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Anno 112 - N. 39
17 ottobre 1975 - L. 150
Soedìzìone in abbonamento postale
I Gruppo /70
BIBLIOTECA VALDESE
HJÜ66 TOmiB PEIL ICE
ddk valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
La Chiesa non è una scuola
ma una palestra
La fede cristiana è una vita non una filosofia - La scoperta di Dio è sempre scoperta di
grazia e di giudizio - Una situazione, la nostra, in cui si realizza la parola di Dio
« Andate e fate discepoli » diceva Gesù,
« la fede non si insegna » diciamo oggi.
Tutto il problema delTinsegnamento biblico, della istruzione, del catechismo sta
in cjueste due affermazioni. Noi sentiamo
che sono vere entrambe, che non si può
eliminarne una tenendo solo l’altra, non
si può dire che l’invito di Gesù, il suo ordine non siano chiari: bisogna comunicare
la conoscenza delTEvangelo ad altri, bisogna darsi da fare perché uno che non
è credente lo diventi, uno che vive senza
Cristo si sottometta alla sua parola, perché l’impostazione della vita sia data dal
messaggio e dalla persona di Gesù. Questo è chiaro e per fare questo bisogna
parlare, esprimersi, comunicare, discutere.
Ma anche l’altra affermazione è vera;
corrisponde non solo alla nostra esperienza personale ma si trova in molte
pagine della Bibbia stessa: per quanto
si faccia non si può convincere uno a
« credere ». si può insegnare « dottrina »,
anche la Bibbia, si può influenzare, educare ma la fede non si comunica, non si
trasmette. Lo ricorda molto chiaramente
l’articolo di Mario Miegge che ripubblichiamo in quarta pagina. Perché questo?
Perché la fede non è materia da insegnamento, ma è un modo di comportarsi,
non è qualcosa che si studia, come la
matematica o il disegno, ma che si inventa con la propria personalità.
La fede è un atteggiamento
non una dottrina
E la fede è sempre un atteggiamento
che si ha nel mondo in cui si vive, di
fronte alle questioni che si hanno da risolvere, in un contesto. Possiamo servirci
oggi ancora della cultura delle generazioni passate, per il suo lavoro specifico uno
può utilizzare quello che prima di lui si
è fatto e scoperto, ma nort posso servirmi della fede di un altro per impostare
la mia vita; posso prendere esempio, sentire, vedere, ma non posso fare entrare
nella mia vita quelle che sono state le
scelte degli altri.
Eppure il Signore ci invita a trascinare
altri nella nostra scelta di fede, a convincere altri a seguirci ed accompagnarci
in questo cammino, ci invita non solo a
far presente agli altri quello che pensiamo ma a far proseliti.
La contraddizione non c’è nel fondo, si
tratta solo di sapere se il modo migliore
per convincere gli altri sia quello di farlo mettendoli a sedere nei banchi di una
scuola.
Si impara allenandosi
Quello che chiamiamo nel nostro linguaggio « catechismo » è infatti ancora
troppo spesso un insegnamento di tipo
scolastico. Ci sforziamo di dare degli insegnarnenti, delle idee, di trasmettere delle nozioni, delle dottrine ma non riusciarno a comunicare un messaggio, un esempio. Il catechismo rassomiglia ancora
IN QUESTO NUMERO
■ L'ultimo libro di V. Su- bilia 2
■ Conferenza europea del M.C.S. 3
■ Problemi del catechi-
smo 4
■ Vita delle Comunità 5
■ Cronaca delle Valli 6-7
troppo ad una scuola e non abbastanza
ad una palestra. Pensare alla lezione di
catechismo come ad un allenamento in
palestra può far sorridere ma l’idea non
è neppure nostra, è di san Paolo. Quando paragona la vita di un cristiano ad
una gara di corsa o una partita di pugilato, che si combatte per vincere, lascia
intendere che è come uno sport. Solo gli
ingenui e gli sprovveduti pensano ancora
allo sport come ad un divertimento; ormai è un lavoro e che lavoro!
Se la fede si inventa nella vita, si scopre nelle esperienze, si forma nella pratica non è possibile insegnarla stando seduti a tavolino, sarebbe come fare lezione di sci su un tabellone: movimento della gamba così, del ginocchio cosà, bilancia qui piega là; ma non si impara a sciare in questo modo.
Catecumeni tutta la vita
Con questo non si vuol dire che Tinsegnamento religioso, la conoscenza biblica, la riflessione sul messaggio si debbano fare sempre in movimento, andando in giro, e mai stando seduti, ma è il
metodo che deve essere cambiato. Oocor
rerà dare molto più posto ai confronto
con esperienze di fratelli, al dialogo con
chi ha fatto esperienze di fede, alla maturazione di proprie riflessioni, occorrerà
vedere Tinsegnamento meno dal punto di
vista di uno studio e più di una comunicazione. Chi si occupa di istruzione cate
dello stadio. Sportivi che discutono della
partita altrui, che fanno lo sport con le
mani e la lingua; così sembra essere anche il cristianesimo in Italia, lo fanno in
pochi e gli altri stanno a guardare e ne
parlano, il cristianesimo dei santi è il
cristianesimo della partita, non sei tu che
giochi e di affatichi è san Francesco o padre Pio.
La responsabilità del campionato la
portano altri, la responsabilità della fede
la portano i preti. Questo, va detto per
inciso non è neppure il cattolicesimo è
la religione italiana un po’ pagana.
Riprendere i nostri corsi di catechismo
e di insegnamento biblico ha senso solo
se si tratta di riprendere insieme un allenamento generale in una comunità che
gioca il suo campionato che si confronta,
si batte per affermarsi per riuscire per
essere presente.
Ed infine l’ultima considerazione si può
fare leggendo a pag. 4 le due pagine di catechismo che abbiamo riportato, come
esempio. Quanta differenza fra qùesti due
modi di vivere la fede. Sembrano due cose diverse, lontane, opposte come bianco
e nero. Sono in effetti tipi di ragionamento modi diversi di allenare la fede in due
generazioni. Senza pronunciare giudizi per
condannare o giustificare, un fatto appare chiaro: ogni generazione cristiana reinventa la propria fede ed il suo « catechismo ».
Non solo reinventa la forma di esprimere i fatti della fede ma reinventa anche il suo modo di accostarsi alla Scrittu
II gruppo della
scuola domenicale del Màrtel;
quartiere di Angrogna
chetica dovrà sentirsi sempre meno professore e sempre più allenatore, sempre
meno espositivo e sempre più comunicativo sempre meno trasmettitore di dottrine e sempre più personale nel suo discorso.
Se questo è vero bisognerà superare il
concetto del catechismo, studio, della riflessione di fede che coincide con la scuola delTobbligo; dai sei a sedici si impara
la fede, come si impara l’italiano, e poi si
legge il giornale, quando lo si legge. Se la
fede si deve vivere e creare nella vita si
deve lavorarla finché si è in vita, perché
non si muore a 16 anni, e caso mai è dopo
quell’età che giungono i grossi problemi
dell’esistenza. Troppi sono quelli, la maggioranza, che liquidano il problema delTapprendimento della fede e della comunicazione della fede nella loro gioventù.
Un vero cristiano è catecumeno tutta la
vita.
Religione e sport all’italiana
E si allena tutta la vita. Bisognerebbe
evitare di fare il catechismo come si fa lo
sport, all’italiana, seduti sulle gradinate
ra. È evidente che il modo di presentare
le cose del catechismo moderno, problematico, è più vicino a noi di quanto lo sia
quello del catechismo settecentesco, ma
in uno c’è quello che non c’è nell’altro.
Nel nostro c’è molto maggiore il senso
della realtà assoluta di Dio, del suo ministero, del fatto che Dio non si può dimostrare ma quanto più concreto rispondente alla situazione del ragazzo era quelTaltro!
Il nostro è più teologico, più esatto, ma
il primo era molto più reale, aiutava uno
a vivere la sua vita di tutti i giorni. Sembra in qualche modo che non si possa fare un catechismo perfetto! Che sia da riprendere da capo, sempre.
Le incertezze che vi sono oggi in molti
settori della comunità: fra i catechisti, i
monitori ed i ragazzi stessi nasce dal fatto che tutta la chiesa cristiana sta cercando di reinventare la sua fede o meglio sta cercando di trovare le parole più
esatte per dire la sua fede invitando altri
a credere. Probabilmente non è un male
se si vive in modo attivo ed impegnato.
G. Tourn
non
nascondetelo !
SALMO LXXVIII: 1-8
Ascolta popolo mio il mio insegnamento. Se in questo salmo risplende
una maestà che intende incitare ed infiammare a buon diritto i lettori al desiderio di imparare, possiamo apprendere come si debba essere attenti a ricevere l’Evangelo, al quale Gesù Cristo
ci apre e ci pone davanti i tesori della
sapienza celeste.
Che noi abbiamo udito e conosciuto. Se i padri hanno potuto raccontare
ai loro figli le cose dette qui, doveva
trattarsi di una dottrina familiarmente
conosciuta a tutto il popolo, persino ai
più rudi idioti... Nonostante il Salmo
contenga delle cose volgarmente conosciute, il Profeta le chiarisce e le
arricchisce di un magnifico ornamento, per meglio smuovere i cuori degli
uomini ed acquisire più autorità... Lo
Spirito santo modella talmente il suo
stile che l’altezza della dottrina non resta nascosta neppure ai più piccoli,
purché si facciano docili e tranquilli
e che dimostrino buona disponibilità
di profitto... Il Profeta non si limita a
dire; che noi abbiamo udito, ma anche
conosciuto. Infatti si semina alla volata molte cose che non sono sempre così certe: e soprattutto, questo è assai
comune, le orecchie degli uomini sono
riempite di favole. Non è quindi senza
motivo che il Profeta, dopo aver parlato delle cose udite, le confermi ogniqualvolta con una testimonianza...
Non lo nasconderemo ai loro figlioli. Ecco come dobbiamo risolvere questo per non nasconderlo ai nostri successori: sforzandoci di trasmettere ai
loro figli ciò che i nostri padri ci hanno insegnato. E con questo mezzo è
abolito ogni pretesto di ignoranza:
perché Dio ha voluto che queste cose
fossero divulgate di età in età senza
intervalli: di modo che, trasmesse di
mano in mano da ciascuna famiglia,
pervenissero fino agli ultimi.
Ed è anche chiarito il fine: perché
celebriamo le lòdi di Dio, e la sua potenza e le meraviglie che ha compiuto...
Afferma quindi che i padri non hanno affatto abbeverato i loro figli a questa dottrina secondo la loro fantasia
ma secondo il comandamento di Dio...
I padri, essendo quindi abbeverati alla
stessa dottrina della legge, raccontano,
come la bocca di Dio, ai loro figli, di
essere stati riscattati...
Perché pongano in Dio la loro speranza. Fa vedere quale Vuso della dottrina: innanzitutto perché i padri siano più vivamente incitati a istruire i
loro figlioli, in secondo luogo i bambini accesi da un più grande desiderio,
facciano progressi nell apprendimento, senza lasciar vagare i loro spiriti
drizzino il loro sguardo verso il giusto
in frivole speculazioni, di modo che
traguardo...
Perché non siano come i loro padri.
Nonostante si tratti di rimproveri assai
duri, ci si accorgerà, dalla deduzione
del testo, che non sono affatto eccessivi... Ora poiché il profeta dimostra che
i successori ebrei hanno bisogno di
una severa disciplina e correzione, da
cui essere distolti dai cattivi esempi,
a causa della malizia e perversità dei
padri, vediamo da ciò qualè la follia
del mondo quando si persuade che
l’imitazione dei padri è considerata
come una legge...
Giovanni Calvino
2
17 ottobre 1975
libri • recensioni
Una nuova liturgia
neile comunità deila
Svizzera itaiiana
La Commissione dichiara di aver utilizzato liberamente nella stesura di questa
hturgia i lavori dei Pastori Ugo Janni e
Giovanni Ferreris, le liturgie della Chiesa
Riformata del Cantone Vaud, della Chiesa
Riformata di Francia, della Chiesa Valdese e del Prayer Book. Mi son servito di
questa nuova liturgia durante alcuni mesi e devo dire che essa segna un evidente
progresso sulla nostra Liturgia Valdese,
ormai vecchiotta anche se relativamente
recente. Però non è innovatrice e rimane
ancorai troppo legata agli schemi e forinule del passato^ non prepara le comunità cultuali a un nuovo linguaggio, a nuove espressioni e forme liturgiche. E’ però
doveroso riconoscere che essa è aperta ai
problemi attuali della chiesa e del mondo
® impegno dei credenti nella società.
Il volume si presenta molto bene come
formato (non tascabile ma adatto per
l uso fuori del tempio), rilegatura, copertina, carta, caratteri tipografici. Peccato
che non si sia potuto ovviare sempre al1 inconveniente di dover voltar la pagina
nel corso della preghiera, cosa in genere
non gradita a chi presiede e a chi assiste
La Liturgia è preceduta da Note preliminari molto opportune sul culto e sui suoi
elementi, dal testo del PADRE NOSTRO
SOMMARIO DELLA
LEGGE, da una tabella con l’Ordine del
Culto, con e senza Confessione di peccato. ^
Un capitoletto contiene le Confessioni
ai fede: il Simbolo Apostolico, il NicenoCostantinopolitano (molto bicnc ora che
SI tende a sorvolare sulla divinità di Cristo quando addirittura non la si nega),
due Confessioni in termini biblici. Avremmo visto volentieri e per prima anche, la
wnfessione di fede dei primi giorni della
Chiesa brevisisima lapidaria, ma fonda
cristo E' IL SIGNORE! ALLELUIA ».
Un capitoletto di Dossologie - 20 formulari di Saluto e Introito - 20 di Umiliazione e perdono - Frasi liturgiche per letture
bibliche, raccolta delle offerte e Battesimo, Matrimonio, Funerale - 20 Preghiere
di lode, adorazione, supplicazione, intercessione (prima del sermone) - 20 brevi
Preghiere per la chiusura del culto prima
del Padre Nostro - 14 Formule di Benedizione e 3 di Congedo.
Il corpo vero e proprio del volume contiene: la liturgia delle Cinque domeniche
del mese (senza la S. Cena, che non è
dunque considerata elemento costante del
culto) - 2 formulati (molto bello il 2°) per
il Battesimo dei fanciulli (nel 1“ non sono
menzionati il padrino e la madrina, nel 2°
si parla di comunità, genitori e testimoni); m aggiunta: preghiere particolari per
per il Battesimo di un bambino senza genitori, e di un bambino gravemente ammalato - segue il formulario per il Battesimo dei credenti (ev.te di adulti).
■ formulari di Santa Cena, segui
ti da due pagine di frasi e versetti biblici
da dirsi durante la Comunione.
eccZesiastfco ci dà la liturgia
del e 4 Domeniche d’Awento, di Natale,
della Domenica dopo Natale, delle cinque Domeniche di Passione, della Domemca delle Palme, del Martedì santo, del
Giovedì santo, del Venerdì santo (con
Santa Cena) 2 formulari per Pasqua, indi:
Ascensione, Pentecoste, Dom. della Trinità (molto bene) dopo la Pentecoste. Rispetto alla liturgia Valdese, mancano le
/ Domeniche dopo Pentecoste.
Nel capitolo RICORRENZE VARIE:
Domenica delle Missioni (attiriamo l’attenzione sulle preghiere) - culto di Fine
a anno, di Capo d*Anno, Culto Ecumenico
(molto bene) - Festa Federale di preghiera (siamo in Svizzera) - Festa del Raccolta (la raccomandiamo vivamente) con
Santa Cena - Domenica della Riforma.
Seguono Formulari per il matrimonio,
il Servizio funebre, l'insediamento del pastore e dei membri del Concistoro.
LITURGIE DIVERSE: culti di famiglia
(non di una singola famiglia nella sua
abitazione, o di un gruppo di famiglie in
una casa privata, bensì in chiesa). Si tratta di una novità per la liturgia riformata che vai la pena di notare.
Culto per ammalati in ospedali, case di
riposo ecc.
Culto serale, non domestico in chiesa o
in una sala.
Assemblea di chiesa: preghiera di apertura, prima della nomina del Concistoro,
in vista di una elezione pastorale.
Nel capitolo CERIMONIE DIVERSE:
Presentazione di un fanciullo, Confermazione e Ammissione di nuovi membri.
. Ancora una osservazione: a conclusione della preghiera ricorre spesso la
UN LIBRO DI V. SUBILIA PUBBLICATO DALLA CLAUDIANA
«Sola scriptura», il modo più radicale
di rendere «a Dio solo la gloria»
Come precisare il nostro rapporto con
la Bibbia, oggi che essa ha più libero corso anche nel cattolicesimo? In che cosa
si distingue la nostra lettura della Scrittura da quella dei cosidetti 'fondamentalist’? La critica biblica è una minaccia
per la schiettezza e freschezza della fede?
Il libero esame, è un principio protestante? Come affrontare la questione del rapporto fra scienza e fede, che affiora conti
nuamente nei catecumeni, nei ragazzi delle scuole domenicali, nei gruppi biblici?
Cosa si vuol dire affermando che la Bibbia è ispirata da Dio? Quali sono i limiti
della critica? AlTinterno del ’canone’ biblico tutto è sullo stesso piano? e se no,
qual è il criterio per distinguere l’essenziale?
Ecco alcune delle domande cui vuole
rispondere la più recente opera di V. Subilia: anche questa, dunque, un’opera tutt’altro che ’accademica’, profondamente
inserita nel tessuto vivo della chiesa, sensibile ai suoi problemi, capace di individuare i punti nevralgici in cui si pone
per lei la questione ultima della fede o
dell’incredulità.
Sola Scriptura
Sola Scriptura, soltanto la Scrittura è
sostanza e norma della fede in Cristo. Da
quando lo hanno riscoperto, creduto e
confessato i Riformatori, la breve formula è stata un motto protestante, un
modo — il più serio e radicale — di rend.ere « a Dio solo la gloria ». Com’è possibile, allora, che V. Subilia inizi questo
suo libro avvertendoci che oggi «il sola
Scriptura dei Riformatori protestanti del
XVI secolo rischia di vedersi trasformato in una tesi antiprotestante »?
Di fatto il principio scritturale ha subito in questi 4 secoli un’evoluzione profonda: a contatto con l’atmosfera culturale si è incrostato e deformato, cedimenti spirituali e teologici hanno portato a
fraintendimenti e deviazioni. V. Subilia
ci invita a riflettere su quattro segni o
niomenti di deterioramento o di fraintendimento del principio scritturale: la dottrina della ispirazione verbale della Scrittura, il fenomeno della critica biblica, il
principio del libero esame e il cattolicesimo incipiente nel Nuovo Testamento.
Oggi non si può confessare con serietà
evangelica il sola Scriptura se non si accetta di confrontarsi, con l’umiltà fiduciosa della fede, con questi problemi: e
La «Bibbia di famiglia»
La ristampa della Bibbia di famiglia
della Claudiana, a cura delle Edizioni Bibliche Messaggio di Vita - Biella, è presentata in elegante edizione dal grande
formato di cm. 25x35x6,5. Prezzo di vendita: L. 25.000 edizione normale, L. 30.000
con taglio oro. Le richieste vanno indirizzate alle Librerie della Claudiana. Tiratura limitata.
locuzione « per i meriti di Gesù Cristo ».
Riteniamo siano da preferire altre formule che troviamo nella Liturgia stessa:
« per Gesù Cristo, Signor nostro » - « nel
nome del nostro vivente Redentore e Salvatore » - « nel nome e per l’amore di Gesù Cristo ».
— Ed ora non ci rimane che esortare
vivamente tutti i predicatori, pastori e
laici, a provvedersi di questo buon strumento di lavoro, utile complemento della
nostra Liturgia.
Go. Bu.
Liturgia delle Chiese Evangeliche di Lingua Italiana (Chiesa Evangelica Riformata del Canton Grigioni) edita dal
Colloquio Engadina Alta-Bregaglia-Poschiavo, Carlo Pacella e Franco Scopacasa.
se è compito particolare di chi si dedica
alla catechesi e alla predicazione, lo è
pure di ogni protestante chiamato a testimoniare della Parola fra evangelici,
cattolici, agnostici, atei. Questo libro dovrebbe essere oggetto di studi a gruppi,
nelle nostre chiese: ne verrebbero stimolo e chiarificazione, vivacità di problemi
e di aperture nuove, respiro e nerbo di
fede.
La dottrina dell’ispirazione
La dottrina dell’ispirazione: naturalmente il cristiano crede che Dio «ha guidato con il suo Spirito i testimoni della
sua rivelazione » e « continua (...) assistendo col suo Spirito ogni uomo messo
a confronto con la Scrittura e operando
per mezzo di essa rincontro con lui »
(p. 15). Ma come vedere tale ispirazione?
Fin dai primi secoli, contro le deviazioni
di chi sosteneva la ’libera’ ispirazione
dello spirito (quale?) con le sue pretese
rivelazioni dirette, i teologi cristiani hanno parlato di una dettatura da parte dello Spirito: gli scrittori biblici ne sarebbero stati semplicemente gli scrivani.
L’idea è viva tutt’oggi, presente in modo
particolare ma non esclusivo nelle correnti fondamentalistiche che si attengono a uno stretto letteralismo biblico. Parola di Dio e Scrittura che ne testimonia, vengono identificate massicciamente: e si avrebbe una specie di ’immacolata concezione’ della Scrittura, di ’transustanziazione verbale’ parallela a quella
pcramentale cattolica, di fronte al papa
infallibile avremmo il libro infallibile.
Non in questi termini pensavano i Riformatori; Lutero, ad es., scrive: « Due cose diverse sono Dio e la Scrittura di Dio
non meno che due cose diverse sono il
Creatore e la creatura di Dio ». E stato
soprattutto K. Barth a sviluppare il parallelo fra l’umanità di Cristo e l’umanità della Scrittura: nei due casi la Parola
è stata fatta carne. È qui in gioco la
struttura stessa della fede, che incontra
il Dio vivente attraverso un uomo, Gesù
e il libro storico e umano che — unico____
ne testimonia. Vedere oltre, o dentro
questa ’carne’ è stato allora ’ed è ora il
dono e il mistero dello Spirito. Possiamo avere ’in tasca’ la Bibbia, non la Parola, Dio ne rimane il soggetto sovranamente libero, anche se ha legato il suo
Spirito a quella Scrittura in modo esclusivo.
La critica biblica
La critica biblica è guardata spesso con
sospetto, quasi minacciasse la forza e la
integrità della fede. Un sospetto giustificato? Anzitutto, che cos’è? II fenomeno è
in qualche misura sempre esistito (l’A.
nota giustamente che se ne trovano tracce già nel Nuovo Testamento), ma ha
avuto il suo grande sviluppo a partire
dal XVIII secolo: ci si accosta alla Scrittura come a qualunque raccolta di docurnenti, cui si applicano i vari tipi di
critica testuale, letteraria, teologica, filosofica, ora marxista (o materialista).
Sempre condizionata dalla cultura dell’epoca, questa critica, è stata ed è spesso unilaterale, ha avuto e ha punte estreme che non reggono al vaglio ulteriore
della critica; nel complesso, però, ha reso servizi inestimabili alla fede. Da un
lato permette una lettura sempre più
esatta del testo; dall’altro, proprio con i
suoi metodi e i suoi strumenti profani, ci
ricorda quanto già accennato nel paragrafo precedente: la ’carnalità' storica
della Sciittura. Naturalmente vi sono rischi, e seri. Quello di fermarsi a questa
’carne’; o quello di far dire al testo ciò
che già sappiamo o quello che vogliamo
che dica: rischi di tipo laicista o liberale.
Ovvero il rischio di tipo cattolico: la
scoperta critica che la Scrittura è già essa .stessa ’tradizione’ può fare sbiadire la
distinzione essenziale fra tradizione apostolica (quella biblica) e tradizione ecclesiastica posteriore.
Ed eccoci al problema del canone biblico: la chiesa, definendolo, cioè scegliendo fra libri canonici e non, precede
e quasi produce la Scrittura (tesi cattolica) o, con quel gesto, si sottomette alla
autorità intrinseca della Scrittura, riconoscendo che il messaggio apostolico ha
preceduto la chiesa e le ha dato vita (tesi protestante)? Le pagine che dibattono
questa questione sono d’importanza particolare.
Libero, esame?
Che pensare del libero esame? È davvero un principio protestante? Solo se indica semplicemente il libero accesso alla
Scrittura; ma già Calvino ricordava che
questa non è « un naso di cera che si
può voltare a piacere da una parte o dall’altra » cioè che non ne siamo padroni.
In realtà, di fronte alla posizione cattolica e a quella umanistica, il protestantesimo afferma: « non libero esame da parte dell’uomo che può credere Quello che
vuole in base a! proprio criterio soggettivo (...). Ma esattamente l’opposto: libero esame; libero giudizio, libera critica
da parte di Dio di ogni nostra opinione,
di o^i nostra posizione privata e storica, cioè (...) una fede che non erge nessun’ultra autorità individuale o ecclesiastica accanto o al disopra di quella del
Signore, sapendo che la sua promessa di
guidare la chiesa ’in tutta la verità’ (Giov.
16: 13) non è una promessa pronunciata
invano » (p. 79).
Il cattolicesimo è già presente
nel Nuovo Testamento?
La quarta e più ampia parte del libro
sarà forse quella che più stupirà e magari turberà i lettori, scrollando idee ben
radicate ma non per questo fondate: Il
cattolicesimo nel Nuovo Testamento. Varrà forse la pena ritornare più ampiamente su questo punto. Comunque, si vedrà
che non sono poche le tracce di cattolicesimo incipiente (o i residui giudaici o
ellenistici) negli scritti del N.T.: non si
tratta certo soltanto dell’Epistola di Giacomo che Lutero definiva « di paglia» perché non insegna nulla di Cristo. Il processo di cattolicizzazione del cristianesimo risale molto indietro, fino ai tempi
apostolici e trova nel N.T. stesso non pochi riscontri. Chi ha letto Appello alla
libertà di E. Kàsemann (in questa stessa
collana, Claudiana 1972) conosce già l’audace tesi, fondata: nel N.T. troviamo non
un’unità ma una pluralità di teologie, il
canone fonda non tanto l’unità della chiesa quanto piuttosto la pluralità delle confessioni.
Di fronte a questa scoperta critica, incontestabile, vi sono due vie. Quella cattolica, tracciata dai teologi cattolici più
"progressisti" (fra i primi H. Kùng), semLra dar ragione aH’avvertimento del Subilia, citato prima: secondo H. Kùng, dato che « la teologia evangelica odierna —
come la teologia cattolica da sempre —
ha scoperto il "cattolicesimo” nel Nuovo
Testamento stesso», il cattolicesimo sarebbe oggi il vero assertore del sola
Scriptura opportunamente integrato da
un tota Scriptura: solo la Scrittura, va
bene, ma tutta; ed è proprio quel che la
sintesi cattclica fa o vuol fare (in realtà
il cattolicesimo continua a rifiutare il
sola Scriptura!).
La via protestante, oggi, non è sempre
altrettanto chiara e sicura: non mancano
segni di cedimento "ecumenico" alla capacità sintetica di tipo cattolico, mentre
non è una soluzione arroccarsi contro le
evidenze raggiunte dalla critica. Vi è, però, una via-protestante: è la ricerca fiduciosa e umile di un "canone nel canone”, per così dire, cioè di un criterio intorno a cui far gravitare tutto il resto.
Questo criterio è Cristo: tutto è ordinato, subordinato a lui; nella sola Scriptura, solus Christus.
In questa parte V. Subilia mette una
volta ancora a frutto la sua vastissima e
già feconda ricerca sugli .sviluppi dottrinali del cattolicesimo moderno e contemporaneo; e una volta ancora lo fa affiancando a una critica evangelica di una recisione oggi quasi inaudita, la capacità
di farci sentire che l’errore di fondo del
cattolicesimo attribuire all’uomo, alla
chiesa, al magistero ciò che è di Dio soltanto -— è tentazione costantemente presente, in una forma o nell’altra, per ogni
credente, per ogni chiesa: in questo senso
la sua opera è sempre profondamente
ecumenica.
Spero di aver stuzzicato appetiti. Buona lettura!
Gino Conte
Vittorio Subilia, « Sola Scriptura », autorità della Bibbia e libero esame. Piccola Biblioteca Teologica 9, Claudiana,
Torino 1975, p. 172, L. 2.400.
3
!
17 ottobre 1975
NORVEGIA: LILLEHAMMER, 25-30 SETTEMBRE 16 OSServatOrl CattOlÌCÌ
Congresso Internazionale
del Movimento Cristiano Studenti
Annuncio dell’Evangelo e lotte di classe - Le relazioni introduttive - I cinque gruppi di
studio - Manifestazione antifranchista - Unità nelle proposte operative
a Nairobi
« La lotta di classe non è un appendice
facoltativa della nostra azione e delia nostra riflessione; essa ne è il quadro, dal
quale non possiamo né vogliamo uscire.
Siamo solidali con quelli che lottano per
la giustizia, per un mondo migliore... il
riferimento a Cristo non ci esime daH’essere direttamente coinvolti nelle lotte sociali ». Una delle frasi che può riassumere il lavoro del Congresso europeo dei
movimenti cristiani studenti (150 delegati
di 23 nazioni) tenutosi a Lillehammer in
Norvegia, dal 25 al 30 settembre, sul tema: « L’annuncio dell'evangelo nelle lotte
per la trasformazione della società ».
Due relazioni introduttive, una del prof.
George Casalis di Parigi, l’altra del segretario europeo del M.C.S. past. E. Campi,
hanno cercato di definire i termini dell’incontro: annuncio dell’evangelo e lotte
di classe come realtà non identiche ma
non per questo separate. Il past. E. Campi ha ricordato gli 80 anni di attività della
Federazione Mondiale Cristiana Studenti
(WSCF) e ha dato informazioni sulla situazione attuale del cristianesimo e della
società in Norvegia. Tra le altre cose abbiamo appreso che il M.C.S. norvegese è
estremamente organizzato, presente in
tutte le università dello Stato ed ha pastori ed impiegati à pieno tempo. I membri del M.C.S. sono impegnati nel lavoro
delle chiese e nelle attività politiche con
un orientamento di fondo chiaramente a
sinistra. È stato curioso sentire nel corso
dei lavori l’affiorare della prospettiva teologica dei due regni di Lutero. Per la delegazione norvegese questo tema non era
certo una novità in un paese dove il 96%
della popolazione appartiene, almeno ufficialmente, alla chiesa luterana. Forse la
novità è stata di più per la delegazione
italiana presente ai lavori (8 valdesi) poco abituata a confrontarsi con formule
luterane. Del resto anche il culto ecumenico, che ha visto raggruppati tutti i partecipanti, si è svolto in un antico tempio
luterano in una cornice liturgicamente
suggestiva.
Esorcisti della violenza
La relazione ai lavori di Casalis, riferendosi alla situazione francese, analizzava la crisi attuale del mondo occidentale
e l’impegno politico per il passaggio da
una società dell’avere, dell’arricchimento
ad una società dell’essere, dell’uomo. Bisogna operare una rottura radicale con la
linea idealista del cristianesimo, ha detto Casalis, per immettersi più direttamente a contatto con la realtà che ci circonda. Ciò che conta è la solidarietà effettiva con gli sfruttati, assumere il loro
punto di vista al di là della propria collocazione di classe borghese che non può
diventare un alibi al non impegno. Come
cristiani — dice Casalis — anziché fare gli
esorcisti della rabbia e della violenza di
classe impegnamoci maggiormente con
gli sfruttati, con gli emarginati nella lunga marcia di liberazione, senza trionfalismi, ma in una continua autocritica senza perdere di vista l’Evangelo che a tratti
appare la motivazione più vera dell’azione rivoluzionaria e rimane il riferimento
più radicale del popolo cristiano. L’opera
teologica del Belo (Lettura materialista
dell’Ev. di Marco) è stata considerata dal
Casalis un importante momento di riflessione che ha posto di fronte alle divisioni
ecclesiastiche presenti, la pratica di Gesù;
un nuovo modo di leggere gli avvenimeriti
biblici. In ogni caso, ricordava Casalis,
bisogna stare attenti — proprio in quanto cristiani politicamente impegnati -— a
non cadere in nuovi legalismi cristiani, in
dogmatismi ideologici, stretti conformismi politici, bensì analizzare sempre il carattere politico di ogni azipne, anche religiosa, senza rifiutare l’impegno socialista nelle lotte di classe pure dentro le
istituzioni già schierate con la classe e la
cultura dominanti.
I temi dell’incontro
.Alle relazioni introduttive seguiva una
divisione dei partecipanti in cinque gruppi di studio con diversi temi: missione
del nord-atlantico e lotte di liberazione,
interpretazione della bibbia e materialisrno storico, lotte di classe in Europa, le
chiese e i movimenti ecumenici europei,
il movimento femminista oggi.
I lavori di gruppo si alternavano a sessioni plenarie sia per verificare l’andamento del dibattito nelle sezioni sia per
ascoltare relazioni informative. Da segnalare al proposito un intervento della
delegata italiana. Loti Bouchard sulla situazione dei
rifugiati politici cileni in
Europa. La relazione, che
ha suscitato l’interesse generale, ha messo a nudo
la povertà di strutture capaci di ospitare le vittime
del fascismo. Essa ha introdotto un lavoro di ricerca tra alcuni delegati
europei per affrontare, sul
terreno pratico, il problema dei gruppi di rifugiati.
Altri interventi hanno toccato il problema del Sud
Corea, il movimento di liberazione in Angola, la situazione politica in Spagna, i cristiani di Cuba.
Teologicamente da segnalare l’intervento dell’olandese Tom Verkamp: sulla
crisi della piccola borghesia, nella espressione di
classe della teologia di
Barth e la spinta alla speranza e alla lotta che ci
proviene dalla prassi di
Gesù. Per mancanza di
spazio non possiamo addentrarci nel dettaglio delle singole relazioni; per
maggiore informazione rinviamo ad uno dei prossi-,
mi numeri della rivista
Gioventù Evangelica che
tratterà più diffusamente
del congresso MCS europeo.
{continua a pag. 8)
L’antico tempio luterano in cui si è svolto il culto
ecumenico del Congresso Europeo del Movimento
Cristiano Studenti. L’edificio si trova nel parco di
Maihaugen a Lillehammer in Norvegia
(B.I.P./S.N.O.P.) La Chiesa cattolica
ha accettato l’invito del Consiglio Ecumenico delle Chiese (C.E.C.) di inviare 16
osservatori-delegati alla quinta Assemblea del C.E.C. che avrà luogo a Nairobi
dal 25 novembre al 10 dicembre prossimi. Gli osservatori-delegati sono ufficialmente designati dalle Chiese non facenti
parte del C.E.C. e sono autorizzati a
prendere la parola, ma non a votare.
Tra gli invitati si noterà la presenza di
Möller, segretario del Segretariato del
Vaticano per l’unità dei cristiani, Andrea
di Montezemolo, prosegretario della Commissione pontificia « lustitia et Pax ».
Oltre ai 16 osservatori-delegati, l’Assemblea conterà 10 cattolici romani che
parteciperanno ai lavori in qualità di
consiglieri. Essi sono invitati dal C.E.C.
per i contributi particolari che possono
portare alle discussioni. Fra questi, l’arcivescovo di Kingston (Giamaica), Samuel E. Carter, che parlerà, in seduta
plenaria, sul tema « Affinché il mondo creda ». L’arcivescovo Carter è uno dei tre
presidenti della Conferenza delle Chiese
protestanti, ortodosse e cattolico-romana
di queste regione.
Battisti in Russia
(B.I.P.) - La comunità battista di Kiev
è stata ufficialmente riconosciuta dalle
autorità civili. Fino a quel momento i
500 membri iscritti, gli amici e i parenti
potevano incontrarsi solo nella foresta.
Il pastore Vins, conduttore della comunità battista di Kiev, che è stato condannato a 10 anni di «privazione della
libertà » e alla confisca di tutti i suoi beni, è sottoposto a dura prova nonostante
la salute malferma.
Dal mese di febbraio è al campo e
subisce quattro controlli quotidiani. Può
ricevere visite da parte della moglie e dei
figli
Su iniziativa del comitato internazionale dei diritti del’uomo, tre avvocati del
Foro parigino, Varaut, Perard e Morette
si sono recati in Russia per rispondere
aH’appello dei familiari degli internati e
dei detenuti politici. Essi hanno incontrato la moglie del pastore Vins che è attualmente deportato in Siberia.
____. ______SIOFOK, UNGHERIA - CONFERENZA CRISTIANA PER LA PACE
10 tonnellate di esplosivo per abitante
Si è riunito a Siòfok (Ungheria), dal
16 al 20 settembre, il Comitato di continuazione della Conferenza cristiana per
la pace. Il numero dei membri di questo Comitato è stato ampliato e ora è
di 100 unità. I membri sono eletti dai
gruppi locali o regionali della CCP (Conferenza Cristiana per la Pace). Oltre ai
membri, hanno preso parte alla riunione di Siòfok diversi responsabili di organismi regionali della CCP, osservatori
di altre organizzazioni per la pace o di
organismi ecumenici (tra gli altri lo stesso Consiglio Ecumenico delle Chiese), vari ospiti e giornalisti, per un totale di 239
persone, provenienti da 43 paesi.
Assenze significative
Fino al 1968 vi era un gruppo italiano
(costituito principalmente da valdesi)
membro della CCP. Ma in seguito all’invasione della Cecoslovacchia da parte
dell’esercito russo e alla sua mancata
condanna da parte della CCP, il gruppo
italiano, quello francese, larga parte di
quello americano e di vari altri paesi europei si sono ritirati dal movimento per
protesta. Queste assenze rilevanti si fanno sentire, anche se non mancano osservatori o invitati provenienti dai paesi che
hanno abbandonato, ormai sette anni or
sono, la CCP. Non è da escludere che nel
prossimo futuro si riapra la questione e
si sondi la possibilità di ristabilire i contatti, qualora la situazione interna alla
CCP si sia modificata rispetto al 1968.
A Siòkof, il messaggio inaugurale è stato dato dal metropolita russo Nikodim,
presidente della CCP. Egli ha sottolineato il fatto che diverse questioni per cui
la CCP si era fortemente impegnata hanno trovato una felice soluzione, ad esempio, il riconoscimento della Repubblica
Democratica Tedesca, la vittoria del popolo del Vietnam e la conferenza sulla
sicurezza e cooperazione in Europa, svoltasi in primavera a Helsinki, sul cui valore si è molto insistito.
Una certa tensione e un certo clima
polemico s’è creato in aula dopo la conferenza deU’americano J. Will il quale,
parlando dell’informazione e della necessità che fra cristiani essa sia completa
e sincera, ha indirettamente posto il problema abbastanza acuto del grado di autonomia della CCP dalla linea politica
sovietica. Altri contributi sul tema generale («I cristiani chiamati alla cooperazione per la pace e la giustizia») sono
venuti dall’argentino M. J. Yutzis e dall’ungherese K. Prohle. Alcune voci di
dissenso dalla linea politica della CCP
sono venute da alcuni rappresentanti del
Terzo Mondo, specialmente latino-americani.
Il segretario generale della CCP, K.
Tòth, ha presentato il suo rapporto sulla
attività del movimento negli ultimi due
anni: una mole di lavoro davvero cospicua che dà l’impressione di un movimento in espansione o comunque con possibilità di espansione. Il segretario generale ha affermato che una nuova coscienza internazionale sta nascendo nella grande famiglia delle nazioni e che i grandi
problemi deH’umanità non possono essere risolti senza un serio sforzo di cooperazione tra Est e Ovest, Nord e Sud.
Quanto al problema di una « teologia della pace », essa deve nascere dal contributo di cristiani di diverse tradizioni
confessionàli. La CCP è infatti un movimento a carattere ecumenico e si considera parte integrante del movimento
ecumenico. L’assemblea ha tra l’altro
mandato una lettera fraterna ai partecipanti alla prossima 5“ assemblea generale del Consiglio ecumenico, a Nairobi.
I lavori dell’assemblea
Il lavoro dell’assemblea si è articolato
in quattro commissioni. Quella teologdca
ha dibattuto ulteriormente i motivi che
spingono un cristiano a lavorare per la
pace e gli ostacoli che tuttora vi si oppongono. La commissione politica ha discusso i problemi cruciali dell’odierna
situazione internazionale. La commissione economica ha concentrato la sua attenzione sulla proposta — che è una necessità — di un nuovo ordine economico
mondiale; questa proposta era stata illustrata dal prof. J. Bognàr, direttore dell’Istituto per l’economia mondiale della
Università di Budapest. Infine, la commissione amministrativa ha affrontato.
tra gli altri, il problema di una maggiore presenza giovanile e femminile nel
movimento. In effetti, l’età media dei
partecipanti all’assemblea di Siòfok era
piuttosto elevata: pochi erano i giovani
e poche anche le donne.
Un lungo documento finale è stato approvato dall’assemblea; i suoi temi di
fondo sono la coesistenza pacifica, i requisiti per una pace giusta, la necessità
del disarmo e le possibilità di una cooperazione di tipo mondiale. Si insiste sul
valore storico della conferenza di Helsinki per la sicurezza e la cooperazione
in Europa e si invitano le chiese a far conoscere i documenti sottoscritti in quella occasione. Si ricordano, a proposito
di corsa agli armamenti, certi dati impressionanti come questo; nel 1974 le
spese per armamenti e il loro valore complessivo hanno raggiunto la cifra astronomica di 220.000 milioni di dollari. Oppure quest’auro ; ogni abitante della terra è oggi minacciato da lo tonnellate di
materiale esplosivo! Si chiede quindi con
insistenza la convocazione di una conferenza mondiale sul disarmo. A proposito
della crisi medio-orientale si chiede che
Israele restituisca i territori occupati e
'he gli stati arabi riconoscano il diritto
all’esistenza dello Stato di Israele, come
pure il diritto all’autodeterminazione del
oopolo palestinese. Solidarietà è stata
espressa ai cristiani e ai non-cristiani che
lottano contro il regime di Park in Corei
del Sud. Si è inoltre segnalato il fatto
che gli Stati Uniti stanno installando una
serie di basi militari nell’Oceano Indiano,
soprattutto sull’isola di Diego Garcia. A
proposito del Vietnam del Sud, il documento afferma che la sua accettazione
come paese membro dell’ONU « è un atto
di giustizia e non deve diventare materia
di trattazione politica ».
Infine, a riprova dei buoni rapporti oggi esistenti tra le chiese evangeliche ungheresi e autorità statali di quel paese,
è accaduto che il capo dello stato d’Ungheria, Pài Losonczi, ha ricevuto una delegazione della CCP, guidata dal vescovo
riformato Tibor Bartha, presidente del
consiglio ecumenico delle chiese in Ungheria.
' Paolo Ricca
4
17 ottobre 1975
Il cristianesimo si insegna? il catechismo
del bon
Si riaprono ie scuole, si riaprono i corsi di istruzione religiosa - Concomitanza necessaria? - Nelle incertezze della sua catechesi la chiesa riflette le incertezze della sua fede
Quando ci poniamo il problema di una
« pedagogia » dobbiamo affrontare innanzi tutto una questione di fondo, il cristianesimo si può insegnare?
Se ci rivolgiamo alla storia della Chiesa troviamo indubbiamente una indicazione fondamentale, che ci mette in guardia
contro la confusione tra l’evangelo e un
« sapere » produttore di salvezza. Il dissidio radicale tra il cristianesimo e l'intelletualismo è documentato, fin dalle origini, dalle polemiche delle lettere apostoliche, che opponevano la dimensione deh
Vagàpe alla dimensione della gnosi.
E tuttavia è indubbio che, dovunque il
cristianesimo si presenta nella conformazione sociologica di una chiesa costituita
si delinea una trasformazione dell’evangelo in una « dottrina » che deve essere
insegnata, e le cui « verità » sarebbero
l’oggetto della « fede ».
D’altra parte alla « dottrina » delle chiese costituite si contrappone la rivendicazione della « esperienza » personale del
simbolo credente nelle sette spiritualistiche, nel pietismo, nella mistica. Tale reazione è indubbiamente giustificata ma, in
quanto tende ad un « soggettivismo pio »,
finisce per ricadere facilmente anch’essa
negli schemi intelletualistici. Soldanto
che ora il possesso della verità non dipende più dairinsegnamento e dal magistero ecclesiastico ma dalla illuminazione
interiore.
In un caso come nell’altro sembra che
venga c^literato il fatto fondamentale che
il cristianesimo non è pàssesso di verità
(oggettive o soggettive) bensì un assetto
di relazioni.
Cosa significa, ora, « assetto di relazioni»?
^ Innanzi tutto, dal pimto di vista dell’Antico e del Nuovo Testamento, si può
parlare di Dio soltanto perché Dio «parla » agli uomini. Il Dio biblico non si presenta come una Sostanza, un Oggetto,
una Verità ma soltanto come una "vox
clamantis": la voce di uno che chiama.
E questo ’’appello", questa "vocazione” è
indubbiamente una relazione. Ma, ancora, questa "vox” non cade dal cielo ma si
annuncia in terra, nelle parole di uomini
storici (dai profeti ai "rabbi" di Nazareth)
che non presentano di per sé alcxma grazia di divinità (e appunto per questo si
esige qui la fede!). E poiché questi.uomini
sono uomini storici, la "Parola di Dio"
si prommcia entro un determinato tessuto di relazioni sociali che costituiscono
appunto la nostra storicità.
Infatti la Parola non è soltanto nel
mondo ma è anche una parola sul mondo e per il mondo: giudizio (krisis) e grazia: significherebbe non essere più uomini! ma a «cambiar mente» (metànoia),
a « nascere di nuovo ». La Parola, assumendo il concreto tessuto delle relazioni
storiche, pretende di cambiarle. La ’’metànoia’’ non è un fatto interiore (una "illuminazione deiranima”) ma il sovvertimento di quelle relazioni che ci costituiscono come uomini storici (relazioni economiche, sociali, politiche, culturali). Molto acutamente, nella discussione di un
campo invernale, Sergio Rostagno ha una
volta rovesciato la celebre massima di
Sant’Agostino, dicendo che, da un punto
di vista cristiano, "in exteriore homme
habitat Veritas". Cioè, la « Verità » per i
cristiani non si pone « nell’interiorità dell’uomo » ma si mette in giuoco interamente nelle relazioni con il « prossimo ».
Se dunque il cristianesimo non è né una
dottrina né una esperienza interiore ma
una relazione tra uomini, si può concludere:
1. che non vi è « messaggio » (kérygma, euaggélion) cristiano se non entro
una situazione storica;
2. che non si tratta di « messaggio »
cristiano se l’assetto delle relazioni tra
gli uomini nella storia non viene messo
in questione, in vista del suo mutamento.
Ma bisogna allora riconoscere che il
primo elemento (la situazione storica) è
vanabiZe e che il secondo elemento (l’azione della Parola di Dio non è controllabile.
E, in questo senso, si deve ben dire che
il cristianesimo non si può insegnare:
1. perché la storia non « si insegna »
ma si vien facendo;
2. perché la Parola di Dio (che giudica e grazia operando metànoia) non sta a
disposizione né della gerarchia e del magistero ecclesiastico né dei buoni sentimenti e della « coscienza pia » dei singoli credenti.
Ma entro questi limiti Vevangelo deve
essere annunciato. E annunciato a uomini consapevoli delle relazioni storiche
che li costituiscono. Se non abbiamo la
consapevolezza della nostra situazione
(economica, sociale) e delle nostre scelte
(politiche, culturali), che significato avrà
per noi l’appello a « ambiare mentalità »?
Mario Miegge
Dio non obito nel mondo
mo nello croce di Gesù
Molti di noi, più anziani, sono stati
abituati a studiare il catechismo sul "libro" di catechismo vero e proprio, con
domande e risposte, o con i diversi punti
di dottrina cristiana suddivisi secondo il
Credo. Fra i molti nuovi sistemi oltre a
quello di usare delle schede con domande
da compilare e ricerche da fare, è apparso
di recentet anche fra noi una traduzione
del catechismo apprestato dalla commissione catechetica svizzera. Si tratta di un
piccolo raccoglitore tascabile con fogli
mobili e suddiviso in modo del tutto nuovo per problemi, temi di interesse, con citazioni di personaggi moderni ecc. Un materiale molto più vario e da lavorare insieme. Qui diamo le due paginette sul
problema di Dio che sono poste una di
seguito all’altra come un dialogo immaginario fra il catecumeno e il catechista.
Pagina 1^
Quando diciamo « Dio » abbiamo l’impressione di dire tutti la stessa cosa ma
in realtà ciascuno se la rappresenta a
modo suo. Chi ha ragione?
Dio: il grande orologiaio?
Ci capita di dire : « Il mondo non si è
fatto da solo. Qualcuno ha pur dovuto
fabbricarlo ». Noi rispondiamo : « È stato
Dio »
Due inconvenienti: 1) Il sapere che esiste un grande orologiaio al disopra di noi
non ci aiuta per niente a vivere.
2) La scienza, permettendoci di capire
sempre meglio l’evoluzione degli esseri e
delle cose, la parte di mistero a causa della quale abbiamo bisogno di Dio come
spiegazione si riduce sempre più.
Dio: U regista del mondo?
Qertimi vedono in Dio im gran padrone che fissa il destino degli uomini e del
mondo : « Se vinco alla lotteria è perché
lui l’ha voluto. se mi rompo ima gamba... è ancora lui».
Ma allora due domande sì pongono:
1) Se Dio è responsabile del male che ci
capita come possiamo dire ch’egli ci
ama?
2) Se Dio regola tutto, dov’è la nostra
libertà?
Dio: il «padre frustatore»?
Ci sono degli uomini che s’immaginano
Dio come colui che ha per funzione principale di ricompensare i buoni e punire
i cattivi dopo la morte. È vero che non
possiamo fare quel che vogliamo senza
subirne le conseguenze.
Ma una tale opinione su Dio ha delle
ripercussioni gravi: 1) Vedendolo come
un giudice spietato noi mostriamo di aver
paura di lui, ci mettiamo a fare la morale e, a nostra volta, giudichiamo gli
altri.
2) Vedendolo come una macchina che
ricompensa o punisce dopo la morte noi
obbediamo per timore, ciò che ci distoglie dalle possibilità di amare e di realizzarci nella vita presente.
Dio: l’elicottero di soccorso?
Altri ancora non credono in Dio se non
nella misura in cui questi si dimostra all’altezza per farci uscire da situazioni impossibili. Le Chiese si riempiono in tempo di guerra o di catastrofi; ci si rimette
a pregare quando si è nei pasticci. E se
le cose non si mettono a posto, allora...
Dio non esistei
Un bel programma da realizzare
« L’Assemblea, tenendo presente che nell’attuale realtà sociale, le esigenze delle nostre Comunità richiedono un ulteriore potenziamento del settore, dà mandato al Consiglio di nominare una persona a pieno tempo, responsabile del servizio educazione ed istruzione. Ritiene che il programma
del "servizio” debba concretarsi nei seguenti compiti: a) potenziamento della
riflessione e della ricerca biblica nella comunità a tutti i livelli, tramite la
massima diffusione possibile della rivista La Scuola domenicale, b) Pubblicazione di un corso base di istruzione biblica per gli adulti, c) Preparazione e
realizzazione di "corsi biblici per corrispondenza” soprattutto a scopo evangelistico. d) Lavoro con i "Cadetti" e studio del problema catechistico
connesso, e) Costituzione a livello regionale, secondo il suggerimento dell’AICE, di commissioni pedagogiche che aiutino il Servizio e le Comunità a
collaborare: sia con le famiglie (al fine di coivolgerle nella lotta per il rinnovamento della scuola italiana), sia con gli istituti evangelici per i minori ».
(Assemblea della Federazione di Bologna, novembre 1973)
Pagina 2®
Il programma dell’Assemblea della Federazioiie che riportiamo è il risultato di
un ampio dibattito che si ebbe in quella
sede e raccoglie i suggerimenti e le idee
emerse nel corso di quell’incontro. Se si
confrontano quelle linee di marcia con
l’attuale situazione dell’insegnamento si
può vedere quanto resti ancora da fare.
Gli unici punti che sono stati in qualche
modo realizzati sono l’organizzazione ed
il potenziamento della Rivista « La Scuola Domenicale » fattasi, negli ultimi anni,
più ricca di materiale e di spunti e che
possiamo raccomandare a tutti i lettori,
non solo catechisti e monitori, ma semplici genitori interessati ai problemi pe
dagogici e desiderosi di mantenersi al
corrente dei problemi.
Per quanto concerne invece gli altri
progetti siamo ancora in alto mare. Un
corso di formazione biblico-teologica per
adulti è urgente, tutti ne sentono la necessità perché corrisponde all’idea moderna di una formazione perenne, di un
aggiornamento continuo; lo stesso dicasi per i corsi per corrispondenza; le commissioni pedagogiche regionali non solo
non hanno preso forma, ma la stessa
AICE non ha più dato segno di vita in
proprio, in un momento in cui maggiore
sembra essere l’interesse per i problemi.
Molto il lavoro che resta dunque da fare.
OGNI VOLTA CHE CERCHIAMO
DI RAPPRESENTARCI DIO, IN UN
MODO O NELL’ALTRO, CI FABBRICHIAMO UN PICCOLO IDOLO NELLA NOSTRA TESTA. MA DIO NON SI
LASCIA CATTURARE DAI NOSTRI
PENSIERI, PER GRANDI CHE SIANO.
Vogliamo veramente vedere Dio?
GUARDIAMO GESÙ’ SULLA CROCE.
Sula croce, assenza totale di quanto
noi chiamiamo abitualmente Dio:
Non incontriamo il grande orologiaio
che, da lontano, avrebbe dato al mondo
la « spinta » iniziale, ma Dio che condivide il destino degli uomini.
Non incontriamo il regista che dirigerebbe il mondo, ma un Dio che vuole la
nostra libertà al punto da abbandonarsi
senza difesa nelle nostre mani.
Non incontriamo il « padre frustatore »,
ma un Dio che soffre come noi, con noi,
fino in fondo, donandosi totalmente per
amore.
Non incontriamo l’elicottero che viene
a rimediare alla nostra irresponsabilità,
ma un partner con il quale prendiamo le
nostre responsabilità, elaboriamo in
« équipe » i nostri piani di vita ed assumiamo i rischi da correre.
— LA SUA POTENZA?
È ACCETTARE D’ESSERE VINTO.
— LA SUA LIBERTA?
È DI LEGARSI INTERAMENTE A
NOI.
— LA SUA GIUSTIZIA?
È DI PERDO’^^ARE A TUTTI.
Chi può dire meglio?
citoyen
Nell’archivio della Società di Studi Vaidesi esiste un manoscritto nelle Carte
Vertù che contiene un testo di catechismo
deH’età repubblicana, reca scritto in intestazione: Catéchisme Vaudois ou Principes de Philosophie, de Morale et de politique Républicaine, copié en 8bre 1807
par J. B.
Il testo, naturalmente in lingua francese, ed in rima per motivo di apprendimento mnemonico, consta di 55 domande
sul tema di Dio, le virtù, i doveri del cittadino ed i doveri deH’uomo nella società.
Ne diamo un esempio nel testo originale
e nella traduzione.
1. Qui êtes vous?
Homme libre, chrétien, républicain par chofx.
Né pour aimer mon frère et servir ma patrie,
vivre de mon travail ou de mon industrie
abhorer l'escavage et me soumettre aux lois.
3. Quest-ce que Dieu?
Je ne sais ce qu'il est; mais je vois son ouvrage.
Tout à mes yeux surpris annonce sa grandeur,
mon esprit trop borné n'en peut tracer l'image,
il échappé à mes sens mais il parle à mon coeur.
1. Chi siete?
Uomo libero, cristiano, repubblicano per scelta
nato sono per amare il fratello e servire la patria,
vivere del mio lavoro e della mia operosità,
combattere la schiavitù e sottomettermi alle leggi.
2. Chi vi ha creato?
Colui il cui potere tutto fece ed ovunque;
Il cielo, gli elementi, gli animali e l'uomo;
gli astri, la luce ed il mondo in cui siamo.
Nell'adorarlo credo e lo chiamo Dio.
3. Chi è Dio
Non so chi sia ma vedo l'opera sua.
Agli occhi miei attoniti tutto annunzia la sua
[grandezza,
il mio spirito ottuso non può farsene una immagine,
sfugge ai miei sensi, ma parla al mio cuore.
4. Come dobbiamo adorare Dio?
L'ordine universale attesta il suo potere
tutto è per noi umani fatto incomprensibile o dono
[della grazia,
il culto suo consiste in rispetto e riconoscenza
l'omaggio che gradisce è il bene che uno fa.
5. Cosa è la vita?
Ogni passo ci conduce dalla culla alla tomba
è la via tracciata, molti scogli vi sono.
L'uomo che la percorre con sguardo sicuro e passo
[fermo
ne abbellisce il corso e non ne teme la fine.
10. Che è la virtù?
Compiere I propri doveri, fuggire tutti i vizi,
non è sufFiciente per un buon cittadino;
facendo ii proprio dovere si è gente dabbene
ma sol con sacrifìci si è uomo virtuoso.
12. Come distinguere il bene dal male?
Dio ha posto, per dirigere la nostra inesperienza,
accanto ai nostri sensi grossolani una realtà più
[profonda
segue i nostri movimenti, li guida o li combatte,
è la ragione che parla alla nostra coscienza.
20. Quali sono le principali virtù?
Essere giusti, prudenti, temperanti e coraggiosi
da queste 4 virtù nasceranno tutte le altre,
una rinsalda i legami della società,
la felicità personale è il premio delie tre altre.
26. Quali sono i vizi principali cui ci spingono le nostre passioni?
La collefa, Torgoglio, l'avarizia e l'invidia,
falsi calcoli della mente, sbandamenti della ragione.
Due sono più vili quando sono uniti:
la menzogna e l'ipocrisia.
35. Quali i doveri del cittadino?
Al suo paese deve dare tutto se stesso,
soccorrere i bisognosi, obbedire alle leggi
ai fratelli assistenza, al mondo la sua intelligenza
chi tradisce i suoi doveri perde i suoi diritti.
36. Quali sono i diritti dei cittadini
Pensar liberamente, e credere, agire esprimersi
[ liberamente
possedere i frutti del suo lavoro
esser tutelato nella sua persona e nei suoi beni
e di opporre la sua resistenza a chi vuole opprimerlo.
46. Quali sono le qualità sociali di un
buon cittadinn’
Essere umano, giusto, franco, respinger senza pietà
l'egoismo, l'intrigo e la tirannide
coltivare con cura, per nobilitar la vita,
l'amore del suo paese, lo studio e l'amicizia.
5
17 ottobre 1975
I VALDESI DI CALABRIA DALIE COMUNITÀ
Una pagina ignorata di storia itaiiana
Secondo alcuni storici (il Russo, il Nardi e recentemente il sac. Ritacca di Cosenza) l'emigrazione valdese inizia verso
il 1315 per motivi economici oltre che per
motivi religiosi, a piccoli gruppi prima
ed in massa poi; a Montaldo edificarono
un borgo che si chiamò degrUltramontani per la loro provenienza da altre le Alpi.
Ed erano « formidabili onesti lavoratori »; buona parte di essi si diede a dissodare i campi, piantare vigne e frutteti
mentre altri si dedicarono alla coltivazione del baco da seta, alla conciatura delle
pelli o al commercio. Lo storico Pontieri
cita il caso di tale Condello, un valdese
proveniente dalla Calabria il quale fu pioniere della industria della seta a Ginevra,
e poi da Enrico IV (1594-1610) venne chiamato in Francia ove il bravo Condello
sulla collina di Champel introdusse le
prime piantagioni di gelsi e la coltura dei
bachi.
Per molti anni i valdesi vissero indisturbati nel Cosentino nelle terre della
famiglia Spinelli e nei dintorni; i tempi
difficili iniziarono verso il 1520 quando in
Germania era scoppiata la Riforma con
la protesta di Martin Lutero, e poco dopo
a Ginevra si levava potente la voce di
Giovanni Calvino. A quei movimenti non
potevano rimanere estranei i nostri di
Calabria come gli « eretici » di tutto il
meridione d’Italia e delia Sicilia, ed è
allora che cala feroce la repressione cattolica, affamata di cupidigia; pare anzi
che a dare avvio alla" lotta cohtro i vaidesi di Guardia, Montalto e S. Sisto sia
stato lo zelante prete, don Antonio Anania cappellano del marchese Spinelli.
La tristissima vicenda dei Valdesi di
Calabria a quattro secoli di distanza grida ancora a vergogna di quel cattolicesimo ottuso e bieco che non trova alcuna
giustificazione tanto più che quei « macelli umani » venivano fatti in nome di Dio.
Quale tremendo martirologio quello di
quelle semplici, oneste e laboriose popolazioni evangeliche della Calabria; uomini, donne, vecchi e bambini venivano torturati senza pietà alcuna, suppliziati a
centinaia, squartati, impiccati o bruciati
vivi; quelli che riuscirono a sfuggire alle
soldataglie della Santa (!) Inquisizione si
rifugiarono nelle immense foreste della
Sila e, ad un certo momento, diventarono
« banditi », e, fatto notevole, nello stesso
tempo in cui ardevano i roghi nel Deifinato ed in Piemonte ed il Cardinale Michele Ghisleri, futuro Pio V, Prefetto del
S. Uffizio, deliberava la contemporanea
distruzione dei valdesi del Piemonte e
della Calabria. Su quella vicenda lo storico Fil. De Boni osserva: « percorrendo
le storie moderne quando si pesino tutte
le circostanze non incontrasi eccidio più
ingiusto, più barbaro, più scellerato nelle
sue forme. Anche la notte di S. Bartolo
meo e le stragi ussite in Boemia impallidiscono in faccia alle carneficine di Montalto ».
Come accennato i pochi valdesi che
riuscirono a scampare a quelle stragi si
rifugiarono nella Sila e, secondo una notizia dell’epoca, guidati da un uomo di
grande vigore fisico e coraggio, un convertito che aveva abbracciata la fede evangelica, tale Marco Berardi, si difesero
strenuamente per alcuni anni mentre altri valdesi riuscirono a raggiungere le
natie Valli ed altri la Puglia e la Sicilia;
alcuni riuscirono a riparare in Svizzera.
A Guardia Piemontese fra le famiglie
valdesi più notorie in quel tempo vanno
ricordate la Uscegli, Lombardo, Monastieri, Cumba, Pellenco, Molinari, Murglia o
Morglia, Gondino, Perrino, Gonin, Bonet,
B'onelli. Quelli di Guardia conservano in
parte il costume ed il patois delle Valli
frammisto a forme dialettali calabresi,
mentre si tramandano da una generazio
Missionari si, ma di che cosa?
Aspetti folkloristici della religiosità contemporanea
L’anticomunismo è sempre in prima linea
« Spree ’73 », « Expo ’74 », « Eurofest
’75 », « Missione ’76 », un pullulare di iniziative a carattere giovanile e non, «fondamentalisti »; esse vedono in primo plano
i campioni deH’antieomunismo protestante capeggiati dal solito mattatore Billy
Graham, consigliere spirituale dei presidenti USA.
Interessante notare l’aspetto folcloristico di tali manifestazioni (sempre di stile
nord americano): giovani hippies che,
ben orchestrati, all’appello del predicatore scendono dalla gradinata dello stadio
« spiritualmente ebtoi » per ritrovarsi nel
prato cantando, additando il pollice al
cielo, perché entusiasti di avere scoperto,
da buoni borghesi, « Gesù mio personale
Salvatore »; complessi evtmgelici che presentano in apposite serate i loro ultimi
« L.P. »; centinaia di stands curati dalle
varie missioni « anglo-americane » dislocate per ogni dove, « estremo baluardo »
del « mondo libero » dinnanzi aH’ateismo
e al « materialismo marxista »; laboratori e « seminari di addestramento » a scopo evangelistico per « difendersi » dai
« pericoli di questo mondo ». Guarda caso al primo posto, tra tali pericoli, ci sono sempre il comunismo e la « falsa unità
in Cristo » rappresentata dal Consiglio
Ecumenico delle Chiese.
In Italia tali manifestazioni raccolgono
IL COLLETTIVO BONHOEFFER
Tre anni di vita e di ricerca
'^os’è? È una iniziativa di formazione
evangelica di base. Si propone di studiare il messaggio evangelico nel contesto
dei problemi del nostro tempo. Si sforza
di leggere Giovanni 1: 14 non come se
dicesse « la parola è stata fatta idea, o
ideale, o ideologia », ma come in realtà
dice ; « è stata fatta carne ».
• erché si chiama così? Si chiama collettivo, per ciò che riguarda sia le decisioni di programma che il metodo di lavoro, perché intende lavorare in modo
non individualistico ma comunitario. Si
richiama al pastore tedesco Dietrich
Bonhoeffer, assassinato dai nazisti nel
campo di concentramento di Plossemburg 30 anni fa, perché in modo particolare egli ha cominciato a vivere e ad
esprimere la parola tenendo conto del
fatto che viviamo in un mondo che non
è più religioso.
circa per un fine-settimana, dalle 16 del
sabato alle 17.30 della domenica, con sede alla foresteria valdese di Villar Perosa. In questo breve tempo si imiscono
intensivamente l’esperienza della ricerca,
l’arricchimento della vita in comune, e il
contatto con una delle Chiese valdesi
delle Valli (culto domenicale). La partecipazione è facilitata per quanto è possibile collegando tra loro quanti offrono e
quanti chiedono passaggi-auto partendo
dalla stessa località (per Torino rivolgersi a F. Giampiccoli, tei. 65.82.67).
^ chi serve? A chiunque — senza distinzione di confessione o di età — non
si accontenta di una fede che ripete schemi del passato ma ricerca un’espressione
della fede che sia comprensibile e rilevante per il tempo presente, in vista di un
servizio e di una testimonianza nella società e nella chiesa. Finora è servito a
singoli e gruppi provenienti dalle Valli
valdesi, da Torino, dal resto del Piemonte e da Milano.
^ual’è il programma quest’anno? Un
corso per ricostruire la « storia teologica » del Cristianesimo primitivo sulla base dei documenti del Nuovo Testamento,
a cura di Giorgio Tourn.
— Una ricerca esegetica, volta ad interpretare singoli passi del Nuovo Testamento in vista della predicazione, coordinata da Franco Giampiccoli.
— Una serie di « aggiornamenti teologici » della durata di 2-3 riunioni ; « La fede evangelica in un mondo adulto; il
contributo di D. Bonhoeffer » ; « La lettura materialista dell’evangelo » ; ecc.
Prese di posizione
evangeiiche
sui fatti dei giorno
Il consiglio di chiesa di Verona ha preso posizione sul caso del rhodesiano Moven Mahachi, l’esponente pacifista condannato a morte. Il consiglio di chiesa,
valdese, ha chiesto alla Federazione delle Chiese Evangeliche d’intervenire presso le autorità competenti in Rhodesia,
affinché venga rispettata la vita di Mahachi e dei suoi collaboratori.
ome funziona? Il collettivo si riunisce da ottobre a giugno ogni 3 settimane
^ uando si riunisce e quanto costa? Il
primo fine settimana sarà quello del 1819ottobre; gli incontri seguenti si terranno l’8-9 e il 29-30 novembre. Costa lire
2.000 di iscrizione; una modestissima cifra per coprire di volta in volta il puro
costo di alloggio e di vitto (un primo preparato in loco e per il resto apporti personali); l’acquisto di qualche libro durante l’anno.
La chiesa battista di Altamura ha chiesto, dopo le esecuzioni dei cinque detenuti politici spagnoli, al governo italiano
di rompere le relazioni diplomatiche col
governo fascista della Spagna per isolare politicamente e moralmente i governanti fascisti. La stessa richiesta dalla
comunità di Gravina.
Anche la FGEI-Campania ha espresso,
con un comunicato, la condanna del governo franchista spagnolo.
Torino
ne all'altra canzoni o poesiole, come questa ben nota ai nostri storiografi: « Lu
babb » (Il rospo)
Lia piov e la fai sulegl
la rain i zum all’ort
e lo babb s’ trova mort
darrei la nostra pori.
(Piove e fa sole / la rana va nell’orto /
e il rospo si trova morto / dietro la nostra
jjorta).
Quattro secoli dopo le stragi del 1561 i
Valdesi sono presenti in Calabria e un
Cippo ricorderà ai guardioli come ad ogni viandante l’imperativo di Isaia 51: 1:
« Riguardate alla roccia dalla quale siete
stati tagliati ». Pertanto quella dei valdesi
di Calabria come in genere la lotta secolare per la riforma religiosa dal Medioevo al XVI sec. è nell’insieme uno dei più
importanti capitoli di storia — in massima parte tutta ancora da scoprire — negli annali della nostra tormentata nazione.
Dom. Abate
Ministero pastorale collegiale, maggior
compartecipazione di tutti i pastori al lavoro della comunità (abolizione della
via gerarchica: pastore titolare, 2" pastore), pastore di turno (ogni giorno a turno im pastore sarà presente nei locali
della segreteria), riunioni pastorali settimanali: queste le principali decisioni del
concistoro valdese di Torino.
Per il 1975-76 la presidenza del concistoro sarà assunta dal vice-presidente pastore Gino Conte,, e in sua assenza dal
laico Emanuele Bottazzi. La ripresa dell’attività ecclesiastica è cos’; segnata da
un nuovo tipo di organizzazione (per maggiori dettagli vedi «Il Piccolo Messaggero » di ottobre) che intende favorire un
maggior coordinamento ed incisività del
lavoro della chiesa nella città e nella sua
cintura.
scarse adesioni; in -molti ambienti « evangelico-fondamentalisti » non si è disposti
ad avvallare l’equazione pietismo = anticomunismo.
L’aspetto più preoccupante di tali riunioni, è che esse gettano la base per operazioni, sempre dirette o appoggiate dalla « Billy Graham Association » e società
missionarie ad essa collegate, di consenso al « neocapitalismo » americano ed
occidentale in genere.
Basta pensare alla strumentalizzE^one
che viene fatta da tali associazioni, del
« Risveglio Coreano » (Sud-Corea); additato come « esempio significativo » del
progresso delle chiese cristiane « quando
non fanno politica ». (L’anno scorso fu organizzata a Seul, Expo ’74). Mentre si fanno queste affermazioni si ignorano le decine di cristiani incatenati dal regime del
generale Park.
Lo stesso discorso vale per la Spagna
fascista; dove le « cattolicissime autorità » favoriscono « campagne evangelistiche » e opere protestanti filo-americane.
Per le considerazioni testé fatte non
possiamo accettare il giudizio, critico sì,
ma in definitiva positivo, espresso da un
partecipante all’ultima, in ordine di tempo, di tali manifestazioni («Eurofest ’75»):
« È vero che ho visto durante la campagna modi e manifestazioni tipicamente
americani che mi lasciavano un pò perplesso se non addirittura scettico, ma devo riconoscere che i messaggi di Billy
Graham erano tutti profondamente evangelici ed incisivi, perciò, davanti alle critiche che spesso si rivolgono al suo ministero, faccio mie le parole di Paolo: « Che
importa? Comunque sia, o per pretesto o
in sincerità. Cristo è annunziato; e io di
questo mi rallegro, e mi rallegrerò ancora... » (Filippesi 1: 18 — tratto dal periodico « Il Cristiano » — ottobre 1975). C’è
da chiedersi se « Cristo è veramente annunziato »; oppure se, seguendo l’esempio
dei Corinzi, questo tipo di predicazione
produca nell’ecumene un nuovo elemento
di divisione: « l’american evangelica! party ».
Eugenio Stretti
Mercoledì 29 ottobre
ALLE ORE 20,45
nella Sala dell'Unione Culturale in
Via Cesare Battisti 4, si svolgerà
una Tavola Rotonda sul Libro di
F. Belo « Una lettura politica del
Vangelo ».
L'iniziativa è propossa da « TorinoACLI », « Centro Ev. di Cultura »,
« COM-Nuovitempi » ( redaz. torinese).
Interverranno :
PAOLO RICCA <■ FAUSTO TORTORA
e un teologo cattolico.
Trieste
o È stato recentemente amministrato il
Battesimo a Julia Carolina Purkis. Auguriamo a questa bambina di crescere
nella grazia del Signore.
Sono stati celebrati due matrimoni:
quello di Serena Katalan e Bruno Gei e
quello di Guia Tofoli e Umberto de Vanderweid. A quest’ultimo matrimonio era
presente il past. Girardet che ringraziamo per la sua collaborazione,
o Stiamo riprendendo le consuete attività autunnali : ci ripromettiamo una
buona collaborazione con la chiesa metodista. Siamo lieti di comimicare la felice conclusione degli accordi con « gli amici della musica» che ci permetterà di
avere, da settembre ad aprile, un concerto mensile in S. Silvestro. Questa opportunità di incontro che, in settembre, ha
già avuto un pieno successo, ci permette
di sensibilizzare la nostra presenza in
città.
• Abbiamo seguito, con viva partecipazione, i dibattiti intorno alla zona A e B.
Si chiude cosi la controversia fra l’Italia
e la Jugoslavia e sarà risolto uno dei problemi lasciati in sospeso dalla seconda
guerra mondiale. Ci auguriamo che quella che è stata chiamata la frontiera più
aperta d’Europa continui ad essere tale.
Alcune famiglie della nostra comunità
hanno pagato duramente; ad esse va la
nostra simpatia. Si sono rinnovate sofferenze di quel dramma durato 30 anni
e sul quale sembra ora calare definitivamente il sipario.
Diaspora Lucchese
Alla Conferenza distrettuale (III Distretto) di giugno 1975, è avvenuto qualcosa di molto importante per le tre comunità della « Diaspora Lucchese »: è
stata approvata la proposta della Commissione distrettuale e ciascuno delle tre
comunità ha ricevuto il riconoscimento
di Centro di Evangelizzazione.
Il « Centro di Evangelizzazione » è una
struttura di chiesa, nelFordinamento della
chiesa valdese, che si trova a metà strada,
tra « diaspora » e « chiesa costituita », ed
ha rappresentanza diretta in Conferenza
distrettuale e nel Circuito; prossimamente
avrà anche rappresentanza in Sinodo, secondo turni che saranno stabiliti con altri Centri di evangelizzazione nel Distretto.
In riunioni apposite per ciascuna delle
tre comunità, sarà data spiegazione particolareggiata di cosa questo significa per
la responsabilità neH’ambito comunitario
e distrettuale che ne deriva.
È un momento importante di assunzione di responsabilità, che però non sopprime quei legami che sino ad ora hanno
riunito, anche da un punto di vista regolamentare ed amministrativo, le tre comunità, le quali non perderanno quei vincoli di comunione che sino ad ora le ha
caratterizzate.
6
alle valli oggi
Lavorare
PERRERO
I problemi del comune
gratis
Il caso segnalato l’altra settimana dal
nostro corrispondente da Ferrerò merita
qualche riflessione. L’Amministrazione di
quel comune impegnata in alcuni lavori
di ntanUtenziòne e di sistemazione ftinteggiatura delle aule scolastiche, riadattamento della casa mortuaria, sistemazione di alcune strade comunali semi abbandonate) ha fatto appello alla collaborazione della popolazione (la "base” come si scrive nei documenti del giorno
d'oggi o la “gente" come si dice nelle assemblee rivendicative).
E la collaborazione è venuta, sia pure
in forma limitata, per cui i soliti bene
intenzionati si sono prestati a lavorare e
gli altri se ne sono stati tranquillamente
a guardare; cose che succedono non solo nelle attività della chiesa ma anche
nel mondo della società. Quello che i perreresi hanno fatto per sistemare le loro
cose è un’azione che alcuni,. e noi fra
questi, consideriamo intelligente e responsabile ma che non tutti sembrano
approvare.
Il lavoro deve essere pagato, dicono
alcuni, lavorare gratis è contro lo spirito
di una società moderna. Così facendo poi
si toglie lavoro a chi ne ha bisogno.
Prima di rispondere a queste due obiezioni bisogna ricordare che il caso di
Ferrerò non è unico, altre amministrazidni pubbliche hanno fatto appello al
volontariato dei cittadini; la Comunità
■Montana Val Pellice, ad esempio, ha organizzato un campo di lavoro volontario
perulajistèmazione degli alpeggi l’estate
scorsa: Veriiamo alle critiche.
Che significa che il lavoro deve essere
pagato? Vuol dire che uno non deve essere sfruttato; se fa un certo lavoro deve ricevere come compenso quello che
si richiede. Ma non è vero che uno non
possa fare niente senza essere pagato.
Questa è invece la grande eresia della vita sociale moderna che fa di noi dei consumisti e degli integrati. Da una parte
c’è la società, l’Amministrazione, e dall’altra ci sono io; il problema è solo sapere cosa io posso ottenere, ricevere, ricavare dalla società, io non ho nulla da
dare. Chi dà o fa qualcosa che può servire ad altri è uno scemo, è invece un
furbo chi riesce a prendere.
E così senza rendersene conto si fa dell’uomo non un essere che vive, cresce
nelle sue esperienze e ragione ma un
equivalente di denaro. Uno non è quello
che è che pensa, decide, e fa, ma uno è
ridotto al suo valore in soldi, esattamente conte Marx diceva: la sua forza lavoro.
A ragionare così andiamo al suicidio, non
solo dal punto di vista sociale ma umano, alleviamo dei figli che non vedono e
pensano ormai più ad altro che a trasformare in guadagno tutto quello che
fanno; non spostano più un foglio di carta se non rende qualcosa, che non sanno
decidere, ragionare, e agire ma sanno soltanto se una cosa conviene o no.
Si leggono sull’ultimo n° dell’Espresso
le interessanti dichiarazioni del sindaco
di Torino, il comunista Novelli, dei suoi
autisti che per paura di dover andare a
fare un servizio di sabato spariscono in
muta, della corruzione dei suoi uffici, della cantina di Costamagna nella mole antonelliana. Quello è il risultato di una
amministrazione democristiana, certo,
ma è anche il frutto di una mentalità e
non è la DC che l’ha creata, la si crea in
giro.
E la si coltiva con i ragionamenti che
si sentono. L’idea che la società non è
vacca da mungere, nera o rossa, l'ombrello sotto cui ripararsi, ma è un crescere
insieme è un’idea che deve ancora nascere in Italia.
La società contadina dei nostri vecchi
l’aveva capito invece, per forza o per
amore, per cònvenienza o per scelta: è
lavorando insieme che si costruisce qualcosa. E si costruisce quando ci si sente
legati a quello che si fa.
L’esperimento di Ferrerò non è una
formula paternalistica di risolvere i problemi, è l’unico modo intelligente di impostare il rapporto fra i cittadini di un
comune e chi non lo capisce non aiuta
ad andare avanti ma fa andare indietro.
£ chiaro che non si tratta di una soluzione ma di un metodo, di un ragionamento ma è di lì che bisogna cominciare.
Non si tratta di risolvere i problemi di un
comune con capi volontari ed imbiancare una scuola non salva una comunità civile ma la benedetta via al socialismo di
cui si discorre, la responsabilizzazione
dei cittadini, la rottura del discorso verticistico e centralizzato passano di Zi.
Giorgio Tourn
Venerdì 10 ottobre, Consiglio Comunale
di Ferrerò. All’o.d.g. alcuni problemi che
non potevano attendere, anche se non di
fondo.
Anzitutto il problema delle strade: sia
per avere allacciamenti con le provinciali
che siano transitabili, sia per garantire
la viabilità nella brutta stagione. Un
grosso problema per un comune piccolo
come quello di Ferrerò che ha, rispetto
al numero degU abitanti, una vastissima
dispersione di borgate, lontane dal capoluogo. Sarebbe necessario avere strade
asfaltate, di facile manutenzione, soprattutto in inverno, che vadano in tutte le
borgate: ma questo implicherebbe una
spesa di svariati milioni. Al momento attuale il Comune ha preventivato una
spesa di 2 milioni per lo sgombero della
neve; un preventivo che è destinato a
crescere se la caduta della neve dovesse
superare certi limiti, i: un costo eccessivo per un piccolo comune; d’altra parte
tutti sanno l’importanza che ha, soprattutto in inverno, assicurare la circolazione dei veicoli su tutte le strade.
Un altro problema esaminato è stato
quello dell’insegnamento della lingua
francese nelle scuole elementari, per il
quale il Comune ha deciso uno stanziamento di 300.000 lire. Non tutti si rendono conto dell’importanza di questo servizio, che dovrebbe servire ad elevare il
livello culturale dei bambini. La spesa
prevista dal Comune è eccessiva, se confrontata con il bilancio globale, ma è
ridicolmente bassa se si tiene conto del
numero delle scuole e di quanto percepisce annualmente ogni insegnante di francese. Un potenziamento di questo servi
zio ed un maggiore suo riconoscimento
sarebbe certo un punto qualificante per
una amministrazione comunale, ma anche per questo sarebbero necessari ulteriori fondi.
Trasferimento della sede della biblioteca comunale (dalle vecchie scuole in
alcune stanze del Municipio), proseguimento della strada del Muret, permuta
con la parrocchia cattolica delle ex-scuole
con un prato di proprietà della parrocehia, lavori di completamento ' dell’acquedotto di Riclaretto, adesione alla proposta per la formazione del comprensorio
di Finerolo ecc. sono stati altri punti
esaminati dal Consiglio. È forse non in
grandi decisioni, ma anche in cose piccole, banali che si manifesta la volontà di
rinnovamento e la serietà di una Amministrazione, anche questa si trova di fronte a grossi problemi di gestione ordinaria, senza avere la possibilità finanziaria
di compiere quelle opere necessarie alla
popolazione, per garantire un minimo di
servizi effcienti. A differenza di altre amministrazioni, questa di Ferrerò può contare ancora su un certo patrimonio boschivo che però è stato già sfruttato negli anni passati. Si tratta di una ricchezza, che va però amministrata con molta
oculatezza, soprattutto quel poco che
rimane. Essa dovrebbe servire per far
fronte a spese straordinarie, a programmi speciali che non rientrano nelle spese di ordinaria amministrazione. È un
discorso lungo che coinvolge le inadempienze degli organi regionali e provinciali, ritardi nei pagamenti, ecc.; tutte cose queste che si riflettono in un disagio
e in un senso di frustrazione dei piccoli
comuni, come quello di Ferrerò.
Asfaltata la strada di Faetto
In questi giorni la ditta Abrate, che all’inizio dell’estate aveva asfaltato il primo tronco della strada di Faetto, sta
completando i lavori di asfaltatura del
secondo tronco, fino al bivio per il Linsardo. Si completa così; la realizzazione
di un’opera pubblica che gli abitanti della zona attendevano da anni e che tante
polemiche aveva suscitato in passato. La
asfaltatura della strada, oltre a permettere una circolazione più agevole, consentirà un notevole risparmio di gomme e
sospensioni soprattutto da parte degli
operai che la percorrono giornalmente
per recarsi al posto di lavoro. Inoltre la
asfaltatura della strada faciliterà l’opera
di sgombero della neve consentendo una
migliore esecuzione in un tempo sensibilmente minore.
Contemporaneamente gli abitanti di
Fian Faetto hanno provveduto ad asfaltare a spese proprie il tratto di strada
che va dalla strada ex-militare della Cialancia all’ultima casa del villaggio. Si
tratta di 300 metri di strada la cui sistemazione ha richiesto da parte degli abitanti numerose giornate di lavoro volontario ed una spesa che supera i 2 milioni.
Si ha intanto notizia che anche gli abitanti di Cassas e di Lorenzo-Saretto sono
intenzionati di fare altrettanto sui tratti
di strada che collegano i loro villaggi alle strade provinciali.
Mentre sottolineamo il generoso e coraggioso impegno organizzativo e finanziario di questi nostri bravi montanari,
non possiamo tacere l’imbarazzo che
proviamo nel constatare come, ancora
una volta, essi debbano sopperire, con
gravi sacrifìci personali, alle carenze di
coloro cui spetterebbe la realizzazione di
questi lavori. Gli abitanti dei villaggi
sparsi sulle nostre montagne da anni
spendono tempo e denaro per mettersi
in condizione di captare i programmi televisivi di mamma RAI (che introita il
canone e sta ventilando la possibilità di
tassare i ripetitori « abusivi » ! ), per farsi
gli acquedotti per l’acqua potabile, per
costruirsi le strade e per curarne la manutenzione. Ora asfaltano anche le strade a proprie spese e senza mai lamentarsi! Che cosa si vuole di più? E dire
che la nuova legge per la montagna prevede delle agevolazioni a favore dei montanari per ricompensarli dei disagi de
Fondo di solidarietà
Alcuni lettori hanno inviato alla Redazione offerte per l’acquisto di riso al
Vietnam: ricordiamo il numero di c.c.p.:
2/39878 intestato a Roberto Peyrot, Corso
Moncalieri 70, Torino, indicando la destinazione.
rivanti dall’abitare nelle zone montane...
C’è solo da augurarsi che la nuova Amministrazione della Regione Fiemonte
ravvisi entro breve tempo la possibilità
di concedere dei contributi sostanziosi
(50%?) ai montanari che asfaltano le
strade che conducono ai loro villaggi.
Villar Penosa
Domenica 12 ottobre nei locali del Convitto di Villar Ferosa si è svolto il previsto incontro dei monitori delle varie
Scuole domenicali delle Valli.
L’ordine del giorno comprendeva questi tre argomenti:
1) Frogramma per l’anno in corso.
2) Il canto.
3) Eventuale sequenza sulla storia
valdese.
Dalla maggior parte degli interventi è
risultato che si preferisce un prograrnma
monografico (es. Atti degli Apostoli) o
per sequenze (es. Daniele - Atti).
Fer quanto riguarda il canto si è ribadita la necessità di reperire nuovo materiale; a questo scopo si sono incaricati
alcuni monitori per coordinare la raccolta e la diffusione dei nuovi canti che le
varie scuole domenicali vorranno inviare.
Fer la Storia Valdese ci è stata illustrata l’esperienza della Scuola Domenicale di Finerolo che si è offerta di mettere a disposizione di tutti il proprio materiale.
Ringraziamo per la gentile ospitalità
offerta dalla comunità di Villar Ferosa.
Inverso Rinasca
• Venerdì; 10 ottobre presso la sede municipale del comune è stato affidato a
Baudino Livio, di Finerolo, l’appalto per
la prosecuzione dell’acquedotto che dalla borgata Vivian dovrà raggiungere la
frazione Gamba attraversando le altre
borgate, Giarmanetto, Serre delle Vigne,
Rucassa, Chianaviere, Vouta.
L’appalto è stato aggiudicato al Baudino in seguito alla sua proposta di uno
sconto del 15% sui 17 milioni del progetto.
La popolazione, che da lunghi anni
aspetta l’acquedotto, spera nella celerità
dei lavori.
Cambio d’indirizzo
Siamo pregati di comunicare che le famìglie
Ribet e Noffke hanno trasferito il loro domicìlio
da Roma a Livorno, Via G. Gerdi, 15 - 57100,
tei. 22793.
cronaca
Borse di' Studio
della F.F.V.
La Federazione Femminile Valdese mette a disposizione 2 Borse di studio di
L. 200.009 cadauna per la durata di 3 anni per giovani Valdesi che intendano seguire gli studi di: Assistente sociale, infermiera professionale, insegnanti di
scuola materna, puericultrice, educatrici
o altre professioni attinenti a un preciso
servizio per la Chiesa e per la Comunità^
Le domande, corredate da una lettera
dì presentazione del Pastore vanno indirizzate alla Presidente della F.F.V. : Ade
Gardiol Theiler - Via Trento 12, Torre
Pellice 10066.
Prarostlno
• Domenica 12 ottobre, durante il culto,
è stato battezzato il piccolo Giuliano Fastre di Enrico e Marisa. Ai genitori e alla comunità il compito di insegnare fedelmente la Farola al piccolo Giuliano.
• Il pastore Marco Ayassot presiederà
domenica 19 il culto a Finerolo; sarà sostituito in sede dal past. Giorgio Tourn.
Primo Distretto
Commissione Stampa
Tutti i gruppi e le persone, che negli
anni scorsi hanno operato o che ora intendono lavorare, per la diffusione della
stampa evangelica (nelle comunità e fuori) sono invitate a partecipare ad una
prima riunione di coordinamento che si
terrà a Pinerolo nella sala attigua al
Tempio il 31 ottobre prossimo alle 20,30.
Colloquio Pastorale
Il prossimo colloquio pastorale avrà
luogo, come preannunziato, lunedì 19 ottobre a Pinerolo, via dei Mille.
Il programma prevede l’esame dei documenti ecumenici sul Battesimo e S. Cena, già discussi nel Corpo Pastorale e su
cui debbono pronunziarsi le comunità.
Nel pomeriggio problemi del Distretto..
Diffusione delia
pubbiicistica evangeiica
Con la ripresa delle attività ecclesiastiche è necessario non perdere il riferimento al mondo della pubblicistica evangelica. In campo editoriale possiamo sostenere le pubblicazioni della Claudiana,,
diffondendole nelle nostre comunità e
promuovendo tavole rotonde, dibattiti sui
titoli di maggior interesse. In campo pubblicistico possiamo seguire con più attenzione la nostra stampa. È necessario
non soltanto sostenere i fogli evangelici
con l’abbonamento ma partecipare alla
vita del giornale.
Parlando di noi, desidereremmo ricevere più notizie, più dati sulle attività delle
singole comunità. Ma il discorso non vuole essere solo ecclesiastico, sicché è necessario essere attenti anche alla realtà
della comunità civile. Resoconti di consigli comunali, iniziative politiche alle valli, manifestazioni... non sempre riusciamo
a sapere tutto; la telescrivente non ce
l’abbiamo. Spetta a voi di aiutarci a migliorare l’informazione.
Ospedale di Pomaretto
Bella Anna, Villar Ferosa L. 5.000; Barai Evelina, rinasca 10.000; Long Elma, Pellenchi di
Pramollo 10.000; Vinçon Enrico ed Ada, Dubbione 25.000.
A l/WSO
A! LETTORI
Rendiamo noto ai lettori, agli
abbonati all'Eco delle Valli Valdesi
della Val Pellice che le inserzioni
pubblicitarie, gli avvisi economici,
gli abbonamenti per il 1976, oltre
che per posta, c.c.p., si possono fare presso la Tipografia Commerciale ( piazza Cavour - mercato ortofrutticolo). Per la zona di Luserna S. Giovanni gli abbonamenti
potranno essere effettuati presso
la Cartoleria Bein in Via Gianavello. A quanti si abbonalo adesso
per il 1976 sarà loro inviato il giornale gratis per questi tre mesi restanti del 1975.
7
delle valli
Comunità Montana Notizie da Torre Pellice
Val Pollice ------------------------------------------------------
Si terrà venerdì, 17 ottobre 1975 alle
ore 21, presso la Sede Municipale di Torre la prima Seduta del nuovo Consiglio
di questa Comunità Montana, con il seguente Ordine del giorno :
1. - Elezione del Presidente.
2. - Elezione dei Vice Presidente.
3. - Elezione della Giunta.
4. - Adesione della Comunità Montana al
l’UNCEM.
La seduta è pubblica.
Rorà
• Il culto di domenica 12 ottobre è stato presieduto dal pastore emerito Roberto Nisbet a cui va il ringraziamento della comunità.
• È stato celebrato il funerale di Tourn
Russel Giovanni, di anni 76, di Pontevecchio; ai familiari colpiti da questo
lutto la nostra simpatia cristiana.
• Ricordiamo il decesso, avvenuto il 2
ottobre, di Morel Giovanni Daniele, nativo di Piamprà. Esprimiamo la nostra
simpatia cristiana per i familiari e gli
amici dello scomparso.
Villar Pellice
Martedì 14 ottobre si sono svolti i funerali di Juvenal Rosette in Chiavia, di
anni 69, moglie di un nostro anziano di
chiesa. Al marito, ai figliuoli la comunità
esprime, nella certezza della risurrezione,
la propria simpatia cristiana.
Scuole domenicali e catechismi
L’attività delle Scuole Domenicali è ripresa sabato 4 ottobre. Domenica 12 si è
tenuto il Culto di apertura di tutti i corsi, sia di Scuola Domenicale che di Catechismo. Al Centro, nei locali di Casa
Gay anche quest’anno vengono raccolti i
bambini che frequentano la Scuola Materna. Per i ragazzi della I e II Media si
svolgono i corsi di pre-catechismo. Il
gruppo dei Monitori si è arricchito della
partecipazione attiva di tre nuove Monitrici. La preparazione dei Monitori si
svolge settimanalmente il sabato dalle
16,30 alle 18.
I corsi di Catechismo riprendono nella corrente settimana; nella prima riunionione si fisseranno gli orari e i gruppi.
Anche il gruppo dei Catechisti si è arricchito della partecipazione attiva di
due nuovi catechisti. La preparazione si
svolge quindicinalmente il lunedì sera.
Attività femminili e Corale
Le Società Missionarie degli Appiotti
e dei Coppieri hanno ripreso le loro riunioni nella scorsa settimana. La Società
di Cucito la riprende mercoledì, 15 alle
ore 15 e rivolge un invito anche alle sorelle che finora non vi hanno partecipato,
de-siderando allargare l’ambito delle proprie attività in particolare con le visite
agli Istituti per anziani, all’Ospedale, ai
fratelli e sorelle che non possono uscire
dalla loro casa.
, La Corale terrà giovedì la sua seduta
amministrativa, in vista della ripresa delle attività. Sarà molto gradita la partecipazione di membri di chiesa che amino
il canto e che finora non abbiano pensato di dedicarvisi.
Da Luserna San Giovanni
• Con la nuova legge su « Il diritto di
famiglia » l’impostazione stessa della vita
familiare viene notevolmente modificata
con il passaggio da una concezione di tipo autoritario ad una concezione di tipo
comunitario. Le conseguenze che emergono sono notevoli ed investono l’aspetto
morale, giuridico ed economico della vita della famiglia.
Tra le varie domande che si pongono
alla nostra attenzione per quanto concerne la nuova legge, una ci interessa in
modo particolare : questa nuova visione
della famiglia è contraria, conforme, superiore, inferiore ad una concezione evangelica come la troviamo nel Nuovo Testamento?
Un dibattito su questo tema avrà luogo sabato, 18 ottobre, alle ore 20.45 nella Sala Valdese degli Airali in Via Gianavello.
L’avv. Marco Gay introdurrà l’argomento e lo approfondirà soprattutto sotto l’aspetto giuridico.
Tutti sono cordialmente invitati ad intervenire.
• L’annuale Festa del raccolto avrà luogo domenica 26 ottobre con un culto di
rendimento di grazie alle ore 10.30, il
pranzo comunitario alle 12.30, esposizione e vendita dei prodotti alle 14.30 nella
Sala Albarin.
Le iscrizioni al pranzo sono accolte fino a giovedì dal pastore, dai membri del
concistoro e dai membri della commissione ricevimenti.
In questa occasione la comunità sarà
pure invitata ad esprimere la propria solidarietà con la popolazione vietnamita
con sottoscrizioni volontarie per l’acquisto di riso (védi appello del pastore Tullio Vinay sul precedente numero del giornale).
e Sabato pomeriggio il pastore Taccia
ha unito in matrimonio Marco Tourn di
Torre Pellice e Marcella Beneccbio di S.
Giovanni. La Corale era presente per
dare col canto di un inno, il suo tributo
d’affetto in modo particolare alla sposa
che è sempre stata un valido membro di
questa attività canora.
Il Signore voglia benedire questo nuovo focolare e gli conceda le ricchezze della Sua grazia.
• Il culto di domenica scorsa, presenti gli
alunni delle Scuole Domenicali, del precatechismo e del catechismo, ha segnato
l’inizio delle attività di formazione biblica per i fanciulli ed i ragazzi. Per l’occasione il concistoro ha offerto in dono la
Bibbia agli alunni che frequenteranno il
primo corso di catechismo.
Possa essere questo un anno di risveglio e di impegno in vista di una testimonianza concreta’' al servizio di Cristo e
della Sua chiesa.
Sulla scuola
« I nostri figli si divertono troppo a
scuola »; con questo titolo la « Stampa
Sera » di mercoledì 8 ottobre ha dedicato
un ampio servizio alla scuola sperimentale (tempo pieno) di Luserna S. Giovanni,
in seguito alle reazioni negative di una
parte delle famiglie del comune (30 su oltre 100 interessate).
Un'intervista con alcune madri, un’altra
con alcuni insegnanti, in cui traspare con
sufficiente chiarezza che anche la « Stampa sera » (il servizio è di Luisella Re) ha
capito ciò che sta dietro a queste proteste (il discorso di contenuto sulla scuola
a tempo pieno è altra cosa).
E stato anche diffuso nel comune, a cura delle 30 famiglie « dissidenti » un ciclostilato intitolato: « Comitato per la libertà delle famiglie », citato anche nel servizio qui ricordato.
In seguito alla non accettazione di buona parte delle richieste di trasferimento
ad altra scuola presentate dai 30 genitori,
gli stessi hanno deciso di non mandare i
loro figli a scuola come segno di protesta.
In seguito a questa « irresponsabile » decisione la Commissione per i trasferimenti (è riconosciuta infatti ai genitori, qualora le motivazioni siano fondate, di iscrivere i loro figli ad una sezione diversa da
quella indicata dalla scuola) del Consiglio
di circolo di Torre Pellice, nella sua riunione del 10 ottobre ha preso la seguente
decisione:
La Commissione per i trasferimenti,
preso atto del grave stato di disagio creato da//’irresponsabile atteggiamento di alcuni genitori, che non hanno mandato i
propri figli a scuola, in presenza di domanda di trasferimento, sia che la stessa
fosse stata respinta, sia che fosse stata
accolta, ritiene che la situazione creatasi
nelle famiglie dei richiedenti il trasferimento costituisce grave pregiudizio per il
sereno svolgimento dell'attività didattica
e decide pertanto di accogliere tutte le
domande di trasferimento, anche se precedentemente respinte perché non motivate, in quanto rientranti tutte nella motivazione « gravi motivi di famiglia ».
Ciò nel superiore interesse del bambino
che, in presenza di una esasperata conflittualità fra famiglia e scuola, non potrebbe formarsi serenamente una propria
coerenza e sicurezza, trovandosi combattuto e diviso fra scuola e famiglia.
La Commissione per i trasferimenti
del Consiglio di Circolo di Torre P.
Hanno collaborato: Luciano Deonato,
Dino Gardiol, Alfredo Sonelli, G. Pellenco, Giuseppe Platone.
Assemblea di Cbiesa
Domenica 19 durante il Culto del Centro, è convocata l’Assemblea di Chiesa
per la prima parte della relazione dei
deputati al Sinodo. Il prof. A. Armand
Hugon illustrerà le deliberazioni sinodali
relative alla integrazione valdo-metodista
e in particolare la nuova organizzazione
dei Circuiti, in vista anche delle nomine
che devono essere fatte per l’Assemblea
costitutiva del Circuito 'Val Pellice, indetta per il 9 novembre a Torre Pellice.
Il Concistoro nominerà tre suoi membri;
propri rappresentanti dovranno essere
nominati dai Monitori e Catechisti, dalle Associazioni Femminili e dall’Unione
giovanile, se nel frattempo riprenderà le
sue attività.
L’Assemblea di Chiesa dovrà esprimere il suo voto sulla proposta del Concistoro di rielezione degli Anziani Bellion
Silvio e Paschetto 'Velia.
Soccorsi al Vietnam del Sud
Accogliendo l’invito rivolto alle Chiese
Valdesi da « L'Eco delle Valli » di partecipare alla raccolta di offerte per l’acquisto di riso per le popolazioni del Vietnam
del sud, tale raccolta è stata iniziata domenica mattina ai Culti e sarà proseguita anche nella domenica successiva. Le
offerte — oltre che ai recapiti indicati
da « L’Eco delle Valli » — potranno essere consegnate anche ai membri del
Concistoro, in presbiterio, oppure durante il Culto, avendo cura di dare precise
indicazioni (bustina con scritto «per il
Vietnam »).
Il Culto ai Coppieri
I membri di chiesa che frequentano ordinariamente il Culto ai Coppieri, considerando le difficoltà create dal fatto di
avere in Torre Pellice tre Culti contemporanei, hanno convenuto di anticipare
il Culto domenicale alle ore 9,30, per dar
modo al pastore di poter poi presiedere
il Culto al Centro o agli Appiotti che è
alle 10,30.
Uniti nella Fede
La comune fede nella resurrezione è
stata espressa a consolazione delle famiglie in lutto in occasione dei funerali di
Giordan Margherita in Armand Hugon;
Long Stefano Mario ; Martini Bruno ;
Bruerol Bastian Maria in Facciano; Besson Margherita ved. Colombo e Coisson
Daniele.
■ Si sono presentati alla Chiesa per rinnovare dinanzi al Signore il loro impegno i genitori di Lancerotto Guja, Benedetto Luca, Malan Andrea e Longo Cinzia. I bambini sono stati battezzati.
PInerolo
Domenica 12 ottobre si è svolta, nei locali di Via dei Mille, l’Assemblea di Chiesa. Essa ha preso in esame la relazione
annua della scorsa attività ed ha allarga,to lo sgàiardo sulla situazione ecclesiastica a Pinerolo. I revisori dei conti dopo
aver presentato le linee del bilancio e dell’attuale stato finanziario della chiesa pinerolese, hanno ricordato a tutti l’impegno di sostenere le attività della chiesa.
Particolarmente di questi tempi, con la
progressiva perdita di valore del denaro, è necessario aumentare le offerte per
far fronte ai diversi compiti. Il problema,
naturalmente, investe tutto l’evangelismo
che ha sempre visto neU’aufofinanziamento uno dei cardini della propria libertà.
SERVIZIO MEOrCO
festivo e notturno
Comuni di ANGROGNA - TORRE PELLICE LUSERNA S. GIOV. - LUSERNETTA . RORA'
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CANTO SACRO
Al fine di dare alle Corali la possibilità di iniziare al più presto la preparazione degli inni assegnati al loro studio, la
Commissione del Canto Sacro ha scelto,
per ora, due inni del Nuovo Innario in
vista dei culti di Natale, di fine d’anno
o capod’anno. Essi sono :
Nuovo Innario Cristiano
N. 135 (1,2,3) croma 88-108
N. 261 (1,2) croma 92-104
Per la scelta degli altri inni da assegnare allo studio delle Corali e delle Scuole
Domenicali, la Commissione del Canto
Sacro sarà lieta di ricevere dalle Corali
e dalle Scuole Domenicali suggerimenti e
proposte di inni che potranno essere inviate ad uno dei suoi membri fino a domenica 26 ottobre 1975. Volendolo, si
tengano presenti, nella scelta degli inni
da proporre (per le Corali; 2 italiani e 2
francesi ; per le Scuole Domenicali : 4
italiani ed 1 francese) i culti particolari
del 17 febbraio, della Confermazione, del
giovedì e venerdì santo, di Pasqua. Ci
auguriamo che in tal modo si inizi un periodo di feconda collaborazione tra le
Corali, le Scuole Domenicali e la Commissione.
« 4:
Domenica 19 ottobre, alle ore 15, nella
sala delle attività della Chiesa di San Secondo gentilmente concessa, avrà luogo
un incontro al quale sono invitati i membri delle nostre Corali ed i loro Direttori, gli Organisti, gli Harmoniumisti, i
Monitori e tutti coloro ai quali sta a cuore il problema del canto e della musica
nella Chiesa. L’argomento in discussione
sarà il seguènte: Il canto e la musica
nella Chiesa; servizio e testimonianza.
La Commissione del Canto Sacro
Angrogna
Sabatoll ottobre un gruppo di evangelici di una comunità alla periferia di Berna in visita alle Valli, ha compiuto una
escursione ad Angrogna. Una attenta visita a tutti i luoghi più significativi, dal
punto di vista storico, è stato per il gruppo un momento interessante. Un membro del gruppo basilese durante la visita
alla scuoletta Beckwith degli Odin, oggi
trasformata in museo, forse rapito dai
ricordi, si metteva a declamare una poesia in tedesco. La scuola degli Odin-Bsrtot con tutto il suo arredamento del passato presenta lo spaccato di quello che
erano le scuole-Beckwith dei quartieri nei
villaggi valdesi. Abbiamo così, appreso
che la visita a questo piccolo museo non
è soltanto istruttiva ma può diventare
emozionante... specialmente per chi ha
una certa età.
doni prò Uliveto
Chiese New York e Filadelfia L. 24.800; Maria e Ermando Vindrola, Villar Dora 10,000;
Scuola Domenicale di Torino Corso Vittorio
10.000; Istituto Bancario S. Paolo 25.000; famiglia Arese, ricordando la mamma di Elda e
Emma 5.000; Emma, Elda e Roberto, ricordando la cara mamma Luigia Bouchard ved. Bertalot 10.000.
A tutti un sentito ringraziamento.
RINGRAZIAMENTO
Le famiglie Balbiano-Legger, non potendo
farlo singolarmente, ringraziano di cuore tutti'
coloro che hanno preso parte al loro grande dolore per la scomparsa del caro
Walter
Inoltre ringraziano quelli che hanno dato la
loro opera di solidarietà durante la sua malattia
ed in modo particolare la famiglia Princìvalle
di Verona, il Dottor Scarognina, i pastori Bertinat, Coisson e Taccia. Un grazie a coloro che
rhanno accompagnato alPultima dimora e particolarmente ai Colleghi della S.I.P., ai Compagni di Leva ed al Rev. don Verzino.
Torre Pellice, 17 ottobre 1975
RINGRAZIAMENTO
I familiari di
Coisson Daniele (Lin)
commossi per la grande dimostrazione di affetto e stima, neirimpossibilità di farlo individualmente, ringraziano coloro che partecipano al
loro dolore. Il modo particolare il dott. De Beltini che Tassistette sempre fraternamente, il sig.
Avondet, il sig. Lantaré, il sig. Sonelli, il sig.
Bernabei e famiglia, il sig. Rovara e tutti quelli
che amarono Lin.
Torre Pellice, 8 ottobre 1975
RINGRAZIAMENTO
La moglie e i figli di
Davide Marchetti
ringraziano tutti coloro che hanno preso parte
al dolore della sua dipartenza.
Pomarétto* 28 settembre 1975
8
8
17 ottobre 1975
PROTESTANTI FRANCESI IN RICERCA
I padri han mangiato castagne
e ai figli s'allegano i denti
Il protestantesimo francese alla ricerca della sua identità
- Le esigenze di una presenza protestante oggi
Il protestantesimo francese va verso la
sua assemblea generale: Parigi, 8-11 novembre. Stanco e preoccupato.
In vista dell’assemblea generale il bollettino del Centro protestante di studi e
di documentazione (giugno-agosto ’75) ha
raccolto le 36 risposte pervenute alla Federazione protestante francese (70 erano
le "personalità” interpellate) sul tema:
la situazione del protestantesimo francese, nella società francese, nel contesto
della chiesa universale, la sua vocazione,
la sua eredità storica, le sue sconfitte
contemporanee. ‘
Tre paiono essere i dati fondamentali
emersi da queste risposte;
1) la situazione di chiesa minoritaria,
al di sotto del 2% che generalmente era
riconosciuto. Vi sarebbero oggi 650.000
protestanti, 200-300 mila persone che non
hanno più alcun legame con la chiesa
pur non avendo rinnegato la loro origine protestante;
2) una perdita di sostanza che va di
pari passo con una perdita di ritmo:
ecco la_ minaccia, seria, che mette in forse l’esistenza del protestantesimo francese. Ci si trova in ima situazione di soprayvivenza. Le statistiche rilevate in
molte comunità parlano chiaro: si assiste ad una perdita secca di membri di
chiesa. Il pastore Jean Valette rileva
questa sitùazione nella regione CévennesLan^edoc-Roussillon: in due comunità,
tra il 1962 e il 1973 si sono persi rispettivamente l’8,5 e il 20% di membri. I giovani sono assenti. La sua conclusione: « il
problema mi pare abbastanza serio; alle persone che "desidererebbero ricondurre i giovani in chiesa" io dico che tutto ciò che possono fare è forse di lasciare ^ libero lo spazio per la nascita di
un’altra chiesa in cui i giovani inventeranno l’avi^enire ».
3) La crisi presente è una crisi di fede, a cui è legata la crisi di identità: «la
identità protestante è in una situazione
critica perché il messaggio protestante
stesso è in crisi » scrive J. Bauberot.
La situazione in cui si dibatte il protestantesimo francese è dunque assai critica: ma esiste oggi da qualche parte del
globo una chiesa che non sia in crisi?
Il dibattito teologico che traspare dalla
stampa riformata in Francia, pare essere attualmente focalizzato su due temi,
collegati l’uno all’altro: il problema dell’identità protestante e della vocazione
del protestantesimo francese e quello
della Riforma. Ne sono sintomi, fra l’altro: da una parte la reazione all’articolo
di Paolo Ricca sull’identità protestante
(pubblicato anche in francese sulla rivista di Montpellier n. 1/1975), di Jean
Marc Saint (3/1975) e, dalFaltra, la polemica suscitata da una conferenza di André Chamson all’assemblea del Musée du
Désert all’inizio di settembre, davanti a
20 mila persone. >
Secondo l’avviso del Saint l’analisi di
Ricca è troppo morbida verso il prote
Flash sulla stampa
PANORAMA
« is il si, del Vaticano che conta : solo
così si potrebbero abbreviare i tempi di
un’evoluzione politica che avverrà comunque » così; dice il senatore comunista
Bulalini sulla questione del compromesso storico, nel corso di un articolo intitolato « Benedetto compromesso » apparso sulla rivista «Panorama» (n. 495).
Altri dati dell’articolo confermano la
ricerca, da parte del P.C.I., di un’intesa
politica con il Vaticano.
Se ciò avvenisse si potrebbe notare,
ima' volta di più,come il Vaticano, nella
politica interna, vada a rimorchio della
maggioranza che conta.
LA CRISI
Il mensile genovese « Il Gallo » ha presentato in questo periodo un numero
monografico sulla crisi del mondo occidentale.
Una serie di articoli analizzano la crisi economica e politica italiana, la crisi
del mondo borghese e dei suoi valori.
Tentativi di risposta vengono proposti da Alfonso Leonetti, Tullio Vinay,
Carlo Carozzo.
Il quaderno monografico presenta inoltre una sezione teologica che presenta
una stimolante riflessione sul cristianesimo contemporaneo, attraverso interventi di Louis Evely, Nando Fabro e
altri.
stantesimo, non basta parlare di « disorientamento », c’è qualcosa di più grave.
Ci si deve chiedere: « Il protestantesimo
odierno è ancora protestantesimo? ». L’unico problema che oggi merita di essere
posto al protestantesimo è questo: « come attraversare la ’crisi’ e superare i suoi
aspetti disastrosi senza ricorrere alla “soluzione cattolica" del centralismo e dell’autorità ».
Ci si troverebbe dunque non semplicemente di fronte ad una svolta, od un
mutamento seppure sostanziale, alla « fine » dell’« era » protestante, bensì davanti
alla possibilità di una cancellazione del
protestantesimo come tale dalla storia.
È la situazione del protestantesimo
francese che dà questi caratteri marcati
all’analisi del Saint?
È una troppo superficiale analisi del
protestantesimo italiano a farci riproporre, con rinnovata illusione, un’alternativa
evangelica in Italia comunque legata all’esistenza di una chiesa protestante?
Ad un altro livello, ormai inserito in
una polemica, il dibattito su « Réforme »,
in seguito alle accuse rivolte da A. Chamson aH’équipe della TV protestante francese, rea di assenteismo al grande e tradizionale incontro del Désert. Le parole sono
grosse: «liquidare la Riforma». Il Cham
son, deirAccademia di Francia, nega che
gli addetti al servizio TV si esprimano a
nome del protestantesimo francese, sostenendo, fra l’altro, che essi « detestano
tutto ciò che hanno compiuto i nostri padri e si direbbe che si impegnano per far
dimenticare la loro memoria. Ho ascoltato qualche domenica fa alla TV una
di queste persone consacrate a tale impresa. Si è espresso in modo scherzoso
e voleva anche essere fine, sui nostri antenati ^ che mangiavano castagne, senza
aver Taria di ricordarsi che si sono nutriti anche della lettura quotidiana delle
Scritture... Allontaniamoci da quanti non
hanno la forza di conservare intatto il
movimento che anima lo spirito della Riforma da molti secoli... ».
Queste ed altre affermazioni hanno evidentemente provocato dissensi e consensi, sono state riprese dalla stampa non
protestante, deformate, introducendo nel
dibattito equivoci ed incomprensioni. Per
questo Réforme del 4 ottobre ha dedicato ben 2 pagine ad altri 6 interventi oltre
alla replica di Chamson.
Questo discorso sarà sicuramente ripreso nell’assemblea generale di Parigi.
In un tempo in cui i protestanti francesi
non si nutrono più di castagne e le statistiche rilevano dati preoccupanti, sono
chiamati a riscoprire il senso della loro
presenza nella Francia di Servan Schreiber e di Giscard d’Esteing. E non è più
la Francia di Luigi XIV.
Ermanno Genre
la settimana internazionale
a cura di tullio viola
IL « VICOLO CIECO »
« La condizione essenziale per un
cambio in direzione democratica, oltre
alla rinuncia di Franco al potere (che
per ora non c’è), e alla fedeltà dell’esercito al principe Juan Carlos (che c’è, ma
potrebbe esser posta in dubbio se il principe intendesse rivedere l’organico delle
più alte gerarchie), consiste, secondo
Apostua, “in un patto politico di respiro
nazionale, un accordo sui requisiti minimi della Spagna futura. Questo patto
avrebbe bisogno non solo del contributo
delle forze non franchiste, ma anche di
quelle antifranchiste. Finora, in questa
direzione, non si è mosso un solo passo" ».
Questa valutazione è tratta da un articolo di Gian Piero Dell’Acqua su « Panorama » (del 2.10.’75). Luis Apostua è « vicedirettore e commentatore politico del
quotidiano cattolico moderato “Ya”, il
più diffuso di Madrid. (...) La reazione
provocata dalle modeste proposte democratiche fatte dal primo ministro Carlos
Arias Navarro nel febbraio 1974 (ha dichiarato a "Panorama” l’Apostua) ha fatto retrocedere di 20 anni la situazione spagnola. I grandi sconfìtti di quest’ultimo
anno sono stati i franchisti favorevoli a
un progresso, a un’evoluzione. Oggi la situazione è aperta allo scontro diretto fra
estrema sinistra ed estrema destra ».
Apostua considera « “impossibile" la
formazione di un governo, in seno al regime, che sia anche moderatamente liberale. Secondo lui, l’autentica erede di
Franco, dal punto di vista sociologico,
“sarà la grande destra spagnola, unita
più dall’interesse che dall’ideologia. Ma
questa destra non ha ancora scelto: si
sente perfettamente a suo agio in un regime autoritario, però capisce (o comincia a capire) che questo non è più possibile, e che forse le può esser utile, a
lunga scadenza, un modello di democrazia borghese. Ma non si è ancora resa
conto che questo esige un patto con tutta la sinistra oggi illegale, senza alcuna
eccezione. (...)
La Spagna di Franco è quindi in un
VICOLO CIECO. (...) E non è neppur detto che l’aiuteranno gli USA, da molti anni tolleranti verso Franco per ragioni
economiche e strategiche. Anche se gli
ambasciatori americani in Europa hanno ricevuto, dopo la visita di Gerald Ford
a Madrid in maggio, l’incarico di caldeggiare l'ingresso della Spagna nella Nato
(incontrando un secco rifiuto in tutti i
paesi in cui la sinistra ha responsabilità
di governo), le trattative in corso fra
Madrid e Washington per il rinnovo dell’accordo sulle basi militari americane,
che è scaduto il 26 settembre, sono a un
punto morto. Madrid ha chiesto aiuti
militari per 1.500 milioni di dollari e una
garanzia difensiva da parte degli USA.
Questi hanno controfferto un terzo della
cifra e nessuna garanzia.
Nella stampa statunitense e nel partito democratico si fa strada la convinzione che, dopo gli avvenimenti portoghesi,
sia interesse di Washington puntare su
un regime democratico solido piuttosto
che, continuando ad appoggiare Franco,
favorire lo scontro fra estrema destra ed
estrema sinistra, rischiando il caos ».
Quanto sopra conferma e precisa le
angosciose considerazioni che abbiamo
riportate nel n. preced. di questo settimanale (v. l’art. « La falsa agonia del regime franchista »),
I VECCHI NELLA NUOVA SOCIETÀ’
CINESE
•A- Tornato da un viaggio nella Cina di
Mao, l’attore Dario Fo ha concesso una
intervista e, fra l’altro, ha detto:
« È gente serena, tranquilla. In Cina
non c’è nessuna tensione come la vediarno qua, quell’insofferenza che è la più
tipica esasperazione dell’individualismo.
Là c’è comunanza totale. A Pechino, nelle strade, fai fatica a passare, c’è un casino di camion, di biciclette, di persone.
Beh, non ho mai visto nessuno litigare.
(...) Ho visto una mostra fotografica sulla situazione della Cina 27 anni fa. Cerano immagini impressionanti. Era una situazione (quella di allora) disperata:
bambini che venivano venduti dalle madri, lOO.ÓOO e più prostitute, ignavia, una
lotta atroce per la sopravvivenza, un sottoproletariato enorme. Come mai, quasi
di colpo, questa stessa gente si è trasformata, diventata diversa? Evidentemente
c’è stato un grosso mutamento sul piano
ideologico e culturale.
“L’uomo al primo posto’’, per loro, non
è stata una frase lirica ma un discorso
autentico. Un esempio fra i tanti? A Nanchino ho visto degli ospizi per vecchi, a
dir poco, splendidi. Ma questi ospizi sono pochissimi. Gli anziani soli, senza nessuno al mondo, non sono molti. Per lo
più i vecchi rimangono integrati nella vita sociale, vengono tenuti “vivi" dalla comunità, partecipano attivamente alla vita di quartiere. E poi non hanno problemi finanziari: i figli vengono loro incontro. Inoltre hanno a disposizióne un pezzetto di terra da coltivare, la vasca dei
pesci da curare, una tradizione quasi sacra in Cina da quando si è sviluppata la
fase della canalizzazione. Con loro vivono i ragazzi, oon loro giocano a delle dame stranissime, a domino, fanno spettacoli, canzoni, raccontano storie. Negli
ospizi, poi, i cuochi, alla mattina, discutono con loro il menù del giorno. Te li immagini i nostri vecchioni? Un’anziana
operaia mi ha spiegato come, prima della rivoluzione culturale, Confucio fosse,
oltre che una religione, anche un modo
per tenere il potere: “adesso per fortuna
sono felice", mi ha detto ».
(Da « Il Mondo » del 25.9.’75, anno
XXVII, n. 39).
Congresso MCS
(segue da pag. 3)
Il corso dei lavori è stato interrotto
dalla notizia della condanna a morte dei
detenuti politici in Spagna. L’assemblea
ha inviato un telegramma di protesta al
dittatore Franco ed ha organizzato una
manifestazione di solidarietà con le forze
democratiche spagnole.
L’ultimo giorno del congresso è stato
dedicato alle relazioni dei singoli gruppi,
che tratteggiamo brevemente. La sezione
sulla liberazione della donna si pronunciava contro una specifica teologia femminista, contro la visione di un Dio guerriero e tutto mascolino per mettere l’accento sulla storicità, la prassi di Gesù. Il
processo di liberazione della donna è stato visto nella prospettiva della liberazione biblica. La bibbia, è stato detto, non
può essere usata come mezzo di oppressione della donna, ma, essendo la rivelazione un processo continuo che mette in
crisi gli schemi sociali, esigiamo una lettura biblica che tenga conto della realtà
presente: cioè della partecipazione dei
cristiani alle lotte di classe. La sezione
Interpretazione della bibbia e lettura materialista ha esaminato alcuni testi biblici (Mt. 21 e Isaia 58) nel contesto dell’azione politica quotidiana. È stato sottolineato che non è giusto avvicinarsi ai testi biblici con pregiudizi borghesi o sentimenti anticomunisti. Tutta la Bibbia, dall’Esodo alla risurrezione, parla di liberazione, di lotta per la liberazione che coinvolge oppressi ed oppressori.
La sezione « Missioni » ha affermato che
la teologia non può più prendere le distanze dai movimenti di liberazione. Oggi è impensabile una teologia che cada
dall’alto della civiltà occidentale sulle diverse situazioni storiche. E necessario
fare — è stato detto — una critica
delle pubblicazioni missionarie, promuovere ricerche sul razzismo nelle teologie
e analisi politiche sui movimenti missionari (es.: Mov. Wycliff). La sezione che si
occupava deH’ecumenismo ha toccato temi diversi: dai rapporti tra MCS e KEK
(conferenza delle chiese evangeliche) alle
attività di alcuni gruppi interconfessionali europei. Interessante è stato ascoltare
le posizioni degli ortodossi (URSS, Romania) incentrate sulTimpegno aH’interno
della chiesa (liturgia, catechesi) con una
chiara divisione di fondo tra ciò che è
politico e ciò che è religioso, tra mistica
e vita sociale. Le posizioni sono riuscite
tuttavia a confrontarsi ed a raggiungere
un accordo sulle proposte operative. Innanzi tutto promuovere, attraverso i MCS,
un’indagine ed un’azione critica sui comprornessi tra Chiesa e Stato. Oltre a ciò
analizzare la realtà sociologica delle chiese attraverso questionari, analisi di classe ecc. L’ultima sezione, quella delle lotte
di classe in Europa, prendeva in esame
il movimento dei cristiani per il Socialismo, oggi presente in 20 diversi Paesi. Al
di là della diversità di situazioni, è stato
ribadito che il movimento dei cristiani
per il socialismo (cps) non è il tentativo
di fondare un partito cristiano di sinistra, né una nuova chiesa di classe, ma
rimane un movimento. Esso favorisce lo
inseriniento dei cristiani nelle organizzazioni .di sinistra e partecipa alla lotta per
il socialismo a tutti i livelli sociali. La
sezione chiedeva alTassemblea di appoggiare la candidatura al Nobel per la pace
di due antifascisti spagnoli; il catalano Luis Maria Xirinachs e lo spagnolo,
Marcelino Camacho. La proposta è stata
accolta. Altre comunicazioni riguardavano la situazione dèlia sinistra nella Germania Occidentale che vive ormai sempre di più ai margini della legalità e la
situazione dei rifugiati politici.
In conclusione per la delegazione italiana, il Congresso europeo MCS, è stato un
prezioso momento di verifica internazionale della linea EGEI (Federazione Giovalile Evangelica Italiana) — corrispettivo nostrano del MCS — ed uno stimdlo a
proseguire in quella pratica politico-teologica di cui non siamo l’avanguardia isolata. G. Platone
Comitato di Redazione; Bruno Belllon, Valdo Benecchi, Gustavo Bouchard, Niso De
Michelis, Ermanno Genre, Roberto Peyrot,
Paolo Ricca, Giampaolo Ricco, Bruno Rostagno, Giorgio Tourn, Tullio Viola.
Direttore: GIORGIO TOURN
Direttore reiponsabiie : GINO CONTE
Amministrazione: Casa Valdese, 10066 Torre Penice - c.c.p. 2/33094 intestato a L'Eco
delle Valli-La Luce - Torre Pellice
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semestrale L. 2.500
estero annuo L. 6.000
Una copia L. 150, arretrata L. 200
Cambio di indirizzo L. 100
inserzioni : Prezzi per mm. di altezza, larghezza una col.; commerciali L. 100 - mortuari L. 150 - doni 50; economici L. 100
per parola.
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8 luglio 1960
Loop. Tipografica Subalpina - Torre Pellice