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Anuo 1. Venerdì «O dicembre lí«5l (1). .V* «.
LA BUONA NOVELLA
GIORNALE RELIGIOSO
fUCKZO D’,«SS0CIA7.10:VE
Torino, per uq anno ... L, 6 »
» per sei mesi ... » -4 »
Per le provincie e l’estero franco sino
ai confluì, un anno . . L. 7 20
per sei mesi , « 5 20
La direzione della BUONA NOVELLA è
in Torino, casa Bellora, via del Valenlino, n” 12, piano 3’.
IjC assuciazioDi si ricevono dn CAiti.oTTt
Bazzarini e Comp. Editori Librai in
Torino, sotto i portici di Po, n" 31).
Gli Associali delle Provincie potranno provvedersi di un vaglia postale,
inviandolo franco alla ditta sopradetta.
li Santo Natale. —Varietà: Gli annali della propagazione della Fede. — Due citazioui.
— Una risposta che va a puntino. — Notizie religio»«: Italia, i’ranoia. — Cronachetta
Politica.
La Buona Novella sospende un
istante il lavoro e gli studi del giornalista per dar campo a’ suoi lettori
di meditare come, or fa venti secoli,
si manifestasse in Betleem il Verbo
apportatore del sospirato Evangelo.
Vi si appressino come persone unicamente intese a udire che rechi dall’alto l’inviato di Dio. Essi sanno che
qui non è luogo a parlar d’un profeta che qual nuovo Mosè venga a
scuotere le servili catene della pro
sapia d’Àbramo: qui si trattano le
sorti di tutte le generazioni ufnane
senza riguardi a privilegi di schiatta;
qui denno cessare le antiche inimicizie de’ popoli, qui estinguersi ogni
favilla di guerra, qui terminare l’impero dell’odio; qui cominciare il rinnovamento del mondo e stringersi uu
patto universale d’amore. È qui uato
un pargolo che sarà luce alle genti
{Lue. II, 32), e salverà da’ peccati il
popolo {Matt. 1, 21). Lo spirito del
(1) Pubblicato il merooiedi 24.
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Signore è sopra di lui ; perciocché
egli riia mandato per evangeliizare
a’poveri, per guarire i contriti di
cuore, per mandare in libertà i prigioni e predicar l’anno accettevole del
Signore {Lue. /F, 18, 19).
Fra tanti misteri e promesse infallibili a cui dà compimento il nuovo
nato di Betleem, affidiamoci al grande
apostolo S. Paolo perchè ci spieghi
questa apparizione in terra del Verbo
che nel principio era appo Iddio, e
per cui ogni cosa è stata fatta, e in
lui era la vita, e la vita era la luce
degli uomini. L’Apostolo ha penetrato
a fondo il divino arcano in quelle memorande parole scritte ai Romani:
« Colui certo che non ha risparmiato
« il suo proprio figliuolo; anzi l’ha dato
« per tutti noi, come non ci donerebbe
«egli ancora tutte le cose con lui?
{Rom. Vili, 52)». La prima cosa
<iui notata dall’apostolo è che Iddio
ha donato a noi il suo divin figliuolo.
Qual linguaggio inaudito e strano è
mai cotesto ? Un potente, una città,
un popolo può inviare ad una generazione di oppressi un figlio, un cittadino, un prode che li aiuti a redimersi, li dirigga in battaglie, li meni
alla vittoria, ma dove mai s’intese che
un popolo, una città, un potente facesse regalo d’un prode, d’uu cittadino, 0 d’un figlio ? E quando pur lo
tacesse, qual prò ne avrebbero di un
tal dono gli oppressi ? Ciò per altro
che mai non fecero gli uomini, e l’avessero anche fatto non gioverebbe a
nulla, ci avverte l’apostolo che Iddio
l’ha fatto con noi. Eravamo infermi,
eravamo ciechi, eravamo seduti nell’ombra del peccato e della morte, e
Iddio ci fa dono del suo stesso divin
Figliuolo, e S. Paolo attesta che con
questo sol dono ci ha dato tutto che
ci faceva bisogno; vale a dire sanità,
luce e vita. Come infermi ci trascinavamo a stento e non curanti di guarigione, tra vizii e passioni; come acciecati, correvamo nel cammin della
vita, ignorando il termine a cui ci
mettevano i nostri passi: come seduti
nell’ombra del peccato e della morte,
nulla noi non sapevamo del regno di
Dio, dove si gode santificazione e vita
immortale, santificazione in questo
mondo e vita immortale neU’altro.
Ora possedendo noi come cosa nostra,
perchè datoci in dono da Dio, il figliuolo stesso di Dio, noi possediamo
ancora la salute, la luce e la vita. Le
parole dell’Apostolo non ci lasciano
dubbio alcuno.
Persuasi noi di quanto c’insegna
r Apostolo , c’inchiniamo prostrati a
venerare il Verbo umanato che in se
stesso porge salute, vita, redenzione
ed ogni bene agli uomini. Ma come
potremo possedere come cosa propria,
perchè donatoci, il divin Verbo incar-
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nato ? In tutte quasi le pagine del
Santo Evangelo Iddio c’inculca la fede,
ed è appunto questa fede viva e sentita nei meriti infiniti del nostro
divin salvator Gesù Cristo , che ci
mette in possesso di lui, e fa che egli
diventi come cosa nostra, e nostri
sieno 1 suoi diritti, nostro Padre il Padre suo, e nostro il suo regno, nostra
la sua immortalità, nostro il tesoro
delle sue infinite beatitudini. Per lui
e con lui possiam dire allora di aver
saldate le nostre partite colla divina
giustizia, perchè noi abbiamo l’infallibile sicurezza che egli col suo sangue
ha lavato 1 nostri delitti, come quelli
dei padri nostri e dei nostri nipoti,
dal principio alla fine del mondo, e
chiunque ebbe con Abramo e con
Giobbe fede in lui venturo, e chiunque l’ha in lui venuto, acquista dritto
di rivestirsi dei meriti suoi, e rivestito
di tanti meriti non solo non può essere dalla divina maestà respinto, ma
conviene che venga dall’Eterno padre
accolto non sol qual perdonato, ma
qual suo figlio istesso. Ciò significava
Giacobbe (;he in abito di Esaù ottenne
la benedizione del primogenito dal
padre Isacco. Vestiamo noi dunque
ancora per mezzo d’una fede viva in
Cristo gli abili suoi sacrosanti e divini, e senza bisogno d’angeli o di
uomini noi siam sicuri di entrare nel
regno di Dio.
Questa iniallibile sicurezza di salvarci, nonostante i peccali nostri,pei
meriti del nostro fratei primogenito
GesCi Cristo è appunto il gran dono
che ci fu arrecato dal cielo nascendo
uomo sulla terra, dal Verbo di Dio. Ci
dicano ora i nostri lettori se dono più
prezioso e più caro ci potevamo aspettare dalla infinita misericordia e
benignità del Signore. Tutta l’umana
sapienza coi lunghi studi dei filosofi
non ha saputo mai svelarci l’arcano
dei destini dell’uomo. Nato fatto per
alcun che di più grande che non
trova in terra, e bisognoso di ricongiungersi alla Divinità da cui discende,
non avea dinanzi a sè che un sasso
sepolcrale che ricopre il passato senza
dar nulla a sperare dell’avvenire. Spirito quindi irrequieto e tristo si dipartiva dal mondo per andare a sconosciuti lidi ove temeva una sorte ancor
più dura della terrena, o tutto al più
si augurava la fine della materia e del
bruto: la rivelazion di Dio lo tolse alla
crudele incertezza. L’anima umana
non chiamata dall’acque o dulia terra
come furono gli ucceUi, i pesci, le
belve, i rettili e quanti sono altri viventi sotto il sole, ma ispirata dal
sofiio di Dio nella creta onde è formato il nostro corpo, si sente anche
fatta a immagine esimilitudin di Dio;
e non le basta di vivere coll’armento
e col gregge dei beni della terra, ma
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deve anche vivere di ragione e d’intelletto per cui si rassomiglia a Dio,
e questa vita non l’avrà mai che unita
e ricongiunta a Dio. Ma come salire
dal finito aH’infinito, dal creato all’increato, dal fuggevole, dal passeggero
e dal tempo al permanente, all’immobile, aH’eterno senza un braccio che
l’aiuti, senza una forza che la spinga
0 la tragga? A tutto aveva provveduto
Iddio creandola nello stato di grazia
e d’innocenza-, le avea fornito ogni
dono perchè non fallisse al' beato
porto.
Essa d’ogni dono fe’ getto, ingrata si ribellò da Iddio, contenta di
raccoglier le ghiande del suolo, tali e
nou pilli essendo i beni piiì deliziosi
del secolo in paragone di quelli della
eternità. Pure Iddio non l’abbandonò,
le diede un riparator d’ogni male nel
suo divin figliuolo, che fattosi uomo
e fratello con noi si tolse le nostre
debolezze e i nostri peccali, e ci diede
1 suoi meriti, i suoi dritti, e noi sua
mercé siam tutti pacificati con Dio, e
per mezzo di una fede sincera abbandonandoci nei meriti infiniti del nostro divin Salvator Gesù Cristo, ricuperiamo l’antica grazia perduta in
Adamo, e siam certi di nostra eterna
salute. Ecco come a ragione ¡’Apostolo ha potuto scrivere ai Romani che
avendoci Iddio dato in dono il suo di
vin figliuolo ci ha dato tutto quanto
potevamo da lui desiderare.
0 potente e misericordioso Iddio !
avviva tu stesso la nostra fede, non
permettere mai che si estingua, e
nella nostra naturale fragilità veggendoci talvolta cadere e soccombere
alla tentazion del peccato sii tu generoso e clemente come sempre fosti, e
subito ridesta in noi la sopita fede, e
fa che questa abbiamo indivisa compagna nel pellegrinaggio della vita, e
questa c’intrometta nella patria beata
del regno tuo. Amen !
VAKIETÀ.
Gli Annali della Propagazione
DELLA FEDE. — Sono pubblicati a Lione
(Francia) in italiano ed in franoese a
fascicoli, ed è veramente cosa spiacevole
che in luogo di consolare i lettori cristiani col racconto edificante delle anime
infedeli convertite alla fede, sieno il più
ripieni d'accuse ed offese alle missioni
evangeiiche.Parecheun missionario evangelico perchè ba moglie e famiglia come
l’avea S. Pietro e S. Giacomo e Tito, e
Timoteo, non possano far nulla di bene,
e debbano pensare unicamente ai proprii
interessi. Noi non pretendiamo di negare
che possa qualcuno frananti aver mancalo all.1 propria vocazione: cosa che
certamente accadrà agl’inviati di qualuuque comunione sieno ammogliati o no;
perche nelle opere umane, benché ispirate da Dio, presso del bene sta scmpi f
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il male ; e nel collegio apostolico abbiamo
con S. Giovanni anche Giuda. Solo ci
piace di vendere avvertili i nostri italiani
fratelli a non credere ciecamente ai suddetti annali. Piacesse al cielo che potessimo negli scrittori degli annali svegliare
un sentimento di maggior giustizia, e indurli a non cadere nel falso, quando
pur vogliano tacere il vero. Ma noi scriviamo particolarmente pei fedeli d’Italia,
e siamo contentissimi di poter loro mettere sott’occhio un brano di lettera dal
Sig. De Gasparin diretta ai due giornali VIllustration, e Débats, che aveano
in modo non veridico parlato de’ missionari evangelici. Vi apprenderanno il
molto bene operato da questi infaticabili
apostoli del Vangelo a Taiti nell’ Oceania. M Prima del loro arrivo, narra l’im•> parziale De Gasparin, gl’indigeni erano
- a tale depravazione condotti da non
•< potei-ne avere idea. I templi degli idoli
si fabbricavano con pietre bagnate priX ma nel sangue umano ; i pali che ser•• vivano a formare la cinta , dovevano
“ e.sserc filli in cadaveri d’umane vittime.
M Noi abbiamo qualche volta veduto,
•< scriveva ii missionario Ellis , dieci,
venti, e fin ottanta vittime umane am“ monticchiale sull’altare. L’infanticidio
“ era generalmente in uso, e Cook penX sava die due terzi almeno dei bambini,
u appena nati, erano messi a morte. 11
i< missionario Williams raccontava che
•I avendo intcrKogato Ire femmine che
» abitavano nella stessa sua casa , la
- pili attempala delle quali avea un
« quarant’ anni, gli dovettero confessare
M d’aver esse tre sole ucciso ventun fan•• ciiilli.....Ecco il punto di p.irteii«i,
.. ecco il terreno che i missionari prole.
.. stanti dell’Oceania intrapresero di colx'tivare. Molli vi sono morti : Williams
«ed Harris vi rimasero trucidati:'altri
•c consecrarono cinquant’ anni di latiche
•< apostoliche ad evangelizzare quelle bar« bare contrade, ed oggi ci si viene a
« dire che quelli erano traiìlcanli o ladri.
•• Io vorrei semplicemente sapere quanti
X di coloro che oggi li attaccano avrebX bero voluto montare con essi a bordo
u del Duff, allorché questo piccolo naviM glio mise alla vela, il 10 agosto 1796.
u Lontani d’Europa Senza alcun soccorso
X al mondo, privi d’ogni comunicazione
« per lo spazio di dodici anni col paese
«natio; 'esposti in tutto quel tempo al
u furor degl’indigeni, veggendo formarsi
u le cartuccie coi fogli della Bibbia , e
M trasformarsi in palle i caratteri di stam« peria erano giunti all’anno 1812, isenza
•> che fossero incoraggiati da una sola
« conversione. Le crociere francesi ave■< vano intercettalo l’invio di qualunque
•< rinforzo di missionari .... Con tulio
•1 ciò non si perderono mai di coraggio,
X e Iddio concesse infine alla lor perseli veranza i piìi ammirevoli frutti >«.
X La mia lettera si prolungherebbe
i> oltre misura se si volesse raccontare
X ogni cosa. Amo meglio rimettermi qui
X alla testimonianza d’un capitano di baX stiinenlo francese , che fu a visitare
X Taiti in un’epoca in cui era lecito par•* lar con giustizia dei missionari prole•< stanti. Ecco ciò che il capitano DuperX rey scriveva al minislro della marina
X il 15 maggio 1823".
X L’isola di Taiti é ora ben diflerenle
X da ([uello era ai tempi di Cook. / ruis~
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« sionari di Londra hanno fatto cam•< biar interamente usi e costumi a suoi
•i abitanti. L’idolatria è scomparsa : in
•> generale professano la religione cri« stiaaa ; le donne non vengono pili a
«bordo de’ baslimenti; e sono d’una
1. modestia esemplare, quando s’inconu tran per terra. Dal 1826 in poi sono
*< anche cessate le guerre sanguinose che
avean luogo fra loro, e cessati i sali crifizi umani. Tutti gl’ indigeni sanno
•• leggere e scrivere . . ».
Due CITAZIOM. — « Affinché poi il
» Signore più facilmente porga aree•< chio alle nostre preghiere ed adempia
X i nostri desidera, innalziamo gli ocX chi e le mani alla S S. Genitrice ai
■< Dio, Maria Vergine immacolata, di
f cui non abbiamo nessun più forte o
•• valido patrocinio, ed essendo nostra
“ madre amorosa, anzi la maggiore no« stra fiducia, o meglio tutta la nostra
•• speranza, óttiene quanto domanda e
•• non chiede mai invano ». —
Ogni cosa che voi avrete cliiesta nel
« mio nome, quella farò; accioccliè il
x Padre sia glorificato dal figliuolo. In
•• verità in veiiu'i io vi dico che tutle le
- cose che domanderete al Padre in
« nome mio, egli ve le darà. Colui cei-to,
« che nou ha risparmiato il suo proprio
•• figliuolo, air^i l’ha dato per tutti noi,
■« come non ci donerebbe egli ancora
•• tutte cose con 1uì?b — ..Se alcuno ha
•* pficcato , noi abbiamo un avvocato
“ presso il Padre, Gesù Cristo giusto»'
La prima di quelle due cilanioni è
• lolla dall’ Enciclica dirella dal Papa ai
Pati iarchi. Primati, Arcivescovi ecc. ecc.
ordinando pubbliche preghiere in forma
di Giubileo per la Chiesa; la seconda
dal Nuovo Testamento: Ev. di S. Giovanni capo XW. 13; XVI. 23; Epist.
ai Romani capo Vili. 32; Epist. di San
Giovanni capo li. 1.
Una RISPOSTA che va a puntino. —
Non ba molto che da lin tale che non nominiamo, conosciutissimo infra i Valdesi
per il suo zelo propagandista, quanto ardente altrellanto cieco, mandava ad uno
di questi un receule opuscolo intitolato:
Inviolabile attaccamento alla religione
cattolica, necessario ai tempi nostri. Gli
fu restituito il libro colle seguenti parole scritte a penna sul fronlispizio ; Attachement inviolabh à la Bible nécessaire dans TOtfS les temps.
]VOTlZIE RElilCilOi^E
Italia. — La Bibbia negli Stati del
Papa.—Andiamo debitori allo Standard
per i seguenti falli. Sono dati da quel
giornale, dietro rautorilà di un viaggiatore, uomo del più allo onore e membro
di una nobile e distinta famiglia.
« Cinque o sei giovani inglesi di qualità e professanti i principii evangelici
come si suol dire, essendo lòr capitalo di
trovarsi a Roma la state prossima passata
risolsero di fare una gita sopra alcuni
dei monti vicini portando seco loro fucili da caccia onde dare alla loro passeggiata l'apparenza di mero diporto, oppure
forse per la propria difesa. Sorpresi dalla
notte in sul monte e non rifuggendo ess*
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di vedere qualcosa della vita domeslira
dei contadini di quel paese, chiesero ri*
rovere in una capannuccia che avea apparenza di ben essere, e vi trovarono
ospitale accoglienza. Il padrone di rasa,
vBcrhio montanaro, porse innanzi a loro
i cibi qmli ei possedeva nella sua onesta
dimora, e dopo ciò un vino ercelienle di
cui ognuno bevve con moderazione. Insisteva il vecchio onde gustassero maggiormente i suoi ospiti il generoso liquore, ma questi con cuore grato riugra.
ziarono Sfnza volerne piii. Alla fine tanto
insistette il vecchio che fu costretto uuo
fra i giovani di esporre che gl! eccessi
di ogni Sorta erano coutrarii ai prinripii
religiosi Hi se stesso e degli amici. La
meraviglia del vecchio che giovani inglesi
rirusassero di bere largamente un vino
generoso, diede luogo ad un tempo all’iimmirazioui: e ad un s -ntimento di fra. terno rispetto.« Che?diss’egli allora-,voi
siete inglesi e non volete ber vino perchè ve lo vietano i vostri piincipii religiosi? voi avete dunque ad essere degli
Inglesi ch’io amo, imperciocché voi amate
questo libro ", e. ciò dicendo apre un
segreto sotto il selciato, e mostra^una
Bibbia, per l’esibizione della^quale era
chiaro che la famiglia tutta della capanna,
figliuoli e nipoti erano ad aspettare con
manifesta impazienza. 11 patriarca prese
quindi a leggere due o tre capitoli del
Nuovo Testamento ed avendogli i nostri
meravigliali concittadini domandato come
egli osasse tanto, mentre, se non aveva
nulla da temere da protestanti quali essi
Inglesi erano, potevano dei vicini giunti
aU’improvvi.so scoprirlo e tradirlo :.. ¡Non
temo i miei vicini, replicò il vecchio sorridendo, « Salite la cima del colle domani
mattina (ed é questo allo assai), girate
all’intorno i vostri occhi quanto lontano
il potete (e questa sarà una vista molto"
estesa), e fra tutte h’ case che vi staranno
innanzi non ne vedrete una in cui non
si trovi questo sacro libro (accennando
la BibbiaJ».. Voi dunque, ripigliò uno
fra i fortstieri, siete in (alti tutti protestanti ». « Lo siamo, disse il vecchio con
enfasi, ma non osiamo coiilessarlo; cioè
nel contado siamo tutti protestanti, ma
nelle città voglia Iddio perdonar loro e
convertirli, eglino son niente ■■. Dobbiamo aggiungere che quegli stessi Inglesi
essendosi recati da Roma a Napoli trovarono daperlutto i contadini sostanzialmente protestanti, e la popolazione delle
città pur troppo geni raímente increduli',
ma non trovarono fra tutta l’estensione
d'Italia il puro papismo in nessun lungo
se non se solto la tonaca del prele »•.
Fhancia. — Progressi dell’Evangelo.
— Ecco quanto ricaviamo a tal riguardo
da una lettera diretta dal celebre Missionario evangelico Nap. Roussel, ai fedeli di quella credenza :
« Io ho testé viaitato buon numero di
Comuni in quel dipartimento (Charenle);
ho predicato in parecchi; ho ricevuto inviti d’allri luoghi, e lo ripeto, mai campo
fu meglio preparato a ricevere l’Evangelo. Non si tratta più come anteriormente di odio al prete. No, quell’odio
si è mutato in disprezzo, in compassione
e perfino in obblio, e nou rimane a quest’ora che un vuolo immenso che ri si
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domanda di riempiere. Non abbiamo
dunque da temere quivi un clero ormai
intieramente screditalo. D’altronde i comuni cui alludo sono quasi generalmente
I popolati da piccoli proprielarii indipendenti, capaci di leggere, amici della pace, avidi d’istruzione e per se stessi e
per le loro famiglie. — Ecco d’altronde
la prova della verità di quanto asserisco: mentre alcuni anni fa, io ero costretto di far appello per la costruzione
di chiese, oggi non domando culla a
tuie efielto; gli stessi abitanti si esibiscono di supplire alle spese. Mentre altre volte io sollecitavo dei maestri, ora
non ne richieggo nemmeno gratuitamente : sono i genitori che s’impegnano a
pagarli. Altre volle erano 4 o 5 i comuni che si presentavano nello spazio di
un anno; ora sono 20 o 3o quelli che
si sono presentati in quindici giorni , e
ciò senza che neppure uu solo fra i deputali mi abbia parlalo con odio del
Clero romano, ma tutti bensì del loro
ardente desiderio d’istruirsi >1.
CRONACHETTA POIITICA.
Piemonte. La compagnia di S. Paolo
persiste nel respingere le norme a lei
prescritte dal Governo e sancite dal Re,
per metterla in armonia collo spirito de’
tempi e delle islituzioni che ci governano. Pare che il Ministero sarà costretto
di proporne l’abolizione al Parlamento.
— Essendo scaduto il triennio pel quale
furono nominati i membri straordinari
del consiglio di pubblica istruzione, vennero nominali in loro vece i Sig. Commendatore Tonello Michelangelo, Promis
Carlo, Rirotti Cav. Ercole, e Berlini
Giov. Maria, tulli e quattro professori
nella R. Università.
— 11 progetto di legge portante modificazione dell’attuale legge sulla stampa
seguita ad essere cagione di polemiche
vivissime per parte dei varii giornali.
La maggioranza dei commissari negli
uUìzi della Camera è contraria al progetto: ciò che non impedirà, a quanto si
va dicendo, ch’egli passi, il Ministero facendone una quistione di Gabinetto.
Fkancia. A quest’ora la Francia ha
certamente nominato il suo presidente
decennale, nella persona di L. Napoleone. Parecchi Vescovi aveano diramato
circolari raccomandando l’elezione del
Presidenle. 11 generale Cavaignac fu
posto in libertà insieme a parecchi alti-i
rappresentanti.
— Vincenzo Gioberti ha pubblicato
in due grossi volumi in-S” la sua nuova opera — Del Rinnovamento civile
d’Italia — dove riconosce inconciliabile
il papato colla libertà d’Italia. Anche il
professor Montanelli nei suoi Appunti
storici sulla Rivoluzione d’Italia ultimamente pubblicati, si dichiara convinto
della medesima verità.
— I fogli di Francia annunciano la riconosciuta innocenza del celebre matematjco italiano Giuseppe Libri, iniquamente calunniato, per opera d'invidiosi,
di avere derubato le pubbliche biblioteche, per comporsi la sua collezione preziosa di 40 mila volumi stampati, e 2
mila manoscritti, che sono il frutto di
25 anni di ricerche, di sacrifizii e di
cure infinite e pazienti durate da quel
nobile ingegno.
Dai giornali non si ricava nulla d’importante degli altri Stali.
Direttore G. P. MEILLE.
Rinaldo Bacchetta gerente.
Torino, — Tip. Sociale degli Artisti.