1
ECO
DELLE VALLI VALDESI
Prof.
ARMANO HUGON AUGUSTO
Case Kucve
TORRE PELLICE
Settimanale
della Chiesa f aldese
Anno XCIÍ - Num. 26 1 ABBONAMENTI f Eco: L. 1.300 per l’interno « Eco » e « Presenza Evangelica » Spediz. abb. postale • I Gruppo TORRE PELUCE — 29 Giugno 1962
Una copia Lire 30 I l L. 1.800 per l’estero interno L. 2,000 - ©stero L. 2.800 Cambio d’indirizzo Lire 50 Anunin. CBandiana Torre Pdliee - C.CJ*. 2-1Í557
1 pascoli i/erdeggiantì
Ricordiamo ancora il lancio trionfale, nel 1957, del famoso medicamento scoperto alcuni anni prima, i successi numerosi nel pubblico di malati che videro nella thalidomide la panacea sovrana per ogtfi ansia e irritazione e si dedicarono anima e corpo
aH’uso del nuovo insuperabile ” tranquillante Poi alla fine dello scorso
anno, la scoperta delle conseguenze
terribili che l’uso di questo medicirude
da parte di donne gestanti aveva prodotto sulle creature generate. La folle girandola dei tranquillanti aveva
fatto impazzire la natura rompendo
l’equilibrio delle leggi esatte che presiedono alla conservazione della specie. Dopo la Germania, nazione che
ha avuto il triste primato di quelle
conseguenze, anche l’Italia vive la sua
ora di trepidazione poiché quel medicinale veniva consumato anche in casa nostra, messo in commercio sotto
uno dei tanti nomi che ne confondevano l’identità.
C’è stato un momento, anni or sono, in cui una notizia ha risollevato
gli animi depressi di soggetti ansiosi,
di nervosi ed esauriti, la notizia che
certi medicinali chiamati ” tranquillanti”, del tutto innocui, avevano il
potere di tranquillizzare un individuo,
rendergli la calma, la serenità d’animo, la freschezza di mente, sia davanti ad una commissione d’esami
come in ogni altra circostanza particolarmente difficile o scabrosa, o in
un periodo di inquietudine e irritazione. Il commercio florido ebbe inizio
e tutti vi attingemmo; tutti, anche
quelli che andavano a Lourdes, perchè più cartelle si compra più facilità
c’è di vincere la lotteria. Del resto
non si faceva che continuare la serie
iniziata con grande scalpore e grida
” al miracolo ” del fungo cinese, della
presina di creta, del bracciale elettrico (nato nel secolo scorso e riesumato nell’epoca atomica). Tutto per distendersi, rinnovare le energie, ” tranquillizzarsi ”. Il carciofo trasformato
in aperitivo non bastava più al logorìo della vita moderna.
Il profe.ssor Muller, direttore dell’ospedale psichiatrico di Céry, durante una inchiesta sugli effetti della thalidomide si è così espresso: ” Che cosa facevano i nostri nonni quando si
sentivano tesi, stanchi, depressi, irritati? Andavano a fare una passeggiata, oppure un bagno, si recavano in
chiesa o sedevano davanti alla scacchiera. L’uomo sapiente dell’epoca
attuale inizia la sua giornata con uno
stimolante sotto forma di amphetamina, a mezzogiorno si procura un
neuroplegico e alla sera prende il sonnifero... ”.
Ci sembra che il prof. Muller abbia sintetizzato efficacemente la ’’giornata inquieta” dell’uomo moderno e
la differenza di costumi dai nostri
nonni, e delle sue parole vogliamo
considerare la frase che più ci ha colpito in un uomo di scienza e psichiatra per giunta: ” Si recavano in chiesa”. A pregare, naturalmente; soli o
in compagnia. Cercavano nel tempio
di Dio il riposo vero e profondo, il
tranquillante conforto alla stanchezza
e alla depressione. Pregavano seduti
sulle dure panche di legno e questo
li ” riposava ” molto più delle ingegnose poltrone di gommapiuma tanto
accuratamente e ingegnosamente studiate perchè offrano il massimo di
” relax ” ai nervi menci e logori dell’uomo sapiente attuale. Tra la passeggiata, il bagno, la scacchiera, siamo ben sicuri che ” la chiesa ” e
cioè la preghiera, la risorsa di ” gettare sull’Eterno” il loro peso risultava il metodo di gran lunga più efficace.
Da queste selve di cemento armato
e di flli elettrici da queste gabbie di
di individui e di macchine impazziti
ciascuno cerca l’evasione. Siamo stanchi e allucinati, non abbiamo più tempo per pensare e cercare in noi stessi,
per vivere un’ora con noi o con Dio;
il che forse, quando si ha fede, è la
stessa cosa. Come animali strappati
alle regioni natie in un mondo sereno,
in una dolce oasi, noi ci dibattiamo
nella gabbia che ci siamo costruiti
tra le pastoie degli orari, del movimento convulso, delle occupazioni terrene, del lavoro che non è più nobile
scopo santificatore e santificato ma
oramai è incubo deprimente in esclusiva funzione del dio progresso: ma
progresso tecnico. E per calmare la
nostra inquietudine di prigionieri
prendiamo i tranquillanti, sperando
di trovare in fondo a quel flacone di
compresse i verdi pascoli perduti.
L'umanità che per ì nudi dello spirito non va in chiesa ma dal farmacista ha ben poca speranza di tranquillizzarsi; e per chiesa non intendiamo tanto redificio di mattoni
quanto il tempio che ciascuno di noi
può aprire nel cuore ad una costante
pratica religiosa, ad un frequente culto di offerta, ad un colloquio di Fede
e di Speranza con il Padre Nostro.
In quel tempio potremo ancora ripetere ” Egli mi fa giacere in verdeggianti pascoli... Egli mi ristora l’anima...” (Salmo 23).
E ritrovarla, quella verde oasi di
calma e di serenità.
Marco
Presenza evangelica nella di' adina industriale del Siracusa no.
iimiinuiiuimiiiliiiiiiuiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiumiiimiiuiiiiiiiiiiiimimii
IL CATECHISMO DI HEIDELBERG - IX
LA CHIESA
— Che cosa credi della Santa Chiesa Cattolica Cristiana?
Che dal principio alla fine del mondo il Figliuol di Dio raccoglie, custodisce
e preserva fra tutto i! genere umano una comunità eletta a vita eterna, mediante il suo Spirito e la sua Parola, nell'unità della vera fede; e che io ne
sono un membro vivente e lo rimarrò in eterno.
La domanda non è : Che cosa vedi della chiesa, ma :
Che cosa credi della chiesa. Vediamo certe cose e ne crediamo delle altre. Spesso la chiesa ci tiene più a farsi vedere che a farsi credere: si mette in vetrina. Allora si
vedono i suoi difetti. Ma noi crediamo la santità della
chiesa. Le chiese litigano e si fan concorrenza. Allora si
vede la divisione della chiesa. Ma noi crediamo l’unità
della chiesa. E non è un’ingenuità, questa, perchè la fede
è « dimostrazione di cose che non si vedono » (Ebrei 11:2).
Vediamo la chiesa valdese, ma non crediamo la chiesa
valdese, così come il Catechismo calvinista di Heidelberg
non crede la chiesa calvinista ma la Santa Cattolica Chiesa Cristiana. « Abbiamo lo sguardo intento alle cose che
non si vedono » (II Corinzi 4: 18). Abbiamo lo sguardo
intento alla chiesa che non si vede. Chi ha nostalgia di
Roma, ha lo sguardo intento alla chiesa che si vede : Roma si vede. Ma anche chi non guarda oltre la sua chiesa
— qualunque essa sia — ha lo sguardo intento solo alla
chiesa che vede. La vera chiesa non è quella che si vede,
ma quella che si crede.
Che cosa credi della chiesa'.^ Credo che il Figliuol di
Dio, dal principio alla fine del mondo, raccoglie, custodisce e preserva una comunità eletta. Non credo dunque
che all’origine della chiesa ci siano i bisogni religiosi dell’uomo, o la coscienza che l’uomo ha del proprio mistero
e la volontà di chiarirlo, o la paura della morte e il desiderio di immortalità. Se così fosse i credenti sarebbero
degli arrivati e la fede sarebbe un affare. I credenti sono
invece inspiegabilmente « forestieri e pellegrini sulla terra » (Ebrei 11: 13), gente che «non ha ancora ottenuto
il premio » (Filippesi 3: 12). La chiesa è, da Abramo in
poi, ecclesia viatorum, chiesa di viandanti, di quelli che
non sono arrivati. Abramo non parte dal suo paese per
un’esigenza di salvezza, per la nostalgia del paradiso perduto; non parte per una necessità logica o sentimentale;
non parte per convenienza o perchè sia assurdo restare.
Abramo parte per vocazione. Abramo non sceglie: è
scelto. Questo è la chiesa. 11 cristianesimo è una religione
di vocazione, prima ancora che di salvezza. La chiesa è
una « comunità eletta ». dice il Catechismo, un gruppo
di persone chiamate. Comunità eletta non vuol dire quel
che oggi intendiamo per élite. Le élites sono il meglio
deH’umanità, il risultato di una severa selezione. Emergono il più forte, il più ricco, il più bello, il più intelligente, il più in gamba. Ma davanti a Dio nessuno è in
gamba. C’è poco da selezionare. Israele « è come un verme » (Isaia 41: 14), perciò la chiesa non è un'élite. Epè scolpito sulle palme delle mie ma
conoscano che il regno di Dio è il regno della grazia. E
quanto più gli eletti non meritano di esserlo, tanto più
■Ijàpnfa la grazia e appare la verità di Dio. Se l’elezione
non fosse grazia, se fosse un privilegio, sarebbe un’ingiustizia. Ma elezione e grazia vanno inseme, in fondo son
la stessa cosa. L’elezione è sempre « l’elezione della grazia » (Romani 11 ; 5). L’elezione è evangelo perchè è annuncio incarnato dell’Iddio che fa grazia. Certo, non è
tutto così chiaro. Ma almeno questo che s’è detto può
essere chiaro. Il mistero dell’elezione, che è molto vicino
al mistero stesso di Dio, può essere « un mistero di luce »
(P. Maury).
La chiesa nasce e vive nei secoli « mediante lo Spirito
e la Parola ». Anche lo Spirito e la Parola vanno insieme.
La Parola è la voce dello Spirito; lo Spirito è l’efficacia
della Parola. Quando la Parola risuona, è per lo Spirito
che « essa penetra in voi » (Giovanni 8: 37). Come Maria ha ricevuto Gesù in seno per opera dello Spirito, così
la chiesa riceve la Parola per opera dello Spirito. La Parola resa efficace dallo Spirito è tutto per la chiesa. Non
bisogna mai cercare altro. « Il di più vien dal maligno »
(Matteo 5: 37). Una chiesa che non sa più dire : « Gli
occhi miei vengon meno bramando la tua parola » (Salmo 119: 82), una chiesa che non ha più « fame e sete
di udire le parole dell’Eterno » (Amos 8: 11) è una chiesa che ha perso la sua identità e non è più utile a nessuno. Una chiesa senza Parola è una chiesa senza Cristo. Se è vero che in Cristo « la benignità e la verità si
sono incontrate, la giustizia e la pace si son baciate »
(Salmo 85: 10), tutto ciò è dato oggi agli uomini nella
Parola e nello Spirito. La Parola e lo Spirito sono l’attualità di Cristo finché egli venga.
« Io ne sono un membro vivente ». C’è una gioiosa
certezza in quest’affermazione, che bisogna pure avere.
« Il mio cuore e la mia carne mandano grida di gioia
all’Iddio vivente» (Salmo 84; 2) e «beato il popolo che
conosce il grido di giubilo» (Salmo 89: 15). Bisogna
esser contenti di appartenere alla chiesa. « Beati quelli
che abitano nella tua casa » (Salmo 84: 3). Ma per appartenere a qualcuno bispgna amarlo. Così per appartenere alla chiesa, bisogj^ amarla. Questo non significa amare i pastori. Bisogna amare soprattutto « i piccoli », nella chiesa (Matteo 18: 10), quelli che il mondo
trascura e Dio sceglie per svergognare i grandi (1 Corinzi 1: 27-28). Bisogna amare la chiesa non perchè
è la migliore o la più numerosa o la più larga di idee, ma
solo perchè Dio l’ama e l’ha scelta « per essere il suo
pure il suo nome
ni », dice Dio (Isaia 49: 16). Dio sceglie degli uomini non
per i loro meriti ma « per amore del nome suo santo »
(Ezechiele 36: 22). Perciò non devo chiedermi : Perchè tesoro particolare » (Deuteronomio 7:6). La chiesa è, in
lui sì ed io no. Il segreto della sua elezione non sta in lui questo senso, « un titolo di gloria per l’Eterno, un mo
ma in Dio. Lui è eletto affinchè io conosca che « non di- numento perpetuo che non_sarà distrutto » (Isaia 55:
pende nè da chi vuole nè da chi corre, ma da Dio che fa
misericordia » (Romani 9: 16).
L’elezione di Dio non è esclusiva, ma inclusiva. Nessuno dica: « Certo l’Eterno m’escluderà dal suo popolo! »
(Isaia 56: 3). Abramo non è scelto a scapito degli altri,
ma in vista degli altri. Egli è scelto affinchè « in lui siano
benedette tutte le famiglie della terra» (Genesi 12: 3).
Alcuni che non se lo meritano sono scelti, affinchè i molti
13). La chiesa è il tesoro di Dio in terra, ma tu non devi
avere il tuo tesoro in terra, bensì in cielo (Matteo 8: 20).
« ...e lo rimarrò in eterno ». Questo non dirlo ora :
potrebbe essere una frase fatta, una lezione imparata.
Conserva queste parole nel tuo cuore per quando sarai
vicino alla morte. Allora esse saranno più vere, una di
quelle poche verità che consolano.
Paolo Ricca
Inaugurata
a'Priolo una
sala di culto
Con la partecipazione di numerosi
evangelici della Chiesa Metodista di
Scicli e delle Chiese Valdesi di Catania e Pachino, il 31 maggio, giorno
dell’Ascensione, è stato celebrato il
culto di dedicazione della Chiesa
Evangelica di Priolo in via Bontìifè 60.
Si tratta di una sala di affitto (metri 7x6) opportunamente adattata e
arredata.
I fratelli che costituiscono il gruppo evangelico di Priolo provengono da
vari paesi e denominazioni.
Non si tratta i>erciò di un gruppo
omogeneo che possa senz’altro essere
chiamato valdese. A Ihiolo la Chiesa
Valdese offre un servizio non solo ai
suoi membri che per motivi di lavoro
hanno dovuto cambiare residenza, ma
anche ai membri delle altre Chiese
che si trovano nella stessa condizione.
Durante la cerimonia, il Past. Giambarresi di Pachino ha definito il locale di culto di Priolo un luogo d’incontro per fratelli evangelici di varia
provenienza che desiderano nutrirsi
della predicazione della parola di Dio
in vista della missione cui sono ohia(continua in 4“ pag.)
im IE1ÏERA APERTA
al Presidente Kennedy
Washington. — In una lettera aperta al
presidente Kennedy, cirea quattrocento personalità iristiane ed ebraiche degli Stati
Uniti hanno protestato contro la ripresa
degli esperimenti nucleari am^cani, alle
isole del Natale (lunedi, 18 giugno, se n’è
edettuata un’altra ad alta quota, « a centinaia di chilometri » di altezza, suU’ieola
Johnston, nel Pacifico), e chiesto al governo di consacrare alla lotta per il disarmo
internazionale mezzi materiali e intellettuali equivalenti a quelli che da 22 anni si
sacrificano ad una disperante corsa agli armamenti.
La ripresa degli esperimenti americani,
in seguito a quella unilaterale dell’URSS
— dice la lettera — trasforma ogni dibattito sul progresso sociale in uno rforzo sterile. La ricerca di una superiorità militare
schi.acciante ha condotto gli Stati Uniti sull’orlo dell’abisso. E’ più illusorio che mai
credersi al riparo da una distrazione militare.
La minaccia di una distruzione mediante le armi — afferma la lettera — non è
ciò che conviene al dialogo con un’ideologia totalitaria; il fine ultimo della politica
americana nei confronti dei governi comunisti dev’essere quello di giungere a modificare la loro visione delle cose anziché
quello di volerne spezzare la potenza.
Fra i firmatari di questa lettera, redatta
sotto gli auspici del Movimento interna
zionale della Riconciliazione, sono E. Dahl
herg, ex-presidente del Consiglio america
no delle Chiese, H. Shomer, rettore del Se
ininario teologico di Chicago; fra i firma
tari non americani è il teologo svizzero
Karl Bardi, che si trova negli Stati Uniti
per un ciclo di lezioni e di conferenze,
2
pag. 2
29 foglio 19fi2 — N. 26
T
VOS ennemis
- i
ù-)
- -J (Matthieu 5; 44)
f'VJ!.'.,
SOTJ.’ZT -T
U y a essentiellffluent ea toi deux sortes de forces, ou de courages:
l’une qui frappe, et l’autre qui supporte et qui aime.
Même si toutes les deux sont mises au service de la justice, l’une
demeure supérieure — et en définitive seule efBcace —, et c’est la force
* qui supporte. C’est d’elle que ton Maître s’^t servi : c’est d’elle que la
^ Croix est le sjmibole; c’est cette force-là qu’il te commande d’employer.
' L’autre force — son symbole est l’épée — tend à détruire le mal à
l’aide d’m autre mai; elle rend coup .pour coup; or, tu le sais, même
s’il est diminué, il y a des chances, quand le mal est rendu, pour qu’il
se répercute à l’infini.
La force qui supporte, au contraire, prend sur elle le mal; elle reçoit
le coup, mais bien loin de le rendre, elle l’absorbe et l’épuise dans
1 amour. Elle arrête ainsi réeUement le mal, l’éteint et le supprime, ne
se contentant pas de le changer de sens.
Si tu veux que ton christianisme ne soit pas seulement de formules, si tu veux qu’il agisse et rayonne, tu as là un principe infiniment
riche à metfire en œuvre, un merveilleux trésor à exploiter.
Cest peut-être une des plus grandes hontes de nostre temps qu’il
ait fallu l’exemple de Gandhi pour remettre en lumière ce simple enseignement de notre Maître, et que cet exemple même ait souvent provoqué parmi nous plus de moqueries que de repentir.
^ Dans ton domaine limité, les occasions, si tu sais les saisir, ne manquent pas d’éprouver l’efficacité de cette « méthode de combat » de ton
t hMtre, celle d^ « charbons ardents » amassés sur la tête de ton advers^e : « méthode deux fois bénie, écrit Gandhi, car elle est une béné(fiction pour celui qui la pratique et pour celui contre qui elle est pratiquée B. Philippe Vernier
INTERVISTA CON L' ARCHITETTO NINO FRIZZONI
Il nuovo tempio di Praii
ÏI
i • " " ì
.... . , V.... «• ...............
Ormai, si danno gli ul
timi ritocchi. Ricordiamo
che rinaugurazione del
nuovo tempio, a Frali, avrà luogo domenica 29 luglio. Il culto, alle ore 10,30,
sarà presieduto dal Mode
ratore E. Rostan; alcune
Corali delle Valli interverranno sia al culto del mattino_ che alla riunione pomeridiana. Nel prossimo
numero sarà comunicato il
programma completo della giornata.
Spigolature di attualità
IlalllllimiUIMIMMIIRIl
E’ TUTTO
FACILE...
Siamo in pieno periodo di vacanze scolastiche ed i ragazzi, che in quest’anno parlicolartnente festaiolo di vacanze ne hanno
avute parecchie, tripudiano.
Dovrebbero rimanere attaccati ai libri
quelli che si preparano ad affrontare gli
esami di riparazione, ma non preoccupiamoci.
C’è una macchinetta, già largamente diffusa in Giappone ed in America, che ha
fatto la sua comparsa anche fra noi. E’ un
magnetofono di minuscole proporzioni, uilatlato in modo da azionare la bobina che
automaticamente scatta, torna indietro e
consente di far ripetere a volontà quanto
è inciso sul nastro. Si mette l’apparecchio
sotto il guanciale e, durante il sonno, la
lezione incisa sul nastro risuona nel cervello.
E’ come un sogno di cui, quando si è
desti, si ricordano tutti i particolari anche
per mollo tempo; allo stesso modo, al risveglio; lo scolaro ha il beneficio di avere
immagazzinato, senza fatica, quelle nozioni che avrebbe dovuto imparare a furia di
leggere e di meditare. Comodo, no?
Per esempio, Vesaminatore domanderà:
Che cosa è il monomio? — Niente jmura.
Si schiaccia metaforicamente il bottoncino
che schiude lo sportello cerebrale del reparto ’’algebra” e la definizione balza nitida, precisa. Così per ogni altra disciplina.
Ha voglia, l’esaminatore, di coglierci in
trappola; potremo enumerargli senza difficoltà le fatiche di Ercole, e spifferargli esattamente lo stato anagrafico di Napoleone,
ed elencargli tutti gli elementi del sistema
periodico di Mendelejeff, e così via.
Non ci si affaticherà più nelle riflessioni
e non ci sarà pericolo di buscarci l’esauri
mento nervoso; il dispositivo meccanico in
tradurrà nel nostro cerebro quanto è ne
cessarlo per completare i programmi scola
stici, senza il travaglio degli studenti del
tempo che fu; non faremo più fatica di
(¡winto ne faccia un robot, nei cui meandri
si inseriscono i più svariati impulsi elettro
nici che fanno andare in solluchero la fol
la delle fiere paesane. Pensate che, or non
è molto, in Italia si è perfino sperimentato un congegno elettronico che ’’inventa”
le poesie!
Allegri dunque, ragazzi; pensiamo a divertirci!
C’è il mare, ci sono i monti, i laghi, i
campi, le gaie brigate. Chiudiamo i libri:
’’requiescant in pace”.
Cimentiamoci nelle gare atletiche, perchè
gli eroi da imitare sono qulli il cui nome
è incluso nel ’’libro d’oro” dello sport.
Quali miraboli esempi ci offrono le cronache sportive! Tanto per citarne uno: il russo Ter Ovanesian ha saltato in lungo metri 8,31; .siccome la storia insegna che ogni
primato, a lungo andare, sarà superato, vedremo che, fra non molto, non avremo più
bisogno del filobus per percorrere — poniamo — il tragitto dalla periferia al centro
cittadino; basterà puntare i talloni sul selciato e spingere le spalle in su; con un
salto, la meta sarà raggiunta, col vantaggio
di non pagare il biglietto e di non correre
il pericolo, andando a piedi, di essere travolti da qualche macchina. (A meno che,
giunti a mezz’aria, non si dia una capocciata contro un altro saltatore).
A Iberto Guadalaxara
Abbiamo ricevuto
Per l’Orfanotrofio Valdese di Torre Pellice: In memoria dell’Ing. Carlo Gay, i
cognati Ida Ghigo, Aldo Gay, Mimi Ganièrc, L. 15.000.
Per la Claudiana {periodici): In memoria del Past. Scarinci, Guido Ciecarone
(Houilles, France), L. 1.950.
Il Prof. Attilio Jalla
Venerdì 15 u. s. verso le ore 17 un
amico capita nel mio studio e mi dice ; « Una brutta notizia, è morto il
prof. Attilio Jaila ». Ne rimasi profondamente colpito ed addolorato perchè
l’avevo visto mercoledì vegeto alla Tipografia Subalpina dove mi ero recato per consegnargli un libro. Un incidente d'auto a Torino dopo aver sbrigato alcune pratiche per organizzare
ta partenza del primo turno di bambini inviati al mare dalla Croce Rossa
ne ha subitamente stroncata la vita
e la sua missione terrena. Gravemente ferito fu trasportato alle Molinette dove spirò due ore dopo, credo sen
za aver ripreso conoscenza. Avrebbe
compiuto 80 anni il 34 giugno e si doveva festeggiare il suo compleanno
con una festicciuola all’Uliveto sede
della Scuola di Agricoltura e di Economia Demestica di cui egli era il solerte Direttore.
La notizia della morte si divulgò
presto a Torre Penice suscitando in
tutti grande stupore e profondo sentito cordoglio.
Occorrerebbero varie colonne del
giornale per scrivere degnamente dello scomparso, mi limito a riassumere
nel modo più sintetico possibile le vicende della sua lunga vita.
Nacque a Venezia dove suo padre
Odoardo era pastore il 26-6-1882. La
famiglia si trasferì poi a Firenze dove
il suo genitore fu per molti anni direttore della Claudiana.
Nella città dei fiori fece gli studi secondari e quelli universitari laureandosi in belle lettere il 2 dicembre 1907.
Segue frattanto anche un corso di
perfezionamento, un corso di storia
dell’arte nonché quelli di magistero in
cui si diplomò nel luglio 1909, quando
aveva già dalla Tavola ricevuto l’incarico delle materie letterarie nella
Scuola Latina di Pomaretto.
La sua visione del mondo si era anche arricchita ed allargata durante
un soggàomo in Russia dove fu precettore in una famiglia di alta nobiltà e dove viaggiò non poco in compagnia del giovane affidato alla sua direzione.
Sposò una signorina svizzera, Augusta Monastier, che gli fu affettuosa
devota compagna per un cinquantennio.
Nel 1912 è nominato professore
straordinario di lettere nel Ginnasio
di Torre Pellice, e in seguito ordinario nelle medesime classi dopo due
ispezioni favorevoli. Segue allo stesso
tempo un corso di filosofia presso la
Università di Torino e vi si laurea nel
dicembre 1912. Intanto il titolare di
filosofia al Liceo prof. N. Toum sta
perdendo la vista ed il prof. Jaila è
incaricato di sostituirlo nella cattedra
mentre era anche insegnante alla
Scuola Normale. Chiusa la Scuola
Normale egli continuò al Liceo in sostituzione del signor Toum emeritato
per aver perso la vista.
Il nostro raggiunto dai limiti di età
nel 1952 passò nella categoria degli
emeriti, ma in im momento difficile
per il Collegio accettò ancora rincarico di docente di filosofia al Liceo dal
1955 al 1957.
La sua attività è stata multiforme
ed intensa.
Anzitutto alla scuola ^li ha consacrato il meglio del suo ingegno e delle sue forze, con più di 40 anni d’insegnamento lasciando negli aluimi un
riverente riconoscente ricordo per la
sua capacità, la sua comprensione,
per il suo non mai smentito idealismo,
per la sua naturale squisita bontà d’animo.
Ma la scuola non lo ha assorbito
tutto quanto.
Egli ha lavorato per la chiesa, per
le unioni cristiane dei giovani (YMCA)
di cui fu anche presidente nazionale.
Ricordo le sue campagne finanziarie
per far aumentare le contribuzioni
per la chiesa e le sue opere percorren
do le Valli e suscitando nuovo interesse.
Concependo il cristianesimo come
azione egli ha dato impulso a varie
opere sociali : Croce Rossa, Colonie
estive al mare e ai monti, posti di
pronto soccorso, cucine economiche
ECA, Scuola Valdese di Agricoltura e
di Economia Domestica, consorzi per
valorizzare i prodotti aegli agricoltori ivenaita delle castagne, delie pata
lei.
Ricordo l’aiuto datomi sotto gii auspici della Croce Rossa quando creai
a Ferrerò un’iniermeria provvisoria e
1, primo gabinetto dentistico del borgo.
Non indegno dello zio, lo storico
prof. Giovanni Jaila, egli coltivò anche gli studi storiò riguardanti la nostra gente e fu collaboratore e presiaenie delia Società di Studi Valdesi.
Vari opuscoli pubblicati in occasione
dei XVII febbraio sono dovuti alla sua
penna.
Vero amico del Collegio fu collaboratore e presidente della Associazione
Amici dei Collegio.
Abile ed instancabile organizzatore
die vita a parecchi campeggi alpim
per i giovani; Massello, Pramollo, Frali, Fra, Laus (Fenestrelle) e forse altri cne dimentico. Nè vanno dimenticati 1 riuscitissimi pellegrinaggi in
isvizzera, in Francia, in Germania
iWUrtemberg e Baden dove emigrarono tana valdesi spinti dalla persecuzione/ mettendo in contatto i Valdesi delle Vaili con i correligionari
d oltr alpe, pratica simpatica forma di
ecumenismo.
Alla stampa ha contribuito non poco: fu direttore de L’Avvisatore Alpino, de II Pellice che egli lascia solo
colla morte.
Liberale di vecchio stampo pur prendendo parte alle lotte politiche ed amministrative ha saputo srnipre conservare equilibrio ed equanimità, non
abbassandosi mai ad invettive personali violente.
Questo scritto non sarebbe completo se non dicessi qualche cosa anci.ra
del carattere dell’uomo.
Sono stato in relazione col prof. Jalla per un quarantennio e precisamente dal mio arrivo a Penero nell’autunno del 1922. Collega nell’insegnamento ed anche un po’ nel giornalismo; in questi ultimi anni lo incontravo quasi tutti i giorni, quindi mi
credo iri grado di definirlo. Quello
cne mi ha sempre colpito era il suo
persistente ottimismo; di fronte a situazioni difficili egli non si allarmava
mai, di fronte alla malvagità degli uomini era longanime, sembrava non
supporre e venere il male. In tutte le
cose ed in tutti gli uomini scorgeva il
lato buono, confortevole ; non l’ho mai
visto adirato nè udito pronunciare parole grosse, sempre cortese con tutti,
sempre pronto a rendere servizio, e
tutto facendo con tatto signorile.
La sua mente ed il suo cuore erano
perfettamente equilibrati e l’hanno
spinto a dare la sua vita non in vista
ni se ma degli altri.
Dove ha egli trovato questo perfetto equilibrio interiore estrinsecantesi
in nobiltà di vita?
Certamente neH’Evangelo. Vi è un
fatto che mi ha colpito. Quando la
mamma sua molto vecchia non poteva più uscire di casa egli, ogni domenica mattina, si recava da lei e le far
ceva un breve culto. Questo è un piccolo particolare ma che dice molto.
Fu buon valdese, ma da valdese buono lavorò senza discriminazioni a favore di tutti e l’opera sua non sarà
tanto presto dimenticata. La folla accorsa ai funerali svoltisi domenica
pomeriggio nel tempio di Torre Pellice è prova eloquente della stima di
cui era circondato.
Alla sorella Aimée, al fratello Generale Luigi, ai nipoti, alla cognata
vedova Corrado Jalla ed a tutti i familiari va la nostra profonda simpatia. L. M.
Incontro femminile a Vallecrosia
Qualche tempo fa, una delle periodiche
corrispondenze di Liliana Munzi da Londra, pubblicate su questo giornale, terminava con questo interrogativo : « Sarebbe
interessante sapere che cosa pensano le donne valdesi sul problema della pace e del disarmo ». Una risposta lianno cercato di
darla le parlecipanti all’incontro di Vallecrosia, organizzato dalla FFV dal 31 maggio al 3 giugno, sul tema; «I movimenti
per la pace e le chiese ».
Le presenti erano una trentina e provenivano da Angrogna, Torre Pellice, Frali,
San Germano Chisone, Torino, Ivrea, Milano, Genova e Vallecrosla.
I.,a Casa Valdese, in perfetta... forma, ci
apri le sue braccia fraterne, le sue graziose
camerette ed offrì a tutte, negli intervalli
liberi, a seconda dei gusti, la i>ossibilità di
riposarsi o di darsi alla contemplazione degli orizzonti marini o... mondani!
Molle delle presenti erano delle veterane di questi incontN, il che è la più bella
prova della loro validità e crea delle simpatiche catene di amicizia; però, per farne godere i benefici a molte altre e rinnovare i quadri, qualcuna disse che tutte le
Unioni del centro-nord dovrebbero fare il
possibile per farvi partecipare a loro spese
almeno una socia giovane: passiamo il suggerimento, appoggiandolo!
11 venerdì mattina il pastore Bogo presentò lo studio biblico sul testo di Matteo
5: 17 e seg.; ad esso seguì una vivace disi lissione imperniata su un questionario.
11 sabato Lucilla Santini parlò in due
I untate sui problemi della pace, del disarmo nucleare, della non violenza. Essi sono
oggi di una tale evidenza che solo dei ciechi possono deliberatamente ignorarli; i
gridi d’allarme degli scienziati, i documenti-ri di Hiroshima, le tremende conseguenze della radiazioni nucleari sulla vita nell’universo, possono ben turbare i nostri
sonni, a meno che essi siano più forti della
nostra incoscienza.
L’urgenza di trovare soluzioni senza mezzi termini spinge all’azione i vari movimenti per la pace. Tra i principali è da
menzionare il Consiglio mondiale per la
pace, molto diffuso oltre cortina, movimento a .senso unico, per il quale dobbiamo
esprimere le nostre riserve, senza ignorarlo; in esso militano elementi di primo piani, del protestantesimo orientale.
In Italia è sorta ultimamente per opera
di molti laici impegnati, riuniti attorno ad
.Aldo Capitini, convinto pacifista e apostolo
delia non violenza, la Consulta della pace
che ha organizzato le marce della pace di
Assisi, di Cortona e di Firenze alle quali
piarlecìpano spontaneamente masse di popoli, di ogni età e classe sociale. I responsal>ili (li queste azioni sanno che corrono dei
ris<"hi, che possono essere accusati di sinistrismo, ma sentono <h-3 la loro coscienza
glie lo impone.
In Francia opera una strana comunità laica diretta dal palermitano Lanza del Vasto;
(continua a pag. 3)
L’.Archiletto Nino Frizzoni, incaricato
nel 19.59 dalla Tavola Valdese di preparare
il jirogelto e dirìgere i lavori di costruzione del nuovo Tempio di Frali, ha cortesemente a<-celtato di rispondere ad alcune domande che gli abbiamo rivolto in vista della inuminente inaugurazione del nuovo
Tetnpio di Frali.
D. E’ stato annunciato che l’inaugurazione
del nuovo Tempio avverrà il 29 luglio:
crede l.ei. Architetto, che l’edificio pos.sa essere effettivamente terminato per
quel momento?
Non sono profeta nè figlio di profeta... e
non POS.SO quindi prevedere il futuro, ma.
tenendo conto dello stato attuale dei lavori e del tempo che ancora ci rimane davanti sono certo, personalmente, che, .salvo
l’intervento di cause di forza maggiore del
tutto imprevedibili, il nuovo Tempio sarà
senz’altro terminato per il momento fissato.
Mancheranno, naturalmente, le campane e
alcune parti delTarredamento che, per ragioni di economia, si è deciso di lasciare
10 sosproo per ora.
D. Nell’imminenza dell’inaugurazione, vuole l.ei illustrare brevemente ancora una
volta i criteri che ¡.’hanno guidata nella
elaborazione del progetto?
Numerose e di origini assai diverse sono
le componenti che in misura decisiva concorrono a determinare l’aspetto conclusivo
di un’opera architettonica, specie se si tratta di un assieme di ambienti destinati a
servire e rappresentare varie esigenze di
una convivenza di ordine prevalentemente
spirituale. Le prescrizioni programmatiche,
rimpostazione liturgica. Io spazio disponibile con relativa ubicazione, il caratteri' c
la distribuzione volumetrica dei fabbricali
preesistenti, le condizioni climatiche, la
mano d’opera come i materiali disponibili
ed i relativi prezzi, .sono altrettante forze,
spe.sso eterogenee e qualche volta addirittnra reciprocamente contrastanti. Ad esse si
aggiungono il pensiero e le preferenze perso nali di non pochi singoli. Ne deriva |icr
l architetto il conipito di vagliare e coordinare, di evitare un semplice accostamento
di disparate esigenze, ossia di creare inliina
interdipendenza fra fattori ritenuti essenziali, per raggiungere una concordanza cspressiva non unicamente profana. Tale il
criterio, rindirizzo fondamentale che In,
cercato di seguire.
D. La ]iarte absidale con la modernissiiiia
decorazione in pietra ha entusiasmato parecchi visitatori pur lasciandone perpte.ssi alcuni altri; può dirci l.ei qualche cosa che aiuti alla comprensione dei sigili
ficato di (¡uel lavoro?
Ammesso che così possano essere classificate le prime reazioni, sono tentato di
porre una contro-domanda: E la parola biblica, non entusiasma forse gli uni per lasciare perplessi gli altri? Un effetto di questo genere sarebbe a mio avviso una r:igion d’os.sere sufficiente per detta parte absidale... purché l’entusiasmo non sia puro
pi.icere estetico o semplice « gusto » moderno per sensazioni eccitanti, ma riflesso
di un’opera capace di far profondamenl!'
meditare (e quindi lontana dal poter essere definita « decorativa »). A coloro ai qu:i
11 questa affermazione dovesse parere insufficiente o presuntuosa non posso per ora
dire altro che questo : anche quel mosaico
della parte absidale ha per il Tempio di
Frali funzione architettonica essenziale ed
insostituibile; funzione altrettanto congenil.i al tutto quanto lo furono le opere di
scultura e di pittura nell’architettura greca,
medievale e barocca. E’ un sintomo terriiiiante e purtroppo specifico della nostra
epoca l’isolamento spirituale dei singoli.
Esso riflette inevitabilmente andie neH’isolamento, nel monologo esasperato delle singole arti. Ci si pone quindi la domanda
impellente se non sia proprio la chiesa ad
offrirci il luogo più idoneo per una ricerca di intensa reciproca compenetrazione dei
molti doni, a cui accenna anche l’apostolo
Paolo.
D. In un’epoca come la nostra, in cui molti vorrebbero che la chiesa adottasse delle strutture più flessibili. Le pare veramente giustificata l’erezione di un edificio ecclesiastico così monumentale da parer destinato a sfidare i secoli?
Mi sembra di poier affermare che entrambe le direttive, forse un po’ genericamente definite e separate, hanno una contemporanea ragion d’essere. Le cosidette strutture flessibili, ossìa smontabili ed adattabili in varie combinazioni a varie sedi, sono
parenti della tenda dei popoli nomadi e tendono a raffigurare l’instabilità del popolo
di Dio, privo di una sicura dimora terrena
ma co.scienle della via, dell’indirizzo rivolto alla venuta del regno « che non è di questo mondo ». Le strutture fisse invece hanno per loro natura la tendenza e, forse ancor oggi, la capacità di testimoniare la presenza perenne di Dio che non esclude aspetti ammonitori per i momenti in cui siamo
dimentichi di tale presenza. Inoltre le
« strutture irremovibili » possono testimoniare chiaramente un fedele attaccamento al
luogo in cui siamo collocati, ossia ad esseri e cose di quel creato raccomandato al
nostro buon governo dallo stesso Creatore.
Nel caso di Frali l’appartenenza fondamentale alla seconda categoria è dovuta anche
a varie prescrizioni programmatiche, fra
cui l’uso della pietra.
AVVISO AI LETTORI
£ AI COLLABORATORI
L’ECO-LUCE non uscirà, la prossima settimana. II prossimo numero, a
6 pagine, useirà venerdì 13 luglio. II
materiale dovrà pervenire in tipografia entro il lunedì mattina, 9 p. v.
3
29 giugno 19fâ — N. 26
pac. 3
La Chiesa Valdese di Aosta
ha celebrato il centenario
La pk'cula coniunilà valdeae <li Aosta ha
celebrai« giovedi 21 giugno, con una seni|dice ina solenne cerimonia, il suo m-imo centenario di vita. Nel civico teatro
della città erano convenuti, in numero di
pareccliie centinaia, rappresentanti di diverse confessioni e comunità religiose, pastori, laici, autorità e cittadini: si realizzava cosi — per la presenza di cattolici, di
ortodossi, di evangelici delle diverse denominazioni — quella che il pastore Marauda di Aosta ha felicemente chiamata
una riunio'ne ecumenica. 1 presenti venivano in gran parte dalle comunità evangeliche delle nostre Valli, del Piemonte e
persino della Liguria.
Tra le numerose adesioni giunte al pastore Marauda (prima fra tulle quella del
Moderatore della Chieiia Valdese, ¡1 quale
aveva visitalo la comunità il 6 maggio
scorso in occasione di una prima, intima
cerimonia centenaria) ci
piace ricordare quella entusiastica deirindimenticabile prof. A. dalla, contenuta in una lettera che
con molla probabilità è
rullinio scritto da lui vergalo il giorno precedente la sua tragica scomparsa.
Dolio un breve, vibralo
messaggio del past. Sbaffi
di Genova, che ha portato
il saluto ufficiale della Ta.
vola Valdese, il pastore
Marauda, dinamico organizzaloce della riiiscitissiiiia nianifestazione a cui
si è interessala anche la
RAI nei suoi notiziari regionali. Ita hrevemente illustralo le origini della
roiiiimilà valdese in valle
d’AoBla. Circa verso la
metà del secolo scorso,
allorclic si uianifeslò quel
grande interesse per le
itscciisioiii alpine, preluilio dei iiindcriio alpinisiiui. giiniKe a Cminmayeur,
ai iiicdi del Monte Bianco, un pastore scozzese,
appa.ssinnalo alpinista. Fu
egli a geilare il seme: si
organi/zò un piccolo grup.
po ( II,- lu-n presto si rivolsi- ad Itti pastore francese. il sig. Curie, per co.
sliltiiisi in l'omiiiiilà. Nel
girti di ipiailt'lie ann-o si
lonnò un analogo griiupo
ad Aosta, e l’opera fu
ipiitidi affidala, nel 1862,
ai pasinri valdesi Gay e
Saloitunii. La coiimiiità, in
quello ste««o anno, cam|)rò un locale per
il eulta, ebe lo atesoo ancora alloalmente
in uso, nel cuore della città. Fu un gruppo moko attivo, che si preoccupò siibito
di organizzare una scuola dementare, e
nel 1867, a soli cinque anni dalla sua costituzione, si assunse Tonere di un orfanotrofio per i derelitti ragazzi die avevano perso i genitori nella tremenda epidemia di colera di quegli anni. Da allora la
presenza evangelica in Aosta — in qudla
l illà che tiene come motivo di vanto l’aver
catx-iato Calvino e che a tale aweni-menlo
ha dedicato un monumento che si trova,
per una singolare coincidenza, proprio davanti al tempio valdese — la presenza
evangelica, dicevo, fu ininterrotta fino ai
nostri giorni.
Alle interessanti parole del pastore Marauda fece seguito ü pastore Ayassot di
Torino, oratore ufficiale, il quale con suo
l/orgnnisln, i i/iislori A. Sbaffi. E. Aya.i.iol, P. Marauda,
/,. Caisson, don S. Pace, L. Rivoira.
ben noto brio e la consueta vivacUà mise
in risalto come, allravers« i secoli, la valle d'.Aosta sia stala un ponte ideale teso
— sia pure del lutto involontariamente —
tra la terra di Calvino (la Svizzera) e la
terra di Valdo (le Valli Valdesi). Altra-ver.
so quel ponte passarono i manoecritli della traduzione della Bibbia fatta da Olivetano nelle Valli nostre, e stanipata in Svizzera, in seguito alle ben note deliberazioni del Sinodo di Cltanfocan del 1532;
qualche anno dopo si servì di quel ponte
il riformatore Calvino, reduce da una visita ai Protestanti ilaliaM raggruppati attorno a Renala di Francia, duchessa di
Ferrara; dopo nemmeno un secolo fu ancora attraverso la valle d Aosta che passarono i pastori svizzeri diretti alle nostre
Valli per curare le nostre comunità rimaste senza conduttori in seguito alla peste
degli anni attorno al 1630; e qualcosa di
simile avvenne ancora immediatamente
dopo l’ut ima guerra, allonchè, una volta
di più. la Svizzera tese Ja mano alle nostre Valli. Su questo ponte di transito
qualcuno si è fermalo : ed è appunto la comunità valdese, che lestimonia e predica
la Parola di Dio, che è Parola d’amore, di
speranza, di solidarietà cristiana.
Al termine della riunione, seguita con
molta attenzione da numerose persone
aostane che non appartengono alla comunità valdese, i partecipanti si sono accordali per le gite da effettuarsi nel pomeriggio, approfittantdo del tempo splendido e
del meraviglioso iianorama che la valle
il’Aosla offre ai suoi visitatori. Così il
Il ponte », di cui tanto efficacemente aveva
parlato il pastore -Ayassot, è stato percorso
in lungo e in largo ilai fratelli legati alla
terra di Valdo.
•La comuiiilà vaUle.-c di Aosta ha cosi
avuto, dopo la più intima e familiare celebrazione a cui, come si è accennato, aveva partecipato il moileratore, questa secónda giornata celcliraliva con i fratelli e
gli amici vicini e lontani : una giornata ve.
ramente luiininosa per lutti coloro — e
sono stati numerosi che vi hanno partecipato. Erich .Avondst
^ II marest ¡alio l'ilo Ita decoralo il patriarca Alessio, capo della Chiesa ortodossa russa, con l’onlitic jugoslavo della bandiera, in riconoscenza jier quanto questi ha
fatto per migliorare le relazioni fra la Jugoslavia c rUnione Sovietica. L’onorificenza è stata coiiferila al patriarca in occasione ilei silo recente viaggio a 'Belgrado.
Ac 1 vescovi della (’liiesa unita del Canada hanno deciso tli chiedere al governo
feilerale una inoililieazione del codice Jjenalc in modo clic sia d’ora in poi legale
informare la popolazione intorno al controllo delle nascile e rrconoscle il diritto
Il pubblico attento, nel Teatro civico ''Giocosa”,
i|liumiuilaiuiiii>>iUMiiMRi«mi
Incontro femminile a Yallecrosia
{continua da p. 2)
(li praticare la pia
■Ile e rrionoscle il tltr
pianificazione familiare.
1 suoi aderenti vivono in romane con gran
semplicità, provvedendo da sè a lutto quanto loro occorre ed ispirano la loro vita
idla non violenza ed all’amor del prossimo;
essi si sono opposti alla creazione del centro atomico francese, con digiuni ed altre
azioni (li resistenza passiva, allo scopo di
attirare l’attenzione deU’opinione pubblica;
è questo in genere l’obbiettivo più utile ed
importante perchè invece le autorità governuliv-e tendono sempre a coprire queste
lirotesle c se non vi riescono, si sforzano
(li far passare questi pacifisti per illusi o
pazzoidi e di ridicolizzarli.
Analoga azione svolge in Inghilterra il
Comitato dei cento, presieduto dal filosofo
Bertrand Russel. A vedere come <piesti non
credenti si impegnano, noi cristiani die
il più (Ielle volte stiamo alla finestra a
guardare, dovremmo sentirci per lo meno
assai cattiva coscienza e stimolati a passare
all’azione. Infatti come cristiani sappiamo
che la legge naturale dell’oppresstone e del
dominio è stata spezzala da Cristo, che Egli
rtcoiiciliandoei col Padre, ci ha proposto
un nuovo ra|>porlo con l’uomo che diviwie
nostro fratello.
Ma unto (pie-sio, così facile da capire, diventa difficile visto in situazioni e moiiienli determinati e precisi. E’ più facile dire
no alla guerra atomica, agli esperimenti nuclear! clic allo spirito di violenza, alla guerliglia coloniale, all’oppressione di classe,
alle iliscriminazinni razziali, a situazioni di
slrnllamento e di privilegio.
Sovente le Oiiese ufficiali sono stale incerte e tentennanti su questi problemi, ma
accanto a loro sono sorti, attraverso i tempi dei movimenti che hanno avuto una partii olare vocazione in questo campo.
Anzitutto la Società degli Amici ebe neli.i sua dichiarazione del 1660 (notare la data ! ) rifiuta la violenza sotto (jualsiasi forma, con estrema chiarezza; da allora i suoi
aderenti (Qtiacclieri) come i Mennoniti vanno ad .ilimentare i movimenti pacifisti e rifiutano di usare le armi, con le conseguenze che in tempi più lontani ne derivano.
Anche alcune sette, nella loro teologia
I Illusa e unilaterale, ripropongono tuttavia
i! problema della legittimità dell’obbiezione alle leggi dello Stato; esse sono una
punta di rottura nel conformismo deU’ambieiitc c una voce che turba la quiete delle
chiese. Infine il Movimento intemazionale
della Riconciliazione die, aconfessionale,
rataioglie aderenti in tutti i continenti,
propugna l’azione non violenta per la soluzione di tutti i conflitti, lotta per il riconoscimento del servizio civile, in luogo
ilei servizio militare, per gli obbietlori di
coscienza, in quei paesi che ancora non lo
riconoscono (nell’Europa occidentale: Italia, Francia, Svizzera, Spagna, Portogallo).
Dopo queste relazioni e una discussione
che si potrebbe definire pensosa e responsabile, le presenti sentirono che dovevano
concludere con un invito anzitutto a sè
stesse e poi a lune le Unioni, perchè sentano il dovere dì documentarsi su questi problemi, di diffondere attorno a sè i principi
della non violenza, di pregare ed operare
con perseveranza per la riconciliazione tra
ì popoli e gli individui, di adoperarsi per
la pace eollaborando con tutti quelli che
camminano nella stessa direzione. ipi
“Airarmi, siam fascisti!,,
Sign.if Direttore,
la .Sua recensione (((La Luce», 8
giugiioj mi ha indotto a vedere il
film (I All’armi, siam fascisti ! ». Le
sarò grato se vorrà ospitare queste
mie iiiodesle osservazioni.
Quel documentario ha innegabile
finalità di propaganda comunista nè
gli amori del montaggio (a quanto
ho sentito dire, per l’appunto co
munisti) si sono curati di coprirla.
Come lame altre volte si è constatalo, alleile (jui s’adopera astutamente
il « falso scopo ». 1 comunisti sanno benissimo che il fascismo —
quello autentico, diciamo ((Storico»,
impersonato da Mussolini, per intenderci — è caduto senza possibilità di restaurazione, come, del renio, dalla parte opiiosta affermano
anche coloro stessi che non l’anno
rinnegato.
Se, a tanti anni dalla caduta, i
comunisti con (finto) affanno puntano il dito accusatore contro le ombre, è soltanto per creare la premessa psicologica alla propria conquista del potere.
li documentario -- tendenziosamente scelto e montalo, cioè di parte. (quindi privo di obiettività) —
prende infatti le mosse dairinaugurazione dell’esposizione d* Turino
del 1911, presentata con sequenze
da « belle époque » (eleganti dame
in primo ifiano e coro di scioperanti
affamati). 1 commentatori non lesinano lo scherno a Vittorio Emanuele ed alla regina Elena, considerati
quali... primi incubatori del fascismo. hegue la conquista della Libia,
esibita fraudolenlenienle con fobia
unti-italiana. Così la guerra 1915-18,
conclusa con il trionlo di Lenin e
della rivoluzione sovietica (Trento
e Trieste non contano). NeH’ultima
guerra, tra i belligeranti campeggia
hladin quale unico difensore dei difilli del poijolo. Gli inglesi sono ricordali soltanto per la loro fuga da
Dunquerque e gli americani per le
homhe lanciate dalle fortezze volanti sulle nostre città.
Cadono ì regimi nazista e fascista,
nondimeno il documentario continua: però non per esaltare la ripristinata libertà, bensì per mostrare
operai costretti a scioperare da un
padronato feudale ed oppressi da
Una polizia borbonica al servìzio
dei baroni delle fabbriche. Il montaggio a lesi obbligata conclude con
le famose manifestazioni genovesi
del luglio 1960 durante le quali le
squadre comuniste hanno brillanteniente superalo la prova insurrezionale mandando i poliziotti all’ospedale (non lavoratori oppressi, dunque, ma aspiranti oppressori).
Riepiloghiamo. Torino 1911, il re
simbolo di un ordinamento sociale
inaccettabile. Mosca 1917, trionfo
della rivoluzione proletaria (senza
cadaveri). Però questa non può dila.
gare. Il maggior responsabile del
colpo d’arresto è il fascismo (cosi il
film). Alleanza tra fascismo e nazismo indi coalizione mondiale antifascista. Fascismo e nazismo cadono. L’uomo della strada pensa che
basterebbe seppellirne la memoria
poiché non costituiscono più pericolo, ma ai comunisti conviene invece riparlarne ancora perchè, con
questo falso scopo e nel comune impegno antifascista, lutti debbono
avallare ciò che essi fanno e chi non
è d’accordo diventa issofatto fascista! Occorre dunque Genova 1960:
non c’è più il fascismo ma c’è ancora la società 1911, sussistono la
slessa casta dirigente, lo slesso padronato feudale, lo stesso Slato con
ìa sua polizia e tutto ciò va abbai
luto per poter instaurare la repuhMica sovietica anche in Italia.
Se questa non ne fosse la vera in
lerprelazione, quel film, cosi coni o
montato e commentato, non avrebbe
senso. Comunque un rilievo è doveroso: come ieri (dice Lei) le folle oceaniche plaudivano ai destini
imperiali senza accorgersi delle pagliacciate del regime, potrebbe og
g! darsi, dico io, che non ci si accorga che Tantifascismo sisimnatico
esercitato nel 1962 sull’impostazione
comunisla prepara l’avvento di nna
dittatura ben più severa. (JueUa,
per non andar olire, ravvisabile nel
lugubre «Muro di Berlino». Ma
questo muro il film l’ba volutamente ignorato.
Peraltro è ammissibile che taluno,
al fascismo, veda soltanto Talternativa del comunismo; ma ritengo che
molti siano di diversa opinione e
giudichino che il progresso e la giustizia sociale, umanamente conseguibili, si ottengano meglio con nn
ordinamento sociale di tipo occidentale anziché con la dittatura bolscevica. Se cosi non fosse, da una tal
consiatazione avrebbe inevitabile
inizio la riabilitazione di Mussolini!
La ringrazio, coi più cordiali saluti. Emilio Roslagno
Nella miti recensione avevo scritto
spressamenle che il documentario
segue una tesi, indubbiamente marxista, ed è quindi "di parte”; il nostro lettore ammetterà, pensiamo,
che altrettanto "di parte” è la sua
reazione. Se egli trova malevoli molti accenni del film, io — che non
sono comunista (sono troppo borghese per esserlo!) — trovo tendenziose
non poche delle sue impressioni; sarebbe troppo lungo discuterle tutte:
ma voglio almeno sottolineare quanto sùt unilaterale la presentazione
del tentativo tambroniano e dei sanguinosi fatti del luglio 1960; il processo a Roma contro gli imputati genovesi dovrebbe spingerci a vederci
più chiaro, e riconoscere che se ci
sono stali eccessi di propagandisti
interessati, si è però trattato in tutta
la nazione di un possente e rallegrante moto d’opinione contro il rinascente fascismo, purtroppo non così
'’finito” come il nostro lettore crede. Non sono marxista: non penso
che la storia umana possa essere spiegala unicamente in base a fattori
economico-socmti, e questo limite del
documentario in questione l’ho indicalo, questa mancanza di sfumature, questo messianismo jtolitico inaccettabili per chi ha udito il giudizio
di Dio su ogni uomo e su ogni sistema e regime dell’uomo; ma penso
che uno dei pregi di questo documentario sia quello di sfrondare il
fascismo da quell’alone di "soggetto
dei piccoli e dei poveri” di cui si c
ammantato e che conserva ancora
agli occhi di molti (”si stava meglio
quando si stava peggio”, "però il
Duce ha fatto tanto bene”, ecc. ecc.)
mene crudamente in luce come questa "difesa del popolo” non sia stata, nella realtà, nuli’altro che demagogia (anche se c’è stato chi ci ha
sinceramente creduto e in questo
senso si è affiancato), di cui i detentori delle leve del potere hanno saputo egregiamente servirsi per op
porsi alla marea rossa; il piccolo e
povero "difeso” ci ha rimesso le sue
cn.se, è andato a morire in Russia, in
Libia: perchè? per chi? Sinceramente, non riesco a capire come si
possa, di fronte ad immagini quali
quelle di ’’All’armi, siam fa.scistil”,
al commento di Fortini, reagire unicamente: "Propaganda comunista!”
(sin detto fra parentesi, è la stessa
reazione che parecchi svizzeri hanno
avuto - e ci hanno scritto — di
fronte all’iniziativa per l’esclusione
costituzionale del diritto all’armamento atomico federale); ma la resistenza e Tantifascismo, nella loro
sofferta affermazione di libertà e dignità umana, non sono state innanzitutto un moto di rivendicazione
economica, ben.ù l’espressione delbt
coscienza morule più viva dei popoli; che la retorica del dopoguerra la
abbia non di rado un po’ offuscata,
Vho detto più volte, ma alla radice
il .suo valore resta. Infine, lo spettro del comuniSmo (è spettro anche
questo, .se spettri sono i fascisti...):
non dimentico certo su quanta violenza e quanto dolore è costruita la
realtà d’oltre cortina, una rivoluzione francese dilatata su scala continentale e servita dalle tecniche raffinate di una civiltà di massa; ma perchè non ci si è, prima, preoccuiHiti
della violenza e del dolore di prima? come pensare che paesi interi,
interi continenti possano passare dall’ingiusto, oppressivo sistema feudale ad un inizio almeno di vita democratica, senza sussulti violenti e laceramenti profondi? E tuttavia, al di
là della violenza e del dolore, qualcosa di .solido e vivo appare, qualco
sa che non è il nulla dell’epilogo nazifascista (vedere ad es., per quanto
riguarda la Cina, il pacato documentario: "La lunga marcia per Pechino”). anche .se non è — almeno (ul
occhi cristiani — il trionfante sole
di un avvenire definitivo, che
solo Cristo, "la lucente stella mattulituT’, porterà al suo venire. Quanto al comuniSmo... direi che ognuno
e ogni ¡mese ha il comuniSmo che si
merita, come la classe dirigente francese della fine del XVIII sec. ebbe
il terrore che si meritava. E non dà
da pensare che da quel terrore, dalle scosse convulse, dalla sofferenza e
dall’ingiustizia di quei giorni sia
anche stala, in parte, generala quella ’’democrazia occidentale”, europea e americana, di cui tanto siamo fieri? Il comuniSmo è R a
costringerci alla riprova se la nostra
democrazia è reale o un alibi, in
bocca a noi benpensanti che in genere siamo anche benestanti.
Gino Conte
Alcune domande
« E’ ancora valida, oggi, la concezione della « vocazione » come
chiamala a servire nel posto in cui
ci si trova, qualunque esso sia, o
non è più valida l’idea di quella
(' mobilitazione generale » di lutti i
cristiani, a cui cosi spesso allude G.
Girardel nei snoi scritti e nelle sue
predicazioni? Possiamo davvero,
pensando a Tullio Vinay o a qualche grande spirito missionario, parlare ancora di vocazioni ’eccezionali", o non è questo un modo per
tranquillizzare la nostra coscienza?
E se è vero che la Chiesa non deve
più semplicemente avere delle missiuni ina deve essere missione, non
è allora anche vero che non si deve
più parlare di grandi spirili missionari, ma che la vocazione missiona
ria dev’essere la regola e non l’eclezione per il cristiano? Io ho sempre pensalo, da quando ho figli, che
la mia vocazione cristiana dovesse
e.spriineiisi in primo luogo nell’educarli cristianamente. Ad un certo
punto però la ’madre cristiana’ corre il rischio di fare dei figlj uno
schermo per sfuggire certi interrogativi. Cosi, penso, accade a tutti
quelli che si o-ccupano di qualcosa
o di qualcuno elle dà una certa fissità alla loro vocazione, e che più o
meno la ’imborgherisce’ (uso il termine in senso lato, per intenderci
alla svelta). Nel caso dei figli, xmi,
questo fondamentale ’peccato’ si fa
evidente in maniera dolorosa : certamente mia figlia ha una fede sincera nella quale procede con una
notevole fermezza, ma nulla è più
lontano dalla sua mentalità di bambina soddisfatta «he la possibilità
di privarsi di qualche agio per vivere con un senso di solidarietà verso (per es.) i bambini di Riesi, ai
quali pure vuol mandare i suoi risparmi. Di questo la colpa non è
■sua ma mia. Mi domando che valori: possa avere dinanzi a Dio una famiglia cristiana in cui i figli imparano a pregare e a dare il superfluo
per le collette, ma non imparano la
vera solidarietà nè la vera evangelizzazione (...)».
Rita Gay
Gruppi del Vangelo
« 1 Gruppi del Vangelo possono
essere, se compresi nel loro valore,
un efficace strumento per il rinnovamento della Chiesa come corpo
vivente del Signore (...). Noi abbiamo una paura congenita del ”Do
vunque due o tre sono radunati nel
mio nome... ”; immersi in una civiltà (li massa, abbiamo anche noi la
mania delle grandi adunanze reb
giose (lov’è sempre, immanente, il
pericolo della retorica teatrale delle
cose dello Spirito. Abbiamo perso
la consapevolezza del valore della
persona e deH’infinito rispetto che
si deve al singolo uomo, e incontrarci in due « tre per onorare nella meditazione della Parola l’ineffabile presenza dello Spirito che vivifica ed unifica, ci sembra cosa di
trascurabile valore. Ma se la Clùesa
non salva il valore di un uomo e
della comunione di due o tre uomini, il Cristianesimo diventa una concorrenza fallimentare alle dottrine
e ai movimenti sociali e politici. Io
Ito pensato e penso a questi Gruppi
del Vangelo come a centri vitali e
vitalizzanti della chiesa-massa, come chiesa comunione vivente di nomini vivi. Ricordo una delle frasi
care a Buonaiuti, espressione non
canonica ma che, verosimilmente,
si muoveva neU’esperienza religiosa del primo Cristianesimo: ’Hai
visto il tuo fratello, hai visto il tuo
Dio: inchinati e servi’ ». C. Lupo
Giovanni Miegge
PER UNA FEDE
11* ediz.
Ediz. Comunità, Milano
1962, L. 1.500
Salvatore Maslrogiovanni
UN PROTESTANTE
NELLA RESISTENZA
(Jacopo Lombardini)
Quaderni del Ponte, La Nuova
Italia, Firenze, L. 1.700
Anche presso la Claudiana
4
pag. 4
27 giugno 1962 — N. 26
r
Inaugurata a Priolo una sala di culto
(continua dalla 1« pagina)
mati ctnne testimoni di Gesù Cristo.
Non è escluso che in seguito sorgano
delle dlffic<rità. Lo scopo princip^e
ohe tói si prefi^e è di andare incontro
alle migliaia di operai della SINOAT
e d^la OEUiElNK Che si sono stabiliti
e si vanno stabilendo a Piiolo. Questi
operai sono spesso fuori da o^ chiesa e senza alcuna fede cristiana. Cercano solo lavoro e denari per costruirsi im avvenire migliore. L’opeia di
evangelizzazione verso di loro, ohe
rappresentano la nascente Sicilia indu^riale, non è certo cosa facile. Tutti gli evangelici di Priolo sono mobilitati per quest'opera. L'apertura del
loMle di culto non è che uno strumento di servizio offerto a tutti. Non
è un punto di arrivo, bensì un punto
di partenza.
Il Past. Enrico Corsani, in qualità
di presidente della Commissione Distrettuale, ha presieduto il culto. Nella predica ha illustrato la funzione
del locale di culto nel pensiero evangelico. Non si tratta di un santuario
che imprigiona la presenza di Dio. Gesù Cristo è presente dovunque due o
tre sono raccolti nel suo nome. Il tempio di Dio non è tanto il luogo di culto, quanto i credenti che in esso si
raccolgono. «Il tempio di Dio siete
voi » !
Il Sovrintendente Past. P. V. Panasela, trattenuto a Palermo da impegni assunti in precedenza, ha fatto pervenire im telegramma di partecipazione anche a nome della Tavola. E'
Il Past. Enrico Corsani
presiede il cubo d’inaugurazione della nuova sala.
stato un vero peccato che non siano
intervenuti il Past. Tedeschini della
Chiesa Metodista di Scicli ed il Past.
Strisciullo della Chiesa Battista di Siracusa, i quali erano stati cordialmente invitati.
Il 31 maggio 1962 rimarrà memorabile nella storia dell'evangelismo siciliano. La Chiesa Valdese, che al tempo del Risorgimento italiano aveva
seguito tempestivamente la marcia
delle truppe garibaldine per portare
senza ritardo l'Evangelo alla Sicilia
contadina e piccolo-borghese, oggi segue la marcia delle grandi industrie
per portare senza ritardo l'Evangelo
alle masse operaie scristianizzate della nuova Sicilia industrializzata.
Dio ci liberi da ogni sentimento di
vanagloria e ci renda consapevoli delle gravi responsabilità ohe abbiamo
assunte per fedeltà alla vocazione che
iiiii\iiiiiiiiiiiiiiiiutiimiiiiiiiiiiimiiiiiiini'
iiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiii
limmmiiiimiiimiiiimiiiiiiiiiiimiiiiiitiiiiiiiiiiiiiimiiiiiMiKiiiiiiHiiini
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
PRAROSTINO
— I i-ulli di Pentecoste, celebrati al Capoluogo e a Rorcapiatta, liamno riunito un
discreto numero di fedeli, ai quali è stato
aimunzialo l’Evangelo dello Spirito Santo.
Buona anclie la partecipazione alla Santa
Cena. La colletta, che la Conferenza Distrettuale aveva chiesto fosse devoluta a
beneficio di « iniiiatori della Val Gernianasca » in sciopero per le loro più giuste
rivendicazioni .salariali, ha fruttato complessivamente lire 7.000, che sono state trasmesse ¡.Ila Commissione Distrettuale onde
vengano distribuite ai fratelli minatori.
— I culti di domenica 3 e 17 giugno, sono «tati presieduti rispettivamente dal Diacono Dino Gardiol e dal Pastore Arnaldo
Genre di S. Secondo. La Comunità li ringrazia ancora molto per i loro buoni messaggi cristiani.
— La nostra Unione Giovanile, con alcuni altri membri della nostra Chiesa, ha
( iliuso le sue attività con una gita a Como,
domeni.-a 17 giugno. Bella giornata sotto
cgni riguardo. Ne ringraziamo il Signore.
— Alcune persone amiche e originarie
di Praro.stino sono tornate per qualche
tempo fra noi. Ricordiamo il fratello Livio Godino, della Giaculinera, venuto da
Montreal (Canada) in febbraio, ed ormai
rientralo al suo posto di lavoro; la sorella
Orfilia Godino, della Godina, venuta da
^ew York, nel mese scorso, pure lei già
rientrata in America; la sorella Melania
Gardiol in Rivoir, dalla . lontana California, ora sta trascorrendo un periodo di ferie presso i numerosi parenti a Prarostino.
A tutti rinnoviamo i nostri cari saluti cristiani.
— Ci è giunta la dolorosa notizia della
dipartenza della nostra veneranda sorella
Caterina Malati ved. Dumas, originaria dei
Cardons, avvenuta a Saint-Saurin-de-Prats
(Dordogne - Francia) il 5 giugno scorso alla età di 82 anni. La vedevamo ogni anno,
quando l’estate veniva a passare un mese
di riposo ai Cardons: non mancava mai al
(-ulto mensile nel tenrpio di Roecapiatta.
Alla sua memoria va il nostro pensiero,
nonché la nostra simpatia cristiana ai figli,
alla sorella, ai nipoti e ai parenti tutti.
— I primi villeggianti cominciano ad arrivare tra noi... Tra qualche giorno la Casa
valdese di S. Bartolomeo ospiterà diverse
famiglie che già conosciamo... Altri si sistemeranno qua e là nei vari villaggi. Diamo a tutti il nostro benvenuto a Prarostino.
Di solito, sono fratelli e sorelle in fede,
che partecipano ai nostri culti domenicali e
alle riunioni all’aperto. Che i prarostinesi del posto sappiano degnamente imitarli'
POMARETTO
— Domenica l® luglio alle 15,30 avrà
luogo il bazar di beneficenza alla cappella del Clot Inverso, preceduto da un programma di recite. Il provento andrà a beneficio dei restauri della cappella medesima. Tutti sono cordialmente invitati.
R0RÂ
iiiiiiiiitiimiiiiiimiminmiiiiiii
miimtiiiiiiiiiiiiiijimimiiiiiiiiiiiiiiiiii))ii,immilli
Raduno di evangelici a Chiatona
Il Moderatore presiede il culto dell’ Ascensione
E’ nella tradizione di fare del giorno del
la Ascensione che ei ricorda come Iddio
ha sovranamente innalzato il suo Figliuolo
facendolo Signore nostro, della Chiesa e del
mondo, il giorno di una più intensa comunione fraterna.
Chiatona, ridente «piaggia che si affaccia
in mezzo ai pini sul sereno golfo dell’azzurro Ionio, in quel di Taranto, ha la duplice prerogativa di offrire il silenzio necessario per l’ascolto e la nusditazione di
quella Parola che non passa... e lo scenario
solenne del cielo e del mare... che Invita
il (-redente a piegare le ginocchia dinanzi
a Colui che, infinitamente grande, volle esser(-i Padre e Salvatore.
Inoltre Chiatona è la naturale meta degli
evangelici. Chiese e Gruppi clic le pullulano attorno tra i capoluoghi di Matera, di
Brindisi, di Taranto e di Bari. Le Chiese
Evangeliche Battista e Valdese hanno sparso il seme della Parola e ogni anno vi raccolgono con canti di gioia nonostante le
varie difficoltà inerenti all’ambiente ostile.
Non si dimentichi che siamo alle porte di
(]uella terra così vivacemente descritta per
la sua arretratezza, nel libro di Carlo Levi :
c Cristo si è fermato ad Eboli ».
Quest’anno agli altri motivi su accennati
si aggiungeva per i convenuti la prospettiva di una visita veramente eccezionale, e
perciò superlativamente gradita, quella del
Moderatore Pastore Ermanno Rostan, a rendere ancora più hello il raduno di Chiatona. Una splendida giornata veramente primaverile lo rese ancora più piacevole e dal
punto di vista spirituale quel che si può
dire un riuscito raduno. Diciamo riuscito
innanzitutto per il consolante messaggio del
Moderatore. Esso scese nel cuore dei credenti come un vero balsamo, come l’acqua
che benefica una terra arida ed arsa. Ed è
proprio allora che la Parola... non cade
senza portare il suo frutto.
L’uditorio al quale fu spezzato il Pane
della Vita non aveva molti savi o molti
potenti secondo la carne, direbbe ancora
S. Paolo ed è da uno di quelli... da annoverare... fra le cose che non sono, un mereiaio ambulante, che raccolsi nel pomeriggio
questo assai personale ma significativo apprezzamento: «lo bevevo le parole man
mano che parlava, io andavo avanti... quasi
sapevo quello (die avrebbe detto ancora...
e non ini sarei stancato se avessi dovuto
ascoltare ore e ore ».
A nome adunque di quei contadini dal
volto bruciato dal sole, stantii ma sereno
e di quelle massaie di casa che conoscono
fatiche e preoccupazioni... madri e figliole
(he sono « i fratelli e le sorelle » che il Signore ci ha donato per fortificare la nostra
fede e aggiungere gioia alla nostra quotidiana te.stimonianza, da queste colonne ringraziamo ancora il Moderatore.
Il raduno è riuscito anche per Io spirito
unitario e pensoso che l’ha animato.
Dopo l’agape fraterna t le ore in cui ci
fu dato di conversare assieme e di fraternizzare, nel tardo pomeriggio ci si ritrovò
ancora.
Ancora una volta presieduta dal Moderatore ebbe luogo una simpaticissima « causerie ,) resa più piana e interessante dalla
importanza degli argomenti proposti e svolti: «Ecumenismo Evangelico - Nuova Dheli; Ecumenismo Cattolico - Vaticano II ».
Questi argomenti planano a volte sulle teste distratte... di tanti nostri fratelli. Ma
abbiamo avuto la sensazione che suscitarono una eco d’interesse e di attualità, nel
cuore semplice ma chiaramente impegnalo nel senso evangelico dei nostri uditori.
11 Pastore Naso a conclusione invitò al
canto dell’inno n. 21 e innalzò al Signore
una preghiera di ringraziamento e invocò
la benedizione. Quella benedizione che in
parte ognuno aveva ricevuta... quella benedizione che è vita... ricevuta in dono da
parte di Colui che in Cristo ci ha fatto ritrovare i fratelli e che ci guida tutti. Tutti
quelli che lo amano e lo temono, piccolo
gregge sconosciuto, verso il Regno che
viene. G. E, Castiglione
— Domeni(-a 21 giugno, nel corso (lei culto, sono stati battezzati due ouginetti :
Bianca e Enzo Morel, di Silvio ed Evelina e di Roberto e Fredina Morel. Ai genitori, padrini e madrine formuliamo l’augurio che, fortificati dalla certezza che questi bimbi sono sin d’ora posti sotto il segno dell’amore di Dio, possano sempre
guidarli nel cammino della fede e della
riconoscenza al Signore. Fatto rallegrante:
perchè la celebrazione del battesimo potesse rivestire per i presenti tutto il suo
significato era stato chiesto espressamente
al pastore di centrare anche la predicazione sul significato di questo sacramento.
— Abbiamo ricevuto un affettuoso saluto dal Past. Giovanni Scuderi, direttore
del Centro Giovanile Evangèlico di Vittoria (Ragusa), saluto rivolto ai giovani dell’Unione. Egli si domanda se non sarebbe
possibile di avere ai campi di Adelfia una
rappresentanza dei giovani delle Valli. Giriamo la cosa ai nostri giovani, ben sapendo purtroppo che non è questo il periodo
più adatto per allontanarsi dal paesello ma
ricordando loro che sono previste fortissime facilitazioni per il viaggio. Se qualcuno ci pensa lo dica al più presto al pastore. 11 past. Seuderi ringrazia i giovani per
la (piccola) offerta da noi inviata a favore
del Centro. Quanto a noi gli assicuriamo
che Adelfia ci sta a cuore assai più di quanto il nostro necessariamente esiguo contributo finanziario lasci intravedere. *•
MASSEl
— Avec beaucoup de retard mais non
moins chaleureusement nous remercions les
personnes qui ont collaboré à la bonne
réussite du bazar, le jour de l’Ascension.
Notre reconnaissance particulièrement aux
membres de l’union féminine qui ont vaillamment travaillé pendant lo-ute l’année
pour préparer les travaux. C’est avec beaucoup de plaisir que nous avons reçu ce
jour-là l'Union de Torre Pellice et les enfants de l’école du dimanche de cette paroisse; nous espérons qu’ils gardent un bon
souvenir de leur excursion malgré le temps
maussade. Un merci au pasteur Sommani
qui nous a donné le soir même une intéressante causerie sur l’oeuvre dw diaconesses
et sur la paroisse de Torre Pellice.
— Le 26 mai nous avons célébré le mariage de Tron Nino (Centrale) et Tron Ginetta (iRoœias).
—- Le baptême a été administré à Tron
Marino de Salse, Tron ügo du Robers et
Hagar Michèle de Marseille.
iKiiiiuiiiiiiiiiiiiimioi
"Foi et Vie
ßß
Sommario del n. 2 - 1962
L’HOMME PASSIONNE’
M. Chariot: Passion et Raison — L.
Braun: La Passion de Réussir — A. Dumas: La Passion d’Aimer —■ J. Freund: La
Passion de la Politique — H. Capieu: Du
traitement des Passions — H. Philibert:
Croître en Jésus-Christ — L. Simon: Trois
Etudes Bibliques,
in memoria
del Professore
Attilio Jalla
è stata rivolta alla nostra Chiesa da
tempi immetnorabili.
Non è possibile chiudere questa, nota senza una parola di viva itoonoscenza al Gap. Stephens che si è viva^
mente interessato alla nostra opera
di evangelizzazione a Priolo sòstenendola flnanziariameinte tramite un comitato inglese. Ciò conferma le parole dette dal Past. Corsani in sede di
cerimonia inaugurale: L’opera di
Priolo non si può attribuire ad un solo coraggioso missionario. E’ l'opera
che il Signore ha voluto compiere tramite la Chiesa di Pachino, un' comitato inglese, la Commissione Distrettuale. Dei singoli uomini si sono mossi. è vero, ma dietro di loro c’erano
chiese intere e gruppi che pregavano
e s’impegnavano con vivo senso di responsabilità vocazionale.
G. Z.
,A seguito della tragica ed improvvisa
«(-omparsa del prof. Attilio Jalla, che tanto ha commosso la popolazione tutta del
Pinerolese e la vasta cerchia dei suoi amici
ed estimatori, si è costituito un Comitato
Promotore per onorare la memoria dello
Scomparso. In esso sono rappresentati i va
ri Enti ed attività a cui il prof. Jalla dedi
cava particolarmente le sue cure, e di co
mune accordo è stato deciso di lanciare una
puliblica sottoscrizione, indicando tre sco
pi per cui possono essere versate le offerte
I tre scopi sono i seguenti:
1«. Autoambulanza per il trasporto malat
in tutta la Val Pellice. Come è noto, l’at
tuale autoambulanza, servizio già creato dal
prof. Jalla sotto gli auspici della Croce
Rossa, deve essere sostituita, e lo Scomparso già si stava occupando attivamente
per iniziare la ra<x;olta di fondi destinati a
tale scopo.
2<>. Sala di Scienze del Liceo Ginnasio di
Torre Pellice. Il prof. Jalla, insegnante per
oltre quaranta anni al Collegio, amava con
particolare affetto l’istituzione, e il Comitato d’intesa con l’A«8oeiazione amici del
Collegio, è d’accordo nell’indicare il rammodemamento della sala di Scienze dell’Istituto come uno degli «copi per cui pos•sono essere destinate le offerte.
3®. Sistemazione del Museo Folkloristico
Valligiano. Era un vecchio sogno del prof.
Jalla, quando era presidente della Società
di Studi Valdese, di poter sistemare convenientemente il materiale folkloristico e tipico della veccliia vita della Valle (mobili,
utensili, arredamento, attrezzi, ecc.) in un
appofsito museo locale, di grande interesse
per tutti. Il materiale, già in buona parte
raccolto, e attualmente in deposito, potrebbe con le somme raccolte, essere sistemato
decorosamente in appositi locali di pubblico
e libero accesso.
II Comitato Promotore invita pertanto
lutti quelli che desiderano contribuire ad
una delle iniziative di cui sopra, destinate
a ricordare ed onorare il prof. Jalla, a voler versare le oblazioni con l’indicazione
precisa dello scopo: qualora lo scopo non
veniste precisato, le offerte saranno ripartite in parti uguali.
Le offerte possono essere fatte presso uno
dei seguenti indirizzi: a Torre Pellice: signora Toja, Piazza della Libertà; negozio
Sobrero, Appiotti; cartoleria Mura, Via
Arnaud. A Luserna S. Giovanni; cartolo
ria Revel, Airali e pasticceria Legger, Airali. A Villar PeUice: signor Adolfo Jalla.
A Bobbio Pellice: negozio Italo Bonjour.
Ad Angrogna; signor Sappè Alfredo, messo comunale. A Rorà: signor Corrado Morel, messo comunale. A Perrero: signor
Osvaldo Peyran.
Si possono inoltre effettuare i versamenti sul C.C.P. n. 2/4428 intestalo alla Società Studi Valdesi, Torre Pelice, sempre precisando lo scopo.
L’elenco delle offerte verrà pubblicalo
sui giornali.
Chiesa cristiana e
ateismo cemunista
H. GOLLWITZER: L’Eglise chrétien,
ne et l’athéisme communiste.
11 « Centre Protestant d’Etudes » di Ginevra, nel n. 3 del suo Bollettino, recentemente uscito, ha pubblicato questo testo assai importante del prof. Gollwitzer, docente di teologia all’Università di Berlino; di
lui si è molto parlato nei mesi scorsi, a
causa della polemica sulla sua candidatura
alla successione a Karl Barth alla cattedra
di teologia sistematica presso l’Università
di Basilea, candidatura che è stata respinta
non per ragioni teologiche ma per ostilità
politica, in quanto il prof. GoHwiler è stato considerato da molli troppo a sinistra,
mentre egli cerca soltanto di comprendere
le motivazioni profonde del comunismo e
dell’ateismo contemporaneo. Questo testo,
già pubblicato sulla Ecumenical Review e
su La Vie protestante (lo sarà prossimamente in italiano su Protestantesimo), compare
ora in questo opuscolo, che può essere ottenuto pure presso la Claudiana (Via Principe Tommaso 1, Torino, ccp. 2/21641), al
prezzo di L. 250.
Scuola Media Pare^^iata Valdese
di Torre Pellice
Sono aperte le bscrizioni alla I* clas
se della Scuola Media Pareggiata Valdese di Torre Pellice. Anno scolastico
1962-63.
Le domande di iscrizione devono essere presentate entro il 20 luglio con
i seguenti documenti, presso la Segre
teria dell'Istituto:
1) Domanda di iscrizione alla I» classe in bollo da L. 100 rivolta al Preside, firmata dall’alunno e controfirmata dal padre.
2) Certificato di nascita in bollo da
L. 100.
3) Certificate di rivaccinaziane antivaiolosa e antidifterica in carta
semplice.
4) Certificato di identità personale in
bollo da L. 100.
5) Pagella di V® elementare.
La segreteria è aperta tutti i giorni
dalle ore 10 alle 12.
Scuola Latina di Pomaretto
(Media legalmente riconosciuta)
Sono aperte le iscrizioni alla I» classe della Scuola Latina di Pomaretto
(Media legalmente riconosciuta).
Le domande di iscrizione devono essere presentate entro il 20 luglio con
i seguenti documenti:
1) Domanda di iscrizione alla I® classe in bollo da L. 100 rivolta al Preside, firmata dall’alunno e controfirmata dal padre.
2) Certificato di nascita in bollo da
L. lOO.
3) Certiflcato di rivaccinazione antivaiolosa e antidifterica in carta
semplice.
4) Pagella di V» elementare.
5) Documento di riconoscimento con
fotografia.
Le domande possono essere consegnate in presidenza o inviate per posta alla direzione.
La preside incaricata
Elsa Balma
libri
M. Kohler - Le coeur et les mains. Commentaire (le la I Epìire de Jean. Dela
'('haux et Niestlé, Neticliàtel-Parb 1962,
pp. 208, L. 1.90(1. Non era finora di.sponihile, in lingua neolatina, un commento moderno a quesl’epistola cosi
importante.
Il- .1. KiiAi s - Le peuple de Dieu dons
l’Ancien Testament. Delaehaux et Nieslié, Neuchâtel-Paris 1960, pp. 80, !..
450. La Chiesa deirAnti(-o Patio, Ira
le origini e il Giudaesimo.
A. Maili-ot-A. Leuevre - Les Psaumes
(1-501. Labor et Fides, Genève 1962,
P'P. 314, L. 3.000. Nella nota serie di
commentari, un forte volume sulla prima parte dei Salmi: traduzione originale, note filologico-esegcliche, vivo
commento.
A VVISI ECONOMICI
CERCASI direllrice per pensionato feinminile. Scrivere Gay, via Torricelli 60,
TORINO.
(JERiCiASI tuttofare fissa referenziata per
iipora sola in Torino. Rivolgersi Dasdia,
Villa Gönnet - Luserna San (Giovanni.
UNTONE Cristiana delle Giovani - Via F'ieschi 8/9 - Genova offre pensione stagione
balneare anche per signore con figli.
CERCASI studentessa disposta soggiornare
Cervinia dal 14 luglio al 30 agosto per seguire 17enne allieva 1® magistrale nella preparazione agli esami a settembre di latino,
matematica e scienze. Vitto e alloggio, argem de poche. Rivolgersi immediatamente
a Mit Rostan, via San Marco 22 - Milano
- Tel. 65.20.27.
SIGNORA con figlia residejite al mare scani1 ierebbe camera e servizi con famiglia alle Valli - preferibile Torre. Fasulo, Pegli
(Ge) Via Martiri 38/17.
Direttore resp. : Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a. - Torre Pellice (Tot
visitate
rArtivalli
APTIVALLI
• TORRE PELLICE
TESSITURA A MANO Di
TAPPETI
SCIARPE
TESSUTI MODA
TESSUTI ARREDAMENTO
vi troverete certamente qualche oggetto interessante
TORRE PELLICE — Corso Fiume 6