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Spett.
BIBLIOTECA VAIDSSE
TORRE PBLLICB
(Torino)
DELLE VALLI VALDESI
Settimanale
della Chiesa f aUese
Anno XCI — Num. 8
Una copia lirai so
ABBONAMENTI
I
Beo: L. 1.300 per rintemo
L. 1.800 per l’eatero
Eco e La Luce: L. 2.000 per l’interno
L. 3.800 per l’eatero
Spediz. abb. postale
Cambio d’indirizzo
■ I Gruppo I TORRE PELLICE — 24 Febbraio 1961
Lira 50 I Ammin. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2*1755?
1900 ANNI FA
Verso la fine di febbraio...
Verso la fine di febbraio dell’anno
61 dell’era cristiana, 1900 anni or sono, un prigioniero in catene, facente
parte di una piccola schiera di condannati provenienti dalla Siria e dalla
Palestina, provincie del grande Impero romano d’allora, entrava in Roma
per essere giudicato direttamente dal
tribunale di Cesare, a cui s’era appellato.
Era un uomo di nessuna apparenza,
quasi vecchio, di salute precaria, ed
ancora indebolito da una vita faticosissima e travagliata, il quale portava
su tutta la persona le tracce palesi
delle sofferenze fisiche subite durante
una lunga ed ardua carriera di missionario in mezzo ai pagani.
Un uomo, malgrado tutto ciò, dallo
spirito indomito e vittorioso; Paolo,
l’apostolo di Cristo.
Forse non è inutile che, per commemorare questa data, noi cristiani
del 1961, ci avviciniamo un istante a
lui, in quella comunione dei santi nella quale crediamo, con alcuni brevi
pensieri.
Paolo fu l’apostolo delle Genti, ed
anche, come diremmo adesso, uno dei
più convinti fautori deU’Eoumenismo
tra i cristiani, di qualsiasi popolo o
razza fossero, da qualsiasi forma di
religiosità provenissero.
Infatti egli s’adoperò tutta la sua
vita instancabilmente per far comprendere l’identità fra popolo eletto e pagani.-una volta che entrambi avevano
dato il loro cuore a Gesù; proclamò
sempre l’unità delle chiese sorte dall’evangelizzazione dei Gentili con le
chiese sorte in seno ai Giudei : « vi è
un corpo imico e un unico Spirito, v’è
un solo Signore, una sola fede, un solo
battesimo, un Dio unico e Padre di
tutti, che è sopra a tutti, fra tutti ed
in tutti » (Ef. 4: 4, 6).
L’Ecumenismo per il quale si batteva l’apostolo era, però, ben lontano
da un’unione formale fatta di sentimentalismo, d’amore del quieto vivere, di compromesso, o di spirito d’adattamento atto soltanto a generare
l’equivoco; poiché tutti questi sono,
in fondo, aspetti di un unico grave
male: l’ignoranza della Parola di Dio.
Al contrario, dunque, l’Ecumenismo
di San Paolo era una forza viva, piena di beninteso amore fier i fratelli,
basato sul vero ed unico fondamento
di Cristo.
Egli ha combattuto, sofferto, pregato, percorso quasi tutte le strade
del mondo allora conosciuto per portare ovunque, insieme e tutt’uno con
l’Evangelo, questo spirito ecumenico.
Non ha certamente mai combattuto
per una unione delle chiese, tutta apparenza ed esteriorità, così com’è caldeggiata da sedicenti cristiani del
giorno d’oggi, assertori, per altro, di
errori d’ogni genere e d’ogni gravità
rispetto all’Evangelo che abbiamo ricevuto dal Signore.
H suo spirito ecumenico è stato, da
un lato, così forte da fargli compiere
sacrifici importanti: come per esempio, il giorno che accettò di adempiere, lui, l’apostolo della libertà in Cristo, a tutte le pratiche e sostenere tutte le spese di un voto fatto da quattro
Giudei, secondo le complesse regole
della ritualiistica mosaica, al fine di
conciliare l’animo dei deboli nella fede; e, dall’altro lato, è stato così vero
e così conforme alla Parola di Dio.
da essere del continuo condizionato
all’esigenza dell’evangelizzazione e
della testimonianza.
Il « guai a me se non evangelizzo »
dell’apostolo Paolo non si è mai atte
Come da molti anni ,U Posi. Boegner ha
iniziato il 17 febbraio la sua serie di predicazioni di quaresima aventi per tema ”Il
paradosso cristiano”: sono trasmesse sul
programma Franca III ogni venerdì aUe
ore 18,15.
nuato, non s’è mai adattato alle circostanze o agli uomini del momento;
non è diventato, neppure per un attimo, nebuloso o vago, per non so quale malintesa carità, che non ha a che
fare con la carità cristiana.
Bensì, per prima cosa, l’Evangelo
di Cristo è stato in ogni momento e
in ogni luogo da lui strenuamente difeso, con tutte le armi valide del guerriero cristiano : « avendo preso la verità a cintura dei fianchi, essendo rivestiti della corazza della giustizia e
calzati i piedi della prontezza che dà
l’Evangelo della pace; prendendo oltre a ciò lo scudo della fede con il
quale spegnere tutti i dardi infuocati
del maligno » (Ef. 6: 14, 16).
Nel quasi bimillenario dell’arrivo a
Roma del grande apostolo delle Gen
ti, «il prigioniero di Cristo», rileggia
mo ad una ad una, in uno spirito d
preghiera, le preziose fwgine che
rimangono della sua vita e dei suoi
scritti nel Nuovo Testamento.
Riconosceremo, allora, quanto noi
cristiani dell’età presente, siamo di
frequente lungi dal vero in tanti nostri atteggiaménti: servitori di Cristo
senza nerbo, senza mordente, ecumenici del sorriso e della stretta di mano, dell’accomodamento facilone e
hon enfant; senza slancio evangelistico, senza reale amore per le anime.
Noi, servitori languenti fra le quattro pareti delle nostre case, o assopiti
al tavolino del nostro studio, senza
più olio nelle nostre lampade!
Edina Ribet
Più iaiio
neirURSS?
Mosca. — La stampa sovietica ha chiesto
che si abbia maggio!« tatto nella propaganda antireligiosa, evitando di usare
espressioni come « incontri di gangster » o
» nidi di vespe » qiiando si parla di riunioni religiose. ‘
La Frauda, quotidiano del comitato centrale del PCUS, ha pare condannato come
« propaganda miope » i testi sulla pretesa
immoralità di una parte del clero, come
sono recentemente apparsi in certe pubblicazioni sovietiche.
In un editoriale sii quattro colonne, anonimo, la Pravdu ricorda i consigli dati recentemente dal primo ministro Kruscev;
« Pur essendo atei, non dobbiamo insultare i sentimenti religiosi dei fedeli ».
« Purtroppo — aggiunge il giornale comunista — certe pubblicazioni non tengono conto di questi consigli ».
A questi commenti la Pravda aggiungeva
che «solo i metodi educativi erano permessi, e che si trattava solo di sapere se
il clero obbediva alle leggi sovietiche » :
bisogna soltanto ricercare lo scopo finale
del partito, che è la liberazione dei cittadini da ogni perniciosa influenza religiosa.
(S.OE.P.I.i
CENTO MARCHI
per un battesimo
Neues Deuis-rhlanl, organo del partito
comunista tedesco ( Berlino-Est)., ha recen‘
temente riportato ii ia polemica sulla ISamensìveihe (« battes-mo » civile) e sulla sua
incompatibilità con \uello cristiano. E* nolo come da tempo ri Repubblica democratica tedesca {seguili! in questo dalVUngheria) abbia cercato sostituire a tutte le
"cerimonie' re.lign se, (battesimo, confermazione, mairunon >,• funerale) corrispondenti e simili cerimonie civili; il poco seguito ottenuto da aieste iniziative e mostralo dal fatto che il:governo della DDR
ha istituito un premi.- jdi cento marchi, (cir.ca 15.0(10 lire) per le famigUe che rinuncino al battesimo cristiano in favore della
lynmensweihe.
Berlino-Est
città vietata
Berlino. —- 11 governo delLt Repubblica democratica tedesca (DDR),
per la seconda volta in poche settimane, ha vietato a Berlino-F.st una riunione ecclesiastica i cui delegati dovevano convenire sia dalla Germania
occidentale che da quella orientale. Mentre in gennaio aveva proibito la
organizzazione del « Kirchentag » a Berlino-Est nel luglio prossimo, un
altro divieto ha colpito il sinodo dell’EKD (Chiesa evangelica in Germania)
che doveva tenersi nei due settori della città dal 12 al 17 febbraio. Per motivare questa misura il governo della DDR precisa in un comunicato che desidera evitare « i conflitti e le complicazioni che risulterebbero immancabilmente dalla presenza di rappre
sentanti della Chiesa militarista ».
Questa decisione non è « una intromissione negli affari interni della
Chiesa » e « non ha nulla a che fare con l’atteggiamento del governo
verso la Chiesa », prosegue il comunicato che rileva ancora come questa misura non sia affatto diretta
contro « conversazioni fra membri
della Chiesa dei due Stati tedeschi ». « Le
autorità della Repubblica demooraliea continueranno ad aistordare ai rappresentanti
della Chiesa nella DDR il diritto di recarsi
a riunioni eoclesiasliche nella Germania
o'ocidentale o in altri paesi » — afferma il
comunicalo ufficiale, ma aggiunge che esse
non possono accordare « a rappresentanti
della politica della NATO la libertà di proseguire a Berlino, capitale della DDR, la
loro politica di eccitazione contro il potere
operaio e contadino e la sua politica di
pace ».
Il cullo d’aiperluaa, nella Marienkirche
di Berlino-Est, si è però potuto tenere regolarmente, mentre le sedute sinodali si
sono poi tenute a Berlino-Ovest; ma anche
al culto inaugurale solo una piccola parte
dei 63 delegati della Germania Occ. ha potuto poi partecipare: alla Porta di Brandenburgo la Volkspolizei ha. tdetato T’iugresso a quanti erano segnati in Una lista
di « persone non gradite »: fra gli esclusi
il doti. J. Render, vesco'vo del Baden, il
doli. G. Jacohi deH'Oldenburg e il doti. J.
Bei'kmann, vescovo renano; è passato invece senza difficoltà il doti. M. Niemoeller,
vescovo dello Hessen.
Un portavoce del governo di Pankow ha
dichiarato che non si è iposto ostacolo alle
cerimonie ma solo impedito l’accesso ad
alcune persone note come ostili alla DDR;
lo stesso Ulbrieht ha dichiarato a un gruppo di teologi recatisi a visitarlo: « IÌ governo della DDR non può collaborare con
le Chiese della Germania occ., che nominando i cappellani militari si sono messe
al servizio della NATO ».
La stampa quotidiana occidentale ha sottolineato l’illegalilà del divieto, che viola
formalmente lo statuto quadripartito di
Berlino, che awordava finora alla città la
unità di evangelizzazione e di decisione, e
che contrasta pure con la reiterata affermazione del governo della DDR di non volersi ingerire nelle questioni della Chiesa. A
noi importa soiprattutto la triste riconferma
del carattere fazioso del governo comuni■sta tedesco, che non è certo in grado di
stigmatizzare la faziosità accidentale se non
a prezzo di una notevole dose di ipocrisia.
Fare dell’EiKD e del Sinodo una quinta
colonna della NATO è una di quelle generalizzazioni demagogiche che, da qualunque parte provengano, contribuiscono validamente ad avvelenare ratmo-sfera. Lo diciamo tanto più liberamente in quanto non
abbiamo mai nascosto, d’altra parte, il nostro giudizio negativo sulla politica occidentale che culmina nella NATO.
Studenti in Teologia visitano le Valli
In occasione della loro venuta le chiese delle Valli anticipano la celebrazione della «Domenica della Facoltà di Teologia»
Elenco dei partecipanti
alla visita alle Valli
Sono già alcuni anni che gli stu
(lenti della Facoltà di Teologia, du
rante alcuni giorni di vacanza dopi
la se.ssione di esami di febbraio, si
recano in visita presso alcune comu
nità che rappresentino un aspetto
caratteristico dell’evangelismo italiano. Infatti due anni fa ci recammo a Napoli ed avemmo una, sia pure limitata, conoscenza della « presenza » idiell’evaiigelismo in quella
città. L’anno scorso ci recammo a
Firenze e la nostra visita si estese
alla Toscana compresa l’isola d’Elba. Quest’anno abbiamo scelto le
Valli, perchè? Perchè dopo aver visto due situazioni in cui la Chiesa
Evangelica è una piccola minoranza, in cui è veramente e visibilmente nella « dispersione », abbiamo
creduto opportuno conoscere anche
una situazione in cui la Chiesa è in
maggioranza, non solo, ma attraverso i secoli ha influito sulla vita e sulla educazione della popolazione. Le
nostre comunità mancano di « tradizione » (un secolo è troppo poco...)
e noi siamo certi che una lunga tradizione dà im temperamento ed un
carattere particolare alla comunità
dei credenti, e questo è quanto noi
Cf aspettiamo di trovare nelle comunità delle Valli.
Un altro scopo della della nostra
visita è quello di farci (xmoscere dalle comunità. Il nostro incontro sarà
aftrettato, data la esiguità di tempo
disponibile, ma noi sappiamo che
quando ci si incontra con spirito
fraterno, il contatto, per quanto bre
ve, sarà sempre fruttuoso. Specialmente quando, come nel nostro caso, l’incontro avviene di fronte alla
Parola del Dio Vivente. A questo
j.Toposito speriamo che sia di gradimento a tutte le comunità di conoscere fin da ora in quali località
andremo a predicare, quali sono i
Venerdì 24 febbraio
ore 13,40: Partenza da Roma Termini,
ore 22^7: Arrivo a Torino P. N.
Sabato 25 febbraio
ore 0,(X>: Partenza da Torino.
ore 1,10; Arrivo a Torre Pellice; pernottamento alla Foresteria,
ore 10,00; Visita agli Istituti di Torre Pellice.
ore 12,30 Pranzo a Torre Pellice,
ore 15,00: Visita a Villar Pellice,
ore 19,30; Cena a Luserna S. Giovanni. Incontro con Comunità e
giovani. Ritorno a Torre Pellice e pernottamento.
Domenica 26 febbraio
Culti; Torino O Oddone (mattina: Ennio del Priore); C<> Vittorio (pom.: E. del Priore).
Torre Pellice (Paolo Sbaffi).
Luserna San Giovanni (H. Martin Barth).
Pinerolo (Marce Ayassot).
San Germano Chisone (Eugenio Pecoraro).
Pomaretto (Archimede Bertolino).
San Secondo (Bruno Bellion).
Viliasecca (Markus Guidon)
Bobbio Pellice (Vezio Incelli).
ViUar Pellice (Geihard DalhofI).
Angrogna cap. (Domenico Cappella).
Prarostino (Franco Giacone).
Massello (Carlos Delmonte).
Pramollo (Giovanni Lento).
Perrero (Peter Walss)
Lunedi 27 febbraio
ore 7,38; Partenza da Torre Pellice per Pinerolo.
ore 8,07 ; Arrivo a Pinerolo : visita a Tempio e Convitto. Pranzo
al Convitto.
ore 14,30: Partenza per Agape ccn pullmann.
- ore 16,00 circa; Arrivo ad Agape. Incontro con Comunità e programma stabilito con la Comunità di Agape.
Martedì 28 febbraio
ore 14,30: Partenza da Agapie. Fermala a Pomaretto e visita.
ore 18,00 circa; Arrivo a Pinerolo.
ore 19,00: Cena a carico dei partecipanti.
ore 20,44; Partenza da Pinerolo.
ore 21,13: Arrivo a Torre Pellice. Pernottamento alla Foresteria.
Mercoledì 1 marzo
ore 7,38 : Partenza da Torre Pellice
ore 9,05: Arrivo a Tarino.
ore 10,00: Visita alla Scuola Teologica «Filadelfia» di Rivoli,
ore 12,30: Partenza da Torino P. N.
ore 23.09 ; Arrivo a Roma
nostri nomi e qual'è la nostra origine.
Abbiamo saputo che tutte le comunità attendono con gioia di incontrar.si con noi. Da parte nostra
desideriamo che, attraverso l’Eco
delle Valli, gli evangelici delle Valli sappiamo che anche noi attendia
mo con gioia di poter essere fra le
montagne che sono state testimoni
di una tanto antica presenza evangelica nel nostro paese e siano sicuri
di poter ricevere molto dal contatto
con altri fratelli in fede.
gli studenti in Teologia
1 - Paolo Sbaffi (IV anno di Teolo|iia,
Metodista)
2 - Marco Ayassot (TV anno di Teologia.
Validesei
3 ■ Domenico Cappella ( UT anno di Teo
logia, Melodista)
4 - Ennio del Priore (III anno di Teolo
gia, Valdese)
5 - Eugenio Pecoraro (III anno di Teo
logia, Valdese)
6 - Bruno Bellion (li anno di Teologia,
Valdese)
7 - Franco Giacone ai anno di Teologia.
Valdese)
8 - Vezio incelli (Il anno di Teologia.
Metodista)
9 - Giovanni Lento (Il anno di Teologia.
Melodista)
10 - Mario Beriilti (1 anno di Teologia,
Valdese)
11 - Domenico Negri (I anno di Teologia.
Metodisla)
12 ' Paolo Gium o ( l anno di Teologia,
Valdese)
13 - Gianna Sciidone ( l anno di Teologia.
V^aldese)
14 - Hans Marlin Barili l ìll anno di Teo
logia, Luterano, Norimberga)
15 - Peter Wal ss (HI armo di Teologia,
Chiesa Riformala Zurigo)
16 - Markus Guidon (III anno di Teolo
gia, Chiesa Riformala Zurigo)
17 - Gerhard Daihoff (111 anno di Teolo
gia, Riformato, Hessen)
18 - Ernst Wilhelm Langewellpott (li an
no di Teologia Chiesa Unita Westfalia)
19 - Carlos Delmonte (Pastore Valdese dal
l’Uruguay)
20 - Hans Enno Korn (Studenle in Paleo
gr.afia. Chiesa Unita Westfalia)
21 - .1. R. Sutter (Studente in Farmacia,
Riformato Zurigo)
Archimede Bertolino (Evangelista della Chiesa Valdese, Colleferro-Ferentino)
Sig.ra Bertolino
Valerio Papini (,Stud. Univ. Roma Metodista).
22
23
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Domenica 26 febbraio tutte le chiese delie’Valli sono invitate a ricordare la Facoltà di Teologia e a dedicarle
le collette.
2
pag. 2
c lii.íío?]d e I
L’ECO DELLE VMU VALDESI
N. 8 — 24 febbraio 1961
Febbiraio
BOBBIO PELUCE
Le celebrazioni del XVII febbraio hanno
avuto inizio la sera della vigilia. Mentre risuonavano nella valle i rinto¡cehi della canii
pana del tempio, si accendevano i fuochi
di gioia alla diga Cromwell, dove parte
della popolazione del centro era convenuta, ed in diverse località sulle alture. Sulla
punta del campanile, due bandiere illuminate garrivano alla brezza notturna mentre
razzi multicolori solcavano il cielo e mortaretti scoppiavano tra la gioia dei fanciulli .
La mattina alle 9,30 si formava il corteo
dei bamltini che, accompagnali dai rispettavi Insegnanti, si recava sino al ponte del
Subiasc donde faceva ritorno tra lo sventolar delle bandiere e le grida inneggianti al
17 febbraio ed alla libertà. Nel tempio,
gremito, il Pastore rivolgeva ad adulti e
bambini il messaggio della Parola di Dio;
la Corale eseguiva lodevolmente gli inni
« Forte Rocca è il nostro Dio » e « La
Cévenole » ; i bambini dal canto loro svolgevano un nutrito programma di imesie,
dialoghi, canti e rondes che interessava
vivamente i presenti. Dopo il canto del
« Giuro di Sibaud » da parte di tutta l’assemblea, avveniva la distribuzione del dono a più di 160 bambini della comunità.
La colletta all’uscita della festa ha fruttato L. 12.485.
Verso le 13 circa ha avuto luogo la tradizionale agape nella sala unionista. Circa
una cinquantina i partecipanti; poolxi i rappresentanti dei quartieri. Le cause di questo assenteismo? Le malattie di stagione?
La splendida giornata che ha invogliato
molti a guadagnar tempo nei lavori agricoli? L’indolenza? Non sta a noi dare la
risposta. Pure, la nostra agape si è svolta
in un’ottima atmosfera fraterna. Ottimo il
pranzo preparato con cura dai sigg. Grand
coadiuvati da Unionisti ed Unioniste per
il servizio. Tra le autorità abbiamo notato
il nostro Sindaco, il brigadiere della Forestale, il brigadiere della Guardia di Finanza. Il parroco. Don Barotto, si scusava
di non poter essere con noi causa una indiisposizione e ci augurava di cuore una
buona giornata. Erano pure presenti fratelli della comunità limitrofa e Bobbiesi
residenti normalmente fuori di Bobbio che
per l’occasione avevano voluto associarsi a
noi. A levar delle mense prendevano la parola il Pastore che ricordava l’episodio del
giuramento del Podio avvenuto 400 anni or
sono e gli avvenimenti che lo seguirono,
il Sindaco che rivolgeva un appello alla
unione ed alla concordia e ricordava il curioso episodio di un militare Valdese che
per essersi allontanato di nascosto dal forte
di Mirabouc, dov’era di guarnigione, per
andar a trovare la sua famiglia, era stato,
secoli or sono, l’Oggetto di un rapporto del
suo superiore ed aveva avuto per punizione
la prigione e trenta nerbate di bue infertegli a regola d’arte! Quel militare portava
lo stesso nome del nostro sindaco!
La sera, una nuova agape riuniva nel
medesimo locale una trentina di convitati
Verso le 21 i giovani del centro, preparati
con cura dai regista sig. Baridon ci davano
una ottima recita: « Quel grand’uomo di
papà » condotta con cura e con impegno ;
là recita non solo era divertente, ma mol
té istruttiva, bO'Uando senza pietà una cer
ta gioventù piena di suss’ego che trova mol
to comodo farsi mantenere dai propri! ge
nitori! La nostra Corale eseguiva lodevol
mente ben 4 inni e cori, vivamente apprez
zati dai convenuti, assai numerosi. La re
cita veniva poi ripetuta la domenica 19
febbraio.
Terminando vogliamo ringraziare vivamente tutti coloro die in vario modo si sono adoperati in vista della buona riuscita
della nostra festa : il gruppo dei giovani
e delle giovani dell’Unione del centro ed
i loro collaboratori e collaboratrici che
■tanno preparato i locali ed assicurato Fottimo servizio al pranzo ed alla cena; i sigg.
Grand che hanno preparato il pranzo e la
cena in modo veramente encomiabile, le
Insegnanti die hanno preparato con cura
i bambini per il loro buon programma, gli
attori e le attrici dell’UGV del centro, la
Corale: in una parola, tutti coloro die
hanno dato il loro tempo e la loro fatica
in questa occasione. Nè vogliamo dimenticare tutti coloro die, con le loro offerte, d
hanno perniesso anche in questa occasione
di dare ai numerosi bambini della nostra
Comunità un pacco ben fornito.
Andie questo 17 febbraio è ormai trascorso; ma voglia il Signore die il Suo
messaggio che in questa occasione ci richiama ad una fedeltà e ad una consacrazione
sempre rinnovate, sempre più intense, non
passi come passa il tempo, ma rimanga inciso nei nostri cuori: il messaggio del nostro Dio che tale rimane perchè ci ama
nella sua grazia e vuol conservarci in vita
e vuole elle viviamo felici al suo cospetto
amando'Lo e servendoLo non solo a parole,
ma con rutto il nostro cuore.
Martedì 21 febbraio hanno avuto luogo
al Courtilet inferiore i funerali del nostro
fratello Catalin Davide fu Davide deceduto in seguito a complicazioni dovute a
trombosi alla età di anni 58 la domenica
19 corr. Alle sorelle, alle nipoti, ai parenti
tutti rinnoviamo Fespressione della nostra
viva e fraterna simpatia cristiana. e. a.
SAN SECONDO
in tutta la valle di Angrogna
La festa del XVII febbraio, ricca di contenuto storico e spirituale è stata ricordata
daUe due Comunità di Angrogna con una
serie di manifestazioni a cui hanno partecipato numerosi intervenuti. Bandiere, canti, sorrisi hanno sottolineato la nota della
letizia: non semplice sagra paesana, ma celebrazione di portata e valore molto superiore ricordata da tutti con senso di gioia
e con dignità. Fin dal’a sera del 16 per
tutta la valle sono brillati numerosi falò
intorno a cui si sono riuniti giovani e non
più giovani mentre gli inni solenni si alternavano alle gioiose o melanconiche canzoni di montagna. La mattina del 17, resa
splendida da un magnifico sole, tutti i
bambini delle Scuole del Capoluogo in corteo accompagnati dalle Insegnanti e dal Pastore si sono recati verso il Vèngie (il confine tra le due Comunità) per incontrare il
corteo di bimbi del Serre. I cortei inalberavano le antiche bandiere delle Scuole:
San Lorenzo, Martel, Jourdan, Pons, Cacci, eoe-, espressione dell’operosità valdese
del secolo scorso nella lotta contro l’incoltura. Il corteo procedente dal Serre era
preceduto dal tamburino (particolarità di
Angrogna) che faceva rullare marzialmente
un antico tamburo militare, reduce, pare,
della fortunosa guerra di Crimea. Tamburo in testa, i due cortei, fusi ormai in uno
solo, si son recati al Tempio <lel Capoluogo che presto è stato gremito di gente proveniente dalle due Comunità. Qui ha avuto
luogo la manifestazione a cui hanno partecipato i bimbi delle Scuole, sotto l’esperta
e sagace guida delle Insegnanti, con poesie vecchie nuove, dialoghi parlati o cantati, rondes, canti di insieme. A metà del
programma il Past. Costabel ha rivolto un
breve e vibrato messaggio che ha riproposto a lutti il significato attuale del XVII
febbraio. Tutta la Comunità in piedi si è
unita ai bimbi per il canto solenne del
« Giuro di Sibaud » e dell’inno del Rimpatrio. La manifestazione si è chiusa con
il dono della tradizionale brio'che ai bimbi.
Il « pranzo del XVII » ha visto una partecipazione meno numeroisa del solito: solo una cinquantina di intervenuti. Si è subito creala una serena atmosfera di letizia
familiare e raccolta, dosata alla giusta misura da numerose e innocue bottiglie di
buon vino. Al levar delle mense, brevi interventi dei due Pastori, del Sindaco Sig.
Monnet, del Vice-Sindaco dott. Carlo Pons
venuto appositamente da Torino e infine
del nostro Segretario Comunale a titolo di
commiato. Egli infatti ci lascia per altra
sede. Lo ricorderemo con simpatia.
Pomeriggio : interessante programma di
diapositive a colori nella Scuola Grande,
stipata molto più del previsto. Il Sig- Bernardini, che ancora ringraziamo molto vivamente, ha aperto davanti a noi brevi
squarci su quel mondo fascinoso, meraviglioso e qualche volta pauroso della fauna africana c delle popolazioni del Congo.
In tutt’altra atmosfera ci ha Iraisportato
il dramma recitato in serata dall’Unione
del Prassiiit Verné: «Matilde di Tannenburg », cinque atti, tratto da un racconto
del Canonico Sclimidt (1788-1854), esaltazione dell’anior figliale spinto ai più grandi sacrifici nel quadro oscuro delle lotte e
delle rivalità di signorotti medioevali. Notevole la recitazione dei protagonisti princ'pali (Renata Roman nelle vesti di Matilde, Elmo Malan, Franco Chauvie, Ilda
Monnet, Yvette Bertiii, Wanda Chiavia,
Willy Berliiij validamente affiamoti da numerosi altri attori più o meno giovani, in
parti secondarie. Il publilico, come al solito molto nunieroso, ha manifestato il suo
apprezzamento con caldi e ben meritati applausi.
Domenica 19 febbraio ha avuto luogo
la celebrazione del XVII a Fra del Torno,
cuore antico delle Valli Valdesi, con recitazioni, canti e dono della brioclie ai bimbi. Cosi i pradeltornesi, fedeli aUe tradizioni del passato, ma ancora più a quelle
del presente, il venerdì 17 febbraio hanno
potuto recarsi, come ogni venerdì al mercato di Torre... che, per l’occasione era
stato sospeso!
La stessa domenica, nei templi del Capoluogo e del Serre hanno avuto luogo i
culti commemorativi, con celebrazione della Santa Cena. In assemblee raccolte e,
ahimè, molto ridotte, il messaggio vivente
della Parola ci ha richiamati aUa fedeltà
e alla responsabilità della Chiesa nel tempo presente. Al Capoluogo la corale ha magistralmente cantato un coro di circostanza.
41 Serre è stata accolta tra i nuovi membri
di Chiesa, mediante Confermazione, la
Signora Frida Monnet in Arnoul.
lì 28 gennaio, nel Tempio del Capoluogo, sono stati uniti in matrimonio la Sig.iia
Yvette lìertin dei Bountoun e il Sig. Oscar
Fttschetto di Prarostino. La sig.na Yvette, figlia del nostro Anziano del quartiere del
Prassuit-Vemé è stata monitrice della Scuola Domenicale del Capoluogo. Ai novelli
sposi vanno gli auguri fervidi di una vita
serena, ricca dei don! e delle benedizioni
del Signore. 11 nuovo focolare si è stabilito alle Porle deUa Val Chisone.
Nella settimana dal ÌOgennaio al 4 febbraio il Past. Taccia ha presieduto le riunioni del Cacci, Odin-Bertot e Pradeltorno
sul territorio della Parrocchia del Serre,
mentre il Past. Costabel ha presieduto il
culto al Capoluogo il 5 febbraio e la riunione ai Pons il 15 febbraio venendo così
a completare quel quadro di scambi pastorali previsto tra le due Comunità.
Il 4 febbraio la Società Sportiva di Angrogna ha recitalo nella Sala del Capoluogo M La gloriosa canaglia », dramma mollo
apprezzato dal numeroso pubblico interve
nulo. Molto applaudita pure la partecipazione di un coro maschile di Torre Pellice.
Il fausto anniversari», del XVII Febbraio
è stato celebrato nel nùpo più lusinghiero,
in un’atmosfera salufif di festa e di gioia,
con fuochi e canti tradizionali cari al ct>ore di ogni valdese.
La rossa luce dei falò, accesi neRa notte
deUa vigilia e disseminati nel buio deUe
pendici boiscJiive che formano im enorme
anfiteatro naturale ad occidente del paese,
offriva uno spettacolo meraviglioso tra i
colori contrastanti di un limpido cielo stellato ed i fasci dì luce provenienti da centinaia di lampadine colorate e disposte su
sagome apposite a forma di stemmi valdesi, di stelle e di scritte.
La mattina del XVII un lungo corteo,
preceduto dai bambini della Scuola Domeiiicàle e da un simpatico grupjio di belle
valdesine in costume, ¡si snodava per la via
principale del paese dirigendosi al Tempio,
dove il pastore GenrO saliva sul pulpito e
presiedeva il Culto solenne di ringraziamento. La Corale, diretta daUa signora
Genre, portava il suo valido contributo con
alcuni cori di circostanza e guidava l’Assemblea che, al termine del Culto, in piedi intonava il « Giuro di Sibaud ».
A mezzogiorno l’agape fraterna trovava,
riuniti attorno ai tavoli della Scuola Umberto I, oltre cento commensali accomunati in questa tradizionale manifestazione. Al
levar delle mense il pastore Genre, il pa
store Luigi Marauda, il signor Giovanni
Vicino, il pastore Rino Raima presente alla festa con un gruppo di Valdesi di Coazze, tutti ospiti d’onore unitamente al dottor Ros, niediro condotto a San Secondo,
ricordavano degnamente l’importanza del
17 febbraio, mentre il diacono Dino Gardiol faceva il brindisi finale con le solile
allegre battute in versi.
Nella serata, a cena, veniva ricevuta con
vivo piacere la visita di un gruppo di amici di Torino, di Bobbio Pellice, di Luserna* S. Giovanni e di Torre Pellice i quali
portavano l’espressione della loro solidarietà lasciando un segno tangibile del loro
affetto per San Secondo con una offerta per
la l'ostruzione della futura Sala Unionista.
Un’espressione eh plauso riconoscente a
quanti si sono interessati per la preparazione dell’ottimo pranzo, aUe gentili valdesine per il loro inappuntabile servizio
ed un ringraziamento a tutti gli amici die
lianno voluto trascorrere con noi la giornata del XVII Febbraio.
Il Cullo di domenica prossima, 26 c.ni.,
sarà presieduto dallo studente in teologia
Bruno Bellion al quale diamo fin d’ora
il più cordiale benvenuto.
Durante il Culto il pastore Genre procederà airinsediamento del diacono Gino Paschetto di Miradolo, ultimamente eletto
dall’Assemiblea di Chiesa.
La colletta ohe si farà all’uscita del Tempio andrà a favore della nostra Facoltà di
Teologia.
d. g.
Celebrazione del XVII Febbraio. Date le
circostanze in cui è vènula a trovarsi questa Comunità per la màlàttia del suo Pastore, c’era da temeré che la celebrazione
della Festa Valdese dòvessé farsi « in tono
minore » rispetto ad altre. Il contrario invece si è verificato, pér la bontà di Dio, ÍI
Quale ha esandito le ùoòtre preghiere d’intercessione.
Era però anema iifipoissibile che il pastore presiedesse la Fèsta (soltanto dopo
nn ulteriore periodo di convalescenza egli
potrà riprendere in id'eno là sua attività) ;
ma già abbiamo potuto salutarlo in questa
occasione; ed è stato per noi « il clou » di
questo «XVII».
Un culto di rendiratoto di grazie è stalo
tenuto, il giorno stesso, dal past. em. Maranda; e la commeiinofazione propriamente detta, solenne, segni la domenica 19 nel
culto con S. Cena, preisieduto dal Pastore
Gino Conte e con la; partecipazione della
Corale, diretta dalla pcof. E. Tiirck.
Ma ci era riservata la gradita, inaspettate sorpresa di vede^ e di udire il past.
Deodato all’Agape fr4terna; ivi egli oi rivolse un saluto così c,aldo e veramente brillante, da lasciarci meravigliati e, soprattutto, riconoscenti al Signore. Il pastore Gino
Conte, Favv. Ettore Serafino ed' il sig. L.
Marauda dissero alla loro volta della gioia
di tutti ed espíe eio quegli auguri che —
davanti a Dio — son (preghiera...
E’ superfluo aggtnngcre ohe i giovani,
aiSsai numerosi, albelaroiio il simpatico incontro con canti c canzoni: diretti, gli uni,
dalla prof, lurck; eil i Convittori, dalla
loro istruttrice prof. Ada Bessone.
Infine, siccome siamo « spirito » ma anche « materia »... giova rilevare che l’Agape stessa si tenne nei nuovi locali del Convitto, con piena soddisfazione dei numerori commensali (oltre 80): anche questo ritrovarsi « fra di noi », in casa nostra, segnò una simpatica novità — senza parlare
dei veri miracoli compiuti dalla organizzatrice Signora Deodafo e dai suoi collaboratori e collaboratrici, nondiè dal cuo;’o
del Convitto, sig. Campese, il quale si è
rivelato il « cordon bleu » che ignoravamo!
Un ringraziamento sentito ai figli del
Pastore ed ai Convittori e Convittrici ohe
servirono il pranzo in modo inppuntabile :
bravi !
Sotto gli auspici deUa U.G.V. di Pinerolo, domenica sera 26 corr. sarà offerta una
serata familiare dagli Unionisti di S. Germano Chisone. I fratelli e e sorelle della
Chiesa vi sono corclialmente invitati.
MASSEL
Le celebrazioni del XVII hanno avuto
quest’anno Faccompagnamento di un tempo meraviglioso, primaverile, ed hanno
come ogni anno rinnovato il ricordo della
nostra presenza e della nostra vocazione
cristiana nella nostra patria. La mattina
ha avuto luogo in chiesa la cerimonia di
rievocazione con meditazione ed inni cantali dai bambini della Scuola Domenicale.
Le recite tradizionali sono state ridotte
alla esigua ma sufficiente misura di qualche dialogo. 1 bambini hanno pur così
avuto modo di testimoniare la loro gioia
e la loro partecipazione alla festa. Nel pomeriggio al Reynaud i baiiibini hanno
trascorso qualche ora con recite e proiezioni di diapositive e film. Un certo numero di genitori hanno accompagnato i
ragazzi e ci siamo rallegrali di vederli.
Il tradizionale pranzo non ha invece avuto
luogo per mancanza di adesioni, tre sole;
sembra ohe il ritrovarsi insieme attorno
ad una mensa comune non sia oggi da noi
cosa apprezzata. Non è certo questa la cosa
essenziale del XVII, ma è un sintomo a
cui doMiiamo riflettere.
Sabato 18 si sono sposati al Tempio
Meytre Anita di Salza e Massel I talo di
Pomaretto. Agli sposi che si domiciliano
a Pinasca il nostro fraterno augurio di una
vita serena e ferma nella fede.
La colletta per il deficit fatta il giorno
XVII ha frullato L. 20.300. Chi intendesse
fare un’offerta personale perchè non ha
potuto partecipare al culto la faccia entro
la settimana al pastore.
Domenica prossima avremo il piacere
di avere la visita del Pastore Delmonte
dell’America del Sud, che si trova temporaneamente in Italia alla nostra Facoltà.
Egli presiederà il Culto domenica mattina
al Temipio e al pomeriggio terrà una interessante conferenza sulle Comunità del
VI Distretto. Invitiamo caldamente tutti
i massellini ad essere presenti affinchè egli
trovi una buona accoglienza da noi.
Perciò la prima seduta per la cultura
popolare che si era annunziata in Chiesa
è rimandata alla domenica successiva.
Domenica 26 il cullo sarà presieduto da
uno studente in teologia e la colletta sarà
dedicata alla Facoltà di Teologia.
La CXIII celebrazione del XVII febbraio è stata tenuta in un clima di gioiosa
riconoscenza a Dioi II tempo quasi primaverile ha indubbiamente favorito lo
svolgersi delle varie manifestazioni.
La sera della vigilia ha visto, come al
solito, brillare a lungo, su tutto l’arco della nostra meravigliosa colFna, i falò accesi sui poggi più elevati, in ogni villaggio. Al mattino del 17 i bambini delle
scuole accoimpagnali dai loro insegnanti
hanno comincialo a formare il corteo, al
quale si è poi unite la moltitudine dei fedeli, e, a bandiere spiegate, il corteo ha
fatto il suo ingresso nel tempio alle ore
10,30. Il tempio è stato in breve riempito
da una massa compatta, nella quale spiccavano numerose le nostre sorelle in costume valdese. 11 culto si è svolto secondo
la liturgia particolare del giorno. Il testo
dcUa predicazione del Pastore è stato :
« Considerale la roccia onde foste tagliati »
(Isaia 51: 1). Considerate la roccia... non
vuol dire soltanto ricordare quello che
hanno fatto i Padri nella Fede, ma quello
che Dio ha fatto per loro mezzo, vuol dire
considerare e riconsiderare la nostra particolare vocazione cristiana, rinnovare la
nostra consacrazione al servizio deU’Evangelo, il nostro impegno nella testimonianza evangelica in Italia, oggi più ohe mai
urgente, senza lasciarci ingannare da un
certo ecumenismo di marca ro<mana. Le ragioni del movimento valdese e della protesta evangelica non sono affatto diminuite... più che mai il nostro popolo italiano
Ila bisogno delFEvangelo di Cristo, senza
mescolanze e senza umane tradizioni.
La Corale, diretta dalla Sig.ra Anna
Peyrot, ha cantato un coro di circostanza,
molto apprezzato dalla assemblea.
A mezzogiorno c mezzo, oltre 90 commensali si sono riuniti per l’agape fraterna, ottimamente preparala dall’Albergo
Forneron. La sera il gruppo filodrammatico dell’Unione Giovanile ha presentato
lina gran bella serata, rappresentando la
commedia « L’ultimo rifugio », 3 atti di
Renzo Perotti. Un grazie ai bravi attori.
La Corale ha dato la sua buona collaborazione alla riuscite della serata. Anche a lei
grazie. La recita è stata ripetuta domenica
19 sera.
L’augurio che formuliamo per queste
celebrazioni è che una volta di più ognuno di noi isenta la gioia della riconoscenza
al Signore per le sue liberazioni e le sue
benedizioni, non solo passale ma anche
presenti, e che ognuno si senta sempre
maggiormente impegnato e disponibile per
il servizio della testimonianza cristiana nella sua vite.
— Visita gradita. Ricordiamo alla Comunità la visita mollo gradila di uno studente in teologia della Facoltà di Roma,
che presiederà il culto nel nostro tempio
domenica prossima 26 febbraio. Confidiamo per una larga partecipazione della Comunità.
— Si inizia in questi giorni il quarto
ciclo di riunioni quartierali. Continùere
mo a studiare il tema del « denaro al servizio della fede ». Invitiamo i nostri fratelli di ogni quartiere a intervenire sempre numerosi a questi incontri.
LUSEBNA S. GIOVANNI
Favorite da un precoce tepore primaverile, le celebrazioni del XVII Febbraio si
sono svolte tutte, anche nella nostra citta
dina, con la più larga e gioiosa partecipazione della Comunità Valdese e dei suoi
amici, malgrado la giornata lavorativa negli opifici locali.
La nostra settimana valdese dei 3 R (Ricordo - Riconoscenza ■ Rinunzia) si è aperta con il cullo della domenica 12 febbraio.
La sera del 16 una magnifica corona di
monumentali falò annunziava simbolicamente da tutti i poggi tradizionali e da
qualche nuovo aggiunto U significato della
più sentita celebrazione valdese.
La mattina del XVII la festa si svolge
nell’ordine consueto. Alle 10 festoso corteo delle scolaresche cui la superiore Autorità Scolastica ha concesso la vacanza e
celebrazione a loro dedicata, nel temipio
greniilo di attenti uditori che hanno apprezzato il sobrio ma ottimo programma di
recite intercalato da vibranti canti d’insieme diretti dall’esperta mano del Maestro Edgardo Paschelto. Alle 11,30 il culto
di circostanza è presieduto dal Pastore Cipriano Toum che espone con efficacia alle
nostre coscienze Fimperativo posto dal Cristo a ogni suo discepolo: essere la luce
del mondo! L’Assemblea ascolta in piedi la
Corale, che, magistralmente diretta da Gustavo Albarin, canta il «Giuro di Sibaud».
Alle 13, nella grande « Sala Albarin »
circa 140 commensali fanno onore all’agape
tradizionale preparata con la ben note ,.om.
petenza dal nostro che!’ Carlo Albarin concesisoci per l’oocaisione dal nostro amico
Dino Constantin, Direttore del Ristorante
Agnelli di Villar Perosa. Alla Commissione dell’agape (componenti, oltre il chef:
il prof. G. Coistabel, U. Fraschia, E. Bouiious e la Sig.na Laura Long) come alle
Valdesine in servizio volontario alle mense e ai preziosi aiuti di cucina, Fassemblea
ha espresso il .suo grato apprezzamento con
prolungati applausi e un grato pensiero la
aissemblea ha pure rivolto al panettiere Anlonio Anrico ohe ha graziosamente messo a
disposizione di «Charletou» il proprio forno per la perfetta doratura id 15 superbe
crostale di frulla.
Ospiti graditi all’agape commemorativa,
il Sindaco Avv. G. Creste circondato da
alcuni membri deUa Giunta e dal Segretario Comunale DoU. Doglio.
Al levar delle mense il pastore, rivolto
un cordiale benvenuto alle Autorità e a
tutti i presenti giunti per Foccasioiie fin
dagli Stati Uniti ^Ern. Favoni) e da Trieste
e da Pisa e dal Queyras c data lettura di
applauditi messaggi da Londra (Allierlo
Malan) e da Genova (Sig.a M. Gay) dà la
parola al Capo del Comune. Il Sindaco
avv.' G. Crosto esprime in concise mvibranti parole la cordiale partecipazione del
Consiglio Comunale alla 113« celebrazione
delFEdilto che ha riconosciuto ai Valdesi
il più sacro ed inalienabile dei diritti e si
rallegra per lo sipirito di fraterna intesa
che regna fra i cittadini delle diverse confessioni religiose e per il nuovo clima mondiale di reciproco rispetto fra cristiani di
diverse appartenenze ecclesiastiche.
Segue la sempre attesa competente ed arguta rievocazione storica affidata al prof.
Gino Costabel che fa rivivere, applauditissimo, fatti e figure degli albori centenari
della nostra espansione evangelistica, all’alba della nostra unità nazionale.
Ed infine, ottimo ed intonato coronamenlo del nostro XVII Febbraio: la presentazione, fatta dai nostri bravissimi filodrammatici delle Unioni del Centro e dei Peyrot, dell’impressivo dramma « La Parola »
opera del Pastore poeta drammaturgo danese Kaj Munk. Dramma che rispecchia
evidentemente il diverso ambiente e pensiero religioso scandinavo, ma che pure...
ha tanti punti di somiglianza con il nostro
ambiente, per il contrasto fra una comunità lietamente seduta su forme e tradizioni ben stabilite e una giovane comunità
dalla fede più vivace e profonda ma stretta
e intollerante e il contrasto ancora fra modi diversi di concepire e affrontare il problema della morte, della quale per taluna
non è più Signore Colui ohe pure è
chiamato il Principe della Vita. Contrasti
die vengon composti, nel drainma di Kaj
Munk, non dall’ar'indo fra le comunità ma
dalla parola di una In uba (la settenne Andreina Rovara clic l ,i saputo far vibrare
di intensa emozioiic tutta Fassemblea che
ha lungamente applaudito la promettente
attrice). A tutti i nostri bravi filodrammatici, compresa la preziosa suggeritrice, rinnoviamo il più vivo e grato elogio e particolarmente al giovane regista e primo attore Alberto Revel per il quale la rappresentazione del dramma di Kaj Munk è stala veramente una testimonianza personale,
a pochi giorni di distanza dalla dipartenza
verso l’Alto del suo diletto padre.
E al Pastore Rino Raima editore italiano
del dramma « La Parola » il quale ha incoraggiato e facilitato la impegnativa fatica dei nostri giovani e presenzialo alla prillili rappresentazione giunga il loro vivissimo «grazie»!
Visita attesa - Tutta la Comunità è vivamente convocate sabato 25 febbraio, alle
ore 21, nella Sala Albarin, per un fralem«
incontro con i 23 studenti della nostra Facoltà di Teologia di Roma in visita alle
Valli.
Lo studente Hans Martin Barth di Norimberga presiederà (in perfetta lingua italiana) il culto della Domenica 26 febbraio
ai Bellonatti. Anche il culto al Ciabas alle
ore 15 sarà presieduto da uno studente in
Teologia. j.
* Le Chiese del Camerún, e in particolare quelle del paese Baiiiiléké, riprendono
poco a poco la loro attività, dopo un lungo
periodo di disordini, durati cinque anni.
La calma ritorna poco a poco, la circolazione ridiviene quasi normale e si riaprono le stazioni d’evangelizzazione,
3
24 feWiraio 1961 — N. 8
L’ECO DELLE VittJJ VAUIESI
pag. 3
Dopo il WII Febbraio
La buona
del teatro
S'gnor Direttore,
puntuale aU’appurataimento del XVll febbraio, serivo queste note per segnare alVattivo — e quale attivo! — della buona
battaglia per il teatro religioso valdese, la
rappresentaz one dei Sengianìn, del dramma religioso « La Parola » di Kaj Mnnk.
La trama è nota; ed è nota anche la personalità del pastore Kaj Munk. Molti hanno anehe veduto il film «he C. Th. Dreyer
e ha tratto qualche anno fa, ottenendo il
Leone d’Oro di Venezia. Cose risapute.
Quel che va fortemente sottolineato è il
risultato raggiunto dalla filodrammatica di
San Giovanni. Mi guardo dal tentare un
elogio spropostalo, e che, certamente,
neanche i giovani filodrammatici di San
Giovanni desiderano. Mi rendo ben'ssimo
conto che — accanto alle perle sfavillanti
c’erano alcune mende che, forse inevitabili ci hanno «'chiamato alla realtà; la
quale realtà è quella di una compagnia di
amatori (non di professionisti!) i quali
hanno sul groppone la dura ininterrotta
fatica del lavoro quotidiano, per noin parlare di altri inconvenienti che ramatorismo teatrale deve ogni volta affrontare per
dare il meglio di sè stesso.
Ma raramente ho assistito, nei nostri
ambienti, ad una rappresentaz one cosi significativa, cosi rifinita nei particolari
(quegli stivali di Mikkel junior, prima lucidi, poi. dopo la corsa nella tundra, ricoperti di fango e di polvere...); ad ttna
regia cosi attenta a raggiungere il traguardo della sobrietà, tra i due estremi «he per
il lavoro di Kaj Munk avrebbero fatto
crollare tutta la fatica in un abisso ridicolo : l’eslremo della retorica e quello del1.1 noia più melensa, ad ima messa in scemi accurat'ssima, specie nel famoso ultimo
allo, dova il giovane Alberto Revel ha -realizzalo, in chiave dreyeriana (Dreyer è il
regista del famo-io film riscontrato sopra).
LUGANO
L’a.ssemblea di Chieisa del 18 febbraio
cC'iivocata a Lugano ha eletto a pastore il
dottor Teodoro Bahna, con lusinghiera votazione, senza opposizione. La i&era del medesiiiio giorno, dopo un’agape fraterma ohe
ha riunito una settantina di persone, il
pastore Balma ha presentalo un film del
XVJI febbraio alle Valli ed ha 'parlato sulrapporto degli evangelieì airunità d’Italia. Per il mese di maggio è prevista la
eonvocazione del primo Sinodo Ticinese,
rhe riunirà i rappresentanti delle nostre
Ire mmunità, Lugano; Belliiizona e Chiasso. Guido Rivoir
battaglia
religioso
una tensione — «un l’auisil'o di due soli
colori, il bianco e il nero, e di una atmoi-fera di indovinate luci e d indovinatisemi sottofondi d’organo — una tensione
talmente acuta dello spirito, che nel quacro finale, di Inger risuscitata ed ora sorgente dall’oscura bara, era lecito immagi.are l’eco e la ripetizione di un analogo
movimento — spirituale — in lutto il pubIfico. Qualcuno «’è alzalo, non per vedere
banalmente, ma per esprimere fisicamente
questa ripresa dello spirilo; qualcbe parola soffocata, per un evento in fin dei con'i speralo, ma non atteso, si è udita nella
platea gremita.
Non si possono emuverare lutti gli attori. La loro scelta è stala fatta tenendo
presente l’in-terpretazioiie data anni or .sono dalla Meteor Film; la loro aderenza al
lesto irreprensibile; la loro interpretazione buona. Nino Danna, nei panni di Giovanni; Adriana Revel, in quelli della giovane In-ger; Alberto Revel, come Mikkel
Borgen, alle prese con una parte estenuante; Gigi Caffarel, nei panni di Mikkel junior, particolarmente nei due ultimi atti,
sensibile e vivo; Ermanno Rivoira, che come Peter Skraedder ha diretto irreprens bilmente la adunanza dei « risvegliati »
del secondo atto atto tra gli scogli di quelii che poteva finire in parodia; e tutti gli
altri, hanno veramente superalo sè stessi.
La conclusione non è nuova, ma bisogna
insistere. Scrivevo l’anno scorso; «vedremo nel 1961 la trionfale rentrée del dramma religioso? ». La rentrée è in atto. Alberto Revel, intervistalo .subito dopo la
primo, ha detto: sono questi i lavori drammatici che ci o(H',orrono. Non ho difficoltà
a credergli. La rappresentazione di San
Giovanni è stata, per tutti, ma soprattutto per gli attor!, non tanto una ricreazione (anzi non lo è stata affatto) quanto invece una leslimonianza. Quei giovani hanno predicato l’Evangelo, raggiungendo finalmente quello elle già ’n Fra-m ia alcune
compagnie di amatori sogliono fare, per
la evangelizzazione popolare nel corso di
towrnées di appello e -di ri.svogl;o. Glie fosse cosi l’altra sera, lo si -poteva sentire
senz’altro: percfiè i primi ad esser presi
nel cuore e nello .spirilo da « La Parola »
erano loro atess' ! E che il pubblico li coinpiende.sse, ed ama.sse soprattutto questo —
il nostro vecebio pubblico delle serate del
XVll febbraio e delle altre, che ha bisogno (non mi slanclierò di dirlo) di lavori
come questi, e non di roba di paglia o di
rartapesta o di piombo - anche ciò era
evidente, nello sguardo di moltissimi e
sulle labbra di tutti. Il aiostro ve-cch’o teatro valdese ha preso l’avvìo: -gli auguro di
lutto cuore il successo che si merifa.
Cordialmente '/• Balma
Celebrazione del 17 Febbraio a Cannes
e festeggiaiienti aila nonnetta valdese
1 Valdesi di Cannes hanno celebrato la
festa deH’Emancipazione, domenica 12 feb
braìo. In quel giorno, il -tempio riformato
d; Rue Notre Dame assumeva l’aspetto
delle grandi solennità; non solo era affollato ma, qua e -là, spiiocavano candide cuffie, dhe davano un carattere tipicamente
valdese alla festa. La rievocazione della
storica data -veniva potenziata dal canto d;
Salmi e del « Giuro di Sibaud » egregiamente eseguito dalla Corale locale.
Prima della -fine -del culto, il pastore Monod c: ha voluto apiegare com’egli sia stali. contagiato dal « virus » valdese. La ragione di tale contagio — ci disse — deve
ricercarsi, iprlmciipalmente, nella testimonianza di -fedeltà alla Chiesa, resa sempre
da- valdesi, residenti in quella città.
Contrariamente a quanto succede in altre parti della Francia dove, purtroppo,
gruppi di valdesi vivono alla periferia della Chiesa, a Cannes i nostri corrai'gionari
formano il gruppo più vitale ed attivo dela comunità.
Nel pomeriggio, ci siamo ritrovati in casa della signora Peyronel, nata Gaydou,
per festeggiare i .suoi cento anni di vita.
Li nostra veneranda sorella, nata ai Bleger: di Pomarelto, ci Ila però confessato
; avere varcalo la soglia del secolo fin dal
ine.se di novembre, peroliè suo padre, bersagliere, era in -guerra quando essa nacque
la fece registrare solo al suo ritorno:
cioè il 14 febbraio 1861. Non avendo più
nessun parente proSslino (sono morte le
tre figlie ed il genero) essa vive con una
m-pole di Ferrerò, che la cura con grande
affetto.
Malgrado la sua età avanzata, la signora
Peyronel, che -gode buona salute, ci ha
parlato delle Valli c dei suoi numeros’ parenti, pregandoci di portare a lutti i suoi
affettuosi saluti. I dolori e le peripezie
della vita non le hanno alterato il carattere gioviale ed ottimista. Conserva im ricordo preciso della sua giovanezza trascor:i a Pomaretto.
La signora Peyronel è stata festeggiala
oltre che dai parenti eii amici, dai pastori
Monod e Genre, dal Console d’ItaLa e da
altre personalità della città, che le hanno
formulato auguri -di buona salute ed offerto doni e fiori. Quando stavamo per lasciare la centenaria, un’altra arzilla vecchietta di 98 anni, pure valdese, ci ha fatto osservare ohe « à Cannes on ne vieillit pas ».
Le celebrazioni del XVll riprendevano
<(uindi a fa Colline, nella sala delle attività aUa presenza di un centinaio di ^persone.
Venivano proiettale od illustrate dia-positive a colori ed una filmina sul 17 Febbraio 1960, a S. Secondo
Si passava infine alla tradizionale ricca
lazza di tlie ed alla colletta per i sinistrati
di Pramollo.
Prima di lasciare la Colline ho avuto la
gioia di salutare e stringere la mano a tutti quei valdesi ohe, pur vivendo in una
delle località più belle del mondo, continuano a pensare alle Valli ed ai numerosi
falò che, fra qualche giorno, ritorneranno
co^t^lare le colRne e fé mÒ'ftta^ihe‘’vàldesi. A. Genre
A PROPOSITO DELLA PENSIONE Al PASTORI
NO, perchè...
I lettori ci scrivono
Caro direttore,
sono sinceramente stupito che abbia
pubblicato la nota: « perchè no? » di
E. Geyinel, senza ne-ppur una postilla redazionale; non tanto per la sua presa di
posizione favorevole alla pensione di Stato
ai pastori, quanto per la mancanza, nel
suo scritto, di qualsiasi argomentazione
bildica 0 teologica. Sembra che l’unico
argomento valido debba essere l’esempio
delle chiese di Stato in altri paesi (per es.
la Germania occidentale) dove i pastori
sono stipendiati dallo Stato. Ebbene, non
fosse elle per quell’esempio, non solo la
pensione, ma qualsiasi rapporto di denaro
fra autorità civili e chiesa deve essere dalla Chiesa energicamente rifiutalo. Tanl’c
vero che pro-prio in quei paesi gli spiriti
più avvertiti stanno conducendo una campagna in favore di una separazione fra
chiesa e società che risponda alla realtà
d’oggi. Ed è una battaglia ohe si conduce
da oltre un secolo, con formazione di
chiese libere (cioè separate dallo Stato).
Non si rende conto E. Geymet in che
mondo viviamo? Non si è accorto amarra
ohe la identificazione dr una data società
con una Chiesa è oggi una pura finzione
ohe si lascia in piedi per opportuniamo?
Può in qualche modo il popolo italiano
essere considerato cristiano, anelie dando
alla parola il senso più vago e generico?
Può la popolazione evangelica delle Valli
Valdesi considerarsi veramente « Chiesa »
nel senso ohe la parola ha nel Nuovo Testamento, e quindi nel solo senso valido
per un evangelico? Che significherebbe allora l’estensione (non richiesta) alle chiese
evangeliche di un privilegio fatto al clero
cattolico, partendo appunto dal presupposto ohe il popolo italiano sia cattolico e
che il sacerdote sia, per ciò stesso un pubblico ufficiale?
Per secoli la nostra condizione di chiesa di minoranza ci ha protetti dai pericoli di una chiesa in qualche modo legala
allo Stato ; ed ora che l’epoca delle chiese
di Stato è finita, vorremmo cominciare
noi, venendo meno ad ogni nostra coerenza evangelica e ad ogni nostra tradizione?
Le allusioni bibliche di E. Geymet sono
davvero .sorprendenti. Non vi è traccia,,
in tutto il Nuovo Testamento, di un qualsiasi legame della Chiesa con la società,
se non il legame del servizio c della testimonianza. La Chiesa basta a se stessa, i
più ricchi provvedono ai più poveri, pensano al sostentamento degli operai, finanziano la missione. La Chiesa è il Corpo
di Cristo, non dimentichiamolo! E non
ha legame alcuno con qualsiasi potenza
del mondo.
Senza contare che la legge proposta coslituisee, neiroivlinameiilo italiano, una
categoria di privilegiati: cioè ili uomini
che ricevono una pensione per aver svolto
nella società un compito che la società
stessa non ha richiesto, ma che è stato
svolto alle dipendenze e secondo i fini di
un altro ente, la Chiesa. E noi dovremmo
accettare di entrare in questa categoria di
privilegiali? Sarebbe giusta una pensione
a tutti i cittadini che lavorano, come avviene in altri paesi; e allora, con gli altri
e dopo tutti gli altri, potremo accettarla
anche noi.
Quanto al risolvere le questioni finan
ziarie... non è in questo modo che .si ri
•solvono. In questo modo si aumenta sol
tanto il senso di irresponsabilità di tuli
coloro che vedono nella Chiesa un’islitu
zione - ricca per giunta. L’esempio di altri
paesi (per es. la Ger-raania) anche qui ci c
di monito. Giorgio M. Girardet
naître indireclementf que les alloeation.s
dont jouit la religion officielle sont justifiées.
Le pasteur Geymet nous dit que dans
ces derniers temps ont nous a courageuse ■
ment reconnu des libertés qui nous étaient jusqu’ici contestées, et qu’à présent notre Patrie veut nous rendre justice même
sur cet antre point: il envisage donc le.s
deux sujets sur la même ligne de progrès.
Je regrette de ne pouvoir partager ce
point de vue, car il me semble que le.s
deux choses sont fort différentes et sur des
plans divers.
Soyons donc recO'nnaissaiils pour les libertés qu’on nous concède et débarassonisnous de notre « esprit de persécution », remercions les amis qui s’occupent de notre
situation, mais ne considérons pas l’éventuelle concession de la pension ou d’au
tres bénéfices que l’Etal pourrait nous accorder comme un progrès vers la reconnaissances de tous nos droits.
Chaque Eglise doit vivre de -ses propres
forces: l’aide de l’Etat n’est qu’un moyen
artificiel pour prolonger la vie d’nn organisme qui n’est plus qu’à moitié vivant.
Il est vrai que l’Ecr turc ne défend pas
de recevoir de l’argent de l’Etat, mais cela ne signifie pas que ce so t juste et bon de
Laccepter, même si on se rend compte des
graves difficultés économiques de notre
Eglise.
Quant à l’exemple de plusieurs Egl ses
protestantes étrangères, je pense simplement, tout en respectant leurs opinions,
qu’il n’est pas à imiter.
Agréez l’expressio-n de me.s sentiments les
meilleurs.
Un Vaudois des l nttées
Pignerol. ce 21 février 1961
Monsieur le Directeur
Je viens de lire, sur l’Eico du 17 février,
les réflexions suscitées par le projet de loi
concernant l’assurance vieillesse des religieux.
je pense en premier lieu que l’attitude
du Conseil Fédéral des Eglises Evangéliques Italiennes, à propos de la rétribution
des pasteurs, est justifiée. Il est à peine le
ca- d’ajouter que si le Conse'l a déclare
que les appointements doivent rester à la
charge des Eglises, il ne pourra juger de
façon différente la pension de vieillesse.
En dehors de l’indépendance de l’Etal,
ce qui a toulefo's son importance, j’estime
justifié que les religieux ne soient point
rétrihnés par l’Etat pour un principe de
justice distr'butive. En effet, les revenus
de l’Etat ne devraient parvenir aux Eglises, quelle que soit la forme de la subvention, pni.sque les impôts proviennent de
tous les citoyens, croyants ou non. En
d'autres termes, les revenus de l’Etat ne
devra'enl être employés que pour des services publics.
Nous savons bien que l’Eglise catholique
a de nombreux privilèges en Italie et la
rétribution des curés, quelle qu’en soit la
mesure, en est h en un.
On comprend aisément que les autres
Eglises puissent être tentées d’y participer,
d’autant plus qu’il paraît impossible de les
déraciner.
Mais ces privilèges sont injustes et, dans
leur ensemble on les a maintes fois dénoncés. Il y a de plus: ils sont blâmés même
en dehors des milieux protestants
11 ne s’agirait donc pas, en acceptant la
pension de l’Etat, d’obtenir l’égalité d’nn
droit, mais l’égalité d’un privilège.
Quoi qu’il en soit, on finirait par recon
II
guaio
è r indifferenza
Bergamo, 13 Febbraio 1961
Ho letto con particola-Pe interesse l’articolo della Sig. Berta Subilla, riguardante
la situazione allarmante ’n cui si trova
L'Amico dei Fanciulli. Non nascondo, che
la forzata riduzione di formato di questo
caro giornalino, mi 'ha rattristato molto e
la mia bimba ha avuto un’esclamazione di
spiacente sorpresa, quando ricevette il primo numero di Gennaio.
Come padre posso senz’altro affermare
che è un vero peccato che i nostri figli non
abbiano più un loro giornalino, che realmente li attiri alla lettura e vadano di conseguenza a cercare gli innumerevoli giornaletti a fumetti di cui sono piene le edicole, ma che non servono certamente alla formazione onesta dei loro caratteri e tanto
meno della loro Fede Fyvangelica, come
ogni genitore dovrebbe invece preoocuparai. Non nascondo «he non è facile per noi
genitori impedire la lettura di giornaletti
insuLsi e talvolta nocivi, di cui pullulano
le edicole, veri serbatoi pubblici dove piccoli e grandi attìngono le acque più putride e velenose, rigurgitanti di tante scemenze. Come ben sappiamo, i nostri figli di
oggi saranno le generazioni di domani, che
dovranno tenere alla la fiaccola deH’Evari
gelo e dobbiamo cercare in ogni modo d
contribuire alla formazione della loro per
sonalilà e della loro Fede, sin dall’infan
zia, con letture sane ed ispirate dall’Evan
gelo. La responsabilità per la mancata dif
fusione dell’A. dei F. dovrebbe ricadere so
prattulto sni genitori e delle tre cause, che
la Sig. Subilla presenta in slogan, povertà
— indifferenza — ignoranza; l’« indifferen
za » la ritengo la più significativa. Non
ciedo molto alla causa della povertà, per
che ratinale quota di ablionamento di lire
600 annue, è talmente irrisoria, che tolto
pochissime eccezioni, qualunque famiglia
potrebbe far fronte, e se la quota fosse
portata a L. l.C(K). probabilmente la Redazione potrebbe essere in grado di superare il deficit migliorandone la presentazione. Si dirà che mille lire di ablmnamento sono molle, ma oserei scommettere qualunque cosa che sono rare le famiglie die I
in un anno non spendano tale somma e forse amile assai di più, in cose superflue come balocdii. cinema od altro. So di bambini che ogni setliniana o per Cucciolo o
Paperino o che dir si voglia, .spendono sulle 80-100, che moltiplicate per .S2 settimane
danno una media di L. .S.OOO annue e
forse più. Solo per l'A. dei F. non ci sono
i soldi? Con tutte le sue lacune e la sua
ino-deslia è pui- sempre un caro giornalino
die piace ai piccoli e perchè
andie ai
grandi per ridiventare piccoli e capire che
le cose belle sono nelle rose se.n ilici e
limpide, perchè esse contengono la V erità.
Mi auguro di rivedere presto ritornare nella precedente veste il giornale dei nostri
ragazzi e questo solo si potrà avere con
l’appoggio di tutti i genitori, per una maggior diffusione e voglio sperare che il prossimo novantesimo anno di fondazione non
sia un segno di decrepita vecchiaia, ma la
tappa verso un centenario degno della nostra generazione di fedeli.
Fraterni saluti Un padre
Per mancanza di spazio rinviamo al prossimo numero una lettera in cui L. 'A. Vaimal ci rivolge alcune domande sull’ecumenismo. red.
7 giorni
giovedì* 16
Ceylon, Liberia e RAU propongono il
conferimento di pieni poteri, anehe mili*
tari, all’ONU, per evitare la guerra civile nel Congo.
Raab si dimette dalla cancelleria federale austriaca; viene designato a sostituirlo — con l'assenso dei socialisti, che sperano di continuare con Ini la collaborazione governativa fin qui durata — Gorbacii, esponente della destra clericale del
partilo cattolico austriaco, acceso nazionalista.
VENERDÌ’ 17
La mozione dei tre paesi afro-asiatici per
il Congo non soddisfa TURSS perchè non
condanna Hammarskjoeld nè gli S. U.
percliè non riconferma la sua autorità;
l’ambasciatore USA al Consiglio di sicurezza deplora l’invio di tre apparecchi
francesi al governo del Katanga.
A colloquio con Kennedy su problemi
economici, a New York, il ministro tedesco von Brentano gli annuncia che la Germania di Bonn si impegna a sostenere con
un aiuto annuo di oltre 600 miliardi di lire
i paesi sottosviluppati.
S.ABATO 18
Celebrato a Torino il centenario della
costituzione del primo Parlamento italiano.
Nuova mozione al Consiglio di sicurezza
delI’ONU : il Ghana propone di affidare
esclusivamente agli africani (membri delrONU) il compito di riportare ordine nel
Congo.
Mentre al « processo delle barricale » di
Parigi viene chiesta la pena di morte (in
contumacia) per Ortiz, un capitano disertore organizza in Algeria una guerriglia
per 1’« Algeria francese ».
Firmato l’accordo per gli stabilimenti
Val di Snsa.
DOMENICA 19
Con un comando-radio dalla base californiana di Vandenberg viene riacceso il
motore di un Discoverer (il XXI) posto in
orbita aUoriio alla terra : dopo il successo
del l enusik sovietico, ecco gli S.U. compiere una tappa importante verso la perfetta manovrabilità dei veicoli spaziali.
Nel Paraguay moti rivoluzionari contro
il dittatore Stroessner: ma, strano a dirsi,
gli oppositori trovano la sua politica troppo blanda e liberale!
Tshom’pe rifiuta di consegnare i corpi
di Luniumba e dei suoi due compagni,
per evitare che « siano trasformati in martiri » ; a Léoipoldville continua la repressione di Kasavubu e Mobutu contro gli
oppositori lumumbisti; nella Provincia
Orient. i! successore di Lumuiniba, Gizenga, è alle prese con le rivalità di vari capi.
LUNEDI’ 20
9.500 operai degli stabilimenti Val di
Susa tornano al lavoro, dopo cinque mesi
di agitazioni.
Re Baldovino scioglie le Camere belgbe,
dando il colpo di grazia al governo Eyskens
(coalizione cattolico-liberale): le elezioni
al 26 marzo.
Hammarskjoeld annuncia con sdegno alrONU ruocisioiie di altri sei luannmbisli
da parte del governo di Kasavubu.
Il Consiglio nazionale della DC conferma a maggioranza l’appoggio all’indirizzo
Moro-Fanfani, «steggiato invece tlalF-Azione Cattolica.
MARTEDÌ’ 21
Con 9 voli favorevoli e 2 astensioni
)URSS e Francia) il Consiglio di sicurezza
deirONU ha approvalo la risoluzione afroasiatica olle concede i pieni poteri alle forze delle N.U. per impedire la guerra civile nel Congo, e ha respinto la oensiu-a sovietica ad Hammarskjoeld. Tuttavia se sono
stigmatizzate le violenze antilumumbìste,
non lo sono altrettanto quelle lumumbiste.
Tsliombe riionferma però il suo rifiuto
dell’ingerenza delle N.U. e chiudendo le
frontiere del Katanga, mobilita tutti gli
uomini validi, indigeni ed europei.
MERCOLEDÌ’ 22
Da Cape Canaveral gli S. U. mettono in
orbita due piccoli satelliti destinali alla
prova di trasmissione di radio-segnali a
sottomarini.
Tsliombe, per lonsentire ai militari e
ai mercenari di rimanere nel Katanga —
contro la decisione dell’ONU — offre loro la cittadinanza; nel Kasai Kalonji prò
segue la repressione anlilumumbisla.
La RIV e il XVll Febbraio
Anche quest'anno in occasione del 17
febbraio la solidarietà delbi Direzione delle maestranze della Riv di Villar Porosa a
favore dei idldesi è stata molto eloquente.
La Festa dell’Emancipazione è stata, come sempre, considerala giornata festiva e
retribuita a 'ulti gli effetti e la colletta a favore dei nostri Istituti di assistenza ha fruttato la .somma di 381 mila lire, di cui 281
mila da parte degli operai ed impiegali e
100 mila da parte della Direzione.
La somma è stata così devoluta:
Asilo di San Germano L. 79.000
Asilo di San Giovanni » 25.000
Rifugio Carlo Alberto » 82.000
Orfanotrofio di Pomaretto » 50.000
Orfanotrofio di Torre Pellice » 77.000
Artigianelli Valdesi di Torino » 68.000
Considerando che in questi ultimi tempi
erano stali collettali nella Riv di Villar Porosa circa tre milioni e mezzo per le vittime di Pramollo e quasi un milione e mezzo per i lavoratori del Cotonificio Valle di
Susa in sciopero, si aveva ragione di pensare che la colletta del 17 febbraio fosse
quest’anno inferiore a quella del passato:
ma lo spirito fraterno degli operai della
Riv nei confronti di chi è nel bisogno, al
disopra di ogni ideologia politica o religiosa, si è dimostrato come sempre più che
mai vivo e la somma collcttata quest’anno
ha superato le precedenti.
Alla Direzione ed alle maestranze della
Riv. di Villar Porosa va pertanto il nostro
coniinosso e sincero ringraziamento.
4
pag. 4
L'ECO DMXE YàLUv VAU)ESI
N. 8 — 24 fabbrai« 1961
TOBRE PEILICE
Il è stato veramente clemente,
rendendo più facili le celebrazioni del
XVII febbraio. La sera della v'gilia numerosi e nutriti si sono accesi i falò all’Indirhto come all’Inverso. L’indomani, tutti
i bimbi delle no'Stre Scuole, riuniti nel
Tempio del Centro, hanno avuto la loro riunione celebrativa: scenette, poesie e canti
si sono alternati in un nutrito programma
accuratamente preparato e riuscito anche
se, forse, un poco lungo nell’insieme. Ringraziamo sinceramente gli insegnanti che
hatino curato con amore e fantasia la preparazione e l’esecuzione di questa festa che
sempre avvince i bambini. Si è poi tenuto
il culto, iniziato con un po’ di ritardo; il
passo biblico del giorno, la lettera alla
chiesa di Efeso (Apoc. 2:1-7), ha costituito
un serio richiamo per tutti ; la Corale ha
dato la sua tradizionale e sempre apprezzata collabo-razione con il canto del « Giuro » e di un bel coro.
Quindi nell’accogliente e luminoso refettorio del Convitto si sono raccolti per un
gaio e ottimo pasto fraterno oltre 150 commensali; avevamo il piacere di avere fra
noi alcuni ospiti graditi: oltre al Dott. Rotta. Consigliere provinciale, e al Sig. Auguso Coisson, stabilitosi con la consorte a
Torre P., un gruppo di ortodossi di Montalto Dora, guidati dal loro sacerdote Don
Pace, cui si erano uniti alcuni battisti di
Valperga Canavese (questi fratelli avevano
partecipato con noi al culto, e si sono poi
recati a visitare Villa Olanda e la sua cappella). Al levar delle mense U prof. A. Jalla, che eravamo tutti lieti di rivedere fra
noi, rimesso dalla sua fastidiosa indisposizione, ha rivolto il suo cordiale saluto a
tutti, leggendo quindi una bella lettera del
Moderatore Rostan che, invitato, non ha
potuto intervenire alla celebrazione essendo alla vigilia della sua partenza per gli
S. U. n prof. Jalla ha quindi letto pure
una simpatica lettera d’adesione dell’aw.
Pittavino; ha quindi dato la parola al past.
Sommani, che salutando gli ospiti ortodossi e battisti ha ricordato come il 17 febbraio è una tappa nella storia della libertà di coscienza in Italia, nella quale tutte
le chiese poissono e debbono stringersi intorno alla Chiesa valdese. Ha risposto con
cordialità il sacerdote ortodosso, dopo di
che anclie il dott. Rotta ha rivolto il suo
augurale messaggio di solidarietà anche a
nome dell’Amministrazione provinciale. Infine ha preso la parola il prof. A. Armand
Hugon, che oltre a portare l’adesione dell’Amministrazione comunale, ha, come presidente della Società di Studi Valdesi, svolta la tradizionale e attesa rievocazione storica, tratteggiando con vivacità di parola
il grande dono fatto dai Valdesi all’Italia
in occasione dell’unità: l’affermazione della libertà di coscienza. Quindi la bella e
riuscita riunione — per cui ringraziamo di
cuore gli organizzatori, gli oratori e il personale del Convitto nonché chi ha gentilmente servito ai tavoli — si è conclusa con
i bei canti della Corale, la quale ha avuto
ima laboriosa giornata perchè, oltre a recarsi ancora nel pomeriggio a cantare alla
Casa delle Diaconesse, ha pure attivamente e ottimamente partecipato alla serata
nell’Aula Magna.
Questa serata, ripetuta con vivo e significativo successo sabato sera e domenica JK)meriggio, è stata una vera riuscita. La filodrammatica dell’Unione del centro (e diversi erano i debuttanti) ha rappresentato
con molto impegno e piena soddisfazione
due atti unici di V. Calvino : « Ancora addio » e « Così ce ne andremo » e la commedia di E. Le Compie : « La fiancée de
Cucuruc ». La poesia sottile di Calvino,
ora sognante ora realistica, è stata resa
molto bene dai bravi attori nei due atti,
così diversi, mentre la commedia ha vivamente divertito il pubblico: forse questa
— che è decisamente al di sopra del piano
della farsa — ha visto un tantino troi>po
marcali i lati buffi dell’intreccio e dei personaggi, mentre l’umana comicità risultava
spontaneamente dalle sobrie e fini battute.
Comunque, un bravo di cuore agli attori,
e un grazie ben sentito al regista Sig. C
Pasolietto, validamente coadiuvato dalla
Sig.a E. Corsani; la scenografia, gli effetti
di luce e sonori sono stati sagacemente curati; e non vogliamo dimenticare di ringraziare la suggeritrice, Sig.na Ada Negri,
per il suo nascosto ma essenziale lavoro.
Domenica 19 i culti si sono conclusi con
la S. Cena; ai Coppieri ha presieduto il
past. G. Beriinatti, cui siamo assai grati.
n 20 sono giunti a Torre P. per un soggiorno di alcuni mesi il past. Giulio Tron
e la Signora. Molto lieti di rivederli fra
noi e in attesa di incontrarli più ufficialmente, diamo loro il più cordiale bentornati !
E il benvenuto diamo pure di cuore al
past. S. Zotta, di Torino, che sarà per buona parte della settimana a Torre P., in corrispondenza della assenza del past. Conte,
impegnato nella soistituzione a Pinerolo.
Ringraziamo fin d’ora il past. Zotta per
il suo servizio pastorale fra noi.
A fine settimana giungeranno, in visita
gradita, gli studenti della nostra Facoltà
di Teologia; sabato visiteranno Torre P., e
saranno invitati a pranzo da varie famiglie; domenica il culto nel tempio del Centro sarà presieduto dallo stud. theol. Paolo
Sbaffi; la colletta, che raccomandiamo, sarà devoluta alla Facoltà di Teologia.
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CRiebrato a Ginevra
il 17 Febbraio
La Chiesa Valdese di Ginevra, anche
quest’anno, ha celebrato con grande solennità la storica data, domenica 12 feblu'aio.
Alle ore 17, ora abituale del eulto, un
centinaio di fedeli erano riuniti all’Auditoire de Calvin, magnifico tempio, recentemente restaurato e che vìen messo gentilmente a nostra disposizione per il culto
e per altre attività della Chiesa. Erano
presenti 10 pastori di Chiese riformate,
venuti ad esprimere la loro solidarietà e la
simpatia per l’opera che la Chiesa Valdese
cooupie a Ginevra. Alcuni di loro presmro
parte attiva al culto: il pastore Guamera
e il dott. G. Williams con la lettura di
passi della Bibbia, il pastore A. Troemé,
pronunciò la preghiera prima del sermone, prese la parola, ricordando i forti legami che hanno sempre unito la Chiesa
Valdese e la Chiesa di Ginevra; B pastore
Pradervand, segretario generale della Federazione mondiale delle Chiese riformate, disse il Padre nostro e, infine, il pastore Dominicé, segretario generale della
Chiesa di Ginevra, terminò il culto invocando la benedizione del Signore. Dopo
il sermone la corale della Chiesa, diretta
dalla gentile signora Brocher, aveva eseguito un magnifico coro a 4 voci.
Alle ore 19 ebbe inizio, al Restaurant
Lyrique, poco distante dall’Auditoire de
Calvin, un’agape fraterna, a «sii presero
parte più di 90 persone, che traacorsero
alcune ore in calda, simpatica comunione
fraterna. Al levar della mensa presero la
parola il pastore Eindle Marion che ricordò la sua vecchia auHcizia per la Chiesa
Valdese e per alcuni suoi pastori; il pastore R. Martin, direttore del Centre social protestant, a cui dobbiamo ntolto per
l’aiuto offerto alle opere sociali della nostra Chiesa a Ginevra; il pastore N. Watson, della Chiesa Scozzese, fedele, egU disse, nell’antica immutati simpaia deUa
Chiesa Scozzese per la Chiesa Valdese; il
pastore F. Brocher che si è molto interessato degli immigranti italiani; la signora
M. Troemé, che ricordò giorni ormai lontani in cui la Facoltà di teologia aveva la
soia sede a Firenze; ed infine il pastore
M. Pradervand, che si disse lieto che lo
Auditoire de Calvin sia il luogo di culto
e di attività religio'se, non solo per la
Chiesa Valdese, ma per le Chiese riformate di lingua olandese, inglese e spagnnola.
Rimane ora il ricordo di una giornata
benedetta ed il desiderio é l’impegno per
una più intensa attività nell’opera del Signore. ’ ”
Genevensis
ysBQ in iDSirBoaia
H. J, KOCHER, Journal d’une maman. L. 750.
Dalla penna delicata di HBLBNE J. KOCHER è uscita una nuova, bella opera:
« Journal d’une maman ». In Italia la
scrittrice è già nota, per avere pubblicato
presso la Claudiana due apprezzati lavori:
« Mammina, mi ami? » e « Cammina con
gioia ». Come si vede, gli argomenti che
interessano la Kocher sono... i bambini,
e di essi scrive con acutezza e semplicità,
proprio da mamma intelligente che si rivolge a donne buone ed intelligenti, che
cercano il bene dei figli e si pongo-no il
compito di formare le loro creature nella
fede cristiana, sereni e forti. In fondo al
libro, quasi a sottolinearne il fine didattico, troviamo un indice degli argomenti
che sono affrontati: una gamma ricca, ed
una predilezione accentuata per quanto
concerne la vita di relazione del fanciullo ;
con la famiglia, la chiesa, il mondo.
J. DE HARTOG, La piccola arca.
L. 650.
Prima di lasciare il mondo dei bambini,
segnaliamo un libro non recentissimo, ma
forse non abbastanza ’sfruttato’ : « La piccola Arca ». E’ un romanzo dello scrittore
protestante olandese JEAN DE HARTOG,
conosciuto nel nostro ambiente per il
dramma « Padrone dopo Dio », stampato
nella collana « La scena e la fede ». Sono
raccontati i casi di due bambini, figli adottivi di un pastore, al tempo della terribile
inondazione che alcuni anni fa desolò l’O
Direttore resp. : Gino Conte
Coppieri - Torre Peli. - Tel. 9476
Sede e Amministrazione
Editrice Clapdiana
Torre Pellice - c.c.p. 2/17557
Reg. al Tribunale di Pinerolo
_________n. 175, 8-7-1960
Tipografia Subalpina - s. p. a
Torre Pellice (Torino)
landa. Se lo sfondo naturale è tragico,
l’umanità che lotta *6 sopravvive esprüne
coraggio e fiducia; nella «ventura riaffiorano sentimenti sopiti di fraternità ed abnegazione; su tutti, acoauto al pastore, si leva
la figura di una bimbetta sbattuta dagli
avvenimenti, una , « sanguemisto », die
sembra invocare una sola cosa: la riconciliazione
T. BOVET, Le mariage, ce grand mystère. L. 1100.
Passando ai giovani, segnaliamo l’arrivo
della nuova edizione « interamente riveduta e completata » di un’opera che dovrebbe trovare posto in numerose biblioteche: «Le mariage,,. ce grand mystère ».
L’autore è il Dr. T^, Bovet, un credente
che sa affrontare non solo i problemi più
ardui con la competenza deUo studioso,
ma che vive intensamente nella nostra
epoca, con i suoi conflitti e le sue difficoltà. Non sapremmo indicare in italiano
qualcosa che equivalga a quest’operà, e
ce ne rammarichiamo, augurandoci che
venga il giorno in tìài la lacuna sarà colmata.
P. TOURNIER, Disarmonia della vita moderna. L. 900.
Ed infine, è uscita la traduzione italiana
di un’altra opera di un medico evangelico
svizzero assai seguito, Paul ToUrnier. L’indagine psicologica dello scrittore ginevrino
considera la situazione dell’uomo, oggi, ed
i mali che incombono : la dilacerazione
dell’unità della persona, divisa fra temporale e spirituale; i miti del progresso e
della potenza; il conflitto interiore del credente ed il compito della Chiesa. Un solerte editore cattolico si è assunto il compito di presentare in bella veste editoriale
la meditazione di questo medico ed il messaggio evangelico che esso porta.
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Arturo e Irma (Pomaretto) .ì.OOO; Fraschia
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mila; Febe Bianchi (Levanto) 5.000; Micol Emanuele (Massello) 1.000; Scuola Domenicale (Chiesa Valdese) Felonica Po
7.000; A.V.I.S. di SL Geraiano Chisone
5.000; Chiesa Valdese di Palermo 15.000;
Sottoscrizione promossa dal Pellice (i nomi dei singoli donatori sono stati pubblicati sul Pellice) 101.700; Chiesa Valdese
di Torino (2 vere.) 500.000. Totale precedente L. 7.286.450. Totale generale Lire
8.097.110.
Atti di soiidarietà
Asilo per Vecchi di S. Germano Chisone.
— La Direzione e gli ospiti deU’Asilo per
Vecchi di S. Germano Chisone ringraziano
il titolare Vittorio Widemann, il dott. Carlo Giitermann, i Dirigenti, Impiegati e
Maestranze, che in occasione del XVU Febbraio hanno generosamente inviato la somma di lire 72.000.
Offerte pervenute tramite il Comune :
Cav. del Lavoro Ing. Piero Bertolone
(Villar Perosa) L. 10.000; N. N. (Pinerolo)
5.000; Assoc.ne Partigiani San Germano
10.000; Assoc.ne Naz. Alpini, Gruppo di
Villar Perosa 10.000; Comune di Perrero
100.000. Totale L. 135.000.
Istituti Ospitalieri Valdesi. — Gli assistili dei nostri Istituti riconoscenti per la generosa offerta elargita nella ricorrenza della festa del XVII Febbraio, ringraziano vivamente la Direzione, Lmpiegati e Maestranze dello Stabilimento RIV che ancihe
quest’anno hanno inviato il frutto della loro sottoscrizione: L. 77.0000 Orfanotrofio
Femminile Valdese di Torre Pellice; L.
82.000 Rifugio Re Carlo Alberto di Luserna S. Giovanni; L. 79.000 Asilo per Vecchi
di S. Germano Chisone; L. 50.000 Orfanotrofio Maschile di Pomaretto.
La sorella Rosina Pavarin e il nipote Giulio del compianto
Giovanni Benech
(Gianin)
addolorati pct la dipartita del loro
caro, ringraziano sentitamente quanti in qualsiasi modo, si sono uniti al
loro dolore nell’ora della s^arazione.
Un ringraziamento particolare rivolgono ai Dott. Gardiol e Scarognina ed al Pastore sig. Jahier.
«Io ho pazientemente aspettato l’Eterno; ed Egli s’è inclinato a me ed ha ascoltato
il mio grido» (Salmo 40: 1)
Lusema S. Giovanni, 12 febbraio 1961
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Strada di S. Secondo n. 4 - Telofono 2344
PINEROLO
di fronte Caserma Berardi (Alpini)
ARREDAMENTI COMPLETI DI ALLOGGI
02888275