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A ^
ECO
DELLE VALLI VALDESI
BIBI.IOTECA VALDESE
TORRE PELLICE
Sellimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCVI - Num. 9
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ABBONAMENTI ( P*’'
\ L. 3.000 per 1 estero
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TORRE PELLICE — 4 Mar/o 1966
Ammin. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
INDIA ANNO ZERO
Il grande equivoco
Lo sappiamo: con questo articolo
corriamo il rischio di essere considerati dei « polemici ad ogni costo » smaniosi di esibizionismi controcorrente, forse anche dei cinici
che manifestano le proprie teorie
classiste e sociali sbandierandole sui
cadaveri. Ma i miliardi raccolti per
l’India, ammesso che arrivino tutti
dove devono arrivare, finanziano la
politica dello struzzo, ed è una politica che miete più vittime della
carestia.
L’elemosina può salvare un reietto dal suicidio, alleviare i disagi di
un orfano, rendere fiducia a un disoccupato; ma non può trasformare
la vita di quattrocento milioni di
abitanti e risolverne i problemi le
cui dimensioni fanno semplicemente paura.
Tempo fa intitolammo un articolo Italia anno mille; oggi potremmo
intitolare questo articolo India anno
zero, perchè tra Italia e India una
differenza c’è. In Italia il contadino
è disposto a sparare sulla vacca del
vicino di casa se questa passa il confine e gli bruca l’erba o il grano
verde; in India, se una vacca rovina
il raccolto di un campo intero, contadino e familiari si inginocchiano e
l’adorano perchè laggiù le vacche
8on«v sacre. Mandiamo pure miliardi
in elemosina; ci sarà sempre una
vacca sacra a calpestare quello che
la tanto strombazzata carità occidentale ha seminato.
Nell’agosto dello scorso anno l’India, come se di preoccupazioni non
ne avesse già abbastanza, si mise a
far la guerra con il Pakistan che è
pur sempre India anch’esso; in que^sti giorni si è letto sui giornali che
l’India, in un prossimo futuro, si
prepara addirittura a fabbricare armi atomiche. La sua produzione
agricola jjer ettaro è meno della metà di quella americana; eppure con
le tecniche moderne di coltura e
fertilizzazione si potrebbero avere
risultati incredibili. L’India è ricca
di frutta, ma decine di milioni di
Indiani ignorano che cosa sia la
frutta; è ricca di pesce e il pesce
viene venduto a prezzi irrisori sui
mercati stranieri perchè gli Indiani, quasi tutti, non mangiano pesce.
L’India possiede il maggior numero
di bovini del mondo, ma la religione indiana vieta l’uccisione dei bovini i quali finiscono per essere un
peso, perchè devono essere nutriti
anche quando non c’è bisogno di
loro.
Gli altri popoli stanno pensando
a rendere fertile il Sahara mentre
con opere e impianti di irrigazione
potrebbero rendere stabile, in India,
la condizione dei due raccolti 1 anno. I figli dei ricchissimi indiani
vengono a studiare in Europa, ma
quando ritornano in patria lasciano
che laggiìi le cose rimangano allo
stato di tremila anni fa, con il rigido sistema delle caste a carattere
religioso per cui l’indiano trova giusto che il figlio di un morto di fame
muoia della stessa malattia; e il figlio del possidente die ha sempre
mangiato bene continui in questo
invidiabile privilegio familiare; se
mai, il cambiamento avverrà nelle
vite successive, quando colui che e
stato servo tutta la vita potrà rinascere e vivere da possidente. E m
attesa di questa metempsicosi l’indiano delle immonde capanne trova
il mezzo di esporre sui marciapiedi
un imprecisato numero di figli P®r
cui la popolazione aumenta di un
milione al mese. Ma nessuna voce
autorevole si è levata a proclamare
la necessità di limitare le nascite.
di stroncare la coltivazione intensiva dei candidati al rogo.
Gli indiani hanno più bisogno di
pillole antifecondative che li latte
in scatola. Può sembrare una enunciazione brutale; ma diteci, allora,
con quale aggettivo dobbiamo qualificare la sorte di migliaia e migliaia
di bambini scheletriti, ammucchiati tra il sudiciume e il lezzo dei vicoli, immersi nel tanfo delle epidemie, tra individui lebbrosi, ulcerati, moribondi.
L’Italia ha inviato in India quattro miliardi. Per evitare a quel Paese una catastrofe apocalittica ne sono necessari ancora dodicimilaquattrocentonovantasei, secondo i calcoli del dottor Roger Revelle, direttore del centro studi sulle popolazioni, dell’Università di Harward. Abbiamo dunque tolto daH’oceano di
fame e di disperazione dell’India un
cucchiaino di acqua. Gli altri Stati
faranno su per giù altrettanto.
Così si alimenta l’equivoco tremendo per cui ci illudiamo di risollevare l’India con un ritratto di
Paolo VI e qualche tonnellata di viveri. Se laggiù non si sovverte tutto
il sistema sociale, religioso e politico, se non si sottopone ogni individuo all’eiettroc/ioc di riforme draconiane, l’India seguiterà ad essere
il pianeta della morte; con i suoi
bramini e i suoi marajà pasciuti e
superbi nei palazzi fiabeschi, con le
Un combalttmento
Efesini 6, 12
La vita cristiana è lotta, lotta impegnata. Non si tratta per i credenti di vivere, ma di fare, non di lasciarsi vivere, ma di resistere. Si
tratta di opporre la propria vita a qualcosa nel nome di qualcuno.
Non è forse questa la vita di tutti gli uomini? Non abbiamo forse
da lottare tutti i giorni e contro tutti per vivere? Indubbiamente, ma
il combattimento della fede è di un altro tipo.
Non è contro gli uomini, la carne e il sangue, dice Paolo, ma
contro le potenze del male che minacciano la vita. Questa è la diffe
renza fondamentale: nessuno può essere considerato nostro nemico
Esistono avversafi, atei, peccatori, e persecutori, ma non nemici
Nessuno infatti, davanti alla croce di Cristo, è un essere da soppri
mere, da eliminare. Non lo è il ricco, il comunista, il negro, il bian
co o il fascista.
Basta ascoltare attentamente certi discorsi in congressi, interviste, giornali per sentire in che cosa il combattimento per Cristo si
distingue dalla lotta per le idee, il partito, la razza, la classe o la
libertà !
Il nemico a cui si deve opporre resistenza non è l’uomo, ma la
potenza del male, i principati, i dominatori, le forze della malvagità.
L’uomo non come nemico, ma come vittima dell’oppressione,
della tirannide, della schiavitù: è questo che Paolo vede nel mondo.
Il combattimento della Fede non è dunque in vista della distruzione del nemico, ma della liberazione dei fratelli.
Ovunque esiste sopraflfazione, violenza, confusione, esiste un
credente impegnato a lottare. ^ „
^ Giorgio Tourn
sue vacche sacre, con le sue donne
ridotte allo stato di coniglie istupidite dalla fame, con la sua agricoltura rimasta aU’età della pietra. E
noi seguiteremo, ad ogni volger di
carestia, a lanciare appelli; poi, dopo aver visto alla i sobborghi
dii Bombay, cambieremo canale perchè sul primo c’è Carosello.
Marco
È mancato a Como
il past. Carlo Lupo
Raramente la sofferenza ha tanto
provato un nostro predicatore; proprio nella sofferenza, il suo sguardo è
stato così fermamente rivolto a Cristo, e al suo regno che viene. Lo ricordiamo con affettuoso rispetto, e
con gratitudine al Signore, pensando
in simpatia di fede e di speranza ai
suoi familiari e in particolare alla sua
compagna.
iiimmimiiMiHiiittii
DOPO L’âSSOLÜZlONE Dì DON LORENZO MILANI
Il dovere di non obbedire
La sEida rivoltaci da un uomo ctie crede, come tutti i cattolici, che non c’è bisogno di
ravvedimento nel senso evangelico, perchè
l’ordine naturale è già ordine di Dio
L’assoluzione di Don Milani ci rende più
liberi nella valutazione dei documenti del
suo processo. Abbiamo, a suo tempo, firmato la lettera di solidarietà, e un parziale dissenso prima della felice (!?) conclusione del
processo avrebbe potuto apparire opportunistico. Adesso la parola è libera.
E’, intanto, con piacere che segnaliamo ai
lettori che i documenti più iinportanti del
processo: l’ordine del giorno dei cappellani
militari in congedo della Toscana, la famosa lettera, la denuncia e la difesa, sono stati
raccolti in un volumetto di 54 pagine (1).
I lettori dell’ECO-LUCE sono a conoscenza
dei primi due documenti, che furono a suo
tempo pubblicati sulla nostra stampo, da varie parti.
La denuncia, dopo aver lodato la sobrietà,
l’efficacia, il genuino sentimento cattolico e
il fervido amore per l’Italia deH’ordine del
giorno dei cappellani militari, segnala una
indignata reazione delle Associazioni d’Arma
di Firenze in cui si ravvisa, nella lettera di
Don Milani, un « proditorio attacco » e c< gli
estremi inconfutabili deU’incitamento alla
diserzione, di vilipendio alle FF.AA., e richiama su tali autentici reati la doverosa attenzione della competente Autorità Giudiziaria ». Vi si rileva, poi, la condanna da parte
di Don Milani di un secolo di storia italiana animata da semplice malafede e di qui
si procede alla formale denuncia contro il
parroco di Barbiana. Si conclude con una
citazione, sintatticamente priva di senso, dato
che non è tra.scritta tutta la frase, tratta dal
Foscolo: « Ove fia santo e lacrimato il sangue per la Patria versato ».
Si ha la forse giusta impressione che le
denunce servano in certi casi, quando non
.si hanno altre risposte più valide. Forse anche nei confronti di autentici reati ; quando
non si ha un sistema di prevenzione sociale
o di rieducazione efficace, si procede all’utilizzazione di un sistema penale nei confronti
dei rei. Ma questa affermazione è tanto più
valida nei confronti dei reati politici e ideologici. Non ci si prende la birga di confu
(1) Il dovere di non obbedire — Documen.
ti del processo contro Don Lorenzo Milani.
Cultura . Firenze - 1965 . pagg. 54 . L. 500.
tare Don Milani, lo si denuncia : è molto
più sbrigativo e, perchè no? molto più facile.
E Don Milani si difende. Non sarà presente al processo a causa della sua malattia,
ma solo a causa di quella. Insieme a lui è
incriminata una rivista comunista (« Rinascita »), ma le si fa troppo onore facendone
una bandiera di idee che non le si addicono, come la libertà di coscienza e la nonviolenza. Dunque egli difende solo se stesso,
come maestro e come sacerdote (Don Milani
ha trasformato le attività giovanili della sua
parrocchia in una vera e propria scuola).
L’ordine del giorno dei cappellani militari
è stato steso in una riunione in cui erano
presenti solo 20 dei 120 che si trovano in
Toscana. Degli altri, qualcuno non era neppure stato avvertito. Nella sua scuola, Don
Milani ha dovuto parlare, e dire che gli
obiettori non sono dei vili — ne fanno fede
le pene a cui vanno incontro —. Ha cercato
nei libri di storia una guerra giusta — cioè
in regola con la Costituzione —, e non Tha
trovata. Il compito di un maestro è più difficile di quello di un giudice: questo ha solo
il compito di fare applicare le leggi vigenti;
quello ha anche il compito di preparare ad
ai)pllcare quelle di domani che si spera saranno più giuste, come si deve riconoscere
che quelle di oggi sono più giuste di quelle
di ieri. Questo soltanto ha fatto, anche a costo di essere accusato di un reato.
Ma il suo non è un reato : la ( ostituzione dice che l’Italia ripudia la guerra come
strumento di offesa alla libertà dei popoli
(art. 11). Ripudia di farne nel futuro, ma
deve anche ripudiare quelle fatte nel passato, se le parole hanno un senso. Le guerre
del passato sono state fatte; 1) o per la classe dominante — del resto anche jggi il servizio di leva dei ricchi che hanno potuto stu.
diare è compensato con L. 93.000 al mese,
mentre quello dei poveri lo è con L. 4.500;
a Barbiana la luce elettrica è arrivata quindici anni fa, mentre le cartoline precetto ci
sono arrivate dal 1861 — lutto sotto la veste idolatra della Patria. Dio è padrone della
vita; non gli idoli; 2) oppure si è fatta la
guerra per nulla, come nel 1866 quando
l’Austria ci aveva offerto il Veneto gratis. Il
rispetto per le vittime impone di smascherare chi le ha fatte morire per nulla; 3) o
per ragioni strategiche, come quando si è
voluto il Sud-Tirolo che Battisti, socialista e
non eroe fascista, non voleva. Anche ragionando sulle frontiere — ormai superate —
questo va detto; 4) o, infine, per conquiste
oltremare...
Oggi si ammette che il soldato ha una coscienza e si condannano coloro che hanno
eseguito ordini efferati senza tenerne conto.
Lo stesso fa Don Milani condannando l’imp;ego dei gas in Etiopia, per il quale nessuno è ancora stato processato. Cosi come
non è stato processato nessuno di quelli che
hanno preparato la bomba per Hiroshima, i
quali, come tutti noi, si illudono che la responsabilità si divida fra tutti.
Come sacerdote, poi, Don Milani protesta
di essere nella più sicura tradizione cattolica, che proclama unanime il primato della
coscienza sulla legge dello stato, mentre fino
al 1929 la chiesa cattolica portava il lutto
per il Risorgimento, anziché esaltarlo. Ora
si esalta la chiesa del silenzio che disubbidisce allo stato, ma ci si ricorda solo del dovere di disubbidire quando lo stato è comunista e le vittime sono cattoliche, non quando
1* stato si proclama cattolico (Spagna) e le
vittime sono comuniste (o protestanti, no?, diremmo noi. Il solo guaio è che, allora, la re.
versibilità diventa più difficile... In tempo di
ecumenismo neppure un uomo come Don
Milani dice queste cose).
Grazie a Dio le leggi progrediscono e oggi
esse coincidono quasi con la legge di Dio,
tranne che in pochi casi, come quello della
obiezione di coscienza, per cui, però, il concilio ha invitato i legislatori ad aver rispetto.
Che dire, poi, del fatto che il numero dei
civili morti in guerra aumenta paurosamente? (5% nella prima guerra mondiale; 48
per cento nella seconda; 84% in quella di
Corea). Nessun teologo ammette che si possa
uccidere in guerra un civile; dunque di
fronte alla guerra moderna, qualunque cristiano deve obiettare. E di fronte alla guerra
futura? L’unica difesa possibile sarà di sparare venti minuti prima dell’avversario, cioè
aggredire; oppure, per i pochi superstiti di
un paese cancellato dalla geografia, resterà
la possibilità, venti minuti dopo, di vendicarsi. La guerra difensiva, la guerra giusta,
non esiste più. Un soldato non ha il diritto
di distruggere la specie umana.
❖ 5fS ❖
E’ facile per noi dire che queste considerazioni, molto interessanti sul piano storico,
sono prive di interesse teologico, o, meglio,
CONTINUA
IN TERZA PAGINA
Gruppo di servizio a Pachino
Stiamo facendo
un’esperienza
meravidiosa
il gruppo di servizio di Pachino svolge
la sua opera nell’asilo infantile della chiesa veddese della città. Il Pastore Samuele
Giambarresi è all’origine di molte iniziative dinamiche; ma quando affidò a Lucia
Bucchieri la direzione dell’asilo non si
aspettava probabilmente quello che avvenne
poi: il gruppo di servizio, le maestre volontarie italiane e straniere, l’interessamento per il gruppo da parte di tanti amici in
Italia ed all’estero, e soprattutto un nuovo
movimento nella comunità valdese e nella
città di Pachino.
Grazie alla presenza di una assistente sociale, quest’anno il gruppo di servizio di
Paéhino (Sicilia) può svolgere meglio l’azione diretta verso le famiglie dei bambini
dell’asilo, con visite e riunioni delle madri. Le conferenze della domenica sera offrono un’occasione di colloquio con la città. Il comune ha affidato all’Arch. Ricci il
piano regolatore di Pachino su iniziativa
della chiesa evangelica e con l’appoggio di
persomdità di partiti diversi. Ricci è l’architetto di Agape, di Riesi e della ricostruita chiesa valdese di Pachino.
Nell’asilo lavorano insieme Ruth, tedesca, Maria, calabrese, come tnaestre giardiniere, con l’aiuto di Sebastiana, che è di
Pachino.
Inoltre vi è Thea, svizzera, assistente sociale. L'attività dell’asilo evangelico incontra talvolta ostilità e concorrenza non sempre leali da parte dei dirigenti degli asili
cattolici.
Nella visita delle famiglie a Pachino e
nella località vicina di Avola, le ragazze
del gruppo scoprono l’altra faccia dell’immigrazione: famiglie in gravi difficoltà per
l’assenza degli uomini, ragazze tedesche che
hanno avuto figli da italiani e che si trovano ora in condizioni di assoluto isolamento e povertà.
Per l’anno prossimo due ragazze svizzere
si sono annunziate per continuare l’opera
del gruppo. Il ricambio dei volontari e l’affluire di nuove forze costituiscono motivo
di speranza per l’avvenire.
Una tradizione delle maestre di Pachino
è che sanno scrivere bene; per sapere cosa
succede là è sufficiente leggere i loro bollettini, di cui si riportano alcuni estratti.
(Circolare del Dicembre 1965).
PARTENZE ED ARRIVI
Quest’anno i componenti del gruppo sono tutti cambiati. Dopo la partenza di Lucia e Marcella, la casa del
gruppo, in via Torino 24, riunisce ragazze di tre nazioni diverse : Ruth
Heck, maestra giardiniera tedesca,
Thea Weber, assistente sociale svizzera, Maria Cicirello, maestra elementare siciliana.
INIZI DEL LAVORO
ALL’ASILO
Al principio la situazione era molto
scoraggiante. In ottobre ancora non
si sapeva chi doveva costituire il Gruppo insieme a Thea e Ruth. Le richieste fatte durante l’estate, tramite
Agape, fra le neo-diplomate evangeliche delle Valli Valdesi avevano dato
risultati negativi; cosi pure le richieste fatte nell’ambito delle Comunità
evangeliche siciliane. Poiché era impossibile aprire l’Asilo infantile con
una sola maestra (Ruth, il Consiglio
di Chiesa di Pachino procedette alFassiuizione di ima giovane maestra
cattolica (Sebastiana Minardi). Poi,
come un miracolo, arrivano due offerte di servizio, quella di Maria, che
ora è qui con noi, e quella di ima maestra valdese di Colleferro, che speriamo vorrà venire l’anno prossimo.
11 lavoro è già bene avviato. Abbiamo in media 65 bambini al giorno,
divisi in tre sezioni, una per Ruth,
una per Maria e una per ^bastiana.
I piccoli ci hanno accolto affettuosamente. Per noi è stata una grande
gioia rivederli, specialmente quelli che
avevamo conosciuto durante il breve
soggiorno primaverile.
In questo periodo i bambini sono
abbastanza numerosi e le stanze dell’asilo non possono ospitare le tre sezione. Perciò siamo state costrette a
trasferire una sezione nella sala di
riunione adiacente alla Chiesa.
CONTINUA
IN TERZA PAGINA
2
pag. 2
N, 9 — 4 marzo 1966
Echi del XVII Febbraio alle Valli Valdesi
NELLA VALLE DI ANGROGNA
mmì
Storia, missione e fraternità
Il menu deiràgape fraterna che in occa*
sione del XVII Febbraio ha luogo alla Foresteria Valdese di Pradeltorno, recava quest’anno una novità. Oltre ad essere scritto in
versi — questo non è ormai più una novità,
tant’è che quest'anno anche all'àgape fraterna al Capoluogo di Angrogna, il menu era
scritto in versi! — vi era addirittura un
acrostico formato dalla prima lettera di ogni
riga, che suonava così : incontro fraterno.
Ci sembra che l’autrice di questa poesia —
che conosciamo anche se non ha firmato la
sua opera — abbia colto veramente bene lo
spirito che anima le manifestazioni del XVII
Febbraio ad Angrogna. Naturalmente hanno
luogo per ricordare la data importante che
tutti conosciamo e per esprimere la riconoscenza al Signore per la libertà concessa al
nostro popolo, ma questo ricordo e questa
riconoscenza appunto creando una lieta atmo.
sfera di serenità e di gioia favoriscono gli incontri fraterni. Innanzitutto quello del giorno stesso del XVII che è occasione di incontro fra le due comunità di Angrogna che
celebrano la festa insieme. Il tempo non è
stato molto favorevole quest’anno. La sera
del 16 addirittura nevicava ed i giovani hanno dovuto accendere i falò sotto la neve, ma
non si sono lasciati spaventare e con l’aiuto
di olio da macchina vecchio e di rami secchi
hanno vinto la difficoltà di far scaturire le
prime fiamme. Il giorno 17 vi era fango ed
umidità, ma il corteo preceduto dal tamburino, giunto in questa sua attività al suo
quarantesimo anno, è partito ugualmente dal
Serre, preceduto da un buon numero di barnbini per incontrarsi al Vengie con quello
della comunità del Capoluogo per poi continuare dopo avere cantato il Giuro di Sibaud,
verso il tempio del Capoluogo dove si è svolta la festa a cura dei bambini, sotto forma
di canti e recite, ottimamente preparati dal
corpo insegnante di Angrogna e da monitori
e monitrici di Scuola domenicale, con nell intermezzo un discorso istruttivo del Pastore A. Taccia sulle varie traduzioni della
Bibbia fatte dai valdesi attraverso i secoli.
Poi àgape fraterna nella sala delle attività,
a cura quest'anno della Corale di Angrogna che si è fatta veramente onore anche nell'arte culinaria.
Abbiamo parlato di àgape e non vorremmo che i lettori pensassero che quello che
interessa in queste circostanze è soltanto la...
buona tavola. Quello che conta è invece proprio che questa possibilità di stare insieme
è veramente un'occasione per un incontro
fraterno di membri di Chiesa, in questo
caso, di due parrocchie diverse e di molti
amici o parrocchiani residenti fuori valle
E che questo sia avvenuto all'àgape del Ca
poluogo è stato sottolineato anche dalla pre
senza stessa di un evangelico di Napoli fi
danzatosi con una nostra angrognina... Mol
to apprezzati al « levar delle mense » i discorsi del Missionario Roberto Coùson che
ci ha parlato sulla « giornata del ricordo »
celebrata nella località africana dove egli è
stato missionario e che ha certe analogie con
la nostra festa del XVII. quello della Sig.na
Ethei Bonnet, insegnante che ci ha portato
addirittura alla preistoria delle nostre valli,
e naturalmente le poesie del Sindaco di Angnogna Sig. Silvio Berlin e del messo comunale Sig. Alfredo Sappè! E' pure bello e
p.acevole avere degli amministratori comunali poeti!
Il 20 è invece a Pradellorno che ha avuto luogo la « festa » che ha in questa località, se cosi ci possiamo esprimere, carattere
meno folcloristico nel senso che i bambini
non hanno una parte ufficiale in Chiesa, anche perchè sono molto pochi. Ha invece luogo un culto di Santa Cena, seguito poi dall'àgape nella sempre ospitale Foresteria Valdese. Molti sono gli ex Angrognini che partecipano a questa manifestazione, proprio
perchè in essa si sente, anche qui, veramente la gioia di un lieto incontro fraterno. Ed
il fatto che sin dall’anno scorso si sia spostata la data di questa celebrazione per non
farla coincidere con il 17 e così impedire in
questo giorno l’incontro delle due comunità,
ha fatto sì che anche molte persone che
si sarebbero trovate nella necessità di rinunziare ad uno dei due incontri possano invece
partecipare a tutti 8 due, come infatti avviene.
E così anche i due Pastori di Angrogna
possono essere presenti in entrambi i luoghi,
ed il fatto che essi si alternino nel recare il
messaggio della Parola sottolinea questo carattere di incontro e unione. Quest’anno il
culto a Pradeltorno è stato presieduto dal
Pastore Bruno Costabel del Serre. Ha precisato nel corso del >ermone come sia lecito,
anche in anni di « congiuntura » e mentre
la fame imperversa in molte parti del mondo (ricordiamo l’India) ritrovarsi insieme per
festeggiare non evidentemente in orgie e ba«rordi, ma nella massima correttezza e dignità, le liberazioni che Dio accorda ai credenti.
Anche Gesù ha fatto festa in casa di Levi
e dì Zaccheo... Ma è proprio nel corso del
banchetto in casa di Levi che Gesù ha ricordato come enche per ì suoi discepoli ora
nella gioia sarebbero venuti i tempi del digiuno e della rinunzia, ossia la necessità di
impegno anche nelle difficoltà al seguito del
Signore, e dell’impegno nella nuova situazione in cui si trova ora la nostra Chiesa
che non è più perseguitata. A situazione nuo.
va corrispondono rinunzie e digiuni nuovi,
di altra specie, perchè « nessuno allappa un
pezzo da un vestito nuovo per metterlo ad
un vestito vecchio; altrimenti strappa il nuovo ed il pezzo tolto dal nuovo non sì adatta
al vecchio ». E la colletta fatta al termine
delle « feste », tanto al Capoluogo quanto a
Pradeltorno, se fatta con vero spirito di amor
fraterno — come sembra effettivamente sia
avvenuto — costituiva una possibilità pratica
di impegnarsi veramente in una situazione
nuova con un « digiuno » più utile che se
ci si fosse privati di queste possibilità di incontri fraterni restandosene ognuno a casa
propria nella tristezza e nella compunzione,
senza pensare agli altri, ai fratelli in fede
vicini ed ai fratelli in Cristo lontani...
Inutile forse dire ora, che anche i « discorsi conviviali » a Pradeltorno non potevano che essere improntati a un carattere di
serietà e dì utilità istruttiva, anche se allegri nella forma e nell’esposizione. A carattere storico sono stati i messaggi recatici dal
Pastore A. Taccia del Capoluogo di Angrogna, dal Dr. Guido Ribet, presidente della
s.p.a. che gestisce la Foresteria, dal Dr. Peyrot e dalla Sig.na Ethei Bonnet, insegnante.
E le poesie del Sindaco Sig. Silvio Bertin e
del nostro messo comunale Sig. Alfredo Sappè, per i nobili sentimenti che le avevano
ispirate : la situazione odierna delle nostre
campagne e della nostra valle, anche in relazione airimmìnente chiusura a lorre del
lanificio Mazzonis, non si possono definire
che poesie dettate e animate da profonda serietà e piene di calore umano. A carattere
distensivo sono invece state le poesie ed i
canti presentatici da alcuni bambini B. C.
FRALI
Conclusa l’occupazione
delle miniere
Nelle ullime settimane sono stati celebrati <lue matrimoni: il 22 gennaio si sono
uniti in matrimonio Vera Grill (Villa) con
Riccardo Ghigo (Pian Faetio) ed |1 14
febbraio Mirella Richard (Villa! con Roberto Tri n (Poniaretlo,!. Agli sposi che si
stabiliscono rispellivamen e a Pian Faello
cd a Pomarelto giungano ancora gli auguri più fraterni di tutta la Comunità. Sempre a Villa il piccolo Ivo è venuto ad allietare la famiglia di .Silvio Richard e Didina Grill il 22 gennaio. Voglia il Signore
benedire questo bambino i suoi fratelli ed
i genitori.
Le celebrazioni del 17 febbraio hanno
avuto quest’anno un carattere particolare
a causa del fatto che questo giorno ha
eoineiso con la fine della occupazione delle
miniere di talco. Da una parte .sono quindi m.;neal! i minatori e per conseguenza
anclie la parte'ipazione della banda musicale di Prali al corteo del 17, dall’altra
la giornata è stala caratterizzala da un
grande segno di speranza, concretatosi con
la notizia, ginn'.a a larda ora, dell’accordo
raggiunto fra la direzione e i minatori.
La sera prima i falò erano stati accesi in
tulle le borgate, amile .se la nebbia ha
impedito di vedere i più lontani. AI mattino i ragazzi delle scuole sono giunti con
le bandiere da lutti i quartieri, attesi dai
membri della Corale ed un buon gruppo
di sorelle in rosltime valdese; fra di e.sse
abbiamo notalo con piacere due catectimene con la tradizionale cuffia nera delle giovani non ancora confermale. Pur mancando molti uomini scesi di guardia alla miniera l’as.semblea era numerosa e la corale
Ita eseguilo due canti.
Il pranzo è stato organizzalo alla « Serenella » da Dora Rostan che ci è volonte
rosamente venuta incontro alle difficoltà di
quest’anno creale dalla incertezza della situazione. Comunque 3,5 fratelli e sorelle
si sono riuniti per quell’incontr osempre
simpatico e familiare. Alla sera i ragazzi
delle scuole hanno presentato un nutrito
ed interessante programma composto da
una recita preparata dalla Ins. Liliana Viglielmo in ricordo del Dr. Sehweitzer, da
12 poesie sui mesi dell’anno composte dai
ragazzi della scuola di Ghigo e recitale da
altri ragazzi della stes.iia scuola, e da una
scenetta anche composta da alunni di Ghigo. .Alcuni ragazzi di Villa hanno recitato
delle poesie e la corale ha eseguito inni
e canti assai apiprezza'i. Anche i hanihini
della Scuola Domenicale hanno cantalo un
cantico.
Le collette del 17 febbraio, dedicalo alr<>per.a di solidarietà cristiana in Inida
hanno superalo le 50.000.
Di questo periodo di oci upazione, duralo
quasi cinque sellimane e di cui si parla in
altra rubrica in questo stei'-o nnmero, vogliamo ricordare qui i servizi religiosi tenuti ogni domenica nei locali del'e miniere
In occasione dei (piali lutti i valdesi hanno
seguilo il servizio cattolico e lu ti i cattolici hanno parlccinalo al cullo cv:;ngclico
realizz.indo una esiperienza ecumenica indisciuibilmenle positiva e mollo fraterna.
Ringraziamo il Past. S. Ros agno cd il
.Sig. Claudio Troll che hanno sostituito in
queste occasioni il Pastore a Prali.
Domenica prossima 27 febbraio avrà luogo nel tempio di Ghigo alle ore 14,30 l’annuale incontro di preghiera delle donne
valdesi della Val Gernianatsca in ocoasione
della giornata mondiale di preghiera. Tutte le sorelle sono rordialmente invitate a
parteripare a questo ineoniro.
La ricorrenza del XVII Febbraio è stata
una giornata di gioia e di riconoscenza per
tulli i membri della nostra Chiesa. La sera
della vigilia sono stati accesi i tradizionali
« falò ». Al mattino un bel numero di fedeli insieme ai bambini e ad un gruppo di
Pramollini residenti fuori parrocchia ha
formato il corteo che s’è riunito nel Tempio per il culto, al quale la Corale ha dato
il suio valido contributo col canto di un
coro di circostanza e di un inno della raccolta « Psauinies et Cantiques ». Il Pastore
ha sottolineato il valore della libertà che
Dio ha accordalo al suo popolo in Gesù
Cristo e la grandezza della nostra vocazione
espressa nelle parole del Signore: « Voi siete la luce del mondo... così ri.splenda la
vostra luce nel cospetto degli uomini ». Al
termine del culto i bambini lianno ricevuto un piccolo dono, omaggio, in parte,
dei Sigg. Blanc, proprietari della panetteria
della Rita, che ringraziamo sentitamente.
Verso mezzogiorno una ciniquanlina di
commensali si sono ritrovati nel salone del
vicino albergo per il pranzo in comune, ottimamente preparalo dai coniugi Alma e
Renato Menusan e dal sig. Gustavo Beux
con la valente ccllaborazione del sig. Beux
Eli. Al levar delle mense, tra l’alternarsi di
vari canti popolari, rivolsero brevi messaggi di circostanza il Sindaco, sig. E. Maccari, ed il Pastore.
L’incontro, che si protrasse per buona
parte del pomeriggio, si concluse con una
serata ricreativa preparata ed offerta dai
giovani ad un pubblico che con la sua presenza ed i suoi applausi ha ricompensalo i
nostri attori della loro fatica non lieve.
Ringraziamo sinceramente tutti co oroche in più modi hanno collahorato alla riuscita della commemorazione di quesla giornata che una volta ancora ci ha posti di
fronte alla no.stra respionsabilità di es.sere
costantemente fedeli a D’O nella Chieia e
fuori di essa.
H.'iiiio ÍV dolía üvizzora Italiana
DOMENICA 6 MARZO
Radio - Conversazione evangelica alle 9,15
(Past. Guido Rivoir).
Televisione - Ore 16: per la giornata del
malato don Corrado Cortella, arciprete di
Lugano, e Past. Guido Rivoir.
SAK SECONDO
dei giorni
XVII Febbraio. - - La persistente pioggerella del 16 non ha impedito ai volonterosi
di preparare i « falò r e di accenderli al suono
delle campane. Non sono mancati i razzi ed
i canti nella notte.
La mattina del XVII giungevano tra noi
i pastori : Gustavo Bertin e Emilio Ganz, accolti da lutti con vera gioia. Alle 10, si formava il tradizionale, lungo corteo che dalla
Scuola Umberto I snodava per la via principale del paese, accompagnato dal suono de)
« Giuro » e dell’« Inno del Centenario », le
cui note solenni si alzavano dalle antenne
del campanile. Una nota spiccatammte vai
dese veniva data da un bel gruppo di ra
gazze in costume. Nel tempio, gremito, il pa
store svolgeva la parte liturgica, mentre i
pastore Bertin rivolgeva ad adulti e hambin
il messaggio della Parola di Dio, ispirandosi
al versetto 7 del capitolo 32 del Deuterono
mio: « Ricordati dei giorni antichi ».
La Corale eseguiva lodevolmente due cori
« Il Rimpatrio » e « La Cévenole ».
Il culto sì chiudeva con il canto del Giuro
di Sibaud da parte dì tutta Tassemblea.
L’Agape fraterna che riuniva una ottantina
na di commensali ha avuto luogo alla Scuola
Umberto I.
Ottimo il pranzo preparato con cura da
un apposito comitato. Ospiti d’onore, oltre
ai pastori Bertin e Ganz, ì dottori Ros e Fattori. Al levar delle mense, interessanti messa,ggi venivano rivolti dai pastori. Venivano
infine lette lettere di adesione da parte del
pastore Luigi Maurauda, del signor Enrico
Poèt, presidente dell Unìone di Marsiglia, de]
signor Jacques Picol di Ginevra e un telegramma del sindaco doti. Peano.
Nel pomerìggio veniva ricevuta, con vero
niacere. la visita di un gruppo di amici di
Bobbio e di Luserna S. Giovanni.
l a sera, una cinquantina di convitati prendevano ancora parte alla cena. Quando ci
siamo lasciati era già... un po' lardi, ma era
BOBBIO PELUCE
Venerdì 2.3 febbraio ba avuto luogo il
servizio funebre della nostra sorella Baridon
Maria ved. Charbonaier deceduta il 23 febbraio nella sua abitazione a Perlà nel suo
93.mo anno.
La nostra sorella, fino a poco tempo fa,
accudiva ancora alle faccende domestiche e
con rammarico raulunno scorso eveva dovuto riconoscere clic i lavori agricoli ormai
erano troppo pesanti per lei e la stancavano
troppo. Colpita, la mattina del 17 febbraio,
da una trombosi ccrclirale che le paralizzava la parte destra del corpo ed impediva che
fosse nutrita, malgrado le cure prontamente
prestatele, declinava lentamente e ei lasciava do])0 alcuni giorni.
Era la decana della nostra comunità; ci
lascia l'esempio dì una vita attiva vissuta
con spirito di fede c di consacrazione al Signore ch'ella così sjiesso jiregava c ntdla comunione del quale era solita vivere. Al figlio, alle figlie, aj familiari ed ai parenti
lutti ridiciamo la nostra viva e frat rna simpatia cristiana invocando ì'U loro lutti la
pace e la consolazione del Signore della vita
e della morte. e. a.
VILLAR PELUCE
L’àgape alla Mira monti
E fuori della porta aspettava una fiammante nuova a 500
» )
La ricorrenza del XVII febbraio è stata
celebrata con la partecipazione Iella quasi
totalità dei componenti la Comunità.
Le manifestazioni hanno avuto inizio la
sera del 16 con un grande « falò » attorno al
quale si sono .riuniti in gioioso e riconoscente raccoglimento i Pastori Micci e Sonelli,
i bambini, i giovani e gli adulti. Col canto
di alcuni appropriati inni la Corale ha conferito aH’ambienie un tono estremamente
suggestivo.
AH’indomani, come da programma, il Pastore Micol ha presieduto, aUe ore 10.30, il
culto nel tempio gremito di fedeli e gli alun.
ni delle scuole, accompagnati dai rispettivi
insegnanti, sì sono esibiti in recite e canti.
Alle 12,30 alla Miramonti ha avuto luogo
“Ricordati
antichi... „
vamo tutti felici e riconoscenti a Dio che ci
aveva ancora permesso di passare, insieme,
un -allro mefavìglioso XVII Febbraio.
Visite. ■— Sabato sera 26 febbraio una ventina di giovani di Prali, accompagnati dal
loro pastore hanno trascorso la serata con
noi. Dopo la parte religiosa presieduta dallo
stud. teol. Franco Monnet il pastore Davilc
ci ba allietati con la proiezione di alcune interessanti filmine a colori. Mentre ringraziamo i pralini per la loro gradila visita, diamo fin d'ora il più cordiale benvenuto ai
giovani di Villar Pellice che saranno a San
Secondo, sabato 5 marzo.
Filodrammatica. — Sotto gli auspici della
Corale, sabato e domenica 12 e 13 marzo,
alle ore 20,30 precise verrà rappresentata
alla Scuola Umberto I la brillantissima commedia di Manzari: «7 morti non pagano
tasse ». L’età degli attori varia dai 14 ai 63
anni.
il tradizionale pranzo. Per quanto ampi e
spaziosi i locali non sono stali in misura
di soddisfare tutte le richieste di prenotazione; altrimenti, anziché 197 i commensali
sarebbero stati oltre 230.
Un plauso a tutti coloro che volontariamente si sono adoperati per l'ottima riii'^. ila, sia dal lato organizzativo, sia da quello
del servizio e della cucina, nonché alla C'orale che sotto la valente guida della Direttrice Signora Ciesch ha eseguilo tradizionali
canti valdesi e patriottici.
Al levar delle mense il Pastore Sig. Micol
ha porto un vivo ringraziamento alle Autorità, agli Ospiti ed ai Membri della Comunità
presenti ed ha letto telegrammi e lettere di
adesione da parte del Sig. Poèt, Presidente
dell’Unione Valdese di Marsiglia, della Signora Lakatos e del Maresciallo dei Carabinieri Sig. Scandurra.
Ha quindi preso la parola il Sindaco Sig.
P. Frache che, fra l’altro, ha rievocato brevemente alcuni fatti storici riguardanti particolarmente il Villar, seguito dal Sig. G. Mathieu e dal Presidente della Pro Loco Cav.
Galofaro. Ha portato ì suoi saluti ed i suoi
auguri alla Comunità, rievocando in j»ari
tempo alcuni ricordi personali di altri X 'v II
febbraio, il Generale Sig. Stefano Cois-.m,
presente con tutta la sua famiglia.
Ha chiuso gli interventi Tlnsegnante Signora Bouissa, dando peraltro inizio al) ultima e inattesa parte della giornata, non inserita nel programma, consegnando al Pastore — con parole toccanti e fra la comi.lozione dei presenti — una Fiat 300 nuova
e attrezzata, a nome di tulle le madri di ^ il.
lar alle quali hanno voluto unirsi j villaresi
e quanti, anche se lontani, hanno avuto la
lortuna di conoscere l’opera e la persona del
sig. Micol.
Questi, dichiarandosi immeritevole di una
tale manifestazione verso la sua persona, ringraziava anche a nome della Sig.ra Micol. visibilmente commosso, e auspicava di {loter
utilizzare il mezzo offertogli ai fini di un
ulteriore potenziamento della sua missione.
Un partecipante al pranzo
POMARETTO
La nostra “ processione
Siamo riconoscenti a Claudio Balma per il
messaggio rivolto alla comunità la domenica
30 Gennaio consentendo con la sua preziosa collaborazione la predicazione mensile al
Clot Inverso. Lo ringraziamo di cuore per
il suo buon messaggio.
La prima domenica di febbraio la missionaria Graziella Jalla ha rivolto un profondo
messaggio al cullo e ne] pomeriggio un'interessante conversazione alla sezione femminile con buona partecipazione di sorelle. Con
spirito giovanile e ricco di entusiasmo ha saputo comunicare alla comunità del mattino e
■e del pomerìggio un interc.sse vivo per il
campo missionario dove ha trascorso lunghi
anni e cioè fino alla pensione. La ringraziamo di cuore per la sua visita e le auguriamo
di continuare ancora l’opera missionaria alle
Valli per lungo tempo.
La commissione visite composta dalle sorelle Chamboii Lina, Viola Rostan, Speranza Grill e grazie alla collaborazione del geometra Gino Rostan ha potuto visitare tutti
gli ospedali psichialriei dove sono degenti
nostri parrocchiani nonché altri ospedali secondo l'annuale programma di visite, sempre tanto apprezzate dai malati, non sempre
tutti visitati dai parenti.
La celebrazione del XVIÌ s’è svolta secondo il programma consueto con la collaborazione della corale diretta dalla signorina Spe.
ranza Grill, dalle due liande deirinvcrso c
Pomarelto, rispettivamente dirette dai Signori Bernard Arturo e Coucourde Arturo. Siamo grati alla commissione ])cr l'opera svolta,
al sindaco Olivero per la preparazione eceeilenle dell'agape. La delegazione svizzera era
presente con il Pastore Blanvallet e Tanziano Vitet di Petit Lancy; abbiamo gradilo i
messaggi della comunità valdese di Marsiglia a mezzo dei Signori Poèt, del fratello
Ribet Remo e signora Prelat dì Ginevra.
Erano presenti il Sindaco Gino Ilario, il geometra Perron Cabus. ¡1 maresciallo dei cara
binieri di Perosa ed il sindaco deirinvcrso
Andrea Olivero.
La sera del XVII e la domenica seguente
la filodrammatica ha presentato: « Profonde
son le radici » con un vero successo sebbene ’a maggior parte fossero delle « reclute ».
Uingrazianio il fratello Eraldo Bosco per
Timpegno con cui guida questa attività c soprattutto per la linea squisitamente morale,
sociale, religiosa che egli persegue per le
rappresentazioni. Ringraziamo tutti gli attori e attrici e collaboratori « dietro le quinte ». La banda del signor Bernard Arturo lia
coronalo felicemente con i suoi vari eccellenti numeri le due serale.
A tutti un grazie riconoscente nella fiducia eh. la processione del XVII prosegua la
sua marcia ncirumillà, nella fedeltà dello
piccole cose, nel servìzio per la chiesa e per
il mondo, allo scopo di essere sale e lievito
come lo furono quelli che abl)iamo ricordato
al XVII.
Novità E.U.M.
Seno apparsi, presso le « Edizioni Uomini Nuovi» (EUN):
G. SPINI - I protestanti in Italia Ha
conferenza tenuta all’Eliseo di Roma, in occasione del Congresso
Evaneelico Italiano). P. 24, L. 300.
A. THOMAS-BRÈS - 1 fatti della vita
« la Bibbia. P . 68, L. 400,
R. BRACCO - La potenza della Pentecoste nel ministerio. P. 93, L. 400.
T. BALMA - Vademecum biblico P. 52,
L. 400.
E. DAPOZZO - Amburgo ’44. Testimonianze di un deportato cristiano
in Germania, P. 54, L. 300.
3
4 marzo 1966 — N. 9
pag. 3
R0RÀ
Intensa
Settimana Valdese
Un asilo infantile in Sicilia
Non si possono educare i bambini senza aiTrontare i problemi di tutta la città
Collie dii (‘onisiieiudiniì ormai docennale
la nostra Comunità celebra, con qualche innegaibile vantaggio risipetto ad altre Comunità, il XVII febbraio a partire dalla domenica ipiù vicina al XVII.
Domenit-a 13 febbraio infatti dopo il culto un simpatico gruppo di 30 persone si
sono uniti intorno alle mense apparecchiate
con gusto dalle Madri deirUnione. E’ forse
superfluo sottolineare qui ancora una volta
la bontà e rabbondanza del pranzo (c’è
stato qualcuno die ha lamentato appunto
die c’era troppo di tutto!).
E vorremmo a questo proposito ricordare
ancora una volta che l’aigape del XVII non
costituisce per noi un pranza sia pure abbondante e straordinario, ma sign fica il
segno di una comunione fra.erna che trae
le sue origini direttamente da Lu.ta la Bibbia. In molti luoghi della Bibbia si parla
di « bani-lietto messianico » e Gesù stesso ha
pronunciato numerose parabole e detti u
sentenza a proposito di questi ibamohetti.
Dei Valdesi che si riuniscono intorno a
queste mense in nome di Cristo sono appunto un segno, sia pure imperfetto ed assolutamente inadeguato, ma un segno della
coniunione die abbiamo già oggi e che sarà
eterno nel Regno di Dio.
Ed è siala proprio questa la motivazione
dei vari Oratori che a fine agape hanno rivolto il loro niessaggio.
Vogliamo ringraziare con profondo senso
di rii-onoiscenza tutte le Madri die .sotto la
guida esperta della loro presidente Signora
Marie Morel si sono impegnate veramente
a fondo perchè lutto fosse ordinato
Subito dopo l’agape i bambini delle nostre due scuole elementari (Centro e Fmcinel hanno recitato vari dialoghi e poemetti
ispirati alla circostanza. E non possiamo
non pensare alle grandi difficoltà in cui si
sono trovate le due Insegnanti neirallestire
questo prograniima, data la estrema scarsità
di materiale adatto. E crediamo che questa
simpatia sia la migliore espressione del nostro sentimento di viva riconoscenza.
-Alla recita che si è svolta nella sala del
teatro ha fatto seguito una abbondante e
ricca pesca die ha visto i numerosi bimbi
presi dal desiderio di pescare roggetlino
desideralo.
La quasi totalità degli oggetti della pesca
è stala donata dai Sigg. Meynet - Maìanot
della cartolibreria degli Airaìi. Grazie.
Anche se nevicava piuttosto fittamente
tanto da mettere in forse l’accensione del
falò, pure la sera del 16 il solito gruppo
fedele si è riunito intorno aU’enorme catasta di legna preporata da alcuni giovani e
dai catecumeni di primo e secondo anno.
Dojio ripetuti tentativi di accensione, tutti falliti a (‘ausa dell’abbondante nevicata,
finalmente la massa di fascine prendeva
fuoco con gioia e isoddisfazione di tutti. E
davanti a questo falò che ci ha ricorda'o
ancora una volta la grande notizia della
Emanciioazione nostra si sono elevate le note del Giuro c di tanti altri inni ispirati al
ringraziamento ed alla testimonianza. La
lettura di un passo della Scrittura seguita da
una breve mctlilazione ha riempito di sè
tutta questa cara manifestazione.
Dopo alcuni anni di interruzione ha ripreso nella nostra Comunità la consuetudine
del corteo sia pure limitato ai bimbi della
Scuola Domenicale del Centro e delle Fucine. Infatti giovedì 17 i due gruppi si sono
dati appuntamento alla Seiturà e di là sono partiti in corteo fino al Tempio dove
essi sono rimasti durante tutto il culto con
celebrazione della S. Cena dando prova di
elogiala compostezza.
Se non andiamo errati iper la prima volta
nella storia di Rorà vi è stala una agape di
lutti i bimbi della Scuola Domenicale. E’
stata un’agape veramente bella (o't:echè
buona per la m-nestrn !) perchè abbiamo poluto assaiporare una gioia intima e profonda
che solo i bimbi sanno dare. I 26 bimbi
partecipanti hanno cantato e giocalo insieme fino a che hanno voluto e questo ci basta per conclutlere che tutto è andato ottim-iimente.
La famiglia del Pastore è stata veramente
lieta di aver offerto la minestra e il dolce.
La sera del XVII i giovani della filodrammatica hanno offerto una serata con li
recitazione di alcune scene della storia valdese. Il loro impegno è stato molto apprezzato anche in considèrazione delle notevoli
difficoltà che quest’altività ha comportato
proprio quest’anno.
Ancora un sentito ringraziamento alle
Madri per il buffet che ha funzionato durante la serata ricreativa offerta dai giovani
dell’Unione Giovanile.
Domenica 6 marzo vi sarà il cullo con
S. Cena.
Nel pomeriggio alle ore 14,30 le Madri
dell’Unione sono gentilmente convocate al
presbiterio per la riunione mensile.
SEGUE DALLA PRIMA PAGLNA
L’ambiente di Pachino non ci è ostile. I nostri rapporti con le famiglie
elei fc?mt'ini seno ottimi. L’occasiòne
di parlare con le madri e fratellini
avviene la mattina all’asilo e durante
le visite a casa. L’accoglienza è stata
da quasi tutti molti cordiale, anche a
causa della « xenofllia » e della curiosità famosa dei pachinesi. Per tante
famiglie Thea rappresenta il paese
d’endgrazione dei loro parenti; per
questo chiedono schiarimenti sul lavoro, specialmente delle donne, sul
clima, sugli usi e costumi della Svizzera. Giazie al tradizionele senso di
ospitalità dei siciliani, le visite possono essere fatte all’improvviso. Al principio Thea ha trovato delle difficoltà
a causa del dialetto locale. Ogni giorno però il suo vocabolario diventa più
ampio. Fin’cra il suo lavoro ha avuto
soprattutto carattere di reciproca in
formazione.
Abbiamo buoni rapporti con la Comunità di Pachino, anche se non tutti i suoi membri riescono a capire lo
spirito del nostro servizio. Maria lavora anche come monitrice nella
Scuola Domenicale e Thea come vicepresidente-segretaria nell’Unione Giovanile.
Siamo inoltre in corrispondenza con
Agape, con i gruppi di Kriftel e di
Catanzaro, con Lucia, con Marcella,
Marie-France e con tanti altri amici
il cui aiuto spirituale e materiale ci
infonde quella sicurezza che ci inco
raggia nel nostro lavoro dicendoci
che non siamo sole. Ogni mattina
apriamo la nostra giornata con il culto
che teniamo insieme al Paat. Samuele
Giambarresi, avvertendo la vicinanza
non soltanto dei nostri amici ma soprattutto di Colui che è venuto al
mondo non per essere servito ma per
servire.
PERCHE’ SIAMO QUI
Stiamo facendo un’esperienza meravigliosa. Proveniamo' da nazioni e da
Chiese diverse. Nonostante la diversa
mentalità, l’ardore della nostra opera
ci accomuna e ci da la forza di riuscire nell’intento di tenere sempre accesa in Pachino la fiamma del servizio
cristiano.
Nelle riunioni di Gruppo, ogni venerdì; pomeriggio, e nei colloqui con
il pastore abbiamo molto discusso cir
ca lo scopo della nostra presenza in
Pachino. Non siamo qui per far della
beneficenza e del paternalismo. La
beneficenza rende ancora più poveri
i beneficati e suscita giustamente il
loro risentimento. Il paternalismo indurrebbe noi ad assumere la funzione
<iel Padre, che spetta a Dio e aggraverebbe la condizione di dipendenza e
di schiavitù in cui si trovano i poveri.
Col nostro servizio vogiiamo invece
rendere una testimonianza a Colui
che, servendo rende liberi.
Alla Chiesa vogliamo dire che la
predicazione dell’Evangelo non consiste soltanto in prediche pronunziate
(iiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiii
iiiiiiiiiiiiiiiiiuiiiiiiiiniiM
Il dovere di non obbedire
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
che hanno l’interesse di mostrare come anche il cattolicesimo di avan^ardia c che ci
sembra più autenticamente evangelico, come quello di Don Milani, è, invece, solo,
più autenticamente cattolico. Una difesa in
tribunale è una difesa e non una predica,
certo. Ma non ci sembra giusto dire che Don
Milani, nel documento che abbiamo riassunto, ha cercato solo quello che gli faceva comodo per ottenere l’assoluzione, da un punto
di vista giuridico. Anzi, parla esplicitamente
come cc sacerdote ». E come tale non rivendica un’obbedienza totale ed incondizionata
all’Evangelo, ma alla tradizione cattolica, al
diritto naturale, alla- cosci^iza, aL diretto canonico. « Superamento senza rotture » — come si è espresso felicemente Paolo Ricca —
anche qui. La natura (coscienza, diritto naturale, tutto quel che si vuole) è già l’ordine
di Dio; ad essa ci si riferisce, non c’è crisi
fra la natura umana e la fede in Gesù Cristo. Questo schema è la negazione radicale
della Riforma.
Ma c’è anche la fedeltà alla tradizione cattolica. Scegliamo il punto in cui l’argomentazione di Don Milani appare più chiaramente ispirata a i^uesto concetto: la chiesa
cattolica ha sempre osteggiato il Risorgimento come lo osteggia lui. Ci è franca
piaciuta la demistificazione della storia
patria contenuta nella lettera e nella difesa.
Ma perchè non demistificare anche la storia
ecclesiastica? Perchè non dire che se la Chiesa Cattolica ha osteggiato il Risorgimento,
è per ragioni molto diverse, per non dire
opposte, rispetto alle sue? E cioè per difendere gli interessi delle classi dominanti, della monarchia e del papato? Che il Risorgimento, nella sua maturità, si sia poi fatto
-,esso- stesso difensore di'questi interessi, è il
fatto che lo ha reso accettabile, più tardi,
alla chiesa cattolica come lo era stato prima
alla monarchia sabauda; ma proprio per questo adesso Don Milani, e noi con lui, sente
di doverlo « ripudiare » nello spirito della
Costituzione. E’ ovvio che questo criterio:
fedeltà alla tradizione cattolica, che significa :
rifiuto della possibilità per la chiesa di rav
vedersi, limita in modo inaccettabile le possibilità di fedeltà all’Evangelo, oppure l’andazzo a cercare con qualunque salto mortale
dell’intelletto qualunque cosa nella tradizione, estenderà in modo tale le possibilità di
scelta che quelle consone all’Evangelo saranno ugualmente perse di vista.
Resta, di fronte a noi, la sfida di un
uomo che crede, come tutti i cattolici credono, che non c’è bisogno di ravvedimento nel
senso evangelico, nè per i singoli, nè per la
Chiesa, perchè l’ordine naturale è già ordine
di Dio; in cui, pure, dobbiamo notare che
ravvedimento parziale c’è stato. E una volta
c’era uno che di fronte aH’ordine del Padre
aveva detto Sì, ma poi non era andato; e
un altro che aveva detto No, poi era andato
a lavorare nella vigna. Se il nostro Sì all’invito al ravvedimento avrà solo il valore di
quel Sì, sarà un po’ meschinello. L’obiezione di coscienza non è per noi in una continuità col passato, ma in una rottura con
esso.
c. tron
solennemente dal pulpito, nè soltanto
in conversazioni polemiche con amici
ed avversari, nè soltanto nel vivere
onestamente e nel prendere parte alle attività ecclesiastiche. La predica
zicne deiravangelo consiste anche nel
servire i nostri fratelli, quelli che credono e quelli che non credono. Con
piacere vediamo che la Comunità di
Pachino va uscendo pian piano dal
suo isolamento. La domenica sera
non c'è più un secondo culto identico
a quello del mattino, ma una riunione in cui credenti e non credenti e cristiani di fede diversa s'incontrano per
esporre francamente i loro problemi,
per cercare di capirsi, per cercare di
aiutarsi a vicenda. La chiesa impara
cos’i a conoscere e ad amare il mondo
come Dio l'ha amato e conosciuto ed
il mondo scopre nella chiesa un interlocutore non del tutto trascurabile.
Al mondo vogliamo dire che la ragione uUinia del nostro servizio non
è la nostra bontà o la nostra cultura
o il grado di civiltà cui siamo perve^
nute o la nostra ricchezza. Siamo
pronte a pagare di persona, perchè
Cristo ha pagato di persona. Dopo
tanto tempo in cui la chiesa si è disinteressata del mondo o ha considerato il mondo come il nemico da battere o ha visto nel mondo solo un fertile campo di proselitismo, noi vogliamo ricordare che Gesù Cristo non
è contro il mondo, ma è per il mondo
e che la chiesa è chiamata non ad
essere « mater et magistra » ma ad
essere serva, sia pura incompresa, disprezzata ed odiata, ma serva di tutti,
perchè ad ognuno sia possibile di
giungere alla fede in Gesù Cristo che
giustifica gratuitamente.
DONI EI> OFFERTE
La circolare di dicembre elenca offerte
per lire 472.670, do-ni di amici, di privati
e di chiese, dalVItalia, dalla Germania e
dalla Svizzera. L’asilo dipende in tutto dai
doni dei suoi amici. Non ha capitali propri e la quota che si domanda alle famiglie
dei bambini è puramente simbolica.
Asilo Infantile Valdese « Il Redentore »,
Via Torino 14 - c.c.p. 16/3531 - Pachino
(Siracusa), Sicilia.
L’indirizzo del Gruppo è: Via Torino 24,
Pachino (Siracusa).'
(da Agape - Informazioni)
iiiimiiiiiimmmmimKimiiiiimiiitimiijii'ii
imniinimiiutiiimiMiiimiiinmiiiiii
ARRIVI IN LIBRERIA
E’ stato ristampato Tatteso libro di
R. Bainton : La Riforma protestante. Traduzione di Francesco Lo Bue. Einaudi •
L. 1.000.
Max Weber: L’Etica protestante e lo spirito del capitalismo. Sansoni • L. 1.000.
P. Mazzolari ; La Chiesa., il Fascismo e la
guerra. Vallecchi . L. 800.
LETTORI CI SCRIVONO
Vogliamo tutti
positività
Una leitrice. da Torino:
Caro Dircllore.
a questo punto ti chiediamo dì pubblicare. anchp a puntate se necessario (noi profani non ne conosciamo
la lunghezza), il testo integrale della
conferenza-stampa del prof. Oscar
Cullmann : infatti la presentazione
tua c quella del prof. Vinay divergono: ora ci si motte in mezzo anche il
pastore Sonelli, senza aver letto Tarticolo. e... dove andiamo a finire! a
fare della pura polemica interna, visto elle non c più dì moda farla al
di fuori, per dimostrare che proprio
non sappiamo fare altro? Vogliamo
della positività (bravo Giorgio Tourn!)!
Abbiamo capilo comunque che nel
« magistero » valdese ci sono opinioni. giudizi e valutazioni assai diverse
su un argomento attualmente molto
importante, cioè sui nostri rapporti
col cattolicesimo, oggi (non ieri!). Se
pubblicberai l'articolo del Cullmann
anche noi, poveri « sacerdoti universali », potremo giudicare con la nostra testa, da buoni protestanti... e
forse discuterne nelle nostre comunità.
Speriamo poi che il Sinodo quest anno affronti quest’argomento! E se
lo ailronla opererà (viste le diverse
posizioni) la solila « sintesi » oppure,
per una volta, proporrà « ralternati- '
va »? ^
Grazio, e saluti cordiali. \
Giuliana Pascal \
Mi dispiace, ma ci sono troppe cose ^
importanti e interessanti da pubblica
re e. la conferenza sarebbe davvero
tropfw lunga per noi La ’lette- \
ra aperta' di Alfredo Sonelli prescin
deva espressamente dal contenuto del
la conferenza stampa di 0. Cullmann.
rifacendosi allo scritto di V. Vinay, affrontava il problema generale dei nostri dissensi sul dialogo con il cattoUeesimo; chiedeva (e portava) dati, '^
non senfimenti: poneva anch’egli la |
questione deli'alternativa, e spero io .
pure che il Sinodo abbia il coraggio j
di affrontarla: ma taglierà dolorosa- [
mente, ed è con questo senso di tri- ^
stezza che vedo non pochi teologi protestanti. anche fra i nostri, mancare i
al loro ministerio di discernimento *
degli spiriti e di guida ’dottorale’ dei
credenti (sacerdozio universale, certo
ma senza demagogia). Non si tratta
di meschine questioni personali; come mi scriveva recentemente un amico, « la contingenza cattolica non ha
fatto che mettere in luce — come
per altro verso sta facendo la contingenza marxista — la crisi profonda
in cui si dibattono le nostre Chiese,
prive, da secoli di corrosione pietistico-illuministica, dell’autorità e dei criteri di riferimento della loro fede ».
Ecco la positività della situazione e
dell’impegno.
Un refuso
Un collahnralore, da Proli:
Caro direttore,
un refuso mi ha fatto dire la settimana scorsa, parlando deU’unità e
siolidarietà di cui i minatori della
Valle Germanasca hanno dato un
esempio : « questo è un insegnamen to vecchio come il mondo ma non
sempre valido »; mentre era mia
intenzione dire che esso è proprio
oiggi sempre valido, validissimo.
L’errore è evidente.
Fraterni saluti
Sergio Roslagno
A ognuno
il suo
Una lettrice, da Ponmrelto:
Signor direttore,
a proposilo del Convitto di Pumarello, menzionato iiell’opujseolo de!
17 feibbraio, in funzione della Scuola Latina, vorrei precisare che il
primo esperimento fu compiuto verso il 1917 dal Pastore Enrico Tron
allora professore alla Scuola Lat na,
che ne fu rideatore c il sostenitore
al tempo stesso.
Ebbe sede nella casa che ora appartiene al Signor Vitale Jahier c
se in essa la sorveglianza era molto
limitata e i convittori godevano della massima libertà, non risulta che
ne approfittassero per compiere alti
riprovevoli.
Questo per l’esattezza e per la riconoscenza al Pastore Tron che molto si prodigò in quegli anni lontani
per gli studenti delle Alte valli.
Con ossequio, una che c’era
Amelia Pons
Lo specchio
del Cattolicesimo
Un collaboratore, da Pinerolo:
... Ho letto con molto interesse e
1» molto aipiprezzatfi l’arlicolo di Snnelli... Avrei voluto scriverlo io:
l’ha fatto lui molto meglio. Una cosa mi ha lasciato perplesso : sembra
elle egli aimmeita che il cattolicesimo non rioonosca se stesso nelle analisi del prof. S'ubilia. Questo mi
sembra da dimostrare. L’anno scorso è venuto da me un prete di Pi i
iierolo, per chiedermi se Giovanni
Miegge si fosse occupato di ecclesiologia (C. Tron si è laureato presso
la Facoltà di Magistero di Torino
con una tesi sul pensiero di G. Mieg- '
ge. n.d.r.j. Non era un reazionario *
e mj diceva che il prof. Subilia aveva compiuto un’opera altamente ecumenica, facendo conoscere esattamente al protestantesimo italiano la
ere esiologia cattoli-a. Egli des’de-1
rava fare altrettanto con una tesi sn'l’eeclesioloigja « valdese ». Naturai-mente egli si riferiva solo all’analisi, |
non alla valutazione del n-rof. Subilia. Però mi diceva: «quando ci
conosceremo bene così, potremo dialogare ». Non gli paissava per l’antieamera del cervello di dire che il
prol. Siiibilia avesse visto soltan'.o
un aspetto del callolicesimo...
Cdaudio Tron
Sono lieto di questa precisazione ;
in verità, aneli io avevo notato quell’affermazione di A. Sonelli. e in
base alle mie modeste letture posso
confermare che nel complesso il
cattolicesimo si riconosce nelVanalisi subiliaim; ne rifiuta la valutazione critica di fondo (e come potrebbe essere, altrimenti. essendo
questa protestante. re.st.amlo e.sso
cattolico?), talvolta, .specie sotto
penna « laica », annebbiando un po
il rigore di quest’altermitiva con accoratezza superficiale per quest’accanimento apparentemente caparbio
nel denunciare l’nut-aut delle i.slanre cris’iane rappresentate dal Cattolicesimo e dalla Riforma; ma dà
atto di essere stato rettamente inteso; e cito, fra le ultime pubblicazioni, l’ampio studio critico che Alfonso Pramli ha jrremesso alla miscellanea ecumenica edita da « il
Mulino » di Bologna su « Il primato
di Pietro nel pensiero cristiano contemporaneo ». Tutto questo getta
una luce di equivoco tatticismo sul
modo abbastanza spregiudicato con
cui da parte cattolica in contatti interconfessionali viene data la parola
a personalità evangeliche che hanno
una posizione più « sfumata ».
“Ecumenismo,,
antiecumenico
Il pastore della nostra comunità
bergamasca ha inviato, in data 29-1] 966, la seguente lettera (che non è
stata pubblicata) al direttore del quotidiano ’’L’Eco di Bergamo”:
Signor Direttore,
terminata ormai da qualche giorno
la « Settimana dì preghiera per l’unità dei cristiani » (e quindi senza
rischio di turbare quelli che vi hanno partecipato con sincerità) sento il
dovere di dirLe quanto sfavorevolmente colpito io sia rimasto (e molti
credenti evangelici con me) leggendo
sul Suo giornale di venerdì 21 corr.
le parole pubblicate sotto il titolo
(f Per tutti i protestanti ». Le petizioni che ivi sono suggerite intendono
domandare che i protestanti siano condotti ad accettare i dogmi distintivi
e particolari del cattolicesimo, ossia,
in pratica, che essi diventino cattolici.
Ritengo che la posizione che si rispecchia in quello scritto, pur nella
relativa mitezza della forma, veda in
realtà i rapporti tra protestanti e cattolici unicamente sotto il profilo del
cosidctlo « gran ritorno » di tutti i
cristiani all’ovile romano.
In quella vi.sione delle cose la chiesa romana viene collocata al centro
della cristianità, tulio viene riferito
a lei, c le viene attribuita una pienezza che ad altri mancherebbe.
Ma una settimana di preghiera per
runità dei cristiani non ha senso se
non viene vissuta in uno .spirilo autenticamente ecumenico. Ed cc'imenismo
significa riconoscere che tutte le chic,
se cristiane, senza eccezioni, sono
chiamate ad avvicinarsi sempre di più
a Cristo a cui solo compete una posizione centrale; e perciò nessuna chiesa può rivendicare per sè una posizione centrale rispetto alle altre, nessuna può presentare alle altre sè stessa
come polo di attrazione, come via obbligata, come sintesi in cui ie altrui
parzialità o manchevolezze si risolverebbero. La (( pienezza » di cui parla
la Sacra Scrittura è in Cristo non in
una chiesa. Perciò la guida alla preghiera pubblicata con il titolo « Per
tutti i protestanti » è, purtroppo, sostanzialmente anti-ecumenica, ed è
certamente peccato che in un’epoca
che si vuole ecumenica si (bffontlano
degli scritti di quel carattere. Se poi
si dovesse dimostrare che quello scritto è fedele espressione del pensiero della Chiesa cattolica in materia di ecumenismo, allora non rimarrebbe che
da constatare che protestanti e cattolici quando parlano di ecumenismo
intendono cose radicalmente diverse.
E’ veramente questa la situazione?
Con distinti saluti. Aldo Coniba
Pastore evangelico
N.d.r. - Il trafiletto in questione
(che avevamo pubblicato a fine gennaio) è parte di un testo ufficioso
sulle « Intenzioni » cattoliche per la
Settimana di preghiera per l’unità,
comparso sull’Osservatore Romano e
diffuso alle direzioni di tutta la catena dei quotidiani e settimanali
cattolici.
Qualcuno
è d’accordo
Un lettore, da Sanremo :
Caro signor Conte,
da molto tempo avrei voluto scriverle, per testimoniarle il mìo consenso e la mia fraterna simpatia nella
lotta che deve sostenere ogni settimana nella redazione del giornale. Ma
pensavo che a noi poco importa il
consenso umano, se lo Spìrito nella
Scrittura ci attesta che siamo dalla
sua parte. Comunque ora mi sento
spinto a mettere carta in macchina
per dirle che concordo pienamente
con Lei suirinterpretazìone da dare
alla moda de! dialogo, e sulla necessità che la Parola rimanga spada più
che mai aiìilata. Credo sempre più
che questo sìa il nostro compito di
valdesi, qui ed ora, in armonia con
la nostra vera vocazione primordiale :
mettere sempre più in evidenza la
Parola di Dio nella sua interezza ed
inalterabilità, qualunque lusinga cì
pervenga, contro ogni pretesa esigenza ragionevole. Anche se a far questo
rimarremo in pochi, secondo la misura degli uomini, dovremo perseve
rare in questo compito, ricordando che
a questo, ed a questo solo, siamo stati
e siamo chiamati. Si ricordi che non
è solo a combattere. La saluto nel Signore. L. de Nicola
La ringrazio. A Lei e a quanti pensano come Lei chiedo di essere con
noi nello sforzo costante di meditazione biblica e teologica, in una posizione autenticamente riformata cioè
disposta all’ascolto fresco delVEvangelo (e di esso solo); affinchè chi non
condivide il nostro pensiero senta che
non siamo indietro, rispetto alla sua
problematica, ma accanto o avanti.
Dei lettori, da Milano:
Signor Conte,
leniamo ad esprimerLe, una volta
tanto, la nostra profonda riconoscenza per la Sua opera nel nostro giornale. Gli articoli trattati suscitano
in noi sempre un grande interesse e
le idee da Lei espresse trovano perfetta risipondenza nel nostro cuore.
In particolare desideriamo manifestare la nostra viva approvazione a
quanto espone nella sua « lettera
aperta » il Pastore Sonelli. Molto
cordialmente.
Famiglia fF eber-Arnoufet
Un collaboratore, da Cerignola:
Caro amico,
mi eoniipiaccio per la linea die segui suirecumenisnio. La mia valutazione è quella... deirultiina ruota del curro; ma è quella dì un vecchio che Ila sul groppone 36 anni di
niinìskTÌo in seno al popolo meridionale, questa Vaiidea del Sud. Il
Signore ti benedica, tuo in Lui
Giuseppe E. Castiglione
\ Dato (e per niente concesso) che
I rimmagine si aitagli, le ultime ruote del carro sono quelle che magari
reggono l’equilibrio, nelle svolte
pericolose...
Abbiamo ricevuto
Per i mhuiiori delln Val Gernuinusca, in ineinoria del caro fratello
Luigi Filneri, Agnese Rossi (Bresriai L. S.OOff.
Per la fame in India, Luca Natali
(Pinerolo) L. 5.000; Mary Tron
ITorre Pellioe) 5.000; P. F. (Torino)
!.. 5.000.
Ringraziamo e Irasmetlianio.
4
pag. 4
N. 9 — 4 marzo 1986
PALERMO
La “casa del fanciullo
99
inaugurazione del nuovo convitto valdese
I! progetto di aiuto e di aissistenza ai
fanciulli dei quartieri più poveri della città prevedeva anche riistiluzione di un internato.
Oggi, grazie a Dio, quello che poteva
E<emibrarc un sogno è diventato realtà. Ai
primi di ottobre il Convitto Valdese ha
aperto i suoi battenti e i primi ospiti sono
stati accolti. Ma l’inaugarazione ha avuto
luogo domenica 30 Gennaio, alla presenza
del Moderatore della nostra Chiesa, Past.
Neri Giampiccoli, di alcune autorità civili,
scolastiche, politiche. Abbiamo notato il
Dott. Angelo, Vice Prefetto, il 1« Ispetto.
re scolastico, Dr. S. Piazza, il Consigliere
comunale Aw. A. Bonsignore e altre personalità che hanno espresso il loro compiacimento.
11 Convitto ha la sua sede alle falde di
Monte Pellegrino, nella villa Bonci - Paratore circondata da un ampio parco.
L’arredamento è stato fornito dal Diakonisches Werk Inner Mission und Hilfswerk Inner Hessen und Nassau che ci ha
inviato direttamente dalla Germania tutta
l’attrezzatura.
Il mantenimento dell’istituzione è, come
la scuola « Casa del Fanciullo » alla Noce,
a carico dello Hilfswerk der Evangelisohen
Kirchen der Schweiz (H.E.K.S. - E.P.E.R.).
Il Convitto accoglie attualmente 20 bambini di cui 5 orfani, 2 figli di carcerati, 2
di Riesi, 2 di Piazza Armerina, 2 di Ragusa,
2 segnalatici dalla Prefettura, 3 di Sferracavallo, ecc.
L’interna'.o rappresenta un ampliamento
e una integrazione dell’opera a prò dell’infanzia. In alcuni casi infatti l’opera educativa delle nostre scuole esige un allontanamento daU’ambiente familiare e sociale e a questa esigenza risponde il Convitto,
ove i fanciulli trovano un ambiente adatto
al loro svilupi>o fisico, morale, intellettuale.
Fino ad ora eravamo costretti ad inviare
i nostri fanciulli fino a Portici (Casa Materna) o a Firenze (Gould). L’istituzione
di un Convitto Evangelico in Sicilia si rendeva veramente necessario e siamo riconoscenti ai nostri amici aU’estero che ci
hanno permesso di atmare questo progetto.
Purtroppo in questo momento non abbiamo
potuto aocettare tutte le domande che ci
sono x>®rvenute anche da enti pubblici e
privati della città.
La responsabilità e il servizio del Convit.
to sono affidati ai coniugi Marco e Miriam
Jourdan, allo studente Arrigo Bonnes, alla
sig.na Maria Pavone.
Il tema deUa predicazione e la destinazione deUa coUetta, nella Giornata mondiale della fame, è stato questo : « la fame
nel mondo n e particolarmente in India ove
centinaia di milioni di creature umane e 20
milioni di fanciulli sono esposti alla fame.
Come avremmo potuto non commuoverci,
noi che qui a Palermo riceviamo il pane
per i fanciulli che hanno fame a Cortile
Cascino, alla Noce, a Borgo Nuovo da parte dei nostri frateUi svizzeri? Come non
esprimere la nostra solidarietà noi che tanto abbiamo ricevuto nel dopo guerra e che
ricordiamo ancora le navi che nei nostri
porti scaricavano sacchi di grano?
GENEVE
Commémorati on
du 17 Février
.A l’invitation fraternelle de l’Union vaudoise de (préparer la fête en commun l’Eglise vaudoise de langue italienne a répondu
cette année avec un élan chaleureux et
c’est dans la joie de l’amitié retrouvée que
se déroulèrent nos manifestations. Cette
joie, deux orateurs la soulignèrent dans
leurs discours, lors du benquet: le président
Rostan, qui esi>ère créer des liens plus
étroits encore et le pasteur Dontinicé, secrétaire général de l’Eglise Nationale, qui,
apportan le message des autorités ecdésiastiques nous dit leur soula(gement de voix
l’harmonie rétablie et réaffirma pour Genève la nécessité d’une église de langue
italienne.
Diverses personnes nous apportèrent un
message dans les deux langues, ce furent,
en particulier, Monsieur le pasteur Bogo,
le professeur Ruscito et M. J. Picot pour
la partie historique, et le pasteur Giovanni
Conte que les vaudois furent heureux de
revoir à Genève après plusieurs années d’absence. Monsieur Louis Richard nous présenta de très beaux clichés couleurs sur
la Galilée et les enfants Beux et Siegrist
agrémentèrent l’a'près-midi en exécutant
des morceaux de musique. Nos remcrciments vont à Madame Reymond-Pons qui
avaft eu la bonne idée d’organiser une
exposition-vente on faveur de l’œuvre du
pasteur Vinay et dont le matériel avait été
fourni per le Comité « pro Riesi » de Lausanne. Ils s’adressent également à Mademoiselle Blda Forneron qui avait confectionné le bel insigne vendu en faveur
de l’Asilc dos vieillards de Saint-Germain,
ainsi qu’à tous ceux qui travaillèrent pour
la réussite de notre fêle.
Un culte avec S.te Cène et la partecipalion de ’a chorale de l’Egli«e vaudoise de
langue italienne, célébré en l’Auditoire de
Calvin par les pasteurs Bogo, Guamera,
Raynald Martin et le Modérateur Rolschy
termiVia la journée. Ce culte célébré en italien et en français, fut un vibrant appel à
la recherche de la vérité. Seule la vérité
rend vraiment libre; or la vérité c’est Christ,
que nous connaissons en devenant scs disciples. F • 5
Tutto quello che noi possiamo dare per
salvare una vita umana è sempre molto poco di fronte a quello che abbiamo ricevuto
e che non potremo mai restituire.
La colletta di quella domenica, in risposta all’aippello, ha dato circa L. 85.000 e
altre offerte giungono ancora. Abbiamo inviato alla Tavola a Roma un versamento
di L. 100.000, ma tutti coloro che desiderano contribuire so-no .pregati di farlo al
più presto, perchè non .si può dire a chi
sta per morire di fame; «aspetta ancora
un po’, ci penserò, darò qualcosa ».
La nostra fede ci impone di dividere il
nostro nane con chi ha fame. Qualcuno ha
detto che il mondo si divide in due parti;
quelli che non mangiano perchè non hanno cosa mangiare e quelli che non dormono perchè non possono dormire. Infatti le
centinaia di milioni di uomini che in Asia
e in Africa hanno fame, rappresentano un
pericolo per noi e per i nostri figli per
un domani non lontano se, chiudendoci nel
nostro egoismo, non sapremo dividere con
chi soffre la fame il nostro pane quotidiano e il nostro benessere. P. V. P
tivo dell’Emancipazione, e la raccolta delle
offerte di riconoscenza. In questo periodo la
nostra comunità sta esaminando in modo particolare il metodo contributivo proposto dalle Chiese del III distretto. Sentiamo che le
porte aperteci nel 1848 si sono moltiplicate;
anche nella nostra città, ne sono aperte tante ; alla Noce, con le Scuole e il Centro di
evangelizzazione; a Cortile Cascino con il
Servizio cristiano in un ambiente particolarmente difficile; alle Falde di Monte Pellegrino col Convitto che ospita orfani, figli di
carcerati e fanciulli che provengono da difficili condizioni di famiglia e di ambiente; a
Sferracavallo con un promettente Centro di
evangelizzazione; senza parlare della Chiesa
posta al centro della città, che è davvero una
porta aperta per chi vuole ascoltare il messaggio deli’Evangelo.
Si cerca di avviare un servizio di visite
fraterne agli ammalati, affidato in modo
particolare a sorelle della comunità; molti
sono gli infermi e gli isolati che attendono
con gioia queste visite.
TORINO
Al Lingotto: un nuovo
centro di predicazione
Alla (( Casa del fanciullo », per iniziativa
deirinsegnante sig.na Rosetta Caltagiron« de.
sideriamo costituire una piccola biblioteca;
ringraziamo fin d’ora quanti vorranno aderire a quest’appello e inviarci qualche libro,
buono e in buono stato, che servirà anche
per i ragazzi ospitati nel nostro Convitto.
Domenica 13 febbraio è stato organizzato
alla Noce il bazar della « Casa del fanciullo », e siamo lieti per la sua riuscita.
La sera del l"? febbraio, nel cortile del
Convitto valdese in Via Angiò 56, è stato
acceso un falò di gioia, con intervento specialmente dei giovani dell’Unione. La domenica 20 abbiamo avuto il culto commemora
APPELLO URGENTE
Per la Casa di riposo per evangelici
di Vittoria si cerca persona capace
di svolgere i compiti di direttrice interna. Rivolgersi al direttore, Past.
Giovanni Scuderi, Via Garibaldi 60,
Vittoria (Ragusa).
E’ sempre un momento di grande gioia e
riconoscenza, quando possiamo aprire un nuovo locale alla predicazione dell’Evangelo! E
questa gioia abbiamo avuto, la sera di domenica 20 febbraio, a degna conclusione della
(( settimana valdese ». Da anni, cerchiamo di
seguire, come ci è possibile, l’estendersi della
città, che rende sempre più difficile, per molte famiglie che vivono ormai in una lontana periferia, partecipare alla vita comunitaria. Da parecchi decenni è stato aperto il
tempio di C. Oddone; nel dopo-guerra si è
iniziato un’opera nelle « basse » torinesi, a
est della città, e abbiamo oggi le sale di Bertolla e Via Nomaglio. Ma forse l’estensione
maggiore della metropoli subalpina si è avuta
ultimamente in direzione ovest specie attorno ai complessi della Fiat, e numerosissime sono le famiglie valdesi che ora vivono
nel triangolo Nichelino - Mirafiori . Lingotto; tra l’altro, in quella vasta zona non v’è
alcuna altra chiesa evangelica. Da tempo si
parlava, in Consiglio di chiesa e in Assemblea, della esigenza d’un luogo di riunione
in questa zona; non è stato facile trovarlo,
anche nella nostra città evoluta i codini non
mancano. Infine, mentre si visitavano in
mc-io particolare le famiglie della zona e si
tenevano culti zonali nelle case, dopo lunga
ricerca un fratello ha potuto indicarci un
bel locale perfettamente adeguato nella zona
del Lingotto-ovest. Messa a punto a cura
deli’ing. Ravazzini e arredata grazie a un
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
MILANO
Scuola domenicale. • 66 bambini e ragazzi
in 7 gmippi, più una quindicina di piccolilssimi; presenza media; 38-40; non è
male, ma neppure bene; in un paese come
il nostro prevalentemente cattolico-romano,
la S. D. ha tra gli altri compiti anche
quello di sostituire e, molte volte, di neutralizzare l’inisegnomento religio.so confessionale impartito nelle scuola .pnibbliche,
ov’è considerato « fondamento e coronamento di tutta l’opera educativa ». I genitori devono faciiitaire la partecipazione dei
figli, e mantenere stretti contatti con i monitori'. A tale scopo si avrà, il 27 feblnraio,
un incontro fra genitori e monitori; inoltre viene largamente distribuito l’opnsco’o
contenente uno studio del prof. Valdo Vinay su « La comunità cristiana e la trasmissione della fede ».
Unione Giovanile. - Fin dalla ripresa di
gennaio l’U. G. ha ricominciato ad avere
le sue regolari sedute del giovedì sera, e si
è iniziato ora il secondo ciclo di studi ; essi
consistono in una ricerca delle basi bibliche snlle quali si sono fondati i movimenti
di riforma, di risveglio... nel mondo evangelico. Onesto programma, che è parallelo
a quello del primo ciclo per quanto riguarda gli .argomenti trattati, è stato egualmente preparato in comune coi giovani
battisti' e metodisti; le riunioni si svolgono
ora in via P. da Vimercate, nei locali della
Chiesa Battista.
Un’altra fase del lavoro interden orni nazionale giovanile è entrata in attività recentemente, dopo un tempo abbastanza
lungo di preparazione e di programmazione; cioè questa inchiesta ovvero censimento
delle presenze evangeliche disperse nella
periferia di Milano, al fine di determinare
quali siano le loro condizioni di vita, i loro
legami con le Chiese evangeliche, le loro
necessitì e le loro possibili'tà di collaborare, quando verrà il tempo, alla evangelizzazione di questa periferia. In genere i
giovani si ritrovano la domenica pomeriggio per fa.re le loro visite, dividendosi a
gruppi secondo le macchine disponibili (per
andare in ca.sa di questi evangelici dispersi
biso-gna infatti percorrere delle d&tanze
notevoli). Il gruppo visitante si compone di
oltre 20 giovani delle tre Chiese e si avvale della collaborazione spontanea di alcuni' ex-Union sti che sentono anch’essi il
bisogno di rendere una pratica testimonianza al Signore della loro fede.
Lega Femminile. - Il 12 dicembre ha
avuto luogo l’annuale Bazar di beneficenza.
La Comunità tutta ringrazia vivamente
le Sorelle della Lega per il lavoro compiuto con tanta dedizione. La partecipazione
dei membri di Chiesa è stata buona.
La Lega Femminile sta ora preparando
la giornata mondiale di preghiera, in comune con le altre Unioni Femminili della
città come pure una serie di incontri di
studio.
Riunione dei Consigli di Chiesa ValdeseMetodista. - In attuazione delle decisioni
prese l’anno scorso, abbiamo avuto una
prima riunione dei due Consigli di Chiesa.
Dopo aver esaminato la situazione dei rapporti fra le due Chiese, sul piano generale
delle tralti'live, abbiamo affrontato alcuni
prO(hlemi locali onde giungere ad una sempre più concreta manifestazione della nostra unità in Cristo. Avremo cosi, durante
il mese di Marzo uno scambio di pulpito,
un incontro valdese-metodista dà monitori
c mo(nitrici, incontri delle unioni femminili. Una attività che stiamo attentamente
preparando è quella di « riunioni qiiartierali » in comune.
La Corale. - Abbiamo molto apprezzato
il coro preparato per il culto di Natale.
Siamo lieti dell’impegno già assunto fin
daUo scorso anno dalla Corale, di studiare
nuovi inni in modo che tutta la Comunità
possa poi cantarli durante il culto. Anche
quello della Corale è un servizilo reso alla
Chiesa e' speriamo che altri membri possano
aggiungersi a coloro che ,già si sono impegnati.
Settimana di preghiera per l’unità. - Tre
riunioni di ipreghiera e meditazione hanno
avuto luogo nel periodo 18-25 gennaio, nelle diverse Chiese Evangeliche deUa città.
Il culto di chiusura, nella Chiesa Protestante di via de’ Marchi, è stato seguito
dalla celebrazione in comune della S. Cena.
Un incontro ecumenico di preghiera e
meditazione ha riunito Evangelici Ortodossi e Cattolici la sera del 21 gennaio. Il Pastore Valdese vi ha partecipato con la predicazione, il Pastore Metodista con una
preghiera ed il Dr. Sfredda con la lettura
della Bibbia.
— Nei prossimi giorni, neUa nostra sala
di Via Sforza, si terranno due conferenze;
il 25 febbraio il prof. Giorgio Peyrot parlerà su « Matrimoni tra persone di religione diversa; posizioni confessionali e coerenza ecumenica » ; il 4 marzo il prof.
Valdo Vinay parlerà su «La Chiesa, le
Cliiese e il mondo al II Concilio Vaticano.
Bilancio protestante ».
ROMA • Via 4 Novembre
Culto radio
ore 7,30
Domenica 6 Marzo
Pastore GIANFRANCO ROSSI
Roma
Domenica 13 Marzo
Pastore BRUNO SACCOMANI
Torino
CERIGNOLA»
Il 18 febbraio si sono svolti in Roma i funerali del nostro fratello Rodolfo Gasparotto
che il Signore ha richiamato a Se all’età di
80 anni. La sua dipartenza lascia un gran
vuoto nella Comunità Valdese di Roma IV Novembre nella quale per un periodo di
tempo ha rivestito anche la carica di diacono, e nell’ambiente evangelico di Roma e
di altrove per avere prestato la sua opera
appassionata e scrupolosa come collaboratore
nell’Agenzia per l’Italia della Società Biblica
Britannica e Forestiera per più di 35 anni.
Attività umile ma sempre svolta con spirito
vocazionale e di servizio per l’avanzamento
del Regno di Dio>
La larga partecipazione ai suoi funerali
di parenti, amici e conoscenti è stata una
commovente dimostrazione di stima e di sincero affetto per Lui e per la sua famiglia.
Alle parole di fede pronunziate dal Pastore
si sono aggiunte quelle del pastore Guido
Comba ìntimo amico della famiglia, mentre
il canto dell’inno 263 ha sottolineato la nota
della speranza cristiana.
Questo lutto s’aggiunge ad altri avvenuti
ultimamente nell’ambito della nostra Comunità con la dipartenza della professoressa e
pubblicista Signorina Alice Rossi di cui ricorderemo la spiccata personalità e l’appassionato interesse per i problemi d’ordine edu.
cativi-sociali-artistici dimostrato attraverso ai
numerosi articoli pubblicati su giornali e riviste; con la dipartenza del fratello Michele
Chieti originario di Cerignola in provincia
di Foggia, deceduto all’ospedale in seguito
ad una lunga e penosa infermità e di cui
ricorderemo il carattere battagliero nel propugnare le proprie convinzioni leligiose; e
con la dipartenza del fratello Ingegnere Giovanni Mauke originario della Svizzera ma
sempre vissuto in Italia dove ha svolto la sua
intensa attività con animo laborioso, onesto
fino allo scrupolo e sempre fiducioso in Colui nel quale aveva riposto la sua speranza
per il tempo e per l’eternità.
Alle famiglie Gasparotto . Albann, Chieti,
Mauke ed a quanti queste dipartenze hanno
lasciato nel dolore va la nostra fraterna rinnovata simpatia, uniti a loro iielU; visione
delle realtà rese certe dalLEvangclo.
generoso dono anonimo, la sala ha accolto la
sera del 20 una bella assemblea di un centinaio di persone : parecchi fratelli e sorelle
di altre zone, malgrado la serataccia diluviale, hanno desiderato unirsi alle famiglie
di questi quartieri condividendone la gioia.
Il past. Ayassot ha applicato con immediatezza alla situazione la parabola del seminatore, i past. Conte e Giampiccoli hi’nno portato il saluto e l’augurio degli altri gruppi
cittadini, che già da tempo godono di questa possibilità d’incontro e di testimonianza
nella propria zona; è stato poi ricordato con
riconoscenza il lavoro preparatorio svolto con
impegno e accuratezza dairEvangelista Baldi, momentaneamente assente dalla città. Il
canto ha messo subito alla prova i sentimenti dei coinquilini (la portinaia i.veva detto al past. Ayassot che qualche inquilino
chiedeva se si poteva andare a messa li, la
domenica...), era pieno dì vigore e di gioia,
come gioiosa e grata era Tatmosfera che regnava. Ora speriamo che questo nuovo luogo
di predicazione dell’Evangelo (vi saranno invitati per riunioni particolari pure gli studenti stranieri evangelici del B.I.T., molto
vicino) possa continuare a essere un caldo e
fraterno centro in cui la Parola del Signore,
la sua presenza ritempri la nostra fede, e ci
sia dato di testimoniarla ad altri, a quanti
il Signore Iddio nostro chiamerà.
Nell’ultima corrispondenza non avevamo
ricordato due manifestazioni importanti : la
cena organizzata con successo al Circolo Sviz.
zero dal Comitato d’Assistenza di Corso Vittorio; e la conversazione che il prof. Tullio
Viola (che nel novembre scorso ha trascorso
una diecina di giorni con il Servizio cristiano a Riesi, dando pure una serie di lezioni)
ha tenuto su « Impressioni e esperienze di
una visita a Riesi »; l’invito a parlare gli
era stato rivolto unitamente dalla Lega femminile e dall’Unione giovanile.
A Via Nomaglio il 13, a Corso Oddone il
20 febbraio si sono avute due domenichi
della comunità’: dopo il culto, un'cgape fraterna (riuscita e lieta; particolarmente numerosa a C. Oddone); quindi a Via Nomaglio
ha parlato il prof. Augusto Armand Hugon
su (( Validità del Valdismo » e la sua vivace
e qualificata esposizione ha tenuta cresta fiattenzione e poi stimolata un’ampia discussione fra gl’intervenuti (lo ringraziamo assai di
esser venuto fra noi); a Corso Oddone ha
parlato il past. Ayassot su « Evangelizzare,
nel clima attuale », un tema che riproponeva, come quello precedente, il senso della
nostra presenza in Italia, oggi.
Ottimamente riuscita, la sera del 17, la
tradizionale agape a C. Vittorio (e si rin^
graziano i solerti organizzatori e collaboratori); l’oratore designato, il prof. Jouvenal.
non ha potuto essere presente, ma si sono
uditi alcuni messaggi, e la Corale ha dato
il suo sempre apprezzato contributo; certo,
si potrebbe sfruttare’(l) maggiormente questi
occasione che riunisce centocinquanta persi ne. La sera prima, un gruppo — fra cui pa
recchi membri della comunità di lingua in
glese, che hanno pure partecipato airagap.
del 17 — sono saliti a Torre Pellice a ve
dere i falò... sotto la pioggia! Ma hanno brn
ciato ugualmente!
Direttore resp.: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a. - Torre Pellice (To)
avvisi economici
LA CHIESA VALDESE DI TORINO
cerca coppia coniugi valdesi senza
prole per custodia tempio e portineria stabile. Scrivere Concistoro,
Via Pio V, 15.
TORRE PELLICE casa nuova costruzione
vendonsì oppure affittasi alloggi 2 camere, servìzi. Scrivere SAMA Libreria Claudiana, P.pe Tommaso 1, Torino.
La storica ricorrenza del 17 febbraio l*abbiamo ricordata senza la rituale serata con
dramma Valdese ma in maniera tuttavia
simpatica ed affermativa.
Un gruppo di giovani sorelle si recò per
quella giornata a Termoli e da lì a S. Giacomo degli Schiavoni onde fraternizzare con
quei fratelli. Questa visita, predisposta nel
quadro delle attività giovanili, risultò efficace perchè come avviene in questo tipo d’in.
contri si riceve spiritualmente nel momento
stesso in cui si cerca di dare agli altri il
frutto delle proprie esperienze.
La sera del 18 ebbe luogo l’annunziata
serata ricreativa nel grande salone del Ricreatorio ove si ritrovò quasi tutta la famiglia spirituale. In uno spìrito di riconoscenza e di rinnovata fedeltà la serata si svolse
fra recite di poesie della compianta Ada
Meille, canti e giochi accompagnati da dolcetti preparati dalle nostre sorelle.
Domenica 20 ebbe luogo il Culto solenne.
La ricorrenza fu occasione dì rinnovo del
patto d'alleanza con Cristo il Signore che
può renderci veramente disponibili (lesto
Giovanni 8 v. 36).
Accostandosi al tavolo della S. Cena ognuno offrì la busta della riconoscenza quale
amore per la causa e segno dì un più fedele
impegno.
Le nostre due attività sociali a mezzo dell'Asilo e del Laboratorio in Maglieria continuano a svolgersi molto felicemente, ne siamo grati al Signore che ci permette di esprimere in maniera concreta, comunitaria ed
efficace la nostra fede che il Maestro vuole
sia come una lampada luminosa neH'ambiente in cui viviamo. G.E.C.
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Rivolgersi: Tiixjgrafia Subalpina - Torre Pellice
oppure telefonare Lusema San Giovanni N. 90222 (prefìsso 0121)