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Anno 125 - n. 2
13 gennaio 1989
L. 900
Sped. abbonamento postale
Gruppo 1 bis/70
In caso di mancato recapito rispedire
a : casella postale - 10066 Torre Pellice
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
GIORNATA DELLA CEVAA: LE NUOVE FRONTIERE DELLA MISSIONE
Ci risiamo. La legge contro la
violenza sessuale tra breve sarà
discussa alla Camera, dopo il varo della Commissione Giustizia,
che ha apportato alcune sostanziali modifiche come la procedibilità d’ufficio per lo stupro
tra coniugi e la liceità del rapporto affettivo e sessuale tra i
minori che abbiano compiuto 13
anni. E su ambedue questi punti
partono le fanfare dei benpensanti e il gran polverone che approda — guarda caso — al « si
stava meglio quando si stava
peggio », cioè, per intenderci, alle norme fasciste del Codice Rocco tuttora in vigore, che vedono
la violenza sessuale come un delitto contro la « morale » e non
contro la « persona ».
E non è casuale che su questi
nodi si sìa già annunciata battaglia, in una società come quella del nostro paese in cui, se da
un lato si denuncia la non-presenza e la non-elaborazione di
un’etica laica, dall’altra si delega storicamente il tema della
sessualità alla morale imperante
del tradizionalismo cattolico sessuofobico. Mentre invece, da parte dei movimenti dei giovani e
delle donne, proprio l’esigenza
del rispetto della sessualità come espressione ineliminabile
della personalità del singolo esprime, da una parte, lo scandalo ormai intollerabile dello stupro, e daU’altra la liceità dell’espressione sessuale tra individui anche minori consenzienti.
Anche se tutti sappiamo che,
purtroppo, una legge non elimina un reato ma è piuttosto il
messaggio dì un avvenuto cambiamento nella coscienza sociale
e un’indicazione di percorso, va
ribadito che lo stupro deve essere considerato reato grave, e
per questo perseguito d’ufficio.
Non si possono fare due pesi e
due misure: violenza è sempre
violenza, indipendentemente dal
« contratto » tra due persone
e, semmai, la violenza sessuale
nel matrimonio è più grave
in quanto infrange quel patto
di solidarietà e di amore che ne
è alla base.
Su questo punto, però, il polverone è grandissimo. Si spaccia la procedibilità d’ufficio come il caso della denuncia deUa
vicina che sa dei maltrattamenti, sostenendo che solo la moglie
ha il diritto di denunciare, e si
tralascia il molto più probabile
caso della donna violentata che
si rivolge all’ospedale e ai carabinieri e magari, oggi, viene
dissuasa dal fare denuncia. Con
la procedibilità d’ufficio, invece,
questi sarebbero tenuti a denunciare il reato alla magistratura,
come già sono tenuti a farlo per
reati gravi contro la persona,
come il tentato omicidio o ie lesioni. I panni sporchi non si lavano in casa! E quel settore
del femminismo che ripropone
la querela di parte fa un discorso astratto che, per tutelare la
autonomia della donna, non considera l’ingiustizia contro la persona e i condizionamenti sociali, i « rapporti di forza » della
società in cui si vive.
Piera Egidi
Crescere insieme
neiia comune vocazione
Un concetto che ha subito, negli ultimi quarant’anni, evoluzioni e ripensamenti: dalla « urban mission » agli interventi nel Terzo Mondo e alle dinamiche interculturali e interrazziali
Che senso ha, alle soglie del
terzo millennio, il termine cristiano di « missione »? Come vivere oggi la richiesta che il Cristo
risorto rivolse ai discepoli depressi e confusi dopo aver visto morire il loro Maestro: « Pace a voi! Come il padre mi ha
mandato, anch’io mando voi »?
Una prima risposta a queste
e altre domande verrà dalla prossima Conferenza mondiale della
missione e dell’evangelizzazione
che si terrà a San Antonio, Texas (USA), dal 22 maggio al 1“
giugno ’89. Nel « campus » della
Trinity University circa 6CK) persone, la cui maggioranza sarà
costituita dai delegati di chiese
di tutto il mondo, discuteranno
il tema: « Che la tua volontà sia
fatta; una missione nel discepolato di Cristo ». I partecipanti
sono invitati fin d’ora a prepararsi ai lavori di San Antonio
affrontando, insieme alle chiese
locali, una serie di studi biblici
appositamente preparati dal Consiglio Ecumenico delle Chiese
(CEC), di cui offriremo ai nostri
lettori prossimamente una sintesi nella pagina biblica. A San
Antonio l’esperienza missionaria
verrà analizzata soprattutto in
quattro prospettive diverse, ma
vicine tra loro; convertirsi al
Dio vivente; prendere parte alle
lotte e alle sofferenze del nostro
tempo; la terra è di Dio; verso
il rinnovamento delle comunità
nella missione.
Significativo ci pare il luogo
scelto per tentare una prima
complessiva analisi della que’ffione missionaria. Gli Stati Uniti
infatti offrono, almeno neU’esp^
rienza degli ultimi quarant’anni,
una traiettoria missionaria che
ripercorre gran parte dell’esperienza delle chiese dell’Occidente. L’accenno brevemente; gli anni ’50 sono stati caratterizzati
negli USA dall’ossessione di costruire nuove chiese (erano gli
anni della « mission to thè suburbs for middle americans »)
ed inviare missionari in ogni dove che esportavano modelli preconfezionati.
Gli anni ’60 vedono la scoperta della missione verso i poveri
della città («urban mission») e
le prime analisi politiche e sociologiche del rapporto, spesso
di spoliazione, con il Terzo Mondo. Famoso al proposito, nel 1967,
fu un sermone del pastore battista Martin Luther King, tenuto nella grande chiesa protestante di Riverside Drive a New
York, in cui il leader nero sostenne che « non è più sufficiente schierarsi contro il razzismo
in casa nostra ma occorre con
altrettanta forza schierarsi contro la guerra del Vietnam ». La
guerra nel sud-est asiatico era
— nella lettura di King — la
guerra contro il Terzo Mondo, il
segnale del profondo razzismo
Come vivere oggi in un contesto interculturale e interrazziale l invito che Cristo rivolge ai suoi discepoli: « Andate dunque, ammaestrate tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello
Spirito Santo »?
dei « wasp » (white-anglo-saxonprotestant, protestanti bianchi
anglosassoni).
Nel corso degli anni ’70 molte
chiese statunitensi hanno preso
via via coscienza che la radice
SALMO 90
Uejffimero e il duraturo
« O Signore, tu sei stato per
d’età in età...» (Salmo 90: 1).
noi un rifugio
E' bello poter dire, nei primi giorni di un nuovo anno, insieme al salmista: « Signore, tu sei stato per noi un rifugio d’età in età ». Significa infatti
situarsi coscientemente in una storia fatta di generazioni che si susseguono. Non siamo il centro
dei mondo e della storia, né uomini e donne che
stanno facendo le cose più significative. Nel flusso
delle generazioni ciò che rimane veramente costante è la presenza di Dio: è lui il filo conduttore della nostra storia. Mi sembra importante, nell'anno del « centenario », avere questa consapevolezza e sobrietà.
Un altro richiamo alla sobrietà risuona nelle
parole che seguono: « ...mille anni agli occhi tuoi
.sono come il giorno di ieri quand’è passato
(...), come l'erba che verdeggia la mattina;
la mattina fiorisce e verdeggia, la sera è tagliata
e si secca ». Sono parole che potrebbero essere
sentite come una condanna ed ispirare il pessimismo più cupo o la ribellione nei confronti di Dio
che tratta come « erba secca » i nostri anni, da noi
vissuti invece con tanta tenacia e fatica. Ma esse
hanno due sensi: il primo, più immediato, è il richiamo a valutare e spendere bene i nostri anni,
uno spazio limitato di tempo, ma comunque l’unico che abbiamo. E' un consiglio che si sente spesso anche in occasione di funerali e che ogni persona saggia può afferrare. Il sécondo è più pro
fondo e si situa nel quadro del rapporto tra il Dio
che giudica e perdona e l’uomo peccatore-perdonato. Dio non è colui che benedice e approva i
nostri anni, cioè il susseguirsi delle nostre azioni,
ma è anche colui che esprime il suo giudizio; è
colui che giudica gli anni, che a noi sembrano rigogliosi, come erba secca. La differenza si situa in
questo genere di rapporto, dove è chiamata in
causa non la natura dell’uomo, ma la sua azione,
il campo della storia. Se possiamo ad esempio,
per convenzione, definire delle epoche o delle generazioni « gloriose », lo possiamo fare unicamente con la coscienza che anche le gloriose generazioni sono vagliate al setaccio del giudizio di Dio.
E se qualcosa si è salvato è forse perché Dio
ha reso stabile, cioè ha ancorato ad un fondamento, delle azioni che, altrimenti, si sarebbero perse
nella storia. « Signore, rendi stabile l’opera delle
nostre mani »; questa si che mi sembra una preghiera attuale, perché a dispetto di pochi che sentono ancora di vivere una esistenza ben radicata
su solidi fondamenti, la maggioranza delle donne
e degli uomini oggi sente invece di andare alla
deriva in un mondo in cui tutto è fluttuante e
nulla è stabile.
Il Salmo si conclude con la stessa sobrietà con
la quale inizia; e la preghiera non è di rendere
stabili noi, di mantenerci forti e significativi, ma
di dare consistenza, spessore ed efficacia alle nostre azioni, perché non siano come erba che fiorisce la mattina e la sera si secca.
Lucilla Peyrot
della povertà del Terzo Mondo
era direttamente collegata alla
politica estera della Casa Bianca.
Con gli anni ’80 si comincia a
parlare e poi a realizzare la
« mission to thè USA », missione verso l’America, per effetto
della quale alcuni leader ecclesiastici del Terzo Mondo sbarcano in occidente F>er « portare
nuove visioni dell'Evangelo e
fresche prospettive di testimonianza ».
Oggi, mi pare, sul tavolo intemazionale della missione cristiana si affacciano tre nuovi problemi: la necessità di riscoprire
la missione urbana (Mexico Citv è la più grande città del rnondo con i suoi oltre sedici milieu
ni di abitanti e le prossime più
grandi città del pianeta sono localizzate nel Terzo Mondo). L'altro problema riguarda la dimensione ecumenica della missione,
ovvero la necessità di creare dei
progetti comuni di testimonianza cristiana nei confronti del paganesimo, della secolarizzazione
e della cristianizzazione soltanto nominale. Ed infine la necessità di approfondire la dimensione interculturale, interrazziale
e interreligiosa che la dinamica stessa della missione internazionale Solleva e promuove.
L’esperienza
della CEVAA
Ritornando alle tappe della
missibne cristiana in Occidente
non è un caso che proprio agli
inizi degli anni '70, quando in
molte chiese ci si comincia seriamente ad interrogare in mo
Giuseppe Platone
(continua a pag. 6}
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commenti e dibattiti
13 gennaio 1989
ATTENZIONE
AGLI ESPERTI
Caro Direttore,
ci siamo stupiti della lettera di Danilo Venturi (cfr. n. 45) sulla denuclearizzazione, e ci siamo chiesti come
mai non si è pronunciato prima, ad es.
quando la chiesa valdese di Torre
Peliice — dove ha luogo il Sinodo citato — si è denuclearizzata, in attesa
che lo facesse, più tardi, il comune
stesso. Le delibere del comune di Pomaretto sono state annullate dal CO.
flE.CO. due volte: nel giugno '84 (tra
l'altro per una donazione al primo comune denuclearizzato in Italia, Robassomero, di un terreno agricolo a Comiso, come zona denuclearizzata), e nel
gennaio 1985. la stessa cosa è successa a una quarantina di comuni in
tutta Italia.
Alle valli, ormai, molti comuni sono
denuclearizzati; e a ottobre, in Italia,
c’erarro 720 zone denuclearizzate; in
Calabria ha appena avuto luogo la
conferenza per la denuclearizzazione
del Mediterraneo, con il Coordinamento nazionale degli enti denuclearizzati.
« L'Associazione per la pace >, nata
lo scorso anno in Italia, ha un progetto
Europa • per una mova politica energetica (che abbandoni definitivamente
l'uso delle centrali nucleari) >.
Nel libro Claudiana « Costruire la
pace oggi >, del 1982, A. Ferrerò diceva che non è possibile gestire l'energia
nucleare senza il rischio di proliferazione delle armi (diversi paesi: Patcistan. India, Israele, sono arrivati alla
costruzione della bomba atomica attraverso il nucleare civile), le misure di
sicurezza non sono in grado di garantirlo; « condizione necessaria per la
non proliferazione delle armi nucleari
è quella dell'eliminazione dell'energia
nucleare sotto qualsiasi forma, anche
per usi pacifici >.
Peccato che, anziché continuare
a fornire chiarimenti, gli esperti canzonino amministratori che hanno la
responsabilità di altri cittadini e che
si rendono conto del pericolo; spetta
agli scienziati cercare soluzioni; dopo
Incidenti in America e altrove, dopo
Cemobyl, la popolazione ha capito
che cosa l'aspetta. Quali paesi costruiscono ancora centrali nucleari? E
le scorie?
Inoltre per molti comuni è un aderire a una questione di principio. Qui
alle valli parecchia gente è già in cassa integrazione da diversi anni, e non
si aggrappa a multinazionali, come accenna la lettera citata. A Comiso le
speranze di posti di lavoro sono state
ben deluse. Quando un'amministrazione
e una popolazione decidono di cambiare stile di vita, per una migliore qualità
della vita, si può avere fiducia nella
loro scelta? il problema ormai è quello della riconversione. Certo attualmente non bastano le energie alternative; ma la ricerca sul solare, ad
esempio, è in ritardo di secoli perché gli scienziati sono stati Incanalati in settori precisi, e non in altri;
quando le scelte non sono fatte al loro tempo, bisogna farle più tardi, e
non è indolore; tutti paghiamo. Questa
riconversione collettiva e personale
la si aspetta anche, e prima di tutto,
da chi ha la scienza in mano.
Grazie per l'ospitalità.
Comitato Pace
Val Chisone Germanasca
DISSERVIZIO
POSTALE
Caro Direttore,
voglio denunciare una situazione postale locale ormai diventata insostenibile; mi arrivano infatti anche cinque
copie de « La Luce » insieme, dopo
circa cinque o sei settimane di totale vuoto. Ciò anche per gli altri giornali a cui sono abbonata. Non so più
a chi rivolgere reclami, il postino
locale mi ha detto: • Alla posta non
considerano i giornali una cosa importante. Ne disfanno ogni tanto un
pacco e lo distribuiscono, a caso ». Ho
risposto: « Si. ma io pago fior di abbonamenti ogni anno per ricevere giornali; avrei anche il diritto di leggerli ». Mi ha replicato: « Non so proprio che cosa dirle ». Ho telefonato
anche aH'ufficio postale locale, chiedendo gentilmente se c'è qualche ragione per questo disservizio.
MI è stato risposto: « Non ci faccia
perdere tempo con le sue assurdità ».
E hanno messo giù la cornetta. Non
riferisco che cosa io ho replicato in
una mia immediata comunicazione; che
non ha ottenuto nulla. Sembra che
una recente ispezione da parte di un
funzionario di Milano abbia scoperto
del marcio, nel senso che davvero
molti giornali verrebbero fatti sparire
nel locale ufficio; o per lo meno verrebbero lasciati in lunga, ingiustificata
giacenza. Ma nemmeno questo è servito. Volevo sporgere reclamo alle
Poste di Milano a nome di molti miei
vicini di casa, ma tutti si sono rifiutati di firmare: hanno paura, non so di
che. Devo anche dire che dato il
bassissimo livello culturale della zona, pochissimi qui ricevono giornali e
ancora meno ne comperano. Non possono quindi condividere le mie rabbie. Gli italiani vivono ancora completamente ogni specie di malgoverno,
centrale o locale, come si accetta passivamente la nebbia o il prolungato
maltempo. « Tanto non ci si può fare
niente » è la solita battuta, • fanno lo
stesso quello che vogliono ». MI sono
ridotta ad acquistare molti numeri de
• La Luce » presso la Claudiana di
Milano, pagando così II doppio dell'abbonamento (mi propongo amaramente per una speciale menzione d'onore io proposito). Spedisco per espresso, perché questa mia non arrivi a Pasqua.
Cordialmente.
Vera fiuggeri, Cusano Milanino
CHIESA E POLITICA
Nel libro del pastore Giorgio Bouchard I Valdesi e l’Italia, a p. 135, si
legge: • in realtà, paradossalmente, il
1976 segna la fine dei grande dibattito politico (e religioso) in seno alla
Chiesa valdese ».
Premesso che, a mio giudizio, il
dibattito non è stato mai grande né
all'altezza del problema, che investe
l'essenza stessa del cristianesimo,
devo rilevare che esso continua ancora oggi nella confusione e nell'incomprensione: c'è ancora chi non sa
distinguere tra « chiesa e politica » e
I» fede e politica »1
Ma desidero qui chiarire che con
questa affermazione si sorvola su tutto quanto è stato detto e fatto sull'argomento nel decennio 1976-85. Come sappiamo, in tale periodo, I sostenitori della tesi che la chiesa deve fare politica per non cadere nel
disimpegno sono pervenuti, sull'onda
lunga del '68, alle alte cariche; Tavola, giornale, facoltà di teologia: convinti che la decisione sinodale sul
caso Vinay aveva dato loro via libera, ci hanno fatto assistere ad una
vera e propria competizione sul come
la Chiesa evangelica valdese dovesse
svolgere il nuovo compito
Se ci riportiamo a quei giorni non
lontani, ricordiamo che:
— Tullio Vinay sogna la creazione
del « partito dell'agape », unitamente
a « quei milioni di uomini che non
vivono per se stessi ma per gli altri » e, pur non essendo credenti, sipossono considerare . portatori della
croce di Cristo » (giornale del 10.7.81).
■ — Franco Giampiccoli immagina invece un « partito della solidarietà » che
i valdesi potrebbero costituire con
■ altri », non meglio identificati; unico punto fermo l'esclusione delTideol'ogia liberale, « traduzione laica del
nome di Mammona » (giornale delI'11.1.85).
— il moderatore Bouchard, entrato
in buoni rapporti col PCI, partecipa
a comizi, osannando a « quella parte
del movimento operaio che sola dimostra di voler realmente la pace »; con un artificio ci propone l'equiparazione: borghesi = SS; proclama che il tempo dei ministri dell'utopia è finito ed I pastori devono diventare ministri del reale (giornale del
29.10.82); giudica Interessante per
l’Italia una prospettiva di finlandizzazione (giornale del 15.2.82).
— Sergio Rostagno afferma che la
predicazione non basta più ed il cristiano non può giocare al profeta disarmato (?).
Appare evidente che questi pastori, impegnandosi in un mestiere che
non è II loro, sono vittime di grossolani abbagli e fanno progetti tanto velleitari quanto assurdi; la maggioranza dei membri di chiesa non II pren
de sul serio: I colleghi e le comunità
tacciono. Soltanto alcuni « che non
contano » manifestano sul - giornale il loro dissenso; denunciano l'incoerenza col Vangelo; biasimano l’impiego abituale di espressioni allusive e
reticenti e chiedono precisazioni e
chiarezza. Essi vengono però del tutto. ignorati, disinvoltamente e sistematicamente.
Il libro del pastore Bouchard è stato
raccomandato quale utile testo di meditazione per le comunità; mi permetto di suggerire che ad esso sia accomunata questa rievocazione storica. Sono infatti convinto che sarebbe
molto interessante chiarire le ispirazioni e le motivazioni che hanno indotto le massime autorità della chiesa ad agire in totale contrasto con
le indicazioni del Sinodo del 1980. Nel
sermone d'inaugurazione, il pastore
Sergio Aquilante aveva detto: « Non
è di nostra competenza né rientra nei
compiti delle chiese di Gesù condurre e vincere le battaglie politiche »
e il professor Paolo Ricca (rinsavito?)
aveva proclamato: • Il mestiere della
chiesa è l'evangelizzazione ».
Ritengo opportuno e doveroso completare questo mio intervento con la
citazione di due autorevoli dichiarazioni fatte nel 1986.
Alla fine del suo settennato il moderatore Giorgio Bouchard, dopo aver
scoperto che « la rivoluzione marxista fa problema », ha formulato questo peregrino giudizio: • E' tempo che
ia chiesa ritorni alla proposta di Gesù ed alle proteste dei profeti » (giornale del 20.6.86). Il nuovo moderatore, FrarKo Giampiccoli, nel suo discorso programmatico, dopo un vago
riconoscimento degli errori compiuti,
ha manifestato l'intenzione di svolgere il suo mandato dando la preminenza assoluta alla predicazione.
1 fedeli che hanno seguito questa
strana serie di immotivate evoluzioni
sono perplessi e si domandano se davvero ci sarà una svolta e la chiesa
potrà riprendere la giusta via.
Questo susseguirsi di contrastanti
comportamenti ha fatto tornare alla
mente di alcuni anziani, che hanno
studiato al Collegio di Torre Peliice
negli anni cruciali 1918-1924, questo
ammonimento del poeta: « Siate, cristiani, a muovervi più gravi, / non
siate come penna ad ogni vento /
e non crediate ch'ogni acqua vi lavi./
Avete il novo e il vecchio Testamento... ». Nel contempo si sono ricordati, con reverente affetto, del professore, serio e preveggente, che non si
stancava di ripetere questi versi, di
anno in anno, per mettere in guardia
i giovani discepoli di fronte alle incombenti ideologie totalitarie, rosse
e nere.
A proposito del Collegio, ho notato
con sorpresa e rammarico che il Bouchard, nel libro in questione, ha del
tutto ignorato l’Associazione Amici
del Collegio, che senza dubbio è stata la base dell’operazione di salvataggio
dell'istituto. Questi « Amici » non sono stati motivati dalla tradizione ma
da un sentimento di riconoscenza per
quanto appreso culturalmente e moralmente, oltreché dalla convinzione
che altri avrebbero potuto godere
degli stessi benefici.
Renato Paschetto, Milano
NON CONFONDERE
DIO
CON GORBACIOV
Gentilissimo Direttore,
mi riferisco aH’articolo: • Gorby:
funzionario del CEC? », apparso sul numero 48 del giornale.
Certamente la pace è nel cuore di
tutti gli uomini ed un qualsiasi avvenimento che possa fsfr sperare una
minore probabilità di conflitti armati
tra gli stati o una minore crudezza
nei combattimenti non può che essere accolto con gioia da tutti. Mi ha
però sorpreso che su un giornale che
si dichiara portavoce delle chiese evangeliche valdesi e metodiste, un giornale cioè che parla a credenti in Cristo,
si sia scritto un articolo su tale argomento senza aver mai menzionato il
nome di Dio, la sua continua presenza, il suo amore per il mondo. Al con
trario si è osannata la persona di Gorbaciov, paragonandolo ad un aderente del CEC, quando tutti sanno che
non crede in alcun Dio, che le chiese continuano ad essere mai sopportate in queirimmenso paese e che le
sue decisioni relative al parziale disarmo sono la conseguenza, soprattutto,
di riflessioni economiche, sotto la sollecitazione del popolo russo che pretende « più burro e meno cannoni »,
In definitiva si tratta di un accorgimento per rimanere al potere, anche
se certamente ben visto dal mondo
tutto.
Quello che mi sembra per noi preoccupante è di aver riscontrato, dopo
una sofferta riflessione, la persuasione, in chi ha scritto, che tutti i grossi problemi dei mondo: la pace, la giustizia, la conservazione del creato,
possano essere affrontati da azioni o da
leggi conseguenza di sole azioni umane, compiute magari da uomini assai
potenti su questa terra, ed i quali finiscono per assumere nella considerazione generale una posizione ed una
veste quasi « divina ». In altre parole mi sembra di scorgere la tendenza
a sostituire il Signore, I'» Iddio tuo »
del primo e fondamentale comandamento, con altri . idoli » che avrebbero il potere di realizzare sulla terra
quanto sta sempre più a cuore al l’uomo secolarizzato di oggi.
Se questa è la nostra propaganda,
la nostra evangelizzazione, non dobbiamo meravigliarci se, come scrive
Artus-Martinelli a pag. 8 dello stesso
numero del giornale, i membri delle
chiese sono in continua diminuzione!
Siamo noi stessi a sostenere che, ormai, Dio conta sempre di meno, che si
è nascosto, forse per vergogna, in
qualche luogo assai isolato; quelli che
contano, nel mondo di oggi, sono gli
uomini politici, quelli che fanno la pace o la guerra, quelli che danno lavoro o disoccupazione, miseria o consumismo, a qualunque costo e con qualunque mezzo, perché sono questi ormai i valori che hanno sempre più
spazio nel mondo, anche per i credenti. Magari poi, nel proprio intimo,
ognuno si sente più soie, più isolato,
più debole, più sofferente e tenta di
trovare, sempre più in solitudine, coraggio e rassegnazione pensando ad un
fanciullino, nato in una mangiatoia quasi 2000 anni fa e che ha cercato di
insegnarci che la cosa più beila da
praticare, quella che veramente ci
riempie di gioia sublime, che ci consente di dare un significato pieno anche a questa nostra vita terrena, è
quella che si concretizza nell’amore
per Dio e per gli altri esseri umani,
l'amore completo e disinteressato, che
giunge fino al personale e completo
sacrificio.
Ma di costui, del vero padrone del
cielo, della terra e dei nostri cuori,
di colui che muove tutto e séìTza ia
volontà del quale non cade foglia sulla terra, nessuno ha il coraggio di pariare a voce alta, quando nel mondo
si apre per gii uomini un barlume di
speranza; nemmeno in prossimità dell’anniversario del suo arrivo su questa
terra!
Che il Signore ci aiuti e ci protegga, sempre.
Reto Bonifazi, Terni
COMPORTAMENTI
POLITICI E NUMERI
Può darsi, pastore Bouchard, che lei
abbia ragione nel sostenere che il dato
relativo al referendum istituzionale
del 2 giugno sia parziale e rappresenta un'eccezione nel voto complessivo dei valdesi. E' incontestabile però
che questo risultato elettorale non può
permetterci di sostenere pienamente
la tesi che « ben pochi valdesi votarono monarchia il 2.6.1946 ». Sarebbe
come dire che il popolo italiano il due
giugno votò compatto a favore della
repubblica, dimenticando il notevole
successo monarchico nel sud e nelle
isole.
Non si tratta solo di numeri, ma di
precisi comportamenti politici.
Per quanto riguarda invece il secondo punto, ha fatto bene, pastore Bouchard, a precisare che non si trattava di liste socialdemocratiche, ma di
liste denominate "Unità socialista”.
Va però nello stesso tempo precisato
che il capolista nella circoscrizione di
Torino-Novara-Vercelli era Giuseppe
Saragat, che della scissione di Palazzo
Barberini (gennaio 1947) prima, e delia nascita dei Psdi successivamente,
fu il principale artefice. Senza dimenticare che dal 1951 al 1960 lo stesso
Rollier rappresentò il Psdi nel consiglio comunale di Milano. E' vero quindi che non è soitanto una questiime
di nomi, ma visto il clamoroso successo elettorale delle liste di "Unità
socialista", si può ancora affermare
che gli operai delle valli votarono per
il Fronte Popolare? La concentrazione
più forte di classe operaia era o no
negli stabiiimenti del cavalier Mazzonis, in vai Peliice?
E' tutto. Concludo precisando, pastore Bouchard, che non era e non è
mia intenzione, con queste precisazioni, offrire crisantemi a nessuno e tanto meno al popolo valdese. Stimo e
sto cercando di studiare (anch'io con
passione) questo popolo e la sua
storia. Ritengo che sia più utile per
tutti che tale storia venga analizzata
in tutte le sue articolazioni senza cadere in affrettate sempiificazioni. La
rosa è un fiore bellissimo, ma putroppo ha anche qualche spina.
Enzo Tumminello, Torre Peliice
delle valli valdesi
settimanale delle chiese vaidesi e metodiste
Direttore: Giorgio GardioI
Vicedirettore; Giuseppe Platone
Redattori: Alberto Corsani, Luciano Deodato, Adriano Longo, Piervaldo
Rostan
Comitato di redazione: Mirella Argentieri Bein, Valdo Benecchi, Claudio
Bo, Aiberto Bragaglia, Franco Chiarini, Rosanna Ciappa Nitti, Gino
Conte, Piera Egidi, Claudio Martelli, Emmanuele Paschetto, Roberto
Peyrot, Mirella Scorsonelli
Segreteria: Artgelo Actis
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Registrazione; Tribunale di Pinerolo n. 175. Respons. Franco Giampiccoli
Il n. 1/89 è stato consegnato agli Uffici postali di Torino e a quelli delle valli valdesi il 5 gennaio 1989.
Hanno collaborato a questo numero: Archimede Bertolino, Valter Cesan,
Carlo Gay, Gregorio Plescan, Bruno Rostagno, Paolo Sbaffi, Alfredo Sonelli. Franco Taglierò.
3
13 gennaio 1989
ecumenismo
ROMA
LOTTA ANTIAPARTHEID
L’ecumenismo oggi
Decennio di solidarietà con le donne, JPIC e BEM sono le grandi iniziative su cui nei prossimi anni si misurerà il dialogo fra cristiani
E’ stato a Roma dal 14 al 18
dicembre il past. Heinz Joachim
Held, presidente del Comitato
centrale del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) e presidente della Chiesa evangelica
tedesca (EKD). Held è venuto a
Roma su invito della Facoltà
valdese di teologia e della Federazione delle chiese evangeliche
in Italia (FCEI), partecipando
anche alle celebrazioni per il
40“ anniversario della fondazione
della Chiesa evangelica luterana
in Italia (CELI).
Il 15 dicembre il presidente
Held ha avuto un incontro con i
rappresentanti delle chiese evangeliche italiane e con i professori della Facoltà valdese di teologia. Nell’incontro Held ha toccato tre punti. A proposito del
Decennio ecumenico delle chiese in solidarietà con le donne,
ne ha sottolineato l’importanza
per le chiese, ma ha anche accennato al problema che l’ordinazione delle donne pone per
ortodossi e cattolici. Non si può
rinunciarvi, ma non si devono
neppure far pressioni che portino a un punto di rottura. Sul
processo in vista della Convocazione mondiale su « Giustizia,
pace e integrità del creato »,
promossa dal CEC (Seoul 1990),
Held ha affermato che si tratterà di un test della nostra ecumenicità; se non sapremo dare
un messaggio comune e convincente, falliremo nella nostra
missione cristiana. Held ha poi
menzionato il documento di Lima su « Battesimo, eucaristia,
ministero » (BEM), rilevando
che, dopo 450 anni di separazione, le chiese cristiane sono state
capaci di produrre un documento di convergenza, che è stato il
più diffuso tra i documenti ecumenici. <(Sono convinto — ha
detto Held — che le chiese protestanti debbano avere una nuova comprensione della sacralità
della chiesa, intesa nel senso,
condiviso dai protestanti, che
la chiesa è costituita non solo
dalla fede dei credenti, ma dalla grazia di Dio ».
Rispondendo alla domanda se
non ritenesse che la Chiesa cattolica si ponga oggi come alternativa al Consiglio ecumenico,
Held ha affermato che, a differenza degli inizi, quando il movimento ecumenico era portato
avanti soprattutto dai protestanti, e poi dagli ortodossi, oggi
esistono più « centri » dell’impresa ecumenica: la Chiesa cattolica romana, il Movimento di
Losanna (formato in gran parte
da chiese fondamentaliste), i
piani per la preparazione di un
Concilio panortodosso. Il panorama ecumenico è diventato più
vario e complesso, e non vi è
ragione di deplorarlo.
Domenica 18 dicembre, dopo
aver predicato nella Chiesa luterana di Roma, il presidente
Held ha partecipato a una tavola rotonda pubblica sul tema:
« 40 anni della Chiesa evangelica
luterana in Italia. Ricordi e
prospettive », insieme con la pro
fessoressa Maria Vingiani, presidente del Segretariato attività
ecumeniche, il past. Giorgio
Bouchard, presidente della FCEI,
i pastori Joachim Mietz e Juerg
Kleemann, rispettivamente decano uscente e vicedecano della
Chiesa luterana italiana.
Tutti gli interventi hanno sottolineato l’importanza della presenza delle chiese luterane in
Italia e la necessità di un loro
maggiore radicamento nel nostro paese.
INTERVISTA
Il dialogo
con il cattolicesimo
Dalla fondazione del CEC: i passi in avanti e
il lavoro comune - La scadenza di Basilea '89
In occasione della sua visita
a Roma abbiamo intervistato il
dr. Heinz Joachim Held, presidente della Chiesa evangelica tedesca (EKD) e presidente del Comitato centrale del Consiglio ecumenico delle chiese.
Dr. Held, fra i tanti impegni
di viaggio che la portano in tutto il mondo, perché questo viaggio a Roma?
Ho piacere di visitare la Chiesa valdese e le altre chiese evangeliche in Italia. E fra queste,
naturalmente, la Chiesa evangelica luterana, con la quale, come chiese tedesche, abbiamo un
legame del tutto particolare. Soprattutto sono venuto per incontrare l’insieme dei cristiani evangelici in Italia. Per questo ho
accettato volentieri l’invito della
Facoltà valdese di teologia e della Federazione delle chiese evangeliche in Italia.
Da qualche tempo si parla di
una stasi nelle relazioni ecumer
niche, soprattutto nei confronti
della Chiesa di Roma. E’ vero?
Vorrei dire prima di tutto che
in confronto al tempo in cui il
Consiglio ecumenico è stato fondato, 40 anni fa, il progresso è
stato immenso, proprio per ciò
che riguarda la Chiesa cattolica.
APPELLO DEL CEC
Aiutiamo le scuole
cristiane in Cisgiordania
Il Consiglio ecumenico delle
chiese (CEC) ha lanciato un appello di un milione di dollari per
assicurare la continutizione e la
sopravvivenza delle 19 scuole gestite dalle chiese cristiane in
Cisgiordania, nei territori occupati da Israele.
Le scuole, che si trovano oggi
in una gravissima situazione economica, hanno un totale di
5.400 allievi (musulmani e cristiani), 309 insegnanti e 132 impiegati. Sette scuole sono patrocinate
dai luterani, cinque dagli ortodossi, cinque dagli anglicani e
due dai quaccheri. Secondo il documento che accompagna l’appello, le scuole cristiane minacciate di chiusura sono essenziali
per resistenza e la sopravvivenza della comunità cristiana. I cristiani in Cisgiordania rappresentano il 7% su una popolazione
di 900.000 abitanti. Le scuole sono le sole che offrono, oltre all’insegnamento religioso cristiano, un ambiente democratico e
sano, dove i cristiani delle diverse denominazioni possono ritrovarsi tra loro per lavorare insieme, e anche incontrarsi con i musulmani.
Mobilitazione per
il disinvestimento
bancario
Credo, tuttavia, che molte speranze che abbiamo avuto nei suoi
confronti non si sono poi realizzate. Vorrei però richiamare l’attenzione sul fatto che la Chiesa
cattolica collabora con noi nella
Commissione « Fede e costituzione » e che partecipa con suoi delegati ufficiali alla preparazione
della convocazione mondiale su
« Giustizia, pace e integrità del
creato ». Abbiamo anche una collaboratrice cattolica nella Commissione per la missione e l’evangelizzazione. Inoltre, esiste un
gruppo di lavoro fra noi e la
Chiesa cattolica nel quale ci siamo abituati a confrontarci insieme su molte questioni di interesse comune. Ma molte cose
restano aperte, insolute.
Per esempio?
Per esempio, sulla questione
razziale in Sud Africa vorremmo
poter prendere pubblicamente
una posizione comune. Ma questo purtroppo fino ad oggi non
è stato possibile. Vorremmo poterci esprimere insieme sui problemi più urgenti dell’umanità
oggi. Bisogna però osservare anche che il Consiglio ecumenico
delle chiese è una federazione
di chiese, mentre la Chiesa cattolica è una chiesa mondiale con
una struttura centralizzata. Abbiamo strutture molto diverse.
Oggi abbiamo tutti grandi speranze per l'incontro comune del
maggio prossimo a Basilea tra
Chiesa cattolica e chiese membro della Conferenza delle chiese europee. Si tratta di un evento europeo, ma ci sembra che
interessi anche una realtà mondiale come il Consiglio ecumenico.
Senza dubbio. E’ la prima volta dal tempo della Riforma protestante che i rappresentanti delle chiese evangeliche, delle chiese ortodosse e della Chiesa cattolica romana si incontrano con
un mandato esplicito delle chiese rispettive. Sarà una testimonianza comune sulle questioni
della pace, della giustizia e dell’integrità del creato. Quali che
ne potranno essere le successive
risonanze, rincontro di per sé è
già un avvenimento che non esito a definire di portata storica.
E sono persuaso che si giungerà
anche ad un messaggio comune
delle chiese cristiane d’Europa.
Si è svolta a Roma il 16 dicembre la « Giornata nazionale sul
disinvestimento », un’iniziativa
contro le banche che finanziano
— direttamente o indirettamente — l’apartheid in Sud Africa.
La Giornata è stata indetta dal
« gruppo sul disinvestimento »
del Coordinamento nazionale per
la lotta contro l’apartheid in
Sud Africa, al quale aderisce
anche la FCEI.
La protesta si è rivolta contro
gli istituti bancari italiani che
risultano più coinvolti in rapporti finanziari con il Sud Africa,
secondo quanto segnalato da
Èva Militz nella sua ricerca curata per il Consiglio ecumenico
delle chiese (CEC). Tra le banche più coinvolte figurano la
Banca nazionale del lavoro, la
Banca commerciale italiana, il
Credito italiano, il Banco di Roma, l’Istituto San Paolo di Torino. I sindacati unitari dei bancari hanno dato la loro adesione
alla Giornata e, tra le altre iniziative, hanno promosso tra i
lavoratori una raccolta di lettere di protesta indirizzate alla direzione delle banche.
La data del 16 dicembre è sta
ta scelta per ricordare l’eccidio
degli zulù nel 1838, ohe i boeri
sudafricani celebrano ogni anno come « Giornata votiva ». Un
altro motivo è il quarantesimo
anniversario della Dichiarazione
universale dei diritti dell’uomo,
che ricorre pochi giorni prima
(il 10 dicembre).
Un comimicato del Coordinamento rileva, tra l’altro^ che le
campagne di pressione promosse
negli ultimi anni dai comitati
anti-apartheid hanno portato a
forti disinvestimenti da parte
di molte aziende e banche di vari paesi del mondo. Ma, mentre
in generale l’importazione dei
prodotti sudafricani in occidente ha avuto un netto rallentamento, in Italia è aumentata del
10%. « La maggior parte di queste importazioni — si legge nel
comimicato — sono rese possibili da crediti anticipati dalle
banche italiane». Il Coordinamento indica poi, tra gli altri
risultati delle costanti pressioni e sanzioni contro l’apartheid,
l’annullamento della condanna a
morte contro i sei di Sharpeville
e l’avvio delle trattative per
l’Angola e la Namibia.
ALLEANZA RIFORMATA MONDIALE
Verso Seoul
L’Alleanza Riformata Mondiale
è ima diramazione del Consiglio
Ecumenico delle Chiese ed esprime lo spirito che accomuna le
comunità evangeliche riformate
(è il nome che indica la derivazione storica dalla Riforma del
XVI secolo) e presbiteriane (che
indica il sistema di organizzazione sinodale). Questa volta l’Assemblea si riunirà a Seoul, nella
Corea del Sud, il 15 agosto 1989 e
si lascerà interrogare dalla domanda del Cristo; Chi dite voi
che io sia?
Chi dice « alleanza » dice « missione », perché le numerose chiese riformate varcano da tempo i
confini europei (dove sono rappresentate in Svizzera, Francia,
Ungheria, Belgio, Scozia, Austria,
Cecoslovacchia, Romania, Grecia,
Olanda ecc.) e si estendono all’Africa (Algeria, Camerún, Kenia, Guinea Equatoriale, Senegai,
Marocco, Mozambico, Africa Australe, Sud Africa ecc.), all’Oceania (Australia, Nuova Zelanda,
Samoa, Nuove Ebridi ecc.), all’Asia (Giappone, Indonesia, Ceylon. Siria, Libano ecc.), aH’America Latina (Brasile, Venezuela, Argentina, Uruguay, Cile ecc.), al
Nord America (Canada, Stati Uniti).
Compito della chiesa: 1) lasciarsi ripetere dall’Evangelo la
essenzialità del messaggio cristiano dinanzi ai vari umanismi e di
fronte alla rinascita delle religioni (in modo speciale Islam e Buddismo): 2) rinnovare la comunione presente, nella loro storia e
nella loro disseminazione, con il
mondo protestante (battisti, metodisti, luterani, anglicani) e con
le chiese greco-ortodosse, vivere
ecumenicamente con la chiesa
cattolico-romana; 3) testimoniare
la propria fede davanti ai popoli
ed alle nazioni.
Vivere in un mondo dove la voce della Chiesa di Cristo può e
deve essere ascoltata in libertà e
franchezza! Le chiese, nate dalla
missione, sono assurte ad una responsabilità diretta, sostituendo
al rapporto di dipendenza una
convivenza indipendente. La
CEVAA ne è una espressione.
L’Azione apostolica comune raggruppa a Torino, Roma, Napoli,
comunità di lingua inglese e francese in gran parte extraeuropee,
unite alle comunità metodiste,
battiste, valdesi.
Pensare a Seoul anche in preghiera d’intercessione: a questo
siamo chiamati, sapendo che il
« piccolo » mondo di oggi è costellato di molte comunità che
cercano di spandere la luce del
Signore.
C.G.
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4
4 vita delle chiese
13 gennaio 1989
FGEI - VALLI
TORRE PELLICE
Siamo tutti
debitori
Il convegno che la FGEI-Valli
ha organizzato per i giorni 6-7
gennaio, presso la foresteria valdese della Rocciaglia in Val d'Angrogna, ha dato buoni risultati in
quanto a partecipazione ed interesse; il tema presentato è stato:
« Nord-Sud: la questione del
debito estero dei paesi sottosviluppati ».
La partecipazione all’incontro è
stata discreta: erano presenti anche alcuni giovani di altri gruppi
FGEI del Piemonte e della Lombardia, tra cui il relatore Giorgio
Guelmimi.
Le due giornate trascorse insieme hanno dato l’opportunità di
avvicinarsi maggiormente al problema a tutti coloro che, incuriositi ma ancora poco informati, si
accostavano per la prima volta alla questione; coloro invece che
erano già stati sensibilizzati, hanno potuto confrontare la propria
opinione con quella di altri giovani.
E’ stato quindi un convegno di
tipo formativo che ha lasciato
tutti i partecipanti soddisfatti per
il modo in cui si è svolto.
Ma perché proprio un convegno
dedicato all’analisi del problema
del debito estero dei paesi più
poveri?
Fondamentalmente perché, come giovani credenti, non è concepibile rimanere indifferenti di
fronte ad una simile situazione:
è uno stato di cose che negli ultimi anni a questa parte si è aggravato a causa del sistema economico di tipo capitalistico proprio della società in cui siamo
pienamente inseriti.
Il debito estero dei paesi sottosviluppati non è solamente un
problema puramente economicofinanziario, bensì implica gravi
conseguenze a livello sociale nei
paesi debitori: esso è responsabile della continua crescita di povertà (espressa in termini di sottoalimentazione, mortalità infantile, assenza di occupazione e di
servizi) in vari paesi deH’America
latina, dell’Africa e dell’Asia.
Alla preoccupante situazione di
miseria, si aggiunge per alcuni
paesi la repressione esercitata da
governi autoritari e dittatoriali,
che spesso contribuiscono ad aggravarne la situazione socio-economica.
Questi paesi, che eufemisticamente vengono definiti « in via di
sviluppo», ma che in realtà ri
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Sono aperte le prenotazioni per soggiorni presso
« Casa » che sarà aperta dal mese di febbraio.
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Rivolgersi alla Direzione: Albina e Nicolino Canu
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L'Evangelo in Sicilia
Le comunità di Trapani e Marsala, tra notizie e vivaci impressioni
mungono decisamente sottosviluppati, si trovano a subire le decisioni e le costrizioni imposte
congiuntamente da governi autoritari e da varie multinazionali:
non avendo voce in capitolo, sono poi travolti dai meccanismi
della politica economica dei paesi più ricchi. Ma a quanto ammonta e come e quando si è originato questo debito?
Si è nell’ambito di cifre astronomiche: la Banca Mondiale stima il debito estero del terzo mondo su una cifra dell’ordine di
1250 miliardi di dollari (...e questi non sono certo nocciolinel ).
I paesi maggiormente debitori
(i cosiddetti « grandi debitori »)
sono il Brasile, il Venezuela e il
Messico; seguono in misura minore altri paesi deH’America latina, alcuni paesi africani e le Filipnine.
Le radici della crisi dell’indebitamento risalgono al periodo della crisi petrolifera del 1972 e al
seguente continuo aumento del
cambio del dollaro: in quel periodo i paesi attualmente debitori
si trovarono a dover contrarre
ingenti debiti con le banche occidentali; negli anni ’79-’80 i tassi
di interesse praticati da queste
banche aumentarono vertiginosamente, passando dal 6% al 17%.
Divenne quindi impossibile per
queste nazioni riuscire a saldare
un simile debito con una tale
moltiplicazione dei tassi d’interesse.
Per estinguere questo debito i
paesi debitori stanno attualmente praticando una politica di contenimento delle spese (non certo
quelle militari però...): questo
porta a continui ed inesorabili
tagli sugli stipendi e sulla spesa
pubblica, cosa che aumenta ancora di più il disagio delle popolazioni ed in particolar modo delle classi meno abbienti (tagli sulla sanità, istruzione, ecc.).
Si è attualmente in una situazione di stallo, nella quale i paesi
del terzo mondo continuano a
non poter far fronte ai pagamenti
e le banche non si rassegnano ovviamente alla perdita di quel capitale e di quegli interessi. Ciò
che è in gioco è ben altro che
il mero denaro dei creditori internazionali; è resistenza di intere popolazioni che non possono
tollerare più a lungo tale situazione di miseria e di dipendenza.
Monica Codino
L’invito deirUnione femminile
e del Circuito Val Pellice a convenire nel primo pomeriggio di
domenica 8 gennaio nella Casa
unionista, per ascoltare una testimonianza snW'Evangelo in Sicilia con l’intervento di Laura
Leone, pastore della chiesa di
Marsala-Trapani, è stato accolto da un numeroso pubblico proveniente non solo da Torre Pellice. E si può dire che questo
pubblico ha vissuto tre ore veramente intense e interessanti.
Dopo un’introduzione di Franco Taglierò a nome del Consiglio
di Circuito, il pastore Giuseppe
Platone ha rammentato la sua
recente visita alla zona affidata
a Laura Leone — fra l’altro anche a Mazara del Vallo — e le
sue .personali impressioni.
Quindi Laura Leone ha parlato
dell’ambiente fisico, storico e umano di quell’estremo lembo occidentale della Sicilia, della condizione di quelle comunità vaidesi e dell’esperienza da lei vissuta con esse nell’anno e mezzo
di lavoro che vi ha finora compiuto. Ne ha parlato senza schemi prefissati ma secondo lo spontaneo richiamarsi di notizie ed
impressioni, e questo suo discorso è risultato straordinariamente avvincente. Anzitutto è stata
evocata una condizione socioeconomica di cui i giornali e i libri
non mancano di dare notizie: gli
estremi dislivelli fra miseria e
ricchezza, l’assenza dello Stato, la
mancanza di lavoro e prospettive per i giovani, gli aspetti assurdi di un fenomeno come l’immigrazione di migliaia di giovani tunisini, senza che peraltro
sia possibile in base a notizie indirette capire bene come stanno
le cose. Laura confessa infatti di
essersi diligentemente preparata
mentre era al Nord a questo suo
compito, ma inutilmente: quando è giunta sul posto ha dovuto
far tabula rasa di ogni idea preconcetta e aprirsi a una diversa
e antica cultura, formatasi su
antiche stratificazioni e percorsa
da forti contraddizioni. Fra queste, la preziosa rarità dell’acqua
(che pure abbonda in Sicilia), le
condizioni disastrate della sanità e della pubblica istruzione,
l’impotenza dei vincoli paesistici
nei confronti della speculazione
edilizia, tutti fenomeni che
attestano lo strapotere dei pochi sul destino dei molti.
E’ commovente la tenacia e
la fede delle piccole ma pur non
trascurabili comunità di Marsala e di Trapani, in un contesto
durissimo in cui la Chiesa cattolica è pur tuttavia di stampo controriformista, e la scelta protestante (aggettivo più comprensibile che non valdese grazie al
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Un testimone
VILLAR PEROSA — Piccoli e
grandi si sono ritrovati il 26 dicembre per la festa di Natale; il
gruppo dei piccoli ha presentato
alcune scene ispirate alla sequenm su Abramo studiata alla scuola domenicale, mentre i medi
hanno recitato la storia di un ragazzo che diventa testimone della nascita del Salvatore. L’influenza ha impedito a un gruppo
di rappresentare la storia di Giuseppe; sarà per un altr’aimo.
L’ultima recita era tratta dal
racconto di un fatto attuale, pubblicato sulla rivista « La scuola
domenicale»: la vicenda della
famiglia All,, ospite della chiesa
di Forano. Questo fatto ha permesse di dare una breve informazione sul problema dei migranti e sul lavoro del Servizio
migranti della Federazione evangelica.
• Ci rallegriamo con Daniele e
Patrizia Serre per la nascita della secondogenita Elisa.
• Recentemente la nostra co
munità ha perduto due membri
che harmo lungamente sofferto
Olga Maurin ved. Lantelme (Pia
no Maurino) e Silvio Rostan (Pinasca, ma originario di Prali).
Siamo vicini alle loro famiglie.
Nei quartieri
ANGROGNA — Sabato 14, alle 20, il Concistoro s’incontra
con la Commissione stabili al
presbiterio. Continuano le riunioni quartierali sull’argomento
delle finanze nella chiesa; lunedì 16 al Capoluogo, martedì
17 al Martel, mercoledì 18 al
Prassuit-Verné e giovedì 19 agli
Odin-Bertot.
Unione femminile
SAN SECONDO — L’incontro dell’unione femminile è stato
rinviato a domenica 15 gennaio,
sempre alle ore 15.
• Dal 18 gennaio ogni mercoledì alle ore 20.30, al centro, avrà
luogo lo studio biblico.
precedente storico di una comunità anglicana a Marsala) comporta sacrifìci talvolta durissimi,
specialmente in casi come i matrimoni misti o la scelta di « non
avvalersi » dell’insegnamento religioso a scuola (e ne abbiamo
ascoltato un’esemplificazione che
ci ha impressionati). Ma non
manca certo il coraggio a questi fratelli; la comunità valdese
ha preso una pubblica e chiara
posizione sulla questione della
droga. Fiorite numerose nel ’46’47 specialmente per opera del
pastore Mathieu, quelle nostre
comunità, per anni senza pastore, hanno sofferto fenomeni di
dispersione. E ora? Dice Laura
Leone: « Non ho nessuna ricetta
per risolvere nessun problema
(tra i problemi di mentalità
ci sono quelli, radicati, del maschilismo e dello spirito di
clan...): si tratta di condividere
la situazione e di crescere insieme ».
Tanti episodi ci ha narrato il
pastore di Marsala-Trapani, che
vorremmo riferire se lo spazio
lo consentisse. C’è stato poi uno
scambio di domande e risposte
e una bella illustrazione con diapositive. Per aiutare nelle loro
difficoltà le scuole domenicali di
quelle comunità s’è improvvisata una colletta che ha raccolto
oltre 500.000 lire: concreta attestazione dell'interesse con cui è
stata ascoltata questa bella testimonianza.
Augusto Comba
• L’Evangelo della resurrezione è stato annunciato nel nostro
tempio in occasione dei fimerali
dei fratelli Alfredo Romano e
Giorgio Durand-Canton.
• Le prossime riunioni quartierali, sul tema del « Glorioso Rimpatrio», avranno luogo: il 19 ed
il 24 gennaio ai Brusiti e a Miradolo; il 2 febbraio alle Combe
ed il 9 alla Grotta.
Rallegramenti
RORA’ — Ci rallegriamo vivamente con Serena e Massimo Lasagno per la nascita del piccolo
Cristian.
Assemblea di chiesa
TORRE PELLICE — Domenica
15 gennaio, alle ore 15 presso
la casa unionista, avrà luogo
un’assemblea di chiesa per esaminare la proposta sinodale di
una nuova impostazione in materia di finanze nella chiesa.
• In occasione del culto di
domenica 15 gennaio (domenica
della CEVAA), i giovani del gruppo dei Coppieri raccoglieranno
francobolli usati a favore dell’attività della CEVAA.
Relazione
finanziaria
FRALI — Il concistoro, riunitosi lo scorso 6 gennaio, ha preparato la relEizione finanziaria relativa all’anno 1988. Essa verrà
presentata alla comunità durante l’assembiea di chiesa che si
svolgerà domenica 29 gennaio;
inoltre, in questa occasione, si
discuterà anche del preventivo
per il 1989.
• Le riunioni quartieraii del
mese di gennaio avranno per tema : « Giustizia, pace, integrità
del creato » e si svolgeranno secondo il seguente calendario: 12
gennaio, Pomieri-Giordano ; 17
Villa; 18, Cagno; 19, Indiritti; 24,
Ghigo.
Domenica 15 gennaio
n INCONTRI COPPIE
INTERCONFESSIONALI
PINEROLO — A partire dalle ore
15, presso i locali della chiesa valdese in via dei Mille 1, si discute sul
tema « Per una pastorale comune delle chiese nei confronti delle coppie
miste e interconfessionali »; scambio di informazioni e di esperienze.
_______18-19-20 gennaio______
□ SETTIMANA
DI PREGHIERA
PER L’UNITA’
DEI CRISTIANI
PEROSA ARGENTINA, 18 — chiesa dell'Oratorio parrocchiale in via
Roma 26, alle ore 20.30, incontro sul
tema: • Battesimo: e poi...? ».
TORRE PELLICE, 19 — ore 20.45,
presso la foresteria valdese, incontro
sul tema; • Il battesimo nella prospettiva protestante e nella prospettiva
cattolica. Le attese delle coppie miste ».
Introducono il past. Platone, don Polastro, I coniugi Saiusso (coppia mista di Torino).
PINEROLO, 20 — Sala della chiesa
valdese di via dei Mille, alle ore 20.45,
incontro sul tema: » Come le nostre
comunità preparano e vivono il battesimo. Esperienze pastorali a confronto - problemi aperti ».
Venerdì 20 gennaio ~
□ INCONTRO
RAPPRESENTANTI
UNIONI FEMMINILI
VILLAR PEROSA — Alle ore 14.30,
presso II Convitto valdese, ha luogo
l’incontro delle rappresentanti delle
unioni femminili delle valli, di Torino
e dell’Esercito della Salvezza per organizzare la Giornata mondiale di preghiera delle dorate. Dopo la proiezione di alcune diapositive sarà presentato il tema: • Signore, insegnaci a
pregare ».
5
13 gennaio 1989
vita delle chiese
FIRENZE: IL PROBLEMA DEGLI IMMIGRATI
CORRISPONDENZE
Un gruppo di senegalesi ospiti della chiesa valdese di Catania; la
solidarietà con gli immigrati coinvolge sempre di più le nostre comunità.
Come si vede, ie proposte sono moito serie e impegnative. I
Consigii e le Assemblee delle
chiese le prenderanno in esame
e decideranno la misura del loro reale impegno, entro la metà
di gennaio, perché si vuole far
presto.
Dalla discussione sono emerse
alcune esigenze che riassumiamo;
1) Anzitutto non si vede perché il «gruppo di lavoro» dovrebbe essere composto « dal gruppo FGEI e dai vari membri di
chiesa ». Il gruppo dovrebbe es
sere unitario, senza diarchie interne.
2) Il «gruppo di lavoro» dovrebbe interessarsi anche della
« scuola di alfabetizzazione ».
Per essa le chiese hanno contribuito fìnanziariamente, ma poi
se ne sono disinteressate. Sarebbe opportuno che anche quella
attività fosse seguita e se ne
verificasse la validità.
Le prospettive potrebbero essere buone, se c’è sincerità e
serietà d’intenti. Consigli e Assemblee sapranno decidere con
saggezza. Ce lo auguriamo.
A. S.
Il ruolo delle chiese
Informazione alle comunità, contatti con altri organismi, azioni di
solidarietà concreta fra le proposte espresse dal locale gruppo FGEI
Lunedi 12 dicembre, nei locali
della Chiesa metodista di via dei
Benci, si è svolto rincontro di
rappresentanti dei Consigli di
chiesa battista, metodista e valdese, promosso dal Gruppo
FGEI di Firenze per esaminare
il problema degli immigrati in
Firenze. I giovani non si sono
limitati ad illustrare il problema, ma hanno presentato delle
proposte concrete che riproduciamo per dare modo alle Comunità di prenderle in considerazione.
Linee operative
— costituzione di un gruppo
di lavoro delle Comunità sui temi del razzismo e dell’immigrazione. Tale gruppo dovrebbe essere composto dal gruppo FGEI
e dai vari membri di chiesa
interessati. Compito di questo
gruppo è programmare una serie di iniziative che dovrebbero
orientarsi principalmente su tre
linee specifiche di lavoro:
— verso le nostre Comunità, inserendo nelle attività dei gruppi,
che già esistono al loro interno,
uno studio approfondito della situazione degli immigrati stranieri; prendendo contatti con
eventuali lavoratori immigrati
evangelici; lavorando con il CEC
per organizzare incontri su questa tematica;
— direzione politica, dunque
verso resterno. Ciò significa
prendere contatti con quei gruppi e quelle organizzazioni che
già operano sul problema (Mani
tese. Centro collegamento. Lega per i diritti dei popoli,
FGCI, DP, FILCAMS CGIL, e i
vari gruppi cattolici). Questo
per sapere cosa viene già fatto
a livello cittadino e in quale
campo potrebbe essere utile il
nostro contributo. Particolarmente importante potrebbe risultare il nostro impegno nell’ambito della formazione di una,
speriamo non utopica, società
multiculturale. Quindi organizzazione di confronti, di dibattiti e anche di feste; partecipazione attiva alle varie iniziative
che vengono fatte e anche presenza sulla stampa cittadina con
chiare prese di posizione. In questa linea rientrano anche i contatti con le istituzioni;
— direzione di solidarietà concreta. L’attuazione di questo terzo punto è una logica conseguenza degli altri due. A Firenze già
esiste una scuola di alfabetizzazione per donne eritree, che potrebbe essere potenziata ad esempio rivolgendosi a più etnie.
Potrebbe però anche essere fatto qualcosa di diverso, di più
stretta accoglienza senza però cadere nell’assistenzialismo, nella
sostituzione delle istituzioni o
facendo doppioni di cose che
già esistono. I contatti più importanti andrebbero presi con
il sindacato. Occorre lavorare
perché gli immigrati stranieri
sappiano quali sono i loro diritti.
E’ superfluo dire che per mettere in pratica questo tipo di
lavoro le Chiese devono fornire
un appoggio finanziario e logistico, nonché di persone.
L’appoggio finanziario dovrebbe essere superiore a quello dato alla scuola e molto più continuativo.
Inoltre dovrebbe essere messo a disposizione un luogo fisico dove poter operare come
gruppo.
Si chiede pertanto ai Consigli
di chiesa di individuare i membri delle Comunità interessati
a questo lavoro.
Il Consiglio FCEI
al lavoro
Si è riunito il 3 e 4 dicembre
il nuovo Consiglio della Federazione delle chiese evangeliche
in Italia (FCEI), eletto dalla
Vili Assemblea della Federazione che si è tenuta a Firenze dal
29 ottobre al 1“ novembre.
Il Consiglio ha proceduto alla nomina dei membri della
Giunta esecutiva, con le seguenti cariche: Giorgio Bouchard,
presidente; Fulvio Rocco e Paolo Spanu, vicepresidenti; Marco
Jourdan, cassiere; Miriam Vinti,
segretario. Ha anche nominato i
segretari dei Servizi della FCEI;
Servizio Istruzione Educazione,
’Thomas Soggin; Servizio Migranti, Bruno Tron; Servizio dì Azione Sociale, Antonio Mucciardi;
Servizio Stampa Radio Televisione, Fulvio Rocco.
In ottemperanza al mandato
dell’Assemblea di Firenze, il Consiglio ha avviato la preparazione
di un convegno di studio, da reaiizzare possibilmente entro il giugno 1990, sull’idea federativa nelle sue ragioni bibliche, storiche
ed ecumeniche, in vista di ima
più piena unità per TEvangelo
delle chiese evangeliche nel nostro paese. Ha inoltre deciso di
dare la massima priorità al sostegno al quindicinale ecumenico « Com-Nuovi Tempi », proponendo che il previsto convegno sul futuro del periodico abbia luogo dal 3 al 5 marzo ’89
e che sia favorita al massimo la
partecipazione degli evangelici.
Il Consiglio ha istituito un
gruppo di lavoro sul Decennio
ecumenico di solidarietà delle
chiese con le donne, ritenendo
CHIESE EVANGELICHE
Un XVII febbraio di protesta
Si è riunita a Roma il 15 dicembre la Commissione delle
chiese evangeliche per i rapporti
con lo Stato, che si è occupata
in particolare del problema dell’insegnamento religioso cattolico e delle attività alternative nelle scuole pubbliche.
La Commissione, che ha preso in esame ii documento votato
dall’VIII Assemblea della Federazione delie chiese evangeliche,
ha deciso di inviare una propria
lettera ai capigruppo parlamentari della Camera e del Senato,
per far loro conoscere le proprie
posizioni in materia.
La Commissione ha anche deciso di indire per sabato 18 febbraio 1989 una manifestazione
pubblica, alla quale parteciperanno tutte le chiese evangeliche, sul
tema della libertà e dell’ora di
religione. La manifestazione avrà
luogo nel tempio valdese di piazza Cavour, a Roma. Predicherà
il pastore Francesco Toppi, presidente delle Assemblee di Dio
(pentecostali), e terrà una relazione il past. Giorgio Bouchard,
presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia.
Della Commissione delle chiese evangeliche per i rapporti con lo Stato fanno parte:
la Federazione delle chiese evangeliche in Italia, le Chiese evangeliche valdesi e metodiste,
l’Unione cristiana evangelica battista d’Italia, la Chiesa evangelica luterana in Italia, l’Esercito
della Salvezza, le Chiese cristiane libere, la Chiesa apostolica
italiana, le Assemblee di Dio in
Italia, l’Unione delle chiese cristiane avventiate del 7“ giorno, le
Chiese cristiane dei Fratelli, la
Chiesa evangelica intemazionale,
la Chiesa apostolica, gli Studenti
italiani per Cristo, la Chiesa del
Nazareno, la Chiesa evangelica
cristiana, per un totale di circa
duecentomila membri.
li pastore Bouchard ha scritto
la seguente lettera a tutte le chiese evangeliche di Roma, invitandole a partecipare:
Care sorelle e cari fratelli,
vengo a chiedere la vostra partecipazione a una iniziativa assai
importante che è stata assunta
dalla Commissione per i rapporti
con lo Stato che, come sapete, raccoglie praticamente tutte le Chie
se evangeliche che operano in
Italia.
Posta di fronte a una recrudescenza dello spirito confessionale
e costantiniano per quanto riguarda rinsegnamento della religione nelle scuole, la Commissione ha unanimemente deciso di indire una
manifestazione evangelica
sabato 18 febbraio
alle ore 16 precise
A ROMA
nel tempio valdese
di Piazza Cavour
Questa manifestazione vuole
avere un carattere di protesta ma
anche di testimonianza; vi sarà
perciò una predicazione tenuta
dal pastore Francesco Toppi, presidente delle Assemblee di Dio in
Italia, e una relazione sul problema, che verrà preparata dalla
Commissione e presentata dal
sottoscritto. Vi saranno inoltre
momenti di canto, di lettura biblica e di preghiera.
Vi sarò molto grato se potete
mobilitare le vostre comunità per
questa occasione che ci pare sia
della massima importanza.
Giorgio Bouchard
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TORRE PELLICE
che questa iniziativa abbia un
carattere qualificante per tutto
il triennio di lavoro del Cons.iglio. Si è anche deciso di prendere contatti con la Tavola valdese e con la Commissione delle chiese evangeliche per i rapporti con lo Stato, per dare la
massima risonanza possibile all’atto votato dall’Assemblea di
Firenze sull’ora di religione.
Culto natalizio
CISTERNINO — Il gruppo
metodista ha avuto il suo culto
di Natale la sera del 24 dicembre con la partecipazione del
sovrintendente del Circuito, Giovanni Magnifico, e del past. Eugenio Stretti. Il past. Giorgio
Resini ha tenuto la predicazione.
Alla fine del culto, musica jazz
con la Memory Benni Goodman
jazz band, nei cui locali è ospitato il gruppo.
Concerto di Natale
BOLOGNA — La chiesa metodista ha ricordato il Natale oltre
che con un culto, con un concerto
molto apprezzato di Jolando
Scarpa (all’organo) e Luisa Cottifogli (soprano) che ha visto intervallare brani musicali e letture bibliche.
TORINO — Mercoledì 18 gennaio,
alle ore 21, presso l'università salesiana di via Caboto 27, avrà luogo un
incontro dibattito su « Antisemitismo
e leggi razziali in Italia ». Intervengono Alberto Cavaglion, Guido Rubini,
Carlo Ottino, Giampaolo Romagnanl.
Presiede il pastore Alberto Taccia.
TORINO — Venerdì 27 gennaio, alle
ore 20.45, presso la sala valdese di
via Pio V 15, il pastore Alfredo Berlendis, autore del libro • La cicogna
del 2000 », Elisabetta Donini, docente
di fisica all'università di Torino, e il
teologo Luigi Lorenzetti, direttore della
« Rivista di teologia morale », parleranno sul tema: • La biogenetica:
scienza del 2000. Problemi etici e prospettive ».
BORGIO VEREZZI — La Federazione
delle chiese evangeliche liguri organizza un collettivo biblico sul tema • Vivere l'attesa del Regno secondo la
I TessalonicesI ». Primo Incontro il
21-22 gennaio presso la Casa valdese.
MOTTOLA — Sabato 14 gennaio il
past. Paolo Spanu parlerà nella chiesa
battista sul tema » Fede in Dio e
scienza: dopo l'opposizione, l'indifferenza ». Inizio alle 18.30.
PINEROLO
V. Castelfidardo, 28
Tel. 0121/76.970
6
ecumenismo
13 gennaio 1989
ROMA: TRE ANNI DI AZIONE APOSTOLICA COMUNE
Un foyer africano per l’evangelizzazione
Una significativa presenza a fianco degli immigrati francofoni - Uno studio sui rapporti tra chiese e missione I problemi concreti vissuti dai lavoratori stranieri - Il dialogo è stato avviato anche con i cattolici e i musulmani
Nell’autunno del 1985 giungeva
a Roma il pastore Bony Edzavé,
con la famiglia, inviato dalla Chiesa Evangelica del Togo, per iniziare un lavoro di presenza evangelica presso gli immigrati francofoni,
a nome delle nostre chiese valdesi
e metodiste e delle altre chiese
della CEVAA. A gennaio lo raggiungeva Lucilla Tron, diacono
della chiesa valdese, che in precedenza era stata per alcuni anni nel
Camerún, inviata dalla nostra
chiesa presso la Chiesa Evangelica
di quel paese.
Si realizzava così un progetto
pensato dalla Tavola, che voleva
così venire incontro al problema
dei migranti che ci interpellava
in modo sempre più urgente, e fatto proprio dalla CEVAA che vi
riconosceva una responsabilità di
tutte le chiese membro; da qui il
nome di azione apostolica comune
(AAC). Fin dall’inizio l’AAC ha
voluto rispondere a due esigenze
degli immigrati francofoni. Da
una parte quella cultuale: dare
uno spazio in cui questi fratelli e
queste sorelle potessero vivere la
loro fede evangelica nel culto e
nella formazione della fede; e dall’altra quella di assistenza sociale,
venire incontro a tutte quelle necessità dei migranti cui si poteva
rispondere, pur nella limitatezza
dei mezzi a disposizione.
L’AAC è stata appoggiata alla
comunità valdese di via IV Novembre sia per la disponibilità dei
locali necessari sia, soprattutto,
per ancorarla alla realtà delle nostre comunità.
Gli alloggi degli « équipiers »
venivano trovati nello stabile di
proprietà della Tavola a via Batteria Nomentana e nello stesso stabile venivano individuati i locali
per la creazione di un centro di incontro, locali che però sono rimasti occupati fìno alla scorsa estate.
L’équipe è dunque formata dal
pastore Edzavé, ben coadiuvato
dalla moglie Edith e dai figli, e da
Lucilla Tron. Équipe affiatata e
capace di collaborare bene.
Questa équipe è affiancata a Roma da un gruppo di sostegno, per
una collaborazione ed una riflessione sui problemi urgenti, che si
riunisce diverse volte all’anno.
Vi è poi un’équipe d’accompa
gnement della CEVAA che si riunisce una volta all’anno per fare
il punto della situazione e stabilire il collegamento con la CEVAA.
Quest’anno è stato infine formato un gruppo di riflessione teologica per esaminare tutte le implicazioni che la missione pone oggi
alle chiese e fornire così alla riflessione di tutte le chiese della
CEVAA degli stimoli e delle indicazioni utili per la propria missione.
Partendo praticamente da zero,
Bony Edzavé e Lucilla Tron si sono messi con coraggio al lavoro,
definendo poco alla volta il cammino da percorrere, nelle due direzioni già individuate in partenza:
quella della comunità francofona
e quella del lavoro sociale.
Il lavoro sociale si è sviluppato
in stretto collegamento con il coor
pongono i nostri interlocutori:
mancanza di alloggio, di nutrimento, di lavoro, di centri di formazione ecc. Malgrado la nuova
legge per i lavoratori immigrati, il
cerchio si sta stringendo per l’ammissione degli stranieri che sono
già in Italia da diversi anni ed a
più forte ragione per quanti continuano ad arrivare. Se sono ancora tollerati, restano però clandestini fin tanto che non hanno un
permesso di soggiorno legale per
lavoratori o studenti. Il servizio di
permanenza alla Federazione, in
collaborazione con il Servizio Migranti, continua regolarmente. Il
lavoro aumenta a causa dell’esperienza acquisita in questi anni.
I mezzi finanziari, purtroppo
molto limitati, sono fomiti da contributi delle comunità evangeliche.
Per facilitare il lavoro degli ope
Roma: la casa di via Batteria Nomentana 76, che sarà la sede del
foyer francofono dove lavora il post. Bony Edzavé, inviato dalla
CEVAA.
dinamento romano (organismo di
collegamento delle comunità romane per l’impegno fra gli immigrati) e con il Servizio Migranti
della Federazione delle Chiese
evangeliche in Italia, nei cui uffici Lucilla Tron svolge gran parte
della propria attività.
Dal rapporto stilato al termine
del terzo anno di attività stralciamo alcune notizie:
« Continuiamo nella ricerca di
soluzione ai problemi vitali che ci
ratori il coordinamento ha individuato alcuni criteri in base ai quali intervenire: 1) ascoltare con attenzione, dare tempo alle persone
di presentare i propri problemi,
verificare quale è la loro conoscenza delle possibilità offerte da
altri organismi nella città, manifestare una disponibilità ad aiutarli a trovare delle soluzioni che in
una certa misura devono essere
identificate e scelte da loro stessi,
non offrire soluzioni rapide e su
perficiali sotto forma di denaro già
al primo incontro; 2) vedere assieme agli interessati un programma
di promozione tendente ad un minimo di integrazione sociale, esortarli a partecipare a corsi gratuiti
di lingua italiana, dare le indicazioni per la ricerca di un lavoro
(il più delle volte irregolare), dare
le indicazioni per i servizi medici
indispensabili, sostenerli per la
partecipazione a programmi di
formazione professionale.
Un altro dei criteri cui si ispira
il nostro lavoro è quello di tendere a che ogni immigrato sia sostenuto e seguito da una comunità
che lo possa aiutare non solo materialmente ma soprattutto moralmente (quell’aiuto che non potrà
mai essere risolto in un ufficio).
Per dare un’idea concreta del
lavoro svolto negli uffici della Federazione diremo che in due anni
le persone che si sono rivolte per
un aiuto sono state più di 280 di
cui 65 francofone, senza contare
quanti vanno direttamente a Batteria Nomentana.
Un servizio che si è sviluppato
quest’anno è stato quello del deposito bagagli. I dormitori offerti
agli immigrati non sono sicuri per
i bagagli in cui vengono tenuti i
documenti ed i piccoli tesori che
ogni emigrante porta con sé, da
qui la necessità di conservarli nei
nostri locali di Batteria Nomentana. In collaborazione con la chiesa valdese di via IV Novembre è
stato infine organizzato un servizio di vestiario che rappresenta un
aiuto prezioso ».
Per quanto riguarda l’aspetto
cultuale, si è abbastanza presto
formata una comunità con un nucleo abbastanza stabile di circa 65
membri e la presenza saltuaria di
un certo numero di visitatori occasionali, turisti europei, membri
di delegazioni o migranti di passaggio.
Ogni domenica si tiene un culto
in francese, nella chiesa di via IV
Novembre, ad un’ora che non facilita molto la partecipazione di chi
deve venire da fuori Roma, le 9
del mattino. Una volta al mese il
culto è seguito da un’agape fraterna, momento essenziale per l’incontro e la creazione di legami comunitari.
« La comunità — riferisce an
cora il rapporto delle attività di
quest’anno — ha avuto la gioia
della confermazione di cinque giovani, che si sono impegnati
nel combattimento della fede.
Quest’anno abbiamo avuto anche
la prima presentazione di un bebé,
da parte della sua famiglia che si
è impegnata ad allevarlo nella fede, Abbiamo infine celebrato
nella gioia la benedizione del
primo matrimonio ». Molte nazionalità africane ed alcune
europee sono presenti fra i membri della comunità, di diverse denominazioni. Questo dà alla comunità francofona un carattere
tutto particolare in cui l’essenziale
della fede cristiana, l’amore di Gesù, è veramente il cemento che
unisce al di là dei condizionamenti umani. La comunità è così anche aperta ai cattolici e un dialogo si è iniziato con dei musulmani.
Al suo terzo anno di vita la comunità francofona si è perciò interrogata sulla sua identità ed è
stato messo in cantiere uno statuto che deve ora essere discusso
con le parti interessate: chiesa di
via IV Novembre, Tavola e
CEVAA.
Dallo sviluppo di questa riflessione si vedrà quale posto dare
a questa bella realtà della chiesa
universale vissuta non solo a parole ma nei fatti, piccola parabola di
unità e di speranza in un mondo
di divisioni e di fratture, sfida ai
nostri condizionamenti culturali e
razziali.
La comunità francofona cerca il
contatto con le altre comunità
evangeliche ed alcune visite han
no già avuto luogo con grande
gioia di tutti.
La disponibilità della sala di via
Batteria Nomentana, quando sarà
ristrutturata, renderà un prezioso
servizio come centro di incontro.
Ci si augura che questo possa avvenire al più presto anche se ci sono notevoli difficoltà finanziarie
da superare.
La riconoscenza di tutta la chiesa va a chi porta avanti, in prima
linea, questo lavoro di testimonianza e di servizio verso l’inquieto mondo dei migranti.
Renato Coisson
(segue da pag. 1)
do nuovo sul rapporto con il
Terzo Mondo, la chiesa valdese
aderisca con vasto consenso al
progetto missionario della Comunità Evangelica di Azione Apostolica (CEVAA), sorto soprattutto tra le chiese evangeliché africane di lingua francese.
Qual è stata, diciotto anni fa,
l’idea guida? « Offrire a credenti
che vivono in situazioni lontane
e diverse — dice il pastore Renato CoTsson, membro del Comitato italiano per la CEVAA —
una possibilità concreta di incontro e di scambio. Il fatto
che chiese africane, chiese latino-americane, chiese europee —
per citarne solo alcune — possano con regolarità scambiarsi
esperienze e prospettive di lavoro e di impegno permette una
crescita da entrambe le parti.
Un esempio di questa crescita
nella comune vocazione è stato
la recente indagine sull’evangelizzazione. Ogni chiesa membro della CEVAA è stata visitata da una
delegazione a cui ha esposto co
Crescere insieme
me vive il proprio impegno missionario. Ne è venuto fuori un
ricco insieme di dati che andranno elaborati e che speriamo si
traducano in un nuovo stimolo
per tutte le chiese ».
Una cifra sinora
troppo modesta
Dal resoconto economico che il
Comitato italiano per la CEVAA
invia annualmente alle comunità, risulta che per il 1988 le nostre chiese hanno raccolto una
cifra modesta: ventun milioni. Il
che stupisce o comunque stride
fortemente con l’interesse evidente e diffuso che le nostre chiese rivelano in genere per i problemi de] Terzo Mondo (si pensi
all’impegno per il Sud Africa o
quello nei confronti degli immigrati). Dico cifra modesta perché solo il nuovo progetto del
1’« azione apostolica comune » a
Roma (di cui riferiamo qui sopra), che concerne una comunità
africana francofona di circa 60
membri e che si appoggia (non
senza problemi) alla chiesa valdese di Via IV Novembre, costa
annualmente, tre volte tanto rispetto a quello che siamo riusciti a raccogliere nel 1988. La
CEVAA sta attraversando (e non
solo nella sua espressione italiana) una crisi economica che la
costringe a rivedere molti suoi
impegni e rinviare alcuni progetti d’intervento nel Terzo Mondo.
semplice né facile far propria la
parola d’ordine della CEVAA:
« partage », condivisione.
Si tratta, in sostanza, di condividere tra chiese lontane non
Solo delle idee o delle belle dichiarazioni di principio ma anche delle persone (è preoccupante il fatto che a tutt’oggi le nostre chiese abbiano espresso una
sola « inviata » nel Terzo Mondo, Laura Nisbet, che attualmente opera con grande dedizione
nel Lesotho) e dei mezzi finanziari. Su quest’utimo punto occorre dire che spesso nelle ricehe chiese oceidentali esiste una
reale diffidenza nei confronti di
progetti lontani. O meglio, non
direttamente né facilmente controllabili.
cora Renato Coisson — non c’è
fiducia nell’altro. Vogliamo che
gli altri crescano a nostra immagine e non lasciamo loro lo
spazio di fare i propri errori.
Vogliamo che ripetano i nostri errori e per questo vogliamo controllare sino in fondo. E là dove
non possiamo controllare l’aiuto viene meno. Così spesso si
fanno progetti a tavolino in Europa che non rispondono alle
reali esigenz.e locali ».
Alla radice di questa crisi, collegata sia ad una minore disponibilità, segnatamente delle chiese svizzere, sia alla effettiva profonda povertà di mezzi e risorse delle chiese del Terzo Mondo, c’è una difficoltà oggettiva
collegata alla « filosofia » stessa
della CEVAA. Non è infatti né
Superare il
paternalismo
Il paternalismo di vecchia marca missionaria continua a sopravvivere. « Nel rapporto con
le chiese del Terzo Mondo sovente da parte nostra — dice an
L’esperienza del dottor Schweitzer nel 1913, a Lambaréné, di
realizzare insieme a gente di altra cultura una nuova comunità di azione sociale e di fede,
rimane un’indicazione attuale.
La forza di quell’esempio isolato continua a sfidare la nostra
mentalità di uomini e donne credenti ben installati nel nostro
benessere. E forse è proprio questa ricchezza materiale che ci
impedisce di conoscerne un’altra: quella spirituale che deriva
dal saper condividere ciò che
abbiamo con chi non ha.
y
Giuseppe Platone
7
13 gennaio 1989
fede e cultura
L’ETICA OGGI - Il
L’etica sessuale del protestantesimo
Un appello alla responsabilità dei credenti - Dalle tecniche è impossibile aspettarsi una morale - La difficile ricerca dei termini appropriati per affrontare la questione - Tentazione e promessa, duplice volto delle azioni umane
In questi giorni le famiglie e i singoli stanno ricevendo
una lettera del Ministro della sanità, Carlo Donat Cattin, che
accompagna un opuscolo illustrativo del problema AIDS. La
lettera contiene anche proposte etiche in ordine alla sessualità.
Ma qual’è l’etica sessuale dei protestanti? Lo spiega in questo
articolo il prof. André Dumas.
In questi ultimi anni il
protestantesimo ha preso delle posizioni molto diverse da
quelle del cattolicesimo su
una serie di questioni riguardanti la sessualità. Esso ha
sostenuto la contraccezione,
affinché i bambini siano effettivamente desiderati e
non, come accade in certi casi, subiti. Ha sostenuto la
legge sull’interruzione volontaria della gravidanza per
mettere fine al flagello sociale dell’aborto clandestino,
quando la disperazione supera la speranza. E sono personalmente convinto che esso sostiene oggi la campagna pubblica per i preservativi, trattandosi di lottare
contro la diffusione dell’Aids,
questa malattia che riesuma
antiche paure, dalle quali la
nostra società « medicalizzata si credeva, a torto, liberata.
Due ragioni rendono necessaria una chiarificazione:
in primo luogo occorre spiegare perché le opzioni protestanti non sono assolutamente un « lasciar fare » di
tipo lassista, ma piuttosto
un appello alla responsabilità, a ciò che chiamerei volentieri i « riguardi » verso
l’altro, al cuore dell’amore.
Inoltre si tratta di sperare
che i rnass media e i giornali cessino di parlare genericamenfe della Chiesa, intendendo parlare del solo cattolicesimo romano. Le nazioni
latine si sono qui abituate
a un monopolio linguistico
che non ha corso altrove e
che è falso.
Tecniche e
minacce naturali
Le tecniche si contrappongono alle minacce della natura. Per esempio, esse si oppongono contro l’eccesso di
fecondità naturale, quando
questa minaccia la salute o
la felicità di una coppia, oppure la demografia e l'economia di un popolo. Ma esse
si oppongono anche alla sterilità, quando quest’ultima
può essere vinta aggirandola con la tecnica. Oggi si
tratta di lottare contro la
diffusione di un virus che distrugge le difese immunitarie dell’uomo e che è, allo
stato attuale delle ricerche,
inguaribile. Dalle tecniche
ci si può dunque aspettare
dei soccorsi, ancorché limitati.
Ma dalle tecniche in se
stesse non ci si può aspettare una morale, e questo non
e un rimprovero, ma un onesta constatazione. In termini
più chiari, con un esempio:
la patente non è un’autorizzazione, ed ancor meno un
invito a travolgere il prossimo con l’auto. La contraccezione non è in nessun modo
un invito al « vagabondaggio
sessuale » vissuto alla giornata. L’inseminazione artificiale non è la possibilità di
avere, ormai, dei figli senza
avere obbligatoriamente due
genitori. E la campagna pubblica per la lotta contro la
diffusione dell'Aids è ancor
meno una sollecitazione allo
sbando.
Quale uso facciamo
della libertà?
La morale dipende dall’uso che la libertà dell’uomo
ne fa e, trattandosi di sessualità, non c’è che una parola da dire: l’amore, l’amore per l’altro, il legame tra
la sessualità e l’amore, e non
il legame, formale e troppo
« biologico » per essere morale, che si è voluto stabilire e mantenere a tutti i costi tra la sessualità e la procreazione. La paura di avere dei figli non è il poliziotto incaricato di sorvegliare
la moralità umana, in quanto i bambini non sono né un
obbligo né una scusa nei confronti della sessualità, ma
sono la grazia e il coronamento resi all’amore. Ci sono tre fate che vegliano sull’amore: il desiderio, la tenerezza e la costanza. Non
è sicuro che queste siano
sempre presenti e sempre
sveglie. Ma lì e solo lì sta la
morale: non nella proibizione delle tecnologie, né nella
« suspicione » portata in anticipo sulle loro eventuali
conseguenze.
Non è facile trovare le parole giuste per parlare della
sessualità, soprattutto agli
altri e alle masse. Un tono
tecnico è valido per chiarire di che cosa si parla e per
non mettersi a collegare (o
« a rinnegare », possibile errore di stampa sull’originale, ndt), per esempio, la prevenzione contro la diffusione
dell'Aids e la contraccezione,
come se la comparsa dell’Aids fosse una sorta di malefica vendetta, a scoppio ritardato, contro la libertà di
contraccezione. Il primo
compito della fede cristiana
oggi è di non cedere un palmo di terreno al risorgere
dell’oscurantismo, lina paro
la che preferisco, nella mia
esecrazione, a « integralismo », di cui tuttavia mi piace la radice tematica, che è
« integrità ».
Un tono sociologico sarebbe sfumato: come circoscrivere una popolazione, detta
« ad alto rischio », pur tenendo conto che può esserci, e
c’è nell’Aids, un serio campanello d’allarme contro ogni
tipo di sessualità impersonale, e di conseguenza disumanizzata?
Il tono morale, infine,
spesso esita lamentevolmente tra proibizioni pubbliche
e indulgenze private, con la
brutta parola « casistica ».
Mi sembra che utilizzare il
preservativo sia praticare un
riguardo verso la persona
che si ama, o anche solo si
frequenta, qualora la situazione non sia sicura. Per molto tempo, con la pillola, sono state solo le donne a dover praticare quelle precauzióni che intenzionalmente
ho chiamato « riguardi ». Ora tocca agli uomini.
Per parlare della sessualità occorre un tono chiaro e
delicato; diversamente i giovani, e con ragione, restano
o scettici o scioccati. E’ possibile tutto questo in Francia, dove tanto si parla di
comunicazione, senza peraltro saperla praticare? Dovrebbe esserlo a condizione
che l’accento venga messo
sui riguardi affettivi e non
sulle tecniche condannate.
Un contrasto che è
ormai storico
In effetti, a partire dalla
Riforma, protestantesimo e
cattolicesimo si sono contrapposti su diverse questioni, attinenti di volta in volta la sessualità e la Chiesa:
il matrimonio dei pastori,
l'esclusione del matrimonio
dai sacramenti, che si effettuano in memoria e in presenza di Dio, e poi, di colpo,
la possibilità di una benedizione di Dio su un secondo
matrimonio, dopo il fallimento, che è sempre doloroso, del primo. Tutto questo è noto.
Ma adesso ho paura che il
cattolicesimo della fine del
ventesimo secolo si richiuda
in un nuovo sillabo contro
le moderne tecnologie relativamente alla sessualità, e
che i suoi divieti non convincano, anche tra i cattolici
stessi, a causa deH’errore di
proibire delle tecniche invece di insistere sull’amore umano, ad immagine di Dio,
che ci ha fatti liberi perché
noi avessimo dei riguardi
d’amore gli uni con gli altri.
Dall’estate ’86 il comitato
centrale del Consiglio ecume
Amare significa innanzitutto avere riguardo per l’altro. Ci sono tre
iute che vegliano sull’amore: desiderio, tenerezza, costanza.
nico delle chiese ha approvato un lungo documento
sull’Aids, dal titolo: « La chiesa, una comunità di guarigione », che insisteva in particolare su due aspetti; l'Aids
non è una punizione di Dio
verso coloro che ne sono colpiti, pur essendo un avvertimento per tutti noi contro
la dissociazione tra sessualità e amore personale. Non
si tratta di isolare i malati
di Aids nei ghetti, come si
faceva con i lebbrosi al tempo di Gesù.
Il 19 marzo 1987 il Consiglio della Federazione protestante di Francia ha fatto
una dichiarazione su « Biologia ed etica », di cui riporto qualche riga, benché si
tratti, in effetti, dell’approvazione dell’inseminazione
artificiale e non dell’Aids:
« Le nuove tecniche sono, come tutte le imprese umane,
poste sotto il duplice segno
della tentazione e della promessa. La migliore parabola
è quella di una crescita che
mescola il buon seme alla
zizzania. Noi siamo responsabili: non egoisticamente
padroni, ma responsabili di
fronte agli altri, responsabili di fronte al bambino, responsabili di fronte a Dio.
Questa responsabilità attraversa tutta l’ambivalenza della situazione umana e aiuta
a non strappare il buon seme con la zizzania ».
E’ vero che è difficile trovare le parole giuste per parlare della sessualità e anche dell’Aids. Occorre essere
chiari e quindi familiarizzare con i termini scientifici,
ma anche poetici, cioè evocativi e non solamente descrittivi. E’ vero che i sondaggi ingannano, perché gli
interrogati mentono, per
esagerare le loro prodezze e
nascondere gli smacchi. E'
vero che c’è, a ogni età, un
bisogno di tenerezza e xma
speranza di fedeltà. E’ vero
che si va a tentoni per « allertare » senza manipolare la
paura, che d’altra parte rende increduli, soprattutto i
giovani. E’ vero che la spontaneità, che è lo slancio del
cuore e del corpo, ha un certo disagio a conciliarsi con
delle intrusioni tecniche. Ma
proprio perché è difficile, vale la pena di parlarne.
C’è ancora un’ultima parola-tàbù; morale. Perché?
Senza dubbio perché essa è
diventata sinonimo, nell’opinione pubblica, di oppressione esterna e di infelicità interiore. Noi siamo decisamente degli « sradicati » dalla Bibbia, nella quale l’osservanza libera dei comandamenti di Dio è strada verso
la felicità, con il rinnovo del
perdono, che toglie, cancella
e dimentica i guasti che noi
tutti viviamo.
André Dumas
(traduzione di Alberto Corsani)
8
8
glorioso rimpatrio
13 gennaio 1989
AGAPE
La lezione di Gianaveilo
Il contesto politico, l’Inquadramento storico, il radicamento di una
identità: i partecipanti al campo invernale di fronte al Rimpatrio
Il 1989 si apre all’insegna dei
preparativi per la celebrazione
del tricentenario del « Glorioso
Rimpatrio », che si terrà questa
estate nelle Valli. Agape ha voluto contribuire alla discussione
e al costruttivo dibattito sul significato e la valenza di questa
ricorrenza dedicando a tale argomento il campo invernale. Con
animo e, soprattutto, mente liberi da un’impostazione di parte si è cercato, con il contributo di numerosi ed efficaci interventi, di inserire la vicenda valdese nel ben più ampio e complesso contesto dell'identità e
della memoria come elementi
qualificanti di una comunità religiosa ed etnica nella storia.
Il pastore G. Toum, aprendo
i lavori, ha dato una visione storica d’insieme del contesto europeo che fece da cornice all’avventura valdese, arricchendo l’esposizione con una aneddotica
vivace e interessante. Con la revoca dell’Editto di Nantes nel
1685 ad opera di Luigi XIV, si
infransero i precari equilibri presenti allora in Europa, all’imperialismo francese si sommarono
le guerre di successione prima
in Inghilterra e quindi in Spagna, in un turbine di alleanze,
battaglie, personaggi nel quale
giocò un ruolo non secondario il
popolo valdese. Nella perigliosa e
sanguinosa guerra della Lega di
Augusta (1688-1697), Amaud e
compagni finirono per essere la
fonttementale pedina dello scacchiere europeo nelle mani di Guglielmo III che impedì Tarrocco
del Re Sole con la torre savoiarda. I valdesi si salvarono per il
loro coraggio e la loro fede, ma
anche perché si trovarono al posto giusto nel momento più adatto; resta da determinare se ciò
fu frutto dell’azione della tyche
di Dio, di un calcolo politico consapevole o di tutte queste cose
insieme. Certamente la truppa
valdese che si fece così tanti chilometri in così pochi giorni, sotto il nevischio e nell’angoscia
dell’indomani, che rise in faccia
ai francesi alla Balziglia e in milie altri luoghi, era composta da
gente che nell’aiuto di Dio credeva fortemente ma che al contempo era anche estremamente
razionale e decisa, secondo l’insegnamento del suo capo morale: Gianaveilo.
La relazione di Bruna Peyrot,
frutto di una vasta opera di interviste nelle assemblee quartierali, ci ha quindi introdotti nel
contesto più generale e, per certi versi maggiormente controverso, della memoria e dell’identità che essa suscita. Nella coscienza della comunità valdese
attuale sembrano avere una rilevanza tutta particolare la vicenda del « Glorioso Rimpatrio »
e il personaggio, sia pure anteriore, di Gianaveilo, rispettivamente episodio e figura salienti
e, ima volta tanto, vincenti, nel
grave e doloroso iter di persecuzioni che il pop>olo valdese ha
percorso nei secoli. Non è dunque un caso che momenti decisivi quali Chanforan o personaggi fondamentali come Valdo vengano inconsapevolmente relegati
nel dimenticatoio. L’identità valdese si è formata attraverso il
sangue e la persecuzione e a tali
realtà è rimasta legata nella memoria collettiva. Ciò nonostante
a partire dagli anni '60, con la
definitiva integrazione dei valdesi nel tessuto sociale italiano e
l’avvio di un serio ecumenismo,
tale memoria, specie tra i giovani, è andata diradandosi e la
fede così come l’identità valdese sono sempre più il risultato
di una scelta esistenziale e molto meno « un héritage de nos
pères ».
L’identità di un popolo — ha
osservato da parte sua Ermanno
Giosuè Gianaveilo:
fra i personaggi
della storia valdese
sembra essere
quello più popolare.
Genre — è innanzitutto identità
narrativa che si costituisce in
un complesso rapjMjrto di piani
temperali basato sul fondamentale binomio passato-presente,
che confluisce in forma di modificazione e incentivo nella volontà narrativa dell’autore.
brazione del « Glorioso Rimpatrio » può rappresentare un’occasione seria per scuotere dal
limbo in cui giace la « società
dei 2/3 », sconfiggendone il pragmatismo anglosassone e ridando
dei contenuti ad un’identità di
fede, prima ancora che storica,
sempre più labile e fuggevole.
Quale contenuto per
le celebrazioni?
« Quale contenuto dare dunque
a questa celebrazione? » si è
chiesto nel suo intervento Mario Miegge, facendosi provvidenziale interprete degli interrogativi dei presenti. Una chiave di
lettura e di analisi dell’awenturoso rimpatrio resta quella laica, che ne fa un episodio tra i
più significativi ed esaltanti della difesa della libertà, affiancandolo all’eroismo dei greci nella
piana di Maratona, dei trecento
spartani di Leonida alle Termopili e dei repubblicani spagnoli
di fronte aH’avanzare di Franco.
Ma la vicenda valdese può essere, e di fatto lo è stata in pasito, letta in chiave biblica, chiaramente veterotestamentaria, secondo lo schema, nemmeno tanto celato, di Davide contro Gc>
lia, della giusta fede contro l’iniqua empietà dell’awersario. Il
passo per cadere nel precipizio
deH’eiTore, lo stesso dell’elezione e del primato, è brevissimo
e l’esempio di Shamir, di Khomeini e di Botha ce lo stanno
indubitabilmente ad indicare.
L’antico patto con il « Dio degli
eserciti » non può essere visto
se non nella prospettiva di quello nuovo, in maniera certamente continuativa, ma non dimenticando mai la portata positivamente rivoluzionaria dei secondo sul primo.
Ma il « Glorioso Rimpatrio » —
come ha sottolineato Giorgio
Bouchard — ha rappresentato,
oltre al ritorno sacrosanto dei
valdesi alle loro terre, anche la
ricostituzione definitiva dell’ultimo ed unico baluardo di fede
riformata al di qua delle Alpi.
Una realtà storica in cui la coesione sociale era una necessità,
in cui si parlava una sola lingua,
l’occitano, e si professava un’unica fede, quella riformata, quanto bastava per porre o rafforzare i presupposti di un’etnia numericamente ridotta ma assai
ben individuabile. Con la seconda guerra mondiale il popolo
valdese ha perso questa sua « esclusività » sia geografica, sia etnica (solo il 20% dei pastori è
di origine valligiana), pagando lo
.scotto di una integrazione del resto fortemente voluta. La cele
Un prezioso contributo è stato infine dato da Albert de Lange che ha rivisitato in veste critica alcuni luoghi comuni della
storiografia valdese sul « Glorioso Rimpatrio », aprendo nuovi, interessanti orizzonti di ricerca e
indagine. Il testo che, insieme
all’appassionato ma poco obiettivo resoconto di Arnaud, ha influenzato generazioni di studiosi
è stato l’opera di A. Muston
L’Israël des Alpes. Première histoire complète des Vaudois et
de leurs colonies (Paris, 1851).
Un’occhiata alla data di pubblicazione e al titolo e molto
della sua impostazione risulta
pienamente svelato. Tre anni dopo « la primavera dei popoli »,
quando ancora soffiava impetuoso il vento del Romanticismo, la
vicenda valdese rappresentava
una testimonianza vivissima, se
non addirittura il simbolo, della
resistenza vincente dell’oppresso
nei confronti dell’oppressore, della fede contro la prepotenza, tanto da scivolare inevitabilmente
in uno schema letterario un poco usurato ma pur sempre suggestivo. Georges Duby e Philippe
Ariès hanno brillantemente dimostrato resistenza di altre vie
di indagine storiografica, innanzitutto quella socio-economica
condotta attraverso la « psicanalisi » dei documenti in nostro
possesso. Un’analisi di questo tipo consentirebbe tra l’altro di
svelare parecchie zone d’ombra
che ancora sussistono riguardo al funzionamento del sistema giuridico a quell’epoca nelle
Valli (proprietà terriera e servaggio, crimini e pene, tasse e
istruzione) e di quello produttivo (agricoltura e artigianato, coltivazioni e manufatti). Un mondo ancora semisommerso che ci
potrebbe rivelare inaspettate e
interessanti sorprese.
COMITATO PER IL TRICENTENARIO
Il calendario
delle manifestazioni
Il Comitato per le celebrazioni del tricentenario del « glorioso rimpatrio (1689) » comunica il programma delle manifestazioni previste:
23 aprile: visita alle valli di un gruppo delle chiese valloni
(Belgio):
1-7 maggio: visita alle valli di una Corale svedese;
14 maggio: incontro coi valdesi di Germania. Ogni chiesa val
dese delle valli ospiterà una delegazione al culto e per un
pranzo comunitario. La sera incontro a Pinerolo con la
partecipazione della Corale della chiesa locale;
20 maggio: Torre Pellice - L’« Associazione pace Val Pellice »
organizza un incontro internazionale sui « Popoli senza
terra »;
23 maggio: Nyon (Svizzera) - Inaugurazione della mostra sulla storia valdese:
23-25 giugno: viaggio storico suH’itinerario del « glorioso rimpatrio » organizzato dalla Società di studi valdesi;
15 luglio: Luserna San Giovanni - Inaugurazione della mostra
su « glorioso rimpatrio: realtà e immagine » con la partecipazione della Corale della chiesa locale;
20-23 luglio: viaggio storico sull’itinerario del « glorioso rimpatrio » organizzato dalla Società di studi valdesi;
23 luglio: Torre Pellice - Raduno popolare in ricordo della nascita di C. Beckwith, organizzato da Radio Beckwith di
Torre Pellice. Convegno storico al cinema Trento;
23 luglio: Moncenisio - Incontro al colle organizzato dalla
Associazione « Amici del Moncenisio »;
30 luglio: Prali - Raduno popolare a Sapatlé;
1-15 agosto: traversata « il glorioso rimpatrio », a piedi da
Prangins (Svizzera) a Bobbio Pellice, organizzata dal Comitato Rigrap;
5 agosto: Torre Pellice - Inaugurazione del Centro culturale
e del Museo valdese;
13-20 agosto: incontro con una delegazione di valdesi del Rio
de La Piata (Argentina e Uruguay);
15 agosto: raduno popolare alla Balsiglia (Massello);
19-23 agosto: viaggio storico sull’itinerario del « glorioso rim
patrio » organizzato dalla Società di studi valdesi;
20 agosto: Nyon - Prangins - Giornata fraterna tra i valdesi italiani e svizzeri con la partecipazione della Cerale di Lusema San Giovanni;
25 agosto: Torre Pellice - Assemblea della Società di studi
valdesi ;
25 agosto - 1“ settembre: Torre Pellice - Rassegna sulle attività delle chiese valdesi e metodiste in Italia dal titolo
« Chi siamo e cosa facciamo »;
26 agosto: Torre Pellice - Dibattito sul tema « Protestanti: vi
vere la fede nella storia »; ___
27 agosto: Bobbio Pellice, ore 10, culto a Sibaud;
Torre Pellice, ore 15, apertura del Sinodo delle chiese vaidesi e metodiste:
28 agosto: Torre Pellice - « I valdesi nell’ecumene »: incontro
coi rappresentanti delle Chiese del Consiglio ecumenico
con la partecipazione della Corale di San Secondo-Prar ostino;
3 settembre: San Germano Chisone - Inaugurazione dell’Asilo
per anziani con la partecipazione della Corale della chiesa locale;
4-7 settembre: Torre Pellice - Convegno storico organizzato
dalla Società di studi valdesi e con la partecipazione della
Association d’études vaudoises et historiques du Luberon;
7 settembre: visita guidata in autobus ai luoghi storici delle
valli valdesi organizzata dalla Società di studi valdesi;
10 settembre: Bobbio Pellice - « I valdesi nel 2000 »: conclusione delle manifestazioni a Sibaud e festa di canto delle
Corali valdesi.
Maggiori informazioni possono essere richieste al Comitato per le celebrazioni del tricentenario del «glorioso rimpatrio », presso la Società di studi valdesi, via R. d’Azeglio 2,
10066 Torre Pellice, tei. 0121/932179.
«GLORIOSO RIMPATRIO»»
Invito a Cossiga
Agcnpe, secondo la sua migliore tradizione, ha fornito molti
spunti di dibattito, ha indicato
nuovi orizzonti e schiuso molte
porte, facendosi interprete della
diffusa esigenza di dare dei contenuti il più possibile seri e motivati ad una celebrazione che
resterebbe altrimenti drammaticamente vuota o comunque superficiale. Tuttavia il discorso è
appena avviato e il dibattito resta più che mai aperto.
Il Presidente della Repubblica,
sen. Francesco Cossiga, ha incontrato il 13 dicembre il neo-eletto
presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia
(FCEI), past. Giorgio Bouchard.
Michele Vellano
Nel colloquio è stata delineata
una panoramica delle confessioni
evangeliche in Italia e nel mondo, rilevandone il ruolo nelle rispettive società. Si è anche osservato come il crescente pluralismo della società italiana situi
in una nuova luce anche il dialogo tra la comunità evangelica e
quella cattolica.
Il past. Giorgio Bouchard ha
illustrato al presidente Cossiga
il significato dell’ampio programma delle celebrazioni che avranno luogo per ricordare i 300 anni
del ritorno dei valdesi in Italia,
avvenuto nel 1689 (il « Glorioso
Rimpatrio»), ritenendo che la
lunga storia dei valdesi sia patrimonio comune di tutti gli evangelici, e anche di tutti i cittadini italiani. Il presidente Cossiga
ha manifestato il suo interesse
per il programma di queste celebrazioni, e il presidente della
FCEI ha espresso l’auspicio che
il Presidente della Repubblica
possa partecipare a una di queste manifestazioni.
9
13 gennaio 1989
valli valdesi
SAN SECONDO
USSL 43
Vana il piano regolatore
Il tempo
è poco
Tira aria pesante nelle giunte
delle due comunità montane delle
valli. In Val Chisone e Germanasca si va avanti senza entusiasmi, si deve sostituire un assessore, Laurenti (PCI), dimissionario da mesi, ma non si trova il
numero legale per far funzionare
il Consiglio. In Val Pellice la vicepresidente annuncia le sue dimissioni perché « la giunta è senza idee » ed il Consiglio non prende neppure in esame il problema
f« La lettera di dimissioni è giunta quando l'ordine del giorno era
già stato redatto », dice il presidente).
Eppure tutto doveva andare
per il meglio. Così avevano assicurato a suo tempo, quando si
erano costituite le giunte: la formula unitaria con tutte le forze
politiche, dal PCI alla DC, dal PSI
al PLI in giunta, avrebbe dovuto
garantire una gestione collegiale
dei problemi.
A chi, come noi, aveva obiettato che questa formula non teneva
corito che una delle condizioni
fondamentali della democrazia, e
quindi anche della partecipazione
politica, sta nel ruolo di stimolo e
di controllo dell’opposizione, si
era obiettato che la soluzione dei
problemi aperti era più importante di tutto.
La realtà è stata invece un’altra. Lmigi dall'uffroìitare i problemi in una visione di insieme, di
valle, le giunte si sono trasformate in una sede di mediazione di
interessi comunali. Ogni rappresentante di comune ha tirato la
coperta dalla sua parte, col risultato che sono nati rancori, divisioni personali, protagonismi, nonostante la buona volontà — che
va riconosciuta —■ dei due presidenti.
lì piano di sviluppo di comunità c I iniasio nel cassetto, e le decisioni sono state prese, quando
lo sono state, sulla base dell’emergenza, senza un solido quadro di programmazione. Ad un
certo punto qualcuno è passato
all'opposizione, ma si è adagiato
su un ruolo passivo.
Ma se così stanno le cose,
non migliore è la situazione dei
partiti, quelli organizzati, nelle
valli: sono mancate iniziative, capacità di indicare priorità da affrontare, circolazione di idee e
dibattito.
Le uniche iniziative sono state
tutte sulla difensiva: difesa del
treno, dei servizi, dalle iniziative
centralistiche regionali sui vincoli paesaggistici.
L’unica, discutibile iniziativa
di sviluppo, quella legata al progetto di ovovia, ha trovato molta
opposizione tra i gruppi ecologisti
e pochissima discussione nei partiti e nelle istituzioni. Ed alla fine
tutto si è risolto in una bolla di
Sapone,
L'impotenza di partiti ed istituzioni deriva certo anche da una
politica del governo centrale che
si ostina a non considerare la
montagna come un luogo da sviluppare e preferisce vederla conte
un luogo da conservare, se non
da abbandonare. Le risorse sono
poche e la coperta si fa sempre
più stretta. Ma se non vogliamo
diventare una riserva, bisogna invertire la tendenza.
Il tempo è poco.
Giorgio Gardiol
Mercoledì 28 dicembre il consiglio comunale di S. Secondo di
Pinerolo ha approvato all'imanimità il progetto preliminare della variante generale del piano regolatore generale comunale.
Abbiamo chiesto al vicesindaco, assessore all’urbanistica e
lavori pubblici Roberto Vicino,
il motivo che ha indotto l’amministrazione a variare il vigente
piano regolatore.
« L’attuale P.R.G.C. ci è subito parso limitato al bisogno della popolazione, in termini di servizi al tessuto urbano esistente,
ma anche carente dal punto di
vista dello sviluppo; perciò l'amministrazione comunale di S. Secondo, con la variante generale
del piano regolatore, intende mettere a profitto l’esperienza applicativa dell’attuale strumento urbanistico generale, apportandovi
modifiche e integrazioni di aggiornamento e migliorative, affinché il piano regolatore generale comunale si connoti sempre
più come riferimento certo ma
in divenire, in grado di contribuire a mobilitare, a recepire e
indirizzare le potenzialità operative, le risorse naturali, finanziarie e umane (specie da parte dei
giovani) presenti o suscettibili
di presenza nel comune ».
Quali saranno, in termini pratici, i miglioramenti che introdurrà la variante al piano regolatore?
« / miglioramenti sostanziali
contenuti nella variante si pos
sono suddividere in cinque punti: per quanto riguarda l’antico
nucleo del capoluogo, consentire
sugli edifìci esistenti interventi,
puntualmente indicati, a seconda
dello stato di manutenzione degli edifici, fino alla ricostruzione
in sito di parti o di interi edifici; un notevole incremento di
cubatura nella zona di espansione e completamento, a lato del
municipio, che consenta di ricompattare il nucleo centrale del
capoluogo intorno al nuovo municipio creando una piazza centrale destinata ad ospitare funzioni pubbliche, un polmone verde ed una adeguata viabilità che
contribuirà a decongestionare il
centro storico; offrire la possibilità di aumento di cubatura fino al 20% per tutte le. residenze
sparse sul territorio; consentire
ovunque manchino, o se ne sia
insufficientemente dotati, la realizzatone di bassi fabbricati da
destinare a garages o altro servizio della residenza; ed infine
intervenire nell’area industriale,
artigianale e commerciale di Airati, la quale è caratterizzata da
una grossa commistione ed improvvisazione: basti pensare che
questi insediamenti non sono ancora dotati di infrastrutture indispensabili come la fognatura.
La preoccupazione primaria dell’amministrazione comunale è
ora quella di ricondurre il tutto
ad un insieme vivibile, per quanto possibile; si ritiene perciò necessario offrire alle attività esistenti l’opportunità di sfruttare
tutte le possibilità che il territorio già compromesso offre, consentendo ampliamenti sino al
50% ».
L’amministrazione comunale
confida nella partecipazione della popolazione al processo per
la formazione della variante generale al vigente piano regolatore generale comunale e sarà sua
cura raccogliere, attraverso le
osservazioni, i contributi di questa partecipazione, onde far sì
che essi possano concorrere a
realizzare effettivi e reali cambiamenti nel senso del soddisfacimento delle esigenze e degli interessi di tutta la popolazione.
Claudio Rivoira
Più ore nei
consultori
TORRE PELLICE — Aumenteranno le ore del servizio di ginecologia presente nei consultori dei distretti delTOSBL 43.
La decisione è stata assimta
daU’ultima assemblea dell’organismo politico della Val Pellice constatando che, con una
presenza femminile di quasi 12
mila unità ed un costante aumento di utenti, le attuali 32
ore attualmente a disposizione
erano insufficienti: si passerà
così a 47 ore alla settimana. In
questo servizio trovano risposta
tutte quelle domande che rientrano nel campo della tutela
della maternità da un lato, ma
anche della informazione per
quanto riguarda contraccezione e
interruzione volontaria della
gravidanza.
In più viene proposta l’istituzione di un corso di psicoprofilassi per coppie e donne al 6-7“
mese di gravidanza, ripromettendosi di ampliare ulteriormente
il numero di persone che fanno
riferimento al servizio. /
VAL PELLICE
Uno spazio per i giovani
consulta promossa dalla Comunità Montana por croare spazi in cui i
COLLOCAMENTO giovani si sentano « protagonisti » - Prossima un’assemblea generale
Sede unica
Con l’anno nuovo gli uffici di
collocamento di Luserna S. Giovanni, Perosa, Villar Perosa, Cavour e Vigone sono stati soppressi. Il personale e le competenze sono quindi confluiti nella sede di Pinerolo (c.so Torino,
234).
Non è ancora chiaro quando
si passerà alla fase successiva,
consistente nell’informatizzazione dell’intero sistema regionale
del mercato del lavoro, per cui
da ogni comune dotato di terminale video dovrebbe essere
possibile avere la panoramica di
tutte le possibilità di lavoro su
base regionale. Ora, all’atto pratico, l’accentramento emarginerà ancora di più le zone periferiche e soprattutto le vallate. La
informazione che si poteva ottenere aH’ufficic di valle si sposta fuori, rendendo più complicato il poterla ottenere; in più,
non essendo prevista una graduatoria per zona omogenea,
con qualche facilitazione in occasione di richieste provenienti
dalla stessa zona (es. per ciascuna Comunità Montana) significherà che si potrà concorrere ad
avere un posto di lavoro magari nella vallata viciniore, e lo
si prenderà pur di averlo; ma
poi, per problemi di trasporti
e di orari, ci saranno difficoltà per le persone che lo devono
svolgere, obbligate ad avere im
proprio mezzo.
Inoltre chi trova lavoro fuori
valle prima o poi sarà costretto a trasferirsi con tutta la famiglia, depauperando maggiormente il tessuto comunitario valligiano, mentre chi arriverà dal
di fuori del pinerolese spesso
utilizzerà la possibilità di lavoro in vista di un trasferimento.
C’è da augurarsi che questa
nuova situazione possa almeno
favorire l’inserimento a pari
diritto nell’industria pinerolese
per coloro che non hanno specifiche qualifiche da far valere; ma che cosa effettivamente
succederà, lo potremo sapere solo alla distanza. A. L.
Una consulta per i giovani della vai Pellice? Dunque un nuovo
organismo in aggiunta ai vari
gruppi, associazioni od altro?
L’iniziativa è promossa dalla
Comunità Montana Val Pellice;
a Claudio Magra, che da anni segue i problemi del tempo libero, dei giovani anzitutto, chiediamo di spiegarci il significato della proposta.
« La consulta vuole essere uno
spazio di partecipazione, potremmo dire di protagonismo; è naturalmente un esperimento, dunque rappresenta una scommessa ».
Puoi chiarire meglio gli scopi
che essa si propone e quale collegamento c’è con l’attività di
« Spazio giovani »?
« Direi che l’idea è stata promossa direttamente dall’équipe
di "Spazio giovani” ed è volta a
creare, finalmente, un’occasione
diretta ed ufficiale di incontro
con il mondo giovanile, senza però che l’ente pubblico voglia organizzare od imporre determinate attività. Le proposte dovranno venire proprio dai giovani ed
in questo senso parlavo di protagonismo ».
Quali compiti allora?
« Anzitutto consulenza su tutto quanto i molti enti o gruppi
propongono per il mondo giovanile: liberi, però, di fare proposte nuove; naturalmente non dovrebbero mancare le riflessioni
sui problemi giovanili. Il rapporto di questa attività con l’organismo politico dovrebbe essere
di stimolo reciproco, oltre che
di coinvolgimento economico della Comunità Montana sull’aspetto economico dei progetti ».
Per la verità l’attività di questa consulta è ancora poco conosciuta...
« In effetti da pochissimi mesi si riunisce quella che si definisce segreteria di promozione,
con lo scopo iniziale di indire una
grossa assemblea pubblica con
tutti i giovani di valle; si tratta
dunque di un gruppo di una dozzina di ragazzi che rappresentano quattro o cinque gruppi spontanei della vai Pellice ».
E di questi ragazzi ne abbiamo sentiti alcuni...
Massimo, di Lusema. Con quale spirito ti avvicini a questa ini
ziativa?
<( Vorrei capire se può essere
una proposta utile per i giovani,
sapere se può funzionare. In
quanto animatore di un gruppo
di ragazzi, tengo in modo particolare a collaborare con altri
gruppi, magari per discutere insieme di problemi comuni. Forse, grazie alla consulta, potremmo anche riuscire a realizzare
delle cose, proposte a livelli cui
altrimenti difficilmente potremmo arrivare ».
Rispetto alla difficoltà che tutti i gruppi giovanili esistenti trovano nel coinvolgere altre persone, quale credi possa essere il
ruolo di questa consulta?
« E’ molto importante riuscire
ad avere dei contatti sia con
gruppi non appartenenti alla stessa area di provenienza (per esempio chiesa), ma anche con
quanti non hanno fin qui trovato riferimento in nessuna delle
attività esistenti ».
Roberto, membro di un gruppo scout di Torre Pellice.
« Mi auguro che questo momento di confronto sia in grado
di esprimere veramente delle attività per giovani, ma anche di
produrre un necessario ricambio
generazionale fra i partecipanti.
E’ importante che quanti già hanno delle attività mettano la loro esperienza al servizio di quan
ti sono, invece, al margine ».
Che fare, però, per avvicinare
alla consulta queste piersone?
« Bisogna creare degli entusiasmi, far sì che ognuno si senta
veramente protagonista di quanto si va a realizzare ».
Non temi che un cappello così ufficiale come la Comunità
Montana rappresenti un ostacolo, un blocco verso la partecipazione?
« Può essere un rischio; d’altra parte, attualmente, dietro i
vari gruppi stanno comunque organizzazioni costituite, generalmente le chiese, e si assiste comunque a dei rifiuti; credo insomma che l’ente pubblico abbia
alcune caratteristiche adatte a
rendere appetibile il discorso a
livello più generale, di valle ».
Dunque un esperimento, un
tentativo di offrire a tutti i giovani la possibilità di esprimersi
in un ambiente che sentano « loro » il più possibile, per promuovere aggregazione ed in ultima
analisi anche prevenzione rispetto ad un fenomeno, quello della droga, che in valle conosce
punte elevatissime.
Un esperimento, comunque,
che rispetto a dei problemi abbastanza ben inquadrati, necessita di verifiche sui risultati nel
prossimo futuro.
Plervaldo Rostan
10
10 valli valdesi
13 gennaio 1989
USSL 44 - DISTRETTO DI CAVOUR
Il punto sulla zootecnia
Come cambiano le caratteristiche degli allevamenti - Il veterinario, dalle « visite in stalla » all’opera di prevenzione - La difficile applicazione delle normative sugli estrogeni
Torniamo ad occuparci di zootecnia, questa settimana però lo
facciamo analizzando più da vicino un particolare distretto delnJSSL 44, quello di Cavour, che
è caratterizzato da una forte attività del settore: basti pensare
che nel solo comune di Cavour
è concentrato 1/5 di tutti i bovini dellTJSSL di Pinerolo.
Affrontiamo questo argomento
con il dottor Moriconi, che è
veterinario proprio in questo distretto.
Qual è l'attuale situazione degli allevamenti, in termini numerici?
« Sul territorio vi sono poco più
di 300 allevamenti: di essi 290 sono di tipo tradizionale, mentre
una trentina sfruttano animali di importazione che vengono poi ingrassati in Italia. Facendo un confronto con tutta
l’USSL 44, verifichiamo che in
questo caso vi sono circa 1.700
allevamenti con 53.000 capi ad
allevamento tradizionale e quasi 20.000 di importazione. Si tratta di cifre considerevoli, di valore assoluto a livello nazionale ».
Quali sono le dimensioni delle
aziende?
«Vi sono ancora aziende con
urm trentina di capi, ma direi
che la media si sta spostando
verso i 50 capi, in quanto le leggi di mercato dimostrano come
la redditività si esprima solo oltre tale soglia; tendono invece
a sparire le piccole aziende, ancora assai presenti nelle zone di
montagna ».
Sono, naturalmente, presenti
anche allevamenti di altre specie animali...
« Per quanto riguarda gli ovini, sono meno numerosi in tutta
l’USSL 44 che nella 43 (Val Pellice). Ci sono poi 60.000 suini,
3.000 conigli e oltre 200 mila polli ».
Il mestiere del veterinario ha
subito, in questi ultimi anni, una profonda variazione rispetto
a quella che era la figura nota
un tempo, cioè colui che fa le
visite in stalla, la profilassi, ecc.;
stiamo andando verso l’attribuzione di nuovi compiti, in particolare sulla prevenzione. Quali
sono le Sue impressioni?
« A partire dagli anni '80 —
prosegue il dott. Moriconi —
siamo passati dal ’’medico dell'amaro” ad un lavoro fatto anche di laboratorio, di ufficio, di
analisi, dunque di prevenzione.
A tutt’oggi però molte potenzialità sono inattivate; ad esempio,
esiste presso l’istituto zooprofilattico di Torino un’apparecchia
PINEROLESE PEDEMONTANO
Una minaccia
per i pini
Su iniziativa delle Guardie ecologiche volontarie (GEV) che
prestano servizio nel territorio
della C. M. Pinerolese Pedemontano e con la collaborazione della Comunità Montana e della sezione GEV dell’Assessorato caccia e pesca della Provincia di
Torino, è stata organizzata presso l’Auditorium di corso Piave
una conferenza informativa sulla infestazione da « processionaria » del pino (Thaumetopoea pityocampa).
Queste informazioni tecnicoscientifiche sono state presentate dal prof. Ugolini, dell’osservatorio malattie delle piante dell’Università di Torino, e da alcuni suoi collaboratori.
La processionarla vive a spese del fogliame di vari pini, ma
specialmente del pino nero e del
pino silvestre e le piante più colpite sono quelle soleggiate e ben
esposte; ecco perché la zona pedemontana è la più colpita, specie i comuni di Reietto e Cantalupa. Come conseguenza di queste
invasioni, oltre al rallentamento
e alterazione dello sviluppo delle piante colpite, alTindebolimento e quindi predisposizione dei
pini all’attacco di altri parassiti,
vi sono dei pjericoli anche gravi
per l’uomo dovuti al contatto con
i peli urticanti dell’insetto.
Quali i metodi di lotta? La lotta chimica è sconsigliata e quasi impossibile da eseguire nelle
pinete, ad eccezione del caso di
iniezioni di insetticidi liquidi o
di petrolio nei nidi invernali situati in cima ai pini (per non
dover tagliare il cimale).
Lotta biologica allora? Purtroppo l’utilizzazione dei nemici naturali della processionarla del
pino — ha sostenuto Ugolini —
non è ancora applicabile in pratica. Esiste però un microscopico organismo che può uccidere
le larve e che può essere allevato in grandi quantità: il « Ba
Allevamento in montagna: condizioni molto diverse dalle zone della
pianura.
cillus Thuringiensis ». Sono stati ottenuti prodotti a base di questo organismo, a livello industriale, e vengono utilizzati come insetticidi contro le larve più giovani; per altro queste sostanze
non sono ancora facilmente reperibili in Italia nel normale ciclo commerciale.
Le guardie ecologiche, nelle nostre zone, hanno fin qui puntato
principalmente sulla lotta meccanica, possibile in tre periodi
diversi: raccolta delle ovature
tra luglio ed agosto quando le
larve non sono ancora nate, raccolta dei nidi estivi nel settem^
bre avanzato, raccolta dei nidi
invernali da novembre a febbraio.
Tutti questi metodi presentano vantaggi e svantaggi e dipendono in modo particolare dalle
dimensioni delle pinete, dall’età
degli alberi e dalla perizia degli
operatori (ad esempio, la raccolta dei nidi invernali deve avvenire con molta precauzione dato il rischio di irritazione per
occhi, naso e bocca a causa dei
peli urticanti molto numerosi
negli insetti).
Non bisogna però dimenticare
che la processionarla ha dei nemici naturali, che in condizioni
di equilibrio del bosco possono
garantire una ottima protezione
alle pinete, che in taluni casi si
troverebbero a rischiare gravi fenomeni di morìa.
Fra questi nemici si segnala
in modo particolare la « formica
rufa », ben presente nei boschi
delle nostre valli con i suoi caratteristici nidi, facilmente riconoscibili in quanto fuoriescono
dal terreno per parecchie decine di centimetri; per questa sua
specifica funzione la legge regionale n. 32/’82 sulla tutela del patrimonio ambientale fa espressamente divieto di distruzione dei
nidi e, ovviamente, degli esemplari di formica.
Mauro Gardiol
tura in grado di analizzare i residui di pesticidi negli alimenti
consumati dal bestiame: finora
non si è stati in grado di mettere in opera tale servizio, mentre sarebbe molto importante verificare quale tipo di uso, se corretto o no, ne viene fatto nella
produzione di alimenti. In generale credo che attualmente questo
ruolo per il veterinario, cioè di
prevenzione ecologica, venga recepito a pochi livelli ».
I>unque un ruolo importante
non solo per la salute degli animali ma, in ultima analisi, anche
per quella dei consumatori di
carne; a questo proposito le chiederemmo qual è la situazione
sul fronte dell’uso di estrogeni
negli allevamenti della zona.
« .Abbiamo avuto 4 o 5 casi di
allevamenti posti sotto sequestro e puntualmente gli animali
presentavano tracce di residui di
ormoni. Il problema italiano è
che spesso si formulano leggi
valide, talvolta anche troppo restrittive, ma non si è in grado
di applicarle. In questa materia
l’Italia ha legiferato nel lontano
1961 e soltanto nello scorso anno
la CEE ha recepito le nostre indicazioni. Il fatto è che per anni non .siamo stati in grado, coi
nostri strumenti diagnostici, di
verificare se vi era o meno stato uso di ormoni; la mia opinione è che in passato si sia fatto
largo uso di estrogeni. Ultirnamente ciò è possibile, ma direi
che c’è stata una forte riduzione; il costante campionamento
tiene sotto pressione quegli allevatori che sarebbero tentati di
utilizzarli ancora. Va detto che
oggi gli allevamenti in cui si usano estrogeni sono quelli definiti senza terra, cioè in cui tutti
gli alimenti devono essere acquistati fuori azienda e le tentazioni di arricchimento illecito e rapido sono forti ».
Qual è la situazione per quanto riguarda la diffusione di malattie quali TBC e brucellosi?
« Se pensiamo che la prima
normativa sulla tubercolosi risale al 1968, direi che la situazione
non è affatto buona in molte
USSL; questo comporta problemi per il latte, non per la carne; oltre a ciò distoglie molte
forze dei veterinari impegnati su
questo fronte: sarebbe invece
necessario poter dedicare più
tempo alla verifica dei trattamenti farmacologici negli allevamenti industriali, dove si usano massicciamente antibiotici per mantenere ”in forma” animali superalimentati; in questi casi i residui dei farmaci passano ai consumatori tramite le carni, creando squilibri all’interno del corpo umano.
La diffusione di TBC è comunque varia a seconda delle USSL:
la 43 è la prima del Piemonte
ad essere considerata ufficialmente indenne ».
Di fronte a questo fenomeno
non resta che il risanamento
delle stalle che, se nell’immediato può sembrare un’operazione in perdita, diventa invece l’unico metodo per rilanciare in
pieno un’attività e restituire anche immagine ad un settore che
ha sicuramente perso colpi sotto questo punto di vista.
Renato Armand Hugon
TORRE PELLICE
La storia dei
poili moiesti
Non ha ancora trovato una soluzione definitiva la vicenda che
vede sul banco degli imputati
un’azienda di allevamento di
polli accusata di recare molestia
alla popolazione a causa degli
odori emessi, specie in alcuni
periodi dell’anno, in stretta dipendenza dalle condizioni meteorologiche.
L’azienda, situata nell’area dell’ex stamperia Mazzonis, in una
zona un tempo assai scarsamente abitata, si trova oggi a poche
decine di metri da molti alloggi.
La puzza, dicono gli abitanti
della zona, è insopportabile; del
resto da quelle parti ci sono anche insediamenti di tipo commerciale ed artigianale, oltre all’asilo nido comunale.
Così, a seguito di una perizia
dell’USSL, si definì l’azienda
« causa di molestia verso la popolazione residente di vaste zone di Torre Pellice ». Fece seguito a quel punto un’ordinanza, nello scorso novembre, del
sindaco di Torre con la quale,
oltre a rendere obbligatorio il
vuoto sanitario del capannone in
questione nel mese di luglio, si
intimava la cessazione dell’allevamento di suini sorto accanto
ai polli e la chiusura delle aperture sui muri perimetrali dello
stabile.
All’ordinanza l’allevatore ha
presentato ricorso al TAR e successivamente comune ed USSL
hanno deciso di opporre resistenza contro il ricorso. A questo
punto si è in attesa di un parere definitivo del Tribunale amministrativo regionale.
COLLEGIO VALDESE
Meglio il 'Linguistico’
Con il prossimo 25 gennaio
scadrà il termine per le preiscrizioni al Collegio valdese di Torre Pellice, un istituto che sta vivendo una interessante fase di
sperimentazione legata alla presenza, ormai da alcvmi anni, di
un indirizzo linguistico accanto
a quello tradizionale di liceo
clcissico
Anzi, a partire dal 1983 e fino
allo scorso anno, il linguistico ha
fatto un po’ strada a sé; ora
invece « si può parlare — dice
il preside Roberto Giacone — di
un solo istituto con due indirizzi
sperimentali ».
Che cosa ha portato a questa
scelta, dojjo alcuni anni appunto
di separazione dei due licei utilizzando le due sedi (mentre oggi quella « nuova » non ospita
più studenti)?
« Mentre — dice il preside —
l’interesse intorno agli studi linguistici è rimasto alto e costante, è assai scemato, secondo quella che è una tendenza generale
della scuola italiana, quello intorno agli studi classici; ci sarebbe bisogno di una revisione
per quanto riguarda le materie
di carattere scientifico, matematico, linguistico ».
Dunque le opzioni riguardano
in modo preponderante l’indirizzo linguistico?
« Sicuramente è così, anche se
la sperimentazione al classico,
che prevede l’insegnamento di
una lingua e scienze per i cinque anni, ha riportato dei ragazzi anche su questo indirizzo ».
Quanti sono attualmente gli allievi del Collegio? Quale l’area
geografica che gravita intorno all’istituto?
« Negli ultimi tre-quattro an
ni essi hanno superato i cento;
quest’anno sono 138 di cui 118
ragazze. Sicuramente gli allievi
valdesi sono in minoranza (circa il 35%); va detto che il loro
numero è sostanzialmente rimasto immutato negli ultimi 15 anni. Sono dunque i non valdesi
ad essere in aumento; molti di
essi provengono da zone tipo
Barge, Bagnolo, Cavour, Cam pignone, il che tutto sommato suona a fiducia verso l'istituto o
sul piano della qualità dello studio o su quello dell’ambiente ».
Eppure secondo indagini rese
pubbliche recentemente sul fenomeno della droga, pare che il
Collegio non ne sia immune...
« Devo dire che ho appreso
con un certo stupore di questa
indagine; resta il fatto che le dichiarazioni di alcuni studenti del
nostro istituto sembrano risalire
ad alcuni anni or sono. Mi sembra cioè molto difficile che all’interno della scuola si faccia
uso di droghe, anche se non mi
Sento di escludere che il fenomeno possa aver coinvolto, in
altro ambiente, qualcuno dei nostri studenti ».
Certo non costa poco iscriversi al Collegio...
« Effettivamente l’iscrizione oggi costa 2 milioni e mezzo per
l’indirizzo linguistico e 2 rnilioni
per l’indirizzo classico. Bisogna
tener conto che le spese sono assai elevate, pur in presenza di un
corpo docente che (anche nella
componente cattolica) accetta
uno stipendio ridotto, rispetto alla scuola statale, di circa il 25%
e che vi sono insegnanti che interpretano il loro ruolo totalmente a livello di servizio ».
O. N.
11
13 gennaio 1989
valli valdesi 11
PINEROLO
Domande al Sindaco
Degrado ambientale a San Lazzaro: una condizione grave per un quartiere in espansione che ospita centri di studio e impianti sportivi
« Qualcosa si muove, anche se
molto lentamente »; è il commento del Comitato di quartiere di San Ltizzaro, riguardante
gli esiti dell’assemblea pubblica
che il quartiere stesso aveva organizzato circa il problema del
degrado ambientale della zona.
Da allora il quartiere ha incontrato il sindaco e l'assessore all’ecologia, ha redatto un prò memoria delle principali carenze
ambientali dell’area, ha richiesto
la collaborazione dell’USSL, nella scuola media del quartiere si
sta conducendo un lavoro di educazione ecologica.
Ma se qualcosa si muove, il
problema non è ancora risolto;
per questo il Comitato di quartiere ha diffuso una nota nella
quale afferma: « La zona S. Lazzaro è in stato di particolare degrado ambientale rispetto ad altre zone di Pinerolo, e in alcuni
casi il degrado supera i limiti di
tollerabilità: cosa particolarmente grave per una zona dove sono ubicati il "centro studi” e
l’area sportiva, e dove si verifica una continua espansione edilizia.
Elenchiamo i problemi, non
in ordine di precedenza, ma così..., poiché sono tutti importanti:
1 ) si chiede che una sonda,
per rilevare la presenza di anidride solforosa nell’aria, venga
installata nei pressi di corso Torino aH’altezza della chiesa di S.
Lazzaro;
2) si chiede inoltre un rilevamento frequente della rumorosità nei pressi della Corcos, della
Beloit-ftalia. della Riv-SKF, e
anche per il traffico di corso Torino, c che i valori rilevati siano posti a conoscenza del quartiere e dell’opinione pubblica.
(Vorremmo sapere anche se la
città di Pinerolo è stata inserita
nei limiti-rumori e, se non lo è
stata, quando si prevede il suo
inserimento);
3) si attende una sistemazione, mediante chiusura, del tratto scoperto di Rio Moirano nei
pressi di via Nino Costa, per evitare la puzza che emana continuamente e gli inconvenienti antiigienici;
4) è necessario anche un controllo periodico ed adeguato sui
pozzi ed acque potabili, debitamente portato a conoscenza
dei cittadini;
5) desideriamo conoscere, in
conseguenza della variante 8...,
quale sarà la sistemazione per
l’area a carattere di piccola industria e artigianale, nella nostra zona S. Lazzaro;
6) quali previsioni si possono
attendere a breve scadenza per
la deffnitiva sistemazione del problema pedonale riguardo al
passaggio a livello di corso Torino, e come si tiene conto dell’ingorgo e del conseguente ulteriore inquinamento per la nostra zona determinati dal passaggio a livello stesso?
7) sistemazione di marciapiedi, segnaletica (semafori!) e parchi pubblici;
8) desideriamo conoscere le
prospettive dello smaltimento rifiuti, perché non vengano ad aggravare ulteriormente la nostra
situazione. Esiste già l’odore grave che viene dalla zona Torrione,
che si fa sentire particolarmente da noi, oltre che in gran parte della città: è solo odore o è
anche rischio per noi e tanto
più per chi vi lavora?
Riguardo a quanto sopra ricordato, crediamo che, fino a
quando non vengano individuate nuove zone di reinsediamento
industriale, una convivenza tra
industria e quartiere sia possi
DIBATTITO
La Chiesa valdese:
dov’è, cosa fa?
Caro Direttore,
chi, come me, vive in un territorio tradizionalmente e massicciamente cattolico per cui, se
vuole Svolgere un lavoro di sen
vizio sociale (contro emarginazione, droga, disagio, ecc.), è costretto a inserirsi nel volontariato cattolico o a collaborare con
enti locali di amministrazione
democristiana, non crede ai suoi
occhi quando legge che alle Valli, dove la popolazione è in gran
maggioranza evangelica, e dove
quindi si potrebbe lavorare anche « in proprio », nulla si fa nel
campo della prevenzione e del
recupero.
Perciò sono d’accordo con la
bile solo a precise condizioni:
a) che vengano applicate le
leggi che tutelano la salute;
b) che vengano eseguiti controlli periodici ed adeguati, debitamente portati a conoscenza
dei cittadini attraverso organi
di stampa e comunicazione al
gruppo di quartiere. Lega ambiente, WWF e altri gruppi associati di cittadini ».
FERRERÒ
Materne:
vogliamo una
scuola statale
I genitori di 28 bambini in età prescolare dei comuni di Penero, Massello e Salza, hanno inviato all’amministrazione comunale di Penero e alla
direzione didattica di ViUar Perosa una
lettera chiedendo l’istituzione di una
scuola materna statale nel tenitorio di
Penero.
Pubblichiamo qui il testo.
Noi sottoscritti, genitori di bambini in età prescolare, chiediamo l’apertura di una scuola materna statale nel
territorio del Comune di Ferrerò a partire dall’anno scolastico 1989-1990.
Siamo giunti a formulare questa richiesta avendo verificato la presenza di un numero considerevole di bambini in età da scuola materna a partire dal prossimo anno in avanti.
Siamo inoltre convinti deH'importanza educativa che tale scuola può avere in una situazione come la nostra,
caratterizzata dalla dispersione delle
borgate, dalla mancanza di momenti
aggregativi per i più giovani e daH'assenza da casa per motivi di lavoro
di molti genitori con bambini piccoli.
Fiduciosi che presterete ascolto alla nostra richiesta, porgiamo distinti
saluti.
Amnesty International
TORRE PELLICE — Giovedì 12 gennaio, ore 16.45, avrà luogo al Centro
d’incontro una riunione con il seguente o.d.g,; a] Azione urgente in favore
di 37 prigionieri in detenzione preventiva in Sud Corea, da diversi anni,
senza accusa né processo; b) Rinnovo
iscrizioni 1989; c) Continuazione dell’azione in favore di Alì R. Duman Relazione semestrale; d) Campagna
Turchia.
Manifestazioni
PINEROLO — Venerdì 13 gennaio,
alle ore 20.30, presso il centro sociale di S. Lazzaro in via dei Rochis 3.
avrà luogo una serata per il Nicaragua
con il cantante Hernando Gutierrez che
canterà e suonerà canzoni del Nicaragua; inoltre verrà presentato un
video sulla situazione prima, durante
e dopo il passaggio dell’uragano del
22 ottobre scorso.
Cinema
TORRE PELLICE — Il cinema Trento
presenterà la visione dei film: «Il
presidio », sab. 14 ore 20 e 22;
« Grasso è bello », dom. 15, quattro
spettacoli a partire dalle ore 16.
POMARETTO — Il cineforum, venerdì 13 gennaio, ore 21, presso il cinema Edelweiss, prevede la proiezione
di <• Una donna per tutti », di Vecchia
li.
Programmi di Radio Beckwith
____________91.200 FM_____________
Fra i programmi di Radio Beckwith
segnaliamo: Rendez-vous di martedì
17, ore 17, con una intervista al preside del Collegio valdese di Torre Pellice; A confronto di martedì 17, ore
11.30, sul problema del debito nel terzo mondo, con Giorgio Guelmanl. Terminato Il ciclo « I profeti », viene proposta ora una serie su Lutero, sempre il lunedì alle ore 11.30 ed il martedì alle ore 15.30.
Lega ambiente
TORRE PELLICE — Lunedì 16 gennaio,
alle ore 21, presso il centro d’incontro di via Repubblica, avrà luogo la
seconda riunione mensile della Lega
per l’ambiente Val Pellice; in discus(Seguono 44 firme) sione l’attività per il 1989.
PROVINCIA DI TORINO
lettera comparsa sul n. 50, dal
titolo: « Tutti insieme contro la
droga » (e non solo la droga).
E’ veramente vergognoso che dove ci sono le risorse umane si
resti a guardare lo sfascio con
un senso di impotenza che è
tutt’altro che evangelico. Tanto
più che ormai le esperienze dei
gruppi di volontariato, delle cooperative di servizio sociale, dei
nuclei di accoglienza e degli stessi enti locali sono talmente ricche e variegate che, da qualsiasi punto si cominci, la strada si
aprirà da sé e il lavoro non mancherà di sicuro.
E’ molto comoda l’evangelizzazione parolaia!
Rita Gay, Bergamo
Aumento di prezzi
Due notizie di aumenti di prezzi sono state rese pubbliche alla
fine del 1988.
Per quanto riguarda l’acqua
potabile erogata nei comuni di
San Secondo, Torre Pellice e ’Villar Pellice (insieme a molti altri
comuni della provincia), il Comitato provinciale prezzi ha deciso
di accogliere la richiesta della società che gestisce l’erogazione
portando la tariffa base a 496
lire/mc.
Aumentano anche i prezzi massimi del latte pastorizzato e pastorizzato-omogeneizzato, passando rispettivamente a 1.150 e 1.200
lire/litro a seguito del riconosci
ARREDAMENTI AUTORIPARAZIONI
Mobilificio I^IUSEPPE GRIVA Costantino Marco
Officina autorizzata FIAT
FABBRICA • ESPOSIZIONE liA PBIMA IN PINEROLO
Via S. Secondo, 38 ■ PINEROLO - Tel. (0121) 201712 Via Montebello, 12 10064 PINEROLO
(di fronte Caserma Alpini « Berarài ») Tel. 0121/21682
RINGRAZIAMENTO
« ...poiché tu sei l’Iddio della
mia salvezza, io spero sempre
in te »
(Salmo 25 ; 5)
La famiglia del compianto
Enrico Bertalot
ringrazia sentitamente tutti coloro che
con la loro presenza, fiori, scritti e parole di conforto hanno preso parte al
suo dolore. Un ringraziamento particolare al past. Rutigliano e al dr. Meli.
Riclaretto, 27 dicembre 1988.
« Io vi do la mia pace »
(Giov. 14: 27)
Il 5 gennaio 1989 è mancata
Frida Jahier ved. Vinçon
Addolorati ne danno l’annuncio, a
funerali avvenuti, i figli : Florelisa col
marito Giorgio Long, Nicoletta, Eletta
e Luisella; Roberto con la mogUe Elena Beux e Rtdjerta; Giorgio con la moglie MireUa Bertdn, Paolo e Marco; la
sorella Irma Sohellenbaum, il frateRo
Ettore Jahier, nipoti e parenti tutti.
Pinerolo, 10 gennaio 1989.
RINGRAZIAMENTO
I familiari del compianto
Giorgio Durand-Canton
commossi e riconoscenti per la dimo»
strazione di stima e di affetto tr^^utata
al loro caro, ringraziano tutti coloro che
con scritti, fiori, parole dì conforto hanno partecipato al loro immenso dolore.
Un grazie di cuore ai medici ed si
personale del reparto di urologìa del
prof. 'Rocca Rossetti dell’Ospedale Molinette.
Un grazie particolare al pastore Bertolino, al pastore Genre e al pastore
Vito Gardiol.
Un ringraziamento alla sig.ra Elena
Vigliano e al sig. Rostagno della Chiesa valdese di Torino, agli amici ih*aldo Benech, Bruno Monnet, Luciano
Monna, Giuseppe Quirico, Fiore I^ttavino e al signor Dughera.
« Vonestà fu il suo ideale^ U lavoro la sua vita, la famiglia il
suo affetto »
San Secondo, 13 gennaio 1989.
AVVISI ECONOMICI
VENDO bambole d’epoca. Telefonare
911/9204997 ore pasti.
mento delTaumento degli oneri
denunciato dalla Centrale del latte e dalla Abit di Torino.
Anche in questo caso il provvedimento, assunto dal Comitato
provinciale prezzi, è entrato in vigore con l’inizio del nuovo anno.
Interessante notare quali ed in
quale misura siano gli elementi
che concorrono a determinare il
prezzo al pubblico: partendo da
una quota alla stalla che si aggira intorno alle 505 lire, si aggiungono altri passaggi, tra cui il trasporto alla centrale (31 L./L),
centralizzazione e distribuzione
(oltre 400 L./L), margine al dettaglio (155 L./l.) ed infine IVA
(circa 23 L./L).
USSL 42 - VALLI
CHISONE - GERMANASCA
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: presso Ospedale Valdese di Pomaretto - Tel. 81154.
Guardia farmaceutica :
DOMENICA 15 GENNAlÒ 1989 ~~
San Germano Chisone: FARMACIA
TRON - Telef.'58766.
Ferrerò: FARMACIA VALLEni - Via
Monte Nero, 27 - Tel. 848827.
Ambulanza :
Croce Verde Perosa: Tel. 81.000.
Croce Verde Porte: Tel. 201454.
USSL 44 - PINEROLESE
(Distretto di Pinerolo)
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: Telefono 2331 (Ospedale Civile).
Ambulanza :
Croce Verde Pinerolo: Tel. 22664.
USSL 43 - VAL PELLICE
Guardia medica :
Notturna, prefestive, festiva: Telefono 932433 (Ospedale Valdese).
Guardia farmaceutica :
DOMENICA 15 GENNAIO 1989
Bricherasio: FARMACIA FERRARIS •
Via Vittorio Emanuele 83/4 - Tel.
59774.
VIHar Penice: FARMACIA GAY Piazza Jervis - Tel. 930705.
Ambulanza :
CRI Torre Pellice: Telefono 91.996.
Croce Verde Brlcheraslo: tei. 598790
12
12 fatti e problemi
13 gennaio 1989
DENUNCIA DI AMNESTY INTERNATIONAL
T urchia:
si continua a torturare
I drammatici dati riguardanti la morte in carcere di più di duecento
prigionieri: il governo tace e cerca di darsi un’immagine positiva
Sebbene abbia lanciato un’intensa campagna tesa a rivalutare la propria immagine all’estero, il Governo turco non sta
prendendo alcun provvedimento per migliorare la grave situazione dei diritti umani; è
questa la sintesi del primo Rapporto pubblicato nel 1989 da
Amnesty International.
L'organizzazione per i diritti
umani, negli ultimi due mesi, ha
ricevuto denimce di tortura praticamente ogni giorno e questa
non è che l’ultima manifestazione di ima serie ininterrotta di
violazioni dei diritti lunani verificatesi in Turchia negli anni ’80
che hanno provocato, oltre a
migliEiia di casi di tortura, la
morte in carcere di oltre 200
pngiomen.
Anmesty International aveva
sottoposto al Governo turco sei
mesi fa un elenco di 229 prigionieri morti in carcere negli ultimi sette anni e mezzo. Le autorità non hanno saputo fornire alcuna spiegazione su 144 di
questi casi mentre sugh altri
hanno condotto indagini superficiali ed inconcludenti.
Questi casi sono illustrati nel
rapporto « Turchia: brutah e
sistematiche violazioni dei diritti umani », in cui Anmesty
International presenta le descrizioni da incubo di quanto può
accadere, nei centri di interrogatorio turchi, alle persone sospettate di svolgere un’attività politica ostile al Governo. «Ogni prigioniero politico rischia di essere torturato », sostiene l’organizzazione per i diritti umani.
« Ai prigionieri politici continua
ad essere negato il diritto alla
difesa; il limite di 15 giorni per
la detenzione in isolamento viene regolarmente superato e proprio in questo periodo il rischio
di essere torturati è elevatissi
del presunto scontro tra l’esercito ed i terroristi.
Nel giugno scorso una delegazione di Anmesty International aveva a lungo discusso con
alcuni funzionari del Governo
turco sulla situazione dei diritti umani; ad agosto, l’organizzazione aveva inviato alle autorità un memorandum contenente una serie di raccomandazioni per migliorare la situazione
dei diritti umani. Il Governo
turco, anziché rispondere puntualmente alle denunce ed alle
raccomandazioni di Amnesty International, ha intrapreso una
campagna di pubbliche relazioni
tesa a costruire un’immagine positiva del Paese all’estero, fornendo — attraverso le proprie
ambasciate — una serie di in
formazioni incomplete ed insoddisfacenti sulla situazione dei
diritti umani.
La Turchia ha ratificato la
Convenzione europea per la
prevenzione della tortura nel
febbraio 1988 e l’analoga Convenzione delle Nazioni Unite nell’agosto 1988. Nonostante questi
provvedimenti, e nonostante le
ripetute affermazioni secondo
le quali i diritti umani in Turchia vengono pienamente rispettati, il Governo turco non ha
finora compiuto alcun passo
concreto per attuare questi trattati internazionali, per sradicare
il fenomeno della tortura e per
modificare la legislazione che
consente l’arresto e la detenzione di chi esercita pacificamente i propri diritti fondamentali.
URSS
Quale sorte per gli
obiettori di coscienza?
mo ».
Uno dei casi riportati nel Rapporto sulla Turchia è quello di
Sadik Celebi, arrestato il 16 novembre 1988 il cui corpo venne riconsegnato ai familiari dieci giorni dopo. Secondo le autorità, ^dik Celebi era rimasto ucciso durante uno scontro
a fuoco tra esercito e terroristi.
Il corpo presentava diffuse contusioni e fori di proiettili; un
funzionario deU’osp)edale pubblico di Mardin dichiarò che Sadik Celebi era morto già dal
22 novembre, il giorno prima
Il numero degli obiettori di coscienza incarcerati in Unione So^
vietica non è diminuito negli
ultimi anni mentre, in generale, il
numero degli arresti politici ha
subito un calo significativo. Attualmente, Amnesty ha in adozione ventiquattro obiettori di coscienza. Teme però che il numero delle persone imprigionate
per questo motivo sia più alto.
Non sembra che là revisione in
atto del codice pénale sovietico
possa portare un miglioramento
alla condizione dell’obiezione di
coscienza. Secondo fonti ufficiali,
infatti, una proposta riguardante
l’introduzione di un servizio alternativo a quello militare, avanzata in un primo momento, è stata in seguito ritirata.
Tuttavia, il professor Vale^
Savitsky, membro dell’Accademia
delle Scienze dell’URSS, affermò
il 13 giugno 1988 che un servizio
alternativo poteva essere introdotto solo per gli obiettori per
motivi religiosi. Ci si chiede però
se tutti gli apoartenenti a qualsiasi confessione religiosa potranno usufruirne: infatti gli obiettori di coscienza sono in maggic>
ranza testimoni di Geova e batti
sti dissidenti, confessioni non riconosciute dallo Stato.
Nel marzo 1988, 438 cittadini
dell'Europa dell’Est si appellarono ai delegati alla Conferenza sulla sicurezza e cooperazione in
Europa, riuniti a Vienna, chiedendo che i propri governi riconoscessero il diritto all’obiezione
di coscienza. Questa proposta era
sottoscritta da alcuni attivisti per
i diritti dell’uomo, tra i quali lo
scienziato sovietico Sakharov, il
commediografo cecoslovacco Havel, lo scrittore ungherese Konrad e i membri della Solidamosc
polacca, e si rifaceva ad una risoluzione della commissione per i
diritti umani adottata il 10 marzo
1988 che proclamava l’obiezione
di coscienza come un diritto umano fondamentale.
Con questa risoluzione della
commissione per i diritti umani,
le Nazioni Unite si pronunciavano per la prima volta attraverso
un loro organo ufficiale sull’obiezione di coscienza. Quattro anni
prima, il Parlamento europeo
aveva affrontato a sua volta il tema, suggerendo che il servizio alternativo non fosse di durata superiore a quello militare.
AMAZZONIA
Il polmone
del mondo muore
Da parecchio tempo ormai
numerose grida di allarme si alzano per denunciare la deforestazione della selva amazzonica,
il gigantesco polmone della terra che, anno dopo anno, viene
eroso perche serve legname a
basso prezzo, servono pascoli
immensi per nutrire i bovini
che giungeranno sulle mense
nordamericane ed europee sotto
forma di hamburger. Per gli allevatori brasiliani l’affare è lucrosissimo e lo stesso governo
ha stanziato grossi investimenti
nel settore.
E’ proprio dei giorni scorsi la
notizia che Francisco Mendes,
uno dei ’’paladini della foresta”,
1’organizzatore del sindacato dei
raccoglitori di caucciù (la categoria più immediatamente danneggiata dalla progressiva distruzione della foresta), è stato
barbaramente assassinato a causa della sua coraggiosa azione
di denuncia contro gli speculatori senza scrupoli. La sua attività aveva un risvolto non solo
locale ma interessava tutto il
pianeta, data appunto la funzione ossigenante a livello mondiale della selva amazzonica.
In questi ultimi anni la presenza di biossido di carbonio è
più che triplicata (da 1,5 miliardi
di tonnellate annue a più di 5
miliardi): la deforestazione ne è
una delle cause principali, col
conseguente potenziamento del
cosiddetto ’’effetto serra” di cui
ormai tutti conoscono la funesta azione. Per fornire un solo
dato, peraltro recentissimo, si
calcola che nel testé trascorso
anno 1988 siano stati distrutti
oltre 280 mila km. quadrati di
foresta amazzonica: una superficie quasi uguale a quella dell’Italia.
oltre ottomila, nella foresta in
questione. Si tratta di incendi
che significano la prossima coltivazione di altri estesi territori.
Intanto — sottolinea il pastore — si sono verificate inattese
inondazioni, siccità mai viste
prima, piogge fuori stagione.
La situazione è ulteriormente
aggravata anche dal fatto che si
sta potenziando una nuova febbre dell’oro: migliaia di cercatori brasiliani si sono riversati
nel territorio degli indios yanomami, il più grande gruppo indigeno del Brasile, già in precedenza decimato e ridotto ora a
circa 25 mila persone. Ma i più
gravi responsabili di questa situazione sono i militari i quali,
con la costruzione di aeroporti,
strade, impianti ed insediamenti vari anche per i civili, occupano di fatto stabilmente quelle
terre, allontanandone gli antichi e legittimi abitanti.
Questo allontanamento — soggiunge Motta Dias — sarà sempre più definitivo, più radicale.
L’obiettivo del potere prevede
per questi superstiti solo due
vie: o isolarli definitivamente
fra le montagne, oppure obbligarli ad integrarsi sfruttandoli
per di più con un pezzo di pane per la loro manodopera. In
qualunque caso — se la pubblica opinione non si imporrà —
questo significherà la sparizione della loro antica cultura.
Roberto Peyrot
Proprio parallelamente a questa notizia dell’assassinio di
Mendes veniva publicata, sul
numero dello scorso dicembre
del SOEPI mensile (il servizio
stampa ed informazione del
Consiglio ecumenico delle chiese), un’intervista al pastore brasiliano Zwinglio Motta Dias, della
Chiesa presbiteriana unita, in
cui egli denuncia, nella sua qualità di segretario generale del
CEDI (Centro ecumenico di documentazione ed informazione),
l’inarrestabile deforestazione delTAmazzonia, per quanto la nuova Costituzione, entrata in vigore lo scorso ottobre, preveda
la protezione della regione da
ulteriori devastazioni.
Un satellite di osservazione —
egli precisa — ha rilevato una
serie impressionante di incendi.
Agli
abbonati
Con spedizione a parte inviamo a tutti i nostri abbonati il documento redatto dalla
Conferenza delle Chiese europee e dal Consiglio delle Conferenze episcopali europee, in
preparazione deU’Assemblea
ecumenica di Basilea (15-31
maggio ’89), su «Pace e giustizia ».
Chi fosse interessato a riceverne altre copie può scrivere 0 telefonare alla nostra
amministrazione, via Pio V,
15 - 10125 TORINO, tei. 011/
655278.
Costo per copia L. 3.000.
GENTE COME TE CI LEGGE
ABBONAMENTI ’89
Abbonamento ordinario
lire 38.000
Abbonamento a ’costo reale’
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