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AMMINISTRAZIONE; Via Carlo Alberto, 1 bis ;- Torrk Pn.tict
REDAZIONE: Via Arnaud, 27 - Torre PeLuck , .j
Ogni cambiamento d’indirizzo costa una lira
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(3ent. 30 la copia
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Circolare della Commissione Distrettuale
delle Valli Valdesi
Al signori Pastori e membri dei Concistori,
VENERATI FRATELLI,
La, XXXV Conferenza del 1° Distretto avrà luogo a San Giovanni nella Sala Unionista, giovedì 4 giugno, e si inizierà alle ore 9,30 precise con un culto
presieduto dal Pastore Umberto Bert.
I Signori deleganti laici dorranno produrre al Seggio provvisorio i loro man^ dati di deputazione.
Al lavori della Conferenza possono
assistere, anzi sono cordialmente invitanti, tutti i membri della Chiesa Valdese.
I Signori delegati che non provvedono personalmente al loro pranzo, sono pregati di prenotarsi in tempo utile
presso il Pastore della Parrocchia.
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Mentre .rileviamo con compia,cimento
l’afflusso di doni per l’invio dell’Eco
delle Valli ai nostri militari. Vi facciamo presente che sull’amministrazione
del nostro giornale grava ancora un deficit di diverse migliaia di lire, dovuto
alla spedizione supplementare del giornale ai giovani sotto le armi.
E’ assolutamente necessario che la
spesa dell’Eco delle Valli ai militari non
gravi sull’amministrazione del giornale,
e perciò Vi rcvolgigmo una vivai preghiera perchè, nella forma che giudicherete più opportuna, le Vostre parrocchie ci facciano pervenire un’offerta
adeguata a questo scopo.
* ' . .1
Noi sià,mo sicuri- che tutte le famiglie
Valdesi, . spontaneamente e con ogni
premura, Vi verseranno un’offerta particolare per questo scopo, non appena
ne avrete fatto presente la necessità.
Vi ricordmmo che i versamenti alla
Cassa Centrale, dovranno essere fatti
entro la fine del corrente mese, e che
entro la fine del corrente mese dovranno pure pervenire al Sovrintendente le
relazioni annue e i relativi sunti.
La grazia sia con tutti quelli che amano il Signor nostro Gesù Cristo.
'La Commissione Distrettuale.
TUTTI furono ripieni dello Spirito
Santo (Atti 2: 4). Queste parole sembrano un guizzo di feainma viva, che,
ardentemente aspettala, risplenda ad
un tratto in mezzo alle tenebre. Fu in
questa radiosa realtà, che ebbe inizio la
1,^ storia della Chiesa di Cristo. ,
% TUTTI furono ripieni 'dello Spirito
Santo. Oh quel tutti quanto è significativo^e bello! Erano m 120, specifica il
V. 15 del primo capitolo degli Atti. Mi
par di vederli, là nella camera alta: gli
^ apostoli, le donne che avevano seguito
X Gesù nella sua missione. Maria madre
i di Lui ed i fratelli, altri discepoli. Ce
? n’erano nel pieno vigore degli anni, deìi giù inoltrati in età, non vi ma,ncavano i
piovani.
Avanti, che tutti ricevessero la pienezza dello Spirito Santo, il cap. primo degli Atti al ver8. 14 ci narra che un’altra realtà era stata pure m tutti: TUTTI
I costoro perseveravano di pari consentip mento nella preghiera. Era preghiera in
[ certezza ed in sacra aspettativa del
compimento di quanto Gesù aveva pro
»’■ messo: Voi sarete battezzati con lo Spirito Santo fra non molti giorni... voi riceverete potenza, quando lo Spirito
" verrà su voi (Atti 1: 5 e 8). '
per poter compiere la volontà di Dio.
Lo Spirito vi guiderà in tutta la verità.
(Giovanni 16: 13).
Senza lo Spirito Santo la stessa opera,
di salvezza manca del necessario consolidamento: Dio ci ha salvati non per opere giuste che noi avessimo fatte, ma
secondo la sua misericordia, mediante il
lavacro della rigenerazione e il rinnovamento dello Spirito Santo (Tito 3: 5).
Ma chi potrebbe enumerare tutte^ le
benedizioni, le realtà di vita ed i frutti
che lo Spirito Santo può produrre in coloro. che lo ricevono? Un poeta ha detto: Ogni fior che il tuo, sguardo contempla - ha del siol che si è fatto corolla;
a maggior regione in ogni anima che si
è lasciata pervadere dallo Spirito del
Signore, v’è il raggio della presenza divina. ■
«
Senza il dono dello Spirito Santo non
c’è vita cristiarm completa.
' L’apostolo Paolo afferma: Nessuno
può dire: GESÙ’ E’ IL SIGNORE! SE
NON PER LO SPIRITO SANTO (1
Cor. 12; 3).
Senza lo Spirito Santo non vi è giusta
comprensione delle cx>se divine: Noi abbiam ricevuto lo Spirito che viene da
Dio affinchè le conosciamo... l’uomo
naturale non riceve le cose di Dio, per' chè gli son pazzia (1 Cor. 2: 12 e 14).
Senza lo Spirito Santo non c’è passo
Uno scrittore di cose spirituali ha
detto: Le religioni storiche piene di vita alla loro origine,... finisicono per
mummificarsi in dogmi ufficiali. La religione vivente è quella in cui lo Spirito di Dio s’afferma mediante una testimonianza interna, imperiosa, che dà il
sentimento del peccato, il bisogno di
abbandonare il male e di operare il be
ne.
sicuro e completo nella via della ventà
Certo, anche per le religioni storiche
non tutti i tempi si assomigliano; e forse, in tempi di rilassamento spirituale e
di materiulismo, ci può essere del buono anche'in quello spirito che tenacemente conserva quel che appare privo
di vita. Non fa cosi la quercia, che ad
estate 'finita dipinge le sue foglie co»
colori dei tramonti autunnali, ma a differenza di altri alben non le lascia cadere, e fa'tutto il suo possibile per conservarne finché spuntino le nuove?
;Ma guai alla Chiesa che si contentasse di foglie secche) Quelle della quercia
«
tengono saldo sòltauyto cpn la scopo di
essere a custodia delle piccole gemme,
cì^è trovansi all’ascella' dei loro peduncoli. speranza di nuova vita. Sono come
un' legame di congiunzione tra, una vitalità che fu ed un’altra., che deve sorgere, perchè là morte non trionfi.
0 Chiesa di Cristo, in questi tempi
carichi di avvenimenti e di attesa, il tuo
compito non può esaurirsi in quel che le
stesse circostanze di vita umanamente
ti . chiedono. C’è in te qualche cosa che
si muove. Presso i tuoi figli, che per
grazia di Dio sentono in sè l’ardore dello Spirito, delle ossa secche si accostano. le une alle altre, si coprono di tendini, di carne, d'e pelle. Sia benedetto il
Signore. Ma non basta.; è necessario che
tu.possa esser ripiena dello Spirito del
Signore, vibrante in tutti coloro che ne
fanno parte; Spirito di grazia, di consiglio, di-sapienza, di verità, di forza, d’amore. Nel giorno della Pentecoste l’apostolo Pietro così parlò della divina
promessa del dono dello Spirito Santo:
« Per voi è la promessa, e pqr i vostri
figlioli, e per quanti H Signore Iddio nostro ne chiamerà ». (Atti 2: 39). E’, dunque, promessa anche per noi. E allora.
Chiesa del Signore, nella potenza dello Spirito camminerai nella volontà di
Dio, vi cammmerai in forza alimentata
di quiete e fiducia comunque ti si presentila via, vi camminerai come i quattro cherubini veduti dal Profeta (Ezechiele 1: 12), che « camminavano ognuno diritto davanti a sè, andavano dove
lo Spirito li faceva andare, e, camminando, non si voltavano ».
Nel giorno in cui per la potenza dello
Spirito. Santo nacque nella sua storica
tangibilità la Chiesa dì Cristo, alla quale la Chiesa Valdese appartiene, sforzandosi con l’aiuto di Dìo di essere in ogni tempo fedele all’insegnamento del
Signore e nella sua missione: « Ltta: lucet in tenebris giunga, -il saluto nella
grazia di Dio e nella speranza cristiana
ad ogni'nostra Chiesa, Gruppo", ad ogni evangelico isolato, ai nostri cari
militari-fin nelle terre le più lontane, a
qùànti, credenti nel Signore, .possono
ripetere coi Profeti, i Salmisti e gli Apostoli: «Ma, io spererò neU’Eterno ».
« La fede è cértezza di cose che si sperano».
Il Moderatore: Virgiglio Sommani.
Virgilio Sommani
PER ECO Al MILITARI
Coisson Luigi, L. 15 - Maresciallo O-,
din, Btg. Pinerolo, 38 - Artiglieri Vaidesi, 40 Batteria, 87 - Fante Benech Adelmo, 20 - Colletta Festa di Ganto Val
. Pellice, 276,7^ - Corale di San Giovanni, 67 - Cap. Emilio Rostagno, 50 Ten..
Dr. Malan Renato, 50 - Long llda, 15 Garàbiniere : Bonjour Giovanni, 10 Baridon Stefano, 15 - Long Attilio, Carabiniere, « riconoscente per aver ricevuto il caro Eco in zona di guerra », 20>
- Paschetto Eugenia, 9 - Gay FamigU^,
5 - Forrieron Susanna, 5 .- Forneron
Margherita, .5 - Soldato .Avondet Ugo-,
20.
Noi “ Cristiani
e voi “ Protestanti
5?
Non c’è Valdese,, specialmente militare, che abbia- apertamente manifestato la sua fede, nell’ambiente cattolico
in cui si è trovato, il quale non abbia
le mille volte sentito questa frase: « Noi
Cristiani »... voi « Protestanti ! ».
Ogni volta che attacchi discorso con
un compagno cattolico, in materia (di religione, ecco sempre quella frase: « Noi
« Cristiani »... Voi « Protestanti ». Noi
« Cristiani » facciamo questo. Voi « Protestanti » fate quest’altro. Noi « Cristiani abbiamo la Madonna, i Santi, il Purgatorio », voi « Protestanti », no.
E la discussione tante volte sarebbe
interessante e pacifica, perciò benefica,
ma quella frase rovina tutto, (col suo rigido esclusivismo, denotante orgoglio
ed ignoranza insieme. /
Infatti chi pronunzia questa frase, discorrendo con un Evangelico, afferma,
assiom,aticamiente,, che cristiani sono
soltanto quelli che fanno parte della
chiesa Cattolica Romana, e tutti gli altri non lo sono.
Noi « Cristiani »... voi « Protestanti»...
' ' '
C’è Tignoranza, del basso popolo, che
la dice in buona f^e. Egli non ha mai
saputo che al mondo esistessero delle
persone che non fossero della sua reli
gione, non cattolici, come lui; che non
adorassero le stesse immagini, la stessa Madonna, gli stessi Santi, come lui.
Nel suo paese tutti andavano a 'Messa
con ' lui, ed è stato abituato sempre a
conoscere, a vedere, a sentire dei cattolici, tutti cattolici, come lui. Ed ora che
si trova, lì, di fronte ad un Valdese che
gli parla di un’altra fede, di altri nrin
cipi, senza Madonna e senza Santi, gli
pare impossibile che possa essere « cristiano ». Quando poi sente che il Valdese gli confessa apertamente: « non sono
cattolico » allora non ha più nessun dubito, ed esclama stupito: Ma allóra, davvero, non sei «cristiano!».
Ma c’è anche chi lo diòe per semplice
vizio. Sa, sì, che cristiani sono anche i
« Protestanti », anche il Valdese, che gli
sta lì dinnanzi e che gli parla dèlia sua
Religione; ma pure è tanto abituato a
quella mentalità, per cui « Cristiani »
sono i Cattolici, che, parlando col Valdese, ecco che gli scappa quella frase:
«Noi Cristiani»... E quando l’altro^ossen’a: « Piano, anch’io sono Cristiano »
sì egrregge e si scusa. Pure la frase è
stata pronunziata ed ha prodotto i suoi
effetti.
E non mancà neppure chi la pronunzia per orgoglio. Anch’ali sa che « Gri
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stiani» sono anche i «Protestanti»; glie-
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lì
X, L’ECO DELLE VALU VALDÍSí
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jtÿs*,*
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l0 hanno detto divorai e si rkca’da di
■ àyerld visto anche sui libri di vtagto^
tjuando andava a 's^cuola, ci tiene ad
escludere i « Protestanti » Idal csiàtiane- r,
simo; tantOj *,sono degli eretici, degli i>'
scomunicati, ;‘ed egli dice^j^quella irase '
4con enfasi, quasi a far sentire al Val-i'
dese ¡che parla con lui, che ì Cattolici
soltanto sono veiri cristiani,'hanno U di-’^
ritto di chiamarsi tali. ^ ^r' '. *'
ir ■'4 ' -i* ' . «
Comunque quella frase sia prouxm“’“^ ì;
ziata, è una frase che ferisce neirintimo ''
ogni Evangelico, che'sie la sente dire da
un compagno,' è una di quelle frasi che
più di ogni altra urtano contro il sen- ..
timento ed il carattere di chi si sfor- i
za di seguire il Cristo. Quella frase è lì, '
ad c^ni piè sospinto, come' una punta
rivolta contro a te stesso, per toglierti
il diritto di chiamarti Cristiano perchè
pròfessi una fede diversa da quella cattolica., Vìen voglia qualche volta di
troncare ogni discussione e ritirarti, come una persona che è stata offesa nel
suo onore; tanto non ci capisce nulla !
nulla ! • '.
Però.. insieme a questo effetto triste
e malefico, ve n’è un secondo benefico,
salutare, che il più delle volte neptralizza il primo e porta alla vittoria.
Quella frase Comunica una potenza speciale al Valdese che la ode dalle labbra
di un compagno; lo scuote- come con
una scossa elettrica e subito mette in
funzione- tutte le sue capacità per combattere Terrore del Compagno, e miettere in luce la verità: Cristiani sono tutti
quelli che credono in Gesù Cristo, e che
si sforzano di vivere come suoi discepoli, che seguono le Sue orme, che si
danno interamente a Im. Cristiani non
sono colorò che dicono di essere tàli,
e continuano a vivere come se Cristo
non fosse mai esistito per loro; e non lo
sono neppure coloro ohe si contentano
di appartenere ad Una chiesa che si
chiama Cristiana; che si contentano di
riti, di pratiche, di ¡recitare a memoria
preghiere, in italiano od. in latino; o che
si contentano di partedpaiie al culto,
o alla Messa, chiacchierando del più o
del meno, oj sia pure, ascoltando attentamente. Griistiani sono invtece quelli
che credono in Cristo e lo seguono col
cuore led orientano tutta la loro vita
verso dì Lui; che si lasciano trasformare dalla Sua grazia, che portano dei
frutti reali e tangibili per la sua gloria;
che sono talmente stretti in comunione
con lui, che possono dire con S. Paolo:
« Non son più io che vivo ma è Cristo
che vive ili rrie »,
Ed allora di fronte a questa verità del
Vangelo: « Non chiimque mi dice « Signore, Signore » entra nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio
che è nei dèli» (Matt. 7: 21), il contradittore rifletterà stupito, e tacerà anche
l’orgoglio: « Dunque anche loro, i Protestanti, sono Cristiani ».
! ■** •
Allora la frase: noi « Cristiani »... non
sarà più frase che ferisce o che scuote,
ma sarà una frase che rieimpie il cuore
di gioia e di paca, perchè sarà il segno
che dei fratelli in Cristo si sono incontrati, riconosciuti, ed ora dimorano insieme. Cyprus
laivclS
.i. « In quel giorno vi era ancora tempo (per fuggire dall’ira a venire), ma ora è troppo tardi.
Troppo tardi; parola amara, parola
infernale, paròla che è Tinfemo.
Troppo tardi; vale a dire il cielo divenuto di bronzo che cade su di noi con
tutto il*'fiUo peso!
Troppo tardi: vale a dire ü fuoco ardente che arde, arde è non si spegne
mai, fa tignola che rode, rode e non perisce mai! T
Troppo tardi; vale a dire la misericordia di Dio sfibrata dalla sua giustizia, legata dalla sua fedeltà, e che non
può più venire alla luce senza lacerare
qualcuna delle sue perfezioni!
Troppo tardi: vale addire la dispera-.^
‘ zione del grido Io non posso, con Póma- ■
rezza del grido: Io potevo e non ho vo-m
luto.
(Frammenti/di, A. Monod, da
Bicordi e Studi di Pédézert).
• ai
£(9gcfldo (d «motando
Gian Gaspare Orelli (1787-1849), svizzero ^i origine'italiana, teologo e grecista,, trascorse in Italia uh certo nume- "
ro di anni studiando la letteratura ita^
liana od entrando in relazione con alcu-'
. ni grandi id’Italia. A Milano conobbe
Ugo Foscolo e lo udi declamare la tragedia sulla quale stava allora lavorando, TAiace. Studiò Dante e di lui scris- *
se: « Dante, a mìo avviso, è colui che
dopo Cristo, Giovanni, Paolo, Platone,
ha gettato gli sguardi più chiari e piq
animósi nelle profondità delTinfinito ».
Dopo Dante, TOrelfi si occupa anche di
altri poeti. . Le tragedie delTAlfieri lo
impressionarono. Ritornato in Svizzera
continuò sempre ad occuparsi di cose
italiane., '
Un volume sulle relazioni culturali
ìtalo-svi'zzere durante il settecento e
Tottocento pubblicate da Lavinia Mazzucchetti ed .Adelaide Lehner, largamente recensito sulla Nuova Antologia
ci dà queste ed aitile, notìzie sulTOrelli.
Particolarmente interessante per noi
è Tannotare che .TOrelli nel suo soggiorno in Italia diresse, come pastore evangelico, la Chiesa di Bergamo. Fu lui che
in tale veste celebrò il matrimonio di
AlessEindro Manzoni con Enrichetta
Blondel.
Per associazione -di idee ricordiamo
che ' Giovámxi Andrea Scartazzini, gi igionese, 1837-1901, fu anch’egli pastore
evangelico e precisamenia a Fahrwangen nelTArgovià.
Chissà se tutti i nostri studenti cb» '
settimanalm,en/te sfagliano La Divina
Cornmedia da lui annotata e commentata lo sanno? Ecco cosa dice, tratteggiandone la figura e l’opera, la Treccani:
« «Giovò senza dubbio, in ispece col
suo commento, dove la materia attinente alle questioni teologiche fu da lui
messa innanzi con riecheza e novità »
II Diario Eritreo di Ferdinando Martini è stato pubblicato solo nel 1941.
Giornalmente il nostro africanista annotava fatti èd esperienze occorsegli
durante il suo governatorato eritreo.
Nel territorio da lui governato erano
alcune sedi della Misrionie Svedese ed
il M^tini ebbe occasione di visitarle.
« Facciamo colazione e pranziamo alla Missione portando pur noi il nostro
èoiitributo di cibi e bevande. I missionari sono due: l’uno il signor Roden,
da molti anni nella colonia; l’altro un
giovanotto di 25 armi incirca, che è meidico. Lavorano intomo ad un vocabolario della lingua tigrina e, alla pubblicazione de’ Vangeli, pure in tigrino, e
in Tigrè. E questa è certàmente, dopo
le cure che prestano ai malati, la cosa
più utile che facciano. L’apostolato vero e proprio poco conclude per loro confessione istessa. Hanno un coadiutore
indigeno il quale, dopo ü pranzo nostro,
nella stanza medesima, spiega ü Vangelo agli alunni e recita delle pr^hiere
con una compunzione coti ¡esagerata da
punzare d’ipocrisia. E i ragazzi non gli
badano o si vede che, pur badandogli,
non hanno Tombra dì sentimento religioso. « Non abbiamo danaro da distribuire - dice il signor Rodien - e perciò
siamo scarsi in alunni ». Preziosa testimonianza di come si facciano spesso le
.conventioni in Abissinia e degli impulsi
onde son mosisi gli indigeni a convertirsi». '
« Tuttoché stanco morto, preferisco
di' spingermi fino a Relesa, mandando
avanti una staffetta che preghi i signori
/.
della Missione svedése di darci-la cena
e magari della paglia.
-..Alle 7!,il0 ¡aiitriviamo finalmente
Belesa. Buona cena,^ottimo letto
timi dal missionario svedese dotir 'VÌ’inquist. La carniera deve appartenere ad
una diaconessa inglese che ho intravi-f
sto, e che addottorata in ostetricia e me- .
dicina aiuta il WinquÌst.médico anch’es-,*;
so. La moglie di lui fa scuola alle barn- '
•bine indigene. Il Winquist ha pubbli- ''
cato or è poco un sillabario nella lingua
tigrina stampato dalla tipografia della
Missione svedese in Asmara. Me ne regala un esemplare ».
Queste osservazioni ci interessano per
due ragioni: prima per l’implicito ri- •
'conoscimento delle difficoltà dal Martini riscontrate neU’opera dei missionari èd in secondo luogo per le considerazioni generali sue, in base ad
ammissioni degli stessi missionari,
sulla reale portata delle Missioni e sui
mezzi a noi difficili a capirsi, da impiegarsi in terra di missione.
Spesso la cifra che ci danno le statistiche sui convertiti non equivale alla
cifra .reale delle convèrsioni. Ma: cosa
importa questi ? Roberto Malan
Mtr;qiiellt eie creàODO
Scrivono aW-€co...
Il signor Armando Schreiber; dalla sua
lettera stralciamo alcuni passi per i
nostri lettori:
« Credo sia stato un bene che il Direttore di questo periodico non abbia
potuto trovare un « competente » per
redigere il resoconto delle nostre così
simpatiche « Feste di ¡canto », e c’è fórse da augurarsi che ti «competente» non
si trovi neppure negli anni venturi, per
evitare attriti antipatici che certi necessari piccoli appunti del resocontista
potrebero generare nelle masse coteiIì
per 'certi difetti, manchevolezze, disattenzioni, pcG. specialmente nelle corali,^
meno riumerose e non" troppe affiatate.
Il resoconto invece dell’« Eco », sobrio,
preciso, imparziale non'offende nessuno
ed accontenta tutti. Del resto il progresso veramente notevole die il pubblico ‘ha potuto constatare anno dopo
anno nelTesecuzione delle varie corali è
molto incoraggiante e fa onore ai dirigenti ed ai cantari; qualche piccola
menda si potrà in avvenire ancora eliminare, come voci troppe metalliche di
soprani, fogli sgualciti di cori troppo ■
©stentamente esibiti dagli esecutori, che
così non possono seguire più attentamente chi dirige, tenori che tirano il
collo negli acuti e che quindi nello sforzo stridono forte più che càntare, bassi che mancano, ecc. Ma queste sono
piccolezze che con buona volontà i dirigenti delle corali potranno far scom■ parire se saranno assecondati dalla buona volontà degli esecutori, e non infirmano il pieno succeso delle nostre feste
di canto, specialmente di quelle cui abbiamo avuto la fortuna di assistere quest’anno, e specialmente dei cori di assieme ».
Il signor Schreaber nota quindi la riuscitissima « esecuzione dì quel mirabile
gioiello che è il n. 155 del nostro innario » e sottolinea giustamente come il
suo autore sia « il prof. Guido Gasperiitì il Venerato maestro di canto diel « Comandi », figura non dimenticata di maestro dalla profonda bontà che emanava
dal volto ascetico e dalTanimo ispirato
che seppe trovare la veste musicale
adatta alle parole del grande poeta: Giusti... Ebbene se le nostre feste di canto,
e sopratutto i nostri bellissimi inni hanno la virtù di commuovere e di condurci alla preghiera, possiamo bene affermare che svolgono assai Regiamente •
la loro missione che è quella di rendere
l’animo lieto e riconoscente al Signore
ed agli uomini che per servirlo haimo
operato in questa vita.
E come l’inno 155, moltissimi altri del
nostro Innario sono davvero'‘ben scelti, sia come parole, sia come musica, e»
non c’è che da studiarli e cantarli... stanza '
fantasticare, come alcmii fanno, sulla
necessità dì compilare nuoyi innari, ».
Tante una delle molteplici marce e
contH^atee compiva nella Slesia
x^ata, semprè in procinto di essere schiacciato da forze immensamente
superiori, sempre pronto a parare con
il colpo di' genio*' ogni attacco. ostile,
Federico U, Grande si trovò, per un sentiero di montagna, fianco a fianco con
il conte di Schmettau, uno dèi suoi migliori generali, un uomo molto pio, tanto pio, quanto il suo re era scettico.
La strada era lunga e faticosa, lo spirito del re di Prussia aveva bisogno di
un po’ di sorriso; la pietà di Schmettau
poteva essere ' anche un piccolo campo
di battaglia.
Gon l’arte consumata di uno stratega, Federico cominciò una marcia di avvicinamento:
« Ebbene, Schmettau, come vanno gli
affari ? Avete buone nuove del vostro confessore di B'erlino ? »
Oh!, non era un attacco frontale, ma
comunque, il sorrisetto era maliziosetto, anziché no; significava ¡semplicemente, per il re:
« Via, mio buon generale, tu sei un v
gran bravo generale, ma mi sembra che
tu invecchi diventi una donnicciuola,
vai in chiesa regolarmente, ti interessi
ai problemi religiosi, e a tante altre cose inutili ! Oh ! so bene che sono cose
senza importanza; per conto mio, che tu
vada in chiesa o no, che tu ti confessi
o no, non mi fa nè caldo nè freddo; però è straordinario che tu ti confessi.
Dimmi, Schmettau, sei ancora capace
di commettere dei peccati ? Bada, di
non cercar di sfuggirmi: se ti confessi, ^
vuol dire che hai ciualcosa da com'essare. Eh ! io che credevo di conoscere il
mio generale; avrei giurato che egli era
un uomo senze falli, e invece, nossignore, lui ne commette, di nascosto, e, di
tanto in tanto, scappa a Berlino, a raccontarli al bravo pastore Via, Schmettau, non diventar rosso, confessali a
j
1
me, ì tuoi peiccati'; così ti rispairmierai
I
una corsa a Berlino, e io, beh! ti pro*^
metto che non li ripeterò a nessuno I »
Queste cose pensava, e molte altre ne
disse sorridendo, il gran Federico, per.sS
passare il tempo, stuzzicare il suo fedele.
E la risposta venne, breve, asciutta,
seria:
« Vostra Maestà ha molto spirito, più
spirito di me; mi rincrescerebbe per il
vostro servizio se Essa riuscisse a farmi arrossire della mia fede, e non del
vostro spirito ». '
Brusco arresto del re e tono di co- '
mando;
« Spiegatevi, signor Schmettau ».
« Vostra Maestà mi considera come
un buon generale ed un fedele soldato.
Se mi togliesse la mia fede, se io do-"^;i
vessi vergognarmi di credere che il mio
Dio mi ha liberato dai miei peccati, se
dovessi arrossire di credere in una Divina Provvidenza, ed in una beata risurrezione, io non sarei più Talbero dalie radici salde, ma la canna piegata dai
venti, un uomo senza forza, incapace di
consigli... »
Così rispose il generale; ed il re fissò
ì suoi occhi grifagni nel volto sereno
del suo 'Compagno, poi gli strìniae la mano:
« Beati quelli che credono ».
Cosi racconta una storia del tempo
che fu.
■»RIÉDICHE
pubblicate dalla Libreria Claudiana
L. «
Giovanni Rostagno;
IL DRAMMA DELL’ APOSTOLO
E DELL’ANGELO DI SATANA
Ernesto Comba:
MA O R A ...
Chovanni Rostagno:
UNA'INCROLLABILE CERTEZZA
Giovanni Miegge:
IO SO IN CHI HO CREDUTO
Giovanni Rostagno:
1 NARCOTICI
DELLA COSCIENZA *
Ernesto Comba: v
MENTRE L’UOMO ESTERNO
. SI DISFA’ J :
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L’ECO DELLE
VALLI VALDESI
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1.USERNA SAN GIOVANE
Giovedì 7 maggio è stato ^^celebrato
nostro Tempio il matrimomo del;
^sig. Fiorentino .Boulard degli Aira^ col-'
i'ia sigma Adelina Porcero. La benedi.zione del Signore riposi su questi'^posì,
^ — Domenica scorsa 17 la nostra cqt^I
munità ha avuto il privilé^qT'di avere
• la visita dì Ghiera. Il capo distretto sìg,'
^ Roberto Nisbet - che aveva già presen^ ziato ad una seduta del Concistoro iL,
lisébato sera - ha presieduto il .Culto e : l’assem-blea di Chiesa. Era pure presente il vice-priesidente della Commissione distrettuale dott. Carlo Pons.
^Ringraziamo i nostri fratelli per .-la'
floro visita e vogliamo sperare che i
messaggi e le èsortaaoni che sono state
rivolte nel nome del Signore ¡siano accolti nei nostri cuori e suscitino in tutti
¡.’decisioni di maggiore consacrazione
.all’opera della Chiesa.
rJ>ER«'ERO-M AN Í OLIA
Il 17 corrente un lungo corteo acicom'
l.i
^•:pagnò airestremo riposo le spoglie mora tali di Menusan Adele Micol deceduta
I .all’età di 67 anni a San Martino. La malattia la colse improvvisaniente e due
^>:giorni dopo Dio la richiamava a se dopo
f^ÌWvere sofferenze. Dio voglia spandere
; sopra i figli ed i nipoti le sue preziose
ecHisolazioni;
— Al Culto della madre celebrato a
I Perrero il 17 corrente partecipò un
••‘buon gruppo dei.ragazzi del nostro orfanotrofio di Pòmiaretto. Es(si, guidati
‘i dalla loro cara direttrice, la signorina
^ A. Pons, hanno cantato molto bene un
S-.inno adatto alla circostanza. Sono stati
^'.quindi i graditi ospiti della chiesa che
•j,^;.ha loro offerto il pranzo nella Sala delle
^■attività.
¿ Preziosi doni in natura sono stàti rac||«olti per loro in questa circostanzà è saranno inviati a Pomaretto appena pos[ -sibile. Anche per la presenza di quarti
^ ragazzi il culto della madre assunse un
ttere m,oltp iinpreasìvoi. Numerosi
etti di fiori, prepiuati dalle monifurono offerti alle madri presenti
bambini della Scuola domenicale.
iLa Colletta j>er gli orfanotrofi ha dato
;.L. 72.
•> — E’ stato presentato al S. Battesimo
,Silvio Adolfo di Alessandro deU’Eirasfsa; è l’ottavo di una serie di molto vi:api bambini. Dìo voglia proteggerlo inivsieme a coloro che lo hanno presentato.
I^POMABETTO
R II culto di domenica prossima (Pentecoste) avrà inizio alle ore 10 anziché
>10,30. Durante il culto, seguito dalla
|«elebrazicme della S. Cena, avrà luogo
Oonfemoazione di quattro giovattiL
— La festa delle Unioni delle Madri
.6 doveva avere luogo domenica scco'
sa avrà luogo la domenica di Pentecoste nel, pomeriggio, alle pe 15, nel salope a (pianterreno deU’Orfanotrofio di
Pomaretto. ‘ <■>/■ àv
SAN GERMANO CHISONE
MASSELLO ,
Nella sua seduta del 26 aprile, l’AsIsemblea elettorale ha nominato con lu(Isinghiera votazione, alla carica di dia;ono, Micol Ernesto delle Pòrte; in
uella del 10 corrente' sono stati eletti,
|;^uale delegato . al Sinodo, Micol Enrico, anziano, e quali deputati alla Conferenza Distrettuale, Pons Giovanni,
anziano, e Micol. Carlo di Desiderato.
— La Festa della Madre è stata celejg|brata la dom.enica 10 maggio -con culto
^Kappropriato in Chiesa. Nel pomeriggio
^dello stesso giorno, le Madri, le Giovami e le Cadette si riunivano ancora nell’Aula del Reynaud in più intimo tratitenimento, inteso anche a sostituire ìn
•certo qual modo il tradizionale Bazar
Ij-che, per ovvie ragioni non ha potuto a> ver luogo quest’anno il giorno deH’A•scensione. Malgrado le difficoltà di oJSièi genere si è potuto constatare quanto le t nostre Sbrelle abbiano.àsà^to, àn- ., ;
che quest’anno far partecipi del lorò”’''
lavoro 10 dei loro doni la Chiesa e le o§_pervj di beneficenza della Chiesa.
,jjfPon vivissima gratitudine sono stati
ricevuti, per l’Asilo dei,Vecchi, dal 1°
gennaio al 30 aprile c. a., i seguenti doni in denaro:
Bar et Celina, L. 10 - Long-Gardiol
Delfina, in memoria dello zio Gardìol
Francesco, 6 - Genicoud Teresa, in memoria del padre della Suora Direttrice,
10 - La Suora Direttrice:, in memoria
del padre Jourdan Bartolomeo, 35 - Angela E. Dreh.er, 200 - Coniugi Antonelli
Enrico e Mery Stevens, in memoria dello- zio Teodoro Stevens, 50 - Panetteria Duchenei, 10.- Bartolomeo Jahier e
famiglia, in memoria diel nipote Enrico
Jahier di Amalia, 50 - Società Talco e
Grafita Val Ghisone, 300 - Chiesa dì
Torino, per l’anno 1942, 500 - Petrogalli
cav, uff. rag. Arturo, 50, - Poet Enrico,
riconoscente a Dio, 25 - Peyrot Enrico
e Lidia, 20 - Prof. , E. W. Long-Marey,
25 - Famiglia Bonetto-Bouchard, ,30 Cav. Uff. Petrogalli rag. Arturo, in memoria del Comm. Ing. G. Vinçon, (oblazione versata in gennaio 1941) 50 - Congregazione Cristiana Evangelica di Via
delle Orfane, Torino, 150 - Oddone Angela, in memoria della cara cugina
Maggi Laura, 20 - Jon Scotta CarlOj 25
- Jon Scotta Mariuccia, 25 - Famiglia
Revel, 25 - Soc. An. Officine di Villar
Perosa, i Colleghi e Collaboratori del
Comm. Jahier, rag. Gino, fiori in mem.
di Alda Arias-jJahierl 2000 - Gino e
Giorgina Jahier, in memoria di Giuseppina Jahier, 200 - Elena e Vanda Lina
Petrone, riconoscenti al Signore, 25 Famiglia Robert, in m.emoria della loro
cara compianta Maddalena Robert, 50 Giovanna Barus, in memoria dei suoi
cari, 25 - Leger Jenny, 20 -.Comba Catterina, in memoria del fratello, 20
- Long^ Giuseppina, 25 - Griot Clemente,
in memoria del nipote Guido Griot, 50
11 Fascio Femminile di S. Germ,ano; 50
- Coniugi Alberto e Elena Bounous, 100
- La Fratellanza Cristiana Evangelica
di Savona, 30 - Scartazzini Felice, in
memoria dì Sichevartz Giovanni, 100 I bimbi Mario e Giorgio Gay, 50-1
bimbi Maria Gabriella Ribet, Pier Paolo e Vladimirò Zagrebelsky, in memoria del caro nonno Ing. G. Vinçon, 500
La Società di Cucito di S. Germano, in
memoria di Matilde Rostan-Sibille, 73
- Btolley Eugenio, 30 - Fam.iglia Meyniier, 100 - Cav. Antonio Caibella, 150 Giustetto Emilio, 22 - Avondet Eli e
Signora, in memoria della cara Mamma, 20 - Avondet Umberto, in memoria
della cara Moglie, 50 Bisset Luigi e
Signora, in memoria della signora Avondet Lidia, nata Martinat, 100 - Avondet
Augusto e famiglia, in memoria della
mamma e nonna, 20 - N. N., una piccola offerta in memoria d’una madre adorata, 20 - Filippi Steìanina, in memoria
dei suoi. Genitori, 50 .. Bleynat Alberto
e Signora, 50 - Fiori In memoria di Bert
Nella Flora: la nonna e lo zio Riccardo, 20 - Idem,, il padrino e la madrina, 25 - Sig. e Sig.ra Francesco Reynaud, in memoria della nostra amata
sorella e cognata Margherita Menusan
in Reynaud, lOÓ - Rostan Carlo e famìglia, in memoria della diletta madre
e nonna Matilde Rostan-Sibille, 200 Picot Giacomo, ricordo del pellegrinaggio alle Valli Valdesi, 25 - Marese Pétrone Ignazio dalla Tripolitania, 50 Bouchard Luigi, in miemoria della cara
nipote Rachele, 20 - Comune di Perrero
pel 1942, 100 - Comune di Masisello, id.,
100- Comune di Prali, id., 50 - Chiesa
Valdese di Roma, Piazza, Cavour, 300 Famiglie Beux e Bounous, ricordando
il caro r babbo, 20 - Famiglie Beux e
Bounous, in memoria di Susanna Pascal
Rostan, 10 - Bouchard Giovanni ,e Signora, in memoria della loro diletta Rachele, 100 - Prof. Reto Roëdel, 10, ’
•i< Il Direttore.
A
%
il'..ciulÉo «li
’fi
(Meditazioni preparate sui tésti{:»del Calendari^ Biblico della Chiesa Moravi)
Signore
Lunedi I. Lettera: Giov. 3: -16-21;
25 Maggio Efesini 4: 11-16.
« Ma ora siamo stati sciolti dai lega
mhdella legge, essendo morti a quella
che ci teneva soggetti, talché serviamo
in:^ovità di Spirito, e non in vecchiezza
di'lettera Rom. 6. i
^’erano nella Chiesa primitiva dei
Cristiani, « Giudaizzanti » i quali insegnavano che per essere veri Cristiani,
bisognava ofsservare tutti ! precetti ed
i 'riti prescritti dàlia legge Mosaica, e,
colla loro propaganda, fecero un, gtran
male nelle chiese dei primi credenti.
l’Apostolo Paolo precisa: Ora siamo.; sciolti dai legami della legge: siamo
addirittura morti ad essa !
La •legge di Mosè, con i suoi riti e le
sue prescrizioni, nella sua rigidità e seintransigenza, appartiene ad un
Patto Antico, il Patto di Dio col suo pbpc4i^..Israele; noi, invece, siamo ad un
al'to Patto, il Patto Nuovo, nel Signor
G^ Cristo!
Stella legge - dice S. Paolo - tiene
gli0iomini soggetti. Ogmmo che trasgredisice il minimo precetto è condannalo, perduto, per sempre! E siccome
tiessSuno mai è riuscito, nè riesce a osservarla integralmente, tutti siamo condannati e perduti.
,Ma è venuto - gloria a Dio - Gesù
Ci^o che, colla sua morte sulla Croce,
ci affranca dalla legge. « Colui che il
Figliuolo farà libero, sarà veramente
libero ». Morendo noi con Cristo crocifis^, muoiamo altresì alla legge per vivere una vita nuova, in una servitù
nuova, nello spirito, e non già nella lettera, sotto il giogo dolce e leggero dì
Cristo.
-Martedì Lettura; Atti 2: 14-21;
26-.Maggio Giobbe 8: 8-22.
« Il frutto dello spirito, invece, è amore, allegrezza, pace, longanimità, benignità, bontà, fedeltà, dolcezza, temperanza ». Galatì 5:, 22.
C’è in ognuno di noi - insegna la Sacra Scrittura - « l’uomo vecchio » e
, T« uomoi nuovo, », 1’« uomo esterno» e
uomo interno ».
Tutti e due non possono regnare: biisogna che uno ceda il posto, che uno muoia e Taltro viva,, che uno si disfac' eia, c l’altro si rinnovi, e la lotta è spesso aspra ed -àingosciosa:
i Riconosciamo tutti, fratelli, che se
qualche volta abbiamo portato qualche
'frutto dello « spirito », cioè del nostro
■ « uom,o nuovo », portiamo invece assai
•spesso - frutti di male, che ci sono elencatd due verisetti prima di quello che
meditiamo : « fornicazione, impurità,
gelosia, ira, ecc. eoe.... »
Pure, fratello, bisogna prendere una
■ferma decisione; bisogna che Tuomo
vecchio non abbia più il sopravvento
suH’uomo nuovo, che non porti più, mai
più, i suoi frutti di peccato e di perdizione!
E’ difficile, lo so: è anche impossibile
à viste umane. Ma io, fratello, conosco
una sorgente di forza che dà ìnfallantem,ente la vittoria: Gesù Cristo!
Mercoledì Lettura: Atti 2; 22-36;
27 Maggio Giobbe 9: 1-20.
« Poiché eravate erranti come pecore:
ina ora siete tornati al Pastore e Vescovo delle anime vostrel » 1 Pietro 2: 25.
Sicuro, Signore, quando non conoscevo ancora il tuo divino amore, andavo errando per le vie del vasto mondo, come una pecorella smarrita!
f Andavo errando! Da un peccato' scivolavo in un altro, da una passione in
un’altra passione, da ima parte del
mondo ad un’altra parte del mondo an! cora!
Andavo errando! E tu solo sai, Signore, quanto ero infelice nella mia ricerca
.di piaceri. Tu solo sai quanto il mio
cuore soffriva ogni volta che avevo bevuto ad una di quelle coppe che il mon
do mi offriva! ’Tu solo ' sai!,
perdona! &
Andavo errando! E tu har'avuto pietà
di me! Gloria» al tuo ^ Nome tre volte
santo!’ Come una'^p^ora senza pastore,
sarei andato errando molto ancora, poi
sarei caduto in fondo all’abisso, 'la tua
mano possente mi ha fermato in tempo,
e mi ha ricondotto a Te, Pastore e Vescovo dieH’anima mia, ’
Guidami Tu, ora, buon Pastore, nelle
vie del bene.
Giovedì Lettura: Atti 2: 37-47;
28>Maggio Giobbe 9; 21-35.
Quando vi metteranno nelle loro
mani, non siate in- ansietà del come parlerete, o di quel che avrete a dire; poiché in quell’ora stessa vi sarà datò ciò
che avrete a dire. Poiché non siete voi
, che' parlate, nia é lo_ Spirito del Padre^
nostro che parla in voi, »
Mari. 10: 19-20.
Gesù rivolgeva queste parole ai dodici apostoli, che si accingevano à partire per una missione, nei villaggi della Galilea.
Nella loro missione i dodici incontrarono degli uomini laolenti, che non soltanto non. ascoltarono la loro predicazione, ma li perseguitarono le li portarono legati dinanzi ai governatori ed ai
re. ------"" ^
■ In queU’ora stessa Dio ispirerà ai suoi
fedeli testim,oni ciò che dovranno dire;
i fedeli apriranno la bocca e Dio la
riempirà di cose sante e giuste che serviranno di testimonianza dinanzi a loro
ed ai Gentili; non saranno neppure essi
che parleranno, ma lo Spirito Santo che
parlerà per mezzo di loro.
Qfuante volte,, fratelli, ci perdiamo in
preoccupazioni per l’avvenire, e dimentichiamo che quelle cose Iddio ce le darà’a suo tempo. Perciò sie incontriamo
sulla ndstra strada la persecuzione,
camminiamo con fiducia, sapendo che
la nostra sorte è nelle mani di Dio, che
Egli ci accompagnerà in prigione ed al
martirio’, e ci assisterà col suo spirito
Santo.
«Ogni cosa nelle Tue Mani!»
3: 1-11;
Venerdì Lettura: Atti
29 Maggio Giobbe 10; 1-7.
« Non solo essa, ma anche noi, che
abbiamo le primizie dello Spirito, anche
noi stessi gemiamo in noi medesimi aspettando l’adozione, la redenzione del
nostro corpo ».' Romani 8: 23.
Tutta la creazioln^- noi compresi geme ed è in travaglio. Questa è la tragica e dolorosa realtà!
Noi gemiamo in noi medesimi! E com,e potremmo non gemere? La sofferenza ed il travaglio ci accompagnano in
una lotta diuturna, incessante; ci assalgono da ogni lato, si aggrappano ad ogni lembo del nostro corpo e deU’anima
nostra.
Oh, quanti gemiti, quante grida di
dolore si innalzano al cielo procelloso,
notte e giorno! Oh, come pesa su noi il
nostro peccato, il nostro delitto! Oh,
com,e vorremmo fare il bene:, ma ahittiè, le nostre mani non sanno fare altro
, che iUmale, il nostro cuore e la nostra
mente non hanno che pensieri © sentimenti cattivi! E la lotta del nostro, spi. rito che ci coinvolge tutti quanti si può
riassumere in queste altre parole, pure
di S. Paolo: « Non faccio il bene che
voglio, ed il male che non voglio, quello fo. »
In questa dolorosa situazione brilla
una luce di speranza: un’attesa. Il crediente è dunque uno che attende: egli
soffre sperando. Egli attende la adozione, la redenzione del nostro corpo.
Sì, fratello, sorella, noi soffriamo,
versiamo lacrime, spesso ahimè amare,
perchè il nostro corpo è ancora ^im corpo mortale, irredento. Ma verrà il
giorno, sì, ,'veirrà, Gesù è venuto ed è
«.■
mi'
'M
4
hi .!• y. .;:;ffs\;rì'iàair':i;;rr .a'vi... '• ì-'/^f-.........................................—.,.,..w.„i..‘^.,..‘...C4t..--------------------------^
-■«s
•“Wì"
% ' f'* -' . ^
*' morto per esso, In '-.cui anche il nostro
corpo sarà reidento,' e' potrà innalzarsi,^
libero ormai dalle catene del peccato, a
volo sulle vette circonfuse di luce, dove
non ci sarà più nè travaglio, nè tormento. i< ' - , I
Sabato Lettura: Atti.S: 12-26; Isa30 Maggio ^ ia 6: 1-8. ^
« ...e non esporci alla tentazione, ma
liberaci del maligno. » ^ Mt. 6: .13.
E’ questa ima delle domande del
Padre Nostro, che noi ripetiamo, tutti i
giorni, nelle nostre preghiere.
La ripetilo, dico, ogni giorno, e dovremmo (ripeterla ad ogni ora, ad ogni
istante, perchè siamo in continuo pericolo. 11 tentatore percorre la terra e
passeggia per essa (Giobbe 1), spiando
dovunque i credenti, ed appena scorge
un cristiano debole, sonnolento, subito
gli si avvicina e gli tiene mille lusinghieri discorsi per farlo cadere.
E non credere, fratello, sorella, che
una volta resistito alla prima tentazione, Satana non ardisca più avvicinarsi
a te, egli è astuto ed insistente, e se lo
metti in fuga una volta, non si dà, per
vinto, ma toma sotto cento altri aspetti (diversi finché riesce a farti cadere.
Per vincere la tentazione prega. Prega ogni giorno, ogni ora; prega cón fede
e fervore sempre più ardente: non
esporci alle tentazione, ma liberaci dal
male ». ^ ,
Ne preserva con mano patema
dalle insidie del gran tentator,
_ poiché regni potente, ed eterna
è tua gloria, potente Signor !
{S. C. 151; 3).
i , Cipriano Tourn
I doni in Memoria di Gio. Pietro
Massel, in Lire 100 per l’Ospedale Pomaretto, Lira 100 per il Rifugio Re
Carlo Alberto, Lire 100 per l’Asilo dei
Vecchi di San Germano, Lire 100 per
rOffanotrbfio Maschile di Pomaretto,
sono stati elargiti dalla Famiglia Massel.
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99
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Indirizzi di Chiese Valdesi
I DISTRETTO:
Arnaldo Comba.
Pastore Edoardo
Alberto
Angrogna — Pastore
Angrogna (Serre) —
Aime.
Bobbio Pellice — Pastore
Ricca.
Luserna San Giovanni
renzo Rivoira.
Massello — Pastore : Enrico Tron.
Perrero — Pastore ; Oreste Peyronel
Pinerolo — Pastore : Luigi Marauda.
Pomaretto — Pastore : Guido Mathieu
Pastore : Lo
Prali — Pastore: Arnaldo Genre.
Pramollo — Pastore : Paolo Marauda.
Prarostino — Pastore : Umberto Bert.
Riclaretto — Pastore : Alfredo Janavel.
Rodoretto — Pastore : Arnaldo Genre.
Rord — Pastore ; Enrico Geymet.
S'ari Germano Chisone — Pastore : Gustavo Bertin.
Torre Pellice — Pastore : Giulio Tron.
Torino ’— Chiesa: Corso Vittorio Em.
II (angolo Via Principe Tommaso) Cappella: Corso Prìncipe Oddone, 73
- Pastori: Elio Eynard, Vìa Pio V, 15
- Roberto Comba: Via Berthollet, 34.
Villar Pellice — Pastore ; Roberto Ja
hier.
. , ■ ^ 1
f - II" 'RISTRETTO: ^
l” AbbaztcL- « Chiesi di Cristo ». Culto
- le 16 - Pastore C. Gay, da Fiiune. .
Aosta; Chiesa: 11,-Via Crocè di Città
Pastore: V. Subilia, Via XXIII marzo
- n. 1.
Bergamo: Chiesa: Viale Vittorio Emanuele, ,4 - Pastore: M. Moreschini, j
Viale Vìtt. Emanuele, 52.
Biella: Chiesa: Piazza Funicolare
Culto: la I, III, V domenica del mese
(da Ivrea).
Brescia: Chiesa: Via dei Mille, 4 - Pastore: D. Fomeron (ivi).
Carema: Da fvrea: seconda domenica.
Como: Chiesa: Via Rusconi, 9 - Pastore: Cario Lupo, Via T. Grossi, 17. ^
Coazze; Chiesa Valdese.
Cormaiore; Chiesa Valdese: Pastore
Vittorio Subilia.
FBionica Po: Cljiiesa Valdese - Pastore
Lami Coisson.
Fiume: Chiesa Valdese - 6 e 8 Via Pascoli (culto ore 10) - Pastore C. Gay, |
Salita F. Colombo, 8.
Ivrea: Chiesa Valdese: . Corso Botta, 5
- Pastore A. Vinay, Casa Bavera,;
Via Cascinette. ;
Milano: Chiesa: Piazza Missori, 3 - Pa-“* ^
store Enrico Tron - Via Euripide, 9
Mantova: Chiesa: Via Bacchio, 5 (da
Felonica).
Piedicavallo: Chiesa: Via Carlo Alberto - Culto prima domenica del mese
(da Ivrea).
S. Lucia di Quistello: Chiesa Valdese(da Felonica Po).
Susa: Chiesa: Via Umberto I (da Torino).
Tramonti di Sopra: Chiesa Valdese (da
Venezia).
Traeste: Chiesa: Via S. Maria Maggiore
- Pastore Guglielmo Del Pesco, Piazza Libertà, 6.
Terrazza Piemonte: Chiesa Valdese (da
Ivrea) terza domenica.
Verona: Chiesa; Via Duomo (da Brescia).
Viering: Chiesa Valdese (da Aosta).
Venèzia: Chiesa; Palazzo Cavagnis - :
S, Maria Foimiosa
sot (ivi).^
pastore E„. Ayas*-"
III DISTRETTO:
Barga: Chiesa Valdese (da Pisa).
Borrello: Chiesa Valdese (da Carun-,
chio).
Bordaghera: Chiesa ai Piani di Valle-^'i
crosia - Pastore Davide Pons - Piani
di Vallecrosìa (Imperia).
Campobasso: Chiesa Valdelse: Pastore
P. V. Panascia. 3
Carunchio: Chiesa Valdese - Evangelista S. Scuderi.
Firenze: Chiesa; Via dei Serragli, 51 Pastore Emilio Corsani (ivi) - Chiesa: Via Manzoni, 21 - Pastore T. Vi—
nay (ivi). s-#J
Forano Sabino (Rieti) - Chiesa Valdese- Pastore Enrico Pascal. (
Genova: Chiesa: Via Assarotti - Pasto-’TS
re; Francesco Peyronel - Via Curtatone, 2.
La Maddalena: Chiesa Valdese (da.
Roma).
Livorno: Chiesa Valdese - Via G. Verdi-^
3 - Pastore A. Ribet (ivi). ^ g
>i-' -.ìtI
Lucca: Chiesa: Via G. Tassì, 18 (da Ph
sa).
Pescolanciano: Chiesa Valdese (da Carunchio).
Piombino: Chiesa Valdese (da Livorno).
Pisa: Chiesa Valdese - Via Dema, 15 Pastore A. Arias - Viale Giovanni
Pisano, 33. _
Rio Marina: Chiesa Valdese (da Livorno). .ii
Roma: Chiesa: Via IV Novembre, 107 Pastore A. Sbaffi - Chiesa; Piazza
Cavour: Pastore P. Bosio, Via Marianna Dionigi, 57.
Salle: Chiesa Valdese (da San Giacomo).
Sampierdarena: Chiesa: Via A. Cantore, 16 - Pastore; Alfonso Alessio,
Via MUano, 8 F. - Genova.
San Giacomo degli Schiavoni: Chiesa M
Valdese: Pastore P. V. Panascia (ivi).
'nvo/Wi/i * Ì^"hi«ais*!s TfiCi
Sanremo: Chiesa Valdese - Via Roma,
8 - Pastore G. Bonnet, (ivi).
Schiavi d’Abruzzo: Chiesa Valdese (da
Carunchio). j
Siena: Chiesa Valdese (da Firenze).
Prof. Qi>o CosTABKi., direttore responsabile
. ARTI GRAFICHE L’ALPINA» -Torre Pellice