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ECO
DELLE VALLI VALDESI
biblioteca VALDESE
torre pellice
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCVII -N. 36 .ABBONAMENTI { l’interno ( L. 3.500 per l’estero j Spedizione in abbonamento postale . I Gruppo bis 1 TORRE PELLICE - — 15 Settembre 1967
Una copia lire 50 Cambio di indirizzo Lire 50 1 Ammin. Claudiana Torre PeUiee - C.CJ. 2-17557
Do 1 occfìr RIUNITA A TORRE PELLICE DAL 7 AL 12 SETTEMBRE
prolesfanfi L'Assemblea europea dell'Alleanza Riformata
Mentre è riunita a Torre Pellice
l’Assemblea europea dell’Alleanza
Riformata Mondiale e mentre si sta
preparando, anche nelle nostre
Chiese, la celebrazione del 450" anniversario della Riforma, una domanda inquietante può sorgere nel
nostro animo, ed è questa: Siamo
oggi ancora protestanti nello stesso
modo in cui lo furono i Riformatori e le prime generazioni di credenti sorte dalla Riforma? Talvolta, uilendo certi discorsi e vedendo
certe cose, vien da dubitarne. Certo, i tempi sono cambiati, come pure è cambiata la situazione storica
e quindi la mentalità, la sensibilità,
gli interessi, i problemi degli uomini e in larga misura anche dei credenti. Ma rEvangelo non è cambiato. K la Riforma fu apjtunto la
riscoperta deirEvangelo. Perciò essa non è solo un momento particolarmente felice della storia della
Chiesa, ma è un punto fermo, una
tappa obbligata (per noi almeno)
nella ricerca della verità. In altri
termini: dalla Riforma non si torna
indietro.
Ora non è che il protestantesimo
odierno abbia dimenticato i suoi
giorni antichi o tenda senz’altro a
scavalcare la Riforma del XVI secolo, come talvolta ci vien suggerito di fare da parte cattolica, in nome dell’ecumenismo, beninteso, e
non pili — come succedeva ieri —
in nome della verità cattolica. I protestanti d’oggi —, chi più chi meno,
chi con maggiore chi con minore
chiarezza e passione — riaffermano
le grandi lesi della Riforma e continuano a considerarle indispensabili per una retta impostazione della fede e della vita cristiana.
Eppure è un fatto a nostro avviso
incontestabile cbe il protestantesimo nel suo insieme è stato « preso
in -contropiede » (come si dice nel
giuoco del calcio) dall’ecumenismo
cattolico e manifesta sovente, nei
confronti della Chiesa di Roma,
uno strano complesso di inferiorità
0 almeno di dipendenza (come se il
protestantesimo fosse un fenomeno
derivato dal cattolicesimo, mentre
invece è un fenomeno derivato dalla Sacra Scrittura), e talvolta persino di coljia, come se la sua esitenza fosse viziata da un misterioso
peccato d’origine, che in realtà non
è mai esistito. Il protestantesimo ha
1 suoi ])eccati e non son pochi. Ma
il suo sorgere non fu un peccato:
fu una benedizione.
Qual’è il malessere di cui soffre
il protestantesimo odierno, per cui
esso ci appare quasi sempre su posizioni arretrate rispetto a quelle
occupate dai Riformatori? Come
Mai il protestantesimo odierno dà
talvolta rinq)ressione di essere diventato un fenomeno di retroguardia — truppe ausiliarie, si potrebbe dire — per cui troppo spesso,
tnalgrailo tutti gli sforzi, non ci troviamo in linea con i Riformatori,
ehe furono combattenti di prima linea? Che cosa manca al protestantesimo odierno jter esser oggi, in
una situazione del tutto diversa da
quella del XVI secolo, qualcosa di
analogo a quel che fu il protestantesimo allora?
A nostro avviso quel che mancia
ul protestantesimo odierno, almeno
tn molti suoi settori, è il .senso della
protesta. E il senso della, protesta
Bianca perche il protestantesimo non
avverte piìi con sufficiente chiarezza il carattere imperioso, ultimo, categorico della scelta protestante. Lutero, nel momento di rendere la
Confessione evangelica della fede,
disse: «Non posso altrimenti«. Si
ba talvolta l’impressione che oggi
Il saluto del Sinodo
I rappresentanti di tutte le Chiese Valdesi e i loro Pastori, riuniti
in Sinodo, si rallegrano di porgere ai Membri della Assemblea Europea
dell'Alleanza Riformata Mondiale un benvenuto in Cristo, molto cordiale e fraterno.
Possa questa Assemblea essere l'espressione sempre più chiara
della profonda unità di fede e di dottrina che unisce tutte le Chiese di
tradizione riformata, nella comune vocazione di testimonianza e di servizio nel mondo.
Lo Spirito del Signore vi ispiri nei vostri lavori e vi dia una visione sempre più chiara del cammino per il quale il Signore conduce la
sua Chiesa in mezzo alle contraddizioni, alle difficoltà e ai problemi del
tempo presente.
Possa la Sua luce splendere luminosa attraverso l'umile servizio
delle nostre Chiese, in una predicazione che affermi ed esprima l'esigenza di una fedeltà totale alla Parola di Dio in un impegno concreto
e senza riserve che sia segno e manifestazione del Regno di Dio.
Nella nostra solidarietà e nella nostra comune preghiera, in un
identico impegno di fede, di amore e di speranza, invochiamo su questa Assemblea la benedizione del Signore della Chiesa.
Per il Sinodo Valdese
il Presidente
(pastore Alberto Taccia)
DALLA PREDICAZIONE DEL PAST. P. A. JACCARD
Ti manca ancora una cosa
(Luca 18: 18-25)
Se davvero deve trattarsi di « rinnovamento » e di « risveglio », non solo
come tema di questa Assemblea, ma
anche al livello delle nostre Chiese e
comunità, allora bisogna pur riconoscere che il testo ora letto sembra fuori argomento. Comunque riconoscerete che non comincia in modo molto
entusiasmante : « Mio buon Maestro,
che debbo fare per eredare la vita eterna? ». Questa non ci appare come
una parola di risveglio, ma piuttosto
come un vecchio ritornello. Il suo stile ci fa pensare meno a un rinnovamento che a uno dei secoli che ci
hanno preceduto. « Che debbo fare
per eredare la vita eterna? ». È proprio questa la domanda che faremmo noi?
Vorremmo molto di più sapere « che
dobbiam fare» per eredare non già
la vita eterna ma la vittoria di Cristo
sulla terra! Vorremmo sapere quel
che dobbiam fare per eredare la fede,
l’immaginazione, le idee e le strutture
che ci consentano infine di essere un
po’ più efficaci nella nostra missione!
Pensiamo alla nostra testimonianza.
UN DIBATTITO TRA TEOLOGI: RIFORMATI
Le due anime del Gatlolicesimo
Con il Concilio Vaticano II la
Chiesa cattolica è uscita dal medioevo, ma ne è uscita con dei documenti e con delle posizioni che presentano un marcato carattere di ambivalenza. Questa, in sintesi, la tesi
delVampia esposizione che il Prof.
A. J. Bronkhorst di Utrecht ha presentato ai partecipanti della Conferenza teologica convocata a Torre
Pellice il 6 e 1 settembre, in concomitanza con l’Assemblea regionale
deirAlleanza Riformata Mondiale.
A pag. 3 di questo numero è riportato il testo del Prof. Bronkhorst,
che in sostanza ha affermato che oggi nella Chiesa cattolica vi sono
” due anime ”, una progressista
Valtra conservatrice, una rivolta
verso il medioevo e l’altra verso
il nostro secolo. In questa situazione il dialogo tra protestanti e cattolici è da un lato più facile che in
pas.sato, perchè quasi tutte le scoperte della Riforma sono state accolte nei documenti conciliari; e
d’altra parte è più difficile perchè
tutte le tesi antiche sono state mantenute, anche riguardo ai problemi
di libertà religiosa e di ecumenismo, senza contare che le classiche
affermazioni protestanti compaiono
nei documenti accanto ad altre diverse, mentre la Riforma le sosteneva con carattere esclusivo: sola fide, sola Scriptura.
molti protestanti possano anche altrimenti.
La venuta in mezzo a noi di tanti
delegati di Chiese riformate d’Europa nel quadro dell’Alleanza Riformata e le prossime celebrazioni
<leiranniversario della Riforma ci
offrono l’occasione di rimeditare il
valore e la portata della scelta protestante. Solo cosi ci sarà forse dato
di ricuperare quel senso della protesta, di cui oggi troppo manchiamo, ma che fa parte integrante della confessione evangelica della fede, perchè fa parte integrante della
predicazione profetica ed apostolica.
Paolo Ricca
Quale rilevanza hanno, per il dialogo tra protestanti e cattolici, queste ambivalenze (confermate dalla
condotta del pontefice con i suoi
viaggi a New York ma anche a Fatima, le sue aperture per la pace
ma le sue chiusure sul celibato ecclesiastico o le sue reticenze sul controllo delle nascite) ?
Il prof. Bronkhorst ha dato l’impressione di vedere in quelle ambivalenze un fenomeno molto contingente dovuto sia alle scelte personali del pontefice, sia alla necessità di
mantenere un certo equilibrio e una
certa unità in seno al cattolicesimo,
tra le varie correnti. Il prof. Subilia ha chiesto se Vambivalenza delle posizioni cattoliche (la cosidetta
teologia dell’et-et) sia veramente un
fenomeno contingente o non appartenga piuttosto all’essenza stessa
del cattolicesimo. Questo interrogativo hà costituito uno dei poli di interesse intorno a cui è ruotata una
buona parte della discussione che
■ fatto seguito all’esposizione del
prof. Bronkhorst e che si è prolungata per tutta la serata del giorno 6
e la mattina seguente. Essa ha rivelato un largo consenso intorno a
questi concetti; il cattolicesimo è
una grandezza storica e va quindi
valutato per quel che è stato e per
(¡nel che è, senza che si possa affermare che in futuro esso debba necessariamente essere identico a quello che è stato. Si constata d’altra
parte che nella storia pa.ssata il cattolicesimo ha effettivamente avuto
una ’’teologia dell’et-et”, inaccettabile per le Chiese riformate, e che
l’ha confermata nel Concilio; sembra tuttavia che vi sia una different tra la sicurezza con cui il cattolicesimo ’’medioevale” affermava di
<s.sere la conciliazione degli opposti, e la difficoltà con cui, in epoca
di .secolarizzazione, riesce a mantenere insieme istanze vecchie e nuove. E’ dunque legittimo sottolineare che nel cattolicesimo attuale esi.ste una non evangelica conciliazio.le degli opposti, ma è anche legit
e vorremmo ereditare un linguaggio
che sostituisca il nostro, col quale
non sappiamo più farci capire. Pensiamo ai nostri incontri, e vorremmo
ereditare nuove forme di comunità,
che sostituiscano le nostre parrocchie,
tanto invecchiate che molti non si
aspettano più nulla da loro. Pensiamo
a tutti i compiti che ci stan dinanzi,
e vorremmo ereditare dei ministeri,
che si affianchino a quelli che ora paghiamo e che non sappiamo bene quali frutti portano. E pensiamo alle nostre famiglie cristiane, e non c’è unità. E pensiamo alla pace, e non c’è pace. E pensiamo alla giustizia, e non
c’è giustizia. E pensiamo soprattutto
al Cristo e alla sua potenza e allo Spirito, al Santo Spirito Creatore, e in
verità non è di vita eterna che ci vien
fatto di parlare in primo luogo.
Eppure il nostro racconto comincia
con questa domanda: «Che debbo fare per eredare la vita eterna?». Perchè questo inizio? Perchè in realtà
non ce n’è un altro. Non c’è altro vero inizio che questo: un uomo che
dialoga con Cristo e impara da lui
le dimensioni della vita eterna.
4: ^ #
Riconosciamo che la risposta di Gesù non è molto piacevole per le nostre orecchie riformate. « Uno solo è
CONTINUA IN
TERZA PAGINA
timo sperare in una sua evoluzione
diversa: alla luce di questa speranza la partecipazione dei riformati
al dialogo acquista il suo senso.
Tra i numerosi altri temi che la
discussione ha toccato vanno menzionati parecchi interventi intesi a
descrivere la varietà di situazioni in
cui si trova il cattolicesimo attuale
nei diversi paesi del mondo, dove
le linee tracciate dal Concilio incontrano talora una forte resistenza
mentre altrove sono addirittura velocemente oltrepassate.
Ricordiamo anche la questione,
sollevata specialmente dal prof. W.
Neuser (Germania), di sapere come
dobbiamo intervenire nel colloquio,
o.ssia qual’è il dibattito essenziale
che deve aver luogo, dopo scartate
tutte le questioni secondarie. Ricordarulo che noi siamo la ’’chiesa della Parola” (la chiesa della Parola
di Dio, non la chiesa dei discorsi!)
dovremmo riportare al centro del
dialogo la nozione della Parola annunziata all’uomo, come unico luogo della presenza operante della
Grazia.
In un nostro intervento, che ha
raccolto il consenso di alcuni dei
presenti, abbiamo suggerito l’utilità che il dialogo diventi un incontro a tre a cui partecipino, accanto
ni protestanti ed ai cattolici, gli
umanisti, affinchè l’ecumenismo non
non diventi un vano discorso puramente inter-ecclesiastico, ma rimanga un incontro vivente tra uomini
d’oggi.
Il Prof. Berkhof, che ha presieduto con grande dottrina, tatto ed
efficacia l’incontro, ha fatto notare
che si era parlato molto del cattolicesimo e poco di noi: come ci presentiamo noi al dialogo, come ’’beati possidentes” che hanno la verità
a loro disposizione? o come uomini
che, nel chiedere ad altri di inchinarsi dinanzi alla sola Parola di
Dio, devono prima di tutto volerlo
fare es.si ste.ssi?
Aldo Comba
Il tempio di Pradeltorno, restaurato
nel corso dell’estate. V. in quarta pagana un servizio sul culto inaugurale
neH’edificio rinnovato.
La seduta
inaugurale
La sera del 7 settembre la Chiesa Valdese ha accolto a Torre Pellice gli oltre
duecento rappresentanti delle Chiese riformate europee; fra le 29 Chiese e le 19
Nazioni europee rappresentate, soltanto
l’Unione Sovietica e la Repubblica democratica tedesca non hanno potuto inviare
delegati.
La seduta inaugurale si è tenuta nella
sala-sinodale, dove il past. Neri Giarapiccoli, moderatore della Chiesa Valdese e il
dott. Cotta Morandini, sindaco di Torre Pellice, hanno porto ai delegati il saluto del
Sinodo e del Comune. Ha risposto al loro
saluto il past. Pierre Bourguet, della Chiesa Riformata di Francia, presidente della
regione europea dell'A.R.M.
Il presidente Bourguet ha detto che Tassemblea era particolarmente lieta di riunirsi a Torre Pellice nell'anno in cui di celebra
il 450° anniversario deH'affissione delle 95
tesi di Lutero : « Penseremo senza dubbio
ai fratelli luterani, nei giorni prossimi ».
La Corale valdese di Torre Pellice, in
costume, ha eseguito alcuni cori.
L'attuale assemblea regionale, cenitrata
sul tema generale « Risveglio e rinnovamento », intende prolungare la riflessione
sull'opera dello Spirito Santo, iniziata a
Francoforte nel 1964, dalla 19* assemblea
generale dell’A.R.M. La prossima assemblea riformata mondiale avrà luogo nel
1970: sarà una assemblea «congiunta» nel
corso della quale l’A.R.M. e il Consiglio
congregazionalista internazionale (C.C.I.) si
fonderanno; tema dell’assemblea del 1970
sarà « Dio riconcilia e libera ».
2
pa_
N. 36 — 15 settembre 1967
Al Comitato Centrale del CEC, a Creta
La Chiesa di Roma
nel movimento ecumenico
Una convergenza pragmatica e utilitaria?
Il CEC avalla il regime greco?
Dichiarazione della Conferenza del Movimento Cristiano Studenti sulla riunione del Comitato centrale del Consiglio ecumenico delle Chiese, a Creta —
Malgrado l'intenzione di vari suoi membri, il Comitato ha dato una cauzione
indiretta ma oggettiva al nuovo regime ellenico.
HERAKLION (soepi).
Il past. Lukas Vischer, direttore del
Dipartimento Fede e Costituzione, ha
presentato ai membri del Comitato centrale il rapporto del Gruppo misto di lavoro fra il CEC e la Chiesa cattolico-romana.
Tale Gruppo misto è stato creaflo al
principio del 1965 « per individuare i
principi che dovranno guidare la collaborazione e stabilire i metodi da adottare ».
Dalla sua creazione, si è riunito cinque
volte e questo è il secondo rapporto ufficiale che ha presentato (al CEC e alla
S. Sede). I membri del Gruppo misto
« pensano che per il momento /’ appartenenza della Chiesa cattolico-romana al
CEC non permetterebbe di servire meglio
la causa comune deH'unità dei cristiani ».
Se non pensano ohe l’attuale forma delle
relazioni sia definitiva, tuittavia « sono
coscienti della necessità di riformulare in
un avvenire prossimo il mandato del Gruppo e di ritoccarne la composizione ».
Fra i risultati positivi del lavoro compiuto, va notato l’interesse che le Chiese,
in numero sempre maggiore, hanno manifestato nei confronti della Settimana di
preghiera per l’unità.
Una commissione teologica mista si è
riunita, per la prima volta, nel maggio
scorso, affronitando il problema della cattolicità e dell’apostolicità. Se per il momento non è giunta ad alcuna conclusione definita, le spetta però esaminare « le
differenze più profonde fra le Chiese ».
Uno degli aspetti che preoccupano maggiormente il Gruppo misto è la testimonianza comune della Chiesa : « La divisione è un ostacolo alla effettiva proclamazione dell’Evangelo ». Il Gruppo ha quindi
proposito che una sezione particolare di
lavoro sia incaricata di « cercare quali
possibilità si presentino in questo settore».
La parte del laicato nel movimento ecumenico « ha avuto fin dal principio la
priorità nella discussione del Gruppo... ».
E’ prevista una collaborazione nel preparare il programma del III Congresso mondiale dell’apostolato laico (cattolico, n. d.
r.), che si terrà a Roma nell’otitobre ’67.
D'altro lato il dialogo ecumenico si è
istituito, dall’ottobre ’65, fra le diverse
organizzazioni femminili; i problemi studiati si riferiscono al compito della donna nel mondo contemporaneo e alle forme del suo servizio nella Chiesa.
Infine, nella ricerca di un servizio efficace agli uomini, l’avanzamento della
giustizia e della pace fra le nazioni e i popoli ha conosciuto uno slancio nuovo grazie alla Conferenza ecumenica « Chiesa e
Società » (Ginevra 1966) e alla creazione
della Commissione pontificia « lusititia et
Pax ». Nel giugno 1967 i rappresentanti
della Commissione pontificia e del CEC
si sono riuniti per esaminare le possibilità
di collaborazione in questo settore. In
concreto una campagna contro la fame
in India è stata lanciata dalle varie organizzazioni assistenziali cattolico-romane e
la Divisione di assistenza del CEC.
Il Comitato centrale ha approvato il
rapporto, facendo questi rilievi; dinanzi
alle difficoltà incontrate nel rendere una
testimonianza comune, trovare il modo
di superare le tensioni nell’opera missionaria; affrontare il problema dell’educazione e svolgere uno studio comune sui temi più scottanti; sviluppare le possibilità
di cooperazione e di testimonianza comune nei settori della Chiesa, della società.
della giustizia, dello sviluppo e della pace.
Il Comitato centrale ha preso nota con
interesse dell’esistenza di un accordo di
base « su ciò che il principio della libertà
religiosa esige praticamente » e del fatto
che « i testi delle due parti offrono base
sufficiente a una reciproca comprensione
e rendono possibile un’azione comune ove
si presentino problemi pratici ». Ha inoltre
approvato un progetto di studio sul proselitismo, come pure sulla possibilità che
tutti i cristiani celebrino la Pasqua alla
medesima data fissa (si propone la domenica seguente il secondo sabato di aprile).
A proposito dei matrimoni misti, le difficoltà di base sussistono — ha constatato
il Comitato — e costituiscono un ostacolo serio alle relazioni ecumeniche. Tuttavia nei due ultimi anni sono stati realizzati dei progressi, specialmente circa i matrimoni misti fra ortodossi e cattolici-romani.
Infine il Comitato ha chiesto al Gruppo
misto di informare continuamente le Chiese membri del CEC e il pubblico sui progressi della collaborazione fra il CEC e
la Chiesa romana.
* * *
In una conferenza stampa il pastore
Vischer ha dichiarato che l’appartenenza
della Chiesa romana al CEC, in un avvenire prossimo, « resta ipotetica ». La collaborazione fra essa e il CEC è « un
processo lungo » che si realizza passo per
passo; non bisogna cominciare dalla fine,
ma affrontare il problema in modo
pragmatico. Ad esempio, fra le difficoltà
va notato il fatto che Chiesa romana e
CEC rappresentano « due entità diverse » :
mentre il CEC raccoglie oltre 200 Chiese,
sparse in tutto il mondo, la Chiesa romana costituisce un tutto e quindi non corrisponde alla definizione della Chiesa
membro del CEC; sarebbe preferibile paragonare il CEC alle Conferenze episcopali (?!? n.d.r.).
La medesima posizione ha sostenuto il
past. E. Carson Blake, segretario generale
del CEC, in un'altra conferenza stampa.
Non si tratta di una decisione da prendere all’improvviso; in ogni caso la domanda dovrebbe essere fatta dal Vaticano. Vi
sono tuttavia un cento numero di problemi ; la dimensione universale della Chiesa cattolico-romana e il carattere locale
delle Chiese del CEC, o la struttura del
CEC e quella della Chiesa romana. Tuttavia la collaborazione fra l’uno e l’altro
diviene sempre più dinamica. Basta pensare al lavoro già compiuto dal Gruppo
misto di lavoro e ai progetti del Gruppo
permanente di ricerche circa i problemi
della giustizia internazionale e dello sviluppo; è probabile che a Upsala sarà possibile fare una dichiarazione cristiana comune a questo riguardo.
In seno al Consiglio ecumenico delle
Chiese era stata ventilata, da parte ortodossa, la possibilità di rivolgere al pontefice romano l’invito a partecipare alla prossima
Assemblea generale del CEC che si terrà
a Upsala nel luglio prossimo. Sondaggi preliminari hanno però incontrato — secondo
informazioni che abbiamo ricevute ■— opposizione da parte protestante, sicché la
proposta non sarà ufficialmente avanzata.
Ce ne rallegriamo, perchè proprio non
comprendiamo che cosa avrebbe fatto a
Upsala il capo di una Chiesa che non è
membro del CEC. red.
Dal 26 al 28 agosto 1967 ha avuto luogo
a Frali la conferenza del Movimento Cristiano Studenti (movimento degli studenti
evangelici, membro della Federazione Mondiale degli Studenti Cristiani - FUACE)
sul tema « Fede e rivoluzione ». Questo incontro ha avuto un carattere ecumenico.
Infatti, oltre ai membri del MCS che fanno
parte delle chiese evangeliche italiane (Chiesa evangelica valdese. Unione delle chiese
evangeliche battiste, Chiesa evangelica metodista) ha preso parte alla conferenza un
gruppo di studenti cattolici. La conferenza
di Frali si è tenuta immediatamente dopo
la 20” riunione del Comitato Centrale del
Consiglio Ecumenico delle Chiese. Siamo
stato informati sui lavori del Comitato Centrale dal SOEFI (servizio ecumenico di informazione, Ginevra), nn. 29-30, 1967. Sulla
base di queste noitizie, ci è parso necessario prender posizione; il problema dei rapporti tra fede cristiana e politica era infatti
il tema centrale del nostro incontro.
A. - Questi sono i fatti che hanno attirato la nostra attenzione :
— Nello scorso maggio il past. E. Carson
Blake, Segretario Generale del Consiglio
Ecumenico, nel confermare che il Comitato
Centrale del C.E.C. si sarebbe tenuto a
Heraclion (Creta), ha dichiarato ; « ...in seguito ai recenti cambiamenti di governo in
Grecia, le autorità civili hanno dato assicurazione che sarà favorito con ogni mezzo
lo svolgimento delle riunioni ». E aggiungeva: « ...occorre ricordare che la scelta dei
luoghi di riunione del C.E.C. non implica
affatto una approvazione o una disapprovazione dei governi e della loro politica »
(SOEFI, N. 17, 18-5-1967-.
— È di pubblico dominio che, nel momento stesso in cui il Comitato Centrale
del C.E.C. si riuniva in Grecia e riceveva,
durante la seduta d’apertura del 15-8, il
messaggio di re Costantino, la Grecia viveva sotto un regime di terrore, i tribunali
speciali continuavano il loro lavoro di repressione, le prigioni e i campi di concentramento erano gremiti di prigionieri e di
deportati politici.
Dai nn. 29-30 del SOEFI risulta :
a) che i membri del Comitato Centrale
del C.E.C. hanno accettato di sfilare in
pubblico corteo al seguito del re Costantino e dei suoi generali (SOEFI, n. 30, foto
n. 132) alla presenza delle baionette del regime;
h) che il Comitato Centrale ha ascoltato il discorso del re Costantino e che il
presidente del C.E.C-., pastore F. Clark Fry,
ha ringraziato « particolarmente il re »
(SOEFI, n .30, pp. 2-3).
Infine il SOEFI ha diffuso in tutto il
mondo una documentazione fotografica
(n. 30) dalla quale risulta che il re Costantino è accolto sotto il simbolo dell’« oikumene » e che ha ricevuto l’inchino e la
stretta di mano del Segretario generale del
C.E.C. (foto 134).
B. - Su questi fatti vorremmo domandare
qualche chiarimento ai dirigenti del C.E.C. :
1. - I dirigenti del C.E.C. si sono resi
conto che con questo comportamento e
con queste informazioni, hanno dato oggettivamente una cauzione al nuovo regime
greco? Si son resi conto effe il C.E.C. è
così la prima organizzazione mondiale che
riconosce pubblicamente questo regime?
Che il SOEFI, con questa documentazione,
si è fatto strumento di propaganda della
monarchia greca, nella presente situazione
politica della Grecia?
2. - I dirigenti del C.E.C .si sono domandati se la riflessione teologica che si
vien facendo da più di 30 anni, nel quadro del Movimento ecumenico, sui rapporti
tra chiesa e • società, sull’evangelizzazione.
sulla testimonianza e sui compiti « profetici » della Chiesa nel mondo, non sia compromessa e negata dal comportamento pratico del Comitato Centrale a Heraclion?
Tra i numerosi testi delle Assemblee e
delle Conferenze del C.E.C. (da Oxford 1937
a Ginevra 1966), ci limitiamo a citare il
Messaggio dell’Assemblea di Amsterdam
(1948), dove tra l’altro è detto;
« ...Dovremo domandare a Dio di ispirare i ”si” e i ”no” che dobbiamo dire
insieme in completa verità: ”no” a tutto
ciò che calpesta l’amore di Cristo, a
ogni sistema, a ogni programma, ad
ogni persona che trattano l’uomo come
una cosa irresponsabile o come urta
fonte di guadagno; ”no” a tutti coloro
che difendono l’ingiustizia in nome dell’ordine » (Rapporto ufficiale, ed. francese, pag. 9).
3. - Quali sono attualmente le direttive
dell’azione del C.E.C.? Le esigenze della testimonianza cristiana si accordano con le
preoccupazioni di salvaguardare i « diritti »,
la «libertà», 1’« unità » della Chiesa? Non
si deve pensare che la testimonianza all’Evangelo è talvolta necessariamente un
elemento di divisione e non di unificazione?
C. - Il Movimento Cristiano Studenti dichiara ora la sua solidarietà con il popolo
greco oppresso dal regime che è stato stabilito in aprile: solidarietà con i lavoratori
e gli studenti greci, con i prigionieri politici e i deportati, con gli esiliati (alcuni dei
quali si trovano in mezzo a noi). Fer manifestare questa solidarietà, il M.C.S. si dissocia dall’atteggiamento e dalla condotta
del Comitato Centrale del C.E.C. e di conseguenza :
1. - Rifiita di designare uno dei suoi
membri per un'eventuale partecipazione all’Assemblea Mondiale del C.E.C. a Uppsala
nel 1968, nell’ambito della delegazione della gioventù.
2. - Domanda al Consiglio della Gioventù Evangelica Italiana di non nominare
delegati che rappresentino la gioventù evangelica italiana a tale assemblea.
3. - Domanda ai dirigenti della FUACE
di prendere posizione sui fatti in questione
(Comitato Centrale del CEC a Heraclion) e
di promuovere un ampio dibattito su questo argomento all’interno dei movimenti
che fanno parte della F.U.A.C.E.
per il M.C.S.: la Segreteria
Copia del testo di questa Dichiarazione
è stata inviata a numerose personalità e organizzazioni ecumeniche e confessionali,
naturalmente in primo luogo al segretario
generale del C.E.C., Carson Blake, e al
SOEPI. Le autorità dell’Assemblea europea
dell’A.R.M., riunita a Torre Pellice, non
hanno permesso che il testo di questa dichiarazione fosse portato a conoscenza dei
delegati riformati. Pubblichiamo volentieri
questo documento e concordiamo con le
forti riserve critiche che esprime. Ci permettiamo tuttavia due riflessioni:
\. - al punto c) l’espressione « ; lavoratori e gli studenti » ci pare una formula
generica e classista del tutto priva di quella
risonanza evangelica (Matt. 25) che hanno
invece i termini seguenti: « i prigionieri...
i deportati... gli esiliati »;
2. - pensiamo che in futuro, in occasione di riunioni ecumeniche che si tengono in un quadro sociologico assai diverso,
come ad esempio le riunioni di comitato e
le assemblee della Conferenza cristiana per
la pace nei paesi socialisti, dobbiamo mantenere ugualmente vivo il nostro senso critico evangelico nei confronti di ogni « ordine » costituito con le sue maggiori o minori ingiustizie. red.
(wcodé a...
Pogio Mirteto (Rieti)
Questa rubrica intende offrire ai lettori
una serie di ’’istantanee” su momenti ed
episodi della evangelizzazione del secolo
scorso. Si tratta di immagini di 70, 80 o
100 anni fa, ma niente affatto sbiadite; al
contrario esse conservano intatta la loro
freschezza e quasi sempre il loro valore
spirituale. Assai poco, in queste immagini, appare invecchiato. Esse fanno comunque parte della nostra storia di evangelici italiani: possiamo rivivere questi
momenti di vita vissuta e spesso sofferta
dai nostri fratelli del secolo scorso, coi
quali siamo uniti nella continuità della fede e della testimonianza.
... Qui si lavora, si prega e si soffre:
dunque il tempo non è perduto. Continuo a far leggere più che posso
l’Italia Evangelica e TAmico dei Fan.
ciulli, persuaso che Iddio ne benedirà la lettura. Ne abbiamo estremamente bisogno, perchè qui ferve la
lotta contro il clericalismo che tenta
vincerla sul buon senso della popolazione poggiana. Mi dicono che il
vescovo si è infuriato contro di noi
più del solito, dichiarando che escluderà dalla comunione chi viene da
noi, od ha in famiglia cosa o persona che senta di Evangelo...
■\7i è un tale che si adopera mani
e piedi per demolire ciò che da noi
si edifica; vi son certe donne che
s’introducono nelle case, o chiamano a sè le madri dei nostri alunni,
per intimar loro di levare i figli dalla
nostra scuola e mandarli ad esse;
v’è perfino chi si è presa la libertà
di sequestrare la Bibbia da rici imprestata a un nostro alunno per istudiare i versetti. Alle cortesi ?:imostranze della maestra evangelica fu
risposto in tono cattedratico non
esser quella una roba da dare ;ii ragazzi, come se il Libro di Dio fosse
il Decamerone o gli Animali parlanti. Non sarebbe meglio che cen a gente si badasse in casa sua? Coìiiaiique
sia, la Bibbia fu restituita alia scuola, ed il clericalismo può no. erare
nei suoi annali un fiasco di piò
Dico un fiasco, e solenne, poiché
queste esorbitanze contro di noi sono altamente disapprovate in città,
dove oramai ci conoscono e -anno
che noi facciamo i fatti nostri senza
dar noia ad alcuno, paghi i ed
care in casa nostra la venta c nresentare Gesù Cristo a chi io '■ uoie
ricevere. Il clero medesimo ci aspetta e, tranne qualche imprud
suoi membri, conoscono il loro tempo e il loro dovere da persone istruite, educate e civili. Quelli pò; che
credessero di imbarilarci c le
alici, non farebbero troppo ; le i
conti loro, chè noi adempiamo bens'i al dover nostro con discre ° e
prudenza, ma quanto a la'ciarci
schiacciare le noci in capo, uesto
poi no. Chi non ci vuole ci lasr :: ma
chi si mette sul nostro passo, certamente ci troverà... M. Federi
(Da Italia Evangelica, del 21 i ¡891)
Il 6.3% delle coppie che si so .sposate nel 1966 nella Chiesa Evangelio:^ 'TAustria hanno contratto matrimonio misto (45
per cento nel 1965).
In Colombia Tinsieme dei cristiani
evangelici rappresenta ora più delll,I% della popolazione, cioè circa 210.000 persone.
I LE ¥YORI CI SCRIVONO
Per favore,
ascoltateci
Un lettore, da Pomaretto:
Egregio Pastore Geymet,
ho letto la sua lettera apparsa suL
r« Eco-Luce » del l-9-’67 e penso
che lei abbia voluto riferirsi all’articoletto apparso sul secondo numero
de « La voce dei giovani », giornalino deirU.G.V. di Pomaretto; come
autore del foglio a incriminato » mi
sono sentito in dovere di dire alcune
parole sulPargomento.
Le confesso che in un primo tempo mi sono rallegrato : una volta i li.
belli eretici si bruciavano, adesso pare che ci sia la moda di strapparli :
in fondo anche questo è anticonformismo. Io però non squalificherei i
movimenti di protesta con tanta leggerezza : se molti non fanno che testimoniare della vuotezza spirituale
della nostra società, alcuni di essi conducono un discorso serio ed impegnato contro certi aspetti negativi di
essa (ad esempio la violenza). Se lei
vuol proprio tacciarmi di « beat ecclesiastico », la prego di inserirmi almeno nella seconda categoria, sarebbe per me molto più piacevole e confortante. Ma veniamo al sodo. Ciò
che io ho affermato nell’articolo non
costituisce una novità sensazionale : è
stato per anni l’oggetto della predicazione di molti suoi colleghi e lo è
tuttora in ogni occasione favorevole.
Dopo una generica introduzione, che
non si riferiva direttamente a quanto lei ha citato, ho affermato che al
termine degli anni di istruzione catechetica non mi sentivo molto sicu
I ro della mia fede e disponibilità ad
impegnarmi nella vita cristiana. Preferivo quindi aspettare e riflettere
ancora per non fare una promessa
poco sentita o poco seria. A ciò aggiungevo alcune critiche mosse contro la mentalità molto diffusa che si
cela dietro la maniera di concepire
la Confermazione. Eccole:
a) La confermazione è da molti
ritenuta come un punto di arrivo e
non di partenza.
b) In parecchi giovani confermandi non vi è serietà.
c) Critica contro le aberrazioni |
tipo ; età del fumo, ballo... |
d) La Confermazione è troppo
spesso un atto di conformismo.
Cose non nuove dunque, con le
quali non ho avuto la presunzione di
mettermi contro corrente nè di ergermi a giudice della mia comunità :
ho soprattutto voluto chiarire la mia
situazione personale e le mie idee
sulla Confermazione, purtroppo non
molto accette nella mia chiesa. La
presunzione mia e di coloro che dirigono il giornalino era forse quella
di riuscire ad avviare un dialogo con
la comunità, capace di condurci a
una maggiore comprensione reciproca.
Mi dispiace che certe persone ci
considerino come giovani dalle idee
strane e con altrettanto strane mode.
Certo i nostri vestiti nuovi sono forse un po’ troppo vistosi, audaci o
anarchici, ma stia tranquillo, le mode che a lei piacciono tanto non sono
affatto passate : molte caratteristiche
della vita tradizionale (o se vuole della « Tradizione ») delle nostre chiese
alle Valli, sono esattamente e triste
mente delle mode, dei vestiti se vuole, che molta gente mette senza preoccuparsi di comprendere e vivere ciò
che essi rappresentano. Per esempio
è molto di moda celebrare il 17 Febbraio con grande impegno da parte
di tutti: è l’occasione migliore per
sfoggiare il vestito del buon valdese.
Ma con quale coerenza lo si poi;ta
poi in tutta la rimanente parte dèll’anno? Lo si depone nella naftalina
il giorno 18 al momento di rientrare .
nella vita di tutti i giorni. Quegto |
non è che un esempio, un altro potrebbe essere quello della Confermazione. I
I
In questo caso, lei si trova dì fron.
te a una situazione drammatica : mal. >
grado il suo evidente ottimismo non |
può non rilevare che molte, troppe
persone, pensano di mettersi a posto
con Dio e con la chiesa compiendo
semplicemente delle formalità.
Muovere queste critiche non significa necessariamente voler distruggere la vita stessa delle nostre chiese :
le nostre posizioni un po’ radicali
sono dovute alla consapevolezza che
alle Valli esiste una mentalità che
tende a cristallizzare la vita cristiana
in una forma di religiosità esteriore,
indice effettivo della morte della fede. Si guardi intorno: comunità anonime che vivono soltanto nelle « feste comandate », povere spiritualmente, dove manca la volontà di impegno
e dove le bìbbie riposano sui cassettoni o in soffitta, quali onorati cimeli
della nostra tradizione religiosa. E
questo la induce soltanto a strappare
dei bollettini? Io mi strapperei la
toga! Confesso che il suo atteggia
mento mi appare incomprensibile : ho
terrìbilmente paura che lei parli in
questa maniera per coprire le nostre
magagne, terrorizzato dal pensiero che
le crolli addosso tutto il sacro edificio
della tradizione. Quello che le vorrei
fare capire è che noi non ci conside
riamo dei « puri » che parlano a dei
« traviati ». Siamo semplicemente dei
giovani alla ricerca d’una via nuo
va, alla luce dell’Evangelo, per aiu
tare noi e le nostre comunità a ri
scoprire la vera vocazione dì credenti
Difatti se lei cita giustamente la mia
povera esperienza religiosa, io insie
me a molti giovani delle Valli, le ri
cordo che se ne siamo responsabili
noi stessi, lo sono anche le nostre
comunità spesso insensibili ai nostri
problemi e alla nostra ricerca.
Siamo sempre stati definiti delle
tenere pianticelle che hanno bisogno
di cure assidue per crescere, ma dove
le abbiamo trovate? Non nelle nostre
famiglie, in cui l’educazione religiosa (lo dicono i pastori stessi) è ridotta ai minimi termini; non nelle nostre comunità, in cui manca quella
testimonianza di vita vìssuta nell’amore di Cristo e reciproco, fondamentale per noi giovani.
I genitori, per lo più, ritengono di
aver assolto ai propri doveri quando
hanno inviato i loro figli alla Souo- '
la Domenicale e al Catechismo, ma
se con la loro vita non sono di esem- |
pio, si determina nell’animo del giovane uno « choc » psicologico note- ^
vole : se ad esempio un padre ordina al figlio di andare in chiesa mentre lui non ci va, non c’è da stupirsi
se appena confermato il giovane se- *
gua fedelmente le orme paterne.
I pastori fanno quello che possono (o almeno lo spero), ma sono quasi gli unici e sono troppo pochi rispetto all’imponenza del lavoro che
comporta la cura dei giovani.
Di conseguenza questi sono lasciati a se stessi, nè seguiti nè consigliati
soprattutto nei momenti delicati in
cui devono prendere decisioni capitali per la loro esistenza.
II dialogo formatore ed edificatore
di cui lei parla tanto, manca in primo luogo da parte delle persone anziane, mentre è sentito profondamentete dai giovani, prova ne sia il fatto
che essi attualmente cercano di parlare o discutere con la comunità.
Non si arrabbi quindi se molti
giovani sono increduli e se quelli
che vogliono impegnarsi assumono
atteggiamenti di protesta; piuttosto
rifletta meglio su ciò, parli con noi,
preghi per noi e con noi affinchè la
nostra chiesa mantenga la fede in
Cristo di cui ha tanto bisogno.
Cordialmente
Elia Bosco
Tutto chiaro
Il direttore di ^^Niiovi TeinpV% da
Roma:
Caro Direttore,
Mi riferisco all’articolo di Nelly
Rostan su] numero dell’8 settembre.
Nulla di più chiaro per quanto riguarda gli impegni finanziari che la
chiesa valdese ha assunto, insieme
con le altre chiese evangeliche, per
Nuovi Tempi. Essa si è impegnata a
versare, per Panno solare in corso,
la cifra stabilita comunicata al Sinodo, mentre Pamministrazione del giornale provvede totalmente a pagare il
suo direttore (stipendio e alloggio),
il quale pur essendo un pastore valdese non è più a carico della Tavola.
Nel 1966 il Sinodo ha discusso e
approvalo un bilancio preventivo, al
quale ci si è attenuti. E’ forse la
mancanza di abitudine alla chiarezza che confonde le idee?
Dispiace che l’intervento sinodale
di Giorgio Peyrot, inteso a chiarire
il modo con cui tale cifra veniva versata (e cioè sotto forma di abbonamenti sostenitori) abbia ingenerato
in Nelly Rostan uno stato di confusione che è davvero necessario dissipare.
Molto cordialmente.
Giorgio Girardet
Nuovo indirizzo
11 Pastore Silvio Long, dì Lugano, ci prega di comunicare che il suo
nuovo indirizzo, in quella città è:
Via Zurigo, 8 - tei. (091)3.46.78.
Abbiamo ricevuto
Per il Rifugio Carlo Alberto, in
memoria di Alfredo Peyrot, il fratello Enrico L. 50.000.
Per la Società delle Missioni di Parigi, N. N. in memoria dì Milca e
Antonio Cornelio L. 20.000.
Ringraziamo e trasmettiamo.
3
15 settembre 1967 — N. 36
pag. 3
Dieci tesi sui Cattolicesimo odierno
Alleanza Riformata : RISVEGLIO E RINNOVAMENTO
Secondo un teologo scozzese
fi vuoili
una nuova Rifonna
l’Evandelo - La Cliìesa - Cli uomini
Il Prof. M. E. Macdonald, docente di teologia pratica presso la Facoltà di Teologia
deirUniversità di Glasgow (Scozia), parlando sul tema « Risveglio e rinnovfimento » ai
delegali all’Assemblea riformata riunita a
Torre Pellice, ha fortemente criticato i metodi della evangelizzazione di massa sostenendo che i movimenti moderni dì risveglio
come quelli promossi da Charles Finney
(predicatore inglese del secolo scorso) e da
Billy Graham hanno contribuito in larga misura alla secolarizzazione dell’Evangelo.
« Questi predicatori si sono sforzati di influenzare le masse, cercando di raggiungere
nello stesso tempo ogni ceto di persone: per
questo motivo hanno inevitabilmente diluito
il loro messaggio e Vhan reso confuso ».
Sul piano sociale, le campagne di risveglio non sono state molto efficaci, « tranne
che nel campo della consumazione delValcool e dei giochi di azzardo ».
(( Finney si è opposto alVabolizione della
schiavitù... Moody era un conformista sul
piano sociale... Billy Graham si è opposto
alVabolizione della segregazione razziale, fino a che la Corte suprema — e non lo Spirito Santo - gli ha fatto capire che aveva
torto! ».
In parlicolare il Prof. Macdonald ha sottolinealo il fallo che i predicatori del risveglio (( riducono il peccato al piano puramente individuale. E’ criminale di ignorare le
dimensioni sociali del peccato ».
L’oratore sj è anche chiesto se le campagne di risveglio sono state davvero una benedizione per le Chiese stabilite. « Una religiosità quantitativa, lungi dalVessere una
benedizione, può disseccare Vanima di un
popolo perche pub dargli un senso di autosufficienza. mentre il mondo può scoppiare
da un momento aWallro ».
Se le Chiese desiderano un vero rinnovamento, devono fare almeno tre cose :
1. (( Dohb'.amo liberarci dei nostri metodi di evangelizzazione, ormai del tutto fuori luogo... Uevangelizzazione del secolo scorso, accompagnata da una pubblicità rumorosa assortita secondo il gusto del giorno, fa
molto male e noi dovremo pagare la fattura ».
2. Bisogna prestare più attenzione alla
teologia. « La teologia insegnata nelle nostre
Facoltà non si trasmette automaticamente
dalla Facoltà ai pulpito e dal pulpito ai banchi dei membri di Chiesa: Anche se talvolta
i professori di teologia dicono delle cose che
possono lì per lì scandalizzarci, dobbiamo
onorarli.^ rispettarli ed ascoltarli ».
3. Bisogna prendere sul serio la sociologia, cioè uno studio scientifico di ciò che
realmenle succede nella società contemporanea. « Tutti sanno che siamo in piena rivoluzione. che la società urbana, tecnologica e
in movimento sta sostituendo Vantica società feudale e statica. Per due generazioni la
Chiesa si e adattata, ma la rivoluzione ha
ora raggiunto un punto in cui questo adattamento non basterà più ».
« Oggi ci vuole altro che un risveglio e
un rinnovamento. Ci miole una nuova riforma ».
La situazione religiosa in Spagna
Madrid (soepi) — 1 pastori appartenenti
alle Chiese pentecostali, luterane e riformate hanno deciso di invitare tutti i protestanti
della nazione a unirsi in uno sforzo di solidarietà per opporsi all'attuazione della nuova legislazione sulla libertà religiosa. Benché questa legge sembri garantire la libertà
religiosa agli acattolici, i protestanti si oppongono in particolare a una disposizione
che li oi>hliga a iscrivere le loro comunità
presso il ministero della giustizia. Dopo la
iscrizione, le autorità avranno facoltà di controllare rdenco dei membri della comunità
è i suoi conti. Secondo dei portavoce luterani e riformali le sette denominazioni protestanti di Spagna prenderanno in ottobre misure debnitive. « Se, come si prevede, le
sette denominazioni rifiutano di sottostare alle disposizioni di legge, il governo si
troverà di fronte a un aperto rifiuto di sottometterci (...) Se le autorità chiudono una
chiesa, bisognerà che le chiudano tutte a.
La censura spagnola ha sequestrato i
numeri del 4 e 5 agosto della « Neue Zürcher Zeitung », contenente un articolo di
critica al nuovo statuto dei protestanti in
Spagna.
Heraklion (soepi) — Ecco il lesto di una
dichiarazione adottata dal Comitato centrale
del CEC, su proposta della CCIA ;
IL Comitato centrale constala con preoccupazione che la legge sulla libertà religiosa recentemente adottata iìi Spagna dalle
Cortes pare assai più arretrata delle norme
positive richieste dalla Dichiarazione vaticana. Esprime la sua simpatia alle Chiese
evangeliche e alle altre Chiese di Spagna
che desiderano essere riconosciute non solo
come associazioni^ ma come Chiese che godono per sii e per i propri membri di tutti
i diritti e di tutte le libertà stipulati nelle dichiarazioni e nei documenti dell’ONU, del
Vaticano II e del CEC. Prega il CEC e il Segretariato per la libertà religiosa, del CEC,
in relazione con la Chiesa cattolico-romana,
di continuare a tenersi in contatto con le
Chiese evangeliche e con le altre Chiese di
Spagna e, in modo particolare, con la Commissione di difesa evangelica di Madrid.
1. - Le principali caratteristiche della Chiesa cattolica romana risalgono
al Medioevo. Allora essa divenne scolastica, gerarchica, sacramentale, centralizzatrice, giuridica, bigotta ed
esclusiva. In particolare l’accento veniva posto sulla tradizione ecclesiastica, sul carattere meritorio delle buone
opere, sulla venerazione di Maria e
su una eccessiva tolleranza nei confronti della pietà popolare.
2. - La Chiesa cattolica ha difeso
e sviluppato questo suo carattere, nei
secoli successivi, sacrificando l’unità
della Chiesa e rompendo con la società moderna: da un lato adottando
nuovi dogmi (al Concilio di Trento,
nel 1854 — Immacolata concezione, nel
1870 — infallibilità del Papa, nel 1950
Assunzione di Maria) e dall’altro ponendosi in posizione difensiva contro
la Riforma, contro le nuove scoperte
scientifiche (processo a Galileo), contro la rivoluzione francese, contro la
separazione tra Chiesa e Stato, contro
la ricerca storico-critica in campo biblico e contro la filosofìa moderna. Si
comprende in questo contesto l’atteggiamento negativo nei confronti della
libertà religiosa e del movimento ecumenico.
Il papa Pio XII lu l’ultimo difenso
re di questo Medio Evo.
3. - Parallelamente, in questi ultimi
75 anni si sono sviluppati molti movimenti di rinnovamento, che sono stati
in parte favoriti e in parte combattuti dai papi: il rinnovamento biblico
e quello liturgico; l’apostolato dei laici e l’Azione cattolica ; la « nuova teologia » (combattuta da Pio XII); il
movimento ecumenico (approvato e
favorito per la prima volta da Giovanni XXIII).
Per quanto questi movimenti abbiano origini diverse e siano di ispirazione diversa, essi costituivano, intorno
al 1966, un fronte comune.
4. - Sotto molti aspetti il Concilio
Vaticano II ha dato via libera a questi movimenti di rinnovamento.
Benché fosse in sé ambiguo, l’aggiornamento — obbiettivo principale
del Concilio — implicava già, in linea
di principio, il desiderio di rompere
col Medio Evo.
5. - D'altra parte bisogna sottolineare che questi movimenti e queste tendenze verso il rinnovamento sono state duramente avversate dalle forze
tradizionali, fedeli alla teologia scolastica — forze che occupavano posizioni molto solide nella Curia e nelle
commissioni conciliari e che non si
facevano molti scrupoli sui metodi di
lotta.
Questa prova di forza tra tendenze
opposte spiega perchè i risultati del
Concilio siano stati un compromesso.
È stato necessario versare il vino nuovo in otri vecchi.
Perciò si può interpretare il Vaticano II sia alla luce del passato (cioè a
partire dal Vaticano I) sia alla luce di
un avvenire sperato e considerato, in
una certa misura, come verosimile
(cioè, per cosi dire, a partire dal Vaticano III).
Si può concretare questa situazione
facendo alcuni esempi relativi all’Evangelo, alla Chiesa e agli uomini.
6. - Il Concilio ha parlato in maniera impressionante della Parola di Dio.
Si potrebbe quasi parlare del carattere « protestante » di questa nuova scoperta. Ma bisognava integrarla nelle
strutture esistenti. Per cui il carattere
di sacrificio della messa è stato molto
rafforzato; il vescovo viene ora considerato come il sommo sacerdote del
suo gregge, dal quale in una certa misura procede e dipende la vita dei fedeli in Cristo — il che ffnora non era
quasi mai avvenuto ; la teoria della
conoscenza naturale di Dio è stata introdotta come un masso erratico nella Costituzione sulla rivelazione; la
Chiesa fonda le sue certezze di fede
non solo sulla Scrittura ma anche sulla Tradizione; l’interpretazione autentica della Parola di Dio è affidata al
« solo vivo magistero della Chiesa » in
modo ancora più esclusivo che al Concilio di Trento e al Vaticano I.
7. - Nella dottrina della Chiesa, il
Concilio ha espresso delle preoccupazioni importanti, affiorate in queste
ultime decadi. Non è più una concezione unilaterale e giuridica della
Chiesa che oggi fa testo (come ancora
lo faceva nel 1870), ma i fautori di una
concezione spirituale della Chiesa
possono di nuovo farsi sentire.
Per cui è oggi possibile : adottare
l’idea della « collegialità » non solo sul
piano mondiale ma anche, mutatis
mutandis, sul piano diocesano e parrocchiale; insistere sulla portata della predicazione della Parola di Dio
per la vita della Chiesa; rilevare l'importanza dei carismi accanto alle furizioni gerarchiche; riconoscere nei laici dei « maggiorenni », in particolare
per il loro compito nel mondo; coniprendere che la Chiesa è solo un inizio e non rappresenta ancora il compimento del Regno di Dio sulla terra.
Ma anche qui è stato necessario versare il vino nuovo in otri vecchi. Per
cui: l’ordine gerarchico della Jhiesa
è stato rafforzato e non indebolito;
accanto al « sacerdozio comune a tutti
di Alex Jm Bronkhorst *
i credenti » è stato espressamente trattato il «sacerdozio gerarchico»; si è
riaffermato con ostinazione il carattere obbligatorio del celibato dei preti;
il Vaticano II parla dell’infallibilità
del papa più di quanto ne abbia parlato il Vaticano I; il testo sulla Chiesa termina con un intero capitolo sulla mariologia.
8. - Il Concilio ha dedicato molto
tempo alle questioni della vita terrena: la Costituzione pastorale Gaudium et Spes (nota come Schema
XIII) sulla Chiesa nel mondo di oggi
costituisce uno dei risultati più notevoli del Vaticano II- Con questo documento la dignità della persona umana, il lavoro dell’uomo nel mondo, la
dignità del matrimonio e della famiglia, un giusto incoraggiamento allo sviluppo culturale, la vita economica e politica, il problema della pace
e l’edificazione di una comunità di nazioni trovano il loro posto nella riflessione e nelle preoccupazioni della
Chiesa, che è disposta al cambiamento delle strutture ingiuste.
Ma guardando le cose più da vicino,
troviamo in questo documento la vecchia dottrina cattolica deH’uomo, secondo cui la natura umana è deteriorata dal peccato, ma non è morta e
l’opera della grazia consiste nel perfezionare la natura.
Questa presa di posizione consente
alla Chiesa cattolic a di valutare posi
tivamente le tende
aze evoluzioniste e
positiviste del moneto di oggi. Non possiamo però fare a meno di chiederci
se questa sintesi tra natura e grazia
possa realmente essere fruttuosa o
piuttosto non impedisca di comprendere sia la vera situazione della nostra civiltà, come si esprime ad esempio nei romanzi moderni, nei films e
nelle opere teatrali (noia, alienazione,
assurdità etc.), sia il carattere radicale
dell’Evangelo della risurrezione del
crocifisso.
9. - Riassumendo, bisogna dire a
proposito della Chiesa cattolica, dopo
il Vaticano II, che due anime abitano
in essa: l’anima del Medio Evo (dell’attaccamento al passato, della restaurazione, del card. Ottaviani) e
l’anima dell’aggiornamento (dell’adattamento ai tempi nuovi, dell’avventura della fede, come quella di Abramo,
che partii senza sapere dove andava).
Tra queste due anime si trova papa
Paolo VI, che si potrebbe paragonare
ad Amleto, come un giorno il suo predecessore lo ha definito. Ci è difficile
comprendere quale linea egli intenda
realmente seguire. Paolo VI sta tornando al Medio Evo o sta avanzando
nel XX secolo?
10. - Il dialogo con la Chiesa cattolica è oggi in un senso più facile che
in passato e in im altro senso più difficile.
È più facile perchè quasi tutte le
scoperte della Riforma sono evocate
nei documenti del Vaticano II o comunque negli interventi dei padri conciliari. È lì che il nuovo dialogo può
cominciare.
La discussione è diventata più diffìcile perchè tutte le vecchie tesi sono
state mantenute, persino sulle questioni della libertà religiosa e dell’ecumenismo.
Non si può naturalmente prevedere
quello che succederà di questa contraddizione interna. Non si può tuttavia negare che, per il 450’’ anniversario
della Riforma, le prospettive di un
dialogo autentico sono, per molti
aspetti, ben più favorevoli di quanto
non lo fossero in tutti i precedenti
giubilei.
* Il testo qui riprodotto, in versione italiana è leggermente abbreviato rispetto alVoriginale.
iimiimifiiituiiii
Ti manca ancora una cosa
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
buono, Dio. Tu conosci i comandamenti ».
Come son semplici queste parole,
eppure recano un cos'i grande annuncio. Il fatto è che per Gesù si tratta
di provocare subito quel grande rivolgimento che è al centro della Rivelazione. Poiché non c’è e non ci sarà
mai altro malinteso fondamentale che
questo: che debbo fare, io uomo, per
essere gradito a Dio e ricevere così, i
suoi favori? E non c’è e non ci sarà
mai altra risposta chiarificatrice che
questa : « Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figliuolo... ». « È per grazia che siete
stati salvati, mediante la fede; e ciò
non vien da voi, è il dono di Dio ».
« Uno solo è buono : Dio ».
Eppure, malgrado la semplicità dei
termini, un malinteso resta possibile.
Se, ad esempio, l’uomo ricco immaginasse semplicemente, dopo la risposta
di Gesù, di saperne di più! Se pensasse semplicemente che nel catalogo
delle sue conoscenze c’è ora una pagina in più o che la sua cultura ha
fatto un progresso decisivo! In altri
termini, se il giovane ricco e noi considerassimo la risposta di Gesù solo
come un argomento di conoscenza I
Bisogna dunque che questa risposta
non resti imbrigliata nel regno dei
sogni pii, delle idee profonde e delle
teorie erudite. Bisogna che la risposta di Gesù ci faccia scendere da que
ste altezze e ci spinga verso l’altro,
verso il prossimo. I comandamenti citati da Gesù sono appunto quelli della seconda tavola della Legge, quelli
dell’amore del prossimo.
Volevi che parlassimo insieme della
vita eterna ed eri pronto a ricorrere
al tuo repertorio per essere all’altezza
della conversazione? È proprio della
vita eterna che ti parlerò, ma al livello dell’altro, del prossimo. Volevi arrampicarti? Ti farò discenderei Volevi saperne di più? Ti farò fare di più.
Pensavi in termini molto religiosi a
te e al tuo avvenire? Ti parlerò in
termini molto concreti degli altri e
del loro presente. Ma ancora una volta: non temere che io ti inganni o
che cerchi di sfuggire alla tua domanda. Parliamo proprio della stessa cosa, della stessa realtà. E questo è il
mio modo di parlarne. «Uno solo è
buono : Dio ».
« H« Hi
La risposta del giovane ricco è stupefacente. « Ho osservato tutte queste cose fin dalla mia giovinezza ».
Non è una risposta dettata dall’orgoglio, come potrebbe sembrare a prima vista. No, è una risposta dettata
dalla tristezza. Il giovane ricco non
ha proprio l’impressione di aver udito nulla di nuovo. Non ha affatto la
impressione che quel che il Figlio di
Dìo gli ha appena detto possa cambiare qualcosa nella sua vita. Il giovane ricco è deluso: dunque, in fondo, devo solo continuare a fare quello
che ho sempre fatto. Il ^ovane ricco
è condannato all’immobilismo.
H: He He
Allora Gesù riprende la parola, di
fronte aH’immobilismo del giovane
ricco. L’atmosfera della conversazione
cambia. Non è più un dialogo tranquillo tra gente ben educata. Il tono
non è più quello della conversazione
o dell’insegnamento: è il tono del comandamento. Giovane ricco e riformati qui riuniti in presenza di Cristo :
non si tratta più ora per noi di rispondere, nè di capire, nè di continuare a porre delle domande — ora
si tratta di ubbidire o di non ubbidire. Ecco che all’improvviso il testo
cambia: quel che doveva esser detto,
è stato detto, quel che doveva esser
spiegato è stato spiegato: ora ci sarà
impegno o rifiuto, accettazione o rifiuto, gioia o tristezza, rinnovamento
o immobilismo.
«Ti manca ancora una cosa». Senza dubbio già molte volte siamo stati
colpiti da questo fatto : quel che
« manca » a quest’uomo è in realtà
quel che ha di troppo! Quel che gli
manca, è ciò di cui non riesce a privarsi! Succede che, nel suo caso, si
tratta di danaro; ma noi sappiamo
bene che nell’Evangelo le ricchezze —
ostacolo all’obhedienza e al dono di
sè — non devono essere intese in un
senso unicamente flnanziario. Sappiamo che in fin dei conti tutto, sia persone che cose, sia valori materiali
che spirituali, tutto può costituire
delle ricchezze nel senso biblico del
termine. Ed ecco che queste ricchezze possono essere paradossalmente
« ciò che ci manca » : sono loro che
delimitano molto esattamente l’immobilismo dal rinnovamento, son loro che segnano la frontiera tra il sonno e il risveglio.
Potremmo certo chiederci — e probabilmente anche capire — perchè il
giovane ricco preferì la tristezza alla
gioia. Ma diventa sempre più diffìcile parlare di lui, dato che continuamente pensiamo a noi! Perchè dunque non porre alla luce di questo testo le questioni relative alla nostra
presenza nel mondo? Varrebbe la pena di esaminarle più da vicino.
Essere rinnovati, per esempio, non
significa necessariamente essere arricchiti — potrebbe invece significare essere impoveriti. Potremmo chiederci
se non sarebbe il caso di vendere anche noi certe « cose » ai poveri... Ma
quali sono le nostre ricchezze colpevoli, attualmente? Ce n’è di personali,
ce n’è di ecclesiastiche, ce n’è di confessionali.
Che cosa succederebbe, ad esempio,
in una comunità, se ora in setteinbre,
quando ricominciano tante attività
riguardo alle quali ben raramente ci
chiediamo se sono al servizio di Cristo per questo mondo o una semplice
abitudine presa « fin dalla giovinezza» — che cosa succederebbe se cercassimo insieme, in un dialogo comunitario, esaminando uno dopo l’altro i
vari settori di attività, che cosa ci
« manca », cioè che cosa bisogna affrettarsi a vendere.
Ma non è il caso di fare della casistica. Il rinnovamento non può essere lo stesso per tutti, per ogni Chiesa
e per tutti i tempi. Ciascuno e ciascuna Chiesa è « giovane ricco » iii un
suo particolare modo. E la decisione
di « vendere le ricchezze » deve rinnovarsi continuamente in un dialogo costante con Cristo.
« Poi vieni e seguimi ». Anche se se
ne va tutto triste, il giovane ricco è
passato per il crocevia decisivo per la
sua esistenza e non sappiamo se, un
giorno, ne ritroverà il cammino. Ci
basta sapere che quello è il crocevia.
Risveglio e rinnovamento non significano esserci passati una volta per
sempre. Risveglio e rinnovamento significano scoprire ogni giorno nuovi
crocevia, segunedo il Cristo in cammino. P.-A. Jaccard
iiiiitiitiiiiiiiiiiiiiiiiiitcm
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
iiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiin
Notiziario ecumenico
UNA DICHIARAZIONE
DEL PATRIARCA ALESSIO
SULL'UNIONE DELLE CHIESE
CATTOLICA E ORTODOSSA
Mosca (soepi) — « Dopo rincontro del papa Paolo VI con il patriarca ecumenico di
Costantinopoli, Atenagora, capo della Chiesa ortodossa greca, è divenuto corrente dire
che l'unione liturgica fra le Chiese cattolica
e ortodossa sta per essere regolata. Orbene,
nella Chiesa ortodossa non vi è un papa, che
avrebbe potuto decidere tale unione » — ha
dichiarato il patriarca Alessio di Mosca c di
tutte le Russie, capo della Chiesa ortodossa
ru.ssa, al corrispondente dell’agenzia Tass.
Dopo avere ricordato che « la struttura
della Chiesa ortodossa è tale che nessuna
Chiesa locale può decidere per l'insieme delle altre », il patriarca Alessio ha precisato
che se è possibile parlare deH’unione delle
Chiese, compresa la Chiesa cattolica, tale
problema non potrebbe essere risolto che da
un sinodo che riunisse tutte le Chiese ortodosse. Tuttavia il patriarca Alessio si è felicitato per l'incontro del papa Paolo VI e del
patriarca Atenagora, incontro « che deve
servire allo sviluppo dei rapporti fraterni
fra le Chiese ortodossa e cattolica ».
Infine, toccando la questione dei luoghi
santi, il patriarca Alessio ha detto : « essi de.
vono appartenere ai loro veri proprietari, le
Chiese, sulla base dello status quo esistente
già da vari anni ».
Gerusalemme (soepi) — Il patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme, Benedictos I,
e i membri del suo clero a Gerusalemme
hanno chiesto di fruire ormai di passaporti
greci, mentre finora ne aveva di giordani.
I CRISTIANI GIORDANI CHIEDONO
IL RITORNO ALLA SITUAZIONE
ANTERIORE AL 5 GIUGNO
Amman (soepi) — Un’assemblea di tutti
i cristiani della Giordania si è riunita ad
Amman il 14 agosto. Dopo aver esaminato
la situazione delle Chiese cristiane e dei Inoghi santi nella zona occupata da Israele, ha
inviato al segretario generale delle N. U., al
re Hussein di Giordania, al papa Paolo VI,
al patriarca ecumenico di Costantinopoli e
al primate anglicano un messaggio di protesta contro l’annessione della parte araba di
Gerusalemme, contro l’occupazione dei luoghi santi da parte d’Israele e contro gli attentati al carattere sacro dcDe chiese, che
hanno spinto le autorità religiose di Gerusa
lemme a chiuderle. Nel loro telegramma i
cristiani giordani « esigono l’applicazione
delle decisioni dell’assemblea generale delrONU contro l’annessione della Gerusalemme araba da parte di Israele e chiedono il
ritorno allo statu quo anteriore all’aggressione israeliana del 5 giugno scorso ».
L'EGITTO RINGRAZIA IL CEC
PER L'AIUTO
ALLE VITTIME DELLA GUERRA
Ginevra (soepi) — Il governo egiziano e
dei dirigenti ecclesiastici hanno inviato il
loro ringraziamento al Consiglio ecumenico
delle Chiese per l’aiuto dato in occasione
della recente crisi mediorientale. Il ministro
della sanità della RAU, El-Nobawy El-MoIiandes ha dichiarato : « Ho altamente ap
prezzato il modo con cui il CEC ha cercato
di sovvenire alle necessità delle vittime della guerra, specie in fatto di medicinali, nei
paesi arabi ’. Egli ha informato il segretariato
generale del CEC che erano giunti al Cairo
due carichi di medicinali, provenienti dalla
Germania e dagli USA. Una somma di
14.500 dollari è stata consacrata aU’acquisto di insulina. Alla sede del CEC è pure
pervenuta una lettera di ringraziamento del
vice-ministro degli affari sociali della RAU.
4
nag. 4
N. 36 — 15 settembre 1967
1
RESTAURATO IL TEMPIO DI PRADELTORNO
Nel 1877 il Past. Stefano Bonnet, alla presenza di ben 3000 persone inaugurava molto solennemente il Tempio
di Angrogna-Pradeltorno. Il Tempio
era stato costruito « alla gloria di
Dio » e voleva essere per tutti un indice teso verso quella Parola che ha
dato senso e contenuto alla fede e alla
lotta dei Valdesi antichi e che deve
ancora essere proclamata e predicata
con fedeltà in ogni luogo, nel nostro
tempo.
Quest’anno, a cura del Concistoro di
Angrogna-Serre, sono stati eseguiti degli impiortanti e improrogabili lavori
di restauro sotto la direzione tecnica
deiring. Ravazaini. Il tetto è stato interamente rifatto e così pure rintonaco esterno, ed è stata data una pulizia generale all’interno. Il Tempio,
dalla sua posizione dominante, appare
ora nella sua nuova veste, che ne ha
in qualche modo valorizzato l’aspetto
esterno, senza alterarne le strutture
architettoniche originali. Il Tempio
è ora in grado di continuare più degnamente, fin che Dio lo vorrà, la
funzione e il servizio per cui è stato
costruito novant’anni fa.
La domenica 3 settembre è stata
una felice occasione, malgrado il tempo grigio e incerto, per moltissime persone, provenienti un po’ da ogni parte
delle Valli e da Torino, di tornare a
Pradeltomo per l’inaugurazione dei restauri e la ricorrenza del novantennio
del Tempio, che scadeva proprio in
quel giorno.
Il culto del mattino fu presieduto
dal Moderatore che, predicando sulla
parabola del seminatore, con semplicità ed efficacia, ricordò la grazia che
Dio ci ha fatto nel darci con generosità la sua Parola quale seme vivente
e la responsabilità che a noi deriva di
accoglierla con gioia e riconoscenza,
onde portare quei frutti che il Signore
attende da noi. Il culto fu rallegrato
dalla presenza dei trombettieri della
Val Penice e dalla Corale di Angrogna. Dopo il Sermone il Past. Renato
Coisson, portando il saluto suo e del
Concistoro, ricordò coloro che a Pradeltorno sono stati Pastori e lesse i
messaggi che alcuni di loro avevano
fatto pervenire.
Nel pomeriggio il Tempio fu nuovamente gremito per udire il discorso del
Prof. Augusto Armand-Hugon, che
tracciò un rapido quadro di quella
parte della storia valdese maggiormente collegata a Pradeltomo: dall’antica scuola dei Barbi, alle lotte durissime del XV e XVI secolo, fino alla
costruzione del Tempio nel secolo scor
Alla gloria
di Dio
so. Questi sei secoli di storia sono collegati da una linea costante che li
percorre e che unisce e dà senso ai
vari avvenimenti; la fedeltà alla Parola di Dio. È l’amore per la Parola
e la volontà di diffonderla che guidò
l’opera dei Barbi; è la fedeltà alla Parola che impose la resistenza e la lotta dei Valdesi antichi; è l’esigenza
della sua predicazione che ispirò la
costruzione del Tempio. A noi oggi è
chiesto lo stesso amore, la stessa fedeltà, la stessa volontà di predicazione per tenere alta la fiaccola della
vita, affinchè brilli veramente come
« luce che splende nelle tenebre ». Dopo che il Past. Taccia ebbe ricordato
brevemente la figura del Past. Stefano Bonnet, costmttore del Tempio, la
parola fu data ai giovani di San Germano, che presentarono i tre quadri
del « Lutero » del Past. Giorgio Tourn.
Echi della settimana
Federazione Femminile Valdese* SPIGOLANDO NELLA STAMPA
Convegno Femminile
Valdese-Metodista
Ecumene ■■ 23 ■ 24 Settembre
PROGRAMMA
Sabato 23 settembre :
ore 9 Preghiera d’inìzio.
» 9,30 Messaggi e Saluti.
» 10 Relazione sui « Matrimoni misti »
(M. Beltrami)
» 11-13 Riflessioni sulla vita e il lavoro
delle nostre Unioni (Lidia Aquilaute . Carmen Ceteroni).
» 13 Pranzo.
» l.l Discussione a gruppi sugli studi
presentati.
» 17 The.
» 17,30 Discussione generale • O. d. G.
» 19,30 Cena.
Domenica 24 settembre :
ore 9 Lettura dei Verbali.
» 11 Culto con S. Cena.
« Il poeta sovietico Andrea Voznessensky. che s'era recentemente segnalato
inviando alla Pravda una lettera acida
(pubblicata non già nell'organo del partito, ma in Occidente), ha subito mercoledì
6 c. m. una lavata di testa da parte della
stampa sovietica. Per umiliare Voznessensky, la Literaturnaya Gazeta si compiace di pubblicare in extenso una letterapoema, indirizzata al poeta dalla redazione del Worker (quotidiano comunista a/nericano) e pubblicata nelle colonne di
q/iesto grande giornale sotto il titolo:
« Restale dove siete, o mio instabile a/nico... ».
Nella lettera inviata alla Pravda,
Voznessensky accusava l’unione degli
a cura dì Tullio Viola
Quota di partecipazione: L. 3.500 per chi
dorme in camerata, L. 4.200 camera a 2 o 3
letti, L. 5.000 camera singola.
Come si raggiunge Ecumene : (località
Cigliolo-Peschio a Velletri)
— Treno dalla Stazione ’Termini alla stazione Velletri.
— Torpedone da Piazza S. Giovanni in Laterano 6no a Piazza Garibaldi di Velletri.
Le iscrizioni devono essere mandate al più
presto a Saida Papini, via Firenze, 38,
00184 Roma.
Culto radio
domenica 17 settembre
Pastore MARIO SBAFFI
Roma
domenica 24 settembre
Pastore MARIO SBAFFI
Roma
Non si trattò di una parentesi ricreativa, ma di un validissimo contributo
a quel discorso che era iniziato al culto del mattino e che ha caratterizzato
tutta la giornata: un invito a ripensare seriamente le ragioni della fede,
che non è vago sentimento religioso,
ma decisione ogni giorno rinnovata e
determinata ancora da quella Parola
vivente, che è Cristo « centro di ogni
cosa e fine» (Lutero).
Il gruppo dei trombettieri e la Corale hanno collaborato validamente
anche nel programma pomeridiano.
Una giornata dunque sotto tutti gli
aspetti molto ben riuscita, che è stata
per tutti motivo di ripensamento e di
incoraggiamento, per gli Angro^ini
segno di presenza e di solidarietà da
parte di tanti fratelli, e... p>erchè non
dirlo? per il Concistoro un bell’aiuto
finanziario per il rimborso delle non
indifferenti spese di restauro. A questo ultimo punto ha anche validamente contribuito un vasto e apprezzato
servizio di buffet e un piccolo bazar,
allestito da solerti collaboratrici che a
questo fine hanno posto tutto il loro
impegno. a. t.
Scuola Latina di Pomaretto
Risultati esami sessione autunnale
Risultati esami sessione autunnale
Promossi alla Ila media : Cogno Loris,
Coucourde Paola, Giai Marinella, Griot Moris, Malan Renato, Menusan Laura, Peyronel Enrico, Propoggia Loreto.
Promossi alla III» media : Baret Giorgio,
Costabel Laura,Ferrerò Valdo, Ghigo Flavio,
Maurino Mauro, Pons Anna.
Licenziati : Balmas Emilio, Bleynat Giorgio, Cilli Calvina, Coucourde Ariana, Guglielmino Silvio, Peyrot Elsa.
Iscrizioni. — Sono aperte le iscrizioni alla II, III e I media. Le domande di iscrizione, in carta semplice, firmate dall’interessato e controfirmate dal padre devono essere presentate, al più presto, alla direzione.
Inaugurazione anno scolastico. — L’inaugurazione dell’anno scolastico avrà luogo, a
Dio piacendo, la domenica 1 Ottobre alle
ore 15. Tutti sono cordialmente invitati.
La direzione
iiiiiiiDiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiimiiiiiiii
iimiiiiiMiiimiMiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiil
Congresso Nazionale A.I.C.E. 196?
La conferenza di Ada Marchesini Gobetti - I lavori pomeridiani
NelTAula Sinodale, un folto gruppo di
insegnanti, di pastori e di amici si è riunito per ascoltare, il 26 agosto, la piacevole conversazione della prof. Ada Marchesini Gobetti, direttrice del « Giornale
del Genitori », invitata dal C. N. dell’A.
I.C.E. per inaugurare un nuovo ciclo di
attivfcà. La conferenza aveva come titolo
un argomento molto impegnativo ; « La
crisi dei giovani inserita nella crisi della
famiglia e nella crisi ideale della società », in cui il termine « crisi » ricorre per
ben tre volte. Questa parola, antica come
il mondo, vuole significare che ci troviamo in un momento di transizione, di
sviluppo che può essere positivo o negativo. L'atituale crisi della gioventù e il contrasto tra le generazioni vanno perciò studiate in un ambito allargato, rappresentato dalla famiglia. Oggi assistiamo alla
dissoluzione della famiglia di tipo classico, patriarcale e conformista ; le strutture
gerarchiche si sitanno rompendo, ma non
hanno ancora lasciato del tutto il posto
ad un'istituzione altrettanto solida e quindi rassicurante per la gioventù. Si è, infatti. passati da un nucleo familiare molto
vasto ad un’unirià « contratta », composta
di pochi membri, neppure più legati tra di
loro dal vincolo produttivo, e condizionati da numerosi fattori extra-familiari.
Quando Cicerone definiva la famiglia
un semi/iariu/n per la gioventù nella sua
formazione sociale non sbagliava, nel
senso che l'unità familiare è il primo nucleo sociale « impegnato », dove ogni
membro deve sentirsi responsabile delle
proprie azioni e desideroso del mantenimento e dell'evoluzione del nucleo stesso.
E a Cicerone possiamo avvicinare Gramsci, quando dice che la famiglia è un organismo di vita morale, proprio nel senso
dell'acquisizione della responsabiliità delle
proprie azioni e del rispetto dell’io.
Da che cosa, allora, scaturisce la crisi
che oggi tutti lamentano? Probabilmente,
vi è una svasatura fra condizione socioeconomica e preparazione psicologica dei
genitori, che ha come conseguenza una
cattiva adeguazione del comportamento
personale ai moduli sociali imposti dall'esterno. Non bisogna dimenticare che
parecchi geniiori, attualmente, non sono
ancora usciti dal periodo adolescenziale,
sia per età che per maturazione, e che
questo fatto non può non avere qualche
eonseguenza sul piano pratico, per esempio nel rapporto di autorità fra genitori e
figlio.
Parallelamente, se la famiglia subisce
Tinflusso di nuovi strumenti tecnici (itelevisione, cinema, svaghi, ecc.) e di condizionamenti sociali prima inesistenti, non è
tuttavia in grado di controllare tutte queste influenze esterne e di valutarne il reale apporto educativo. In altre parole, la
società ingloba la famiglia come struttura, la condizione col ritmo di vita e di
lavoro, ma non è sempre in grado di
« educare » i suoi membri. Viviamo così in una società dove Tevere è anteposto
all'essere, dove il reale valore dell’individuo è secondario rispetto a ciò che può
produrre o accumulare.
Le conseguenze pratiche e soprattutto
educative sono evidenti : basti pensare
alle difficoltà organizzative ed associative
dei giovani d’oggi, ai quali è indispensabile la vita associata, ma che molto spesso trasformano in vita di « banda » con
scopi poco chiari. E i segni di questo disagio, di questo desiderio di creare un’esiaenza nuova, « pulita », diversa da quella che gli adulti hanno creato con le guerre, li ritroviamo anche negli atteggiamenti esteriori dei giovani: dai loro abiti
bianchi alle acconciature stravaganti, proprio per fare dimenticare un passato ben
lontano dall'esaltazione.
* * *
11 dibattito seguito ha messo in luce
alcuni aspetti particolari della conversazione, quali il valore della « vita » di famiglia, quando ancora è possibile, il significato negativo delle tensioni familiari nello sviluppo dei rapzzi, il significato
del denaro per il fanciullo e l’incidenza
dell'occupazione materna fuori casa. Ma
un resoconto più dettagliato degli interventi, oàire alla completa conversazione
della prof. Marchesini Gobetti, verrà dato
in un prossimo numero di « Diakonia ».
* *
Nel pomeriggio, gli iscritti alTA.I.C.E.
si sono nuovamente ritrovati sia per continuare il dibattito, che per fare il punto
sulla situazione. E non si è potuto fare a
meno di constaitare l'ambiguità di un Q.
d. G. che il Sinodo 1967 ha approvato,
tanto che la seduta pomeridiana si è sciolta esprimendo la propria perplessità attraverso il seguente O.d.G.:
«il Congresso A.I.C.E., riunito a Torre
Pellice il 26 agosto 1967, preso atto delrO.d.G. approvato dal Sinodo Valdese,
relativo all' insegnamento religioso nelle
.Scuole Medie, deplora questo ulteriore
passo che la Chiesa Valdese si accinge a
co/npiere sulla via del compromesso nei
suoi rapporti con lo Stato, perchè nel caso che il riconosch/iento giuridico e il
trattamento econo/nico richiesti siano concessi, si prospetta per gli insegnami di religione il decadimento da ministri laici
della Parola a funzionari dello Stato.
Chiede all'Assemblea Costituente della
Federazione Evangelica Italiana di nominare /ma Co//i/nissione che riesamini il
problema della scuola dal punto di vista
evangelico in /ma prospettiva teologica,
pedagogica e giuridica, perchè ritiene che
la trasmissione della fede alle nuove generazioni debba rientrare nel quadro della
co//iunità dei credenti e non in quello delle strutture della società, poiché la testimonianza è suscitata dallo Spirito e non
contrattata da gerarchie ».
Al termine dei lavori, si è proeeduto
all'elezione del seggio, che risulta così
composto : Presidente ; Prof. Giorgio
Peyronel; Vicepresidente: Ins. Evelina
Pons; Segretario; Ins. Franco Calvetti;
Cassiere; Ins. L. Trenio Dosio; Servizio
stampa ; Dott. Roberto Eynard; Membri ;
Prof. Anna Marnilo e Ins. Vera Long.
R. E.
scrittori sovietici, per il fatto d’avergli
impedito un viaggio in USA (ove egli intendeva partecipare ad un incontro di
poeti). Denunciava le « manovre » dell'unione e formulava dei giudizi severi sulla
qtialità dei suoi componenti.
La Literaturnaya Gazeta, organo per
Tappunto deli’unione degli scrittori, denuncia (in una breve introduzione) « la
grossolana /nancanza di tatto » dimostrata
da Voznessensky verso i suoi colleghi letterati ».
Questa notizia (tratta da « Le Monde »
del 7 c.) può sembrare insignificante (anzi
quasi uno stupido pettegolezzo!), ma non
10 è affatto data la personalità del Voznessensky, oggi una di quelle più in vista
nelTURSS. Egli è per es. citato come uno
dei « nostri amici sovietici che hanno testi/noniato il loro rispetto per la libertà »
nel recente manifesto inviato dai 300 intellettuali cecoslovacchi all’opinione pubblica mondiale (Di tale manifesto, pubblicato nel « Sunday Times » del 3 c., danno notizia « La Stampa » del 4 c., « Le
Monde » del 5 c. ecc. 11 testo completo
può leggersi su « L'Espresso » del 10 c..
p. 7).
Ma chi è dunque Voznessensky? Lo strano (cosa per noi occidentali veramente poco
comprensibile!) è che questo giovane poeta, che sale alla ribalta come una figura
particolarmente significativa (tanto che « Le
Monde » del 26-27-3 c. a., da cui è tratto
letteralmente ciò che segue, lo chiama « rivale di Evtouchenko »), appare come uno
dei più accesi nazionalisti. Lo dimostra
l'opera intitolata « Valkie-Talkie » da lui
recenitemente pubblicata, nella quale è contenuto un poema d'intonazione apoealittica
anticinese. In tale poema (riportato anche
dal settimanale « Literaturnaya Rossia »)
è espresso tutto l'orrore per la «rivoluzione
culturale ». L'autore prospetta come possibile l’invasione dell’Occidente da parte dei
cinesi e rievoca, come eroe di questi, Kot/tchaum (ultimo khan tartaro, vinto nel 1581
dalle truppe cosacche di Yermak. Subito
dopo questa battaglia, ebbe inizio la conquista russa della Siberia). Koutchou/n è
rimasto nella tradizione della storia russa
come la personificazione della barbarie,
della crudeltà e della perfidia.
Ecco una parte, molto significativa, del
poema :
« Sento arrivare Koutchoum : l’//rina bagna i gioielli egiziani del Louvre, e la polvere s’innalza al disopra dell'orda, "simun”
a forma di fungo. O uomini, tornate dalla
vostra gioventù innamorata alla realtà concreta: io sento arrivare Koutchoum!
or Ma è mai possibile che domani i cosmonai/ti spieghino il volo verso Marte, e
che dopodomani essi ritornino al te/npo
della feudalità pastorizia? E' mai possibile
che si obblighi Shakespeare ad accusarsi
d’ignoranza delle ideologie? E’ possibile
che si trascini Stravinsky per delle vie piene
di uria, coti un sigillo di sterco sui suoi
capelli bianchi? Io penso... Ma dunque la
maggioranza deve setnpre aver ragione? Ha
forse ragione l’inondazione di Firenze,
quando stritola un palazzo cotne fosse una
noce? Non è così! Sarà il genio a vincere,
non il numero.
« lo penso... La folla o Tunità? Chi dura
più a lungo: il secolo o ristante che afferra
Michelangelo? Il secolo è //torlo, mentre
l'istante dura ancora... Parigi non può ardere come una falena sul fuoco... Secoli di
storia dovrebbero forse concludersi facendoci ricadere in una vita bestiale? (...). Ma
11 popolo non è Koutchoum (...). // colore
della pelle non ha nulla a che vedere con
tutto ciò (...). A hhiamo già conosciuto certi
uomini biondi che scorticavano degli adolescenti, per far dei paralumi con la loro
pelle!
« Il Super-occidente popola i sogni del
Super-oriente. Koutchoum è l'onda dello
sciovinismo del gufo, Koutchoum è la
guerra (...).
« Dobbiamo dunque noi nuovamente portare il pianeta terra sulle nostre spalle? O
l]n pastore battista e le tasse
Il presidente del Consiglio esecutivo dei
battisti olandesi ha deciso di non pagare la
parte delle sue imposte che alimenta il bilancio militare. II pastore H. E. Huizinga
ha infatti annunciato che detrarrà il 15%
delle sue imposte sul reddito, che rappresenta la parte versata al bilancio della Difesa.
« In quanto cristiano, non posso contribuire
a spese che la mia coscienza respinge », Egli
terrà in serbo questa somma e pagherà spontaneamente una imposta per la pace, per la
quale, come cristiano, non formula alcuna
obiezione. 11 Past. Huizinga ha dimissionato
dalle sue funzioni, per non coinvolgere la
sua Chiesa con il proprio atteggiamento personale.
te/npo... rivolgi la t//a preghiera alla R/i.'tsia
per il suo destino incredibile... per il nostro
sacrifìcio eterno quanto i cieli, che riceve
nel proprio corpo tutti i proiettili destinati
alle città come Roma e come Vienna... 0
Russia salvatrice, q/talunque siano i liatyi
(nome del primo khan tartaro che soggiogò
la Russia nel 13“ secolo), set/tpre la Russia,
ancora la Russia, eternamente la Riis.da... ».
Ovviamente noi non possiamo (non lo
sapremmo neppure!) commentare un passo
di questo genere. Ci permettiamo soltanto
di dire che esso ci fa un'impressione molto
uirana e che ricorda fortemente l’esaltazione della « Santa Russia » di tempi lontani.
E soltanto ci associamo volentieri al giudizio conclusivo de « Le Monde » che testualmente vogliamo qui riportare:
« U passaggio sulla "Russia salvatrice" si
ricollega direttamente alla tradizione degli
intellettuali ’slavofili" del secolo scorso, i
quali vedevano nella loro patria la redenzione dell’universo. Si è molto lontani dall’
"internazionalis/no proletario"... ».
Tullio Viola
g li
u o m i n 1
Il padri) del pietismo
Un'ampia e documentata biografia del
Conte Nicolas-Louis de Zinzendorf nel
quadro storico e religioso del XVIIÌ secolo
in Germania. Per quanto non principalmente teologo, il Conte di Zinzendorf occupa
un posto di notevole interesse nella storia
del Cristianesimo a causa della sua azione
ecumenica, pastorale ed umana. Al moralismo prosaico e rigido del secolo dei « Lumi », Zinzendorf oppone un Cristianesimo
fondato sull'esperienza personale delia conversione. al razionalismo dell'epoca •appone la religione che procede dal cuoie La
pietà di Zinzendorf è fortemente centrata
sulla meditazione della croce e delle sofferenze di Gesù Cristo, ma non si sotli ie al
pericoli dell'unilateralità e delTestenorità,
delle estasi e dei rapimenti mistici.
Zinzendorf ebbe il grande merito di non
essere un settario, anzi sotto certi ,aspetti
può esser considerato un precursore dello
ecumenismo, un apostolo dell’unità. Rimase fedele alla confessione di fede della
Chiesa luterana, pur nella ricerca di un
« risveglio » di pietà e di operosità cristiana. Il suo nome rimane soprattutto legato
alla Chiesa dei Fratelli Moravi, che eg'i costituì o ,in un certo senso, ricostituì accogliendo i profughi provenienti dalla Boemia e dalla Moravia perseguitati a causa
della loro fede. La prima comunità di
Herrnhut si organizza allora sulla base della fraternità in Cristo e di una nuova visione della vita. È costituita in buona parte
da rifugiati, da gente separata dalla Chiesa ufficiale, da persone che cercano un posto dove poter vivere secondo la loro fede. Altre numerose comunità « morave »
si organizzano un po’ dovunque in Europa e oltre l'Atlantico. La passione « missionaria » è presente in quelle comunità. Zinzendorf è anche un gran viaggiatore : visita
molti paesi, è ricevuto da re e principi anche a causa del suo rango, come rappresentante dell'aristocrazia delTimpero. S-'gue
l'emigrazione dei « moravi » nella Pennsylvania e la creazione dei primi raggruppamenti a Bethlehem, nonché la loro opera
di risveglio religioso in mezzo a migliaia di
emigrati tedeschi, vittime dell'indifferenza
nella grande dispersione di quelle legumi.
Conoscere la storia delle Chiese dei Fratelli Moravi significa conoscere e rivivere
un periodo della storia della Chiesa. Una
storia che, anche per quanto riguarda i Moravi, non è terminata e nelle cui vicende
si possono riscoprire forme di attivilìi e
di testimonianza valide per il nostro tempo, anche se per varie ragioni la figura
del Conte di Zinzendorf appare lontana da
noi e poco interessante alla nostra generazione. 11 volume è tradotto in francese da
Eberhard Reichel. È in vendita alla Claudiana. e. r.
ER1CH BEYREUTHER: Zinzendorf, l'apôtre de Tunité. Labor et Fides, Geneve
1967, p. 158, L. 2000.
Direttore resp. : Oi/io Co/ite
Reg. al Tribunale di Pmerolu
n. 175, 8-7-196Ü
Up. .Subalpina s.p.a. . Torre PeUice (Toi
avvisi economici
SIGNORA Canadese cerca per Torino ragazza tuttofare (minimo 18 anni) fissa.
Rivolgersi Tip. Subalpina o Via Angrogna 14 Torre PeUice o tei. 690.733 Torino.
FAMIGLIA evangelica di Lucerna (Svizzera) cerca ragazz.a per curare due bambini
e altri lavori domestici. Occasione per imparare il tedesco. Compenso da convenire.
Per informazioni rivolgersi a: Famiglia
Famos, Via Rovello 18 - 6900 Lugano.
« Egli darà pace airanima mia »
(Salmo 55: 18)
Il giorno 9 luglio si è addormentata
nel Signore la signora
Silvia De Angeli
Profondamente commossi, il marito
e i figli ringraziano coloro che hanno
partecipato al loro grande dolore.
Milano, 10 luglio 1967.