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Anno 117 - N. 11
13 marzo 1981 - L. 300
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Dietro tutte le discussioni che
si stanno facendo a proposito
della pena di morte, è rimasta,
per la verità un po’ in ombra, la
motivazione di fondo che ha dato il via alla reazione contro il
dilagare della criminalità (e non
solo di quella politica); il mantenimento deU’ordine pubblico.
In nome di un valore ambiguo
— « ordine pubblico » è infatti
una espressione parecchio equivoca, essendo suscettibile delle
piu disparate interpretazioni —
venne promosso il referendum
sulla legge Reale; si sono decisi
provvedimenti anti terrorismo;
abbiamo creduto di sanare jl dissesto in cui versa la giustizia italiana; il tutto con la convinzione
che fosse doveroso sacrificare o
almeno limitare, per il bene^ comune, i diritti civili associati alla nostra realtà di cittadini. L’inasprimento delle sanzioni, il
fermo di polizia preventivo, l’interrogatorio senza la presenza
del difensore rappresentano, all’apparenza, misure assai funzionali nella lotta all’eversione; ma
contribuiscono pure in modo rilevante ad allargare il campo
della criminalità, fino al punto
di colpire il semplice sospetto.
Si vuole aumentare il numero
dei latti etichettabili come criminosi non tenendo conto che
lo Stato dispone di una autorità
giudiziaria, di una polizia in grado di accertare soltanto pochissimi tra i reati commessi. A rigor di logica, unicamente una organizzazione che fosse capace di
colpire ogni comportamento delittuoso potrebbe interessarsi anche di altri fatti supposti pericolosi.
Nell’idea di ordine pubblico abbiamo fino ad ora visto un simbolo (ma un simbolo non deve,
forse, personificare un’entità precisa, di certo diversa da un concetto plurivalente che avvalora
qualsiasi iniziativa?) la cui trasposizione pratica nel sociale
garantisce il ritorno alla normalità. In sostanza l’ordine pubblico
è stato confuso e assimilato alla
sicurezza pubblica, dimenticando che quest’ultima è fatta per
prevenire i reati e non per reprimerli.
D’altra parte invocare i diritti
civili in omaggio a ideali proclamati dalla Costituzione e lasciare che i crimini aumentino non
è un’operazione accettabile. Ma
la lotta alla criminalità può essere vinta più che stabilendo
norme atte ad accrescere le pene e prevedere l’ergastolo o, magari, la sedia elettrica, applicando quelle norme già esistenti.
Ecco allora che l’affidare la direzione della polizia giudiziaria
in modo esplicito e totale all’autorità giudiziaria, evitando che
nel suo interno sorgano le solite
rivalità; l’incrementare le somme
destinate dal bilancio statale alla giustizia — ora lasciata quasi
a se stessa, con uno stanziamento, ridicolo, dell’l'Vo del bilancio
annuale complessivo —; il provvedere al buon funzionamento
delle cosi dette banche dei dati
(non ideologici, ma oggettivi) diventano punti di partenza da cui
è impossibile prescindere.
Chissà che, lavorando in tale
direzione, diminuisca la schiera
degli scontenti, serbatoio di futuri terroristi.
Marco Borno
LA TRAGEDIA QUOTIDIANA Di UN POPOLO DECIMATO
La Cambogia dell'Occidente
Ifl-iriamo Darlare i testimoni: il Consiglio Ecumenico, la Conferenza Episcopale Canadese, il
THbunI pelante d"! popoli - L'imm^obilismo del nostro governo e la copertura della D.C.
« Cambogia dell’Occidente ».
Così è stato chiamato recentemente lo spaventoso genocidio
che si svolge quotidianamente
nel Salvador. Noi che riteniamo
__giustamente — intollerabile lo
stilTicidio di omicidi terroristici
che a intervalli di mesi e settimane, a volte di giorni, insan
guinano il nostro paese, _ proviamo a pensare cosa deve significare vivere in un paese in cui ogni
ora vengono assassinate due o
tre persone, in cui nei primi due
mesi di quest’anno — come riferisce il « Corriere » riportando
dati raccolti dall'episcopato saivadoregno — sono state assassi
Il CEC per El Salvador
^ Nell’agosto del 1980 il
I ■ Comitato centrale del
C.E.C. ha constatato con molta inquietudine « la costante
scalata della repressione e
della violenza nell’America
centrale e in particolare nel
Salvador ». Reiteriamo con
forza quella dichiarazione nella quale il CC « esorta le autorità militari del governo
salvadoregno a cessare ogni
attività repressiva ; assicura le
Chiese del Salvador il suo
pieno appoggio spirituale,
morale, materiale ed economico ; riafferma la sua profonda solidarietà con le sofferenze e le rivendicazioni del
popolo ; esorta le nazioni a
non intervenire negli affari in
terni del Salvador ; e attira la
attenzione delle Chiese membri del C.E.C. sulla risoluzione del Consiglio nazionale
delle Chiese di Cristo negli
Stati Uniti che chiede al governo americano di cessare
ogni assistenza all’esercito e
alla polizia del Salvador ».
2 Abbiamo seguito con
• profonda inquietudine la
evoluzione degli avvenimenti
che si sono svolti da allora.
Deploriamo in particolare i
violenti attacchi sferrati contro il clero e i laici delle Chiese del Salvador che compiono coraggiosamente e in rnaniera esemplare il loro mini(Continua a pag. 3)
nate 3547 persone, in cui per essere uccisi basta esser un naembro della commissione per i diritti dell’uomo o una suora che
ha distribuito medicine e cibo ai
rifugiati.
Di fronte a questa situazione
è compito di ogni uomo ®
particolare di ogni credente che
riconosce nella verità 1 origine
della libertà — ricercare appassionatamente la realtà di ciò che
non può non coinvolgere ogni popolo e ogni essere umano. Appassionatamente: non con la cecità
di passioni politiche preconcette,
ma con la passione della giustizia, che è fame e sete e sofferenza per la sua mancanza.
Menzogne
Ora nel calvario di questo paese abbiamo assistito in questi
ultimi giorni ad un rilancio degli aiuti militari (consiglieri) ed
economici degli Stati Uniti con
una duplice copertura. Da un lato l’assicurazione che gli Stati
Uniti non interverranno militarmente facendo del Salvador un
nuovo Vietnam; dall altro 1 affermazione che gli Stati Uniti sono
« contro il terrorismo di sinistra
e di destra » e che la giunta attuale del Salvador « offre il programma più idoneo per migliorare le condizioni della popolazione ».
Il futuro si incaricherà di mostrare se il rilancio dell aiuto^ al
governo Duarte — triste biglietto da visita del nuovo governo
americano — pur senza configurarsi come un intervento diretto
che sarebbe ingenuo dopo le passate lezioni, abbia o meno il peso morale di responsabilità che
crii Stati Uniti ebbero nell’eccidio
vietnamita. Ma per la seconda
copertura dell’azione amencana
è urgente smascherare la falsità
di chi gioca oggi — proprio come
ieri nel Vietnam — a livellare
ogni cosa sul piano dei terrorismi di sinistra e di destra, del
preteso neutralismo, delle origini esterne (Cuba, Nicaragua) delle azioni che danno origine alla
« inevitabile » azione di repressione. Per questo, lasciamo parlare i testimoni, testimoni che
hanno visto, udito, raccolto informazioni, testimonianze dirette, con serietà, con sofferenza,
con partecipazione.
Consiglio ecumenico
Da un lato menzioniaino la presa di posizione del Comitato centrale del Consiglio Ecumenico
delle Chiese, le cui risoluzioni
sono basate in questo carnpo dalla Commissione delle Chiese per
gli Affari Internazionali, uno deoffi organismi niù articolati ed
efficienti del CEC. Data l’autorevolezza di un testo di questo genere in cui prevale la compartecipazione alle sofferenze del popolo salvadoregno, riportiamo integralmente il documento della
sessione di febbraio del Comitato centrale.
Vamen alla gloria di Dio Vescovi canadesi
O Dall’altra — sempre nel
- -, , . ___—f
Il termine « Amen » è un vocabolo della lingua ebraica, con un
contenuto chiaramente biblico.
Faceva parte del linguaggio religioso e liturgico prima della venuta di Cristo e, dalla sinagoga
antica, passò nella comunità cristiana dove l’amen liturgico, ei somiglianza di quanto accadeva
nella sinagoga, era pronunziato
da tutta l’assemblea, non da una
persona soltanto.
L’uso liturgico per quanto preponderante non era tuttavia
esclusivo di altre applicazioni, ¡-■a
parola «amen» veniva pronunziata per appoggiare o confermare una dichiarazione altrui, per
associarsi a ciò che era stato detto e che si riteneva valido e sicuro. « Amen » infatti sipufìca vero
certo, corrisponde in ^ linea di
massima al nostro « Si » vero e
sicuro, serve a confermare quanto è stato detto ed a riconoscerlo, vero, valido, convincente.
« Amen » nel nostro linguaggio
ecclesiastico significa « così sia »;
tuttavia questa espressione non
riguarda soltanto il futuro, bensì anche il presente, racchiude
una certezza ed una verità che
ci impegnano qui ed ora come
credenti in Dio: così sia, perche
così è e siccome è così certanic'-te, così sia in avvenire, da oggi in
^°Nel Nuovo Testamento e nella
comunità cristiana primitiva
l’an-ien è generalmente un acclamazione liturgica che ha il tono
dell’adorazione. E’ anche una
dossologia, cioè una fortnula di
lode con cui si conclude una
preghiera alla gloria di Dio. Ad
ogni modo nel Muovo Testamento l’amen conserva sempre il su
gnificato originario di vero e di
certo: è così, perciò « così sia ».
Le ultime parole dell’Apocalisse
mostrano chiaramente che la
chiesa, con il suo « amen » risponde al « Sì » della promessa
divina: « Colui che attesta queste
cose dice: Sì, vengo tosto! Amem
Signore Gesù ». E proprio perche
la parola di Dio « non è sì e no »,
scrive l'apostolo Paolo, « ma e si
in Lui », cioè in Cristo, « si pronunzia l’Amen alla gloria di Dio ».
E’ interessante notare che la
radice della parola Amen contiene due idee fondamentali e di
grande rilievo sotto il profilo della nostra fede: fermezza e verità.
Per i credenti in Cristo la venta
non è una formula religiosa o sacra è piuttosto ciò che Dio dichiara vero e degno di fede; è la
Parola di Dio che si è incarnata
in Gesù Cristo. Come dice il salmista: « O Eterno, la somma della tua parola è verità ». La venta
di Dio ci libera dagli errori e
dalle menzogne, ci trattiene dat
correre dietro a miti vecchi e
nuovi, non scambia il buon pane
della Parola per un piatto di cibi
raffiviciti, l'ila se'nzA sapova alaino. Gesù Cristo si è presentato
agli uomini ed ha parlato loro
con queste significative parole:
« Amen, amen », cioè « in verità,
in verità io vi dico », per dare autorità al suo insegnamento. Egli
è colui che ci parla nel nome di
Dio perciò, come dice ancora
¡’apostolo Paolo, « Quante sono le
promesse di Dio, tutte hanno il
toro sì in Lui »; Gesù Cristo e
« l’Amen », « il testimone fedele
e verace », la chiesa non possiede
un altro Signore, non ascolta la
voce di un altro maestro. Quando i credenti tutti insieme dicono « amen » è come se dicessero
(e in realtà dovrebbero dirlo):
veramente tu, o Signore, sei vero;
tu che sei il vero Signore, rendici
veri e sinceri, rendi vere le nostre preghiere e la nostra ubbidienza cristiana. Tu che sei
l’Amen, il vero, donaci di camminare nella tua verità.
Inoltre, nella radice della parola ebraica « amen » è contenuta l’idea di fermezza. La Parola di Dio è ferma, « tutti i precetti dell’Eterno sono stabili in sempiterno» (Salmo HI: 7). Tuttavia, parlando di fermezza non et
riferiamo soltanto alla Parola
del Signore, ma anche alla vita^
dei credenti i quali, resi fe-rnii
dalla Parola, non sono piu simili
ad una fragile creatura, «sballottala e portala qua e la da
ogni vento di dottrina », facile
preda di filosofie e di ideologie
umane, ma vigilano per rimanere
fermi nella verità che è stata loro
rivelata. Quando la comunità nel
suo insieme dice amen alla gloria di Dio, essa confessa la propria fede e la propria fermezza
nella fede, vincolata da quella Parola che non passerà mai. I fedeli
possono dire individualmente e
collettivamente: Amen, Signore.
Ermanno Rostan
(continua a pag. 2)
Dall’altra — sempre nel campo delle chiese — l’agenzia ADlSTA ha riportato un documento
della Conferenza Episcopale_ Canadese che analizzando la situazione salvadoregna afferma che
« dei 10.000 assassini politici avvenuti nel 1980, più dell’85% sono
i.^mutabili alle forze dell’estrema
destra e delle forze armate », documentando le proprie afferinazioni sulla base dei dati forniti
dall’ufficio di soccorso giuridico
deH’arcidiocesi di San Salvador
fondato da monsignor Oscar Romero, l’arcivescovo assassinato
un anno fa per aver — tra_ 1 altro — chiesto chiaramente ai soldati salvadoregni di non uccidere i loro connazionali. E in conseguenza dell’analisi fatta, cosi
valuta lo stato attuale;
La situazione reale del Salvador è dunque lontana dall'mwMghie che tenta di venderci il Dipartimento di stato degli UbA
ver giustificare la sua costante
ingerenza nella vita di questo
paese. La situazione reale è che la
giunta al potere tenta ad ogni costo di eliminare le forz.e popolari
per mantenere: 1) il sistema corrotto che permette agli alti gradi militari di avere il controllo
del paese; 2) i privilegi di una infima minoranza di grandi proprietari terrieri; 3) l influenza
predowhicmte delia polìtica e dell’economia nord-americana in America Latina. Ancora una volta,
è bene ricordare che la nostra
analisi della situazione .si basa su
due realtà che ci .sembra parlino
Franco Giampiccoli
(continua a pag. 3)
2
13 marzo 1981
AD ECUMENE IL CONSIGLIO FCEI
I PROTESTANTI NELLA STAMPA ITALIANA
Evangelici e Mezzogiorno • giornali sull’Intesa
Decisa I organizzazione di un incontro dellevangelismo italiano
Nei giorni 6, 7, 8 marzo si è
riunito ad Ecumene il Consiglio
delia Federazione delie Chiese
Evangeliche in Italia.
Come sempre accade la prima
riunione dell’anno è stata dedicata all’esame e all’approvazione
del conto consuntivo per l’anno
precedente che si è chiuso con
un avanp di amministrazione.
Proprio questo avanzo permetterà di far fronte a nuove necessità di impiego del personale: si
è deciso infatti di avere la collaborazione di un giornalista professionista per il coordinamento
del servizio stampa radio e televisione, e l’assunzione di una
persona a metà tempo per l’agenzia nev.
Si tratta, come hanno osservato alcuni membri del consiglio,
di misure ancora insufficienti per
far fronte alle nuove esigenze di
informazione che vengono da
più parti circa l’evangelismo italiano. Infatti si assiste ad un
grande coinvolgimento dell’evangelismo italiano nell’esperienza
delle radio e delle televisioni locali (ed il convegno organizzato
lo scorso anno sul problema dei
mezzi di comunicazione di massa ne è stata una dimostrazione)
mentre purtroppo le risorse finanziarie della EGEI non permettono di rispondere alla domanda di coordinamento e di
formazione anche professionale
che viene dagli evangelici impegnati in questo lavoro. La stessa
stampa periodica italiana, grazie
anche al lavoro della agenzia nev
è molto più attenta alle iniziative protestanti di quanto non lo
sia stata in tempi anche non lontani.
Protestantesimo
Ma mentre sale l’interesse per
l’evangelismo italiano la RAI nell’intento di ricuperare l’indice di
ascolto perduto a favore delle
'TV private, ha allo studio una
ristrutturazione dei programmi
culturali. In questo contesto la
rubrica « protestantesimo » do
vrebbe venire spostata alla domenica mattina alle ore 10.
Il consiglio Fcei di fronte a
questa ristrutturazione dei programmi ha approvato un ordine
del giorno nel quale si afferma
l’opinione che i programmi culturali sono essenziali per la crescita del nostro paese e devono
essere mantenuti e non relegati
in ore di minore ascolto.
(Sul tema della ristrutturazione dei programmi televisivi pubblicheremo presto un nostro servizio. N.d.r.).
Culto radio
Anche il culto radio rischia di
cambiare orario. Questa volta
non si tratta di una ristrutturazione di una rete radiofonica, ma
semplicemente di una ridistribuzione del tempo destinato ai servizi del giornale radio. In questo
caso nell’orario attuale del culto
radio verrebbe trasmessa la rassegna stampa. Il culto radio verrebbe quindi anticipato alle 7,15.
Contro questa eventualità il consiglio ha assunto una deliberazione che chiede il mantenimento dell’attuale orario o in subordine una posticipazione al termine del giornale radio delle 8.
Aiuti ai terremotati
Gran parte della riunione è
stata poi dedicata all’esame dell’operato del comitato per l’aiuto
ai terremotati e al piano di ricostruzione e di sviluppo delle zone terremotate cui la EGEI, partecipa con l’appoggio delle chiese
protestanti del mondo intero.
(Nei prossimi numeri del giornale riferiremo dettagliatamente
sull’azione svolta. N.d.r.).
Data l’ampiezza dell’intervento il consiglio ha deciso di convocare prima dell’estate un incontro deU’evangelismo Italiano
per esaminare i complessi problemi dell’azione delle chiese
evangeliche nel dopo-terremoto.
Un impegno che non sarà limi
tato ad un breve periodo ma che
coinvolgerà le nostre chiese per
alcuni decenni.
Si tratta infatti di decisioni in
qualche modo « storiche » che
impegneranno le chiese sia finanziariamente che con uomini per
molto tempo.
L’incontro che dovrebbe avvenire a Napoli (o dintorni) dovrà
servire per stabilire le linee operative di questo intervento.
Pena di morte
La questione della riproposizione della pena di morte è stata
oggetto di discussione del consiglio che ha manifestato il suo
più completo dissenso.
gg
DIAKONIA
La fusione di Diakonia è di
contribuire alla preparazione di
tutti i membri di cbiesa impegnati dalle nostre comunità :
membri di consigli di chiesa, responsabili di attività settoriali,
i predicatori ed altri.
Questa funzione si svolgerà
nelle seguenti direzioni:
— Il servizio biblico, che consterà di note omiletiche, con studio esegetico e indicazioni per
la predicazione ; e di guide alla lettura dei libri biblici.
— Le schede.
— Resoconti di -esperienze.
— Proposte liturgiche.
— Documenti significativi della
situazione ecclesiastica.
L’abbonamento per il 1981 è
fissato come segue: Quattro numeri all’anno per abbonamento
ordinario di L. 5.000, estero 6.000,
sostenitore 10.000, da versare sul
ccp n. 20378105 intestato ad Agape - 10060 Frali, specificando la
causale.
La « Settimana per la Libertà » indetta dalle Ghiese valdesi
e metodiste a ricordo del 17 Febbraio e a rilancio del problema
delle Intese, ha sollevato vasta
eco in tutta la stampa italiana.
Eco rafforzata dall’inevitabile
rapporto con i problemi del Goncordato di cui si è anche, nel periodo, largamente parlato. Non
è mancata la partecipazione della
Televisione, che attraverso il
TG2 ha dato resoconto del Gonvegno al Teatro Garignano di
Torino, illustrato anche da una
intervista al Moderatore Giorgio
Bouchard. Nonché, per la rubrica Protestantesimo, una tavola
rotonda cui hanno partecipato
esponenti di vari partiti politici.
Ne hanno parlato, tra gli altri, il Corriere con un lucido articolo di Glauco Licata; la Repubblica riferendo il 18 della conferenza stampa tenuta sull’argomento dal Moderatore e dal
prof. Peyrot; il Giorno del 15
febbraio con una illuminante intervista alla sorella De Bernarni; la Stampa il 13, 14 e 15 febbraio, non solo con un resoconto del Gonvegno al Teatro Garignano e con la notizia dell’ordine del giorno approvato all’unanimità dai Gonsigli comunale,
provinciale e regionale per auspicare la traduzione in legge
delle Intese, ma anche con un
articolo esplicativo di L. Fumo.
I collegamenti con la revisione del Goncordato sono stati sottolineati da più parti: il Manifesto con un’ampia tavola rotonda il cui resoconto è stato pubblicato l’il febbraio, ed il cui
punto centrale è stato quello dell’insegnamento religioso e problemi connessi; il past. Girardet
ha ampiamente ricordato le soluzioni proposte dalle Intese. Il
Corriere del 16 pubblica una intervista al segretario del P.L.I.
Zanone, il quale auspica l’abolizione del Goncordato e la sua sostituzione con Intese, anche con
la chiesa cattolica; sullo stesso
Corriere, il 19, L. Musselli auspica nella revisione del Concordato l’introduzione di principi analoghi a quelli recepiti nelle Intese ; Ruggero Orfei sul Giorno del
14 discute del principio concordatario inserendovi, sulla scia di
DALLE CHIESE
Aosta: la Regione sollecita l’Intesa
Con un certo ritardo, ma con
buon successo, sia per quanto
riguarda la partecipazione di
pubblico e sia per quanto riguarda prese di posizione in appoggio alla nostra battaglia per una
conclusione sollecita dell’Intesa,
venerdì 6 marzo, nel salone ducale del palazzo municipale, gentilmente messoci a disposizione
dal Comune, il pastore Ennio del
Priore, presentato dal presidente del Consiglio di chiesa, Carlo
Monaya, ha tenuto una conferenza su « Protestanti e libertà ».
Adesione e sostegno sono stati espressi negli interventi del
rappresentante della Federazione comunista della Val d’Aosta
M. Dondeynaz, del capogmppo
consiliare regionale del PSDI,
P. Minuzzo, dal parroco della
parrocchia di Santo Stefano, Don
Brunod, dalla Nuova sinistra il
cui rappresentante per un contrattempo non ha potuto leggere
il suo intervento. Varie domande di chiarimento sono state poste dal pubblico. Erano presenti
l’assessore alla pubblica istruzione e cultura del Comune F. Grimod, unionista, il capogruppo
consiliare regionale del PRI
F. De Grandis. il consigliere comunale del PCI, F. Bianco, rappresentanti della comunità di
base. Hanno dato la loro adesione rammaricandosi di non poter
intervenire, il presidente del Consiglio regionale G. Bolchi, comunista, e l’assessore regionale alla
pubblica istruzione I. Viglino,
dell’Union Valdótaine.
Il sindaco di Aosta, il socialista E. Bich, impossibilitato a
partecipare alla manifestazione,
ha presentato un ordine del'
giorno approvato in mattinata
dal Consiglio comunale. Analogo ordine del giorno è stato pre
sentato ed approvato in Consiglio regionale.
Nulla, per contro, è stato fatto
dagli organi di informazione, per
cui il minimo che si possa dire,
dato che hanno assicurato che il
silenzio non era voluto, è che,
nel campo sia della stampa che
della radio-televisione, si lavora
in Valle d’Aosta con una certa
approssimazione.
La manifestazione è servita
non soltanto per dare una informazione sulla nostra azione ma
anche a confortarci del fatto che
la battaglia per la libertà sta a
cuore di una vasta gamma di
forze politiche, sociali e culturali e di cittadkii.
Manifestazione
per l’Intesa
GENOVA — Insieme alle chiese di Sampierdarena e di Sestri
abbiamo attuato la « settimana
della libertà»; sono stati affissi
300 manifesti murali e distribuiti
numerosi volantini con l’indicazione della conferenza che il
past. Alfredo Sonelli, accogliendo il nostro invito, è venuto a
fare sabato 14/2; sebbene essa
fosse anche stata annunciata su
quotidiani cittadini e dal « Gazzettino della Liguria », il concorso di pubblico è stato modesto,
con la vistosa eccezione del presidente della Regione Liguria,
prof. Persico. Peccato, perché la
conferenza è stata efficace, non
limitandosi all’aspetto giuridicopolitico della questione dell’Intesa, ma toccandone anche il fondo teologico e spirituale. Un certo numero di copie del dossier
Glaudiana sono state diffuse.
B. Lombardi Boccia e E. Verar
di hanno avuto colloqui con redattori de « Il Lavoro » e de « Il
Secolo XIX » ; il primo ha pubblicato in forma d’intervista un
intervento di Gustavo Bouchard,
il secondo una lettera di Gino
Conte.
Altre manifestazioni
SCIGLI — All’affissione dei
manifesti in città ha fatto seguito sabato 21.2 una conferenza
nella sala della Biblioteca comunale introdotta dall’avv. Ugo
Schirò della locale Chiesa metodista, relatore l’avv. Piero Trotta
della Chiesa metodista di Palermo, sul tema « Rapporti tra chiese e stato in Italia ». Tra gli interventi che hanno animato la
discussione segnaliamo quello
del fratello G. Dannoso che ha
sollecitato l’impegno delle forze
laiche e dei partiti democratici
per presentare in Consiglio comunale un ordine del giorno di
appoggio all’Intesa. La proposta
è stata raccolta dai rappresentanti del PSI e del PCI che si sono impegnati ad attuarla.
A Pisa, il 19 febbraio, si è svolto un dibattito nella sala della
Provincia con la partecipazione
di un centinaio di persone. Erano
presenti due consiglieri comunali e un rappresentante della Comunità ebraica. L’argomento è
stato introdotto dal pastore Ernesto Naso, e dal presidente del
consiglio della chiesa valdese,
Barsotti.
A Lucca, il 20 febbraio, dopo
un’introduzione del prof. Domenico Maselli i presenti hanno
chiesto che un telegramma venisse inviato a loro nome al governo per sollecitare la firma.
Radio Lucca ha ritrasmesso il'
dibattito in un programma di
un’ora e mezza.
A La Spezia, il 20 febbraio, la
manifestazione si è svolta nel salone provinciale, introdotta dal
pastore Luigi Santini da Firenze.
A Bologna, il 22 febbraio, alla
presenza di circa 130 persone
hanno parlato il pastore Paolo
SbafB, il prof. Giuseppe Caputo,
ordinario di diritto canonico, il
prof. Giorgio Ghezzi, ordinario
di diritto del lavoro e l’on. Giancarla Codrignani, della sinistra
indipendente. Presente anche una
rappresentanza della chiesa avventista e delle Comunità di base.
un intervento papale, il concetto
di « influenza efficace » dei vescovi, che non avrebbero bisogno
dello strumento concordatario
per operare; Carlo Cardia sulla
Unità deiril, apertamente richiama i contenuti delle Intese, come base per una revisione di tutta la politica « religio.sa » dello
stato; e, naturalmente, l’Osservatore Romano dell’ll vede invece in un Concordato, sia pure rivisto, lo strumento necessario
per assicurare la «sana collaborazione» tra Stato e Chiesa, ricordata nella enciclica « CÌaudium et Spes ».
La cosa più positiva che sembra apparire da questi, e altri,
commenti di stampa è che si comincia a comprendere come le
Intese non siano un fatto giuridico che riguarda solo le nostre
Comunità, ma piuttosto un segno evidente ed importante di
come la libertà di tutti sia aiutata dalla realizzazione definitiva di questi accordi, anche se in
sé limitati ad esigue minoranze.
* * *
A commento di una pagina dedicata dal Giorno del 14 febbr.
alla storia della Inquisizione, lo
storico L. Pellicani afferma che
« i riformati erano i più intolleranti di tutti, erano forse peggio
della Inquisizione », in quanto
con Calvino «la Riforma ha introdotto il peggior principio di
esclusivismo della Fede » e « in
questo è sorella della Inquisizione». Uno storico come Pellicani
può permettersi di dire questo
ed altro. Ma rimane, tuttavia,
che, dopo il primo periodo di lotte necessarie alla sua affermazione, la Riforma, proprio per
il suo differenziarsi in varie confessioni, è stata la prima scuola
di tolleranza; e che, se il numero di riformati, o ritenuti tali,
vittime della Inquisizione è certamente altissimo, non si conoscono eccidi di cattolici, o presunti tali, in misura neppure lontanamente paragonabile.
4: « «
Su la Stampa del 27 gennaio
E. Baffone intervista il pastore
battista Doucé che ha fondato a
Parigi, ed anima, il « Centro del
Cristo Liberatore», che si occupa dei problemi degli omosessuali e dei transessuali. Sullo
stesso argomento, e con riferimenti al recente campo di Agape, interviene su L’Occhio del 15
febbraio don Andrea Combi.
Niso De Mìchelis
SEGNALAZIONI
Novità librarie
Amen
( segue da pag. 1 )
La tua parola e ferma in un mondo che è scosso e minaccioso, Tu
rendici fermi e radicati in Lui.
Talvolta può esser duro e doloroso pronunziare il Sì della fede in mezzo alle prove ed alle
lotte della vita; ma la testimonianza del credente passa per
quella via. C’è un amen che unisce i credenti ai redenti. E'
l'amen della lode e della gloria
a Dio, com’è descritta nella visione dell’Apocalisse: « Gli angeli si
prostrarono sulle loro facce davanti al trono, e adorarono Dio
dicendo: Amen! All’ Iddio nostro la benedizione e la gloria e
la sapienza e le azioni di grazie
e l’onore e la potenza e la forza,
nei secoli dei secoli. Amen »!
Così è e così sia!
Ermanno Rostan
• I diritti umani nella chiesa cattolica, a cura di Franco Barbero, Claudiana, Torino 1981, pp. 160, L. 4.000.
« Può la chiesa cattolica atteggiarsi a
paladina dei diritti unnani all’esterno,
in particolare di fronte al comuniSmo
ateo, e violarli contemporaneamente al
proprio interno? ». Da punti di vista diversi ma spesso convergenti ne discutono biblisti (Giuseppe Barbaglio), teologi (Giulio Girardi, Sergio Rostagno),
magistrati (Ferruccio Castellano, Amos
Pignatelli, Elvio Passone), uomini e donne impegnati nella chiesa (Francesco
Zanchini, Franco Barbero, Rita Pierro).
Una questione che investe in pieno le
secolari strutture autoritarie che la
chiesa cattolica si è data, ha perfezionato nei secoli, e ha preteso di « sacralizzare » ricorrendo al . diritto divino »
per renderle immutabili; una struttura
che ormai stride di fronte alla moderna
coscienza laica e democratica,
• LUiGI SANTINi, Gli evangelici italiani negli anni della crisi (19181948), Società di studi valdesi, via
D’Azeglio 2, Torre Pellice, pp 32
L. 1.000.
Un interessante studio, presentato al
Congresso storico della Società di studi
valdesi nel settembre 1980, e ora pubblicato nel quadro delle monografie edite in occasione del 17 febbraio, la « festa della libertà » del valdesi. Il ricambio generazionale, l’associazionismo, le
riviste, gli anni della guerra vengono
presentati sinteticamente ma con efficacia ed esattezza. In appendice l’ordine del giorno presentato nella seduta
sinodale dell'8 settembre 1943 e II testo di un opuscolo curato da Giovanni
Miegge dal titolo « Chi sono i cristiani
evangelici « (Claudiana 1940-41).
(nev)
3
13 marzo 1981
Preparazione del « Kirchentag » della chiesa protestante tedesca
"Non temere!
Il grande raduno popolare si svolgerà ad Amburgo dal 17 al 21 giugno,
con un motto particolarmente adatto alla situazione presente
Raramente il motto di un Kirchentag tedesco è sembrato più
indovinato. La Germania, ma
con lei tutta l’Europa, pare dominata da un timore indistinto.
Nessuno vuole immaginare una
guerra nucleare, ma intanto le
tensioni crescono in varie parti
del mondo e di molte situazioni
difficili non si vede la via d’uscita.
E’ circolata la voce che i ricconi di questo mondo hanno cominciato a ritirare i loro lingotti
d’oro dalle banche di Zurigo
(troppo vicina alla frontiera sovietica) per portarli a Londra (un
po’ meno insicura in caso di conflitto) dove comincerebbe ormai
a scarseggiare lo spazio nei grandi sotterranei blindati. Sia vera
o no la notizia, il solo fatto che
circoli esprime il generale senso
di insicurezza e timore che regna in Europa centrale.
Centomila persone
Una famiglia tedesca che, accanto ai propri bambini ha adottato due orfani vietnamiti ha visto uno di questi, di una decina
d’anni, tornare un giorno a casa
sconvolto: altri ragazzi della sua
età gli avevano gridato contro
« Vattene brutto straniero, che
ci vieni a rubare il lavoro! ». Frase insensata in bocca a ragazzini, e com.unque falsa perché gli
immigrati hanno sempre portato
e non rubato lavoro. L’ostilità immotivata per lo straniero, per il
diverso, è uno dei segni classici
di uno stato di insicurezza e di
timore, e quindi di un pericolo
di atteggiamenti crudeli e stupidi.
Ben venga dunque un Kirchentag — una delle manifestazioni
più imnegnative della vita della
chiesa teilesca — a ripeterci la
esortazione biblica: « Non temere! ». Il Kirchentag, come è noto, è una manifestazione di massa che raduna ogni due anni in
una diversa città tedesca decine
di migliaia di persone per conferenze, culti e studi biblici. Decine di Stands al « mercato delle
possibilità » permettono a ogiii
sorta di gruppi di presentare il
loro messaggio e le loro pubblicazioni.
Il Kirchentag può sembrare ancora relativamente lontano (17-21
giugno 1981), ma questi sono ormai i mesi della più intensa preparazione. Lontana può parere
anche la sede: Amburgo. Un Kirchentag che, per quanto riguarda l’estero, si rivolge piuttosto
ai paesi scandinavi che a quelli
æFurchte
dich
nicht
Il simbolo del Kirchentag: una
bitta a forma di croce e il motto
« non temere! ».
mediterranei, ma che, proprio
per questo, potrebbe interessare
chi, in Italia, vuol conoscere una
parte da noi meno nota della
Germania e della chiesa tedesca.
Sede del Kirchentag, come in
precedenti occasioni, le istallazioni della fiera, il Centro Congressi e le principali chiese della
città. Da tempo sono al lavoro i
diversi comitati, tra cui quello
logistico, che dovrà reperire —
in una delle città più care della
Germania — alloggio per settantamila o forse addirittura per
centomila persone. Il Comitato
internazionale organizzerà come
altre volte un « centro internazionale » a cui potranno rivolgersi i visitatori stranieri.
Rapporti ecumenici
Ancora non si sa se al Kirchentag interverranno uomini politici tedeschi; da un lato lo si vuole
aperto a tutti, e quindi anche ai
politici, e d’altra parte non si
vuole che questa o quella manifestazione si trasformi in un comizio.
Anche l’aspetto ecumenico del
Kirchentag presenta non pochi
problemi. In primo luogo il rapporto con i cosiddetti « Evangelikalen », i fondamentalisti. Sembra che tempestivi contatti abbiano creato un clima di comprensione: rimangono certe tensioni, ma si stanno attenuando,
senza che il Kirchentag abbia dovuto rinunciare alla sua impostazione relativamente progressista.
Nel Comitato Internazionale, a
cui ho partecipato a Fulda a fine
novembre, la questione dei rapporti col cattolicesimo ha ricevuto particolare attenzione, come
riflesso delle polemiche che hanno accompagnato il viaggio papale in Germania. I rapporti tra
cattolici e protestanti sono « stagnanti » da tanto tempo, è stato
detto a Fulda, e le cose non sono
affatto migliorate sotto l’attuale
pontificato. I vari dialoghi tra
teologi e dignitari ecclesiastici
non fanno nessun passo avanti.
La visita papale, d’altra parte, ha
suscitato dei sentimenti di riavvicinamento, ma non ha eliminato nessuno degli ostacoli strutturali che rendono l’avvicinamento impossibile, per lo meno a livello di istituzioni ecclesiastiche,
Quindi non c’è da aspettarsi nulla di importante dalle varie commissioni, neppure dall’ultima istituita, bensì soltanto dal « crescere insieme » dei credenti.
Queste considerazioni generali
trovano una loro puntuale conferma nei fatti che riguardano il
Kirchentag. Ad Amburgo in alcuni ambienti il rapporto alla base
è tale che in certe parrocchie
cattoliche e protestanti vi sono
dei membri dell’altra confessione tra i responsabili dei programmi di attività parrocchiali. Viceversa a livello istituzionale i rapporti tra il Kirchentag evangelico e il suo omologo cattolico sono tali che mentre il Kirchentag
invita sempre parecchi cattolici
come oratori, consulenti o collaboratori, il «Katholikentag»
esclude quasi qualsiasi partecipazione protestante. Questa mancanza di reciprocità non è un
fatto isolato, ma si riscontra in
molte altre situazioni definite
« ecumeniche », anche fuori di
Germania; e ci sarebbe da chiedersi se essa non finisca per far
dubitare della sincerità dell’ecumenismo cattolico ufficiale.
(segue da pag 1)
da sole: 1) la stragrande maggioranza delle vittime proviene dagli strati popolari e si può dimostrare che esse sono state assassinale sia dall’estrema destra che
dai militari; 2) la giunta perseguita .sistematicamente tutte le
organizzazioni progressiste con il
pretesto di difendere la sua posizione centrista contro l’estrema
sinistra, mentre non contrasta
per nulla l’attività eversiva della
estrema destra paramilitare, né
tenta di sma.scherare i veri responsabili di queste organizzazioni.
Il Tribunale
dei popoli
Infine un’ultima testimonianza
scelta tra le altre per la sua autorevolezza: dal 9 all’ll febbraio
si è riunito in sessione straordinaria a Città del Messico il Tribunale permanente dei popoli. A
conclusione della sua indagine —
che (informa ancora ADISTA) ha
visto anche un intervento di rappresentanti della giunta del Salvador allucinante per il cinismo,
l’ostentata esibizione di sicurezza, l’irrisione della libera assise
— il Tribunale ha condannato
I turchi
Cambogia dell'Occidente
/echi dal mondo cristiano!
a cura di ANTONIO ADAMO
Aiuti al Vietnam
(EPD) — L’associazione evangelica « 3rot für die Welt » (pane per il mondo) ha stanziato
300.000 marchi per un immediato
aiuto alle popolazioni del Vietnam colpite da un terribile ciclone nel Nord del paese.
L’intervento è stato concordato con la Chiesa evangelica del
Vietnam. Nei cinque anni successivi alla fine della guerra, « Brot
für die Welt » ha contribuito con
circa 4,4 milioni di marchi alla
costruzione di un ospedale per
bambini ad Haiphong e all’acquisto di vari generi di prima necessità: dal cibo alle zanzariere.
« la giunta del Salvador come responsabile dei seguenti crimini
contro l’umanità: genocidio, pratica della tortura e violazione dei
diritti fondamentali del popolo»
denunciando nello stesso tempo
« il governo degli Stati Uniti per
la sua complicità con la giunta
salvadoregna di cui favorisce la
perpetrazione di crimini contro
l’umanità ».
Cambogia dell’Qccidente. Siamo stali poco attenti a suo tempo al genocidio asiatico. Vogliamo esserlo di più per quello che
si svolge in Qccidente? Per noi
italiani si tratta per prima cosa
di far sentire il nostro totale di.saccordo con il nostro governo
che, unico tra tutti i paesi della
CEE, non ha richiamato il proprio ambasciatore dal Salvador
e con il partito di maggioranza
che ha dato a quella parte della
DC del Salvador che è rimasta
a fianco di Duarte una copertui-a — per bocca di Mariano Rumor, presidente dell’Unione delle Democrazie Cristiane — che
da un deputato stesso della DC è
stata giudicata « indecente ». E’
far politica, certo. Ma fossimo
pur maledetti per questo, se ciò
potesse aiutare i nostri fratelli
che muoiono assassinati nel Salvador.
Franco Giampiccoli
Oltre ai rapporti tra le confessioni cristiane, il Kirchentag dovrà anche affrontare le questioni dei rapporti tra le grandi religioni mondiali. Ad Amburgo vi
è una grossa presenza di lavoratori turchi, che pone in termini
immediati e concreti la questione dei rapporti con l’Islam.
Un Kirchentag, dunque, che
per quanto situato nel Nord della Germania e aperto soprattutto al mondo scandinavo, non potrà ignorare la realtà di tutta
l’Europa, e di quella mediterranea in particolare.
Aldo Comba
• Il corrispondente del Kirchentag
per l'Italia è II prof. Sergio Rostagno,
via Pietro Cossa 42, 00193 Roma; a lui
si possono chiedere informazioni come
pure I formulari per le iscrizioni, che
saranno chiuse il 31 marzo.
Cile: la Chiesa
cattolica
critica il regime
(BIP/SNOP) — In una recente dichiarazione, i responsabili
della Chiesa cattolica cilena hanno affermato che in Cile coesistono due paesi: uno privilegiato,
il cui sviluppo è soddisfacente e
che non manca di niente, ed un
altro che soffre, si sente discriminato e non ha nessun mezzo
per esprimersi. Secondo il segretario della Conferenza Episcopale del Cile, Bernardino Pinera,
« questo secondo paese è molto
più importante ». A suo avviso,
il Cile è nelle mani di una sola
classe e non è permessa alcuna
forma di critica. Parole molto
dure Pinero ha pronunciato anche nei confronti dell’attuale politica economica della giunta militare al potere; la prostituzione
è in aumento e così pure le persone che cercano di sopravvivere attraverso una umiliante serie
di espedienti, soprattutto nella
capitale.
Aiuti ecumenici al
popolo del Salvador
(SPP) — Il Consiglio ecumenico delle Chiese ha lanciato un
appello per la raccolta di circa
4 milioni di franchi da destinare
alle vittime della guerra civile
del Salvador, il cui numero aumenta giorno dopo giorno. I primi aiuti, inviati dalle Chiese protestanti svizzere, serviranno per
fornire viveri e medicinali alle
popolazioni scacciate dalle loro
terre in seguito alle operazioni
militari.
Una guerra giusta
è impossibile
(epd) — Il gruppo di lavoro
per i problemi sociali e politici
della « Missione per gli studenti
in Germania » ha organizzato, a
Bischofsheim, un convegno sulle
possibilità di un impegno cristiano per la pace, nell’ambito
della «Pedagogia della pace» e
della lotta non violenta, sul tema « Pace sulla terra ». Werner
Schneider, assistente alla facoltà teologica di Gottingen, ha affermato, nel corso della sua conferenza, che con l’avvento delle
armi nucleari è impossibile qualsiasi « guerra giusta », ed ha aggiunto che nell’attuale realtà politica per i cristiani esigere la
pace ed il disarmo diventa un
fatto di confessione di fede. L’avvocato Ulrich Hahn, responsabile della Chiesa evangelica del Baden per i problemi degli obiettori di coscienza, ha sottolineato
la necessità di rinunciare ad ogni
forma di violenza e di minaccia
violenta sia a livello personale
che a livello di politica internazionale.
India: molti i cristiani
non battezzati
(Information) — Secondo una
prima valutazione, sembra che
a Madras il numero dei cristiani
non battezzati sia superiore a
quello dei battezzati. In questa
regione è stata svolta un’inchiesta da cui risulta che il 10% degli Indù, benché non battezzato,
crede che « Gesù è il solo vero
Dio » ; i cristiani battezzati costituiscono a Madras il 7% della
popolazione. La maggior parte
degli indù credenti appartiene a
una casta superiore. Sembrerebbe che le reticenze al battesimo
siano dovute ai privilegi nazionali della casta e alle tradizioni
(matrimonio, riti funebri, separazione dagli altri membri della
casta, ecc...). La maggior parte
di questi Indù credenti partecipano regolarmente al culto e ricevono con piacere la visita dei
pastori.
Il CEC per il Salvador
IN DANIMARCA
Incontro delle
Chiese europee
Il secondo incontro ecumenico
delle chiese europee, che si svolgerà dal 16 al 20 novembre a
Logumskloster in Danimarca rivolgerà un appello per la pace
a tutte le chiese del continente.
L’incontro è organizzato congiuntamente dalla Conferenza
delle chiese europee (KEK) e dalla Conferenza episcopale cattolica europea e farà seguito all’incontro che si è svolto nell’aprile
1978 a Chantilly vicino a Parigi.
In una riunione preparatoria,
il 29 gennaio a Königslutter
(RFT) sotto la presidenza congiunta del pastore André Appel
e del cardinale Basii Hume, è
stato definito il tema dell’incontro di Logumskloster: « Chiamati
ad una sola speranza: comunione
ecumenica nella preghiera, nella
testimonianza e nel servizio ».
All’incontro parteciperanno circa 80 rappresentanti delle chiese
nrotestanti cattoliche e ortodosse
di tutta l’Europa, (nev).
(segue da pag. I)
stero di solidarietà pastorale e
profetica con la popolazione.
3 Deploriamo il fatto che
■ l’aiuto militare diretto dato
al Salvador di diversa provenienza ha provocato la spirale
della violenza e della repressione e ritardato la ricerca della pace. Domandiamo con urgenza
che cessi questa ingerenza ed
esortiamo le Chiese membri a
reclamare con insistenza che siano rispettate la dignità e l’integrità del popolo salvadoregno e
la sua volontà di decidere del
proprio avvenire. Consideriamo
con particolare ansietà le recenti informazioni secondo cui il
governo degli Stati Uniti ha aumentato il suo sostegno politico
economico e militare alle autorità militari salvadoregne.
Ci dichiariamo profondamente solidali con i nostri
fratelli e sorelle del Salvador che
sono i rappresentanti delle Chiese e del popolo di quel paese,
nelle sofferenze che sopportano
e nella lotta che hanno fatto
propria.
5 Chiediamo alle nostre Chie■ se e comunità sorelle dell’America latina, al livello continentale e nazionale, di unirsi a noi
nella preghiera di intercessione,
nell’azione e nell’aiuto nel nome
del popolo salvadoregno. Ci uniamo al Consiglio delle Chiese in
America latina (in formazione)
4.
nella sua convinzione, espressa
recentemente in una lettera alle
Chiese cristiane del Salvador,
« che il Dio che adoriamo e serviamo è il Signore della storia»
fi « che in quanto cristiani siamo
chiamati a essere membra di uno
stesso corpo ».
6 Domandiamo con urgenza
• alle Chiese membri del
C.E.C. di rafforzare e accelerare
il loro aiuto ecumenico agli sforzi concreti che vengono intrapresi per alleviare le sofferenze al
Salvador e in particolare di dare il loro appoggio all’appello finanziario lanciato nel gennaio
1981 dal CESSAR e di esercitare
risolutamente tutta la loro influenza perché sia messa fine alla repressione in quel paese.
7 Infine, mentre ci avvicinia■ mo al primo anniversario
del martirio del venerato pastore e arcivescovo di San Salvador,
Monsignor Oscar Arnulfo Remerò, ci facciamo eco delle parole del suo successore, il vescovo Arturo Rivera Damas,
pregando perché il popolo del
Salvador resti attaccato alla sua
fede e fedele alla sua lotta al servizio di una società più giusta e
più fraterna, in cui regnerà la
vera pace e dove la paura e il
terrore cederanno il passo alla
comunità e alla gioia.
(Dichiarazione del.Comitato centrale del C.E.C. riunito dal 9
al 13 febbraio 1981 a Ginevra).
4
T
13 marzo 1981
DUE INTERESSANTI INIZIATIVE
Nuovi " mass - media "
a colloquio con ì lettori |
EVANGELIZZARE
Allestite secondo una tecnica appropriata, le mostre possono essere
non solo un servizio documentario ma anche mezzo di testimonianza
Allestire una retrospettiva storica che riassuma e interpreti
schematicamente l’esperienza vissuta in epoche che appartengono
al nostro passato, comporta sempre una certa serie di interroga
tivi. Quando poi l’obiettivo viene
orientato sul movimento valdese,
sulle vicende di un popolo-chiesa
che il Signore ha guidato attraverso le peripezie frapposte sul
suo cammino dai potentati di
mezza Europa, e che ancora oggi
si ritrova in prima linea nella
battaglia per l’attuazione della
Costituzione italiana, i nodi da
sciogliere non sono pochi. I rischi
cui sarebbe andata incontro una
mostra rispondente ai canoni tradizionali sono chiaramente emersi al gruppo « Evangelo in Libertà » di Milano, che si era proposto
di esulare dai consueti tabelloni,
sicuramente validi per la ricchezza di informazioni messe a disposizione del pubblico, ma spesso
corredati da didascalie troppo
fitte, immagini monotone e da
un linguaggio accessibile ai profani solo a prezzo di molti sforzi.
Per risolvere il problema è stata chiesta la consulenza di Umberto Stagnaro, l’autore del volume « Pradeltorno non deve cadere! », ormai conosciuto nelle
nostre comunità come il libro dei
« fumetti valdesi ».
Così, ai primi di febbraio, i risultati della ricerca sono stati
esposti presso il Circolo Ricreativo Enel di Milano. A giudicare
dalle impressioni espresse dal
pubblico che si è soffermato con
notevole interesse a prendere
coscienza che nel nostro paese
esiste una maniera « differente »
di vivere la propria fede in Cristo, si è colto nel segno.
L’esposizione è articolata su
due parti: una prettamente storica, l’altra inerente alla riflessio
ne di Stagnaro sull’utilizzo di
una tecnica, quella dei fumetti,
che non ha ancora rivelato tutte
le sue inespresse potenzialità.
Conciliando fotografie, riproduzioni di antichi documenti, cartine storiche con una grafica moderna e, soprattutto, con un corretto uso del linguaggio che, pur
rispettando i contenuti delle diverse epoche, si identifica con
quello del cittadino medio dei nostri tempi, si è riusciti nella davvero lodevole intenzione di avvicinare il pubblico a eventi, come
la Riforma con tutte le sue implicazioni, relegati (e assai raramente) a un sapere accademico o
libresco. Le tappe della storia
valdese, via via ripercorse con un
certo brio e ben inquadrate nella
problematica generale dei tempi,
conducono fino alla realtà odierna di una presenza significativa
nelle sue molteplici sfaccettature: istituti di assistenza, ospedali, la casa editrice Claudiana, le
librerie. Un gruppo di credenti
che non accettano la ghettizzazione, ma mettono a disposizione
della collettività il patrimonio di
un passato e di un presente strenuamente impegnati nella lotta
per le libertà civili e religiose.
Un discorso a parte meritano
poi i pannelli che costituiscono
una vera e propria didattica del
fumetto. Dagli abbozzi iniziali
agli schizzi che prendono sempre
più corpo fino alla stesura definitiva. Constatato che i media
visivi sono tra le travi portanti
della comunicazione, il fumetto,
ricco di elementi del tutto originali' potrebbe trovare in futuro
spazi nuovi, mediante ulteriori
affinamenti della tecnica o studi
più approfonditi sull’impatto con
un vasto pubblico.
Un’occasione importante, dunque, che senza dubbio merita di
pastorale
Era stata una giornata non troppo diversa dalle altre:
alcune visite a ammalati e isolati, un po' di lavoro amministrativo e alcune ore di preparazione. Eppure mi sentivo molto
stanco. Verso le 23 ero già a letto, quando squilla il telefono
e odo la voce di S. che dice: « Pastore, può venire a casa mia?»
Più che alla stanchezza — lo confesso — pensai al posto
"poco raccomandabile" di giorno, figuriamoci di notte, e dissi:
« A quest’ora?! Ma cosa succede? »
« Mia sorella vuol andare via da casa. Papà non vuole ed
è successo un finimondo. / vicini hanno chiamato il "113” ».
« Vengo subito » risposi.
Il cortile dove abita la famiglia era pieno di gente che
commentava l'accaduto. Mi faccio largo ed entro nella casa
ove trovo due poliziotti che stavano dicendo al padre: « Sua
figlia ha già 18 anni e né lei né noi possiamo impedirle di andare dove vuole ».
Nel frattempo S. mi si avvicina e mi dice con le lacrime
agli occhi « Ci aiuti lei, pastore ».
Mi avvicino alla ragazza che vuole andare via di casa e
prima ancora che io riesca ad aprire bocca, mi investe con
una infinità di accuse contro il padre tiranno che non le permette di uscire con chi vuole e tornare a casa quando vuole.
E infine: se è venuto per aiutarci convinca mio padre a lasciarmi uscire. 'Tanto anche la legge è dalla mia parte!
Pregai il Signore di illuminarmi: cosa dire? Cosa fare?
Cominciai a parlare con la ragazza, con il padre, prima separatamente, poi assieme e finalmente alle 2 dopo mezzanotte si
raggiunse il compromesso: la ragazza avrebbe passato la notte a casa ma la mattina dopo sarei tornato a riprendere il
discorso.
Tornai a casa, ma chiusi occhio? Non direi! Ero troppo
preso dalla preoccupazione su cosa fare e dalla necessità di
chiedere aiuto al Signore.
La mattina dopo telefono ad un amico medico, gli chiedo consiglio e questi propone: « Passa a prendermi, verrò
con te ».
Passo da casa sua ma appena mi vede mi chiede di aspettarlo un momento in salotto e torna subito dopo con un bicchiere e mi invita: « Prendi questo ne hai bisogno ». Viste
le mie titubanze aggiunge « non preoccuparti, è solo un ansiolitico ». Lo prendo e andiamo.
Arriviamo dalla famiglia e spiego chi è il mio accompagnatore. Discutiamo assieme a lungo, ma non c’è verso: la
ragazza prende la sua valigia e va via di casa.
Anche noi usciamo e in macchina l’amico mi dice: «Tu
hai i capelli bianchi, molta esperienza, io sono giovane, però
accetta il mio consiglio profes.sionale: prendi le cose con più
distacco, altrimenti non puoi aiutare molto ».
Può un pastore prendere le cose "professionalmente?" 0
deve partecipare alle ansie, problemi e sofferenze dei propri
fratelli?
Pubblichiamo in questa rubrica, in forma anonima, brevi
esperienze e riflessioni del ministero pastorale evangelico.
essere riproposta in altre sedi, o
di diventare un biglietto da visita
itinerante. Perché simili mostre
superano l’ambito di un servizio
documentario, per rendere invece una testimonianza.
M. R.
Protestantesimo
in francobolli
I filatelici si danno spesso a
raccolte tematiche. Il past. Paolo
Sanfilippo, di Chiavari, ha avviato una bella raccolta di francobolli dedicata al protestantesimo: dev’essere, almeno in Italia,
una mosca bianca! Nei giorni 14
e 15/2, con l’ausilio di pannelli,
ha esposto nell’atrio della chiesa valdese di Via Assarotti, a Genova, questa sua raccolta e l’abbiamo vista in molti, con vivo interesse. Partendo dai precursori
della Riforma, seguendone l’apparire e quindi i grandi rami (si
può naturalmente discutere in
che misura siano protestanti l’anglicanesimo e l’anabattismo), si
constata con stupore in quanti
paesi del mondo la storia, i momenti cruciali, le figure dominanti, nei vari campi, le opere, le
assemblee del protestantesimo
abbiano avuto l’onore di una rievocazione filatelica. La mostra è
molto interessante perché i vari
francobolli sono accompagnati
da didascalie illustrative: cosi attraverso questi francobolli si può
dire molto! Altre chiese potrebbero utilmente fruire di questa
mostra simpatica e originale, farne strumento d’attrazione e di
testimonianza. E chissà che qualche nostro patito di filatelia non
avvii a sua volta una raccolta simile... o possa segnalare a P. Sanfilippo qualche pezzo inedito!
g.c.
Perché dobbiamo evangelizzare? La risposta è una sola. Perché questo è
l’ordine che Gesù Cristo diede ai suoi
discepoli e con essi a tutti i suoi seguaci di tutti i tempi e luoghi e quindi
anche a noi. Eccolo il Suo ordine: « Andate per tutto il mondo e predicate l'Evangelo ad ogni creatura » {Me. 16: 15).
Quando noi pensiamo che solo un
terzo della popolazione del mondo è
formalmente cristiana e gli altri due
terzi sono pagani, ossia idolatri, cioè
non conoscono Punico Dio vivente e
vero, né Gesù Cristo ed il Suo Vangelo e considerando Inoltre che la maggior parte dei professanti la fede cristiana conosce l’Evangelo assai imperfettamente, cioè non genuinamente, ma
mischiato con insegnamenti di umane
tradizioni, ne deriva la grande importanza che ha l’evangelizzazione anche
oggi malgrado I quasi duemila anni di
predicazione cristiana.
E perciò è valida anche oggi l'esortazione dell'Apostolo S. Paolo che egli
dava a Timoteo: « Fa' l’opera d'evangelista » (Il Tim. 4:5). Il « guai a me se
non evangelizzo » (1 Cor. 9: 16) dello
stesso Apostolo deve essere il motto
di ogni autentico Cristiano Evangelico. Ricordiamoci che il compito di evangelizzare non è riservato solo ai Pastori, agli Evangelisti ed ai predicatori, ma è compito di tutti, dico di tutti
i credenti Cristiani Evangelici.
Purtroppo non tutti i credenti Cristiani Evangelici hanno compreso e comprendono questo. L’evangelizzazione delle anime deve essere in cima ad ogni
pensiero del credente Cristiano Evangelico. il Signore Gesù Cristo ha detto:
- in dono (l'Evangelo) lo avete ricevuto,
in dono datelo » (Mt. 10: 8).
Quindi mettiamo ad effetto l'esorta
zione dell'Apostolo S. Paolo e diamoci
con tutto il cuore all'opera dell'evangelizzazione delle anime che ancora brancolano nel buio fosco dell'errore e superstizione e idolatria e rechiamo ad esse il dono prezioso dell’Evangelo che è
« potenza di Dio per la salvezza di
ogni credente » (Rom. 1: 16).
Ma ricordiamoci, e questo è il punto capitale, di « Evangelizzare ■ non solo con le parole quelli che non sono
convertiti, ma con la nostra personale
condotta di autentici cristiani.
Il Signore sarà con noi nell'opera di
evangelizzazione delle anime, come fu
coi Suoi servitori dei tempi passati e
ci concederà la forza e la grazia che ci
sono necessarie per adempiere il santo
e nobile mandato di evangelizzatori.
Paolo Manini, Bassignana
ECUMENISMO
In questa breve corrispondenza sul tema dell'ecumenismo, in tutta umiltà
vorremmo dire al caro fratello Attoma
di Bari (v. La Luce n. 5, 1981): la volontà di Dio non consiste, certo, in un
irenico « volemose bene », bensì nel
costringerci all’amore. Un amore totale, senza riserve, che implica accettazione del fratello chiunque egli sia. Accettare non vuol dire peraltro perdere
la propria identità e la propria carica
missionaria: ecumenismo non significa
infatti uniformità né irenismo, significa
solo accettarsi nella diversità e convergere insieme verso il Cristo, « tutti
uno » nella ecumene dei credenti (Giov.
17: 21).
A noi sembra che lo sviluppo dell’area di evangelizzazione passi attraverso la via deH'ecumenismo.
Emidio e Florestana Sfredda,
Rovereto
LA RIVISTA DELLA FACOLTA’ DI TEOLOGIA
Protestantesimo 1981 -1
TORINO
La sessualità
Daini marzo al 10 giugno il mercoledì alle ore 21 si svolge presso la
sede dell’Associazione it. donne medico, via Caboto 35, un corso sulla sessualità indirizzato a giovani genitori
operatori, aperto a tutti e coordinato
dalla dott.ssa Jolanda Valerio de Carli.
Richieste del programma e iscrizioni
(gratuite) vanno indirizzate alla sede.
Scorrendo il primo numero di
quest’anno della rivista ’Protestantesimo’ (1) segnaliamo l’ampio studio di Oscar Cullmann
su «la preghiera nell’Evangelo
di Giovanni»; un riuscito tentativo di cogliere l’elemento che
accomuna alcune sezioni di Giovanni: dal dialogo con la Samaritana alla preghiera sacerdotale. Tra gli studi critici compaiono due interventi sulla « Confessione Augustana» (C.A.) del
1530. Il primo riguarda una recente pubblicazione della Claudiana sul noto documento e il secondo presenta, a partire da una
antologia di scritti sulla C.A.
realizzata in Germania Occ. da
ROMA
DibaHito sulla TILG
luterani e cattolici, un commento storico-critico che mette in
evidenza i limiti sia dell’antico
documento riconciliatore presentato alla Dieta d’Augusta sia l’attuale superficialità di quell’ecumenismo, sedicente progressista,
che s’illude d’andare avanti ignorando la critica biblica.
Di particolare pregio, nella sezione delle Rassegne, sono i contributi su « Predestinazione e terremoto » ( vivace trascrizione di
un dibattito tra un filosofo e uno
storico) e la riflessione di B. Corsani su : « I fratelli di Gesù e i
cattolici italiani » con uno spunto che meriterebbe, a nostro avviso, un più ampio dibattito (riguardo per esempio alla censura
che ambienti cattolici italiani
operano sui ’fratelli’ del Signore
la cui menzione mette in crisi il
dogma della verginità perenne di
Maria).
Ventitré recensioni (non mancano titoli stranieri, né mancano
stroncature) chiudono questo
primo numero dell’anno che ver
Sabato 21 febbraio u.s., si è
parlato al Centro Evangelico di
Cultura di Roma della traduzione interconfessionale in lingua
corrente (TILC) del Nuovo Testamento, relatore il prof. Bruno
Corsani della Facoltà Valdese di
Teologia. Ovviamente il nostro
valente esegeta non ha potuto
passare in rassegna tutti i casi
sui quali sono sorti dubbi o perplessità — gli ci sarebbero volute
delle ore! —, per cui nel dibattito sono stati evidenziati altri problemi, come per esempio quei
luoghi dove nella TILC sono sparite quasi sistematicamente le parole « giustizia » e « giustificazione ».
Certo, il brano più controverso
resta Matt. 16, 18: se la spiegazione datane dal prof. Corsani
(Pietro è la prima delle tante
« pietre » con cui viene edificata
la chiesa di cui Cristo è e rimane
la « pietra angolare ») è apparsa
convincente ai più. tuttavia qualcuno osserva tra le quinte che,
se essa soddisfa quasi tutti gli
evangelici, tuttavia non può non
dar adito ai cattolici integralisti
di servirsene proprio a sostegno
della nota spiegazione romana.
Però, appena il dubbio sfiora il
lettore meno avvertito ■— cioè
che quella spiegazione romana
non è l’unica possibile —, allora
sorge in lui un altro sospetto,
vale a dire che tutto l’edificio del
papato stia per cadere, ma si sa
che a tal proposito — vedi il caso
Kùng — il magistero romano è
sempre sul chi vive! Non potendo tradurre diversamente il gioco di parole « Pietro » e « pietra », tanto valeva introdurre nella TILC, a scanso di equivoci, il
sistema delle brevi annotazioni a
piè di pagina, in cui — come ha
fatto bene la Bibbia concordata
dell’editore Mondadori — vengono brevemente esposte, a proposito dei casi veramente ambigui,
le diverse interpretazioni, cattolica, protestante, ortodossa ecc.
Il dibattito si è acceso anche a
proposito della quarta beatitudine (Matt. 5, 6): nel testo della Riveduta, in ciò fedele sia all’originale greco che alla Vulgata latina, viene integralmente conservata la frase estremamente pregna di significato: « Beati quelli
che sono affamati ed assetati della giustizia », mentre nella TILC
troviamo un’espressione diversa:
« Beati quelli che desiderano ardentemente ciò che Dio vuole ».
E’ stato messo in rilievo che la
« giustizia » di cui parla il versetto non può che riferirsi a Dio e
alla Sua volontà, e certo si può
anche accettare questa esegesi,
ma nel caso nostro non si tratta
di una traduzione, sia pure « dinamica », ma di una vera e propria interpretazione.
G.G.
rà inviato, a spese della Tavola
Valdese, come saggio in vista
dell’abbonamento ai predicatori
locali. La rivista, pur conservando un buon livello accademico e
pur essendo una lettura di un
certo impegno, non è, sia nel
linguaggio sia nei contenuti, inaccessibile. Anzi si presenta come
un utile strumento di formazione teologica-critica particolarmente adatto per chi, come evangelico, è attivo nel campo della
testimonianza e desidera approfondire, di volta in volta, le proprie conoscenze bibliche e teologiche.
G. P.
(1) Rivista trimestrale pubblicata sotto gli auspici della Facoltà Valdese di Teologia. Abb.
1981, ordinario L. 9.000 da versare sul c.c.p 14013007 intestato a
Libreria di Cultura Religiosa,
Piazza Cavour 32 , 00193 Roma.
Incontro FCEI
Come annunciato si svolgerà a
Firenze il 21 e 22 marzo un Convegno su « Responsabilità dei
cristiani di fronte all’aborto volontario ». Sede via dei Benci 9.
Informazioni e iscrizioni presso
il pastore Mario Marziale, Borgo
Ognissanti 6, Firenze, telef. 055/
210537.
5
13 marzo 1981
NEL CENTENARIO DELLA NASCITA DI DUE GRANDI RAPPRESENTANTI DEL CRISTIANESIMO FRANCESE
Marc Boegner e Paul Couturier
apostoli deii’ecumenismo
Pastore Marc Boegner, Abbé Paul Couturier: due uomini nati nello stesso anno, un secolo fa; due uomini profondamente diversi l’uno dall’altro: alto, robusto, deciso,
pieno di forza e autorità il primo; pallido, magro, modesto, riservatissimo il secondo; uno fieramente protestante, l’altro convinto cattolico. Eppure tutt’e due apostoli
dell’ecumenismo. Non certo per indole naturale: né l’uno
né l’altro sembravano destinati a diventare quello che
furono. In tutt’e due è avvenuto, a un certo momento
della loro vita — molto presto per Boegner, molto tardi
per Couturier — quello che non è esagerato chiamare una
conversione spirituale. Da quel momento l’uno e l’altro
hanno lavorato, pregato, predicato per una Chiesa senza
frontiere, senza steccati confessionali e dottrinali, profondamente coscienti del dramma della separazione fra
cristiani. E così tutt’e due, ognuno secondo il proprio ca
risma, iniziarono a tracciare quella via stretta e tortuosa che è quella dell’ecumenismo. Nessuno dei due si è
mai illuso che il raggiungimento dell’Unità cristiana possa essere opera umana: solo la preghiera paziente, costante, sofferta, potrà fare sì che Cristo faccia nascere
la Sua Chiesa, nuova e universale, al servizio dell’umanìtà sofferente.
Jean-Jacques Peyronel
pastore Marc Boegner
Per oltre mezzo secolo (dal 1918 al
1970) Marc Boegner fu la personificazione del protestantesimo francese. Con il suo discernimento spirituale, con la sua intelligenza, con la sua
naturale autorità, seppe rilanciare ed affermare il ruolo della minoranza protestante, in Francia e nel mondo ecumenico. Ma, anche se ricoprì; le più alte cariche, non fu mai un uomo d’apparato, un
alto funzionario ecclesiastico staccato dal
popolo dei credenti; fu invece, e fino all’ultimo, un pastore, un uomo che sapeva
parlare alla gente e che sapeva radunare
e edificare la Chiesa.
Nato a Epinal il 21 febbraio 1881, questo figlio di prefetto non aveva nessuna
intenzione di studiare teologia : il suo sogno era di diventare marinaio. Non potendo realizzare questo sogno a causa
della sua vista difettosa, decise di seguire le orme del padre studiando Legge. Fu
allora che intervenne nella sua vita una
vera e propria conversione, ad opera di
sua cugina Bianche Fallot. Si trattò di
una crisi profonda, di una « rivoluzione
spirituale », come egli stesso la definì, che
cambiò radicalmente il senso della sua
vita. All’indomani di questa crisi, fece un
lungo soggiorno presso suo zio materno,
Tommy Fallot, pastore ad Aouste, vicino
a Crest, nella Drôme. Tommy Fallot, iniziatore in Francia del « Cristianesimo Sociale », era un pastore combattente che
lottava con energia per una Chiesa senza
frontiere, per l’edificazione della comunità dei credenti e per la giustizia sociale.
La vocazione ecumenica di Marc Boegner è nata a contatto con quest’uomo
che ammirava per la sua fede, la sua decisione, la sua apertura. In un’epoca (fine
dell’ottocento) in cui il protestantesimo
francese era dilaniato da lotte e tensioni
tra le correnti « liberali » e « ortodosse »,
Tommy Fallot aveva insegnato al giovane nipote a guardare sempre alla vera
Chiesa di Gesù Cristo che va al di là
delle istituzioni e delle dottrine.
Alla morte dello zio, Marc Boegner gli
succede nella piccola parrocchia di Aouste, nel 1905. Vi rimane fino al 1911 quando viene chiamato a diventare professore
alla scuola di teologia della Società delle
Missioni di Parigi. Ma non vi rimane a
lungo. Nel 1918, risponde all’appello della
chiesa dell’Annunciazione e diventa pastore della parrocchia di Passy dove rimarrà fino al 1953. La lunga permanenza
in questa comunità sta a dimostrare che
Marc Boegner non ha mai voluto staccarsi dalla realtà pratica e quotidiana
della vita dei credenti. Il suo stesso impegno ecumenico, la sua passione per l’unità, trovano il loro pieno significato in
questa sua capacità di rimanere all’ascolto degli altri, degli umili in particolare.
Molto presto — nel 1929 — diventa presidente della Federazione Protestante di
Francia e subito dedica molto tempo ed
energia per ricostituire l’unità riformata.
Nel 1938, la Chiesa Riformata di Francia
emerge finalmente dalle sue divisioni dottrinali: lo deve sia alla forza di convinzione di quest’uomo sia al rinnovamento
biblico e teologico sviluppatosi prima della seconda guerra mondiale, e all’infiusso
di Karl Barth il quale mise in guardia i
cristiani contro i pericoli dell’ideologia
nazista.
Nella Francia occupata dai nazisti,
Marc Boegner non esitò a prendere posizioni audaci contro le leggi razziste e antisémite del governo Pétain, e ad aiuta,re
concretamente gli ebrei tedeschi tramite
la CIMADE, organismo nato nel 1939 per
venire in aiuto ai rifugiati, di cui sarà nominato presidente nel 1945.
Ma l’impegno pastorale di Marc Boegner non si limitò alla sola Chiesa Riformata di Francia. La sua vocazione ecumenica nasceva da una visione missionaria che aveva ereditato da Tommy Fallot.
Perciò compì, molti viaggi in Africa e nel
mondo, partecipò alle conferenze ecumeniche di Oxford e Edimburg (1937), di
Utrecht (1938) che porteranno alla nascita del Consiglio Ecumenico delle Chiese,
di cui fu nominato co-presidente fin dal
1948, in occasione della prima Assemblea
mondiale a Amsterdam. Di tutti questi
contatti rese partecipe l’insieme del protestantesimo francese che così, scoprì una
nuova dimensione della Chiesa, una nuova comprensione delle altre tradizioni cristiane, un nuovo compito dei cristiani in
un tempo di rapidi mutamenti. Verso la
fine della sua vita, Marc Boegner patecipò alla 3’ e 4* sessione del Concilio Vaticano II, quale invitato personale di
Paolo VI. Vide cosi, i primi segni di un
nuovo dialogo tra le Chiese, anche se si
rese conto del lungo cammino ancora da
percorrere per giungere all’unità voluta
da Cristo per la sua Chiesa.
Questa « presenza » autorevole di Marc
Boegner, riconosciuto come capo e figura
tipica del protestantesimo francese (alcuni criticarono questa personalizzazione
che sembrava eccessiva) era iniziata già
nel lontano 1928 con le « Conferenze di
Quaresima », diffuse da Radio-Parigi. Da
quel momento, con i suoi numerosissimi
interventi e dibattiti in ogni ambiente,
seppe far conoscere il fenomeno protestante in tutte le sue dimensioni: teologica, ecclesiale, sociale, morale, politica,
culturale. La sua elezione alla « Académie
Française » nel 1962 non fu un « onore »
retorico e formale bensì il riconoscimento dell’impatto spirituale della sua fede
evangelica fra i suoi contemporanei.
(Notizie tratte da un dossier di «Le
Christianisme au XX siècle » del 12
gennaio 1981).
Consiglio ecumenico
e Chiesa cattolica
Come devono essere i rapporti reciproci
tra Consiglio Ecumenico delle Chiese e
Chiesa cattolica romana? Quale forma dare alle loro relazioni « per rendere testimonianza al Cristo e per servire meglio
l’unità voluta per la sua Chiesa »? Ci si è
chiesti se la risposta a questa domanda
fondamentale non debba essere l'adesione della Chiesa cattolica al Consiglio Ecumenico. Però, il gruppo di lavoro ha giudicato che una tale soluzione « non permetterebbe un miglior servizio alla causa
comune dell’unità dei cristiani ». Come
non approvare la saggezza di questa posizione? Mi sembra impensabile che, nella
situazione teologica attuale, l’entrata della Chiesa romana nella « famiglia » delle
223 Chiese-membro del Consiglio possa
essere, anche per un solo istante, prospettata. E sono certo che, da parte del Consiglio Ecumenico, si misurano esattamente gli enormi problemi che s’impongono
allo studio comune e che né gli uni né gli
altri possono pensare di lasciare senz.a soluzione. Un « ecumenista » cattolico ha
rimproverato al Consiglio Ecumenico di
sostenere un’ideologia secondo la quale
basterebbe, per realizzare l’unità, passare
oltre a ciò che impedisce di manifestarla!
Piaccia o no agli impazienti delle diverse confessioni, bisogna « risolvere i problemi e non scavalcarli ». A voler forzare
la ricerca teologica degli ecurnenisti cattolici, il Consiglio Ecumenico, supponendo che ne abbia l’intenzione, non otterrebbe altro che compromettere la collaborazione stabilita in un clima di perfetta
lealtà e ostacolare la causa dell’Unità che
il movimento ecumenico ha, per vocazione, di fare progredire.
Marc Boegner
«L’esigenza ecumenica» (1968)
Chi avesse incontrato l’Abbé Paul
Couturier prima del 1933 non avrebbe certo mai pensato che sarebbe
diventato un pioniere dell’ecumenismo. Uomo di un’estrema discrezione,
silenzioso, modesto, quasi « eilacé », nulla
sembrava destinarlo a diventare, a 53 anni, apostolo dell’Unità dei cristiani.
Nato a Lione il 29 luglio 1881, dopo la
sua ordinazione sacerdotale nel 1906, si
laureò in scienze fisiche e venne nominato professore al collegio dei « Chartreux »
di Lione. Rimase lì, ad insegnare per 40
anni anche se non aveva affatto il carisma
dell’insegnamento. Paul Couturier prove
niva da una famiglia conservatrice di vecchio stile, integrista, ben-pensante, oru-i,
tata politicamente all’estrema-destra. La
svolta della sua vita fu segnata dall’incontro e dalla lunga amicizia con Vici or
Carlhian, un laico lionese, uomo d azicme
impegnato, che seppe scoprire e far emergere le qualità nascoste dell’Abbé. Paul
Couturier era essenzialmente un contemplativo e la sua vita fu tutta intera una
preghiera vivente attraverso la quale partecipò intensamente alle sofferenze e alle divisioni deirumanità.
Cattolico convinto, ebbe il primo impatto con un’altra confessione nel 1923
quando entrò in contatto con la folla dei
rifugiati russi che, a Lione, erano in 10.000.
Le sofferenze fisiche, spirituali, morali di
questa folla di sradicati lo colpirono profondamente. Per molti anni diede loro assistenza materiale e spirituale, e tramite
loro stabilì contatti con la gerarchia ortodossa. Ma la vera conversione spirituale
dell'Abbé avvenne qualche anno più tardi,
nel 1932, durante un soggiorno al monastero benedettino di Amay-sur-Meuse.
Conversione
Fondato nel 1925 da Dom Lambert
Beauduin, questo monastero era nato per
lavorare all’unità dei cristiani e rappresentava un ponte tra Oriente e Occidente. L’Abbé trovò là la spiritualità che cercava e maturò definitivamente la sua vocazione per l’Unità. Fu proprio a Amay
che Couturier venne a conoscenza dell’iniziativa presa dai Padri cattolici dell’Atonement, a Graymoor (USA) per la preghiera a favore dell’unità dei cristiani,
che avveniva nella settimana tra il 18 e
il 25 gennaio. Tornato a Lione, Paul Couturier introdusse, nel gennaio 1933, questa
« Ottava per il ritorno dei cristiani separati all’Unità della Chiesa » (e non, si noti bene, per il ritorno dei « fratelli separati » all’unità con la Chiesa romana!). All’inizio non si trattò di una settimana ma
di un triduo (20, 21, 22 gennaio). Nel 1935,
avvenne per la prima volta una preghiera
simultanea tra cattolici e ortodossi. L’anno dopo, in aprile 1936, il Sinodo delle
Chiese riformate votava il seguente ordine del giorno: « Il sinodo nazionale, venuto a conoscenza che uno sforzo di intercessione per l’Unità della Chiesa sarebbe
fatto la quarta domenica dopo Natale in
numerosi ambienti ortodossi, anglicani e
cattolici romani:
a) accoglie con emozione e con gioia
tale iniziativa;
b) propone ai pastori di orientare in
quel giorno il culto domenicale verso l’unità cristiana e, in particolare, di unire
le preghiere della Chiesa riformata di
Francia a quelle delle altre frazioni della
Chiesa universale ».
Il senso acutissimo del dramma della
separazione fra cristiani portò l’Abbé Couturier a prendere contatto con ogni confessione, e sempre in quello spirito di profonda umiltà, carità e pietà che lo caratterizzò. Nel 1937 e nel 1938, era andato
in Inghilterra per incontrare varie personalità della Chiesa anglicana. Questo suo
gesto gli era valso parecchie critiche da
parte della sua Chiesa ma la sua convinzione ecumenica era così forte e sofferta
che non poteva fermarsi.
Intanto era nata quella « Settimana di
preghiera per l’Unità » che, sull’esempio
di Lione, si propagherà molto presto in
altre città di Francia (per es. Strasbourg,
fin dal 1938). Puntigliosamente organizzate dall’Abbé, queste « settimane » vedevano succedersi cerimonie liturgiche, conferenze, manifestazioni ecumeniche, il tutto
orchestrato da articoli giornalistici e trasmissioni radiofoniche.
Nel 1936, grazie all’abate Remilleux,
Paul Couturier entrò in rapporto con pastori svizzeri, al presbiterio protestante
di Erlenbach, per un incontro spirituale.
Abbé Paul Couturier
L’anno dopo, rincontro ebbe luogo a « la
Trappe de Notre-Dame des Dombes », nella diocesi di Belley. Così nacque questo
« groupe des Dombes », formato da 20-3(1
teologi cattolici e protestanti, che oggi
ancora si ritrova ogni anno, durante la
prima settimana di settembre per portare avanti una riflessione dottrinale.
Tramite questo gruppo, l’Abbé aveva
conosciuto il pastore Roger Schutz che di
lì a poco avrebbe iniziato la comunità di
Taizé. Fin dall’inizio di questa nuova avventura ecumenica, Paul Couturier fu il
confidente delle prove, delle speranze e
delle ricerche dei primi frati. Il libro di
Roger Schutz, « Introduzione alla Vita
Comunitaria », pubblicato nel 1944, porta
questa dedica: « Al nostro padre spirituale, Monsieur l’abbé Couturier - Roger
Schutz, Max Thurian». Stessa profonda
comunione spirituale dell’Abbé con la comunità femminile protestante di Grandchamp, vicino a Neuchâtel. Il futuro priore di Taizé parlava di lui in questi termini: « L’abbé Couturier conosceva il tesoro della Chiesa riformata e ne parlava
con un fervore semplice. Ne amava i suoi
pastori e i suoi laici. Questa penetrazione
della nostra Chiesa era così inattesa da
parte di un prete che, per ciò stesso, egli
imponeva l’attenzione ».
Non poteva mancare rincontro di Paul
Couturier con Visser’t Hooft, futuro fondatore del Consiglio Ecumenico delle Chiese. Difatti avvenne nel 1939. In quello stesso anno, l’Abbé scrisse queste frasi che
suonano profetiche: « Sembra che potremmo chiederci se sarebbe temerario
vedere in queste grandi assemblee cristiane successive, Stockholm (1925), Lausanne (1927), Oxford (1937), Edimburg (1937),
delle prime e lontane tappe sulla via che
porterebbe verso un immenso Concilio
ecumenico tale che la Cristianità non
avrebbe mai conosciuto. Queste assemblee
ne costituirebbero le preparazioni pre-conciliari, impreviste, provvidenziali, insolite,
ma già discernibili ».
Si può ben affermare che la vita dell’Abbé Couturier fu una preghiera permanente che egli stesso visse come la continuazione della preghiera sacerdotale di Gesù. Profondamente convinto della « comunione dei santi », aveva inventato l’espressione « Monastero Invisibile » per indicare
quella comunione nella preghiera per l’Unità dei cristiani separati. Sua anche la
espressione « Emulazione Spirituale » che
così sintetizzò in una lettera del 3 aprile
1940:
« Par l’union des coeurs / dans la Charité
à l’Unité des esprits / dans la Vérité.
Pour cela, il faut que l’Esprit ’renouvelle’
chacun des groupes chrétiens / y compris
les Catholiques Romains.
D’où une seule méthode:
’Emulation spirituelle, orientée vers
l’Unité Chrétienne’ ».
Nessuno si stupirà di sapere che la preghiera, le intuizioni e l’azione di questo
umile prete di Lione furono alla base del
famoso « Decreto sull’Ecumenismo » approvato dal Concilio Vaticano II.
(Notizie tratte dal bollettino « Unité
chrétienne» n. 32 e 60).
6
T
13 marzo 1981
cronaca delle valli
ALLE VALLI OGGI
PINEROLO
COMUNITÀ’ MONTANA VAL PELLICE
Anziani H Comune sull’Intesa Approvato il bilancio
e malati
C’è una legge, la 33 del 1980,
che dispone l’erogazione di un
assegno di 100 mila lire mensili
a quei pensionati che hanno un
reddito annuo inferiore a due milioni e mezzo, e che siano affetti
da malattie invalidanti.
Condizione per questa erogazione è quella di essere riconosciuti invalidi da una apposita
commissione di medici.
In pratica questo significa che
tutti i pensionati con "la minima", avanti con l'età e affetti pure da malattia cronica, possono
ricevere questo aiuto; che gli anziani con la “minima” ricoverati
presso case di riposo e non più
“autosufficienti” possono avere
questo contributo che permetterebbe loro di far fronte con più
serenità all’aumento crescente
delle rette. (Si pensi che a Pinerolo i non autosufficienti ricoverati nell’« infermeria » dell’Istituto Jacopo Bernardi devono pagare una retta di 320.000 lire mensili (!), ma la situazione è analoga per molte case di riposo della
nostra zona).
Ottenere questi soldi, nonostante la legge « spetti a chiunque di
osservare e fare osservare come legge della Repubblica Italiana », non è facile.
Nel pinerolese la commissione
di medici che deve accertare lo
stato di invalidità dei pensionati, esamina pochi casi la settimana ed è attualmente ferma alle domande di accertamento per
l’invalidità presentata nel 19,
cioè prima ancora dell'emanazione di questa legge. Tutti i pensionati che ne hanno fatto richiesta devono essere ancora esaminati!
Coi ritmi attuali si pensa che
occorreranno almeno due anni
prima dell'esame medico, ma
quanto poi durerà l’iter burocratico?
La condizione dell'anziano malato, con basso reddito e magari
solo, è drammatica e fa sì che
molti cerchino il ricovero in
ospedale, per poter mangiare e
sopravvivere, o semplicemente
molti si « lascino andare » e non
aspettino altro che la « loro ora »,
non potendo permettersi il "lusso” (si fa per dire) della casa di
riposo.
Di questi tempi, molti sono
pronti ad affermare il diritto
alla vita, e tra questi molti medici.
Molti sono disposti a scioperare per affermare il diritto al
salario, non ultimi i medici (e
sono stati ben ripagati). Molti da
parte dei pubblici poteri sono disposti a riconoscere il diritto
alla vita e al salario._
Ma il diritto alla vita e al salario dell’anziano chi lo riconosce?
Chi prende provvedimenti per
accelerare l’iter di queste pratiche?
La risposta è semplice: pochi
o nessuno. I vecchi malati non
hanno potere contrattuale.
Giorgio Gardiol
Proseguendo nella pubblicazione delle prese di posizione dei
comuni delle valli sul problema
delle intese, pubblichiamo qui di
seguito l’ordine del giorno approvato alla unanimità dal Consiglio Comunale di Pinerolo, lunedì 9 marzo. Le forze politiche
presenti in Consiglio sono DC,
PCI, PSI, PLI, PSDI, DP, PRI,
MSI.
Il Consiglio comunale di Pinerolo,
interprete dei sentimenti dei
cittadini che, senza distinzioni di
parte, propugnano principi di
uguaglianza e libertà, in relazione anche alla tradizione del Pinerolese,
tese tra lo Stato e le confessioni
religiose diverse dalla cattolica,
considerato che tali Chiese
permangono soggette alla legislazione fascista del 1929-1930 sui
« culti ammessi », limitativa della libertà religiosa,
nel ricordare che il 17 febbraio 1848 furono riconosciuti ai
Valdesi i diritti civili e politici,
esprimendo il proprio rammarico per il ritardo del Governo nel sottoporre alla approvazione del Parlamento il testo delle intese,
chiede
reso attento dalla mobilitazione delle Chiese valdesi nella
settimana tra il 14 e 22 febbraio,
che l’intesa tra lo Stato e le Chiese protestanti rappresentate dalla Tavola Valdese è stata siglata
dalle due delegazioni ormai da
tre anni e che tale progetto attende unicamente la firma in sede governativa per la sua presentazione al Parlamento,
al Governo di portare sollecitamente a compimento la trattativa dell’intesa tra la Repubblica
Italiana e le Chiese valdesi e metodiste, dando cosi attuazione ad
un articolo costituzionale tuttora disatteso,
rilevato che l’art. 8 della Costituzione, il quale sancisce la
uguale libertà delle confessioni
religiose, è tuttora inattuato per
ciò che concerne le previste In
auspica
il superamento del regime concordatario nello spirito di libertà e di uguaglianza delle confessioni religiose.
Dà mandato al Sindaco di trasmettere questo ordine del giorno al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio
dei Ministri, ai Presidenti della
Camera dei Deputati e del Senato, ai Gruppi Parlamentari.
Al Consiglio della Comunità
Montana, che si è riunito il 5
marzo, è stata riproposta la deliberazione per l’erogazione di
un’indennità di carica al Presidente per il suo impegno globale che viene richiesto senza risparmio di tempo anche nella gestione dell’U.S.L. La deliberazione è stata approvata con l’astensione della D.C. La Comunità
Montana si riserva di chiedere
alla Regione: 1) l’interpretazione autentica della L.R. 3/80 richiamandosi alla quale il CO.RE.
CO. provvide aU’annullamento
della deliberazione di dicembre
che poneva parzialmente la spesa a carico dell’U.S.L.; 2) il finanziamento comunque di tale spesa a carico del Fondo Sanitario.
Anche nella votazione della modifica dell’art. 28 dello Statuto
la D.C. si è astenuta non avendo
la Giunta istituito una Commissione per la revisione dello Statuto. Tale commissione verrà nominata quando si tratterà di rivedere tutto lo Statuto in relazione alle nuove attribuzioni della
Comunità Montana. AH’unanimita è approvato l’atto concernente la ricostruzione delle linee elettriche ex S.A.C.E. nel Comune di
Torre Pellice ed il 1” stralcio di
spesa (Inverso Rolandi) e ciò
in linea con la L.R. 15/1977.
Prossimamente si terrà il Con
PINEROLO: CONFERENZA DEL CIRCOLOTTO
Marxismo e religione
corso al posto di Segretario addetto all’informazione. Nel frattempo è stata nominata la Commissione giudicatrice.
Nella seconda parte della riunione, il Consiglio con funzioni
amministrative dell’U.S.L. n. 43
ascolta la dettagliata relazione
dell’Assessore al Bilancio che accompagna il « Bilancio Preventivo provvisorio per il 1981 » delrU.S.L. Con questo adempimento
si potrà meglio operare senza
dover ricorrere all’esercizio provvisorio. Il preventivo della spesa
storica per la malattia ammonta
a L. 3.698.735.000. La spesa complessiva comprende anche: lire
271 milioni per i servizi già attivati dalla Comunità Montana, lire 138 milioni già di competenza dei Comuni, lire 150 milioni
per ricoveri in Istituti di riposo
e lire 26 milioni in conto capitale. Va aggiunto che ci sono motivi per ritenere inadeguati gli
stanziamenti a bilancio in quanto la Comunità-U.S.L. nulla ha
ereditato a livello di strutture
per avviare prima e potenziare
poi servizi un tempo gestiti dagli Enti mutualistici.
La discussione si è accentrata
sulla localizzazione del futuro poliambulatorio. È necessario superare ogni campanilismo ed avere
particolare riguardo ai costi ed
ai benefici che la popolazione si
attende daH’istituzione dell’U.S.
L. Il Presidente informa che .soltanto ora si potranno ^viare
colloQ^i ufficiali con 1 Ordine
j\iauriziano, per l’utilizzo della
esistente struttura di Luserna S.
Giovanni. Analoghi colloqui si
terranno con la C.I.O.V. per utilizzare convenientemente l’Ospedale di Torre Pellice, come divisione di medicina.
A. K.
Si è svolto venerdì 6 marzo,
presso l’aula magna dell’Istituto
Buniva di Pinerolo, il primo incontro organizzato dal « Circolotto », che aveva come terna
« Marxismo e religione ». Il « Circolotto » è un’iniziativa di un
gruppo di persone che da alcuni
mesi ha deciso di trovarsi insieme e di cercare di riproporre un
dibattito culturale non in senso
ideologico, dogmatico, ma in senso problematico e partecipativo.
Si tratta di favorire un dibattito
comune, non di proporre verità
__ come diceva Francesca Spano
nella sua introduzione. — È una
proposta che vorrebbe portare
ad uno scambio di idee, ad un
rimettere in discussione terni,
categorie, modi di pensare e di
agire — come il marxismo — che
da molti anni sono vissuti solo
in modo individuale.
A questo dibattito sui rapporti
tra marxismo e religione seguiranno altri su «Marxismo, stato
e rivoluzione » (26 marzo), «Marxismo e etica» (3 aprile), «Marxismo, economia, classe operaia»
(23 aprile), «Marxismo e psicoanalisi » (8 maggio) e — per finire — un tentativo di sintesi su
« cosa è vivo e cosa è morto nel
marxismo?» (29 maggio).
E la proposta di dibattito di
oggi e domani
• CENTRO SOCIALE PROTESTANTE
Pinerolo — Nell'ambito del gruppo
preparatorio aH’lncontro per operai italiani e francesi (Rivoli 1-3 maggio), si
svolgono presso il Cesp (via dei Mille
1) i seguenti incontri;
Sabato 14 marzo, ore 21: la politica
economica della Confindustria (rei. G.
Gardiol).
Sabato 28 marzo, ore 21: la politica
economica del governo (rei. M. Meytre).
Gli incontri sono aperti alla partecipazione degli interessati.
• OSPEDALE VALDESE DI POMARETTO
Si rende noto che è aperto l’Avviso
Pubblico per II conferimento della supplenza temporanea a n. 1 posto di infermiere professionale presso l'Ospedale
Valdese di Pomaretto.
Termine di presentazione delle domande: ore 12 del giorno 23.3.1981.
Per informazioni rivolgersi aH’Amministrazione dell'Ente in Via Beckwith, 3
- Torre Pellice - Tel. 0121/91536 - 91606.
Protestantesimo
a Telepinerolo
canale 56 : per tutto il comprensorio
canale 27: per la città di
Pinerolo
canali 32 - 41 - 43 - 54 : per
la Val Chisone
canali 24 - 49: per la Val
Pellice
ogni sabato alle ofe 20,20
COHFRONTIAMOCI
CON L’EVANCELO
rubrica a cura di
Franco Davite
Attilio Fornerone
Marco Ayassot
14 marzo : La giornata
mondiale di preghiera
delle donne evangeliche.
venerdì è stata proprio; cosa è
ancora vivo, attuale, e cosa e mve morto, superato, in quello che
il marxismo ha detto sulla religione?
Nel suo lucido intervento Giulio Girardi — teologo e professore di filosofia all’Università di
Sassari — si è chiesto cosa ha
significato il marxismo quando
ne hanno parlato le Chiese e i
credenti. Per le chiese — specie
quella cattolica — parlare di
marxismo significa parlare di
materialismo ateo, odio di classe, promessa di trasformazioiie
della società che però è illusoria
e ingannevole, e che darà inevitabilmente luogo a governi totalitari, aH’oppressione sull’uomo. Logica conseguenza di questa analisi è che il marxisrno è il nemico
principale della Chiesa e va combattuto con forza, riaflerrnando
la superiorità del messaggio salvifico e della civiltà cristiana.
Per molti credenti e militanti cristiani il rapporto col marxismo
ha invece rappresentato una presa di coscienza della logica oppressiva del sistema capitalistico. Da un lato vi era in questi
credenti un bisogno di ribellione
a questa società, di schierarsi
dalla parte dei poveri, di vivere
la propria fede in solidarietà
partecipata con chi è sottomesso; dall’altra l’esigenza di trovare
un’organizzazione a queste convinzioni, di definire degli obiettivi per la trasformazione di questa società. Ed ecco secondo
Girardi — che il credente mcontra il marxismo, come teoria che
aiuta nella prassi.
Ma questo incontro non è privo di contraddizioni. Se è superabile — modificando profondamente la Chiesa come istituzione — la critica marxista al ruolo storico che la Chiesa ha avuto nei secoli (la chiesa che sta
dalla parte dei potenti), è invece profonda e lacerante per un
credente la critica di Marx alla
fede in una salvezza che non viene da noi, dalle nostre lotte, ma
da Dio che è altro da noi; cioè
la contraddizione tra la salvezza
che viene da Dio e la liberazione
che ci conquistiamo come uomini. Molto stimolanti sono anche state le riflessioni di Girardi
sul ruolo che la chiesa ha oggi
in paesi latino-americani come
Nicaragua e E1 Salvador. Ha poi
concluso riproponendo la frattura tra un cristianesimo vissuto
coi poveri e un cristianesimo
vissuto per la difesa della chiesa
come istituzione e come centro
di potere.
Vittorio Morero ha invece ricordato che per Marx 1 uomo
si fa, si crea la religione e in
questo senso trascende dal reale. E ha insistito che Marx non
ha dimostrato la non esistenza
di Dio (e come si fa a dimostrare il contrario se non per fede?).
Ha poi sottolineato la divisione
che deve esistere tra marxismo
— che è ideologia (laica e razionale) — e religione — che è fede.
Ma è vero che entrambi possono
dare qualcosa all’altro.
Da un lato il marxismo deve fare uno sforzo per superare i limiti della sua ideologia e quindi
rispettare l’uomo; dall’altro il
cristianesimo deve essere capace
di usare gli strumenti della critica marxista per usarli nella prassi. E ha concluso ricordando come anche nel marxismo siano
presenti certi aspetti di fideismo
e sacralità.
Argomento questo ripreso nel
dibattito da Claudio Foti che ha
posto una serie di stimolanti parallelismi tra chiesa e partito,
teologia della liberazione e utopia marxista (superamento dell’alienazione, dello Stato ecc.),
inquisizione e stalinismo, infallibilità papale e culto della personalità (Stalin e oggi Breznev),
libertà e necessità, uomo e natura e così via.
Il resoconto della serata si ferma qui sia per la difficoltà di
sintetizzare gli altri interventi
sia per la complessità dei discorsi che sono stati fatti.
La mia impressione è che va
profondamente ripensato e riveduto il metodo con cui vengono
condotti questi dibattiti. Lo scopo (o mi sbaglio?) è quello di
ricreare un clima di discussione
costruttiva e partecipata su certi
temi di grosso interesse culturale. E allora bisogna porsi; 1) il
problema del linguaggio (che deve essere comprensibile a tutti),
2) la questione che gli interventi
devono essere brevi e centrati su
uno o due argomenti al massimo
(basta con gli interventi complessivi, non abbiamo ancora imparato che non servono a nulla
tranne che a tagliare fuori la
gente??), 3) la questione di cosa
vuol dire, e come, fare cultura
(cultura allargata, di massa?, cultura di élite?). Altrimenti succede che il pubblico — davvero
numeroso all’inizio — a poco a
poco se ne va, stanco, confuso
e un po’ deluso.
S. V.
TORRE PELLICE
Per il ricupero
degli impianti
sportivi
È convocata per sabato 14 marzo,
alle ore 15.30, presso la Casa Unionista, un'assemblea, aperta a quanti ne
siano interessati, che avrà all’ordine del
giorno l’elezione dei componenti il Comitato futuro responsabile del riadattamento e utilizzo degli impianti sportivi
(campi da tennis e da pallavolo-pallacanestro) situati nell'area dell'ex Convitto valdese di via Beckwith.
Già nell'estate scorsa, alcune persone, In considerazione della quasi totale
mancanza di sbocchi sportivi nell'ambito delle attività della Chiesa valdese, avevano creduto opportuno il proporre la rimessa in funzione dei due
terreni di gioco (tennis e pallavolo appunto), al periodo inutilizzati e in stato
di grave dissesto; cosicché, una volta
riattivati, potessero rappresentare un
momento ricreativo di aggregazione per
i giovani della comunità di Torre Pellice.
Con questo intento, ancora nel 1980.
venne contattata la Tavola, proprietaria
delle strutture sportive in questione, la
qual© diede il suo assenso e appoggio
all'iniziativa, invitando chi si era dichiarato disponibile per realizzare concretamente la proposta a proseguire nel
proprio intento.
Il primo passo fatto è stato quello
di formulare una sommaria serie di
principi che tracciassero le linee generali e lo spirito informatore dell'iniziativa. Da qui si è arrivati alla presentazione. in seduta pubblica il 16.1,
di una bozza di statuto per un costituente Centro sportivo valdese, capace
di farsi promotore, escludendo dai suoi
finì il lucro e l'agonismo, delie iniziative di svago e di incontro dei giovani
di Torre tra di loro e con ragazzi di
altre comunità, anche straniere.
Ora, quella che era stata pensata
come la fase iniziale del progetto e
che consisteva nell'assicurare all'opera
di ristrutturazione degli impianti da
svolgere una certa garanzia di serietà
e di continuità, dovrebbe concludersi
sabato 14 con la nomina di un Comitato in grado, nella persona dei suoi
membri, di continuare il lavoro fino ad
ora svolto.
È forse superfluo ricordare che tutti
sono invitati a partecipare all assemblea.
M. B.
7
13 marzo 1981
CRONACA DELLE VALLI
7
ANGROGNA
INTERVISTA AL PASTORE CADIER
Aiutiamo
la cooperativa
Mercoledì 24 febbraio il pulmino della nostra Cooperativa, mentre stava compiendo come ogni mattina il
giro per la raccolta del latte, causa l’abbondante nevicata è slittato, finendo fuori strada e schiantandosi dopo
un volo di oltre 20 metri. L’autista, per fortuna, se l’è
cavata con qualche graffio soltanto, e molto spavento;
il pulmino è andato completamente distrutto.
Ci troviamo così in serie difficoltà, in quanto non
riusciamo, da soli, a far fronte alla somma necessaria
all’acquisto di un nuovo automezzo. Abbiamo pertanto
deciso di aprire una pubblica sottoscrizione di solidarietà: chi desidera darci una mano può versare il proprio
contributo o direttamente presso il Centro di vendita di
S. Lorenzo (orario di apertura: mercoledì e sabato dalle 14 alle 18; domenica dalle 9 alle 12.30), oppure sul
Conto Corrente n. 567468 presso la Cassa di Risparmio
in Torre Pellice.
Il Presidente della Coop.: Elmo Malan
Francia e Italia: problemi comuni
Durante una settimana
Gerard Cadier, pastore della Chiesa Riformata di
Francia (Regione CentreAlpes-Rhòne) è stato tra
noi visitando alcune comunità valdesi: Pomaretto,
Villasecca, Torre Pellice,
Luserna San Giovanni, Angrogna e si è incontrato,
venerdì 20 febbraio, con il
corpo pastorale delle Valli
in vista della prossima pastorale in comune che si
svolgerà In giugno nel centro evangelico di La Chalp
d’Arvieux. Al momento di
rientrare in Francia abbiamo rivolto a Cadier
(che possiamo ormai considerare non solo un amico ma un profondo conoscitore della nostra realtà)
alcune domande: la tua
impressione su questo giro
alle Valli? «Mi sento ormai integrato nella comunità delle chiese valdesi
delle Valli, da alcuni anni
vengo qui e conosco meglio
la situazione. Trovo che
questi reciproci scambi di
esperienze sono, ogni volta di più, reali ed intensi.
Vorrei che questa mia visita fosse compresa a livello di quegli scambi che
la CEvAA promuove tra le
chiese europee ». Più volte
delegato della Chiesa riformata di Francia al Sinodo e alla Conferenza distrettuale a Cadier abbiamo chiesto quali sono i
punti di contatto e collaborazione tra la Chiesa Valdese e la Chiesa riformata
della Regione Centre-Alpes
OBIETTORI DI COSCIENZA ALLE VALLI - 1
Il servizio civile: un’alternativa
Dopo alcuni anni dall’inizio della
legge sull’obiezione di coscienza in
Italia (dicembre 1972) sembra importante discutere un momento sulla possibilità del servizio civile alternativo al servizio militare; il nogiornale pubblicherà una breve serie ai artionii sull’argomento,
chiedendo soprattutto ad alcuni
obiettori il loro parere e la loro
esperienza. Come introduzione a
questi interventi, mi propongo sempiicomcnte di dare alcune informazioni pratiche sull’uso che si può
fare di questa legge.
Quando? Chi vuol fare servizio
civile come obiettore di coscienza
deve fare domanda al ministero
della difesa, entro 60 giorni dalla
visita di leva oppure entro il dicembre dell’ultimo anno nel quale gode del rinvio del servizio militare
per motivi di studio.
Come? La domanda deve essere
redatta in carta da bollo, deve essere indirizzata al ministero della
difesa e deve essere fatta pervenire
al distretto militare presso il quale
si è stati chiamati per il servizio
militare. La domanda deve contenere: la motivazione, cioè l’esposizione
dei fatti e delle ragioni per i quali
si invoca il riconoscimento come
obiettori di coscienza; nome e cognome, luogo e data di nascita, indirizzo, comune o capitaneria di
porto nelle cui liste di leva il richiedente è iscritto.
Che cosa? La domanda deve contenere la dichiarazione di optare, in
caso di accoglimento della domanda, per il servizio sostitutivo civile
della durata prevista dalla legge
(n. 772, del 15 dicembre 1972) - e
la dichiarazione, ai sensi della legge 4 gennaio 1968 n. 15, di non essere titolare di licenze e autorizzazioni relative alle armi indicate rispettivamente negli articoli 28 e 30
del testo unico della legge di pubblica sicurezza e di non essere stati
condannati per detenzione o porto
abusivo di armi.
Dove? Esistono vari centri di informazione sul servizio civile e sull’obiezione di coscienza; in particolare ci si può rivolgere alla LOG
(lega degli obiettori di coscienza), in
Via Rattazzi 24, 00185 Roma (tei.
06/734430). Chi vuol fare servizio
civile può, nella sua domanda, segnalare il posto dove desidera compiere questo servìzio (ma è evidentemente importante chiedere prima
all’ente interessato se vi sono dei
posti liberi e se la richiesta è quindi possibile per l’ente in questione).
Quale durata? L’articolo 5 della
legge dice che « i giovani ammessi
ai benefici della presente legge devono prestare servizio militare non
armato, o servizio sostitutivo civile,
per un tempo superiore di otto mesi alla durata del servizio di leva
cui sarebbero tenuti ». Attualmente
la durata normale di un periodo di
servizio civile è di 20 mesi (12-f8).
Poiché la legge prevede (art. 3) che
« il ministro decide entro sei mesi
dalla presentazione della domanda », una circolare del 1979 stabilisce che 26 mesi dopo la presentazione della domanda l’obiettore che
sia stato riconosciuto deve essere
messo in congedo, indipendentemente dal numero dei mesi nei quali
abbia prestato il suo servizio.
Nel mondo protestante italiano.
Chi lo desidera può effettuare il suo
servizio civile in uno degli istituti
che, tramite la Tavola valdese, sono
convenzionati con il ministero della
difesa. Al momento attuale esistono
queste possibilità: Agape centro
ecumenico, 10060 Prali/To; Casa di
riposo per evangelici, vìa Garibaldi
60, 97019 Vittoria/RG; Centro diaconale La Noce, Via G.E. Di Blasi
10, 90135 Palermo; Convitto valdese, 10060 Pomaretto/TO; Il Gignoro, casa di riposo, via del Gignoro
40, 50135 Firenze; Istituti ospedalieri valdesi. Vìa Beckwith 3, 10066
Torre Pellice (ospedale valdese di
Torre Pellice e di Pomaretto, rifugio « Re Carlo Alberto » di Luserna
San Giovanni, asilo per vecchi di S.
Germano Chisone); Istituto Gould,
Via dei Serragli 49, 50124 Firenze;
Servizio cristiano, 93016 Riesi/CL;
Villa Olanda, casa di riposo, 10062
Luserna San Giovanni/TO.
I contatti. È importante mettersi
in contatto più rapidamente che si
può con l’istituto dove si intenderebbe fare il servizio civile. Esiste
un comitato di solidarietà con gli
obiettori di coscienza (il nome risale ancora alla situazione precedente aH’anprovazìone della legge); attualmente ne fanno parte Gianmaria
Grimaldi, Marie-France Coisson,
Ezio Ponzo, Hedi Vaccaro ed Eugenio Rivoir. Ci si può rivolgere a loro per qualsiasi informazione. In
particolare il testo della legge 15 dicembre 1972, n. 772, contenente le
norme per il riconoscimento della
obiezione di coscienza (con le relative modifiche approvate il 19 dicembre 1974) è a disposizione di
tutti gli interessati.
Proposta. Questa breve serie di
articoli dovrebbe essere messa a
disposizione dei giovani che non
sono ancora stati chiamati alla visita di leva, per suscitare una discussione all’interno delle comunità. Il giornale potrebbe allora servire per continuare questa discussione coinvolgendo anche i lettori
nella riflessione che nasce. Lasciamo intanto la parola, a partire dal
prossimo numero, ad alcuni obiettori e alle loro esperienze.
Eugenio Rivoir
Doni CIOV
Doni pervenuti nei mese di dicembre 1980.
OSPEDALE DI POMARETTO
L. 43.000: I compagni di lavoro
di Sappè Lucia, in memoria della
cara mamma, San Germano Chisone.
L. 30.000: Arturo ed Ester Salma, in memoria di Letizia Grill
Mathieu, Torino; Genre Adriano,
Perrero.
L. 25.000: Carré Emilio, Sestriere: Lina ed Emilio Bounous,
in memoria della nipote Elsa
Beux in Travers, Riclaretto; Giovanna ed Alberto Clot, Chiotti di
Riclaretto; Malan Irene, in memoria di Letizia Grill Mathieu,
Bordighera; Tina Costabello, in
memoria del marito Dino Costabello, Novara.
L. 20.000: Rostan Livio e Florina, in memoria dei loro cari.
San Secondo di Pinerolo: Romano Alfredo, in memoria delia
moglie. San Secondo di Pinerolo; Beux Clotilde, San Germano Chisone: Oprandi Metilde,
Perosa Argentina; Bounous Enrico, Riclaretto; Sola Silvio, Perosa Argentina; Zanin Maria, Pinasca; Martinat Emma, Maniglia
di Perrero; Ghigo-Grill Ines, in
memoria di Grill Onorina e Garrou Lidia, Pomaretto.
Un impegno verso la montagna
Promosso dall’ Assessore
alla Montagna della Provincia si è .svolto nei giorni
scorsi, nella sede dell’.Amministrazione Pi'ovinciale
torinese, un incontro fra
gli amministralori delle 13
Comunità Montane torinesi.
Scopo di tale riunione
era fare il punto del lavoro
compiuto finora nel settore e impostare congiuntamente una programmazione per il futuro.
Erano presenti, oltre all’Assessore e al Presidente
della Provincia i rappresentanti di 10 Comunità Montane, tra cui quelli delle
nostre Valli.
Argomento centrale dell’incontro è stato il programma dell’ Assessorato
provinciale per il 1981.
Esaminando i maggiori
problemi del settore, si è
convenuto innanzitutto di
studiare ed organizzare, in
collaborazione con la Regione e naturalmente con
le Comunità Montane, un
efficiente sennzio di protezione contro gli incendi boschivi che quest’anno sono
stati una vera e propria calamità c in secondo luogo
di proseguire nell’opera già
avviata di sensibilizzazione
dell’opinione pubblica verso temi precisi, come per
esempio la tutela dei prati
dei montanari.
Inoltre la Provincia con
la Regione e le altre Province piemontesi, sta predisponendo interventi a favore delle piccole imprese
montane, la cui sopravvivenza è per lo più legata al
turismo invernale e che
hanno subito enormi danni
per il mancato innevamento di quest’anno.
Parimenti, potenzierà i
suoi interventi diretti, cioè
usando i propri mezzi mec
Rhóne. « Vorrei applicare
al nostro rapporto il motto che utilizzeremo prossimamente a Gémens per il
raduno protestante: ’’Marchons ensemble”. Stiamo
infatti — questa la mia impressione — percorrendo
la stessa strada pur in due
situazioni diverse. Agli
scambi reciproci di delegazioni s’aggiungono, ogni
due anni, le pastorali in
comune così arricchenti
per tutti. Vorrei anche ricordare che al viaggio in
Israele per monitori hanno partecipato monitori
del vostro Distretto così
come ai viaggi per ’’anziani servitori” nei luoghi biblici hanno preso parte dei
pastori emeriti valdesi. Ê
stata inoltre molto positiva
la collaborazione tra l’edizione Réveil (che pubblica
un mensile evangelico regionale) e la Claudiana riguardo al libro sui Valdesi di Giorgio Tourn. Il libro è venduto bene e c’è
anche chi ha nc'ato che:
’’questo è il miglior libro
pubblicato da Réveil negli
ultimi anni”. Infine, l’8 giugno a Gèmens, per il consueto raduno protestante,
contiamo di avere una tenda valdese con una vostra
numerosa delegazione. Anche la mia presenza qui
vuol essere un segno della
collaborazione in atto tra
le nostre due chiese ». Una
ultima questione: quali sono i punti di contatto tra
le due situazioni? « Presentando al corpo pastorale
delle Valli alcuni problemi attuali della Chiesa
francese mi sono accorto
delle profonde analogie che
ci accomunano. Un solo
esempio; in Francia stia
mo conducendo una ricerca sulla nostra identità
protestante. Il tema è di
reciproco interesse al punto che esso è stato scelto
come piattaforma d’incontro per la prossima pastorale in comune. Inoltre
voi avete avviato, a partire dall’ultimo Sinodo, una
riflessione sui ministeri che
prende il nome di ’’ruolo
diaconale”. Su questo argomento noi siamo di fronte a due tipi di preoccupazioni. La prima riguarda il
ruolo dei laici nella chiesa
nei confronti del culto,
della Santa Cena e dei funerali; tutto questo implica un discorso sulla formazione dei laici e una maggiore responsabilità dei laici nella conduzione della
chiesa. Il secondo punto
concerne il lavoro pastorale che non può essere soltanto legato alla chiesa locale bensì alla comunità
delle chiese. Questo implica un cambiamento di
mentalità anche da parte
dei membri di chiesa. Abbiamo già fatto, nella nostra regione, alcune scelte
in questo senso: oggi accanto ad una presidenza
regionale a pieno tempo
abbiamo pastori che si occupano di informazione,
evangelizzazione e studi biblici. Essi sono al servizio
non di una ma di tutte le
chiese. Mi sembra che anche voi stiate cercando di
aprire il ministero pastorale ad un orizzonte più
ampio di quello strettamente parrocchiale. Il dibattito è quindi aperto e
possiamo proseguirlo insieme, con vantaggio da
parte di entrambi ».
G. Platone
XVII FEBBRAIO A S. GERMANO
Storia e Teatro
PROVINCIA
canici, sia riguardo al « verde pubblico », con particolare riferimento alle aree
attrezzate lungo le strade
provinciali, sia per realizzare infrastrutture necessarie.
Ancora, essendo ormai da
tutti riconosciuta Timportanza della formazione culturale delle popolazioni
montane, strumento indispensabile di maturazione
collettiva, si è pure deciso
di conferirle il massimo impulso in questo settore.
A questo scopo, fra l’altro, si sta predisponendo
un piano per valorizzare
V ingente patrimonio artistico, culturale e delle tradizioni della civiltà montana troppo a lungo dimenticato o trascurato, rivalorizzando alcuni musei esistenti nelle nostre valli, e
potenziando il Museo Nazionale della Montagna di
Torino.
Quest’anno S. Germano
ha vissuto un XVII febbraio un po' fuori del consueto. Questo non solo per
la curiosità destata dalla
pubblicazione del libro « Al
di là del ponte », ma anche per l’interesse suscitato dalla recita « S. Germano attraverso i secoli », ad
esso strettamente collegata.
La rappresentazione ha
proposto al pubblico alcuni momenti della storia
dei valdesi (il rogo, le dispute teologiche, l’esilio,
l’industrializzazione, l’istruzione, le opere sociali) attraverso una serie di quadri in costume « cuciti » insieme da un efficace commento sonoro-strumentalevocale, che ha riscosso unanimi consensi.
Lo scopo di questo allestimento, oltre alG presentazione del predetto libro,
era duplice; da un lato cercare di accostare la gente
alla storia, in mair'cra nuova ed immediata c dall’altro coinvolgere in un lavoro comune una larcra parie
della comunità. Lo sforzo
di tutti coloro che hanno
contribuito alla realizzazione del lavoro è stato considerevole e questo è un dato
di fatto assai confortante.
Ci si è ritrovati a lavorare
come comunità, a dare ciascuno il proprio personale
contributo senza un’etichetta particolare, ma semplicemente come membri di una
stessa chiesa. Ci piace inoltre poter affermare che
senza l’apporto di molte
persone, che si sono occupate delle più svariate mansioni, la recita, essendo
« un prodotto interamente
fatto in casa» (tranne le
musiche di J.S. Bach) non
avrebbe certamente potuto
essere condotta in porto.
In secondo luogo il pubblico, affluito assai numeroso in entrambe le rappresentazioni, è stato fino alla
fine attento e partecipe e
ci è parso che abbia gradito, capito ed apprezzato lo
spettacolo. Lo scenario questa volta era il tempio che
è diventato anche parte integrante della rappresentazione. Ciò ha creato intorno agli attori e ai cori una
atmosfera suggestiva che
ha invitato al raccoglimento e a volte anche alla commozione. Di Questo siamo
riconoscenti al Comune di
Pinerolo che ci ha prestato
gratuitamente il palco, allestito appositamente nell’abside.
Gli spezzoni di storia proposti al pubblico sono serviti a fargli prendere coscienza del proprio passato? Noi abbiamo avuto la
sensazione che il tema della recita, centrato sul rapporto fede-povertà, abbia
b'’tto in qualche morlo nflcttcre o per lo n'eno mes.so il dito .sulle pmgbe del
presente. Il passato, maestro di vita, ci sta alle spalle, ciò che è stato fatto nel
bene o nel male, ci deve
però ammonire che oggt
più che mai bisogna lavorare fraternamente. Mollo
ci resta ancora da fare, anzi spesso è necessario ricominciare da capo. Qggi se
mai occorre lavorare perché il rapporto fede-prosperità non vanifichi la prima a vantaggio della seconda.
Questa rappresentazione
sangermanese è dunque
una proposta nuova di lavoro, che ci auguriamo possa contribuire al bene della
nostra comunità.
B.B.C.
8
8
CRONACA DELLE VALLI
13 marzo 1981
INCHIESTA SULL’ORA DI RELIGIONE E L’ESONERO ALLE VALLI - 1 SPIGOLATURE DI STORIA VALDESE
Un diritto usato troppo poco Tempo bizzarro
Per timore di difficoltà o per scarsa attenzione ai problemi
diritto all’esonero: la situazione oggi in Val Chisone e i
molti rinunciano al
n Val Germanasca
Le polemiche suscitate Io scorso anno dalla famosa
e ormai sconfessata circolare sull’obbligo del bollo per
le dichiarazioni di esenzione dall’insegnamento religioso
nella scuola media superiore, hanno riportato in primo
piano la necessità di continuare con vigilanza e tenacia
la battaglia per la laicità della scuola di Stato.
La Conferenza distrettuale di Frali dell’anno scorso
e il Sinodo successivo hanno invitato le chiese a dedicare maggiore attenzione a questi problemi e a favorire
in modo particolare con ogni mezzo la pratica dell’esonero dalle lezioni di religione, come mezzo di difesa e di
protesta per l’ingerenza cattolica nell’istruzione pubblica.
In questa linea, l’Eco-Luce ha pubblicato un inserto
con i moduli per la dichiarazione di esonero, che sono
stati distribuiti tra le famiglie valdesi.
A distanza di alcuni mesi, è forse interessante esami'
nare la situazione proprio nell’ambito delle Valli valde
si, dove si possono rilevare dati significativi per due mo
tivi importanti: la forte componente valdese della popo
lazione e la presenza nella città di Pinerolo di gruppi di
cattolici (Comunità di base di corso Torino e Parrocchia
di S. Lazzaro) molto critici nei confronti del Concordato
e dell’insegnamento religioso che ne è la conseguenza.
Quest’indagine, limitata alla scuola dell’obbUgo, si
propone di fornire dati il più possibiie attendibili sulle
dichiarazioni di esonero pervenute alle scuole nel primo
periodo dell’anno scolastico e di presentare una situazione che se non è certo la migliore dal punto di vista delle
minoranze reUgiose, rivela anche una notevole mancanza
di chiarezza da parte nostra.
Per evidenti motivi, nell’inchiesta sono stati presi in
esame soltanto i Comuni del Pinerolese dove vi è una
popolazione valdese consistente, suddividendo il territorio secondo la composizione dei tre distretti scolastici
di Perosa Argentina (valli Chisone e Germanasca), Torre Penice (vai Pellice) e Pinerolo.
Il distretto scolastico di
Perosa Argentina, per
quanto riguarda le scuole
elementari, è suddiviso in
due circoli didattici: Perosa Argentina e Villar Perosa.
L’esonero
alle elementari
Nel primo Circolo, alunni valdesi sono presenti in
misura rilevante soltanto
a Pomaretto, metà circa
degli scolari, e a Perosa
capoluogo, dove non sono
comunque più di due o tre
per classe. A Pomaretto le
insegnanti, cattoliche e vaidesi, sono tutte esonerate
e le lezioni di religione sono curate dal parroco locale che dalla seconda in
avanti tiene mezz’ora di lezione alla settimana. I
bambini valdesi sono anche
esonerati e come alternativa possono rimanere nella
classe, occupati con le insegnanti di turno in attività varie.
A Perosa, invece, la maggioranza degli insegnanti
svolge regolari lezioni di
religione e questo non favorisce certamente la pratica dell’esonero: infatti
gli alunni valdesi sono un
decimo dei freouentanti,
sparpagliati in varie classi, e gli esonerati corrispondono a meno della metà dei valdesi. Spesso i genitori non sollevano neppure il nroblema, lavorando entrambi fuori casa lasciano il bambino in classe durante l’ora di religione ritenendolo così più custodito.
Tra gli insegnanti del
Circolo, 52 in servizio, gli
esonerati sono 13, 6 dei
quali valdesi e anche il direttore didattico è valdese.
Il Circolo di Villar Perosa comprende tutti i Comuni della Val Germanasca, escluso Pomaretto, e
della destra orografica del
Chisone, più Villar Perosa
e Porte sulla sinistra. Gli
alunni che frequentano le
scuole elementari sono poco più di 500, di cui un
terzo circa valdesi. Le dichiarazioni di esonero corrispondono ad un quinto
dei frequentanti, ma vi sono parecchie scuole dove
non si svolgono lezioni di
religione; di conseguenza,
le famiglie non esonerano
i bambini, perché ritengono che non ve ne sia bisogno.
Di regola, dove il numero
dei cattolici è esiguo, l’insegnante esonerato non
viene sostituito: i parroci
più preparati puntano piuttosto ad ottenere cattedre
nella scuola media inferiore o superiore, con un trattamento economico adeguato.
È da notare il caso di S.
Germano dove gli esoneri
sono 61 su 69 (i 46 valdesi
lo sono tutti) e solo un’insegnante che è una religiosa cattolica fa regolarmente lezione ai pochi rimasti.
Gli alunni valdesi di questa classe si presentano a
scuola un’ora dopo. Il parroco non ha posto obiezioni a tale soluzione, chiedendo in cambio alle famiglie di assicurare una regolare frequenza alle lezioni di catechismo del sabato pomeriggio.
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L’esonero
alle medie
La situazione della scuola di Villar Perosa è simile a quella registrata a
Perosa Argentina; minoranza di alunni valdesi
sparpagliati in varie classi, pochissimi gli esoneri.
Se le famiglie sembrano
orientate a mantenere su
questi problemi un atteggiamento neutro, gli insegnanti del Circolo di Villar
hanno protestato contro
un insegnamento che discrimina gli alunni e per
il quale essi stessi non si
sentono preparati. In una
riunione del Collegio dei
docenti, una mozione che
chiedeva l’abolizione delle
lezioni di religione è stata
approvata con 38 voti, pari
ai due terzi degli insegnanti presenti.
Gli esoneri dichiarati,
tuttavia, sono appena 17 in
tutto il Circolo, 13 dei
quali di insegnanti valdesi,
perché molti cercano di evitare la sostituzione da
parte di parroci o catechisti che introdurrebbero un
insegnamento contrastante
con l’impostazione didattica della classe.
Le Scuole medie comprese nel distretto scolastico sono due; una con
sede a Perosa Argentina,
e sezioni distaccate a Fenestrelle e a Perrero e l’altra
a Villar Perosa.
A Fenestrelle non vi sono alunni valdesi, né tanto
meno esonerati; a Perrero
gli esonerati sono la metà
dei frequentanti e comprendono tutti i valdesi;
a Perosa i valdesi coincidono più o meno con gli
esonerati, circa un decimo
degli alunni.
Invece a Villar i valdesi
rappresentano un quinto
della popolazione scolastica e gli esonerati (con un
Testimone di Geo va) appena un dodicesimo.
A Ferrerò, fino all’anno
scorso, gli alunni valdesi
durante l’ora di religione
si recavano in massa nei
locali della chiesa valdese
per ricevere anche loro un
insegnamento di questo tipo; all’inizio dell’anno scolastico in corso, invece, alcuni genitori si sono opposti a questa soluzione,
che in fondo non otteneva
risultati apprezzabili, ed
hanno chiesto ai professori di tenere a scuola i ragazzi occupandoli in attività diverse, come, ad esempio, una serie di lezioni sul
Concordato.
A Perosa e Villar la situazione è abbastanza simile. gli alunni esonerati
vagano nei corridoi oppure, se la distanza lo consente e la lezione si svolge
in orario possibile, stanno
a casa. Se l’insegnante di
religione è il parroco, tiene
i ragazzi valdesi in classe
col permesso scritto dei
genitori.
La possibilità di ottenere una migliore sistemazione delTattìvità didattica è scarsa, dato il numero degli esonerati. È necessario ricordare che la
Scuola Latina di Pomaretto assorbe una quantità
elevata di alunni valdesi
che farebbero indubbiamente variare le percentuali se fossero immessi nella
scuola pubblica.
Prime conclusioni
In conclusione, si può osservare che in una zona
delle nostre valli, dove a
causa della rilevante presenza valdese la situazione
è favorevole, dove spesso
insegnanti, direttori e presidi sono valdesi o comun
que contrari all’insegnamento religioso cattolico
nella scuola pubblica, le famiglie continuano a temere un’inesistente difficoltà
e rinunziano a far valere
le loro ragioni, che potrebbero in molti casi segnare
una svolta decisiva in una
situazione in mutamento;
oppure, peggio ancora, ritengono il problema così
poco rilevante da non prestarvi la minima attenzione.
Esiste anche la posizione
delle famiglie miste, che
cercano di dare un’educazione religiosa ai figli scaricandola sulla scuola, considerata ambiente neutro
meno impegnativo della
parrocchia, ma che di fatto non risolvono niente e
danno soltanto un cospicuo appoggio alla soluzione concordataria.
Liliana Viglielmo
Il tempo, quasi sempre
asciutto e sereno, che ha
caratterizzato buona parte
di questa stagione invernale atipica, è diventato uno
degli argomenti più usuali
di conversazione ed ha suscitato le più svariate riflessioni e supposizioni. Recentemente, da queste colonne,
un lettore si è chiesto se le
stagioni « saltano ».
Lo stesso quesito si saranno posti i pramollini
nel 1807. Il loro pastore,
F. Peyrani, che era solito
affidare ai margini dei registri anagrafici della sua
parrocchia non solo dei
commenti personali sugli
avvenimenti politici contemporanei (per esempio
l’erezione dell’albero della
Libertà, 16-2-1801) ma anche delle notazioni meteorologiche, scriveva, il 16
febbraio 1807 ;
«Il a fait, jusqu'à ce
jour, un tems (sic!) tel
qu'aucun homme vivant ne
se rappelle d'avoir vu un
hyver semblable; toujours
beau et hors de quelques
jours de vent, toujours
chaud et sans neige tellement qu'on passe les montagnes à pied. Dieu veuille
que le printerns (sic!) ne
soit pas mauvais comme il
y a à craindre! ».
Assai insolito era stato
anche il febbraio del 1791.
Un certo Jean Long di Pramollo, travolto da una valanga, era stato estratto
cadavere, dopo 15 giorni
di affannose ricerche, il 7
marzo, e sepolto Lindomani nel cimitero comune. 11
poveretto aveva solo 18 anni! L’inverno del 1791, annota il pastore dell’epoca,
era stato insolitamente mite al suo inizio, per effetto
di uno dei venti più burrascosi di cui si avesse ricordo. Una nevicata improvvisa ed eccezionale aveva
causato, in seguilo, dei
danni ingenti.
87 anni dopo (1878), i
pramollini avrebbero avuto
la sgradita sorpresa di pestare 35 cm. di neve il 2 e
3 maggio.
Anche nei secoli passati
il tempo faceva le bizze?
Annalisa Coucourde
Scuole Medie Valdesi
Preiscrizione alle classi prime
anno scolastico 1981-82
Scuola Latina
Pomaretto
Con riferimento alie decisioni prese dal Camitato nella sua seduta del 2 marzo si
comunica quanto segue:
Le preiscrizioni alla Scuola Latina di Pomaretto, che sa-ranno accolte secondo I ordine
cronologico di presentazione per gli allievi
provenienti dalle chiese delle Valli valdesi,
avranno luogo presso la segreteria della scuola nei giorni 23 e 24 marzo, dalle ore 9 alle 11.
Qualora non si coprissero tutti i posti disponibili, le preiscrizioni saranno aperte agli
studenti non provenienti dalle predette Chiese
nel giorno 25 marzo (ore 9-10) e saranno accolte tenendo conto dell'ordine cronologico di
presentazione.
La Presidenza
Scuola Media
Torre Pellice
In accordo col Comitato del Colleaio, lo
Presidenza invita i genitori interessati a ritirare presso la Segreteria della Scuola i moduli
necessari.
La riconsegna alla Preside di detti moduli
compilati verrà fatta nei giorni 24, 25, 26
marzo dalle ore 10.30 alle 12 per gli allievi
provenienti dalle Chiese Valdesi e Metodiste:
nei giorni 27 e 28 marzo dalle ore 11 alle 12
per gli allievi non provenienti dalle predette
Chiese.
Le domande, limitatamente al numero delle
iscrizioni prestabilite, saranno accolte secondo
l'ordine cronologico di presentazione e la
scelta della lingua straniera verrà fissata in
accordo con la Preside.
La Preside
LETTERE ALL’ECO DELLE VALLI
Perché andare
al culto
Mi sono ritrovato tra le mani « L'Eco-Luce » del 7 novembre u.s. dove avevo segnato in
rosso l’artìcolo di A. Jazeolla
dal titolo « Andare al culto ».
Se mi è consentito riprendere il
discorso vorrei fare alcune considerazioni che mi sono suggerite dalla mia lunga militanza
nelle chiese evangeliche.
Perché andare al culto e perché proprio la domenica?
Cominciamo col dire che la
domenica, essendo un giorno festivo, è ì] più. favorevole per incontrarsi in lanli intorno alla.
Parola ilei Signore, oltre al fatto principale che la domenica è
¡1 giorno del Signore. Ma la domanda più importante è: « perché andare al culto? ». Qui
la risposta è più complicata.
Cominciamo intanto a vedere i
motivi per cui spesso non si va
al culto. I motivi sono tanti.
Uno di questi è che dopo sei
giorni lavorativi sì ha anche il
«diritto» di distrarsi con una
gita al mare o ai monti. Un altro motivo è che ci sono tante
cose da fare in casa la Domenica che non si .sono potute farti
durante i giorni lavorativi. Poi
vi è quello più frequente — mascherato sempre da mille pretesti — che non se ne ha vo~
glia.
Ma quali sono i motivi per i
quali bisogna andare al culto?
Il primo che mi viene in testa
è quello che la Chiesa vive per
la presenza dei suoi membri.
Che cosa sarebbe una chiesa i
cui culti andassero deserti? Un
altro motivo è che il pastore
viene incoraggiato nelPespletamento del suo ministerio da una
assemblea numerosa e non ultimo il fatto delle collette che
aiutano materialmente la chiesa
a vivere.
Alcuni dicono che andare al
culto è anche un dovere. Un dov'ere verso chi? Verso Dio? K*
ridicolo pensarlo. I doveri verso Dio sono quelli che sì esplicano verso il nostro prossimo e
che sì configurano nel Grande
Comandamento. E’ un dovere
anche pagare le tasse o andare
in ufficio quando non ne hai
voglia. Senonché le tasse devi
pagarle per forza altrimenti li
può capitare qualche guaio ed
in ufficio devi andarci se, alla
fine, non vuoi essere licenzialo.
Ma andare in chiesa dipende solo da te e nessuno li costringe
ad andarci.
Allora perché andare al culto? Perché io vado la domenica
e tutte le altre volte che la comunità si raduna?
Io vado al culto non per un
dovere verso Dìo né per fare
piacere o per incoraggiare il pastore. Io vailo in chiesa per
far piacere a me stesso. Perché
a me piace. Perché per me è
una festa incontrarmi con altri
fratelli intorno alla Parola del
Signore e dove Lui stesso è PJ’Csente anche quando siamo in
pochi.
Se tu vai al culto e poi hai il
cuore alla gita che ti sei persa c
meglio che tu vada alla gita
e che tu abbia nel cuore il
rammarico del culto che ti sei
perduto.
Permettetemi che io faccia un
esempio che potrà sembrare impertinente. Qui in Roma, nel
perimetro de] centro storico vi
è una sola chiesa che è aperta
al culto la domenica sera. In
questo perìmetro escludendo la
periferia, vi sono almeno sette
chiese (5 hattiste e 3 valdo-metodìste). Sarebbe logico pensare
che Punico locale aperto avrebbe dovuto essere frequentatissimo se solo una mìnima percentuale di membri dì queste sette
comunità, saltuariamente sentissero il bisogno di ritrovarsi
insieme per lodare il Signore.
Invece no. Sono sempre le .stesse
facce (venti quando va bene).
E non è perché i presentì abitino a ridosso della chiesa che
anzi proprio chi ci abita sopra è
abitualmente assente. Qualcuno
avrà anche le sue giuste giustificazioni non lo metto in dubbio,
ina io penso che (perdonate la
mia impertinenza) la maggioranza si senta a posto con la
sua coscienza avendo adempiuto al suo « dovere » dì aver
partecipato al culto della mattina. La sera si va a teatro, a
passeggio 0- ci sì ferma a casa
in dolci conversari. Ci sono
tanti altri piacevoli interessi!
Ritengo e ripeto a mìo sommesso avviso, che in chiesa si
debba andare con la gioia con
la quale si va ad una festa. Ce
lo dice l’autore del Salmo 84 :
Si va al culto perché le dimore
del Signore sono amabili. Perché un giorno nei suoi cori ili
vale meglio che mille altrove,
perché io vorrei starmene pinitosto sulla soglia della casa -lei
mio Dio che in un luogo dì divertimenti. Ci crediamo ancora
a queste cose?
Un’ultima cosa. Perché il cui
to sia veramente una festa penso
sia essenziale il contributo del
pastore il quale lo presiede, Bceglie e legge la Parola, indica gli
inni da cantare, è lui che pre
<lica, prega e dà la benedizione.
In una parola fa lutto lui. Perciò dicevo che, perché il culto
sia amabile, dipende anche dal
messaggio che dà il pastore c
dalVatmosfera di preghiera e di
esaltazione spirituale che sa
creare.
Non sarebbe male che si aprisse un dibattito sul modo di condurre un culto.
Ezio Saccomani
Roma
9
13 marzo 1981
CRONACA DELLE VALLI
PERRERO
SAN GERMANO CHISONE
XVII Febbraio ecumenico La giornata valdese
• Il mese di febbraio è stato
particolarmente ricco ed impegnativo, quest’anno. Il 14 una
trentina di noi si è recata a Torino per la manifestazione sulle
Intese; poi martedì 17 abbiamo
avuto dei graditi ospiti. A Massello il Parroco, don Canal Brunet, ha partecipato al culto con
un gruppo di cattolici, rinnovando così una visita che già aveva
fatto lo scorso anno e che è risultata gradita. A Maniglia ha
predicato il past. Rebeaud, di
Rolle, la comunità svizzera con
cui la chiesa di Perrero-Maniglia
è « gemellata ». Il past. Rebeaud
era venuto tra noi su invito del
Concistoro ed era accompagnato dalla moglie e da un figlio. Al
pranzo, che ha fatto seguito al
culto, ben 110 erano i commensali. Gli storici mi dicono che
non si era vista tanta gente dal
1939 ! Terzo appuntamento del
mese è stata la visita a Marsiglia,
fatta insieme alla comunità di
Prali. E’ stato molto bello incontrarsi per un giorno intero
con i membri dell’Union Vaudoise e ci sentiamo qui di dover
ringraziare tutti questi amici
francesi per la gentile ospitalità
e per l’opportunità che ci è stata data di fare questo viaggio.
• Fra gli impegni di marzo segnaliamo : domenica 15, culto
della FGEI a Ferrerò e a Maniglia. Domenica 22, Assemblea di
Chiesa a Ferrerò (inizio ore 10)
col seguente o.d.g. ; Elezione di
un <^130000 e di un anziano, discussione sul ruolo diaconale. Il
sig. Montesanto e la sig.ia Pascal che scadono per compiuto
quinquennio, sono entrambi rieleggibili.
Le riunioni quartierali; giove
BOBBtO PELLICE
Domenica prossima scambio di
pulpiti. Il nostro pastore si recherà ad Angrogna mentre la nostra comunità avrà il piacere di
ascoltare il past. Platone di Angrogna. La comunità ringrazia il
past. Platone per la sua disponibilità.
POMARETTO
• Queste le riunioni quartierah della prossima settimana: marted., 17/3 a Pomaretto alle ore
20,30; mercoledì 18/3 a Inverso
Clot alle ore 20; giovedì, 19/3 a
Perosa Argentina alle ore 20,30.
• Domenica 1° marzo abbiamo
avuto un’Agape comunitaria nei
locali della scuola del Clot Inverso : culto al mattino con Santa Cena presieduto dal predicatore locale Micol Flavio, pranzo
alle ore 12,30 e continuazione fino alle ore 17 con canti vari che
hanno rallegrato i presenti che
erano in n. di 40 circa. Non è
stata solo un’occasione dove i
componenti la Comunità di Pomaretto — Pomarini e Inversini
— si sono trovati per un’agape,
ma anche un incontro di fratelli
e sorelle, per scambio di idee varie sulla vita della comunità. Non
c’è da augurarsi che sia necessario organizzare un pranzo per
far s'j che la Comunità .si ritrovi, ma sarebbe bene non lasciare
cadere queste occasioni di incontro. Sappiamo che solo quando
ci si ritrova si finisce per conoscerci meglio; parlando insieme
si scopre che i problemi che ci
assillano, sono i medesimi, le
preoccupazioni si assomigliano,
le difficoltà sono più o meno
uguali per tutti. Solo confrontandoci con la parola del Signore riusciamo a risolvere questi
nostri problemi, o una buona
parte di essi. Solo confrontandoci con la parola del vangelo,
riusciamo a riconoscerci « Fratelli in Cristo ». Solo di fronte
alla parola del Signore, riusciamo ad annullare le divisioni che
regnano fra noi ed a ricominciare ad amarci come Gesù ci ha
insegnato.
Auguriamoci dunque di aver
ancora di questi incontri, di avere ancora di queste « Agapi Fraterne », e perché non a Pomaretto con Inversini e Pomarini riuniti attorno ad una tavola dopo il culto del mattino!
• II concistoro è convocato
per sabato 14 marzo alle ore
20,30 nella sala della casa pastorale a Pomaretto.
dì, 12, Roberso ; venerdì, 13, Grangette; giovedì 19, Bessé; venerdì 20, Gros Paset ; giovedì 26, Pomeifré e Fontane ; Baissa ; venerdì 3 aprile, studio biblico a
Ferrerò insieme ai cattolici (si
prega di prendere nota dello spostamento di data).
• Quattro nostri fratelli hanno risposto all’appello della Federazione per andare a lavorare
nelle zone terremotate. Essi sono: Tron Arnaldo, Poet Umberto e Pons Ferruccio di Ferrerò
e Barai Piero di Chiabrano. Noi
li seguiamo nel loro lavoro col
nostro pensiero e con la nostra
preghiera ed al ritorno chiederemo loro di raccontarci la loro
esperienza. La speranza è che
dalla Val Germanasca possa partire almeno un’altra squadra di
volontari.
« Il 7 marzo, con rito civile, si
è sposata Ilda Barus di Ferrerò,
con Cesare Reymondo. Alla giovane coppia va il nostro più caldo augurio di una felice vita insieme, ricolma di benedizioni del
Signore.
LUSERNA
SAN GIOVANNI
La nostra corale è stata ospite
della comunità di Torino, domenica 1° marzo: una giornata in
cui lo stare insieme ha confermato quella spontanea comunione
fraterna che è motivo di gioia e
di incoraggiamento a rinnovare
incontri così simpatici.
Al culto di Santa Cena, presieduto dal pastore Taccia, il pastore Bellion ha portato un convincente messaggio ricco di pensiero
e le corali insieme hanno collaborato con il canto di alcuni inni. Dopo l’agape, gentilmente offerta nei locali delle attività dove
gli ospiti hanno avuto una festosa accoglienza, le corali hanno visitato l’Ospedale Evangelico e nei
vari reparti hanno portato il loro contributo canoro di testimonianza.
Ringraziamo i membri della
comunità di Torino per l’ospitalità e per la cortesia con cui ci
hanno accolti e rinnoviamo loro
caldamente l’invito per un incontro a San Giovanni.
• Il culto di domenica prossima, 15 c.m., sarà presieduto dai
giovani della EGEI in occasione
della Domenica della Gioventù e
sarà seguito da una riflessione
comunitaria. La colletta andrà a
favore della FGEI.
• Domenica scorsa, durante il
culto, è stato battezzato il piccolo Gabriele Ferrerò di Claudio e
di Edy Fenoglio.
Il Signore benedica questo
bambino e lo faccia crescere nella conoscenza della Sua Parola.
PRAMOLLO
Il culto di domenica 1° marzo
è stato preparato dai catecumeni. Prendendo spunto dalle parole di Gesù « La gente che dice,
chi sono io?» (Me. 8: 27) ci hanno aiutati a riflettere sulla grandezza e semplicità estrema di
Gesù e ci hanno posto un interrogativo a cui ognuno deve rispondere personalmente : cosa
diremmo, cosa diciamo noi oggi
di Gesù? Cosa rappresenta per
noi?
Li ringraziamo per il loro impegno e speriamo che questa
esperienza si possa ancora ripetere.
Ricordiamo che domenica 5
aprile, dopo il culto, avrà luogo
l’Assemblea di Chiesa nel corso
della quale si dovranno eleggere
i rappresentanti della comunità
alla prossima Conferenza Distrettuale e al Sinodo. E’ importante che tutti siano presenti.
• Formuliamo i nostri migliori
auguri a Damaris Bisi, direttrice della nostra corale, che dovrà
essere ricoverata in ospedale per
subire un intervento chirurgico.
■ Hanno collaborato a questo
numero: Thieri-y Benotmane - Marco Borno - Clara
Bounous Bouchard - Gino
CcMite - Ivana Costabcl Franco Davi te - Ennio Del
Priore - Dino Gardiol - Giovanni Gönnet - Antonio Kovacs - Vera Long - Luigi Marchetti - Paolo Ribet - Marco
Rossi - Aldo Rutigliano - Jean
Louis Sappé - Franco Taglierò - Silvio Vola.
La Giornata Valdese si è svolta
con una partecipazione attiva di
tutta la comunità. Quest’anno,
per alcuni, si è trattato veramente di scegliere di parteciparvi e
di rendersi liberi per questo.
Sempre apprezzato il concorso
della banda musicale per il corteo e per il breve intervallo tra
il culto e l’agape fraterna. La Corale e la Scuola Domenicale hanno cantato al culto, che è stato
imperniato sul tema « liberi dalla
paura ».
All’agape fraterna, con oltre
200 commensali, erano presenti
il pastore Bert e la Signora, che
hanno seguito tutta la nostra
giornata di festa dal culto alla
serata e che abbiamo visto con
molto piacere in mezzo a noi.
Purtroppo anche quest’anno il
pastore Enrico Tron non si è sentito di essere dei nostri, gli inviamo da queste colonne un pensiero affettuoso. Oltre al messaggio del pastore Bert che ha
ricordato il lavoro compiuto da
tutti in occasione della costruzione della Sala Valdese, così utile anche oggi, abbiamo ascoltato con piacere quanto ci ha detto il sindaco Coppolino, intervenuto col Vice-Sindaco e con un
Assessore. Il sig. Coppolino ha,
in particolare, incoraggiato la
comunità Valdese a sviluppare
tutto ciò che ha attinenza con la
storia ed il costume del nostro
villaergio e della nostra Valle (leggi piccolo museo e volume « Al di
là del ponte »).
Le due serate nel tempio del 17
e del sabato successivo, imperniate su sei quadri storici della
vita della comunità di S. Germano nei secoli e presentati come un racconto di una nonna al
suo nipotino, hanno visto un tempio stracolmo di pubblico locale
e delle zone vicine. Tale rappresentazione ha potuto contare su
oltre 100 persone, tra attori, « tecnici » di ogni genere (suono, immagine, elettricità, installazione
palco, costumi, talvolta anche
« d’epoca », cantori e strumenti
SAN SECONDO
• Alessia è venuta ad accrescere ed allietare la famiglia di Orlando Tron e di Lilia Godino
con il loro primogenito Stefano
(Barbé). Tutti i nostri più cari
auguri.
• Sabato 7 si sono uniti in matrimonio nel municipio di S. Secondo Laura Roman e Gianni
Priotto. Agli sposi che si stabiliscono a Pinerolo il nostro augurio fraterno.
• Ringraziamo il pastore emerito A. Genre che ha presieduto
la riunione di Cavoretto in assenza del pastore.
• La filodrammatica valdese
di Villar Perosa reciterà : « Scampolo » di Nicodemi sabato 14
marzo nella sala di S. Secondo,
alle ore 20,30. Venite numerosi!
TORRE PELLICE
L’Assemblea di Chiesa ha avuto la possibilità di essere informata sul progetto della Tavola
Valdese riguardante il Ruolo Diaconale e sulle relative obiezioni
sollevate dalla Commissione per
le Discipline e dalla Commissione d’Esame del Sinodo scorso.
Il gruppo di studio formatosi
per l’occasione si riunirà ancora per preparare, in vista di una
prossima Assemblea, un O.d.G.
che tenga conto dei pareri emersi, per la verità insufficienti. La
linea che sembra prevalere è
quella di una accettazione delle
obiezioni al progetto. Perplessità
desta la questione del riconoscimento del ministerio, mentre la
proposta di una « adeguata preparazione » per i diaconi-optanti
è unanimemente accettata.
• Lo studio biblico prosegue
venerdì] 13 alle ore 21 : il past.
A. Adamo presenterà « Gesù liberale ».
• Il gruppo Giovanile ha diffuso un ciclostilato con una riflessione su « Paolo è stato veramente antifemminista? ». Copie del documento possono essere richieste a Valter Ricca.
• Il Coretto nresenterà sabato 14 alla Sala Albarin di S. Giovanni un programma di canti sul
tema dell’emigrazione intitolato
« Partono i bastimenti ». Alla serata parteciperà anche il Coretto di S. Giovanni.
sti). Per questo lavoro assai apprezzato da tutti un grazie al Signore che ha condotto in porto
ogni cosa ed a chi si è impegnato. Grazie anche al Comune di Pinerolo che ci ha imprestato generosamente una parte del palco assai ben studiato che possiede.
• Tutti coloro che hanno lavorato per le serate si sono poi ritrovati una sera per vedere insieme in anteprima le foto e le diapositive che hanno fissato le immagini più significative dei vari
quadri e per consumare insieme
in letizia un buon piatto di polenta. Tanto le foto di Renato Ribet quanto quelle di Silvio Barbero sono degli ottimi documenti che non andranno perduti.
Grazie a chi ha lavorato per preparare anche questa serata, che
ha pur sempre riunito centotrenta persone.
• Abbiamo dovuto per tre volte in questi ultimi giorni ritrovarci in occasione di decessi di
membri della nostra comunità.
Pensiamo a Emilia Bounous ved.
Peyronel, di 96 anni, Ethel Wray
ved. Bounous di 92 anni ed al
fratello Giovanni Long di 68 anni, che ci ha lasciato in tragiche
circostanze. Alle loro famiglie diciamo tutto il nostro affetto nel
Signore.
• Domenica 8 marzo il culto è
stato presieduto da un gruppo
di giovani in occasione della domenica della FGEI.
• Un gruppo di membri della
nostra comunità ha partecipato,
con piacere, alla campagna d’appello organizzata dalla comunità di Villar Perosa.
• Alcune sorelle hanno parte
cipato alla giornata di preghiera
delle donne, a Pinerolo._____
TORRE PELLICE
Una trentina di catecumeni si
sono ritrovati domenica ai Coppieri per trascorrere insieme una
giornata comunitaria. Essi hanno presieduto il culto, presentando una loro riflessione sulla parabola dei talenti elaborata nei
gruppi di catechismo di II e III
anno. Al termine del culto il pastore Nisbet ha voluto esprimere,
a nome anche dei frequentatori
abituali all’incontro domenicale
dei Coppieri, un caloroso ringraziamento ai giovani che, con la
loro presenza, hanno portato una
gioiosa nota di freschezza e spontaneità. La giornata dei catecumeni è poi proseguita fino a sera
con animati giochi condotti da
Anna e Naivo: essi non mancano mai a questi appuntamenti:
ad essi il grazie di tutti i partecipanti._______________________
____________VILLASECCA
Venerdì 13 riunione quartierale a Pian Faetto alle ore 19.30.
• Domenica 17 corr., alle ore
20, vi sarà nella saletta un incontro tra la nostra Unione Giovanile ed alcuni rappresentanti
del Gruppo Coordinamento FGEI
per la preparazione del Culto dì
domenica 22 dedicato alla gioventù. Giovani e non più giovani
sono tutti cordialmente invitati
per dare il proprio contributo di
fede e di esperienza.
• Domenica 22 alle ore 14.30
vi sarà la rappresentazione di:
« La fortuna si diverte » presentata dalla Filodrammatica di Pomaretto nel tempio-teatro di Villasecca._____________________
_______________PINEROLO
In occasione della « giornata
mondiale di preghiera » la nostra
comunità ha accolto con gioia le
sorelle dei gruppi femminili di
tutto il distretto. Al culto del
mattino, presieduto da sorelle appartenenti a comunità Valdesi e
aH’Esercito della Salvezza, abbiamo partecipato alla liturgia,
proposta quest’anno da donne
cristiane indiane dell’America del
nord e abbiamo apprezzato la
freschezza delle riflessioni di
persone così lontane da noi nello
spazio per tipo di chiesa e di società di cui fanno parte. Come
sarebbe bello che quelle note di
gioia e di riconoscenza risuonassero più sovente nei nostri templi!
• La nostra solidarietà vada
alla moglie e alle figlie di Achille
Paschetto deceduto all’ospedale
Cottolengo all’età di 70 anni.
« Venite a me, voi tutti che siete travagliati ed aggravati e io vi
darò riposo ». (Matteo 11: 28).
Dopo lunga infermità è spirato
Mario Decker
Lo annunciano con memore affetto
le sorelle Lisa con il marito Giorgio
Peyrot e Marcella con il marito Neri
Giampiccoli, la cognata Olga Decker e
tutti i nipoti.
Un vivo ringraziamento al pastore
Santini, al personale e agli ospiti della Casa di riposo « Il Gignoro » per
l’affettuosa assistenza e la fraterna solidarietà.
Firenze, 2 marzo 1981.
RINGRAZIAMENTO
« L’Eterno e il mio pastore^
nulla mi mancherà ».
(Salmo 23: 1).
I familiari tutti del caro
Luigi Martinat
di anni 81
riconoscenti per la dimostrazione di
affetto ricevuta, ringraziano tutti quanti hanno preso parte al loro dolore.
Un ringraziamento particolare al personale medico e infermieristico dell’Ospedale Valdese di Pomaretto e al
pastore Bruno Rostagno.
Prali, 3 marzo 1981.
RINGRAZIAMENTO
Le famiglie della compianta mamma
Emilia Bounous ved. Peyronel
ringraziano sentitamente quanti hanno preso parte al loro dolore e partecipato ai funerali.
Un grazie particolare alla nipote
Bianca Bounous, al figlioccio Dino, ai
nipoti tutti, alla signora Depetris, al
pastore Conte e al dott. Bertolino per
le sue premurose cure.
« Ritorna, anima mia, al tuo
rìposo, perché VEtern-o t’ha col“
mata di beni ». (Salmo 116: 7).
S. Germano Chisone, 1 marzo 1981
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10
13 marzo 1981
10.
UNA PIAGA SOCIALE PER TAIWAN. FILIPPINE, COREA DEL SUD TERZO MONDO: PERCHE' SONO COSI’ POVERI
I charters del sesso
Di fronte al dilagare della prostituzione connessa con i viaggi turistici le Chiese in Asia hanno sferrato una battaglia di lungo respiro
Dallo sviluppo
degli uni deriva
il sottosviluppo
«A Cebu, quando ha riproposto i temi classici della dottrina
cattolica sulla sessualità..., perché non dire una parola sull’organizzazione di gite turistiche
per "soli uomini”, soprattutto
giapponesi, ma anche europei,
che hanno fatto della prostituzione uno dei problemi più scottanti nelle Filippine di oggi»? Così
si chiede Charles Foubert in un
articolo comparso su CNT (1.3
1981) in cui delinea luci e ombre
del recente viaggio di Giovanni
Paolo II in. Oriente. Cosa c’è dietro a questo breve accenno? Ce
ne informa il « SOFFI mensuel »
di febbraio in un articolo di Kathy Lowe.
tatori e di gestori di case di tolleranza. Nelle Filippine, come altrove, la prostituzione costituisce spesso il solo mezzo di sopravvivenza per molte donne.
Una suora
infiltrata
Nel prezzo
del biglietto
« Il sesso è oggi incluso nel
prezzo del viaggio alla pari con
un giro nei locali notturni locali,
le boutiques dei souvenirs o il
golf, un passatempo come gli
altri », notava recentemente un
articolo del quotidiano inglese
« Guardian ». L’articolo citava l’esempio di Taiwan dove gli automezzi delle agenzie di viaggio,
sul tragitto dall’aereoporto all’albergo depositano i loro clienti in un bordello appena dissimulato per passarvi la notte.
Ogni anno più di un milione di
giapponesi affollano gli aerei in
partenza da Narita, l’aereoporto
di Tokyo, per « andare a rilassarsi » nei bar, nei bordelli, nei locali notturni, nei saloni di massaggi delle ex colonie giapponesi. Il 94‘'/o dei turisti giapponesi
che vanno nella Corea del Sud
sono uomini e Taiwan, le Filippine e la Thailandia ne accolgo
no rispettivamente il 93, l’85 e
l’82'>/o. Un viaggio organizzato di
4 giorni a Manila, per esempio
costa tra i 300 e i 400 dollari,
un’offerta più che vantaggiosa
per il giapponese medio.
La maggior parte delle prostitute che si occupano di turisti
sono ragazze che vengono da famiglie povere. Lavorano sotto il
controllo di sfruttatori viziosi
che incamerano larga parte dei
loro guadagni. A Taiwan, secondo il Centro pastorale taiwanese le ragazze (spesso originarie
delle regioni montagnose) sono
semplicemente vendute, quando
si tratta di prostituzione in altra
zona.
A Seul donne di chiesa sono
state minacciate perché avevano
organizzato alla stazione una sorta di punto di accoglienza per
ragazze che arrivano sole in città. Volevano aiutarle a trovare
un tetto e un lavoro per evitare
che cadessero nelle mani di sfrut
Suor Marie-Jean Manazan, superiora di un pensionato religioso di Manila, stima che solo in
questa città vi siano non meno
di 50.000 prostitute e migliaia di
figli illegittimi. « I mariti di queste ragazze vengono ad aspettarle in bici la mattina davanti agli
alberghi ». Suor Marie-Jean ha
sbalordito i delegati della conferenza del Dipartimento della donna del Consiglio Ecumenico delle
Chiese sui diritti dell’uomo e la
missione, tenutasi l’anno scorso
a Venezia, con una personale e
spregiudicata descrizione del
« commercio della carne » aggravato nelle Filippine dalla presenza di basi americane. Ha raccontato come aveva potuto infiltrarsi in un locale notturno dove
delle ragazze in « topless » vestite da sirene afferravano al volo
« come dei cani » le monete che
lanciavano loro i soldati ubriachi.
Le organizzazioni femminili accusano ora i governi dei paesi
« esportatori di turisti » di criticare formalmente questo genere
di commercio continuando però
a fare i loro affari senza alcuno
scrupolo. Un caso tipico: le Filippine. È stato creato un servizio amministrativo incaricato
della protezione delle donne e
dei minori e una serie di altri
servizi per incoraggiare attivamente questo « commercio turistico » e tutto lo sfruttamento
delle donne filippine che questo
comporta.
Le chiese
si muovono
C’è tuttavia del nuovo in questo campo. Si assiste in effetti ad
una crescente cooperazione tra
gruppi di attiviste femministe e
le chiese, tanto nei paesi esportatori di turisti che in quelli di
accoglienza. Da parte delle chiese, il Consiglio nazionale cristiano del Giappone e quello della
Corea del Sud discutono una
strategia comune. E questi temi
sono stati largamente dibattuti
dai delegati all’incontro sul turismo organizzato dalla Conferenza cristiana dell’Asia che si è tenuta a Manila lo scorso settembre.
L’Unione delle donne cristiane
per la temperanza in Giappone
che aveva contribuito a por fine
alla prostituzione legalizzata in
quel paese negli anni ’50, si sta
ora occupando vigorosamente
delle organizzazioni di viaggio
e dei turisti stessi. Membri dell’Unione hanno fatto una mostra
fotografica sul tema dei « viaggi
del sesso » e hanno invaso gli
aereoporti con opuscoli intitolati « smettete di comprarvi delle
donne ».
In Corea del Sud il Consiglio
nazionale cristiano ha condannato alla radio, alla televisione lo
schiavismo sessuale delle donne;
ha ugualmente discusso di questo con responsabili del governo
e proprietari di alberghi. Tra l’altro il Consiglio finanzia un Centro di riabilitazione che offre appoggio e formazione professionale alle donne che vogliono lasciare la prostituzione.
Pur cercando in tutti i modi
possibili di combattere questa
battaglia sul piano pratico, le attiviste femministe antiprostituzione sottolineano che il turismo
del sesso non è che un aspetto
di un problema più vasto. Sullo
sfondo sta il ruolo di secondo
piano riservato generalmente alle donne e la cupidigia dei governi che accumulano potere e ricchezza e che lasciano i loro poveri ad arrangiarsi per sopravvivere.
« Abbiamo bisogno di una trasformazione completa del sistema economico e della coscientizzazione delle donne nella società », dichiara suor Marie-Jean
Manazan. È una battaglia che ha
bisogno di tutto l’apporto possibile da parte dell’Occidente.
F. G.
degli altri
Tre esempi:
— Nello Stato di S. Paolo,
grande centro industriale del
Brasile, la mortalità infantile era
del 63 per 1.000 nel 1961, dell’89
per 1.000 nel 1970 e del 95 per
1.000 nel 1973. In questa regione
soltanto il 35% delle madri allattano al seno per più di un mese. La sottoalimentazione dei
bambini è la causa del 57% dei
decessi.
— Sempre in Brasile, nel 1965
un operaio doveva lavorare 87
ore per comperare un paniere di
alimenti base per nutrire la sua
famiglia. Nel 1972, per lo stesso
paniere, doveva lavorare 132 ore,
nel ’75 le ore sono diventate 161...
— Nel 1960, nello stesso paese,
il 40% dei più poveri disponeva
del 10% del reddito nazionale.
Dopo 10 anni di « sviluppo », nel
1970, la loro parte di reddito era
solo più dell’8%. Contemporaneamente, il 5% dei brasiliani
più ricchi hanno visto la loro
percentuale del reddito nazionale passare dal 29 al 38%.
L’IDEA CHIAVE DA DIFFONDERE
Attraverso le moderne tecniche industriali ed al massiccio^ impiego di capitale, si creano nel Terzo Mondo delle isole industrializzate ultramoderne, che portano profitto e benessere a pochissime
persone, mentre le condizioni di vita della maggioranza povera si
deteriorano sempre più. Tale «sviluppo» procura un guadagno maggiore alla classe dominante, poco numerosa, e all’economia degù stati industrializzati, ma porta come conseguenza la disoccupazione,
Tesodo rurale e l’impoverimento delle masse.
Perché?
La maggior parte delle fabbriche moderne in Brasile è fortemente automatizzata e produce
beni « di lusso » come automobili frigoriferi, televisori, strumenti tecnici e elettronici che vengono o esportati o messi in vendita a dei prezzi che soltanto i ricchi possono pagare. Per permettere a queste fabbriche di vendere i loro « prodotti di lusso »,
bisogna concentrare il reddito
su quelle persone che potranno
rapidamente procurarsi tali beni. Una ripartizione più equa del
reddito aumenterebbe certo il livello di vita di ciascuno, ma non
al punto di permettere a tutti di
comperare questi « beni di lusso ».
Vi 6 dunQn® uiiu stretto nesso
tra la produzione di oggetti come automobili, televisori ecc. tutti molto cari, e una politica che
blocca il salario minimo, lasciando crescere il reddito deli» persone più ricche. ..........
Ecco perché una delle migliori
économiste del Brasile, Maria de
Conceiçao Tavares, ha dichiarato- « Di fatto, il miracolo ha consistito dal 1964, ad aggravare la
situazione relativa alT80% della
popolazione, a mantenere stabile la situazione del 15% e a migliorare notevolmente la sorte
del 5% dei Brasiliani».
a cura di Renato Coïsson
L’inflazione scava un
fossato tra le classi sociali
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Mary Giazzi Anna Maria, Bertin llda.
Fam. Chiavia, Malanot Pellegrin Ernestina, Meynier-Giuliani, Sappè Aldo
Frali: Richard Aldo (Giordano) USA.
Alimentazione di base dei poveri in Brasile
Prezzo: -T 175%
30,70 cruzeiros
1 kg fagioli
1 kg manioca
1 kg carne trita
1 kg caffè
V1 kg zucchero r
Aprile 1971
Luglio 1973
Salario dei poveri: -L 100%
240 cruzeiros
= 7,8 panieri
Salario mensile
minimo
120 cruzeiros
= 10,7 panieri
Aprile 1971
Luglio 1973
Deterioramento del potere di acquisto dei poveri. 27
Alimentazione di lusso dei ricchi in Brasile
Prezzo: + 63%
JÖ1
1 kg filetto bue
1 kg lardo
7 di vino
1 scatola latte
1 kg pane
1 kg formaggio
sj scatola olio^
dati Treff
Ferreri Raoul - Venosa: Lovecchio Angela — Verona; Tron Uva — Villar Perosa: Peyronei Adriano, Forneron Alessandro — Villastellone: Avataneo Giacomo, Olivero Fernando — Prarostino;
Bonjour Paolo, Gay Attilia, Codino Adelmo, Reynaud Maurizio.
DONI DI L. 5.000
Aosta: Azioni Guido, Marzone Ercole, Resburgo Fulvio — A. F, Ribet
Alessandria: Chiari Ferrari Maria
Alatri; Di Castro Edvige — Abbadia Alpina; Costantino Costante — Biandronno: Arcar! Guido — Bassignana: Bavastri Teresa.
Esempio: il Brasile dal 1971 al 1973 ; |