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ñi^.a
LONGO SELMA
Casa Valdese
TO-RE FEELTCE
DELLE YALLT VALDESI
Settimanale
della Ciiiesa Valdese
Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Anno LXXXIX - N. 42
Una copi* Li re 30
}Eco: L. 1.200 per rinterno I Eco e La Luce: L. 1.800 per rintemo I Spediz. abb. postale - (I Gruppo
L. 1.600 per l’eetero | L. 2.500 p0r l’estero | Cambio d’indirizzo Lire B 0
TORRE PELLICE - 23 ottobre 1959
Ammin. Claudiana Torre Pollice - C.C.P. 2-17557
Marx in solaio?
Contro la tirannia delle ideologie
« Non si tratta, naturalmente, di
chiedere al socialismo che non sia più
socialista. Ma si tratta di vedere se
l’ideologia marxista è e deve rimanere la sua base intangibile; si tratta
di vedere se il socialismo italiano può
non soltanto in una generica dichiarazione in sede politica, ma in tutta
la sua azione, anche in sede sociale,
economica, mostrarsi svincolato da
una visione materialistica della vita... ».
Cosi scrivevo su queste colonne, nello scorso gennaio, subito dopo il Congresso del P. S. I. a Venezia. I lettori
ni scuseranno se non ho potuto tare
a meno di ricordarlo, leggendo su La
Stampa del 17 u. s. un articolo di
Piero Martinetti : « I socialisti lasciano i testi del marxismo ». L’articolista
riferisce : « Nel loro ultimo congresso
i socialisti della Germania occidentale hanno deciso di abbandonare le
vecchie formule del partito. Socializzazione, marxismo, lotta di classe, proletariato, parole magiche per il passato, saranno sostituite dalle nuove
espressioni libera iniziativa, libera
competizione, scuola per tutti, libera
scelta della professione e dei consumi. La pubblica proprietà dei mezzi
di produzione sarà favorita soltanto
come stimolo alla concorrenza e garanzia contro i monopoli. Il nome di
Carlo Marx è scomparso. Le sue teorie sul progressivo impoverimento degli operai sotto il capitalismo privato
sono state ampiamente smentite dai
tatti e ne hanno la riprova proprio
i tedeschi dell’Ovest», con «il miracolo di Erhard con la politica del lioero mercato».
I socialisti tedeschi avrebbero cosi
raggiunto la posizione moderata che
da sempre hanno avuto i laburisti inglesi. L tale « conversione » sarebbe
dovuta al sorgere, oggi, di un « nuovo
capitalismo », « animato da imprenditori illuminati che, buoni eredi del
fordismo, vedono nell’operaio un collaboratore ed un cliente. La preparazione scientifica dei giovani dirigenti
d’azienda tiene conto non solo delle
esigenze economiche del lavoratore,
ma anche di quelle psicologiche e affettive... Un documento laburista così
definisce il nuovo industriale: «Il
mondo degli imprenditori moderni
non è quello degli azionisti. La loro
mèta è la produzione e l’espansione,
più che il dividendo. Salari, pensioni
e sicurezza sociale sono i loro operanti incentivi ».
La valutazione può anche e^ere
partigiana, nella sua accentuazione
Ma credo che fondamentalmente vada accettata, anche se purtroppo il
socialismo dei paesi latini non è a
que,sto punto — nè si trova d’altra
parte nella stessa situazione ambientale dei suoi confratelli inglese e tedesco. Non sono in grado di dare im
giudizio sulla portata di tale « conversione » sul piano economico e politico, nè di fare previsioni per l’avvenire. Ma il socialismo che mi. pare
utile è quello che si avvicini al laburismo inglese, come grande partito
« progres,sista » che faccia da contrappeso — ma senza scomuniche, e accettando sconfitte, come nelle ultime
elezioni inglesi — ad im blocco con
servatore, anch’esso necessario; che
tra l’altro, cioè, pur riconoscendo il
valore insostituibile della libera impresa, sappia imbrigliare i monopoli.
Ma quel che più mi ha rallegrate,
nella notizia su cui ci soffermiamo,
è il fatto che un partito, un movimento politico sappia rinnovare i suoi
« dogmi », rifiuti cioè un carattere di
religione, di fede intangibile. Marx e
Lenin sono ormai sori>assati? lo si accetta apertamente, pur senza rinnegare la portata, la forza d’urto che
le loro idee hanno rappresentato, e
che hanno pur contribuito allo svolgersi della situazione attuale. Il partito viene quindi ricondotto alle sue
giuste proporzioni: non un’ideologia
infallibile e intangibile, non un più o
meno razionale surrogato di religione, ma strumento al servizio dell’uomo, nella precisa situazione di qui,
oggi.
Pensavo a questo, leggendo su La
Vie Protestante (16-10-’59) l’articolo in
cui Jean-Marc Chappuis polemizza
con la tinta sempre più politica che
va assumendo il « Riarmo morale ».
E' questo un movimento, il cui centro
è a Caux sur Montreux, che da anni
lavora ad un rinnovamento- morale,
dell’Occidente soprattutto, come mezzo di comprensione fra i popoli, anche di colore, e in vista di un grande
« fronte » che argini l’avanzata del
comunismo. Secondo il Riarmo morale la grande forza del comunismo è
quella di avere un’ideologia; è quin
di chiaro che per fronteg^aflò «t'Aitnerica — come tutto l’Occidente —
ha bisogno di un’ideologia», rappresentata dai quattro grandi principi
morali del Riarmo. Con grande acutezza, ed assai giustamente, Chappuis nota che « Timmensa superiorità — e non già la catastrofica inferiorità — dell’Ovest sull’Est è precisamente di NON AVERE UNA IDEOLOGIA. Ciò che fa la nostra forza,
in questo secolo totalitario, è di non
proporre nè d'imporre a nessuno un
sistema unico ed esclusivo di pensiero
o d’azione, è di conservare all’uomo
il massimo possibile di concreta libertà perchè possa dare la sua adesione a ciò che gli pare personalmente essere il meglio. Che questa forza
sia indebolita da parecchie inconseguenze, è evidente, ma non cambia il
fatto, sul piano dei principi».
Le'classi .sociali, le nazioni, i blocchi soffocano sotto le ideologie contrastanti e ugualmente assolutiste. I
partiti così spesso, anziché servirsi —
finché servono — delle scienze economiche e politiche per servire l’uomo,
si identificano con le ideologie, e asservono l’uomo, lo inquadrano in direzioni obbligate, lo avviliscono con
paraocchi, lo trasformano in strumento di questi freddi idoli odierni. Rallegriamoci di ogni scrollata contro
questo dominio tirannico dell’ideologia. Ci è così pure dato di riacquistare qualche fiducia nella validità de’
partiti — conservando, beninteso, la
coscienza, non boriosa ma umile e
grave di responsabilità e serena, che
il lievito della società è l’Evangelonon un’Ideologia, ma una Presenza,
quella del Padre, del Figlio e dello
Spirito Santo. Gino Conte.
Un duplice saluto
Vogliamo anzitutto rivolgere un saluto riconoscente e un augurio cordiale al Past. Roberto Nisbet, che dopo
aver diretto per vari anni la Claudiana
e l'Amministrazione dell'Eco delle Valli, lascia ora questo lavoro per andare
ad assumere la cura della Chiesa di
Sampierdarena. Gli siamo vivamente
grati per tutto quel che egli ha fatto
anche per il nostro giornale, in molti
modi ; e mentre ci auguriamo di trovare ancora il suo nome sulle nostre
colonne, gli auguriamo molta gioia
nella ripresa di un lavoro più diretta
mente pastorale nella nuova comunità.
Diamo d'altra parte il più cordiale
benvenuto al Past. Luigi Santini che
la Tavola ha chiamato a dirigere la
Claudiana e, dal V’ gennaio 1960, La
Luce. Gli auguriamo un lavoro interessante e ricco di soddisfazioni, al
suo nuoyo posto di servizio, e siamo
certi che avremo in lui non solo un
solerte amministratore, ma un prezioso collega nello sforzo di offrire ai
nostri lettori una stampa periodica
utile e viva.
Casa Valdese Diaconesse
r.oiniiivitcaTo
A Dio piacendo. Domenica 1“ novembre, nel Tempio Valdese di Torre
Pellice, alle ore 10,30, il culto sarà
presieduto dal nuovo Direttore della
Casa Valdese delle Diaconesse, Pastore Em. Paolo Bòsio, per la Consacrazione di Suor Alba Jazeolla.
Interverranno anche delegazioni
della Casa Diaconesse di Saint Loup
(Vaud) e di Zollikerberg (Zurigo)
dove Suor Alba è stata particolarmente preparata alla sua missione. Anche
la Corale di Torre Pellice concorrerà
alla solennità del Culto.
Assieme alle nostre Diaconesse le
quali accoglieranno con gioia la nuova
sorella, invitiamo caldamente a questo culto tutta la fratellanza ecj i numerosi amici della nostra Casa delle
Diaconesse. Speriamo che la gioventù
__ ed in modo speciale quella femminile — circonderà la nostra giovane sorella con la sua simpatia, invocando da Dio la sua benedizione sulla sua consacrazione.
Unionisti deiie Valii!
Non dimenticaii: che è stato preparato per voi il
Campo Valli Valdipsi
che sotto la direzione del Past. Franco Davite si terrà ad Aga^ dalla
sera del 31 ottobre al mattino del 4
novembrer sul teuij. «Le Valli Vaidesi tra il passato e l’avvenire». H 4
novembre, sempre ad Agape, avrà luogo il
Convegno Responsabili
Abbiamo pubblicato nello scorso numero le norme di partecipazione. I
ritardatari si iscrivano immediatamente presso la Segreteria di Agape,
Prati (Torino).
Per la laicità
della scuola
Riferendo sul Congresso A.I.C.E. di Torre Pellice avevamo accennato a questa
dichiarazione che ora il Seggio dell A-l.C.E. ci chiede di pubblicare. a no are,
che la riunione in questione si era dovuta tenere clandestinamente. red.
I delegati delle organizzazioni del Belgio, della Francia, dell’Olanda,
del Lussemburgo e deìl’Italia, aderenti alla Lega internazionale dell insegnamento, dell’educazione e della cultura popolare, riuniti in Italia
dal 17 al 21 agosto 1959, hanno avuto uno scambio di informazioni sulle
azioni in corso, nei rispettivi paesi, per la difesa delTideale della liberta.
ch0 0 l*id08<l© IfliXCO
Considerando come questo ideale sia molto sovente combattutto da
uomini che lo ignorano e vedono in lui un’arma (firetta apertamente o
segretamente contro le credenze religiose, i delegati fanno all unanimità
la dichiarazione seguente:
La laicità non attacca la religione nè direttamente ne indiretta
mente, anzi essa invita gli uomini ad avere un ugual rispetto per turile credenze come per tutte le opinioni ; essa domanda di sostituire auo
spirito di guerra e di odio che troppo a lungo ha regnato nel passalo,
uno spirito nuovo fatto non solo di tolleranza ma di comprensione mutua e fraterna. .......
Essa vuole che in seno agli stati laici, i cattolici siano e si sentano
pienamente a casa loro; in compenso chiede che si sentano altrettanto
pienamente a casa loro i protestanti, gli israeliti, i mussulm^i, i fedeli
di tutte le religioni, i razionalisti e gli adepti di tutte le filosofie qualunque esse siano. , ,.
Ogni uomo ha il diritto ed il dovere di pensare liberamente e di
esprimere liberamente il suo pensiero; ogni uomo ha il diritto e il dovere
di riconoscere agli altri la libertà che rivendica per se stesso. Lo fatato
che è al servizio di tutti e non solo di qualcuno, deve garantire per legge
questa libertà comune. Qualsiasi ricorso alla forza nei dibattiti riguardanti le idee o le credenze, è un attentato al diritto dello spinto.
Sul piano scolastico i delegati salutano coinè un progresso umano,
il principio della scuola laica, cioè aperta a tutti, essendo inteso che in
questa scuola, ove nessuno sarà privilegiato, i fanciulli non sentiranno
mai nulla che possa ferire le credenze o le opinioni dei loro geniton
A tutti sarà insegnato che la diversità legittima e auguraoile delle
idee non deve mai essere un o,stacelo alla fraternità dei cuori ^
Óve esistono scuole private, la loro esistenza non deve essere un occasione di lotta contenziosa. Deve solo essere ammesso che il denaro
dello stato; chiesto a tutti, deve andare alle scuole aperte a tutti e che
le scuole private devono essere finanziate da fondi privati.
Chiamando uomini e popoli ad uno sforzo di comprensione reciproca i diiensori dell’ideale laico hanno la convinzione di servire la causa
della pace. . . . j j v.
Essi servono ugualmente la causa della giustizia, domandando che
tutti gli uomini e le donne che hanno un ugual diritto alla gioia che
procura la ricerca della verità e della bellezza, siano sufficientemente
emancipati sotto l’aspetto economico, per aver tutti accesso ad esse.
Cose che capìtono
In Italia i bambini devono essere educati all’ipocrisia...
In una città molto bianco-fiore, nell’Italia settentrionale.
La mamma va ad iscrivere suo figlio alla prima elementare. Chiede di
parlare col Direttore.
— Vorrei farle presente la domanda di esenzione dalla religione che ho
presentato per mio figlio. Noi siamo
evangelici.
Il viso del Direttore si abbuia:
— Signora, io sono assolutamente
contrario a creare delle diversità fra
i bambini: è una cosa anti-educativa.
Se suo figlio esce durante la lezione
di religione, finirà per riportarne un
senso di inferiorità... Se non vuole che
il suo bambino segua le lezioni di religione. lo faccia studiare privatamente.
*
In un'altra scuola della stessa città.
Un’altra mamma iscrive la sua bambina e presenta al Direttore la stessa
domanda, osando avanzare dubbi sulla possibilità che essa venga rispettata
dall’insegnante.
Il Direttore (non quello di cui sopra, s'intende):
— Ma perchè pensa questo, signora? La scuola italiana è aperta a tutti
i cittadini, senza distinzione alcuna...
Lei deve avere maggior fiducia.
La mamma, rincuorata, va a parlare con la maestra. La maestra appare
preoccupatissima :
___ Signora, io non so cosa dirle, la
lezione di religione adesso non si fa
più, la religione viene insegnata insieme col programma scolastico : sono
quelle nozioni molto generali... sa, i
bambini non possono restare senza
Dio...
La madre le fa presente che in Dio
credono anche evangelici, e che si tratta solo di lasciare che la bambina non
si unisca alle preghiere della scolaresca e non esegua compiti di carattere
confessionale.
— Ma lei mi mette in imbarazzo,
signora! Se la bambina non si fa il segno della croce, sarà un malesempio
per la classe.
♦ * ♦
Terzo ed ultimo episodio. Una mamma parla direttamente con l’insegnan
“8“
Anclie ¡I parroco di montagna
protesta
Sullo Specchio dei tempi de La Stampa
di domenica 18 u. a. un lettore scriveva
dal Canavese: « Le scuole sono aperte dal
primo ottobre. Gli scolari sono presenti.
Ma i maestri non tntti. Questo srave inconveniente si verifica da parecchi anni nei
paesi di montagna ed anche altrove. A chi
va fatto l’appello? Agli scolari od ai maestri’ Che gioco è questo? Si giunge a metà
ottobre e le cattedre sono ancora scoperte.
« Si accettino, anche con entusiasmo, tutte le nuove tecniche didattiche, ma non si
mandi in rovina quel poco di buono che
c’è e che ci dovrà sempre essere nelle scuole, come l’ordine e la disciplina. Anche il
frequente cambio delle maestre, scombussola il tenero cervello degli alunni.
Ci auguriamo che questo benedetto an•olastico, già tanto frazionato da mol...p..ci vacanze, venga almeno sfruttato nel
modo più cosciente per il fine per cui è
istituito ». Ln parroco di montagna
o
<(
no s(
Icplic
Ü
te, al principio dell’anno, sul solito
problema. La maestra sembra afferrare l’idea.
— Va bene, io farò due mezz’ore di
religione, il lunedì e il sabato. Lei verrà a prendere sua figlia mezz’ora prima. Durante le preghiere, basta che
la bambina stia in piedi.
Arriva il lunedì.
— Signora, guardi, ho pensato che
è meglio lei non venga a prendere la
bambina mezz’ora prima... Intanto
non so se farò religione oggi, e poi
cosa penseranno le altre bambine se
vedono uscire la sua? Forse è meglio
tenerla in classe lo stesso, io dirò che
ha bisogno di esercitarsi in disegno, o
in aritmetica, e così le farò fare qualcosa d’altro. Sa, certe cose è meglio
tenerle velate, perchè i bambini non
possono comprenderle.
Già, in Italia i bambini devono essere educati aH’ipocrisia, a velare le
cose che intaccano la superficie del
quieto vivere, devono imparare a vegetare e a mentire, ad essere tutti
uguali nel peggio.
Ora vorrei che qualcuno mi dicesse
come si può pensare ad un « colloquio » con i fratelli cattolici, di fronte
a fatti di questo genere.
— Ah, ma quella è gente meschina.
I teologi...
E che diavolo m’importa che ad alto livello ci si dia, tra cattolici e protestanti. delle grandi manate di amicizia, quando io nella mia piccola ed assillante vita quotidiana mi trovo di
fronte a ben altra realtà?
r. g.
2
2 —
L'iCO DBLLE V^Ui VALBESI
23 ottobre 1959 ^ N. 42
I JÎ
Í fi
Il s Protestantesimo nei paesi jatini ;
Siamo giunti all’ultimo articolo
della nostra serie: alla Francia, dopo aver parlato del protestantesimo
belga, spagnolo e svizzero. La storia della chiesa francese è troppo
ricca di avvenimenti perchè la si
possa esaurire in poche pagine, ed
è anche difficile caratterizzare il protestantesimo francese. Ha avuto i
suoi momenti di successo come quello svizzero, le S'Ue persecuzioni come quello spagnolo, è stato sul punto di scomparire come quello belga
per la violenza dei governi clericali. Ha dunque un po’ la storia di
tutti i fratelli europei pur mantenendo le sue caratteristiche.
E’ un protestantesimo che pur essendo di minoranza nella nazione
francese ha un numero già rilevante
di membri tanto da poter essere con
siderato abbastanza forte. Ha regio
ni di antica tradizione riformata co
me le Cevenne, il Vivarais, la Dró
me che costituiscono una base numerica stabile, un certo serbatoio di
forze e di uomini ed ha d’altra par
te zone di intensa attività evangeli
stica. Ricco di notevoli personalità
in tutti i settori della vita nazionale
dalla politica alla letteratura al commercio, il protestantesimo francese
incide profondamente sulla vita nazionale ed è forse in questo punto
che cogliamo la sua fisionomia caratteristica.
Come molti sanno la storia della chiesa riformata francese è stata dominata dal tentativo di realizzare un partito protestante, di avere
cioè una forza che direttamente determini la vita del paese. Quel sogno fu tragico e recò più disastri che
successi ma è ora svanito e non rimane al protestante francese che il
legittimo e profondo desiderio di vivere intensamente la vita intera della nazione come cittadino responsabile. Più che di un’opera di testimonianza e di evangelizzazione come
quella nostra o della chiesa spagnolo o belga il protestantesimo francese può perciò parlare, a ragione, di
« engagement » cioè di impegno.
Questo appare particolarmente nel
momento attuale in cui la crisi politica e la crisi della guerra algerina
incidono tanto profondamente nell’animo del popolo francese (anche
se non se ne rende conto!). I protestanti appaiono turbati ed a volte
divisi su queste questioni di vita politica proprio per il loro diretto impegno.
Terminando questa serie di articoli non possiamo che augurare che
la famiglia riformata dei popoli latini si senta sempre più compatta e
solidale onde essere edificata solidamente nella sua missione comune ed
essere degna del suo motto: « A
Dio solo sia gloria ».
Calvino
la gloria di
Dio
Come le precedenti, questa
doppia pagina è stata preparata dal Pastore G. Tourn
La' Riforma fu preparata in Francia da un grande rinnovamento di
studi religiosi e da una profonda inquietudine nel clero e nel popolo. Per
antica tradizione il catto-licesUmo
francese era assai indipendente da
Roma ed aveva dato grandi e celebri
studiosi nel Medio Evo. Fu così che
all’inizio del secolo scrivevano e predicavano nel paese uomini profondamente pii, convinti che la chiesa
potesse essere rinnovata e riformata
con un’opera interna. "V’erano in questa cerchia uomini importanti come
il vescovo della città di Meaux che fece nella sua diocesi delle riforme veramente notevoli, c’era il suo grande
maestro Lefèvre professore a Parigi
che aveva tradotto e commentato prima di Lutero le Sacre Scritture e pri
ma di lui parlava di giustificazione per
fede. Così quando le opere di Lutero cominciarono a circolare e si sentì parlare della sua riforma molti si
rallegrarono di trovare finalmente
nella parola di quell’ex frate quello
che cercavano da anni e molti francesi divennero luterani nell’animo e
presero coraggio nel diffondere queste idee attorno a loro. La stessa cosa era successa come abbiamo visto
nelle Fiandre, e come in quel paese
così in Francia passarono dalla parte
S protestante nobili e professori, scritI tori e contadini: Clement Marot che
tradusse i Salmi cantati per secoli
nelle nostre chiese fu fra i primi,
perfino la sorella del Re, Margherita, prendeva le parti degli eretici.
Molto fece per la diffusione delle nuove idee la stampa che da poco era
stata inventata. Moltissimi tipografi
divennero luterani e misero in circolazione non solo libri importanti come le opere di Lutero e Calvino ma
anche manifesti, opirscoli, disegni
che circolando fra il popolo ebbero
straordinario successo.
Le autorità dapprima non reagirono con violenza a questa ondata di
protestanti che invadeva il paese; il
re stesso Francesco I lasciava un mar.
gine abbastanza ampio di libertà. Aveva tutto l’interesse a non offendere
i principi protestanti che erano suoi
alleati nella guerra contro l’imperatore. Ma, quando i protestanti presero
troppa influenza cominciò la repressione. Dapprima furono casi i&olat.i,
condanne al rogo di predicatori più
in vista ma anche di semplici operai,
condanne eseguite con grande pompa per dare un esempio di severità
ma che ebbero invece effetto contrario e vedendo morire i primi martiri
protestanti molti che non avevano
posizioni ben chiare finirono per di
ventare protestanti per davvero. La
persecuzione scoppiò violenta intorno al 1535. Un giorno il re trovò sulla
porta di camera sua un manifesto
contro la messa e le idolatrie papali.
Che qualche cittadino francese diventasse protestante passi ma che proprio nella camera del re si mettessero
a far propaganda era troppo. La persecuzione fece vittime ovunque in
Francia, disp)erse molti gruppi e convinse tutti che non si poteva ormai
riformare la chiesa papale: bisognava essere cattolici o uscire dalla chiesa.
Colui che organizzò questa nuova
chiesa protestante fu Calvino. Da
Ginevra dove si era rifugiato diresse
con una vastissima corrispondenza e
con i pastori che preparava nella sua
scuola la chiesa di Francia in quegli
anni di tenebre. Egli inculcò nei protestanti francesi, che allora cominciarono a chiamarsi riformati, due
idee : tutto quanto'ìl cristiano può fare e dire deve essere fatto e detto per
la gloria di Dio e se il martirio deve
coronare la testimonianza dei credenti il martirio stesso è alla gloria di
Dio
In questo spirito vissero e morirono i 'Valdesi di Provenza massacrati
nel 1545, e molti altri uomini e donne che salirono spi roghi cantando
i salmi, in quello Spirito morì in carcere il vecchio artista Bernard Palissy che rispose ài Re « Ni vous ni
tout votre peuple ne sauriez contraindre un potier à fléchir le genou devant des statues parce que je sais
mourir ».
Lu Torre dì Costanza ad Aigues Mortes,
dove con altre prigioniere Marie Durami
languì 38 anni, ma non abiurò.
1: Alsace — 2: Monlbéliar —
3. Drôme — 4. Haute Loire
et Cévennes — 5: Gironde —
6: Poitou.
Le regioni numerate e segnate a quadratini sono le
regioni a maggior densità
protestante, in particolare le
Cévennes e l’Alsace; le regioni tratteggiate sono quelle
dove il protestantesimo è ancora numericamente rilevante. Le città costituiscono un
l'atto a parte: il protestantesimo vi è generalmente fortemente rappresentato.
Coligny
l’onore della chiesa
La persecuzione ^on distrusse la
chiesa riformata, anzi la rafforzò e
proprio nel 1559 si teneva nella capitale a sfida di tutti i decreti e di tutte
le leggi il primo sinodo della chiesa
francese. Questa chiesa riformata for.
te di quasi mezzo milione di fedeli
organizzata in sinodi e concistori prese però una via estremamente pericolosa: la via della forza. Contava
fra i suoi membri molti nobili anche
di sangue reale come i Borbone, i
Condé, molti uomini potenti, ufficiali, e prese a rivendicare come un diritto quello che il Re non concedeva :
la libertà di culto. Si creò così il partito protestante ed iniziò la guerra dì
religione. Come in tutti i partiti ed
in tutte le guerre le cause' più nobili
si associarono agli interessi più vili,
accanto a uomini di alto valore religioso come l’ammiraglio di Coligny
che prese la guida delle truppe si trovarono politicanti senza scrupoli, accanto alla nobile e credente Jeanne
d’Albret si trovò il figlio Enrico interessato ed immorale. Coligny e molti
suoi uomini si batterono per difen
Lettre du “ Nid de Tours „
Dans les régions les plus hautes, habitées
habituellement par les chamois, Fédric
trouvait des nids de Perdrix blanche. La
Perdrix blanche n’est guère plus grosse
que la bartavelle, mais elle a la jambe un
peu plus courte et recouverte de plumes
blancJies jusque sur les ongles. Le plumage
hivernal est blanc sauf une petite raie noire
qui part de la base du bec et entoure et
dépasse l’oeil.
En été le mâle a la partie supérieure de
la tête noirâtre avec une bande gris-jaune;
la femelle, à la même époque, prend une
teinte jaune sombre avec une raie tout-àfait noire. Elle est aussi un peu plus petite
que le mâle. Elle fait .son nid entre deux
pierres ou bien sous un buisson, y dépose
de 6 à 12 oeufs d’un blanc fauve tâcbeté
de roux-brun.
La perdrix blanche demeure, de préférence, prés des glaciers, où elle se réfugie
en cas d’attaque de l’aigle ou de l’épervier. Elle y pratique même des galeries
dans les amas de neige, où elle se cache,
aussi, quand survient une tourmente. .Sa
famille est composée parfois de 6 ou 7 individus qui s'adossent l’un à l’autre pour
se réchauffer. La perdrix résiste à cette altitude même en hiver, où elle trouve encore quelque nourriture.
Tandis que la perdrix blanche fréquente
les lieux découverts, le Petit coq de
Bruyère ou Faisan de montagne, préfère la
lisière des bois de sapins, et surtout les
buisson de rododendrons, de genièvre ou
d’aulne qui s’y trouvent, mais toujours
côté montagne et non du côté plaine. Lui
= 10 - ^
aussi, pendant la tourmente, s’enfouit sous
des amas de neige et s’y fait de petites
galeries pour chercher sa nourriture.
Dans un creux très peu profond, la mère
dépose de 8 à 10 oeufs d’un gris-roux
tâcbetés de brun. Les poussins peu de jours
après leur naissance sont capables de circuler pour se procurer la nourriture.
Mais le plus grand des Tétraonidés est
le Grand coq de Bruyère qui mesure jusqu’à m. 0,90 de long et pèse parfois jusqu’à
6 kilos. 11 demeure généralement aux alentours des 1200-1300 mètres d’altitude, dans
les bois de sapin dans des endroits sauvages. Son plumage est gris ardoise sur la
tête et le cou, avec des raies noirâtres, et
l’oeil est entouré d’une ligne rouge-verniillon; il a des plumes noires è reflets
vert-bleus, en guise de barbe sous le menton; sa poitrine est rouverte de plumage
d’un noir-vert à reflets métalliques, interrompu de quelques plumes blanches. Les
¡dûmes timonières sont d'un gris-brun avec
des tâches blanches; les pattes sont recouvertes jusqu’aux ongles de plumes brunes; le bec est jaunâtre et fort.
La femelle ne ressemble pas au mâle, ni
par .sa taille beaucoup plus petite, ni par
son plumage uniforme d'un brun-châtain
strié de raies borisontales alternativement
brun-roux et blanches.
l\otre Fédric avait ainsi la possibilité de
trouver des nids à des altitudes variées,
il en profitait, et complétait son ravitaillement par des graines de genièvre et toute
espèce d’Iierbes commestibles que les deux
femmes vaudoises de Vantacul lui avaient
appris à bien reconnaître- 11 avait appris
■surtout à distinguer toutes les herbes qui
sont vénineuses, comme l’aconit, l’hellébore, le colchique, etc., que ni les oiseaux
ni les autres animaux ne mangent jamais.
11 était particulièrement friand des pétales de fleurs qu’il mangeait tout frais à
mesure qu’il les cueillait, et goûtait tout
autant les bourgeons d’églantine, de ronces, de houblons etc.
Mais il lui arriva aussi de chasser le
renard qui guettait les poussins de faisan
ou de bartavelle; il se disait qu’ayant déjà
consommé lui-même les oeufs de quelques
nids, il lui fallait protéger les poussins survivants en vue de la conservation de l’esspèce. Parfois il s’ingéniait à capturer, de
nuit, quelque coq, perché .sur une branche
pas trop haute.
Mais quand la saison des nids fut définitivement terminée à toutes les altitudes,
la floraison passée, les herbes durcies pâlie gel, il lui arriva de passer tout un
jour, même deux, sans avoir rien mangé.
Il se rappela bien aussi que l’Evangile raconte comment .Jean-Baptiste se nourrissait de sauterelles; il es.saya d’en prendre et de les gober, mais cela ne l’enlliousiasma pas.
Enfin n’y tenant plus, il décida un jour
de descendre là où il voyait jaunir les blés
et où il pensait pouvoir arracher des épis
pour les manger, comme l’avaient fait jadis les Apôtres, à la suite du Maître.
Et ce fut Dieu qui le conduisit. Comme
noua vous le dirons dans la prochaine let.
tre. H. DE Peyranot
e
Marie Durand
chiesa del deserto
dere quello che consideravano l’onore ed il diritto della chiesa e molto
si parlò di onore in quegli anni. Slogan della lotta non fu più come negli
anni di Calvino «tutto sia alla gloria di Dio»; fu invece il motto «Mon
honneur et mon droit ». E le guerre
si susseguirono corrompendo nei compromessi la testimonianza della chiesa e sconvolgendo tutta la vita della
nazione, vittorie protestanti si alternarono a vittorie cattoliche, violenze
e stragi da entrambe le parti ed in
piena" guerra il massacro della San
Bartolomeo nel 1572 in cui Coligny
ed i capi protestanti trovarono la
morte.
Se la generazione di Calvino potè
va far sua la parola di Palissy «je
sais mourir » la generazione delle guerre di religione si trova purtroppo in
parte personificata da Enrico l'V il
nuovo re che abiura la sua fede per
ragione di politica dicendo che « Parigi vale bene una messa». Con la
sua abiura cessa è vero la guerra ed
i riformati hanno finalmente sancita
la libertà di culto nell’editto di Nantes ma permangono troppo legati alle vicende politiche e troppo imbevuti dell’idea di un partito protestante
per vedere una profonda rinascita
della Chiesa. E il regno di Luigi XIII
e di Luigi XI'V furono un seguito di
vessazioni e di oppressioni dirette
contro le influenze politiche della chiesa riformata ma che finirono per
colpire la chiesa stessa. E la revoca
dell’editto di Nantes nel 1685 colpì a morte la chiesa riformata. 'Vennero emanate centinaia di condanne
a morte, migliaia di condanne alle
galere, le chiese vennero distrutte, i
pastori esiliati. Troppo legati ai loro
ricordi militari per sottomettersi, gli
ugonotti delle Cevenne tentarono la
ultima avventura del partito protestante : la guerra dei Camisardi. Disperata resistenza che ricorda in
grande quella del nostro Gianavello,
ricca di eroi irraggiungibili ed inflessibili come Jean Cavalier et Roland
ma le cui gesta ed i cui eroismi non
valsero a salvare la chiesa francese.
Se il protestantesimo francese sopravvisse a quelle terribili esperienze,
alle conseguenze della revoca dell’Editto di Nantes, alle pressioni spietate
che seguirono la rivolta dei Camisardi,
alle lunghe implacabili angherie che
durante tutto il 1700 si susseguirono
contro i Riformati fu grazie alla costanza di semplici credenti, di pastori
fedeli e consacrati, di umili donne
che nel segreto e nella preghiera
mantennero viva la fede dei padri.
La chiesa ormai non aveva più diritto di esistere ma visse quei decenni
nei deserti delle Cevenne. Nei boschi
o nei villa,ggi più remoti sfidando
ogni pericolo, si tenevano i culti, i
pastori viaggiavano segretamente di
villaggio in villaggio rischiando prima o poi la condanna o la morte.
Simboli di questa generazione di credenti senza appoggio e senza forza
umanamente ma pieni della forza di
Dio sono uomini come Antoine Court
il giovane che a 19 anni osò convocare il primo sinodo nei boschi delle
Cevenne e che durante anni di vita
errabonda seppe riorganizzare la Chiesa Riformata più forte e salda di prima. Sono Marie Durand la giovane
sorella di un pastore morto martire
a Montpellier che trascorse 38 anni
nella torre di Aigues Mortes insieme
alle sue compagne rifiutando l’abiura.
Quando furono proclamate le libertà dei cittadini alla Rivoluzione Fran.
cese i riformati francesi le accoglievano con gioia ma avevano ormai
sperimentato che la grande libertà è
quella data da Dio, avevano ormai
compreso che le avventure dei partiti
protestanti sono cattive avventure e
che la chiesa non può sperare nei sovrani o nella sua forza ma unicamente in Dio.
Da Napoleone ad agi
Napoleone credette fare cosa buona
riducendo la chiesa cattolica e la chiesa riformata a strumento del suo potere e di fare dei pastori dei funzionari di stato. Nuovamente legata al
potere politico la chiesa protestante
fu per un secolo ostacolata nella sua
testimonianza ed attraversò molte
crisi interne che condussero alla separazione nel 1849 e poi ancora nel
1906 di gruppi di chiese; si ebbero
così all’inizio del ’900 tre chiese riformate. Malgrado questo il protestantesimo francese diede prova di grande
vitalità: fondò le sue facoltà di teologia, le missioni in Africa, una società biblica, il movimento del Cristianesimo sociale, ebbe grandi personalità di predicatori e di studiosi.
Una grande data per la chiesa riformata di Francia è il 1905 in cui lo
stato ruppe il concordato napoleonico e si dichiarò decisamente laico
rendendo alla chiesa la sua libertà.
Da allora la chiesa riformata ha dovuto assumere le sue responsabilità
da sola senza l’appoggio di nessuno
ed ha ormai chiaramente definita la
sua via nei confronti dello stato.
Il protestantesimo francese attua
le si dimostra pienamente co,sciente
della sua importanza e dà prova di
grande vitalità. La chiesa riformata
che si è ricostituita nel 1938 come appare dallo specchietto è numericamente la maggiore. Si compone di 16
regioni ecclesiastiche corrispondenti ai nostri distretti. La vitalità
di questa chiesa si dimostra nel campo interno ecclesiastico in cui, come
cj dice il past. Marchand nel suo articolo, si devono creare nuove chiese
per le popolazioni protestanti che emigrano, e si sono costruiti dal 1945
ad oggi 35 nuovi templi; si dimostra
nel settore evangelistico con l’attività della Société Centrale d’évangélisation, delle sue pubblicazioni numerose ed efficaci; si dimostra nel campo sociale con le 300 opere assistenziali raggruppate nella Fédération
des Institutions Chrétiennes, con la
attività della C.I.M.A.D.E. organo di
assistenza nato nel 1939 in seno alle
Unioni Giovanili e che ha esteso in
modo sorprendente la sua opera. La
presa di coscienza delle responsabili
tà dell’evangelo hanno condotto ad
una ripresa di vita in molti settori
del protestantesimo francese e non
possiamo che rallegrarcene data la
vicinanza non solo geografica ma spirituale di quelle comunità con le nostre.
Un po^ tU statistica
chiese membri
Eglise Réformée de France 1.100 400.000
Eglise de la Conf. d’Augsbours: 367 250.000
Eglise Réformée d’Alsace 118 50.000
Eglise Evangélique Luthérienne 128 48.000
Eglise Réformée Indépendante 104 30.000
Eglise Baptiste 63 12.000
Eglise Evangélique Libre 48 3.000
totale 1.925 793.000
3
23 ottobre 1959 — N. 42
L'ECO DELLE VAUI VALDESI
ia Chiesa Riformata di Francia
Une Eglise qui vit
Il n’est certes pas aisé de caractéri-;
ser en quelques traits la situation ac-’
tuelle de notre Eglise Réformée de
France. Le milieu où elle doit exercer son activité et apporter son témoignage a subi de très importantes modifications depuis quelques années.
Pourtant une sorte de constante est
constituée par un fait important : nous
vivons dans un pays sécularisé à influence catholique romaine. Et d'ailleurs la sécularisation la plus redoutable vient souvent de l’Eglise romaine
qui tend à conserver le gouvernement
des esprits, même lorsqu’elle perd son
influence religieuse proprement dite.
D’après les chiffres officiels il se
trouve environ 11 millions qui « font
leurs Pâques » sur 43 millions de fiançais. Ainsi un français sur quatre pratique son catholicisme, et si l’on pense en comptant les églises luthériennes
et quelques autres qu’il y a un million
de protestants, un français sur quarante est protestant de nom.
En ce qui concerne ceux qui ne pratiquent pas de religion, il faut noter
un climat changé. On n’en est plus à
la libre pensée agressive ou à l’anticléricalisme déclaré.
Un exemple très net est la presse
française influencée par le catholicisme
de près ou de loin. Des magazines
comme Match aux quotidiens, on peut
dire qu’il est pratiquement impossible
actuellement d’attaquer l’Eglise romaine à part de très rares exceptions.
De son coté, l’Eglise romaine en
France a fortement évolué. Par rapport à d’autres pays elle est certainement très en pointe.
Ceci par un retour spectaculaire à
la Bible (expositions et conférences,
large diffusion de plusieurs éditions
différentes, cercles d’étude bibliques
publications multiples et valables...).
Ceci par un souci très marqué de ne
pas perdre le contact avec les milieux
sociaux qui pourraient s’éloigner de
l’Eglise (prêtres ouvriers, mission de
France, adaptation sociale et politique
— les catholiques français ne votent
plus pour les mêmes partis — méthodes nouvelles et présence accrue dans
les milieux scolaires et universitai
res.,.).
*
Dans ce milieu, quelle est la place
occupée par le protestantisme fran
çais? Elle est celle d’une minorité
active, considérée et parfois redoutée.
Les personnalités protestantes sont
nombreuses dans les grandes administrations de l’Etat et parmi les responsables des grandes cités ou des
grandes entreprises.
Mais cette constatation resterait trop
générale si nous ne voulions essayer
d’aller plus avant dans la vie même de
notre Eglise Réformée.
Depuis 1939 diverses fractions séparées se sont regroupées et cette unité, réalisée juste avant la guerre, a été
une force et l’occasion d’une affirmation spirituelle. Une marche commune
positive est poursuivie dans bien des
domaines.
Il convenait de fixer peu à peu la
discipline, marquant ainsi que l’église
est un corps organisé en même temps
que vivant. Nos Synodes ont étudié
bien des points délicats (Baptême,
Confirmation, Membre d’église...) et
se trouvent actuellement devant une
rédaction de la discipline qu’ils vont
mettre à leur programme.
Tout le travail concernant la liturgie est également plaçé devant les synodes. Il est important et manifeste
une recherche commune de pensée
théologique et de vie spirituelle.
Il faut signaler aussi les efforts de
coordination de la formation des futurs pasteurs et l’expérience réalisée
par les stages de proposants effectués
avant la consécration pastorale.
Il ne faut pas oublier le renouveau
de la notion de diaconie et la prise en
considération des divers ministères
existant dans l’Eglise.
Cette énumération trop hâtive montre combien notre église est soucieuse
le définir sa vie d’une façon à la fois
réelle et ouverte, en fonction des tâches qui lui sont confiées et dans une
obéissance vraie à la Parole de Dieu.
De sérieux problèmes sont pourtant
devant elle, et nous les mentionnerons
succinctement.
Problème démographique d’abord.
Nos campagnes protestantes sont peutêtre plus que d’autres en train de se
dépeupler. Malgré certains efforts qui
fixent les ruraux en redonnant un intérêt à leurs centres, de nombreux
membres des paroisses de campagne
sont allés vers les villes, ils n’y sont
pas toujours facilement retrouvés. Ce
déplacement est un facteur de transformation de notre protestantisme,
dont on a pu dire que les «réservoirs»
se trouvaient dans ces paroisses rurales.
Problème sociologique également
Le soutien traditionnel de notre église
était une certaine classe bourgeoise
représentée par des familles dont les
noms restent connus. Un glissement
social s’est opéré. Il reste sans doute
ce que l’on appelle de « grands commis », mais beaucoup moins de grandes familles, et la charge matérielle
d’ailleurs accrue, doit être répartie sur
un nombre plus grand de moyennes
ou petites contributions.
D’autre part bien des éléments nouvellement entrés dans l’Eglise — et
souvent par mariage mixte — constituent nos auditoires, et une formation
toujours nouvelle est à faire.
Dans ce cadre entrent également ce
qu’on pourrait qualifier de problèmes
politiques. Le souci de nos assemblées
synodales est de partout où celà est
possible répondre aux questions de
l’heure présente. Après avoir étudié
notre position devant le Catholicisme,
devant les sectes, est venu l’examen
du marxisme et bientôt sera proposée
l’étude des nationalismes.
Est-il besoin d’ajouter combien
l’opinion des membres de nos églises
se trouve émue par les problèmes posés en Afrique du Nord? Nous avons
en Algérie la lôème Région de notre
Eglise Réformée avec plus de 20 paroisses. Nous avons aussi parmi les
DATE PRINCIPALI
1523: Jean Vallière primo martire della Riforma in Francia è arso vivo
a Parigi.
1530-50- Diffusione della Riforrna.
1555: La prima chiesa riformata è costituita a Parigi.
1559: Primo Sinodo nazionale a Parigi.
1559: Confessione di fede della Rochelle.
1562: Inizio delle guerre di religione.
1572: Massacro della San Bartolomeo.
1 598 : Editto di Nantes,
1685: Revoca dell'Editto di Nantes.
1702: Guerra dei Camisards.
1715: Primo Sinodo del Désert.
1787: Editto di Tolleranza,
1802: Il culto riformato e luterano sono riconosciuti.
1818: Fondazione della Società biblica di Parigi,
1822: Fondazione della Società delle Missioni.
1849: Fondazione dell'Llnion des Eglises Evangéliques libres.
1852: Fondazione della Chiesa Metodista in Francia.
1877: Creazione della Facoltà di Teologia di Parigi.
1905: Separazione delle Chiese dallo Stato.
1910: Fondazione della Société Centrale d'Evangélisation.
1938: Costituzione dell'Eglise Reformée de France.
s’amx'Sb, Tant rivs de
Un» dei sìmboli della Chiesa Riformata di Francia, con
la fiera scritta: ” Plus à me
frapper on s'amuse, tant plus
de marteaux on y use ”.
militaires actuellement là-bas des milliers de protestants. Les enfants de
nos paroisses sont ainsi tous concrétement engagés dans cette situation et
marqués par elle. Pasteurs des paroisses d’Algérie ou aumôniers auprès des
troupes apportent la présence de l’Evangile dans ces conditions tragiques
et savent la difficile mais réelle solidarité et intercession de l’Eglise.
Chacun de ces problèmes, dont la
liste n’est pas exhaustive, nous demande réflexion, et, si possible, solution. Personnellement, je suis heureux
de constater dans la cadre général de
ce que l’on a coutume d’appeler une
« stratégie » un réveil des centres urbains et u*ne plus nette consience de
l’évangélisation des paroisses qui s’y
trouvent. Dans la capitale sans doute,
mais aussi dans les grands centres urbains comme le mien un travail sérieux s’opère. Une réorganisation des
moyens de repérage et de groupement,
un effort de création de nouveaux centres d’attraction et de rayonnement
pour les communautés possibles dans
une grande cité (conférences, cours de
formation des fidèles, mouvements de
ménages, de jeunes femmes, ministères spécialisés pour les jeunes,
travail spécial pour les disséminés autour de nos centres...). Des équipes
pastorales pensent celà avec des équipes de conseillers et de fidèles.
Certes le problème immobilier a
trop souvent cédé le pas depuis longtemps à d’autres problèmes d’existence immédiate, mais depuis quelques
années à peine, de nouveaux sanctuaires (souvent polyvalents) de nouveaux
instruments de travail sont venus témoigner dans nos villes de notre volonté de vivre et de faire vivre. Nous
avons encore une immense tâche et ne
sommes pas au bout de nos peines,
surtout avec les temps un peu rudes.
Raison de plus pour ne pas désespérer, surtout quand on sait l’affection
et la pensée fidèle, souvent traduite
concrétement en aide fraternelle et en
prière, des frères qu’en vous Dieu
nous a donnés.
J. Marchand
TOPONIMI
delle Valli Valdesi
di T. G. Pons
Vi consigliamornm,
In oocasione del 4" centenario del prima
Sinodo e della costiituzione della Chiesa
Riformata di Francia la S. C. E. (Collection
« Les Bergers et les Mages ») ha edito una
serie di volumetti di facile lettura e di
ottima redazione:
— Protestantisme français d’aujourd’hui.
— Le Paris protestant de la Réforme à
nos jours. Il primo è un volume d’informazione, il secondo di storia, e si
completano a vicenda.
— Petit traité de la Sainte Cène par Jean
Calvin.
— Explication de la Confession de Foi de
la Rochelle, par Roger Melil. Due testi
fondamentali degli inizi riformati di
lingua francese.
— Trois discours au Désert par André
Chamson.
— Huguenots, le sobriquet mystérieux par
Pierre Bourguet.
Si deve ancora menzionare l’opera d' J.
Chamhon : La Protestantisme français jusqu’à la Révolution française.
Assai ricco è il volume Protestantisme
français edito nel 1946 nella collezione
« Présences » della casa Plon.
li Bliinat: capoluogo di S. Giovanni,
dominato dalle due chiese, la cattolica e la valdese. Nome di iam.
oggi spento, ma già a S. Giovanni
nei 1425. 1613, campo de Bellonati
presso ruata de Nazaroti. Cfr. carta di V. Grosso, 1640: Bellonat.
Biibi: capoluogo del comune omonimo, in fondo alla vai Pellice cne
coiiflna, ad occ. colla Francia. Montem bobium. Monte bobio. Monte
bobbio, troviamo in doc. del 1327,
1351, 1386 (Caff. III. 375). Sorto come oggi, il termine bobius, da bovius ha il significato di bovino adatto ai bovini: quindi montagna
con abbondanti pascoli per animali bovini. Cfr. carta di V. Grosso,
1640 ; Bobio.
Bodaeol: alpe in quel di Frali, ad
occ. dei Pomieri, su la strada che
conduce al colle d’Abries. Significa
« bosco del colle » ed ima carta del
1283 cita già una «cella in alpibus boschi de collo». Cfr. carta di
V. Grosso. 1640: Bo dal col.
Bo dal turn: foresto sui fianchi di
Vandalino, all’altezza di Castelluzzo. Bosco del roccione, come Prar
deltomo, o bosco di un Toum, nome di fam. già fissato alle Valli
nel ’500.
la Bodeina o Budeina: un tempo
grosso villaggio del Villar, a mezza
costa, ad occ. della Comba. Secondo G. Jalla ha il significato di proprietà di « Baud », dal cognome
Baud, Bando, Baut, che troviamo a
Frali fin dal 1503 (C.). Dal b. lat.
• baldinus, che nella Francia Mer. ha
dato Baudoin. Baudin, Bodoin :
1630, ruata della Boudeina.
i Boer o Bué: case ai piedi della collina di S. Giovanni. Nome di fam.
che troviamo a S. Giovanni nel
1425 e in vai Perosa nel 1503, scritto in svariati modi: Boverio, Bouerio, Boerio, Bovero, Boér, Bouvier,
nel 1655. Il nome, secondo il documento sulla «bialera peyrota» deriverebbe d a « boscum regis » ! 1615,
ruata de Boeri.
li Bosc: case del comune di Torre,
sopra i Césan. Nome di fam. e di
luogo anche nella Francia Mer., con
varia grafia. Ha il significato di bosco, foresta, legna. 1587. G. Bosco,
altrimenti Copino.
id. foresto ad Angrogna, sotto i Caciet.
id. case dell’Inverso Pinasoa, sotto
« las Cieneviera ».
Brajda: cascina a S. Giovanni, su la
strada che conduce a Bricherasio.
id. altra cascina, pure a S. Giovanni,
presso i Bellonatti.
le Brajde : case all’Inverso di Torre
Pellice, ad or. del Doni. Dal termine « praedium », podere o campo
suburbano, prato piano, arborato.
E’ anche nome di iam. e fin dal ’400
viveva a S. Giovanni una famiglia
Brayda o Braida, 1416. 1543, ad curtelia Brayde, ad Braydam. 1716, alla
Brayda o sij alli Donni.
Broutilles
• 3 •
On a beaucoup parlé de la lune,
aussi dans nos vallées, ces temps-ci.
On a beaucoup parlé des « teddyboys », aussi dans nos vallées, ces
temps-ci; on en a découvert une nichée à « Luserna alta » (Vallée de la
lumière, au delà de la « boina »), et
quelques exemplaires dans Vautre
Vallée.
On a parlé de science (et politique)
à propos de la lune; de morale (et politique) à propos des teddy-boys.
Il y a quelques mois un jeune citoyen américain écrivait à un journal
une lettre fort drôle, pour inviter ses
concitoyens à s’unir dans une « ligue
pour la défense de l’intégrité lunaire ».
Il était rempli d’amertume à l’idée
qu’on pourrait bien, un jour ou l’autre, troubler la paix de la lune; il protestait au nom de la poésie et des
amoureux. « Cette lune qui a inspiré
les chants de presque tous les peuples,
...la douce amie des amoureux, ...souriante et bénissante sous son voile argenté..., discrète elle sait se cacher derrière un nuage ».
Et voici, tout-à-coup, une fusée soviétique a fait irruption dans les domaines de l’homme de la lune!
C’est vraiment une date historique,
car la lune n’était-ce pas le dernier
rempart du règne de Fantaisie? La
« boina » du règne de Raison?
L’homme (avec sa raison) solidement planté sur la terre. Les fous (et
les poètes, et les enfants) sur (ou dans)
la lune.
Jadis on donnait aux enfants les livres de Jules Verne: « De la terre à
La Inné ni les '’teddv-liovs’’
la lune » par exemple. Les parents
souriaient avec indulgence aux garçons qui rêvaient, ça leur rappelait leur
jeunesse, quand eux aussi avaient rêvé. Ils savaient qu’à un certain moment la lune disparaîtrait de l’horizon!
Et voici : le règne de Fantaisie s’est
rapetissé; les « choses merveilleuses »
de Jules Verne sont dépassées par les
conquêtes de la science: le Nautilus
est une réalité.
Il restait aux enfants la lune! Mais
la fusée soviétique a réduit tout à
néant!
Vos enfants ne sauront plus rêver
parce qu’ils ne peuvent plus rêver!
Ils deviendront (et les teddy-boys le
sont déjà) raisonneurs (qui n’est pas
synonyme de raisonnable); ils souriront des mythes, mais sont incapables d’en créer de nouveaux.
Ils sauront tout sur la lune, nos enfants! Ils souriront des poètes et des
amoureux! Le sentiment est déjà pour
eux de la sentimentalité, qu’on se doit
de tourner en ridicule.
N’avez-vous jamais assisté à quelques spectacles cinématographiques
dans un village ou dans la banlieue?
Le film ne vaut pas grand chose, mais
le public est très intéressant II réagit
d’une manière spontanée; ses réactions
sont bruyantes et pas toujours agréables. Tandis qu’il arrive encore que
quelques femmes versent des larmes
sur les malheurs des Deux orphelines
ou de l’Aveugle de Sorrento, « eux »,
les garçons, les grands et gros et jouf
flus gaillards rient bien fort et commencent à brailler.
Vous dites : « Ce sont des sauvages et impudents ».
Peut-être oui; peut-être aussi bien
que non; il s’agit peut-être tout simplement d’un refoulement du sentiment qui se venge de cette façon.
Il s’agit peut-être encore du fait que
ces grands garçons savent tout: par
exemple que la « larme est une goutte
d’humeur limpide » (qu’on peut décomposer dans ses principes constituants).
Le sentiment?
Penh!
Le mythe?
Bah!
Mais sans mythe et sans sentiment
on ne vit pas!
Le cinéma leur a donné un nouveau
mythe (bien vieux du reste): l’action.
On la place dans le Far-West où les
passions peuvent éclater d’une manière spontanée au sein de gens aux
moeurs primitives: et voilà pour le
sentiment.
Le sentiment pousse à l’action:
coups de révolver, coups de poing.
On se scandalise facilement et on
fait de la morale à bon marché. Mais
qu’ont-ils fait « les vieux » pour ces
jeunes? N’ont-ils pas, trop souvent,
placé l’intérêt et la raison sur l’autel?
Et la nature se venge: l’instinct refoulé, éclate déformé. Vous vous êtes
gaussé du sentiment: gardez-vous les
braillements des teddy-boys.
L. A. Vaimal
4
Í5TOVANNI MIEGGE
VERGINE MARIA
2. ediz. — L. 750
Claudiana - Torre Pellice
L'Eco dellè Valli Valdesi
-^PIERRE PETIT
LOURDES
Trad. G. Costabel — L. 450
Claudiana - Torre Pellice
Agli amici di Pradeltorno
A nome di tutti i membri di Chiesa di Pradeltorno ringrazio vivamente tutti coloro che con scritti e con
offerte dimostrano di prendere a cuore la situazione degli stabili di questa
comunità.
All’amico di Pradeltorno che scrive: «proporrei senz’altro di aprire
una sottoscrizione per Pradeltorno»
inviamo un grazie per il suggerimento... anche se giunto in ritardo. Una
sottoscrizione «Pro restauri tempio
Pradeltorno» è aperta sin dall’anno
ecclesiastico 1956-1957 ! E’ vero che questo fatto era purtroppo a conoscenza
di pochi, ma evidentemente perchè,
come già scrivemmo l’ultima volta su
queste pagine, il Consiglio di Chiesa
riteneva doveroso incominciare a suscitare l’interesse per i resta,uri prima
di tutto negli stessi membri di Chiesa e poi allargare la cerchia. Siamo
grati di poter affermare che le offerte pervenute ultimamente e pubblicate sull’Eco hanno invogliato molti,
sia a Pradeltorno, sia altrove a prendere a cuore con rinnovato slancio la
situazione degli stabili.
Siccome da quando la sottoscrizione fu aperta non vennero pubblicati
mai i nomi dei donatori e la cifra
delle offerte,( tranneché sulle relazic^
ni annue della nostra Chiesa, dattilcscritte) riteniamo doveroso elencarle
qui, senza ripubblicare però le ultime
apparse suH’Eco.
Naturalmente parte di queste offerte sono già state spese per piccole riparazioni (che purtroppo nessimo può
notare, ma che erano indispensabili).
Ci vorranno ancora molte centinaia
di migliaia di lire per potere porre
mano a dei restauri veri e propri ! Ma
confidiamo nell’aiuto di tutti, non vogliamo più riguardare indietro ora
che abbiamo posto mano all’aratro,
anche se, come già abbiamo detto,
dobbiamo però, quali saggi amministratori, lare bene i conti prima di
iniziare qualsiasi passo onde non si
possa dire che si è incominciato, ma
non si è potuto finire (clr. Luca
14: 28).
Amelie e Emilio Buffa (Pradeltorno) L. 20.000; N. N 5.000; Giovanni
Chiavia (Torino) 5.000; Èva Prache
(Torre Pellice) 3.000; Concistoro Pomaretto 15.000; Gino Conte, in riconoscenza a Dio per i due anni vissuti
insieme, 5.000; Behèch Carolina, Enrico, Giovanni, Lorenzo (U.S.A.) 10
dollari; Rivoira Alberto e Giuseppina
(Pinerolo) 2.000; Mariuccia e Gino
Barbiani (Torino) 7.000; Borsalino sorelle (Como) 2.000; N. N., ricordando
i suoi cari genitori 2.(K)0 ; Costabel
Bruno 3.000; A. D. (Genova) 50.000;
dalla cassetta « Pro restauri » posta
nel tempio di Pradeltorno 3.800.
Bruno Costabel
N. B. Avvertiamo tutti gli amici di
Pradeltorno che desiderino inviare
offerte «Pro restauri» che possono
anche servirsi del C.C.P. n. 2/18502
intestato a: Bruno Costabel, Via Serre n. 8, Angrogna (Torino), specificando la causale del versamento.
Le offerte verranno naturalmente
da ora in poi pubblicate su « L’Eco ».
Abbiamo ricevuto ancora: Federico e
Evelina Ghìsi (Firenze) L. 5.000; Maria
Jori Scolta (Torino) L. 1.000. red.
Notiziario delle Comunità
LCSERlVa Sdivi GIOMmiVl
Festa del raccolto. ■ Domenica prossima,
25 c. m. nella Sala Albarin alle ore 15 avrà
luogo l’ormai tradizionale Festa del Raccolto e della Riconoscenza, a beneficio dei
nostri Istituti di Assistenza. La festa sarà
rallegrata da un assortito buffet per il quale si gradiranno offerte e doni. Invito cordialissimo anche alle comunità vicine e
agli amici tutti.
Istruzione religiosa. - La Scuola Domenicale si riaprirà domenica prossima 25 c.
m. alle ore 9; i corsi di Catechismo inizieranno sabato 31 c. m. aUe ore 14. c. t.
Sdivi GERMdlVIO CHISOIVE
NOTIZIE SCOLASTICHE. - La tradizionale inaugurazione dell’anno scolastico
ha avuto luogo, nel tempio, il 9 ottobre.
Le scolaresche, accompagnate dalle rispettive insegnanti, erano presenti in massa.
Diamo un cordiale benvenuto in mezzo
a noi alle insegnanti Giacone e Negro che
sostituiscono le signore Matbieu e Cosano
destinate ad altra sede. A queste ultime
facciamo giungere l’espressione della riconoscenza della nostra popolazione per il
lavoro fatto con molto impegno e che non
mancherà di lasciare un buon ricordo.
Mercoledì 14 ottobre si è riunito il comitato — di cui fa parte anche il pastore ■—
responsabile del buon funzionamento del
Patronato Scolastico. Il bilancio preventivo
ha rivelato l’esiguità dei mezzi di cui
disponiamo. Fatto curioso: il sussidio governativo è stato dimezzalo ed è ridotto
ormai ad alcune migliaia di lire. E’ stata
richiesta una maggiore generosità all’amministrazione comunale che non mancherà,
ne siamo sicuri, di dare il suo valido appoggio alla benefica istituzione.
mmmmi mmm íristiasi evaieuìi
Convegno d'autunno
Tutti i colleglli ed amici sono caldamente
invitati a partecipare al Convegno d’autunno che avrà luogo, D. V., la domenica
lo novembre a Luserna San Giovanni, col
seguente programma:
Mattino: Culto - Pranzo in comune.
Pomeriggio: Ore 14 (nella sala Valdese
degli Airali - via Gianavello, angolo farmacia) Conferenza del prof. Augusto Armand
Hugon sul tema: «I Valdesi e il Risorgimento » - Relazione sul campo latino Elezioni dei responsabili della sezione Val
li.
Le tre borse annuali da L. 25.000 ciascti
na sono state assegnate per l’anno scola
stieo 1959-1960 a: Eynard Roberto di Torre
Pellice alunno della terza cl. Magistrale:
Travers Erica di Luserna S. G. alunna del
la terza cl. Magistrale; Pascal Anita d
Perrero alunna della quarta cl. Magistrale
Il Seggio A.I.C.E.
TORRE OELLICF.
Giovedì 15 è stato celebrato il matrimonio di Franco Eynard e di Fiorentine Arnoulet. Il Signore benedica la loro casa.
Sabato 17 si sono sposati Bruno Geymet
e Amalia Rivoire. Il nostro augurio fraterno segue gli sposi che si stabiliscono a
Torino.
Domenica 18 sono stati battezzati Bruno
e Silvana Ricca di Edoardo e di Celestina
Cesan (Rouissa). Possa la loro vita rispondere alla parola dell’Apostolo Giovann; :
« Noi amiamo perchè Egli ci ha amati il
primo ».
Nel pomeriggio di domenica ha avuto
luogo la nostra Assemblea di chiesa della
ripresa, con buona partecipazione anche se
tanti fratelli e sorelle hanno lasciato vacante il loro posto. Il nostro delegato al
Sinodo, sig. Edgardo Paschetto, ha presentato un’esauriente e vivace relazione dei
lavori sinodali, e alcuni dei lenti sono poi
stali discussi da vari membri dell’Assemblea. Si è cominciato a parlare — come
aveva fatto il Sinodo — della « crisi della
parrocchia », su cui c’è evidentemente sempre molto da dire; ma è stato pure fatto
notare che il vero « luogo » in cui parlarne non è tanto l’Assemblea, dove si ritrova sempre più o meno lo stesso gruppetto,
ma piuttosto le riunioni di quartiere. Bisogna d’altra parte aver pifi chiaro in mente qual’è il servizio — sempre richiesto,
ma spesso in modo generico — cui sono
chiamali i membri di chiesa, poiché non
lutti possono essere membri del Concistoro, predicatori laici, monilrici: si tratterà
dunque di studiare nel corso dell’anno —
del resto in risposta aH’invito sinodale —
il valore e il servizio specifico del laico. Il
Past. Sommani ha annunz’ato una « settimana » di riunioni speciali, preparata dalla Commissione Distrettuale, che avrà luogo nella nostra chiesa in gennaio. E poiché
le riunioni di famiglia o di «caseggiato»
svoltesi nello scorso aprile nei quartieri di
Villa 1 c 11 sono stale apprezzate, si progetta di ripeterle, per ora in altri quartieri. Su altre questioni, come lo studio dei
progetti di riforma dell’ordinamento dislrelluale (nel senso di una maggiore aiilonomiaì, saremo chiamati a riunirci in
Assemhlea per questo scopo particolare. E’
stato purè proposto ed accettalo che nel
corso dell’anno si abbiano, la domenica
pomeriggio, alcune riunioni « libere » in
cui si presenti e discuta qualche tema di
attualità ecclesiastica, annuncialo precedentemente ai culti. Ha preso quindi la
parola il Doti. Ematuiale Bosio che ha riferito sui lavori di rifacimento dell'impianto di riscaldamento nel tempio del
centro, decisi dopo lungo ed accurato studio dal Concistoro. La spesa sarà assai forte (si aggirerà fra 1 milione % e 2 milioni) e si apre quindi una sottoscrizione
sjieciale, a cui si spera che tutta la comunità ri'SiKinderà con impegno. Senza per
questo « mollare » nel suo sforzo per aumentare le contribuzioni per la Cassa cullo! 11 nostro Cassiere, sig. Mario Corsani
ha subito pronte le bustine, e raccomanda
a quanti lo possono l’offerta mensile, che
facilita i nostri versamenti rateali, tanto
richiesti dalla Tavola.
E’ stato rivolto un saluto e un augur'o
cordiale al Past. R. Nisbet che dopo molti
anni di residenza a Torre Pellice si trasferisce a Sampierdarena per assumervi la cura di quella comunità, e un cordiale henvenulo al Past. P. Bosio e alla Signora,
e al Past. L. Santini, giunti fra noi ultimamente.
In complesso, una buona assemblea: speriamo preludio di un buon anno ecclesiastico.
mCASECCS
La « ripresa » autunnale è iniziata il 4
ottobre con una riunione del Concistoro
nel corso della quale si è esaminato, fra
l’altro, la questione sociale agricola ed artigiana della nostra zona.
E’ stata nominata'una Commissione Con
cistoriale che ha iniziato subito i lavor
in vista di esperimenti e soluzioni comuni
larie in questo campo.
Anche l’Assemblea di Chiesa della do
menica si è occupata di questo problema
sotto un aspetto maggiormente ecclesiasti
co, riproponendo di ritornare su questi ar
gementi e su quelli della vita della Chiesa
come Comunità, nel corso delle riunioni
quartierali che avranno prossimamente ini
zio.
Concistoro ed Assemblea hanno messo di
fronte a tutta la Comunità la nostra respon
sabilità circa i versamenti alla Cassa cen
trale che, con il sistema tradizionale di col
letta, vengono sempre Inviati con cinque
o sei mesi di ritardo sull’inizio dell’anno
ecclesiastico con quelle conseguenze che il
Sinodo ha chiaramente messo in luce ancora una volta. L’Assemblea ha perciò
chiesto a tutti i membri di Chiesa non
solo di continuare con le contribuzioni personali, già decise e realizzate da qualche
anno, ma anche di fare il possibile per
ratearle mensilmente. Sono anche state fatte altre interessanti^proposte su questo argomento ed esse saranno esaminate attentamente in Concistoro e nei quartieri.
La Scuola Domenicale è iniziala domenica 18 con un culto al quale hanno partecipalo i bambini e<l i catecumeni assieme
ai loro genitori. La nostra responsabilità
nel settore dell’istruzione, e non soltanto
in quella religiosa, è grande e non deve
essere sottovalutata da alcuno, se non vogliamo venir meno alla vocazione che il
Signore ci ha rivolto in questo tempo e
nel Paese in cui viviamo.
11 giorno 17, nel tempio di Perrero, il
nostro fratello Aldo (dot dei Cliiolli si è
unito in matrimonio con Clodina Raima di
Traverse. Agli sposi, che hanno stabilito
il loro focolare nella nostra Parrocchia,
giunga ancora rinnovalo l’augurio di una
vita serena sotto lo sguardo e la benedizione del Signore.
GORA’
Mercoleiri 28 oUoRrc alle ore 20 avrà
luogo la riunione qiiarlierale di apertura
alle Fucine.
Giovedì 5 novembre alle ore 9,3ll avranno inizio i corsi di calcchismo per tulli gli
anni.
Doni per «L’Eco delle l/alli»
Natalina Quaranta L. 400 — N.N. 1.000
— Maurin Elena 100 — Gay Arturo 200 —
Pons Lidia 100 — Gasparolto Rodolfo 200.
Grazie.
Cinema
per bene
La Stampa del 17 u. s. riferisce in un
«servizio particolare» dalla Città del Vaticano che « gli iscritti dell’Azione Cattolica sono stati invitati in questi giorni a ripetere la ’promessa cinematografica’, che
li impegna a respingere i film ritenuti immorali. Il testo della promessa, che si apre
’nel nome del Padre, del Figliolo e dello
Spirito Santo’ è il seguente: ’Consapevole
della mia dignità di cristiano, io prometto
di non assistere a spettacoli cinematografici che affermino principi contrari alla dottrina del Vangelo, o che, non rispettando
le norme della morale cristiana, costituiscano un pericolo per la virtù e un’occasione al peccato. Prometto pertanto d’informarmi sempre sul valore morale del
film e di attenermi ai giudizi che mi vengono proposti come norma e guida. Contribuirò inoltre, con la preghiera e con l’opera, a formare nel pubblico una coscienza
illuminata sul dovere di scegliere con criterio cristiano gli spettacoli cinematografici. Mi aiutino Iddio e la Santa Vergine a
mantenere questa promessa’ ».
Riportiamo, d’altra parte, questo giudizio di don Lorenzo Milani, nel suo così
discusso libro « Esperienze pastorali », a
proposito dei cinema parrocchiali, dei film
consigliali, ammessi, vietati dal C.C.C.
; Centro Cattolico Cinematografico): «L’immoralità di certi spettacoli non è mollo più
immorale di quel che non lo sia la stupidità di altri classificati per buoni. Ora è
noto che il libriccino delle segnalazioni
non prende in considerazione la maggiore
o minore stupidità di un film. Ma la nostra veste è di maestri e un maestro che
insegna per ore ai giovani cose stupide e
inutili pecca gravemente » (p. 137).
AVVISI ECONOMICI
EVANGELICO solo, quarantenne, capace,
diplomato, senza carichi familiari, essendo costretto per motivo di coscienza a
lasciare il lavoro che ha presentemente,
cerca un posto di custode presso chiesa
0 istituzione evangelica, o qualunque altra occupazione anche modesta che gli
permetta possibilmente di esercitare una
forma di servizio cristiano. E’ disposto a
recarsi ovunque, anche all’estero. Buone
referenze. Scrivere al pastore G. Girardet. Piazza Libertà 6, Trieste.
Redattore: Gino Conte
Coppieri - Torre Pellice
Tèi. 94.76
I
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice - c.c.p. 2/17557
Tipografia Subalpina - s. p. a
Torre Pellice (Torino)
Direttore: Prof. Gino Costabel
Pubblicaz. autorizzata dal Tribunale
di Pinerolo con decreto del 1-1-1955.
Il 7 ottobre, dopo breve malattia,
è piaciuto al Signore di richiamare
a Sè
Giovanna Monne!
di anni 83
I nipoti Alice e Roberto, con le rispettive famiglie, nel dame il triste
annuncio, ringraziano la Direzione e
il Personale del Rifugio Carlo Alberto per le cure affettuose prodigate alla Cara Estinta, e quanti hanno preso parte al loro dolore.
« Beata è colei che ha creduto,
perchè le cose dettele da parte
del Signore avranno compimento ». (Luca 1: 45)
La famiglia e congiunti del compianto
Davide Alberto Lantelme
commossi per la grande dimostrazione di affetto e simpatia ricevuta in
occasione del lutto che li ha colpiti
esprimono un sincero ringraziamento
al Pastore sig. Bert, al Medico curante dott. Bertolino per le amorose
cure prestate al caro scomparso, alla
famiglia Fomerone ed ai vicini di
casa che si prodigarono nella triste
circostanza ed a tutti coloro, vicini
e lontani che di presenza o con scritti
hanno preso parte al lutto.
« Siate allegri neUa speranza.
Pazienti neU’afflizione,
Perseveranti nella preghiera ».
(Rom. 12; 12)
San Germano Chisone, 12-10-1959
Prof. Dr. Emneu Upertì
Libero Docente
in Clinica Ortopedica
Specialista in Ortopedia
Traumatologia e Chirurgia Plastica
Visite presso Ospedale Valdese di
Torino: Lunedi e Venerdì ore 16,30
Consulenze presso Ospedale Valdese
di Torre Pellice : previo appuntamento
Dottoressa
Iolanda De Carli l/alerio
Medico Chirurgo
Specialista
in malattie dei bambini
Psicologia e pedagogia
Consultazioni presso l'Ospedale
Valdese di Pomaretto
Il primo e il terzo mercoledì del mese
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