1
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._J„:(Torillo) ■'po’ont?
DELLE
Quindicina!a
della Chiesa Valdese
" Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quatì avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Anno LXXXV - Num. 10 . — . Í Keo; L. 700 per Tinterao Eco e La Luce; L.,.€200 per Tinterao Spedi«, ahh. postale Il Grappo TORRE PELUCE — 20 Maggio 1955
Una copia L* ABBONAMENTI { 1200 per Teater. L* 1800 per resterò Cambio d*indirisso Lire 40,— Ammin. Clandiiana Torre Pellùe - C.CJ*. 2-17547
Hai fatto il tuo dovere?
Da qualciie teiiijjo a questa parte Tatteuzioue del Sinodo Vaidese
è stata richiamata su di un latto che non si vuole drammatizzare in
quanto ha le sue giustitìcazioni negli eventi che hanno tribolato la
vita della iNazione e quindi anche della Chiesa, ma che tuttavia ha un
suo carattere di gravità: la Chiesa \ aldese non riesce a raccogliere i
contributi necessari alla corresponsione degli assegni ai suoi operai.
11 latto, come ho detto, non va drammatizzato. C’è stata la guerra con i conseguenti dissesti economici, c’è stata la svalutazione della
nostra moneta, c’è stata la lentezza della ripresa e della riorganizza
zione, e in queste circostanze non certo facili, la Chiesa ha afirontato
il problema di un certo adeguamento dei salari, della necessaria ricostruzione e della non meno necessaria espansione in nuovi centri
ove ha portato la sua testimonianza.
i\on deve creaj-e meraviglia, nè eccessivo sgomento il fatto che,
in queste circostanze, le Chiese, compcste di famiglie ognuna delle
quali aveva i suoi propri problemi economici da risolvere, abbiano
manifestato una certa lentezza nell’adeguare i propri contributi alla
Tavola in modo da rispondere alle esigenze imposte dalla nuova situazione.
C’è stato un certo sforzo di adeguamento di cui dobbiamo dare
atto con riconoscenza, e nei nostri Sinodi del dopoguerra, anno dopo
anno è .stato registrato un progressivo sforzo verso la mèta.
Ma questo sforzo si è compiuto non in condizioni di stabilità nella
vita economica delia i\azione, per cui aumentavano le contribuzioni,
ma di più ancora e in maniera molto più rapida, aumentavano le spese cui la Chiesa tloveva far fronte.
Si è giunti cosi al Sinodo 1Ù54, il quale nelTart. 10 degli Atti Sinodali ha così disposto: « Il Sinodo, preso atto della risposta insufficiente delle Chiese al disposto dell’art. 9 degli Atti Sinodali 1953, in
cui si invitano le Comunità a versare una contribuzione annua che
provveda almeno agli assegni degli operai della Chiesa, richiama le
Commissioni Distrettuali e le Comunità tutte alla attuazione integrali
di tali disposizioaijiel prossimo esercizio yy- x . - --
Il Sinodo aveva anche fissalo come mèla j>er quest’anno una cifra
la quale, pur non coprendo effettivamente l’ammontare necessario agli
assegni agli operai della (diiesa e alle pensioni, costituiva però un sensibile avvicinamento ad esso.
Indubbiamente le Commissioni Distrettuali si saranno adoperate
per ottemperare al disposto Sinodale e indubbiamente pure i Concistori
ed i Consigli di Chiesa avranno fatto del loro meglio nel seno delle
loro Comunità per fare aumentare il gettito delle contribuzioni.
Il fatto è pelò che, a distanza di pochi giorni dalla chiusura dell’anno finanziario, noi siamo ancora ben al disotto della mèta che di
comune accordo ci eravamo prehssa, e questo indubbiamente nonostante il fatto che parecchi membri delle nostre Chiese abbiano gioiosamente donato più che per il passato.
Ora non vorremmo che di nuovo il Sinodo 1955 abbia a votare
una disposizione simile a quella dell’anno passato. Sarebbe di grande
incoraggiamento per tutti e sarebbe un segno certo della vitalità della
Chiesa se il prossimo Sinodo potesse prendere atto che la cifra fissata
è stata raggiimta con la cooperazione generosa e gioiosa di tutti.
Abbiamo pertanto inviato una lettera ai Concistori ed ai Consigli di Chiesa, esponendo dettagliatamente la situazione e pregandoli
di distribuire a tutte le famiglie della Chiesa una lettera indirizzata a
tutti i membri, affinchè, nei limiti delle possibilità di ogmmo, sia effettuato un sollecito versamento di un dono supplementare che sia
testimonianza d’amore e di comprensione.
Non è un appello straordinario, ma semplicemente un fraterno
richiamo ad un impegno preso da tutte le Chiese ed al quale non si
dovrebbe venir meno.
Veda ognuno quel che potrà fare affinchè l’impegno sia mantenuto
ed allegrezza ed incoraggiamento ne venga a tutta la Chiesa.
Il Moderatore
Achille Deodato
#1 Modoratore in ntissione
DALLA DANIMARCA
Maribò, 28 Aprile 1955
Nella precedenté corrispondenza,
per una svista, ho detto che il Comitato Valdese in Dàhimarca aveva iniziato la sua attività in favore della nostra Chiesa niel 1895. Si tratta
invece di una datai anteriore e cioè
del 1879, quando ^l Pastore Paolo
Í.alvino, raccomahidato dal Prof.
Uorner di Berlina, fu ricevuto dal
vescovo luterano Màrtensen e lo interessò all’opera nostra.
Sono giunto a ^Copenaghen dopo essermi fermàto un pome,' iggio a Slaghelse nell’ accogliente
presbiterio del Pasare Bjergved. Il
gruppo della Allioffce Française locale aveva chiesto patrocinare la
confereiiza sull’opera della Chiesa
f aldese e detta ’inferenza ebbe
luogo in una sala Æ un albergo della piccola cittadinà. Presenti fra il
pubblico parecchi '^bfinndi francesi
c alcuni svizzeri, t^turalmente più
vicini a noi. Contir^a, poi la conversazione assai simpaticamente attorno ad una tazza té offerta dalla
Presidente della AMiance Française.
Ma non ci si può mtardare, la sera
stessa sono attesi^ a Copenaghen
dóve giùngo alte dòpo un’ora di
rapido.
Mi aspettano alla Stazione il Pastore emerito Ove Krarup e il Prof.
Baebild. Non li conosco e perciò
volgo il mio sguardo incerto scrutando le persone in attesa, quando
vedo una bandiera con un candeliere d’oro e le sette stelle in campo
azzurro, sventolata da un simpatico
vecchietto in cappello a cilindro.
/ ‘ ultra-ottantenne Pastore Krarup,
nonostante l’ora tarda, ha voluto così dare il benvenuto al rappresentante della Chiesa Valdese.
Questa accoglienza è stata un po’
come il termometro del calore della simpatia che ha caratterizzato il
mio soggiorno a Copenaghen.
Il giorno successivo ero invitato
a pranzo alla mensa dell’Università
dal Prof. Christensen, docente di
Storia del Cristianesimo e dal giovane giurista Lindquist che già avevo conosciuto a Ginevra.
Nel pomeriggio tre redattori di
giornali cittadini hanno voluto pormi una quantità di domande, pubblicando poi articoli riferentisi alla
nostra situazione. La sera, cena nell’ospitale casa del Dr. Nojgaard vice-presidente del Comitato, in compagnia di altri numerosi invitati. Se
LE CONFERENZE DISTRETTUALI
La (Conferenza del I Distretto è
convocata in seduta a Luserna San
Giovanni, giovedì 9 Giugno, e avrà
inizio alle ore 8,30 precise, con un
culto presieduto dal Pastore Franco
Davite. I mandati di deputazione
dei delegati delle assemblee di chiesa dovranno essere consegnati al seg
gio provvisorio.
I Concistori sono pregati di far
pervenire al Sovrintendente le relazioni annue, i sunti delle mede
sime e gli specchietti statistici non
oltre i primi giorni di Giugno.
La popolazione Valdese è cordialmente invitata a partecipare al culto e ad assistere ai lavori della Conferenza. Il Sovrintendente
Dalla Circolare del Capodistretto
del II” Distretto apprendiamo che la
Conferenza Distrettuale del II” Distretto è convocata, a Dio piacendo,
in sessione ordinaria, a Verona pres
so la locale Chiesa Valdese, Martedì
28 Giugno alle ore 21.
Il Culto d’apertura sarà presiedu
to dal Pastore G. Girardet (supplente il Pastore L. Naso), la sera di
Martedì.
I lavori della Conferenza proseguiranno per tutta la giornata del
Mercoledì 29.
Le relazioni delle Comunità ed i
sunti delle medesime debbono pervenire al Capo Distretto in tempo
utile per la compilazione della rela
zione della Commissione distrettuale secondo le istruzioni date dalla
circolare del Capo Distretto medesimo ai Pastori.
La Conferenza del III" Distretto è
convocata in sessione ordinaria in
Roma, Via Quattro Novembre 107,
martedì 28 Giugno, alle ore 21
Il culto di apertura sarà presiedu
tc dal pastore Aldo Sboifi.
Le relazioni delle sìngole Comunità devono pervenire al Sovrintendente non oltre il 15 Giugno.
La Conferenza sarà preceduta da
un Convegno pastorale, alle ore 17,
in Via Quattro Novembre 107.
La Commissione distrettuale.
gue la riunione nella sala parrocchiale di Frederiksberg. Pubblico
numeroso e attento, parte del quale
ritroverò nelle altre riunioni tenute
nella città. /
Sabato 23 aprile pubblico inconsueto: sono gli allievi della Scuola
diretta dal Prof. Raebild, giovani dai
14 ai 18 anni, riuniti assieme ai loto insegnanti nell’aula magna. Segue
un altro pranzo ufficiale cui partecipano di nuovo parecchi invitati, tra
cui il vecchio Prof, in Teologia Oscar
Andersen, presidente onorario del
Comitato e il Prof. dell’Università
Soreti Uolm, il quale nel pomeriggio
mi ha pilotato in automobile per una
visita al vecchio castello di Kronborg
ove Shakespeare fa' svolgere la tragica vicenda di Amleto. La Svezia non
dista che quattro kilometri e se ne
vedono distintamente le coste.
La sera, lunga corsa in automobile
e buon tratto di cammino a piedi per
addentrarci in una foresta dove dei
giovani stanno costruendo la loro Agape a llareskowen. La costruzione
è quasi terminata e sarà presto inuuguratu. Troviamo lì una cinquantina di giovani intenti alle ul- time rifiniture..Ci -raccogliamo at
torno al camino nella sala centrale,
perchè il fuoco non è affatto fuori
luogo, e naturalmente parlo di Agape e del lavoro della nostra gioventù, così simile al loro lavoro. Due
signorine sono state ad Agape Testate scorsa e mi pregano di salutare tutti gli agapini, e non posso
fare a meno di constatare ancora
una volta come Agape continui a
far conoscere la Chiesa Valdese in
ambienti che difficilmente sarebbero stati interessati per altre vie all i cose nostre ed alla nostra testimonianza in Italia.
Domenica 24 Aprile due culti :
uno al mattino nella Chiesa Lutelana di Sant’Andrea; uno alla sera
nella Chiesa Riformata Francese. Ricordo in modo particolare quello
del mattino, seguito dalla celebrazione della Santa Cena. Il Pastore
Erritzoe, dopo la mia predicazione,
ha voluto che lo coadiuvassi nella
distribuzione degli elementi, fatto
abbastanza fuor dell’ordinario in
una Chiesa Luterana, ed al termine
ha ricevuto da me gli elementi,
mentre io li ho ricevuti da lui. Glie
ne .sono .stato molto riconoscente e
non dimenticherò questo squisite
gesto fraterno mediante il quale egli
ha pubblicamente reso testimonianza della considerazione nella quale
tieiu! la Ghie.sa Valdese.
Il giorno successivo prendo un
primo contatto col vescovo luterane,
Fuglsang-Damgaard che è pure
membro del Comitato. Nel pomeriggio è ancora il vecchio e simpatico pastore emerito Krarup che mi
invita con alcuni altri amici alTHólel d’Angleterre per un te, nel corso del quale esprime i suoi sentimenti di ammirazione per la nostra
Chiesa, e poi la sera, conferenza
nella sala della Chiesa dello Spirito Santo, dinanzi ad un numeroso
ed attento pubblico.
Àncora un giorno solo mi rimane a Copenaghen ed è un giorno
importante. Il vescovo FuglsangDamgaard ha dato un ricevimento
p. quaranta pastori ed alle loro mogli nella sua bella residenza e, dopo un suo discorso introduttivo, mi
ha invitato a parlare ai convenuti.
Hanno preso poi la parola il Dr.
Nojgaard per raccomandare la no
stra opera ed un caro amico, ex cappellano americano, vecchia mia conoscenza dei tempi della guerra a
Napoli, il quale, di passaggio per
Copenaghen, avendo udito della
riunione, ha voluto essere presente
per abbracciarmi, con espansività
tutta americana, e per dare la sua
testimonianza di riconoscenza per
l'assistenza ricevuta nella Chiesa
Valdese di Napoli durante la guerra.
La stessa sera concludevo la mia
attività a Copenaghen con una conferenza all’ Università, parlando
delle origini e dello sviluppo della
nostra Facoltà di Teologia, cosi come richiesto dagli studenti stessi.
Un’ultima tappa in Danimarca,
un breve soggiorno nel presbiterio
di Maribo, ospite del decano della
cattedrale, Immanuel Felter. Di carattere dinamico, egli ha portato un
contributo prezioso al Comitato, ed
il bollettino di informazione che
egli redige, trova sempre più largo
consenso. Il presbiterio è all’ombra
della antica, bella cattedrale e sulle sponde di un lago. Poco discosto,
partendo dalla cattedrale, per esiendersi fin quasi sulle sponde del
lag&i- è d xAmìtertr.-'La posizione è
incantevole ed il luego molto suggestivo. Capisco perchè il Pastore
Felter mi dichiara che molto probabilmente continuerà lì il suo ministero fino alla fine dei suoi giorni.
E’ in questo luogo così bello che
terrò la mia ultima conferenza in
Danimarca. La sala è letteralmente
.stipata di giovani ed è un commiato simpatico.
La Danimarca mi ha rivelato un
volto cordiale ed un animo sensibile ai nostri problemi ed alle nostre
difficoltà.
L’occupazione tedesca vi ha lasciato delle tracce profonde e delle
ferite difficilmente rimarginabili.
Un giovane mi diceva: ’’Non c'è dell'odio nel nostro cuore, ma difficilmente la nostra generazione riuscirà a dimenticare quel che abbiamo
sofferto". Me lo diceva dinanzi al
monumento che a Slagelse celebra
la liberazione dall’occupazione tedesca: un giovane incatenato a un palo. proteso nello sforzo di liberarsi
dai suoi legami. Tutto attorno al
monumento sono le tombe dei partigiani che hanno sacrificato la loro
vita per la libertà.
E’ forse per questa viva sensibilità al problema della libertà, pei
la simpatia viva con quanto può ricordare la lotta per T affrancamento
da ogni limitazione o vincolo imposto dagli uomini alla libertà, che è
nata nel cuore di un Pastore danese
l'idea di un film sulla Chiesa Valdese. Ho veduto e letto la traccia
dei film in preparazione e sono rimasto molto bene impressionato dal
modo come è presentata la storia
della nostra Chiesa nei suoi momenti salienti e nell’impegno attuale.
.illa crescente simpatia che ci circonda e che ci incoraggia è auspicabile corrisponda da parte nostra
una maggiore fedeltà e consacrazione alla vocazione ricevuta.
Achille Deodato
E’ deceduto a Roma Nicolò Introna, che
occupò, durante lunghi anni incarichi di
responsabihtà alla Direzione della Banca
d’Italia ed anziano della nostra Chiesa di
Via IV Novembre.
Ai familiari, esprimiamo la nostra simpatia cristiana.
2
I —
LTECXD DELLE VALLI VALDESI
1
GEMTENARt DIMENTICATI
Gustavo Modena nella Val Pellice
« La mia ritirata sotto le alpestri
roccie (di Torre Luserna) non dista
dalla gran capitale dei tartufi bianchi
niente più che 4 ore; cioè, un’ora di
strada ferrata da Torino a Pinerolo,
due ore di omnibus da Pinerolo a Torre, un’ora di tempo perduto alla stazione, nel passaggio da un treno all’altro, ecc. n conduttore dell’omnibus,
richiestone dai viaggiatori, si ferma a
metterlo giù sulla porta di casa mia;
in casa c’è un letto, c’è patate, riso,
butirro, e il beccaio di faccia ».
Così scriveva ad un amico, per invitarlo a fargli visita. Gustavo Modena, all’inizio del mese di agosto del
1857, dopo quattro successive campagne di riposo, di solitudine e d’oblìo
nella tranquilla vallata del Pellice.
Il Modena infatti, fin dai primi mesi
del 1854, aveva abbandonato la capitale subalpina, dove aveva cercato un
rifugio dopo i tristi eventi degli anni
1848 e ’49, per la valle di Luserna:
un po’ per la .incerta salute, un po’
per le strettezze economiche in cui era
caduto, dopo che egli era stato bandito da tutti gli stati d’Italia, per la
sua attivissima opera di patriota rivoluzionario, di repubblicano intransigente, di cospiratore e di combattente
per la libertà della patria.
Glii era Gustavo Modena
Gustavo Modena, nato a Venezia
il 13 gennaio 1803, aveva dovuto fin
da giovane spostarsi da una città all’altra, per seguire i suoi genitori che
davano rappresentazioni popolari e
che erano quindi obbligati a cambiare
sovente dimora. Così egli studiò a Venezia, a Verona, a Padova, a Bologna, dove si laureò in legge e dove
cominciò la sua carriera di attore
drammatico, verso la quale si sentiva
potentemente attratto.
I suoi successi si andarono consolidando dal 1824 al 1831, anno che lo
vide cospiratore per la liberty nazionale e lo costrinse, dopo varie vicende, a fuggire in Francia. Ne tornò l’anno successivo: ma nuovamente implicato in attività rivoluzionaria a Bologna, dovette riprendere la via dello
esilio. A Marsiglia s’incontrò col Mazzini ed altri illustri patrioti, quali il
Fabrizi, il Menotti, fratello di Ciro, U
Melegari, la Sidoli, ecc., ed insieme
vi fondarono la « Giovine Italia ».
Ma costretto a lasciare la Francia,
nel 1833 passò in Isvizzera ove prese
parte attiva, col Mazzini, col Fabrizi,
col Lamberti, con Giovanni ed Agostino Rufifini, alla preparazione della
spedizione nella Savoia: e partecipò
alla spedizione stessa, col grado di caporale, meritato per la sua passata attività rivoluzionaria in Italia. Dopo
l’esito disastroso del tentativo d’invasione delle terre savoiarde, egli si rifugiò nel cantone di Berna. Quivi, pur
incontrando vivo contrasto, finì per
sposare Giulia Calarne, figlia di un
notaio di quella città.
Ma la vita dei proscritti politici di
quegli anni non poteva essere calma
e tranquilla, neppure in terra straniera. Ed il Modena dovette ben presto
abbandonare la Svizzera, per Bruxelles, dove, per vivere, fece dapprima
il correttore di bozze e poi il commerciante di maccheroni e formaggi,
mentre sua moglie faceva la ricamatrice e la venditrice al minuto delle
derrate importate dal marito. Presto
però dovette lasciare anche il Belgio
e prendere la via di Londra, che era
allora l’asilo sicuro di tutti i perseguitati politici e religiosi d’Europa.
A Londra, per vivere, si diede a declamare i più bei canti della Divina
Comihedia (che il Rossetti particolarmente ed il Mazzini stesso avevano
contribuito a far conoscere e a mettere
in voga), truccandosi da Dante in persona e facendosi accompagnare dalla
moglie, travestita lei pure da amanuense del Trecento. Quelle rappresentazioni ebbero un vivo successo e suscitarono nello scelto pubblico londinese
entusiasmi non mai visti.
Ritorno io Italia dairesilio
Nel 1839, in seguito all’amnistia
proclamata dall’Imperatore d’Austria,
Ferdinando I, il Modena non resistè
al richiamo della patria e riapparve
a Milano, dove riprese la sua attività
di attore. Finì per costituirsi una sua
compagnia, che cedette poi nel 1846,
continuando a recitare, sporadicamente, in varie città d’Italia, dovunque acclamato per la drammaticità delle sue
rappresentazioni, che gli valsero onori
trionfali e gli meritarono il titolo di
primo attore drammatico d’Italia.
Ma quando suonò la diana del 1848,
il Modena si gettò nuovamente nella
mischia e combattè per la libertà con
giovanile entusiasmo: a Milano, nel
Veneto e a Roma, ove si tenne, nell’aprile del 1849, a battesimo il magico inno di Goffredo Mameli. Ma colla vittoria dell’Austria, come tanti altri patrioti d’oltre Ticino che si erano
compromessi combattendo nella prima
guerra dell’Indipendenza italiana. Gustavo Modena, bandito da tutti gli stati d’Italia, cercò in Piemonte un rifugio, che divenne definitivo per gli undici ultimi anni di sua vita. Anche
qui, per le necessità della vita, continuò sporadicamente a dare recito nelle varie città del piccolo stato sardo:
Torino, Genova, Asti, Pinerolo, Vercelli, Cuneo, Mondovì, Nizza, La Spezia, Chiavari, ecc.
Ma dopo quegli eventi sfortunati,
dopo il fallimento dei moti rivoluzionari e della guerra di liberazione del
1848-49, il Modena si accasciò, chiudendosi in se stesso come in un ruvido
guscio. E pur rimanendo repubblicano
ardente ed intransigente ed anticlericale convinto e pertinace, diventò antimonarchico acceso, antigovernativo,
anticavouriano. Ebbe persino a criticare, in qualche sua lettera, atteggiamenti di Garibaldi e del Mazzini stesso, il suo grande Maestro, quando
questi non gli sembrava abbastanza coraggioso od intransigente o gli pareva,
in qualche circostanza, eccessivamente
fiducioso nella lealtà dei governi costituiti, per i quali il Modena non nutriva la minima fiducia: verso i quali,
anzi, si mostrò sempre ostinato avversario.
/
Il Modena In Val Luserna
Fu in questo stato d’animo che il
Modena decise di abbandonare la politica e la città, dove si fa la politica,
per ritirarsi in campagna, ove la vita
si svolge più calma e serena.
In una lettera del 26 sett. 1854 egli
spiega assai chiaramente i motivi che
lo avevano indotto a ritirarsi e a fissarsi in campagna sei mesi prima:
« Il triste esito delle mie speculazioni teatrali nel decorso anno mi fece
prendere la risoluzione di trapiantarmi a vivere alla campagna onde far
strettissima economia, e andai colla
mia Giulia in vai Luserna a Torre.
Un artista mio amico venne a tentarmi di riunire un piccolo numero d’artisti disoccupati e fare un giro pel
Piemonte e Genova; aveva buoni teatri in trattative... mi lasciai tentare...
in brevi parole: il cholera fece chiudere i teatri, tutto andò in fumo, e
perdetti 150 napoleoni d’oro sborsati.
Era tutta la mia riserva!... Giulia piangeva, io m’accorai, ammalai d’un flemone alla coppa: i chirurghi dovettero farmi quattro tagli uno dopo l’altro. Dopo un mese i tagli non sono
ancora chiusi. Salassi e febbri... ».
Il Modena era stato sorpreso dal
male a Biella, dove rimase in albergo
finché si potè trasferire al suo romitaggio di Torre.
Non sappiamo perchè egli avesse
scelto per sua residenza la valle del
Pellice. Non lo svelano le numerose
lettere che egli scrisse da questo angolo d’Italia alle più svariate persone
della cultura e dell’arte italiana del
secolo scorso, lettere raccolte e pubblicate con affettuosa cura dalla moglie e dagli amici più intimi in un raro
volume intitolato : « Gustavo Modena.
Politica ed arte. Epistolario con biografia », edito a Roma nel 1888, ma
stampato a Firenze dal Barbera.
Si può supporre che egli avesse conosciuto a Torino qualche esponente
della comunità valdese allora in formazione ed in rapido accrescimento,
dopo l’inaugurazione del tempio di
Corso Vittorio nel 1853. Conobbe ad
ogni modo il pastore Amedeo Bert,
i suoi successivi padroni di casa, il
Peyrot ed il Vola; forse conosceva
il De Sanctis ed il Mazzarella, allora
in contatto con la Chiesa valdese.
Si può ancora supporre che sia stato la moglie stessa, protestante, a sug
gerire questa valle, dove peraltro il
Modena non ebbe contatti con la Chiesa valdese. Se fosse avvenuti, ne sarebbe arrivata a noi qualche eco: mentre i giornali dell’epoca, per quanto
ci consta, tacciono sulla presenza dell’illustre attore nella valle di Luserna.
Segno evidente del suo disinteresse più
completo nella questione religiosa, che
fu del tutto estranea al suo spirito, unicamente dedito alla politica e alla
arte.
Lo dimostrano in modo inoppugnabile le 218 lettere pubblicate dagli.amici del Modena e dalla vedova, un
numero cospicuo delle quali datate da
Torre Luserna, fra il 5 maggio 1854
ed il 13 agosto 1858. Da esse stralciamo alcuni dati che interessano il soggiorno dei Modena alle Valli e quelli
che ci rivelano i suoi propositi ed i
suoi sentimenti.
* * *
Ma la prima lettera che ci ha messo
sulle tracce di questo lungo soggiorno
di Gustavo Modena nel comune di
Torre, è un’altra. Si trova inserita nelle « Memorie sparse di vita cuneese »
del Fresia e vai la pena di essere riprodotta, nella parte che interessa il
trapianto di Gustavo e Giulia Modena in questa valle, perchè ne chiarisce
i motivi. la lettera è indirizzata ad un
Ferrerò Giuseppe, di Cuneo, impresario teatrale, ci pare, ed è datata del
29 maggio 1854. Essa dice:
«... come vedeste, io non sono a
Torino : da tre mesi mi trovo trapiantato in questa valle. Un po’ per bisogno di risparmiare denaro, un po’ per
noia e fastidio dei miei fratelli in Adamo, mi sono cacciato in un eremo,
sul pendìo di una montagna esposta a
Levante e Mezzogiorno, in mezzo ad
una bella vegetazione; e tanto io che
mia moglie viviamo contentissimi della presa risoluzione. Ne usciremo a
quando a quando per raccogliere qualche scudo mediante le mie istrionesche
fatiche: poi col paniere delle provviste, come le foriaiche torneremo al
nostro romitorio. A dir vero finora
siamo eremiti simili a quel sorcio della favola che si era scavato la cella
in una forma di parmigiano; chè qui
l’aria e l’acqua temprano in acciaio
gli organi digestivi, e spesso ridiamo
ambidue della nostra vita contemplativa che fisicamente e moralmente si
restringe a queste tre virtù teologali:
colazione, pranzo e cena ».
« Però qualche volta penso; e guardando giù da queste Alpi, i pensieri,
i travagli e le opere degli uomini mi
appaiono ben piccola cosa, e sento che
la causa dei nostri affanni sta in quella nostra vanità di crederci cosa grande, anzi re del creato!... ».
Soa vita a Torre-Luserna
n Modena si trasferì pertanto alle
Valli nel marzo 1854. Vi rimase, con
brevi assenze per la fabbrica dell’appetito, fino al mese di novembre. Vi
ritornò nell’aprile dell’anno successivo
e vi si trattenne per circa otto mesi,
ripartendone nuovamente all’ inizio
dell’autunno per sfuggire ai rigori invernali, che gli erano particolarmente
dannosi, data una ricorrente forma di
bronchite che lo travagliava ogni anno. Anche i tre anni seguenti videro
il Modena per cinque o sei mesi nella
vai Pellice. Partì per Genova, lasciando definitivamente la nostra valle, verso la fine del mese di novembre del
1858.
Abbandonava il suo rifugio di Torre Luserna perchè troppo lontano dai
centri maggiori dello stato sardo, ove
il grande artista, suo malgrado, era
costretto a recarsi per le sue rappre
sentazioni, che gli erano più che mai
necessarie per vivere, dopo i tentativi
falliti di darsi al commercio per sbarcare più facilmente il lunario. « L’anno scorso, scriveva egli infatti nel 1856,
ho voluto tentare qualche esperimento
commerciale per migliorare la mia
sorte, e ci ho giuntato qualche migliaio
di lire, sicché ho rimesso le pive nel
sacco e tomo a istrionare mio malgrado ».
Sono quindi in complesso 30 e più
mesi, con frequenti brevi assenze, passati da Gustavo Modena nella valle
di Luserna, in compagnia dell’affezionata compagna della sua vita, visitato
di quando in quando da amici ed estimatori, dal cognato Ippolito Paulet e
da sua moglie Emilia, dopo la morte
della suocera avvenuta a Porrentruy,
il 30 marzo 1856, mentr’egli era ad
Asti per alcune rappresentazioni e la
moglie era sofferente ed ammalata.
Talvolta, a visitarli erano semplici curiosi e villeggianti torinesi importuni,
<t che io mando al diavolo dieci volte
al giorno, e schivo di vederli come
fossero serpi ».
{continua)
T. G. PoNS.
feste di canin iIbIIb Corali
Lo feste (It C.’jnto hanno avuto luogo regolarmente l’8 maggio a Luserna San Giovanni; il 15 maggio a Piuerolo. 11 tempio di Luserna San
Giovanni accoglieva alle ore 15 circa
le corali di Angrogna (dirett. E. Aime), Luserna San Giovanni (dirett.
G. Albarin), Torino (dirett. il sig.
Ciesk), Torre Pellice (dirett. V. Abate); assenti le corali di Bobbio Pellice, Rorà, Villar Pellice; un’assenza che, come ha osservato nelle sue
parole introduttive il past. E. Aime,
jiresidente della Commissione del
Canto sacro, non può non preoccupare, perchè essa dura già da alcuni
anni e non può essere ulteriormente ignorata. E la funzione stessa delle (c Feste di canto » che queste assenze sembrano mettere in discussione; infatti se da un lato è innegabile
che bisogna sottolineare Timportanza del lato artistico dell’esecuzione,
non è dall’altra parte, meno innegabile che non bisogna cedere alla
tentazione di fare di queste feste una
pura manifestazione artistica che
snaturerebbe la natura di queste manifestazioni.
E’ ad ogni modo un problema che
la Commissione non ignora ed il suo
presidente ne ha, come già abbiamo
accènnato, illustrato la gravità nelle parole introduttive. Gravità che
non va, naturalmente, esagerata,
poiché un buon cammino si è già
Colonie marina e montana
della Ch iesa di Torino
Sono aperte le iscrizioni per le Colonie
dirette dalla Chiesa Valdese di Torino: Colonia Balneare « G. P. Melile » di Borgio
Verezzi (Savona) e Colonia Alpina di Bora. Ambedue le Colonie sono aperte ai
bambini nati fra il gennaio 1943 e il 31 dicembre 1948.
Le Colonie funzioneranno secondo i segnenti turni: I
COLONIA BALNEARE
DI BORGIO VEREZZI
I Turno: dal 13 Giugno al 6 Luglio (maschi).
II Turno: dal 9 Luglio al 1® Agosto (femmine).
Ili Turno: dal 3 Agosto al 26 Agosto (maschi).
IV Turno: dal 29 Agosto al 21 Settembre
(femmine).
COLONIA MONTANA DI ROBA’
I Turno: dal 27 Giugno al 23 Luglio (maschi).
II Turno: dal 27 Luglio al 22 Agosto (femmine).
Le domande di ammissione alla Colonia
vanno indirizzate impersonalmente alla:
Commissione delle Colonie Valdesi - Via
Pio Quinto, 15 - Torino (tei. n. 68.28.38),
corredate dei seguenti documenti:
1. - Certificato di nascita.
2. - Certificato medico da cui risulti che:
a) il fanciullo necessita di cura marina
o montana, a seconda dei casi;
b) è esente da malattie contagiose o
comunque trasmissibili.
3. - Certificati di:
a) Vaccinazione antivaiolosa, se età inferiore ad otto anni e rivaccinazione antivaiolosa, se hanno superato l’ottavo anno
di età;
b) Vaccinazione antidifterica;-se la vaccinazione è stata regolarmente eseguita antecedentemente al 1° gennaio 1953, dovranno presentare anche il certificato di essere
stati sottoposti a vaccinazione di richiamo
dopo tale data;
c) Vaccinazione antitifo-paratifica dopo
il 1® gennaio 1955, se per via orale, o dopo
il 1® gennaio 1954, se per via parenterale.
Saranno prese in considerazione solo le
domande presentate tramite il Pastore della
Chiesa cui i fanciulli appartengono ed accompagnata da una presentazione del medesimo.
Le famiglie interessate sono pregate di
indicare l’eventuale turno di preferenza.
Le iscrizioni si chiudono improrogabilmente il 28 Maggio.
Nessuna domanda giunta dopo questa data potrà venir presa in considerazione e saremo costretti a vagliare con una certa
severità le domande per la Colonia Balneare nella quale, per ragioni di carattere tecnico, abbiamo dovuto apportare una riduzione al numero dei posti.
Ad ovviare inconvenienti verificatisi nel
passato, non verranno prese in considerazione le domande che, entro il termine
fissato, non abbiano il completo corredamento dei prescritti documenti.
DIRETTRICI E VIGILATRICI
DI COLONIA
Le Signore e Signorine evangeliche che,
avendone i requisiti, desiderino offrire la
loro collaborazione quali direttrici e vigilatrici o infermiere di Colonia, sono pregate di inoltrare al più presto domanda alla Commissione, corredandola dei seguenti
documenti :
1. - Generalità complete.
2. - Certificato medico di ottima salute e
capacità per il lavoro in colonia.
3. - Presentazione particolareggiata del
Pastore da cui dipende.
4. - Eventuali prestazioni date precedentemente a pro dell’infanzia.
Per le infermiere è indispensabile che ai
documenti suddetti si accompagni copia del
diploma di infermiera.
Non sono prese in considerazione domande di infermiere, direttrici, vigilatrici che
abbiano figli nel turno in cui esse prestano
la loro opera.
percorso; l’esecuzione degli inni di
assieme ci è infatti sembrata particolarmente curata ed ha lasciato ima
ottima impressione; tutti (o quasi
lutti) cantavano, con perfetta (o quasi perfetta) fusione. Pensiamo che
non dovrebbe essere lontano il tempo in cui anche per questi canti di
assieme si possa meglio ancora curare le nuances (quando cioè la Comniissione del Canto Sacro potrà stabilire contatti diretti con le singole
corali in visite... preliminari, che
tutti dicono di desiderare, ma che
Hon si possono mai attuare).
Ogni corale ha eseguito un inno
ed un coro; ottima l’esecuzione degli inni, mentre nell’esecuzione dei
cori i singoli direttori hanno dimostrato di saper sfruttare al massimo
le possibilità delle loro corali. R
campo in cui hanno spaziato è stato
ampio : da Bach a Guido Comba.
iNelia Sala Albarin i cantori si sono riuniti per fraternizzare intorno
alla tradizionale generosa tazza di
thè offerta dalla Corale di Luserna
S. Giovanni. Canti popolari, brani
classici, e i classici romantici negrospirituali degli infaticabili torinesi
si sono alternati, fino a tarda ora,
sempre applauditi.
^ ^
-Mote liete anclie a Pinerolo, dove, con un certo ritardo sull’orario
previsto sono presenti nel tempio le
corali di Pinerolo (dir. E. Rostan»
Poinaretto (P. Marauda), Prarostino (Sig.ra Peyrot), San Germano
Chisone (Sig.ra D. Bert). La manifestazione corale si svolge con lo stesso ritmo di quella di Luserna S. Giovanni, ma con una maggiore accentuazione oratoria. Il pastore E. Rostan le dà inizio con una meditaziozione cui seguirà un commento
introduttivo ai singoli inni. Il pastore P. Marauda, membro della
(-.ommissione di Canto sacro, ha pure rivolto un breve messaggio, segnalando che si è finalmente potuto
lealizzare una festa di canto per le
alte \alli a Prali. Il Vice Moderatore R. A'isbet porta il saluto della
C hiesa e della Tavola, sottolineando
l’importanza della collaborazione
delle corali al culto domenicale. Anche qui da Bach si è arrivati ai tem[■i nostri con Taglialatela.
H: Hi ^
1 canti d’assieme sono stati diretti egregiamente dal maestro F. Rivoire, che ha pure eseguito con la
consueta perizia musica classica, a
Luserna S. Giovanni ed a Pinerolo.
Apprezzata pure l’esecuzione di im
fiorale che viene proposto per l’inserimento nel nostro innario, ed ottimamente eseguito dalle corali.
rep.
U.C.D.6. - FIRENZE
La Cata Estiva di Gavinana (Appennino pistoiese - altitudine m. £19) accoglie
a prezzi modici, in un ambiente familiare.
Signore e Signorine desiderose di riposo.
In luglio si accettano mamme con barn
bini sopra i tre anni.
Per informazioni rivolgersi alla Segreteria deirU.C.D.G. di Firenze, Viale Matteotti n. 1.
3
L’ECO DELLE VALLllTALDESI
— 1
La pagina
Il problema della famiglia
e le associazioni familiari protestanti
Le Chiese nate dalla Riforma
sembravano fino a pochi anni fa,
non rendersi conto dell’importanza
del problema della famiglia. Mentre la Chiesa Cattolica da almeno
cinquant’anni organizza validamente una vasta rete di azione sociale
a suo favore, le chiese protestanti
sembravano disinteressarsene con
colpevole indifferenza. Come mai?
Forse ciò è dovuto al fatto che la
famiglia cristiana è stata sempre
considerata per definizione come un
dato di fatto, acquisito, immutabile: essa è la cellula base della società, punto e basta, non c’è problema.
Ma il problema lo ha posto la
vita moderna con le sue esigenze;
lo ha posto subordinando la vita della famiglia al ritmo delle macchine, della tecnica; lo ha posto sopprimendo la famiglia come centro
di produzione e riducendola a una
semplice comunità di consumo; lo
ha posto facendo appello al lavoro extracasalingo della donna,
accettato come necessità o come
mezzo per raggiungere un più alto
tenor di vita; lo ha posto soffocando e livellando la famiglia nella
massa uniforme che la circonda,
dissociaitdola fino a ridurla alla sua
più semplice espressione numerica
(genitori - figlio).
Così la famiglia è in crisi: sta perdendo il suo carattere di unico centro di ri-creazione di energie e speranze, di unico rifugio e baluardo
per una vita personale, privata; essa abbandona alla scuola la sua funzione educativa e culturale, abbandona alla chiesa le sue funzioni cultuali e di formazione religiosa.
Per aiutare la famiglia a riprendersi e a ritrovare il senso dei suoi
valori più profondi la Chiesa deve
intervenire; e per questo non è sufficiente recuperarne, istruirne, utilizzarne i singoli membri; la famiglia (leve essere rivalorizzata nella
sua unità.
Può succedere infatti, anche nel
caso migliore della famiglia che frequenti assiduamente la chiesa, che
ognuno si prenda la sua ’’fetta” di
chiesa sotto l’una o l’altra forma
(chi il culto, chi la scuola domenicale, chi l’unione) senza aprir bocca o quasi, rientrando in famiglia;
può succedere che ognuno torni dalle sue ’’occupazioni” cristiane senza pensare di far parte agli altri di
quanto può averlo interessato o colpito. E tuttavia sarebbe pur normale che la domenica sera, per esempio, dopo il culto di famiglia (chi
ne sente ancora parlare?) i van
membri scambiassero tra di loro impressioni, esperienze, idee, consigli,
in una vera e propria edificazione
teciproca del corpo di Cristo, nella
sua prima e più piccola parte, la
comunità familiare; invece ciascuno
agisce per conto proprio: perchè?
Se si vuole che la famiglia sia vivente nella sua unità, occorre fornirgliene l’occasione, cioè impegnarla appunto in funzione della sua u
nità.
Questa azione alcuni paesi, alcune chiese protestanti l’hanno intrapresa in questi ultimi anni e la stanno ora largamente estendendo.
Attualmente è la Francia il paese
(he possiede l’organizzazione familiare più progredita; vengono in seguito i paesi nordici e gli anglosassoni. La prima idea di azione sociale familiare sorse in Francia nel
1875 (ul opera del pastore De Pressensé che fondò una Unione di padri e madri di famiglia, appoggiata
ad un’opera di colonie di vacanze.
Quest’opera si sviluppò e nel 1941
sotto l’egida della Federazione Protestante di Francia, si costituì ufficialmente in Associazioni Familiari
Protestanti (A.F.P.). Nel 1945 il governo francese, riunendo tutte le associazioni familiari esistenti, di vario tipo, creò V Unione Nazionale
delle A. F. Infine nel 1947, su scala
internazionale, sorgeva l’Unione Internazionale degli Organismi Familiari (U.I.O.F.), comprendenti rappresenttmti delle A. F. di tutti i
paesi. In seno a questa organizzazione che hanno contribuito a creare, le A. F. P. sono le sole a rappresentare il protestantesimo mon
diale; i grandi paesi protestanti —
incredibile a dirsi! — sono rappresentati da organismi cattolici!
Questa carenza è stata avvertita
sul piano ecumenico ed ha provocato la convocazione all’Istituto ecìimenico di Bossey di due conferenze su questo problema, rispettivamente nel marzo del 1950 e nei
giugno del 1953.
Da esse partì un invito alle chiese a studiare nuovamente il problema della famiglia, data l’ampiezza
e l’importanza da esso preso nel nostro tempo, e a ricercarne soluzioni
conformi all’ insegnamento della
scrittura.
Le Associazioni Familiari Protestanti sono appunto una risposta a
questa esigenza e non sarà forse inutile per noi evangelici italiani conoscerne un po’ meglio gli scopi e
le attività.
Anzitutto gli scopi:
1) K afforzare la vita della parrocchia sviluppando in essa lo spirito
comunitario; troppo sovente le nostre parrocchie sono unicamente un
uditorio e una colletta; troppo sovente i suoi membri si passano accanto ogni domenica senza conoscer
1. Date molta roba dolce al vostro bambino. Così ^ alimenti sem
plici ma che più gli'convengono gli
parranno insipidi. I
2. Preservatelo con cura dal caldo,' dal freddo, dalla pioggia, dal
vento, dai rumori della strada, da
tutte le piccole noie quotidiane: ne
farete un essere pusillànime e indeciso.
3. Vantate le sue qualità in sua
presenza e di chi ha voglia di perdere il suo tempo ad ascoltarvi,
l’roppo cosciente di sè, non si darà
più la pena di progredire e di cor
reggersi.
4. Ma non dimenticate neppure
di mettere in mostra i suoi difetti
Òlio consigli
per viziare'
un bambino
in ogni occasione: gli creerete un
solido complesso di inferiorità.
5. Esaudite prontamente tutti i
suoi desiileri ; crederà che nella vita basti una lacrima od un sorriso
per ottenere quel che vuole.
6. Quando annunziate un castigo,
evitate poi di infliggerlo, per dimenticanza o per debolezza. Il vostro bimbo crederà molto presto che
è solo per caso o per sfortuna che
una cattiva azione porta con sè confeguenze dolorose.
7. Ma se lo punite, mettetevi bene in collera. Così, a seconda del
suo temperamento, ne farete o un
ribelle, o un tiraimo, o un essere
amorfo e timoroso.
8. Dategli l’esempio della vostra
incapacità di sopportare certi inconvenienti o di sormontare certe ripugnanze. Le vedrete così fare la
sniorfìa (come papà) davanti ad un
piatto di spinaci o di carote.
Altri mezzi ancora ed ecco il bimbo viziato in un tempo record!
(Adattato da M. T.:
« Le bonheur chez soi »)
per le nostre famiglie
si o senza potersi veramente aiutare
gli uni gli altri; in tali condizioni
le chiese sono sprovviste di forza di
attrazione e non possono render testimonianza. Per rimediare occorre
allargare il più possibile il cerchio
delle responsabilità e moltiplicare le
occasioni di contatti personali (riunioni per genitori, cerchi di studi
biblici per ’’jeunes ménages”, ecc.)
insistendo soprattutto sul decentramento quartierale.
2) Essere il ministero sociale della Chiesa, lavorando in stretta collaborazione col diaconato e le orga
nizzazioni giovanili; non beneficenza ma solidarietà.
3) Sviluppare lo spirito familiare
c difendere gli interessi morali e
materiali della famiglia.
4) Portare la testimonianza delle
( liiese della Riforma in ambienti estranei alla loro azione ed in particolare assicurare la rappresentanze
delle famiglie protestanti in seno al
Movimento nazionale ed internazionale.
E le attività: attualmente le A.
F. P. conducono la loro azione a
favore degli assegni familiari e del
TERAPIA DELLA VOLONTÀ'
Ultimamente, in un giornale redatto in gran parte da elementi giovanili, uno studente, parlando della
condizione sua e dei suoi compagni
così la definiva: « Questo nostro duro mestiere di giovani ».
Questa espressione può far sorridere e riflettere ad un tempo. Che
cosa ha ispirato a quel giovane accenti così accorati? Un’insoddisfazioiie profonda ed inquieta? il diffuso pessimismo di un recente dopoguerra? o più semplicemente è la
rivelazione paurosa ed allarmante
di una volontà infiacchita di fronte
ad una realistica visione della vita?
Forse tutto questo ad un tempo.
Ma se ben poco si può fare in presenza delle catastrofiche conseguenze di un conflitto mondiale, è necessario che i genitori e gli educatori si preoccupino seriamente del
pericolo che minaccia le giovani generazioni: la volontà malata.
Voi direte: di volontà mio figlio
ne ha perfin troppa! impossibile
farlo obbedire, è fatto tutto a modo
suo ecc. ecc...
Aon intendiamo certamente parlare di quell’ostinatezza capricciosa
ed inquieta che fa disperare tanti
genitori e che non è escluso abbia
la sua origine proprio neU’incapacità di servirsi rettamente di quel
potere dato ad ogni creatura e che,
lieiie orientato, permetterà all’uomo
di domani di raggiungere le sue mète. E se quel potere non si manifesta, o si manifesta in modo disordinato, non sarà errato pensare che
qualche altra forza, più o meno occulta, avrà preso su di lui il sopravvento.
Automatismo e suggestione
E’ noto che per misurare la volontà è necessario anzitutto sapere
fino a qual punto il soggetto in esame è capace di resistere all’automatismo, alla suggestione, allo spirito di imitazione.
Per l’automatismo, si può fare il
seguente esperimento: si presenta
al soggetto una' riga di una certa
lunghezza, quindi un’altra un tantino più lunga e così di seguito fino
alla decima. Dopo, si presentano righe uguali. Se il soggetto risponde
ancora: «E’ più lunga», non ha
resistito all’automatismo.
Per la suggestione: il soggetto deve chiudere gli occhi e posare ima
mano sul tavolo. Chi fa l’esperimento mette la sua mano destra sulla
inano del soggetto e gli chiede:
« Questa mano è calda o fredda? »
Qualunque sia la risposta, l’esaminatore frega con forza la sua mano
sinistra contro il ginocchio come se
volesse riscaldarla, pul mette nuovamente la sua mano destra sulla
mano dell’altro e gli chiede; « La
mia mano è più calda ora? » Se
l’altro risponde di sì, non ha resistito alla suggestione. Sono questi
dei giochetti che potrebbero essere
fatti in famiglia e che aiuterebbero
i genitori a conoscere meglio i loro
figli.
In quanto allo spirito di imitazione, chi non ricorda alcune scenette significative? Se in classe un
bimbo incomincia a tossire, tutta la
scolaresca è presa da un convulso
accesso di tosse; se qualcuno si ferma a guardare una vetrina, ecco subito un crocicchio di gente. Un giovane ha acceso una sigaretta? eccone un altro che pensa : toh ! è una
»idea... e sono già in due a fumare.
Come formare la volontà?
Quante cose facciamo e diciamo
unicamente per automatismo, per
suggestione o per spirito di imitazione, altrettanti surrogati della volontà! Dobbiamo continuamente scégliere fra quello che è veramente
buono e quello che ha l’aria di esserlo, fra quello che tutti fanno e
quello che dovremmo fare. Ed ecco allora l’incapacità di andare contro corrente, di vivere ed agire in
modo diverso dagli altri se il vivere e l’agire degli altri non è conforme alle nostre vedute.
Essere dotati di forza di volontà
c appunto saper scegliere fra due
eventuali azioni quella più giusta e
ragionevole, anche se è più difficile
più noiosa. >
E’ possibile rafforzare una volontà debole e barcollante? Si, certamente. Per quanto legata al nostre
temperamento, non vi è volontà phe
non possa essere sviluppata, guidata, orientata verso scopi precisi. Si
"tratterà anzitutto di aiutare i nostri
bimbi ad acquistare il senso della
Iespoìisabilità nel dovere. Non è vero che non possiamo fare nulla perchè nel mondo vi sia un po’ più di
p.ace, un po’ più di amore, un po
più di gioia! Certi giochi pedagogici di cui si valgono gli educatori,
vogliono appunto dare ai piccoli una
maggiore volontà ed un più grande
dominio su se stessi, fonte di ordi
ne e di armonia. Orientiamo quindi
i nostri figli non verso una sottomissione passiva ed abulica (quante persone sottomesse... per mancanza di volontà!), verso una libero, accettazione delle discipline imposte all’uomo, in vista del raggiungimento di uno scopo superiore.
Soprattutto ricordiamoci che la
volontà trae principalmente la sua
forza dalla fiducia che abbiamo in
qualcuno o in qualche cosa.
Se manca oggi nelle giovani generazioni la facoltà di volere, non
è questa forse una conseguenza del
generale affievolirsi del sentimento
religioso? <
Coltiviamo nelle nostre famiglie _
e mentre siamo ancora in tempo,
una sana atmosfera spirituale propizia allo schiudersi della fede, facciamo sì che i nostri figli abbiano
fiducia in noi e nel loro avvenire.
Ed aVremo forse la gioia di vedei
rifiorire attorno a noi quella forza
di volontà capace di guidare i nostri figliuoli verso le grandi soddi
sfazioni della vita.
D. Beri
problema degli alloggi, lottano contro l’alcoolismo, i tuguri e la letteratura pseudosentimentale;' stanno
studiando la realizzazione di ’’centri matrimoniali” per la preparazione dei giovani al matrimonio e
l'aiuto alle coppie disunite.
Sul piano concreto troviamo i più
vari servizi sociali ed opere di solidarietà: si va dalle colonie infantili alle case di riposo per vecchi,
da colonie di vacanze per famiglie
a centri di consultazioni giuridiche,
do cooperative di consumo o di lavoro a servizi vari per aiutare le
madri soxiraffaticate (turni di aiuti
familiari, di macchine da lavare
ecc.).
Terminiamo accennando ad una
delle più recenti iniziative delle A.
F. P. — così recente che è ancora
da real'tzzare! — che più direttamente ci interessa; un giro di conferenze che, a quanto ci consta, farà alle Valli ai primi di giugno proprio il dinamico Presidente delle A.
F P., il signor René Morley.
Verrebbe da augurarsi che cogliendo l’occasione, anche noi, spinti da santa magnifica invidia per
quanto i nostri fratelli francasi^ haniif realizzato, ci muoviamo’ in questa direzione; ma per fare la guerra
ci vogliono gli eserciti; in questo
caso sarà sufficente un gruppetto di
laici che sentano in questo preciso
luogo e momento il richiamo ad un
servizio urgente e benedetto; si troveranno? non lo sappiamo e non aggiungiamo: ”Ce lo auguriamo”, ma
diciamo a tutti i fratelli, a tutti i
.membri delle nostre chiese: ’’Volete fare con noi di questa visita, di
questo problema il tema della vostra intercessione nelle settimane
che verranno?” Allora la risposta la
conosciamo perchè sappiamo che
Dio risponde alla misura della nostra fede. E. P.
Sempre a proposito del “cervello,, di Einstein
G. F. Peyronel prova « un senso
di stupore, se non di ribrezzo » per
l'esame del cervello di Einstein (ri(diiesto, occorre non dimenticarlo,
proprio da quest’ultimo!).
Anche a me è sempre spiaciuta
l’idea materialista brutale di Moleschott che il cervello secerna il
pensiero come... il rene l’orina ed
he sempre preferito il concetto che
lo spirito si serva del cervello come
di uno strumento, come per es. un
pianista si serve del pianoforte.
Ma perchè il proposito di stu()iare a fondo il cervello di Einstein dovrebbe destare stupore?
Il cervello è un organo meraviglioso come, in grande, è lo spettacolo dei milioni di astri che evolvono nei cieli in una notte steUata e
ci vuole più fede nell’ammettere che
tutto ciò sia frutto del « caso » che
nell’ammettere una « Mente » creatrice sovrana.
Trovo utile per conto mio lo studio dell’organo col (juale pensiamo
(se anche esso non è l’organo pensante). Chi sa che non sia possibile
un giorno ritrarne conoscenze e suggerimenti utili su punti oscuri, su
problemi che tormentano la mente
(ii chi (come il sottoscritto) è più discepolo di S. Tommaso che... di S.
Pietro o di S. Paolo o di S. Agostino.
A molti (purtroppo!) è capitato di
vedere individui in istato di intossicazione alcoolica e di constatare come una sostanza materiale alteri il
pensiero. Ad altri è anche stato dato di osservare in un manicomio disgraziati microcefali idioti la cui testa stava tutta nel cavo della mano
dell’osservatore e di chiedersi : « ov’è
lo « spirito » di questo irresponsabile? ».
Prorblemi angosciosi che ci devono rendere sempre modesti e tolleranti..
(I Les astres, la terre et l’homme
(cantò il poeta) ne peuvent achevei
Son Nom ». Guido Malan
PERSONALIA
Silvio Guido Alberto è venuto a
rallegrare la casa di Gilda e Aldo
Pons e del nonno prof. Silvio Pons,
a Firenze. I nostri migliori auguri.
4
♦ —
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
li
LA VOCE DELLE COMUNITÀ
9 Scuola latina di Pomaretto
Luserna San Giovanni
Missioni, La nostra comunità ha
avuto il privilegio di una visita della missionaria Signorina Graziella
Jalla che ha vivamente interessato
i! suo pubblico con ima causerie accompagnata da proiezioni sullo Zambesi.
Murcius. Il 17 aprile, nel pomeriggio, ha avuto luogo, nel corso del
culto domenicale, il cc rii evimento »
della catecimena Grill Michelina
che per motivi di salute non aveva
potuto essere ricevuta con le sue
compagne. Il culto è stato presieduti! dal pastore Pascal, che ha pure
presieduto il culto domenicale ai
Bellonatti.
Battesimi. Il 17 aprile è stato impartito il battesimo a Chauvie Luciana di Giovanni e Rivoira Anita; il
24 aprile a Jalla Valdo Enrico di Lino e Albarin Emma; l’8 maggio a
Bellion Netta di Arturo e Bertin
Edina; il 15 maggio a Giordan Pieri- di Enrico e Costantino Ida.
La grazia di Dio riposi sui genitor' e sui fanciulli.
Nozze. Il 24 aprile è stato celebrate il matrimonio di Malanot Diego
di Enrico con Lisdero Margherita di
Pietro; il 28 aprile, di Gaydou Marcello di Giulio con Constantin Margherita di Matteo; il 30 aprile, di
Fasquet Renato di Remigio con Pertone Maria di Giorgio.
La grazia del Signore invocata su
queste unioni renda operanti nella
vita di questi sposi le loro promesse
di servizio cristiano.
I nostri lutti. L’il aprile avevano
luogo i funerali di Maria Tourn vedova Boiero deceduta a Luserna
(Courtil); il 24 aprile i funerali di
Caterina Legger fu Giovanni, originaria di Inverso Pinasca, deceduta
al Rifugio Carlo Alberto. A Bricherasio, il 27 aprile, aveva luogo il funerale di Emanuele Roman, in età
d) 66 anni. Il 25 aprile aveva luogo
il funerale di Amedeo Travers, de
ceduto all’età di 56 anni, dopo lunghe sofferenze, sopportate con la serena coscienza della realtà della comunione con Colui che è la speranza vivente nella prova. Il 10 maggio
aveva luogo il funerale di Margherita
Revel vedova Tron, deceduta a Vallombrosa, all’età di 84 anni. Da molti anni le sue condizioni di salute le
impedivano di partecipare alle attività esteriori della Chiesa; della sua
(,'hiesa a cui dava ancora tutto il suo
affettuoso, spirituale interessamento, seguendone le varie opere con
appassionato amore, fatto di carità
e di umiltà. I vari comitati che avevano conosciuto la sua attività instancabile, ricorderanno a lungo
quel suo sereno senso di vita interiore che si manifestava in testimonianza di comprensione delle debolézze
e della miseria umana. L’il maggio
avevano luogo i funerali di Giuseppina Bertin vedova Rivoira, in età
di 73 anni, deceduta a Pinerolo e
che per lunghi anni aveva risieduto
al Valentino.
A tutte le famiglie provate dal lutto, rinnoviamo l’espressione della
nostra cristiana simpatia rep.
Pomaretto
— La comunità ha provato una
viva gioia per la confermazione di
26 giovani che sono così entrati a
far parte più intimamente della
Chiesa del Signore: Essi sono: Baret Viola, Canavese Teresina, Charrier Dina, Galliano Ilda, Griglio Elvira, Long Anita, Long Livia, Peyrot Luisa, Purpura Paola, Rostagno
Irene, Rostagno Rosa, Rostan Bruna, Revel Clara, Steccò Silvana,
Bertolin Bruno, Castagna Guido,
Collet Emilio, Costantino Ivo, Galliano Italo, Paschetto Walter, Peyran Nino, Peyrot Luciano, Ribet Aldo, Ribet Gino, Rostagno Sergio,
Serre Renato.
Che il Signore li aiuti a mantenere fedelmente la promessa ch’essi
hanno pronunziata davanti a Lui ed
alla Chiesa.
— Domenica 17 Aprile l’Unione
Giovanile ha partecipato in gran numero alla gita ad Intra organizzata
dal Comitato di Gruppo per le Unioni delle Valli. Gita riuscitissima
con ritorno alla base dopo una bre
ve sosta per assistere al concerto offerto dalla Corale di Torre Pellioe.
— E’ stato battezzato il piccolo
Gino Bertalotto-Raissent di Avelino e di Rostagno Evelina. La grazia
del Signore sia su questo bambino e
con la sua famiglia.
— Sono stati celebrati i matrimoni di Barus Ernesto (Perrero) con
Clapier Adriana (Clot Boulardj, e
Costantino Eligio Giovanni (Porosa)
<-on Revel Ines (S. Germano). Riniioviaiiio loro i nostri più fervidi auguri.
— Quattro membri della nostra
Comunità hanno terminato il loro
viaggio terrestre: il Signore ha concesso loro di compiere molteplici esperienze nella loro lunga vita di
quaggiù; nella gioia o nel dolore ha
permesso loro di sentire che effettivamente (I Tutte le cose cooperano
al bene di quelli che amano Dio ».
Essi sono Ribet Giovanna nata Tr-on
(Clot Boulard) di anni 72; Lageard
Lidia vedova Coisson ' (Fleccia) di
anni 97, decana della nostra parrocchia; Marchetti Federico (Masselli)
di anni 83; Tron Michele (Pomaretto) di anni 79.
Esprimiamo alle famiglie afflitte
le nostre più sentite condoglianze.
Torre Pellice
Dalle metà di marzo u. s. abbiamo avuto molte occasioni di «. rallegrarci con quelli che sono allegri, e
di piangere con quelli che piangono » ; raccomandiam o gli uni e gli altri alla Grazia del Signore, implorandone particolarmente l’assistenza sugli afflitti.
COMUNICA TO
/
Il sig. R. Morley, presidente delle. « Associations familiales protestantes françaises », sarà nelle nostre
\alli ai primi di Giugno e parlerà
su argomenti estremamente interessanti, concernenti il problema della
famiglia, nelle seguenti località:
Domenica 5 Giugno - Ore 15: a Pomarei to, in occasione del convegno giovanile.
Ore 20,30: nel Tempio di Luserna S. Giovanni.
Lunedi 6 - Ore 20,30: nel Tempio
di V illar Pellice.
Martedì 7 - Ore 20,30: nel Tempio
di Torre Pellice.
Mercoledì 8 - Ore 20,30; nel Tempio di San Germano.
Giovedì 9 - Ore 20,30: nel Tempio
dt Torino.
Funerali: Malau,..AugU8to, di anni 67; Maggiore Ida n. Bernouilli,
di anni 60; Coisson Margherita n.
Malan, di anni 52; Rambaud Italo,
di anni 12; BiUour Giovanna, n,
Geymonat, di anni 88; Ricca Lidia
n. Ribotta, di anni 65; Decker Dora
II. Comba, di anni 79; Ricca Carlo,
di anni 69; Pellenc Pietro, di anni
85.
Battesimi: Eynard Franca Paola,
di Dario; Stallè Erica, di Enrico;
Chauvie Rosé, di Denisio; Gaydou
Paolo, di Ezio; Rivoira Doris, di Samuele; Cesan Renato, di Carlo; Bosio Giovanni, di Emmanuele; Malan
Aldo, di Paolo.
Matrimoni : Bellion Gustavo con
Malan Irene ; Bertot Rinaldo con Gisletti Erica; Grand Stefano con Buffa Ines.
Le celebrazioni della Settimana
Santa sono ormai lontane; possano
non svanire del tutto le salutari impressioni e risoluzioni di quei giorni, particolarmente benedetti per la
«rande affluenza di fedeli ai culti ed
alla S. Cena.
Ricordiamo i nomi dei nuovi membri di chiesa « confermati » il dì delle Palme: Ayassot Giovanna, Beltrami Rita, Benedetti Rosa, Branciforte Adele, Carbone Lidia, Cavazzani
Ada, Fuhrmann Grazia, Fuhrmann
Paola, Giordan Evelina, Ivol Laura,
.lalla Amalia, Long Elda, Malan Elena, Meynet Wanda, Paschetto Edorella. Pretto Lelia, Rostan Graziella, Spiezio Renata, Stallè Erica.
Avondet Guerino, Bounous Ugo,
(diauvie Rosé, Davit Adi, Gamba
Stefano, Gay Enrico, Janavel Arnaldo, Paschetto Enrico, Paschetto Rodolfo, Pretto Riccardo, Rostan Dalio.
Visite gradite furono quelle dei
pastori Emilio Corsani e Paolo Marauda, che la Chiesa ringrazia per il
loro messaggio.
Al Maestro dott. Ferruccio Corsani, nostro apprezzato organista, la
Chiesa porge con gioia le sue congratulazioni per il modo distinto con
cui ha recentemente vinto il concorsi per l’insegnamento di canto corale ed orchestrale.
L’Unione delle Madri ha chiuso la
sua attività invernale col partecipare al Convegno di Agape, il 15 corr.
La gita è stata riuscitissima; le numerose partecipanti rinnovano alla
Direzione di Agape, e particolarmente al past. Tullio Vinay, i sensi della
loro gratitudine per l’affettuosa, muliifica accoglienza.
Rorà
Siamo molto grati al Pastore Ermanno Rostan di Pinerolo per la
sua visita, assieme alla scuola domenicale, e per il suo apprezzato
messaggio. Ringraziamo pure il nostro anziano Aldo Tourn per la sua
collaborazione nella predicazione in
questi ultimi mesi.
L’8 dicembre un bel gruppo di
rorenghi ha effettuato una gita a
(]omo : è stata un’occasione prezio■sa per conoscere la comunità comasca, partecipare al culto e fraternizzare con loro. In serata abbiamo visitato il nuovo tempio di Milano,
accolti festosamente da un gruppo
di milanesi con il Pastore. Siamo
molto riconoscenti ai colleglli Sommani e Ribet per la loro squisita acloglienza, consentendo ai nostri fratelli di Rorà di sperimentare la bellezza della comunione fraterna.
La nostra filodrammatica ha recitato una buona commedia a Pra11!olio ed a Riclaretto, accolta affettuosamente ilalle unioni locali.
Doni ricevuti con gratitudine dal 1« gennaio al 30 aprile 1955;
Luisa Pons Karrer in mem. genitori Lire 300 — Maria Martinat-Bertalot 1.000 —
In mem. del pastore Enrico Tron: Lidia
Benech - Gaydou l.OOO — Aldo ed Enrica Malan 1.000 — Ernesto e Lidia Benech
2.000 — Tron Clotilde ved. Gay 5.000 —
Guido Botturi 10.000 - - Vigliano-Banchetti
Clelia 1.000 — N. N. (Pragelato) 3.000 —
Bounous Laura 1.000 — Ugo Pellegrini
10.000 — Sieve Regina (Perosa) l.OOO —
Ballila .Arturo (Torino) 1.000 — Amelia
D’Amelio Long (America), in mem. mamma 5.000. La Direzione
Direzione e Redazione
Prof. Gino Costabel
Via G. Malan — Luserna S. Giovanni
Pubblicazione autorizzata dal Tribunale di Pinerolo con decreto del 19gennaio 19.S.S.
Tipografia Subalpina S. ■>. A.
Torre Pellice (Torino)
La famiglia Roman profondamente anuoscinta per l’improvvisa perdita del caro
Papà
Orfanotrofio Femminile di Torre Pellice
Doni ricevuti dal 1° gennaio 1954
f Continuazione)
Charbonnier Annetta L. 1.500 - R. M.
A 2.000 — Scuola Domenicale di S. Secondo 2.000 — Stcgel Wilma e Leda 3.120
- Roccione Davide e Albertina 500 Unione di San Secondo 1.000 — Chiese
Valdesi dei Corsi Vittorio e Oddone di
Torino 20.000 — Bufla Enrico e Rosina
10.000 - Vittorio ed Evelina Rivoir, in
(ICC. battesimo Giorgio Jourdan 1.500 —
Zi) e genitori, in occ. battesimo Franco
Riarsi 3.000 - Giulio e Bianca 3.000 —
Chiesa Valdese di Susa 10.000 — Scuola
Domenicale Valdese d’Ivrea 1.000 — Due
alpini a Roma 2.000 — Meta Gallian Bauer
madrinato 3.000 — Comune Torre Pellice
50.000 - Cassa di Risparmio 20.000 —
Paolo Oudry 6.000 — Consorzio Gora
(Baussan) Ì.OUO -- Gustavo Invernizzi 1.000
- Unione Valdese di Losanna 12.770 —
Franco Pizzardi 400 — Balmas Luigi 1.000
Prof. Longo Edoardo 2.000 — Chiesa
Valdese di San Germano 8.310 — Meta
Gallian Bauer, madrinato 6.000 — In occ.
battesimo Pocaterra Maria Bruna 2.0(K) --Chiesa Valdese di Vallecrosia 20.000 - J acqueline Rollier, madrinato 35.000 —
Pons Remigio ed Emilia, in occ. battesimo riipotina Iris 2.000 — Serafino Itala
<• Luigi 2.000 — Gardiol Pons Mery 500
Peyronel Pons Emma 500 — Coniugi
Farina 2.500 — G.H.A.H. 500 — In occ.
battesimo Piero Enrico Jahier 20.000 —
Waldensian Prcsbyterian Church di Chilago 18.330 - Mazzone Angioletta 5.000
Hile Roland-Bru.srhettini 10.000 — Per
Orfanotrofio: Vigna, Parigi, Villar Pcllice IC.OOO — Malan Pietro 150 —- Charlin
Carla 600 — B. F., in occ. loro matrimonio 2.000 — Chiesa Valdese di Villar Pellice 3.300 — Alberto Mario Bonetti 2.000
(continua)
ringrazia tutti coloro che circondarono con
tanto affetto la famiglia afflitta, e per la
.grande dimostrazione di stima e di affetto
data al loro caro scomparso. In particolar
modo ringrazia: il signor Pastore Bertinatii, il Dottore Solerò, il Dottore Alfano,
le Suore. dell’Ospedale di Bricherasio per
la loro premurosa assistenza, l’associazione. ex Combattenti ed i vicini di casa che
prestarono le prime cure al momento della
grave disgrazia.
Bricherasio, 25 Aprile 1955
La cognata e i nipoti Celestina, Ernesto.
Susanna del compianto
Enrico Long fu Francesco
di anni 84
ringraziano il Pastore E. Micol per le sue
parole di conforto, il Dott. Bertolino per
la cura prestata al proprio caro durante la
sua lunga malattia, tutti i vicini di casa
per il grande aiuto prestato e le gentili persone che presero parte al loro dolore.
Tournin di Pramollo, 26-4-1955
Bruno e Mario Decker, Lisa Peyrot
Decker e Marcella Giampiccoli Decker rin.
giaziuno quanti, parenti e.d amici, hanno
preso parte al loro dolore per la perdita
della cara Mamma
Dora Decker Comba
Li particolare, per La simpatia loro attestata e per l’assistenza ricevuta, desiderano
esprimere viva riconoscenza ai pastori Luigi Marauda, Alberto Taccia, Oreste Peyronel e Signora, nonché al dott. Teofìlo
Santi per l’amorevole affetto con cui ha
sempre assistito la cara estinta.
Famiglia e congiunti del compianto
Pietro Peiienc
coinniossi per Vattestazione di stima verso
il caro scomparso e di considerazione per
a loro profondo dolore, ringraziano quanti
( OH scritti, assistenza e presenza hanno recalo conforto ed espresso la loro cristiana
simpatia.
In modo particolare ringraziano il t*astare Sig. L. Marauda, il Dott. A. PaltriTiieri, la Slg.ra M. Sarà, il Sig. C. Pascheilo ed i vicini di casa.
Torre Pellice, 15 Maggio 1955
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LA GUERISON PAR LA EOI
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Gabriel Marcel
QU’ATTENDEZ-VOUS
DU MEDECIN?
L. 1.320
AVVISI
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CLARTE’ DE L’APOCALYPSE
L. 2.000
A. M. Chirgwiii
LE TOl RNANT DECISIF.
DE L’EGLISE UNIVERSELLE
LES PERSPECTIVES
L. 900
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QUAND L’OISEAU DISPARUT
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