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ECO
BIBL. I OTECA V ALDESB
10066 TOSm PEILICE
DELLE mill VALDESI
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno HO - Nam. 23
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TORRE PELUCE - 8 Giugno 1973
Amm.: Via Cavour, 1 bis • 10066 Torre Pellice - c.c.p. 2/33094
Bisogna che e0fi cresca e che io diminuisca
Pentecoste 1973
Le grandi opere di Dio
I.
n questi giorni abbiamo una riprova
di quanto sia profondo e consolidato il mito giovanneo, il mito del « papa buono » e semplice, il mito del papa del dialogo, del rinnovamento della
chiesa e della sua apertura sociale etc.
Le celebrazioni e le rievocazioni, nel
decennale della morte, riportano in
primo piano un fenomeno che a livello
popolare ha una presa vasta e forte:
fjasta scorrere gli elenchi di donatori
che si rifanno alla sua memoria, basta
pensare ai luoghi comuni riferiti a « papa Giovanni » in bocca a cattolici ma
anche ad atei e ad agnostici, anche a
protestanti, per constatare che l’orchestrazione di questi giorni s’incentra su
un mito che ha radici profonde negli
animi di milioni di nastri contemporanei. Un’occhiata al "florilegio giovanneo” che pubblichiamo a pag, 3 può,
per altro, ricordare che tale mito va
preso con qualche riserva.
Un mito non è un’invenzione. Forse
proprio quest’esempio, anzi, mostra che
il vero mito ha una realtà corposa, impastato della nostra carne, dei sentimenti, delle aspirazioni, delle inquietudini, delle speranze che, magari oscuramente, agitano in profondità masse
umane: a un certo punto, per il concorso delle circostanze e delle sue doti
personali, un uomo incarna il mito, e
sale sugli altari, religiosi o/e profani.
L’omaggio, religioso o laicista, di questi giorni non è forse un vero e proprio
culto? È difficile, infatti, che il mito
non sia anche un idolo: essi sono ciò
che scaturisce dal cuore e dalla mente
dell’uomo, spesso ciò che di più grande,
di più forte, di più appassionato sgorga da lui, sono i valori nei quali l’uomo si esalta, nei quali spera e confida,
per i quali talvolta è pronto al sacrificio.
È pur sintomatico che si preannunci,
si» pure con la prudenza lenta e pa2áeiíte di cui la Chiesa di Roma è maestra,
un processo che inizialmente sarà di
beatificazione, ma verosimilmente si
concluderà con la proclamazione di un
nuovo "santo” (che in vita sua altri ne
ha proclamati). Mi pare evidente che
ci troviamo qui di fronte a un peccato:
un simile "culto” lo è, per quanto i religiosi lo avvolgano di pie giustificazioni e anche di "cristiane” interpretazioni. Tuttavia questo peccato non è affatto esclusiva del momento, né del cattolicesimo romano: il mito, l’idolo —
delle folle o dei gruppuscoli, incarnato
o no in una figura umana particolare —
è una tentazione fondamentale e costante di ogni uomo, di ogni cristiano.
Il primo comandamento costituisce
un’esigenza così totalitaria che vi s’infrange ogni nostra pretesa di "giustizia”. Anche il protestantesimo ha i suoi
miti, i suoi idoli, come ognuno di noi
personalmente ne ha. Anche fra noi
ogni rievocazione, per quanto sobria,
è sempre sul filo del rasoio, fra la glorificazione di Dio solo e la glorificazione dell’uomo.
Questa è dunque per tutti, per noi
anzitutto, un’occasione per ripensare che cos’è, come si presenta il
testimone di Cristo. Non c’è dubbio
che Angelo Roncalli abbia voluto esserlo. Se e in qual misura lo sia effettivamente stato, è un giudizio che per
lui, come per ciascuno di noi, il Signore ha riservato a se solo. Ma proprio
all’inizio dell’Evangelo ci ha dato un
punto di riferimento luminoso: Giovanni il Èattezzatore. Questo riferimento, nel preparare la predicazione di domenica 3 giugno, mi è venuto spontaneo quanto banale dal titolo del film
che il regista Ermanno Olmi ha dedicato alla figura di Giovanni XXIII e
la cui ripresa televisiva era annunciata
per una delle sere della settimana seguente: E venne un uomo... Un titolo
che nell’accostare il nome del Precursore e quello scelto da papa Roncalli,
riprendeva una frase del Prologo dell’Evangelo secondo Giovanni (1, 6-7).
Facciamolo, dunque, questo parallelo.
La caratteristica di Giovanni di Zaccaria è stata tipicamente profetica: egli
si è letteralmente "esaurito" nell’additare Colui che doveva venire, come ha
saputo raffigurare plasticamente il pit. tore Mathias Griinewald, il quale nella
sua grande Crocifissione — sulla Pala
d’Issenheim, un gioiello alsaziano —
ha posto in primo piano una modesta
figura del Battista che con un indice
enorme, del tutto sproporzionato rispetto alle dimensioni della figura, addita il Cristo crocifisso: « Ecco l’Agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo ». A chi gli faceva notare che il movimento battista e quello di Gesù rischiavano di venirsi a trovare in concorrenza, Giovanni rispose lapidariamente: « Bisogna che egli cresca e
che io diminuisca » (Giovanni 3, 30).
^^cco la regola d’oro, e l’unità di misura del testimone. Lasciandolo
aperto, dobbiamo pur porre il problema: nel fiorire del mito giovanneo,
questa regola d’oro è stata rispettata e
ci si è rigorosamente riferiti a quest’unità di misura? Non si tratta della
personalità particolare di Angelo Roncalli, che è stata probabilmente schiva e semplice, anche se sotto di lui
« felicemente regnante » perdurava nel
gergo vaticano l’espressione blasfema:
« la Santità di Nostro Signore », riferita al pontefice (espressione poi abolita
da Paolo VI che j>erò Santità è rimasto, condividendola con altre Santità e
Beatitudini dai curiosi copricapi). Non
possiamo però né dobbiamo dimenticare che Giovanni XXIII, pur non avendone visto il compimento, è stato il papa del Vaticano II: del momento cioè
in cui la Chiesa romana si è aperta sì
al mondo, ma nel grandioso tentativo
di riconsacrarlo a Dio, assumendone i
valori e le esigenze più vive per assimilarli nella grande sintesi della sua
tradizione millenaria e vitalissima. Il
cattolicesimo più vero non è quello arroccato in Roma, in una dogmatica irrigidita, bensì questo, per così dire,
giovanilmente "onnivoro”. Il programma del Vaticano II, e del papa che lo
indisse, è l’affermazione e l'espansione
della Chiesa (cattolica apostolica romana), nella quale si prolunga, si sviluppa, si attualizza l’incarnazione di Cristo, sebbene anch’essa recalcitri, come
ogni Chiesa, di fronte alla croce. Di
fatto, quindi, la Chiesa tende a identificarsi con Cristo e, pur volendo mediarlo agli uomini, lo copre loro. Nella misura in cui la Chiesa cresce — e non c’è
dubbio che sia cresciuta, anche grazie
al mito giovanneo —, Gesù Cristo diminuisce, per così dire.
a queste non possono essere osservazioni dall’esterno, su altri.
Nessuna parola evangelica taglia da
una parte sola, essa è sempre a doppio
taglio: taglia anche fra noi.
Dobbiamo interrogarci seriamente:
concentrati come lo siamo, anche noi
protestanti, a livello mondiale e a li
vello italiano, sulla chiesa — introversa
o estroversa —, così spesso preoccupati più della nostra credibilità che del
messaggio, che è sempre paradossalmente incredibile e creduto dove e
quando piace a Dio, non rischiamo con
la nostra passione di "presenza al mondo” di coprire anche noi, involontariamente, Colui del qudle vogliamo essere
testimoni? La nuova pietà sociale è
forse più "testimone" di quanto lo fosse la discussa pietà individuale o di
conventicola religiosa? Mentre la chiesa afferma di doversi convertire al
mondo, dal mondo aumentano le conversioni, non alla chiesa ma a Cristo?
Il crescente prestigio che, in modi diversi, le Chiese assumono nel mondo,
almeno a parole, il suono delle loro dichiarazioni, gli effetti delle loro azioni
fanno "crescere" Gesù di Nazareth nella coscienza deH’umanità contemporanea, o in ultima analisi lo ’’diminuiscono” nella sua paradossale unicità? Sono interrogativi che non possono comunque ricevere una risposta facile,
scontata, rassicurante. Così come ognuno di noi, con la sua piccola comunità
deve lasciarsi chiedere dalla testimonianza di Giovanni il Battezzatore se
ciò che presentiamo agli uomini fra i
quali viviamo è una religione ovvero
l’Evangèlo, un’associazione religiosa —
conservatrice o rivoluzionaria, con tutte le sfumature intermedie — o la comunità di coloro che grazie allo Spirito Santo hanno creduto e conosciuto
il Dio vivente e il suo Cristo, Gesù,
l’unico, ineguagliabilCi inconfondibile;
se, cioè, noi "diminuiamo” ed egli "cresce” ad occupare l’intero orizzonte,
« tutto il cuore ».
Dobbiamo interrogarci seriamente
sul posto che il pastorato, ad esempio,
come ogni altro ministero, ha nelle nostre comunità, nella nostra vita di cristiani. A volte questi ministeri "cresco-n©”» i® mo<^
Gesù "diminuisce”. Il raccogliersi intorno a un pastore può significare talvolta un ritrarsi sullo sfondo — per
così dire — del solo buon Pastore. E
vi è anche l’altra faccia della medaglia: non solo un trasferimento pastorale, ma anche un ministero particolarmente discusso può determinare un
mezzo trauma. Quando questo accade
— e talvolta accade, anche se di rado
in forma acuta — per responsabilità
sua o/e di altri, il testimone si è sovrapposto a Cristo, al Dio vivente.
Dobbiamo interrogarci seriamente su
ciò che offriamo ai catecumeni, invitandoli ad associarsi a noi: li invitiamo a
noi, o facciamo sentir loro che con noi
sono invitati da Dio alla sua comunione, di fede oggi, di visione un giorno,
di amore fin d’ora, nella salda speranza fondata in Cristo? Qffriamo loro
una religione, più o meno attraente, o
attestiamo loro una fede che è gioia,
forza, disciplina nella comunione impegnativa e stupenda con il Dio vivente?
Se vi sono giovani che, come certi adulti, « hanno amato il presente secolo »,
non ce ne sono altri che abbiamo defraudato di questo invito, di questa testimonianza gioiosa e forte, perché abbiamo finito per presentar loro più la
chiesa che il Signore?
Dobbiamo interrogarci seriamente:
la testimonitmza che portiamo ai malati è una testimonianza in cui Gesù
Cristo "cresce”, campeggia, domina
l’esperienza dolorosa della malattia, e
della morte stessa, mentre noi, con la
nostra simpatia e diaconia, "diminuiamo”?
Tutto ciò non vuol dire negare il valore dei rapporti umani, nella chiesa.
Questa è l’ambiente "naturale” in cui
vivere e ritemprare la fede, ed è un
grande dono. Ma quei rapporti umani,
anche nella chiesa, sono per così dire
la « giunta » che si è data « in soprappiù » quando prima abbiamo cercato e
invitato a cercare Dio.
Messaggio
dei presidenti del CEC
Qua e là, a sprazzi, accade che egli
cresca e che noi diminuiamo. E
strano che la facile osservazione delle
nostre niiHità —vasi^i
raglia nei quali è riposto per un momento il tesoro (2 Corinzi 4. 7) — non
faccia sì che accada più spesso. Q. piu
esattamente, che non. sia piu spesso riconosciuto ciò che comunque e: perché sua soltanto è la gloria.
Gino Conte =
UN’AGGIUNTA IGNOTA A MATTEO 25?
«Fui spastico e non mi accoglieste...»
Gesù di Nazaret è venuto di recente
in terra in veste di spastico: ha percorso villaggi e città senza trovare
« un luogo dove posare il capo ». Dovunque: sguardi duri, scostanti; non
una carezza o una parola d’affetto. Finalmente nella città di G. un gruppo
di credenti lo accoglie e gli annunzia
che «per lui c’è posto nell’albergo ».
Gli pare di sognare: ricorda quello
che Maria e Giuseppe gli hanno raccontato della sua nascita e che « per
loro non c’era stato posto nell’albergo » di Betlemme. Ma allora erano
tempi diversi: governava il paese il
despota Erode ed era facile accordarsi con lui per denaro. Perciò non importava se una partoriente era stata
messa alla porta: « Les affaires sont
les affaires ».
La bella notizia cancella di colpo la
macchia del rifiuto degli albergatori
di Betlemme! Vuol dire che l’opera
del Nazareno continua. Lo spastico
Gesù sarà accolto nell’albergo di B.
Illusione! I giornali danno la notizia che i responsabili della cosa pubblica di B. han tenuto consiglio e tutti, di colori diversi, tranne uno, hanno
decretato col voto che per lo spastico
Gesù non c’era posto. L’economia è in
pericolo; il turismo è minacciato. Perché? Gli occhi purissimi e le corde
sensibili e delicate dei cristiani turisti
non possono sopportare la vista di
immonde creature!
PRIMA I SQLDI,
PQI GLI SPASTICI
Il racconto che stiamo facendo è
vero: un gruppo di credenti, amministratori dell’Qspedale Internazionale
Evangelico di Genova, ha potuto acquistare recentemente da proprietari
evangelici svizzeri l’albergo « La Vela »
a Borgio Verezzi, con l’intenzione di
offrire ospitalità a creature infelici
nello spirito dell’opera di Gesù Cristo
e a favore degli emarginati.
Tutto era pronto: mancava l’auto
LIBERTA’ RELIGIOSA IN SPAGNA
Ritorno all’intolleranza
Madrid, 29 maggio (Seal-Noticias) —
L’Ufficio del Servizio Evangelico di Assistenza Legale (SEAL), commissione
di difesa evangelica, ha diffuso il comunicato seguente:
« La pratica della libertà religiosa
in Spagna è divenuta più difficile, con
un certo ritorno all’intolleranza. Questa la conclusione che va tratta dai
fatti che si verificano nel quadro di
attività che non possono svilupparsi
se non vengono pienamente osservati
i principi della libertà religiosa.
« A Malaga e a Cartagena due militari protestanti sono stati arrestati
perché il loro diritto di non partecipare a cerimonie religiose, che in coscienza non possono accettare, non è
stato rispettato.
« Parecchie pubblicazioni sono state censurate o non sono state autorizzate, ritenendo che esse esprimano
criteri discordanti o polemici nei con
fronti della Chiesa di Stato ufficiale.
La censura è applicata con maggior
rigore.
« Una rivista protestante, fin qui tollerata, è stata vietata e il suo direttore è sottoposto a processo.
« I programmi radiofonici realizzati dalle Chiese evangeliche sono stati
sospesi.
« Ih alcuni casi la diffusione per le
vie di pubblicazioni evangeliche autorizzate, è stata vietata.
« Si notano del resto manifestazioni
tendenti all’intolleranza religiosa: provengono dagli stessi ambienti politici
che si sono dimostrati apertamente
contrari alla Legge sulla libertà religiosa, quando le Cortes la promulgarono nel 1967 ».
rizzazione del Comune. Gli albergatori hanno fatto pressione e il nulla osta
è stato negato. Certo non si poteva
pronunciare un no reciso! Non era
diplomatico. Ed allora si è proposto:
1“) di andare a Santa Corona dove
« l’ospedale è sovraffollato e dipende
del resto dalla regione lombarda che
ha già altri obblighi precisi »; 2®) l’offerta d’un terreno, la ' costruzione a
carico dell’ospedale di Genova e magari la cessione della « Vela » a prezzi
di favore agli « operatori economici ».
Questo vuol dire togliere ogni speranza per il futuro.
La storia si ripete tristemente: al
tempo di Gesù gli indemoniati ed i
lebbrosi vivevano ai margini dei villaggi; di quando in quando gli abitanti gettavano un po’ di pane perché
non morissero. Un giorno Gesù andò
nella città di Gadara e guarì un indemoniato; gli spiriti andarono a finire
nei porci e questi nel mare; il danno
economico fu pesante e Gesù dovette
andarsene, seppure con buone maniere. Era quindi meglio per quegli uomini restare nel loro benessere e lasciare l’indemoniato, lo spastico, continuare a vivere il loro calvario anziché conoscere la gioia della liberazione e del perdono.
= Nella tradizione giudaica, la festa di
= Pentecoste commemora il momento
= storico decisivo, al Sinai, nel quale Id|e dio ha rivelato la sua legge ed ha con^ eluso la sua alleanza col popolo di
I Israele. Con stupore e gratitudine, i
EH fedeli rendono lode a Dio per questo
I atto di grazia che ha dato alla loro vi= ta un senso profondo ed un chiaro inE diritto; «Tu hai fatto grandi cose, o
I Dio, chi è pari a te? » ( Salmo 71 : 19).
= Oggi, nel Nuovo Testamento, la
E storia di Pentecoste ci reca il buon
p annunzio che Dio riserba ai suoi fiI gliuoli cose ancora più grandi. Degli
s uomini, venuti da ogni nazione, odoi no gli apostoli parlare delle opere
I nuove che Dio ha compiuto fra loro,
g Ripieni di stupore e di perplessità,
^ essi dicono l'un l'altro: « Li udiamo
p parlare delle cose grandi di Dio nelle
^ nostre lingue » (Atti 2: 11 ).
E Queste grandi opere, Pietro lo spieS 9*1 sono la vita, la morte, la risurreEH zione di Cristo ed il dono dello Spirito
= Santo. Dio persegue il suo piano di
= salvezza e lo conduce verso il suo
= compimento. La prima alleanza del Si^ nai, completata da una nuova alleanp za di cui Cristo Gesù è il messaggero,
^ il garante ed il mediatore, riveste una
j/ dimensione universale.
= È oarlando attraver«© la »o^e d^qh
H apostoli delle cose essenziali e fonda
= dava compiendo. cfieTo Spirito Santo.
^ in questo giorno di Pentecoste, ha su^ parato la diversità delle lingue e delle
= culture. Non dovremmo trarne la con^ clusione che oggi noi non potremo
trovare la vera unità e trascendere le
_ nostre divisioni se non aderendo ferE mámente alle verità centrali della feE de apostolica che sono legate alle
I grandi opere di Dio? Se noi saremo
I sempre in ascolto della testimonianI za della Pentecoste, noi non dovremo
i più essere inquieti per l'avvenire del= la Chiesa e per la realizzazione della
E sua unità.
E II nostro disorientato mondo moderE no, cerca disperatamente il senso delE la vita, ed ha il diritto di aspettare dal= le Chiese cristiane che esse parlino
E chiaramente, e d'una sola voce, delle
^ grandi opere di Dio. È in questo monE do, come ha detto Pietro, che i giovaE ni hanno delle visioni ed i vegliardi
E dei sogni che non sono delle illusioni ;
E perché essi sono il riflesso del disegno
sf stesso di Dio.
^ Preghiamo per ricevere il dono delEi lo Spirito Santo, onde possiamo aiuta^ re coloro che soffrono spiritualmente
= e materialmente a vivere con la certez1 za che Dio rimane fedele alla sua alE leanza con gli uomini.
W.A. Visser't Hooft, pres. on.
Kiyoka Takeda Cho, Giappone
German di Serbia, Jugoslavia
Hanns Lilje, Rep. Fed. Tedesca
Ernest A. Payne, Gran Bret.
J.C. Smith, Stati Uniti
A.H. Zulu, Africa del Sud
lllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllill)
NELLA MANQ DI DIO
N.d.r. - Si leggano a pag. 4 e 5 alcune
notizie che illustrano le dichiarazioni
di questo comunicato.
Oggi gli spastici sono respinti, i
bambini sono costretti a vivere nelle
strade^senza verde, senza spazio, senza scuòle materne o asili-nido. Poi, gli
uomini tengono consiglio per mettere
in prigione quei figli della strada, quegli emarginati ai quali per interessi
economici è stato rifiutato un ambiente, una casa accogliente, un po’ di fiori. Penso alla dichiarazione d’una scrittrice che recentemente confessava: Io
credo in Gesù Cristo; egli ha operato
per la trasformazione delle condizioni umane e ci ha lasciato la vita; temo che sia morto invano perché noi
abbiamo tradito la sua missione. Parole amare, difficili ad accettarsi, ma
che comunque ci fanno riflettere.
Nella mia chiesa un fratello, già anziano, ha adottato un nipote spastico:
con pazienza, con amore, con fede egli
cerca tutte le vie per migliorare le sue
condizioni. Purtroppo il bimbo rimane emarginato dagli altri ,e il futuro
non è roseo: la notizia dell’apertura
deU’albqrgo « La Vela » lo aveva riempito di gioia; poi la doccia fredda. Preghiamo perché quest'opera si compia
e la potenza di Dio apra le strade do^
ve gli uomini hanno eretto i cavalli
di Frisia; preghiamo per quei credenti deirOspedale Evangelico di Genova
che si sono assunti una responsabilità
così grande, affinché si sentano sostenuti dalla chiesa e soprattutto dalla
mano di Dio. Per questo li ringraziamo per Topera che stanno compiendo
nel nome del Signore e per la Sua sola gloria. Gustavo Bouchard
Si legga, a pag. 4, il testo di una lettera
che la comunità genovese di Oregina ha inviato, in proposito, al quotidiano « Il Lavoro »
e che questo ha pubblicato. red.
2
pag. 2
8 giugno 1973 — N. 23
DI Tum
Lungo il cammino della storia, in mezzo ai fatti umani lieti
o tristi, avanza, si diffonde, mette radici invisibili il regno di Dio.
Avviene come quando un uomo getta il seme in terra, e dorme e si
leva, la notte e il giorno; il seme intanto germoglia e cresce nel
modo eh egli stesso ignora. La terra da sé stessa dà il suo frutto:
prima 1 erba, poi la spiga, poi, nella spiga, il grano ben formato.
E quando il frutto è maturo, l’uomo miete (Marco 4: 26-29). Non
c è bisogno che il coltivatore si affanni: basta che adempia bene
il suo compito, e che sia sicuro della buona riuscita. Il buon serne è stato gettato, fissato nella terra del Signore Gesù Cristo il
giorno del Calvario, e nessuno lo può sradicare; perciò possiamo essere certi che l’albero crescerà, che il Regno è già venuto,
anche se ancora non lo vediamo. La nostra vita scorre nel temPp. tanto più triste quanto meno conosciamo l’evangelo, tanto
più lieta quanto più fermamente gli crediamo; ed un giorno,
« quando verrà il tempo che il Signore ha fissato » (Salmo 75: 2),
gli uomini vedranno il grande avvenimento del regno di Dio che
si manifesterà in tutto l’universo. Esso « è simile ad un granello
di senapa che viene seminato in un campo: è il più piccolo di
tutti i semi, ma produce un albero capace di accogliere e servir
da riparo a molti uccelli » (Matteo 13: 31-32). Sì, il regno di Dio
sarà la casa futura di tutta l’umanità che avrà finalmente capito
la vera ragione della sua storia, il fine vero della sua esistenza.
In esso il motore di tutte le azioni umane non sarà più l’amore
di sé ma l’amore di Dio, di tutte le creature e di tutto il creato,
e « non si farà più né male né guasto su tutto il monte santo di
Dio, perché la terra sarà ripiena della conoscenza del Signore
come il fondo del mare dell’acque che lo coprono » (Isaia 11: 9).
UN CONFRONTO DI ROGER MEHL, PUBBLICATO DALLA CLAUDIANA
Morale cattolica e morale protestante
E « Dio sarà tutto in tutti » (1 Corinzi 15:
28).
Lino De Nicola
= Roger Mehl: Morale cattolica e mo= rate protestante. « Nuovi Studi teo
I logici », pp. 120, L. 1.800. Traduzione
^ di Aldo e Fernanda Comba.
= L’argomento — Numerose sono le
H opere anche in italiano che confronta= no cattolicesimo é protestantesimo a
^ livello delle rispettive posizioni dottri= nali. Mancava invece sinora un volu= me che isùtuisse un confronto fra le
= due morali, e la lacuna era tanto più
^ grave in quanto com’è noto — tut= te le morali tradizionali stanno attual= mente attraversando una difficile fase
H di revisione e di trasformazione. Si sta
= profilando una nuova morale super= confessionale (che non sarà né catto= lica i.i; protestante) ma i cui linea= menti non sono ancora del tutto chiari.
= Andiamo dunque verso un avvicina= mento fra morale cattolica e morale
= protestante? Vi sono ancora delle di= vergente sostanziali e — se vi sono —
= si giustificano ancora?
^ Dopo aver tracciato un quadro es= senziale delle fonti’ dottrinali e socio= logiche della morale cattolica e della
= morale protestante (risalendo alle ma= trici tomistiche per il cattolicesimo e
= a Lutero e Calvino per il protestante= simo), l’autore analizza le ragioni spi
= rituali e teologiche della loro diver
= genza sia a livello di affermazioni dot= trinali che di insegnamento pratico.
Notiziario Evangelico Italiano
No! al reato di vilipeiìdio
Il Consiglio della Federazione delie Chiese Evangeliche in Italia prenda posizione
contro la proposta Gonella di estendere la ’’tutela in materia di vilipendio” alle
confessioni religiose diverse da quella cattolica
Ecumene, il centro giovanile metodista vicino a Velletri, ha accolto il 2
e 3 giugno il Consiglio della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia
(FCEI) riunito in seduta ordinaria.
L’ordine dei lavori riguardava principalmente la preparazione dei documenti da inviare alle Chiese membro
e aderenti, in vista della Assemblea
che si terrà nel prossimo autunno. Il
Consiglio, sottoponendo al giudizio
dell’Assemblea il proprio operato, durante i 3uui di j attività, inviterà i
rappresentanti delle Chiese a riflettere
sul significato e sulle linee della testimonianza evangelica nella nostra società. Particolare attenzione sarà rivolta alle Chiese Evangeliche non aderenti alla Federazione, per sollecitarne
la collaborazione fraterna, nella consapevolezza che unico è il Signore che
chiama le Chiese, nella diversità dei
doni, alla predicazione del suo Evangelo al mondo. Anche il problema dei
rapporti con la Chiesa cattolica sarà
proposto alla Assemblea, in base alle
esperienze di questi ultimi anni.
Il Consiglio ha svolto un’ampia analisi della trasmissione televisiva « Protestantesimo », valutando le esperienze
finora maturate e i giudizi espressi
dalle comunità o da singoli telespettatori.
L’argomento che più intensamente
ha occupato l’attenzione del Consiglio
è stato il disegno di legge presentato
al Senato dal Ministro di Grazia e
Giustizia in Carica, on. Guido Gonella,
democristiano, in data 21 maggio 1973.
Tale disegno di legge vuol estendere a
favore delle confessioni religiose non
cattoliche la tutela in materia di vilipendio che gli articoli 402-405 del codice penale assicurano attualmente alla
religione cattolica, quale « religione
dello Stato italiano ».
Il pretesto di tale disegno di legge è
di assicurare uguale tutela giuridica a
tutte le confessioni religiose, eliminando così la diversità attualmente esistente tra la religione cattolica e le. altre confessioni. Diciamo subito che si
tratta di pretesto, anzitutto perché la
eguaglianza giuridica si poteva ottenere anche abrogando gli articoli in questione (di origine fascista), cosa richiesta già più volte da assemblee e Sinodi evangelici in Italia. Inoltre, l’approvazione di detta legge non toglierebbe
la più grave discriminazione tra le
confessioni religiose, sancita dal 1® articolo del Trattato Lateranense che
definisce la religione cattolica come
« la sola religione dello Stato ».
Il disegno di legge Gonella significa
soltanto che il Vaticano non vuole rinunciare alle sue posizioni di potere in
Italia, e, pur di mantenere una legge
che gli permette di contrastare la libera opposizione interna ed esterna, sollecita l’estensione della tutela in materia di vilipendio alle altre confessioni religiose che non l’hanno mai sollecitata, ben sapendo che — per la loro
interna costituzione, per il numero relativamente limitato degli aderenti.
UN INCONTRO FEMMINILE A ROMA
Aperti e critici di fronte ai mezzi
di comunicazione di massa
L’annuale incontro interdenominazionale Lazio-Abruzzi, avvenuto nei locali dell’Esercito della Salvezza sull’argomento dei mezzi di comunicazione di massa, ha avuto il privilegio di
avere come relatori Aldo Comba e Giovanni Ribet che, impegnati nel servizio stampa-radio-tv della Federazione
delle Chiese evangeliche, sono esperti
in questa materia e ci hanno potuto
portare dati originali e prospettive che
sono frutto delle loro esperienze. Tutto Io spazio delle relazioni e della successiva discussione, interessata e vivace, è stato preso dalla questione
della informazione politica che ci è
mediata dai quotidiani e dalla rai-tv.
I mezzi di massa — hanno detto gii
oratori — dispongono di una immensa potenza di propaganda. Le possibilità che hanno questi mezzi di manipolare le notizie ai fini commerciali,
industriali, economici di una società
capitalistica come quella occidentale,
devono rendere attenti lettori e ascoltatori a vagliarle con giudizio. I rischi
che corrono questi mezzi — cioè di essere superficiali, di essere al servizio
di chi li paga, di voler rispondere alle
esigenze di un pubblico tutt’altro che
maturo e civile — raccomandano una
lettura dei quotidiani il più possibile
ampia e un ascolto delle informazioni
il dìù possibile critico.
Sarebbe stato interessante — il tempo non ce l’ha permesso — chiedersi
come si arriva a sviluppare fra gli uomini, e fra i credenti in particolare,
uno spirito di discernimento che cammini sui due binari: quello che perrnetterebbe una valutazione aperta e
libera e quello che porterebbe a una
valutazione evangelica di quanto si
legge e si vede.
Non credo possiamo sottovalutare
l’apporto, per esempio, della tv alla
cultura popolare. Il fatto che essa ha
potuto ridurre il mondo alle dimensioni di un villaggio, non potrà non avere ripercussioni sulle masse. Forse col
tempo questa sprovincializzazione in
atto avrà effetti importanti, forse a
lungo andare, a forza di vedere, sentire e confrontare, gli spettatori diventeranno più scanzonati, meno creduloni di quanto lo siamo oggi, più immuni alla propaganda politica e alla reclam commerciale e non tanto disposti a lasciarsi influenzare. Quindi, vogliamo sperare, più critici.
Quanto alla capacità di valutare i
mezzi di massa da un punto di vista
evangelico, è un capitolo complicato,
ma appassionante, che verrà esaminato di pari passo con ciò che la chiesa
intenderà per suo compito nella società. La trasmissione televisiva « Protestantesimo » potrebbe servire anche
da centro per costruirci e chiarirci le
idee in questo campo.
Berta Subilia
per la stessa men^lità aperta al dibattito —, ben difficilmente le altre
confessioni religiosé se ne servirebbero. '
La legge Gonella, se fosse approvata, peggiorerebbe di'molto la situazione giuridica italiana in materia di libertà di pensiero e di eguaglianza tra
i cittadini. Infatti, attualmente il reato
di vilipendio alla religione dello Stato
si configura chiaramente come una
legge di origine fascista collegata ai
Patti Lateraneng4,.^ql 1929, essenzialmente contraria ai dettato costituzionale sulla libertà di opinione e di critica. Questo fatto induce la chiesa cattolica a non sollecitarne l’applicazione
per non subire palesemente l’opposizione di tutte le correnti politiche e di
pensiero non democristiane e non fasciste. Al contrario la legge Gonella
darebbe alla tutela in materia di vilinendio alla religione il carattere di
legge generale dello Stato italiano, facendone uno strumento in mano al
govp-no per reprimere di propria iniziativa ogni libera espressione di pensiero che non fosse gradita al Vaticano o al partito di maggioranza.
Inoltre la legge Gonella, sotto l’illusoria apparenza della eguaglianza delle confessioni religiose, creerebbe una
paurosa diseguaglianza tra credenti e
non credenti. I credenti avrebbero
sempre la possibilità di criticare l’opinione altrui, mentre la critica al pensiero religioso potrebbe sempre prestare l’ansa alla repressione, sotto il
pretesto del vilipendio.
L’atteggiamento costante del protestantesimo italiano, è stato unanime
nel dichiarare che la predicazione della Chiesa non ha bisogno di nessuna
particolare tutela da parte dello Stalo: i credenti e le comunità evanveliche ritengono che la religione sia sufficientemente protetta dal diritto comune e dal dettato costituzionale (aa.
3, 8, 19, 21).
Il Consiglio respinge in generale la
tutela penale della religione, come tentativo di dare allo Stato carattere confessionale e, nello stesso tempo, di
condizionare la religione all’interesse
del potere costituito. La religione non
deve avere né maggiori, né minori diritti; non richiede né maggiori, né minori garanzie giuridiche di quelle che
ogni cittadino, come singolo e come
associato, ha nella democrazia.
L’opposizione al « reato di vilipendio » non si limita al vilipendio della
religione, ma si estènde ad ogni forma di reato di vilipendio ideologico,
perché la configurazione stessa di tale
La rubrica tv
“PROTESTANTESIMO,,
La scorsa settimana la trasmissione era dedicata alla rievocazione di Albert Schweitzer.
il (( medico della giungla », nella sua opera di
testimonianza e predicazione; ad animarla era
presente in studio, con il past. Aldo Comba,
il past. Ernesto Ayassot, autore, alcuni anni
fa, di un libro interessante e diiTuso sulla vita del grande alsaziano.
Questa settimana gli obiettivi sono puntati
sul problema deWemancipazione femminile:
è soltanto un problema sociale o investe anche il campo della fede? In studio, con Aldo
Comba, Rosetta Longo e Maria Girardet.
L^appuntamento è ogni giovedì, alle 18.30 sul
Il Canale.
Tra la fedeltà della dottrina cattolica alla cosiddetta « morale naturale »
e le discusse prescrizioni dell’Enciclica Humanae Vitae sul controllo delle
nascite, vi è un evidente rapporto. Lo
stesso rapporto che sussiste tra l’accettazione dell’idea di una « teologia
naturale » e il rifiuto cattolico di accettare la secolarizzazione della società.
Ma in questi ultimi anni, grazie al
rinnovamento negli studi biblici, si
manifestano anche delle nuove convergenze ricche di promesse che portano già i loro frutti nell’azione comune delle chiese cristiane.
L’autore — Roger Mehl, nato nel
1912, dottore in filosofia e teologia,
membro del Comitato centrale del
Consiglio ecumenico delle chiese (Ginevra), è docente di etica presso la
Facoltà di teologia di Strasburgo. Le
.sue numerose pubblicazioni ed il suo
impegno ecumenico lo hanno segnalato anche in Italia come una delle personalità più vive del protestantesimo
francese. In italiano è già apparso:
Per un'etica sociale cristiana (ed.
A.V.E. - Roma). Ricordiamo anche l’opera fondamentale: Traité de sociologie du protestantisme e Du catholicisme romain.
A chi si rivolge: A tutti coloro che
vogliono comprendere le motivazioni
reato rappresenta un pretesto di ricatto contro la libertà di opinione e di
critica.
Qualora, nonostante le proteste, il
Parlamento decidesse di approvare il
disegno di legge Gonella, si dovrebbe
almeno togliere alla magistratura il
potere di perseguire ex ufficio e lasciare agli interessati il diritto di avvalei'si o meno della legge, cioè si dovrebbe
procedere soltanto dietro querela di
parte. Con la scusa di rendere i protestanti uguali ai cattolici, essi non
devono essere costretti a subire una
legge che respingono e ritengono contraria non solo alla Costituzione, ma
anche all’Evangelo.
Il Consiglio ha votato unanimemente un ordine del giorno in proposito
che sarà reso noto agli organi responsabili dello Stato e alla stampa. Benché il Consiglio della Federazione si
sia reso interprete del pensiero già '
varie volte espresso dalle Chiese, sarà
opportuno che esse trovino il modo
di far sentire la propria voce, perché
la loro opposizione sia chiara dinanzi
a tutti gli italiani.
Alfredo Sonelli
"largo ai ojovaai"
airospedala Evaogolico
Interoazioaale di Geoova
Aperto il nuovo reparto
di ostetricia e ginecologia
Genova, 28 aprile. Senza « tapage » e
senza rappresentanza ufficiale perché
non si trattava della inaugurazione di
tutta l’ala nuova dell’Ospedale Evangelico Internazionale di Genova, questa mattina la giunta ristretta ha consegnato in forma privata al personale
tutto dell’ospedale il terzo piano della nuova ala, il solo piano già approntato ed in misura di accogliere le
degenti.
La galanteria concede la precedenza
al gentil sesso e così il primo reparto
approntato è quello di ginecologia ed
ostetricia. Sarebbe il caso di dire:
« largo ai giovani ».
Alcuni medici (un chirurgo di chiara fama indossava ancora il camice
della sala operatoria), alcune infermiere, una piccola parte del personale ausiliario ed amministrativo, un ingegnere della impresa costruttrice, la
giunta ed un solo gradito ospite, il
fratello anziano Federico Schenone
che anni addietro tanto ebbe a dare
aH’Qspedale Evangelico Internazionale, si sono ritrovati, semplicemente,
ner un niccolo rinfresco nel corridoio
sul quale si affacciano le porte delle
sette nuove camere a tre letti, ciascuna fornita di tutti i servizi.
Brevi discorsi del presidente Emanuele Di Natale e del consigliere Carlo Baiardi (da pochi giorni felice nonno ner la prima volta). Quindi il past.
Paolo Marauda della Chiesa Valdese
di via Assarotti ha fatto una preghiera.
Ringraziamo tutti il Signore che ha
permesso che l’opera iniziata già da
Gualche anno con molto coraggio e fede potesse giungere a compimento.
Mancano ancora molte cosette da fare, ovviamente, ma l’ossatura, la nuova ossatura dell’ospedale, ormai esiste
e con l’aiuto di Dio sarà più facile da
portare a termine quel che rimane da
fa>'e.
L’augurio della giunta è quello di
Poter dare una testimonianza evangelica valida nella nostra città.
b.l.h.
profonde della straordinaria evoluzione della morale cattolica, andando oltre i suoi aspetti esteriori. E per tutti
coloro che hanno letto Sesso in confessionale e libri simili, e vogliono capire il perché di tale evoluzione.
In particolare: è un libro che colma
una vera lacuna per tutti gli studiosi
di storia del costume nell’occidente
europeo, di sociologia o di geografia
umana.
È accessibile ad ogni lettore di media cultura.
Inf. Claudiana
Studi sul matrimonio
africano
Blantyre, Malawi (soepi) — Da vari
anni le Chiese si preoccupano del problema del matrimonio africano e lo
studiano a fondo. Nel 1970 la Conferenza episcopale anglic.'ina panafricana aveva incaricato il p. Hastings, uno
specialista cattolico romano, di svolgere un’inchiesta sul matrimonio in
Africa. Nel 1971, a Rampala, i rappresentanti di 11 paesi africani, appartenenti a 18 confessioni cristiane, decisero di avviare un programma di studi e ricerche in proposito, con l’aiuto
d; sociologi e di teologi originari di
tutti i paesi anglofoni dell’Africa orientale, centrale e meridionale, L’Istituto
pastorale di Gaba, in Uganda, è incaricato di coordinare i lavori, condotti in
collaborazione con la CCTA (Conferenza delle Chiese di tutta l’Africa) da
consigli cristiani, segretariati cattolici, scuole teologiche.
La prima riunione del Comitato esecutivo interconfessionale ha avuto luogo ultimamente a Blantyre, capitale
del Malawi; fra i partecipanti, il past.
Ralph Hatendi, presidente del Comitato, il D. Shorter dell’Istituto pastorale di Gaba, il can. Veryn dell’Istituto di ricerche ecumeniche di Pretoria,
il dr. Barret della Facoltà di scienze
religiose dell’Università di Nairobi.
Nel Ghana il vescovo anglicano J. B.
Arthur, di Rumasi, ha rivolto un appello alla Chiesa e allo Stato perché
studino la possibilità di riconoscere
al matrimonio secondo le usanze tradizionali indigene gli stessi diritti e le
stesse obbligazioni che ai matrimoni
civili o religiosi.
N.d.r.: ci dispiace assai che il ritardo vostale abbia ritardato tanto la
pubblicazione di questa bella notizia.
Frutti lampo
di un sermone
(spr) - Se mai un sermone ha prodotto risultati concreti e immediati, la
palma va senza dubbio a quello che il
pastore Henry Rust, della Chiesa congregazionalista di Wellesley (USA), ha
pronunciato ultimamente in occasione
del 175“ anniversario di quella chiesa.
« Non sarebbe magnifico — ha detto fra
l’altro il past. Rust — se la chiesa del
villaggio di Wellesley potesse costruire
una chiesa gemella nel villaggio dì Unitali, in Rhodesia, per celebrare il nostro anniversario? Avremmo bisogno
di 3.000 dollari (circa 1 milione 750 mila lire) per mattoni, calce e legname
per un edificio che serva da centro comunitario e sociale e da luogo di culto ». Lo stesso giorno, verso mezzogiorno, oltre 2.000 dollari erano consegnati
o garantiti per questo progetto. Alcuni
giorni più tardi era raccolta e inviata
in Rhodesia la somma di quasi 4.000
dollari.
IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIilllllllllllllllllllll!lllll
Cronache ecologiche
Conseguenze
di voli supersonici
nella stratosfera
Le conseguenze ecologiche dei voli nella
stratosfera, che cominceranno regolarmente
l’anno prossimo con Tentrata in servizio sulle
lìnee commerciali interne sovietiche dell’aereo
supersonico « Tupolev 144 », sono stati il tema
di una seminario dì specialisti britannici c
francesi svoltosi presso la sede del centro nazionale della ricerca scientifica, a Parigi. Sull’esito delle discussioni quasi nulla si conosce,
poiché i lavori si sono svolti a porte chiuse,
anche perché gli scienziati giudicano generalmente preferibile non pronunciarsi prima che
gli studi intrapresi sulla questione siano ultimati.
Pur esprimendo giudìzi divergenti sulla portata del fenomeno, gli specialisti di tutti i
Paesi sono concordi nel ritenere che i gas
emessi dai reattori di aerei supersonici a più
di dodicimila metri di quota (cioè nella stratosfera) possono alterare, ridurre l’ozono della
stratosfera e avere serie conseguenze sul piano
ecologico terrestre. L’ozono stratosferico costituisce infatti una protezione contro i raggi ultravioletti del sole che, ad alta dose, sono
estremamente pericolosi, poiché bloccano la
suddivisione cellulare e provocano mutamenti
genetici. Ora, un rapporto pubblicato dalla
« National Science Foundation » americana
avverte che se la concentrazione di ozono diminuisse del solo 5%, la dose di raggi ultravioletti che raggiunge la Terra aumenterebbe
del 26% provocando un forte aumento dei
casi di cancro della pelle (ottomila in più ogni
anno nei soli Stati Uniti), danneggiando la
flora e influendo sulla riproduzione e le abitudini degli insetti e di altri animali inferiori.
3
8 giugno 1973 — N. 23
pag. 3
Giovami KXiii a dieti anni daiia nortn
UN ALTRO PARERE
Domenica 3 giugno, ricorrendo il 10° anniversario della morte di Giovanni
XXIII, il quotidiano torinese "La Stampa” ha pubblicato una doppia pagina rievocativa sul defunto pontefice. Era stato chiesto al pastore Paolo Ricca di redigere una dichiarazione sulla figura e sull'opera di Giovanni XXIII, dal punto di
vista di un protestante. Il testo della dichiarazione è stato pubblicato, ma con
tali amputazioni, da parte della redazione, da risultare deformato nel suo significato complessivo.
Pubblichiamo il testo integrale della dichiarazione; in corsivo, fra parentesi quadre, le parti censurate. Facciamo seguire il testo della lettera di protesta
che il pastore Ricca ha inviato alla redazione de “La Stampa".
A dieci anni dalla morte ci rendiamo ancora meglio conto di
quanto Giovanni XIII sia stato un
papa diverso sia rispetto ai predecessori che al successore. [Non
che abbia cambiato molto sul piano delle strutture e delle dottrine;
ma pur cambiando poco ha rinnovato molto, mentre del suo successore si potrebbe dire che sinora ha cambiato molto e rinnovato poco].
Nel quadro e nei limiti del cat
tolicesimo romano Giovanni XXIII
è stato un pontefice innovatore
anzitutto perché ha avvertito la
necessità di un rinnovamento della chiesa cattolica. [« Aggiornamento » era e resta una nozione
moderata ma esprimeva un’esigenza più profonda. La chiesa era
chiamata all’autocritica: cadevano antiche e ingannevoli sicurezze, tramontava un diffuso farisaismo ecclesiastico]. In secondo
luogo Giovanni XXIII è stato in
ALCUNI PUNTI SULLE I
Florilegio giovanneo
Per controllare i termini del « mito giovanneo », ci pare non inutile riportare
alcune espressioni di Giovanni XXIII: si tratta di citazioni da encicliche, allocuzioni, discorsi, che riprendiamo dalle due opere che Vittorio Subilia ha dedicato, con la ricerca e la riflessione di parecchi anni, all'evoluzione del cattolicesimo contemporaneo, nella prospettiva ecumenica, più che di un confronto
fra le Chiese, di un confronto delle loro posizioni con la Scrittura: Il problema
del Cattolicesimo (1962) e La nuova cattolicità del Cattolicesimo (1967), opere
entrambe pubblicate dalla Claudiana. Può essere utile ritornare a questi libri
— come a quello più rapido di Paolo Ricca, Il Cattolicesimo del Concilio (1966),
nei quaderni della FGEI (una valutazione meno critica è stata data da Valdo
ViNAY nei due volumetti, pure pubblicati dalla Claudiana: Il Concilio Vaticano II in una visuale protestante italiana (1964) e La chiesa, le chiese e il mondo
al II Concilio Vaticano (1967); in una versione italiana pubblicata anch’essa
dalla Claudiana (1967) ricordiamo infine, di Karl Barth: Ad limina apostolorum. Domande a Roma) — che talvolta c'è da chiedersi se non siano stati
scritti, e in certi casi tradotti in altre lingue, invano.
Sul Concilio, anzitutto : V. Subilia ricorda
per cominciare. alcune « manifestazioni sconcertanti » del pontefice, che « pone il lavoro
ecumenico del Concilio sotto gli auspici di
Maria Immacolata, Regina della Chiesa, Mater unitatis e sotto la protezione di S. Giuseppe, approva e raccomanda la recitazione
del Rosario per il Concilio, proclama Lorenzo
da Brindisi, morto nel 1619, uno dei più ingiusti e unilaterali polemisti antiluterani del
XVI secolo. Dottore della Chiesa universale.
Queste manifestazioni vengono a ricordare a
certi protestanti, più sentimentali che riflessivi, che il Papa è e rimane cattolico ».
Ma ecco lo scopo del Concilio, secondo l’enciclica « Ad Petri Cathedram » (1959): « Scopo principale del Concilio stesso sarà di promuovere Vincremento della Fede Cattolica e
un salutare rinnovamento dei costumi del popolo cristiano e di aggiornare la disciplina ecclesiastica secondo le necessità dei nostri tempi. Ciò senza dubbio costituirà un meraviglioso spettacolo di verità, di unità e di carità, che visto anche da coloro i quali
sono separati da questa Sede Apostolica,
sarà per essi un soave invito — lo speriamo — a cercare e a raggiungere quelì'unità per la quale Gesù Cristo rivolse
(d Padre celeste così ardente preghiera.
Sappiamo bene che in questi ultimi tempi si
è delineato presso non poche Comunità, divise
dalla Sede Apostolica, un qualche movimento
di simpatia verso la fede e gli ordinamenti
della Chiesa Cattolica e una crescente stima
verso questa Apostolica Sede. Uamore della
verità va finalmente dissipando talune opinioni e diffidenze. Sappiamo altresì che quasi
tutti coloro, i quali pur da Noi e tra di essi
separati, si chiamano cristiani, hanno tenuto
pili volte Congressi allo scopo di stringere
relazioni tra loro e a tal fine hanno anche
creato appositi organismi. Ciò mostra che essi
pure sono mossi dal desiderio di giungere a
qualche forma di unione ». Ma l’unità della
Chiesa di Cristo « non deve essere qualche
cosa di evanescente, incerto e labile », abbandonato « alVarbitrio delle varie opinioni degli
uomini » mutevoli nel tempo : deve essere
qualcosa « di solido, stabile e sicuro: se manca
alle altre comunità di cristiani, non manca
certo alla Chiesa Cattolica, come può facilmente vedere chi attentamente la osservi ».
Accanto a questa motivazione ecclesiologica,
quella politica : « Tutti sono tenuti ad abbracciare la dottrina del Vangelo. Se la si rigetta, vengono messi in pericolo i fondamenti stessi della verità, dell’onestà e della civiltà », con la « rovinosa conclusione che non si
ammette più alcuna religione né in teoria né
in pratica ». cc Dal conseguimento della verità
piena, integra, sincera, deve necessariamente
scaturire l’unione delle menti, degli animi e
delle azioni... È dunque necessario che tutti,
sia i privati cittadini, sia coloro che hanno
in mano le sorti dei popoli, amino sinceramente la verità se vogliono quella concordia
e quella pace, dalle quali soltanto può derivare le vera prosperità pubblica e privata ». A
conclusione : « E cosi all’unica casa paterna,
stabilita sul fondamento di Pietro, sono chiamati tutti i figli e in essa bisogna cercare di
radunare tutti popoli come nell’unico Regno
di Dio ».
La riaffermazione della centralità della
Chiesa di Roma, nella sua struttura gerarchica, è fatta neirenciclica « Mater et Magistra » (1961), dal titolo significativo. In un’.allocuzione del febbraio 1962 Giovanni XXIII
parlava in questi termini del pontefice romano : egli è « principe e pastore universale, che
guida il gregge nel nome stesso di Cristo. È
a questo governo che i successori di Pietro
chiameranno e si associeranno, giusto in partera soUicitudinis, i fratelli Vescovi del mondo intero. Da questa cattedra viene consacrato
per sempre l’episcopato della Chiesa una, santa, cattolica e apostolica. Da Cristo a Pietro e
da Pietro ai singoli pastori del gregge cristiano, l’autorità delle chiavi, discesa dal Cielo
nella persona del Romano Pontefice, da questi si diffonde, attraverso i vescovi, sull’intera
società cristiana, a direzione e a santificazione
dell’umanità redenta dal Sangue di Cristo ».
Già il 29 giugno 1961 (festività di Pietro e
Paolo), in una Epistola Apostolica al card.
Tien Chen-Sin, arcivescovo di Pechino, Giovanni XXIII scriveva : « Non si rende a Dio
il culto dovuto e gradito e non è possibile congiungersi a Lui, se non per mezzo di Gesù
Cristo; non è possibile unirsi a Cristo se non
nella Chiesa e attraverso la Chiesa, che è il
Corpo Mistico di Lui; non è infine possibile
appartenere alla Chiesa se non attraverso i
Vescovi, successori degli Apostoli, uniti al
supremo Pastore, il Successore di Pietro ». In
questa linea il papa ha accennato in vari discorsi a Roma, vero caput mundi.
A proposito della mariologia — poi così
sviluppata nel Vaticano II in senso ecclesiologico; la Chiesa prolunga l’opera corredentrice attribuita a Maria — Giovanni XXIII,
in un’esortazione radiofonica del 27 aprile
1959, dichiarava che a mette in pericolo la
sua salvezza chiunque, sbattuto dalle tempeste di questo mondo, rifiuta di accogliere la
sua mano soccorritrice » perché c< è per Maria
che si va a Gesù » e « amore di Cristo è amore di Maria, la Madre sua, e nella luce della
Redenzione la madre nostra universale ». Si
capisce allora che il Vaticano II sia stato posto sotto il suo alto patronato.
A proposito del celibato ecclesiastico, Giovanni XXIII, in occasione del Sinodo Romano
del 1960, aveva lamentato con accenti accorati
che « per salvare qualche lembo della propria
dignità perduta » nel disonore per la « fiacchezza dei sensi » si potesse « da qualcuno
vaneggiare circa la volontà e la convenienza
per la Chiesa Cattolica di rinunciare a ciò che
per secoli e secoli fu e rimane una delle glorie più nobili e più pure del suo sacerdozio »,
la legge del celibato ecclesiastico.
Nella Costituzione Apostolica « Humanae
salutis », con cui nel Natale 1961 annunciava
e convocava il Concilio Vaticano II, Ciovanni
XXIII dichiarava che la Chiesa « sempre
identica a se stessa » potrà in esso «c rimirarsi
nella propria stupenda unità » e mostrarsi cc in
tutto il suo splendore di maestra di verità e
ministra di salvezza ».
La bozza, il cui tessuto è venuto poi a costituire sostanzialmente il cap. VII della Costituzione dogmatica « De Ecclesia » (1964),
riconferma la dottrina tradizionale della totalità del Corpo di Cristo, pellegrino e trionfante, per cui, nota V. Subilia, « si esercita
anche sull’aldilà la giurisdizione degli organi
ecclesiastici responsabili dell’aldiqua, che gestiscono i meriti e sollecitano la preghiere di
intercessione dei defunti a favore dei viventi,
i suffragi dei viventi a favore dei defunti che
hanno ancora bisogno delle purificazioni del
Purgatorio, organizzano il culto dei santi,
istituiscono i processi di canonizzazione (§ 5fi e
51)». Quel testo, sottolinea V. Subilia sulla
base di documenti, « ha avuto origine dalla
esplicita volontà di Giovanni XXIII, persuaso che la dottrina conciliare sulla Chiesa sarebbe rimasta manchevole e mutilata se non
avesse trattato di quella parte della Chiesa
che è già indefettibilmente incorporata con
Cristo e che con la Chiesa peregrinante forma tutto il suo Corpo ».
La Costituzione Apostolica « Veterum sapientia » del 22 febbraio 1962 esprime la solenne decisione pontificia di « provvedere con
opportune norme... perché l’antico e ininterrotto uso della lingua Latina sia mantenuto
e, dove fosse caduto quasi in abbandono, sia
assolutamente ristabilito ».
Non per spirito di contraddizione, ma quale contributo alla ricerca della verità, era forse opportuno ricordare queste dichiarazioni,
che son solo alcune delle molte che si potrebbero citare. Le ricordiamo non per dimenticare 0 negare i fermenti di rinnovamento raccolti e stimolati da Giovanni XXIII, ma per
invitare a inquadrarli debitamente nel grandioso movimento cattolico contemporaneo; la
« integrazione ».
g. c.
novatore perché ha istituito un
rapporto creativo, non ripetitivo,
nei confronti della tradizione. Fedeltà non significa ripetizione e
implica continuità ma anche libertà. Giovanni XXIII concepiva il
passato in funzione del presente,
e non viceversa. Questo comportò
la fine dell’immobilismo ; la chiesa è chiamata a ridiventare comunità in cammino e in ricerca. Infine, Giovanni XXIII è stato innovatore in quanto ha istituito un
rapporto positivo, non polemico,
col mondo moderno: alla radice
di questo atteggiamento c’è la convinzione che Dio è all’opera nel
mondo e che il messaggio cristiano è un annuncio di salvezza [prima che di giudizio.
Papa innovatore, ma pur sempre papa, cioè, dal punto di vista
evangelico, una sovrastruttura —
e non una struttura — della chiesa cristiana, perché non corrisponde a un ministero previsto
dall’evangelo e praticato dalla
chiesa apostolica. La riforma della chiesa non può venire dal papa a meno che non cominci col papa. In che modo? Convocando un
concilio Giovanni XXIII sembra
aver dato un’indicazione: la struttura papale deve risolversi in
quella conciliare. Certo, il Vaticano II non è stato un concilio ecumenico, è stato un concilio cattolico. Ma l’indicazione resta: l’unico strumento ìdoHeo a propiziare
e, un giorno, esprimere l’unità
cristiana non è il papato (neppure
di tipo « giovanneo » ) ma un concilio veramente universale].
Paolo Ricca
Torino, 5 giugno 1973
Dottor Casalegno
« La Stampa »
Torino
Egregio Dottore,
desidero esprimerLe il mio rammarico e la mia protesta per i tagli subiti dalla dichiarazione su Giovanni
XXIII, da me redatta su richiesta de
« La Stampa » e comparsa, gravemente mutilata, sul numero del 3 giugno
scorso.
Mi erano state chieste trenta righe,
e tante ne ho consegnate, non una di
più. Ciò nondimeno il testo è stato amputato in più punti e tutta l’ultima
parte, essenziale all’equilibrio dell’insieme, è stata interamente soppressa.
È da ingenui chiedersi perché. Eventuali ragioni di spazio, che si possono
sempre invocare o concedere, potevano indurre la Redazione a chiedermi
un testo più succinto (c’era tutto il
tempo per redigerlo) oppure a propormi una sintesi del testo già composto; ma non l’autorizzavano certo —
a meno di trasgredire le norme più
elementari della correttezza giornalistica e della lealtà umana — ad amputare in maniera del tutto arbitraria
proprio quelle parti della dichiarazione che, come evangelico, mi stavano
particolarmente a cuore.
« Questa la voce degli altri »: così
avete intitolato la raccolta delle dichiarazioni di cristiani non cattolici e
di un israelita su Giovanni XXIII. Per
quanto mi concerne, rileggendo il mio
testo mutilato, mi son chiesto: È ancora la mia voce o è quella de « La
Stampa »? L’impressione di esser stato strumentalizzato diventa inevitabile. Se si vuole davvero udire « la voce
degli altri », li si lasci parlare! E non
li si censuri quando diventano scomodi.
Come protestanti non potevamo e
non possiamo parlare di un papa (che
apprezziamo) senza parlare del papato (che rifiutiamo). Se a « La Stampa »
questa seconda parte del discorso non
è gradita, rinunciamo volentieri anche
alla prima. Piuttosto che dire le cose
a metà, preferiamo non parlare affatto. O meglio, preferiamo parlare altrove.
La saluto cordialmente.
Paolo Ricca
IIIIIIIIIIIHIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIHIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII
Congresso internazionale
della Federazione
editori di giornali
Il XXVI Congresso della Federazione Internazionale degli editori di giornali si è tenuto
a Vienna. Presieduto dal francese Claltde Etellanger, il Congresso ha approvato una risoluzione che rammenta l’interesse che la Federi*
zione ha sempre manifestato verso una coope;
razione internazionale suscettibile di favorire
lo sviluppo della stampa scritta nei Paesi in
via di sviluppo. È stata sottolineata Fimportanza, per la formazione e l’educazione dei
cittadini, della creazione di giornali locali o
rurali nei Paesi del Terzo Mondo. Il Congresso'si è occupato di vari argomenti tra i quali il ruolo dell’informatica nelle aziende stampa, i nuovi modi di diffusione delle informazioni, l’evoluzione della tecnologia della stampa nel mondo e le relazioni tra editori e giornalisti. Il prossimo congresso della Federazione si svolgerà a Copenaghen dal 2 al 6 settembre 1974.
L’abrogazione degli articoli
anti-gesuiti in Svizzera
Ovvero la resistibile ascesa dei seguaci di Ignazio
L’« Eco Luce» del 25 maggio u. s. ha
menzionato il fatto che una debole
proporzione dell’elettorato elvetico (gli
elettori si sono espressi nella proporzione del 40%) ha votato di stretta misura l'abrogazione degli articoli costituzionali che vietavano sino ad oggi ai
gesuiti di esercitare la loro influenza
su suolo svizzero.
Va da sé che, da fonte vaticana, si è
esultato per questo gesto di giustizia,
ecumenicità e sensibilità dell’elettorato
d’oltr’alpe, specie di quello protestante, che ha così messo fine ad un « anacronismo ».
Se abbiamo capito bene il senso generale dei due articoli apparsi sul nostro giornale a questo proposito vi si
affermava, in poche parole; « i gesuiti
non ci piacciono ma non è una ragione
sufficiente per continuare a metterli al
bando e non sarà comunque la loro
presenza che potrà impedire alla chiesa evangelica di essere, appunto, ’’evangelica” ».
Tutto ciò è bello e buono ed anche
vero, eppure non ci convince, per varie ragioni. Innanzitutto, secondo quanto ricorda il prof. Henri Germond, presidente romando del Comitato d’azione
per la sovranità nazionale e l’autonomia spirituale del cittadino, la proposta di abolire dalla Costituzione elvetica gli ’’Articoli anti-gesuiti” è stata
fatta e sostenuta in Parlamento, vedi
caso, dal partito democristiano locale, che per Tattuale situazione politica
elvetica, senza alcun partito dotato di
maggioranza assoluta, può fare quello
che il MSI-DN ha fatto finora col governo Andreotti.
In secondo luogo la propaganda a favore dell’abrogazione ha avuto una tale
mancanza di oggettività sui grandi quotidiani e alla radio*televisione elvetica
che un giornalista. svizzero scriveva:
« I paladini dei gesuiti lo proclamano
a voce alta: in nome della tolleranza,
accettiamo un Ordine religioso che è
stato a lungo conservatore ed intollerante ed ha lottato contro il pensiero
liberale che è alla base del nostro Stato. Sia pure, accettiamo di rendere la
loro "dignità di cittadini" ai gesuiti.
Ma santo cielo, in nome della tolleranza invocata, cessi questo martellamento ben orchestrato attraverso la stampa scritta ed audio-visiva. Perché farci
credere che gli oppositori sono tutti
degli eminenti rimbambiti in malafede, perché accettare senza batter ciglio le verità ufficiali del Consiglio Federale (...)? Perché non esaminare chi
sono veramente i gesuiti, perché non
dare la parola che con parsimonia agli
oppositori del progetto come ha fatto
la televisione romando in un’emissione
tristemente partigiano? C’è da credere
che non vi è che una verità e che essa
è... rivelata » (Jacques Légeret, su « L’Illustré » del 10/5 u. s.).
Si sono scelti alcuni gesuiti ’’simpatici”, conosciuti per qualche azione
biblico-ecumenica o che so io, e li si è
fatti parlare. Poi si è detto in sostanza: « questo è un gesuita... dunque ».
Notate che questo giochetto ha funzionato anche per persone tutt’altro che
stupide o tiepide di fede.
Quanto al Consiglio della Federazione delle Chiese Protestanti Svizzere ed
ai dirigenti delle medesime hanno tutti
dato per scontato che si dovesse votare per l’abrogazione.
Val la pena di ricordare al lettore
protestante che questa bella unanimità
non doveva e non poteva esimere gli
elettori dal domandarsi se tale fosse
veramente la soluzione, la sola possibile ed auspicabile. Alcuni elettori non
l’hanno evidentemente dimenticatoi
La verità è che nessun cambiamento
in seno alla Compagnia di Gesù ci convincerà mai che la sua presenza in
qualsiasi paese sia auspicabile od utile
sul piano politico o su quello ecclesiastico-teologico. Certo, i seguaci di Ignazio hanno cambiato molte cose... molte
volte, con il cinico opportunismo che
conosciamo, ma non le regole ed i sistemi che ne fanno i più efficaci difensori non già del cristianesimo ma del
cattolicesimo e delle pretese papali.
Non si tratta, dunque, di dare o non
dare i dovuti diritti a dei cittadini, ma
di dare o non dare diritto di cittadinanza ad un ordine di fronte al quale
la personalità dei singoli membri si annulla volutamente per far posto ad un
atteggiamento conforme al testamento
spirituale di Ignazio di Loyola: Io devo
comportarmi:
1 ) come un cadavere che non ha né
desideri né intendimento;
2) come un piccolo crocifisso che
si lascia girare e rigirare senza offrire
resistenza;
3) devo rendermi simile ad un bastone nelle mani di un vecchio perché
mi si possa mettere dove si voglia, per
aiutare dove lo potrò maggiormente.
L’ideale proposto ad ogni gesuita è la
spersonalizzazione completa e necessaria per una obbedienza assoluta e senza discussione al superiore gerarchico,
fino al generale ed al papa. Questo lo
SI insegna ai gesuiti per 15 anni... prima di usarli come un bastone.
Tutti sanno che ciò che interessa i
gesuiti è il potere sulle coscienze dei
giovani, di quanti hanno un’influenza
qualsiasi sugli altri, degli uomini politici, dei responsabili delTinformazione.
Non ci si venga a dire che tutto ciò
è acqua passata, che certe regole non
sono più applicate. Non lo crederemmo
neppure se, in apparenza, tutto fosse
fatto per farcelo credere.
I fatti sono, comunque, li ad attestare che il cattolicesimo è Un p'otere corruttore nella politica degli Stati e che
i gesuiti sono il suo braccio destro.
Non c’è che da girare uh po’ per il mondo per rendersene conto, ùriche nelle
lontane isole del Pacifico.
Ecco perché non avrei in alcun modo votato l’abrogazione degli articoli
anti-gesuiti. Anche così, tuttavia, non
sarebbe poi tanto grave se i gesuiti facessero da ora in poi alla luce del sole quello che con bella sfrontatezza
hanno chiaramente detto di aver fatto
già da molti anni, infischiandosene di
ogni divieto, in una Svizzera che chiudeva tutt’e due gli occhi. Quello che
ci preoccupa è che, prima di mettere
in discussione gli articoli anti-gesuiti,
il governo federale e i responsabili
del protestantesimo svizzero non si
siano battuti per inserire nello stesso
referendum e come condizione per far
passare qualsiasi altra cosa, degli articoli costituzionali o cornunque delle
disposizioni capaci di far finalmente
rispettare la laicità della scuola e dello stato (o del cantone), le minoranze
protestanti in cantoni cattolici (quelle
cattoliche in cantoni protestanti sono
già smisuratamente rispettate), un atteggiamento nei confronti dei matrimoni misti che non fosse (come è) una
presa in giro della parte protestante.
Insomma sarebbe tempo di finirla
di parlare di collaborazione col cattolicesimo finché il cattolicesimo non rinunci ad essere quello che è, finché
dei credenti non decidano di rompere
con un organismo che opprime le coscienze in ogni campo della vita associata.
Altrimenti, continueremo a dover
vedere, per esempio, nella bella Svizzera dalla pace confessionale, le chiese evangeliche del Cantón Ticino attendere impazientemente di essere ufficialmente riconosciute, in un cantone in cui, come piacerebbe senza dubbio ad Ignazio, la chiesa cattolica è la
sola religione riconosciuta.
Giovanni Conte
IL CAMPO CADETTI ESTIVO AD AGAPE
La protesta di
una chiesa che
CAMPO CADETTI ESTIVO
Data; 11 giugno - 24 giugno
Direzione : Anna Maria Micheletti e Zizzi
Platone
Quota: Lit. 34.000, (caparra 3.500)
Lingua: Italiano
Età : 14-17 anni
Agape, Centro Ecumenico, 10060 Prali (Torino - c.c.p. 2/20554.
Tema: Nel 1971 il Campo Cadetti ha iniziato per la prima volta un’esperienza teatrtde.
Dapprima si è trattato di àn tentativo per rendere più vivace la presentazione di un determinato periodo storico; ma col procedere dell’esperienza ci si è resi conto che il teatro poteva diventare sia un mezzo per fare un lavoro veramente collettivo, sia un mezzo per agitare problemi e invitare la gente alla discussione.
Sull’opportunità di dare continuità a questo
lavoro non ci sono dubbi, anche se ogni argomento nuovo è un problema a sé e la riuscita
non è garantita in partenza. Ci proponiamo
dunque di studiare, nei prossimi due anni, un
momento della storia valdese. Questo ci permetterà di dare un contributo per l’ottavo
centenario della conversione di Valdo, che
cade nel 1974, giungendo con la nostra pro
Valdo :
rifiuta il potere
posta teatrale in un momento in cui l'interesse per l’argomento sarà molto vivo.
Il campo si articolerà in una serie di cinque relazioni (l’ultima eventualmente come
seminario): Il movimento valdese nel Medioevo - I Valdesi e la Riforma - La resistenza
valdese nell’epoca della Controriforma - La
Chiesa Valdese sotto l’influenza del Risveglio
- La Chiesa Valdese nel nostro secolo. Vi sarà
un lavoro di gruppo con lettura di documenti,
brani di libri, fotocopie etc.; sarà quindi
scelto il periodo e/o l’aspetto del Valdismo
che si vorrà drammatizzare, e sarà steso il testo, eventualmente sarà data una prima realizzazione scenica. A conclusione, una sintesi
generale di Giorgio Bouchard.
Preparazione: Perché i partecipanti non
giungano al campo completamente impreparati, si consiglia vivamente la lettura dei seguenti testi:
— Luigi Santini, Il Valdismo ieri e oggi.
— Giorgio Bouchard, I Valdesi, una storia da rileggere.
Partecipazione - Il campo è aperto a tutti i
giovani tra i 14 e i 17 anni. Inutile dire che
un campo di questo genere non va preso come occasione per una vacanza individualistica,
ma esige impegno, sforzo creativo e interesse
all'impresa comune. (Inf/Agape)
4
pag. 4
N. 23 — 8 giugno 1973
Appello ecumenico affinchè a Pentecoste
si preghi per la pace In Irlanda
Il dr. Philip Potter, Segretario generale del Consiglio Ecumenico delle
Chiese ed il Cardinale John Willebrands, presidente del Segretariato vaticano per l’unità dei cristiani, hanno
recentemente rivolto un appello a tutti i credenti perché, in occasione del
giorno di Pentecoste, preghino per la
pace in Irlanda. Da questo appello riportiamo quanto segue:
« A Pentecoste 1973 dei cristiani di
ogni parte del inondo si uniranno con
i loro fratelli in Irlanda per pregare
per la pace in questo paese lacerato
dai conflitti. (...) L’iniziativa sorge dalla convinzione che uno sforzo di preghiera contribuirebbe a creare l’atmosfera in cui la pace può crescere. Essa tende nello stesso tempo a creare
un clima di migliore comprensione
della situazione dei cristiani in Irlanda in questo tempo difficile e potrebbe aiutare a correggere l'impressione
spesso semplicistica ed esagerata data
da molti resoconti giornalistici e televisivi secondo la quale il conflitto in
Irlanda ha essenzialmente un carattere religioso ».
LE CHIESE D’IRLANDA
RISPONDONO ALLE PREGHIERE
IN FAVORE DELLA PACE
Alcuni dirigenti di chiese protestanti e cattoliche d’Irlanda hanno espresso la loro viva inquietudine « per il
torto fatto alla causa del cristianesimo nel mondo da una semplificazione
abusiva della natura del terribile conflitto irlandese ».
In una lettera inviata al Vaticano e
al Consiglio Ecumenico delle Chiese i
dirigenti delle chiese irlandesi hanno
dichiarato che il conflitto del loro paese era motivato da « problemi politici
e sociali le cui radici storiche sono
profonde » ed hanno deplorato il fatto che esso sia d’ordinario descritto
come avente innanzitutto un « carattere religioso ».
La lettera. Armata dall’arcivescovo
cattolico di Armagh, dal presidente
della Chiesa metodista, dal moderatore della Chiesa presbiteriana e dall’arcivescovo anglicano, esprime l’apprezzamento per l’iniziativa congiunta
CEC-Vaticano.
I flrmatari del documento hanno
inoltre precisato che « soltanto l’uno
per cento della popolazione » è implicato nella violenza e che « la stragrande maggioranza degli abitanti dell’Irlanda, di qualsiasi confessione religiosa, desidera ardentemente la pace ».
La lettera esprime la speranza che da
questa giornata di preghiera nasca una
IIIIItlHIIIIIflIUllllllllllllllllllllNlimillllllllllllUIIIIHIIIIIIIIIII
Kenya: proscritti
i Testimoni di Geova
Nairobi (soepi) - I Testimoni di Geova sono stati dichiarati pericolosi per
il governo del Kenya e, di conseguenza, sono stati proscritti. Anche altre
sette sono di carattere "sovversivo”. Il
vice presidente, e ministro degli affari interni aveva detto, in effetti, al
principio dello scorso aprile, che la
libertà di culto era parte integrante
della costituzione del paese ma aveva
anche aggiunto « non vi è posto nel
Kenya per coloro che creano nel nostro paese il panico sotto la copertura
delle religioni ».
Qualche mese fa anche il Malawi aveva adottato le stesse misure contro
i Testimoni di Geova, che si sono rifugiati nello Zambia.
migliore comprensione dei problemi
che hanno condotto alla tragedia attuale e che tutti i cristiani di ogni paese siano ispirati a continuare a pregare per la pace e la giustizia fra gli
uomini.
Copie di tale messaggio sono state
inviate alle varie Conferenze episcopali della Chiesa Romana ed alle 263
Chiese membro del Consiglio Ecumenico delle Chiese, cosi come ai Consigli nazionali e regionali di Chiese.
(Inf. CEC)
In Albania vivono ancora
quattro vescovi cattolici
Prizren (Relazioni Religiose) - A Prizren
in Jugoslavia vive l’unico vescovo cattolico
albanese, che può liberamente esercitare le
sue funzioni in mezzo alla minoranza etnica
albanese in Jugoslavia; risulta che in Albania vivono tuttora quattro vescovi cattolici.
Essi sono mons. Bernardin Shlaku vescovo
della diocesi di Pult, nato nel 1875; mons.
Antonin Fishta, amministratore apostolico
della stessa diocesi; mons. Nicola Troshani
amministratore apostolico dell’arcidiocesi di
Durazzo e mons. Ernet Coba amministratore
apostolico dell’arcidiocesi di Scutari. Tutti e
quattro sono impediti, vivono in carcere o
nei campi di lavoro forzato. Monsignore Coba
è stato visto recentemente lavorare come mu
ratore in una nuova costruzione di Scutari
In Rhodesla
Divergenze
fra la Chiesa angiicana
e il CEC
(bip) — Si sono manifestate pubblicamente divergenze fra due vescovi
della Chiesa anglicana della Rhodesia
a proposito dell’atteggiamento da adottare nei confronti del Consiglio ecumenico delle Chiese.
Il vescovo di Mashonaland, Burrouth, ha dato istruzioni affinché i cristiani sospendano qualsiasi contributo flnanziario al CEC. Tali istruzioni
sono contestate dal vescovo di Matabeleland, Mark Wood, secondo il quale la Chiesa anglicana della Rhodesia
deve rimanere membro del CEC per
esercitarvi qualche influenza.
In una dichiarazione che è stata letta in tutte le chiese di Mashonaland,
il vescovo Burrouth afferma di aver
preso la sua decisione dopo avere
constatato che il CEC non ha dato alcuna pubblicità al rapporto che egli e
il vescovo di Matàbeleland hanno inviato insieme a qiiell’organismo e nel
quale protestano contro l’aiuto accordato dal CEC « ai sruppi che seminano la morte fra i Rhodesiani siano essi bianchi o neri ».
Da parte sua il vescovo Wood insiste sulla necessità di rimanere membro del CEC affinché si possano riparare gli errori commessi da questo organismo. Ha precisato che il Sinodo
della sua diocesi, che si riunirà entro
i prossimi tre mesi, deciderà se la
diocesi deve continuare a versare il
suo contributo al CEC.
Una dichiarazione della sessione europea
dell’Alleanza mondiale delle Società Bibliche
Contro la diffnsione illegalo della Bibbia
^ (sepd) - « Il Comitato europeo dell’Alleanza mondiale delle Società bibliche si dissocia espressamente da attività di diffusione biblica intraprese in
modi illegali. Il Comitato si dissocia
inoltre da ogni diffusione della Bibbia
che si associ a propaganda religiosa ».
Questa dichiarazione è uno dei risultati della sessione della Regione europea dell’Alleanza mondiale delle Società bibliche (AMSB), riunita a ffne
aprile a Bad Saarov, nel distretto tedesco-orientale di Francoforte sull’Qder.
Era la prima volta che una conferenza
dedicata alla diffusione internazionale
della Bibbia poteva tenersi in uno Stato socialista. I partecipanti erano più
di 40, provenienti da 21 paesi europei.
La sessione era presieduta dal pastore
norvegese S. Smaadahl, segretario per
l’Europa deH’AMSB.
NA.r.: Mentre comprendiamo e condividiamo nettamente la seconda parte
della dichiarazione sopra riportata, ci
lascia invece perplessi e piuttosto dissenzienti la prima: comprendiamo benissimo che si tratta di un tributo di
lealismo con cui si paga la possibilità
di intrattenere rapporti al di sopra della perdurante ’cortina’ che taglia l’Europa, e forse una modesta possibilità
d’introduzione "legale” di Bibbie nei
paesi "socialisti", ci pare che una "legalità" statale che vieti o regolamenti
La libertà religiosa in
forti contrasti fra ima
a una maoistratura liberaie
Spagna;
noHzia restrittiva
Com’è noto, la situazione della libertà religiosa, in Spagna, presenta
forti contrasti: la Legge sulla libertà
religiosa (1967) votata dalle Cortes è
abbastanza larga, ma spesso restrittiva ne è l’interpretazione e l’applicazione, soprattutto a livello della polizia (più liberale la magistratura).
Inoltre, un serio colpo a tale legge è
stato dato dalla decisione governativa
di sottoporre tutte le chiese e comunità religiose non cattoliche al regime dell’« iscrizione » in un registro
speciale: ciò signiAca, per queste comunità, sottostare a un forte controllo statale. Finora le comunità della
Chiesa Evangelica Spagnola hanno
nettamente riAutato di sottostare a
questa norma e non si sono iscritte.
In altre chiese, con minore chiarezza
teologica e politica, vi sono invece esitazioni.
Ad esempio, in questi giorni, la Chiesa riformata svizzera di Barcellona,
Añora autorizzata dal governo civile
della provincia, si è vista riAutare la
autorizzazione a tenere la sua annua
assemblea generale, in quanto non
iscritta nel registro delle associazioni
confessionali; e di conseguenza ha
chiesto il riconoscimento legale, che
le è stato accordato. Il pastore di quest’. chiesa, il prof. Manuel GutierrezMarin, ha ottenuto anch’egli il riconoscimento civile del suo ministero.
Decisione analoga, quella presa dalla Chiesa Spagnola Riformata Episcopale (membro della Comunione angli
Borgio Verezzi rifiuta gli spastici?
La comunità di Oregina protesta
Saputo del "fatto di Borgio” di cui parla
in prima pagina Gustavo Bouchard, la comunità genovese di Oregina ha inviato al quotidiano « Il Lavoro » questa lettera di protesta, che è stata pubblicata nell’edizione del
31 maggio 1973; riportiamo con piacere questa lettera, lieti per questa solidarietà e per
com’è formulata, red.
Egregio direttore,
abbiamo letto su « Il Secolo XIX » di martedì 29 maggio u. s. la vibrante protesta degli
« operatori economici » di Borgio Verezzi contro l'intenzione dell’Ospedale Evangelico di
Genova dì destinare l’ex albergo « La Vela »,
dì sua proprietà, a colonia estiva per ragazzi
spastici, provenienti dall’Italia e dalla Svizzera e di qualsiasi confessione cristiana (non
valdesi, come si allude maliziosamente Dell’articolo, quasi con uno spirito di sanfedismo cattolico).
È evidente la motivazione economica che
muove le fila della sedicente « sommossa popolare » di Borgio : o per parlare con maggior
chiarezza, il carattere di cinica speculazione
che si ammanta di un untuoso spirito filantropico. Gli « operatori economici » parlano infatti di « battaglia per la nostra sopravvivenza », ossia di una battaglia intesa a perpetuare
la gestione per fini di sfruttamento capitalìstico, dì una redditizia « industria delle vacanze » a danno dei diritti dì ogni cittadino e in
particolare dei più sfortunati economicamente
e fisicamente.
D’altra parte gli stessi operatori suggeriscono con delicato pietismo la sistemazione degli
spastici in adeguati e già funzionanti istìtuti
lager, per evitare alle infelici « creature » di
« attraversare il paese affollato trovandosi in
evidente imbarazzo ».
È chiara la natura farisaica dì questa affermazione, che rovescia la realtà dei fatti. Si
tratta di evitare ai signori turisti il repellente
spettacolo di ragazzi « anormali », di richiamare il loro animo, distratto dal beato mondo delle vacanze consumistiche, alla dura verità della presenza conturbante del dolore.
Invocare ragioni pseudoumanitarie per occultare sporchi interessi e proporre apertamente dei ghetti per dei ragazzi, che hanno più
diritti dei « sani » a godere ì beni della natura, appare alla nostra coscienza cristiana una
azione degna del migliore razzismo nazista.
Non possiamo credere che gli abitanti dì Borgio si identifichino tutti con gli zelanti « operatori economici »; vorremmo chiedere a un
padre di famiglia quale sarebbe la sua reazione se suo figlio fosse costretto a subire una
cosi umiliante discriminazione, degna della
medievale caccia alle streghe.
Come cristiani sentiamo il bisogno di denunciare una manovra polìtica così odiosa e
ripugnante, contraria non solo al comandamento dell’amore per i nostri fratelli, e soprattutto per i più sfortunati ed emarginati,
ma anche contraria al più elementare senso di
umanità e ai diritti fondamentali del cittadino, sanciti dalla Costituzione.
Invitiamo tutti coloro, credenti o non credenti, che concordino con la nostra denuncia
a esprimere, nelle forme che riterranno più
opportune, (con manifestazioni di protesta e
azioni a livello sindacale-polìtico), la loro solidarietà con ì giovani spastici, vivente contraddizione del facile ottimismo del sistema
economico attuale.
La Comunità cristiana di Oregina.
cana): si è iscritta ¡nel citato registro,
e subito tutti i novq suoi pastori hanno ottenuto il ricsnoscimento legale
del loro ministero.; E la prima volta
che non una singola comunità, ma
una comunità nazionale di chiese ottiene, come tale, il riconoscimento legale in blocco.
Cartagena — Il soldato protestante
Vicente Felip, agli arresti militari dal
15 aprile per avere disubbidito all’ordine di presentare le armi durante una
messa al campo, ,sta scontando una
pena di due mesi di carcere.
Madrid — La Corte suprema spagnola ha assolto la signora Alicia Dorado,
che era stata punita dalle autorità governative con una multa di 500 pesetas; il denaro dovrà esserle rimborsato. Essa era stata colta a distribuire
pubblicazioni dei « Testimoni di Geova ». e applicando la legge di ordine
pubblico la Sicurezza Nazionale l’aveva giudicata colpevoie di propaganda
illegale sulla pubblica via. La Corte
Suprema dichiara che la Legge di ordine pubblico dev’essere interpretata,
in questo caso, in armonia con la Legge sulla libertà religiosa, altrimenti
quest’ultima sarebbe inattuabile. Essa sancisce il diritto delle persone di
far conoscere ad altri le loro credenze
religiose.
Madrid — Durante la domenica 20
maggio trecento giovani hanno percorso la capitale distribuendo evangeli e testi adesivi recanti le scritte « Pace. amore e libertà in Gesù », « Gesù
salva », « Gesù viene » ecc., in preparazione di una grande riunione tenutasi
la sera nella chiesa di Calle Calatrava.
Quattro di questi giovani sono stati
condotti dalla polizia al commissariato, che li ha fatti comparire davanti
al giudice. Questi ha però giudicato
che i giovani non avevano commesso
alcun delitto, e li ha rimessi immediatamente in libertà. Tuttavia il capo
della polizia ha rivolto un ammonimento scritto ai responsabili della manifestazione, con l’ingiunzione di « astenersi dal fare propaganda sulla pubblica via, poiché questo significa intromettersi nella vita privata dei cittadini, il che costituisce un'infrazione
delle limitazioni previste dalla legislazione ». La riunione serale si è svolta
senza ostacoli; ha predicato l’evangelista giordano Bahjat Batarseh.
de circa 150 stands; vi partecipano
due librerie protestanti della capitale,
il Centro de Literatura Cristiana e la
Libreria Calatrava.
Si apprende che nel corso del mese
di aprile otto libri protestanti sono
stati autorizzati. La tiratura comple,ssiva di queste pubblicazioni è di 90.000
copie.
NUOVO PROGETTO DI LEGGE
PER L'OBIEZIONE DI COSCIENZA
-Madrid — Un terzo progetto di legge sugli obiettori di coscienza è stato
presentato alle Cortes e al Governo
per decisione del Consiglio dei ministri del 18 maggio: « Progetto di legge
sul rifiuto a prestare il servizio miìitare ». I due progetti precedenti sono
stati ritirati dal Governo dopo che la
Commissione parlamentare per la difesa aveva emendato il testo originale
al punto da renderlo inoperante. Oltre
duecento sessanta Testimoni di Geova
e quattro cattolici subiscono attualmente in Spagna pene di parecchi anni
di carcere per essersi dichiarati obiettori di coscienza.
CONVEGNO DI MISSIONARI
STRANIERI
Madrid — Oltre 60 missionari stranieri residenti in Spagna, appartenenti a 23 diverse missioni, si sono riuniti
a Madrid il 15 e il 16 maggio. Il pastore statunitense Harold van Broekhowen, direttore di « Outreach », ha presentato alcuni studi biblici sull’opera
dello Spirito Santo. Il past. Cardona,
segretario del Servizio evangelico di
assistenza legale (SEAL), commissione
di difesa, vi ha pure parlato in un colloquio sulle condizioni legali per lo
sviluppo dell’opera dei missionari stranieri. Questi hanno riferito sulla propria attività, durante il convegno organizzato dal Comitato consultivo delle missioni straniere in Spagna.
(c limiti) la introduzione e circolazione di Bibbie (come di ogni altro materiale di stampa, d’informazione, di cultura) sia profondamente illegale. La
’ legalità" cui il Comitato europeo dell'AMSB si riferisce è una pura convenzione poUtica di regimi autoritari.
L etica cristiana si evolve stranamente:
è difficile immaginare gli apostoli e gli
evangelisti del Nuovo Testamento, i
colportori valdesi, i missionari cristiani, rifarsi a criteri quali quello enunciato a Bad Saarov.
IIIINIIIIII:iimiiiI!MI|||IIIIIIII!III||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
I riformati olandesi
non invieranno più
medici missionari
nell’Africa del Sud
Baarn, Olanda (spr) - I responsabili
della rnissione delle Chiese riformate
olandesi (Gereformeerde Kerken) hanno deciso di non inviare più medici
missionari in Africa del Sud. Questa
decisione è stata comunicata al Sinodo
delle Gereformerde Kerken; è motivata dall’annuncio, dato il 1 aprile 1973,
che il governo sudafricano assumeva
la responsabilità di tutti gli ospedali
missionari.
Questa questione dell’invio di medici
missionari era in discussione dal 1968,
quando la Chiesa riformata olandese
(Nederduitse Gereformeerde Kerk) dell’Africa del Sud aveva chiesto alle Chiese riformate d’Qlanda di inviarle personale sanitario. Negli ambienti missionari olandesi si era manifestata una
certa esitazione a causa dei « regolamenti ai quali è soggetto il lavoro missionario negli ospedali missionari »
sudafricani.
Questi regolamenti includono la condizione che il personale missionario rispetti la politica governativa e quella
della Chiesa riformata olandese sudafricana relative alle relazioni razziali;
essi si pronunciano pure contro i contatti sociali con i non-bianchi nelle case private e al di fuori deile ore di lavoro. corne ad es, le attività sportive, le
riunioni in società e le vacanze in comune.
Secondo i responsabili missionari
d Qlanda, che vedono nelle regole di
condotta derivanti AaW apartheid in
Africa del Sud un serio ostacolo alla
collaborazione nel servizio medico missionario, il fatto che il governo sudafricano ha assunto in proprio la responsabilità degli ospedali missionari, ha
eliminato ogni ragione di inviare medici missionari nell’Africa del Sud.
(da "Noticias").
Pubblicata a Parigi
Una raccolta
di canti religiosi malgasci
— La Chiesa Protestante Malgascia in Francia ha la gioia di presentare ai cristiani di Francia, dei Madagascar e degli altri paesi del mondo
una raccolta di canti religiosi composti da cristiani malgasci, trascritti da
una raccolta pubblicata nel 1972 con
il diverso sistema di scrittura musicale usato dai Malgasci. La nuova raccolta vuol permettere la ’lettura’ musicale a coloro che desiderano conoscere l’anima e i talenti malgasci usati
per lodare Dio e per annunciare l’Evangelo a tutti gli uomini, e d’altro
lato si è cercato di tradurre le parole
di questi canti religiosi in due lingue
di largo uso negli scambi internazionali, il francese e l’inglese.
IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII||||||||||||||||||||||||||||||||||lllll|i;il
9 Durante la sua assemblea annuale, tenutasi il mese scorso a Nauru, PUnione
congregazionalista australiana ha votato, con
una maggioranza del 97,6%, la decisione di
far parte della futura Chiesa unita d’Australia; gli altri due partners impegnati nelle trattative d’unione sono la Chiesa presbiteriana
e la Chiesa metodista.
Angela Davis e l’eredità
di Martin Luther King
Madrid — Inaugurata il 25 maggio,
la Fiera nazionale del libro compren
^ La Chiesa cristiana evangelica a Mìnahasa (Indonesia) ha inviato dodici insegnanti nel Kalimantan occidentale (ex Borneo) fra 33.000 cinesi trasferiti in quell’ìsola
dal governo indonesiano « per motivi di sicurezza ». Dovranno seguire i programmi d’insegnamento preparati dall’Associazione delle
Unioni di servizio cristiano, raggruppamento fondato dalle chiese locali per venire in
aiuto a questa popolazione. È la seconda équipe d’insegnanti inviata nel Kalimantan; due
anni fa la Chiesa cristiana a Sumba ne aveva
inviate due nel quadro di questo programma.
L’équipe attuale comprende insegnanti
scuole elementari
agronomo.
e secondarie e
di
un perito
(Da Azione nonviolenta) — In una
intervista al quotidiano italiano II Secolo XIX, Angela Davis, parlando del
futuro della gente di colore negli
USA, ha ricordato la figura e l’esperienza di Martin Luther King. « I negri
d’America — ha affermato tra l’altro
la Davis — stanno sempre più acquistando una coscienza politica. Questo
è ciò che spaventa il potere. I negri
hanno capito che devono lottare contro lo sfruttamento, e che la loro lotta non può essere isolata. Insomma,
la lotta dei negri d’America, oggi, non
può essere più una lotta antirazzista;
è una lotta di classe che vuole unire
gli sfruttati, i lavoratori negri e bianchi. Questa è l’eredità di uno dei maggiori nostri capi, Martin Luther King.
Purtroppo, la sua figura non è stata
capita del tutto. Molti bianchi, in cattiva o buona fede, hanno voluto vedere in lui solo l’apostolo della nonviolenza, il pastore che si batteva per fare entrare i negri negli autobus o nei
locali pubblici. Purtroppo, anche molti
negri l’hanno ingiustamente definito
come uno « zio Tom », un negro rinunciatario, una espressione della piccola borghesia di colore. Tutto questo è falso. Innanzitutto bisogna pensare agli anni in cui King operò, cioè
agli anni 50, quando la coscienza politica dei negri d’America non era ancora maturata, e King dovette far leva soltanto sul sentimento religioso
del negro. Ma occorre ricordare che
King parlò per primo della esigenza di
una lotta contro rimperialismo e lo
sfruttamento. E quando fu assassinato
a Memphis, Tennessee, egli stava partecipando allo sciopero degli spazzinl
di quella città, cioè ad una lotta sindacale. King è stato anche il primo
leader negro a prendere posizione contro la guerra del Vietnam. E ci furono
molti che invece dissero: ”I negri devono solo lottare per i loro problemi".
Noi oggi accogliamo l’eredità di Martin Luther King ».
5
8 giugno 1973 — N. 23
LA CHIESA E LA SUA MISSIONE NEL MONDO
pag. 5
LA CHIESA NEI PAESI DELL’EST EUROPEO
Il CecosloifaGdiia, gU si è "nomalizzato" i Ghi io
Abbiamo riportato a varie riprese, negli ultimi mesi, notizie sulla situazione delle Chiese in Cecoslovacchia. Il dialogo fra cristiani e marxisti, che ha costituito uno degli aspetti della ’’primavera di Praga , cinque anni fa, non è più stato interamente soffocato; ma è più facile all’estero che in Cecoslovacchia, dove le Chiese che più si erano dichiarate per il ’’socialismo dal volto umano” sono quelle che
ora maggiormente subiscono gli effetti della progressiva ’’normalizzazione”. Continuiamo, riprendendole dal sepd (9-5-1973) — il servizio informazioni protestante della Svizzera tedesca —, la pubblicazione di notizie sulla vita delle Chiese nei paesi dell’Est venendo, dopo i Balcani e l’Ungheria, alla Cecoslovacchia. Affianchiamo a queste notizie un articolo pubblicato da Nuovi Tempi (20-5-1973), che
in parte le integra, in parte vede la situazione in una prospettiva diversa.
Dirigenti di Chiese accanto ai poiitici
neiia condanna degii esperimenti
nucieari francesi nel Pacifico
Sui 14 milioni di abitanti della Cecoslovacchia circa 10 milioni sono membri di Chiese cristiane. I cattolicoromani sono 8 milioni; 10 altre Chiese costituiscono il Consiglio ecumenico nella Repubblica socialista cecoslovacca (CSSR): fra queste, accanto ad
alcune Chiese minori, quella hussita,
quella evangelica slovacca (luterana),
troviamo la Chiesa evangelica dei Fratelli cechi, quella riformata a quella
ortodossa. I protestanti cecoslovacchi,
da sempre fortemente sensibili ai problemi sociali, dopo la presa del potere da parte del Partito comunista, nel
1948, non furono ostili alle idee e ai
programmi socialisti. A un dialogo effettivo con l’ideologia marxista si giunse, per altro, solo durante la « primavera di Praga ». Da allora, però, su
questo seme germogliarne è ricaduta
una feroce gelata.
S'INTENSIFICA LA CAMPAGNA
ANTIRELIGIOSA
DIVERSO IL TRATTAMENTO
RISERVATO ALLE VARIE CHIESE
I
[
La più colpita dalle inisure antiecclesiastiche dello Stato è la Chiesa
cattolica romana. La numericamente
esigua Chiesa ortodossa (20.000 membri) gode oggi, per sua dichiarazione,
della « vasta attenzione di molte Chiese sorelle ortodosse all’estero, soprattutto dopo gli sventurati avvéniménti
del 1968-69, che le betono causato notevoli danni ». Le autorità statali non
solo ’risparmiano’ per lo più questa
Chiesa, ma la sostengono. L’appoggio
si manifesta essenzialmente nel restauro di chiese e case parrocchiali. Notoriamente ben trattata è pure la Chie
sa hussita cecoslovacca, separatasi nel
1919-20 dalla Chiesa cattolica romana
divenendo una specie di Chiesa nazionale. Analogamente alla Chiesa evangelica slovacca della Confessione di
Augusta (luterana), quella hussita si è
rapidamente adattata al nuovo corso
politico sotto Husak e si è pure ben
presto nuovamente impegnata nella
Conferenza cristiana per la pace (CCP).
Sotto molti aspetti è più difficile la situazione della Chiesa evangelica dei
Fratelli cechi (circa 300.000 membri),
una delle più numerose Chiese protestanti nella CSSR, la quale solo con
esitazioni ha ripreso la collaborazione
con la CCP.
due riprese, nell’ultimo anno, la Chiesa battista ha organizzato per predicatori e collaboratori laici. Nel corso
biennale per corrispondenza curato
dalla stessa Chiesa hanno lavorato un
centinaio di predicatori laici e di collaboratori delle comunità.
OSTACOLATE
LE CELEBRAZIONI MILLENARIE
DEL VESCOVATO DI PRAGA
CORSI TEOLOGICI,
FORMAZIONE DEI LAICI
Sebbene l’organo del partito, « Rude
Pravo », in un editoriale recente abbia
dichiarato che « parlare di un'oppressione della Chiesa in Cecoslovacchia è
una cosciente e malevola menzogna
che Dio, se esistesse, dovrebbe giustamente punire », s’intensificano e moltiplicano quasi quotidianamente le
l appresaglie contro le chiese. A 500 sacerdoti cattolici romani è impedito il
pieno esercizio del loro ministero. Ecco un esempio di come possono andare le cose; poco fa due preti cattolici
si sono visti applicare un ’divieto di
esercizio’ rispettivamente di 3 e 5 anni « per abuso della maestà della morte e della cerimonia funebre ecclesiastica, con calunnia contro atei convinti ». Uno di loro è stato incriminato
per aver suscitato « scandalo giustificato » nel corso di un funerale con
« espressioni offensive » nei confronti
della posizione del defunto; secondo
la « Pravda » avrebbe detto; « A chi è
senza fede non rimane che la disperazione, la corda o la pallottola ». Tali
esnressioni sono state giudicate penalmente.
La « Pravda » ha manifestato la sua
inquietudine perché circa il 46% degli alunni di ogni grado, che fanno
proprie le idee marxiste, sono contemporaneamente inviati dai genitori alla istruzione religiosa. I genitori non
sarebbero coscienti di creare così il
caos nella mente dei ragazzi e degli
adolescenti. Sebbene nelle scuole eleni a ri le lezioni di religione siano
ufficialmente permesse dalla 2“ alla 7“
classe, si cerca in tutti i modi di ridurre il numero di studenti che le freouentano; intimidazioni nei confronti
di insegnanti e genitori, pressioni sui
padri nei posti di lavoro, procedimenti arbitrari dei direttori, che lacerano
domande d’iscrizione o semplicemente le ignorano, ecco misure all’ordine
del giorno. Gli argomenti oggi rivolti
contro la religione sono gli stessi dei
Oliali ci si è valsi nella lotta contro le
Chiese negli anni ’60. Ma, a confronto, il tipo di azione è molto più rigoroso, più scoperto e spesso più raffinato e abile. La campagna antireligiosa dev’essere oggi uno dei punti di
forza dell’attività di partito. La religione si fonda sulla fede cieca e sulla
paura, incatena le forze dell’uomo, limita le possibilità del suo sviluppo e
lo sottopone all’oppressione spirituale
dei suoi principi morali. Scopo della
propaganda e dell’educazione ateistica
è quindi liberare il credente dalla sua
oppressione spirituale e destare in lui
la coscienza della propria forza, capacità, ragione. Per raggiungere tale scopo, le possibilità d’azione della Chiesa
devono essere limitate. Ad esempio
tutte le « attività culturali » delle Chiese sono state vietate. Sicché sarebbe
impensabile, oggi, che la Chiesa evangelica dei Fratelli cechi abbia a disposizione il Centro dei congressi statale
di Praga, nel parco Fucik, com’era accaduto nel dicembre 1968, in occasione delle celebrazioni del 50® anniversario di questa Chiesa riformata, pn
la partecipazione di seimila membri di
questa chiesa.
La Chiesa hussita cecoslovacca ha
organizzato corsi per candidati allo
studio teologico e per giovani collaboratori della chiesa; a un recente corso
di nove giorni hanno partecipato 53
giovani, proseguendo la loro formazione. Sessanta i partecipanti a un altro
corso organizzato per collaboratori e
per diaconi più anziani. Assai buona
la partecipazione pure al corso che a
Le celebrazioni ecclesiastiche commemorative della fondazione del vescovado di Praga, nell’aprile 1973, hanno potuto tenersi unicamente nella cattedrale St. Veit della capitale. Sono
stati rifiutati gli avvisi murali, con i
quali si voleva annunciare queste celebrazioni in tutte le chiese di Praga.
Nella stessa cattedrale si sono avute
difficoltà; il coro della cattedrale è separato dal resto della chiesa da un alto tramezzo di assi, a causa di lavori
di restauro, che hanno impedito ai fedeli di vedere l’altare. L’ufficio edile
statale, che era stato pregato di concludere i lavori prima delle celebrazioni millenarie, aveva fatto sapere che
|a cosa sarebbe stata prevedibilmente
impossibile. E così è stato. (sepd)
Ginevra (soepi) — Alan Brash, segretario generale interinale del CEC,
ha inviato al vice-primo ministro neozelandese Hugh Watt (è noto che dopo l’Australia la Nuova Zelanda è intervenuta vivacemente contro la prosecuzione degli esperimenti nucleari
francesi nella Polinesia (isola di Mururoa), facendosi portavoce di numerosi paesi e popolazioni del Pacifico,
e ha sottoposto il problema alla Corte
internazionale di giustizia dell'Afa)
un telegramma comunicandogli l’appoggio che il CEC dà al suo governo
nella sua opposizione agli esperimenti
nucleari francesi nel Pacifico.
Il suo collega nella direzione del
CEC, Leopoldo Niilus, direttore della
Commissione delle Chiese per gli affari internazionali (CCAI) ha scritto a
un membro di questa Commissione
residente in Nuova Zelanda che opporre resistenza a questi esperimenti
« non si pone soltanto nella linea della necessità di proteggere il nostro ambiente minacciato, ma è pure una protesta legittima contro l’egemonia persistente in quella parte del mondo e
può quindi dare alle grandi potenze
una lezione salutare, mostrando loro
che nel mondo odierno la superiorità
fisica non giustifica l'irresponsabilità
internazionale ».
Al principio di aprile otto Consigli
nazionali di Chiese dell’Oceania hanno protestato congiuntamente contro
gli esperimenti nucleari, in lettere indirizzate alla Federazione Protestante
di Francia e al card. Marty, arcivescovo di Parigi; si trattava dei Consigli nazionali d’Australia, delle Filippine, del Giappone, di Hong Kong, della Melanesia, dell’Indonesia e della
Conferenza delle Chiese dell’Oceania,
i quali hanno unito la propria voce a
quella del Consiglio delle Chiese della
Nuova Zelanda.
Recentemente la Federazione Protestante di Francia e la Chiesa cattolica
romana di Francia hanno pubblicato
congiuntamente una dichiarazione di
condanna del commercio di armi da
parte della Francia. Questo documento non parla degli esperimenti nucleari, sebbene i primi progetti della dichiarazione criticassero la politica
francese in questo settore.
Un parere diverso
Su « Riforme » del 2 giugno, nella
rubrica En toute liberté, abbiamo letto queste riflessioni di Albert Finet,
per molti anni direttore del settimanale, ora a riposo. Per quel gusto di
udire pareri disparati, che abbiamo e
che pensiamo di condividere: con una
parte almeno dei nostri lettori, ci pare interessante riportare queste riflessioni « in tutta libertà ».
red.
A cinque anni daila « primavera di Praga » sintomi di
« disgeio prudente » legato alla politica di Mosca - La
Facoltà teologica Comenius si rinnova ■ I giovani
riscoprono il « sacro »
Armi di politici
Qual è la situazione della Cecoslovacchia, e in modo particolare delle
chiese evangeliche, cinque anni dopo
la « primavera di Praga »? A Ginevra
durante il simposio sulla teologia negra abbiamo potuto avere notizie di
prima mano dal prof. Ludek Broz e
da altri. Nell’insieme, come è ben noto, Husak è riuscito a imporsi e ha bene in mano la situazione, tanto che si
può permettere ora qualche liberalizzazione. Del resto, ci fanno osservare
i nostri amici, si tratta di un fenomeno di disgelo prudente che è legato
agli sviluppi della politica europea e
che si verifica in tutti i paesi dell’est.
E le chiese evangeliche? Intanto, alla Facoltà Comenius, dopo la morte e
il pensionamento di alcuni professori
e dopo alcune nuove nomine il quadro
si è rinnovato; Amedeo Molnar, come
abbiamo già comunicato, è il decano.
Broz insegna teologia sistematica. Fra
i professori, Smolik, Pokorny, Heller,
Bic formano un buon gruppo di lavoro, ai quali si aggiungono altri, fra cui
Ondra, e, fra breve, Opocensky. La
chiesa dei fratelli cechi (che è la principale chiesa evangelica della Cecoslovacchia) è stata duramente penalizzata per il suo messaggio al paese nel
1969, sgradito alle autorità del dopoDubeek, nonostante che già allora si
ebbe il coraggio di fare un’affermazione impopolare e cioè che si doveva
riaprire il dialogo coi russi. Ora, dopo
aver insistito per anni che quel messaggio venisse sconfessato, le autorità
governative si sono finalmente rese
conto che la cosa non era possibile. In
aprile tuttavia, il sinodo ha fatto una
sua proclamazione di lealtà al governo.
dita, straordinaria in un paese in cui
l’ideologia ufficiale è un ateismo che
si ispira ancora ai razionalismo e al
positivismo.
Per il resto, l’atmosfera è piatta. Le
condizioni economiche sono migliorate, ma c’è un senso generale di vuoto. Tanto più interessante è quella che
da diverse parti viene ora chiamata
la « primavera di Mosca »; segni indubbi di un disgelo che potrebbe avere grandi conseguenze in tutti i paesi
dell’est. Broz parla d’un testo che ha
avuto grande diffusione in URSS, il
« Leonardo dell’epoca nuova » di Poshataev. che cita Theilard de Chardin
e Paulo Freire, propone un’educazione
non autoritaria e prende distanza dal
realismo sovietico nell’arte. Eppure,
osserva Broz, sembra che succeda come a Praga nel 1968; c’è il disgelo, ma
questo non nasce da una riflessione
marxista. Si parla di cibernetica e antropologia, ma la dogmatica dei marxisti è sempre la stessa; le novità non
sorgono da un marxismo rinnovato. E
questa è anche la debolezza della nuova « primavera di Mosca ».
(da «Nuovi Tempi»).
La Nuova Zelanda, dopo l’Australia,
chiede alla Corte dell’Aja di ordinare
la sospensione degli esperimenti nucleari francesi.
Leggendo quest’informazione, un
week-end di giugno in un angolo delrile-de-France nel quale le peonie sono in fiore, i rosai promettono rose e
il caprifoglio comincia, a sera, a profumare l’aria, mentre i rododendri volgono alla fine, ci si dice; Quando la
prima bomba atomica è esplosa _ su
Hiroshima, la seconda su Nagasaki, e
migliaia di Giapponesi ne furono vittime, l’Australia e la Nuova Zelanda
hanno chiesto alla Corte dell’Aja di
stigmatizzare questo massacro? Niente affatto; il pericolo dell’espansione
nipponica era eliminato.
Quando gli USA e l’URSS, per la loro difesa e la loro supremazia, hanno
moltiplicato i loro esperimenti nucleari, esperimenti di ben altra portata di
quelli francesi, contaminando l’atmosfera, l’Australia e la Nuova Zelanda
hanno protestato? Non ho riferimenti
sottomano, ma penso di no.
Quando, invece, la Francia, per la
propria difesa, si propone di fare un
mini-esperimento in quelle terre lontane che, di fatto, le appartengono,
piuttosto che realizzarlo nel Larzac,
ad esempio, ecco levarsi il clamore e
si chiede alla Corte dell’Aja, organismo dei più rispettabili, di esprimere,
in nome della coscienza universale, la
sua disapprovazione.
Questione puramente scientifica: i
pareri divergono. Scienziati autentici
dichiarano che questi esperimenti potrebbero avere conseguenze catastrofiche. Altri autentici scienziati affermano che nel nostro sistema solare si
producono fenomeni nucleari di ben
altra entità e che gli esperimenti condotti dai militari francesi hanno una
importanza assai ridotta. Non sono
uno scienziato, e non posso tranciare
un giudizio. Nel dubbio, astieniti.
Questo è un aspetto della questione.
Ce n’è un altro.
Non penso che nella storia dell’umanità vi sia un solo esempio di società
che abbia trascurato la propria difesa. O piuttosto, la storia insegna che
appena una società politica, uno Stato
ha allentato la propria preoccupazione
di preservare la propria esistenza, è
stato eliminato.
Luci e ombre nella
del protestantesimo
situazione
spagnolo
Per quanto riguarda la situazione
delle chiese, le cose non sono cambiate negli ultimi anni. I pastori (come i
preti) sono sempre pagati dallo stato, anche se il loro stipendio non è
mai stato aumentato dal 1949 (ciò che
rende necessaria un’integrazione, che
viene dall’estero tramite l’Alleanza riformata). Come sempre vi sono difficoltà e lungaggini burocratiche per le
nomine; ma niente di grave. Le chiese svolgono liberamente le loro attività; negli ultimi tempi si sono avute
anche maggiori assegnazioni di carta
per varie pubblicazioni, fra cui un’edizione della Bibbia. I.e difficoltà se mai
vengono dalle chiese stesse, che, come
del resto in occidente, concepiscono
la loro vita in modo troppo tradizionale.
Da poco tempo arrivano anche notizie sulla situazione delle chiese evangeliche della Spagna, diramate dal
Consiglio evangelico spagnolo in un
bollettino. intitolato « Noticias ».
Verso l'esterno, verso la popolazione cecoslovacca, le chiese si sentono
piuttosto isolate. Ma si verifica ora
anche in Cecoslovacchia quello che da
tempo avviene nell’URSS. Soprattutto
i giovani prendono di nuovo interesse
alle chiese; anzi nei paesi dell’est la
contestazione giovanile si presenta a
volte non come « secolarizzazione », ma
al contrario come una specie di « sacralizzazione », un’apertura al sacro.
Quello che attirano sono i culti, proprio per il canto, il supno dell’organo.
E qui, osserva Broz ridendo, siamo in
condizioni sfavorevoli rispetto ai cattolici, che su questo piano hanno molto di più da offrire. Bisogna anche
ammettere che un culto cattolico o ortodosso è una cosa assolutamente ine
Alcune sono negative, come le seguenti, che in un certo senso inquadrano un po’ la situazione del protestantesimo spagnolo; a MADRID durante una conferenza sulla confessionalità dello Stato (25 aprile), il vescovo Guerra Campos ha affermato che:
« lo Stato non ha il dovere di concedere la sua tutela in modo uguale a tutte le convinzioni religiose »; a CARTAGENA un soldato, appartenente alla
chiesa battista, è stato messo agli arresti militari per èssersi rifiutato di
partecipare ad una messa di campo
durante una cerimonia militare: per
anni i soldati protestanti hanno sofferto in questo paese ogni genere dì soprusi, inclusa la prigione, a causa del
duplice carattere civile e religioso delle cerimonie militari nell’armata spagnola, e dell’ambiguità d’interpretazione dei regolamenti che ne consegue.
Ultimamente questo problema sembrava risolto, invece ricompaiono frequentemente episodi d’intolleranza.
Altre notizie del bollettino sono> al
contrario, positive, come per es.: a
SEGOVIA, dove non esiste tempio
evangelico, un movimento di questa
chiesa ha organizzato riunioni nel
principale teatro della città. Alle riunioni hanno partecipato anche alcuni
sacerdoti cattolici; uno dei temi pre
sentati è stato: « presenza evangelica
in Spagna dopo la legge sulla libertà
religiosa ».
Ed ancora: una comunità battista
ha inaugurato un centro evangelico
nella regione turistica di ALICANTE;
una conferenza nazionale delle chiese
pentecostali, che esistono in Spagna
da ormai 50 anni, ha avuto luogo a
BARCELLONA alla fine di aprile; il vescovo delle isole CANARIE ha incontrato il presidente della chiesa evangelica tedesca per parlare di un’opera
in comune con la comunità tedesca luterana che vive in quelle isole, e per
programmare insieme un ministero
religioso fra i turisti.
Infine, l’unione cristiana dei giovani
(Y.M.C.A.) presenta un continuo sviluppo nella Spagna dal 1969, anno della sua installazione in questo paese.
Essa ha fondato un centro importante a MADRID e parecchi servizi sociali
culturali e sportivi nei dintorni; possiede ora un grande terreno vicino alle montagne di Guadarrama (80 km.
da Madrid). Questa organizzazione si
dichiara fedele all’ordinamento base
di Parigi delle Y.M.C.A. dell’anno 1855,
vale a dire: confessione di fède in Gesù Cristo secondo le Scritture, desi:
derio di lavorare insieme per il Regno di Dio; però rimane al di fuori di
ogni questione confessionale; infatti
nel suo comitato nazionale vi sono protestanti e cattolici, e tra questi ultimi anche personalità dello Stato spagnolo.
Edina Ribet
Non ci possiamo far nulla, è la condizione umana. Senza dubbio in questa condizione umana vi sono state,
e vi sono belle anime scrupolose che
denunciano questo stato di fatto, che
affermano che gU stanziamenti per la
difesa sarebbero meglio impiegati per
gli alloggi, l’educazione, la cura dei
sofferenti e lo sviluppo della cultura.
Senza dubbio (e la cosa è per me
assai più seria e conturbante) vi sono
profeti che in nome dell’Evangelo ricordano che chiunque usa la spada
perirà di spada: un riassunto lapidario e pertinente della storia umana.
E penso che,in modo ambiguo, essi
scrivono in tal modo quella storia sotterranea che il segreto Consiglio di
Dio si riserva finché i tempi siano
compiuti. In questa prospettiva la loro azione ha forse maggiore importanza che la preoccupazione dei militari di rafforzare la difesa.
Se mi fosse domandato, per ipotesi,
al termine di questa vita, di scegliere
fra i militari e la testimonianza dei
’profeti’, mi schiererei a fianco di questi ultimi, fosse pure a rischio della
mia libertà e della mia vita; ma non
tengo alla vita; la scelta, quindi, non
avrebbe importanza.
Soltanto... Soltanto, né loro — i
’profeti’ — né io abbiamo responsabilità politiche; né loro né io possiamo ragionevolmente immaginare una
società senza difesa. Si tenta di testimoniare dell’Evangelo, null’altro.
In tale situazione, e per valutare
l'evento, cioè quest’azione moralizzatrice della Nuova Zelanda e dell’Australia davanti alla Corte dell’Aja, è
bene essere circospetti, scettici e prudenti.
I politici sono responsabili della difesa del paese: dissuasione dei piani
ritenuti ostili di eventuali avversari o
illusione, non lo so.
Penso semplicemente che fanno, in
coscienza, il loro mestiere e che una
società, un paese, una nazione che
non vuole lasciare ad altri — sarebbe
una demissione — la cura di proteggerla da possibili pericoli, mantiene
così, bene o male, la propria integrità.
Penso pure che nel tempo in cui viviamo, questa difesa non è più costituita dalla lancia, dalla freccia, dal
fucile, dal cannone, ma dall’arma atomica.
Allora, tenuto conto dei pareri divisi degli scienziati al riguardo, con qual
diritto i politici dell’Australia e della
Nuova Zelanda pretendono darci lezioni di morale e di umanità?
Albert Finet
lllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllillllllllllllllllItlllllllllllMllin
H L’arcivescovo di Aix-en-Provence ha autorizzato, in alcune occasioni, la celebrazione della messa in lingua d’oc. Una piccola
vittoria degli occitani.
lllllllllllllllllllllllllllllillllllllllllllllllllllllllllllllllllHIUIIIIIII
Alla redazione di questo numero hanno
collaborato Gustavo Bouchard, Lalla e
Giovanni Conte, Riccardo Gay, Bruno
Lombardi Boccia. Roberto Peyrot Paolo
Ricca, Giorgio Toum, Elsa e Speranza
Tron.
6
GROHACA DELLE VALLI
N. 23 — 8 giugno 1973
Comunità montana della Val Pollice Dalla Val Germanasca
!
Esiste già sulla carta, presto sarà una realtà operante - Cosa ne pensa l’architetto Longo: gli anni 80 segneranno la fine dei campanilismi e dei particolarismi
anacronistici, preparare sin d’ora un futuro che si annuncia ricco di possibilità
Come dicevamo sul numero scorso del giornale, l’assemblea reponale ha sancito la nascita della « Comunità Montana della Val Pel
Prall
lice»; appena pubblicata sulla Gazzetta UfficiaÌe7Ìa Ìegir7ichrederò
che 1 9 comuni, entro 30 giorni, nominino i loro delegati all’assemblea, questa dovrà essere riunita, entro 60 giorni, per eleggere il Presidente e la Giunta; nelle sedute seguenti verrà steso lo Statuto della
Comunità.
Riteniamo che siano avvenimenti molto importanti, che dovrebbero interessare tutti i valligiani. Per mettere tutti al corrente di quali siano i problemi da risolvere e di come verranno affrontati, ci prepariamo ad intervistare alcuni « protagonisti »; iniziamo dall’Architetto Pier Carlo Longo, Sindaco di Rorà, che da alcuni mesi presiede
li Consiglio della Val Pellice.
Quali differenze ci sono fra l’attuale
Consiglio di Valle e la Comunità Montana nascitura?
Il Consiglio di Valle ha i giorni contati, gli resta un compito urgente, rendere operante il consorzio scolastico,
poi sparirà per lasciare il posto alla
Comunità. Questa, a parte la composizione della sua assemblea, più ridotta di numero rispetto a quella del
Consiglio di Valle, avrà una natura assai diversa: il Consiglio era un consorzio di Comuni, in balia della maggiore o minore buona volontà dei singoli comuni di renderlo operante; la
Comunità avrà una sua personalità
giuridica ed una sua autonomia economica, le sue decisioni diverranno
vincolanti per tutti i membri della comunità.
Fra pochi anni, 10 o 20 al massimo,
i confini fra i Cornimi non avranno
più senso, l’esistenza stessa dei piccoli comuni dipenderà dalla collaborazione, dall’integrazione fra tutti i cornuni della Valle; in questa nuova realtà la Comunità sarà un super-comune
in grado di affrontare i grossi problemi posti dalla bonifica montana, dal
piano di sviluppo della Comunità stessa, dalla mutata realtà dell’area metropolitana di Toriitp (che già oggi
non dista più di una trentina di chilometri da noi).
In quali campi può e deve intervenire la Comunità?
Sono molti e vari, ma mi pare si
debba pensare innanzitutto ai servizi
sociali, alla redazione del piano di sviluppo (programmazione a livello della comunità, n.d.r.).
Nel campo dei servizi sociali i settori di intervento sono molteplici, dall’assistenza ospedaliera a quella domiciliare per gli anziani, dall’assistenza ai bambini a quella ai lavoratori
nelle fabbriche. (Longo si dice ottimista su un futuro ricupero di attività
industriali in Valle). Questi servizi, già
in gran parte impostati, vanno potenziati in previsione di un prossimo sviluppo dovuto sia a un riflusso di valligiani verso la Valle sia ad una inevitabile immigrazione.
Per attuare il piano di Bonifica occorrerà potenziare ed attrezzare gli
uffici tecnici: loro compito sarà coordinare le iniziative degli ufiRci tecnici
dei singoli comuni, sopperendo là dove i tecnici mancano (nei piccoli co
muni); i settori d’intervento più urgenti saranno la viabilità montana, per
l’accesso ai pascoli, ai boschi, alle frazioni isolate, relettrificazione delle zone ancora ridotte al lume di candela,
il potenziamento degli acquedotti.
Grossi risultati si dovrebbero ottenere in agricoltura promuovendo la
formazione di cooperative di produzione e di lavoro (ad esempio produzione
di formaggio, attrezzature tecniche).
Dovendo dare delle priorità, quali
attività dovrebbero avere la precedenza assoluta?
Priorità assoluta dovrebbero avere i
servizi sociali e un piano urbanistico
della Comunità. Sono gli strumenti essenziali per portare avanti con serietà ogni altro lavoro.
Si deve constatare infatti che i singoli comuni non hanno la forza e l’autorità per affrontare e risolvere i grossi problemi urbanistici che li assillano: addirittura i piccoli comuni non
hanno uffici tecnici.
Redatto un piano urbanistico di valle si dovrà dar vita ad una super-commissione urbanistica (di cui facciano
parte un legale, un urbanista, un architetto, oltre agli amministratori) che
darà pareri (vincolanti) per una urbanizzazione razionale e per la tutela del
paesaggio.
Qvviamente si darà esecuzione al
piano di bonifica che già avrebbe dovuto essere operante con il Consiglio
della Val Pellice.
A proposito, a che punto sta questo
Piano di Bonifica?
Il professor Baridon ha chiesto altri
quattro mesi di tèmpo per mettere a
punto i particolari: il grosso del lavoro è stato ormai fatto.
Quale atteggiamento dovrà tenere la
Comunità di fronte alla proposta di
"Autostrada” Torino-Marsiglia?
Premesso che le arterie future dovranno avere caratteristiche di grande scorrevolezza e che quindi un certo tipo di « autostrada » è necessario,
non mi pare che questo problema sia
di pertinenza della Comunità se non
in quanto essa dovrà premunirsi che
gli eventuali lavori non deturpino il
paesaggio e arrechino danni irreparabili. Gli interessi che sottostanno a
una scelta come il traforo del Colle
della Croce sono molto al di sopra,
ma anche al di fuori di quella della
Comunità: non possiamo impedire che
altri decidano di realizzare quest’opera, ma neppure dovremmo farcene i
promotori; i problemi della Comunità
non saranno risolti dal Traforo.
R. G.
Il 16 maggio, a seguito di un intervento
chirurgico che sembrava ormai risolversi positivamente, è deceduto a Pinerolo il nostro
Fratello Guido Tron di Cugno, padre dell’anziano del quartiere, all’età di soli 53 anni.
Tutta la comunità che è stata dolorosamente
colpita da questo lutto imprevedibile esprime
la sua solidarietà cristiana alla famiglia così
provata.
Nel corso delle ultime settimane abbiamo
avuto la visita di diversi gruppi di fratelli da
oltre frontiera: il 13 maggio il past. Kurth
Hennig, ben conosciuto a Frali per la sua lunga collaborazione ad Agape, ha partecipato al
culto con un numeroso gruppo di Stoccarda e
dintorni; quindici giorni dopo abbiamo avuto
il piacere di incontrare diversi membri delle
chiese di Valdese (N. Carolina) e di New
York, molti dei quali di origine pralina.
Il 20 maggio l’annuale gita di chiesa ha
avuto come meta il Monregalese con questo
itinerario: i ricordi del Barun Litrun a Cuneo
e quelli della Resistenza a Boves. Ha seguito
la visita delle terme a Lurisia e della zona
sciistica di Pratonevoso, le grotte di Bossea ed
un caratteristico ricordo della Controriforma :
il santuario di Vicoforte.
Durante e dopo il culto dell’Ascensione i
ragazzi delle scuole domenicali di Villar Pellice e San Secondo hanno cantato alcuni
inni, facendo così la loro « festa di canto » che è stata assai apprezzata. Nel pomeriggio si è svolto il bazar annuo della chiesa,
con un buon successo. La somma netta raccolta L. 324.385 sarà impiegata per la revisione
totale dei tetti del tempio, sala e altri stabili
della chiesa. Anche quelli che non hanno riportato danni veri e proprii a causa delle nevicate dell’anno scorso devono essere rivisti a
fondo perché sono stati sottoposti a sforzi eccessivi. In questa occasione si procederà pure
alla verniciatura delle lamiere dei tetti del
tempio e della sala, alla revisione delle grondaie e ad alcuni miglioramenti del tetto della
scuola vecchia.
In chiusura della scuola domenicale i ragazzi hanno devoluto quanto rimaneva delle collette ad un simpatico atto di solidarietà verso
una persona sola della comunità di Frali.
Ida Richard, Bruno Rostagno e la Sigja
Ruth Tourn hanno presieduto una scuola domenicale e due culti. Li ringraziamo vivamente.
Sono in atto numerose migliorie al Museo
di Proli in vista della riapertura di luglio.
Ne daremo prosimamente i dettagli.
F. Davite
VITA SCOLASTICA
San Germano Chisone
La settimana scòrsa la mancanza di spazio
ci aveva impedito dì inserire tutte le notìzie
concernenti il nostro bazar. Eccole dunque
ora, con la nostra rinnovata espressione di riconoscenza a tutti.
Oltre ai vari banchi sui quali era esposto il risultato del lavoro dì tutto un anno
delle nostre sorelle, i più piccoli hanno potuto affollare il banco della pesca, mentre alcuni giovani hanno avuto cura del banco-libreria e dì quello dei fiori (genziane e rododendri). La naturale golosità dì ognuno non era
d'altra parte stata dimenticata.
Al termine del pomerìggio la sala era altrettanto vuota quanto era stata ben riempita
di oggetti e di persone all'inizio. Ricordiamo
che questo bazar va visto, non come « un supplemento d’entrata » della comunità ma come uno dei mezzi con cui cercheremo anche
quest’anno di compiere alcuni gesti di solidarietà al di fuori dell’ambito ristretto della nostra comunità. È anche in programma di esaminare la possibilità di acquistare una macchina per ciclostilare le notizie di ogni genere
da distribuire ai vari membri della comunità,
nonché il sunto dei sermoni della domenica
e le notizie dì ogni settimana.
È evidente che non potremo fare questo acquisto con una parte soltanto del ricavato del
bazar ma speriamo che, grazie all’impegno
Fascisti aeiia Comba liussa
Cinque giovani hanno campeggiato a Villar Pellice, allenandosi al maneggio di pugnali, in previsione di organizzare un ’’campo estivo”. Denunciati e fermati sono stati
trattenuti per alcune ore nella caserma dei carabinieri. La
notizia ha messo in moto un vasto movimento antifascista in Vallata.
Già Tanno scorso si era saputo di
« manovre » militaresche di giovani fascisti alle Barricate, sopra Villanova;
in quell’occasione però una certa reticenza dei pastori che li avevano visti e
sentiti usare bombe e rivoltelle aveva
permesso che sfuggissero ad una precisa individuazione.
Domenica invece giovani extra-parlamentari di Torre Pellice e Luserna San
Giovanni, trovate nella Comba Liussa
le tende con evidenti segni di apologia
del fascismo del campo « Dux », si mettevano in contatto con i fascisti e scoprivano che avevano fatto un «campo » di tre giorni per allenarsi alla
guerriglia e per studiare il terreno per
un « campo estivo » di notevoli proporzioni.
La notizia diffusasi rapidamente faceva accorrere un bel gruppo di antifascisti che bloccava i campeggiatori
sulla via del ritorno e li obbligava a
consegnare armi e asce. .11 giovanissimo « capo » Giorgio Imperatore, 18 anni, torinese, che sfoggiava un vistoso
medaglione del « duce » sul maglione
nero, declinava le sue generalità e si
dichiarava d’accordo di andare a ritirare le sue armi alla caserma dei carabinieri di Torre Pellice; ma il gruppetto alla stazione dei CC. preferiva
quella delle FS. e cercava di « filare »
col treno della sera.
Ancora una volta i cinque venivano
individuati dagli antifascisti, arrestati dal Maresciallo e condotti in caserma. Un gruppo di manifestanti, che
andava aumentando fino a raggiungere
le trecento persone, attendeva l’esito
degli interrogatori davanti alla caser
ma, ma alTuna di notte i « prodi » erano ancora al « fresco » e fino all’alba
non sarebbero stati rilasciati ed avviati verso Torino con il treno delle cinque.
Questo episodio ha suscitato viva
agitazione nella popolazione: lunedì
sera si riuniva nella sala Qperaia di
Torre Pellice un’assemblea popolare
alla quale intervenivano anche i sindaci di Bobbio e Villar; numerosi gli interventi che avevano in comune una
vigorosa denuncia del rinascente fascismo e un impegno a costituire un
« comitato » con caratteristiche nettamente popolari, formato cioè in maggioranza da operai, contadini e studenti, che metta in atto ogni possibile iniziativa per impedire che fascisti possano tornare a fare le loro « bravate »
in una Valle che tanto sangue e lacrime ha versato nella Resistenza.
Il sindaco Baridon, al quale si associava il collega Frache, garantiva che
d’ora innanzi non saranno tollerati
campieggi « liberi » se non sarà stata
inoltrata una richiesta ai Comuni. In
questo modo si dovrebbe poter controllare ed impedire ogni abuso.
Giovedì 7 giugno, sempre nella sala
Qperaia di via Roma a Torre Pellice,
vi sarà una nuova assemblea dalla
quale dovrebbe scaturire il suddetto
« comitato popolare ».
Gli atti delTinterrogatorio sono stati
dal Maresciallo Casino inoltrati alla
Magistratura di Pinerolo: i cinque sono stati denunciati per ricostituzione
del partito fascista, apologia del regime fascista e detenzioni di armi da
guerra. R- Gay
delle nostre sca-eUe ed .alla rallegrante risposta di molti sangermanesi, sarà possibile accantonare una parte della somma necessaria
all’acquisto in parola, nella certezza che molti
risponderanno ad un eventuale appello che
verrà in un secondo tempo.
La nostra sorella Emma Richard ha lasciato
improvvisamente i suoi cari all’età di soli 58
anni. Al figlio Renzo, alle sorelle ed al fratello una parola di sincera partecipazione a
questo lutto. Un grazie al pastore Arnaldo
Genre che ha presieduto il funerale in assenza del pastore.
Pensiamo anche ai ^miliari di Davide Griglio, di Roccapiatta, che vivono in mezzo a
noi e che hanno avuto il dolore di perdere il
loro caro all’età di 54 anni.
Al momento di andare in macchina ci giunge notìzia del decesso del fratello Carlo Bounous di 84 anni. Alla vedova, anch’essa in età
avanzata ed ai familiari possa il Signore dare
il sostegno della sua presenza fedele.
Il gruppo monitori ha avuto due giorni di
retraite ad Angrogna, nella casa Pons. Si è
trattato di giorni di intenso lavoro per fare
il punto sul lavoro passato e futuro della nostra Scuola Domenicale, per preparare insieme
un testo biblico e per studiare un po’ più da
vicino il famoso Concordato di cui si parla
tanto senza conoscerlo troppo. Nel corso di un
intervallo dei lavori abbiamo fatto col pastore un breve viaggio a Tahiti e negli Stati
Uniti, cercando di cogliere, al di là delle visioni delle lagune isolane e di quelle dei ghetti
americani, i problemi che devono affrontare
i nostri fratelli in quei paesi lontani. I monitori hanno partecipato al culto di Santa Cena
nel tempio di San Lorenzo, mentre il pastore
ha dovuto abbandonarli momentaneamente per
presiedere il culto qui a San Germano.
Un grazie sìncero alla comunità ed al pastore dì Angrogna per la simpatica accoglienza ricevuta ed in particolare alla Sig.ra Coisson per la premura con cui si è assicurata che
avessimo tutto il necessario per un soggiorno
utile e gradevole. Speriamo di poter ripetere
questa buona esperienza.
Giovanni Conte
ANGROGNA — L’Amministrazione di
Angrogna è in pieha attività legislativa: TO.d.g. del Consiglio Comunale
per la seduta di martedì 5 giugno è
assai nutrito; riferiremo sul prossimo
numero.
LUSERNA S. GIOVANNI — Il Consiglio Regionale ha stanziato i fondi
per realizzare nel Comune un asilo
nido. Questa ottima notizia speriamo
sia presto seguita da rapide decisioni
della Giunta per disporre come debba
funzionare e dove debba sorgere questo strumento di cui soprattutto le
madri-lavoratrici sentono molto la necessità.
PINERQLO — Sabato scorso, in occasione della Festa della Repubblica,
nel Salone Comunale si è svolta una
cerimonia di nuovo tipo, promossa dalTANPI; è un tentativo positivo di celebrare il 2 Giugno con meno retorica
e più incidenza politica: infatti alla
manifestazione erano presenti sindaci
e amministratori dei vari comuni del
pinerolese e delle Valli Pellice e Chisone, i discorsi hanno avuto come tema centrale l’opposizione al risorgere
del fascismo.
SOg
Hoiizùxrio Scolastico - Agape ha ospitato
per una settimana gli alunni di una classe
terza della scuola « Nino Costa » di Torino
con i loro insegnanti Fiorenzo Alfieri e Ornella Papa. I bambini hanno visitato il paese
e preso contatto con i loro coetanei di Frali.
I dipinti e testi lìberi che tappezzavano in
modo inconsueto le pareti del salone di Agape
hanno testimoniato dell’entusiasmo e del senso di responsabilità di questi bambini che si
sono autogestiti durante tutto il loro
giorno.
Ci anguriamo che l’esperimento possa ripetersi anche nei prossimi anni, con questa
e anche con altre scolaresche della città.
4« ^ H:
II 28 maggio ha avuto luogo a Villar Poro
sa la prima assemblea sindacale autorizzata
dal Ministro della Pubblica Istruzione, alla
quale hanno partecipato la Direttrice didattica e 36 insegnanti elementari dì questo Circolo, .
Alcuni insegnanti rappresentavano la CGIL,
la CISL e i sindacati autonomi della scuola
elementare.
Scopo della riunione è stato l’esame dell’accordo del 17 maggio siglato dalle tre Confederazioni CGIL, CISL e UIL con il governo.
L’insegnante Rasy Viola, della CGIL, ha
illustrato i vari punti dell’accordo, che rappresenta un notevole passo avanti nella soluzione dei problemi della scuola, anche se .molti punti di esso sono poco chiari e dovranno
ancora essere discussi.
Nella discussione che è seguita, è emersa
e preparazione
I
assunzione del
una sostanziale unità di vedute tra i presenti,
soprattutto su questi punti fondamentali :
contrattazione triennale con il governo;
— diritto allo studio per tutti;
— maggiore democraticità nella gestione
della scuola;
— libertà di insegnamento
più completa dell’insegnante;
— diritti sindacali;
— unificazione dei ruoli e
personale fuori ruolo.
Riguardo alla libertà d’insegnamento secondo i principi costituzionali, un insegnante
valdese ha denunciato i programmi scolastici
che privilegiano enormemente l’insegnamento
della dottrina cattolica e ha chiesto che venisse indirizzata una precisa richiesta ai sindacati per risolvere questa contraddizione.
L’assemblea ha appoggiato la proposta, con
l’astensione di tre sole insegnanti che hanno
dichiarato di non potersi pronunziare su di
un problema di cui ignoravano l’esistenza. ,
Dopo l’approvazione dei vari punti in discussione e la richiesta di chiarimenti ritenuti
necessari, è stato stilato un documento da presentare ai vari sindacati, che se ne serviranno come base per le nuove contrattazioni.
E stato pure deciso che si terrà un’altra
assemblea con la partecipazione di altre rappresentanze di lavoratori per discutere sulla
gratuità della scuola e sulla selezione. Questa assemblea avrà luogo nei locali della scuola elementare di Villar Perosa giovedì 14
giugno.
Liliana Viglielmo
COLLOQUI SCUOLA FAMIGLIA IN VAL PELLICE
I problemi della famiglia per rorientamento
del ragazzo dopo la scuola dell’obbligo
Per aiutare gli alunni ed i loro genitori ad
una scelta consapevole dopo il conseguimento
della licenza media, le Scuole Medie Statali di
Torre Pellice, Luserna e Bricherasio ed il servizio di assistenza sociale del Consiglio di
Valle hanno organizzato una serie di incontri
sull’orientamento scolastico.
La riunione per la « Leonardo da Vinci » di
Torre Pellice ha avuto luogo la sera del 29
maggio alla presenza di numerosi genitori,
insegnanti ed alunni nell’aula consiliare del
Comune. Due esperti in psicologia e sociologia
hanno presentato nei suoi vari aspetti il problema della scelta di un indirizzo ed ì condizionamenti di varia natura che impediscono
troppo spesso che tale scelta sia veramente
libera ed autentica. Sono poi stati illustrati
anche da rappresentanti di alcuni istituti superiori gli shocchi e le prospettive che le varie strade presentano. Ne è seguito un utile
dibattito che ha chiarito vari interrogativi.
Purtroppo ne è anche emerso che il diritto
allo studio è ancora troppo spesso un’affermazione retorica. Alcuni operai hanno infatti
esposto le difficoltà della loro situazione di padri di famiglia.
Una scuola, come tutti auspichiamo per i
nostri figli, che possa dare almeno una qualifica professionale, comporta, a causa dei bassi salari, uno sforzo spesso non sostenibile
dalle famiglie. Non è infatti da considerare
solo l’aspetto del costo della scuola superiore
(libri di testo, tasse, trasporti ecc.) che potrebbe in certi casi (ma solo in certi casi)
essere colmato da eventuali borse di studio e
simili : esiste pure il problema del mancato
apporto finanziario del figlio ad un ménage
già in difficoltà e questo, per i maschi, fino
alla soglia del servizio di leva. Abbiamo sentito che c’era dell’angoscia nelle loro parole e,
da parte nostra, un senso di dolorosa impotenza per non poter indicare possibilità di reali
soluzioni.
Il pomeriggio dello stesso giorno nei locali
della Scuola ha avuto luogo un altro incontro
degli insegnanti con un consistente gruppo di
genitori ed alunni.
Si è discusso insieme il problema dei Criteri da seguire nei prosimi « scrutini ». Questa
iniziativa era stata concordata in una orecedente riunione dei professori dove si era riconosciuto che il problema andava trattato
sia con i ragazzi stessi (come in effetti è avvenuto in ogni singola classe) e sia con i genitori, non certo meno interessati di noi insegnanti al problema.
Nel corso di questi scambi di idee è apparso ovvio anzitutto che la scuola abdicherebbe
chiaramente alla sua funzione se dichiarasse
un certo numero di alunni non preparati in
alcune materie, e poi si disinteressasse di colmare le loro lacune durante Testate.
Essa infatti costringerebbe le famiglie a
spendere per lezioni private e questo, unito al
carico dell’acquisto dei libri di testo, sarebbe
un’ulteriore dimostrazione che la scuola media in Italia è obbligatoria, ma non gratuita
come viene definita.
A questo problema si è già risposto in questi anni con Torganizzaizone, da parte del
Circolo dei Genitori e della scuola, di corsi
estivi di ricupero, ma si è ora considerato che
essi sarebbero più efficaci se fossero tenuti tutti dagli stessi insegnanti che gli alunni hanno
avuto durante l’anno e che ritroveranno nel
prossimo. Gli insegnanti si sono diehiarati disposti ad una ripresa anticipata delle lezioni
che verebbe articolata in modo da servire sia
gli alunni delle prime e delle seconde, incerti
in qualche materia o non ancora inseriti positivamente nella scuola, sia ai neo-licenziati,
per un utile approfondimento in vista della
prosecuzione degli studi. Tuttavia l’eventuale
promozione di tutti o quasi non deve essere
intesa come la conclusione di una « seuola
facile » : essa assume significato in quanto risulta frutto di una scelta consapevole e meditata di insegnanti, alunni e genitori nella
prospettiva di un impegno sempre più serio
ed aecettato da parte di tutti.
La Preside
della Scuola Media Statale
(c Leonardo da Vinci »
llllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll
Pinerolo
Martedì 23 e mercoledì 24 maggio
abbiamo accompagnato al campo del
riposo Ernestina Long in Long, deceduta dopo lunga sofferenza, ed Emilio
Codino, per molti anni anziano della
comunità; alle famiglie provate da
questi lutti esprimiamo la simpatia
fraterna della comunità tutta.
Domenica 3 u. s. è stata battezzata
Monica Pagetto.
TERZO INCONTRO ECUMENICO
DI PENTECOSTE
Domenica 10 corr. avrà luogo, nei
locali di via dei Mille, il terzo incontro ecumenico di Pentecoste che fa
seguito a quelli degli anni scorsi tenutisi nella stessa data, il tema scelto
quest’anno è centrato sulla responsabilità delle comunità cristiane di fronte alle manifestazioni neo-fasciste che
si sviluppano nella nostra società.
Tutti sono cordialmente invitati a partecipare.
7
^ giugno 1973 — N. 23
Vita, problemi, prospettive delle chiese valdesi
pag. 7
I
Le prossime
Conferenze Distrettuali
Le Commissioni Distrettuali, d'intesa con la Tavola hanno fissato il seguente calendario per le conferenze distrettuali ;
Primo Distretto
Secondo Distretto
Terzo Distretto
Quarto Distretto
Quinto Distretto
Sesto Distretto
23-24 Giugno
23-24 Giugno
23-24 Giugno
16-17 Giugno
16-17 Giugno
20-21-22 Giugno
a Prarostino
a Viering
a Zurigo
a Ferentino
a Corato
a Falerna Mare
Le Conferenze Distrettuali dovranno procedere alla designazione dei delegati del loro distretto all'Assemblea della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, che avrà luogo dal 1 al 4 novembre a Bari. L'art. 25 Atti
Sinodali 1970 infatti precisa; «Il Sinodo, considerata l'opportunità che la
propria delegazione all'Assemblea della Federazione delle Chiese Evangeliche
in Italia sia designata a livello distrettuale, decide che in avvenire le Conferenze Distrettuali procedano direttamente alla designazione dei delegati del
proprio distretto, la cui nomina rimane di competenza sinodale ». Lo scorso
anno il nostro Sinodo ha precisato quanto segue nell'art. 62 A. S. : « Il Sinodo
richiamandosi all'art. 25 degli A.S. 1970, decide che la deputazione valdese
sia così ripartita; Primo Distretto; 12 deputati; Secondo Distretto; 6 deputati;
sia così ripartita; Primo Distretto; 12 deputati; Secondo Distretto; 6 deputaTerzo Distretto 6 deputati ; Quarto Distretto 4 deputati ; Quinto distretto 4 deputati ; Sesto Distretto 4 deputati. I deputati occorrenti per completare la deputazione valdese verranno designati dalla Tavola. In nessun caso il numero
dei deputati laici dovrà essere inferiore al numero dei pastori ».
Sessione sudamericana
del Sinodo Valdese
In attesa di poter pubblicare più
ampie notizie sulla recente sessione
sudamericana del Sinodo Valdese, riportiamo quelle che concisamente dava il Moderatore Aldo Sbaffi nella circolare inviata ultimamente ai membri
dei Consigli di chiesa. red.
Il Sinodo della Chiesa Valdese rioplatense ha avuto luogo a Jacinto
Aràuz, La Pampa, Argentina dal 4 al 7
marzo u. s.
Pomaretto
OSPEDALE VALDESE
Doni ricevuti: dagli Insegnanti ed alunni
della Scuola Latina di Pomaretto, in memoria
di Pons Luigi, padre deU’alunno Pons Claudio; L. 44.050 per Pacquisto di un apparecchio per rianimazione Ambu.
Dal Prof. Claudio Cagna, Direttore Sanitario e Primario dell’Ospedale Valdese di Pomaretto; Enciclopedia «Praxis Medican (lij»;
300.000).
L’Amministrazione ringrazia vivamente.
Il Presidente
E. Aime, Pastore
Dagli Atti del Sinodo che abbiamo
ricevuto in questi giorni risulta che
sono stati trattati i seguenti problemi:
— potenziamento dei presbiteri;
— metodo contributivo;
— istituzione fondo di solidarietà tra
i pastori;
— funzione dei singoli ministeri riconosciuti dalla Chiesa;
— coordinamento delle opere di assistenza della Chiesa;
— Vili Centenario Valdese;
— problema delle cerimonie nuziali;
— Disciplina Generale: il Sinodo ha
accettato il testo del cap. VII della
Disciplina generale delle Chiese Vaidesi, così come è stato revisionato
dalla nostra Commissione per la
Disciplina Generale;
— appartenenza all’Alleanza Riformata Mondiale con propri rappresentanti;
— situazione finanziaria (aumento del
costo della vita in Uruguay del 95%
e in Argentina del 70%).
Il Sinodo ha confermato il pastore
Delmo Rostan quale Moderatore ed
ha eletto quali membri della Mesa ;1
pastore Mario Bertinat, il dott. Mario
Baridon, il dott. Ferdinando Dalmas
e il pastore Davide Baret.
Lettura biblica comunitaria
Vedere se le cose stanno cosi
Nel villaggio di Berea accolsero bene gli emissari cristiani, ma vollero vederci chiaro e — dicono gli Atti Apostolici (17: 11) — esaminarono le Scritture
« per vedere se le cose stavano così». Nella Chiesa antica e nelle nostre comunità è rimasto e resta il diritto-dovere di controllare la predicazione sulla base
della Sacra Scrittura.
Riassumiamo alcuni consigli pratici:
1. - Cerca subito la lettura biblica segnalata, e non accontentarti di « stare a
sentire »: leggi da te!
2. - Cerca qual’è il testo biblico che sarà spiegato nella predicazione, e confron
ta senza esitazione quello ch’ò detto con quanto sta scritto.
3. - In ogni predicazione cerca di afferrare due elementi essenziali: la spiega
zione del testo biblico e la sua applicazione al nostro tempo, alla nostra
condizione. Assicurati della « fedeltà » di ogni spiegazione e della « coerenza » di ogni applicazione.
4. - Appena è possibile, riprendi il discorso con il « predicatore », se è neces
sario contestalo, ma col testo biblico alla mano: un confronto ’ sarà sempre
utile a lui, a te ed a quanti eventualmente vi parteciperanno.
5. - Fai tutto questo con assiduità, con amore per la Verità, e con vera umiltà:
ricorda che « non è facile » annunziare il Vangelo, « non è semplice » dare
una spiegazione fedele di un testo. Anche tu sei invitato ad «ascoltare » la
Parola, a recepire il messaggio che indirizza alla chiesa, a ritenerlo come
indicazione valida per l’esistenza quotidiana.
6. - Tieni presente che la Scrittura è un perpetuo richiamo al concreto, al rea
le: la sua lettura non può procurarti una evasione nel sogno, ma un richiamo a Cristo-realtà ed a un impegno concreto di vita.
(da “Diaspora evangelica", il bollettino valdese fiorentino)
I lettori ci scrivono
Postè, poste...
Oliena (Nuoro), 28-5-1973
Mi rivolgo alla direzione di questo settimanale, non per imputare ad essa la colpa del
mancato arrivo del giornale, da attribuirsi
esclusivamente alla disfunzione del servizio
postale, ma perché ne sia informata e perché, se possibile, protesti vibratamente presso
il ministero delle poste e telegrafi. Stia pur
certa, la direzione del giornale, che la sua
protesta non sarà isolata. Ormai è diventato
un fatto tragico il funzionamento del servizio
postale nel nostro stato.
L’ultimo numero del settimanale da me ricevuto è il n. 13 del 30 marzo u. s. Voi potete comprendere che mi aspettassi la ripresa
normale degli arrivi, proprio perché lo scio
pero dèlie poste è terminato da più di un
mese. Io ho il sospetto che certi giornali vengano fermati a bella posta, perché non graditi a certi personaggi o a certi funzionari delle
poste.
Il giornale è Túnico mezzo di collegamento
con la chiesa valdese, portandomi le notizie
delle comunità evangeliche. Ripeto, non prendete questa mia lettera come un'accusa per
voi. Non è nelle mie intenzioni.
Sperando che Tarrivo del settimanale riprenda regolarmente. Vi porgo i miei distinti
saluti.
Loris Bellodi
Albert Garnier
1881 -1973
Alcune settimane fa il past. Roberto Coisson, appresa la scomparsa, in Inghilterra, del
missionario valdese Albert Garnier, ne rievocava brevemente la figura, sulle nostre colonne. Ora riceviamo dal past. Alexandre Nicod,
che nel dopoguerra pér alcuni anni ci ha
dato la sua fraterna collaborazione svolgendo
il ministero pastorale nelle Valli Valdesi e
che ora è pastore della Chiesa riformata francese di Londra, quest’altra rievocazione, che
in parte integra la precedente: la pubblichiamo tanto più volentieri in quanto il past. Nicod ha avuto familiarità con il nostro fratello nei suoi ultimi anni, e soprattutto non abbondano talmente, i nostri missionari, da non
ricordarli con fraterno interesse; per molti poi
sarà stata una sorpresa — non priva di considerazioni confuse e umiliate sul poco interessamento che sostanzialmente il ministerìo missionario ha destato e desta fra noi —
di "scoprire” nel momento in cui scompare
questo fratello che ha predicato TEvangelo
ili Cina. red.
Le pasteur Albert Garnier s’est
éteint à Sevenoaks (Kent, Angleterre)
le jeudi 3 mai 1973. Rappelé à Dieu
à l’âge de 92 ans, il était encore pasteur de l’Eglise Huguenote Française
de la crypte de Canterbury où il prêcha son dernier sermon le 5 novembre
de l’an passé.
Ancien-missionnaire en Chine où il
travailla pendant 30 ans, Albert Garnier était un homme de grande culture. Connaissant à fond le mandarin, il
aimait à émailler sa conversation de
citations des grands sages chinois.
Dans la chambre accueillante de sa demeure à Sevenoaks, les mystérieux caractères du poète Lao-Tsé peints sur
rouleaux voisinaient avec les paroles
de l’évangile et les vues de ses vallées natales, les Jouves d’Angrogne
où sa mère Fanny Malan avait été institutrice.
Très fier de ses origines vaudoises
piémontaises, il aimait parler de sa
jeunesse, de son séjour au Collège de
Torre Pellice, de son enfance à la
« Fournaso » où sa mère veuve louait
six chambres aux visiteurs étrangers,
disons les ’pèlerins’ anglais. Son pèrè
Giovanni Garnier de Bobbio, qui avait
été directeur de 1’« Istituto Gould » à
Rome, était mort jeune. Avec ses deux
soeurs Henriette et Marguerite et son
frère Emile, chacun faisait de son
mieux pour aider à la vie simple et
digne de la famille.
En 1920 Albert Garnier arrive à Londres pour se préparer à un ministère
missionnaire en Chine. Il a rejoint
l’Eglise Baptiste qui l’a conquis par
sa manière vivante et spontanée d’annoncer l’évangile,«.*» - .............
Les Missions en Chine sont en pleines conquêtes et le jeune missionnaire, bouillant de zèle pour Dieu, débarque à Tientsin en 1906. Rien ne sera
facile, la percée de la mission suit les
pas de la colonisation européenne, le
chaos politique chinois et les guerres
coloniales feront de cette période de
sa vie une épopée étonnante. C’est làbas qu’il rencontra la compagne de sa
vie, Miss Jessie Walter, qu’il épousa à
Tientsin en 1910.
La seconde guerre mondiale ramène
le couple missionnaire en Angleterre.
Pendant ces années sombres le gouvernement britannique nomme le passteur Garnier « censeur » de la correspondance italienne à la poste centrale
de Londres. Cette parenthèse bureaucratique s’achève en 1949 où à l’âge de
68 ans, Albert Garnier devint pasteur
de l’Eglise Huguenote de la Crypte de
Canterbury.
Vie extraordinairement féconde et
rayonnante, nous rappellerons pourtant deux faits dignes d’être mentionnés: la traduction de l’italien en chinois de « I Promessi Sposi » de Manzoni (3 vol.) et de « La vita di Cristo »
de Papini.
A sa fille, M.lle Enrica Garnier, et a
ses deux fils nous disons notre sympathie. Mais c’est à Dieu que nous
disons notre reconnaissance pour ce
ministre de la Parole plein de douceur
et de bonté.
Alexandre Nicod
Una “rétraite”
in vai d’Angrogna
Il gruppo monitori ed il pastore di
S. Germano si sono recati due giorni
alla « casa Pons » di S. Lorenzo, per
preparare alcuni studi.
Questo piccolo articolo è stato scritto apposta, per mettere in luce l’efficienza, la funzionalità di questa casa
e la cordiale accoglienza che Angrogna ci ha offerto.
È un’opera che merita di essere sostenuta, in quanto permette alle persone, desiderose di conoscere le valli,
di trovare un alloggio, tra l’altro con
tutti i « conforts », senza dover sopportare un grosso sacrificio.
Un particolare ringraziamento al pastore Coisson ed alla sua signora per
la gentile ospitalità offertaci.
Un monitore
Purtroppo, la situazione è quella che è, generalizzata. Ci auguriamo caldamente che a
Lei come a tutti il recapito riprenda ’’regolare’'. Ci segnali ancora eventuali intralci particolari. red.
SALA Giulio, autotrasporti,
traslochi Torino e provincia,
Riviera e ogni altra destinazione. Preventivi a richiesta. Tel.
66.05.72 Nichelino.
CONTRO IL RAZZISMO E PER IL VIETNAM
Il nostro fondo di solldaiiotà
Col miglior funzionamento delle poste è anche ripreso in modo più regolare l’afflusso delle sottoscrizioni dei
lettori al fondo di solidarietà del settimanale. Com’è noto, attualmente il
« fondo » ha due direzione vòlte a sostenere due campagne promosse dal
Consiglio ecumenico delle Chiese. La
prima è il Programma di lotta al razzismo (PLR) secondo il quale dei fondi
vengono destinati a quelle organizzazioni vittime dell’oppressione razziale,
specie in Sudafrica e nelle colonie portoghesi, ma anche in altre parti del
mondo. La seconda invece è lo sforzo
di ricostruzione dopo l’atroce guerra
del Vietnam, sforzo che deve comportare impegni e sacrifici per tutti, allo
scopo di alleviare, sia pure assai parzialmente, le sofferenze e i disagi di
quelle disgraziate popolazioni, vittime
di una guerra da loro non voluta.
Invitiamo tutti i lettori a partecipare
a queste iniziative, nell’intento di dimostrare la propria solidarietà e fratel
lanza umana e in Cristo verso persone
che soffrono per gravi situazioni di ingiustizia e si battono per un avvenire
migliore. Le offerte vanno inviate al
conto corr. postale n. 2/39878 intestato
a Roberto Peyrot, corso Moncalieri 70,
Torino, con preghiera di indicare la destinazione del versamento.
Ecco intanto l’elenco delle ultime sottoscrizioni giunteci:
Scuola domenicale Genova L. 5.000; fam.
Alfieri e Argenti 20.000; P. Corbo (tre versamenti) 9.000; E. Ribet 10.000; Inno 135
2.000; N.N. con simpatia (due vers.) 10.000;
E. Griset 20.000; A. Jouve 10.000; Diaspora
riviera ligure 1.000; P. Grillo (due vers.)
4.000; Gigi e Nadia (due vers.) 10.000;
V.V.V. 2.000; G. Laetsch 5.000; I. Palmieri
3.000; M. e E. Bein 20.000; S. C. 10.000;
E. Massel 10.000; A. e E. Balma 5.000; Diaspora valdese lucchese 16.000; Comunità valdese Sampierdarena 10.000; S. Zordan 5.000.
Totale L. 187.000; prec. L. 313.445; in
cassa L. '500.445.
Valdesi di San Giovanni e Torre Peiiice
accolti dai Vaudesi di Morges
Approfittando della festività dell’Ascensione, quest’anno è toccato alle comunità di S.
Giovanni e di Torre Pellice di recarsi a Morges, ricambiando così le visite che da una diecina di anni si scambiano con queUa comunità sorella. Il gruppo — una cinquantina •—
è parso piuttosto piccolo a coloro che ci avevano invitati e sì aspettavano una venuta in
massa.
Per i partecipanti al viaggio sono stati
quattro giorni felici attraverso la Val d’Aosta
e il Gran S. Bernardo, all’andata, e attraversando il tunnel sotto il M. Bianco, al ritorno. Arrivo a Morges in perfetto orario: alle
18, al suono delle campane, un folto gruppo
ci accoglieva; in chiesa ci davano il benvenuto con canti e molta spontaneità. Poi l’incontro con gli ospiti, la cui accoglienza calda e
generosa è proverbiale.
L’indomani, risveglio al fischio dei merli,
ammirando il lago splendente, lasciandoci penetrare dalla luminosità della giornata che sì
annunciava serena e dorata. Dopo la mattinata
libera, gita a Gruyère; cicerone, Sergio Mourglia, un valdese stabilitosi da alcuni anni a
Morges e bene inserito nella vita di quella
chiesa: un ’’baedeker” vivo e interessantissimo conoscitore delle industrie che portano
l’elettricità alla regione, della vita dei viticultori,, delle caratteristiche dei villaggi pittoreschi, di barzellette sui Friburghesi... Una
passeggiata stupenda, come se avessimo percorso per alcune ore un parco immenso, sconfinato; un tuffo nel verde cupo degli abeti e
in quello tenero dei prati punteggiati dalle
friburghesi bianche e nere al pascolo, vera
bandiera del Cantone. Dopo la visita al Château de Gruyère, la nebbia ci impedì di salire
al Col des Mosses, ma non fu meno piacevole il ritorno per la Val de la Broye, mentre
una breve fermata a Romont ci permetteva
di visitare la cattedrale, eretta all’epoca dei
Duchi di Savoia ammirandone le meravigliose vetrate istoriate, forse le più pregevoli della
Svizzera.
A sera ci addormentavamo sognando la generosità dei nostri ospiti che ci avevano offerto quella passeggiata indimenticabile.
La giornata di sabato fu ’’libera”; alle 19
ci siamo ritrovati coi nostri amici alla Scuola
dì agricoltura di Marcelin, che i Valdesi conoscono bene. Il cuoco, in servizio militare,
diede volontariamente la propria giornata di
licenza per preparare un’ottima cena, e attorno alle tavolate si fece migliore conoscenza
reciproca. Un abilissimo prestigiatore ci mise
in allegria, pur lasciandoci stupiti e perplessi
davanti alla sua abilità che — ci spiegò —
richiedeva molto lavoro, molta volontà, molta
perseveranza. Canti e discorsi, poi, si alternarono e di fronte all’insistenza dei nostri ospiti,
il nostro gruppo cantò, terminando la bella serata con « Il giuramento di Sìbaud ». Il pastore Renato Coisson, di Angrogna, lesse un
messaggio del pastore Sonelli, impegnato a
Roma per le sedute del Consiglio della Federazione e recò il saluto del pastore Taccia;
quindi illustrò brevemente il programma spirituale che dovrebbe guidarci attraverso le
settimane delT8° centenario del movimento
valdese, nel 1974. Accennava poi alla costruzione della Casa per Anziani, a S. Giovanni, c
il gentile prestigiatore prometteva una serata
alle Valli a favore di quell’opera! Il sindaco
di Morges, accompagnato dalla signora ci ha
quindi rivolto un saluto assai cordiale.
Ci è ben nota la generosità degli Svizzeri,
fin dal 1655 quando accolsero con amore
fraterno i cortei miserabili di valdesi malati,
affranti, spogliati di tutto, che varcavano le
Alpi per sfuggire alle persecuzioni; e sempre
saremo in debito di riconoscenza. Il Signore
ci aiuti a riflettere e realizzare la profonda validità di questi incontri fraterni che ravvivano
la fede.
La domenica il culto in comune con ì giovani e i bambini della scuola domenicale fu
presieduto dal past. PauT^Vouga, che predi
Vacanze al mare
Pensioni familiari e
alberghi confortevolì
Bassa stagione da L. 2.200-2.400
Media stagione da L. 2.800-3.200
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Informazioni : Revel Egidio
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47045 Miramare di Rimini
cò sulla testimonianza resa da Lidia di Filippo, la quale aprì la sua casa ai discepoli
(Atti 16).
Subito dopo il pranzo, fra molte strette di
mano, auguri sinceri e arrivederci, riprendevamo la strada del ritorno, con in cuore
viva riconoscenza.
Graziella Jalla
Torre Pellice
Domenica 20 maggio le Scuole Domenicali
dell’Asilo, degli Appìotti e dei Coppieri hanno
preso parte con vivo interesse alla festa di canto, nel nostro tempio. Nel breve intervallo, dialogo vivace dei bimbi col pastore Aime che
ha saputo tenere desta l’attenzione dei piccocoli cantori con alcuni argomenti di grande
attualità. Dopo la festa, reciproca conoscenza
e lieto incontro dei bambini nel cortile dell’Asilo.
Una settantina di bimbi ha frequentato regolarmente la scuola degli Appiotti, 30 quella dei Coppieri e 65 quella dell’Asilo. Le due
prime hanno terminato la loro attività con
una visita alla comunità di Coazze il giorno
dell’Ascensione. Erano pre^nti molti genitori. È sfata una felicfe esperienza che ha permesso ai nostri fratelli di Coazze di udirli Cantare molti inni ed anche cantare con loro. Simpatica l’accoglienza del pastore Rutigliano e
dei suoi membri di chiesa che hanno offerto
una gradita merenda. Prima della partenza
molti giochi nel grande parco dei divertimenti di fronte al tempio.
La scuola dell’Asilo, che si riunisce il sabato pomeriggio, si è chiusa dopo la passeggiata nei boschi del Teynaud. Erano presenti anche i più piccini. Il tempo clemente ci ha concesso una giornata di distensione, di canti e
di giochi nel verde della natura in fiore.
Ringraziamo vivamente i monitori e le
monitrici per il loro impegno svolto con grande amore e interesse.
Un vivo ringraziamento ai bravi cantori,
chitarristi, flautisti del Coretto del Collegio
Valdese ed al loro bravissimo direttore Carlo
Arnoulet che prima della ’’tournée” in Germania hanno offerto una serata canora a favore della Croce Rossa nell’aula sinodale.
L’Unione Femminile si è riunita regolarmente con programmi molto interessanti. Tralasciando gli argomenti già citati in una cronaca precedente, ricordiamo lo scambio di
idee dopo il commento del pastore Sonelli sulla Riforma da un opuscolo di Sergio Rostagno, le informazioni sempre del pastore sulle
comunità del dissenso, da alcune pubblicazioni della Claudiana e una serie di conversazioni sulla libertà della donna da un opuscolo
della Claudiana tradotto da Fernanda Comba.
L’ultima seduta, quella del 27 maggio in comunione coirU.C.D.G. si svolse sul tema:
« La donna, una forza per trasformare il
mondo ».
NeH’ultima assemblea di Chiesa sono stati
eletti delegati alla conferenza distrettuale Augusto Armand Hugon, Susetta Cocorda e
Adriano Donìnì; supplenti Mirella Bein e
Giovanni Ribet. I deputati al Sinodo sono .Augusto Armand Hugon, Adriano Donini e Mario Sibille. Supplenti: Mirella Bein e Giovanni Pontet.
Una trentina di membri di chiesa ha trascorso un’indimenticabile soggiorno a Morges
con una buona rappresentanza della chiesa di
S. Giovanni.
Lina Varese
RINGRAZIAMENTO
Nel triste momento della dipartenza della loro cara
Luigia Long in Long
le famiglie Long e Travers impossibilitate di farlo personalmente, commosse ringraziano tutti quelli che,
con la loro presenza, con fiori e con
scritti, hanno preso parte al loro
lutto.
« L’Eterno mi esaudirà quando
griderò a lui ».
(Salmo 4:3).
Pinerolo, 22 maggio 1973.
8
pag. 8
I NOSTRI GIORNI
VITA ITALIANA a cura di Emilio Nitti
CRONACHE ANTIMILITARISTE
Per una Ubera informazione
^ .* Quotidiani hanno una
scarsa diffusione: si legge poco e, diaamo pure, la colpa non è solo dei
fJtf"ti li' giorna
listi. Il livello del linguaggio usato e
la scelta dei temi, spesso troppo tecnici, rendono difficile la comprensione
al lettore poco esperto di politica ed
economia.
È un problema che riguarda anche
noi evangelici in quanto collaboratori
e lettori di alcuni nostri giornali tra
Indagare su quan
Passiamo così ad un altro aspetto
del problema della libertà d’informazione. Tutti sanno oggi in Italia che il
Governo Andreotti, dopo aver superato incredibili difficoltà parlamentari,
si è trovato sull’orlo della crisi (e
questa volta sembra definitiva, ma
chissà!) sul problema della TV via cavo (CATV), ma pochi sanno di che si
tratta. Rimandando i nostri lettori ad
articoli più specializzati sul problema,
ci limitiamo a sottolineare le implica. , . ^ -------o—^ ^*oni politiche della questione. Il Go
ti aobonati leggono il nostro giornale verno aveva inserito in un decreto de
Il che il paese ha aspettato invano in
questi mesi. Ma in che modo questo
servirà a risolvere la questione della
CATV? Quale alternativa ci può essere all’assorbimento della CATV da parte della RAI-TV? Certamente non ci
pare utile lasciare spazio alla speculazione dei privati, ma, pur restando la
CATV monopolio pubblico, le attrez
pture non potrebbero essere gestite Contraddizioni 6 Carenze della « leaae Marcora » -1 av
in sede regionale in modo decentrato? . i j icyyc ivicJi uur cJ » L dV
Questa è la proposta dei partiti di si- ventura somala dei cinoue obiettori di coscienza - L'in
nistra e ci sembra valida perché asse- ______________ n. . ^
gnerebbe, non solo all’informazione. Credibile processo Q Giovanni Quaranta
Uh aiiiirenia staiqni del MAI
ma a tutta la struttura dei programmi, una maggiore aderenza ai problemi locali, e consentirebbe quella pluralità di fonti che sola può garantire
la dialettica democratica.
e quanti articoli sono comprensibili
per 11 lettore medio, potrebbe fornire
un chiaro punto di partenza per rendere piu incisivo il nostro lavoro
In questi giorni si parla molto dei
problemi dell’informazione, dacché si
legato, riguardante la riforma del codice postale, la proibizione di qualunque trasmissione televisiva via cavo,
considerando la utilizzazione della
CATV un problema inerente la più generale riforma della RAI-TV ed impli
e diffusa la notizia delTacquisto, da citamente affermando l’estensione del
parte di alcuni gruppi finanziari, del- monopolio governativo (attualmente di
la maggior parte delle azioni di alcu- fatto si tratta di questo) anche in queni tra i più diffusi quotidiani « indi- sto settore. Il Partito Repubblicano si
pendenti »: « Il Corriere della sera »
<■ Il Messaggero », « Il Secolo XIX •>.
E importante che i primi a protestare siano stati i giornalisti e i lavoratori di questi giornali stessi, nel nome della libertà d’informazione. La
Scarsa fiducia che comunemente si ha
per i quotidiani, sia per quanto concerne la completezza che per l’obiettività delle notizie pubblicate, rischia di
essere notevolmente aggravata, nel
inomento in cui un forte numero di
giornali dipendono dal medesimo
gruppo di finanziatori, che non può farf a meno di far pesare i suoi interes
è dichiarato contrario oltre che al contenuto di questo decreto, anche alla
forma, perché l’argomento CATV non
rientrava nella delega concessa al Governo per legiferare. Così, pur non
avendo la possibilità di proporre una
mozione di sfiducia, (non ha il numero minimo di parlamentari per farlo),
ha dichiarato la sua uscita dalla coalizione governativa. Alla prima votazione di fiducia il Governo dovrebbe essere messo in minoranza.
E poiché abbiamo parlato di democrazia è probabile che questo giovi alla democrazia italiana, consentendo la
giore sensibilità per le riforme socia
H Visite nei Balcani: lo Scià dell’Iran, dopo una visita di quattro giorni in Jugoslavia, si è recato a Bucarest per un incontro
con dirigenti romeni. A metà giugno è atteso
in Bulgaria il Presidente sovietico Podgomi.
H L’Unione Sovietica e la Malaysia hanno
firmato un accordo per un programma di
scambi culturali e sportivi.
I Per contrastare il consumo degli stupefacenti tutti i mezzi son buoni, anche
i francobólli. In aprile l’amministrazione postale delle Nazioni Unite ha messo in vendita una serie di tre valori (ce la si può procurare richiedendola al Servizio filatelico dell’UNESCO, 9 place de Fonlenoy, 75700 Paris), che riproducono un disegno impressionante: un teschio sovrapposto a un papave
si- Si rischia di giungere ad una con- formazione di un Governo con mag
dizione in cui la manipolazione delle —--------------— i~ -:r--------------—
notizie diviene sempre più facile... ed
anche sempre più pericolosa per la democrazia. Questo campo è stato sempre delicato, ma in questo periodo acquista più importanza nel calcolo di
certe for^^ che, oltre che economiche,
sono politiche. In questa prospettiva
il problema del mercato delle testate
dei giornali è una manovra parallela
a quella dell’eversione e dei tumulti
di piazza _e_ tende a spostare a destra
l’®s_se politico itazionale.. Il momento
politico attuale vede la progressiva
avanzata delle istanze popolari che
trovano, sia pure a fatica e con alterne vicende, forme organiche di lotta
di massa e sbocchi positivi, soprattutto per la capacità di aggregare interessi sempre più vasti. Non è un caso
che i giornali in questione, sebbene di
chiara impostazione borghese, avessero negli ultimi mesi dimostrato una
comprensione nuova delle lotte operaie e della loro funzione per il rinnovamento della società ed una maggiore disponibilità democratica nelle più
chiare prese di posizione antifasciste.
Era quindi importante per le forze
conservatrici, frenare questa pericolosa « convergenza », preparando invece un indottrinamento di tutt’altra
specie. E qui i lettori potranno fare
una libera riflessione sul concetto di
democrazia; qualcuno potrebbe perfino considerare democratico che chi
ha soldi possa liberamente impadronirsi dei giornali che vuole. Del resto
che cosa può discriminare la democraticità di questo o quell’orientamento politico economico? A noi la risposta sembra abbastanza facile, tenendo
conto che non è certo democratico ciò
che favorisce gli interessi di una minoranza detentrice del capitale, strumentalizzando una maggioranza di
cittadini che vivono esclusivamente
del loro lavoro quotidiano.
Si deve inoltre precisare che questi
giornali hanno una larga diffusione e
non si trovano ad avere bilanci passivi. Proprio su questi si è puntato l’interesse di grossi gruppi finanziari! Altri sono i giornali in difficoltà economiche: è noto che i quotidiani sorto
venduti sotto costo ed il bilancio può
essere pareggiato solo attraverso la
pubblicità, o attraverso sovvenzioni e
sottoscrizioni. E chiaro che la concorrenza della TV nel campo della pubblicità potrebbe distruggere qualunque libera informazione quotidiana ed
è per questo che sono stati posti precisi limiti alla pubblicità televisiva.
Del resto tutto il regolamento della
TV deve essere ristrutturato entro il
corrente anno, tentando anche di fornire maggiori garanzie per una gestione più democratica.
Una « Carta »
deirindipendenza
economica dell’Africa
Il Consiglio dei Ministri dell’Organizzazione dell’unità africana (OUA) ha adottato il
testo di una vera e propria « Carta » dell’indipendenza economica delTAfrica. Questa « Carta » traccia una linea di condotta comune per
tutti i Paesi africani, tanto nel campo del loro sviluppo nazionale, quanto in quello dei
loro futuri rapporti con il mondo esterno, e,
in particolare, con la Comunità europea ampliata. Il documento è composto da una dichiarazione generale, assieme a raccomandazioni dettagliate, messe a punto dalla conferenza dei Ministri africani delle finanze, del
commercio e dell’industria, tenutasi al principio del mese ad Abidjan. La « Carta » sarà
sottoposta all’approvazione della conferenza
dei Capi di Stato africani, che si riunirà nella
capitale etiopica alla fine della settimana per
celebrare il decimo anniversario della fondazione dell’OUA.
Presso la sede torinese del MAI (Movimento Antimilitarista Internazionale) in via Venaria 85/8 ha avuto luogo
nei giorni scorsi una conferenza stampa allo scopo di illustrare gli ultimi
avvenimenti relativi ai problemi dello
antimilitarismo e dell’obiezione di coscienza.
Proprio nello scorso numero del
giornale accennavamo al fatto che nu
Infine, si è parlato del « caso Quaranta ». Ricordiamo brevemente i fatti. Giovanni Quaranta, militante del
MAI e del Movimento nonviolento,
laureato in economia e commercio,
impiegato presso la Olivetti ha «attentato » contro le forze armate lasciando del materiale esplosivo sul cacciatorpediniere « Intrepido » il 17 luglio
1970 quando questa nave, ancorata a
merosi parlamentari (fra cui lo stesso Portoinaurizio (Imperia),’ era aperta
To, con la scritta « Fermiamo l’uso della
droga ».
f Nel Dahomey otto persone, tra cui tre
alti ufficiali dell’esercito, sono state condannate a lunghe pene detentive per aver
partecipato al fallito colpo di Stato del 28
febbraio scorso, che mirava a rovesciare il
« Governo militare rivoluzionario » al potere
dal 1970.
I L’agenzia d’informazioni libica, citata
dalla Reuter, ha reso noto che i cittadini libici, i quali intendano contrarre matrimonio con una donna di un altro paese arabo,
devono ottenere l’autorizzazione del Ministero
per la gioventù e gli affari sociali; essa sarà
concessa solo in determinate circostanze e, se
necessario, dopo un esame dal punto di vista
sociale.
de Marcora che ha dato il nome alla
attuale legge sull’obiezione d.c.) hanno
redatto una nuova proposta di legge
e presentato una richiesta di riesame
delle numerose domande presentate e
respinte, perché considerate « politiche ». La legge attuale — come abbiamo già avuto occasione più volte di
far notare — presenta infatti varie
contraddizioni e si presta — data la
sua formulazione ambigua — a diverse interpretazioni. Ora, un’altra grave
carenza si è aggiunta alla legge e cioè
il mancato accoglimento della domanda di vari enti (a carattere sociale-rieducativo) che non sono stati riconosciuti idonei dal ministero della difesa
per lo svolgimento del servizio civile.
Si è giunti così all’assurda situazione
che i giovani, la cui domanda di servizio alternativo è stata accolta, non
hanno la possibilità di iniziare detto
servizio e nel frattempo perdono del
tempo preziosissimo dato che, come
ben si sa, i soggetti alla chiamata (militare e adesso civile) hanno scarsissime — per non dire nulle — possibilità di trovarsi un lavoro.
Altro argomento trattato è stato
quello dei cinque giovani (anche a questo proposito abbiamo scritto la scorsa settimana) che, dopo aver espletato
il servizio civile alternativo in Somalia, si son visti recapitare la cartolina
precetto. Uno dei cinque. Franco Caprioglio (gli altri sono Cornelio Bergantino, Claudio e Sergio Cremaschi,
Guido Longhi) era presente e ha precisato che, probabilmente anche a seguito di vive pressioni a vari livelli e
dei numerosi ricorsi presentati, per il
momento la loro chiamata è stata rinviata, ma che la situazione è tutt’altro
che chiarita. Il Caprioglio è seminarista del quarto anno ed avrebbe facilmente potuto essere esonerato dal servizio in base al privilegio concordatario, privilegio al quale egli ha rinunciato.
LA CINA
E IL PETROLIO
if« La produzione cinese del petrolio s'è sviluppata a
tempo di record:
essa è oggi molto
Echi della settimana
a cura di Tullio Viola
lllllllilllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllilllllllllllllill
La sospensione
della pena di morte
in Canada
La pena di morte in Canada è stata sospesa
per altri cinque anni, salvo che per i responsabili dell’uccisione di agenti di polizia o di
agenti di custodia nelle prigioni. Lo ha deciso
ad Ottawa la Camera dei Comuni con 138 voti a favore della legge presentata in questo
senso dal Governo, e centoquattordici voti contrari, cioè favorevoli al ristabilimento
immediato della pena capitale. I risultati del
voto hanno confermato le previsioni degli osservatori, secondo le quali la legge proposta
dal Governo sarebbe passata con un stretto
margine di maggioranza. Terrorizzata dal tragico esempio di violenza che proviene dagli
Stati Uniti, l’opinione pubblica canadese sembra chiedere infatti drastiche misure intimidatorie. Come è risultato chiaramente dal lungo dibattito parlamentare che ha preceduto la
votazione, nessuno sembra dubitare ebe se la
questione fosse stata decisa da un referendum
popolare, almeno il sessanta per cento della
popolazione avrebbe votato a favore del ristabilimento immediato della pena di morte.
superiore alle previsioni ». Non già, come si potrebbe credere, alle sole previsioni degli esperti occidentali, ma
anche a quelle (e ciò stupisce molto)
che Pechino stessa lasciava supporre!
«La Cina popolare merita di figurare, fin d’ora, fra i grandi produttori di
petrolio del mondo, e non v'è nulla di
strano che essa abbia accettato, a partire dall’anno in corso, di fornire del
"grezzo" al Giappone. Le informazioni
in proposito, provenienti ufficialmente
dalla Cina, dicono che,', nel 1971, la
produzione del petrolio è stata 300 volte quella del 1949. Infatti in quell’anno essa raggiungeva soltanto le 120
mila tonnellate: nel 1971 invece essa è
stata di 36.000.000 di tonnellate.
Come si spiega allora che gli esperti fossero tutti d’accordo nel prevedere una cifra molto inferiore? Si deve
risjwndere che l'errore deriva da calcoli^ di percentuali fatti a partire da
dati fondamentalmente sballati. E tali- dati furono forniti niente meno che
da Ciu En Lai al giornalista americano
Edgar Snow nell’inverno 1970. Ciu En
Lai diceva allora che la produzione
del grezzo raggiungeva i 20.000.000 di
tonnellate.
Era la prima volta dopo dieci anni,
che il celebre ministro e capo del governo cinese rivelava un dato numerico su quella produzione, e perciò
nessuno pensò minimamente di dubitarne. Ma l’anno seguente, Pechino
annunciò un incremento di 28% della
produzione petroliera, e ciò fece prevedere un’estrazione di circa 26.000.000
di tonnellate nel 1971 » Notizie successive fecero poi prevedere invece una
estrazione di circa 30.000.000 di tonnellate.
Ora ci si domanda: perché Ciu En
Lai diede allo Snow un’informazione
errata? La risposta più attendibile
sembra essere la seguente.
« Quando Ciu En Lai incontrò Edgar Snow, Vanno 1970 non era ancora
finito, e il primo ministro non poteva
fare che una previsione sommaria.
D’altra parte nel 1970 l’aumento della
produzione petroliera superava il 40%,
cifra enorme che il ministro fu certamente tentato di sott-ovalutare; e questo tanto più, quanto più vivo sarà
stato in lui il ricordo delle statistiche
fantasiose fatte all’epoca del "balzo in
avanti". Di fatto, la produzione del ’70
dev’essersi avvicinata ai 29.000.000 di
tonnellate. Ma, negli anni seguenti, "Cina Nuova" stranamente non diede più
alcuna notizia sui valori assoluti della produzione, ma soltanto sulle percentuali ».
Queste notizie, pubblicate su « Le
Monde » del 1.6.’7L sono ivi seguite
da un interessante commento.
1") Una prima lezione da imparare
è che « è molto difficile valutare correttamente la produzione cinese » (Cfr.
il nostro articolo « La Cina, questa sconosciuta ». sul n. 14 del 6.4.’73 di questo settimanale).
2“) La seconda lezione è che « il ritmo d’incremento, in certi settori, è
estremamente alto, e l’economia cinese
dà la prova d’un dinamismo molto elevato. Se si suppone che il ritmo si
mantenga, può darsi che la produzione
petroliera cinese, che dieci anni fa non
raggiungeva i 10.000.000 di tonnellate,
raggiunga quest'anno i 50.000.000 di
tonnellate. Allora essa comincerà a
colmare il deficit di combustibili, per
tutto l’Estremo Oriente ».
UN APPELLO
ALLA DISUBBIDIENZA
■4r « Un gruppo di quattordici personalità religiose americane, rappresentanti delle chiese cristiane degli Stati
Uniti, ha lanciato, venerdì 25 maggio,
un appello ai cappellani di tutte le basi aeree. Nell’appello si chiede d’intervenire presso gli aviatori, per indurli
a rifiutarsi di partecipare ai bombardamenti del Cambogia. Le quattordici
personalità dichiarano che i piloti e
gli equipaggi degli aerei devono disobbedire agli ordini ricevuti, piuttosto
che partecipare a degli attacchi che
“sono un’offesa a Dio e all’uomo". Dichiarano anche che i cappellani devono dimostrarsi “uomini di Dio prima
d’essere servitori dello Stato".
L’appello ha effettivamente raggiunto tutte le basi, sia degli USA che dell’Asia. Fra i firmatari figurano: il vescovo cattolico di Detroit mons. Thomas Gumbleton, il reverendo Robert
Moss presidente della Chiesa Unita di
Cristo, il vescovo metodista James
Armstrong d’Aberdeen (Dakota del
Sud) e il vescovo episcopale di Filadelfia Robert Dewitt ».
A questa notizia (tratta da « Le Monde » del 27-28.5.’73) vogliamo far seguire alcune nostre personali osservazioni.
P) L’appello fa onore alle chiese
americane, o a certe chiese americane.
Esso contrasta, Dio sia lodato!, la con
dotta perversa di
altre personalità
ecclesiastiche, per
es. del rev. Billy
Graham (v. la notizia, che lo concerne, riportata su
questo settimanale,
n. 15 del 13.3.’73, p. 8).
2‘) L’appello non è, si noti bene, all’obiezione di coscienza in senso totale ed assoluto: come tale, esso ci è
particolarmente congeniale. Noi infatti non ci sentiremmo di sottoscrivere
una richiesta di dispensa dal servizio
militare, del tenore di quella proposta
da Roberto Cicciomessere e da altri
ben noti obiettori, cioè: « Dichiaro non
solo di essere contrario, in linea di
principio e per imprescindibili motivi
di coscienza, all’uso personale delle armi, in ogni circostanza, ma ancor più
al loro uso organizzato, istituzionalizzato, collettivo e legale; in qualsiasi
conflitto, civile o internazionale e con
qualsiasi occasione o pretesto, che si
chiamino impero o repubblica, difesa
o conquista... » (Da « L’Espresso » del
24.12.’72).
Sottoscriveremmo invece una richiesta di dispensa complementare (per
così dire) a questa, per es. del seguente tenore: « Dichiaro di non potermi
impegnare a prender le armi in "ogni
possibile” conflitto. Dichiaro invece
che, se un conflitto dovesse malauguratamente aver luogo, mi riserverò allora il diritto di decidere in piena libertà se prendervi parte o no, e (in
caso affermativo) quando, dove, come
e con chi... ».
NUOVA LEGGE DANESE
SULL’ABORTO
•^ « 71 Parlamento danese ha adottato, giovedì 17.5, con 95 sì contro 56 no
e 17 astenuti, un progetto di legge che
istituisce, per le donne residenti in
Danimarca, l’aborto libero e gratuito
durante le prime 12 settimane di gravidanza.
Precedentemente le danesi potevano
ottenere l’aborto solo dietro pagamento e solo su parere d’un consiglio medico-sociale (il quale del resto concedeva molto facilmente Vautorizzazione). D’ora in poi invece, durante le
prime 12 settimane di gravidanza, lo
aborto potrà esser fatto senz’alcuna
autorizzazione e sarà rimborsato dalla
cosiddetta “Sicurezza sociale". Il parere d’un consiglio medico-sociale sarà
richiesto solo al dilà delle 12 settimane. La nuova legge è applicabile solo
alle donne residenti in Danimarca ».
(Dal « Journal de Genève » del 25
maggio 73).
alla visita del pubblico. Precisiamo
che detto materiale non era costituito
da tritolo o da bombe al plastico, ma
da un opuscolo edito dal Movimento
nonviolento di Perugia, contenente la
lettera di don Milani («L’obbedienza
non è più una virtù ») colla quale il
prete-insegnante si difendeva dall’accusa di apologia di reato che gli veniva mossa per aver esaltato gli obiettori di coscienza.
Mentre questo opuscolo e tutti gli
altri libri di don Milani possono circolare liberamente dappertutto in migliaia di esemplari, Giovanni Quaranta viene immediatamente arrestato
sulja nave stessa. Portato poi nel più
vicino carcere e posto in isolamento,
viene successivamente scarcerato per
decorrenza dei termini. L’anno seguente, l’8 marzo 1971 compare dinnanzi
alla corte d’assise di Imperia con l’imputazione — in base all’art. 266 c. p. —
di « istigazione alla diserzione », pena
che comporta da due a cinque anni di
carcere. I giudici sentono il disagio di
giudicare un uomo per le sue idee e
pongono di conseguenza alla Corte costituzionale il quesito se per caso non
vi sia contrasto coll’art. 21 della Costituzione che ammette pienamente la libertà di pensiero. Ed ecco la sorprendente risposta: non vi è contrasto fra
il suddetto articolo 266 c. p. (fascista)
e l’art. 21 della c-ostituzione repubblicana e antifascista! La corte d’assise
di Imperia, di conseguenza, riprende
il giudizio, giudizio che avrà luogo sabato 9 giugno. Il MAI ha organizzato
da Torino una carovana di pullman in
partenza da Porta Susa per consentire la partecipazione al processo, che
sarà preceduta da una manifestazione:
rivolgiamo anche ai nostri lettori l’invito a partecipare, informando gli interessati che i biglietti di andata e ritorno sono disponibili presso la libreria Claudiana ( L. 2.000).
Si tratta di una grave questione che
va ben al di là dei problemi dell’antimilitarismo e dell’obiezione di coscienza e che tocca da vicino i più fondamentali ed elementari diritti del cittadino (civile o militare che sia) alla
propria indipendenza ed alla facoltà di
ognuno di ragionare non a comando,
ma colla propria testa. Parallelamente
si annunciano anche in altre cinque
città italiane manifestazioni di solidarietà e volte a richiedere l’abrogazione
delle norme punitive di tutti i reati
d’opinione.
Roberto Peyrot
IN GIAPPONE
Un libro bianco sui giovani
Tokio (Informations UNESCO) - La proporzione dei giovani giapponesi al di sotto dei
25 anni continua a diminuire : questa fascia
d’età che nel 1971 costituiva il 42,9% della
popolazione, nel 1985 non rappresenterà più
che il 37%. Parallelamente, migliora la condizione fisica dei giovani : i ragazzi di 14 e 15
anni sono 8,8 cm. più alti in media, e
6,9 kg. più pesanti di cinque anni fa; le ragazze coetanee presentano rispettivamente
5,3 cm. e 6,4 kg. supplementari. Oltre 56%
dei bambini giapponesi in età pre-scolare frequentano giardini d’infanzia, mentre 26%
di coloro che hanno conseguito un diploma di
scuola secondaria, fanno studi superiori.
Questi dati sono desunti dall’ultimo libro
bianco sui giovani pubblicato come ogni anno
dalla Presidenza del Consiglio nipponico. L’immagine riflessa da questo rapporto non è però
tutta rosea. L’anno 1972, sottolinea la prefazione, è stato contraddistinto da una serie di
atti di violenza giovanile. Basandosi su varie
inchieste sul comportamento sociale, gli autori
ritengono che i giovani e le giovani di oggi
non vivono che per l’attimo presente, che si
sentono autonomi rispetto alla comunità e che
sono profondamente frustrati.
In seguito alla pubblicazione del libro bianco, la Presidenza del Consiglio starebbe per
lanciare un programma triennale per tentare
dì determinare quali influenze formano la
personalità della gioventù giapponese contemporanea e di rivedere, con misure educative
e sociali, la politica verso la gioventù attuata
dai vari ministeri.
La polizia giapponese ha iniziato una
campagna nazionale contro le automobili che producono in quantità eccessiva gas
di scarico che inquinano l’aria. A Osaka e Tokio, le due maggiori città giapponesi, la polizia aveva dato inizio all’operazione contro l’inquinamento il primo maggio scorso, quando
entrò in vigore una legge specifica contro i
gas di scarico delle automobili.
Direttore responsabile: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pìnerolo
N. 175 - 8/7/1960
Coop. Tip. Subalpinn - Torre Pellice (Torino)