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Anno 113 — N. 7
13 febbraio 1976 — L. 150
Spedizione in abbonamento postale
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10066 TOffliE PEIErCE
dette valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
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Non adeguarsi ai tempi
mg intervenire nel tempo presente
GIOSUÈ' 24
Quando Giosuè rivolge questo discorso al popolo d’Israele, sia lui
che il suo popolo hanno ormai alle
spalle una lunga storia : dietro, nella notte dei tempi, si perde la storia dei patriarchi, che vivevano « di
là dal fiume » Eufrate, e avevano
assistito allo sbocciare della speranza d’Israele. Più vicina nel tempo c’è la prima verifica di questa
speranza : la liberazione dall’Egitto,
la traversata del deserto, la conquista d’una parte della terra promessa. Ma anche davanti a questo popolo c’è una lunga storia : ora si
tratta di imparare a vivere in Canaan, insieme con i pagani (gli Amorrei), bisogna adattarsi a una
società nuova, senza addomesticare
la fede. Non sarà facile: in Egitto,
nel deserto, le sofferenze si sono
mutate in liberazione, e le maledizioni in benedizioni : ma nella terra di Canaan potrebbe benissimo
succedere il contrario : la benedizione diventare maledizione, la libertà occasione di schiavitù. Perciò
Giosuè avverte il suo popolo: siete
a un momento di decisione, vi occorre grande chiarezza: volete tornare alla fede primitiva dei vostri
antenati, volete adeguarvi alla cultura pagana dei vostri vicini di oggi, oppure siete disposti a adorare
Dio in Spirito e verità?
Davanti a un problema molto simile si trova pure la comunità cristiana del nostro tempo: chiunque
ha un minimo di fede sa benissimo
che Dio ha guidato i nostri passi e
tracciato le nostre vie nel passato:
questo è certo. Quel che invece è incerto, è se noi saremo capaci, nel
futuro, di seguire la volontà di Dio
in teoria e in pratica: e il nostro
tempo, insieme ingiusto e pesante,
rende questa domanda particolarmente angosciosa.
Perciò molti di noi credenti rispondono alla crisi aggrappandosi
alla fede con un crampo di conservazione: bisogna serbare la fede,
difenderla, conservarla: ma la fede
non si può conservare, come non
si conserva l’amore, o la gioia.
Tentare di conservare la fede vuol
dire in realtà lasciarla degenerare:
e nel nostro tempo noi siamo costretti ad osservare molte forme di
degenerazione della fede cristiana,
nate proprio da questo spasmodico
crampo di conservazione. Se le
guardiamo da vicino, noteremo che
esse non hanno la loro vera fonte
nella Parola di Dio, ma in un momento particolarmente felice della
storia della chiesa: che questi momenti felici ci siano stati, nessuno
lo può negare; e quale organizzazione che conti millenni di vita (e non
solo qualche breve decennio) può
vantarne altrettanti? Ma appunto,
può la chiesa vantare i suoi successi? Fondarsi sui suoi momenti felici
del passato? Sarebbe negare la grazia di Dio, sarebbe fare di quei
momenti storici degli idoli : nel linguaggio di Giosuè sarebbe « adorare gli dèi di là dal fiume », regredire a forme spirtualmente superate.
Oggi in pratica ciò significherebbe, almeno per noi evangelici, tre
cose: primo: ridurre il nome di
Dio, da oggetto di stupore e di spe
ranza, a base sicura e immancabile
di ogni nostro discorso, garanzia
automatica di ogni nostro agire;
secondo : ridurre la Bibbia a un codice da citare parola per parola,
lettera per lettera: una lettera che
uccide; terzo : ridurre la nostra morale evangehca, a rigida repressione, a corazza d’uomini deboli, a
paura sistematica della novità e
della libertà. Sia lecito esprimere
la nostra ripugnanza dinanzi a una
fede così legata al passato, così poco coraggiosa e serena.
Non è neanche giusto, però, adeguarsi a Canaan : cioè, in questo
mondo « moderno », laicizzare la
nostra tradizione evangelica e tradurla in rigore d’impegno di vita,
qualunque cosa noi facciamo. Lo
spirito del tempo sembrerebbe spingerci in questa direzione: dato che
ben pochi sono sicuri d’essere credenti, e d’altra parte ben pochi sono sicuri d’essere atei, perchè non
concentrare ogni nostra energia nel
vasto campo morale, dove ci sono
tante cose urgenti da fare, tacendo
su Dio, e lasciandolo in fin dei conti libero di parlare come e quando
vorrà? La prospettiva è seducente,
ma sarebbe un « servire gli dei degli Amorrei », cioè adeguarci ai
tempi, anziché intervenire nel tempo presente. Sarebbe una rinuncia,
diciamo la parola: un rinnegamento. In pratica, questo atteggiamento consisterebbe in tre cose: ridurre Dio a pura stella polare del nostro cammino, chiara ma fredda e
lontana: ridurre la Bibbia a sedimento di passate confessioni di fede, a poetico ricordo dei tempi in
cui anche la fede era poesia; ridurre infine la morale evangelica o a
una semplice consacrazione ai doveri professionali o sociali, o a un
generico programma di amore, cioè
a un’apertura indiscriminata verso
ogni creatura umana.
Invece no: bisogna servire l’Eterno: cioè adorarlo apertamente,
in modo tale che noi stessi e gli altri siamo costretti ad esserne sempre consapevoh. E bisogna anche
cercare sistematicamente l’obbedienza alla sua volontà: cosa non
così diffìcile come si pensa: perchè
la sua volontà è che i suoi doni siano messi in valore; e quando si
guarda al mondo nella luce della
adorazione di Dio, si scoprono i
suoi doni, come la luce del sole
mette in rilevo i colori dell’erba e
dei fiori.
« Scegliete a chi volete servire » :
questo è un invito rivolto a tutto il
popolo dei credenti. Ma dentro il
popolo credente, bisogna che qualcuno dica come Giosuè : « quanto
a me e alla mia casa, noi serviremo
l’Eterno ». Cioè comunque vadano
le cose, noi concentreremo le nostre energie sul problema della fedeltà e della testimonianza. Vorrei
esortare molti di voi ad essere i
Giosuè della nuova situazione spirituale: è la cosa di cui abbiamo
maggiormente bisogno : possiamo
fare a meno dei grandi numeri, dei
successi, ma senza gente di questo
tipo non si va avanti: possono essere famiglie, gruppi di azione, nuclei comunitari: le forme possono
variare. L’importante è che questo
nucleo di nuovi Giosuè abbia consapevolezza non solo dei suoi compiti, ma soprattutto della sua forza:
non è presunzione: si tratta semplicemente di essere certi che come
il Signore ci ha guidati nel passato,
così ci guiderà neU’awenire : anzi,
ci sta già guidando adesso: ce ne
accorgeremo dopo, ma non troppo
tardi.
Giorgio Bouchard
NEUCHATEL
La chiesa in fabbrica
Consensi e dissensi si sono letti
sulla stampa svizzera a proposito
di un culto presieduto dal sacerdote André Schaerly e da due pastori
riformati, Max Held e Francis Gerber, nella fabbrica di orologi Bulova, occupata dagli operai. Se i culti ecumenici sono in Isvizzera ormai cosa da tutti ritenuta normale,
non altrettanto si può dire dell’occupazione delle fabbriche. In una
situazione di occupazione anche la
predicazione dell’Evangelo (il pastore Held ha predicato su Luca
4:18, in cui Gesù dice di essere
stato mandato ad evangelizzare i
poveri, a liberare gli oppressi) assume un carattere di scelta, di solidarietà verso gli operai che certo
non è cosa gradita ai padroni.
Il « Bieler Tagblatt », giornale regionale, ha affermato ; « Noi riconosciamo volentieri il diritto ai pastori di recare conforto alle persone oppresse, ma dove sta il limite? ». Secondo questo foglio, i pastori haimo, in questo caso, oltrepassato i confini leciti ; la sua preoccupazione è evidentemente mossa
dal fatto che gli operai hanno sequestrato 200.000 orologi. Si chiede se questi operai frequentano regolarmente i culti e sostiene
che avrebbero benissimo potuto
darsi il cambio per frequentare il
culto fuori e non « scomodare » i
pastori nella fabbrica.
Il pastore Held ha invece affermato di aver accolto l’invito senza
domandarsi quali sarebbero state
le conseguKize, sicuro di rispondere ad una necessità delle persone
venute a trovarsi in una situazione
angosciosa. « Gesù per primo è con
gli angosciati — ha detto il pastore —, con quanti non conoscono il
loro domani. Per me se la chiesa
vuole essere fedele al suo Signore,
deve fare lo stesso... Occorre poi
notare — ha aggiunto Held — qhe
il comportamento degli operai della Bulova mette in questione i cristiani. Questi operai hanno bisogno
di giustizia, danno prova di una
perfetta solidarietà, si sono impegnati totalmente nella loro lotta,
esponendosi a grossi rischi e cercano di difendere la dignità umana
più che il loro salario». A quanti
cercavano di denigrare gli operai
egli ha ancora ag^unto : « Sono rimasto meravigliato dalla preoccupazione con cui hanno agito... Gli
operai pensano talvolta che la chiesa stia dalla parte dei padroni ed
hanno dei buoni motivi per pensarlo. Occorre porvi rimecQo».
Di scienza ve n'è assai
nella nostra Italia
26 febbraio 1560
Dalla prigione del Castello di Cosenza
Ai miei carissimi e onorandi fratelli di San Sisto e della Guardia: salute, grazia e pace, con accrescimento di fede vi sia da Dio per Gesù Cristo.
...Io so bene che l’infermità della carne è grande, e che il seme non fruttifica se non nella buona
terra; ma d'altra parte chi lo lascierà soffocare dalle spine ha la maledizione di Dio pronunziata contro di lui, perché è scritto che chiunque amerà padre, madre, i beni di questo mondo e la vita propria più che Gesù Cristo non è degno di Lui. E perciò, fratelli, impegnatevi per non essere di quelli
che vogliono fare Cristo re, solo per essere carnalmente saziati; perché è necessario combattere per
avere il premio...
Per risvegliarci dunque da questo torpore, bisogna che ci sia fatta quasi violenza, ora con le dolci promesse, ora con terribili minacce contenute
nella Scrittura. Ed il mio ultimo testamento è che
abbiate la lettura sempre familiare.
E mi raccomando anche alle vostre preghiere.
Mi aspetto infatti di essere condotto al macello ma
non so quale trattamento avrò prima di giungere a
quel punto. So bene che Dio non mi lascerà tentare oltre le mie forze, ma la furia degli avversari mi
fa temere sofferenze anche peggiori della morte
stessa...
Chi non si prepara infatti alla persecuzione non
ha ancora conosciuto Gesù Cristo, se non per immaginazione. Si vede infatti per esperienza che sono in molti a fargli la corte da lontano ma poi lo
fuggono quando si avvicina. E in realtà i profeti,
gli apostoli e Gesù Cristo stesso, che pur dovevano
essere ben accorti e prudenti, quando hanno cominciato a predicare subito è arrivata la persecuzione e non l’hanno potuta evitare...
Questo è uno stimolo, fratelli, per riaccendere
la fede che si sarà, a cagione della nostra debolezza, come smorzata in noi, e per indurci a vera penitenza; affinché in avvenire siate pronti ad accogliere Gesù Cristo con la croce, la quale vi ha sino ad
oggi spaventato...
Iddio condanna la cristianità la quale non si
mostra che a parole. Certo della scienza ve n’è assai
nella nostra Italia. Tutti, nel parlare, paiono dottori, ma nei fatti sono scolari principianti... Essendo
l’ubbidienza l’unico sacrifìcio che il Signore richiede da noi, sottoponendoci al suo santo governo,
contentiamoci di abbassare le spalle e portare pazientemente quella croce che egli ci avrà apparecchiata...
A Dio fratelli, ed abbiatemi sempre per raccomandato alle vostre preghiere, fino a tanto che Iddio mi abbia dato vittoria di questo santo combattimento.
Il vostro fratello e per la parola dell’Evangelo
nei ferri e prigioniero Giovati Luigi Pascale
2
13 febbraio 1976
a colloquio
con I lettori
4P DELLA S.Í
RIOdVIARINA« 19Q6-##26
facciamoci integrare!
Roma, 2 fei^raio 1976
__^ores,
rEcoJLucfe yel ás/í chieggo l’artic&^:::fí^0razione e integhüismo di Giorgio Peyrot. Mentre sono d’accordo nel riconoscere confessare il peccato di noi pastori di voler spesso
discutere e risolvere nei i problemi della chiesa,
decidendo nei per tutto il popolo di Dio e al suo
posto (cfr. la secondo parte deU’articolo di Peyrot)
sono perplesso invece sul primo punto. L’Evanvangelo non può impedire a nessuno di riunirsi
dove e quando creda e con chi, vuole.
Di questo passo, il colloquio pastorale della
VaMi non avrebbe dovuto riunirsi a San Secondo
il 12 gennaio per dibattere del catechismo, dei
documenti di Accra e dei prohlemi generali del
primo Distretto; ricordo che anche i Cassieri dei
Concistori si sono riuniti una volta — ohibò
avranno trasgredito anche loro? E le riunioni
dei monitori? E le assemblee di studenti? A me
piace molto studiare da solo a casa oooia o in
biblioteca, ma ricordo che imparavo anche molto
alla Facolta di Buenos Aires dove ci riunivamo
o^i due mesi, tutti i docenti, per la peña teolò
gica {uno presentava uno studio, che veniva poi
discusso da tutti).
I regolamenti, anche quelli dell’integrazione,
sono molto buoni; ma sono li per servire alla
chiesa e al progresso deU’Evangelo, ma non per
essere servitif cioè per diventare uno strumento
repressivo dei fermenti o delle iniziative di vitata spirituale. Se un gruppo di fratelli sente
di doversi riunire per approfondire un aspetto
della propria fede o della propria testimonianza,
sarà forse-un bene oltre che per loro anche per
tutta la chiesa! Purché ovviamente non si arroghi poteri decisionali e non dia un carattere autoritario o addirittura vincolante ai suoi pronunciamenti. Con fraterna stima
Brano Corsanì
Le pagine dedicate da L. Santini a Rio
Marina neH’opuscalo (il 48° della serie)
della Società di Studi Valdesi in occasione del XVri febbraio, meritano di essere
segnalate ai lettori con viva raccomandazione. « Il Valdismo dalla crisi dello stato liberale al fascismo (Rio Marina 19061926) »: questo il titolo dell'opuscolo. Seguendo le vicende della comunità di Rio
Marina il lettore è invitato a leggere la
storia d'Italia di quegli anni; da Rio Marina lo sguardo spazia a Nord e a Sud
della penisola, in un susiseguirsi di immagini che non danno mai l’impressione che
i fatti di Rio Marina siano slegati dalla
realtà d’Italia e della chiesa valdese nel
suo insieme. Questo lo dice già il titolo
del saggio.
Non v’è traccia, in queste pagine, per la
curiosità istoricistica, gusto per i fatterelli di chiesa, tra clericalismo e anticlericalismo, come spesso ci ha offerto la
saggistica storica valdese, soprattutto in
occasione di ricorrenze. Il Santini situa
felicemente la storia della comunità di
Rio Marina nel vivo della storia d’itaiia;
una pagina di storia che segna momenti
di repressione per la classe operaia (a
Rio 'Marina si estraeva il ferro), là sconfitta del proletariato sotto i duri colpi Hei
padroni òhe licenziano incontrollati. Ma
è anche il momento in cui si forma la
classe dirigente borghese che assume
l’egemonia e la direzione della chiesa valdese. La sconfitta delle lotte operaie è
anche la sconfitta dell’elemento popolare
nella chiesa. Parlare di socialismo in chiesa diventerà sempre più l’eccezione tollerata; lo stile di vita borghese il modello
a cui ispirarsi, i pastori ne saranno sovente la fotografia (13, 20).
Ma ciò cche capita a Rio Marina capita
anche alle valli: licenziamenti, occupazione delle fabbriche (la Mazzonis), il terrore padronale di un 17 ottobre bolscevico. È storia d’Italia.
Se però la classe dirigente ecclesiastica è imbottita di giudizi antiproletari,
non mancano, neppure a Rio Marina, laici e pastori (pochi in verità) che restano
solidali con la classe operaia, vivendo il
loro servizio dalla loro parte, nonostante le incomprensioni. Un Giovanni Vinciguerra, diacono della comunità, im Giuseppe Banchetti, figlio di uno scalpellino
toscano (ifu pastore alle valli; imo dei rari
sostenitori di Giretti alle elezioni per la
circoscrizione di Bricherasio — un tempo in cui l’opposizione di sinistra era rappresentata dai professori del Collegio —)
che svolse un ministero di 7 anni a Rio
Marina. Ed è proprio seguendo il mini, stero di quest’ultimo, le reazioni che egli
provocò nella chiesa valdese, che Santini
si fa buoni motiri per non « accreditare
la leggenda di un valdismo costituzionalmente antifascista, fieramente e lucidamente da sempre avverso al regime » (25).
Un giudizio, documentato, che è almeno
un invito a rileggere e a riscrivere la sto
TAVOLA VALDESE: UFFICIO TECNICO
Nella stanza
L’ingegnere, edile ,,yìtforió,V,^yM
una figura ben nota hél nostro àmbito eccléèiaàtico, da 20 anni è il. respòiilsàbile
deirUfiBcio tecnico della Tàvola vàldese.
Prima di occuparsi dei probieirii immobiliari della chiesa valdese era ingegneredirigente presso il Municipio di Torino.
Nel niezzo della carriera lasciò quel posto
per dedicarsi, con competenza ed entusiasmo, al servizio che la chiesa gli aveva
richiesto.
L’altro giorno siamo andati a Torino,
dove vive, a trovarlo. Nella sua casa piena di ricordi del padre (pastore valdese)
e di progetti edilizi gli abbiamo rivolto
alcune domande:
— Là Prefettura.di Tòririò'àinioltó corhprenisiva nei cotifronti'delie esigènzè cléllà Chiesa Valdese. Siamo" óggbttiyàrhehte
— Ingegnere, innanzitutto, perché lasciò nel 1966 il posto che occupava presso il Municipio torinese per dedicarsi ai
prohlei^ edili della chiesa valdese?
— Per adempiere una vocazióne personale e rispóndere a uh desiderio di mio
padre pastore che ini aveva raccomandato di dedicare una parte della mia vita e
possibilità allò o^re' della chiesa valdese.
-n. Qinal è< il ’princiido regolatore’ del
; JnmctbiUare della Chiesa val
dese?
per- quest’opera. Abbìamc-già presentato
al Municipio locale il nostro_ progetto. Ora
£^;.tmtter!^be di.vréali?zaré' una serie tìi
•fiicéòlé rillette ósfiltÉlf per i’pastori (e le
domande sono in aumento) che vanno in
emeritazione. Speriamo di poter iniziare
presto i lavori.
trattati come la Chiesa cattolica. A volte,
la stessa Prefettura, ci aiuta con utili consigli nel risolvere problemi concernenti i
nostri .stabili. Non ci sono quindi difficoltà o discriminazioni. - -v "teV ,
^In questi venti anni che lei ha lavorato per la Chiesa valdese, come tècnico,
ha avuto delusioni, amarezze...?
— Quando si rivestono posti di responsabilità bisogna avere coraggio di affrontare tutte le situazioni con sincerità, in
noi stessi e nei riguardi degli altri. La
sincerità implica anche la sofferenza. Non
si può ottenere nulla senza sofferenza. Ma
poi ciò appare sempre una-rbenedizione
cui noi accudiamo e rinnova in noi la forza per nuovi impegni. Non sono solo mattoni ma « mezzi'» per aiutare il compito
evangelizzatore della chiesa. Allora si può
intravedere uno scopo che . fa Superare
tutte le inevitabili incomprensioni e che
ci permette di guardare oltre, di andare
avanti con l’aiuto del Signore fedeli. al.Suo
servizio. . f
Nell’amministràziorie della Chiesa
valdese si tende a vendere, in linea di
massima, quegli stabili che non danno più
reddito naturalmente cpn il benestare
dell’autorità ihidiia rappresentata dalla
Prefettura dì" l'orinò. II ricavato della
vendita viene poi investito in opere «vive », in modo che ciò che è fatiscente serva almeno a sovvenzionare òpere benefiche attive (ospedali, istituti, sale per giovani, ecc.).
— Dall’epoca delle grandi costruzioni
tipo Agape, è cambiato qualcosa nella
mentalità edilizia ecclesiastica?
— Fórse oggi più che un grande punto
dì riferimento abbiamo bisogno di diversi punti di riferimento. Tipo le salette
quartierali cittadine dell’Esercito della
Salvezza. Realizzazioni fatte con semplicità eli mezzi e profondità di spirito che
meglio possono rispondere allò moderne
esigènze deH’evangeÌizzàziohé.
...j, ------------.
— Nelle comunità locali ohi si occupa
degli edifici appartenentí jllA èhi^'àf,
— Sia il pastore che i rSembri del Consiglio di Chiesa. Tuttavia visto che il pastore è soggetto a trasferimenti sarebbe
consigliabile che chi aiprninistra gli stabili fossé un membro di chiesa, possibilmente competente in materia, che. possa
da un lato giustamente sgravare il pastore, da un ’fardello’ tecnico e daU’altro dare continuità all’amministrazione e cura
del patrimonio immobiliare. In questo
senso è perciò necessario che le comunità ci segnalino sempre tempestivamente
le loro iniziative edilizie anche manutentorie, per trovare insieme la soluzione
miglioré.
ria della chiesa valdese non più in chiave
della « bourgeoisie vaudoise » ( e Santini
ne ha offerto molti saggi).
In questo ventennio « si pensava la vita
del paese nei termini della borghesia liberale » scrive il Santini (16), e documenta il riflesso che questo ha avuto nella
predicazione, nelle scelte pastorali e della
comunità a Rio Marina: « Si verificava
all’Elba il modo "ingenuo” di fare politica degli apolitici, senza rendersi conto dì
tagliare uno a uno i legami che univano
la piccola comunità al suo popolo, fino a
disancorarla» (17).
In questo contesto il pastore Banchetti
svolse il suo ministero pastorale a Rio
Marina, spesso « su una linea non condivisa dai fratelli nella fede » (26X Soltanto nel momento della tragica morte la comunità incomincerà a capire l’opera fedele che egli svolse sempre in difesa del
popolo.
L’avversione che egli notava, innanzitutto fra i suoi colleghi, verso il socialismo
gli faceva scrivere: « vorrei indurre i còlleghi a considerare il socialismo più spassionatamente, con mente più pura e cuore più cristiano, a imparare quindi a conoscerlo meglio, nella speranza di indurli a maggior giustizia verso esso » (26).
Quanto mai significativa, per il dibattito
odierno, un’altra sua affermazione: « Io
sono e voglio essere un socialista nel
campo cristiano, non un cristiano nel
campo socialista... È tempo di guardare in
faccia la realtà, è inutile fare gli struzzi
stupidamente e proclamare che non ci
occupiamo di politica » (26).
In fondo, si trattava di capire il proprio ministero non per sé ma per la gente e con la gente. Si trattava di mettere il
proprio contributo intellettuale al servizio del popolo e non dei padroni.
Era ciò ohe in quegli anni un isolano
sardo, Antonio, Gramspi, stava elaborando sul ruolo idegli intellettuali nella società. Egli scriveva: _ « L’elen^nto, pqpolare
« sente » ma non sempre cornprende o sa;
l’elemento intellettuale « sa» mà non sempre comprende e specialmente « sente »...
L’errore dell’intellettuale consiste nel
credere che si possa « sapere » senza comprendere e specialmente senza sentire di
essere appassionato... cioè che l'intellettuale possa essere tale... se distinto e
staccato dal popolo-nazione, cioè senza
sentire le passioni elementari del popolo,
comprendendole e quindi spiegandole e
giustificandole nella determinata situazione storica... non si fa politica-storia senza questa passione, cioè senza questa connessione sentimentale tra intellettuale e
popolo-nazione. In assenza di tale nesso
i rapporti tra intellettuali e popolo-nazione sono o isi riducono a rapporti di ordine puramente burocratico, , formale; gli
intellettuali diventano una casta od un
sacerdozio ».
G. Banchetti ha vissuto questa « pastorale ». Senza questa « passione », questo
nesso con il popolo, è meglio star fermi.
È un salto qualitativo che l’ii^eUettuale
di ogni tempo può e deve fare, . e.g.
- FmTESTANTESIMO
— dhl decide, nella chièsa; ili
scelte iyunobiUàri?
. — bènefalmènte, jé ‘prÓBoste vengono
fatte d^teicQmu^t^^dfti'irà esami
na, l’V^ìó teemeò,, Ottènuto fi'ibenestàre
della, Prefettqra, ne aiUta la faàlìzzazione
attraverso cònsùlerizé é èiógèttazioiii.'À
volte la ricerca dura dei mesi per conci- ‘
«UU.Ì. 4ÍV---Mà’-àirriViath'ó-'àèm- - ^‘Nec'éhffi
Itó'r'iá i '^refì*'ifiyètst.
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fentö (SèlFàiithrità 'tt#ei
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. o rr ß V n fjg u '! 11 onoi \ K,vç {Î 0
les.te' «égli’ eVah
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in¡573'íbb
— Lei si sente solo nel suo lavoro, in
qualche modo isolato?
—' No^rché sono in contatto diretto
con la Tavola e le chiese che sollecitano,
quando si dà il caso, il mio intervento.
Catto,(¡,oi|iginariamente l’Ufficio .tèpnico
età, nato ;;ppp ; 1,’itiea di avere .un tecniRO
in, aiuto ,al)fingegnére, ma dato che postava troppe, ipe,,faociamo,a ¡menoi.i j! ììIì' C
Abhlaniò àèrititò' parlàrè', W ntìbVe
ihhdàtivé; 'ih' campò èdUlziò, pèr ’qtìei chfe
cbnèèiMi^' lé àbftàitlòtii dei ‘ plastòt'f-eWèMtì.
€ì'potrahi^ dirè iqfiaièoSà'di'
.......................................iUdl'i
lé iir'
■■
Giovedì 5 febbraio 1976 ore 1846: ha inìzio
sul 2° canale della Rai-TV una nuova puntata di
« Protestantesimo », dopo la solita sigla con volti illustri e una gradevole musico di sottofondo
ecco delle immagini di distruzione, di violenze,
di morte.
La prima impressione è quella di trovarsi di
fronte ad un filmato girato da un inviato speciale, qualche anno fa, in un paese in guerra
come il Vietnam.
Improvvisamente appare invece, dietro il solito tavolo, nel solito studio, della Rai di Roma,
Aldo Comba. Il pastore spiega che! il filmato precedente si riferisce . a . paesi deirAmefica Latina
nei quali episodi del . genere f^po parte della
vita di ogni giorno.
Paesi come il Brasfie, il .Cfie, la Bolivia che
mo stati, insieme àgli fitati,. Unjti, condannati
dal tribunale RUfiS^ |J . p^,,ia loro violàzione
sistematica del diritti ' dpÌÌ;fip^ Jà tesU
mònianza di,dpé] ùpmlm ®e,;wvofiò quesia féaltà
dalPinterno.' ' . j'-. .Ii'J
Finalmente un discorso chiaro!
Finalmente dei cristiani, e mi auguro anche
delle Chiese, che hanno il coraggio di dire che
la liberazione portata dal Cristo non è solo teologia, ma anche ètica':
Finalmente qualcuno, in Italia, osa affermare
essere' un dovere, per una chiesa che si definisce
cristiana, il saper soffrire, lottare, vivere con
l’uomo = fratello che combatte contro una qualsiasi forma, fisica o morale, di violenza.
Una puntata, dunque, questa di « Protestantesimo » che mi sembra, pur nella sua imposta
brevità, abbastanza positiva.
E non per formare una chiesa rivoluzionaria,
come qualcuno avrebbe interesse a far apparire,
ma perché può essere il segno che la chiesa non
può più tacere di fronte a queste cose, che il
nostro essere cristiani deve voler dire èssere con
Cristo è! don con il potere, èssere CON l’tiodio e
non'Per l’uomo... :i:.
. ni-. ,, e.-Nègèo”
j‘Vj '.jiigi.fi i- ... '.fi, : :: /o-'i
Le loro parole suonano come condanna, umana
è sopràttdtio ,c&Viana'’dcHitl^9fe è pre
ífaps^iMAiyí^í^tE;:
sentano la chièsa.' comé
d dóve gli uomini
possono trovare 'un’mioldteto di fera èotnupiofiè
per la lotta contrp'Ì’oòpi'eàsiòiiè'WÌó'sfriittaménió
dell’uomó súÚ’üómd.
A conclusion^ yà*
follnea quanto.à.éitó pbicò'^drinilà da tino diei tíué
ÿàiniiià .Aldo CÓnibà' sot!
' Là' ' IrasmisSionè dÌ giovedì 19 "dèdìcàta
à}l'à storia dèlia Comunità di Forano Sabina’, l^úéstà’’chièsa'yaidése, una ' dçlle più ’ áníiche déÌ LazU: cHfe" risale^ ài " periodò 'deU‘R|Sprgìme^^ lìà
ùnàrvicèh’dà ed" una'’cara'fterisficà 'paHicolárJ^ .nel
ièstìitlbhir' li’Nóid döTOmÖo'’qäi'ndi•'ïottaie
ma,;fiensì .ÇQN (i^ jppveri,,^j|U ojçprepj,'¿íí
..... ‘ ■'.ct.'-À’L ôloe neri b .mvA'h
3
J3 febbraio 1976
'S f-i. ' ■
m
Cattolici negli Stati Uniti
Mentre il ricordo del Cardinale Spellman si va affievolendo, cresce il movimento di
rinnovamento aH’interno della chiesa cattolica
Chiesa cattolica negli Stati Uniti
nibia abito. Un fermento innovatore
sembra scuotere le parrocchie, gli istituti
religiosi, le scuole, la stessa gerarchia.
Quella che era fino a pochi anni fa la
Chiesa più conservatrice degli Stati Uniti,
dominata da una gerarchia di origine irlandese, fedelissima a Roma (si ricordi
Spellmann), che aveva saputo fare delle
diverse componenti nazionali un blocco
, monolitico, si sta trasformando in una
comunità che accetta il pluralismo ed è
percorsa da tendenze vivaci, spesso contrastanti. Il motivo di questa metamorfosi sta forse nello spirito del Concilio,
che qui ha operato più che altrove, ma
anche nel fatto che gli ambienti più sensibili in questo paese stanno passando
attraverso a una crisi di identità, di sfiducia nei valori nazionali, così pesantemente strumentalizzati dalla politica di
Washington, e si stanno aprendo per reazione alle culture dei popoli sottomessi
dal neocolonialismo statunitense.
I ’’Chícanos” hanno il loro M.L. King
La stessa gerarchia ha in parte accettato questo orientamento, con la nomina
di Roberto Sánchez, un cattolico di lingua spagnola, ad arcivescovo di Santa Fè
nel Nuovo Messico. Quella dei cattolici di
lingua spagnola è certamente una storia
caratteristica della nuova situazione che
si è andata creando in seno al cattolicesimo degli Stati Uniti. Portoricani, Cubani, Chicanos (di origine messicana), da
sempre trascurati dalla chiesa ufficiale,
pur costituendo un terzo dell’intera popolazione cattolica, si sono risvegliati e
chiedono cambiamenti radicali: una rappresentanza negli organi dirigenziali ohe
sia proporzionata al loro peso in quanto
gruppo, chiese in cui si parli spagnolo,
prese di posizione sulla loro situazione
economica e culturale. Al centro si diceva: si integreranno, come hanno fatto
i tedeschi, i polacchi, gli italiani.
Ma ‘loro no: sono rimasti fermi nelle
loro rivendicazioni, ed ora stanno cominciando ad ottenére qualcosa. La gerarchia ha cominciato a preoccuparsi quando troppi di loro passavano ai pentecostali (protestanti). E poi è venuto César
Chavez.
Di quest’uomo si sa ancora poco, ma
potrebbe essere iì Martin Luther King
dei chicanos. Dicono di lui che abbia una
« santità luminolsa »; per primo, egli ha
preso nettamente posizione in difesa dei
lavoratori agricoli del Nuovo Messico.
Sotto la sua guida, i cattolici di lingua
spa.‘gnola hanno preso coscienza dei loro
diritto nella chiesa e nella «ocietà.
Fatto sta che la chiesa cattolica sta
studiando il modo di dar loro maggiore
autonomia.
Le comunità di base
e i carismatici
Recentemente isi è tenuta a Detroit una
txtnferenza a cui hanno partecipato teologi e sociologi. Scopo della conferenza
era studiare se sia possibile e desiderabile adattare alla situazione degli Stati
Uniti la teologia della liberazione dell’America Latina.
Un’iniziativa di questo genere è stata
possibile grazie al .lavoro Compiuto, dalle
piccole comunità di base, che senza uscire dalla chiesa ufficiale, ne rinnovano profondamente gli obiettivi e i metodi. I preti che hanno lavorato per un certo tempo
in. America Latina, al loro ritorno non si
reinseriscono nelle parrocchie tradizionali, ma di preferenza scelgono le comunità
di base, come l’unico sampo in cui ritengono di poter continuare la loro opera. Si
spiegano così le iniziative del genere della conferenza di Detroit, ad altre nella
stessa direzione, come la denuncia delle
violazioni del diritto internazionale compiute dalla CIA e deille violazioni dei diritti 'dell’uomo perpetrate dai regimi mifftari sostenuti da Washington in Cile, in
Brasile e altrove.
All’estremo opposto si collocano i pentecostali cattolici, che. sono oggi in piena
fioritura. Questo movimento è arrivato, a
contare centinaia di migliaia, di membri.
Ma gli esperti cattolici giudicane^ jch^. ij
moyl^ntq sia ormai arrivato al suo apogeo,' il che significa che ci si augura che
cominclj ta/ifa^,- docrescentp.. arjcita volentierilr giùdeiò' dl'kick Caéé^ ài termine di un’inchiest---------J-l ----------.
lismb'antnmteuettuale e ber te cré^¿enie tèiidenzà' al’ ifiilìtari'smo'’ s^
naie, mentre nàia chiesa è nella società ^
si estende la presa di coscienza dei diritti
femminili,. La si vede, per esempio, dalla
trasformazione che hanno subito le organizzazioni religiose, un tempo supporto
fedele della gerarchia, oggi operanti in
modo completamente autonomo e in settori nuovi, come i centri per drogati, 'le
periferie popolari, le amministrazioni locali. In certi gruppi di avanguardia si è
cominciato a porre chiaramente il problema dell’ordinazione sacerdotale delle
donne, e non si esclude che qualche vescovo coraggioso proceda a una « ordinazione
selvaggia », mettendo le gerarchie superiori di fronte al fatto compiuto.
Divorzio e aborto
Un cambiamento di atteggiamento si è
pure avuto di fronte alle questioni etiche.
È frequente il caso 'di tribunali ecclesiastici 'Che per le questioni matrimoniali ricorrono alla consulenza degli psicologi.
Per l’annulilamento di alcuni matrimoni
è stato 'determinante il parere degli psi
DISSENSO E SCOMUNICHE
C'é chi attenta
la gerarchia alle spalle...
Dopo il « dissenso » di sinistra si avrà
anche il dissenso « di destra »? Sembra
di sì; l’oppoisizione, che abitualmente siamo soliti vedere come colorata di rosso,
non è la sola a porre problemi alle gerarchie- càttoliche,. si sta deHneando infatti
ed Organizzando anche quella di ' colore
COREA
Un cristianesimi) dinamico
« Qui le chiese cristiane crescono con
un ritmo di sviluppo quattro volte maggiore della stessa popolazione » così scrive un misssionario svizzero impegnato in
Corea. Il fatto che maggiormente colpisce in questo paese è appunto l’eccezionale dinamismo del cristianesimo, che
pur rappresentando solo il 10% della popolazione, costituisce una delle forze sociali più vive ed attive della società coreana.
Fra le chiese la maggiore è quella di
tipo presbiteriano, suddivisa in quattro
chiese, e che conta 1.600.000 membri, gli
altri 9ÌX1.000 evangelici si ricollegano a diverse altre denominazioni. I cattolici raggiungono la cifra di 800.000.
La più importante chiesa presbiteriana
ha creato circa un centinaio di nuove
parrocchie nel 1975 e si ripropone di
crearne altre 300 nel corso di quest’anno.
Gli edifici della facoltà teologica, costruiti 15 anni or sono per ospitare trecento
studenti, risultano attualmente insufficienti perché il numero degli studenti è
raddoppiato. . ' '
Il dinamismo della chiesa coreana si
esprime anche in campo missionario. A
Seul è stato creato un « Centro asiatico
per gli studi teologici e la missione», in
vista di preparare missionari da inviare
in altre zone del continente.
PUr avendo un impostazione teologica
di tipo « evangelico », la chiesa di Corea
ha assunto nel corso degli ultimi anni
precisi impegni e respotìsàbilità In campo sociale. Gli studehti in teologia hanno iniziato un lavoro nelle baraccopoli di
Seul con la costruzione di ùn centro sociàlé ed intervehti vari in vista di'risolvere il grave problema delle abitazioni
sppperendo alle mancanze di programmazióne da parte del govémói
La chiesa di Corea è stata d’altra parte al centrò dell’attenzione negli ultimi
mesi à caù^a deirincàticéfàriòne di niòlt| pastori' e, tìiériihri àtiiiyi è del" ¡divièto
fatto'ai suoi dèiég(atì di'òàrtècip'àf&’àna
còh'fe'rehzà "ècùmènicà’‘'hìÌDridiàlé dì’' Ktàirobi,.....i,„, ,
''ila s'èn^^ riu
nife^al^he .aené.) caràtieri'st^^ 'cfistì^è
cbé ’mòlió ^'e^èó'' àltrè chièse -viyònò ' in
'Mi.
sionàrio, teologia scriftoralèj^ i^pegti'ó.
ciale lanche, ip forme estremaihèniè'‘irivié’è
^p^n,,,^ll.Ìn!(^rcépa^^ a con^pn^
' tin ^^sèiiipiÒ’' pèr ‘mòìte laitìe' ^ ^i^sè
d’Asia e non solo d’Asia.
nero. Del caso più sintomatico abbiamo
già fatto menzione mesi fa.
Si tratta della chiusura, da parte del
vescovo di Ginevra mons. Mamie, del seminario intitolato a 'Pio XI ad Ecóne in
Svii^era. LI ricorso in appello di rnons.
LefèbvSe direttore 'di Ecóne è statò respinto da Róma ma i subì seguaci non
hanno rinunciato alla loro battaglia.
I credenti, ohe si riconoscono in questa
tendenza lamentano la. abolizione della
lingua latina lielja meès4> ì fic.diipcptì-f d'i
órdine dotirinnie dèi clèro, ,lè eccessive
aperture ecumenichè fatte ad altre confessioni Gri'stiane.
Durantd TAiirio Santo mons. Letfebvre
ha organizzate un pellegrinaggio a Roma
ma respinti dalle chiese i partecipànti
hanno dòvuto celebrare la messa nella
basilica di Massenzio. Qui alla presènza
di 150 prèti e un centinaio di seminarili
e migiliaia di pellegrini è stata celèbrafa
la messa in latino. Nel ‘pomeriggió i pellegrini visitarono san Pietro cantando il
«Tu es Petrus» ©d il « Crédo » in làfino
dinnanzi all'altare maggiore.© la tomba
di Pio X. , „. / ’
A questo caso si aggiunge ór^ qiiellò-di
mons. Ngo Dinh Thuc, ex àrcivèsfeowdi
Hué, scomùniòatp . dalla Santa Sede il
mese scorso. Fratello del presidèiìté‘dél
Viet Nam, Diem, e nominato nella sede di
Hué nel 1960, questo prelato ha sempre
patrocinato ima politica di' strétta afiéanza governo sud-vietnamita e chiesa càttòlica non esitando a far reprimere duràrnente le forze buddilste del paese. Trasferitosi a Roma per il 'Concilio vi si è trattenuto, continuando una campagna violentemente anti-comunista.
Di recente Dinh Thuc ha stabilito .contatti' con una comunità integrista spagriòlà, nei pressi di Siviglia (i •carmelitani
del Santo Volto) e ne ha consaéràto sacerdoti e poi vescovi cinque sèminaristi
membri. Di è(ùi la scomunica chè ’èi rifà
ad un decreto del 1951 emanato allprà'dalla S. Sedè per bloccare nomine di. Véscovi,
non riconoscefifi da Roma, in Cìilà Comunista.' ! ■ r ii , V- ; '■■■'
Numericarnente i cattolici coìn'volti ih
questi casi sono poche migliaia’di fedeli
e 'di una parte non .rilevante dél .clerOf nte
non 'sé ne devé sottovalutare la prresenza
tenendo conto soprattutto dei collegamenti con certi ambienti , della Curia romana. 1* -Vii-»!.'' ■ .
GINEVRA ' • ----------- '!■
-j.OiJ :';ì .. Í' ù \
o ; Dopò te -tìragica ' móito -di'tifi' bbi'éttdre
di bóàciéhzà'’Ifl tih ">^hÌtéfiZtetib ’ dèlia
Svizzeri rófftèntìà; il^ Góttàiglib^' ^èCUtiVo
della Chiese’-hazióhàlè -pifbtoSta'irfè^Sf GlWiW Í# Rifsp <uffi(^^ni^iPitej9ione a
,f^yqrp,^e;U;obteziQiie 4i¡ .-^sptepza^.fteiiHn
pre^^,ricevute-;^
la
da/ mondo cristiano
chtetri.^i quali'hanno stabilito gilè tei mo
iherrto delle ?nózzé gli isposirindn avevano
« una. sufficiente maturità affettiva ». E
ora si accende la discussione sul divorzio.
Qual’è la consistenza attuale del cattolicesimo statunitense? La domanda non è
di semplice curiosità, perché sulla diminuzione 'dei membri e le sue motivazioni
vi è una divergenza 'di valutazione tra conservatori e innovatori.
Abitualmente si calcola che la Chièsa
cattolica conti'50 milioni di memibri, ma
una recente inchiesta Gailup ha fatto
scendere questa stima a 39 milioni, di cui
18 non sarebbero praticanti. Da 1965 ad
oggi, il 21% dei cattolici si è allontanato
dalla -messa. Gli ambienti conservatori
hanno attribuito il calo alla riforma liturgica. Punta sul vivo, la commissione liturgica ha commissionato un’inchiesta:
è risultato che la metà si è allontanata
per dissenso 'dalTenciclica Humanae Vitae
sul controllo ideile nascite, un quarto
perché non riconosce più i poteri del
papa in quanto capo della Chiesa.
B. Rostagno
Roma (Ansa) — L’on. Igino Giordani,
che è in Italia uno dei più vecchi cultori
dell’ecumenismo (i suoi primi scritti in
argomento risalgono a poco meno di 50
anni fa) scrive sulla rassegna «Città
Nuova » un commento all’assemblea del
Consiglio mondiale delle Chiese tenuta a
Nairobi, che termina con queste osservazioni: alla chiusura dell’Assemblea un
progresso nell’unità della Chiesa s’è avuto mediante l’accettazione della tesi della Chiesa come « comunione conciliare
esposta in prevalenza dai cattolici, p.
Beaupère, p. Lanne e p. Duprey...
È commovente questo raccogliersi e
ritrovarsi di tutti i cristiani attorno al
mistero centrale della loro fede. Per
questa convergenza piena e perenne protestanti e anglicani, ortodossi e cattolici, evangelici e metodisti, con tanti altri,
non finiscono di pregare e di chiarire il
loro credo, talora oscurato da secoli di
diverbi. Prova concreta è la collaborazione costante che si è istituita e progettata tra Ginevra (Consiglio mondiale per
le Chiese) e Roma (Chiesa cattolica romana) : ragione di fondate speranze per
il prossimo futuro, la quale è apparsa
universalmente consacrata daU’incontro
del metropolita Melitene a San Pietro
col Papa Pàolo VI; incontro di una bellezza unica sia perché avveniva a conclusione dell’Anno Santo sia perché ravvivava l’ideale del santo patriarca Atenagpra, sia perché il Papa , ha consacrato
tutti i valori ecumenici nel gesto che lo
ha spinto ad abbracciare il rappresentandel patronato di Costantinopoli e a baciargli i piedi ; spiegazione inattesa e
meravigliosa del primato del Papa , quale « servus servorum Dei ».
ESISTE UNA TEOLOGIA
DELLA. SESSUALITÀ’?
In un’intervista, rilasciata a, «La Vie
]^òtostàhte », il teologo svìzzero Lukas
Visbhèf 'ha' dato''"‘te s^ùBÒ'tè ' rispósta ;
« Oggi buona parte dei problemi all’ordihe del giorno concernono la sessualità.
Talvolta ho persino l’impressione che sono forse uno dei maggiori ostacoli che ci
separano dai fratelli cattolici. Pensate alle questioni poste dal controllo delle nascite, l’aborto, l’omosessualità, al rimettere in questione i principi fondarnentali
del matrimonio e della fedeltà, ecc. Qual’è
la risposta pastorale delle chiese a queste
nuove concezioni dei rapporti umani tra
uomo e donna? Non possiamo evitare
queste questioni, nonostante rischino di
dividere i cristiani più ancóra che il Programma di lotta contro il razzismo, in
quanto ci toccano nel vivo dell’intimità
del nostro essere ».
C.E.C. E RIFUGIATI POLITICI
Il numèrb dei rifugiati politici in America Latina continua a crescere, la loro
situazione è molto spesso precaria. Si calcola che nella sola Argentina risiedano
oltre KW.OOO profughi politici cileni la
cui posizione giuridica resta incerta. Attualmente il programma di aiuti del
O.E.C. si occupa di oltre 20.0(X) persone.
(SPP)
Sempre più iselati
Il governo uru'guàyano hà ordinàto la
chiusura d^li uffici di due orgànizzazìoni ' internazionali presenti a Montevideo:
la FUACE ( « Federazione Universàlè belle
Associazioni di Studenti Cristiani il 'friovimento che è.stato attivo in.Italia col nome, di Movimento Cristiano Studenti) e, la
FI (Frontier, Interschop, organizzazione
ohe ha .sede, a New York ed è sostenuta
dalle chiese metodiste e pfesbiteriahe d®"
^li Stati Uniti e di paqsi europei ). La motivazione è il « legame con il comùnisrpo »
che queste associariphi manterrebbero, a
giudizio, dei; dirigenti druguayani;' in r^ltà te ,mótivariònfi.,,è,;ifiqto -dall’àsisteféi)^
che quéste tpr-g^niz^airipni ’ Lannb, qàfóg'a
profughi politici, m .pàrficolarè dàL Cilè e
dalia‘%ò1rviS;'''"‘’ '
, Secqndq .il gpyerno di ÀÌÌbnt^àqo^fa'^Ìi'Ì
fflanfiéfte ’Etìièggiàmèntì dì'écCèsl^à ap‘“
'Ifeüíi
i-ente pq isaiu hi: ni ùlcù
gravi npercussaonn.
re e si accentua il processo di isoli
deirevangelizzazioner uruguayano.
4
16 febbraio 1976
NELLA RICORRENZA DEL 17 FEBBRAIO
ANNIVERSARIO IN FAMIGLIA?
Intervista a un pastore battista
A Paolo Spano, pastore battista a Torino (chiesa di via Bertola) abbiamo rivolto sul tema del XVII febbraio, alcune
domande. Eccole;
— Innanzi tutto, a lei, che è pastore battista, questa festività "tutta" valdese che
cosa le dice?
— Dal mio punto di vista, il ricordo del
XVII febbraio richiama alla mente un
fatto fondamentale. Dopo Teditto di tolleranza del 1848 s’instaura nd regno piemontese un nuovo regime di apertura, di
tolleranza, ed entro certi limiti, di libertà
con le popolazioni non-cattoliche che si allargherà, dopo il regno piemontese, al
resto d’Italia. In un certo senso per noi
questa data rappresenta la breccia delle
libertà civili-religiose attraverso cui potrtinno entrare in Italia i predicatori del
Risveglio provenienti dall’Inghilterra, dalI’America. I metodisti, i battisti, la breccia attraverso cui passerà la libertà per
la chiesa dei fratelli...
— Lei coglie dei parallelismi, con il
XVII febbraio, nel movimento battista?
Esistono dei casi analoghi, nel battismo,
di libertà religiose "concesse"?
— Non ci sono, pOT quanto io sappia,
dei parallelismi battisti italiani nel senso
della domanda. Tuttavia ci sono dei momenti significativi nella storia dei battismo mondiale che si potrebbero, al proposito, richiamare alla memoria. E tali
sono le libertà conquistate dai battisti durante la rivoluzione cromwelliana tra il
1640 e 1650, poi si [potrebbero menzionare
gli statuti redatti dai « Padri PeHegrini »
in quelli che saranno gli Stati Uniti, per
esempio la costituzione della Pennsylvania, il New-England. Ma è un fatto che
nella tradizione battista questi richiami
hanno solo un carattere erudito e non
vengono celebrate delle feste particolari.
Certo che le differenze tra queste conquiste di libertà e la ricorrenza del XVII febbraio sono grandi. Le prime sono state,
in Inghilterra e negli Stati Uniti, delle
conquiste di libertà, a volte ottenute a
fil di spada, mentre per il XVII febbraio
si tratta di una concessione di chiara marca liberale e borghese. Dati questi precedenti nella storia del movimento battista
mondiale è chiaro, in ogni caso, ohe oggi
noi siamo estremamente solidali nel sottolineare rimportanza che l’editto di
Carlo Alberto ha avuto per la storia della
libertà rdigiosa e civile nel nostro Paese.
— Con il XVII febbraio la chiesa valdese gioca un ruolo da protagonista! Come
si ripercuote, questo anniversario, ormai
più che centenario e un po’ in decadenza,
sulle chiese battiste? È conosciuto?
— È chiaro che la gente delle nostre
chiese battiste non è molto sensibile alle
celebrazioni del XVII febbraio. Questa poca sensibilità ha due ragioni, la prima è
quella che vede generalmente i battisti restii alle celebrazioni, alle rievocazioni, agli
anniversari « storici » anche perché forse,
da noi, è poco sviluppato il senso della’
continuità storica, la seconda ragione sta
nel fatto che in effetti il XVII febbraio,
fuori dal Piemonte, non ha gran risonanza, né carattere ecumenico.
I battisti quindi non sono, tutto sommato, coinvolti in questa rievocazione;
forse lo sono in ,parte quei battisti del
Piemonte che hanno dei rapporti di fraternità con i valdesi e alcuni vanno, come so, alle Valli per partecipare alle festività.
— Rievocando questa data del XVII
febbraio tutta interna alla chiesa (che
forse nel ’800 aveva un peso maggiore)
non si rischia di restringere lo spazio di
una battaglia che se ieri era uno “specifico" delle minoranze oggi è problema di
tutti?
Non penso che la chiesa di oggi, se per
chiesa in Italia intendiamo la cristianità
e quindi la preponderanza appartiene alla chiesa cattolica, abbia politicamente
un peso inferiore a quello che, per esempio, poteva avere nel secolo scorso...
II problema, appunto, è che allora il discorso sulla libertà si muoveva in un ambito liberal-borghese; si trattava della lotta per le libertà di espressione, di parola,
di adorare il proprio Dio. Oggi evidentemente la questione della libertà si pone
in termini più ampi cioè nel rapporto
tra l’esercizio del potere da parte delle
classi dominanti e la realtà dele classi
subalterne, del proletariato. Noi evangelici ci dovremmo muovere, se è vero che
non tutto è stato risolto, nel senso di da
re il nostro contributo alla lotta per una
libertà più vera, più profonda.
— Allora la libertà religiosa non è solo
un problema della Chiesa...?
— Anche nd ’800 non era isolo il problema della Chiesa ma di tutto il popolo italiano. Tant’è che l’editto di Carlo Alberto
è stato una concessione ottenuta per i
valdesi e gli israeliti, i qtiadi rappresentavano i casi « tipo » da far emergere la cui
risoluzione prelude alla statuto albertino.
Oggi, si tratta di riappropriarsi dei termini della questione e vedere per esempio
ndla lotta per la libertà, che è la libertà
dell’esercizio del potere, da che parte stiamo noi evangelici.
e I giovani
come la
pensano ?
Ad alcimi giovani evangelici di una
città del Nord abbiamo rivolto a «bruciapelo » alcune domande sul XVII febbraio. Riportiamo le risposte dal « vivo ».
Roberto (15 anni). — Per te cosa rappresenta il XVII febbraio?
— Per me rappresenta poco perché non
ho vissuto le guerre del popolo valdese.
So che è la festa della liberazione dei vaidesi, che si fa da tanti anni...
Virginia (16 anni). — Per te come si
dovrebbe festeggiare ii XVII febbraio?
— Per me non si dovrebbe festeggiare
il XVII, semmai in quel giorno fare qualcosa per tutti quelli che hanno sofferto
per la libertà. La festa in ogni modo non
ha senso perché il problema tra valdesi
e cattolici, a noi giovani, non interessa
molto, quell’astio che c’era una volta ora
non c’è più.
Luciano (16 anni). — Sei d’accordo?
— Mah si, è una festa che si fa ancora
nei paesi delle valli ma qui in città è un
po’ in disuso. Oggi i giovani hanno altre
idee sulla Chiesa, la Chiesa è l’ultima cosa a cui si pensa per cui anche queste ricorrenze si dimenticano in fretta. Per
esempio io vengo qui perché questo gruppo mi piace ma non vengo per il fatto
che questa è ima chiesa oppure perché
ho una fede profonda nella Bibbia...
Carmela (17 anni). — Cos’è per te il
XVII febbraio?
— Secondo me è una cosa tradizionalista tipo Natale, Pasqua. Che ci sia o non
ci sia è la stessa cosa, l’importante è ritrovarci per discutere per esempio il problema della libertà oggi.
Anna (19 anni). — Oggi c’è libertà?
— Penso che bisogna fare ancora delle battaglie per la libertà. La libertà religiosa che oggi c’è, per noi, è sempre libertà di una minoranza religiosa per cui
siamo ostacolati.
Erica (16 anni). — E per te che significa il XVII febbraio?
— Prima era solo lo stare a casa da
scuola che m’interessava. Adesso penso
che dietro di me c’è chi ha lottato molto
per essere evangelico e questo mi piace.
Ne parlo a volte con i miei compagni di
scuola e m’accorgo che ci sono delle differenze nel modo con cui pensiamo.
— Delle differenze? Cosa vuol dire?
— Essere diversa anche se mi sento accettata in classe per esempio dal prete
durante l’ora di religione. Una volta non
doveva essere così.
Jean (15 anni). — Le differenze religiose non esistono più?
— Sii, esistono naturalmente, però oggi
interessano di più le differenze politiche
di quelle religiose.
Se per esempio a scuola uno si dice
comunista o fascista può avere delle conseguenze mentre valdese o cattolico, in
fondo, interessa poco. Ogni tanto mi
chiedono della mia « religione », io provo
a spiegarglielo, e tutti mi rispettano. Con
la politica bisogna fare più attenzione.
Le lettere petenti
« Prendendo in considerazione la
fedeltà e i buoni sentimenti delle
popolazioni Valdesi, i Reali Nostri
Predecessori hanno gradatamente e
con successivi provvedimenti abrogate in parte o moderate le leggi
che anticamente ristringevano le lor
capacità civili. E Noi stessi, seguendone le traccie, abbiamo concedute
a que’ Nostri sudditi sempre più
ampie facilitazioni, accordando frequenti e larghe dispense dalla osservanza delle leggi medesime. Ora
poi, che, cessati i motivi da cui
quelle restrinzioni erano state suggerite, può compiersi il sistema a
loro favore progressivamente già
adottato, ci siamo di buon grado risoluti a farli partecipi di tutti i vantaggi conciliabili con le massime generali della nostra legislazione.
I Valdesi sono ammessi a godere
di tutti i diritti civili e politici de’
nostri sudditi; a frequentare le
scuole dentro e fuori delle Università, ed a conseguire i gradi accademici.
Nulla è innovato però quanto all’esercizio del loro culto ed alle
scuole da essi dirette.
Torino, addì 17 febbraio, l’anno del
Signore 1848 ».
Questo il testo integrale delle
« Lettere Patenti » firmate dal re C.
Alberto. Come si legge, nessun accenno alla libertà religiosa; in un
intervento durante una riunione di
Consiglio il re precisò che « qualunque fosse il sistema da scegliere, si
mantenesse intatta l’autorità della
Religione Cattolica, non meno della
dignità del paese ».
Cattolicesimo e dignità nazionale
sono tuit't’uno. Qui non si tocca. Le
Lettere Patenti dunque, strappate
al governo sabaudo sotto pressione
delle ambasciate europee con sede
a Torino, hanno sancito un diritto
che quasi tutti gli stati d’Europa
avevano ormai concesso al popolo
a partire dalla rivoluzione francese.
Ma &è ancora chi aspetta
L’Assemblea di Nairobi e la sessione recente del tribunale Russel
hanno attirato la nostra attenzione
su molti paesi in cui la libertà continua ad essere soffocata. Questo
breve giro d’orizzonte è, proprio nel
clima del 17 febbraio, un invito a
riflettere.
ASIA
In Asia la repressione contro religiosi
dissidenti dai poteri locali è sempre attiva. Una delle ultime notizie riguarda le
Filippine, da dove sono stati espulsi due
missionari italiani, rei di aver manifestato la loro solidarietà a degli operai che
avevano scioperato a difesa dell’occupazione. In precedenza altri preti locali erano stati incarcerati. Anche nella Corea
del sud la dittatura di Park ha fatto moltevittime fra i cristiani, preti, pastori, laici. Pure in questo caso vi è una chiesa
« contro », ma la maggioranza, pur ammettendo la necessità di riforme, appoggia la dittatura.
AMERICA
Nel continente americano la situazione più grave ed acuta si ha in Sudamerica, dove si può dire non passi giorno che
non si abbia notizia di arresti, di torture
o di esplosioni di religioni di varie confessioni. Questa situazione è particolarmente drammatica in Argentina, in Bolivia, in Brasile, in Cile, in Paraguay ed in
Uruguay. In Cile, a Santiago, la nunziatura cattolica è diventata un rifugio per
dirigenti e aderenti al MIR, il movimento rivoluzionario che all’indomani del
golpe di Pinochet proclamò la lotta contro la sua dittatura. Sempre in detta nazione, è recente l’espulsione del vescovo
luterano Frenz, mentre il comitato di
cooperazione per la pace (Cipachi), organismo di tutte le chiese cristiane e di
quella ebraica creato per dare aiuti di
ordine materiale e giuridico ai prigionieri
è stato sciolto e i suoi dirigenti arrestati.
Per contro, quelle Chiese o singoli esponenti che danno il loro appoggio ai vari
dittatori sudamericani, non solo godono
ovviamente dei loro favori, ma anche di
quelli della massiccia penetrazione nordamericana che ha interferito nella loro
vita, utilizzandole ai propri fini politici.
Negli Stati Uniti, chi non ricorda i processi ai preti che si opponevano alla guerra in Vietnam, le varie carcerazioni del
pastore M.L. King, difensore dei diritti
umani e civili dei negri, carcerazioni culminate con la sua brutale e misteriosa
uccisione?
AFRICA
Passando al continente africano si pensa subito alTAfrica australe (Sudafrica e
Rhodesia) dove le incivili leggi razziali
a favore di una piccola minoranza bianca
(leggi che hanno visto teologi tentare.di
giustificarle biblicamente) hanno a loro
volta provocato divisioni fra le Chiese:
da una parte, quelle riformate di origine
olandese che appoggiano l’apartheid; dall’altro quella anglicana, metodista, presbiteriana, luterana, cattolica, ebraica, ed altre che invece denunciano e si oppongono ad una politica che di cristiano ha poco o nulla. Anche in questo caso, chiusura di istituti religiosi, carcere, espulsioni.
Quando addirittura non intervenga il terrorismo, come è avvenuto di recente in
una chiesa luterana sudafricana, dove è
scoppiata una bomba che ha causato una
ventina di feriti. Era pure presente il segretario generale della Fèderaz. luterana
mondiale, per rendere omaggio alla chiesa per il suo atteggiamento contro la politica razzista.
EUROPA
Passando ora all’Europa, ricordiamo
innanzi tutto la situazione del Nord Irlanda, di cui abbiamo già recentemente
parlato. A completamento vorremmo però ancora aggiungere qualcosa. Il governo protestante delTUlster invece del suffragio universale ha adottato quello «catastale » per cui votano solo i proprietari
di un alloggio; tale sistema ha escluso
dalle urne, da 50 anni a questa parte, almeno la metà della forte minoranza cattolica. La disoccupazione ha una identità
anch’essa cattolica, mentre nell’assegnazione di case popolari i protestanti hanno la precedenza. In questo caso appare
evidente — come ebbe anche a precisare
un delegato nordirlandese alla Conferenza di Nairobi — che la Chiesa si è fatta
prigioniera delle divisioni politiche, culturali e religiose che essa ha contribuito
a creare ed a mantenere.
In Spagna l’attrito più grave fra una
parte della Chiesa cattolica ed il regime
ruota attorno al problema basco. La cosa
è anche abbastanza «logica» se terremo
presente che nella guerra civile i baschi
furono i soli cattolici a militare in massa fra i repubblicani. Ecco allora che i
preti che appoggiano le loro rivendicazioni anche in chiesa vengono condannati per
« predicazione sovversiva ».
In Unione Sovietica ed in altri paesi dell’Est europeo (con alcune eccezioni quali
ad esempio la Polonia e la Romania),
assieme ai diritti civili, anche la libertà
religiosa subisce restrizioni e repressioni. È comunque altrettanto innegabile
che un certo « modus vivendi » sìa stato
trovato fra Stato e Chiese. Lo dimostrano sia una legge che autorizza la formazione di associazioni religiose e la costruzione di « case di culto » per gruppi
di venti o più credenti, e sia resistenza
di un « comitato statale per gli affari religiosi». L’ultimo rapporto di Amnesty International informa comunque che fra i
prigionieri politici vi sono dei battisti e
dei seguaci di altre fedi (buddisti, musulmani, ebrei). Ciò che però vorremmo qui
sottolineare è che — a nostro avviso —
si riscontra una grossa contraddizione
nella vita religiosa dell’Est europeo. Mentre da un lato lo Stato si proclama ateo
e combatte la religione come « alienante », dall’altro autorizza e tutela proprio
quelle chiese che basano la loro attività
su fattori « alienanti » : predicazione pie
Roberto Peyrot
(continua a pag. 8)
5
13 febbraio 1976
PALERMO
ITALIA EVANGELICA
Centro Diaconale c<La Noce» Notiziario
Ora che i muratori hanno finito occorre « costruire » con
i ragazzi una vita nuova
Riportiamo nell'articolo ampi stralci presi dall’ultima relazione del centro diaconale palermitano. Cogliamo
così l'occasione per far conoscere
(almeno in parte) ai lettori il lavoro e l'influenza che il centro esercita nel quartiere "Noce”.
Terminati i lavori di costruzione che ci
hanno impegnati per questi ultimi 5 anni,
non ci resta che dedicare, per il tempo avvenire, tutte le nostre migliori energie al
lavoro specifico per cui abbiamo ricevuto vocazione e che vorremmo esprimere
con un motto: « costruire la speranza ».
Non si tratta di una speranza qualsiasi,
ma della speranza di Cristo per una generazione come la nostra che sembra vivere oggi nella prospettiva di un avvenire
pieno di incognite.
Il nostro è un lavoro di speranza, non
solo ii>erché ci occupiamo dei fanciulli che
I fanciulli dicono parolacce, ma è chiaro che le hanno imparate dagli adulti.
I fanciulli sono violenti: ma la società
in cui vivono è piena di violenza.
I fanciulli sono disadattati, svogliati,
bugiardi, compiono atti di vandalismo,
di distruzione, ma bisogna riconoscere
che tutti questi sono segni caratteristici
della società in cui vivono. Perché dunque
non risalire alle origini che generano questi complessi che non si possono curare
e guarire senza conoscerne le cause?
« L'attività culturale — riportiamo dalla
Relazione al Sinodo del 75 — di carattere
popolare ha avuto lo scopo di iniziare
una sensibilizzazione delle famiglie degli
alunni in vista di una azione di risanamento morale e spirituale del quartiere.
L'iniziativa ha dato risultati soddisfacenti sia per l'interesse destato e la partecipazione. Un teologo dello Zaire ci ha parlato su « La chiesa Kimbanguista »; il pa
store T. Vinay su « I prigionieri politici
del Vietnam»; il prof. G. Cacioppo su
« L'obiezione di coscienza »; il dott. V.
Borruso su « L'aborto »; la prof.ssa Sig.ra
M. Borruso su «I decreti delegati» e «Comunicazione dell'espressione linguistica »;
l'aw. P. Trotta sul « Diritto di famiglia »;
il past. S. Perotti su « La lebbra oggi nel
terzo mondo »; Don Marco Bisceglia, parroco di Lavello su « Comunità di base ».
Tuttavia sentiamo che questa attività è
ancora incompleta, se non riusciamo a
stabilire un contatto presso che permanente e non occasionale con le famiglie
del quartiere, in modo tale che esse sentano che il Centro Diaconale è anche cosa loro, ove sempre possano trovare qualcuno disposto ad ascoltarli, ad aiutarli a
risolvere i loro problemi, a consigliarli, ad
assisterli. Si tratta di stabilire dei contatti, di tessere dei fili di collegamento, di
stabilire un passaggio, un senso unico alternato, scoprire il mondo in cui esse
vivono che è fatto spesso di tabù, di grossolane superstizioni, di primordiali ristrettezze mentali, di errori, di paure, di
sofferenze di ogni genere.
DALLA CHIESA AVVEN'nSTA
Il pastore italiano Eliseo Supertino è
stato chiamato a ricoprire la carica di
presidente dell’Unione Sud-europea delle
chiese avventiste. Tale Unione, sfrondata
dei paesi africani che prima ne facevano
parte, è ora composta da Portogallo, Spagna, Italia e Grecia.
In questi paesi si sono avuti durante
il 1975 diverse centinaia di battesimi (200
in Italia dal 1° gennaio al 31 ottobre), sono state aperte due scuole secondarle (a
Lisbona con 210 allievi) e a Porto (con 85)
ed una scuola elementare (a Napoli). Nello stesso anno è sorta una nuova chiesa
avventista a Pompei.
Con il rientro di decine di migliaia di
profughi dall’Angola, sono gixmti in Portogallo in pochi mesi oltre 600 avventisti,
creando non pochi problemi di carattere
pratico, risolti anche grazie all’aiuto delle chiese avventiste europee.
L’Unione Sud-europea delle chiese avventiste, avrà la sua prima assemblea
plenaria nel prossimo aprile a Madrid,
mentre a Firenze, sempre in aprile (dal
Dalle nostre comunità
CATANZARO
• L’incontro del XV Circuito che ha avuto luogo a Catanzaro ha eletto il Consiglio nelle persone di: Vincenzo Sciclone,
sovrintendente, Gianni Sacripante e Domenico Bazzotta, membri.
• Il 18 dicembre '75 hanno avuto luogo
i funerali della sorella Concetta Squilladoti ved. Fiocca. Ai familiari vadano ancora le parole di solidarietà cristiana
espresse nella predicazione.
• Un altro lutto ha colpito la comunità
di Vincolise: il 7 gennaio è deceduta improvvisamente la sorella Francesca Cosce, di 68 anni, dopo una vita travagliata; anni fa le fu uccisa una figlia e poco
dopo il marito fu raggiunto da una paralisi. Alla figlia Maria Ferrara vada la
nostra solidarietà cristiana.
la nostra Scuola Domenicale ospiterà un
gruppo di convittori del Gould, istituto
valdese di Firenze. Gli ospiti nel pomeriggio reciteranno « L’eccezione e la regola » di B. Brecht.
MILANO
. .................................................. 14 al 17) si svolgerà la prima assemblea
rè una Sne^ ....................................................................................i Federazione Italiana delle chiese
venire, ma anche perché essi stessi sono
per noi la speranza di un mondo nuovo.
Abbiamo detto spesso anche che il nostro centro è, e vuole essere sempre più
per Tawenire, un centro di vita e di speranza nel quartiere, per gli uomini e le
donne che lo abitano, per i giovani, per i
lavoratori costretti alla emigrazione o alla disoccupazione, o ad una vita fatta di
stenti, di piccoli espedienti e, in casi estremi, di atti di violenza, di furti, di rapine,
di omicidi.
Affrontare il compito del risanamento,
non dico di una città, ma almeno di un
quartiere, essere una luce di vita e di
speranza, un lievito di rinnovamento, una
forza di amore, di simpatia e di solidarietà umana, che si allargano e si espandono sempre di più, quasi a cerchi concentrici, esserlo attraverso la parola e l’azione, nei rapporti quotidiani con la gente,
con gli operai, coi giovani, coi fanciulli,
è un compito arduo, ma anche appassionante cui vale la pena dedicare la vita.
Il nostro compito è di fare sentire nel
quartiere una presenza rinnovatrice a tutti i livelli, cominciando dai fanciulli.
Si tratta di una influenza educativa, assistenziale per quei fanciulli i cui genitori non possono fare nulla per assicurare
loro un avvenire migliore.
Si tratta di seguire, per quanto sia possibile in una società che è caratterizzata
da continui spostamenti per ragioni di lavoro, di abitazione, di emigrazione, gli exalunni che hanno frequentato le nostre
TORINO
Domenica prossima 15 febbraio: giornata comunitaria. Il culto sarà presieduto
dal pastore Aldo Comba. Alle 12,30 nel salone di via Pio V 15 avremo Tagape fraterna. Per questa è bene prenotarsi presso
la segreteria, tei. 682838. La commissione
apposita preparerà un primo piatto caldo.
Per il secondo, frutta e dessert tutti portano qualcosa, che verrà consumato insieme. Alle ore 15,15: assemblea di chiesa
con elezioni. Ore 16 La risposta di Nairobi
alla Chiesa di oggi (Aldo fe Fernanda Comba). Intervenite numerosi.
Domenica 8 febbraio, presso la chiesa
metodista, nel quadro della giornata della diaspora, si è svolto un incontro, con
la partecipazione della dott. Laura Conti
(consigliere comunale del P.C.I.) e il past.
valdese Paolo Ricca, sul tema : « Il sesso :
la proposta cattolica e la risposta evangelica ». Documento base dell’incontro, a
cui hanno partecipato un centinaio di persone, era l’ultima dichiarazione in materia sessuale della Congregazione vaticana per la dottrina della fede (ex-Sant’Uffizio). Laura Conti ha parlato dell’uso
della scienza nel documento dimostrando come l’aspetto scientifico non viene
valorizzato né affrontato sino in fondo.
Ricca ha messo in evidenza come l’etica
evangelica è etica di libertà nella responsabilità e non ha quel carattere legalistico che il documento vaticano vorrebbe
attribuirgli attraverso un discorso basato sulla teologia naturale dove la Bibbia
è semplice corollario.
avventiste che ha iniziato dal T gennaio
una nuova esistenza.
DALLE CHIESE DEI FRATELLI
Il 1° novembre si è svolto a Poggio
Ubertini un convegno delle assemblee dei
Fratelli dell’Italia centrale, cui hanno preso parte circa 150 persone.
Tale convegno, giunto alla sua seconda realizzazione ha lo scopo di collegare
maggiormente fra loro le assemblee delle
regioni centrali, favorendo non solo una
migliore conoscenza reciproca, ma anche
uno scambio di esperienze relative alla
vita e alla testimonianza delle comunità.
Una prima parte dell’incontro è stata
quindi dedicata alla meditazione biblica
e alla preghiera, mentre il pomeriggio è
stato occupato da una serie di comunicazioni sull’attività svolta dalle diverse assemblee. Erano rappresentate una decina di comunità dell’Italia centrale.
È stato fissato un prossimo convegno
per il 17 giugno 1976 a Città di Castello.
Tema: Il governo della chiesa locale.
DALLE ASSEMBLEE DI DIO
La penetrazione ed il consolidamento
dei pentecostali in Italia continua costante, anche se i ritmi di crescita non sono
più quelli del dopoguerra. Nei mesi estivi numerose sono state le riunioni di
evangelizzazione e quelle battesimali che
testimoniano della vitalità del movimento. Nel periodo agosto-ottobre 1975 si segnalano fra l’altro 21 battesimi a Rimini, 9 a Trapani, 15 ad Agrigento, 15 a Verona, 9 a Pescara, 25 a Napoli, 13 a Poggia, 15 a Genova.
RIFLESSIONI SUL RIO DE LA PLATA
Il nuovo edificio del centro diaconale.
scuole e di cui teniamo un elenco per
quanto possibile aggiornato.
Si tratta di penetrare nelle famiglie,
per aiutarle a risolvere i loro problemi
del lavoro, dell’igiene, della vita morale,
della pianificazione delle nascite, dell’avviamento al lavoro e delTavvenire dei loro figli. Se il lavoro educativo dei fanciulli non è completato da questo altro a più
ampio raggio ambientale, risulterebbe
monco e insufficiente, e la nostra sarebbe una delle tante scuole che si trovano
anche nei quartieri popolari della città,
come isole senza sbocchi che i fanciulli
prendono in uggia e persino in odio che
li spinge a continui atti di vandalismo.
Del resto non sarebbe possibile compiere
un lavoro educativo dei fanciulli e dei
giovani di cui spesso si deplora il comportamento in cui i fanciulli normalmente vivono.
Il gruppo giovanile — che si riunisce
ogni sabato in Corso Oddone 7, ore 17,3019,30 — ha concluso sabato 7 febbraio un
primo ciclo di studi su: « La liberazione
della donna ». Seguiranno due riunioni a
carattere vario: sabato 14/2 Agape del
gruppo, per cena e sabato 21/2 preparazione dell’incontro con altri gruppi giovanili previsto per domenica 22 febbraio
a .Milano.
Le iscrizioni per domenica 22 c.m. sono tuttora aperte presso i pastori F.
Giampiccoli e G. 'Platone (68.28.38).
BOLOGNA
Culti — Da alcuni mesi le predicazioni
domenicali cercano di rispondere alla domanda: chi è per noi Gesù? Una domanda che comporta una rilettura degli evangeli con piena disponibilità a lasciarci
interrogare dalle opere e dalla predicazione di Gesù.
Una lettura degli evangeli non come
documenti di storia, non come esposizione di una ideologia e di una concezione
della vita e della storia, non come un libro devozionale, ma come testimonianze
rese ad una persona, Gesù di Nazareth.
Scuola domenicale — Il pomeriggio di
domenica 22 febbraio sarà dedicato ai ragazzi della Scuola domenicale con invito
esteso ai genitori ed ai membri della comunità.
In programma la proiezione di un film
e la consumazione di... sfrappole.
Fin da ora preannunciamo che nel prossimo mese di marzo (forse domenica 21)
Responsabilità per
le chiese delle due
zone
Plaudo alla direzione del nostro periodico per
aver rotto il silenzio sull’area rioplatense. Se nelle difficoltà del momento non è possibile risolvere il problema della stampa in sede locale, dopo
la soppressione del « Mensajero vaidense » da
parte del governo uruguayano, una voce della
nostra zona sulle condizioni di vita delle chiese
sorelle può giovare anche a loro.
Comunque a noi — che da alcuni anni non
abbiamo più avuto occasione di sperimentare le
difficoltà e le durezze del contesto italiano in tema di manifestazioni e testimonianza religiosa, —
giova conoscere qual’è il contesto attuale in cui le
nostre chiese dell’Uruguay ed Argentina annunciano l’Evangelo.
Le nuove responsabilittà che affiorano con
chiarezza nel quadro di vita ecclesiastica locale,
cosi lucidamente poste in evidenza nell’articolo di
Hugo Malan (Eco-Luce 30/1), costituiscono un
mònito per noi tutti. È in simili frangenti di
difficoltà direttamente incidenti, che la vita e
l’impegno dei credenti nella società risulta più
evidente e preciso. La lunga storia valdese ci
offre al riguardo le più chiare verifiche.
« È passato il tempo della tranquillità », ci ricorda Malan; e il problema dell’esercizio del ministero nella Chiesa necessita un nuovo esame,
specie sotto il profilo del « come » e del « in che
modo » svolgere i termini della chiamata che il
Signore rivolge ai suoi in condizioni di vita cosi
mutate. Un ripensamento appare maturo sia nell’area rioplatense sia nella nostra zona (la prossima sessione sinodale di agosto dovrà affrontare,
sia pure sotto un profilo limitato, lo stesso problema sul piano deÌTintegrazione).
L’avvio al ripensamento pare essere stato da
to daU’avvenuta consapevolezza che in tempi mutati, anche il modo di esercitare il ministero
debba mutare. Alcuni dei rilievi fatti da Hugo
Malan mi paiono oltremodo validi anche per noi.
Egli precisa che le chiese locali « non sono tutte
ad uno stesso livello » di maturazione ovviamente di fronte al problema, che trova parimenti taluni pastori meno disponibli per via della loro
formazione al ministeri avvenuta in tempi diversi. Il nostro corpo pastorale rioplatense dello
scorso agosto ha rinviato tale problema alla riunione che avrà luogo a febbraio ’76, in vista del
sinodo che dovrà indubbiamente investirsene. È
stata infatti avvertita « la necessità di coordinare azioni diverse », e soprattutto di « evitare che
le chiese siano disorientate da diversità nell’azione, nel metodo di lavoro e nella strategia missionaria ». « Non è possibile » conclude Malan con
sensibilità pastorale che fa onore a quei nostri
impegnati nella difficile situazione rioplatense
« aspettarsi che le chiese debbano adattarsi al
pastore; occorre avere una linea di base, un
orientamento generale in cui si possano poi inserire i diversi contributi singoli ». Questo avvertimento ce lo dobbiamo ricordare anche noi!
Questa linea, un tale orientamento occorrerà maturarlo in sede sinodale.
Ripensando a quanto ebbi occasione di ricordare in un mio recente articolo apparso su queste
stesse colonne (23/1), mi piace sentirmi solidale
e spiritualmente inserito nel contesto di questa
chiara sensibilità di cui Malan si è reso interprete, circa quelle che sono le precise responsabilità
delle nostre chiese da affrontare sul piano sinodale.
Gioito Peyrot
6
6
La medicina come mito
cronaca
TORRE RELUCE
Alcune.nflessiohi in margine afconvègno EGEI suHa
sanità svoltasi a Pomaretto il 7-8 febbraio
Il sistema sanitario vive la sua crisi, in
tutti V settori della medicina. Le critiche
che lo investono sono globali, non settoriali; critica sociale, politica, professionale, a
tutti i livelli. Questo in un tempo in cui la
medicina si è tecnicizzata e specializzata
al massimo, creando spaventose infrastrutture ospedaliere che sono spesso dettate
da ragioni di mercato e di produzione più
che da necessità terapeutiche reali, con
dei costi pazzeschi. Ma per- far funzionare questi strumenti e questi compartimenti stagni della medicina occorrono dei
tecnici, degli specialisti; ed ecco la medicina buttarsi nella specializzazione. Siamo in un momento in cui la specializzazione ha toccato il suo punto di saturazione. I vantaggi che ne derivano sono di
gran lunga inferiori agli scompensi. Questa politica della sp^ializzazione, della
priorità data al settore curativo e all'innovazione terapeutica ha ridotto al minimo il settore della medicina preventitva,
ha sempre più sprezzato la figura del
medico condotto,., ha provocato una concentrazione ospedaliera inumana ed una
amministrazione fallimentare^.
Uno dei pilastri che soggiacciono a
questa impostazione è l’idea che la medicina sia neutra, che la tecnica sia apolitica. La propaganda che è stata fatta in
questo senso ha raggiunto delle aberrazioni spaventose,
Le baronie mediche con le loro Sacrosante gerarchie diffondono òggi ancora
questa ideologia, cercando un consenso
che si fa sempre più difiicile.
Le compromissioni politiche della maggior parte dei grossi nomi delta medicina
hanno dimostrato quale sia il significato
della loro scienza "neutra”, "obiettiva",
"apolitica”...
La medicina del lavoro, in quei pochi
casi in cui è stata realizzata (non come
"medicina padronale”) ha messo in luce
dei fatti significativi, denunciando le contraddizioni déll’effieientismo.
_ La scienza medica si trova oggi in una
situazione di disorientamento; non osa
definire il suo limite, manca di una visione ètica. Il risultato è quello di "tentare" sempre,, senza,arrestarsi, finò fi ìfiqnt'efiere ih yitd dei èofpì già rhdpfí 'Cil cà;
SO' del caudillo Franco coi suoi 40 medici
al capezzale è stato addirittura farsesco).
La medicina si illude di avere poteri illimitati, la sua sfida alla morte assume
talvolta dei caratteri inumani, prometeici.
Mentre lascia spazio alla malattia, all’avvelenamento di migliaia di operai nelle
miniere, nelle fabbriche, spacciando per
medicina preventitva ciò che è semplice
analisi precoce. Apoteosi della medicina.
E dei medici, naturalmente. Ma ci sono
anche i cosiddetti ’’pazienti” di cui troppo spesso ci si dimentica. La fiducia che
i malati ripongono nel medico è spesso
anche verifica di questo potere illimitato della medicina, che va ben al di là della persona del medico e delle sue capacità umane. Si arriva veramente al mito
della medicina. In un momento in cui la
medicina stessa mostra pubblicamente le
sue vergogne; scandali, jtpeculazioni, guadagni illeciti... 4
Con i dottori che ci ritroviamo la riforma sanitaria da tutti auspicata ed attesa
non si può fare. E sono dei medici cosciènti che lo-dicono.
Questa è la prima verità di cui occorre
prendere coscienza.. Non basta cambiare
le- strutture se--non si costringe i medici
a cambiare, se non li si manda in pensione, se non gli si dìt,fa^p'artire dall’Uhtvèrsità, una formazione, diversa. Ma l’inizio
sta nèt ' 'cdrribtàrhehtó 'delVimpostaziòne
delle strutture.
Il trionfo delle medicine parallele (cioè
gli interventi dei vari specialisti, dalla
medicina scolastica a quella geriatrica)
che frammentano gli interventi sul malato; senza _ un discorso di base comune sono più un salto che un’ applicazione dèlia riforma sanitaria. Nonostante
dei risultati positivi, restano molti scompensi.
Col nuovo discorso della "sicurezza sociale" si tende al' superamento di questi
^ossi ' inconvenienti che sembrano dare
in appalto la vita umana ad Uña sèrie di
imprese- mediche che décidòrto lóro il tipb di intervento nei vàri settóri dèlie me
Dibattito suli’aborto
dicihè' parallele,’ lanciati'comè" l'ultimo
grido' ànthe a'iivèllb di '‘CÓmtihità Móti
■ iìiiii, ' -■....... '
tane.
' L’ànùdte confiittmlità 'd livellò'dèi ‘ fnedici ftionfUttualità'che nfiscè'sid d livellò
éàoHbrnictì ‘ che di prestigio ‘personale),
trd mèdiói- rnMtaatì"é"spPeialitÌàti'ÌqUèéi
che pró'dUdònó le itiMiSì). ¿oh % ¿^seguènte riduzione d^t medicò •'eefindóittb"'a
Murit ihstgnificdhtè ¿'‘Mprèparàta- {¿he
sta-^Cjhd'vtié è drtrP'à^eèrsò) ')t^fèb^
essere Mpef ’atdl' HMnéè' 'VfÈoré-'àTh^
dop’èrsòntàief'a''htd''a^h^pbéWfàr‘c
1000 persone — attualmente sório^'è^à
ìt"dàppid)'; luì dovrebbe essere rèSpdfisa
bile diretto della salute di un individuo,
dalla medicina scolastica fino alla geriatria. Gli specialisti dovrebbero quindi diventare dei consulenti-collaboratori che
ruotano attorno alla figura del medico personale; esattamente l’opposto della situazione odierna.
Questo ribaltamento dovrebbe contribuire a creare un rapporto nuovo col paziente, rispettando la sua personalità
spesso riatta a puro oggetto di intervento.
Essere coinvolti in questo processo significa inserire il problema sanitario (e
gli addetti più diretti) nel contesto della
vita sociale e politica; implica una radicale riforma della società. Dei rapporti di
produzione come l’organizzazione della
cultura nelle scuole e università. E.G.
Con la partecipazione di un foltissiimo
pubblico, iormàto in prevalenza di giovani molto attenti, si è tenuta venerdì 6
corrente una tavoila rotonda cui hanno
partecipato l’Avv. Ettore Bert, Anna Borio,
Don Vittorio Morero ed il pastore Sergio Rostagno. La tematica deH’interruzione volontaria della gravidanza si trova infatti oggi all’ordine del giorno per il
grave problema sociale che comporta. In
pratica poi abbiamo da una parte la proposta di referendum, dalFaltra vari progetti di legge noni tutti buoni. L’aw. Beri
ha illustrato Taspetto giuridico del problema dibattuto . L’assistente sociale Anna
Borio ha poi fornito interessanti statistiche a proposito del lavoro eonapiuto a
PEROSA ARGENTINA
Gütermann; ancora
in alto
In occasione dello sciopero nazionale
di venerdì, 6 febbraio, si è tenuta a Perosa Argentina una manifestazione imperniata sui problemi dell’occupazione nelle‘industrie tèssili locali.
Dopò lè vicende del Cotonificio Valle
Susa, di cui si è scritto a fine dicembre,
e che tuttora non sono risolte, si è aperto il problema alla Oiiterihann (seta e fibre artificiali). ■
La società, denunciando perdite di alcuni miliardi, ha proposto un piano di
ristrutturazione che prevede la fusione
con la Cascami Seta di Milano. L’operazione si aprirebbe con lo smantellamento di alcuni reparti giudicati tecnologica, mente arretrati, mentre altri verrebbero
potenziati; in ogni caso è prevista una
perdita di circa 200 posti di lavoro nel
periodo di un anno e contemporaneamente il passaggio dagli attuali tre turni di
otto ore X 5 giorni a quattro turni di 6
ore per 6 giorni lavorativi.
Su questa proposta, in cui è prevista la
utilizzazione del personale femminile anche sul turno di notte, ci sono diversi
Comunità Montana Val Pollice
Solidarietà con gli operai
della Turati
la Ditta Turati di Lusernetta minaccia
il licenzianiento dei 2/3 delle» proprie maestranze: di fronte a questo .ennesimo attacco alToecupàzione, la Comunità Montana a nome dei Comuni della. Valle, le
organizzazioni sindacali, le forze politiche rappresentate nell’assemblea apèrta
tenutasi nello stabilimento ed i lavoratori
tutti denunciano l’arbitrarietà degli indirizzi aziendali; si ìmiiegnano ad assumere tutte le iniziative necessarie per una
ripresa della produzione; richiamano alla attenzione della opinione pubblica la
necessità di mobilitarsi per impedire.,un
ulterióre impoverimento delle risorsee
dei posti di lavoro della zona già così duramente colpita da decisioni impr.en^jtOriali, unilaterali e sempre sordo aUe esigenze della società civile. ; , ,
Distrettuale
Là conferenza Distrettuale straordinària'aVrà luogo a Sah seeondo'* '
' anziché à Ptoerolo ( come prece- *
dentenlehte' annunciato) ' domeiiicà'>’*
i5 febbraio. L’iniziò è ‘per le 'Ore '
i4,30.”Si ricorda’Che la conferenza'
sarà ■* formata ' dagli stessi ’membri ■
, ‘deltó'b'reéèdetìte ,'di ‘;l*0marétto:-‘H'“
''lavorò''^dè'mèatÒ'’‘ ai*’dóCUttiéiiti‘! ¿H
Accra su: battesimo, eucarestia■’b'/'’'
SàTà'attrofitafò'lri'‘4‘ièibp^'
’’ pi*'HI StuSitì'''*'
.(oiun)ìl '.."'ilbH tuf'i OdWii. - ,1. Oli
veramente possibile altra soluzione, altri
ritengono inaccettabile un simile disegno
che comporterebbe un netto arretramento deUe condizioni di vita e di lavoro e
quindi propongono una resistenza dura
in alternativa alle posizioni sindacali giudicate troppo moderate.
Domenica 8 febbraio, sempre a Perosa
Argentina, il ministrò del lavoro on. Carlo Donat-Clattin è intervenuto in una pubblica assemblea indetta dalla locale sezione della DC ; ha riferito sulle posizioni governative in merito al problema occupazionale, con particolàre riguardo alla Gütermann ed al Cótomficio Valle
Susa.
È superfluo riassumere ; qui; ' il: sub discorso, in quanto esso ’ripropóni ancora
uria volta’'le' solite àfgbriieritazioni sulle
cause della crisi nel settore tessile.
Questo è un discorso scontato che
ci ha dato ancora una volta la misura
delle scelte sempre incerte e contradittorie che hanno caratterizzato la gestione del potere democristiano in questi
anni. Gruppo stampa di Pomaretto
Pinerolo dal « Centro di Medicina della
Donna».
Don V. Morero ha proclamato il diritto del credente cattolico a esporre i suoi
convincimenti ed ha messo in guardia
contro lo « spirito abortista » che può
avere delle connotazioni politiche anche
molto ambigue, Si è poi soffermato sulla
difesa della vita: se abortiscono soprattutto le donne proletarie, — ha detto Don
Morero — bisogna fare in modo che non
siano. più proletarie.
Le tesi del past. Rostagno erano molto
sfumate: egli ha iniziato dichiarando che
spesso la chiesa complica con riferimenti metafisici una questione assai pratica,
un problema da risolvere neH’ambito di
una legge che garantisca rinterruzione
volontaria di gravidanza in modo libero,
gratuito ed assistito. Ma poi, ha ammonito, ci troveremo di fronte ad altri problemi. Teologicamente la Bibbia combatte i miti e quindi oggi la Bibbia combatte
i miti relativi alla superiorità deiruomo,
maternità della donna eoe. L’interruzione
della gravidanza va vista nel contesto iion
solo della liberazione della donna ma anche itt quello dei rapporti tra uomo e donna. L’interruzione volontaria della gravidanza non è una soluzione, ma la soluzione sarebbe qualcosa che rendesse possibile il prolungamento dell’amicizia fra
i giovani fino all’atto sessuale, senza
« paure » e conseguenze.
Il past. Rostagno ha concluso affermando che oggi l’umanità cblpifa e attraversata dalla crisi della cultura occidentale,
(che anche la chiesa ha contribuito a
creare) brucia dal desiderio di libertà e
vuole esprimerlo soprattutto con un vero
amore sessuale. Ma questo bisogno di
amore, che si esprime mediante l’eros, in
definitiva è anche un bisogno di agape,
cioè di comunicazione con l’altro.
Nella discussione si sono isòpràttutto
sviluppati i temi della liberazione della
donna, del contenuto delle leggi oggi propóste, mentre è mancato, a nostro parere
Tapprofondimento, %in problema non
del tutto secondario, cÌoè.quello. deLbara
bino che deve nascere. L’assenza di un
medico tra.gli oratori era purtroppo molto grave, ma a quanto pare non è stato
possibile trovarne alcuno. Insomma un
ottimo inizio per una discussione che
senza dubbio interessa di nuovo profondamente il grande pubblico, come quello
più sensibile ed impegnato.
schieramenti: alcuni sembrano voler sottostare al ricatto, ritenendo che non sia
Che cos'è ^partecipazione.
La casuale lettera di un articolo, comparso
domenica 1 febbraio 1976 sulla Gazzetta del Popopo, di F. Santanera, mi dà lo spunto per ritornare su un argomento, la partecipazione, che mi
sta molto a cuore. È quindi l’occasione di preeisare alcune considerazioni su convinzioni e conseguenti atti che sono stati soggetti a false interpretazioni.
È mio fermo convincimento che, in una so"éietà ehe vuole essere demoeratica, la partecipazione si realizza, più che con il consenso della
base o delle forze politiche, con la ricerca di un
impegno della gente sulle scelte e sulla gestione
diretta di queste.
Le poche ma illuminanti esperienze in campo
amministrativo mi haniio sempre dimostrato che
là dove, anche se per piccole cose, questo principio è stato realizzato, i 'risaltati sono stati sempre confortanti.
Tenuto conto ohe tali principi, ci sono stati
contestati dal gruppo di minoranza in occasione
della presentazione in Consiglio di Comunità del
piano finanziario 1975-76, e peraltro in sode di
cosultazione da altre forze politiche, può essere
illuminante, riprendere alcune eonclusioni del
Santanera sull’argomento, che certamente saranno più chiarificatrici di, quanto lo siono stati i
miei interventi in Consiglio; si badi, sul mio
pensiero.
Il Santanera partendo dalla premessa ehé:
« ...la partecipazione, è ìuio .^i problemi all’ordine del giorno... » si.chÌedeV«jyIe In realtà di che
cosa si tratta? » e prosegue osservando per rprima.c^^a che, la .parola, parteciparne è staia pér
^pri^e PpV¿iÓaí,,politic^giárhó^^^ fra
^empììi.';pt Wó che,,
pm •P«il9“dQ.,#j,.|>arJ,ec^gszidjaé',^|^^^ non
fanno altro ctiè 'àhrpporrèf nm ,lafÙ
nAeiTlATIO rlAlilfÌ /aof'YiiVin ^ ^ 1. - .jÌ . LSil‘Jl-J.
ppe^pne .della .catli^à 'del..consenso,‘go^efùaiidò
organizzazioni c&BtfolÌàfe <«ff^t«e' e'SÒpWttUt
o màerendo ñeÍPareá'‘’di^’^ó^n¿’‘’q¿ene*‘^
lOClflll. fTllAI D'm.nm aTia a/\nn ass 'ñ/vníl^'_
Santanera, e nella quale mi identifico e che, senza presunzione, si è cercato, anche se molto imperfettamente, di attuare a livello di Comunità
Montana Val Pollice « è quella che concepisce la
parteeipazione come confronto pèrmanente fra le
forze di base e le autorità di governo locale ». Al
riguardo, á titolo di esempio, ricorderò la metodologia seguita per attuare i documenti programmatici quali, a più largo respiro, il Piano di
Sviluppo ed il Piano Urbanistico é, più vicino a
noi, il « Programma annuale di opere ed interventi » che non è, come si è voluto far intendere, frutto del consenso delle ultime consultazioni, bensì di scelte ritenute, prioritarie in
quanto emerse dal continúo confronto con forze
sociali più direttamente interessate, nel rispetto
delle competenze e delle responsabilità reciproche.
In questa ottica si pone dunque, secondo noi,
la partecipazione e cioè. come condizione essenziale per ottenere il soddisfacimento. delle esigenze delle persone, delle famiglie e' della Comunità.
Per noi, la partecipazione, come ben chiarisce
il Segretario jdell’Unione per , la lotta, contro
l’emarginazione sociale, si fonda su alcuni punti
fermi :
(c 1 - semplificazione màssima degli organi
di governo; , ■ . >
2 - autonomia delle forze di partecipazione;
3 - informazione completa,-tempestive, corretta ».
Perché <c ,,.la scelta di una programmazione
partecipata, e perciò dejnocratica, significa uri.
hoinvolgimento' rèàfe' dèi' ciffadini,^'’é ¡là fftíé^a i
disposizione delle i{durmaziOi>iri.'irighi%d‘e>p,qB<;con|
pronto costante sui temi.geneTaJ^,.je g]p^jlj|iqi,ì
ì Essa non può, e, nem deve, nascere" ricl .^riuso
degli uffici dell’ente, né soprattutto deve esseri
il frutto di alchimie {»litiche di corridoio di poi
phi uomini illumi^zí<felfe'JfciÉív%ípfe2a.*ákestq
onorabUidr nessuno.. disoutev,ma -ohe. molto >one4
sociali,, quei gruppi che,, sono .su posiiáÍSíí'corife
paraente dobbiamo riconoscere non {»ssono sol
'edgèstitìrie stàis .riàffil^tà,
anriuìàafó il pdÌéfé^aJJi^^iÌSòrÌiiÌè'à.
« Una pö^diie'yef^t(Äfö''9iVirät »? pfòBé'^ùS’ fl
pituirsi a chi igalg’§|p[lg jt||5pjt#feter|
fainate sc^e, .O-che^, dovrà portarpie. jtjqft^,l^. con»
eguepze, sidriel. b,epé che nel maÌe »V. /^^ ' j
Piercarlo Longo
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:iD LÜSERNA S. GIOVANNI
BOBBIO PELLICE
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• Un vivo ringraziamento al pasiore Geymetg^ei; ili messaggio che domearSsa naat^^.
ti^^m Tdato d'ila nòstra comnàità| pié:^;
si^^òo- il ^ito assieipé ad un sàtftpàtfc.,
co gruppo di Trombettieri.
'“Lodàre"iddio con le trombe é anche un'
modo di servire il Signore ed i numerosi
presenti nel tempio hanno vivamente apprezzato l’impegno di questi giovani in
un’attività che può portare ovunque messaggi preziosi di fede e di servizio.
• Quest’anno il Moderatore, in visita alle valli, sarà con noi il giorno del X'VII
febbraio. Durante il culto del mattino rivolgerà un breve messaggio ed al pranzo comunitario ci intratterrà su alcuni
momenti significativi della Conferenza di
Nairobi alla quale era presente.
Tutti coloro che desiderano partecipare
al pranzo comunitario del X'VII febbraio
che avrà luogo nella Sala Albarin alle
ore 12,30, sono pregati di prenotarsi (lire 2.000) entro il 15 febbraio presso la cartoleria Bein, commestibili Malan, casalinghi e confezioni Lapisa, o presso il Presbiterio (tei. 90.271).
• Ricordiamo che questa settimana lo
•.«Studio biblico» avrà luogo sabato 14
c. m. anziché venerdì. Si farà l’analisi del
testo di Luca 15 (la pecora perduta, la
dramma e il figliol prodigo) e lo stesso
testo verrà ripreso nel culto con riflessione comunitaria la domenica successiva.
• Domenica pomeriggio si sono svolti i
funerali del fratello Gustavo Pons dei
Muston, deceduto all’Ospedale di Pinerolo all’età di anni 73. Ai familiari esprimiamo tutti la nostra simpatia cristiana.
• Il nostro comune ha senza dubbio un
record da tutti riconosciuto: quello delle strade scassate, continuamente sottosopra, ora per una cosa ora per un’altra.
Manca ogni programmazione. Si dice che
non vale la pena riparare le strade in attesa di lavori per i cavi telefonici e altre
cose. Intanto certe buche profonde 3040
cm. provocano cadute a chi ancora usa
motorini e biciclette. Nella zona dell’asilo ai Bellonatti gli anziani non osano quasi più uscire di casa. Ma il comune fa
finta di niente.
TORRE PELLICE
• Domenica sera alle ore 20,45 nei locali
delle attività la « Enrico Amaud » terrà
la sua seduta mensile.
Il prof. A. A. Hugon illustrerà pagine
significative della storia valdese.
La seduta è pubblica e tutti sono perciò cordialmente invitati a partecipare.
Il seggio
F. F. V.
SERVIZIO MEDICO
festivo e notturno
Comuni di ANGROGNA - TORRE PELLICE LUSERNA S. GIOV. - LUSERNETTA . RORA'
Dai 14 al 20 febbraio 1976
Doti. AVANZI LUIGI
Via Gramsci, 11 - Tei. 91236 - Torre Pellice
FARMACIE DI TURNO
TORRE PELLICE
Domenica 15 febbraio 1976
FARMACIA MUSTON (Dr. Menassero)
Via della Repubblica, 25 - Tel. 91.328
Martedì 17 febbraio 1976
FARMACIA INTERNAZIONALE (Dr. Imberti)
Via Arnaud, 5 - Tel. 91.374 - Torre Pellice
..UISÉRNA SAN GIOVANNI ■
“ DbhietTieA 15' febbraio l'^76 i fr-i ' <
FA'RfMÀÒfA DOTt;‘PRETÌ' V ‘'-'•"‘-''ì'
'^l^ 'Via l'i^Yersé^'^nl''- Tel. 90Ò60 -i, L’ùfeerrt^’, .
Tfl I-U'lv . '1; ..L-' t77^. i'i 'i;. '.Ili,i l i
t AUTOAMBULANZA ti i n .
5‘‘TtìW«‘f>etliéefTe).''90.118 « 91:273’'- L’uii '
■♦^■»rOVM.TT-fiori -i.,,.
’ ViaiLI' DEL f uoco ‘
“-ro’/ri'WllÌSV-tAH 9m5 '-?1.3Òli ”
Luserna 'S. ■eifa\/ànnr':' TeT.VO'.OÉilf -'“963^^ •
■juv.o.l iiifl/.u-i.ir'l
Sabato 7 febbraio, presso la sua abitazione di Rogcig d’Giors è deceduta,^ all’età .dt..85%mù,Ì41:&gnqr J^ulo ,lSira|id.
Con dui ;*;scoi®ate ynSa ¿èlle 'fìgùyre
note ' delí’ajftaí VftL.Jpétecè' *.ie ■ la • fòlla ?'di
.amici e, conQ§centi.che. ba manifestato .la
sua simpatia alla famiglia in occasione
dei funerali ne è testimonianza certa.
Aveva passato la sua vita in montagna,
nell’attività alberghiera, prima alla Ciabota del Fra e poi per lunghi anni al Rifugio 'Willi Jervis. Si può dire che generazioni di alpinisti e di amanti della
montagna lo hanno conosciuto ed amato
e si sono valsi dei suoi consigli e della
sua esperienza.
E quella montagna a cui era legato e
di cui conosceva i segreti non si può dire non lo abbia colpito nei suoi affetti
più cari. La valanga gli ha strappato
prima un nipote, nei pressi del forte di
Mirabuc, e poi un figlio nella zona delle
Barricate. Ma egli ha continuato la sua
strada, fatta di schiettezza e di solidarietà, rette da una fede semplice e sincera, Egli sapeva che poteva appoggiarsi al suo Signore ed uno degli inni che
sempre ci invitava a cantare nel corso
della riunione che si teneva in casa sua
era « "Venez au Sauveur... ». E pareva
che con imo slancio particolarmente intenso cantasse il ritornello «Oh quel
beau jour, Sauveur fldèle, quand nous
appuyant sur ton bras, dans la demeure
paternelle nous porterons nos pas ». Che
la stessa fede e la stessa ferma speranza
sia cori i familiari nel momento del dolore.
PRAROSTINO
L’Amministrazione comunale ha indetto le seguenti assemblee: sabato 14 febbraio ore 15, assemblea dei genitori alle scuole elementari di S. Bartolomeo
sui problemi della scuola. Sabato 14
ore 21, assemblea per la costituzione del
corpo delle guardie volontarie. Venerdì
27 febbraio assemblea popolare al Roc
di tutta la popolazione su scuola, acquedotto e piano regolatore. . Martedì 17
febbraio, dopo il pranzo comunitario
presso la trattoria Tarin, la Filodrammatica di Prarostino presenterà tm
dramma , in, tre atti di Cesare Giulio Viola dal titolo « Candido » e una commedia
in tre atti--di Àntq.nio ■ (bambino : «Tre
studenti in gamba » la replica è prevista per sabato 28 febbraio.
Sabato 21 recita a Pramollo.
PRO LOCO
Domenica 15 corr. alle ore 13 combinata podomotosciistica a San Bartolomeo
riservata ai soci della Pro Loco e tutti
coloro che vogliono associarsi ed essa.
• I,nostri migliori auguri a Gay Laura è Maro .Franc'o unitisi in matrimonio
sabato 31 gennaio a Sari Bartolomeo.'
In occasione della giornata mondiale
della preghiera si svolgerà, domenica 7
marzo alle 14.30, a San Germano, un incontro di tutte le unioni femminili vaidesi del I Distretto. Per il trasporto
si può approfittare del pullmann che
partirà alle 13.30 da Bobbio Pellice; per
Ogni, informazione rivolgersi alla .Sig.ra
• j Ade Gardiol, tei. 91.277.
SAN SECONDO
Durante il culto dell’8 febbraio è stato
amministrato il battesimo a Cinzia e ad
Omar Sigot di Giovanni é Bruna Bricco
(Centro). La comunità esprime il suo
augurio ai bimbi ed ai loro geriitori. ‘
• Il pranzo fraterno del 17 febbraip avrà luogo come di consueto nella sala
delle attività a cura di im gruppo di collaboratori. Il prezzo è stabilito-in L. 3.000
per gli adulti e L. 1.500 per 4 ragazzi sotto i 10 anni per favorire la presenza delle famiglie intere e dare così all’incontro
quel carattere familiafé e, fraterno che
ha avuto gli anni scorsi.
PINEROLO
. AGRICOLTURA
fe
• li'.'
.i'VS
Un premio agli allevatori
L’agricoJ'tura è ancora per le nostre vallate una delle attività vitali per le persone residenti anche se tutti siamo a conoscenza delle difficoltà in cui si dibattono
gli agricoltori locali. Per questo motivo
ci pare utile portare a conoscenza la legge regionale, da .pochi mesi in vigore, che
prevede aiuti concreti a coloro che veramente vogliono utilizzare il denaro pubblico per migliorare la situazione agricola e non per usarli a fini speculativi.
La Pedemontana e le Comunità montane sono state incaricate dalla regione di
evolvere un premio di 10.000 per capo di
allevamento stanziale cioè il bestiame che
resta tutto l’anno in montagna; a Prarostino, sarà il comune, incaricato degli accertamenti e dei pagamenti del premio.
Ricordiamo agli agricoltori che nella
zona montana e collina depressa, la fecondazione artificiale è completamente
gratuita, seme e prestazione del veterinario, per tre volte ogni vacca.
La legge prevede un finanziamento di
42 miliardi da collocarsi nei settori vitali
della zootecnia, cultura e migliorie fondiarie. .
Per accedere a questi mutui e contributi previsti occorre possedere degli immobili il cui valore viene calcolato in base alle colture esistenti o in via di realizzazione e alle giornate lavorative necessarie per la loro conduzione.
Questa resta ancora una carenza di tale
legge in quanto essendo le nostre ariende
di piccole dimensioni, probabilmente alcune non potranno rientrare fra le beneficiarie dei mutui. Per da zootecnia sono
previsti mutui e contributi firio al 50%
Domenica 8 febbraio, presso la sede
dei frati Cappuccini di Pinerolo, ha avuto luogo un incontro dibattito organizzato dai Cristiani per il Socialismo
di Pinerolo sul tema: «Che significa
credere in Gesù nella militanza politica? ».
Relatori : Mario Cuminetti, teologo catlolico e Sergio Ribet, segretario nazionale della Federazione giovanile evangelica
italiaria.
Erano pfèSenti ài cóiiyégno fiuirierosi
ràppreSèntàriti dèi ’ griipìil di' Cristiani
per il Socialiferiio; di ’Toririi)'è'; pròvinCìà,
Scarsa iriv'ébe lU'''pàriéèÌ^azioriè delle còiriunìtà di base' di'IPiriferDló. ‘ '
'■ fùicontrò'.'-'è stato, pet'ì'vàfi 'griippi
convenuti, un '’pfe'zlosò riiiò'frièrito. di riflessiplie
tì^sù; jé,risto lotta fi
esiste
Comunicato agli agricoltori
delle Valli Germanasca,
Chisone e Val Pellice
GII Ospedali di Torre Pellice e Pomaretto avevano ih passato una convenzione per le prestazion.1
ambulatoriali specialistiche con la Cassa Mutua Provinciale di Malattìa per i Coltivatori Diretti che
consentiva' agli agricoltori delie -Valli- Germanasca,
Ghis'one e: Val Pellice dì. avvalersi: der loco séjvlzl.
Con l'apertura del PofliambuUtorio ProvIntìMe
a 'Pinerolo, ;-di-rettamente gestito dalla Cassa,‘ Venne a ceàSaTe taie convenzióne ed - i due Ospedali
non poterono ,più offrire le prestazioni che erano
apprezzate, per ovvi motivi, dai coltivatori medesimi.
Gli ospedali che sono convenzionati con tutti gii
Enti Mutualistici per determinati esami specialisti
ci, ritenteranno di riallacciare, i rapporti con. la Cassa Mutua Provinciale Majattia per i Coltivatori diretti di Torino néll'intento ,di ‘ ripristinare ' la Convenzione. C'è da augurarsi che la richiesta sia recepita.
La :GommIss1one degli -istituti .Ospitalieri Valdesi è sempre stata sensibile ai problemi dei coltivatori diretti, uguale sensibilità è necessaria anche da parte dèi coUivatòrf stessi; princìpaFi’ interessati, affinché intervengano nella sede opportuna pei; ottenere la cociyenzione., , , u :■!
_____________________ANGROGNA
Venerd j mattina 6 febbraio buona parte degli angrognini era davanti ab video :
col cuore ohe batteva forte. Willy Bertin
stava gareggiando nel ' « biathlon » alle
Olimpiadi di Innsbruck,-Dopo aver hiìuicato a Sapporo una medaglia che a metà
gara pareva ormai sicura, l’angrognino
voleva rifarsi a tutti i costi: era la sua
ultima chance. Per vederlo in gara , rinunciare di scendere a Torre per .rii mercato
era rinuncia di poco conto ; ma anche chi
è sceso per i suoi acquisti non ha mancato di tenersi informato.
Partito col n. 3 Willy è giunto per primo al traguardo con- un ottimo tempo :
col passare dei minuti la possibilità di
una medaglia si raffermà. Ma pòi la delusione; per il solito errore nel tiro al
bersaglio Willy scenderà al 4° posto, col
rimpianto di una medaglia li a portata
di mano.
per l’acquisto di bestiame da allevamento, ingrasso e riproduzione.
Stesse facilitazioni sono previste:, a)
per le colture pregiate (alberi da-,frutta,
vigneti ecc.);. b) .imeceanizzazione;; c,) .migliorie fondiarie; d> at^uisto terreno,. A
questo riguardo rioordiamo ohe tutte le
pratiche inerenti sono svolte -gratuitEimente a livello tecnico e le spese notarili e di
catasto pagate dallo Stato.
Le comunità montane, pedemontane e
le organizzazioni sindacali sono a dispiosizioni di tutti coloro che desiderano ric^
vere ulteriori informazioni. Alleanza Coltivatori via Saluzzo sede Unipol; Coltivatori
diretti via delle Carceri.
Viste le denunce riguardo ai fatti di
Pancalieri, vendita di carburante a prezzo agevolato ai non agricoltori) consigliamo di tenere in azienda il libretto personale del carburante U.MA.
Invitiamo gli agricoltori a prendere visione della legge e porgere le domande
per mutui e contributi affinché questo denaro pubblico possa essere utilizzato da
chi realmente ne ha bisogno.
Doni « Eco-Luce »
Antonietti Paolo, Torre Pellice L. 500; Pascal Edmondo, Ferrerò 1.000; Martini Efisia, Torino 2.000; Morelato Adriano, Milano 5.000;
Beccuti Francesco e Vittorina, Grugliasco 1.000;
Bruno Giovanni, Torino 1.000; Olivieri Enrico,
Torino 1.000; Filippi Elsa, Verona 3.000; Zecchin Irma Venezia 1.000; Morena Bruno, Bergamo 2.000; Ricca Elsa, Torino 1.000; Botturì
Guido, Torino 2.000; Bertin Claudio, I-vrea
2.000; Durio Arnaldo, Ivrea 1.000; sig. Mittendorf Olanda 2.500; Falciglia Giuseppe, Belgio
500; Rizzato Mario, Rovigo 1.000; Baviera Tina,
Ravenna 500^ Rizzi Mario, Genova 10.000; Bergna-Petraglio, Como 2.000; Vasques Salvatore,
Roma 1.000; Jahier Vitale, Pomaretto 1.000;
Muston JeanjPierre, Ginevra 1.500; Pascal Alba,
Ferrerò 1.000; Cairus Maddalena, Villar PeUice
500; Peyrot Albertina-ved. Gelato, Ferrerò 1.000;
Merkli Hanni, Svizzera 1.500; Banchetti Libero,
Rio Marina 5.000; Maciotta Alpina, Balma Biellese 500; Barberis Emma, Rosta 1.000; Gay Paolo Chiavari 2.000; Albanp Zaccaro Evangelina,
Portpgruaró l.OOiL sig.ra Bonìn, ViUar Perosa
500; 1 ^iglielmo Giulia, Ferrerò J(.000; Cond*®
G, Paul, tj.S,A. .7.500; Òriandini Armida, Genova 500; sig.na Spelta, Torre Pellice 5.000;
Fritz Walter, Svizzera 2.500; Sappé Emile, Francia 3.880; MontaHo Paolo, Riva di Pinerolo
2.000.
Long Mary e Anita, San Germano Chisone
1.000; Gay Enrico, Luserna S. Giovanni 1.000;
Revel Giulio, Luserna S. Giovanni 1.000; Micci
Laura, Perosa Argentina 1.000; Scherffig Enianuelle Erlagen 500; Berutti Alice, Torino 1.000;
Pecoraro Mimma, Torino 7.500; fam. Coisson,
Angrogna 500; Coisssson Elda Angrogna 1.000;
Garro Ilmes, Pinerolo 1.000,
Peyrot Elio, Luserna S. Giovanni 1.000; Bertoli
Giulia, Prarostino 1.000; Forneron Silvia, Prarostino 2.000; N.N., Prarostino 5.000; Baret Peyrot Albertina, Pomaretto 1.000; Tron Eugenio,
Torino 1.000; Gullino Giulia, Pianezza 500;
'' Prassuit Camilla ved. Aversa, Chiavar! 1.000;
Lodi Laura, Luserna S. Giovanni 1.000,
Cozzi Sergio, Trieste 1.000; Rivoir Alma, Bergamo 2.000; Platania Angelo, Pisa l.OQO; Bufalo Olindo Noceto 1.000; Di Gennaro Anna, Frali 1.000; Grill Ale^o Luigi, Pyali 500; Germana! Repal;a S. Germano Chisone 2.000; Beux
Tullio, 'Torre Pellice 1.500;. Giorgi Eco,-, Pisa
2.000;-Olivero Femsuido, VillastelÌone 1.000.
Grazie! ' (continua)
Dispense bibliclie
5 « Valli offde.. jim >S?rv|2w| importanti
a tutti gli sfiulentì evangèlici itidìani : quella
di iavi^are lorp,-?ue digiepse ; 4^;j,Coìrsi, .biblici
chei) y.fngp«® d^ti nqiie aj^tre. Spuole-Mfldip di
p’orrpj.^pUice,, e, ; (li PomaretLo: ^CoRe^a, ,9,; .Scuola
Latina)<u'ÌiratÌasL, come rk^ifstoijdafi*; fanfighe,
Ili i?tTu*iope biblica, (lomplrasivaipeptc un 25-30
ìeziam;qggifaflm>,,jpetà per qHcdfin^tr«,^^^ i., ‘
i (ju^9.)Siervieipjè grajt^to f.qj^frfiterpo^^^emd
lutt^ia* .grati,tutti yorfgggqjrimb^Wìrsi li
fepe^, p^rfi4i-f)9: P®S
■patore.,-;«^.,,;.,,y.^ ,, • tia .ST03.A
«‘fi. : gfi i?
pediatamente il loro indlrizzq,,«.^.)^ ^alijf.jNo
pre » - 10066 Torre Pellice (Tormo).
Doni per l’Asilo
di Luserna San Govanni
Doni pervenuti nel mese dì dicembre 1975:
Albarin Emilia ved. Peyrot, in mem. dei miei
cari (T. P.) 30.000; Alda Toselli-Albarin 25.000;
Adriana Albarin 25.000; Priotto Virginia 10.000;
Malan-Long Lina, in mem dei miei cari 15.000;
Jallà Bruno e Albina, in mem. del Pastore Jahier 10.000; Meynet Mario e Albina 10.000;
Bastia Maria, in mem. della sorèlla Caterina Bellion 10.000; Bertalot Ada in mem. del Pastore
Jahier 10.000; Paolo e Elisa Gay (Chiavari)
5.000; Enricoe Enrichetta Fenouil, in mem. di
Irma Long-Bouchard (To) 1.500; Camberini Rosa (Livorno) 4.000; Hugon Bianca e Rino 20.000;
in mem. di Lequio Irene-Rocca, il tnarito IQO
mila; Vreni, e Roberto Hilficher (To) 50.0,008;
fiori in,mem-, di Enrichetta-Danna fu Revel, gli
ospiti ed il personale dell’Asilo 30.000.
Allio;Ayassot Eniilia, in mem. di Rolwrtp Albo 50.000, Margherita Besson ved,. Colombo
5.000; .Unione Femminile di San Remo Sfi-POO;
Aldo, in mem; della madrina Enrichetta, Sappe
lO.OpÓ; ..À.IÌ.A;, in,!mqtn- di , Renalo .^erfin
20.{)0p;,.p^eÌè,,,Luca e Fabrizio, in,mena,)d^ba
cara zia;Cipng jÒ.IJlOÒ.; Middalena ,c Iyonnè .4Jr
bo '50.p(^;. !^infio^vÀlhanin e f^unUllia .SjÓ.Ópp,;
J8bà^ertplet,,lifec^la Rich^d AdSp,-'?
. g^nèa.Ìp.QpP;,ìRa'<e),J^tà,, in ^Aàutq.Jqf«
8
8
16 febbraio 1976
VALLE DEL BELICE
Terremoto : otto anni dopo
Da otto anni, nella ricorrenza del 15
gennaio, il terremoto del 1968 ohe tante
rovine provocò nella Sicilia Occidentale,
ritorna alla ribalta della pubblica opinione in tutta la sua dolorosa realtà, come
se si ripetesise ad ogni scadenza o si prolungasse nel tempo.
Quest’anno le popolazioni della valle
sono giunte al colmo della loro esasperazione. È scoppiato improvvisamente lo
scandalo dei 350 miliardi sprecati in una
ricostruzione che ha dato la più desolante
dimostrazione, aH’italiana, dello sperpero
del danaro del pubblico erario, ma anche
di ruberia, di incompetenza, di speculazione 'Sulla sofferenza e la disperazione di
una popolazione che la notte del 15 gennaio 1968, ha pagato un così doloroso tributo coi suoi 500 morti, centinaia di feriti,
85.000 persone senza tetto, 6 paesi rasi al
suolo, incalcolabili danni airagricoltura e
all’economia della valle. Per gli speculatori, la Valle del Belice è diventata una
miniera d’oro, il terremoto una occasione
per arricchirsi. Intanto la ricostruzione è
rimasta solo in progettazione. Sono state
eseguite opere grandiose, di urbanizzazione primaria e secondaria, ma quando
si è giunti al dunque, cioè alla costruzione delle case... « non ci sono più soldi » è
stato detto. La conclusione è che intere
famiglie vivono, da quando uscirono dalla loro casa in rovina, in misere anguste
baracche, di pochi metri quadrati, con
una sola stanza, le quali, per di più, ora
sono marcite e cadono a pezzi. In queste
baracche i vecchi muoiono senza aver più
riavuta ima casa di civile abitazione e i
fanciulli nascono e crescono con una speranza sempre incerta e lontana di abitare in una casa vera. Ma queste coste che
stiamo dicendo sono ormai note a tutti,
perché la stampa, la Rai-TV ne hanno ampiamente parlato forse a consolazione dei
terremotati, che dovranno tuttavia aspettare per chi sa ancora quanti anni (si
parla di costruire intanto delle nuove baracche, per fare più presto!) e a giustiffcazione delle lentezze burocratiche e di
inevitabili rinvìi dovuti a nuove progettazioni, varianti, nuovi finanziamenti. Vorremmo fare solo alcune osservazioni.
E strano davvero che alcuni dei componenti della Commissione Parlamentare
dei LL.PP., pur essendo il loro luogo di
origine non lontano dalle zone devastate
dal terremoto, abbiano dimostrato di cadere dalle nuvole quando hanno constatato, in questi giorni, che le case non ci
sono davvero, che i paesi non sono stati
ricostruiti davvero e Che le rovine non
sono state davvero ancora nteppure rimosse dal giorno del terremoto. È possibile
che durante questi lunghi anni, come cittadini e quanto meno come parlamentari,
essi non abbiano sentito di doversi recare
sui luoghi devastati dal terremoto per
prendere contatto con una popolazione
che tanto ha sofferto, e che li aveva eletti
perché si rendessero interpreti delle loro
necessità! Evidentemente la loro promozione di parlamentari a Montecitorio li
ha estraniati da una realtà oramai così
lontana.
Dopo la Commissione Parlamentare, anche le autorità religiose si sono mosse.
Il cardinalte arcivescovo di Palermo si è
recato nei paesi terremotati, ha celebrato
la messa nella cattedrale di Poggioreale,
ha pregato per i morti e per i Advi, ha
avuto parole di fuoco contro i responsabili di tanta incuria, ha invitato il popolo
alla l'esistenza e alla lotta onde il loro diritto alla casa sia riconosciuto non solo a
parole.
Non possiamo tuttavia fare a meno di
osservare che 'se questi interventi ¡fossero stati più tempestivi, se la causa dei
terremotati fosse stata fatta propria da
Comitato di Rodaziono: Eruno BelMon, Valdo BenecchI, Gustavo Bouchard, Niso De
Michelis, Ermanno Genre, Roberto Peyrot,
Paolo Ricca, Giampaolo Ricco, Bruno Rostagno, Giorgio Toum, Tullio Viola.
Direttore : GIORGIO TOURN
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Autorizr Tribunale di Pinerolo N. 176
25 marze 1960
8 luglio 1960
Coep. Tipografica Subalpina - Torre P»H>r*
chi aveva tutta l’autorità e il potere di
farlo, forse si sarebbe potuto evitare uno
scandalo di così gravi proporzioni e sarebbe stato impedito il perdurare di tante
sofferenze.
Ci sia consentito ricordare che una piccola minoranza evangelica non mancò di
dare, a suo tempo, il suo modesto contributo di amore e di solidarietà umana e
cristiana, non solo soccorrendo le popolazioni terremotate con interventi di emergenza, ma anche con la costruzione del
Villaggio Speranza, nel comune di Vita.
La realizzazione di questo progetto, come
si ricorderà, incontrò non poche difficoltà
e quando l’opera era stata felicemente
portata a compimento, gli addetti alla costruzione volevano cominciare, smembrando il villaggio per il passaggio di una
strada, esattamente come si vuole fare
ora a Riesi a grave danno del Servizio
Cristiano.
Vogliamo ricordare queste cose, che
ormai per noi appartengono al passato,
non solo per assicurare i nostri amici che
hanno collaborato e contribuito alla realizzazione di questo progetto, che il villaggio continua ad ospitare famiglie terremotate, che le case prefabbricate sono a
tutt’oggi in perfetto stato di conservazione. A loro conforto desideriamo dire qualcosa di più e che è oramai acquisito nella
convinzione di molti. Il villaggio Speranza è stato un segno, una indicazione, uno
stimolo o se vogliamo una « provocazione » per lo sviluppo di iniziative e di interventi più massicci e tempestivi, di cui
hanno beneficato larghi strati della popolazione, soprattutto nel comune di Vita
in cui per altro le distruzioni, provocate
dal terremoto, 'sono state meno gravi che
altrove. Scrive infatti il Giornale di Sicilia, in data 17.1.76: « È cosa strana. Vita
è runico dei paesi distrutti dal terremoto
in cui la ricostruzione ha marciato bene ».
P. V. Panasela
AGRIGENTO
Abbiamo ricevuto notizia che degli sconosciuti
haiiuo imbrattato con delle scritte naziste la facciata della chiesa valdese di Agrigento. Le scritte riportano motti dell’epoca nazista tipo : « Gott
mit uns » (Dio con noi) « Sieg heil » (vittoria).
Il locale di culto valdese è stato l’unico nella città ad essere colpito dalle scritte inneggianti all’odio e alla violenza. La Sicilia, che in certi luoghi è ancora feudo tradizionale del MSI-Destra
nazionale, pullula nelle grandi città di questa
’’teppaglia” che imbratta i muri con le bombolette ’’spray” scrivendo motti del fascismo. Questa
volta è toccato alla chiesa valdese (tempo fa a
Bologna era successo alla chiesa metodista). Pubblicheremo prossimamente una corrispondenza
del pastore locale su questi fatti con una riflessione più ampia.
la settimana internazionale
a cura di tullio viola
PERCHÉ ISRAELE NON S’È MOSSO?
ic I dirigenti israeliani ritengono che
il « Libano cristiano » sia morto. Il generale Dayan ha detto testualmente: « Sta
per nascere un nuovo Libano in cui i musulmani avranno un'influenza preponderante come nel resto del mondo arabo ».
Ciò sgnifica che la tregua attualmente ottenuta, basata .su una spartizione del potere a metà fra cristiani e musulmani, sia
solo una sistemazione provvisoria. Non
che i combattimenti debbano, un giorno
o l’altro riprendere: non necessariamente,
anzi probabilmente le cose si sistemeranno, definitivamente e a poco a poco, senz’altro spargimento di sangue. « Il Libano
sarà digerito dalla sua maggioranza musulmana », precisa il generale Dayan.
Ma come si spiega che Israele non è
intervenuto, mentre è intervenuta invece
la Siria, con aiuti militari aH’AL'P ( = Esercito di liberazione palestinese)? Eppure il
ministro della difesa israeliano, Shimon
Peres, aveva avvertito che « ogni intervento siriano, qualunque ne fosse il motivo, (...) verrebbe considerato come una
invasione: noi saremmo obbligati a studiare le contromisure da prendere » (v. il
nostro articolo su « La Luce » del 23.1.’76).
Fondo di solidarietà
Pubblichiamo qui sotto un nuovo elenco di sottoscrizioni pervenuteci. Come
molti lettori ricorderanno, attualmente le
offerte sono rispettivamente destinate alla siccità del Sahel, al Programma di lotta al razzismo e al « riso per il Vietnam ».
Per quanto riguarda quest’ultima iniziativa, il pastore Tullio Vinay si è nuovamente recato in Vietnam ed attendiamo
di avere ulteriori notizie da lui direttamente.
Ecco intanto l’elenco aggiornato:
G. Grillo (due vera.) L. 10.000; E. Goteri
5.000; amici di Torre P. 30.000; E. Uragano
10.000; Chiesa valdese Venezia (2° vers.) 52.500;
C. Gilento 5.000; P. Corbo (tre vers.) 10.000;
N.'N. 10.000; Maglif. Corongi 5.000; Inno 129
(due vers.) 10.000; Ecclesiaste 11/1 10.000;
N.N. con simpatia (tre vers.) 45.000; M. Jon
Scotta 5.000; S. C. 50.000; M. e E. Bein (due
vers.) 20.000; Comunità Torre P. (2° vers.)
17.500; C. Peyrot 10.000; G. Laetsch 5.000; O.
Bufalo 10.000; G. Anziani 10.000; E. Ricca Paschetto 1.500; E. e P. Roman 1.000; Precatechismo Appiotti 12.500; G. Conti 10.000; L.
Stringai 5.000; E. Mandò 10.000; scuola dom.
Villar Perosa 10.000; Comunità valdese Bari
58.000; Unione femm. Reggio C. 30.000; A. e L.
Puzzanghera in mem. Gigetto Di Legami 10.000;
N.N. 2.000; A. Martines 10.000; L. Trieano
5.000; Unione femm. Felonica Po 15.000.
Totale L. 520.000; prec. L.297.743; in cassa
L. 817.743.
Come di consueto, 'le offerte vanno inviate al conto corrente postale N. 2139878
intestato a Roberto Peyrot, corso Moncatieri 70, Torino, indicando la causale del
versamento.
I cristiani possedevano nel Libano un’indiscussa superiorità militare, né è da pensare che l’ALP, che cominciò a muoversi
solo dopo l’intervento diplomatico di Damasco, abbia potuto disporre d’una rilevante forza d’urto. Perché dunque, dopo
pc«hi giorni soltanto, il comando cristiano ha capitolato davanti alle esigenze
di Damasco ed ha accettato la tregua imposta dai siriani?
La risposta è nella valutazione della politica americana di riawicinamento al
mondo arabo, compresa la Siria, e nel
conseguente veto imposto dagli USA ad
Israele, a meno d’una minaccia diretta al
territorio d’Israele. Ma Damasco ha agito
con grande prudenza e spirito realistico,
spalleggiata e guidata da Mosca. L’intervento delTALP (leggi: fedain) è stato dapprima circospetto e appena sensibile. Solo alcuni giorni più tardi, quando è risultato chiaro che Israele non reagiva, ma
faceva di tutto per minimizzare i fatti, il
pronunciamento siriano s’è fatto energico
ed esplicito (15.000 uomini scesi direttamente in campo) e il comando cristiano
nel Libano ha capito e isi è arreso.
QUELLI NON DOVREBBERO
PIU’ FARE I MINISTRI...
•;|r Mentre gl’italiani apprendono allibiti che alte personalità dello Stato sono
coinvolte nelle corruzioni promosse dalla
CIA ( = Central Intelligence Agency, la
massima organizzazione spionistica del
governo americano in tutto il mondo) allo
scopo di sovvertire le loro strutture politiche, e si domandano angosciati: « Se è
proprio vero che dei ministri hanno preso
denaro da quelTorganizzazione, continueranno ancora a fare i ministri? », vediamo molto brevemente come si sono regolati altri stati occidentali in situazioni
analoghe, se pure assai meno gravi.
In Inghilterra un sottosegretario al
Commercio Estero, John Belker, venne
espulso dal governo e costretto a lasciare
il Parlamento, per aver accettato una cassetta di whisky da parte di una società
che chiedeva una licenza di esportazione;
e un ministro, John Profumo, fu destituito « non per aver avuto come amante, in
condominio con una spia russa, Cristine
Keeler, ma per averlo negato di fronte
alla Camera: cioè per aver mentito nell’esercizio delle sue funzioni pubbliche.
Infine in USA le dimissioni di Nixon, del
suo vice Agnew, a seguito del Watergate,
e tutto quello che sta accadendo tra il
Congresso e la Casa Bianca, dimostrano
che vale più la volontà politica e civile di
applicare le leggi, punendo chi le ha infrante, che il formalismo della loro perfezione giuridica ».
Siamo d’accordo con S. Gatti ed F. Giustolfsi, dal cui articolo (su « L’Espresso »
delT8.2.’76) abbiamo tolto queste notizie.
Giustissima la valutazione finale. Gli antichi romani, che s’intendevano di giurisprudenza, dicevano: « Corruptissimae
reipublicae plurimae leges ». (A una società molto corrotta convengono moltissime leggi).
CANDIA CANAVESE
Convegno sul
problema
palestinese
Con la presenza piccola ma estremamente qualificata di membri del MCP, (Movimento Cristiano per la Pace) provenienti dairitalia, Francia,
Svizzera, Germania, Belgio e Inghilterra si è
svolto a Candia Canavese (Piemonte) un incontro
europeo sul conflitto del Medio Oriente.
La presenza al convegno di uomini direttamente impegnati nella parte araba e nella parte
isrieliana ha dato al dibattito i toni di una estrema vivezza e ha costituito per i partecipanti una
situazione di ’’pathos” emotivo profondissimo.
Il convegno di Candia non è stato un fatto
estemporaneo nella storia del MCP, ma un’ulteriore occasione che il movimento si è dato per conoscere così a fondo le cose da poter confrontare
la propria opzione socialista e nonviolenta con la
realtà sanguinante del dramma palestinese e per
intervenire.
Un convegno dunque ehe non aveva tanta finalità operativa quanto conoscitiva. Ciò nonostante il convegno ha fatto sostanzialmente proprie alcune raccomandazioni pratiche già precedentemente emerse al suo interno e pur non essendo stato votato in modo formale ha destato
pieno appoggio la proposta fatta al MCP dalle
2 internazionali nonviolente (IFOR e WRI a
cui corrispondono in Italia il MIR e il Movimento Nonviolento) per una campagna internazionale
nonviolenta di sostegno agli abitanti di IQRIT e
di KAFR BIR’IM.
Iqrit e Kafr bir’im sono due paesini (che contavano rispettivamente 500 e 950 abitati) dell’Alta Galilea, a 2 chilometri dalla frontiera libanese. Gli abitanti furono estromessi dalle forze
israeliane il 31/10/48 e impediti a rientrare per
a ragioni di sicurezza ». Fino a oggi hanno strenuamente persistito nel rivendicatore il ritorno ai
loro villaggi sempre usando per ragioni pratiche
e morali, tecniche non violente. Nel corso di
queste lotte hanno attirato l’attenzione di un numero considerevole di persone e la simpatia della
sinistra e dell’ala liberale di Israele.
MIR e WRI propongono: Nei mesi di agosto
e settembre ’76 un gruppo di 25 persone di nazionalità diversa va in Israele.
Questo gruppo lavora alla ricostruzione dei due
villaggi dove sarà raggiunto da palestinesi ed
ebrei in numero uguale. È possibile che il governo di Israele si opponga a questa azione, si richiedono perciò persone già sperimentate sul terreno della nonviolenza perché l’eventuale opposizione non sarà elusa ma affrontata il che dovrà
aumentare la pressione sulla opinione pubblica al
fine di ottenere il riconoscimento dei diritti umani dei palestinesi.
Chi è interessato per maggiori informazioni si
rivolga al MCP, Via Rattazzi 24 - 00185 Roma Tel. 734430. (da Satyagraha)
Ma c’è ancora
chi aspetta
(segue da pag. 4)
tista, riti, cerimonie, coreografie, che
hanno però il vantaggio di non contrastare la politica statale e producono anzi
buoni e ubbidienti cittadini.
Ricordiamo, credo, ancora tutti l’atteggiamento della chiesa ortodossa russa e
dell’Unione battista quando, in occasione
dell’invasione della Cecoslovacchia, hanno giustificato o quanto meno minimizzato l’azione dell’Unione sovietica. Ed è dei
giorni scorsi, all’Assemblea di Nairobi il
rifiuto del metropolita russo ortodosso
di votare il monito ai governi di rispettare gli accordi di Helsinki (sottoscritti
anche dall’URSS) sulla libertà religiosa,
di fede e di culto, e cui contatti interecclesiastici.
D’altra parte, non si verifica un po’ in
Italia il fenomeno uguale e contrario?
Qui la repressione è esercitata direttamente dalle alte gerarchie della Chiesa
cattolica, a volte aiutata anche dal « braccio secolare » dello Stato (processi e preti
per vilipendio; ecc.). Non è forse storia
recente e tutt’ora vissuta dalla comunità
cattolica la definitiva denuncia da parte
della Chiesa dell’ideologia socialista, unita alla massima « comprensione » e collaborazione col partito di governo? Non è
forse di tutti i giorni l’emarginazione o la
messa al bando dei vari Franzoni, Girardi, Lutte e tanti altri, o la sconfessione
dei « cristiani per il socialismo » o di certi
preti-operai o l’allontanamento da scuole
cattoliche di insegnanti « concubini »?
Come faceva già notare Giovanni Miegge nel suo « Sommario di storia del cristianesimo » vi è, un certo parallelismo fra
l’atteggiamento della Chiesa cattolica nei
riguardi del comunismo e quello anticapitalistico, anti occidentale del patriarcato di Mosca : la secolare antitesi fra Chiesa orientale e occidentale, ambedue legate ai poteri locali, si ripete sullo sfondo di
un contrasto politico e ideologico.