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Pkeeo Lira 6
Ann« LXXVn . N, 33
TORRE PELLICE, 29 Agosto 1947
Spedizione in abbonamento postale - I Gruppo
ELLE
SETTIMANALE DELLA
L A
E N O
Questa la vocazione sp'eciaie cristiana con le sue esigenze.
Ora qual'è Vatteggiamento nostro
dinanzi ad essa?
I) - Alcuni udendola fanno i sor
dii fino a che finiscono col non udirla ¡HÙ. Pìerchè fanno così? Perchè
la rinunzia cui sono chiamati sems
hra loro troppo grande, sembra loro costar mtpi^ carat. Sonai tanto
accecati dall'amore delle ^’cose presenti" e del "presente secolo", dagli inilfiressi, dagli affetti e dagli i<lenii terreni che dimenticano gl’in
leressi suprentji del Regno di Dio.
Perdo turano le Iqro orecchie alla
celiaste vocazione. Ma sono vite fallite questue.
Il) - Altri invece ascoltano una
chiamata che scambiano per V(ocazioniBl celeste, mentre in realtà essa
è terrena, perchè terreni infatti ne
sono i moventi ; una posiziottet socifde (quantunque quella del pastore dal punto di vista finanziario e
sociale non sia tanto invidiabile) ^ lina via come un’affira per guadagnarsi
stierante), una tradizione familiare
il pane (il ’’gagnepain" dpl moda seguire, un buon ideale umane
da perseguire, il buon consiglio di
un qualche amico da ascoltare : tutti motivi umani, terreni,-. Ecco perchè si vedono — e proprio ppT questa ragiorui — coloro che a mezza
via, veden)do\ più chiaro in sè stessi,
lasciano la via ddla... "loro" menzione.
ÿsv
ama “ ®io ami àn-c-he^
l'tafe'C'Co.
(I Giov. 4: 21)
VALDESI
lESA VALDESE
l ocazione vuol dire chiamata; vocazione cristiana è quella di Dio, che
ci chiama in Cristo e per Cristo,
C’è una vocazione, generate e ce
n’è una particolare
ili) - Aihri ancora l’ascoltano sì,
ma la seguono fiaccamente, solo fino ad un certo plinto.^ e appena
sorgono delle difficoltà (e questlè)
non mancano^ famiglia contraria,
amici che si beffano, genitori sedicenti cristiam che pongfmo un i>eto
cmegorico, difficoltà finanziarie pfjr
compiere gli studi necessari, ecc.)
si scoraggiano e per lo più finiscono
col non ubbidirle, più alla celeste vocOìzion\e\ Essi restano tristi e scoprati, conte dei vinti.
'^CET IN TE'^
si«o alla fine, servendo fidelmente
Gesù sempre è ovunque.
La vocazione GENERALE è quella che tutti i cristiani odono,- essa
L chiama ad uscire dal ”mondo>’’ o
italla ’’Babilonia" per entrare nella Chiesa di Dio e divenire discepoli e seguaci del Cristo. Udendo e
■•seguendo questa vocazmtve si diviene
"cristiani" {Atti il: 26).
Quella PARTICOLARE è una seconda chiamata (che può opincidere con la prima, ma che non può
essere senza di quella) per cm sen
lianU) che Dio ci chiama a servire
in modo speciale^ a consacrarci interamente ai Suo servizio, senza or
vere altro ideale accanto o al disopra di questo. La vocazione, in questo senso specifico però, non è un
~ideate~ehe'noi segniamo perchè ci
piace, ma Tubbidi)efiza ad una divina voce che parla nell’intimo in matchiaro, inequfvocabite. Anche
questa vocazione ci chiama ad uscirà ilallai nostra cerchia solita, dal
nostro abituale ambiente e dalle nostre ottmuni occupazioni, dalla nostra vita comoda o dalle cure ché, ci
preoccìupano, facendoci lasciare, oc
corriaido: jmdre, madre, frdtelU,
sorelle, terreni, affari anche bene
nvviutii o molto redditizi, per seguire Colui che ci chiama : Gesù
(.risto, il Redentor nostro, e Uivorare con lui all’Ovanzamneto del Régno di Dio sulla terra, seguendo in
lutto e per tutto le Sue direttive e
ricevendo da Lui ogni giorno la for
za necessaria.
IV) - Ci sono infine quellf che
ubbidiscono, aonm Somuele, Isaia,
i Profeti e gli Apostoli, perchè harìl
no un. orecchio sensibìié alla voce
tifi Dio, coloro che gioiosamente ub'bidisetmio alla celeste vocazione perchè realmente sono chiamati da Dio,
che la seguono costi queH che costi,
Giovane lettore a lettrice, fratello o sorella nella comune fede,
quale di questi quattro atteggiamenV
ti è il tuo dinanzi ad ima possiihìie chiainut'-. del Signore a sOrririv? Per i! distiano cosciente, oo“lente, iuj‘ì può essere che quello di
vita dedizione completa, senza deviazioni nè comirromessi, umile e
disinteressata.
L. N.
L AVO R I
SINODALI
E’ ormai diffuisa riimipressiione, da
pareocha aaiini a qiuesta parte, che l’amdamento dei nostri lavori sinodali Jasoia molto a desiderare; e questo per
il carattere idisordimato e talvolta caotico delle di^cussioini ohe porta ad una ¡perdita di teiinpo deplorevole e ad
una sterilità di conclusioni pratiche
che fiinisooino per sooraggiare i meglio
intenzionati ed limpoverire seniipre più
J’interesse phe dovrebbe susciitare la
nostra maggiore assemblea ds Chiesa.
Una riforma s’jmpone, ed è anche urlante.
H iperiodico (( La Luce » ha aperto
la diiscussione suJl’arigomento, diappri■ma con un ampio e diligente studio
deilliavvocalo Mario iPilacenitini ohe
propone ed espone una vasta e radicale riforma del nostro Sihodo'; eppoi
un articclo del Pastore Paolo Bosio,
assai ri'oco di pratiche considerazioni
e dii efficaci suggerimenti, nei quali
oonsantiaimo appieno, © segnatamemite
per la ipoissibiilifà della loro sollecàta
attuazione.
Ma per quanto si riferJsfie alla disciplina da seguire ed appliicare nelle
uiispussiionii, è questo un comipilo, evidentemente, che spetta anzitutto alla
persona ed alfautorità del presidente
üetriassemblea
* * *
Sj è troppo dimenilicato questa verità di fatto da quando, con rabbandono di una savia e ilnnga tradizione,
il nostro Sinodo ha preso a darsi ogni
anno un nuovo presidente, e pertanto
un presidente improwiisato e necessariamente impreparato, malgrado tutti i
suoi meriti 'personaLi, ad un ufficio così
arduo.
Insieme a questi due egregi corrispondenti, esperti conoscitori della
materia, ed insieme a moiltissimii altri,
riteniamo anche noi inammissiibiile ed
anche cosa assurda che, dinanzi ad una tale ¡mole di irriiportanti argomenti
quali si presentano all’esame dell’as'semblaa sinodale e richiedono sovente una soluzione immediata, non
raga altrimenti disciplinata la discussione dei medesimi, anzitutto con! un
prteve^tìviO) e razionale iimiposIBamento
delie quistibni dk taiattare, eppoi con la
necesisaria limiitaKione del numero degli oratori che vi partecipano, nonché
della durata dei loro diiscorSi.
La Libertà di parola è una gran bella cosa; ma è anche vero ohe troppi
ne abusano, e ohe invece ohe a discorsi prepaiiatli e consistent|i, assistiamo
tnoppo sovente ad inutili e inoonoiudenti imiprovvisazioni.
Era un tempo oonsuetudine di richiamare a questa carica, per una
lunga serie di anni, la medesima persona, sempre scelta fra i pastori più
autorevoli per anzianità e particolare
perizia. Chi non ricorda al riguardo le
ctossicihe presidenze, a fungo rinnovatc(, dlqi "«(eneralbliU professori Paolo
Geymonat, Enrico iBosio, e del ipiastore Arturo Muston ? E’ certo ohe allora
le discussioni sinodali procedevano più
ordinate e si concludevano più razionalmente.
quanto riguarda rimpostazione
e ininquadramenito sinodale degli argomenri dia iprescegHere e mettere in
iiscuBsione, ipensiamo ohe vi possa
provvedere in un primo tempo, sa
pure a grandi linee in attesa di un regolamento ad hoc, t’aiSsembliea sinodale nelle sue prime sedute, opportunamente (guidata dai suggerimenti del
seggio e dell’Ammnistrtaziione Centrale. Non mancano del resto fra noi i
pastori Che sono a conoscenza dei sistemi in corso nelle più grandi e p'ù
Poiché (rufficio del presidente non
consiste solamente a fare tfualche buon
discorso, a indicare gli argomenti da
trattare a tempo e luogo, a dar© la
parola a ehj la richiede ; ,rpa sopratutto
a dispiplinare la discu^ssione, a iheanalairla per il suo giusto verso, a contenerla nei suoi giusti limiti, ed anche
a frenare con autorevolezza © la voluta energia quegli oratori Che albusjino
della ¡parola, o ¡tendano con poca disorezijone )a tfailsi ae;nti|r^ troppo sovente
Conviene dunque, a iparer nostro,
ohe ili nostro Siniodò si liberi al riguardo dal suo semplicismo e relativa
sfumatura di pigrizia elettorale, per cui
si induceva, quasi automatioamente, a
abiamare al Seggio ipresxienziale il predicatore d’ufflok) —i dato che non v’è
alelun necessario rapporto Iha questa
pure altissiima ftmzione © quella della
presidenza —■ e iprotweda con ogni
cura alila miglior scelta del suo presidente.
evolute assemblee del genere pressa
le Qniese dell’estero, e ohe ci possono aiutare coi loro consigli. Si rilegga
al riguardo le proposte dei signori Piacentinii e Bosio nel -giornale a La Luce ».
-Siamo convinti che con questo ritorno ¡aH’antioo, j nostri lavori sinodali
conseguiranno senz’altro un notevole
miglioramento; anche se Pattual© effervescenza del nostro ambiente sinoidale, ipeouliare frutto dei tempi, abbia
a rendere meno agevoile rufficio presidenziale.
Ad ogni modo, e alPinifuori di ogni
oonsiderazion© di persona, appare ormai' ndbr|oig^b!iiIfe( la (neceissità' -ohe il
corpo sinodale, con opportuni ritocchi
del nostro regolamento, provveda a
rafforzare l’autorità del suo presidente
ed -ampliaime Je mansioni.
,E siamo del pari persuosli ohe il
miglioramento sarà più sensibile ant(3lra se fai -nosllrta Almrriiinistrazione
Centrale, mod'ifidalndo di alquanto il
suo ecoeeeivo costituzionalismo'' nei riiguardi del Sinodo, si farà sempre un
{Dovere dpi initervenlire tempestivatrtente Inellle discussioni' di maggiiore
importanza — -per segnalare chiaramente il suo (punto di vista e dichiarare apertamenite ciò Che essa è disposta ad accettar© ed eflettuare e ciò
che essa ritilene dover respingere delle ^proposte ed eventuaiH deliiberazioni
del -Simodo. Tali chiari-ficaziOni ed illuminazioni non po-tranno Ohe giovare
lailtamente alla semp-lifìcazion-e, speditezza ed efficacia delle nostre fatiche
siinodialij -e dare forza alle deliberazi'oni del Sinodo per il maggior bene
delia nostra Chiesa'
O Bonnet
QdìI mil volli! lervilofli
(Matthieu 20: tO-28)
On n est grand qpie par les s|ETvices que l’on rend.
L’égoisme nous restreint et
nens confine dans cet étroit espace qui s’appelle moi-même. Sèpl
le Service du prochain augmente
notre rayonnement et agrandit la
pince que nous occupons en ce
monde. C’est vrai, nuds ce lu’est
là qu’udpi vérité tout humaine et
l’enseignement de Jésus est phis
profond.
Servir, oui, mais servir à cause de lu iqui m’inspire ce service. Ignorer si les hommes en sont
dignes, s’ils sont "intéressants,,
ou accessibles. Cela ne me regarde pas. Servir parce que c'est
t’œuvre propre di chrétien, oojnme c’est l’oeuvre propre du Christ.
Alors lyisclave de ce service, le
serxÂtesir de ce service est revêtu
d’une suprême grandeur. Non pas
cette qui se voit, qui se mesure à
t’utiliié du travail accompli, à sa
portée humaine et terrlestre. Non
le serviteur est grand simplement
parce qu’il porte en soi la grnnr
deliir de la besogne qu’il exécute.
Cette action I0 marque et l’ennoblit, parce qpe c’est la plus
grande, ha plus haute qui soit;
l'action de Dieu.
(Ch. Gellerier - ï.^ présence de
Dieu)
Noi abbiamo conosciuto l’amore da questo: che Egli ha
dato la sua vita per noi; noi
pure dobbiam dare la nostra
vita per i fratelli. Figliuoletti,
non amiamo a parole e con la
lingua, ma a fatti e in verità.
<1 Oiov. 3: 16-18)
P O U R
LA P A I X
Qn ne parle que de péril de guerre, de
bombe atonüque, de bloc acaidental et de
biioc onen-tal iséparés par un rideau de
fer : on crée ainsi une psychose qui tend
taitaleiment au pire.
_ Par qomitfe ipebsoininlels Oonsciia(nteis
d’un danger, -bien réel, hélas 1 mai® en même temps soudeuses des destinée® de
l’humanité, ne man-queint pas. Le® mouvaments, les groupememte dont 'le 'but est
d’éviter la guerre se miultipldent et fout
de bon travail.
L’un de ces mouvemieinits - la Fraternité IntemationBlle ide te RéoonciiMatîon - a
tenu d-u I.er au 20 Juiililet une- Consultation Fraternelle pour -une ¡Psychologie de
lia -paix à Le Chaimbon-sur-Lîgnon, Haute
Loire, France.
La locam-té, étant donné la saoson, était bien appropriée. Le Chambón, petite viille cévenole d’environ- trois mile âimes, est sise sur un -plateau à >01116 mètres 'd’altitude. On y arrive par Valenœ, en
autocar, ou par Saint-Etienne, en chemin
de fer ou en autocar aussi. Je die plateau, et cela pourrait amener une vision
d’uniformité; il n’en est rien; ce plateau est
oe qu’iî y a de plius varié, de plus changeant,, avec tees nombreuses oolKnes et
buttes, ses pedts vallons où chantent de
ruisseaux, le tout boisé à merveâle. Les
pins, Ips sapins; les hêtres, les -firènes s’y
alternent ou s’y entremêlent. Au milieu
-des bosquets de jolies villas, car Le Chambón est un séjour idéal de viHégiatire :
les estivants quadruplent, iparaîtjl, la population staibile. Ajoutra» q-u’iî s’agjt d’un
virai centre international : plusieurs orgar
nisattons étrangères y ont porté leur activité let leur sêcours. Noifâ jy. avons vitmahites'institutions pour e-n-fants surtout. LaGroIx
Rouge Suisse, 'le Don Suisse, les CongrégationnidUsities Amiélrielains,, leto;, y dépl-oient une belle activité.
L’Y.M.iC.A. y a un camp permanent
et 'le Collège Cévenol n’est pas le moinidre
des attraits de Fendroit (¡’espère en éQîire quelque chose).
C’est dans ce beau cadre naturel de
verdure et de traa-quiiHité, limité dans le
ilointaSn par des rochers de nature volcanique, qu’on a tenu la Consultation Fnatemnelle pour la paix du monde, petit congrès intemationa! organisé avec beaucoup
^ soins par M.me et M, le -pasteur André Troemé, que nous avions eu 'le plaisir
d’entendre à Torre PeUice laiu printemps
deiimier.
Plusieurs nations y étalent r^ésentées ; les délégations les plus nombreuses :
celles de France, d’Italie, des Etats Unis.
Une partie d’un hôtel aivait été réservée pour les congressistes et les séances,
La journée était bien remplie. A Huit heures, petit déjeuner (hélas ! en ce bas mon-,
de on commmice toujours par 1-es choses
miateriollles); à huit heures et demie, recueillement : lecture de quelques passages,
courte méditatiian et surtout prière silencieuse. Suivait là présentation d’une étude
qui donnait natureliement lieu à discussion
Vers midi la oloahette du dîner nous
appelait à d’autres devoirs !
L’après-midi était libre jusqu’à cinq heures : puis encore études, résumés, discus■sions. Ce qui me prenait pas mal és temps
C’ir î'I -faillaît presque tout traduire dans
différentes langues (lu faute en est à la
tour de Babel!).
A sept heures repas du soir, puis à 8,45
(sauf le petit quart d’heure qui n’est pas
seulement vaiudoSs) on reprenait ie séances qui se prolongeaint iusqu’à 10,30, voire
U heu-res, moment où les plus enragés
oong-resslstes -conMnençaie-n-t à prendre des
aiirs graves et des attitudes forcées.
Les travaux présentés visèrent surtout
les causes de guerre et les moyens propres à l’éviter tant sur le terrain internatiional que sur le terrain social.
Lia délégation Italienne ne fut pas seu(le-mient 'nombreuse, mais très 'atctîvte et
fournit plusieurs études et participa largement aux discussions. Les jeunes
étaient bien représentés.
Un esprit vraiment fraternel régna entre les congressistes quoiqu’ils appartinssent à ides nations et à des confessions
religieuses différen-tes.
Ces rencontres font du Men; eltes nous
mettent en oonlaot avec les représen-tants
d’autres pays, elles font disparaître bien
des préjugés, créent une atmosphère d’entente, de compréhension qui est la base
même de la paix.
Puisse cette ronsulitation avoir rapporté
sa petite pierre à l’édifice du royaume de
Dieu sur te, ferre.
* * *
Je sais qu'un collègue va donner un
compte-rendu des travaux; aussi je me
borne à quelques données générales.
L. M.
2
k‘u
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POUVOIR SPIRITUEL
L'ECO ^DËILE VALlIytoESI
% "f:vV î - *w<‘ '
E T
POUVOIR TEMPOREL
Exiraii ' de l'ouvrage de Paul Schmid-Ammann :
«Le Catholicisme politique » Ed. Labor el Fides. Genève.
JNous u’avouis pas, dans cet ouvra*
ge, à disculei' et à apprécier la valeur
pix>prem,eut religieuse de l’influence exercée par l’£glige romaine ^ à
nous demau.der dlans quelle mjBisnre
elle est coniorme à l’esprit de i’E
vangile. Ç’est l’aflaire des théolo
giens. Mais nous croyons de notre de
voir d’examiner l’importance et la
valeur de son action politique, plus
spécialement dans quelques-uns des
pays qui «ivironnent la Suisse, puis
surtout dlans notre patrie. Est-elle db
nature ou contient-elle des levains
capables de transformer do tout av
tout notre mentalité héréditaire et
' la structure même dki l’Etat, ^ l’éloignant de ce qui nous semble le patrimoine légué par nos aïeux le plus
conforme à l’idéal chrétien?
La
repense ne nous parait pas
douteuse. Nous oonuaissoirs bien, à
partir de la fin du II. me siècle, l’organisation des églises qui se multi
plièrent si vite dans les diverses parties de l’entpire romain, sous la
puissante infiiienee de l’esprit missionnaire des premiers chrétiens.
Chaque communauté locale était
dirigée par un collège d'aiicieny
Ipresbyterat) ayant à sa tête l’noin
me que l’ensemble des chrétiens estimait le plus capable d’assurer la bonne marche de l’église, et qui prit
le nom d’évêque. _
Les églises locales d’une mêrne région ayant des intérêts communs et
des relations entre elles, il était
tiahs la nature des choses que les évêques de cette région se réunisseni
parfois pour etudier les problèmes
qui les préoccupaient tous. Ils avaient besoin d’im présidenit, qui fut
à l’ordinaire l’évêque du chef-lieu
die la province. Mais jusqu’à la fin
dVi Ill.me siècle, en droit si ce n’est
toujours ^ fait, tous les évêques
sont égaux entre eux. Il s’agit d’une
république, non d’un empire. C’esî
l’âge die la catholicité pure où l’K
glise est vraimient oecuménique.
k*évêque de Rome
l'outefois l’évêque de la capitale,
Kome, ne tarda pas à revendiquer
une prépondérance sur tous les autres. Au d:ébut ses prétentions dictatoi’iales furent à peu près unanimement combattues. Mais lies circonstances favorisaient les ambitions ro
maiues, et l’évolution se poursuivit
de façon continue, le clergé de la capitale s’y employant avec un esprit
de suite, une énergie et, il faut l’ajouter aussi, hélas! avec parfois une absence de scrupules qui demeurent un sujet d’éloimement pour
quiconque en suit les développements à travers lés siècles.
Conséquences
Vun principe
l'oute l’histoire prouve que l’el/ort acopmph par la papauté pour
s assurer i négemonie politique s'est
fait au dépens de la qualité de la
v ie reUgieusé.
L’epoque qui a próctiutó la Ketoiloation (oeile où le pouvoir papal est
à son apogée) est aussi 1 époque de
'>a grande décadanee moraJe et spirltuelleT Le Vatican à paralyse touUss les tentatives réformatrices des
conciles du XIII et )ü[\ siecle. Le
U’est que lorsque le mpuvemeut déclenché par Luther est sur le point
de provoquei- une ruide totale, que
pour sauver ce qui peut l’être encore, Home enfin se résigne à accepter
les réformes les plus indispensables.
Lié Vatican ne les applique que la
où le péril protestant l’y oblige.
Partout ailleurs, il persévère dans
ses errements, et son principal souci
est de maintenir la foule des fidèles
dans l’ignorance, pour la dominer
jdus facüemlenti
Sous le pontificat de Pie IX, le 8
décembre 1864, deux documents offioieds appo-rtèrent le témoignaige
irréscusable de l’absolutisme le plus
intransigeant, tant politique que religieux, au monde stupéfait: d’une
part l’encyclique «Quanta cura», de
l’autre le «Syllabiis», soit le «résumé des principales erreurs de hotre
temps», réparties en quatre-vingts
îirticles, toutes tombant sous le coup
de l’anathème qui exclut formellement du corps de la société et du
commerce des fidèles, plus que cela,
âtn la félicité étiémelle, quiconque
les adopte.
Ce qui dans le Syllabus révolte
le coeur et la conscience chrétienne
n’est pas toujours que telle ou telle
opinion soit condamnée, c’est surtout Ite fait que la ceiidamnation
frappe non l’idée, mais celui qui la
professe, et les voue dès ici bas à la
damnation. (Exemple : ’’’Anathème
à qui dira; Le ¡protestantisme nest
¡HÍS autre chose qu’une forme diverse la même véritahle religion
chrétienne!, forme dans laquelle ou
peut plaire à Dieu, fuissi bien que
i’\ius l’EgUse catholique”. (n d.r.)
bere di' Cristo, è Moia ..che cresce e si
espande, e non staifiico !
Il pastore Carlo Lupo riprende i tema
solliecitiato dai dirigenti nelfei chiesa quest’anno : La vocazione pastorale ! Questo
proijlllemia,, egli dice, non si liaoilve nel
chittso recinto dèlie esigenre ecctesiastiche
ma riponendo atte fondamenita il signlfloato della vita umana, risolto nella vocazione di iEMo fiatta alil 'umaniità - in Cristo. Inutlli gli) appelli alla vocazione pastoralequando è in decadenza od in oblio il senso
•oristiano, eterno delia vita. La campana a
stormo suona, ma nessuno si leva nella
notte, perchè ili pericolo annunziato non riguarda 1 placide sonno dei dormienti. Necessario è ripristinare 11 fondamentale valore vocazionale dell’esistenza, allora la
ChiLesa rinMce, ed i vari ministeri si
dhiariflcano e si determitiano.
Due ore sono trascorse in cui fra le
nebbie dalla giornata, vividi ratgigi sono apparsi, Allll’uscita del tempio cordiali strette di mano ed un fraterno arrivedered. Si,
i credenti si incontrano sempre, forse perchè non si separano mai.
Cf'.
otizie
DA GINEVRA
Alile 10 di sera questa tìpica, bene educata città svìzzera, giace nel silenzio e
nella quiete notturna, almeno esternamente. Ma se un Valdese passasse a quell'ora in Rue Tabazan 7, udrebbe note canzoni
e inni di chiesa e conversazioni... ta patais ! Perchè ogni mércoledi sera, noh giovani Valdesi italiani clie lavoriamo
ibmporaneamente in Isvizzera, ci ritroviamo
aiir Unione Giovanile eh© abbiamo ' ap-pena creata per mantenere fra noi il tegame
di fratelli e di oristiand- Vogliamo qui accennare con riconoscenza ai sigg. J. Picot
6 E. Pasquet che ci hanno fratemaitnente
e validamente aiutati a ritrovarci gili' uni
gli altri nella gran dità e nel ddntorm.
Ora è ili momento dél-le ferie e molte
famiglie sono via da Ginevra e perciò molti giovani sono lontani anch’essi, ma vogliamo sperare che od tornare deM’Biutimno essi pure tornino ih città e vengano a
rafforzare la nostra Unione. Siamo di tutte le .parrocchie, da Praiy a VdiMar PeÉlice, da Genova a Predeltomo ed ogni nuovo arrivato oi .porta te ultime notizie delle
Valli.
Una Domenica al mese, nel pomeriggio
ci ritroviamo con •q.uellS che stanno più
lontani, siamo arrivati a quaranta, e se
sapiremo^tenerci uniti e fedeli potremo far
conoscere chi siano e che cosa pensino i
Valdesi d’Italia. Profittiamo dell’occasione
per mandane un saluto a tutti gli unionisti de.lie, nostre rispettive parrocchie, cui
pensiamo spesso quando cantiamo in coro :
Lors des invasioas barbares, l’é
oroufem^t de la civilisation, eu Üc
cLdeut pennet à lu papauté d’achever de tiransfonuier l’ËgUse. 5on chp/
me prétend plus seulemeut au pouvoir religieux, il devient souverain
temporel d’unie partie de l’Italie et,
délégué de Dieu sur la terre, il cherche à dominer l’ensemble de la
chrétienté par l’intermédiaire des
rois qui reçoivent de ses mains leur
caractère sacré.
Les préoccupations politiques absorbent doue les forces de la papauté pour le moins autant que les intérêts de la vie religieuse qui sont
souvent aamriflés. iLes prétéutione du
souverain pontifie s<mt «totalitaireex
au sens que ce mot a pris dé notre
temps.
...Pour mener le bon combat, il
faut que les dignitaires romains se
transforment eu (Ëplomates, les uns,
évêque» et archevêques, à la façon
djes gouverneurs de province; d’autres, les nonces, semblables aux ambassadeurs, résident dlans les principales capitale». La «Curie», créé«
sons le pontificat de Benoît XI\
(1740), constitue le gouvernement
centrai et permanent qui conseille
le Samt-Pène, un peu à la façon du
Sénat au temps du vieil empire romain. Elle assure la continuité de
la politique.
Véritable défi jeté à tous ceux c(üi
dans le monde moderne revendiquaient quelque liberté de pensée,
le Syllabus, par les condamnations
qu’il contenait, remplit de joie tous
les adversaires de la papauté dont
elles semWaifent sonner le glas. Du
même coup, elles brisaient le coteur
de nombre de catholiques sincères
qui, depuis plus d’un demi-siècle, un
peu partout rêvaient de réconcilier
l’Eglise avec la démocratie, comme
ce fut le cas en France où, sous la
conduite de Montalembert, ce mouvement trouva de nombreux appuis...
"Siete pur belle fiere vette alpine
quando dell'alba sorge il bel chiaror;
eeheggian mille voci mattutine
che dolcemente dicon - pace e amor F. COMBA
Hlnoione dd 15 Agosto
a Praly
ABBONAMENII A
"nn DEUEVllLI MDESL
ANNUALE SEMESTR.
Italia .
Estero
L. 300
L. 600
180
Ogni cambiamento d'indirizzo
costa Lire DIECI
Da due anni a motivo dal mal. tempa,
la riunione al Colle delle Fontane, ohe ha
luogo ogni anno la domenica dopo il 15
Agosto, noh ha potuto effettuarsi
Quest’anno i Piiallini, invitati dai loro
Pastore, si sono trovati nel tempio alle
ore 15,30 di domenica 24 agosto per celebrare assieme questo incontro estivo. Sono presenti numerosi giovani. Presiedo il
pastore säg. Genre. Recano il loro messaggio i'I prof. Tron, insegnante a VeroelliM, ili pastore Silvio Long dell’America
del Sud ed iil ipostore Cario Lupo di Como.
[
ANGROGNA SERRE
li prof. Tron espone la posizione e le
difficoltà del 'Valdese isolato in ambienii
reiigiosamente ignoranti ed ostÌK. 11 pastore Siiviq Long parla della gioventù valdese delle Cplonie del Sud America edelte situazione religiosa dell’Uruguay. Abbiamo vsto passare dinanzi ai nostri, ocohi una gioventù generosa, per cui _ l’appellativo valdese non signìflca tradizione
feliigiosa, ma fede eh© orienta © determina la vita h La traditone valdese non, è
fissa nei templi o sulle rocce o nelle vai.
late, ma vive ©d arde nell’aitì.ma che cammina suliia faccia della terna collo sguardo
© la vtìlootà tesi verso il rogito di Ko.
L Qiiesa Valdese, se è ramo detl’al
Venerdì 22 Agosto aibbiamo laedompBgnato'* alila sua ultima dimora terrena la
soglia mortale di Gaydou Giovanni Daniele deceduto dia Ruadavai ij giorno 21
ai. la età dii anni 80.
Il Signore consoli le famiglie aflflitte.
Damoniìoa 17 Agosto, nel corso dei nostri culti sono, stati battezzatii j- bambini :
Gaydou Fernanda di Guido e Laurina (Ruadavai) e Monnet Giacomo di Davide e Lina (Bagnau).
Il Siignore benedica i bamibini e le loro
faiihigtóe. - ©.a.
. SUSA
Una triste ^canata è stata la dontenica
3 agosto per te piccola Chiesa di Susa. Il
2 agosto è deceduta la sorella PASCAL
GIOVANNA di 68 anni. fBra giunta da
Praly circa 6 anni fa oOin lai fti^a &'ovonna, sposata Peyronel EmiMo, e due nl
potìne. iLa plecola f^iglia si era stabilita, a'Monpantero.
La sorella Pascal era già sofferente da
alcuni anni ; d medici hanno tentato molte
vie, ma tutto .inutliilimente, il mate si è
fatto strada ed ha comipiuto il’o]>era sua demolitrice-.- Oltre venti anni è durato il cal^’ario di questa sorella, ma Chi l’ha conosciuta specialmente in questi ultimi anni,
non avrebbe pensato di trovare tonta fede
e' tanta forza morale in .un essere cosi fràgile e così debole. Nei liunglhi anni di termento, quante volt© ha chiesto ali Signore
la guarigione per amore della sua famiglia, ma come a S, Paolo iil Signore ha risposto ; i< La mìa grazia ti basta».
La Pascal ha compreso Ila gtoìndézza deifà grazia Divina, là certezza che mentre
questa tenda terrena si disfaceva, per lei
si preparava nei Cieli una dimora ©terna, e -la certezza 'della resurrezione promessa da Cristo le ha dato tanta forza, che mai dalle su© labbra è usd.ta una
parola idi ribellione, mai un lamento.
Nei suoi ultimi giorni con un fll di voce Ita espresso il desidero di indossare
il ctostu(ml6 va.I(tes© per compiere i’uiltimo viag^o te.rreno. Il funenate presiedutip
dal Pastore Cipriano Tourn è stato iMia
commossa intanifestazione della terge simpatia ohe ila fantìglia Peyronel gode a Susa. Nellia casa dellla defunta i.l pastore
Toum ha dato un vibrante iinessaggio di
fede e di speranza, mentre al Cimitero
hanno parlato al pastore dette'Chiesa Battista Sig. Antonietta © l’Anziano Davite
di Torino.
Alila famiglia in lutto te nostra fraterna
simpatia, e la certezza oh© Cristo è e sarà
sempr© con quelHi che soffrono e che. da
Lui saranno veramente consolati,
WILLY JERVIS
La Commissione nominata per rassegnazione dell© («Borse di Studio ’’WiMly
.^ervis’’», istituite per rihizirt va di numerosi amici d’Ivrea e di Milano, onde perpetuare la memoria dd sacriiflcdo dlel compianto iingegpere Guglielmo Jervis.
visto ili Regolamento dhe regge 5a fondazione delle hors© suddette.
comunica
a) la pagella delTuitìmo anno scolastico
od un documento equivalente ;
Torre Peillice, 28 Agosto 1947.
LA COMMISSIONE
£RRATA-CORRIGE
Nel numero scorso del’«Eco» neU’articolo «Alila CostitUienfe - La Repubblica
dettfl norme per Ila tutela deli© minoranze
llnguistiiche)) invece di ; personalità cattoliche detta vallata non numerose per fortuna, persone e di fuori, mentre vi si Sono opposte valdesi leggasi : personalità
cattoliche della vallata e di fuori, mentre
VI SI sono opposte, non numerose per fortuna. persone valdesi...
SOCIETÀ’ DI STUDI VALDESI
ASSEMBLEA ANNUA
'L’Assemblea anniua dei Soci è convocata lunedì l" settembre p. v, alle ore 21
rdl’Aute SinodaJe, coi seguente «dine del
giorno :
1) Relazione morale del Preridente.
2) Reilazion© finanziaria,
3) Studio dd iprof. A. Arraand Hugon
su ; «Musica e canto sacri nella storia valdese».
4) Programma manifestazioni per H 1“
centenario deM’Bmancipazion©.
5) Varie.
M pubblico è altresì cordiafenenie invitato.
IL SEGGIO
Rettifica
L’articolo intitolato .« De la viellle et de
la nouvelle roche » ipubbficato neU’ultìnio
.numero del giornale, è dovuto olia penna
di M. EYNÀRD, non di A. Eynard,
Preghiera- di scusare l’erirorel
Dir^wne: ’Vi*' dei -Mfll«,'} i- Pinerol»
-ii'-i,!' '( i’L '’ir:
Amministraxione: Vìa Carlo Alberto,
-• Torre Pelliee ♦
Dir. Besp. Ermanno Rosian
ARTI GRAFICHE '<L'ALPINA,
Tórìe Pellitee
- Neil'impossibilità di farlo direttamente
la famiglia del rimpianto ■
MIMO ORrOT
esprime la sua vìva riconoscenza al sig.
Pastore- Ayassot, atta geni.ma- sig. fa Nina
Curdo, ai cpirtpagni di padiglione, ohe
tanto lo circòndaronó di affetto, ai paren.
[H ed a tutti coloro che presero pdrte Ma
nìiifsta cerimonia.
‘ San Germano Chisone 18, 8, lfl47
Pellegrinaggio valdese
per la settimana protestante
DI GINEVRA
Il giorno 27 Agpsto;: à mancata improvvisamente
Bl^CIt RARPIOL
Si comunica og:U interessati che la partenza è stata fissata per sahatoi 6 settembre
all© ore 6,45 da via Pio V - Torino.
Concorso Borse di Studio
■■ - i J
Ne dànno il triste annunzio; la sonila
Eiena ved, Burke; il fratello Giulio e famiglia; i cugini e l’affezionata Delfina,
Lu-serna S, Giovanni, 28 Agosto Ì947
((Gesù disse: ’’Passiamo alTaltra
riva”». (San-Luca 8 ; 22)
,« Insegnaci a contare 1 nostri di,
affinchè ne .possiamo avere un cuor
saiteio». (SÀno 90: 12)
I funerali avranno luogo venerèi 29 corr.
alle ore 15, partendo dalla "Fontaine".
M
PICCOLA famiglia, Milano, cerea ¡per fine settembre coniiugi valdesi, cuoco é
cameriera, tutta fiducia.
Scrivere al giornale con dettagiliate referenze ptosti oeouipatì.
che è bandito un CONCORSO per rassegnazione dii N. 3 borse di studio di Lire
3000 (tremila) cadauna per studenti delle
Scuole secondarli©, senza -distinzione di
confessione re,liigiosa, oriun-d-i deitì© Valli
VaCdesl, uno dei quali .preferibilmente i-'
scritto alte Scuola magistrale e gii altri
due al Collegio Valdese di Torre Pel.ice o
alila Scutìla Latina di Pomaretto.
Per parteci'pare al Conoorso sono richiesti i seguenti documenti :
CERCASI .per Torre Pelliee persona di
servizio mezza età, governo casa, .per
due persone anziane, stipendio a convenirsi.
-Rivolgersi al giornate.
SVIZZERA - A due signore sole, b-uo la
salute, occorre copipia preferibilmente
valderé 36-50 anni; moglie per faccen le
domestiche, marito per orto,. gSiardii io
pollaio calorifero. Contratto di lavo o
un anno, condizioni ottime, Richiedonsi
serie referenze.
Rivoilgersi Pastore Metile - Roirà di Lusema.
b) certìflcato in carta libera deU’agente
dell© Imposte;
c) oghi altro documento utile per la migliore olassiflcaziane del concorrente o
oomiprovanti le condì zioniì ©conomiehe del
candidato e dei -membri della .sua famiglia.
Ogni studente non può concorrere che
ad una -borsa soila. Le torse eventualmente non assegnate saranno capitalizzate a
beneifido della fondazione.
Domande e documeniti devono essere
indirizzati alta Comimission© Borse di studio ((Willy Jervis» - Editrice Li.braria L’Alpina - Torre PelEce (Torino) nei qua.ranta
giorni euccessiiwd dalita idata del Bando
stesso.
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EDIZIONE DEIn-€ENTÉNARIO
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Il Calendario della Famiglia
Valdese, a fogli mensili illustrati, con magnifica copertina
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Il dr. DANIELE ROCHAT
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dr. GardioI Tel. 77
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mese dalle 10 alle 12
Presso l'Ospedale
aldese