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Anno 118 - n. 10
5 marzo 1982
L. 400
Sped. abbonamento postale
I gruppo bis/70
BI EMOTECA VALIMSE
1006Û TORiìS FEILICl
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
Punti
di vista
SCRITTURA E PAROLA DI DIO
NeU’imminenza deU’8 marzo, la
giornata mondiale delle donne, è
necessario interrogarsi su quale
fine abbia fatto il progetto di
legge del Movimento di liberazione della donna sulla « violenza contro la donna ».
Come si ricorderà nel 1978 il
Movimento di liberazione della
donna ha condotto una inchiesta
su 3.000 donne itaUane circa le
violenze da loro subite. Le risposte (pari al 62% dei questionari)
sono sconvolgenti; oltre il 92%
delle donne ha dichiarato di aver
subito qualche forma di violenza
fisica, o sessuale, o morale.
Di fronte a questa situazione
il Movimento di liberazione della
donna aveva deciso di presentare
un « progetto di legge di iniziativa popolare » che modificasse le
norme dei codici penali che puniscono questo tipo di reato.
La scelta di presentare un progetto di legge col metodo della
raccolta delle firme era stato un
momento di « partecipazione »
popolare molto forte.
Si sono fatte migliaia di assemblee, di riunioni, di discussioni sul problema della violenza
contro la donna. Anche le nostre
chiese sono state confrontate con
questo problema ed "assemblee
di chiesa si erano dichiarate a
favore di questo progetto.
Del resto la situazione della
violenza all’interno della famiglia
è nota: i genitori che picchiano
i propri figli sono la maggioranza, ma anche i mariti che picchiano le proprie mogli sono numerosi e non vi è distinzione sociale. Picchiano un po’ tutti: borghesi e operai, marxisti e conservatori.
Finalmente, quattro anni dopo,
nell’autunno scorso una commissione parlamentare ha unificato
i progetti di legge (ve ne erano
altri di diversi partiti). Ma cos’è
successo? Il testo unificato contiene ben poche delle proposte
delle donne. Innanzitutto il testo
unificato derubrica la violenza ad
una semplice « offesa al pudore
sessuale ». Le donne chiedevano
invece che fosse considerata un
« delitto contro la persona ».
Il testo unificato prevede che
questi reati non siano perseguiti d’ufficio come volevano le donne, ma per querela di parte.
Violentare una donna è equiparato in definitiva alla diffamazione. Secondo la commissione parlamentare la violenza contro la
donna non crea allarme sociale
e quindi rientra nella « sfera privata ».
Approfittando di una fase calante del movimento delle donne
le istituzioni danno una risposta
culturalmente e politicamente
inaccettabile al problema della
violenza sulla donna.
Eppure oggi molti nelle istituzioni, nei partiti, nelle chiese,
parlano di pace e di lotta contro
la violenza; ma sappiamo vederla
questa violenza, magari all’interno della nostra stessa famiglia?
Il movimento delle donne nel
’78 ha posto una domanda, ha
contribuito a far nascere una
strategia di pace. Il nostro augurio è che questo contributo venga recepito nelle istituzioni e nel
nostro « quotidiano ». E non solo l’8 marzo.
Giorgio Gardiol
Crediamo nella Bibbia?
Non crediamo nella Bibbia bensì nell’opera dello Spirito di Dio che suscita la fede. Ma possiamo dirlo solo nella misura in cui siamo strettamente e appassionatamente legati alla Bibbia
Un recente articolo comparso
sul nostro giornale, polemizzando con la tendenza a divinizzare
la Bibbia propria di chi identifica semplicisticamente Bibbia e
Parola di Dio, esortava a leggere
la Bibbia riconoscendole l’autorevolezza che da secoli ha per i
credenti, ma concludeva, « non
crediamo in essa: l'unico oggetto
della nostra fede è il Signore che
ci chiama oggi come ci chiamava ieri... ». Questa affermazione
— « non crediamo nella Bibbia »
— ha suscitato Fallarmata reazione di un pastore e probabilmente la perplessità di più di un
lettore. Val dunque la pena rifietterci sopra.
La tentazione
di possedere Dio
Il pensiero riformato più genuino, da Calvino a Karl Barth,
ha sempre mantenuto una distanza tra Bibbia e Parola di Dio,
evitando di identificare automaticamente Puna con l’altra. Pur
con l’autorità indiscussa che la
Scrittura ha per i credenti, essa
— diceva Calvino— «. non otterrà
fede alcuna nei cuori degli uomini se non sarà suggellata dalla
testimonianza interiore dello Spirito. E’ necessario dunque che
lo stesso Spirito che ha parlato
per bocca dei profeti entri nei
nostri cuori e li tocchi al vivo
onde persuaderli che i profeti
hanno fedelmente esposto quanto era loro comandato dall’alto »
{Istituzione cristiana, I/VII/4).
Volta in negativo questa affermazione dice dunque: se non c’è in
noi la « testimonianza interiore
dello Spirito » e cioè l’azione diretta, libera e sovrana, del Signore che illumina e vivifica la Scrittura, questa rimane muta e vuota, rimane parola di uomini e
non diventa Parola di Dio.
Perché è importante questa distinzione? Perché il peccato della
chiesa consiste sempre nel tentativo di impossessarsi di Dio, di
averlo in propria mano di disporre di Lui. E’ proprio questo
che la Riforma ha rinfacciato
alla chiesa del suo tempo: la
pretesa di disporre di Dio nell’eucaristia mediante il potere sacramentale. E come avrebbe po
tuto pretendere a sua volta di disporre di Dio nell’atto di aprire
il Libro, ricavandone automaticamente la Parola di Dio? Tuttavia
il protestantesimo non sempre è
stato coerente con questo principio di distanza tra la chiesa e
Dio; non sempre ha rispettato
questo spazio tra la Scrittura e
la Parola, che è lo spazio della
sovranità non delegata di Dio. E
quando ha perso di vista questo
spazio, quando ha dimenticato
questa umiltà, ha finito — ieri e
oggi — per impossessarsi della
Parola ingabbiandola in un letteralismo mortifero.
Quindi è profondamente riformata — e adeguata, pur nel suo
tono provocatorio — l’affermazione che non crediamo nella
Bibbia ma soltanto nell’opjera del
Signore libero e sovrano.
Come conoscere il
suono dello Spirito?
Ma d’altra parte, dove cercare
e come imparare a conoscere
l’opera dello Spirito che fa na
SALMO 85
Uno spazio per la giustizia di Dio
Imbattermi in questo salmo
ha significato per me riprovare
sensazioni che avvertii anni fa di
fronte al Museo degli Impressionisti di Parigi (dove ero arrivato
in autostop). Morivo dalla voglia
di vedere gli originali di Toulouse-Lautrec, Degas, Manet, Modigliani, Braque forse Picasso ma
il Museo che m'interessava era
chiuso... e il giorno dopo dovevo
partire perché a casa mi aspettavano. Allora cominciai a girare
intorno a questo edifìcio piccolo
ma splendido nel giardino, mi
sembra, del Luxembourg: cornicioni, capitelli, ampie vetrate,
qualche statua. Non c’era niente
da fare — pensavo — io non sarei mai entrato lì dentro a vedere una rassegna di pittura che
per me era quanto di più hello
ci fosse al mondo. Avevo solo 18
anni. Allo stesso modo, se mi
permettete l’accostamento, ho
girato per ore intorno a ques'to
salmo cercando la chiave per entrarci dentro. Ho letto e riletto
queste parole meravigliose: pace,
giustizia, benignità, amore. Ho
ammirato la costruzione poetica,
l’altezza spirituale ed ho cercato di approfondire alcuni termini... Ma vi dico con tutta franchezza che questo salmo mi rimaneva estraneo, non avevo un
punto su cui aggrapparmi, per
iniziare una riflessione. E’ veramente difficile predicare partendo dalla Parola di Dio. D’accordo,
è un bellissimo salmo: ma cosa
c’entra con i nostri problemi?
Che cosa aggiunge a quello che
già sappiamo? Un salmo freddo.
lontano nel tempo, scritto 100
anni prima di Cristo.
E proprio quando stavo per
passare oltre e cercare qualcosa
di più abbordabile ho riletto la
frase del salmo: « Dio parlerà di
pace al suo popolo e a coloro che
credono in ImL Ma non ritornino
più alla follia ».
E allora qui — lasciatemelo
dire — ho visto la nostra situazione. Perché siamo nella follia.
Viviamo in un mondo folle. Sappiamo quanto questa follia possa
rapidamente trasformarsi in una
ecatombe cosmica.
Siamo in piena follia. Follia di
un mondo in cui 40 milioni di
persone muoiono di fame.
Questo salmo è dunque attuale
anche se affonda le sue radici in
una .situazione storica lontana:
per anni il popolo di Israele in
esilio a Babilonia, un popolo sradicato e lontano dai suoi punti di
riferimento classici (Gerusalemme, il Tempio, il monte Sinai) ha
ascoltato — attraverso le parole
dei profeti — l’annuncio di un
cambiamento, la visione di un ritorno a casa in Palestina.
Ma il ritorno è in un Paese desolato, povero, in cui bisogna ricominciare di nuovo.
Certo Dio ha perdonato, ma a
partire da qui tutto è da ricostruire e per trovare un criterio
alla ricostruzione di un mondo
in rovina, accerchiato ai suoi confini da forze ostili, per trovare
un senso a questa nuova impresa
la preghiera di coloro che sono
ritornati invoca un altro ritorno,
l’unico che realmente conti: il ri
torno di Dio.
Se Lui non torna in mezzo al
popolo non si potrà lavorare con
gioia, con una prospettiva e con
passione.
E’ il nostro problema: che senso ha il nostro tentativo di impegnarci nella chiesa e nella società
se Dio non ci mostra la sua benignità, se Dio non è presente in
mezzo a noi?
A questo punto la preghiera
racchiusa in questo salmo-che-invoca-il-ritorno-di-Dio da collettiva
che era diventa preghiera personale: « io — dice il salmo —
ascolterò Dio che parlerà di pace ».
E vorrei dire subito che questa
pace riguarda il futuro: il passato con tutta la sua carica di follia è veramente passato anche
se le sue conseguenze gettano
un’ombra sul destino e sulla vita di oggi. Lo sguardo del salmista è puntato sul domani, sul ricostruire l’economia, la politica,
la società e la comunità dei credenti su nuove basi.
Se non c’è pace, se non c’è giustizia, se i rapporti sono impostati .sulla sopraffazione, sulla menzogna, se quello che conta sono
gli idoli del nostro tempo la colpa è soltanto nostra.
Anche noi, come l’antico Israele, abbiamo bisogno di sentire
vero e presente il perdono di Dio,
abbiamo bisogno di comprendere
il fatto che malgrado le nostre
imperfezioni, le nostre insicurez
Giuseppe Platone
(continua a pag. 5)
scere alla fede, se non a stretto
contatto con la Scrittura?
E’ vero che — dice Giovanni —
lo Spirito soffia dove vuole, « tu
ne odi il rumore, ma non sai né
donde viene, né dove va » (Giov.
3; 8). Ma il terreno scelto da
Dio per suscitare' la fede — non
l’unico terreno, ma quello privilegiato, il luogo della fede per
eccellenza e il criterio per saggiare ogni fede — è la testimonianza che profeti e apostoli hanno reso alla Parola che è stata
fatta carne. E’ a contatto con
questa testimonianza che impariamo a percepire il suono dello
Spirito e quindi a riconoscerlo,
più o meno distintamente, anche
nello spartito della nostra vita
quotidiana. Al di fuori della pratica costante della testimonianza biblica — attraverso la predicazione nella comunità dei credenti, lo studio di gruppo, la meditazione individuale, la comunicazione attraverso i moderni
mass media — si rischia continuamente di perdere contatto
con lo Spirito del Signore in una
di queste due vie:
— o confondendo il nostro spirito con lo Spirito del Signore,
le nostre scelte con il « Dio lo
vuole », i nostri pensieri e le nostre vie con i pensieri e le vie di
Dio;
— o non conoscendo più nulla
se non il nostro spirito, non credendo più nulla se non la nostra
realtà umana visibile e tangibile.
L’una è la via dell’integrismo religioso, l’altra la via del secolarismo.
Per questo è necessario completare l’affermazione di prima:
possiamo dire che non crediamo
nella Bibbia ma nell’opera dello
Spirito di Dio che suscita e nutre
la fede, solo nella misura in cui
siamo strettamente e appassionatamente legati alla Bibbia! Se
questo legame esiste e si sviluppa lungo la nostra vita, noi sperimentiamo la distanza che esiste tra Scrittura e Parola di Dio;
tocchiamo con mano il fatto che
non basta aprire il Libro per ricevere, come girando un intermttore, la Parola di Dio; conosciamo anche l’esperienza frustrante di una lettura che non
parla, il suono opaco di parole
che non incidono nella nostra vita, il silenzio di Dio... Eppure ci
rimettiamo sempre di nuovo in
ascolto nel ricordo e nella speranza.
Nel ricordo di quanto inaspettatamente e improvvisamente lo
Spirito del Signore ha parlato
nella nostra vita per mezzo
della Scrittura, ci poniamo all’ascolto sapendo l’assurdità del
leggere c dell’ascoltare « quando ci si sente », facendo dipendere la Parola dalla nostra disponibilità. Nella speranza che
il miracolo della Parola si ripeta,
ci poniamo all’ascolto sapendo
che esso si fonda sulla libera misericordia di Dio, grati che dalla
sua fedeltà dipenda e non dai nostri mutcvoli umori. Nel ricordo
e nella speranza: nella preghiera
cioè che la Bibbia diventi per noi
Parola di Dio.
Franco Giampiccoli
2
2 vita delle chiese
TRASFORMAZIONE, DISARMO, PACE - SETTIMANA DELLA LIBERTA’
Crisi e sviluppo della democrazia:
quali responsabilità per i protestanti?
PINETO — « Crisi o sviluppo
della democrazia. Quali responsabilità per i Protestanti in Italia?».
Questo tema è stato affrontato in un pubblico dibattito tenutosi a Pineto il giorno 11/2/
1982. La relazione introduttiva è
stata tenuta dal pastore Giorgio
Bouchard, moderatore della Tavola Valdese. Il dibattito è stato
organizzato dalla Chiesa Evangelica Metodista di Pescara e
Mutignano.
La relazione del pastore Bouchard, e il dibattito che ne è seguito, ha evidenziato che la fase
storica (iniziata all’indomani
della 2“ guerra mondiale, fondata sulla divisione del mondo in
rigidi blocchi militari, sull’apporto di manodopera e materie
prime a basso costo, e a livello
ideale sul concetto di un progresso indefinito e positivo) sta
per concludersi.
Ed un’altra fase sta per aprirsi a livello mondiale. E sarà dominata dalla fase del progresso,
progresso rispettoso dei diritti
di ogni uomo e della natura, o
dalla restaurazione. Nuovi protagonisti si affacciano sui vari
scacchieri facendo passare il
mondo da una concezione bipolare all’altra multipolare.
Molti paesi del III e del IV
mondo hanno materie prime
strategiche, e questi sempre più
sfuggono al controllo delle superpotenze. Le vie che vengono
intraprese per il proprio sviluppo dai paesi di più recente indipendenza sono sempre più lontane dai modelli consolidati del
cosiddetto mondo sviluppato.
Nel nostro paese e nell’Europa
occidentale stenta a farsi strada
una concezione improntata alla
cooperazione fra i popoli; lo
scambio è ineguale la gran parte delle volte tra il mondo sviluppato e l’enorme area del sottosviluppo. In questa cornice si
innestano le risposte che si tenta di dare a livello mondiale per
superare la crisi.
Una prima via è quella prospettata da Reagan e dalla
Thatcher : ritorno al passato, economicamente, culturalmente, socialmente. Per molti versi a livello religioso ciò è portato
10 modi
per rovinare
un culto
1) Arrivate in ritardo: la litur
' già è fatta apposta per questo.
2) Se proprio non riuscite ad
arrivare in ritardo sedetevi
sempre agli ultimi posti: dopotutto lo dice anche il vangelo (Le. 14: 10); e così i ritardatari dovranno attraversare tutta la chiesa.
3) Mangiate caramelle: è il momento buono; inoltre la carta fa un bel rumore.
4 ) Le preghiere sono troppo lunghe: non seguitele.
5) Non portatevi la Bibbia: ascolterete meglio la lettura.
6) Se l’organo fa una stecca, ridete.
7) Non cantate: tanto il canto
va piuttosto male.
8) Quando arriva un ritardatario voltatevi tutti.
9) Quando viene qualcuno che
viene di rado, fategli capire
chiaramente che la sua condotta è intollerabile, e tanto
varrebbe che non venisse
mai.
10) Quando arriva un estraneo,
guardatelo di traverso: chi è
costui? non salutatelo mai
per primi.
avanti dal papa e dalle più alte
gerarchie cattoliche, nel riproporre alcune certezze spazzate
via dallo sviluppo di questi ultimi decenni.
La seconda strada, che si può
dire essere l’ipotesi dei progressisti illuminati, è quella di tentare di aggiustare la crisi così
com’è. L’altra via è quella che
si pone come assertrice della
cultura della trasformazione che
necessariamente richiede una rivoluzione culturale e morale a
tutti i livelli. E’ una via con pochissime certezze, ma è l’unica
che dà speranza a tutti, ai credenti ed ai non credenti.
Dì fronte ai problemi posti
dal mondo giovanile da una parte, con l’emarginazione, la ribellione, lo scontento, l’ignoranza,
la fuga dalla realtà, dall’altra
con la partecipazione appassionata alle prime fasi di ricostruzione delle zone terremotate del
sud, alle manifestazioni per la
salvaguardia della pace; di fronte al sempre più marcato deteriorarsi delle condizioni ambientali (diceva un poeta: «Torturano l’uomo e appestano la natura ») ed al sempre più crescente
acuirsi delle tensioni internazionali; di fronte alle armi sempre
più sofisticate e per certi versi
poco costose che spingono al
riarmo anche le nazioni più povere (27 Kg. di tritolo per ogni
abitante della terra), e di fronte
alle spese militari che raggiungono la cifra folle di oltre 720.000
miliardi ^ lire annui; di fronte
a tutto ciò l’unica via praticabile è quella del dialogo tra tutte
le forze politiche e quelle espressioni che non possono essere ricondotte all’interno del mondo
politico normalmente inteso. Solo così il nostro paese ed il mondo potranno salvaguardare la
pace, vincere la fame, l’ignoranza e le malattie. La cultura della trasformazione può mobìlita
re tutte le energie, dalla ricerca
scientifica al mondo politico, dal
sociale al civile, dando vita a
nuove forme di aggregazione. E
così la democrazia — concludeva il pastore Giorgio Bouchard
— che nella sua essenzialità è
consenso reale, partecipazione
diretta e controllo democratico
della gran parte dei cittadini,
può radicarsi e svilupparsi. Questo pensiamo essere il nostro
compito di evangelici, qui, in
questa realtà.
Gabriele Ciabattoni
Per un disarmo unilaterale
BARI — Una manifestazione
pubblica con la partecipazione di
Emilio Nitti da Napoli ha espresso la presenza dèi Valdesi in occasione della settimana della libertà a Bari.
Nei 200 manifesti fatti affìggere nel capoluogo pugliese per 3
giorni, figurava l’adesione della
Chiesa Battista, della Chiesa Apostolica di Modugno, della Chiesa
Evangelica Indipendente, della
Federazione Evangelica di Puglia
e Lucania. Alla conferenza di Nitti, nell’Aula Magna della Facoltà
di Lingua e Letteratura Italiana
dell’Università di Bari, con i rappresentanti delle chiese che avevano dato la loro adesione, era
no presenti il pastore Rosario
Bagheri, il pastore Franco Carri,
il pastore Piero Santoro con un
gruppo di giovani, il segretario
della Federazione regionale Giovanni Arcidiacono e Antonio Ricci della Missione Cristiana di Bitonto.
Nella conferenza, Nitti, dopo
aver fatto il quadro puntualmente realistico della pericolosità del
riarmo in corso, e dopo aver
analizzato le cause delle crisi
mondiali nei molteplici aspetti:
est-ovest e nord-sud, ha concluso
che l’unica risposta realistica' oggi è quella considerata sino a ieri un’utopia. Cioè la costruzione
della pace operata dalla gente, il
disarmo unilaterale preteso dai
cittadini, il nuovo ordine economico internazionale su bisogni
autentici e non indotti.
A conclusione, un appello a collaborare con i comitati cittadini
che lavorano per la pace e una
proposta di organizzare pullman
per Comiso il 30 maggio prossimo al convegno organizzato dalle Chiese valdesi e metodiste
della Sicilia.
Numerosi ed appassionati gli
interventi dei presenti. La televisione regionale « Telebari » ha intervistato Nitti ed ha trasmesso
integralmente l’intervista nel corso del notiziario delle ore 20 dopo averla fatta precedere da un
ampio resoconto della manifestazione e aver rilevato il significato della settimana della libertà
per i valdesi e protestanti italiani. L’intervista a Nitti comprendeva anche informazioni sulla
Conferenza Cristiana della Pace
con sede a Praga per la quale
Nitti è membro del Comitato Italiano di collegamento. Invitato
da Radio Ulivo di Bitonto Nitti
ha trasmesso un esteso sunto della conferenza, domenica 21 febbraio, dalle ore 9 alle ore 10
L’invito era, giunto tramite le responsabili locali di una missione
cristiana che collabora con la
Chiesa Apostolica di Modugno.
Giulio Vicentini
CORRISPONDENZE
XVII febbraio con falò in Ciociaria
FERENTINO — Quest’anno,
forse per la prima volta, s’è voluto ricordare la data del 17 febbraio che per noi è stata una
gioia spontanea e non tradizionale.
Nel pomeriggio una quindicina
di giovani s’erano incontrati con
due giovani della FGEI-Centro:
Rossella Luci e Massimo Aquilante, per studiare la possibilità di
stabilire maggiori collegamenti
tra i gruppi del basso Lazio e le
reali possibilità di compiere un
lavoro nell’ambito del servizio
che la EGEI offre ai giovani di
tutte le nostre comunità.
In serata' invece, pur essendo
un giorno lavorativo molto pesante per dei contadini-operai, ci
si è radunati in casa di Fernando ed Antonietta Picchi a Forma
Coperta per un’agape fraterna.
Non pensavamo di essere in molti, invece s’è dovuto mangiare in
due turni per dare un posto alle
circa settanta persone che sono
intervenute. C’erano rappresentanti dei gruppi di Ferentino
centro, di Forma Coperta, di Fresinone, di S. Antonio, di Alatri,
di Anagni, di Vallevona ed anche
nuovi fratelli di Valmontone.
Durante il pasto, dopo una
breve meditazione sul salmo 124,
abbiamo ricordato la morte e la
resurrezione del Signore rompendo il pane e bevendo il calice insieme. La serata è poi terminata
intorno ad un grande falò con
canti e molta allegrezza.
Ma il 17 febbraio non è stato
solo un momento di riconoscenza per l’aiuto che l’Eterno ci ha
fornito fin qui nella sua fedeltà,
ma anche un monito per l’impegno che il Signore ci chiede nel
tempo presente.
Così, come forse han fatto tante altre nostre comunità, abbiamo organizzato una manifestazione per la pace per giovedì 18
febbraio.
Lo stimolo è venuto da Franco
Picchi, un giovane obiettore di
coscienza della nostra chiesa.
Presso la sezione locale del
PCI, gentilmente concessa, il pastore Gioele Fuligno della chiesa
battista di Sant’Angelo in Villa,
ha parlato dell’impegno delle
chiese evangeliche per la pace nel
mondo che scaturisce dalla certezza di fede che il Signore ci
vuole lavoratori e facitori di
pace.
La sorella Hedi Vaccaro del
M.I.R. ha invece parlato sulla
scelta della nonviolenza come
metodo di lotta per la ricerca
della giustizia.
Infine Franco Picchi ed altri
due obiettori della provincia di
Prosinone, hanno illustrato i motivi della loro scelta e del loro
rifiuto del militarismo, come possibilità di lavoro concreto per la
pace.
La sala era piena. Anche qui
molti, avendo letto la' notizia di
questa iniziativa sulla stampa
locale, sono intervenuti da altre
città.
Studenti, operai, comunisti, sacerdoti, insegnanti, sindacalisti
sono intervenuti in un dibattito
sereno ed interessato (specie per
il tema della nonviolenza), che
qualcuno lia definito molto diverso da quello più passionale di
molti comitati per la pace.
L’impressione generale che abbiamo ricavato è stata quella della riconoscenza degli intervenuti
per aver organizzato la manifestazione e, per quanto ci riguarda, noi siamo stati grati al Signore, al quale avevamo chiesto
di guidarci nella nostra testimonianza.
Film sui Valdesi
FELONICA PO — Domenica
21 febbraio, nel quadro di una
giornata comunitaria di riflessione sui temi della pace e della libertà riferiti al 17 febbraio, una
settantina di persone (provenienti anche da Rimini, Mantova e
Ferrara) hanno partecipato al
culto di Santa Cena e all’agape
che ne è seguita nei locali comunitari. Ospite della giornata
il past. Platone di Angrogna che
dopo aver presieduto, insieme
al fratello Aldo Varese, il culto,
ha presentato il film sui valdesi:
« Quand’anche restassimo in tre
o quattro ». Dopo la proiezione
si è acceso un dibattito vivace
cui hanno preso parte anche voci
estranee al nostro ambiente. Si
è così conclusa una giornata frequentata e di forte interesse per
tutti nel superamento della dispersione di diaspora in cui viviamo.
Infine, la recente scomparsa a
58 anni di Elio Longhi, dopo
lunga degenza in ospedale, ha
gettato un’ombra di tristezza nella comunità che rinnova da queste colonne ai familiari l’espressione sincera della propria solidarietà in Cristo che risorge.
Visita di G. Gönnet
PALERMO — Quest’anno abbiamo pensato di festeggiare il
17 febbraio invitando a Palermo
il prof. Giovanni Gönnet, il quale ha accettato di venire per la
prima volta nella « isola generosa » accompagnato dalla gentile
signora Wanda.
E così sabato sera 13 febbraio,
nell’aula magna del Centro diaconale « La Noce » a un pubblico
assai rappresentativo ha tenuto
una conferenza su « Valdesio di
Lione e Francesco di Assisi »
conferenza applaudita e discussa molto pacatamente dai partecipanti.
Domenica 14 i] prof. Gönnet ha
predicato nel tempio valdese di
via Spezio e dopo il culto abbiamo avuto un’agape fraterna con
oltre 70 partecipanti (peccato
che i fratelli metodisti, alcuni dei
quali avevano partecipato al culto, per motivi vari non abbiano
potuto partecipare anche all’agape.
L’agape è sempre una buona
occasione d’incontro fraterno e
ci si rallegra sempre di stare insieme, infatti siamo stati insieme sino alle ore 19.
Quando un fratello viene a visitarci lo si accoglie sempre con
grande gioia e con la tipica ospitalità siciliana. Ma certo se ne
approfitta sempre un po’! Infatti al fratello Gönnet abbiamo
chiesto un vero « tour de force »
perché: lunedì mattina è andato
a parlare ai ragazzi della scuola
del Centro diaconale, poi accompagnato dal past. Panasela è andato a visitare il villaggio Speranza e Vita (nella Valle del Belice) e in serata è stato ad Agrigento per la conferenza, e il martedì a Riesi sempre per la conferenza.
Sappiamo che il fratello Gönnet ha fatto tutto molto volentieri e lo ringraziamo ancora assieme alla cara sorella Wanda
dicendo loro: tornate ancora, vi
aspettiamo sempre con gioia fraterna.
Colonia estiva
TORINO — Come ogni anno la
Chiesa valdese organizza la Colonia estiva di Borgio Verezzi
aperta a ragazzi dai 6 ai 12 anni
provenienti dalle chiese evangeliche. I quattro turni, che a seconda delle richieste potranno essere
misti, sono così suddivisi: A)
maschile, dal 18.6 all’8.7; B) femminile, dal 9.7 al 29.7; C) maschile, dal 30.7 al 19.8; D) femminile,
dal 20.8 al 9.9. Le iscrizioni si
aprono col mese di marzo e si
chiuderanno il 30 aprile. La commissione risponderà entro metà
maggio alle domande. Moduli per
le iscrizioni possono essere richiesti alla segreteria della Chiesa (via Pio V 15) o ritirati alla
portineria. Informazioni presso
la segreteria (011/68.28.38) lunedì tra le 15 e le 17 (o Sig.ra Onnis, 710161, o Sig.ra Crespi tei.
701692).
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5 marzo 1982
vita delle chiese 3
LE CELEBRAZIONI DEL XVII FEBBRAIO ALLE VALLI
La festa della libertà
Il Moderatore
a colloquio
coi bambini
POMARETTO — La comunità ha vissuto un periodo molto
ricco di incontri che sono serviti a farci vivere in una prospettiva più allargata i problemi
della vita della chiesa nel mondo.
Al 17 febbraio, oltre alla tradizionale delegazione delle chiese madrine della Svizzera, abbiamo avuto un bel gruppo di catecumeni di Torino con il past.
Bernardini, venuti a vivere con
noi la nostra festa. Ospiti della
giornata erano poi Aldo e Fernanda Comba che con i loro
messaggi e le loro informazioni
rispettivamente sull’Alleanza Riformata Mondiale e sul Consiglio Ecumenico delle Chiese, hanno inserito nella nostra riflessione sul tema della pace, impor-'
tanti elementi dell’attualità vissuta un po’ dovunque nel mondo, da cui risultava evidente che
la pace e la giustizia sono strettamente legate fra loro e che
non ci si può illudere di costruire la pace se al tempo stesso non
vengono rimosse le cause di ingiustizia (vedi Sud Africa). Questi organismi su scala mondiale
sono importanti per l’avvicinamento, la .comprensione e la solidarietà fra i popoli. Ci ha fatto anche piacere udire che la
nostra chiesa pur nella sua piccolezza, è conosciuta ed apprezzata.
Altra importante visita è stata quella del Moderatore Bouchard che in vari incontri ci ha
fatto partecipi dei problemi che
toccano la nostra chiesa in Europa ed in Sud America, in un
tempo che non è poi così, chiuso
e negativo come spesso immaginiamo. La nostra è la realtà di
una chiesa « diversa » che ha la
sua ragion d’essere come testimonianza all’Evangelo di Gesù
Cristo. In particolare non è stato facile far capire ai bambini
delle Scuole Domenicali che incalzavano con le loro domande
chi è, per la chiesa valdese, il
« moderatore ». Non è il « papa
dei valdesi» perché il «nostro
papa» è. il Sinodo. «Ma chi è
più importante di te? » chiedeva
infine una bambina, ed il moderatore pronto: « Sei tu! ».
Con il Concistoro il Moderatore ha discusso del prossimo arrivo a Pomaretto (in ottobre) di
un giovane pastore tedesco che
per un anno sarà coadiutore nella nostra comunità, cosa di cui
il Concistoro si è molto rallegrato.
Ultima visita quella del past.
Gerard Cadier, che abbiamo rivisto con gioia e che ha saputo,
come sempre, portare i suoi uditori nella riunione di Perosa Argentina, in un viaggio bellissimo
attraverso l’Egitto e attraverso
i problemi della presenza della
Chiesa cristiana di fronte all’Islam.
Un plauso va anche alla Filodrammatica per l’impegno e per
il messaggio portato nella rappresentazione di « Dentro di
noi » di Siro Angeli : in un mondo in cui la gente è presa dalla
tentazione di privilegiare le cose
(nel consumismo) riemerge con
forza il valore delle i»ersone e
dei rapporti umani fra la gente.
Messaggio purtroppo molto attuale anche per noi.
Vìsita dairUmguay
e impegno nella città
PIOSSASCO — La Comunità
Valdese si è riunita numerosa
giovedì sera 18 febbraio per celebrare, in coincidenza con lo
studio biblico, la ricorrenza del
17 febbraio. Il tradizionale pranzo comunitario è stato allietato
dalla presenza del Moderatore
Giorgio Bouchard e di un giovane ospite uruguayano, Dario
Michelin Salomon, studente in
teologia ed ora in visita in Italia. E’ stata accolta con gioia anche la presenza di alcuni ex
membri della Chiesa di Piossasco, ora trasferiti alle Valli, che
hanno voluto tornare fra dì noi
per l’occasione.
La serata è stata dedicata a
vari temi riguardanti i valdesi
in Italia, soprattutto nel Sud,
ma in particolare la presenza di
Dario ci ha portati a trattare
più profondamente il tema della
pace nel mondo. A questo proposito la Comunità Valdese, con
alcuni membri, partecipa ormai
da mesi al Comitato Piossaschese per la pace ed il disarmo, che
si riunisce nella nostra sala ogni
lunedi alle 20,30.
Questo comitato sta preparando una mostra di cui una parte
sarà costituita da una riflessione cristiana sull’argomento, e
che verrà allestita presso i locali del Comune in marzo.
Questa è un’occasione particolarmente importante per la nostra Comunità per dare spazio
alla nostra testimonianza evangelica e inserirci in una realtà
ricca di problematiche. Il periodico mensile « Cronache di Piossasco » ha già dedicato un articolo ai valdesi e questo rappresenta per noi un risultato confortante della nostra opera che
si sviluppa in un ambiente prevalentemente cattolico e quindi
di non facile inserimento.
• La nostra Comunità è vicina alle famiglie che stanno affrontando dei momenti particolarmente diffìcili, in particolare
vogliamo esprimere il nostro
pensiero affettuoso alla signora
Costantin Gallo, certi che il Signore aiuterà Piero a superare
il terribile male che l’ha colpito.
Spesso nella nostra Comunità
ricordiamo con quale coraggio
animato da una grande fede, questi due credenti non più giovani,
ci raggiungevano da Almese in
Val di Susa, sfidando ogni intempeiia per essere con noi durante gli studi biblici.
Un film del 1924
sui Valdesi
TORRE PELLICE — Il XVII
febbraio ha rappresentato anche quest’anno un momento di
comunione e di riflessione della
nostra vita comunitaria. Al falò
dei Coppieri, organizzato dalla
Unione locale, i due coretti hanno eseguito un simpatico programma di canti ed il Moderatore Giorgio Bouchard ha rivolto un apprezzato messaggio.
Il pranzo, quest’anno alla Seggiovia Vandalino, ha visto numerosi convitati e si è svolto in una
fraterna atmosfera con messaggi e cori. La serata ha avuto luogo nel tempio a cura della Corale che ha eseguito un ampio
saggio dei suoi cori, molto bene
e li ha intercalati con la proiezione di due film: il primo girato in occasione della gita nelle
Cevenne in occasione del Centenario di Valdo, il secondo uno
spezzone del film girato alle Valli nel 1924 sulla storia valdese e
di poi finito in America. Serata
molto apprezzata anche se forse
non molto frequentata.
• Mercoledì 24 ha avuto luogo
il funerale della sorella Nella Vitturi in Tourn deceduta a Padova.
Incontro col pastore
battista Sìnigallia
ROBA’ — Tempio gremito, il
17, per ascoltare una sobria predicazione del past. Michele Sinigallia sul testo : « Nessuna pace
può essere desiderata dagli uomini se non ha come condizione la
riconoscenza e l’accettazione della giustizia divina. L’avvento del
Regno stabilirà la pace per tutta la creazione» (Michea 4: 1-3).
Al termine dell’agape fraterna abbiamo intervistato il past.
Sinigallia.
— Quali impressioni ha tratto
da questo primo impatto con le
Valli e questa festa per la libertà?
— Si, è stato un primo impatto con le Valli Valdesi, ma non,
naturalmente, con i valdesi. Ho
tenuto un culto a Rorà, un incontro del I Circuito a Villar
Penice sul documento BMV, ho
assistito ad un incontro di studio dei pastori del I Distretto,
quindi un falò (meraviglioso
simbolo!) e quest’oggi altra predicazione per il 17 febbraio.
Beh! che dire delle impressioni? Ottime. Mi rammarico di
non essere venuto prima. Mi sorprende solo sapere che non tutti
i culti sono ben frequentati com'e quest’oggi, in una zona di
fortissima maggioranza valdese.
Già, vi sono due tipi di chiese:
una composta dai più che il pa
store contatta coi saluti per strada o in ocòasione del «falò»;
l’altra è composta di gente impegnata. Le disparità di numero
sono enormi, perché?
— Ritiene che dalle Valli possa venire un valido aiuto al protestantesimo italiano?
— Le Valli rappresentano il
punto di riferimento comune
dell’evangelismo italiano. Negarlo è da sciocchi. Ritengo però
che l’evangelismo fuori dalle
Valli — compreso quello valdese — può camminare con le proprie gambe e con esse anche inciampare. L’aiuto che certamente viene dalle Valli, a mio avviso, è che i valdesi di qui sono
molto più aperti verso gli altri
evangelici e non costituiscono
un ostacolo al lavoro tra battisti, metodisti e valdesi, come
credo avrebbero costituito nel
passato. Questo l’ho constatato
di persona nello studio comune
del documento sul battesimo recentemente fatto nell’incontro
del 1° Circuito.
I programmi delia
Società Studi Valdesi
PERRERO-MANIGLIA-MASSELLO — Anche quest’anno i
festeggiamenti per il XVII Febbraio hanno vistò a Ferrerò una
notevole partecipazione. Già la
sera del 16 molti falò si erario
accesi sulla montagna (per qualche borgata credo si trattasse di
una novità assoluta); così, la
mattina circa 120 persone erano
presenti al culto, a cui anche la
corale ha dato il suo gradito contributo, Dopo il pranzo abbiamo
avuto il piacere di ascoltare il
prof. Gianni Bellion; segretario
della Società di studi valdesi, il
quale ha parlato dei programmi
della Società e della ricerca che
iui ha compiuto di recente sul
Comune di San Giovanni nel settecento. Lo vogliamo qui ringraziare per la disponibilità dimostrata.
A Massello abbiamo ancora
avuto come ospite al culto il
parroco di Salza Don Canal Brune!, con un gruppo di giovani.
E’ da qualche anno che ogni tanto Don Canal Brune! è ospite
dei nostri culti. La nostra speranza è che si possa in un futuro arrivare ad avere un dialogo
— o Un dibattito — più approfondito.
Domenica 21 e martedì, 23 i
bambini della Scuola Domenicale hanno replicato il pezzo teatrale « Le vecchie stalle ». Nato
da una idea di Liliana Viglielmo
e da questa realizzato insieme ai
bambini ed ai monitori della
Scuola Domenicale, « Le vecchie
stalle » rappresenta delle scene
di vita contadina dei tempi passati. Recitata in patois, questa
breve opera ha visto una notevole affluenza di pubblico ed entusiastici consensi tra gli spettatori. Le collette che sono state raccolte ai due spettacoli saranno devolute, per volontà dei
bambini, al piccolo malgascio
per cui è stato lanciato un appello sul nostro giornale.
■ Hanno collahorato per questo
numero: Ruben Artus - Archimede Bertolino - Marie-France
Coisson - Renato Co'isson Bmno Costabel - Franco Davite - Dino Gardiol - Raimondo Genre - Antonio Kovacs Odoardo Lupi - Teofìlo Pons Paolo Ribet - Maria Tamietti - Giorgio Tourn - Marcella
Omiis - Florestana Piccoli
Sfredda - Domenico Abate.
RIFLESSIONI
Celebrare il XVII in
Per mancanza di spazio siamo costretti a rinviare la pubblicazione di alcuni
articoli e cronache. Altre notizie « brevi
dalle chiese » sono pubblicate a pag.
11, mentre la rubrica «calendario» è
pubblicata a pag. 10. Ci scusiamo con
lettori e corrispondenti.
In queste settimane l’Eco-Luce
riporta numerose relazioni dalle
chiese sul 11 febbraio. Si legge
abbondantemente di falò (quest’anno particolarmente numerosi e ben riusciti), di cortei (sempre più striminziti, tanto che c’è
da chiedersi se- sia ancora il caso
di prolungarne l’agonia}, di affollati culti commemorativi dell’Emancipazione dei valdesi, di
agapi fraterne, di recite, di convegni e conferenze...
A noi preme invece di sottolineare un problema che si sta facendo sempre più sentire tra vasti strati della nostra gente: la
possibilità di usufruire di un
' giorno di permesso per partecipare alle cerimonie che ci si ostina a voler celebrare proprio il
11 febbraio e non la domenica
più vicina.
Quando la popolazione delle
Valli era esclusivamente dedita
all’agricoltura la scelta era logica e non creava problemi. Nessun problema nel periodo in cui
alcuni complessi industriali conce,devano un giorno di ferie a
tutti i dipendenti, in occasione
della « festa dei barhetti » o comunque non era un problema
chiedere ed ottenere un giorno
di permesso.
Anche nella .scuola dell’obbligo, dove l’insegnante e/o la maggioranza degli alunni era valdese, il Provveditore concedeva vacanza, ricuperando in qualche
caso (quando cadeva nei mesi
estivi) la festività del santo patrono. Più di recente alcuni Consigli di Circolo o di Istituto hanno concesso vacanza usufruendo
di uno dei tre giorni che avevano a disposizione.
Questi tempi sembrano ormai
lontanissimi e la situazione è radicalmente cambiata. Sono caduti i “ponti”, numerose festività religiose sono state abolite o
vengono spostate alla domenica
più vicina.
L’unico santo sopravvissuto alle Valli, come festività infrasettimanale, è il 17 febbraio!...
Le motivazioni a sostegno di
questa scelta non mancano: si è
sempre fatto così; è l'unica festa
veramente "nostra”; cambiare
vecchie abitudini significa iniziare lunghe discussioni che potrebbero dividere la comunità, meglio il quieto vivere... E così si
continua a fare come si è sempre
fatto, senza tenere conto del parere o delle esigenze di chi non
può ottenere un giorno di permesso ed è quindi automaticamente escluso dalla festa.
Invero non si vede perché non
si possa fare alle Valli come fanno le chiese della diaspora che
celebrano il 11 febbraio alla sera b nella domenica più vicina.
Questa soluzione è stata adottatà senza alcun problema (e da
molto tempo) per le Confermazioni, praticamente in tutte le
chiese delle Valli, e davvero non
.si vede perché non si possa estendere questa consuetudine al 11
febbraio.
C’è da augurarsi che questo
piccolo problema, di facile soluzione, sia oggetto di dibattito
Sul nostro giornale, nelle riunioni quartierali e nelle Assemblee
di chiesa e che già dal prossimo
anno tutte le chiese siano invitate (deve farlo il Sinodo?) a celebrare il 11 febbraio in “differita”. Con i momenti che corrono
in fatto di occupazione,_ di produttività, con le polemiche che
imperversano in fatto di assenteismo, nel momento in cui si
sollecita l’approvazione delle Intese che escludono ogni e qualunque forma di privilegio, ci
pare che sarebbe una decisione
coerente fare in modo che dei
fratelli di chiesa non debbano
più chiedere dei permessi, neanche per celebrare la "nostra”
festa.
E’ bene che si inizi a fare chiarezza dalle piccole cose, altrimenti diventa difficile parlare
di questione morale, di etica professionale, di esempio da dare
agli altri...
Non vorremmo più dover sen
tire le molte argomentazioni che
hanno fornito in questi giorni
coloro che si sono sentiti in dovere (ed in diritto) di chiedere
un giorno di permesso per partecipare al « 17 »; non sono un
assenteista, posso ben chiedere
un giorno di permesso in occasione della "nostra” unica festa;
chiedere un giorno è un mio diritto, se il permesso non me lo
dà il datore di lavoro, vado dal
medico che non mi negherà certo un giorno, anzi, me ne darà
tre! Se il direttore (o il preside)
non mi concede un giorno per
motivi di famiglia (la normativa
è sempre più restrittiva) mi
prendo un giorno di ricupero festività soppresse ed affido la mia
classe al collega... non importa
se è cattolico (e non avrà modo
di ricuperarsi il suo giorno di
festività) o se è valdese, ma non
se l'è sentita di chiedere un giorno di permes.so, o magari l’ha
chiesto, ma non gli è stato concesso perché la classe non può
rimanere scoperta e non può essere nominata la supplente.
Per la verità ci risulta che molti studenti, operai, insegnanti,
hanno raggiunto regolarmente il
posto di lavoro e di questo ci
rallegriamo molto. E’ segno che
molti fratelli si sono posti il problema e lo hanno risolto nel modo che ci pare più coerente.
Ma ancora troppi fratelli non
si sono posti il problema ed insistono nel richiedere un giorno
di permesso considerandolo un
diritto, magari per affermare la
propria appartenenza ad una minoranza religiosa e la propria
“valdesìa”. Libero ognuno di agire come meglio crede, a noi pare che ci .siano molte altre opportunità (culto domenicale, impegno nelle opere della chiesa,
aiuto ai fratelli nel bisogno, contribuzione annua, abbonamento
al nostro giornale, educaz.ione
religiosa dei figli, ecc.) per testimoniare il nostro impegno e la
nostra fede!
erregi
4
4 vita delle chiese
7
5 marzo 1982
CONTINUA IL DIBATTITO
Dalla parte degli omosessuali
A seguito della lettera aperta di Aldo Long su Agape e gli
omosessuali, pubblicata sul n. 1 del 12/2 (a cui hanno risposto
il pastore Giorgio Bouchard e tl Comitato esecutivo di Agape
sid numero successivo) abbiamo ricevuto altre risposte di cui
pubblichiamo le parti essenziali.
Parlarne
insieme
(...) Se il linguaggio iniziatico
di Agape è indigeribile, perché
non usare il metro dell’amore,
dell'amicizia, od almeno della
comprensione? Sino a qualche
anno fa erano termini come: incinta, profilattico, aborto, spermatozoo, ovulazione, copula etc...
che facevano trasalire e che ora
sono liberamente ripetuti senza
drammi dai bambini dell’asilo.
E non è certamente tacendo sui
termini che si evitano i problemi: l’omosessualità c’è ed il lesbismo anche, e giustamente il
bimestrale « Gioventù Evangelica » del die. 1981 ha iniziato un
serio dibattito aperto a tutti.
Nel prossimo campo di Agape sulla omosessualità, in conformità ai desideri espressi dai
partecipanti alla fine del campo
del 1981, attendiamo di poter incontrare per una serata membri
dei concistori valdesi, pastori e
membri del movimento TEV
nonché preti cattolici e forse anche un vescovo. Direi anzi che
da questo momento l’invito è
« ufficiale » per tutti. Un grazie
\ada ancora ai pastori che sia
nel 1980 sia nel 1981 hanno fatto
visita, come osservatori silenziosi, ai campi sulla omosessualità. Grazie alla « Luce » per non
aver ignorato il problema di questi fratelli emarginati, un grazie
di cuore a quanti, superando remore varie, saliranno sino ad
Agape per capire almeno i problemi connessi alla omosessualità sapendo che amici, omo ed
etero, credenti e non credenti,
uomini e donne, li attendono con
cristiano affetto ed impazienza.
E non si dimentichi che il Consiglio Ecumenico delle Chiese ha
istituito anche una ¡lezione per
la cura pastorale degli omosessuali, delle lesbiche e dei transessuali.
Nel nome di Gesù Cristo unico Signore e liberatore.
G. L. Giudici
Affrontare
la realtà
Circa il comùne buon senso
sul fenomeno dell’omosessualità,
le grandi linee riassunte dal fratello Long sono in realtà molto
piccole e senza senso.
L’omosessualità è sempre stata una realtà in ogni tempo e in
ogni società. A volte essa è stata accolta a volte è stata repressa, ma sempre è stata un dato
di fatto che ha coinvolto pubblicamente q segretamente numerosissimi individui.
Solo in questi ultimi anni il
problema è stato seriamente studiato e, molti che lo vivono, per
la prima volta, non lo sentono
più come una colpa o come una
malattia, ma come una realtà
della propria vita da non dover
più nascondere con vergogna.
Io non so se Dio vuole o no
l’omosessualità. Io so che certamente molti omosessuali vogliono avere fede in Dio e noi
non dobbiamo mettere alcuna
barriera perché quest’incontro
si realizzi.
Non è forse questo il desiderio
di Agape, il desiderio di tutti?
Infine non parli di Pier Paolo
Pasolini chi non ha valutato nei
suoi scritti la sincerità ed il tor-mento dell’anima sua.
In una sua poesia del 1956 egli
affermava, forse come tanti che
questa estate andranno ad Agape:
« Ma perché costringermi ad
odiare, io
che quasi grato al mondo per
il mio male il mio
essere diverso — e per questo
odiato —
pure non so che amare, fedele
ed accorato ».
O. Lupi
tiva: Quale scuola domenicale,
quale catechismo, quali pastori
e quale teologia orientarono e
coltivarono la sua fede nei suoi
anni formativi? E: La generazione che sta venendo su, evangelizzata oggi, sarà capace di
simpatizzare, di amare, di capire
e — di fronte alle provocazioni
della storia e della società —
sarà capace di rileggere l'Evangelo a 30, 50, 70 anni, ricapirlo,
e riamarlo?
Credo di sì. Ritengo che proprio da Agape escono oggi credenti meno intolleranti e più forniti di « agape »; mi auguro di
avere ancora vita lunga per vedere che non mi ero sbagliato.
(lettera firmata)
Contro
i pregiudizi
Rileggere
l’Evangelo
Caro Aldo,
rivolgendomi a te ti do del tu
e spero che tu lo accetti. Dal
basso della mia esperienza — ho
19 anni — voglio comunque risponderti in base alle idee che
ho maturato fino ad ora e che
credo non siano da buttare via.
Credo che nelle tue idee sia
presente una buona componente
di preconcetti Che tu hai ricevuto senza metterli in discussione
e li hai assimilati facendoli propri. Quando parli di anomalie
psichiche riconducibili a perversioni di tipo vizioso per indicare
le radici dell’omosessualità, io
sento un po’ di rabbia in me perché sono certo che tu non hai
mai avuto modo di confrontarti
a parole con nessun omosessuale
per verificare se in lui c’erano
effettivamente queste anomalie
psichiche o fisico-patologiche come tu le chiami. (..) Sono certo
che gli omosessuali dichiarati
non sono masochisti che han de
Incontri
Il sig. Aldo Long nella « lettera aperta al Moderatore » (EcoLuce n. 7) non simpatizza con
sofferenze umane come quella
di Pasolini, condanna realtà assai diffuse (anche se finoi'a ignorate) e l’attività di Agape, sicché vien fatto di domandarsi con
una certa inquietudine retrospet
Comunicato
La Tavola valdese proclama la vacanza della Chiesa di
Frali a partire dal 1“ ottobre 1982. La designazione del nuovo pastore dovrà avere luogo entro il 31 maggio 1982 in base agli artt. 12, 13, 14, 15 del Regolamento 4/1977.
Per la Tavola Valdese
Giorgio Bouchard, moderatore
(...) Poiché la lettera è stata
fatta leggere a tutti, il mio pensiero è che le accuse mosse ad
Agape ed alla sua « dirigènza »,
portano il marchio d’un rancore troppo antico per essere convincente. La condotta ventennale definita ideocrazia tendente
a plagiare la gioventù, è per me
ingiusta. Ritengo che ad Agape
tra le tante sue passioni ci sia
stata anche quella del confronto nella libertà. Non è giusto anche nei riguardi dei giovani i
quali sono indicali come ingenui e ricettivi solo perche ad
Agape (e non solo lì fortunatamente) hanno imparato a far
critica e a vagliare le certezze
propugnate come unica verità
dal potere.
1 bianchi capelli e Tesperienza sincera di fede cristiana non
dovrebbero far temere al fratello Long e a tutti gli altri di cui
vorrebbe essere portaparola, di
cadere sulla pietra d’inciampo
della realtà. La realtà non va temuta, va affrontata. E per quanto ci concerne come credenti, se
riteniamo una realtà sbagliata,
il Signore ci ha insegnato che è
meglio mettersi nei panni degli
altri e comprendere ed amare,
piuttosto che tirar pietre.
“lo faccio ogni cosa nuova
99
ROVERETO — La settimana
di preghiera per l’unità dei cristiani è stata focalizzata a Rovereto su alcuni momenti di particolare tensione ecumenica.
Sabato 23 gennaio i fratelli
evangelici della città hanno partecipato alla celebrazione eucaristica cattolica con letture bibliche; domenica 24 gennaio il pastore valdese Aldo Sbaffi di Verona ha presieduto pubblicamente
un culto di S. Cena davanti ad
una folta assemblea, costituita
da alcuni fratelli evangelici (venuti anche da Verona e da Trento), ma soprattutto da fratelli
cattolici, accorsi come sempre
numerosi. La predicazione del
past. Sbaffi concludeva la settimana di preghiera con l’annunzio di speranza di Apoc. 21: 5:
K Ecco, io faccio ogni cosa nuova ». Le offerte raccolte al culto
evangelico sono state devolute
alTA.B.U. (= Alleanza Biblica
Universale) per la diffusione del
la Parola di Dio nel mondo. .
Il pastore Aldo Sbaffi viene
mensilmente a Rovereto, con sacrificio personale e spirito di servizio: gliene siamo profondamente grati.
• Nel corso della .settimana di
preghiera per Tunità dei cristiani
sono state anche realizzate brevi
interviste attraverso emittenti locali.
Continua inoltre la rubrica radiofonica mensile: « Ecumenismo
per camminare insieme », gestita
da fratelli evangelici della città.
Continuano anche gli incontri
mensili del gruppo ecumenico
presso il Centro Culturale « Clesio-Rosmini »: è tuttora in corso
la lettura comunitaria delTEvangelo di Giovanni nella TILC, preceduta da un momento di raccoglimento e di preghiera.
A colloquio
con i lettori
ciso di ricevere il disprezzo gratuito della gente per loro piacere ma sono convinto che sono
persone che volendo vivere coerentemente, han deciso di non
nascondere nessun aspetto della
loro personalità e, seppur sapendo di pagare il prezzo di essere
indicati per strada come i « froci » o i « finocchi » e andando incontro alle ben note discriminazioni, hanno scelto la linea di vita più matura che potevano scegliere, esponendosi ai pregiudizi
in cui son certo tu sei radicato,
proprio per combatterli ed estirparli. E sono convinto che se
Agape ha deciso di dedicare parte delle sue energie a studiare e
a comunicare con la gente su
questo tema non è certamente
per dare uno schiaffo alla popolazione valdese ma semplicemente per tenere fede ad una linea
che la vede attenta ai temi più
vivi ed attuali di ogni momento:
e discutere dei problemi legati
aH’omosessualità (problemi che
vivono solo e comunque gli omosessuali, poiché quasi nessuiT al- '
tro si prende la briga di difendere i loro diritti) secondo me è
decisamente importante come è
importante parlare dell’apartheid
di cui sono oggetto i negri perché sono convinto che l’omosessuale non è una persona tanto
lontana dal nostro modo di vivere ma forse è il nostro vicino
di casa e forse lo siamo noi.
NUCLEARE
Andrea Geymet
VERCELLI — Il 12 marzo alle ore 21
al centro di Incontro Pietro Maggi, in
via Sodio 18, Adriana Zarri e Giuliana
Gandolfo parleranno su ■■ La donna nella
chiesa ».
Questi quattro articoli sul problema
dell'energia erano molto interessanti.
Però con' molta pena inghiotto il risultato momentaneo che si presenta nei
produrre più energia nucleare.
Perché si usano pochi soldi per la
ricerca di energia alternativa, pochi in
confronto a quelli usati dal CERN, EURATOM ecc.
Perché le ricerche le fanno molte
volte delle singole persone ohe non
dispongono di un cuscino potente alle
loro spalle. Perché certe idee vengono
sovvenzionate solo dopo che uno ha
dato il suo tutto, il suo denaro e dopo
una perdita di tempo difficile da recuperare. Domanda concreta: Perché non si
usa lo stesso capitale per la ricerca
di fonti nuove, l'approfondimento di
queste fonti come per quelle altre pericolose e dannose per la natura, che
.risolvono il nostro fabbisogno sola per
un determinato tempo. La costruzione
di un centro nucleare rimane dopo l'uso
una rovina pericolosa ed un mucchio di
scorie restano mortali per secoli.
Mi fa pena, vedere come si continua
ad usare dell'energia sprecata ogni giorno senza rendersene conto. Perché qui
in Italia in ogni piccola bottega dopo
l'acquisto (anche di una sola saponetta) viene dato il solito sacco di plastica. Le borse che si usavano fino forse a
6 anni fa non servono più? Perché certi
alimentari sono impacchettati irragionevolmente in plastica (sottilette). E cosi via di seguito. Contro un abuso tale di energia (e dall'altro di un materiale dannoso per l'ambiente) si può
andare solo col boicottaggio.
Poi, perché fuori di ogni cittadina c'è
un luogo puzzolente e fumigante di immondizie. Perché qua lo Stato non ha
soldi per costruire forni di combustione che potrebbero servire nello stesso
tempo da tele-riscaldamento per costruzioni pubbliche come ospedali ecc.
Ci sarebbero vie; perché nel nostro
paese queste possibilità, che in altri
paesi europei sono realtà, non trovano
la loro soluzione.
Si può risparmiare energia elettrica,
come dice l'ENEL, ma perché non lo
si fa su tutti i lati e soprattutto con
tutte le forze.
Saluti cordiali
Antoinette Torsello, Casarano
W. Fritz-Buff
ROVERETO
• Poiché alle tematiche della
pace e del disarmo è stata dedicata dalle Chiese ffaldesi e Meto
diste la «Settimana della libertà»
in occasione del X'VII febbraio,
anche a Rovereto sono stati affissi alcuni manifesti, specie in
prossimità delle scuole superiori. La proposta evangelica è stata
dibattuta nel contesto sempre
vivo di un’obiezione di coscienza
finalizzata non solo al principio
della libertà di coscienza, ma ad
una pace attiva che passi attraverso il necessario e consapevole
rifiuto di qualsiasi forma di militarismo.
Abbinata a questa proposta, è
stata pubblicizzata anche la tavola rotonda organizzata dalla
comunità valdese di 'Verona sulla « questione morale ».
• È in atto una collaborazione
fattiva con un giovane missionario cattolico in favore di un gruppo di studenti nigeriani che frequentano una scuola superiore
locale. Con lo stesso missionario
ci si è inseriti anche nella Settimana mondiale per la lebbra.
Un altro amico della Chiesa
Valdese ci ha lasciato. Abitava ad
Andorf, Svizzera, conosceva molto bene l’italiano per aver lavorato alcuni anni a Como, era un
generoso e attivo sostenitore della nostra Chiesa e delle sue opere in tutta Italia. Non c’era richiesta, appello, invito che restasse senza risposta da parte sua;
con infaticabile attività, con puntigliosa precisione e organizzazione riusciva a dare a tutti quanto, ed anche più, da lui ci si
aspettava.
Se ne è andato alTimprovviso
il 18 febbraio, ed una sua lettera
porta ancora quella data: proponeva ancora una volta un’infermiera per il servizio diaconale
nei nostri Ospedali, per i quali
negli ultimi tempi il suo intervento ed il suo aiuto erano stati
importantissimi.
Altri potranno dire di lui e della sua generosità per altre opere:
a me resta il rimpianto di non
averlo più rivisto negli ultimi anni, malgrado le reciproche promesse d’incontro, per abbracciarlo e ringraziarlo di quanto faceva
per la C.I.O.V. dopo che, orrrtai molti anni fa, ci eravamo
conosciuti per le opere di Firenze e subito voluti bene. Con sentimento di gratitudine verso il
Signore che mi ha dato un così
caro amico per il tempo che Egli
ha voluto, il mio pensiero ed il
mio affetto raggiunge oggi i familiari e gli altri numerosi amici
che come me soffrono per la sua
scomparsa.
Costantino Messina
5
5 marzo 1982
prospettive bibliche 5
MATERIALE BIBLICO DELLA CLAUDIANA - 4
Una parola diversa
Giustizia di Dio
Tre compagni di lavoro, testimoni di Gesù Cristo in mezzo
agli uomini, nell’anno di grazia
1972 pubblicano un libretto di un
centinaio di pagine, snello e agilissimo; il titolo è strano: in
grande, come una provocazione,
la parola « sfida », scritta tutta
a lettere maiuscole — pòi sotto,
più piccolo, un pochettino nascosta l’altra parte, raggiunta che
specifica « della Parola ». Così il
libro nasce, e si trova nel catalogo della Claudiana, con questo
titolo che ti vuole almeno fermare, che ti vuol far riflettere: sfida della Parola. In vetrina, accanto agli altri libri di una libreria mentre stavi a guardare quel
che poteva esserci di interessante, quel titolo ti aiutava a pensare (e non so quanto gli autori
fossero responsabili della presentazione). Poi, comprato il libro e
iniziata la lettura, il contenuto
mi sembrava sempre più simile
all’indicazione del titolo, a questa
copertina che ti provoca, ti dice
e non ti dice, ti incuriosisce e ti
lascia perplesso.
È una Parola piccola, anche se
è scritta con la P maiuscola (ma
la potresti scrivere anche più piccola, anche tutta in minuscolo, e
l’impatto non sarebbe molto diverso); una Parola piccola, che si
vede appena ma che ti lascia imbarazzato e a volte sconvolto,
perché è una parola che dice delle cose, che insomma non suona
a vuoto, che non è solo rumore
— e quando l’hai sentita ti rimescola dentro un sacco di cose (come ha rimescolato dentro altra
gente nel corso della storia) : vita,
fraternità, incontro — ma anche
a volte sofferenza, lotta, inquietudine, difficoltà che non finiscono. So che il libro non ha avuto
un successo travolgente, e molte
copie sono rimaste invendute;
ma i tre compagni di lavoro che
alcuni anni fa hanno provato a
metter sulla catta questo tentativo di meditazione son rimasti
con me per giorni e giorni in questo viaggio fatto quasi sottovoce,
in tono modesto («Noi — dice
la pagina di presentazione agli
amici lettori — siamo uomini e
donne che vivono la loro fede in
una fase particolare della storia.
Perché particolare? Perché in tutti i tempi la fede si trova a testimoniare in determinate situazioni; e il nos|;ro tempo non è il
1500 o il 1800; né il primo anteguerra né il secondo dopoguerra.
Senz’alcun dubbio la Parola di
Dio resta immutabile nel tempo,
ma appunto il tempo è mutato,
mutate sono le situazioni in cui
ci troviamo a servire l’immutabile Parola. È per questo che troverete meditazioni spiccatamente
centrate sull’esperienza e le coerenze della fede (preghiera, stile
di vita del credente, la realtà dolore-sofferenza, il problema malattia-morte) accanto ad altre che
cercano di cogliere un rapporto
diretto ed attuale tra quest’immutabile Parola di Dio e le mutevoli situazioni concrete in cui
essa entra nel mondo»).
Eppure, nella modestia della
presentazione, questa Parola è
una sfida. E come possa una Parola così piccola, contrastata, così diversa dalla parola dei potenti e dei vanagloriosi, essere anche
una sfida è un problema che vorrei lasciare alla riflessione del
lettore.
Da allora, dal giorno in cui il
titolo mi aveva incuriosito e un
poco anche provocato, son passati ormai parecchi anni, ho
cambiato casa più di una volta,
sono stato coinvolto in problemi
spesso più grandi di me — oggi
ho ripreso in mano il libro e
mi sono messo a rileggerlo. Mi è
sembrato un libro sempre fresco
ed attuale, da poter trasmettere
ancora con grande utilità, per
aiutare a discutere. Una pagina
fra tante, per provare: « ...La nostra illusione è di riuscire a convincere tutti, a trasmettere il
messaggio che ci urge dentro, a
dare a tutti il dono della fede
che Ci è stato fatto; nutriamo la
illusione di fare gli altri partecipi della nostra speranza e della
nostra indignazione, della nostra
vita insomma, facendola penetrare nel mondo dei nostri ideali,
nel mondo del Regno. Illusione;
saremo sempre dei cianciatori,
gente straniera che saltella qua e
là fra i piedi della gente. Cianciatori non già perché parliamo soltanto (come spesso si dice; tutte
parole, sempre parole), perché
la chiesa ha anche fatto, agito,
realizzato: ma cianciatori perché
agli occhi dei nostri concittadini
poniamo dei problemi inesistenti.
La fede, Dio, Cristo: chiacchiere
inutili, superflue. Ed abbiamo il
nostro daffare per rendere moderno, vivo, intelligibile il messaggio che portiamo: suonerà
sempre chiacchiera alle orecchie
dell’uomo moderno.Questo è il
destino di ogni missione, di ogni
evangelizzazione, di ogni dialogo.
Eppure, stranamente, è proprio
in questo contesto che Paolo collocherà la sua predicazione su
Did 'e la risurrezione. Cianciatore
ma non muto ».
Eugenio Rivoir
Sfida della Parola. 52 meditazioni bibliphe.
Claudiana editrice - L. 800.
(segue da pag. 1)
ze è giunto il tempo di cominciare a ricostruire la nostra esistenza e quella della società in cui
viviamo. Anche noi cerchiamo un
progetto, un criterio generale per
una rinascita vera della nostra
vita ed è qui che il salmo, nel
registrare il dialogo del credente
con Dio propone una particolare
visione: quella della benignità e
della verità che si sono incontrate, della giustizia e della pace che
si sono baciate.
Bellissima immagine. Siamo
degli incorreggibili visionari, dei
sognatori.
Dove — potrebbe chiederci un
realista del nostro tempo — la
giustizia e la pace si sono baciate? E potrebbe metterci sotto gli
occhi le immagini vere del massacro del Salvador o dei lager
Matteo 25
Avevo fame, non avevo nulla da
mangiare,
e tu eri obeso;
Avevo sete,
e tu annaffiavi il tuo giardino;
Non avevo néssuna via da seguire, né alcuna speranza,
e tu hai chiamato la polizia
e sei stato contento
che mi rinchiudessero in prigione;
Ero a piedi nudi e rivestito di
stracci,
e tu dicevi « non ho nulla da mettermi,
domani comprerò dei nuovi vestiti »;
Ero malato,
e tu hai chiesto « è contagioso? »;
Ero in prigione,
e tu hnt detto: « E' Ti che dovrebbero rinchiudere tutti i tipi co
-le te! ».
Signore abbi pietà di noi!
da:
« Pour tout le peuple de Dieu ».
della normalizzazione della Polonia, dove s’incontrano la giustizia
e la pace nell'immagine, anch’essa vera purtroppo, di quelle chiese evangeliche che pregano e sostengono un governo razzista.
■ L’incontro della pace e della giustizia non avviene certo nei drammi del nostro tempo.
Noi diciamo questo: l’incontro
della verità e dell’amore, della
giustizia e della pace avviene in
Cristo, avviene ogni volta che
egli ti libera da te stesso per offrirti agli altri, avviene ogni volta che aspetti e che lotti per la
liberazione finale, in cui ognuno
e tutto il creato saremo liberati
dalla logica di morte per lasciare spazio all’amore e alla giustizia di Dio.
Sogno? Visione? Utopia irrealizzabile? Diciamolo francamente, noi abbiamo bisogno di questa speranza apparentemente assurda. Ma diciamo anche che
Cristo ha reso tutto questo vero
nella sua morte e nella sua risurrezione e a partire da qui ci chiede personalmente e collettivamente di rendere vera, operante
questa speranza nella nostra vita.
Quella che dobbiamo raccogliere
è una sfida: tutto il resto è abbastanza secondario. Rendere visibile, attuale, operante la pace e
la giustizia di Dio affinché ci sia
davvero un domani, un mondo in
cui ognuno possa crescere, esprimersi; realizzarsi e incontrare il
suo Creatore. Questo futuro è già
iniziato in Cristo, rendiamolo presente e vero nelle responsabilità
che prendiamo nella chiesa e nella società; cedimenti, paure, ripensamenti, grigia equidistanza,
freddezza, scetticismo: lasciamo
che lo Spirito di Colui che ci precede spazzi via tutto questo e incamminiamoci con gioia e fiducia
nel cammino della solidarietà e
della giustizia che Dio ci indica.
Del resto se vogliamo vivere non
ci sono altre possibilità.
Giuseppe Platone
GUERRA E PACE - 2
Con il profondo rivolgimento, spirituale
e non solo strutturale, costituito dalla discussa introduzione della monarchia in
Israele, cambia anche la guerra santa: le
guerre di Jahve diventano ie guerre dei re.
All’armata occasionale costituita in momenti d’emergenza da liberi contadini e
pastori convocati dal Signore e condotti
da lui, si sostituisce un esercito stabile
raccolto con la coscrizione obbligatoria
dei sudditi di un sovrano impegnato non
solo nella difesa ma anche nella conquista. È un esercito che si va specializzando, s’introducono l’armamento pesante,
la cavalleria, i carri da battaglia, si costruiscono fortezze. Inoltre il re impiega
largamente soldati di mestiere, per lo più
pagani, in particolare per la propria guardia del corpo. Israele non lotta più semplicemente per sussistere nella terra che
Jahve gli ha dato (solo a lui, o anche a
lui?), è ormai una « potenza », ora più
considerevole ora più insignificante, che
fa la sua grande o piccola politica di potenza, di alleanze, coinvolta nei giochi politico-militari della regione presa a sua
volta fra le grandi Potenze dell’Est e dell’Ovest. Ci lascerà quasi costantemente
le penne.
La struttura statale di una monarchia
assoluta tende a sostituire quella sacrale
di un popolo di pari condotti da Jahve.
Questo processo non fu, naturalmente, improvviso né totale, né lineare. Fu però la
netta linea di tendenza e contro di essa
continua a reagire tutta una parte dell’A.
T.: contro la «secolarizzazione» della
guerra sotto i re, il movimento profetico
si presenta come il testimone dell’unica
sovranità di Dio, riflessa nell’ordinamento patriarcale della guerra santa.
La protesta profetica
Questa è ormai solo un ricordo e un
ideale, ma più vivo, per i profeti, dell’indiscutibile realtà storica; da Samuele (1
Sam. 115) a Eliseo (I Re 20 e 21) e ai
profeti scrittori. Isaia, invitando ad attendere con quieta fiducia l’intervento liberatore di Dio, contro ogni timore e ogni
All'ascolto della Parola
a cura di Gino Conte
Come abbiamo visto, la guerra santa israelita ebbe la sua manifestazione più
genuina all’epoca dei Giudici: occasionale lotta difensiva del popolo di Dio convocato e guidato da lui.
strategia politico-militare (7: 1-9; 30: 15;
31: 1 ss; 36 ss), rinnova l’antico motivo
di fondo della guerra santa: non per la
nostra forza saremo salvati, ma per quella di Dio. Certo, per Isaia l’operare di Dio
è nascosto, confuso nell’intreccio delle
forze storiche, solo la fede (22; 11) può
discernerlò, in attesa della suk gloriosa,
indiscutibile manifestazione finale centrata in Sion, non quale capitale regia ma
quale luogo della presenza di Jahve (il
Tempio). Questo motivo profondo, la fede nell’aiuto e nell’intervento di Dio pienamente sufficienti e del tutto indipendenti da ogni sforzo e attivismo umano,
risuona nella predicazione di rnolti profeti: Amos 2: 9 ss; Michea 4: 11 ss; Ezech.
38 e 39; Aggeo 2: 21 .ss; Zacc. 4: 6; « È
questa la Parola che l’Eterno rivolge a
Zorobabele; ’’Non per potenza né per forza, ma per lo spirito mio, dice Jahve degli
eserciti” ». Non è questo il senso profondo dell’antica guerra santa?
Questo motivo sembra rivivere con forza nella scuola deuteronomlstica, che ha
probabilmente la sua origine all’epoca
della riforma di Giosia (2 Re 22 e 23).
Tutto il Deuteronomio è pervaso da una
espressa ideologia bellica: c’è contrapposizione frontale fra le tribù israelite che
entrano in Canaan e le popolazioni che
vi trovano. Israele si trova di fronte dei
nemici; e — questo il passo grave fatto
dai Deuteronomisti — questi sono nemici
di Jahve e devono essere eliminati « affinché non v’insegnino a imitare tutte le
abominazioni (= culti idolatrici) che fanno per i loro dèi, e voi non pecchiate
contro rEterno, che è il vostro Dio »
(Deut. 20: 18). La guerra santa, all’origine
lotta difensiva condotta da Jahve, diventa
guerra d’offesa e di religione, crociata.
Crociata ebraica...
In realtà le cose sono andate diversamente, la penetrazione israelita in Canaan
è stata in buona parte pacifica, senza
quest’andamento di conquista, le tribù
non si sono sparse come colonne di ’’crociati” tesi a piegare alla fede in Jahve popolazioni che volevano assoggettare, anzi, ne furono piuttosto a lungo condizionate, sia militarmente e politicamente, sia
culturalmente e religiosamente. Quella
deuteronomlstica è dunque una rilettura
teologica, a secoli di distanza, della storia antica nella quale è spesso accaduto
questo sì — che le popolazioni autoctone
attraessero le tribù israelite ai loro culti
idolatrici. Sta di fatto, nota il von Rad,
che per opera di questa scuola storicoteologica, la cui rielaborazione non si limitò alla stesura del Deuteronomio ma
toccò molti dei libri storici, tutto l’AT
è pervaso da quello spirito bellicoso e da
quell’inconciliabilità programmatica che
così spesso e in tanti suscita una reazione
negativa.
D’altra parte i Deuteronomisti scrivono,
almeno in parte, in un periodo di progressivo sfacelo, dopo la caduta di Samaria e di Gerusalemme. Israele non è più
una potenza, non è quasi più una nazione; la sua forza, la sua struttura militare
è annientata. Non è il momento di ripristinare l’antico ideale, di rimettere in
onore la guerra santa come guerra di Jahve? Dopo l’esilio, il movimento restauratore rivive frammenti, almeno, di questa
lotta che il popolo, minacciato d’annientamento, conduce sotto la guida di Dio
(Zorobabele, Neemia, Esdra). Ma questa
guerra santa si va caricando di caratteri
che all’origine non aveva: orgoglio nazionalistico frustrato e assetato di rivalsa.
ideologia guerresca, spirito di crociata,
che risuonano anche in alcuni Salmi (ad
es. 137: 8-9).
La guerra santa come crociata rivivrà
nella rivolta maccabea, più tardi nella
lunga lotta del movimento zelota, e nell’attesa apocalittica degli esseni: chiusi nel
loro monastero nel deserto roccioso di
Giuda, sulle pendici digradanti verso il
Mar Morto, aspetteranno severi il combattimento finale fra i figli delle tenebre e
i figli della luce.
...e cristiana
La chiesa cristiana è in una situazione
non comparabile a quella dell’Israele dell’AT: non a causa di una pretesa superiorità spirituale e morale del NT rispetto
all’A, ma perché Gesù Cristo ha rifiutato
espressamente di aderire al movimento
zelota e di partire in crociata alla testa
dei suoi; il suo popolo, raccolto dai suoi
testimoni, non è più reclutato in un popolo solo ma tratto da tutti i popoli. È
tragico che — a parte la djihad musulmana — la chiesa non solo abbia spesso disconosciuto questa sua nuova situazione
storica, ma che, rifacendosi con un anacronismo teologico di grave portata alla
guerra santa dell’antico Patto, ne abbia
scelto spesso l’interpretazione più discutibile; crociata, guerra di religione contro
i Sassoni, gli Slavi, i Mori, i Saraceni, i
Catari e gli Albigesi (mettendo nel mazzo
altri, fra cui i Valdesi), i Maya, gli Aztechi,
gli Inca. Cristiani conquistadores.
Altri, in momenti d’emergenza, si sono
richiamati alla forma originaria della
guerra santa israelita: si pensi alla guerra per bande contadine dei Valdesi e dei
Camisardi, trascinati dopo lungo tormento
di coscienza a difendere con le armi la
propria sussistenza e la propria fede.
Qualcosa di questo spirito ha palpitato
nelle schiere hussite taborite, nelle « teste rotonde » di Cromwell inginocchiate
prima di lanciarsi in battaglia, nel travaglio di tanti cristiani impegnati in una
« resistenza » armata. Decisioni sempre
soggette alla pesante ambiguità della storia e al giudizio di Dio. Forse inevitabili,
talvolta doverose, mai crociata: la croce
del Risorto non vuole guerrieri ma testimoni.
Gino Conte
6
6 fede e cultura
5 marzo 1982
I RAPPORTI TRA CHIESA E STATO NELL’ATTUALE DISCUSSIONE
Concordato o Intese?
Lo scandaloso silenzio sullo stallo della revisione del Concordato e
l’imbarazzo politico del governo nel ritardo della firma dell’Intesa
Un ramo secco
che rinverdisce
E’ già il secondo anno che a
Vasto nella prima metà di febbraio la Chiesa Valdese e la
Cooperativa Culturale « Agorà »
organizzano un pubblico dibattito sul tema: « Concordato o
Intese? ». L’anno scorso si era
tenuta una Tavola Rotonda, trasmessa per radio, con la partecipazione di due insegnanti di
filosofia, un prete, un pastore,
un avvocato. Quest’anno si è tenuta nell’atrio dell’Istituto Magistrale una conferenza seguita
da dibattito con un pubblico più
allargato, anche se la partecipazione a queste iniziative nel nostro paese non è mai eccessiva.
Dai giornali
Il 53“ anniversario del Concordato è stato oggetto di commenti da parte di molti organi di
stampa. In questa colonna intendiamo segnalare solo due contributi che ci sono parsi particolarmente interessanti. Il primo
è apparso sull’Avanti del 12/2 e
fa il punto delle posizioni del
partito socialista sul problema
della revisione del Concordato.
Il secondo articolo scritto da
Giovanni Gennari (« Il fattore R
ignorato dai partiti ») è apparso
nella pagina culturale del quotidiano romano Paese Sera del 14
febbraio. Sull’Avanti dopo aver
ricordato che; « la visione socialista del Concordato è sostanzialmente quella di un’Intesa » ci si
riferisce sia alle interrogazioni
parlamentari volte a sbloccare
l’Intesa sia alle posizioni che
l’on. Valdo Spini ha di recente
espresso nel corso di un dibattito .con i liberali ed esponenti del
cattolicesimo del dissenso.
Il governo Spadolini sta dando ulteriori impulsi positivi, ma
la questione non sembra in via
di soluzione: i ministeri della
Giustizia, delle Finanze e della
Pubblica Istruzione ha ricordato Spini in proposito — stanno mettendo bastoni fra le ruote. Il motivo più sostanziale per
cui non si giunge alla conclusione di questa Intesa, ha osservato Valdo Spini, sta probabilmente nel fatto che i democristiani
riterrebbero inopportuno varare
un patto con una chiesa che riputa ogni tipo di privilegio: sia
morale ( non vuole la tutela del
reato di vilipendio), sia giuridico, sia pnanziario. Si pensa che
il Concordato sfigurerebbe di
fronte a questo tipo d'Intesa?
Spini ha osservato inoltre che i
rilievi oggi fatti dal Vaticano —
che la sentenza della Corte violerebbe un patto da mutarsi solo
col mutuo consenso — non sono
coerenti col comportamento della Chiesa che, giusto l’anno scorso. in occasione del referendum
sull’aborto, non ha mancato di
intervenire direttamente nella
lizza con metodi che lo stesso
Concordato le interdiceva. Significa che la Chiesa intende chiedere il rispetto di tutte le norme
concordatarie a proprio favore
senza mai rispettare quelle che
le impongono dei limiti?
Gennari su Paese Sera sottolineando il fatto che: « la fede non
si identifica con il regno dei preti » e che i partiti — anche quelli di sinistra — non hanno il coraggio di affrontare temi religiosi (ovvero il ’fattore R’) e « quando se ne parla, in via eccezionale, se ne parla come fos.se roba
estranea, naturalmente avversa,
e necessariamente democristiana » sostiene che circolano nel
nostro Paese paure e reticenze
Giuseppe Platone
(continua a pag. 12)
giacché si usa delegare questi
problemi agli esperti in materia.
Relatore era il giurista cattolico Francesco Zanchini, docente
di Diritto Canonico all’Università di Teramo. Egli ha illustrato
10 stato delle trattative: ha definito « scandaloso » il silenzio
sulla situazione di stallo della
revisione del Concordato, di cui
ormai non si conoscono nemmeno più correttamente i termini,
poiché il testo della quinta stesura non è mai stato pubblicato, dunque non si ha nemmeno
11 coraggio di render noti i motivi del disaccordo.
Imbarazzo politico
Il Governo, dal canto suo, denuncia un vero e proprio « imbarazzo politico » nel non firmare
le Intese, poiché non può o non
vuole render ragione della relativa facilità con cui si è giunti
a formulare il testo fra Governo
Italiano e Tavola Valdese, in
rappresentanza delle Chiese Vaidesi e Metodiste d'Italia. Alla
domanda se si tratti di due
« patti » per natura diversi o se
si possa vederli giuridicamente
sullo stesso piano, Zanchini ha
risposto che è ben questo il nodo della questione: firmare l’Intesa prima del Concordato vorrebbe dire fare dell’Intesa un
parametro, cui raccordare i rapporti con altre confessioni, come del resto è esatto giuridicamente. E’ infatti l’art. 8 della
Costituzione che detta norme
per i rapporti fra Stato e Chiesa; l'art. 7 ha dovuto prender atto di una situazione già esistente, non comprometterebbe i contenuti della Costituzione se d’ambo le parti si convenisse a modificare i Patti Lateranensi.
In sostanza l’art. 7 garantisce
solo che ci sia l’accordo nella
reciprocità. Qui tutta la questione ruota intorno al concetto che
la chiesa ha di se stessa; finché
essa non rinuncia a ritenersi una
potenza con la quale pattuire, le
difficoltà continueranno ad essere grandi, che si rivedano o
meno i Patti. In effetti non ci
vuol molta immaginazione a capire che malgrado la rinuncia
alla dichiarazione di principio
ad essere religione di Stato, per
il resto dell’articolato del Concordato non è cambiato assolutamente nulla, anzi si discute di
aggiornamento degli indici di finanziamento dello Stato. Viene
mantenuto il principio del carico finanziario dello Stato per
il culto, per l’assistenza, le scuole ecc. L’insegnamento della religione nelle scuole rimane prerogativa esclusiva della Chiesa
Cattolica, ma a spese dello Stato: tutti sanno con quale peso
discriminatorio nei confronti di
altri culti, e quale privilegio esso rappresenti ai fini del mantenimento della religione di massa. .
Attuare
la Costituzione
L’Intesa che il Governo potrebbe già subito render operante è un fatto nuovo per il nostro paese. Intanto non sarebbe
poco attuare un principio disatteso della Costituzione, si farebbe almeno in parte giustizia nei
confronti di piccole confessioni
religiose che sono state sempre
discriminate nel nostro paese, ha
affermato Zanchini. In realtà è
molto grave che tutta questa materia sia ancora regolata da norme emanate sotto la dittatura
fascista; del resto si ha un bel
dire che molti punti siano nella
prassi caduti in disuso, in realtà
se anche lo Stato non ha per il
momento intenzione di perseguitare la libertà di pensiero e di
culto, ci sono le « revoche » e le
riduzioni allo stato laicale da
parte della chiesa, di fronte alle
quali finora lo Stato non era in
grado di tutelare i diritti dei cittadini, com’è avvenuto in occasione di molti ecclesiastici cattolici « censurati » all’occasione
dei Referendum. Su questo punto le sentenze recenti della Corte Costituzionale sono « una svolta » — ha proseguito il professor
Zanchini — che certamente comincia a porsi su un terreno di
verifica importante, da cui difficilmente si potrà tornare indietro anche nel corso della revisione del Concordato.
Molto apprezzabili ha giudicato Zanchini quegli articoli dell’Intesa (2 e 4) dove esplicitamente si esclude il ricorso delle
Chiese Valdesi e Metodiste agli
organi dello Stato per l’esecuzione di provvedimenti da esse
presi in materia disciplinare o
spirituale, e per la tutela specifica del sentimento religioso. La
rinuncia ad ogni forma di finanziamento da parte dello Stato,
fosse pure simbolica, è una testimonianza di un modo diverso di essere chiesa, senza salvaguardare privilegi, ma tenendo
ben alta la bandiera della libertà.
I convenuti hanno deciso di
continuare questi incontri, di organizzarne presto un altro sul
tema dell’insegnamento religioso nella scuola, che è il punto su
cui si focalizzavano molti interventi.
Gianna Sciclone
Il Ministero della Pubblica
Istruzione ha recentemente dato
indicazione al Provveditorato agli
Studi di Torino, in seguito a un
quesito posto da quest’ultimo,
della necessità di attenersi a
quanto disposto dalla legge del
1928 per quello che riguarda Tinsegnamento della religione (ovviamente cattolica) nella scuola
elementare. Il Ministero dispone
pertanto, riferendosi al Provveditorato: « codesto Ufficio... potrà
procedere al conferimento di
supplenze di religione nel caso
in cui l’insegnante di classe chieda ed ottenga di essere esonerato dall’insegnamento di detta materia ». In esecuzione a queste
disposizioni il Provveditorato invita quindi i direttori didattici a
« voler seguire scrupolosamente
la normativa tuttora vigente in
materia di insegnamento di religione », chiedendo ai vescovi il
certificato di idoneità dei maestri
e segnalando le ore da questi lasciate scoperte per l’insegnamento della religione, perché siano
affidate a supplenti.
Il Provveditore, evidentemente,
fa il suo mestiere di funzionario
e sarebbe colpevole se facesse
altrimenti, anche se il « tuttora »
riferito alla normativa vigente
tradisce forse la coscienza che
sarebbe logico che vigente non
fosse più.
Appare strano, invece, in tempo di tagli drastici alla spesa
pubblica nel campo dell’istruzione, che il Ministro che sente così facilmente il bisogno di adeguare le leggi o in qualche caso di disattenderle perché la
spesa sia contenuta nei limiti
stabiliti dal governo, su questo
punto non esiti a dare alle leggi
l’applicazione più costosa.
Sarebbe anche interessante avere una presa di posizione su
questo punto delle comunità cattoliche, tanto più che si tratta
dell’attuazione di una legge preconcordataria. Abbiamo infatti
l’impressione che il risultato di
questa rispolverata di una vecchia legge avrà aspetti negativi
per tutti: per il paese, per l’aggravio di spesa che l’assunzione
dei supplenti comporterà; per la
scuola, per il rischio che i supplenti di religione, nell’urgenza
di coprire i posti, siano reclutati anche tra persone non preparate all’insegnamento; per Tinsegnamento religioso stesso che
rischierà, per la ragione predetta, di perdere credito tra gli alunni, oppure di essere impartito da
maestri che in altre condizioni
avrebbero chiesto l’esonero, non
condividendo la dottrina cattolica, ma che piuttosto dì vedere
un « intruso » alla loro cattedra,
finiranno forse per non chiedere
l’esonero stesso.
Sarebbe opportuno avere un
dibattito sulle nostre colonne su
quale atteggiamento sarà preferibile per i maestri titolari nelle
classi: o continuare, naturalmente se non condividono la dottrina cattolica, a chiedere l’esonero;
oppure rassegnarsi a impartire
un insegnamento religioso generico.
A me pare che sia opportuno
continuare a chiedere l’esonero
perché le leggi sbagliate vanno
cambiate e non nascoste. In prospettiva sarà interessante vedere
se l’episcopato italiano coglierà
l’occasione con queste disposizioni per una rivincita sulle recenti sentenze della Corte costituzionale in tema di matrimoni.
c. tron
A PROPOSITO DELLE OPERE PIE
Nessun regalo dallo Stato
Nel numero di gennaio « Controcitfà », mensile di controinformazione di Torino, ha lanciato uno strale all’Intesa tra Stato
e chiese valdesi e metodiste. Citando l’art. 13 che prevede la
soppressione dell’Istituto Artigianelli di Torino e la devoluzione del patrimonio alla Tavola valdese, ha accusato la Tavola
valdese di « tirare la volata » al tentativo che i cattolici stanno
facendo di farsi regalare qualche migliaio di miliardi con la
trasformazione delle IPAB da pubbliche a private.
Pubblichiamo la parte essenziale della risposta che il pastore Taccia ha inviato al giornale torinese.
Se l’articolista avesse letto con
attenzione tutto il testo dell’Intesa, avrebbe notato la contraddizione tra la sua interpretazione
dell’art. 13, che riguarda la sorte
dell’Istituto Artigianelli e tutta
l’impostazione del documento,
tesa a riaffermare ad ogni pié
sospinto la volontà delle Chiese
valdesi e metodiste di assumere
direttamente e senza spese per lo
Stato, ogni onere derivante dall’esercizio del proprio ministero.
Ad esempio le eventuali spese
per l’assistenza spirituale ai militari, nelle case di cura e di ri
Nulla di nuovo
A causa della semenza della Corte
costituzionale sulla trascrizione delle
sentenze di annullamento dei matrimoni concordatari — informa l'Agenzia
ADISTA — c'era molta attesa di qualche indiscrezione sulla quinta bozza
della revisione del Concordato. Ma
quanti guardavano per questo al ricevimento offerto dall'Ambasciata d’Italia presso la S. Sede in occasione delri1 febbraio sono stati delusi. Colloqui riservati tra Spadolini e Casaroli,
Colombo e Silvestrini, ma nessuna notizia sul Concordato.
poso, negli ospedali evangelici
e non, negli istituti penitenziari,
per la presenza eventuale nelle
scuole, ecc., dovranno essere assunte direttamente dall’Ente ecclesiastico interessato.
Così pure ò chiesta la cancellazione del contributo statale fissato nel 1843... a titolo di risarcimento danni! Si tratta oggi di
poche migliaia di lire, ma si potrebbe anche considerare la possibilità di richiedere l’aggiornamento del valore sulla base di un
diritto acquisito! Per quanto concerne gli Istituti evangelici, essi
sono sottoposti al regime tributario previsto dalle leggi dello Stato senza richiesta di esenzione.
Il denaro pubblico non può in
nessun modo essere usato per
l’opera di una Chiesa, grande o
piccola che sia: questo è un principio a cui cerchiamo di rimanere coerenti.
■Venendo ora all’Istituto Artigianelli Valdesi, di cui allo strale
deH’articolista in questione, detta opera fu costituita a Torino
nel 1856 e insediata in via Berthollet nel 1865, allo scopo di dare ai figli dei contadini delle Valli Valdesi, in situazioni di grave
crisi economica, la possibilità di
imparare un mestiere come ap
prendisti nelle botteghe artigiane
della città.
L’Istituto fu costituito e gestito esclusivamente con i soldi dei
membri della Chiesa valdese e
di altre Chiese evangeliche all’estero. Nel 1885, per scelta del
Comitato direttivo, viene eretto
in Ente Morale e in base alla
legge del 1890 diventa Qpera Pia
e in seguito IPAB. Questo sottopone l’Istituto allo stretto regime
dei controlli pubblici senza modifiche per quanto riguarda la
proprietà e le fonti di finanziamento, strettamente collegate alla responsabilità e all’onere ecclesiastici.
Sulla base di queste considerazioni è stata a suo tempo richiesta e accordata l’esclusione dell’Istituto dall’elenco delle IPAB
destinate al passaggio ai Comuni.
Dal 1977 l’Istituto ha esaurito la
sua funzione come struttura ricettiva e l’intenzione degli organi
ecclesiastici responsabili è di proseguirne l’attività, costituendo un
fondo per l’erogazione di borse
di studio a favore di studenti
evangelici che hanno necessità di
essere aiutati.
L’attribuzione del patrimonio
dcH’Ente alla Chiesa valdese non
è dunque un regalo dello Stato,
ma, semplicemente la riconferma
di quanto di fatto è sempre esistito, al di là del modificarsi delle sigle.
Sappiamo che la stessa cosa
non può dirsi di tutte le IPAB e
fa bene Controcittà a tenere desta la sua vigilanza critica, badando però di non prendere abbagli e non fare di ogni erba un
fascio!
Alberto Taccia
7
5 marzo 1982
obiettivo aperto 7
7 MARZO: DOMENICA DELLA GIOVENTÙ’
Limpegno e la
testimonianza della FGEI
Lo sviluppo delle tematiche proposte dal Congresso di Adelfia - Costituite tre nuove federazioni regionali - Molte sollecitazioni dalla base
Il VI Congresso della FGEI
svoltosi ad Adelfia nello scorso
agosto è stato indubbiamente un
importante momento di confronto tra i numerosi delegati e l’occasione per precisare le linee di
lavoro sulle quali orientare i
gruppi giovanili; l’impegno per
la pace, un rinnovato interesse
per i problemi del Mezzogiorno,
il rilancio delle attività di formazione biblica e teologica. Che
cosa è successo nei pochi mesi
che ci separano dal Congresso?
Visite ai gruppi
Il nuovo Consiglio, innanzitutto si è impegnato in un denso
programma di visite ai gruppi
giovanili della Calabria, delle Valli, della Toscana, della Campania, del Molise, della Puglia e
della Basilicata. Queste visite,
tutte di estremo interesse sono
state, in primo luogo, un’occasione per verificare se e come i
vari gruppi avessero recepito le
indicazioni congressuali e come
intendessero contribuire al lavoro della Federazione; una prima
valutazione è che da parte dei
gruppi non c’è stata soltanto una
positiva recezione dei temi emersi ad Adelfia — oltre a quelli già
citati la questione del lavoro, i
rapporti tra uomo e donna, il
rapporto dell’uomo con l’ambiente, la lotta al Concordato ecc. —
ma si sono già svolte o sono in
programma significative iniziative che danno a queste riflessioni concretezza e vitalità.
La lotta per la pace
Si prenda la questione della
pace; numerosi i convegni e gli
incontri ma interessante, soprat
tutto, l’indicazione che da essi va
emergendo sempre più lucidamente; un vero impegno per la
pace, a questo punto, deve sapersi riconvertire dai necessari momenti di piazza, le grandi manifestazioni, alle iniziative permanenti, le uniche che possono
reggere sui tempi lunghi, costruire un consenso sempre più di
massa attorno alla parola d’ordine « educhiamo alla pace ». La
realizzazione di un audiovisivo
sul problema della pace, l’avvio
di un centro di documentazione
sui problemi della pace e del disarmo, la partecipazione agli incontri ed ai campi sulla questione sono fatti nuovi rispetto ai
mesi scorsi. È una « riconversione » necessaria per attrezzarsi
ad un impegno — teologicamente
qualificato — che potremmo definire « di informazione e di educazione alla pace » che certo sarà sui tempi lunghi.
Nuova capacità
di aggregazione
I gruppi hanno recepito positivamente, dicevamo, le indicazioni di lavoro emerse ad Adelfia e
soprattutto hanno apprezzato lo
sforzo di concretezza per cui l’adesione alla Federazione avviene
soprattutto in base alla condivisione di programmi di lavoro
concreti; in questa direzione molto è ancora da fare, certo, e già
ci stiamo ponendo il problema
degli strumenti più idonei; si
ipotizza la pubblicazione di «quaderni di formazione» e l’ampliamento del Notiziario FGEI, per
esempio.
Frutti di questa linea che certo non è nata dal Congresso ma
che il Congresso ha ribadito e
precisato è la rinnovata capacità della FGEI di aggregare nuovi giovani e nuovi gruppi nonché
la costituzione di nuove realtà
regionali: l’Emilia, la Toscana,
e la Puglia-Basilicata. Vogliamo
sottolineare particolarmente la
ripresa del lavoro FGEI in queste ultime regioni che offrono
notevoli potenzialità; perché non
vadano perse, però, occorre uno
sforzo particolare teso a favorire le occasioni di incontro e di
formazione rese difficili, se non
altro, dalle grandi distanze. Ritenendo il lavoro giovanile in Puglia e Lucania una priorità abbiamo concordato con i fratelli
della regione una serie di convegni e seminari biblici articolati
per zone geografiche che fin qui
hanno ottenuto risultati incoraggianti; in particolare a Cerignola
Si è svolto un convegno sulle tossicodipendenze, nella zona di Taranto un seminario di animazione biblica, ad Altamura un convegno sull’utilizzo delle risorse
naturali in una prospettiva biblica, a fine gennaio si è svolto un
convegno regionale sulla pace al
quale hanno partecipato circa 70
giovani in rappresentanza di nove gruppi. Altri convegni e seminari analoghi sono previsti per i
prossimi mesi.
Impegno
nel meridione
Perché questo impegno « eccezionale »? Vuole essere una prima attuazione del mandato congressuale che ci spinge a lavorare soprattutto nelle regioni meridionali, quelle più colpite dalla
crisi economica e dall’emigrazione; espressione di concreta solidarietà nei confronti di fratelli
INCHIESTA SU UN PROBLEMA CENTRALE PER LE CHIESE
Come si fa il catechismo oggi
Si sta avviando proprio in queste settimane l’inchiesta sulla
catechesi, che il nostro congresso
aveva deciso con una specifica
mozione (cfr. «Gioventù Evangelica» n. 70/71 pag. 8).
Qualcuno dirà: ancora una inchiesta? La FGEI invece di continuare a porre domande farebbe
meglio a fare... Vorremmo spiegare brevemente il perché di questa iniziativa. Lavorare con i giovani, per i giovani, appare oggi
compito difficile e delicato: non
basta la buona volontà, è richiesta una grande capacità di capire e di lasciarsi mettere in discussione, non bastano un po’ di
idee, ci vuole, forse molto più di
dieci o di venti anni fa, una grande pazienza, una forte volontà di
superare approcci superficiali o
dettati dall’abitudine. Sono difficoltà che tutti conoscono e condividono; genitori, insegnanti, catechisti, pastori, operatori sociali.
Gli stessi giovani si orientano
con fatica estrema nel loro stesso e proprio mondo di esperienze, di ricerche, di pensieri e di
emozioni. E le difficoltà aumentano ancora di più quando il
contenuto di queste esperienze e
di questi pensieri è la ricerca e
la scoperta della fede cristiana.
Durante il congresso non siamo
riusciti a fare molti passi in avanti oltre la semplice messa in
comune di queste difficoltà e di
queste domande. Ci siamo allora
detti: questa volta davvero, prima di proporre qualcosa è necessario capire nel profondo come
SI svolge il lavoro catechetico e
che difficoltà incontrano, i giovani e chi per essi e con essi lavora.
Capire tutto: dalle differenze
che esistono tra i corsi di educazione alla fede nelle chiese valdometodiste e in quelle battiste ‘,
al modo in cui sono impostati
corsi e lezioni, dagli strumenti
usati ai problemi di relazione incontrati, dalla questione centralissima della ammissione in chiesa alla domanda sulle altre sedi
di formazione teologica che le nostre chiese mettono a disposizione dei più giovani.
È chiaro che la nostra inchiesta non è sufficiente a rispondere a tutte queste domande, e che
per capire dove stanno i punti
cruciali del problema occorrerà
un lavoro molto più lungo, ampio e diretto; ma, nell’assumere
come centrale la questione dell’educazione catechetica delle nostre chiese, il nostro congresso
ha voluto per prima cosa provare a dar voce a catechisti e catecumeni delle chiese evangeliche,
raccogliere questa voce collettiva
e rifletterci sopra.
I dati dell’inchiesta saranno
quantificati e pubblicati il prossimo autunno: speriamo di aprire
un dibattito che possa essere
utile a quanti al lavoro con i
giovani dedicano tempo, fatiche
e speranze.
Cogliamo solo l’occasione per
pregare tutti quelli che hanno
ricevuto questionari (per catechisti e catecumeni) di riconsegnare i questionari compilati ai
giovan' della FGEI che nelle diverse regioni sono incaricati di
raccoglierli, entro il 15 del mese
di aprile.
^ Benché la coinniis.sionc che ha apI>rovato la formulazione delle domande,
fo.sse ovviamente interdenominazionale,
ahhiamo {(ià rilevalo un primo problema per quanto riguarda le chiese hattiste. Nel que.stionario ai catechi.sti si
parla di cc corsi di catecumenato »,
mentre dal contesto si comprende che
la nostra indagine riguarda evidentemente gli ultimi anni di formazione
catechetica impartiti prima del battesimo agli adolescenti, e non ai convertiti adulti, e cioè gli ultimi due anni
della scuola domenicale, per le chiese
battiste. Con.sci della delmlczza dei no.stri strumenti, preghiamo in particolare i catechisti battisti di aiutarci nella
raccolta dei dati fondamentali dell’inchiesta, perché una indagine che prescinda dalla realtà battista ci sembrerebbe irrimediabilmente parziale.
Un momento del Convegno FGEI di Torino sul tema della pace
e del disarmo.
e sorelle, di piccoli gruppi che testimoniano in una situazione di
faticosa diaspora.
Commissione biblica
Svolge un lavoro della massima importanza, in questa direzione, la Commissione Biblica
che, ancora coordinata da Claudio Pasquet, si avvale del contributo di una serie di corrispondenti regionali; si è svolto di recente, a Firenze, un seminario nazionale di questi ultimi centrato
sull’animazione biblica.
Tra le prossime scadenze di
una certa rilevanza vogliamo citare, inoltre, un seminario sulla
Facoltà Valdese di Teologia organizzato in collaborazione col
Consiglio della Facoltà stessa:
una sede di dibattito sui problemi legati allo studio teologico ed
ai suoi sbocchi aperta, ovvia
mente anche al contributo dei
fratelli battisti.
I programmi di lavoro e le occasioni di incontro, in conclusione, non mancano; a volte abbiamo quasi l’impressione di « non
farcela » a rispondere alle sollecitazioni che ci vengono dai
gruppi e dalle realtà regionali;
per questo contiamo sulla solidarietà, anche critica, delle comunità che devono sentirsi interrogate dai problemi giovanili,
che non possono ignorare le difficoltà dell’aggregazione dei giovani e dei giovanissimi attorno
ad attività ecclesiastiche che
spesso si ripetono stancamente,
che non possono esimersi da un
confronto sempre aperto sui modi di testimonianza della propria
fede; ancora una volta, in altre
parole, il problema della presenza giovanile nelle chiese non può
essere altro da quello che le chiese sono e fanno.
SEMINARIO DEI GRUPPI ’’DONNE”
La fede al femminile
Una iniziativa a carattere nazionale, decisa nel cofso del congresso e che sta per essere realizzata, è quella del seminario
delle donne della Fgei. Durante
il congresso stesso le donne presenti si sono incontrate e hanno
a lungo discusso; più che una
commissione ristretta di coordinamento dei vari gruppi donne
che esistono in Italia, una necessità molto sentita era quella di
incontrarsi in tante, donne del
sud e del nord, donne che partecipano alla attività di un gruppo
Fgei e donne che oltre al proprio
gruppo hanno messo in piedi
gruppi di donne che lavorano in
modo separato: incontrarsi per
conoscersi, per capirsi, per mettere in piedi delle iniziative comuni. Il gruppo incaricato di
preparare il seminario nazionale
(fissato per il 1-2 maggio al centro battista di Santa Severa),
propone come tema di discussione una riflessione biblico-teologica sulle parole più significative
e nello stesso tempo più problematiche e conturbanti per la ricerca di fede delle donne; ne citiamo quattro a solo titolo d’esempio; il peccato, la grazia, il
potere, il piacere.
Non c’è qui lo spazio per illustrare nei dettagli il senso della
iniziativa, di cui pubblicheremo
al più presto il programma particolareggiato; ma ci preme fin
da adesso rispondere a tre possibili domande su questo seminario. Perché un seminario di
sole donne? Perché un seminario di teologia? Perché proprio
di donne Fgei?
Vorremmo fosse molto chiaro
a tutti che fare, oggi, un incontro di sole donne non è una scelta contro (gli uomini) ma una
scelta per le donne. Non si intende « escludere » la ricerca della
fede dei nostri fratelli con i quali le occasioni di incontro certo
non mancano, ma riuscire ad
« accogliere » fino in fondo quel
10 che le donne hanno da raccontare e da capire sulla propria fede e che tante volte, ancora in
questa fase, in convegni « misti »
non riuscirebbero forse ad esprimere; non vogliamo cioè dividerci dai nostri fratelli, ma approfondire una ricerca teologica,
molto timida, molto giovane, ancora molto frammentaria che
crediamo però significativa per
tutta la Federazione.
Perché un incontro teologico,
si chiederà forse qualcuna delle
donne con le quali abbiamo lavorato, nei gruppi femministi o
nei consultori? Rispondiamo
semplicemente: vogliamo discutere di teologia, con riferimento
costante ed esplicito al testo biblico, secondo la tradizione evangelica che assumiamo come nostra, vogliamo parlare della nostra fede in Gesù Cristo e provare a capilla, perché in tutto
11 lavoro che in questi anni abbiamo svolto nel movimento del- ■
le donne c’ò stato poco spazio,
forse, per affrontare collettivamente questo problema e questa
ricerca che sono la base della nostra vita. E, infine, se lo facciamo come donne della Fgei, non
è certo per escludere qualcuna
che della nostra federazione non
fa parte, o per rinchiuderci in un
ghetto-isola felice: ma semplicemente perché esiste una ricerca
nortata avanti da vari anni (dalla riflessione .sul senso del servizio alla battaglia che come
evaneeliche abbiamo .svolto sul
problema dell’aborto) che vogliamo ripercorrere e ricomprendere: sorelle più giovani, e meno
giovani, con esperienze e idee
spesso mollo diverse, che però
riconoscono una vocazione e
strumenti di ricerca comuni, da
spendere per gli altri.
Pagina a cura di
Paolo Naso e Francesca Spano
Foto di Luciano Gallian
8
8 ecumenismo
T
5 marzo 1982
COMUNITÀ’ EVANGELICA DI AZIONE APOSTOLICA I PROTESTANTI NELLA STAMPA ITALIANA
L’evangelo nella vita quotidiana Chiese per ia pace
Circa 30 animatori teologici
appartenenti alle varie chiese
membro della Comunità Evangelica di Azione Apostolica, si sono recentemente ritrovati a Sanary (Francia) per un consistente corso di formazione che ha
coperto una quindicina di giorni.
La sede scelta era assai indicata: un centro di incontro delle
Un. Cr. dei Giovani, lungo la costa del Var.
La Tavola aveva incaricato il
sottoscritto di rappresentare la
nostra chiesa. Tutte le altre chiese CEvAA erano presenti, salvo
il Lesotho e lo Zambia. Come
sempre, il solo fatto di poter lavorare a contatto con fratelli e
sorelle (erano presenti tre donne pastore) provenienti, sì, da
orizzonti molto diversi ma con
10 stesso desiderio fondamentale
di esprimere la propria fede in
un contesto concreto, è stato
estremamente stimolante. Ogni
cosa, dallo studio biblico alla riflessione su di un questionario
ai contatti con comunità e gruppi vari, tutto assume una dimensione più vasta e più ricca, grazie a quello che oggi si ama chiamare l’aspetto transculturale di
simili incontri. Era presente, su
invito della CEvAA, anche una
donna pastore della Germania
dell’Est, in rappresentanza di un
organismo missionario.
Val forse la pena di ricordare
brevemente quel che si intende,
ne^i ambienti della CEvAA, per
animatore teologico. Non si tratta tanto di qualcuno che dedichi
11 suo tempo a tenere dotte conferenze o a scrivere articoli per
riviste specializzate (anche se
questo non è naturalmente escluso), ma di un credente che aiuti
le comunità o le chiese nel loro
insieme a pensare tutto il loro
lavoro di testimonianza in termini dinamici ed a pensarlo insieme alle altre. In tal modo, sul
piano locale, si possono meglio
scoprire tutte le implicazioni di
quel mandato che abbiamo tutti
ricevuto dal Signore: annunziare l’Evangelo e la speranza nuova-del Regno di Dio. In questo
senso è necessario che anche la
nostra chiesa costituisca (cosa
che si sta facendo) un gruppo di
responsabili che, a poco a poco,
possa creare una rete di animatori locali. In tal modo si po
■ iranno meglio coinvolgere le nostre varie comunità nella riflessione e nell’azione svolte dalla
CEvAA. Inutile dire che questo
lavoro, se non può essere svolto
da chi sia interamente digiuno
di riflessione biblico-teologica,
non è certo riservato ai soli pastori.
Il tema dell’incontro di Sanary era « L’Evangelo nella vita
quotidiana ». Abbiamo lavorato
in sedute plenarie ed a gruppi,
opportunamente vari in composizione. Si sono innanzitutto affrontate 9 domande di un questionario che affrontava, talvolta in modo impietoso, le domande alle quali spesso non sappiamo dare risposta nella nostra testimonianza quotidiana. Il nostro linguaggio « di chiesa » spesso poco comprensibile per gli altri, ad esempio; la gente che incontriamo e non sappiamo coinvolgere nella nostra ricerca di
fede, gli emarginati di ogni genere, le organizzazioni non speciflcamente cristiane con le quali possiamo o meno collaborare
e'fino a che punto, ecc. Naturalmente non ci sono state risposte
facili né univoche, data la grande varietà di situazioni e di posizioni personali presenti. Eppure abbiamo tutti sentito una fondamentale unità di fede davvero
rallegrante in un tempo come il
nostro. Per parecchi giorni abbiamo dedicato parte del nostro
tempo ad uno studio biblico sulla trasfigurazione. La visione di
un Signore che viene a trasfigurare il nostro mondo sfigurato è
stata arricchita dall’apporto del
la riflessione e delia preghiera
di tutti, sotto l’azione dello Spirito del Signore.
Poi ci siamo divisi in vari
gruppi, anche qui sapientemente « dosati » per continenti e per
situazione di provenienza. Per
cinque giorni abbiamo così visitato varie comunità, grappi di
chiesa o meno (unioni femminili, gruppi di anziani — nei due
sensi di questo termine — gruppi laici, monitori, catechisti,
gruppi giovanili, lavoratori del
complesso siderurgico di Fos,
ecc.). Tutto questo nella zona di
Marsiglia, Tolone, Aix-en-Provence. Io facevo parte dell’équipe di
Aix-en-Provence, il che mi ha tra
l’altro dato la gioia insperata di
rivedere mia figlia, attualmente
studentessa di teologia alla Facoltà Libera di Teologia Riformata dì quella città.
Inutile dire che, al ritorno da
questi incontri molto intensi abbiamo tutti realizzato da un lato quanto abbiamo tutti bisogno
di aprirci maggiormente ad una
visione non angusta dell’evangelizzazione. Quante volte le debolezze degli uni hanno dato un
senso di umiltà ad altri che
ascoltavano o dialogavano con
loro, sapendo di essere così messi di fronte alle proprie debolezze ed alle proprie speranze di
rinnovamento.
Il risultato pratico di questo
incontro è stato, oltre ai legami
preziosi che ha stabilito, quello
di provocare la creazione, nell’ambito della Commissione missionaria, di una prima équipe di
animatori teologici delle chiese
valdo-metodiste, attualmente in
formazione. Si sono inoltre decisi a Sanary vari incontri regionali, sul tipo di quello internazionale di cui stiamo parlando.
Il prossimo incontro regionale
che ci riguarda più da vicino è
quello che avrà luogo dal 18 al
25 ottobre 1982, a Torre Pellice.
Oltre alle chiese italiane, saranno rappresentate le chiese svizzere, francesi e, si spera, anche
belghe, spagnole e portoghesi.
Ma di questo si parlerà più diffusamente in altra occasione.
L’essenziale è che sin d’ora le nostre chiese si’ sentano sempre
maggiormente coinvolte in questo lavoro comune ed imparino
a conoscere i fratelli che il Signore ci ha dato come compagni di strada.
Giovanni Conte
Tra le iniziative per la pace da
segnalare quella, ripresa da molti
giornali, delle Chiese Evangeliche della Germania Est, le quali,
a coronamento del loro Sinodo,
hanno dato vita ad una manifestazione pubblica, con molte migliaia di partecipanti, nel corso
della quale, oltre alla insistenza
sulla rinuncia totale ai missili, si
è chiesta anche l’abolizione della
istruzione paramilitare nelle
scuole e l’ammissione del diritto
alla obiezione di coscienza. La
vigoria della richiesta ha indotto qualche giornale a ritenere
possibile, in un futuro più o meno lontano, una funzione mediatrice delle Chiese Evangeliche locali, simile a quella svolta in Polonia dalla Chiesa cattolica. Per
il momento il pastore Eppelmann, considerato l’anima della
manifestazione, è stato fermato
dalla polizia e poi, a cose concluse, rilasciato.
Sul piano ecumenico continua
la preparazione per la visita del
papa in Inghilterra. A Londra si
è svolto un « pellegrinaggio » con
ventimila partecipanti di ogni
parte d’Europa, animato dal priore di Taizè, lo svizzero di origine
8 MARZO, GIORNATA DELLA DONNA
Le donne esprimono la fede
In occasione della « giornata della donna » dell’8 marzo
pubblichiamo due estratti da « Information Evangélisation »,
rivista della Óhiesa riformata di Francia, n. 6, 1981.
Credo in Dio
che ha creato la donna
e l'uomo a sua immagine
che ha creato il mondo
ed ha affidato ai due sessi
la cura della terra.
Credo in Gesù
generato e
scelto da Dio
nato dalla donna Maria;
egli che ascoltava le donne e
voleva loro bene altrettanto
quanto agli uomini,
che dimorava nelle loro case,
che discuteva del Regno con loro
come lo faceva con gli uomini,
che era seguito e aiutato
da discepoli donne e
uomini.
Credo in Gesù
che alla fontana, ha parlato
di teologia a una donna
e le ha rivelato per prima
la sua missione messianica,
che l’ha persuasa di andare
ad annunciare
la sua grande notizia nella città.
Credo in Gesù che fu unto
da una donna nella casa di
Simone,
che biasimò gli uomini
invitati perché essi la
disprezzavano.
Credo in Gesù
che disse che
questa donna sarebbe stata
ricordata
per quello che aveva fatto per aver servito Gesù.
Credo in Gesù che guarì
una donna un giorno di sabato
e le rese la salute
perché era un essere umano.
Credo in Gesù
che parlava di Dio
come di una donna che cerca
la moneta smarrita,
come di una donna che cercava,
scopando per terra
quello che era perduto.
Credo in Gesù
che pensava alla gravidanza
e alla nascita
con un profondo rispetto
non come a un castigo ma come a un avvenimento
lacerante,
metafora della trasformazione
dell’angoscia - in - gioia,
nuova nascita.
Credo in Gesù
che parlando di se stesso
diceva che avrebbe raccolto i
suoi pulcini sotto le sue ali.
Credo in Gesù che apparve
per prima a Maria Maddalena
e la mandò con la notizia
clamorosa
Va e annunzia...
Credo nella pienezza
del Salvatore
nel quale non c’è né
Giudeo né Greco
né schiavo né libero
né maschile né femminile
perché noi siamo tutti uno
nella salvezza.
Riflessioni
di un uomo
CONVEGNO A GINEVRA - 9-15 GIUGNO
Dibattito sul pastorato
I problemi dell’identità del ministero del pastore protestante
saranno affrontati in un convegno internazionale di studio che
si svolgerà dal 9 al 15 giugno a
Ginevra presso il centro John
Knox.
Teologi e pastori delle chiese
riformate di tutto il mondo, informa l’agenzia « nev », si interrogheranno sui problemi che gli
sviluppi della società, la vita delle comunità e la riflessione teologica pongono alle strutture di un
ministero pastorale il quale, come è noto, è stato per secoli la
spina dorsale delle chiese protestanti riformate.
Nella lettera di invito il pasto
re William McComish osserva
che « crisi di vario genere sembrano presentarsi nell’attuale ministero pastorale come esso viene
svolto nell’ambito di una chiesa
locale: crisi del pastore nella sua
immagine sociale, crisi degli atti
pastorali e della sua integrità intellettuale.
I problemi cambiano con il
cambiare delle situazioni culturali, delle realtà economiche, delle pressioni politiche e dell’ambiente parrocchiale, ma potrebbe esserci qualcosa che è comune
a tutti ». Scopo dell’incontro è
di stimolare i partecipanti ad
esaminare con piena sincerità i
problemi nella loro realtà.
protestante Roger Schutz, e presieduto a Westminster dal cardinale Hume. E a proposito di
viaggi del papa, non risulta, dai
resoconti dei giornali, che nella
sua visita in Gabon egli abbia
speso una sola parola « ecumenica » per ricordare che in quel
paese opera da decenni l’ospedale di Lambaréné, a suo tempo
creato dal pastore Schweitzer.
Le elezioni in Irlanda hanno rilanciato il problema del contrasto cattolico-protestante nell’Ulster. Lotta Continua, con un chiaro excursus storico sulle origini
di tale conflitto, e il Manifesto
sottolineano i fattori sociali che
sostengono un conflitto religioso<
in sé abbastanza forzato.
La pentecostale russa, a suo
tempo ricoverata in ospedale per
le conseguenze di uno sciopero
della fame sostenuto nel suo rifugio presso l’Ambasciata americana a Mosca, dopo essere stata sottoposta ad un controllo
psichiatrico, è stata restituita all’Ambasciata, dove continua ad
attendere il visto di espatrio.
Da un rapporto di Amnesty International risulta come l’affermazione della dittatura di Mengistu in Etiopia abbia compdrtato « una persecuzione particolarmente violenta nei confronti delle Chiese protestanti, soprattutto
delle comunità evangeliche e
pentecostali ».
Molti giornali hanno sottolineato le dichiarazioni del generale e
della sig.ra Dozier, secondo le
quali la preghiera è stata loro
di grande aiuto per sopportare
le vicende della prigionia.
Niso De Michelis
Segnalazioni e ritagli per questa rubrica vanno inviati direttamente al curatore: Niso De
Michelis, Via S. Marco 23, 20121
Milano.
GRAN BRETAGNA
Riflessioni di un uomo:
« G’è una donna che è stanca
di fingere di essere debole quando sa che è forte, e un uomo che
è stanco di sembrare forte quando si sente vulnerabile.
C’è una donna che è stanca di
fingere di essere stupida, e c’è
un uomo che è sopraffatto dall’obbligo costante di sapere tutto.
C’è una donna che è stanca di
essere definita come « emotiva »,
e c’è un uomo al quale viene rifiutato il diritto alle lacrime e
alla dolcezza.
C’è una donna che è chiamata
non femminile quando si lancia
nella competizione, e c’è un uomo per cui la competizione è
l’unico mezzo per provare la sua
maschilità.
C’è una donna che è stanca di
essere un oggetto sessuale, e c’è
un uomo che deve preoccuparsi
della sua virilità.
C’è una donna che si sente
« schiava » dei suoi figli, e c’è un
uomo al quale viene rifiutato
tutto il piacere di condividere il
fatto di essere' genitore.
C’è una donna che si vede rifiutare un impiego interessante
ed un salario uguale, e c’è un
uomo che deve assumere la responsabilità finanziaria totale di
un altro essere umano.
Portando la promessa della
comunità nuova, c’è una donna
che fa un passo verso la sua propria liberazione, e c’è un uomo
che si, accorge che il cammino
della libertà diventa un po’ più
facile ».
Timori per la
visita del papa
In Gran Bretagna si comincia
già a discutere sulla prossima visita del papa prevista per fine
maggio. « Si teme che — riferisce l’agenzia nev — come in altri
casi, una visita così ufficiale finisca per danneggiare le relazioni
fra le diverse confessioni, anziché favorirle ». Nella presentazione del suo annuario ufficiale la
chiesa anglicana avanza fondati
timori: « sarebbe una catastrofe
ecumenica se la visita dovesse
mettere in evidenza i sentimenti
antiromani ancora presenti, a
fior di pelle, in una parte della
popolazione », L’annuario prosegue sottolineando il fatto che la
chiesa di popolo inglese non ha
comunione di fede con la chiesa
romana e tuttavia si considera
una chiesa ’’cattolica”, nel senso
pieno di ’’universale”.
Vi sono anche delle perplessità
— aggiunge l’agenzia nev — riguardo ai colloqui che si svolgeranno a Canterbury con il papa.
Per il grande numero dei presenti, ha detto il segretario generale
del Consiglio delle chiese Richard
Hamper, tutto si ridurrà ad una
udienza papale sul suolo inglese;
e questo, le chiese libere non lo
possono accettare.
9
5 marzo 1982
cronaca delle Valli 9
PINEROLO
La donna
nella
chiesa
Quando mi è stato chiesto di
abbozzare un confronto tra ieri
e oggi mi sono interrogata: come predicavano le prime valdesi
del 1200: in équipe? era un dialogo intorno alla Bibbia, o un
sermone?
Poi per lunghi secoli — come
la Bella addormentata nel bosco — le donne sono state ridotte al silenzio. Invece c'erano delle discepole con Gesù, sono state loro le prime incaricate del
messaggio sconvolgente della risurrezione; Paolo dice che non
conta essere donna o uomo, i due
sono immagine di Dio secondo
l’Antico Testamento. Eppure fino agli inizi del nostro secolo
non hanno potuto neanche essere membri elettrici della loro comunità!
Oggi è diverso. Basta guardare il smodo. All’inizio del secolo; tutti uomini. Ora ci sono delegate delle chiese, alcune donne
pastori; all’ultimo sinodo una
laica è stata vicepresidente, e al
prossinto il .culto di apertura sarà tenuto da una donna pastore.
Negl’impegni delle comunità continuano ad essere più numerose
degli uomini, mentre questi sono più numerosi nei posti decisionali. Ma sono presenti nei concistori, anche se è solo dal 1937
che ne hanno il diritto. Poco fa
una donna che ha dovuto ritirarsene dopo i 15 anni regolari, è
stata salutata come una voce
progressista del concistoro. Abbiamo alle Valli catechiste e predicatrici laiche.
La caratteristica dei gruppi
femminili oggi è un’apertura ai
problemi del mondo, e un approfondimento biblico; citiamo
il seminario biblico FFEVM creato 4 anni fa; alcuni gruppi hanno fatto anche un culto, o delle
riunioni quartierali.
La FDEI cura i collegamenti,
con le battiste di Torino, e con
attività esterne per una testimonianza nella società. La commissione-donne FGEI prepara le più
giovani, ed è attenta alle esigenze più recenti.
C’è ancora mollo da fare per
vincere pregiudizi altrui, paure
proprie, aggiornarsi... La questione della disponibilità di tempo in mez.zo ai mille impegni che
gravano ancora sulla donna è da
risolvere, ed è valida la proposta
alle nostre famiglie di alterare le
donne un giorno alla settimana,
per potersi impegnare altrove,
portando i propri doni per il bene comune.
Per noi donne è urgente ritornare alle radici; riproporre temi
dei primi valdesi, come la nonviolenza attiva, chiedendo la trasfonnazioné delle moderne "spade” in "aratri", per potenziare
queste montagne, fermando la
corsa agli armamenti.
Agli nomini diciamo: aiutateci
a testimoniare meglio della liberazione di Cristo. Per le cattoliche è importante perché possano trasformare la loro chiesa
dall'interno, chiedendo quello
che noi abbiamo ottenuto nel
1962, la consacrazione delle donne al ministerio pastorale.
Dall’8 airi] settembre ci sarà
ad Agape un breve campo su
questi temi, speriamo di ritrovarci numerosi delle Valli per
approfondirli.
Marie-Francc Maurin Coi'sson
L’urbanistica: questione aperta
Durante la « pausa di riflessione » per trovare una soluzione ai problemi delle aree industriali, sportive di San Lazzaro intervistiamo le forze
politiche pinerolesi della minoranza PCI e DP e della maggioranza PLI
In merito alla variante 8 al
Piano regolatore di Pinerolo, la
scorsa settimana abbiamo pubblicato quanto ci hanno scritto,
su nostra richiesta, il Sindaco
Camusso ’(DC) ed il consigliere
Arione (PSI).
Su questo numero riportiamo
le risposte dateci dal capogruppo del PLI in Comune Tullio Cirri, dal capogruppo del PCI Alessandro Buffa, e dal consigliere
Giorgio Gardibl, di DP, questi ultirni due esponenti dei partiti di
minoranza in Consiglio comunale.
Per i quesiti proposti, rimandiamo al numero scorso dell’Eco
delle Valli.
Tullio Cirri (PLI):
Questa la risposta del capogruppo liberale ;
1. La variante 8 è una diretta
conseguenza dell’accordo programmatico sottoscritto da tutti i paiiiti che fanno parte dell’attuale maggioranza. Detta variante, per alcuni specifici interventi, pone rimedio a carenze e
storture dell’attuale PRGC, e
specificatamente per quanto concerne le NT A (norme tecniche
d’attuazione) e alcune aree incluse nelle zone Cp (aree soggette alla 167). Inoltre si adegua,
per la parte presa in considerazione, alla legge regionale 56 e
alle mutate realtà che il vecchio
PRGC non poteva prevedere.
Le scelte indicate dovranno
essere oggetto di una verifica
complessiva per le conseguenti
necessarie definizioni in ordine
alla metodologia e tipo di intervento che si intende attuare.
2. E’ evidente che le indicazioni portate all’opinione pubblica
sono frutto di scelte che l’amministrazione ha operato. Ma da
questo a dire che « i giochi sono
fatti » ce ne passa.
Occorre ricordare che l’iniziativa dei giornali è partita dopo
le nostre affermazioni e precisa
volontà di volere la consultazione popolare ed inoltre che l’argomento trattato in un primo
tempo dai giornali è stato quello relativo alla collina che non
fa parte della variante.
3. Nella prima riunione è ve
nuto fuori poco. Nel secondo
Consiglio, oltre ad alcune indicazioni, meritano di essere approfondite le proposte formulate dal sindacalista Chiriotti.
4. Ritengo che il ricupero dei
fabbricati esistenti debba inserirsi in un piano a carattere
comprensoriale secondo precise
disposizioni che il comprensorio
e la Regione dovranno dare per
l’assetto del territorio già in
parte compromesso da insediamenti pseudo-produttivi.
Sandro Buffa (PCI):
Così ha scritto il consigliere
Buffa :
1. Il Partito Comunista, non
solo in questa occasione, ma già
in passato, si è battuto affinché
lo sviluppo della città sia finalizzato ad una seria programmazione' territoriale, con una previsione e realizzazione dei necessari servizi adeguati alla residenza e ritiene im.portante la
salvaguardia dell’attuale espansione urbana, sia per le possibilità di sviluppo agricolo che per
la spinta necessaria alla ricerca
di mezzi e strumenti per il risanamento dell’esistente. Diventa
quindi prioritario che con celerità si proceda alla revisione dell’attuale Piano Regolatore rivedendo le previsioni abitative, imponendo un aumento dei servizi
previsti (e non solo sulla carta)
e inglomerando in tale contesto
sia il problema delle unità produttive (fabbriche, ma anche i
laboratori artigiani) che commerciali. Il p.C.I. non esclude
che in un’ottica più generale come sopra espressa, possa inserirsi uno stralcio attuativo (come una variante all’attuale
PRG), ma ritiene tale decisione
possibile per aspetti particolari
inseriti in un’ottica territoriale
complessiva. Nettamente contrario sulla variante n. 8 così come
annunciata.
2. e 3. La conseguenza delle
pressioni esercitate dal «movimento » è già il « ripensamento »
annunciato dalla Giunta assieme all’impegno di' presentare
una delibera programmatica sull’argomento. Sono convinto che
se la mobilitazione cittadina per
ANGROGNA
La strada di fondovalie
Un progetto per l’asfaltatura
della strada di Fondovalie, redatto dall’ing. Mantelli dopo una serie di consultazioni con i consiglieri della zona e l’ass. Mirella
Malan, è stato approvato dal
Consiglio, divenendo così « esecutivo ». ■
Inizierà ora la lunga pratica
burocratica che dovrebbe portare tra qualche mese — così almeno Si spera — alla riasfaltatura di alcuni tratti della strada,
per una spesa complessiva di 96
milioni.
sisterà sia possibile ricacciare
indietro chi punta allo sfascio
della pianificazione e a mettere
le mani sulla città.
4. Sono molto perplesso sulle
possibilità di recupero di fabbricati tipo lo stabilimento ELETTRODI, mentre credo che l’area
sia adatta ad un uso diverso pur
non concordando comunque con
chi vuole oggi premiare la proprietà responsabile della fatiscenza in cui si è lasciata cadere la struttura e della conseguente chiusura che ha causato
una grossa perdita occupazionale.
Rimpasto
al Comprensorio
Nuccio Candellero, liberale e
consigliere comunale di Vigono,
è il nuovo vice-presidente del
Comprensorio di Pinerolo. Sostituisce un altro liberale Franco
Manassero che si è dimesso per
assumere l’incarico di vice-sindaco di Pinerolo.
A votarlo sono stati tutti i
gruppi di maggioranza (DC, PSDI, PRI, PLI) e anche un gruppo
di minoranza (PSD, astenuti invece PCI e Sinistra Indipendente.
Il voto a favore del PSI sta a
significare che è ancora in corso
una operazione politica per
estendere a tutti gli enti locali
del pinerolese l’accordo di maggioranza del comune di Pinerolo
(due blocchi: DC da un lato e
PSI, PLI, PSDI, PRI dall’altro).
Giorgio GardioI (DP): Verso il XXV aprile
Infine, la risposta del consigliere di DP, GardioI:
1. \ Pensiamo che prima di fare
la variante 8 occorre adeguare
il PRGC alla legge urbanistica
regionale. Su questo punto la
maggioranza è inadempiente :
questa operazione per legge doveva essere fatta entro il 1978!
Nel merito della proposta : siamo contrari all’ampliamento della zona sportiva di S. Lazzaro
perché riteniamo che ie attrezzature sportive vadano decentrate nei quartieri e non accentrate. Siamo contrari all’area industriale a San Lazzaro perché, per
esempio, non ha senso costruire un asilo nido e poi farlo confinare con una zona industriale,
per i problemi di viabilità e dei
necessari servizi di quartiere.
San Lazzaro sarà oggetto nei
prossimi anni di intensa attività
edificatoria di tipo residenziale.
Occorre dare a questi nuovi abitanti i servizi necessari.
Le altre proposte indicano
chiaramente che la giunta vuol
cedere alle pressioni speculative
dei privati (edificare agli Elettrodi, possibilità di edificare
mansarde, ecc.) e questo non
può che trovarci contrari, perché pensiamo che l’interesse
pubblico sia più importante di
quello privato.
2. 3. e 4. Il consiglio comunale aperto ha dimostrato che non
possono esistere « padroni della
città » che fanno quello che vogliono. Non si potrà non tener
conto delle opinioni della gente.
Chi aveva pensato di poter vedere cosa ^succedeva a San Laz- '
zaro per poi estendere le proprie
mire sulla collina (dove già adesso si costruiscono ville in barba al PRGC : basti vedere la
collina dell’Abbadia) dovrà ricredersi. Certo oggi occorrerà
molta più vigilanza perché gli
speculatori edilizi hanno nuovi
mezzi legali per continuare la
loro opera: il decreto Nicolazzi
infatti permette di saltare strumenti di pianificazione urbanistica quali quelli dei piani di attuazione, e la speculazione potrà
farsi concessione per concessione.
a cura di Paolo Gay
PINEROLO — Le commemorazioni del XXV Aprile saranno
dedicate alla rievocazione della
figura di Ferruccio Farri. Verrà
scoperta una lapide in piazza
Roma dove Farri è nato il 19
gennaio 1890 e verrà intitolata
una scuola e forse anche una via
ai suo nome.
Alle celebrazioni saranno invitati il figlio di Farri e numerose personaiità della resistenza
e dell’Antifascismo.
6.000 nuovi loculi
PINEROLO — Non senza stupore la Commissione Urbanistica del comune ha esaminato un
progetto per l’ampliamento del
cimitero urbano. Tale progetto
redatto per incarico della Giunta dall’architetto capo del comune, David Terracini, prevede la
costruzione nei prossimi 30 anni di 6.000 loculi, 1.200 posti per
inumazioni e 110 tombe di famiglia : tale è il « fabbisogno » secondo gli uffici cimiteriali del
comune.
Lo stupore dei commissari derivava anche dal fatto che fino
ad un mese fa l’architetto capo
si occupava della pianificazione
urbanistica della città e non dei
cimiteri, che erano di competenza di un apposito ufficio. Dopo
l’assegnazione di numerosi incarichi professionali per la pianificazione urbsma e la sottrazione di fatto ail’ufficio deila materia, questa decisione della
Giunta appare ulteriormente punitiva nei confronti deli’ufficio
urbanistica.
Problemi
della gioventù
PINEROLO — Si terrà sabato
13 marzo la conferenza sui problemi della gioventù organizzata dall’assessorato del Comune.
I problemi dei giovani verranno
esaminati con due relazioni dell’assessore Arbinolo e del prof.
Zanzottera a cui seguirà un dibattito che coinvolgerà tutti i
gruppi giovanili e le forze politiche e sociali.
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10
10 cronaca delle Valli
5 marzo 1982
Indagine sanitaria
Fra le molte iniziative e realizzazioni la Comunità Montana
U.S.L. 43 Val Pellice, d’intesa con
medici e sanitari di Torre Pellice
e Angrogna, ha avviato una indagine sanitaria per la popolazione
di età superiore ai 20 anni iniziando l’attività con il controllo
della pressione. Il servizio è gratuito. Come è noto il controllo
e il trattamento della pressione
alta possono prevenire parecchi
disturbi circolatori talvolta gravi. Il servizio, per gli abitanti di
Torre Pellice e Angrogna, è già
in attuazione presso l’Ambulatorio di via Alfieri (sotto i portici
del Palazzo Comunale di Torre)
dal lunedì al venerdì ore 10-12;
il sabato dalle 9 alle 12. Giovani ed anziani sono invitati a
fruirne.
Se siete invitati
a scegliere un
altro medico
VAL PELLICE — In attuazione
del Decreto del Presidente della
Repubblica in data 13 agosto 81
« accordo collettivo nazionale per
la regolamentazione dei rapporti
con i Medici di Medicina Generale, ai sensi dell’art. 48 della
legge 23 dicembre 1978, n. 833 »,
alcuni assistiti dovranno scegliere un altro medico curante, ma
la Comunità Montana Val Pellice - U.S.L. n. 43 informa che non
avverranno variazioni nella scelta del medico curante se non dopo convocazione dei singoli assistiti da parte dell’U.S.L. n. 43.
Pro Torre Pellice
Il 19 febbraio u.s. si è riunita il
nuovo consiglio della Pro Loco eletto
neH’assemblea generale dei soci tenutasi il giorno 11 febbraio per la nomina del direttivo. La votazione, avvenuta per scheda, ha dato i seguenti risultati: Presidente: Giampiccoli Clara;
Vice Presidente: Ghidella Carlo, Comba Nino: Segretari: De Giuli Attilio, Bonafini Luciano; Cassiere; Raselli Francesco; Consiglieri; Bellion Franco, Coisson Osvaldo, Eynard Walter, Frache Bruno, Gambera Antonio, Gasbarro Nicola, Gonio Bruno, Poèt Amato, Quattrini
Olimpia, Stefanetto Michelino; Revisori dei conti; Cappellozza Bernardo, Della
Valle Sergio, Perolini Virginio.
VALLI CHISONE E GERMANASCA
Scuola deH’obbligo
Sabato 6 marzo
Il piano di sviluppo socio-economico della Comunità Montana Valli Chisone e Germanasca
si sta delineando; il primo fascicolo relativo alla scuola dell’obbligo è stato presentato nell’ultima seduta del Consiglio.
Si tratta di un’analisi particolareggiata relativa alla popolazione scolastica e alla sua evoluzione probabile nel prossimo
futuro. I dati sulla scuola elementare e media sono accompagnati da altri sulla scolarità me
Segnalazionì
Con i valdesi di Walldorf
La Chiesa Valdese di Torre
Pellice in occasione del 17 febbraio ha scritto una lettera ai
fratelli della chiesa di Walldorf,
per esprimere loro la solidarie- '
tà nella lotta contro l’ampliamento dell’aeroporto di Francoforte. Ecco il testo:
« Cari fratelli di Walldorf,
in occasione della ricorrenza
del 17 febbraio, che ricorda le
Lettere Patenti del 17.2.1848 con
le quali Carlo Alberto concesse
ai Valdesi, dopo secoli di persecuzioni di ogni genere, il godimento dei diritti civili e politici,
v’inviamo fraterni e cordiali saluti.
Mentre i falò bruciano e illuminano le vette delle Valli, a ricordo di tale fausto evento, frutto della fede e dell’indomita lot
ta dei Padri, reputiamo opportuno esprimervi un sentimento
di viva solidarietà per la lotta
che voi, insieme ad altri, state
tuttora conducendo, con determinazione e coraggio, contro il
progetto di ampliamento dell’aeroporto di Francoforte che comporta la distruzione di milioni di
alberi della vicina foresta di
Walldorf con conseguenti danni,
anche ecologici, incalcolabili,
progetto che l’autorità politica
sta portando avanti, nonostante
l’indomabile e decisa opposizione delle popolazioni interessate.
Mentre vi auguriamo che la
vostra lotta possa raggiungere
un esito positivo, vi rinnoviamo i sensi della nostra simpatia e del nostro affetto ».
(seguono 168 firme)
LUSERNA S. GIOVANNI — Sabato 6
marzo, dalle ore 15 alle 18 si terrà nella palestra comunale un raduno tecnico
di Karaté. Parteciperanno atleti delle
palestre del pinerolese.
PINEROLO — Il Consiglio Scolastico
Distrettuale è convocato per il giorno
martedì 9 marzo alle ore 20.30 presso
la Sala Riunioni del Distretto Scolastico
n. 44 in via Marro n. 4.
PINEROLO — Il Comitato di coordinamento pinerolese e Val Pellice « per la
pace e il disarmo » invita i gruppi e
responsabili della zona a un incontro
venerdì 5 marzo alle ore 20.45 presso
la Camera del Lavoro (via Demo 8,
Pinerolo).
Oltre alle notizie relative alla crescita del Movimento il Comitato proporrà
alcune iniziative di solidarietà al Salvador.
PINEROLO — La FGEI organizza per
domenica 7 marzo alle ore 17 al Tempio Valdese di Pinerolo un concerto sul
tema « Donne e Musica ».
Incontri Ecumenici
FAMOLASCO — Domenica 7 marzo
alle ore 14.30 si riunisce a casa Briz
il collettivo biblico ecumenico, per lo
studio dell’Evangelo di Marco.
Cara magna Lincia,
ti ho già scritto un'altra volta
e tu mi hai rispósto: così oggi
oso farti una richiesta piccola
piccola, ma per me importante.
Siccome ho pochi soldi, mi piace sapere che cosa compro e
quanto costa esattamente. Perciò qualche tempo fa mi ero rallegrata all’annunzio che avrebbero cominciato a vendere lo zucchero a peso netto: così hanno
fatto, ma insieme si son messi
ad imballarlo tanto male, che
Se ne perde un bel po’ per la
strada. Stamattina sono scesa a
Pinerolo a fare delle compere
all’UPIM: intorno al reparto dove vendono lo zucchero il pavimento sembrava nevicato, e i
compratori che si avviavano all’uscita con i carrelli sembravano Pollicino quando si lascia dietro la .striscia di briciole per ritrovare la strada.
io a casa ho provato a pesare
quel che era rimasto nel pacco,
e c’era poco più di nove etti,
compreso il peso del foglio: eppure avevo cercato di prendere il
pacco che perdeva di meno. Io
di zucchero ne adopero molto
poco, ma mi fa venire il mal di
stomaco vedere che si spreca la
roba quando tanta gente non ne
ha abbastanza. Ti prego di non
ridere di questa lettera: forse sono stupida a chiedere che sull’Eco si parli di queste cose, ma.
Se pen.si che .sono una pensionata con la minima, e dal 9 dicembre non vedo più un soldo perché la pensione di febbraio non
è arrivata, forse mi capirai meglio. Magna Nin
Cara magna Nin,
le persone che hanno studialo forse si annoierannp o si metteranno a ridere, vedendo stampare sul giornale della nostra
chiesa queste storie di pacchetti
di zucchero mal fatti.
Di solito scrivono soltanto loro e così pian pianino finiscono
col credere importanti solo gli
argomenti di cui si occupano, c
i grandi problemi.
Invece a me questa sembra
una cosa seria. Io non so bene
che cosa sia esattamente quella
« questione morale » di cui si
parla tanto adesso, ma mi sembra immorale seminare lo zucchero sui pavimenti in un mondo in cui qualcuno muore di
fame.
Perciò vorrei chiedere al mi
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tecnica
PINEROLO
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dia superiore e sui centri di formazione professionale di Perosa
Argentina e Villar Perosa.
Inutile spendere molte parole
per sottolineare quello che tutti
possono facilmente constatare e
cioè la diminuzione massìccia degli alunni negli ultimi anni, diminuzione destinata ancora ad
accentuarsi nel futuro. La causa
di questo calo — è stato detto —
non si deve attribuirà allo spopolamento che negli ultimi dieci anni si è stabilizzato, ma piuttòsto ad una rilevante contrazione delle nascite.
Conosciuta la situazione, che
cosa si prevede per l’avvenire
delle nostre valli? La chiusura
di molte scuole è certa, come pure una più accentuata pendolarità verso Pinerolo, sede di scuole superiori, e il rifluire della popolazione verso il fondovalle.
Il sindaco di Roure ha messo
in evidenza l’importanza di avere posti di lavoro in valle ed ha
ripreso la questione non così pacifica di un’unica lista di collocamento per tutto il territorio,
condizione per occupare anche
chi non risiede nel Comune sede
di industrie.
Prima di proseguire c%i gli altri argomenti all’ordine del giorno, sono stati preannunciati per
le prossime sedute altri documenti relativi alle proiezioni sulla situazione degli anziani e sulla possibilità di formazione di
nuclei familiari nuovi sul territorio della Comunità.
□ TELEPINEROLO
CANALE 56
Alle ore 18.55 va in onda la trasmissione « Confrontiamoci con l'Evangelo »
(a cura di Marco Ayassot, Franco Davite e Attilio Fornerone).
Questo numero è dedicato alla « Missione Evangelica contro la lebbra ».
Domenica 7 marzo__________
□ RADIO KOALA
FM 96.700 - 90300 - 93700
Alle ore 12.15; Culto Evangelico a
cura delle Chiese Valdesi del II Circuito.
□ GIORNATA MONDIALE
DI PREGHIERA
Sul tema « Il popolo di Dio radunato
per adorare e disperso per servire »,
preparato dalle donne della Repubblica d'Irlanda, si terrà la giornata mondiale di preghiera delle unioni femminili.
Per le Valli avrà luogo nel Tempio
valdese di Torre Pellice con inizio alle
ore 14.30 a cura dèH’Esercito della Salvezza e delle Attività femminili valdesi.
Le sorelle della Comunità locale invitano i partecipanti alla Casa Unionista, dopo il culto, per il tè. Chi desidera essere a Torre Pellice già il mattino
potrà consumare il pasto alla Casa
Unionista e sarà loro offerto una minestra calda e il caffè e in questo caso
si prega di voler avvisare Ester’ Moretti
telef. 91809.
nistro che si occupa di queste
cose (ce ne sarà bene uno, visto
che ad ogni cambiamento di governo inventano un ministero
nuovo), se non può ordinare di
vendere la merce in confezioni
ben chiuse. Oltre a tutto, sarebbe anche una cosa più pulita,
visto che si tratta di roba da
mangiare.
Ma, per carità, dica ben chiaro che non deve essere un pretesto per un nuovo aumento di
prezzo: fare le cose bene di solito non costa di più che farle
male, anzi spesso finisce ’ con
l’essere un risparmio per chi le
fa. oltre che per chi le compra.
Chi ci aiuterà a farci sentire?
Ho sentito parlare di un’associazione per la difesa dei consumatori: qualcuno può pubblicare
sull’Eco il suo indirizzo e dirci
come si fa ad iscriversi?
Magna Linota
VIVO
RINGRAZIAMENTO
Abbiamo letto con notevole interesse gli articoli recentemente pubblicati
su « La Luce » nelle pagine dedicate a
« Cronache delle Valli » riguardanti le
alternative agli istituti per i minori.
Desideriamo ringraziare vivamente
Jean Jacques Peyronel e Carla Beux perché riteniamo fondamentale un’azione
informativa delia comunità su questi
temi: le soluzioni più adeguate alle esigenze dei bambini sono possibili e realizzabili infatti solo attraverso il coinvolgimento diretto di persone e gruppi.
Con i migliori saluti.
p. A.N.F.A.A. Frida Ionizzo
17 FEBBRAIO 1898
È trascorso un altro 17 febbraio e,
come spesso avviene negli anniversari,
un susseguirsi di immagini riaffiora alla
mente di chi 'ne ha ormai vissuti quasi novanta.
Uno di questi ricordi ritorna con insistenza: risale al primo cinquantenario
dell'emancipazione. A scuola, una scuoletta delle Valli, la maestra ci aveva
insegnato una specie di marcia, che
diceva fra l'altro:
Con l'azzurra coccarda sul petto,
Carlo Alberto, prostrati al tuo pié,
e col cuore vibrante d'affetto
noi gridiam: » Viva il Re, viva il Re! ».
Fatti adulti e di forze gagliardi,
sorgeremo agguerrite coorti
per lottare al tuo fianco da forti
e morir, bella Italia, per te!
Quest’ultima parte dell’inno marziale,
che cantavamo con tanto entusiasmo,
si è ahimè, avverata per tanti miei compagni di allora, anche se non era più
Carlo Alberto a mandarli al massacro
della prima guerra mondiale. Quanta
gioventù sacrificata nel fior degli anni,
quante famiglie straziate! Ho visto genitori riconoscenti al Signore di aver
chiamato a Sé i loro figli adolescenti,
morti in seno alla famiglia, senza passare attraverso lo scempio delle trincee
e dei campi di battaglia.
Oggi per me la celebrazione del 17
febbraio si riassume nel rivivere un
susseguirsi di avvenimenti, spesso tragici, a partire da quel cinquantenario
del 1898. Ma, al di là di questo, l’interrogativo assillante è: ■< Come abbiamo vissuto tutti questi anni, da quando
il nostro Paese ci ha riconosciuto i diritti di cittadinanza?
Che uso abbiamo fatto, facciamo e
faremo della libertà, per quanto incompleta, di cui godiamo? Che testimonianza diamo della nostra fede? Con che
spirito abbiamo celebrato anche quest'anno il 17 febbraio? ».
In confronto con le marce militari
della mia infanzia lontana, mi pare certo più coerente con la nostra vocazione
di credenti l’attuale impegno a meditare e a darci da fare ogni anno su un
argomento specifico (nel 1981 la libertà,
adesso la pace), ma solo se quest'impegno continuerà anche dopo lo spegnersi dei fuochi, alimentato dalla gioia
dell’incontro fraterno. E. G. B.
Per le vostre esigenze - Per i vostri regali
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11
5 marzo 1982
cronaca delle Valli 11
DIBATTITO SULLA ’’CULTURA VALDESE’
Tra fede e storia
Da qualche tempo si assiste
fra i valdesi ad una notevole ripresa di interesse per la riflessione sulla propria storia, sulla
propria cultura, sulle proprie
« radici ». Ne sono una riprova —
per limitarci a due soli esempi —
il dibattito recente condotto sulla
nostra stampa e in interessanti
convegni sull’ipotesi di ricostituzione di un «asse culturale» nelle
Valli Valdesi nel quadro di un
più vasto « rilancio delle Valli »
proposto dalla Tavola nella relazione al Sinodo 1981 e le numerose iniziative di indagine storica
messe in atto dal « Collettivo di
ricerca storica » n'eH’ambito della
Società di studi valdesi. È innegabile che lo studio del proprio
passato è sempre stato un elemento caratterizzante della comunità valdese e la storia ha
sempre costituito per essa un
«luogo privilegiato di riflessione»
(v. a questo proposito l’articolo
di G. Tourn « Esiste una cultura
valdese? Riflessioni per un dibattito », in Gioventù Evangelica,
giugno 1981), ma tuttavia ci pare
che alla base dell’attuale esigenza
di recuperare la propria dimensione storica siano individuabili
motivazioni dettate in gran parte
dalla situazione in cui oggi viviamo. Il nostro tempo si caratterizza essenzialmente come un
tempo di crisi: la crisi non investe solo il settore dell’economia,
ma viene a coinvolgere sia l’ambito del « politico », con il venir
meno delle « certezze » che negli
anni passati avevano guidato lo
impegno di trasformazione della
realtà, sia l’ambito del «privato»
e del « personale », con la messa
in questione di valori, comportamenti, ruoli. Al tempo dell’ottimismo e della speranza in rapidi
e globali mutamenti storici nella
direzione di una società più giusta è gradualmente subentrato,
nel corso degli anni ’70, il tempo del ripensamento e dell’incertezza; oggi è molto più difflcile,
rispetto a 10 anni fa, formulare
progetti politici complessivi e individuare obiettivi di radicale
trasformazione del presente in
vista di un futuro diverso. Forse
proprio in questa situazione di
crisi e di rideflnizione di-valori
e di ideali va ricercata una delle
cause del rinnovato interesse per
lo studio del passato, per la ricostruzione della propria identità e della propria memoria storica: quanto più infatti il presente e il futuro sono sotto il segno
dell’incertezza e della problema
ticità, tanto più si tende a rivolgersi al passato per trovare in
esso dei punti fermi e delle indicazioni di marcia. Non è un caso
che tra la fine degli anni ’60 e
l’inizio degli anni ’70, quando si
era immersi in un presente che
prometteva grandi trasformazioni sociali, politiche e culturali,
si era orientati molto più verso
il futuro che non verso il passato. È quanto afferma G. Rochat
in un suo articolo nell’ultimo
numero di Gioventù Evangelica:
« La generazione che venne alla
ribalta nel Sessantotto era più
impaziente, cancellava tutto il
passato per vivere un presente
che già sembrava edificazione di
un avvenire nuovo, ahimè effimero ». Il rivolgersi al passato in
un tempo storico di crisi non è
necessariamente segno di « riflusso » e di sterile ripiegamento su
se stessi, al contrario può costituire una valida operazione preliminare in vista di un miglior
orientamento nel presente e per
l’individuazione di nuove direzioni di impegno.
Chi siamo?
L’indagine sulla propria storia
tende oggi sempre più a configurarsi come domanda sulla propria cultura, come ricerca del
« chi siamo » nello spessore storico del « come siamo divenuti »;
forse proprio questa interrogazione critica del passato può
aiutarci a rispondere al problema fondamentale del «che fare».
L’importante, ci sembra, è che il
rapportarsi alla propria storia
e alla propria identità culturale
divenga uno sforzo collettivo di
autoconsapevolezza portato avanti dalla chiesa nel suo complesso
e non delegato a pochi storici di
professione. La « riaggregazione
del popolo valdese intorno alla
chiesa », di cui parla la già citata
relazione della Tavola allo scorso
Sinodo, passa anche attraverso la
diffusione e la socializzazione dei
tratti peculiari di una cultura ■
cresciuta nella storia come complesso di idee, modi di pensare,
valori etici, istanze teologiche. E
questo perché il compito della
chiesa è, accanto a quello prioritario della testimonianza della
fede e dell’evangelizzazione, anche quello di trasmettere la propria elaborazione culturale e la
propria memoria storica alle
nuove generazioni. Se si interrompe tale trasmissione della
VASTA PRODUZIONE
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e presso le Librerie ’’Claudiana”
cultura, ne va della continuità
della chiesa, del perdurare della
sua esistenza storica. Non dimentichiamo infatti che la chiesa nella prospettiva protestante non
viene sacralizzata ma considerata un fenomeno storico, un ambito istituzionale imperfetto e sempre da riformare in cui i credenti riflettono sulla parola di Dio e
confrontano il loro modo di vivere la fede; per questo, in analogia con le altre istituzioni storiche, anche la chiesa deve affrontare il nroblema della propria « sopravvivenza » nel tempo.
La cultura
non produce fede
Certamente l’opera di acculturazione svolta dalla chiesa mediante la trasmissione del patrimonio culturale accumulato nella sua lunga esperienza storica
non produce di per sé il rinno
vamento spirituale dei suoi
membri: la fede è essenzialmente
dono di Dio e in quanto tale non
può essere insegnata e trasmessa
ma solo testimoniata. La cultura
non produce la fede, ma è pur
vero che la fede non può non
esprimersi secondo precise modalità culturali (linguaggio, istanze teologiche, convinzioni etiche,
ecc.) che rimandano all’intera vicenda storica della comunità religiosa cui si appartiene: è qui che
si situa il senso del nostro riferirci alla Riforma del XVI secolo, al modo protestante di rapportarsi a Dio e di vivere la fede.
L’andare alla ricerca delle proprie radici culturali e storiche
non deve portare ad alcun atteggiamento di autocompiacimento ,
e di chiusura verso gli altri, ma
deve aiutarci a comprendere meglio nuove direzioni di impegno
nella società nella quale siamo
inseriti. Se tutto questo porterà
fermenti di rinnovamento all’interno delle nostre comunità contribuendo a smuovere la fissità
dell’attuale rapporto esistente tra
« popolo » e « chiesa » si potrà
verificare la validità anche dal
punto di vista spirituale di questa fioritura di interessi intorno
ai molteplici aspetti della vicenda valdese.
Elena Bein Ricco
ALLE VALLI VALDESI
Brevi dalle chiese
Bruno Rostagno
nominato pastore
di Villar Perosa
VILLAR PEROSA — Domenica
28 febbraio u.s. l’Assemblea di
Chiesa ha designato a larga
maggioranza il pastore Bruno
Rostagno per la sua nomina da
parte della Tavola Valdese quale pastore di Villar Perosa. A lui
ed alla sua famiglia l’augurio fraterno di ogni benedizione del Signore nel loro prossimo nuovo
campo di lavoro.
La Chiesa ringrazia sentitamente il pastore Marco Ayassot,
delegato della Commissione Esecutiva Distrettuale, per il messaggio rivoltole é per aver presieduto i lavori dell’Assemblea.
Assemblea dì Chiesa
SAN SECONDO — Assemblea
di Chiesa domenica 7 marzo durante il culto che inizierà alle
ore 10. La scuola domenicale è
anticipata alle ore 9.15. All’ordine
del giorno: elezione di 3 anziani
e 1 diacono-cassiere e le previsioni per il bilancio 1983.
• In margine al 17 febbraio
segnaliamo che la colletta per la
Chiesa Valdese del Rio de la
Piata ha fruttato L. 259.850 e quella per il ragazzo del Madagascar
L. 250.000 compreso il contributo
della Scuola Domenicale. Al Presidente del Consiglio dei Ministri
è stato spedito un telegramma
per le Intese e molte lettere
scritte da membri di chiesa per
la questione del Sud Africa.
Visita della chiesa
di Bassignana
LUSERNA SAN GIOVANNI —
Martedì 9 c.m. il concistoro è
convocato al presbiterio alle ore
20.30 in seduta ordinaria. Si raccomanda la presenza e la puntualità.
• Durante il culto di domenica
21 febbraio è stato battezzato il
piccolo Alberto Revel di Claudio
e Maria Grazia Solerà. Il Signore
benedica questo piccolo sul quale
è stato posto il segno del Suo
amore.
• Domenica prossima 7 marzo
la nostra chiesa, su invito dell’Unione Femminile, ospiterà un
gruppo di membri della chiesa di
Bassignana, ai quali diamò fin
d’ora il più affettuoso benvenuto.
Riflessione
sul battesimo
ANGROGNA — Prosegue nei
quartieri l’esame del documento
sul battesimo. Si sono già espressi il Serre, Buonanotte, il Baussang, Jourdan e Cacet. Prossimi
incontri dall’8 all’ll: Capoluogo,
Martel, Prassuit-Vernè, Odin-Bertot.
• Con un’agape al Presbiterio
cui ha fatto seguito un incontro
nella scuoletta del Prassuit-Vernè il gruppo giovanile si è incontrato con il past. Cadier e con
il consiglio nazionale EGEI. Una
serata piena di immagini (quelle del viaggio in Russia di Cadier) e di dibattito sull’attività
del nostro gruppo giovanile animato dal consiglio EGEI. Speriamo che occasioni simili di arricchimento si ripetano il più sovente possibile.
• Con forte ritardo segnaliamo
la scomparsa a 53 anni di Odin
Valdo (originario dei Raggio)
avvenuta ad Antibes (Francia).
Alla moglie e alle sorelle l’espressione della nostra amicizia nel
Signore.
Vedere la sofferenza
POMARETTO — La giornata
che noi catecumeni abbiamo trascorso oggi alla Casa di Riposo
di S. Germano rimarrà nei nostri
ricordi per molto tempo. E’ stata un’esperienza che ha donato
un poco d’umiltà a tutti noi facendoci capire che non è importante solo il divertirsi, ma che
purtroppo il rovescio della medaglia è una realtà che non deve essere trascurata. Vedere tanta
gente che soffre, che aspetta pas■sivamentc lo scorrere del tempo,
quello stato di rassegnazione riscontrato in molti anziani è un
fattore talmente triste che ci fa
meditare sulla realtà della vita.
Oggi siamo giovani, spensierati,
pieni di vita, ma in futuro che
ne sarà di noi?
POMARETTO — Domenica, 14
febbraio è stato presentato per
essere battezzato Ivo Genre-Bert
di Ugo e di Anna Maria Piacente.
Che lo Spirito del Signore accompagni per tutta la sua vita
questo bambino e lo aiuti a crescere in sapienza ed in bontà
davanti a Dio ed agli uomini.
A lui ed ai genitori gli auguri
della comunità.
• Sabato 6 marzo ore 20.30
Concistoro al presbiterio.
Pro Asilo per vecchi di
San Germano
Doni pervenuti per la Centrale Termica
L. 3.000.000: N.N., in memoria di lima Don.
L. 1.000.000: Unione Femminile San
Secondo; Benevole Gioele; N. N., Villar
Perosa.
L. 500.000: Direzione Personale RIVSKF; Unione Femminile di Bergamo.
L. 300.000: Sorelle Biondi, in memoria del padre,
L. 109.500: Chiesa Valdese di San Secondo.
L. 100.000: Chiesa Valdese Pramollo;
in memoria Richiardone Stefano, la cognata Griot Eugenia, i figli e nipote Umberta; Unione Femminile Pomaretto; Lincesso Nicola.
L. 60.000: Tron Luigia.
L. 50.000: Rostan Elio e Denise, in occasione 25 anni matrimonio; N. N.; Coi'sson Ida; N. Peyronel, per un vivo grazie al personale e direttrice; M.S.D.
L. 45.000: In memoria Falcone Luigina, i compagni di lavoro di Falcone
Mario.
L. 40.000: Comune di Prarostino.
L. 37.000: I familiari di Bianciotto
Luigi.
L. 30.000: Losi; Comune di Inverso
Pinasca; N. N., Ferrerò, in memoria suoi
defunti.
L. 25.000: Paschetto Gino.
L. 22.000: In memoria di Falcone Luigina, i vicini di casa; Condomino, in
memoria della Sig.ra Bouchard.
L. 20.000: Gardiol Walter e Dèlia, San
Secondo in memoria del cognato; Gardiol Walter , Delia e mamma,San Secondo in memoria del padre e marito;
Margherita e Davide Charbonnier; Paschetto Pierino, San Secondo; Famiglia Mansuino, San Remo; Ugo e Anita Sappè, in memoria dei genitori.
L. 10.000: Sergio Gottardi, in memoria della mamma; Mauro, Cristina e
Raffaella Fornerone, San Secondo, in
memoria del nonno Guido; In memoria
di Lulù Long Ernestina; In memoria di
Lulù, Ada Eli Beux; Lidia Peyrot; Long
Adelina, ricordando il cognato Long
Giovanni; Beux Eli e Lina; Subilia Lina e
Davide; Bouvier Rachele ved. Jahier;
Obialero Carlo e Elena, ricordando tutti
i suoi cari.
L. 3.000: Codino Emanuele.
Errata corrige: Eco del 20.11.81: I.E.C.
in memoria di Travers Elena e Lulù
L. 50.000,
AVVISI ECONOMICI
TRASLOCHI e trasporti per qualsiasi
destinazione, preventivi a richiesta:
Sala Giulio, via Belfiore 83 - Nichelino - tei. (011) 6270463 - 6272322.
USL 42 - VALLI
CHISONE-GERMANASCA
Guardia Medica:
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 81000 (Croce Verde).
Guardia Farmaceutica:
DOMENICA 7 MARZO 1982
Perosa Argentina; FARMACIA Doti.
BAGLIANI - Piazza Marconi 6 Tel. 81261.
Ambulanza:
Croce Verde Perosa; tei. 81.000
Croce Verde Porte: tei. 201454
USL 43 - VAL PELLICE
Guardia Medica:
Notturna: tei. 932433 (Ospedale Valdese) .
Prefestiva-festiva; tei. 90884 (Ospedale Mauriziano).
Guardia Farmaceutica:
DOMENICA 7 MARZO 1982
Lusema S. Giovanni: FARMACIA
SAVELLONI - Via F. Slancio 4 - Luserna Alta - Tel. 90223.
Ambulanza:
Croce Rossa Torre Pellice: telefono 91.288.
USL 44 • PINEROLESE
(Distretto di Pineroio)
Guardia Medica:
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 74464 (Ospedale Civile).
Ambulanza:
Croce Verde Pineroio: 22664.
12
12 uomo e società
5 marzo 1982
LETTERA AL MINISTRO COLOMBO
Una parola chiara
di Mons. Bettazzi
SICILIA - COORDINAMENTO CRISTIANI PER LA PACE
L'impegno per la pace
Onorevole Signor Ministro
Le scrivo in qualità di Presidente della sezione italiana del
Movimento Cattolico Internazionale per la pace. Pax Christi. Il
Movimento internazionale, che
già era stato invitato in E1 Salvador (lairArcivescovo Mons. Romero. Ha voluto nella scorsa estate assolvere il compito suggeritogli dall’Arcivescovo Martire, recandosi nel Centro America in
missione per i diritti dell'uomo.
L’impatto con il Guatemala e E1
Salvador è stato veramente traumatizzante. In una situazione di
secolare sfruttamento economico
da parte delle ristrette cerehie
dei ricchi del luogo e delle multinazionali estere, il popolo sta
chiedendo situazioni di vita più
giuste, più umane. Alla base delle
rivendicazioni vi sono esigenze eli
umanità, molto prima che le infiltrazioni ideologiche. Quello peraltro che più colpisce è la violenza disumana della repressione, assolutamente sproporzionata
alle eventuali esigenze della difesa, che si manifesta — da, parte
delle forze governative e dei
gruppi paramilitari sovvenzionati dai potentati economici — nei
massacri indiscriminati di interi villaggi, nelle torture indescrivibili, nel vilipendio sistematico
e feroce dei cadaveri. Il contatto
con la popolazione, semplice ed
eroica, unita ad una documentazione 'giuridica ricchissima e ineccepibile, conferma in loco l’irrefutabilità di queste notizie.
Mi lasci dire. Onorevole Ministro, quanto ci scandalizza che
queste realtà inoppugnabili vengano dal Governo giudicate come
« semplificazioni di giudizio », e
che si continui ad avallare con
la propria rappresentanza diplomatica — l’unica dell’Europa occidentale — un governo che, anche ammettendogli la buona volontà, è oggettivamente connivente con le stragi della popolazione inerme. Anche le prossime
elezioni, in questa atmosfera, non
avranno alcuna possibilità di offrire soluzioni eque: non a caso
le nostre sezioni europee stanno
persuadendo i loro governi a non
parteciparvi come osservatori.
Capisco il Suo richiamo alle problematiche internazionali. Ma se
avalliamo le dichiarazioni che i
diritti dell’uomo in Centro America van subordinati alla « sicurezza » dell’Occidente e degli Stati Uniti, come potremo poi contestare che questo venga invocato dall’altra parte per l’Afghanistan o per la Polonia?
Dai giornali
(segue da pag. 6j
riguardo al fatto religioso. E fa
alcuni esempi pratici, come quello della Radio e TV di Stato che
si occupa di questioni religiose
senza mai dar vita ad un reale
confronto di idee.
I programmi religiosi dei canali de sono scontati e celebrativi; quelli, pochissimi, dei canali
detti « laici » o sono ancora affidati a clericali (è il caso di « Ascolta si fa sera » del Grl delle
19), oppure sono del tutto estranei alla problematica viva, o perché ironici e distruttivi o perché,
pur ben fatti, esclusivamente di
rievocazione storica. (...) Il secondo canale Tv non ha un programma di approfondimento critico della religione, a parte le rubriche dei protestanti e degli
ebrei, confinate indecorosamente
a mezzanotte del lunedì. Il primo canale ha programmi di pura marca di sagrestia e di nessuna presa sulla gente.
Giuseppe Platone
Proprio perché noi siamo sinceramente e seriamente impegnati per la rivendicazione dell’autonomia dei popoli e per la
libertà dei lavoratori all’Est, dovremmo con uguale impegno adoperarci per i diritti fondamentali dell’uomo in tutto il mondo. Né
si invochi, come ha fatto il Segretario del Suo Partito, che si
tratta di « piccolissimi Stati », e
che quindi non vale la pena impegnarvisi. Lo spirito grande di
Mons. Romero, offertosi vittima
per i più piccoli e gli indifesi —
secondo un principio di autentica
« democrazia », (cioè potere del
popolo), veramente « cristiana »
— ci richiama a coerenza e coraggio.
Vorrei, Onorevole Signor Ministro, che le giungesse il nostro
appello accorato e pressante. I
popoli più poveri e più oppressi
attendono che l’Italia, al di là e
al di sopra di piccoli calcoli politici, sappia elevare la sua voce
e il suo impegno per la loro difesa e la loro promozione. Dovunque e sempre.
Con deferenza.
Luigi Bettazzi
Non Ci si è limitati a prendere
atto della crisi che da un paio
di mesi ha colpito il movimento
per la pace. Il secondo convegno
del Coordinamento Cristiani per
la Pace — Sicilia Orientale —
tenutosi a Catania nei locali della Chiesa Valdese domenica 7
febbraio, ha sottolineato la ferma
volontà di Comunità di Base, Comunità evangeliche, gruppi della
Federazione Giovanile evangelica
(EGEI) a proseguire la lotta contro la base missilistica di Comiso e, più in generale, per il disarmo dei popoli.
Come contribuire al rilancio
del movimento? Come annunciare la speranza nella pace del
Regno? Questi gli interrogativi
ai quali si è cercato di dare una
qualche risposta, certo parziale,
certo consapevole della debolezza dei nostri pìccoli gruppi di
credenti. Erano rappresentate le
parrocchie catanesi di S. Pietro
e Paolo, del Crocifìsso, del Monserrato; le Comunità di Base di
Ragusa, di Acireale e di Milazzo;
i Cristiani per il Socialismo di
Messina; le Chiese Valdesi di
Catania e di Pachino; la Chiesa
Battista di Catania;ìl Gruppo
EGEI di Catania. Hanno inoltre
dato il loro contributo alla discussione un rappresentante di
Democrazia Proletaria e uno del
Centro di iniziativa culturale di
Catania.
Iniziative
Alcune iniziative a lungo respiro già stanno marciando a Messina, ad Acireale ed a Catania.
A Messina i Cristiani per il Socialismo e un gruppo di giovani
evangelici lavorano, insieme con
altre forze, nel comitato per il
disarmo unilaterale che, a differenza della gran massa dei comitati siciliani, lavora a pieno
ritmo alla preparazione di mostre, audiovisivi, pubblici dibattiti, spesso coniugando la lotta per
il disarmo con iniziative di solidarietà per il Salvador e per la
Polonia. Venerdì 12 e sabato 13,
per fare un esempio, questi fratelli .hanno organizzato due serate pubbliche con Alberto Tridente, responsabile della FLM
per i contatti con l’estero, che ha
ancora una volta denunciato —
come già aveva fatto al campo
invernale di Agape e ad un incontro col gruppo EGEI di Roma — la folle corsa alla produzione di armamenti da parte dell’industria italiana (con la complicità del governo).
Doni Eco - Luce
DONI DI L. I.O'OO
Alessandria: Datola Enzina — Aosta;
Resburgo Fulvio — Arezzo: Beni ved.
Chiesa Clelia — Bari: Laurora Adele —
Bobbio Penice: Negrin Anna, Pontet Armanda — Caorle: Toma Ada — Bergamo: Varola Daniele, ConconI Carlo —
Bassignana: Sìllico Assunta — Casalecchio di Reno: Boni Giovanni — Guglionesi: Carunchio Paolo Franklin — Luserna S. Giovanni: Cairus Luigi — Orsara di Puglia: Di Giorgio Daniele —
Perrero: Barai Edmondo — Pescolanciano: Pallotta Alfredo — Palermo: Clemenzi Aldo — Piossasco; Godino Margherita — Portici: Baglio Giuseppe — Roma: Ceteroni Vittorio, Villa Giovanni —
PrSii: Grill Alessio Luigi — S. Germano
Chisone: Balmas Germana, Bouchard
Alberto, Tron Anna, Bertalmio Alberto,
Castagna Caterina, Balmas Sergio, Beux
Enrico — Savona: Mazzoli Iris — Susa:
Vottero Rodolfo — S. Biagio di Teoio:
Rossi Febe — Svizzera: Fogal Anita —
Villar Perosa: Sorelle Bonin — Villastellone: Avataneo Giacomo — Terrasini:
Schopf Lotti — Villar Pellice: Rambaud
Stefano, Dalmas Ida, Puy Giovanna —
Torino: Fam. Schieda, Ferretti Mario,
Pons Margherita, Braga Tullio, ReveI
Clelia, Jahier Enrico, La Spina Giovanni, Mariani Laudice. Mariani Paolo Andrea, Giachino Anna Maria, Pastore Luisa, Beux Carlo, Prochet Lilli — Torre
Pellice: Davit Roberto, Ricca Walter,
Cesan Ranieri, GardioI Frida, Cavazzani
Erica, Puy Romano, Goss Ester, Persico
Emma, Gamba Aldina, Aglì-Chiavia.
DONI DI L. 2.000
Coazze: Mattone Elvidio, Rosa Brusio
Guido — Catanzaro: Chiarella Luigi —
Catania: Silvia Giuseppina — Cerignola: Campanelli Silvio — Forano; Rocco
Giuliani — Germania: Scherffig E. —
Luserna San Giovanni: Benech Guido,
Cendola Comba Elsa, Grill Ester, Meynet Mario, Malan Bianca, Jourdan Luigi,
Pons Flora, Balmas Giulia, Bounous Edda, Vinone Maria Rosa — Genova: Acinelii Falanca Rosa — Imperia: Tomassone Ugo e Laura — Ivrea: Bertin Claudio —■ Leumann: lardella Lidia — Inghilterra: Sappè Mirto — Parma: Chiesa
metodista — Perosa Arg.: Coucourde
Maurino Simona — Perrero: Massel
Enrico — Pinerolo: Riccio Umberto,
Comba llda — Milano: Weber Arnoulet
Roberto — Pomaretto: Meytre Maria v,
Peyran, Pascal Aldo, Pascal Alma —
Porte: Tron Ermanno — Pramollo: Menusan Renato, Peyronel Remo — Riclaretto: Peyronel Letizia — Riva di Pinerolo: Montaldo Paolo — S. Germano:
Bertalot Alberto — Torino: Ferrara Ca
taldo, Fenouil Pons Enrichetta, Vinay
Alessandro, Martinat Maria, Tron Eugenio — Torre Pellice; Antonietti Paolo,
Sappè Aido, Abate Domenico, Saragosi
Pietro, Bounous Mario — Villar Pellice:
JanaveI Jacqueline.
DONI DI L. 5.000
Belgio: Falciglia Giuseppe — Brasile: Fam. Boero — Cerignola: Aucello
Altomare — Coazze: Ruffino Linda, Rosa Brusio Lidia — Germania: Schmitz
Bianca — Lecce: Inglese Giuseppe —
Perrero: Pons Tina — Pinerolo: Gay Ida
— S. Maria Capua Vetere: Storino
Mario — S. Germano Chisone: Tron Enzo, Bouchard Edvico — Svizzera: Costabel Eli, Avondetto Peter Elisabetta, Giacone Franco. Gilles Mireiile, Fritz Buff
Walter, Pecoraro Eugenio, Merkii Hanoi,
Semadeni Guglielmo, Minucci Sergio,
Rosetti Joseph, Kramer L., Avondet Bruno, Frei Louise, Meier Erich, Bellacchini
Ivo — Torre Pellice: Perrou Genre Adele.
DONI DI L. 6.000
Mantova; Mantovani Enzo — Milano:
Zuccal'maglio Lucia, Tagliabue Carlo
— Riclaretto: Perro Tron Elvira — Torre
Pellice: Cesan Bruno — Nichelino: Pevarello Guglielmo.
DONI DI L. 8.000
Abbadia Alpina: Fornerone Dino —
Aosta: Azzoni Guido — Casorzo Monferrato: Cavaliere Carlo — Forano:
Claudi Claudia, Cecchitelli Luigi — Genova: Conte Giovanni, Mastrorilli Nunzia, Gay Paimira, Corlando Febe, Chiesa evangelica metodista — Inverso Pinasca: Castagna Emma — Luserna San
Giovanni: Fratini Enrico, Lodi Laura,
Long Eugenio — Milano: Rollier Rita,
Tescari Cecilia, Long Evelina —• Nichelino: Long Dante — Pavia: Calvi Beniamino — Perrero: Peyrot Irma — Pinerolo: Fam. Koch, Rostan Èva, Ribet Paolo, Carro Edoardo, Gay Marco — Pramollo: Long Oreste — S. Giovanni di
Bellagio: Giampiccoli Lina — S. Gregorio di Catania; Ehrhardt Enrico — S.
Germano: Long Florence, Sappè Bruno
— S. Remo: Fam. Mansuino — S. Secondo: Monnet Franco, Camera Alfredo
— Torino: Piccoli Aldo, Tetta Antonio,
Giampiccoli Luisa, Gai Pio, fam. Piccinini, Pons Guido, Somma Gilda, Cocito
Delfa — Roma: Fava Walter — Torre
Pellice: Beux Tullio.
DONI DI L. 11.000
Asti: Cendola Leonardo — Castellina
in Chianti: Pavone Achille — Cinisello:
Vola Enrico — Como: Sig.re Borsalino
— Genova: Biglione Eunice — Mestre:
Colonna Romano Roberta — Milano:
Alessio Elio — Novara: Costabello Tina — Perrero: Genre Nadina — Perosa
Argentina: Assely Coi'sson ved. Chentre, Charrier Elvina, Griglio Livia —
Pinasca; Lami Beniamino — Pomaretto;
Pascal Emma — Olbia: Pascal Arnaldo
— S, Secondo: Paschetto Gino — S.
Germano; Melchiori Eugenia ved. Peyronel, Jahier Bouvier Rachele, Bertalot
Emma — Roma: Duprè Franco, fam.
Socci-Girardet — Torre Pellice: Reinaudo Laura, Moretti Diomira — Torino:
Gay Cornelio, Corrado Viviana — Verona: Chadima Judith.
ALTRI DONI
Alassio: Bossatti Lidia L. 21.000 —
Angrogna: Bertin Adriana 500 — Bergamo: Frizzoni Bruno 36.000 — Colleferro: Passera Giampiero 26.000 — Canada; Martinat Ferdinando 10.000 — Courmayeur: Hurzeler Walter 4.500 — Ecumene: Di Toro Domenico 28.000 — Loano: Pirazzini Raffaella 46.000 — Genova: Poiidori Caio 4.000, Pasqualini Anna
Maria 12.000 — Francia: Nicod Alexandre 21.000 — Germania: Di Buono Tommaso 1.500 — Firenze: Chiesa evang.
valdese 32,000 — Luserna S. Giovanni:
Gaydou Ada 4.000, Fenouil Paulette 10
mila, Albarin Aurora 400, Bertalot Emilio 3.000 — Milano: Falchi Franco 36
mila, Palmery Mariano 4.000, Polo Giancarlo 3.000, Gay Margherita 7.000 —
Ivrea: Avanzini Franca 3.000 — Inverso
Porte: Balmas Gustavo 3.000 — Inverso
Pinasca: Coucourde Arturo 500 — Mariglianella: Lecce Gennaro 35,650 — Mantova: Bardini Ettore 10.000 — Pinerolo:
Giulietta Balma 10,000, Bertalot Gina e
Ida 4.000 Parma: Tessoni Cinzia 3.000
— Perrero: Costabel Felice 14.000 —
Pinasca: Galliano Bruno 500 — Svizzera: Pons Giovanna 30.000, Cornuz Paul
45.000, Aeschiimann Margrit 7.050,
Fasanari Bourquin Violetta 20.000, Coucourde Nino 10.000, Fuhrmann Jolanda
30.000, Chiesa di lingua italiana di Basilea 25.000, Benigno Adriana 39.200,
Ventrici Carmelo 15.000, Uhimann Ruth
41.000 — S, Lucia di Mentana: Giuliani
Giovanni 3.000 — Scicli: Perini Trovato
Anna in memoria della sorella Stella
10.000 — Torino: Fantin Sisto'4.000, Rostagno Giovanni 4.000.
ABBONAMENTI SOSTENITORI
Bergamo: Zavaritt Silvia — Campobasso: Vitale Ferdinando — Cannerò
Riviera: Fonie Bianca — Firenze: Scuola Serale «G. Barberi” — Genova: Quartino Giacomo — Madonna di Tirano:
Papacella Carlo — Oppeano: Menegatti
Lidia — Bavelle: Wuilleumier Marco —
S. Fedele Intelvi: Boiocchi Barella Tina — Torre Pellice: Di Francesco Ernesto — Varese: Belloni Luigi.
Ad Acireale i fratelli di una
Comunità di Base, insieme con
altre forze, hanno aperto un
Centro di documentazione sulla
pace che mette a disposizione
del pubblico libri e riviste.
A Catania la FGEI ha prodotto
un audiovisivo sulla guerra, sui
nuovi armamenti e sul loro mercato, suH’industria bellica italiana, sul movimento per la pace. Il
gruppo sta inoltre cercando sostegno — sia presso le chiese,
sia presso le altre forze del Comitato di Catania di cui fa parte — per la costituzione di un
Centro di documentazione permanente che sappia essere strumento di informazione tanto corretto e «scientifico» quanto agile.
Il Coordinamento ha deciso di
appoggiare tutte queste iniziative, invitando i suoi membri a
collaborarvi, ognuno secondo i
suoi doni. Un « foglio » redatto
a Ragusa e stampato a Catania
fungerà sia da strumento di collegamento che da carta di presentazione all’esterno: conterrà
essenzialmente riflessioni bibliche, teologiche, storiche, sul Cristianesimo e la pace. Un telegramma verrà spedito al Sindaco
del Comune di Vittoria, per invitarlo a garantire la sistemazione logistica dei partecipanti alla
VII marcia antimilitarista internazionale, che dovrebbe raggiungere il Ragusano nei giorni dell’anniversario di Hiroshima e
Nagasaki (6-9 agosto). Paolo Naso di Catania e Saro Di Grandi
di Ragusa hanno accettato l’incarico di organizzare e dirigere
il campo sulla pace che si terrà
ad Adelfia dal 25 luglio al 2 agosto, auspice il Coordinamento.
Scadenze
Non è stata fissata alcuna data
per il prossimo incontro del
Coordinamento: l’arrivederci è
per l’Assemblea Nazionale dei
comitati a Comiso (che è stata
posticipata al 6-7 marzo) e, più
in là, per la manifestazione del
4 aprile (sempre a Comiso), per
il Convegno organizzato a Ragusa dalla rivista « Bozze » ( 1-2
maggio) e per il Convegno ecumenico internazionale di Comiso
(Pentecoste).
Bruno Gabrielli
^
Comitato di Redazione: Franco
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Ciesch, Niso De Micheiis, Giorgio
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intestato a « La Luce: fondo di solidarietà », Via Pio V, 15 - Torino.
• La Luce »: Autor. Tribunale di
Pinerolo N. 176, 25 marzo 1960.
• L’Eco delle Valli Valdesi »: Reg.
Tribunale di Pinerolo N. 175, 8 luglio I960
Stampa: Cooperativa Tipografica
Subalpina - Torre Pellice (Torino)
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