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Anno 113 — N. 50
24 dicembre 1976 — L. 150
1U066 TOBRE PEIlV^
Spedizione in abbonamento postale
I Gruppo /70
Ci
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
Messaggio del Segretario Generale del Consiglio Ecumenico
Al di là del pessimismo
Cristo è un segno di speranza per un mondo che dispera di se stesso
- Appello al popolo di Dio - Una preghiera dell’assemblea di Nairobi
Il mondo, oggi, è pieno di pessimismo. È un atteggiamento che
si manifesta da un lato come muta disperazione: perduto il vero
senso della vita, alcuni cercano di
superare la propria angoscia aggrappandosi ai beni materiali.
D’altro lato c’è indignazione e delusione perché, in un mondo sazio di ricchezze e di pie espressioni, c’è ancora chi soffre ingiustizia e viene umiliato.
Dobbiamo constatare, purtroppo, che anche il 1976 ha segnato
una recrudescenza della violazione dei diritti umani; il potere diventa sempre più repressivo, affiancato dalle forze militari, mette in atto metodi spaventosi di
tortura, e cinicamente calpesta la
dignità della vita umana. L’economia soffre a causa dell’egoismo
dei potenti, che cercano di salvaguardare con ogni mezzo la propria posizione, mentre i deboli,
privi di aiuto, vengono abbandonati al proprio destino. Il numero dei rifugiati e degli esuli è in
continuo aumento, e pochi si muovono in loro aiuto. C’è chi, per
superare la disperazione, si getta
nell’attivismo, rischiando la vita
per combattere la violenza e l’insensibilità del mondo circostante.
Altri si lasciano inghiottire passivamente dal sistema, senza vedere
alcuna via d’uscita; altri ancora
si rifugiano nel passato. C’è chi ^i
ripiega su se stesso in nome delle
più svariate forme di religiosità e
di meditazione trascendentale. E
c’è chi fonda la propria ribellione
sul disgusto e sulla noia, sull’odio
verso la società e anche verso se
stessi. E c’è chi, infine, non cessa
di sperare in un futuro migliore.
Anche quest’anno il Natale ci
ricorda che la nostra fede è fondata su un Dio della speranza,
che nel fanciullo di Betlehem ci
ha donato un nuovo futuro. I
Rabbini insegnavano che Dio ha
creato tutte le cose con una finalità, che però all’uomo ha dato la
speranza. Il profeta Geremia
scrive ai prigionieri di Babilonia:
« Poiché io so i pensieri che medito per voi, dice l’Eterno: i pensieri di pace e non di male, per
darvi un avvenire e una speranza (29: 11). Anche noi siamo prigionieri che hanno preservato la
speranza e Dio viene a noi in
Cristo, come l’uomo nuovo, attuando nell’incarnazione il suo
piano di salvezza e la sua promessa. Uno scrittore moderno ha così formulato questo concetto: «La
carne di Dio è la speranza dell'uomo ».
Dio non ha assunto lo statusquo della nostra esistenza. Egli è
venuto in Cristo per indicarci una
via nuova e viva, che conduce a
un’esistenza colma di pace, di
giustizia e di integrità. In Cristo
Dio ha voluto indicare che l’uomo è in divenire, che il proeesso
che tende a renderlo simile a se
stesso, è un esperimento che nasconde rischi e pericoli. Cristo ha
preso su di sé questi rischi e pericoli, spezzando il cerchio diabolico, nel quale gli uomini sono prigionieri per il loro egoismo e per
la loro inerzia di fronte alla malattia e alla povertà, per le loro
decisioni sociali e religiose. Con
la vita e la predicazione di Gesù,
Dio ha dato un segno di'speranza
ad un mondo che dispera di se
stesso. E quando sulla croce egli
ha espresso col suo grido l’abbandono e la disperazione dell’uomo,
Dio ha risposto con la liberazione
della vita per mezzo della resurrezione.
In questo tempo di Natale il
popolo di Dio, il corpo di Cristo,
è chiamato ad essere un segno di
speranza. Come il suo Signore,
anche il popolo di Dio rifiuta di
identificarsi con lo status-quo dell’uomo e della società. Con una
vita vissuta nella fede e nell’amore i cristiani forzano l’impossibilità di dare una soluzione ai problemi del nostro tempo. La carne
di Cristo, immolata per la vita
del mondo, diventa carne del popolo di Dio ed esprime la speranza, che Dio offre a tutti gli uomini. I cristiani non tengono conto della speranza fondata su loro
stessi, e con semplicità e rispetto
vivono secondo i comandamenti
del Regno di Dio, secondo la sua
giustizia. Ed essi lo compiono con
tutto il cuore e con tutta l’anima.
Poiché la nostra speranza è fondata sull’incarnazione, sulla morte e sulla resurrezione del nostro
Signore, diventiamo anche noi segni di speranza, se siamo pronti
a rinascere in Cristo e a prendere,
giorno dopo giorno, su di noi la
nostra croce e se, in ogni fase della nostra fede e del nostro amore,
annunciamo al nostro prossimo
Gesù Cristo, in tutto ciò che siamo e diciamo e facciamo.
La quinta Conferenza mondiale
del Consiglio Ecumenico delle
Chiese, che ha avuto luogo l’anno passato, ha espresso la propria
fede in Gesù, la carne di Dio che
libera e unisce, nella seguente preghiera:
« Dio della speranza, il tuo
spirito dona al tuo popolo luce e
forza. Dacci di confessare il tuo
nome in mezzo al popolo, nonostante tutte le forze avverse, combattere per la tua giustizia, e perseverare nel tuo servizio con fede
e allegrezza.
Senza di te non possiamo nulla. Insieme ti invochiamo: Maranathà, vieni Signore Gesù ».
Perciò in questo tempo di Natale come pure nell’anno ohe viene, vogliamo essere pieni di speranza e di gioia.
Philip Potter
Guardando al Natale con Lutero
In primo luogo San Paolo insegna in questa epistola ciò
che Tito e ogni predicatore deve predicare al popolo; e cioè
il Cristo, perché è venuto e quali frutti ha prodotto per
noi; e dice: « La grazia di Dio è apparsa... » e cioè che è manifestata e messa in piena luce. Come è avvenuto questo?
E grazie agli apostoli e ai predicatori che essa è stata annunciata al mondo intero; poiché prima che il Cristo risuscitasse essa era ancora nascosta e quando il Cristo percorreva soltanto il paese dei Giudei, essa non era ancora messa in luce. Ma dopo la sua Ascensione, egli ha dato lo Spirito Santo di cui aveva detto in precedenza (Giov. 16) « Lo
Spirito di verità che manderò mi glorificherà ». Ecco quindi ciò che dice l’apostolo; Cristo è venuto iion già per portare a compimento soltanto per se stesso il suo cammino
sulla terra, ma per il vostro bene. Ed è perciò che non ha
tenuto questo per se stesso ma dopo la sua Ascensione ha
fatto annunciare, predicare, pubblicare nel mondo intero
e davanti a tutti gli uomini la sua bontà e la sua grazia, e
ha anche fatto in modo che questa rivelazione e questo annuncio non siano solo proclamati e uditi, ma che portino
frutto in noi. Poiché è una rivelazione e un annuncio che
ci invitano a rinunciare e a disfarci di tutto ciò che è empio e di tutti i desideri terreni e temporali, e a condurre ormai una vita sobria, giusta e pia.
(TITO II; 11-15)
(Dalla predicazione sull’Epistola per il culto della notte di Natale, Weinachtspostille, 1522).
Natale senza Natale
« Lo Spirito del Signore mi ha mandato
a rimettere in libertà
gli oppressi ».
(Luca 4: 18)
« La grazia di Dio, salutare per
tutti gli uomini, è apparsa... ».
A che cosa pensare, leggendo
questo testo, per di più a Natale, se non alla nascita del Salvatore? Non daremo un volto a
questa apparizione — a questa
epifania, dice letteralmente il testo! — con i lineamenti, pur sconosciuti, del bambino nella mangiatoia?
E invece Lutero pur usando
questo testo per la predicazione
della notte di Natale, pensa ad
altro. Lui che insegna in una terra che più di ogni altra sentirà
il fascino delle luci tremolanti
sull’abete, lui che è maestro di
un popolo che più di ogni altro
farà del Natale la festa centrale
della chiesa evangelica, in tutta
la lunga, densa e ricca spiegazione di questo testo non allude minimamente alla nascita del Cristo. Per lui l’apparizione della
grazia non avviene la notte di
Natale, non avviene neppure durante il ministero di Gesù, in un
tempo in cui la grazia — certo
presente! — era ancora nascosta, ma avviene nella proclamazione della Parola, rivelazione e
annuncio, al mondo intero.
Una interpretazione di questo
genere ci aiuta in due modi.
In primo luogo ci consente di
riconoscere che la grazia salutare di Dio è apparsa anche per
noi.
Non è apparsa ai pastori — e
quindi solo a loro — nella notte
di Natale; non è apparsa ai discepoli — e quindi solo a loro —
nella loro esperienza di vita col
Signore. Ma è apparsa alle generazioni che hanno udito la predicazione dell’Evangelo Luna dopo
l’altra e quindi anche a noi che
siamo partecipi di questa grazia
annunciata, predicata, pubblicata nel mondo intero.
Non è quindi centrando la nostra attenzione sul Natale in
quanto tale che siamo coinvolti
nell’apparizione — e quindi nella ricezione — della grazia, bensì
centrando la nostra attenzione
sulla predicazione dell’Evangelo
di Gesù Cristo.
CONFRONTANDO DUE TESTI DI ANDREOTTI
L'impalcatura delia legislazione
sui culti ammessi comincia a cedere
I recenti sviluppi dei rapporti tra la nostra chiesa e lo Stato, meritano di essere portati a
conoscenza dei lettori. Per tanti anni tali rapporti rimasero
chiusi in un rinnovarsi di richieste che si cristallizzavano in
un ripetuto e democristiano fine di non ricevere« Ora sembra
che stiano per aprirsi a nuovo
aere.
II tema è noto: si tratta del
rispetto e dell'attuazione delle
norme costituzionali in materia
religiosa ed ecclesiastica ormai
in vigore da 28 anni; e della caduta della legislazione varata dal
fascismo ne! 1929-30 sui cosidetti
« culti ammessi » nell'intento di
reprimerne ogni espansione e di
ridurne, non potendo distruggerla, la presenza nel paese.
L'ultimo intervento della Tavola risale al 28.X.1976. Sarà che
quando le cose si prospettano
con fermezza e determinazione,
si finisce per ottenerle; sarà che
il momento politico per inserire
la richiesta è stato scelto con
accortezza; sarà che i tempi sono maturati e la mentalità dei
governanti si è fatta più attenta alle istanze delle minoranze,
ora che la loro maggioranza si
è fatta più debole; sarà che al
posto voluto v’era l'uomo adatto a comprendere; fatto sta che
finalmente, com’è stato chiaramente precisato in un'udienza
col ministro delTinterno, il governo sta dimostrando di considerare il problema delle relazioni Stato-chiese evangeliche con
la dovuta serietà...
Gli eventi macinati in queste
ultime settimane non sono molti, né di per sé risolutivi. Sono
però dimostrativi che il clima è
cambiato dopo le elezioni del
20.VI.76. Una lettera della Tavola; due udienze con il ministro on.le Cossiga; una risposta
del ministro. Era stata richiamata « l’attenzione sulla necessità di prendere l’iniziativa di
promuovere le trattative per raggiungere le intese » previste
dall'art. 8 della costituzione, dato che è « indubbio che le questioni inerenti i rapporti tra lo
stalo e le chiese valdesi e metodiste non possono più oltre rimaner regolate dalle leggi emanate nei riguardi dei culti ammessi »; ed è stato risposto che
« il Presidente del Consiglio dei
ministri ha impartito direttive
per la riserva delle necessarie
trattative per le intese medesime alla Presidenza del Consiglio », per cui la relativa pratica è stata trasmessa a quella destinazione.
Questo l’aspetto ufficiale della
questione. Da esso si possono
Giorgio Peyrot
In secondo luogo l’interpretazione di Lutero ci aiuta a riconoscere che ciò che è apparso per
noi è proprio la grazia salutare
di Dio. Non la grazia un po’ sdolcinata, sentimentale ma tutto
sommato un po’ inutile del Natale; ma la grazia di Dio che dà
salvezza. Quanti uomini e donne
non sanno più ricevere la grazia
salutare nella predicazione dell’Evangelo che diventa sale della
vita, ma sono ancora vagamente
disposti a riconoscere una certa
parvenza di "grazia" al Natale,
per qualche ricordo d’infanzia,
qualche vaga nostalgia dell’Evangelo, qualche tenue sentimento
di "come sarebbe bello se”. Ma
questa non è vera grazia, non è
grazia salutare. L’unica possibilità che ciò che appare per noi
oggi non sia un’ombra illusoria
ma la grazia che dà salvezza, è
quella di ricevere questa grazia
nell’annuncio della potenza di
Dio in mezzo alla nostra deboFranco Giampiccoli
(continua a pag. 8)
(.continua a pag. 8)
Avviso e auguri
Questo è l’ultimo numero del nostro giornale per
il 1916. li prossimo numero uscirà con la data del
7 gennaio 1977.
Desideriamo perciò, con
questo ultimo numero dell’anno, far giungere a tutti gli abbonati e a tutti i
lettori i migliori auguri
per un tempo di Natale
ricco di benedizioni e un
buon 1977.
2
T
24 dicembre 1976
3 UNNO DELL’AGAPE - 1 COR. 13
caratteristiche, e proprio in
questo fatto il trionfo di Dio
raggiunge la sua pienezza.
Il senso e l’indirizzo delie nostre azioni
L’ultima parte dell’Inno è un crescendo: l’agape non è più soltanto il rapporto che lega insieme
i doni spirituali, ma è contrapposta a questi, perché è l’unica realtà definitiva
A tutti i visitatori di Agape
(centro ecumenico) è stato spiegato il significato delle parole
greche scritte sul muro della
chiesa all’aperto ; l’agape non
verrà niai meno. Sono le parole che troviamo adesso all’inizio
di questa terza parte dell’inno
(v. 8) e che certamente dovevavano apparire come molto importanti a chi ha costruito l’Agape di pietra.
Per spiegarci un po’ chiaramente vorremmo adesso adoperare la parola senso in due modi differenti; il che è possibile
perché (tra le altre cose) senso
vuol dire direzione, come per
esempio quando diciamo senso
unico, senso vietato, ecc. oppure può voler dire significato, come quando diciamo non ha senso oppure senso di ima parola.
L’agape di cui parla Paolo, in
1 Cor. 13 è il senso delle nostre
azioni umane, ma è anche la loro direzione, il loro indirizzo.
Nei versetti da 1 a 7 abbiamo
visto che l’agape deve essere il
senso di qualsiasi azione, delle
più grandi come delle più umili; nei versetti 8-13 Paolo dirà
che l’agape è ugualmente una cosa che va avanti seguendo una
direzione. L’agape non è soltanto la caratteristica di certe azioni, ma l’agape non verrà mai
meno ; questa frase è forse la
chiave di tutto l’inno.
concetto delle proprie manifestazioni carismatiche, viene paragonata alla situazione del
bambino che balbetta (vedi anche il primo vers. del cap. 3:
fratelli, vi ho parlato come a
dei bambini...)!
Solo l’agape
è definitiva
Passiamo al vers. 12. Paolo distingue molto abilmente la conoscenza frammentaria attuale
dalla conoscenza piena futura.
Egli si serve di espressioni che
leggiamo in Numeri 12:8 (non
mediante enigmi...) o Genesi
32; 31 (faccia a faccia). La conoscenza attuale non è mistica,
non è un soprannaturale incon
tro con Dio, una contemplazione della sua realtà; nella storia
attuale del credente la sola cosa che abbia un carattere per
cosi] dire definitivo è l’agape,
non la conoscenza, il legame di
amore col prossimo, non il rapporto personale col divino. Non
erano pochi, al tempo di Paolo,
quelli che andavano predicando
il puro rapporto dell’anima con
Dio, dicendo che questo era la
cosa più importante. Può anche
darsi che Paolo si sia servito
delle loro espressioni, ma trasportandole nel futuro: quando
la perfezione sarà venuta, solo
allora vedremo... conosceremo...
come anche siamo conosciuti.
Naturalmente Paolo non vuol
negare l’attuale rapporto con
Dio, ma solo insistere sul latto
che attualmente questo rapporto è storico, nella fede e nella
speranza. Oggi si può solo credere nella vittoria dell’agape, si
può solo sperare che Dio venga
smentito, si può solo lavorare
per il prossimo nel nome di
quella fede non sconfitta e di
quella speranza non smentita:
nient’altro che questo ci viene
richiesto per esser dei credenti.
E chi invece cerca un di più, stia
bene attento a non trovarsi con
meno.
Il vers. 13 conclude; queste
tre cose durano, queste tre cose
contano; la traduzione deve scegliere perché il verbo greco ha
ambedue i significati. (Questo è
il primo problema da risolvere;
il secondo è nelle ultime parole:
perché l’agape è la più grande?
Un ’’racconto della domenica” de La Stampa
«Lutero e il lupo»
La grandezza
dell’agape
Il filone magico esorcista investe anche il riformatore tedesco
Affermazioni
polemiche
A partire dal v. 8 l’argomentazione di Paolo cambia ed anche lo stile non è più lo stesso.
Prima esortava con un tono solenne, adesso invece discute. Nei
vers. 1-7 l’agape veniva per così
dire considerata come una proprietà senza la quale i carismi
non hanno valore. Nei vers. 8-13
invece agape e carismi vengono
contrapposti; quella dura, questi sono limitati nel tempo, quella è eterna, questi sono storici.
Ma ciò che prima era criterio
di valutazione dei carismi, ora
— dal punto di vista del tempo
— diventa definitivo. Le affermazioni dell’apostolo Paolo sono polemiche e qui dobbiamo
ricordare quanto dicevamo nel
primo di questi articoli, cioè
che per i Corinzi i doni dello
spirito (chiamati da Paolo carirismi) sono di per se stessi definitivi, in quanto proprio il loro
carattere eccezionale e meraviglioso deve autentificarli come
manifestazioni del divino. Abbiamo visto che Paolo in un primo tempo relativizza questa
pretesa, dato che il valore lo dà
soltanto l’agape. Contrapponendo poi agape e carismi. Paolo
dà un altro colpo alla concezione dei Corinzi: i doni spirituali
sono limitati, l’agape non lo è.
Limitati in che senso?
I carismi hanno un carattere
limitato al momento presente':
questo non significa sminuirne
l’importanza perché oggi essi
sono tutto, ma appunto in quanto servono oggi non potranno
più servire domani « quando la
perfezione sarà venuta».
Nei vers. 8-9 abbiamo di nuovo un’enumerazione di carismi.
Al vers. 9 dobbiamo aver l’avvertenza di ricordare che conoscenza e profezia sono ambedue limitate (quando invece leggiamo la Riveduta « in parte conosciamo e in parte profetizziamo » siamo indotti a credere
un’altra cosa. Quando diciamo
per es. questi soldi in parte me
li sono guadagnati, in parte li
ho vinti alla lotteria, non c’è
nessun dubbio su quello che intendiamo dire. Cos’i pure se diciamo: i soldi guadagnati sono
pochi e quelli vinti alla lotteria
sono altrettanto pochi, il senso
è del tutto chiaro. La frase di
Paolo va intesa in questo secondo modo: la conoscenza è limitata e la profezia è pure essa limitata).
La fine (vers. 10) è contrapposta alla parte; la fine è anche
la totalità. Il v. 11 contiene una
similitudine. La condizione dei
Corinzi spirituali che si credono
molto maturi ed hanno un gran
Ammetto che se invece di intitolarsi « Lutero e il lupo » il
racconto della domenica di Guido Cèronetti, comparso su La
Stampa di domenica 19, avesse
presentato accanto al lupo un
filosofo o un cardinale anziché
un riformatore, la cosa mi
avrebbe interessato meno e, una
volta letto, il racconto non mi
avrebbe seccato tanto. Ma fatta
la tara sulla parzialità inevitabile di un protestante che guarda
al modo in cui uno dei maggiori giornali italiani parla di Bibbia o di Riforma, resta un senso di sconforto e irritazione difficile da cancellare.
Due parole di spiegazione per
i non lettori de La Stampa. Lutero medita su Daniele 12: 10:
« nessuno degli empi capirà, ma
capiranno i savi». Senonché l’autore presenta un Lutero che legge la Scrittura in latino e che
di conseguenza fa una bella confusione tra savi e dotti, quasi
che il testo biblico dicesse « capiranno i dotti, i colti, gli istruiti » anziché « capiranno i savi, i
pii, gli uomini orientati verso
Dio ». Ne esce così il cavillo; gli
empi non possono forse essere
dotti? E la necessità di dimostrare la tesi dell’elezione anche
di un empio dotto: « perché la
elezione restasse gratuita, sovrana, impensabile, bisognava che
non ne fosse esclusa alla fine
dei giorni la finta c dannata intelligenza che avrebbe fatto da
seducente pellicola al mare ributtante deH’empietà ».
Detto fatto, ecco la dimostrazione della tesi. Lutero incontra
un fine e colto mercante che gli
si accompagna e che la notte
nella locanda si rivela per un
figlio di Satana, un uomo-lupo.
Incontratolo in un secondo tempo di nuovo in sembianze umane e desideroso di salvezza, Lutero lo invita a casa sua per la
notte di Natale (!) per tentare
l’esorcismo. Ma il lupo non si fa
vivo e in febbraio il vecchio Lutero agonizza attorniato dai
suoi. Mentre risponde affermativamente alla domanda se vuol
morire appoggiandosi su Gesù
Cristo, rendendo così stabile —
secondo l’autore — il futuro della riforma, cani e cittadini dilaniano alle porte della città un
grosso lupo che porta in bocca
un pezzo d’ambra gialla, segno
di riconoscimento secondo l’ordine che Lutero aveva dato al
licantropo penitente.
Così, il racconto della domenica di Ceronetti contiene tre
tipici ingredienti del discorso
biblico secolarizzato che si trovano sparsi qua e là nella moderna letteratura, ma che qui si
trovano mirabilmente riuniti; un
cavillo teologico a sfondo giuridico che non sembra coinvolgere minimamente 1’esistenza dello scrittore ma solo la sua intelligenza. Una fondamentale incultura e incomprensione biblica favorita da antichi travisamenti cattolici. Una moderna
chiave satanico-esorcistica che
sembra diventata il canale obbligato per trasmettere un brivido religioso ormai del tutto
secolarizzato e sconfinante, in
modo più o meno incredulo, nel
magismo.
Questo anche senza parlare di
Lutero. Ché se ne volessimo
parlare, potremmo notare come
alcuni tratti della sua figura sanguigna e alcuni dettagli della
sua storia ne fanno un cuoco
particolarmente adatto a manipolare l’ultimo ingrediente menzionato: pòchi sembrano essere
più adatti all’esorcismo di un
ex monaco irascibile che sa bersagliarè Satana a colpi di calamaio. Dobbiamo aspettarci l’inizio di un fortunato « genere » imperniato su un tenebroso Lutero esorcista?
Osserviamo prima di tutto che
fede e speranza non vengono
annullate; di esse non viene detto che cesseranno (come per la
profezia ecc.). Per molti commentatori questo significa che
fede e speranza durano anche
al di là della storia, neH’incontro definitivo con Dio. Anche
questo incontro, pensano essi,
non sarà un confondersi in Dio,
un ricongiungersi a lui e sciogliersi in lui; ma sarà pur sempre un aver fiducia, un dipendere dalla sua promessa. Nel
trionfo di Dio la creatura partecipa senza venir risucchiata in
lui, ma conservando le proprie
Per altri commentatori invece è più giusto tradurre: fede,
speranza ed agape contano, cioè
sono rilevanti, fondamentali.
L’avverbio ora può esser inteso
sia come adesso (temporalmente), sia come dunque (logicamente).
Secondo questo secondo modo
di tradurre, il senso del discorso è il seguente: teologicamente sono più importanti la lede,
la speranza e la carità che non
i doni carismatici presi in sé e
per sé come attestazioni di particolari qualità spirituali. E questo è un senso che si ricollega
a tutto il discorso di Paolo nella I Corinzi.
Ora perché la più grande dì
esse è l’agape? In questa frasetta c’è una presa di posizione.
Per quanto importanti, fede e
speranza sono soltanto forme ;
nell’agape abbiamo a che lare
col contenuto. Fede e speranza
sono modi, l’agape è sostanza;
fede e speranza ci indicano alcune fondamentali condizioni
del nostro rapporto con Dio,
mentre l’agape è questo rapporto stesso. Infine fede e speranza corrispondono da parte dell’uomo alla Parola di Dio, mentre l’agape è il significato stesso di quella Parola, che per di
più non cambia, sia essa dalla
parte di Dio, sia essa dalla parte dell’uomo, tant’è vero che nel
Nuovo Testamento possiamo
leggere che Dio è agape nel contesto di una esortazione all’agape, che riguarda gli uomini (I
Giov. 4: 7 ss.). In tutto il Nuovo Testamento l’agape di Dio è
posto a modello dell’agape dell’uomo. L’uomo può provare
amicizia ed affetto per gli altri,
ma quando si arriva al senso
ultimo dell’esistenza, può solo
mettersi al servizio di quell’agape di cui Dio stesso si è mes
{continua a pag. 3)
Sergio Rostagno
F. Giampiccoli
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POTESI SU GESÙ’
E se fosse vero?...
Nell'Indagine sul ’’caso Gesù” un giornalista resta coinvolto estraendo la fede dalla quantità impressionante di dati raccolti
« Conosco gli stanzoni di cronaca dei quotidiani e le redazioni dei settimanali; non le aule delle università pontificie ».
Vittorio Messori si è accostato
al problema di Gesù con sensibilità di cronista. «E se fosse
vero? Sono partito oltre dieci
anni fa come per un servizio
giornalistico che rispondesse a
quella domanda e ho finito per
esserne coinvolto; forse, ancora
una volta ha ragione il Cristo
di Pascal: Tu non mi cercheresti se non mi avessi già trovato ».
Messori quindi non nasconde
il fatto di aver scritto un libro
di fede. Ma non si tratta di una
fede scontata; egli ha voluto
farsi condizionare il meno possibile dall’insegnamento cristiano tradizionale, e ancora meno
dall’immagine tradizionale di
Gesù, il « Signore per signore ».
Ha voluto prestare attenzione
ai fatti, come deve fare, appunto, un cronista che si rispetti.
Alla fine, ha messo insieme
una quantità impressionante di
dati, risultanti dai documenti
biblici, da reperti archeologici,
da testimonianze di autori giudaici e pagani, che forniscono
una solida base alla tesi fondamentale del libro: resistenza di
Israele e della fede cristiana rappresenta un fatto unico nella
storia dell’umanità, e questo
fatto unico ha il suo centro nell’esistenza storica di Gesù. Libero ognuno di valutare questo
fatto come meglio crede ; per
Messori esso porta irresistibilmente alla conclusione della fede: Gesù è il Rivelatore, colui
che ci mette davanti alla presenza stessa di Dio.
È convincente questo procedimento? Messori non vuole fare
dell’apologià; da buon discepolo di' Pascal, non ha alcuna fiducia nelle « prove », che dovrebbero dimostrare all’evidenza
l’esistenza di Dio e la divinità
di Cristo. Il cristiano dovrà
sempre fare i conti con le posizioni dei non credenti. Tuttavia questa intenzione non mi
sembra del tutto rispettata nel
corso del libro. Intendiamoci,
l’autore porta nella sua argomentazione un calore di convinzione che fa un effetto benefico.
Egli si pone davanti agli scettici moderni, per i quali Gesù è
soltanto un mito, oppure un uomo, la cui vicenda storica è stata trasformata dalla chiesa primitiva in una ideologia religiosa ; di fronte ai « mitologi » e ai
« critici », egli afferma tranquillamente; cari signori, i fatti vi
danno torto ; ciò che il Nuovo
Testamento dice di Gesù ha una
base storica molto più ampia di
quanto si pensi. Fin qui tutto
bene. Si potranno discutere certe conclusioni, forse un po’ troppo <( positive », ma non si potrà
negare che siamo sul terreno
dell’indagine storica.
Ma quando Messori passa ad
esporre le ragioni della fede, ecco rispuntare gli argomenti classici dell’apologetica; l’universa
lità del messaggio cristiano, la
sua superiorità sulle varie religioni, fino alla domanda decisiva: può un fenomeno così esteso, che ha inciso cosìi in profondo nella storia dell’umanità, essere soltanto un’invenzione umana?
E qui l’autore cade in contraddizione, perché Gesù non
ha mai chiesto un’adesione di
questo tipo, basata sul calcolo
delle probabilità.
Messori dichiara il suo debito
di riconoscenza verso la scienza
storico critica. Ma gli autori che
cita di più e con cui polemizza
sono Loisy e Couchoud. C’è da
temere che il lettore comune si
farà un’idea ben meschina del
lavoro della critica biblica: a
parte le accuse frequenti di non
scientificità scagliate dall’autore, questi ignora completamente la nuova ricerca sul Gesù
storico. Peccato, perché il libro
si fa leggere e a tratti è affascinante. L’idea stessa, presentare
la problematica su Gesù a un
pubblico che ne vuol sapere di
più, merita tutto il nostro plauso. Ma perché fermarsi alla problematica del secolo scorso o
degli inizi di questo secolo (a
cui sono fermi i vari Craveri e
Donini), e perdere così, la grande occasione di presentare la
problematica più recente?
B. Rostagno
V. MESSORI, Ipotesi su Gesù,
S.E.I. 1976, L. 3.000.
3
24 dicembre 1976
TAVOLA ROTONDA NEL CORSO DEL CONGRESSO FGEI
Il tema della Riforma
al centro del dibattito
1 cristiani possono dire qualcosa alla società quando riflettono sul loro modo di fare teologia
NeH’ambito dei lavori del IV
Congresso F.G.E.I., si è tenuta,
nell'auia magna della Facoltà
Valdese di Teologia, una tavola
rotonda sul tema « Questione
cattolica e presenza protestante
nella nuova situazione politica»,
a cui hanno partecipato Mario
Miegge, Rocco Cercato e Franco
Barbero.
Mario Miegge, dopo aver fatto
un’analisi del movimento studentesco e sindacale dal ’68 ai nostri
giorni, fenomeni che hanno fatto sì che il nostro paese sia a livello di informazione generale
fra i più « politicizzati » d’Europa, ha sottolineato il fatto che
in questi mesi assistiamo ad una
crisi di alcuni modi di fare politica caratteristici degli anni precedenti. Intorno a questa situazione generale assistiamo ad una
ripresa dell’interesse religioso
soprattutto ad un livello quasi
soprannaturale e superstizioso.
I cristiani, coscienti della loro
vocazione storica possono, secondo Miegge, dire qualcosa alla società purché sappiano interrogarsi e riflettere attentamente
sulla loro cultura e sul loro modo di fare teologia.
Rocco Cercato ha iniziato il
suo discorso analizzando i rap-,
porti che intercorrono tra . il.
Il senso e rìndirizzo
delle nostre ezioni
(segue da pag. 2)
so al servizio manifestandosi
agli úcfminí.' Questo naturalmente (lo diciamo 'soprattutto per
i teologi)'ibtì 'àiìgnifiba che l’agape annulla fede e speranza,
che le supera e le rende superflue: tutte e tre restano, contano, durano, ma la più grande di
esse è l’agape. Se l’agape inghiottisse fede e speranza si stempererebbe in una fllosofla dell’abbraccio universale. Così non è,
e la tensione verso il futuro che
abbiamo notato nel testo di
I Cor. 13 ce lo ricorda. Tuttavia
l’agape resta qualcosa di ultimo
e di fondamentale, che riassume
tutta la rivelazione di Dio.
Alcuni grandi teologi hanno
visto la centralità dell’amore,
che dev’esser proclamata proprio nel nostro orrido mondo,
dove di amore ce n’è così poco.
Proclamare l’amore è la cosa
essenziale, non inutile, e che
non crea delusioni. E l’amore di
Dio e degli uomini vanno di pari passo, sono inscindibili; questo è l’insegnamento di Gesù e
di tutto il Nuovo Testamento.
II resto, cioè la mistica e le emozioni religiose si trovano già
dappertutto, anche nel paganesimo. Ma per proclamare l’amore quale fine della storia occorre certamente coraggio, cioè fede e speranza. Così, la speranza,
che non potrà venir delusa, (confronta Romani 5: 5) muove la
fede ad agire per mezzo dell’amore (confronta Galati 5; 6), il
quale amore sicuramente non
delude, non porta a quel tipo di
psicopatie per l’inutilità dell’esistenza, che oggi vengono tanto lamentate, non crea mai il
vuoto.
mondo cattolico e la Democrazia
Cristiana. Egli afferma che è in
atto una ristrutturazione del
mondo cattolico, attraverso un
piano a lunga scadenza, in cui
c’è spazio anche per azioni pluralistiche. In questo quadro rientra anche il movimento di (Comunione e Liberazione, che è animato da uno spirito di integralismo e di intransigenza. Cerrato
ha poi indicato nel 1950 Tanno
della rottura del mondo teologico cattolico, in quanto proprio
in questo periodo maturano dei
teologi che rompono compietamente con la tradizione neo-tomistica e neo-scolastica in cui si
sono formati tutti i teologi cattolici fino a quel momento. Questi
da una parte si avvicinano alla
teologia protestante, e dall’altra
compiono un’anàlisi di classe del
mondo cattolico, dividendolo in
due aree: l’area democratica piccolo borghese e quella dei marxisti credenti.
Interessante anche Tanalisi che
l’oratore ha fatto della riforma
protestante: la Riforma, egli ha
detto, è il primo caso in cui ci si
è posto il problema del passaggio da un modo di produzione a
un altro; perciò, poiché anche
oggi è in atto una trasforinazione della produzione, è indispensabile un ritorno al pensiero della Riforma. Tuttavia esiste una
differenza fondamentale: al tempo della Riforma la trasformazione era borghese, oggi è socialista: per questo occorre inodificare gli schemi, cioè modificare la predicazione ponendo al
primo posto l’elemento politico..
Franco Barbero ha, sottolinea- -,
to che proprio nei momenti di
maggior crisi del proletariato, la ^
chiesa risorge, e si rinsalda, pre- ,
dicando sé stessa come luogo j
sicuro. Proprio in questi momenti la Chiesa cattolica sta tentan- .
do di mostrare la sua faccia «de-, ,
mocratica» nel tentativo di ricu;
perare le comunità di base in
nome del suo pluralismo interno. Parlando poi dell’atteggiamento delle comunità di base nei confronti della Riforma, Barbe-,,
ro ha detto che benché m molti
casi questo denoti indifferenza
0 diffidenza, non ci si può comunque esimere dalTesaminare
1 contenuti evangelici della Riforma, riscoprendo ad esempio
la centralità della giustificazione
per grazia mediante la fede.
L’oratore ha poi ancora aggiunto 4 punti significativi:
1) Le comunità di base devono stare molto attente a non essere imprigionate tra le maglie
di un troppo facile compromesso ecumenico.
2) Diffidare delTecumenismo dei vertici.
3) Ritornare a predicare: è
importantissimo rispondere alla
domanda di Evangelo che in
questo tempo ci viene costantemente dalTesterno.
4) Per poter predicare bisogna operare ogni giorno nei posti che non fanno la storia _umciale, nel piccolo e nél quótidia
no. , .E,
Mauro-,’Pòn?
La tavola rotonda su "Questione cattolica e presenza protestante",
svoltasi durante il Congresso FGEI, si è tenuta a Róma nell aula
• della Facoltà Valdese.
LIVORNO
QUESTIONARIO TRA I PARTECIPANTÌ
: AL CONGRESSO Ì^OEI
Chi c'era e come la pensa
• Domenica 12 dicembre i ragazzi della Scuola Domenicale
hanno avuto la loro festa natalizia. Per l’occasione hanno avuto la gioia della visita di una
quindicina di ragazzi e monitori della Scuola Domenicale della Chiesa Metodista de La Spezia. Dopo avere partecipato alla prima parte del Culto, i ragazzi si sono radunati per conto
loro ed hanno ricordato il perché della gioia di Natale. Dopo
una «agape» in comune giochi
e canti hanno continuato sino
all’ora della partenza dei ragazzi spezzini. ,
• La morte del dott. Giuseppe
D’Oria ha segnato un grave lutto per la comunità di Livorno.
Era uno dei medici più apprezzati della città ; egli aveva fatto
delTarte medica una vera missione. Nonostante la sua tarda
età (aveva oltre 91 anni) fino alle sue ultime- settimane di ¡vita
era un regolare 'irequeiitatoré
dei ' culti dóitì'èniéali'. ' ’ - ' '
Uomo di grande Uiniltà aveva chiesto che ai suoi funerali
non si parlasse di lui ma che
solo si predicasse TEvangelo
della consolazione.
Il questionario
Durante il Congresso è stato
distribuito un questionario con
domande riguardanti la collocazione territoriale, l’età, il sesso, l’impegno nella chiesa, la
collocazione politica, l’occupazione di lavoro, la partecipazione ai campi dei vari centri evangelici e gli eventuali abbonamenti alla nostra stampa. La
distribuzione è avvenuta su un
campione di 130 persone rispetto ai 180 circa partecipanti.
Partecipanti al congresso
Dei partecipanti al congresso
Curiosità:
“Fumo di Satana"
I cosidetti « tradizionalisti », che seguono le orme del vescovo francese
Marcel Lefebvre sospeso a divinis per
la sua ribellione al Papa e al concilio,
hanno preso una frase del Papa, « il
fumo di Satana è entrato da qualche
fessura nel tempio di Dio », per farne
argomento dei loro attacchi alla gerarchia cattolica, accusandola di essere
al servizio del demonio e anzi accusando nominativamente sacerdoti e prelati
di essere iscritti alla massoneria.
(ANSA).
È in vendita
«Il Pioniere»
giornale partigiano e progressista
reprint della collezione del periodo clandestino (1944-45).
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questa era la distinzione ufficiale- a) delegati 32,3% ; b) membri di diritto 14,6%; c) osservatori 53,1%.
Collocazione geografica
a) Nord 51,5%; b) Sud 16,1%;
c) Isole 5,4%; d) Centro 25,4%;
e) Estero 1,5%.
Maschi 66,2%; femmine 33,8%.
Età
Per quanto riguarda l’età il
90% dei partecipanti ha un’età
che varia tra i 16 e i 30 anni.
Occupazione
Studenti A6,2%; insegnanti
12,3%; pastori 7,7%; impiegati
6,9% ; disoccupati 5,4% ; impiegati nella chiesa 4,6%; operai
5,4%; infermieri 1,5%; casalinghe 1,5%; medici 1,5%; libero
profess. 0,8'«) ; sindacalista 0,8% ;
ass. sociale 0,8% ; estetista 0,8% ;
disegn. tecnico 0,8%; chimico
0,8%; non risponde 6,2%.
Gli studenti lavoratori sono
stati inclusi sia nella voce impiegati sia in quella studenti.
Abbonamenti
Gioventù Evangelica 79,2% ;
Luce 40,7% ; Com-Nt. 46,1% ; Testimonio 11,5%; niente 13,8%.
Molti hanno più abbonamenti.
Partecipazione ai campi
giovaniii
Agape 50,7% ha partecipato
almeno una volta ; Ecumene
21,5% (id.); S. Severa 28,4%
(id.); Adelfia 21,5% (id.); nessuno 31,5% (se si esclude il congresso).
Molti hanno partecipato a più
centri evangelici.
Denominazioni
Battisti 20% ; Metodisti 10,7
per cento; Valdesi 54,6%; altre
denomin. 13,8%.
Collocazione politica (elettori)
P.C.I. 43% ; D.P. 40% ; P.S.I.
4%: P.R. 4%; P.C.I.-D.P. 4%;
non risponde 5%.
Sotto i 18 anni (indicazione
politica, non di voto); P.C.I. 20
per cento; D.P. 36%; sinistra
6% ; P.S.I. 6,6% ; nessuna indicazione 30%.
PACHINO
Perdita di un testimone. - La
morte di Angelo di Stefano ha
suscitato nella comunità valdese
di Pachino una profonda commozione e sentimenti di simpatia cristiana. Da quarant’anni
membro di chiesa è mancato all’età di 62 anni all’ospedale di
Noto dopo una febbrile ricerca,
anche per via radio, di plasma
sanguigno. La figura di Angelo
di Stefano è particolarmente legata alla sua opera diaconale di
visita alle persone ammalate a
cui sapeva portare, con gioia,
un messaggio biblico.
« La comunità ha perso così
— come ci scrive Ester Trol3ia — una colonna portante, ma
come per incanto la chiesa si è
unita e fortificata». Forse questo è il frutto migliore che il
fratello di Stefano avrebbe voluto cogliere.
XIV CIRCUITO
Sabato 20 novembre u. s.,
presso la Chiesa Valdese di Bari, si è riunita l’Assemblea del
XIV Circuito delle Chiese Valsi e Metodiste.
Per vari motivi, compresi quelli del lavoro e del persistere del
maltempo, dei numerosi membri delegati sono stati presenti
soltanto diciassette.
Il dibattito dell’Assemblea si
è concentrato sui seguenti punti;
1. - Sulla dolorosa constatazione delle profonde divisioni
che si verificano sempre più nella società e nelle Chiese e, sulla impellente esigenza di ricerca per l’unione e la fratellanza.
A questo scopo, l’Assemblea ha
proposto di studiare circa l’opportunità di incontri, convegni,
assemblee da organizzare tra
due o più Comunità ed ha delegato il presidente a stabilire
accordi con il Consiglio FCEPL
(Federazione delle Chiese Evan
gelich-3 di Puglia e Lucania) Sulla possibilità di scelta di date
che possano essere conco-mitanti nell’anno per incontri e convegni unitari.
2. - Sul problema di Fede e
Politioa, si è discusso ampiamente con le note colorazioni di
pronunciamenti. L’Assemblea, in
merito, ha demandato al Consiglio di Circuito l’organizzazione
di un giro di visite nelle Comunità da parte di esponenti Che
ne raccolgano i vari punti di vista.
3. - Sulla Evangelizzazione ;
collaborazione per la preparazione e gli aggiornamenti da poter offrire ai membri laici che
predicano — come già precedentemente predisposto, mà , non
ancora concretamente attuato —
e, sulla validità di impiego della varietà dei doni di membri
impegnati per la causa delTEvangelo.
4. - §iuUa non facile possibilità
di coliaborazione. con le Chiese
non federate, sulla; Muale vi sònp^/state dichiarazioni la.vQfeyoli e nóh,,per. il permanere della
difficoltà dovute alle posizioni
delle dette Chiese le quali, per
lo più, non si trovano sulle linee delle nostre Chiese.
Dalle votazioni per il nuovo
Consiglio di Circùito, sono risultati eletti; Pino Arcangelo
sovrintendente, Assunta Menna
e Ugo la Scola consiglieri, rispettivamente delle Chiese di
Venosa-Rapolla metodiste e di
Taranto e Bari valdesi.
La Comumtà Valdese di Bari
ha contribuito generosamente
per la consumazione del pranzo
di tutti i presenti.
L’Assemblea ha così avuto la
gioia di trovarsi riunita; in particolare ha gioito per la presenza del Pastore Enrico Corsani
assente per ragioni di salute all’Assemblea di giugno e del Pastore emerito Giuseppe Castiglione, il quale ha concluso con
la preghiera lo stesso incontro
assembleare.
Esercito della Salvezza
Iniziativa per chi sta peggio
di noi
In questo periodo natalizio
l’Esercito della Salvezza di Torino (Via Principe Tommaso
8/c) sta organizzando una festa
per i più poveri della città. Essa vuol esser un momento d’incontro cristiano nei locali dell’Esercito; verrà distribuita anche una merenda calda. Il programma prevede inoltre un lavoro di assistenza agli anziani
che proseguirà per tutta la stagione invernale. « Vi dirò subito — dice in una lettera il Mag.
Biagio Garone — che non abbiamo fondi disponibili e incominciamo questo lavoro per fede perché sappiamo di poter
contare su Voi, cari amici, che
già negli anni passati ci avete
dimostrato simpatia e ci avete
dato l’aiuto economico indispensabile». L’iniziativa verso i poveri, che è uno degli aspetti più
significativi della tradizione salutista, merita evidentemente
tutto il rpstro appoggio non solo spirituale ma anche concreto. Le offerte possono essere inviate tramite c.c.p. n. 2/3962 intestato all’Esercito della Salvezza, Via Principe Tommaso 8/c,
10Ì25 Torino.
4
-í-s
24 dicembre 1976
RISPOSTE AL DI LA’ DELLE ATTESE
Perché questa indagine
Lo scopo dell’indagine non è dì promuovere l’auto compiacimento, ma di aiutare a guardare oltre la situazione locale verso un rinnovamento della chiesa
Partendo dall’orientamento generale di linea suggerito dalla Tavola
Valdese e dal Comitato Permanente
Metodista, per cui "il giornale deve
essere un momento di aggregazione
e riferire della varietà e della ricchezza delle posizioni a livello comunitario", alla fine di ottobre abbiamo inviato a tutte le chiese vaidesi e metodiste un questionario, attraverso il quale si poteva ottenere
uno "specchio delle nostre chiese".
Lo scopo di questa indagine — scrivevamo nella lettera di accompagnamento del questionario — non
era certo quello di svolgere chissà
quale funzione ispettiva per la quale non avremmo avuto alcun titolo. "Lo scopo è semplicemente quello di mettere insieme le nostre esperienze e i nostri tentativi di risposta
alla vocazione di essere chiesa oggi, di farlo in maniera più sintetica
di quanto di solito avvenga nella
pur valida e indispensabile 'cronaca' delle singole chiese, e di mettere tutto ciò al servizio della Chiesa
nel suo insieme per spunti, idee,
progetti che possano arricchire reci
procamente la vita delle chiese".
Le risposte a questo invito sono
state numerose, al di là delle nostre
aspettative anche se è stata un po’
carente la risposta da parte delle
chiese delle Valli (2 sole risposte).
In definitiva ha risposto più di un
terzo del complesso generale delle
chiese valdesi e metodiste.
L’autoritratto delle nostre chiese
che emerge dalle risposte ricevute
è certo parziale dal momento che
pochi e sommari erano i lineamenti
che il nostro questionario proponeva. Sarebbe quindi sbagliato
prendere il risultato di questa indagine come un ritratto completo
che renda conto della vita delle nostre chiese.
Ma pur con i suoi limiti, ci sembra che questo autoritratto sia interessante. Un tempo le nostre chiese avevano la tendenza a dare di se
stesse un’immagine un po’ trionfalistica, in uno spirito apologetico, di
difesa. Oggi la tendenza più diffusa
è quella di dare della realtà delle
nostre chiese un’immagine un po’
Il culto domenicale resta al centro dell’attività delle chiese
mentre è in corso una ricerca di rinnovamento delle sue
forme. (Nella foto: un culto nella cattedrale di Saint
Pierre a Ginevra).
Programmazione
comunitaria
Nella quasi totalità delle chiese
che hanno risposto al questionario
le proposte per la programmazione delle attività partono dal con
sigilo di chiesa, talvolta aperto al
la partecipazione dei membri di
chiesa (Riesi) o allargato ai respon
sabili settoriali (Mantova e Vero
na). Le deliberazioni vengono quin
di discusse dall’assemblea di chic
sa che le approva e le verifica. £
molto bassa la percentuale di chic
se in cui l’iniziativa parte dal pa
store, ed anche in questi casi k
decisioni sono ratificate dal consi
glio di chiesa c quindi sottoposte
al l’approvazione deH’asscmblea.
Vi sono alcuni casi in cui le richieste provengono dall’assemblea.
L’anno scorso, ad esempio, l’assemblea di Roma - P.za Cavour ha richiesto dei « culti assemblear! » che
il consiglio di chiesa ha poi programmato nel corso dell’anno; o
a Scicli: « l’assemblea fa delle proposte che il consiglio di chiesa e i
le
dura e dissacrante, in uno spirito
di critica e auto-critica. L’autoritratto che emerge dalle risposte al questionario sembra a metà strada tra
questi due estremi, onesto, ordinato, realistico. Per questo riteniamo
che possa essere utile. Non certo
per specchiarvisi dentro con moderata soddisfazione, ma per guardare
al di là della situazione particolare
della propria chiesa nella prospettiva di una ricerca comune di rinnovamento per la vita delle nostre chiese. È chiaro tuttavia che il rinnovamento stesso non potrà mai venire
da un autoritratto per quanto accurato e completo esso sia, ma solo
dal Signore, nell’ascolto della sua
Parola e nella disponibilità della
chiesa nei suoi confronti.
irca il 50% delle risposte non
segnala nulla di nuovo nella
vita della chiesa locale. Talvolta ciò è sottolineato con considerazioni di questo tipo : « la nostra è una comunità tradizionale
che non vede con favore innovazioni di sorta».
Tra chi segnala nuove attività si
può distinguere tra attività che sono nuove per quella particolare
chiesa ma sono già in atto altrove,
e attività di tipo più propriamente nuovo, queste ultime più rare.
vimenti di sinistra, riunioni ginvA
nili di zona nell’ambito del circuit
o interessamento ad opere
che (es. l’Istituto Uliveto da^^
della chiesa di San Secondo) « «J
ri gruppi di lavoro nel quadro 2
« rapporti ecumenici ».
Segnaliamo ancora i culti quaJ
tierali a Cerignola e i « gruppi
Vangelo» a Foggia, la partecips
zione ad un collettivo teologico (m
renze).
Novità locali
Nuove iniziative
Al primo gruppo appartengono
segnalazioni relative alla preparazione collettiva dei sermoni da parte del pastore e del consiglio di
chiesa in vista della formazione biblica dei consiglieri (Carrara) o
corsi per predicatori laici (Susa),
gruppi di lavoro per la diffusione
della stampa ( Com-Nuovi Tempi,
La Luce, edizioni Claudiana), dibattiti sia aH’interno della comunità che sotto forma di conferenze
pubbliche ( CEC o altre iniziative
di tipo culturale), inizio di attività
di gruppi FGEI, dibattiti e lavoro
sociale con comunità di base e mo
Tra le iniziative che maggior
mente rivestono il carattere di no
vità in senso più generale registria
mo l’impegno delle chiese romam
per una presenza evangelica ne
quartiere Nomentano, l’inserimen
to nei programmi delle radio loca]
(Luino, Omegna, Intra-Verbanla
Scicli, Torino); «voce amica» i
Sanremo; trasmissione di un bre
ve messaggio a mezzo segreteri;
telefonica; la cooperativa agrieoi
a Villa S. Sebastiano; la partecipi
zione alle attività e ai consigli c
quartiere.
Nel complesso però non ci son
indicazioni di grandi novità. Qui
ste vanno ricercate negli inconti
Come si attua la programmazione delle attività nella nostra chiesa?
UN AUTORITRATTO E
DA PIU’ DI 50 CHIESE VALDESI E METODISTE SONO GIUNTE LE Rii
DI METTERE INSIEME SPUNTI, IDEE, PROGETTI CHE POSSSANO A
Per rispondere a questa domanda abbiamo raggruppato sotto
alcune voci le attività più consuete nelle nostre chiese, lasciando
alla terza parte le attività di tipo
nuovo che da queste esulassero.
culto domenicale
Il pastore è affiancato da collaboratori laici per la predicazione
domenicale in quasi tutte le chiese che hanno risposto al questionario; con una frequenza variabile
da una o due volte al mese a una
o due volte all’anno. In alcune chiese tale predicazione è inserita in
un calendario stabilito dal circuito. I predicatori sono spesso membri del consiglio di chiesa, anziani
o diaconi; talvolta il culto è presie
lettivo teologico ha sostituito lo
studio biblico. Altre chiese hanno
sostituito lo studio biblico tradizionale con gruppi di discussione o
di ricerca ecumenica.
La forma è varia; dallo studio
biblico di forma tradizionale alla
forma aperta, con intervento e discussione, o a gruppi. Talvolta è
uno studio preparatorio del testo
biblico in vista della predicazione
(Scicti) o ha luogo in sede di una
attività particolare (Unione femminile, unione giovanile, ecc.).
I temi vanno da Isaia all’Apocalisse e lasciano posto anche ad argomenti di attualità dall’ecologia
al concordato, a problemi sociali e
discussioni su argomenti sinodali.
Nella chiesa di Pisa lo studio biblico viene inteso con funzione catechistica.
dell’anno o in certe occasioni: i;
alcune chiese esistono contatti ect
menici con i cattolici piuttosto eh
con le altre chiese evangeliche.
Il 50% delle chiese che hanno r
sposto al questionario ha rappori
ecumenici con la Chiesa cattolici
la maggior parte con le comunit
di base o del dissenso, ma in alci
ni casi anche con le parrocchie k
cali e talvolta anche con la chies
ufficiale.
Questi incontri ecumenici si
caratterizzati quasi ovunque d«
studio biblico comune, settiman
o mensile. In alcune chiese inv
l’incontro ecumenico avviene s
radicamente, anche solo una ve
all’anno in occasione della « se
mana di preghiera per l’unità
cristiani ». In altri casi pastori
Così lavoriamo, guardaniJ
Quali attività svolgerà quest’anno la vostra chiesa tanto nel suo ìnt
tro con la società circostante?
vari responsabili devono cercare di
attuare, ma lo schema non è rigido, a volte i termini si invertono ».
A Pachino « il consiglio di Chiesa
prepara un programma di massima durante l’estate ascoltando il
parere dei vari responsabili e dei
partecipanti alle varie attività e lo
pone in attuazione, dopo averlo sottoposto ad un’assemblea di chiesa
alla ripresa dell’anno ecclesiastico ».
In alcune chiese hanno iniziativa
autonoma attività particolari come
le varie unioni femminili, la scuola domenicale, i gruppi assistenziali, i gruppi di monitori e monitrici, oltre naturalmente ai gruppi
giovanili, la FGEI e gruppi dell’MCS.
duto dai monitori o dai ragazzi
della scuola domenicale (La Spezia) o diventa un culto-lezione per
la scuola domenicale (Ca-rrara). I
giovani presiedono talvolta il culto
a Roma - P.za Cavour, dove anche
il culto serale della domenica, in
forma dialogata, è affidato spesso
ai laici.
In alcune chiese ai laici è affidata soprattutto la diaspora (es.
Ivrea) o culti familiari in zone periferiche della città (Roma). Poche
sono le chiese dove il culto è presieduto solo dal pastore o dove la
rotazione avviene solo fra pastori
(Palermo, San Secondo, S. Giovanni Lipioni, ecc.).
In una posizione particolare si
trova infine la comunità metodista
di Trieste, retta esclusivamente da
laici. La responsabile della comunità è una predicatrice laica, candidata pastore, insegnante in una
scuola statale.
In molte chiese il culto si svolge
in forma dialogata, o con discussione o a gruppi.
In molte chiese si svolge una
preparazione per i predicatori laici, che spesso dà origine a gruppi
di studio e di ricerca biblico-teologica. « Il nostro corso per predicatori laici è volto anche alla precisazione del ministero in altri ed
alla preparazione per tutti. Si cerca di mantenere la caratteristica
del laicato nella predicazione, non
a imitazione di quella pastorale »
(Pisa).
rapporti
ecumenici
Il 33% delle chiese esaminate non
ha alcun tipo di rapporto ecumenico: o per mancanza di altre chiese evangeliche nella località o per
la difficoltà di stabilire contatti con
gruppi diversi (avventisti, fratelli,
pentecostali) o perché non esistono comunità di base nella zona e
vengono rifiutate cerimonie in cornune con la Chiesa cattolica ufficiale; o perché « il Vaticano II non
è ancora giunto nel cattolicesimo
locale » (Corato).
altri evangelici vengono invitai
parlare in ambienti cattolici e ]
te della chiesa locale assiste a c
sti incontri.
La FGEI spesso collabora
gruppi cattolici; alcune chiese o
tano nei propri locali i gruppi
« Cristiani per il Socialismo » es
si dalle sedi cattoliche; si svolg
attività comuni (es. « Career«
Comunità » a Roma - P.za Cavo
visite
Il 45% delle chiese esaminate ha
rapporti ecumenici con le comunità evangeliche locali, spesso attraverso gli organismi interdenominazionali esistenti (circuito, federazione regionale) o attraverso i consigli di chiesa o il « consiglio dei
pastori ».
Alcune attività come l’Unione
femminile, l’Unione giovanile, la
preparazione dei monitori, la scuola domenicale stessa e la catechesi
vengono spesso svolte in collaborazione con le altre chiese evangeliche. Anche lo studio biblico è comune in alcune chiese e si alterna
la predicazione.
studio biblico
Particolari sono le comunità di
Sampierdarena e Sestri, dove la
programmazione principale per la
comunità parte dal gruppo dei monitori e monitrici.
Nel 60% delle chiese esaminate
si svolge uno studio biblico, con
frequenza settimanale, quindicinale o saltuaria. In alcune chiese (Firenze, Sampierdarena ecc.) il coi
vi sono chiese, come quella di
Roma - Via IV Nov., che dichiarano che « i rapporti con le altre
chiese valdesi e metodiste sono ottimi; tante attività non sono in comune solo per motivi pratici ».
In altre chiese i contatti con le
altre denominazioni sono invece
difficili in vista di un regolare lavoro comune: ci sono allora incontri
sporadici, in determinati momenti
Nel 25% dei casi esaminati le vi
site alle famiglie che compongon«
la chiesa vengono fatte in prevalen
za esclusivamente dal pastore: «
collaborazione laica è difficile, si£
perché le famiglie di solito preferì
scono la visita pastorale, sia perche
i "laici” non sono molto disponihih
per un lavoro continuato (Roma •
via IV Nov.). Nella maggioranza dei
casi le visite vengono svolte dal pa
store affiancato da laici: in alcune
chiese prevale l’impegno dei laie>
in questa attività (Trieste M., Corato, ecc.).
I collaboratori appartengono
maggioranza dei casi al consigli? et
chiesa, sono anziani o diaconi,
monitori, o membri di chiesa co
ministero particolare di « visitai
ri ».
Nella maggior parte delle ri''® j
le visite vengono fatte occasi<®®
mente, o « secondo necessità
do la precedenza agli anziani, ai rn ^
lati, ai casi urgenti o alle perso
che non frequentano normalrnen
le attività ecclesiastiche.
Altre chiese hanno prograrnm
un piano di visite; a Biella, ad
le visite si svolgono secondo un P
5
24 dicembre 1976
Desiderio di rinnovamento
Esistono quest’anno nella vostra chiesa attività nuove, esperimenti
che iniziano, sperimentazioni di forme nuove per attività tradizionali?
ecumenici, nella ricerca di nuove
forme di culto e di inserimento
nella vita sociale e culturale. L’applicazione dei nuovi programmi
della Scuola domenicale si riferisce a una novità, che talvolta è considerata di vertice e non di base.
pastore nella celebrazione della
Santa Cena; viene adottata la lettura corale del salmo e dei vari
passi biblici. A Cremona anche la
benedizione viene fatta in modo
corale da tutta la comunità.
Forme nuove
In molte chiese, almeno la metà
■ di quelle che hanno risposto al
Iquestionario, si riscontrano innovazioni che riguardano in prevalenza l’attività centrale della vita dolila chiesa locale: il culto domenicale: maggiore partecipazione della comunità con l’introduzione di
preghiere spontanee, dialogo e discussione durante o dopo il culto,
-culto a gruppi.
Alcune chiese hanno istituito il
lettore, gli anziani collaborano col
La comunità di Torino - C.so Oddone ha istituito una « rubrica »
fissa nel culto dedicata all’informazione di ciò che avviene nella comunità e fuori. Inoltre, prendendo
l’idea dalla chiesa di Pinerolo, l’ultimo anno di catechismo è strutturato con riunioni mensili che comprendono: partecipazione al culto,
discussione del culto, agape comune, esposizione e discussione di un
tema precedentemente preparato
dai catecumeni.
Da notare che moltissime chiese
hanno adottato l’uso di agapi fraterne, domeniche comunitarie con
culto - agape - pomeriggio comunitario con discussioni, dibattiti o
presentazione di problemi e argomenti particolari: questa forma è
molto diffusa e si va ulteriormente diffondendo ; il lavoro della
PGEI o di altri gruppi giovanili, le
unioni femminili, i concerti, le gite, i bazar e le filodrammatiche si
possono in qualche modo considerare tradizionali.
In conclusione, dalle varie risposte si nota in generale un desiderio
di rinnovamento delle antiche
strutture: in alcune chiese in parte già attuato, in altre in via di attuazione, in altre ancora allo stadio
di ricerca : partecipazione più attiva alla vita comunitaria, che si
manifesta in giornate comunitarie,
riunioni di studio, discussione e
dibattito, apertura ecumenica, apertura sociale, apertura verso un dibattito culturale più ampio, lavoro che esca dalla cerchia stretta
della chiesa.
BLLE NOSTRE CHIESE
OSTE AL QUESTIONARIO INVIATO A FINE OTTOBRE - UN TENTATIVO
ICCHIRE LA VITA DELLE CHIESE
no prestabilito: i membri della comunità sono dislocati in 22 località
diverse. A Bari le visite vengono
fatte in modo sistematico a tutte le
famiglie della chiesa da parte del
pastore e occasionalmente, da parte
di alcuni membri del consiglio e particolarmente dall’anziano. Un pÌ8ino
di visite esiste a Susa, nelle chiese
metodiste di Trieste e Palermo; nelle chiese delle valli {Angrogna e San
Secondo) le visite vengono effettuate in concomitanza alle riunioni
quartierali.
■ Inoltre da La Spezia e Carrara
giunge questa critica: « Le visite
pastorali così come sono oggi non
%nno bene. Spesso costituiscono
un momento di sofferenza per il
« pastore - attore unico » della visita. Il problema dev’essere sentito da tutta la comunità ».
> avanti
IO quanto nel suo incon
evangelizzazione
Il 25% delle chiese che hanno risposto al questionario organizzano
conferenze pubbliche, dibattiti e
tavole rotonde. Molte chiese partecipano alla vita culturale e sociale
della loro città, in ambienti soprattutto di sinistra (es. Taranto), nei
quartieri, o partecipando a Radio
libere (Biella, Luino, Omegna, Inifa-Verbania), o a Cineforum. La
chiesa di Venezia ha preparato un
nianifesto per la città, prendendo
posizione per la libertà del divorzio con motivazioni evangeliche.
La testimonianza evangelica si
esplica anche con la diffusione della stampa (Com-Nuovi Tempi, La
Luce, ecc.), con l’esposizione di liari in occasione dei festival quarJierali e provinciali (festival dell’Unità: Pisa, Torino) con mostre
del libro evangelico (Venezia, Biel'«), esposizione di testi in occasione di conferenze o col banco della
Ulaudiana alla porta della chiesa
(25%), colportaggio (10%) e con la
diffusione della Bibbia (35%).
darietà interdenominazionale che
gestisce anche una Scuola serale
con circa 40 iscritti, la chiesa di
Riesi che collabora strettamente
con l’opera del « Servizio cristiano »,
o le chiese di Palermo che affiancano il lavoro del centro diaconale
« La Noce ».
In molte chiese l’opera assistenziale è rivolta in prevalenza alTesterno; la chiesa metodista di Villa
S. Sebastiano agisce nel villaggio
attraverso un Centro Sociale di Servizio che pone a disposizione di circa 30 ragazzi il trasporto gratuito
dal villaggio alle scuole dell’obbligo,
pasto comunitario, attività culturale; la chiesa di Rapolla gestisce, attraverso il suo Centro Sociale, una
scuola materna aperta a bambini
di ogni classe sociale e con integrazione di handicappati. Verso la città è rivolta l’opera assistenziale delle chiese di Cerignola e Orsara di
Puglia con la Scuola Materna e la
maglieria; la chiesa di Palermo si
inserisce nella città con il suo Consultorio familiare, e la collaborazione da parte del gruppo femminile
al Comitato Unitario Anziani, curato in collaborazione con altre forze sociali e culturali della città.
La maggioranza dei gruppi assistenziali, oltre a provvedere ai bisogni della propria chiesa (anziani, bisognosi, infermi, ricoverati in ospedali e cliniche, degenti negli ospedali psichiatrici, disoccupati ecc.) devolve le proprie offerte per sostenere i vari istituti assistenziali della chiesa.
Alcune chiese indirizzano il proprio aiuto piuttosto ai ragazzi per
favorire la partecipazione dei meno
abbienti ai campi cadetti nazionali
(La Spezia) o per il trasporto (Villa S. Sebastiano). Alcuni gruppi assistenziali si occupano in particolare degli emigrati (Palermo, Basilea).
A Catania l’assistenza si occupa anche dei somali e delle somale sfruttati nel lavoro. Non mancano gli
aiuti per i terremotati del Friuli ed
altre sottoscrizioni e padrinati.
Alcuni gruppi assistenziali hanno
una cassa apposita per i loro fondi,
o un « fondo diaconale »: i doni consistono in offerte speciali di singoli,
collette particolari, lasciti, finanziamento spontaneo, offerte speciali
ad hoc, sottoscrizioni, doni dall’estero, bazar.
del pastore. Spesso il gruppo dei
monitori vuol essere anche un momento di ricerca collettiva biblicoteologica (La Spezia, Roma M., Carrara, Torino).
In diverse chiese il nuovo programma della Scuola domenicale
coinvolge anche altre attività: assemblee di ragazzi e monitori, culti
presieduti dai ragazzi, discussione
con i genitori. In alcune chiese il
metodo della Scuola domenicale si
allarga anche al catechismo: discussione e ricerca comune, gruppi di lavoro, ecc. In una chiesa. Pachino, tutta la comunità, nel culto
domenicale, segue il programma
della Scuola domenicalé, per favorire il dialogo fra genitori e figli.
In alcune città infine le riunioni
dei monitori avvengono su piano
interdenominazionale (es. Torino).
Dalle risposte risulta che almeno
il 50% delle chiese ha adottato il
nuovo programma predisposto dal
Servizio Istruzione Educazione della Federazione. Può darsi che altre
chiese abbiano adottato il programma pur non avendo menzionato
questo fatto nella risposta al questionario.
attività di studio
istruzione
Assistenza
,Un terzo delle chiese che hanno
•Esposto al questionario ha un’assistenza solo occasionale e generica,
’lon organizzata.
Alcune chiese hanno gruppi auto; l^omi di servizio assistenziale, in al; l’assistenza è curata dai gruppi
^J^niminili o dal pastore stesso,
j Alcune chiese si inseriscono in
. Seri e propri organismi assistenzia. L Come la chiesa di Firenze che col*5bora al Centro evangelico di soli
Nella stragrande maggioranza
delle chiese che hanno risposto al
questionario i monitori e le monitrici della scuola domenicale sono
laici, meno i catechisti (solo il 20
per cento). Raramente il pastore è
costretto ad occuparsi da solo di
tutta l’istruzione, catechismi e
scuola domenicale.
Per un terzo dei casi esaminati i
monitori si preparano individualmente, negli altri casi la preparazione avviene in comune, settimanalmente, quindicinalmente o mensilmente, di solito sotto la guida
Tra le varie attività delle chiese l’istruzione è quest'anno in primissimo
piano per il nuovo programma della Scuola domenicale.
Notizie e spunti
varietà di culti
Il culto della domenica mattina
è presieduto normalmente dal pastore della comunità. Con una certa regolarità (circa una volta al
mese) volutamente egli è sostituito da uno dei molti pastori (o professori) residenti a Roma e l’anno
passato (sempre volutamente) è
stato sostituito da un laico. C’è poi
il culto dei giovani che lo scorso
anno è stato un culto di S. Cena
(presieduto da una ragazza ventenne — reazioni sporadicamente negative in gran maggioranza positive).
Culto della domenica sera: frequentato da un numero ristretto è
culto dialogato. Presieduto spesso
anche da laici. Quest’anno si sta
tentando di renderlo interdenominazionale.
(Dalla risposta di
Roma - P.za Cavour)
si. Laddove il tempio si trova al
centro di un villaggio o di un quartiere i cui abitanti sono in maggioranza membri della parrocchia, è
possibile far uscire la chiesa dall’isolamento pietista e impegnarla in lina azione che sia insieme di testimonianza, servizio e solidarietà con
gli oppressi... Ma la struttura parrocchiale non è missionaria, non
serve ai pochi che devono parlare
ai molti, come serve ad esempio la
struttura di un settimanale ben fatto. La struttura parrocchiale non è
leggera, non può facilmente trasferirsi da un luogo alTaltro» secondo
le esigenze mutevoli della rnissione... (Dalla risposta di Catania).
consiglio aperto
Quasi la totalità delle chiese che
hanno risposto al questionario studia gli argomenti proposti dal Sinodo o dalla Conferenza Metodista. I
vari argomenti (sinodali, ma anche
documenti ecumenici, in preparazione a congressi e convegni o a
conclusioni degli 'Stessi, documenti
di studio per es. sui ministeri, documenti di Accra del CEC ecc) vengono affrontati in riunioni apposite: o dal consiglio di chiesa o da
gruppi di studio, o vengono dedicate all’argomento alcune sedute infrasettimanali al posto dello studio
biblico, o assemblee di chiesa o pomeriggi di studio e discussione durante « giornate comunitarie » o
« pomeriggi comunitari ».
Alle Valli (Angrogna e San Secondo) gli argomenti sinodali vengono
studiati durante le riunioni quartierali., Anche altre chiese studiano
questi argomenti in gruppi settoriali, in famiglie o unioni femminili o
gruppi giovanili.
Altri argomenti di studio: droga,
violenza, obiezione di coscienza,
rapporti Chiesa-Stato, concordato,
aborto, ecologia, o argomenti di storia valdese; la chiesa di Pisa sta organizzando una serie di studi su testi di « Attualità Protestante » della Claudiana; la chiesa di Cremona
è impegnata in una « ricerca biblica in un quadro di lettura ’’esistenziale” », a Campobasso esiste un
gruppo di ascolto collettivo della
trasmissione « Protestantesimo » seguito da dibattito. Vari gruppi
FGEI sono impegnati nello studio
di argomenti biblico-sociali; i genitori di molte comunità vengono informati sui nuovi metodi della Scuola Domenicale.
Nella serata di martedì 19 ottobre, è stato con vivo piacere che
abbiamo notato la presenza di molti giovani della comunità alla seduta del Concistoro. Lo studente in
teologia Eugenio Bernardini, incaricato dalla Tavola Valdese di analizzare la « situazione giovanile »
nella nostra città, ha presentato
una relazione_ molto ampia e completa sul lavoro svolto. L’analisi
compiuta ha toccato le svariate
cause che sono alla base di uno
stato di crisi della presenza giovanile nelle nostre chiese. Dall’interesse per gli avvenimenti che hanno caratterizzato le vicende politiche degli ultimi anni, alle difficoltà
di inserimento nel mondo del lavoro, dal conseguente senso di «disimpegno » all’estendersi del fenomeno droga, dalla constatazione
che la nostra concezione di chiesa
è inserita nella logica della società
consumista, alla manifesta incapacità delle nostre comunità di essere realmente tali. È soprattutto
per quest’ultimo motivo che è sorta una « questione giovanile ». I
giovani sono molto più sensibili
all’incoerenza tra progetti e azione e alla struttura di un culto che
nella maggior parte dei casi viene
accettato passivamente.
(Da L'Araldo
della chiesa di Milano)
alta frequenza
struttura in crisi
anche con
gli ebrei
A Trieste Tecumenismo coinvolge tutte le chiese cristiane esistenti nella città: evangeliche, cattoliche e ortodosse (serba e greca). Attualmente è in progetto la costituzione di un gruppo ecumenico di
studio delTAntico Testamento che,
oltre ai tre rami del cristianesimo,
comprenderà anche gli Ebrei.
(dalla risposta di Trieste)
nuovi monitori
Un gruppo di parecchi giovani,
confermandi ma non confermati fino ad ora, hanno chiesto di entrare in servizio presso la Scuola domenicale con il nuovo programma
e materiale didattico. Attualniente
non c’è un corso vero e proprio di
catechismo; il consiglio di chiesa è
stato d’avviso di accogliere quei
giovani con responsabilità di insegnamento alla scuola domenicale e
di far loro un corso di catechismo
abbreviato, quando chiederanno di
essere ammessi come membri della comunità. Intanto sono impegnati con la scuola domenicale e
la chiesa.
(Dalla risposta di Ivrea)
Puntiamo molto sulla predicazione domenicale. Il culto è frequentato da circa il 60% della comunità,
dunque vale la pena di farlo diventare realmente un punto d’incontro.
La predicazione è preparata insieme durante lo studio biblico settimanale. Si può contare sull’aiuto di
5 predicatori laici; il pastore è sul
loro stesso piano. (Dalla risposta di
Riesi).
Hanno risposto
La struttura parrocchiale che ruota intorno al tempio e al ministero
pastorale è in crisi dovunque e specialmente nelle grandi città. Essa
si giustifica solo laddove chiese e
popolo possono ancora identificar
Hanno risposto al questionario le chiese metodiste di:
Carrara, Cremona, La Spezia, Luino, Omegna, Palermo, Portici, Rapolla, Roma,
Scicli, Sestri, Trieste, Venosa, Verbania, Villa S. Sebastiano.
Le chiese e i grappi valdesi di: Angrogna, Aosta, Bari,
Basilea, Biella, Brescia, Campobasso, Catania, Cerignola,
Como, Corato, Cosenza, Dipignano (Cosenza), Firenze,
Poggia, Ivrea, Livorno, Mantova, Milano, Orsara di Puglia, Pachino, Palermo, Palermo « La Noce », Pisa, Riesi, Roma P.za Cavour, Roma
via IV Novembre, Sampierdarena. San Giovanni Lipioni. San Secondo di Pinerolo,
Sanremo, Susa, Taranto, Torino (C.so Vittorio, C.SO Oddone, Lingotto), Trieste, Venezia, Verona.
Le risposte sono state elaborate da Lietta Pascal.
6
24 dicembre 1976
cronaca delle valli
CONVITTO VALDESE DI POMARETTO
Aprire la porta alle
esigenze della popolazione
Alcune novità, rispetto agli scorsi anni, nella vita del Convitto Valdese di Pomaretto, ci hanno spinto^ (insieme alla solidarietà con il lavoro che vi viene sviluppato) a realizzare quest'intervista. Vorremmo, così, avvicinare‘maggiormente ai lettori la realtà di quest'opera nelle cui stanze son passate tante generazioni di vàllichiedersi se i nuovi campi d'azione sui quali s'irnpegna il lavoro dell equipe del Convitto, sòno si o no in contrasto con gli scopi iniziali che presiedettenasata di quest'opera. Certo le situazioni sono mutale e proprio per questo
abbiamo visto^ n'eU'tmpegno dell'équipe del Convitto la necessaria continuità di questa diakonia" Mu lasciamo parlare chi ci lavora.
Qual'é la differenza tra questo
anno e quelli |>recedenti per
quanto riguarda l'organizzazione interna del Convitto?
La differenza più evidente è la
strutturazione in comunità alloggio che permettono una maggior
indipendenza, pur usufruendo di
servizi centralizzati che la casa
offre anche, per l’esterno. A questo naturalmente si è arrivati
per gradi. Con trasformazioni
successive si è passati da 55 ragazzi tutti ammassati nei cameroni, ^la suddivisione in gruppi
famiglia dove tuttavia la vita era ^ completamente centralizzata
e si finiva quindi per non offrire
ai ragazzi tutta ima serie di esperienze di « casa » che tutti dovrebbero potersi permettere.
Altro punto importante: in risposta all'esigenza di intervenire
sui ragazzi di queste valli appartenenti al territorio della comunità montana, si è privilegiata
l’accettazione di ragazzi della Val
Chisone, in questo caso si tratta
di due nuclei familiari (in tutto
9 minori), che prima erano ospiti di istituti fuori zona e che era
importante riavvicinare alle loro
famiglie per poter seguire gli’ uni e le altre.
gazzi rispetto alla normale crescita fisica e psicologica di tutti
gli individui, è costituita da vuoti di tempo, dalle tappe saltate
nella loro vita. Il problema allora è di ricuperare il tempo perso
con un intervento il più possibile globale, a partire dai problemi scolastici (perché sono i primi ad essere evidenziati da chi
è a contatto con loro). Poiché abbiamo deciso di partire da questo aspetto del problema, siamo
costretti a ripercorrere a ritroso
la strada non costruita in precedenza. Questo significa per noi
cercare di creare un ambiente il
più possibile protettivo per stimolare la fiducia in se stessi,
dando loro molto tempo ed
attenzioni, ma spingendoli anche a prendere parte attiva alla
vita.
Si deve curare il loro corpo il
più possibile, poiché spessp hanno avuto grosse carenze. alimep:
tari o simili. Si deve cercare anche di inserirli nel mondo esterno per togliere il peso dell’emarginazione.
Quanti sono gli ospiti del convitto e dà ddVe provengono?
I ragazzi nelle comunità alloggio sono 16, di ambo i sessi. La
loro età è compresa tra i sei ed
i quattordici anni. Nove di loro
provengono dalla valle, cinque
dal comprensorio pinerolese, due
da Torino. Per questi ultimi si
è in attesa di diversa sistemazione per il futuro. Inoltre ci sono,
in affidamento alla famiglia Longo, due ragazzi provenienti da
Torino.
.'.Con là Cornuhità Montana abbìànio ' stipulato ùna' convenzione per quanto riguarda i ragazzi
di sua competenza. Nell’ambito
della convenzione c'è un articolo
che impegna entrambe le parti a
lavorare in stretto contatto, con
reciproco controllo. (In questo
si situa anche la nostra autonomia nei suoi confronti).
Che tipo di ricerca pedagogica
sviluppate?
La domanda così formulata rischia di stimolare risposte teoriche e quindi generiche. Piuttosto
noi cercheremo di rispondere a
questa: « come intervenite? ».
La caratteristica dei nostri ra
Con la comunità valdese: avendo a disposizione degli spazi ristrutturati polivalenti continuiamo la mensa per la S. Latina e
usiamo gli stessi locali per la
Scuola Domenicale. Con il paese: Il convitto offre il pranzo di
mezzogiorno per tre classi di
tempo pieno delle elementari.
Una volta la settimana ospita,
sempre a mezzogiorno, alcuni
allievi del biennio sperimentale.
Inoltre abbiamo contatti con gli
altri convitti della Val Pellice,
con le comunità della vallata e
Un Museo dell’agricoltura in Piemonte
Ricupero di una cultura
Su invito di un gruppo di studiosi si sono riuniti, il 14 dicembre, presso il Centro di Documentazione Agricola per il Piemonte della Facoltà di Agraria
di Torino, i rappresentanti di
musei e associazioni culturali
per esaminare la proposta di un
costituendo Museo dell’.Agricoltura in Piemonte. Museo che
non deve essere inteso imicamente come un deposito di vecchi documenti o di oggetti e
strumenti rifiutati dall’uso, ma
avente la funzione di ricomporre quella cultura in disgregazione, per mettere i gruppi sociali
che ne sono stati privati in condizione di valutare il significato
umano della sua perdita,'realizzare una valutazione critica della società industriale e ricuperare quei valori che permettano
una crescita sociale equilibrata.
Un museo del genere perderebbe la sua ragione di essere
se accentrato in una città e dovrà essere concepito in forma
articolata per zone rappresentative di specifici aspetti dell’agricoltura e perciò decentrati in
zone periferiche particolarmente dove ancora esistono dei gruppi sociali bui il ' museo dovrà
essere di stimolo alla ripresa
di coscienza dei valori della loro cultura.
Un nucleo centrale potrà promuovere il coordinamento generale, fissare le linee essenziali
della politica museografica regionale e stimolare l’attività di
ricerca nel settore.
A conclusione dell’incoritro è
stata decisa la cpstltuziqne di
un Comitato Prorijotore con i
seguenti compiti : ‘
— l’invio di un questionario
ai comuni per conoscere >i l’esistenza di eventuali iniziatile locali con le quali prender^ contatto ;
— la preparazione di un; Convegno che avrà luogo nella
prossima primavera;
— agire quale interlocutore
con enti finanziatori e autorità
politiche e amministrative regionali e locali.
A far parte del Comitato sono stati invitati in particolare i
rappresentanti di enti e società
che già gestiscono musei e svolgono attività culturali e, fra
questi, anche la nostra Società
di Studi Valdesi.
con gli
Torino.
operatori della zona di
L'ONMI ha chiuso un anno fa
con i noti problemi di gestione. Come ve la siete cavata
finanziariamente, visto che i
vostri crediti non sono ancora stati pagati?
La chiusura dell’ONMI ed il
mancato pagamento delle rette
relative ad un intero anno di lavoro ci hanno portato ad una fa
se estremamente critica. Grazie
all’appoggio delle comunità, di
amici che ci hanno fatto dei prestiti e alla scelta di farci da soli
■ i lavori di ristrutturazione rinun
ciando a lavoratori qualificati,
siamo riusciti a sopravvivere e
anche a cambiare alcuni ambienti in veri alloggi. Contemporaneamente si andava facendo
strada un piano di decentramen
to assistenziale della Regione che
ci ha portato ora a collaborare
con la Comunità Montana.
Le incertezze economiche ri
mangono tuttora data la, catastrofica situazione finanziaria
della Provincia; speriamo, che
prima della fine dell’anno scolastico vada in porto l’operazione
concordata con la C.M. di farci
da volano pagandoci a trimestri
posticipati le quote che la Provincia le rimborserà.
Le prospettive per il futuro. Obiettivi da verificare e realiz
zare.
Un modo nuovo
di celebrare il Natale?
E con il mondo esterno che rapporti avete? ( Comunità montana ; comunità valdese.; paese; altri).
A San Germano, nel tempio decorosamente affollato, anche se
non riempito, di . partecipanti
giunti;dq ogni parte delle tre valli, fi} pipyimento T.E.V. ha celebrato il sqo culto natalizio.
Culto di appello e di evangelizzazione: cosi era stato presentato sulle colonne-del-nostro settimanale e infatti l’appello c’è
stàto, con vari messaggi intraniezzatii^da .canti dell’assemblea.
Il primo messaggio, che si rifaceva più esplicitamente alla celebrazione del Natale, si è soffermato più che altro sull’episodio
biblico del tributo a Cesare, individuando in quest’ultima realtà l’egoismo dell’uomo che cerca
la soluzione dei problemi attraverso le opere umane: benessere, progresso, politica secondo il
mondo. C’è tuttavia una possibilità di capire che attraverso la
storia del mondo Dio parla, è
l’ora del risveglio che fa di Natale un giorno di salvezza.
Il secondo messaggio (chi parlava, ovviamente ben conosciuto
dall’assemblea, non veniva presentato) era piuttosto un appello
a rispondere alla chiamata dello
Spirito Santo e a rinnovare la
propria vita e la Chiesa, evitando tutto quello che può sviare
dal retto cammino.
Ad un altro invito, molto vibrato, a comunicare ai presenti
la propria decisione a rinnovare
l’esistenza secondo le proposte
del movimento T.E.V., hanno risposto tre giovani, probabilmente per allontanare il dubbio che
questo tipo' di risveglio vada bene solo per i nostalgici del -na.ssato.
I giovani hanno espresso una
esigenza di rinnovamento fnteriore e una ferma volontà di tenersi lontani tanto dai miti hitleriani della razza superiore quanto dal materialismo di tipo mar
xista. L’adesione alla T.E.V., è
stato detto, significa trasformare
la propria mente e non conformarsi a questo mondo materialistico che passa.
Con un nuovo invito a firmare
l’adesione al movimento e, per i dissenzienti, a fermarsi per discutere, il culto è terminato''al '
suono di « Notte benigna » che i
presenti hanno ripreso cantando
con particolare piacere.
La colletta è stata destinata alla casa di riposo di San Germano. L. V.
Siamo a disposizione per inserire il nostro servizio nel quadro
più generale dei servizi che l’Unità Locale dei servizi socio-as
sistenziali sta predisponendo.
Questo può voler dire che in
un prossimo futuro non ci occuperemo solo più di minori ma
adottereme la struttura alle esigenze che si evidenzieranno.
Questa linea di corresponsabilità nei confronti dtlla popolazione della valle ci pare essere
l’attuazione dello spirito con cui
il convitto fu costruito.
L’équipe stabile del convitto è
la seguente;
Rosanno è Francò Fofri'erorie;
Sylvaine Dupont in una corriupità allogèiò. .............. ■ '
Christine Aéschbacher e Massimo Sibilia in un’altra comunità
alloggio.
Carla e Adriano Longo.
Intervista raccolta
da Giuseppe Platone
PERRERO
Un bilancio ancora
da discutere
POMARETTO
È stato battezzato Geme Piero
di Rino e di Bertalmio Graziella.
O. C.
• Si sono svolti i funerali di
Atmann Rosa Anna ved. Gallian
di anni 65 del Paleiset (Inverso
rinasca) deceduta aH’Òspedale
Civile di Pinerolo e Martinat Luigia Evangelina ved. Micol di anni 93 di Maniglia, da circa un anno presso la figlia sig.ra Marchetti ai Masselli.
Voglia il Signore che ogni momento della nostra vita sia vissuto nella luce e nella speranza
che Egli ci dona in Cristo.
Presieduta, in assenza del sindaco, dal vice-sindaco Nino Chiadò, ha avuto luogo sabato scorso a Perrero una seduta del Consiglio comunale, dedicata in gran
parte all’esame e all’approvazione del bilancio 1977.
La discussione è stata ridotta
nei limiti del solo Consiglio, perché il pubblico, non avvisato,
non c’era. Gli amministratori
hanno però giustificato questa
presentazione affrettata con il
rispettò delle scadenze di legge
e si sono impegnati a indire a.ssemblee aperte nelle borgate e
a modificare le voci in bilancio
a seconda delle indicazioni che
emergeranno dai dibattiti.
Si prevede di iniziare il giro di
riunioni il mese prossimo.
Il bilancio ripete quasi alla lettera quello dell'anno precedente,
con alcune poche variazioni in
aumento, dovute alla quota dei
bacini imbriferi e alla tassa rifiuti. 11 problema più grosso rimane la vendita del legname, che
costituisce un’entrata indispensabile, ma che è ostacolata dalla
difficoltà di ottenere un prezzo
ragionevole. Compreso il mutuo
per la strada di Villasecca, il bilancio del Comune di Perrero si
aggira sui 160 milioni; come per
l’anno scorso le spese di amministrazione e la manutenzione
delle varie strade ne assorbono
la maggior parte. Lo Stato, non
versando i contributi prescritti,
aggrava ancora la situazione. Dopo la discussione, il bilancio è
stato approvato dalla maggioranza presente, mentre tre consiglieri, curiosamente, sono usciti pri
ma della votazione, pur senza
aver manifestato alcuna opposizione o espresso critiche di qualsiasi tipo.
Prima di deliberare sul bilancio, il Consiglio ha anche approvato una variante al piano di fabbricazione comunale, che prevede la possibilità di vincolare terreni posti in varie zone, per ottenere l’area sufficiente alle costruzioni di tipo agricolo. Questa
norma, se sarà approvata, potrà
favorire chi desidera ancora dedicarsi all’agricoltura anche a
tempo parziale, ma che a causa
dello spezzettamento delle proprietà non potrebbe in altro modo costruire i fabbricati rurali
necessari.
TORRE PELLICE
Dibattito pubbiico
sul bilancio
L’Amministrazione Comunale
organizza per martedì 28 dicembre, ore 20,45, un incontro con
la popolazione per esaminare insieme la bozza di bilancio preventivo per l’anno 1977 che è
stata preparata dalla Giunta
Comunals e discuterne l’impostazione.
L’incontro avrà luogo presso
la Sala Consiliare del Palazzo
Municipale.
Tutta la popolazione è pregata vivamente di intervenire.
/
I
7
24 dicembre 1976
CRONACA DELLE VALLI
ANGROGNA
• Durante il culto pomeridiano
di domenica 19, al Serre, è stato battezzato il piccolo Buffa
Ezio di Aurelio e Wilma. Il Signore benedica questo fanciullo
e guidi i genitori e la comunità
nel compito della testimonianza verso le giovani generazioni.
• Le riunioni indette dalla Amministrazione comunale per dibattere pubblicamente il preventivo del bilancio 1977 sono
state meglio frequentate nei
quartieri più isolati, come Pradeltorno e Buonanotte, che non
in quelli più facilmente raggiungibili. Il dibattito e le spiegazioni che sono emerse hanno
messo in luce le vere responsabilità — che vanno al di là dell’amministrazione angrognina —
della mancanza di liquidità per
far fronte alle diverse spese necessarie. Molti hanno espresso
l’intenzione di non ’tagliare’ comunque i servizi (scuola e visi
tatrice domiciliare) per far qua
drare il bilancio.
La situazione non è certo ro
sea perché per portare in pa
reggio il bilancio bisognerà sa
criflcare talune importanti voci
A Pradeltorno si costituirà una
sorta di ’comitato di quartiere’
per dibattere e cercare di risolvere insieme i diversi problemi
legati alla vita del Comune.
Tre domande
a un cronista
Abbiamo ricevuto questa lettera che
ripropone il problema della crisi delle
nostre chiese. Che crisi vi sia, è indubbio. Quali ne siano le cause e quali i
possibili rimedi, rimane invece problema aperto, anzi apertissimo.
Non crediamo che il cronista, nel
dare il suo resoconto sulla rappresentazione del gruppo di Lusema San
Giovanni, intendesse in alcun modo
mettere in dubbio la possibilità che vi
fosse coerenza di fede anche in persone diverse da quelle che hanno partecipato alla serata. Ma il problema è
probabilmente un altro: non si tratta
tanto di sensibilizzazione ai problemi
umani, ma sensibilizzazione alVimpegno del cristiano nella società. Si tratta
di due cose diverse. Nel primo caso si
punta soprattutto sulVindividuo e sulla
sua volontà di alleviare le sofferenze
altrui, nel secondo caso si punta sulVinsieme di persone per evitare quelle sofferenze e difficoltà che derivano
dalla colpa di altri uomini, siano essi
amministratori governanti o altri, che
oggettivamente creano spesso un mondo ingiusto di cui alcuni soffrono e
nel quale altri si trovano a loro agio.
La prima cosa non esclude Valtra e
viceversa. Vogliamo confrontarci insieme alla luce delVEvangelo e vedere
se non hanno Vuna e Valtra un posto
nel messaggio cristiano? E imparare
a non scomunicarci a vicenda?
In questi ultimi anni la comunità
evangelica di Angrogna, come forse
anche altre comunità alle Valli, sta
attraversando un periodo difficile pieno di contrasti, sìa sul piano della fede che su quello sociale. Forti tendenze politiche hanno disgregato quella
preziosa e profonda unità della Chiesa
nella fede e nell’ispirazione dell’Evangelo un tempo cosi sentita e vissuta.
SERVIZIO MEDICO
festivo e notturno
Comuni di ANGROGNA - TORRE
RELUCE - LUSERNA S. GIOVANNI
- LUSERNETTA - RORA'
Dal 25 al 31 dicembre 1976
Dott. AVANZI LUIGI
Via Gramsci, 11 - Tei. 91236
Torre Pellice
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Sabato 25 e martedì 28 die.
FARMACIA INTERNAZIONALE
( Dr. Imberti)
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Domenica 26 dicembre 1976
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Le frequenze ai culti sono andate sempre più impoverendosi e la partecipazione ad altre attività della chiesa non
è stata in alcun modo avvertita o incoraggiata. Tuttavia in questo andamento deplorevole che esige di trovare una
via di uscita (in aggiunta a quanto
detto vedere sul n. 47 di questo settimanale rarticolo del Pastore Giorgio
Tourn « i taculot tutto lavoro, niente
chiesa » quanto mai rispondente alla
realtà).
La presenza dello Spirito Santo si fa
ancora sentire per chi lo invoca e lo
cerca; indipendentemente dai mali che
lo circondano la suprema autorità del
mondo, è e rimane ancora Dio in ogni
circostanza e in ogni tempo.
Sempre sullo stesso settimanale di
cui sopra è stata riportata una cronaca riguardante una rappresentazione
avvenuta ad Angrogna Capoluogo la
sera del 27 novembre ad opera della
Filodrammatica di Luserna San Giovanni, alla presenza di uno scarso pubblico (ma tutto giovane). Alla fine del
suo resoconto il cronista cita un certo
rammarico circa la presenza del pubblico : un pubblico già sensibilizzato
al discorso sull’impegno del cristiano
nella società e deplorando l’assenza dei
veri destinatari, « peccato »!
A questo punto mi permetto di rivolgere al cronista in questione alcune
domande ;
1) Sono solo i giovani che sono
sensibilizzati ai problemi umani?
2) Che cosa ne pensa del messaggio cristiano dato ancora oggi dalla
Chiesa e proclamato la domenica mattina nel tempio dove la presenza dei
giovani è quasi nulla?
3) Chi partecipa a un culto cristiano con spirito umile e sottomesso, o
sì reca a fare visita alle persone anziane di un ricovero portando a questi
un po’ di affetto e conforto, può per
opera dello Spirito Santo essere coerente alla realtà della fede come chi ha
partecipato ad una rappresentazione
tipo quella del 27 novembre?
Gianpiero Saccaggi e
Guido Coisson
PRAROSTINO
La Filodrammatica valdese di
Prarostino presenterà domenica
26 dicembre e sabato 8 gennaio
la commedia brillante: «Il Paese delle vacanze» di Ugo Berti
e l’atto unico : « Ancora Addio »
di Vittorio Calvino. Tutti sono
cordialmente invitati allo spettacolo che inizierà, per entrambe le serate, alle 20,30, nella sala
della nostra comunità.
• I prarostinesi hanno ultimato, il tutto realizzato con lavoro
volontario, la posatura dei tubi
del nuovo acquedotto. In due
settimane si sono installati tre
km. di tubazioni; il che, considerando che si è lavorato solo
il sabato e la domenica, è quasi
un record ! Appena saranno
pronte le vasche, e si pensa presto, l’acquedotto entrerà in funzione.
• L’amministrazione comunale
invita tutte le famiglie che hanno parenti ed amici all’estero a
fornire, presso gli uffici comunali, i loro rispettivi indirizzi.
L’elenco servirà aH’amministrazione per realizzare l’iniziativa:
« Prarostinesi nel mondo ». A
tutti i prarostinesi all’estero
verrà inviato, in occasione delle festività natalizie, un libro
monografico su Prarostino. Si
pensa cos\ di riallacciare un contatto che diventa sempre più tenue e nello stesso tempo far
sentire ai prorostinesi lontani
l’affetto di chi, invece, è rimasto.
• Nel cortile del Municipio, la
Pro-Loco ha allestito un albero
natalizio che farà da cornice ad
una festicciola per bambini. Nel
corso dell’incontro verranno distribuiti, da parte delTamministrazione, nel giorno di Natale,
alcuni regali.
GERMANO
CHISONE
• L’incontro natalizio dell’Unione femminile ha avuto luogo con la partecipazione di un
numeroso, gruppo di sorelle. Ê
stata tenuta una meditazione di
circostanza e letto un racconto
inteso come trasposizione ai
tempi nostri deH’avvenimento
natalizio. ^Jn bazar-lampo organizzato dalle unioniste ha fruttato L. 175.G00, che saranno spese bene, come sempre!
• Il venerd’, dopo, 17 dicembre,
le sorelle si sono ritrovate an
cora una volta alla Casa di Riposo per il culto pre-natalizio
ed hanno rallegrato coi loro
canti gli anziani, offrendo loro
un piccolo dono. Siamo riconoscenti alle sorelle per questo
servizio, per il quale la direttrice della Casa ha espresso l’apprezzamento di tutti.
• Domenica 19 dicembre u. s. i
ragazzi hanno preparato intensamente il culto del 26 e Í canti
per l’incontro del pomeriggio
dello stesso giorno. Raccomandiamo ancora a chi desidera
partecipare all’agape fraterna di
quel giorno di volersi iscrivere
al più presto!
Lo stesso giorno, oltre al normale culto mattutino, abbiamo
avuto nel nostro tempio anche
la riunione d’appello, organizzata dal movimento « Testimonianza evangelica valdese ». Oltre 150 persone erano presenti
ed hanno apprezzato i vari messaggi rivolti da un bel gruppo
di laici. La colletta a favore della Casa di riposo: L. 115.200.
• Ricordiamo sin d’ora che la
Scuola domenicale sarà sospesa
domenica 2 gennaio 1977 e riprenderà invece normalmente il
giorno 9.
I catechismi riprenderanno
sabato 8 gennaio.
• Sabato 18 e lunedìi 20 dicembre ci siamo stretti attorno alle famiglie Rivoira e Bertalot in
occasione del lutto che le ha colpite con la dipartenza dei fratelli Alfredo Rivoira e Silvio Bertalot, rispettivamente di 70 e di
59 anni, entrambi deceduti dopo un lungo periodo di malattia e di sofferenza. Che il Signore che è risurrezione e vita conforti egli stesso e renda saldi
nella fede i fratelli nel lutto.
• Ricordiamo che sono disponibili delle musicassette con i canti, di Natale del concerto dato
dalla Badia Corale Val Chisone
e dalla Corale Valdese di San
Germano l’anno scorso. Si tratta di un documento « dal vivo »
che vai la pena di possedere. Lo
si può acquistare presso il pastore, al banco-libri o tràmite i
membri della corale, al prezzo
di L. 4.(KK).
Convegno
Domenica 16 gennaio si
terrà im convegno giovanile ad Angrogna durante l’arco di tutta la giornata.
L’inizio è previsto per
le 10,30 con la partecipazione al culto; pranzo nella sala unionista.
Alle 14,30 ima relazione
di Giovannino Tron sul IV
Congresso FGEI svoltosi
il 5-8 dicembre a Santa
Severa, quindi una seconda relazione di Aldo Ferrerò sulle possibilità del
lavoro giovanile alle valli.
Un cordiale e fraterno invito è rivolto a tutti i
gruppi giovanili delle valli. Si prega di voler segnalare al pastore Platone,
entro giovedì 13 gennaio,
da parte di ogni gruppo,
il numero dei partecipanti
(tei. 944.144).
FRALI
RORA’
LUSERNA
SAN GIOVANNI
Sabato sera una simpaticissima cena presso il ristorante della Seggiovia (a spese dei partecipanti!) ha raccolto tutto il personale e i membri del Comitato
dell’Asilo Valdese allo scopo di
trascorrere assieme qualche ora
in serena e fraterna distensione
e nello stesso tempo di esprimere con un piccolo dono la più
viva riconoscenza alla Sig.ra
Artus Garnier Amalia che con la
fine di Dicembre lascia il suo servizio attivo presso l’Asilo, dopo
sette anni di valida collaborazione (di cui cinque in qualità di
Direttrice), proprio nel periodo
più difficile della costruzione del
nuovo progetto.
Alla riconoscenza del personale, del Comitato e degli ospiti
dell’Asilo si unisce quella del
Concistoro e di tutta la Comunità di San Giovanni.
• Ricordiamo i Culti di Natale:
giovedì 23, alle ore 10, Culti di
Santa Cena aH’Asilo Valdese e al
Rifugio; sabato 25, alle ore 10.30
Culto di Natale con partecipazione della Corale; domenica 26, alle ore 10.30 nella Sala Albarin,
Culto di Natale dei bambini; venerdì 31, alle ore 21 culto di S.
Cena, a cui seguirà presso l’Asilo un piccolo trattenimento dedicato in particolare agli anziani
e alle persone sole; domenica 2
gennaio, Culto di Santa Sena.
• Ci rallegriamo molto vivamente con Enzo Rovara che si è
brillantemente laureato in Architettura presso l’Università di To
• L’Evangelo della resurrezione è stato annunciato in occasione dei funerali di: Pons Sandro
della Caveia di 84 anni; Grand
Susanna del Rifugio di anni 78;
Ricca Enrico dei Nazzarotti di
anni 79; Hugon Alfredo di Bibiana di anni 70; Robert Bertin Augusta della Cartera di anni 76;
Guido Rostagno degli Airali di
anni 71.
Ai familiari esprimiamo le nostre condoglianze con tutta la
simpatia cristiana.
Nella sala delle Fucine ha
avuto luogo domenica 19 rincontro dei bambini delle scuole
domenicali con le famiglie per
riflettere insieme sul significato
del Natale. I bambini hanno letto brani dell’evangelo di Luca e
presentato una serie di canti accompagnati da flauti e chitarra.
La meditazione biblica, partendo dal racconto di Gesù che va
a cercare Zaccheo, ha sottolineato il significato della presenza di Gesù in mezzo agli uomini, ciò che cambia nella vita
quando si diventa discepoli.
Mentre i bambini e i grandi
hanno ricevuto cioccolata calda
e dolci, si è svolto il bazar che
ha dato un esito molto positivo.
Ringraziamo tutti coloro che si
sono adoperati per questa giornata, in particolare le signore
dell’unione femminile. Riri Pavarin per il pane casareccio andato a ruba...
Abbiamo anche fatto un positivo esperimento: ciascuno ha
potuto servirsi di dolci, cioccolata calda, lasciando al termine
una libera offerta. Anche chi
dubitava della bontà di questa
scelta ha dovuto arrendersi all’evidenzà dei fatti. La generosità ha vinto largamente!
• Su libera iniziativa dei rorenghi è in corso una sottoscrizione per contribuire all’acquisto
di una sedia a rotelle di cui si
dovrà servire il nostro fratello
Bartolomeo Durand che ha dovuto subire alcune settimane or
sono, presso l’ospedale evangelico di Torino, l’amputazione di
una gamba. A questa sottoscrizione si associa la comunità.
• È nato a Niederuzwil (Svizzera), Stefano Caccin, di Alfredo
e Jole Tourn; a questo rorengo
lontano i nostri auguri.
Per facilitare il vostro compito abbiamo accluso un modulo
del nostro conto corrente postale. Grazie!
L. 5.000 annuo ordinario
L. 10.000 annuo sostenitore
c.c.p. 2/33094
Partendo dai fatti di Seveso,
il gruppo giovanile, che questo
anno conta 12-15 partecipanti, si
sta interessando ai problerni dell’inquinamento, con ima ricerca
che occuperà diverse riunioni.
Altri argomenti discussi nel primo periodo di attività: revisione del concordato, prospettive
della Federazione delle Chiese
Evangeliche, interpretazione di
Apocalisse 13. Prosegue contemporaneamente l’esperimento di
presentare la storia valdese in
brevi conversazioni di un quarto d’ora (autentico « quart d’heuj
re vaudois»!), all’inizio di ogni
riunione. Il testo seguito è la
Storia dei Valdesi, voi. 2, di Armand-Hugon.
Nel mese di dicembre, alcuni
giovani si sono impegnati nella
vendita di libri Claudiana nelle
borgate.
• L’Assemblea di Chiesa del 5
dicembre ha ascoltato la relazione sul Sinodo e ha discusso
il problema della responsabilità
politica dei credenti. Nessuna
decisione : per il momento le
opinioni restano diverse e si
confrontano senza molto dialogo.
• L’unione femminile ha ripreso i suoi incontri mensili, iniziando lo studio sulla preghiera proposto dalla Federazione
femminile valdese.
• Nelle ultime settimane sono
stati battezzati Peyrot Sonia, di
Armando e Luciana, Peyrot Andrea, di Giovanni e Garrou
Leontina, Peyrot Mara, di Ugo
e Jole.
TORRE PELLICE
• Il 18 dicembre, nella sua abitazione di via Pralafera 32 è dededuta all’età di 76 anni la signora Augustina Robert ved.
Bertin.
Alla famiglia colpita dal lutto
porgiamo le nostre più sentite
condoglianze.
• Sabato 18 dicembre, nella
chiesa valdese, il pastore Marco Ayassot ha unito in matrimonio il signor Claudio Paschetto e la signorina Miriam Oudry,
entrambi residenti in Pinerolo.
Agli sposi auguri di ogni bene.
Gli abbonamenti all’Eco-Luce
si ricevono anche presso la Casa
Valdese di Torre, dal lunedi al
venerdì dalle 9 alle 12.
Doni prò Uliveto
Luigi Giudici, in memoria della
mamma : Enciclopedia Junior; Mirella e Ernesto Bein L. 10.000; Sigj*a
Bonetto, in memoria di Andrea Gay
20.000; Lilia Malacrida 2.000; Magliana Lidia 2.500; Fam. Trocello, in
occasione della presentazione di Paolo
5.000; Chiesa di New York - Jeanette
e Eleonora Montaldo 121.500; Sorelle
Cornelio 20.000; In memoria di Mario Pons, Pinerolo 50.000; Famiglia
Del Moro, Milano 50.000; In occasione del battesimo di Fabrizia Beux: I
genitori Carlo e Silvana 30.000, i nonni Ceresa 30.000, i nonni Beux 30.000.
Ringraziamo di cuore tutti coloro
che si ricordano dell’Uliveto e desideriamo esprimere un ringraziamento
particolare al Direttore e personale dell’Asilo di S. Giovanni, che si sono offerti di lavar« la biancheria, in attesa
che la nostra lavatrice ormai fuoti uso venga sostituita.
Ci permettiamo di ricordare il n. del
nostro c.c. postale: 2/11555.
La nostra sorella in Cristo
Cilietta Besozzi
di anni 85, si è spenta serenamente
martedì 14 novembre nella speranza
del Salmo 59: 10: «L’Iddio mio mi
verrà incontro con la sua benignità ».
Gli amici.
RINGRAZIAMENTO
I familiari del Compianto
Enrico Ricca
ringraziano quanti con parole, scritti e
fiori sì sono uniti al loro dolore.
Un particolare ringraziamento al
dott. Scarognino, al past. Taccia, alla
sig.ra Andreone ed alla sig.ra Catalin
per l’assistenza prestata.
Luserna S. Giovanni, 18 die. 1976.
8
8
24 dicembre 1976
L’industria beliica:
Culti ammessi
un nodo da sciogliere
(segue da pag. 1)
Affrontare il problema del commercio delle armi esige in primo
luogo, oltre una conoscenza delle
vendite specifiche, un chiaro panorama dei problemi inerenti all’industria bellica, agli equilibri
internazionali, al controllo degli
armamenti e al disarmo. L’industria bellica italiana ha conosciuto negli ultimi anni uno sviluppo
imprevisto, che l’ha situata al 7“
posto tra i paesi produttori di
armi e al 5° tra quelli esportatori nel Terzo Mondo. Attualmente
si calcola che i livelli occupazionali raggiungano le 100.000 unità,
con un fatturato globale passato
dai 250 miliardi del 1965 ai 1.000
del 1975.
Sulle vendite italiane all’estero, precedentemente, già si è a
lungo parlato, mettendo in risalto la pericolosità dell’espansione indiscriminata di simili traffici. « Sui processi di riarmo — .
si legge su un documento del Comitato Democratico per il Controllo degli Armamenti —, sulle
loro mptivazioni e conseguenze
esiste ormai una vasta letteratura. Per i paesi in via di sviluppo
il bilancio è sicuramente negativo. E naturalmente possibile immaginare che opportune forniture di armi possano creare situazioni militarmente più adeguate.
Ma può accadere anche il contrario, che cioè si accentuino gli
squilibri. In genere si innesca una fase di riarmo estesa ad una
intera area geografica; normalmente, alla fine di un ciclo di
riarmo, in cui certi paesi rivali
hanno acquistato sistemi d’arma
con caratteristiche più avanzate
di quelli precedenti..., i rapporti
di forza risultano non dissimili da
quelli iniziali. Se i problemi politici non sono stati risolti, le probabilità di guerra non appaiono
certo diminuite, e l’eventuale
conflitto è certamente più distruttivo. Questo vale nel caso
più semplice. Nel caso peggiore
è proprio il fenomeno del riarmo regionale che contribuirà a
fomentare tensioni e sospetti, e
a deteriorare situazioni già difficili. Ma, a parte le ripercussioni
negative sui problemi di sicurezza, il riarmo significa soprattutto distrazione di risorse materiali ed umane da altri investimenti
ed utilizzazione ».
riarmo non paga
Comitato di Redazione Qrpno
Bellion, Ermanno GenA, Giuseppe Platone - Paolo l^ca, Fulvio
Rocco, Sergio Rostagno, Roberto
Sbaffi.
Direttore : FRANCO GIAMPICCOLI
Dir. reaponsabile : GINO CONTE
Redazione: Via Pio V 15, 10125
Torino, tei. 011/655.278.
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2/39878 intestato a Roberto
Peyrot, corso Moncalier! 70,
10133 Torino.
Reg. Tribunale di Pinerolo N. 175
8 luglio 1960
Cooperativa Tipografica Subalpina
Torre Pellice
sistematicamente paesi reazionari, razzisti e dittatoriali (come
l’Italia fa con le forniture belliche) non può e non deve essere
il « leit-motiv » della nostra politica estera. Ne deriva l’esigenza
di una scelta coerente e politicamente coraggiosa, fornita di iniziative concrete e valide. Come
primo passo, occorre una pubblicizzazione ufficiale dei dati
sulle vendite d’armi effettuate
dalle industrie private e a partecipazione statale (manca tale
pubblicizzazione in Italia, unica
tra i paesi oiccidentali). Questo
permetterebbe all’opinione pubblica di effettuare quel controllo
popolare che è base minima di
una reale democrazia. Inoltre,
preso atto dell’inefficienza degli
attuali controlli interministeriali, tali mansioni vanno deferite
alle (Camere, magari tramite
Commissioni parlamentari (esteri, difesa, industria), non vincolate da alcun segreto militare o
d’ufficio.
la pace. Gli equilibri internazionali, il disarmo, la riconversione
industriale, ecc., non sono certo
temi di facile e sommaria soluzione, ma il non affrontarli, o addirittura ignorarli, non può giovare alla lunga a nessuno. Rimandare agli anni futuri o declinare le proprie responsabilità è
un atto certamente non serio ed
estremamente pericoloso. È ora
di non parlare più di pace, preparando la guerra (e i suoi strumenti); ricordando che i mezzi
sono uguali ai fini, è necessario
che noi, e non altri, agiamo in
tal senso sia neH’ambito della nostra struttura nazionale, che in
sede internazionale (Comunità
Europee, Nazioni Unite), con adeguate misure e adeguato impegno.
Maurizio Simonceili
Armi e interessi
conservatori
Natale
senza Natale
A questi due punti, fa seguito
il criterio di massima a cui vanno sottoposte le licenze d’esportazione: il divieto deve riguardare i paesi belligeranti (o prebelligeranti, cioè con tensioni esterne o interne), nonché quelli
retti a regime razzista e dittatoriale. Tale criterio rappresenterebbe una scelta politicamente
onesta. Indubbiamente, scoraggiare programmaticamente il
settore industriale bellico è assai più difficile che appoggiarlo
indiscriminatamente. É d’altronde certo che proseguire nell’attuale liberalizzazione delle vendite serve solo gli interessi degli industriali e di certi settori conservatori, nella nostra nazione, e dei
regimi razzisti e reazionari, all’estero.
È chiaro che il commercio delle armi (e una sua regolamentazione) è solo uno degli aspetti
del problema internazionale del
(segue da pag. 1)
lezza di tutti i giorni; nell’annuncio del senso dell'esistenza dato
dall'agape in mezzo all’assurdità
che minaccia giorno e notte la
nostra vita assediata dalla legge
dell’egoismo; e ancora — ci ricorda Lutero seguendo Tito —
nell’appello a vivere in conseguenza una vita sobria, giusta e
pia in un tempo di sregolatezza,
di ingiustizia e di noncuranza di
Dio.
Natale è e resta la meno cristiana delle feste dei cristiani; la
sua origine pagana non cessa di
vendicarsi riaffiorando continuamente. Ricevere l’annuncio della
grazia in questo giorno è però
legittimo purché impariamo da
Lutero r. non tare del Natale un
momento religioso a se stante,
ma un’occasione accanto a infinite altre per ricevere l’annuncio
che con la predicazione dell’Evangelo nella nostra vita è entrata la grazia salutare del Dio di
Gesù Cristo.
ricavare alcuni spunti forieri di
ulteriore sviluppo, e cioè:
Il governo semlrra ora intenzionato a prendere in considerazione il problema delle relazioni tra lo Stato e le chiese evangeliche; sembra volerlo esaminare mediante trattative a livello politico adeguato; si ignora
però ancora quale risposta darà nel merito. Ma qualche risposta ufficiosa si può già ricavare daH’andamento del recente dibattito parlamentare svolto, com’era logico, sul solo tema
della revisione concordataria,
data la pregnanza che hanno in
un paese come il nostro i rapporti con la Chiesa romana.
Tuttavia è affiorato anche il nostro problema. Anzitutto l’on.le
Andreotti nel chiudere la sua
illustrazione del progetto di revisione concordataria, il 25.XI.
dichiarava « di aver pregato gli
stessi tre chiarissimi esperti »
che avevano preparato il progetto di revisione, « di volerci
aiutare nella trattazione di un
altro delicato affare di Stato, e
cioè la preparazione, sentendo i
responsabili rispettivi, di aggiornate norme riguardanti le confessioni religiose diverse dalla
cattolica, a cominciare dalla
Chiesa valdese e da quella metodista che ne hanno fatto esplicita richiesta ». Ed inoltre nella
chiusa della sua replica del 3 dicembre riaffermava che « la determinazione di una degna normativa anche per altre confessioni religiose — finalmente sottratte all’inammissibile categoria dei culti ammessi — completerà » il disegno del governo di
pervenire alla revisione concordataria con la Chiesa romana.
Sfumature
significative
Traspare indubbiamente tra i
due interventi una diversa sensibilità di fronte alla situazione.
Pur non essendo avvenuto ancora nulla che possa indurre a
ritenere che il governo abbia accolta l’istanza promossa dalla
Tavola, si profilano talune sfumature che indubbiamente dan
Né liberi né perseguitati
Come conseguenza di tutto
questo, è logico operare un serio
controllo dei traffici della nostra
industria bellica, la quale di fronte a tale sorveglianza, tende subito ad agitare lo spettro della
disoccupazione, riducendo il problema al solo aspetto economico.
Questo, però, non ne è che una
delle componenti, poiché non
possono essere ignorati gli aspetti molteplici della politica estera
(equilibri internazionali, tensioni e conflitti, crisi economiche,
ecc.). Le conseguenze del conflitto arabo-israeliano, le stiamo ancora scontando; ciò dimostra che
i guadagni precedenti non compensano assolutamente la grave
crisi attuale. Inoltre, appoggiare
Dopo che il nostro giornale ha
pubblicato una serie di esperienze di una visita nella Repubblica Democratica Tedesca, dovute
alla penna del Moderatore e del
pastore Franco Sommani, vogliamo segnalare un articolo apparso sul giornale « La Vie Protestante », il settimanale delle chiese protestanti di lingua francese
della Svizzera.
Nel numero del 15 ottobre
scorso, sotto il titolo « Né liberi né perseguitati », la Vie Protestante presenta la vita dei cristiani nella Germania dell’Est.
Vi si fa innanzitutto una premessa per chiarire che la situazione delle chiese e dei gruppi
cristiani nel mondo socialista
non dipende esclusivamente dalla teoria marxista, ma anche in
buona misura dalla storia del
passato recente e lontano di
quelle nazioni e di quelle chiese.
Per illustrare il tutto si fa riferimento alla situazione della Polonia, dove la chiesa cattolico-romana gode di particolare considerazione sia da parte delle autorità ufficiali, sia nella coscienza popolare. Non altrettanto avviene in RDT, dove non vi è mai
stata una compenetrazione tra
masse popolari e la chiesa, ma
questa ha invece sempre avuto
l’aspetto di un appoggio alle classi più elevate, accettando anche
la tutela, non sempre leggera,
dello stato prussiano.
« Legata alla classe dirigente e
alle dinastie regnanti, la Chiesa
protestante soffriva da tempo di
un’importante disaffezione da
parte di vasti strati sociali..., la
pratica religiosa era debole da
molto tempo. Il pietismo non era
penetrato se non in modo superficiale, tant’è che non si produsse alcun risveglio capace di restituire forza al radicamento popolare della chiesa... ».
Cerca poi di spiegare la teoria
marxista sulla religione, sia ri
cordando le sue responsabilità
nel mantenere al potere la società borghese e capitalista « consolando le vittime dell’oppressione con la speranza di una vita
beata nell’al-di-là per aiutarle a
sopportare un presente deludente (in questo senso essa è ’’oppio
dei popoli") »; constata che tale
consolazione non serve a curare
i mali di cui soffrono i dannati
della terra, anzi li distoglie dal
ricercare le cause della loro dannazione e i possibili rimedi che
si troverebbero nella rivoluzione. Così, anche senza volerlo, « la
religione diventa tra le mani della classe dominante un mezzo
per stabilire e mantenere l’oppressione che essa fa pesare sulle classi deboli che vengono
sfruttate. La religione è dunque,
anche se involontariamente, un
fattore "oggettivo” nella lotta di
classe dove essa si impegna dalla parte sbagliata ».
(/on queste premesse si spiega
che il numero di atei, secondo le
statistiche ufficiali, sia passato
dal 5,5% del 1946 al 45% del
1972. Eppure, la chiesa non è ancora morta e anzi sta morendo
molto più lentamente di quanto
la società socialista avesse previsto. Vi sono addirittura dei segni di ripresa, come ad esempio
il fatto che in più di un caso, nella costruzione di nuovi quartieri
residenziali si sia sentita la opportunità di prevedere uno spazio anche per la chiesa o che in
alcune città si siano stabiliti dei
corsi di preparazione al battesimo per adulti.
« Anche se la chiesa non dispone di alcun mezzo per esprimersi, se non della parola sussurrata da bocca a orecchio — e ancora occorre scegliere con cura
l'orecchio cui si vuole affidare le
proprie confidenze — l’opinione
pubblica conta per lo Stato, anche l’opinione dei credenti. Occorre dunque guardarsi da ogni
no alla situazione una colorazione che dovrebbesi considerare
irreversibile. Proviamo a darvi
un contenuto.
1) - Sembra oramai accertato
che costituendo « un altro delicato problema di Stato », al pari di quello della revisione concordataria, se è lecito comparare le minime alle grandi cose,
com’è lecito farlo in questo caso non essendovi differenza qualitativa tra i due rapporti giuridici, il problema, che la costituzione pone in termini di intese, verrà trattato allo stesso livello politico di quello relativo
al concordato.
2) - Ma è ben noto che se il
rapporto giuridico è eguale, i termini delle due questioni sono
diversi. Il rapporto tra Stato e
Chiesa, per il modo con cui la
chiesa intende impostarlo e per
la portata che questa intende
dare al suo contenuto, muta
profondamente quando l’interlocutore dello Stato anziché la
Chiesa romana è una chiesa
evangelica. E non vale riportare
qui gli aspetti salienti di tati
differenze perché il lettore può
giudicare da sé considerando la
Nota che la Tavola ha inviato il
29 .XI. ai presidenti dei gruppi
dei partiti democratici alla Camera, pubblicata sul n. 48 de
La Luce.
La legislazione
“inammissibile,,
3) - Se la legislazione sui « culti ammessi » non risulta già depennata, tuttavia « l’inamissibilità » della sua stessa denominazione, come ha dichiarato l’on.
Andreotti, riduce di molto la
sua capacità di resistenza nel
permanere in efficacia.
forma di schematismo sulla situazione di cui godono i protestanti nella Germania orientale.
Non è né la persecuzione né la
libertà. E una situazione in cui
le caratteristiche più rilevanti sono la precarietà, l’insicurezza, la
difficoltà meschina, la persecuzione spicciola, l’instabilità ».
Al posto della firma, in fondo
all’articolo si trova la seguente
annotazione: « Questo testo è
stato redatto sulla base di documenti e testimonianze di tedeschi
orientali che preferiscono, per
comprensibili ragioni, mantenere l’anonimato ».
Vogliamo concludere questa
segnalazione con alcune osservazioni del doti. Pieter Boumann,
del Consiglio ecumenico delle
Chiese, sul numero del 12 novembre dello stesso settimanale:
«L’articolo è scritto in termini
estremamente generici... Non
parla della Chiesa cattolico-romana che, per ragioni facili da
spiegare ma difficili da scrivere,
gode di una posizione estremamente libera e forte. Non si può
continuare a parlare di una politica di confronto che lo Stato
porta avanti nei confronti della
chiesa... ».
« Le ragioni per cui è necessario
— o è stato giudicato necessario
— mantenere l’anonimato mi sono assolutamente incomprensibili. Non vi è nulla che non sia
già stato detto varie volte nella
RDT, qualche volta anche ad alta voce, da qualche vescovo o
pubblicato ».
Da tutto il materiale che i nostri lettori hanno a disposizione,
crediamo sia possibile farsi una
idea di quello che è il mondo
della chiesa protestante nella
RDT, ricordando che la testimonianza fedele all’Evangelo non è
mai, in nessun luogo, facile né
priva di difficoltà o di incomprensioni o di sofferenze.
Bruno Bellion
4) - Il carattere impresso in
sede di Costituente circa la posizione che spetta alle chiese
evangeliche nel rinnovato clima
politico e giuridico dell'Italia repubblicana sta per essere avvertito anche da parte di quelle
forze politiche che da 30 anni
hanno così mal governato il
paese da lasciare tra l’altro sino ad ora inattuate talune norme costituzionali la cui sola lettura avrebbe dovuto indurre ad
una pronta ed integrale riforma
di un settore di rapporti che, oltre tutto, non comporta nuovi
oneri per lo Stato, al contrario
di quanto pare evidente stia per
avvenire in un parallelo ordine
di cose con la revisione del concordato.
5) - Pur essendo savio vedere
con estrema prudenza le realtà
che potrebbero profilarsi, sembra venuto il momento della
chiarificazione decisiva. Oramai
non pare più possibile che jl governo, in seno al quale è già avvenuto un incontro per l’esame
preventivo del problema di questi nostri rapporti da regolarsi
nei termini suggeriti dalla Tavola, possa tirarsi indietro. Una
risposta nel merito non potrà
mancare perché il governo nel
suo insieme è oramai impegnato. Sapremo quindi tra non molto se ancora una volta vi sarà
tralignamento per scorporare la
impostazione del problema dalle procedure che la Costituente
ha volute; o se invece vi sarà
ancora un rinvio per attendere
che il maggior tema della revisione concordataria vada in porto; o se più consapevolmente si
vorrà dare inizio a trattative
che dovrebbero condurre le due
parti a formare un'intesa che
valga da parametro comparativo per la legge che il governo
dovrà in seguito promuovere,
assicurandole, nel rispetto del
contenuto delle intese, la legittimità costituzionale.
È quest’ultimo il processo che
attualmente è in cottura nella
cucina governativa nei nostri riguardi? Ce lo auguriamo: sia
nell’interesse del paese che avrà
probabilmente così modo di verificare che v’è forse un’altra
strada da seguire per regolare i
rapporti Stato-Chiesa, diversa
da quella sino ad ora percorsa;
sia nell’interesse degli evangelici, fidando che essi vorranno così dare, attraverso un atto di
presenza nel paese, un’aperta testimonianza della loro fede e
delle implicazioni che essa comporta sul terreno politico.
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