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íO LXXIK
Torre PeHice, 17 Aprile Í942-XX
Riguardate alla roccia onde foste tagliati
(Isaia LI : 1)
Nuila sia più forte della vostra fede t
(Qianavello)
Italia e Impero
Estero
Anno L. 15
. 25
Semèstre L. 8
.» » 15
OIretler«: Prof. OINO CPSTABfL
AMMINISTRAZIONE: Via Carlo Alberto, 1 bis - Tokre PeuiIct
REDAZIONE: Via Arnaud, 27 - Torre Pelmce
Ogni cambiamento d'indirizzo costa una lira
Cent. 30 la copia
IN
Fate questo in memoria di
1,^ Me. Luca 22: 19.
I --ogni qualvolta lo farete in
« memoria di Me. 1 Cor. 11: 25.
La parola « in meim,oria » della quale
soltanto Paolo e Luca si servono nei
loro scritti, rievoca la scena di quella
to'dìtneinticabile ultima cena, quando
f^esù istituì per i suoi quel sacramento
■ che doveva poi tramandarsi e ripetersi
a traverso i secoli dai credenti di tutti
1 tempi e luoghi.
Questa santa cerimonia - il cui ricordo è a metà sepolto nel passato - suscita
oggi ancora un’emozione profonda, di
5^ rei quasi di meravìglia, nel cuore dì chi
Fate
lealizza le parole del Maestro:
^. questo in memoria di Me ».
if Non è cosa facile imma^narsi l’atmosfora solenne che doveva regnare in
-i-quell a gran sala, dove i dodici erano rij^miti col loro divin Maestro ed udivano
le Sue parole: « Io ho grandemente de,.„siderato di mangiare questa Pasqua con
voi prima ch’io soffra ». Certamente
un dubbio atroce strìngeva l’anima lo: ro, mentre si domandavano l’un l’altro
che cosa intendesse il Maestro parlando
^ ®9.Ìf^nze, ,^qnale era l’opera, .che il
adre gli aveva data da compiere. In
quel momento il fatto della Croce era
velato agli occhi loro; non avevano vi^Isto ancora l’agonia del Getsemane, il
l^^sudore sanguigno, il processo infame, il
Sinedrio d’acicordo col popolo nella più
iniqua ingiustizia.
Gesù conosceva la debolezza intellettuale di quelli che aveva scelti, la loro
.incomprensione a rica|noscexe la Sua
Missione come Egli la comprendeva. Erano amici suoi, avevano vissuto pon
¡. Lui giornalmente, ma erano tuttora incapaci di penetrare nella Sua vita e nei
j Suoi pensieri e ancor meno di compaTr^tecipare alle Sue azioni; ed ora' era tar, di per aprir la mente, per capire il
■r senso delle Sue parole e perciò aprì loro la via del cuore dando quel nuovo
comandamento: « Fate questo in memoria di Me ».
r, » Io ho vissuto in mezzo a voi, paredir loro, non poco tempo per dimostrarvi quale era il compito che ho rì,, cevuto dal Padre mio. I vostri occhi
non si sono aperti e non siete ancora
oggi capaci dì intendermi. Ma presto ritornerete qui e troverete in questa comunione reciproca una sorgente potente di forza di risoluzione. Ma verp tanno anche i giorni in cui la stanchezt za dell’animo assopirà il vostro entu. siasmo ed il coraggio cederà perchè le
r tribolazioni aumenteranno,. Éd ora me
; ne vado al Padre © vi dico queste cose
I affinchè non siate scandalizzati quando
^esse avverranno - allora ricorderete
’*"che ve le ho dette ».
Le cose che il Signor Gesù non 4isse
Moro eran quelle che essi non potevano
ora intendere, ma ì giorni sarebbero
: Venuti in cui i loro occhi si aprirebbero
ei quella causa che pareva impossibile a
realizzare sulla terra, diverrebbe per
loro lo scopo unico della vita, il tema
dei loro discorsi, la fiamma che avrebl:e fatto divampare quel fuoco che
il
Alaestro già aveva acceso. Ma essi do
■'ìS'
Mli
vevano ancora assistere al dramma finale, al suo trionfo sulla morte, alla
Sua apparizione a molti di loro, dopo
la Sua riaurrezione, ed infine alla Sua
ascensione; ed allora quelle cose che in
quel momento non erano alla loro portata, avrebbero stampato nella loro memoria un’indelebile impressione e fatto
d’essi dei testimoni audaci, intrepidi,
fedeli fino alla morte.
Così, neU’istante di lasciarli, nel Suo
infinito amore per quelli che avevano
perseverato con Lui nella Sua prova.
Egli fece quelle meravigli«^ promesse
. che sono il retaggio di tutti i credenti.
« Ho pregato per te ¡affinchè la tua fede non venga meno ». Agli altri, promette il regno che Egli ha ricevuto dal
Padre - e. per tutti Egli assicura la promessa d’essere con loro fino alla fine.
« Fate questo in memòria di Me...
«....e questo finché Egli venga ».
Tale atto d’ubbidienza ci siarà idi conforto nei giorni lieti ed in quelli oscuri.
« Il Signore è vicino ». . X.
defia loro luminosa semplicità. Oerto,
questo basta, ed a questa luce dobbiamo sempre rifarci come ad urna guida e
ad uin controllo quando parliamo di Dio.
Ma- non appena c€ircihiam.o di precisare
bene quello che crediamo, le difficoltà
sorgono da ogni lato, i problemi più
i tremendi si spalancano allo sguardo, e
I le possibilità di errore si moltiplicano
ad ogni passo.
Lo, scritto del prof. 'Vinay vuole guidarci in questi difficili problemi, riferenidÌo oggettivamente il pensiero di
Kaxil 'Barth, che è uno dèi teologi più
noti nel momento presente, anche per
DIALOGO DI PIETRO E PAOLO
Dai trattatelli di Pier Paolo Vergerlo, vescovo di Capodistria - Edizione
ridótta e riveduta a cura del pastore
E. Paschetto - Edizione del Seminatore - Torino 1941 - L. 0,80, franco di
porto.
Questo opuiacolo è il secondo della serie iniziata *con la pubblicazione ridotta e modernizzata del Benefìcio di Cristo. Pier Paolo "Vergerio, (1498-1565)
già vescovo e segretario del papa Clemeiite VII, incaricato di esaminare le
dottrine evangeliche per combatterle,
fu invece conquistato da esse e abbandonata la carriera brillante che si apriva davanti a lui, aderì alla Riforma
e si rifugiò a Basilea, dove 16 raggiunse
la scomunica papale. Il dialogo presènte fa parte di una serie di dodici trattatelli, da luì .scritti « poco avanti di partire d’Italia » e dedicati ai « fratelli d’Italia». Nel dialogo, il Vergerlo finge,
che Pietro e Paolo si raccontino a vicenda la loro conversione, attribuendola alla pura grazia di Dio che ae fu
grande nel riabilitare colui che rinnegò
Gesù Cristo, lo fu forse anche più fermando il torrente impetuoso del fariseo Saulo che devastava la Chiesa. Questo trattateUo è tutto pervaso da una
unzione evangelica, che lo rende ancor
oggi edifiicante. M.
Valdo Vinay: LA DOTTRINA DI DIO
NELLA TEOLOGIA DI C. BARTH Libreria Editrice Claudiana - Torre
Pellice - pp. 48 - L. 3,50.
« Si vive male se non si crede bene
in Dio ». Queste parole di Agostino, che
il prof. Valdo Vinay ha scritta come epigrafe sul libro che presentiamo, dicono bene quale è statà la sua preoccupazione nello acrivere queste pagine. E’
necessario credere bene in Dio per vivere bene. Credere in Dio sembra facile: apriamo gli Evangeli, penetriamoci
chè è stato molto discusso, e talvolta an
¡ che frainteso (non senza colpa sua). Per
molte persone, ü nome di Barth si as' socia-airim.pressione di qualche cosa di
I cupo, teso, quasi funebre. Lo scritto che
presentiamo dovrebbe contribuire a
I dissipare, alrheno in parte, questa imI pressione.
I II libro tratta succintamente, in 6 brevi idapitolì, degli argomenti seguenti:
Realtà e possibilità della conoscenza di
Dio; la Rivelazione; la Trinità; Tlddio
nascosto; la personalità di Dio; le perfezioni di Dio.
La Itesi che sostiene è che ogni
nostra conoscenza dì Dio risale alla Sa.. carsi Scrittura, e questa deve essere Tunica fonte di essBi. Non ■vi è nulla in
questo libro che non sia ispirato ad una
sana ortodossia. Comunque è bene inteso, che le idee dì questo saggio, come
di quello, per alcuni aspetti simile ad
esso, di Giovanni Miegge: Protestantesimo e Spiritualismo, sono espressione
di opinioni personali di teologi, invitan- ■
ti alla discussione, e non sono documenti ufficiali della teologia della Chiesa
Valdese. Quiesto sia detto (chiaramente,
per evitare equivoci.
La lettura dì questo scritto del prof.
Vinay non è facile; non già che sia oscuro, anzi si deve dire che è chiarissimo, quanto è possìbile essere chiari in
queste difficili questioni; m,a certo la
natura dei problemi che tocca richiede
un certo allenamento teologico ed ima
certa conoscenza dello stato delle questioni Si deve aggiimgere subito, che
superato l’ostacolo della difficoltà, si
riceve dalla lettura un ricco impulso dì
V pensieri, che ricompensa dello sforzo
compiuto. . M.
•La serie delle prediche edite dalla
Librerìa Editrice Claudiana si è arricchita di una nuova pubblioazionie: una
predica di Giovanni Miegge: IO SO IN
CHI HO CREDUTO.'
A coloro che fanno il viso dell’armi a
questo genere di scritti, perchè hanno
una certa antipatia per i tradizionali •
sermoni, considierati come più e meno
riusciti saggi di eloquenza, genere letterario in notoria decadenza, come una
esercitazione eocilesiastica refrigerante
.0 calmante, a tema obbligato, diremo
soltanto: leggete, perchè essa è attuale.
Agli altri che sanno che la spiegazione del Vangelo, che la proclamazione
della Buona Novella è la sola proclamazione di un messaggio attuale, e sanno
sempre trovare conforto alla loro fede,
in ogni spiegazione, diremo ancora: leggete, perchè in questa predica, dove, la
.chiarezza e la semplicità della forma
sono la naturale veste di un pensiero
profondo, troverete un motivo di più
per convincervi di quanta infinita luce sia sorgente la parola di Dio, sul travagliato cammino dèiruam.o, quand’egli '
sappia curvare la fronte, in preghiera.
Il dissidio stesiSo: sapere-credere s’illumina di una luce nuova: non più Tantitesi, ma nella Croce di Cristo la rivelazione:
« ... E proprio quando l’avversità o le
afflizioni ci colpiscono^ proprio quando,
secondo il giudizio comune, sembra che
Dio ci abbandoni, proprio allora Dio si
curva amorevolmente su di noi, e compie segretamente, nel profondo, la sua
opera migliore. Egli ci stacca dalla terra; Egli ci matura per il cielo; Egli si
rivela come il nostro supremo bene; anzi come ù nostro solo bene...
...La via di Dio non è quella della felicità esterna, è quella della Croce ».
X.
Apprendiamo con vivo dolore che a
Sant’Antonino di Susa domenica 5 coir,
giorno di Pasqua, vi furono nella Chiesa Battista i funerali del pas-tivre
SILVIO BUFFA
che per circa trent’annì era stato il
conduttore ^irituale di quella Chiesa e
di quella del vicino paese di Vaie.
Di origine Valdese, il pastore Buffa
era stato chiamato a lavorare nella
Chiesa Battista. Egli svolse il suo ministerio a Roma e, molto più a lungo,
nella Valle di Susa. Le centinaia e centinaia di persone accorse da diversi
paesi della valle e da Torino per il ñinerale, provarono quanto il mimòsterio
del pastore Buffa fosse stato fedele, zelante, e ricco di benedetti frutti. Come
atto di riconoscenza -verso il loro amato
Pastore, i giovani fratelli della Chiesa
vollero portare a spalla la sua bara fino
al lontano cimitero, dove, come già nella Chiesa, risuonarono nuovamente gli
appelli ed i cantici affermanti la nostra
fede e la nostra certezza nella Vita etema.
Alla famiglia così dolorosamente colpita esprimiamo i sensi della nostra ©rimana simpatia.
PERSONAUA
I nostri migliori auguri al signor
Manlio Gay ed alla signorina Lil^
Giampiccoli che si sono uniti in matrimonio T8 aprile.
Casetta di villeggiatura in frazione Orgere di Frali, composta di 6 ambienti.
Casa di abitazione civile, in frazione
Chiabrandi di San Germano Chisone,
composta di 9 ambienti.
Per informazioni rivolgersi alla Direzione dell’Asilo dei Vecchi in San Germano Chisone o all’Amministrazione
degli Istituti Ospitalieri Valdesi - Torre Pellice.
- ifc
2
A, - »
CoiDDDÌGazioni del Capo-Groppo
1 - Questa Pagina è tutta redatta da
giovani delle nostre Untoni, i quali ci
hanno mandato i loro articoli di loro
spontanea volontà. À poco a poco si
-giunge nelle nostre Unioni a quella maturità che produrrà dei frutti benedetti
per la Chièsa e iper le nuove generazio• ni di giovani.
Là prossima pagiina sarà dedicata ai
giovani sposati. '
2- 11 Comitato di Gruppo ha inviato
a tutte le Rondinelle (domestiche vaidesi) delle Valli delle quali gli era statò
fornito rindìrizzo, un mes^ggio per
Pasqua.
Una signora che per 40 anni è stata
in servizio, dopo di aver letto questa
Circolare datale da una sua cameriera,
colle lacrime agli occhi mi dicieva giorni or sono: « Ah! se avessi ricevuto una
lettera come questa quand’ero sola nel
mondo, lontana dai miei e dalla Chiesa!
Quanto bene mi avrebbe fatto ! »
Dio voglia far prosperare Topera che
senza risparmio di fatica e di spesa la
nostra Federazione ha intrapreso in favore delle nostre care Rondinelle !
In tempo e luogo opportuni sàirà presentato ixno studio dccumentato sul fenomeno della temporanea emigrazione
dalle Valli delle giovani valdesi.
3- 11 t'ionvegno di S. Bartoloqieo ha
avuto luogo il Lunedì di Pasqua, come
era stato annunziato. Hanno jrarlato sul
Matrimonio criistiano il pastore dott. E.
Eynard, e sui matrimoni misti la sigma
Evélina Pons. Ne parlea^mo più dettagliatamente nella prossima Pagina.
Il ptrossomo Convegno generale avrà
luogo, a Dio piacendo al Villar Pellice,
'il giorno dell’AscenBione.
A tutti gli Unioniisti i più fraterni saluL. Gustavo Bertin.
La vita Intcriore
Si sono avuti nei mesi scorsi su questo giornale degli interessanti articoli
sul travaglio dell’età giovanile e sulla
scarsa serietà che si nota talvolta tra
la gioventù valdese. La conclusione,
purtroppo dolorosa, alla quale sono arrivati unanimemente gli autori dei vari
articoli è quiesta: vi è generalmente
una deficierKa di forze spirituali, che
non permette ai giovani di lottare efficacemente contro Ü peccato.
Non credo che sia fuori luogo, in occasione della campagna di risveglio,
tornane su qu^to grave problema.
Se cerchiaimo le cause che hanno determinato questo stato di cose vediamo
che esse sono numeirose, e non potremmo certo lesaminarle tutte. Tuttavia
sentiamo il dovere di metterne in particolar^e .rilievo una: la debole natura ,
umana è troppo facümente tentata di
cercare la felicità nelle realtà esterne
a noi, e di riporre la sua certezza in
' fatti esterni. Ma invano noi oerchenemo la nostra felicità nelle cose che periscono: la nostra anima ha bisogno di
realtà lefteme penohè essa è eterna.
E ie realtà eteme si trotnahp dentro
di noi, e dentro di noi si trova pure la
felicità, la vera felicità che non perisce.
L’interiorità è uno dei caratteri che
fanno dèi Cristianesimo una religione
superiore alle altre e che gii danno
quella meraviglioisa forza' di espansione; la sua forza infatti non gli è data
dalle fòrmule dogmatiche p dalle sottili discimioni teologiche, ma dalla fede,
che è una realtà prettamente interiore.
Gli eroi valdesi e i martìri valdesi
hanno trovato la forza per combattere
e per morire impunto ih quella certezza interiore che è la fede.
Facciamo quindi tesoro di questo in
V,' si’
segnamento che essi ci danno e cer-i
chiamo di avere anche noi una ‘^fede, '
una vita spirituale interiore; eci allora
qualunque icompito ci sarà affidato dal- .
la Provvidenza, noi sapremo svolgerlo degnamente e sapremo essere felici di-servire l’Eiéimo. ■ J
Il popolo valdese che ha servito per
secoli l’Eterno testimoniando, della Ve-’^
rità è ora chiamato a un nuovo compito,
a una nuova testimonianza. Questo appello dell’Eterno è -riVOito principalmente ai giovani, dai quali dipenderà-v.
domani la vita della Chiesa. Se vogba
mo che là nost.a religione che è sempre a•stata una religione vivente, conttnui od
essere tale an-.n-ì nel futuro, bisogna
che ciascun > di noi abbia la coscienza
del suo dovere, che ciascuno cercln di
sviluppare sempre più la sua \dta interiore e di trovare in essa quella gioia
Ohe il mondo non gli può dare: la gioia *
di abbandonarsi con fiducia a Dio escla- >
mando: « O Padre, non la mia volontà, I
ma la tua sia fatta » (Luca 22, 42).
Ma per questo dobbiamo rinunciare
volontariamente ai nostri desideri.
dobbiamo cioè compiere un* atto di vo- :
lontà; infatti il Crisvr non ci chiede di ■■
essere degli strumenti passivi, ma dei
servitori attivi, anzi dei collaboratori:
« Io non vi chiamo più servi, perchè ^
il servo non sa quello che fa il suo signore; ma voi vi ho chiamati amici, perchè vi ho fatto conoscere tutte le cose :
che ho udite dal Padre mio ». (Giov.
15: 15). ,
Dobbiamo dunque collaborare col ■
Cristo per il bene dell’Umanità, e nella
comunione, con Lui troveremo la forza
e la fede per uniformare la nostra vo- lontà a quella di Dio, ricordando che
« il mondo passa via con la sua conoupi- scenza, ma chT fa la volontà di Dio dimora in eterno » (1 Giov. 2: 15). ^
' Teodulo.
I D
Giovane Valdese !
IMira da quella parte ove ogni mattina sorge benefico il sole.
Vedi che oggi, invece d’una cascata
di raggi che di solito- fanno appìarire
tutta una fioritura di gemme sulla candida neve, una linea nera sbarra l’orizzonte? e ciò ti sorprende, è naturale, e
certo vorresti sapere di che si tratta.
,Lo vediremq insieme, poiché essa avanza verso di noi, e già si può distinguere.
E^’ gente affim,ata, chi sarà?
Ben presto lo sapremo, poiché passeranno proprio accanto a noi, e già
possiamo interrogare l’avanguardia. Ci
rivolgiamo al primo, un montanaro gagliardo, « Chi siete? ? La risposta, più
che irisposta, ci pare enigma. Risponde
infatti: « I Duecento! »
Ma quali duecento? Il (nostro interlocutore ci fi§sa isorpreso.
Siete Valdesi? - cosi almeno mi pare.
Certo, lo siamo.
Come spiegate allora che non conoscete i duecento Invincibili, ai quali,
senza vantarci, dovete un po’ di riconoscenza? Non sd legge più la storia
Valdese?
Ricordiamo vagamente dii duecento,
invincibili come voi dite; vedete, la storiai valdese... ebbene si, la sfogliamo di
rado, quando per puro caso ci cade fra
le mani.
Allora si spiega tutto...
Dunqxie, sareste, voi? e dove andate
così armati? ’
Dobbiamo tornare nelle valli, nuovamente minacciilaite,
E da chi?
Da voi stessi.
Da noi stessi, come può essere?
Sì, la vostra fede s’iUamguidisce, non
conoscete, più la vostra ^oria, lo avete
dimostrato poco fa, in una parola, state
per addormentarvi, così, co.rriamo senza posa da una vetta all’altra, da un casolare airaitro, respingendo gli attacchi che verso voi som rivolti, e passandovi accanto, sempre vi gridiamo: Al1 armi Valdesi; aU’armi, ciirarmi, ma
nessuno ci sente, altre voci sopraffanno
la nostra, e regolarmente, ad ogni attacco, uno di noi cade; vi difenderemo
finché uno di noi resterà, ma questo
momento è vicino ! ch’è nessuno sostituisce i vuoti. y
. Hai udito Gioventù Valdese ?
Quanti saranno ancora i nostri 'difensori? Cento? Dieci? Forse meno ancora,
forse l’ultimo sta per cadere.
Occorre occupare quei posti vuoti, la
campagna 'dì Appello, è appunto indetta per qtiesto.
Al grande Appello risponda pure il
tuo nome. Bisogna sostituire chi cadde
o disertò.
Rispondi! Remp Beux.
Dei (are Nitoliiie Sii, ert.
Ai giovani Unionisti
In tutti i quartieri valligiani, o quasi,
i nostri padri hanno fondato una Unione di giovani: Unicftii, che con la collaborazione di bravi elementi si sono
sempre mantenute più o meno attive.
Tutti sappiamo che dette Unioni hanno
per scopo reducazione della gioventù
valdese, oltre la parte ricreativa che
non dovrebbe predominare su quella
religiosa ed è appunto su questo argomento che vorrei richiamare l’attenzione dei giovani. Non intendo far la morale, come si esprimono loro, ma più
che altro rivolgo loro un caldo invito
per un maggiore fervore nella fede che
li unisce e li raccoglie in quei pochi
istanti.
Non tutte le Unioni quartierali hanno il privilegio di avere un presidente
oratore, e !ciò non occorre - pierchè Iddio vuole i suoi fedeli semplici e sinceri - perciò icari giovani e giovanette,
quando iin una Unione un tale si alza
a rivolgerci la parola in nome di Dio,
siate un po’ indulgenti verso questo
Apostolo, e non fate la critica grammaticale delle sue parole, se viene fuori
un linguaggio un po incerto passate oltre
e fermatevi a meditare su quanto egli;
a stento, cerca di attrarre la vostra attenzione. Non siate irrequieti, se quelle
poche parole Vi domaindano una mezz’ora di attenzione, ma mccoglietevi
in meditazione e pensate che Dio non
vuole la sua parola seminata al vento.
Cari giovani, voi sapete che se l’Unione mantiene la sua attività è grazie
alla vostra; e dunque non siate indolenti; quando è giunto il vostro turno di
portare un piccolo lavoro (come si è
soliti far© in tutte le Unioni) curatene
la scelta; siano pure racconti allegri,
l’allegria piacè' a tutti, ma badate affinchè siano degni deH’ambiente in cui vi
trovate... E su ciò 'ci sarebbe molto da
diilre, ma non occorre fare i moralisti
per ei^er© capiti.
Una cosa deplorevole, e purtroppo
assai frequente, nelle nostre Associazioni giovanili, è la manciainza di unione
fra gU elemiOntì eh® la compongono.
Piiociole’gelosie personali ne sono spesso
la cau^ e ciò ih piena opposizione aUo
scopo prefisso di dette Associazioni.
Perciò can Unionisti, facciamo un
piccolo ma sincero esame di coscienza e
ognuno di noi si domandi: « Sono io un
vero Unionista? »
Rivolgiamo pure una viva preghiera
ai presidenti delle nostre Unioni affinchè esigano un’assoluta serietà degli
ambienti in cui sono chiamati a svolgere il compito a loro assegnato e invochiamo da Dio la Sua benedizone.
Una Unionista.
Pili [imp Feniflid
i Si Gimo [Din
Un Centinaio di unioniste, provenienti dalle parrocchie di Pomaretto, PramoUo, Prarbstino, Torino le Pinerolo
partecipanti al I Convegnoi femminile,
gremiva, domenica 15 marzo, la sala
della gioventù di S. Germano.
Poco dopo le 15,30 il capo-gruppo,
paistore Gustavo Bertin, apre il convegno con IHnvocazione, un cantico ed
una preghiera, ed in seguito legge la
parabola delle dieci vergini sofliermanidiosì alcuni brevi istanti per esortare
noi gio-vani valdesi ad avere, come le
cinque vergini avvedute, non solamente la certezza del ritorno del celeste
Sposo della Chiesa, ma bensì una provvista di fede per poter attendere, anoh© a lungo vegliando, la sua venuta.
Dopo uh inno il sig. Bertin ci lascia
e la signorina Evelina Pons, membro
del comitato di gruppo, dà la parola
alla prof. Ada Vola che ci parla della
giovane nella Chiesa.
In questo anno-in cui una campagna
di risveglio si ria svolgendo nella no- ,,
stra Chiesa abbiamo sentito molte volle
ripetere l’appello: Ris\^igliati tu tehe t
dormi'! Ed abbiamo capito che qualcòsa non va, che quailoosa deve cambiare in noi. Ci siamo mai domandate
quale posto ha Cristo nella nostra vita ? Abbiamo noi mantenuto i solenni
impegm presi il giorno della nostra .
Conferm,azione ? E quale risposta ab- ;
Marno potuto dare a noi stessi ? Noi ^
non abbiamo lavorato come avremmo Ì
dovuto, non siamo state fino ad ora del- Ì
Le giovani veramènte cristiane. Un gra- ;
ve danno verrebbe ad avere la nostra
Chiesa se continuassimo ad essere del ^
membri tiepidi, indifferenti e noncuranti. Nostro dovere è di vìvere nella
Chiesa e per la Chiesa. L’Unione deve
avere una grande importanza nella vita
della giovane valdese. Nell’incontro di
più gioviani della riessa fede si può
parlare di tanti problemi che ci interessano, si può discutere, si può imparare a conoscerci meglio. La giovane deve, in questa Unione, compiere
un’opera non appariscente, ma sviluppata in profondità; è suo dovere dare il
buon esempio alle sorelle più giovani,
tocca a lei dire la parola di conforto e
di aiuto a chi soffre; è suo compito dimostrarsi sempre una vera donna cristiana degna discendente delle sue anteqate che furono martiri ed eroine
della fede.
La signora Ketty Comba parla della
donna cristkma nella famiglia e nella
società. La famiglia è il primo centro
dell’attività della giovane fuori della
Chiesa. In casa è necessario che la giovane porti il suo contributo di dolcezza, di pazienza, di ^ontà perchè in essa è molto diffiiaile vivere esemplarmente in quanto tutti conoscono i suoi
lati deboli. E’ stato detto che la donna
è l’angielo della famìglia, tocca dunque
a lei di creare queU'atmosfera benefica
dove tutti si rifugiano volentieri; col
suo paziente e sereno amore può trasformare e migliorare la vita della famiglia. Tutte le giovani, poi, desiderano, ih un futuro più o meno, prossimo,
creare la loro propria famiglia e debbono riflettere molto sulla scelta del
bompagho della loro vita. Oltre che
nella famiglia la giovane valdese vive
nella società. Essa viene a contatto còn
persone di altra fede e talvolta è incompresa, forse derisa dalle compagne
di lavóro di scuola, di ufficio. Quale
deve èssere il suo atteggiamento davanti a queste e davanti a tutti quelli
che la Circondano? Essa dève sempre
ed in òghi lucgo mantenere la sua vo
' i.
3
L’BCX) DELLE VALLI VALDESI
r
■cazione; deve vivere oristianamente. E’
)iiece(sS(arlie che Dio diventi il centro
della sua vita.
Dopo il canto dell'inno alla fede ha
luogo uino scaimbio di idee fra le unionisfte presentì. In esso si parla del com-^
pito affidato alla giovane valdese: essa
deve essere una cellula vivente del
coapo di Cristo; non deve pensare solamente a sè stessa, ma deve prodigarsi
per gli altri; deve dimostrare tutta la
sua simpatìa verso i poveri, gli jncomr
presi e gli ammalati, deve essere la
fiaccola di luce che trascina dietro di sè
gli altri.
Il Convegno sta per terminare e, dopo un’ispirata preghiera della sigma
Pons, i giovani dell’unione dì S. Germano ici offrono, in modo veramente
impeccabile, una bevanda càlda.
Ancora alcuni inni giovanili e ^i le
uniOmste debbono separarsi, ma serberanno la gioia di questo fraterno raduno e ciascuna di esse, rientrando nella vita di tutti i giorni, Sientirà (1) la
necessità di una vita migliore e più interamente consacrata al servizio di Cristo, per essere veramente una luce per
tutti quelli lohe la circondano.
V. l.
p .^1) Come ce lo ha augurato il Segretario Qenerale in un suo gradito telegramma.
I QRON/lQ/1 V/ILDESE
a,USERNA SAN GIOVANNI
Lunedì, 13 corrente, è deceduta al
Baussang dopo breve malattìa in età di
anni 80 la nostra sorella sig.ra Maria
Chauvie nata Simond. Al miarito, ai figli, ai parenti tutti le nostre sentite
condoglianze.
— La colletta della Rinunzia ha segnato anche quest’anno un isiensibile
aumento, sono state raggiunte Lire
5054,60. Ricordiamo che i versamenti
alla casisa, della Chiesa devono essere
fatti entro 11 corrente mese di aprile.
MASSELLO
Sabato, 28 marzo u.
^ .-icMjanj, i/u iinaiiu LI. s., e stato celeKhrato il matrimonio di Micol Attilio
^XPqrinche) con Micol Lina (Porte).'
L, Auguriamo ai nuovi sposi una lunga
vita coniugale, consacrata dall’affetto
,f reciproco, a tutte le opere del bene,
r — Le varie ricorrenze, celebrate nell’occasione delle feste pasquali e favorite da giornate veramente primaverili,
F' sono state seguite da numerosa ed attente assemblee di fedeli, alle quàll
. hanno potuto aissistere vari nostri
ì militari in licenza. L’ora che attraversiamo ci ha tutti accomunati, con
; maggior consapevolezza, intorno ai fatti capitali della nostra Redenzione, prostrati neU’adorazione del sacrificio di
"Cristo, le fortificati nella volontà di una
maggiore e più fedele donsacrazione al
servizio di Dio e del prossimo.
IPERREBO-MANIGLIA
Nel tempio di Perrero, la domenica
[ delle Palme, nove catecumeni che avévano terminato il loro anno di prova,
sono stati confermati davanti ad un numeroso pubblico. Sono:
J Clot Ivonne (S. Martino), Condio Pietro (Baissa), Ferrerò Abele, Ferrerò I: nonne (Grangette), Pons Aldo (Bessè),
- Micol Arturo, Micol Odetta, Micol Paoì lina e Ribet Roberto (Forengo). Dio at luti, questi giovani a mantenere fedel^ mente le loro promesse.
^ — La ste;^ domenica sono stati u
i- niti in matrimonio il S. tenente Carf ducei Eugenio e la signorina Venturini
^'Ri7ia della chiesa di Villasiecca. Gli
'sposi avevano ottenuto dal Procuratore
I' del Re, la dispensa dalle pubblicazioni
I di matrimonio, dovendo lo sposo tenersi
p pronto per reiceirsi presso reparti opeferanti. Dio voglia accompagnare e prop^gere questi sposi in ogiii circostanza
^e contro qualsiasi pericolo!
— Il 1° aprile pn mesto corteo accompagnava all’estremo' Riposo le spoglie mortali dì Bounous Susamva nata
Poet, deceduta dopo una lunga malattia
al Crosetto allletà di 60 anni. Quando
si credeva che avesse superato la violenza del morbo, improvvisamente è
stata tolta all’iaffetto dei suoi famigliari.
Dìo benedica e consoli gli afflitti!
I culti di Pasqua sono stati molto
frequentati. Molti si sono a'wicinatì
alla S. Cena. Molti militari avevano
fatto pervenire alla Chieiàa i loro affet^
tuosi messaggi.
— Lo stesso giorno furono presentati
al Signore , nel sacramento del Battesimo: Ribet Ermelina di Adolfo (Grange)
Ribet Oreste di Giovannà (Saretto) e
Ribet Renato drEdoardo (Balhencia).
Dio faccia crescere « in, sapiènza, in
statura e in grazia » questi teneri agnelli della sua greggia!
POMARETTO
La dom,en.ica delle Palme 21 catecumeni dì quarto anno sono stati ammessi in Chiesa ed hanno fatto le solenni
promesse di fedeltà a Cristo ed al suo
■Vangelo. Essi sono: Castagno Ilda, Lageard Viola, Paolasso Ilda, Poet Ilda,
Pons Alma, Pons Ermellina, Penso Anna, Ribet Alma, Ribet Ida,- Barai Adolfo, Bertetto Giorgio, Costantino Renato,
Lageard Arturo, Long Aldo, Long Edmondo, Mancino Gino, Morello Guido,
Pons Elmo, Ribet Guido, Rostan Augusto e Vannwcci Edmondo i quali hanno
partiecipato alla prima dompnìone il
giorno di Pasqua.
Su loro invochiamo ancora le benedizioni del Signore e pei; loro domandiamo a Dio di fortificarli nella sua Grazia.
— Giovedì 2 aprile abbiamo accompagnato al cimitero di Pomaretto la spoglia mortale di Menusan Marianna deceduta ai Pons in età di 74 anni, dopo
breve malattìa.
Al figlio Tommaso, com.e a tutti i parenti esprimiamo la nostra, simpatìa.
— Il giorno di Pasqua è stato amministrato il sacramento del battesimo a
Genre Giovanni di Susanna idi Pomaretto.- Il Signore lo faccia crescere nel
suo timore e faccia riposare su di lui la
sua benedizione.
FRALI
Il 21 marzo, un lungo corteo di patenti ed amici accompagnava al campo
del riposo la spoglia di Grill Susanna,
di Ghigo, di anni 40. Dopo aver sofferto
per lunighi anni, sempre confortata dalla fede, essa ¡si spense iserenamente circondata dall’affetto dei suoi cari, affidando a Dio il marito ed i suoi tre giovani figli. Alla famiglia (cosi dolorosamente colpita e ^li orfani che sono stati orbati in così tenera età dell’affetto
materno, sia idi conforto la cristiana
simpatia di tutta la parrocchia.
— Il venerdì santo una buona assemblea circondava di affetto e di preghiere le 7 nudve reclute che vengono ad
aumentaría le file dei fedeli della nostra
Chiesa. Ai giovani che hanno fatto la
loro solenne promessa a Dio va l’augurio della comunità tutta.
— Il giorno di Pasqua il culto è stato
particolarmente solenne e benedetto.
Una grande assemblea ascoltava ü
m,es(Saggio del pastore Janavel, chj ha
proclamato la vittoria della vita sulla
morte, lasciando nell’uditorio una profonda e durevole impressione. Molti si
sono awiciniati alla Mensa del Signore.
In quello stesso giorno, venne amministrato il S. Battesimo alle bimbe:
Garrou Fernanda di Umberto e di Long
Alessandrina e Pascal Odetta di Mario
e di Peyrot Irina di Malzat. Dio benedica queste bambine e le loro famiglie.
— Sabato 11 aprile ebbe luogo il ma
trim,onio di Spiezio Giuseppe di Pozzuoli (Napoli) con Pascal Elsa di^ Orgere. Agli sposi rinnpiViamo i nostri auguri di lunga uniosne feliceL '%
— Il pastore A. Janavel ha chiuso la
serie delle riunioni invernali, rivolgen
do li isiuo messaggio a Pomieri e a Ghigo. Lo ringraziamo ancora vivamente
per la sua prraiosa collaborazione.
^ — La colletta per la Settimana di Rinunzia ha fruttato L. 1400.
PRAROSTINO
..'r '
Al culto della domenica delle Palme
abbiamo avuto la gioia di ricever©,
quali nuovi membri di Chiesa, 27 giovani e giovanotte. La Ccirale, per rendere più solenne tale cerimonia, ha eseguito un coro di circostanza.
V La S. Gena è stata celebrata la sera
del giovedì santo e la domenica dì Pasqua. Affluenza eccezionale di comunicanti. Frutto della campagna di risveglio o della serietà dei tempi? Non sappiamo. Ad ogni modo ci incoraggia il
fatto che sembria manifestarsi, qua e là,
qualche segno dì più grande vitalità
spirituale.
— Il lunedì di Pasqua abbiamo' aocplto, icon piacere, il Convegno delle U. G.
V. delle Valli. Non ostante il tempo inceli e la giornata lavorativa si sono
radifflati da 300 a 350 giovani. Molto
ben rappresentata la gioventù di Praroatino.'Voglia Iddio benedire per tutti il
ricordo di quella memorabile gicirnata.
Battesimi: Godine Erica fu Enrico
e Gardiol Giulia (Giaculinera). Gardiol
Luigi fu Davide e Cardon Amalia
(G^y). Gardiol Milena di Emanuele e
Polis Màrija (Sarettocomtaa).
RODQRETTO
^■'Tl
•^n -21 marzo è stato celebrato niel nostotì tempio il matrimonio di Tron Augusto di Eha, del Campo del Clot con
Baltna Alma di Giovanni, dì Vilia. Ai
giovani sposi, rinnoviamo gli auguri di
una ' vita-fehice e benedetta dal Sgnore.
— Il giorno del vjetherdi santo, circondati da una larga cerchia di parenti ed
amici, vennero confermati 6 catecumem, i quali fecero la loro promessa di fedeltà a Dio. Il Signore li aiuti ad essere fedeli fino alla morte.
— Molto ben frequentato il culto di
Pasqua. Numerosi i partecipanti alia S.
Cena.
— L’assemblea di Chiesa è convocata
per domenica 26 aprile, in occasione
della visita del . nostro Sovrintendente,
pastore sìg. Roberto Nisbet.
— La colletta per la Settimana di Rinunzia ha fruttato L. 500.
TORINO
^ (j. c.) Là Settimana Santa .si è svolta
quest’annò con insolito fervore e in
unione alle altre Chiese Evangeliche
¡i.della nostra icìttà.
. Ebbe inizio la sera di mercoledì 1°
i aprile con un’adunanza tenutasi nella
Chiesa di via Passalacqua, .presieduta
dal pastore Umberto Ghetti. Il giovedì
santo, laile 18.30, ebbe luogo un siecòndo
«Ì^^culto nel Tempio di Corso Viti., presie- '
. ^ duto dal Pastore titolare della Chiesa
^ stessa e seguito dalla Santa Cena a cui
prese parte buon numero di persone. Il
venerdì miaiitina ci raccogliemmo di
'nuovo in corso Vittorio, per udire la parola del pastore 'Enrico Paschetto della
^ Chiesa di Lucento. Ed infine il venerdì
sera, ultima adunania nella Chiesa di
via Lagrange, presieduta dai pastore
Roberto Comba.
In tutte quesie adunanze, assai ben
frequentate, le meditazioni ,si svolsero
sulle sofferenze e la morte del Cristo e
siamo certi che tali preziosi messaggi
sono stati in benedizione per molti. La
gioia inoltre di quell’unione fraiterna,
che lega in un vincolo santo tutti i veri
seguaci del Signor Gesù, si fece sentire in mezzo a noi clie realizzammo l’efficacia di questo dono di Cristo,
La domeniioa dì Pasqua, alla solita
ora, culti solenni nei nostri Templi, in
un’aura pritnaverilé di floreale festosità. Ardente fu là parola rivoltaci, gradita la partecipazione della corale, numerosa e perciò 'oonsolante oltre
ogni dire l’affluenza alla Santa Cena. Oh
Pasqua 'benedetta, possa tu rimanere
santo ricordo per tutti noi. ■...
Al culto pomeridiano di Pasqua, quattro sorelle ed un fratello professarono
la loro fede evangelica. Essi sono: Maria Calvo, Giuseppina Martinetti, Ernesta Mossotti, Maria Paggi le Càmillo Osimani. Dopo una semplice ma sentita
e (commovento cerimonia, sono stati ammessi a partecipare alla Cena del Signore e a far parte della nostra Comunità. Voglia Iddìo benediire i loro santi
proporùmentì e conceder Icjro d’es^esrGli fedeli fino alla morte, onde ricevere
la corona della vita.
VILLASECCA
Sedici catecumeni, di icui la maggior
parte hanno dato buona testimonianza
durante l’anpo dì prova, dietro loro domanda sono stati eopfermati il giorno
del venerdì santo. Mentre confidiamo
che, memori della loro promessa, vorranno sempre più adoperarsi per la
Causa che hanno dichiarato di voler
servire, invochiamo su loro e sulle loro
famiglie l’aiuto e le benedizioni da alto.
— Il culto di Pasqua, particolarmente solenne, è stato presieduto dal capodistretto Pastore sig. Roberto Nisbet;
la chiesa lo ringrazia per il suo -vibrante
mieasaggio. Gli inni ~ di Pasqua erano
staiti precedentemente esercitati da un
gruppo di volonterosi, sotto la dmezione
della sig.na Viglielmo; sentiamo il dovere dì eaprimere la nostra riconoscenza a quanti cercano con la loro buona
volontà di migliorare i nostri culti con
resercizio di canto.
— Agli ultimi di marzo dopo qualche
mese di infermità è deceduto nella sua
casa dì Villasecca Superiore il nostro
fratello Perro Alessandro. Per oltre
quarant’anni ©gli aveva riccperto la carica di anziano. Ai suoi funerali, cui
partecipò uno stuolo dì parenti, amici
e conoscenti, è stata meditata la parola
di Genesi 3: 24 « Enoc camminò con
Dio; poi disparve, perchè Dio lo prese ».
— Il S corrente, alTAlbarea, ebbe pure luogo il funerale della nostra sorella Bo«n.c«ts Enrìchetta nata Micol; il funerale presieduto dal pastore sig.' Arnaldo Genre è stata una dimostrazione
della simpatia di cui godeva l’Estìnta.
Alle famiglie in lutto esprimiarho
ancora le nostre condoglianze.
Per il ctilto cii famiglia.
Lunedi Lettura: Salmi 31: 15-25;
20. Aprile Qen. 46: 1-7; 26-34.
« Tolsero dunque la pietra, e GesH,
alzati gli occhi in alto, disse: « Padre,
Ti ringrazio che mi hai esaudii). Io ben
sapevo che Tu m’esaudisci sempre; ma
ho detto questo a motivo della folla che
mi circonda, affinchè credano che Tu
m’hai mandato ». Giov. 11: 41-42.
Molti hanno partìcchie obiezioni da
muovere alla preghiera pùibbHca. Ebbene, non pregò Gesù alla tomba di
Lazzaro ? Anzi non servì la Sua preghiera come una testimonianza ? Spesse volte il Signor , Gesù ringnaiziò il Padre dinanzi a migliaia di peirsone. E non
fece cosi anche l’apostolo Paolo? (Atti
20: 36; 27: 85). Nella Chìi^a cristiana
primitiva non pregavano in comune gli
Apostoli e i cristiani ? (Atti 4: 24; 1 Tessalon. 5: 25). DRe, non è forse perché
ce ne vergognarne, che non osiamo
pregare nelle ^emblee nostre ?
Ma «se uno ha vergogna di me e delle mie parole, il Figlio! dell’uomo avrà
vergogna di lui, quando verrà nella
gloria Sua e del Padre e dei Sianti angeli» disse il nostro Signore. Chiediamogli d’insègnarci a pregare, in privato
ed in pubblico.
Martedì Lettura: Efesini 5: 22-23;
21 Aprile Gen. 47: 1-17.
« Badate come ascoltate; perchè a chi
ha, sarà dato; ma a chi non ha, anche
quel che pensa d’avere gli sarà tolto».
Luca 8: 18.
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Ecco la spiegazione di queste parole
idei Signore. « Ghi ha » è colui che sa
d’aver complresa’ la verità;; «chi non;;
ha »• è colui che non ha veramente c'ompreso, anche s’egli crede invece d’aver
afferrata la verità religiosa. Donde l’esortazione: Badate d’ascoltar in modo
da comprendere e da ritenere il vero,
per U vostro bene, per la vostra salvezza/- Allora questa vcratra conoscenza
s’accrescerà sempre più; mentre se non
comprendete il vero senso delle mie
parole e non ritenete (per giovarvene,
per attuarlo) quel che dico, non solo
non acquisterete più altra conoscenza
ma perderete quel poco che avete o che
vi sembra d’avere ancora. La vostra
buona volontà, il vostro desiderio di
conoscere vi faciliterà la comprensione
spirituale, m,entre la cattiva volontà
vi chiuderà - anche avendo la comprensione intellettuale - ogni vera comprensione spirituale delle verità divine.
Mercoledì Lettura: Efesini 6: 1-9;
22 Aprile Qen. 47; 18-31.
« O profondità della ricchezza, della
sapienza, e della conoscenza di Dio!
Quanto inscrutàbili sono i suoi giudizi,
e incomprensibili le sue vie! »
Rom. 11; 33.
La profondità della sapienza e conoscenza divine: quale abisso insondabile!
Noi crediamo di conoscere Dio e ne
parliamo come d’una entità ’comprensibile alla mente; ma più avanti e più
a fondo andiamo e più ci accorgiamo dì
conoscere poco di Dio. L’onnisapienza
di Dio ci supera, come ci trascende ogni
altro attributo di Dio. Noi possiamo
comprendere qualcosa di quello che
avviene nell’uomo, ma non Dio. Egli ha
dis^ni Suoi, metodi Suoi, computi
Suoi, mezzi Suoi, occasioni opportune Sue. Tutte queste cose sono diverse dalle nostre, queste isono immensamente inferiori a quelle. « Poiché i
miei pensieri non sono i vostri pensieri,
nè le vostre vie sono le mie vie, dice
l’Etemo. Come i cieli sono alti al di sopra della tenra, cosi sono le mie vie più
alte delle vostre vìe, e i miei pensieri
più alti dei vostri pensieri ». (Is. 55: 89). Dinanzi a ciò, con l’apostolo Paolo
non possiamo che prostrarci e adorare.
Giovedì Lettura: Efesini 6: 10-24;
2i Aprile Gen. 48; 1-11.
«EU suo padrone gli disse: Va bene,
buono e fedel servitore; sei stato fedele
in poca cosa, ti costituirò sopra molte
cose'; entra nella gioia del tuo Signore »,
S. Matteo 25: 21.
L’apostolo Paolo, alla fine della sua
vita, scriveva « Ho combattuto il buon
combattimento, ho finita la corsa, ho
serbata la fede » (2 Tim. 4: 7). Egli era
rimasto fedele. Siamo certi che anche
per lui risuonò il « va bene! » divino e
ohe anche a lui fu concessa l’entrata
nella gioia del suo Signore, nella gioia
perfetta'del Regno di Cristo. Lo stesso
fu e sarà per ogni fedele servitore dì
Dio.
fratelli e sorelle, per aver questa divina approvazione finale, dobbiamo imparare a cercarla ogni giorno, fin d’ora,
già quaggiù, avendo di mira di piacere
a Dio e non agli uomini, sempre e in
ogni cosa (Gal, 1: 10).' La fedeltà nelle
piccole e nelle grandi cose^ nella gioia
e nel dolore, ci darà il raggiungimento
del premio finale (Apoc. 2: 10).
Venerdì Lettura: 1 Giov. 1; Gen.
24. Aprile 48: 12-22.
« Ed essi se ne andarono dalla pre~
senza, del Sinedrio, rallegrandosi d’essere stati reputati degni di essere vituperati per il nome di Gesù ».
Atti 5. 21.
Il Sinedrio, la somma autorità giudaica, aveva ammoniti gii Apotoli e li
aveva anche battuti. Essi se n’andarono, rallegrandosi d’essere stati vituperanti per il nome di Gesù. Ecco un esempio pratico di quello ch’è lo spirito delle
|>arole di Gesù circa i perseguitati per
cagion di giustizia (Matt. 5: 11-12). E’
questa una gioia che è come una ricompensa immediata delle sofferenze 'patite
per* amor del Signor Gesù Cristo. Il che
non esclude che i discepoli fedeli avranno poi, - nel Regno di Dio, la gioia
vera, completa, pura, eterna.
E pensare che i cristiani odierni per
lo più vengono a compromessi col mondo, e talvolta rinnegano il loro Signore,
credendo cosi di guadagnare o conservare la pace, la gioia, la felicità!
Quando vedremo di nuovo la Chiesa
cristiana raUegrarsi delle sofferenze
patite per fedeltà e amore al suo Signore? ,
Sabato Lettura: 1 Giov. 2; 1-11;
25 Aprile Isaia 40; 26-31.
« Ed è perciò che Dio L’ha sovranamente innalzato e Gli ha dato il nome
che è al disopra d’ogni nome».
FUipp. 2: 9.
Per che cosa Gesù fu sovranamente
innalzato?’ - Perchè Egli fu perfettamente ubbidiente alla volontà del Padre celeste. Per la Sua completa sottomissione ai divini disegni, per la Sua
perfetta attuazione della divina volontà, il Padre Lo ricompensò dandogli un
nome superiore ad ogni altro, quello di
Figliuolo unigenito dì Dio.
Egli è unico nel suo genere, è più
d’un genio religioso, più dì un savio,
più d’un eroe, più di un martire: è il
FigUuol dì Dio, pm essendo Figliuol
dell’uomo. E ora Egli siede alla destra
del Padre celeste e intercede per la
Chiesa.
Ogni ginocchio si piegherà dinanzi a
Lui, ogni lingua confesserà la Sua gloria, ogni occhio vedrà la Sua potenza
divina manifestarsi al mondo.
Che cQs’è Egli per te, fratello, sorella? , L. N.
SOSTENITORI
Tron Maria, L. 2 - Pons Giulio, 2 Dott. Carlo Pons, 5 - Dalmias Margherita, 5 - Viglielm Beniamino, 5 - Costantino Giovanni, 1 - Sandrmo Re
fourn, 3 - Gay Jacqueline, 3 - Rostagno Susanna, 5 - Costabel Margherita,
5 - Long Michele, 1 - Cap. Gay Ernesto,
5 - Ing. Scaccìoni Oliviero,-^5 - Rochat
Leocodia, 5 - Laetsdh Giovanni, 5 - Rostan Luigi, 2 - Dott. Carlo Neidhort, 15
- Rivoir Cléonice, 3 - U. G. V., S. Sècondo, 5 - Micol Luigi, 3 - Mkol Elena,
3 - BertaÌot Enrìchetta, 5 - Ribet Andreina, 5 - Cav. Rostan Natale, 5 - Paschetto Aldo, 5 - Valerio Emilio, 10.
Per Eco ai Militari:
Fomeron Clelia e Dino, 10 - Gay Ernestina, 10 - Ten. Davide Cielo, 50 Artigliere Arturo Benech, 20 - Artigliere Gaydou Aldo, 10 - S. Ten. Ernesto
Tron, 30 - Rovara Alfredo. 30 - C^or.
Fomeron© Alberto, 30 - Sold. Griset
Aldo, 20 - Cap. Arturo Rostagno, 50 Long Enrico, anziano, 10.
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