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Roma, 30 Maggio 1908
Si pubblid^ ògbl Sabato
ANNO I - N. 22
Propugna grinteressi sociali, morali e religiosi in Italia
ss
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ABBONAMENTI
Italia : Anno L. 2,50 — Semestre L. 1,50
Estero : » » 5,00 — « « 3,00
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Un numero separato Cent. 5
I manoscritti non sì restituiscono
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PIREZIOne : Via Hagenta, 15
INSER2:iONI
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per avvisi ripetnti prezzi da convenirsi.
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AnnimSTRAZIOME : via MazioDak, 107 1
SOMMARIO :
Gli avvenimenti del giorno : Il bilancio della Pubblica Istruzione, V. (jAKBETTO i— Cronaca del movimento religioso — Vero eroismo, E. Eivoirb —
Àrt'e, letteratura e scienza : — Il regno dello
spirito, U. Janni — Fatti e idee — Leggendo l’Evangelo — Questioni sociali e morali : La cura
deU’iibbriacbezzB, G. Eochat t- Attacchi e difese :
Mosè 0 Darwin ? E. Meyniee. — Pagine di storia :
Natale di sangue, G. Jalla — La dottrina cristiana spiegata al popolo : Le conseguenze del
peccato, u. j. — Informazioni — Bibliografia
Vedére in 7.a pagina: La risposta di
HarxiHCk ad JL. Chiappelli.
ELI SEiEHiMENTI DEL GIORNO
Mentre a Roma si fa festa, nelle campagne d'Italia
si sciof)era a tutto andare. È come se una epidemia
attaccasse una dopo l’altra le diverse provincie. Speravamo poter'dii’e : tutto é finito, ina non ci è dato
ancora. Quante ricchezze perdute, quanta produzione
distrutta f >' P
Ma chi vi bada?
La Capiitaie no, di certo, perchè ha da pensare a
tante cose ; ha da pensare a Delagrange, che dovrebbe volare e non riesce ; ha da pensare ad accogliere
la enorme quantità di gente venuta in occasione delle
feste bandite dal Comitato per l’educazione fisica
della gioventù ; e ha da godersi gli spettacoli ripetuti delle beatificazioni in Vaticano.
»
* *
Nondimeno è di buon augurio P apertura dell’Istituto internazionale di Agricoltura. - » ,
Voluto dal nostro Re, questo istituto potrà fare
veramente un gran bene con la vigilanza assidua sui
mercati di produzione e di vendita e con lo studio
de’ problemi agrari, a mano a mano che si presenteranno. La coordinazione degli sforzi, se sarà proseguita con costanza e riescirà a mantenersi iìiimune
dalla tabe della rivalità e della gelosia, non potrà
non produrre i sudi frutti buoni a brevissima scadenza. ,
E giacché l lstituto principia a funzionare proprio
quando l’Italia agricola è in convulsione, noi spe
riamo che il primo effetto benefico l’abbia a risentire
la nostra nazione travagliatissima^
L'Istituto non ha competenza in materia di con?
flitti economici ; ma chi sa che esso non possa serenamente suggerire qualche buon'mezzbV che valga
a portare la pace néglì animi sconvolti degli agri
coltori nostri ?
i ‘
« •
■La pace intanto ha allietato la nostra politica coloniale ; Meneli'k ha concluso éon PItalia un trattato,
mediante il quale restano chiaramente definiti i confini tra i suoi stati e i nostri possedimenti in Somalia.,
A noi non coinpete giudicare di cofale stipulazione;
a uoi basta esprimere la gioia che sentiamo nel vedere allontanata, almeno per ora, ogni causa di conflitto cor fatale Nègus.
Si sonò spesi 11 milióni ; pazienza, la tranquillità
vale ben più di tre milioni. , i
Volgiamoci verso il Nord. , ,
Il presidente della Repubblica Francese, Fallières,
si è recato a Londra, ove è stato accolto con entusiasmo dal popolo inglese e da Re Edoardo. Segno
questo della cordiale amicizia tra le due nazioni, un
tempo nemiche secolari ; cordiale amicizia che è,pegno di pace per l’Europa intiera.
Ma la visita di Fallières, considerata in relazione
con quella che Re Edoardo s’apparecchia a fare allo
Czar di tutte le Russie, acquista un significato ben
più vasto e profondo. La Francia, alleata della Russia, che riafferma l’amicizia con l’Inghilterra alla
vigilia di un solenne riavvioinamento di questa col
colosso del Baltico, è fenomeno che ci avverte del
rivolgimento avvenuto nella politica mondiale.
Fino a poco tempo fa. Inghilterra, Francia e Russia erano tre termini che equivalevano a tre pericoli
in politica estera : l’Indocina francese di fronte alle
Indie inglesi e queste minacciate dal russo eh; premeva sull’ Afganistan. A ciò si aggiungeva 1’ Egitto,
pomo di discordia, e il Marocco, campo di rivalità astiose ; nè il Sudan del Madhi aveva poco peso nella
bilancia.
Ed ecco, tutto é finito e te tré nazioni si stringonola mano. Diamone lode a Dio che cambia il cuore de’
figli degli uomini.
li bilancio della Pubblica Istruzione
Anche quest’anno è stato discusso alla
Camera in mezzo alla indifferenza de’ moltissimi. Il nostro Parlamento non si appasStona per i problemi educativi, ma solo
per quelli politici, per quelli, cioè, dietro
i quali si’ asconde la sorpresa possibile di
uHa crisi ministeriale. ■,
Il grande dibattito suil’insegnafnento re
ligioso, in fatti, potè riuscire imponente
e solenne solo perchè da noi la religione,
a causa delia tradizione pa])istica, è intrecciata sempre con la politica.
Ma, d’altra parte, si può far carico al
Parlamento della sua Jnerzia assoluta e
delia sua impreparazione di fronte al problema della scuola ? Io non credo ; e non
lo credo percliè, avendo seguito attentamente la discussione (se così pu-ossi chiamare) del bilancio della; Istruzione Pùbblica,
mi sonpj convinto di una cosa molto semplice, ma molto importante e vitale : manca
nei governo la vrsloné del problema e la
volontà di aiFrontarne la soluzione, per conseguenza. *.
Il ministro Rava è una cara e bravissima
persona,, non c’è dubbio ; forse egli
sonalmente è più di ogni altro
persuado
della meschinità desolante della azione go
vernativa in favore della scuola; ma come
membro di un gabinetto, che non ha un
programma chiaro e definito davanti a
se, egli è costretto a, vedere l’opera propria ridotta alia misera funzione di un facitore di conti.
Ho fatto questo, diceva fon. Rava nel suo
discorso, ho fatto quest-^àltro; ini propongo di
portar rimedio alla tal faccenda o aira-tal’altra ; ma in quel discorso non c’era nulla che
uscisse da’ limiti di un’ordinaria amministrazione^ che provvede al miglior possibile
funzionamento de’ proprii organi.
Ah, no ! Ci vuole bene altro, illustre
moderatore dell’istruz’ioDe italica Ci vuole
tutta una rioostruzione de’ nostri sistemi ;
la nostra scuola, dalla elementare alla superiore, deve ancora’ essere creata.
iNoii vedete voi uàe spaventosa percentuale di analfabeti abbiamo ? '
Non vi accorgete dèi disagio delle scuole
'Secondarie, alle quaJli ' si cerca rimediare
con qualche rattoppino consistente nell’abolire oggi il grèco,^ domani la fllospfla, posdomani le matemàtiche, ■ disorientando,
scombussolando, deiaolendo,? , ■ :
R non vi preoccuipa? il gravosissimo problema uni^rprsitario, fché si trascina’ poveramente insoluto da‘’ùn anno all’altro ?
E poi, e poi, nella grande, nella vasta
riforn a scolastica v’ha da provvedere ad
un altro bisógno’: ar bisogno delle scuole
industriali e di arte e mestiere.
Potreinmo anzi dire senz’altro ebé qui
sta il punctum saliens di tutta la riforma che
s’invòca da ogni parte; Giacché, riordinare
le scuòle esistenti è . buona e savia cosa,
ma più savia e migliore è il dare alla nazione quelle istituzioni da cui possano uscire cittadini laboriosi, armati di mezzi
per vivere decorosamente.
Dell’on. Rava* abbiarùó stima illimitata;
ma appunto perciò ci aspettiamo da lui
ben più che finora non rei abbia dato.
Prepari egli adunque" con amorosa cura
un vasto programma di riordìnamenfo generale dell’istruzione, così che la scuola italiana. risponda alle nuove esigenze e
serva 'al consolidamento e alla grandezza
della patria.
' Nella scuola si maturano i destini della
nazione. 'Vito Gai<vetto
2
LA LUCE
Cronaca loi Movimento religioso
ITA.LIJL
Una... non conferenza dell’on. Santini
A Napoli, Sabato 2.B Maggio, doveva parlare 1’ on.
Santini, nella sala del Filologico, intorno alle relazioni
tra Chiesa e Stato. Ma il pubblico, che pure aveva dovute pagare, non permise all’ oratore neppure di incominciare il suo discorso, che sarebbe stato certamente
interessante, dato il carattere un po’ strano dell’ on.
Santini e date le sue opinioni clerico-patriottiche smar
giasse.
A noi dispiace di non potere ora registrare il giudizio dell’on. Santini sa tale argomento ; ma possiamo
affermare che egli avrebbe sostenuta 1’ unione della
Chiesa e dello Stato.
Non à questa, in fatti, l’opinione di Pio X? E non
è Pio X l’infallibile maestro dell’on. Santini ?
L’Associazione anticlericale in Prati
Oltre il Tevere, mentre il Vaticano ricucinava le sue
vecchie e rancide salse. Domenica 2-1, avveniva un fatto
significatissimo ; l’inaugurazione del locale e della bandiera dell’Associazione Anticlericale Prati. Tutte le
società di colore più chiaro del nero vi erano rappresentate; cosi pure vi erano parecchie personalità del
mondo parlamentare e capitolino. Nè mancava la gaia
nota femminile.
Il discorso dell’on. Barzilai fu un avvenimento degno di ogni attenzione, perchè in esso si nota la savia
tendenza verso un’azione misurata, seria e sdegnosa
de’ ferri vecchi arrugginiti del clamore e dell’insulto
volgare al prete. « S’ingannano, disse l’illustre oratore,
quegli irregolari dell’anticlericalismo, i quali credono
di combattere efficaci battaglie, ingiuriando persone,
colpendo immagini o simboli. Con ben diversi criteri
deve essere organizzata la lotta contro avversari che
ormai non rinunciano ad alcuna risorsa, anche moderna,
per ridurre la fede a strumento di preponderanza politica ».
Fa, in seguito, una descrizione viva, bellissima,
veritiera della organizzazione clericale, perseguita con tenacia in tatti i rami della attività nazionale; delinea maestrevolmente le funzioni dello stato
moderno, che non ha da essere nè confessionale nè
ateo; e conclude ammonendo che, se aU’anticlericalismo
di vecchio stampo, fatto di anatemi impotenti e di
impulsività irritanti, non succede l’ordinamento e la
preparazione quotidiana, la battaglia contro un cosi
abile nemico sarà vana e l’opera del risorgimento nazionale sarà virtualmente annullata.
Sì, on Barzilai, voi avete parlato benissimo; ma purtroppo molti di coloro che vi ascoltavano non sapranno
ricavare delle vostre parole, che hanno applaudito, il
necessario ammaestramento e continueranno ad insultare
e a confondere Fanticlericalismo con la irreligiosità.
E quivi sta la gioia dell’avversario, il quale ride.....
Canonizzazione di Pio IX ?
Si riparla, da qualche tempo a questa parte, della
canonizzazione di Pio IX. In verità il premio se 1 è
meritato... Che! scherzate? Maraviglie dello pseudo
domma dell’Immacolata Concezione, Sillabo anatematizzante l’universo intero, pseudo-domma deU’infallibilità
personale del pontefice... Non sono miracoli cotesti ?
Non sono prove evidenti di santità? Felici ultramontani, il loro cielo li colma davvero de’ più straordinari favori!
Due Congressi
Uno si è radunato in questi giorni a Savona; l’altro
a Milano. Il primo maschile; il secondo femminile.
Quello di Savona è uno de’ tanti clericali convegni di
preparazione elettorale (non c’è altro in quel campo,
per OT&J; quello di Milano è il 1-Congresso dell’attività
pratica femminile.
In quest’ultimo 'si è ripetuta l’affermazione solenne
sulla scuola aconfessionale, nonostante la vivace opposizione di alcune maestre papaline/ a Savona, e questa
è la caratteristica di quel congresso, si è principalmente studiato il problema della organizzazione degli
studenti universitari clericali. Pare che si abbia intenzione di creare nua grande federazione, che accolga
in sè le diverse sezioni sparse in tutta Italia. Copiare,
cioè, quel che si è fatto ne’ paesi protestanti, dove il
fine è solamente religioso, non politico.
Pellegrinaggi e beatificazione
Si succedono in Vaticano i pellegrinaggi, in verità
poco numerosi (tanto che si chiamano depatasionì), e
le beatificazioni. Domenica, 24 Maggip, nuove teatrali
funzioni in S. Pietro in onore della Maddalena Sofia
Barat, fondatrice delle dame del Sacro Cuore.
Il pellegrinaggio francese, guidato da mons. Amette
di Parigi, prese attiva parte alla festa; ma la sua venuta acquista importanza ben maggiore, se éi bada ai
discorsi scambiati'tia Pio X e l’Amette al loro solenne
incontro ; l’Amette assicurò il Papa della devozione de’
francesi, specialmente del clero; questa assicurazione ha
importanza pei^chè viene subito dopo la condanna della
legge sulle mutualità ecclesiastiche.
Il pontefice massimo, rispondendo, tornò a sfoderare
la vecchia frase che dice la Francia primogenita della
Chiesa; dopo di che, tra una lagrima e l’altra, disse
tutto il male che potè dell’azione del Governo francese,
il quale fu accusato di voler staccare la Chiesa di
Francia dal Vicario di G. Cristo. Accusa questa quanto
mai infondata, che si potrebbe chiamare addirittura
ingratitudine nera verso la tanto buona volontà di
Briand ! ,
I
SVIZZERA.
I vecchi cattolici nel cantone di Ginevra
Prostrare al suolo la Chiesa vecchio-cattolica ginevrina, tale fu il movente prossimo che spinse gli ultramontani di questo cantone a votare in massa —
contrariamente ai loro precedenti ed ai loro principi! —
a favore della separazione della Chiesa dallo Stato. Con
l’aiuto di una minoranza protestante separatista riuscirono nello scopo, in merito al quale non è qui il
caso di esprimere alcun giudizio. Ma quanto a prostrare
al suolo la Chiesa dei vecchi cattolici ginevrini pos.
siamo dire -r- per autorevoli informazioni pervenuteci
— che questo rimarrà allo stato di pio desiderio degli
ultramontani. La Chiesa di Ndtre-Dame per disposizione della legge separatista dev’ esser tolta ai vecchicattolici e data ai papisti (confessiamo che ci sembrerebbe questo un curioso metodo di far la separazione,
se non sapessimo che questo è il presso pel quale i
papisti mercanteggiarono il loro voto...) Ma la Chiesa
di San Germano rimane ai vecchi-cattolici. Questo
tempio si sta ora restaurando ; i grandi lavori sono
finiti e fra quattro mesi potrà essere ripreso il culto
nazionale. La Commissione dei XX lavora con alacrità
per riorganizzare la Chiesa su nuove Ijasi, sotto la
sagace direzione del vescovo Herzog. Si stanno organizzando comitati di quartiere composti di laici d’ambo
i sessi i quali visiteranno tutte le famiglie e regoleranno le questioni materiali e finanziarie. Si può dare
per certo che nessuna parrocchia vecchio cattolica del
Cantone verrà soppressa.
FRA.NCIA.
La morte di François Coppée
Il giorno 23 maggio moriva in Parigi, dov’era nato
nel 1842, il poeta Francesco Coppée, accademico, presidente onorario della Lega Nazionalista fondata da
Deroulède, autore drammatico e giornalista.
Quest’uomo, già celebre come letterato, un bel giorno
fece il gran gesto della conversione al papismo. Ciò
gli valse maggior nomèa, chè d’allora in poi si trovò
mescolato in tutte le battaglie combattute dal clericalismo francese, dall’affare Dreyfus fino alla separazione
della Chiesa dallo Stato, avendovi parte attivisima e
preponderante.
11 partito clericale ne piange la perdita e ne ha ben
donde, chè non sono molti illustri nelle sue file ; noi,
rispettosi davanti alla tomba sua, constatiamo l’inutilità de’ suoi sforzi per sosteneie il pericolante trono
papale.
Fata trahunt !...
Le ingiustizie di Briand
Continua, feroce, implacabile la guerra di questo ministro socialista-papalino (com’ebbe a definirlo l’attuale
Presidente Clemenceau quando dai banchi dell’ opposizione fulminava il Briandesco art. IV) contro le associazioni cultuali costituitesi secondo la legge. Le Chiese
che i sindaci avevano aperte alle Cultuali per il culto
Cattolico, Apostolico e Francese, vengono man mano
loro ritolte, per .sentenze di Tribunali servili, anche là
dove la grandissima maggioranza di un villaggio aderiva al culto francese.... Si sperava che, dopo il rigetto della legge da parte del papa, l’art. IV, assoggettante al papa vescovi e preti fedeli (bella separazione eh?...) sarebbe praticamente decaduto.
Ma Briand vigila perchè conservi forza e vigore, e
Clemenceau, suo antico flagellatore, gli fa da paraninfo.
Il Catholique Français, autorevole e temperatissimo
giornale gallicano, diretto dall’abate Giorgio Volet, rettore della fiorente Chiesa Cattolica Gallicana di Parigi, estranea, all’attuale movimento delle cultuali, stimmatizza le scandalose sehtenze con le quali i giudici,
sotto il regno di Briand, attribuiscono il possesso esclusivo della Chiesa al prete romano e scacciano il
prete indipendente, anche quando quello non può far
valere alcun titolo giuridico.
La fine del « Signal »
Il Signal, quotidiano francese evangelico, ha dovuto
sparire. L’ultimo numero usci Sabato, 16 Maggio, con
l’annunzio che ci addolora.
Gli abbonati riceveranno, in sua vece, il Siècle,
nella redazione del quale è entrato il sig. Chastand,
direttore del morto giornale.
Riferendo la cosa, avvertiamo che la nuova non
giunge inaspettata ; il Signal viveva già da un pezzo
stentatamente e la sua sparizione era fatale.
Non c’è da meravigliarsi, quando si pensi che il
protestantesimo francese alimenta un numero troppo
grande di periodici e periodichini, riviste e rivistine,
che assorbono le risorse delle chiese.
Se la morte del Signal dovesse lichiamare 1’ attenzione de’ nostri fratelli di Francia sul male segnalato,
non sarebbe avvenuta invano.
8FA.GNA.
Assemblèa generale della Chiesa Evangelica
Spagnola
Ha avuto luogo dal 12 al 15 del corrente Maggio
ed è riuscita bellissima per concorso di membri e animatissima per la trattazione degli argomenti.
Constatiamo in via generale che la Chiesa Cristiana
in Ispagna si va affermando sempre più e sempre più
consolidando, ad onta degli sforzi erculei di Roma che,
sostenuta dal governo conservatore, cerca in tutti i
modi di distruggere l’opera che i nostri fratelli fanno
nel nome del Signore.
Naturalmente, come \ aTvenuto in tanti paesi, Roma
declinerà, il governo cambierà e il nóme del Signore
durerà e si espanderà in molti cuori.
. Auguriamo ai fratelli spagnoli di essere in un giorno
non lontano i salvatori della loro patria.
STA.TI UNITI D’A-MERICA.
Progresso evangelico
Few-York 6 Maggio
La sera del 20 Aprile u. s., qui in New-York, nella
« Carnegie Hall », vi fu un Meeting sul « Lagmen’s
Missionarg Movement », cioè, sul « Movimento Missionario dei Laici ». Naturalmente, qui s’intendeva
parlare del Movimento Evangelico promosso e caldeggiato dai laici delle nostre Chiese, perchè sarebbe un’ironia voler parlare di movimento missionario laico
nelle Chiese papiste, in senso religioso o cristiano.
Che magnifica serata ! Io che vi assistevo, in mezzo
a qualche centinaio di altri Ministri Evangelici Americani e italiani e a più di cinquemiia laici delle nostre Chiese Evangeliche, ne riportai un’impressione
veramente ineffabilé. Non avevo mai visto tanti cristiani evangelici riuniti insieme per discutere questioni
vitalissime di natura puramente ed altamente religiosa
e per inneggiare, come con una sola voce, al Dio Redentore !
Il coro meraviglioso di più che duecento voci del
rinomato maestro Charles M. Alexander rapi assolutamentie l’uditorio ; e quando fu innalzata a Dio la preghiera domenicale (o il Padre Nostro) un arcano e
sommesso fremito di suoni, uscenti da più di cinquemila bocche umane, echeggiò misteriosamente sotto le
slanciate Volte dell’immensa sala.
Il punto saliente della splendida serata fu la Conferenza dell’on. William H, Taft, ministro o segretario
della Guerra del Nord America. Egli fu presentato al
numeroso uditorio, dal,véscovo evangelico Rev. David
H. Greer, D. D.
Un Ministro della Guerra parlate di religione, di
Dio, di Cristo, di Missioni Cristiane ? !... oh che bassezza !...che regresso !... che miseria !... Eppure, tant’è,
miei cari! — e quel buon Ministro della Guerra del
paese più progredito del mondo (almeno dal lato materiale) parlò di cose religiose e cristiane, nel vero
senso della parola, meglio di molti Ministri. — Egli
.»fu.F ........3
3
LA* LUCE
disse, tra le tante bellissiniiaie cose : « Bisogna con^* venire che il Cristianesimò é la base della moderna
« civiltà, e costituisce, qualora non sfigurato “aalla su« perstizione, la vera democrazia. »
« Io son fermamente convinto che il nostro paese
« ha l’alta missione di prendere cura di questi popoli
« (parlando delle isole Filippine) non ancora bene il« luminati dalla luce serena del Vangelo, i quali
« popoli son caduti, per forza di eventi, sotto la nostra
« protezione. Noi dobbiamo provvedere al loro benessere
« e al loro incivilimento, come ü ricco deve provve« dere al sollievo delle miserie del povero.
« Quella dell’incivilimento è una missione doverosa,
« che ciascun popolo deve pacificamente esercitare su
« altri popoli meno avanzati. È una forma di quell’«/« truismo che costituisce la vera essenza dei Cristia« nesimo ».
Il discorso elevato, e in pari tempo pratico, dell’on.
Taft (che è uno dei più probabili candidati alla presidenza degli Stati Uniti nel prossimo novembre), interrotto da frequenti applausi, fu in ultimo, coronato da
una Innga, unanime, fragorosa ed entusiastica ovazione.
A. Lussi
Vero eroismo
Eroico é il soldato che muore in battaglia, sopratatto quando per salvare gli altri sacrifica se
stesso, come Leonida e i suoi trecento, come Pietro
Micca.
Eroe più veto e maggiore è colui che per altruismo affronta la morte nelle epidemie, nelle opere varie di salvataggio, nelle esperienze che devono tornare a vantaggio deH’Umanità sofferente.
Eroismo più grande ancora è quello di soffrire
luugamente, oscuramente, senza lamento nè ribellione, con animo rassegnato e forte. Quei primi
hanno almeno 1 entusiasmo del momento, il conforto
del plauso o la speranza di gloria per sorreggerli
e fortificarli ; ma questi ultimi, ignorati e soli, sono
tuttodì alle prese col rinnovato martirio senza fine
con passo dolente il loro lungo calvario.
Fra le turpitudini, i defitti e le vigliaccherie
onde son pieni i giornali, quei diari diffusi della nostra storia contemporanea, ho trovato, quai fiori delicati e olezzanti in un deserto o se meglio vi garba
in un pantano, due o tre esempi dell’ eroismo per
me il più sublime possibile, che non ho letto senza
commozione e che non posso trascrivere senza che
la penna mi tremi in mano.
In molti cantieri inglesi, dura da quattro mesi
uno sciopero. Non so di chi sia la colpa, forse è
un po per parte, ma so che gli operai inglesi non
si mettono in isciopero leggermente, per capriccio
0 sotto l’impulso del momento. Comunque, le conseguenze sono disastrose per essi e stanno dibbattendosi fra le angosce e gli spasimi della miseria
più nera. Quasi ogni giorno muore qualcuno di
fame, eppure quella gente si mantiene onesta fino
allo scrupolo
Un signore manda ad una povera famiglia un vestito usato. Frugando nelle .tasche, la madre ci
trova un anello d oro e si affretta a riconsegnarlo
al suo proprietario dicendogli : «.un’altra volta, prima
di consegnarci un vestito, vi prego di visitare bene
le tasche per evitare a me e a mio marito una cosi
torte tentazione ». Bell’eroismo I esclamerà taluno ;
quella donna è stata onesta ed ha fatto il suo dovere, nè più nè meno, come noi tutti e tanti altri
con noi lo farebbero.
C’è da aggiungere però una piccola circostanza:
quando quella povera donna si recò a restituire l’anello, essa lasciò a casa i bambini che piangevano
per fame, e di tutte le sue masserizie, non restava
più che un pagliericcio. Noi noti sappiamo che
cosa sia avere bambini che piangono per fame
ed essere nell’ impossibilità di acquetare, col pianto, la fame che li dilania ; ma possiamo figurarcelo, almeno in parte, e comprendiamo che quello
debba essere il martirio più atroce a cui dei genitori possano venire esposti. Orbene, trovarsi in
quel caso ed avere in mano di che sfamarli mediante
nn oggetto che non s’ó ruteto; che si potrebbe
anzi ritenere mandato dalla Provvidenza e di cui
ad ogni modo nissuno sentirà la mancanza, e restituirlo a chi l’ha dimenticato perchè la coscienza più
forte dell’affetto dice che non vi appartiene : se codesto non è eroismo del più puro e sublime, e diciamo pure fors’anche eccessivo, io non so davvero
che cosa sia. Qui non si tratta soltanto di esporre
la propria vita, ma si tratta di veder soffrire impotenti esseri che vi sono più cari della vita, si
tratta di udire, pur conservandosi onesti, il lamento
straziante di coloro che sono carne della vostra
carne e sangue del vostro sangue.
Poco o'nulla a siffatto esempio aggiunge l’altro
di quel padre, il quale, a chi gli consigliava di
mandare i suoi bambini a chiedere 1’ elemosina, rispondeva che preferirebbe vederli morti prima di
esporli a tale vergogna : o quello dell’altro che fu
trovato morto accanto alla sua bicicletta su per una
lieve salita perchè non mangiava da due giorni
onde lasciare ai figli qualcosa da sfamarsi !
Io mi domando soltanto che cosa sia una società
civile e cristiana in cui è possibile avvengano simili fatti ; in cui uomini che si adatterebbero a
fare qualunque lavoro, come è qui il caso, non trovano assolutamente nulla e debbon morire di fame
0 languire con le loro famiglie in una miseria senza
nome ? E rispondo che una tale società, con tutti
1 suoi progressi, i suoi lumi, le sue invenzioni, le
sue ricchezze e la sua sciènza non parrebbe degna
di sussistere un sol giorno, perchè grida vendetta
nel cospetto di Dio.
Eniiieo Ì^ivoine.
Ecco perchè in tutti i paesi si nota, dopo un periodo di trascuranza, un ritorno allo stadio di
Hegel... --
%
La fondamentalità dello spirito, lumeggiata insuperabilmente dalla filosofia hegeliana, mi fa ricordare per associazione di idee — la conferenza
tenuta, tempo fa, a Milano dall’on. Battelli professore nell Università di Pisa, sulle nuove concezioni
scientifiche riguardanti Vaiomo materiale. Gli atomi
sono particelle della materia che la scienza considerava indivisibili e perciò conservanti la loro indi- '
vidualità attraverso a tutte le decomposizioni chimiche. Ma già da tempo alcuni fenomeni avevano
fatto presentire che l’atomo entrasse nella costituzione della materia accompagnato da elettricità, il
che attesterebbe la sua natura complessa. La conferenza del snllodato professore mostrò, con dati
scientifici cui non possiamo neppur da lontano? accennare, la divisibilità fiell’atoiqo il quale risulta
composto di un grandissimo numero di elettroni
soggetti ad azioni attrattive e repulsive reciproche.;
Ammettendo che l’atomo sia costituito di elettroni
si viene anche ad ammettere che la sua massa sia
di origine elettrica, e quindi la materia sparisce
per cèdere il campo elettricità. '
*
«
(Arte, Letteratura, Scienza
VARIAZIONI KILOSOUICHE:
Il regno dello Spirito
« Credo nel regno dello spirito » : è la celebre
frase di Arturo Graf. ,.
A questo proposito, giustamepte il dott. Beasi
— parlando nel Oiornale d'Italia del X volume
degli Sellili li ani di Baffaello Mariano —- osservava, tempo addietro che il regno dello spirito è,
in fóndo, il succo della filosofia hegeliana. Vediamo
un poco :
*
* *
La forza originaria dell’universo deve avere gli
stessi caratteri del pensiero umano. Perchè ? Ecco
perchè : il pensiero umano è frutto del divenire
dell’universo, è il frutto più alto e più completo
di questo divenire. Donde segue che il pensiero
umano dev'essere contenuto, almeno potenzialmente,
nel germe. Se no esso, non si spiegherebbe. Da
questo si deduce che nella forza da cui procede
l’universo — dalla quale, perciò, procede anche il
pensiero umano —| devono ritrovarsi gli elementi
logici che costituiscono la mente ; è perciò una
mente. Dunque la fonte inesausta e perenne dell’universo, l’energia creatrice che eternamente produce
la natura, la sostiene e s’incarna in essa, è lo spirito.
Ut
In altra parte del detto articolo, il dott. Pensi
ricorda come lo Spaventa abbia dimostrato la filosofia hegeliana essere un’ottima anticip.ita correzione del darwinismo. Difatti, il divenire esige un
impulso ; e questo impulso non si trova nelle pure
e semplici condizioni esterne dell’evolnzione, come
quella dèlie modificazioni delFambieute. Ci vuole di
più. ci vuole una spinta interiore verso il nuovo
modo di essere ; quali che sieno i limiti entro cui
realmente si attua 1 evoluzione, che oggi non sembrano più agli scienziati sieno cosi vasti ed universali come superficialmente fu creduto dopo Darwin.
Ora questa spinta interiore, col concetto della
qna,le deve correggersi e completarsi il concetto
d.Ì evoluzione, indica una finalità ; e questa finalità ■
è carattere spiccatissimo della filosofia hegeliana.'^
Dunque :
Da un iato il vecchio materialismo è battuto in
breccia dalla rinascente filosofia idealista che afferma,
in un senso, la fondamentàlitd ddlo spirito ; e
dall altro lato è battuto in breccia dalla più recente
orientazione scientifica verso la fondamentalità — in
un altro senso — della farsa.
Sono armi potenti per l’apologetica cristiana.
Chi non vede come la fondamentalità della farsa
getti una gran luce, per esempio, sul dogma della
risurrezione (che non è il ravvivamento del cadavere ma la trasformazione di questo nella forza fon- '
damentale) e sul domma della palingenesi ?
Ü. Janni
F^ffTElpEE
Pa Ckmeote XIII a Pio X
Nel 1758, un veneziano di nome Ressonico fu
eletto papa e prese il nome di Clemente XIII. Egli
era clemente, non c’è dubbio, ma il numero 13 gli
portò sventura. Volle difendere ad ogni costo i tristi gesuiti contro l’ira degli Stati, elogiandoli in
modo poco verecondo nella famigerata Bolla
liciini del 7 Gennaio 1765, L’ elogio inverecondo
esasperò Francia, Spagna, Portogallo ; breve : ne
derivò la soppressione della setta incivile per opera di Clemènte XIV.
Stupende sono le rassomiglianze tra il clemente
Ressonico e il buon Sarto. Entrambi conobbero e
praticarono la gondola. Anche il buon Sarto lancia
bolle che hanno il dono d’esilarare i pensatori e di
far accavallare le nuvole. Il governo francese ha
fatte anche qui delle soppressioni che, senza l’ai t.
IV Briand, sarebbero state più complete.
Questo Briand è anche lui come Luigi XV che
sopprimeva a malincuore e studiava sempre nuovi
accomodamenti con Eoma. Che volete ? Ha il cuore
buono... Donde si vede che i tempi non cambiano
molto; poco più che la logica dei gesuiti.... Nel
1875 il generale dei gesuiti, il celebre Ricci, pur
sostenendo l assolutismo del papa, ammoni va costui
non esser in poter suo abolire la Compagnia-, e
che se Io avesse fatto sarebbe ito in dannazione....
Viva il papa ! quando ci serve ; abbasso il papa !
quando bisogna ubbidirgli ! questa è la logica dei
gesuiti... Ma dopo'il Ressonico venne Oan
gandli ! Chi verrà dopo il buon Sarto f L’autore
delle Lettere di un prete modernista .aspetta a dirittura un nuovo Lutero... Certa cosa è che la gon-,
dola va sempre più a sghimbescio nella direzione
del Ponte dei Sospiri, e che le lanterne veneziane
4
LA LUCE
mandano troppo fioca Ince. Le encicliche redatte
* nella stiva valgono appena quanto una barcarola ;
non sono esse — povere untorelle ! — che uccideranno il modernismo e salveranno Roma...
L’Europa z il Vaticano
Il Fieramosca di Martedì 19 Maggio stampava
un articolo postumo di Stefano Ttirr col titolo su
esposto. In esso il generale garibaldino studia la
posizione assunta dal Vaticano di fronte all'Enropa
e rievoca alcuni fatti storici salienti per dedurne
' che il Vaticano non dovrebbe agire come agisce, ma
dovrebbe anzi essere l’istigatore e il nume tutelale
della unione tra le nazioni europee.
• L’idea del generale ci fa ripensare un po’ ai sogni di Giuseppe Mazzini sul Concilio eh’ ei voleva
radunare per fargli proclamare la libertà dei popoli.
Sono idee buone e generose, ma fanno sorridere.
Quando mai il Vaticano ha accennato ad essere il
pacificatore d’Europa? 0 non è stato proprio il Vaticano. anzi, il suscitatore di tutte le discordie, di
tutte le guerre ? Come si può sperare da lui la pace ?
I fatti citati dal generale provano appunto la
mala natura della istituzione che si annida in Trastevere ; ma il buon vecchio ne trae una ragione
per esortarla al ravvedimento.
^ Esortare quel macchinone li !...
Piuttosto citiamo, per finire bene, un gustoso
aneddoto che 1’ eroico vegliardo racconta intorno a
Cavour e alla suà azione nella faccenda di Roma :
€ Una settimana prima di morire, Cavour mi fece
chiamare, alle 5 del mattino com’era sua abitudine e
mi disse :
— Sto per concludere con Napoleone un trattato, che
mi renderà l’uomo più impopolare d’Italia. Ecco di che
si tratta : la Francia ritira le sue truppe da Roma e
noi prendiamo impegno di non provocarvi alcuna rivoluzione. Quando il trattato sarà sottoscritto, avrò
bisogno di voi. Vi pregherò di recarvi a Caprera a
spiegare al Generale Garibaldi l’imperiosa necessità
di questo accordo. Voi gli direte anche che, per dargli una prova della mia fiducia, io propongo a lui di
guardare la frontiera dello Stato pontificio.
— Se ho ben compreso — io risposi — voi avete preso
impegno di non,provocare aiòuna rivoluzione in Roma;
ma se la rivoluzione scoppiasse spontaneamente ?...
Il conte si stropicciò le mani, come soleva fare quando
parlava.
__Per questa eventualità — fece egli — io non ho
preso alcun impegno.
Pochi giorni dopo, Cavour morì, il trattato non
venne firmato, e fu Bismarck che, riprendendo la
politica delle nazionalità di Napoleone III, realizzò
colle guerre del 1866 e del 1870 l’unità germanica e
spianò agl’italiani la via di Roma ».
LEGGENDO L’EVANGELO
E io pregherò il Padre ed egli
vi darà un altro Consolatorei
che dimori con voi in perpetuo.
Giov. XIV. 16.
Quando Gesù diede ai suoi apostoli il
glorioso mandato di recare il suo messaggio di salute a tutti i popoli, battezzandoli
nel suo nome, poteva sembrare che ciò
fosse la più sublime utopia che mai avesse
pensato la mente umana. La stessa nozione
di unità del genere umano, di una unica
religione che dovesse includere tutti i popoli, comprendere tutte le differenze nazionali, esprimeva un concetto così ardito
che la realizzazione di esso costituiva il
più grande dei miracoli, concepibile solo
mercè la promessa del Cristo, secondo la
quale lo Spirito di Dio sarebbe sceso sugli apostoli : promessa che fu adempiuta
nel giorno della Pentecoste : e noi vediamo
che allora i discepoli del Cristo hanno potuto muovere alla conquista del monde
pagano.
Iddio del continuo opera : e lo spirito
suo non ha cessato di far camminare_tutto
quanto si muove nei mondi e, quindi anche l’Umanità, secondo le leggi da lui
poste con infinito amore e mantenute con
il governo moderatore e regolatore della
sua Provvidenza.
Per abbattere gli ostacoli varii e immensi che il Paganesimo opponeva alla
nuova religione del Nazareno, occorreva,
in modo tutto speciale, una virtù dall’alto.
E gli apostoli animati, guidati dallo Spirito
di Dio, hanno compiuto cose veramente
straordinarie che potevano annunziare 1 avvenimento nel mondo di un principio di
una vita nuova.
Il Cristianesimo, oramai religione professata dai popoli civili, segue un corso piu
naturale e più umano, e perciò il Santo
Spirito non agirà piu col medesimo fragore
dei primi giorni del Cristianesimo. Ma esso
è pur sempre la forza divina che agisce
sui cuori, e i suoi miracoli spirituali e segreti che rinnovano le menti e le.coscienze,
non sono meno reali e meno divini.
Ogni grande fatto, ogni grande movimento della coscienza pubblica cristiana,
che ebbe luogo nel corso dei secoli, si
debbono all’influenza dello Spirito di Dio,
dal quale furono animati tutti quelli che,
0 riformatori, o missionari, o filantropi
hanno operato per raffrancamento delle
coscienze, per.il progresso del regno di
Dio, per- la estensione di quelle opere
buone e sante che sono il migliore frutto
della fede.
Lo Spirito di Dio agiva, e lo vediamo
dalle lettere apostoliche, sugli uomini, spingendoli a rivestirsi di tutte le grandi e
nobili virtù dell’uomo riabilitato che avevano brillato del più vivo splendore della
perfezione in Gesù Cristo.
E quest’opera di rigenerazione dei cuori
e delle coscienze, necessaria in tutti i
tempi, lo è ancora oggidì ; poiché, a tra
verso le vicende del tempo, fra tutti'ipo
poli, il cuore umano è sempre lo stesso
nei suoi bisogni, nelle sue aspirazioni
E il rinnovamento del nostro essere
non è oggidì più facile di quello che non
fosse ai tempi apostolici, quando vivo era
ancora il ricordo della vita e della missione
di Cristo, e la testimonianza, che del Redentore davano i suoi discepoli, nOn poteva
non convincere, non toccare i cuori.
E, oggidì, a tanta distanza da quei tempi
maravigliosi, è piu che mai nécessario che
lo Spirito di Dio si manifesti nei credenti
in tutta la sua potenza creatrice e rinnovatrice.
QUCSTIOHI SOCIALI E nORAUI
La cura dlell’ut>t)riach.ezza
A.L SIGNOR KRNKSTO SENÀ.REGA.
Egregio Signore,
e. m.
PREGHIERA
Domenica, 81 Maggio
Ti benediciamo, o Dio, per tutti i segni di progresso ohe ci è dato di scorgete, poiché sono segni della vittoria del tuo Figliuolo. Certo, il mondo
e migliore in oggi di quel che fosse in addietro : non
invano tu desti la benedizione, e la tua parola non
ritornò a te senza «fficaoia. L’erbetta ohe spimta e
precorritrice deU’estate, e pegno della ricolta.
Questa è l’opera dell’anima tua, o Figliuol di Dio l
la vedrai compiuta e ne giubilerai in eterno... L’immenso ed ineffabile tuo travaglio sarà assorto nel
trionfo, quando, nei nuovi cieli e nella nuova terra,
contemplerai le immarcescibili conquiste deUa tua
Croce ; Amen.
Nel aumero 20 del giornale « La Luce » ho letto
con interesse il suo articolo su L'ipnotismo e la cura
dell' ubbriachessa, eh’ Ella volle, con troppa cortesia,
dedicarmi.
inquanto alla polvere hosa e alle sue pretese di guarire infallibilmente 1’ ubbriachezza. Ella vedrà ciò che
ne penso in Bene Sociale del 15 Maggio. È una vera
mistificazione, una ciarlataneria, che si potrebbe addirittura chiamare truffa, quella di far pagare L. 12,50
trenta polveri da 0,10 centigr. ciascuna, che non sono
altro per i 9[10 che bicarbonato sodico con 1^10 di
polvere vegetale inerte, che non ha nessun effetto terapeutico, come risulta da analisi chimica fatta all’ estero e in Italia dal Sig. Dott. Gottardi, perito chimico igenista di Venezia.
La cura eh’Ella propone ad un si grave male è
cosa più seria ma non da consigliarsi, se non in casi
specialissimi.
Il soggetto sotto il potere dell’ ipnotizzatore, doventando un istrumento passivo, un automa, uno schiavo
in cui il padrone si è impersonato » com’ Ella si esprime molto bene, guai se tutti, o se molti, doventassero ipnotizzatori ! Ne risulterebbe un male assai
maggiore del poco bene che se ne potrebbe trarre.
Per la ragione da Lei stessa indicata, anche se l’ipnotismo riuscisse a guarire l’uomo dei suoi vizii, non
penso che sia cosa morale, il soggetto perdendo ciò
che costituisce Yuomo, cioè la propria volontà, il suo
io, per farlo servo, schiavo d’un altro io.
Ma r ipnotismo non ha tutta la potenza eh’ Ella
crede per sanare l’uomo vizioso. La sua influenza è
passeggierà ; lontano dal suo ipnotizzatore l’ipnotizzato presto « si sveglia, com’Ella dice, dalla fase sui
generis che gli ha tolto la coscienza normale e ricade tosto nel suo vizio. » Dovrebbe dunque far un continuo ritorno al suo ipnotizzatore, cosa non sempre
possibile e sempre poco pratica.
Il suo sistema è già "Itato messo alla prova, ma in
un modo un po’ diverso da quello da Lei esposto.
Il Dott. Ang. Forel, già professore all’Università di
Zurigo e Direttore al Manicomio di quella città, si
provò di guarire coll’ipnotismo i suoi ricoverati per
fienosi alcoolica i quali, ristabilitisi in salute, stavano
per uscire dal Manicomio.
Ipnotizzandoli cercava d’inculcare loro la volontà di
non più bere; ma l’influenza ipnotica, benché fortificata,
dal sistema di cure seguite alla casa di salute, non
durava molto, ricadevano nel vizio antico. Il dott. Forel
modificò allora il suo sistema in questo modo : invece
d’ipnotizzare l’idea di non più bere, inculcava al suo
soggetto quella di arruolarsi nella società della Croce
bien, a quel tempo l’unica società astemia della Svizzera.
L’indomani giorno di partenza del suo cliente lo vedeva
venire a lui con un certo fare di persona imbarrazzata, titubante per chiedergli se non credesse bene,
ritornato a casa, di ascriversi a qualche società d’ astinenza. Naturalmente il Dott. Forel lo incoraggiava
fortemente a farlo. Il malato (l’alcoollsmo è una vera
malattia, l’ubbriachezza ne è lo stato acuto) entrato a
far parte della società di temperanza, vi trovava amiei che si prendevano con affetto cura di lui, che lo
sorvegliavano, lo controllavano e, facendo appello al
sentimento religioso, lo incoraggiavano a mantenersi
fedele all’impegno di astinenza preso.
Entrato nella società sotto l’impulso ipnotico vi rimaneva poi, non vinto da forze occulte, ma convinto
dall’esempio degli altri e dalla propria esperienza.
L’unica cura infallibile dell’ ubbriachezza è dunque
quella dell’astinenza, è a questa che dobbiamo addurre
l’individuo debole di carattere, propenso, per varii motivi, al Dere o già preda del vizio.
Per guarire la no'stra società della plaga dell’alcoolismo, conviene, non solo enrare Tubbriacone, ma prevenire il male, e ciò col persuadere la gente che l’alcool è in se stesso un tossico,' che ogni bevanda che
ne contiene è più o meno intossicata, che l'alcool altro
non è che « vino concentrato » come lo definì il Prof.
Lombroso ; e che il vino non è che « alcool diluito ».
Mentre conviene muover guerra a tutti quei pregiudizi, funesti quanto fatali, che il popolo ha sulle pre-
5
LA LUCE
tese virtù delle bevande alcooliche, conviene altresì
ricercare tatto ciò che può sottrarre la classe dei lavoratori all’ attrazione della bettola, della fiaschetteria,
■del caffè e lavorare ad inalzare la sua coltura intellettuale e morale. «
A tutto questo si studiano le nostre leghe antialcooliste italiane.
OioV. ^oehat
E DIFESE
flVosè 0 Parwin ?
h'Avanti ! rende ragione del contenuto di un opuscolo di un professore di botanica all’ Università
di Zurigo, Arnaldo Dodel, il quale vi ha raccolto
alcune sue conferenze tenute in Svizzera, e gli ha
dato il titolo : Mosè o Darwin ? (// vrof. Dodel e
morto in questi giorni. N. d. D.)
Questo indica che nella mente deU’illnstre (?) professore bisogna scegliere tra Mosè o Darwin, o, per
meglio dire, tra la concezione biblica della creazione
del mondo e quella che ci presenta l’evoluzionismo
materialista. Premessa sbagliata questa per parecchi
motivi, difatti la Bibbia non pretende di essere un
libro scientifico nello stretto senso della parola ;
cioè essa non ha per iscopo di insegnare agli uomini
intorno a quei problemi concernenti la geologia, l’astronomia, la cronologia, i quali formano oggetto delle
investigazioni della sciénzà, ma solo quello di illuminarli intorno alle cose spirituali, morali e religiose.
Questo è lo scopo della Bibbia, e non altro.
Tuttavia è sorprendente nn certo parallelismo,
non diciamo accordo, perchè ciò non é, tra quello
che ci insegna il racconto della Genesi intorno ai periodi dello svolgimento dell’ Universo nelle sue infinite manifestazioni, e quello che ci dice la scienza,
tanto che un illustre scienziato, 1’ Arugère ha potato dire : « 0 Mosé, aveva una istruzione nelle
scienze, profonda come quella del nostro secolo (il
XIX), oppure era bene ispirato ».
E perciò erra il professore di Zurigo quando dice
che bisogna scegliere tra la concezione mosaica
della creazione del mondo e la concezione evoluzionista. Sarebbe più esatto dire che il racconto della
Genesi non è in contraddizione con una concenzione
evoluzionistica dell’ Universo, non nel senso materialistico come generalmente s’intende, ma in quello
più comprensivo e più vasto che dal nulla va a
■quanto v’ha di più grande e di più perfetto.
Invero è manifesta nel racconto della Genesi questa continua evoluzione o progressione verso forme
più alte di vita. I sei giorni della creazione sono
come altrettanti quadri che si succedono nell’ordine
seguente ;
1- La luce (dovuta alle forze elettrochimiche
comunicate alla materia primitivamente inerte).
2‘ La terra (mediante la separazione delle acque).
3- Il regno vegetale.
4- Il sistema solare.
5’ Il regno animale marino e quello appartenente aU’aria,
6- 11 regno animale terreno e finalmente l’uomo.
Ha ragione quindi il Dodel quando vuole bandita
assolutamente dall’ insegnamento ufficiale la storia
mosaica della creazione, perchè secondo lui manifestamente falsa ? Niente affatto. Anzi il racconto
della Genesi opportunamente illustrato farà comprendere alla mente del fanciullo il magnifico svolgersi
dell’ Universo, perchè descritto in maniera piana e
facile, molto meglio di quello che non possa fare
la scienza, la quale, d’ altronde, non è giunta ancora ad una certezza assolata (e forse non vi giungerà mai) perchè molte delle sue affermazioni sono
semplici ipotesi, cioè dottrine non dimostrate.
In conclusione, il problema non consiste punto
nello scegliere tra la concezione mosaica della creazione del mondo, o la concezione evoluzionista, come
vuole il professore di Zurigo, ma bensì in questo : dobbiamo servirci della rivelazione, come della
scienza e di qualsiasi altra fonte di cognizione per
giungere ad una comprensione sempre più precisa
dell’Universo, e della sua finalità,
Hniiieo Qleynlep.
PjvQIHE PI STORI»
NAXALE DI SANOUE
Sarebbe tristamente edificante di ricordare, raffrontandole,- le diverse circostanze nelle quali delle nazioni cristiane scelsero i giorni delle più solenni
feste, che ricordano la nascita, la morte o la risurrezione di Cristo, per azioni nefande di tradimento,
di massacro, od anche per battaglie campali.
Citiamo solo di passata la pugna fratricida di Fontenoy, combattuta il giorno dell’Ascensione del 841
e nel quale morirono 100.000 Franchi; il Venerdì
Santo del 1175, che Barbarossa elesse per assalire
a tradimento Alessandria della Paglia, il Vespro
Siciliano del 1282, le Pasque Veronesi del 1797.
Le chiesa romana }ia pure creduto di celebrare
più degnamente il suo Dio colpendo a tradimento
i Valdesi nelle Pasque Piemontesi del 1655 e nel
Natale di sangue delle Alpi Delfinesi.
Gli sbirri delFInquisizione avevano invaso d’ improvviso l’alta Valle di Barcellonetta, la vigilia di
Natale del 1365. Quelli che poterono fuggire intrapresero di varcare la montagna per cercare un
rifugio in mezzo ai loro fratelli, pur essi perseguitati, di Freissinière. Ma la notte sorprese quei meschini fra le nevi del Colle di Vars, e cosi rigido
fu il freddo che dovettero sopportare aspettando
l’alba del Natale, a più di 2000 metri, che sedici
bambini ne morirono fra le braccia delle madri intirizzite.
Vent’anni più tardi, la vigilia di Natale, per celebrare il Principe della Pace che era nato umilmente in una stalla, il famigerato Borelli, varcato
il Monginevra, giungeva al Sauze di Cesana, prendeva seco i fanatici abitanti di quelTalpestre comune
e con loro, verso sera, piombava dal Colle di Sestrière sulle tranquille borgate di Pragelato, facendo
scempio degli abitanti sorpresi nel sonno. Qui pure,
gli scampati all’eccidio cercarono nella fredda natura un soccorso contro gli spietati ministri della
religione. Risalirono fra i boschi il fianco destro
della valle, già rivestito del suo candido manto invernale; con fatiche inaudite erano riusciti-ad oltrepassare l’alta cresta dell’Albergian, a quasi 3000
metri d’altitudine, quando la notte li colse.
Quei tapini si ricoverarono in uno stretto ripiano
dell’altro versante, alquanto riparato dai venti. Ma,
malgrado quella precauzione, quella lunga notte fu
micidiale per i teneri bambini.
Ottanta madri si trovavano là colla prole ; invano
cercarono di riscardarli stringendoseli al seno ;
quando sorse il Natale tanto desiderato molte di esse
non si trovarono più in braccio che un gelido cadaverino. Quella remota balza porta tuttora il nome
di Clot dei morti.
dot/. Jalla
La dottrina cristiana spiegata al popolo
LE GOHSEGÜEflZE DEh PEGCRTO
D. Quale conseguenza deriva per noi dal peccato ?
R. Il peccato, essendo ciò che non deve essere,
non può non avere conseguenze funeste per l’uomo.
{Oal. VI. 7) Esso ci assoggetta alla condanna. Vero è
che nasciamo inclinati al male; ma ciò non esclude la
nostra re.sponsabilità : tutto quello che si può dedurre
da cotal nascita si è che la libertà nostra non è assoluta.
In ciascuna trasgressione, la nostra corrotta natura ci
trascina abbastanza perchè non possiamo essere vincitori senza Dio; ma, d’altra parte, la nostra colpa è abbastanza grande perchè siam ritenuti responsabili. Ciò
mal si capisce a /)r/ori, ma Si sperimenta a posteriovi.
La originaria inclinazione al male e la nostra responsabilità sono, cioè, due fatti che — sebbene, teoricamente considerati, possano apparire come^ escludentisi
a vicenda — sono sperimentati come reali dalla nostra
natura morale, e perciò, sono entrambi innegabili. Certo
a studiarne teoricamente la base, ci troviamo dì fronte
ad un mistero; ma quanti non sono i misteri che ci
presentano il mondo, la vita e l’uomo ? Cer*'0 è che
nel fondo delle cose esiste, tra l’ereditarietà e la responsabilità, il più perfetto accordo. Ninno può esser
tenuto responsabile che delle colpe sue proprie. Questo
è graniticamente incontrastahile. Ora il misterioso fatto
— misterioso fatto quanto innegabile ! ■— della ereditarietà deve necessariamente accordarsi per ragioni
che a noi sfuggono, col carattere individuale della responsabilità.
Nel campo filosofico possono azzardarsi ipotesi lecite
e punto contrastanti con la fede. Per esempio : ciò che
ereditiamo non sarebbe, per avventura, la conseguenza
moralmente logica e necessaria di ciò che l’anima ha
operato prima della sua incarnazione in questo pianeta ?
E’ l’ipotesi di Origene, ed è accettata da chi scrive
queste linee; ma, non è questo il luogo per ipotesi filosofiche. Qui esponiamo le verità obbiettive della fede.
Basti alla fede di intuire e di sentire, dietro al velame
dell’apparente snperficial contrasto, 1’esistenza di un
accordo reale nelle fondamenta della vita e delle cose.
*
• «
E’ a cagione della nostra responsabilità che la Bibbia
— con linguaggio evidentemente figurato ed antropomorfico che dobbiamo guardarci dal comprendere secon- '
do la lettera come dal trascurarne lo spirito —'ci
parla della collera di Dio {Mat. III. 7; Oiov. III. 36.
Rom. I. 18) ed annunzia al peccatore i castighi del
Dio santo e giusto.
I castighi tohe conseguono al peccato sono di varia
natura. Ve n’ha di corporali-, malattie,sofferenze ecc.
Tai castighi il peccato stesso li partorisce. Mirate, per
esempio, gli effetti deU’intemperanza, della deboscia...
per provvidenziale disposizione, nascono dal peccato e
s’invertono in castighi che lo sanzionano. Si badi però !
La Bibbia ci mette anche in guardia contro il pensiero
che tutte le sofferenze sieno effetto ed indice di colpevolezza. {Oiov. IX. 2. 3) Al contrario, vi sono tra le
altre, anche le sofferenze che germogliano dalla virtù;
ma non è questo il luogo di discorrerne.
Vi sono, inoltre, i castighi spirituali (scoraggiamenti,
turbamenti di coscienza, rimorsi, eco.) Essi vengono a
sanzionare il peccato più o meno presto, più o meno
completamente quaggiù in terra. Ma la rivelazione,
d’accordo con la coscienza, c’insegna che, se il peccatore
non si couverte, questi castighi lo inseguiranno, sotto
altra forma, al di la della morte. Il futuro giudizio è
inevitabile, e ciascuno riceverà a seconda del bene o
del male che avrà compìtóo. {Rom. II. 6. 7. 8.)
Non basta. Il peccato non solo attira su di noi la
condanna a causa dell’offesa fatta e della trasgressione
compiuta, ma ci condanna anche in nn altro senso ; escludendoci dalla comunione con Dio per il dominio che
acquista su dì noi e per il danno che arreca alla nostra natura morale. La sua influenza perverte la mente,
corrompe il cuore, altera la volontà, oscura ed affievolisce la coscienza; l’errore prende il posto della
verità, il semso religiosa declina, la forza morale è sostituita da una debolezza che può diventare una schiavitù. {Oiov. Vili. 34)
Siffatte tristissime conseguenze del peccato si
riassumono in questa severa parola biblica : « ì7
salario del peccato è la morte > (Rom, VI. 23.^
Innanzi tutto la morte corporale con la violenza e
col suo corteo di dolore, che ha sostituito, per l’umanità colpevole, nn altro modo dì trapasso che era nel
piano Originale di Dio e di cui, nel trapasso di.Enocll
e di Elia abbiamo una reminiscenza. (Leggere Rom. V
12-55A Poi la morte spirituale, cioè la distruzione più
0 meno rapida, più o meno completa, deU’immagine di
Dio in noi; deH’intelligenza, per esempio, che non resiste*a lungo ai replicati colpi del male, della volontà
resa schiava dal peccato, e del cuore indurito da esso.
E da ultimo la morte definitiva, dato che Vimpenitema
— perdurata e quaggiù e attraverso la vita intermedia
nell’Arfis — doventi finale e definitiva. In tal caso,il
peccato non potrebbe non produrre, finalmente, la distrazione del peccatore. E sarebbe Yannichilamento, cioè
\& morte eterna.
o. i.
NUOVA. AURORA.
Questo volumetto, che ha avuto al suo apparire
una cosi lusinghiera accoglienza, è posto in vendita per L. 1,75 la copia ; 10 copie per L. 12,50
La spedizione è a carico de’ committenti.
6
Informazioni
Conferenza Distrettuale
Piemonte - Liguria
Cari fratelli,
V’informiamo che la Sessione 1908 della nostra
Conf. Distrettuale si aprirà D. V. in Sampierdarena,
nel nostro locale di culto, 1, Via Cavour, alle 10
ant. del Martedì 16 giugno p. v.
Siete per conseguenza pregati di far pervenire
le relazioni dei rispettivi Consigli di Chiesa al Presidente della Commissione Esecutiva non più tardi
deH’ll giugno. In quanto a statistiche e conti, non
essendo ancora terminato Tanno ecclesiastico, basterà che consegniate nella relazione la cifra delle
perdite di membri di Chiesa, e, ove sia possibile,
la cifra approssimativa delle contribuzioni alla Cassa
Centrale.
Siete pure pregati di annunziare (prima del 14
giugno; al Sig. P. Balmas, pastore. Stabile Dall’orso, Cornigliano Ligure, il vostro arrivo e quello
dei vostri deputati laici.
Il Signore ci prepari e benedica fin da ora inostri lavori. Con fraterni saluti.
La Commissione Esecutiva :
Ernesto Giampiccoli, Presidente
Paolo Longo, V. Presidente
Mario Miegge, Segretario.
Conferenza del IV Distretto
Cari Fratelli,
1® La conferenza del Distretto Italia Centrale e
Sardegna principierà il 9 Giugno alle ore 9 ant.
nella chiesa di Via dei Serragli, Firenze, con un
culto presieduto dal Signor B. Celli, Pastore a Livorno.
2® I Sigg. Pastori ed Evangelisti sono pregati
di mandare al capo distretto la relazione della chiesa
ed al vice presidente della commissione esecutiva
(Dott. Giovanni Grilli, 8 Via Risorgimento, Pisa)
la relazione della scuola non più tardi del 1- Giugno
per dar modo al presidente e al vice presidente di
preparare la loro relazione.
3® Con pari data i Sigg. Pastori ed Evangelisti
sono pregati di notificare ' al Sig. P. Griglio, il nome
e il numero dei Pastori e dei delegati che saranno
presenti alla conferenza, affinchè il Pastore della
Chiesa di Via dei Serragli possa provvedere agli
alloggi degli intervenuti.
4® Non dimentichiamo, egregi colleghi, di pregare
il Signore per domandargli la sua benedizione sul
nostro prossimo venturo convegno.
Saluti fraterni.
Per la Commissione esecutiva
Il Presidente
F. Eostan
Sanremo {Matuzio') — Ieri sera, Venerdì 22
Maggio, il nostro pastore tenne una pubblica conferenza di evangelizzazione sul duplice errore del
clericalismo (religioso, non politico) e del così detto
laici smo vuoto di contenuto religioso.
Egli dimostrò le magagne non sanabili del primo
e l’impotenza costruttiva del .secondo ; dopo diche,
ebbe a lumeggiare la superiorità della concezione
evangelica della vita e il carattere sociale elevatissimo delle finalità cui tende T evangelizzazione nostra. Il pubblico — malgrado la non dolce stagione
di questo anticipato Luglio — fu numeroso, e seguì
l’oratore con sostenuta attenzione e con evidente
simpatia. Vogliamo augurarci che la semenza gettata
ieri sera dal pastore nostro, germogli in molti cuori
e sia per dare alla Chiesa qualche frutto visibile.
Venezia — L’inaugurazione della nuova Sala
di culto, situata al pianterreno del Palazzo Cavagnis, ebbe luogo domenica, 17 corr, coll’intervento
dei Sigg. Ern. Giarapiccoli di Torino e B. Revel di '
Milano.
Mercè le cure assidue del pastore locale, Sig.
G.D. Buffa, e sotto la sua direzione, la nuova sala
riuscì bellina, tanto che tutti se ne addimostrarono
pienamente soddisfatti.
L’inaugurazione riuscì interessante e commovente.
Il Sig. Revel depose la bibbia sul pulpito, il Sig.
Bufta fece la preghiera di consacrazione, il Sig.
Giampiccoli presentò un edificante sermone sulla
raccomandazione dell’Apostolo contenuta nelTEp. ai
Romani XII. 2, e l’assemblea prese parte attiva alla
cerimonia cantando egregiamente alcuni inni della
nuova raccolta, appositamente preparati per la circostanza.
L’A. C. D. G.volle prendere parte a questo fausto avvenimento, unendo insieme la celebrazione
del 40' anniversario della sua fondazione e Tiuaugurazione della nuova sala, invitando i membri della
Chiesa e i soci dell’Associazione ad un modesto banchetto. Si lessero telegrammi e lettere mandate per
la circostanza, si fecero dei bx’indisi e dei discorsi,
ed il tutto riuscì un’ agape fraterna gaia ed edificante.
Nelle sere di domenica, lunedì, martedì e mercoledì si tenne una serie di conferenze, che furono
frequentate da un numeroso uditorio di fratelli e
di estranei.
Ed ora, non ci resta più che a domandare al Signore di mettere il suggello della sua benedizione
sulla nuova sala, consacrata al suo culto, e di farsi che molte anime vi accorrano ad ascoltarvi la predicazione della verità, e vi trovino la salute e la
pace.
S. Lucia. — Il Sig. P. M. scrive :
« La scuola domenicale continua le sue iscrizioni.
Questo mese ne abbiamo avuto quattro. Ho cercato
di infondere nei piccoli lo spirito di propaganda,
promettendo a chi avesse condotto nuovi bambini,
un premio speciale in più del consueto, all’ Albero
di Natale. L' esperimento ha dato fin ora risultati
soddisfacenti, e spero ne darà di più ancora in avvenire...
Ho insegnato nella scuola diurna, nove o dieci
giorni fa il Càntico: « Io sono un agnellino ».Piacque molto e le bambine furono le più impressionate.
Giovedì scorso, alla sera dopo il culto, mentre facevo alcuni pa.ssi, udii voci di bambini che cantavano. Mi avvicinai alla casa donde provenivano. Una
delle bambine della nostra scuola aveva radunato
nella sua casa, sette od otto bambine del vicinato
e, come una brava maestrina, insegnava loro ; « Io
sono un agnellino ». In mezz’ora o poco più lo impararono. « Se tornate ancora un’altra sera, disse
la bambina, mentre uscivano, v’insegnerò : « Quale
un faro risplendente ! » Ecco un esempio che raccomandiamo ai bambini delle nostre scuole !
Vniar Dellice — Riceviamo questo comunicato : « Il Sig. Enrico Geymonat e la sua consorte esprimono al sig. Betti, scultore a Firenze,
la sincera loro riconoscenza per l’opera mirabile,
generosa fatta in memoria del loro amato padre Cav.
P. Geymonat ». .
L’opera a cui aHude il sig. E. Geymonat è il
monumento innalzato spila tomba del compianto professore nel cemeterio degli Allori a Firenze. Noi
non ne abbiamo mai data notizia, perchè... non ne
sapevamo nulla.
Nessuno si degnò, quando Tinaugurazione avvenne,
di scriverne due parole, che i lettori nostri avrebbero immensamente gradito.
Ginevra — La Chiesa italiana di Rue AmiLullin era in festa Domenica, 17 Maggio, perchè
celebrava il IO* anniversario della prima elezione
del pastore Mittendorff a presidente del Comitato
della Chiesa italiana.
11 pastore di questa, sig. A. Carmagnola, dopo avere salutato con belle parole il venerato presidente, gli presentò un bel dono artistico : una riproduzione bronzea del Mosé di Michelangelo. Dono
molto significativo ; che fu graditissimo dal sig. Mit
tendorff, il quale rinnovò alla chiesa Tassicnrazionedel suo grande affetto.
Il pastore Zamperini di Intra, trovandosi di passaggio a Ginevra, uni la propria voce a quella dei
suoi connazionali per rendere omaggio all’uomo che
si onorava.
Zurigo {0. Tassi) — Domenica sera 17 Maggio
ebbe luogo, nella nostra sala di culto in Limmatstrasse per iniziativa del Circolo Biblico Italianonuovamente riorganizzato, un concerto popolare col
concorso della valente società mandolinistica italiana
« Vittoria » gentilmente offertasi. Mediante appositi manifestini distribuiti gT intervenuti furonomolti. La sullodata società mandolinistica esegui il
suo svariato programma. Negl’intermezzi fu cantato
un duetto dalle distinte sig.ne Pestalozzi — Nussbanmer accompagnate col piano da una provetta
snonatrice svizzera, tutte e tre gentilmente prestatesi.
Due bambine della scuola domenicale recitarono
ciascuna una breve ma graziosa poesia. Poscia vi
fu il monologo « La musa e T operaio » eseguito
dai sig.ri Schivid e sig.ra Pani entrambi membri
della nostra chiesa.
Tutti furono vivamente applauditi. In ultimo il
segretario sig. Schivid spiegò agli estranei gli scopi
del Circolo invitando i presenti non soci ad iscriversi. A tutti coloro che si sono affaticati per procurarci un cosi gradito trattenimento ricreativo,
vadano i nostri più sentiti ringraziamenti. Cosi pure
a tutti gl’intervenuti, "doglia il Signore essere in
mezzo di noi col Suo Santo Spirito e dirigere i nostri sforzi a prò del nostro prossimo.
Lavai. — {Pi agelato) Il giorno 12 Maggio
ebbe luogo a Lavai (Pragelato) la sepoltura di un
giovane Valdese, morto fulminato dalla corrente elettrica inavvertentemente toccata.
Alla mesta funzione assisteva una cinquantina di
persone della località. Tutti ascoltavano con attenzione sostenuta e rispetto profondo la spiegazione
del passo biblico : « Io sono la via, la verità, la
vita; ninno viene al Padre se non per me (Giov.
XIV 6.) » fatto dal pastore Bertalot, accorso appositamente da Massello, viaggiando cosi l’intera notte.
Dio benedica e dia l’accrescimento al seme sparso,
e consoli la famiglia afflitta.
filano (Z>) Contraddittorio sopra l'esistenza
di Dio — Nell’ampia sala di conferenze della Società Umanitaria in Solari, fuori porta Macello, la
sera del 14 corrente ha avuto luogo uh contraddittorio tra un evangelico e parecchi atei - materialisti
sul tema : Quali sono le prove della esistenza di
Dio ì La sala era piena, forse più di 250 persone
erano presenti e buon numero di giovanetti d’ambo
i sessi.
Giunta l’ora stabilita il pastore sig. Borgia espose
le prove della sua fede in Dio, prove tratte dal
gran libro della natura; quand’eblie finito, presero
la parola sette oratori, i quali —come al solito —
uscendo dall’argomento, divagarono con una moltitudine di parole qualcuno provocando incidenti e
proteste pel modo poco parlamentare con cui offese
le convinzioni dei credenti presenti. Quando i contradicenti ebbero finito, il sig. Borgia rispose a tutti
e la discussione durò dalle ore 9 fino alle 11-. Gli
avversari si strinsero la mano amichevolmente e si
lasciarono colla speranza di rivedersi qualche altra
volta nel campo di lotte cosi interessanti ed amichevoli.
Quando il Borgia lasciò la sala, una nuova e vivace discussione s’impegnò fra un gruppo dei presenti e i contraddittori, discussione che terminò
verso Tuna di notte I
Alcuni amici, desiderando' che le cose dette in
quella conversazione cadano sott’occhio di quanti furono presenti, hanno pubblicato una breve relazione. Chi ne desidera, alcune copie rivolga domanda
al sig. Saverio Papaléo ■— Chiesa evangelica
Foro Bonapafte, 7.
7
LA LUCE
— Il desiderio di una maestra ~ Domenica 24
corrente, il sig. Borgia riceveva ;
« Rev. Pastore,
« Le sarei riconoscente se volesse mandarmi
un catechismo, dato ai fancinlli per l’insegnamento
della Religione Evangelica. Vorrei almeno che me
ne indicasse i prezzi i titoli e le librerie ove tali
libretti pei fanciulli sono venduti. Le accludo un
"i'rancobollo, perchè desidero veramente una risposta
in proposito !!... »
Chi fa questa domanda è la signorina T. R. insegnante in una delle grandi scuole di Milano. Naturalmente ella ebbe subito la risposta desiderata.
A scanso di equivoci, facciamo notare ai lettori che nelle
nostre scuole diurne e domenicali non si adoperano catechismi,
ma l'evangelo, che si spiega a’ fanciuili con la maggiore semplicità. N. d. D.
Firenze. — {Q. R.) Inaugur asiane di una
lapide. — Lunedi 18 Maggio, anniversario della
nàscita del compianto Dott. Giuseppe Comandi, ebbe
luogo una mesta e ad un tempo cara cerimonia, la
inaugurazione d’un ricordo marmoreo in onore del
fondatore dell’Asilo Professionale Evangelico di questa città.
La graziosa cappella riuniva, oltre 70 ragazzi
dell’Asilo, alcuni amici e antichi alunni.
Presiedeva l’Ing. E. Bianciardi, l’amico della
prima ora, per più di 25 anni il zelante e fedele
collaboratore del sig. Dott. Comandi per la parte
■didattica,
Con semplici, ma commoventi parole il Sig. Bianciardi raccontò come, subito dopo la morte del Sig.
G. Comandi, venne l’idea agli afflittissimi Agli d’adozione di fargli un monumento che ricordasse nella
sua stessa modestia il fondatore dell’orfanatrofio.
Un antico alunno dell’Asilo, sig. Oreste Coppini,
volle modellarne l’effligie ; il Cav. Prof. Carella
giudicando ottimo il lavoro del Coppini, si offerse
di scolpirla in marmo, con grande disinteresse poh
chè si può dire che l'opera'sua non è stata pagata. .
Dopo aver mandato un saluto di gratitudine agli
artisti, diè la parola al sig. Giacomo Longo pastore
e Direttore dell’Asilo, il quale ricordò la persona
e la vita del Dott. Comandi, tutta consacrata al Signore nella persona dei piccoli.'
Parlò quindi il sig. G. Rochat, collaboratore del
Dott. Comandi per 5 anni, il quale terminò colPesortare i giovani a riversare l’affetto e la riconoscenza che serbavano al fondatore dell’Asilo sulla
Signora Comandi la quale, col compito, ne ha ereditato la fede, e sul Prof. E. Bianciardi che, colla
sua amorevole consacrazione all’opera, segue la tradizione dell’Asilo.
I signori L. Renzi e Stef. Revel, tutti e due evangelisti, parlarono in nome degli antichi alunni
e il sig. A. Pabeni, entrato all'Asilo nel 1876,
lesse lettere e messaggi di alunni, oramai uomini
fatti che fanno onore all’Asilo che li allevò.
Terminati i discorsi la giovane schiera degli alunni usci dalla Cappella col suo gonfalone e si diresse verso il villino, dimora degli alunni, e che fu
quella del Dott. Comandi stesso. La tela cadde e la
lapide fa scoperta. E’ una vera opera d’arte degna
di colui che si voleva onorare. Il bel profilo del
Dott, Comandi si distacca in mezzo ad una corona,
la quale si trova fra rami di quercia e di palma ;
sotto vi si legge in lettere d’oro :
Alla memoria del Dott. 0. Comandi, nato nel
1844 , morto nel 1905, che fondò e diresse, nella
sua sede di via Aretina, questo orfanotrofio,
antichi alunni e alcuni devoti ùmici Q. B. P.
A sinistra della lapide una bella corona di bronzo
portava scolpita in un nastro artisticamente intrec-,
ciato questa iscrizione : I primi figli dell’opera
all'indimenticabile padre.
A destra, in un quadro a fondo nero, una bella
corona di edelweiss, colti da un brigadiere di finanza, di servizio sulle Alpi italiane, già alunno dell’Asilo.
Alla egregia signora Comandi e ai suoi cari collaboratori l’augurio d’ogni benedizione per parte di
Colui che è il Fedele e il Padre degli orfani.
Miassello di Ferrerò — Abbiamo avuto
il piacere di avere fra noi, durante qualche giorno,
il pastore tedesco Riiter di Hartum. Egli è entusiasta della bellezza dei nostri monti, cultore profondo della nostra storia e valido sostegno dell’opera nostra. A lui ed alla gentile compagna vadano
i nostri affettuosi ringraziamenti.
Riesi. {Debilio) — Il 19 dello scorso Aprile
questa Chiesa Evangelica Valdese ascoltava per l’ultivolta, la parola efficace ed entusiasta del Pastore ma
sig. Giovanni Bertinati, ii quale commosso, si licenziava dalla fratellanza augurando alla Chiesa giorni
migliori.
Il comitato in vista dello stato di salute, molto
depresso, al sig. Bertinati, gli accordò tre mesi di
congedo che vogliamo sperare riescano efficaci per
la sua preziosa salutel
A sòstituire il sig. Bertinati il Comitato ha mandato precariamente il Pastore di Palermo Sig. Ernesto Senàrega, il quale nelle poche Conferenze tenute in questo Tempio ha dato prova di una profonda e vasta cultura intrattenendo il numeroso uditorio anche su argomenti d’indole sociale dimostrandosi molto competente.
Egli ha saputo accattivarsi l’affetto e la stima
dei membri di Chiesa e degli amici che lo ascoltano
con piacere e soddisfazione nel Tempio, e lo visitano
in casa, avendo desiderio di sostenere delle discussioni interessanti, nelle quali si rende simpatico e
popolare.
ULTIM’ORA
Giovedì, 28 Maggio
La risposta di Adolfo |1arnak
ad Alessandro ^hiappelii
Al momento di andare in macchina ci giunge
questa lettera dell’illustre professore Harnak di
Berlino, in risposta a ciò che Alessandro Chiappelli
scriveva intorno al frammento, appartenente alla finale di Marco, scoperto ultimamente in Egitto (vedi
Luce N. 20) ;
« Il professore Chiappelli, in due articoli pubblicati sul Giornale d’Italia (20
Aprile e 3 Maggio), ha parlato di versetti
finali dell’evangelo di Marco ultimamente
scoperti. Il secondo articolo mi é noto dal
giornale “La Luce,, che lo aVeva occasionato (provocato) e che l’ha riprodotto (16
Maggio).
Tra il Signor Chiappelli e me corre una
differenza nell’estimazione dei versetti recentemente scoperti. Egli ritiene probabile
che essi abbiano appartenuto alla fine dell’evangelo di Marco (la quale notoriamente
non è autentica) ; sarebbero poi stati rimossi molto presto perchè avrebbero urtato. Io invece sostengo l’ipotesi secondo
la quale i versetti sarebbero stati aggiunti
posteriormente da qualcheduno che avrebbe
ancora potuto vedere la fonte scritta dalla
quale origina la fine dell’evangelo di Marco.
La diflferenza delle nostre ipotesi non è
grande ma non indifferente. Siamo concordi nel ritenere che i versetti di recente
scoperti - appartengono realmente al racconto in cui si trovano. Ma il Signor
Chiappelli crede che M 2 (così chiamo la
personà che ha aggiunto all’evangelo di
Marco la fine che esso ha presentemente)
li abbia accettati e che un altro, venuto
dopo di lui, li abbia cancellati ; io invece
credo che M 2 li abbia lasciati da parte
e che un altro, venuto dopo di lui, li abbia
ammessi.
L’ipotesi più semplice e facile sembra
essere quella del professore Chiappelli. Invero è cosa complicata l’ammettere che un
uomo, venuto più tardi, abbia ancora potuto vedere la fonte di M 2. Inoltre il Signor Chiappelli ha fatto valere una ragione
apparentemente ottima affln di spiègare perchè i versetti siano stati posteriormente
cancellati : quanto sta detto in essi, circa
la fine di Satana, non concorda colle condizioni del secondo secolo.
Eppure vedo di dovere mantenere
la mia ipotesi e per due ragioni :
1) Quanto sta detto di Satana non concorda neppure coi tempi in cui M 2 avrebbe aggiunto la nuova fine all’evangelo di
Marco. Difficilmente si può far risalire
M 2 al di là dei tempi di Traiano. Ma allora i rapporti tra chiesa e statò erano
già simili a quelli dei tempi di Antonino
Pio e di Marcò Aurelio.
2) Che una pericope cosi vistosa, qual’è
rappresentata da questi versetti, venga
cancellata posteriormente da un libro del
Nuovo Testamento, ecco una supposizione
che, per quanto io sappia, non trova analogie. Invece sono molte le analogie di aggiunte che vennero fatte posteriormente
(si ricordino : la pericope della donna adultera, il racconto dell’uomo che lavora di
sabato ed il « comma joannico »).
Quindi debbo ritenere più verosimile
che i nuovi versetti siano un’aggiunta. E
poiché riempiono una lacuna in M 2, debbono venire dalla medesima fonte dalla
quale deriva M 2. Con tutto ciò non voglio
negare la possibilità che abbia ragione il
professore Chiappelli anziché io ».
Adolfo |lat<nak
Ringraziamo vivamente l’illastre Maestro del1’ onore fattoci con la sua preziosa comanicazione.
E ringraziamo altresì il nostro collaboratore dott.
Giov. Grilli, che si è prestato per la traduzione.
DIBLIOQRññA
La gran settimana deUa storia umana — tradotto
dall'inglese di F. W. H.
Firenze, Prem. Tipog. Claudiana, 1908.
Prezzo L. 3,50.
Per coloro che si dilettano nel calcolo biblico sublime,
delizia de’ chiliasti e de’ cabalisti, questo volumetto
sarà un gran divertimento.
Vito Garretto Direttore responsabile
Tipografia dell'Istituto Gould Via Marghera 2, Roma
CI rpRrn PAsUo professionale Evangelico
Ul LullLn in Firense Giovane maestro evangelico. Deve essere scapolo e abiterà nell’asilo dove
riceverà tatto trattaniento e stipendio mensile ; avrà
la responsabilità morale di una famiglia e darà lezioni in scuola.
Dirigere la domanda, non più tardi del 1 Lùglio
p. V., al Cav. : Bianciardi, Direttore delle Scuole,
Via Aretina 8 A, unendo la fede di nascita, il certificato di buona salate ; e indicando inoltre i posti
finora tenuti.
8
8
LA L¥CE
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IL MALE ED IL RIMEDIO
Prezzo (Lire 0,30
Rivolgersi all’ Autore
Sig. PAOLO CALVINO
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o airAmminìstrazione del giornale La
Luce „ 107 Via Nazionale, Roma.
Conferenze apologetiche
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Traduzione di Enrico Rivoire
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Dt$ge ma fata nn giorno admuom matura:
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Col erin Inéente, rtecioluto « oscuro.
Se la catvisie t’animo t’accora f
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Se lo eorrett mi chiedi, certo, sicuro;
A far noi tarderei nemmeno un’ora
Dolce fata, deh fallo, tt scongiuro
Che lo specchio l’età mi dice ognora.
Soggiunse attor la fata; BtoventU
Darti sol io saprà, sema finelone.
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Bello diventerai come un Adone!
Sorridi f Forse a me non eredi tu t
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T.’arqu^ CHInlna-S^^igon» «i vende tento prefuraeta che inodora od al petrolio da tutti i Farmencistl ed in neo da
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