestantesimo italiano possiede una lunga e gloriosa tradizione, all’interno della
storia e della cultura nazionali
(non solo i valdesi, naturalmente, ma anche i riformati delle
varie regioni d’Italia, le chiese
libere <fi matrice garibaldina, gli
evangelici del Sud, sviluppatisi
su base genuinamente popolare
e contadina). Si tratta quindi anzitutto di elaborare i materiali
adatti, evidenziando i significati
dei vari fatti e collegandoli con
le vicende nazionali. Questa presenza culturale si esplicherà attraverso una molteplicità di modi diversi, taluni tradizionali, altri nuovi, da sperimentare. Tra
i primi, gli articoli per giornali
e riviste; ma il lavoro dovrà essere coordinato e pianificato nei
limiti del possibile, sistematizzando i contatti con tutti i mezzi disposti ad ospitarci, attraverso una opportuna azione di relazioni pubbliche.
zione del mezzo è una adeguata
politica editoriale. Se il fumetto
non deve essere solo una strenna per i figli dei valdesi ricchi,
occorrono determinate scelte —
tipo di carta, rilegatura, formato,
hu^hezza del racconto, tiratura,
ecc. — che consentano im drastico contenimento dei costi (a
proposito, vogliamo provare con
una riedizione economica di
« Pradeltorno »?).
Ma il discorso circa l’applicazione del fumetto alla nostra politica culturale va approfondito
anche in termini di linguaggio.
A mio giudizio, per esempio, il
racconto di Stagnaro copre im
tempo troppo esteso e articolato, nel quale è difficile raccapezzarsi per chi non conosca già
sufficientemente quel periodo. Le
storie dovrebbero forse essere
più brevi e lineari, accentrate
idealmente su un singolo episodio e soprattutto su un singolo
eroe emergente (tipo Gianavello,
Arnaud o anche un « minore »,
ma presente dall’inizio alla fine
del racconto); è questo un canone praticamente obbligato nel
linguaggio del fumetto. In fondo tutto ciò può essere anche un
vantaggio, perché 'consente la
realizzazione di una lunga serie
di storie.
Altri strumenti
Il fumetto
Ma si tratta di battere anche
vie nuove. Un settore di importante applicazione è il fumetto
(utilizzabile sia alTinterno — es.
scuola domenicale — sia all’esterno). Superfluo rispolverare
qui tutte le teoriche che negli
ultimi vent’anni, sono state elaborate sul fumetto, nobilitato
ormai dall’ingresso in università
e dotato di una capacità di penetrazione e di applicazione veramente straordinarie. Presupposto per una corretta applica
Un altro campo di estremo
interesse, tutto da esplorare, è
quello del cartone animato. Se
qualcuno provasse a tradurre
una parte del libro di Stagnaro
in « cartoon », anche di quelli più
semplici, a fotogramma fisso? 11
campo di applicazione è assai
vasto: le trasmissioni televisive
(« Protestantesimo », ma anche
gli spazi che dovremo riempire
sulla Terza Rete); eppoi le scuole, le comimità. ecc. Un discorso
analogo può essere fatto per il
teatro, non solo nelle sue forme tradizionali, ma anche in
quelle più popolari (cantastorie).
E infine, perché non tentare
qualche esperimento anche nel
campo musicale, ad esempio a
livello delle ballate?
Solo a guardarsi intorno, vi è
un campo sterminato ove cimentarsi; un immenso spazio
aperto alla creatività, soprattutto per i giovani.
Aurelio Penna
Umberto Stagnaro: Pradeltorno non
deve cadere! La lotta dei Valdesi per
la libertà di coscienza (1525-61),
Claudiana 1979, L. 9.500.
J. J. Peyronel nel suo articolo « Contro la tentazione della violenza » (La
Luce n. 10) parlando di Gesù uomo, fa,
a mio avviso degli accostamenti non
accettabili e delle affermazioni perlomeno dubbie, inoltre dimentica di menzionare il Gesù Figlio di Dio, Dio stesso. Anzi afferma che: « Gesù compie
azioni... non per sentirsi uguale a
Dio... ».
Per me — forse anche per tanti altri che come me non hanno una grande istruzione — riesce difficile capire
questo articolo. Infelice mi sembra soprattutto l’accostamento di Gesù con
gli zelotì di qualsiasi tempo ed impropria è l’etichetta di violento che il
Peyronel vuole appiccicare a Gesù nella cacciata dei mercanti dal tempio, lo
non so quali attendibili fonti abbiano
illuminato rarticolista ohe afferma vedere Gesù ■■ tentato di prendere delle
scorciatoie »... « tentato di ricorrere alla maniera forte ». Sono un povero di
conoscenze, ma, mi è sempre sembrato
di vedere nella cacciata dei mercanti
dal tempio, non II Gesù uomo che soccombe alia tentazione dell’azione terroristica; ma il Gesù Dio che con una
semplice cordicella fa arretrare e riempie di spavento migliaia di persone.
Solo la maestà Divina può arrivare a
tanto. Un semplice uomo lo avrebbero
sommerso. Dio nella sua maestà purifica il tempio, la casa di adorazione
(allora, come oggi ancora, si dimentica
di pregare). E poi, qualcuno ha mai visto un B.R. presentarsi con una cordicella in mano?
Forse non ho capito bene l’Evangelo,
ma mi sembra che Gesù non sia stato
« crocifisso in quanto sovversivo zelota
sullo stesso plano di Barabba che era
un terrorista zelota », ma per qualche
cosa che per gli Israeliti era tanto grave, tanto diverso dallo zelota Barabba
da fargli preferire l’assassino a Gesù.
Cristo fu condannato e morì per aver
affermato di essere II Figlio di Dio; di
essere uno col Padre, di essere quel
messia, quel Re atteso da tutti. Di essere La Via, la Verità e la Vita e che
nessuno può andare al Padre senza di
Lui. inoltre Gesù il puro ebbe a dire:
•> chi mi convincerà di peccato? ». Perché se è biblico che Gesù fu tentato
da Satana, è altrettanto vero che nop
cedette, mai alla tentazione, se così
non fosse stato la sua morte non sarebbe espiatoria.
Veramente sconcertante perciò mi
sembra l’affermazione del Peyronel:
« evitiamo dunque facili moralismi sulla violenza degli altri » quasi a giustificarla come tentazione irrefrenabile,
ricordando « che Cristo stesso fu tentato » come se tentazione fosse uguale ad esecuzione.
Per chi è in Cristo è sempre valida
la parola di Dio scritta in I Corinzi 10:
13 « Niuna tentazione vi ha colti, che
non sia stata umana; or Iddio è fedele
e non permetterà che siate tentati al
di là delle vostre forze; ma con la ten
LA RICERCA DI UNO SCULTORE EVANGELICO
Alte sudamericana a Carrara
Era una uggiosa domenica di
febbraio di 4 anni fa quando un
giovane dallo sguardo mite in un
viso contornato da una barbetta
monacale entrò nella chiesa di
Carrara con la sua graziosa compagna. Dopo il servizio divino lo
accogliemmo nella comunità offrendogli il calore del nostro saluto. Seppimo così del suo lavoro, dei suoi programmi di studio, iniziato da qualche mese con
la borsa di studio conferitagli
per la Scuola del Marmo, e del
suo incontro e confronto tra la
preparazione e formazione sudamericana e la cultura nostra e
occidentale.
Da allora lo scultore .Torge
Jimenez Martínez è diventato
membro attivo della nostra chiesa con funzione anche di predicatore laico (proviene da una
chiesa battista fiorente ed attiva)
assieme alla giovane moglie. Signora Giselle, attualmente responsabile della Scuola Domenicale. Egli ha conseguito il grado
accademico alle « Belle Arti » a
Carrara ed ha avuto modo di
manifestarsi in importanti mostre personali. Notiamo principalmente le esposizioni a Roma
a cura dell'Istituto Italo-LatinoAmericano e la grande mostra a
Montecatini nella sede dell’Accademia, ambedue con l’alto patro
cinio deH’Ambasciata di Costa
Rica in Italia.
Attualmente sta preparando
una grande mostra a Milano, organizzata da una delle più note
gallerie italiane. Recensioni e
saggi sull’opera di J. Jimenez a
cura di valenti critici d’arte hanno figurato nei giornali nazionali
di maggior tiratura ed anche
l’Osservatore Romano gli ha dedicato un servizio illustrato. Le
sue opere figurano in molte collezioni private e pubbliche, ovvia
mente anche in Centroamerica.
Esprimere in poche righe un
giudizio e un orientamento, sia
pure indicativo, sulla scultura di
J. Jimenez è tutt’altro che appropriato in questa sede, perché
si rischierebbe la superficialità
ed il semplicismo. Diremo tuttavia della sua religiosità nell’interpretazione dei contrasti e dei
contatti voluti tra le due diverse
culture, che si incontrano nelle
sue opere italiane, e della sua ricerca passionale di una fusione
di forme e di idee a sintesi e sviluppo di una sovrapposizione di
pensieri filosofici e di contenuti
umani. La sua prodigiosa conoscenza e padronanza dei materiali trattati, dal marmo al bronzo,
dalla cera al legno, dalla vetroresina al materiale sintetico da
lui inventato denotano il suo attaccamento al lavoro artigianale,
che sempre accoglie il suo amoFc ed il suo desiderio di verità.
E’ in questo contesto che stiamo seguendo con interesse i suoi
ultimi lavori in una nuova ed attuale ricerca molto sofferta anche se a nostro avviso meno mediata, sul senso di un connubio
evolutivo tra razionalità di forme
alternative e di composizione più
astratta, pur con il permanente
senso di misticismo e simbolismo originale.
Aligì Della Latta
tazione vi darà anche la via d’uscirne... ». Certo, per chi confonde aspirazione con tentazione, le cose cambiano.
Salvatore Cornisi, Savona
Le osservazioni del fratello Cornisi
mi sembrano pertinenti, ma parziali.
Può darsi che certe mie affermazioni
risultino un po’ equivoche ma credo
che il senso complessivo sia abbastanza
chiaro: Gesù vince la tentazione della
violenza. Ciò non toglie che Gesù, pur
essendo figlio di Dio, sia stato realmente
tentato nella sua umanità, e il superamento della tentazione non era affatto scontato in partenza. Se è vero che
Dio ha assunto pienamente la nostra
umanità vuol dire che ha effettivamente
sperimentato le nostre debolezze, le nostre incertezze, le nostre tentazioni. Ora,
e indubbiamente presente nei vangeli
Videa che Gesù è stato più volte tentato di diventare messia secondo il
mondo (la maniera forte, il potere) e
non secondo la volontà di Dio (il servizio), e che c’è voluto lotta, preghiera, travaglio per scoprire qual’era la
volontà di Dio e accettarla. Tutto ciò
non era prestabilito.
J.J.P.
OSCAR ROMERO
Caro Sig. Direttore
Ho letto con profonda emozione la
■ Repubblica » del 26 marzo u. s., dove
parla di quel servo del Signore che fu
l’Arcivescovo Oscar Remerò.
Sono anni che lo conoscevo attraverso scritti che parlavano del suo impegno veramente evangelico fra ì diseredati e gli emarginati della sua diocesi
di San Salvador. Non era uno di quei
sacerdoti piatisti che sanno solo dire
alleluia e amen. Di quelli che sanno
solo dire che la chiesa non deve occuparsi se non delle cose dello spirito.
No. Romero aveva veramente inteso il
messaggio di Cristo, e lo metteva in
pratica, perché sapeva che seguire Cristo non vuol dire chiudersi in un eremo, lontano dai mondo e dai suoi problemi. Romero non licenziava le turbe,
ma si immedesimava con esse facendo
suoi I loro problemi, facendosi voce di
quelli che non hanno voce.
Romero aveva fatto suo il detto che
non si può parlare dell’evangelo a chi
ha la pancia vuota. Prima o almeno
contemporaneamente bisogna fargli giustizia. Le nostre chiese hanno bisogno
di pastori come lui, come Martin Luther King, come Helder Carnata e altri.
Perché nelle nostre comunità non
si parla ampiamente di questi servi del
Signore e di come intendono l’evangelo?
Quello che è scritto nella <■ Repubblica.» dovrebbe essere il vade mecum
di tutti i credenti. Se M linguaggio di
Romero si dovesse tenere nelle nostre
chiese sarebbe un apriti cielo. Ma non
sarebbe più credibile la nostra chiesa
se adottasse il linguaggio e l’azione di
Romero?
Distinti saluti.
Alcibiade Cattaneo, Genova
TORINO
Valdismo
medioevale;
conclusione il 17
Il seminario di Storia sul Yaldismo medievale organizzato dall’Assessorato alla Cultura e dal
Centro Evangelico di Cultura, che
per due mesi ha raccolto settimanalmente un buon gruppo di
assidui partecipanti, si conclude
il 17 aprile con una tavola rotonda che avrà luogo nella sede
usuale del seminario, l’Aula magna del Liceo classico Alfieri, ingresso di via P. Giuria 39. Dopo
l’esame di testi relativi al periodo degli inizi, deH’espansione,
della vita e della concezione della chiesa, del contatto con la
protesta hussita e infine dell’adesione alla Riforma del XVI secolo, la tavola rotonda conclusiva
esaminerà « Il significato della
vicenda valdese per la attuale situazione ecumenica ». Interverranno Franco Barbero, sacerdote
cattolico. Franco Giampiccoli,
pastore valdese. Grado G. Merlo,
prof, incaricato di Storia medievale e Giuseppe Sergi, docente di
Istituzioni medievali, ambedue
dell’Università di Torino.
'
5
11 aprile 1980
r
UNA PAGINA A CURA DEL SEGRETARIATO ATTIVITÀ’ FEMMINILI METODISTE
La donna nella Chiesa e nella società
Dal tempo dei tempi, mi riferisco alla realtà italiana, la donna e l’uomo hanno avuto una storia diversa
(poche sono le donne che fanno storia, almeno quella
ufficiale) perché la divisione dei ruoli è sempre stata rigida. La donna è stata sempre rinchiusa nel suo mondo femminile: la casa e ciò che essa rappresenta. In
questo mondo è creatrice ma di una creatività che si
limita al privato e in maniera specifica alla procreazione. Per secoli è vissuta « regina » e con dedizione,
coraggio e sacrifici ha assolto il suo compito non tradendo mai la fiducia e le aspettative di molo che la
società aveva riposto in lei.
La chiesa, modellandosi sulla società, non ha certo
favorito la donna e un suo inserimento paritario nella
vita d’ogni giorno.
Anzi nella chiesa le si sono affidati quei moli che si
ritenevano più confacenti eilla sua psicologia; la_ si è
valorizzata, ma in ambiti diversi da quelli essenziali e
da sempre patrimonio dell’uomo.
Ci avviciniamo al duemila e ancora si guarda con
diffidenza a talime donne che vogliono occupare posti
che per secoli il maschio con onore, è da riconoscere,
ha ricoperto.
Lo spazio a lei riservato, nell'ambito della chiesa.
invece di allargarsi alla luce di una complessiva interpretazione della Bibbia, si è ristretto sempre di più facendo credito alla cultura e alla tradizione circostanti.
NeH’amljito della società italiana e oltre si sono condotte in questi ultimi anni dure battaglie (con comprensibili esagerazioni) che hanno portato ad una nuova cultura « femminile », nella quale la donna si pone
come partner alla pari dell'uomo.
Questa « rivoluzione culturale » ancora in atto è servita a far riflettere le nostre attività femminili? Le descrizioni che seguono aprono realtà diverse, dalle quali
si può capire o intravedere quello che si muove...
Scicli
Antimilitarismo - fame nel mondo - obiezione
di coscienza - lotta per la pace e il disarmo
L’attività femminile di Scicli
fedele alla tradizione della comunità si è proiettata all’esterno e a fianco di sorelle non protestanti ha studiato e preso coscienza dei problemi della società d’oggi.
Si è interessata dell'ammalato
mentale e grazie aH’entrata in
vigore della legge 180, può svolgere settimanalmente un servizio volontario presso il locale
ospedale neuropsichiatrico.
Con volontà e caparbia, ha
sfruttato tutti i canali per far
giungere il suo messaggio di
amore e giustizia.
Attraverso la Radio Libera Scicli, sono stati trattati argomenti
di attualità: problema donna,
educazione e fede, anno internazionale del fanciullo. Non manca
di dare il suo apporto all’interno
della scuola Materna, gestita dal
la comunità protestante, che accoglie sia bimbi evangelici che
cattolici. Una maestra, una cuoca e un’assistente vi prestano
servizio a pieno tempo, sorrette
e incoraggiate dalle altre sorelle
che vedono nell’opera svolta dall’asilo uno dei modi di vivere la
loro testimonianza evangelica.
Sono state presenti alle manifestazioni suH’antimilitarismo,
sull’energia nucleare, sulla fame
nel mondo e sull’obiezione di coscienza a fianco di cattolici e non
credenti. All’inizio del 1980 a Ragusa, alcune sorelle hanno manifestato per la pace nel mondo
che sempre più oggi è minacciata.
Accanto a queste attività c’è
naturalmente anche il momento
di stare insieme, di parlare del
più e del meno, di lavorare di
cucito e di ricamo per preparare il tradizionale bazar.
Villa San Sebastiano
Una scuola materna laica in alternativa a
quella esistente gestita dalle suore cattoliche
Diciamo innanzi tutto come è
composto il gruppo della attività
femminile: in maggioranza vi sono donne le quali, oltre ai vari
lavori domestici, sono impegnate
nei lavori agricoli, in aiuto ai
mariti.
Per questo fatto soprattutto
nel periodo primavera-estate è
molto difficile avere una regolare attività di gruppo.
In questo ultimo anno siamo
riuscite ad aggregare al gruppo
donne più giovani, sia della comunità, sia giovani spose di origine cattolica che si sono sposate
con giovani evangelici; anche
una sorella, pur non appartenendo in alcun modo alla comunità
(è di origine israelitica), ha voluto inserirsi nel lavoro femminile perché interessata ai problemi che il gruppo affronta.
Ebbene, come sono impegnate
queste sorelle nel lavoro sociale?
Ricordiamo brevemente che la
comunità di Villa S. Sebastiano
da diversi anni svolge anche
un’attività di servizio sociale attraverso il Centro Evangelico di
Servizio che si occupa sia del lavoro agricolo (attraverso la Cooperativa Agricola Evangelica) sia
del lavoro scolastico-culturale (attraverso la « comunità scolastica »: trasporto ragazzi, pasto comunitario, doposcuola, biblioteca, attività culturali etc.).
Le donne della comunità hanno assunto impegni a vari livelli:
in generale tutto il gruppo di attività femminile, come tutti i
membri di chiesa, ha un particolare interessamento per questo lavoro sociale e non vi è, ad
esempio, riunione del gruppo nella quale non si parli anche del
Centro o di un particolare problema del lavoro 'di tale settore;
in particolare alcune donne sono membri del Comitato Generale del Centro, perché elette dall’Assemblea dei genitori. Altre
donne fanno parte del gruppo di
servizio collaborando nella conduzione del lavoro soprattutto
nella « Comunità Scolastica ».
Lo scorso anno durante una
riunione di studio del gruppo
femminile (si studiava il problema del bambino nella famiglia
e nella chiesa) è sorta l’esigenza
di dare un’adeguata assistenza
ad alcuni bambini di età pre-scolare, figli di evangelici. Infatti a
Villa S. Sebastiano esiste solo un
asilo gestito dalle suore e le famiglie evangeliche non hanno ritenuto opportuno iscrivere i loro
figli. Cosi quando vi è stata l’assemblea del gruppo di servizio
per organizzare il lavoro del Centro per il nuovo anno scolastico,
si è deciso di aprire una piccola
sezione di scuola materna al fine
di rispondere positivamente al
problema presentato dal gruppo
femminile.
Una sorella del nostro gruppo
si è presa la responsabilità di
questa sezione, svolgendo un lavoro volontario.
Al momento il lavoro prosegue
con risultati positivi.
Venosa
Venosa è una delle cittadine
della Lucania private, per via
dell’emigrazione, delle sue migliori forze giovanili.
Se qualcuno, nell’entrare nei
locali centrali deH’ufficio postale
alza lo sguardo, noterà sovrastante un ampio locale attrezzato di televisione, tavoli e altri ser
Da qualche tempo il comtme
ha istituito una mensa per gli
anziani, organizza dei soggiorni
climatici, fornisce pasti e assistenza domiciliare per coloro che
sono impossibilitati ad andare
al centro anziani.
Per una maggiore efficienza e
coordinarnento, molto ci si aspetta dalla istituenda unità locale
dei servizi socio-sanitari.
Il programma richiede ancora
un lungo cammino di lotta e di
impegno.
Nel Sud si è sempre alle prime esperienze. I centri di potere
clientelare fiutano il vento infido e non tardano a reagire a
ogni innovazione che abbandoni l’aspetto del semplice assistenzialismo e inneschi dei meccanismi irmovatori. Le prime conquiste, nei_ confronti degli anziani
hanno richiesto una notevole partecipazione e la formazione di
un comitato promotore che ora
è permanente. Nel comitato e nel
grappo degli anziani più sensibili che hanno reagito alla emarginazione che riserva loro la società rurale o industriale che sia,
troviamo Lina Lo Vecchio, Emilia Guerra-Ferrenti, Maria Taurisana. Queste sono membri della
locale comunità metodista e insieme alle altre formano il locale gruppo di attività femminile.
Per loro non esiste nessun
dualismo tra culto e impegno sociale, tra fede e politica. Parlando, mi hanno sintetizzato questo
loro comportamento e impegno
nel sociale con un richiamo o
aggancio biblico: « Ama il Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore — Ama il tuo prossimo come
te stesso ».
Nel grappo di attività fem. minile, che attualmente si riunisce con altri della comunità superando secolari differenze tra
uomini e donne, il giovedì, si discute dell’impegno di fede nel sociale, del problema degli anziani,
della liberazione della donna, della celebrazione più partecipata
del culto. Tutto questo ha costituito e costituisce una solida base per essere una presenza attiva
nella società.
Lina Lo Vecchio, con un senso
di malinconia mi riferisce che
nelle riunioni, nelle manifestazioni di piazza, assemblee, di donne
se ne vedono poche, « le uniche,
precisa, siamo sempre noi: il terzetto evangelico e... forse le altre
si vergognano, pensano che sia
roba per soli uomini, ma perbacca bisogna agire, Gesù è venuto,
bisogna fare qualcosa. Che cosa
sono queste difficoltà o differenze tra maschio e femmina! Occorre prendere la parola ovunque, tanto più che siamo donne
e conosciamo la superbia dell’uomo. Da quando ho conosciuto
l’evangelo ho capito cose nuo
Un lungo cammino di lotte e di impegno
per affermare i diritti sociali degli anziani
vizi: si tratta del centro anziani
da poco istituito dal comune di
Venosa. E chi si addentra in uno
dei tanti vicoli caratteristici, può
notare nelle tipiche case monostanze o monotutto, la presenza
di un anziano, con o senza parenti, ma sempre creatura solitaria.
La Spezia
Giorno del bazar: un pomeriggio diverso per
fraternizzare e raccogliere fondi di solidarietà
Un caldo pomerig^o di giugno, un andirivieni di signore e
un discreto numero di uomini e
bimbi. Tavoli pieni di biancheria
e manufatti di vario genere, un
ricco buffet, la pesca con tanti
giocattoli e, ciò che colpisce,
gente che parla mentre beve il
suo thè o una bibita fresca. E’ un
giorno diverso perché tanta gente si ritrova, fraternizza e in più
farà entrare nella cassa dell'attività femminile un bel po’ di
soldi che, in larga parte, saranno devoluti alle opere sociali.
Giorno del bazar
Sentiamo cosa pensa una giovane signora di ciò che l’attività
femminile è riuscita ad organizzare in questo giorno:
« Penso che sia importante questo momento in cui la comunità
si ritrova, parla, discute e contribuisce in maniera rilevante alle finanze della chiesa; ma non
ritengo che questo sia l’unico
spazio per un impegno della donna nella chiesa. Con questo non
voglio assolutamente sminuire
ciò che la attività femminile sta
facendo e ha fatto per la chiesa,
ma soltanto auspico che lo stesso entusiasmo sia incanalato verso attività più pregnanti, rivolte
magari verso l’esterno.
Infatti la donna oggi, attraverso numerose battaglie, è riuscita
a far sentire nella società la sua
presenza attiva, assumendo ruoli
che prima non aveva e partecipando a battaglie sociali di notevole importanza ».
possa essere portatrice di quei
fermenti che tu stessa vivi nella
società?
«Ritengo più auspicabile che
una ricerca su forme alternative
di impegno venga dall’intemo
stesso dell’attività femminile,
che, attraverso riflessioni, riesca
a maturare proposte nuove che
vedano la donna come elemento
stimolante anche nei confronti
delle scelte fino ad ora quasi
sempre dell’uomo ».
— È d’accordo, signora, lei che
frequenta da tanti anni, sul rinnovamento dall’interno stesso
dell’attività femminile?
« Sono d’accordo che il rinnovamento debba venire da noi, ma
trovo che con le forze giovani
noi ci sentiremmo sostenute e incoraggiate nell’intraprendere nuove vie per una testimonianza all’esterno ».
— Ha mai pensato di far parte dell’attività femminile?
« No, sia perché i miei impegni non me lo concedono, sia per
un discorso di fondo che tocca
il ruolo della donna all’interno
della chiesa ».
A questo gruppo femminile fa
riscontro, nel medesimo gruppo,
chi pensa soltanto a: « Ama il Signore Iddio tuo con tutto il tuo
cuore ».
Forse non è da sottovalutare
in tutti i sensi. Costituisce un efficace correttivo affinché la fede
non si sbilanci e si perda tutta
nel « politico ». Questo suscita vivaci discussioni nel grappo e
guai se non ci fossero. Una cosa
è certa, il confronto conferma
che il comandamento dell’amore
di cui si parlava non può essere
facilmente accantonato come se
non esistesse. Le riflessioni continuano tenendo conto anche del
materiale di studio che la FDEI
ci invia.
Speriamo che in un futuro
prossimo, il confronto in atto
possa riferirsi ad un totale ascolto della proclamazione del Regno di Dio che in Cristo è giunto
in mezzo a noi, così da evitare
un’alternanza di posizioni che generano sofferenze e allontanamenti.
— Ma non pensi che una presenza di giovani signore come te
— Secondo lei è giusto che la
donna oggi assuma ruoli specifici, alla pari degli uomini, aH’interno della società?
« Sì, visto che oggi la donna
va in fabbrica e, come l’uomo,
sta alla catena di montaggio ».
— E all’interno della chiesa?
« Sì, non ci sono obiezioni, perché assuma responsabilità a vari livelli ».
Roma
Alla ricerca di nuove vie per mantenere e
riaffermare la propria identità evangelica
Il nostro grappo femminile ha
una lunga e consolidata tradizione di attività e, almeno dal
punto di vista numerico, non ha
mai attraversato particolari momenti di crisi.
Le nostre sorelle, circa una
trentina e talvolta anche di più,
frequentano regolarmente le nostre riunioni settimanali e lo fanno con gioia, perché convinte
della utilità di questo momento
di incontro in cui scambiarsi
esperienze, riflettere su argomenti riguardanti la testimonianza
evangelica, approfondire le loro
conoscenze bibliche, lavorare per
i due bazar annui (in parte dedicati al sostegno di opere sociali) e, perché noi, prendere insieme una tazza di té potendosi
così scambiare qualche parola in
modo meno frettoloso di quanto possa avvenire la domenica
mattina dopo il culto.
Questo non significa che tutto sia facile e senza problemi.
Roma non è una piccola città
e le distanze perciò pesano, co{continua a pag. 10)
■4
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6
11 aprile 1980
cronaca delle valli
ALLE VALLI OGGI
COMPRENSORIO PINEROLESE
Gettoni di Industria o agricoltura?
presenza
Dunque V8-9 giugno si voterà
per le amministrative locali.
Questa prossima votazione sarà la prima verifica che il governo avrà a livello nazionale e
sarà soprattutto verifica per molte amministrazioni dei cinque anni trascorsi a gestire la cosa pubblica. Fra poco, quindi, si entrerà in clima elettorale. Ma non
stiamo qui a far pronostici, del
resto non è nostro compito. Ci
limitiamo ad una osservazione
sulla passata gestione che, per
quanto piccola, a nostro avviso
può essere indicativa di come, in
alcune zone, si concepisce il compito di amministratore. Alludo ai
gettoni di presenza previsti dalla
legge per le sedute degli assessori e dei consiglieri. Ho notato
che in molti piccoli comuni, qui
alle Valli e penso a Frali, Ferrerò e Massello oppure Angrogna,
Bobbio e Villar Fellice, ma la: lista completa ' è comunque più
lunga, l'indennità di presenza, (si
tratta di una cifra modesta: 10
mila lire per seduta) non è stata, ritirata. Benché questa indennità sia prevista per legge, in
fondo si tratta di un rimborso
spese per un pubblico servizio,
in molti Comuni al momento della delibera del bilancio non è stata rivendicata da chi ne aveva
pieno diritto. Oppure, consiglieri
e assessori dopo aver ribadito la
questione di principio, vale a dire la giustezza di tale diritto al
rimborso, di fatto questa indennità non è mai stata ritirata ma
è automaticamente rifluita in bilancio.
La prima osservazione di fronte a una notizia del genere è di
segno positivo: di fronte alVItalia della corruzione, delle bustarelle e del mangia-mangia sapere che in molti nostri piccoli Comuni assessori e consiglieri concepiscono la loro « carica » come
un servizio gratuito è indubbiamente segno di speranza. Insomma c’è ancora qualcuno che lavorando per lo Stato, sia pure
nella sua espressione locale, non
vuol gravare sulla finanza pubblica. Ma c’è pure una controsservazione: con il decentramento regionale e il conseguente ampliarsi delle funzioni attribuite
ai Comuni il lavoro delle amministrazioni locali è notevolmente
aumentato. Oggi, rispetto a una
volta, si sono moltiplicate le sedute di Giunta e di Consiglio.
Sono anche diventate più tecniche e laboriose. Quindi un’amministrazione che rinuncia in blocco al « gettone di presenza » non
finisce per creare delle discriminanti all’interno della stessa amministrazione? Mi spiego. Se all’interno di un’amministrazione
vi sono persone che economicamente reggono e possono pagarsi l’impegno assunto, ve ne sono
magari altre (contadini o operai) che ritirerebbero volentieri
il gettone ma che non osano farlo per non spaccare in due il Consiglio su di un problema che non
è essenziale. Insomma non è un
caso che nei grossi Comuni, dove
vi sono sedute più frequenti come per es. a Pomaretto, Torre
Fellice o Luserna S. Giovanni il
« gettone » lo ritirano tutti. Compresi quelli che, nell’ambito dei
partiti di sinistra, per ragioni di
etica politica finiscono poi per
versarlo al partito. Certo c’è gettone e gettone. C’è il gettone di
Torre che avendo il Comune chiuso il suo bilancio senza deficit è
interamente a carico dell’amministrazione locale e c’è il gettone
di Luserna S. Giovanni che s’inscrive nel deficit di un bilancio
che lo Stato dovrà comunque pareggiare. Si dirà che nei Comuni
piccoli, con un piccolo bilancio,
consiglieri e assessori non ritirano la loro indennità per non gravare ulteriormente su delle finanze già ridotte all’osso. Si dirà che
è questo un aspetto tradizionale
del compito dell’amministratore
che rifugge da rimborsi per non
essere attaccato da possibili detrattori. Sta di fatto comunque
che i Comuni più poveri delle
Valli sono anche quelli i cui consiglieri non prendono nulla: chi
meno ha meno riceve.
Giuseppe Platone
A fine febbraio l’Eco delle Valli ed altri giornali del Pinerolese,
hanno dato notizia di una petizione sottoscritta da 365 abitanti
di San Secondo, Bricherasio ed
Osasoo contro la localizzazione
della zona industriale prevista
dal Comprensorio pinerolese. Essa dovrebbe sorgere lungo la
Provinciale Pinerolo-Torre Penice ed interessare, in un primo
momento, soprattutto il Comune
di S. Secondo ed allargarsi in
un secondo tempo anche in quelli di Osasco e Bricherasio. I firmatari chiedono che sia rispettata questa zona agricola, fra le
più fertili del Piemonte, e che
l’insediamento industriale sia
effettuato in una zona nella quale l’agricoltura sia meno danneggiata.
Anche in conseguenza a questa
petizione, il Comitato Comprensoriale ha deciso, nella seduta del
23 febbraio, di costituire im Consorzio, comprendente i Comuni
di Pinerolo, S. Secondo, Osasco
e Bricherasio, con il compito di
localizzare l’area industriale del
Pinerolese. Il Consorzio sarebbe
cosa fatta, se nella seduta costitutiva del 28 marzo non fosse stato assente il rappresentante del
Comune di Pinerolo. Speriamo
che i Comuni interessati possano trovare presto una data favorevole per l’istituzione del Consorzio. Questo fatto è certamente positivo, ma non possiamo
nasconderci una domanda: Consorzio per che cosa?
La domanda non è retorica. È
vero che il capogruppo PCI del
Comitato Comprensoriale, Giovanni Ayassot, ha affermato che
in questo studio bisogna dare la
precedenza assoluta allo strumento tecnico-scientifico fornito
dalla Regione Piemonte e cioè la
mappa della fertilità dei suoli;
ma ci risulta che il Comitato
Comprensoriale ha già inviato
alla Regione Piemonte lo schema
di piano territoriale, senza aspettare il parere del Consorzio e
neppure la sua formazione! In
questo schema di piano si localizza la zona industriale nel famoso
triangolo S. Secondo, Osasco, Pi
nerolo oggetto della petizione
della popolazione. C’è veramente
da chiedersi: a che cosa servirà
il Consorzio? A decidere la localizzazione dell’area industriale
consultando la popolazione interessata, come propone anche il
Sindacato unitario? Oppure sarà semplicemente lo strumento
per usufruire dei contributi a favore dei Consorzi di Enti locali
per la costituzione di un’area industriale, già decisa da altri?
Questi miei dubbi sono maturati partecipando al Convegno
Regionale: « Industria e strategia
del riequilibrio Regionale » svoltosi a Torino il 28 marzo. Durante i lavori erano esposte le cartine con le zone industriali in
progetto dalle quali appariva che
anche la Regione ha fatto proprie le proposte avanzate dal
Comitato Comprensoriale di Pinerolo. E la popolazione? E la
mappa della fertilità dei suoli?
Un altro elemento di preoccupazione è costituito dalla posizione del Sindaco di S. ^condo
che continua ad essere favorevole all’insediamento industriale
nella zona contestata, anche se,
oltre alla lettera di cui abbiamo
parlato, la popolazione si è dichiarata contraria a questo insediamento in una seduta pubblica convocata dal Consiglio comunale nel mese di gennaio. È
inutile che si continui a ripetere
che si tratta solo di una riorganizzazione di quanto già esiste
quando i progetti regionali sono
ben più vasti in conformità alla
legge regionale n. 21 del 9.4.’75
che prevede queste aree con una
superficie unitaria non inferiore
a 300.000 mq.
Cosa rimane agli agricoltori?
Una carta: quella della fertilità del suolo che indica la zona
come superiore alla media. Le
promesse di numerosi uomini
politici. Fra gli altri l’Assessore
alla pianificazione della Regione
Piemonte, Luigi Rivalta ha affermato il 1” marzo durante un
convegno ad Asti « la necessità
di una inversione di tendenza
che, d’ora in avanti preservi dai
Comunità Montana Chisone e Germanasca
Mostra del
giocattolo povero
Tra i vari campi della cultura popolare riscoperti in questi
ultimi anni, c’è anche quello del
gioco. Già alcuni anni fa il pastore Cipriano Tourn aveva preparato un interessante filmato su
questo aspetto della vita delle
Valli, in particolare a Villasecca.
Ora la Comunità Montana Valli
Chisone e Germanasca ha ritenuto opportuno promuovere anche
sul suo territorio la mostra di
Giancarlo Peremprilmer su questo aspetto del mondo dei vinti.
I giocattoli poveri sono esposti
fino al 13 aprile in un’aula della
Scuola Media di Perosa. La mostra è già stata visitata da un
buon numero di classi della Valle, sotto la guida di alcuni giovani del gruppo di animazione
« La Tartavolante ».
Vi si ritrovano molti giocattoli in uso negli anni 1930-1950 in
varie zone del Piemonte. Abbiamo innanzitutto una serie di
strumenti musicali di vario tipo, in cui la fantasia dei ragazzi
poteva sbrigliarsi come meglio
credeva: strumenti a corde che
ricordano un po’ il violino, strumenti a fiato che fanno pensare
a vari tipi di flauto; naturalmente zufoli di varia foggia; e poi
strumentini atti ad accompagnare ritmicamente una musica o
destinati al semplice fracasso come quello per imitare il vento o
quelli usati nella settimana santa
per provocare scricchiolii di vario tipo quando, nelle parrocchie
cattoliche, non si suonavano le
campane.
Naturalmente non mancano
i giochi imitativi della ^erra: ecco, quindi, giocattoli riproducenti armi: archi, fiondo con varian
l’aggressione incontrollata e perversa i terreni ad uso agricolo,
soprattutto quelli ad alta fertilità ». L’Assessore all’Agricoltura,
Bruno Ferraris, nella stessa occasione sottolineava « il ritardo
storico della cultura urbanistica,
la quale non ha saputo opporsi
agli sperperi, alle sottrazioni, alle compromissioni del suolo imposte dalla speculazione privata ». Anche la Coldiretti del Pie
monte ha promosso convegni
contro « le continue rapine del
suolo agricolo » riaffermando il
ruolo primario e centrale della
agricoltura come settore portante deU’economia. Il Consigliere
regionale Bertorello ha anche
ammonito il 26 gennaio a Torino di prestare attenzione a certi
piani che nascondono, dietro la
facciata, enormi interessi, spesso legati a grosse manovre speculative ».
Agli agricoltori rimane quindi
da sperare due cose: che gli organi tecnici tengano conto della
mappa della fertilità dei suoli e
che l’azione dei politici non contraddica le affermazioni che abbiamo sentito.
Roberto Vicino
COMUNITÀ’ MONTANA VAL FELLICE
La DC dimissiona
ti di vario tipo che adattavano
queste « armi » alla foggia grossomodo di un fucile.
Un settore particolare è, poi,
queÌLO che potremmo chiamare
dei veicoli: slittini, carretti, monopattini, anche un rudimentale
triciclo di legno. La ruota serviva per il gioco anche in altre
utilizzazioni, come quella del
cerchio da far correre.
La scultura ricava dal legno
riproduzioni di vari animali, trottole, mentre non mancavano imitazioni anche molto pregevoli di
prodotti artigianali quali sedie,
piccoli attrezzi e, per le bambine, bamboline fatte coi materiali di recupero più diversi.
In tempi pre-crisi energetica,
i motori non andavano tutti a
petrolio. Tra questi giocattoli
troviamo motori a vapore, ad
acqua, a sabbia. Il principio è
sempre lo stesso: una ruota a
palette azionata dalla caduta o
dalla pressione dei materiali testé elencati.
Qualche volta i giocattoli erano
anche fabbricati dagli adulti.
Abbiamo due riproduzioni perfette in miniatura di una cucina e
di una camera da letto, fatte da
un lattoniere di Perosa in tempo di guerra per i giochi della
sua bambina.
Tutto un piccolo mondo che
rivive, dunque: un mondo in cui
il giocattolo, a differenza di oggi,
era normalmente prodotto dal
suo utente, non per fine di lucro,
ma per semplice divertimento.
Era tuttavia un esercizio di ingegno, forse più efficace di molti
« giochi educativi » di oggi.
c. tron
Mercoledì 2 aprile consiglio
della C.M. Val Pellice con un nutrito o.d.g. fra cui l’approvazione del bilancio 1980 e la delega
del consiglio alla giunta anche in
periodi di ordinaria amministrazione a varare provvedimenti
concernenti l’attuazione della riforma sanitaria. Il consiglio si
apre con l’approvazione del conto consuntivo 1979 e già in questa prima fase si fanno sentire le
puntualizzazioni da parte del
gruppo di minoranza facente capo alla D.C. Si passa poi all’illustrazione del progetto di bilancio
per il 1980 che pareggia sulla cifra di L. 1.521.232.600 contro gli
882.498.500 del 1979. Per il personale addetto all’amministrazione
ed ai servizi è prevista una spesa
di oltre 289 milioni. 11 programma dei servizi sociali assorbe
una somma pari a L. 442.684.000
comprensive della spesa per il
personale occorrente alla sua attuazione. Il programma per le
opere e gli interventi nei settori
dell’ agricoltura, della tutela e
abilità del territorio vede iscritta a bilancio una somma di oltre
500 milioni mentre gli interventi
nel settore della cultura-tempo
libero, sport e turismo in base
ad un dettagliato programma
prevedono una spesa di 40 milioni. Si apre quindi la discussione
sul progetto di bilancio e dopo
alcuni interventi chiede la parola
il sindaco di Luserna S. Giovanni Benito Martina il quale lamenta come questo bilancio sia frutto unicamente del lavoro della
giunta e non abbia visto un momento partecipativo maggiore
anche delle forze politiche di minoranza poiché la commissione
programmazione si era riunita
solamente due giorni prima ed
aveva dovuto solamente prendere atto del progetto di bilancio
proposto dalla giunta.
Nella sua replica il presidente
arch. Longo giustificava questo
ritardo nella convocazione della
commissione programmazione
nel fatto che le norme governative per l’imnostazione dei bilanci degli enti locali erano state
emanate in ritardo e quindi la
giunta era appena riuscita a discutere e ad annrovare la bozza
di bilancio pochi giorni prima, il
bilancio era comunque stato impostato in modo da tener conto
delle indicazioni del Diano di sviluppo 1978-1982 redatto con il
concorso di tutte le forze politiche e sociali della Valle. I vari interventi previsti in bilancio
favorivano s'a i comuni dell’alta
valle ct'e della bassa valle e quindi anche quei comuni che non
erano rappresentati in giunta. A
questo punto il sig. Chiapperò
consigliere D.C. di Bricherasio
voleva sapere in che cosa era stato favorito il suo comune. Rispondendo l’arch. Longo nuntualizzava che l’attuale maggioranza
della Comunità non aveva mai
fatto del clientelismo e che aveva portato avanti con determinazione gli obiettivi individuati
nel piano di sviluppo: ad esempio nel settore dei servizi sociali
aveva voluto l’apertura dei centri d’incontro anche là dove aveva incontrato maggiori resistenze, in quanto questi erano definiti da certi settori dei covi di sinistra poiché permettevano alla
gente di incontrarsi e di discutere dei loro problemi. Ribadiva
inoltre che la giunta credeva nel
la programmazione e nella sua
pratica attuazione a differenza di
altre forze politiche che nella
programmazione credevano solo
a parole ma nella pratica erano
lungi dall’attuarla. Quest’ultima
frase provocava una dura reazione da parte del gruppo D.C. il
quale chiedeva la sospensione
della seduta. Dopo circa mezz’ora
il gruppo D.C. annunciava il suo
abbandono dall’aula e preannunciava le dimissioni di tutto il
gruppo.
Allontanatisi i quattro consiglieri D.C. il consiglio non avrebbe più avuto il numero legale se
nel frattempo non fossero giunti
due consiglieri di maggioranza
rintracciati per telefono cosicché
il consiglio poteva proseguire i
suoi lavori approvando a larga
maggioranza il bilancio e delegando la giunta ad attuare quei
provvedimenti necessari ad espletare la riforma sanitaria essendo la C.M. l’ente gestore delrU.L.S. 43 alla quale a giugno
spetteranno nuove competenze,
in materia sanitaria quale l’inquadramento e la convenzione
con il personale medico operante nel territorio. Sono pure stati
nominati i membri per le commissioni giudicatrici dei bandi di
concorso per l’assunzione del
personale previsto in pianta organica e non ancora in ruolo.
Mario Sibille
oggi e domani
in questa rubrica pubblichiamo gli avvisi inerenti ad iniziative di carattere
economico, culturale e civile che ci pervengono in tipografia entro le ore 9
di ogni lunedì (tei. 0121/91334].
FRALI — Incontro tra Giunta Comunale e popolazione. La giunta comunale organizza una serie di incontri colla
popolazione per valutare il lavoro svolto
in questi ultimi cinque anni e per raccogliere suggerimenti su quanto anco'ra
da fare prima delle prossime elezioni.
Ecco il calendario:
Sabato 12 aprile ore 20: all'albergo di
Rodoretto incontro con gli abitanti di
Rodoretto, Gianna e Crosetto;
Domenica 13 aprile ore 20: alla scuola
di Villa, incontro con gli abitanti di
Villa e della Gardiola;
Lunedì 14 aprile alle ore 20: alla scuola, incontro con gli abitanti di Giordano e Pomìeri;
Giovedì 17 aprile ore 17.30: alla scuola
incontro con gli abitanti di Pomeifré;
Giovedì 17 aprile ore 20: alla scuola
incontro con gli abitanti di Orgere;
Venerdì 18 aprile ore 20". alla scuola
incontro con gli abitanti di Malzat;
Domenica 20 aprile ore 20: al Municipio incontro con gli abitanti di Ghigo,
Indìritti, Cugno.
TORRE PELLICE — La Comunità Montana Val Pellice nel quadro del programma,di corsi di formazione per operatori socio-sanitari organizza presso il
salone comunale di Viale Rimembranza
quattro lezioni:
L'unità locale dei servizi e la riforma
sanitaria - relazione del dott. Giuseppe Oberto (10 aprile ore 21):
Ospedale e territorio - relazione del
prof. Giorgio Bert (17 aprile'ore 21;
La salute neM'ambiente di lavoro relazione di Mario Sandretto (23 oprile ore 21);
La donna e il lavoro - relazione del
dott. Ivetta Furhmann (30 aprile ore
21).
PERRERO — La Comunità Montana
Valli Chisone e Germanasca, nel quadro del programma di educazione sanitaria organizza a Ferrerò un incontrodibattito sul problema dell’alcoolismo
per giovedì 17 aprile alle ore 20.30 nella Palestra delle Scuole.
7
11 aprile 1980
CRONACA DELLE VALLI
VITA E PROSPETTIVE DEGLI ISTITUTI ALLE VALLI - 4
Asilo di San Germano; il difficile
compito dell'assistenza agli anziani
Nella nostra società e
quindi anche nelle nostre
comunità, l’anziano appartiene alla categoria dell’emarginato. Di lui si parla
tanto, con pietà e con
amore, senza mai fare un
passo reale per andargli
incontro. Lasciamo al vecchio i pochi attimi completamente liberi che abbiamo, in nome della carità fraterna, investendoci
più di pietà che non di
« amore alla pari ». Difficilmente pensiamo al vecchio come « persona ».
Quando diciamo « vecchio » è automatico pensare a « solitudine », ad arteriosclerosi, a mani che tremano, a pianti e ricordi.
Per « persona » si intende invece la dinamicità, il
non essere solo, la salute,
chi produce perché lavora
e guadagna. Dimentichiamo che ogni essere umano
è persona proprio perché
è, esiste: non si può dunque trattare l’anziano, come il bambino, categoria
a parte dell’essere.
La Casa di Riposo di
S. Germano ospita anziani provenienti da varie località, non solamente delle Valli, con alle spalle
realtà molto differenti.
C’è l’anziano che, ancora attivo, ha scelto volontariamente l’asilo perché
non ce la faceva a superare i disagi dell’invemo o
della borgata isolata; c’è
chi, rifiutato dalla famiglia, è costretto ad adattarsi ad una vita comunitaria, non riuscendo però
spesso a fare amicizia con
gli altri ospiti. Ci sono poi
molti anziani invalidi, arteriosclerotici, con menomazioni di vario tipo, con disturbi circolatori.
La Casa di Riposo di
S. Germano quindi, vive
problemi che non si discostano da quelli degli altri
istituti analoghi, valdesi e
non.
Nello svolgere la nostra
intervista abbiamo domandato se, rispetto allo scopo
originario, l’Istituto ha subito variazioni.
La risposta generale è
stata negativa, anche se
oggi, ospitando molte persone invalide, l’Istituto ha
assunto forse maggiormente una fisionomia di tipo
ospedaliero. Per questo
motivo alcuni intervistati
auspicano la istituzione di
una assistenza specialistica.
Anziano negli istituti significa spesso solitudine e
complesso di inutilità, anche qui i ricoverati vivono per lo più soli: « finalmente si ricordano di noi »,
« venite più spesso, sono
sola », « lei sì che riceve visite, io mai nessuno». (Si
creano così, anche rivalità
su chi riceve visite e chi
no, su chi è più solo).
Ci sono figli o nipoti che
non sanno nemmeno come
si trovano i loro parenti
ricoverati, perché da mesi
non scrivono o non li vanno a trovare: il vecchio è
abbandonato lì e lasciato
senza speranza.
Molti ricoverati non hanno alcuna attività da svolgere. Abbiamo chiesto per
quale motivo ciò avviene
e perché sia così difficile
«responsabilizzare», «coinvolgere» .l’anziano in qualche attività. Le risposte si
possono sintetizzare con la
seguente: « Ho lavorato
tanto, adesso voglio riposarmi ».
Per gli handicappati fisici c’è il problema di riuscire a trovare il modo per
far fare loro qualcosa; altri
si lasciano trascinare dall’atteggiamento rinunciatario della maggioranza.
Certo non è per tutti co
sì: c’è chi dà una mano in
cucina, chi lavora ai ferri,
o cuce, chi va a prendere
la posta, chi aiuta in giardino, partecipando in modo attivo alla vita della
casa.
Altre attività riescono a
coinvolgere nuove persone
sporadicamente: la preparazione del bazar (con i lavori degli ospiti), le visite
dell’Unione Femminile di
S. Germano e di altre Comunità, le giornate presso
altre Comunità, le ore in
cui sono visitati dall’assistente sociale o dalla fisioterapista (che viene due
volte alla settimana).
Il personale e gli ospiti
gradirebbero poter disporre di un pullmino per
escursioni, gite in altre località delle Valli.
Sia ij personale che la
direzione si sono trovati
in questi anni a far fronte
a nuove situazioni, sempre
più difficili e più impegnative: l’aumentato numero
di invalidi, le esigenze di
carattere infermieristico,
di salute e di psicologia
dell’anziano, di dietetica,
hanno creato problemi
nuovi a cui è difficile dare
una risposta concreta. La
direttrice stessa lamenta
carenza di personale e di
personale specializzato.
Dalle interviste raccolte,
proprio per i motivi citati, è emersa l’esigenza di
corsi professionali di qualificazione. Infatti ora il
personale deve sopperire
con buon senso e propria
iniziativa alla carenza di
manodopera, di strumenti, di tecnica. Il lavoro diventa quindi talvolta pesante e non sempre soddisfacente. « Con turni più
regolari e con il personale
meglio distribuito si potrebbe fare di più »; « si
dovrebbe arrivare ad una
disponibilità di almeno 20
addetti »; « ci vorrebbero
almeno 23-24 addetti », sono le reazioni generali. Bisogna precisare che il personale attuale è di 17 addetti ^iù due anziani che
collaborano. Forse anche
a causa di questa situazione i rapporti interni non
sono particolarmente chiari e sereni. Nel complesso
ci è sembrato di rilevare
una insoddisfazione di fondo che aleggia nell’insieme
del personale in servizio
ed ex dipendente. Si lamentano mancanze di contatto con la CIOV, le 10
ore annuali per assemblea
non vengono sfruttate (-1
ora nel ’79 e 1 ora nell’SO).
Risulta anche carente il
dialogo aH'interno; come
in ogni forma di vita comunitaria è facile che si
creino tensioni o incomprensioni.
D’altro canto l’aumento
del personale oltre ad essere una possibile soluzione chiarificatrice per questi problemi, faciliterebbe
il lavoro stesso, e, soprattutto nelle ore in cui i malati vengono portati nelle
camere, (verso le 19), permetterebbe ad alcuni ospi
ti di prolungare la loro serata. Questo potrebbe essere possibile, anche se in
realtà è pure emersa la
riluttanza di questi ultimi
a rimanere alzati dopo cena; vogliono andare a letto per alzarsi presto la
mattina. L’atteggiamento
degli ospiti si dimostra ancora una volta apatico,
senza spirito « vitale ».
Per questi ed altri problemi dalle interviste è
emersa l’esigenza e la disponibilità del personale
ad avere contatti con la
CIQV e con lavoratori di
altri Istituti.
Nonostante che all’interno dell’Istituto attualmente sia quasi impossibile fare molto altro, dati i mezzi e le condizioni di lavoro, l’anziano si sente solo,
ha perso la voglia di fare.
Le linee per smuovere
questo stato di cose dobbiamo perciò cercarle anche al di fuori dell’Istituto: nelle nostre comunità e
nelle nostre amministrazioni (CIQV).
Alle prime rinnoviamo la
proposta portata in Conferenza Distrettuale a Pinerolo nel 1979, di creare
gruppi di volontariato organicamente organizzati e
stabili che seguano la vita
degli anziani negli istituti
e fuori, alla CIQV di valutare la possibilità di potenziare l’assistenza e istituire corsi di preparazione e qualificazione del personale.
Le origini deii’istituto
Nasce nel 1894 grazie
all’opera del pastore
Carlo Alberto Tron. Colpito dall’abbandono in
cui viveva un gran numero di vecchi, e convinto che la chiesa non
dovesse abbandonare i
propri membri anziani
« di cui l’età e le vicissitudini della vita hanno stremato e distrutto
le forze e i mezzi », convocò gli altri pastori
delle Valli per esporre
il suo progetto riguardo ad un intervento verso queste persone, con
una casa di riposo.
Non essendo i colleghi concordi, fu messo
in minoranza. Comunque, incoraggiato da un
iniziale dono finanziario
da parte di un amico,
cercò altre offerte, altri
amici, offrì pure del suo,
finché riuscì ad erigere
il primo padiglione.
« Fu uomo di fede e
la sua fede compì il miracolo ».
L’asilo oggi accoglie
uomini e donne che, nel
passato, venivano ospitati gratuitamente. Mentre un tempo venivaiiò
accolti uomini dai 70 e
donne dai 65, oggi il limite d’età è cambiato:
è più flessibile, vi sono
persone di differenti età,
anche se provalgono
quelle più anziane.
Gli ospiti erano evangelici di qualsiasi denominazione, di qualunque
parte d’Italia; ora l’Asilo raccoglie 75/80 membri, uomini e donne, di
diverse religioni e provenienze. Le direttrici
succedutesi sono state
prevalentemente diaconesse. Attualmente l’Istitiito è diretto dalla
sig.ra Michelin-Salomon.
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VAL GERMANASCA
Prali: un canone extra
e^er vedere la TV
È trascorso ormai un
anno da quando la RAI-TV,
in occasione del lancio
della terza rete, e anche
in seguito a varie campagne di stampa dei giornali
locali, decideva di occuparsi della ricezione dei programmi televisivi nelle zone montane, che, come tutti sanno, sono le più svantaggiate.
Fino ad oggi, nelle nostre valli è stato possibile
ricevere i programmi delle reti nazionali e di alcune
emittenti private soltanto
grazie all’impianto di ripetitori, messi su da gruppi
di privati o da proprietari
di negozi interessati a vendere apparecchi.
In vai Germanasca la zona di Prali è servita da due
ripetitori sistemati uno all’Alpet e uno a Fontane,
in punti molto elevati e
quindi esposti al vento, alla neve e ai temporali.
Le spese di manutenzione sono molto forti e il comitato di gestionè ha chie
sto per il 1980 un contributo agli utenti fissato in
5.000 lire per i residenti e
in 3.000 per chi adopera il
televisore solo saltuariamente. Molti hanno versato la quota, ma non tutti
e il comitato si è trovato
davanti alla prospettiva di
un deficit in continuo aumento. Sono soprattutto in
ritardo nel pagamento gli
inquilini di alcuni condominii che, abituati alla città, ritengono forse questo
contributo del tutto ingiustificato.
La situazione migliorerà
certamente quando i piccoli consorzi di utenti riceveranno i contributi tramite le Comunità Montane,
ma per il momento le sole
entrate a disposizione sono le quote benevole degli
utenti; senza di queste si
corre il rischio di dover interrompere un servizio che
risulta comunque gradito
sia alla gente del luogo che
ai villeggianti.
L.V.
a cura di
Franco Fomerone
Giancarlo e Anna
Bounous
Simonetta Colucci
Perosa: incontro sulle
malattie psicosomatiche
Venerdì 28 marzo presso
la Biblioteca di Perosa si
è svolto un interessante dibattito sulle malattie psicosomatiche, voluto dalla
Consulta Femminile locale: « tecnici » dell’incontro
il dottor Paolo Baschera e
lo psicologo Diego Micari.
Sono emerse molte cose:
la nostra società, hanno ribadito entrambi i medici,
è essenzialmente malata di
disamore, non c’è più tenerezza né comprensione
tra gli esseri umani e i
più sensibili restano schiacciati da questo ingranaggio. Sono sempre più numerosi coloro che lamentano insonnia, cefalea, gastrite e risultano fisicamente sanissimi: crearsi
un malessere e pubblicizzarlo è il loro modo di gridare « ci sono anch’io! Voglio essere lodato, accarezzato, considerato! »; nel
nostro mondo frettoloso si
dedica sempre minor tempo al dialogo, al gioco, alla gioia di un incontro sessuale, siamo tesi a produrre e questo ci porta alla nevrosi. I depressi, gli
ansiosi, gli esauriti non sono « fissati » da isolare ma
creature che si aggrapperanno all’alcool e agli psicofarmaci se non saranno
capiti: un neurologo e uno
psicologo possono molto
ma una famiglia comprensiva e un partner affettuoso e attento ottengono senz’altro di più . L’amore, ha
ripetuto a più riprese il
dott. Micari, non può venir sostituito da nessun
farmaco e da nessuna psicoterapia. All’incontro erano presenti pochissimi uomini: la nevrosi non li colpisce? Al contrario, ne sono spesso vittime ma si
vergognano di confessarlo,
temono di essere classificati come « matti » e scaricano spesso le loro insoddisfazioni tra le mura domestiche bistrattando mogli e figli; speriamo che le
loro compagne riescano
presto a trascinarli al Consultorio o a serate tipo
queste. L’argomento era
troppo vasto per venir
esaurito in poche ore, ma
adesso che il discorso è
iniziato ci auguriamo tutti
che si ampli; trovarsi insieme ad analizzare certi
argomenti finora tabù aiuta a sdrammatizzare le
proprie situazioni personali e ad acquistare fiducia
negli altri, lo prova il fatto che i medici non sono
stati visti come « esperti »,
ma come amici e parecchi
hanno rivolto loro domande di vario tipo.
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8
CRONACA DELLE VALLI
Il aprile 1980
____COMMISSIONE ISTITUTI OSPITALIERI VALDESI
Ospedali alle Valli:
a che punto siamo?
Nella dinamica degli eventi (pubblicazione della
proposta Socio-Sanitaria
da parte della Regione, 12
marzo 1980) e negli echi a
livello di popolazione locale, circa la non inclusione
degli Ospedali di Torre Pellice e di Pomaretto ai fini
della erogazione dell’assistenza ospedaliera, sono da
registrare alcuni fatti che
riteniamo utile siano portati a conoscenza dei lettori. In Val Chisone è in atto una iniziativa popolare
"per una petizione al Presidente della Comunità Montana, affinché siano prese
misure atte al riconoscimento del servizio dell’Ospedale di Pomaretto.
I giornali locali « Eco
del Chisone » e « Cronache
del Pinerolese » hanno dato
notizia di quanto sopra, riferendo, il primo, interviste sul tema, ed il secondo,
proposte non solo per il
ANGROGNA
Bilancio
senza deficit
Pareggia, sulla cifra di
373 milioni, il bilancio di
previsione per il 1980 approvato in questi giorni
dal Consiglio Comunale.
Nonostante l’inflazione e
la mancanza di adeguati
contributi da parte dello
stato, questo piccolo comune di montagna è riuscito ancora una volta nel
"miracolo” di realizzare un
bilancio che non andasse
in deficit. Ma è anche vero — ed è stato rilevato da
parecchi consiglieri — che
il Comune di Angrogna si
ritroverà nell’impossibilità
di svolgere altro che ordinaria amministrazione, in
quanto le entrate permetteranno di fatto la sola copertura delle spese correnti (personale - stabili assistenza), paralizzando
qualsiasi attività qualificante nel settore dei servizi (strade - sicurezza sociale - edilizia popolare).
Sono comunque da segnalare i 100 milioni ottenuti dalla Regione per la
costruzione della fognatura nella zona Baussan-Giovo; i 20 milioni per l’acquisto di un secondo bus per
autolinea da adibire sul
percorso Bruere - Porte
d’Angrogna; i 2 milioni di
contributo alla locale Cooperativa Agricola per la ristrutturazione del mulino
di Chiot dl’Aiga; i 3 milioni, anche questi frutto di
un contributo regionale,
per la realizzazione di un
programma di attività culturali che prevede, fra le
altre cose, l’istituzione di
un Centro di Documentazione sulla Cultura contadina.
Tra le altre delibere approvate, quella concernente l’indennità di presenza
per i consiglieri comunali.
La legge prevede un « gettone » di 10.000 lire per
ciascuna seduta: con votazione unanime la diaria
è stata riconfermata a 100
lire (che non verranno ritirate).
Con questa decisione i
consiglieri comunali angrognini hanno voluto ribadire la necessità che il servizio reso nell’interesse della comunità venga riconosciuto anche economicamente, Se non altro con
un rimborso-spese; ma al
tempo stesso hanno rifiutato di far pesare su un
bilancio, di per sé già così
limitato, una spesa che potrà essere meglio impiegata nell’interesse di tutti.
J.L.S.
mantenimento ma per il
consolidamento dell’Ospedale che, in base alle ipotesi del piano regionale, ha
le possibilità di essere riconosciuto con l’applicazione di « deroghe » previste
dal Piano stesso.
Il Presidente della Comunità Montana, Dr. Maccari, in un suo intervento
(Eco del Chisone del 20.3),
ha ripreso il tema, in base
a quanto si è fatto in cornimi intenti, rilevando che
l’Ospedale di Pomaretto
deve diventare un centro
motore di riferimento della
politica sanitaria, anche
nella Riforma. Il 26 marzo
nella sede della Comunità
Val Chisone e Germanasca
ha avuto luogo xm lungo
incontro con la Giunta (al
completo) e con la Commissione degli Istituti Ospitalieri Valdesi. Al di là
di ogni conclusione pratica, (si è auspicato un grup_ po di lavoro), 1 lavori si
sono svolti in xm contesto
di alta disponibilità reciproca e di intenti comxmi:
né poteva essere diversamente nel contesto della
già sperimentata e fattiva
collaborazione tra i due
Enti, È stato presentato,
da parte della CIOV, xm
documento-proposta, sintetizzante l’operato dell’Ospedale in questi ultimi sette
anni, nel quale dopo una
esposizione, delle linee fondamentali che hanno ispirato la Riforma Sanitaria
e il Plano Regionale, si individuano le linee operative
che possono, anche in base
alla tesi sostenuta da «Cronache del Pinerolese», far
reinserire l’Ospedale di Pomàretto nel Piano Regionale. Tale documento è stato proposto al personale
dell’Ospedale come tesi di
studio.
In Val PelUce, sin dal
gennaio c.a.,' la CIOV ha
presentato al Presidente
della Comunità Montana
un documento sulle prospettive dell’Ospedale di
Torre Pellice di natura prevalentemente- tecnica e statistica, al fine di xma corretta valutazione sugli apporti che l’Ospedale di Torre Pellice reca alla popolazione valligiana nel séttore della medicina interna.
Si è in attesa di un ulteriore incontro nel quale
queste proposte verranno
esaminate anche alla luce
delle disponibilità dell’Ordine Mauriziano al fine di
valutare le eventuali integrazioni di attività sanitaria, in un piano organico
non disperdente di energie
e teoricamente valido.
Sul fronte della stampa
locale il giornale « Il popolo pinerolese » riferendo la
posizione della Democrazia
Cristiana di Lusema auspica che nella sede dell’Ospedale di Luserna, oltre al potenziamento del « repartino ». venga instaurato un
servizio di pronto soccor
Villar Perosa: Agnelli
non sarà più sindaco
Il presidente della FIAT,
avvocato Gianni Agnelli, da
35 anni sindaco di Villar
Perosa ha annunciato nel
corso dell’ultimo consiglio
comunale che non intende
più presentarsi alle prossime elezioni.
Motivo: i suoi impegni
nel campo industriale che
gli impediscono un contatto con gli abitanti del paese e la conseguente difficoltà di far bene il sindaco.
Così, dopo 85 anni gli
Agnelli non ricopriranno
più la carica di sindaco
del paese: infatti il nonno
di Gianni, il senatore Giovanni, era stato sindaco e
podestà per 50 anni.
so con possibilità di interventi di piccola chirurgia
e un poliambulatorio. In
questo articolo, mentre si
prende atto della classificazione dell’Ospedale di Torre Pellice, si auspica un
intervento della Comunità
Montana per risolvere questi problemi oggi ancora
aperti.
Come ultimissima notizia: il 28 marzo l’Assessore della Saiiità, Ezio Enrietti, ha richiesto — via
telegrafica — una documentazione sxill’operato
dell’Ospedale di Torre Pellice: ciò sarà fatto con la
completezza del caso.
Molte cose quindi si
stanno muovendo: per conto nostro desideriamo uscire al più presto da questa
situazione di incertezza.
Ci preme quindi conoscere
quale, sarà il futuro di questi Ospedali, già così inseriti nella realtà locale.
Abbiamo un radicato desiderio di essere ancora un
valido aiuto alle popolazioni valligiane, valdesi e non,
e crediamo che il personale tutto degli Ospedali abbia dimostrato in questi
difficili anni di ricostruzione e di servizio, la sua vitalità e la sua dedizione,
non sottraendosi ad alcun
compito, anche gravoso, e
la riconoscenza di quanti
sono passati per la nostra
struttura assistenziale ne
è buona testimone. Ci auguriamo pertanto che la
proposta, teorica, socio-sanitaria della Regione, trovi
un’applicazione più aderente alla realtà, ed alle realtà locali, ed in questo senso stiamo operando col sostegno che tutta la popolazione interessata vorrà e
potrà darci.
La C.I.O.V.
Insieme oggi per
costruire il domani
FERRERÒ - 25 MAGGIO 1980
Il secondo testo che proponiamo alle comunità in preparazione della Pentecoste è il seguente:
EFESINI 2: 110
« Dio ci ha creati costruendoci in Gesù Cristo in vista delle buone opere
che Dio ha preparato affinché noi passeggiamo in esse».
Questo passo ci presenta il nuovo
popolo di Dio, creato da Dio e situato
in Gesù Cristo, nel suo cammino tipico.
La forza del testo sta precisamente
nel verbo che di proposito abbiamo
lasciato nel suo senso più tipico e più
vicino all’originale greco: essere dei
peripatetici nelle opere di Dio.
Al versetto 2 l'autore dell'epistola
presenta un altro modo di passeggiare:
« un tempo passeggiavate nei vostri
peccati ». L’idea evocata da quelle che
con singolare operazione maschilista
sono oggi chiamate « passeggiatrici » è
perfettamente adeguata al senso del
versetto. Un tempo, dice l'apostolo, passeggiavate tutti con estrema disinvoltura nei vostri peccati, uomini e donne.
NOTIZIE DALLE COMMISSIONI
Dio ha, però, operato un’inversione a
U nel vostro cammino, in una strada
a doppia striscia continua, in una situazione in cui non si vedeva via di uscita.
Dio vi ha situati in un’area totalmente
diversa da quella di prima: l’area di
Gesù Cristo. In quest’area, in cui siete
situati per grazia, diventate dei passeggiatori di nuovo tipo. Uomini e donne,
un tempo peripatetici del peccato, camminate con la stessa disinvoltura, con
la stessa cura, con la stessa perseveranza, con la stessa capacità organizzativa, ora, nel cammino delle buone
opere. Salvati per grazia, si diventa
testimoni attraverso le opere: esse servono a « mostrare nella età future
l’immensa ricchezza della grazia di
Cristo » (v. 7).
La scorsa settimana si è svolta una riunione operativa dei coordinatori delle varie commissioni. Sono stati individuati alcuni gruppi di lavoro necessari
per la preparazione ed il buon svolgimento della festa. Le autorità militari hanno fatto pervenire l’autorizzazione all’utilizzo delle strutture e degli spazi alle
Caserme di Ferrerò. Il vice-moderatore Past. Alberto Taccia, sarà presente in
mezzo a noi e presiederà il culto del mattino.
Gruppi di lavoro:
1) - Preparazione locali ed attrezzature.
2) - Suono ed elettricità.
3) - Parcheggio.
4) - Informazioni ed accoglienza.
5) - Pranzo, buffet, cassa.
6) - Intrattenimento bambini.
7) - Pulitura ambienti.
Ogni commissione si è incaricata di reperire le persone necessarie a coprire le varie necessità.
ATTENZIONE : Prossima riunione dei membri delle commissioni, aperta a
tutti: mercoledì 16 aprile a Frali, presso la sala delle attività.
La commissione coordinamento
DIBATTITI
Scuola Latina: ancora
priorità ai Valdesi
Ho letto sull’ultimo numero dell’Eco delle Valli il
comunicato del Comitato
del Collegio riguardante le
iscrizioni alla Scuola Latina che suona così: « Le
iscrizioni avranno luogo
dal 9 al 12 aprile per gli
alunni appartenenti alle
comunità valdesi delle Valli Chisone e Germanasca.In caso di numero eccedente, si procederà al sorteggio fra tutti i pre-iscritti ». Confesso di trovarmi
in estremo imbarazzo di
fronte ad un simile comunicato. Mi trovo ad essere
la rappresentante dei genitori della classe 5‘ di Poniaretto, composta di alunni valdesi (13) e cattolici
(4). Ho seguito con attenzione le vicende della Conferenza Distrettuale che
sul problema iscrizioni aveva preso una posizione precisa indicando come "clienti prioritari" della scuola tutti gli alunni di Pomaretto, poi in ordine i vaidesi della comunità di Pomaretto (Perosa e Inverso) e poi gli altri valdesi
della valle. Questo è quanto avevo capito. La logica
conseguenza era quindi
quella di assicurare a tutti
i genitori della classe 5‘
che il Comitato avrebbe se
güito l’indicazione della
Conferenza. Questo non è
avvenuto. E allora io mi
chiedo: perché? Che 30sa
ha impedito al Comitato di
prendere sul serio le indicazioni della Conferenza?
Che cosa lo ha spinto su
una strada che rischia di
condurlo all’isolamento? Il
Comitato è di nomina sinodale e come tale risponde al Sinodo; il quale Sinodo non ha ritenuto di dover emettere un atto che
sancisse ufficialmente la
posizione presa dalla Conferenza. È per questo motivo che il Comitato, essendo di nomina sinodale,
si ritiene libero da limitazioni della conferenza? Ma
allora dobbiamo impostare
qui un discorso sulla libertà, intesa in modo protestante. Mi rifaccio nuovamente ad una relazione
dello stesso Comitato, alla
Conferenza Distrettuale del
1978 in cui si dice: « ...il
problema di conciliare la
libertà con la responsabilità, che appare tipicamente evangelico, è tenuto sempre presente, e il risultato
è quasi sempre soddisfacente ». Mi rallegro molto
di questi risultati, riferiti
per ixiciso al corpo insegnante e non al Comitato;
e mi chiedo se lo stesso
principio non è applicabile
anche a tutta la vicenda
delle iscrizioni ed al grosso probleina che viene sollevato, della nostra testimonianza verso i cattolici.
Nella nostra chiesa ciascuna comunità, ciascun gruppo, ciascun comitato è libero di fare quello che vuole a patto che questa sua
libertà non leda la libertà
altrui ed a patto di accettare il « controllo » dei fratelli sul suo operato. Ma a
quanto pare, o io o il Comitato abbiamo frainteso
qualche cosa a questo proposito.
Ma se è vero che tutto è
lecito, ma non tutto è utile, resta da valutare l’utilità di una simile decisione.
Il Comitato afferma che la
scuola è in vista della testimonianza, che è una
scuola valdese e che tale
deve rimanere. Questo significa che per il solo fatto di ospitare dei ragazzi
valdesi rende testimonianza? A chi? Ai ragazzi vaidesi o a tutti gli alunni in
generale? Ai genitori vaidesi od anche ai genitori
cattolici o misti? E ancora:
chi rende questa testimonianza: le mura della scuola, gli insegnanti, il Comitato, la comunità di Pomaretto, le comunità delle valli? La mia impressione è
che, come spesso avviene,
si deleghi la testimonianza
a chi opera nella scuola. E
allora sorge il problema:
i professori della Scuola
Latina sono tutti convinti
assertori di questo tipo di
impostazione?
Il Comitato afferma che
la qualità dell’insegnamento impartito alla Scuola
Latina è di molto superiore
a quello della scuola pubblica. Di questo si potrebbe
forse anche discutere un
momento, ma non è questo che conta adesso. Se
il livello è qualitativamente
migliore, non potrebbe essere una buona testimo
nianza non solo a parole,
ma un servizio reso ai fratelli cattolici il permettere
loro di usufruire di qualche cosa di migliore?
Per parte mia, io ritengo
che varrebbe la pena di impegnare le nostre energie
per esportare la qualità
dell’insegnamento, che mi
si dice, viene impartito alla Scuola Latina, nella
scuola pubblica, affinché
coloro che non hanno avuto la ventura di nascere
valdesi possano usufruirne.
In questi anni noi dovremo scegliere: o essere nella posizione di difendere a
tutti i costi le nostre cose,
le nostre scuole, la nostra
valdesia o mettere al primo posto qualcosa che non
è identificabile con la tradizione e la difesa di realizzazioni passate. Andiamo a rileggere che cosa ha
significato per i valdesi
medievali essere ' tali in
quei tempi. Significava, al
contrario del fare delle cose esclusivEimente per se
stessi, diluirsi nel mondo,
portare la testimonianza
non alla loro chiesa, ma al
Cristo ed a lui solo, in mezzo a gente che valdese non
era. Ora, è chiaro, i tempi sono cambiati e dobbiamo inventarci dei modi efficaci di testimonianza per
il nostro tempo. Temo
che ignorare le posizioni
di altri fratelli riuniti in
assemblea, cercare a tutti i
costi di salvare la nostra
tradizione, presentare noi
stessi come i migliori, quelli che compiono ogni cosa
nel modo migliore, non
produca testimonianza ma
sia una posizione settaria
e di chiusura che rischierà
di portare frutti di retorica e di salvaguardia dei
propri privilegi. È questo
che vogliamo?
Carla Longo
9
11 aprile 1980
CRONACA DELLE VALLI
AGAPE
BOBBIO PELLICE
Ospitalità ai giovani
Dalla metà di febbraio Agape
riceve gruppi di tipo molto diverso. Citiamo i più interessanti:
una trentina di giovani del Collège Cévenol, di Chambon sur Lignon (Francia), che da ormai alcuni anni passano il periodo delle loro vacanze a Frali, approfittandone per conoscere alcuni
aspetti delle Valli Valdesi; 50 ragazzi e ragazze organizzati da
Jeunesse pour Christ, un gruppo
interdenominazionale con sede a
Valence, sempre in Francia, con
un programma molto serrato di
formazione — e con il quale si è
molto discusso; una trentina di
giovani catecumeni della chiesa
riformata di Grenoble, che hanno svolto una settimana di preparazione in vista della loro richiesta di diventare membri di
chiesa; una novantina di ragazzi
e ragazze della scuola media
Alessandro Manzoni di Milano,
che hanno preso contatto con i
problemi della montagna, visitando villaggi dei dintorni e discutendo con giovani e vecchi
della valle; circa 40 giovani organizzati dallTMCA di Roma, che
hanno trascorso una settimana
di sport in mezzo alla neve; una
ottantina di studenti dell’istituto
professionale Sommeiller di Torino, con tre giorni di intenso lavoro e discussione sulla situazione attuale; una quarantina di
giovani della scuola media di
Druento, con un programma di
ricerca sul mondo valdese; circa
settanta ragazzi della scuola me
Unione
Femminile
dia di Abbadia (con le due sezioni di Abbadia e di San Secondo)
che hanno fatto un notevole lavoro di ricerca partendo da una
serie di visite al museo di Frali
e della Val Germanasca. Il programma di visite continuerà fino
alla metà del mese di maggio,
con gruppi che provengono da
Italia, Svizzera, Germania e Austria.
Un nuovo quaderno
Nella serie dei Quaderni di Agape, dopo i fascicoli su « Leggere
l’Evangelo oggi », « Rapporto del
campo Africa 74 » e « Critica
marxista della religione », è stato pubblicato recentemente un
nuovo libro di Franco Barbero
su « l’eucarestia nella vita del
cristiano ». Con questo quaderno
Agape inaugura una serie di numeri, che non avrà pubblicazione
periodica, dove sarà data la parola a coloro che, avendo difficoltà a trovare modi di esprimersi,
ce lo chiederanno. Queste pubblicazioni si inseriranno normalmente nella serie dei Quaderni
di Agape, pur non essendo il risultato di incontri organizzati dal
centro stesso, perché la riflessione sulle possibilità di dar parola
a chi non l’ha è da sempre un
aspetto della riflessione di Agape.
Il fascicolo, di 68 pagine, costa
1.500 lire.
Eugenio Rivoir
Mario A. Rollier
Mario A. Rollier è stato recentemente ricordato a Torre
Fellice ed è parso chiaro a tutti,
quel giorno, nell’ antica chiesa
dei Coppieri, che egli sarebbe
stato ancora al centro di molti
altri incontri per il sacrificio e
l’impegno dato in tutte le attività
di questi anni.
È stato fatto presente come
l’appartenenza aUe Valli abbia
avuto un ruolo importante nella
formazione culturale di M. A.
Rollier, e ne abbia indirizzato
l’impegno nel campo religioso,
politico e sociale degli anni seguenti.
Una prima riflessione è stata
posta da un suo allievo che nel
1940 rimase colpito dalla grande
vitalità e dall’energia che Rollier
immetteva in ogni sua attività e
che annullava completamente la
differenza di venti anni che intercorreva tra allievo e professore.
Oggi una risposta viene naturale, la fede nella vita, negli uomini, e gli ideali nati in lui ancora prima della Resistenza che lo
vide protagonista di primo piano, gli davano questa forza e
aprirono la strada alla grande testimonianza da lui data nei campi sopra indicati oltre a quello
chimico nel quale divenne un
esperto.
Inoltre come seconda ipotesi si
TORRE PELLICE
• Domenica 13 (ore 10) avrà
luogo l’Assemblea di Chiesa per
l’elezione dei deputati alla Conferenza distrettuale e al Sinodo.
È stato esposto un cartello su
cui i membri di Chiesa potranno proporre le candidature: in
questo modo i candidati potranno essere interpellati preventivamente e dare il consenso alla loro eventuale elezione.
• I catecumeni confermati si
incontreranno nella giornata di
domenica con i loro coetanei
del circuito in una giornata comunitaria che avrà luogo a San
Giovanni.
• Di comune accordo con la
comunità cattolica di Torre sono state programmate due conferenze dibattito su temi di interesse particolare nella situazione odierna. La prima si terrà
domenica 20 aprile (ore 15,30)
nella sala unionista. Padre Laconi e Alfredo Sonelli introdurranno il tema: Maria nella chiesa.
• Si sono uniti in matrimonio
il 29 marzo Pontet Edy Maria e
Concas Ponziano. Agli sposi gli
auguri della Comunità.
può presumere usando parole di
Einstein che una forza potesse
essere quella derivatagli dalla
corazza che protegge gli uomini
di cultura dai mali del mondo e
dalle sconfitte che segnano il
cammino di ognuno di noi nell’arco della vita.
Una strada chiara che Rollier
ci indica è quella che è possibile
come credente e come politico
perseguire una linea coerente attenendosi però a dei principi di
fermezza, di giustizia e di costanza portati fino al sacrificio
personale ove fosse necessario.
Roberto Malan ricordava come nel 1938-1940 nei primi incontri con Rollier vide in lui quella
grande volontà di saperne sempre di più su tutti i grandi temi
della vita e di come lui stesso ne
abbia tratto giovamento in seguito.
Anche oggi a tanti anni di distanza questo messaggio rimane
attuale, in questi anni di crisi
delle istituzioni e di ideali la
maggior preparazione e conoscenza dei problemi rimane l’unica strada perseguibile e che lasci qualche speranza per il futuro.
Concludendo, è auspicabile che
altre occasioni ci permettano di
parlare di M.A. Rollier, in modo
che anche a noi che non l’abbiamo conosciuto di persona, sia
concesso di trarre profitto dall’esempio di impegno e di responsabilità dimostrata in tutti
questi anni dallo scomparso.
Sergio Benecchio
LUSERNA
SAN GIOVANNI
Il Gruppo-Teatro Giovani della nostra comunità in collaborazione con il gruppo di Torre
Penice, sabato sera 12 c. m. alle
ore 21, presenterà sulle scene della Sala Albarin una recita
dal titolo : « State calmi. Non è
successo niente », centrata sull’attuale e discusso problema
dell’energia nucleare.
• Il culto con riflessione comunitaria di domenica 13 c. m.
sarà condotto dai giovani della
FGEI.
Dopo il pranzo al sacco, avrà
luogo un incontro dei confermati del Circuito al quale parteciperanno i gruppi giovanili che
carieranno sulle loro attività ed
in modo particolare sul loro inserimento nelle comunità.
Alle ore 17.30 la Corale tedesca Hessische Kantorei di Prancoforte terrà un concerto nel
tempio, al quale tutti sono cordialmente invitati.
Intensa attività per il gruppo
dell’Unione Femminile. Domenica 23 marzo, incontro con le sorelle della Chiesa di Villar Penice, per ascoltare insieme il racconto avvincente delle esperienze sudamericane di Katharina
Rostagno. Ma non si tratta solo
di avventure di viaggio, si tratta
della vita e dei problemi di fratelli e sorelle nella fede. E questo vuol dire partecipazione intensa e interesse non solo intellettuale! Grazie a Katharina che
ci ha ricordato che la chiesa valdese non è solo italiana!
La domenica successiva, domenica delle Palme, seguendo una
tradizione ormai ben collaudata, i catecumeni neo-ammessi in
chiesa con le loro mamme sono
stati ospiti dell’Unione Femminile. Momento simpatico del pomeriggio, per sottolineare la
gioia di nuove forze che si aggiungono alle vecchie talvolta
stanche, ma anche riflessione sulla grazia di Dio che rimane fedele nonostante le nostre infedeltà.
E grosso impegno di preparazione ora in vista del Bazar che
avrà luogo il 13 aprile. Volete
comprare dei dolci fatti in casa,
delle calze di vera lana vergine
Alata e « tricottata » a mano?
non mancate all’appimtamento.
• Ci felicitiamo col diacono
della nostra chiesa (e naturalmente con sua moglie!) per l’arrivo di Marta, la loro primogenita.
• Identiche felicitazioni per
l'arrivo del secondogenito in casa
di Marco e Alice Galdi.
• Ricordiamo Tassemblea di
chiesa il 13 aprile alle ore 10.30
per la elezione dei deputati alla
Conferenza Distrettuale e al Sinodo. Il Concistoro darà inoltre
informazioni sulle risposte dei
pastori interpellati per la designazione del nuovo titolare.
SAN GERMANO
• La comunità è stata nuovamente colpita dal lutto con il
decesso improvviso del Sindaco
Oscar Bouchard e la dipartenza
di Evelina Giaiero Sappè.
Rinnoviamo a tutti coloro che
sono stati così colpiti l’espressione della nostra sincera simpatia cristiana.
ANGROGNA
Con una dichiarazione di fede
distribuita ai numerosi presenti
al culto di Pasqua gli otto catecumeni del IV anno, che lunedì
31 U.S. si erano incontrati nel corso di un àgapie con i membri del
Concistoro, hanno partecipato
alla S. Cena. La breve dichiarazione che conclude affermando:
« quello che abbiamo scritto non
risolve certo tutti i nostri problemi, è solo l’inizio di una ricerca che possiamo fare insieme
sulla base dì Cristo Gesù » è stata letta nei culti pasquali di S.
Lorenzo e Pradeltorno.
• Pubblico soprattutto giovane
quello che ha seguito sabato 29
u.s. la rappresentazione di « Stovane ». Gente di Angrogna ce
n’era poca ma la Sala era comunque piena. Ugual successo ha avuto il « Cafè chantant » di martedì 8.
Queste iniziative teatrali, nell’insieme accolte favorevolmente
non solo da noi ma anche in
altre località delle Valli, sono
state organizzate, a livello locale, da Mauro Pons, assessore allo spettacolo della Comunità
Montana Val Pellice.
• Domenica 13, a partire dalle
14.30, si svolgerà in Sala la tradizionale « Festa dell’Anziano » organizzata dall’Unione Femminile.
• Si sono svolti, martedì 1°
aprile, ì funerali di Emilio Benedetto mancato presso l’Ospedale
Mauriziano all’età di 87 anni. Ai
Agli di Emilio, che molti di noi
ricordano come il custode del
Tempio del Ciabas per molti anni, e a tutti i parenti esprimiamo
la nostra cristiana simpatia.
• Concistoro, sabato 12, alle
ore 20,30.
1° Distretto
Incontro
pastorale
Il prossimo incontro pastorale avrà luogo lunedì
14 aprile presso la Casa
Unionista di Torre Pellice
alle ore 9.15.
Mattino ;
Riflessione biblica (Dino
Gardiol).
Schede di catechismo: Lavoro - Famiglia - Società.
Pranzo: ore 12 a Villa
Olanda.
Pomeriggio:
ore 13.30: Situazione economica nel pinerolese (introducono Giorgio Gardiol e Giorgio Tourn).
Questioni organizzative.
VILLAR PEROSA
Nel corso del culto della Domenica delle Palme sono stati
ammessi nella piena comunione
della Chiesa con pubblica dichiarazione della loro fede in
Gesù Cristo : Balmas Renzo,
Bounous Luciano, Costantino
Bruno, Giustetto Elide che ha
ricevuto il battesimo, Peyrot
Claudia, Viglielmo Nadia. A questi giovani si è unita Dawes Stella che, dopo aver seguito l’istruzione biblica in Inghilterra, ha
chiesto di entrare a far parte
della Chiesa d’origine della madre. Mentre pensiamo a questi
nuovi membri comunicanti che
a Pasqua hanno partecipato per
la prima volta alla Santa Cena,
chiediamo al Si^ore di guidarli con il Suo Spirito nel cammino della vita e di renderli fedeli
testimoni dell’Evangelo.
Nel pomeriggio i confermati
ed i loro familiari si sono ritrovati nella sala del convitto, dove
l’Unione Femminile aveva organizzato un incontro fraterno durante il quale il pastore emerito
Lamy Coisson e la Signora ci
hanno dato un’interessante conversazione sul viaggio in Israele, effettuato lo scorso anno, illustrata da numerose magnifiche diapositive. Ai Signori Coisson vada ancora la nostra gratitudine per la loro apprezzata
collaborazione. Un grazie anche
ai Trombettieri per il loro sempre prezioso apporto al culto
della Domenica delle Palme. La
Scuola Domenicale, sia pure
molto ridotta di numero, ha
portato il suo contributo sia al
culto della Domenica delle Palme che a quello di Pasqua.
• L’Assemblea di Chiesa del
23 marzo u. s. ha nominato deputati alla Conferenza Distrettuale i fratelli: Barus Livio e
Ghigo Ettore, supplenti i fratelli: Long Alberto e Ribet Giacomo. Il deputato al Sinodo verrà eletto nella prossima Assemblea di Chiesa che si terrà, D.v.,
domenica 27 c. m.
• Venerdì 4 c. m. abbiamo accompagnato all’ultimo riposo
Bouchard Arturo (Chenevières)
di anni 48, che ci ha lasciato in
modo repentino colpito da malore sul lavoro in fabbrica. Alla
moglie, al Aglio, all’anziana madre, alla sorella ed a tutti i familiari così duramente provati,
rinnoviamo tutta la nostra simpatia nella certezza della risurrezione in Gesù Cristo.
• Sabato sera 19 c. m. alle
ore 20,30: riunione del Concistoro.
SAN SECONDO
• «Se Cristo non è risuscitato la vostra fede è im’illusione ».
La Chiesa di Cristo cammina
verso la croce e sotto la croce.
Non ci illudiamo di essere già
al di là della morte e della resurrezione, in una situazione già
simile a quella del Regno di Dio.
Ma proprio nella nostra debolezza e miseria, proprio nella
vita sotto la croce, la resurrezione di Gesù ci mostra che
questa via non è una illusione o
un’utopia e che anche nella nostra debolezza vale la pena di
combattere per Cristo perché la
sua vittoria è già ottenuta. Queste certezze sono state proclamate durante la predicazione di
Pasqua in un tempio mai visto
così pieno, anche per la presenza di molti fratelli ed amici di
altre comunità italiane e straniere.
• Il Concistoro si è riunito durante la settimana per mettere
a punto la risposta al « Primo
documento... » e per flssare la
prossima assemblea di Chiesa
per domenica 27 aprile. Verrà
presentata la relazione del Concistoro e si voteranno i nostri
deputati alla Conferenza Distrettuale (Prali, 17-18 maggio) ed al
Sinodo.
Hanno collaborato a questo
numero: Bruno Bellion, Giovanni Conte, Franco Davite,
Dino Gardiol Giuseppe Paolucci, Teofilo Pons, Alfredo
Sonelli, Giovanni Scuderi,
Bruno Rostagno, Giorgio
Tourn.
AVVISI ECONOMICI
VENDESI vigneto - località Ramie di
Pomaretto. mq 590. Rivolgersi telef.
81273 - Pomaretto.
CERCASI persona per curare giardino e orto in Torre Pellice. Telefonare ore pasti 011/658267.
Per esigenze di fatturazione chi invia
un annuncio (economico, mortuario,
ecc.) è pregato di indicare il n. di codice fiscale personale, della chiesa,
dell'azienda, a cui la fattura va intestata.
RINGRAZIAMENTO
I familiari della compianta
Evelina Giaiero ved. Sappé
neU’impossibUità di farlo singolarmente ringraziano tutti coloro che in qualsiasi modo hanno preso parte al loro
dolore.
« A Te, o Eterno, io levo Vanima mia, Dio mio, in Te mi confido » (Salmo 25).
S. Germano Chisone, 22 marzo 1980
PERRERO
Una vera folla di amici e conoscenti ha preso parte al dolore dei familiari di Enrico Massel,
assistendo al servizio funebre
che ha avuto luogo a Ferrerò il
4 aprile.
’Tutta la comunità di PerreroManiglia ha sentito vivamente la
perdita di un membro di chiesa
attivo e impegnato come il nostro fratello, che aveva anche
svolto per vari anni un apprezzato servizio di anziano. A tutti
vogliamo ricordare che la nostra speranza non si fonda su
parole umane, ma sulla promessa della vita eterna in Gesù Cristo.
COM. MONTANA VAL PELLICE
SERVIZIO
GUARDIA MEDICA
notturna - prefestiva - festiva
— dal sabato ore 14 al lunedi
ore 8.
— dalle ore 14 della vigilia del
giorno festivo infrasettimanale
alle ore 8 del giorno successivo presso rOSPEDALE MAURIZIANO - Luserna San Giovanni - TEL. 90884
-— nella notte dei giorni feriali,
dalle ore 20 alle ore 8 (escluso sabato, domenica e vigilia
dei festivi ) presso l'OSPEDALE VALDESE - Torre Pellice TEL. 932433.
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festivo e notturno
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Domenica 13 aprile
FARMACIA MUSTON
(Dr. Manassero)
Via della Repubblica. 25 ■ 91.328
Luserna S. Giovanni
Domenica 13 aprile
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A Torre Pellice: martedì chiusa la
farmacia Muston, giovedì chiusa
la farmacia Internazionale.
A Luserna S. Giovanni : mercoledì
chiusa la farmacia Preti, giovedì
chiusa la farmacia Vasario.
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Torre Pellice : Tel. 91.365 - 91.300
Luserna S. G. Tel. 90.884 - 90.205
10
10
11 aprila; 1980
I GIORNI DIFFICILI DEL PAESE DEL VESCOVO OSCAR ROMERO
La polveriera di El Salvador
La donna nella Chiesa
•• •
e nella società
749 persone assassinate nel
1979, migliaia e migliaia di feriti, ogm giorno attentati, provocazioni, violenze e, ultimamente,
il selvaggio assassinio di monsignor Oscar Romero, arcivescovo
di San Salvador, mentre celebrava la messa: questa la risposta
dell’estrema destra a chi aveva
preso, con coerenza e con coraggio, la difesa del popolo salvadoregno sottoposto da decenni ad
una repressione atroce. Eppure
monsignor Romero non era un
« estremista », anzi era noto per
le sue posizioni moderate. Ma,
dall’agosto ’79, dopo l’assassinio
di fronte all’altare di uno dei
suoi sacerdoti (il sesto in due
anni), non aveva esitato a schierarsi decisamente dalla parte dei
poveri, a favore della giustizia
sociale ed economica, contro la
violenza arrogante dei ricchi.
Negli ultimi tempi monsignor
Romero aveva denunciato più
volte « l’oligarchia di estrema destra che è la causa di tutti i nostri guai e che non vuole cedere
nulla dei propri privilegi».
Questa oligarchia agraria, formata da una cinquantina di famiglie, (2% della popolazione)
possiede il 64% delle terre! Questo in un paese più piccolo delia
Sicilia in cui vivono più di 200
abitanti al km\ El Salvador, infatti, è il paese più piccolo e più
popolato di tutta l’America Centrale. Se si pensa che più del
60% degli abitanti vivono nelle
campagne, ci sì rende conto dell’enorme ingiustizia sulla quale
sono basati i rapporti economici
e sociali, fi l’ingiustizia tipica di
tutte le « repubbliche delle banane » dell’America Centrale: così
era nel Nicaragua di Somoza prima della vittoria del Fronte Sandinista, così è nel Guatemala e
toria sandinista: fino alla vigilia
aveva continuato a sostenere Somoza e solo in extremis aveva
appoggiato il Fronte Sandinista
pim di mantenere il Nicaragua
nella sua zona d’influenza. Per
non ripetere l’errore, il 15 ottobre scorso, gli USA avevano favorito la sostituzione del generale Carlos Humberto Romero,
presidente della Repubblica salvadoregna dal febbraio ’77, uno
dei tanti dittatori militari della
storia latino-americana. Al suo
posto, per tentare di « democratizzare » il paese, si era insediata una giunta composta dai colonnelli Majano e Gutierrez e da
tre civili. Piena di buoni propositi, la nuova giunta aveva subito promesso riforme democratiche: dissoluzione del movimento
di estrema destra ORDEN, allontanamento dei militari « duri »,
riforma agraria, nazionalizzazione delle banche. Alcune banche
(non straniere) sono state nazionalizzate, c’è stato un timido tentativo di riforma agraria, ma
l’oligarchia, appoggiata dall’esercito, era lì per impedire ad ogni
costo le riforme. In questa situazione, il 3 gennaio scorso, due
Superficie: 21.041 km^
Popolazione: 4.260.000 abitanti
Densità: 203 abitanti,Tcm^
Capitale: San Salvador * '
Risorse: Caffè (ff” produttore mondiale), iuta, canna da zuc- chero, granoturco.
Prodotto Nazionale per abitante: circa 600.000 lire.
neiraonduras, i due paesi confinanti a Nord del Salvador. Non
è un mistero per nessuno che dietro all’oligarchia stanno le multinazionali nord-americane, in particolare la famigerata United
Fniit Company, presente in ogni
paese deH’America Latina e che,
specie in America Centrale, rappresenta di fatto il vero governo
di questi paesi, organizzando
golpi e contro-golpi a seconda
dei suoi interessi.
Nel Salvador, l’oligarchia si è
fin dall’inizio assicurata l’appoggio dell’esercito stabilendo stretti rapporti con generali e colonnelli. Così, da 50 anni, l’esercito
è padrone incontrastato del paese, al servizio dei latifondisti,
per conto degli Stati Uniti. Già
nel 1932 infatti, il generale Martinez aveva scagliato l’esercito
contro i contadini injrivolta considerati « comunisti », massacrandone 30.000! Da allora la repressione è all’ordine del giorno,
in una logica di violenza che calpesta sistematicamente ogni elementare diritto dell’uomo.
L’azione degli USA
Ma la situazione in El Salvador ha cominciato a precipitare
all’indomani della rivoluzione
sandinista in Nicaragua, nel luglio scorso. Era nella logica delle cose infatti che se un popolo
era riuscito a sbarazzarsi di un
dittatore sanguinario quale Somoza che per oltre 40 anni aveva
sfruttato il paese, uomini e cose, come se fosse stato sua proprietà privata, l’esempio nicaraguense sarebbe stato contagioso
per le altre « caccie riservate»
degli Stati Uniti in America Centrale: El Salvador, Guatemala,
Honduras, Costa Rica, Panama.
L’esemplare rivoluzione del popolo nicaraguense rimetteva radicalmente in questione tutta la
strategia geo-politica ed economica degli Stati Uniti nei confronti dell’America Centrale, strategia basata sull’assoluta dipendenza politico-economica di questi paesi. Già allora il governo
di Washington aveva capito troppo tardi l’inevitabilità della vit
civili della giunta si dimettevano
denunciando il ruolo delle forze
armate che « continuano a fare
scorrere il^ sangue del popolo ».
Alcuni giorni dopo si dimetteva
anche il terzo membro civile
della giunta ma, questa volta,
« per non ostacolare le forze armate ».
A questo punto interveniva la
Democrazia Cristiana, finora all’opposizione, proponendo due
candidati per sostituire i dimissionari. Scelta rischiosa, probabilmente sollecitata dall’esterno
per salvare la faccia « democratica » della giunta ma che non
ha avuto altro effetto che allontanare dalla D.C. quei ceti medi
che ancora le facevano fiducia,
mentre la parte popolare della
D.C. è rimasta all’opposizione.
L’estrema destra, annidata nei
posti chiave dell’esercito ha
continuato, indisturbata, le sue
provocazioni anti-popolari ed i
suoi massacri quotidiani: l’ultimo è quello della domenica delle Palme durante i funerali di
monsignor Romero (40 morti,
più di 200 feriti). La D.C. ha cercato di coprire, di smentire, di
negare l’evidenza, e così facendo si è defiifitivamente discreditata, rivelando la sua vera natura o per lo meno la sua impotenza di fronte all’arroganza dell’oligarchia politico-militare.
Ora, la D.C. era l’ultima carta
democratico-legale in mano agli
USA per tentare di scongiurare
l’avanzata delle forze popolari.
Questa carta è stata bruciata
in poco tempo, favorendo quel
processo di unificazione dei vari
movimenti di opposizione che
finora erano stati divisi su gli
obiettivi e le tattiche.
Transizione o golpe?
Recentemente, a San José di
Costa Rica, si sono riunite tutte
le forze d’opposizione salvadoregne (Coordinadora revolucionaria de masas e Foro nacional) e
di altri paesi latino-americani, e
i partiti social-democratici. Presente il segretario dell’Internazionale socialista. È stato approvato un programma di aiuti economici e politici e formulata una
«condanna all’imperialismo Usa»
(Cfr. Com/Nuovi Tempi n. 12 del
30 marzo). Già all’indomani della
vittoria sandinista in Nicaragua
la social-democrazia europea aveva chiaramente manifestato la
sua solidarietà al nuovo regime:
Mario Soarez si era recato personalmente a Managua e la Repubblica Federale Tedesca aveva
mandato grossi aiuti economici.
Questo interesse dimostra che
ormai le questioni riguardanti
l’America Centrale non sono più
affari privati degli Stati Uniti,
ma vanno inquadrate nel sistema
politico, economico e ideologico
complessivo del mondo occidentale. In questo quadro, le dittature militari che da mezzo secolo
schiacciano la maggior parte dei
paesi latino-americani non convengono più: occorre favorire la
transizione verso governi rappresentativi democraticamente eletti. Questa sembra essere la
tendenza — sperimentata, per es.
a San Domingo — del Dipartimento di Stato americano e dello stesso presidente Carter, ma
non quella del Pentagono e della maggioranza del Congresso
americano dove i « falchi », rinfocolati dall’intervento sovietico
in Afghanistan, premono per un
intervento diretto nel Salvador.
Le notizie degli ultimi giorni —
specie dopo il nuovo massacro
della domenica delle Palme —
sembrano confermare l’imminenza di un golpe di estrema destra,
appoggiato dal Pentagono. Secondo « La Repubblica » del 2 aprile, sarebbero già state installate
in territorio salvadoregno quattro basi militari, con personale
statunitense, elicotteri, carri armati e autoblindo, e corpi speciali addestrati in Guatemala e in
Honduras sarebbero pronti ad
intervenire nell’operazione.
Dopo il fallimento totale della
giunta civile-militare e in presenza di una situazione ormai esplosiva sull’orlo della guerra civile,
sembra che la vecchia tentazione del golpe possa avere di nuovo il sopravvento sulla politica
dei « diritti umani » cara a Carter. Ma, in quest’eventualità, il
prezzo da pagare alle masse insorte sarebbe pesantissimo, e né
il Nicaragua né gli altri paesi democratici quali il Costa Rica, il
Messico, il Venezuela, assisterebbero impassibili ad una nuova,
tremenda, carneficina di un intero popolo.
Jean-Jacques Peyronel
(segue da pag. 5)
stringendo spesso a lunghi tragitti su qualche mezzo di trasporto.
E’ anche questo un elemento
che incide sulla difiBcoltà che incontriamo nel tentativo di aggregare nuove sorelle. E’ un fatto, poi, che spesso le più giovani hanno un lavoro che le tiene
lontane da casa e non permette
loro di dedicare molto altro tempo per attività esterne.
Questo problema pensiamo affligga anche molti altri gruppi;
noi siamo comunque convinte di
doverlo affrontare presto e seriamente, cercando altre vie ed
altri modi di collegamento, pena il rischio, non tanto ipotetico,
di vedere un giorno la nostra
attività femminile assottigliarsi
e perdere di significato.
Confessiamo di avere talvolta
qualche difficoltà a seguire i programmi segnalati dal nostro Segretariato o dalla F.D.E.I.
L’attualità dei temi proposti è
certamente un pregio, d’altra
parte la loro specificità richiede
un tipo di preparazione e di dimestichezza con alcune tematiche che, in qualche caso, ci pone in un certo imbarazzo.
Tuttavia questo non compor
ta un nostro rifiuto; sia pure con
qualche difficoltà l’esame di questi studi è portato avanti e non
mancheremo di farlo anche in
vista del prossimo congresso.
Il nostro gruppo, in quanto tale, è impegnato nel lavoro di
Amnesty International: è pertanto coinvolto nei problemi sollevati da quell’organismo e, talvolta è chiamato ad appoggiare la
raccolta di firme per casi particolari. Tutte le nostre sorelle,
inoltre, sono pienamente inserite
nella vita della comunità e si
adoperano, in modo particolare,
per l’assistenza agli anziani ed
agli ammalati.
Già in passato abbiamo avuto
frequenti contatti con i gruppi
femminili delle altre chiese romane ed è questa una possibilità che vorremmo sviluppare di
più in avvenire. Nel mese di gennaio, ad esempio, ci siamo incontrate con le sorelle valdesi e con
TUCDG-YWCA per ascoltare una
releizione sul congresso mondiale di quest’ultimo organismo, tenutosi ad Atene nel settembre
scorso. Il collegamento con gli
altri gruppi femminili (tanto a
livello nazionale che locale) è infatti per noi una esigenza importante, per non chiuderci in
noi stesse ma anzi ampliare l’orizzonte della nostra attività.
Palermo
A contatto con gli ammalati dell’Ospedale
Psichiatrico: una realtà che mozza il fiato
Dal momento in cui ci siamo
rese conto che non era più possibile rimanere nel chiuso o all’ombra del campanile, ci siamo
interrogate sul compito che potevamo darci in rapporto ai tanti problemi sociali.
Un numero sparuto di persone
dopo accese discussioni e con
una buona dose di coraggio decide di operare all’intemo di una
struttura che malvolentieri apre
i cancelli, l’ospedale psichiatrico.
Siamo nel 1976. Attraverso amicizie ci è possibile venire a contatto con una realtà che mozza il
fiato e che ci fa toccare quasi
« fisicamente » una serie di meccanismi che annientano soggetti
di pensiero e di vita.
Non è possibile avere con la
dottoressa e con il personale un
colloquio chiaro e aperto. Ci vien
detto senza mezzi termini di
« portare » soltanto un po’ di luce. di 'gioia e di intrattenere i
malati un pomeriggio alla settimana.
Prendere o lasciare. Abbiamo
fatto buon viso a questa minima
concessione, che era indubbiamente poco per noi, che avevamo ingenuamente tracciato un
bel programma a breve e a lunga scadenza.
Gli ammalati ci accoglievano
con gioia e si interessavano al
canto, alla musica, ai disegni, al
collage e ai giochi con serenità
e impegno.
Ci eravamo divise i compiti e
a seconda della nostra preparazione ci siamo dedicate alle donne, che cercavano il nostro contatto fisico e volevano insistentemente farci vedere i loro « prodotti », quasi a ricompensarci di
quel tempo che dedicavamo a
loro.
In seno al gruppo intanto andavano maturando alcune idee,
favorite non solo dalla riflessione e verifica del nostro lavoro,
ma anche da convegni e lotte intraprese da psichiatria democra
Doni Eco-Luce
DONI DI L. 1.000
Inverso Rinasca:
Long Ernesto, Corsani Paolo, Barai
Albino, Celegato Erica, Ribet Attillo.
Castagna Emma, Chambón Aldo, Genre
Marco, Chambón Leontine, Lageard
Lili — Pinerolo: Daniele Giai Annamaria, Eynard Giuliana e Italo, Rostan
Eva, Kitchen William, Forneron Hilda
Cecile — San Germano Chisone: Baret Alfredo, Avondet Emilio Paolo, Baimas Amalia, Bouchard Elme, Comba
Emilio, Costabel Enrico, Bouchard Enrichetta, Bertalot Giovanni, Peyronel
Adolfo, Long Carlo Alberto, Gilles
Giovanni, Costantino Ernestina, Valente Elvira, Tron Anna, Bertalmio Alberto, Bertalot Alberto, Beux Mario, Beux
Enrico, Rostan Dante — Prarostino:
Parisa Paolo, Cardon Mirella, Robert
Enrico, Robert Ernesto, Paschetto Erica, Forneron Jolanda, Paschetto Claudio — Torre Pellice: Rivoir llda. Calzi Leone, Longo Selma, Michelin Salo
mon Giovanni Daniele, Geymonat Angela, Chauvie Isabella, Gnone Marco,
Gamba Aldina, Peyronel Jean-Jacques,
Pellegrini Umberto, Simond Ernesto —
Porte: Avondet Irene, Comba Arnaldo,
Martinat Emilio, Long Alfredo, Avondet Eugenio, Comba Doriana — Luserna S. Giovanni: Rivoira Eli, Cairus
Luigi, Gaydou Fausta, Bertalot Benech
Nadia, Roman Silvio, Pons Alberto,
Avico Rosina, Parise Ivo, Pons Emilia,
Revel Paolo, Benecchio Ferruccio, Morel Roland Elvina, Pasquet Anita, Fraterrigo Violette, Depetris Rivoira Rosina, Fam. Gay — Pomaretto: Ribet
Remo, Peyrot Ribet Elena, Pons Amelia,
tica sia a livello regionale che
nazionale.
Il secondo anno, dal reparto
donne siamo passate a quello
uomini, dove operava come medico una nostra sorella di chiesa.
Qui è stato possibile iniziare
con gli ammalati e con l’équipe
medica un discorso diverso: « recupero » deH’ammalato e ricerca
di inserimento nella società. In
un primo momento si era pensato di creare una piccola struttura medica quartierale che si occupasse « a richiesta » degli ammalati dimessi.
Il gruppo nel frattempo si sarebbe preoccupato di favorirne
il reinserimento, in collaborazione con enti e strutture democratiche del quartiere.
A questo punto, per una serie
di cause oggettive (alcune partenze nel gruppo e della dottoressa), il lavoro non ha avuto
uno sbocco positivo.
Questa esperienza, per quanto
limitata e lacunosa, crediamo
che sia servita a far conoscere
dal di dentro un’istituzione emarginante e a porre il problema di
una qualità d’intervento di segno opposto alla valenza assistenziale che molto spesso caratterizza le nostre opere sociali.
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Pasquet, Aurelio Penna, Jean-Jacques Peyronel, Roberto Peyrot, Giuseppe Platone, Ornella Sbaffi, Liliana Viglielmo.
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