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DELLE VALLI VALDESI
Spett.
BIBLIOÏECA VALDES8
TORRE FELLICB
(Torino)
S e 11 i m a n a 1 e
della Chiesa Valdese
Anno XCI — Num. 19 ABBONAMENTI f Eco: L. 1.300 per l’imerno Eco e La Luce: L. 2.000 per rintemo Spediz. abb. postale - 1 Gmppo TORRE PEI.LICK ^ Maggio 1961
Una iì 0 p ■a tir* 3 0 l L. 1.800 per l’estero L. 2J00- per l’estero Cambio d*lDdirÌKs« tir. } 0 I Sminili. ClaudiaDa Torre Pejiipe' • C.C.P. 2-17557
ASCE^SIOIVIE
Gesù Cristo è il Signore. Gesù Cristo regna. Tale è il massaggio dell’evento di quel giorno in cui Gesù
« salì il cielo » e a partire dal quale
egli « siede alla destra di Dio ».
♦ ♦ ♦
Gesù Cristo regna? Crederlo, non
è cosa che vada da sè.
Mi guardo attorno, leggo, ascolto...
Giorno dopo giorno le drammatiche udienze del processo Eichmann
fanno passare davanti ai miei occhi
come a quelli di milioni di uomini in
tutto il mondo quelle scene di orrore
e di morte finora riservate ad un gruppo ristretto di superstiti e ad un numero relativamente limitato di lettori
di « documenti » e diari: si sommano
le cifre enormi delle vittime dell’inconcepibile macello, si stagliano le figure disumane dei carnefici (ma non
bisogna dimenticare l’infinita catena
delle nostre corresponsabilità) e quelle, disperate, abbrutite o coraggiose
delle vittime.
Da anni — sia pure non senza responsabilità del terrorismo algerino una minoranza francese è riuscita,
con una cocciutaggine e una cecità incredibili, ad avvelenare i rapporti
franco-algerini, rendendo sempre più
sia
alla
mente una riconciliazione alla base
e non solo una decisione politica presa intorno ad una « tavola rotonda »
Ci sono, qua e là nel mondo, 45
milioM di rifugiati non ancora reinseriti nella vita associata. E, nel mondo,
2 uomini su 3 hanno fame. Ifl alcuni
paesi la mortalità infantile è ancora
del 25% durante il primo anno di vita.
L’altro giorno una bimba di 2 anni
è morta di un cancro al cervello. E la
clinica specializzata in cui si è spenta
è tutta piena di bimbi, anche piccolissimi, già colpiti.
^
Cosa significa, di fronte a questi
esempi dell’infinita sofferenza e colpa
umana, affermare che Gesù Cristo regna? che <( ogni potere gli è stato dato
in cielo e in terra »? Perchè questa
Parola non scada a pia retorica, non
voglio chiudere gli occhi davanti alla
distretta di questa terra, ohe è la mia
non solo quando realizzo la mia colpa
0 suona per me l’ora del dolore, ma
anche quando cerco di aprire il cuore
ad una reale simpatia, ad un sincero
consoffrire.
Gesù Cristo non regna solo nella
gloria dello splendore primaverile nè
nella chiesa raccolta per il culto. Gesù
Cristo regna nei Lager, regna dove
l’odio divampa in terrorismo, regna
fra le baracche dei rifugiati e nei vicoli del mondo da cui la fame trasuda, regna nelle corsie degli ospedali,
e nei cimiteri. Se no il suo regno è
menzogna, pia illusione.
E regna veramente. La più disumana violenza, la più sadica perfidia non
sono riuscite a soffocare totalmente,
nell’« univers concentrationnaire », la
fede, la speranza e l’amore; e queste
tre cose durano, anche se chi ha creduto, sperato, amato, non ha visto la
Liberazione, parabola del grande Riscatto, ed è finito in un forno crematorio o in una fossa comune. Tutto
questo orrore non è un gorgo senza
speranza: un giorno il regno delle
beatitudini sarà manifestato, e chi
realmente, intensamente attende, sa
quanto l’attesa possa essere consolante.
« Mi sarete testimoni... fino alle
estremità della terra ». Questo regnare di Cristo, oggi, si realizza nella misura in cui lo attestiamo, di fronte alle
tensioni razziste, classiste, ideologiche, di fronte ai giganteschi problemi
degli « spostati », degli affamati, dei
disoccupati, degli analfabeti, dei sofferenti. Nof, personalmente; noi, come chiese (beninteso quali comunità
viventi nell’àgàpe, prima che come
organizzazioni ecclesiastiche), non di
menticando da una parte, nell’operd e
nell’intercessione, l’ampiezza mondiale
dei problemi, ma non trascurando
dall’altra di fermarci accanto all’uomo
vivo che ha bisogno di pane, di lavoro, che attende da ruñ che la nostra
fede riscaldi il suo cuore, che la nostra speranza ravvivi la sua.
Cristo regna là dove si soffre e si
muore. Anch’egli — l’unigenito Figliolo di Dio! — per amor nostro ha
sofferto ed è morto. Ma la sua divina
simpatia non si è fermata qui: con
lui la nostra carne sofferente, peccatrice e mortale è già risorta, redenta
in speranza, promessa alla gloria eterna. Non c’è sofferenza e separazione
su cui non risuoni la salda promessa :
0 Non ci sarà più cordoglio nè grido
nè dolore, e la morte non sarà più ».
Questo è già vero perchè Gesù Cristo,
primogenito della nuova creazione, è
alla destra del Padre e noi sappiamo
ciò che egli vuol fare del potere assoluto e universale che gli è stato dato
in cielo e in terra, ne! tempo e per
l’eternità: fare ogni cosa nuova, « buona », per sempre.
♦ ♦ *
L’evangelista Luca riferisce che i
discepoli, dopo l’Ascensione del Signor Gesù, se ne tornarono a Gerusalemme « con grande allegrezza ».
Strana allegrezza, dopo una separazione! Ma se ne tornavano alla loro
vita quotidiana di lavoro e di testimonianza con questa grande promessa: «Io sono coti voi ogni_giorno,
fino alia fiW'delFètà presente ». Comunque festeggeremo l’Ascensione, ci
dia il Signore, attraverso la sua Parola e il suo Spirito, di tornarcene alla vita quotidiana di lavoro e di restimonianza più forti e più ardenti della
certezza gioiosa che è con noi ogni
giorno Colui a cui ogni potere è stato
dato, nei cieli e sulla terra.
Gino Conti;
NEL CONGO TORMENTATO
Si lotta contro la fame
sfiondo valutazionf^ uffichili della FAÜ,
20.000 bambini .wno ¡affamati nel Rasai, e
200 di loro muoiono, ogni giorno; se l’afflusso dei viveri e ielle medicine occorrenti non si accentui^ un terzo dei bimbi
della provincia morrà di fame entro sei
mesi. La situazione è' aggravata dallo scoppio di umt malatlid' di denutrizione: il
'kwashiorkor' (’mnlatiia dei capelli rossi’ ).
curalterizzata da gonfiore per tutto il corpo e da un’orribile ^-depigmentazione generale. Se la situazione del Rasai (e in
parlicolar" della regimate Bakwanga) è specialmente terribile dato che vi ha infuriato
la lotta fra Baluba tf Llilua con le razzie
e la disastrosa polituii della ’terra brucUila’, essa è però gravai in tutto il Congo,
dove si contano 300.0^ rifugiati (cui se ne
sono ultimamente aggiunti di Angolesi).
Inoltre nel vicino Rtiùnda Urundi si stmo
rifugiati oltre 7.000 Baluba sfuggiti alla
repre.ssione delle truppe katanghe.si e del
governo centrale di Léopoldville : anche là
la mancanza di viveri, abiti, medicine e
medici (per non parile naturalmente delle .scuole! ) è drammiUica.
Molte Chiese hanno, generosamente risposto all'appello lancialo alla fine del '60
dal Consiglio ecumentco ; viveri e materiale d’ogni genere sono già affluiti in misura notevole, aiwlie Se ancora ben lungi
dal soddisfare tutte le necessità. L’Agenzia
protestante di soccorso nel Congo è incaricata di distribuirli, ma grandi sono le
difficoltà, dato il prezzo esorbitante dei
trasporti. I mezzi delle N. U. hanno spesso collaborato, ma l'titcerta situazione congolese non facilita ijUesta collaborazione.
Anche Va Opéraiion Docteur », lanciata
dall’Agenzia protestante congolese, ha già
portato all'arrivo di un medico e di una
dottoressa battisti ani^icani, ora all’opera
nell’ospedale della ^Ussione presbiteriana
a Lubodai e in quelli^ melodista di IRambo Wyamu. La suddet^ Agenzia è stata incaricata dalle'N. 0, 'cn'ìire importanti ospedale e di 33 cliniche. Quando Ut fame sarà
stata vinta — e la meta è ancora lontana —
rimarrà sempre molto da fare per gli ospedali e le .scuole che devono essere sviluppati e moltiplicati. I Congolesi hanno urgente bisogno e un gran desiderio di e.ssere più e meglio istruiti.
In genere, questi appelli ecumenici cadono, fra noi, nel più profondo silenzio.
Con la scusa —■ molto comoda — che s'iamo una piccola e povera chiesa, siamo a.ssai più pronti a tendere la mano per chie
Non è stato in campo di concentramento, questo bimbo:
come centinaia di migliaia e forse milioni di fratellini, in
Africa, in Asia, è nato e cresciuto nella fame.
dere che per dare. Certo, non possiamo
molto. Ma il valore dell’offerta non sta
anzitutto nella quantità, bensì nell’amore
che con essa si vuole esprimere, nella sensibilità che essa dirnostra alla sofferenza e
alla necessità del prossimo, molto praticamente, qui e arai E’ quello che Hpetiàmò'
sempre in sede di.., ’’politica interna”:
continueremo invece a presentare il falso
alibi nei nostri rapporti cOn gli altri?
Accanto a unò degii automezzi della
Agenzia protestante congolese di soccorso, un bimbo gode la sua ta^za di
latte. Di uno come lui hanno assunto per alcuni mesi ,il « padrinato » i
catecumeni e il pastpre di Villasecca,
in oedafflone delle •confermaJàónì, rispondendb ad un appello dell’EPER.
UN PROBLEMA DI COERENZA COSTITUZIONALE
Alla Camera si discute sulla pensione ai ministri di culto
Nei giorni 3, 4 e 3 maggio si è svolta alla Camtjra dei deputati la discussione sui disegni di legge di iniziativa governativa relativi alla istituzione
di un Fondo di assicurazione di invalidità e vecchiaia per il clero cattolico
ed i ministri delle altre confessioni religio.se. Come è notò il Governo aveva
in un primo momento, in adesione alTiiiiziativa presa ria deputati liberali
e socialisti (on.li Bozzi e Ferriì. prospettata l’eventualità di estendere il
già presentato disegno di legge per le pensioni al clero, anche ai ministri
di CTilto evangelico, posto che i mi- _____________________
nistri (li culto israelitico sono già assicurati per l’invalidità e la vecchiaia
presso la Cassa dei dipendenti da
enti locali. Alla fine di marzo però
il Consiglio (lei ministri approvava un separalo disegno di legge per le pensioni
anzidetle per i ministri di cullo diverso
dal cattolico, e con somma urgenza lo presentava alla Camera in modo che venisse
in aula in discussione plenaria insieme al
disegno parallelo per le pensioni al clero
cattolico. Già in sede di Commissioni parlamentari era rimasto chiarito ohe i due
disegni di legge dovessero camminare di
pari passo. Nella giornata del 3 maggio
i’on.le Ferri (PSI), con l’appoggio dei socialdemocratici, repubblicani, liberali e
comunisti, richiedeva per ragioni di principio e di carattere tecnico che i due provvedimenti fossero uniti in una sola legge
tla valere per i ministri di ogni culto,
ebrei esclusi. La proposta non trovava
accoglienza presso il Ministro deH’interno
e veniva respinta dal volo congiunto dei
democristiani, dei monarchici e dei neofascisti. In effetti di fronte al trattamento
di previdenza sembrava logico ritenere si
potesse’ provvedere ai ministri di cullo
congiuntamente senza discriminazioni confessionali, tanto piu che non si vede bene
come potrà reggersi un eventuale Fondo
pensioni per i soli ministri evangelici che.
come è nolo, sono in tutto meno di 400
di cui 270 muniti di approvazione governativa. Probabilmente le spese generali di
gestione soffocheranno questo piccolo Fondo di previdenza.
Ad ogni modo, dopo che la Camera decise di procedere con due disegni di legge uguali e separati, la discussione generale, svoltasi nelle giornate del 3 e 4 mag
gio, ha posto in luce gli intendimenti delle
diverse correnti politiche. Nessuna di queste si è opposta in principio ad un pensionamento dei ministri di cnllo, atteso
l’obbligo assunto dallo Stato con Fari. 38
della Costituzione di provvedere alFinvalidità e la vecchiaia dei lavoratori di qualsiasi tipo. Le obbiezioni ai disegni di legge sono venute dalle sinistre sul piano
tecnico delle misure di previdenza che
.si vogliono attuare per il clero eccependo
criteri innovativi che costituirebbero elementi di privilegio a favore di questa categoria nei confronti delle altre; il minimo di pensione risulta più elevato, il periodo minimo di versamento dei contributi per aver diritto a pensione risulta ridotto. Gli oratori democristiani e da ultimo i relatori e il Ministro deirintemo hanno viceversa sostenuto che il provvedimento si inquadra nel sistema di previdenza
vigente attese le differenze proprie della
categoria, per cui talune variazioni sono
perequate da altre disposizioni (età pensionabile elevata a 70 anni, minore contributo dello Stato in rapporto al numero
degli assistiti). In sintesi essi hanno affermato che il provvedimento non crea nna
situazione di privilegio, ma fornisce di una
adeguala forma di previdenza una delle
poche categorie che ne sono ancora prive.
Gli on.li Bogoni e Bettoli (PSI) hanno tra
l’altro posto in particolare evidenza la situazione dei ministri di culto evangelico,
le particolarità di rpiesto gruppo di ministri di culto sottolineando la necessità che
il provvedimento che li concerne risponda
alle esigenze del caso. L’on. Bogoni ha in
linea di massima illustrato un gruppo di
emendamenti che sono stati presentati per
questo secondo disegno di legge con le fir
me di vari deputati socialisti (Bogoni.
Comandini, Foa, Bettoli, Greppi, Scaropgella, Jaeomelti, Paolicchi), del socialdemocratico Paolo Rossi, del repubblicano
La Malfa e dei liberali Bozzi e Colino.
Questi emendamenti sono quelli che il
Consiglio Federale dèlie Chiese evangeliche aveva in precedenza presentati al Governo in data 20 aprile e concernono la
estensione d^ provvedimento a tutti T ministri di culto evangelico e non solo a
quelli approvati dal Governo, raccertamenlo della iscrizione al Fondo in base ad
attestazione degli organi direttivi delle
singole Chiese e non per certificalo del
.Ministero deH’inlerno, una più adeguala
rappresentanza nel Comitato di vigilanza,
la continuazione dell’iscrizione volontaria
per i pastori che vanno aH’estero ed altre
questioni di forma. In effetti il motivo
centrale di dissenso tra il Governo e le
Chiese evangeliche su questo disegno di
legge verte sul fatto dell’approvazione governativa dei ministri di culto. Le Chiese
sostengono che la qualità di ministro di
culto consegue alla nomina degli organi
ecclesiastici non già all’approvazione governativa, e che di conseguenza sono gli
organi delle Chiese e non il Ministero
dell’interno che deblmno certificare chi
sia ministro di culto ai fini dell’iscrizione ■
al Fondo di previdenza. Il (ìovemo si è irrigidita sulle sue posizioni per cui era da
ritenersi non si .sarebbe potuto pervenire,
a conclusione delie discussioni parlamentari del 4 maggio, ad una possibile soluzione circa gli emendamenti in parola che
fosse di reciproca soddisfazione per le due
V>arli
.Nella seduta del 5, dopo le conclusioni
dei relatori e del ministro, a chiusura della discussione generale, è stata respinta
una richiesta avanzata dai comunisti e .sostenuta con diversa motivazione dai socialisti di sospendere la discussione di entrambi i disegni di legge perchè il Governo riesaminasse tutto l’insieme del sistema previdenziale in atto. Votati i singoli
articoli del disegno di legge relativo al
clero cattolico ed i primi due del disegno
di legge relativo agli altri ministri di (mito. per i quali non erano stati presentati
emèhdamenii, il Ministro Sceiba Ita dichiarato di accettare Un rinvio' de! ■ prosegui- <
metilo della discussione e dell^csame' di"
questi disegni di legge in relazione a quanto precisato dall’on. Bcigoni, il (piale ha
fallò nota l’opposizione delle Chiese evangeliche al testo di legge è ■Fopportunità di :
raggiungere un accordo irà' le parti sul testo degli emendamenti proposti,- In conseguenza'dell’operà- intermediaria svolta dalì’on.le Bogoni, tra i rappresen-tanli delle
Chiese evangeliche ed -il Ministro dell’in- i
terno, la discussione parlamentare è Siala
rinviata e riprenderà dopo che il Governo
avrà convenuto con i iappresenlanli delle
Chiese evangeliche gli emendamenti da
apportarsi al disegno di legge per adeguarlo al fine voluta.
Non è il caso di fare anticipazioni su
quello che potrà essere lo sviluppo della
situazione, sta di fatto però che non si può
sottacere Timportanza di quanto awebuto c dell-impegno assunto da! Governo di
fronte alla Camera di concordare con le
Chiese evangeliche gli emendamenti del
caso. Non sappiamo se questo sarà il principio di quelle intese eh« la Coslituziqnc ,
prevede per disciplinare i rapporti tra lo
Stato e le Chiese evangeliche, più volte ri,
chieste fin dal 1948 e sempre disattese dal
Governo. Certo, il cliuia di oggi non è più
(ptello del triste periodo dell’intolleranza
religiosa trascorso dall’aprile 1948 all’estate del 1955. Non è il caso tuttavia di essgre
ottimisti sui risultati possibili cui potrebbero dar luogo le trattative che dovranno
svolgersi tra rappresentanti delle Chiese e
rappresentanti del Governo. La condusione che si può trarre per il momento è duplice: gli emimdamenti richiesti dalle Chiese evangeliche non possono essere disallési*
nella loro sostanza, la forma può owiàmeme essere fivèdutà, ove Si voglia Veramente rendere il provvedimento idoneo al
suo fine ; è stato bene quindi aggiòmare ; la
discussione parlameniarei, poiché è - certa- .
mente miglior sirlnztone non aver legge
alcuna per il trattamento di : pensione ebeaverne una inidonea e nociva.- Il resto ed
ogni futuro sviluppo sono nelle mani j del
Signore. ,
-. -y. - P-
2
PM. X
L’ECO DELLE VALU VALDESI
N. 19 — 12 maggio 1961
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Prepariamoci' a celebrare
la Pentecoste
GIOVEDÌ’ 4
Massiccio rastrellamento notturno ad Algeri per cercare di stroncare le velleità degli ultra$ che non disarmano.
Ondata di arresti in Andalusia (in occasione di una visita del Caudillo) e a Madrid contro membri dell’opposizione^ in
particolare quella clandestina comunista.
Continua alla Camera italiana la discussione sulle pensioni al clero.
VENERDÌ’ 5
Viene lanciata c recuperata la capsula
di un missile Redstone, con a bordo l’americano Shepard, che è sal to a 213.COO m.,
alla velocità di 7.000 km/h.
La Camera approva il progetto di legge
sulle pensioni al clero cattolico, mentre
resta in sospeso quella relativa ai ministri
di culto acattolico, per cui il ministro
Sceiba è incaricato di prendere contatto
con il Consiglio Federale delle Chiese
evangeliche. Si trascina intanto la crisi siciliana: a Palermo il socialista Martinez,
eletto per la terza volta presidente della
Regione con lievissima maggioranza, rifiuta perchè votano per lui, come le altre
volte, anche comunisti e missini.
Per quanto continuino dispersi attentati
terroristici, sono quasi Cessati in Algeria
i combattimenti con il FLN e si profilano
nuovamente le trattative franco-algerine di
Evian: sarà la volta buona? Quanto sangue
è già stato follemente versato!
Fanfani, Moro, Saragat e Reale si incontrano per saggiare la validità dell’attuale
ttconvet’genza» governativa.
SABATO 6
Si inaugurano a Torino, presenziate dal
presidente Gronchi, le celebrazioni di «Italia ’61».
Ad Algeri si costituisce anche il gen.
Zeller,' uno dei quattro capi ribelli, trasferito quindi, come Challe, alla Sauté
parigina.
Kruscev in un moderato discorso invita
Kennédy a riprendere il dialogo dopo la
crisi cubana. Ùn decreto del Praesidium
sovietico estende la pena di morte ai colpevoli di appropriazione di denaro dello
Stato, ed ai fabbricatori e spacciatori di
moneta falsa.
I progetti scolastici italiani continuano
ad aver cattiva stampa: mentre proseguono le proteste contro il progetto attuale
della scuola dell’obbligo, il Congresso dei
capi d’istituto si dichiara contrario alla
soppressione, dell’esame d’ammissione alle
Scuole Medie; del resto, può Un’ordinanza
ministériàle abrogare una legge?
DOMENICA 7
Fanfani dichiara che l’attuale maggioranza di convergenza non ha alternative dernocratichte:'un parére che forse neppure tutti
i rappresentanti dl5Ìi’“tlhalè quadripartito
di centri» condividono. '
A Cuba si comincia a procedere aU’espnlsione del clero cattolico straniero e alla nazionalizzazione delle scuole cattoliche.
Permane ad Algeri la tensione fra^li
altràs e i militari; diverse unità.
alla fonda a Tolone salpano per l’Algeria,
per «manovre».
n ministro degli esteri di Léopoldville
annuncia' ohe Tshombe, sempre agli arresti
a Coquilharville, sarà processato per l’assassinio di Lnmumba^^e per lo sterminio di
molti Baluba; Mobntn e Gizenga si sarebbero accordati? Il presidente del Congo
«-francese, Fnlbert Ynln, deplora l’arresto
e blocca il traffico fra i due Conghi ; agitazione anche nel Katanga, dove reparti malesi dell’ONU c'rcondano formazioni di
mercenari bianchi sudafricani e britannici,
mentre il governo di El'sabethville continua a respingere l’«intromiaisione)) dell’ON'D
LUNEDI’ 8
Riunione ad Oslo della Conferenzaj, dei
ministri degli esteri della NATO : i 15
atlantici si dichiarano solidali circa la difesa di Berlino-Ovest; gli S. U. mettono
a disposizione del’a NATO un razzo dtios
per lanciare un satellite.
Nel suo atteso discorso alla tv De Gàulle
afferma che la sedizione non ha mo^ficato il piano per l’Algeria che sarà discusso nei « prossimi » incontri di Evian;;; saranno messe in atto energiche misure per
ristabilire l’autorità dello Stato, ma non
ci sarà alcuna riforma costituzionale. Ancora due attentati dinamitardi degli ultras
ad Algeri, dinanzi al cui imrto è schierata
la flotta francese. Il discorso non fuga ogni
equivoco nè fa cessare gli opposti terrorismi.
Saragat approva il discorso tenuto da
Fanfani a Ravenna, sostenendo che la politica governativa di convergenza deve
« chiudere» a sinistra verso il PSI; in disaccordo molti repubblicani, fra cui La
Malfa ohe ha detto ohe « si stanno ambiando le carte in tavola ».
MARTEDÌ’ 9
Proseguono le polemiche fra i quattro
partiti « convergenti », circa i rappòrti
con i socialisti. *
In una rivolta scoppiata in tre distretti
meridionali della Turchia, cento morti e
feriti; il governo chiude la frontiera con
la Siria.
Alla Conferenza atlantica di Oslo gli
S. U. annunciano che cinque sottomarini
armati di Polaris faranno parte delle forze
della NATO.
MERCOLEDÌ’ 10
Mentre ad Oslo i ministri degli esteri
atlant'ci riaffermano fra l’altro il proprio
atteggiamento circa Berlino, il Cremlino
sostituisce il gen. Zafcharov, comandante
delle truppe sovietiche in Berl’no-Eet, con
un colonnello: questa sostituzione vuol significare il passaggio di Berlino-Est sotto
la g’urisdizione del governo di Panjcow,
cioè in pratica una x>ace separata dell’URSS
con quest’ultimo ?
Si rinvigorisce il lermento arabo in Algeria (accanto a quello degl: ultras): il discorso di De Gaulle non significa nulla
finché non saranno iniziate le trattative
franco-al gerine.
Le solennità cristiane alle quali tutti riconosciamo una grandissima importanza sono il Natale e la Pasqua.
Grandi festeggiamenti, con l’infiltrarsi — purtroppo — di elementi che ne
offuscano il vero significato e ne diminuiscono il valore spirituale. Gioia,
si, ma è spesso una gioia soprattutto
mondana... Però, a Natale e Pasqua
vi sono le grandi assemblee che riempiono i nostri santuari. Due grandi
giorni per tutti. Anche per quelli che
non sì vedono mai in chiesa per tutto
il resto dell’anno: «les chrétiens de
Noël et de Pâques», molti dei quali
partecipano anche alla Santa Cena...
Oh, quanto più belle ed efficaci le solennità di Natale e di Pasqua se fossero celebrate con vero spirito cristiano, cioè con la presenza di Dio nei nostri cuori I Esse ci riempirebbero di
santa letizia, di immensa riconoscenza verso Colui che ci ha tanto amati,
verso Colui che è venuto a riportare
per gli uomini il trionfo sul dolore,
sul peccato, sulla morte ; e ci sentiremmo spinti a celebrare, coi nostri
fratelli, il Suo ineffabile dono, non
solo una o due volte all’anno, ma sempre.
Ma noi dimentichiamo talvolta che
ii Signore continua ad operare per la
nostra salvezza mediante l’azione dello Spirito Santo, Spirito di Dio, Spirito di Gesù Piglio di »Dio, che rende
effettiva la grande opera della Redenzione.
Questo, purtroppo, spesso lo dimentichiamo. Cosi soltanto si può spiegare che mentre il Natale e la Pasqua
sono da noi, giustamente, considerate
còme grandi solennità, la Pentecoste,
invece, la celebriamo in tono minore :
là sottovalutiamo!
E’ più che tempo che si riconosca
rjmmenso valore della Pentecoste cristiana; la discesa o effusione dello
Spirito Santo. Essa fu, ed è tuttora
per noi, l’adempimento della preziosa
promessa del Salvatore ai Suoi discepoli: «Non vi lascerò orfani, tornerò
a voi... E io pregherò il Padre, ed Egli
vi manderà un altro Consolatore... voi
mi vedrete, perchè io vivo e voi vivrete... lo Spirito della verità vi guiderà in tutta la verità... prenderà del
mio e ve Tannunzierà... voi avrete pace in me » (Giov. 15 e 16); «Ed ecco,
io sono con voi tutti i giorni» (Matteo 28: 20).
Lo Spirito di Gesù Cristo è Lui stesso, il Redentore. La Sua promessa si
adempie pei primi discepoli il giorno
della Penteeç^te.f Ma la promessa è
per tutti i tèmpi, per quanti riconosceranno in Lui il loro Salvatore. Per
tutti ! seguaci del Cristo è assicurata
la Sua presenza, per mezzo dello Spirito Santo : la Sua preziosissima presenza... e subito dobbiamo aggiungere: la Sua azione. E’ Ìoi Spirito Suo
che desta in noi pentimento, aspirazioni sante, sete di perdono, di vita
migliore. E’ Lui che opera in noi la
;( nuova nascita », che ci purifica, fa
di noi delle «nuove creature», lotta
con noi contro le forze del male, ci
illumina, ci guida, ci riconcilia con
Dio, a tal segno che diventiamo Suoi
figliuoli, ci fa gioiosamente esclamare: «Abba! Padre», viene in aiuto
alle nostre debolezze, anche nella debolezza con la quale noi preghiamo;
lo Spirito sovviene alla nostra debolezza: perchè noi non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito
intercede Egli Stesso per noi con so:ypiri ineffabili... (Romani 8: 36).
Quante altre cose potremmo dire su
l’azione dello Spirito Santo. Ma diciamo tutto in una parola; senza lo Spirito Santo presente nei nostri cuori e
nella nostra vita, la venuta del Salvatore sarebbe per noi assolutamente
vana. Invano Gesù avrebbe esclamat'j sulla croce ; « Tutto è compiuto ! »
Si, il Suo sacrificio è compiuto in
quanto è la vera, unica fonte della
nostra salvezza. Ma è necessario che
lo Spirito Santo renda effettiva per
noi l’Opera redentrice con l’agire nei
nostri cuori e nella nostra vita. Perchè siamo, si, virtualmente già salvati, ma dobbiamo perseverare e progredire nella evoluzione della nostra
vita spirituale, per poter un giorno
raggiungere l’integrale salvezza. « Procacciate la santificazione senza la
quale nessuno vedrà il Signore» (E
brei 12; 14). Opera ardua la santificazione: anzi, impossibile. Solo lo Spirito Santo può aiutarci nei nostri
sforzi, onde l’opera compiuta dal Salvatore non sia resa vana per noi.
Noi ci professiamo cristiani. Ma ecco rm grave ammonimento di S. Paolo ; « Nessuno può dire : Gesù è il Signore! se non per lo Spirito Santo»
L Corinzi 12: 3). Affermazione che
Luzzi cosi commenta; «Nessuno
può dire con piena, profonda convinzione, ohe Gesù è il Signore; cioè il
risorto, Tasceso al cielo, U seduto alla
destra del Padre, il Pigliuol dell’Iddio
vivente e véro; nessuno può dire, con
le labbra e col cuore, col grido che
esce dal santuario della propria esperienza personale; «Signor mio! Mio
Salvatore », se non lia ricevuto lo Spirito Santo ». ■
Ce ne rendiamo noi conto?
Lo Spirito Santo ha ispirato tutta
la Sacra Scrittura, f la scolpisce nella mente e nel cuoi®. Ed in una meravigliosa pagina della Scrittura rifulge il grande evento della Penteco
ste. Quaranta giomiidopo Pasqua, Gesù risalì al cielo (noi celebriamo la
Ascensione così cosi, senza darle la
dovuta importanza). E cinquanta
giorni dopo Pasqua, la Pentecoste giudaica — che era la festa della mietitura — si trasformò in Pentecoste
cristiana : la discesa dello Spirito Santo sui discepoli riuniti in preghiera.
« Tutti furono ripieni dello Spirito
Santo» ed allora nacque la Chiesa
(Atti 2). Noi diciamo di amare Gesù
e di amare, con Lui, la Sua Chiesa,
che chiamiamo anche « nostra chiesa». Ed allora, perchè diamo così poca importanza alla celebrazione della
Pentecoste, ^omo natalizio della
Chiesa? La spiegazione c’è, ma non è
davvero incoraggiante; noi non ci lasciamo sufficientemente fidare, sostenere, riempire, dallo Spirito Santo,
sia come singoli credenti sia come comunità.
Per farci comprendere l’azione che
lo Spirito Santo vuol compiere in noi,
la Sacra Scrittura ce ne addita cinque simboli: l’acqua, il fuoco, il vento, l’olio, il sigillo. Pensiamo un istante al secondo simbolo: il fuoco. E’ il
Battesimo preannunziato da Giovanni il Battista (Luca 3: 15). E’ il battesimo del credente. Ma è anche il
battesimo della Chiesa con l’apparire, alla Pentecoste, delle « lingue di
fuoco ». Ed ecco quel che ci manca ;
;1 fuoco dello Spirito, luce - colore zelo - forza motrice. Purtroppo, langue la nostra vita spirituale, e languono le nostre chiese. Viviamo di
tradizioni, e non di vera vita. Siamo
incapaci dì testimonianza, di apostolato. Non arde in noi il fuoco d’un
infinito amore per il Signore della
Chiesa e per la nostra comunità, un
costante desiderio che il Regno di Dio
\enga. Non siamo ardenti, ma tiepidi. E’ per questo che la Pentecoste è
cosi fiaccamente celebrata.
Come i discepoli riuniti in preghiera. eleviamo tutt’insieme i nostri cuori a Dio, invocando per noi e per le
oostre comunità il rinnovarsi della
Pentecoste, un’abbondante effusione
dello Spirito Santo. Nel dono della
Pentecoste è il segreto della salute
spirituale di ogni singolo credente e
'Ui ogni singola comunità.
Prepariamoci alla celebrazione dela Pentecoste, G. Bertinattì
àssQciazione «Enrico Arnaud»
Gita a Marsiglia
1® Giugno - Giovedì - Ore 5 a. m. partenza da Torre Pellice. Percorso: Torino Cuneo - Tenda • Ventimiglia - Menton Monaco - Nice - Antibes - Cannes • Fréjus
- St. Tropez . Hyèrea . Toulon - Marseille percorrendo tutta la Costa Azzurra • les
Roches Rouges ■ la Côte des Maures. Arrivo verso le ore 20. Accoglienza e sistemazione presso i membri della Union Vaiidoise di Marsiglia.
2 Giugno ■ Venerdì ■ Ore 10 partenza
per Mérindol, villaggio valdese distrutto
nel 1545. Visita ai ruderi e alla Chiesa attuale. Proseguimento per Avignon; visita
al celebre Ponte e Castello dei Papi. Ore
19 ritorno a Marsiglia.
3 Giugno - Sabato ■ Mattinata dedicala
alla visita della città. Escursione in batte’io al famoso Château d’if. Pomeriggio
e serata organizzata dall’Union Vaudoise di
Marsiglia.
4 Giugno - Domenica - Ore 8 partenza
per il viaggio di ritorno attraverso tutta la
Valle della Durance; Aix-en-Provence Manosque • Sisteron - Visita al grande bacino di Serre Ponçon - Briançon - Sestriere.
Arrivo a Torre Pollice verso le ore 22.
Prezzo complessivo: L. 4.000. Provveder,
si della carta d’identità (per chi non ha
passa'porto) con i! visto della Questura,
per la Francia.
Iscrizioni fino al 15 Maggio presso la
Calzoleria Clot o il Sig. Rossi Luigi, in
Via Arnaud, 21.
liceo Ginnasio Parcjf^iato Valdese
Tori'e Pellice
Sono messe a concorso una catte
dra di lettere al Ginnasio Superiore e
una di latino e greco al Liceo, secon
do le norme di cui al bando affìsso
all’albo dell’Istituto.
Per ogni informazione, rivolgersi a'
la Presidenza.
per la Tavola Valdese
Il Moderatore
Ermanno Rostan
Torre Pellice, 5 maggio 1961
NOTERELLE MISSIONARIE
Si sente dire a volte che le missioni cristiane in Africa ed in Asia non
sono più necessarie o. benvolute; sì
sa che da certi paesi i missionari han
dovuto partire; e d si domanda se
le missioni di cristia(irii europei in terra africana ed asiatìca debbano continuare.
Ma proprio ora le chiese cristiane
di quei paesi chiedono con insistenza
alle chiese europee ed americane l’invio di missionari, e continueraiino a
chiederne purché essi partano con l’idea di andare a servire e non a comandare, a collaborare con dei fratelli e non ad inquadrare degli eterni
bambini.
Per rispondere agli appelli delle
« giovani chiese » la Società missionaria di Parigi, che già impiega attualmente un po’ più di 200 missionari,
ha bisogno, entro due anni, di almeno 65 nuovi missionari, e precisamen
28 pastori 24 Inseganti
1 tipografo 5 medici
1 giornalista. 5 infermiere
1 organizzatrice di movimenti giova
nili femminili
L’appello è stato lanciato al principio dell’anno in corso; per ora sono
praticamente pronti a partire a breve scadenza;
3 pastori 4 infermiere
8 insegnanti 4 tecnici.
Altre 14 persone si sono offerte, ma
devono ancora terminare i loro studi.
C’è dunque ancora un ampio margine per chi voglia offrirsi.
vanno in Asia o in Africa; ormai comincia ad esserci uno scambio di aiuto fraterno fra le chiese dei più diversi paesi. Da tempo le chiese dell’India hanno mandato dei missionari in Africa del Sud. Ora giunge notizia che la prima missionaria nativa
delle FUippihe ha lasciato il suo paese per venire a lavorare in Turchia
come infermiera nell’ospedale che la
sua chiesa ha aperto ad Ankara.
trecciano, di aspirazioni politiche che
si consolidano, è il luogo dove si forma quello che sarà il popolo africano
di domani, ed è lì — scrivono i missionari del Gabon — che la chiesa
dovrebbe essere molto più presente ed
attiva di quanto non sia.
Al giorno d’oggi i missiona-ri non
seno più soltanto dei «bianchi» che
PER I PRIMI GIORNI DI GIUGNO
Pellegrinaggio in Francia
Già ne11’«Eco delle Valli» è stala annunziata l’organizzazione d’un Pellegrinaggio
valdese in Francia, fra il 1® ed il 4 giugno
prossimo, per rispondere ad un affettuoso
invito della Comunità protestante di Vergèze, che, come i lettori ricordano, ha fatto
un’indimenticabile visita alle Valli, sotto
la direzione del pastore Jacques Galtier.
Ne riassumiamo brevemente il programma:
Il 1® giugno: Viaggio da Torre Pellice a
Vergèze in autopullman; fermale per gli
iscritti di I.userna S. Giovanni, Pinerolo,
Val Chisone; 'percorso 'Per i coll; del Sestriere e del Monginevro, per la valle della
Durance; passaggio del Rodano a TaraBcon; incontro con gli amici francesi al
monumentale Pont du Gard. Il 2 giugno:
nella mattinata, visita a Vergèze, ricevimento al Tempio e al Municipio; nel pomeriggio, visita a Aiguez Mortes, alla Tour
de Constance, al porto del Gran du Rois,
ad un allevamento di lori per le corride
nella Camargue. Il 3 giugno: visita alla
città di Nîmes (monumenti romani e protestanti); escursione nei valloni delle Cevenne, pranzo a St. Jean du Gard, visita al
Musée du Désert. Nelle serate del 2 e
del 3, incontri fraterni con la Comunità di
Vergèze. Il 4 giugno: ritorno in patria,
con probabile visita a Arles,
Precisiamo le condizioni finanziarie del
Pellegrinaggio.
Il costo del viaggio completo in autopullman, compresi i 231 chilometri delle
due gite, è di L. 4.500 (e qui dobbiamo
rivolgere un’espressione di gratitudine all’Agenzia Malan Viaggi, per la cortese
comprensione e modestia delle sue esigenze). Siccome tutti i partecipanti saranno
ospiti di famiglie di Vergèze, da cui saranno offerti il letto, la colazione e la cena, saranno a carico di ciascuno soltanto \
pranzi del 2 al Ristorante di y^^geze, e
del 3 a St. Jean du Gard (circa 500 franchi
francesi leggeri ciascuno)» e naturalmente
le spese dei pasti durante il percorso delFarvdata e del ritorno (per cui si può prov.
vedere con provviste al sacco).
Le iscrizioni si ricevono a Torre Pellice
entro il 21 maggio presso il Prof. Attilio
Jalla e presso la Libreria Hugon; per Lusenta S. Giovanni, presso il pastore Roberto Jahier e presso il negozio MalanotMeynet agli Airali.
Tutti i partecipanti sono vivamente pregati di procurarsi la regolare carta d’identità, col necessario bollo della Questura;
coloro che ne sono già provvisti, sono pregati di verificare che il bollo della Questura sia valido per l’anno corrente.
La Società Missionaria di Parigi ha
chiuso in marzo il suo bilancio annuale senza deficit. Tale bilancio si
eleva a 2 milioni e 9(X).000 nuovi franchi, ossia circa 360 milioni di lire. La
cosa più curiosa è che quasi un quarto dei doni che hanno servito a coprire quelle spese è giunta nelle ultime quattro o cinque settimane. Cliò
significa che i donatori hanno lasciato i direttori della società missionaria
fino all’ultimo sotto l’incubo di un deficit di 80 milioni di lire, che poi han
no saldato negli ultimi giorni. Pur
senza volerlo l’ultimo numero del
« Journal des Missions Evangéliques »
lascia intendere quanto sia stata
grande l’ansia della direzione per la
minaccia del deficit. Viene da chiedersi se gli amici delle missioni non
abbiano mai riflettuto a quanto sia
vero l’antico proverbio che insegna
che chi dà subito è come se desse il
doppio: tutto il lavoro sarebbe facilitato, mesi e mesi di preoccupazioni
inutili sarebbero evitati se soltanto
ognuno desse la sua offerta al principio dell’anno anziché alla fine. E ciò
vale per le missioni, per la chiesa, per
tutte le opere che vivono dei nostri
doni.
Il nome di Lambaréné ricorda a
tutti il Dr. Schweitzer ed il suo famoso ospedale, tanto che pochi san
no che Lambaréné è anche una cittadina a poca distanza dal punto dove è situato l’ospedale di Schweitzer.
E la cittadina stessa pone alla missione cristiana dei problemi sempre
più urgenti, che sono i problemi tipici di una gran parte dell’Africa. Lo
sviluppo delle industrie e la fantastica rapidità con cui aumenta la popolazione delle città o con cui addirittura si creano in pochissimi anni delle città interamente nuove è una delle caratteristiche salienti dell’attuale
situazione in molti paesi africani. E
la chiesa e la missione stentano a
rendersi conto di questi cambiamenti. continuano a lavorare come han
sempre fatto, in un paese che cambia
di giorno in giorno. Appunto da Lambaréné viene un grido d’allarme: si
continuano a mandare missionari e
catechisti nelle solite stazioni della
foresta dove la vita è relativamente
tranquilla, e si tiene appena uno o
due catechisti o pastori nelle città in
cui le tentazioni sono più grandi, in
cui la gente che viene dalla foresta
e. migliaia disimpara prestissimo quél
che aveva imparato alla missione.
Nelle città che crescono a vista d’occhio, nel caos di tradizioni che varino in frantumi, di interessi che si in
L’India è uno dei paesi all’avanguardia per quel che riguarda l’unione di chiese. Dal 194'7 la « Chiesa dell’India del Sud» riunisce in una sola chiesa dei credenti che prima appartenevano a diverse denominazioni: congregazionalisti, anglicani, me
tedisti. Attualmente continuano nell’India del Nord dei negoziati per addivenire ad una unione simile a quella della parte meridionale del paese,
mentre da parte sua la Chiesa dell’India de! Sud continua a ricercare
le possibilità di unirsi a quelle altre
denominazioni che lavorano nelle
stessa parte del paese e che sono per
ora rimaste separate da lei. Sarebbe
un pericolo se, dopo aver riunito in
sè tre denominazioni diverse, la Chiesa dell’India del Sud si adagiasse in
un senso di soddisfazione per essere
riuscita a fare una unione di propor
zioni maggiori che altrove ; iiifatti ta
le unione voleva essere solo il primo
passo per giungere a riunire in una
sola chiesa non solo alcune denomi
nazioni, ma veramente tutti i cristiani dell’India del Sud. Dei progressi in
questo senso sono stati fatti, e per
provvedere alla cura dei cristiani che
si sono aggiunti a lei, la Chiesa del
l’India del Sud dovrà probabilmente
creare un’altra diocesi, e al tempo
stesso, per facilitare altre unioni, provvederà a scampare del materiale sia
in inglese che in diverse lingue indiane.
Da uno dei Sinodi della Chiesa dell’India del Sud è venuto l’appello a
tener sempre presente la mèta della
unità della Chiesa e a non accontentarsi della «via facile della cooperazione interdenominazdonale ». E’ ancora un ammonimento che ci viene
dal campo delle missioni e che anche
noi dobbiamo prendere con ogni serietà chiedendoci se per caso la nostra cooperaziione interdenonvnazionale, qui in Italia, non sia anche una
« via facile » mediante la quale tranquillizziamo la nostra coscienza dopo
aver rinunciato a compiere gli sforzi
necessari fier giungere ad una unione.
Certo ognuno dei temi toccati in
queste note merita uno studio più approfondito; ma il nostro scopo era
quello di dare alcune notizie delle
chiese d’Africa e d’Asia per far notare, tra l’altro, quanto simili siano
1 problemi che si pongono a loro ed
a noi, quanto le debolezze di quelle
chiese siano simili alle nostre debolezze, quanto i loro moniti ed i loro
appelli siano validi anche per noi.
Poiché veramente oggi è irreale parlare di « chiese madri » e « chiese figlie»: vi possono soltanto essere
«chiese sorelle» che si incoraggiano,
si ammoniscono, si aiutano reciprocamente. ... _ .
Aldo Comba
3
N. 19:— 12 maggio 1961
L’ECO DELLE VALU VALDESI
m
IN VIAGGIO NEGLI STATI UNITI
Dopo due settimane e più di continui viaggi, riprendo oggi la penna
per dare ai lettori dei giornale l’occasione di seguirmi nella mia attività
in questo vasto continente.
Da Princeton, città universitaria per
eccellenza, ricca di edifici scolastici e
sperimentali, fio viaggiato tutta ima
notte verso Chicago. L'immensa cit
tà industriale, una delle più vaste degli Stati Uniti, mi fia accolto sotto
un cielo cupo, in un clima umido e
freddo. Attorno agli enormi edifici
delle bancfie e dei grandi negozi, ec
co una vastissima zona dove le case
sono quasi tutte dello stesso tipo, popolate da centinaia di migliaia di
biancfii e di negri, questi ultimi proveniente specialmente dagli Stati del
Sud, attratti dal commercio e dalle
possibilità di lavoro. Le Chiese cristiane hanno i loro problemi assai gravi
ed urgenti da affrontare in una città
di alcuni milioni di persone, spesso
Ln movimento da una periferia all'altra, da un quartiere all’altro; accanto
alle grandi Chiese tradizionali, ecco
altre chiese e organizzazioni religiose
dai nomi più diversi, specialmente nei
quartieri popolari, là dove il vizio e
la malavita fanno ogni giorno numerose vittime.
A Chicago, la Chiesa Valdese ha
avuto nel passato un suo particolare
luogo di culto. Come iii ogni altra
grande metropoli americana gli italiani sono giunti numerosi e la prima
comunità Valdese è stata diretta dal
Pastore Filippo Grilli, fratello del
Pastore Grilli di Lugano. Oggi la
« Waldensian Church » si è unita alla
« Presbyterian Church » ed il Pastore
è americano; è il Rev. Armstrong,
successore in quella comunità del
Rev. Maietta, di origine italiana. In
quella Chiesa ho fatto ima conferenza con proiezioni luminose il sabato
sera, mentre ho presieduto il culto la
domenica mattina. Ricordo di aver
incontrato varie famiglie oriunde delle Valli Valdesi, tra cui la famiglia
Grill di Frali, i parenti dell’anziano
Remigio Pons di San Secondo di Pinerolo, una giovane coppia giunta da
pochi mesi da Napoli, la famiglia Rostan ed altri di cui non posso ricordare i nomi. Dopo il culto ci siamo recati nella casa della Signora Rostan per
un pranzo tra valligiani; fu^ri nevicava assai; nel pomeriggio hó dovuto
decarmi nella più grande Chiesa Presbiteriana di Chicago il cui Pastore,
Dr. Ray Anderson, avevo incontrato
due anni fa a Parigi ed a Ginevra per
le celebrazioni della Riforma. In questa come in varie altre chiese da me
visitate, c’è un’abbondanza ' di locali
ed una ricca attrezzatura per ogni sorta di attività sociàlè. Ho fivóltb là parola ad una numerosa riunione di giovani sposi e di... futuri sposi; il giorno successivo ho partecipato ad una
riunione della Federazione delle Chiese Protestanti di Chicago, presieduta
dal Dr. Chandler, per vari anni Direi
tore deirufflcio Rifugiati presso il
Consiglio Ecumenico a Ginevra e amico dela nostra Chiesa; la sera ho presieduto il culto nella Facoltà Teologica dell’Università, il cui Presidente,
Dr. Schomer, già al Chambon-sur-Lignon e poi a Ginevra, ben conosce le
Chiese minoritarie dei Paesi Latini a
lì Chiesa Valdese in particolare.
Il giorno dopo ero a Springfield, nell’Illinois. Accompagnato dal Rev.
Maietta, ho partecipato alla Conferenza regionale dei Pastori e dei delegati del «Presbytery» corrispondente
presso a poco ad im nostro Distretto;
la serata è stata dedicata compietamente ad una mia conferenza sulla
Chiesa Valdese e cosi è accaduto il
giorno successivo a Springfield, nella
prima Chiesa Presbiteriana della città, dove in occasione di un concerto
vocale offerto dalla magnifica corale
dell’Università di Debuque ho pure
rivolto il mio messag^o ad uri numeroso uditorio. Springfield è una bella
cittadina, circondata da ricche e prospere campagne; è anche la città che
ebbe fra i suoi cittadini uno degli uomini migliori nella storia degli Stati
Uniti, il Presidente-Beniamino Franklin, le cui spoglie riposano nel cimitero locale sotto il grandioso monumento eretto alla sua memoria. Il nome di Beniamino Franklin rievoca ricordi di cento anni or sono e la guerra sanguinosa tra gli Stati del Nord e
quelli del Sud, soprattutto a causa del
problema razziale. Chi non ricorda tra
le letture deH’infanzia « La casa dello
zio Tom»? A Springfield si respira
un’atmosfera di profonda venerazione
per colui che fu definito il « grande
emancipatore » e la cui figura intimamente religiosa, anche se ufficialmente Franklin non ader ad alcuna particolare denominazione, rimane senza
dubbio scolpita nella storia dell’umanità. « Egli appartiene ai secoli » sta
scritto sulla sua tomba; e qualcuno
ha giustamente commentato a questo
riguardo ; « I secoli appartengono a
Lui, cioè al Signore ».
Ho percorso in aereo ia distanza che
separa Springfield da St. Paul e Minneapolis, nel Minnesota. Qui mi sono
fermato un giorno solo, giusto il tempo per fare alcune visite ed alcune
conversazioni con Pastori locali; la
sera alle 10 mi sono rimesso in viaggio verso Seattle, sul Pacifico.
* * *
Un viaggio in treno certamente non
comune : più di 2000 miglia, 36 ore
consecutive, due notti in treno, chiuso
ih una piccola cabina proprio sulle
fUote della carrozza. Una bella cura
Dalia regione dei grandi laghi al Pacifico - Chicago-Seattle: 2.000 miglia
di treno ■ Altre tappe: Portland, San Francisco, Topeka, Kansas City
per la lombaggine che da qualche
giorno mi aflSiggeva!
Ho attraversato non pochi Stati
senza neppure poterli vedere; altri,
come il Dakota, il Montana mi sono
parsi monotoni, ugualmente piatti, distinti ogni tanto dalle attrezzature
dei pozzi petroliferi. Mi sembrava inverosimile di viaggiare in quel paesi
il cui nome mi riconduceva ai tempi
lontani in cui frequentavo la Scuola
Latina ed eccellevo (lo dico con modestia) nella geografia! Mi sono sempre
sentito attratto da quello studio e non
mi sono mai stancato di esaminare le
carte geografiche o topografiche del
mondo intero ; e cosi, a poco a p>oco, a
rorza di studiare geografia, sono anche giunto ai piedi delle Montagne
Rocciose. Qui il panorama si è fatto
più interessante; il treno saliva lentamente trasportandoci dalla pianura
montana verso immense distese di fo
lizzazione. Mi si era riservato il culto
serale, completamente radiotrasmesso
da una stazione radio appartenente
alla chiesa per l’opera di evangelizzazione. àiezz’ora prima del culto, nella
sacrestia, i Pastori e gli anziani si sono riuniti in preghiera; sono stato colpito dal fatto che tutti hanno pregato. per il culto, per me, per il mio messaggio, per quelli che lo avrebbero
ascoltato in qualsiasi luogo ; venti mir'uti dedicati alla preghiera prima del
culto non sono una cosa molto normale, ma sono probabilmente il segre
to della efiScacia della predicazione e
della evangelizzazione. E dall’atmosfera che aleggiava intorno a noi sentivo che c’era un esaudimento alla
preghiera dei 6 o 7 riuniti nel nome di
Gesù.
Da Seattle, lungo il magnifico litorale, ho viaggiato il giorno dopo verso
Portland, nell’Oregon. Il tempo era
Il Moderatore ''Doctor ot Divinltv
Apprendiamo con vivo compiacimento che il « Moravian
College» di Bethleem (Pennsylvania), l’Università morava che
conta fra le sue Facoltà quella
di Teologia, ha deciso di conferire al Past. Ermanno Rostan
il grado onorifico di « Doctor of
Divinity », « in riconoscimento
del servizio reso alla Chiesa
Valdese e, attraverso la Chiesa
Valdese, alla causa mondiale
del Cristianesimo ». Il conferimento — che avverrà ufflcial
reste e di neve ; ritengo di aver percorso di notte la parte più interessante
delle Montagne Rocciose e la mattina,
del 16 aprile il treno scendeva verso
Seattle, sull’estremo lembo occidendale degli Stati Uniti.
Qui il paesaggio era assai diverso
da quello delle grandi metropoli della
costa Orientale. Seattle è una città
estremamente pulita, circondata da
meravigliose insenature e da alpi nevose; si sente già un po’ l’atmosfera
delle isole Hawai, del Giappone e delia Cina a caUsa della presenza di molte persone oriunde di quei paesi. Alle
11 del mattino ho partecipato al culto nella grande chiesa presbiteriana
dove sono stato salutato dal Pastore.
Ho ascoltato un chiaro e convincente
messaggio evangelico ed ho sentito
nell’assemblea un’atmosfera di buona
pietà cristiana, aperta verso l’evange
mente il 28 maggio, in occasione della visita del Moderatore
Rostan a quella Università —
assume un valore particolare
non solo perchè U Moravian College è una delle più antiche
Università degli Stati Uniti
(fondato nel 1742), ma anche
perchè si tratta di un nuovo
anello della secolare fraternità
moravo-valdese, che ha la sua
importanza sul piano storico c
spirituale.
red.
ancora assai freddo ed umido e la mia
permanenza è stata breve. Tuttavia
un pomeriggio è stato totalmente dedicato alia mia particolare attività;
alle 15 sono stato intervistato alla raaio, per una trasmissione religiosa, alle 17 ho parlato ad ima unione giovanile ed alle 20 ho rivolto la parola ad
una numerosa assemblea nella chiesa
presbiteriana iocale. Il giorno dopo sono salito sull’aereo -ohe mi avrebbe
portato verso San Francisco, nella California. ■)
Il Sog^omo a Sàn Francisco, purtroppo, è stato estremamente breve.
Dopo un rapido giro nei dintorni della meravigliosa bàia, mi sono recato
presso il grande Seminario teologico
Presbiteriano dove, tra le altre persoiialità, ho anche incontrato il Dr.
Tournier di Ginevra e ia sua Signora.
L’ultima volta che lo avevo visto ed
udito era ad Agape in occasione delle
giornate teologiche, alcuni anni or sono; l’ho riudito a San Francisco mentre teneva una conferenza agli studenti della Facoltà di teologia; con lui e
con vari Professori deila Facoltà ho
partecipato ad una riimione seraie in
cui problemi teologici, ecclesiastici e
psicologici sono stati affiancati varie
volte nella discussione. li Seminario
teologico è situato fuori deiia città, in
aperta campagna, presso a colline rivestite da ricca vegetazione con aitissimi alberi caratteristici deiia California. Più che di un edificio, si tratta
di un complesso di edifici destinati ai
Professori, agli studenti, alla residenza dei numerosi studenti coniugati, aile sale di .studio e di ginnastica, alle
biblioteche. Il Presidente Prof. Teodoro Gii! mi ha accolto con molta cordialità e mi ha dato l’occasione di alcune conversazioni con i Professori.
San Francisco meritava certo una
visita di almeno due giorni; invece,
dopo un giorno e mezzo, ho dovuto riprendere l’aereo a causa degli impegni che mi attendevano a Kansas City. Sono giunto in questa città il sabato sera dopo tutto un giorno di viaggio; ieri, domenica 23 aprile, ho presieduto due cuiti nella mattinata nel
la città di Topeka, a cento chiiometri
di distanza. Subito dopo il pranzo sono stato ricondotto a Kansas City dove alle 16 ^ parlato ad una riunione
di varie Chiese ed alie 19 ad un largo
raduno giovanile. Quattro impegni
nello stesso giorno, con un clima estremamente diverso da quello di Seattle,
quasi estivo! Oggi, neila mattinata,
ho parlato ad una riunione di Pastori
deiia zona e domani mi accingo a partire per il Sud, dove mi attendono alcune riunioni e dove parteciperò alia
Assemblea (Senerale della Chiesa Presbiteriana degii Stati del Sud.
Da due mesi sono assente dallTtalia ed il mio pellegrinaggio continua
ancora. Vorrei seguire più da vicino
la vita delle nostre Chiese e invece da
più di un mese non ho più potuto leggere neppure uno dei nostri giornali.
L’epoca delle Conferenze Distrettuali
si avvicina e non posso non augurare
che esse segnino per tutte le nostre
chiese un tempo di benedizioni divine e di rinnovata consacrazione al servizio del Signore. Il mio ritorno non
potrà avvenire che a giugno inoltrato; mi sia lecito invitare le Chiese ed
i UoncistOTha fare quanto dipende da
loro per facilitarmi il lavoro che dovrò compiere al mio ritorno in vista
del prossimo Sinodo.
E che il Signore diriga i nostri pensieri verso un servizio sempre più fedele, alla gloria di Dio e per il progresso spirituale della nostra Chiesa.
Ennanno Rostan
I bambini delle Scuole Domenicali
raccolti per le loro feste di canto
‘‘Lode alLAltissimo...,
Col canto delle pwrole del cantico 315
del I\uovo Innario un folto gruppo di hamb'.ni della Valle del Pellice ha dato inizio
domenica 7 maggio alla Festa dì Canto delle Scuole Domenicali nel tempio di Torre
Pellice. Diciamo subito che, per diverse
ragioni, questa festa ha avuto dei risultati
rallegranti. Innanzitutto ci è parso che i
bambini fossero particolarmente numerosi,
malgrado la certo involontaria defezione di
una forte Scuola Domenicale come quella
di Villar Pellice. Ma più ancora del numero mi ha colpito il piacere evidente col
quale i bimbi hanno partecipato alla festa.
Va .sottolineata, inoltre, la presenza di un
certo pubblico attento e non esclusivamente intento a commuoversi per certi imprelisti (e rari) ”a solo” nei canti d’insieme.
Molti saranno senza dubbio stati gradevolmente stupiti nel constatare che, contrariamente a quanto si sarebbe potuto aspettarsi. gli inni meglio preparati erano proprio
quelli d’insieme, anche se non tutti facilissimi e. come s’. sa, in parte francesi. Ottimo segno di un attenuarsi di un eccessivo
individualismo esibizionistico e della felice
sielta degli inni da parte della Commissione del Canto Sacro. Non a torto il past.
Aime ha fatto notare che, forse per la prima volta in simile circostanza, ci si poteva
permettere di eseguire un inno d’insieme
con qualche appropriata sfumatura di tono
e _ vorremmo dire — veramente a tempo.
Inutile dire che la bacchetta del presidente della Commissione Canto Sacro ha avuto
una parte preponderante nell’ultima ’’messa a punto” dii tante e così diverse voci
argentine.
Erano presenti, .-e non andiamo errati,
cinque Scuole Domenicali di Torre Pellice. oltre a quelle di Bobbio, Angrogna, S.
Giovanni, Rarà. Nel volgere di due ore si
A LIONE
Centro «Pierre Valdo»
Le "Informazioni di Agape” annunciano
che quest’estate avrà luogo a Lione un
campo ecumenico di lavoro per costruire
un centro per la gioventù lionese, che sarà
intitolato a Pietro Valdo. Il campo di lavoro si svolgerà dal 14 luglio al 12 agosto.
è .svolto un nutrito programma comprendente diciannove ’’pezzi”. Particolarmente
apprezzato ’’L'inno alla fede”, cantato dai
bimbi di Bobbio. Tutti hanno tuttavia egregiamente contribuito alla riuscita della festa. Alcuni hanno persino preparato degli
inni a duk voci o net quali lui bimbo teneva umi "parte solistica ’. Non si sentiva la
ricerca dell’insolito per l’insolito ma il desiderio di abbellire nel modo migliore l’esecuzione.
\el corso dei due interinili "parlati” il
past. Aime ha intrecciato un dialogo coi
piccoli cantori, conducendoli a ripensare
al significato della fe.sta ed indicando nella
profonda riconoscenza verso il Signore la
ragione della loro partecipazione alla festa
di canto e dell’impegno col quale mettono
al Suo servizio la loro voce.
E’ lecito sperare che sin ormai giunto il
momento in cui il canto sacro e consideralo
non più semplice abbellimento sentimerUale di alcune "cerimonie religiose” ma parte integrante della vita e del servizio del
credente.
Esprimiamo la nostra sincera riconoscenza alla comunità di Torre Pellice per la
sua sempre affettuosa accoglienza ed al past.
.lime per la perizia e la pazienza con la
tpiale ha guidato lo svolgimento della festa. Quanto ai bimbi essi non dimenticano
certamente tutti coloro che si sono particolarmente impegnati nella preparazione
dei singoli gruppi. Giovanni Conte
Il tempo non poteva essere più sereno,
caldo persino, e questo ha favorito l’afflus.
so dei trimbi delle Scuole domenicali della
Val Chisone a Pomaretto, domenica pomeriggio, per la loro festa di canto; erano
presenti le .Scuole domenicali di Prarostino, S. Secondo, Pinerolo, S. Germano e
Pomaretto; assenti, quest’anno, i bambini
di Pramollo. Guidali dai loro monitori e
monitrici, si sono raccolti nell’ampio e luminoso tempio di Pomaretto, dopo una
prova dei canti d’insieme al Convitto.
Presiedeva la riunione il past. Cipriano
Tourn, in sostituzione del past. Bouchard,
in missione a S. Giovanni Lipioni negli
-Abruzzi; dopo aver dato il saluto a tutti i
convenuti, ha via via presentato i vari canti d’insieme, diretti dalla prof. Clotilde
Tron, e quelli eseguiti dalle singole Scuole domenicali. Anche per i bimbi, come
per gli adulti delle Corali, i canti d’insie
me (e diversi cori particolari) in italiano
sono stati scelti fra i nuovi inni (345: «Lode all’Altissimo», 370; «O creature del Signor»), ben preparati; buona anche l’eaecuzione degli inni francesi (203: «Mon ame
en silence», e 257 : «(Jui dit au soleil»), per
quanto la scarsa conoscenza del francese
porli talvolta a pronuncie non del tutto ortodosse...
Alternandosi a questi inni d’insieme, ai
sono succedute le varie Scuole domenicali :
Prarostino ha cantato il 352 («Una roccia
secolare») e il 364 («Te celebriamo»), Pinerolo l’inno 6 («A Te innanzi giubilanti»)
e il 197 («Mi prendi per la mano»), S. Germano il 368 («Poni in Dio la tua fidanza»)
e il 362 («Si, vinceremo»), S. Secondo il
250 («E’ la casa un paradiso») e un coro
natalizio («Nato è il Signor»), Pomaretto
il 51 («Sciolgo le labbra») e il 95 francese
(«Une bonne nouvelle»). In complesso la
preparazione è stala buona e i bambini
hanno mostrato di cantare con gioia, proprio secondo il messaggio dato, fra la prima e la seconda parte, dal past. Tourn. che
ha vivacemente raccontato l’episodio del
canto notturno di Paolo e Sila. nel carcere
di Filippi.
Al termine, la teoria dei ragazzi, nel sim.
pático «ordine» che è facile immaginare, si
è recata nel giardino deU’Asilo. dov’era
preparata per loro la merenda, offerta generosamente dii Pomarini ospitanti. (Quindi, a poco a poco, si è presa la via del ritorno. Pur esprimendo il rincrescimento
che la partecipazione dei bimbi non sia più
totalitaria, specie per alcune comunità, è
stato comunque molto bello vederli raccolti e canori (sapranno i «nuovi» inni prima
e meglio dei loro genitori!). Una parola di
viva riconoscenza alla Chiesa di Pomaretto
per la cordiale ospitalità, e ai monitori e
alle monitrici per la cura con cui seguono
questi piccoli. rep.
Convegno Unioni
Giovanili
Avrà luogo, D. V., a POMARETTO
domenica 21 maggio, alle ore 14,30, nei
locali dell’Unione.
L’argomento dello studio e della discussione sarà; «Prospettive delle nostre U. G. V. in relazione al prossimo
Congresso F.U.V. ».
Il centenario del Metodismo
ti
italiano
In questi giorni si stanno svolgendo a Roma il Sinodo e le celebrazioni
del Centenario dell’opera metodista
in Italia. In quest’occasione è pa^icolarmente nutrita la rappresentanza
delle Chiese metodiste nel mondo. La
Chiesa Valdese è rappresentata daUa
sua delegazione, con voce consultiva;
novità di quest’anno, la partecipazione dei pastori Nishet e Vetta, quali
pastori delle comunità metodiste rispettivamente di Sestri e di Udine.
'Terminati, sabato mattina, i lavori
sinodali, si svolgeranno le celebrazioni. comprendenti una conferenzastampa, e la pubblica eriebrazione ufficiale del Centenario metodista, nel
Ridotto del Teatro Eliseo, dove il prof.
Giorgio Spini parlerà sul tema: «Testimoni dell’Evangelo in Italia».
Domenica mattina il culto-radio,
tenuto dal Past. Carilo, ricorderà la
ricorrenza, e nel corso del culto conclusivo, nel Tempio metodista di Roma, sarà consacrato al Santo Ministero il past. Ivo Bellacchini.
Pensiamo con affetto fraterno ai
nostri amici in questa circostanza per
loro, e per tutto l’evangelismo italiano, particolarmente lieta.
UN LETTORE
SCRIVE...
Roma, 5-5-1961
Sig. Direttore
Ho appreso dal suo giornale che ii vescovo di Johannesburg Anibrooe Reeves,
espulso a suo tempo dgl Sud Africa per
es.sersi, con cristiana coscienza, opposto al
razzismo di quel governo, si è dimesso
dalla .ma carica per far posto ad un altro
vescovo al fine di non lasciare quel gregge
senza pastore.
Che sign'fica tutto ciò? A mio avviso significa che è stato necessario insediare un
nuovo vescovo più accetto a quel governo;
.significa che il nuovo vescovo dovrà tollerare, forse suo malgrado, che i negri s’ano
perseguitati;'significa ohe la Chiesa ha buttato a mare un testimone verace come il
vescovo dimiss'onario >per non infastidire
un governo anticristiano, razzista.
Che razza di gregge sfirà mai quello posto sotto la tutela del nuovo vescovo, un
gregge belante, die, pur di non aver noie,
seguirà, d’ora ’n avanti, la via che gli sarà
imposta dal più forte dimenticando la via
per eccellenza <die gli indica invece la lotta, le persecuzione, la lestlmonìanza verace?
Mi pare ohe tutta la coheezione eriatiana
di lotta, dii testimomapzh,; di rinunz’a alla
.tranquillità e di persecuzipue- venga awil’ta da questo accomodaipento. E ciò è
tanto più grave per il fatto che questo accomodamento non sia Stgto denunziato a
gran voce da «hi n« ha riferito la notizia.
Cordiali e cristiani -saluti
-Mario Lorenzetti
Siamo pienamente d’accordo. Evidentemente il vescovo Reeves e Ut Chiesa anglicorui — che fin dal principio è stata fra
le più decise e coraggiose nel rifiuto del
razzismo — hanno pensato che era difficile
anzi impossibile seguire la diocesi di Johannesburg da Londra (dato che gli è vietato
dal governo sudafricano fi ritorno nelVUnione). Ci auguriamo che il successore del
vescovo Reeves ne erediti, con l’incarico,
lo spirilo ed il coraggio, e che tutto il suo
gregge avverta la propria missione e prosegua la lotta per la testimonianza che "in
Cristo non c’è più giudeo o greco, barbaro
o .lictta".
Ai monti, al mare
Colonia di Rorà
Turno maschile: dal 26 Giugno al 24 Ungi o.
Turno femminile: da] 27 Luglio al 25
.Agosto.
Colonia di Borgio Verézzi
Primo turno (maschi): dal 26 Giugno ai
17 Luglio.
Secondo turno (femmine) : dal 18 Luglio
all’8 .Agosto.
Terzo turno (maschi): dal 10 al 31 Agosto.
Quarto turno (femmine): dal 2 al 23 Settembre.
Per ambedue 1« Colonie valgono le seguenti norme (salvo ulteriori prescrizioni
delle -Autorità Sanitarie):;
1) Possono essere accolti A bambini nati
tra il 1» Luglio 1949 c il 3l Dicembre 1954.
2) Le domande, in carta libera debbono
essere indirizzale aila « Comm'ssiOne Colonie Va'desi ■ Via Pio V, 15 - Torino », entro il mese di maggio e contenere ben ch’aro l’età del bambino e l’indirizzo della famiglia — o chi per »ssa — (eventuale recapito telefon’co se possibile).
3| Per la Co'onia di Borgio Verezzi le
famiglie sono pregate di precisare a quale
turno desidererebbero mandare i bambini
e, se hanno valide ragioni per avere tale
preferenza, la Comnii.=sjone farà il possibile per accontentarl.! ne: limiti della disponibilità dei posti.
I figli e familiari della compianta
Avondet Luigia ved. Rivoira
ringraziano sentitamente tutti coloro
che hanno preso parte al loro dolore
per la dipartita della cara nonna.
S. Germano Chisone, 22-4-1961
4
pa (.>4
L’ECO DELIÆ VALU VALDESI
N. W — 12 maggio 1961
• îl.. ÌJ
HBRI IW VETRINA
Esignnzc della nostra rocazîonc comune
framjiése un'opra ^âikvula/a'l’operoisa penna del segretar'o, gçn'era’e del Cons'glio Erumenîco, -W.
Af.Vi^er’t Hoftit (1). Si traita di un libre
dedicato .a^la. traUazion^ dell’azione commune'.della Chiesa di Cristo/. Tutiavia sbaglierebbe-.eh'’ pensasse chè, forse scoraggiato
dal lento procedere dal lavora teologico in
vista deirunità dèlia Chi^a, il Visser’t
Hóoft ;fpsse .tornato alle,'posizioni del primo
ecumenismo, guello, d" .òbi diceva onestamente: « nop'_,6Ìàmp ancora uniti,. tuttavia
operiamo in|iéiue còme se lo fossinio, Tunita ; seguirà necessariamente Da tempo,
orjjta', la posizione rieónòsciuta .è 'quella
ché,' alla CopÎetenza ^di Edimburgo del
1937, è stata così espressa: « non-polremmoVrCèrcare l’pnione se non possedessimo
già i’unit'à ». ISo'n si fratta dunque di agire
in epraUné, « come SÇ » llnnità ci fosse ma
d' 'a'gìre ih comune perchè questa unità in
Cristo ' già c’è. Certo non sj tratta ancora
dell’Unità di cui ^arlà il Nuovo Testamento :'per giungei;e a tanto dòbbiamq Créscere nell’unità, cioè preoccuparci dì essere
Chiesa, la vera compatta Chiesa di Cristo.
In tin tempo in cui si sottolinea fortémente Ì’édgèhza' deU’ùn'tà della Chieda, tal-,
volta còiné'‘uh fatto ed una meta isólàti, Ì1
Visser't Hooft, si preoccupa dunque giustamente di metterci in guardia contro una
simile .tendenza: l’unità è giusta p vera,
ma : soltanto se Ci si ricorda sempre che
essa va vista alla luce di una Chiesa che
non si preoccupa soltanto di essere una
ma che si preoccupa,'nello stesso tempo,
Pedagogia cristiana
^intérêt- du présçui livre, èst de montrer,'à, propos de. rèitseignemem biblique
et dpblrinàr qu’erifahts et adolescents doiverir.’h6cèyo|r., ce qùè R,. Voeltzel entend
par « ipédàgogie en _.^pi.rgle y. Le chapitre
intitulé « Le contenu ■ global de l’çnseignement religieux », fruit de quatorze années
d’expérimentation, ne propose' sans douté
pas' lé’ plah.'^ou le résumé d’un nouveau
catéçRisraé; mais bien la « vision d’ensentblé » 'qli’è' le njaîtïe doit avoir toujours
présente àl-’I’espnt afin d’y faire accéder
peu R' peU^léB cnfânts qui lui sont confiés.
L’aütèür constate « le parallélisme re- '
marquàbié 'entre l’histoire du peuple de
rAncienne Alliance et celle de la « chrétienté »j c’est-à-dire de la Nouvelle Alliance amorcée dans le Nouveau Testament
et prolongée dans Thistoire du Christiaiiisme.»; Cè.parkilélisme se présente Sous quatre aspects successifs: 1. Les origines du
peuple-d’israël et de la communauté chrétienne; 2. Les difficultés de la conquête;
3. Les réactions typiques contre les dangers qhi menacent-la foi; 4. Les approforidiseémmilSc, Jfis réflexions et les Uourrilhres ;dh Iq iaj« mv
Accessible aux ; non-spécialistes de - la :
théologie, ce livre- s,uscii,era. peiit-êlre quelqupl ^réactions. L’important, est qu’il conduise. le lecteur à élargir .sa réflexion: de
très nombreuses référepees sont Jà à cette
fin.
René yOELTZEL; Petite pédagogie
chrétienne pour la fin du XX® siècle.
Lep iprèsses dé Taizé (S'éône et Loiret iéflî), 175 pages.
di rendere testknonhnza al suo Signore,
dj vivere in comunione fraterna, di servire.
Seguendo queste tre linee di diakon’à
(questa paro’a resa familiare tra noi dalla
rivista edita ad .Agape) della Chiesa, l’autore mostra quanto una yeta testimonian
zn v'vente della Chiesa, fondata sul mandalo di Cristo e attuata nella consapevolezza di essere soltanto uno simmenrto. del- '
l'azione di Dio, possa combattere la pur
così radicata introversione di tante comunità .nostre. Soltanto così pub aver un sènso parlare di un'là. Poiché, in'questo, caso
ci si preoccupa di non ferajargi al .puro e
semplice istinto di conservazione della prò■ pria contuniftà, scpiprendo.: 1’amoT.e :per l’ur
n'tà. Due comunità che tendono, testimonianza all’unico Signore sono qnotid.’anamente ricondotte a quel Signore che ; si
è rivo’to a lutti nel’o. stesso modo e con
le. stesse promesse è loh la stessa vocazione, e con ciò. sono r'awicinale l’una al¡rallra. ;
Belle jMgine -sono quelle dedica,tq gl servizio, Il Visser’t. Hooft fa notare, come)i ih
.questo (Cap’po, non si tratta per la Chiesa
■di promuovere soltanto degli << aiti; mora-,
T » dei suoi membri, ma di indicare nel
mondo Tinconfondibile impostazione di
vita «he è -Stata quella di Colui chcrlia, salvato gli altri rinùhc'andò a -salvare ,gè stesso. Il servizio gratuito è ancora .un’eccezione: per la Chiesa deve rimanere. la regola, al «no interno ma anche pel mondo.
Questo servizio deve awenre peìÌa eolidarielà ; ^iìdorietà di servitore ,e .,« servito »,
i'oùihattehdo efficacemen'e la, spcrsopòlm."
^zione di ogni forma d' aiuto; '
inondò odierno. Mi vieu, fatto di pcirsare a
delle parole 'estremamehte vere che, soni) .
|tafe scritte in questo senso : « Adesso viefii a còrioscere hello stèsso tempo mille d-ijigrazié càp'àci ciascuna di spezzare un, cuof; a pro'va di scalpello ed è copie, se leggessi la classifica del campionato dì càlcio
àenza passione sportiva... ìl fatto di conoèceie '¡. problèmi e le disgrazie di molti c'
tìoyrèbbé dare il senso ' di una più prófón.
jla àolida.iiefà mà r'èsCe sólo a chiuderci'
jiei postrp pàrticolare ». La'Chiesa deve'e
può còrfibà'terè un simile stato di còse. Ed.
è inutile dire che, ciò facendó, non solò’
renderà restimòn'aUza in atto al suo Signore,'rjna vedrà che l’unità è , servizio.
NessunÒ 'può impedire ad un altro'di'Servlré in'modo disiutereasato : abbiamo dunque ùu- un’arma -formidabile yier oghi crédente; ,. '
Anche se ci venisse impedito nel modo più ’ assoluto di parlare e di annunziare
l’Evangelo nei modi' convenziònàli C; rimarrebbe sempre la possibilità di questo
servizio spiccatamente crist'ano, sottolinea
il Nostro.'-'" '
TI capitolo' riguardante la comunione in
Cristo del vari melnbr; di Chiesa, è volto
a mettere fortemèntè ih fórse lo « spirito
comunitarió » 'troppo spésso decantato come toccasana di ogni male, e ad indicare
la véra común'one con Cristo come sola
fonte di vita comunitaria profondamente
vissuta: e costruttiva. Si tratta, come si
esprime il Visser’t. Hooft, di dar v'ta, nella Chiesa, ad una .« zona di libero scambio iiella quale i fedeli hanno finalmente rotto la .barrier®,; delTind'vidualismo
egoistico e sordo ad ogni altra cosa che
non sia la propria persona. Questo va rea
lizzalo non tante per migliorare lo « spirito fraterno » 'n seno alla comunità (anche
questo può migliorare certo!) quanto per
rendere veramente operante la vocazione
rivolta alla Chiesa di essere una testimone
che serve. Altrimenti non ci sarà che qualche indiv'duo «he fa quello che può in un
sehso o nell’altro. Ma questo non ò ancora
essere Chiesa. Per concludere cop l’Autore:
abbiamq dinanzi a noi l’nnità cteg-ci ò data, da Cristo stesso ohe ò presente in mezzo a noi. Essa tuttav'a non é fine a se stessa ma è in vista di ung vocazione comune
a noi tutti, .rispondendo, alla quale cresceremo nell’unità, preiwrapdoei a ricevere la.
¡tienezza dell’un'tà che soltanto Cristo potrà darci con la sna venuta ultima.
Come si vede, dunque, il Segretario del
Consiglio Ecumenico non teme di parlare
di unitò neV’az'one 4cl’a Chiesa, ma si
preoccupa nello stesso tempo di sottolineare che questa è possibile solo là dove la
Chiesa di Cristo ripensa alla propria vocazione comune, cerca nna magg'ore unione
col suo Signore e viene così resa nna nel
suo sforzo di ubbidienza. Ecco un agile e
denso libro che trova giustamente posto
nella collana « Credere, Pensare, Sperare »
della ginevrina casa Labo-r et Fides.
Giovanni Conte
(1) W. A. VISSER’T HOOFT; Les exigences de notre vocation commune.
Genève, Labor et Pides 1960.
Commentari biblici
L’autore ci è noto per altri commenti di
notevole pregio ; in dódici prediche egli
commenta, tesse riflessioni, mette in luce
l’intimo messaggio del Libro dell’E«desiaste; le interpretazioni isono state mollo
varie nel passato ed hanno messo in luce
l’aapetto pessimistico del libro; il Liithi,
attraverso un’indagine profonda ed una
sensibilità notevole sicópre, al di là della
apparente nota amara, la fede in un Dio
personale, morale e universale, la cui volontà è guida e la cui grandezza c.i sovrasta. Scorgiamo -cosi, attraverso il comimenlo dell’autore la sovranità di Dio e nel
contempo il richiamo a temerlo ed a osservare i suoi comandamenti. L’aUualilà
del. commento è quanto- mai viva e ci invitg a leggerlo ed a Restare ancora meglio
rattenziohe sul libro ohe para della vanjlà
umana e'dellà sapienza di Dìo. g, b.
W. LIIETHI : L’EccdésÌiistfe a vécu la
vie. Tfàduit par Paiiiei Hatt. Editions Labor et Fides, I960, 132 pp.
Nella stessa serie di-commentarii,,
H ROHX: L’Eyanfile du Royaume
(Matteo). A
J. S. JAVET; L’Evangile de la grâce
(Luca).
W. LUETHI ; Les Actes des Apôtres.
K BARTH: Petit commentaire de
l’Epître aux Romains.
K. BARTH : Commentaire de l’Epître
aux Philippiens.
H ROUX: Les Epîtres pastorales.
J. G. MARGOT ; Les Epîtres de Pierre.
CH. BRUTSCH: L’Apocalypse.
Edizioni Labor et Pides — Genève.
DALLE NOSTRE COMPNITÀ
— Con vivo piacere abbiamo rivisto fra
noi il past. Deodato e la Signora; il past.
Deodalo ha pure rivolto un saluto alla comunità, al termine del culto di domenica
30 aprile. Ora egli dovrà assentarsi per alcune settimane, ed il nostro augurio lo segue nella speranza che questo periodo di
riposo gli permetta di riprendere pienamente le forze necessarie al suo ministerio.
—- Intanto, si avvicina la data fissala per
la celebrazione del centenario della comunità (25 giugno). Fervono i lavori alFesler.
ho e alFinterno dello stabile di Via dei
Mille; è in corso di stampa l’opuscolo che
delinea la storia di questi cento anni, narrata dal prof. A. Armand Hugon.
— Nelle ultime settimane la nostra vita
ecclesiastica ha segnalo un intensificarsi dì
«attività» musicali (il che non significa che
il canto comunitario sia ammirevole, purtroppo...): domenica 23 aprile la Kirchen-;
musikschale dello Hessen, in visita alle
Valli, ha dato anclie nel nostro tempio unq
stupendo concerto corale-e strumentale di
musica sacra; nel pomeriggio la nostra Corale .aveva' partecipato alla festa di canto
di S/ Germano; infine domenica ? maggio
un gruppo-—invero, piuttosto esiguo —- di
bimbi della nostra Scuola domenicale si è
recato o Pomaretto per la loro festa di can.
to. Un grazie di cuore alle di,rettrici| .e a
monitori e monilrici, nonché alle comunità ospilanii di S. Germano e di Pomaretto per la calda accoglienza.
— Volge al termine l’anno per i vari
corsi, di istruzione religiosa, nella speranza
che, malgrado l’interruzione dell’attivilà
del past. Deodato, i nostri ragazzi;, abbiano
maturato un poco la loro fede., La Scuola
domenicale prosegue finq alla fine di maggio ; il 28 celebreremo la «domenica della
famiglia», rinviata per l’accavallarsi delle
attività in questo mese: domenica 14 un
gruppo dell’Unione femminile parteciperà
nll’incontro di Prali; domenica 21, Pente- ,
coste, al termine del culto, avrà luogo una
breve Assemblea di Chiesa, ohe precederà
alla nomina,, dei delegati alla Gonfereiiza
distrettnaie e al Sinodo; in una successiva
Assemblea sarà presentata e discussa la Relazione annua.
— -Venerdì 5 un gruppo dell’Unione
femminile, cui si sono aggiunti i alcuni
membri dì chiesa e convittori, si è recato
a Torino à visitare « Fior ’61 ».
— L’Unione giovanile ha ricevuto con
molto piacere, sabato 22 aprile, la visita
dell’Unione di Pomaretto; in quell’occasione l’avv. Serafino ha tenuto una conversazione gull’ordinamenlo della Chiesa
valdese, molto apprezzata.
— Abbiamo appreso con profondo dolore che nel Jnra la sig.a Craziella BernardTurck ha .perso la sua figlìoletta: a tutta la
famiglia Tiìrck provata cosi duramente
esprimiamo la nostra fraterna simpatia r
forse mai come nella morte di un piccolo
bimbo siamo chiamali a realizzare che
l’unicó sefiSo della vita è la salda speranza della risurrezione; ci sono ferite che
non 'si riiriarginano, perché senza risposta,
ma Cristo risorto è"*il primogenito della
nuova creazione, e nulla potrà strapparci,
piccoli e grandi, all’amore di Dio che è in
Cristo Gesù, no.stro Signore.
‘.ili;
AVVISI ECONOMICI
— Domenica i bambini della Scuola domenicale hanno partecipato alla Festa di
canto di Torre. In mattinata si erano recati in visita al Rifugio C. Alberto, dove
avevano eseguito alcuni inni per i ricoverali. Un grazie alla direttrice per l’affettuosa accoglienza , riservata a lutti i rorenghi.
— La partenza per la gita di Como è fissala per domenica 14 maggio alle ore 4.39
da Ponte Vecchio. Affrettatevi ad iscrivervi, per non dover ricorrere agli strapnntini.
— Non dimenticate il culto con-S. Cena
che avrà luogo a Pentecoste, il 21. Che almeno per questa occasione l’assenteismo
dei più trovi nn efficace antidoto. Nel pomeriggio avrà luogo alle Fucine l’annuo
bazar di beneficenza.
— Consideratevi tulli moralmente impegnati a partecipare all’Assemblea di Chiesa del 28 maggio.
— Da domenica prossima, 14 maggio,
sarà affisso alla porta della Chiesa l’elenco
delle contribuzioni per l’anno 1960-61.
Tutti potranno così controllarlo. A partire
dalla 2“ domenica di giugno non sì accetteranno più reclami di alcun genere in
fatto di mancate iscrizioni di somme versate. Questo perché la relazione annua
sarà data alle stampe.
— Ringraziamo di cuore i coniugi RicciSalvarani, che hanno voluto fare un generoso dono per la nostra opera di maglieria
in occasione del loro matrimonio. A loro
vadano i nostri migliori auguri.
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