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SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE, METODISTE, VALDESI
Spedizione in a. p. 45% - art. 2 comma 20/B legge 662/96 ■ Filiale di Torino
In caso di mancalo recapito restituire al mittente presso l'UfFicio PT Torino CMP Nord
Euro 1,14
Anno IX - numero 44-15 novembre 2002
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EDITORIAL
ìtazione di Bush
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■ BIBBIA E ATTUALITÀ!
LA NOSTRA
RESPONSABILITÀ
«Voi siete il sale della terra»
Matteo 5, 13
Ascoltando questo testo biblico mi sono ritornati in mente
pensieri sparsi e confusi riguardanti
la complessità della nostra esistenza
di cittadini e di cristiani. Così ho una
grande difficoltà a parlare dello sviluppo economico che vive il mio
paese, a parlare della pace che da oltre 50 anni è presente tra noi, dopo
le tragedia del secondo conflitto
mondiale, perché il mio benessere
molte volte è pagato con la miseria
di altri popoli e la mia pace è molte
volte pagata con la guerra tra le nazioni del Sud del mondo. E ancora,
la vita delle nostre città si svolge nella violenza rivolta verso i più deboli,
siano essi i bambini, le donne o gli
immigrati. Tale violenza genera paura soprattutto perché ci si rende conto che non si hanno vie di fuga o di
concrete risoluzioni.
Ei cristiani che cosa fanno? Spesso
mi sento interpellato da questa
domanda quando sono coinvolto in
uno dei mille problemi che affliggono i miei fratelli. La prima reazione
che mi viene è di rispondere con
un’altra domanda: perché vi è sempre un richiamo alla responsabilità
dei cristiani? Perché proprio costoro
dovrebbero risolvere tutte le tragedie
del mondo? Chi sono i cristiani? Anche queste persone, come tutti, sono
sconvolti dai drammi del nostro
tempo e sono colpiti dalle paure che
trascinano tutti nella rassegnazione.
Non sono migliori di altri né hanno
soluzioni prestabilite da elargire con
generosità. Eppure ecco che il nostro
versetto biblico afferma qualcosa che
CI permette di guardare oltre i dramquotidiani e presenta una via di
divezza, di speranza. «Voi siete».
01, discepoli del Signore Gesù, voi
c e avete vita solo per la grazia del
>gnore e potete avere consolazione
per il dono dello Spirito Santo. Voi
c e siete nati di nuovo e il vostro
cuore non è più di pietra, ma di carC- oi che riuscite ad amare i vostri
ucmici e a vincere il male con il bec. 01 siete il sale della terra, cioè
e segno di salvezza e di speranza
questo mondo.
Q EMPRE mi ha colpito il verbo di
Erase: non è detto che i crert,o ' Cristo «dovrebbero essere» o
che
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“Saranno» sale; non c’è né il convé il futuro; vi è un indica
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assume il senso delTimpera
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ponetevi domande
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Voi sipt*^' vostre fatiche,
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Voi Derà ? *^'^c)rdate che se anche
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*Ponsabilità”l°"Ì°- ^-”umete la rei Quali a ^ ® paziente di coloalle donne assaporare
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^cll’amorp ^ la freschezza
® a potenza della giustizia.
Giovanni Anziani
spiritualit;
La terra, maestà di vHa
. ; La ricerca di Dio nei creato
ICHIES
L'anniversario della Rihrma
riardalo nelle varie comunità
Il successo del Forum sodale europeo di Firenze interroga anche gli evangelici
Un nuovo mondo è possibile
Non pretendiamo di costruire il regno di Dio, ma c'è un'etica del mangiare, del
vestire, del possedere, del parlare che non può contraddire la fede proclamata
FRANCO GIAMPICCOLI
A fronte dei disordini annunciati,
delle paure fomentate, delle violenze sperate per una comoda squalifica del movimento spicca, alTinterno dell’incredibile evento pacifico
del 9 novembre, l’attività dei giovani
della Rete di Lilliput che sfilano nel
corteo raccogliendo cartacce in sacchi di plastica in un gesto di rispetto
per la città ospitante. Sarà questo un
punto di svolta per cominciare a diradare la persistente cortina fumogena della minaccia indotta e cominciare a confrontarsi con i contenuti di un movimento che in tre anni
è cresciuto a dismisura?
I contenuti ci sono e sono stati
prodotti in quantità indescrivibile.
Una ventina di eventi mattutini e
serali, molti dei quali hanno raccolta
migliaia di persone, più di 150 seminari che si sono svolti in due pomeriggi, un numero imprecisato di laboratori autogestiti, hanno permesso alle decine di migUaia di partecipanti di scegliere e inserirsi attivamente nel Forum sociale europeo
(Fse): d’altra parte rendono impossibile un resoconto e una valutazione d’insieme. Ma pur avendo potuto
afferrare solo una minima parte di
questa realtà, posso riferire una serie di impressioni.
L’intensità della partecipazione.
Un’intensità a cui non si è più abituati: sale e capannoni della Fortezza da Basso gremite, con giovani seduti anche per terra intenti a prendere appunti, dibattiti appassionati
da cui è assente la noia e la sufficien
II14 novembre il papa interviene in Parlamento
Il Vaticano e la politica italiana
SERGIO ROSTAGNO
URGE fare qualche distinzione. È
facile riconoscere che la Chiesa
cattolica nel suo complesso possiede
grande credibilità, basta pensare alla
sua diaconia, che i cattolici chiamano
caritas, non nel senso di carità di corte vedute ma nello stesso senso in cui
noi parliamo del servizio cristiano e
dell’agape. La sostanza non cambia.
Non è iti discussione neppure la dottrina cristiana, nella sua precisa forma cattolica. Se vogliamo discuterla,
ci sono sedi per farlo. E del resto che
cosa contrappongono poi i protestanti alla dottrina cattolica? Qui si
aprirebbe un discorso delicato e si
avanzerebbe su un terreno rischioso,
che per il momento lasciamo stare
per qualche ulteriore occasione.
No, non ci preme parlare né dell’attività sociale dei cattolici né della loro
teologia. Il fatto è che il cattolicesimo
non è tutto qui. Quel che importa
non è né la chiesa né la teologia cattolica (almeno non in prima battuta),
ma piuttosto la politica ecclesiastica
di presenza e di conquista dello spazio laico pubblico. L’istituzione vaticana persegue da secoli una politica
di ritiro in sé e di allargamento nello
spazio pubblico, se questo le è concesso. Invece di avere i cattolici come
alleati per la nostra battaglia di laicità, li abbiamo obbedienti o almeno
taciti e prudenti. Ma questo, forse, si
comprende. Si comprende molto meno perché non abbiamo al nostro
fianco i laici, i quali invece fanno a
gara per invitare, riverire, lodare,
spiegare, ridire, glorificare tutto
quanto viene dal Vaticano.
Ora il Vaticano spesso si unisce alle
tante voci che chiedono pace e giustizia. Il discorso è ben articolato. Ri
Segue a pag. 9
za. C’è qui una marea di giovani che
ha ritrovato il gusto della formazione
e della partecipazione politica.
L’efficienza dell’organizzazione.
Una partecipazione tripla rispetto a
quella prevista (venerdì 8 è arrivata a
60.000 persone registrate) è stata padroneggiata dall’organizzazione.
Qualche ritardo, qualche oratore assente 0 ... inesistente (come un «sovrintendente delle chiese evangeliche», invitato non si è saputo da chi é
nella persona di chi), non ha inficiato
l’efficienza né diminuito l’interesse.
Gli evangelici al Forum. Come
spésso accade, si è avuta una rappresentanza al di sopra della nostra consistenza con 4 oratori nei seminari:
Rogaste Mshana da Ginevra, Gianna
Segue a pag. 15
Valli vanesi
Esercitazioni
di salvataggio
È stata una simulazione in grande
stile quella che ha coinvolto, tra T8 e
il 10 novembre, diversi comuni delle
valli Chisone, Germanasca e Pellice;
un’esercitazione di comportamento
collettivo da tenere in caso di calamità naturale che ha interessato enti
locali, protezione civile e scolaresche.
L’evento ipotizzato era un sisma pari
a 5,7 gradi Richter, con epicentro a
Luserna San Giovanni e una ricaduta
di conseguenze: finti incendi in stabilimenti della zona, crolli di edifici
scolastici, spargimento di sostanze
nocive. Il bilancio della tre giorni, a
Pirierolo dove è intervenuto il prefetto, evidenzia problemi nelle telecomunicazioni: inoltre la popolazione
potrebbe essere meglio coinvolta.
A pag. IO
■ECO DELLE VALLII
Gli enti iocali per gli ospeìddi
di LUCIANO DEODATO
IH TERREMOTO
VIAGGIO
NEL MOLISE
La campagna molisana è fatta di
tanti antichi borghi abbarbicati sulle
colline che ci rimandano visibilmente
lontano nel tempo. Sorsero attorno a
un castello, un’abbazìa, lungo le vie
della transumanza e del commercio.
Nei tempi più recenti, l’emigrazione
trasformò questi luoghi carichi di
storia in un presente precario. Tra le
regioni d’Italia, dicono le statistiche,
è quella che più ha visto la sua gente
andarsene lontano a cercare fortuna.
Nelle piazze si trova sempre un monumento, una lapide, con un elenco
di nomi dei caduti sul Piave. A San
Giuliano, una lapide ricorderà altri
nomi, ancora più giovani ma altrettanto esposti: quelli dei bambini della
classe 1996, morti tutti sotto le macerie della loro scuola. Auguriamoci che
almeno la retorica li sappia risparmiare, considerando che non lo sono
stati dalla solita vecchia storia del
«beneficio d’inventario» con il quale
si applica, molte volte, la legge nel nostro paese. La scuola rappresenta
queU’ambito nel quale la comunità
guarda il suo futuro; la sofferenza e la
delusione, quindi, sono ancora più
cocenti, sono l’immagine di una fragilità, oltre che strutturale, anche di avvenire. Terribile!
Accompagno il pastore Dario Saccomani in due comuni dove vi sono
due piccole comunità battiste. Pioviggina e fa freddo. Da lontano appaiono le tende blu all’ingresso del
paese. Si avverte subito l’impressione
che il colpo inferto dal terremoto è
stato duro. La forza e la volontà contraddistingono questa comunità che
cerca di ricominciare. L’Amministrazione comunale ci fornisce un bollettino, dove il sindaco scrive: «Ripabottoni è una comunità ferita nel profondo da una tragedia, ma quello che
conta di più è che vanta una storia
lunga e ricca di tanti segni di solidarietà e di amicizia». Il Consiglio comunale si è riunito in seduta straordinaria e licenzia il regolamento della prima associazione di volontariato
di Protezione civile. Lavorerà accanto
a quella della Lombardia che opera
sul posto con efficienza e competenza. Scendiamo a Macchia Valfortore:
un campo è allestito anche qui, ma la
situazione è meno drammatica.
Modeste impressioni, quelle che
scrivo, fatte di incontri, di solidarietà,
a nome delle nostre chiese. Anche i
nostri aiuti non tarderanno. Qualche
delusione la si avverte, le cose potrebbero funzionare meglio, ci dice qualcuno che è ormai stanco per le ore di
lavoro e di veglia. Passa qualche politico di razza distribuendo, si fa per
dire, manciate di coraggio e promesse: auspichiamo che non restino tali.
Rientriamo a Campobasso. Nei giorni
che sono seguiti, la tensione sfuma
gradualmente anche tra noi. Le luci
nei palazzi più alti della città confermano del ritorno alla normalità. Il
tempo degli aiuti, delle verifiche, apre
questo nuovo dopo terremoto. Ci auguriamo che la ricostruzione in Molise sia possibilmente rapida e guardata attentamente, per non ripetere le
solite storie. E che da altre parti la
prevenzione sia attuata con la massima considerazione.
Italo Pons
A pagina 15 informazioni sulla sottoscrizione a favore dei terremotati.
2
PAG. 2 RIFORMA
Ai.l’As
Della
VENERDÌ 15 NOVEI^^
uno di loro,
dottore della legge,
gli domandò,
per metterlo
alla prova:
"Maestro, qual è,
nella legge, il gran
comandamento?"
Gesù, gli disse:
“Ama il Signore
Dio tuo con tutto
il tuo cuore, con
tutta la tua anima
e con tutta
la tua mente”.
Questo è il
grande e il primo
comandamento.
^^Il secondo, simile
a questo, è “Ama
il tuo prossimo
come te stesso”»
(Matteo 22, 35-39)
vi9
"Ve lo dico fin
d’ora, prima che
accada; affinché
quando sarà
accaduto, voi
crediate che io
sono. ^°In verità
vi dico: chi riceve
colui che io avrò
mandato,
riceve me; e chi
riceve me,
riceve colui che
mi ha mandato”.
Dette queste cose,
Gesù fu turbato
nello Spirito e,
apertamente,
così dichiarò:
“In verità, in
verità vi dico
che uno di voi
mi tradirà” (...)
^'Quando egli fu
uscito, Gesù disse:
“Ora il Figlio
dell’uomo è
glorificato e Dio è
glorificato in lui.
“Se Dio è
glorificato in lui,
Dio lo glorificherà
anche in se stesso
e lo glorificherà
presto. ^^Figlioli,
è per poco che
sono ancora
con voi. Voi mi
cercherete; e come
ho detto ai Giudei:
Dove vado io, voi
non potete venire,
così lo dico ora
anche a voi.
^*Io vi do un nuovo
comandamento: .
che vi amiate gli
uni gli altri.
Come io vi ho
amati, anche
voi amatevi
gli uni gli altri”»
(Giovanni 13,
19-21:32-34)
COSE DUREVOLI: L'AMORE (DEL PROSSIMO)
Gesù chiede ai discepoli di amarsi gli uni gli altri non perché sono forti, ma perché
sono fragili Alla base di guesto comandamento nuovo sta il dono di Dio in Cristo
CUUDIO TRON
Fuori di noi
Lf AMORE del prossimo è orI dinato dal secondo coman
damento di cui Gesù sottolinea
la somiglianza con il primo. Il
prossimo non assomiglia molto
a Dio (almeno di solito, anche se
sappiamo che l’umanità è stata
creata a immagine di Dio) ma
l’amore del prossimo assomiglia
all’amore di Dio. Perché? Perché
anche per amare il prossimo si
deve uscire da se stessi ed entrare nella pelle dell’altro. «Questo
è il mio corpo, dato per voi».
Cristo ci ha amati come prossimo facendo entrare il suo corpo
nel nostro. Lo abbiamo visto.
Per questo la vita di coppia è anche considerata immagine del
rapporto tra Cristo e la chiesa:
infatti la coppia è un aspetto
particolarmente evidente di
questo sconfinamento dell’io da
se stesso nell’amore: non più
due, ma una sola carne. L’involucro di pelle dell’uno diventa
anche involucro del partner.
La tecnica medica legata al
dono del sangue e al trapianto di
organi può essere un riflesso di
questa uscita di noi stessi dalla
nostra pelle, per amore dell’altro/a. Un rifiuto di queste tecniche legato a motivi legalistici
suona un po’ come disconoscimento di questo travaso di vita
che si attua per mezzo dell’amore, qualunque ne sia l’ispirazione. In ultima istanza alla radice
c’è la convinzione che il sangue
mio non può essere tuo né quello tuo può essere mio. 11 rovescio
della medaglia di questo rifiuto è'
la presunzione che chi ha più
forza possa, invece, versare impunemente il sangue dell’altro.
attraverso la violenza, cioè rubarlo. Nell’amore il sangue mio
può essere tuo se è dato: non
può essere tuo se è rubato. Il
corpo di Cristo dato per noi è
l’opposto del corpo di Cristo
venduto per trenta denari.
La poesia
Lalla Romano, la scrittrice e
1
Preghiamo
Dateci, 0 Dio, gioie pure, dolori sopportabili,
amore paziente, lieta e forte concordia nel bene.
Datemi un pane per la mia donna.
Se destinato a esser padre,
donatemi vita e virtù da educare i miei figli.
Se i giorni a me numerati sono brevi,
nelle vostre mani raccomando. Signore,
questa ch’è ormai parte dell’anima mia.
Con l’esempio e la parola dateci di consolare
e nobilitare l’anima dei fratelli.
Benediteci. In voi temendo esultiamo.
In voi, lieti o afflitti, riposeremo.
Niccolò Tommaseo
___I poetessa scomparsa recentemente , dice con grande efficacia
quello che è l’amore, sia pure dicendolo della fede: la frontiera
tra l’amore e la fede è la stessa
che c’è tra il tempo e lo spazio.
Dunque, parola alla Romano;
«Fede non è sapere/ che l’altro
esiste./ È vivere dentro di lui/
Calore nelle sue vene,/ sogno
nei suoi pensieri./ (^ui aggirarsi
dormendo/ In lui destarsi».
Nell’amore scopri l’alterìtà come
partnership e superi ogni altra
nozione di alterità (come rivalità, concorrenza, conflittualità
ecc.). Pascal, Sartre e altri, in ottiche diverse, hanno scoperto
che l’«alter- altera- est, ergo
sum». Io sono persona autentica
solo se vivo nella prospettiva
dell’altro o dell’altra. Personalmente non condivido certe accentuazioni della differenza, in
particolare sessuale, esasperate
da alcune correnti del pensiero
femminista. È giusto non dimenticare che il livellamento
può diventare oppressivo ma il
superamento del livellamento
avviene autenticamente solo
nell’accoglimento dell’altro/a
nella sua pienezza. Un saggio
della scuola dei Chassidim ci ricorda che questo è possibile solo
quando il relativismo umano entri in rapporto con la dimensione di Dio: «Possa io amare il più
grande saggio di Israele quanto
Dio ama il più grande perverso»
(Shlomo di Karlin).
reale nella quale queste prescrizioni sono raccolte è quella
del ritorno dall’esilio di Babilonia. Ma proprio per questo in
quelle situazioni Dio non può
dire al suo popolo «Amatevi come vi ho amato io». Infatti queste storie di liberazione sono avvenute grazie alla potenza di
Dio, che ha prostrato la forza e
ha distrutto l’esercito del faraone, che ha suscitato miracolosamente la benevolenza di un re
pagano come Ciro, facendone il
suo Messia (Isaia 45,1). Quell’
amore di Dio non si presta a fare
da esempio e nemmeno da fondamento per l’amore reciproco
tra fratelli, perché la potenza di
Dio non può essere imitata. L’amore di Dio è una cosa; l’amore
dell’uomo è un’altra.
Il comandamento vecchio
dell’amore parte da questa distanza incolmabile tra Dio e
l’uomo. 11 comandamento nuovo, invece, si fonda sulla debolezza della croce. «Dove vado io
non potete venire», certo, anche qui. Ma ce ne sono tanti
che sono condotti loro malgrado dove vado io. «Dove vado io
non puoi per ora segdìrmi; ma
mi seguirai più tardi». C’è forse
qui un’allusione al martirio per
la fede. Ma c’è soprattutto una
allusione al massimo dell’indeboliménto della vita umana.
34). Il tempo cancella molte cose belle, ma cancella anche la
collera e le delusioni per le offese ricevute. Gesù ha amato i
suoi discepoli e li ama in questo
momento in cui ha appena detto: «Uno di voi mi tradirà» (v.
21). Si può dimenticare un’offesa passata, ma amare uno che
sai in partenza che tra poco ti
tradirà non è così semplice. Da
uno che sai che sta per tradirti
diffidi, cerchi di difenderti. Se
non lo hai fatto, nel momento in
cui capita, ti dici che sei proprio
stato scemo, che sei caduto in
una trappola veramente da stupido, ti vergogni di aver amato
uno che poi ti ha tradito. Bisognava non fargli del male, certo,
ma anche impedire che lui ne
facesse a te. La Bibbia stessa
non invita nessuno a esporsi volontariamente alle offese altrui.
Piuttosto di essere offesi, è meglio staccarsi (Genesi 13). Ma sai
che, per quanto tu sia prudente,
prima o poi qualcuno ti tradirà.
Tradimento incomprensibile
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Note
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I
Un comandamento nuovo
Gesù riprende il comanda1
mento dell’amare il prossimo come se stessi già contenuto
nel libro del Levitico (19, 18).
Ma l’Evangelo di Giovanni ce lo
presenta come comandamento
«nuovo». Perché? Innanzitutto
perché Gesù dice «Come io vi
ho amati». Nel Levitico questo
non c’era: non che Dio non
avesse amato il suo popolo, anzi; il Levitico è un complesso di
leggi date in occasione dell’uscita dall’Egitto e la situazione
Amarsi gli uni gli altri
L comandamento nuovo è
_ nuovo perché Gesù chiede ai
discepoli di amarsi gli uni gli altri non perché sono forti, ma
perché sono fragili: non perché
le cose vanno bene, ma perché
vanno verso la croce, non perché c’è stata la liberazione, ma
perché sta per esserci il sacrificio della vita. Alla base dell’amore nuovo chiesto ai discepoli sta pur sempre il dono di
Dio in Cristo. Gesù ripeterà
questa parola in Giovanni 15,
12-13. Lì sottolineerà la «grandezza». Il grande amore fa gran- '
de anche chi ama. Se si ha un
piccolo amore si è anche piccoli. In secondo luogo il comandamento è nuovo perché Gesù ha
amato non in seguito al perdono di un’infedeltà commessa e
superata dal tempo proprio perché è passata. Dio ha amato
Israele in questo modo: «Non
mi ricorderò più dei vostri peccati» (Isaia 43, 25; Geremia 31,
triumphans», delo^
vittorioso anche sulljj
ce, col volto serene ei#
marchiato dal dolorej
me quelle delle ra%
zioni del Cristo soffersi
Cristo lascia i discepij
e dove va lui i disceji
non possono andargl'i
ruenza di Pietro cheaii
ma di poterlo seguìtéiii
ve la doccia freddajJ
predizione del triplicsii
negamento. Eppunfe
dice anche: «Quaii^
avrò preparato u'npos
ritornerò e vi prenii
con me, affinché dov^
no io, siate ancltevl
Come sempre, nelco(
sto del comandamsi
dell'amore, è
trovare un nuovo spi
Non più il postodeirin
gamento di Piet0'
più il posto del tra
to di Giuda, nortpl
sto della crocifis*
malfattori e de'
centi, ma un nu
di Cristo.
E nel frattem
un'interruzione _
promessa del «CoimIjI
re», dello Spiritò che:
stiene e aiuta. Lo Spi
stesso sarà guida versi
verità piena, s,aràfi
per ricordare tutto'pi*
che Gesù ha detto. Di)i
trerà, per mezzo dell
oirito, nella mèiew
L comandamento qui è nuo_ vo perché viene dato nel contesto del tradimento di Giuda: il
tradimento più incomprensibile
che esista. Non lo capiamo noi,
non l’hanno capito i condiscepoli, tutti sembrano impazzire,
in questo tradimento, Dio compreso. Sembra che ci sia una
sorta di predestinazione per cui
Giuda diventa un burattino che
nemmeno dopo la messa in
guardia di Gesù riesce a sfuggire
al suo destino perverso che ne
fa la persona più infame di tutta
la storia dell’umanità. Ma quando non c’è più posto per il buon
senso, per l’intelligenza, per la
libertà, c’è ancora spazio per
l’amore. E allora il comandamento nuovo è che quello che
tradisce tu lo ami lo stesso. Ti
tradirà e poi andrà a impiccarsi,
perché purtroppo è vero che
chi non sa salvare la vita degli
altri non sa nemmeno salvare la
sua. Chi tradisce un altro tradisce e inganna anche se stesso.
Proprio per questo lo devi amare. L'amore diventa, così, matrice di libertà: «Quando, in un
popolo, regnano l’unione e
l’amore, chi ha bisogno di un
re?» (Yossef Leiner, autore, ancora, dei Chassidim).
(Ultima di una serie
di quattro meditazioni)
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vittoria sul turbai^
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Dio non è solo il Dio della storia ma anche del creato
La terra, maestra di vita
Dio lo si può cercare certamente nelle relazioni umane e nella storia
0 lo si può cercare anche nel creato, nello terra, di cui siamo parte
^DANIEI-E bouchard
SONO nato in un ospedale
di cemento armato, sono
cresciuto in palazzi a molti
oiani e dalle finestre sporche
hi smog vedevo altri palazzi
scurare uno dopo l’altro la
vista delle montagne. Ho giocato in cortili asfaltati e ho
imparato ad arrampicarmi
■ sui traHcci dell’alta tensione.
Ho imparato la grandezza
della tecnologia umana, capace di trarre energia e materie prime dalla terra, di spostare fiumi e laghi, di ottimizzare la produzione agricola.
Ho ricevuto l’annuncio del
Dio altissimo, che agisce con
potenza nella storia umana,
libera gli oppressi e d chiama
alla lotta per la giustizia e la
fratellanza tra gli esseri umani. Ho ricevuto testimonianza
di come l’esistenza può essere
centrata sulla relazione personale con Dio, il quale creò gli
uomiip e le donne a propria
immagine e somiglianza, dando loro il potere e la respon
sahilità di dominare la terra e
le altre creature che vivono in
essa. Sono stato messo in
guardia contro la confusione
tra il Dio del cielo, totalmente
altro da noi, che ha creato il
mondo dal nulla e ci ama come un padre, e gli dei e dee
della terra, che ci generano
come una madre e ci inglobano nel ciclo della fertilità.
Non ripudio le mie origini,
non rigetto la formazione che
ho ricevuto. Ho accettato e rivendico la mia identità di figlio dell’occidente moderno e
protestante e di figlio della
città. Tuttavia ho imparato ad
ascoltare chi ha frequentato la
terra più di me. Così, quando
Anida mi dice che la terra è
maestra, che il lavoro della
terra può e deve essere scuola
di vita e di fede, io mi fermo e
ascolto. E comprendo che alla
mia formazione, così ricca di
libri e di incontri, è mancato
qualcosa di importante. Mi è
stato insegnato a cercare Dio
nella storia e nelle relazioni
con le persone, ora sento il hi
La terra non è nostra
ci è stata solo affidata
STEFANO D'AMORE
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Quante cose può voler
dire il termine «terra».
La terra come generatrice
deliavita e la terra come luogo in cui essere seppelliti. Mero luogo di produzione
0 spazio di vita per cui sodare e lottare. La terra che
Svuole conquistare e la ter'a che si deve difendere. Per
“cuni può essere sinonimo
"'«sporco», per altri può
personificare la compagna
¡niprescindibile di una vita
intera. La mia strada ha quaseinpre incontrato donne e
nmmi che sentono per la
wa un forte senso di apparnenza. D’istinto mi viene
^^'no due gli
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L ^ l’hanno fatta viLa mia famiglia e il Mop, r^r)s Trabalhadores
^®*ra del Brasile,
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't't'Po era ^ tltregli anni il
®ta scandito oltre rhp
dai ritmi artificiali, anche
dalla terra che cambiava vestito con il trascorrere dei
mesi. Ci giocavo da piccolo,
per farci delle torte di fango,
ci ho lavorato un po’ quando
ero più grande e ora la pesantezza di vivere in una
grande città si fa sentire sempre di più e con essa la nostalgia di un pezzo di terra,
con la fatica che richiede, con
le delusioni e le soddisfazioni
che ne'derivano, con i suoi
profumi, e con il suo linguaggio anche se non sempre romantico e comprensibile.
Ma c’è di più: l’attuale sistema politico-economico
neoliberista accentua la concentrazione della proprietà
della terra, il campione mondiale di questa distribuzione
impari dei terreni è proprio il
Brasile, paese nel quale l’l%
dei proprietari possiede il
52% delle terre coltivabili, il
diritto alla terra è costantemente calpestato in tutto il
mondo e milioni di persone
non hanno accesso alle terre
o vengono cacciati da quelle
in cui hanno vissuto da sempre in nome della modernizzazione. Questo diritto, come
quello all’acqua, è un diritto
fondamentale e primario che
nessuno dovrebbe poter gestire in maniera arbitraria.
Non credo che la terra sia una
proprietà; come viene ereditata e consegnata di generazione in generazione, così in
un’ottica più ampia, la terra
rimane una cosa che ci viene
affidata, un dono di Dio; «...i
tuoni cesseranno e non ci
sarà più grandine, così tu capirai che la terra appartiene
al Signore» (Esodo 9,29).
Il miglior modo per ricevere e occuparsi di un dono è
fare sì che non venga utilizzato per gli interessi di pochi,
ma sia condiviso perché in
molti ne possano beneficiare.
sogno di cercarlo anche nel
creato di cui come umanità
siamo parte, nella terra da cui
fui tratto e a cui ritornerò.
E quando Stefano mi insegna che si può appartenere
alla terra, che dalla terra può
venire l’identità, che essa
può rappresentare l’origine e
lo scopo dell’esistenza, mi
fermo e ascolto. E comprendo un po’ meglio il vuoto che
nel mio girovagare senza radici mi porto dentro da sempre. Comprendo soprattutto
quanto sia irrispettosa dell’
umanità e di Dio la pretesa
umana dì appropriarsi della
terra, portandola via al tempo
stesso al prossimo che vi è
cresciuto sopra e al Signore,
suo unico legittimo proprietario. Analogamente, mi fermo
ad ascoltare Erica che mi testimonia come la terra sia un
organismo vivente, una compagna di viaggio, il partner di
una relazione fondamentale.
E comprendo la tenerezza
con cui mio nonno toccava i
frutti del suo orto, e l’emozione provata durante certe
passeggiate ih montagna.
Provo angoscia per la violenza che il nostro sviluppo
esercita sulla terra ma intravedo nuovi intrecci nella relazione con il Creatore dell’umanità e delia terra.
Ho lasciato la città vent’anni fa e talvolta mi manca ancora. Ma sono grato che i miei
figli possano crescere passeggiando nei boschi e giocando
nell’orto. Per la loro salute,
ma anche per la loro fede.
La fede vissuta sul proprio territorio
nell'esempio del Glorioso Rimpatrio
ANIDA PONS
_________ANIDA PONS___________
IL ricco stolto (Luca 12, 1621) viveva a contatto con la
natura, avrebbe dovuto vivere
anche più a contatto con Dio;
tutto quello che contemplava:
colline ondulate, vaUi ombrose, aurore piene di promesse
e crepuscoli pieni di misteri,
tutto avrebbe dovuto parlargli
del Creatore. Le ricchezze a
chi le doveva? Chi faceva sorgere il sole e faceva piovere
sulla sua terra? Egli dimenticava Dio; dimenticava di avere un prossimo al quale poteva distribuire una piccola parte dei suoi beni; pensava solo
a nutrire il corpo e dimenticava di nutrire l’anima. Essere
preoccupati per l’avvenire oppure occuparsi dell’avvenire
sono due cose molto diverse.
Il coltivatore semina in autunno per mietere l’estate seguente; se non fa i lavori, ovviamente l’estate successiva
non mieterà: così il credente
lavora e cerca di compiere il
proprio dovere. In particolare
chi lavora la terra ha dei ritmi
meno frenetici rispetto ad altre attività, segue e apprezza
di più le fasi della giornata e
delle stagioni alle quali è legato in modo stretto.
I nostri padri facevano della terra e della fede un’unione
inscindibile, così nel Glorioso
Rimpatrio gli esiliati di Ginevra fecero 300 km per ritornare a professare la loro fede
nella terra che Dio aveva dato
loro. Siamo legati al luogo dove siamo nati, al profumo di
una terra, al rumore di un ruscello: non a caso uno nasce a
Luserna e non in Africa o in
Russia; per ognuno di noi Dio
ha un progetto, un cammino
A
Madre terra
Madre terra,
benedici le mani callose
di coloro che ti seminano
facendo sbocciare dal tuo ventre
l'alimento dell’uomo
di tutti i credo
di tutte le classi sociali
di tutte le razze.
Questi guerrieri senza nome
nella loro semplicità
vincono il demone della fame
e salvano l’umanità.
(Zeca do Tocantins, Movimento Sem Terra)
di fede che inizia anche dal
luogo in cui si nasce, ma la
terra che Dio ha dato bisognerebbe lavorarla senza volerla modificare in modo pesante, poiché Dio aveva giudicato tutto quanto aveva
creato «ed era buono».
Dio ha dato all’uomo l’intelligenza e la facoltà di servirsi di tutta quanta la natura
compreso il dominio sugli
animali; quindi la ricerca continua per ottenere il miglior
risultato con il minimo sforzo
è comprensibile e giusta, ma
non lo è altrettanto lo sfruttamento sempre più massiccio
e indiscriminato sia degli animali sia della terra. Sempre di
più è diffusa l’idea che l’uomo è il dominatore della terra, ma non è così! La terra è
stata affidata da Dio all’uomo
affinché se ne serva, ma è suo
preciso compito amarla, curarla, rispettarla e conservarla
per le future generazioni.
Per lavorare la terra ci vuo
le pazienza, è legge di natura
che il granello gettato in terra
debba dissolversi, ossia morire e, prima di vedere il suo
germoglio, debbano passare
molti giorni; ma durante tutto il tempo che il nostro campo appare desolato e spoglio,
in realtà la vita sta lavorando,
al di sotto. Così è la nostra vita nelle mani di Dio, noi non
sappiamo ciò che ci riserva,
magari stiamo passando un
periodo di «staUo» in cui tutto ci appare piatto e monotono. Chissà che cosa Dio sta
preparando per noi. Genitori,
non stanchiamoci di «seminare», anche se i nostri insegnamenti spesso sembrano
non portare frutti, preghiamo e aspettiamo con fede.
Così come ci vuole molta cura per lavorare la terra e ottenere i suoi frutti, così la fede
va curata tutti i giorni e così
la vita, come un campo prezioso che ci darà il raccolto.
L'universo è espressione
dell'amore di Dio
ERICA REVEL
La terra è un organismo vivente. Troppo spesso lo si
dimentica quando, nel ritmo
incalzante della maturazione
estiva, che rappresenta il momento culminante della vita
dei vegetali, in mezzo a problemi di erbacce che non fai
in tempo a togliere che già ricrescono, e di infestazioni di
insetti rosicanti che entrano
in competizione per insidiare
il raccolto dei frutti faticosamente coltivati, viene la tentazione di por mano a qualsiasi cosa tossica sicuramente non solo per i parassiti ma
anche per la terra, per noi e
per i nostri figli. Non sempre
si decide di usare la pazienza
e di sforzarsi di prendere in
considerazione i motivi che
hanno causato una situazione negativa. Ma la pazienza
intesa non come rassegnazione ma come capacità di
aspettare con fiducia, usando
antichi strumenti e tecniche
di difesa che hanno lo scopo
non di fare piazza pulita dei
parassiti, ma semplicemente
di trovare un punto di equilibrio, viene sempre premiata.
Inoltre, ragionando sui motivi per cui le infestazioni avvengono possiamo imparare
a migliorare la fertilità naturale del terreno e adottare dei
piccoli correttivi, che già i
nostri vecchi adoperavano,
aggiungendo sabbia a un terreno troppo pesante, o letame maturo in terreni sciolti
ma eccessivamente sabbiosi.
È importante per chi coltiva
la terra trovare un buon rapporto con essa, che è la fonte
della nostra vita, trattandola
con rispetto, comprendendo
il messaggio che ci manda attraverso i funghi e le muffe
oppure gli insetti e i parassiti.
È importante pensare ad essa
non come a una schiava di cui
noi siamo i padroni, a cui
possiamo far fare quello che
ci passa per la testa senza
troppo preoccuparci delle
conseguenze, ma come a un
essere vivente a cui dobbiamo
rispetto, di cui dobbiamo conoscere le leggi e le esigenze
cercando di soddisfarle: in
questo modo non interferiremo con le leggi della natura,
impareremo a riconoscere ed
apprezzare i frutti maturi al
tempo giusto e non dimenticheremo di ringraziare per
ogni frutto 0 fiore che maturerà, anche col nostro lavoro,
per il nostro sostentamento.
La fede per me è una condizione dell’animo umano, in
cui esso si espande verso Dio
e verso tutto il creato. La fede
è speranza, è pace, è tranquillità e noi possiamo sperimentarla soltanto in quei brevi
istanti in cui riusciamo ad allontanare da noi la negatività
e la paura, quando sappiamo
di essere costantemente protetti e rivestiti dell’amore di
Dio. È impossibile trovarsi in
una condizione così senza
sentirsi uniti all’universo intero, che è la pura espresàione,
in molteplici forme, dell’amore di Dio. In questo sentimento di unione la paura scompare perché è soltanto un’ombra
che fugge dissipata dalla luce.
La terra che ci viene affidata
è un nostro compagno di
viaggio. Seminare è un atto di
fede, e la nascita di una pianta, la maturazione di un frutto, la fioritura sono miracoli
che si ottengono dall’unione
degli elementi: il seme sa che
cosa deve fare, l’uomo ha il
suo compito nel dissodare il
terreno, bagnarlo, proteggerlo, rincalzare le piante, e condividere il suo raccolto con altri che hanno fatto altre cose
per lui; e ringraziare costantemente il Signore per l’abbondanza dei suoi doni.
4
PAG. 4 RIFORMA
VENERDÌ 15
novembre 2(^
In Ungheria la decima conferenza della rete dell'Anno diaconale europeo
Un anno di lavoro volontario in Europa
Due questioni analizzate: formazione interculturale e percorso di fede. Solidarietà tra chiese
attraverso lo scambio di giovani. Realizzare occasioni di incontro con le comunità Rom dell'Est
LAURA CASORIO
SI è conclusa a Revfulop
(Ungheria) il 28 ottobre
scorso la decima conferenza
annuale della rete dell’Anno
diaconale europeo (Edyn) di
cui la Fcei (Federazione delle
chiese evangeliche in Italia) è
membro dal 1987.1 25 partecipanti provenienti da 12 diverse nazioni europee più
due «ospiti» della Chiesa presbiteriana e della Chiesa unita di Cristo degli Stati Uniti,
si sono confrontati su numerosi temi del lavoro comune e
su progetti per il futuro. L’attività dei membri della rete
dell’Anno diaconale è quella
di offrire ai giovani e alle opere delle chiese nazionali un’
occasione di incontro e di
scambio attraverso lavoro volontario a tempo pieno per
periodi medio-lunghi, normalmente 10-12 mesi.
Attenzione è stata riposta
nella consueta definizione e
aggiornamento della fase di
preparazione, formazione e
seguito per i giovani volontari che le singole organizzazioni effettuano a livello nazio
Foto di gruppo dei partecipanti aii’incontro
naie. In particolare quest’anno sono due gli aspetti analizzati: la formazione interculturale e il «faith journey»
(percorso di fede). In particolare è stato creato un gruppo
di lavoro virtuale (attraverso
la rete telematica) che raccoglierà e predisporrà in schede
tecniche il materiale finora
utilizzato dai vari partner europei in modo da renderlo disponibile per tutti coloro che
operano nel settore degli
scambi di giovani a livello internazionale.
Inoltre si è discusso sul
ruolo dell’Edyn come membro fondatore e parte del
Consiglio direttivo dell’Avso
(Association of voluntary service organisation) in particolare per quanto riguarda i
rapporti con le istituzioni europee poiché all’interno di
questa «associazione ombrello» è presente una parte considerevole di organizzazioni
della società civile a vario titolo impegnate a fianco, o in
parziale delega e/o convenzione con le istituzioni locali.
Le attività previste per il futuro più prossimo si riferiscono al settore della solidarietà
tra chiese attraverso lo scambio di giovani volontari tra le
differenti realtà del protestantesimo internazionale offrendo ai giovani l’occasione
di conoscere e comprendere
una realtà a loro nuova (dentro e fuori il contesto ecclesiastico), ai singoli centri e a coloro che li frequentano di conoscere le realtà di provenienza attraverso la quotidianità della loro presenza. Tra i
progetti: la collaborazione tra
più paesi per realizzare occasioni di incontro e formazione
con le comunità Rom dell’Est
europeo; creare occasioni di
scambio e di formazione tra i
diversi operatori per trovare o
consolidare le forme di collaborazione, e consolidare le attività in favore di volontari,
non solo giovani, che vogliono prestare un periodo di volontariato presso strutture di
un altro paese.
Ancora in alto mare il progetto del Consiglio francese per il
Francia: come unire le differenti facce dell'
culto musulmano
Islam?
Non è ancora giunta a buon
fine la creazione del Consiglio
francese del culto musulmano (Cfcm), l’istanza ufficiale
destinata a rappresentare
l’Islam presso i pubblici poteri. 11 progetto, proposto dal
nuovo governo francese, sta
suscitando sempre più riserve
fra i partecipanti ai negoziati
e nella società civile musulmana. Proseguono i lavori tra
i vari gruppi musulmani (federazioni, moschee importanti e personalità qualificate), sotto la direzione del ministero deU’lnterno, incaricato dei culti. «Le decisioni spettano in ultimo agli stessi musulmani che stanno discuten
do del progetto», ha precisato
uno dei responsabili incaricato del dossier al ministero
dell’Interno. Diversi riunioni
sono in programma.
Previste all’inizio della
scorsa estate, le elezioni alle
quali dovevano partecipare i
rappresentanti di mille moschee sono state rinviate. Vicina al governo algerino, la
Moschea di Parigi, tramite il
suo rettore, Dalil Boubakeur,
aveva fatto pressione per ottenere questo rinvio. Essa temeva di essere battuta dalla
sua principale rivale, l’Unione delle organizzazioni islamiche di Francia (Uoif), che
rappresenta un Islam rigori
sta e che ha saputo stringere
alleanze, a livello regionale,
con moschee indipendenti.
Le discussioni attuali vertono essenzialmente sulla
composizione del futuro
Cfcm. Nel nuovo progetto del
governo, il Cfcm comprenderebbe delegati eletti e delegati designati. Questa è la principale innovazione rispetto al
progetto iniziale nel quale il
Cfcm comprendeva solo delegati eietti. «Questa disposizione ha lo scopo di rappresentare meglio tutta la diversità dell’Islam in Francia», dicono al ministero dell’Interno. D’altra parte, il ministro
deirintemo, Nicolas Sarkozy,
Dichiarazione della Conferenza interreligiosa di Washington
Americani, non demoninate i musulmani!
Gli americani dovrebbero
dare prova di ritegno e astenersi dal giudicare i musulmani neri o di compiere rappresaglie nei loro confronti
dopo l’arresto di due persone
sospettate di essere gli autori
di dieci delitti nella zona di
Washington. Questa la raccomandazione fatta dai responsabili di diverse organizzazioni ecumeniche e interreligiose. I responsabili del Consiglio nazionale delle chiese
Usa (Ncc) e della Conferenza
interreligiosa di Washington
hanno chiesto ai membri di
chiesa di pregare per le vittime e anche per i killer, di sostenere le famiglie e di dare
conforto ai bambini di questa
zona duramente colpita.
Dopo una serie di delitti
che, per tre settimane, hanno
seminato il panico fra la popolazione, la polizia ha arrestato due persone, John Alien
Muhammad, un americano
africano convertito all’islamismo a metà degli Anni 80, e
un adolescente, John Lee
John Alien Muhammad
abbonamenti
interno
estero
sostenitore
euro 5,00
euro 10,00
euro 10,00
Malvo. Poco dopo l’arresto, i
responsabili della Conferenza interreligiosa di Washington, che conta tra l’altro rappresentanti del bahaismo,
dell’induismo, del jainismo,
deH’islamismo, del giudaismo, del protestantesimo, dei
cattolicesimo romano, del
sikhismo, dello zoroatrismo,
della Chiesa dei santi degli
ultimi giorni, hanno convocato una conferenza stampa
chiedendo di pregare e di impegnarsi contro la violenza.
«In un clima carico di emozioni, non dobbiamo giudicare con precipitazione l’appartenenza religiosa né la
razza del killer [sospettato]
ha dichiarato il pastore Clark
Lobenstine, direttore esecutivo della Conferenza -. Nessuna comunità religiosa incoraggia a uccidere e a ferire
persone innocenti né a minacciare bambini».
Bob Edgar, segretario generale del Ncc, ha dichiarato
ai giornalisti: «Non si possono biasimare tutti i musulmani per le azioni di una singola persona, così come non
si può biasimare la Chiesa
cattolica romana per gli atti
di Tim McVeigh», autore degli attentati dinamitardi a
Oklaoma City nel 1995, che
avevano fatto 168 morti. Per
Jay Rock, direttore del programma delle relazioni interreligiose al Ncc, «si parla già
molto troppo di questo legame tra l’Islam e la violenza e
non abbiamo bisogno di un
altro stereotipo». Brenda Girton-Mitchell, direttrice dell’ufficio di Washington del
Ncc, ritiene che «abbiamo
abbastanza da fare senza focalizzarci sul colore e la credenza [dei sospettati]. Ad
esempio, come si può dare
conforto ai bambini che hanno subito questo trauma? In
che modo le comunità possono essere vicine per aiutare le famiglie che devono affrontare spese mediche incredibili?». (eni)
ha espresso più volte il suo
augurio di vedere la presidenza del Cfcm assegnata alla Moschea di Parigi. Ora,
questa disposizione sta suscitando sempre più riserve. Diversi gruppi musulmanHamentano l’eccessivo spazio
riservato ai delegati designati
nel futuro Cfcm.
Per ora, nessun partecipante ai negoziati ha deciso
di ritirarsi. «Il ministro dell’Interno mostra una grande
determinazione. È molto difficile opporvisi - dice Youssef Mammeri, responsabile
di una moschea a Marsiglia e
partecipante ai negoziati
se si riuscirà a crearlo, il
Cfcm farà comunque fatica a
trovare la propria legittimità». Nonostante questo,
gruppi musulmani dovrebbero decidere insieme la data di inizio del Ramadan. Finora, quest’ultima poteva
variare a seconda delle associazioni e delle federazioni
che decidevano in funzione
dei loro legami con determinati paesi. (eni)
DAL MONDO CRISTIANO
i Secondo la Commissione sulla libertà religiosa
Libertà violata in dodici paesi
USA — La Commissione sulla libertà religiosa interni^
naie degli Stati Uniti, un organismo federale indipendeni
ha identificato 12 nazioni in cui la libertà religiosa è siste:
ticamente violata. Il rapporto nomina Cina, India, Iran, __
Laos, Corea del Nord, Pakistan, Arabia Saudita, Sudan, Tiù^.
menistan, Vietnam e Myanmar (ex Birmania). Come conse.
guenza, la Commissione chiede al presidente Bush di intij.
prendere «azioni specifiche» contro tali violazioni, (nev/t ‘
Le conseguenze della guerra civile
Colombia: numero enorme di vedove
BOGOTÁ— Non si sa, o si preferisce non parlarne, ma la
guerra civile in Colombia ha prodotto un numero di proft
ghi secondo soltanto all’Afghanistan, con un numero eno¿
me di donne rimaste vedove o private dei familiari che le
sostenevano. Lo rende noto l’Agenzia awentista per lo syj.
luppo e il soccorso (Adra) che, per fronteggiare l’emergei
za, ha aperto nella capitale Bogotá un centro di formazio|
per vedove e donne profughe offrendo corsi di alfabetiza
zione, cucito ed economia con l’intento di renderle auto®
me reinserendole nel contesto sociale. (nevlacÉ,
XII Dossier suH'immigrazione in Italia
La Caritas: aumentano i musulmani
diminuiscono i cristiani
ROMA — Interessanti i dati sull’appartenenza religiosàdfr
gli immigrati in Italia riportati dal XII Dossier statistii
sull’immigrazione, presentato recentemente dalla Carita|
cattolici sono il 29,2% (34,2% nel 1990), i musulmani il 35,|
(32,2% nel ’90), i protestanti, calcolati curiosamente insie®
agli ortodossi, vengono accreditati al 21,3% (23,4% nel’M
In termini numerici ciò significa 660.000 cristiani, 488.00
musulmani e 88.000 fedeli di religioni orientali. (nei
Consiglio delle chiese evangeliche del Cile
Le legge sul matrimonio civile deve
contemplare la possibilità del divorzio
COSI coir
blemi a i
nella Ser
asburgici
no, Si ap
tanzadei
,, -, membri
SANTIAGO — «Non siamo a favore del divorzio, ma ci pai (Napoli)
giusto che una legge che regola il matrimonio civile cont^ mercian
pii la possibilità di divorziare»: così è scritto in una lette prattuttc
aperta inviata al presidente cileno. Ricardo Lagos, dal Co® pafg,- fg
gllo delle chiese evangeliche del Cile. 11 Parlamento cileno^ait^
da tempo impegnato in un dibattito sul tema del divori*
fortemente osteggiato dalla gerarchia cattolica. (mini
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Italia è
jddì fan:
¡cenle cc
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francese
Per la prima volta in America Latina
Cile: un monumento dedicato a Luter
SANTIAGO — Una piazza e un monumento sono stati
dicati rispettivamente alla Riforma protestante e a Mal
Lutero. La cerimonia, significativamente avvenuta il 31 otti
bre, è anche la prima in tutta l’America Latina che vede«
spazio pubblico dedicato al riformatore protestante, (nevr
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■ Si sono candi(jati 171 pastori e 77 sacerdoti
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Germania: un nuovo programma
televisivo di taglio religioso
FRANCOFORTE — Un «Grande fratello» teologico; èia
sorprendente notizia dalla Germania dove 171 pastori e L
agilesaggi di 1
nati, con
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(•■■Jlincii
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sacerdoti cattolici hanno partecipato alle selezioni per W- ®inato
vare i candidati a un nuovo programma televisivo di taguj uica i
vaie 1 eainanaaii a aai -------------- , :
religioso. Ogni settimana dovranno presentare la
al telespettatori che ad ogni programma voteranno
nazione del meno brillante tra i concorrenti.
(nevlì4> ^fiizios
Era previsto in base all'art. 25 della costituzione del 1997;
I luterani polacchi chiedono uno
uguale a quello della Chiesa cattolica
fuellar
Si 1
La minoranza luterana in
Polonia chiede un accordo
speciale con il governo che
consenta alla Chiesa luterana
di avere uno statuto uguale a
quello della Chiesa cattolica
romana, maggioritaria nel
paese. «Se un accordo non
sarà firmato il futuro della
nostra chiesa diventerà incerto», si preoccupa Jan Cross,
presidente del Sinodo della
Chiesa evangelica (luterana)
della confessione augustana
di Polonia. La chiesa spera di
raggiungere un accordo completo con il governo, paragonabile al concordato firmato
tra la Polonia e il Vaticano nel
luglio del 1993, ha spiegato
Cross. Un tale accordo era
stato promesso in base all’articolo 25 della costituzione
polacca del 1997, e cinque
anni dopo questa clausola
non è stata ancora applicata,
il che causa una grande «frustrazione» fra i luterani.
La Chiesa luterana, che
conta 92.000 membri, è minuscola rispetto alla Chiesa
cattolica romana che afferma
di rappresentare il 95% dei 39
milioni di polacchi. Nel corso
di una riunione tenuta alla fine dello scorso ottobre nel
Sud della Polonia, nella città
di Bieisko-Biala, i 72 membri
del Sinodo luterano hanno
chiesto «un’azione immediata del governo in vista dell’applicazione dei diritti garantiti alla chiesa dalla costituzione». «La nostra comunità religiosa è preoccupata
dalla mancanza di iniziativa
da parte delle autorità dello
stato», deplora il Sinodo in
una dichiarazione.
Le chiese minoritarie della
Polonia si sono
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15 NOVEMBRE 2002
PAO. 5 RIFORMA
Una storia particolare raccontata nel libro di Norbert Denecke edito da Claudiana
Le comunità luterane in Italia
Hìq scoperta di un'importante e poco conosciuta componente protestante nel nostro paese
che si snoda da Bolzano a Palermo con comunità tanto di lingua tedesca quanto italiana
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lente. Il libro di Norbert
Lecke, pastore della Chiesa
Sana protestante di Milajo (la cui componente mag
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è luterana) e vicede
della Celi, permette di
¡¡ricinarsi a questa realtà. Il
volume* è stato pubblicato, in
tedesco, nel 1999, ideato in
primo luogo per persone residenti oltralpe. L'autore presenta quelle comunità evan«eliche che attualmente fan
parte della Celi (fondata nel
1948) passandole in rassegna,
scegliendo per ciascuna di essa un titolo-capitolo che ne
evidenzia in modo particolare
selettivo un filo rosso storico, spirituale 0 linguistico.
Si vengono così a scoprire
le peculiarità che le prime comunità di ispirazione lutee riformata, non solo di
lingua tedesca ma anche di
francese, rappresentavano,
così come i loro primi problemi a esempio con i dogi
nella Serenissima e sotto gli
asburgici a Trieste e a Bolzano. Si apprende dell’importanza dei sostegni da parte di
membri di Chiesa banchieri
lacrpai (Napoli), industriali, comconteij nercianti (Milano) ma so1P di diplomatici per
poter formare delle comunità, ottenere un locale (ad e
) eilend!
divoi
sempio nella Legazione prussiana a Roma), prodi-garsi
nell’istruzione e nella diaconia rivolta non solo a connazionali ma anche agli ultimi
del luogo. Si leggono missive
di Consigli di chiesa che propugnavano la richiesta di
protezione o di autonomia o
di concessione di un pastore
a enti ecclesiastici oltralpe,
ma anche fino alle corti di re
(Berlino) e di imperatori
(Vienna), o di Garibaldi (il caso di Napoli). Emerge così un
mosaico plurisecolare di
realtà evangeliche spesso
sconosciute, ma anche nascoste per motivi di sicurezza
o di equilibri diplomatici.
Durante la rassegna si colgono quattro sfide che hanno
forgiato la fisionomia luterana in Italia: L’importanza delle donne nelle comunità (a
esempio a Firenze e Bologna
con il ruolo decisivo delTUnione femminile, le diaconesse a Roma e a Napoli, e la
Comunità della Sicilia, composta quasi interamente da
donne «migranti per matrimonio»). L’orientamento ecumenico: spicca ad esempio la
Comunità evangelica ecumenica (plurilingue) di IspraVarese, ma soprattutto l’impegno che le comunità luterane hanno profuso negli ultimi 40 anni nelle realtà di
base, anche se non esistono
quasi dialoghi ecumenici ufficiali a livello nazionale. Il
ruolo dell’identità linguistica
tra la personale espressione
di fede e il bilinguismo progredente, un aspetto che può
essere jivalorizzato anche
^Esce una raccolta di saggi
itengfRenzo Bertalot in una
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SONO raccolti in questo
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affrontare il problema, che si
ritrova nell’ultimo aggio del
volume in.cui Bertalot illustra
il documento luterano-cattolico sulla giustificazione. Ratisbona 1542-Augusta 2000,
esempi di un confronto serio,
approfondito, senza rinunce
ma senza a priori, un modo di
impostare il dialogo religioso
nell’Europa di domani.
Per quel che riguarda le
grandi figure teologiche del
Novecento, è più che comprensibile che siano state
scelte quelle di Barth, Tillich,
Bonhoeffer, e che si privilegi
quale ascendenza spirituale
Kierkegaard. Tutti sono presentati in termini sintetici ma
puntuali, in particolare Tillich, di cui Bertalot è profondo
conoscitore e che sta mettendo a disposizione del pubblico italiano con la sua paziente opera di traduzione per la
Claudiana. Meno scontata è
la presenza di una figura abitualmente poco riferita al
protestantesimo: Kant. Qualificarlo filosofo del protestantesimo può parere eccessivo solo per chi si arresti
all’aspetto di lucida razionalità del suo pensiero e lo contrapponga, come spesso avviene, a un protestantesimo
drammatico, dominato dal
paradosso della predestinazione letta in chiave di fideismo radicale. In realtà la distinzione degli ambiti da lui
operata fra metafisica, natura
e religione costituisce davvero lo schema interpretativo
all'interno del quale si colloca la riflessione protestante.
(*) Renzo Bertalot: Fasi della
cultura d’oltralpe. Venezia, Istituto di studi ecumenici San Bernardino, 2002.
nella situazione italiana attuale, a esempio nell’ambito della Fcei di cui la Celi è
membro fondatore, alle voci
«intercultura» ed «Essere
chiesa insieme». L’impegno
diaconale: anche per le comunità luterane era spesso
vitale offrire dei servizi ai bisognosi al loro interno e al loro esterno. Emblematiche sono sicuramente le tre opere
sociali nel Golfo di Napoli,
ma andrebbero qui menzionate tante realtà, come la collaborazione per la cura spirituale dei marinai (Genova),
infermerie, scuole, case d’accoglienza, la cura nei luoghi
termali e di truismo, e quant’
altro lungo lo Stivale.
Per quanto riguarda gli ultimi 60 anni, Denecke evidenzia bene l’equilibrio non
semplice tra le singole comunità e la Celi, quella struttura
nazionale cui non per forza
corrispondono né strettezza
denominazionale né particolare spirito di subordinazione
da parte delle singole comunità. Magari si doveva aggiungere che il legame stretto
tra la Celi e la Ekd (Chiesa evangelica tedesca) ha contribuito molto alla provvista
delle forze pastorali, al finanziamento di molti progetti,
legame che negli ultimissimi
anni (non menzionati) sta
mutando senza allentare l’intensità di comunione dei decenni precedenti nonostante
le difficoltà iniziali.
L’autore non fa riferimento
alla presenza di comunità luterane in Italia che non abbiano contatti storici con il
protestantesimo tedesco e
che inoltre non siano membri
della Celi; ciò è probabilmente dovuto all’impostazione
prevalentemente germanofona del libro. Sarebbe però stato auspicabile che si mettesse
in risalto il fatto che e nel passato e nel presente vi sono in
seno alle comunità della Celi
dei gruppi riformati il che è
ánche un segno dell’applicazione molto larga della sigla
denominazionale «luterana».
Un plauso dunque alla Claudiana per aver aperto un capitolo nuovo nel suo ruolo di
promotrice delle realtà protestanti italiane: dopo, aver
pubblicato libri di e su Martiri
Lutero, ora ha reso accessibile questo primo approccio alla presenza delle chiese luterane riunite nella Celi (con
utile indirizzario) nel panorama italiano della pluriforme
testimonianza evangelica.
(*) Norbert Denecke; Le comunità luterane in Italia. Torino,
Claudiana, 02, pp. 148, euro 10.
Un libro di Tullio Telmon
Pluralismo linguistico in
Piemonte e Valle d'Aosta
FRANCO CALVETTI
IL Parlamento europeo ha
approvato fin dal 1981 la
Risoluzione su una Carta delle lingue e culture regionali e
una Carta delle minoranze
etniche (nota con il nome del
suo relatore, Gaetano Arfé).
Quel documento è importante sia dal punto di vista storico sia dal punto di vista dei
contenuti in esso proposti.
L’importanza del pluralismo
linguistico e della sua tutela
veniva sottolineato, più di
vent’anni fa, come elemento
culturale ma anche sotto il
profilo giuridico nonché polifico. In quel documento, su
cui lavorò tanto il rimpianto
Loris Fortuna con il quale ebbi il privilegio di collaborare,
si proclamava «il diritto delle
minoranze ad esprimere se
stesse e la loro cultura» sostenendo che tale tutela avrebbe
favorito «una più forte Unione trar i popoli d’Europa»,
Il volume «Piemonte e Valle
d’Aosta. Profili linguistici delle regioni»* del prof. Tullio
Telmon, ordinario di Dialettologia italiana alTUniversità di
Torino, risponde appieno a
quegli intenti e a quelle valorizzazioni delle culture regionali che soggiacciono a quel
documento e a quelle aspettative per un’Europa della cultura o meglio delle culture.
Agile, curioso, intelligente,
non saccente: queste le qualità che vengono alla mente
dopo aver letto tutto d’un fiato il volume, firutto di anni di
studio, di riflessione e di insegnamento. Il testo cerca, e vi
riesce, di ricostruire i caratteri
fondamentali della lingua e
delle culture della regione
Piemonte-Valle d’Aosta con il
supporto anche di carte linguistiche, di immagini, di «finestre» ricche in curiosità e
precisazioni.
Si parte da lontano: i primi
abitatori, dalla conquista romana al Sacro romano impero per giungere al Piemonte
sabaudo e a quello che oggi si
presenta allo studioso di dialetti, di ortografia comune, di
testimonianze. Nulla è omesso, nulla è dimenticato: le varietà pedemontane, il francese regionale, i testi e i documenti che sono i capisaldi della letteratura scritta e periata.
Telmon, da vero maieuta,
prende poi per mano chi volesse saperne di più, chi volesse scendere nei particolari:
come registrare, che cosa registrare, quale sondaggio
promuovere, come penetrare
il pensiero della gente, come
collezionare parole antiche,
come raccogliere notizie sulle tradizioni locali. Una parte,
questa, la quinta del volume,
che sarebbe piaciuta molto al
suo collega Arturo Genre,
prematuramente scomparso
e impareggiabile'responsabile scientifico dell’Atlante linguistico ed etnografico, una
responsabilità che oggi è passata a Tullio Telmon che con
questo testo, fra l’accademico e il popolare, si dimostra
degno successore. In un momento in cui si tesse l’impianto per una Costituzione
europea, un testo come questo è premessa é speranza
«per una più forte unione tra
i popoli d’Europa».
(*) Tullio Telmon: Piemonte e
Valle d’Aosta. Profili linguistici
delle regioni. Bari, Laterza, pp.
189, euro 7,75.
Grande concerto a Milano
La vita fra tragico e
grottesco secondo Brendel
PAOLO FABBRI
IL filo conduttore scelto
dalla Società del Quartetto
di Milano per l’anno che si
apre è costituito dalle metamorfosi musicali. Metamorfosi intese soprattutto come
variazioni su un tema, ma
anche come mutazioni di stile nello stesso compositore,
di ambiente culturale, di
strumento musicale. Una ricerca nel profondo per individuare e far emergere i momenti cruciali in cui qualcosa nel creare musica si evolve. A rappresentare emblematicamente questa scelta
nel primo concerto è stato
chiamato Alfred Brendel, il
pianista austriaco che da anni indaga la più alta espressione musicale di questo tipo: le 33 Variazioni in do
maggiore su uri valzer di Diabelli Op. 120 dì Beethoven.
Prima di questo capolavoro
il programma comprendeva
anche la Sonata n.32 in sol
minore di Haydn, la Fantasia
in re minore K397 e la Sonata
in la minore K 310 di Mozart.
Un Haydn ancora baroccheggiante in fase, appunto, di
transizione e un Mozart, particolarmente nella K310, nella fase di passaggio fra il clavicembalo e il fortepiano.
Metamorfosi quindi, ma è soprattutto nella Diabelli che
troviamo la summa delle variazioni. Vale la pena di ricordare che questo capolavoro
nacque da una iniziativa di
Anton Diabelli, editore musicale nella Vienna di inizio
’800, che per incrementare le
vendite inviò un valzer di sua
composizione a cinquanta
musicisti, sia affermati sia
emergenti. Naturalmente in
cima alla lista c’era il mito
Beethoven, che rifiutò sdegnosamente. Non si conosce
quale ne sia stato il motivo,
comunque il grande Ludvñg,
impegnato nella composizio
ne della Nona sinfonia e della
Missa Solemnis, cominciò poi
a scrivere variazioni sul tema
di Diabelli.
Forse per lui era un gioco,
forse gli pareva divertente
l’idea di dimostrare a un mediocre che cosa si poteva fare
con le variazioni su un tema
insignificante, certo è che
queste arrivarono al numero
incredibile di 33, prima di essere inviate all’editore che,
nonostante il ritardo e la
estrema difficoltà tecnica dei
brani, si affrettò a stamparle. *
Che Beethoven abbia considerato queste variazioni una
sorta di divertimento nell’impegno ponderoso che lo occupava, sembra confermato
dal fatto che 7-8 brani sono
palesemente irridenti, mentre altre sembrano piuttosto
caricature del tema. Che viene irriso, ridicolizzato, deriso, parodiato, fatto oggetto di
satira. L’impressione però è
che il genio si sia fatto prendere la mano, passando attraverso il grottesco per così
sfrondarlo dal comico e lasciar trasparire il senso tragico della vita, occhieggiando a
Schumann (var. 30), per passare a una ammirata contemplazione della natura come
sublime creazione (divina?)
con un riferimento - come fa
notare Brendel stesso nel suo
libro su questo capolavoro a un Bach romanticamente
fuso con Chopin (var. 31),
esplodendo infine in una fuga che ancora Brendel definisce «alla Haendel».
Alfred Brendel, poeta dotato di fine umorismo, entra
nel gioco e rende con eccelsa
tecnica le variazioni che mettono sotto satira il tema, ma
sa adattarsi con straordinaria
flessibilità alla congerie di
sentimenti evocati in questa
sorta di viaggio attorno al
mondo delle variazioni, realizzando una esecuzione assolutamente ammirabile.
LIBRI
Economia
Mondo globale
Premio Nobel per l’economia nel 1998, autore di impostanti e densissimi saggi sull’etica in economia e sui processi
di mondializzazione, l’economista di origine bengalese
Amartya Sen, ora docente a Cambridge, affida a un volume
più accessibile {Globalizzazione e libertà, Mondadori, pp.
160, euro 14,60) le sue ultime riflessioni;
nella direzione di un governo della Ìiberalizzazione dei rapporti economici che possa produrre vantaggi per tutti, è tappa ineludibile la rimozione delle diseguaglianze
sociali che ostacolano lo sviluppo globale.
Le libertà fondamentali dei singoli e dei
popoli, dunque, sono necessarie, anche se
non sufficienti, a innescare un processo
che possa mirare a coinvolgere tutti.
TELEVISIONE
Protestantesimo
Rubrica televisiva di Raidue, a cura della Federa'zione delle chiese evangeliche in Italia, trasmesse a
domeniche alterne e, in replica, il lunedì seguente alle ore 24
circa e alle ore 9,30 del lunedì successivo. Domenica 24 novembre, ore 23,50 circa, andrà in onda: «L’ospedale della Speranza, un’iniziativa coraggiosa di una donna medico battista
tra i profughi birmani in Thailandia», «Dietro le parole», rubrica biblica. La replica sarà trasmessa lunedì 29 novembre* alle
ore 24 e lunedì 2 dicembre alle 9,30 drc
* attenzione la replica del lunedì notte potrebbe flirtare al martedì
mattina seguente intorno alle 9, sempre su Raidue, fino a marzo, data
in cui termineranno i collegamenti per TAmerican Cpp’s.
6
PAG. 6 RIFORMA
Vita Delle Chiese
Conferenza pubblica del pastore Alfredo Berlendis nella chiesa valdese di Bari
Il 485° anniversario della Riforma
Il movimento di rinnovamento teologico è stato un dono dello Spinto per la piena evangelicità
della chiesa. Ma ancora molto resta da fare oggi, ancora molto dice lo Spirito alle chiese
EVELINA VIGLIANO
IN occasione della ricorrenza del 485“ anniversario
della Riforma, il pastore Alfredo Berlendis ha tenuto nella
chiesa valdese, il 31 ottobre
scorso, una conferenza pubblica sul tema «La Riforma:
dono dello Spirito per la piena
evangelicità della chiesa». La
conferenza ha sviluppato una
tesi tutta contenuta nella parola «per» del titolo. La Riforma è dono dello Spirito e in
essa hanno trovato corpo e
dimensione spiritualità ecclesiale, tesi evangeliche neglette
o combattute, o addirittura
sepolte da canoni, dogmi, tradizioni, preghiere... Ma si
trattò, ha detto l’oratore, solo
di una riscoperta, ndn certo di
un’invenzione; fu una presa
diretta con tesi evangeliche,
prime fra tutte Sola Scriptum,
Solus Christus, Soli Deo gloria,
e i loro corollari. La Riforma
ha così posto mano a un lavoro di riordino, non a un’operazione di maquillage, non
una cosmesi ma, talvolta, una
vera e propria chirurgia, un’opera di ripristino funzionale
che riguardava anche la stessa
struttura della chiesa.
Ma «per» la Riforma, ha
proseguito Berlendis, molto
vi è ancora da fare, molto dice ancora oggi lo Spirito alle
chiese, e non solo alle chiese
nate dalla Riforma stessa. Nei
dialoghi ecumenici tra le
chiese, ma anche con le altre
religioni, pensiamo al debito
perenne verso l’ebraismo,
ulivo naturale sul quale è innestata la chiesa; pensiamo
alla forza espressiva della
preghiera islamica, al discorso buddista sul dolore e la
La piazza di Wittenberg
compassione; insomma, la
Riforma è «da fare» e l’agenda dei lavori non è stilata da
alcun organismo ecclesiastico ma dallo Spirito della profezia, della verità, della consolazione, dall’identificazione di Cristo con i poveri, gli
ammalati, gli esclusi.
Non si può oggi parlare di
Riforma senza celebrarla,
giacché non stiamo celebrando noi stessi ma i doni, l’esegesi evangelica che lo Spirito
dona alle chiese. Non si può
celebrare la Riforma con un’
ottica introversa, chiusa nei
confini confessionali, giacché
lo Spirito sospinge verso ampli orizzonti, quelli della mondialità, non delle singole confessioni. Dai dialoghi interconfessionali impariamo quale sia l’autocoscienza delle altre chiese, poniamo le nostre
Chiesa battista di Casorate Primo
La Mostra della Bibbia
per parlare al pubblico
BRUNO COLOMBU
Lf ESPOSIZIONE della MoI stra della Bibbia, gentilmente prestata dalla Società
biblica britannica e forestiera,
è stata presentata alla cittadinanza di Casorate Primo e dei
paesi limitrofi in occasione
del «Festòn de Casurà» (festone di Casorate), la domenica e
il martedì dell’ultima settimana di ottobre. Sono ormai cinque anni che in occasione di
quella che un tempo era un’
antica festa agricola, la Chiesa
battista presenta una mostra
interattiva per far riflettere
quanti vi partecipano, anche
solo per una breve visita, su
tematiche di ampio respiro e
problematiche interessanti e
pressanti quali la fame nel
mondo, i paesi sottosviluppati, il debito dei paesi poveri, il
razzismo, gli organismi geneticamente modificati, l’inquinamento ecc.
Le mostre sono state visitate sempre da alcune centinaia
di persone, con le quali si è
potuto anche interagire tramite videocassette e pubblicazioni, colloqui. Anche le
scolaresche di alcune cittadine vicine sono state coinvolte
a partecipare, cosa che è avvenuta anche quest’anno,
quando ci hanno accompagnato bellissime giornate di
sole e tante persone interessate a conoscere la storia di
questo straordinario libro.
Per la Chiesa battista, già
molto conosciuta e stimata
dalla cittadinanza, è stato un
ennesimo momento di presenza pubblica; altri avvenimenti interessanti e partecipati sono i concerti strumentali e vocali che nell’arco
dell’anno la comunità offre
alla cittadinanza. Pensiamo
che, oltre all’aspetto prettamente culturale, siano queste
occasioni per mettere in rilievo la nostra presenza evangelica e anche una testimonianza e occasione di evangelizzazione. In queste occasioni^
riusciamo a vendere Bibbie e
altri libri, oltre a distribuire
molti volantini della nostra
comunità e a parlare di Gesù
con tante persone. Sono .semi
gettati nel terreno, nel cuore
delle persone, forse un giorno germoglieranno.
Regala
un abbonarne]
AL»
idee e la nostra prassi in gioco
e scopriamo che altri hanno
meglio di noi sottolineato §
vissuto la chiesa come «preghiera», come liturgia, come
solidarietà, come apertura al
mondo, come convivenza
nella ricerca di giustizia e pace in tutti i paesi e con ogni
cultura, sia essa religiosa o
prescinda da qualsiasi fede.
In una nota del teologo
protestante Hans-Martin
Barth ci è stato proposto
l’ecumenismo come «evento
terapeutico», teso a sanare
persone, istituzioni, chiese.
Anche nelle chiese della Riforma vi è qualcosa da sanare, ed esse non possono più
«fare teologia» o testimoniare da sole, ma hanno bisogno
di trovarsi là ove lo Spirito le
ha condotte, attraverso la
Bibbia, la teologia, l’ecume
nismo, il dialogo interreligioso, la denuncia profetica dei
sistemi iniqui, la rinnovata
diaconia verso i poveri e gli
espulsi dai sontuosi banchetti degli Epuloni di questo
mondo.
In conclusione, è stato detto parafrasando un’espressione icastica di Mao Tse
Tung, la Riforma non è «un
pranzo di gala»: essendo una
«lotta» non è un balletto o un
rito che segue le regole di un
delicato galateo, ma non è
neppure una celebrazione
nella quale esaltare le nostre
conquiste e la nostra autosufficienza. La Riforma è un «appello» che esige risposte che
ancora non sono state date,
un prograrnma impegnativo
per praticare l’Evangelo nella
sua ricchezza e pienezza di
grazie e di vocazione.
Chiesa battista di Milano
Testimonianze battesimali
a via Pinamente
ALBA BIELLA
IL 27 ottobre la Chiesa battista di Milano via Pinamonte, con i bambini per
l’occasione esentati dalla
scuola domenicale, ha vissuto una domenica mattina
più vivace e intensa del solito; motivo di tutto ciò sono
stati Osea Coratella e il giovane peruviano Juan Saico,
che hanno dichiarato la loro
fede in Gesù Cristo immergendosi nelle acque battesimali. Ha preceduto la cerimonia il sermone orientato
dal pastore Martin Ibarra sul
significato del battesimo,
l’atto istituito dal Signore e
trasmesso alla chiesa, che ha
per oggetto l’acqua, fonte di
vita, di trasformazione e anche di morte, simbolo del
morire al peccato e del rinascere a una vita nuova in
Cristo, purificati per la conversione operata dallo Spirito Santo nell’essere umano,
«segno esteriore di una nuova realtà interiore», sintesi finale espressa che si realizza
in un rinnovato impegno nel
e per il mondo.
Ai battesimi sono seguite le
testimonianze di fede, musicale per Juan, che ha cantato
un melodico inno accompagnandosi con la chitarra,
mentre il giovane Osea ha
preso spunto da una tragedia
dell’aria per dirci che bisogna
dare per tempo al nostro vivere l’orientamento della fede in Cristo, nostro Signore e
Salvatore. 11 caloroso applauso dei presenti ha sottolineato l’affettuosa condivisione e
accoglienza dei neobattezzati
nella comunità. Citiamo,
«dulcis in fundo», il «gioiello
di famiglia», ovvero il complesso di ottoni che con l’organista ha abilmente accompagnato i vari momenti della
festosa mattinata con il possente suono di begli inni. La
santa cena ha chiuso questa
mattina particolare raccogliendo intorno al pane e al
vino per la prima volta anche
Osea e Juan. Che il Signore li
accompagni sempre con le
sue benedizioni.
tCXAI>Oy>OjrrutnJic/ AnvMuy €. - tnDuur C AB,to - /aooKtmJcetm. €. 2^ ■
o. " Ea fWi-HÄ-fc»».. C'.a,.. t>. ^8,
venerdì 15
novembre.
A Roma il 29 novembre
Una giornata di dialogo
fra cristiani e islamici
Sta raccogliendo molti
consensi in Italia l’appello a
fare del 29 novembre prossimo, ultimo venerdì del Ramadan, una Giornata ecumenica per il dialogo cristianoislamico. Una conferenza
stampa per presentare l’iniziativa è stata organizzata
l’il novembre a Roma, nella
Sala del Carroccio in Campidoglio, alla presenza di alcune fra le massime autorità
islamiche e cristiane della capitale. I promotori della Giornata, che hanno lanciato negli scorsi mesi un «Appello
ecumenico» e lavorano da
circa un anno alla realizzazione di questo importante
obiettivo, offrono alle comunità locali alcuni spunti per
programmare la giornata del
29 novembre: organizzare incontri pubblici invitando
esperti a parlare dei problemi
e delle opportunità delle relazioni fra cristiani e musulmani, oppure organizzare visite
a moschee per «rompere» insieme il tradizionale digiuno
del Ramadan, o anche invitare nella propria chiesa immigrati musulmani per ascoltare le loro storie.
Fra i sostenitori dell’iniziativa figurano i vescovi Antonio Forte e Raffaele Nogaro; i
teologi cattolici Carlo Molari,
Brunetto Salvarani, Paolo De
Benedetti; i pastori evangelici
Franco Giampiccoli, Giorgio
Girardet, Daniele Garrone;
intellettuali e giornalisti co
me Paolo Giuntella, Gioia
Bachelet, Dario Fo,
lam. Luigi ManconiX,'
sofo Remo Bodei. ’ ®
Il periodico II dialom
Internet: www.Ildialoo«
ha predisposto per l’o^
ne un numero speciS
articoli, documenti, p3
di liturgie. È inoltre dis^
bile presso l’editrice Em
volume La rivincita del M
go, a cura di Paolo Na^
Brunetto Salvarani (||
chiederlo: sermis@emii|
I promotori dell’inizii
fra i primi firmatari
presidente della Federa^
delle chiese evangelici
Gianni Long, chiedonoati
ti «di impedire con lapn
presenza, partecipazia
impegno, che il 29 novèi
2002 venga ricordato «
giornata di lutto e trago
Sempre più forti infaf
fanno i rumori di gue|
Purtroppo alla fine dii
vembre potrebbe pren|
avvio una nuova guerra
scenario mediorientale]
rischia di trasformarsi ii
ulteriore e più draminàì
conflitto mondiale,
mo sentire le nostre v(
pace, shalom, salaamvono i promotori
nata -, opponiamoci ti
di guerra e impegniai
per il dialogo e per qi
che un grande vesce’
Sud, don Tonino Bello,;
mava la “convivialiti!
differenze”». ¡ni
Facoltà valdese di teologia
Un anno accademico
all'insegna delle novità
WILLIAM JOURDAN
ALL’INSEGNA della novità
si è aperto il 148" anno
accademico della Facoltà valdese di teologia. Con la prolusione del prof. Fulvio Ferrario, neodocente di Teologia sistematica, il 19 ottobre
hanno avuto inizio le attività
per il 2002-03. Teologia come
preghiera: questo l’argomento trattato dal teologo che ha
messo in luce, sviluppando la
propria analisi attraverso i
secoli, l’incidenza della preghiera nella teologia, ponendo l’accento sul ruolo della
preghiera come luogo di produzione teologica. Nel corso
della cerimonia è stata conferita a Carlo Papini la laurea
honoris causa, per i meriti riconosciutigli nell’ambito della sua passata attività di direttore editoriale dell’editrice
Claudiana e per il suo attuale
impegno negli studi di medievistica.
Il secondo momento di cui
si compone, per tradizione,
l’inizio ufficiale dell’anno accademico, si è quest’anno
svolto nella chiesa valdese di
via IV Novembre. Il culto di
domenica 20 ottobre, presieduto dal prof. Martin Hirzel,
già ricercatore all’Università
di Zurigo e ora docente di Storia del cristianesimo alla Facoltà, ha rivolto la riflessione
sul nostro modo di intendere
la chiesa, con una predi(
ne sulla prima lettera ai
rinzi, cap. 12, w. 12-14,21
Nel corso della setf
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La scuola
domenicale
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L'incontro con gli altri segna in modo fondamentale le nostre vite
Come accogliere e valorizzare le diversità
«Come tutti e tutte, ho la
mia identità particolare. Sono un uomo; sono nato e
vissuto in Italia, con un leganie particolare con la Mitteleuropa. Vivo la mia età adulta a cavallo tra il XX e il
)(XI secolo. Le mie capacità
fisiche e mentali sono considerate normali nel mio ambiente. Figlio’di valdesi, sono
valdese a mia volta. Sono
eterosessuale, sono stabilmente accoppiato e sono il
padre di dpe figli.
Ma io non sono semplicemente la somma delle
mie particolarità. Nei miei
quaranta e più anni sono
cresciuto e sono cambiato
attraverso l’incontro con
persone diverse da me.
L’incontro con le donne ha
segnato la mia esistenza in
tutte le sue fasi. Accogliendo viaggiatori e migranti e
viaggiando io stesso ho incontrato successivamente
il Cile, il Sud Africa, gli Stati
Uniti, la Corea, la Cina, l’AI
bania, l’Africa occidentale,
uscendo da ognuno di questi incontri profondamente
mutato. Il confronto con le
generazioni diverse dalla
mia mi è sempre stato di
stimolo e arricchimento.
L’incontro con persone
portatrici di deficit fisici e
soprattutto mentali ha
provocato una rivoluzione
nel mio modo di vedere il
mondo.
Il confronto con persone
di fede diversa dalla mia,
specialmente atee e cattoliche, il confronto con la
loro storia, la loro spiritualità, la loro vita ha segnato
la mia vita e la mia fede, facendole evolvere continuamente. Molti degli incontri
significativi della mia vita
sono stati con donne e uomini omosessuali, nel confronto con i quali sono stato messo in discussione e
sono cresciuto. Da quando
sono diventato padre il
confronto con le non geni
trici e i non genitori mi ha
accompagnato, allargando
la mia comprensione del
mondo e di me stesso.
Non sono stati tutti
incontri facili. Sono stato
colto dal fascino per la
scoperta di una mentalità,
una sensibilità, un modo diverso di stare al mondo,
ma ho anche sperimentato
l’irrigidimento di fronte alla
diversità che non riuscivo a
comprendere, la frustrazione di fronte all’aggressività
dell’altra, la paura di essere
assimilato e perdere la mia
identità. La frequentazione
di luoghi intergenerazionali, l’incontro con persone
transculturali e la pratica
ecumenica mi hanno dato
gli strumenti per superare
alcune di queste impasse
trasformandole in occasioni di crescita e ripensamento della mia vita.
Mentre continuo a lottare con i limiti della mia capacità di accettazione del
l’altro, vivo della diversità
che mi viene incontro giorno dopo giorno».
Questa è la testimonianza di uno dei membri del
nostro gruppo di lavoro.
Nella convinzione che ogni
persona abbia una testimonianza analoga da portare,
vi proponiamo degli incontri di formazione sul tema
della diversità. Gli obiettivi
possono essere i seguenti:
- accrescimento della
consapevolezza delle proprie diversità;
- sviluppo della propensione all’accoglienza della
diversità altrui;
- maturazione in particolare rispetto ai diversi
orientamenti sessuali;
- approfondimento della
valenza teologica della diversità;
- acquisizione di metodi
per la valorizzazione delle
varie diversità all’interno di
un gruppo.
L'importante, per il credente, è guardare a Dio nel tessere ogni tipo di rapporto
Le relazioni d^amore al di là degli schematismi
Sono una giovane donna
di trentanni, indipendente
ormai da diversi anni e single. Questo stupisce le persone che mi conoscono. «E
allora?» mi chiedono, «Novità?». Di ritorno da un
viaggio, a conclusione delle
vacanze estive, dopo un po’
di tempo che non ci si sente: «Novità?».
La mia risposta è sempre
la stessa; «Tutto tranquillo,
nulla di straordinario». Vogliono essere sicuri/e che io
abbia capito quello che intendono, l’ho capito perfettamente, ma esplicitano
là domanda: «E l’amore?».
La mia risposta ormai è
standard a mo’ di battuta:
«Nessuno mi vuole!». Ci si
scherza sopra, loro dicono
che è impossibile, io ribadisco che è proprio così, si
cambia discorso, ma in loro
resta una domanda senza
risposta, «Cos’è che non va,
com’è possibile?».
Chi vive una relazione di
toppia consolidata tende a
dare per scontato l’amore.
Lamore viene dato per
scontato, diventa ordinario,
spesso anche banale. Ma l’aIJiore non è affatto qualcosa
Pi ordinario, da poter trovare dietro l’angolo.Viaggi tro'^1 lamore, vai in vacanza
trovi lamore,'vai a fare la
spesa trovi l’amore. L’amore
qualcosa di straordinario,
® soprattutto l’amore non è
qualcosa di impersonale; ci
t^ole un essere umano in
erne e ossa che lo incarni
^r un altro essere umano.
ui sta la sua straordina®ta. E straordinario che un
ssere umano, con i suoi li' ’ le sue debolezze e
^°ti i suoi egoi®,t1tJanto di più antite
nalo j- imperso
carn '• ^tfore, divenga l’indell’amore per
qiJalcun altro.
----perché ci si innamori e
si scelga una persona da
amare all’interno di una relazione piuttosto che un’altra, rimane per me un mistero. Le proiezioni, i transfert, i complessi dell’infanzia non risolti, edipici e non,
che le psicologie adducono
come moventi per le nostre
scelte d’amore possono certamente essere una chiave
di lettura, ma non necessariamente la più sana, né
quella onnicomprensiva. Direi piuttosto che le psicologie ci aiutano a riconoscere
una relazione d’amore sana
o una relazione d’amore
malsana ma l’origine, la genesi dell’amore per un essere umano fra tanti, rimane
un mistero, come la genesi
dell’essere umano in sé e
per sé nonostante le diverse
teorie evoluzionistiche.
Certo la nostra concezione, la nostra prassi dell’amore ha subito un’evoluzio
ne. In Italia non ci si sposa
più per motivi economici, per accordi tra famiglie,
per status, per noia o per
solitudine, e se ciò accade,
quando ciò accade è considerato disdicevole, una perversione della prassi dell’amore. L’unico movente valido e nobile resta oggi quel
quid inspiegabile con parole
umane che fa sì che si riconosca in un essere umano,
con tutti i suoi limiti e lè
sue brutture, la personificazione dell’amore per me.
Ma che cosa accade quando l’amore per me prende
corpo, si personifica in un
essere umano che appartiene allo stesso sesso del per
me? Lo straordinario, in
quanto l’amore è straordinario, l’inaccettabile e l’inconcepibile per tutto il
mondo che gira intorno.
Quel quid inspiegabile che
rende nobile e straordinario
l’amore fra due persone di
sesso diverso diviene, nell’opinione di alcune persone, una perversione orribile
quando è donato a due persone dello stesso sesso.
Ma perché? Forse perché i
due non possono procreare? E forse l’amore fra un
uomo sterile e la sua compagna concepito con lo
stesso disgusto? E forse l’amore in generale ancora
concepito come puro e
semplice strumento per la
riproduzione? Che dire di
tutte le coppie eterosessuali
che scelgono di non avere
figli? E innaturale? Innaturale
rispetto a cosa? Ancora una
volta alla procreazione? Se è
naturale solo ciò che si può
spiegare e condividere, che
cosa c’è di spiegabile e condivisibile nel sentimento d’amore tutto personale che
lega un uomo e una donna?
Non è biblico? Che cosa ha
di biblico la nostra concezione e la nostra prassi eterosessuale? Più nulla, grazie
a Dio, essa si è lasciata alle
spalle la concezione biblica,
radicata nella cultura datata
dell’antico Israele. Nei testi
biblici il rapporto di coppia
all’interno dell’unione matrimoniale non ha nulla a
che vedere con l’amore.
Forse Abramo e Sara, Giacobbe e Rachele si sono
amati, ma non è certamente
stato l’amore che ha culturalmente e socialmente reso valida la loro unione. Il
matrimonio è nella cultura
biblica l’atto legale attraverso il quale una donna, soggetto non giuridico, diviene
proprietà di un uomo, unico
soggetto giuridico libero, al
fine della riproduzione e,
dunque, dell’accrescimento
del potere economico e sociale di quest’ultimo.
Noi persone credenti
non possiamo certo guardare ai rapporti di coppia
dei testi biblici, al matrimonio tra fratello e sorella, alla
poligamia, al possesso di
concubine e di schiave come macchine da riproduzione, per cercare una concezione e una prassi dell’amore che siano sani e soddisfacenti per noi oggi.
Questo già lo sappiamo, ma
ancora troppo spesso cadiamo nella tentazione di
strumentalizzare il testo biblico per sacralizzare prassi
di vita di coppia a noi gradite e per screditarne altre.
Con questo non voglio
dire che i testi biblici non
dicano nulla sull’amore, al
contrario essi ci insegnano
che non è la forma esteriore, tradizionale, culturale o
giuridica di un rapporto che
ne determina il valore, ma il
suo contenuto profondo. La
Bibbia ci insegna che l’amore non ha età, non ha sesso,
non ha classe sociale, non
ha colore della pelle, e che
al contempo non può essere nulla di meno che libero
dono di sé, condivisione
dello sguardo d’insieme,
condivisione del personale
potere creativo.
Agape, philia, eros, in una
parola amore. Nessuna di
queste componenti dell’amore, che il greco esprime
con parole diverse, ha più
valore delle altre, nessuna è
più nobile e auspicabile,
nessuna di queste tre dimensioni dell’amore può
essere sacrificata all’interno
di una prassi sana dell’amore. Così come abbiamo bisogno della Trinità per potere alludere alla grandezza
e alla complessità della natura di Dio, abbiamo bisogno dell’agape, della philia e
dell’eros per potere cogliere la grandezza e la complessità della natura dell’amore. Direi anzi che Agape,
Philia ed Eros sono i tre
nomi delle tre persone della trinità. Chi è Dio padre
se non Agape che si dona
liberamente in Gesù Cristo? Chi è Dio figlio se non
Philia che crea comunione
di visione con i suoi amici,
con le sue discepole? Chi è
Dio spirito se non Eros, la
forza vitale, che esce fuori
da sé per donarsi nella sua
essenza più profonda, al di
là delle parole?
Noi persone credenti
non possiamo più guardare
ai rapp9rti di coppia presenti aH’interno dei testi biblici per maturare un’idea
e una prassi sana dell’amore, ma possiamo e dobbiamo, per la nostra stessa felicità, guardare a Dio. Agape, Philia, Eros, Dio Uno e
Trino. Possiamo fare questo con la certezza che
Dio non resta lontano, ma
dona la sua vera essenza all’interno di ogni relazione
fondata sull’amore.
8
GRUPPO DI LAVORO BMV SULL'OMOSESSUALITÀ
Rilanciare il dibattito
Una decisione
delPAssemblea-Sinodo
Molti ricorderanno che
l’Assemblea-Sinodo del
2000 aveva auspicato un rilancio del dibattito nelle
chiese a proposito dell’omosessualità e a tale scopo
aveva dato mandato agli
esecutivi di nominare un
gruppo di lavoro che elaborasse un documento di
studio da sottoporre alle
chiese locali. Il gruppo di
lavoro, costituito dagli esecutivi nel marzo 2001, ha
ritenuto di svolgere il compito affidatogli non redigendo per il momento alcun documento, bensì elaborando dei percorsi di
formazione, ricerca e dibattito da proporre alle
chiese, agli organismi territoriali, alle agenzie di formazione e a chiunque possa essere interessato. Abbiamo identificato quattro
temi su cui ci sembra importante lavorare:
- Chi sono gli/le omosessuali.
- La Bibbia e l’omosessualità.
- Come accogliere e valorizzare la diversità.
- Le relazioni d’amore,
sessuali, matrimoniali.
Su ciascuno di questi temi proponiamo delle piste
di lavoro e siamo disponibili
ad animare gruppi nelle
chiese locali, in assemblee,
convegni o altre sedi. La
forma e il taglio dell’intervento saranno adattati alla
richiesta, al tipo di gruppo e
alla disponibilità delle persone interessate. Si potrà
andare, ad esempio, dalla
conferenza o animazione di
una serata soltanto, alla serie di incontri, fino alla sessione intensiva di una o due
giornate. Potremo svolgere
attività di tipo informativo,
oppure animare un dibattito, o ancora proporre un
vero e proprio percorso di
formazione.
Offriamo qui alla riflessione delle nostre chiese le
schede di presentazione
dei quattro temi e dei percorsi che ipotizziamo su
ciascuno di essi; abbiamo
già cominciato a lavorare
con alcuni organismi ecclesiastici, ma vorremmo dedicare il prossimo anno all’acquisizione di altri elementi di valutazione provenienti dalle nostre chiese in
vista della stesura del documento finale da presentare all’Assemblea-Sinodo
del 2005.
Pertanto rinnoviamo a
tutti l’invito ad invitarci, ma
chiediamo anche che ci
vengano inviate riflessioni,
domande, osservazioni, posizioni finalizzate al documento finale; a chi (chiesa
o singolo) invece non è in
ogni caso interessato a
trattare quest’argomento,
chiediamo per cortesia di
farcene sapere i motivi.
Attendiamo dunque che
ci contattiate ai recapit i riportati qui sotto.
Claudia Angeletti (coordinatrice): 0564-589762
claudiangeletti@estranet.it;
Daniele Bouchard: 0121-900271 cvlsg@tiscalinet.it;
Bruno Giaccone: 0141 -294184 brunogiaccone@tin.it;
Monica Michelin Salomon: 06-86201842
, monicamichelin @tiscalinet.it;
Giorgio Rainelli: 06-77206543 grainelli@libero.it;
Silvia Rapisarda: 06-2305153 silviarapisarda@tin.it
An(diamo oltre gli stereotipi
Chi sono gli/le omosessuali?
Omosessualità: s. f., inclinazione sessuale di chi è
attratto da persone del
proprio sesso.
Eterosessualità: s. f., inclinazione sessuale di chi è
attratto da persone di sesso diverso.
(dal Vocabolario della
lingua italiana di Nicola
Zingarelli ed. 2002)
Sto seduto davanti al mio
commercialista: è una persona competente, sa fare il
suo mestiere, mi sta illustrando la dichiarazione dei
redditi, il famigerato 730. Lo
guardo stupito: non ho mai
capito nulla di tasse, detrazioni fiscali e cose simili che
sono state, sono e saranno
sempre un mistero per me.
Antonio, il commercialista,
lo conosco da anni, abbiamo
frequentato il liceo insieme:
eravamo complementari: io
bravo in latino e italiano, lui
un genio in matematica; e
stato sempre uno studente
brillante, un ragazzo all’epoca, parlo di trent’anni fa, e
ora un uomo deciso sicuro
delle sue azioni.
Dopo la compilazione
d'ell’orribile 730 prendiamo
un caffè e facciamo quattro
chiacchiere sul privato; gli
racconto del mio lavoro, dei
miei piccoli o grandi problemi in famiglia e anche lui mi
parla di Carlo, il suo compagno che è partito come medico volontario in Africa, mi
dice che è duro stare lontani e sentirsi solo per telefono o per e-mail e vedersi
una volta al mese o, peggio
ogni due, ma fortunatamente ora tra le vacanze di Pasqua, il 25 aprile e iM° maggio potranno vedersi per un
periodo un po’ più lungo.
Ebbene sì, il mio amico
commercialista, professionista capace in giacca e cravatta è gay, e mi sembra del
tutto normale che abbia voglia di rivedere Carlo dopo
due mesi di lontananza per
stare un po’ in santa pace a
condividere le piccole cose
della vita comune, o i grandi
ideali. Carlo e Antonio sono
una bella coppia e anche
una delle più stabilì che io
conosca; ho visto andare a
male un sacco di matrimoni, di unioni, di rapporti eterosessuali nel giro dei miei
amici. Loro invece dopo 10
anni stanno ancora insieme
con le loro crisi, i loro problemi, le loro gioie.
Altro scenario: alla televisione scorrono alcune immagini del World Gay Pride
2000 a Roma: tanti colori,
tanta gente di ogni tipo; poi
il conduttore comincia a
parlare di sessualità, anzi di
omosessualità! Lì ho provato il profondo impulso di
spegnere il televisore. Sembrava che gli omosessuali
(gay come si preferisce dire
oggi) e le lesbiche fossero
degli strani tipi: i primi solo
piume, paillettes, tacchi a
spillo, ancheggiamenti e
moine; le seconde delle specie di maschiacci con jeans
sdruciti e l’aria da camion^
sta. Che dovevo fare o dire
se non alterarmi molto, ed
è dire poco? Ho pensato a
Carlo e Antonio e a Bernadette, una mia amica lesbica;
né i primi né la seconda rispecchiano quegli stereotipi. Bernadette è una delle
donne più affascinanti e
femminili e dolci che io abbia conosciuto. E alta, longilinea, insegna all’Università:
insomma non sembra proprio un camionista, anche se
ha la patente e guida molto,
ma molto bene.
Certamente tra le persone omosessuali ci sono anche l’effeminato o il maschiaccio, così come tra le
persone eterosessuali si
trovano il macho sciupafemmine o la mangiatrice d’uomini, ma questo non esaurisce il mondo eterosessuale,
nessuno si sognerebbe di ridurre la realtà eterosessuale a queste due categorie.
Non è dunque corretta l’equazione gay-effeminato, lesbica-maschiaccio, così come non è-corretta l’uguaglianza omosessualità maschile-prostituzione oppure omosessualità-ricerca
continua di sesso e awentu
re. Tra le persone omoses*
suali, come peraltro tra
quelle eterosessuali, ci sona,
diversi tipi: questo è nella
natura umana, così variega®
eppure così «normale».
E ora di sfatare certi miti,?
di cambiare punto di vista?
su certi modelli di compóp
tamento che ci sono propoli
sti, di guardare le cose in
faccia senza la paura di pronunciare la parola omosei
sualità. Solo allora impareré-;
mo a non guardare con sfi'
ducia o con un sorrisetto
malcelato, tra l’ironico,]!
preoccupato e il compassio-'
nevole, il monitore o la ti}(
nitrite della nostra scuoi
domenicale che sappiami
essere gay o lesbica, o il nO'
stro vicino di panca in chii
sa, persona tanto brava ma.,
* * * *
Su questo tema vi propO"
niamo degli incontri di informazione sulle diversi
realtà omosessuali, eserqi:
di ascolto del vissuto de!
l’altro/a, laboratori per il riconoscimento e il superamento dell’omofobia (paúl
deH’omosessualità) prese«:’
te in ciascuno/a di noi. T
Una lettura al dì là degli aspetti Ietteraiistici
Bibbia e omosessualità
Questo tema investe prepotentemente il tipo di approccio al testo «sacro»
della cristianità. È opinione
comune e diffusa, infatti, che
le Scritture esprimano una
inequivocabile condanna dei
rapporti sessuali tra donna
e donna, tra uomo e uomo.
I due più fermi punti d’appoggio di questa convinzione sono nell’Antico Testamento, Levitico 18, 221 nel
Nuovo Testamento, Romani
I, 26-272. I due testi presi
alla lettera sono in effetti
un esplicito pronunciamento contro l’omosessualità.
Ma è lecito leggere la Bibbia
letteralisticamente? È forse
utile? È davvero possibile? È
davvero ciò che vogliamo?
Immaginiamo per un attimo che provengano come
risposta a queste domande
una sfilza di sì dalle nostre
comunità: il fondamentalismo che per coerenza ne
scaturirebbe sarebbe peggiore di quello dei talebani
e verrebbe a mancare il
messaggio d’amore dell’Evangelo. Dovremmo anche
noi mettere a morte, insieme agli omosessuali maschi^ anche le/gli adultere/i"
e potremmo giustificare lo
sterminio di intere popolazioni in nome di Dio e della
fedeltà al suo divieto dell’idolatria^ tanto per fare un
paio di esempi eclatanti dall’Antico Testamento.
Anche in relazione a testi
del Nuovo Testamento,
però, ci troveremmo in situazioni di stridente contrasto persino con l’attuale
legislazione del nostro stato: per esempio dovremmo
violare l’art. 3 della nostra
Costituzione che sancisce
l’uguaglianza di tutti i cittadini senza distinzione di
sesso per osservare la palese discriminazione imposta
dall’apostolo Paolo alle
donne nella I epistola a Timoteo 2, 11 -12‘, cosi come
dovremmo privarci di ogni
nostra proprietà e donare
ai poveri tutti i nostri beni,
seguendo l’ordine di Gesù
nel Vangelo di Matteo 19,
IV per poter essere suoi
discepoli/e. Esempi di questo tipo potrebbero moltiplicarsi a dimostrazione
(questa sì inequivocabile)
dell’assurdità di un approccio letteralista-fondamentalìsta alla Bibbia per qualsiasi
tipo di problema.
Dovremo quindi percorrere un’altra strada, utilizzare cioè una metodologia
dell’interpretazione di questi testi che prima di tutto li
contestualizzi rispetto all’epoca storica in cui sono
stati prodotti e successivamente chiarisca quale lettura ne possiamo fare per il
nostro tempo. Dato che
nelle nostre chiese vari sono i metodi in uso per la
comprensione di qualsiasi
testo biblico, anche per
quanto riguarda la questione deN’omosessualità è indispensabile rinunciare in
primo luogo alla applicazione della lettura letterale a
favore di un’apertura dell’ampio spettro dell’orizzonte interpretativo. A partire dal rifiuto dell’approccio fondamentalista alla Bibbia, vi proponiamo incontri
di studio su:
- questioni e metodologie
di interpretazione biblica
- confronto con i testi biblici sull’omosessualità.
(1) «Non dovete avere relazioni sessuali con un uomo come si hanno con una donna: è
una cosa mostruosa». Tutte le
citazioni del testo biblico sono
tratte dalla Tilc (trad. interconfessionale in lingua corrente).
(2) «Dio li ha abbandonati lasciandoli travolgere da passioni
vergognose; le loro donne hanno avuto rapporti sessuali contro natura, invece di seguire
quelli naturali. Anche gli uomini,
invece di avere rapporti con le
donne, si sono infiammati di
passione gli uni per gli altri. Uomini con uomini commettono
azioni turpi, e ricevono cosi in
loro stessi il giusto castigo per
questo traviamento».
(3) Levitico 20, 13: «Se un
uomo ha relazioni con un altro
uomo, fa cosa disgustosa e tutti
e due devono essere messi a
morte».
(4) Levitico 20, IO: «Se un
uomo commette adulterio con
la moglie di uno dei suoi connazionali, i due colpevoli devono essere messi a morte».
4
(5) Deut, 13, 13-16: «In uni
delle vostre città che il Signoi
vostro Dio, vi dà, potrebbe«
esserci dei buoni a niente che
invitano i loro concittadini a seguire e ad adorare altri dei, con
i quali non avete mai avuto a
che fare. Quando lo verrete a
sapere, farete indagini per c<>
noscere come stanno le cos«^
informerete con cura. Se risulterà che il fatto è vero, e che
una tale vergogna è stata corft^
messa in mezzo a voi, desW
rete allo sterminio quella cittì®
quanto è in essa. Uccidereté
abitanti e il loro bestiame)
porterete tutto il bottino
mezzo alla piazza. Poi lo bruC^
rete totalmente insieme,®
città come sacrificio per
gnore vostro Dio». ,,
(6) «Durante le riuniont^
donne restino in silenziose
pretese. Non permetto®^
donne d’insegnare né di c
mandare agli uomini».
(7) «Vai a vendere tuo
quello che hai e I soldi che n i
vi dalli ai poveri». ™
9
15 NOVEMBRE 2002
Vita Delle Chiese
PAG. 7 RIFORMA
f. Riuscito convegno a Lodi deH'assodazione delle chiese battiste della Lombardia
Battisti italiani e stranieri insieme
[snuo\/e chiese battiste straniere, come quelle cinesi, coreane, eritree, spagnole e le vecchie
chiese italiane si stanno muovendo in un contesto nuovo che rappresenta una sfida per tutti
lidia maggi
oseS'
3 tra
sono
nella
legata- ;
i mitivista'
nporropo-]
ise in
i pròloses-j
arene-:
)n sfi¡setto
ico, il
lassioa mo;cuoll|
)iamo
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I chie-1
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mopodi inverse
sercizi
3 delr il riipera(paurà|
resen-i
:ln una^,
ignori«.
liotii li
3 sen9
to all«
di«“
111«
Quando rassociazione
delle chiese evangeli- che
, (tlste della Lombardia
iceblom) decise di promuoiereuna giornata di conve' 0 tra le chiese sentiva che
Lbbe stato importante convolgere quelle comunità
iraniere che, pur essendo
lembro dell’Unione e servendo nello stesso territorio,
non partecipano alle attività
comuni con le chiese italiane.
Voleva essere un momento di
incontro e confronto sul tema
dell’identità battista in un
contesto che cambia. Come
liusdre però a coinvolgere le
due comunità cinesi, quella
eritrea, quella in lingua spagnola e quella coreana?
Da tempo era stata avviata
una riflessione tra le chiese
sul tema «essere chiese insieme». Ci siamo più volte interrogati nel corso degli ultimi
due anni sui rapporti tra le
vecchie chiese italiane battiste e le nuove straniere. Sentivamo la necessità di conosceremeglio queste nuove realtà,
di capire come vivono la fede,
quali problemi affrontano,
ernie coniugano la loro fede
nel contesto in cui vivono. Il
problema a tratti ci frustrava e
scoraggiava: sembravamo incapaci di creare un vero ponte. Le difficoltà linguistiche e
culturali ci sembravano insormontabili. Sentivamo di non
avere gli strumenti, di non sapere come muoverci.
Abbiamo chiesto aiuto al
Dipartimento di evangelizzazione. Il pastore Carmine
Bianchi più volte nel passato
ci ha offerto la sua consulenza per suggerirci modalità di
«incontro». Ha curato per noi
un corso di formazione, mostrandoci ricchezza e difficoltà del percorso di conoscenza reciproco. CI ha stimolati a rivedere alcuni preconcetti, ad interrogarci sulle
aspettative. Ci ha incoraggiato a visitare le comunità straniere, per conoscerle nel loro
modo di vivere la fede. Capimmo che le cose non potevano essere lasciate al caso:
se davvero volevamo avere
contatti con le chiese straniere dovevamo lavorare nella
conoscenza, creando occasioni di incontro. L’associazione decise allora di individuare dei fratelli e delle sorelle che si occupassero di «cucire relazioni», visitare le comunità straniere e invitarle a
■ Milano, incontro del Sie
La fede «multiculturale»
spiegata ai bambini
MAURIZIO ABBA
TL dialogo multiculturale è
Icostituito dall’incontro tra
culture, saperi, lingue, religioni, tradizioni, cucine diverse ma innanzitutto e soprattutto è costituito dall’incontro tra persone diverse,
ciascuna con la propria stogila propria origine. Un infiltro che rischia di divenire
facilmente uno scontro, se
®n vi siamo preparati: allora
«iffidenza e insicurezza procedono insieme e il pregiudi® consolidato sfocia nel razzino. Occorre quindi préñete atto che l’accoglienza
«Ilo straniero comporta da
“lato la fatica di affrontare
ftacoh non facili, e dall’altro
entusiasmo di un compito
aro ma promettente. Il dia§0 e l’educazione alla mul“ulturalità è infatti un perneo ancora tutto da fare.
D.^^stre chiese evangelifr si trovano ad af
t- nell’ambito della
fedp tifila medesima
*^tisto una molteplisia -’PPtassioni nella liturpreghiera. Come ridi- Covarsi tra credenti
¿-„^'.tliversi? Alcune consi impongono.
"■ . tioi in rapporto
® e straniero. Stranieri
verso noi stessi
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■ P^tLphÌ ^ potreb''“himent*^* autentico ar
^TutEf^^feciproco.
'^®rse riguarda le
o aerazioni a partire
da quelle più giovani. Le
classi delle scuole domenicali e dei catechismi delle nostre comunità hanno bisogno di strumenti informativi
e formativi al riguardo. Infatti un discorso multiculturale
e di accompagnamento delle
diversità lo si può valutare
come fruttuoso nel corso di
molti anni, procede su un arco di tempo che ci supera ma
a cui siamo chiamati comunque a collaborare alla sua
realizzazione. Per questo è
stata decisamente appropriata e felice l’iniziativa che
si è svolta il 12 ottobre a Milano, nei locali della Chiesa
metodista, a cura del Servizio
istruzione educazione (Sie)
della Fcei: un incontro su
«Una fede, tante culture», introdotta da una relazione di
Lucrezia Pedrali del Centro
di educazione alla mondialità di Brescia.
Tra gli intervenuti c’erano
monitori e catechisti, che
sempre di più saranno soggetti di primaria importanza
per la crescita spirituale delle nostre chiese. Prezioso è
stato anche l’apporto del
Servizio rifugiati e migranti
della nostra Federazione. Il
dibattito, ampio e partecipato, è stato presieduto dal pastore battista Franco Scaramuccia. I partecipanti provenienti da diverse zone
d’Italia e due sorelle nella fede originarie del Perù e della
Nigeria hanno fatto vivere
per qualche ora nel dibattito
e nel pasto comunitario un
frammento significativo di
che cosa voglia dire essere
insieme nella comunità.
Per la
pubblicità
su
una giornata di convegno
con quelle italiane.
Per tutti noi battisti della
Lombardia il convegno, tenutosi il 20 ottobre a Lodi,
rappresentava un po’ la verifica di questo lavoro capillare
fatto nei mesi passati. La tensione si è sciolta quando la
chiesa battista di Lodi si è
riempita di fratelli e sorelle
italiani e stranieri. È stato un
culto coloratissimo, partecipato, semplice e ricco. Abbiamo pregato nelle lingue
più diverse e, a tratti, abbiamo avuto la sensazione di
comprendere la lingua dell’altro. Un culto liturgico dove ogni comunità ha portato
il suo contributo con parole,
gesti, canti preghiere.
Poi il pranzo, un’occasione
per familiarizzare, per permettere a quei fratelli più timidi di raccontarsi, in un
momento festoso di condivisione. Il cibo era rigorosamente italiano, preparato
con cura dalle sorelle della
comunità di Lodi e offerto
generosamente a chiunque,
come di solito fanno le sorelle delle nostre chiese. Nel pomeriggio, ci ha guidato nella
discussione il pastore Carmine Bianchi che ha mostrato.
attraverso un percorso storico, come sia ancora oggi problematico per noi occidentali
mettere da parte un atteggiamento di superiorità nei confronti delle altre culture del
mondo. Ci ha resi attenti a
possibili atteggiamenti paternalisti che si nascondono
dietro la volontà di incontro
con le comunità straniere.
Ne è nato un dibattito che
non ha certo esaurito tutte le
questioni. Ci vorrà tempo per
capire dove lo Spirito sta guidando le nostre comunità in
questo ambito. Tuttavia, in
molti abbiamo avuto la sensazione che qualcosa sia davvero avvenuto in questo convegno. Ci siamo incontrati:
quelle comunità straniere
erano lì, con noi, con la stessa voglia e la stessa volontà di
conoscerci, di capirci e di
pensare a progetti comuni. Il
cammino da fare è ancora
tanto: ci muoviamo in un
contesto totalmente nuovo,
stiamo cercando di cogliere
una sfida sconosciuta, ed è
probabile che di errori ne faremo tanti. Vorremmo però
non incorrere nel rischio più
pericoloso: fare come se l’altro non ci fosse, continuare
per la nostra strada.
Chiesa battista di Mottola
Una fiaccolata per la pace
insieme alla cittadinanza
LORENZO SEMERARÖ
«P
RIMA vennero ad arrestare i comunisti, ma
io non ero comunista e non
dissi nulla. Poi vennero per i
socialdemocratici, ma io non
ero socialdemocratico, e non
feci nulla. Poi vennero per i
sindacalisti, ma io non ero un
sindacalista. E poi vennero
per gli ebrei, ma io non ero
ebreo e feci pochissimo. E allora quando vennero a prendere me non c’era rimasto
più nessuno che si levasse a
difendermi». Queste citazioni
del past. Niemoller riferite al
nazismo fanno eco nella piazza, da poco inaugurata con il
nome «della Pace» dove il 25
ottobre scorso, si sono dati
appuntamento alcune centinaia di cristiani di Mottola,
cattolici e battisti. In questo
luogo, il pastore Nunzio Loiudice e il sacerdote Giuseppe
Giaurro, dopo aver espresso
un chiaro messaggio di pace
invitano i cristiani e la cittadinanza di Mottola a fare un gesto concreto di pace mediante la partecipazione a una
fiaccolata per la «pace preventiva» che intende manifestare il rifiuto di ogni tipo di
guerra, ieri convenzionale oggi preventiva. Simbolo del
corteo erano ovviamente
candele colorate e pezzi di
stoffa bianca denominate
«uno straccio di pace» da apporre addosso come segno,
quest’ultimo, di riconoscimento della propria volontà
di pace, mentre il primo le
candele, segno di luce e speranza per un mondo migliore.
Alla manifestazione hanno
tei. 011-655278, fax 011-657542
partecipato numerosi, tra cui
esponenti di forze politiche,
sindacali, religiose e sociali.
Presenti anche rappresentanti delle istituzioni. Il corteo,
dopo aver sfilato in modo ordinato e silenzioso per le vie
della città giunge alla centrale
piazza XX Settembre, dove
sono previsti vari interventi
che fanno da portavoce alle
varie fasce di età. Si esprimono per la pace infatti, bambini di varie scuole accompagnate dalle proprie maestre
recitando delle poesie e pronunciando alcune frasi di pace; mi colpisce la frase di un
loro cartellone: «La pace nasce dalla sorgente dell’amore». Gli obiettori di coscienza
partecipano con un loro documento dove esprimono il
ripudio alla guerra e verso
ogni tipo di violenza, di terrorismo. Commossa partecipazione di un anziano reduce
dalla guerra.
Toccante ed emozionante è
stato l’intervento di una donna a cui manca tanto l’affetto
della figlia, scomparsa prematuramente, ma che trova
però coraggio e forza di rivolgere un appello ai giovani invitandoli all’impegno per la
pace e la nonviolenza. Il presidente della locale «Azione
cattolica» invita anch’egli a
un impegno più serio in materia di pace iniziando ognuno da se stesso. Un saluto infine è giunto dall’amministrazione comunale attraverso il
sindaco della città. Ha concluso il pastore Loiudice con
l’appello per la pace di Emergency e l’iniziativa «Pace da
tutti i balconi, dipingiamo di
pace le città», invitando tutti i
presenti a non far mancare
dalla propria casa (e dai propri balconi) la bandiera della
pace. Sulle note della canzone
«Immagine» il pastore recita i
versi, di Mark Twain: «Tra
vent’anni sarai più deluso per
le cose che non hai fatto che
per quelle che hai fatto. Alza
le vele salpa e prendi il largo
lontano dai tuoi porti sicuri.
Esplora, sogna, scopri».
AGENDA
15 novembre
TORINO — Alle 21, nel tempio battista di Lucento (v. Viterbo 119), il Centro evangelico di cultura «Lodovico e Paolo
Paschetto» organizza un concerto sul tema «Il linguaggio
dell’anima - Lieder e brani d’opera» con Giovanna De Liso
(soprano) e Monica Natali (pianoforte).
rVREA — Alle 20,45, nella sala Santa Maria, si tiene un dibattito su «Biotecnologie senza limiti? Le chiese di fronte alla questione della procreazione medicalmente assistita»: intervengono la prof. Anna Rollier e il dott. Giancarlo Marrone.
15-17 novembre
CHIAVARI (Ge) — La Chiesa battista festeggia il suo 90° anniversario. Alle 18 del venerdì si tiene una conferenza del prof.
Domenico Maselli sul tema «Cristiani protestanti a Chiavari e
in Italia»; alle 18 del sabato Giorgio Getto Viarengo e Franco
Scaramuccia parlano su «150 anni di presenza nel Chiavarese:
dai cantastorie Cereghino alla chiesa battista di oggi», con
esecuzione di canti a cura di Pier Luigi Giachino e del coro diretto da Carlo Leila. Domenica alle 10 culto di ringraziamento
con predicazione del presidente dell’Ucebi Aldo Casonato.
16 novembre
> / > X i A *./" < V viL»" {V ' Z V >
MILANO — Alle 17, nella chiesa di via Sforza, si inaugura la
mostra «Il tempio della chiesa valdese di Milano, 1952-2002»,
realizzata dagli arch. Mirella Loik, Corrado Gavinelli e Andrea
Incerti. Roberto Balconi (contraltista) e Davide Pozzi (organo
e clavicembalo) eseguono musiche di Händel.
MILANO — A partire dalle ore 10,30, nella sala della libreria
Claudiana (via Sforza 12/a), per le «giornate di formazione
teologica» sul tema «Il Dio che ama nella libertà: la teologia
di Karl Barth», il prof. Fulvio Ferrario conduce lo studio su
«Barth e la chiesa confessante di Barmen».
FIRENZE — Alle 16, all’auditorium Stensen (viale DonMinzoni 25), Francesco Margiotta Broglio, Carlo Galli, Pietro De
Marco, Pierpaolo Donati e Bruno Accarino discutono il tema
«La trascendenza nelle religioni e nelle politiche».
17 novembre
r
BRESCIA — Il sindaco Paolo Corsini sarà ospite del culto alla chiesa valdese.
VERCELLI — Alle ore 11,15, nella chiesa metodista, si tiene il
culto seguito da agape per iniziativa del gruppo single. Nel
pomeriggio riunione informativa con partecipazione dei pastori Eugenio Stretti e lonathan Terino. AU’odg anche la definizione di un nome per il gruppo.
18 novembre _ _ -•
BARI — Alle 18,30, nella chiesa di S. Fara, si tiene un incontro di preghiera per la pace con interventi di Nicola Pantaleo,
p. Davide Arpe e p. Mihai Driga. Partecipa la corale ecumenica «Anna Sinigaglia» diretta da Mariella Gernone.
21 novembre . .
GENOVA — Alle ore 17,30, nella sala della Speietà ligure di
storia patria (Palazzo ducale, piazza De Ferrari), per il ciclo
del Sae sui «profeti del nostro tempo», mons. Pietro Giachetti, vescovo emerito di Pinerolo, parla sul tema «Giovanni
XXIII e Glenn G. Williams: tessiture di dialogo».
22 novembre
TRIESTE — Alle 17,30, nella basilica di San Silvestro, il Centro culturale protestante «A. Schweitzer» organizza una conferenza del dott. Poropat sul tema «Tabagismo e salute».
22-24 novembre
FIRENZE — Con inizio alle 9 del venerdì, al seminario arcivescovile maggiore (lungarno Soderini 19), l’associazione Biblia organizza un corso introduttivo allo studio della Bibbia
dal titolo «Prendi il libro e leggi». Intervengono fra gli altri
Michele Ranchetti, Agnese Cini Tassinario, Daniele Garrone,
Paolo De Benedetti, Piero Stefani, Yann Redalié.
23 novembre
CATANIA — A partire dalle 9,30, nella chiesa valdese (via
Cantarella 6), si tiene il primo incontro del corso di aggiornamento per predicatori locali valido anche per il Corso di formazione teologica a distanza. Roberto Bottazzi parla sul tema «L’arte di comunicare, anche in chiesa. Regole di comunicazione per una predicazione più efficace». Per informazioni rivolgersi a U. Eckert, tei. 338-8913160.
MILANO — Alle 17, nella sala della libreria Claudiana (via
Sforza 12/a), il pastore Giorgio Tourn e Emanuele Piano, già
presidente della Comunità ebraica, parlano sul tema «Minoranze parallele, ebrei e valdesi a Milano».
BERGAMO — Alle 17, al Centro culturale protestante (v.
Tasso 55, primo piano), il maestro Valeriano Sacchiero con
gli studenti dell’Istituto musicale «Donizetti» propone «Il corale luterano», ascolti ed esecuzioni dalle cantate e dall’opera organistica di Ihoann Sebastian Bach.
AVVERTENZA: i profanimi relativi a questa rubrica vanno
inoltrati 15 giorni prima del venerdì di uscita del settimanale.
— CRONACHE DALLE CHIESE MllliiiilÌÌ
PR/VMOLLO — L’assemblea di chiesa di domenica 3 novembre ha udito la relazione sui lavori del Sinodo presentata
dalla deputata Claudia Travers, ha preso atto dei lavori
da effettuare con urgenza a causa di un crollo parziale
del tetto di uno stabile e ha discusso in tema di finanze.
• Ci rallegriamo con Roberta Long e Sandro Fossat per la
nascita del piccolo Isaac.
1
m mmaiKtricù
Claudiana
via Principe Tomaso, 1
Torino - tei. 011 -6689804
fax 6504394
http://www.afpnet.lt/-valdese/claudian.htm______________
10
PAC. 8 RIFORMA
Vita Delle Chiese
venerdì 15
Domenica della Riforma nella chiesa metodista di Gorizia
Una giornata comunitaria
La presenza nella città come segno tangibile della testimonianza
Rinsaldati i legami con la vicina comunità metodista di Udine
MARIO COLAIANNI
La Domenica della Riforma, giornata dedicata al
ricordo della vigilia di Ognissanti del 1517 quando, secondo la tradizione, Martin
Lutero affisse le sue 95 tesi
sulla porta della chiesa del
castello di Wittenberg, è una
giornata importante per tutto
il protestantesimo italiano;
quest’anno in particolar modo però per le chiese evangeliche metodiste di Udine e di
Gorizia, che hanno scelto
questa data significativa per
organizzare una giornata comunitaria.
Il pastore Andreas Kohn,
che cura entrambe le chiese,
ha sospeso il culto a Udine e
tutti si sono ritrovati nello
storico tempio di Gorizia
(1864) più grande e quindi
più adatto a contenere le
molte persone intervenute.
Dopo il culto è stata preparata un’agape fraterna, cosa
che non accadeva addirittura
dal 1995 quando la comunità
locale salutò il pastore Arrigo
Bonnes in partenza per la sua
nuova destinazione pastorale
rfelle comunità di Genova Sestri e Sampierdarena.
È stato significativo per le
due comunità potersi finalmente rivedere per un’occasione così importante, condividere insieme questi momenti e rinsaldare un legame
che dura da moltissimi anni.
Bisogna ricordare che le due
comunità sono state abbinate nella cura pastorale da anni e cbe al tempio di Gorizia è
molto legata anche la comunità di Udine, che spesso vi
celebra matrimoni e battesi
mi. Molte persone hanno potuto riabbracciare fratelii e
sorelle che non vedevano da
tanto tempo, altri hanno approfondito delle amicizie o
ne hanno creato delle nuove:
questi anni, infatti, ad entrambe le comunità, hanno
portato nuovi membri e nuovi simpatizzanti.
Il pastore ha predicato seguendo i versetti suggeriti da
Un giorno una parola e ha
scelto come testo per la meditazione la lettera di Paolo ai
Filippesi (cap. 2, versetti 1213). «Così miei cari, voi che
foste sempre ubbidienti, non
solo come quand’ero presente, ma molto più adesso che
sono assente, adoperatevi al
compimento della vostra salvezza con timore e tremore,
infatti è Dio che produce in
voi il volere e l’agire, secondo
il suo disegno benevolo»: con
questi versetti il pastore ha
introdotto la meditazione e
ha iniziato a fare un quadro
Federazione donne evangeliche
Il Congresso rilancia
la Rete delle donne
YVONNE PEYRONEL
Dal 1" al 3 novembre si è
tenuto presso il Centro
di Ecumene l’ottavo congresso della Federazione donne
evangeliche in Italia (Fdei). I
lavori del congresso sono iniziati con il culto di apertura
presieduto dalle sorelle della
Chiesa luterana in Italia. Sotto la guida del seggio, nominato nelle persone di Laura
Ganci, presidente, Ester Cocca, vicepresidente. Virginia
Mariani e Annamaria Ribet,
segretarie, il congresso ha
convalidato le richieste di
adesione di: Rete delle donne
della Celi (Chiesa evangelica
luterana in Italia), Donne
evangeliche del Cantón Ticino, Unione femminile della
Chiesa valdese di Sanremo
(costituitasi recentemente), e
del Gruppo di donne awentlste che, non essendosi costituite in federazione, entrano
a far parte della Fdei come
singole. Questi gruppi hanno
così arricchito la rete Fdei facendola diventare non solo
interdenominazionale, ma
anche internazionale.
Dalle relazioni dei gruppi
di lavoro sono emerse le linee programmatiche per il
Comitato del prossimo quadriennio. Una nuova strada
da percorrere proposta al
Comitato è quella di intrecciare legami con la Egei, affinché si possa riflettere e lavorare sui temi del nostro
tempo che ci accomunano. È
stata inoltre ribadita l’importanza di riallacciare e mantenere i rapporti con donne e
gruppi di donne presenti in
Europa. Al nuovo Comitato
è poi stato affidato il compito di proseguire nella regolamentazione dell’archivio
delle donne, al fine di renderlo sempre più ricco e ben
catalogato per garantirne
una facile consultazione. Nel
loro complesso, queste indicazioni programmatiche sono finalizzate a mantenere la
visibilità delle donne evangeliche sia nelle chiese sia nella
nostra società.
Il Comitato della Giornata
mondiale di preghiera ha
esposto la relazione sul proprio operato, informando
che in futuro tale relazione
sarà presentata direttamente
alle singole Federazioni denominazionali. Sui tavoli del
Congresso era già in vendita
e in distribuzione la liturgia
per la Gmp del 2003, preparata dalle donne del Libano.
Il Congresso si è concluso
con l’elezione del nuovo Comitato. Le sorelle elette si sono successivamente riunite
per definire la distribuzione
degli incarichi. A oggi è quindi già nota la composizione
del nuovo Comitato nazionale Fdei: Daniela Ferrare, presidente; Elena Chines, vicepresidente; Virginia Mariani,
segretaria; Anna Belli, responsabile per la stampa;
Giulia D’Ursi, tesoriera; Lidia
Ribet, responsabile per la
Gmp; Dora Bognandi, Margherita Van Der Veer, Lara
Robbiani Tognina. Auguriamo a queste sorelle un buon
lavoro e ricordiamoci che è
dovere di ognuna di noi sostenerle moralmente e finanziariamente.
della situazione generale delle due comunità sorelle. La
presenza protestante nelle
città deve essere un segno
tangibile della nostra testimonianza di credenti, non
solo a Gorizia o Udine ma dovunque vi sia una comunità
di credenti. Il nostro compito
è quello di continuare a testimoniare il messaggio che Dio
ci ha lasciato, siamo noi che
dobbiamo dare concretezza
all’evangelo che Gesù ci ha
lasciato e ognuno di noi deve
poter dare il proprio contributo. La chiesa è esortata a
essere presente a livello sia
locale sia nazionale, tutti sono chiamati a testimoniare.
Terminato il culto, ci si è
messi a tavola in allegria, a
gustare i piatti preparati dalla
comunità di Gorizia, la pastasciutta, e dalla comunità di
Udine, i secondi, e i molti
dolci, meditando su quando
sarà possibile ripetere la felice iniziativa.
# La Riforma ricordata dalla Chiesa battista di Civitavecchia ^
Come dare nuova sostanza alla chiesa?
ELISA STRiSCIULLO
31 ottobre 1517: Martin Lutero affigge 95 tesi in latino,
destinate al dibattito accademico sulla penitenza, alle
porte della cattedrale del castello di Wittenberg; da questo episodio si fa iniziare la
Riforma protestante. Le chiese-protestanti forse hanno
perso un po’ l’abitudine di ricordare questa data ma il
Centro di cultura biblica e
teologica della Chiesa battista
di Civitavecchia ha approfittato proprio di questo giorno
(quest’anno è il 485“ anniversario dell’affissione delle tesi)
per riprendere le sue attività.
Infatti lo scorso 31 ottobre il
professore Paolo Ricca ha tenuto la prima di un ciclo di
conferenze sul tema della
Riforma protestante iniziando da Lutero; il 5 dicembre ci
sarà la seconda conferenza su
Zwihgli e Calvino e infine il 16
gennaio la terza sulla Riforma
protestante in Italia.
Il prof. Ricca ha «inchiodato alle sedie» il folto pubblico
presente esponendo in modo
semplice, ma ovviamente
ineccepibile, le linee principali che hanno guidato la
Riforma in Germania, e ha
introdotto il tema con alcune
considerazioni di carattere
generale sulla Riforma. Innanzitutto la Riforma fu un
fenomeno europeo e non solo tedesco come sovente si
pensa. Lutero era tedesco,
Zwingli svizzero e Calvino
francese e la Riforma, sebbene si sia alla fine affermata
prevalentemente nell’Europa
del Nord, è stata presente fin
dall’inizio in tutti i paesi
dell’Europa centroccidentale,
Italia compresa.
In secondo luogo la Riforma rion fu un processo istantaneo ma durò circa 50 anni
durante i quali due furono i
Lutto alla Chiesa battista di Rivoli
Menaide Petrocelli
una vita per l'Evangelo
EMMANUELE PASCHETTO
Forse a molti lettori, specie tra i giovani, questo
nome non dirà nulla. Menaide Petrocelli, che si è spenta
serenamente all’età di 81 anni, era la vedova del pastore
battista Emidio Santilli, morto
una ventina d’anni fa. Vale la
pena ricordarla sia per le vicende travagliate che la portarono a conoscere l’Evangelo e
a inserirsi nel battismo, sia
per la sua opera silenziosa e
discreta di supporto del ministero del marito.
Emidio Santilli era parroco
in un paesino del Molise. Verso la fine degli Anni 40, poco
più che trentenne, cominciò
ad ascoltare il culto evangelico trasmesso alla radio e a
porsi parecchi interrogativi,
finché un giorno di primavera dei 1950, senza dire niente
a nessuno, prese il treno per
Torino, deciso a cercare degli
evangelici. Giunto a Torino,
in abito talare, cercò una
chiesa evangelica sull’elenco
telefonico e trovò l’indirizzo
della chiesa battista di Lucento, via Viterbo: si mise in contatto con il pastore Enrico Paschetto, che gli disse: vengo
subito alla stazione, mi riconoscerà dalla Bibbia che porterò ben in vista.
Emidio era accompagnato
da Menaide, una giovane
parrocchiana. Fu subito chiaro che la loro situazione era
difficilissima: avevano tagliato i ponti con il loro passato e
non potevano certo ritornare
in paese a prendersi le cose
che avevano lasciato. Emidio
fu ospitato nel Canavese,
presso la nascente comunità
di Valperga, Menaide a Meana presso alcune famiglie di
quella chiesa.
I parenti di Emidio riuscirono a rintracciarlo, salirono fino a Valperga é lo costrinsero
con le botte a salire su un’auto che lo riportò al paese, dove un brigadiere compiacente
lo fece mettere in carcere. Liberato per l’intervento del
pretore, Santilli ritornò in Piemonte, si iscrisse all’Istituto
teologico battista di Rivoli e
nel 1954 fu inviato come pastore a Sampierdarena. Nel
frattempo, nel novembre del
1950, Emidio e Menaide si
sposarono. Menaide lavorava
come cuciniera e guardarobiera all’Istituto teologico e
nacquero i due figli, Lucilla e
Cesidio. Il ministero del pastore Santilli, prima a Sampierdarena poi a Genova, fu
fecondo soprattutto per le sue
grandi doti di evangelizzatore
e certamente per l’aiuto costante di Menaide. A poco a
poco, i parenti si riavvicinarono e molti di loro, soprattutto
da parte Petrocelli, si convertirono all’evangelisino.
Dopo la morte del marito,
nel 1982, Menaide rimase a
Genova per alcuni anni, poi
si trasferì a Collegllo, presso
la figlia: qui è deceduta il 26
ottobre scorso. Il funerale è
stato celebrato dal pastore
Giuseppe Morlacchetti nella
chiesa battista di Rivoli. La
voglio ricordare con affetto
nella sua semplicità e arguzia, nella sua tenace serenità,
nella sua fede silenziosa, insieme ai figli Lucilla e Cesidio
e alle loro famiglie.
fatti decisivi: la Dièta di Augusta del 1530 e il Concilio di
Trento (1545-1563). Infine il
termine Riforma, sebbene ormai collaudato da un uso
plurisecolare, è inadeguato
per descrivere un fenomeno
unico nella storia del cristianesimo. Lutero, infatti, non
ha mai avuto l’intenzione di
cambiare la «forma» della
chiesa; per lui riformare significava «ri-sostanziare» la
chiesa con la parola di Dio,
«ri-fondare» la chiesa centrandola sulla Bibbia e sui
dati originari e fondamentali
della fede cristiana. L’esposizione del professor Ricca è
continuata illustrando,
la Riforma di Lutero abte®''
H i 1 m on To rr» í í• ^
dicalmente ntodificatQjj^
que aspetti della vita n
sa, sociale e civile del i
(e non solo): la fede, la^?®
sa, il culto, la vita e ■■
Come già accennatali
ziativa del Centro di mifT
biblica e teologica,
terzo anno di attività, ha®
to un’ottima accoglieiB®
la cittadinanza e ciò
incoraggiante per lacomJ
nità di Civitavecchia :^
anche queste confereS
no un modo di avvicii»
persone nuove all’”“ di Gesù Cristo.
Agape: campo invernale
Al mercato dei desideri
Nel consueto periodo post
natalizio (26 dicembre-1“
gennaio) ha luogo nel Centro
ecumenico di Agape il campo
invernale: per il suo carattere
intergenerazionale qùesto incontro costituisce un’occasione privilegiata di incontro
tra persone di età diverse,
adolescenti, giovani, adulti.
Lo presentiamo ai lettori,
sperando di suscitare curiosità e voglia di partecipare; la
presenza di sempre più persone specie della fascia adulta dal mondo delle nostre
chiese sarebbe importante e
significativa.
Negli anni scorsi le riflessioni al campo invernale sono
state sui rapporti tra democrazia, politica ed economia,
in relazione anche al nostro
modello di sviluppo. Quest’
anno il titolo è «Ipermercato
dei desideri»: l’idea è di lavorare sugli aspetti spirituali che
l’attuale processo di globalizzazione sta toccando in noi e
nelle donne e negli uomini
del Sud del mondo.
In un mondo di fondamentalismi religiosi riaffioranti, la
religione del consumo sembra l’unica davvero dominante, capace di suscitare illusioni, muovere desideri, indurre bisogni e talora soddisfarli. Viviamo in un mondo
ricco di differenze da valorizzare come di ingiustizie durature da combattere, in cui
troppa gente preferisce illudersi di avere la verità in tasca, e la vuole imporre con le
bombe o con i crocifissi
edifici statali. D’altro:trf
lo stesso riuscito slogajk
global «Un altro mondo,
possibile» ha anche una||
notazione quasi escatdto
Dove soffia lo Spirito?
Partendo dalle nostreèsi*
rienze spirituali vedrei " ‘
cune parole chiave e
remo di capire il lorqa
nel nostro vocabolario e
nostra storia. Per certivei
può parlare di un Occii
missionario che in 500
ha colonizzato in forin
verse il resto del moni
parleremo tra gli altri
esponente del morii
brasiliano dei Sem Terrai
L’ideologia del mei
non risparmia il divinaei
senso lato compra e
forme ed espressioni di
se spiritualità. Siamo)
bardati di messaggi, i
ni, informazioni, prop(
prodotti che promettonj
nessere fisico e spiri
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15 NOVEMBRE 2002
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Commenti
PAG. 9 RIFORMA
'ORMAI
LA TENTAZIONE
DI BUSH
JEAN-IACQUES PEYRONEl
Con le elezioni del 5 novembre scorso, alle quali hanno partecipato meno di 4 elettori su IO
aventi diritto, il che non è un segno di ottima salute democratica George W. Bush ha ottenuto
una triplice vittoria personale: a
due anni dalla sua stentata elezione e a 13 mesi dall’attacco alle Torri gemelle, ha conseguito
un’indubbia legittimazione del
proprio ruolo, confermata da un
altissimo indice di popolarità;
inoltre, grazie alla sua attivissima campagna a sostegno dei
candidati repubblicani, si è affermato come il trascinatore del
(iGreat Old Party», mettendo allo
sbaraglio i Democratici, attualmente privi di
una leadership
carismatica; infine, ha vinto la
sua doppia sfida
a Saddam Hussein e all’Onu. E
questa è sicuramente la cosa a USQ rispetterà i tempi «tono attualmen
cui teneva di più te atti di aggres
perché quella (jell'OllU COll l'IrOq? sione da parte di
più controversa quel paese. Inol
a livello interna
Dopo ia vittoria alle
elezioni di medio
termine, il presidente
rionale. Infatti, le ultime riserve
di Francia, Russia e Cina alla
terza bozza di risoluzione del
Consiglio di sicurezza sono cadute, grazie soprattutto al paziente lavoro del Segretario di
Stato Colin Powell, che ha sostanzialmente accolto gli emendamenti proposti dal presidente
francese Chirac, miranti a mantenere nell’ambito dell’Onu la
questione del disarmo dell’Iraq,
il che è comunque una sconfessione della dottrina della «guerra preventiva» sulla quale il presidente Usa ha imperniato la sua
nuova strategia di sicurezza nazionale. Ora si tratterà di vedere
se, nell’euforia della vittoria
elettorale, Bush avrà la saggezza
di rispettare i tempi e i modi
previsti dalla nuova risoluzione
Gnu 0 se invece non tenterà, con
un qualsiasi pretesto, di bruciare! tempi pur di giungere al suo
vero obiettivo, che è l’eliminazione politica di Saddam Hussein, in modo da avere il pieno
controllo sui giacimenti petroliferi iracheni, secondi al mondo
dopo quelli dell’Arabia Saudita.
Sarebbe questo il modo più
efficace di combattere il terrorismo di Bin Laden, tuttora uccel
di bosco, e della sua rete internazionale? Intanto, rimane la
fiuestione di fondo sollevata in
questi ultimi mesi da molte
chiese (tra cui quella Metodista
unita alla quale appartengono
sia Bush sia il suo vice Dick Cheney) e da molti intellettuali amencani circa la legittimità morale
MA
REDAZIONE CENTRALE TORINO:
Via S. Pio V, 15 - 10125 Torino, tei. 011/655278 - fax
011/657542 e-mail: reda2ione.torino@rifornna.it;
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)Romeo
I Actis.
«lattei IM ^i9®Fio Bernardini. VICEDIREnORE PER IL CENTRO-SUD: Anna
te Po "^'^*ZIONE: Alberto Corsani, Marta D'Auria, Massimo Gnone, Jean-JacCollabÌ?2®'' ^nvide Rosso (coord. Eco valli), Piervaldo Rostan, Federica Tourn.
bfl Lcica Benecchi, Alberto Bragaglia, Avernino Di Croce, Paolo Fab
roijrnj 1° '^®''mrio, Giuseppe Ficara, Pawel Gajewski, Giorgio GardioI, Maurizio Gitaleo Avvale lacobino. Carmelina Maurizio, Luca Negro, Luisa Nitti, Nicola Panfulvin Paschetto, Giuseppe Platone, Giovanna Pons, Gian Paolo Ricco,
hlRETTrm«’ Rostan, Mirella Scorsonelli, Raffaele Volpe.
nEVISItvuc Al SENSI Di LEGGE: Piera Egidi.
^MIUINkstda *^®^***-^' Stelio Armand-Hugon: GRAFICA: Pietro I
stampa- I Es'er Castangia; ABBONAMENTI: Daniela Ac
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J™y7,oo, Partecipazioni: mm/colonna euro 1,00. Economici: a parola euro 0,60.
La testata Riforma è registrata dal Tribunale di Pinerolo con il numero 176/51.
Riforma-L'Eco delle valli valdesi è il nuovo titolo della testata
L'Eco delle valili valdesi registrata dal Tribunale di Pinerolo con il
n. 175/51 (modifiche registrate il 6 dicembre1999).
Il numero 43 dell'8 novembre 2002 è stato spedito dall'LIfficio
CMP Nord di Torino, via Cebrosa 5, mercoledì 6 novembre 2002.
oltreché giuridica di una guerra
preventiva, non causata né giustificata da un atto concreto di
aggressione. A questa obiezione
Bush, all’indomani del trionfo
elettorale, ha replicato che l’America non può «correre il rischio di rimanere con le mani
ferme di fronte ai pericoli rappresentati da Saddam Hussein».
Ragionamento del tutto comprensibile in un paese ancora
traumatizzato dagli eventi dell’11 settembre ma che non appare cosi scontato sulla sponda europea dell’Atlantico, anche nella
Gran Bretagna di Tony Blair. È
quanto ha ricordato infatti, in
una intervista a Newsweek (lo riferisce l’agenzia
Nev) il nuovo arcivescovo di Canterbury, Rowan
Williams: «Una
guerra all’Iraq sarebbe illegale in
quanto non sussi
tre questa iniziativa sarebbe immorale poiché
nell’etica e nella filosofia cristiana classica la prudenza è parte
della moralità e inóltre il cdcolo
delle conseguenze è parte fondamentale di qualsiasi processo
decisionale». Tuttavia gli Stati
Uniti sono già sul piede di guerra, con 0 senza alleati al loro
fianco. £ uno degli alleati più
importanti dal punto di visto
geostrategico è la Turchia, che
confina con il Nord-Ovest dell’Iraq; ma l’Akp, il partito neoislamico che ha stravinto le elezioni politiche turche del 3 novembre scorso, ha già fatto sapere di essere contrario a un intervento Usa contro Saddam e che
avrebbe fatto «di tutto per evitare una.guerra nella quale la Turchia sarebbe trascinata». Insomma, rispetto alla prima guerra
del Golfo in cui la coalizione anti
Saddam comprendeva vari paesi
musulmani, primo fra tutti
l’Arabia Saudita, oggi non ci sarebbe neppure la Turchia, la
quale tra l’altro è legata a Israele
da un patto militare.
Ha quindi ragione l’arcivescovo di Canterbury nel dire
che «qualsiasi azione che presenti falsamente Saddam Hussein come una sorta di martire
musulmano non farebbe che
rafforzare i gruppi di estremisti
islamici presenti in vari paesi
come Egitto, Giordania, Siria e
Arabia Saudita». E questo sarebbe un risultato disastroso
per la sicurezza non solo degli
Usa ma del mondo intero.
Il Vaticano e la
politica italiana
schia soltanto di essere il
brodo di risciacquo di tutti i
luoghi comuni del perbenismo, dovutamente rivisitati
per far l’immediato consenso
intorno a sé. Spesso, curiosamente, si tratta di idee già
condannate da qualche precedente papa, ora passate nel
dominio pubblico come normali, e quindi riscoperte come importanti verità «umane» da difendere. E chi non
sarebbe d’accordo? Oppure
si tratta di affermazioni che
già le assemblee ecumeniche
hanno proclamato e vanno
proclamando da tempo. Esse
sono originali soltanto per
quei giornalisti che non le
hanno mai recensite e ricevute prima, mentre sono
normali per noi, anche se è
giusto ribadirle in ogni contesto possibile. Ma che al Vaticano si attribuisca originalità in questo, è semplicemente ridicolo. Persino l’emblema dell’ànno santo 2000
(incredibile) si ispirava molto
da vicino al retrocopertina
della protestantissima rivista
«Gioventù cristiana» di settant’anni fa! Quindi non parliamo di originalità. Semmai
parliamo di sforzo comune
per la pace e la giustizia, nel
quale ben vengano a unirsi
tutte le voci sensate.
Pretese di monopolio
Pericoloso è invece il monopolio morale che il Vaticano si attribuisce con l’aiuto di
una quantità di consenzienti
persone in parte rassegnate,
in parte entusiaste. In ogni
questione di un certo peso la
curia stringe i freni e limita il
dibattito. La libertà di ricerca
teologica è ridotta al minimo
e sostituita dal coro dei consensi. Le idee sono dichiarate
pericolose, se non contengono un ossequio all’autorità
dottrinale vaticana. L’unica
verità è quella cattolica, e così
via. Le idee dei grandi filosofi
che pure sono patrimonio
dell’umanità intera sono svalutate a confronto di poche
idee elaborate nelle stanze
vaticane. La libertà che consi
ste nel dibattere le proprie
idee a confronto con quelle
degli altri è condannata come
prossima al relativismo morale e al suo posto si proclama la libertà di obbedienza. Il
confessare la fede è equiparato a una difesa intransigente
e coraggiosa del proprio punto di vista; la differenza tra
verità e convinzione è ridotta
a nulla. Questo è il lato della
politica vaticana che ci sembra pericoloso e non favorevole alla vita democratica.
Distinzioni devono dunque
essere fatte. Il cattolicesimo è
un fenomeno organizzativo e
religioso vasto e profondo. Esso non ci attira, ma riconosciamo in esso tantissime cose buone. Il Notiziario che la
Radio vaticana manda in onda per esempio è spesso più
interessante dei prudenti e limitati giornali della Rai, dei
quali non uno si avvicina a
quelli della Radio vaticana per
ampiezza di orizzonte. Dalla
Radio vaticana invece si può
sapere in breve cosa succede
nel mondo e anche le notizie
ecumeniche ci sono sempre.
Il Vaticano e l'Italia
Quel che non va invece è il
rapporto tra il Vaticano e
l’Italia. Non è vero che solo
l’insegnamento morale cattolico faccia da argine all’indifferenza. Non è vero che la
morale laica è nichilista. Anzi, quando si va a vedere più
da vicino che cosa insegna la
morale cattolica, o come la
curia governa il consenso
nella chiesa, o come si mescola Evangelo e religiosità
naturale, ebbene sorgono i
più seri dubbi anche sugli
aspetti positivi del cattolicesimo, che pure esistono, e
per i quali siamo riconoscenti al Signore.
Può darsi che i cattolici
non si sentano attirati dal
protestantesimo e oggi meno
che mai. Non sapremmo dare loro torto. Ma nessuno
pretende di imporglielo. Nessuno li martella giorno e notte per sollecitare il loro «libero» consenso. È una piccola
differenza, ma è sensibile.
Nell’incontro tra varie religioni oggi in Europa importa
mantenere quello spazio di
laicità che §li intellettuali europei hanno assiduamente
raccomandato nei secoli perché fosse creato e mantenuto. È essenziale che nelle istituzioni civili tutti ci possiamo
riconoscere come a casa nostra, tutti ci possiamo sentire
ugualmente partecipi. Non si
deve concedere a nessuna religione, fosse pure maggioritaria, di occupare tale spazio.
Perché questa non si potrebbe più chiamare libertà.
Sergio Rostagno
La tragedia di San (liuliano di Puglia del 31 ottobre ci ha fortemente scossi.
Lo spettacolo di quelle piccole 26 bare bianche era quasi
insopportabile: non dimentichiamo certo le vittime adulte del terremoto, ma la strage
degli alunni nella scuola elementare suscita nel nostro
cuore sentimenti di ribellione. La vita, facile o dura, è un
dono che va vissuto, ma i
bambini di San Giuliano ne
sono stati defraudati.
La Bibbia usa una bella
espressione per indicare la
morte naturale dei suoi personaggi: «Morì sazio di giorni». Ma questi bambini stavano appena iniziando a gustare i loro giorni. E allora viene
spontanea la domanda: «Perché Signore?». Una domanda
tremenda che risuona da un
capo all’altro della Bibbia, a
volte solo sottintesa, a volte
PIERO bensì
chiaramente espressa, dalla
disperazione di Abramo di
fronte alla richiesta di sacrificare il figlio Isacco, al grido
straziante di Giobbe di fronte
alle sue tragedie. «Perché, Signore?». Apparentemente
non c’è risposta. Poi, fra mesi, fra anni, verranno i risultati delle inchieste che metteranno in luce le responsabilità dell’uomo: superficialità,
egoismo, abusi. Ciò che la
Bibbia chiama con una sola
parola oggi desueta: il pecca
SUI GIORNALI
to Umano. Come sempre in
ogni tragedia.
Tutto ciò non restituisce la
vita e chi soffre si rassegna: è
il destino che voluto così...
ma il credente non si rassegna: soffre un gradino di più.
Nel suo vocabolario non esiste la parola destino: crede
nella sovranità di Dio e quindi ripete: «Perché, perché. Signore?». Non ha risposta a
questa domanda angosciosa
e si rende conto di camminare sul bordo strettissimo di
Fine del mondo?
Il neonato quotidiano
pubblica un commento nel
suo secondo numero (24 ottobre) a proposito della tendenza, circolante negli ambienti del cristianesimo
fondamentalista americano, a vedere negli eventi di
attualità i segni degli «ultimi
tempi». Dice l’articolo: «Si
vendono anche libri e ovviamente sono i best seller.
Ebbene, da diversi anni,
non manca mai la serie
completa della saga dei
“Left Behind”, cioè ‘‘coloro
che sono stati lasciati indietro”, gli abitanti della terra
rimasti dopo che Cristo è ritornato e ha portato con sé i
“veri credenti”, un avvenimento di natura apocalittica previstò nella Prima lettera ai Corinzi nel Nuovo
Testamento». In tali libri
trova spazio la convinzione
che «le organizzazioni sovrannazionali sono l’anticristo che impedisce all’America di liberarsi definitivamente del male». E ancora, si tratta di un fondamentalismo diffuso, «che
vede l’il settembre come
effetto di un degrado morale e dell’incapacità degli
Stati Uniti di difendersi».
f^venire
Fine del mondo - Il
Dal canto suo un commento di Maurizio Blondet
sul quotidiano della Cei (29
ottobre) chiarisce come i
fondamentalismi e i millenarismi siano diffusi in ogni
grande religione o confessione. «Il National Catholic
Register - scrive - addita i
millenaristi protestanti che
sostengono Sharon non
perché amino gli ebrei ma
perché convinti che la conquista totale della Terra
Santa da parte ebraica acceleri il Secondo Avvento (di
Cristo) e la battaglia finale
di Armageddon. Ma nessuna fede è indenne (...). Palestinesi e ceceni combattevano (...) una guerra d’indipendenza. Oggi, anch’essi
si battono per il Paradiso di
Allah contro il Grande Satana». E ancora: «La tentazione millenarista scorre talora anche sotto la pelle del
cattolicesimo, e colora qua
e là il culto di Fatima odi
Medjugorje (...). Oltretutto,
soffiare sulle paure apocalittiche è buon marketing
religioso...». In ogni caso le
«teologie sommarie [come
ijueste, ndr] producono (...)
“cattive” politiche. Perché
se la fine del mondo è vicina, non c’è più da progettare un domani dove il nostro
nemico di oggi dovrà pur
a vere un posto sicuro».
un burrone in cui la sua fede
potrebbe precipitare. Finché
non ode lo stesso grido che
viene dalla Croce: «Dio mio
perché Tni hai abbandonato?». Allora, ma non solo allora, il credente comprende
che in Cristo crocifisso Dio
partecipa alle nostre sofferenze, il Signore è sempre il
Signore e noi non siamo soli.
Diventa una realtà l’esclamazione del profeta Isaia: «In
tutte le loro distrette, egli
stesso fu in distretta». Sì,
amici di San Giuliano, Cristo
il Signore era là sotto quelle
macerie con i vostri bambini,
il Signore è lì sotto le vostre
tende condividendo il vostro
infinito dolore.
(Rubrica «Un fatto, un commento» della trasmissione di Radioìino «Culto evangelico» curata
dalla Federazione delle chiese
evangeliche in Italia andata in
onda domeniqa 10 novembre)
12
PAG. 10 RIFORMA
venerdì 15 NOVEMBIÌ
Iniziativa del Val Pellice Social Forum
«Nessuno è straniero»
. «Nel mio paese nessuno è straniero» è il titolo che contraddistingue la nuova iniziativa organizzata per sabato 16 novembre dal Valpellice Social Forum. L’incontro, aperto a tutti,
prosegue il calendario di manifestazioni locali di sensibilizzazione previste in questi mesi non solo nel Pmerolese, che si
oppongono ai provvedimenti della legge Bossi-Fini in materia
di immigrazione. L’appuntamento è alle 15 alla biblioteca comunale di via D’Azeglio, a Torre Pellice. Si inizia con la rappresentazione «Se fossimo 100», spettacolo realizzato dal
gruppo teatrale del Pinerolese Social Forum. A seguire ci sarà
un intervento sul tema «Immigrazione perché...» proposto da
Renzo Dutto, della comunità Mambre di Saluzzo.
L'inaugurazione il 23 novembre
^ Polo ecologico integrato
Sarà inaugurato sabato 23 novembre il nuovo impii
«valorizzazione secco-umido» per i rifiuti urbani rea
dall’Acea vicino alla tangenziale di Pinerolo nei pressi d(
paratore di Pinerolo e dell’impianto di compostaggio; r
costruzione di questo nuovo impianto, e soprattuttoIj*,
prossima messa a regime, si realizza quel «Polo ecologif®?
grato» progettato dal consorzio Acea che dovrebbe perit^g
di ridurre drasticamente il conferimento dei rifiuti in disaK
ottenendo dagli scarti organici sia compost che biogas 0^5
virà a dare energia motrice all’impianto. Continua ini
parte dell’Acea, la campagna informativa sul verde
per spiegare alla popolazione la suddivisione dei rifiuti,
Riforma
«
ì
<1
Fondato nel 1848
Fine settimana di positiva esperienza di simulazione di catastrofe nelle valli del Pinerolese
La terra trema, ma solo per finta
Un ipotetico sisma (5J gradi della scala Richter) provoca crolli, incendi, fuoruscite di materiali tossici
Prove di allerta e di evacuazione. Sono state riscontrate alcune difficoltà nelle telecomunicazioni
MASSIMO GNONE
E Stata un’esercitazio
1
me in grande stile
quella che si è tenuta l’8,
il 9 e il 10 novembre nelle
valli Chisone, Germanasca e Pellice. Le strutture
operative della protezione civile, vigili del fuoco,
forze di polizia, 118, il
coordinamento delle associazioni di volontariato, la Croce Rossa e i gestori dei servizi pubblici
essenziali, sono stati impegnati in una tre giorni
molto intensa, che ha
coinvolto oltre 2.000 persone e ha visto la simulazione di un terremoto di
5,7 gradi della scala Richter, con epicentro Luserna. Il finto sisma ha provocato finti incidenti, allo stabilimento chimico
Annovati di Luserna e
nella galleria Luzenac di
Perosa Argentina.
L’obiettivo principale
era di verificare l’applicazione dei piani di emergenza dei Comuni e
testare il funzionamento
dei cosiddetti Coc, i Centri operativi comunali, e
del Com, il Centro operativo misto, con sede a Pinerolo. Tra i principali
interventi: venerdì 8, il
test alle scuole di Luserna San Giovanni e Torre
Pellice; sabato 9, le scuole medie San Lazzaro e
Abbadia Alpina a Pinerolo hanno simulato un pericolo di crollo degli edifici con l’evacuazione di
tutti gli occupanti. Particolarmente vistosa l’esercitazione allo stabilimento Annovati di Luserna, dove è stato simulato un incendio causato
dal versamento di metanolo, coinvolgendo i residenti nell’area circostante, molti dei quali
hanno esposto un panno
bianco alle finestre, gesto
che rispondeva all’ordine di evacuazione.
Se nel bilancio dell’iniziativa prevale la soddisfazione, tuttavia restano
non pochi problemi organizzativi, evidenziati anche dalla relazione del
prefetto, Achille Catalani,
intervenuto domenica
mattina in un’affollatissima piazza d’Armi a Pinerolo, dove si è tenuta la
manifestazione di chiusura dell’esercitazione. Al
banco degli imputati restano la formazione degli
operatori, il coordinamento delle forze opera
tive e soprattutto la cattiva condizione delle telecomunicazioni. Su quest’ultimo aspetto è d’accordo Diego Cogno, coordinatore del sotto-Com
vai Pellice e al comando
dei vigili urbani di Luserna San Giovanni. «Il Com
di Pinerolo è andato
completamente in tilt denuncia Cogno la simulazione prevedeva che
dalle 8 di venerdì tutte le
linee telefoniche fossero
interrotte; è subito scattato il protocollo d’intervento e in mezz’ora tutti i
Coc della Valle sono stati
messi in relazione fra loro via radio. I problemi
sono arrivati quando abbiamo cercato di trasferire i dati al centro operativo di Pinerolo che, disponendo di una sola radio per comunicare, si è
trovato frequentemente
isolato». Il bilancio resta
invece positivo per quanto riguarda il coordinamento in valle dove «ogni
comune ha partecipato
con buoni risultati».
Qual è stata la reazione
della popolazione? Il parere di alcuni operatori
della Protezione civile è
che si dovrebbe fare di
più per aumentarne il
coinvolgimento e l’informazione. A volte realtà e
finzione si sono confusi
con effetti per lo meno
curiosi. Sarà un ennesimo capitolo dell’esercitazione: è quanto hanno
pensato molte delle per
sone che intorno alle 13
di sabato 9 si sono trovate ferme in coda fra Pinerolo e Bricherasio. No, si
trattava di un drammatico incidente che ha coinvolto un furgone e un’auto a Cappella Moreri.
Finita la simulazione
resta molto da fare. A dimostrarlo ci sono il grado
di sismicità che si riconosce al nostro territorio e i
pesanti ricordi lasciati
dall’ultima alluvione,
quando peraltro le forze
operative hanno agito in
maniera egregia. Da allora alcuni comuni si sono
dotati di un piano organico di protezione civile
in vista di un piano valido per le tre comunità
montane. A Inverso Pinasca il Comune sta raccogliendo ufl ampio archivio di documentazione,
soprattutto fotografica, e
presto questo materiale
sarà accessibile in rete
via Internet. In vai Pellice
Luserna San Giovanni è
stata scelta come sede
del sotto-Com unificato.
Contemporaneamente si
sta lavorando al piano di
protezione civile intercomunale. La conferma arriva da Diego Cogno, indicato come futuro responsabile: «Entro la fine
del prossimo anno, in
strada dei falla, - spiega sarà allestito e reso operativo un capannone che
ospiterà sia i mezzi del
Comune sia quelli della
protezione civile».
Manifestazioni pubbliche
Solidarietà con
gli ospedali valdesi
LUCIANO DEODAtO*
SABATO 16 novembre
si svolgeranno due
manifestazioni promosse dalle Comunità montane valligiane in favore
degli ospedali valdesi. La
previsione (e la speranza) è che vi sarà una partecipazione massiccia.
Ma a prescindere dai numeri dei manifestanti, va
sottolineata la rilevanza
del fatto in sé, perché la
mobilitazione non avviene su stimolo delle chiese valdesi delle Valli (le
quali certo parteciperanno in massa), ma in base
a un messaggio lanciato
dalla società civile. È la
prima volta (a mia conoscenza) che la società civile si mobilita per «salvare» delle opere valdesi,
considerate un bene comune. Può forse essere
stabilita un’analogia con
la situazione alla vigilia del 17 febbraio 1848
quando, a favore della
concessione dei diritti civili alla minoranza valdese, si mobilitò l’opinione
pubblica, compresa la
componente cattolica.
nella consapevolezza che
la libertà di un piccolo
gruppo di «religionari»
non era questione privata, personale, ma aveva
le sue ricadute sull’intera
società, insomma era un
«bene comune».
Oggi la sopravvivenza
dei due ospedali viene
intesa come un «bene comune» da difendere. Non
a caso in pochi giorni
una petizione a favore
per gli ospedali ha raccolto più di 23.000 firme.
Un numero ben superiore al numero del valdesi
delle Valli. Il movimento
dunque è trasversale agli
schieramenti politici e alle appartenenze religiose. E la resistenza di una
popolazione intera che
difende un patrimonio
comune per mantenere
la vivibilità nel proprio
territorio. Sarebbe segno
di miopia e sordità politica se 1 responsabili dell’amministrazione pubblica non cogliessero il
significato di questo avvenimento e non dessero
una risposta positiva.
* presidente Commissione
esecutiva del I distretto
CONTRAPPUNTOI
PESSIMA ANNATA
PER L'AGRICOLTURA
PIERVALDO ROSTAN
Quella che si sta chiudendo (e l’appuntamento, ormai tradizionale, di «Tuttomele» a Cavour è l’ultima
vetrina di grandi dimensioni) è stata davvero una pessima annata agraria. Il settore ortofrutta denuncia
perdite per milioni di euro,
al Nord come a Sud del paese; le associazioni di produttori di mie- ^
le parlano di
raccolti intorno al 40% della
media ordinaria. Sono però
queste criticità legate all’andamento
climatico, frequenti ma difficilmente risolvibili
lizzare un nuovo caseifié
di fondovalle sfruttandoil
momento favorevole petit
produzioni tipiche 0
cambia registro. Per andate
dove? Diversi agricoltari,'
specie in vai Pellice, di
fronte alla crisi della Latteria di Bobbio hanno scelto
la strada, non semplice e
onerosa, di adeguare i ptei
pri centri di
Quel che si può
fare al di là dei
dati relativi al
dima: guardare
oltre i personalismi
con
interventi umani. Il Pinerolese ha ben altre priorità nel
campo agricolo e in questo
caso certamente affrontabili se si mettono in pista le
giuste intelligenze e le adeguate risorse. Alcuni settori
chiave sono in crisi da anni:
la zootecnia, ad esempio, e
la vitivinicoltura.
Nei primi Anni 90 venne
realizzato uno studio per la
razionalizzazione del settore lattiero caseario con una
successiva proposta e un finanziamento pubblico.
L’idea era quella di raccogliere il latte prodotto nel
territorio delle tre Comunità montane attraverso le
tre cooperative esistenti e
di trasformarlo nell’unico
caseifìcio esistente, e cioè a
Bobbio Pellice. Incomprensioni, oggettive difficoltà,
il progressivo abbandono
della pratica agricola in vai
Chisone hanno fatto sì che
praticamente quasi tutto
sia andato perduto. Fallita
la coop della vai Chisone,
chiuso di fatto il caseifìcio
di Bobbio, il vessillo della
cooperazione nel settore
lattiero caseario è rimasto
a Prarostino dove la locale
Cooperativa si è da poco
trasformata diventando
una realtà dì dimensione
più ampia, pinerolese appunto ma ugualmente si dibatte fra mille difficoltà.
Per ora gli enti pubblici sostengono l’attività di raccolta latte ma il prodotto
viene venduto fuori dalle
valli e trasformato, perdendo così ogni collegamento
di immagine con il territorio che Tha prodotto.
Infatti anche i soci della
cooperativa, con gli amministratori pubblici, si stanno interfogando circa le
prospettive: o si raggiungono quote di latte conferito
più alte e si ipotizza di rea
produzioje
alle vigeati
normative
gli ottimi formaggi prodotti (receatemente dae
alpigiani della valle haoàp
ottenuto prestigiósi riconoscimenti a
livello regionale) vengono
venduti direttamente,sai
mercati o tramite il centro
di vendita del consoraio
Valpellice doc. Un’altemativa possibile sarebbe qn4'
la di orientare le produrifi
ni zootecniche verso la f
ra della carne di qualitìivi
sono già aziende che hanno
compiuto questa scelta aia
al momento in modo scoordinato. Intanto, lamentano
in vai Chisone, pochi ^
fa si sono spese ingenti denari pubblici per ristmttt<
rare il macello di Pomaid'
to che oggi viene utilizi
un giorno la settimana pet
macellare animali prevalentemente francesi.
E che dire del settore vitivinicolo? La Cantini sociale di Bricherasio versa®
crisi profonda, con deb®
superiori ai 4 miliardi dinre; la recente costituziO®
di una nuova societàl*
tralcio) dovrebbe avere®
funzione non solo di traghettare il miliardo p®;
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che comprende tutta la w
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PEROSA: concorso FOTOGRAFICO DI POGGIO
ODDONE — Si terrà venerdì 15 novembre la premiazione del concorso fotografico «Perosa e Poggio Oddone» tenutosi nel corso della rievocazione
storica perosina di settembre. Dal 7 novembre le
foto sono in mostra nella sede del Centro rete a
Perosa mostra che è visitabile anche in orario
scolastico su prenotazione telefonando al numero 0121-82610. Per l’occasione il Museo del tessile
e la Pro Loco di Perosa offriranno a tutte le scolaresche che visiteranno la mostra fotografica una
visita guidata gratuita al museo e ai rifugi antiaerei, naturalmente su prenotazione (al numero citato e per il Museo del tessile allo 0121-82105).
130 ANNI DEL GRUPPO TEATRO ANGROGNA — In
occasione del trentennale del Gruppo teatro Angrogna sabato 16 novembre è organizzata una
giornata di fèsta; al mattino dalle 10, l’atrio del
municipio ospiterà una mostra pittorica di Piero
Bertin; alle 17, al teatro del Forte, incontro con il
Gmppo teatro che presenterà spezzoni di spettacoli commentati da giornalisti e registi; intervengono il sindaco di Torre Pellice Marco Armand Hugon e l’assessore provinciale Valter
Giuliano; a seguire buffet. Alle 21, sempre nel
teatro del Forte, il Gruppo teatro Angrogna propone: «La bicicletta di Yang».
CONCERTO A FAVORE DEL MOLISE — Al termine
di una serata di canti popolari e tradizionali, tenuta nel tempio valdese del Serre di Angrogna il
3 novembre scorso, il gruppo corale «Les harmonies» ha effettuato una colletta di 889,79 euro
che ha deciso di destinare alle persone colpite
dal terremoto in Molise. La somma, integrata dal
gruppo corale, airtmonta a 1.000 euro e viene
messa a disposizione del pastore Italo Pons che
opera attualmente nel Molise perché indichi le
necessità che ritiene più urgenti. Il gruppo corale ringrazia tutti per la generosità dimostrata.
RIUNIONE DELLA SOCIETÀ DI STUDI BUNIVIANI
— Si riunirà sabato 16 novembre, alle 16,30, nella sala conferenze del museo diocesano, l’assemblea dei soci della società di studi buniviani costituitasi il 3 ottobre a Pinerolo. All’ordine del
giorno la presentazione degli scopi della società,
le proposte per il programma di lavoro e reiezione del Consiglio direttivo.
INGLESE, FRANCESE E TEDESCO PER I RAGAZZI
DEL 2006 — Provincia e Città di Torino promuovono un progetto di promozione della conoscenza di lingue europee, rivolto agli oltre duemila «Ragazzi del 2006». Per informazioni e iscrizioni ai corsi si può telefonare allo sportello di
Pinerolo (0121-393205).
TORINO, CITTÀ EUROPEA — Fino al 17 novembre
Torino ospita la XLI sessione internazionale del
Parlamento europeo dei giovani. Inoltre, il Consiglio regionale del Piemonte bandisce per l’anno scolastico 2002-2003 il concorso «Diventiamo
cittadini europei», riservato agli istituti di istruzione secondaria di II grado, che consiste nello
svolgimento di un tema dedicato alla Convenzione europea. Gli elaborati vanno inviati entro
il 13 gennaio 2003 alla presidenza del Consiglio
regionale; informazioni allo 011-5757528.
impressioni... D’ALTROVE: PRIMO PREMIO A
INGRID WAAGA — La nostra valle ha una forte
connotazione internazionale dovuta alla presenza della Chiesa valdese che da sempre ha avuto
contatti con l’estero, ai frequenti matrimoni di
valdesi con cittadine o cittadini stranieri e all’afflusso regolare dall’estero di molti volontari nelle
opere sociali della chiesa. La signora Ingrid WaaRa, cittadina tedesca residente a Torre Pellice da
qualche anno, ha vinto, con tre foto della vai Pelile molto belle e originali, il primo premio del
concorso fotografico per stranieri «Impressioni...
0 altrove» realizzato con il contributo e il patrocinio della Regione Piemonte, della città di Rivoli
0 delle Province di Torino e del Club Unesco. Il
concorso si proponeva di raccogliere il punto di
'’ista di cittadini stranieri residenti in Piemonte
su vari aspetti: vita quotidiana, situazioni, ambenti, paesaggi, peculiarità. La mostra si può visitare fino al 17 novembre a Rivoli nella casa del
Lonte Verde, via F.lli Piol, 18.
^'^DIAPSI VAL PELLICE COMPIE 10 ANNI — In
°*icasione del suo primo decennale il 23 novemore il gruppo Diapsi (Difesa ammalati psichici)
ella vai Pellice organizza una giornata di riflessione alla Foresteria valdese di Torre Pellice. La
giornata prevede alle ore 12 il pranzo (prenotarai numeri 0121-91535 e 0121-900057 entro,
giovedì 21); alle ore 15 Livia Gay, psichiatra
Il ambulatorio dell’Asl 4 di Torino parlerà su
" a pratica dei servizi territoriali nel confronto
un chi soffre di problemi psichici», seguirà diattito. Nel corso della giornata ci sarà l’esposione dei lavori eseguiti nel laboratorio Arcobaito nell’ambito del progetto «Di mano in ma0«. Parteciperanno rappresentanti del Servizio
salute mentale e membri di altre associazioni.
Dfxle Yaui ààldesi
Dall'anno prossimo la normativa sulle acque
In vigore la legge Galli
Dalla definizione dell'«ambito» da parte della Regione
potrebbero risultare conseguenze positive per i Comuni
Il 2003 sarà l’anno dell’entrata in vigore, in tutta la provincia di Torino,
della legge «Galli» sul ciclo integrato delle acque.
Una legge del gennaio
1994, che per certi versi
ha anche spaventato i
piccoli Comuni montani
che temevano di venir
espropriati di una delle
poche risorse rimaste, e
che dunque troverà piena applicazione a 9 anni
dalla sua approvazione.
Nel periodo trascorso la
Regione Piemonte ha a
sua volta legiferato (1997)
approvando la legge 13
che determina tra l’altro
la dimensione di quelli
che le legge nazionale
definiva «ambiti territoriali ottimali» in cui si sarebbe individuato un solo gestore per tutto il servizio idrico, acquedotti,
fognature, depurazione.
Così come è accaduto nel
dopoguerra con l’energia
elettrica che ha visto un
unica società distributrice del servizio, e così come è già accaduto con
l’acqua nella maggior
parte dei paesi europei.
La Regione ha individuato un solo ambito ottimale per tutta la provincia di Torino: 306 comuni con oltre 2 milioni
200.000 abitanti. Una dimensione fra le più vaste
(anche sul piano della
superficie, 6.713 kmq)
che considera un territorio assai complesso e
composito, con il capoluogo e tanti piccoli centri. La stessa situazione
infrastrutturale degli impianti è assai diversificata, fra aree che hanno realizzato del corso degli
anni importanti investimenti e altre assai più carenti. Ma proprio dalla
PAG. 11 RIFORMA
dimensione dell’ambito
territoriale torinese potrebbero derivare conseguenze positive anche
per i territori montani.
L’Ato3, questa la sigla,
fatturerà all’incirca 400
miliardi di lire l’anno, cifra che consentirà di realizzare investimenti negli
impianti di una certa rilevanza: la scelta dell’assemblea dell’Ato, composta dai rappresentanti
delle 13 Comunità montane, dei Comuni della
pianura della città e della
Provincia di Torino, è
stata quella di cominciare dalle zone più marginali, tenendo conto che
la parte metropolitana risulta già ben attrezzata.
Il mese di novembre
dovrebbe risultare decisivo sulle prospettive; la
legge Galli prevedeva un
unico soggetto gestore da
inviduarsi mediante gara.
La legge finanziaria del
2002 ha introdotto la possibilità di affidare a soggetti industriali pubblici
già preesistenti la gestione transitoria per cinque
anni e i soggetti esistenti
e riconosciuti validi al
momento sono l’Acea di
Pinerolo e la Smat di Torino che in settembre
hanno costituito una Ati
(associazione tempora
nea di impresa): sulla base del percorso avviato
(la scorsa settimana l’assemblea dell’Ato ha adottato il piano d’ambito,
dunque le modalità di gestione) entro la fine di
novembre lo stesso piano, eventualmente modificato accogliendo le osservazioni dei Comuni,
verrà approvato.
Quali le prime conseguenze? Una tariffa unica
per tutti i cittadini della
Provincia (al momento
l’ipotesi è fissata a 79,60
eurocent per metro cubo); per molti paesi di
montagna che fin qui
hanno gestito l’acqua in
proprio la tariffa aumenterà, così corne per Torino; in altre aree del bacino (città servite dall’Acea), diminuirà. In «cambio» le Comunità montane riceveranno per sostenere interventi di manutenzione ambientale il
3% del fatturato per due
anni, cifra che salirà poi
al 4% e al 5% nel 2006.
Una torta da dividere fra
le 13 Comunità, di oltre 5
milioni di euro nel 2003
che diventeranno 10 milioni nel 2006. Ai Comuni
che hanno mutui in corso per impianti del ciclo
idrico verranno inoltre
rimborsati i ratei annui.
. Valli Chisone e Germanasca
Le vecchie miniere
aperte al pubblico
DAVIDE ROSSO
UNA giornata all’insegna dello Scopriminiera ma anche de «l’Ecomuseo delle miniere
e della vai Germanasca»
e dei prodotti tipici e artigianali, oltre che culturale, quella vissuta sabato 9 novembre a Prali. La
giornata di «Scopriminiera-porte aperte alla
valle», organizzata dalla
Comunità montana valli
Chisone e Germanasca,
aveva come scopo principale quello di sensibilizzare la popolazione al
progetto dell’Ecomuseo
delle miniere della vai
Germanasca recentemente riconosciuto dalla
Regione e lo si è fatto
partendo proprio dall’apertura delle miniere
Paola e Gianna al pubblico, che nel pomeriggio
ha potuto visitare lo Scopriminiera e ascoltare
aH’interno della Paola il
concerto del coro Eiminal, gustare i prodotti tipici della valle e ammirare i lavori degli artigiani
locali. Ma la giornata è
anche stato altro.
Alla mattina il presidente della società Tuno,
nonché vicepresidente
della Comunità montana, Marco Bourlot, ha
presentato l’attività attuale di Scopriminiera,
«una realtà che, nata appena quattro anni fa, attualmente dà lavoro a
circa 20 persone con un
affluenza di pubblico intorno alle 25-30.000 persone l’anno che in questi
anni è diventata un’attività di tutto rispetto dal
punto di vista turistico».
Ma Scopriminiera non
si ferma qui, come ha
spiegato Bourlot, e si sta
già lavorando per arrivare anche alla creazione di
una foresteria, che verrà
realizzata negli ex uffici dalla Luzenac, in grado
di «dare la possibilità, a
quanti lo vogliono, di fermarsi più di un solo giorno in valle a prezzi contenuti». Come ha aggiunto
però Gino Barai, direttore
della Comunità montana
valli Chisone e Germanasca, lo Scopriminiera non
basta per una crescita
complessiva del territorio. Serve creare una rete
tra gli operatori arrivando a dare un’offerta completa al turista che arriva
in valle e l’Ecomuseo, come idea, va anche in questa direzione.
Quello di sabato è stato un momento di incontro anche fra operatori,
molti erano quelli presenti, che può definirsi
una tappa nella creazione di una realtà come 1’
Ecomuseo che vuole essere sì un progetto di valorizzazione delle risorse
presenti sul territorio ma
soprattutto una occasione di sviluppo e di crescita. Crescita che deve
essere partecipata e condivisa da tutti.
V Trasporti: tariffe per pendolari
Nuova «Formula»
Novità in vista per i
pendolari che, ogni giorno della settimana, da
Pinerolo si recano a Torino. Dal 18 novembre,
l’abbonamento «Formula», che consente di utilizzare indifferentemente
le autolinee e le linee ferroviarie urbane ed extraurbane, sarà esteso
anche alle autolinee private. Lo stabilisce un
protocollo d’intesa firmato da Regione, Provincia e Comune di Torino, documento che prevede una progressiva integrazione di servizi e tariffe dei trasporti pubblici presenti sul territorio.
Sul tappeto ci sono alcuni cambiamenti importanti. Il sistema «Formula» è già n vigore da
alcuni anni per gli utenti
dei trasporti Atm, Satti e
Trenitalia. Adesso anche
chi utilizza gli altri servizi
potrà, per esempio, con
lo stesso abbonamento,
prendere il pullman che
da Pinerolo lo conduce a
Torino e, in città, spostarsi con tram e autobus. Sarà quindi istituita
la cosiddetta «Area pinerolese», che include i comuni di Buriasco, Cantalupa, Frossasco, Macello,
Osasco, Pinerolo, Prarostino, Roletto, San Pietro
Val Lemina e San Secondo di Pinerolo.
Tuttavia ci sono dei limiti. Restano fuori, per il
Perrero: primi restauri ai ruderi di San Martino
Il fascino dell'antica chiesa
LILIANA VIGLIELMO
momento, le valli Pellice
e Chisone-Germanasca:
in pratica chi va a Torre
Pellice potrà viaggiare
con la Sapav da Torino a
Pinerolo, ma poi dovrà
continuare con l’ormai
tradizionale «servizio sostitutivo». D’altra parte il
«Formula» non servirà a
chi vive a Perosa. Alla Sapav non escludono che in
un futuro imprecisato
l’area integrata possa essere ulteriormente allargata, arrivando a comprendere gli altri comuni
ora «oltre confine». Un altro dubbio, tutt’altro che
secondario e che attanaglia soprattutto chi abitualmente non utilizza
autobus e tram per i suoi
spostamenti in Torino, riguarda il portafoglio: di
quanto aumenterà il costo dell’abbonamento?
I ruderi millenari dell’
antica chiesa di San
Martino, nel territorio di
Perrero, hanno riacquistato la loro suggestiva
imponenza, dopo i lavori
di ripulitura del terreno
circostante. La cooperativa di recupero ambientale di Perosa Argentina,
pagata con un contributo di 470 euro della Comunità montana valli
Chisone e Germanasca,
ha inviato sul posto due
suoi addetti, che in due
giorni hanno raccolto
una quantità incredibile
di spazzatura, sparpagliata tra la chiesa e il cimitero adiacente, depositandola poi a Perrero
nel contenitore fornito
dal Comune.
È stata anche diradata
la massa di alberi cresciuti in assoluta libertà,
che insidiavano la robustezza delle fondamenta
deU’edificio ancora intatte. È rimasta da risolvere
invece la sistemazione
dell’interno della chiesa, dove crescono alcuni
enormi alberi, molto difficili da tagliare senza
causare danni ai muri.
Un gran mucchio di terra
e un incavo abbastanza
profondo hanno sostituito attraverso i secoli il pavimento originale, presumibilmente a lastroni
di pietra, di cui non c’è
più traccia. In attesa di
ciò che si potrà fare in
seguito, se vi saranno altre disponibilità finanziarie e il beneplacito
dell’ente proprietario,
che è la diocesi di Pinerolo, il sindaco di Perrero
si è impegnato a far collocare un cassonetto per
i rifiuti lungo la strada
sottostante e il cartello di
divieto di abbandono di
qualsiasi tipo di materiale. I rifiuti derivano quasi
totalmente dalla vicinanza dei cimiteri cattolico e
valdese, grandi fornitori
di fiori secchi, vasi rotti.
bottiglie di plastica e
pezzi di lapidi.
Una questione a parte
è la sicurezza del luogo,
riguardo soprattutto agli
eventuali turisti che percorreranno la mulattiera
vicinissima alla chiesa e
inserita nell’itinerario
«Un sentiero, due valli»,
messo a punto dalla Gomunità montana. Sarà
opportuno aggiungere un
cartello che inviti a tenersi distanti dai muri residui, dei quali non si conosce la solidità, anche se
nulla esclude che possano durare altri mille anni.
14
PAG. 12 RIFORMA
E Eco Delle Yalli Aàldesi
VENERDÌ 15 novembre
A colloquio con il delegato di Collegio di Forza Italia, Giorgio Mathieu
Forzisti nel Pinerolese
Il partito si sta strutturando nei circa 40 comuni della zona per rilanciare
le proprie attività politiche. Un candidato unico alle prossime amministrative?
MASSIMO CNONE
VALDESE, 59 anni,
nato a Villar Pellice,
Giorgio Mathieu è delegato per il Collegio 19 di
Forza Italia. Oggi vive a
Pinerolo, ma continua a
ricoprire la carica di consigliere comunale a None, dove ha abitato per
molti anni. Si occupa di
pubblicità ed è stato dirigente di Publitalia. «Il
colloquio di lavoro - ricorda - me lo fece Berlusconi stesso, perché
quel giorno il dott. Dell’
Utri non stava bene».
- Quali sono i compiti
di un delegato di coltelo?
«In Piemonte il piano
di organizzazione del
partito prevede che in
ognuno dei 42 Comuni
del nostro collegio debba
essere presente un delegato di Forza Italia. Inoltre dobbiamo organizzare delle attività politiche
sul territorio, eliminando gli attriti dovuti a personalismi e polemiche.
Trovare vere e proprie
sedi di partito non è la
mia preoccupazione: c’è
una sede a Pinerolo e
presto dovrebbe riaprire
a Piossasco. Il mio obiettivo è evitare che le persone semplicemente cavalchino il cavallo del
vincitore, anche se a volte così è stato ed è difficile impedirlo».
- A Pinerolo non sono
mancati i problemi all’interno di Forza Italia e in
tutto il centro-destra. E
l'attuale situazione?
«Finora Forza Italia ha
badato soprattutto agli
obiettivi nazionali, poco
agli altri. Recentemente è
cambiato il capogruppo
in Consiglio comunale,
oggi è Pietro Rivo, e nell’ultima assemblea ho finalmente sentito affrontare temi di politica amministrativa e non personali. È vero: il gruppo
consiliare ha avuto delle
traversie, ma in questo
momento è sufficientemente unito. A mio parere il centro-destra dovrebbe incontrarsi già da
subito per delineare un
comune candidato a sindaco: iò non ho suggerimenti in merito. Mi auguro che, contrariamente alle ultime elezioni, si
possa presentare un unico candidato».
- È sicuro che ce ne siano le condizioni?
«Assolutamente: quanto è successo in’passato
non riguardava il programma amministrativo
ma delle visioni di tipo
personalistico. Se ancora non ci fossero le condizioni, sarebbe sciocco
non superare questo tipo
di problemi che sono
soltanto personali».
- Negli ultimi mesi si è
fatto notare un movimento neofascista...
«Forza Nuova è un movimento esiguo, composto di alcuni esaltati che
parlano in nome di un
fascismo che non sanno
nemmeno che cosa sia.
Non va comunque sottovalutato il fenomeno».
- Mancano poco più di
tre anni alle Olimpiadi
invernali: quali sono i
problemi da risolvere?
«Da parte delle amministrazioni di centro-sinistra, ma questo non
vale solo per l’evento olimpico, si tende a operare in funzione dei propri riferimenti partitici e
politici, per esempio la
Provincia, ignorando gli
altri, come la Regione.
Eppure l’amministrazione regionale è attentissima a non favorire troppo
chi è dalla sua parte per
sfavorire chi è dall’altra».
- La sua opinione sul
futuro degli ospedali?
«L’assessore Gilberto
Pichetto Fratin mi ha garantito che la giunta regionale ha tutta l’intenzione di intervenire, che
non significa ripianare
un deficit, una cifra che
non si sa in che modo sia
venuta fuori, ma agevolando un eventuale mutuo che si dovesse accendere. Non si può pretendere che la Regione stacchi un assegno in bianco
per degli ospedali di pro
prietà di una chiesa. La
Regione non ha gli strumenti per pagare un debito pregresso: se ci saranno dei tagli è perché
forse in passato è stata
portata avanti una politica un po’ esagerata. Inoltre, gli ospedali di Torre
Pellice e Pomaretto dovranno collaborare “veramente” con l’Asl».
- Nell’organizzazione
«Stay Behind», la cosiddetta Gladio, lei è entrato
nel 1963. Oggi è presidente dell’associazione nazionale degli ex gladiatori. In che cosa consiste
questo impegno?
«Da due anni, cioè da
quando è uscita l’ultima
sentenza che esclude ogni corresponsabilità
della nostra struttura in
atti di terrorismo, abbiamo intrapreso una serie
di azioni per ottenere
dallo stato il riconoscimento del nostro status
giuridico militare, escludendo ogni tipo di rivendicazione economica o
pensionistica».
Su «La Valaddo» il raduno della scorsa estate
I Baret alla ricerca delle origini
Questa fotografìa scattata in occasione del primo raduno dei Baret, a
Pomaretto il 16 giugno
2002, di cui anche L’eco
delle valli valdesi avév^
dato notizia il 28 giugno
scorso, compare sull’ultimo numero della rivista
La Valaddo insieme a un
interessante articolo che
raccoglie notizie e leggende su questa famiglia
assai diffusa alle Valli, in
Piemonte, ma anche nel
Veneto, nel Friuli-Venezia Giulia, in Emilia-Romagna, in Lombardia e
nel Lazio.
Il patriarca dei Baret
è molto probabilmente
Paolo, nato ai Cerisieri
nel 1708: sull’insediamento dei Baret alle Valli
ci sono anche due leggende, la prima è «Le fate
di Cournilhoun» (pub
blicata sul libro di Arturo
Genre e Oriana Bert
«Leggende e tradizioni
popolari delle valli vaidesi»), la seconda, inedita e tramandata al Peui
di generazione in generazione, racconta di un
Baret dei Cerisieri, detto
lo «zoppo» e delle sue archibugiate contro il generale Laydet che guidava un distaccamento di
soldati francesi lungo la
mulattiera dei Cerisieri.
Tuttora un cocuzzolo sopra la strada è chiamato
EricSoulaydet. (m.r.)
BANDO PER L'ASSEGNAZIONE DI UNA
BORSA DI STUDIO
IN MEMORIA DEL
DR. GIOVANNI MOURGLIA
PER LA FREQUENZA DEL CORSO DI DIPLOMA
UNIVERSITARIO
DI INFERMIERE PROFESSIONALE
L’associazione «Amici dell’Ospedale valdese» di Torre Pellice promuove un bando per l’assegnazione di
numero 1 borsa di studio in memoria del suo ex presidente, nonché socio fondatore, dr. Giovanni MourgUa, destinata a studenti ¡^r la frequenza del corso di
diploma universitario di infermiere professionale
nell’anno scolastico 2002-2003. .
Requisiti richiesti:
- attestato di iscrizione al corso di D. U. di infermiere
professionale;
- dichiarazione di non essere beneficiario di altre forme
di sostegno (borse di studio universitarie o elargite da
altri enti o associazioni).
Importo della borsa di studio: euro 2.600,00.
Il bando per l’assegnazione della borsa di studio può
essere richiesto a:
Associazione Amici dell’Ospedale valdese di Torre
Pellice: sig.ra Grazia Brilli, st^a Vecchia di San Giovanni 31, 10062 Luseraa San Giovanni, telefono 360205108 e presso la segreteria della direzione sanitaria
dell’ospedale di Torre Pellice.
Le domande devono pervenire ai suddetti indirizzi entro le ore 12 del giorno sabato 14 dicembre 2002. Non
saranno prese in considerazione domande pervenute
con qualsiasi mezzo dopo tale data.
il ¡presidente associazione Amici
Ospedale di Torre Pellice
S. Nisbet
BANDO PER L'ASSEGNAZIONE DI
BORSE DI STUDIO
PER LA FREQUENZA DEL CORSO DI DIPLOMA
UNIVERSITARIO
DI INFERMIERE PROFESSIONALE
L’associazione Amici dell’ospedale valdese di Pomaretto e l’associazione Amici dell’ospedale valdese di
Torre Pellice promuovono un bando per l’assegnazione
di numero 4 borse di studio destinate a studenti per la
frequenza del corso di diploma universitario di infermiere professionale nell’anno scolastico 2002-2003.
Requisiti richiesti:
- attestato di iscrizione al corso di D. U. di infermiere
professionale;
—dichiarazione di non essere beneficiario di altre forme
di sostepo (borse di studio universitarie o elargite da
altri enti o associazioni).
Importo della borsa di studio: euro 2.600,00.
Il bando per l’assegnazione della borsa di studio può essere richiesto a:
Associazione Amici dell’ospedale valdese di Pomaretto: sig.ra Adriana Meloni, presso il Servizio di riabilitazione dell’ospedale, via Maggiore Ribet 2, 10063 Pomaretto, tei. 0121-802811;
Associazione Amici dell’ospedale valdese di Torre Pollice: sig.ra Grazia Brilli, strada Vecchia di San Giovanni 31, 10062 Lusema San Giovanni, telefono 360205108 e presso la segreteria della direzione sanitaria
deU’ospedale di Torre Pellice, tei. 0121-952611.
Le domande devono pervenire ai suddetti indirizzi entro
le ore 12 del 14 dicembre 2002. Non saranno prese in
considerazione domande pervenute con qualsiasi mezzo
dopo tale data.
il presidente Amici
Ospedale di Pomaretto
G. Maritano
il presidente Amici
Ospedale di Torre Pellice
S. Nisbet
Il progetto deirAssociazione di Amici ed ex allievi
Scuola latina: due anni per
finire i lavori di ristrutturazione
DAVIDE ROSSO
.. O E non ci sono in
«O
toppi la “nuova”
Scuola latina dovrebbe
essere finita entro il 31 dicembre del 2004». Questa
è la speranza comunicata
dall’associazione Amici
della Scuola latina nel
corso di un incontro
all’interno della giornata
prò Scuola tenutasi domenica 10 novembre a
Pomaretto.
«Stiamo istituendo le
gare d’appalto per i lavori del primo lotto funzionale che saranno realizzati usufruendo anche di
un contributo regionale
di circa 80.000 euro hanno detto i rappresentanti dell’associazione -.
Intanto siamo in attesa
di conoscere l’esito della
domanda che abbiamo
presentato sui finanziamenti europei (in questo
caso il finanziamento richiesto è di circa 500.000
euro, ndr) e ci stiamo
muovendo, a livello di
progetti transfrontalieri,
per ottenere finanziamenti sulla gestione fu
tura della Scuola che
avrà al suo interno una
sala incontri, la biblioteca del patuà e il museo
dei modellini degli antichi mestieri».
Il progetto nel suo totale costerà quasi un miliardo e mezzo di lire di
cui buona parte dovrà
essere trovata tramite
sottoscrizioni e donazioni. «Proprio questo aspetto ci preoccupa un
po’ - continuano gli Amici -. Mentre nei primi
due anni è stata consistente la spinta anche in
termini economici dei
sostenitori in quest’anno
il gettito sembra avere un
po’ rallentato». Ma all’associazione sono fiduciosi
perché pensano che l’inizio dei lavori ridarà impulso alla raccolta.
L’associaziode poi si
sta muovendo anche in
direzione delle banche e
.delle fondazioni per ottenere ulteriori finanziamenti, forti del fatto che
l’associazione Amici con
progetto non è «l'ii,^,
un gruppo di amici» m,
un qualcosa di pii, con
sistente che può
di un notevole appo^
in valle e non solo S'
il momento inforipatite
sullo stato del progetta
la giornata è proseguii,
nel tempio di Pomareto
con lo spettacolo di cantì
popolari del Gmppotea
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Un altro tassello versola
rinascita della Scuola,.
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Presentato l'ultimo lavoro ó\ Giorgio Tourn
Una guida per nuovi turisti
La copertina di un libro
annuncia quale idea di sé
ha l’editore o, nel caso
della Claudiana, la consapevolezza identitaria della comunità a cui fa riferimento. La piccola guida
delle valli valdesi che apparve verso la fine degli
Anni 40 (il cui testo, si è
poi scoperto, era di Giovanni Miegge) portava in
copertina la foto del cantiere di Agape a un anno
dall’inizio dei lavori: era
una scelta emblematica,
non solo Agape era luogo
inusitato di ricreazione di
rapporti, ma l’idea stessa che fosse un’opera in
fase di allestimento era
significativa. Se oggi l’ultimo lavoro di Giorgio
Tourn (Le valli valdesi,
2002, pp. 224, euro 16,00)
reca in copertina la Casa
valdese e il tempio di Tor
re Pellice significa che
molta acqua è passata
sotto i ponti e soprattutto
che sono cambiati gli interlocutori a cui si rivolge
lo strumento guida: non
tanto gli stranieri dell’internazionale protestante
per i quali vennero predisposte le traduzioni (le
quali peraltro sono in
corso d’opera anche per
questo ultimo testo), ma
un pubblico italiano, fatto di scuole e di gruppi
delle più varie provenienze. A loro si deve far capire che di questa minoranza religiosa la storia
non è l’unico aspetto, anche se è fondamentale: e
allora si correda il testo
con box, schede e richiami sull’antropologia, sul
problema linguistico, sulla cucina, quanto insomma può attrarre un pub
blico non specialisticoi
Nel corso della prespflì
tazione da parte dell’autore a Torre Pellice il 9
novembre, per iniriat^
del Centro culturale vi
dese, sono state raccol
opinioni e suggerimei
non solo sul contenuto;
del volume, ma anditi
sui primi risultati del su^
utilizzo pratico nel contatto con i visitatori.
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Gli scritti di Gabriele Mercol
Ecumenici a Pinerolo
MARCO ROSTAN
SABATO 25 ottobre,
al museo diocesano,
Pier Carlo Pazè e Marcella Gay hanno presentato
una raccolta di scritti di
Gabriele Mercol raccolti
nel quaderno «Nel Pinerolese un cammino di otto secoli verso traguardi
ecumenici». Presenti anche i due vescovi, Pietro
Giachetti e Piergiorgio
Debernardi, e un pubblico raccolto e interessato
che nel dibattito ha in
vari modi sottolineato
l’importanza della svolta
del Concilio Vaticano II,
la necessità di proseguire nella collaborazione tra valdesi e cattolici, la speranza che Tintercomunione sia una
tappa prossima nel cammino comune, nel quale
non è necessario diventare simili ma si può convivere nella diversità e vivere le proprie caratteristiche in uno spirito di
accettazione reciproca.
Gabriele Mercol è un
personaggio storico della
diocesi pinerolese: nato
nel 1911 è sacerdote da
65 anni, direttore de L’eco
del Chisone dal 1950 al
’70, animatore del segretariato per l’unità dei cristiani sorto in diocesi nel
1961. Gli scritti raccolti
nel quaderno, al di là di
un percorso autobiografico, dialogano con il
mondo valdese: vi compaiono da Paolo Ricca a
Valdo Vinay, da Agape al
Documento sinodale sull’ecumenismo, all’Intesa
sui matrimoni interconfessionali, a Bruno Rostagno e Marcella Gay che,
in sede di presentazione,
ha definito il libro di Gabriele Mercol molto bello.
Bello, interessante, ma
certamente discutibile su
tanti punti storici e di attualità: a cominciare dal
capitolo sull’insegnamento della religione nella scuola pubblica che
Mercol vorrebbe più ecumenico, senza per altro
metterne in discussione
rimpianto concordatario.
I prossimi
spettacoli
Nuovi appuntameli
nel Pinerolese ,
amanti del palcoscem®!
Venerdì 15, alle 21>’'
all’auditorium del Li®®“/
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8 euro). A seguire:
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PAG. 13 RIFORMA
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È in corso la XXIII edizione della rassegna
Le mele di Cavour
l'azienda sperimentale di Bibiana «Malva Arnaldi»
'^coinvolta direttamente nell'ormai tradizionale kermesse
jll’insegna di «viva le
I meglio se biologiC è stata aperta a Capirla rassegna «Tuttoarrivata quest’anJa XXIII edizione. A
' ¿erma della crescente
'enzione per la produce «naturale», per accana fiera si passa,
Leno idealmente, dalteienda sperimentale
Ualva Arnaldi» di Bibia; dove sabato 9, alla
^enza della presidente
, bla Provincia, Mercedes
’stesso, è stato inaugurato
jjentro di riferimento
¡l’agricoltura biologica.
La fondazione dell’ajenda risale agli Anni 20
mando, veri «pionieri»
lelsettore, Liborio Malva
{Virginia Arnaldi scoiselo di destinare la loro cascina e gli annessi terreni
ama scuola teorico-pra[Jllcadi agricoltura. Per
molti anni dedicata al retipeio e alla valorizzatone di antiche varietà
locali di melo, castagno e
lite, dal 2001 l’attività del
Centro ha puntato sulla
sperimentazione nell’apicoltura biologica, con
la semina di quattro ecotipi di mais da polenta.
I la «Malva» sarà anche
«involta nell’annunciatotrasferimento in vai
felice del terzo anno del
torso di laurea in Agri
ì.ce il 9
iziativìi
de vaiaccote'
imenti
tenuto
anche.
iell’au^ coltura biologica della
Facoltà di agraria.
Per quanto riguarda
iTuttomele», la rassegna
tavourese continua fino a
Jomenica 17 con l’attesa
La «Malva Arnaldi» di Bibiana
del pienone. Giovedì 14,
giornata dedicata alla potatura curata dalla Coldiretti: alle 14,30, al Teatro
tenda, pièce della compagnia «Nuovo Teatro» e alle 15,30 l’apertura degli
stand. Alle 21, il Piccolo
varietà di Pinerolo porterà in scena la commedia di Luigi Oddoero,
«Col’intriganta Mare Madona». Si prosegue venerdì 15, alle ore 9, con
l’esposizione ornitologica
e avicola; alle 15,30 si
aprono gli stand. In serata, alle 20,30, in piazza
Sforzini, si balla con i
«danzatori di Bram» e, alle 21, concerto dell’orchestra «Pinarolium sinfonetta» dell’istituto Gorelli. Sabato 16, aUe 10, apertura degli stand e prova di spandimento compost. Alle 15 «percorso di
potatura» e alle 21 cabaret con Enzo Cortese.
Sempre alle 21 tornano i
«danzatori di Bram». Domenica 17, alle 10, apertura stand con i prodotti
tipici di Sardegna e Ligu
ria; alle 14,30, sfilerannoper le vie cittadine la
«Banda musicale di Mongardino» e la «Società filarmonica Verdi» di Caprie con concerto finale;
alle 15, il «Coro Piemonteis La Roca» e alle 21 l’orchestra «Luigi Gallia». Gli
stand chiudono alle 22,30.
Per sostenere gli ospedali valdesi
23.000 firme
DAVIDE ROSSO
SONO più di 23.000 le
firme raccolte fra la
popolazione delle Valli a
sostegno degli ospedali
valdesi. Le firme verranno consegnate, sabato 16
novembre, ai presidenti
delle Comunità montane
valli Pellice, Chisone e
Germanasca per essere
portate in Regione.
Il segretario pinerolese
della Cgil, Vincenzo Bertalmio, intanto chiede,
con un comunicato, ai responsabili degli ospedali
di presentare al più presto, ai sindacati e agli enti
locali, «il piano con cui si
intende rispondere ai
problemi degli ospedali,
perché ogni giorno che
passa è per i lavoratori e
per i cittadini un giorno
perso». La manifestazione, si legge ancora nel comunicato della Cgil che è
tra gli organizzatori della
mobilitazione, è più che
mai opportuna perché «il
rischio evidènte è di avere sul nostro territorio
una Sanità che non risponde più ai bisogni dei
cittadini». Ed è a rischio
per Bertalmio anche «una
grossa fetta del patrimonio professionale pinerolese». Per questi motivi la
Cgil, ma non solo questa,
chiede alla Ciov di presentare velocemente il
piano che poi ovviamente, e qui si inseriscono le
Comunità montane, andrà valutato con gli enti
locali oltre che con l’Asl
e la Regione. La richiesta
forte, in sostanza, che
sembra emergere dalla società pinerolese è
quella di un piano che risponda alle esigenze del
territorio piuttosto di
uno che dia risposte solo
di tipo economico come
si teme preferirebbe invece avere la Regione.
Concerti, dibattito, seminario e tanta fraternità
Radio Beckwith in festa
Domenica 10 qovembre, nel tempio di Torre
Pellice, un applauditissimo concerto del quintetto Architorti ha coronato
la festa di Radio Beckwith evangelica che quest’anno ha compiuto diciotto anni. Sabato 9, alle
Officine Colors, dopo il
corso di perfezionamento del Coordinamento
radio evangeliche in Italia, pienone di giovani e
giovanissimi per il concerto dei Kalamandra.
NELLE CHIESE VALDESI
SEMINARIO BIBLICO DELLE UNIONI FEMMINILI
■ Sabato 16 e domenica 17, alla foresteria di Villar
Perosa, seminario biblico delle Unioni femminili del
distretto. Inizio ore 14,30; prosecuzione dopo cena e
la domenica fino a metà pomeriggio. Tema dell’incontro «Con queste mia mani io...».
INCONTRI TEOLOGICI MIEGGE — Domenica 17
novembre, alle 18, nei locali della chiesa valdese di
Luserna San Giovanni, per il Collettivo teologico Giovanni Miegge, verrà letto e commentato il libro di Jurgen Moltmann, «Il Dio crocifisso».
STUDIO BIBLICO DI CIRCUITO — Martedì 19 novembre, alle 20,30, alle Fucine di Rorà, incontro di
studio biblico del 1° circuito.
ANGROGNA — Martedì 19 novembre riunione
quartierale, ore 20,30, al Prassuit.
BOBBIO PELLICE — Martedì 19 novembre, ore 15,
riunione quartierale all’Inverso.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Giovedì 14 novembre
alle 14,30, riunione a Bricherasio; alle 20,30 riunione
ai Peyrot.
MASSELLO — Venerdì 22 novembre a Reynaud,
ore 20,30, riunione quartierale con introduzione
all’ebraismo.
POMARETTO — Il prossimo incontro dell’Unione
femminile sarà il 15 novembre alle 14,30 alla scuola
del Clot. Mercoledì 20 novembre, alle 20,30, riunione
quartierale a Pomaretto.
FRALI — Le prossime riunioni quartierali saranno
il 19 novembre, alle ore 20, a Orgere e il 20 novembre,
ore 20, a Pomieri.
PRAROSTINO — Mercoledì 20 novembre, alle 15,
riunione quartierale ai Cardonatti.
TORRE PELLICE — Venerdì 15 novembre, ore
20.30, riunione quartierale agli Appiotti. Lunedì 18,
ore 20,45, studio biblico condotto dal pastore Pasquet
al presbiterio; tema dell’incontro, sulle beatitudini:
«Dovremmo soffrire... per essere felici». Martedì 19,
alle 20,30, riunione all’Inverso; mercoledì 20, ore
20.30, riunione ai Coppieri-Chabriols.
VILLAR PELLICE — Venerdì 15 novembre, alle
20.30, riunione quartierale al Serre.
VILLASECCA — Le prossime riunioni quartierali,
alle ore 20 saranno il 18 novembre a Pian Faetto, il 19
ai Trossieri e il 22 a Villasecca.
Errata corrige
SAN GERMANO — L’assemblea di chiesa per valutare la possibile rielezione del pastore Deodato per un
altro settenio non avverrà il 1“ dicembre, come erroneamente riportato a pagina 11 dello scorso numero
dì Riforma-L’eco delle valli, ma il 24 novembre. I membri elettori sono caldamente invitati a partecipare.
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Comunità montana
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Comunità montana
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GIÀ 23.425 CITTADINI HANNO FIRMATO PER
SALVAGUARDARE I SERVIZI SANITARI!
biFENDIAMO GLI OSPEDALI VALDESI!
PARTECIPIAMO ALLA MANIFESTAZIONE
che si terrà
SABATO 16 NOVEMBRE 2002
insieme a sindaci, assessori e consiglieri comunali, provinciali, regionali, parlamentari,
associazioni, forze politiche, forze sociali, lavoratori degli ospedali
In VAL PELLICE, alle ore 10: corteo con partenza dal municipio di Luserna San Giovanni
e arrivo al municipio di Torre Pellice
In VAL CHISONE e GERMANASCA, alle ore 14,30: corteo con partenza dalla località San Sebastiano
di Perosa Argentina e arrivo al municipio di Pomaretto
NON POSSIAMO MANCARE!
^ presidente della Comunità montana
^^lli Chisone e Germanasca
Roberto Prinzió
Il presidente della Comunità montana
vai Pellice
Claudio Bertalot
16
PAG. 14 RIFORMA
i E Eco Delle Yaui Iàldesi
venerdì 15
SPORT
Volley
In serie D femminile il
SS'Nova Siria Pinerolo è
stato battuto in casa dalla Cms Sirecom Lingotto,
con un 3 a 1 dopo un incontro disputato alla
grande. Nonostante la
sconfitta le pinerolesi
hanno giocato una buona partita, lottando punto su punto e non smettendo mai di crederci,
come dimostrano i parziali dei quattro set: a fine incontro le torinesi si
sono complimentate con
le padrone di casa per la
prestazione e l’agonismo
dimostrato in campo. Resta così in testa alla classifica la Cms Sirecom. Sabato 16 novembre per il
3S Nova Siria Pinerolo arriva il derby contro la Galop Pinerolo Vbc, reduce
da una sconfitta con la
Credem Volley Saluzzo.
In Serie C maschile la
vittoria al tie-break sul
Csa Fortitudo Occimano
di sabato 9 novembre lascia la Volley Pinerolo
imbattuta. Partita molto
combattuta dai ritmi altalenanti, con un Occi
mano molto grintoso che
ha saputo mettere in difficoltà la formazione pinerolese, costringendo
più volte l’attacco della
Volley Pinerolo a riorganizzarsi. La Volley Pinerolo sale a quota 12; sabato prossimo capitan
Baronetto e compagni
ospiteranno il Vbc Mondovì, formazione forte,
pericolosa, determinata.
Nel carhpionato under
17 femminile la Cerutti
Pinerolo ha vinto per 3-2
sul campo del Lasalliano;
nel campionato under 15
femminile l’Olimpia Rivoli ha battuto il 3S Nova
Siria Luserna 3-0 (25-16;
25-23; 25-18); nel campionato under 20 maschile il 3S Nova Siria Pinerolo ha battuto lo Sporting
Patella 3-1 (23-25; 25-11;
25-18; 25-19). Nel campionato Under 15 femminile il derby Cerutti Pinerolo-3S Nova Siria Pinerolo è finito 3-0 (25-20;
25-23; 25-17) mentre rincontro 3S Nova Siria Luserna B - Polisportiva
Bruinese è finito 1-3 (1325; 25-18; 13-25; 7-25).
Curling
Sabato 9 novembre si è
svolta la prima tappa del
campionato di serie B (girone E) presenti il Curling
Club Courmayeur con
due formazioni, il Curlin
Club Draghi di Torino, il
Gs Geas di Sesto San Giovanni e il 3S Luserna. La
classifica: 1“ Curling Club
Courmayeur A; 2° G.S.
Geas; 3° Draghi Torino; 4°
Curling Club Courmayeur B; 5“ 3S Luserna.
Il 3S Luserna, privo del
4“ giocatore, ha disputato gli incontri che sono
stati considerati persi a
tavolino; era necessario
disputarli ugualmente
perché nelle prossime
tappe le penalità sarebbero state maggiori. In
campo per il 3S Mario Sibille, Eros Gonin, Alberto
Rostagnotto: formazione
fortemente rimaneggiata, che ha patito le assenze di Pons, Cogno e Manovella. Prossimo appuntamento il 14 dicembre a Sesto San Giovanni,
in attesa della tappa dell’8 e 9 febbraio 2003 allo
stadio di Pinerolo.
Pattinaggio artistico
L’Associazione 3S organizza un corso di avviamento al pattinaggio artistico allo Stadio
ghiaccio di Torre Penice. Le lezioni inizieranno mercoledì 13 novembre, dalle 18,30 alle
19,30. Il corso comprende 10 lezioni al costo complessivo di 50
euro. Informazioni e
iscrizioni: 0121-932844
(dal lunedì al venerdì
dalle 14 alle 19), oppure allo stadio nell’orario del corso.
Tacabanda
Musiche
valligiane
Il Tacabanda concede il_
bis a Villar Pellice: sabato’
16 novembre, nella Sala
polivalente, serata di canto e danze con i «Sounalh» con musiche delle
valli franco-provenzali.
Uno spettacolo per cinque musicisti e un attore
sul tema del viaggio lungo quelle che venivano
definite le vie o le strade
del sale, sulle tracce di
contrabbandieri e acciugai: un itinerario che va
dal mare alla montagna e
dalla montagna alla pianura, da una valle alì’alr
tra, di qua e di là dell’arco
alpino occidentale.
Nato dalla collaborazione fra l’associazione
Musica viva e Onda Teatro, «Tsamin d’ia sai» è un
concerto-recital (che sta
per sfociare in un Cd),
dove un repertorio originale di canti e musiche
raccolte nelle valli francoprovenzali del Piemonte
settentrionale, dalla vai
Sangone alle valli di Ganzo e Susa si combina con
testi narrativi che riprendono liberamente leggende e storie di vita della
tradizione montanara. Alla musica proposta da Li
Sounalhé (i suonatori, nel
patuà delle valli di Ganzo)
si alterna un recitativo
condotto da Graziano
Giacometti. Il gruppo è
composto da Ilio Amisano (voce, organetto), Flavio Giacchero (cornamusa, clarinetto, flauti, voce), Enrico Negro (chitarra, mandola, voce), Pierluigi Ubaudi (voce, basso
tuba) e Davide Vergnano
(violino, voce).
APPUNTAMENTI
14 novembre, giovedì
TORRE PELLICE: L’Unitrè organizza, alle 15,30, alla Casa v^dese, una conferenza del dott. Mauro
Gnaccarini, dal titolo: «H20...biettivo salute. Salviamo l’acqua malata da inquinamento».
15 novembre, venerdì
BOBBIO PELLICE: Alle 21, nel tempio, concerto del
coretto valdese di Bobbio, Villar e Torre Pellice.
PINEROLO: Alle 21, nella sede del Cai, serata su
«Prevenzione incidenti e primo soccorso», nell’ambito del corso di speleologia.
CAVOUR: Nell’ambito di «Tuttomele», al teatro tenda, alle 21, concerto dell’orchestra Pinarolium Sinfonetta dell’istituto Gorelli di Pinerolo.
16 novembre, sabato
TORRE PELLICE: Alle 15, nella biblioteca comunale di via d’Azeglio, pomeriggio sul tema: «Nel mio
paese nessuno è straniero». Spettacolo teatrale con il
gruppo teatrale del Pinerolese Social Forum; intervento di Renzo Dutto della comunità di Mambre di
Saluzzo su: «Immigrazione perché...» e «animazione e
musica» con i giovani di Stazioniamo.
RORÀ: Alle 21, nel tempio, concerto del coretto valdese di Bobbio, Villar e Torre Pellice.
PINEROLO: Alle 21, al teatro Incontro di via Caprilli, la Compagnia dei miracoli di Santena presenta «Un
seugn birichin».
CUMIANA: Alle 21,15, nella sala Carena, la compagnia «Teatro specchio» presenta «Le sedie».
SAN SECONDO: Alle 21, nella chiesa parrocchiale,
concerto del còro «Gli amici di Giò» e del «The white
gospel group».
17 novembre, domenica
TORRE PELLICE: Alle 16, al teatro del Forte, va in
scena lo spettacolo «Zorba il gatto».
PINEROLO: Al salone dei Cavalieri di viale Giolitti,
alle 15,30, incontro interreligioso di preghiera per la
pace organizzato dall’Ywca-Ucdg con il patrocinio
del Comune di Pinerolo.
18 novembre, lunedì
RINASCA: Dalle 8 fiera autunnale zootecnica.
21 novembre, giovedì
TORRE PELLICE: Alle 15,30, alla Casa valdese,
l’Unitrè propone un incontro con Mario Marchiando
Pacchiola su: «Van Gogh e dintorni».
23 novembre, sabato
TORRE PELLICE: Alla Foresteria valdese Giornata
per il decennale del gruppo Diapsi vai Pellice. Alle 12
pranzo (prenotazioni entro giovedì 21 novembre ai
numeri 0121-91535 e 0121-900057). Ore 15, la psichiatra Livia Gay parla sul tema «La pratica dei servizi
territoriali nel confronto con chi soffre di problemi
psichici». Seguirà dibattito.
notturna, prefesti^^
telefono 800-2331 tV
GUARDIA FAI
(turni festivi con
DOMENICA 17
Cavour: Comunale-v»#,
ma 35, tei, 68211 ^
Penosa Argentina:
via Umberto I, telef. aij|j
Pinerolo: Bert-viaC(Z
gol, tei. 322950 ^
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SERVIZIO ELIAIt
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Cinema Trento prg
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alle ore 21,15,
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Nuovo cinema co
le presenta, sabaì
ore 21,15, domen!
ore 16,30 e 21,15,
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40181 -'338-7761147,
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CONSORZIO
Via Vìgone, 42
Pinerolo (TO)
Te!. 0121.2361
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LA RACCOLTA DELL’“UMÌba
ADESSO TOCCA A VOI!
PER LA FRAZIONE
"UMHXr REVOLEARE
a SACCHETTO
SCEGLIERE UNA
PATTUMIERA
APPOSITA
In ogni comune del bacino, con la
collaborazione dei sindad, il Consorzio
ACEA ha promosso assemblee con la
dttadinanza; ha affisso manifesti, collocato
pannelli, pubblicato inserzioni sui giornali)
inviato ad ogni famiglia il depliant e il giornale
Orizzonti ACEA con la spiegazione della
nuova raccolta differenziata; ha anche
distribuito i primi sacchetti e organizzato un
circuito di esercizi commerciali in cui è
possibile trovarli; ha girato le fiere e è stato
presente ad ogm occasione con il mezzo
itinerante per incontrare i cittadini, ha
promosso iniziative nelle scuole... e ripeterà
ancora tutto questo.
LE PRINCIPALI DOMANDE
• Come procurarsi il sacchetl
territorio, il sacchetto verde è disti
(al 15 ottobre) tramite 25Q^eserg
commerciali che hanno aderiti
vicino a casa vostra (panettieri,
alimentari in primo luogo) e poi in i
supermercati. Gli elenchi, soti
pubblicazione sui giornali; ogra ne;
ha un adesivo di segnalazione in velj
Adesso però tocca a voi cittadini, con il
vostro impegno quotidiano nella
suddivisione deH'immondizia, alimentare
il nuovo stabilimento.
INIZIATE LA NUOVA RACCOLTA: 1
SACCHETTI VERDI NEI CASSONETTI
DEVONO ESSERE TANTI!
• Quanto costa al cittadino? Il sao
verde per la caratteristiche che ha (s
elastidtà, doppio colore) è miglit®e dù
sacchetti di plastica. H Con
interviene con un contributo!
di venderlo agli esercizi comme
prezzo simile ai sacchetti in con
Ogni negozio lo distribuisce
sue abitudini, secondo quanto)!®
prima; lo regala o lo vende ad un ph
contenuto.
secón
NeU'immagine Verde sacchetto vi sta
ripetendo le principali indicazioni per la
raccolta corretta.
Per qualsiasi dubbio chiamate il
numero verde 800808055 dal lunedi
al venerdì (9.00-12.3014.00-17.00).
• Le altre raccolte differenziate?
continuare ad essere praticate, atM)
contenitori stradali; carta e carti
ecoisole; ove possibile con le
domestiche, ecc. Nel bacino A< ..
raccoglie l'alluminio (es. lattìne^ffi
LEGARE BENE
CON
DOPPIO NODO
VERDE
SACCHETTO
ASPETTI POSITIVI
I principali aspetti positivi apprezzati nelle
assemblee pubbliche sono:
• Una raccolta comoda. Si lascia il sacchetto
verde insieme agli altri nel cassonetto
della raccolta indifferenziata: un motivo
separato, ma sarà lo stabih ,,
effettuarne ü recupero dalla'- hs
in più perché ogni famiglia si abitui a
iifter
"Secco"; die la plastica da collo
cassonetti stradali è solamente qu
può essere riciclata con facilità (lei
di PET e i flaconi di PVC); il resto jjq
lasciato nella frazione "Secco'^^
valorizzato nello stabilimento.
differenziare.
I Con la piena collaborazione dei cittadini,
il bacino ACEA dal prossimo anno avrà
una soluzione per l'immondizia
crescente, e anche prima di tante altre
zone del Piemonte ancora indecise sulla
strada da prendere.
1 sacchetti si rmnpono quandò.v«^
scaricati nel compattatore? Nò, se
annodati bene con doppio iiodo,
sono particolarmente elastìe® "
rompersi.
LA FRAZIONE
"SECCO”'
può essere
raccolta in
qualsiasi sacchetto
c
• Il nuovo stabilimento è un ottimo
strumento per valorizzare al massimo v,
rifiuti (diventano compost, energia,”*
metalli, ecc.)
800-808055
uno raccolto comoda che inizia do coso
: •Nei cassonetti si può cor
immondizia sfusa? No. Lo
suddivide solo, i sacchetta
cittadini devono evitare di
sftisi nei cassonetti e dev<»»^<^
bare tutti i sacchetti.
vostra: utili:
17
li 15 NOVEMBRE 2002
Pagina Dei Lettori
PAG. 15 RIFORMA
nuovo mondo è possibile
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Ìaolo Naso. Pochi nel comKso i partecipanti evangelifjja è stato rallegrante ve
te la partecipazione dell’in1 corso per operatori dia‘ ali che si svolgeva a Casa
fLs a uno dei seminari; e
«Ire un gruppetto di fiorenimpegnati nei seminari,
el corteo di sabato e in un
incontro interreligioso per la
“ce che ha avuto luogo domenica mattina all’Isolotto
la varietà delle voci. Sullo
stesso tema, come per esemio la costituzionalizzazione
Lopea dalla Carta di Nizza
alla Convenzione di Bruxelles, si potevano ascoltare interventi massimalisti che
squalificavano radicalmente
lacostmzione europea e oratori che indicavano i punti
critici su cui è importante insistere perché il processo
avanzi anziché arretrare.
jVon sintesi ma convergen28. La varietà di voci non consente una sintesi (nessun documento finale prodotto dal
Fse), ma pure si iscrive in una
convergenza rappresentata da
due orientamenti unificanti:
no alla globalizzazione neo-li- '
berista che rende più ricchi i
ricchi e più poveri i poveri, sì
alla globalizzazione della solidarietà; no alla guerra «senza
se e senza ma», sì alla pace
conl’Onu o senza l’Onu.
Chiese e religioni
Un evento serale e alcuni
seminari hanno avuto per argomento chiese e religioni.
Alcuni seminari sono stati organizzati per iniziativa di
movimenti cattolici (la «mano sinistra» della Chiesa cattolica, come Pax Christi, Beati costruttori di pace, «Noi
siamo chiesa». Comunità di
base, ecc.) e, per parte nostra, dalla Federazione delle
chiese evangeliche. Agape,
Confronti. Ma l’evento serale,
su (di ruolo delle religioni
nella critica alla globalizzazione» è stato progettato autonomarhente dagli organizzatori del Fse. Questo fatto, e
la notevolissima risposta di
partecipazione a questi eventi, rappresenta una novità.
«Al Forum sociale mondiale
diporto Aiegre - ha osservato
Rogate Mshane, che su nostro invito ha rappresentato il
Consiglio ecumenico delle
chiese in uno dei seminari non c’erano le chiese e non si
S parlato di religione. Qui a
Firenze l’interesse non per le
tstituzioni religiose ma per i
problemi della fede e per il
Jtjolo delle religioni è un fatto
di assoluta novità e di grande
nnportanza. Le chiese faranno bene a non restare indietro rispetto a questa realtà».
Dai due seminari a cui ho
partecipato, seguiti da 120tnO persone ciascuno in una
*«a del moderno «Palaffari»,
riporto alcune suggestioni.
Aproposito del ruolo delle
thiese nella costruzione della
nova Europa, più voci han0 invitato le chiese a non afnnnarsi a ottenere la menane delle «radici cristiane»
dell’Europa nella costituzione in via di costruzione, ma a
predicare piuttosto, e vivere,
un cambiamento di stile di
vita che contrasti l’instancabile spinta al consumismo
che ci intorpidisce.
«La fede in Dio - ha detto
Tariq Ramadan, che rappresentava un movimento di
islamici in Europa nel seminario su cristianesimo, islamismo ed ebraismo in Europa - deve avere conseguenze
nel comportamento dei credenti: c’è un’etica del mangiare, del vestire, del possedere, del parlare le cui scelte
non possono contraddire la
fede proclamata». «Insieme ha osservato in un intervento
dal pubblico Renzo Fanfani,
prete operaio a Firenze - abbiamo riconosciuto l’“idolo
unico” che distrugge la vita.
Mammona, a cui l’Evangelo
ci chiama a opporci».
Passi avanti
La presenza delle chiese
non è il solo passo avanti riscontrato. C’è anche l’importantissimo progresso rappresentato dalla partecipazione
della Cgil. Non solo per i più
di 100.000 lavoratori che hanno assicurato una coda compatta e ordinata del corteo di
sabato, ma per la partecipazione di Guglielmo Epifani,
ascoltato e applaudito in uno
degli eventi centrali del Forum. A Genova una certa presa di distanza di Cofferati (sabato nel corteo con i suoi)
aveva consentito una partecipazione di singoli (molti) e
non dell'organizzazione. Anche i partiti della sinistra (a
parte Rifondazione, da sempre no global e a rischio di
egemonizzare il movimento)
erano maggiormente presenti a Firenze. Speriamo che
questo progresso corrisponda a una considerazione non
marginale ed episodica dei
temi proposti dal movimento
dei movimenti al Fse.
Con il corteo assolutamente pacifico del 9 novembre,
anche la discriminante nonviolenta ha fatto un passo
avanti. Presente nella piat
■ taforma del Genoa Social Fo
rum (ma sommersa da una
violenza in massima parte
esogena) a Firenze è diventata
visibile e radiosa. Le sue due
componenti, quella pacifica e
quella pacifista si saldano ora
in una miriade di iniziative
per la pace che al termine del
Fse sono state indette in tutte
le città europee per sostenere
in via urgente e permanente il
rifiuto che l’Europa deve opporre alla guerra americana
all’Iraq, insincera nelle sue
motivazioni e tragica negli effetti che avrà nell’attizzare
l’odio degli oppressi.
Sono passi avanti che rivolgono un appello alla partecipazione critica e impegnata
degli evangelici: essi attendono bensì il «nuovo mondo
possibile» dal Signore; ma da
sempre sanno di doverne
portare i segni nel nostro po
vero mondo impossibile.
Franco Giampiccoli
■ POSTA
Comportamento k Diciamo no
censurabile al moralismo
Ho avuto occasione di vedere, su Internet e in tv, come
il nostro fratello Lucio Malan
dal suo alto incarico istituzionale si adoperi per smentire la
credenza, diffusa anche fuori
dalle nostre chiese, che noi
valdesi siamo persone di una
certa probità e correttezza.
Ovviamente, la visione del famoso filmato mi ha irritato e
deluso; dopo tutto la moralità
dell’atto di votare al posto di
un assente è simile a quella
del rubare in un supermercato 0 di timbrare il cartellino
per un collega assenteista. Mi
è venuto anche da chiedermi
se atti del genere potrebbero
accadere in un paese di cultura protestante e quale, una
volta accaduti, sarebbe l’avvenire politico di chi li commettesse. Ma pare che qualche
ammiratore italiano degli Stati Uniti non apprezzi invece
l’etica pubblica di quel paese,
da cui gli italiani avrebbero
non poco da imparare.
Mi sono anche chiesto se
dovremo aspettarci che al
prossimo Sinodo qualcuno
tenterà di inserire nell’urna,
eleggendo la Tavola, anche la
scheda del suo vicino di banco. Mi sono posto queste domande, ma fino a oggi le ho
tenute per me, per due ragioni. Una è che non ho votato
per Malan, e credo che il suo
comportamento abbia arrecato offesa soprattutto ai
suoi elettori (in particolare
ai pochi valdesi che lo hanno sostenuto). La seconda,
più seria, è che mi sono chiesto se fosse giusto, anche di
fronte a un comportamento
certamente censurabile, esprimere un pubblico giudizio di condanna del suo autore («chi non ha peccato
scagli la prima pietra»).
Poi però ho visto, udito e
letto su vari organi d’informazione (inclusa Riforma)
l’autodifesa di Malan che,
seguendo l’esempio del proprietario del suo partito e attuale premier, una volta colto con le mani nel sacco cerca di passare per vittima. Sono sbalordito. La prossima
volta ci sentiremo dire che
non c’è niente di male a evadere il fisco?
Paolo Fiorio-Tom Pellice
Laurea
Il 30 ottobre Barbara Chanforan, di Torre Pellice, ha
conseguito la laurea in Medicina veterinaria presso l’Università di Torino, riportando
voti 101/110. Barbara ricorda
che il soggiorno presso l’Ostello valdese di Torino le è
stato molto utile per il percorso universitario. Felicitazioni e buon lavoro.
Liliana Ribet - Torre Pellice
Caro direttore,
sul numero del 1° novembre comparivano ben quattro
articoli (di cui tre ad personam) sulla questione, non
nuova ma risalita nuovamente alla luce delle cronache
per l’intervento del sen. Bordon, dei parlamentari pianisti. Credo che, di tutti gli articoli, tre punti siano degni di
riflessione. In primo luogo:
votare per un assente è una
menzogna? Se lo fosse, lo sarebbe sempre e ovunque, anche' nelle associazioni dove è
possibile delegare il proprio
voto a un altro membro (tra
le altre, l’Associazione degli
arbitri di calcio), e lo sarebbe
anche in alcuni comuni del
civilissimo (e protestante!)
Cantone di Zurigo, dove si
può ricevere la delega di un
familiare per il voto. Ritengo
che si tratti di una pessima e
indifendibile prassi presente
nel nostro Parlamento (e la
difesa che ne fa il sen. Malan
non mi ha convinto affatto),
ma non credo sia il caso di liquidarla con un’apodittica
condanna di infamia.
Secondo: due degli articoli
danno per scontato che un
cittadino italiano debba comportarsi meglio degli altri in
quanto valdese. In questa occasione far sapere che il sen.
Malan è valdese sarebbe stata addirittura una vergogna.
La Confessione di fede valdese recita (art. 10): «...tutta
la posterità d’Adamo è colpevole in esso lui e con esso
lui della sua disobbedienza,
infetta della sua corruttione,
e caduta nella medesima calamità...». Io provo vergogna
per il mio peccato, non per
quello degli altri. Sono certo
che l’incoerenza mia è dannosa alla testimonianza, più
che l’incoerenza del mio fratello. E solo prendendo le distanze dal mio peccato incontro il fratello in quel luogo comunitario dove la parola liberatoria di Cristo viene
proclamata. Allontaniamo
da noi la tentazione del moralismo e della presunzione
(i valdesi fanno tutto meglio...) e ricordiamoci di pregare per tutte le autorità e
per gli amministratori della
cosa pubblica.
Infine, non ritengo fraterna
la prassi di denunciare pubblicamente il peccato altrui,
anche se notorio. Ho apprezzato il tuo articolo che riferisce correttamente sui fatti ed
esprime un giudizio chiaro e
netto sull’errore, ma si astiene dal giudicare l’errante.
Una quindicina di anni fa,
una polemica piuttosto aspra
sull’etica politica veniva
chiusa con una serie di interventi sotto un titolo comune:
«Niente scomuniche!». Mi
auguro che valga ancora oggi.
Emanuele Fiume - Felonica
Sottoscrizione Fcei e Ucebi
Per i terremotati del Molise
Le chiese evangeliche italiane si stanno mobilitando in
questi giorni per contribuire a portare solidarietà alle vittime
del terremoto che il 31 ottobre ha colpito il Molise. La Federazione delie chiese evangeliche in Italia (Fcei) ha deciso di
lanciare una sottoscrizione speciale a favore delle vittime. I
fondi saranno utilizzati per sostenere progetti di aiuto, che
verranno elaborati di concerto con le chiese membro della
Fcei. Per contribuire: versamenti sul ccp n. 38016002 intestato a Federazione delle chiese evangeliche in Italia. Causale: «Pro terremotati Molise», oppure: versamenti su Banca
popolare etica, Abi 05018, Cab 12100, conto 502060.
Anche l’Unione cristiana evangelica battista d’Italia (Ucebi) ha deciso di promuovere una raccolta di fondi di solidarietà da far pervenire sili posto. Il presidente delI’Ucebi, Aldo Casonato, ha scritto una lettera a tutte le chiese battiste
in Italia per informare sulla situazione delle tre chiese battiste presenti a Campobasso, Ripabottoni e Macchia Valfortore. La situazione più difficile al momento è a Ripabottoni,
dove tutto il paese è stato evacuato. Il locale di culto di
Macchia Valfortore è lesionato, mentre quello di Campobasso, pur avendo due grosse lesioni, è stato giudicato agibile dai vigili del fuoco. Il presidente Ucebi esprime «affeC
to, vicinanza, solidarietà» a tutti coloro che sono stati colpiti dtil terremoto e chiede alle chiese di far sentire la propria
vicinanza ai fratelli e alle sorelle colpite e a tutta la popolazione. Per contribuire; versamenti su Banca popolare di
Novara, Gin Y, Banca 056Û8, Gab 03201, n. conto 1048. Gausale: «Aiuto alle chiese battiste del Molise». (nev)
Nuovo indirizzo
Il pastore Angelo Ghiarelli
comunica il proprio nuovo
indirizzo: via Ulica 26, 00049
Velletri (Rm).
i Toni poco
fraterni
Garo direttore,
vedo sulle pagine di Riforma un ampio spazio dedicato
alla cronaca parlamentare,
soprattutto alla vicenda dei
«pianisti» e in particolare
(per la prima volta dalla sua
elezione) al senatore Lucio
Malan che ha suscitato in Lei
«stupore e sgomento», biblico dispiacere in Marco Rostan e addirittura «vergogna»
in Gianni Rostan.
Lucio Malan è mio fratello
ed è padrino del più piccolo
dei miei figli, se mai ci fosse
da sgomentarsi e soprattutto
da vergognarsi sarei il primo
a doverlo fare. Così non è, il
motivo è tecnico e semplicissimo anche se i nostri «neohenpensanti» fanno finta di
non conoscerlo, ma tant’è,
siamo pur sempre nel paese
dei 55 milioni di Commissari
tecnici della Nazionale di calcio, non c’è dunque nulla di
male che molti si inventino
esperti di regolamenti parlamentari (se sappiamo come
dovrebbe giocare la Nazionale vuoi che non sappiamo
che cosa possono o non possono fare i senatori?).
Quello che mi lascia «stupito e sgomento» è il tono davvero poco, anzi per nulla fraterno che l’ex moderatore
tiene nella sua lettera che,
sfogando un impressionante
livore preconcetto, ha nella
brevità il suo unico ma insufficiente pregio. Accusa la seconda carica dello stato di
«osare» affermare qualcosa
che Gianni Rostan non condivide, e si rallegra che almeno la «vergogna» dell’appartenenza del senatore Malan
medrtrice
alla Ghiesa valdese ci sia stata
risparmiata su quello che è
palesemente il giornale depositario della Verità: La Repubblica.
Purtroppo sono ben altre le
cose che non ci sono state risparmiate. Non ci è stata risparmiata la trasformazione
di molti sermoni in comizi.
Non ci è stato risparmiato il
totale disprezzo della storia
valdese (ricordate quando si
voleva abolire la celebrazione
del XVII Febbraio?) proprio
da parte di chi ora se ne erge
strumentalmente a paladino.
Non ci. è stata risparmiata
l’adesione ufficiale al Genova'
Social Forum che tutti ricordiamo. Non ci è stato risparmiato, in passato, l’utilizzo
delle assemblee sinodali (allora evidentemente non così
importanti come oggi) come
mezzo per le manifestazioni
più sguaiate delle opinioni
politiche più estremiste. Non
ci è stata risparmiata l’esclusione e l’emarginazione di
chi non si sia adeguato a una
certa egemonia ideologica. E
non ci è stata risparmiata
l’identificazione (dentro e
fuori di essa) della Ghiesa
valdese in una qualsiasi organizzazione di sinistra.
Queste e altre cose mi hanno addolorato e mi addolorano ma, poiché sono state
messe in atto da membri della mia stessa chiesa e poiché
sono evangelico, non mi permetterò di vergognarmi di
loro ma, semmai, pregherò
perché il Signore ci dia, a tutti, la capacità di comprendere che il messaggio dell’Evangelo non è un messaggio di
farisaica squalifica del prossimo ma di amore e speranza.
Fabrizio Malan
Luserna San Giovanni
m mmeannce
Claudiana
VIA PRINCIPE TOMMASO, 1 -10125 TORINO
TEL. 011/668.98.04 - FAX 011/650.43.94 ■ C.C.P. 20780102
http://www.claudiana.it _____
•Visibili chi?
Sta forse riemergendo in mezzo a
' una sindrome da «non visibilità»?
Volt' ®®',®Narno perché, tranne una
a all’anno, in occasione del Sinolel’parla più di noi, mentre
no '^®*°*^* ® carta stampata non fanverh 1 rilievo al protagonismo
0 fn^^ ^ della Ghiesa cattolica?
tile' sindrome è ancora più sotl>ilità''°R ^ latito la nostra scarsa visislbil'ti Ictniamo, ma l’eccessiva vitluest soprattutto quando
Po,j '’a a interessare, a coprire con
Sensitcp’ 'i^l''atradizionalistiche punti
stono T ^'ic^llorii delicate che invelando • i^PPotto, l’approfondimento,
«passione ecumenici
che n «offriamo del fatto evidente
nuij, ‘‘Popolo protestante» in Italia è
'cántente in declino e scarsa è.
nelle chiese, la presenza non solo di
giovani, ma anche di «under 50» (almeno complessivamente), imputando l’irreversibilità di questo processo
al non essere sufficientemente ed
esaurientemente conosciuti? Ma siamo «pudichi, discreti...», o meglio, come più esplicitamente ci hanno puntualizzato i due lettori di Verona
{Riforma del 25 ottobre), timorosi.
Io direi, più brutalmente, che siamo
pigri, paghi. Perché, se mi si permette, il problema non è quello della nostra visibilità, ma esattamente del suo
opposto, quello cioè della visibilità
intesa come nostra capacità di vedere
il mondo esterno. La mia impressione
è che noi siamo discreti perché siamo
coscienti di avere poco da offrire a un
mondo di poveri, ricco sì ma di
preoccupazioni materiali, spaventato da guerre e da rumori di guerra.
espulso (anche in Italia) da processi
economici e imperiali dalla propria
terra, con una gioventù con poche
prospettive, materiali e ideali, pronta
a vendersi pur di sopravvivere o conquistare effimere fortune, di un popolo incline a essere «religioso» in senso
miracolistico, «economico» e quindi
ancora più povero.
Per questo condivido le conclusioni
dei due lettori veronesi. Ma vorrei essere più esplicito. Noi, in genere, siamo soddisfatti quando nelle nostre comunità tutto si svolge secondo il programma che ci siamo dati, anche se
qualche volta cascasse, a fianco a noi,
il mondo. Getto, la lettura, l’approfondimento delle Scritture è fondamentale, ma non possiamo trasformare le
nostre chiese in un gruppo culturale. È
ovvio che, così improntando le nostre
comunità, ci si accostino o si incurio
siscano di noi prevalentemente «intellettuali scontenti», economicamente
tranquilli (fra l’altro una minoranza).
E gli altri? I più bisognosi, i dimenticati? Eppure «quanto sono belli sui monti i piedi del messaggero di buone notizie, che annunzia la pace, che è portatore di notizie liete, che annunzia la
salvezza» (Isaia 52,7).
Siamo scarsamente .profetici. Disquisiamo (con tutto il rispetto e l’apprezzamento per l’approfondimento
biblico) fino all’ultima iota sulla Scrittura, ma siamo sempre carenti nell’annuncio, soprattutto verso i destinatari primi della buona notizia, alle
donne e agli uomini in difficoltà. Forse non li vediamo in primo piano, ma
solo sullo sfondo dei nostri scenari,
confusi con lo scenario stesso.
Ruggero Cattaneo - Savona
ddto
'^.adìo
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il vostro abbonamento, vi chiediamo di farlo con sollecitudine: ci eviterete laboriose e costose operazioni di sollecito.
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Nev
notizie evangeliche
agenzia stampa della Fcei
e-mail: nev@fcei.it
18
PAG. 16 RIFORMA
'MM
Dura da quarant'anni la guerra civile che ha lacerato il paese latinoamericano
Colombia: vincere la sfida della pace
55.000 morti l'anno, 2. 700.000 sfollati interni, in maggioranza contadini Da circa sei anni
importanti organizzazioni colombiane sostengono il Programma perla pace e lo sviluppo
Dopo oltre quaranta anni
di un conflitto che fa circa
35.000 rnorti all’anno, la sfida
della pace è diventata un’ossessione per diversi settori
della società colombiana. «La
pace però esige due condizioni preliminari fondamentali: tutti gli attori e i settori
devono partecipare al suo ristabilimento ed essa deve essere accompagnata da un
processo di sviluppo economico e sociale sostenibile e a
lunga scadenza», afferma Maria Saavedra, intervistata dai
giornalisti. Maria Saavedra è
coordinatrice del programma
di sviluppo del Centro di ricerche e di educazione popolare (Cinep), la cui sede si trova a Bogotá e che è legato alla
Compagnia di Gesù.
struzione del tessuto sociale,
fattore chiave della risoluzio
ne del conflitto», sottolinea
Maria Saavedra che ricorda il
ruolo importante svolto in
questo processo da organiz
zazioni religiose, come per
esempio alcuni vescovati e
organizzazioni come la Rete
ecumenica nazionale delle
donne per la pace. «I progressi sono visibili e promettenti,
anche se sappiamo che porre
fine alla guerra non è un
compito facile né realizzabile
a breve termine, e che questo
potrà richiedere 10 o 12 an
ni», precisa.
La pace si costruisce
dal basso
Programma per la pace
e lo sviluppo
Per promuovere questa
proposta di «pace che integra
e non esclude», importanti
organizzazioni colombiane
sostengono da circa sei anni
il Programma per la pace e lo
sviluppo, che «tende a rafforzarsi e a estendersi in tutto il
paese», precisa Germán Zalama Vasquez, uno dei promotori della Fondazione per
la cooperazione internazionale Synergia che, così come Maria Saavedra, usufruisce dell’appoggio di Interteam, un’organizzazione ecumenica svizzera di aiuto
allo sviluppo. Ambedue stanno effettuando una tournée
Colombia: guerriglieri nello stato
di informazione in Europa.
Secondo il Programma per
la pace e lo sviluppo, la pace
non è solo una sfida per gli
attori militari, guerriglieri,
paramilitari, forze armate e
di polizia. «Invitiamo anche il
governo, la Banca mondiale,
le chiese, le grandi imprese
pubbliche o private, le organizzazioni di cooperazione
internazionale, i movimenti
sociali, a dibattere sulla necessità della pace e a lanciare
proposte di sviluppo locale
che disarmeranno i venti di
guerra», ha detto Saavedra. AI
giornalista che le chiedeva se
non sarà un’iniziativa in più
fra quelle che già esistono in
questo paese dell’America
di Cordoba
Latina, Maria Saavedra risponde con fermezza che «è
l’unica possibilità reale di risolvere questo conflitto», e
cita l’esempio di quello che
sta succedendo nella regione
del Magdalena Medio (che
raggruppa varie province),
uno dei 14 progetti-modello
gestiti dal Programma per la
pace e lo sviluppo.
Ricostruire
il tessuto sociale
«Riusciamo a integrare tutti i settori per discutere della
necessità assoluta di pace e
per lanciare importanti progetti di produzione agricola
e questo in poco tempo ha
portato progressi nella rico
Dal dialogo successivo è risultato che la Colombia è un
paese di regioni e che la pace
si costruisce dal basso verso
l’alto. I due interlocutori rimangono convinti che la
guerra non può sfociare che
sulla pace e che occorre uscire dalla dinamica della «perversità di guerra». «Non c’è
pace senza sviluppo sociale afferma German Zarama Vasquez su oltre 44 milioni
di abitanti, ben 26 milioni vìvono al di sotto della soglia
di povertà. O ci sarà una risoluzione del conflitto o ci sarà
un’esplosione sociale. Ma la
risoluzione del conflitto esige
l’attuazione di una riforma
agraria; infatti i circa 2 milioni 700.000 sfollati interni sono in stragrande maggioranza contadini». (eni)
Con la serie di attentati compiuti a Soweto, la città nera più popolata del paese
Sud Africa: un gruppo di oppositori afrikaner di estrema
destra tenta di sabotare le conquiste della democrazia
Estremisti di destra contrari al governo nero del Sud
Africa sono stati indiziati di
una serie di attentati compiuti il 30 ottobre scorso contro una moschea, un tempio
buddista e diversi altri bersagli situati principalmente a
Soweto, la città nera più popolosa del paese, dove nove
bombe sono scoppiate nella
notte tra martedì 29 e mercoledì 30 ottobre; una decima
esplosione si è verificata a
Bronkhorstpruit, vicino a
Pretoria, contro un tempio
buddista. Una persona è stata uccisa a Soweto e diverse
altre sono rimaste ferite.
Secondo il Consiglio delle
chiese di Gauteng, rappresentante la regione di Johannesburg e di Pretoria nell’ambito del Consiglio delle
chiese del Sud Africa, è evidente che dietro tali attentati
ci sono oppositori di estrema
destra: «Le dieci esplosioni
mostrano cTiiaramente che
menti demenziali vogliono
sabotare le conquiste della
democrazia in questo paese sottolinea una dichiarazione
del Consiglio -. È evidente
che sono stati presi di mira
anche luoghi religiosi. Questa
opposizione di estrema destra in un paese totalmente
democratico nel quale tutte le
religioni sono accettate senza
esclusione, ci riempie di costernazione. Chiediamo a tutti i responsabili religiosi di
convocare immediatamente
un incontro per dibattere della crisi e riaffermare la solidarietà degli uni nei confronti
degli altri, per timore che
questo male prepari il terreno
a conflitti religiosi».
Anche il Consiglio di responsabili ebraici del Sud
Africa ha condannato gli «attacchi terroristici». Gli atten
tati mettono in pericolo il
consenso pacifico e democratico al quale è giunto il Sud
Africa, ha ammonito il vicepresidente, Russell Gaddin, e
sono un ritorno inaccettabile
ad un periodo che nessun sudafricano onesto vorrebbe rivivere. Le autorità governative
hanno lasciato intendere che
degli «estremisti fanatici»
afrikaner sono responsabili di
questi attacchi. Può darsi,
hanno sottolineato, che questi attacchi facciano parte di
una campagna di propaganda
armata lanciata per costringere il governo ad accogliere la
loro richiesta di avere uno
stato esclusivamente aftikaner. Gli afrikaner rappresentano circa il 60% della minoranza bianca in Sud Africa.
«Siamo informati dei loro
piani», ha detto un rappresentante del governo, precisando che si tratta di ex
membri della Forza di difesa
e della polizia sudafricane,
legati ad un gruppo di bian
chi di estrema destra che sono stati fermati di recente per
avere fomentato un complotto che mirava a rovesciare lo
stato. 11 presidente sudafricano, Thabo Mbeki, sembra essere dello stesso parere. È importante, ha detto, capire che
il «piccolo gruppo di persone
responsabili di questi attentati è il nemico di tutti i sudafricani, neri e bianchi, e che i
suoi sforzi per intimidire milioni di persone sono destinati a fallire». (eni)
Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Acnur)
Grave crisi finanziaria dell'Agenzia Onu
A causa degli insufficienti
finanziamenti ricevuti in
quest’ultimo trimestre dell’anno, l’Alto Commissariato
delle Nazioni Unite per i rifugiati (Acnur) ha reso noto che
potrebbe essere costretto a
sospendere diverse operazioni in favore dei rifugiati. Quest’anno la richiesta di fondi
da parte dell’Acnur è aumentata soprattutto a seguito
dell’emergenza in Afghanistan. Mentre tale programma
è stato finanziato appieno altre operazioni, in particolare
in Africa, soffrono una grave
scarsità di fondi. Per soddisfare completamente la richiesta di quest’anno, l’Acnur ha bisogno ancora di altri
80 milioni di dollari, necessari per mantenere almeno gli
standard minimi di assistenza ai rifugiati, dopo aver già
ridotto due volte il proprio
budget annuale.
All’inizio dell’anno, l’Agenzia aveva richiesto 802 milioni di dollari, cifra approvata
nell’ottobre del 2001 dagli
stati che costituiscono il Comitato esecutivo (ExCom).
Quando, a metà anno, è apparso chiaro che i finanziamenti non avrebbero soddisfatto tale richiesta, in luglio
l’Acnur ha ridotto il proprio
bilancio a 726 milioni di dollari* successivamente a 710.
1 tagli effettuati o quelli ancora da compiere renderanno
ancora più difficile la situazione dei rifugiati in tutto il
mondo. Sono state ridotte le
attività di fornitura d’acqua,
di assistenza sanitaria, di
istruzione e di progetti agricoli per i rifugiati eritrei, così
come le misure di sicurezza
nei campi della Tanzania e la
fornitura di abiti invernali
per i bambini del Caucaso
settentrionale, mentre è stato
cancellato il previsto programma di reinsediamento
dei rifugiati in Thailandia e
Nuova Guinea che si trovano
in aree di frontiera particolarmente pericolose.
I 5.000 operatori dell’Acnur
si occupano di quasi 20 mi
lioni di rifugiati e altre categorie di persone bisognose in
114 paesi del mondo. Oltre
l’80% di essi lavora sul terreno, e di questi circa il 60% vive in luoghi difficili e rischiosi. «In questo momento le
necessità più urgenti sono in
Africa - ha affermato l’Alto
commissario Ruud Lubbers,
ricordando che anche il Segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, ha recentemente contattato i paesi donatori per conto dell’Acnur chiedendo specificamente sostegno per la drammatica situazione in Africa -. Diverse crisi di rifugiati nel continente sono in atto da anni e
sono ormai quasi dimenticate dalla comunità internazionale, mentre ne sorgono di
nuove, come in Africa occidentale, nella regione dei
Grandi Laghi, in Africa orientale e nel Corno. Molti dei
nostri programmi in Africa
erano già a rischio a seguito
di precedenti riduzioni del
bilancio». (Acnur)
VENERDÌ 15 novembre 2nm
^ Coinvolta anche la Chiesa cattolica
Nicaragua: gli affari
dell'ex presidente Aleman
Un affare di corruzione che
colpisce l’ex presidente Arnoldo Aleman e investe anche la gerarchia della Chiesa
cattolica del Nicaragua ha
provocato un peggioramento
dei rapporti tra chiesa e stato
che, da decenni, non sono
mai stati così tesi.
Stornati milioni di dollari
L’il ottobre scorso, la polizia e le forze militari hanno
sequestrato gli studi e l’antenna di «La Poderosa», una
stazione radiofonica della
Chiesa cattolica a Managua,
diventata la voce dell’ex presidente Aleman, il quale è accusato di avere stornato decine di milioni di dollari durante il suo mandato, dal 1997 al
2002. Prima del sequestro, la
radio lanciava regolarmente
attacchi, o addirittura minacce, contro il presidente Enrique Bolaños, che era vicepresidente durante la presidenza
di Aleman. Dalla sua entrata
in funzione nel gennaio scorso, Bolaños ha fatto della lotta contro la corruzione la
principale priorità della sua
amministrazione. Diversi ex
collaboratori di Aleman sono
in carcere e lo stesso Aleman
insieme a vari membri della
sua famiglia sono accusati di
avere stornato fondi pubblici.
Il presidente e il cardinale
In quanto membro dell’Assemblea nazionale, Aleman è
coperto dall’immunità parlamentare, ma potrebbe perdere fra poco il suo seggio e
l’immunità, il che lo costringerebbe a dover affrontare
un processo o ad andare in
esilio. L’8 ottobre il presidente della Repubblica domenicana, Hipólito Mejia, gli ha
offerto asilo nel suo paese.
Aleman e il cardinale Miguel
Obando y Bravo, arcivescovo conservatore di Managua,
sono stati per molto tempo
alleati politici, e questa alleanza sembra essere stata proficua, almeno per un certo
tempo. La radio di La Poderosa, che apparteneva alla
Commissione di promozione
dell’arcidiocesi (Coprosa) ha
ottenuto la propria frequenza
dal governo Aleman, ed era
gestita da un piccolo gruppo
di amici di quest’ultimo.
Evasione delle tasse
doganali
La radio ha ricevuto l’ordine di chiudere dopo che gli
agenti della lotta contro la
corruzione hanno scoperto
che tutta l’attrezzatura era
stata esonerata dai diritti doganali al momento dell’importazione. Rappresentanti
dell’ufficio del procuratore
del governo hanno precisato
che, durante la precedente
amministrazione, agenti delle dogane avevano subito
pressioni per non immischiarsi negli affari della Coprosa. Gli inquirenti affermano che sotto l’amministrazione Aleman, la Coprosa ha importato per oltre 60 milioni di
dollari di materiale senza pa-'
gare le relative tasse dogana'
li. Secondo il procuratore gè!
nerale, Francisco Fiallos, de!
cine di veicoli sono stati iniportati in questo modo dalla
commissione, e alcuni di esÿt
sono stati trovati in possessi*
dei fratelli Centeno Roque, g
cui foto figurano sugli awtó
di ricerca nei posti di polizii,
Di fronte all’ampiezza delM
scandalo, i responsabili defla
Chiesa cattolica hanno affi,
dato la gestione della Coprtì-:
sa alla Caritas.
Le responsabilità
della Chiesa cattolica
Per Sergio Garcia, del partito liberale, che fu un alleato
di Aleman ma che oggi si oppone all’ex presidente, la
Chiesa cattolica è venuta meno alla propria missione. «Se
la Chiesa avesse utilizzato la
concessione della frequenza!
radio per allargare il campii
dell’evangelizzazione, questf)
problemi non si sarebbero)
verificati. Invece, essa ha agi. )!
to contro l’Evangelo trasmet- i
tendo messaggi che non han^ì
no nulla a che vedere con*
l’evangelizzazione», ha detto.,,'"
Altri rappresentanti delibi
Chiesa cattolica sono stati ià-ì
vestiti dallo scandalo. Il 19 '
ottobre scorso, il quotidiano,
El Nuevo Diario ha riferito '
■ri
che, lo scorso anno, Amado;i]
ir
Peña, un prete vicino al càt:
dinaie Obando, aveva ricevuto tre assegni per un ammott?
tare totale di 61.000 dollari
dall’agenzia di comunicazio- 'I
ne del govèrno. Gli assegni
erano firmati da Salvador ,,
Quintanilla, direttore delle )
comunicazioni dell’ex presi- T
dente Aleman, oggi in carcere '.
per truffa. Uno degli assegni
sarebbe servito per pagare la ,
presenza di Peña, lo scorso '
anno, alla messa di funerale
celebrata dopo la scopertali
diversi scheletri in un terreno
di costruzione a Managua.
Peña aveva dichiarato chele,,,
ossa erano quelle di prigionieri politici che sarebbero
stati massacrati dai sandinisti, al potere negli Anni 80. .
Gli archeologi hanno in seguito identificato gli scheletii
come risalenti al periodo precolombiano.
Peña ha rifiutato di fare
commenti su questi assegni
11 15 ottobre Eddy Montenegrò, vicario dell’arcidiocesi di
Managua, ha restituito circa
20.000 dollari che avrebbe ricevuto dal Consiglio elettorale supremo del governo per il
restauro di chiese. Adesso il
Consiglio elettorale è diretto
da Roberto Rivas, figlio dell’amministratrice del cardinale Obando. Rivas è stato
anche direttore della CoprO^
dal 1981 al 2000 e vicerettott
dell’Università cattolica del
Nicaragua fino al 2000. Rivn*- .
è stato appeña eletto alla presidenza del Consiglio eletW*
tale mentre i procuratori del
governo avvertono che egli
potrebbe fra breve essere
perseguito.
Nicaragua: bambini a Puerto Cabezas
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