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Roma, 1 Febbraio 1908
Si pubbliea ogni Sabato
ANNO I - N. 5
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Propugna grìnteressi sociali, morali e religiosi in Italia
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ABBONAM BNTI
Semestre L. 1,50
« « 3,00
Italia : Anno L. 2,50
Estero : » » 5,00 — «
Un numero separato Cent. 5
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I manoscritti non si restituiscono
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PIREZIOne: via Magenta 18
INSERZIONI
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Per linea o spazio eorrispondence L. 0,l5
« « da 2 a 5 Tolte 0,10
* « da 6 a 15 Tolte 0,05
Per colonna intera, mezza colonna, quarto di colonna e
per aTTisI ripetuti prezzi da conTenirsi.
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AnnmiSTRAZIOME: via Maziooal«, 107
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SOMMARIO :
Gli avvenimenti del giorno — Eoberto Ardigò,
di V. Garretto. — Cronaca del movimento
religioso — Il brigante Saioraone, di A. Arias.
— Scienza e fede, di E. Meyniee — Anticlericalismo contemporaneo, di E. Robutti — Fatti e
idee. — Leggendo l’Evangelo. — Questioni
sociali e morali : Ricchezza e povertà, di E.
Meynier — Attacchi e difese : Cose e persone
sacre, di E. Rivoire. — Problemi di educazioife e d’istruzione : Certi teatri ! di G. FasuLo ; Pagine di Storia : Valdo e la Bibbia,
di G. Jalla — La dottrina cristiana spiegata al popolo : La regola della fede e il problema deU’autorità, di U. I. — Informazioni.
— Ilibliografla.
fvvviso IMFORWTE
Gli Siali, di cui gli uffici postali sono
autorizzati a, ricaverò abbonamenti a' gior-.
nati italiani, compresa La. Lu.ce, sono
i seguenti :
Austria, Ibdgio, Bulgaria, Chile, Danimarca,
Egi tto, G ( ' l'm a.n i a, L u s s ( ' 111 b u rgo, M o n t ( > u egro,
Norvegia, Paesi Bassi, Romania, Sc-rbia,
Svezia, Svizzera, Turchia, Ungheria, Uniguay.
In cotesti paesi chi prende V abboìmmento
a 'Li&.lLwoe per mezzo dell'ufficio postale
paga L. 21)0, invece di L. 5,00, e arreca
un vantaggio (di'Amiiiinistraziono del giornale. ,
L’ Amministrazione.
6LI 999ENifllENTI DEL GIORNO
Un cannone sfondato — Mare in tempesta ~
Etichetta rifiutata — Un parlare che non é neppure d’argento.
Qualche volta anche i prìncipi amano lo studio e
il lavoro intellettuale e la fatica scientifica : noi abbiamo il duca degli Abbruzzi che ci fa onore, per esempio, con le sue imprese coraggiose e belle ¡abbiamo il nostro re, il quale è un provetto ad erudito
numismatico. Il principe di Monaco appartiene anch’egli alla categorìa de’ valenti ; é uno studioso di Ocea *
nografia, scienza molto giovane e molto delicata ancora, ma che già si afferma come importantissimo
ramo delle scienze naturali. E noi avremo il piacere
di sentirlo presto in Roma parlare de’ suoi studi prediletti e dello leggi de’ mari immensi.
Ma non avrà altrettanto piacere il Vaticano, che
vede un gran pericolo nella venuta di questo scienziato nella Mostra capitale. Il Vaticano teme che altri
principi papalini pos.sano seguire l’esempiòdi quello
dì Monaco e venire a passeggiare per le vie di Roma,
senza rammaricarsi troppo del broncio di Merry.
Perciò il Vaticano prepara una protesta, che scoppierà quando l’ospite avrà consumato il delifto di
leso-papa con la sua apparizione in Roma. Ma se la
protesta non mosse a pietà alcuno al tempo della venuta dì Loubet, potrà fare effetto adesso con questo
bel chiaro di luna ? Oramai è un povero, vecchio
cannone sfondato......
*
* *
/
Il Congresso ultimo del partito socialista votò una
formula, cosidetta integralista, per mezzo della quale
si sparava che la barchetta AqWAvanti ! avrebbe potuto tenersi a galla ed orientarsi alla meglio in mezzo alla furia tempestosa delle onde che sconvolgono
il mare socialista. Il nocchiero Enrico Ferri ha tirato innanzi finché ha potuto ; ma finalmente, accortosi che il timone è troppo debole per l’esistere all’impeto de’ marosi, prudentemente cerca di guadagnare
la spiaggia e di assistere da lontano all’acquetarsi
della tempesta o al naufragio àéiVAvanti ! vale a dire deH’integralismo.
Enrico Ferri ha fatto bene, secondo noi : egli non
poteva rimanere in ppa poaiziiÌM^ troppo
per lui, uomo di pensiero, aristocratico nel senso
buono ; il rimanere ancora avrebbe nociuto a lui
e al partito socialista stesso. Enrico Ferri non era
più quell’autorevole guidatore di un tempo, fecondatore di mentì e di coscienze ; era divenuto una specie di stipendiato agli ordini delle loro signorie che
avevano preso in mano le redini del cavallo- folla. La
piazza, quella più turbolenta e rumorosa, è diventata
troppo forte, troppo insolente; il partito non può vivere d’espedienti, perchè é un partito giovane ed ha
troppo sangue nelle vene ; un po’ di sincerità non
farà male. Enrico Ferri lascia le concilazioni da banda e si ritira; ora sono di fronte le due grandi correnti in contrasto: riformismo, sindacalismo.
*
* *
Un altro avvenimento nel campo socialista, ma
fuori d’Italia, è sintomatico. Ad TIull (Inghilterra)
si è radunato un congresso operaio, al quale si voleva imporre l’etichetta socialista ; la • grandissima
maggioranza dei congressisti si rifiutò di accettarla
dapprima, poi si ebbe una affermazione confusa, non
chiara, non leale. Ad ogni modo è emersa la tendenza
degli operai inglesi a non volere saperne di teoria
socialista ; gli inglesi sono pratici, de’ sistemi poco
si curano e hanno paura di compromettere la saldezza delle loro istitirzioni mirabili accettando principi che porterebbero scissioni e contrasti. Ed è così,
in fatti: ecco, in Italia noi vediamo i nostri operai
perdersi in chiacchiere inutili, come se dovessero
pensare a costruire sistemi filosofici e non organizzazioni economiche a proprio vantaggio. Perciò da
noi il partito socialista, divenuto dottrinario e scolastico, ci offre lo spettacolo di fazioni dilaniantesl
tra loro, non compatte, non potenti, non esercitanti
azione positiva o feconda.
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* *
Allo stesso modo non è stata feconda la ricomparsa
di Delcassé sulla scena politica. Il suo discorso é stato imprudente e insolente e, come bene gli è stato
osservato, egli non avrebbe potuto scegliere occasione migliore di questa per mostrare che il silenzio é
d’oro. Di fatto il suo parlare non è stato neppure
d’argento.
Che volete: un uomo, il quale portò la Francia sull’orlo della mina, non può pretendere di dare con
sigli intorno alla avventura marocchina. Il suo consiglio, del resto, se fosse seguito, diverrebbe fatale e
condurrebbe a spaventevoli conflagrazioni. Come il
solo suo parlare ha rieccitati gli animi di mezza Europa.
Ahimè'! Nemmeno i grandi uomini sono immunizzati contro il risentimento.
G.
Robert^ Ardigò
Ila compiuto in questi giorni l’ottantesimo anno di sua vita Roberto Ardigò,
professore di Storia della Filosofia a Padova, famoso maestro, di positivismo filosofico. Molto onore si è reso a quest’uomo
che l’ha mpritafn.■
spesa nello studio e nella ricerca del vero,
essendo esempio di onesta e retta coscienza. La rettitudine, anzi, è la dote, veramente grande ed esemplare nell'Ardigò, che
la sua filosofia non batte l’ala oltre i confini della angusta oonoscen,za diretta e non
può quindi aspirare all’onore del trionlo,
ohe supera i secoli e consacra e consolida
un principio neH’avvenire jiiù remoto.
Roberto Ardigò, prete, ne’ primi suoi anni, e de’ migliori, educato dall’esempio dell’umile ed evangelico monsignor Martini
(al quale ancora pensa con commosso animo di figlio grato e rispettoso), quando
dal fervoroso ingegno fu condotto alla persuasione die nulla esiste fuori del fatto
postoci sotto gli occhi da madre natura e
die la distinzione netta tra materia ed
intelligenza (che supponga un suo produttore di natura spirituale) è semplice illusione finta da noi a noi stessi, gittò via
la tonaca e visse posero di quel lavori»
che potò trovare lì per li pronto. Guido
Baccelli lo trasse dairoscurità e lo collocò
sulla Ccattodra deH’ateneo padovano, ove
ha trascorso tutta la sua esistenza modesta e laboriosa. A questa modestia, a (piesta laboriosità si rende onore oggi e si
fa bene ; la virtù, quando c’è, debbe prodursi in luce e additarsi a’ giovani che
s’affacciano alla vita o spensierati troppo
0 troppo titubanti. Roberto Ardigò offre un
bello e buono esempio di dirittura morale:
non credo più, egli disse, me ne vado, senza
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LA LUCE
curarmi della perdita di un lauto canonicato ; la miseria forse mi • aspetta, io la
sopporterò in silenzio, pur di essere in
pace con me stesso, e con me stesso in
regola. In questo tempo, di cotali esempi
non v’ha abbondanza ; è cosa opportuna
il mettere bene in vista questo che si
presenta.
Ma è veramente un filosofo Roberto Ardigò ? Il suo sistema ebbe un momento in
cui parve imporsi ; il positivismo suo sembrò
incoronato ad un dato istante re di tutte
le menti ; ma oggi, mentre onoriamo l’uomo,
noi dobbiamo convenire che il filosofo ò
già superato. Questo pensatore, che non
seppe spingere lo sguardo oltre il conoscibile, nemmanco per vedere il buio e
l’ignoto, come Spencer, più che filosofo si
può chiamare un ordinatore che va dietro
alle scienze naturali e ne mette assieme
le scoperte per classificarle. Or il pensatore che non divina, che non ardisce, che
non alza gli occhi a’ monti, ma li tiene
fissi alla pianura che lo circonda, è un archivista delle scienze ; un filosofo non è
davvero.
Perciò Spencer rimane ancora solo a
rappresentare la filosofia positivista del
nostro tempo.
Vito Oapretto
caia civilmente, poi. Si pensa tanto alle Scuole Elementari e si discute intorno alfiusegnamento morale da
impartirsi in quelle ; ma, se non erriamo, sarebbe molto opportuno introdurre nelle Scuole Superiori lo studio de’ primi capitoli del Galateo !
La condanna di S. Minocchi
Cronaca del MiVincnto religioso
JTJLL.IA.
Conferenze agli studenti
Innalziamo all’onore della cronaca questo avvenimento, che ha destato in tutti enorme impressione.
Il sac. Salvatore Minocchi, libero docente di lingua
e letteratura ebraica nell’Istituto di Studi superiori di
Firenze, tenne giorni addietro una conferenza d; carattere storico-critico sui primi capitoli della Genesi,
Le affermazioni del chiaro studioso non erano certo le
più desiderabilmente ortodosse, nè noi ci sentiremmo,
con tutta la libertà nostra, di sottoscriverle : si può
benissimo, senza tradire la onesta coscienza critica^
dire qualche cosa di più favorevole a’ racconti della
Genesi e non presentarli come una semplice elaborazione de’ miti babilonesi (il nostro giudizio si basa
sul resoconto breve e imperfetto necessariamente de
giornali, quindi non ha carattere assoluto, ma relativo).
La curia fiorentina gli intimò, allora, di ritrattare
e dichiarare storici i capitoli in questione ; il Minocchi
si rifiutò e fu sospeso a divinis.
La ferma e virile dichiarazione del Minocchi è per
noi di grande importanza, però che noi la possiamo
considerare come l’indice di tutto uno stato d animo
collettivo nella lotta tra modernisti e Vaticano.
La corda modernista si è lasciata tirare fin qui a
piacimento dei gesuiti ; ma, se non ci sbagliamo, qualche cric già si sente, nunzio di rottura e di catastrofe.
In quanto al Vaticano state pur sicuri che seguiterà
a tirare formidabilmente. Continuiamo a guardare con
attenzione ininterrotta, fratelli evangelici.
dialetti. Essa mantiene un piccolo esercito di circa
900 colportori o venditori ambulanti, che recano la
parola di vita, di porta in porta. Di più provvede a
740 donne bibliche, le quali, specialmente nei paesi
orientali, vanno a leggere la Bibbia alle donne rinchiuse' negli « harem » o nelle « zenana ». Perfino ai
ciechi ha pensato, ed ha pubblicato le Sacre Scritture
in più di trenta lingue, in caratteri in rilievo per
portare la luce dell’anima a quei nostri fratelli che
sono privi di quella del sole.
La Società Biblica è l’ausiliaria di tutte le missioni;
a ciascuna, senza differenza di denominazione, provvede, a buon mercato, e, talvolta gratuitamente, le
Sacre Scritture di cui hanno bisogno. Perfino i missionari cattolici romani si rivolgono al suo deposito
di Eoma per comprare le Sacre Scritture nelle lingue
originali per i loro studenti o quelle poche porzioni
che è loro permesso di spargere nelle loro missioni
lontane.
Conferenza di Don Romolo Murri a Napoli
Ma per quanto abbia già fatto la Società, molto più
le resta da fare. Centinaia di popoli e di tribù non
hanno ancora nella propria lingua una sola copia del
Vangelo. Anche nei paesi che già posseggono la
Bibbia, i progressi deU’istruzione e l’accrescimento
della popolazione fanno continuamente aumentare il
numero dei lettori ai quali occorre provvedere il Santo
Libro. . .
Di più in centinaia di lingue le prime traduzioni
sono riuscite alquanto imperfette s vanno rivedute.
Tale è il caso perfino della nostra bella versione di
Diodati, di cui la Società ha fatto cominciare, da persone competentissime, una revisione accurata per toglierle le parole antiquate e per ricondurla al testo
più puro, secondo gli ultimi studii critici.
Circa un migliaio di dotte persone sono dalla Società impiegate in queste revisioni, nonché in^ nuove
traduzioni.
Ci scrivono da Pi^ :
Il 21 ed il 22 del corrente mese il Signor U. Janni, pastore a S. Remo, è stato in quista città, inviato dalla benemerita Federazione degli studenti per la cultura degli studi
religiosi. Egli avea in animo di parlare agli studenti universitari anzitutto, e sui seguenti argomenti: L’ipotesi Dio in
relazione col problema del dolore — Le fragili basi della filosofia anticristiana. Fu messo a disposizione sua il teatro Redini.
Alla prima conferenza accorsero molti studenti e rappresentanti numerosi dei partiti estremi : qnasi tutti venivano con
disposizione ostile all’oratore, col proposito evidente d’impedire ch’egli intavolasse la quistione religiosa ch’essi insistono
nel dichiarare liquidata, morta e sepolta. Grazie alla chiarezza delle sue idee, alla libertà sua nell’esporle, alla calma del
suo temperamento, all’energia delle sue convinzioni, vibranti
nel suo atteggiamento, nella sua voce, nel suo stile, egli seppe
domare le opposizioni continue, egli potè imporre la sua con
ferenza.
Appena l'ebbe finita, il pubblico si risentì iibero, i contradittori si annunziarono a 5 a 10... in una confusione irrequieta, appassionata e che nulla annunziava di sereno. Perciò il Sig.
Janni promise per la sera seguente il contradittorio di cui le
norme sarebbero state fissate in un convegno nella casa del
Doti. Grilli. Nissnno venne durante il giorno seguente per stabilire le condizioni del duello scientifico - religioso, per annunziarsi oppositore.
Quando il Sig. Janni si presentò, la sera del 22, sul palcoscenico, fu salutato dagli applausi ironici di un pubblico insolitamente numeroso, rumoroso e contrario. .VI suo cenno di
voler parlare, seguì un silenzio impressionante ; incominciò la
sua seconda conferenza ma dopo alcune frasi fu coperto da applausi ; riattaccò impavido le esposizione del suo argomento ma
dopo altri pochi periodi la sua voce fu soffocata ancora da applausi. Tornata calma relativa, conosciute le disposizioni tntt’altro che serie di moltissimi suol uditori egli si alzò ; uvea
parlato della libertà deH’uomo e proseguì : « Sono libero ; un uomo libero rispetta e sè e la causa che rappresenta; di fronte
alla vostra ineducazione mi ritiro.» E così fece. Gli student
per un momento non capirono e rimasero attoniti ; poi uscirò
no in colonna serrata cantando: Evviva Maria ! e canti goliardici
Grazie a queste conferenze il movimento evangelico di Pi
.sa è entrato in contratto con un gruppo di studenti moderni
sti che desiderano mettersi in relazione colla Federazione degli studenti italiani. Saintiamo questo risultato positivo che
ci conforta e ci dà ragione di sperare tempi migliori.
Due parole di commento ci vorrebbero e vibrate ; ma
noi preferiamo indulgere alla gioventù, che é traviata
intelUttnalmeute, prima, e, a quel che pare, non edu
Nella Sala Tarsia don Romolo Murri ha parlato
dottamente e acutamente delle relazioni tra Chiesa e
Stato. La sua dimostrazione è stata logicamente serrata e assolutamente serena, e noi ci compiacciamo
vivamente con questo sacerdote colto e assennato per
la modernità e liberalità delle sue conclusioni. Non
essere ostili, ma operare separati ciascuno nella sua
sfera d’azione, ha detto don Romolo, debbono la Chiesa
e lo Stato ; l’una è per sua natura apolitica, l’altro è
per sua natura areligioso (non irreligioso o ateo !),
I clericali, si sa, troveranno sciocca e pericolosa la
conferenza di don Murri; ragione di più perchè egli
si rallegri delle buone cose che ha dette.
*■
* *
Una pubblicazione curiosa
E’ uscita la 2- edizione della Vita di Gesù dettata
da lui stesso alla signora X, tradotta dal francese da
Ernesto Volpi. Tutti gli spiritisti conoscouq quest’opera e variamente la apprezzano. Ma la sua seconda.....
incarnazione ci obbliga a darle un piccolo posto nel
nostro giornale, che di Cristo è servitore fedele.
Rimandiamo il lettore alla Bibliografia.
Società biblica brit. e forestiera
E’ un errore il credere che la Società Biblica sia
ricca. Per otto anni di seguito le sue spese superarono grandemente le entrate. E si capisce se si tiene
in mente che per ogni 25 lire che essa spende per far
tradurre, stampare e distribuire le Sacre Scritture,
solo circa 10 lire essa riceve per continuare l’opera
sua. Perciò essa deve ogni anno far caldo appello alla
generosità dei cristiani, ed anche quest anno un delegato della Società, il Rev. James Thomas di Londra,
segretario anziano di distretto, visiterà l'Italia, tenendovi a questo scopo nelle uostre chiese delle adunanze,
che saranno fatte conoscere in ogni luogo. Confidiamo
che i fratelli vorranno accorrervi numerosi, sentendo
vivamente il dovere ed il privilegio di aiutare colle
loro offerte e colle loro preghiere quest’opera di
vera evangelizzazione mondiale, ora che Iddio ha
abbattuto tutte le barriere che in tanti paesi si opponevano alla libera circolazione della sua Parola.
N. B. Laddove il delegato della Società non potrà
andare per mancanza di tempo, i colpotori potranno
agire come collettori locali, o le offerte potranno essere
mandate all’Agente della Società Rev. R. O. \\ alker:
185, Viale della Regina, Roma).
Siamo lieti di poter dare ai nostri lettori le primizie della statistica dell’opera di questa Società in
Italia, durante lo scorso anno 1907.
26 colportori han venduto copie
I depositi «
Altre Società acquistarono «
Date gratis «
Totale copie
FRANCIA.
I vencovi del Sud Ovest in Congresso
,57.31,3
26.075
26.682
86
110.156
4.956
Cioè 12.006 copie in più dell’anno precedente.
Distinte per volumi abbiamo ;
Bibbie intere copie
Nuovi Testamenti
(i più coi Salmi) «
Porzioni separate «
Totale u, s.
12.179
93.021
copie 110.1,56
*■
.1! %
Tutti i nostri lettori si rallegreranno per questi splen
didi risultati ricordandosi che la benemerita Società
altro scopo non si prefigge che di mettere la Parola
di Dio nelle mani di ogni creatura umana. Fin dalla
sua fondazione, uell’anno 1804, essa ha me.sso in cir
colazione nel mondo intero duegento quattro mi
lioni di copie della Sacra Scrittura in tutte od in
parte, in non meno di quattrocento nuove lingue e
'H
Mandano alla Tribuna ;
BORDEAUX, 24. — I ve.scovl del sud-ovest si sono riuniti ali’arcivescovado di Bordeaux per trattare, dice.si, le questioni seguenti : obolo del clero e mezzi di generalizzarlo, seminari e misure da prendersi per popolarli, chiese, diverse ipotesi e soluzioni appropriate a questa questione; scuole libere e scuole ufficiali, condotta verso ciascuna di esse ; stampa
azione da esercitare e diffusione di veri giornali cattolici non
politici ; conferenze libere su argomenti sociali religiosi : fondazioni.
Le deliberazioni state prese saranno inviate al Vaticano fra
quiilche giorno, ma non si pensa per ora di comunicarle alle
altre riunioni episcopali che debbono tenersi nelle varie regioni e ciò perchè si è creduto preferibile di lasciare a ciascuna
assemblea una spontaneità completa affinchè esse possano trattare come meglio crederanno le varie questioni.
Il Vaticano prenderà visione dei vari rapporti che gli .saranno inviati dalle riunioni regionali e se lo crederà necessario prenderà una decisione.
Informazioni da fonte autorizzata dicono che non si terrà
nna assemblea generale dell’episcopato francese.
Si afferma pure che la riunione dei vescovi del sud-ovest
non ha voluto separarsi senza rinnovare la sua adesione intera alla condanna del modernismo, dichiarando, per rispondeI re a certi attacchi pow sinceri, che il Sovrano Pontefice con
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LA LUCE
iqdernismo non ha condannato nè il savio prointamente tutte le idee moderne,
e alle solite; vescovi che, come galline
i;ifugiano all’ombra del trono romano e
te contro i soli viventi nel gran cimiLpapale 1 I modernisti sappiano regolarsi
e tengano ben conto di queste untuose
STATI UNITI
L’oper
Il sig. C. E
a delle Associazioni Cristiane
ì. iMorse, Segretario Generale del Comitato Internazionale Americano delle A. C. D. G. scrive
al Comitato Universale di Ginevra ima bella lettera
che qui traduciamo :
« Da parecchi anni, da tutti i paesi d’ Europa arrivano neH’América del Nord giovani in numero sempre
maggiore. Solo ultimamente, per altro, le Unioni Americane si s^n reso conto della loro responsabilità a
tal riguardo 6 hanno deciso di esercitare un’influenza
cristiana su cjuesti giovani emigrati. Noi vogliamo in-
r>r»l finii f? v Q n nn 0*1 i Dl»ì 1
traprendere up’opera energica col fine di accoglierli
al loro arrivo nei porti americani. Noi vogliamo che
quelli d’in fra essi, i quali vengono da famiglie cristiane, non perdano il loro contatto religioso, ma siano
immediatamente circondati da amici cristiani ; e che
quelli, i quali! vengono da ambienti non cristiani siano
posti sotto un’influenza cristiana allorché divengono
stranieri in paese straniero.
Noi sentiamo grandemente il bisogno della cooperazione delle Unioni di Europa e sappiamo che voi
non resterete!indifferenti in vista dell’avvenire di questi numerosi giovani provenienti da tutte le parti del
vostro continènte. Sappiamo che voi farete tutto quel
che vi è possibile affiuchè le Associazioni de’ principali porti euriipei informino i giovani che partono per
l’America del nostro desiderio di renderci utili a
loro ».
Nobilissimi propositi, degni dei grandi e gloriosi
figli di quella potente nazione Cristiana.
SVIZZJEFtJL.
La Chiesa de’ Vecchi Cattolici e la Separazione
La Chiesa Cattolica Nazionale ginevrina ha nominata una con:^mis:ione di venti persone per presiedere
al lavoro di ^organamento di questa Chiesa sotto il
regime della Separazione. 11 lavoro procede energicamente e con successo. Le parrocchie di Lucerna e di
San Gallo, separate dallo Stato fiu dall’origine del
movimento vqcchio-cattolico, hauuo fornito alla Commissione dei XX un modello sicuro d’amministrazione
parrocchiale. Ili punto più spinoso è quello delle risorse materiali ; tuttavia 1’ avvenire della Chiesa non
è menomamente in pericolo. Gli ultramontani che s’unirono ai liberi pensatori e decisero col loro voto le
sorti della legge di .separazione nella speranza di veder prostesa al suolo la temuta Chiesa Cattolica nazionale, rimaiiranno delusi,
i
Nijova Associazione Cultuale
Si è fondata a Losanna un’ asstciazioue vecchiocattolica sotto la presidenza del Sig. Affolter, Giudice
Federale. Il (julto sarà celebrato regolarmente.
Le missioni di Basilea
I
Non sarà ihutile informare i nostri lettori dell’ andamento di qhesta importante istituzione, la quale si
impone all’ at tenzione del mondo evangelico per il suo
grande sviluppo sia nella Costa d’Oro, sia nel CarneIndie e in Cina.
Come la maggior parte delle altre grandi Società
Missionarie, c nella di Basilea ,si trova in presenza di
un deficit anormale ; forse di ,300,000 franchi ! Ciò non
è causato affatto da una diminuzione nelle contribnanmento grandissimo dell’ opera missiovero che le contribuzioni sono state semto; ma l’aumento non è stato proporzionato alle speèe.
Noi ci uniamo al voto de’ fratelli svizzeri, i quali
confidano nel a lieta soluzione di questa crisi con l’aiuto
di Dio. E’ l’opera sua!
zioni, ma dal
naria. Tanto
pre in anmen
Ci sono gri
un Parlamenti
cali, l’agitazi
strazioni pulì
la pubblicazio
&ÍÍ Lf.
rEFiSIA.
Stato di transizione
linde novità in Persia ; lo stabilimento di
0 nazionale e di Comitati legislativi Icone per una costituzione, .le grandi dimoiltiche, e i meetings per chiedere riforme,
ne di molti giornali firmati anche da per
sone autorevoli, 1’ accordo dei contadini contro i grandi
proprietari, la formazione di società patriottiche per
armarsi ed esercitarsi nelle.armi; tutto ciò è nuovo,
e nissuno avrebbe potuto prevederlo, or smio 2 auni.
Però nou si può parlare di una nuova Persia fin tanto
che il carattere del popolo è sempre lo stesso. Ciò che
si può dire è che la Persia si stà risvegliando da un
lungo sonno, senza che si possa ancora congetturare
qual sarà il suo avvenire.
Il carattere Persiano nou è punto cambiato. Geremia dice del cuore naturale che, è « frodolento sopra
ogni altra cosa » Le nuove idee non hanno cambiato
il cuore. Il popolo è generalmente pieno di doppiezza,
d’inganno e di disonestà, e non può trovare ciò che
tanto gli abbisognerebbe: nomini savi, forti, e sinceri.
Fino ad ora gli alti e i bassi impiegati solevano comprare il loro impiego, e vivevano di oppressione; i giudici stessi pronunziavano sentenze favorevoli a chi faceva i più bei regali ; tutti avevano per principio di
tosare le pecore a loro affidate e d’ingannare i capi
dai quali dipendevano. Venute le nuove idee tutti gridarono contro la corruzione degl’ impiegati. I governatori locali, per essere eletti facevano le più belle
promesse, e mostravano molto zelo nel compimento del
loro dovere. Per qualche tempo tutto andò bene, poi
le iniquità e le ingiustizie sollevarono l’indignazione
del popolo oppresso.
Vogliamo sperare che col tempo il popolo sentirà
il bisogno di un buon fondamento religioso e morale
perchè molti cominciano a comprendere che la legge
musulmana sarà sempre ostile alla libertà e al progresso. D. T.
COREA.
3Iissioiii Cristiane
In questi ultimi anni, non v’ è paese in cui il Cristianesimo abbia fatto tanti progressi come in Corea.
Taluni hanno detto che, se tanti Coreani si fanno Cristiani, ciò è dovuto in parte al latto che così intendono di
protestare contro la dominazione del Giappone. Checché ne sia, le Chiese Cristiane profittano di queste
buone disposizioni del popolo Coreano per fargli conoscere la religione di Cristo. Uno dei segretari della
società missionaria dei giovani Cristiani scrive : A
Pijeng Jamj ove, or sono meno di 15 anni, il primo
missionario cominciò 1' opera dell’ Evangelizzazione, in
mezzo a mille difficoltà, io trovai in una delle Chiese
Evangeliche della città oltre a mille cristiani, che
riempivano il tempio lino alla porta ; e in un’ altra
chiesa trovai un numero più grande ancora, sebbene
vi fossero 4 altre aduuauze l'eligiose nel medesimo
tempo. Dopo mezzo giorno mi recai nel gran tempio
Presbiteriano, che trovai pieno d’ uomini soltanto, mentre le donne avevano un culto speciale per loro, un’ora
dopo. Il mercoledì sera vi fu una adunanza di preghiere alla quale assistevano 1700 persone. Quindici
anni or sono, il rev. Heber Jones fu cacciato da una
città, senza potervi fare una sola predicazione, ma essendovi ritornato poche settimane or sono, fu accolto
quando sbarcò da 400 Cristiani, che 1’ accompagnarono
per 4 miglia fino alle porte della città. Un rais,sionario in Corea dichiara che se viaggiasse ogni giorno
dell’anno per visitare tutte le chiese del Distretto affidato alla sua sorveglianza, non protrebbe fermarsi
un giorno in ciascuna, essendo egli il solo missionario
straniero, ma egli è ajutato nell’ opera sua da parecchi colleghi del paese.
La missionaria M. Gale di Seoul scrive che 22 anni
or sono essa cominciò 1’opera di Evangelizzazione,
sciando per una delle porte della città proibita, in
mezzo ad altre persone per non essere osservata. D’allora in poi portò sempre quella città nel suo cuore e
nelle sue preghiere. Ora, qual cambiamento ! Più nou
s’introduce nella città inosservata. Ritornata a Seoul
dall’ America fu accolta e salutata da molte persone,
portanti gli emblemi della Chiesa. D. T.
Jì brigante Salomone
La Sicilia tutta è oggi occupata principalmente da
2 soggetti : la quistione Nasi or ora ripresa dall’Alta
Corte in Roma e la quistione del brigante Salomone
da Barrafranca.
Caltanissetta. specialmente è tutta sottosopra pel processo di quest’ultimo. Manco a dirlo, i grandi giornali
siciliani, come il Oiornale di Sicilia, Dora ed altri, dedicano lunghe colonne alla narrazione delle gesta del
grande uomo.... di macchia, rilevano il suo spirito, il
suo genio, la sua generosità ecc.
Già Testate scorsa, quando Salomone venne arrestato
presso Eiesi, ed ancora prima che gli fossero state
messe le sante manette, un autorevole giornale dell’isola accettava, per mezzo d’un suo corrispoudecte, la
proposta di stampare le mèmorie del brigante scritte
in istile davvero brigantesco.
Oggi qui in Caltanissetta, dove il processo ha luogo,
l’interesse per l’uomo del giorno è vivissimo: i treni
rigurgitano di persone che vengono da ogni parte dell’ìsola, la maggior parte dei viaggiatori non trova posto negli alberghi, nei circoli nou si parla che di lui,
ed il popolo ammira le gesta delTappena trentenne
brigante che ha già' dato tanta buona prova di saper
battere la campagna.
Di fronte a questo modo di pensare, di parlare e d’agire, parte dalla nostra coscienza una voce di viva
protesta.
La stampa s’è resa finora, in gran parte, causa di
tutto questo movimento malsano, parlando d’un brigante
proprio come si parlerebbe d’un grande eroe.
Mancano forse in Italia atti di vero eroismo, per non
sapere scrivere che le gesta di uomini simili?
Val proprio la pena di occupare una o due delle
principali pagine d’un giornale, che dovrebbe educare
il popolo oltre che istruirlo, con la dettagliata storia
d’un uomo di sangue ? Val proprio la pena di dare a
costui la soddisfazione, tanto ambita dalla gente di
cattiva condotta, di riprodurre in più pose, ed a più
riprese, le sembianze d'un simile aborto morale ? La
parte colta e civile del nostro popolo, interessandosi
cosi vivamente di queste cose, mostra davvero un senso morale assai discutibile ; ma ormai siamo abituati
a questa leggerezza di carattere nella classe dirigente.
Ed il popolo? il, popolo beve a larghi sorsi questo
nuovo genere di civiltà ; ascolta i giudizi ed i commenti delle bravure salomoniche ed impara ad.... ammirarlo ed a seguirlo domani !
E davvero doloroso il constatare un cosi vivo e profondo interesse del popolo per un nomo che nou meriterebbe altro se non il disinteresse più completo.
Tutto questo ci conduce alla conclusione che, malgrado siano passati degli anni dal processo Musolino
a quello di Salomone, il nostro popolo ha fatto ben pochi progressi in fatto di civiltà ; esso è ancora quello
ste.sso fauci ullone che ama tiitto ciò che sa di crudele
e di avventuroso.
Sarebbe ora, dunque, che coloro che hanno in mano
il potere di educare mettessero in opera tutti i mezzi
a loro disposizione, impedendo, per quanto sta in loro,
la conoscenza di fatti, di parole, di azioni e di vite
nefande ; cose che nuocciono grandemente al popolo e
lo arrestano nel suo sviluppo intellettuale, morale e religioso.
Httilio Arias
ÒCIENZfl E PEDE
Questo argomento è sempre attuale; ritorna incessantemente sotto gli occhi dell’osservatore, il quale,
se non ha una concezione giusta dell’ una e dell’ altra, corre pericolo: ora di esaltare la scienza, ora di
infamarla ; e cosi pure si dica della fede.
Nei giorni scorsi, ad esempio, ne hanno parlato,
sebbene in modo fuggevole, dne nostri conferenzieri
di grido : gli on. Ferri e Pradelletto, Timo a Roma,
l’altro a Milano. Non occorre osservare che il se-condo si è mostrato più equanime : non ha esaltato
la scienza, nè denigrato la fede. Anzi ha detto
che erano esagerazioni v due gridi opposti: quello
di Bertlielot : Non esistono pià misteri ! e quello
che dice : tutto è mistero !
Coloro che esaltano la scienza, a detrimento della
fede, per lo più non conoono bene nè Tnna, nè
l’altra : sono quelli che pretendendo di essere scienziati, si mostrano invece digiuni della scienza, la
quale è molto modesta, non s’illude sulle sue possibili ricerche, e vede i propri limiti.
Invero il positivismo ha per principio suo fondamentale questo : non deve preoccuparsi, in quanto
riguarda i fenomeni e i fatti, della loro cagione o
del loro fine, perchè ciò sfugge allo sperimento. E
quindi non vuoi prendere qual base delle sue induzioni resistenza di una causa prima, che non si
può vedere, nè toccare, nè analizzare, nè scomporre. Ognuno vede che, dati questi principii, rimane ampio margine alle affermazioni della fede.
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LA LUCE
E ancora, il positivismo, nella persona dei suoi
più illustri rappresentanti, non si attenta di rigettare Iddio, ma piuttosto è incline a collocarlo nel
numero delle ipotesi. Invero, Herbert Spencer, il
grande filosofo della teoria della evoluzione, ammette resistenza di una forza persistente, la quale,
investendo sotto forme e aspetti diversi la materia,
viene incalzandola di uno in altro movimento. Inaccessibile nella propria essenza alla intelligenza dell’nomo, questa forza può essere argomento più di
fede che di cognizione, più di religione che di
scienza ; essa costituisce (\Vì^\Vinconoscibile, che
dall’nomo non può essere studiato che nelle sne
manifestazioni, succedano queste in noi od anche
fuori noi.
Non dice lo Spencer che « si sentirà sempre il
bisogno di dare una forma alla affermazione di nn
essere sapremo che è la fonte della nostra intelligenza ? »
Lo stesso darwinismo, sul quale il materialismo
fonda per lo più, le sue facili negazioni, non contraddice uè alla esistenza di una forza creatrice,
nè all’idea della finalità delle cose. Difatti la cellula primitiva dalla quale sarebbe derivata la vita
universale, come sorse e come diede origine all Universo, sia pure per una serie ininterrotta di trasformazioni, se non si ammette, per il principio di
causalità che di ogni fenomeno cercala ciusa e per
il principio d’inerzia, per cui un corpo non può da
sè stesso mettersi in movimento, un potere creatore iniziale, per impulso del quale la forza e la
materia si sono svolte in forme successive sempre
più armonizzanti in sè ?
In conclusione la scienza vera, degna del nome,
non pretende di risolvere la questione delle origini
e dal perchè e appagandosi di conoscerne solo il
come, lascia alla filosofia e alla religione il compito
di pronunziarsi sulla questione della prima origine
e dell’ultima fine del mondo.
Contraddizione o conflitto quindi tra la scienza e
la fede non esiste, ma alla condizione che l’una
e l’altra non escano dal proprio campo.
Dice lo stesso Spencer : « Se la scienza e la religione hanno basi nella realtà delle cose, allora
fra loro ci deve essere una armonia fondamentale.
E’ impossibile che ci siano due ordini di verità in
assolata e perpetua opposizione ». (/ Primi Prin
Enpieo JVteynier.
uL’Anticiericalisiiìo moderno”
* Le cléricalisme : roilà l’ennémi »
Gambetta.
Purtroppo, salvo rari casi d’importanza eccezionale
ed esemplare, l’anticlericalismo moleruo non ha ancora portato in campo aperto quelle armi leali e resistenti che gli assicurino — sia pure in un futuro remoto
— il conseguimento dello scopo prefissosi...! Accennerò brevemente ai fatti più salienti d attualità, poiché si
trovano anche alla portata di chi si occupa superficialmente di cotali qnistioni.
Noi assistiamo — spettatori attenti, interessati —
all’inazione sintomatica dello Stato, il quale non ha
ancora saputo (ammettiamo pure che gravi cause vi
s’oppongano) togliere dalle mani del clericalismo i mezzi
molteplici di cui esso si serve a’ danni della società
moderna.
A ciò si aggiunge la disarmouia funesta — che nessun Gabinetto di qualsiasi tinta seppe, non che distruggere, nemmanco diminuire — tra la comoda borghesìa
larga di progetti dorati, dispensatrice di promesse lusinghiere, e l’irrequieto proletariato, forse intemperante
nella rivendicazione dei suoi diritti !
Consideriamo ora l’aspra lotta che si combatte da
noi tra il clericalismo ed il socialismo. Questo vasto
movimento (adattandosi ai caratteri del nostro ambiente) trasportò, in parte, le proprie tende dal campo
economico — ove solamente doveva esplicarsi — in
quello morale - religioso ; ed ora — in faccia al vecchio
colosso che porta all’attivo tante conquiste, — mena all’impazzata botte da orbo e, novello Don Chisciotte^
s’illude della propria forza combattiva e della propria
capacità strategica ! Invano il socialismo spererà di
vincere il clericalismo - organizzato in un esercito compatto, fedele — con le furiose onde di grossolana violenza 0 con gli scherni della brutale volgarità 1
Chi non ricorda — come prova di tale aberrazione
di spirito — la tempestosa campagna au-ticlericale dell’autunno scorso ?
Qual cristiano può ammettere in coscienza che tra il
Clero non vi siano lodevoli eccezioni d’individui che
non prostituiscono la propria missione alle insidie della
sensualità ? E che, forse, alla pornografica stampa demagogica toccherà migliore sorte di quella che s’ebbe la
gazzara piazzaiuola suaccennata? Qual effetto benefico'
portano alla società civile gli organi del partito che
— seguendo una tattica sbag'iatissima — teoricamente
combatte il clericalismo e praticamente detronizza dal
cuore umano quanto in esso v’ha ancora dì sacrOj di
divino? Offuscare, soffocare — con retorica plateale
la verità dei dommi immutabili di Cristo, la grandeza
za della fede operante dei Cristiani, la sublimità del
Cristianesimo puro del Vangelo non è vero anticlericalismo, ma insipiente ateismo ! Il clericalismo — intanto trincerato nelle sue fortezze — si atteggia a vittima per tutto ciò ed i sempliciotti fanatizzati a milioni lo spalleggiano energicamente e lo difendono a
spada tratta! Ecco perchè — da noi — col metodo
errato del « dalli, dalli » non s’è finora fatta opera savia di progresso sociale - religioso !
Data la verità di cotali considerazioni noi diciamo'
a quanti evangelici — apertamente dichiarati ed in
ispecie operai — dànao la loro adesione al tumultuoso'
partito socialista, senza fare alcuna riserva che possa
onorevolmente tutelare il sacro deposito delle loro credenze religiose, noi diciamo ; Siate pure socialisti, o
fratelli, se cosi vi pare ; ma siate socialisti nel verO'
senso della parola, come lo fu il fondatore delle vostre
dottrine : Gesù Cristo l Combattete pure il clericalismo,,
che vorrebbe prostrare le coscienze dinanzi ad un uomo
fallibile e peccatore, ed isterilire le menti in una passività pecorile ; ma fatelo con mezzi leali, prudenti.
non sottoscrivendo a tutto il programma massimo dei
vostri condottieri materialisti, non approvando con segni evidenti d’incousulto entusiasmo ogni loro conféreiiza, non leggendo con esagerata passione i virulenti
fogli rossi...! Se noi vogliamo rispettata la nostra religione, dobbiamo rispettare quella degli altri. Convinciamoci che la lotta anticlericale odierna, com’è fatta
dal popolo italiano, ci recherebbe grave danno se vi
prendessimo parte. Si combatta il clericalismo 1 enjjgrni — non come socialisti atei, ma come socialisti
credenti', non co! ferro rovente dell’accusa spietata, ma
col lievito amorevole della verità evangelica. Ecco 1 arma del Cristiano ; il Vangelo, solo il I angelo, tutto il
Vangèlo! Si combatta l’oscurautissimo con Esso, e la
vittoria — prossima o remota, totale o parziale
sarà indubbiamente nostra. Eicordiamoci del nome che
portiamo, dei doveri che c’incombono e — nei conflitti
tra la luce e le tenebre, la verità e la menzogna —
operiamo in modo tale che sventoli sempre immacolato il glorioso ve.ssillo dei seguaci di Cristo.
EnriGO Robutti.
yjajfi eTpee
«.. il terreno e l’epoca delia formazione della tra
dizione più antica possono essere circoscritti e posti
tra gli anni 30 e 70 in Palestina, o piuttosto nella
stessa Gerusalemme, dove tutta la tradizione che si
sviluppò più tardi ebbe nascimento. La Frigia e PAsia (Minore), ove i Giudei erano molto sparsi, ebbero
anch’esse una parte importante in cotale formazione »,
Il mod«rnisn)o ^ i modernisti ii> Italia
il valore storico degli jcritti di Luca
Nella prefazione deU’importante suo lavoro iutor
no agli Atti degli Apostoli Adolfo Harnak esprime
un giudizio sul valore storico degli scritti di Luca,
giudizio che non va lasciato cadere. Le Christianisme
di Parigi ne fa un ampio riassunto e noi vi spigoliamo i passi principali. Dice Tillastre critico ;
« Le epistole autentiche di Paolo, gli scritti di Luca
e l’istoria ecclesiastica di Eusebio costituiscono i documenti per eccellenza per l'istoria del Cristianesimo
primitivo.
Per ciò che concerne gli scritti di Luca, questo fatto
non é ancora sufficientemente riconosciuto {dagli i
percritici). La causa ha da ricercarsi nel fatto che la
critica ha creduto di dovere contestare questi scritti
a Luca stesso. Ma anche quando cotesta critica avesse
ragione, l’importanza degli Atti degli Apostoli sussisterebbe ugualmente come di documenti fondamentaii.
Io spero di avere dimostrato nel mio libro che la
critica si è ingannala per ciò che riguarda Luca e
che la tradieione ha ragione affermando l’autenticità dei suoi scritti ».
' Ed ecco quello che egli dice poi riguardo nXVepoca
in cui si formò la tradizione contenuta in quegli
scritti. Aprano le orecchie i facili negatori :
Il pastore L. E. Tony André- ài Fire-nze
ca con questo titolo uno studio lucido e completo,
benché hrevé, in Berne Chrétienne ) studio che
era stato presentato al Congresso' dei « Liberali religiosi » tenuto a Boston addi 25' settembre 1907.
Il valente amico nostro, dopO' una introduzione
bella e acuta, in cui ricerca ed espore le cause prineiptili della irreligiosità degli italiani, viene a parlare del modernismo e della sua diffusione nell’anabiente cattolico - romano d’Italia, dividendo i modernisti
in tre categorie : modernisti politico - sociali (miurriani) ; modernisti scientifici (Minocchi, Semeria
ecc...) ; modernisti mistici (Fogazzaro).
L’autore poscia conclude com taluue belle edi assennate osservazioni, nelle quali egli, pur ammirando
la faticosa lotta di questi uomini di buona volontà
che vorrebbero arrecare la luce in mezzo alFosenrità pjpistica, non si mostra troppo acciecatoàa esagerata tenerenza ; ma sa vedere i difetti del modernismo e la pericolosa illusione in cni esso vive
ài voler riformare la Chiesa col papato. • Le Vatican est fort, fort par sa force même d’inertie, et
puis actuellement le peuple, sw'tont dans le midi
de ÏItalie, n’est pas mûr pour- le spiritualisme religieux, et ne le sera pas de longtemps », dice
benissimo l'autore. Ma noi ci permettiamo di fargli
osservare che non è forte surtoitt nel mezzogiorno
d’Italia : è forte anche, e forse più, nel settentrione,
dove il partito clericale vero e proprio è organizzato saldamente. Nell’Italia meridionale, come osservava una volta Napoleone Colajanni, se c’é la fede
supestiziosa e primitiva, non e’è lo spirito clericale,
che è il forte puntello del vaticano politico, che
equivale a dire del vaticano font court.
Il priroato spirituak di Roma
Il leone Giorgio Tyrrel ha superato sè stesso
questa volta ; l’articolo ch’egli scrive col titolo sopra
indicato in Nora et reterà è, non solo audace, ma
temerario in bocca pretina, che, non per colpa nostra, è bocca poco abituata a riconoscere onestamente i risultati delle serie indagini storiche. Tanto
vero che i tre quarti de' nostri preti vaticanisti
sostengono ancora i 25 anni di Pietro !
Il Tyrrel non distrugge la supremazia romana
con quella logica serrata con cui noi soliamo ragionare; ma egli assegna a Roma una supremazia onorifica soltanto, fondata su ragioni di preminenza dottrinale e spirituale, proveniente da quella autorità
che si basa sull’amore é che il Cristo confeii a tutti
.gli Apostoli ed egli stesso esercitò nel suo terreno
ministerio. Roma, dunque, avrebbe dovuto cotale
autorità solamente custodire e perpetuare con cura
gelosa ; ma ciò non fece, anzi essa mirò sempre
alla conquista e al rafforzamento dell’autorità giuridica, perdendo a mano a mano la prima autorità
più nobile e più evangelica. Nella misura — dice
Tyrrei _ ia cui il potere spirituale declina, l’ambizione stende i suoi tentacoli sul potere giuridico.
Gli uomini governeranno in questo modo, se non
possono governare neU'altro. Vos nutem non sic ».
Possano queste considerazioni, che pur lasciano
in piedi il pontefice, forse prò forma, far meditare
que’ semplici, a’ quali par delitto il nostro rifiuto
di riconoscere l’autorità dispotica di Roma. Questa
volta parla uno che non è protestante.
NTJOV-A. AURORA.
Questo volumetto, che ha avuto al suo apparire
una cosi lusinghiera accoglienza, è posto in vendita per L. 1,75 la copia ; 10 copie per L. 12,50,
La spedizione è a carico de’ committenti.
5
LA LUCE
LEGGENDO L’EVANGELO
» Abbiate la fede »
(Marc. XI. 21)
Li\ verità divina — che non è litcìr
brazione de’ teologi nè parola d’uomo,
bensì rivelazione del Cristo sublime — è
Toggetto che il Padre olire in risposta agli
aneliti del cuore umano.
(Questa luminosa verità, gioconda e liberatrice, vuol diventare per ciascuno di noi
ibrza intima, energia che trasfigura la vita.
A tale fine benedetto, essa picchia alla
])orta della coscienza nostra, sollecita lo
sprigionarsi di quella virtù possente che
vale ad orientare tutto il nostro povero
essere verso Cristo, invoca la fede che è
l’adesione deU’anima al consiglio di Dio
manifestato in Gesù.
Ilo detto adesione dell’awàma; dunque
adesione dell’intelletto, del cuore, della
volontà, della coscienza !
La fede di volontà e di sentimento
soltanto non è la fede nella sua pienezza:
il sentimento non sorretto dalla convinzione, dall’idea, è quasi foglia che il vento
trasporta. La fede puramente intellettuale
è altresì monca e infeconda. L’intelligenza
non è l’anima intera. E’ tutto l’uomo, e
non una parte di esso, che deve aderire
al Cristo dell’Evangelo. Quante persone
<-redono solo con la mente senza il concorso
del cuore! (Questa fede—dotta, ma fredda
— è fede morta. La fede morta non redime,
non santifica. Perchè vi sia fede vera e
completa, l’anima intera deve credere.
Non basta che la divina Parola sia come
nn cibo posto davanti agli occhi nostri.
Occorre che questo cibo sia mangiato, digerito, assimilato dal nostro organismo,
trasfuso nella nostra economia vitale. Nè
basta che la Parola divina sia in noi ; è ne(‘.{‘ssario eh’ essa divenga noi, che sia insej)arabile dal nostro respiro intellettuale e
morale. Finché la parola di Dio rimane in
noi qual voce estranea come lampada che
arde al di fuori, essa non è che una forza
estrinseca ; un’impotenza.
Fede viva è ([uella che ci abilita a
dire con 1’ apostolo : non io vivo con le
mie forze puriimente umane, ma Cristo
vive in me. La sua vita è la mia vita, ])erchè la sua dottrina è la mia luce, la sua carità è il mio amore e la mia forza.
J.
Intanto conviene, innanzi tutto, fare una distinzione
marcata tra la povertà eia miseria. L’illustre Federico Passy, ragionando, in uno dei suoi lucidi e profondi articoli, iutoruo alla soppressione della miseria
afferma, con ragione, che non si deve confondere la
miseria con la povertà che è relativa e non è necessariamente dolorosa, nè con la ineguaglianza delle condizioni social' che è forse necessaria. La miseria invero signilica uno stato profondo di abbrutimento materiale e morale in cui gli uomini cadono, o per colpa
propria, o, a causa dell’ ambiente. Ora è lecito sperare
che r Umanità futura, con 1’ attuare tutti i progressi
e tutti i miglioramenti richiesti dal vivere sociale,
giungerà ad estirpare dal suo seno questa mala pianta
della miseria. Ma altra cosa è la povertà, la quale
forse non scomparirà mai dalla terra, perchè è una
conseguenza inevitabile della ineguaglianza delle condizioni sociali, e perchè la ricchezza e la povertà sono
fenomeni sociali, le cui cause non si possono determinare, nè circouscrivere, uè regolare a piacimento. E perciò non ha importanza alcuna il famoso passo del Vangelo, in cui Gesù dice « avete i poveri sempre con
voi », (le antiche versioni dicono sempre avrete i poveri con voi) nel determinare il pensiero del Maestro
intorno alla soppressione della povertà nel mondoj
della quale cosa, crediamo. Egli in quel momento non
si sia occupato.
Ma se, assai probabilmente, la povertà in maggiore
0 minore proporzione, continuerà ad esistere sulla terra^
vi sono dei mezzi per attenuarla, per raddolcirla, onde
ricchi e poveri si sentano più uniti e solidali uella
grande lotta per la vita.
QUESTlOm 50cmu E nORdU
Ricchezza e povertà
Uno dei grandi problemi dell’ economia sociale è
quello di regolare i rapporti tra la Ricchezza e la Povertà. Ma qui, come in qualunque altro' campo, vi sono
pure quelli, i quali credono che in un avvenire, più o
meno lontano, la povertà stessa scomparirà dalla terra,
che sarà abitata allora da uomini perfettamente uguali
nelle loro condizioni sociali, o tutti ricchi, o tutti poveri.
Lo .ste.sso Carlo Gide dice : « Verrà un giorno in
cui nessuno potrà diventare ricco senza che tutti arricchiscano, e nessuno potrà diventare povero senza
che tutti impoveriscano ». Generosa aspirazione, senza
dubbio !
C’ è nella Scrittura una parola molto importante ri
guardo a questa materia. Eccola: Il ricco e il povero
s’ incontrano /’ un V altro ; il Signore è quello che li
ha fatti tutti {Proverbi XXIII 2). Questa parola del
savio d’Israele, mentre sembra dire che le oppo.ste
condizioni del ricco e del povero sono un fatto sociale
quasi ineluttabile, perchè determinato da cause generali nella vita sociale che non si possono togliere, ma
solo modificare, ei indica altresi in quale maniera il
ricco e il povero debbano aiutarsi a vicenda, perchè
r uno ha bisogno dell’ altro, e perchè lo scambio vi
cendevole dei servizi è una delle leggi del mondo e
della, vita.
E perciò da questo fatto esula completamente il concetto della lotta di classe cosi cara ai nostri sindacalisti, di quella lotta di classe che già il Mazzini giustamente combattè con queste parole davvero auree^
che giova qui riportare: « Non esistono per chi ama
e intende, se non due classi di cittadini, i buoni e i
tristi, gli amorevoli al bene altrui e capaci di sacrificio, e gli egoisti, se borghesi o artigiani non monta,
che non pensano se non al proprio benessere ». « Chi
s’ adopra fra noi a seminare astio fra classe e classe
e irritare il povero popolo contro chi si emancipò
primo e contro ai detentori, quali essi siano, di capitale, fa opera trista che non giova agli artigiani, e
suscita a sospetti di pericoli che in realtà non esistono
tutta una moltitudine di cittadini necessari al pro.
gresso della nazione ».
Dunque non lotta di classe, ma collaborazione delle
classi al bene comune, ecco quello che ci indica la
parola biblica.
So bene che alcuni iuteudono la sentenza del savio
d’ Israele nel senso unico della beneficenza del ricco
inverso il povero. La beneficenza, senza dubbio, anche
nella presente economia sociale, è utile, serve a fare
riversare nel seno della collettività per opere pubbliche. ingenti ricchezze : ma essa, non può, uè deve costituire l’ideale per avvicinare sempre più fra di loro
le varie classi della società.
Il ricco e il povero si possono ancora incontrare in
altra maniera. Dando a dette parole un più ampio significato, ricco è pur colui che non solo possiede i
beni materiali, ma ancora si trova in situazione privilegiata per quel che riguarda 1’ influenza che egli esercita nel mondo, le cariche occupate, i diritti che gli
spettano.
Ora si faccia pur largo il passo a chi si trova sprovvisto di tutto questo. Il ricco non sia egoista in tutto,
e lasci pure un pò di posto nella società a chi ancora
è privo d’influenza, di cariche e di diritti.
La questione adunque che ci occupa è complessa,
nè la si può risolvere in un batter d’occhio. Ma con
una percezione più giusta e più vera dei doveri sociali, e non solo dei diritti, da una parte e dall’ altra,
si può giungere ad una collaborazione delle varie classi
ora in lotta, onde il benessere sociale, o.ssia quella
tranquilla e aurea mediocritas che 1’ Antico Testamento chiama il pane nostro ordinario e \\ Nuovo Testamento il nostro pane quotidiano, sia propria di tutti
indistintamente.
Enrico OGcynier.
ATTACCHI E DIFESE
Cose e persone sacre
Troppo presto, amico Falchi, ci eravamo rallegrati dei propositi più moderni e liberali deH’ex:
mini.stro Vigano circa il saluto militare al ss. sacramento. Il nuovo legolamento è stato pubblicato
ornai da un pezzo e l’obbligo medioevale non è stato
cancellato. C’era da aspettarselo del resto ; col vento
che tira, non ci sarà mai pericolo che il governo o
qualsiasi autorità costituita rechi il benché minimo
dispiacere ai clericali del loro cuore o manchi pur
lontanamente di rispetto a quella religione che è
ancora, a dispetto della libertà e della giustizia, la
religione nazionale, in virtù di un certo articolo
dello Statuto che Bovio paragonava a un gufo inchiodato sulla porta di un castello medioevale.
Non ho sott’occhio le parole del regolamento,
ma esso dice a un dipresso che in presenza di cose
e di persone sacre, il militare deve serbare nn contegno rispettoso quale si addice a persone bene
educate, e fin qui siamo d’accordo, e deve inoltre
fare quegli atti richiesti o ispirati dal sentimento
religioso, e qui, non c’è nè anche bisogno di avvertirlo. siamo agli antipodi.
Dunque, l'obbligo del saluto rimane, non solo,
ma non sono neppure persuaso che ai soldati non
tocchi inginocchiarsi sulla pubblica via o almeno
tirar giù il pentolino quando passa il santissimo,
lino ci creda o non ci creda poco importa. Non farò
una tirata sulla balorda illegalità di tale ingiunzione,
ma mi voglio fermare un momento su quelle cose
e quelle persone sacre.
Cose e persone sacre ! Nel linguaggio di sacrestia,
l’espressione è chiara, ma sotto la penna di un militare essa mi lascia alquanto rêveur. Quali sono le
cose sacre ? Evidententemente quelle che servono
pel culto. Ma, se non erro, questo è un concetto
puramente giudaico e pagano per giunta. Nel culto
levitico, in cui tutto era figurativo o simbolico,
c’erano arredi sacri ; ma niente di simile è rimasto
nel culto cristiano, in ispirito e verità. Quello era
l’ombra e la figura, questo è la sostanza e la realtà.
Quando mi si viene adunque a parlare di cose sacre
in una religione che di cristiana ha il nome, io non
comprendo ; e sono autorizzato a non comprendere
da tutto l’insegnamento di Cristo e degli apostoli,
i quali mi dicono che nella creazione di Dio tutto
è egualmente sacro, tanto il pane che comparisce
ogni giorno sul vostro desco, quanto la particola,
fatta colla medesima farina, che si porta in processione per le strade e si espone all’adorazione sugli
altari ; tanto la giacchetta logora dell’operaio o il
cappotto del soldato, quanto i paramenti sacerdotali
trapunti d’argento e d’oro ; tanto gli utensili della
nostra cucina, quanto i così detti vasi sacri che si
custodiscono nei templi suntuosi. E in quanto alle
persone sacre, chi sono ? So che quelle del re e del
papa sono dichiarate sacre e inviolabili, ma qui deve
trattarsi pure dei sacerdoti romani.
Ecco, io sarò tai'do di comprendonio o forse ribelle accerto idee stabilite, ma quella distinzione
fra persone sacre e non sacre non mi è mai andata
giù e la comprendo ancora meno dell’altra che stabilisce due categorie di cose. Che ci sian persone
a cui, per la posizione che occupano e per il concetto
di cui sono l’esponente, si debba maggior rispetto,
d’accordo ; ma che mi si venga a dire ; pel vestito che
portano o per l ufficio che coprono, queste persone
sono sacre e magari inviolabili, mentre tutte le
altre sarebbero logicamente profane, profanum vulgus 0 servuiu pecus, no e poi no. Codesto è concetto antidemocratico e antievangelico ; è pagano,
fendalo, aristocratico e pertanto dev’essere bandito
6
nt
6
'LA LUGE
dal campo delle nostre idee e dei nostri costami.
Ogni nomo è ugtialmente sacro ed inriolabile, nella
vita, nella riputazione e negli averi; il re al pari
dell’altimo suddito, il miscredente al pari del sacerdote, l’umile fantaccino al pari del generale d’armata.
In virtù di quale legge, se non in base ad una
delle tante menzogne convenzionali, si stabilisce
una demarcazione fra persone sacre e non sacre ?
Tutti fatti ad immagin d’un solo,
Tutti figli d’un solo riscatto,
esclamava il Manzoni, sebbene diversa fosse lo sua
applicazione ; ma al nostro caso più che mai si addicono i due versi.
A tutti i cristiani poi, é non ai soli sacerdoti,
S. Pietro scriveva : « Voi siete la gente santa, il
regai sacerdozio. »
Enpieo t^ivoire.
Ppobleini di educazione e d'istruzione
Certi teatri ! !
Il « Giornale di Sicilia » di ieri, parlando dei trionfi
della compagnia teatrale siciliana, diretta dal famoso
Grasso, a Parigi, aggiunge che essa à fatto del bene
e del male per il nome italiano all,’ estero. Del bene,'
per la grande capacità artistica dei Grasso e compagni, che furono freneticamente applauditi : del male^
perchè, come tutti sanno, il repertorio della Compagnia
Grasso si compone di drammi e tragedie sanguinose e
feroci, in cui la gelosia, 1’ adulterio, 1’ odio truce, il
coltello insidioso sono di continuo rappresentati, e
quindi, dice il Giornale, « allo straniero, che ama imaginarsi 1’ Italiano (e, diciamo noi, specialmente il siciliano) come una specie di sanguinario sudista, che uccide, che morde, che fa scene di gelosia, che à il coltello, il revolver, tutto un arsenale dì armi in tasca...
ora, che à visto in teatro le vibranti e selvagge scene
della Compagnia Grasso, neanche il buon Dio gli caverà di testa che l’Italiano è una magnifica bestia
feroce ».
Io, personalmente, non sono nemico del teatro, purché sul palcoscenico vengano rappresentati dei drammi
morali ed educativi, o vi si diano delle opere di ottima
musica, che sollevi ed ingentilisca lo spirito ; ma
quando si vuole il teatro per rappresentare la vita
tale e quale è (e non quale dovrebbe essere .secondo i
principii più nobili e morali); quando anzi .si vanno a
scegliere, per rappresentarli iu teatro, i fat i più neri
e raccapriccianti della cronaca... allora abbas.so il teatro !... e per me la Compagnia Grasso, e quante altre,
come quella ricorrono a simili rappresentazioni, non
bene fanno, no ; ma male molto !
Oh ! generalmente parlando, come i teatri (e specialmente quelli di infimo ordine) influiscono malamente
sull’ educazione del popolo ! Spe.sso vediamo sulle
cantonate avvisi di teatro, con 1’ avvertimento che lo
spettacolo è per uomini soli. Che cosa vuol dire ciò,
se non che in quel teatro, .sarà rappresentata una commedia tanto licenziosa e boccaccesca, che non servirà
ad altro che ad eccitare all’ immoralità, alla fornicazione ed all’ adulterio, chi purtroppo non à bisogno di
tali eccitazioni ? !
Ma voglio accennare specialmente ad una categoria
di teatrini, che pullulano numerosi nelle città siciliane, e che contribuiscono non poco alla educazione
del popolino. Il popolino, a corto di denari, non può
prendersi il lusso di frequentare i grandi teatri, dove
qualche volta vengono date ottime opere iu musica o
pregevoli drammi. Il popolino da chi viene educato?
A scuola i figli ilei popolo ci vanno poco o niente ; in
casa i genitori non ànno tempo di educare i loro figli,
i quali del re.sto, essendo le case a pianterreno, aperte
sempre e troppo anguste, vivono più in istrada che
in casa ; in chiesa non vanno che per genuflettersi dinanzi a qualche statua od iraagine, facendosi il segno
della croce, inviando baci sulle nocche delle dita, e
recitando rosari ; nulla comprendono della messa e del
catechismo (quando lo frequentano), imparano soltanto
che devono nbbibire ciecamente ai comandamenti della
Chie.sa... Dove dunque e da chi ì figli del popolo vengono educati ?... Camminando per le strade di Catania,
città che .sempre più va sviluppandosi e progredendo
sotto ogni rispetto, non ò potuto fare a meno di notare i numerosi teatrini, che sono aperti al pubblico
nei diversi quartieri. Sono luride stanze, spe.s.so umide
e sporche, che la sera, quando sono ripiene di pope
lino, devono contenere un’ aria talmente mefitica, da
riuscire certo micidiale ai frequentatori. Che cosa si
rappresenta in questi teatri? Vi basta gettare uno
sguardo sui cartelloni, attaccati fin dalla mattina alla
porta, e dipinti da un cane di pittore, che non à certo
la benché minima idea di proporzioni, di anatomia
umana e di prospettiva, per farvene un’ idea. Sul cartellone vedete rappresentati generalmente guerrieri
armati di tutto punto con la spada sanguinolente, e
là uno con la testa tagliata, qua due che fanno alle
coltellate, più in là due carabinieri che ammanettano
un delinquente... Il popolino, che accorre numeroso a
questi truci spettacoli, che educazione potrà ricavarne ?... Oh, se potessimo trasformare tutti questi tea*
trini in tante sale di evangelizzazione per il popolo !.•
Ma le autorità con farebbero ottima cosa se non concedessero il permesso all’ esercizio di tali scuole di
corruzione e di violenza?... E che meraviglia se poi i
giovinastri, frequentatori di simili teatri, alla minima
occasione cercheranno di realizzare nella vita, quanto
vedono rappresentato sulle scene ? '.
Catania 22 Gennaio 1908.
Gius, pasulo.
PjtCINE PI STORIAI
Valdo e la Bibbia
Valdo non pose tempo in mezzo a ridurre iu
pratica il comando di Gesù al giovane ricco.
Restituì il denaro che sapeva di avere esatto
indebitamente ; provvide alle figliuole, collocandole,
per la loro educazione, nella famosa abbazia di Fontevrault, nel Poiton ; quindi, fatte due parti di
ogni suo avere, da una parte case e poderi, dall’altra contanti, crediti, effetti di commercio, disse
alla moglie che .scegliesse liberamente quella che
più le piacesse. Essa elesse i beni immobili, e Valdo
si diede a spendere il rimanente, ma con senno,
non già pazzamente come Francesco d’Assisi quando,
pochi anni appresso, gettava dalla finestra ai monelli della strada i denari del padre.
Infieriva nel Lionese una tremenda care.stia.
Pietro, anziché distribuire ciecamente soccorsi pecuniari a chiunque si presentasse, iniziò distribuzioni di pane, carne ed altre vivande ai famelici.
Ciò fece tre volte per settimana, cominciando nel
giorno di Pentecoste dell’anno liTo.
Mentre distribuiva a quei tapini il cibo materiale, non mancava mai di parlar loro di quel pane
di vita tanto più necessario, che avea trovato nella
Parola di Dio. Nel costatare la propria e la generale ignoranza delia Bibbia, gli venne in mente di
valersi di parte del suo denaro per spargere quel
libro divino, non già nella lingua latina, come
leg
gevasi senza capirlo nelle chiese, ma nel volgare.
Assoldò due preti, uno dei quali, per nome Stefano d'Ansa, più dotto, traduceva dal latino, mentre
l’altro, Bernardo Ydros, vergava calligraficamente
quante più copie poteva. E Valdo, man mano che
poteva disporre di alcuni brani del sacro volume,
li leggeva e distribuiva ai suoi beneficati, aggiungendovi poche .spiegazioni pratiche e ferventi esortazioni.
Ma contuttociò le sue risorse andavano rapidamente squagliandosi, ed il l.ò agosto, fatta l ultima
distribuzione, si trovò senza un soldo, costretto a
chiedere ad un amico di dargli da pranzo. Però,
la moglie ottenne che l’arcivescovo gl’imponesse di
prendere tutti i suoi pasti in casa di lei.
La turba di bisognosi e di curiosi usa a raccogliersi regolarmente attorno a Valdo, non si sciolse già
tutta, quand’ egli fu ridotto alla povertó. Anzi, mercè la sua parola tanto più persuasiva perchè corroborata dall esempio, ei si vide circondato da un
numero ognor ciescente di discepoli cui egli esortava ad abbandonare i beni mondani, non per ridursi oziosi in un convento, ma per andare, a dne
a due come i settanta discepoli di Cristo, di casa !
in casa e di borgata in borgata, a chiamare gli ^
uomini a penitenza ed all’obbedienza ai precetti di j
Cristo. I
E fu allora che vide alzarglisi contro le autorità
ecclesiastiche, malcontente per non aver avuto parte
alla distribuzione dei suoi beni, e gelose deU’antorità
e popolarità che egli acquistava sul popolo della
città.
Giov. Jalla
La Dottrina [pistiana spiegata al popolo
La lagola della fede t II problema dairaetarilà
D. — Quale è pel cristianesimo evangelico la regola della fede ?
R. — Come già fu accennato nel trattare del Canone, questa regola è la Scrittura Santa, documento
della divina rivelazione progressiva culminante iu
Gesù.
D. — Si può dire, a causa di ciò, che V evangelismo riponga V essenza dell' autorità religiosa nella
morta lettera di un libro ?
R. —- Non si può dire senza oltraggio alla verità
delle cose. Poiché gli evangelici s’ affidano al Dio vivente che è r ispiratore del contenuto religioso del
Libro ; ed essi ripongono 1’ essenza dell’ autorità nel
Cristo reale e storico; é dall’autorità del Cristo che
rampolla per essi il valore della Scrittura.
D. — Il desumere dall’ autorità del Cristo quella
della Bibbia e il riconoscere la necessità della Bibbia per andare al Cristo non costittiisce una contradizione, o — come dicono i logici — una petizione
di principio ?
R. — No. Vi sarebbe tale sofisma se si volesse ad
nu tempo dimostrare 1’ autorità della Scrittura partendo da quella di Cristo e 1’ autorità del Cristo partendo da quella della Scrittura. Ma qui non si tratta
di ciò. La Bibbia non è la scaturigine dell’ autorità
del Cristo, ma è il mezzo per cui conosciamo il Cristo
storico e 1’ opera sua di salvezza. Fatta questa conoscenza, è il Cristo — ad un tempo storico e vivente
perché eterno — quegli che dimostra la sua autorità
all'anima; a) con l’efficacia che si sprigiona dalla'sua
figura storica e dagl’ insegnamenti di vita eterna ch'Ei
diede al mondo; b) con 1’ influsso del .suo Spirito il
quale, pur senza costringerle, attrae le anime. L' incontro di uua volontà retta con la persona del Redentore e il conseguente giudizio che la coscieuza morale porta sopra questa per.sona. riconosceudoue la .santità perfetta, ecco il punto iniziale dell’ autorità del
Cristo per 1’ anima nostra.
D. — Avete parlato di autorità. Or non vi jmre
che una religione atdorilaria deprima, lo coscienza P
R. — Ciò sarebbe se (come adopera la Chiesa papale) a noi fosse richiesta un’adesione aprioristica ed
a chiusi occhi all’ autorità del (Iristo e della sua rivelazione conteuiita nell’ Evangelio. Ma non è cosi ;
poiché la rivelazione — pure producendo.si sotto l’urto
di avvenimenti esteriori — è sopra tutto interiore.
La rivelazione è !a presenza di Dio in noi svegliaute
r anima alla giustizia ed all’amore. Organo di questa
esperienza del divino iu noi è il senso religioso ; e
questo senso si desta o si sviluppa e s' affina sotto
r impero della volontà che all' appello di Dio — vuoi
in :
risponde, nell’ esercizio regale della sua libertà :
10 veglio !
D. — Esponete in poche parole quanto si riferisce
ali autorità.
R. - In un seinso, 1’ autorità è soltanto in Cristo,
rivelatore della verità che salva. In altro senso, l’autorità è soltanto nella coscienza, perchè é essa che liberamente riconosce la verità nell’intima e.sperieuza.
In un terzo senso l’autorità è soìtimU) nella Scrittura
che è il documento ispirato della rivelazione storica
e il mezzo per stabilire il contatto tra la coscienza e
la rivelazione storica.
D. — Quali sono i rapporti tra queste tre distinte
autorità ?
R- — Queste tre autorità non possono disgiungersi.
Chi dice Cristo, Cristo e sconosce la Bibbia, dice cosa
destituita di senso, perchè senza la Bibbia non è possibile conoscere il Cristo storico e i suoi insegnamenti
positivi. Chi dice Bibbia, Bibbia senza l’azione del
Cristo vivente nella coscieuza, nega la rivelazione interiore e fossilizza la religione, che è cosa viva, nella
lettera di un libro. Chi dice fosc/Vwìff, cosciensa s(nz&
11 Cristo manifestato storicamente, riduce l’azione della
coscienza ad nu pretto automatisiro. Chi dice cosciema
e Cristo immanente mnm verità viìstiana storicamente
obbiettivata, dimentica che non fiorisce cristianesimo
là dove non è conosciuta 1’ opera storica di Gesù. A-
7
LA LUCE
duuqne, la verità completa a questo riguardo è uella
siutési delle tre autorità che costituiscono i tre fcudamenti iucrollabili del Cristiauesinio evaugelico positivo.
«
« «
D. — Essendo che V ispirazione divina ha lo stesso
fondamento della pietà, e consiste nella penetrazione
dell' anima da parte dello Spirito di Dio, con quale
diritto limitiamo noi V ispirazione ai libri del Canone biblico ?
R. — E’ inesatto dire che noi neghiamo tale inspirazione. Ogni figliuolo di Dio è ispirato. Non domandiamo noi sempre a Dio nella preghiera che ci riempia del suo Spirito Santo? E chi dà forza e virtù di
conquidere i cuori ai predicatori dell’ Evangelio ? Noi
dunque riconosciamo una certa ispirazione in altri libri che non sono quelli del canone biblico. Ma non è
di cotesta ispirazione che qui si tratta. Noi qui ragioniamo di quel grado ü’ ispirazione che assicura la
preservazione dall' errore in materia religiosa. Ora,
soltanto i libri della Bibbia posseggono questo grado
d’ ispirazione dimostrato dalle imponenti ragioni che
presiedettero alla formazione del Canone. E’ dunque
vano il tentativo di togliere alle Scritture il loro valore unico agguagliando ad esse altri documenti.
D. — / documenti biblici furono scritti occasionalmente. Come possono dunque contenere V intero deposito della fede ?
R. — Ricordiamo che : l’uomo si agita e Dio lo
conduce. Gli scritti furono occasionali, e gli autori di
essi non pensavano che un giorno tali documenti avrebbero avuta cosi grande importanza ; 1’ uomo si agita !
Ma ciò non esclude che nell’ insieme di quegli scritti
occasionali si racchiudesse, provvidenzialmente, tutto
il consiglio di Dio riguardo all’ uomo : Dio lo conduce!
E che sia davvero stato cosi lo prova il paragone fatto
dalla Chiesa primitiva tra quegli scritti e il deposito
della fede eh’ es.sa accertò con il criterio infallibile
dell’antichità, universalità e consenso; dal quale paragone derivò come conseguenza la formazione del canone.
D, — Rilevate un’ obbiezione molto comune che
vien mossa contro il libero esame della Bibbia.
R. — Si dice eh’ esso mena all' anarchia dommatica : tante teste, altrettanti pareri.
D. — Rispondete all’ obbiezione.
R. — Ciò è vero di un libero esame wdividiialistico
(non diciamo individuale) e perciò debole ed inerme.
Ma questo non va confuso col libero esame di cui è
r esagerazione e la degenerazione. Il libero esame consapevole ed equilibrato si arma delle lenti necessarie
per leggere 1’ Evangelo senza abbaglio, per non cadere nell’ illuminismo individualistico. L’ antica Chiesa
formulò le sue confessioni di fede accertando col criterio storico scientifico dell’ antichità, universalità e
consenso, il modo come gli apostoli ebbero ad esporre
alle Chiese da loro fondate i dorami contenuti uella
Scrittura. I Credo dell’ antica Chiesa universale ed
indivisa sono dunque formule preziose il cui contenuto
è un razionale preservativo contro i disordini del .soggettivismo atomistico.
Questa è la base granitica su cui i Riformatori assisero la risorta Chiesa Evangelica, nel giusto mezzo
tra r autoritarismo clericale della Chiesa romana e
r individualismo sovvertitore di ogni compagine ecclesiastica e di ogni fede obbiettiva.
’ U. I.
Informazioni
fio ma — Con vero piacere registriamo la notizia che i nostri fratelli dott. Roberto Procliet e
prof. Ernesto Filippini sono stati chiamati a far parte della deputazione di vigilanza sulle scuole comunali della capitale.
I nostri rallegramenti a’ cari amici, i quali, siamo
sicuri, onoreranno il nome che portano neH’adempi
mento del loro dovere.
Falerna — Riceviamo nna lettera dal Consiglio di Chiesa di Falerna, dalla quale siamo informati che nella chiesa nostra di quella località furono
commemorate le infelici vittime delle miniere di
carbón fossile in Pennsylvania. Venticinque di quei
disgraziati erano di Falerna e 4 d’in fra essi appartenevano alla Chiesa Evangelica.
Alla mesta cerimonia, che fu presieduta dell’Evangelista sig. De Angelis, intervennero circa 200
persone, nomini e donne, senza distinzione di fede re
ligiosa. Fra gli intervenuti si notarono specialmente
le vedove desolate, vestite a bruno, recanti per mano
i loro pargoli orfanelli ; spettacolo commovente, che
strappò lagrime a tutti.
Il sig. De Angelis parlò della nobiltà del martirio incentrato nel lavoro, consolando i cuori afflitti
con la presentazione di quel Cristo che disse essere
risurrezione e vita. La mesta funzione lasciò in tutti
una profonda e salutare impressione, che noi speriamo sia per essere duratura.
Brascia — Abbiamo avuta - ci s :rive un amico - una divertente conferenza di un tal prof. Antonio Carelle, il quale voleva trattare il tema : « Naturalismo italiano, sua storia e rispondenza al moto
civile e unitario della Nazione ». Sfido chiunque e
specialmente il prof. Carelle a dirmi se capisce qualcosa in cotesto titolo stronfiante e vuoto. .
Ma il prof. Carelle approfittò della latitudine lasciatagli dalla impressione del titolo per dire un
sacco di sciocchezze grosse ognuna quanto la cupola
di S. Pietro, e per farci conoscere la miseria della
sua cultura. In fatto di filosofia il nostro professore
deve essere molto dotto, se può dire :.. « qneU’altro
mostruoso edificio mediovale che dicesi scolastica,
caos di tutti i sistemi.... »
Probabilmente non avrà mai saputo che la Scolastica salvò la cultura del mondo ; come non deve
sapere che razza di libro sia la Bibbia, se può chiamarlo putrido in fatto di moratita e di verità storica. Il testo deU’illustre professore deve essere
certamente {'Asino, quel burlone che si fa prendere sul serio da certi professori adulanti Ardigò. Povero Ardigò ! Gli rendono un bel servizio questi
non desiderati araldi. Perchè, via, non possiamo credere che Roberto Ardigò dica simili cose e le insegni al prof. Carelle.
Adesso capiranno i lettori perchè chiamavo divertente la conferenza al principiò della mia lettera.
Biedicavallo (Robntti) — Domenica u s, 26
Gennaio, il Pastore E. dott. Meynier nel Teatro di
questo paesello parlò egregiamente suH'importante tema « La qnistione religiosa - sociale » Più di 200
persone ascoltarono attentamente in silenzio la bella conferenza che dimostrò ai socialisti di quassù che
oltre a quella economica,- sociale, s’impone anche la
quistione l’eligiosa, che tra socialismo, scienza, religione e fede non vi sono contrasti e che non esiste vera
morale indipendentemente dalla Religione del Vangelo di Cristo. Troppo lungo sarei, insomma, se volessi esporre i punti principali della elaborata Conferenza che. combattendo principi ateistici, raccomandò caldamente il Cristianesimo, fonte di progresso,
di libertà, di giustizia.
piBLioqRflriA
La Vita di Gesù — Opera medianica dettata da
lui stesso alla signora A'" (Seconda edizione). Roma,
Ernesto Volpi, Editore: Prezzo L. 2,25.
Il prezzo non è molto smaterializzato ; ma la curiosità è più forte della stessa miseria : per curiosità
appunto volli comperare questo libro dal suggestivissimo titolo.
Io non conoscevo affatto 1’ esistenza di questa opera
di Gesù : immagini, dunque, ognuno l’impressione
che provai nel sentire che il mio Maestro aveva avuta
la pazienza di dettare la narrazione della propria
vita ad una signora, che può essere benissimo un signore, perchè la lettera X non è maschile nè femminile. Chi è la signora X? Io non lo so; ma pare che
non lo sappia neppure 1’ editore, il quale dev’ essere
un molto ingenuo e buono uomo, se si contenta di
veder muoversi una testa dipinta per credere alla
autenticità del dettato e all'esistenza della signora X.
Si è portato il dubbio sull’esistenza di Gesù, non
sarà strano portarlo sull’ esistenza della signora X, e
pensare che qualche volpe vecchia di materialista si
sia servito dello spiritismo proprio al fine che a lui
più premeva : distruggere la credenza in Gesù Cristro nostro Signore, Verbo di Dio, primogenito delle
creature, entrato nella carne senza opera d’ uomo per
salvare gli uomini da’ loro peccati.
Noi siamo esseri ragionevoli : ragioniamo un momento. Volendo dare a questa pappolata senza costrutto il titolo e il valore di un documento da opr
porre agli Evangeli ; e volendo porre sui due piatti
d’ una bilancia la nuova opera della signora X e il
vecchio libro cristiano, 1’ esame del peso risulterà a
tutto vantaggio di quest’ ultimo. Il quale in vero sì
presenta con il prestigio autorevole di un’antichità
che lo rende venusto ; con la confermazione testimoniale di antichissimi scrittori e di Società, che concorsero alla sua lenta ed elaborata e quindi seria formazione (la Chiesa); con la gloria, infine, di mille
trionfi ottenuti combattendo contro avversarti d’ogni
qualità ed umore e superando crisi formidabili, che
non poterono rovesciarlo. La signora X, per contro,
si vela troppo la faccia e troppo abbassa gli occhi
perchè noi possiamo prestarle fede senz’ altro. Sarà
per pudicizia, ma la pudicizia non ha che vedere nelle
discussioni storiche e critiche. Inoltre 1’ autore misterioso di questo dettato rimane assolutamente fuori
la cerchia delle nostre esperienze; noi non lo possiamo èsaminare per constatarne l’identità ; chi ci
assicura che egli non sia, per esempio,... lo spiritaccio
di satanasso?
Ecco poche osservazioni solamente formali bastevoli per screditare subito una tale opera. Ma le consideraz oni di ordine filosofico e spirituale potrebbero addirittura mandarla in frantumi. Altro che
Gesù parlante e dettante!
Buone parole ce ne sono, certamente ; questo Gesù
qualcosa sa anche lu ; ma, ah mè, anche l’inferno dicono sia lastricato di buone intenzioni !
Vigensio
*
•i* ^
Luce e Ombra. — Rivista mensile illustrata di
scienze spiritualiste, Milano.
Sommario L fase. (Gennaio 1908).
La Direzione, Un anno di lavoro. V. Cavalli, In
memoriam, Un’altra lettera di E. Passaro. .B. Passar»,
Sui limiti della immaginazione e le realtà inimmaginabili. Emerson, L’oggetto della scienza. Dott. G. Venzano, Contributo allo studio delle materializzazioni.
Paschal. La scienza dell’ ignoranza. Prof. De Ruggeri,
L’evoluzione della psiche. Marco Aurelio, L’ umano
e il divino. — Per la ricerca psicluca — U. Saffiotti.
Fra libri e Riviste — F. Ametta, Le forze che dormono in noi di P. Mulford. — G. Mojoli, Il Coenobium — Harbinger of Light — Psychische Studien
— La Favilla. — Eco delta Stampa — X, La Vita —
Il Piccolo — La Gazzetta del Popolo — L’Alto Adige —
Il Giornale d’Italia — Il Pensiero Latino — Psychische studien, eco. — Libri in dono — Cronaca — A.
M., Fenomeni medianici ad Ancona — E. Ferri e lo
Spiritismo.
Vito Garretto Direttore responsabile
Tipografia delllstituto Gould Via Marghera 2, Roma
Banno pagato l’abbonamento:
(Lista del N. 4)
A. C. d. G. Milano — D. B. Q. Viterbo — W. S. Zurigo
— C. M. Torre Pellico — B. C. id. — M. M. id. — P. G.
Tonno — B. C. Venezia — C. P. Cimpello di Pordenone —
M. V. Regalbuto — F. S. Bozzoli — P. L. Como — T. C.
Vercelli — V. G. Castino — V. P. Collegno — P. P. Tronzano — C. P. id. — M. L. Vercelli — M. G. id. — G. P.
id. —G. E. Torino — C. C. di Prarostino —C. B. Isolona —
D’A. G. Torino — A. E. Susa — S. G. Moncalieri — M. E.
Torino — A. G. id. — D. C. Oneglia — G. E. Me Donald,
Pa. — B. S. San Gustavo La Paz — F. D. Trieste — V. N.
id. B. B. Iglesias — D. P. A. Posillipo — B. A. Casorzo
Monferrato — L. M. Carema Canavese — B. A. Colonia Beigrano — G. M. Napoli — G. C. Aosta — C. T. Bergamo —
M. G. Torino — S. D. Pordenone — B. G. San Pietro Vernotico — C. St. Cyr an Mont d'Or — L. C. Ferrara — B.
G. San Paolo, Brasile — G. L. Provvidenza Lora — V. G.
Valenza sul Po — M. G. Veveri — B. P. Colonia Cosmopolita — L. B. Est. Y. Aranz — K. Firenze — G. P. id. —
M. A. Milano — A. F. Lungavilla — J. A. Torre Pellice —
D. G. Guastalla — R. C. G. Cheren — D. J. C. Posilippo —
C. E. Roma — H. W. Berka — D. G. Roma — F. Roma —
C. P. Tamara di Copparo — S. M. C. Torino - R. C. Oor
nigliano Ligure — T. M. G. Genova — P. 0. Pisa — C. C.
Somma Lombardo — C. G. Milano — J. G. Piedicavallo —
M. D. Firenze — J. Aosta — C. L. id. — M. G. id. — J.
J. D. Torino — F. M. Torino —B. A. Angrogna — M. S. Rorà
— A. D. Perugia — S. I. Pisa — L. F. id. — L. id. —
H. d. Q. La Haye — S. H. W. Lau.sanne — L. C. Poffabro
B. A. Milano — G. G. Torino — V. L. San Remo — D.
F. C. Ospitaletto Bresciano — I). P. G. M. Pordenone —
S. A. Porto San Giorgio — L. F. E. Settignano — E. A. Alessandria — Bureau de Poste, Wannvveil — v. 0. R. E. Amsterdam — Z. M. Philadelphia, Pa. — J. J. Asniara (tre abbonamenti) — C. A. Rio Molina — M. A. Terni — B. F.
Cornigliano Ligure — G. D. id. — B. B. id. — B. G. Praly
— S. E. Cessato — Bureau do Poste Rosenberg. — G. P. Pisa
N. R. Questa lista non fu pubblicata nel numero
4 per errore di trasmissione.
(Lista del N. 5)
G. P. G. Bovile — N. L. Milano — R. B. Torino — M.
Torino — E. G. Palermo — P. S. Milano — C. A. Grotte —
A. C. E. id. - ■ L. 0. Milocca — H F. Palermo — M. A.
Roma — B. M. Siracusa — M. G. 0. id. — M. F. id. S.
M. id. — C. J. Anduze — M. D. Genève — S. G. Pinero'o
— T. U. London — B. F. Los Angeles — G. E. Milano —
A. C. id. — V. C. id. — P. S. id. — C. P. id. — P. R. id.
P. E. Roma — A. T. Firenze — P. G. Arezzo — B. A. Foiano — C. P. Angrogna — R, L. Spezia — G. F. Rodoretto
M. F. San Giovanni Lipioni — S. P. Assisi — P. S. Borrello
S. V. id. — A. G. B. Arcola — B. 0. Casale Monferrato —
L. B. San Germano Chisone — G. C. Livorno - L. B. P.
Bari — Q. G. Lucca — D. A. G. id. — A. G. Genova —
B. F. id. — P. R. id. — B. C. id. — A. M. id. — G. C.
id. — M. G. id. — N. G. id. — F. L. id. — R. E. id. —
R. V. East Boston, Mass. C. S. Derby - P. 0. New Haven
Conn. — K.^ W. Neuwags — S. S. Fbrdenone — 0. 0. Miano — S. E. Scicli — M. E. M. Moncalvo Monferrato — C‘
D. Caltanissetta — C. M. id. — T. M. id — P. G. D. Torino
— P. G. Corato — P. G. Valdese, N. C. — M. A. Chicago,
111. — S. C. Trevi — F. F. Vische — G. E. Torino — L. M.
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