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Anno 113 — N. 27
2 luglio 1976 — L. 150
Spedizione in abbonamento postale
1 Gruppo /70
BIBLIOTECA VALDF8E
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delk valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
__________________________________TEMPO DI PENTECOSTE - 2 Raccomaiidata
Chi ha accolto l'Evangelo una volta
lo riascolta sempre di nuo^o __________
ATTI 2: 42
Erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli.
In una comunità delle Valli,
e forse in più di una comunità, vi era un tempo l'abitudine di riunirsi ogni sera, nella
scuola di quartiere, sotto la
direzione dell’anziano o del
maestro. Nella riunione si
leggeva un brano della Bibbia, si pregava, si cantava e
si imparavano nuovi inni.
Leggendo la testimonianza degli Atti sulla perseveranza nell'insegnamento degli apostoli, vien da pensare
spontaneamente a esempi come questo: una comunità
per la quale la Sacra Scrittura è il pane quotidiano; una
vita che di giorno è lavoro e
fatica, e di sera è ringraziamento e ascolto della Parola
di Dio. Non vogliamo naturalmente fare della poesia e
idealizzare il buon tempo antico, e neanche dire che una
volta si era migliori di
Il fatto è che quelle riunioni
ancora oggi molti se le ricordano, e a chi ne sente parlare senza averle vissute esse
dicono moltissimo sulla vita
Spirituale delle passate generazioni. Non potremo ripeterle, perché le condizioni di
vita sono cambiate, ma non
potremo neanche dimenticarle: il loro ricordo è uno
stimolo costante a cercare di
fare oggi, in una situazione
mutata, qualcosa di corrispondente. Nessun gruppo
vivo di credenti può fare a
meno di un incontro periodico in cui si prega, si legge la
Bibbia, e possibilmente si
cerca di capire, alla luce di
questa lettura, la situazione
in cui si vive.
Per Luca dev’essere avvenuto un fatto simile. Non era
palestinese, scriveva quando
il tempio di Gerusalemme era ormai distrutto e la Comunità cristiana in gran
parte dispersa. Ma aveva sentito parlare della vita di questa comunità, e di essa cerca
di raccontarci l’essenziale.
Noi non sappiamo come si
svolgesse esattamente la vita dei primi cristiani a Gerusalemme, e leggendo gli Atti
abbiamo l’impressione che
quella vita ci venga descritta
in modo un po’ tronno bello,
un po’ troppo ideale.
I cristiani di Gerusalemme
devono avere avuto le loro
non poche difficoltà, i loro
cedimenti, i loro contrasti
interni. Ma Luca non intende raccontarci la storia completa dei cristiani primitivi.
Egli ci riferisce semplicemente ciò che la comunità a
cui appartiene, che probabilmente vive lontano dalla Palestina e in un periodo diver
so, ricorda della comunità di
Gerusalemme.
Quel ricordo si concentra
su alcuni fatti, che però fanno capire molte cose. E la comunità di Luca li ricorda e
ce li tramanda, perché sono
per lei uno stimolo, perché
essa cerca di realizzare nel
suo ambiente e nella sua situazione ciò che la comunità
di Gerusalemme un tempo
ha realizzato.
Perciò la « perseveranza »,
di cui parla il libro degli Atti, è un fatto importantissimo. Non significa una virtù
ché sia prerogativa di questi
cristiani e che noi dovremmo cercare di imitare. L'impegno costante che si deve
mettere in ciò che si sta facendo è una cosa importante
e necessaria, ma non è una
caratteristica specifica dei
cristiani. La « perseveranza »
dei cristiani di Gerusalemme è invece la risposta che
essi danno a un’azione più
grande di loro. Viene dopo
una conseguenza del dono
dello Spirito. Essi possono
riunirsi, perché il Signore
non ha smesso di operare,
ma è sempre vivo e presente.
E la comunità di Luca scopre
a sua volta che la « perseveranza » è un fatto che accompagna tutta la vita della
Chiesa: è la continuità che
lega i vari momenti della sua
storia, al di là dei cambiamenti di epoca, di situazione, di organizzazione sociale
e di mentalità; una continuità che non dipende da un’istituzione, ma dalla promessa del Signore: « Dovunque
due o tre son riuniti nel mio
nome, là sono io in mezzo a
loro ».
È la continuità della presenza del Signore. Essere
perseveranti, significa essere
rinnovati e messi in movimento dallo Spirito, in modo
che il Signore compia attraverso di noi ciò che ha compiuto attraverso i credenti
che sono vissuti prima di
noi. Non si tratta dunque di
ripetizione, ma di sempre
nuove iniziative che prendiamo perché il Signore ci dice
di contare su di lui: questa
è la vera perseveranza.
Non per niente, il primo
fatto a cui la perseveranza è
collegata, è l'insegnamento
degli apostoli. Che cosa facBruno Rostagno
(continua a pag. 2)
ELEZIONI: IL GIORNO DOPO
Ed ora, chi ç lovernerà il Paese?
Riflessione sul futuro politico
I problemi posti dai risultati
della recente consultazione elettorale sono davanti a tutti noi e
non si presentano di facile soluzione.
La DC ha nuovamente raggiunto i valori numerici delle precedenti elezioni politiche del 1972,
il PCI ha avuto una ulteriore forte avanzata anche nei confronti
delle « amministrative » del 1975.
Il PSl ed il PRI restano all’incirca sulle precedenti posizioni, mentre PSDI e PLI sono usciti polverizzati. In deciso calo anche il
MSI.
Per quanto riguarda il partito
di maggioranza relativa, si è parlato di un « recupero » della DC,
mentre di recupero non si tratta.
Questo partito infatti non solo
non ha ripreso i voti a suo tempo
perduti, ma ha certamente subito
un’altra emorragia, anche per via
dei noti cristiani candidati come
indipendenti nel PCI. Per salvarsi,
la DC ha dovuto « rubare » i voti
dai suoi ex-alleati, nonché dalla
destra fascista. Un vero atto di
cannibalismo politico che le ha
portato una congerie di voti provvisori, non omogenei e non democristiani.
In questa situazione, che ci pare obbiettiva, il partito cosiddetto
cattolico si trova in una condizione di isolamento e di precarietà:
esso si è ingrossato ma non si è
altrettanto rafforzato.
Per contro, il PCI, col suo ul
AFRICA DEL SUD: SOWETO
Violento scontro razziale
« La tragedia che si è svolta
nella periferia ’’nera” di Soweto
presso Johannesburg dimostra,
una volta di più, come siamo in
ritardo nell’Africa del Sud»;
questa affermazione è contenuta
in una dichiarazione del Consiglio delle Chiese dell’Africa del
Sud ampiamente ripresa e sottolineata dal C.E.C. (Consiglio Ecumenico delle Chiese) di Ginevra.
« Una manifestazione di protesta civile — cos'i continua la
dichiarazione delle Chiese dell’Africa del Sud — non violenta,
si è rapidamente trasformata in
un drammatico sanguinoso scontro tra bianchi e neri. Siamo rimasti impressionati dalla totale
incomprensione delle autorità
nei confronti delle aspirazioni
della popolazione di colore ».
Il fatto che alcuni fanciulli, in
età scolare, siano le vittime di
questo ultimo conflitto razziale
può essere preludio ad uno scontro di portata nazionale; la que
stione, tutt’altro che teorica, è
all’ordine del giorno nelle Chiese d’Africa del Sud che continuano anche ad interrogarsi sull’efficacia dei mezzi legittimi e nonviolenti per trasformare la situazione politica. Le chiese esprimono anche un’autocritica : « Riconosciamo che le nostre chiese
non sono riuscite, sino ad oggi,
ad associarsi completamente alla lotta per il trionfo della giustizia nel nostro paese. L’Istituto
Cristiano (protestante) dell’Africa del Sud esprime la sua solidarietà nei confronti delle domande che gli vengono rivolte
dagli studenti di Soweto. Questi ultimi lamentano che, né il
governo né le chiese hanno seriamente agito per appoggiare
le loro richieste atte ad impedire una « escalation » della violenza. L’Istituto Cristiano richiede
al governo di organizzare una
conferenza nazionale tra dirigenti neri e bianchi per prevenire il violento conflitto razziale.
teriore balzo in avanti (un’avanzata che ha visto aumentare di un
quarto i propri voti da una legislatura all’altra), ha dimostrato
che il suo elettorato gli ha confermato ed aumentato la sua fiducia:
mentre la DC è stata gratificata di
un voto — almeno in parte — irrazionale, i comunisti hanno fruito di un voto essenzialmente politico. Se infatti il loro elettorato
avesse dissentito dai loro programmi, dalla loro strategia,
avrebbe votato per il raggruppamento a sinistra del PCI, e cioè
Democrazia proletaria, che invece ha avuto un’affermazione inferiore alle previsioni, probabilmente sia per i suoi punti programmatici e sia per la opportunistica
alleanza con gruppi anche estremisti e violenti.
Colla sua stasi-flessione il PSl
ha pagato il prezzo della sua politica incerta e contraddittoria, cedendo parte dei suoi voti sia al
PCI che al Partito radicale, che
si affaccia così sulla scena paBa"
mentare. Circa gli altri partiti minori, piuttosto imprevista la stasi del PRI, mentre, per quanto
riguarda il PSDI (sia detto con
tutto il rispetto per chi lo ha votato) esso si sta dimostrando un
partito « inutile ». Infine, circa il
tracollo del PLI, viene dimostrato
il fallimento della nuova impostazione del segretario Zanone: di
fronte alle sue proposte « illuminate », di rinnovamento, una buona parte del suo già scarso elettorato ha preferito spegnere la luce
e votare DC.
Fatta questa breve ed anche superficiale panoramica (e lasciando agli esperti studiare e spiegare
quella che viene definita la « radicalizzazione » o « polarizzazione » del voto) si può senz’altro
affermare che la vera novità di
queste elezioni è costituita dalla
nuova avanzata comunista. Prima
delle elezioni c’era nell’aria la sensazione — accuratamente struRoberto Peyrot
(.contìnua a pag. 8)
«sinistra»
Mentre il sacerdote Olindo del
Donno (cinque comizi al giorno) sfondava il tetto del ’quorum’ necessario per essere, come oggi è, deputato del MSI, il
cardinal vicario di Roma, Ugo
Paletti, si apprestava a scrivere
una lettera raccomandata a Dom
Franzoni per lanciargli un ultimatum. O la smetti di fare politica e di aderire al PCI o ti riduciamo allo stato laicale: vedi
un po’ tu! Appena consegnata la
lettera Dom Franzoni l’ha resa
di pubblico dominio nella comunità di San Paolo dove vive e lavora. Questo gesto ha di nuova
scatenato le ire del Paletti che
voleva restasse una questione
personale. “L’Avvenire” del 26.6
( quotidiano democristiano) riporta la precisazione del vicariato di Roma in cui si legge: « La
scorrettezza grave e tendenziosa,
di pubblicare un documento personale di un legittimo superiore
senza il suo consenso... ». Nella
lettera del cardinale Poletti si
propongono tre ipotesi. La prima: vedrebbe il Franzoni a fare
una dichiarazione « precisa e
pubblica di riconoscimento degli
errori commessi e di accettazione delle disposizioni che potranno essere adottate ».
La seconda: invita il Franzoni
stesso a fare richiesta di riduzione allo stato laicale.
La terza: la chiesa, d'autorità,
“in poenam" ridurrà Dom Franzoni allo stato laicale. Insomma
o Franzoni fa una riconversione
« umile e sincera alla disciplina
ecclesiale » o sennò fuori dai piedi. La repressione, sempre vigile, è scattata principalmente per
le affermazioni di Franzoni, riprese dal settimanale “Com-Nuovi Tempi” del 20.6, di adesione
alla politica del P.C.I. Giustamente, dopo la raccomandata
della gerarchia, Franzoni ha indetto una pubblica assemblea
presso la comunità di San Paolo
per discutere il problema. Alla
assemblea hanno invitato anche
il cardinale Poletti che ha già
seccamente rifiutato l’invito, rivoltogli personalmente da una
delegazione che è andata a cercarlo in Laterano. L’unica novità in questa vicenda sarà la risposta dell’assemblea al feroce
anticomunismo di Poletti.
Per il resto siamo di fronte alla gerarchia di sempre che lascia
sedere il sacerdote del Donno tra
Saccucci e Almirante e si scaglia contro chi intende la politica come un servizio e non un
privilegio. Del resto, se non fosse un problema politico che riguarda la gestione del potere
economico, il punto di vista di
una gerarchia, che consiglia il
seppellimento della verità nella
dimensione personale, non interesserebbe più nessuno o comunque soltanto quelli che da questo potere traggono il loro vantaggio quotidiano. E non sono
pochi. I risultati del 20 giugno
ci avvertono che il cammino della liberazione dei ’succubi’ è ancora lungo.
G. Platone
Chiesa e politica: dibattito sulle recenti
candidature dei pastori 2
Dalle nostre chiese 3
Pagina speciale:
donne evangeliche a
congresso 4-5
Cronaca delle Valli 6-7
2
2 luglio 1976
TRIBUNA LIBERA DEI LETTORI
Chiese evangeliche ed elezioni
dibattito sulle candidature politiche
La nostra pagina è oggi quasi
interamente occupata dalla corrispondenza giuntaci sul problema delle elezioni. Il -fatto che
siano ormai alle nostre spalle,
ed il pastore Vinay sia stato
eletto, non cambia i termini del
problema che resta sempre quello del rapporto fra comunità cristiana e mondo politico; il dibattito che abbiamo avviato su
queste pagine ha dato ad alcuni
l'impressione che si intendesse
“fare propaganda" per un preciso orientamento politico. Se la
impressione c'è stata è errata e
non corrisponde alle nostre intenzioni; quello che abbiamo
pubblicato erano documenti di
orientamenti personali o di gruppi di fratelli, non ne abbiamo
ricevuti altri, che avremmo pubblicato con lo stesso spirito.
Dal sig. Emilio Ferrarese e dalla sig.ra Isa Briante Tagliarmi
riceviamo due lettere che, a dir
il vero, andrebbero indirizzate
al past. Conte ed al Concistoro
di Roma più che ad un giornale.
Rientrano però anch’esse nella
tematica generale e per questo
le pubblichiamo nei loro passi
essenziali.
Il Direttore
GUARDAR FUORI
DALL’ORTICELLO
Dopo aver letto e riletto Tarticolo
della « Luce » (dell’ll c.m.), riguardante i due candidati nelle liste del
PCI, mi sono chiesto se Conte parlasse veramente con il suo cuore, pppure
se tentasse di distogliere noi cristiani
dal concedere il voto a Vinay o alla
Sciclone.
Vorrei che mi precisasse che cosa
significa realmente per lui « ministeri
e compiti ».
Per me è la stessa cosa, cioè un impegno fondamentale di tutti noi a migliorare la nostra società e, soprattutto. la nostra fede.
Caro sig. Conte, penso che quello
che Lei ha scrìtto sia totalmente sbagliato; finché noi credenti stiamo chiusi nel nostro orticello senza guardare
al di fuori, cioè alla nostra società, dicendo solo come si possa trovare il
tempo per la predicazione, io le posso
dire, e potrei sbagliarmi, che la nostra
vita è tutta una predicazione ed un
sacrificio verso il prossimo, pertanto
penso che Vinay, la Sciclone’" e tutti
coloro che frequentano od aderiscono
a certi movimenti o partiti siano in
grado di comportarsi sempre, e dico
sempre, innanzitutto come cristiani
dopodiché persone umane.
Termino dicendo che finché noi nel
nostro interno abbiamo certi fratelli
che si disinteressano dei problemi della società e quindi della testimonianza della vita, la comunità valdese rimarrà chiusa in un ghetto senza avere
una reale comunità di credenti.
Emilio Ferrarese
PASTORI
0 MERCENARI?
Una lettera-circolare (v. « La Luce »
n. 23), sottoscritta da « dignitari » delle chiese valdesi e metodista di Roma,
invita i membri delle rispettive comunità a fare una scelta politica per un
candidato protestante incluso nella lista del PCI.
Non dispiace, certo, ad un membro
di chiesa che il proprio indirizzo esca
dagli archivi per ragioni compatibili
con le finalità proprie di un consiglio
di chiesa. Ma è senza dubbio intollerabile che una sottocellula del partito
comunista, impropriamente detta « consìglio di chiesa », abbia abusato per
fini dì propaganda elettorale di mezzi
di comunicazione religiosa...
E* significativo che questo zelante
impegno sia stato sottoscritto anche da
pastori. Questo dovrebbe farci riflettere su come le parole cambino i contenuti e le chiese le loro finalità.
Una volta i bravi pastori giravano
dì casn in casa, di borgata in borgata
per ricercare le pecorelle smarrite,
quelle — per intenderci — del uroprio
ovile. Ma costoro, impropriamente detti pastori, pur essendosi sottratti ai
loro impegni religiosi nei confronti dì
alcuni membri, ri.spolverano i loro nomi solo per precìsi impegni di propaganda elettorale...
L ai tra realtà che ci deve preoccupare come cittadini è Tuso che viene
fatto dì quelle che ancora passano pej*
chiese evangeliche italiane. Lungi dall’essere il luogo nel quale gli umani
contrasti si placano nella consapevolezza di quell’Amore che ci rende fratelli e le lotte sono solo crociate d’amore, sono diventate piccole cellule di
spudorata propaganda in favore di
quell’unico partito che per i suoi presupposti corrosivi della morale cristiana e la sua etica di base prettamente
materialista, non dovrebbe essere accettato in nessuna comunità cristiana
degna di tale nome.
Su noi cristiani credenti, ancora
iscritti ad una chiesa che minaccia di
diventare una cellula comunista, incombe imperiosa una scelta. Non si
tratta di decidere se votare per il PCI
oppure no. Essendo cristiani l’interrogativo non si pone, ma si pone imperiosa la domanda : « Noi cristiani evangelici, convinti che la parola di Dio è
legge d’amore e sale della terra, in
questa istituzione ecclesiale che ha fatto proprie dottrine incompatibili con la
morale cristiana, noi cristiani evangelici che ci stiamo a fare? Fino a
quando permetteremo che continui l’opera sistematica di distruzione delle
nostre chiese già da troppo tempo in
atto?
Il mio non vuole essere che un appello ed un invito ai cristiani autentici : uniamoci insieme, riflettiamo sul
nostro futuro di evangelici, difendiamoci dai falsi profeti, dai falsi fratelli, dai falsi pastori.
IsA Briante Tagliarini
Da Almese un lettore ci invia
questa lettera; si tratta di un documento storico che si impone a
noi per la sua sobrietà e per la
serenità con cui è redatto. Lo
pubblichiamo perché il nostro
lettore non trae nessuna conclusione dalla sua esperienza, non
strumentalizza cioè quello che ha
vissuto e neppure noi lo faremo.
Da questa pagina ognuno però
trarrà quello che gli suggerisce
il suo cuore,
HO CERCATO
DI DIMENTICARE
L’altro giorno ho letto sulla Stampa
che un Pastore Valdese T. Vinay si è
iscritto nella lista del PCI.
Questo fatto mi ha ricordato il seguente episodio della mia infanzia.
Un mattino presto di un giorno del
mese di Maggio del 1919 nella mia
città natale Riga avevo preso il tram
n. 1 per recarmi ad un appuntamento
con altri tre miei compagni di scuola
fuori città presso una piccola pineta
situata su delle dune di sabbia giallo
chiaro.
Arrivato sul luogo dell’ appuntamento c’erano già i miei due amici di
classe Karl Wischnewsky e Siegfrid
Abel, inoltre un altro ragazzo più anziano di noi tre di nome Piccart.
Piccart aveva nel suo zaino 4 palette
come quelle in uso presso l’esercito tedesco di allora. Piccart ci dette le seguenti istruzioni : di avvicinarci verso
il lato del bosco dove iniziava la discesa della duna permettendoci di vedere cosa succedeva in basso davanti a
noi, dove vari uomini in tenuta di carcerati avevano scavato una lunga fos
sa. La sabbia era ammucchiata lungo
la fossa e i carcerati erano sdraiati dietro la sabbia ammucchiata.
Pochi minuti dopo arrivavano due
carri trainati da cavalli con degli uomini e dei soldati comunisti. I civili
erano 8 persone che venivano allineate
davanti alla fossa; i soldati si mettevano ad una certa distanza e il Commissario ordinava ai soldati in russo
(c ogon » e dopo la scarica dei fucili
gli otto uomini in civile cadevano nel
fosso che immediatamente veniva ricoperto dai carcerati.
I soldati con il loro Commissario
salirono su uno dei carri e appena la
fossa fu chiusa il guardiano con i suoi
detenuti salirono sull’altro carro e partirono in gran fretta.
A questo punto Piccart dette a ciascuno di noi una paletta in mano ordinandoci di correre e di scoprire la fossa il più presto possibile. Tra gli otto
corpi sporchi di sangue e di sabbia ne
trovammo 3 in vita dei quali 2 illesi e
uno ferito.
Nel frattempo arrivò un carro di fieno con 2 uomini che caricarono i 3
superstiti mentre noi richiudemmo la
fossa con i 5 morti.
Gli 8 fucilati erano nostri Pastori
Evangelici Luterani.
A quell’epoca io e i miei due compagni di classe avevamo appena compiuto 9 anni.
Ho cercato di dimenticare questo
triste episodio della mia infanzia ma
il Pastore Vinay me lo ha fatto rivivere.
.Almese, 14 giugno 1976
Jerome Abragams
Per il PCI un pastore candidato
non fa problemi_____________
Vasto, 17 giugno 1976
Caro Direttore,
intervengo anch’io brevemente
nel dibattito sulle « candidature
evangeliche » ; non ho potuto farlo prima per ovvi motivi di tempo e perché non ho intorno a me
persone che siano abituate a scrivere sui giornali.
Innanzitutto mi pare che ci
sia una profonda diversità nella
richiesta delle tre candidature
dove compare anche esplicitamente il nome evangelico (Vinay, Rostan e mio): mentre per
Vinay penso che siano prevalse
ragioni di apprezzamento della
personalità, dell’impegno per il
Vietnam ecc., solo per Marco
Rostan si è posta la questione in
termini di rappresentanza evangelica (e questo spiega l’imbarazzo della PGEI, nella quale
militano e sono candidati nostri
fratelli anche nel PSI e in Democrazia Proletaria). Io invece
sono stata invitata in quanto militante del PCI e responsabile
della Commissione Femminile
del PCI di Vasto; non è stato
considerato d’ostacolo il fatto
che io fossi pastore della chiesa
valdese, ma anzi lo si è considerato esplicitamente contributo
positivo e nuovo da valorizzare.
In effetti nei comizi in alcuni
paest sono stata presentata come pastore ; in ogni caso io stessa ho fatto cenno alla mia posizione di cristiana non cattolica.
Impegno di giustizia
e di testimonianza
Ho ritenuto di dover accettare questa candidatura (di servizio e non di carriera) dopo attenta riflessione e dopo aver consultato i fratelli della comunità
di S. Giovanni Lipioni e di alcuni gruppi della diaspora. I
miei motivi per accettare sono
stati due: l’importanza della battaglia sulla questione femminile
e la necessità di un nostro impegno concreto a creare un processo che superi l’ingiustizia attuale in questo campo ; la possibilità per la nostra comunità
di esser conosciuta in altri ambienti e di cominciare a sbloccare una situazione che rischia
di divenire sempre più pesante
e introversa per i nostri gruppetti evangelici. Gli stessi motivi sono stati riconosciuti validi
dai fratelli consultati e specie il
secondo motivo è divenuto una
attesa e una speranza che confutava anche gli argomenti di
qualche voce isolata che vedeva
in questo nuovo lavoro (anche
se temporaneo) una diminuzione dell’impegno pastorale.
Un’anziana sorella mi ha detto : « Se anche dovessimo sospendere per un mese le nostre riunioni, varrebbe la pena tentare
questa testimonianza; dopo ci
ritroverai tutti insieme a fare il
culto ».
Ecco in breve alcune motivazioni. Io so di non rappresentare la chiesa valdese, ma non
avrei mai voluto tacere il mio
lavoro e la mia funzione di pastore valdese, né parere di vergognarmene per motivi (in fondo secondari) di rifluto d’integrismo.
Alle motivazioni di Conte sul
n. dell’ll giugno, aveva ben risposto Ricca nella sua predica:
nell’amore non c’è paura.
Il PCI
non è un altro padrone
Vorrei precisare però una cosa per quel che riguarda Tesser
indipendenti o militanti di un
partito. Ricca aveva detto : non
si possono avere due signori e
uno ce Tabbiamo già. Ha ragione, ma è Cristo il nostro Signore, non la chiesa, anche se in essa abbiamo scelto di servire.
Perché la realtà di partito dovrebbe essere per me un altro
padrone, perché dovrebbe essere al di fuori della signoria di
Cristo? Per me il PCI non è minimamente un altro padrone, ma
soltanto una realtà umana e storica nella quale posso lavorare,
come lo è anche la chiesa, servendo Cristo. Posso esser tentata di identiflcare questo servizio
nel programma di questo partito, ma non di più né di meno di
quanto posso esserlo anche al di
fuori di un partito, sostenendo
una realizzazione umana o un’altra che io ritengo sia necessaria
e urgente nella storia. Così come posso esser tentata di identi
ficare il servizio di Cristo, vanificandolo, unicamente in religione fine a se stessa, o nel sostegno inconsapevole delle strutture oppressive del potere.
Non credo che essere « indipendente » rappresenti una posizione di maggiore libertà più
rispondente alla testimonianza
evangelica. Per conto mio non
mi sento legata a ordini superiori che soffocherebbero la mia libertà; Se questo avvenisse sarei
costretta a cercarmi uno spazio
diverso ; ma d’altra parte mi
sembra di poter ben influire nelle decisioni, come base, di cui un
vertice si fa interprete in maniera unitaria, senza la quale non
ci sarebbero realizzazioni di nessun genere. Alla borghese affermazione di una libertà privata
e individuale, mi pare che si possa ben preferire un’organizzazione di massa di lavoratori che
tenta di trasferire nella realtà
ideali accettabili anche se con
ritardi e incertezze, che derivano proprio da questa struttura
di massa. Del resto una libertà
più vera non può esserci che in
una società senza classi; finché
c’è la divisione in classi tutti i
rapporti umani sono falsati e
Tobbiettivo primo dovrà essere
combattere lo sfruttamento e la
ingiustizia. Altre cose passano in
secondo piano.
Non vedo perché non si possa
trovar spazio, « usare » un partite (e io dico il PCI come il
partito della classe operaia nel
nostro paese) per conseguire
questo obbiettivo primario: questo vuol dire « esser dentro ». Essere « accanto » come indipendente può provenire dal caso, ma
può anche rappresentare una remora, quasi che noi cristiani infine abbiamo sempre un mezzo
migliore per combattere l’ingiustizia, un mezzo più cristiano. Io
credo che questa remora non sia
un modo sufficientemente « incarnato » nella storia da poter
esser efficace nella rimozione dell’ingiustizia.
Spero che questo dibattito continui anche con le valutazioni,
dopo le elezioni, degli incontri,
delle occasioni, reazioni della
gente ecc.
Con molta fraternità
Gianna Sciclone
Tempo
di
Pentecoste
tsegue da pag. 1)
Giamo, quando apriamo la
Bibbia e la leggiamo? Per
prima cosa, facciamo ciò che
innumerevoli cristiani hanno
fatto prima di noi; ma nello
stesso tempo, facciamo qualcosa di nuovo, qualcosa che
riguarda noi, la nostra vita,
i nostri problemi. Non possiamo dire; poiché altri la
hanno letta più di noi, e in
modo più approfondito, noi
non la leggiamo più: noi la
leggiamo, anche se meno bene di altri, perché è lo strumento attraverso cui il Signore ci incontra e ci parla.
D’altra parte, non sarebbe
neanche giusto dire: poiché
si tratta dell’insegnamento
degli apostoli, e noi gli apostoli non li possiamo più ascoltare, perché sono uomini di un’altra epoca, per comprendere ciò che Dio ci dice
oggi non abbiamo più bisogno di leggere la Bibbia;
dobbiamo interpretare i fatti che accadono oggi, perché
è lì che Dio si fa conoscere.
In questa affermazione c’è
qualcosa di arbitrario. Perché è vero che noi dobbiamo
capire ciò che sta accadendo,
ma non sta a noi scegliere il
mezzo attraverso cui Dio si
deve rivelare. Ora la Bibbia
di fatto non ha smesso di
parlarci, anzi, continua anche
oggi a dirigere gli uomini
verso la scoperta della volontà di Dio e della sua azione.
La « perseveranza » si applica innanzitutto/alla lettura
della Bibbia: l’insegnamento degli apostoli, che era alla
base della vita della comunità primitiva, è anche alla base della nostra vita. L’ascolto di queU’insegnamento non
è un fatto sorpassato, ma è
una decisione che anche noi
dobbiamo prendere, un segno del fatto che lo Spirito
rinnova anche noi.
«Padre
nostro»
elettorale
Padre nostro che sei nei Cieli
e che governi Tvniverso, concedi alla nostra Patria dei rappresentanti che siano veramente
cristiani, affinché sia glorificato
il Tuo nome.
Venga il Tuo regno di Fede e
di Amore in tutto il popolo italiano.
Sia fatta la Tua volontà da
coloro che ci governano, come
si compie dagli Angeli e Santi
in Cielo.
Donaci il benessere materiale,
ma soprattutto il pane della verità, nella giustizia e nella carità.
Perdona le pubbliche offese
che hanno oltraggiato e oltraggiano il Tuo Divin Cuore.
Liberaci dal pericolo che i cattolici nelle prossime votazioni,
dimentichi della gravità del loro dovere, diano il voto a candidati e partiti che non offrono la
certezza morale di rispettare il
Tuo Vangelo nella vita privata
e pubblica, disubbidendo così, alla Tua Chiesa.
Fa che uniti e concordi ci
stringiamo attorno al vessillo
della Croce per combattere la
grande battaglia, per il trionfo
del Tuo Cuore e per il bene delle anime. Così, sia.
3
2 luglio 1976
Dalle nostre chiese
AGAPE
CAMPO BIBUCO
V CIRCUITO
. Un breve ed efficace messaggio del pastore Mathieu ha dato
inizio all’assemblea del V Circuito delle chiese metodiste e
valdesi svoltasi a Savona il 2
giugno.
Oltre alle delegazioni vi hanno preso parte anche altri membri di chiesa impegnati nelle attività più svariate. Il tema della
evangelizzazione è stato l’argomento centrale dell’incontro. Su
questo argomento molti sono
stati gli interventi dei presenti:
si è insistito sulla necessità che
il problema sia approfondito
previo un profondo rinnovamento individuale e comunitario, seguito poi da un’azione all’esterno. Si è peraltro rilevata una
mancanza di strategia e di metodi comuni a tutte le chiese per
il raggiungimento d’un comune
obiettivo : l’annunzio dell’Evangelo di Cristo : sono state fatte
alcune proposte pratiche in rife
rimento all’evangelizzazione spicciola, a quella fatta nelle piazze
nonché al modo di inserirsi nel
campo del lavoro perché anche
quivi sia data una qualche testimonianza.
Si è parlato a lungo del problema degli adolescenti e dei
giovani e si è ritenuto di dover
continuare nella linea intrapresa: incontri con gli adolescenti,
collegamento col problema della
catechesi, convegni di scuole domenicali e dibattiti coi genitori.
Si è infine parlato della « Luce » : sono stati dati suggerimenti e mosse delle critiche allo scopo di renderla più accettabile alle nostre comunità.
Le varie relazioni delle chiese
sono state lette e discusse.
L’assemblea ha fissato la data e il luogo di incontro prossimo e cioè: a Savona il 17 ottobre 1976.
Paola Campagnolo
BRESCIA
Quest’anno, a Brescia, il corso di catechismo è stato svolto
sotto la guida del Past. Paolo
Ribet.
Abbiamo studiato anzitutto la
vita di Gesù, attraverso la lettura dei quattro Vangeli; poi
abbiamo analizzato la storia della Chiesa valdese servendoci del
fascicolo di G. Tourn « Valdo e
la protesta valdese » e della
« Confessione di fede valdese »
del 1655, che in molti punti ci è
sembrata ancora attuale.
Nell’ultimo incontro abbiamo
intervistato tre membri del Consiglio di Chiesa (l’Anziano e due
Diaconi), un membro di Chiesa
e un simpatizzante, per sapere
qualcosa in più sulla chiesa Valdese attuale. Si è parlato delle
strutture della Chiesa (Sinodo,
Conferenza Distrettuale, Circuito, Consiglio di Chiesa, Assemblea di Chiesa, ecc...), del primo
nostro incontro con la Chiesa
Valdese, di ciò che ha detto e di
ciò che dice ai giovani.
Si è dato poi un giudizio sulla
Chiesa Valdese (sta scegliendo
la strada giusta? c’è bisogno di
un rinnovamento?); abbiamo
cercato di spiegarci il motivo
per cui molti giovani, dopo aver
fatto la Confermazione, se ne
vanno, ed infine abbiamo detto
come noi ragazzi ci troviamo all’interno della Chiesa.
Porse l’anno prossimo formeremo un’Unione Giovanile per
inserirci meglio nella vita della
Comunità e per discutere apertamente i nostri problemi.
Il Gruppo di Catechismo
di Brescia
FIRENZE
Aiutiamo il Couid
Da Firenze riceviamo una lettera del Comitato dell'Istituto
Gould che vuol rendere attenti
tutti gli amici e sostenitori dell’opera all’attuale crisi che attraversa l’Istituto. Leggiamo:
«In un’epoca in cui sempre di
più si richiama, giustamente, lo
Stato ai suoi doveri nel campo
dell’assistenza e dei servizi sociali, ancora quotidianamente ci
rendiamo conto di quanto importante sia un servizio reso alle comunità dei credenti nell’ambito della nostra diaspora evangelica in Italia. Coloro che si rivolgono al Gould per avere appoggio ed aiuto, sono ancora e
sempre i membri delle nostre
chiese che più pesantemente soffrono situazioni di ingiustizia e
di emarginazione che la società
attuale sembra accentuare anziché superare ».
Dopo aver sottolineato la compartecipazione della chiesa all’opera del Gould, la lettera così
conclude:
« Il Gould è da tempo oppresso da un pesante deficit di bilancio ma in questo periodo si
trova più che mai in difficoltà
senza una disponibilità di cassa
che permetta di fare fronte alle
spese più urgenti. È stato necessario chiedere al personale e ai
fornitori di attendere per il saldo degli stipendi e fatture ma è
altrettanto necessario trovare
una via d’uscita dall’attuale situazione perché alcuni fornitori
già sospendono le consegne delle merci. Tutta la gestione economica è tenuta da tempo sotto
costante controllo e non si sono
individuate voci di uscita che
avrebbero potuto essere evitate:
ogni spesa è stata fatta solo se
strettamente necessaria.
Non ci resta quindi che rivolgerci agli amici dell’opera, che
già molto hanno fatto e fanno
per lei, non sono infatti in diminuzione i donatori ma sono i doni ad essere falcidiati daH’inflazione, affinché ancora una volta
ci vengano incontro e possibilmente coinvolgano altri in questa iniziativa onde evitare in un
avvenire non lontano il pericolo
di dover rinunciare, dopo oltre
un secolo, al proseguimento di
quest’opera benefica.
Vi ringraziamo della Vostra
attenzione e della vostra preghiera sul contenuto di questa lettera, fiduciosi della fedeltà del
Signore, salutiamo ciascuno di
voi fraternamente ».
Ricordiamo ai nostri lettori
l’indirizzo dell’Istituto Gould :
Via dei Serragli 49 - 50124 Firenze, c.c.p. n. 5/13196.
______________CUNEO
Dal mese di marzo,la Comunità Cristiana Evangelica di Cuneo, via Quintino Sella, 14, cura
regolarmente trasmissioni radio
di carattere evangelico su due
emittenti private del Cuneese. Si
tratta di Radio Telemondo da
Mondovì, e Radio Nuova Informazione da Saluzzo.
I programmi, di mezz’ora la
settimana, vengono prodotti in
proprio da un apposito comitato
sorto nella Comunità e vengono
trasmessi sulla prima emittente
(104 MHz) la domenica alle ore
19, e sulla seconda (100.7 MHz) il
venerdì alle ore 18.
I programmi sono composti
da studi biblici, commentati in
forma dialogata, da rubriche storiche circa gli evangelici in Piemonte e rubriche di attualità dal
mondo evangelico. I programmi
vengono integrati con materiale
del Centro Battista Radio di Roma. Data la particolare disposizione delle radio e la loro potenza, essi possono venire uditi anche dal Pinerolese nonché dalle
basse valli valdesi.
Campo biblico
SEGUIRE GESÙ’
data: 11-20 agosto
quota: L .36.000 (caparra 10.000)
lingua: italiano
direzione : Gustavo Bouchard e
Bruno Rostagno
L’incontro :
L’idea da cui si è partiti è di
studiare come sia possibile e che
forma debba avere una confessione di fede oggi. Questo ci
permetterebbe di riprendere la
tematica di Nairobi su « Confessare Cristo oggi », ma in modo aderente alla situazione del
Pl ACENZ A
Per i sinistrati dal terremoto
del Friuli, la chiesa di Piacenza
ha raccolto ed inviato alla Federazione delle chiese evangeliche in Italia una cospicua somma.
• Un altro lutto ha colpito questa chiesa con la dipartita improvvisa della sorella Maria
Gabbiani avvenuta il 6 giugno.
Il funerale è stato condotto dal
pastore Tullio Di Muro sia in
chiesa che al cimitero.
• Durante l’estate la comunità
di Piacenza sospenderà le riunioni di studio biblico. In tale
periodo le varie famiglie sparse
nella diaspora saranno visitate
dal pastore Di Muro, il quale è
attivamente impegnato nella cura pastorale di questa comunità.
Ricordiamo l’indirizzo del past.
Tullio Di Muro: Borgo Riccio,
13 - Parma - Tel. (0521)38551.
_______PRAGA: FACOLTA’ COMENIUS
Dottorato in teologia
Il past. valdèse Emidio Campi si è recentemente addottorato
presso la Facoltà di Teologia
Comenius a Praga; diamo qui il
testo del saluto che in quella
occasione gli è stato rivolto dal
decano prof. A. Molnàr.
Nel dare questa notizia intendiamo non solo rallegrarci col
fratello Campi per il lavoro che
ha compiuto ed ultimato ma soprattutto rallegrarci del fatto
che con la sua presenza a Praga
ha voluto rinsaldare i legami di
amicizia e di solidarietà che ci
uniscono alle chiese di quel
paese.
Diamo un cordiale benvenuto
a tutti voi radunati in quest’assemblea accademica della Facoltà Comenio di teologia evangelica per conferire, sotto gli auspici della Repubblica socialista ceca, il grado di dottore in teologia al signor Emidio Campi.
Ringrazio il collega prof. dott.
Agli inizi del secolo, ad Isola Liri
nasce una comunità evangelica.
1 primi incontri, i primi contatti li
promuove un pastore che può parlare solo nel circolo operaio del paese;
poi la cosa si allarga, cominciano i primi episodi di intolleranza, di minacce,
ma anche la radicalizzazione della comunità. Un anziano di 82 anni, ricorda, in apertura di trasmissione, le vicende di questa comunità.
Isola Liri è una cittadina ciociara
prevalentemente agricola, ma con una
cospicua presenza operaia dovuta ad
una grossa cartiera locale.
Ed è questa coscienza operaia, presente nella cittadina, che permette —
anche dopo, durante il fascismo — la
possibilità di crescita della minoranza
religiosa.
La trasmissione, alternava immagini della cittadina ad interviste « dal
vivo » a membri della comunità battista.
Anche il sindaco d’isola è stato intervistato. Ha dichiarato che la comunità protestante è stata, a livello di
impegno politico e civile, particolarmente presente sulla questione del Cile, sull’aggressione americana in Vietnam e altri temi politici che hanno visto gli evangelici in prima linea.
Ma due giovani della comunità hanno criticato il pas.sato « pietista e dogmatico », la separazione del politico dal
religioso, che è ancora presente come
mentalità tra i membri della chiesa.
Le contraddizioni tra il vecchio e il
nuovo, tra quello che si vorrebbe fare
e quello che in realtà si fa, è emersa
sufficientemente chiara dall’incontro
di « Protestantesimo » con la comunità
d’isola.
L’impressione generale, in ogni caso, è quella di una comunità fortemente legata alla città, ai suoi problemi anche se, come hanno detto due
giovani intervistati, l’impegno potreb
be essere maggiormente incisivo. « Noi
vorremmo mettere in pratica quello
che la chiesa ci ha insegnato » cosi
concludeva una ragazza battista colta
dall’obiettivo mentre usciva, dopo il
culto, dal tempio.
La trasmissione di giovedì ha avuto il pregio di saperci presentare, in
modo sintetico, una comunità nel suo
contesto naturale, senza giudizi esterni, ma lasciando parlare i diretti interessati.
Ecco sono questi i ’’pezzi” che vorremmo vedere più sovente; un microfono che entra nei cascinali, che chiede, che curiosa e che sa lasciare spazio alla testimonianza personale.
Un buon avvio per presentare, in
forma moderna e piacevole, la nostra
storia passata e attuale di evangelici,
le nostre speranze.
Infine vorremmo sottolineare l’aspetto tecnico che ci è parso decisamente
migliore del solito.
Opocensky di' averci presentato
il nostro gradito ospite Emidio
Campi da Ginevra, pastore valdese e segretario della Federazione mondiale di studenti cristiani. Non è che il lavoro di Emidio Campi mi sia sconosciuto.
Nella sua tesi già menzionata ha
messo in luce, a grandi linee, gli
orientamenti della storiografia su
Thomas Miintzer a partire dall'opera oramai classica di Federico Engels, pubblicata nel 1850
e consacrata alla Guerra dei contadini tedeschi del secolo della
Riforma, Questa sua rivista critica di sforzi storiografici che si
estendono su più di cento anni
della modernissima storia, ha
permesso al nostro candidato di
darci la prova di saper affrontare con impegno un caso particolare di quelTannoso ma vitale
problema: come si fa, come si ha
da fare storiografia teologica senza privarsi di criteri interpretativi offerti dalla metodologia del
materialismo storico. Frutto di
indagine scrupolosa ed attenta,
il lavoro di Campi ha messo utilmente in rilievo le componenti
medievali,e riformatrici del pensiero e dell’azione politica müntzeriani che da tempo interessano
gli studiosi, e specialmente anche gli studiosi cecoslovacchi, attenti ad investigare il lascito della prima Riforma. Ed è precisamente in questa prospettiva che
sono lieto di salutare in Emidio
Campi, a nome della Facoltà Comenio di teologia, un commilitone tanto più caro e stimato che
ci viene dall’antica chiesa evangelica valdese, sorella maggiore
delle nostre chiese di stampo
hussita. Ecco anche perché, con
sentito piacere, dò la mia approvazione affinché si conferisca ad
Emidio Campi la laurea ed il
grado di dottore in teologia. Visto che il candidato ha brillantemente sostenuto la sua tesi e risposto a tutte le domande degli
esami rigorosi e prendendo atto
del fatto che, su nostra decisione
e richiesta, abbiam ricevuto l’autorizzazione del Ministero di cultura della Repubblica socialista
ceca, prego il mio collega prof,
dott. Josef Smolik, concedendogli i necessari pieni poteri,
di procedere all’atto solenne della promozione.
Amedeo Molnar
le nostre comunità. Si vorrebbe vedere che cosa si fa concretamente nelle comunità evangeliche per testimoniare all’esterno, e il campo potrebbe anche
assumere il carattere di una riflessione sulla evangelizzazione,
per giungere a proposte concrete.
Il campo permette di avere ciò
che raramente è raggiungibile
nelle comunità, soprattutto in
quelle di città: una riflessione
comune, uno scambio di esperienze, uno studio comunitario
della Parola, nell’ambito di un
periodo di vita in comune. È
dunque un valido strumento
per quella . «Tormazkme .dei laici » da tutti auspicata.
La formula studiata per quest’anno non dovrebbe affaticare
eccessivamente i partecipanti.
Sappiamo che, nel periodo delle ferie, non si ha soltanto bisogno di studio, ma anche di riposo. Perciò tutti i pomeriggi
saranno liberi, anche perché i
momenti non programmati sono
quelli in cui si formano le amicizie e ci si esprime liberamente, anche sui temi discussi nel
campo.
La partecipazione è aperta a
famiglie o singoli appartenenti a
comunità evangeliche, nonché a
tutti coloro che sono interessati
al problema partendo da altre
situazioni.
Programma proposto:
11 agosto: arrivo dei partecipanti per cena ; 12 agosto : « Che
cosa significa oggi seguire Gesù », tavola rotonda : 13 agosto :
Che cosa hanno fatto quest’anno le chiese evangeliche in Italia, dossier presentato ai partecipanti; 14 agosto: un esempio
di testimonianza oggi: la chiesa
dei Fratelli (relazione a cura di
N. Artini); 15 agosto: Culto con
la comunità valdese di Prali;
16 agosto : Studio biblico su
I Corinzi 9:16 (a cura di Gustavo Bouchard) - « Guai a me se
non evangelizzo » ; 17 agosto :
Studio biblico su Matteo 19: 1630 (a cura di Bruno Rostagno) La chiamata del giovane ricco;
18 agosto : « Come parliamo di
Gesù oggi », introduzione di
Claudio Tron ; 19 agosto : « Come viviamo e confessiamo la nostra fede », introduzione di Massimo Romeo; 20 agosto: partentenza dei partecipanti dopo la
colazione.
Le relazioni avranno luogo la
mattina di ogni giorno e saranno seguite dalla discussione. Il
pomeriggio sarà lasciato libero
per gli incontri tra i partecipanti e per eventuali gite. La sera
di ogni giorno è previsto, subito dopo cena, un culto con predicazione.
Contemporaneamente al campo biblico avrà luogo il campo
pre-cadetti, per ragazzi e ragazze fino ai 13 anni.
"Chiesa Confessante
ieri e oggi”
Viaggio in Germania
Con domenica 11 luglio
scade il termine di iscrizione per il viaggio-studio in Baviera — organizzato
dal gruppo giovanile evangelico torinese — che si svolgerà
dal 22 al 26 settembre. M
viaggio possono iscriversi giovani evangelici (dai 14 ai 18
anni, anche non di Torino,
che siano interessati a questa
iniziativa. Il costo si aggira
sulle 65.000 (quota piena) ma
son previste borse viaggio
compatibilmente con le esigenze di ciascuno. Il programma prevede: viaggio in pullmann, visita di Monaco e Norimberga, visita all’ex campo
di concentramento di Dachau,
incontri con esponenti ecclesiastici politici e gruppi giovanili tedeschi. Partenza e rientro da Torino.
La quota intera o la caparra
(L. 10.000) dev’essere versata
sul c.c.p. 2/50342 intestato a
Franco Giampiccoli, via Pio V
15, Torino. Per ulteriori informazioni telefon. al 011/658267
(ore pasti), o- ure a Platone
0121/8514.
4
2 luglio 1976
a cura delle Federazioni Femminili
SANTA SEVERA
X Congresso Federazione
Femminile Valdese
Santa Severa, una incredibile stazioncina sperduta in mezzo alla
campagna, a due chilometri dall’abitato; il « Villaggio della gioventù »
dei battisti, ospitale, sul mare, dove
appena arrivate veniamo etichettate con cartellini di differente colore
se battiste, metodiste o valdesi...
Queste differenze rimarranno durante i lavori, cancellate solo al
momento del culto di Santa Cena
e nella viva partecipazione al dolore risuonante nella voce della sorella cilena quando ci ha portato il
suo messaggio. Forse così deve essere: le differenze esistono in quanto viviamo in un mondo diviso, ognuna nel proprio ambiente sociale, diverso per latitudine, storia,
tradizioni, ma devono scomparire
quando umilmente ci mettiamo di
fronte a Cristo e, presentandogli le
nostre mani, spesso vuote, gli chiediamo di aiutarci nel nostro impegno cristiano nella famiglia, nella
comunità, nella società. Di qui la
necessità di ritrovarci per fare il
punto sul nostro operato e per esortarci a vicenda in questo nostro
compito di donne cristiane in una
società in cui ancora la voce femminile è poco creduta.
I LAVORI
I lavori del X Congresso della F.
F.\^. sono cominciati sabato mattina 15 maggio con un buon numero
di partecipanti, una settantina, di
cui 54 delegate (è intervenuto un
folto gruppo dalle Valli). Ci ha guidate nella meditazione Berta Subilia commentando i vv. 43 ss. di
Matteo 5, ricordandoci che come
sempre anche oggi consideriamo nemici quelli che sono « diversi » da
noi per idee e posizioni, ma che lo
« straordinario » evangelico consiste nel saper fare per i diversi quello che i pagani sanno fare per i simili. Ci ha letto il Salmo 71 nella
versione di G. Ceronetti (I Salmi,
Ed. Einaudi) che trascrivo per intero, certa che sarà utile averlo sottomano per una rilettura.
SALMO 71
Io mi rifugio vicino a te Signore
Che io non debba vergognarmi sempre
La tua verità mi liberi e mi scampi
Porgimi orecchio e salvami
Sii per me una rocca di rifugio
Per salvarmi una casa sicura
La mia rocca e il mio bastione sei tu
Dalla mano dell'incantatore
Del perverso e del sanguinario
Scampami Dio mio
Perché la mia speranza sei tu mio signore
Dalla mia infanzia ho fede in te Adonai
Dal ventre già mi appoggiavo a te
Io sono per molti un segno prodigioso
E tu sei il mio forte rifugio
Ho di continuo la bocca piena
Della tua gloria e del tuo splendore
Non mi respingere nella mia vecchiezza
Ora che la mia forza langue non mi lasciare
La parola dei miei nemici è contro di me
Dicendo il Dio V ha abbandonato
Inseguitelo e ¡pigliatelo
Nessuno lo libererà
Dio non starmi lontano
Dio mio aiutami presto
E io aspetto sempre
E moltiplico le lodi a te
La mia bocca racconta senza fine
Le tue bontà e i tuoi soccorsi
Che enumerare non so
Tutta la potenza io dirò
Del mio signore lahù
La tua verità sola evocherò
Fin dall’infanzia Dio mi hai dato lume
Fino ad ora ho gridato i tuoi prodigi
E neppure nella vecchiezza o Dio
E nei capelli bianchi tu m' abbandoni
Perché del tuo braccio io parli
Della tua forza a tutti i futuri
E della tua bontà fin su nei cieli
Grandi cose tu fai chi è come te
O Dio? Tu che mi getti
Nelle più grandi miserie
E nelle più grandi sciagure
Mi fai tornare in vita
Di sottoterra mi fai risalire
Mi fai più grande che mai
Ti volti e mi consoli
E io sulle corde del nebèl
Dio per la tua fedeltà ti loderò
Un salmo ti canterò
Sulla chitarra Santo d' Israel
Coleranno per te la gioia le mie labbra
La mia bocca ti canterà
E la vita che mi hai salvato
E la mia lingua ininterrottamente
Andrà la tua bontà cantilenando.
È seguito il saluto della presidente uscente, Ade Gardiol, a cui va il
grazie delle U.F. per il lavoro svolto
con tanto amore, come agli altri
membri il cui mandato scade questo
anno; M. Barbiani, M. F. Coisson,
F. Comba, R. Moroni.
Un grazie pure alla Tavola Valdese che ci ha aiutate per le spese
del Congresso.
Non tutte le Unioni sono intervenute, alcune hanno creduto più opportuno evitare spese dato il momento di crisi.
N. ci si sofferma su alcuni punti:
si approvano i tentativi di collegamento delle responsabili regionali,
si chiedono maggiori contatti nel
Sud, perché in questa Italia così
lunga le sorelle del Sud si sentono
isolate e lontane.
Per la pagina su ECO-LUCE viene
chiesta la continuazione delle due
pagine centrali quattro volte all’anno e si propone di chiedere alla Tavola rappresentanti femminili nel
Comitato di redazione. Viene così
stilato il seguente O.d.G.:
LE UNIONI
I lavori continuano con uno sguardo alla cassa il cui fondo risulta
soddisfacente, con {'adesione dell’Unione di S. Secondo e il progetto
di adesione di quella di Livorno.
Nella lettura della relazione del C.
dazionale dell’Eco-Luee un numero adeguato dì donne.
Gli studi presentati alle Unioni in
questi due anni sono considerati
validi e si raccomanda di fornire almeno due studi hiblici all’anno.
L’argomento Borsa di studio è
posto in discussione; si fa appello
a un maggiore impegno delle Unioni per poter aggiornare l’aiuto che
si vuole dare e si approva la proposta di offrirla alle studentesse in
teologia con il seguente O.d.G.:
lustra il lavoro di « Amnesty International ».
Proseguono i lavori con due O.d.
G.: uno fa presente alle Conferenze
Distrettuali la necessità di avere una adeguata rappresentanza di donne nella delegazione che rappresenterà la Chiesa valdese all’Assemblea
della FCEI a Bari, l’altro:
alla costituzione della Federa^,
ne Feminile Evangelica nella coj
sapevolezza che è un momenti
importante per un lavoro in jj
mune con le donne evangelici)
per un migliore servizio nel pj)
se e per un potenziamento delli
testimonianza cristiana.
II Congresso della F.F.V. raccomanda al Comitato nazionale
di studiare i mezzi e gli strumenti per facilitare una maggiore preparazione biblica delle socie delle unioni femminili e nel
contempo decide di offrire un
assegno di studio a chi è desideroso di seguire gli studi teologici in vista di un servizio nella
Chiesa.
Invita la Tavola Valdese a
prendere in dovuta considerazione le raccomandazioni sul sessismo votato all’assemblea del
COE a Nairobi anche dalla sua
delegazione e a compiere tutti i
passi necessari perché nel più
breve tempo possibile le donne
abbiano una adeguata partecipazione a tutte le varie assemblee,
sinodi, comitati e commissioni.
Una partecipazione inferiore al
solo è considerata inadeguata.
Si passa alla votazione del nuovi
Comitato Nazionale che risulta cos
eletto:
Berta Subilia (Roma) presidente;
Lenuccia Costabel (Felonica Po)’v
ce presidente;
Clara Ranchetti (Napoli) segretaria
Maria Tamietti (Torre Pollice) cai
In un intervallo G. Titta raccoglie
le firme in favore della liberazione
di prigionieri politici torturati e il
Ancora un O.d.G. esprime il parere della maggioranza sulla costituenda Federazione Femminile Interdenorhinazionale:
Anita Simeone (Genova) responsi
bile stampa;
Santina Briante (Como);
Angela Lombardo (Rimini);
Licia Cielo (Campobasso);
Nini Boer (Torre Pellice).
Il Congresso Femminile Valdese esprime parere favorevole
Il Congresso termina con un ii
contro con le sorelle metodiste e
uno scambio di vedute sul lavo:
da fare in comune.
Anita Simeoni
IX Congresso delle
attività Femminili Metodiste
Interventi in diverse situazioni - Liberazione dal condizionamento della cu
tura cattolica - L’esigenza di un movimento unitario delle donne evangelich
Il Congresso Femminile Valdese considerando che almeno
una metà dei lettori dell’EcoLuce sono donne, afferma la necessità che esse siano presenti
nel momento in cui vengono decise le linee del giornale e chiede pertanto alla Tavola Valdese di nominare nel comitato re
La partecipazione delle donne al
processo di costruzione di una società nuova; il contributo alla liberazione della società italiana dal condizionamento della cultura cattolica; l’individuazione di uno spazio concreto
di azione nel movimento femminile
evangelico in rapporto alle richieste
che scaturiscono dalle realtà sociali
nelle quali i gruppi operano; la ricerca di strutture organizzative unitarie
dei diversi movimenti femminili e
collegamento di questi con i movimenti femminili che operano nel
paese.
Questi, in sostanza, i temi al centro del dibattito del IX Congresso
delle Attività Femminili Metodiste
che si è svolto a S. Severa, presso
Roma, il 15 maggio.
Una discussione densa su un ordine del giorno che prevedeva due temi fondamentali: un’analisi dell’attività dei singoli gruppi, l’esame delia
bozza di statuto della costituenda Federazione dei Movimenti Femminili
Evangelici.
Nella cornice di serenità e di cordialità che il centro di S. Severa ha
offerto, si sono ritrovate le sor.elle di
tutte o quasi tutte le Chiese d’Italia
con l’entusiasmo di chi ha realizzato
nel lavoro se stesso ed ha testimoniato insieme agli altri la sua fede, con
l’ansia di comunicarsi esperienze,
conquiste, e sconfitte. Nell’ascoltare
le relazioni delle varie delegate sui
lavori dei gruppi si è rivelata la nuova esigenza, sentita dalle donne, di
partecipare, non solo nell’ambito della chiesa, alla vita della società, di
partecipare con la nostra presenza
di evangelici ai problemi della vita
travagliosa del nostro tempo non solo per consolare, ma soprattutto per
liberare. E, dato che ogni gruppo vive in un ambiente diverso, ognuno
ha tratto dall’ambiente lo stimolo ad
operare, ad impegnarsi: a Palermo
contribuendo alla formazione di un
Comitato Unitario degli Anziani e
lavorando per gli handicappati; a
Rapolla interessandosi ai problemi
degli emigrati; a Savona partecipando ai comitati di quartiere e agli organismi scolastici; a Napoli stabilendo contatti con i CAF; discutendo
quasi ovunque sul problema della liberazione dal condizionamento della
cultura cattolica secondo le linee emerse dalla Conferenza di Torre
Pellice.
Naturalmente non sono mancati i
gruppi che invece si sono attenuti
maggiormente alle linee tradizionali
del lavoro con studi biblici, riunioni,
visite, bazar e sono i gruppi dove gli
elementi più anziani prevalgono su
quelli più giovani e che hanno così
offerto la loro testimonianza di credenti nella maniera e nella misura
più a loro congeniale.
Dalla discussione vivace, talvolta
anche polemica, ma sempre viva, è
scaturito un ordine del giorno in cui
si invitano tutti i gruppi ad adoperarsi nella ricerca di uno spazio che
consenta un lavoro corrispondente
alle concrete esigenze dell’ambiente
nel quale i gruppi si trovano ad operare. Altrettanto animata è stata la
discussione sulla bozza dello statuto
per la Federazione dei Movimenti
Femminili dimostrando come la Federazione sia un’esigenza sentita da
tutte le donne metodiste per la promozione di un movimento unitario
di tutte quelle iniziative che nell’ambito della vita socio-p-olitica interessano la partecipazione delle donne
evangeliche.
Insomma il Congresso ha chiara
mente mostrato come le donne a
biano preso coscienza di se stesse
di esistere e possiamo dire che la m
felice né facile condizione della do
na nella società è stata vissuta a
grande capacità di resistenza, seli
scoraggiamenti, passo dopo pass
verso la conquista delle libertà
scelta, verso la libertà di essere
stesse. Questo noi oggi lo verifichi
mo anche attraverso la vita dei gru
pi femminili che sentono la esigen
di vivere e di operare eristianamen
anche in un ambito più aperto,
maniera più consapevole, nel coni
guimento di una società più giusta
migliore, perché illuminata da
fede.
Grazia Sballi
IMPRESSIONI
intervista a Marie France Coisson
Che impressione hai avuto dei nostri due Congressi?
Credo che abbiamo troppo l’abitudine di imitare le assemblee ecclesiastiche come si fanno quando il
maggior numero è di uomini.
Per noi donne il tipo di incontro
dovrebbe forse essere un po’ diverso, specialmente per il fatto che
non siamo ancora tanto abituate a
esprimere noi stesse. Secondo me
bisognerebbe dare molto più spazio
ai lavori di gruppo, dove ognuna
impara a esprimersi. Ho sentito che
molte donne, specialmente delle
Valli, hanno ricevuto di più dai loro reciproci scambi di esperienze in
margine alle sedute che dalle sedute stesse.
to delle sedute. Non bisognerei)
accentrare l’organizzazione, ma si
dividerla fra molte incaricate. Pi
porrei di affidarla ogni volta a ’
gruppo diverso, risiedente in u
data zona, che prepari l’organtó
zione logistica (accoglienza, vi®
alloggio, programma della gita, '
cetera).
Cosa ne dici della presentalo
del tema dei Congresso Interdei
minazionale?
L’organizzazione come ti è sembrata?
Bisognerebbe evitare che l’organizzazione pratica ricadesse su poche persone che hanno già impegni
di programmazione per il contenu
• Alla realizzazione di questa
doppia pagine hanno collaborato: Marie-France Coisson, Anita
Simeoni, Grazia Sbuffi e Berta
Subilia. Benché sia ormai trascorso più di un mese dalla data
dei Congressi femminili qui documentati, riteniamo immutata
l'attualità del resoconto e dei temi proposti. Speriamo che questo materiale sia occasione di riflessione e dibattito all'interno
delle comunità evangeliche.
Il tema generale, per me, co
portava troppi sottotemi. Non
non sia stato vivace il susseguirsi
tanti argomenti e problemi uno <
po l’altro. Ma è stato un po’ pecoi
non aver potuto approfondirli. 0'
mo è stato il metodo di prepar^
nè* falfto dalle Unioni durante h
no, le ha rese più partecipi.
sistema della lettura per presen«
quelle ricerche non mi sembra vi
do. Il lavoro va fatto in gruppo'
sa che si potrà fare quando il
po non dovrà essere utilizzato I
altre cose come quest’anno.
Non credi ci siano stati anche^®
menti dì simpatico incontro"
Si, per esempio quando abW^
vissuto il momento indimentic»
ascoltando il canto appassion
della sorella cilena che dopo av
parlato della situazione delle
perseguitate in Cile, ci ha con^
so con le melodie del suo paese
spressione viva della tragedia
suo popolo ; la serata di canti e
tativi di danze folkloristiche h®
sto nord e sud Italia garegg
gioiosamente in una conoscenza
ciproca delle proprie caratte
A ^ ¿«.4-.4 1<-v r- 1 a
5
2 luglio 1976
5-16 maggio 1976
Congresso Interdenominazionale Femminiie
Oltre cento partecipanti ai lavori - Lungo e appassionato dibattito sullo statuto della F.D.E.I. Comunicazione di una sorella cilena - Gli studi delle unioni denominazionali si riferivano alle
ì La sera del 15 maggio, nella sala
del Villaggio battista al completo,
ha inizio il Congresso interdenomij, nazionale con un culto di Santa Cena presieduto dal pastore Gianna
f Sciclone. La predicazione di Rom.
I 8 tocca il grande tema del travaglio
in cui tutta la creazione — natura
i, e società — è coinvolta mentre vive e si protende verso l’attesa della
liberazione. La S. Cena è il momento grave che cancella ogni divisione
denominazionale.
A conclusione della giornata Fernanda Comba tiene una relazione
Ji sull’Assemblea di Nairobi dove è
” stata nominata membro del Comi” tato Centrale del COE.
La domenica 16 vede riunite più
di cento partecipanti delle tre deno‘
minazioni. È un’Assemblea viva,
spesso caotica per la passione che
le intervenute mettono nel discutere i vari argomenti, ma sempre ricca di interesse e di calore umano. Si
discute a lungo lo Statuto di cui
era stata presentata una bozza e si
discute il nome della nuova Federazione. Si adotta la sigla FDEI « Federazione Donne Evangeliche Italiane» che riassume la sostanza di
questa Federazione il cui Statuto,
nella stesura definitiva, suona così, :
Art. 1 - La Federazione Donne Evangeliche Italiane (F.D.E.I.) è costituita dal Movimento Femminile
Missionario Battista, dai Gruppi
delle Attività Femminili Metodiste,
dalla Federazione Femminile Valdese. Possono chiedere di far parte
della FDEI, a pieno diritto, gruppi
femminili evangelici anche non organizzati sul piano nazionale, persone singole evangeliche, qualora
aderiscano agli scopi per i quali la
PDEI si è costituita e collaborino
al loro raggiungimento.
Art. 2 - La FDEI ha per scopo :
a) la promozione e il collegamanto delle iniziative e attività di
interesse comune, nell’unità della
fede per una testimonianza evangelica;
b) r inserimento nell’ ambito
della vita socio-politica per tutto
ciò che riguarda la partecipazione
femminile evangelica;
c) la presenza delle donne eTangeliche nelle iniziative che ad
ogm livello, nelle, situazioni locali,
regionali e nazionali, vengono di
o promosse da altre associazioni femminili.
Art. 3 - La FDEI non interferisce
rielle attività dei movimenti federati e dei gruppi denominazionali.
4 - Sono organi della Federazione il Congresso e il Comitato
Nazionale.
Art. 5 - Il Comitato Nazionale è
composto da tre membri per ognu®ò dei movimenti femminili, eletti
al Congresso. Il Comitato NazioJale elegge al suo interno la Presiente, la Vice Presidente, la Segre®ria, la Cassiera.
Art. 6 - Sono inoltre membri del
Comitato Nazionale, con voce conaultiva, una rappresentante per oBWno dei Comitati Nazionali deno®inazionali, dagli stessi nominati.
Art. 7 - Il Comitato Nazionale
invoca in Congresso, organizza
'’attività in comune, accoglie in via
Provvisoria e salvo ratifica da par~ del Congresso, le domande di adesione alla Federazione, rende
conto del suo operato al Congresso.
Art. 8 • Il Congresso viene convocato, in via ordinaria, ogni 4 an^ Esamina ed approva l’operato
"®1 Comitato Nazionale secondo le
^ttive del Congresso, ratifica le
.oOiande di adesione alla Federatone, elegge il Comitato Nazionale
“ luale resta in carica per 4 anni
6 le cui componenti possono essere
flette per un massimo di due volte
oonsecutive.
Art. 9 . Sono membri del Congres,f le componenti del Comitato Nad»! donale e una delegata per ognuna
;e< ^lle Unioni femminili facenti par<1 te dei singoli movimenti denomina
jt donali.
J Art. 10 - Il presente statuto, ap‘j P^vato dal Congresso del maggio
’1 1“76, può essere modificato solo
I "lediante il voto favorevole di al
meno due terzi dei membri del
Congresso.
I membri del Comitato vengono
subito votati e sono;
per le Battiste: L. Mollica, M. Mollica, V. Di Carmine (Segretaria);
per le Metodiste; D. Eroli, L. Aquilante (Presidente), L. Sbaffi
(Cassiera) ;
per le Valdesi: M. F. Co'isson, F.
Comba, V. Velluto (Vice-Presidente).
* *
Momenti di intervallo nei lavori
sono stati occupati dai *messaggi
di Alba Rocco, Segretaria Nazionale delle UCDG e di una sorella cilena che ci ha parlato con drammatica commozione delle donne cilene perseguitate.
JP *
Lo spazio riservato agli studi fatti dalle varie Unioni è stato veramente troppo breve e gli studi, tutti interessanti, sono stati appena
sfiorati. Gli argomenti erano tratti
dalla V Sessione della Conferenza
di Nairobi 1975 « Strutture ingiuste
e lotta per la liberazione » :
— l’emarginazione delle donne;
— le minoranze etniche;
— i poveri;
— gli emigranti;
— i minori.
Questi studi, frutto del lavoro
accurato delle varie Unioni denominazionali e che meritavano un
tempo di riflessione assai più lungo, saranno divulgati fra le Unioni
a cura della FDEI.
La serata ha visto un festoso addio delle congressiste con canti
spontanei delle varie regioni d’Italia.
II lunedi, ha offerto a chi lo desiderava una gita a Roma con visita ai monumenti più importanti
nonché una visita alla Facoltà Valdese di Teologia e alla sua biblioteca e alla chiesa di piazza Cavour.
A. S.
Gli studi
A ogni regione era stato assegnato un tema di studio da sviscerare
durante l’anno. Ecco alcuni esempi:
LOMBARDIA, PUGLIA e LUCANIA hanno presentato delle ricerche
ricche di dati, la prima una analisi
precisa sulla immigrazione così forte nella zona industriale lombarda,
le altre due una analisi cruda, un
violento atto di accusa delle ragioni che provocano l’emigrazione della gente del Sud.
PIEMONTE e CAMPANIA si sono occupate del problema del lavoro femminile e ne diamo accanto
un sunto più dettagliato.
L’EMILIA ha fatto notare l’efficienza dell’assistenza sociale in
quella regione così avanzata in questo campo.
Per la TOSCANA, Livorno ha raccontato quello che viene fatto in
quella città per aiutare la scolarizzazione dei bambini.
Le sorelle della CALABRIA pongono il problema se ci è noto e se
è abbastanza sentito dalla coscienza cristiana lo scandalo del lavoro
minorile.
Il LAZIO presenta la question'è’^
delle minoranze etniche (in particolare degli zingari: vedi riassunto
dettagliato); ricorda l’aiuto che Amnesty International cerca di dare
ai prigionieri politici dell’est e dell’ovest; tocca il problema degli anziani facendo conoscere il progetto
di un centro aperto di cui si fa promotore un gruppo di Roma, basandosi sulla casa di riposo battista
del quartiere Alessandrino.
Il Segretariato delle Attività Femminili Metodiste
risulta comvosto dalle sorelle:
Lydia Aquilante
Saida Papini
Èva Rostain
Grazia Sbaffi
Letizia Sbaffi
I nomi del nuovo Comitato tematiche di Nairobi 1975
Nella foto: il caseggiato centrale del villaggio battista di Santa Severa, vicino a
Roma. Il villaggio (composto da costruzioni funzionali; gode di ottima posizione
di fronte al mare) ha ospitato sabato 15
maggio contemporaneamente il IX Congresso delle Attività Femminili Metodiste
ed il X Congresso della Federazione Femminile Valdese. Alla sera del sabato è iniziato il II Congresso Femminile Interdenominazionale che, tra le altre cose, ha visto la nascita della F.D.E.I. (Federazione
Donne Evangeliche Italiane). Dopo aver
affrontato una ricca serie di temi, come
dimostra il « reportage » che presentiamo
in questa pagina-speciale ai lettori, i lavori si sono fraternamente conclusi la
sera di domenica 16 maggio.
SUNTI DI DUE TEMI TRATTATI
La liberazione
della donna nel lavoro
Con il nuovo diritto di famiglia
che è uno dei più avanzati in Europa, c’è molto da cambiare nella
mentalità di oggi. Le donne si dividono in due categorie a seconda
se hanno o no un lavoro rimunerato.
Le casalinghe — ruolo costruito
sulla funzione materna — spesso
psicologicamente frustrate, non
possono sempre sviluppare la pienezza delle loro possibilità. Privilegiare la donna nel suo essere madre e sposa significa a volte impoverirla, fare torto a chi non le è.
È necessario impegnarsi perché la
donna possa esprimere tutta sé
stessa, anche lavoratrice e cittadina. Le casalinghe più aperte hanno
impegni vari fuori casa, nel volontariato — tra cui molte credenti —
dove il fatto di essere libere da
preoccupazioni economiche, permette una più profonda umanità.
Ma hanno difficoltà a far sentire
la toro voee, perché non sono « organizzate ».
Quelle che lavorano fuori casa
materialmente hanno doppio lavoro e non hanno tempo libero per
sé né una vita culturale e spirituale. Vivono spesso con frustrazione
il loro rapporto con il mondo, con
un senso di colpa se, a volte, sacrificano la famiglia.
Numerosi sono i problemi sul
lavoro: 1) C’è ima diminuzione dell’occupazione femminile e le donne sono le prime a essere licenziate; in Italia oggi lavorano il 17%
delle donne ed è l’ultimo posto nei
paesi della C.E.E. (finora sono inserite in strutture maschili).
2) Mancano i più elementari servizi sociali (per l’infanzia, gli anziani, l’assistenza domiciliare, ecc.),
perciò non tornano più sul lavoro
dopo il periodo dèlia maternità,
come avviene in altri paesi dove è
organizzato il diritto all’assenza per
la salute e l’educazione dei figli per
Il padre e la madre (per es. portare avanti il limite di età per i
concorsi).
3) Le donne hanno le qualifiche
più basse : spesso avendo un titolo di studio pari a quello dell’uomo, vengono « inquadrate » in ruoli inferiori. Dato il loro doppio lavoro sono meno disponibili per un
arricchimento professionale.
4) Cosi c’è un dilagare del «lavoro a domicilio », lavoro nero perché privo dei privilegi assistenziali.
5) La loro salute è minacciata e
ad esempio drammatico è « l’aborto bianco» quando il lavoro è gravoso e quando è causato da sostanze tossiche (la creazione di « consultori familiari » è indispensabile
per verificare continuamente il rapporto tra le nuove tecnologie produttive e la salute).
Bisogna chiedersi qual è il vero
fine del lavoro: è il consumo o è
la persona umana, è la partecipazione alla « creazione »? Per tutti,
uomini e donne, non sarebbero da
ridurre gli orari di lavoro, creare
dei « tempi parziali » o « tempi uma,ni )) al posto del mezzo tempo femminile dando l’opportunità di avere due lavori, manuale e intellettuale e scambi tra superiori e subalterni?
* ♦ *
A livello decisionale c’è una diminuzione delle donne elette alla
Camera, una scafsa rappresentanza nei comitati di quartiere, nei sindacati ecc. Dove manca il loro buon
senso si tende a emarginarle o a
rendere diffìcili le loro realizzazioni. Andrebbe organizzata un’informazione per l’istruzione civica, legislativa, la vita economica; essendo la liberazione della donna collegata a quella di tutti gli oppressi,
i valori di cui le donne sono portatrici (come quello di dare la vita) chiamano a una liberazione attraverso metodi non violenti, attivi.
Nelle nostre comunità evangeliche ci sono più donne che uomini!
ma più uomini che donne nei posti decisionali. Inoltre nell’età migliore per portare un contributo
valido, cioè nel periodo lavorativo,
le donne sono assenti o impedite
d’impegnarsi a fondo, perché troppo occupate.
Proposte: sarebbe necessario per
un periodo di anni che un gruppo
misto (o una donna a pieno tempo) segua l’argomento della liberazione della donna, a livello della
federazione delle chiese, l’approfondisca teologicamente e ne tenga informata la comunità. A livello di
comunità e di regioni siano organizzate delle giornate comunitarie,
ogni tanto al posto del culto, per
rispondere a un bisogno di riposo
e meditazione in opposizione alla
attuale vita disumanizzante e nello
stesso tempo per avere scambi fraterni. Dovremmo chiederci, come
donne credenti se non dovreinmo
stimolare la creazione di gruppi comunitari con la ricerca di soluzione ai problemi degli anziani, dei
figli, della liberazione della donna,
suddividendo i compiti tra tutti e
permettere il dialogo facile tra credenti e non credenti, giovani rivoluzionari e vecchie istituzioni.
Marie-France Coìsson
Gli zingari
L’assillante problema per le minoranze etniche è: la maggioranza
tende ad assimilare la minoranza
0 a sopprimerne l’identità. La minoranza deve quindi lottare per la
propria sopravvivenza.
Infinito è il numero delle minoranze etniche nei 5 continenti dove
vivono conculcate in una minoranza etnica nomade che vive in quasi tutti i paesi: gli zingari.
Il nome degli zingari è Roms che
significa « uomini liberi ». Essi provengono dall’India e la loro lingua
infatti è indo-ariana. Tutti conosciamo le loro caratteristiche somatiche, capelli neri, pelle olivastra, e
1 loro costumi variopinti. Spesso li
accusiamo di essere ladri, ma non
ne sappiamo di più e li fuggiamo.
Sono circa 8 milioni. Hitler ne aveva eliminati in grandissimo numero.
Il viaggio è il loro elemento vitale e il lavoro è nella loro concezione un hobby, forse perché si verifica sempre a livello artigianale.
Hanno della proprietà un concetto
comunitario. Il progresso tecnico ha ridotto di molto le loro possibilità di lavoro.
Gli zingari sono cattolici per l’80
per cento, per il resto sono musulmani, ortodossi, evangelici. Cominciano ora le conversioni pentecostali. Ma la loro religione originale
viene da un filone indiano: un dio
pura anima dà vita a due divinità,
quella della vita e quella della morte. I due principi del bene e del
male lottano tra di loro con schiere di fate e di diavoli. Al contatto
col cristianesimo tutto si mescola
rriQfiani
In Italia la loro vita non è molto facile. È stato gravissimo il fatto avvenuto il 20 aprile 1974 quando carabinieri avevano circondato
un campo e bruciato le baracche
degli zingari che sostavano nella
borgata romana di Settecamini. Il
22 le ruspe passavano sul campo
cancellando ogni traccia. Gli zingari disperati si riparavano alla meglio.
A volte sorge qualche voce in loro favore: il deputato D.C. On. Merini ha presentato una interrogazione al Ministro dei lavori pubblici per sapere se non ritiene opportuno, nell’ambito della legge della
casa, prevedere aree di sosta per
nomadi con verde, servizi, ecc.
Soprattutto, da circa 10 anni, è
sorta l’Opera Nomadi con lo scopo
di curare la promozione sociale e
culturale degli zingari. Ha sollecitato dal Ministero Istruzione delle
classi speciali di scuola elementare
che hanno raggiunto il numero di
70. Ha ottenuto terreni attrezzati
per la sosta. Suo scopo principale
è sollevare gli zingari dalla condizione di accattoni.
Ci siamo chieste come si possono amare le minoranze sapendo
evitare il rischio di assorbirle; come si possano aiutare ma al tempo
stesso rispettarne Tidentità; come
annunciare l’Evangelo che va ancora oltre, perché contesta l’identità di ogni uomo, dell’uomo « vecchio » — qualunque esso sia — e
prospetta a tutti, anche allo zingaro, l’uomo « nuovo » in Cristo.
6
UECO
DELLE YALLT VALDESI
2 luglio 1976
Uno
conferenza
onesta
È stata una conferenza onesta.
Così si è espresso un membro
della conferenza distrettuale di
Villar Pellice, subito dopo la conclusione dei lavori.
Credo che con questa espressione egli volesse indicare che la
conferenza ha rispecchiato fedelmente l’atmosfera delle nostre
chiese, con tutte le difficoltà che
vi si incontrano per comprendersi e per vivere insieme. Vivere
insieme, appunto, e non semplicemente sopportarsi, vieni di sospetti reciproci.
E non si può dire che sia stata
una conferenza tranquilla: non
sono mancati i momenti di tensione. Tuttavia è anche stata una
conferenza che ha saputo modificare il piano dei suoi lavori,
per affrontare temi non previsti
ma che si imponevano per la loro serietà e perché un certo numero di membri della conferenza
aveva manifestato il desiderio
che si dedicasse il tempo necessario a questo tema.
Anche in questo la conferenza è stata onesta: ha saputo
comprendere il disagio e la sofferenza di alcuni, pochi o molti
non ha importanza, fratelli e sorelle per la situazione in cui si
trova la chie.sa oggi. Situazione
determinata essenzialmente dalla
candidatura di due pastori nelle
liste del partito comunista, ma
anche dal modo in cui operano
i mezzi di informazione (giornali
e radio-televisione) che sarebbero, secondo questi fratelli, interamente al servizio dei partiti di
sinistra. E questa strumentalizzazione non sarebbe un fatto momentaneo, ma il risultato di una
lunga strategia.
La strada che la conferenza ha
scelto per dibattere questo tema è stato un esempio di come
si possa, all’interno della chiesa,
(non senza difficoltà, certo, tuttavia utilmente) affrontare un argomento impegnativo come quello delle responsabilità politiche
della chiesa e delle forme in cui
tali responsabilità si possono
manifestare. Si è discusso in
gruppi di una quindicina di persone, in modo informale, non ossessionati dall’idea di dover procedere alla svelta, di dover comunque giungere ad una conclusione. E questo, oltre a favorire
lo scambio di opinioni e la comprensione reciproca, è stato certamente utile al fine di sdrammatizzare la situazione, che aveva
in sé tutti i numeri per farsi
scottante. Le due ore di lavoro
nei gruppi hanno permesso a
tutti i partecipanti di prendere
coscienza del fatto che questo
problema è, per alcuni fratelli e
sorelle, un problema che crea tino sofferenza profonda e, talvolta, crisi anche più gravi.
In questa prospettiva penso
che il dibattito sia stato molto
utile (e come tale è stato sentito
da tutti), perché ha ricordato che
nella chiesa le decisioni, le parole e le azioni non hanno mai carattere personale e privato, ma
coinvolgono necessariamente, direttamente o indirettamente, anche gli altri membri. E questo
può creare disorientamento, sofferenza, ribellione, quando non
viene chiarito e capito.
Da queste considerazioni emergono almeno tre elementi: innanzitutto un pressante invito per
tutti a operare nella chiesa sapendo sempre che non si tratta
(non può mai trattarsi) di imporre una opinione o una linea
contro altre opinioni o altre linee; in secondo luogo la necessità di non considerare mai la propria posizione come definitivamente acquisita, ma di sentire la
esigenza di confrontarla, insieme
con gli altri, con la parola dell’Evangelo e in terzo luogo la necessità di una grande elasticità
per vedere se i tentativi degli altri non possano aprire strade
nuove alla testimonianza evangelica.
Se la conferenza è stata onesta, speriamo che anche queste
considerazioni sui suoi lavori
vengano giudicate nello stesso
modo, ché in tale prospettiva sono nate.
Bruno Bellion
Cronaca delle Valli
VILLAR PELLICE 26-27 GIUGNO
La politica e lo spirituale
La Conferenza distrettuale ha
lavorato per due giorni, e ce ne
sarebbero voluti tre per esaurire
convenientemente gli argomenti
all’ordine del giorno. Infatti la
Conferenza doveva occuparsi: 1)
deH’attività del distretto; 2) dell’operato della CIOV; 3) delle opere presenti nel distretto e del
Centro diaconale. Inoltre la Commissione d’esame, che per la prima volta sedeva in Conferenza,
e che ha dimostrato la sua utilità dando una prima impòstaziòr
ne alle discussioni, aveva proposto altri tre argomenti: etica matrimoniale, prossima assemblea
della Federazione, e rapporti col
cattolicesimo locale.
D’altra parte la Conferenza si
è tenuta sei giorni dopo le elezioni, e questo non poteva non
avere una ripercussione sia nell’atmosfera, sia nei dibattiti. Ed
è stato il pastore Nisbet, sempre
energico e combattivo, ad «aprire le ostilità » presentando un
ordine del giorno sull’impegno
socio-politico. Nisbet ha dichiarato di parlare a nome di un
gruppo di membri della Conferenza. Ciò che preoccupa questo
gruppo non è soltanto la candidatura del pastore Tullio Vinay
al Parlamento, nelle liste del PCI,
ma la tendenza in cui questa
candidatura si è venuta ad inserire, e che mira a spingere le
comunità verso l’adesione a un
partito e ad un’ideologia, mediante una « propaganda di partito che da anni viene condotta
con insistenza, per cui tutti gli
strumenti di informazione, non
escluso sovente la stessa predicazione, non fanno che ritornare
con esasperante monotonia sul
medesimo tema ». « In questo
modo — prosegue la dichiarazione — la Chiesa viene a perdere la sua identità per degradarsi
a strumento di partito ». Il gruppo ritiene che da questa situazione vi sia una sola via d’uscita: « quella svolta decisiva, quel
ritorno all’ubbidienza al puro e
semplice Evangelo, che sono la
condizione essenziale perché la
Chiesa Valdese abbia ancora un
avvenire ».
Riconosciuta l’importanza del
problema sollevato, la Conferenza ha deciso di dedicarvi una
parte dei lavori pomeridiani.
Proseguendo un’esperienza già iniziata positivamente nella Conferenza autunnale di Pomaretto,
per buona parte del pomeriggio
si è lavorato in quattro commissioni. Tutte hanno discusso l’o.
d.g. presentato dal pastore Nisbet (e questo ha permesso un
ampio e sereno scambio di idee),
e ciascuna ha poi discusso rispettivamente uno di questi quattro
temi: assistenza pubblica ed opere, rapporti col cattolicesimo.
Federazione evangelica, persone
nella chiesa.
Nei gruppi e poi in discussione plenaria il confronto richiesto
dal pastore Nisbet è stato riconosciuto come fondamentale.
Tuttavia molti membri della Conferenza non si sono sentiti di
condividere l’impostazione dell’o.d.g. presentato. È stato osservato che il confronto tra diverse visioni della testimonianza
della Chiesa deve continuare, ma
che non si può mettere semplicemente sotto accusa chi ritiene di
dover rendere la propria testimonianza anche attraverso un
impegno politico apertamente dichiarato.
L’o.d.g. è quindi stato respinto,
ma è stato chiesto di proseguire
la discussione su questo giornale
e in altre sedi, prima del Sinodo.
RAPPORTI
COL CATTOLICESIMO
Purtroppo non è rimasto molto tempo per gli altri argomenti,
e la seduta del sabato si è conclusa con una serie di brevi interventi e l’approvazione di due
soli ordini del giorno, uno sul
ruolo dei predicatori laici e uno
sui rapporti con il cattolicesimo
locale.
ECUMENISMO
La Conferenza Distrettuale, riunita a Viliar Pellice il giorno 26 giugno
1976, rilevando la necessità di un confronto di base tra le nostre comunità
e quelle cattoliche, tenendo conto di quanto già
avviene per esempio nel
gruppo « Focolari Misti »,
invita le chiese, a livello di
circuito :
a) ad affrontare la cura
d’anime da offrire alle coppie miste;
b) a proporre incontri e
dibattiti su problemi locali che coinvolgono la comunità cristiana.
I predicatori laici stanno assumendo in diverse Chiese una funzione che non è più di semplice
sostituzione dei pastori in casi
di necessità, ma è di vera e propria corresponsabilità nella predicazione. La Chiesa metodista
ha già da parecchio tempo un
« ruolo » dei predicatori laici. Il
nuovo ordinamento prevede una
loro rappresentanza nell’Assemblea di circuito. È dunque sembrato giusto che, in attesa che
il Sinodo provveda a una regolamentazione sul piano nazionale, il nostro distretto costituisse
un ruolo provvisorio.
I circuiti, di cui si comincia
appena a vedere l’utilità, potrebbero diventare la sede in cui finalmente vengano avviati dei
contatti con il cattolicesimo locale, su problemi concreti. Uno
di questi sono i matrimoni misti. La Conferenza ha deciso che
i circuiti prendano iniziative in
tal senso.
DESIGNAZIONE
DI PASTORI
PREDICATORI LAICI
La Conferenza del I Distretto, su proposta del
Consiglio e dell’Assemblea
del I Circuito, invita ia
Comrhissione Esecutiva Distrettuale (CEO) a predisporre un ruolo provvisorio dei predicatori laici in
attesa che il Sinodo definisca le condizioni dell’istit tuzione di un ruolo analo
I go per tutti i distretti.
Nel corso della, mattinata di ■
sabato vi è stato un animato di
____________COMMISSIONE ISTITUTI OSPITALIERI VALDESI
Inserirsi nella Valle ma come?
Secondo la nuova regolamentazione costitutiva dei Distretti,
la Conferenza distrettuale ha
competenza su tutte le opere e
gli Istituti esistenti nel distretto.
Purtroppo la ristrettezza di tempo e il cumulo dei problemi ha
fatto sì che anche quest’anno, di
fatto, soltanto la relazione della
CIOV ha fatto oggetto di un dibattito più approfondito, privilegiato anche dall’introduzione della relazione della Commissione
d’esame. Ci pare che si potrebbe
allargare il compito di questa
commissione estendendolo a un
esame di tutta la situazione diaconale del Distretto di cui gli
Istituti della CIOV costituiscono
soltanto una parte, ancorché cospicua e rilevante. Tra i problemi emersi ci sembra interessante
rilevarne almeno tre:
a) il futuro Presidente. Il
prossimo anno il past. Aime termina il suo secondo quinquennio
e non è più rieleggibile secondo
gli attuali regolamenti. Potrebbe
essere una occasione per valutare
a fondo questo esperimento di
Pastore-Presidente a pieno tempo, in vista di una conferma di
questa formula, ovvero dell’attuazione di proposte alternative
che potrebbero implicare una
nuova ristrutturazione di tutta
l’attuale organizzazione. Giusta
mente la Comm. d’esame ci richiama all’urgenza di affrontare
oggi questo problema che dovrebbe essere discusso nelle
Chiese sulla base di una esauriente documentazione e nella
elaborazione di problematiche
alternative, se ritenute opportune
e necessarie nell’attuale evoluzione della situazione ospedaliera
e assistenziale:
b) il problema degli Istituti
per anziani (Rifugio, Asilo di San
Germano) che non ha, alla sua
base, l’auspicata riflessione sul
problema globale della condizione dell’anziano oggi e le forme
di intervento che si possono applicare. Così è stata rilevata la
mancanza di una adeguata assistenza notturna nei due istituti
e la troppo parziale soluzipne
data al problema delle « barriere
architettoniche » al Rifugio con
rinstallazione di un montalettighe che non collega l’ultimo piano e soprattutto non ha uno
sbocco al livello del giardino,
precludendo la nossibilità di uscire da parte degli handicapnati alle gambe, bloccati sulle carrozzelle;
c) più largo spazio ha dato,
come era comprensibile, il problema degli Ospedali e in particolare quello di Torre Pellice la
cui evoluzione e ristrutturazione,
consentita dalla classificazione, è
tutt’ora bloccata da rinvìi burocratici per l’approvazione della
pianta organica. Di interesse del
tutto particolare è apparsa la
richiesta della Comunità Montana Val Pellice di avere nel consiglio di Amministrazione del nostro Ospedale « una adeguata
rappresentanza, al fine di garantire il più possibile il controllo
sociale su un servizio che è appunto di interesse tipicamente
sociale ». Tale richiesta ha destato viva perplessità nell’assemblea
che, pur ribadendo la totale disponibilità di uomini e strutture
in vista di un servizio aperto a
tutta la popolazione della zona e
riconoscendo quindi la necessità
di un « controllo sociale », si è
chiesta, tra l’altro, se un inseri
mento a livello di vertici fosse
la risposta più adeguata a questa
esigenza, ovvero non si risolvesse in una limitazione alla nostra
autonomia (che è quella delle
assemblee: Conferenze Distrettuali e Sinodi che hanno il pote\ re decisionale e non dei comitati) e nel rischio di un controllo
politico non auspicabile.
1 La CIOV in numerosi interventi ha inoltre rilevato tutte le conseguenze e ripercussioni che l’attuazione di una tale proposta
potrebbe avere anche come precedente in molte altre situazioni
nelle Valli e in altre parti d’Italia. Ad ogni modo la risposta la
dovrà dare il Sinodo, ma nel frattempo si è sentita la necessità
di coinvolgere le Chiese nella
mSturazione di un problema che
riguarda tutto il futuro delle nostre opere e coinvolge anche, a
libello di base, la popolazione
stessa della Val Pellice più direttamente interessata al problema.
La nostra linea ci pare essere
non la difesa di privilegi confessionali, né raffermazione di poteri ecclesiastici, ma il servizio,
la collaborazione, la disponibilità nell’ambito delle leggi vigenti,
liberi però, per quanto possibile
da condizionamenti politici di
vertice, aperta invece ai contatti
diretti con la base, sia delle Comunità che della popolazione
tutta.
Il problema quindi rimane aperto; la Conferenza non aveva
elementi sufficienti per valutare
a fondo la richiesta, si è auspicato un incontro più vasto con la
Comunità Montana per valutare
insieme serenamente i modi, le
forme e le condizioni della collaborazione richiesta e offerta con
la struttura del futuro Ospedale.
battito sulla questione delle designazioni pastorali. Non è in discussione l’autonomia delle Chiese, ma lo studio di una procedura diversa, che permetta una
consultazione tra Tavola e Chiese interessate in modo da concordare una soluzione globale;
ma il problema di come attuare
una procedura di questo genere
non è facile.
D’altra parte, come ha osservato Claudi.0 , Tron, la collaborazione-fFa-lè-Chiese non si esaurisce con la designazione dei pastori, ma va ricercata attraverso
l’integrazione di comunità vicine.
Tutta questa discussione non
deve far dimenticare che le designazioni pastorali non sono il
problema centrale della Chiesa.
Ermanno Genre ha citato l’inchiesta condotta dal grunpo EGEI a Luserna S. Giovanni, da cui
risulta che occorre cercare vie
alternative per ristabilire il contatto con coloro che sono al margine delle comunità. Il campanile non deve più essere il punto
di riferimento di tutta l’attività
della Chiesa.
Bruno Rostagno
Nell’ ambito dell’ attività sul
colportat^rio alle Valli, di cui si
occupa la Commissione Colnortaggio è stata fatta menzione anche del lavoro della Libreria
Claudiana nella sua nuova sede
in Torre Pellice. Uno strumento
di diffusione, non solo del libro
evangelico, ma della testimonianza evangelica che deve essere utilizzato.
t CLAUDIANA
La Conferenza Distrettuale riunita a Viliar Pellice il giorno 27 giugno ’76,
considerata la importanza
della libreria Claudiana di
Torre Pellice, come servizio alle chiese del Distretto, invita il consiglio del
I circuito a farsi promotore di proposte concrete
da discutere nell’ambito
del Distretto per sostenere e valorizzare questo servizio.
La Federazione delle Chiese Evangeliche ed il suo Congresso
a Bari in novembre è stata oggetto di dibattito in un gruono
di lavoro; il problema non si e
però concretato in un Ordine del
Giorno; si è provveduto alla nomina dei delegati (12) che rappresenteranno il Distretto.
Delegazione alla assemblea della Federazione:
Marco Ayassot, Marcella Gay, Renato Coisson,
Bruno Rostagno, Ermanno Genre, Eugenio Rivoir,
Valdo Fornerone, Mirella
Bein, Giovanni Conte, Augusto Armahd-Hugon, Aldo Lausarot, Viola Rostan.
Supplenti: Laura Micol,
Jean-J. Peyronel, Adriano
Longo, Carla Long, Giorgio Baret, Ivana Costabel.
Commissione Esecutiva
Distrettuale :
Giorgio Tourn, presidente; Claudio Tron, vice-presidente; Bruno Bellion, segretario; Valdo Fornerone e Liliana Viglielmo,
membri.
Commissione d’esame
sull’operato della Commis.sione esecutiva distrettuale: Erica Cavazzani, Franco Sappé, Adriano Longo.
Nella conferenza hanno ultimato il
loro mandato Giovanni Pontet e Marco Ayassot della Commissione Distrettuale ed Edoardo Aime della Commissione del Canto Sacro. La Conferenza
ha espresso loro il suo ringraziamento
ma vogliamo pubblicamente ribadirlo.
Per molti la Com. Distr. ed il Canto
Sacro si sono identibcate negli ultimi
anni con l’ing. Pontet ed il pastore
Aime; più che una carica il loro è
stato un servizio con cui si sono pienamente identificati e di cui hanno
portato con dedizione il peso e la responsabilità. Il canto in particolare
ha avuto nel past. Aime un punto di
riferimento ed un consigliere qualificato e ci auguriamo che prosegua la
sua attività anche in futuro nelle nostre comunità.
La CED
7
2 luglio 1976
CRONACA DELLE VALLI
TORRE PELLICE
Le 20 ore... e
un po' di sperimentazione
Come è noto, in seguito ai famosi « decreti delegati », d’ora
innanzi gli insegnanti dovranno
prestare a scuola un servizio di
20 ore mensili oltre il loro normale orario d’insegnamento.
Forse può interessare il programma che, in ordine alla utilizzazione di queste 20 ore, è
stato formulato nella scuola media statale di Torre Pellice.
Si prevede dunque che ogni
insegnante nominato con orario
di cattedra sia disponibile per
la scuola ogni gioved;i pomeriggio. Il lavoro di quattro (o cinque) giovedì di ogni mese verrà
così distribuito:
— il primo giovedì, sarà dedicato ai « consigli di classe » ;
— il secondo e il quarto saranno occupati, per due ore, da
attività di aggiornamento in comune per gli insegnanti e, per
altre due ore, da attività individuali (ad es. cura delle biblioteche e simili ) ;
— il terzo giovedì sarà dedicato a riunioni generali di incontro di tutti gli insegnanti per
scambi di idee e lavori inerenti
appunto al « Collegio dei professori » ;
— il quinto (o, in mancanza,
altro giorno che verrà fissato di
volta in volta) sarà utilizzato
per incontri con le famiglie e
con gli alunni.
È evidente che questo schema
può essere riempito di contenuti
più o meno validi ed efficaci.
L’importante — mi sembra — è
porsi di fronte a questa nuova
esperienza di lavoro con spirito
di ricerca, di disponibilità e —
vorrei aggiungere — di inventiva. Ih una serie di incontri tra
Insegnanti, programmati per settembre, si deciderà che cosa vogliamo intendere per « aggiornamento ». ( Avvalersi di esperti?
Procedere a letture di testi stimolanti? Studiare argomenti
specifici per gruppi di interesse?) Il campo è vasto e abbastanza inesplorato. E quale significato vorremmo dare ai consigli di classe? (Certamente non
trascureremo l’esame delle situazioni dei vari ragazzi e del
loro evolversi ma converrà anche riflettere, per quanto concerne i piani di lavoro, sui contenuti deH’insegnamento che sarebbe bene poter discutere anche al di fuori del ristretto ambito degli addetti ai lavori).
E quali finalità si potranno
dare agli incontri con le famiglie che non siano i soliti ragguagli sul « rendimento » e sul
« comportamento » del ragazzo?
( Informazioni che lasciano il
tempo che trovano se non si approfondisce la tematica del rapporto tra generazioni, se non si
parte da un’analisi seria dell’ambiente da cui genitori e figli provengono e delle implicazioni che
questa provenienza comporta).
Sempre a settembre dovremo
sviluppare e riprendere un’ini
SERVIZIO MEDICO
festivo e notturno
Comuni di ANGROGNA - TORRE
PELLICE - LUSERNA S. GIOVANNI
- LUSERNETTA - RORA'
Dal 3 al 9 loglio 1976
Dott. PIERO SCAROGNINA
Via L. Tegas - Telef-- 90092
Luserna S. Giovanni
FARMACIE DI TURNI
Domenica 4 luglio 1967
FARMACIA INTERNAZIONALE
(Dr. Imberti)
Via Arnaud, 5 - Tel. 91.374
Martedì 6 luglio 1967
FARMACIA MUSTON
( Dr. Menassero)
Via della Repubblica, 25 - 91.328
Domenica 4 luglio 1967
FARMACIA Dott. PRETI
Luserna Alta
AUTOAMBULANZA
Torre Pellice ; Tel. 90118 - 91.273
VIGILI DEL FUOCO
Torre Pellice : Tel. 91.365 - 91.300
Luserna S. G. Tel. 90.884 -90.205
ziativa di sperimentazione già
avviata quest’anno e che riguarda l’utilizzazione delle varie ore
di doposcuola e di « completamento cattedra » in modi più
elastici ed efficaci di quelli tradizionali. Alcune di queste ore
sono state infatti usate in modo
da poter assicurare la presenza
contemporanea di due insegnanti all’interno di una stessa classe (sia per facilitare l’attuazione del lavoro di gruppo, sia per
rispondere ad esigenze diverse),
altre per seguire separatamente
gruppi orientati verso determinati interessi e determinate attività, altre per « allungare » il
normale orario di insegnamento
settimanale per alcune materie...
Anche qui le applicazioni possono essere varie ed emergere dalle situazioni specifiche.
Rimane il rammarico per i
condizionamenti interiori e esteriori che impediscono a non pochi ragazzi di essere veramente
partecipi di quanto la scuola —
sia pur imperfettamente — cerca di attuare.
Il nostro impegno e la nostra
ricerca devono tendere comunque ad aiutarli in questa direzione.
M. Bein Argentieri
Borse di studio
deiia F.F.V.
La Federazione Femmi
nile Valdese offre una Borsa di studio pari a L. 400
mila annue ad una giovane valdese che intenda
iscriversi alla Facoltà di
Teologia, in vista di uh
servizio nella chiesa.
La domanda, accompagnata dalla presentazione
del Pastore della comunità cui la studentessa appartiene, va rivolta entro
il 15 settembre a Berta Subilla, Via Pietro Cossa 42,
00193 Roma.
POMARETTO
Scuola Latina
Sono aperte le iscrizioni alla
Scuola Media a partire dal 1°
luglio. I documenti da presentare sono i seguenti:
1) Domanda in carta libera;
2) Diploma di licenza elementare e pagella di V.
Gli esami di licenza si sono
conclusi regolarmente. I 29 alunni, ammessi all’esame, sono stati tutti licenziati. Essi sono: Baret Enrica, Bisset Marina, Bleynat Patrizia, Bertello Dino, Bouchard Roberto, Coucourde Enrica, Coucourde Massimo, Costantino Ugo, De Gregorio Paola,
Galliano Daniele, Galliano Dario, Gardiol Lionello, Ghigo Paolo, Giacomino Mario, Inoli Nicoletta, Lantelme Laura, Lantelme Renata, Menusan Adriano,
Massel Paola, Pedrotta Patrizia,
Peyrot Raimondo, Pons Massimiliano, Long Caterina, Long
Roberto, Sappé Patrizia, Rissolq
Umberto, Sappé Rossella, Serre
Silvano, Vinay Luisella.
ANGROGNA
Domenica 4 luglio riprendono
i nostri culti al Bagnau alle ore
14.30. . .
I culti continueranno quindicinalmente per i mesi di luglio ed
agosto. . . ■
Tutti sono cordialmente invitati.
• Sono stati battezzati Stephan Chauvìe di Adriano e Wanda di Torre Pellice e Valerle
Besson di Rino e Anne Mane
di Aigle (VD).
Voglia il Signore benedire questi fanciulli perrnettendo loro di
giungere alla gioia della fede.
e II pastore sarà assente dal
28 giugno al 17 luglio. Per ogni
evenienza rivolgersi al past. Taccia a S. Giovanni.
Comunità Montana
Ual Chisone
0 Germanasca
Nel quadro degli interventi,
che la Comunità Montana sta
portando avanti sul territorio,
per la sensibilizzazione e l’informazione della popolazione su
problemi della salute e della medicina preventiva è stata indetta
una riunione che si terrà a Pramollo giovedì 8 luglio alle ore 21
presso la sala delle attività.
L’incontro avrà per tema:
« Igiene e profilassi dentale » e
sarà tenuto dalla Dott.ssa Maria
Bianco (medico dentista) e dalla
sig.ra Vittoria Martini (igienista
dentale della Comunità Montana).
Tutta la popolazione è invitata
a partecipare data l’importanza
e l’attualità dei problemi inerenti
la salute.
LUSERNA
SAN GIOVANNI
Il mese di luglio vede ormai la
chiusura della maggior parte delle attività ecclesiastiche, ad eccezione della Società di Cucito che
continua a riunirsi in vista della
preparazione dell’annuo Bazar
che quest’anno avrà luogo la prima domenica di agosto. L’allestimento di un Bazar con l’alto costo del materiale e il numero limitato di collaboratori, costituisce un impegno non indifferente:
tanto più encomiabile l’attività
delle nostre sorelle, che ci auguriamo possa essere coronata di
successo con un esito rallegrante e incoraggiante. Tutti sono fin
d’ora invitati a partecipare al
Bazar del 1° agosto alle ore 15
nella Sala Albarin.
• Durante le quattro domeniche di luglio il past. Taccia terrà
una serie di predicazioni sul tema delTeiica cristiana secondo
l’Ep. agli Efesini, sia al Tempio
alle 10.30 che alla Cappella degli
Airali alle 9. Ecco il programma:
Dom. 4: Il fondamento: l’uomo
nuovo in Cristo (Ef. 4: 21-24)
Dom. 11: I rapporti familiari:
mogli e mariti (Ef. 5: 22-23)
Dom. 18: I rapporti tra generazioni: padri e figli (Ef. 6: 1-4)
Dom. 25: I rapporti sociali: servi e padroni (Ef. 6: 5-9).
• Venerdì scorso, pomeriggio
di chiusura dell’attività della
Scuola Materna con lettura e discussione della relazione dell’insegnante. Dato che una sola iscrizione è stata raccolta per il corso del mese di luglio, l’asilo estivo è stato sospeso, anche a favore del centro estivo organizzato
dal Comune aperto quest’anno
anche ai bambini in età di scuola
materna. Un incontro del Comitato con l’assessore comunale all’istruzione Sig.na Maria Merlo,
ha posto le basi per la futura collaborazione in vista dell’apertura
Tanno prossimo di due sezioni di
Scuola Materna statale negli attuali locali del « Giardino di infanzia valdese ».
• Mercoledì, 23 giugno ha avuto
luogo il funerale di Oreste Stalé
dei Bianchi, noto apicultore,
spentosi a soli 66 anni dopo un
lungo periodo di infermità. Alla
famiglia rinnoviamo Tes'ressione della nostra solidarietà in
Cristo.
• Presso l’Asilo Valdese di S.
Giovanni abbiamo avuto una riunione con sei ragazze (tre di Torre e tre di San Giovanni) che durante questa estate daranno la
loro collaborazione volontaria
presso il nostro Istituto. Ci rallegriamo vivamente di questo .apporto, sia come aiuto al personale che come animazione per
le persone anziane che apprezza
* no sempre la presenza e l’inte-
* ressamento di giovani.
Doni per l’Asilo
di Luserna S. Giovanni
Doni pervenuti nel mese di maggio:
Edina Ribet, in mem. della mamma Elena Rostain-Perazzi L. 20.000;
N. N., ricordando Arturo e Renato
100.000; Ricca Bruno (Milano) 800
mila; N. N. 25.000; Revel Gianassi
Emilia (Castellamonte) 3.000; Chiesa
Valdese di Losanna 65.000; Freundeskreis der Waldenser Kirche (Essen Germania) 1.038.345; Rivoir Silvana,
in mem. dì Walter (T. P. 10.000; Benech Emilia ved. Berlalot, in mem.
del marito (T. P.) 5.000; Armand
Pilon Silvia e Mario, in mem. di Bruno 20.000, della zia Paolina 20.000:
In mem. di Giordan Margherita in
Armand-Hugon. i vicini di casa (T.
P.) 5.000., Grazie!
FRALI
Grave lutto nella comunità
Arturo Menusan è stato vittima di un incidente mortale sul
lavoro. Martedì 22 giugno, verso
mezzogiorno, mentre lavorava su
un’impalcatura in un condominio in costruzione della ditta T
sella di Genova, per cause ancora imprecisate cadeva sull’asfalto sottostante e moriva sul colpo.
Avrebbe compiuto i 17 anni il
24 agosto. In aprile, il venerdì
santo, aveva fatto la confermazione con altri sei giovani, dopo
aver frequentato molto assiduamente il quarto anno di catechismo. Le uniche assenze le aveva
fatte perché aveva dovuto sottoporsi a visite mediche a Torino.
L’8 luglio avrebbe infatti dovuto
entrare all’Ospedale Gaslini ^ di
Genova per essere operato all’anca. Ma nell’attesa non aveva voluto rimanere a casa. Arturo amava molto il lavoro da muratore, e quando gli avevano proposto di assumerlo come aiuto,
aveva accettato volentieri.
Purtroppo c’è da domandarsi,
come accade ancora in troppi
casi, se non sia stato vittima di
un’insufficiente applicazione delle norme antiinfortunistiche. Dai
primi accertamenti sembra infatfatti che la barriera di protezione fosse troppo alta.
Arturo era di carattere buono
e laborioso, ed era benvoluto da
tutti. La sua morte ha destato
una commozione profonda e generale. Per ricordarlo, tutte le famiglie della sua borgata, gli Indiritti, hanno fatto una sottoscrizione per l'Ospedale di Pomaretto.
Ai genitori, alla sorella, ai iionni, esprimiamo ancora la solidarietà fraterna di tutta la comunità di Prali, che in pochi mesi
ha perso due dei suoi giovani.
« Tu, non temere, perché io sono
con te; non ti smarrire, perché
io sono il tuo Dio; io ti fortifico.
PRAROSTINO
io ti soccorro, io ti sostengo con
la destra della mia giustizia »
(Isaia 41: 10). b. r.
Incontro
Colle della Croce
Il tradizionale incontro
italo-francese al Colle della
Croce si terrà quest'anno
la domenica 18 luglio. Il
culto è fissato per le ore 11.
Speriamo che il tempo favorisca la partecipazione
dai due lati del confine e
siamo fiduciosi nella buona
educazione di tutti coloro
che saranno al Colle quella
domenica, perché non disturbino il culto e l’incontro del pomeriggio.
• Nel Teatro popolare all’aperto inaugurato ed allestito con la
collaborazione delle Pro Loco,
ANPI, Comitato del Faro e dei
giovani dell’Unione Giovanile
Valdese, ha avuto luogo sabato
sera la prima delle rappresentazioni in programma per il periodo estivo.
Il dramma « Il diario di Anna
Frank » realizzato dai giovani
dell’Unione ha avuto un successo più che lusinghiero ed è stato molto applaudito dai numerosi presenti.
Nel prossimo numero daremo
una più ampia relazione di questa recita e delle manifestazioni
della domenica seguente in occasione del trentennale della Repubblica.
• Il culto di domenica prossima
4 c. m., sarà presieduto dall’anziano Dino Gardiol di Luserna
San Giovanni che ringraziamo
per la sua collaborazione.
VILLAR PELLICE
La comunità si è rallegrata di
aver ospitato i lavori della recente Conferenza Distrettuale.
È stata una profìcua occasione
per riallacciare i contatti e partecipare più da vicino agli interessanti lavori della Conferenza
documentati qui a fronte. Una
valida équipe di collaboratrici e
collaboratori ha intensamente
lavorato per tre giorni, permettendo così, la piena riuscita logistica, dell’incontro distrettuale.
Il Comune ha prestato, nel corso
deH’incontro, una saletta che ha
potuto essere utilizzata da un
gruppo di studio della Conferenza.
• Dal 15 sino alla fine di luglio,
sotto il patrocinio della Pro Villar Pellice, si svolgerà l’annuale
mostra artigianale. La Pro Villar
invita tutti gli artigiani a partecipare alla buona riuscita della
iniziativa.
-ff Hanno collaborato: Elsa Baima - Renato Cdisson - Dino
Gardiol - Giuseppe Platone
Terzo elenco offerte
per organo
Chiesa di Torre Pellice
(dal 13 aprile al 19 giugno)
Sig.ra Haydee Henking L. 25.000;
Bruno Paschetto 10.000; Jane Del Pesco 5.000; Nini Cocorda 20.000; Emma Pasquet 10.000; Luigi Rossi 5.000;
Alice Marauda 5.000; Ade Gardiol
100.000; Mary Jahier 25.000; Emma
Giordano 10.000; Coisson Ida, Mario,
Annalisa 30.000; Pasquet Michi e
Bruno 15.000; Forneron Clara e Alberto 10.000; J. e M. Chauvie Planchon
(F. Sizz.) 50; Emma Rivoir, Roma
2.000; Irene Bertot-Pastore, Roma
1.000; Commiss. Canto Sacro 1° Distretto a mezzo past. Aime 350.000;
Beatrice Appia Blacher 4.000; N.N.,
Casa Diaconesse 10.000; Gasparotto
50.000; Guido e Dely Pasquet 15.000;
Enrico Mario Corsani in memoria di
Letizia Corsani 10.000; in memoria
di Cesare Malanot, la moglie 5.000;
Ivonne Codino in memoria del marito
20.000; Goffreda Nisbet 10.000; Rosa Casini 500; Barone Giordan Emilia
5.000; Diomisa e Ester Moretti 10.000;
Dolores De Giorgi (Buenos Aires) 5
mila; Maria Trossarelli 5.000; Amato
Poet 20.000; Eugenio Jahier 50.000;
Liliana Ribet 5.000; Ervin Keller, Como 10.000; Silvio Long, Lugano 10
mila; Susanna, Franca, Mario Eynard
5.000; In mem. di Osvaldo Ricca, la
moglie 5.000; Lena e Giulio Bellion
5.000; Paschetto Ilda 10.000; Concerto Corale di di Torre Pellice a Morge
del 28-5 con partecipazione Choeur
Paroissial de Morges 13.120 e F. Sv.
1.430; Colletta culto a Morges del
30.5 8.500 e F. Sv. 580; Beerbohm.
Lus. S. G. 1.000; In mem. di Iller
Cardon, Maria Beux e Rina Bellion:
N. N. ,San .Gemmano 5.000; R. C.
5.OO0;"*Ribet Cesare e signora 10.000;
Giulio Raima 5.000; Frida Gardiol in
mem. di Virginia Beux 5.000 ed in
mem. di Giulio e Mary Tron 5.000.
"""lamGRAZn'MSJTO
Il marito e le famiglie della compianta
Irma Rostagno in Codino
profondamente commossi per la dimostrazione di affetto tributata alla loro
Cara, ringraziano tutti quanti hanno
preso parte al loro dolore.
Un particolare ringraziamento rivolgono al prof. Gay, ai Medici ed al Personale infermieristico dell’Ospedale di
Pomaretto per le amorevoli cure prodigatele, ai pastori Deodato e Rostagno.
Pinerolo, 19 giugno 1976
^^^^INGRAZIAMENTO
« Beati i puri di cuore, perché
vedranno Iddio ».
(Matteo 5: 8).
Le famiglie Menusan, Grill e Peyrot
ringraziano sentitamente il Dott. Vivaldo, il Pastore Rostagno e la Signora,
le famiglie di Indiritti, i parenti, i coscritti. e tutti coloro che con la presenza, scritti e fiori hanno partecipato
al loro dolore per Timprovvisa scomparsa del loro caro
Arturo Menusan
di anni 16.
Indiritti. 24 giugno 1976.
RINGRAZIAMENTO
La famiglia del compianto
Oreste Stalé
nelTimpossibilità di tarlo singolarmente, ringrazia tutte le gentili persone
che hanno preso parte al loro dolore.
Un ringraziamento particolare al
Dott. Gardiol, al Pastore Taccia, al
personale dell’Ospedale Valdese di Torre Pellice. ai medici e personale dell’Ospedale Evangelico di Torino.
Luserna S. Giov., 26 giugno 1976.
8
8
K U R D I
CRISTIANI PER IL SOCIALISMO (cps)
Un popolo stritolato Anche in Francia
dalla politica del petrolio i c.p.s. si organizzano
Mesi or sono abbiamo dato
notizia della situazione delle popolazioni kurde del Kurdistan
iracheno e della repressione in
atto contro questa minoranza.
La mancanza di notizie di agenzia, ed il silenzio che avvolge, anche sulla stampa a larga diffusione, le vicende di quel paese
non ci hanno permesso di proseguire nella nostra indagine. Solo
recentemente ci sono pervenuti
alcuni documenti ciclostilati a
cura deir«Associazione degli Studenti kurdi in Europa » e del
partito comunista iracheno che
sollevano un pochino il velo di
tenebre che ammanta la regione
del golfo persico.
La prima constatazione che si
può fare, sulla base di questi dati, concerne il significato reale
dell accordo stipulato il 6 giugno
1975 fra lo Scià di Persia e Saddam Hissein capo del regime irakeno. Per molti anni infatti i rapporti tra i due paesi erano stati
molto tesi, da guerra fredda, ed
il movimento di indipendenza
kurdo poteva così contare sull’appoggio dell’Iran che ne copriva alle spalle l’attività.
In realtà l’accordo fra i due
governi oralmente repressivi e
dittatoriali (si ricordino le impiccagioni di ebrei in Irak e le denunce contro la polizia iraniana
fatte di recente da Amnesty International) si situa nel contesto
della politica di pressione degli
Stati Uniti per il predominio nella zona mediorientale; si tratta
dunque non di un accordo di pacificazione, di costruzione, con
prospettive di pace ma di una
intesa a carattere autoritario. Il
regime di Saddam Hussein otteneva mano libera nella zona del
Kurdistan e poteva così stroncare la protesta del popolo kurdo.
Il territorio, anche sé ufficialmente dotato di uno statuto di
autonomia veniva in realtà sottoposto ad una feroce repressione.
Il regime di Teheran otteneva,
in compenso del suo disinteresse
in questa vicenda, considerevoli
vantagei territoriali e politici.
Estese infatti la sua giurisdizione sul territorio deH’Arabistan
(dove vivono circa 3 milioni di
arabi) e sullo Sciat-el-Arab, l’unico sbocco al mare dell’Irak. Questo permette alle truppe dello
Scià di controllare l’intero Golfo
Persico e soffocare le rivolte nelTOman e nello Zufar. Qualsiasi
persona, anche se poco esperta di
problemi internazionali e poco
edotta delle frontiere in paesi
lontani, afferra subito che dietro
tutto questo intrigo politico sta
non tanto la colomba col ramo
d’ulivo, la colomba della pace
quanto il petrolio.
Una seconda constatazione,
messa in luce nei documenti che
abbiamo menzionato, è questa:
la repressione non si limita al
territorio irakeno ma si estende
all’estero.
« Questi episodi di sopraffazionene del popolo kurdo non sono
limitati al solo Iraq, ma vengono posti in atto in tutti i paesi in
cui vi sia un’ambasciata di questo regime sanguinario che impiega ingenti mezzi per metterea tacere ogni voce che tenda a
smascherare la loro politica antidemocratica. Eccone alcuni
esempi:
A Trieste nel 1974 la delegazione kurda non ha potuto partecipare alla Conferenza Internazionale delle Minoranze in seguito
all’intervento dell’ambasciata irakena a Roma e nonostante l’appoggio dei congressisti presenti.
Nell’aprile 1975 a Roma il rappresentante kurdo I. Cherif Vanly non ha potuto svolgere la programmata conferenza stampa
dopo la minaccia da parte di dodici agenti del servizio segreto
dell’ambasciata irakena.
Marzo 1976 a Parigi, Londra,
Bonn e in Svezia patrioti kurdi
FONDO DI SOLIDARIETÀ'
In questi ultimi giorni ci sono
pervenute parecchie offerte, oltre che da singole persone, anche da alcune Chiese, in modo
particolare destinate ai terremotati del Friuli. Siamo così, in
grado di effettuare un altro versamento di L. 1 milione e 500 mila, che trasmettiamo alla FCEI
(Federazione Chiese Evangeliche
Italiane) per i suoi programmi
di aiuti, annunciati anche su questo giornale in varie occasioni.
Naturalmente il fondo rimane
ancora aperto per altre sottoscrizioni a questo scopo; quanto prima daremo un elenco aggiornato.
Ricordiamo inoltre ai lettori
che, parallelamente agli aiuti al
Friuli, è pure sempre aperta la
sottoscrizione per i terremotati
del Guat^nala. I confronti (specie di questo genere) sono sempre odiosi, ma desideriamo ricordare che se la situazione del
Friuli è drammatica, in Guatemala è addirittura tragica. Infatti il terribile sisma del 4 febbraio
scorso ha provocato — su una
popolazione di poco più di 5 milioni — la. distruzione di gran
parte del Paese, la morte di 23
mila persone. I feriti sono stati
circa 80 mila ed i senza tetto oltre un milione e mezzo. Tutto
questo, in una terra dove l’l%
della popolazione possiede TBOo/o
dei beni ed il 70% ha un reddito
annuo inferiore alle 40 mila lire.
La disoccupazione tocca il 20%
dei lavoratori, mentre un altro
52% ha un lavoro solo a tempo parziale. Solo Tl% di essi ha
un’organizzazione, mentre il 7%
di tutta la popolazione ha qualche assicurazione sociale. Ecco
perché intendiamo continuare ad
appoggiare l’opera del CEO, certi a nostra volta del sostegno
dei lettori.
Le altre due iniziative aperte
riguardano rispettivamente gli
aiuti al Vietnam per cui abbiamo già effettuato alcuni versamenti e il Programma di lotta
al razzismo. Per il Vietnam ab
biamo in cassa L. 300 mila ed
attendiamo di giimgere almeno
al mezzo milione per effettuare
ancora un versamento. Circa il
Programma contro il razzismo
del CEC, disponiamo solo di 100
mila lire; ricordiamo vivamente
ai lettori questa iniziativa permanente, e tanto più in questo
momento, con il tragico riacutizzarsi della esecrata repressione bianca in Sudafrica che ha
provocato 150 morti per stroncare nel sangue le legittime e pacifiche rivendicazioni della maggioranza nera.
Ricordiamo che le offerte vanno inviate al conto corr. postale
n. 2/39878 intestato a Roberto
Peyrot, corso Moncalierì 70, Torino, indicando possibilmente la
causale del versamento.
Offerte per il Friuli
Gay-Meynier, Milano 50.000; Incelli
Angelo ed Emma, Vicenza nel 90°
giorno della morte di Vezio; IBG, Milano 250.000; Lancellotti Domenico,
Terni 10.000; Long Umberto, Inverso Pinasca; La Vacca Vincenzo, Aquilonia 5.000; Mantelli Giovanni, Alessandria 10.000; Manzoni Elvina e
Lello, Milano 20.000; Mazzuccato Elisa, Roma 30.000; Marauda Alice, Torre Pellice 10.000; Merizzi Flora, Tirano 10.000; Mosconi Arturo, Milano
25.500; Mosconi Vinicio, Milano 25
mila; N.N., Rorà 20.000; Palmieri
Ida, Pescara 5.000; Paolinelli Angelica, Firenze 5.000; Quercioli Guido,
Dovadola 20.000; Rossi Adele e L.M.,
Torre Pellice 10.000; RPC, Roma
20.000; Scaccioni Lina, Luserna San
Giovanni 10.000; Scarino L. 10.000;
fam. Santullo Nicola, Gambaterra
7.000; Sellar! Silvio San Mariano 10
mila; Tassinari Icilio, Dovadola 20
mila; Tauro Angela, Roma 10.000;
Terenzoni Francesco. Levanto 30.000;
Terranova Trani Maria, Grottaglie
20.000; Titta-Dreher Gabriella, Roma 50.000; Undili Marinella, Pinerolo
10.000; Vergnano Gambi Ornella, Firenze 30.000.
Totale complessivo L. 17.537.180.
che manifestavano contro la repressione in atto contro il popolo kurdo sono stati ostacolati e
minacciati da parte di provocatori delle rispettive ambasciate
irakene.
21 marzo 1976, giorno della festa nazionale kurda (Newroz), a
Bucarest (Romania) qli studenti
kurdi che celebravano la festa
insieme alle proorie famiglie sono stati assaliti aH’uscita del ristorante verso le 15,30 da una
quarantina di agenti dell’ambasciata irakena, che hanno barbaramente bastonato ed accoltellato non solo i kurdi, ma anche i
loro familiari rumeni. Quattro
persone sono state ricoverate in
ospedale.
La maggior parte degli studenti kurdi in tutti i paesi (compreso l'Italia) sono stati minacciati
da provocatori (pagati dal regime) della possibilità di ritirare
loro i passaporti per il loro costante lavoro di denuncia presso l’opinione pubblica della politica del regime irakeno ».
Cinque organizzazioni cristiane
di sinistra (Vie Nouvelle, Groupes Témoignage Chrétien, les
Equipes Enseignantes, la J.E.C.
e l’Action Catholique Universitaire) hanno organizzato il 6 e 7
giugno ad Qrléans un incontro
nazionale sul tema: « Fede, comunità cristiana, socialismo ». Si
trattava di organizzare una sezione francese del movimento
« Cristiani per il socialismo »
(Cps). I partecipanti al congresso hanno ribadito di non voler
costituire né un « partito di cristiani di sinistra », né una corrente cristiana organizzata all’interno dei partiti e delle formazioni di sinistra. In positivo,
hanno affermato che se « amare
il Cristo liberatore è voler trasformare il mondo » è necessario
militare in quei partiti che lottano per la trasformazione riflettendo, allo stesso tempo, alle implicazioni della loro scelta confrontata alla fede nel Signore.
I 300 delegati convenuti a Qrléans (che rappresentano complessivamente 18.000 militanti)
LA SETTIMANA INTERNAZiONLE
(a cura di TuUio Viola)
BAKUNIN E LE MODERNE
DITTATURE
•A- Il 1° luglio cade il centenari della morte di Michail Alexandrovic Bakunin, il celebre rivoluzionario anarchico nato l’8.5.
1814 a Prémuckino nel governatorato di Tver (oggi Kalinin), da
nobile famiglia russa. Ebbe vita
tempestosa e randagia, fra le
sofferenze del carcere, della deportazione in Siberia, dell’esilio
attraverso mezzo mondo, ivi
compresa l’Italia (dove vivono
alcuni suoi discendenti; uno di
questi, il prof. Renato Caccioppoli ordinario di analisi matematica nell’Università di Napoli,
scomparve prematuramente e
tragicamente non molti anni fa,
lasciando opere matematiche di
altissimo valore).
Gli scritti di Bakunin sono tuttora poco noti, soprattutto (strano a dirsi) in Italia. « La Repubblica » del 16.6.’76 dedica un bell’inserto di due pagine a questo
straordinario genio del socialismo che fu in contrasto sia con
Mazzini che con Marx ed ebbe
prodigiose intuizioni politiche,
diremmo anzi vere e proprie divinazioni profetiche.
« Nei suoi scritti (scrive Pier
Carlo Masini) s’incontrano lucide premonizioni, ad esempio sulle deviazioni “governative” della
socialdemocrazia tedesca, l'esplosione del militarismo prussiano,
la rovinosa caduta dell’autocrazia zarista, i genocidi di massa
del nazismo, le perversioni autoritarie del comunismo di Stato,
il risveglio del continente asiatico, l’inevitabile conflitto territoriale fra Cina e Russia. In dissenso con Marx, Bakunin giudicava lo Stato non come un mero
prodotto delle contraddizioni di
classe, una sovrastruttura destinata a cadere quando fosse venuta meno la sua base economica, bensì una istituzione fondata
sul dominio, dotata di una sua
autonoma forza di conservazione
e di coesione, destinata essa stessa a produrre e ad organizzare
intorno a sé le caste dominanti,
se non limitatà o addirittura negata dal suo naturale antaponista: la società civile.
Nel 1868, in una lettera al democratico francese Chassin, scriveva che "la più disastrosa combinazione sarebbe quella fra il
socialismo e l’assolutismo, fra
le tendenze del popolo verso la
emancipazione economica e il
benessere materiale da una parte, la dittatura e la concentrazione di tutti i poteri politici e
sociali nello Stato dall’altra”.
E concludeva con un ammonimento profetico: "Noi non cerchiamo la giustizia, tutta la giustizia politica, economica e sociale che per la via della libertà. Non vi può essere niente di
vivente e. di umano al difuori
della libertà, e un socialismo che
la ripudiasse dal suo seno o che
non l’accettasse come base e come unico principio creatore, ci
condurrebbe diritti alla schiavitù e alla bestialità”. Insieme a
Proudhon, fu il primo a dire queste cose ».
I problemi che Bakunin enunciò, di nessuno dei quali sapendo peraltro indicare soluzioni
accettabili, sono più che mai, e
sorprendentemente, attuali. Qggi
quei problemi possono analizzarsi naturalmente con ben maggiore profondità ed acutezza. Sul
problema delle dittature, ad. es.,
Antonio Cambino osserva (v.
« L’Espresso » del 20.6):
« Basta gettare uno sguardo
ad una carta geografica per notare che continenti quali l’Asia,
l’Africa e l’America latina non
sembrano conoscere quasi altra
forma di governo.
Questo fenomeno, pur così immediato e palpabile, si scontra,
però, con un’altra innegabile realtà del mondo in cui viviamo:
la crescente partecipazione, in
tutti i paesi (anche se, naturalmente, in misura di caso in caso
molto diversa) delle masse alla
vita politica ».
Cambino cerca di risolvere il
problema nascente da questo
scontro, con quattro motivazioni di cui riportiamo qui l’essenziale:
1) «La situazione non è mutata solo per la maggiore partecipazione delle masse, ma anche
per il progressivo aumento della
forza dello Stato. I governi, un
tempo piccole macchine burocratiche composte di poche centinaia d’individui, si sono trasformati in apparati enormi, ricchi di propaggini e di "corpi separati”, che tuttavia, nei momenti di emergenza, sono capaci di
far blocco per la difesa degl’interessi consolidati e privilegiati ».
2) « V’è molto maggior disponibilità psicologica dei gruppi che detengono il potere concreto, a servirsene con assoluta
brutalità ». Meno sensibilità « agli atteggiamenti dell’“opinione
pubblica” (...), totale spregiudicatezza di tutti i mezzi di repressione a disposizione », ecc.
3) « Inserimento delle masse
in un’organizzazione che rappresenta uno strumento conservatore e repressivo di notevoli proporzioni ».
4) « Riflesso condizionato
conservatore rafforzato anche
dall’intuizione, imprecisa ma oscuramente presente e diffusa,
dei legami internazionali che, se
non altro per l’intersecarsi degli
interessi economici, sorreggono i
gruppi autoritari al potere. Da
questo stato d’animo di disperazione nasce la tendenza di alcune minoranze ad abbandonare
lo scontro politico per puntare
sulla lotta armata: evoluzione
che, oltre a dividere e ad indebolire l’opposizione democratica,
tiene l’effetto opposto: cioè la
giustificazione, agli occhi di molti, dei regimi dittatoriali ».
hanno respinto l’idea di creare
un nuovo « stato maggiore » senza consultare la base. Benché
forti differenze abbiano caratterizzato il dibattito e la ricerca si
è convenuto di promuovere una
Federazione Cps che raggruppi
azioni sparse in tutta la Francia
la cui funzione resti quella di
« favorire la ricerca di nuovi modi di vivere la fede in Gesù Cristo », assicurando « solidarietà
con i gruppi Cps nel mondo ».
Ed ora,
chi governerà
il Paese?
(segue da pag. 1)
mentalizzata — che il PCI avesse
ormai raggiunto il tetto delle sue
possibilità, tanto più che — si diceva — il voto delle amministrative del 15 maggio 1975 era stato
parzialmente un voto di protesta
contro il malgoverno DC. Così invece non è stato.
Occorre a questo punto fare
anche un’altra considerazione e
cioè che questo partito ha continuato durante la, passata campagna elettorale a proporsi come
forza di governo disponibile anche nei confronti della DC. Gli
elettori, come già si diceva qui sopra hanno avallato col loro voto
questa linea. In un precedente articolo in vista di queste elezioni
facevo delle riserve su come ’a
« base » avrebbe accolto queste
proposte: bisogna ora onestamente riconoscere che esse sono state
senza ombra di dubbio recepite e
confermate dall’elettorato. Se pertanto la parola « democrazia » in
Italia ha ancora un senso, la DC
deve prendere atto che senza le
altre forze popolari la nazione
non è governabile. Si ricorda da
più parti che punto fermo della
DC è la assoluta esclusione del
PCI non solo dal governo, ma anche dalla maggioranza, la cosa è
però impossibile se si vuol favorire al più presto una certa ripresa
del paese. Né per di più si può tacere il fatto che il PCI è disposto ad assumersi grosse responsabilità in un momento in cui sarebbe assai più comodo starsene all’opposizione.
Di fronte a questa situazione di
blocco potrebbe allora succedere
ciò che solo parzialmente è avvenuto in occasione delle elezioni:
una ulteriore, profonda spaccatura della DC che consenta veramente alle sue forze più democratiche e genuinamente popolari una
nuova formula di governo nell’interesse della collettività.
Tutti gli altri espedienti sarebbero solo dei palliativi, delle inutili e dannose perdite di tempo
che, dopo un illusorio avvio, potrebbero costituire l’anticamera di
un dissesto generale ed irreversibile.
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8 luglio 1960
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