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I-CA’GO SEfWA
'¿sa Val.iese
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S e M i m a n a 1 e
Alla Chiesa Vddese
"Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali ^ete peccato.'« iateyi un cuor nuovo e uno spiilto nuovo,,.
U-VTTTTT-rm-----r .. .1 . I I. .1 I, .1 I ........
Anno LXXXVIII - N. 34
Una copia L. 30
ABBONAMENTI
Eco: L. 1.200 per rioterno j Eco e La Luce: L. per Tiirtenio j Spedii. ,^b. .poatale - il Grappo
l L. 1.600 per l’eatero { L. 2.500 pee.-|t^^|i^ro j Cambio d’indiiiuo Lire 40,—
TORRE PELLICE — 29 Agosto 4958
Ammin. Claudiana Terre Pollice - C.C.P. 2-17557
Incontro con il Clappone
“»Í V » ' f'i - j
*•.
Ecco davanti, intorno a me, quel
Giappone di cui negli ultimi 30 anni
i giornali hanno parlato, ora in bene, ora in male, secondo l’aura politica del nostro paese. Il Giappone
sempre messo in mezzo agli incidenti dijilomatici e militiari delrOriente, in Manciuria, a Pekino,
a Sciangay, il Giappone dell’interminabile guerra con la Cinà, poi delrintervento: Pearl Harbour, Hiroshima, la disfatta... Quel Giappone
(■ ora intorno a me... o un altro
Giappone? Un altro perchè vi pulsa
una vita febbrile e efficiente, non
un paese desolato, in rovine, senza
speranza, bensì un paese in evoluzione continua, moderno accanto alle infinite tradizioni antiche e leggiadre che sopravvivono.
Ma anche un altro Giappone perchè ne vedo soprattutto il volto cristiano. Un volto che non appariva nè
ap|)are sui nostri giornali, eppure è
realtà ancb’esso, profonda e viva
nella popolazione e nella sua cultula, (^on imponderabili influenze su
lotta la società e la vita pubblica,
molto più di quanto potrebbero far
pensare i suoi 200.000 protestanti
(c 150.000 cattolici). Basti dire, a
ino’ d’esempio, che poche sere fa
Sindaco e Prefettura di Osaka, la
seconda metropoli del paese, con tre
milioni di abitanti, offrirono un fastoso pranzo di gala, nel principale
Éfc—- arlbergo; ai -250 teàponsabiM del -ht» ■
\ oro delle Scuole Domenicali ivi riuniti per un congresso di studio!
Di questo protestantesimo giap])onese apprendiamo cose straordinarie — come il nazionalismo prebellico ne limitò l’espansione favorendo le religioni locali — come i
dirigenti missionari poco a poco cedettero il posto ai credenti del paese
— come non poche chiese si videro
letteralmente perseguitate e chiuse
durante la guerra e altre furono tenute aperte da laici coraggiosi e
intraprendenti. Sentiamo che più di
500 chiese furono distrutte dai bombardamenti (e questa cifra ci dà
un’idea della distruzione di queste
città!), e così pure metà degli istituti scolastici fondati dalle Missioni... E sentiamo anche come nell’ora della distretta queste chiese si
unirono mano nella mano formando
la Chiesa di Cristo in Giappone, costituita da 34 denominazioni e dal
90% dei credenti — unione che malgrado alcune defezioni rimane ancora a salda base del lavoro postbellico...
E cosi oggi abbiamo, oltre alle cifre di membri già indicate, 414 scuole, fra cui 47 università e collegi;
462 giardini d’infanzia; 25.000 bambini, 106.000 scolari, 33.500 studenti.
Una versione biblica del tutto
nuova è uscita in questi anni, malgrado le perplessità che il progetto
incuteva; per la prima volta interamente ad opera di cristiani del luogo: la versione nella k lingua colloquiale», profondamente diversa dalla « lingua letteraria ». Ebbene,
juesta Bibbia è stata venduta, in po
chi anni, in 10 milioni di esemplari- E più dalle librerie commerciali
che dalle librerie annesse alle cbie
se.
Passo una notte a Tokio prima di
proseguire per Osaka, e trovo sul
tavolo della stanza d’albergo, uno
di questi Nuovi Testamenti... che
non troverei in un paese cristiano
della nostra Europa! (Mi domando
se lo troverei in un albergo delle nostre Valli).
Tutto ciò è un volto del Giappone
che ci è sconosciuto, e che cerco di
spiegarmi. Mi occorreranno molli
giorni, settimane, se pure ci riuscirò, per afferrare lo spirito e la qua-,
lità di questo sviluppo del Cristianesimo in queste terre. Ma una cosa
è chiara, come diceva pochi giorni
fa un professionista, non cristiano:
dopo la seconda guerra il Giappone
si è inchinato davanti alla prova /li
forza data flalil’Ocoidente e si b
« americanizzato », rinnegando le
sue antiche traffizdoni e la sua originalità. Naturalmente tutto ciò non
si cancella nè in uno nè in 10 -anni,
eie stesse scuole missionarie si sforzano di inculcare negli alunni l’amore per le tradizioni del passato e la
pratica degli antichi costumi. Ma lo
spettacolo della Tokyo notturna
non è dissimile, con la sua fantasmagoria di luci e di colori, da quello
di Chicago o di New York.
B. C.
Giappone d’oggi: tm via di Kobè. Qui accanto e in 3vpag. il resoconto
del Pastore Bruno-Ceirsani che ha partecipato ad incontri ecumenici nel
■ Giappone.
Coiiesrto di nusithe saere
ne! Tempio Valdese dj Torre Pellice
SABATO 30 AGOSTO
alle ore 21 avrà luogo come di consueto, in preparazione al Sinodo, un
CONCERTO J>l AAUStCHE
per
ORGANO £ CORALI
con la partecipazione dell'Organista
Ferruccio Corsani e della Corale Valdese di Torre Pellice.
Durante l'intervallo verrà letta la
Relazione Morale della Società Missionaria studentesca Pra del Torno.
Cordiale invito a tutti I
Ingresso libero. Le offerte raccolte
alla porta saranno devolute equamente alla Pra del Torno, che le
inoltrerà alle opere missionarie, ed
al Fondo Organo e Corale della Comunità di Torre Pellice.
NELLA NaSTNA EPOCA LAICA
La Chiesa risc<^re il senso del laicato
Il laicato desta nel nostro tempo
un grandissimo interesse nel mondo
ecclesiastico. Si potrebbe dire che
la chiesa dei nostri giorni, studian•do la/Parola di Dio, abbia scoperto
un senso nuovo del laicàto, un senso che aveva alle origini e che si era
un po’ trasformato o assopito, almeno in alcune denominazioni, nel
corso dei secoli.
Cosa intende la Scrittura quando
dice: « Vi è diversità di doni, diversità di ministeri »? Ministero
etimologicamente vuol dire servizio.
Possiamo dunque dire: vi è diversità di doni e diversità di servizi, oppure: diversità di uomini che ricevono i vari doni dello Spirito e diversità di servitori che mettono a l
effetto questi doni.
Nelle Chiese cosa succede invece
11 ministro è il pastore, il che è logico perchè il pastore è il servitore
di Dio per eccellenza, ma i laici so
no un po’ i... disoccupati della chiesa! Il pastore assomma in sè lutti i
doni dello Spirito e il ministero lai
co è qualche cosa di volontario e di
sjjoradico. Nella comunità ciò avviene
in parte perchè il pastore è ministro
a tempo pieno, il laico vive la sua
vita ecclesiastica in ^àrgine a un’altra occupazione. MA,' ritornando al
versetto citato, vediàtno che l’epistola agli Efesini ctìtìsidera una diversità di doni;^^ii molteplicità di
ministeri, oltre quello pastorale anche se quest’ultimo è il principale,
perchè co/uprende la proclamazione
della Parola di Dio. Noi riconosciamo il ministero dell’anziano e quello del diacono che servono nella c
munità, ma riconosciamo il ministero laico che si esplica fuori della comunità dove il credente è embasciatore di Cristo, testimone di Cristo,
nelP-ofimina, nella scuola, nel laboratorio, nel mondo in una parola?
Oggi molti disertano la chiesa, ma
lavorano in campo sociale spinti da
un reale amore del prossimo. Fanno volentieri un lavoro sociale, n.a
non confesserebbero mai di esservi
spinti da amore cristiano. La chiesa
forse è stata troppo tempo un circolo un po’ chiuso, una zona privata
e in questo secolo diventato così
laico sente di nuovo il bisogno di
uscire fuori.
Nel mondo ecclesiastico protestante si moltiplicano gli Istituti per la
preparazione dei laici. Il Consiglio
Ecumenico delle Chiese se ne occupa alacremente, con un oipartimenu> dedicato completamente alle questioni dei laici, con corsi biblici por
loro, con associazioni e organizza
zidni. ' ‘ ”
« Lmìco » deriva da un ier.i.ira;
greco eiiè sìgnibeà usato ctal
1Ú Bibbia per indicare il popolo di
j>io sparso nel mondo. Se pensiamo al primo capitolo della Genesi,
Dello come un magnitico inno oi'loue, vediamo Cile in esso ritorna con
Una parola da discutere
LAICO
Nel Sinodo imminente la parola
a laico » tornerà
senza dubbio ad
essere usata molte volte e lo farà per
primo il seggio provvisorio per distinguere i suoi membri che hanno
ricevuto una consacrazione pastorale da quelli che non l’hanno ricevuta. Lo farà in seguito l’assemblea
stessa e se ne servirà generalmente
più o meno nel significato corrente
del vocabolo ebe serve a indicare
quella massa del popolo dei credenti
la quale non è inquadrata nel clero.
Questa parola non è però un vocabolo qualunque che si possa adoperare così, naturalmente, senza pericolo di fraintendimento alcuno
perchè è anzi fortemente pregiudicata sia nel senso dottrinale che in
quello storico.
Nella Chiesa cattolica ha un significato ben definito ed il cattolico
che lo usa sa con esattezza quale significato sarà dato alle sue parole.
Ma questo significato non ha più
diritto di cittadinanza nel campo
protestante d a 1
momento in cui è
stata riscoperta la dottrina del sacerdozio universale. Se è vero che
tutti da noi sono sacerdoti, allora
non vi sono più laici, e allora, perchè parlarne ancora?
Risponderà subito qualcimo che
parlando di laici in Sinodo o stii no
stri giornali non intende ledere la
dottrina del sacerdozio universale
ma solo indicare quei credenti che
hanno funzioni un po’ meno ecclesiastiche. Ed io capisco perfettamente ma vorrei veder meglio chiariti i
limiti di quell’« un po’ meno ».
L’esperienza mi ha insegnato a non
fidarmi troppo di quell’« un po’
meno ». Preferirei vedere tutta la
Chiesa tesa in uno sforzo per far
diventare tutti « ecclesiastici ».
Sarebbe anche più scritturale perchè la parola « laico » nel Nuovo Testamento non c’è.
Enbico Geymet
insistenza, dopo ogni giornata creativa, la breve affermazione: « e Dio
vide Cile ciò era buono ». lutto era
buono a quei giorni nell'unive..so,
buono per servirlo, per lodarlo, per
esprimere la grandezza nella creazione di Dio. Purtroppo ora, nel
nostro universo caduto nel male,
nulla è più perfettamente buono come all’origine, pure tutto deve tenuere ad esserlo nella lieta certezza
di essere parabola di quel Regno in
cui tutto sarà nuovamente « buono ». lutto l’universo era e sarà al
servizio di Dio, quanto più ogni uomo ctie ha ricevuto una vocazione
da Lui. L’importante è scoprire la
propria vocazione laica. Molto ci
SI preoccupa se mancano vocazioni
pa^orali, e a ragione, perchè il paè essenziale nella vita della
store
chiesa. Non sempre ci si preoccupa
altrettanto se mancano le vocazioni
laiche. Pure, se il pastore getta nella chiesa il seme della Parola, il seme deve essere portato fuori daLa
testimonianza dei laici. Se essi uo.i
sentono la responsabilità di qu.isia
testimonianza il cristianesimo perue
il suo sapore uel mondo.
Sarebbe bene intendersi anche sul
significato della parola responsabile: responsabile viene da responso,
risposta, ResponsabUe è colui che dà
un rispqsta.
Dio ^iama, l’uomo risponde: s<
stabilisce tra loro un dialogo. L’uomo laico viene dunque a trovarsi i.
mezzo a due colloqui: uno con Dio,
l’akro col mondo. Si trova ad esse
re una specie di intermediario tra
Dio, col quale ha stabilito un discorso di fede e il mondo al quale dà
la testimonianza della sua fedeOra, se è indispensabile che il laico
parli nel mondo o se è indispensabile che il laico lavori nella sua comunità (egli è cittadino delle due
comunità : quella della chiesa e qui
hi del mondo) è sopratutto urgente
che, per poterlo fare con conoscenza
di causa, abbia stabilito prima il
suo discorso con Dio. (Questo discorso è alia base del suo imiustero, come è aita base uei minisieru pasto'SalcK qti^tb che"bègli iSfirìS-'
ti di pjfépafazione dei laim, viene
tatto con loro un grande, seno lavoro biblico. 11 quale lavoro bibiicu
cobtinua poi nebe vane comunità
CUI i laici appartengono. La fuii*..o
ne principale del pastore, nei riguardo dei ministeri laici, è proprio
quella di aixrtare questi credenti nel
lóro dialogo con Dio, attraverso la
cura d’anime, attraverso io studio
della Bibbia, la predicazione ecc.
11 pastore non deve giungere a dire
dei suoi membri di cniesa: peccato,
la un buon lavoro sociale, ma non
fa niente per la cniesa. La chiesa deve essere aperta verso un lavoro laico fuori di essa e deve anche saperlo ispirare e accompagnare con la
luce della Farola ene rischiara ogni
servizio.
ha domenica ci è stata data appunto per essere questo: il nostro
giorno di sosta, di riposo dall’attività febbrile; una specie di ritiro
settimanale dal mondo per avere
modo di stabilire il nostro colloquio
con Dio. Ánche Dio aveva avuto il
suo sabato e ce ne ha fatto dono
Anche Cristo aveva avuto i momenti
in cui si era ritirato in disparte
Quanto più noi abbiamo bisogno del
la riflessione, del silenzio, della pre
ghiera, del pentimento, del perdo
no per riprendere giornalmente il
nostro lavoro più o meno faticoso e
ingrato, la nostra attività più o meno operosa, la nostra testimonianza
più o meno feconda, là dove siamo:
neH’ufficio, neUa fabbrica, nella ca
sa ,nella chiesa, vicino a gente ostile o malata o scettica o indifferente.
L’apostolo Pietro ci ricorda cne
non siamo soli: « Avete la parola
profetica, più ferma, alla quale fate
bene a prestare attenzione come a
una lampada splendente in luogo
oscuro, finché spunti il giorno e la
stella mattutina sorga nei vostri cuori » (2 Pietro 1: 19).
La parola profetica, quello che
oggi possiamo chiamare il lavoro biblico, è mi discorso con Dio nella
umiltà e neUa ricerca. Non lo facciamo mai abbastanza e mai abbastanza seriamente. Se non c’è questo genere di lavoro e di dialogo da
(segue in 2.a pagina)
2
i —
mâ^
-,VÍ®
L’EGO DELLE TMU VALDESI
Lourdes: primo centenario
________■____________^____} '
Concludiamo la serie di articoli'tu questo aspetto della religiositi cattolica
Di fronte alle apparizioni mariane,
ai miracoli, alla progressiva fede in
Maria, che diremo?
Anzitutto dobbiamo esprimere la
nostra ansia e la nostra tristezza nel
constatare che queste « novità » nel
seno del Cattolicesimo Romano non
sono certamente quelle che lo aiuteranno a riscoprire il messaggio dell’Evangelo, E' nostro dovere e nostro
compito dire il nostro « no » alle « novità » cattoliche-romane.
Circa le apparizioni di Maria ci
piace riportare dal libro del Fast. P.
Petit, già altre volte citato, questa interessantissima pagina:
« San Giovanni della Croce, Dottore della Chiesa, ha mostrato con
straordmaria lucidità il punto critico
in tutto questo dibattito sulle apparizioni e le visioni. Il suo insegnamento
è valevole nel XX® secolo come lo fu
nel XVI®. In una delle principali opere di teologia mistica « Salita al Carmelo », egli compara l’economia delrAntico Patto e quella del Nuovo,
nella quale noi viviamo. — La causa
principale, egli dice, per la quale erano permesse sotto la Legge antica te
domande che si rivolgevano a Dio e
per le quali conveniva ai profeti ed
ai sacerdoti di desiderare delle visioni e delle rivelazioni divine, è che la
fede non era ancora fondata nè la
legge evangelica stabilita. Era necessario rivolgersi direttamente a Dio e
che Dio rispondesse con parole, visio
ni, rivelazioni, con figure o immagini
ed infine in molti citri modi per., farci
conoscere la verità... Ma oggi che la
fede è fondata su Cristo e che la legge evangelica è manifestata in questa
era di grazia che egli ci ha data non
c'è piu motivo che noi l'interroghiamo come prima né che Egli ci parli
e ci risponda come allora. Da quando ci ha dato il suo Figlio, che è la
sua Farola, Egli non ha altre parole
da darci... A chi desiderasse delle visioni Dio potreobe rispondere: t'issa
il tuo sguardo unicamente su (lùi): è
in lui che io ho tutto dato... {flutto
quello che tu mi domandi) io te l'ho
già detto, ti ho risposto, te l’ho manifestato quando te l’ho dato come fratello, maestro, compagno, riscatto, ricompensa ».
Il Past. Petit nota come questo autore cattolico, contemporaneo di Calvino, SI esprimeva in temimi molto
simili a quelli del grande riformatore.
Quanto al posto di Maria nella
pietà e nella teologia cattolica romana vediamo cluaramente ohe tutto
tende a fame una vera Mediatrice fra
Dio, Padre e Figlio, e gli uomini. Sentite, per esempio, la preghiera che
Tattuale Papa Pio XII ha scritto nel
1957 per i pellegrini di Lourdes:
« Docili all’invito della vostra materna voce, o Vergine Immacolata di
Lourdes, noi accorriamo ai vostri piedi presso all’umile grotta dove voi vi
siete degnata di appesire per indica
La Parola della vita
Conoscere e agir e
"Se sapete queste cose, siete beati se le fate"
(Giovanni 13 v. 18)
Queste sono le parole che Gesù Cristo pronunziò dopo che Egli
ebbe lavato i piedi ai discepoli, nei giorni precedenti la Pasqua.
La nota che domina tutto l'episodio e le dà un significato particolarmente importante per la vita cristiana è quella dell'umiltà e del servizio: come il Maestro si è abbassato alla vigilia della sua morte per
compiere l'azione di un umile servo, così devono fare i suoi discepoli
di tutti i tempi, poiché « il servitore non è maggiore del suo signore, nè
il messo è maggiore di colui che l'ha mandato ». 1 discepoli, però, non
devono limitarsi a conoscere quelle cose, devono farle; e se anche non
ripeteranno letteralmente e materialmente l'atto compiuto da Gesù Cristo, dovranno essere animati dallo stesso spirito di umiltà e di dedizione, memori di questo solenne avvertimento : « Se sapete queste cose,
siete beati se le fate ».
Dal caso particolare, le parole di Gesù assurgono all'ampiezza di
un principio che si applica alla nostra conoscenza ed alla nostra vita cristiana in generale. La conoscenza non basta, dev'esser seguita dall azione; Luna è il fondamento, l'altra è la manifestazione concreta del
nostro Cristianesimo, tanto nella vita della comunità, quanto nei rapporti con il mondo.
Se non c'è conoscenza della Parola di Dio, c'è quasi sempre nel
cristiano superficialità, povertà di vita interiore, mancanza di un sicuro
fondamento per la propria fede. E' doveroso conoscere il piano di Dio
per la salvezza del mondo in Cristo e non rimanere dei bambini « sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina, per la frode degli
uomini ». L'Evangelo è lo strumento di cui Dio si serve per farci crescere in ogni conoscenza e discernimento; infatti, «queste cose sono
scritte affinchè crediate che Gesù è il Cristo e affinchè credendo abbiale
vita nei suo nome ».
Ma la conoscenza non accompagnata dall'azione è riprovata dalla
stessa Parola di Dio.
« La conoscenza gonfia, ma la carità edifica » dice l'apostolo Paolo.
Si può esser ferrati negli studi teologici e filosofici e, al tempo stesso,
incapaci di tradurre i propri principi e le proprie convinzioni in atti di
servizio e di amore fraterno. La conoscenza è necessaria, ma da sola può
rimaner nel campo della retorica e della teoria, mentre il Maestro invita
i discepoli all'azione ed alla testimonianza, per fare le cose che Egli ha
comandate.
Senza l'azione e senza l'assillo di non limitarci a pronunziar delle
parole, la nostra conoscenza serve a poco, non ci aiuta ad esser dei cristiani maturi, spirituali, responsabili. Ma come sarebbe diversa la vita
delle nostre comunità, in tutti i loro aspetti, se ogni cristiano si sforzasse
sinceramente di tradurre in atti la sua conoscenza dell Evangelo, aggiungendo in tal modo, come dice l'apostolo, « alla fede vostra la virtù, alla
virtù la conoscenza, alla conoscenza la continenza, alla continenza la
pazienza, alla pazienza la pietà, alla pietà l'amor fraterno, e all amor
fraterno la carità ».
Generalmente noi sappiamo molte cose, ma le facciamo noi? Le
fanno quelli che le mettono in pratica; quelli che, avendo conosciuto
la legge di Dio, sanno che sono chiamati a praticarla, anche se sono costretti a dire nel cuor loro: « Signore, Tu vedi il mio peccato e la mia
fragilità... opera Tu in me il volere ed il fare, per la Tua benevolenza ! ».
« Se sapete queste cose, siete beati se le fate », diceva il Maestro;
e, in un'altra occasione, sottolineava l'esigenza dell azione cristiana con
queste parole: « Beati quelli che odono la parola di Dio e I osservano ».
Ermanno Rostan.
re ai travimi il cammino della preghiera e della perdtenza e per largire
a coloro che schto provati le grazie
ed i prodigi della vostra sovrana bontà. Ricevete, o Regina compassionevole, le lodi e le supplicazioni che i
popoli e le nazioni, oppressi dalle
amarezze e daH’Jn^scia, elevano con
fiducia verso di Poi. O bianca Visione del Paradiso, caccime dagli spiriti
le tenebre dell’errore con la luce della
Fede! O mistico Roseto, consolme le
anime abbmtuté^ol celeste profumo
della Speranza! O sorgente inesauribile d’acqua stdutare, rianimate
cuori aridi con if^tti della divina Carità! Fme che re ttati, che 'siamo vostri figli, riconfortati da voi nelle nostre pene, protetti nei pericoli, sostenuti nelle lotte, amiamo e serviamo
così bene il vostro dolce Gesù, che
noi meritiamo le gioie eterne presso
il vostro trono nel cielo. Cosi siaÌD (2)
Sentite queste altre parole di Leo^ ne XIII : « Conté Pnò andare
’• al Padre Eterno^ non per mezzo del
Figlio, così non si può arrivare al Figlio se non per^'mezzo di sua Madre » (3).
Ebbene noi riaffenniamo con forza che questa idea della Madre mediatrice è totalmente assente nel messaggio della Sacra Scrittura e come
tale la respingiamo. Questo non significa affatto che vi sia da parte nostra, come spesso i cattolici credono,
dei disprezzo verso la Madre di Gesù, tutt’altro, siaino convinti di esserle più vicini dando gloria unicamente
a Gesù Cristo e ricordando che « nonc’è che un solo Mediatore fra Dio e
gli uomini: Gesù Cristo uomo che
fia dato se stesso qual prezzo di riscatto per tutti ».) (I Tim. 2: 5).
Quanto ai mii^coli che avvengono
talvolta ai santuàri mariani osserviamo anzitutto che ne avvengono anche altrove, non' solo nel cattolicesimo romano, mix^s^nchc in altri rami
del cristianesiir^ (vedi Blumhardt,
vedi i guaritori -Pentecostali ecc.) ed
anche in altre religioni.
Non ci pare ¡giusta la posizione di
molti protestanti che sémplicisticamente rifiutano ia possibilità che avvengano dei miracoli, è questa una
posizione di razionalisti e non di credenti; ma non possiamo nemmeno accettare raffermazione cattolica romana (4) secondo la quale il miracolo è
una dimostrazione probante della origine divina della religione cristiana.
Ricordiamo semplicemente che nella Sacra Scrittura i miracoli sono dei
segni sempre legati alla Parola, essi
conducono a Cristo. In se stessi essi
sono fatti muti o equivoci, acquistano il loro senso soltanto se diventano segni che indicano Cristo ed il suo
Regno. F. S.
(1) P. Petit: Lourdes, les protestants,
la tradition chrétienne, p. 38.
(2) id. pag. 74 - (3) id. pag. 79.
(4) Conc. Vat. cit. da Denziger 1813.
Lettre du ‘"‘•'Nid de Vours
Comme un fauve bcaqné, Fédric s’en
fut chercher un gîte dans les rochers
abrupts, qu’il voyait vers le midi, remontent cette crête. On la nomma plus tard
« La course du cheval » et l’on y construisit une route de guerre. Elle abouti au lac
d’Envie, au pied du truc qu’on appelle
« Le Chapeau d’Envie ».
La montagne était couverte encore de
tous ses bois et donnait asile à maints
loups, renards, à quelques ours bruns et
à d’autres animaux sauvages. Dans le bois
de sapin il trouva une trique, qu’il réduisit, au moyen d’une pierre, de façon à pouvoir la manier contre les bêtes.
Et pendant qu’il cherchait quelque nid
de perdrix ou de coq de bruyère, il se mit
aussi en quête d’un abri où se reposer pour
y passer la nuit. Car il comprit bien vite
qu’il ne pouvait se fier à personne, et il
croyait que tous ceux qui déambulaient
dans ces lieux alpestres étaient catholiques.
La nuit tombait et le pauvre Fédric n’avait pas rencontré de balme ni de caverne
qui puisse l’abriter. La neige qui couvrait
encore la haute montagne le repoussait plus
bas; la peur de rencontrer encore des miliciens, le repoussait plus haut. Soudain un
hurlement, quoique lointain lui prouve
qu’il peut devenir la proie d’un ou de plusieurs loups.
Fédric est courageux, mais que peut-il
le pauvre?
11 se jette à genoux, pleurant toutes ses
larmes, et prie. Il prie le Dieu que son
père adore et dont sa mère lui a toujours
parlé, et que malgrés son angoisse, il n’a
pas oublié.
Mon Dieu — dit-U — aide-moi à trouver
un asile, où je puisse passer la nuit sans
être mangé par les loups, ou mourir dans
le froid de la neige. Maman m’a toujours
dit que tu exauces la prière de tes enfants;
exauce-moi, Bon Dieu de ma mère!
Dans cette angoissante solitude, Fédric
priait à haute voix. Tout à coup, il entendit, derrière lui, une voix. La voix grave,
persuasive, lui dit: « Viens, mon garçon,
Dieu nous aidera tons les deux. Je suis moi
aussi à la recherche d’un abri pour la nuit.
Je connais ces bois. Si l’ours n’est pas là
nous aurons sa caverne. Je suis moi aussi,
comme toi, fuyard dans la montagne, pour
éviter d’être pris et pendu, ou bien écartelé, par ces brutes en forme d’homme. Si
nous pouvons rester quelques jours bien
cachés, dans la caverne de Tours, nous aurons, peut-être, la chance que ces soldats
français se retirent et nous laissent encore
respirer. Et si Dieu veut de nous une marque de fidélité, eh bien, que Sa Volonté
soit faite.
Mais dis-moi, quel est ton nom et d’où
viens-tu? B
« Je suis FREDERIC PLAVAN » répondit le garçon « et je viens de Peumian,
qu’on a tout brûlé et détruit. On m’a fait
prisonnier avec d’autres garçons, pour nous
conduire à Pignerol; mais dans la nuit,
pendant que tout le monde dormait, je me
suis sauvé ».
Le vieillard, car c’en était un, répartit:
« Je suis d’ici moi, et me nomme Rostan.
Ancien d’âge, tu vois, j’avais charge à TEglise. Hélas elle n’est plus aujourd’hui.
Mais je sens que notre terre Vaudoise de
vra encore, dans le temps, être citée en
exemple. Notre peuple sera encore, dans ce
pays, témoin de l’évangile, témoin du
Christ, de Dieu.
Il nous faut seulement être toujours fidèles. Les portes de l’enfer ne pourrons
prévaloir. C’est Jésus qui Ta dit et nous
croyons en Lui ».
Ce disant, barbe Antoine Rostan, par
un sentier caché dans les rododendrons et
les genévriers traînants, guida le jeune pramollin vers des éclats de roche, qui masquaient bien l’entrée d’une caverne obscure.
« Ecoute, enfant, toi qui as l’oreille fine,
entends-tu respirer ou grogner dans la
grotte? »
« Non — dit Fédric —. Voulez-vous que
j’essaye d'y entrer doucement, pour m’en
bien assurer? »
« Il faut être prudent — dit l’ancien —
lances-y plutôt quelques pierres. Si Tours
y est, on le verra ».
Sitôt dit, sitôt fait. Mais de Tours pas
de trace.
« C’est bien » (dit barbe Antoine), u, allons dans le repaire, mais prenons toutes
ces branches qui sont éparpillées et fermons en bien l’entrée. Quand Tours reparaîtra il aura de quoi faire pour rentrer
dans son nid et nous le recevrons à grands
coups de bâtons ».
Et voilà nos deux qui ferment la porte
de la caverne de Tours avec des branches
et des pierres roulées devant l’entrée.
Ils furent réveillés alors qu’il faisait encore nuit par des aboiements et des cris
de rappel; c’était une escouade avec chiens
de police, qui parcourait les monts à la
recherche acharnée, des quelques vaudois,
qu’on n’avait pu rejoindre.
Le Grand-père Rostan, se rendit bientôt
compte, que son grand âge et ses forces
réduites ne le soutiendraient plus dans
une fuite devant des chiens rapides à ia
course et féroces dans leurs attaques.
Il décida soudain de sauver le garçon et
lui montra en quelques mots rapides le
sentier qu’il devait suivre: du chapeau
d’Envie, aux 13 lacs par le col du Roux tu
descendras vers la Vachère. Tiens-toi toujours — lui dit-il — sur les cimes, dans
les endroits pierreux. Tu pourras te cacher
et repousser les chiens avec des pierres roulanteS. Dieu te sera' toujours une bonne
retraite. Aie confiance en Lui ».
Il dit et sur le champ le fit gravir les
rampes rocheuses qui lui permirent très
vite d’arriver hors de l’atteinte des mili
ciens qui survenaient.
On trouva le vieillard priant dans la caverne. On voulait son argent. On voulait
son trésor bien caché (comme on croyait)
dans la caverne ou dans un autre antre
pareil.
Il fut mis à la torture. Le vieux se sacrifia, donnant le temps à Fédric de se mettre
en lieu sûr. Sauvé! Pour le moment! du
moins car les soldats de Catinat ravagèrent
à Frais tout ce qu’ils y trouvèrent.
Les hauteurs du Grand Truc, du Fréidour, du Cournour offrirent un abri pour
quelques jours à Fédric, qui, au milieu d’un
troupeau de Chamois, qu’il suivit à la course, fit perdre sa trace aux chiens policiers.
Nous vous dirons comment il pu trouver asile au milieux des chamois, dans la
prochaine lettre.
H. de Peyranot.
AGAPE - 9-14 SETTEMBRE 1958
Campo di cultura musicale
I numerosi cultori ed appassionati
di musica delle nostre comunità hanno Topportunità di riimirsi per alcuni giorni intorno all’argomento di
loro preciso interesse. Questo campo fa seguito a quelli degli anni precedenti sulla « musica sacra », ampliandone il programma con una
nuova impoMasfione. Il campo avrà
luogo in un periodo di tranquillità
iit Agape, ed avrà così modo di svolgere liberamente il proprio particolare programma e tutte le attività
connesse.
'femi del campo;
1. Come ascoltare la musica.
2. Tonalità, non tonalità.
.3. La natura in musiche dal ’700 al
’900.
4. Musiche contemporanee.
Direttore del campo : M® Mario Beiforte (Torino).
Collaboratori: Prof. Laurentia Belforte-Comba, M® Attila Poggi.
Prezzo del campo: 4.500 per l’intero campo; lire 600 di iscrizione.
Lire 1.000 di caparra.
Per le iscrizioni, rivolgersi alla Segreteria di Agape, Prali (Torino).
PERSONALIA
Apprendiamo la notizia della dipartenza a Buenos Ayres, in seguito
a grave malattia, della Signora Elsa
Parise moglie del Sig. Alessandro
Parise, originario della nostra valle
e antico studente del nostro Collegio. Alle famiglie Parise e Jahier
giunga da parte dei loro molti amici
delle Valli l’espressione della loro
solidarietà nel dolore e nella ferma
speranza cristiana.
La Chiesa riscopre
il senso del laicato
(segue dalla La pagina)
cui viene la vita — perchè la Parola
di Dio è vita —- il nostro dialogo col
mondo e il nostro lavoro ecclesiastico non hanno vita, corrono il rischio di diventare routine, una raccolta di cose da museo.
Doppio ministero quello dei laici :
nella comunità e fuori della comunità, capaci entrambi di diventare
veri e propri ministeri a condizione
che dietro a qualunque dialogo o a
qualunque servizio essi facciano,
sia, nascosto ma profondo e serio,
il dialogo con Dio, attraverso la sua
Parola.
Cosi ci sembra che l’apostolo intendesse la chiesa dei laici quando
scriveva: « Accostandovi a lui, pietra vivente, riprovata bensì dagli
uomini, ma innanzi a Dio eletta e
preziosa, anche voi, come pietre viventi siete edificati qual casa spirituale, per essere un sacerdozio santo, per offrir sacrifici spirituali, accettevoli a Dio per mezzo di Gesfi
Cristo » (I Pietro 2; 4).
Berta Subilia
3
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
— I
Tokyo, dal 6 al 13 agosto 1958
XIV Convenzione Mondiale
delle Scuole Domenicali
Il palazzo dello Sport di Tokyo
presentava, nei giorni dal 6 al 13 Agosto, un aspetto assolutamente fuori
del normale. Sotto l’immensa volta
capace di 10.000 persone a sedere,
campeggiava una grande scritta, in
giapponese e in inglese : GESÙ’ CRISTO - VIA, VERITÀ’ E VITA. E
ogni sera, alle sette, si ripeteva lo
spettacolo che ci era parso incredibile la prima volta: quello cioè di tutti
i posti a sedere occupati, alcuni già
da più d’un’ora, da una folla compatta e lieta, in cui si mescolavano giapponesi e stranieri, e fra questi, bianchi asiatici e africani. Era la Convenzione delle Scuole Domenicali, che
riuniva in quel locale, il più ampio
che potesse offrire la metropoli, 5500
delegati ufficiali di 60 paesi ed un numero quasi equivalente di pubblico
delle chiese locali, delle provincie
giapponesi, e di estranei. Sembra che
la prima sera il 75% del pubblico
giapponese non fosse cristiano.
Le Convenzioni
del passato
Le prime convenzioni di dirigenti
delle Scuole Domenicali ebbero luogo nei paesi anglosassoni, cominciando dal 1889. Essi si riunivano per riceverne mutuo incoraggiamento nel
lavoro, ma al tempo stesso per aiutare gli altri: uomini e mezzi finanziari
erano inviati da ogni convenzione, ora
all’India, ora al Giappone, ora al Medio Oriente. Proprio in vista di questi scopi di assistenza tecnica ed economica permanente, la Convenzione
di Roma (1907) costituiva formalmente l’Associazione Mondiale delle Scuole Domenicali, con un ufficio stabile.
Ma con il passare degli anni avveniva una trasformazione. Così si esprimeva in Giappone il Segretario Generale dell’Associazione, Dr. Nelson
Chappel : « Alla Convenzione di Toronto (1950) sono passato attraverso
a una specie di conversione. Confesso che avevo sempre guardato ai cristiani dei popoli di colore come a dei
minorenni, che devono essere aiutati,
guidati, consigliati... Ed ecco che mi
trovavo davanti a dirigenti nazionali
e locali che portavano le stesse responsabilità di quelli delle chiese occidentali, e con il medesimo successo! »
Questo è l’uomo che due anni doi»
era chiamato al posto di segretario
generale, e che ha organizzato la Convenzione di Tokyo, dove orientali,
africani e occidentali (in minoranza)
hanno lavorato assieme suddividendosi le responsabdità senza distinzione di continente o colore.
Attivo e passivo
di otto anni
Otto anni sono passati dall’ultima
Convenzione, nei quali le chiese e le
attività di istruzione religiosa hanno
avuto esperienze positive e negative,
elencate nel programma della Convenzione. Fra quelle positive, la rinnovata attrazione che la Parola di Dio
esercita sugli individui, sui giovani,
sulle chiese, grazie a nuove più fresche traduzioni e a un più profondo
bisogno di luce spirituale; e la intuizione che si fa strada in tutti gli ambienti forse già ostili, della importanza della teologia. Fra le esperienze
negative, le ripercussioni sulla vita
delle chiese dei movimenti indipendentisti e nazionalisti che hanno trasformato il volto di molti paesi già
« missionari ». Giovani chiese sono
diventate autonome; attività scolastiche delle missioni sono state nazionalizzate dai governi privando le chiese di un efficace strumento di istruzione religiosa e obbligandole a potenziare al massimo le Scuole Domenicali prima ovviamente trascurate;
programmi, metodi, pubblicazioni, dirigenti, hanno dovuto essere creati
dal nulla.
Qualcuno dirà che questi problemi
non sono nati fra il ’50 e il ’58: è
vero. Ma la Convenzione del ’50 era
stata una convenzione « occidentale ».
I delegati orientali non erano molti.
e una parte di essi già si trovava in
America. Era quest’anno la prima volta che la Convenzione si avvicinava
veramente all’oriente dopo il dramma
della seconda guerra mondiale, e lo
ha fatto con timore e trepidazione.
Possiamo ora dire: anche con successo.
Cosa ha detto
la Coni/enzione?
Forse, più che chiederci che cosa
ha detto a noi, dobbiamo pensare a
quel che ha detto all’ambiente nel
quale si riuniva.
Al Giappone come nazione pagana
(0,5% di Cristiani!) la Convenzione ha
detto che il Cristianesimo non è qualcosa di insignificante. Le grandi proporzioni della Convenzione e della
sua organizzazione, che ha richiesto
quattro anni di lavoro; le grandi personalità che hanno parlato nelle sedute plenarie (basti citare, per tutti, il
vescovo Otto Dibelius, che ha parlato
in una seduta presieduta dal vescovo
Barbieri: tutti e due presidenti del
Consiglio Ecumenico!); gli argomenti
approfonditi nel lavoro delle commissioni, tutto ciò ha profondamente impressionato il Giappone, dal suo governo (il Primo Ministro era presente
alla seduta di apertura) fino ai più umili autisti di piazza che hanno dato
la loro testimonianza spontanea.
Al Giappone cristiano, la Convenzione ha fatto capire che il Cristianesimo non si identifica necessariamente
con l’americanesimo, oggi così potente neirinfluenza che esercita su tutta
la vita culturale sociale economica e
politica del paese. E che il Cristianesimo è anche, e forse soprattutto, impegno e consacrazione all’opera del
Signore, prima che movimento culturale e adesione intellettuale. C’erano
a Tòkyo 5500 persone riunite non da
aspirazioni culturali, ma da una vocazione di servizio pratico, 5500 rappresentanti del grande esercito di due milioni di uomini e donne che nel mondo intero hanno risposto alla chiamata di insegnare la Via di Cristo nelle
¡Scuole Domenicali. Questa presenza
invisibile si è concretata quando nella seduta inaugurale sono saliti sulla
piattaforma cento delegati, scelti fra
le 60 nazioni partecipanti, che portavano il cartello col nome del loro paese, e i quaranta volumi con le pagine
del « libro dell’amicizia » firmate da
monitori e monitrici di tutto il mondo
Lunghissimo corteo, accolto dall’interminabile applauso della folla in piedi, mentre il coro cantava l’inno della Convenzione, scritto e musicato in
Giappone :
« Nel mondo intero noi stiamo
ai pie’ della croce di Cristo... »
Ai delegati dell’Asia, ha anche detto qualcosa, la Convenzione: ha detto che non sono soli, che il loro compito di preparare una classe dirigente
è grande, che però possono contare
suH’aiuto e sulla preghiera di tutti
E insieme, oltre che pregare, si è anche lavorato sodo, a Tokyo durante
la giornata, e prima, in altre conferenze, per studiare, discutere, prepararsi. Essi sono certamente usciti rinvigoriti, con nuove visioni e con nuove esperienze.
E a noi?
A noi, vecchia Chiesa d’Europa, è
stato un tonico efficacissimo il contatto con quelle chiese giovani, piene di entusiasmo, di vitalità, di senso di urgenza della predicazione del
Vangelo di fronte ai problemi di questo mondo che non sa dove vada. Ma
oltre che vecchia chiesa, siamo anche
una povera piccola chiesa di minoranza, e abbiamo condiviso con le altre la gioia di trovarci in una grande
famiglia alla quale siamo uniti come
le più piccole fra le dita sono pur
sempre unite al resto del corpo e vivono della sua forza e della sua vitalità. Possa questo sentimento riflettersi nel nostro lavoro!
B. Corsani
LE RIUNIONI DEL XV AGOSTO
Una bella giornata di incontri fraterni del popolo valdese
Al Sangle di S. Germano
Sono le ore 10 quando la località,
posta sopra le alture di S. Germano
a 1.200 m., comincia ad animarsi dei
primi convenuti alla festa. Man mano la distesa erbosa del prato si va
popolando di gruppi sempre più compatti che arrivano da tutte le parti.
Alle ore 10,30, quando inizia il culto, una folla calcolata a 7-8 cento persone fa corona attorno al palco appositamente preparato per gli oratori.
ir-resieae ii pastore Umberto Bert di
S. Germano: invocazione della presenza del Signore, canto dell’inno 91
« Scendi Tu nel nostro petto... » quindi lettura della Parola di Dio (Deuteronomio 30) e preghiera; canto delrinno 153 « O Dio, {^e sei la forte mia
'difesa...».'’
Prende la paroladl pastore Giovanni Peyrot di Prarostóno ^r la medita
zione della Sacra Scrittura. Testo
Deut. 30: 19 « ...Io ti ho posto davanti
la vita e la morte, la benedizione e la
maledizione ; scegli dunque la vita, onde tu viva... ». Prendendo lo spunto da
una definizione del noto scrittore Carlo Arturo Jemolo, che l’uomo 1958 è
l’uomo gaio che vivfe su uno «fondo di
disperazione », l’oratore nota come effettivamente gli uomini del nostro
tempo, nonostante tutti i progressi e
i servizi che la tecnica offrono alla
soluzione di molti problemi, non siano felici. La tecnica, sovente, serve all’uomo soltanto per cancellare i segni
conturbanti della follia e del peccato
umano. In tutti i paesi, ad esempio,
la ricostruzione delle città distrutte
è avvenuta in pochissimi anni (servizio reso dalla tecnica, indubbiamente), ma anche quanti ammonimenti
cancellati !
Un altro aspetto della vita dell’uomo moderno mostra ancora quanto
egli, nonostante tutto, non sia veramente felice: è come egli passa le
sue ferie, le sue vacanze, il suo svago. L’uomo del nostro tempo non è
più abituato alla meditazione, non è
più abituato a fermarsi, neppure più
abituato a riposarsi; la sua vita non
subisce quasi più variazioni tra il lavoro e ripom, perchè è tutta ima corsa velocissima, una agitazione continua. Si direbbe che l’uomo del nostro
tempo sia tutto teso in uno sforzo unico per dimenticare, per cancellare nel
Al Serre di Angrogna
L’aspro, selvaggia vallone d’Angrogna ha ospitato i gitanti del XV Agosto in un ripiano, popolato di castagni, nei pressi del Serre. Con commo
zione abbiamo risalito la valle dove,
per dirla col De Amicis, sono riposte
« le memorie più solenni e le glorie
più anticne; .... meta suprema di tutti
1 capitani cattolici e nello stesso tempo la rabbia, la vergogna, la disperazione loro. E perciò la più amata e la
più venerata dai Valdesi, la loro valle
sacra, che chiamiamo anche ” il cuore delle Valli ” ».
Ed è proprio nella Valle d’Angrogna, alla Rougno-usa, che 125 anni or
sono si celebrava il primo 15 Agosto,
quale frutto d’un profondo risveglio
spirituale, sgorgante nella tradizionale manifestazione cinturale all'aperto.
i ricordi e le antiche memorie tornavano di frequente alla nostra mente
mentre percorrevamo il vallone, in
mezzo ad una vegetazione foltissima,
e dove ogni pietra, ogni monte è testimone silente della fedeltà dei nostri
padri. Lo stupendo quadro che app^
riva ai nostri occhi mano mano ci avvicinavamo al luogo dell’incontro era
sciupato da scritte a caratteri cubitali dove si annunziava « gran ballo
pubblico alle porte d’Angrogna ». E la
sera, mentre la nostra mente era ancor piena dei ricordi e degli incontri
della giornata, proprio nella piazza
del capoluogo d’Angrogna vedemmo
«il gran ballo pubblico» atto a coro
riaie poco degnamente la giornata di
vita spirituale vissuta sulle alture del
Serre. La penna di Edmondo De Amicis avrebbe modificato quelle che furono le sue impressioni intorno alla
valle e soprattutto agli abitanti d’Angrogna : « i loro bisogni non sono che
un po’ di pane, un po’ di fuoco e il
sermone del Pastore »...
I messaggi del mattino al Serre di
Angrogna sono stati ascoltati in raccoglimento, anche dai disseminati, a
mezzo dell’altoparlante; il Pastore
Sommani Franco, il Prof. (3tonnet
Giovanni, il Pastore Bouchard Gustavo hanno toccato argomenti di natura biblica, storico valdese e di evan
gelizzazione, mentre il Pastore Catìier ed il Moderatore Achille Deodato
hanno portato rispettivamente il saluto delle comunità del Val Queyras
e della Chiesa valdese nel suo insie
me. fi motivo spirituale del ritorno a
Dio, unico Signore della nostra vita,
rinserimento nella vita morale della
nostra fede evangelica nonché l’urgenza della testimonianza nell ora
presente sono stati chiaramente esposti dagli oratori in brevi e succos’
messaggi. L’esempio d’una comunità
Oell’Abruzzo, creata dallo Spirito Santo mediante la testimonianza umile
di un contadino in questi ultimi anni
ò stato citato da un oratore per indicare ai convenuti come lo Spirito opra e può operare dovunque per il risveglio, la rinascita delle nostre chie
se alle Valli e fuori delle Valli. Il Mo
deratore ha ricordato poi la responstv
bilità della chiesa sul terreno sociale
specialmente per quanto concerne la
creazione di asili e doposcuola, elementi preziosi per la diffusione del
Vangelo della Grazia.
Nel pomeriggio abbiamo ascoltato i
messaggi del Pastore Toum del Sud
America, il dr. Pons intorno ai problemi più vivi delle nostre valli, la corale di Torre con cori appropriati;
un gruppo tedesco con un Pastore ha
recitato un bozzetto tradotto in francese. Purtroppo i pomeriggi del XV
Agosto continuano ad essere fiacchi,
poco preparati, proprio in occasione
della massima manifestazione di vita
comunitaria valdese. Riteniamo che
la FUV debba seriamente impegnarsi
nel corso deH’invemo, in modo da organizzare il pomeriggio valdese perchè possa coronare degnamente la
giornata dell’incontro.
La parte organizzativa è stata ottima grazie all’impegno dei giovani
c direi di tutta la comunità di Angrogna Serre e particolarmente del Pastore Conte che ha presieduto l’attività del mattino. Accanto ai vari banchi di beneficenza ha funzionato pure il banco del colportagglo quale testimonianza del libro evangelico.
mlnimus
10 stordimento, nella velocità, nel rumore e nel ritmo, la sua noia, la sua
stanchezza, l’aridità della sua vita...
perchè non venga a galla quello che
è in fondo a lui: la disperazione.
Ma ciò che mostra il vero volto, la
vera situazione dell’uomo di oggi è
forse il suo atteggiamento, le sue reazioni agli avvenimenti politici e sociali che si svolgono sulla scena del mondo. Nelle recenti crisi di Suez e del
Medio Oriente, per esempio, qual’è
stata la reazione degli uomini? La
massa degli uomini ha certamente avvertito di trovarsi sull’orlo del baratro, ma, come sempre, ha nascosto
ancora una volta, sotto il sorriso, 11
suo volto disperato. In nessun paese,
e neppure nelle nostre Valli, c’è stato
in quei giorni il raccoglimento di
quella che può essere l’ultima ora in
cui si compie l’esame di coscienza. E’
realtà.che in quei giorni non si son
visti i templi riempirsi di fedeli, nè
si è sentito di malversatori che restituissero il mal tolto, nè di ricchi disfarsi delle loro ricchezze per riutrire
11 povero, nè di vite indecorose o gemplìcemente dissipate nel vizio e nelle
vanità del mondo cambiare rotta; si
è continuato a vedere le corse folli
che seminano la morte sulle strade,
gli scandali e le frodi finanziarie, i de
atti diabolici, i balli e le serate danzanti.
Si direbbe che l’uomo non ha più
il senso della sua vita e il senso della
sua morte (Eppure oggi vi vive facilmente come non si è mai vissuto; ma
si muore anche facilmente come non
si è mai morto!)
E’ l’uomo del nostro tempo capace
di riscoprire questo senso della vita e
della morte? — Da solo, no! C’è la
Parola di Dio, c’è Gesù Cristo che
possono aiutarlo. Bisogna dunque ricercare questa Parola, trovare il tempo ( a costo di imprimere una battuta
d’arresto alla nostra vita) per meditarla, e poi... fare ogni sforzo per seguirne gli insegnamenti.
Questa è la via della Vita: Gesù
Cristo !
Dopo il canto dell’inno 180 « Chi potrà dir... » prende la parola il pastore
Emilio Ganz dell’Uruguay. Egli porta,
anzi tutto, il saluto dei Valdesi delrAmerica del Sud, particolarmente
dei pellegrini che furono qui alle Valli due anni fa e che hanno riportato
impressioni e ricordi incancellabili
della loro permanenza tra di noi. Il pa
stcre Ganz traccia brevemente poi la
storia della colonizzazione valdese in
Uruguay e in Argentina (che celebra
quest’anno il I» centenario). Oggi le
nostre colonie laggiù sono floride, ma
non è stato sempre cosi: all’inizio,
quante difficoltà, quanti pericoli, quante opposizioni si trovarono lungo il
cammino dei pionieri valdesi; molti
episodi sono rievocati. Tutto però stà
a dimostrare come la benignità del
Signore si è manifestata verso i Vaidesi, i quali hanno per Lui un debito grande di riconoscenza; debito che
essi cercano di pagare con l’opera di
testimonianza che oggi rendono al
Suo Nome in quelle terre.
Ha quindi la parola il candidato al
Ministero Giorgio Bouchard che espone, con arguzia ed efficacia, alcune sue impressioni su un viaggio da
lui fatto questa primavera, con lo zio
pastore Gustavo, negli Abruzzi e nelle Puglie. Egli fa notare la profonda
diversità di situazione in cui ancora
oggi vivono quelle popolazioni, che
hanno scarse industrie, che non conoscono quindi che magre rendite, per
cui sono costrette a vivere malamente, economicamente parlando, e sovente a emigrare. Nonostante ciò l’oratore ci dice come quelle popolazioni
4
Il ricco e il povero «'incontra- no; l'Eterno li ha fatti tutti e due. Dai Proverbi : ir '. L'Eco delle Valli Valdesi Come nell'acqua il viso ri- sponde al viso, così il cuor del- l'uomo risponde al cuore del- l'uomo.
Dai Proverbi
•siano ospitali, aperte... non solo su
un piano umano, ma anche su un piano spirituale. Ci parla di come si iniziò da parte della nostra Chiesa l’opera di evangelizzazione in quelle terre,
e come o^ quest’c^iera progredisca
sotto il segno della potenza dell’Evangelo. Si sofferma su alcuni casi episodici recenti, come S. Giovanni Lipioni, ove casualmente il pastore Valdese fu chiamato a predicare Gesù
Cristo, unico Mediatore ed rmico Signore, e ove og^ esiste ima forte comunità evangelica tutta protesa nella testimonianza della fede. Conclude invitando i Valdesi delle Valli a
considerare con molta simpatia l’opera di testimonianza evangelica che si
compie colà.
Si canta l’iimo 277 .« Quale un faro
risplendente», si fa la colletta per
l’opera di evangelizzazione, e col Padre Nostro e la Benedizione si chiude la prima parte della giornata.
Il pubblico di disperde tra il verde
dei boschi e dei prati per consumare
il pranzo al sacco.
Verso le 14,30 ci si ritrova ancora
tutti riuniti. Un gruppo di coralisti
guidati dal Sig. Emilio Giordano di
S. Germano esegue alcuni canti. Poi
prende la parola il pastore Alberto
Ribet di Milano per esporci, anche
lui, le sue impressioni su un viaggio
compiuto ultimamente oltre cortina
di ferro, a Varsavia in Polonia. Egli
si è recato colà per rappresentare la
Chiesa Valdese alla inaugurazione
della ricostruita Chiesa Luterana.
Varcando la « cortina di ferro » si ha
veramente l’impressione di trovarsi in
un altro mondo, poiché altre sono le
concezioni e altra la pratica della vita. Tuttavia una cosa si ritrova là;
la realtà della Chiesa di Cristo che
non riconosce barriere nè cortine;
la si sentì fortemente nei contatti avuti con pastori e semplici membri di chiesa, e solennemente nel culto di inaugurazione della ricostruita
chiesa luterana in Varsavia. Anche
lui termina esortando i Valdesi a pen
sare con simpatia e in preghiera ai
credenti di là della cortina di ferro.
II pastore Bert invita l’assemblea a
cantare, prima di separarsi, l’inno 237
« Sol Cristo è della Chiesa la base, il
fondator...» dopo di che la riunione
si scioglie e, chi da una parte e chi
dall’altra, si prende la via di casa.
Bella e buona giornata sotto ogni
aspetto. Ringraziamone il Signore per
avercela data. Il cronista
DaUe nostre Comunità
AlVGR06Hld (Serre)
Con un tempo provvidenzialmente
sereno ha avuto luogo l’attesa festa
del XV agosto. I giorni che l’hanno
preceduta sono stati, i^r buona parte della nostra comunità, di intensa
preparazione. Ringraziamo di tutto
cuore tutti i fratelli e le sorelle, giovani e meno giovani, e in un modo
particolare i villeggianti che hanno
gareggiato in generosità nella prepar
razione di tutto quanto potesse contribuire alla riuscita pratica della riunione e della giornata di festa. Sono
stati giorni in cui abbiamo potuto
realizzare la bontà del lavoro e dell’im^gno in comune, in cui ognuno
ha dato quanto ha potuto, in tempo
o in offerte. Possano questo senso di
unione e questo spirito d’impegno rimanere nei nostri cuori e nella nostra
vita comunitaria. Siamo d’altra parte
stati veramente felici che la festa abbia avuto luogo fra noi e ringraziamo
quanti, venuti dal di fuori, hanno
contribuito alla sua riuscita con i lo
ro -messaggi, con il loro canto, con la
loro presenza fraterna.
Un vivo ringraziamento al pastore
Mario Musacchio, di Sampierdarena
che ha presieduto il culto al Serre,
il 24 u. s.
PIIVGRQLO
— In queste ultime settimane sono
stati celebrati i matrimoni di Pomero
Cesare e Gardiol Ida (Pinerolo), Gardiol Attilio (Riclaretto) e Gastaud Ma
ria (Perosa), Cardon Roberto (Arezzo) e Long Marina (Abbadia Alpina).
Nel darne l’annunzio, la Chiesa si
rallegra per la creazione di questi
nuovi nuclei familiari ed augura ai
coniugi una vita edificata nel terreno
della fedeltà a Dio e dell’affetto cristiano, onde, per mezzo delle famiglie, il nome del Signore sia onorato
e servito sulla terra.
— Due piccole creature hanno ricevuto il battesimo: Luigi Grill di
Dalla Diaspora Pisana
Pisa
Al culto di Pentecoste sono stati
ammessi alla Chiesa Valdese due giovani studenti Maurizio da Prato e
Claudio Pitschen, e Domenica 20 luglio, la signorina Maria Giovanna
Mannocci. Che la presenza del Signore nel loro cuore e nella loro vita sia
sempre la loro forza e la loro allegrezza !
Abbiamo avuto la gioia di veder celebrare nel nostro tempio tre matrimoni: il 12 aprile: Pietro Bazzell e
Lily Montruccoli; il 26 maggio; Dennis George e Principina Pamio; il 26
luglio ; Fernando Giovannini e Maria
Giovanna Mannocci.
Domenica 13 luglio è stato battezzata durante il culto della comimità
Maria Angelica De Marco di Nicola
e di Rossi Erminia, provenienti da
Pescolanciano. I più cari auguri alla
cara piccola e i più vivi rallegramenti alla Signora De Marco che ha avuto la vita salva in un grave incidente
stradale quando ancora attendeva la
sua creatura. Padrino e madrina i
coniugi dr. Antonio e prof. Maria Rosa Ardito.
Rallegramenti e felicitazioni al peo
dottore Fernando Gjiovannini per
molti anni zelante segretario dell’U,
G. V., che ha conseguito la laurea in
Medicina e chirurgia con una riuscita
tesi su « Il prarto indolore ».
da
Rlotilde Godino
Via Repubblica, 16
TORRE PELLICE
Vasto assortimento
foulards - fazzoletti - cravatte
guanti - calze - parures
tovaglie e centrini
Corredini per neonati
Vestine e costumini per bimbi
e molti altri articoli
VISITATECI
Convenienza - Qualità - Scelta
Il Bazar 1958, risultato del lavoro
perseverante delle sorelle della Società di cucito e della sua animatrice ha
avuto pieno successo. S’è così potuto
estinguere il debito contratto per i re
stauri dell’interno del tempio, fatti
ad opera della comunità.
Viareggio
Cento grandi manifesti in quattro
lingue, affìssi a tre riprese, e sessanta avvisi inviati agli alberghi e alle
pensioni, annunciano il Culto Evangelico, presieduto ogni Domenica alle
ore 17,30 dal pastore di Pisa, nella cappella anglicana di Via Leonardo da
Vinci. La cappella è quasi piena ogni
domenica di protestanti di vari paesi
e lingue. Ai cattolici italiani vengono
distribuiti fogli di evangelizzazione e
ai forestieri speciali opuscoli nella loro lingua sull’opera e sulle istituzioni della Chiesa Valdese.
Il culto di Domenica 10 agosto è
stato presieduto (litiugia in italiano
e sermone in inglese) dal Cappellano
della Base Americana di Tombolo,
Capt. R. R- Eisenlauer, che ringraziamo vivamente.
Fino alla fine di settembre i culti
a Viareggio avranno luogo ogni do
menica, e dal principio di ottobre ri
torneranno ad essere quindicinali.
^onte fiera
Alla famiglia Crastan gravemente
provata per l’immatura e tragica morte del diletto figlio e fratello Guglielmo, esprimiamo la nostra viva prò
fonda simpatia cristiana. Non vi è pa
rola umana che possa lenire un così
gran dolore, ma la grazia del Signore
può infondere pace e conforto ai cuo
ri affranti. Perciò la partecipazione
dei fratelli in fede a questa grande
prova ha significato solo se è preghiera fervente e perseverante a Colui che
ha vinto il male e la morte.
Lucca
Un magnifico tappeto dono della signora Paolina Niemack orna da qual
che settimana la nostra sala di cui
to, nascondendo almeno in parte, l’orrido pavimento che attende da anni
di essere rifatto. La comunità di Lucca molto piccola non può da sola affrontare questa spesa che implica importanti lavori di risanamento del
suolo e delle pareti.
Amato e di Francese Maria (Cantalupa) eDaniela Avondet di Dino e di
Miè Franca (Pinerolo).
— .Annunziamo con piacere che due
nostri studenti hanno felicemente
terminato il corso dei loro studi con
gli esami di luglio. La signorina Milena Grill ha conseguito il diploma di
insegnante presso ITstituto Magistrale di Pinerolo ed il giovane Franco
Hurzeler quello di geometra presso
l’Istituto tecnico nella stessa città.
Ci rallegriamo con questi due nuovi
diplomati, cresciuti nell’atmosfera di
una famiglia valdese, ed auguriamo
loro molte soddisfazioni nel servizio
che saranno chiamati a compiere, ca
ratterizzato da una impostazione cri
strana della vita.
R O R a’
Nei recenti incontri della montagna
-ricordiamo quello' di Piamprà tenuto
si in collaborazione con la comunità
di Torre Penice é con la partecipazioiie del collega svizzero Hardmeier, del
Pastore s.M.-^-ro Bruchmann ed ii
gruppo uei suoi giovani, ospiti di Ro
rà nonché del collega Franco Sommani. Una larga rappresentanza di
villeggianti rorenghi, gruppi di fratei
li delle varie comunità d’Italia, delli
comunità vicine delle Valli e naturai
mente di Rorà haimo. reso simpatico
l’incontro. I messaggi a siondo biblico, evangelistico, le presentazioni dei
vari gruppi haniio caratterizzato rincontro.
Ringraziamo quanti hanno annun
ziato il messaggio e particolarmente
ì nostri amici svizzeri.
Recentemente Rorà ha ospitato un
gruppo di svizzeri tedeschi guidati dal
loro pastore Bruchmann i quali hanno rallegrato con la loro presenza la,
casa del « camoscio » riattata per
quello scopo particolare. Siamo grati
a quanti hanno collaborato per l’o
spitalità ed inviamo un saluto- ai nostri nuovi amici svizzeri.
Ringraziamo di cuore il Pastore Alfonso Alessio eddl Pastore Aldo Rutigliano per i loro caldi, vibranti mes
saggi rivolti alRt comunità di Rorà
rispettivamente nelle domeniche 17 e
24 agosto. Il culto di Santa cena particolarmente solenne è stato celeorato la domenica 24 in comune coi Rorenghi e villeggianti. Nel pomeriggio
alla Costa un gruppo di rorenghi e di
villeggianti ha ascoltato i messaggi
del Prof. G. Gönnet e del Pastore Aido Rutigliano. Ringraziamo di cuore
per Taffeituosa accoglienza le fami
glie della zona.
Il nostro bazar estivo del Centro è
stato molto apprezzato e ringraziamo
di cuore tutti coloro che hanno in
qualche modo collaborato per la su.,
riuscita. All’Unione del Centro e dei
Rumò e particolarmente alla presi
dente Mary Morel il nostro pensiero
riconoscente.
inviamo un affettuoso augurio al
nostro ospite Aldo Rutigliano per la
sua consacrazione al santo ministeric
rallegrandoci per aver ottenuto l’approvazione del corpo pastorale all’e
same di fede ed al sermone di prova.
l/lLLASECCd
All’annuale migrazione estiva agli alpeggi, ha corrisposto, anche quest’anno, la serie delle‘riunioni tenute nelle
zone alte della Parrocchia la domenica pomeriggio. Alcune di esse sono
tenute nelle regioni degli alpeg^, altre semplicemente nei quartieri più
lontani, come Bovile e Linsardo di dove le persone anziane ed altri mernbri di Chiesa possono con dfficoltà
scendere ai Chiotti; altrove ancora la
riunione è tenuta in luoghi intermedi fra borgata e miande, ma comodi
per tutti e suggestivi
Così il 29 giugno ci siamo riuniti a
St. Thomas (Albarea), il 6 luglio fra
Vrocchi e Grange a Bovile, il 20 dello
stesso mese alla Selletta (Linsardo),
il 27 a Fracio Durant (alpeggio di
Combagarino) ed il 17 agosto alle
Ciuliere (zona degli alpeggi del Trussan ed in genere di Riclaretto). La
serie sarà terminata con la riunione
di Villasecca il 24 agosto.
In queste riunioni abbiamo meditato il messaggio della Parola di Dio
per il nostro tempo di minaccie e di
tensioni, cercando di sottolinea,re la
precisa vocazione che Dio ha rivolto
alla sua Chiesa ed a noi tutti in que
sto momento drammatico della storia
del mondo. Raramente la parola dell’Evangelo e del Profeti ci è suonata
più precisa e più attuale di questo
messaggio di giudizio e di grazia.
Lo spopolamento della montala ha
fatto, quest’anno, sentire i suoi effet
ti anche nelle nostre riimioni estive
Alpeggi che non molti armi fa ospitavano numerose famiglie oggi sono
totalmente deserti e la densità della
popolazione estiva si è spostata in zone più lontane dai luoghi tradiziona
li di riunione. Sarà i»rciò necessario
riorganizzare questi incontri tenendo
conto delle zone ancora popolate e
delle esigenze che ne derivano.
Matrimonio: Il 3 agosto sono stat'
uniti in matrimonio Enrico Peyronel
(Trussan) e Zita Clot-Varizia (Molie
ro). Agli sposi, ora stabiliti al Rey
naud, giungano ancora gli auguri af
fettuosi e sinceri di tutta la Comune
tà ed in particolare dell’Unione Giovanile e della Corale di cui fanno ambedue attivamente parte.
Battesimo: Il 20 luglio è stato am
ministrato il battesimo a Rita Massei (Maizetta). Il Signore voglia benedire questa bimba e la sua famiglia
Mostira dì arte moderna
a Torre Pellice
Si è inaugurata nel Collegio Valdese di Torre Pellice la IX Mostra d’arte contemporanea, alla presenza di
numeroso pubblico, fra cui autorità
locali e artisti provenienti da Torino.
La rassegna che ci riserviamo di analizzare prossimamente si fregia dei
nomi più illustri della pittura moder
na delle leve anziane e delle più gio
vani.
Culti a IViervì e Rapallo
NERVI: Cappella Evangelica Tedesca, Via Capoluogo 18 (vicino Alben
go Eden) ; Prima e terza domenica del
mese alle ore 15,30.
RAPALLO: Chiesa Anglicana, Via
Aurelia Occidentale (di fronte al Ga
rage Savoia): Quarta domenica del
mese alle ore 16.
I Culti hanno luogo tutto l’anno a
cura della Chiesa Valdese di Genova.
Tutti gli evangelici sono cordialmente invitati.
Scuola latina di Poinaretto
Gli esami della sessione autunnale
avramio inizio il giorno 8 Settembre
p. V. secondo il diario affisso aH’albo
dell’Istituto.
A partire dal 15 Settembre si ricevono le iscrizioni alle tre classi legalmente riconosciute. Le domande
devono essere redatte in carta da bollo da L. 100 per l’iscrizione alla I», in
carta semplice per l’iscrizione alla II»
ed alla III».
AVVISI ECONOMICI \
CERCASI per fine settembre circa,
per famiglia delle Valli composta d:
due persone, un domestico finito,
possibilmente anche autista — una
cuoca finita e una guardarobiera finita, tutti di media età. Si prendono in considerazione anche ima
coppia di coniugi senza figli, di cui
lui domestico finito e possibilmente
autista e lei, cuoca o guardarobiera, finita. Trattamento morale e
materiale ottimo. Si richiedono serie referenze. Rivolgersi al giornale.
(Coniugi anziani residenti Riviera
cercano persona mezza età per assistenza intero servizio. Scrivere;
Ronco, Via Sara, Sestri Levante.
Prof. Dr. A. Roniscontro
Ubero docente
in Clinica Odontoiatrica all'Università
MALATTIE
DELLA BOCCA E DEI DENTI
Pinerolo - Via Palestro, 7 - Tel. 24-98
Tutta la settimana tranne domenica
e lunedì
Doti. E. Pascal
Specialista
in malattie nervose
Svolge servizio di consulenza presso
l'Ospedale Valdese di Torre Pellice.
il secondo e il quarto venerdì del
mese, dalle ore 10 alle 12
Redattore : Ermanno Rostan
Via dei Mille, 1 - Pinerolo
Tel. 2009
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice - c.c.p. 2/17557
Tipografia Subalpina - s. p. a.
Torre Pellice (Torino)
La famiglia Rivoira, neH’impossibilità di farlo personalmente, ringrazia
quanti presero parte al suo dolore per
la dipartita del caro
DINO
Un particolare ringraziamento
giunga alle famiglie Severini e Mon■ net per il prezioso aiuto ed al Pastore
Signor Aime per le parole di conforto.
Angrogna, 14 agosto 1958.
La Famiglia del compianto
Long Federico
Sentitamente ringrazia tutti coloro
che hanno preso parte al suo lutto,
in particolar modo il Pastore Sig.
Bert, i parenti e vicini di casa per le
loro amorevoli cure.
S. Germano Chisone (Gianassoni),
18 agosto 1958.
Le famiglie Fornerone e Rostagno,
riconoscenti, esprimono un commosso
ringraziamento a quanti hanno partecipato al loro dolore e preso parte
ai funerali della loro cara
Amalia Rostagno
ved. Grisel
Un grazie particolare a tutti colo
ro che così generosamente si sono
prodigati in aiuti nella penosa circostanza e al Pastore sig. Peyrot e Si
gnora per le buone espressioni di con,
forte.
Prarcstino, 19 agosto 1958.
Les familles de Marguerite Riva
Fomeron, Charles Albert Forneron
Adeline Tesseyre-Bonheur Forneron;
la veuve de Louis Forneron et les autres parents annoncent que le Sei
gneur a rappelé à Lui
Héiène Forneron
leur affectionnée tante, grand’tante,
belle-soéur et cousine.
Us remercient la Directrice et le
personnel de la Maison des Diaconesses, les pasteurs M.rs Sommani et
Louis Marauda, le docteur M.r De
Bettini et les chères amies qui ta
visitèrent pendant sa longue maladie
« Jésus Christ est notre espérance» (I Tim. 1: 1)
Torre Pellice Paris
26 agosto 1958
E’ serenamente spirata, in età di 88
anni, a Grezzano (Mugello), la Signorina
Elvira Dapples
I congiunti della famiglia DapplesBert lo annunciano con dolore a
quanti l’hanno conosciuta.
« O Eterno, Tu sei il mio Padre,
il mio Dio, e la rocca della mia
salvezza ».
Direttore : Prof. Gino Costabel
Pubblicaz autorizzata dal Tribunale
di Pinerolo con decreto del 1-1-1955
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LOCANDA
RISTORANTE
“ Martel „ = Angrogna