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Anno 117 - N. 3
16 gennaio 1981 - L. 300
Spedizione in abbonamento postale
Gruppo bÌs/7C
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delie valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
INTERVISTA AL MODERATORE BOUCHARD
9 puntM
di vista
Sequestro d’Urso: « nessuno,
mentre scriviamo, può dire
con certezza, come finirà questa
tragedia che scuote da un mese
l’intero Paese. L’ultimo dilemma,
a cui è appeso il filo della vita
di d’Urso, è: pubblicare o non
pubblicare i proclami dei brigatisti detenuti nelle carceri di Palmi e di Trani? Alcuni giornali che
precedentemente, a proposito
dello « scoop » dell’Espresso, si
erano schierati per una piena, incondizionata libertà di stampa,
ostentando il principio che le
Brigate rosse non si moltiplicano
certamente pubblicando i loro
proclami e che comunque la gente non è imbecille perché, anche
se legge i « diktat » delle bande
armate, sa anche giudicare con
cognizione di eausa, oggi nonostante queste argomentazioni,
hanno tirato giù la saracinesca
con due sole eccezioni.
La divisione che il rapimento
d’Urso ha provocato prima in
Parlamento, si ripropone tra gli
organi d’informazione. C’è chi
pubblica parte dei proclami, accogliendo il ricatto, e chi non li
pubblica. Certo è in gioco la vita
di un uomo. Il ricatto è atroce.
Ma cedere a questo ricatto significa dare il via ad altre azioni
sanguinose di cui i brigatisti fanno chiara menzione nei loro messaggi di morte.
In questi giorni abbiamo assistito ad una « escalation » senza
precedenti nella storia recente
del terrorismo, sino al punto di
sapere che l’assemblea brigatista
si raduna in carcere per emettere sentenze e consegnarle poi a
parlamentari in visita esigendone — pena la vita di d’Urso —
l’immediata pubblicazione. Emerge così un’altra, una nuova, divisione nell’ambito del carcere:
tra i prigionieri di serie A e quelli di serie B. Tra quelli che riuniti in assemblea possono diffondere dal « carcere speciale » bollettini di guerra (ma l’apologia
di reato non è più crimine perseguibile?) e chi ha rubato un melone alla Standa e aspetta il processo. Il governo, parliamo franco, ha ceduto su troppi punti:
dall’Asinara alle assemblee earcerarie. Troppi cedimenti e tutti
in un colpo solo che danno adito
ad una sorta di legittimazione
del partito armato il quale spin,ge ormai il suo ricatto a latitudini sino a ieri impensabili. Chi
sperava che questo governo conquistasse, di fronte al partito armato, una sua compattezza ha
dovuto ricredersi.
Al di là delle dichiarazioni uffidali di « fermezza », di intransigenza, di « tenuta » si ha l’impressione che chi oggi guida il
Paese non abbia messo sufficientemente a frutto l’esperienza del
delitto Moro. Se si scavalca la
legalità per aprire nuovi spazi a
manovre tortuose, a necessarie
differenziazioni dovute all’emergenza, s’insinua il dubbio che domani vincerà chi ha più forza
nell’intimidire e nell’uccidere.
Uno Stato forte, democratico,
radicato tra le masse: questo è
quello che temono i brigatisti
mentre il deteriorarsi del tessuto
morale-politico, le divisioni all’intemo delle istituzioni, la mancanza di prospettiva sono gli obiettivì immediati del loro tragico disegno. A maggior ragione
la battaglia per la democrazia,
per l’applicazione di una legalità uguale per tutti dovrà anch’essa intensificarsi se vogliamo —
tutti insieme — risalire la china
su cui stiamo scivolando.
Giuseppe Platone
L’impegno delle nostre chiese
tra il presente e il futuro
Un invito alle chiese a centrare sul tema (Dell’Intesa le manifestazioni (del 17 febbraio - Discusso il potenziamento (delI’Eco-Luce - La mancanza di pastori è un freno per la nostra azione
Il moderatore Giorgio Bouchard, dopo le recenti sedute della
Tavola valdese e in connessione con la circolare che viene diffusa in
questi giorni alle chiese, ha accettato di fare il punto della situazione per i lettori dell’Eco-Luce.
— Come valuti l’attuale momento della vita delle nostre
chiese?
— Lo vedo in relazione all’avvenimento più saliente delle ultime settimane: il terremoto. Le
comunità valdesi, metodiste, « libere », battiste, ecc. presenti nella zona si sono subito trovate in
prima fila, anche se talvolta pesantemente colpite nelle loro cose e nei loro affetti. Da tutta l’Italia fin dalle prime ore si è manifestato un vasto volontariato
che, se non ha potuto ovviare alle gravi carenze organizzative
dello stato, ha pur portato un
segno di speranza e una nota di
rischio personale che non verrà
facilmente dimenticato. Nel giro
di poche settimane le nostre
chiese locali hanno raccolto somme ingenti, che dimostrano una
capacità d’impegno forse insospettata: anche per delle amministrazioni ecclesiastiche sempre
ossessionate dal problema di far
quadrare il bilancio (peggio della
quadratura del cerchio!), questo
è un fatto incoraggiante che merita di essere segnalato a tutti i
fratelli, anche se la gloria spetta a Dio solo. Ma Timpegno non
riguarda solo il presente. È chiaro che siamo di fronte ad un lavoro di lungo respiro che ci impegnerà per anni; nel quadro
dell’opera intrapresa dalla Federazione, il nostro non è solo un
atto di solidarietà, è anche una
opera di testimonianza; non è solo opera di ricostruzione, deve
anche essere stimolo di rinnovamento, proprio nel momento in
cui il paese affronta per la prima volta di petto la « questione
morale ».
Solidarietà con
il Rio de la Piata
— Intanto, per il futuro più
immediato, siamo ormai vicini
al 17 febbraio, cosa prevede la
Tavola per questa data?
— Anzitutto abbiamo un preciso mandato sinodale che invita
le chiese valdesi in Italia a sostenere quelle del Rio de la Piata
dedicando loro la colletta del
culto del 17 febbraio, e invita le
chiese metodiste e l’OPCEMI ad
associarsi a questa iniziativa
(24/SI/80).
Questa forma di solidarietà si
inquadra in una più vasta azione
di sostegno condotta dalla Tavola su indicazione del citato atto
sinodale: inclusione del Rio de
la Piata nelle finalità di aiuto
proposte ai comitati esteri,
scambio tra le due aree (soggiorno in Italia per un anno del prof.
Marcelo Dalmas e semestre del
pastore Eugenio Rivoir nel Rio
de la Piata).
"E’ chiaro che
siamo di fronte ad
un lavoro di lungo
respiro che ci
impegnerà per anni".
Nella foto
l’edificio dove si
trovava il locale di
culto ad Avellino.
(Foto F. Sommani).
Accanto a questo impegno per
le chiese sudamericane, la Tavola propone un secondo contenuto molto impegnativo per la settimana del 17 febbraio. A seguito
della consultazione con circuiti
e distretti che ha avuto luogo a
Ecumene il 3-4 gennaio, la Tavola propone di dedicare la settimana che va dal 15 al 22 febbraio
ad una mobilitazione di tutte le
ECCLESIASTE 11: 1-8
Getta il tuo pane sulle acque
Calcola bene i costi e i rischi
dell'impresa. Bada al vento, guarda le nuvole... Il calcolo dei rischi e la previsione dei risultati,
la prudenza e la programmazione, tutte cose che ci sono molto
familiari, sembrano rispecchiarsi
in modo molto attuale nella predicazione « da ragioniere » delVEcclesiaste. Eppure queste indicazioni di prudente saggezza,
che è propria della mentalità di
questo autore, .sono soverchiate
da altre indicazioni ben diverse:
« getta il tuo pane... fin dal mattino semina la tua semenza e la
sera non dar posa alle tue mani ». L’alternativa allo spirito da
ragioniere non è il fatalismo, la
passività. Gettare il pane e seminare la semenz.a significa non
essere a mani vuote. Pensiamo
alla nostra preparazione biblica,
ai nostri programmi di lavoro,
ai nostri progetti di evangelizzazione: gettare il pane e seminare
la semenza significa indicare alle
persone e alla società l'urgenza
del vivere con mentalità nuova,
con la coscienza rinnovata di chi
vive ogni giorno del perdono e
della grazia di Dio, di chi vive
nella gioia che suscitano i segni
della sua benedizione.
Ma in particolare la parola sul
pane gettato illumina un aspetto
profondamente evangelico che
deve avere la nostra testimonianza. « Getta il tuo pane... tu non
sai quale dei due lavori riuscirà
meglio: se questo o quello o se
ambedue saranno buoni ». E’ il
massimo che si possa dire sulla
incertezza del nostro impegno,
che pure ci è chie.sto, dei nostri
programmi di lavoro, che pure
devono essere formulati, del nostro slancio evangelistico^ che
pure deve essere espresso con
tutti i mezzi più idonei. Fare come se tutto dipendesse da noi,
non lasciar nulla di intentato, ma
ricordandoci pur sempre che tutto dipende da Dio.
« Getta il tuo pane sulle acque ». Non pane spedito su sicure navi mercantili che lo portano a destinazione: pane gettato.
E' assurdo, è uno spreco, non è
un buon investimento, è un’operazione imprudente. Ma bisogna
farlo. Bisogna testimoniare l’Evangelo anche se non si hanno
garanzie di successo, anzi, anche
se esso sembra proprio destinato a disperdersi.
«Tu non sai... se .saranno
ugualmente buoni » perché « non
conosci l’opera di Dio ». Noi programmiamo la nostra attività
ma non possiamo programmare
l'opera di Dio. Di questa Egli è
e resta il solo soggetto. Il rinnovamento, la conversione, la salvezza, continuano a dipendere
dalla Parola di Dio e non dai nostri programmi e dal nostro lavoro. Il nostro lavoro non ha un
potere di mercato nei confronti
della Parola di Dio né imprime
ad essa alcun automatismo. Essa
è libera e sovrana e tale continua
ad essere.
E qui la domanda più logica
che possiamo rivolgere alla Bibbia è questa: a che serve il nostro impegno, la nostra predicazione, la nostra testimonianza, la
nostra evangelizzazione? Questo
brano dell’Ecclesiaste risponde:
se pensate che tutto questo di
per sé .salvi, vi dico che è tutto
inutile. Quello che voi fate non
ha neppure come contropartita
una risposta sicura da parte di
Dio. Non conoscete come Dio intende condurre la sua opera. Il
nostro senso dell’investimento, i
calcoli o le previsioni sulla strada che seguirà la Parola di Dio,
tutto questo salta. «Getta il tuo
pane sulle acque... non sai quale
dei due lavori riuscirà meglio ».
L’evangelista esprimerà questi
stessi concetti con altre parole:
Valdo Beneccbi
(continua a pag. 10)
nostre chiese sul tema dell’Intesa tra stato e chiese valdesi e
metodiste — che da tre anni attende invano una presa di posizione del governo — organizzando ovunque manifestazioni pubbliche e dando a queste iniziative la massima pubblicità possibile. La Tavola ha accolto la proposta di diffondere a livello nazionale un manifesto, attualmente in preparazione, che unifichi
tutte le iniziative e permetta al
loro insieme di avere una risonanza globale (per i dettagli di
questa proposta vedi articolo a
p. 2, n.d.r).
Mobilitazione
sull’Intesa
— È stato detto e ripetuto che
la questione dell’Intesa non riguarda semplicemente una piccola minoranza.
— Appunto: vogliamo cogliere
l’occasione della nostra « settimana della libertà » per precisare che la battaglia che conduciamo ormai da 35 anni perché siano riconosciuti quei diritti di libertà che attendono di
essere attuati tramite lo strumento costituzionale dell’Intesa,
la combattiamo non solo per noi
ma per tutti gli italiani. Attuare
la Costituzione, anche solo in un
articolo, significa approfondire la
democrazia. Proprio in quest’ora
triste in cui la libertà e la democrazia sono minacciate, noi vogliamo dire a tutti che solo aumentando la libertà, il pluralismo, la partecipazione, si salva
la democrazia, si affronta degnamente la questione morale, si supera la crisi del paese. E in questa battaglia morale per la salvezza del paese noi riteniamo
che le nostre chiese abbiano una
parte da svolgere nel rispetto
dell’Evangelo e del suo significato per ogni natura umana.
a cura di F. Giampiccoli
(continua a pag. 10)
2
16 gennaio 1981
DECISIONI DELLA TAVOLA IN VISTA DEL 17 FEBBRAIO
Promuovere in tutta l’Italia
manifestazioni sull’Intesa
Con notevole flessibilità la Tavola valdese ha accettato di modificare in parte il suo progetto
a seguito della discussione che
ha avuto luogo nel corso della
consultazione con i rappresentanti di circuiti e distretti riuniti ad Ecumene il 3-4 gennaio.
E’ segno che questi incontri periodici non sono espressione di
dirigismo o di inutile pletoricità
organizzativa, ma sono ormai
parte integrante di una articonella responsabilità della vita delle chiese.
Una trentina di rappresentanti delle « strutture intermedie »
(ma per le Valli valdesi l’invito
è stato rivolto soltanto al presidente della Commissione distrettuale, con una limitazione che
non aiuta certo a collegare le
Valli al resto della chiesa), oltre
che deirOPCEMI e della Facoltà di teologia, avevano sul tavolo lo stallo ormai triennale dell’Intesa raggiunta ma non firmata dal governo: il mandato
sinodale invitava infatti la Tavola a persistere « in ogni azione
idonea a conseguire la sollecita
conclusione dell’intesa» (25/SI/
80). Nella discussione, alla proposta della Tavola è stata anteposta (non sostituita) un’altra
forma di iniziativa che si ponesse come finalità non solo la pressione sul governo ma anche la
sensibilizzazione della opinione
pubblica. La Tavola ha così fatto
propria l’idea di preparare un
manifesto e di offrirlo alle chiese
per una sua diffusione (affissione murale -f volantini) da Pachino a Sondrio e da Prali a Trieste, sollecitando le chiese a collegare questa diffusione ad ogni
genere di manifestazioni pubbliche da organizzarsi nel tempo e
nello spirito del 17 febbraio, la
data che è simbolo di libertà religiosa, un bene inestimabile non
solo per le minoranze ma per
tutti.
Dal 14 al 22 febbraio gli italiani avranno dunque sotto gli occhi — scritto sui muri accanto
ai manifesti pubblicitari, esposto nei notiziari delle radio e televisioni private, stampato negli
articoli dei giornali locali meno
chiusi, espresso in conferenze
svolte tra cento altre iniziative
culturali — un modo diverso di
essere chiesa nella società civile,
fondato sull’uguaglianza e la li
H Hanno collaborato a questo
numero: Domenico Abate,
Bruno Costabel, Ivana Costabel, Franco Davite, Dino Gardiol, Ermanno Geme, Vera
Long, Lidia Longo Gardiol,
Lio Rosario Andrea, Luigi
Marchetti, Edi Morini, Lucilla Peyrot, Italo Pons, Aldo
Rutigliano, Eugenio Strettì,
Franco Taglierò, Giorgio
Tourn, Bruno Rostagno.
bertà, anziché sul privilegio e
sul paternalismo spirituale. Se
ne accorgeranno? Non ne abbiarno la minima garanzia, ma abbiamo la persuasione che a noi
competa fare tutto quanto è in
noi nello spirito della riflessione
biblica che pubblichiamo questa
settimana.
Corrispondenti
di circuito
In precedenza la consultazione
si era occupata del nostro giornale e in particolare del progetto di potenziare l’informazione
dalle chiese mediante la creazione di corrispondenti di circuito
che assicurino il collegamento
tra le molte diramazioni della
nostra dispersione e la redazione. Molti interventi hanno contribuito a chiarire questo progetto sottolineando in particolare
due esigenze ugualmente importanti: che questi corrispondenti
siano inseriti nel tessuto delle
nostre comunità e che abbiano
o ricevano una formazione professionale, Luna cosa senza l’altra essendo insufficiente. I consigli di circuito sono stati perciò sollecitati ad un reperimento
di candidati a questa forma molto importante di collaborazione
cercando soprattutto tra i giovani persone che dispongano di
una certa mobilità nel circuito
e mantenendo il collegamento
con la redazione per un avvio
graduale di questo progetto. Si
tratterà di un aumento non lieve dei costi del giornale (dato
che questo potenziamento per
essere programmato e tempestivo dovrà valersi parecchio del
telefono). Ma è il prezzo indispensabile richiesto perché nel
giro di un paio d’anni le chiese
emergano dalle larghe zone di
ombra che attualmente coprono
gran parte di questo settore del
giornale.
11 pastori in meno
La consultazione ha infine affrontato il tema centrale del
« campo di lavoro ». Un circuito
dopo l'altro, sono sfilate situazioni diverse accomunate da uno
stesso sforzo per far fronte alla
carenza di forze pastorali. Undici pastori in meno è la realtà che
la Tavola è costretta a distribuire nel modo meno ingiusto possibile. Inutile cercare di riassumere. E’ forse più utile riportare
due rilievi emersi l’uno nel corso e l'altro a margine della consultazione.
Il moderatore G. Bouchard:
— Quanta gente mi dice: mandaci un pastore per i nostri figli!
Ma quando dico: perché non
mandi tuo figlio in Facoltà? mi
sento rispondere: si è già iscritto ad archeologia...
Il decano P. Ricca della Facoltà: — Dove sono le chiese? Praticamente tutti gli studenti attualmente in Facoltà sono o figli
di pastori o provenienti dal cattolicesimo: uno solo è « figlio
delle nostre comunità » (delle
Valli).
Due rilievi che non possono
non dare da pensare ai singoli
e alle chiese.
F. G.
ECO-LUCE inchiesta
• A chi si rivolge il nostro
settimanale? Ai membri delle
chiese valdesi e metodiste,
senza dubbio. Ma a quanti altri evangelici? A quanti non
evangelici? Non lo sappiamo.
E sarebbe utile saperlo.
• Cosa pensano i lettori di
questa o quella parte del giornale e dell’insieme? Lettere e
contatti personali ci danno
qualche indizio, ma del tutto
insufficiente.
• Come viene letto e utilizzato il giornale? Quale funzione gli viene attribuita? Chi lo
legge oltre all’abbonato? In
redazione nessuno saprebbe
rispondere a queste domande.
CHIEDIAMO L’AIUTO
DI TUTTI
per rispondere a queste e a
molte altre domande. L’inchiesta tra i lettori dell’Eco-Luce
che parte la settimana prossima con un
IN SERTO-QUESTIONARIO
vuol essere uno strumento
per potenziare e delineare meglio la fisionomia del nostro
giornale. Ma per questo abbiEv
mo bisogno deH’aiuto di tutti.
AGLI ABBONATI
chiediamo di considerare la
risposta al questionario come
un impegno altrettanto importante quanto il rinnovo dell’abbonamento, un’offerta particolare, di tempo e impegno
accanto alle molte che arrivano in denaro, a sostegno del
giornale.
AGLI ALTRI LETTORI
familiari, parenti o amici dell’abbonato che leggono il giornale saltuariamente o regolarmente, chiediamo di compilare ugualmente il questionario
facendo lo sforzo di procurar
si copie supplementari del
questionario (presso la chiesa
locale, o impiegando pochi secondi per richiederle di sera
alla segreteria telefonica della redazione precisando chiaramente numero delle copie,
nome e indirizzo).
ALLE CHIESE
chiediamo di facilitare al massimo l’inchiesta Eco-Luce:
— promuovendo un alto numero di risposte nella chiesa locale;
— mettendo a disposizione copie supplementari del questionario (un quantitativo
è inviato a ogni sovrintendente di circuito);
— rendere possibile a chi lo
desidera la consegna del
questionario compilato tramite la chiesa locale anziché l’invio postale.
Tutte le risposte vanno consegnate o inviate entro il 38
febbraio.
Molte ore di lavoro stanno
per essere investite in questa
inchiesta. Le spenderemo volentieri perché pensiamo ne
valga la pena. Sta a tutti voi
far si che siano ore ben spese!
DALLE CHIESE
Milano: protestantesimo e mondo moderno
E’ ripreso con gennaio un nuovo ciclo di conferenze organizzate dal Centro Culturale Protestante (via F. Sforza 12/A) nel
quadro dell’ormai collaudata iniziativa « Milano per voi » promossa dal Comune. Il tema generale del ciclo è « Protestantesimo e mondo moderno ». Dopo
una prima conferenza del prof.
Ugo Gastaldi su « Protestantesimo e capitalismo », il ciclo prosegue fino a metà febbraio con
questo programma : 17.1 : « Protestantesimo ed etica del lavoro »
(past. Sergio Aquilante); 24.1;
« Protestantesimo e lotte operaie » (prof. Ugo Gastaldi); 31.1:
« I protestanti e la critica biblica » (prof. Sergio Rostagno);
7.2 : « Protestantesimo e demo
crazia» (prof. Giorgio Peyrot);
14.2: « Protestantesimo e ateismo » (past. Angelo Alimonda).
Nell’invitare i membri di chiesa,
amici e conoscenti, a queste conferenze, la circolare della Chiesa valdese di Milano « l’Araldo »
collega il tema del ciclo all’esigenza che la « moralizzazione »
da tante parti invocata, passi per
una profonda conversione che
cresca dal basso e che trasformi
alla base le coscienze. Gli incontri hanno luogo il sabato dalle 17
alla 19.
Per la ricostruzione
NAPOLI — Si è riunito il 31
dicembre la Giunta del Consi
CALABRIA
Incontro giovanile a Bethel
Dal 5 all’8 dicembre si è svolto
a Bethel, centro giovanile Silano, un seminario di formazione
per i gruppi giovanili della Lucania, Puglia, Calabria, Sicilia.
Erano presenti giovani battisti, metodisti e valdesi.
Facendo seguito a E. Genre,
segr. naz. F.G.E.I., che ha illustrato il motivo di questo incontro, M. Berutti ha parlato della
sua decennale esperienza pastorale in Sicilia, analizzando la situazione prima del ’68: anti-cattolicesimo comune che univa le
chiese evangeliche, mancanza di
una chiara linea di evangelizzazione nonché del senso e della
utilità di un’opera sociale. Il ’68,
anno del terremoto e delle rivolte studentesche ed operaie, lo vide impegnato nel problema della ricostruzione della Valle del
Belice. Ricostruzione, morale e
materiale, che sollevò molte discussioni in special modo sulla
evangelizzazione. P. Naso, dando
un quadro storico della F.G.E.I.
dal ’68 ad oggi, ha evidenziato i
punti più importanti emersi nei
cinque congressi nazionali svolti
finora. Ossia il bisogno di riscoprire i veri valori della vita che
erano e sono stati mistificati (vedi Pasolini; le tre M; moglie,
macchina, mestiere). Inoltre la
assunzione di una precisa linea
politica, teorica e pratica, che significhi anche scendere nelle
piazze e quindi partecipare da
protagonisti alla lotta che il proletariato conduce contro il capitalismo. Ciò nòn significa un atteggiamentò neutrale, che finisce
per favorire il più forte, ma al
contrario una scelta di classe e
una partecipazione attiva nella
lotta per il socialismo. Ancora
una volta evidenziata l’importanza dell’evangelizzazione, cosa che
ha suscitato ampie discussioni.
E. Genre ha successivamente
illustrato alcuni metodi e strumenti per la lettura della Bibbia
quali : lettura fondamentalista,
analisi storico-critica, lettura materialista (politica), lettura interclassista, analisi strutturale. Da
ciò è pure emerso che la Bibbia
è poco letta e si è evidenziata, a
questo proposito, l’importanza
dello Spirito Santo.
Da tutti questi argomenti sono
uscite osservazioni che si sono
rilevate interessanti.
Per es. l’evangelizzazione, a
proposito della quale si è fatto
rilevare che se davvero vogliamo
evangelizzare non in astratto,
cioè per formulazioni teoriche o
semplici citazioni bibliche, non è
sufficiente dare un obolo o dire
« Dio ti salverà » ma condividere
nel concreto il vissuto delle persone cui è rivolto il messaggio
evangelico. Solo allora possono
avere dei significati reali opere
che si ritengono luoghi di evangelizzazione. Non è stato superfiuo sottolineare il rischio che
se i cattolici hanno come unico
punto di riferimento il papa, anche in campo evangelico la Bibbia potrebbe diventare un papa
nelle mani di ciascun protestante.
L. R. A.
glio delle Comunità Evangeliche
di Napoli che ha sede in via dei
Cimbri presso la Chiesa valdese
e ha approvato un ordine del
giorno in cui è detto :
« Premesso che la Giunta è a
conoscenza della disponibilità
delle oomunità apostoliche, battiste, dell’Esercito della Salvezza, libere, luterane, metodiste,
valdesi e di eventuali altre comunità evangeliche, ad un comune sforzo per un progetto organico di ricostruzione per la città
di Napoli,
certa di interpretare i sentimenti delle comunità membro,
si dichiara disponibile ed impegnata, secondo le reali possibilità delle Comunità membro, al
progetto promosso dalla Federazione delle Chiese evangeliche in
Italia per Napoli;
ricorda per l’occasione che
compito prioritario delle chiese
cristiane è collaborare con le forze socio-politiche alla ricostruzione della città vigilando aeché
l’opera nelle sue varie fasi sia
fatta secondo criteri di equità e
di solidarietà denunciando le
storture e le deviazioni che in
qualsiasi parte avessero a manifestarsi ».
Visite gradite
FELONICA PO — Gradite visite rompono l’isolamento della
comunità : hanno predicato a Felónica i pastori Edoardo Micol,
Luigi Santini e Antonio Adamo.
Il past. Santini in una conversazione serale ha anche presentato
il terzo volume della « Storia dei
Valdesi» di V. Vinay. L’Istituto
Gould è stato riproposto all’attenzione della comunità in una
serata in cui il direttore Marco
Jourdan ha curato la trasmissione registrata del numero di ’’Protestantesimo” dedicato a questo
istituto a cui la comunità è particolarmente legata.
Uno sforzo per i terremotati è
stato compiuto anche a Felónica
soprattutto dai giovani. La particolarità è data dal fatto che si
è trattato di una iniziativa ecumenica tra cattolici e protestan
ti. Fuor di dubbio la destinazione (« siamo sicuri — è stato detto — che a Casa Materna li useranno per lo scopo per cui li
mandiamo »), gli aiuti sono stati spediti dividendo equamente
le spese di spedizione tra le due
chiese. Il valore di questo fatto
supera certo il valore del materiale inviato.
• Dopo lunghe sofferenze è
deceduta all’età di 85 anni, Irma
Cuoghi vedova Taccini. La comunità di Felonica ha manifestato la sua solidarietà con la
famiglia colpita dal lutto annunciando la speranza cristiana in
occasione del suo funerale.
MILANO
Evangelo
in libertà
Si è costituito presso la Libreria Claudiana (via F. Sforza
12/A) il movimento Evangelo in
libertà che si propone come punto d’incontro libero e informale
per tutti coloro che intendono
approfondire la ricerca sull’essenza del cristianesimo e sulla
possibilità di un confronto attuale con esso, indipendentemente dall’appartenenza o meno ad
una delle chiese cristiane; ponendo la ricerca non come fine
a se stessa ma come stimolo per
una decisione personale. Il movimento, che si raccoglie intorno ad una semplice e chiara confessione di fede centrata su Cristo unico Signore, la Bibbia unica norma di fede e parità e fratellanza come norma di vita, intende favorire la costituzione di
gruppi autonomi che si propongano come attività principale la
conoscenza della concezione biblica della vita e dell’uomo, avvalendosi del metodo storico e
critico. La prospettiva in cui questo lavoro si svolge è l’approdo
ad una esperienza della fede cristiana che sia significativa per
l’uomo del nostro tempo.
3
16 gennaio 1981
FRANCIA: REGIONE PROVENZA COSTA AZZURRA CORSICA
DIBATTITI
Un Sinodo sul lavoro
Il lavoro è stato spesso esaltato, anche nelle sue forme più oppressive, quale volontà di Dio... ma « l’uomo non vive di solo pane »
A Bignè, in una zona inconta■ minata, ai piedi d’un anfiteatro
di monti, ricchi di boschi e laghi si è tenuto il sinodo regionale della Provenza, Costa Azzurra,
Corsica. Digne mi ricorda sempre quella simpatica figura di
vescovo Myriel dei « Miserabili »
e una sua predica alle sue parrocchiane, preoccupate di far soldi per adornare gli altari, dove
diceva; « il più bell'altare è l’aniina d’un infelice che ringrazia
Dio per essere stato consolato ».
Digne fa parte d’una grossa diaspora protestante che comprende Manosque, Sisteron ed altri
villaggi ed è affidata ad un solo
Pastore. Al tempo della Riforma
sono venuti i primi missionari
calvinisti, bollati da certi storici
cattolici con titoli come questi
« barbari invasori e pericolosi
iconoclasti... » in realtà i primi
protestanti furono duramente
perseguitati con ogni sorta di
angherie, l’ultima delle quali la
proibizione di cuocere il pane al
forno pubblico, l'unico esistente
e quindi con conseguente condanna alla morte per fame o all’esilio...
Anche i Valdesi sono giunti
nella zona e comunque nelle vicinanze, nel Luberon e molto tempo prima; qualche decennio fa
dalle valli sono venute delle fa
miglie; un collega emerito, un
tempo Pastore della zona, mi
parla tra gli altri d’un Bounous
di San Germano, gran lavoratore, che ogni anno rientra al paesello per il XVII febbraio; altre
famiglie sono venute da Rorà come i Durand, Rivoira e sono situate tra Sisteron e Gap; parecchi anni fa li ho visitati, accompagnato da una rorenga, la signora Durand-Lanza di Laragne
il cui figlio era sindaco di Sisteron mancato prematuramente
due anni fa.
Il tema del lavoro
Proposto per tutti i sinodi regionali, il tema del lavoro è stato
introdotto nelle comunità a mezzo di studi pubblicati dal mensile regionale «Echange» e da
«Poi et Vie» nel numero di luglio, con particolare riferimento
al lavoro e vocazione, ideologia
del lavoro. Nel documento si rileva come nella storia il lavoro
è stato spesso esaltato al punto
da giustificare ogni tipo di forma
oppressiva quale volontà di Dio...
nei cimiteri si leggeva spesso al
posto del versetto la frase: « Za
sua vita fu lavoro » oppure si
sente ancora oggi da parte di certi parrocchiani: « chi lavora pre
¡echi dal mondo crlstìann
a cura di ANTONIO ADAMO
glese) è stata arrestata e l’ufficio
della chiesa è stato devastato.
Questa poesia è una preghiera
ed un invito al perdono e alla
riconciliazione; è una parola di
pace in un tempo di violenza e
di morte.
Questa poesia è stata scritta
dal vescovo anglicano in Iran, reverendo Dehqani, iraniano e sposato con una donna inglese. Dehqani ha subito tre aggressioni,
suo figlio Bahram è stato assassinato dagli estremisti islamici,
la sua segretaria (di origine in
Oh Dio,
non ricordiamo solo Bahram
ma anche i suoi assassini.
Non perché lo uccisero all’inizio della sua gioventù
facendo sanguinare i nostri cuori e scorrere
le nostre lacrime,
non perché con questo atto selvaggio hanno portato
più vergogna nel nome del nostro paese,
fra le più civilizzate nazioni del mondo,
ma perché attraverso il loro crimine noi adesso
seguiamo più da vicino le tue orme nella
via del sacrificio.
Il terribile fuoco di questa calamità brucia
tutto l’egoismo ed il senso di possesso che
c’è in noi.
La sua fiamma rivela il profondo della depravazione,
della meschinità, del sospetto, la dimensione
dell’odio e la misura della colpevolezza nella
natura umana,
svela più che mai il nostro bisogno di aver
fiducia nell’amore di Dio.
Conte si vede nella Croce di Dio e nella sua
Risurrezione.
Amore che ci rende liberi dall’odio verso
i nostri persecutori.
Amore che reca pazienza, indulgenza, coraggio,
lealtà, umiltà, generosità, bontà.
Amore dal quale più di sempre dipende
la nostra fede nella vittoria finale di Dio
ed il suo eterno disegno per la Chiesa e
per il Mondo.
Amore che ci insegna come preparare
e proteggere da odi il nostro giorno del
trapasso.
Il sangue di Bahram ha moltiplicato il frutto
dello Spirito delle nostre anime.
Così quando i suoi assassini staranno
davanti a te nel giorno del giudizio,
ricorda il frutto dello Spirito con il quale
hanno arricchito le nostre vite.
E dimentica.
(Traduzione di Renzo Bcllion)
Convegno
suM’aborto
I molti problemi aperti dall'approvazione della legge sull’interruzione volontaria della gravidanza — informa l’agenzia NEV
— verranno affrontati nel corso
di un convegno che il Servizio
Studi della Federazione delle
Chiese Evangeliche in Italia sta
organizzando per il prossimo
marzo. Il Convegno intende affrontare l’argomento sotto il triplice aspetto di una riflessione
teologico-etica, della legislazione
vigente e dei modi in cui tate legislazione viene applicata. L’EcoLuce si ripromette di presentare
ai suoi lettori informazioni e riflessioni su questo tema in vista
di questo importante convegno.
Festa di giovani
ga », conferendo così un carattere meritorio, redentore al lavoro
qualunque esso sia.
Questa ideologia ha influenzato
10 stesso Marx quando afferma
che soltanto il lavoro è creazione
di valori...
Il Sinodo ha stilato un documento finale per un ulteriore studio da parte delle chiese ricordando tra l’altro di « proseguire
lo studio con atti concreti di Libertà, Giustizia, Speranza, memori che l’uomo non vive di solo pane... » con un invito « alla sobrietà e a produrre dei segni di
una nuova economia di partecipazione e di solidarietà... ».
L’Ecumenismo
Seguendo da qualche anno i
lavori del Sinodo avverto il prevalere d’una linea di collaborazione nell’evangelizzazione, la catechesi e la concelebrazione matrimoniale ecc., senza che ci sia,
per ammissione d’un delegato al
Sinodo, un senso critico di fronte ad una chiesa che non cambia
nelle cose essenziali, che rimette
Maria al centro, che non tiene
più molto conto del Concilio; il
viaggio di G. Paolo II in Germania è sufficientemente eloquente
e ha fatto dire ad un cronista
che dopo quella visita i cattolici
sono ancor più cattolici e i protestanti ancor più protestanti...
Di recente poi si è assistito al
fallimento dei lavori della commissione mista sui « ntatrimoni
misti » tenutasi a Roma a fine
ottobre proprio per una presa di
posizione cattolica più chiara
della nostra...
Sempre in clima di ecumenismo il sinodo si è tenuto nella
chiesa cattolica messa a disposizione dal vescovo: bellissima
chiesa arieggiante al gotico senza
immagini tranne una madonna
col bambino, elemento sufficiente
per non confonderci. Il culto
presieduto da Alfonso Maillot
era ricco di canto alternato a
versetti biblici conferendo allegrezza e calore ad un tempo.
Incontri
11 Sinodo è occasione di incontri nei brevi intervalli; vedo per
la prima volta Alfonso Maillot,
« aumônier » sinodale molto noto nel nostro ambiente per i suoi
scritti, ricchi di originalità, semplicità e profondità ad un tempo (purtroppo poco o nulla è stato tradotto in italiano): converso
con due « aumôniers » delle prigioni di Marsiglia, impegnati nel
tempo libero nella difficile missione di ricupero dei carcerati;
purtroppo i risultati sono scarsi.
Apprezzo la sensibilità di una
delegata di Tolone molto vicina
agli ospiti che cercano di inserirsi nel piccolo mondo sinodale; con mia sorpresa mi reca notizie d’una mia antica conoscenza rorenga, la signora Alberà sorella di Aldo e Cipriano Tourn;
ricevo anche quest’anno con gioia
il prof. lean Bons, la famiglia
Long originaria di Pomaretto e
invio un saluto e un caldo ringraziamento all’amico Gérard
Merminod, presidente della Regione e al collega Metzger per la
ospitalità a Nizza.
Gustavo Bouchard
Aria di festa; chitarre, bonghi
e... tanta gioia di vivere; così
un’ottantina di giovani e giovanissimi si sono ritrovati, domenica 14 dicembre u.s., nelle austere
aule della nostra Facoltà per
l’appuntamento mensile dei « giovani evangelici romani ».
Dopo la lettura biblica. Romani 1:8-17 ed una breve preghiera,
da parte di Eugenio Stretti, che
presiedeva l’incontro, in qualità
di responsabile del gruppo di lavoro « biblico - teologico », abbi amo ascoltato una breve illustrazione della Facoltà e dei suoi
scopi, da parte del prof. Ricca,
decano della stessa, e una piacevole ed arguta « storia » della
presenza evangelica nel nostro
paese, da parte del past. Giorgio
Bouchard.
La tesi di fondo della conferenza di Giorgio Bouchard —
pubblicata sul n. 64-65 di Gioventù Evangelica — è che « l’evangelismo italiano deve passare attraverso l’esperienza del movimento valdese », questa tesi ha
avuto un riscontro negativo negli interventi; in particolare i
« non federati » rimproverano i
valdesi di una certa « sufficienza
aristocratica », di essere debitori
di una cultura teologica « mitteleuropea » e di fare in definitiva
« troppo poco », per venire incontro alle esigenze di una fede « più
semplice » propria delle altre
chiese evangeliche. I cattolici del
dissenso, presenti nelle persone
di Cesare Milaneschi e di Marcello Vigli, della Comunità di S. Paolo, hanno criticato l’attuale « fase di ricompattamento » in atto
nell’ evangelismo italiano, più
preoccupato, a loro avviso, di rafforzare l’istituzione, che non di
esercitare una funzione profetica all’interno del cristianesimo
italiano. A tutti, Giorgio Peyrot,
ha ricordato l’episodio di « Chironna evangelico », citato da Scotellaro in un suo libro; questo
racconto evidenzia la necessità
per tutto l’evangelismo italiano
di « fare adepti » e di potenziare
quindi la propria testimonianza.
Ai « non federati », Bouchard
pure ammettendo resistenza in
molti valdesi di una mentalità
« da ghetto », dovuta a lunghi secoli di persecuzione, ha ricordato che l’originalità dell’espe
rienza valdese (cfr. integrazione
valdo-metodista), può essere di
stimolo a un dialogo sempre più
intenso tra quelle, che si possono considerare le « dodici tribù »... Paragonando le varie denominazioni evangeliche operanti in Italia, alle tribù di Israele,
il past. Bouchard ha voluto sottolineare l’unità « sostanziale »
del messaggio evangelico. I cattolici di base, se vorranno « resistere », dovranno, secondo il
past. Bouchard, darsi un minimo
di « struttura istituzionale », oltreché maggior riflessione teologica sulla natura della chiesa e
dei suoi ministeri.
In occasione dell’ incontro il
gruppo Egei di Piazza Cavour e i
Gruppi Biblici Universitari, hanno allestito un banco libri con le
edizioni Claudiana e GBU, nonché sono state esposte le riviste
« Gioventù Evangelica », « La Luce», «Certezze», «Credere e Comprendere », « nev », che hanno
dato la loro adesione.
Un coro musicale, diretto magistralmente da Andrea Thomas,
della « Chiesa Apostolica », ha,
eseguito alcuni « pezzi »; particolarmente apprezzato è stato l’arrangiamento musicale del Salmo 24.
L’alto numero di giovanissimi
(una quarantina circa) è stata la
nota senz’altro più positiva dell’incontro; in un tempo di « riflusso » e di assenza di impegno
da parte della maggioranza dei
giovani , riunire per tre ore, dei
ragazzi per lo più « non intellettuali », non è impresa da poco!
L. P. - E. S.
Dal mese di novembre, con una
introduzione del prof. Bruno
Corsani, è iniziato lo studio della
prima epistola ai Corinzi.
Nella riunione di dicembre, Andrea Bouchard e E. Stretti, hanno presentato i primi 4 capitoli
della stessa epistola, soffermandosi in modo particolare sulla difesa che Paolo fa della « predicazione evangelica », nel primo capitolo deH’epistola.
Prossimo appuntamento sabato 18 gennaio 1981, nei locali della Chiesa Metodista di via Firenze, relatori Giovanni Sbafl’i e Lucilla Peyrot.
UNIONE BIBLICA OSPEDALIERA
Per una testimonianza
del personale sanitario
« Passa più gente per gli ospedali che per le chiese ». Con questo slogan l’Unione Biblica Ospedaliera (Hospital Christian Fellowship) opera in più di 100 paesi del mondo. Iniziò più di 40
anni fa con lo scopo di condurre alla conoscenza di Cristo coloro che prestano la loro opera
nel campo sanitario, incoraggiarli ed insegnare loro come aiutare
spiritualmente i loro malati. Essi, seguendo l’esempio di Gesù
Cristo, cercano di portare la guarigione fisica e spirituale a uomini e donne. Solitamente il personale ospedaliero lavora in
gruppo e cura I’ammalato fisicamente mentre questo lavoro di
gruppo dovrebbe includere la
preghiera per e con gli ammalati, leggere un versetto biblico
per confortarli e parlare del
Grande Medico a queste persone
che sono spesso troppo coscienti
del loro bisogno mentre giacciono in un letto di ospedale.
I primi contatti con l’Italia
avvennero 25 anni fa per mezzo
del fondatore e coordinatore internazionale sig. Francis Grim.
In seguito, per due volte, una
infermiera ha dato alcuni anni
di lavoro a tempo pieno per conto della Hospital Christian Fellowship. L’ultima collaboratrice
a tempo pieno lasciò tre anni fa
e da allora il campo è rimasto
vuoto. Durante i mesi di maggio
e giugno 1980, la signorina Leonora van Tonder, coordinatrice
per l’Europa, ha viaggiato in Italia accompagnata dalla signorina Inge Worner, una infermiera
tedesca che ha lavorato presso
l’Qspedale Evangelico di Napoli
per quattro anni e mezzo, la
quale faceva da interprete. Lo
scopo del viaggio era di rinnovare i contatti con i credenti che
lavorano negli ospedali e ricominciare il lavoro in Italia. Hanno visitato Torino, Asti, Genova,
Milano, Arona, Trento, Padova,
Verona, Vicenza, Modena, Roma,
Napoli, Pisa e sono state incoraggiate dal numero di credenti
impegnati negli ospedali. Hanno
avuto l’opportunità di presentare
lo scopo del loro lavoro negli
incontri di diverse chiese, chiedendo il sostegno della preghiera e la cooperazione di credenti
di varie denominazioni. La Hospital Christian Fellowship è a
carattere interdenominazionale.
Un bisogno urgente per ora è di
avere un gruppo di italiani (due
dei quali dovrebbero iniziare al
più presto) per portare avanti
questo lavoro in campo medico.
Qgni tre anni i) personale ospedaliero si incontra ad una Conferenza Internazionale la quale
è una opportunità unica per l’incoraggiamento spirituale, la comunione di colleghi di tutto il
mondo e lo scambio di idee sul
come servire gli ammalati in modo più effettivo come cristiani.
La prossima conferenza si terrà
in Exeter (Inghilterra) dal 4 al
14 agosto 1981 e si anticipa una
buona rappresentanza italiana.
Ulteriori informazioni, inviti,
moduli di prenotazione sono disponibili al seguente indirizzo:
Unione Biblica Ospedaliera - Via
Comoretto 8 - 10098 Rivoli (To) Tel. (011)953.18.68.
4
4
16 gennaio 1981
VARIETÀ’ E DISPERSIONE
Gli evangelici
nell'Italia meridionale
A chi non la conosceva nei particolari, il terremoto ha rivelato la varietà e la disseminazione dell’evangelismo italiano
nel sud. Ci sembra quindi utile riportarne un breve quadro
storico d’insieme per mezzo di questa scheda distribuita recentemente dall’agenzia nev.
Una parte notevole della diaspora evangelica italiana si trova nelle regioni meridionali ed
ha avuto, caratteristiche proprie
fino dalla sua origine, all’indomani della unificazione nazionale.
Essa è stata condizionata dal
dramma delle popolazioni meridionali: l’emigrazione all’estero e
quella interna.
Nella zona colpita dal terremoto comunità e gruppi evangelici
delle « chiese storiche » (valdesi,
metodiste, battiste, luterane) sono presenti nelle città di Avellino
(battisti « liberi ») e Salerno (metodisti) e in alcuni comuni più
o meno toccati dal sisma: a S.
Gregorio Magno e Bisaccia ci sono chiese battiste, a Rapolla metodista. L’Esercito della Salvezza
è ad Atena Lucana e Brienza. Le
Assemblee dei fratelli sono presenti a Calitri e Potenza; le Assemblee di Dio, fra i paesi più
colpiti, a Calitri, Gonza, Lioni, S.
Angelo dei Lombardi, Potenza.
A Napoli e nei comuni vicini sono presenti numerose comunità
di tutte le denominazioni.
Il primo impatto del protestantesimo con le masse popolari lo
si ebbe a Napoli, aH’indomani
dell’entrata di Garibaldi, quando
due cappellani della « Legione ecclesiastica », il Gavazzi e il Pantaleo, aprirono la contestazione
religiosa in nome del Vangelo e
della libertà d’Italia. Fu un inizio
a tinte anticlericali, su uno sfondo politico che si doveva dimostrare labile. La loro azione venne subito fiancheggiata e poi soppiantata da gruppi spontanei e
chiese che intendevano stabilire
nella capitale del sud il loro centro di irradiazione.
I protestanti videro nell’abbandono dei bambini, nell’analfabetismo, una piaga da combattere
senza risparmio, e fra il 1861 e il
1865 a Napoli si aprirono scuole
in via Cappella Vecchia (« la
scuola di Garibaldi », dicevano i
napoletani), in vico S. Pietro a
Maiella, sulla riviera di Ghiaia, in
via S. Tommaso d’Aquino. Queste
scuole elementari, e le tante che
poi furono aperte ovunque arrivava la predicazione evangelica,
ebbero una funzione importante:
stimolarono gli amministratori
locali ed il clero cattolico-romano a prendere sul serio il problema della istruzione di base ed
a aprire delle scuole. Sull’onda
delle libertà costituzionali, per
una sete di « novità » che era anche volontà di affrancarsi da antiche servitù, dove gli evangelici
non arrivarono da sé, furono
chiamati da gente dei luoghi.
Dall’orlo delle città sul mare (Salerno, Taranto, Lecce, Bari) il
protestantesimo passò a una penetrazione in profondità, nelle
aree rurali, e qui fece esperienza
di un’altra Italia.
I metodisti wesleyani da Salerno raggiunsero Caserta e S. Maria Capua Vetere (1863-’64), i vaidesi operarono sulla costa (Taranto, Brindisi) e quindi nelle
aree interne della Puglia (Corato,
Orsara, Cerignola, Ruvo, Mottola), i battisti si spinsero in Basilicata (Matera, Miglionico) ed in
Puglia (Gravina, Gioia del Colle),
gli evangelici « liberi » della organizzazione guidata da A. Gavaz
Taccuino
pastorale
warima //o davanti a me una giornata abbastanza
Chi sarà? C'è sempre un alone di miStero duvanti ad un telefono che suona.
— Pronto.
don^a parrocchia valdese? — chiede una voce di
V- i7 an po’ sorpreso davanti a quel « parrocchia valdese »! ^ ^
— E' il prete?
Beh no, sono il pastore valdese.
— Ma va bene lo stesso. Senta, padre, avrei bisogno del
SUO aiuto.
Penso subito ad un aiuto materiale, come è già successo altre volte, e rimango un po’ sulla difensiva.
E invece no. La mia interlocutrice mi presenta il suo problema. Diversi mesi fa ha perso il marito. Un tumore al polmone. Dopo aver retto per i lunghi mesi della malattia, ha avuto un crollo, un forte esaurimento nervoso. E’ stata ben curata
ed ora va meglio. Tuttavia ci sono ancora dei pensieri che la
tormentano. Le ripassano davanti alla mente i mesi della malattia del manto. Le si ripresentano quei «perché», ai quali
non c e risposta, sempre li inquietanti. Cerca dei possibili errori delle colpe commesse. Ed ecco che si ricorda che all’inizio
della malattia del marito, quando questa non si era ancora dichiarata in tutta la sua drammaticità, ma c’era già qualche se&w premonitore, sua suocera le aveva dato un’offerta per
ò. Rita per chiedere la grazia della guarigione. Ma lei aveva
dimenticato di portarla!
— Non crede che Dio mi abbia punito facendo morire mio
jTuirito?
^ssolutamente no! — le ho risposto, e le ho parlato
dell amore di Dio in Cristo, di Dio signore della vita, che vuole
la nostra vita e non la nostra morte, la cui volontà è volontà
di perdono e di amore e non di condanna e di giudizio, e tutto
questo, le ho detto, è un dono da ricevere con gioia nella
fede. Non ho potuto parlarle di S. Rita e C., ho voluto evitare
la polemica, mi premeva annunziarle l’Evangelo il buon annunzio di Gesù Cristo.
Più tardi, pensando a questa telefonata, riflettevo a quanto
è difficile comprendere e ricevere l’Evangelo della grazia, l’annunzio del dono di Dio in Cristo, a quanto l’uomo per sua presunta sicurezza, lo trasforma facilmente in un mercato per cui
io ti do e tu mi dai; io faccio per te e tu fai per me. E questo
non soltanto nel cattolicesimo ma anche fra la gente delle nostre comunità. Ma quanta insicurezza lascia questo mercato!
A qual senso di colpa può portare!
E invece Dio ci pone davanti un dono perché noi lo riceviamo, perché noi semplicemente apriamo le nostre mani, la
nostra vita e ci lasciamo investire dalla sua potenza di vita e
di salvezza!
Quanto è complicato l’uomo!
Pubblichiamo in questa rubrica, in forma anonima, brevi
esperienze e riflessioni del ministero pastorale evangelico.
zi operavano nel napoletano e in
Puglia.
Dopo la liberazione di Roma
(1870), la situazione economicosociale del sud divenne drammatica. I protestanti, che ormai si
erano attestati con una trentina
di comunità, spesso si trovarono a fiancheggiare la propaganda socialista, e la pagarono decenni dopo con la reazione clerico-fascista. L’emigrazione massiccia per le Americhe svuotava
le modeste comunità, quando addirittura non le cancellava. Ma
nuove chiese si formano a Sarno, S. Bartolomeo in Galdo, Calitri, Avellino, Matera, Miglionico,
Fragneto l’Abete, ecc. I battisti
sono i più attivi, fruiscono della
duttilità tipica della loro organizzazione. A Miglionico organizzano una « cucina popolare », la
gente è alla fame; a Matera si
svolge ai primi del secolo la vicenda di L. Loperfido, « il monaco bianco », che tra evangelismo
Protestantesimo
in TV
lunedì 19 gennaio 1981
ore 22.45 - 2“ rete
LE PARABOLE DI GESÙ’
Primo di una serie di studi biblici che la rubrica
realizzerà nel corso del
1981 insieme a gruppi e comunità locali.
e protesta sociale guida l’azione
dei diseredati; in Puglia i valdesi di Corato come i battisti di
Gravina, e altri ancora, hanno il
loro « pastore socialista ».
Intanto si registra un fenomeno: il protestantesimo di ritorno.
Degli emigrati tornano dalle
Americhe, dove si sono formate
comunità evangeliche italiane, e
promuovono la testimonianza nei
paesi di origine. All’Esercito della Salvezza, impegnato nelTazione sociale diretta, si aggiungono
nel primo ’900 i pentecostali, gli
avventisti, altri gruppi indipendenti. Sono la ripresa di uno
spontaneismo che era emerso
mezzo secolo prima; ma adesso
abbiamo la presa di coscienza di
un laicato di contadini e gente
emarginata. Il protestantesimo
degli umili si rinsangua e radicalizza il rifiuto della « religione »
tradizionale e della classe dirigente. Nelle città prosegue la linea « risorgimentale »; a Portici
nel 1908 nasce l’ultima e più ampia opera per l’infanzia; « Casa
materna »; ma nella profonda
provincia meridionale tutto va
diversamente.
Il clerico-fascismo aggredisce
le modeste comunità di gente che
non conta; alcuni pastori locali
(detti « anziani ») sono confinati,
alcuni gruppi sono dispersi o
cancellati (Avellino, Aquilonia,
Matera, Gioia del Colle, ecc.) per
riformarsi magari sotto altra sigla denominazionale. Il movimento pentecostale — nonostante la
sua dichiarata apoliticità — è
investito da una repressione tanto violenta quanto inutile: la testimonianza si accresce: con tenacia contadina si edificano nuove comunità ovunque. Quando
un giorno dall’Archivio Centrale
dello stato verrà fuori tutta la
documentazione, potremo valutare appieno l’ampiezza e il significato di questo protestantesimo
meridionale che ha saputo far
emergere a protagonisti del fatto cristiano gli umili e i diseredati, i senza potere.
L’ultimo dopoguerra è caratterizzato da due fenomeni: la migrazione che ancora una volta riduce o svuota le chiese delle zone rurali- la ripresa evangelistica con l’apporto di nuovi fermenti religiosi. Mentre le chiese «storiche » (Unione battista, metodisti e valdesi) svolgono un’azione
coordinata ed in sostanza su basi
già acquisite, le chiese e missioni di nuovo o più recente impianto danno vita a una accresciuta
e rinnovata diaspora evangelica.
A Napoli ritroviamo la capitale
del sud, nella città e nelle fasce
marittima e vesuviana vi è un
pullulare di chiese, di gruppi, di
iniziative. Segnaliamo in fascio:
i battisti conservatori, i pentecostali delle « Assemblee di Dio » e
gli indipendenti, gli avventisti,
le chiese libere, gli apostolici, i
fratelli, i nazareni, oltre alle altre tre chiese «storiche» e a quelle luterane (tedesca e italiana),
anglicana e riformata svizzera.
Nell’avellinese troviamo le Assemblee di Dio e i pentecostali
indipendenti, l’Esercito della Salvezza, le chiese libere, gli apostolici « della fede in Cristo Gesù »,
i battisti; nel beneventano e nel
potentino soprattutto le Assemblee di Dio, ma anche i metodisti, i fratelli e l’Esercito della
Salvezza. Nel salernitano ai vecchi nuclei si aggiunge anche una
« chiesa del risveglio », all’insegna di « Comunione e Restaurazione ». Il panorama non è completo (bisognerebbe aggiungere
altre iniziative « indipendenti »
che ci sfuggono), ma è sufficiente a dare un’idea della relativa
ampiezza e della dispersione della presenza protestante nelle regioni colpite dal terremoto.
SU UNA COEDIZIONE CLAUDIANA GRU
Riaprire il dibattito
suila sessualità
La società « avanzata » rende
sempre più diffìcile sopravvivere
ai suoi ritmi affrettati e convulsi: ciò si fa sentire anche nel nostro modo di gestire la sessualità, particolarmente nei rapporti
interpersonali. Indubbiamente una visione (e una pratica) positiva, serena della sessualità dipende anche dalla sensibilità, informazione, educazione di ciascuno; ed è altrettanto vero che
un uso affrettato e spersonalizzato del proprio corpo è fonte
di molte tensioni.
Non sarà inutile ricordare che
nel nostro paese la sessualità va
lentamente affrancandosi dall’ipoteca di peccaminosità che la
chiesa di Roma le ha posto, anche se tuttora resta fortemente
penalizzata (soprattutto la sessualità della donna, dei bambini,
degli omosessuali, degli handicappati, delle persone sole).
Ma ciò che dispiace è che una
impressione del genere (fors’anche nelle affermazioni più che
nelle intenzioni) traspare anche
in chi dice di richiamarsi all’Evangelo in tema di sessualità:
questa almeno è la mia impressione dopo aver letto due scritti
di W. Trobisch (pastore evangelico vissuto in Austria), apparsi
recentemente nelle coedizioni
GBU-CLAUDIANA '. Non voglio
disconoscere a Trobisch la sincerità che ispira la sua impostazione, tuttavia non mi sembra corretto affrontare i problemi sessuali della coppia (di questo essenzialmente egli tratta) in vista
di una morale sessuale più o
meno « cristiana », là dove c’è bisogno anzitutto di una corretta
informazione.
Cito alcune affermazioni dall’opera « Ti prego aiutami, ti prego amami »: « ...Secondo la volontà divina l’unione sessuale e
la procreazione sono strettamente collegate. Il fatto che non esiste nessun metodo ideale .per
esercitare un controllo del concepimento è una testimonianza
silenziosa a questa verità... » (p.
39): « ...secondo la volontà divina il sesso dovrebbe essere una
espressione dell’amore matrimoniale... » (pag. 49); sui mezzi ormonali per prevenire la gravidanza: « ... Se tu decidi questi mezzi, ti consiglierei, come marito, di
tenere tu la pillola e di darne
una a tua moglie ogni giorno. Così anche tu parteciperai alla responsabilità di Jeannette e non
potrai dare la colpa a lei di essersi dimenticata di prenderla,
nel caso di una gravidanza non
desiderata ». E ancora: « ...dal
punto di vista medico i tessuti
delicati dell’utero, per la presenza della spirale, cioè di un dispositivo intrauterino, corrono il
pericolo di un’infezione. Certi effetti collaterali come l’emorragia,
il dolore e talvolta la perforazione dell’utero non si possono evitare completamente... ».
Mi sembra che l’uso un po’ paternalistico delle informazioni da
parte di Trobisch non serva certo a risolvere i problemi e che i
suoi consigli siano un po’ a metà
strada tra « la posta del cuore » e
l’ambulatorio ginecologico da
« Movimento per la vita ». In particolare i giovani ne escono fortemente penalizzati; nessuno di
essi sembra « essere responsabibile della propria giovinezza e
del proprio domani » dice infatti Trobisch: « Di solito le ragazze che si danno facilmente
prima del matrimonio non sono
degne di fiducia, né molto disciplinate o coscienziose e — tra
l’altro — non dimostrano di essere molto intelligenti... ».
A questo punto — salva solo
l’astinenza periodica come metodo anticoncezionale per le coppie sposate (questa è la tesi finale di Trobisch) — manca solamente il confessionale laico,
quello della psicanalisi, per sentirsi in pace con se stessi.
Allora, come evangelici, sarebbe bene essere franchi, e riaprire
il dibattito sulla sessualità, particolarmente dopo che il sinodo
mondiale dei vescovi a Roma ha
pontificato anche su questo tema.
Già alcune comunità cristiane
cattoliche di base hanno avviato
da qualche tempo una riflessione
comunitaria sulla sessualità (recentemente è apparsa quella della comunità di S. Paolo a Roma) e le comunità protestanti,
in Italia? Certamente, se è vero
che per i protestanti il sesso non
è peccato \ almeno non facciamolo diventare tale, solo a causa di
alcune non troppo felici coedizioni GBU-Claudiana che appaiono tra la stampa e i libri « evangelici ».
Per chiarezza ed onestà verso
gli uomini e le donne del nostro
tempo, avendo le chiese, in tema
di sessualità, troppo spesso incanalato le pulsioni mortificando
le espressioni del corpo.
Daniele Busetto
’ W. Trobisch: « L'amore è un sentimento da imparare », GBU-Claudiana;
W. Trobisch: « Ti prego aiutami, ti prego amami », GBU-Claudiana.
^ Cfr. Jean-Claude Gibert, « Le Monde », 11 settembre 1980, pag. 2.
’ « Il cristiano e la sessualità », Edizioni Com-Nuovi Tempi, ottobre 1980.
* M. Girardet, Gioventù Evangelica n.
48, 1977, pag, 18.
a colloquio
con i lettori
POCA CHIAREZZA
Le nostre comunità lamentano l'ora
tarda in cui viene effettuata la trasmissione Protestantesimo curata in televisione dalla EGEI. Il rammarico sarebbe giustificato se le trasmissioni riflettessero il pensiero dei protestanti in
modo incontrovertibile, rispettando le
caratteristiche delle varie denominazioni presenti nella federazione.
In considerazione dell'ora tarda in
cui viene effettuata la trasmissione, è
dato a pochi di vederla e fra quei pochi ci sono anch'io. La disillusione, in
quelle poche volte in cui l'ho veduta,
è stata quasi sempre notevole, ma la
recente trasmissione sulla vergine Maria è stata addirittura avvilente.
Possiamo accettare una trasmissione
fatta male per mancanza di tecnici dello spettacolo nelle nostre comunità ed
anche scelte programmatiche discutibili, ma su certi temi dobbiamo essere,
evangelicamente parlando, categorici e
chiarissimi. Non lo siamo stati in occasione della trasmissione su Maria e
quella è stata una occasione perduta di
dire ad un vasto pubblico con un mezzo di potenziale vasto ascolto, chi sia
per i protestanti il solo Capo della
Chiesa Cattolica (in senso di Universale).
In considerazione di quanto la FCEI
è capace di trasmettere per televisione, forse è meglio che la nostra rubrica venga trasmessa a quell'ora impossibile per molti: i « danni » sono minori.
Fraterni saluti.
Bruno Lombardi Boccia, Genova
5
16 gennaio 1981
___________SI E’ SVOLTO A SIENA IL II CONVEGNO DI DIRITTO ECCLESIASTICO
Nuove prospettive per
lo legislazione ecclesiastica
Si rafforza la concezione del Diritto ecclesiastico come disciplina giuridica riguardante i diritti di libertà in un quadro che risente fortemente della crisi politica del nostro paese
Quali sono le nuove prospettive per la legislazione ecclesiastica nel nostro paese? Su questo
interrogativo si è articolato il II
Convegno nazionale di Diritto ecclesiastico tenutosi a Siena il 2729 novembre u.s. Rispondere a
questa domanda in sede di relazione non è certo facile. Non solo per la notevole difficoltà di un
argomento svolto in generale senza alcuna preoccupazione divulgativa; rna anche perché è difficile valutare in che misura l’impostazione del Convegno rispondesse effettivamente alla linea di
tendenza del Diritto ecclesiastico
italiano nel suo complesso. Il
Convegno è stato infatti strutturato intorno alla relazione introduttiva della sua promotrice, la
prof. Anna Ravà, docente di Diritto ecclesiastico aU’Università
di Siena e alle relazioni che, in
connessione con tale introduzione, erano state affidate a determinati docenti.
Il tratto fondamentale che comunque mi pare sia emerso, non
solo nelle relazioni ma anche nel
dibattito, è dato dalla trasformazione che si sta consolidando nella concezione del Diritto ecclesiastico: non più disciplina tesa a
regolare i rapporti tra stato e
chiesa nell’interrelazione dei rispettivi ordinamenti giuridici,
ma disciplina volta alla tutela
dei diritti dì libertà dei cittadini.
In questo contesto si inquadra
il relativo disinteresse portato all’art. 7 della Costituzione che regola i rapporti tra lo Stato e la
Chiesa cattolica e alle bozze di
revisione del Concordato e l’accentuato interesse per gli articoli della Costituzione che la precedente impostazione aveva subordinato appunto, in misura maggiore o minore, ai rapporti esistenti tra i due ordinamenti, indipendenti e sovrani, dello Stato e della Chiesa cattolica: l’art.
2 con la sua garanzia dei diritti
inviolabili dell’individuo sia come singolo che nelle formazioni
sociali in cui si svolge la sua
personalità; l’art. 3 con la sua
affermazione della pari dignità
sociale e eguaglianza davanti alla legge senza distinzione di alcun genere, inclusa quella religiosa; l’art. 19 con le sue garanzie di libera professione della fede religiosa in qualsiasi forma;
l’art. 8 con la sua affermazione
della libertà delle confessioni religiose e loro collocazione e rapporto nei confronti dello stato.
L’impostazione
Nell’impostazione data dalla
prof. Ravà questa rivalutazione
dei diritti di libertà contenuti
nel dettato costituzionale si attua
sulla base di una duplice esigenza.
Da un lato lo Stato viene riaffermato in tutta la sua autonomia e sovranità per cui è respinta con forza la teoria secondo
cui l’ordinamento della chiesa
sarebbe esterno rispetto a quello dello stato e si pone la necessità di « riconsiderare appunto
la disciplina giuridica della materia confessionale come fatto interno allo Stato direttamente ricollegato al modo di organizzarsi e di strutturarsi degli interessi pubblici generali, onde verificare... fino a che punto lo Stato
debba rivendicare la propria
piena potestà normativa senza
subire vincoli o condizionamenti di sorta ».
Dall’altro la persona umana
viene riaffermata col suo valore
centrale nel nostro sistema democratico e tutto viene ricondotto a questa centralità. La persona umana rimane centrale anche
nel seno della confessione religiosa e i suoi diritti di libertà non
si arrestano sulla soglia di un
ordinamento ecclesiastico che li
vorrebbe limitare ai suoi adepti; la libertà religiosa quindi
non è più intesa come diritto a
difendere i diritti del singolo nel
campo della religione in senso
tanto positivo (affermazione di
credenze) che negativo (astensione da credenze).
In questa linea si collocano gli
interessi concreti emersi dalla relazione introduttiva (tipico quello relativo alla tutela dei religiosi nei loro rapporti di lavoro all’interno di una struttura confessionale), alcuni dei quali sono
stati ripresi e sviluppati nelle diverse relazioni.
Assistenza
Nel campo dell’assistenza, il
prof. Giuseppe Palma («Strutture confessionali tra stato e autonomie locali ») ha riscontrato e
sottolineato l’attuale mutamento intervenuto nella politica dello stato: da una « logica di sussidiarietà » all’iniziativa caritativa,
all’impegno costituzionale di
« promuovere la solidarietà sociale ». Al centro di questo mutamento risulta titolare di un diritto concreto il « piccolo uomo
anonimo » e tale affermazione
non è più mera affermazione di
principio ma « reale situazione
giuridica, e come tale sempre
più azionabile da parte del suo
le.gittimo titolare, nei confronti
della quale il potere pubblico ha
assunto il generale obbligo non
soltanto di garantirla ma anche
e soprattutto di promuoverla ».
Scuola
Nel campo della scuola, il prof.
Umberto Pototschnig (« Scuole,
istruzione religiosa e pluralismo ») ha espresso una profonda sfiducia nella possibilità di
sciogliere il nodo dell’istruzione
religiosa a livello di trattative
concordatarie, dal momento che
i suoi contenuti non sono determinabili una volta per tutte. Per
questo, dopo aver esaminato e
scartato tre possibili soluzioni
(quella radicale di totale esclusione della religione dalla scuola, quella confessionista della religione assicurata nella scuola
dallo stato e quella della trasformazione della religione in
un insegnamento non confessionale obbligatorio), ha prospettato l’eventualità (molto discussa
nel successivo dibattito) che a
risolvere la questione nei diversi contesti siano gli organi
collegiali della scuola e in
particolare i distretti scolastici,
nel quadro di una mobilità che
preveda esperimenti, ricerche sul
territorio e l’attivazione di un
inse.gnamento religioso opzionale.
Famìglia
Nel campo del diritto di famiglia il prof. Ugo Majello (« Stato
e comunità familiare »), interpretando la qualifica della famiglia
come « società naturale » (Cost.
art. 29) nel senso di una formazione sociale dotata di autonomia — della facoltà cioè dei suoi
membri « di individuare liberamente i loro interessi comuni indipendentemente da ogni predeterminazione giuridica» — ha sottolineato il fatto che tale autonomia non riguarda il momento costitutivo del vincolo giuridico,
bensì le attività tipiche della comunità familiare; ha quindi illu
strato la rilevanza del concetto
di « autonomia familiare » in tali
attività: l’amore coniugale, la
procreazione, l’educazione della
prole, la distribuzione dei ruoli
tra i coniugi e la determinazione
dell’abitazione comune. Lo sganciamento dell’autonomia familiare dal momento costitutivo del
vincolo matrimoniale (e la sua
differenziazione rispetto alla autonomia negoziale che non ha
solo rilevanza interna ma produce effetti obbligatori) permette
di vedere in questa stessa ottica
di libertà la famiglia naturale.
Della relazione del prof. Giorgio Peyrot nel campo dei rapporti con lo Stato (« Stato e interessi religiosi dei cittadini »), a cui
come si vede era stato assegnato un tema in linea con gli interessi prevalenti del Convegno, è
data più ampia relazione a parte.
Sfiducia
Soggiacente a questo II Convegno — a differenza del primo,
che nel 1972 aveva esaminato la
proposta Basso di revisione costituzionale degli artt. 7, 8, 19 —
mi è sembrato essere una più o
meno esplicita sfiducia nei confronti della società politica attuale, connessa ai suoi fallimenti e
al suo immobilismo (vedi problema del Concordato). Questa sfiducia infatti è sembrata costituire il fattore unificante tra due
rivendicazioni apparentemente
contrastanti: la rivendicazione
del potere incondizionato dello
stato, che a volte assumeva accenti imperiosi (Ravà), e quella
della centralità della persona
Stato e interessi religiosi dei
L’ultimo argomento del convegno è stato trattato dal Prof.
Giorgio Peyrot con una relazione
sul tema: « Stato e interessi religiosi dei cittadini ». Peyrot, nell’analizzare le strutture in cui attualmente si esplicano gli interessi religiosi dei cittadini, si è
soffermato sugli aspetti seguenti:
istituti di istruzione, servizio militare, istituti di assistenza sociosanitaria, penitenziari. Questa
analisi ha evidenziato come i cittadini di confessione cattolica
trovino già predisposti dallo Stato strutture e mezzi per la cura
dei propri interessi religiosi, fino
al punto che gli oneri relativi sono assunti dallo Stato con un
gravame sulla spesa pubblica che
tutti i cittadini — cattolici e non
— devono sostenere, assoggettati
come sono al carico tributario,
indipendentemente dalla loro
confessione religiosa.
I cittadini non cattolici, invece,
si trovano in una situazione opposta, dato che i loro interessi
religiosi possono essere curati
solo nei limiti ed alle condizioni
delle discipline particolari previste per ognuno dei settori esaminati. Per esempio, in tema di assistenza carceraria, le norme prevedono che ci si possa rivolgere
.solo ai ministri di culto figuranti in un elenco formato in ba.se a
intese con il Ministero dell’Interno, come se l'assistenza religiosa
fo,sse un servizio da rendersi previo controllo degli organi di polizia.
■E’ vero che le tardive riforme
attuate nei settori considerati
hanno espresso principi generali
ispirati a quelli innovatori contenuti nella Costituzione, ma in sede di applicazione, per quel che
concerne i cittadini non cattolici,
le norme sono rimaste ancorate
ai criteri che avevano ispirato le
leggi pregresse.
La relazione di Peyrot ha poi
trattato delle nuove pro.spettive
che si aprono sia con l’analisi
delle bozze di revisione concordataria, sia con la proposta di intesa con le Comunità israeliti
che, sia con l’Intesa con le chiese
rappresentate dalla Tavola Valdese. Ognuna di queste trattative
ha una sua identità che la differenzia nettamente dalle altre.
Quella per la revisione concordataria è sempre volta al mantenimento di una situazione di privilegio da parte della chiesa cattolica, la quale tende a consolidare questo suo privilegio tramite una normativa bilaterale anche nei campi attualmente regolati con norme unilaterali dello
Stato, al fine di impedire una modifica da effettuarsi con il solo
intervento del potere legislativo.
Da quel che si conosce della intesa relativa all’area ebraica
emerge il desiderio di pervenire
ad una legislazione oggettivamente paritaria, con particolare accento sulla uguaglianza di tutte
le confessioni religiose.
Per quel che riguarda invece
l’Intesa con le chiese rappresentate dalla Tavola Valde.se, è preminente non solo l’esigenza di rivendicare uguale libertà per tutte le confessioni, ma anche l’opportunità di separare oneri e
competenze tra Chiesa e Stato,
con una netta demarcazione tra
campo spirituale e campo temporale.
Queste sarebbero le premesse
per una nuova concezione laica
della politica ecclesiastica del
paese. A giudizio di Peyrot, dalle
trattative in corso dovrebbe derivare un’istanza di rinnovamento delle leggi, così da trasformarle in espressione giuridica di una
nuova mentalità politica e culturale che tenga conto degli apporti di tutte le componenti storiche
e culturali del paese.
Moralismo
Alla relazione di Peyrot è seguito un dibattito, meno acceso
di quanto fosse lecito aspettarsi,
perché l’ala più tradizionalista e
cattolica degli ecclesiastici o non
era presente — come presa di posizione nei confronti di quello
Siena, Battistero. Giovanni di
Turino: la Giustizia (1424).
umana nell’ordinamento democratico che portava all’affermazione di un interesse prevalente, a volte quasi esclusivo, per la
società civile in un più o meno
marcato disinteresse per la società politica (Ravà, Palma, Pototschnig).
Un Convegno dunque che ha
rispecchiato l’attuale congiuntura del nostro paese, con tutti ì
limiti che tale particolarità comporta; ma anche un Convegno di
grande interesse per la dimostrazione di quanto il Diritto ecclesiastico — per lo meno nella
comprensione dei docenti partecipanti al Convegno — sia ormai
sganciato dalla tutela concordataria, confessionistica, per svolgere una sua funzione autonoma
basata solidamente sui diritti di
libertà.
Franco Giampiccoli
che è stato il filo conduttore del
convegno — o ha preferito astenersi dalla discussione.
In sintesi, e per parlare solo
dei punti che sono stati obiettati a Peyrot, è stata notata la sua
diffidenza verso un qualsiasi intervento statale in materia di interessi religiosi, cosa che ha stupito, perché dimostrava una tendenza « moralistica ». D’altra parte gli c anche stato chiesto perché non si voglia accettare un
intervento finanziario da parte
dello stato là dove le confessioni
religiose svolgono un’attività che
abbia funzione sociale. Il « punto
dolente » della discussione è stato costituito dalla utilità, opportunità e contenuto della Intesa.
Anche se è stata da taluno riconosciuta la validità in generale
della Intesa, in quanto avente
contenuto « profetico », è stata
posta in dubbio l’opportunità di
una regolamentazione « verticistica » avente per oggetto situazioni ben specifiche, e non solo principi generali. Un’altra opinione è
stata invece quella di chi ha recisamente negato l'utilità ed opportunità dell’Intesa, in quan+o
si è detto — i diritti costituzionalmente garantiti devono essere
tutelati spontaneamente dallo
Stato e non in base ad accordo
con una confessione.
La replica di Peyrot ha sottolineato con chiarezza alcuni punti.
Anzitutto, egli ha fatto presente
come sia da attribuirsi allo scarso addestramento alla democrazia del popolo italiano il fatto che
non siano state esercitate pressioni per attuare integralmente la
Costituzione. L'art. 8 sulle Inte.se
è un’occasione ed un’arma per
impegnarsi in tema di libertà religiosa. La classe politica, infatti,
non avrebbe mai avuto la capacità tecnica di tradurre in norme
comuni il dettato costituzionale,
.senza le pressioni di quel piccolo
gruppo che costituisce 1’« intelligentia » della Riforma in Italia.
Questa Intesa è stata fatta, e con
un contenuto vincolante per lo
Stato, quale nessuno si aspettava
che sarebbe stato accettato.
E’ evidente che, siccome l’Intesa è stata raggiunta, essa non deve rimanere sul piano culturale,
ma entrare in vigore secondo la
Costituzione, traducendosi in
una legge dello Stato. Intanto,
siccome è compito socia’e primario che la Costituzione venga attuata, si deve sottolineare che
quel piccolo gruppo cristiano —
rappresentato dalla Tavola Valdese — con il suo lavoro volto
alla redazione della Intesa, ha assolto anche un dovere socio-politico di notevole rilevanza.
Rigore morale
Riguardo alTintervento statale,
Peyrot ne ha ribadito il rifiuto a
qualsiasi livello, spiegando che
bisogna adoperarsi, perché vengano presi i provvedimenti adeguati e non ci si adagi sull’apporto dello Stato assistenziale. Infatti, in una visione di pluralità
di interventi (della Chiesa e degli organi statali o regionali) si
potrebbe poi essere autorizzati a
comportarsi secondo finalità di
comodo, adagiandosi nella prospettiva dell’intervento dello Stalo come pagatore.
Il rifiuto dell’intervenlo statale è — dice Peyrot — conseguenza di un rigore morale che nasce
dai canoni della Riforma. Sia pure riaffermando l’esigenza di uno
stato laico (anzi — meglio — che
si dichiari incompetente in materia religiosa, vale a dire non
compromesso con una particolare confessione), Peyrot non è venuto meno alle sue posizioni di
credente, e Io ha dichiarato. Dalle
sue parole è emerso, infatti, con
tagliente chiarezza che una convinzione di fede non postula necessariamente uno stato confessionale, ma implica, anzi, la separazione netta tra campo spirituale e campo temporale, tra Chiesa
e Stato.
Danielle Jouvenal
6
16 gennaio 1981
cronaca delle valli
ALLE VALLI OGGI
f
Al fuoco!
I roghi recenti di ampie zone
di boschi, di campi e prati incolti,
di vecchi casolari non più abitati
ma ancora utilizzati, impongono
alcune considerazioni critiche ed
un ripensamento a breve termine della politica di difesa dell'ambiente promossa in questi
anni dalle Comunità Montane. Sarebbe infatti molto grave, a mio
avviso, se ci si limitasse a ridimensionare i danni provocati dai
numerosi incendi di queste ultime settimane pensando che poteva essere molto peggio e che...
« non è il caso di drammatizzare». Infatti la distruzione del patrimonio boschivo (che non avviene soltanto con gli incendi, come si sa) è un danno gravissimo
e ci sono oggi tutte le premesse
perché questa distruzione continui e si intensifichi. Come impostare un discorso di prevenzione? Come arginare questa distruzione progressiva? E’ bene pensarci seriamente, subito, perché
non accada come per il piano regolatore di valle, da un po’ di
tempo entrato in funzione nel
settore urbanistico, che è un po’
come dire: scappati i buoi si è
pensato di chiudere la porta.
Mi limito a due osservazioni
che possono anche costituire una
ipotesi propositiva
Alcuni comuni delle valli sono
ora rnuniti di attrezzature antincendio e si sono costituiti dei
gruppi di volontari: ammesso che
l’attrezzatura sia efficiente e sufficiente (ma sarebbe bene discutere anche su questo), ammesso
che i gruppi di volontari siano preparati e coordinati per
questo tipo di intervento, questo
non basta. Quando ci capita di
visitare dei paesi all’estero, è facile scorgere nelle vicinanze delI übitüto, dei paesini^ delle bovgate, delle prese d’acqua a cui poter
attaccare delle pompe antincendio: quanti villaggi, quante borgate delle nostre valli ne sono forniti, nonostante l’esistenza degli
acquedotti? Non è questa una necessità preventiva essenziale se
si vuole parlare seriamente di difesa dell’ambiente, in questo settore? Fra le tante spesucce che i
nostri comuni fanno non sarebbe forse questa una priorità assoluta? La seconda osservazione
è di carattere più generale e politico. L’incendio più vasto e pericoloso di cui sia a conoscenza è
stato quello sviluppatosi ad Inverso Pinasca e che i pramollini
hanno avuto difficoltà a bloccare
prima che incendiasse i pini che
danno sul territorio di Pramollo.
Conoscendo bene la zona è ovvio
che l’incendio ha trovato via facile perché quei terreni un tempo coltivati non lo sono più da
15 anni e là dove l’uomo non interviene col suo lavoro, in periodi di prolungata siccità e di vento, ci sono tutte le premesse per
i roghi. ,
Ed è qui che a mio avviso bisognerebbe avviare un discorso politico-legislativo serio per la difesa e la protezione dell’ambiente e non fermarsi alle intenzioni
e ai rilievi sulla carta.
Perché, ad esempio, non muoversi sulla scia di iniziative sorte in diverse zone d’Europa e nella Val d’Aosta dove questo discorso politico ha trovato, se ben
ricordo, dei precisi riscontri legislativi? Perché non guardare concretamente — e la disoccupazione
del settore auto, sin qui elemento trainante (ed ora in crisi)
dell’economia delle nostre zone
potrebbe essere un incentivo in
questo senso — alla possibilità di
costruire le premesse per una
legge regionale che preveda uno
stipendio fisso per i contadini
che dovrebbero essere addetti
(non soltanto e in certe zone non
innanzitutto alla produzione agricola) al mantenimento di condizioni equilibrate dell’ambiente?
Per quanto posso capire, credo
che questa sia l’unica realistica
possibilità per poter continuare
ad utilizzare sensatamente la bella ma finora piuttosto evanescente espressione: « difesa dell’ambiente». Finché le preoccupazioni della politica della protezione
dell’ambiente si limitano ad operazioni come quella messa in
atto per la raccolta dei funghi,
per dirla provocatoriamente, .si
corre ancora una volta il rischio
di creare dei concetti politici dietro ai quali c’è il vuoto di iniz.iative concrete e risolutrici.
Ermanno Genre
PEROSA ARGENTINA
ANGROGNA
Crisi aiia RIseta
Cassa integrazione speciale per i lavoratori - Dopo la chiusura della
Widemann a S. Germano si aggrava la crisi dell’industria tessile
L’industria tessile è periodicamente in crisi. Dopo la chiusura
della Widemann un altro duro
colpo ai livelli di occupazione
nel settore sembra venire dalla
Filseta di Perosa. Ne parliamo
con alcuni lavoratori ed impiegati all’indomani di un incontro
svoltosi presso la sede centrale
CASCAMI di cui la Filseta fa
parte.
— Come e quando è sorto il
problema?
— Dobbiamo premettere che
già da settembre gli operai della
fabbrica erano in cassa integrazione ordinaria. L’azienda motivava il provvedimento con la crisi sul mercato mondiale del filato
misto; questa sarebbe anche dovuta ad una maggior liberalizzazione promossa dalla CEE (Comunità Europea) nei confronti
dei paesi dell’Asia (Cina e India)
che sono stati autorizzati ad
esportare in Europa i loro filati.
Successivamente, poco prima di
Natale, l’azienda convocava singolarmente i lavoratori, proponendo ad alcuni il trasferimento
alla sede centrale.
Ora, poiché all’interno del
gruppo CASCAMI, la Filseta ha
una sua autonomia amministrativa nel settore degli acquisti,
delle vendite e della gestione del
personale, il portar via le maestranze da questi settori significa attuare una trasformazione di
grosse proporzioni. Infatti, in
riunioni avvenute successivamente la CASCAMI confermava la
volontà di accentrare tutto a Milano; a Perosa rimarrebbero solo le strutture essenziali per i
collegamenti con le unità produttive. Per far questo l’azienda proponeva la cassa integrazione speciale ai lavoratori in sovrannumero.
— Siete reduci da una riunione. Quali altri dati sono emersi?
— Ogni volta scopriamo cose
nuove: spostamenti da un giorno all’altro da Perosa a Milano,
di servizi amministrativi (es. la
fatturazione). Ma non è tutto
qui. Dietro la cassa integrazione
speciale per i lavoratori non utilizzabili, c’è una analoga proposta non ancora del tutto esplicitata ma che ci pare di capire potrebbe coinvolgere all’incirca 150
operai e 25 intermedi (equiparati responsabili di reparto). Quindi ci avviciniamo alle 200 unità
coinvolte sui 535 dipendenti attuali. L’azienda proponendo la
cassa integrazione speciale a zero
ore tenta di scaricare sullo stato
la parte maggiore dell’onere che
con la cassa ordinaria dovrebbe
accollarsi. In secondo luogo, la
cassa integrazione speciale, se
non vi sono indicazioni di riutilizzazioni del personale è l’anticamera del licenziamento.
— Se ben capisco la direzione
aziendale ritiene che vi siano
delle eccedenze di manodopera
su alcune produzioni. Ma non erano gpà state fatte delle ristrutturazioni per differenziare le
produzioni?
— L’azienda infatti, dopo la ristrutturazione del ’76 in cui si
era messo in piedi un nuovo reparto con una settantina di addetti per la lavorazione della seta pura (tratta) ora lo vuole eliminare spostando le lavorazioni
allo stabilimento di Tarcento nel
Friuli. Questo prodotto per la
messa sui rocchetti non occorre
di costose attrezzature per cui
viene spesso dato a singoli lavoratori terzisti, alimentando cosi
il lavoro nero, naturalmente a
costi inferiori.
— Quali possibilità ritenete vi
siano di impiegare le maestranze
eccedenti in nuove lavorazioni?
— Questa è la domanda che abbiamo posto urgentemente ed è
l’interrogativo di fondo. In questo senso il sindacato ha chiesto
del tempo per verificare l’andamento del mercato nazionale ed
estero. ’Vi sono poi ancora dei
sintomi contrastanti e non chiari. Ad esempio: in una recente
intervista comparsa pochi giorni
or sono su « Il Sole 24 ore », il responsabile del gruppo preannunziava un aumento sostanziale del
capitale azionario e lo stesso andamento delle azioni quotate in
borsa è positivo. Ci chiediamo
allora come mai da un giorno all’altro questa crisi.
La cosa che ci preoccupa è che
facilmente a monte di questa faccenda ci deve essere una grossa
incapacità manageriale per cui,
ai primi sintomi di saturazione
del mercato si è impreparati ad
affrontare la crisi e non si hanno proposte per diversificare le
produzioni.
Quali sono ora gli ultimi
svilupni?
— A Milano siamo riusciti a far
slittare di due mesi, dall’inizio
di febbraio ad aprile, l’applica
zione della cassa integrazione.
Non abbiamo ancora risposte circa il problema della rotazione del
personale che dovrebbe andare
in cassa integrazione. Nel contempo, sia a livello dei sindacati
regionali sia a livello nostro, vorremmo suscitare un interesse e
delle aggregazioni sul nostro problema affinché si tenti di colmare il ritardo nella formulazione
di alternative. Per l’immediato è
già in programma per martedi
13 un incontro coi sindaci dei
comuni della vallata e delle forze politiche locali.
Intervista a cura di
A. Longo
oggi e domani
In questa rubrica pubblichiamo gii avvisi inerenti ad iniziative di carattere
ecumenico, culturale e civile che ci pervengono in tipografia entro le ore 9
di ogni lunedi (tei. 0121/91.334).
Giovedì 16 gennaio nel Salone comunale di CAVOUR avrà luogo un pubblico dibattito sulla Legge 194 « Norme
per la volontaria interruzione della gravidanza ».
Interverranno quali relatori: Giovanni
Franzoni, ex abate di S. Paolo a Roma
e membro della redazione di Com.Nuovi Tempi; Il magistrato Elvio Passone e
la Consulente familiare sig.ra Clelia
Roetto.
Il gruppo torrese « evangelizzazione »
parteciperà all’Incontro presentando opere della Editrice Claudiana e delle
AGLI torinesi.
L'invito è esteso a cattolici, evangelici ed esponenti delle forze politiche
e sociali operanti nei pinerolese.
La civiltà
contadina
Pulmino pieno per il viaggio di
documentazione a Bajo Dora
(trazione di Borgo Franco di
Ivrea) organizzato dalla commissione cultura del Comune. L’incontro con il gruppo bajolese, avvenuto domenica 11, che da 10
anni raccoglie in una grossa casa colonica (messa a disposizione del gruppo dalla locale amministrazione di sinistra) documenti della civiltà contadina è
stato progettato nel quadro di
una serie di visite fuori Angrogna per vedere, nella sostanza
delle cose, come altri hanno organizzato la « memoria storica »
del loro passato.
Il gruppo angrognino (composto da rappresentanti deH’Ammìnistrazione, del gruppo teatro,
del gruppo FGEI, del Concistoro
degli insegnanti ecc.) è stato accolto con molto calore e la disponibilità a spiegare, a raccontare come e perché è avvenuta,
da parte dei bajolesi questa ricerca di un passato che rischia
di scomparire per sempre, è stata
esauriente nella consapevolezza,
forse, di un irnpegno comune che
travalica le distanze geografiche
o le specificità culturali di ogni
zona. A questo proposito un particolare curioso: durante l’incontro, che si è protratto per tutta
la giornata, è emersa la non conoscenza da parte dei bajolesi
della realtà e dell’attualità del
mondo yaldese. Lo scambio quindi non è stato ad un senso solo,
ma reciproco. Anzi per l’immediato futuro si pensa — così ci
dice 1 animatore deH’iniziativa J.
Louis Sappé — d’inviare a Bajo
documentazione e libri Claudiana che documentino la nostra situazione anche storicamente. Il
viaggio era appunto inteso a raccogliere idee, possibilità, in vista
della realizzazione, nella nostra
Valle, di qualcosa di simile. Prossirno viaggio: domenica 25 gennaio a Monterosso Valgrana e Boves per visitare altri centri che
documentano la realtà del mondo contadino. G.P.
PINEROLO
Nuova zona residenziale
Nonostante gli abitanti della
città siano in diminuzione, e vi
siario almeno 600 alloggi vuoti in
città ed altrettanti in costruzione, la maggioranza del consiglio
comunale di Pinerolo ha ritenuto opportuno dotare la città di
una quarta zona di edilizia residenziale.
Questa nuova zona, detta CP 4,
si trova nel quartiere di San Lazzaro e prevede la possibilità di
costruire almeno 250 nuovi alloggi, ner un possibile insediamento teorico di mille abitanti circa.
Il progetto della zona, redatto
in tempo record (15 giorni) dall’ing. Desideri di Torino, è stato
approvato col voto favorevole
della maggioranza (DC, PLI,
PSDI, PRI) e coll’astensione del
PSI e del PCI e il voto contrario
di DP.
E’ in distribuzione Topuscolo della Società di Studi
Valdesi per il XVII febbraio 1981
LUIGI SANTINI
GLI EVANGELICI ITALIANI
NEGLI ANNI DELLA CRISI
(1918 - 1948)
Lire 1.000.
Le chiese possono ordinarne copie direttamente
all’Amministrazione della Società di Studi Valdesi Via Roberto d’Azeglio, 22 - 10066 Torre Pellice, oppure telefonando al past. Giorgio Tourn - Telefono
0121/91305.
Giunge così a conclusione una
vicenda iniziata circa un anno
fa con un voto a sorpresa del
consiglio comunale che aveva
chiesto la soppressione di una
zona residenziale ad Abbadia Alpina (zona CP3).
Dopo questo voto, il consiglio
comunale aveva approvato una
variante al piano regolatore ed
aveva individuato nell’attuale
quartiere Fornaci una zona in
cui localizzare altre case di edilizia convenzionata (cioè a prezzi di vendita concordati col comune) e di edilizia sovvenzionata (costruzioni lACP).
L’opposizione degli abitanti del
quartiere, che con una petizione firmata da circa 400 persone, faceva sì che il consiglio
(rinnovato con le ultime elezioni) localizzasse nella, ancor non
soppressa, zona CP3, gli edifici
per i quali si era ricevuto il finanziamento regionale.
Ora con queste deliberazioni,
il consiglio sopprime la possibilità edificatoria nella restante
parte della zona di Abbadia, che
diventa zona airricola e nello stesso tempo accoglie le proteste degli abitanti del quartiere Fornaci, dando una destinazione a
« verde pubblico » di una parte
di quelle aree residenziali.
Nasce così una nuova zona residenziale a San Lazzaro.
In poco più di un anno il consiglio comunale ha cambiato almeno tre volte parere sulla possibilità di edificare a San Lazzaro: infatti le aree che ora sono
definite ediflcabili erano state definite inedificabili dal precedente
Piano pluriennale di attuazione
(perché in parte vicine alla Fonderia Beloit).
Ora la delibera, in attesa del
l’approvazione definitiva della
Regione, sarà pubblicata all’albo
pretorio e i cittadini avranno 60
giorni per fare le loro osservazioni.
Chissà che il quartiere di San
Lazzaro, non consultato in tutta
la vicenda, non faccia qualche osservazione su cui dovrà nuovamente pronunciarsi il consiglio.
Nuovo ufficio
postale
Il consiglio all’unanimità ha
inoltre approvato un piano per
la localizzazione dell’Ufficio Postale Centrale: esso avrà sede in
via Cravero angolo via Bertacchi.
Sempre all’unanimità il consiglio ha acquistato i locali in zona Tabona per un ufficio postale
decentrato.
Nuove tariffe
acqua
Col voto contrario di PSI, PCI,
DP. il consiglio ha approvato le
tariffe dell’acqua potabile che
quasi raddopniano.
Esse sono le seguenti:
Per usi domestici e agricoli:
— fino a me. 90 annui: L. 95/mc
(precedente 50 lire/mc);
— da 91 a 135 mc/annui: L. 260/
me (precedente 100 lire/mc);
— da 136 a 180 mc/annui: L. 300/
me (precedente 160 lire/mc);
— oltre 180 mc/annui: L. 400/mc
(precedente 230 lire/mc).
g- g-
7
16 gennaio 1981
CRONACA DELLE VALLI
VAL GERMANASCA
PINEROLO
Consorziare
i piccoli comuni
Negli scorsi numeri dell’EcoLuce abbiamo ospitato la opinione di un nostro lettore di Pomaretto sull'iniziativa del Comune
per sollecitare la residenza a
coloro che « svernano » in quel
cormine.
Successivamente la questione
è stata ripresa con una lettera
dal Movimento Autonomista Occitano.
Interviene ora un consigliere
di maggioranza del Comune di
Pomaretto.
Sono apparsi di recente
sulla stampa locale (Eco
delle Valli n. 47/80 e 2/81)
un paio di interventi sulla
questione del cambio di
residenza che verrebbe imposto alle persone che vivono nel comune di Pomaretto e tornano, durante i
mesi estivi, nei paesi di
montagna continuando a
mantenervi la residenza
anagrafica.
A parte le considerazioni
che si potrebbero fare sul
fatto che il richiedere o
meno i cambi di residenza
non è un’attività che una
amministrazione comunale
può svolgere in modo discrezionale, vorrei proporre alla discussione un problema che gli estensori degli interventi hanno indicato come una conseguenza grave di tali trasferimenti di residenza.
Si tratta del fatto che
sarebbe messa in forse la
stessa esistenza di alcuni
piccoli comuni di montagna, in quanto entità am
ministrativamente autonome, poiché verrebbe a
mancare il numero sufficiente di residenti per presentare le liste elettorali.
Questa eventualità viene
considerata come un gravissimo danno per le zone
di montagna, o addirittura
come un « danno irreparabile ».
Sulla questione, mi sembra che vi siano alcuni interrogativi ai quali dovremmo tentare di dare
una risposta.
Il mantenimento di strutture amministrative autonome è veramente sufficiente a rallentare l’esodo
e a conservare le attuali
condizioni di vita? Quale
vantaggio può derivare, ad
un piccolo comune, dal fatto di essere autonomo
quando i comuni vicini
hanno gli stessi problemi
e le stesse difficoltà? Ed
ancora, è proprio vero che
ogni cambiamento deve essere respinto poiché segno
di ulteriore cedimento?
A me pare, senza pretendere di aver la verità in tasca, che sia urgente la ricerca di soluzioni alternative, e cioè di una nuova
organizzazione del territorio che possa far fronte alle mutate condizioni ambientali. Non vorrei che anche in questo caso si seguisse la logica del rinvio,
poiché si tratta di fare scelte non sempre popolari.
Ciò è successo, ad esem
pio, per Fra Catinai: si sono persi anni preziosi, si è
continuato a sprecare denaro pubblico ed i problemi da risolvere sono diventati sempre più complessi.
Di fronte alla degradazione dell’ambiente dovuta
al progressivo impoverimento delle risorse umane
e naturali, ritengo che i
piccoli comuni siano ormai
privi di possibilità d'intervento. Solamente strutture
più ampie ed articolate
possono essere in grado di
dare alla vallata i servizi
necessari. Certo, questo
può significare uno spostamento della sede in cui
vengono discussi i problemi a Ferrerò (o a Foniaretto nella sede della Comunità Montana) anziché
a Salza o a Massello. Ma
ciò non dovrebbe creare
problemi, visto che buona
parte degli amministratori
dei comuni che citavo vivono già a fondovalle.
11 vero problema sul quale dovremo riflettere è come rendere sensibili tutti
gli abitanti della valle e le
amministrazioni che li rappresentano ai problemi della montagna; dovremo cercare nuove forme di partecipazione affinché chi abita
a Massello, Salza o Fontane non si senta solo a difendere il proprio diritto a
viverci. Dobbiamo far crescere la solidarietà che deriva dal convincimento di
tutti di far parte di una
sola comunità, con un proprio genere di vita ed una
propria cultura.
Claudio Balma
consigliere comunale
di maggioranza
Fomaretto
Verso la crisi di Giunta?
« L’assessore deve trarre
le conclusioni dal voto del
consiglio »: queste parole
pronunciate alle due di
notte del 30 dicembre scorso dal socialista Arione,
hanno fatto sospendere il
consiglio comunale, che era
convocato anche per il 2
gennaio, e reso difficili i
rapporti tra i partiti che
reggono la giunta di centro al comune di Finerolo.
L’episodio che ha dato
origine a questa piccola
crisi riguarda una delibera
di affidamento dì incarico
a quattro società locali (la
Libertas, l’Arci-Uisp, la Tartavolante, l’Istituto di Terapia Ginnica) di organizzare i corsi ludico-motori
per gli allievi delle scuole
elementari cittadine.
Nel corso della discussione il democristiano Massimino, vicino alla società
Libertas (di ispirazione DC)
aveva espresso le perplessità circa l’affidamento a
due « società private » dell’organizzazione di tali corsi e aveva affermato che
« a titolo personale » non
avrebbe votato per l’affidamento alla Tartavolante e
all’Istituto di Terapia Ginnica.
In seguito, grazie all’intervento del comunista
Scali, si era saputo che un
consigliere comunale, assentatosi per la discussione, il democristiano Seri,
era interessato alla delibera essendo « contitolare »
dell’Istituto di Terapia
Ginnica. Cosa poi precisata
Le nuove tariffe postali
in vigore dal^1° gennaio 1981
LETTERE
ITALIA ESTERO
Grammi Ord. Racc. Expr. Racc. Expr. Ord. Racc. Expr. Racc. Expr.
20* 200 600 700 1.100 300 900 900 1.500
50 400 800 900 1.300 550 1.150 1.150 1.750
100 500 900 1.000 1.400 700 1.300 1.300 1.900
250 1.000 1.400 1.500 1.900 1.400 2.000 2.000 2.600
500 2.000 2.400 2.500 2.900 2.700 3.300 3.300 3.900
1.000 3.500 3.900 4.000 4.400 4.500 5.100 5.100 5.700
2.000 5.500 5.900 6.000 6.400 7.500 8.100 8.100 8.700
Invii normalizzati: formato rettangolare
la cui lunghezza non sia inferiore aH’altezza
moltiplicata per 1,4 e che abbia dimensioni
non inferiori a cm. 9x14 e non superiore a
cm. 12 X 23,5.
* per gli invii non normalizzati si applica
la tariffa relativa di gr. 50.
Francia: lettera gr. 20 lire 200;
gr. 50 lire 400; gr. 100 lire 500; sup.
a 100 gr. tariffa internazionale. Cartoline postali: lire 150.
Belgio - Danimarca - Germania
Occidentale - Paesi Bassi: lettere gr.
20 lire 200; oltre i gr. 20 tariffa internazionale. Cartoline postali lire 150.
Altre tariffe
Per l’Italia
Biglietti postali e da visita 150 - Cartoline illustrate e di Stato 150 - Cedole di
commissione libraria 80 Fatture commerciali (invio
normalizzato) 170 - Avvisi
di ricevimento 150 - Versamenti conto corrente postale 250 - Modulo vaglia 50.
Per l'estero
Aerogrammi 300 - Avvisi
di ricevimento 300 - Buoni
risposta internazionali 100 Cartoline postali (5 parole)
100 • Cartoline postali 200
Sovratassa ogni 5 gr. per
invii via aerea lettere e cartoline a destinazione: Bacino Mediterráneo 30 - Africa
100 - .Americhe 120 - Asia
100 - Oceania 200.
Sovi atassa ogni 50 gr. per
invii in via aerea di stampe e altri oggetti: Europa
60 - Bacino Mediterraneo
60 - Africa 200 - Americhe
250 - Asia 240 - Qceania 400.
STAMPE
Grammi I T Ord. ALIA - ESI TARIFFA INTERA 'ERO TARIFFA RIDOTTA (1) Racc. Expr.
Racc. Expr. Racc. Expr. Ord. Racc. Expr. Racc. Expr. Ord. Racc. Expr.
20 80 480 580 980 100 700 700 1.300 50 650 650 1.250
50 100 500 600 1.000 150 750 750 1.350 75 675 675 1.275
100 120 520 620 1.020 200 800 800 1.400 100 700 700 1.300
250 220 620 720 1.120 250 850 850 1.450 125 725 725 1.325
500 400 800 Í 900 1.300 500 1.100 1.100 1.700 250 850 850 1.450
1.000 600 1.000 1.100 1.500 800 1.400 1.400 2.000 400 1.000 1.000 1.600
2.000 800 1200 1.300 1.700 1.200 1.800 1.800 2.400 600 1.200 1.200 1.800
3.000* i — 1.800 2.400 2.400 3.000 900 1.500 1.500 2.100
4.000* 1 — — 2.400 3.000 3.000 3.600 1.200 1.800 1.800 2.400
5.000* — — ! — ■ 3.000 3.600 3.600 4.200 1.500 2.100 2.100 2.700
dal sindaco nel senso che
Seri « con atto notarile »
non avrebbe più tale ruolo nell’Istituto.
Una divisione dunque tra
democristiani.
Nel corso della discussione si sono fatte altre proposte: assumere in proprio
l’organizzazione dei corsi
(FSI), affidare l’appalto ai
soli enti di promozione
sportiva (FCI). L’assessore
era stato però irremovibile
e così si era giunti alla votazione su scheda che prevedeva Taffidamento alle
quattro società. Molti consiglieri non se la sentivano
di votare le quattro società rendendo così nulla la
scheda: 12 a favore, 23 voti nulli, la proposta era respinta.
Di qui una pronta richiesta di dimissioni dell’assessore Manduca, e la sospensione della seduta per
consentire un chiarimento
in casa DC.
La questione che aH'inizio pareva essere interna
alla DC, si è dimostrata
più ampia di quanto si poteva pensare.
Il capogi'uppo del partito liberale, Manassero, in
un fondo apparso sul settimanale « Il Fellice » del
9 gennaio, interviene nuovamente sulla questione
ponendo in un certo qual
senso la « questione morale ». Dice infatti: « Buona
la collaborazione con la più
parte dei consiglieri DC.
Talvolta però la malapianta della scelta paternalistica, dello scavalcamento
delle commissioni, del...
dribblamento della gara
pubblica, sostituita dall’affidamento di forniture o
incarichi a persone note e
amiche viene a galla... Dobbiamo perciò impegnarci,
costi quel che costi, per
eliminare siffatti sistemi,
certo non commendevoli,
di metodo e non solo di
metodo amministrativo ».
Fosta così, la questione
diventa di una certa rilevanza perché viene posto
in discussione un metodo
amministrativo e la stessa
sopravvivenza della giunta
che necessita dei voti liberali per avere la maggioranza.
g-g
REGIONE PIEMONTE
Prezzo dei latte
Sotto la mediazione dell’assessore all’Agricoltura
della Regione Fiemonte, si
sta svolgendo la trattativa
tra le associazioni dei cbltivatori e gli industriali caseari per fissare il prezzo
del latte « alla stalla ».
E’ una trattativa difficile
perché gli industriali sono
decisi a non accettare le
richieste di aumento fatte
dai coltivatori: 55 lire al
litro. Da un anno il latte
è pagato 321 lire al litro e
l'aumento dei costi di produzione, documentato dai
contadini, è stato di circa
il 18%.
La mediazione dell’assessore regionale prevede un
aumento di 30 lire che se
sarà accettato dai coltivatori e dagli industriali porterà il prezzo del latte alta
stalla a 351 lire. Ma quanto lo dovranno pagare i
consumatori?
Notizie utili
(1) Tariffa ridotta: per invii di giornali e periodici,
di libri, di carte da musica, di carte geografiche da
chiunque spediti.
Fieghi contenenti un solo volume.
Interessa gli allevatori
La Comunità Europea e la Regione Piemonte hanno
stanziato dei fondi per un intervento di prevenzione della mastite, uno dei fattori di maggior danno economico
per gli allevatori nella produzione del latte.
L’Associazione Regionale Allevatori, responsabile di
questi controlli, ha quindi contattato dei consulenti (agronomi, penti agrari, veterinari) per l’effettuazione
delle visite aziendali, al fine di individuare le cause di
questa malattia.
Per ottenere queste visite — che sono gratuite — occorre telefonare all'Associazione stessa (011/545877 - corso Vittorio 71 - Torino), oppure rivolgersi al P.A. Giacomo Roland, via Inverso Rolandi 7 - Torre Pellice telef.
91831).
Prestazioni ambulatoriali presso gli
ospedali valdesi di Torre e Pomaretto
La CIOV comunica che con Deliberazione della Giunta Regionale del 4.11.’80 n. 55-1712 viene confermato che
le prestazioni ambulatoriali e le analisi non sono assoggettate ad alcuna autorizzazione né preventiva, né successiva.
Pertanto si ricorda agli interessati che per usufruire
delle prestazioni di cui sopra è necessaria solo la richiesta del medico di base.
Ripetitore TV
La Comunità Montana Val Pellice comunica che
prossimamente entrerà in funzione il nuovo ripetitore
TV installato a Rocca Bera, Torre Pellice.
Il ripetitore è in grado di irradiare il 1° e il 2” canale.
Per verificare l’effettiva ricezione del segnale gli utenti
dovranno adattare le antenne alle nuove frequenze.
Per informazioni rivolgersi al Settore Servizi Tecnici
della Comunità, via Caduti della Libertà 4 - Torre Pellice - Tel. 93.24.35.
Posto a concorso
Il comune di Villar Pellice bandisce un concorso per
un posto di collaboratore amministrativo a tempo parziale (20 ore settimanali). Titolo di studio richiesto: licenza media.
Gli interessati possono richiedere informazioni alla
Segreteria del Comune, 10060 VILLAR PELLICE (telef0121 - 930712).
8
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CRONACA DELLE VALLI
16 gennaio 1981
DIRITTI DEI MALATI E DEI MORENTI
CINEMA
Simpatia e speranza
Paolo ci ha svelato che il
dolore cosmico, inesplicabile alla scienza, trascende
intaccandolo il creato, compreso l’uomo che ha il privilegio della coscienza. Partendo da queste considerazioni finiremmo per trovare inadeguate e utopistiche le diverse proposte di
soluzione del complesso
problema delle malattie e
di chi è chiamato a curarle. Eppure, riportando l’argomento alla sua misura
umana, al solo tempo del
nostro vivere « hic et
nunc », troviamo spazio
per operare portando il
personale contributo di esperienza al servizio della
comunità e del singolo che
ci è dato di avvicinare. Ciò
non esclude di rilevare la
carenza, delle leggi sanitarie, di criticare certi metodi di operatori preposti alle delicate funzioni mediche e chirurgiche, il cui
rapporto con l’ammalato
passa dall’ atteggiamento
più altezzoso fino a quello
paternalistico pseudofamiliare. Sappiamo tuttavia
che esiste tra i medici chi
si sforza di entrare in sintonia col paziente per scoprire, anche attraverso l’anamnesi, se il problema
non sia insieme biologico e
sociale. L’interdisciplinarità è auspicabile in medicina come in altri campi.
L’operatore sanitario dovrebbe essere un potenziale psicologo e sociologo per
cogliere nel sintomo appariscente la matrice di mali
più profondi: esistono le
malattie psicosomatiche
anche se non si è ancora
abbastanza sondato circa
l’interferenza delle due
componenti la nostra individualità umana: il soma
e la psiche. Il fatto poi che
oggi l’ammalato preferisca
radiografie e analisi alla
esplorazione con le mani
delle parti malate, scaturisce, mi pare, dal nostro
sistema sanitario in larga
misura disumanizzante. Se
infatti a un mutuato viene
prescritto dal suo medico
curante un periodo di astensione dal lavoro, tale
prescrizione può essere annullata dalla visita fiscale.
Non ci sarebbe diffìcile insistere nel rilevare le gravi lacune dell’assistenza al
paziente italiano, (spesso
trasformato in cavia per la
sperimentazione cui non
sfuggono neppure i neonati) paziente che troviamo
rassegnato ad attendere
dei mesi il posto in ospedale o in fila nelle lunghe
code per l’agognata visita
medica, immancabilmente
conclusa dalla ricetta per
le medicine, non di rado
meno efficaci delle erbe delle nostre nonne. A tale pro
OPINIONI
isi dei partiti?
Il dibattito accesosi in
questi giorni all’interno
del PCI, riportando in primo piano la questione del
rapporto tra i quadri organizzativi di un partito e
i suoi tesserati, va al di là
della semplice discussione
sulla maggiore funzionalità della struttura e democrazia della gestione interna.
In un periodo di crisi
delle istituzioni, pure i partiti si trovano costretti a
rivedere il loro ruolo di
sistema rappresentativo
della volontà generale.
L’importanza dei gruppi
politici nel nostro ordinamento in effetti è fuor di
dubbio: la stessa Costituzione non si limita a considerare il semplice diritto
di libera associazione in
partiti, ma li legittima in
quanto organizzazioni-associazioni fondamentali della società politica. Anzi,
dall’articolo 49 deriva una
concezione del partito come forma monopolistica di
espressione delle esigenze
dei cittadini. Ma tra le categorie essenziali del sistema politico, cioè la società civile, lo stato e la società politica, quest’ultima,
che rappresenta il settore
intermedio fra le due, mostra una capacità di invecchiamento molto maggiore
sia rispetto alle istituzioni
statali, sia rispetto ai rapporti economici e sociali.
Niente di strano quindi
che oggi si presenti la necessità, dopo 33 anni, di
riesaminare criticamente la
funzione rivestita dai partiti.
Siamo infatti entrati in
un periodo, il cui inizio
possiamo far risalire al ’68,
caratterizzato dalla progressiva incapacità dei partiti di aggregare interessi,
anche particolari, in solidarietà più ampie, in grado di allargarsi fino a una
intera classe sociale.
Esistono dunque fenomeni in cui il partito politico
rivela la sua vulnerabilità,
tanto da lasciare un vero
e proprio vuoto politico.
Ad occupare questo vuoto
sono, e lo saranno sempre
di più in futuro, movimenti collettivi e di opinione,
sicuramente pronti e adatti a cogliere, elaborandoli,
problemi di grande richiamo per la discussione e la
attenzione pubblica.
Stiamo attualmente assistendo al tentativo di sostituire alla rappresentanza basata sui partiti canali
diversi di rappresentanza
politica?
I presupposti per un’innovazione in tale senso
senza dubbio ci sono, sebbene le grandi idee dell’organizzazione dei quartieri,
dei consigli di fabbrica e
scolastici, che fino a ieri
sembrava potessero riuscire proprio là dove i partiti
invece fallivano, cioè nella
integrazione delle masse
nello Stato, si trovano oramai in piena fase di riflusso.
Marco Borno
L’anti Mazinga
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permanenza
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TORRE PELLICE (To)
posito non siamo soli ad
affermare che più che all’interesse dell’infermo si
pensi ad incrementare il
consumismo farmaceutico.
Dobbiamo ritenerci paghi
di quanto affermano le informazioni scientifico-pubblicitarie delle multinazionali produttrici dei farmaci stessi? Ci viene in mente
che anche per il talidomide si era parlato di sicurezza, mentre chi fiducioso ha usato il farmaco si
è prestato alla tragedia dei
focomelici.
In un mondo tutto inquinato, il concetto di risanamento deve investire non
solo il campo biologico, ma
essere esteso all’insegnamento di ogni ordine e grado e all’educazione permanente degli adulti. Il nesso
tra malattia e ambiente
che la produce era già stato rilevato nel Levitico,
quando Mosé cercava di insegnare al suo popolo che
la malattia è anche ignoranza di regole fondamentali che oggi definiamo igienico-sanitarie.
In cammino verso il 2000
non ci devono più essere
uomini che sostituiscano il
vitello d’oro con feticci di
altra natura.
Nel concludere le presenti riflessioni, vogliamo rivolgere un pensiero ai morenti, ricordandoci a un
tempo delle parole di Paolo: « Se abbiamo creduto
solo in questa vita, vana è
la nostra fede ». Cancellata
la nozione letteraria che
la categoria dei morenti annovera gente di età avanzata, tarata, non recuperabile
alla vita, constatata la fine graduale o violenta di
creature di tutte le età di
cui veniamo quotidianamente informati dai « mass
media », pensando a chi sta
per lasciare a termini brevi la vita, occorre distinguere se il « dopo » è per
lui una « fede-speranza »,
oppure la conclusione di
un ciclo biologico naturale. Fa parte dei pochi diritti di chi ha le ore contate l’essere assistito, con
spirito cristiano e non in
forza di disposizioni legali,
che tutt’al più possono escludere il confinamento in
stanze separate. La concezione evangelico-protestante del rapporto col morente lascia spazio ai familiari, al medico, all’infermiere, al pastore per stargli vicino con fraterna simpatia.
Simpatia che non va negata a nessuno e tanto meno ai materialisti che
guardano terrorizzati alla
fine imminente, ai drogati,
agli etilisti, ansiosi di riposare dalla fatica del vivere.
Porse tra questi qualcuno attende da tempo il verbo della speranza cristiana.
Lucia Gallo Scroppo
(Estratto dalla relazione
all’Unione Femminile Valdese di Torre Pellice).
Da qualche tempo il cinema
ci ripresenta volentieri i cartoons disneyani di maggior successo e soprattutto l'ormai celebre « Biancaneve e i sette nani », che è oggetto di un vero e
proprio rilancio: la pellicola furoreggia in ben due cinematografi di Torino, verrà presto proiettata nelle sale di Pinerolo e
presso il cinema Piémont di Perosa Argentina, e persino il
canale I della TV ce ne ha presentato uno scorcio simpaticissimo nel corso di ,<■ Domenica
in... » alcune settimane fa. Grandi e piccoli hanno accolto con
entusiasmo il ritorno di questa
eroina un po' » vecchiotta » e
accorrono in massa alle proiezioni. Anch'io credo di poter affermare che, nonostante le critiche sollevate da molti, le fiabe disneyane sono fondamentalmente valide, sia come contenuto che dal lato tecnico, I dise
gni sono ben fatti e armoniosi,
la musica piacevole, gli scenari
suggestivi, poetici; non ci sono
mai scene violente o impressionanti, né situazioni lacrimevoli, bimbi paralitici, nonni moribondi o cagnetti congelati. Anzi,
il tocco di Walt Disney ha spesso ammorbidito questi racconti
che a volte avevano originariamente dei risvolti rozzi e un po'
crudi, arricchendoli con episodietti divertenti e curando ogni
minimo particolare. Vengono evidenziati e ripetuti gli inviti alla
fratellanza, al rispetto per gli altri, all'amore per la natura. Certo non mancano i difetti: a noi
donne moderne Biancaneve appare un po' troppo bravina, così ingenua e casalinga, preferiremmo far conoscere ai nostri
figli un personaggio femminile
più intraprendente, ci piacerebbe una Biancaneve più aggressiva nei confronti della matrigna.
meno servizievole e spaventata!
Ma dobbiamo tener conto del fatto che il cartoon è stato ricavato da una favola dei fratelli
Grimm, scritta in tempi lontani
e assai diversi dai nostri. Forse
al momento attuale, mentre anche le trasmissioni destinate al
pubblico infantile propongono
storie di guerra, eroi infagottati
e senza volto in armature grottesche, duelli fantascientifici e
astronavi complicate, le disavventure di una Biancaneve ottimista e mite costituiscono un
momento di autentico relax, una
piccola oasi di serenità per genitori e figli.
Chi vuole dimenticare per una
volta i mille problemi di ogni
giorno e trascorrere due ore in
allegria, immerso in un'atmosfera magica e fiabesca, non deve
comunque lasciarsi sfuggire questo film.
E. M.
LETTERE ALL'ECO DELLE VALLI
Scuola Latina
di Pomaretto
Non avendo potuto partecipare alla riunione promossa a Pomaretto sulla Scuola Latina, le
mie riflessioni si riferiscono alParticolo pubblicato suir£co-Luce n. 50-51/80, a firma A.L.
Nell’articolo sono esposte le
due posizioni ;
— La prima : qTiella che vuole rimanere fedele alla verità
storica della Scuola Latina, in
vista della preparazione e della
testimonianza alle nuove generazioni valdesi. A questa posizione, io aderisco.
— La seconda : quella che
condiziona il significato della
testimonianza al fatto che la
medesima venga data al territorio in cui l’opera è inserita.
Nel caso nostro: al territorio di
Pomaretto.
Dall’articolo sembrerebbe che,
nell’insieme, i genitori valdesi
non si siano pronunciati. Anzi,
leggiamo : « E’ parso che ai genitori interessi avere la continuazione di un servizio che dà
affidamento in quanto fatto da
persone in cui si ha fiducia
mentre è meno chiara la coscienza di dover partecipare attivamente, anche con contributi
autonomi, alla realizzazione di
un progetto di formazione spirituale e culturale per i ragazzi
della valle ».
Se cosi è, scaturisce una triste considerazione: ai genitori
valdesi non sta più a cuore la
formazione spirituale dei ragazzi.
E’ solo un problema di finan
Dott.
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ze.^ Anni fa le Comunità erano
state invitate a versare al Comitato del Collegio e della Scuola Latina, il 14% della cifra
che si versa alla Cassa Centrale.
La mia Comunità — come fan.
no fede le Relazioni Annue dal
1969 — ha sempre fedelmente
effettuato tale versamento. Le
altre Comunità lo hanno fatto'f
(....).
Si accenna, neU'articolo. sulla necessità di richiedere al Sinodo una approfondita discussione sui nostri istituti di istruzione. A suo tempo, io udii la
discussione sui Convitti! Certo,
nel Sinodo si debbono discutere i problemi della chiesa. Bisogna però dire che discussioni
del genere vengono spesso condotte « al vertice » dalla parte
più intellettuale. La base (ossia
noi, membri comuni delle comunità) tace. Ed abbiamo torto di tacere.
Coloro che ci hanno preceduti hanno reso la loro testimonianza di fede ai fratelli cattolici costruendo opere : ospedali,
case per anziani e per fanciulli,
convitti, scuole, ecc. E oggi noi,
con la scusa della ristrutturazione e della testimonianza, rinunciamo e smantelliamo? Se
vogliano dare una testimonianza ai fratelli cattolici ci sono altri modi, molto validi, uno dei
quali è : avere, con l’aiuto del
Signore, più coraggio per affermare la nostra fede di evangelici valdesi riformati.
Vorrei testimoniare questo ai
genitori valdesi (particolarmente a quelli delle Valli S. Martino e Perosa, per i quali la Scuola Latina è stata creata): sono
stata allieva della Scuola Lati
na e serbo verso tale scuola una
riconoscenza infinita. Con l’insegnamento ho ricevuto un bagaglio di formazione spirituale
di cui, allora, non mi rendevo
conto. Tale bagaglio ha rivelato
tutta la sua validità nella distretta (che sempre si verifica
nelle nostre vite) e il fondamento ha tenuto. Questa esperienza,
molti altri ex allievi l’hanno certamente fatta. Oggi è venuto il
momento di dirlo.
Nelly Rostan
POMARETTO
Pro Loco
Lunedì 4 gennaio è stato eletto il comitato direttivo della
Pro loco di Pomaretto che risulta • così composta: presidente
Flavio Micol; vice presidente
Ugo Zanella: segretario Silvio Jahier; cassiere Alessandro Griglio; consiglieri; Giorgio Chiùrato, Bruno Giustetto, Aldo Genre, Filiberto Pastre, Glov. Rostan (Riri), Paolo Laggiard, Guido Ribet, Ugo Pastre, Giovanni
Poët, Giov Rostagno (Mimmo),
Valdo Tron, Daniele Voiat, Danilo Breusa, llario Alcalino, Gilberto Tron, Gino Genre; revisori
dei conti Nino Genre, Giacomo
e Ugo Beux.
Il direttivo, nella sua prima
riunione ha confermato gli impegni che la Pro loco aveva assunto in precedenza: terminare
le attrezzature sportive (doccie
e spogliatoi al parco situato all'Inverso) e a breve scadenza
partecipazione al Carnevale perosino con proprie iniziative.
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9
16 gennaio 1981
CRONACA DELLE VALLI
SOCIETÀ’ DI STUDI VALDESI
Ricerche storiche
Martedì, 6 gennaio ha avuto
luogo presso la Biblioteca della
Casa Valdese, gentilmente concessaci, un incontro di giovani
studiosi di problemi storici connessi con la realtà delle Valli ; insegnanti, studenti e laureati che
hanno avuto e mantengono interessi culturali nel campo della
ricerca.
Questo secondo incontro, il
primo si era avuto in novembre
a Luserna S. Giovanni, ha messo
in luce l’interesse che ha per
molti giovani una ricerca sul
campo che metta in contatto con
la realtà culturale delle Valli oggi. Allargando il concetto di cultura oltre i limiti, generalmente
stabiliti, di studio universitario,
dotto, erudito e dandogli la sua
accezione più vera di prodotto
della coscienza di una comunità
umana in tutte le sue manifestazioni, si comprende come l’area
delle Valli sia di estremo interesse per una indagine ed un
confronto con altre zone alpine.
Si è fatto un rapido confronto
degli studi in corso in cui ognuno dei partecipanti è impegnato
e si è convenuto di organizzare
in maggio una domenica consacrata interamente al dibattito ed
alla informazione su ciò che si
sta facendo attualmente nelle
Valli sul tema della ricerca storica. Al convegno è liberamente
invitato chiunque abbia qualche
elemento da fornire in questo
campo o dei risultati da comunicare, letture, scoperte, indagini, documenti ecc. G. T.
LUSERNA
SAN GIOVANNI
I membri del concistoro con i
rappresentanti delle varie attività di chiesa sono convocati venerdì sera, 16 c.m., alle ore 20,30,
al presbiterio per programmare
insieme una campagna di evangelizzazione alla quale anche la
TEV ha offerto il suo contributo.
I delegati delle attività presenteranno le singole relazioni concordate nei loro gruppi ed insieme si cercherà di stabilire un
programma definitivo.
Sarà un concistoro aperto a
quanti hanno a cuore il problema dell’evangelizzazione e desiderano collabnrare perché esso
possa risolversi in modo positivo.
• Ricordiamo che domenica
prossima, 18 c.m. il cullo sarà seguito da una riflessione comuni
taria ed avrà come testo di predicazione il capitolo 61 di Isaia,
versetti dall’l al 6.
• Lunedì pomeriggio hanno
avuto luogo i funerali di Susanna^ Artus ved. Buffa, deceduta
all’età di anni 94, a Moncalieri
ove si era trasferita presso il figlio. Era la mamma del comandante partigiano Dino Buffa, trucidato dai tedeschi durante la
guerra di liberazione.
Alla famiglia la comunità esprirne il suo affetto e tutta la sua
simpatia cristiana.
1« CIRCUITO
18 gennaio . Torre Pellice
Incontro di catecumeni
di 4° anno del Circuito.
ore 10: Culto;
ore 11: «La confermazione »; Pranzo al sacco;
ore 14: « Impegno nella comunità ».
2« CIRCUITO
Il convegno monitori, già
fissato per domenica 18
gennaio, è spostato a sabato 14 (con inizio alle ore
14,30) e domenica 15 febbraio, presso i locali del
Convitto di Pomaretto.
SAN SECONDO
• L’Assemblea di Chiesa, riunita domenica 11, ha rieletto il
pastore Davite per il prossimo
settennio con 85 voti su 86 votanti. Nella stessa occasione è
pure stato eletto il nuovo Anziano per il quartiere di Combe nella persona di Emilio Gardiol.
Ringraziamo l’Anziano Mirella
Godino-Porneron per il servizio
fin qui prestato con impegno e
capacità ; ringraziamo pure il
prof. Claudio Tron che ha presieduto il culto e l’Assemblea.
• Sabato 17 gennaio alle 20,30
i coretti di Torre Pellice e di
Ferrerò presentano un programma di canti negro spirituals. Tutti sono cordialmente invitati. Ingresso libero.
• Domenica prossima, 18 gennaio, la Scuola Domenicale avrà
luogo non al mattino, ma al pomeriggio dalle 14 alle 17. Questa
riunione particolare è organizzata per permettere ai ragazzi di
stare insieme e conoscersi meglio, non solo nei vari gruppi, ma
fra tutti, anche quelli che abitano in zone lontane della nostra
comunità. Preghiamo i genitori
di non far mancare i propri figli
a questo incontro.
POMARETTO
Le riunioni quartierali della
prossima settimana (dal 19 al 24
gennaio) sono le seguenti; martedì 20 ai Masselli, ore 20; mercoledì, 21 a Pomaretto, ore 20,30;
giovedì, 22 a Perosa Argentina,
ore 20,30.
3« CIRCUITO
ASSEMBLEA
La prossima assemblea
del 3° Circuito avrà luogo
a Ferrerò domenica 18 gennaio 1981, con inizio alle
ore 14.30.
I temi di discussione saranno due :
1. Il campo per giovani a
Vallecrosia, valutazione.
2. La lettura biblica nel
nostro circuito. Confronto di esperienze, e
proposte per un incremento della lettura biblica a livello personale
e comunitario.
Il consiglio di circuito
ANGROGNA
1° DISTRETTO
incontro
pastorale
Il prossimo incontro pastorale del 1° distretto avrà
luogo a Torre Pellice, nella
Foresteria valdese
lunedì 19 gennaio 1981
con inizio alle ore 9.
Dopo la riflessione biblica a cura di G. Tourn si
proseguirà la discussione
del documento « La presenza di Cristo nella chiesa e nel mondo ».
Saranno con noi Renzo
Bertalot, della Società Biblica, e Laura Nisbet, inviata della CEvAA nel Lesotho.
PINEROLO
Solamente a funerali avvenuti abbiamo appreso la notizia
della dipartenza, all’ospedale di
Torre Pellice, della nostra sorella Virginia Mûris. Di lei possiamo dire che ha lasciato un posto vuoto nella nostra chiesa per
la sua assiduità ai culti e per
l’interesse per tutta la vita comunitaria.
• Ottima partecipazione e atmosfera raccolta in tutti i culti
del periodo natalizio : 21 dicembre, 25, 28 in occasione dell’imposizione delle mani ai nuovi anziani Regina Montaldo Costantino e Pier Enrico Jahier e 1° gennaio. Speriamo che questa frequenza e questo spirito fraterno continuino per tutto il nuovo
anno.
• Prossimi appuntamenti: domenica 18/1 assemblea di chiesa
sul ruolo diaconale; domenica
25/1, ore 14,30, riunione ai Cappuccini in occasione della settimana di preghiera per l’unità dei
cristiani sul tema « La lettura
della Bibbia»; domenica 1/2 giornata comunitaria. Si prevede la
continuazione del dibattito sul
lavoro condotto dal gruppo
F.G.E.I.
RORA’
Sabato 3 gennaio si sono sposati Riccardo Tourn e Assunta
Gamboni. Dopo la cerimonia pubblica svoltasi in municipio, gli
sposi hanno chiesto la benedizione nel tempio. Rinnoviamo a
questi sposi i nostri auguri fraterni.
• Sabato 17 gennaio alle 20.30
incontro del Concistoro con la
Commissione Esecutiva Distrettuale al Presbiterio.
• La prossima Assemblea di
Chiesa si terrà domenica 25 gennaio, all’ordine del giorno il consuntivo finanziario per il 1980.
Ascolteremo inoltre informazioni
e commenti di Sergio, Serena ed
Enzo di ritorno dalle zone terremotate dove hanno svolto un
servizio di una settimana.
• Il gruppo dello studio biblico si è ritrovato giovedì 8 gennaio ed ha stabilito il programma: « Cosa vuol dire oggi parlare di peccato? ».
Siamo in 12 e pensiamo che
altri possano aggiungersi ogni
giovedì al presbiterio alle 20.30.
• Ben frequentata la riunione
di domenica 11 dell’Unione Femminile in cui si sono riesaminati
i punti essenziali del recente studio biblico fatto a livello di Unioni femminili della Valle. Alle riunioni quindicinali sono invitate
tutte le donne della comunità.
• Lunedì, sono iniziati i primi
lavori di smantellamento del soffitto del tempio del Capoluogo
e si è avuta una prima sorpresa :
un trave portante di legno era
marcio. Se fosse arrivata una nevicata abbondante non è escluso
che si sarebbe potuto registrare
un crollo.
Domenica 25 gennaio
ore 15
Assemblea corali
nei locali del Tempio Valdese di Pinerolo.
Gruppo di studio
ecumenico
Si è venuta manifestando da più parti l’esigenza
di costituire un gruppo di
ricerca teologica che affronti con impegno e metodo i problemi più scottanti del dialogo interconfessionale.
Un incontro esplorativo
per saggiare le possibilità
di una iniziativa di tale genere è fissato a Pinerolo,
presso la chiesa valdese in
via dei Mille 1, nella sala
del 1° piano:
SABATO 31 GENNAIO
alle ore 20.45.
Il documento base di
questo confronto ecumenico è fornito dalla Relazione del gruppo misto costituito da cattolici e riformati, edito dalla Claudiana e dalla L.D.C., dal titolo : « La presenza di Cristo
nella chiesa e nel mondo ».
TORRE PELLICE
• L’Assemblea di Chiesa ha
eletto le sorelle Aline Bellion e
Diomira Moretti come nuovi
membri del Concistoro in sostituzione di Silvio Bellion e Velia
Paschetto, anziani dei Chabriol
e degli Appiotti, non più rieleggibili. Marco Gnone è stato riconfermato come anziano del
quartiere di S. Margherita I.
I deputati al Sinodo saranno
Mirella Bein e Franco Taglierò,
con J. J. Peyronel supplente;
quelli alla Conferenza Distrettuale saranno Anna Bosio, Vaiter Ricca e Ivano Benech, con
Pier Valdo Rostan supplente.
II Signore benedica questi fratelli nell’importante incarico a
cui la Comunità li ha chiamati.
• Per un disguido, di cui il
cronista si scusa, segnaliamo
con qualche ritardo l’importante momento che la nostra Comunità ha vissuto in occasione
dell’ammissione in Chiesa del
fratello Luigi Vighetto. Il nuovo
membro di Chiesa, già impegnato in varie attività e in particolare nel Gruppo Evangelizzazione, ha reso la sua testimonianza
di fede durante il culto del 21
dicembre; si è poi anche incontrato con i giovani catecumeni
di 4“ anno a cui ha spiegato la
propria scelta, fornendo loro
molti spunti di riflessione in vista della loro prossima confermazione.
« La riunione del Concistoro
è stata spostata dal 14 al 21 gennaio, ore 20,30.
• E’ deceduto Filippo Berger,
residente da alcuni anni a Torre
Pellice, ma originario di Prali.
In quella comunità aveva servito
il Signore per molto tempo come membro del Concistoro.
Alla famiglia in lutto giunga
la fraterna simpatia della comunità tutta.
• A. partire dal 20 gennaio il
Gruppo per V evangelizzazione
presiederà le riunioni di Quartiere , secondo il calendario delle
riunioni, che saranno precedute
da alcune visite alle famiglie ivi
residenti. Informerà i fratelli che
interverranno alle riunioni sull’esperienza del loro impegno nel
campo evangelistico, impegno che
anche a Torre Pellice dovrà essere assunto dalla comunità attraverso le articolazioni con cui si
esplica la sua attività annuale.
Questi contatti serviranno anche per conoscere il pensiero dei
nostri fratelli sulla finalità della
evangelizzazione, il cui tema è
stato dibattuto nei due ultimi Sinodi e posto come primario obiettivo della Chiesa, la quale attraverso la sua testimonianza sappia essere significativa nel nostro
paese.
• Il Collettivo Biblico continua
la sua riflessione sulla lettera di
Paolo ai Romani. Prossimo incontro martedì 20 gennaio ore
20,30 al Centro incontro della Comunità Montana piano 2“ palazzo adiacente il Municipio.
• Venerdì 16 gennaio ore 21 alla Casa Unionista è convocata
l’assemblea del Centro sportivo
valdese. Verranno presi in esame
lo Statuto e studiate le linee di
lavoro per il 1981. Si spera in una
buona partecipazione da parte di
giovani e non, interessati a questa attività.
VILLASECCA
• Geme Adriano si è « addormentato nel Signore ». Tutta la
Chiesa di Villasecca vuole esprimere alla moglie Ermanna ed ai
figli Enzo e Ferruccio la propria
simpatia e la comunione di fede
nella resurrezione dei morti in
Cristo per la perdita della loro
cara.
• L’Unione Giovanile invita
tutti i membri della nostra comunità a partecipare alla serata di
studio biblico, fissata per domenica 18 corrente, ore 20, nella saletta, sul tema: « Scienza e fede
a confronto: la creazione ».
Nell’ascolto del messaggio biblico, i giovani ricercano sia il
contributo da parte di chi giovane non è più, sia un momento di
comunione fraterna coi membri
della nostra Chiesa per uno scambio reciproco di e.sperienza di fede.
• Al culto di domenica 18 corrente parteciperanno i bambini
della scuola domenicale e i catecumeni.
PRAMOLLO
Ringraziamo di cuore il grup
po Giovani di Perrero-Maniglia
che ci ha permesso di trascorrere un piacevole pomeriggio, domenica 11, ascoltando i canti degli schiavi negri, da loro ripresi
ed interpretati ottimamente. Col
loro canto ci hanno portato anche un messaggio di fede di cui
siamo loro grati.
• Nel corso dell’Assemblea di
Chiesa tenutasi l’il gennaio è
stata nominata la « Commissione stabili » ; sono stati eletti ;
Franca Peyrot Long, Gustavo
Long (Pellenchi), Gustavo Long
(Ruata) e Amato Beux, che
avranno il compito di coordinare
gli eventuali lavori da eseguire.
• La morte ha colpito una famiglia già recentemente provata
dal dolore; improvvisamente è
scomparso il fratello Edoardo
Sappé, originario dei Pellenchi.
A tutta la famiglia esprimiamo
la solidarietà cristiana della comunità nella certezza che Dio solo potrà colmare il vuoto nei loro cuori.
RINGRAZIAMENTO
« Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa,
ho serbata la fede »
(2 Tim. 4: 7)
La moglie, la figlia e la nipotina di
Filippo Berger
profondamente riconoscenti e commosse, ringraziano per le dimostrazioni di
affetto e di solidarietà avute durante
la malattia del loro caro e per le manifestazioni di simpatia e cordoglio ricevute in occasione della sua morte.
Torre Pellice, 9 gennaio 1981
RINGRAZIAMENTO
« HEterno è il mio pastore
nulla mi mancherà »
(Salmo 23: 1)
La moglie, i figli e familiari tutti
del compianto
Emilio Richard
di anni 60
commossi e riconoscenti per la dimostrazione di affetto tributala al loro caro, nell’impossibilità di farlo singolarmente, ringraziano di vivo cuore tutti
coloro che con presenza, scritti o parole di conforto hanno partecipato al loro dolore.
Prali, 11 dicembre 1980
COMUNITÀ' MONTANA
VAL PELLICE
SERVIZIO
GUARDIA MEDICA
notturna - prefestiva - festiva
dal sabato ore 14 al lunedì ore 8
dalle ore 14 della viglila del giorno festivo Infrasettimanale alle
8 del giorno successivo presso
I OSPEDALE MAURIZI ANO - Luserna San Giovanni - Tel. 90884.
Nella notte dei giorni feriali, dalle ore 20 alle' ore 8 (escluso sabato, domenica e vigilia del festivi) presso rOSPEDALE VALDESE - Torre Pellice - Tel. 932433.
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Torre Pellice: FARMACIA INTERNAZIONALE - Via Arnaud, 5
- Tel. 91374
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A Torre Pellice: martedì chiusa
la farmacia Muston, giovedì chiusa la farmacia Internazionale.
A Luserna San Giovanni; mercoledì chiusa la farmacia Preti,
giovedì chiusa la farmacia Gaietto.
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o tei. 91.288 - Vergnano - Noccioleto.
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Luserna S.G.; Tel. 90884 - 90205
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GUARDIA MEDICA
dal sabato ore 14 al lunedì ore 8,
dalle ore 14 della vigilia dei
giorni festivi alle ore 8 del giorni
successivi ai festivi
le notti dalle ore 20 alle 8.
II recapito del servizio è presso
la CROCE VERDE di Perosa Argentina - Tel. 81.000.
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festiva e notturna
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Croce Verde Porte - Tel. 74197
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10
10
16 gennaio 1981
CAMPO INVERNALE DI ECUMENE
Serrata analisi
del "caso Italia”
RIFLESSIONI SUL DOPO-TERREMOTO
Smilitarizzazione
e soccorso civile
Con l’intervento di personalità qualificate e
ne giovanile, avviata una discussione da svii
La profonda crisi politica economica e morale del nostro paese è stata al centro del dibattito
di quest’anno al campo invernale di Ecumene, caratterizzato da
una novità molto interessante:
l’incontro diretto con un esponente democristiano di primo
piano come Giovanni Galloni e
con un qualificato rappresentante della cultura cattolica come
Francesco D’Onofrio.
La storia del nostro paese nell’ultimo secolo e delle tre grandi aree culturali e politiche che
caratterizzano la fisionomia della
società italiana, la gestione democristiana del potere negli ultimi
trenta anni, i rapporti fra le classi sociali, si sono intrecciati con
i motivi di più stretta attualità,
quelli cioè delle proposte per uscire dalla crisi formulate dalla
DC, dal PCI e dal PSI.
Queste caratteristiche del campo, unite a quelle irripetibili di
un luogo di incontro come Ecumene che favorisce il colloquio
non formale, libero e diretto,
hanno fatto del dibattito sul « caso Italia » una delle iniziative
più significative promosse in quest’ultimo periodo dal protestantesimo italiano.
Il campo ha ascoltato e discusso una relazione del prof. Ari Derecin sulla storia italiana dal
1861 ad oggi; un intervento del
prof. Giuseppe Vacca sulla « questione comunista », uno del prof.
Francesco D’Onofrio sulla « questione cattolica »; e una tavola
rotonda sulle prospettive dell’immediato futuro, alla quale sono
intervenuti l’on. Luigi Covatta,
per il PSI, l’on. Giovanni Galloni, per la DC, e il prof. Biagio
De Giovanni, per il PCI.
I partecipanti al campo, circa
120, provenivano da diverse aree
geografiche, da diverse esperienze professionali, e da diverse
aree culturali e ideali. Il filo conduttore che ha legato la relazione storica, quelle politiche e la
discussione della tavola rotonda,
è stata la « specificità », o, se si
preferisce, 1’« anomalìa » del caso italiano. Una specificità già
ben delineata nella relazione del
prof. Derecin: da un lato una crescita tumultuosa e disorganica
sostenuta da una straordinaria
creatività del nostro popolo; dall’altra l’incapacità di creare strutture organiche statuali e sociali.
Dunque una grande capacità di
rinnovamento, ma una serie di
tentativi falliti di integrazione
delle masse nelle istituzioni. È
stata la storia delle grandi tap
Comitato di Redazione: Franco
Becchino, Dino Ciesch, Niso De
Michelis, Giorgio Gardiol, Marcella Gay, Aurelio Penna, Jean-Jacques Peyronel, Roberto ^eyrot,
Giuseppe Platone, Luciano Rivolta,
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• La Luce •: Autor. Tribunale di
Pinerolo N. 176, 25 marzo 1960.
• L’Eco delle Valli Valdesi Reg.
Tribunale di Pinerolo N. 175, 8 luglio 1960,
Stampa: Cooperativa Tipografica
Subalpina - Torre Pelllce (Torino)
pe di uno sviluppo disorganico
e delle crisi delle classi dominanti dell’ultimo secolo (da Cavour,
a Crispi, a Giolitti, a Mussolini,
a De Gasperi fino agli uomini di
oggi), attraversata dalle due
guerre mondiali. Derecin ha tracciato questo vasto quadro inserendovi i tentativi di resistenza
e di lotta delle classi oppresse legati alle manifestazioni di vitalità ma anche agli errori dei partiti della sinistra e delle organizzazioni sindacali.
Le due « questioni »
Giuseppe Vacca ha illuminato
le caratteristiche originali del
PCI rispetto agli altri partiti della sinistra occidentale, comunisti
e non; ha ripercorso le grandi
tappe della elaborazione teoricostrategica del PCI dalla fondazione, durante e dopo il fascismo, si è soffermato sulla analisi e sulla linea di azione di Gramsci e di Togliatti, ha messo infine in evidenza, parlando della
situazione di oggi, i fenomeni di
non governabilità e il fallimento
dell’esperienza del triennio '76-’79
della solidarietà nazionale, e la
necessità di una risposta adeguata alle nuove esigenze interne ed internazionali.
D’Onofrio ha definito le caratteristiche profonde della DC:
un’anima popolare di ispirazione
cattolica, che ha le sue radici nella storia del movimento solidaristico e del sindacalismo bianco, ma anche un partito di governo interprete delle esigenze
della borghesia italiana. Secondo
D Onofrio il modo di governare
della DC è stato un singolare
tentativo di portare a livello di
partecipazione statuale le masse
meridionali tradizionalmente estranee allo stato.
Esigenza di
autocritica
La tavola rotonda è stata caratterizzata da una convergenza
dei tre oratori nell’esigenza di
autocritica nei partiti e da profonde divergenze sulla individuazione dei modi per superare la
crisi e sulle prospettive di gover
no. Covatta ha denunciato l’ostinazione arrogante della DC nel
respingere sostanzialmente tutte
e due le strategie proposte dalla
sinistra (compromesso storico e
alternativa) e ha sottolineato la
importanza della svolta determinata dalla vittoria dello schieramento laico nel referendum sul
divorzio, che non è stata colta
dalle sinistre come sarebbe stato
possibile, ha sottolineato le difficoltà per la sinistra nel suo insieme di elaborare un progetto
nuovo, ed il significato positivo
delle convergenze che hanno
creato l’attuale fisionomia del
nuovo partito socialista.
Galloni ha rivendicato alla DC
il ruolo di interprete anche di
larghi strati di ceti popolari, e
della stessa classe operaia; la
DC secondo Galloni, non sarebbe un partito conservatore ma
progressista, in competizione
ideale, nella concretezza delle
proposte, con i partiti della classe operaia. La proposta DC per
uscire dalla crisi e per passare
dalla democrazia « zoppa » alla
democrazia « perfetta », è la « circolarità » nella gestione del potere fra tutti i partiti. Ciò significa il superamento della questione comunista, ma non con la sua
socialdemocratizzazione, e men
che mai con la « americanizzazione » della DC.
De Giovanni ha messo in evidenza che il compromesso storico, che dovrebbe segnare la fine
di ogni tipo di centralità per avviare nuovi criteri di strutturazione del potere politico, è stato
riduttivamente compresso, nel
triennio ’76-’79, ad una formula
di governo che riproponeva proprio la centralità democristiana.
Per il PCI non si tratta di torna
un’intensa partecipaziouppare
re a scelte frontiste, ma di scoprire nuove capacità progettuali,
tornando sui grandi temi dello
stato e della democrazia, e di verificare la sua capacità di essere
forza di governo.
Discussione avviata
Il campo ha avviato una discussione, da approfondire, sulla
questione della confessionalità
del partito democristiano e le
sue conseguenze sulla realtà italiana. Tutti hanno colto la necessità di avere un costante aggiornamento sulla DC, proprio perché è un partito « proteiforme »
e non liquidabile con valutazioni moralistiche o schematiche.
Un altro problema emerso con
grande evidenza nel dibattito è
quello della progettualità delle
sinistre, rapportata alla crisi internazionale intesa anche come
riorganizzazione degli investimenti capitalistici. E infine si è
verificata l’esigenza di ricomprendere il senso del compromesso storico, da un lato, e della proposta socialista di alternativa, dall’altro. Sono nate dalla
discussione anche indicazioni per
un futuro campo:, il mezzogiorno come punto di riferimento
nella organizzazione del sistema
di potere democristiano e come
nodo dello sviluppo complessivo del paese, anche in riferimento alle conseguenze del terremoto. Temi di possibile ricerca: il
rapporto mezzogiorno-istituzioni; il mezzogiorno e l’economia
internazionale, il rapporto cittàcampagna.
Fulvio Rocco
Da alcuni anni, finalmente anche nella nostra chiesa, si parla
della negatività dell’esercito
(«preparazione alla guerra per
difendere la pace »...) per aprire
un discorso sulla necessità di
costruire e di preparare la pace.
La drammatica tragedia del
terremoto e la disfunzione organizzativa e strumentale dei soccorsi mi spingono a fare delle
riflessioni.
a) Chiedere l’eliminazione
dell’esercito (e quindi il disarmo unilaterale in vista del disarmo mondiale), significa usare denaro, mezzi, uomini e tecnica
avanzata a favore non della morte ma della vita.
b) È solo una scelta politica
e per giustificare ancora di più
la sua esistenza, volere identificare esercito con soccorso civile.
c) La difesa popolare nonviolenta che poniamo in alternativa all’esercito e alle armi si basa infatti su due piani complementari della massima importanza:
Sensibilizzazione e tirocinio di
massa sulle idee e sulle tecniche
nonviolente da usare in caso di
« attacco ». Su questo fronte, si
può usare il metodo che la Svizzera usa per il suo esercito (chiamata con regolarità, distribuzione razionale e quartierale degli
strumenti idonei).
Squadre permanenti di soccorso civile in caso di calamità. Su
questo fronte, possono trovare
posto gli attuali militari del genio ed altri esperti in ogni campo.
d) In questa prospettiva, la
conversione delle fabbriche di
armi a fabbriche di pace acquista una sua maggiore concretezza e un suo specifico ruolo. Essa
potrebbe infatti avvenire su due
linee:
— conversione a oggetti tradizionali, secondo la domanda di
mercato;
Getta il tuo pane
{segue da pag. 1 )
«Quand'anche avrete fatto tutto
ciò che v'è comandato dite: noi
siamo servi inutili; abbiamo fatto quel che eravamo in obbligo
di fare ». Più gratuito, più dono
senza intorno, meno mercantile
di così, la nostra testimonianza
all Evangelo non potrebbe essere.
E se di retribuzione volessimo
parlare, dovremmo dire che essa
risiede in quel tipo di vita oriento-ta nella direzione del dono che
ci è dato di riconoscere e attuare come l’unico modo di esistere
in cui valga la pena di impegnarsi a fondo, sperimentando già la
nuova qualità della vita. La retribuzione è già in quello che fai e
sei chiamato a fare: è il poter
vivere in una dimensione di dono, senza calcolo, di estremo rischio dal punto di vista dell’interesse personale.
« Getta il tuo pane... dopo molto tempo lo ritroverai ». Là dove
il dono è riconosciuto come la
presenza del piano di Dio che si
sta realizzando tra gli uomini, la
promessa raggiunge gli uomini e
la loro opera. La promessa, che
con altre parole è resa chiara
dalle parole di Paolo in I Cor 3:
6-7, è che la nostra opera — avente già la sua retribuzione nella
possibilità di compierla — potrà
essere utile dal punto di vista di
Dio: potremmo ritrovarla utilizzata da Dio per far crescere la
sua opera, per il suo Regno, potrebbe essere utilizzata da Dio
per realizzare nel mondo la sua
volontà. Ancora una volta tutto
poggia soltanto sulla grazia di
Dio e l’ignorare qual sia l’opera
di Dio — ciò che consideravamo
un limite, un rischio, una contraddizione della nostra ansia di
risultati, una perdita — si rivela
così l’unica saggezza e l’unica
speranza.
Perciò fratelli — ripetiamo con
Paolo — state saldi, incrollabili,
abbondanti sempre nell’opera del
Signore, sapendo che la vostra
fatica non è vana nel Signore.
Valdo Benecchi
L'impegno delle chiese
(segue da pag. 1)
Vitalità spirituale
— Il tema dell’evangelizzazione recentemente è stato una costante delle preoccupazioni e indicazioni della Tavola. Continua
ad esserlo?
— Certamente. E se ne parliamo per ultimo, non dimentichiamo che in realtà è la questione
prima. La Tavola si è rallegrata
nella riconoscenza per le iniziative evangelistiche che in forme
diverse, ma praticamente ovunque, hanno attestato da parte
delle comunità vitalità spirituale
e senso di responsabilità nei confronti del nostro paese in cui così
drammaticamente si manifesta
la necessità urgente di una rigenerazione.
Sta iniziando ora la auspicata
circolazione di materiale con lo
invio di un certo numero di opuscoli e pieghevoli prodotti da
chiese e circuiti che le chiese sono invitate ad esaminare e valutare dando così preziose indicazioni alla Tavola.
Altre iniziative potranno utilmente essere prese ulteriormente: la diffusione di raccolte di testi biblici che diano indicazioni
in merito a problemi attuali quali gli armamenti, la droga, la
questione morale la violenza; la
diffusione, tramite TEco-Luce, di
pagine evangelistiche da affìggere
e di inserti da distribuire; la
maggiore pubblicizzazione della
nostra presenza nella città o nel
paese con chiare indicazioni sia
all’esterno delle chiese che altrove con cartelli che facciano conoscere l’esistenza delle nostre
chiese e l’orario dei culti come
avviene ovunque per la chiesa
cattolica e l’orario delle messe.
— costruzione di strumenti adatti perché divengano più efficienti i settori di cui la lettera «c»; antenne, radio trasmettitori e radio di facile montaggio per usi clandestini, ciclostili e stamperie in genere,
ecc.; tende da soccorso, motozappe, gru mobili, ecc.
Sono cose già esistenti ma che,
dovendo divenire di utilizzazione di massa e di dislocazione razionale in tutto il territorio nazionale, dovranno necessariamente aumentare di produzione.
e) Con la difesa popolare
nonviolenta, s’insegna al cittadino a combattere ogni forma di
ingiustizia e di disparità sociale
e di collaborare con gli altri, perché più si è uniti e più si avrà
ragione delTavversario o delle
calamità naturali.
f) Nel corso del recente terremoto, si è parlato tanto di responsabilità per la disorganizzazione e quindi per il carente
aiuto dato alla popolazione sinistrata, nonostante la buona e lodevole dedizione dei militari e
dei volontari.
Credo però che la responsabilità. non eludendo o nelle più dirette, vada ricercata più a monte: — La costituzione di squadre nermanenti di soccorso civile dovrà essere compito di ogni
organizzazione sindacale, politica e sociale, indicando i modi
più idonei perché queste funziohino e facendo propria la loro
attività.
— Lasciando solo all’esercito
la resDonsabilità di queste squadre avalliamo semore di più la
sua esistenza rendendo sempre
più lontana la sua graduale eliminazione.
g) Finché ci illuderemo di
spendere migliaia di miliardi per
difenderci da reali o ipotetici nemici nostri e del patto atlantico:
— le squadre permanenti di soccorso o resteranno nella mente o avranno un avvio molto
lento e di maggiore aggravio
economico;
— la tragedia del terremoto potrà forse esserci di monito,
in vista di una più vasta, completa catastrofe che ci sarà
(in caso di guerra) se non si
cambierà strada al più presto
e la solidarietà con i fratelli
sinistrati mn diventerà solidarietà quotidiana fra tutti i
cittadini e fra tutti i popoli.
Nino Gullotta
Don i Eco-Luce
ABBONAMENTI SOSTENITORI
Angrogna: Coìsson Elda — Pomaretto: Baret Cesare; Laetsch Giovanni;
Longo Adriano; Pascal Emma — Torino:
Botturi Guido — Pinerolo: Gay Marcella; Breuza Renato; Giraud Edoardo —
Luserna S. Giovanni: Balmas Odette —
Milano: Stein Luigia; De Michelis Niso;
De Michelis Bruno; De Michelis Carlo; Borsari Mirella; Manzoni Elvina —
Torre Pelllce: Henking Ruggero; Coisson
Roberto; Cornelio Falchi Milca; Pontet
Giovanni — Genova: Ispodamia Bruno
— Roma: Angiolillo Zannino Gioia;
Pons Galamini Flaminia; Michelangeli
Franco — Napoli: Bardo Louisette —
S. Maria Capua Vetere: Storino Mario
— Firenze: Rossi Olimpia: Villani Maria Luisa — Udine; Buttazzoni Lidia —
Bologna: Rostain Enrico: PostpischI
Umberto; Fiorini Marta — Olbia; Pascal
Arnaldo — Pavia: Pintacuda Fiorella —
Alassio: Bossatti Lidia — Lucca: Clafrei Erina — Pisa: Barsotti Giorgio —
Svizzera: Kunzler Bertin Ester.
ALTRI DONI
Francia: Capieu Raymond L. 12.000
— Bari: Castiglione Giuseppe 25.000 —
Venezia: Ambrosini Antonio 20.000 —
Vinovo: Vinçon Vera 20.000 — Germania: Mangiapane Stefano 5.550 — Milano: Baridon Silvio 190.000, Balmas Silvia 500 — Torre Pelllce: Comba Gustavo 22.000 — Pomaretto: Jahier Vitale
12.000 — Torino: Giardini Luciano 3.500,
Martini Etisia 8,000, Mariani Dino 2.500
Mariani Laudice 2.500 — Luserna S, Gio
vanni: Pellenc Riccardo 2.500 — Dal
mas Adelina 7.500 — Zurchea Giovan
na 7.500 — Abbadia Alpina: Pellenc Ro
berto 2.500 — San Germano: Rostan
Ezio 2.500 — Pinerolo: Costantino Mario 20.000 — San Secondo: Codino Livio 6.400 — Catania: Giacinto Lidia
9.000 — Agrigento: Cesoia Calogero
800 — Cinisello: Bogo Paolo 40.000 —
Monoalieri: Ricchiardino Alberto 4,000
— Loranzè: Cristoforo Almerina 2,500
— Vicenza: Pavinato Angela 2.500.