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Anno 117 - N. 25
19 giugno 1981 - L. 300
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1* Gruppo bis/70
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lOOCG TüRí?R FeÌlIC:
delie valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
DALLA PREDICAZIONE ALLA CONFERENZA DEL III DISTRETTO
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Per due giorni l’Italia non ha
parlato d’altro e ha seguito con
angoscia gli interminabili sforzi
per salvare il bimbo sepolto vivo. Un’attenzione e un impegno
di soccorso ben comprensibili
eppure sproporzionati all’indifferenza con cui si registrano le
morti di tanti altri bambini e
soprattutto sproporzionati all’incuria che le causano direttamente o indirettamente. In un paese come il nostro, in cui c’è una
sensibilizzazione perfino eccessiva per le cure medicinali si ignora il fatto che la causa prima
della mortalità infantile e adolescenziale da 1 a 19 anni è la causa accidentale che sale progressivamente coprendo il 24% dei decessi da 1 a 4 anni, fino al 59%
dai 15 ai 19 anni, per poi decrescere rapidamente oltre quella
soglia.
Da noi, nella patria dell’incuranza, la prevenzione è quasi
sconosciuta. Per essa lottano alcuni appassionati in mezzo a
difficoltà di ogni genere, prima
tra tutte l’indifferenza che ignora la realtà e l’entità di questo
nemico, l’incidente. Basterebbe
poco per salvare centinaia di vite sacrificate ogni anno sull’altare dell’incuria. Basterebbe — come avviene in alcuni paesi —
fabbricare contenitori per medicinali il cui sistema di apertura,
semplice per gli adulti, non sia
individuabile da parte dei bambini; basterebbe applicare in casa agli oggetti pericolosi degli
adesivi di un colore marcato educando i bambini a collegare
a quel particolare segnale la sensazione di pericolo; basterebbe
mettere pentole al fuoco solo
sui fornelli che non siano alla
portata di bambini nell’età in
cui tutto si afferra e a tutto ci
si aggrappa...
La prevenzione ci coinvolge
tutti quanti e non solo nell’ambito individuale della famiglia. Oggigiorno molti di noi hanno la
po.ssibilità di svolgere un ruolo
attivo nel promuovere un’opera
educativa in questo campo nei
vari ambiti aperti alla partecipazione, come gli organismi scolastici, le Unità Sanitarie locali, i
consigli di circoscrizione. Eppure non possiamo ignorare che un
impegno sociale di questo genere non è sufficiente. Per combattere l’incidente non basta un’opera illuministica di istruzione,
educazione: è anche indispensabile un intervento sociale di tipo
politico. « Se abitassimo in una
vera casa non sarebbe successo»,
ha detto disperata la madre di
un bambino di 2 anni che giorni
fa a Torino è morto schiacciato
da una pesante valigia che stava sul tavolo. Quando si vive in
4 e più persone in una stanza,
quando la vita normale scorre
permanentemente al di sopra del
livello di guardia per ciò che
concerne l’abitabilità, l’igiene, la
pericolosità, a che serve l’opera
di sensibilizzazione e di informazione? È così che problemi sociali come la prevenzione dal campo individuale sfociano inevitabilmente in un quadro collettivo in cui la volontà politica è orientata o verso la preservazione degli interessi di chi
non ha di questi problemi, o verso^ l’assunzione di questi problemi da parte della comunità civile. È su questa scelta fondamentale che in questo, come in
molti altri campi, si gioca oggi
una^ difesa della vita che sia effettiva, coerente e continua.
Franco Giampiccoli
"Voi siete una lettera di Cristo
fi
Le questioni che ci hanno diviso non vengono superate parlandone meno, ma affrontando
sempre di nuovo il compito che ci è affidato: la predicazione dell’Evangelo nella società
Il Corinzi 3: 1-11
Le nostre chiese, dopo anni di
ricerca, di tensioni, di delusioni
ma anche di speranze, da un lato sembrano aver ritrovato una
direzione più chiara e per la loro
vita comunitaria e, soprattutto,
per la testimonianza che sono
chiamate a dare nel nostro paese, mentre dall'altro, sotto tanti
altri aspetti, sembrano invece
mostrare la corda, accusare il
peso della loro deljolezza, delle
loro incertezze, fors'anche di una
certa stanchezza.
In questo quadro il passo che
abbiamo letto ci offre alcune indicazioni.
Il discorso qui condotto dall'apostolo ha dietro di sé una situazione difficile, tesa, che risoecchia la profonda divergenza
che si è venuta a creare tra lui
e alcuni membri della Comunità
in ordine alla sua predicazione e
quindi alla sua autorità di apostolo. Dei fratelli mettono in questione il tipo di predicazione dell’apostolo Paolo, così profondamente ancorato all’annuncio della gratuità della salvezza e perciò teso a rompere gli schemi di
una religiosità legata alla legpe.
Ne traggono perciò la conclusione che Paolo ha tradito una cor
retta interpretazione del messaggio di Gesù. La questione, ancora una volta, ruota intorno alla
opposizione tra Leeee ed Evangelo di cui conosciamo bene i
contorni.
A ciò allude allora la menzione
delle « lettere di raccomandazione » di cui si fa cenno all’inizio
di Questo capitolo, riferito agli
attestati che prudenzialmente
erano affidati ai predicatori itineranti da parte delle chiese di
origine a mo’ di « riconoscimento » e che, nel caso specifico, gli
avversari di Paolo pretendono
per lui da parte della Comunità
di Gerusalemme.
Nel nostro tempo e nel nostro
contesto, noi non possiamo illuderci che le questioni che ci hanno diviso con lacerazioni anche
profonde siano di per sé superate semplicemente perché se ne
parla di meno, se il prezzo che
in molti casi si è pagato è in
realtà quello di un certo immobilismo o di un rinnovamento nel
modo di essere delle nostre chiese che se va avanti, va avanti a
fatica, con troppa fatica.
Tuttavia, nel modo di affrontare il problema da parte dell'apostolo, mi sembra emerga
una preziosa indicazione anche
per noi. Il divario non si risolve
a colpi di « lettere di raccomandazione » o di « attestati di benemerenza », difendendoci o accus_andoci gli uni gli altri, come
se in gioco vi fosse innanzitutto
la nostra personale credibilità,
ma riscoprendo sempre di nuovo
il compito che ci è affidato nella
predicazione delTEvangelo. Perché questa è la questione che
conta! E' qui che ha senso o
non ha senso il nostro essere insieme ed anche il nostro confrontarci. Solo in questa direzione il divario può essere superato e non in modo fittizio. E
il compito indicato da Paolo è
il ministero della predicazione:
il servizio di annuncio del « nuovo patto » che Dio ha stretto con
noi in Gesù Cristo, di cui siamo
al tempo stesso oggetto e portatori.
Impari al compito
In questo senso può avere un
significato che le nostre chiese,
anche attraverso i mandati sinodali, abbiano rimesso al centro
della loro attenzione la questione della evangelizzazione. Perché
il nostro discorso, negli anni
passati, sebbene le intenzioni iniziali fossero diverse, ha rischia
DICHIARAZIONE DELLA COMMISSIONE AFFARI INTERNAZIONALI
El Salvador, campo di battaglia
La Comunità cristiana deH'America latina è costernata dal deterioramento della situazione politica, economica e sociale del Salvador. È
con profonda inquietudine che constatiamo ohe i crimini, le persecuzioni,
le sparizioni e altre violazioni dei diritti dell'uomo non sono diminuiti
ma ai contrario Ja repressione prosegue impunemente ed è peggiorata.
Numerose personalità cristiane sono state perseguitate e assassinate.
I contadini sono fuggiti in gran numero dalle zone di conflitto... una grave
penuria di alimenti e medicinali imperversa nel paese. I feriti sono trasportati negli ospedali e nelle cliniche solo per esservi assassinati a
tradimento da gruppi paramilitari. La miseria si estende a fianco di colonie ben protette dietro la loro opulenza...
(Dichiarazione del Consiglio delle Chiese dell’America latina in formazione, Santiago del Cile, 13 dicembre 1980).
La Commissione delle Chiese
per gli Affari Internazionali (CC
lA) del Consiglio Ecumenico delle Chiese, riunita a Friedewald
dall’ll al 15 maggio 1981 condivide la costernazione e la profonda inquietudine che provano i
cristiani davanti al proseguimento e alTintensiflcazione del conflitto nel Salvador. Il CEC ha protestato contro questa ingiustizia
smaccata, ha lanciato appelli
pressanti a chi spietatamente
aiuta e sostiene le forze di repressione, e si è sforzato di sostenere i cristiani e le loro chiese nel loro coraggioso impegno
per servire i poveri, i perseguitati, i senzatetto, i malati nel corpo
e nello spirito. Il CEC ha attirato
l’attenzione delle Nazioni Unite
sulla sorte del popolo del Salvador e di altri paesi delTAmerica
centraie e ha reclamato un’azione internazionale che metta termine a ciò che oggi si è costretti
a chiamare un massacro.
L’America centrale è diventata
un campo di battaglia, il teatro
di una guerra genocida contro il
popolo. È una guerra contro i poveri, fatta dai governi, dai loro
eserciti e da truppe paramilitari
che agiscono in completa impunità. È una guerra contro i po
veri, fatta dai governi, dai loro
eserciti e da truppe paramilitari
che agiscono in completa impunità. È una guerra che utilizza
non solo gli strumenti perfezionati della guerra moderna, ma
anche la tortura, lo sterminio di
massa e il terrore istituzionalizzato. È una guerra che ha fatto
altrettante vittime tra le donne
e i bambini che tra i mariti e i
padri. Ed è oggi in gran parte
una guerra contro la chiesa e
l’Evangelo, una guerra in cui i
principali bersagli sono vescovi,
preti, pastori, catechisti, predicatori laici. La Bibbia stessa è considerata come una minaccia e la
si toglie alle comunità della campagna, in particolare nel Guatemala dove « forze dell’ordine » si
incaricano di questa operazione.
La causa di questa guerra che
dura da decenni non è la sovversione dalTinterno o dall’esterno.
È il prodotto della disgregazione
del sistema politico, economico e
sociale di quei paesi, che ha ignorato gli interessi e i diritti dei
poveri e ha sfruttato i loro corpi e le loro terre a profitto di
una piccola minoranza.
Tradizionalmente questa minoranza di privilegiati è alleata
agli Stati Uniti che per proteg
gerla e difendere ciò che considerano loro interessi, sono intervenuti apertamente o segretamente in questa regione fin dall’indipendenza di questi paesi ali’inizio del XIX secolo. Oggi ancora
questa presenza straniera è presente e minaccia di intervenire
in modo più massiccio ancora.
Il Costarica, rifugio tradizionale
della democrazia e del benessere sociale nell’America latina,
non è al riparo. Il Nicaragua, dove, a prezzo di pesanti sacrifici,
il popolo si è sbarazzato di una
dittatura brutale che si manteneva da 40 anni e ha intrapreso la
costruzione di una società nuova e più giusta, è minacciato. Si
prevede attualmente di portare
un nuovo aiuto militare al governo guatemalteco che è incontestabilmente e direttamente responsabile di migliaia di assassinii. L’Honduras, come area degli Stati Uniti stessi, serve da
terreno di prova a mercenari
molti dei quali sono ex membri
della guardia nazionale di Somoza.
La situazione delTAmerica centrale stessa fa pesare una seria
minaccia sulla pace di tutta la
regione e si hanno attuaimente
degli indizi precisi che tendono
a provare che un certo numero
di paesi dei Caraibi sono anch’essi nel mirino di quello che appare come un piano di intervento
generalizzato.
E tuttavia, in questa situazione tragica, abbiamo ragione di
render grazie a Dio per il rafforzamento della chiesa nell’America centrale. «La fermezza della
fede, il coraggio e la testimonianza concreta che hanno condotto al martirio centinaia di
(continua a pag. 2)
to di restare chiuso in un discorso interno, fine a se stesso, di
scontro tra orientamenti, anche
teologici, diversi, che ci ponevano gli uni di fronte agli altri più
che non, insieme, di fronte al
mondo nel quale eravamo, e siamo, chiamati ad annunciare TEvangelo.
E se per « evangelizzazione »
non intendiamo semplicemente
un po’ di attività in più o qualche sortita che dimostri che ci
siamo anche noi (un rischio, questo, che non possiamo davvero
escluderei), ma un prendere consapevolezza della responsabilità
che siamo chiamati a portare,
del debito che abbiamo verso un
popolo al quale la potenza liberante delTEvangelo è stata nascosta, allora possiamo dire che
riscoprire il nostro compito primario non è un « distrarsi » dai
problemi reali, ma un essere finalmente in cammino verso una
qualità nuova della vita delle
nostre chiese.
Restano in piedi, certo!, i problemi di fondo: cosa vuol dire
« evangelizzare », oggi; e perciò
quali sono i contenuti e gli strumenti di una azione evangelizzatrice. Su tutto questo non può
non proseguire la nostra riflessione ed il nostro confronto, altrimenti rischieremmo di battere l’aria.
Siamo chiamati ad annunciare
TEvangelo in una società in cui
gli aneliti di una vita diversa sono innegabilmente presenti (non
siamo rimasti tutti colpiti dai
segni di maturità dati in occasione della spinosa e delicata
questione dell’aborto?), come anche quelli di una vita più giusta
e più umana (forse siamo troppo poco attenti alle forze che
pur si muovono in questa direzione); ma siamo anche in una
società straziata' dalla disonestà
dilagante, dal cinismo del potere, dalle frustrazioni e dalle rese
che conducono alla droga, dalle
emarginazioni più violente, dall’incertezza del lavoro e perciò
dell’avvenire, dai terremoti che
ci trovano sempre impreparati;
siamo in una società in cui i
problemi dell’oggi sono così urgenti e scottanti che ci sembra
un lusso affrontare gli altri, che
pure sono alle porte, e che attengono alla qualità della vita, alla
futura abitabilità della nostra
terra, alla fame nel mondo, alla
cosiddetta era spaziale e così via.
Fatti che ci si guarda bene dalTaffrontare seriamente, ma che
tuttavia ci stanno dentro e finiscono ner modificare il nostro
modo di pensare e di sentire.
E, per quanto ci riguarda più
direttamente, di fronte all’esigenza di annunciare un Evangelo
che penetri « nelle giunture e
nelle midolle » della nostra vita,
che esprima il giudizio e la grazia del Signore per il nostro
mondo e ridoni il sapore del Regno alla vita dei nostri contemnoranei, certo aw'ertiamo tutta
la inadeguatezza della nostra capacità.
E anche qui mi sembra soccorrerci la parola delTaposlolo quando dice che « non già che siamo
di per noi stessi capaci di pensare alcun che, come venendo
da noi; ma la nostra capacità
viene da Dio che ci ha resi capaci d’essere ministri di un nuovo patto ». Una parola, questa,
che certo non ci scarica dalle
Aurelio Sbaffi
(Continua a pag. 2)
2
19 giugno 1981
CONFERENZA DEL III DISTRETTO
Sul tema dell’ecumenismo
Voi siete una lettera
Si è svolta ad Ecumene sotto la
presidenza del past. Alfredo Sonelli, vice-presidente Giordano
Senesi, segretari Marco Jourdan
e Claudia Claudi la conferenza
annuale del 3° Distretto.
Aperta da un interessante culto presieduto dal past. Aurelio
Sbaffl che ha esaminato alla luce
della Parola di Dio (II Cor. 3:
1-11) «Voi siete una lettera di
Cristo » i vari aspetti della Evangelizzazione nel nostro Paese al
giorno d’oggi, essa si è articolata principalmente su tre punti:
1) Situazione finanziaria delle
Chiese.
2) Tavola rotonda sul Documento sull’ecumenismo e rapporti con il cattolicesimo.
3) Discussione sul ruolo diaconale.
Sul primo punto a nome della
Commissione finanziaria il dr.
Ugo Zeni ha illustrato la situazione finanziaria generale della
Chiesa che dipende dai doni dei
suoi membri e da quelli che
provengono da libere donazioni
di Chiese ed Istituzioni dall’estero.
Allo scopo di giungere in breve
tempo al pareggio mediante l’autonomia, la commissione finanziaria propone alle Chiese un
adeguamento delle contribuzioni
dei rispettivi membri rapportandole al 3% del reddito medio per
abitante calcolato in base ai dati rilevati dali’Istat provincia per
provincia. Il progetto, che ha un
valore indicativo, è stato illustrato ai cassieri delle Chiese del
distretto affinché lo illustrino a
loro volta nelle rispettive assemblee.
La conferenza ha quindi ascoltato la Tavola rotonda sul documento sull’Ecumenismo ed i rapporti con il Cattolicesimo composta dal prof. Paolo Ricca, il
past. Giorgio Girardet, il past.
Alfredo Sonelli ed il prof. Giorgio Peyrot.
Il prof. Ricca ha precisato cosa è da un punto di vista teologico un rapporto ecumenico, lo
ha quindi esaminato nei suoi
^petti nei riguardi delle altre
Chiese Evangeliche Italiane e
poi nei riguardi del Cattolicesimo. Giorgio Girardet ha esaminato i motivi storici del movimento ecumenico oggi e la situazione socio-nolitica che ne determina le spinte. Alfredo Sonelli
ha riferito su alcune esperienze
ecumeniche con la diocesi di Pinerolo in particolare sul tema
dei matrimoni misti. Giorgio
Peyrot ha esaminato criticamente alcune posizioni della Chiesa
cattolica nei riguardi dell’ecumenpmo ed alcune vedute errate
di esso da parte dei protestanti.
Sulla complessa e controversa
questione del « ruolo diaconale »
il dibattito ha prodotto alcuni
ordini del giorno favorevoli ed
altri contrari che successivamente sono stati entrambi ritirati in
favore della presentazione di uno
stralcio del verbale sulla discus
so una serie di ordini del giorno
relativi a problemi degli Istituti
ed opere delle Chiese del distretto.
È stata quindi eletta la nuova
Commissione Esecutiva Distrettuale nelle persone del past. Davide Cielo, presidente. Leda Rocca, vice presidente, Mario Ricca, D. Aquilante ed A. Sonelli
membri.
La Commissione d’Esame sarà
composta dal past. Manocchio,
Luigi Castorina, past. Liborio Naso e la sig.ra Maisano.
Il Rappresentante della Conferenza del 3° Distretto al Sinodo
sarà la sig.ra Leda Rocca, sostituto Armando Di Carlo.
Il presidente fisserà la data
ed il luogo della prossima Conferenza Distrettuale, il predicatore incaricato sarà il past. Domenico Maselli, sostituto il past.
Carlo Gay.
Osvaldo Piscini
Dagli atti
La Conferenza, sentite le istanze
dalle chiese e i voti formulati dai circuiti ritiene di dover invitare il Sinodo,
nella sessione del prossimo agosto, di
riportare, a partire dal 1982, la data
della sua convocazione alla domenica
che precede l’ultimo venerdì di agosto,
rimanendo inalterato l'anno finanziario
coincidente con l'anno solare e quello
ecclesiastico ripartendo dal 1°giugno al
31 maggio successivo.
La Conferenza, sentito lo studio della Commissione Finanziaria della Tavola Valdese sulla situazione contributiva delle chiese, ritiene che tale studio vada esteso anche alle chiese metodiste. Dà mandato alla CED di adoperarsi a che il documento in questione
sia studiato in tutte le chiese. Chiede
ai membri di chiesa di orientarsi secondo le linee seguenti; a) Adottare, nei
limiti del possibile il criterio delia contribuzione mensile; b] Che ciascuno
rapporti le contribuzioni alla Cassa Culto o al Fondo Ministerio al proprio reddito secondo un criterio liberamente
scelto riferito al 3% che assicuri l’adeguamento al costo della vita; c) Studiare la possibilità di reperimento di
fondi in un’area di consenso più ampio
anche all'occasione di convegni, manifestazioni ecc.
La Conferenza, udito il messaggio
rivoltole dal pastore della Chiesa Apostolica italiana di Firenze-Prato e diaspora, rilevata la collaborazione già in
atto tra detta chiesa con le altre vaidesi e metodiste del 10° Circuito, considerata la domanda avanzata da detta
chiesa alla Tavola, ai sensi dell'art. 8 R o 4 - 1977, esprime il proprio parere
favorevole di cui al 2° comma dell'art.
stesso che resta subordinato, ai fini
sinodali, all’esito positivo della trattativa in corso.
La Conferenza, preso visione deila
relazione morale e finanziaria della casa di riposo « Il Gignoro », l’approva e
invita la CED a rendere noto alla Tavola Valdese il desiderio della Conferenza stessa che il problema della infermeria venga risolto con la maggior
sollecitudine e siano prese le misure
più atte alla sua realizzazione.
La Conferenza, a seguito delle indicazioni differenziate emerse dalle assemblee dei Circuiti e dalle singole
comunità e del vivace dibattito in sede
delia conferenza stessa sul « ruolo diaconale », preso atto della necessità di
un ulteriore approfondimento di tutta
la materia per dar tempo alle chiese
di maturare un orientamento unitario,
riafferma che tutti i ministeri nella
chiesa si esplicano nell'ambito del sacerdozio universale dei credenti, propone ai Sinodo le seguenti linee di
impostazione; a) Individuare un arco
di esigenze interne ed esterne alla vita della Chiesa; b) Rivolgere vocazione
a quanti, dotati di adeguata professionalità, vogliarro esplicare un servizio
a pieno tempo in essa negli ambiti già
suggeriti dal documento della Tavola
Valdese o in altri che eventualmente
dovessero venire individuati; c) Garantire una conoscenza sufficiente della
vita della Chiesa e dei suoi problemi
e per alcuni settori una preparazione
teologicamente caratterizzata; d) Studiare l’opportunità di una partecipazione ai vari livelli decisionali e eventuali
forme di riconoscimento che non creino
disuguaglianza fra i credenti.
(segue da pag. 1)
nostre responsabilità: che — come dicevo poc’anzi — non ci sottrae ad una ricerca, anche sofferta. Ma certo vale la pena che
ci lasciamo ricordare che questa
« capacità » è un dono di Dio.
Non penso infatti che con queste parole Paolo voglia relativizzare le sue esperienze e convinzioni, né semplicemente dosare con
un po’ di umiltà il suo discorso,
ma piuttosto riaffermare questo
che è l’unico e vero sostegno del
suo ministero. Dal nostro sacco,
è vero, abbiamo ben poco da tirar fuori che suoni convincente
messaggio di liberazione e di
speranza per gli uomini del nostro tempo: ma questa consapevolezza non è né può divenire
« bloccante » per chi ha creduto
nella libera grazia di Dio che fa
« al di là di quel che operiamo
o pensiamo ». Preoccupiamoci
perciò di portare con passione e
con caparbietà la nostra responsabilità.
Libertà e coerenza
Ma, leggendo questo testo, non
possiamo tacere un ultimo spunto di riflessione che ci è offerto
dall’immagine della « lettera di
Cristo » che l’apostolo adopera
per affermare la linea essenziale
sulla auale la Comunità cristiana è chiamata a muoversi come
testimone del « nuovo patto, non
di lettera ma di spirito ».
Cosa vuol dire « essere una
lettera di Cristo »? L’apostolo,
ad esempio, dice che la Comunità di Corinto è una lettera di
Cristo; e questo non potrebbe
non lasciarci alquanto perplessi
se intendessimo quella espressione come una sorta di attribuzione di particolari virtù morali, o
come un esempio di fede adamantina, o qualcosa di simile.
Sapniamo bene tutti che questo
non è il caso di questa turbolenta Comunità. Ma qui, piuttosto,
indicando questo frutto pur contraddittorio della sua predicazione, mi sembra che Paolo indichi almeno due criteri che devono poter essere al fondo di
una comunità di credenti. Definirei questi due criteri con le parole libertà e coerenza.
La chiesa di Gesù Cristo è il
frutto della libera grazia di Dio
DALLE CHIESE
Meno bambini, più monitori
È questa la constatazione che
è stata fatta durante il Convegno monitori che si è tenuto anche quest’anno a Vallecrosia per
la partecipazione delle chiese battiste, metodiste e valdesi della
Liguria. Il Convegno, che ha visto una buona partecipazione di
un’ottantina di persone nei giorni 2 e 3 maggio, dopo l’introduzione biblica a cura del past. Gu
stavo Bouchard, ha constatato
sione in oggetto. Nel complesso questo dato comune all’esperienl’impressione che si rìr'ctut, ò za delle varie scuole domenicali
sulla base dell’esposizione del la
i impressione che si ricava è
che le perplessità sulla sostanza
e sulla forma prevalgono sul consenso alla proposta di istituire
tale ruolo. In sostanza, mentre
da un lato si ritiene valida e, anzi, essenziale, l’utilizzazione intelligente e razionale dei doni
particolari in alcuni campi molto importanti per la testimonianza cristiana (assistenza sociale
mass-media ecc.) dall’altro si
sottolinea il rischio di una eccessiva istituzionalizzazione attraverso la formalizzazione di una
sorta di « categoria » particolare
e non omogenea, e addirittura il
pericolo di « clericalizzazione ».
La conferenza ha quindi emes
Sviste
Per una svista sull'ultimo numero
non è stato indicato il testo della predicazione « Uno spazio per essere uomini » riportata in prima pagina: 1 Corinzi 9: 15-23. Ce ne scusiamo con
l'autrice e con i lettori.
Una corrispondenza dalla Sicilia sulla visita ricevuta dalle Valli è inoltre
finita... nella cronaca di Pomaretto. Anche di questo ci scusiamo con gli interessati.
voro svolto quest’anno. Franco
Girardet, responsabile del Servizio Istruzione ed Educazione presente al Convegno, ha fatto notare che questa situazione non
è esclusiva delle scuole domenicali della Liguria: àll’estero, per
esempio in Svizzera, la popolazione infantile è diminuita fino
al 50%, spesso come effetto del
calo della natalità.
Il programma del Convegno
prevedeva anche uno studio biblico sull’Antico Testamento che
è stato svolto dal pastore Michele Sinigaglia della Chiesa battista di La Spezia. Dopo l’esposizione la discussione a gruppi ha
lavorato su un brano della Genesi discutendo le tre fonti particolari dell’A.T. (jahwista, elohista, sacerdotale), il loro valore teologico, il loro apporto al
messaggio biblico. Il tema è stato ripreso la domenica, dopo un
breve culto tenuto da Roberto
Romussi, con la conclusione che
ognuna delle fonti è testimone
del suo contesto storico a partire da un particolare punto di
vista: « L’A.T. — come dice 'Von
Rad — è la testimonianza che
Israele dà di se stesso ».
Interessante anche l’attività
che si è svolta durante il Conve
gno per i bambini: guidati da
Umberto Stagnerò hanno letto
alcuni versetti impegnandosi poi
a raffigurare i racconti letti col
minor numero possibile di fumetti.
Genova: ammissioni
La domenica di Pentecoste,
dopo alcuni anni in cui non avevamo avuto la gioia di alcuna
professione di fede di giovani catecumeni, due giovani sorelle,
Monica Beltrami e Lia Darbesio
hanno professato la loro fede in
Cristo e detto con semplicità e
con gioia il desiderio e l’impegno di vivere in questa prospettiva la loro vita, la volontà di
assumere con noi la loro responsabilità comunitaria.
Il culto è stato molto gioioso,
il Coro Evangelico era presente
in buona parte, ha cantato tre
inni, e anche il gruppo giovanile
— costituito pure di giovani di
Sampierdarena e di Sestri — ha
fatto alle giovani sorelle la sorpresa di un salmo cantato con
l’accompagnamento delle chitarre. Siamo molto grati a fratelli
e sorelle di altre chiese evangeliche che han voluto essere con
noi e dare il loro apporto al canto in questa occasione: l’abbiamo tanto più apprezzato in quanto abbiamo avuto una confermazione, quella di Monica, mentre
Lia è stata battezzata, e sappiamo che non tutte le chiese evangeliche apprezzano la nostra
prassi battesimale aperta alle due
possibilità. Ci è parso invece,
proprio in questa occasione, che
il tenere aperte queste due possibilità non sia, da noi, lassismo
accomodante : le due prassi costituiscono invece un reciproco ri
chiamo a non lasciare scadere il
battesimo a formale anagrafe ecclesiastica, ma anche a non incentrarlo sulla nostra decisione,
sulla nostra fede, bensì sulla grazia : « Non siete voi che avete
scelto me, sono io che ho scelto
voi, e vi ho costituiti per andare e portar frutto... ». A lui la
nostra gioiosa gratitudine, e l’augurio fraterno alle nostre due
giovani sorelle.
Educatore cercasi
FIRENZE — Nel ricambio dei
propri quadri (è già stata trovata una nuova segretaria) il
Centro Giovanile Protestante di
Firenze cerca un educatore che
abbia buoni interessi nel campo
educativo, disponibilità per un
lavoro di gruppo, versatilità nell’adempimento di un compito
che comporta sovente il dover
affrontare le situazioni più disparate e impreviste. Come agli altri
dipendenti, il Centro offre uno
stipendio mensile che, aggiunto
all’alloggio e al vitto in comunità, è mediamente equiparato a
quelli esistenti nel settore. Un
lavoro che richiede impegno e
disponibilità non indifferenti: ma
che è certo anche appassionante e significativo. Chi è interessato potrà rivolgersi al Comitato
del Centro che ha sede in via dei
Serragli 49, Firenze.
Il Hanno collaborato a questo
numero: Ernesto Chiarenzi,
Gino Conte, Giovanni Conte,
Ivana Costabel, Franco Davite, Antonio Di Fierro, Furio
Giambarresi, Marco Jourdan,
Vera Long, Luigi Marchetti,
Diomira Moretti, Gigi Ranzani. Paolo Ribet.
che incontra l’uomo e lo salva
al di là di tutti gli schemi, religiosi e non, del mondo. Essa,
dunque, non può vivere che di
questa libertà e al servizio di
questa libertà. E’ l’immagine di
Gesù che predica tanto in Gerusalemme che in Samaria, che discute con Nicodemo, che fa di
Paolo un apostolo e guarisce l’indemoniato o il lebbroso, che inizia il suo ministero, da giovanetto, predicando nel Tempio e lo
termina rovesciando i tavoli dei
venditori e contestandone i sacerdoti, e che così insegna a fare anche ai suoi discepoli. Pur
sapendo di correre il rischio di
una eccessiva semplificazione, direi che nella Comunità cristiana
non c’è spazio per schemi.
Ebbene questo segno di libertà
ricevuto dall’Evangelo, che la
Riforma ci ha ritrasmesso, nel
quale ancora recentemente è stato riconosciuto uno degli elementi distintivi del nostro essere protestanti, che poi è la libertà del servizio, deve essere continuamente riscoperto e riconquistato nella vita delle nostre
chiese e nel loro modo di porsi
di fronte ai problemi del nostro
tempo per l’annuncio dell’Evangelo. Perché solo così potremo
comprendere dove il Signore ci
sta conducendo e come è richiesta la nostra disponibilità.
Ma un secondo criterio — come dicevo — è la coerenza. E
qui vorrei limitarmi ad un riferimento alle nostre chiese, al loro modo di essere, di vivere e di
esprimersi. Perché forse ci è rimasto dentro, come protestanti,
il senso della nostra coerenza
personale, talvolta persino un
po’ fine a se stessa (che tuttavia
non stona troppo in un paese dove per cercarla bisogna andare
col lanternino); ma mi sorge
qualche dubbio che riusciamo a
vivere questa coerenza nelle nostre strutture ecclesiastiche, nel
senso che il nostro modo di organizzarci, di fare il culto, di disporre delle nostre forze (o poche forze), costituisca un essere
« lettera » di Colui che ha speso
tutto se stesso per “^li altri. E
talvolta mi guardo dal di fuori,
anche con la mia chiesa, e mi
domando se il nostro modo di
essere e di fare non è di fatto
un intoppo per l’evangelizzazione
di cui andiamo parlando. Certo,
visto quel che offrono altre piazze, verrebbe la tentazione di non
lamentarsi tronpo, ma possiamo
noi contentarci di questo?
E vorrei lasciare me stesso e
voi con questo interrogativo, perché il Signore ci dia di riaffermare — come dirà poco più in
là l’apostolo — che « noi non
predichiamo noi stessi, ma Cristo Gesù qual Signore, e quanto
a noi ci dichiariamo vostri servitori per amore di Gesù » (2 Cor.
4: 5).
Aurelio Sbaffi
El Salvador
(segue da pag 1)
samaritani cristiani ci rendono
umili e forti nella nostra risoluzione di sostenerli con tutti i
mezzi di cui disponiamo ».
Profondamente coscienti della
nostra solidarietà in Gesù Cristo
nostro solo Signore e Salvatore,
noi esortiamo una volta di più
le chiese a:
1) unirsi nel quadro di tutta
la comunità ecumenica in una
incessante preghiera per i nostri
fratelli e sorelle dell’America centrale e in particolare del Salvador e del Guatemala rendendo
grazie per la testimonianza che
essi rendono e domandando a
Dio di aver pietà di loro;
2) raddoppiare gli sforzi per
venire in aiuto alle vittime di
questo conflitto;
3) impegnarsi con forza rinnovata e con tutti i mezzi a disposizione a condurre i governi
del Salvador e del Guatemala a
cessare le loro attività repressive e il governo degli Stati Uniti
a rinunciare ad ogni intervento
diretto o segreto, presente o previsto nei paesi dell’America centrale e dei Caraibi;
4) opporsi e cercare di mettere termine alle campagne sistematiche di diffamazione e di
« disinformazione » che danno
un’immagine deformata della realtà dell’America centrale, della
sorte del popolo e della testimonianza della chiesa e di quelli
che sono solidali con essa.
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7
19 giugno 1981
A DIECI ANNI DALLA FONDAZIONE DELLA CEvAA
I PROTESTANTI NELLA STAMPA ITALIANA
Impegnocomuneper l’Evangeio Vent’anni di A. I.
In occasione^ della riunione della Comunità Evangelica di Azione
Apostolica che si tiene in giugno ad Ecumene, ricordiamo come si
è giunti a questa forma di corresponsabilità missionaria.
Dal 15 al 27 giugno il «Conseil»
della Comunità Evangelica di
Azione Apostolica (CEvAA) siederà ad Ecumene, e i suoi membri hanno espresso il desiderio
di avere contatti con le chiese viciniori.
Come preparazione a questi
contatti, ci è sembrato utile rintracciare esattamente le origini
di questa organizzazione creata
dieci anni fa nell’ambiente missionario di lingua francese. E ciò
tanto più che, quando ne parliamo coi membri delle nostre chiese abbiamo alle volte, l’impressione che la maggioranza di essi,
mentre capivano chiaramente
cosa erano le Società Missionarie sorte nel secolo scorso per
mandare dei testimoni del Vangelo nei paesi pagani, sono spesso perplessi, quando sentono parlare di questa Comunità evangelica di Azione Apostolica. D’altronde ci risulta che anche nell’ambiente protestante francese e
svizzero, la stessa perplessità esiste tuttora, anche dieci anni dopo la fondazione della CEvAA.
Transizione
Nel 1963 si verificarono nella
Francia e nella Svizzera degli
sviluppi che tendevano a modificare profondamente le relazioni fra le chiese protestanti e la
Società delle Missioni di Parigi:
la creazione di un Sinodo Missionario nella Svizzera di lingua
francese, e quella di un Dipartimento della Federazione delle
Chiese Protestanti francesi, per
le loro relazioni con altre chiese
nel mondo. Ambedue esprimevano il desiderio di svolgere direttamente l’azione svolta fino ad
allora, nelle chiese a loro associate, dalle Società Missionarie
per la proclamazione del Vangelo di Cristo nel mondo.
D’altra parte, durante gli anni 1958-1964, le chiese fondate
dalla Società delle Missioni di
Parigi, in Africa, Madagascar e
Oceania, erano giunte al punto
di assumere la loro Autonomia,
a cominciare da quella nel Madagascar (1958) fino a quella
dello Zambesi (1964).
Non stupisce, quindi, di leggere nel resoconto dell’Assemblea
Annua del 1964 della Società delle Missioni di Parigi, che il Direttore, pastore Ch. Bonzon, parla dell’inizio di una era nuova,
e commentando il telegramma
ricevuto dal Lesotho il giorno
della proclamazione dell’autonomia di quella chiesa — che suonava: « Mission terminée » (fine
della missione) — gli opponeva,
da un lato, le parole pronunciate
dal presidente della Chiesa del
Madagascar, al momento della
autonomia nel 1958 («La nostra
autonomia è lungi dall’aver tagliato i legami che uniscono le
vostre chiese alle nostre»), d’altra parte rifiutava di ammettere
che l’opera missionaria delle nostre chiese europee terminasse
coll’aver proclamato l’autonomia
delle giovani chiese fondate in alcune regioni del Terzo Mondo.
Concludeva affermando che l'opera della Società poteva, nelTavvenire, prolungarsi su due linee: 1) l’aiuto da dare a queste
giovani chiese, chiamate spesso,
nel loro sviluppo, a superare
grosse difficoltà, e d’altra parte
ad allargare la loro propria azione missionaria 2) la possibilità
di agire direttamente in qualche
altro paese '.
Già nel 1965 il pastore Jean
Koto del Cameroun, invocava
l’aiuto delle chiese europee: commentando un ordine del giorno
della sua chiesa, a proposito della sua missione verso i pagani
africani, diceva, in un messaggio
mandato all’Assemblea della Società delle Missioni di Parigi di
quell’anno: « Guardando alla carta dell’Africa siamo angosciati
dalla vastità dell’impegno che ci
concerne. Ogni chiesa, malgrado
lo zelo che l’anima, sente la sua
incapacità dinanzi a questo immenso compito, la cui urgenza
non ci dà la possibilità di aspettare a lungo. Cosa fare? Soltanto una Azione Apostolica Comune delle Chiese dell’Europa, dell’Africa , del Madagascar e del
l’Oceania, può far fronte ad un
simile impegno; una azione nuova, giovane e dinamica » ^
Lo stesso anno, in risposta a
questo appello, la Direzione della Società delle Missioni convocò
a Parigi i rappresentanti delle
sette chiese da lei fondate nel
Terzo Mondo, che approvarono
questo progetto di una Comunità
di Azione Apostolica.
L’Assemblea della Società delle
Missioni, che si riunì subito dopo a Parigi, avuto conoscenza
deH’avviso delle chiese da lei
fondate, incaricò il suo comitato
direttivo di procedere allo studio delle riforme necessarie per
modificare le strutture esistenti, e preparare l’attuazione, al
momento opportuno, della costituzione di tale Comunità. Questa
decisione prendeva in considerazione le relazioni della Società,
sia con le giovani chiese, sia con
il nuovo Dipartimento della Federazione delle Chiese francesi e
il Sinodo Missionario delle Chiese svizzere di lingua francese \
Piena uguaglianza
Seguì un periodo di sei anni
di ricerca e di studio per organizzare queste relazioni, e il progetto definitivo venne preparato
dal Comitato Direttivo, allargato in modo da includere una rappresentanza delle giovani Chiese.
Allo stesso tempo, per non rimanere troppo a lungo al livello
teorico, vennero intraprese due
azioni apostoliche comuni, nel
Dahomey e in Francia.
Finalmente, nel 1971 fu possibile proclamare lo scioglimento
della Società delle Missioni di
Parigi, dopo quasi un secolo e
mezzo di esistenza, e la costituzione del Dipartimento Evangelico Francese di Azione Apostolica (DEFAP) da un lato, e dall’altro la Comunità Evangelica
dì Azione Apostolica (CEvAA),
comprendente su un piede di assoluta uguaglianza, le Chiese protestanti francesi, svizzere e italiane, impegnate, nel passato, a
sostenere la Società delle Missioni, e le Chiese da esse fondate. Ognuna veniva costituita con
un regolamento che ne definiva le
responsabilità, e la natura delle
relazioni reciproche: in sostituzione alla Società delle Missioni
di Parigi, il DEFAP e il Sinodo
Missionario Svizzero, e il Sinodo
Valdese, avevano accettato di occuparsi:
1) del mantenimento dell’interesse delle comunità per l’opera missionaria;
2) della ricerca e deila preparazione del personale necessa
rio per il proseguimento dell’opera;
3) della raccolta dei fondi
necessari.
Alla CEvAA spetterebbe coordinare e curare la loro utilizzazione, secondo le necessità
espresse dalle Chiese membro,
tanto nel Terzo Mondo che in
Europa
Azione capillare
Però al momento della istituzione di questa nuova organizzazione, notiamo una preoccupazione fondamentale, tanto da
parte europea, che dalle giovani
Chiese. Questa appare chiaramente dalla dichiarazione votata dal « Conseil » nella sua prima
seduta (2-4 novembre 1971). «Le
Chiese che si sono unite nella
CEvAA hanno voluto porre in
evidenza la loro autonomia e la
loro piena responsabilità ma rifiutano apertamente di isolarsi,
ripiegandosi su se stesse ».
« La loro intenzione è quindi di
rinnovare il loro zelo missionario; sono convinte che la scoperta dei modi di testimoniare
la fede cristiana, adatti ed efficaci per l’uomo di oggi, non sarà possibile se non per mezzo di
una ricerca comune e di una azione comune ».
« A questo fine il "Conseil” invita tutte le Chiese membro a riconoscere la serietà del loro impegno, che deve essere realizzato, non soltanto nei loro sinodi,
ma fin nelle parrocchie più isolate, e da ogni cristiano personalmente »
Quest’anno al « Conseil » della
CEvAA riunito ad Ecumene, alla
fine dei primi dieci anni di attività, verrà certamente stabilito
un bilancio del lavoro svolto e
dei risultati ottenuti. Tanto più
che segnerà pure la fine del servizio del suo Segretario Generale,
il pastore malgascio Victor Rakotoarimanana, e del presidente
del Comitato Direttivo, il pastore svizzero Eugène Hotz, della
cui sostituzione dovrà pure occuparsi il « Conseil ».
Data l’importanza di questa
riunione, speriamo averne un’eco
viva mediante la nostra stampa,
e i contatti che i membri del
« Conseil » potranno avere con
le comunità vicine ad Ecumene.
Roberto Coisson
Amnesty International non è
una organizzazione protestante,
ma, come ricorda il suo fondatore Peter Berenson in una
intervista pubblicata da Litterae
Comunionis in occasione del ventesimo anniversario di A.I., è
certamente una organizzazione di
ispirazione cristiana, la quale ritiene che « il compito della vita
è di essere a servizio dell’amore
di Dio » e che « il Regno di Dio
verrà quando avremo instaurato
una società ’’dell’attenzione e
della cura vicendevole” cioè dell’amore ». Nelle celebrazioni del
suo ventesimo anniversario Amnesty ha potuto ricordare la ampiezza della collaborazione che
si è assicurata in tutti i paesi,
la concretezza dei risultati ottenuti, la acquisita reputazione di
una assoluta imparzialità nelle
varie campagne che conduce nel
mondo. È per questo che sembra opportuno ricordare qui il
ventesimo anniversario di una
organizzazione che cerca di tradurre in attività concrete principi cristiani, visti attraverso il
pragmatismo proprio del protestantesimo anglosassone.
» « :fc
Riportando dati statistici comunicati dalla RAI, l’Avvenire
del 17 maggio ci informa che
l’ascolto medio del Culto Evangelico della domenica mattina è
di un milione duecentomila persone.
* ♦ *
Nelle memorie che gli pubblica l’Europeo, Andreotti ricorda
come dovette vincere i dubbi di
un suo collaboratore quando si
trattò di nominare ad una importante carica un magistrato,
la cui unica pecca era quella di
essere valdese. Il solo rilievo da
fare si è che Andreotti ritiene
significativo un fatto del genere.
* ^ *
La Nazione del 23 maggio dedica un articolo ad informare i
suoi lettori sulla esistenza dell’Esercito della Salvezza e delle
attività che esso svolge in Firenze. Città Nuova del 17 maggio
dedica invece spazio e fotografie
ad una presentazione dei Testi
moni di Geova e della loro attività di proselitismo, ricordando
come sia Tunica «setta» cristiana
che ha risolto per i suoi adepti
in modo radicale il problema dell’obiezione di coscienza, invitandoli a sopportare per questo il
carcere.
^ ^ *
Il Gazzettino del 22 maggio ricorda Ferdinando Geremia, recensendo a cura di L. Montobbio
un libro di Cavallaro e Sambin
(Macerie della storia e speranza
cristiana). Risalta una volta di
più la figura di questo vecchio
amico, combattente antifascista
perché ispirato da quei principi
cristiani, filtrati da una fede protestante, che con il fascismo non
potevano in nessun modo conciliarsi.
♦ * *
Critica Sociale di maggio ritorna sul problema delle Intese
per invitare tutti i laici a dare
« la sveglia al governo perché il
testo dell’Intesa arrivi al più
presto alla sua giusta conclusione ».
^ ^
Il Messaggero del 20 maggio,
a commento dei risultati dei referendum, riporta dichiarazioni
di Maria Girardet, Piero Bensì e
Giorgio Bouchard, che vedono in
essi la necessità di « una accelerazione di quella revisione dei
rapporti tra Stato e Chiese, che
già gli armi settanta hanno dimostrato necessaria ».
^ il: *
Scrivendo dalTIrlanda, sul
Manifesto del 12 maggio, Giorgio Casadio ritorna sugli aspetti
« religiosi » della situazione a
Belfast, non senza ricordare gli
aspetti sociali e politici (irredentismo) che stanno alla base di
quelle tristi lotte.
* * :f:
Gente Veneta del 30 maggio
informa su di una riunione preparatoria per la celebrazione ecumenica della Pentecoste, tenutasi
a Venezia. Ha tra gli altri partecipato con un commento biblico
Guido Colonna della locale chiesa valdese.
Niso De Michelis
‘ Journal
1965, n. 1,
^ Journal
1965, n. 7,
’ Journal
1965, n. 9Journal
1971, n. 9’ Journal
1971, n, 9
des Missions
pp. 7-8.
des Missions
p. 169.
des Missions
10, p. 265.
des Missions
10, pp. 227-233
des Missions
10, p. 235.
Evangéliques,
Evangéliques,
Evangéliques,
Evangéliques,
Evangéliques,
inserto: ancora in tempo!
Abbiamo ricevuto consistenti ordinazioni per l’inserto
« Cristiani nella libertà » che è pubblicato in questo numero.
Ma vi sono larghi vuoti tra le chiese e non vorremmo che
altre ordinazioni giungessero fuori tempo massimo. Abbiamo
perciò deciso di dare una proroga di 15 giorni prima di stampare a due colori il numero complessivo di copie ordinate. Il
termine ultimo per l’ordinazione è dunque domenica 28 giugno. Chi non ha ancora ordinato può farlo ora avendo visto
di che si tratta, telefonando al n. 011/655.278. '
Ricordiamo che il costo per copia è di L. 100; L. 80 per
ordinazioni sopra le 500 copie. L’inserto verrà inviato come
supplemento al primo numero di luglio.
Zimbabwe: ucciso
un missionario
(BIP/SNOP) — Un missionario
cattolico, Edmar Sommerreisser
di 67 anni è stato assassinato
nella sua missione di Lupane nei
pressi di Bulawayo. Un altro
prete della missione, padre Marianus Renk, 77 anni, nelTapprendere la notizia è morto per l’emozione. I due ecclesiastici erano di origine bavarese.
Dai 1976 otto sacerdoti cattolici sono stati uccisi in questa
regione del Matabeleland. Essi
erano per la maggior parte di
origine tedesca. Secondo gli inquirenti, gli autori dei delitti potrebbero essere degli ex guerriglieri passati alla dissidenza.
Questi « dissidenti », come li
chiamano le autorità, si sono resi colpevoli in questi ultimi tempi di tutta una serie di reati.
Finlandia: la chiesa
ricerca i marginali
(Information) — La Chiesa
finlandese ha organizzato nei mesi scorsi un’azione a favore delle persone che sono diventate
estranee alla Chiesa e non partecipano alla vita parrocchiale.
Attraverso pannelli pubblicitari, appelli telefonici, visite e con
lechi dal mondo cristianoj
a cura di ANTONIO ADAMO
tatti epistolari si è cercato di riprendere i contatti con quanti
vivono da tempo lontani dalla
Chiesa. Alla fine di questa campagna sono state contattate oltre
un milione di persone. Gli organizzatori si sono dichiarati soddisfatti per l’esito positivo dell’azione.
Germania: studenti
senza casa
(epd) — La Chiesa evangelica
dello Schleswig-Holstein, vista
la drammatica mancanza di alloggi per studenti nelle città universitarie, ha invitato i suoi
membri ad affittare, senza eccessive difficoltà, camere ed alloggi
agli studenti che sono costretti,
per motivi di studio, a vivere
lontano da casa. Ricordiamo che
la crisi degli alloggi, specialmente nelle città universitarie, ha
raggiunto in questi ultimi mesi
dei livelli preoccupanti.
RDT: libertà e
diritti de!l’uomo
(informa'jon) — Le Chiese
protestanti della Repubblica Democratica Tedesca vigilano affinché le autorità politiche non ritrattino i miglioramenti sul piano umanitario e dei diritti dell’uomo. Malgrado la priorità
della salvaguardia della pace, la
realizzazione dei diritti dell’uomo non deve essere dimenticata,
in particolare la libertà religiosa.
La Chiesa deve restare uno strumento di comunicazione e non
può partecipare alla « scalata
della polemica » ; essa è chiamata
a ristabilire la reciproca fiducia
e comprensione.
Niemoeller: no dei
cristiani alla guerra
(epd) — L’ex presidente della
Chiesa evangelica della regione
Hessen-Nassau, Martin Niemòl
ler, ha rimproverato alla Chiesa
evangelica tedesca la mancanza
di univocità sul problema della
pace. In un’intervista rilasciata
al «Lutherischen Monatsheften»,
Niemöller ricorda che nel 1948
il Consiglio Ecumenico delle
Chiese giunse alla constatazione
che la guerra è un peccato. Ora
le Chiese non hanno mai preso
le distanze da questa affermazione, però non hanno fatto molto
per affermarla ad alta voce. Il
dibattito suila formula « servizio
per la pace con e senza armi »,
dopo la presa di posizione di
Niemöller, deve essere ripreso.
Da quando è iniziata la discussione sulla complessa questione
« resistenza e uso della violenza », la Chiesa non ha più sul
problema della pace una posizione univoca. Niemöller ha affermato: « Noi cristiani dobbiamo dire chiaramente ai potenti: se farete la guerra noi non
saremo con voi ». Se un tempo
era possibile discutere su una
ipotetica « guerra giusta », attualmente uno scontro armato tra
le grandi potenze non può che
significare la fine della civiltà.
Il pastore Niemöller è convinto
che occorra impedire il riarmo
della Germania perché « due eserciti tedeschi che si fronteggino
da diverse posizioni, nel caso di
una ipotetica guerra che potrebbe anche accadere, significherebbe Tautoannientamento della
Germania ».
8
19 giugno 1981
cronaca delle valli
ALLE VALLI OGGI
VAL PELLICE - UNITA’ SANITARIA LOCALE - 43
La svirota Avvio del piano
di riordino dei servizi
Per chi non avesse familiarità
con la storia valdese diremo che
l’episodio della svirota è fra i
più popolari e noti della vicenda di Giosuè Gianavello. Trovandosi con pochi uomini a difendere una posizione sulla cresta
di Pian Prà ricorse ad uno stratagemma per ingannare il nemico, facendogli credere di disporre di truppe molto più numerose di quanto in realtà avesse:
costruì in una radura una “svirota", il classico gioco dei bambini formato di un palo infisso
nel terreno su cui è disposto un
tronco orizzontale che gira a mo’
di ruota sul primo. Seduti alle
estremità due dei suoi uomini e
facendo girare la svirota si dava
l'impressione, fra gli alberi, di
un movimento continuo di soldati, illusione che arrestò i ducali e permise il loro accerchiamento.
Mi veniva da pensare, la domenica 24/5, alla nostra Conferenza Distrettuale, che nella nostra chiesa si pratica tuttora la
tecnica della svirota: pochi uomini in bilico, sempre gli stessi, che girano e girano, che si ritrovano ovunque. Al momento
delle nomine quando si tratta di
dare compiti ed affidare delle
responsabilità ci si guarda attorno e si scelgono sempre gli stessi fratelli, quelli che già si conoscono, che hanno già fatto parte
di altre commissioni, hanno già
avuto altre responsabilità.
Accade molto raramente che st
faccia lo sforzo di individuare
fra i presenti, o, perché no, fra
gli assenti, che si conoscono, persone che potrebbero assumere il
nuovo incarico. Occorre una valutazione attenta, un momento
di riflessione, il discernimento
dei doni, è chiaro, ma senza questo rischio, senza questo coraggio di coinvolgere nuovi credenti nella responsabilità comune si
gira a vuoto come i due di Gianavello! Anzi molto peggio di loro perché nella sua svirota c’era
una logica, un programma, un
piano: i due giravano mentre gli
altri avanzavano, qui si gira soltanto.
Senza un minimo di rischio e
di coraggio non si formano i responsabili di domani, non si
educano gli uomini, senza lo
sforzo di « pescare la gente », come diceva Gesù a Pietro, non si
formano comunità mature. Ma
Gesù voleva dire ben altro, si dirà. parlava dell’evangelizzazione!
Certo, ma se non si prova non si
impara a pescare, se non si entra nelle questioni in modo diretto non le si conosce.
Non si tratta di dire: ricambio, aria nuova, facce nuove,
cambiamo ed andrà meglio (come spesso si dice nella nostra vita politica con i risultati che vediamo), si tratta di dire: fratello perché non assumi anche tu
la tua parte di responsabilità, il
tuo impegno, il tuo posto nel
combattimento della fede? Occorre discernimento, e molto,
quelli che si offrono non sono
sempre i migliori, quelli che potrebbero fare si tirano indietro
ma bisogna provare e riprovare
senza stancarsi, mettere alla prova i credenti, scoprire i doni ed
i ministeri, mandare la gente al
lavoro in modo da diventare una
chiesa responsabile di persone
responsabili.
G. Tourn
Comunicato EGEI
Organizzato dal Consiglio Ecumenico della Gioventù in Europa e dal Comitato Giovanile del
Consiglio delle Chiese Irlandesi,
si svolgerà a Belfast (Irlanda),
dal 4 al 28 luglio, un campo studi
sulla drammatica situazione
nordirlandese. Ci sarà l’opportunità di incontrare vari gruppi
giovanili e rappresentanti di organizzazioni politiche e religiose.
E’ necessaria una discreta conoscenza della lingua inglese, il pagamento delle spese di viaggio
e di una parte di quelle di soggiorno, Per ulteriori informazioni rivolgersi a:
Eugenio Bernardini - C.so Svizzera, 153 - 10149 - Torino - tei.
011/74.40.23.
La Comunità Montana Val Pellice, che gestisce l’U.S.L. 43, ha
programmato tre incontri con i
cittadini dei tre Distretti di base.
Il primo appuntamento è stato con la popolazione del 1“ Distretto che comprende i Comuni
di Torre Pellice, Angrogna, Bobbio e Villar Pellice.
L’incontro è avvenuto la sera
dell’8 giugno. Folta la partecipazione di Amministratori locali,
ospedalieri, di forze politiche e
operatori sanitari e sociali. L’Utenza, la grande assente. Questa
assenza faccia riflettere i responsabili della gestione dei servizi.
Si avverte, anche qui, uno scollamento fra i cittadini, talvolta
molto critici ma timorosi di esprimersi in pubblico, e i designati alla tutela della salute e
dei servizi sociali.
Nelle sue scelte e negli indirizzi, la Comunità Montana non può
trincerarsi dietro l’alibi di una
siffatta partecipazione ove mancano i principali interlocutori
che sono i cittadini. Per coinvolgere e corresponsabilizzare più
gente è urgente impiegare nuovi e più convincenti mezzi di informazione (non mancano ora
uffici per avviare uno studio) abbandonando, se necessario, il
manifesto murale e il volantino,
lasciato qua o là, come unici canali di comunicazione.
L’impressione riportata è che
gli interventi del Presidente della Comunità Montana e degli oratori del gruppo di lavoro, istituito per 1’« avvio del piano di riordino dei servizi », fossero diretti — non intenzionalmente — agli
addetti ai lavori e quindi a loro
comprensibili.
Si sono risentiti argomenti già
trattati in altre riunioni pubbliche. Unica novità; l’istituzione
formale dei Distretti di base. È
questa un’innovazione nell’organizzazione dei servizi sanitari
perché riportata a livello dei cittadini. Il Comune diventa il luogo dove si svolge la gestione della salute e si attuano i primi interventi. L’accorporamento di Comuni Montani o di zone con popolazione affine è un fatto rilevante. Deve nascere un diverso
rapporto, più fiducioso (cosa facile?), fra cittadini e Distretto
attraverso la rivalutazione del
medico di fiducia e la collaborazione dei medici e paramedici.
Agli oratori non sono giunte risposte o proposte di rilievo. Sono mancate una serie di doman
PERRERO
Decisioni del
consiglio comunale
Con 13 voti favorevoli su 14
presenti e un’astensione è stato
approvato il bilancio ’81 dal Consiglio comunale di Perrero. Bilancio molto schematico, ridotto
alle voci essenziali, la cui discussione non ha causato una particolare affluenza di pubblico. Erano presenti alla seduta, per un
interesse molto più concreto, i
rappresentanti della popolazione
della borgata Grangette, i quali
attendevano la decisione del Consiglio in merito al contributo di
sei milioni per Tasfaltatura della loro strada.
Il contributo è stato concesso
in base alle precedenti concessioni e considerando il notevole
sforzo finanziario compiuto dagli abitanti di Grangette che sono ormai ben pochi.
Un altro punto all’ordine del
giorno del Consiglio di particolare interesse per la gente è stata la declassificazione delle strade comunali di scarso rilievo.
Scopo del provvedimento è stata l’agevolazione nelle costruzioni, in quanto verrebbe così a cadere il vincolo del limite di distanza da queste strade, che sono ora sostituite da carrozzabili.
Il Comune ne rimane comunque
il proprietario con l’obbligo di
curare la manutenzione.
Il Consiglio ha anche deciso di
aderire al consorzio che è stato
creato allo scopo di eliminare le
discariche ora purtroppo in funzione in tutti i Comuni, convogliando i rifiuti solidi a Pinerolo.
La spesa ovviamente aumenterà
perché sarà necessario trasportare i rifiuti a Perosa, dove si
prevede l’installazione di un compattatore, che comprimerà il materiale da eliminare. Non è prevista la raccolta differenziata,
salvo quella che ormai da anni
viene fatta dalle scuole per la
carta e il vetro. Se da un lato vi
sarà quindi il vantaggio di vedere (forse) la valle più pulita, il
rovescio della medaglia è invece
la distruzione di una quantità di
materiale ancora utilizzabile.
Altre decisioni : la nomina dei
rappresentanti del Comune nel
Consiglio di gestione della biblioteca comunale e quella del direttore dei lavori per la ristrutturazione dell’ex-albergo Regina e
la sua trasformazione in centro
residenziale.
Lavori sulla
provinciale
Perosa - Frali
Nella precedente seduta, il
Consiglio aveva sollecitato la
Provincia a garantire la sicurezza lungo la strada nel pericoloso
’giro della roccia’. Finalmente è
stata sistemata una idonea bar
riera di protezione che si rivelerà molto utile nella stagione turistica. Si sta anche consolidando un muro di sostegno in prossimità del ponte Rabiour, che
minacciava di crollare, smosso
dal gelo di questo rigido inverno.
Pro-Loco a Perrero
Si sta riorganizzando l’associazione Pro-Loco di Perrero, in
crisi negli ultimi anni. Il comitato provvisorio, presieduto dal
sig. Nicola Milano, ha comunicato con un avviso l’intenzione
di richiedere al Comune il contributo per il 1981 per organizza
re le manifestazioni estive e di
avere un’assemblea generale nel
mese di agosto. C’è da sperare
che, sfruttando anche le possibilità offerte dal consiglio di gestione della biblioteca, un’associazione come la Pro-Loco riesca
ad andare un po’ più in là dei
soliti tornei di bocce e dei giochetti per bambini, prendendo
qualche iniziativa di tipo culturale, sia pure a livello popolare.
Festa di fine anno
scolastico a Chiotti
Per festeggiare il termine dell’anno scolastico, gli alunni della
scuola di Chiotti hanno offerto
una piccola festa alle loro famiglie. Molto apprezzate dal benevolo pubblico le recite, tra cui
una rievocazione romanzata della storia dei conti Truchet, feudatari della vai S. Martino. La
proiezione di un documentario
di Walt Disney e la merenda hanno completato il pomerifg’o domenicale. L. V.
de stimolanti per avviare la attesa e concreta partecipazione
dei cittadini all’avvio del piano
di riordino dei servizi.
Ecco alcuni interventi dei presenti in sala. Un medico ospedaliero, che esercita la professione a Torino, mette in evidenza
che gli anziani, soprattutto quelli che provengono dall’alta valle,
presentano patologie estreme;
essi non distinguono fra malattia e sintomo. In una città come
Torino ciò non si riscontra più.
In valle si diriga il primo intervento agli anziani non emarginati il cui stato di salute discreto
può nascondere gravi malattie.
Un’altra fascia sulla quale occorre intervenire tempestivamente è quella dell’« adulto giovane ». Il consumismo, con il suo
eccesso alimentare, è una mina
ipercalorica che ha i suoi effetti
nelle malattie metaboliche. Si
rende urgente la prevenzione-secondaria in questa fascia di rischio. Un sindacalista mette ni
primo piano l’organico delTUSL
per un buon funzionamento dei
Distretti, aggiungendo che non
si contrae la spesa sanitaria, con
atti adottati con leggerezza, come l’aumento del ticket per col
pire l’uso o l’abuso dei farmaci.
C’è chi sottolinea la scarsa educazione sanitaria ricordando che
attualmente la medicina di base
si fonda sulla cura invece che
sulla ricerca della malattia. Un
Amministratore pubblico, forse
per rendersi interprete del disagio di molti assistiti, fa notare
che i medici di base « operano in
modo inefficace a causa di altri
impegni professionali ».
La veterinaria e l’inquinamento non sono stati trattati dagli
oratori. Lo rilevano un Assessore all’agricoltura ed un cittadino,
i quali da ottiche diverse espongono i danni ed i rischi che possono derivare ai coltivatori ed
ai cittadini se non si attueranno
le dovute misure profilattiche nel
campo zootecnico, e di igiene
dell’ambiente.
La riunione è continuata oltre
la mezzanotte. Si consiglia che le
riunioni aperte al pubblico abbiano inizio all’ora stabilita e
non si protraggano oltre un’ora
lecita e ciò anche a tutela della
salute di chi vi partecipa e deve
fare rientro a casa.
A. K.
LETTERE ALL’ECO DELLE VALLI
Expo ’81
L’Assessorato all’artigianato della Comunità Montana Val Pellice comunica che nelFambito delle Manifestazioni
Lusernesi denominate a Expo ’81 » che
si terranno a Luserna San Giovanni
dal 4 al 12 luglio, ha provveduto alraffitto, a scopo promozionale, di due
stands.
Il primo verrà messo a disposizione
del Consorzio Agricolo Valli Alpine
che lo gestirà con il concorso delle
cooperative agricole che operano sul
territorio della Comunità Montana.
Il secondo s’intende metterlo a disposizione di artigiani o comunque di
chiuque produca manufatti in cui si
riscontrino quei valori artistici e culturali che s’intendono recuperare (lavori in legno, ferro battuto ecc.). Lo
stand dovrebbe essere gestito dagli
artigiani stessi.
Al fine di concordare l’iniziativa e
per allacciare quei rapporti che auspichiamo proseguano anche dopo la manifestazione, l’Assessorato all’Artigianato della Comunità Montana propone un incontro tra gli interessati e
l’assessore competente il giorno 16 giugno alle ore 21 presso il salone Comunale (li Torre Pellice - Viale della Rimembranza, 4.
Contando sulla partecipazione di
chiunque sia interessato al problema;
un cordiale arrivederci.
Mauro Suppo
Assessore alVArtigianato
Comunità Montana Val Pellice
Precisazione
Caro direttore,
a proposito deH'articolo ; «A 100
anni lucida e serena » (pubblicato sull'Eco delle Valli del 5.6.81), scritto da
G. Platone, desidererei precisare che il
personale della Casa delle Diaconesse
non è solito dare del tu ai suoi anziani
ospiti. Quindi le affermazioni a me attribuite in queU’articolo in cui risulta
che io darei abitualmente del tu alla
signora Angele Rostan vanno corrette
nel senso che dicevo prima. Ma a parte quest’osservazione l’articolo in questione era documentato ed obiettivo.
Cordialmente,
Suor Dina, Torre Pellice
I pensionati e le
elezioni a Torre
I pensionati di Torre Pellice si sono
ritrovati in assemblea al centro d’incontro. mercoledì 10 giugno per la
consueta relazione del segretario. Al
centro del discorso è stata l’imminente consultazione per il rinnovo del Consiglio comunale dal cui esito i pensionati si attendono attuazioni programmatiche concrete. Infatti essi hanno
potuto fare inserire, nella Lista n. 1,
attraverso la Lega Sindacale Val Pellice. un loro candidato nella persona
del prof. Mario Rivoir, ex preside di
scuola media, ora in pensione.
II programma della lista contraddistinta con il simbolo « Spiga fra i
monti » prevede, fra l’altro, un punto
essenziale: l’apertura delle Commis
sioni comunali ai cittadini e quindi ai
pensionati. Significa che le future Commissioni comunali potranno essere stimolate, anche neH’interesse dei pensionati.
Sono stali ridiscussi nella riunione
vecchi problemi che riemergono in
quanto non hanno trovato soluzioni
soddisfacenti per il pensionato. Citiamo alcuni: il servizio di medicina di
base che l’USL deve assicurare, il Progetto Case protette, le rette per il ricovero negli Istituti per Anziani che
hanno raggiunto cifre inaccessibili per
il portafoglio dei pensionati (senza contare l’emarginazione), il canone di affitto che, alle volle, diventa il problema principe. Carlo Battaglia ha ricordato ai presenti che è giusto criticare,
ma ciò non basta, è necessario collaborare, cioè partecipare alle lotte atira
verso gli organi sindacali dei pensionali che, se diventeranno rappresentativi di milioni di iscritti, potranno
salvaguardare anche i loro diritti.
Lega Pensionali
I radicali e
le elezioni
I radicali ed i radicali occitani di
Torre Pellice danno alcuni chiarimenti in merito alle prossime elezioni amministrative, ed alcune osservazioni
critiche, delincanti la propria posizione politica.
II Pr unitamente ad un’area autonomista occitana non ha voluto presentare una lista poiché, con il sistema
maggioritario esistente, si rischiava un
indebolimento della sinistra nel suo
insieme. Queste le persone che si sarebbero impegnate : Daniele Armami
Hugon, Valdo Armand Hugon, Esther
Cairus, Piero Castagno, Lo’'udan’t Longo. Lidia Mazzoni. Roberto M'chr’is,
Osvaldo Coi.sson, Antonio Kovacs, .Daniela Romano, Attilio Sibille, Lìbero
Vigiani.
Si è poi tentala la via di una lista
unitaria di sinistra comprendente, ol
tre alle forze attualmente rappresentate, anche l’area radicale, occitana.
PDUP e DP. Per divergenze politiche,
sorte soprattutto con il PCI — divergenze politiche che non sono ancora
state superate — non è stato possibile
realizzare una lista che comprendesse
completamente l’unità della sinistra.
Si è anche costituito un gruppo di
lavoro che intende impegnarsi con una
azione di stimolo alla nuova amministrazione, creando nei limiti del possibile un contatto continuo con la gente
e impegnandosi in una analisi approfondila dei vari problemi.
/ radicali ed i radicali
occitani di Torre Pellice
9
19 giugno 1981
CRONACA DELLE VALLI
torre PELLICE
INCONTRO ECUMENICO DI PENTECOSTE
La figura di Gesù «C’è,una speranza oggi?»
Si è conclusa a Torre Pellice
la serie di conferenze sulla figura
di Gesù, organizzata dal gruppo
giovanile. In sette studi consecutivi sono stati presi in considerazione diversi aspetti ed interpretazioni della persona e del
ruolo di Gesù. Al termine del
ciclo, resperimento può essere
valutato positivamente sia per
Tinteresse suscitato che per il
metodo usato che non è risultato frammentario come si temeva
in partenza.
I relatori non hanno impostato in modo uguale i loro studi,
tuttavia non è andato perso il
filo conduttore, e credo per due
motivi: perché la figura di Gesù
è poliedrica ma non frammentaria, e perché essa è stata analizzata secondo schemi ideologici
propri del nostro tempo. E’ chiaro che il tema non è stato esaurito né si pretendeva che lo fosse; alla base della iniziativa del
gruppo giovanile sono state due
le considerazioni, cioè che la
proclamazione della Signoria di
Cristo non possa combinarsi con
la povertà di riflessione che come comunità abbiamo su di Lui,
e che benché la Sua figura non
si esaurisca in alcuno degli schemi trattati, il considerarlo da
tutti questi punti di vista possa
essere una nuova forma di accostarsi a Lui nella crisi di « linguaggio » e di comunicazione che
la chiesa attraversa.
L’ultimo di questi incontri si
è tenuto venerdì 15/5 con la
proiezione del film « Il Vangelo
secondo Matteo » di P.P. Pasolini. La presentazione è stata curata dal pastore Platone che ha
fatto notare quanto l’interpretazione che il film dà della figura
di Gesù abbia noco a che spartire con quella di stampo riformato nel proporre un Gesù « figliodi-Maria », prospettiva nella quale Pasolini illustra il dolore, la
forza morale e la maturità della
madre che assiste al sacrificio
del Figlio. Questo tipo di « Mater Dolorosa » viene reso con immaaini che sottolineano i volti,
PRAMOLLO
II 7 giugno, domenica di Pentecoste, nel corso del culto è
stata battezzata Daniela Broglia,
secondogenita di Fulvia Bertalot, originaria dei Pellenchi, e di
Siro Broglia. Chiediamo al Signore di benedirli e di guidarli
sempre nell’educazione della bimba.
Nel pomeriggio si è svolto il
bazar. La bella giornata ha anche favorito un buon afflusso di
gente, non solo da Pramollo. Un
grazie di cuore alle signore dell’Unione Femminile che hanno
lavorato durante l’anno, ma anche a tutti coloro, fratelli e sorelle anche di altre comunità, che
con i doni ed il lavoro hanno
contribuito al successo dell’iniziativa.
• Siamo stati rattristati dal
fatto che non fosse con noi Elvira Jahier (Bosi) perché è stata
urgentemente ricoverata in ospedale a Pinerolo. Le siamo vicini
col pensiero e con la preghiera,
come a tutti coloro che soffrono
in questo momento, fisicamente e
psicologicamente, e le auguriamo di ristabilirsi molto presto.
SAN GERMANO
La nostra Unione Femminile
ha partecipato al culto di Pentecoste della Chiesa di Piossasco e si è rallegrata con quei fratelli per la confermazione di due
giovani. Grazie ai fratelli e alle
sorelle di Piossasco per la fraterna accoglienza ricevuta.
Prima di quest’incontro le sorelle dell’Unione hanno visitato
la Sagra di San Michele, mentre
nel pomeriggio si sono recate all’Istituto battista di Rivoli. Dopo
il pranzo al sacco nel bel parco,
il past. Paolo Spanu ha presentato il lavoro svolto dal liceo
linguistico. Agli ospiti battisti un
grazie di cuore.
Sulla via del ritorno visita al
Castello di Rivoli e alla chiesa
di Sant’Antonio di Ranverso. Una
bella giornata per tutte le partecipanti che ha chiuso l’attività
dell’Unione femminile.
le espressioni, i gesti, gli atteggiamenti del corpo, come avviene del resto per tutti gli altri elementi del film. Sempre presente
è l’elemento tragico, apocalittico
che domina la realtà, dei poveri
ed emarginati soprattutto; ma la
stessa povertà e Tessere diversi
rappresentano la separazione da
questo mondo, la possibilità di
rifiutare un legame con una società in disfacimento, lo spiraglio
dell’anticonformismo e della libertà da ciò che gente benestante e ipocrita propone come modello. Gesù è colui che si è abbassato ma non ha abdicato, ha
vissuto con l'umanità ma non ci
ha rimesso la propria natura di
Figlio eletto. Il film ci propone
un modo di considerare il rapporto tra l’attualità di Gesù Cristo e la sua santità.
A. Bosio
ANGROGNA
Assemblea poco numerosa ma
attenta quella di domenica scorsa che ha discusso la relazione
annua. Il problema centrale era
quello del mancato confronto
tra i gruppi che lavorano nella
comunità. Confronto che si vorrebbe avere nell’ora del culto.
Sono state avanzate proposte,
idee. Per esempio quella di chiedere ad ogni gruppo di organizzare un culto ogni due mesi. Alla ripresa delle attività, un’altra assemblea esaminerà i diversi progetti in vista di una decisione, speriamo capace di rilanciare il culto domenicale anche come momento d’incontro
tra i gruppi operanti nella nostra chiesa.
SAN SECONDO
• Sabato 13 giugno Alberto
Long (Cavoretto) si è sposato
con Franca Brillada (Borgaro
Torinese). Il matrimonio è stato celebrato nel municipio di
Borgaro; è seguito il rito religioso nella locale chiesa cattolica.
Il pastore valdese ha portato il
saluto e Taugurio fraterno della
comunità valdese. Gli sposi si
stabiliranno a Borgaro e chiediamo al Signore di benedire questo nuovo focolare.
• La comunità valdese esprime la sua solidarietà nel dolore
alla famiglia Avondetto per la
improvvisa scomparsa del padre
Michele. Un pensiero particolare
ai figli Carla e Mario, insegnanti
nelle scuole elementari di San
Secondo.
Vacanza a
Carunchio
È disponibile la casa pastorale
di Carunchio nei mesi luglioagosto. eventualmente settembre 1981: 2 stanze mobiliate -f
servizi (cucina provvista di focolare). 800 m. di altezza, possibilità di gite in montagna, oppure al mare (1 ora di macchina). Per informazioni rivolgersi
a: Gianna Sciclone, via S. Caterina da Siena, Vasto, telefono
0873/4797.
L’incontro ecumenico di Pentecoste 1981 ha avuto luogo presso il Convento dei Padri Cappuccini a Pinerolo nel pomeriggio di
domenica 7 giugno.
Organizzato dal Collettivo Biblico ecumenico di Pinerolo in
collaborazione con altri gruppi e
collettivi biblici ha visto una
partecipazione un po’ più ridotta dell’analoga riunione avvenuta a gennaio sia da parte cattolica che da parte evangelica.
Tema dell’incontro è stato « C’è
una speranza oggi? ». Preceduti
da una preghiera ed intercalati
da alcuni canti vi sono stati tre
interventi: il primo sulla lettura
e commento del 5 cap. dell’Epistola di Pietro da parte di Salvatore Ameduri, la seconda sulla Testimonianza della speranza
nel tempo della malattia e della
morte, da parte di Renzo Turinetto, e la terza sulla Testimonianza della speranza nella situazione attuale della fabbrica e
dell’ambiente operaio.
Dopo un momento di sosta e
di ristoro nell’accogliente refettorio dei Cappuccini due gruppi
di ricerca si sono riuniti nel silenzioso e riposante giardino antistante.
Fra i partecipanti gli elementi
più giovani hanno in genere preferito l’argomento del « Testimo
niare la speranza nella situazione
attuale della fabbrica e dell’ambiente operaio ».
Nei due gruppi vi è stato un
ampio e sereno scambio di idee
non solo di carattere generale
ma proprio sul modo di rendere
credibile la speranza cristiana
di fronte a casi concreti di sofferenza sia nell’ambito della malattia e della morte, sia nell’ambito di una situazione precaria
0 ingiusta di lavoro.
La speranza cristiana, si è detto, non è mai rassegnazione o
irenismo ma partecipazione e
lotta anche se lotta difficile. Se
anche la nostra situazione attuale non c’invita certo alla speranza, come credente in un Cristo
che è già risorto avendo vinto
il peccato e la morte possiamo
ridire con il profeta Habacuc 3:
17-19: « Poiché il fico non fiorirà,
non ci sarà più frutti nelle vigne; il prodotto dell’ulivo fallirà,
1 campi non daranno più cibo, i
greggi verranno a mancare negli
ovili, e non ci saranno più buoi
nelle stalle, ma io mi rallegrerò
nell’Eterno, esulterò nell’Iddio
della mia salvezza. L’Eterno il
Signore è la mia forza. Egli renderà i miei piedi come quelli
delle cerve e mi farà camminare
sui miei luoghi alti ».
Elsa B. Rostan
POMARETTO
Venerdì 12 giugno si sono svolti i funerali di: Emilio Gustavo
Revel di Pomaretto deceduto
presso l’asilo di San Germano
Chisone (dove era ricoverato da
parecchio tempo), Cav. di Vittorio Veneto e invalido di guerra,
all’età di 84 anni e di Lidia Richard in Peyrot, oriunda di Prali, deceduta presso l’Ospedale
Valdese di Pomaretto all’età di
69 anni.
Ai familiari del fratello Gustavo e della sorella Lidia tutta la
simpatia cristiana della Comunità.
PERRERO-MANIGLIA
_____________RODORETTO
Nello spazio di pochi giorni
abbiamo salutato due nostri fratelli che ci hanno lasciato. Il primo è Edmondo Pascal, dei Ribetti, tragicamente scomparso il
T giugno. Egli era stato per molti anni membro del Concistoro,
era molto conosciuto ed apprezzato. La sua morte improvvisa
ha dunque lasciato molti stupiti
ed addolorati. Quattro giorni dopo si spegneva Desiderata Clot
di San Martino, maestra elementare in pensione. Per più di trent’anni aveva insegnato nella piccola scuola comunale di San
Martino; si può dire che una generazione intera aveva imparato
da lei. La folla che si è raccolta
ai due funerali già testimonia al
di là delle parole l’affetto e la
simpatia che ha circondato le famiglie nel dolore e l’esortazione
a vivere nella speranza e nella
fede in Colui che ha sconfitto la
morte.
• Domenica 7 giugno, si è tenuto a Rodoretto il primo dei
culti estivi. È stato tenuto dal
past. Rostagno e vi ha partecipato una quarantina di persone. Il
prossimo avrà luogo a Fontane
il 5 luglio e si terrà in quell’occasione l’Assemblea di Chiesa.
CONVITTO DI
_____________POMARETTO
Lavoro
per un obiettore
Il Convitto Valdese di Pomaretto
ospita lina Comunità alloggio compo-sta dì 11 minori (maschi e femmine).
Come struttura si è posta nella pro.spettiva del recupero e delTinserimento sociale dei ragazzi (provenienti da
famiglie disastrate) cercando di fornire loro gli strumenti necessari per il
raggiungimento di una loro autonomia
a livello .scolastico e relazionale.
In questo « quadro » la figura di
un obiettore di coscienza si è rivelata
positiva e per le c.sperienze che ogni
individuo porta con sé e può trasmettere agli altri e per Tallargamcnto delle conoscenze dei ragazzi c quindi della sicurezza che man mano acqui.si,scono .sapendo di avere degli amici c di
|)oler coniare su di loro.
11 ruolo che Tobieltorc può ricoprire alTinterno cd alTesterno della
ca.sa è ampio e può as.sumere molteplici aspetti secondo le sue naturali
attitudini e disponibilità.
Le richieste specifiche del Convitto
al riguardo sono:
1) |)iena coscienza del fatto che
prima <li lutto ci .sono i ragazzi c le
loro esigenze:
2) pas.sesso della jiatentc di guida.
Chiunque sia pertanto interessato a
trascorrere un periodo della sua vita
con noi e vuole maggiori informazioni
può scrivere o telefonare a ConviUo
Valdese - Via Carlo Alberto n. 59 •
10060 Pomaretto (Torino) - Telefono 0121/81273.
PRAROSTINO
Domenica 21 giugno, in occasione della celebrazione del Faro della Resistenza, il culto a S.
Bartolomeo avrà inizio alle ore
10 anziché alle 10.30.
TORRE PELLICE
Il 10 giugno, come prefissato,
è stata effettuata la gita a Borgio Verezzi, organizzata dalla Società di Cucito, cui hanno aderito i gruppi di tutte le nostre
attività, perciò potrebbe anche
essere considerata come gita della comunità. Vi ha partecipato
un buon gruppo di sorelle e
fratelli, gioioso nel canto che ha
avuto una nota particolare nella
esecuzione di canti folkloristici
del Rio de la Piata, da parte della famiglia Dalmas, ospite per
alcuni mesi alle Valli, come già
noto.
Una giornata di riposo di fronte al mare azzurro conclusasi con
l’inno di Lutero cantato in cinque
lingue (francese, inglese, italiano,
spagnolo e tedesco).
• Domenica 21 giugno, ore
10: Culto speciale per ì Catecumeni. Parteciperanno circa 50
giovani di varie nazionalità, riuniti nei prossimi giorni presso
l’Opera Battista di Rivoli, in una
conferenza che ha per tema
« Foi et Justice » organizzata dal
Dipartimento Gioventù del Consiglio Ecumenico delle Chiese di
Ginevra.
• Domenica 21 giugno, ore
15, a Villa Elisa avrà luogo il
Bazar a favore del lavoro sociale dell’Unione Cristiana delle
Giovani (UCDG). Tutti sono cordialmente invitati a partecipare.
RINGRAZIAMENTO
« Non la mia volontà,
ma la tua sia fatta »
(Luca 22: 42)
I familiari dì
Lidia Richard in Peyrot
profondamente commossi ringraziano
tutti coloro ohe con la loro presenza
hanno voluto prendere parte al loro
dolore. Ringraziano particolarmente il
Pastore Renato Coisson, il Pastore Lamy Coisson, la banda musicale di Pomaretto ed il personale tutto dell’Ospedale Valdese di Pomaretto.
Pomaretto, 16 giugno 1981
RINGRAZIAMENTO
La famiglia del compianto
Giovanni Edmondo Pascal
commossa e riconoscente per la dimostrazione di affetto tributata al suo
caro, ringrazia tutti coloro che con parole di conforto, fiori, scritti e presenza hanno partecipato al suo grande dolore.
Chiabrano, 1 giugno 1981
RINGRAZIAMENTO
« Gesù parlò loro di nuovo
dicendo: ^^lo son la luce del
mondo; chi mi seguita non
camminerà nelle tenebre ma
avrà la luce della vita’* ».
(Giov. 8: 12)
E’ mancata all’affetto dei suoi cari
Desiderata Clot
(ex-insegnante) di anni 83
Ne danno il triste annuncio il cognato. i nipoti e i pronipoti.
Ringraziano tutti quanti sono stati
loro accanto in questi momenti, in
particolare il dott. L. Vivalda.
Ferrerò, 19 giugno 1981
AVVISI ECONOMICI
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minialloggio. Cerco in alternativa la
possibilità di essere ospitato in famiglia o convivenza con donna di
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destinazione, preventivi a richiesta:
Sala Giulio, via Belfiore 83 - Nichelino - tei. (011) 6270463 - 6272322.
PINEROLO
I bambini della Scuola Domenicale hanno concluso la loro attività domenica 31 maggio con
una gita a Coazze dove hanno
partecipato al culto.
Anche i corsi di catechismo
sono terminati in maggio con un
colloquio-esame. Un grazie ai catechisti per il valido lavoro fatto
che ha dato i suoi frutti.
I catecumeni di 4” anno sono
stati battezzati (1) e confermati (17) nel culto della domenica
di Pentecoste. La comunità riunita ha pregato per Silvio Benech. Marco Bertolin, Mirella
Bonardo, Susy Pokt, Fabrizio
Garro, Rino Gcnre, Silvia Godino, Fiammetta Mourglia, Gianni Mourglia, Luca Natali, Roberto Pons, Andrea Rabito, Mauro
Ribet, Franco Righerò, Marcella
Rivoira, Anna Rochon, Paola
Rostan, Roberto Sattin.
Durante il mese di maggio sono stati battezzati Elodie Monne!, Davide Casagrande e Cinzia
Consolati.
COMUNITÀ’ MONTANA
VAL PELLICE
SERVIZIO
GUARDIA MEDICA
notturna - prefestiva - festiva
dal sabato ore 14 al lunedi ore 8
dalle ore 14 della viglila del giorno festivo Infrasettimanale alle
8 del giorno successivo presso
rOSPEDALE MAURIZIANO - Luserna San Giovanni - Tel. 90884.
Nella notte del giorni feriali, dalle ore 20 alle ore 8 (escluso sabato. domenica e vigilia dei festivi] presso TOSPEDALE VALDESE - Torre Pellice - Tel. 932433.
GUARDIA FARMACEUTICA
festiva a notturna
DOMENICA 21 GIUGNO 1981
Torre Pellice: FARMACIA INTERNAZIONALE - Via Arnaud. 5
- Tel. 91374
CHIUSURE INFRASETTIMANALI
A Torre Pellice: martedì chiusa
la farmacia Muston, giovedì chiusa la farmacia Internazionale.
A Luserna San Giovanni: mercoledì chiusa la farmacia Preti,
giovedì chiusa la farmacia Gaietto.
AUTOAMBULANZA
DOMENICA 21 GIUGNO 1981
AVONDET - Tel. 91418
0 tei. 91.288 - Vergnano - Noccioleto.
VIGILI DEL FUOCO
Torre Pellico: Tel. 91365 - 91300
Luserna S.G.: Tel. 90884 - 90205
COMUNITÀ' MONTANA
VAL CHISONE-GERMANASCA
SERVIZIO
GUARDIA MEDICA
dal sabato ore 14 al lunedi ore 8,
dalle ore 14 della viglila del
giorni festivi alle ore 8 del giorni
successivi al festivi
le notti dalle ore 20 alle 8.
M recapito del servizio è presso
la CROCE VERDE di Porosa Argentina - Tel. 81.000.
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festiva e notturna
DOMENICA 21 GIUGNO 1981
Perosa Argentina
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10
CRONACA DELLE VALLI
19 giugno 1981
LAVORO E LAVORATORI NEL PINEROLESE - 4
ITINERARI ALLE VALLI - 1
L’arte di arrangiarsi
Il lavoro giovanile tra emarginazione e cambiamento
La metà circa degli oltre tremila iscritti alle liste di disoccupazione ordinaria nei vari Uffici
di Collocamento del pinerolese
sono giovani sotto i 29 anni (il
60% dei quali donne).
Non si può quindi in questa inchiesta trascurare questo dato,
che sta modificando i modelli e
gli atteggiamenti sociaii di una
intera generazione e sta alterando profondamente le condizioni
di vita rispetto ad un passato anche vicinissimo, quando i giovani trovavano abbastanza facilmente lavoro.
La tendenza di questi ultimi
anni all’aumento del numero dei
giovani in cerca di lavoro rende
ipotizzabile pensare che gli stravolgimenti di questa situazione
dureranno nel tempo. Per molti
anni ancora dovremo porci il
problema dell’adattamento delle
generazioni più giovani ad una
situazione di instabilità occupazionale e ad una situazione di
«precarietà» delle loro condizioni di vita.
Ma come stanno concretamente reagendo 1500 giovani pinerolesi alle difficoltà di trovare
un lavoro « garantito » e sicuro,
quali sono le prospettive di un
inserimento stabile nel mercato
del lavoro? Quali attività permettono loro di sopravvivere?
Lavori saltuari, precari, o anche
illegali?
Ciascuno per sé
In generale a questi giovani disoccupati viene assicurata la sopravvivenza dalla famiglia che
continua a dar loro vitto ed alloggio.
Per il resto è tutta una ricerca
individuale dell’ocasione di fare
« un lavoretto » : prendere in appalto determinati lavori di verniciatura, di carico e scarico delle merci, consegne a domicilio,
raccolta di frutta, vendita di libri, di cerotti, saponette e stringhe da scarpe a domicilio o anche fermando le auto agli incroci.
Oltre a questi lavori alcuni pochi si orientano in attività più
redditizie ma illegali come lo
spaccio dell’« erba » ( droga leggera) o il piccolo furto su commissione. Ma sono casi abbastanza limitati, almeno nel pinerolese. Le attività che svolgono
questi giovani, per lo più instabili e di breve vita, permettono
a questi di sopravvivere però ai
margini sia del mercato che della vita sociale: si formano così
in alcuni di essi atteggiamenti
fatalistici, modelli di vita « alla
giornata ».
La risposta che le istituzioni
politiche hanno finora dato a questo problema sono state confuse
e fallimentari; solo una trentina
di giovani hanno potuto trovare
un lavoro grazie ai piani pubblici per l’occupazione giovanile
(per altro fatti dal solo comune
oggi e domani
Pinerolo: Venerdì 19 giugno alle ore
21 al cinema Roma si terrà una pubblica assemblea sul tema • Denuncie e
repressione nelle fabbriche » indetta da
un gruppo di lavoratori cattolici e vaidesi.
Sono previsti interventi di: Mario
Bessone, V Lega FLM Torino: Pier
Claudio Costanzo, avvocato: Aldo D’Ottavio, prete operaio licenziato Fiat.
di Pinerolo sull’insieme dei 46
comuni del comprensorio ! ! ) e il
lavoro trovato è stato solo nell’ambito di servizi pubblici (animazione culturale) e sono stati
riservati a giovani in possesso di
una particolare formazione scolastica (laurea o diploma).
Inoltre i vari enti locali pinerolesi mancano assolutamente degli strumenti per conoscere la
reale situazione giovanile e le caratteristiche del mercato del lavoro giovanile.
Alcune esperienze
Il settore artigianale è quello
che più risponde alle richieste
di occupazione dei giovani. Infatti l’attività artigianale è particolarmente attraente per molti giovani che vogliono sperimentare sul lavoro spazi di creatività ed autonomia.
Il giovane che diventa artigiano e che insieme ad altri fonda
una picola società di artigiani ricerca generalmente attraverso
questo lavoro una stabilità occupazionale ed economica, e — diversamente dai suoi fratelli maggiori — inserisce questo suo problema del lavoro all’interno di
un progetto esistenziale più ampio.
Quello che conta nel lavoro
artigiano di questi giovani è la
possibilità di « autodeterminarsi » il carico di lavoro, di avere
« rapporti corretti e non subordinati » coi propri compagni di
lavoro.
Si tratta qui di problemi assolutamente non marginali e che
in ogni tipo di lavoro dovrebbero essere presi in considerazione.
Quest’atteggiamento però che
contrappone il lavoro artigiano a
quello del settore industriale e
pubblico, nei fatti contribuisce
ad allontanare queste tematiche
dalle preoccupazioni di chi ha
un lavoro nel cosiddetto settore
centrale e marginalizza i giovani
dal dibattito politico sull’organizzazione del lavoro industriale.
Inoltre questo « nuovo modo
di lavorare » che sovente è in
contrapposizione con esigenze
produttivistiche, è reso possibile
dal fatto che i giovani artigiani
possono far fronte ai bassi guadagni o alle flessioni delle vendite grazie alla copertura economica della famiglia di origine.
Le cooperative
Un’altra forma dell’« arte di
arrangiarsi » dei giovani è la costituzione di cooperative.
Questo strumento ha due manifestazioni principali : la prima quella della cooperativa come aggregazione « della gente
che ha voglia di fare » e quella
di una cooperazione vera e propria con obiettivi economico-professionali.
Attraverso la forma della cooperativa questi giovani fanno un
tentativo di uscire dalla logica
tradizionale della ricerca di un
lavoro anche se gli esiti di questo tentativo sono quanto mai
incerti anche per i settori dove
le cooperative si sono inserite:
quello dei servizi sociali e della
animazione culturale e quello dell’agricoltura.
La precarietà
stabilizzata
L’esperienza del lavoro giovanile nell’artigianato e nella cooperativa ha alcuni punti in comune: innanzitutto il basso livello
dei redditi che si possono ottenere (oggi molto al di sotto delle 500.000 lire mensili) che è appena sufficiente per vivere.
Questo basso livello economico non è però sentito come precarietà ; infatti tutti i giovani
non pensano, almeno nell’immediato, di cambiare lavoro ma
pensano a continuare questo tipo di lavoro.
Si sono in un certo qual modo
« stabilizzati ».
Il lavoro giovanile così; come
si è delineato nell’arte dell’arrangiarsi è un tentativo importante che va guardato con maggiore attenzione perché attraverso ad un suo attento esame potremo cercare di intravedere
quello che potrà essere il lavoro
di domani.
Certo ai giovani protagonisti
di queste esperienze si chiede
molto: di trovare la giusta via
tra soddisfazione delle esigenze
di autodeterminazione e realizzazione professionale e la capacità
di darsi obiettivi professionali,
di rispettare le scadenze che ne
derivano, cioè di dimostrare che
questa organizzazione del lavoro
è in grado di svolgere la sua funzione sociale. Giorgio Gardiol
TORRE PELLICE
XXXII MOSTRA
D’ARTE
CONTEMPORANEA
Nei locali del Collegio Valdese di
Torre Pellice, gentilmente concessi, è
in fase di allestimento la XXXII Mostra d'Arte Contemporanea.
La Mostra comprenderà le sottoelencate sezioni:
A) La Mostra biennale nazionale del
Disegno riservata ai giovani artisti che
non abbiano superato il 35° anno di età.
B) 5 sale personali dedicate ai pittori Giorgio Griffa, Francesco Tabusso,
Sergio Saroni, Francesco Casorati e
allo scultore Bruno Martinazzi.
C) Un omaggio al pittore Paolo Paschetto la cui opera grafica illustrò
principalmente la pubblicistica valdeseprotestante, per oltre un cinquantennio.
D) Una selezione dei reperti archeologici. provenienti in massima parte
dal Museo archeologico di Pinerolo, riguarderà le Alpi Cozie e la Val Pellice in particolare.
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VIA ROMA, 16 LUSERNA SAN GIOVANNI
Angrogna
Ghieisa dia Tana
Chanforans - Serre
a cura di Raimondo Genre
e di Valdo Benech
Località di partenza:
Angrogna San Lorenzo m 782
Tempo complessivo h 2
VAL PELLICE
Scuola media
per adulti
Per la Val Pellice, le iscrizioni si
raccolgono presso la scuola media
statale « Leonardo Da Vinci » in Viale
Rimembranza - Torre Pellice.
— i corsi sono aperti a tutti coloro
che abbiano compiuto 16 anni; vi possono partecipare lavoratori dipendenti, artigiani, commercianti, disoccupati,
casalinghe, ecc. I corsi esistono da 8
anni e in questo periodo oltre 1000
adulti nel Pinerolese hanno conseguito
la licenza media;
— per coloro che hanno compiuto
i 23 anni non è necessario aver conseguito la licenza elementare;
— i corsi per l'anno scolastico 19811982 cominceranno probabilmente a ottobre e si chiuderanno verso giugno;
al termine dei corsi i frequentanti sosterranno un esame con gli insegnanti
che li hanno seguiti per tutto l’anno
e conseguiranno un diploma di terza
media identico a quello rilasciato dalla scuola media per i ragazzi;
— le ore di scuola sono 3 ogni giorno da lunedì a giovedì; i frequentanti
saranno inoltre impegnati con la scuola per 2 venerdì al mese; l'orario di 3
ore giornaliere verrà discusso e fissato
con gli iscritti all’inizio dell'anno scolastico;
— le materie insegnate nei corsi
sono 4; Italiano, Storia, Matematica e
Lingua straniera e gli insegnanti sono
nominati dal Provveditorato agli studi;
— i corsi sono completamente gratuiti; infatti la Regione e il Ministero
stanziano ogni anno dei fondi per l'acquisto di libri e del materiale didattico
occorrente.
Il primo degli itinerari nella
Val Pellice è stato scelto nel vallone di Angrogna. Un itinerario
classico facile, ad anello, in luoghi ricchi di storia ed ancora ben
popolati, in villaggi in parte ristrutturati in cui il vecchio ed
il nuovo convivono senza troppo
stonare. Non indichiamo quote
e dislivelli in quanto esigui e contenuti entro i m 782 della partenza e i neppure 900 metri del
punto più alto. Lungo questo
percorso, si snoda una delle più
belle e suggestive passeggiate
della valle di Angrogna, descritta
perfino da Edmondo De Amicis
nel suo libro « Alle porte d’Italia ». Egli visitò questi luoghi circa 100 anni fa (1883). Il percorso, in parte su strada asfaltata
non presenta alcuna difficoltà ed
il tempo indicato è di tutto riposo. Partiremo quindi, dopo
avervi lasciato il mezzo di trasporto, dall’inizio del piazzale del
capoluogo, tra la casa comunale
e la lapide che ricorda il pastore
Stefano Bonnet. Saliamo verso il
tempio Valdese, il più vecchio
della valle (inizio 1555), distrutto
e ricostruito più volte (l’ultima
volta 1708); poco oltre troviamo
la sala valdese e continuando
lungo la strada asfaltata ad ampie curve sfioriamo la chiesa cattolica (1718) e, dopo la borgata
degli Albarins, raggiungiamo in
pochi minuti un’ampia curva prima della frazione Prassuit, da
dove si diparte in piano, la strada per la « Ghieisa dia Tana »
(segnaletica ben visibile).
Ma prima di inoltrarci per
quella strada, vale la pena, salendo pochi metri, raggiungere e
soffermarci a visitare due amene
località di Prassuit (o Preisuch),
prato secco e, subito dopo la
scuola valdese il Vernò (luogo
coperto di verne, ontani); in queste località nel 1655 (pasque piemontesi) i valdesi organizzarono
la loro resistenza sotto la guida
dei capitani Janavel e Jahier.
Ritorniamo quindi sui nostri
passi e ci incamminiamo per la
« via dia Tana » che passando
per l’abitato di Carlevà (termina
la strada carrozzabile) ci introduce in una mulattiera ombreggiata che ci porta ad un ammasso di rocce sovrapposte, sotto le
quali si nasconde la pittoresca
grotta conosciuta col nome di
« Ghieisa dia Tana » a cui si accede a mezzo di un ripido sentiero che, costeggiando un grande roccione, ci conduce in un canalino in fondo al quale è l’ingresso della grotta, un po’ scomodo, ma non pericoloso; oppure seguire il percorso più facile,
servito da guide metalliche, che
dalla parte posteriore ci porta
all’ingresso: attenti alla testa!
anche De Amicis vi prese una
storica capocciata ed una lapide
commemorativa ricorda l’illustre
visitatore. La caverna, che di primo acchito sembra un antro imrnerso nella più completa oscurità, si fa via via più luminoso
e suggestivo per una luce che
penetra dall’alto, rivelando la
sua vastità atta a contenere quel
gran numero di persone che la
tradizione vuole si riunisse qui
durante le persecuzioni per celebrare il culto in segreto. Se ci
saremo muniti di torcia elettrica (non indispensabile) potremo
esplorare gli angoli più bui. Terminata la visita, risaliamo sulla
bella stradina ombreggiata che
ci conduce nel profondo ’coumbal’ del Vengìe. Questo torrentello separò, un tempo, in due
regioni distinte if territorio di
Angrogna di cui ancora oggi rimane una traccia sensibile nella
parlata dialettale (Dsai e diai der
Vengìe).
Attraversato il torrente risaliamo verso gli Odins ove giusto
all’ingresso vi è la piccola scuola museo, (per la visita chiedere
la chiave nella borgata). Di qui
prendiamo la strada che, in salita, ci conduce in nochi minuti ai
Chanforans dove spicca lo storico monumento eretto il 12.9.1932
’-'er ricordare il celebre sinodo
del 1532 nel quale i Valdesi decisero di aderire alla Riforma e
far stampare la versione francese delle sacre scritture conosciute sotto il nome di « Bibbia di
Olivetano » (testo assai raro e
prezioso). Di qui godiamo anche
di un magnifico colpo d’occhio
sull’abitato del Serre che raggiungiamo rapidamente. Questo
villaggio 840 m è collocato in posizione meravigliosa su di un dosso allungato che si protende in
mezzo alla valle (vi si trovano
Chiesa, scuola e presbiterio valdese). E’ d’obbligo una sosta sul
piazzale della Chiesa prima di
affrontare la discesa su strada
asfaltata che ridiscendendo a
valle attraverso l’abitato dei Bertots arriva alla curva della Cruisetta (punto panoramico) e prosegue ai piedi di alti roccioni sopra i quali siamo passati poco
prima. Arriviamo così nuovamente al torrente Vengìa accanto al
quale si erge a picco un enorme
roccione nero, è la « roccia filoira » o roccia della fatina, su
cui si racconta una graziosa leggenda, di una vecchia fata che
ogni tanto, una volta all’anno, a
mezzanotte in punto, dalla cima
del roccione, mentre sta filando,
lascia il suo fuso scendere fin
sulla strada ed al giovane che
riesce ad afferrarlo, arriderà fortuna e felicità. Varcato il Vengìe
proseguiamo per località La Roccia chiamata anche Roccia Simound per un roccione a picco
sulla destra della strada da dove
nel 1655 fu fatto precipitare tale
Pierre Simound (su quella roccia sorge ora una villa). Proseguendo, raggiungiamo in pochi
minuti il luogo di partenza, Angrogna San Lorenzo, un tempo
chiarnata « Ruà dia Ghieisa » e
chissà poi perché ribattezzata
col nome del patrono della parrocchia cattolica. Arrivati sulla
piazza, a sinistra sopra la fontana, trovasi la « Peira dia rasòn »,
un tempo sotto la loggia di fianco al municipio. E’ una pietra cubica che serviva come strumento di giustizia assai primitivo; vi
venivano fatti sedere con energia ed insistenza, coloro che non
volevano sentir ragione sui loro
debiti od infrazioni. Di fianco alla fontana, se è aperta, potrà essere interessante un breve shopping alla locale cooperativa agricola, fornita di prodotti tipici locali.