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Anno 112 N. 36
26 settembre 1975
L. 150
*0066 torre PEii,rcg
Soedizione in abbonamento postale
I Gruppo /70
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
XX SETTEMBRE 1975
La breccia si può anche chiudere
ma la questione resta aperta
La data del XX settembre sta ormai alle nostre spalle, passata del tutto
inosservata in questo tiepido inizio di autunno, un giorno come tutti per i
nostri organi di informazione (almeno per quanto ci consta e se qualche eccezione c’è stata sarà degna di menzione) e per i mass media che fanno la nostra
opinione pubblica; un cenno c’è stato, sul il programma della RAI, prima del
concerto della fanfara dei bersaglieri. Sin- -------------------------------
tematica evoluzione politica e spirituale
di un popolo, questa! Nel giro di due generazioni, quella che era stata una delle
grandi date della vita nazionale è letteralmente scomparsa, non solo dal calendario, ma dalla coscienza degli italiani;
quella che fu vissuta per decenni come la
grande festa politica dellTtalia moderna:
bandiere al vento, sfilate militari ed il discorso del prefetto è ridotta ad una piacevole ora di marce militari dei simpatici
bersaglieri.
Certo Porta Pia fu una delle loro ultime battaglie, gli ufficiali in testa e loro
dietro con l’elmo piumato e le ghette
bianche, ma Porta Pia fu pure qualcosa
di più e di più significativo! La fine del
potere temporale dei papi, l’inizio dell’Italia moderna.
I problemi che urgono nell’oggi sono
indubbiamente altri : la situazione politica di una nazione in sfacelo, le tensioni
e le inquietudini sul fronte dell’occupazione l’inadeguatezza delle istituzioni al
mutamento di costume sono di tanta portata che al confronto la questione della
chiesa, del papato, del Concordato e della libertà religiosa possono ben parere
secondari; il pane conta più dell’incenso,
l’istruzione più delle preghiere, gli ospedali più delle chiese; può sembrare, ma
per parte nostra, evangelici vecchi e nuovi, continuiamo a ripetere che non è così :
il problema del rapporto fra Chiesa e
Stato non è di quelli che si possono mettere da parte, scavalcare, eludere o dimenticare, esiste e lo si può solo affrontare.
Si può anche ignorare perché non conviene sollevarlo, né al partito di maggioranza che lecca le sue ferite, né alla Chiesa mobilitata per l’Anno Santo né al partito comunista impegnato nei festival dell’Unità, né alle forze laiche in altre faccende affaccendati. Non c’è però fumo di
incenso o di chiacchiere che lo nasconda.
Si può anche mettere tra parentesi
perché non lo si sa risolvere e certo occorre avere fantasia ed idee. E’ chiaro che
non è più proponibile lo schema classico
dell’anticlericalismo ottocentesco: il cancro del Vaticano che divora un’Italia piena di salute e prospera. Il cancro non è
la malvagità clericale ma il groviglio delle contraddizioni di tutta la vita nazionale, è la nazione intera che non sa e non
vuole affrontare il nodo che sta in fondo
alla sua storia. Una curia timorosa di
perdere il suo ruolo (che ha d’altronde
IN QUESTO NUMERO
■ Una nuova liturgia 2
■ Karl Barth socialista 3
■ Il nostro è solo « miniecumenismo » ! 4
■ Sinodo '75 : dibattito sui
minori 5
■ Chiusa la vertenza alla
Microtecnica di Luserna 6
già perso), una classe politica scettica ed
immorale abituata a strumentalizzare la
religione per sé, un episcopato succube e
disincantato, una cultura chiusa nei suoi
dogmatismi etici e politici per cui la fede
non è che forma superata ed arcaica di
espressione. Il cancro è questo misto di
clericalismo stantio, di scetticismo politicante, di faziosità mista a calcolo.
Il problema resta, non quello che i nostri padri chiamavano « la questione romana », ma quello che potremmo definire
« la questione cristiana »; per la chiesa si
tratta di sapere che tipo di comunità vuole essere, che discorso intende fare quale
forma di vita intende esprimere nel mondo; per lo Stato si tratta di verificare quale coscienza ha di sé, come si configura rispetto ai cittadini ed alle loro esigenze, come intende gestire la cosa pubblica nel rapprto con le diverse forze sociali che compongono il contesto sociale,
ivi compresa la comunità cristiana.
La libertà di coscienza è un dato oramai acquisito dalla società moderna, o si
pensa lo sia, la libertà di culto lo è?
Ovunque? Ed in che modo la libertà di
professare la propria fede non diventa discorso di critica politica? E quando lo
diventa è tollerabile da parte dello Stato?
Diamo qui appresso tre esempi, molto vicini a noi, di impostazioni politicoteologiche del problema che meritano
qualche riflessione.
G. Tourn
Dirigere tutti secende
ie nerme delie merelità
Pertanto per quest’Ojficio di difendere la verità e la legge cristiana, è necessario quanto segue: illustrare e confermare que’ principi, sia naturali che
soprannaturali, che spesso a’ tempi
nostri vediamo oscurarsi e dimenticarsi; consolidarsi i concetti di dipendenza, di autorità, di giustizia e di equità
che oggi sono conculcati; dirigere tutti
secondo le norme della moralità, anche nelle cosse morali e politiche: tutti, diciamo, non solo quelli che obbediscono, ma anche quelli che comandano, perché tutti sono figli del medesimo Padre. Intendiamo bene che alcuni predono scandalo in udire che
Nostro dovere è occuparci anche di politica. Ma ogni giusto estimatore delle
cose vede che il Pontefice non può, nel
magistero che esercita, separare le cose di fede e di costumi dalla politica.
Inoltre, essendo Egli capo e primo
magistrato d'una perfetta società, qual
è la chiesa, composta di uomini e vivente fra gli uomini, deve volere che
con i capi delle nazioni e con i superiori civili ci sia una mutua relazione,
se si vuole che, dovunque sono cattolici, sia provveduto alla loro sicurezza
e libertà.
Pio X, allocuzione nel Concistoro 9 novembre 1903.
Definizione classica del papato pre conciliore: il Vicario di Cristo non ha solo
il diritto ma il dovere di richiamare tutti
governanti inclusi, al proprio dovere di
uomini obbedienti a Etto. Il richiamo al
Signore è chiaro; è valido il modo con
cui viene fatto? Fu questo Tinterrogativo
di tutto l’evangelismo italiano dell’SOO.
Il potere è uno solo:
lo Stato
Signori, per sbandire la confusione
delle idee, bisogna togliere di mezzo
una espressione che ne è la cagion
principale, espressione che si attiene
essenzialmente al sistema giurisdizionale tanto vagheggiato, e quello dei
Concordati, e cioè che lo Stato e la
Chiesa sono due potestà pari e parallele che si limitano o si fanno concessioni a vicenda. Per noi potestà vera, nel
senso legislativo e coattivo, facoltà
“imperium", non ve ne è e non ve ne
può essere che uno solo; e questo è lo
Stato.
Marco Minghetti, discorso alla Camera - 8 marzo 1873.
Al pontefice risponde Carlo Minghetti,
la vecchia scuola liberale, intransigente,
che ha condotto la battaglia contro 1 ingerenza clericale senza deflettere. Chi comanda in Italia è lo Stato, e lui solo.
Ma chi è oggi per noi questo Stato.
Questa idealizzazione romantico h^heliana dello Stato è ancora accettabile?
Non deve forse essere superata da una
visione più agile, piu strumentale della
struttura sociale?
Qui sotto una riflessione di Karl Barth
che pur condizionata dal suo contesto
resta ancora attuale ed orientativa per il
nostro cammino.
Essere presenti
ma non essere condizionati
« Prima di tutto bisogna dire che c'è
un cambiamento infinitamente più decisivo ed importante di tutti i cambiamenti di regime politico. Questo cambiamento è Gesù Cristo nella forma della sua
morte in croce ed in quella del suo ritorno nella gloria...
La comunità cristiana sa che non solo
essa, ma il mondo intero, ha un'esistenza che si svolge tra questi due avvenimenti ; tra quanto Dio ha già fatto e
quanto deve ancora fare per l'uomo attraverso il suo unico figlio.
...ed i mutamenti degli ordinamenti
statali, stanno nella luce di questo grande mutamento che si chiama Gesù Cristo.
...Non c'è ordinamento statale perfetto. Ci sono solo ordinamenti statali più o
meno perfetti che possono presentare il
dono di Dio solo in maniera frammentaria.
...Essi devono pensare che sarebbe
una mera pazzia pretendere di trovare il
regno di Dio in qualche ordinamento
statale.
...Gli ordinamenti statali sono opera
umana. Gli uomini non furono, non sono
e non saranno buoni. Non vivono in forza della propria giustizia, ma in forza
della misericordia di Dio. Non è quindi
il caso di attendersi qui manifestazioni
di perfetta giustizia, né in qualche realizzazione ed in qualche forma politica.
...Ogni mutamento dell'ordinamento
statale tenterà sempre di togliere alla
comunità cristiana la sua libertà e di
confonderla riguardo a quello che è il
suo compito.
Ciò può avvenire quando essa sconsideratamente intende di dovere attuare
la fedeltà verso il dono e la disposizione
divina legandosi per principio all'opera
umana dell'ordina d; cose precedente,
identificandosi con le forze conservatrici e con gli uomini che governavano
prima.
...La stessa cosa può avvenire in un
modo fondamentalmente identico, ma
in senso contrario nella forma di un parteggiamento di principio della Chiesa
per l'opera umana del nuovo ordinamento.
...In ambedue i casi la comunità cristiana si mette al servizio di divinità
straniere, dimentica che il regno che appartiene al suo signore « non è di quer
sto mondo », ma è come luce di Dio venuta nel mondo. In ambedue i casi lascerebbe imprigionare la parola di Dio,
la imprigionerebbe essa stessa e diventerebbe così anch'essa prigioniera.
...Essa è fondata sulla parola di Dio ed
è obbligata soltanto verso di lui. Essa
può accompagnare qualsiasi ordinamento statale, ma non può servire nessun Dio
straniero. Non si può legare con nessun
ordinamento statale vecchio o nuovo per
la vita e per la morte, così come a nessuno sì può opporre per la vita e per la
morte.
...Dunque la comunità cristiana non
può agire né ecclesiasticamente, né politicamente. La sua polìtica può essere
soltanto una forma di quella che è la sua
propria vita.
Ciò significa prima di tutto che anche
l'esercizio della sua vigilanza profetica
non può consistere nella proclamazione
e nella difesa di una legge politico-social-religiosa, ma solo nell'annunzio dell'unico Evangelo, del lieto messaggio
della libera grazia di Dio in Gesù Cristo.
...L'importante sono le conseguenze
politiche di questo annunzio. L'importante è rendere visibile che Dio è in favore
dell'uomo e perciò è contrario alla sua
rovina. Si tratta quindi, di sostenere, nel
mutamento degli ordinamenti statali e in
ogni circostanza, la causa dell'uomo di
cui Dio è padrone.
Solo così la predicazione della comunità è genuina profezia. Se non ha questo significato, comunque possa risuonar
forte, può essere solo esaltazione. E per
questo è ciò da cui bisogna guardarsi ».
KARL BARTH, La Chiesa e le trasformazioni della
Soeieti, 1948.
2
J* V
26 settembre 1975
a colloquio
con I lettori
Le cronache dei lavori sinodali apparse
sul nostro giornale negli ultimi numeri
hanno suscitato alcune perplessità e qualche reazione. Contrariamente agli anni
precedenti infatti, in cui il direttore o i
membri dell' équipe redazionale sunteggiavano il dibattito dei vari argomenti sinodali, abbiamo quest’anno chiesto ad alcuni fratelli delegati di fare loro questo
lavoro di cronaca. Errore nostro, forse,
di dare la parola a tutti (errore nuovo,
visto che si continua a rimproverarci di
lavorare in modo autoritario o per gruppo redazionale) e correre così il rischio
che i cronisti fossero poco cronisti ma riferissero i problemi un pochino secondo
la loro ottica.
Sul problema dell’Ospedale di Torre
puntualizza il dott. Varese qui sotto; sull’Eco-Luce daremo presto un’informazione
maggiore. Sul problema della Claudiana è
preannunziato un intervento della Commissione Editoriale. La presentazione fatta dal past. Ricca nello scorso Humero ha
infatti illustrato il problema generale
del lavoro nella chiesa ma ha dato una
visione molto sintetica del dibattito sinodale stesso sul problema Claudiana.
Alcuni interventi sono stati dimenticati
e personalmente posso dire che il mio è
solo parzialmente riprodotto. Non ho infatti affermato che la chiesa ha la tendenza ad abusare del servizio dei suoi dipendenti ma che questo è accaduto a volte e sul problema specifico invitai la Tavola a non cedere a forme di ricatto ideologico mascherati di teologia. Chiudendo
subito questa parentesi, per non essere accusato di valermi del servizio di direttore in modo abusivo e personale, precisiamo che le cronache di tutti i dibattiti delle nostre assemblee valdesi e metodiste
apparse sin qui sono firmate e pertanto
sotto la responsabilità di chi le ha redatte nella linea di quella coralità e di quella comunità di idee e di pensieri che è
stata richiesta per il nostro giornale ancora una volta in Sinodo.
Ancora sul problema dell’Alleanza Evangelica, riceviamo questo scritto che pubblichiamo con qualche scrupolo verso i
lettori che non vorremmo tediare con un
dibattito spesso difficile da cogliere nelle
sue reali dimensioni.
Caro Direttore,
Ricevo il n. 32 del settimanale e leggo la corrispondenza del Sig. Elio 'Milazzo; Le sarò grato
se vorrà ospitare la presente.
1. - Esprimo la più viva disapprovazione ne’
confronti della tracotante prevaricazione del predetto Sig. Milazzo che senza autorità od autorizzazione alcuna si e intromesso in cpiestioni proprie della Chiesa Apostolica in Italia, che non ha
bisogno ch’altri ne esprimano il pensiero potendolo ben fare a mezzo dei suoi propri! organi e
ministri.
Il Consiglio Nazionale della Chiesa Apostolica
non ha ritenuto di dover ancora intervenire in
merito alla nota pubblicata nel n. 22 de « La
Luce », in quanto sta per essere convocata una
seduta straordinaria del Consiglio Consultivo (Organismo che vede uniti i membri del Consiglio
Nazionale e i rappresentanti del corpo pastorale
per lo studio di temi e problemi di particolare
rilevanza dottrinale e pratica) per l’esame di tutta quanta la problematica connessa alla poca felice iniziativa interdenominazionale quale l’A.E.L
La predetta seduta straordinaria del Consiglio
Consultivo avrà luogo nel prossimo mese di ottobre.
2. - Il fatto che il redattore della rubrica
« Dall Italia Evangelica » abbia inteso come diretto a a La Luce » invece che ad altro periodico
il comunicato pubblicato sul numero di maggio
de « L’Araldo Apostoilico » non cambia nulla
quanto alla interpretazione data al comunicato
stesso. Data la serena obiettività della nota pubblicata sul n. 22 de >« La Luce » questa poteva
ben apparire anche su <c II Testimonio », come,
in fondo, appare in alcuni nostri documenti predisposti per la prossima seduta del Consiglio
3. - Desidero informare i lettori de « La
Luce » che a quanto pare sembrano veramente molti! — che le note pubblicate sul n. 25
del Bollettino cc Horeb » con il titolo : <( 5 motivi per dire NO! airA.E.L » sono la sintesi di un
approfondito studio condotto dal Consiglio Distrettuale delle comunità apostoliche di Napoli,
® diaspore, di cui all’epoca ero personalmente conduttore responsabile. Sono state definite « obiezioni lesive suH’A.E.I. » senza che
venissero prese in considerazione e dibattute nella sede più naturale, il Consiglio Nazionale. Il
comunicalo pubblicato nel numero di maggio de
« L’Araldo Apostolico » è il risultato di una decisione, ma non di una discussione. Questa avverrà nel nrossimo ottobre.
4. - Colgo l’occasione per affermare di non
aver nulla contro persone fisiche, ma ^— come
scrivevo ad una personalità del mondo evangelico italiano — di sentirmi soltanto impegnato, unitamente ad altri fratelli e collaboratori, a che
« la Chiesa Apostolica pur conservando la propria identità non perda di vista e non comprometta quella funzione che le è propria nel quadro delle relazioni interdenominazionali ».
Mario Affuso
______Il XV Convegno di studi sulla Riforma ed i movimenti religiosi in Italia
Crescente interesse
per la storia religiosa d’Italia
Centrale, nell’annuo Convegno storico
di Torre Peilice (tenutosi dal 1“ al 3 settembre), è stato anche questa volta un
tema di storia m'edievale, che ha suscitato
molto interesse ed ha avuto il vantaggio
di collegarsi con i temi dello scorso incontro, dedicato a Valdo e al primo valdismo. Si è scelta la forma della « tavola
rotonda » per discutere l’amplissimo contributo dedicato da Giovanni Miccoli, nel
II voilume della « Storia Einaudi », alla
« storia religiosa » dtell’Italia medievale e
cinquecentesca (ne abbiamo parlato, qui
su « Eco/Luce », al principio di quest’anno, poco tempo dopo che il volume era
stato pubblicato).
Giovanni Tabacco ha proposto nel suo
intervento la problematica cui si sono richiamati, dai rispettivi punti di vista, gli
altri partecipanti alla discussione. 'Tabacco ha rilevato come il nodo, storico politico te religioso insieme, che necessariarnente è chiamato a considerare il lettore
di un lavoro così serio e rigoroso come
quello di Miccoli, sta nel rapporto fra il
messaggio evangelico — di cui la Chiesa
dell’epoca voleva pur esserle portatrice —
e quella realtà concreta, operante nella
società, che era la Chiesa stessa rappresentata dalla gerarchia. Questo nodo può
dar luogo a interpretazioni storiche che
insistono piuttosto su aspetti che s’impongono dall’esterno aU’attenzione — secondo un filone che possiamo identificare
pensando ai Rois thaumaturges di Marc
Bloch — ovvero a interpretazioni che, come quella di Miccoli, scavano nel profondo. E sulla tragicità delle conclusioni che
si ricavano dalla lettura di quanto Miccoli ha scritto, ha insistito con accenti
molilo efficaci Romeo de Maio, direttore
della Biblioteca vaticana te autore di finissimi saggi su vari aspetti ed epoche di
storia della Chiesa, il quale ha proiettato
la contraddizione rilevata da Tabacco sulla Controriforma e ai suoi sviluppi nel
600. Poi Miccoli ha ampiamente esposto
le premesse e le interne ragioni secondo
cui ha affrontato il suo tema.
In precedenza, nella tornata di lunedì
si erano ascoltate e discusse le relazioni
di Grado Merlo su La repressione antiere
ticale in Piemonte nel sec. XIV e di Romolo Cegna su La genesi della violenza
nel valdismo tardomedievale. Entrambi
questi studiosi, attivi l’uno nell’Università
di Torino e l’altro, attualmente, a Varsavia dopo essere stato a Praga negli anni
precedenti, erano già presenti a Torre
Peilice lo scorso anno, mentre una nuova e apprezzata presenza come quella di
Cesare Vasoli si è manifestata con la sua
relazione, Tra retorica, arte della memoria ed eresia: ipotesi su Giulio Camillo
Delminio e ì suoi discepoli e in seguito
con alcuni notevoli interventi. Così Antonio Rotondò, la cui relazione ha preceduto, la mattina di martedì, la « tavola
rotonda », oltre a farci conoscere l’estendersi delle sua indagini Per la storia della propaganda delle dottrine luterane nell’Italia del Cinquecento, ha animato con
tutta una serie di puntuali e illuminanti
interventi il seguito dei lavori.
Ancora nelTambito cinquecentesco si
sono svolte le relazioni di Ernst Ronsdorf
su Nuove opere sconosciute di Giulio da
Milano (ricordiamo a tal proposito come
la ricerca di Ugo Rozzo, presentata nel
convegno del ’73, sullo stesso frate Giulio,
si concludesse auspicando appunto nuovi
ritrovamenti) e di Karl Gilly su Un’opera pseudoepigrafa di Serveto: propaganda servetiana di Matteo Gribaldi. Infine
la tornata di martedì si è conclusa con la
suggestiva rievocazione di una Roma ormai in pieno clima di Controriforma posta da Luigi Firpo sullo sfondo di Due
esecuzioni capitali di eretici nel 1595.
Due studiose, iniziando i lavori della
terza giornata, hanno illustrato ite loro ricerche sulTattività dei Gesuiti nel 600,
Carla Faralli parlando delle loro Missioni
in Italia e Marina Roggero delle loro
Scuole in Piemonte prima delle riforme
di Vittorio Amedeo IL Per contrasto col
clima secentesco si sono evidenziati gli
spunti religiosi insiti anche nell’Illuminismo con le relazioni di Ezio Pavia sulle
Vicende italiane del «True System...» di
R. Cudworth e di Giuseppe Ricuperati
sui Giornali italiani del 700. Il diverso ma
pur stretto legame dei movimenti religiosi con la nuova realtà storica determi
Ancora suirospedale di Torre
Caro Direttore,
E. Genre, commentando le critiche smodali a
taluni contenuti di informazione spicciola che
hanno caratterizzato ultimamente l’Eco delle
Valli, rilevava, giustamente, come il giornale
doveva essere anche un utile strumento di informazione locale, particolarmente per il mondo
contadino ed operaio al quale può direttamente
interessare la notizia locale.
E mi sono ricordato di questo commento —
che approvo pienamente — leggendo la relazione del dibattito sinodale sugli istituti delle Valli ed in modo particolare sull’Ospedale di Torre
Peilice.
L’articolista, molto preso daH’aspetto sociopolitico dell’argomento ha dimenticato di segnalare come il Sinodo abbia votato ed approvato a
grande maggioranza un secondo ordine del giorno nel quale, in riferimento agli o.d.g. approvati dalla Conferenza del I Distretto, si dà mandato alla Tavola Valdese di trattare con la OIOV
per l’eventuale utilizzazione del Convitto per il
noto progetto di ampliamento. Ciò significa, in
poche parole, che se il progetto in questione dovesse risultare la migliore e più fattibile soluzione per il problema Ospedaliero, tale prospettiva ha, per quanto concerne il Sinodo, la sua
possibilità di realizzazione.
E mi pare che questa sia una notizia dì no
tevole importanza locale, in quanto la popola
zione della Valle non vive né di interessi cultu
rali borghesi anche teologici, né di ampi discorsi ormai da tempo noti, ma soprattutto dì
fatti reali che risolvano i suoi problemi quotidiani.
Con fraterni saluti.
Dario Varese
Ordine del giorno
della Conferenza
La Conferenza del 1° Distretto, convinta
dell’importanza dell’assistenza sanitaria
svolta dall’ospedale valdese di Torre Peilice a favore di tutta la popolazione della
valle e della necessità che tale assistenza
sia garantita per il futuro, in previsione
dell’assistenza sanitaria ambulatoriale e
di medicina sociale, ritiene che l’ampliamento dell’ospedale valdese di Torre Pellice mediante l’utilizzazione dell’edificio
dell’ex convitto maschile valdese rappresenti una soluzione valida. Pertanto invita la Tavola Valdese e la CIOV a far partecipe la Regione Piemonte di tale proposta per ottenere l’autorizzazione all’ampliamento dell’ospedale.
Ordini del giorno
del Sinodo
II Sinodo, preso atto delTavvenuta classificazione dell'Ospedale di Terre Peilice,
quale Ospedale per lungodegenti e convalescenti, ringrazia la CIOV, la comunità
montana Val Pollice per l'impegno e la
azione esercitata presso gli Enti regionali,
invita la Tavola a richiedere alla regione
Piemonte le line» programmatiche dèi settore ospedaliero ed alla Comunità Montana Val Pollice la definizione del suo programma ospedaliero locale.
Ribadendo che l'assistenza ospedaliera è
compito istituzionale dello State, sollecita
la CIOV a promuovere con la Comunità
Montana ed i comuni della Val Pollice incontri pubblici a livello di popolazione perché tutti siano coinvolti nei problemi della
salute pubblica, in vista di una soluzione
definitiva del problema ospedaliero di
valle.
Invita la CIOV e le Chiese ad inserirsi attivamente nelle linee di azione della Comunità Montana a cui compete la gestione
di tutte le unità locali dei servizi sanitari
sociali.
Il Sinodo, esaminata la situazione ospedaliera alle Valli, rallegrandosi della classificazione dell'Ospedale di Torre Peilice ai
sensi di legge,
preso atto del progetto di ampliamento dell'Ospedale stesso predisposto dalla
CIOV,
dà mandato alla Tavola di trattare con
la CIOV l'eventuale ubicazione dello stabile del Convitto Maschile di Torre Peilice
quale sede deH'ampliamento predetto, in
modo che i fini istituzionali per cui il detto
stabile fu eretto vengano garantiti nella
loro attuazione e nel loro conveniente sviluppo in rapporto alla situazione degli istituti per minori.
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nato dalle vicende italiane delTSOO è stato
Drima vivamente illustrato da Pier Giorgio Camaiani, rievocando Mentalità e polemiche dei cattolici temporalisti nell’età
di Pio IX; poi, nell’ambito, per contrasto,
di un rnicrocosmo evangelico, dalla fine e
suggestiva ricerca di Luigi Santini su La
comunità evangelica albana dal 1896 al
1926.
Come rincalzare del tempo ogni volta
limita, verso la fine, la possibilità di trarre tutto il frutto desiderabile da quanto
hanno detto i relatori, così qui il limite
dello spazio non mi consente di esorbitare da una cronaca concisa. Che, sarà tuttavia, mi auguro, uno stimolo a leggere i
testi di cui ho accennato, allorché, fra un
paio di nresi, il « Bollettino della Società
di studi valdesi » li pubblicherà.
Augusto Comba
libri - recensioni
Ristampata la
fcBibbia di famiglia»
Da tempo era sentita la mancanza di
una « Bibbia di famiglia » o da pulpito,
con caratteri grandi adatti a persone anziane o dalla vista debole. La Claudiana
ne aveva stampato una bella edizione nel
1894 nella classica traduzione del Diodati. Ma questo volume è ormai rintracciabile solo in Biblioteca e in poche famiglie.
Un coraggioso editore pentecostale indipendente — le Edizioni Bibliche Messaggio di Vita, di Biella — mette in vendita in questi giorni una fedele ristampa fotografica della grande Bibbia di famiglia della Claudiana in una elegante
edizione rilegata in uso pelle con custodia ed impressioni in oro. Si tratta di
un grosso ffvolume di cm. 25x35x6.5 rilegato in similpelle verde o marrone con
impressioni in oro e custodia telata.
Il prezzo di vendita è di L. 25.000 per
l’edizione con taglio bianco, normale e di
L. 30.000 con taglio oro. Le richieste possono essere indirizzate alle Librerie delia Claudiana. È prevista una rateazione di
spesa; L. 5.000 all’ordine e la rimanenza
in rate mensili da L. 5.000.
Da notare infine che gli utili di questa
felice operazione editoriale saranno destinati integralmente alla costruzione di un
« Centro missionario » per giovani nella
zona di Biella.
La tiratura non è stata molto alta e
consigliamo quindi gli interessati di prenotare subito il volume che, tra l’altro,
costituisce un regalo sempre gradito in
ogni famiglia evangelica.
PROTESTANTESIMO, anno 30“ ( 1975/2).
L'ultimo fascicolo della rivista della nostra Facoltà di teologia contiene due articoli significativi ;
del prof. O. CULLMANN II posto dell'Evangelo di
Giovanni nel mondo ambiente e nella comunità
primitiva; del prof. V. SUBILIA: Il Valdismo nella
crisi del Cristianesimo contemporaneo. Seguono
ampie rassegne di libri e studi. critici : ancora di
V. SUBILIA, Messaggio cristiano e cultura immanentistica, di P.' COMBA, Ecologia e Teologia.
GIOVENTÙ' EVANGELICA, anno XXV, n. 34, luglio 1975.
Sommario ; D. Rostan - A. Salusso, Ristrutturazione alla FIAT ; M. Sinigallia, Questo anno santo
per i credenti non esiste ; M. Rostan, Vivere la
fede in Cristo nella lotta di classe; Dibattito su
«Centralità del socialismo o di Gesù Cristo?»;
B. Rostango, L'evangelo di fronte alla interpretazione del materialismo; C. De Michelis, Gramsci
e « l'oppio dei popoli » ; Documenti FGEI.
R. MUSSO, Guida del Piemonte, Gribaudi, L. 2.500.
Breve presentazione essenziale delle principali
località piemontesi con indicazioni geografichhe e
storiche essenziali. Il formato maneggevole, le
cartine in bianco e nero, illustrazioni ne fanno uno
strumento maneggevole per il turista.
MARIO V. ROSSI, I giorni della onnipotenza, memoria di una esperienza cattolica, Colnes Edizioni.
Cronaca dell'esperienza di Rossi dalla sua nomina a presidente della Gioventù di Azione Cattolica, negli anni del potere assoluto della OC, fino
alle sue dimissioni nel 1964. Una vicenda di vita
cristiana e civile, che merita di essere letta alla
luce delle vicende attuali.
HENRY DE LUBAC, Per una teologia delle miss'oni
Strumenti per un lavoro teologico, n. 21, Jaka
Book.
3
26 settembre 1975
UNA CONFERENZA DEL PROF F. W. MAROUARDT
K. Barth socialista e teologo
43 discorsi socialisti inediti di Karl Barth rilanciano
l’interpretazione della sua teologia: dai sindacati di
Safenwil alla cattedra universitaria - Ouale continuità?
echi
dal mondo cristiano
Che Barth fosse stato iiscritto al partito socialdemocratico svizzero negli anni
del suo pastorato a Safenwil, in Argovia,
e che durante tutta la sua attività di professore avesse avuto un occhio particolarmente attento ai problemi politici, è
un fatto noto a tutti. Così come anche
note sono le sue chiare ed inequivoche
prese di posizione in favore della battaglia della chiesa confessante e della resistenza al nazifascismo in Europa, o più
tardi contro la guerra fredda, l’armamento nucleare, il riarmo della Germania,
l’impegno militare americano nel sud-est
asiatico, e su tanti altri problemi di questo travagliato dopoguerra.
Chi fosse interessato ad approfondire
questo argomento può utilmente consultare il libro di Daniel Cornu, « Karl Barth
e la politica », edito dalla Claudiana
nel '70.
Ma, generalmente, queste prese di posizione, che gli hanno valso da parte di
denigratori ed avversari l’accusa (infamante?) d’essere comunista, sono state
viste come aspetti certo importanti, ma
secondari della sua personalità teologica;
di un teologo un po’ enfant terrible, che
si poteva anche permettere di dire certe
cose e di andare contro corrente, ed al
quale dopo tutto si potevano anche perdonare certe uscite.
È merito di F. W. Marquardt, professore di teologia alla Freie Universität di
Berlino, autore di una voluminosa opera
(Theologie und Sozialismus, München
1972; tr. it. 1974), che ha suscitato un
certo rumore negli ambinoti barthiani e
non, l’aver individuato il socialismo come una componente essenziale del pensiero di Barth.
In una conferenza tenuta ' ultimamente
a Pinerolo e poi a Torino, Marquardt ha
presentato alcuni risultati delle sue ricerche compiute sugli scritti di Barth,
quando questi era pastore a Safenwil,
cioè nel periodo dal 1911 al 1921.
i discorsi socialisti
Si tratta di un gruppo di 43 « Discorsi
socialisti », manoscritti, ancora del tutto
inediti, e che si collocano nel contesto
delTorganizzazione del partito social-democratico nell’Argovia. Emerge da essi
un aspetto sconosciuto dell’attività di
Barth, che partecipa pienamente alle discussioni e alle lotte sindacali di quegli
anni, assumendo anche incarichi di responsabilità; partecipa infatti come delegato ufficiale al congresso del partito nel
1917 e poi, a Berna, nel 1919 al primo con"
grosso del dopoguerra della II Internazionale.
Nei suoi « discorsi » si rispecchiano le
problematiche di quegli anni. Un largo
spazio è dato ai problemi pratici, che
vanno dalla disciplina interna, alla formazione degli operai, al rafforzamento
della morale familiare ecc. Si potrebbe
dire: problemi di cura pastorale. Un altro spazio è occupato dal problema della
I guerra mondiale. Si ha in essi un’eco
della forte delusione di Barth per la posizione assunta dai teologi che erano stati
i suoi maestri. Un altro problema che lo
preoccupa è costituito dalla evoluzione
del socialismo, che negli anni immediatamente successivi alla guerra passerà dalla II alla III Internazionale. Ed infine in
molli di questi discorsi sono affrontati
temi di politica generale: lo sciopero, la
rivoluzione bolscevica, la costituzione dei
primi sòvièt, ecc. ecc. Barth informa,
commenta, spiega questi avvenimenti in
riunioni settimanali ai lavoratori di Safenwil. La sua azione è molteplice e susciterebbe scandalo anche oggi: fonda tre
sindacati, incoraggia gli operai ad iscriversi al partito socialdemocratico, entra
in conflitto con gli industriali della zona
(tra i quali alcuni erano anziani di chie
sal), polemizza sui giornali. Insomma, in
una parola, la sua adesione al partito si
traduce in una vera e propria militanza.
Essa per lui non è una specie di hobby,
ma è il tentativo di confessare la propria
fede: « Gesù è il movimento operaio » dirà in un discorso tenuto il 17 die. 1918, e
altrove affermerà: « con la mia appartenenza al partito socialdemocratico intendo confessare di fronte a me stesso e alla mia comunità, molto francamente e su
un punto molto importante, che Dio dev’essere glorificato ».
L’adesione di Barth
al socialismo
In che modo Barth è giunto al socialismo? Dagli scritti esaminati dal Marquardt non è chiaro. In un brano autobiografico, scritto nel 1914 Barth stesso
dice di aver conosciuto il socialismo attraverso « S. »; ma chi sia questo « S. »
rimane un mistero. Risulta tuttavia chiaro che già negli anni di studio aveva acquistato e letto opere socialiste. Ma nello
stesso brano Barth descrive l’esperienza
fondamentale da lui fatta a Ginevra (dove
fece il suo tirocinio pastorale) e dove il
problema della povertà gli apparve in
tutta la sua dimensione. Mentre prima,
come soddisfatto studente borghese, considerava la povertà come un fatto natu
rale, a cui la fede poteva portare solo il
sostsegno di una forte, ma poco pratica
speranza, a Ginevra capisce che il bisogno materiale degli altri è realmente un
grave problema. Questa riflessione è fatta
a Ginevra, la città che Calvino voleva
trasformare in uno Stato di Dio sulla
terra! In questo contesto il socialismo
gli appare come un’opera di Dio, « una novità che proviene da Dio », « uno dei segni più rallegranti del fatto che il Regno
di Dio non resta fermo, che Dio è all’opera X. Perciò per Barth prendere Dio sul
serio significa molto chiaramente assumere anche una posizione di militanza
aliinterno del movimento socialista. In
un discorso del 1915 Barth dirà: « Un vero cristiano deve diventare socialista, se
vuole occuparsi sul serio della riforma
del cristianesimo. Un vero socialista dev’essere cristiano, se gli sta a cuore la riforma del socialismo ».
Barth raccoglie in un voluminoso dossier tutta una vasta documentazione sui
problemi dei lavoratori. Mette insieme
statistiche sulle paghe e i prezzi, documenti sulla legislazione del lavoro nelle
varie regioni, sul lavoro minorile, sui dividendi bancari, sugli infortuni sul lavoro, sul lavoro femminile, le abitazioni
degli operai, sul tempo libero ecc. ecc. Notizie, statistiche, dati che ricava da vari giornali; e che poi rielabora per contoproprio.
I tre periodi
dei socialismo
Barth
Marquardt rintraccia una certa evoluzione nel socialismo di Barth, o almeqo
tre periodi. Il primo va dal 1911 al ’14. fe
il periodo della formazione: Barth studia
Marx e i neo-kantiani, prende distanza
dal socialismo religioso, denuncia la cosidetta « libertà » del sistema capitalista.
Si tratta di una falsa libertà, perché è
libertà di far denaro, che genera però
schiavitù, miseria, sovrapproduzione e
crisi, aumento dei prezzi, guerra tra gli
uomini, sfruttamento femminile e minorile. Prende posizione contro i sindacati
« gialli »; scopre che la contrapposizione
delle classi non è un’invenzione socialista. Essa è piuttosto il prodotto di un
certo ordine economico, cioè un « libero » contratto di lavoro sulla base della
proprietà privata dei mezzi di produzione. Così una parte della società viene fondamentalmente asservita e praticamente
sfruttata. Per Barth quindi la lotta di
classe, cioè la lotta per la conquista del
potere da parte della classe operaia, mira giustamente al superamento di tale
contrapposizione, mira cioè alla pace. Il
cristiano deve inserirsi in questa ricerca
di un nuovo ordine di rapporti umani.
Il secondo periodo coincide con lo
scoppio della prima guerra mondiale. Il
socialismo è visto in modo più critico,
ed è ritenuto responsabile della guerra,
insieme al capitalismo ed al cristianesimo. Barth si pone il problema se staccarsi o meno dal partito, ma rifiuta questa soluzione di tipo anarchico e conduce
una critica più serrata, più radicale al
sistema. Non rinuncia al suo socialismo,
solo la sua realizzazione gli appare più
lontana nel tempo, meno immediata. Nel
frattempo bisogna lavorare per gettarne
le premesse, formando negli uomini una
coscienza socialista. C’è bisogno, dice
Barth, di uomini che siano afferrati dalla forza tracendente della verità socialista. Solo uomini riscattati possono riscattare, L’uomo nuovo deve essere
creato.
Il terzo periodo abbraccia gli anni dal
1917 al 1919, ed è interamente dominato
dal problema della III Intemazionale, alla quale egli non si sente di dare un’adesione incondizionata. Lo trattiene in questo il centralismo moscovita, che egli rifiuta: non è Mosca che deve sapere
quando può scoppiare la rivoluzione a
Safenwil! Barth si pone anche il problema della violenza: esso non è giustificata: « chi giustifica la violenza non è più
socialista », dirà ad un certo punto. E
tuttavia accetta la rivoluzione russa, perché è risposta ad un’altra .violenza. Si
tratta di un gmppo di scritti assai importanti che vanno studiati attentamente,
perché in essi è la chiave per comprende
re la successiva produzione teologica barthiana. In essi si avverte una certa delusione, che traspare anche nella seconda
edizione del Römerbrief.
Dal 1919 in poi Barth si concentrerà
quasi esclusivamente allo studio teologico; ma la sua teologia sarà un contributo
indiretto alla questione politica.
Barth socialista
e Barth teologo
Qual’è il rapporto tra il Barth pastore
socialista a Safenwil e il Barth professore
di dogmatica a Bonn o Basilea; tra il
Barth autore dei 43 « Discorsi socialisti »,
e il Barth autore dei grossi tomi della
Dogmatica? C’è rottura, svolta o continuità? Il socialismo di Barth fu un errore giovanile, o costituì una esperienza
fondamentale, anche per la successiva
produzione teologica? Sembra quasi, a
giudicare dalla successiva prassi di Barth,
che praticamente cessò, una volta divenuto professore, una militanza attiva nell’ambito del socialismo, che ci sia stato
in lui come una specie di rifiuto e rinnegamento delle sue posizioni giovanili. La
tesi di Marquardt è che invece Barth
continuò, sia pure ad altro livello, la sua
militanza socialista. In termini assai
schematici si potrebbe dire così: la rivoluzione, per tutta una serie di motivi,
era fallita: questa è la consapevolezza di
Barth nel primo dopoguerra. Ma ci sarebbe stata « una prossima volta », ed
allora essa non doveva rischiare di fallire. Perciò andava preparata in modo adeguato. La chiesa andava preparata in
questo senso, onde avesse ùna migliore
consapevolezza, per poter operare meglio. La « Dogmatica » doveva essere lo
strumento per questa azione. Ed in effetti, quando Hitler conquista il potere in
Germania, la chiesa confessante trova
nella riflessione teologica di Barth lo
strumento più idoneo per opporsi al
nazismo e, posisamo aggiungere, Barth
diventa un punto di riferimento per molti altri credenti e chiese in Europa.
Barth muore il 10 dicembre 1968; è significativo ed emblematico il fatto che
il suo ultimo scritto è a favore di una
partecipazione delle chiese al movimento
studentesco del ’68. Il vecchio socialista
di Safenwil pensava forse che fosse suonata l’ora storica tanto attesa; un’ora per
la quale aveva lavorato tutta la vita con
la robusta riflessione biblica?
Le prospettive di lettura barthiana abbozzate da Marquardt non mancano di
un certo fascino; è auspicabile che quegli scritti di cui egli ci ha dato un assaggio siano presto pubblicati.
L. Deodato
fut&ha
Roma (adista). - Nella linea di una
sempre maggiore responsabilità ed influenza dei cristiani per la pace e la giustizia nel mondo, si terrà a Siòfok, Ungheria, un incontro della Conferenza Cristiana per la Pace, di cui è Presidente il Metropolita di Leningrado, Nicodemo, per
la continuazione dei lavori svoltisi due
anni fa a Zagorsk.
L’incontro, che si terrà nei giorni 16-21
settembre, avrà come argomento principale la politica di coesistenza pacifica tra
i diversi sistemi sociali, farà il punto della situazione sui risultati raggiunti nell’ambito di tale politica, testimoniati tra
l’altro dallo svolgimento della Conferenza europea per la pace svoltasi ad Helsinki, e discuterà sull’azione da svolgere
da parte delle forze cristiane per il suo
consolidamento e l’ulteriore sviluppo.
Roma (adista) - Paolo VI ha dato il suo
assenso alla elezione di monsignor Habib
Bacha ad ancivescovo melkita di Beirut
in sostituzione di monsignor Gregorio
Haddad, destituito dal sinodo episcopale
Molchita presieduto da Máximos V Hakim. Il giorno in cui il sinodo destituì
Haddad alcune centinaia di persone, in
maggioranza giovani, occuparono la sede
arcivescovile di Beirut per protesta contro la decisione di « alcuni vescovi conservatori » ai danni di un presule apprezzato soprattutto per la sua apertura sociale ed ecclesiale.
Da notare che anche cittadini mussulmani hanno partecipato alla manifestazione. E un giornale non progressista come
« L’Orient-le jour » ha scritto ; « Le iniziative di Gregorio Haddad per il rinnovamento della Chiesa, il suo ritorno alle
origini della liturgia, il suo impegno a
flanco degli emarginati, la sua lotta contro il confessionalismo : bisognerà che il
sinodo spieghi come tutto questo poteva
molestare la chiesa melkita».
I buoni uffici del Vaticano hanno comunque ottenuto che a sostituire Haddad
il sinodo chiamasse il padre Habib Bacha,, grande amico dello stesso Haddad,
teologo moderatamente aperto, apprezzato dalla comunità mussulmana.
Bruxelles. — 8.000 credenti provenienti
da oltre 20 nazioni si sono radunati nella capitale belga per un incontro di dieci
giorni, dal 25 luglio al 2 agosto, attorno
al tema « Uniti per Cristo ». Questo incontro, intitolato Eurofest ed organizzato dalle correnti fondamentaliste dell’evangelismo europeo, aveva come scopo una mobilitazione evangelistica di tipo Kirchentag tedesco. Il programma
prevedeva studi biblici, sotto la guida di
pastori ed evangelisti, fra cui Billy Graham, Luis Palau ed il vescovo Pesto Kivengere, incontri di gruppi di discussione, serate musicali ecc.
Strasburgo (La Vie Protestante). — Si
è tenuto nel mese di settembre il quarto
incontro internazionale ugonotto a cui
hanno partecipato i rappresentanti di
quei discendenti dei 200.000 ugonotti che
lasciarono la Francia dopo la Revoca dell’Editto di Nantes, che sono ora dispersi in tutto il mondo.
Hca
Uganda. — L’Osservatore Romano sottolinea con compiacimento il fatto che
il governo di Amin ha dato pieno appoggio alle manifestazioni in occasione
dell’Anno Santo facilitando i trasferimenti di sacerdoti e di pellegrini e stanziando anche una somma rilevante allo scopo. « Avvenimento forse unico al mondo
che dimostra come questo Stato ha compreso il senso sociale del giubileo » commenta il quotidiano cattolico.
Sud Africa (bip-snop) — La chiusura
del seminario teologico di Alice, lo scorso mese di merzo, da parte delle autorità sud africane si rivela misura inefficace
anzi controproducente. L’idea di scuole
teologiche diverse per bianchi e neri, come era abitudine sin qui, è ora fortemente criticata nelle chiese e ci si avvia verso facoltà uniche. Espropriando i locali
d.3l seminario le autorità hanno involontariamente provocato un movimento antirajziale che si ritorce contro la loro
politica.
4
26 settembre 1975
CONFERENZA METODISTA
Milano
Non ci resto che l'impegno attivo
nelle lotte del movimento operaio
In un rapporto inviato di recente ai
Circuiti, sviluppando il tema dell’evangelizzazione, il Comitato Permanente della
Chiesa Metodista ricordava che la Conferenza del 1968, in un documento votato
aH’unanimità, ha affermato che il posto
delle nostre comunità è a fianco dei minimi: « La chiesa rifiuti di essere conforme ad un sistema di vita che vuole soltanto conservare se stesso; accetti invece di promuovere il processo di liberazione dei minimi dallo sfruttamento ».
Una indicazione che deriva dalle parole
di Gesù in Matteo 25 e che continua ad
essere la scelta di fondo per un valido
discorso sull’evangelizzazione.
Che cosa vuol dire nei nostri giorni
« proniuovere il processo di liberazione
dei minimi dallo sfruttamento »?
Non mi sembra che dall’Evangelo, al
di là dell’imperativo di fondo, noi possiamo far derivare una precisa indicazione circa il modo di essere oggi dalla parte dei minimi. Questa è nostra responsabilità che riusciremo a portare avanti
nella misura in cui sapremo cogliere le
indicazioni e le istanze che Ci propone il
contesto storico in cui viviamo e da quelle partire.
Molte sono le vittime dello sfruttamento, ma, fra queste, lo è in maniera particolarmente evidente in questi mesi la
classe operaia, una evidenza che sta assumendo una forma drammatica. Cassa
integrazione, licenziamenti, spettro della
disoccupazione. Le previsioni per l’autunno sono quelle che conosciamo. Ebbene,
per quanto riguarda il rapporto con questi minimi, parlerei non di confronto o di
dialogo, termini che riflettono una certa
distanza, ma di incontro, di solidarietà
che intanto ci permetta di capire realmente come si è sfruttati, come si è
espropriati, come si è stati esclusi dalle
decisioni che contano sia pure in cambio di un certo consumismo. Quell’incontro esercita per noi una funzione che
possiamo definire pedagogica. Quando
siamo lì possiamo anche capire come la
nostra vita di prima fosse falsa, siamo
forse messi in grado di capire come un
certo modo di essere chiesa, di vivere la
comunità, di annunciare Gesù Cristo, si
sia talvolta risolto in un tradimento alla
Parola perché in fondo confidavamo in
noi stessi, in una certa cultura; come noi
stessi ci eravamo appropriati della Parola di Dio o l’avevamo manovrata in maniera tale da evitare di esporci e di dire
corne chiesa una parola chiara contro la
ingiustizia. Quell’incontro ci rivela di che
spirito siamo, se dello spirito di verità
o dello spirito dell’errore.
Fra quegli sfruttati veniamo a contatto con certi valori come solidarietà, generosità, partecipazione. La lotta degli
operai che non è fondata sull’odio, ma
sulla rabbia per la situazione in cui si
trovano, tende a rendere diversi i rapporti fra gli uomini. Riusciamo a comprendere che il movimento operaio mira
a realizzare in concreto i diritti dell’uomo che la borghesia riconosce solo in
astratto e tende ad eliminare quelle strutture che fanno sì che l’uomo sia avversario dell’altro uomo. Espropriato di potere, di cultura, il movimento operaio ha
saputo maturare, attraverso le lotte e le
sofferenze, una mentalità, una proposta
La Spezia
Il 25/5 la Scuola Domenicale ha interamente condotto il Culto centrando la
predicazione su Giona 1. Tutti gli alunni, coadiuvati dai loro monitori, hanno
diretto le varie fasi del Culto con consapevolezza ed umiltà. Questi ragazzi ci
hanno detto che « ...anche noi oggi pensiamo alla stessa maniera di Giona nei
confronti degli uomini violenti, assassini,
"bombardieri", rapinatori che compongono la nostra società. Pensiamo che lo
Evangelo non serva a niente per queste
persone violente, ’’fuorilegge”; crediamo
che la Parola di Dio sia un’« arma giocattolo» che non ha alcuna validità. Siamo
convinti che l’Evangelo sia un modesto
passatempo, un calmante per le persone
affaticate, mentre esso è la ’’dinamite di
Dio” (Rom. 1: 16), il ’’sale” che per dare sapore deve prima sciogliersi ».
Il testo della ’’predicazione” era stato
scelto dai ragazzi tra le lezioni del programma S. D. e commentato insieme ai
monitori ed al pastore.
Un’agape fraterna, alla quale hanno
partecipato genitori e membri della Comunità in una splendida cornice di verde
e di acque, ha concluso la significativa
giornata.
di cultura e una qualità di vita che sono
oggi l’unica alternativa possibile per ur
progetto di liberazione per tutti.
Ci sono delle intuizioni che non è il
caso di battezzare, ma che sono molto
vicine certamente allo spirito del Sermone del Monte. E lì, in quel contesto, ti
capita di sentirti tu stesso un minimo
perché fai la dura esperienza che la fede
sia una realtà senza senso, ti viene a
mancare uno spazio religioso in cui rifugiarti ed a cui afferrarti, il tuo linguaggio religioso non è capito e cade nel
vuoto.
Non ti resta che Impegnarti umilmente a collaborare, con linguaggio e mezzi
« laici » alla formulazione di programmi,
alla elaborazione di direttive in vista di
un domani diverso, di un uomo diverso.
Può accadere però che ad un certo momento nel tuo contributo emergano delle « peculiarità » ed allora gli altri si meravigliano di certe cose, ti chiedono ragione del tuo essere dialettico, critico,
di certi discorsi non riconducibili ad un
programma politico o a una piattaforma
sindacale, del tuo sapere rioffrire un’ami
cizia. Sei così chiamato a rendere conto
della speranza che è in te, se hai questa
speranza che ti viene dalla fede. E possibile che ti sia dato di svolgere un’azione profetica. La profezia è il fatto meno
istituzionale che possa accadere: è la rivelazione che Dio opera nel quotidiano
per la salvezza degli uomini. La sua Parola può creare delle situazioni nuove
nella storia che tocca alla fede di leggere, di dire che esistono.
La speranza della fede può fecondare,
far crescere in senso evangelico quelle
intuizioni, quei valori di coloro che sono
sfruttati, ma che sono in marcia verso
l’avvenire. La nostra speranza di credenti sa che il domani, oltre ad essere frutto di lotte e di conquiste, è anche ciò
che ci può venire incontro come un dono, come una grazia di Dio che non è un
idolo o un’espressione religiosa, ma il Signore della storia. E la fede lo leggerà
e ne testimonierà, e la comunità di fede
sarà una comunità profetica. È la nostra
preghiera e la nostra attesa.
Valdo Benecchi
DOMENICA 5 OTTOBRE
Ore 10.30 Apertura della scuola domenicale in sala.
Ore 10.45 Culto con Santa Cena.
Pastore Neri Giampiccoli.
Ore 12.30 Agape (pranzo) fraterna nei
locali di via Fr. Sforza. Il pranzo, preparato da un gruppo di
servizio della comunità, vuole
offrire un’occasione di comunione fraterna in vista dell’Assemblea di Chiesa che seguirà.
Ore 15 Assemblea di Chiesa.
Verona
Domenica 19 ottobre avrà luogo l’assemblea di chiesa autunnale. Ogni giovedì alle 21, nella saletta, continua lo studio collettivo dell’Evangelo di Marco.
Firenze
IL GIUDIZIO DELLA STAMPA
Il "mini-ecumenismo”
valdese - metodista
Grande interesse pare aver destato nel
mondo cattolico l’integrazione tra le chiese valdesi e metodiste votata nella sessione congiunta delle due assemblee sinodali. Col vistoso titolo di « Miniecumenismo a Torre Pellice » e sottotitolo « Un
’modello’ verso il quale occorre guardare con attenzione », « La vita cattolica »,
di Cremona, e con titoli leggermente diversi, ma uguali nella sostanza, « La voce di san Marco, settimanale dei cattolici veneziani » e « La difesa del popolo,
settimanale della diocesi di Padova », è
apparso il 13 (o 14) settembre un articolo
in cui si dà informazione della « fusione »
tra valdesi e metodisti. In modo particolare è interessante la definizione di « mini-ecumenismo », probabilmente dettata
dal fatto, ben messo in risalto da tutti gli
articoli, che l’integrazione interessa in
tutto 36.000 persone, sia pure « sparse veramente dalle Alpi, con qualche punta
valdese sulle Cozie, alla Sicilia ».
Quasi che i problemi che vengono in
i-luce quando si parla di ecumenismo fossero determinati in un senso o nell’altro
dal numero dei membri di ogni confessione. Considerazione che ci pare ben significativa di un certo atteggiamento di
ecumenismo di un certo cattolicesimo.
È tipico il fatto che, pur lamentando che,
a suo parere, non abbia importato tanto
la unificazione del principio teologico
quanto quello organizzativo, la stampa
di questo genere intenda una parola del
pastore Aldo Comba « Non vogliamo ecumenismi alla cattolica » nel senso di voler ^evitare un ecumenismo in cui a far
la parte del leone sia una sola Chiesa
(con la «c» maiuscola!), quella numericamente più forte anche se afferma che
« non è detto che i cattolici non la pensino in modo diverso ».
Dell’integrazione fa menzione anche il
« Messaggero » di Roma del 3 settembre
in un breve comunicato in 2“ pagina dal
titolo « Positività per il Vaticano l'unione fra Valdesi e Metodisti italiani » di cui
diamo qui il testo:
La decisione delle Chiese valdese e metodista italiane di unificarsi fra quattro
anni è considerata « un fatto positivo »
all'interno della Chiesa cattolica, in particolare presso quei settori che, dopo il
Concilio, si occupano di ecumenismo. Ufficialmente la decisione non è stata comunicata al segretario per l'unione dei cristiani — l'organismo vaticano che promuove, appunto, l'unità fra la Chiesa cattolica e le altre confessioni cristiane —
probabilmente perché si tratta di un episodio locale, che riguarda solo le due
chiese in Italia. Il segretario, infatti, ha
rapporti diretti con il consiglio metodista
mondiale.
A questo testo la Tavola Valdese ed il
Comitato Permanente riuniti in quei giorni a Torre Pellice per le sedute post sinodali hanno reagito con un comunicato
che intende precisare i rapporti esistenti
fra le nostre
Vaticano.
chiese ed il Segretariato
La Tavola Valdese e il Comitato Permanente Metodista, nella loro seduta congiunta del 5 settembre 1975, hanno preso
atto della approvazione del Patto di integrazione fra le Chiese Meodiste che sono
in Italia e le Chiese Valdesi dell'Argentina, dell'Italia, della Svizzera, dell'Uruguay
e degli U.SA., avvenuta nelle sessione congiunta delle ripettive assemblee sinodali
alla fine dello scorso agosto; e ne hanno
ufficialmente informato il Consiglio Ecuunico organismo competente a valutare
la realtà di questa nuova manifestazione
di unità fra le Chiese di Cristo.
Si è svolto domenica 21 settembre il
culto di commiato del pastore F. Sommani che si trasferirà a Roma a partire
dal prossimo mese. La Tavola, come già
scritto, ha proclamato la vacanza di questa Chiesa,; la lista dei membri elettori
verrà chiusa secondo i RR.OO. entro il
31 dicembre ’75 in vista dell’elezione in
primavera del nuovo pastore che sostituirà, dal settembre 1976, L. Santini, attualmente pastore titolare.
Oggi più che mai — come credenti e
come cittadini — dobbiamo avere coraggio e coerenza per rifiutare l’insegnamento « religioso » nella scuola di stato.
Ricordiamo ai genitori che per ottenere la esenzione dalle lezioni di religione
basta chiederla su un foglio in carta libera, indirizzando la segnalazione al direttore o al preside della scuola frequentata dai nostri figli.
Pur rispettando sinceramente le opinioni altrui, bisogna che noi evangelici
utilizziamo questa libertà che ci è data
come uno strumento per educare i nostri
figli a resistere alla tentazione del conformismo, a saper pagare di persona il
prezzo della coerenza, della fedeltà a un
ideale. L’esenzione dalla lezione di religione è una scuola di carattere!
Vorremmo dare vita a un « gruppo di
lettura » che esamini la produzione della Editr. Claudiana e una volta al mese
presenti brevemente un libro durante il
culto. Ricordate che il Centro di Solidarietà ha bisogno di collaborazioni, come
la segreteria della chiesa, come gli istituti, il servizio di visite ai malati e agli
anziani, ecc.
DALLE COMUNITÀ'
Felónica Po
È stato celebrato in chiesa il 9 agosto,
il matrimonio di Vassalli Achille Gildo,
di Felonica, e Michelucci Lina, di Pescara.
Nel rinnovare sugli sposi l’invocazione
di benedizione dall’alto per la loro vita
coniugale auguriamo in modo particolare
alla sposa di potersi inserire con facilità
e gioia nell’ambiente felonichese in generale ed in quello della nostra comimità in
modo particolare.
• È deceduto, dopo alcuni anni di sofferenza durante i quali alternava lunghi
periodi di cura all’ospedale con altri di
soggiorno a casa, Martino Longhi. «Pino » ha sofferto molto di solitudine, dopo
la morte della moglie avvenuta sette anni or sono, malgrado le cure e le attenzioni di cui era oggetto da parte della
sorella a Milano e dei nipoti a Felonica.'
Al suo funerale, che ha avuto luogo domenica 24 agosto ha annunciato il messaggio della fede e della speranza in Cristo, vincitore della morte, il Pastore Felice Bertinat, di Verona.
• Durante l’assenza del Pastore i culti
della domenica 3, 17, 24 e 31 agosto sono
stati presieduti dalle Sig.ne Franca Barlera e Ondina Zancuoghi che ringraziamo vivamente per la loro costante collaborazione che non si limita a queste sostituzioni.
• Può essere utile per farsi un’idea
dell’ambiente in cui vive ed opera la comunità di Felonica conoscere i risultati
delle elezioni amministrative del 15 giugno.
Il P.C.I. ed il P.S.I. hanno avuto la
maggioranza dei voti nelle regionali e nelle provinciali. Degno di nota, anche se
poco piacevole, il fatto che 100 voti esatti, sia nelle regionali che nelle provinciali,
siano andati al M.S.I. Purtroppo non fa
meraviglia che vi siano dei nostalgici
nella bassa padana, anche in un paesino
piccolo come quello di Polonica (meno
di 2.5(K) abitanti) che al sorgere del fascismo ha visto le sue squadracce manovrate e finanziate da piccoli e grandi proprietari locali manganellare i braccianti
agricoli ed i contadini poveri animati da
idee socialiste.
Per il Comune di Felonica ha vinto la
lista « Comune democratico » formata da
P.C.I. e P.S.I. uniti, che ha riportato esattamente 200 voti di più rispetto alla lista
D.C. Nella lista « Comune democratico »
solo stati eletti anche due evangelici:
Valdo Natali e Maddalena Giovenale Costabel la quale poi è stata anche chiamata a ricoprire la carica di assessore.
B. C.
Adelfìa
Dalla sig.na Ester Trobia da Pachino,
sempre sollecita nel farci parte delle attività in Sicilia riceviamo alcune notizie
sul campo famiglie di Adelfìa, che riassumiamo; con piacere daremmo informazioni sugli altri campi se qualche partecipante vorrà farcene partecipe.
II campo si è svolto con buona partecipazione di fratelli, circa una sessantina, in un clima molto fraterno. Grandi e
piccini, giovani e vecchi hanno trascorso
questi 15 giorni in letizia e serenità, con
un mare meraviglioso. Con turni quotidiani di 12 persone si è provveduto egregiamente alla pulizia ed alla cucina, sotto la direzione sempre sollecita di Pino
Testa di Gela. Interessanti e seguiti gli
studi, alcuni a carattere biblico e altri
su tema sociale. La considerazione generale è che Adelfia dovrebbe assumere un
posto maggiore nella vita delle comunità
siciliane e non siciliane, uno strumento
che va valorizzato.
5
26 settembre 1975
MINORI
ASSISTENZA
La chiesa dovrebbe capire che
sono problemi di tutte le famiglie
Un tempo tutti i ragazzi dei nostri Convitti provenivano da famiglie evangeliche.
Oggi non è più cosi: il servizio che rendono i Convitti deve contribuire ad affrontare il problema generale dei minori,
cioè dei ragazzi che non sono ancora indipendenti, che è un problema di tutta
la società.
Il Sinodo ha dedicato parte della mattinata di mercoledì e parte della mattinata di giovedì a discutere questo problema. « Tutti i ragazzi e ragazze del nostro Convitto — spiega Jean-Jacques Peyronel, direttore del Convitto femminile
di Torre Pellice, che quest’anno, in seguito alla chiusura del Convitto maschile, ha ospitato per la prima volta anche
sei ragazzi — provengono da situazioni
familiari e sociali estremamente difficili ».
Se si guarda il luogo di provenienza, si
vede che soltanto un terzo proviene dalle Valli; si tratta di figli di contadini di
alta montagna. Gli altri due terzi provengono dalla cintura di Pinerolo e dalla cintura di Torino; questi ultimi sono
i più toccati dalle contraddizioni della
nostra società. « Le loro famiglie sono
disgregate, i genitori separati e divorziati, o ancora conviventi, ma in situazioni
di squilibrio ».
Perché dobbiamo occuparci di questi
casi?
Alberto Taccia, presidente del Centro
Diaconale, che quest’anno, per incarico
dell’ultimo Sinodo, ha dedicato particolare attenzione al problema, con riunioni, convegni e pubblicazioni (si vedano
tutti i numeri dell’anno in corso della rivista Diakonia), spiega in che senso il
problema coinvolge tutta la Chiesa. È la
organizzazione stessa del lavoro e della
vita sociale che priva i genitori del tèmpo che dovrebbero dedicare ai loro figli.
Quindi non si risolve il problema rinchiudendo i ragazzi disadattati nei convitti;
Ordini del giorno
li Sinodo, presa conoscenza delle linee
di tendenza previste per il futuro dei nostri istituti, ravvisando in esse la volontà
di una disponibilità al servizio nel momento attuale, nella continuità di intenti che
hanno caratterizzato le opere fin dalla loro
fondazione, le approva, incoraggia le équipes dei convitti a proseguire in questa direzione e impegna le comunità a sostenerle sia sviluppando l'interesse e la solidarietà per questo lavoro, sia con il necessario appoggio finanziario.
Il Sinodo, al fine di assicurare un inquadramento più definito alle équipes operanti nei nostri istituti, sia dal punto di vista
professionale che amministrativo, ed al
fine di assegnare alle opere una dotazione
necessaria quale fondo di manovra per la
gestione ordinaria delle case con l'eventuale garanzia dei crediti maturati presso
gli enti pubblici, chiede alla Tavola di
predisporre lo studio necessario per giungere nel più breve tempo alla soluzione
di questi problemi. ^
Il Sinodo, di fronte alla proposta di legge di iniziativa popolare « Competenze Regionali in materia di servizi sociali e scioglimento degli Enti assistenziali » che si
propone soprattutto di :
— informare l'opinione pubblica sulla reale situazione esistente nel settore dell'assistenza sociale ;
— premere sulle forze del Parlamento o
del Governo che da anni impediscono
le riforme dell'assistenza affinché esse
siano sollecitamente approvate ;
___ propone alle chiese di partecipare alle
manifestazioni (convegni, tavole rotonde, dibattiti con i lavoratori e con la
popolazione, ecc.) che verranno organizzate dai iomitati promotori, e di dibattere al loro interno la proposta di
legge.
Il Sinodo dopo aver dibattuto il problema degli emarginati, siano essi minori o
adulti invita le comunità che siano a conoscenza di attività nel settore ad appoggiarle, dedicando loro l'impegno necessario,
sulla base dei doni dello spirito presenti
nei fratelli delle comunità.
questo sistema non serve al ricupero dei
minori, ma unicamente a fare gli interessi di chi gestisce Tassistenza. Al contrario, si deve fare il massimo sforzo per
inserire i ragazzi nell’ambiente circostante. In altre parole, si risolverà questo
problema soltanto legandolo strettamente a tutti gli altri problemi che la popolazione deve affrontare. Vi è in questa
situazione « un largo margine per una
presenza e partecipazione responsabile
di tutte le nostre chiese » nelle zone rispettive. Si comprende perciò che un responsabile di convitto, come Adriano bongo, direttore del convitto maschile di
Pomaretto, non si limiti a parlare dei
problenii interni, ma parli del problema
dei pendolari e delle famiglie che lasciano la campagna o la montagna per stabilirsi in città.
Inquadrato in questo modo, tutto ciò
che i responsabili dei convitti presenti
que un coordinamento tra i vari istituti.
La validità di questo lavoro è dunque
fuori discussione. Resta il problema della formazione degli educatori, della collaborazione con gli enti locali, e soprattutto il problema finanziario, che attualmente è gravissimo.
Giorgio Peyrot ammonisce a non attendersi troppo dagli enti pubblici. Occorre che le Chiese ritornino a sostenere
con i loro doni l’opera dei convitti. Ma altre voci sottolineano che l’impegno delle
Regioni e degli altri organi amministrativi va stimolato, perché altrimenti sarà
del tutto impossibile rispondere da soli
al problema.
Il Sinodo traccia un programma impegnativo: sostenere la proposta di legge
per l’abolizione di enti inutili, dibattere
le condizioni di lavoro, collaborare tutti
con impegno.
S. Rostagno
Il Convitto di Pomaretto.
Queste le linee
di lavoro
Sul tema generale « assistenza », il Centro Diaconale aveva steso un o.d.g., poi
accolto dalla Commissione d'Esame e posto in votazione, in cui si ribadiscono i
principi basilari su cui occorre proseguire l’impegno diaconale della chiesa nei
suoi diversi settori: anziani, minori, ospedali, scuole materne. B quindi alla luce
di queste linee di tendenza che tutti gli
o.d.g. approvati dal sinodo sull’assistenza
devono essere compresi:
Il Sinodo, considerato il dibattito avvenuto nelle comunità, nei convegni, in particolare quello organizzato dalla Federazione a Firenze, nel Centro Diaconale, sottolinea la responsabilità dello stato nel settore dell'assistenza. Richiama gii organi di
governo, sia a livello nazionale, regionale
e locale, alla necessità di assolvere i loro
compiti, creando strutture proprie a controllo democratico.
Di fronte alla carenza di interventi dello
stato nella situazione attuale, la chiesa è
consapevole della necessità di mantenere
la sua posizione di surroga, che in nessun
caso è da considerarsi sostitutiva dello stato.
Il Sinodo ricorda ai singoli credenti la
necessità di una responsabile partecipazione nelle strutture pubbliche del territorio
soprattutto in questo momento in cui le linee programmatiche della riforma assistenziale ci offrono « la possibilità di mettere
le nostre strutture a disposizione di tutti,
aprendo le chiese al mondo o dialogando
con la società, non in base a problemi astratti, ma in base alla programmazione assistenziale, agli interventi sociali, al controllo democratico ». ( dal documento conclusivo del convegno FCEI di Firenze, Diakonia n. 3 - 1975 - pag. 13).
In questa prospettiva può esprimersi la
testimonianza all'evangelo dell'agape di
Cristo.
Il Sinodo ribadisce l'impegno della chiesa nella ricerca e nella preparazione professionale di fratelii che si inseriscano attivamente nei servizi assistenziali dentro e
fuori le strutture ecclesiastiche.
Il Sinodo richiama le Comm. distrettuali
ali'osservanza dell'atto 24/SI/73 che indica, nella costituzione di commissioni diaconali distrettuali, lo strumento per l'informazione, ii collegamento, il richiamo e la
sensibilizzazione delle comunità.
nell’aula sinodale hanno detto del loro
lavoro, acquistava il suo pieno significato.
Peyronel ha detto che anche la casa
deve essere trasformata in modo che il
ragazzo, quando arriva, non si senta perso, ma prenda possesso del luogo che abita. Il rapporto che gli educatori cercano
di stabilire è innanzitutto di conoscenza:
« cerchiamo di conoscere il bambino, di
ricostruire il suo passato, di liberare la
sua personalità ». « L’educatore è colui
che hel dialogo cerca di far prendere al
ragazzo coscienza di sé, superando l’immagine che di se stesso gli ha dato la
società ». Anche il problema dell’annuncio evangelico va visto in questo contesto.
« Se diamo l’ora di catechismo, il culto,
la preghiera a momenti fissi, questa è
un'imposizione autoritaria. Il ragazzo resta un oggetto passivo. L’annuncio si fa
affrontando i problemi man mano che
si pongono ».
Maddalena Sanfelici vede la situazione
con realismo: « I minori saranno sempre
più difficili ». Ma poiché lo Stato non se
ne occupa, dobbiamo occuparcene noi.
Però questo lavoro non è possibile su
tempi brevi. Non si può far nulla se i
ragazzi vengono trasferiti dopo un anno
o vengono tenuti soltanto fino a dodici
anni. « Dobbiamo strutturarci in modo
da poterli seguire il più a lungo possibile ». D’altra parte non dobbiamo chiedere agli educatori di spremersi fino alTesaurimento. Si deve puntare a una
buona formazione, che permetta un rapporto corretto e fecondo con i ragazzi,
ma gli educatori devono anche avere abbastanza spazio, per loro stessi, non devono rinunciare totalmente alla loro vita.
La signorina Recchia, direttrice dell’Uliveto, l’istituto che si occupa dei ragazzi ritardati mentali a San Giovanni,
un serio programma di lavoro: l’impegno
a sostenere la raccolta di firme per la
proposta di legge di iniziativa popolare
fa un discorso nella stessa direzione: « Il
lavoro può essere valido se viene continuato da altri. Abbiamo bambini che sono recuperati in uno o due anni. Ora dopo devono essere seguiti ». Occorre dun
Fl N ANZE
Contribuzioni più gite e puntuali
Trattando delle finanze nella chiesa il
Sinodo ha preso atto dell’impegno con
cui le chiese hanno assunto le loro responsabilità anche su questo piano ed
in secondo luogo ha proposto di continuare sulla linea intrapresa, migliorando
là dove possibile.
In particolare, merita attenzione l’invito alle Commissioni Distrettuali perché
diventino strumento di informazione verso i cassieri delle comunità. Da una più
precisa informazione, è probabile che si
possa avere anche una maggiore puntualità nei versamenti, evitando il ricorso
alle banche e di conseguenza i pesanti
oneri di interessi che ogni anno vengono
a gravare sul conto della Tavola.
Il Sinodo ringrazio le chiese per il costante sforzo contributivo sostenuto in questi anni per rispondere alla necessità della
Cassa Culto, le invita a proseguire in questo
sforzo, curando in particolare la maggiore
regolarità dei versamenti mensili, tanto in
relazione alle scadenze che agli importi,
invita a questo scopo la Tavola e le
Commissioni Distrettuali a promuovere incontri tra cassieri. Commissione Finanziaria e Tavola in tutti i distretti per dare
alle Chiese una informazione piò completa.
Il Sinodo, constatando che non tutte le
Chiese hanno stabilito il proprio impegno
di contribuzione e ritenendo adeguato e
giustificato il richiesto aumento del 24%
proposto dalla Tavola per la Cassa Culto, dà
fiducia alia capacità delle singole chiese di
valutare responsabilmente questa situazione
o di regolarsi di conseguenza nel fissare il
proprio impegno, là ove non sia venuto, e
nel rivederlo ove non sia adeguato.
Il Sinodo ha anche constatato che non
tutte le chiese hanno adottato il principio di stabilire in anticipo quale sarà
l’ammontare delle loro contribuzioni, per
cui anche la Tavola non è in grado di
prevedere quale sarà la cifra globale su
cui potrà contare.
In terzo luogo, di fronte alla situazione
fluida conseguente alla mancata determinazione preventiva della quota di ogni
singola chiesa, il Sinodo non ha potuto
far altro che invitare le comunità ad aumentare le loro contribuzioni del 24%,
ritenendo che questo possa in qualche
modo consentire di far fronte alla svalutazione monetaria.
Il Sinodo, ricordando quanto già deciso
con 14/SI/70, invita
a ) la Tavola a predisporre e a comunicare
ai distretti il fabbisogno della Cassa
Culto ; entro il mese di febbraio di ogni anno ;
b ) i Distretti a far conoscere tempestivamente alle chiese le relative quote contributive ;
c ) le Chiese, a definire sulla base del
fabbisogno, il proprio impegno contributive, da segnalare alle Conferenze
Distrettuali ordinaria ;
d ) la Tavola, a prendere atto degli impegni delle singole chiese, adeguandovi
eventualmente i propri preventivi.
Il Sinodo chiede alla Tavola di predisporre e mettere in atto le misure per rendere
possibile il passaggio dall'attuale contabilità a quella riferita all'anno solare, a partire dai 1977, di consceguenza, la invita a
predisporre per il prossimo Sinodo la previsione di spesa per i periodi giugno-dicembre 1976 e gennaio-dicembre 1977.
6
VAL RELUCE
Trenta trasferimenti
alla Microtecnica di Torino
cronaca
PRAROSTINO
Sul numero precedente avevamo dato
notizia dèlia vertenza in corso alla Microtecnica di Luserna S. Giovanni, concernente circa 50 operai. Per alcuni la prospettiva era il trasferimento a Torino, per
altri l’invito all’autolicenziamento, per altri ancora essere indirizzati ad altra lavorazione all’interno dell’azienda.
Già dal mese di luglio gli operai ed il
Consiglio di fabbrica erano in stato di
alarme, pur non sapendo con precisione
le prospettive che si sarebbero sviluppate. Durante il periodo delle ferie la situazione è improvvisamente precipitata
ed al rientro per il lavoro gli operai si
sono trovati di fronte alle nuove esigenze aziendali con le proposte che hanno
aperto la vertenza conclusasi in questi
giorni.
In seguito alla vertenza, il previsto trasferimento alla Microtecnica di Torino
concerne 30 operai, per una durata masmesi, a partire dal 1® ottobre
iy/5; dopo questo periodo dovrà avvenire il ritorno nell'azienda lusernese. La
vertenza prevede anche che qualora si
liberi un poto di lavoro per una motivazione qualsiasi a Lusema, il posto dovrà
es^re occupato da uno dei 30 trasferiti
a Torino.
La durata del trasferimento e la garanzia del rientro entro 18 mesi è stato il
punto più dibattuto tra il Cons. di fabbrica e Tazienda; si è infine ottenuto che:
« SI stabilisce » il rientro entro i 18 mesi
e ntm : « si prevede », come voleva Tazienda. Per i 30 trasferiti a Torino si organizza un pullman a tariffa ferroviaria, cioè
900 lire per i 5 giorni lavorativi, con probabile partenza da Torre Pellice; ma la
cosa dovrà ancora essere definita, trattandosi di accordi verbali.
Come si è giunti a definire i 30 trasferimenti? L’intesa è stata condotta dalla
direzione dell’azienda con l’esecutivo del
Consiglio di fabbrica e con un coordinatore venuto appositamente da Torino. I
criteri di valutaidone sono stati quelli
delTanzianità fisica ed aziendale, secondo
le esigenze di produzione dell’azienda. Il
reparto maggiormente ridimensionato è
quello del montaggio; agli audiovisivi restano circa 40-42 persone. Si è così formato un nuovo reparto formato da 10
persone che lavorerà per la marina. L’intenzione dell’azienda è quella di una riconversione produttiva, quindi meno
proiettori ed incremento di altre lavorazioni.
L intesa è avvenuta il 15 settembre e
concerne, per il momento, soltanto gli
operai ; ma non è da escludersi che prossimamente altri trasferimenti coinvolgano
parte degli impiegati ai quali non resterà che prendere atto delle decisioni dell’azienda, essendo privi di organizzazione
sindacale.
Nonostante non siano avvenuti licenziamenti (ma è possibile che qualcuno,
soprattutto donne, non possa accettare
il trasferimento e sia quindi costretto alTautolicenziamento), non si può certo
dire che la vertenza si sia conclusa con
una vittoria degli operai. Sono comunque
30 posti di lavoro che mancano in valle;
altri 30 posti di lavoro persi. Da parte
del Cons. di fabbrica non era forse
possibile ottenere molto di più. Certo
questi trasferimenti creeranno ancora divisioni e gelosie fra gli operai che restano e quelli trasferiti, nonostante i criteri
adottati dal Cons. di fabbrica siano stati
corretti; purtroppo le esigenze di produzione dell’azienda sono state, anche in
questo caso, determinanti.
E. Genre
elaborata e presentata dai c.d.f. degli stabilimenti di Luserna e di Torino.
Si gpantisce il mantenimento degli attuali livelli di occupazione e si promettono nuove assunzioni (in parte già realizzate nello stabilimento di Torino) in relazione ad una commessa riguardante un
nuovo aviogetto militare realizzato in coInghilterra, dalla Germania e
dall Italia.
Secondo gli accordi, il 42,5% della commessa spetta alTInghilterra, il 42,5% alla
Germania, il 15% allTtalia (questa quota
tocca interamente alla Microtecnica).
I PUNTI PIU’ IMPORTANTI
,_J punti più qualificanti del contratto
75 riguardano il c.d.f., l’occupazione e il
collegamento con gli operai della Microtecnica di Torino.
Il c.d.f. finora non era riconosciuto dalla direzione: si riconosceva semplicemente la presenza di rappresentanti sindacali aziendali (che avrebbero dovuto inoltre essere tre, e non quattro, perch’ la
Microtecnica. ha meno di 200 operai.
Secondo il nuovo contratto, ora si riconosce invece la formazione di un c.d.f.
strutturato secondo le indicazioni del contratto nazionale dèi metalmeccanici.
II c.d.f. è stato Tultimo sbocco di una
serie di lotte condotte dal ’67 ad oggi
aU’mierno di una dura situazione aziendale in cui gli operai, alTinizio, erano completamente in balia della direzione: essi
venivano assunti secondo accordi a carattere personale, spesso al di fuori di ogni norma contrattualte; mancava il contratto aziendale.
Occorre ricordare inoltre che sull’andamento di queste lotte hanno pesato alcuni fattori:
— Tisolamento della Microtecnica rispetto alle altre fabbriche della zona;
— i limiti deH’azionè sindacale in zona;
— il problema costante di difendere il
proprio posto di lavoro.
I dati sono attinti da « Il Bollettino », a cura del
gruppo di Controinformazione Val Pellice.
Lega per le Autonomie
_____ed i Poteri Locali
Nei giorni 12, 13 e 14 settembre si è tenuto a Prarostino un incontro degli amministratori comunali del Pinerolese, organizzato dalla « Lega per le autonomie
ed t poteri locali »; la Lega è un organisnio che rapruppa, sia a livello nazionale che a livello di base, forze politiche
ed amministratori che si trovano in larghissima maggioranza nell’area della sinistra (PCI, PSI, indipendenti di sinistra).
Scopo delTincontro, a cui hanno parteapato un centinaio di persone, era quello di dibattere alcuni dei problemi che
gli amministratori comunali (di cui molti
nèo-eletti) dovranno affrontare nei prossimi mesi: la formazione dei bilanci, il
rapporto con la Regione e lo Stato, la funzione delle Comunità Montane e le linee
dei piani di sviluppo, l’istituzione dei
Comprensori, rinderogabile problèma della costituzione delle Unità sanitarie locali e di quelle dei servizi sociali, ecc.
.Dalle relazioni e dal dibattito è emersa
la situazione di crisi, ormai vicina al collasso, in cui si trovano i comuni soprattutto i più piccali a causa del taglio dèi
finanziamenti dovuto al nuovo sistema di
prelievo fiscale e dei controlli a cui i comuni sono sottoposti attraverso organi
inadeguati ed a carattere prevalentemente
repressivo.
Una necessità rilevata da tutti i presenti è Stata quella di superar Torizzone del
Comune e di organizzarsi sempre più in
Consorzi; di qui l’urgenza di rendere realmente funzionanti le Comunità Montane
ed fi Comprensorio.
Un campo importante di intervento per
i comuni è stato individuato soprattutto
nei servizi: i problemi della sanità, della
assistenza, della medicina scolastica, sono
quelli che gli amministratori dovranno
affrontare nei prossimi mesi, naturalmente non da soli ma assieme alle forze politichè^ e sociali, in primo luogo le organizzazioni dei lavoratori.
Nell’impostazione del loro lavoro, quindi, gli amministratori dei nostri comuni
dovranno da una parte coinvolgere sempre di più e meglio la popolazione nei dibattiti e nelle decisioni; daU’altra affrontare insieme il confronto con lo Stato per
,una maggiore autonomia, ricordandosi
pero, come ha fatto rilevare qualcuno, che
il potere centrale non è neutro ma ha una
precisa caratterizzazione politica e che,
nonostante il voto del 15 giugno, è ancora
imbevuto a tutti i livelli del modo di governare instaurato e consolidato da 30 anni di regime democristiano.
L incontro di Prarostino è terminato
con Timpegno di ritrovarsi per dei seminari periodici su temi specifici, in modo
da approfondire i problemi che, per mancanza di tempo, si sono potuti affrontare
solo in linee molto generali.
Aldo Ferrerò
LUSERNA S. GIOVANNI
Come non si affrontano
i problemi del Comune
SCHEDA
La Microtecnica (ex OPL di Luserna S.
Giovanni) si insedia nel 1967 con trenta
dipendenti. La direzione assicura l’aumento a 300 unità entro 2 o 3 anni. Nessuna commissione interna. Gli accordi
sono a carattere personale.
Fabbrica metalmeccanica che costruisce attualmente proiettori. I dipendenti
sono attualmente circa 130; suddivisi
in 23 reparti, raggruppati in gruppi omogenei alle dipendenze di un capo. Nei reparti di montaggio, premontaggio, addetti
linea, ecc. la mano d’opera è prevalentemente femminile e quasi tutta al 2° livello. Nel reparto attrezzatura si ha invece
il massimo grado di specializzazione (tutti al 4" livello).
Il consiglio di fabbrica è composto da
tre rappresentanti pèr gli operai e da uno
per gli impiegati.
La piattaforma del contratto è stata
presentata il 27 maggio 1975, l’accordo è
stato firmato aH’inizio di maggio. Si tratta di una piattaforma unitaria (la prima)
Nella seduta dell’undici settembre il
consiglio comunale di Luserna S. Giovanni, oltre alla nomina dei delegati alla
Comunità montana ha discusso e approvato delibere riguardanti soprattutto
Lavori Pubblici e Scuola.
I primi interventi sono stati sul problema dell’occupazione. Al riguardo è
stata presentata anche una interpellanza
da parte dei gruppi PSI e PCI e si è
chiesto di chiarire la situazione della Vaciago dove, pur essendovi 20 operai in
cassa integrazione, si continuano a fare
straordinari. Un’altra interpellanza, sempre presentata in comune dai gruppi della sinistra, riguardava la questione delle
iscrizioni alla scuola elementare.
Con una delibera, non portata all’approvazione del consiglio, la Giunta ha deciso che i genitori non erano più obbligati ad iscrivere i figli presso la scuola
di zona. Di tale delibera erano stati informati con lettera dell’Assessore alla
istruzione, in modo parziale, solo alcuni
interessati. Gli interpellanti chiedevano
se erano stati valutati i costi dell’operazione e che almeno l’informazione venisse inviata, in modo completo, a tutti i
genitori. Occorre notare che in tema di
iscrizioni c’è anche stata una delibera del
Consiglio di Circolo, competente in materia. Il Consiglio di Circolo ha deciso
che i genitori di tutti i comuni della Valle potessero iscrivere i figli presso una
scuola diversa da quella di appartenenza.
I genitori interessati devono presentare
domanda entro il 27 settembre alla Direzione Didattica specificando i motivi della richiesta. Una apposita Commissione è
incaricata di esaminare le richieste.
Ritornando alla seduta del Consiglio
comunale, la maggioranza ha approvato
di stanziare circa 6.000.000 per un nuovo
impianto di illuminazione del campo
sportivo. Tale impianto ha tuttavia carattere provvisorio in quanto è previsto
l’ampliamento del campo. La decisione è
stata criticata perché è un indice di corne l’Amministrazione provveda in modo
disordinato e senza una programmazione
coerente all’organizzazione dei servizi e
alle opere pubbliche.
Sempre in tema di edilizia sono stati
decisi nuovi tramezzi nella palestra delle
scuole medie di Airali per ricavare aule.
Per il biennio secondario sono in corso
di riattamento locali vicini al palazzo comunale.
Sono stati anche sospesi i lavori per il
nuovo peso pubblico, già da tempo in
corso davanti al cimitero, perché gli organi competenti non hanno dato l’approvazione (mancavano le distanze) e si è
deciso di provvedere a sistemare il peso
in prossimità del ponte sul Pellice.
Nel settore scuola si continuerà con la
gestione comunale del servizio di trasporto e mensa. A tale scopo il comune ha
ricevuto dalla Regione un contributo di
13.CCO.GOÌÌ. La delibera della Giunta prevedeva un aumento del 40% del prezzo
della refezione. I gruppi di minoranza si
sono opposti in modo deciso a tale ingiustificato aumento, tanto più che TAmministrazione aveva convocato pubbliche
assemblee sugli argomenti in discussione. È stato pertanto deciso che la
Giunta avrebbe deliberato solo dopo aver
sentito il parere delle assemblee.
Le assemblee sono state convocate nel
corso dell’ultima settimana e gli intervenuti si sono trovati concordi nel considerare la refezione come un momento educativo della giornata scolastica e da rendere perciò accessibile a tutti. Un eventuale aumento contrasterebbe con tale
linea. Paolo Gardiol
Luserna S. Giovanni
L’Evangelo della Resurrezione è stato
annunciato in occasione del funerale del
fratello Davide Pellegrin, deceduto all’Asilo Valdese all’età di anni 74, e della
sorella Clara Maddalena Rivoira ved.
Eertalot del quartiere dei Nazzarotti, pure di anni 74.
Ai familiari esprimiamo tutta la nostra
solidarietà cristiana.
Comunità Montana
____________________tfal Pellice
1) AI COMMERCIANTI
Si rende noto che con legge regionale 5 giugno
1975 n. 47, sono previste agevolazioni ed assegnazioni di contributi oltre che in favore di Comuni, Consorzi di Comuni e Comunità Montane,
anche a favore di:
— gruppi d^acquisto;
cooperative di gestione, di acquisto o di garanzia costituite tra commercianti al dettaglio, esercenti somministrazioni al pubblicodi alimenti e bevande;
— operatori, furi^tìei;
operatori sirtgoli per lo sviluppo strutturale
della rete distributiva del Piemonte.
Il termine ultimo per la presentazione delle
domande scade, per l’esercizio 1975, il 22 ottobre 1975.
Per gli esercizi successivi le domande dovranno essere presentate entro il 31 marzo di ogni
anno.
^ Chi fosse interessato ad ottenere notizie circa
1 importo dei contributi previsti, o maggiori
chiarimenti circa le disposizioni della legge potrà
rivolgersi all’uificio di segretariato sociale di
questa Comunità Montana.
2) AGLI STUDENTI
Si rende noto che è in distribuzione (in n. limitato) presso l’ufficio di Segretariato Sociale di
questa Comunità Montana, per quanti ne faranno richiesta, l’opuscolo « guida alla scelta degli
studi universitari » redatta dal centro studi sociali Piero Calamandrei di Torino.
Gli uffici della Comunità Montana sono aperti
al pubblico: mercoledì: dalle 9 alle 12; venerdì:
dalle 9 alle 12 e dalle 14,30 alle 17,30.
Il Presidente
Arch. Piercarlo LONGO
Pomaretto
Scuola Latina
L’inaugurazione dell’anno scolastico avrà luogo nel teatro del Convitto, giovedì
2 ottobre, alle ore 15.
Alunni, genitori ed amici sono cordialmente invitati.
La direzione
Lusernetta
Cassa integrazione alla Turati.
Anche la Turati di Lusernetta attraversa un periodo di crisi. I 94 operai sono
attualmente in cassa integrazione (per 2
mesi, settembre-ottobre) per 20 ore settimanali. Per il momento non è prevedibile sapere cosa succederà a fine ottobre.
Rorà
Sono in pieno svolgimento i lavori di
sistemazione dei nuovi locali scolastici e
della sala per ambulatorio. Anche i locali del municipio e del centro di lettura
sono stati rimessi a nuovo e si presentano ora veramente accoglienti.
Bobbio Pellice
Sabato 20 settembre, nella sala valdese, il gruppo Teatro Angrogna, su invito
della Pro Bobbio Pellice, ha presentato
il suo lavoro « Quarto Mondo ». Al termine della rappresentazione un dibattito
interessante ha cercato di mettere in rilievo i pregi ed i limiti di un tale lavoro.
Dispiace che il pubblico non fosse più
numeroso, perché la rappresentazione suscita certamente molti interrogativi e può
essere uno stimolo utile alla riflessione,
sia nel consenso che nel dissenso.
7
delle valli
Torre Pellice
QUARTO MONDO
Pramollo
Ospedale Valdese
In questi ultimi mesi TAmministrazio-,
ne si è trovata in gravi difficoltà nel far
fronte alle spese gestionali.
Per legge infatti gli ospedali non possono più contrarre prestiti con Istituti
bancari e d’altra parte ricevono dalla Regione solo degli acconti pari al 70% delle degenze definite.
Mentre questa situazione ha gravemente condizionato il pagamento dei fornitori, si è potuto a malapena finora corrispondere gli emolumenti mensili al personale.
La situazione si è aggravata in questi
due ultimi mesi da quando cioè la Regione, che d’altra parte afferma di non ricevere puntualmente i fondi occorrenti dal
Ministero del Tesoro, ritarda a sua volta i versamenti. Gli stipendi del mese di
agosto sono stati corrisposti soltanto il
17 settembre.
Il personale si è reso conto delle difficoltà in cui si dibatte l’Amministrazione
e sin qui ha evitato di fare ricadere sui
degenti le conseguenze di un possibile ricorso allo sciopero.
L’Amministrazione si augura che con i
nuovi indirizzi della Regione Piemonte
vengano predisposti gli opportuni accorgimenti ad evitare disagi al personale
dipendente e quindi ai ricoverati.
Collegio Valdese
L’inaugurazione dell’anno scolastico
1975-76 avrà luogo il 1” ottobre p.v. alle
ore 15 nell’aula sinodale della Casa Valdese di Torre Pellice.
Gli studenti della Scuola Media devono trovarsi all’Istituto alle ore 14.30, quelli del Ginnasio-Liceo alle 14.45.
Il pubblico è cordialmente invitato.
I,,.Pfqsidi
Angrogna
SERVIZIO MEDICO
festivo e notturno
Comuni di ANGROGNA - TORRE PELLiCE LUSERNA S. GIOV. - LUSERNETTA . RORA'
Dal 27 settembre al 3 ottobre
Dott MARINARO
Viale De Amicis, 22 - Luserna S. Giovanni
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TORRE PELLICE
Domenica 28 settembre
FARMACIA MUSTON (Dr. Menassero )
Via della Repubblica, 25 • Tel. 91.328
Martedì 30 settembre
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Via Arnaud, 5 - Tel. 91.374 - Torre Pellice
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Domenica 28 settembre
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Torre Pellice; Tel. 90.118 e 91.273
VIGILI DEL FUOCO
Torre Pellice: Tel. 91,365 - 91.300
Luserna San Giovanni : Tel. 90.084 - 90.085
Il Gruppo Teatro Angrogna
risponde al past. Nisbet
Si chiuderà, alla fine del mese, la mostra di artigianato che è stata allestita,
per il secondo anno consecutivo, nei locali della « Scuola grande » del Capoluogo. Lo scopo di questa iniziativa era duplice: da una parte presentare ai turisti
ed ai visitatori oltre al volto storico ed
ambientale della valle, anche un aspetto
del lavoro della gente che la abita: quello artigianale. Accanto ai più qualificati
ed affermati artigiani, molti sono coloro
che sono capaci a fabbricare oggetti di
uso corrente: panieri, rastrelli ecc. Ci
sembra che queste capacità debbano essere valorizzate. Il secondo scopo era
dunque quello di incoraggiare questi artigiani dilettanti a sviluppare queste attività. Abbiamo visto con piacere aprirsi
l’inverno scorso alla scuola a pieno tempo del Capoluogo un corso di lavorazione del legno diretto da un artigiano locale.
II risultato è stato positivo: un maggior numero di espositori, tra gli altri anche il Centro del Lavoro Protetto di Torre Pellice ed un giovane di S. Giovanni,
ed il numero dei visitatori è stato molto
più numeroso. Questi hanno espresso parole di soddisfazione ed è stato possibile
avere con loro dei contatti interessanti.
Per l’anno prossimo si spera che la
giovane ed attiva Cooperativa del latte
riesca ad allestire il suo centro di vendita di prodotti locali e che questo possa assumersi e portare avanti questa nostra modesta iniziativa con il gran vantaggio di poter àiiere, còn una persona a
pieno tempo degli orari precisi ed un locale molto più in vista.
L’articolo del pastore Roberto Nisbet
pubblicato sul n. 35 de « L’Eco-Luce » ci
offre l’opportunità di riprendere il discorso avviato nell’aula sinodale dopo la
rappresentazione di « Quarto mondo »,
nonché di allargare il dibattito.
Probabilmente il pastore Nisbet, che
dà giudizi veramente troppo affrettati
sul lavoro teatrale che il nostro gruppo
ha presentato la sera del 29 agosto u. s.,
non ha capito né la natura, né i destinatari del discorso che intendiamo fare.
QUARTO MONDO
UNA PROPOSTA
Non vorremmo anche noi correre il rischio di cadere negli stessi equivoci, tuttavia ci sembra strano che si possa parlare di uno spettacolo teatrale senza averlo visto. Soprattutto quando, come nel
nostro caso, più che di uno spettacolo,
si tratta di una proposta (forse con molti limiti, forse anche un po’ rude, ma
non certo triviale), che ha lo scopo di
suscitare la riflessione (e non un appagamento estetico), tanto che consideriamo la discussione sulla proposta come
un momento essenziale, in cui i presenti
(tutti, non solo gli attori) si confrontano
e definiscono il messaggio. Cosa questa
che non avviene nel teatro borghese.
LA DENUNCIA
DEL SISTEMA
Ci meravigliamo poi che all’attenzione
del pastore Nisbet siano sfuggiti alcuni
piccoli particolari, come ad esempio il
fatto che la « messa blasfema » non sia
cantata daH’industriale, bensì; dai giullari. Questa precisazione si rendè necessaria non per una questione di pimtiglio,
ma perché ha un profondo significato
storico e politico, in quanto, nel medio
evo, erano prpprio i giullari a denunciare nelle piazze, attraverso le sacre rappresentazioni, i soprusi dei potenti, perché il popolo prendesse coscienza delle
proprie condizioni.
Si dà il caso che già allora queste recite «blasfeme» non piacessero ai vescovi — a quei tempi assai potenti —
per cui molti giullari ebbero la lingua
ed altri ornamenti tagliati, furono scuciati o finirono sul rogo.
Ora è lungi da noi il sospetto che il
pastore Nisbet, o le autorevoli persone
che la pensano come lui, intendano arrivare a tanto... Anche perché non era nostra intenzione deridere preti e suore
(né tanto meno edificare i pastori valdesi): crediamo anzi di spendere il nostro
tempo in modo più costruttivo.
I personaggi rappresentati in modo
grottesco hanno invece lo scopo di dimostrare come il potere assistenziale in Italia è da sempre in appalto alla chiesa
cattolica (su oltre 60.000 enti di assistenza, più di 20.000 sono dichiarate opere
pie), al potere economico (che crea l’emarginazione e se ne serve per control
lare il mercato del lavoro, escludendo i
meno produttivi), al potere politico democristiano (che usa tali strutture a scopo clientelare: nelle elezioni politiche del
1972, al Cottolengo di Torino il 96,6% dei
voti è andato alla D.C., contro l’l,l% al
PCI e lo 0,34% al PSD, alla scienza e alla cultura (che giustificano quest’esclusione come ovvia e naturale, e non come
una conseguenza degli attuali rapporti di
produzione e della divisione di classe).
È questo il « sistema » che noi rifiutiamo e che non vogliamo servire.
Che cosa intende invece il pastore Nisbet per sistema? Come lo giudica? Ritienè forse che le cose così come stanno, i rapporti fra gli uomini e fra i popoli, i rapporti di produzione, ecc., debbano essere conservati, oppure pensa che
debbano mutare? (cfr. Luca 12: 51).
ALTERNATIVE
RIVOLUZIONARIE
Il copione pervenuto al pastore Nisbet
doveva evidentemente essere privo dei
tre finali previsti per lo spettacolo. Ce
ne scusiamo. Fortunatamente egli si è
imbattuto in « due autorevoli membri del
Sinodo » (ma perché autorevoli? E poi
chi sono i « minimi » : credenti di seconda classe, operai, contadini, bambini...?)
che hanno provveduto ad informarlo
(ahinoi) soltanto sul finale rappresentato neU’aüla sinodale.
A parte questo, ci -sembra anche’ molto
superficiale e sbrigativo il biodo in cui
si vuole individuare Taltemativa proposta dal nostro lavoro unicamente in una
rivoluzione fatta di odio e di violenza fine a se stessa, anziché in una rivoluzione che abolisca le strutture aberranti che
piegano l’uomo rendendolo schiavo di altri uomini.
Non ci vuole molto, basta guardarsi
attorno, per accorgersi che il sistema attuale genera e vive della violenza: gli
omicidi bianchi, le stragi fasciste, gli
aborti, l’emigrazione, non sono che gli
aspetti più evidenti di una violenza che
si serve degli istituti assistenziali per
nascondere gli scarti della sua produzione, che uccide negli ospedali decine di
figli del proletarlato. Eppure c’è ancora
gente che si scandalizza quando queste
cose vengono dette! Ma qual è lo scandalo : il marcio delle strutture, o la sua
denuncia? Fortunatamente non tutti si
limitano al « ruttino di indignazione » :
ieri i partigiani, oggi i resistenti cileni,
gli operai che difendono il loro posto di
lavoro, non si limitano a scandalizzarsi,
ma lottano giorno per giorno, con coscienza e con forza, per costruire una società
nuova, senza padroni e senza sfruttati.
D’altra parte, pur nella nostra ignoranza
in fatto di teologia, ci sembra che Cristo stesso, nell’annunciare l’Evangelo a
una società classista come la nostra, abbia pagato, e duramente.
18 settembre 1975
Il gruppo teatro Angrogna
S. Germano
I culti di domenica 22 agosto, 7 e 14
settembre sono stati presieduti dal past.
A. Ribet,.,.dallo studente in teologia Tom
Noffke e dal past. Gustavo Bertin. Ringraziamo questi fratelli per il loro messaggio. La comunità ha così avuto modo
di augurare al past. Ribet un sereno ed
attivo periodo di pensionamento, di ascoltare per la prima volta lo studente Noffke e di accogliere nel corso di un culto in
francese im gruppo di rappresentanti
delle colonie ugonotte di Germania a cui
il past. Bertin ha rivolto un saluto in tedesco.
Domenica 28 agosto ha avuto luogo la
consueta riunione all’aperto a Prapunsun; il pastore locale vi ha fatto una prima sommaria relazione dei lavori sinodali. Si è trattato di una giornata trascorsa in comunione fraterna di cui siamo grati a quanti l’hanno organizzata.
I lavori di restauro ai locali delle scuole sono in pieno svolgimento, ricordiamo
a tutta la comunità che sarà necessario
uno sforzo speciale per far fronte alle
spese in corso.
II culto a partire da domenica 28 settembre sarà nuovamente alle 10,30 (fare
attenzione al cambiamento dell’ora legale
che avviene quel giorno).
La corale ha ripreso la sua attività il
24 settembre.
Date da ricordare:
— Venerdì: 26, ore 21 : concistoro.
— Martedì 30, ore 20,30: monitori.
— Sabato 4 ottobre: incontro dei cate
cumeni dei 4 anni (i catecumeni di 2”
e 3“ anno sono pregati di portare i
manuali adoperati lo scorso anno).
— Domenica 5: culto di inaugurazione
della Scuola domenicale con partecipazione dei ragazzi e genitori (i bambini sono pregati di venire in chiesa
alle 9,45).
— Sabato 11, ore 14,30: inizio catechismo.
Trombettieri Valdesi
Sabato sera 30 settembre 1975 a San
Germano Chisone, nel salone delle attività gentilmente concesso dalla Chiesa
locale, avrà luogo un incontro tra la
Banda Musicale di S. Germano e un
gruppo di 50 trombettieri Germanici di
Neuhengstàtt (l’antico Bourset del Val
Chisone) e sotto gli auspici dei Trombettieri valdesi. Tutti sono cordialmente invitati alla manifestazione.
Ospedale di Pomaretto
L. 5.000:
Molìneris Maria, Perosa Argentina.
L. 10.000:
Carro Teresa, Perosa Argentina.
L. 15.000:
Dalmasso Maddalena. Pinerolo.
L. 25.000:
Brunofranco Angela ved. Rollè, Bibiana.
^L. 30.000:
Fogliatti Americhina, S. Secondo di Pinerolo;
Trovers Elena in Roccione, Villar Perosa; In
memoria deUa Sig.ra Irma Rostagno : Elena,
Luigi, Ines Castagno, Pomaretto.
La Chiesa rinova un vivo ringraziamento ai pastori Gustavo Bouchard e Silvio
Long per i messaggi che ci hanno rivolto durante i culti da loro presieduti.
• Ultimamente abbiamo accompagnato
al campo dell’estremo riposo la spoglia
mortale del fratello Long Ezio (Rihetti),
tragicamente deceduto all’età di 34 anni.
Esprimamo al padre ed a tutti i familiari la nostra solidarietà nella prova e nella comune speranza.
• Si sono uniti in matrimonio Beux
Franco e Bleynat Delia (Bosi); a questi
sposi che si stabiliranno a San Germano
Chisone rinnoviamo l’augurio che il Signore sia sempre l’ospite del loro focolare.
• Domenica 21 »settembre è stato amministrato il battesimo a Soulier Alex Sandro di Michele e di Costabel Laura (Baimas); il Signore accompagni questo bambino con la Sua grazia ed aiuti i suoi genitori a mantenere fedelmente le promesse fatte davanti a Lui ed alla Chiesa.
• Domenica 21 settembre una numerosa assemblea s’è riunita nel tempio per
salutare il pastore e la sua famiglia che,
dopo tredici anni di ministero, stanno
per lasciare Pramollo. Nel ricordare gli
anni vissuti insieme, il pastore ha centrato il suo messaggio sulle parole di I Sam.
7: 12 : « ...Fin qui l’Eterno ci ha soccorso », esortando a guardare soprattutto al
futuro pieni di fiducia nel Signore e pronti sempre a rendrGli testimonianza ed a
rinnovar Gli il proprio amore e servizio.
Al termine del pranzo fraterno il vicepresidente del Concistoro, che già aveva
offerto al pastore ed alla sua famiglia un
generoso dono in denaro a nome della
comunità, ha rivolto loro parole di ringraziamento formulando i migliori auguri per il nuovo compito che sta loro davanti e. porgendo in pari tempo un saluto
di benvenuto al pastore A. Genre e Signora, a cui la Tavola ha affidato la responsabilità pastorale della chiesa di Pramollo per l’anno ecclesiastico in corso. Altri
discorsi hanno fatto seguito ed il pastore, anche a nome della sua famiglia, desidera rivolgere ancora da queste righe
un caldo e sentito ringraziamento a tutta la chiesa ed ai fratelli villeggianti insieme ad un saluto affettuoso.
Doni per l'Asilo
di lusetiia S. Blovaiini
Elenco dei doni pervenuti nel mese di agosto
per la nuova costruzione.
Bellion Matilde <osp. Asilo) in ricordo dei suoi
cari L. 25.000; In occasione matrimonio deUa figlia Mirella, Silvia e Guido Jouve 10.000; Coniugi Santomastaso (Torino) 15.000; Desirè Jourdan, in mem. della moglie LavaUe Rosa (Torre
Felice) 10.000; N. N. in mem. di Arturo Cocorda
(Torre Pellice) 50.000; In mem. della zia Fanny,
Federico e famiglia 10.000; JuRette et Ernest
Alinari et Olga Kirkeis en mem. du prof. Federico Ghisi (S. Rigida - Firenze) 30.000; In mem.
di Pons Margherita ved. Martinat, la figlia Lilly 20.000; In mem. di Gaido Oreste, la figlia e
il genero (MaceRo) 50.000; Libonati Elia (Brindisi) 3.000; Ivonne Godino-Costantino, in mem.
del marito (Torino) 25.000; Scalerandi Maria,
Maddalena, Nini in Rostagno 10.000; Giovanni
e Margherita Planchon, in mem. di Gay Franco
20.000; Fida e Sandro Zhighin, in mem. di Daniele Malan (U.S.A.) 10.000; Comunità di Kusnacht (Zurigo) 2.985.414; Pietro e Ester Bonjour, in mem. di Susette Garniér-Bonjour 10.000;
Long-Monti Emilia (osp. Asilo) 83.000; FamigUa
Longhi in mem. di Pino 50.000; Fredesfcreis der
Waldenser Kirche, Essen (Germania) 1.457.200;
Reganey-Trogliotti-Tron, en souvenir de nos défùnts 45.000; In mem. della mamma, Georgette
Rivoir ved. Bounous, i figli 10.000; En souvenir
de nos parents, Emma et Edmondo Beux (U.S.
A.) 10.000; In mem. della Sig.ra Galetto-Trosse,
le famiglie Levi-Castagno- Peyrot e la Ditta INGO di Novara 50.000; N.N.-N.N. (Angrogna)
10.000; Sig.ra E. Horler (Zurigo) 35.000.
RINGRAZIAMENTO
Commossi e riconoscenti, i famigliari di
Margherita Armanti Hugon n. Ciordan
neirimpossibilità di farlo personalmente, ringraziano tutti coloro che, in qualsiasi modo, hanno
partecipato al loro dolore.
Un particolare ringraziamento ai pastori Taccia e Deodato, al dott. De Bettini, al presonale
medico e infermieristico deR'Ospedale « E. Agnelli ìì. ai parenti, amici e vicini di casa che hanno assistito amorevolmente la loro Cara.
Torre Pellice. 19 settembre 1975
RINGRAZIAMENTO
La sorella ed i nipoti di
Davide Pellegrin
ringraziano tutti coloro che hanno preso parte
al dolore della sua dipartenza. In particolare ringraziamo il direttore ed il personale dell’Asilo
Valdese di Luserna S. Giovanni, i dottori ed i
pastori che Tassistettero.
Luserna S. Giovanni, 20 settembre 1975
8
8
26 settembre 1975
ESERCITO
uomo e società
Cosa ne pensano
i «nostri» ufficiali? MAFIA E POTERE
Il 25 aprile (commemorazione della Liberazione) di Quest anno ha rappresentato per il Movimento dei Soldati il mosua massima espressione
pubblica con la partecipazione di soldati
m divisa alle manifestazioni cittadine organizzate dalle forze della sinistra.
Al di là del significato dell’« uscita »
del Movimento dei Soldati dalle caserme,
che d’altra parte non è stata la prima e
non sarà l’ultima, e della valutazione che
SI può dare di questo fatto, questa data
rappresenta anche il momento in cui la
starnpa a grande diffusione nazionale ha
cominciato ad occuparsi della questione
militare non solo in termini di « Golpe ».
Purtroppo, com’era già successo prima
circa le voci sui vari tentativi di colpo
di stato militare, la stampa nazionale non
e riuscita a dare un’informazione adeguata e precisa sui vari problemi dello
esercito e, più in generale, della difesa.
Il risultato di tutto questo è che da
una parte l’opinione pubblica ha comim
ciato a rendersi conto che il problema
militare non era solo nei termini di chi
era per il disarmo e chi non lo era, ma
che c’erano sul tappeto questioni più concrete e più impotanti come:
— il problema della democrazia nell’esercito (cioè: se nèll’esercito non si conosce il significato di « democrazia »
com’è possibile per l’esercito adempiere ai suoi compiti costituzionali, cioè
la salvaguardia delle istituzioni democratiche borghesi?);
— il^ problema delle difficili condizioni di
vita dei militari soprattutto di leva
(^carsa assistenza medica, insufficienti condizioni igieniche, repressione politica, inquadramento ideologico, ecc.);
— il problèma deH'esistenza di un Regolamento di disciplina Miiitare fascista
e della riforma dei codici;
— il problema dell’esistenza di un così
grosso apparato burocratico che è diventato uno dei centri del sottopotere
governativo e democristiano; e ancora molti altri problemi.
Ma d’altra parte la stampa nazionale
non è riuscita ad andare al di là dell’indicazione dell’esistenza di questi problemi
senza riuscire a cogliere il nodo di tutta
la questione: cioè il ruolo effettivo, e
non dichiarato, dell’esercito.
Tanto che l’opinione pubblica è rimasta sostanzialmente disorientata e incapace di capire i reali termini della questione.
Da questa critica non è possibile escludere neanche il PCI che finora non ha
avuto il coraggio di chiarire, sulla stampa
d’inform^ione del partito ed in occasione di interviste con giornali « indipendenti » (come per esempio quella rilasciata da Ugo Pecchioli a « Panorama », n.
488 del 28 agosto 1975), questo effettivo
ruolo dell’esercito.
Fortunatamente analisi serie e molto
valide sul ruolo dell’esercito sono già state fatte e_ se ne possono trovare alcune
leggendo i libri che ho già indicato nel
precedente articolo.
Giorgio Rochat ha scritto sul n. 34
(del luglio ’75) di Gioventù Evangelica un
breve articolo in cui, tra l’altro, sintetizza il ruolo dell’esercito come segue:
« ... il ruolo dell’esercito in questi ultimi treiit’anni è un ruolo essenzialmente
(e tradizionalmente) antipopolare ispirato da un anticomunismo di marca NATO
che fonde perfettamente i compiti interni (prevenzione e repressione di un’insurrezione rossa) e quelli esterni (integrazione della macchina bellica USA con
Comitale di Redazione: Bruno Bellion, Valdo Benecchi, Gustavo Bouchard, Niso De
Michelis, Ermanno Genre, Roberto Peyrot,
Paolo Ricca, Giampaolo Ricco, Bruno Rostagno, Giorgio Tourn, Tullio Viola.
Direttore: GIORGIO TOURN
Direttore responsabile: GINO CONTE
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per parola.
Reg. al Tribunale di Pinerolo N. 175
8 luglio 1960
Coop. Tipografica Subalpina - Torre Pellice
funzioni secondarie^ come la protezione
delle basi americane e l’appoggio alla VI
flotta nel Mediterraneo, assai più che la
difesa dei confini terrestri non minacciati da alcuno).
Attorno alle Forze Armate si sono coagulati rilevanti interessi economici (le
commesse militari hanno ormai importanza decisiva per molti settori dell’industria), burocratico-corporativi (la difesa
delle carriere di ufficiali e impiegati fino
all’offpsiva proliferazione di alti gradi
pagati per restare in ozio) e clientelari
(sottogoverno, talora corruzione, deviazioni elettorali e basi servizi di spionaggio), nonché complicità con il fascismo
delle maggioranze silenziose e delle trame nere e funzioni « educative » ad un
patriottismo qualunquista verso la massa delle reclute... ».
Ecco, secondo me, sarebbe importante
aprire un dibattito sul ruolo che ricopre
l’esercito chiedendo per esempio cosa ne
pensano gli ufficiali di carriera, in servizio effettivo e in pensione, che ci sono
tra le nostre comunità. E anche quello
che ne pensano i giovani che hanno fatto
il servizio militare di leva o che lo stanno
facendo.
Personalmente mi interesserebbe molto
sapere cosa ne pensano, di queste cose,
dei fratelli che condividono la mia scelta
di fede.
L’agghiacciante scoperta del cadavere
della giovane Cristina Mazzotti nella fossa-immondezzaio del novarese ha riportato di prepotenza in primo piano il grave problema della mafia ed il suo rapido
espandersi in tutta la nazione, ed oltre.
Siamo ormai lontani dalle locali « faide »
calabresi e dai furti di bestiame: la mafia è ora presente e potente negli appalti
delle opere pubbliche come nell’edilizia
privata, nei traffici d’armi come in quelli
della droga, nei sequestri di persona come nel riciclaggio internazionale dei capitali.
E una vera e propria forma di potere
che ha trovato la sua agevole collocazione nella frattura fra Stato e cittadino,
nella colpevole carenza dei pubblici poteri. Un magistrato, Raimondo Sinagra,
è stato molto esplicito, in qualità di pubblico ministero, in occasione di uno dei
tanti processi contro lo scrittore Michele Pantaleone, inflessibile e tenace accusatore di situazione e personaggi mafiosi.
Anziché difendere la « parte lesa » (un
mafioso che aveva querelato il Pantaleone), il magistrato pronunciò una dura requisitoria contro di essa, dicendo fra
l’altro: « La delinquenza maliosa è manifestazione o secrezione del vigente assetto di potere. Perciò è chiaro, e notorio, che le istituzioni pubbliche, i pubblici poteri, e perciò anche il potere giudiziario, subiscono un condizionamento
dalla mafia ».
la settimana internazionale
a cu ra di tul No viola
PORTOGALLO:
IL PERICOLO BELLA REAZIONE
ic Nei due nn. precedenti di questo settimanale, abbiamo, riportato (in puntate
successive) quasi per intero un articolo
di Roger Garaudy, coi rispettivi titoli:
« Le cause lontane e profonde della crisi
portoghese », fe « Il pericolo d’un socialismo che scenda ’’dall'alto". « L’affermazione finale, nella quale il Garaudy riassume il suo punto di vista, è stata: « L’esempio del Portogallo, dopo quello del Cile,
deve aiutarci a concepire più chiaramente
questa grande inversione: rivelandoci che
il socialismo ’’dall’alto’’, cioè il socialismo
dei Parlamenti o dei Partiti, è senza via
d’uscita, esso indica la necessità d’elaborare un modello nuovo: quello del "socialismo di base" del "socialismo dei consigli ».
Dopo averci convinti, il Garaudy ci ha
però subito gettati in uno ¡stato di angosciosa preoccupazione e di profondo
pessimismo. « E’ una bella una sana ricerca, certo. Ma com’è possibile (ci siamo chiesti) che sorga un ’’socialismo di
base”, un ’’socialismo di consigli” in una
nazione così povera come il Portogallo,
mancante di grandi industrie e quindi di
masse operaie (situazione, questa, simile
a quella dell’Italia del 1922, anzi verosimilmente più grave di quella! X ricca invece di analfabeti (circa il 40%), nonché
di fascisti armati al di là di tutta la lunga linea dei confini?! ».
È una domanda assillante alla quale
non sappiamo trovar risposta. Intanto la
situazione portoghese va, poco a poco,
aggravandosi. I sintomi di ciò sembrano
essere principalmente due:
1) Minaccia ai confini e nelle campagne del Portogallo del Nord. E un fatto
che il generale A. de Spinola cerca di organizzare la controrivoluzione. « Com’è
noto, Spinola è rientrato in Europa sotto
il falso nome di Antonio Ribeiro per raccogliere in Svizzera, Francia e Spagna solidarietà e finanziamenti. Al suo fiianco
sono comparsi un ex ministro di Caetaño. Cosía Dias, il fratello dell’ex governatore dell’Angola, Santos E. Castro, e
addirittura il capitano Galluao che dirige il famigerato ELP (= Esercito di Liberazione del Portogallo, finanziato dai
fascisti spagnoli). Questi personaggi dovrebbero dar vita alle BAT ( = Brigate
Antitotalitarie) che Spinola si accinge a
costituire nel Nord portoghese. In esse
dovrebbero confluire soprattutto i reduci
delle colonie; i loro punti d'appoggio dovrebbero essere, almeno in primo tempo,
i piccoli paesi in cui le manifestazioni
d’agosto, sobillate dai vescovi, hanno eliminato le amministrazioni locali ».
(Da « L’Espresso » del 21.9.’75).
2) Progressiva divisione e quindi indebolimento del MFA ( = Movimento delle Forze Armate). Nel periodo immediamente precedente la formazione del VI
governo provvisorio, è nata un’« opposizione di classe nelle caserme. Il primo
episodio è avvenuto nel Reggimento di
Polizia Militare di Lisbona. (Questo reggimento, che negli ultimi tempi ha aumentato i propri effettivi e rafforzato il
proprio potenziale di fuoco con alcune autoblindo, ha rifiutato di far partire due
compagnie^ la 8243 e la 8246 per VAngola.
L'I settembre a Rossio, durante una manifestazione di protesta, molte centinaia
di militari in divisa hanno gridato slogan
contro la "guerra coloniale". Il giorno prima, pattuglie della Polizia Militare avevano distribuito un volantino di convocazione, nel quale c’era un esplicito invito alla
disobbedienza. La lotta ha ottenuto un
primo risultato, poiché la partenza delle 2
compagnie è stata rinviata. Ma il capo di
stato maggiore dell’esercito Fabio ha deciso di stroncare il focolaio di ribellione
ed ha annunciato lo smembramento del
reggimento. La reazione a questa decisione di Fabio è stata durissima. In una mozione data 8.9, cioè lo stesso giorno in
cui una legge costituzionale, approvata
dal nuovo Consiglio della Rivoluzione,
vietava alla stampa di riportare notizie
dalle caserme), il plenario del reggimento risolveva di: « 1) Mettere in guardia il
popolo lavoratore sulla gravità della decisione, e lasciare al popolo la decisione
sulla dissoluzione, o non, nel nostro reggimento. (...) 4) Dichiarare che, nella crisi attuale, le unità progressiste devono
rafforzare le loro posizioni e non essere
indebolite ». La cosa più notevole è, che
questa mozione era stata approvata da
tutta l’unità con l’appoggio del comandante Campos de Andrade e del "cervello" del reggimento, il maggiore Tomè.
Il rifiuto d’obbedienza della Polizia Militare non è rimasto un fatto isolato. Due
giorni dopo, il SUV ( = Soldati Uniti Vinceremo, un’organizzazione di base "apartidaria") teneva a Porto una grande manifestazione di massa. Oltre 20.000 persone sfilano da Piazza Humberto Delgado
precedute da 1500 soldati in uniforme. Il
clima era teso e combattivo. I soldati sapevano di rischiare dure punizioni. Lo
stesso generale Fabiao, in una nota, aveva invitato i comandanti delle unità a impedire la manifestazione con ogni mezzo.
Eppure erano massicciamente rappresentate quasi tutte le più importanti caserme del Nord ». (Da un articolo di V. Sparagna sul « Manifesto » del 18.9.’75).
Queste ed altre notizie minacciose profilano all’orizzonte del Portogallo uno
spettro: il pericolo immenso ,anche se
non imminente, d’una guerra civile.
Un altro magistrato, Nicola Marvulli,
della procura di Genova, ha dichiarato:
« La lotta contro la mafia può non essere una lotta persa. Se tutti collaborassimo, a ogni livello la mafia si potrebbe
combattere efficacemente. Ma in tutta
onestà debbo ammettere che non c’è la
volontà di lottare contro la mafia ».
L’imponente documentazione raccolta
dalla commissione antimafia, che avrebbe
dovuto essere una vera e propria « santabarbara », rimane lettera morta. Si dice
che « non è materiale probatorio », che
non ha veste giuridica e non può essere
prodotto in giudizio. Uno scrupolo che
sarebbe degno di lode, se non nascondesse la volontà di impedire che venga fatta luce sulle più inquietanti vicende dal
dopoguerra ad oggi, vicende che hanno
visto coinvolti magistrati, deputati e anche ministri. C’è da temere che la verità
sulla mafia e dei suoi rapporti col potere
rimanga sepolta in una fossa assai più
profonda ed inaccessibile di quella in cui
è stata trovata Cristina Mazzotti.
ANONIMA VAMPIRI
Che le nazioni ricche (al pari delle persone) si arricchiscano sempre di più a
danno di quelle povere è cosa risaputa e
controllabile quotidianamente.
Ma che gruppi di individui senza molti
scrupoli arrivino al punto di succhiare
letteralmente il sangue alla povera gente, forse è meno noto. C’è voluta una denuncia ed una condanna da parte della
Organizzazione mondiale della Sanità
(QMS). Si è così appreso che a un
negro disgraziato dei Caraibi o dell’Africa nera, ad un affamato di Calcutta o delle iavelas (baracche) sudamericane vengono offerti da due a quattro dollari per
un litro di sangue o di plasma. Una volta trattato e congelato, il prezioso liquido viene esportato verso i paesi ricchi,
dove viene venduto ad un prezzo fra i 20
e 40 dollari al litro. Gli utili netti, per gli
intermediari, ammontano così a milioni
di dollari al me,se. Questo traffico abbietto è iniziato una decina d’anni fa nell’America del centro e del sud e si è progressivamente esteso all’Africa ed all’Asia,
coinvolgendo globalmente almeno 17
Stati.
I due aspetti, quello , morale e quello
sanitario — della denuncia dell’QMS —
sono evidenti. Sotto quello etico, il fatto
degli immensi guadagni si denuncia da
sé. Sotto quello sanitario, l’asportazione
di un litro settimanale di sangue da individui debilitati dalla miseria e dalla fame provoca gravi, ulteriori carenze organiche. Inoltre, la mancanza di elementari precauzioni nella selezione dei donatori comporta anche un alto rischio di
trasmissione di malattie.
Denuncie ed inchieste giornalistiche
hanno contribuito a smascherare la mafia dei vampiri: una « ditta » haitiana
(con alla testa un agente di cambio newyorkese) fu costretta a chiudere. Ma nel
frattempo una potente « concorrente » si
è solidamente impiantata nell’America
centrale, aprendo anche una succursale a
Rio de Janeiro.
Roberto Peyrot
CILE
Ricordati i 119 “scomparsi"
Imponente cerimonia ecumenica a Santiago. Presieduta dal vescovo luterano
Frenz e dal vescovo cattolico Alvear, alla presenza di più di 4.000 persone sono
stati ricordati i « 119 scomparsi » dal
giorno del golpe militare (11 settembre
1973).
Le 119 persone fanno parte di una lista pubblicata in luglio dal quotidiano cileno « E1 Mercurio » che citava come fonti i periodici argentini « O Dia » e « Léa »,
periodici rivelatisi non legalmente registrati.
Secondo la stampa cilena, i 119 erano
militanti di organizzazioni di sinistra che
sarebbero stati soppressi, in ogni parte
del mondo, dalle loro stesse organizzazioni politiche. Tuttavia, i corpi non sono mai stati ritrovati. Le famiglie degli
scomparsi, presenti alla cerimonia, si sono costituite in associazione la cui prima
azione è stata quella di unirsi allo sciopero della fame proclamato in due campi di prigionieri politici.