1
DELLE
Selli m anale
della Chiesa Valdese
Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quaft avete peccato, e iatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Anno LXXXVII - N. 16
Una copia !*• 3©
ABBONAMENTI
}Eco: L. 1.000 por rintetno
L. 1.500 per l’estero
Eco e La Lucei L.*i
per l’interno I Spedir, abb. postale - Il Gruppo
L. 2.000 paf-d’estwo
ìly-'
Cambio d’indirizzo Lire 40,—
TORRE PELLICE — 19 aprile 1957
Ammin. Claudiana Torre PeJlice • C.C.Pe 2-17557
Calala e la ragion di Stato
Al tempo del processo di Gesù,
Caiafa era Sommo Sacerdote e Capo
del Sinedrio dei Giudei, Come tale
era considerato il guardiano accredi
tato della vita religiosa nazionale,
l’interprete di Dio presso il suo pop>
lo.
Gesù comparve davanti a lui, in
un’atmosfera gravida di odio e di
ostilità.
Al Sinedrio non mancavano i capi
d’accusa contro Gesù, che s’era dichiarato Figlio di Dio. Ma Caiafa cercava di carpirgli qualche dichiarazione che lo pregiudicasse seriamente di fronte all’autorità romana, rappresentata dal governatore Pilato. Si
procurò dei falsi testimoni; ma le lo
ru testimonianze non erano concordi,
sebbene alcuni sL fossero fritti avan
ti per dichiarare; •:( Costub ha d tto:
Io posso disiare il Tempio di Dio e
riedificarlo in tre giorni». Infine,
Caiafa decise di intervenire personal
niente con un’ultima e impegnativa
domanda; «Sei tu il Cristo, il FigliuoL del Benedetto? » E Gesù gli ri- ■
spose con estrema fermezza: «Sì io
lo sono»; poi, con una chiara allusione all’idea del Figliuol dell’uoimo
profetizzato da Daniele ed a quella
del Messia annunziato dal salmista,
disse: «Vedrete il Figliuol dell’uomo
seduto alla destra della Potenza e
venire sulle nuvole del cielo ».
Ma, nel Sinedrio e fra i Sommi Sacerdoti, la testimonianza di Gesù non
illumina nessuno. Anzi, essa scatena
la rabbia, l’odio, la violenza. Caiafa
si straccia le vesti, gridando: «Che
abbiam noi più bisogno di testimoni?
Voi avete udito la bestemmia. Che
ve ne pare? 2, E Tudienza si c«nclu|lé
in un’atmosfera di abbiezione e di
volgarità: «Lo condannarono come
reo di morte. E alcuni presero a sputargli addosso ed a velargli la faccia
e a dargli dei pugni e a schiaffeggiar
Ora l’udienza è chiusa: i capi sacerdoti, gli scribi e gli anziani riten
gono d’aver difeso con efficacia i_ v^
lori tradizionali della religione, eliminando dalla scena un pericoloso sov
vertitore dell’ordine stabilito. Ma la
Cristianità non cessa di considerare
Calala con sentimenti di esecrazione
e di ritenerlo uno dei maggiori responsabili della morte di Gesù.
E tuttavia, ci si può domandare se
Caiafa sìa definitivamente confinato
nella, storia del passato o se invece
non riviva di tanto in tanto sulla scena del nostro mondo, per operare con
gli stessi metodi, con le stesse intenzioni di una volta.
L’evangelista Giovanni ci presenta
Caiafa in tutta la sua attualità. A
Gerusalemme molti si preoccupavano di Gesù. I rappresentanti del Sinedrio dicevano : « Se lo lasciamo fa
re, tutti crederanno in lui; e i Romar
ni verranno e ci distruggeranno e_ città e nazione ». Fu allora che Calala
intervenne senza tanti scrupoli: «Voi
non capite nulla », disse loro ; « e non
riflettete come vi torni cpnto che un
uomo solo muoia per il popolo e non
perisca tutta la nazione».
In quel momento, Caiafa non era
lontano da noi, estraneo alla nostra
stona. Egli conosceva la situazione
della Giuaea occupata dalie truppe
romane, con i Giudei, egli nutriva
la speranza di una liberazione politica, ma intanto agiva con pruu^nza,
senza compromettersi. La « ragion u>
Stato » doveva prevalere sopra ogni
altro argomento. Poco importava cut
fosse Gesù; importava invece il tornaconto di una casta religiosa, l’mteresse politico, la dimostrazione che
il popolo era pronto a coUaoorare indipendentemente da quatsiasi giuaiziu
d’ordine morale, anzi con l’appoggio
di accuse palesemente false e mediante la morte di un innocente.
« Non riflettete voi come vi tomi conto...?».
La « ragion di Stato », i supremi interessi politici ed economici, la salvezza di un regime, la pace basata
sull’ingiustizia, senza che fosse possibile ascoltare la voce della costeienza o, più ancora, la voce di Dio, sono
stati più volte l’altare su «ui si sono
immolate migliaia di vltdine> umane,
anche nei nostro t^po. In ilbme della « ragion di Stato » si sono compiu
te e ancora si compiono azioni inique,
iinmorali, feroci, empie. Quanti etimi»-? -itati commessi da potente
politiche e, talora, purtroppo da ]^
fenzp re’igirse, con il ragionameino
di Caiafa : ■« Non riflettete come vi
torni conto che imo o alcuni muoia
no... e non perisca tutta la nazione »,
soprattutto non periscano la nostra
pacp,_ i nostri beni, i nostri egoismi
individuali o nazionali, i nostri int-*ressi di partito, il nostro dominio sri
corni c sulle -eoscienze.
La « ragion di Stato » non s’identi
fica necessariamente con la «ragioo
di Dio », tanto nell’Oriente comunista quanto nell’Occidente dpmocrati"o. Calala è prese^'te in tutte ?e .na
zioni; egli non si preoccupa tanto d'
sapere se la dottrina di Cristo S’a vera o no, se ciò che è moralmente in
.giusto oossa 'ssere politicamente giusto. E.gli attua i suoi piani secondo
un calcolo interessato e non esita a
condannare l’innocente. Per questo
motivo, anche nel nostro Occidented - ve si fanno molti calcoli e si attuare molti piani politici o egoisticamente economici col pretesto di salvaguardare i « valori della religione »
è r-'cessario sorvegliare la presenza
di Caiafa.
Contate edVEtemo *
cantico nuovo, cantatm
(dTEtemo, benedite
suo nome, annunziai^^''
di giorno in giorno /or'
sua salvezza! T
Date all’Eterno, ofamiglie dei popoìi,.
date airEterno gloria eT'i
forza.
Si rallegrino i cieW^
e gioisca la terra. Egli
giudicherà il moncìo^
con giustizia e i popoli^’
secondo là sua fedeli i, S
(Dal Salmo 96)
lA filORMIA A ROMA
fon i profughi lingheresi
Un fatto, tuttavia, rimane impressionante: che, all’insaputa di Caiafa,
le sue parole possano essere un annunzio profetica del sacrificio di Gesù Cristo. Caiafa ignorava la grande
verità che riempie di sè il Nuovo Testamento, secondo cui Cristo doveva
patire, .giusto per gli ingiusti, «per
condurci a Dio». Ma Giovanni dichiara/ « Or egli nc®, di§sp. .questo,,di
suo; -nta riccomè 'èra' StùnmÓ B^c^r
dote di quell’anno, profetò che Gesù
doveva morite per la nazione; e roi
soltanto per la nazione, ma anche
per raccogliete in uno i figliuoli di
Dio dispersi».
L’omaggio alla verità può* venire
dalla bocca degli innocenti come dalla bocca dei perversi, con la differenza che -X mentre i primi vi legano il
cuore adorando, i secondi vi nascondono, complottando, la loro malvagità» (Mazzolari).
la Chiesa ^esbiterlana degli Stati Uniti
,.:V
La Chiesa PresbitofÌEUia è la Chiesa Riformata dei paesi anglò-sàssoui. La straordinaria vitalità del Cril^ianesimo evangelico negli Stati Uniti è, tea l’altro, dimostrata -da - akoaf - 'diM éalTÀiwtà reeeBhS r Chiesa Presbiteriana negli Stati Uniti. Dal
tempo della guerra di secessione, la Chiesa
è divisa tra gli Stati del Nord e gli Stati del
Sud. Le trattative per la piena fusione dei
due rami sono- quasi ultimate e ci auguriamo che l’unione si attui rapidamente. Ecco
i dati del settore Not-d, che comprende una
popolazione di circa 4 milioni di Presbiteriani.
Comunque, gli uomini passano
passano anche i vari Caiafa di ogni
generazione. I loro atti non mutano
sostanzialmente i piani di Dio e la
croce di Cristo rimane il segno eterno della nostra redenzione.
« A luì che ci ama e ci ha liberali
dai nostri peccati col suo sangue -e
ci ha fatti essere un regno e sacsr
doti all’Iddio e Padre suo, a lui siano la gloria e l’imperio nei secoli de',
secoli ».
Ermanno Rostan.
Aumento dei membri comunicanti: 23%
(di fronte ad un aumento della popolazione, globale, del 18%). Totale alla fine del
1955 : 2.736.241. Aumento netto nel 1955:
77.338. Comunità (o parrocchie) N. 8.603,
Pastori n. 10.031, Candidali al ministerio
2.463, Anziani 69.247, Diaconi 48.040, Amministratori 50.000, Battesimi di bimbi 95
mila 65, Membri del Sinodo 910, Affiliate
alle Unioni Femmiaili 550.000, Membri
delle Unioni di Uomini 400.000, Cappellani nelle forze armate 220, Abbonati alla rivista della Chiesa 947.854, (Prediyterian
Lfie), .Yenihie. deU’ritima yeisione; ddla
Bibbia 4.004.013 'esemplari. Battesimi di
adulti (nel 1956) circa 48.000, Professioni
di fede di nuovi membri 145.000.
Offerte e doni: Aumenti dal 1946 ( 70 milioni di dollari) al 1956 (180 milioni di dollari). Istituti di Educazione dipendenti daUa
Chiesa: Collegi della Chiesa 41, Studenti
iscritti 29.139, Studenti medi ed universitari sotto l’inilneuza della Chi^a: 250.000,
Opera Missionaria in 36 Paesi, con 1.061
missiunari. Pastori nelle missioni 3.203,
Comunità 5.302, Membri comunicanti 583
mila 878. Popolazione 1.425.258, Università
ed Istituti 44, Scuole elementari e secondarie 640, Alunni iscritti 182.394, Opera medicar Ospedali 46,. Dispensari 114, Pazienti
curati 695.669, Rifugiati europei accolti e
sistemati dalla Chiesa 623.
Giornata indimenticabile quella
di Domenica 31 Marzo u. s. per loro
e per noi. Loro; un gruppo di 45 profughi ungheresi di fede evangelica
copiti della C.RI. al Centro di via
Vallombrosa nei dintorni di Roma;
e noi: la Comunità Valdese di Via
IV Novembre di turno quella dom^
nica neiroilrlte l’ospitalità ai correligionari ungheresi secondo un programma di assistenza concertato fra
tutte le Chiese Evangeliche della
città.
Trasportati in città la mattina per
tempo essi hanno avuto modo di visitare dapprima il Museo capitolino
e poi di ritrovarsi nel nostro tempio
i-ier l’ora del culto. La difficoltà de
la lingua è stato felicemente superata sia per mezzo della preparaz’one della parte liturgica in linima
ungherese, sia per mezzo della nostra solerte interprete sig.na Feliciana Scrobogna anch’essa di origine
ungherese cui siamo grati per avere
largamente contribuito alla buona
riuscita dell’incontro.
Nel corso del culto il Pastore a nome della Comunità locale e il Moderatore a nome di tutta la Chiesa
hanno rivolto agli ospiti parole di
saluto, di simpatia e di fraterno augurio che hanno trovato la via dei
loro cuori.
Particolarmente commovente pe^r
la numerosa assemblea è stato il
canto in ungherese eseguito con vigore e sentimento dal gruppo dei visitatori e l’assolo che la Signorina
Maria KSsa loro connazionale ha
cantato a lode del Signore e in segno di rieonoscenza per quello che
le òhiesé Evangeliche di Roma fanno per T suoi compatrioti profugtó.
Nel " pomeriggio dopo il pranzo
offerto dalla Comunità negli acco
glienti locali dell ’Y.M.C.A. e dopo
dopo una breve visita ad alcuni monumenti della Roma cristiana antica, ha avuto luogo un secondo incontro con gli ospiti nella nostra sala
delle attività. Attorno ad una abbondante tazza di thè che le fanùglie
della Comunità si erano incaricate
di... guarnire con affettuosa generosità; tra canti in imgherese o in Rana, il tempo è trascorso così veloce
che troppo presto ci parve giunto il
momento della separazione.
Al gruppo del fratelli e delle sorelle ungheresi di via Vallombrosa, vera Comunità per lo spirito fraterno
che lo anima e per l’organizzazione
«ecclesiastica» che si è voluto dare
(è stato nominato tra loro una specie di consiglio di Chiesa formato
da quattro membri) rinnoviamo la
nostra parola di fraterna simpatia
con ogni migliore augurio per l’avvenire.
LA PAROLA DELLA VITA
La potenza della Risurrezione
In guisa eh’io possa conoscere Cristo e la
potenza della sua risurrezione.
Pllippesi 3: 10.
L’antico messaggio di Pasqua riecheggia ancora oggi in tutta la
Cristianità, come un grande annunzio di gioia, di consolazióne, di
speranza.
Credere nella risurrezione di Gesù Cristo, significa accogliere con
certezza nei nostri cuori la testimonianza degli apostoli e di tutta la
Chiesa; ma significa anche credere che la Sua risurrezione è la vittoria di Dio, la potenza di cui Dio si serve per rinnovare la nostra vita,
per fortificarla, per ancorarla, come una fragile navicella, in un porto
sicuro.
Di fronte alla morte, alla nostra morte, la risurrezione di Cristo
ì la sola, grande speranza che ci sia data. Non contano, in quell’ora,
le nostre aspirazioni più o meno vaghe aU’immortalità, le nostre elucubrazioni più o meno profonde suU’al di là; ciò che conta è il fatto
che Cristo è risorto e che, grazie a Lui, la «morte è stata sommersa
nella vittoria». A Pasqua, non possiamo fare altro che cantare con
esultanza,, confessando la nostra fede in Cristo rìsoHo dai morti, « primizia di quelli che dormono».
• « *
Ma dobbiamo credere nella potenza della risurrezione di Cristo anche per questa vita terrena, per la vita quotidiana di ognuno di noi.
Paolo dichiara che « se Cristo non è risuscitato, vana è la nostra fede »,
poi, egli sottolinea il fatto che quella fede dev’essere Operante in noi,
in vista della nostra santificazione e della vita eterna.
La domanda che non possiamo evitare è questa: in quale misura
la potenza della risurrezione di Cristo si manifesta neUa nostra vita
inuiviauaie, lamiliare e sociale? Da quali segni o da quaii atteggiamenti è possiDiie scorgi-re che la potenza della risurrezione di Cristo opera
in noi, prima cne giunga per noi l’ora della grande dipartenza?
Iddio ci aiuti a rispondere a questa domanda con animò riconoscente.
La fede nella potenza della risurrezione di Cristo ci libera daha
ìnditterenza di fronte al bene ed al male e ci stimola ad una buona,
ieae»e, perseverante attività, malgrado ogni umano scetticismo, malgrado ogni umana stancliezza. Paolo ci rassicura e ci esorta ad operare
in questa direzione : « State .saldi, incrollabili, abbondanti sempre nel1 opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore ».
La fede nella potenza della risurrezione di Cristo ci aiuta ad affrontare anche i nostri doveri laniiliari, con animo nuovo, con degli
orizzonti nuovi. Concludere un matrimonio, creare una vita di famiglia,
consacrarla a Dio, educare i figliuoli, nel compimento del quotidiano
lavoro e neH’accettazione della quotidiana fatica, sono atti che acquistano un nuovo significato se sono compiuti con fede nella potenza
deUa risurrezione di Cristo invece che nell’idolatria deUe cose terrene.
Infine, mediante la potenza delia risurrezione di Cristo, Dio ci aiuta
a santificarci, ci concede d’essere interiormente consolati. Cristo è risorto; come «di morti fatti viventi», mettiamo le nostre membra al
servizio di Dio. nella giustizia e nella carità. Cristo è risorto ; non siamo
soli, come diceva Pascal, nel « silenzio eterno de^i spazi infiniti che
spaventano»; siamo in comunione col Vivente, «nel quale, credendo,
benché ora non lo vediate, voi gioite di un’allegrezza ineffàbile e gloriosa, ottenendo il fine della fede : la salvezza delle anim« ». e. r.
2
3 —
L’ECO DELLE yj
^ ^ w
Seuolè 'dì montagna
In questo articolo di una insegnante valdese c’è
un appello urgente a tutta la Chiesa e in modo
speciale agli organismi direttivi e responsabili
Molti si preoccupano e qualcuno si
occupa del problema della montagna,
esaminato da vari punti di vista. In
un recente convegno tenutosi a Villar
Perosa, alla presenza di tutte le autorità scolastiche della Circoscrizione di
Pinerolo e , del Provveditore agli Studi
di Torino, ci si è occupati appunto delle scuole di montagna.
Era ospite d’onore della riunione la
prof. Emanuela Savio, deputata al
Parlamento. Essa ha illustrato per i
convenuti il progetto di legge che porterà il suo nome. Si tratta di un provvedimento, già approvato dalla Camera dei Deputati, che tende a migliorare le condizioni delle scuole e degli
insegnanti dei Comuni di montagna.
Tanto per intenderci, sono considerate
scuole di montagna le sedi scolastiche
con uno o più insegnanti, che però
debbono occuparsi di almeno due classi, situate al disopra dei 600 metri.
Queste scuole vengono definite « scuole montane depresse », e degne di particolare assistenza.
Il pericolo maggiore che corrono i
nostri paesi di montagna è di perdere
gradualmente i pochi abitanti che ancora vi resistono; una delle cause dello spopolamento si può trovare nella
preoccupazione per l’avvenire dei figli che induce molte famiglie a trasferirsi nei centri dove è più facile proseguire gli studi.
Mancando un numero sufficiente di
alunni, le scuole statali hanno pochi
frequentanti e tutte le classi, oppure
devono essere trasformate in scuole
sussidiate, a carico dei Comuni e dei
genitori stessi, o, peggio ancora, chiuse definitivamente.
Poiché ogni italiano, pagando le tasse, contribuisce al mantenimento della
scuola pubblica, si giunge a questo assurdo: nelle zone più povere e disagiate il contribuente paga due e anche
tre volte per ottenere, per i suoi figli,
quel minimo di istruzione che a chi vive in città costa infinitamente meno.
Per queste ragioni ed altre ancora,
i maestri in montagna ci vanno malvolentieri, soprattutto se provengono
dalla città e non vedono l’ora di tornarsene in più accoglienti luoghi; perciò l’insegnamento è discontinuo e non
dà profitto.
Come primi e parziali rimedi, la
legge Savio prevede agevolazioni di
vario genere agli insegnanti che rimarranno per almeno tre anni nella stessa
sede e la precedenza assoluta nell’assegnazione delle scuole di montagna a
quelli che sono nati e abitano sul posto, se desiderano rimanervi. In più
verrà favorita la costruzione di nuove
scuole e si cercherà di tenere aperte le
vecchie, per quanto possibüe.
Una novità interessante, ma ancora
allo stato embrionale è la costruzione
di convitti alpini, ossia di collegi che,
a fondo valle, raccolgano tutti i bambini della zona, in modo da permetter loro di continuare gli studi senza
obbligare tutta la famiglia a cambiare
residenza.
Non meno interessante, sia pure per
altri motivi, è stata la relazione presentata dal prof. Giovanni Bigogno,
direttore del Circolo didattico di Vigone.
L’oratore, ricordando il lavoro svolto neH’immediato dopoguerra nelle
Valli del Chisone e della Germanasca,
ha elogiato la cultura e l’alto livello
spirituale degli abitanti, dichiarando
esplicitamente che questo era dovuto
proprio al fatto di essere valdesi. Accennando ai contatti secolari di queste
valli con la Chiesa Riformata di Francia e con la Ginevra calvinista, ha osservato che, per ogni protestante, la
cultura era essenzialmente cultura religiosa e la lettura della Bibbia il pane quotidiano e che qui, prima che
altrove in Italia, le scuole quartierali
avevano risolto il problema dell’istruzione per tutti.
Tutto questo, detto nel cinema dell’Oratorio di volar Perosa, di fronte
ad un pubblico in maggioranza cattolico e in presenza di una deputatessa
democristiana ha prodotto un certo effetto. E anche, a voler essere sinceri,
un certo disagio nei valdesi presenti.
Meritiamo proprio ancora oggi tutti
questi complimenti? Oppure la tradi
zionale figura del buon valdese che,
nelle lunghe serate invernali, legge la
Bibbia o qualche altro libro edificante è solo più una vecchia stampa polverosa attaccata al muro?
In realtà noi cerchiamo ora con ogni mezzo, non di mantenere queste
caratteristiche di vita interiore che un
tempo ci segnalavano all’attenzione altrui, ma di livellarci completamente,
di non essere, per carità, diversi dagli
altri, nè per gusti, nè per abitudini.
Ed è inutile vantarsi di non avere
analfabeti, quando si sa che la scuola
è obbligatoria e chi non frequenta è
costretto a pagare la multa. Gli sforzi
di molti geiiitori tendono più ohe altro ad eludere, con pretesti vari, l’obbligo della frequenza, piuttosto che ad
incoraggiare i propri figli allo studio.
Per di più, quando si è arrivati al termine dell’istruzione elementare, è anche il momento di abbandonare i libri,
strumenti di tortura, e dedicarsi alla
lettura dei giornali a fumetti, segno
più evidente della raggiunta maturità.
Ora, è evidente che non serve a nulla saper leggere, se non si legge utilmente, ed è inutile spendere denaro per
favorire l’istruzione imposta dalla legge quando, cessato l’obbligo, cessa anche l’interesse personale per la cultura.
Così, a forza di voltarci indietro per
compiacerci del iiostro glorioso passato, ci siamo insabbiati in un assai meno glorioso presente, dal quale stentiamo assai a tirarci fuori.
tic ^ 4:
La Chiesa Valdese dovrebbe continuare ad essere anticonformista e intransigente, in lotta aperta contro la
società di oggi, ma noi stiamo vendendo la nostra primogenitura per un piatto di lenticchie, che si,riveleranno presto assai indigeste. Se dormiamo, gli
altri lavorano, e non a nostro danno,
ma a nostro favore, cosa molto più
pericolosa. E forse i due discorsi del
convegno di Villar, proprio perchè
pronunciati nella stessa adunanza, possono avere questo significato : cari
Valdesi, riconosciamo che voi siete
stati i pionieri della cultura in queste
zone alpine, ma ora il vostro compito
è esaurito, fatevi da parte e lasciate
che ci pensiamo noi.
Dopo che, a forza di provvedimenti,
leggi e sovvenzioni statali, saremo ben
livellati e irreggimentati, chi avrà ancora il coraggio di proclamare che i
Valdesi sono una Chiesa e non una curiosità storico-folcloristica ad uso dei
turisti? E se lasciamo arrugginire le
nostre armi quando la situazione si
volge a nostro favore, saremo ancora
capaci di adoperarle , quando ci verrà
presentato il conto di quello che, ingenuamente, consideriamo il riconoscimento dei nostri meriti? .
Poiché dalle parole si sta passando
ai fatti, cerchiamo di agire anche noi,
prima che il nostro riposo si risolva
addirittura in un letargo: quando ci
sveglieremo sarà forse troppo tardi.
L. V,
La montagna e la scuola
Il problema della montagna è oggi all’ordine del ^orno; se ne parla
ormai un po’ dovunque, si ricercano e propóngono soluzioni nuove che, in im clima di fattiva cooperazione e solidarietà, possano alleggerire e sbloccare la situazione.
Un aspetto importante di questo
problema a cui i montanari in genere sono assai sensibili, è quello della scuola. ^
Bisogna rioonoacere che nelle nostre Valli, di cui sovente viene ancora citata la bella tradizione culturale, il livello colorale medio delle
ultime generazioni è assai calato di
tono; lo sanno in particolare i Pastori, quando si accorgono che ai loro catecumeni, prima della storia
biblica è della dogmatica, debbono
insegnare, non dico a leggere, ma a
riassumere un brano. Con. l’istituzione dei cor%ì popolari e dei centri
di lettura si cerca di recuperare questo semianalfabètìismo di ritorno, di
riavvicinare gli adolescenti ai libri e
allo studio. Ma più utile sarebbe
impedirne Torigine con una più effi
cicute organizzazione della scuola
elementare.
I successivi cambiamenti di insegnante che si verificano in una stessa classe non di rado anche nello
stesso anno scolastico, sono una delle cause principali del cattivo rendimento scolastico: essi disorientano il fanciullo, lo disamorano della
scuola e rendono frammentaria l’opera educativa. Insegnanti che giungono dalla grande città e da più lontane regioni nelle borgate delle nostre Valli si sentono a disagio in un
ambiente così diverso dal loro, più
semplice e rude, i contatti non si
stabiliscono e la provvisorietà della
situazione si riflette sull’insegnamento; ben magri frutti ne raccolgono
quei ragazzi per i quali, invece, la
scuola è Tunica fonte di formazione
ed elevazione culturale.
j E’perciò doveroso segnalare qui
r una, iniziativa in campo legislativo,
che partendo da questo dato di fatto
si propone di ovviare ad alcuni di
questi inconvenienti.
Dna legge approvata
dal Parlamento
Si tratta della legge, testé approvata dal Parlamento, la quale stabilisce alcune provvidenze per le scuole di montagna, per quelle cioè dei
comuni compresi nell’elenco dei territori montani (legge n. 991 del 25
luglio 1952).
Ne riassumiamo i principali punti:
a) Agli insegnanti che abbiano insegnato per tre armi consecutivi in
una stessa sede, nelle scuole a più
classi con uno o due insegnanti, sono riconosciuti alcuni vantaggi di
carriera (promozione di stipendio
anticipata di un anno e speciale valutazione del servizio prestato, per
incarichi e concorsi); essi sono un
piccolo riconoscimento per le difficoltà superate e i maggiori impegni
richiesti a quegli insegnanti.
b) Nelle assegnazioni di sede per
concorso o trasferimento saranno
preferiti, a parità di titoli, i maestri
residenti nel comune; così pure nel
conferimento degli incarichi annuali sarà data la precedenza assoluta
agli insegnanti residenti nel comune
da almeno tre anni.
Questo significa che se a Massello
o ad Angrogna c’è una scuola senza
titolare, essa sarà assegnata per quel
SEMINANDO
Giovane maestrina gentile,
die cammini spedita e leggera,
sotto a quel chiaro e bel sole d’aprile,
per esser di ritorno verso sera;
cerne son stati, oggi, i tuoi allievi?
un po’ tranquilli o tempestosi?
le ore che hai passato furon lievi,
o i tuoi scolari troppo esosi?
Giovane maestrina valdese,
che te ne vai, di già da tanti mesi,
alla scuoletta del lontan paese,
dove i tuoi passi sono sempre attesi;
che cos’hai insegnato a quei bambini,
soltanto scrivere e far di conto?
Hai detto loro di cose più fini,
di cose belle, come in un racconto,
di quel messaggio un po’ dimenticato,
d. IT Amor che ci è stato dimostrato?
Hanno, i tuoi piccoli, sempre trovato
negli occhi tuoi e nella tua favella.
il segno di gentil cuore appassionato
per ogni cosa buona e bella?
Oh! noi sappiamo che ci vuol pazienza
e tatto grande, con i ragazzini,
per impartire loro un po’ di scienza,
perchè, poi, non son tutti agnellini.
Ma sappiamo, altresì, quanto valete,
giovani e vecchie nostre maestrine,
e quanto oro seminar potete
dentro alle brune e bionde testoline.
Vorremmo ci sentiste a voi vicine,
quando, stanche, tornate a casa, a sera
c vi sentite inutili e piccine,
come fiaccate da forte bufera.
Tante mamme, vi sono molto grate
per il lavoro umile e paziente;
o credetemi, siate confortate,
tanta fiducia ha, in voi, la nostra gente.
A. B. T.
l’anno al giovane maestro massellino o angrognino, piuttosto che a uno
di fuori del tipo « ti vedo e non ti
vedo »! E se quel giovane maestro
vincerà il concorso avrà maggiori
possibilità di esservi definitivamente assegnato; e con ciò noi pensiamo che avremo maggiori possibilità
di veder risorgere più numerose quel,
le belle figmre di « régent de paroisse » che ci furono nelle nostre comunità.
Ma questo significa anche che i
genitori e, in generale, i responsa
hili di esse debbono preoccuparsi
di avviare agli studi magistrali uii
certo numero di ragazzi del posto,
affinchè il vantaggio non sia reso vano dalla mancanza di elementi locali.
c) Infine la lege stabilisce Tobbligo ai comuni interessati di fornire
l’alloggio gratuito all’insegnante ;
per quelli che intendessero farlo costruire è previsto il contributo statale del 6%.
Qui si tocca un po’ un punto dolente. E’ infatti più che giusto che
una popolazione si preoccupi della
stabilità in sede del maestro; ma al
tempo stesso esso dovrebbe anche
preoccuparsi di rendergli il soggiorno il meno disagiato possibile, di
offrirgli almeno una stanza con il
minimo indispensabile, per incoraggiarlo a rimanere... Chi ha un po’
di esperienza in questo campo sa
che ima delle prime domande che
fa un maestro quando deve scegliere una sede è questa: C’è l’alloggio?
Sa anche che una amministrazione
comunale (o un concistoro se è questi il proprietario degli stabili) che
voglia trattenere sul posto un bravo
maestro, non lesina su qualche spesa per rendergli l’abitazione più confortevole (luce, acqua in casa) perchè sa che i propri ragazzi trarranno un grandissimo beneficio da un
ministero prolungato.
Per un miglioramento
della attrezzatura
E qui dobbiamo francamente dire che le nostre Valli, sotto questo
aspetto, sono pochissimo attrezzate,
elle questo obbligo, tanto legale che
morale, è poco sentito.
Anche in questo campo Tesempio
viene da Rorà, con la sua bella scuola delle Fucine e con il riattamento
della stanza per l’insegnante a Rumé. Non sarebbe possibile fare una
recensione statistica generale della
situazione e poi vedere in quali casi, con uno sforzo comune, si possa
intervenire? Non sarebbe possibile
che altri Concistori o Consigli comimali seguano l’esempio di Rorà,
si guardino attorno, facciano preventivi e poi richiedano la collaborazione di quei valdesi — ce ne sono
ancora -— che il loro affetto per le
loro amate Valli sanno dimostrare non solb a parole? Lo sjieriamo.
3
!
L’EGO DELIÆ T^IJU VALDESI
— S
ai Catecumeni
Domenica, in moke nostre chiese,
schiere di giordani catecumeni si sono presentati davanti ai Signore ed
alla comunità dei credenti e hanno
pronunziato un sì, confermando il
loro battesimo cristiano e promettendo di vivere secondo la loro fede.
A quanti di essi lo Spirito attesta
attraverso al loro proprio spirito,
che essi sono figliuoli di Dio?
Quanti di essi, infine, desiderano
sinceramente di camminare come
veri figliuoli, condotti dallo Spirito
di Dio? di vivere secondo lo Spirito; di seminare per lo Spirito; di
non spegnere lo Spirito; di prendere la spada dello Spirito; di essere
fortificati dallo Spirito, di essere ripieni dello Spirito?
* *
Sì.
Com’è facile dire sì! poi non ci si
pensa più; è fatto, una volta per sempre. Quale errore!
Questo sì non è che un debole
principio — quanto mai importante, perchè trascende i limiti della
vita attuale •— ma soltanto un principio, una decisione per un certo
modo di vivere, per un certo modo
di fare. Ma la decisione non vuol di-,
re la cosa già compiuta, la vita stessa ,£■!« vissuta.
Il sì di oggi non è che il primo
anello di urta lunga catena di sì che
bisognerà saper dire al Signore, di
volta in volta, quando Egli ci parlerà: non temete, si presenterà presto un nuovo appello da parte di
Dio, una nuova decisione da prendere — piccola o grande che sia — per
saggiare la qualità della vostra fede
e la sincerità del vostro primo sì
Dovrete ancora essere pronti, dovrete ancora e sempre essere a disposizione per nuovi sì, forse sempre piu
difficili.
La catena d’oro dei vostri sì alla
volontà di Dio, catena d’amore e di
dedizione, vi legherà sempre maggiormente al trono del Signore, e,
sottraendovi a qualsiasi altra catena
di quaggiù, vi farà realmente liberi.
Non è, dunque, tutto compiuto,
una volta per sempre, dopo aver
pronunziato il sì. Tutt’altro; non è
che l’inizio.
* * *
Per voi, che sinceramente lo volete, incomincerà allora la ” meravigliosa avventura ” — permettetemi
di dire così — della vita vissuta spiritualmente, come vedendo Colui
che è invisibile; essendo edificati
qual casa spirituale; bevendo alla
roccia spirituale, che è il Cristo.
Si tratterà, d’ora innanzi, di essere aperti e disponibili alla voce
dello Spirito di Cristo; di ascoltarla, sia nelle cose piccole come nelle
grandi — ma, forse, nella vita dello
spirito non vi sono, effettivamente,
cose piccole o grandi, ma tutto è di
somma importanza — e lanciarsi coraggiosamente nella ” meravigliosa
avventura ”, facendo largo credito
al Signore.
In ogni circostanza dovrete compiere ciò che Egli vuole da voi, sia
che vi proponga una vocazione particolare al suo servizio, sia che vi
chieda una buona parola od un sorriso per la persona che non amate;
sia che vi dica, domani, di rompere
un fidanzamento che vi obbligherebbe a tradire la vostra fede ed il vostro sì di oggi; sia che vi suggerisca
Il y a deux choses à trouver; la
vérité sur vous-même, la vérité sur
Dieu. L’un conduit à l’autre; et
c’est tantôt la première qui conduit
à la seconde, tantôt la seconde qui
conduit à la première. Dieu a le
choix. Dieu en décide.
A. Vineî.
di cedere a chi vi pfnegmta e vuole
da voi il vostrò terrj^ Pacqua della
vostra fontana o Ifs/ha del vostro
prato, ” la vostra t^iniea e il vostro
mantello ” od un prestito qualsiasi.
E quando vorrà ^grte della vostra
casa o del wstro póife -— il Signore
non chiede l’imposshUe ■— per i diseredati, lo darete, lanche se ciò non
t i piacerà, o se- vi s^trà scomodo; oh
sappiate far tacere kf-.vostri pretesi
diritti davanti a Lu^
E quando avrete "paura dell’indomani, della guerra iè di tante altre
cose che vi schioccamo, -vi ricorderete che Egli è il f^Vente, ed ha il
Regno e le promesm: sappiate andare a quella Bibbia, che vi regalano oggi, per meditarjB ciò che, in essa, Egli vi rivela, e che noi tutti non
conosciamo più. ,.v
E quando, rispoi^dcndo sì al Signore, sarete incompresi e vi farete
forse dei nemici, perseverate.
E quando non sapete quali siano
per essere le conseguènze dei vostri
sì per voi stessi, per ^vostri beni materiali, per la vostra vita, dite anco, *
ra; si.
Sì, a Te Signore. » ■
Perchè così vuol dire vivere per
fede, camminare secondo lo spirito,
abbandonarsi al Signore.
^
...” Non vedo chiaro..., e d’altronde, non ho certamente la forza
di vivere così ”.
Se tu avessi la forza, se tu comprendessi tutto, non sarebbe vivere
per fede; il tuo primo, atto di fede,
in questa nuova strada, è dire; io
non so nulla e non posso nulla, ma
mi affido a Te, sovvieni alla mia incredulità e rivelati nella mia debolezza.
Sì. Offrite il vostro vero culto spiritual» a Dio, cioè; voi stessi in sacrificio.
Se il vostro sì, giovani; sarà un sì
di questo genere. aUara un giorno
potrete dire anche vm come Giobbe,
e come centinaia' di credenti, prima
e dopo di lui: « fìnoirà io avevo con
gli orecchi udito ¡»‘»'lare di Te, ma
ora l’orecchio mio Ti ha veduto. Io
so che il mio Redentóre vive ».
A „ ,VocE.
Soggiorno estivo presso
la Scuola di Agricoltura
Presso la Scuola Valdese d’Economìa domestica (ai Monnet - Lusema
S. Giovanni), è offerta, nei mesi da
maggio a ottobre, a giovanette tra i
14 e i 18 anni, l’occasione d’un gradevole soggiorno estivo, nel quale al riposo ristoratore, in un magnifico amDiente di campagna, si uniscono le
esercitazioni teoriche e pratiche dei
corsi più importanti deU'economia
domestica (cucina, cura della casa,
bucato e stiro, taglio e cucito, cura
dell’orto e degli animali da cortile,
ecc.).
L’ambiente della Scuola è verame.ite piacevole e comodo: una bella ed
ampia villa, posta su un’altura a po
chi minuti dall’abitato di Torre Pellice, circondata da un gran giardino
ombroso, fornita di tutti i servizi necessari ; ed intorno im orto ed un ampio podere coltivati coi criteri più
moderni. La vita della Scuola si svolge lietamente operosa e serena, ordinata con criteri moralmente e spi
ritualmente cristiani, sotto la guida
saggia ed esperta d’una Direttrice e
d’una Vice-Direttrice, sig.ne Cesan e
Meynier, che ne assicurano il regolare funzionamento e l’azione educatrice. La retta assai modesta (L. 12
mila al mese) ne facilita l’iscrizione
e la rende accessibile alle famiglie,
senza imporsi sacrifici finanziari troppo gravosi, che desiderano dare alle
loro figliuole un piacevole e proficuo
soggiorno estivo.
Le iscrizioni si ricevono presso la
Direzione della Scuola — ai Monnet
— Lusema S. Giovarmi.
* * *
I corsi normali della Scuola Valdese d’Economia domestica, iniziatisi nello scorso mese d’ottobre, si sono svolti con piena regolarità e nel
modo più soddisfacente, sia dal punte di vista teorico, sia da quello pratico, a beneficio delle 14 allieve iscritte. Nessun incidente ne ha turbato
ii funzionamento.
Fra le gradite visite che si sono avute nelle settimane scorse, notiamo
quella della sig.na Badoux, direttrice
della grande Scuola Statale d’Economia domestica di Marcelin (Cantone di Vaud — Svizzera), la quale, ospite della Scuola per im’intera giornata, ha avuto espressioni assai lusinghiere di compiacimento e di plauso per l’ottimo funzionamento dell’Istituto e l’efficacia dei suoi risultati.
Due ex allieve della Scuola, che nello scorso ottobre avevano felicemente superati gli esami finali, sono state ammesse gratuitamente al Corso
semestrale estivo di perfezionamento
della predetta Scuola di Marcelin, che
ha avuto appunto inizio nella settimana scorsa.
Nella seconda pagina del giornale
ci sono alcune cose degne d’esser seriamente considerate. Abbiamo l’impressione, per es., che la famosa Pro
Valli non riesca ad affrontare ed a
risolvere certi problemi di carattere
sociale, perchè s’impone un programma massimo, quando poi non riesce
a concretare il minimo. Non sarebbe
possibile, in un anno o due svolgere
un’azione solidale, tra Pro Valli,
Chiese e Comuni, pei una migliore
sistemazione dei locali scolastici? Non
sarebbe possibile concentrare finalmente i nostri sforzi un anno in una
parrocchia, l’anno seguente in un’altra, per poter dire ; « Ecco, siamo riusciti a realizzare un progresso in questo senso e in questa località ». La
Pro Valli sia suscitatrice di sforzi
solidali nell’interesse delle Valli; limiti il suo campo di lavoro e dia un
significato alla sua attività.
ILJi PII SALVAirJkCSCIIP
— Si, signore, — egli mi diceva — fu brutale, rapido, decisivo.
La bomba, con un sol colpo, distrusse la nostra casa e tutto quel
che c’era dentro. Fortunatamente
avevamo, mia moglie ed io, mossi
da un senso di prudenza istintiva, chiusi i nostri oggetti più preziosi in una valigia che portavamo con noi nel rifugio. Da pareo
chio tempo avevamo presa questa
disposizione.
— Prudenza ricompensata.
— Come vedrà: per necessità,
lasciammo la valigia nel rifugio,
dopo aver constatato la vastità
del disastro, felici di esserne usciti con salva la vita ma coscienti
anche di tutto quello che perdevamo ed alquanto storditi, cerne
potete immaginarlo. La valigia
rimase due giorri in fondo al rifugio. Quando, Emilia ed io, scendemmo a cercarla, la sua estrema
leggerezza ci fece avvertiti che
era vuota.
— Siete stati derubati?
— Come se radessimo lasciata
in mezzo al bosco. E’ da questo
momento che le cose si inasprirono tra me e mia moglie. Come se
io c’entrassi per qualche cosa
nella disgrazia che ci colpiva!
L’umore di mia moglie, già per
natura un poco aspro, si fece tempestoso e le parole violenti mi colpivano fitte come una sassaiola.
I nostri vicini, testimoni della
nostra disgrazia, erano imbarazzati : — « Non se la prenda, Signora Emilia, — provarono a dirle — viviamo in tempi strani e
diffìcili. Bisogna sapere accettare
insieme la propria sorte. Suo marito ha la sua parte di disgrazia!
Anche altri hanno tutto perso e
per di più anche la vita! »
Ma non si può ragionare mia
moglie quando monta in collera.
La sua rabbia doveva però ancora crescere di qualche grado. I
nostri vicini, gentilmente, erano
scesi nel rifugio per frugare, con
l’aiuto di una lampadina tascabile, in cerca di qualcosa che non
sapevano nemmeno loro. Risalirono con un piccolo pacco involto
in carta da giornale ; — « Era nella vostra valigia questo libro? »>
— La mia Bibbia — esclamai. —
Tutto hanno rubato meno questo!
Emilia ebbe un gesto che mi addolorò. Mi strappò dalle mani il
libro e lo gettò in terra calpestandolo coi piedi. : — « meno questo...
Ebbene, ecco quel che ne faccio
di questo! C’importa molto di
avere salvato questo dal naufragio!... »
— Emilia mi lasciò la sera stessa. Voi non potete sapere ciò che
significhi il trovarsi improvvisamente solo nella vita, senza un
soldo, avendo per sola ricchezza
gli abiti che si indossano! Tanto
più che da sei mesi non lavoravo
essendo ammalato. E’ proprio
questo che, lentamente, aveva
Ci hanno preso
tutiOmma
preparato mia moglie al gesto disperato. Ci mancava anche la
nuova disgrazia per fare traboc
care ia coppa dell’amarezza !
— E sua moglie?
— Non parliamo di mia mogiie.
— Essa sarà senza dubbio ritornata da sua madre o da qualche
membro della sua famiglia?
Mi guardò silenzioso per im b
momento, poi voltò gli occhi co
me vergognoso.
— Lei capisce — mi disse — la
disgrazia, è un affare che demo,
ralizza. Non ne parliamo, per favore. E poi... la Bibbia... ma poiché era rimasta a me, Emilia non
aveva nulla che le parlasse dell’a
more e della fedeltà. L’avesse al
meno aperta qualche volta!...
Mi facevo una coipa di ave.
quasi costretto a rivelare le in
spettate profondità della sua solitudine. a me, straniero. Era tremendo. Mi ripetè : « Io avevo la
Bibbia!». Poi, dopo qualche minuto di silenzio: «Tutto ciò è avvenuto quattro mesi fa».
★
Quest’uomo mi raccontava la
sua storia quando, in occasione
di una missione di carità nelle
baracche messe a disposizione dei
sinistrati, il caso mi aveva con
4
dotto a lui. Aperta*; la porta, credevo stesse mangiando. Era a tavola. Aveva davanti a lui un libro
aperto.
— Pensavo che stesse mangiando, — gli dissi. Í
— Non s’inganna — mi rispose
sorridendo — Per me è mangiare
e bere. E mi indicò la pagina
aperta.
E’ cosi che, durante la conversa
zinne che ne Seguì, egli mi raccontò la sua storia.
— Lei forse non’ lo crederà —
continuò — questo, libro, il solo
bene che mi sia rimasto, oggetto
giudicato inutile è scartato con
disprezzo dai ladri, considerato
senza valore, destinato ad aggiungere derisione al mio d stino di
incapace, di fallito nella grand 3
impresa della vita — questa BibWa si è rivelata la mia boa di salvataggio. Come dice un versetto
di questo libro : « Là pietra che gli
edificatori hanno rigettata, è oi
ventata la pietra angolare... » Una
boa di salvataggio, i.ripeto, galleg
giante sull’oceano delle p>assioni,
della sofferenza e d^lla morte, che
ci porta via sulle sùe onde scatenate. Io la conoscevo già la Bibbia, naturalmente, ma mi sono
accinto a rileggerla con occhi nuo
vi. Nulla è meglio di una grande
sofferenza per apprezzare al suo
giusto valore quel che la Bibbia
contiene!
— Veda — riprese dopo un lungo silenzio — è necessaria la più
spaventosa angoscia, il vuoto nel
cuore ed il vuoto attorno a sé, le
grandi distese come di deserto devastate e morte in fondo alla pro
pria anima, 'per capire, tutto ad
un tratto, il senso del segreto delle parole che leggo qui : « O Eterno, io grido a te da luoghi pr^
tondi! Signore, ascolta il mio grido ! » Ho ricominciato da questa
pagina, la sera della disgrazia -'d
ho ripetuto quelle parole in lacrime, nel buio della mia dispera^
zione, dieci volte, cento volte. Era
come se io cominciassi di nuovo
a imparare l’alfabeto alla scuola
di Dio. Bisogna cominciare dal
principio. E’ il grido infantile di
un uomo maturo.
E’ stato allora per me come un
risalire dal fondo dell’abisso ver
so le cime luminose. Non sono
storie queste. Veda: dal Sihai al
Monte degli Ulivi, è lo straordinario itinerario della grazia. Essa
percorre le vie della storia, la
grazia, come fa nella notte che
ogni creatura porta in sé. Essa -è
l’amore divino che si rivela, il
perdono che si annimcia, che dimentica e fa dimenticare, ripa
rando. Essa è la legge che, come
savio architetto, ricostruisce l’uomo cominciando dal suo interiore.
— E' meraviglioso — continuò
— quando si è stati demoliti, rotti
dalla prova, il ricostruirsi attorno
ad una visione, una speranza,
una certezza. Ancor più meraviglioso è il contempjlare, come ad
occhio nudo, Dio disceso dalle -cime inaccessibili per camminare
sulle nostre strade. Perchè dovrebbe essere impossibile incontrarlo improvvisamente, faccia a
faccia, dal momento che Dio è
venuto a vivere con noi per prò
vare la realtà della nostra vita
quotidiana? -— Dio alla portata del
nostro cuore!... Come un semina
tore di vita egli entra nella nostra
solitudine e ciascuna delle sue pa
iole, che penetrano neH’anima, ?
carica della potenza misteriosa
... ai# eoooÆÊone
della Bibbia
della vita, come in un seme e nel
suo germe. Quanto alla Croce...
— Amico mìo — disse alzando
si — io avevo sempre pensato che
Croce fosse sinonimo di sofferenza, di angustia, affanno, ignominia. Ma, da quando l’ho conosciu
ta con sguardo rinnovato e con
cuore nuovo — da quando ho
toccato il fondo dell’abisso, io so
che essa è un dono luminoso di
Dio agli uomini, un dono d’amore, di perdono, di liberazione e di
potenza, il dono di im avvenire
tutto nuovo per la terra e per il
cielo...
L’uomo aveva lo sguardo luminoso. Era in piedi, avendo in mano la Bibbia aperta. Rimasi ancora un’ora con lui, non stancan
domi di ascoltare il racconto meraviglioso del suo salvataggio. Poi,
ancora un’ora...
* * *
Ero ancora al suo fianco quando -- (era scesa la notte ed egli
aveva acceso il lume) — la porta
si aprì silenziosamente ed una
voce ci fece sussultare: «Posso
entrare? »
— Emilia!...
Mi sentivo di troppo: mi trattenne con la mano
— No, non se ne vada.
— Bisogna...
— Non prima che abbia appreso la fine della storia.
Tu ritorni, Emilia?
— Si, se mi vuoi.
— Stavo proprio raccontando a
questo signore la nostra storia -—
disse assai commosso, — <Mme essa è raccontata nella Bibbia, e
come Dio dica agli infelici a causa dei loro smarrimenti, dei loro
fallimenti, del loro peccato : « Io
ho aperto davanti a te una porta
che nessuno può chiudere ». — Come il Signore Gesù dica ad ogni
essere decaduto. « Io non ti condanno, va e non peccare più »
Ed in qual modo la Croce, rizzata
nel cuore dì questo libro, ma anche a tutti gli incroci della nostra
vita, ci ricordi, ci ripeta : « Io ho
gettato dietro a me i tuoi peccati... Io non mi ricorderò più dei
tuoi peccati... Là dove il peccato
è abbondato la grazia è sovrabbondata». Così dice la Parola di
Dio. E’ Dio che parla!
Allora io, che sono alla scuola
di questo libro, ho imparato a
balbettare dopo Dio le parole del
libro santo. Dìo ha parlato con voce forte, io sono come la sua eco.
Ho ricevuto da Dio il perdono
dei miei peccati... ho imparato da
Lui così a perdonare anch’io.
Emilia, è una cosa meravigliosa
nella quale bisogna riconoscere la
mano di Dio: che la guerra ed ’
ladri ci abbiano preso tutto ad eccezione della Bibbia. Ce l’hanno
lasciata, a te ed a me, x>er permetterci di ripartire insieme, di ricostruire in novità di vita...
Signore, non la trattengo più.
Che la grazia, di cui questo libro
parla, sia con lei.
(Trad. A. B.) Robert Farelly
4
4 —
L’ECO DELUSTAUJ VALDESI
!
NOTIZIE DALLE CHIESE
Angrogna (Capoluogo)
Domenica 14 corr. nel corso del nostro culto sono stati confermati i seguenti cateciuneni: Benech Mafalda
(Garsinera), Bertin Erica (Vemetl,
Ghia via Anita (Bessons), Pons Laura
(Revellera), Bertin Franco (Arpanot),
Bertin Renato (Passel), Chauvie
Franco (Albarins), Odin Bruno (Mulin nuovo), Pons Elio (Pons), Rivoira Giacomo (Capoluogo), Saccaggi
Giampiero (Jourdans).
Il Signore che li ha amati e chiamati a far parte della sua Chiesa li
renda costanti « come vedendo Colui
che è invisibile».
Ringraziamo la nostra Corale che
ha eseguito lodevolmente un coro di
circostanza.
Domenica 14 corrente abbiamo f’e
posto nel cimitero del Canoluogo 1’
spoglia mortale della nostra sorella
Luisa Bertin nata Gaydou, deceduta
improvvisamente al Vemet alla
di anni 54. La folla che ha partecipato ai funerali ha dimostrato quante la nostra sorella fosse stimata ed
amata da tutti. Al marito, ai figli, ai
parenti tutti rinnoviamo l’espressione della nostra viva, fraterna simpatia cristiana, invocando su loro le
consolazioni del nostro Paese celeste.
e. a.
Pomaretto
Serbiamo im gradito ricordo della
visita del pastore Silvio Long la domenica 17 marzo. Dopo aver parlato
ai ragazzi delle due scuole domenicali del centro, ha presieduto il culto della comunità. Indi, nel pomeriggio, ha rivolto un apprezzato messaggio ad un centinaio di mamme
delle due sezioni riunite dell’Unione
delle Madri di Pomaretto e di Inverso; ed ancora, la sera, nella sala delle attività gremita di pubblico, ha
tenuto una conferenza interessandoci vivamente sulla situazione ecclesiastica e sociale delle colonie valdesi dell’Uruguay e dell’Argentina. La
F. Servetti
GEOMETRA
PROGETTI •
FRAZIONAMENTI •
DIVISIONI •
COMPRA VENDITA •
Uffici:
TORRE PELLICE - Via deUa
RepnbbUca, 3 (sotto i portici)
PINEROLO - Grattacielo Tel. 38.25
DAI cogjlljfil
Paschetto
COiMMESTlBlLI
Troverete tutto
•Generi alimentari
• Frutta « Verdura •
Prezzi convenienti
Coniugi Paschetto
TORRE PELLICE
via della Repubblica, 3 (sotto al portici)
^ Telefono 9449 -4|
serata si è conclusa con alcuni canti eseguiti dalla Corale.
Mentre il pastore Long si appresta
a ripartire per il suo lontano campo
di lavoro, lo ringraziamo ancora per
il buon programma ch’egli ha svolto per noi quel giorno, e lo preghiamo di recare il nostro saluto ai fratelli valdesi dell’America del Sud.
E’ stata battezzata la piccola Anna Maria di Nino e Giuseppina Lageard (Pleccia). Il Buon Pastore prenda sotto la Sua protezione questo agnello della Sua greggia.
La comunità ringrazia il prof. Eiv
nesto Tron ed il Pastore emerito Luigi Marauda che hanno presieduto i
culti rispettivamente della domenica
31 marzo e 7 aprile durante un’indisposizione del pastore locale.
Sono decedute due nostre sorelle;
la signora Maria Baret in Peyroneldi^ anni 72 (Masselli), e la signora
Giovanna Peyrot ved. Pastre, di ar*
ni 82 (Rej). I funerali sono stati una
evidente dimostrazione di rimpianto
di queste nostre sorelle scomparse e
di simpatia per le loro famiglie. Esprimiamo, qui ancora, le nostre più
sincere condoglianze ai familiari in
lutto.
Rodoretto
-f
Domenica, 7 Aprile, è stata tumulata n^ cimitero di Fontane la salma
del nostro fratello Pascal Giovanni
Enrico di 63 anni, deceduto all’Ospedale di Torre Penice, dove aveva dovuto essere ricoverato l’estate scorsa
in seguito ad una grave malattia contratta durante i numerosi armi di lavoro nelle miniere di talco della Valle. La sua forte fibra è stata lentamente consumata dal male che gli
causò lunghe e penose sofferenze sopportate con pazienza e con fiducia in
Dio.
Gli amici ed i conoscenti- intervenuti numerosi hanno voluto con la
loro presenza testimoniare ai familiari il loro affetto e la loro stima.
Alla famiglia ed a tutti i parenti
afflitti, in particolare al figlio Oreste,
attuale Sindaco del Comune di Salza
di PinerolQ, giunga la nostra simpatia cristiana con la promessa di Cristo che « Iddio non è un Dio di morti, ma di viventi».
Domenica delie Palme a Pinerolo
’ La Domenica delle Palme è stata
allietata non soltanto dal sole ma
anche da una viva allegrezza cristiana.
Un’assemblea compatta ha letteralmente riempito il tempio per il cui
to e per la confermazione dei catecumeni, ai quali è stato rivolto un
messaggio cristiano di incoraggia
mento a ssguire Gesù. La classe normale dei catecumeni di questo anno
era compasta di otto giovani: Paolo
Gardiol, Alma Gardiol, Laura Gardiol, Ada Gardiol, Isabella Rostan, Olga Rostan, Silvana Montaldo e Sergio Fornerone (quest’ultimo di Pra
restino). Con loro, sono stati ammessi nella piena comunione della Ghie
sa quattro fratelli in fede (tre uomini e una donna) provenienti dal Cattolicesimo Romano, dopo un periodo
di preparazione in cui hanno libera
mente manifestato la loro volontà di
professare la fede evangelica e di
costituire, in tal modo, con i loro
cari, altrettante famiglie evangeliche.
La comunità ha partecipato al cui
to con profondo raccoglimento, circondando i nuovi membri di chiesa
con sentimenti di gioia e di cristiana
speranza. Prima del culto, nella sala
del Concistoro, l’anàano dott. I. Mathieu aveva loro rivolto un messaggio di benvenuto e di esortazione a
perseverare in una testimonianza cristiana fatta di fede e di buone opere.
La Corale ha cantato per questa
circostanza un inno della nostra rac
colta.
Un lungo corteo di persone ha accompagnato al cimitero di San Secondo la salma della nostra sorella
in fede Adele Stallò nata Paschetto,
deceduto alla Rivoira, il giorno 11
aprile. Nella sua esistenza terrena aveva conosciuto il peso della fatica
umana e negli ultimi mesi di vita è
stata anche chiamata a soffrire. Essa lascia un grande vuoto nella sua
casa; ai suoi familiari, in modo speciale alla vecchia mamma, la comunità rivolge ancora un pensiero di
simpatia cristiana e di fraterno incoraggiamento.
Domenica 7 aprile è stata battezzata Marina Enrica Salvai di Nino
e di Luigina Bonin, di Ponte S. Martino.
Nel corso della Settimana Santa,
ogni sera la chiesa è stata aperta
per la celebrazione di un breve culto
liturgico, presieduto a turno da un
gruppo di collaboratori. La serie dei
culti serali, con lettura di brani della Sacra Scrittura rievocanti la Passione di Cristo, si è iniziata Ivmedì
sera con una buona riunione presieduta dall’anziano dott. I. Mathieu ed
è proseguita con la collaborazione
degli anziani Costante Costantino,
Valdo Fornerone e dell’avv. Ettore
Serafino. Un culto liturgico di Santa
Cena è stato celebrato a Pinerolo la
sera del giovedì Santo. Per molti,
quei brOTi incoiitn serali sono stati
fonte di edificazione e di comunione
spirituale con Gesù Cristo.
R o r à
Visita. Ringraziamo di cuore il signor Bensì Armando per la visita alla chiesa di Rorà effettuata Domenica 7 aprile.
Un forte, profopdo biblico messaggio è stato rivolto dal nostro amico
alla assemblea dei fratelli rorenghi.
Nel pomeriggio il signor Bensi ha rivolto un messaggio all’unione delle
madri seguito con vivo interesse.
Ringraziamo di cuore il nostro amico Bensi Arnaldo, e signora per l’affetto e rinteresse" portato alla nostra
alpestre comunità!
Mutua. Recentemente l’assemblea
della mutua del bestiame ha preso
alcune interessanti decisioni di carattere pratico e dietro suggerimento del Dr. Mazza in visita alla mutua
di Rorà. Siamo lieti che la Mutua
funzioni bene, con la unanime soddisfazione per la pomune fraternità.
Genova
VISITA DEL MODERATORE — La
Domenica 7 Aprile abbiamo avuto la
gioia di avere con noi il Moderatore
della Chiesa Valdese, Pastore Achille Deodato. Egli è venuto a Genova
in visita ufficiale alla nostra Chiesa.
Egli ha presieduto il culto domenicale rivolgendo alla, Comunità un profondo messaggio biblico.
Al pomeriggio ha avuto luogo un
trattenimento familiare per la Coniunità onde dare a tutti la possibilità di intrattenersi col Moderatore.
Dopo il benvenuto del Pastore, il dr.
Gustavo Comba ha rivolto un messaggio al Moderatore a nome del
Consiglio di Ghie,sa e di tutta la Comunità. Il Moderatore ha quindi il
lustrato la situazione della Chiesa
Valdese in Italia, ponendo l’accento
sulle difficoltà che essa incontra e.
sulle speranze che si profilano al nostro orizzonte.
Ancora da questa circolare desideriamo esprimere al Moderatore Unostro compiacimento per la sua apprezzata visita, la nostra riconoscenza per quanto Egli compie per la
Chiesa Valdese in patria ed all’estero, ed i voti della nostra solidarietà
eo affettuosa partecipazione alle sue
ansietà e fatiche.
LA CELEBRAZIONE DEL 17 FEBBRAIO — Anche quest’anno la ricorrenza dei 17 Febbraio è stata ricordata oltre che nel Culto domenicale, con la tradizionale Agape fraterna. Ringraziamo quanti hanno
collaborato per la buona riuscita
della serata. Abbiamo ascoltato mes
saggi da parte del Pastore G. Bernoulli, della Chiesa Riformata Sviz
ORAR! DEL PiMEROLESE - 5 NOVEMBRE 1956
Ferrovia Torino-Torre Pellice e viceversa
Torino 4,28 6,20 8,11 12,23 13,42 15,22 17,26 18,29 18,34 19,23 23,48
Airasca 5,16 7,08 8,50 — 14,30 16,06 18,13 — 19,22 20,08 0,29
Pinerolo 5 36 7,39 9,11 13,— 14,55 16^8 18,40 19,13 19,46 20,31 0,51
Brich. 5,57 7,58 9,27 13,15 15,12 16,50 18,59 19,28 20,07 20,46 1,07
Torra P. 610 8,11 ^,41 13,33 15,25 17,04 19,12 19,42 20,20 20,59 1,20
P.
Torre
Brich.
Pinerolo
Airasca
Torino
3,48 4,48 5,40 6,38 8,35 12,24 13,24 16,32 18,05 19,50 21,04
4,01 5,18 5,56 6,53 8,50 12,39 13,39 16,48 18,19 20,06 21,19
4,21 5,31 6,18 7,11 9,08 12,58 13,55 17,06 18,37 20,29 21,35
4,39 5,50 6,49 7,27 9,25 13,19 — 17,35 18,58 21,02
5,23 6,32 7,38 7,54 10,— 14,02 14,16 18,26 19,42 21,55
Ferrovia Bricherasio-Barge e viceversa
Brich.
Barge
p. 5,07 5,59 8,02 9,32 13,18 15,18 16,52 19,07 20,14
I 5,24 6,17 8,20 9,50 13,37 15,39 17,10 19,27 20,33
Barge
Brich.
p. 4,40 5,31 6,29 8,27 12,16 14,50 16,08 17,53 Ì9,37
a. 4,58 5,49 6,48 8,45 12,34 15,07 16,29 18,11 19,55
Tramvia Pinerolo-Perosa e viceversa
Pinerolo p.
Porte
S. Germano
Vülar P.
Pinasca
Perosa a.
fer fest ftr fer fest ftr fest fer fer
4,20 4,35 4,45 6,45 7 — 7,55 8,15 9,30 10,15 11,30
*4,47 4,56 6,04 7,07 1 8,16 8,34 9,48 10,34 11,50
M,54 5,03 6,10 7,15 1 8^2 8,42 9,55 10,42 11,58
5,25 5,20 6,17 7,22 7,25 8,30 8,50 10,03 11,— 12,06
5,35 5,30 6,27 7,32 — 8,40 9— 10,10 11,10 12,16
5,45 5,40 6,37 7,40 — 8,50 9,10 10,20 11,20 12,25
fest
11,40
11,58
12,05
12,11
12,20
12,30
fer fest fest
12.40 13,10 15,05
13,02 13,29 15,22
13,10 13,36 15,28
13.40 13,45 15,35
13,50 13,55 15,45
14— 14,05 15,55
fer fer
15.05 16,02
15,24 16,22
15,32 16,29
15,40 16,55
15,52 17,07
16.05 17^0
17,50 19,25
18,09 19,47
18,17 19,55
18,25 20,02
18,35 20,11
18,45 20^0
fer
20.55
21,17
21,25
21.55
22,05 22,15
Perosa
Pinasca
Vülar P.
S. Germano
Porte
Pinerolo
fer f’K f-r fer fest fer fer i fest fer fest fer fest fer fest fest fer fer fer
4 45 4,50 5,55 7 — 7— — 8 — 8,10 9,35 9,45 11,45 11,50 13 —13,25 14,10 16— 16,15 — 17,25 19 — 21,15.
4.55 5,01 6,05 7,11 7,10 — 8,11 8,20 9,45 9,55 11,57 12— 13,10 13,33 14,18 16,10 — — 17,35 19,10 21,25
5,25 5,20 6,15 7,21 7,19 7,30 8,21 8,30 10,— 10,04 12,07 12,09 13,40 13,45 14,28 16,23 16,55 16,55 17,45 19,20 21,55
5 32 5,21 6,23 7,28 715 — 818 8,35 10,10 10,10 12,15 12,15 13,47 13,51 1414 1619 — 17,03 17,52 19,28 22,03
519 5,32 6,29 7,35 7,32 — 8,35 8,42 1010 10,17 12,28 12,22 13,54 13,58 14,41 16,36 — 17,11 17;58 19,35 22,10
6,— 5,50 6,45 7,55 710 8 — 8,55 9— 10,40 10,40 12,52 12,40 14,15 1410 15— 16,55 17,18 17,35 18,16 19,55 22,30
zera, del dr. Gustavo Comba e del
prof. Emanuele Tron.
UNIONE GIOVANILE — Siamo grati alTOnimie giovanile per aver organizzato una recita ^r il 17 Febbraio, ed in modo parUcolare al signor
Eie di Natale che ne è stato l’animatore.
Nelle riunioni del giovedì oltre a
due serate musicali ed allo studio
comunitario del Vangelo, è stato
affrontato il problema del matrimonio e del divorzio. Un primo studio
sul matrimonio nel pensiero biblico
è stato presentato dal Pastore M.
Musacchio; un secondo studio, sul
divorzio, dal Pastore P. Bosio, ed im
terzo studio sul matrimonio nel diritto canonico, dal signor C. Papini.
Borse di studio per la Francia
L’Ambasciata di Francia a Roma ha concesso una borsa di studio del valore di
Fr. 30.001) per uno (o una) insegnante elementare delle Valli Valdesi che abbia già
una buona cono'scenza della lingua francese, e che intenda recarsi a Parigi durante
l’estate per un mese.
A tale borsa il prof. Silvio Baridon, titolare della cattedra di lingua e letteratura
francese dell’Università di Torino, ha voluto aggiungerne personalmente una per un
eguale ammontare.
Le domande dovranno essere indirizzate
al Preside della Scuola Media di Torre Pellice e giungergli improrogabilmente entro
e non oltre le ore 12 di martedì 22 aprile
p. V.
Una commissione presieduta dal Preside
della Scuola .Media di Torre Pellice procederà all’estrazione delle 2 borse.
I candidati dovranno indicare nella domanda in carta semplice:
Nome e cognome; luogo e data di nascita; località di residenza; istituto (e data)
presso il quale conseguirono l’abilità magistrale.
I due candidati prescelti saranno informa,
ti per lettera raccomandata, e verrà dato
loro ogni ragguaglio per il soggiorno a Parigi.
Il I Aprile dopo Itmga e penosa mar
lattia è mancato all’afietto dei suoi
cari all’età di 73 anni
CLOT LUIGI
La famiglia sentitamente ringrazia
i signori Pastori Sommani e Micol,
il dottor Lanza e l’Ostetrica sig.na
Giorda per le parole di conforto e
per le cure prestate.
Fattosi sera, Gesù disse:
passiamo all’altra riva.
Marco 4: 35.
Torre Pellice, 16 aprile 1957
n marito, unitamente ai nipoti ed
ai parenti della compianta
CATERINA RICHARD
nata Menu san
vivamente commosso per l’affettuosa, attiva assistenza ricevuta durante la lunga malattia e per la simpatia tributata in occasione della dipartenza da questa vita della cara
congiunta, vivamente ringrazia tutti
coloro che in modi diversi hanno
recato conforto nell’ora della prova.
Un ringraziamento particolare al
Pastore, alla Sig.na G. Giacone ed
ai vicini di casa.
« Quand’ anche camminassi
nella valle dell’ombra della
' morte, non temerei male alcuno perchè Tu sei meco ».
(Salmo 23; 4)
Frali, 11 Aprile 1957
F. U. V.
Il Comitato di Gruppo ricorda alle
Unioni Giovanili il prossimo Convegno generale che avrà iuog» a
SAN SECONDO
DI PINEROLO
DOMENICA 28 APRILE ALLE ORE
9,30
AVVISI
BONNE FAMILLE cherche une jeune fille sérieuse,, propre et travailleuse, de 21 à 27 ans; pour aider
au ménage et au jardin. Bons soins.
S’ad.: à M.me Paul Geiser à Avully (C.t Genève) Suisse.
Direttore: Prof. Gino Costabel
Pubblicazione autorizzata dal Tribunale di
Pinerolo con decreto del 19 gennaio 19.55.
Redattore : Ermanno Rostan
Via dei Mille, 1 - Pinerolo
tei. 2009
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice - '-c.p. 2/17557
Tipografia Subalpina - s. p. a.
Torre Pellice (Torino)
Al lutto della famiglia Richard
partecipano molti Pastori i quali,
negli anni più o meno lontani della
Facoltà di teologia, hanno ben conosciuto la Signora Richard. Insieme con sUo marito, lavorò per molti anni in Facoltà occupandosi in
modo speciale della mensa degli
studenti. Diversi Pastori le fecero
visita in occasione del recente convegno dei catecumeni ad Agape e
poterono scambiare con lei alcune
parole.
Essi la ricordano con riconoscenza, ed esprimono a suo marito il loro pensiero di fraterna e cristitina
simpatia.
Red.
La famiglia Bertin - Gaydou profondamente sensibile alle dimostrazioni di simpatia ricevute, in occasione della improvvisa dipartenza
della mamma
Luisa Bertin - Gaydou
esprime la sua commossa riconoscenza ai Pastori Aime e Jahier, al dr.
Paltriniert, al Sindaco, alla cugina
Jeanne, agli amici, ai vicini, a quanti si sono prestati nella triste circostanza.
Vemè di Angrogna, 15 Aprile 1957
Non aspettate Vestate
per procurarvi un buon frigorifero
interpellate la ditta
BONIN REMO
che VI presenterà il famoso frigorifero
Ready
PREZZI CONVENIENTI E PAGAMENTI RATEALI
Troverete anche Radio - Registratóri * Televisori delle marche
Telefunken - Geloso - Normende
Per rarredamento del vostro alloggio rivolgetevi aF
MOBILIFICIO
Giuseppe Griva
ABBONDAWZADI SCELTA
GARANZIA DI SOLIDITÀ’
_______■— ^ Strada per MIradoIe, di fronte alla ; caserma degli lAlpIni
■ IllCrOHJ • (Caserma BarardI)