1
^nno IV
numero 13
¿lei 29 marzo 1996
L.2000
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Torino
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Bibbia e attualità
NON CERCHIAMO
UN RE
UELLO che mi tormenta sta in
¿fondo all’anima, là dove ognuno
<itiva la pianticella della speranza e
Idputre con amore, bagnandola a volte con le lacrime del dolore, con il su¿dore della fatica, con l’acqua amara
ideila delusione. Mi angoscia il fatto
i^che essa, anno dopo anno, fiorisca
sempre più tardi e a fatica e che i suoi
utti siano sempre più piccoli, radi ed
frJerbi. È questo che mi fa paura, la
merddti di speranza, la rassegnazione
(me colgo in tanti tra i migliori, i più
(^uoni, i vecchi, i ragazzi. Sono cresciuto 'eredendo nei valori della solidafptà, della condivisione, del dialogo,
lavoro comune. Mi domando se ciò
che oggi mi aspetta, o aspetta chi è più
giovane di me, abbia conservato di
)^uegli ideali un minimo di sostanza al
' di là di parole che sembrano vuoti car\telli rimasti ad indicare qualcosa che
c'è più. Con insistente e altrettan, io fastidiosa frequenza mi salgono ali la memoria brani biblici severi e tristi:
0amuele che si lamenta con l’Eterno
Iper le richieste di un popolo che ha
giudici corrotti e pensa di uscirne
^ledendo un re e la risposta triste e
Solidale di Dio al suo profeta: «Essi
inno rigettato me e non te perché io
n regni su di loro». Rifletto sul piandi Gesù per Gerusalemme, la dura
cuore, incapace di distinguere il
ipo del suo bene.
'HE cosa farò io, che faranno i milioni di elettori che da qui a un
andranno alle urne? Chièderemo
coliche noi un re? Quali sono le differènze nei programmi, nella visione,
‘ illa proposta differenze vere, sostanili tra gli uni e gli altri che si accapi. ano, tutti in lotta e pieni di distinf guo dentro e fuori dalle alleanze, che
" mi consentono di scorgere almeno un
Mnimo di affinità con ciò che vorrei,
rcon ciò che spero? Li guardo, questi
Bènostri della politica, e mi chiedo che
pos'hanno in comune con me, col mio
l^ino di casa, col membro della mia
[oomunità i vari D'Alema, Berlusconi,
: Pini e Sgarbi, Prodi e Dini, Buttiglione
e Casini, Pannello e Bertinotti. Ognur
no con la sua più o meno piccola parte
idi verità, ognuno con la sua proposta
(Solutiva, ognuno con il suo caricdto' re di accuse, di torti, di battute velenose, volgari, demagogiche. Li sento londini, parlano un’altra lingua rispetto
dlla mia di ogni giorno. Sono distanti
dalle persone vere, quelle che non vanno in Tv: non c’è più dialogo tra noi se
non attraverso i media, i fax, i cellulari, i portaborse. Ho paura che, indii^Bndentemente dal fatto che vincerà
'0ffdcuno e per una manciata di voti,
kciaspetti un futuro di divisioni, di lot■ ^sènza quartiere, di contrapposizioni
^frontali a meno che non cominciamo
n pensare di cambiare strada.
CHE cosa ci accade? Finiremo davvero per divorarci l’un l'altro, per
fare a brandelli la nostra democrazia,
^ nostra casa comune? Se è vero che
non lo vuole nessuno, qualcuno coniinci a cambiare, a farsi carico anche
del malessere degli altri, allora, i più
niaturi e responsabili per primi. Se
non vi ravvedete, come quelli sotto le
feerie della Torre di Siloe, tutti perirete. Non sarà più possibile, tra i cadadistinguere i giusti dai malfattori, gli onesti dai ladri, i violenti dai
Come in Bosnia, come in
tVUanda, come dopo un terremoto o
.nn'tnondazione. Stiamo avvicinandornitmpre di più a un punto di non ri^tno. C’è bisogno di riscoprire ciò che
'nde per tutti, c’è bisogno di unità per
'lettere in opera le fondamenta del
nostro domani. C’è bisogno di onestà,
responsabilità, dignità. Di gente comune, per bene, non di re.
D. Claudio H. Martelli
N
ORMA
SEITIMANALK DELLE CHIESE EVANGELICHE BAI LISTE, METODISTE, VALDESI
I In tutto l'Occidente lo sviluppo economico non crea più nuovi posti di lavoro
E se finanziassimo il lavoro «non-profit»?
Nei prossimi quarantanni la rivoluzione tecnologica ridurrà ulteriormente l'occupazione
È necessario offrire lavoro in settori non tradizionali quali quello dei servizi alle persone
TORINO: la città si fa bella per
accogliere i capi di stato e di
governo che arriveranno il 29 marzo prossimo per la Conferenza intergovernativa che dovrà vedere
come applicare l’accordo di Maastricht suirUnione europea. Si parlerà di economia, di indici da rispettare, ma anche di lavoro. Del
lavoro che non c’è.
Le statistiche europee sono implacabili e non lasciano spazio alle
illusioni: i senzalavoro sono in
Spagna il 22,7% della popolazione
attiva, in Francia 11,6%, in Italia
ril,5%, nel Regno Unito il 10,2%,
in Germania l’8,2%. E in maggioranza sono giovani sotto i 30 anni e
donne. Il motivo di tanta disoccupazione è noto da tempo: «Le nuove tecnologie e le nuove forme di
organizzazione del lavoro - afferma il prof. Giorgio Lunghini,
dell’Università di Pavia - sono tali
che la loro introduzione nei processi produttivi non si traduce in
grandi processi di investimento
capaci di effetti moltiplicativi, bensì in una diminuzione generalizzata dei coefficienti tecnici e in particolare dei coefficienti di lavoro. Il
tempo di ritorno dei nuovi investimenti è più breve di quelli tradizionali». L’impresa non assurde
più e vuole «flessibillzzare» al massimo la fabbrica, il mercato e in
prospettiva l’intera società.
Il problema allora diventa quello
di come mantenere l’occupazione
che c’è e di cosa fare dei disoccupati. Di questo problema si occupano i governi, i sindacati, gli imprenditori, i partiti politici. In Germania il governo, il siridacato, gli
imprenditori hanno stipulato un
«patto per il lavoro» che prevede riduzione di orario e solidarietà tra
occupati e disoccupati. Anche papa Giovanni Paolo II ha parlato recentemente di «lavorare meno, lavorare tutti». In tutta Europa di
questo parlano da tempo le organizzazioni protestanti che operano
nel mondo del lavoro, raggruppate
oggi nel Gruppo europeo di contatto (Ecg) e nel programma ecume
Un volontario assiste un malato di mente
nico «Kairos». Ma questa proposta
serve in prima istanza per distribuire il lavoro che c’è. Di come dar lavoro ai disoccupati si è discusso a
Torino al Forum europeo del «terzo
settore» che si è svolto in previsione
della Conferenza intergovernativa
deirUe. È stato osservato che di
fronte alltì nuove povertà non serve
una riedizione dello stato assistenziale classico e nemmeno un puro
passaggio delle sue competenze
settore privato, ma una forma di
economia nuova capace di integrare la partecipazione di più soggetti
nella produzione di servizi.
Un contributo di rilievo è venuto
da Jeremy Rifkin, della «Foundation on economie trends» di Washington, il maggiore esperto americano di queste problematiche. Il
suo slogan è stato: «T.assare gli utili
delle imprese per favorire l’occupazione nell’economia non-profit».
La proposta parte da un’analisi
delle tendenze dell’economia di
mercato: «Dei prossimi quattro decenni, - ha detto Rifkin - quando il
mondo produttivo entrerà nel vivo
della rivoluzione tecnologica.
All’orizzonte si profilano fabbriche
senza iavoratori e imprese virtuali,
scomparirà gradualmente l’occupázione di massa e aumenterà la
produttività per effetto dell’economia globale high-tech. La politica è
posta di fronte a un problema elementare di giustizia economica: offrire una compensazione a coloro il
cui lavoro non è più necessario nel
nuovo mondo automatizzato del
ventunesimo secolo. E allora bisogna finanziare le imprese non-profit che possono assorbire la forza
lavoro espulsa». «Il governo - ha
osservato Teconomista - potrebbe
concedere finanziamenti alle organizzazioni senza fini di lucro, per
aiutare a reclutare e a formare individui a cui affidare un ruolo
nell’organizzazione». Una pista da
seguire, che non può non interessare le nostre chiese, la cui diaconia è non-profit per definizione.
Al termine dei lavori, il Forum ha
approvato il documento in cui afferma che l’Unione europea deve
«legittimare e sostenere, tanto a iivello comunitario quanto di singoli
stati, il settore del non-profit affinché questo possa esprimere appieno le proprie potenzialità nei campi della solidarietà, della protezione sociale e della creazione di nuovi posti di lavoro». Il fondatore del
Gruppo Abele, don Luigi Ciotti, ha
sottolineato a sua volta l’importanza deUa solidarietà territoriale che
però non esclude resistenza di uno
«zoccolo» di assistenza dello stato
che garantisca a tutti i diritti minimi di cittadinanza.
Il comitato esecutivo delì’Ucebi, ai sensi deU'art. 9 dei patto
costitutivo e deli’art. 93 del regolamento, convoca
l’Assemblea
Generale deirucebi
nei giorni 19-23 giugno 1996 a santa Severa
presso il Villaggio della Gioventù
L’arrivo dei partecipanti è previsto per la serata del 18 giugno
Programma indicativo dei lavori
1. Culto inaugurale
2. Appello dei membri dell’Assemblea
3. Elezione del Seggio
4. Adozione deH'ordine dei lavori
5. Ricordo dei collaboratori deceduti
6. Ammissione nuove chiese
7. Presentazione candidati al ministero pastorale,
8. Relazioni
9. Elezioni
10. Modifiche all’ordinamento
11. Mozioni finali
12. Culto di chiusura con Santa Cena
Il presidente
dr. Renato Maioccl;ii
■ . Crisi tra gli ortodossi
Rotte le relazioni tra
Mosca e Costantinopoli
I rapporti internazionali fra le chiese sono in
pericolo: secondo Konrad Raiser, segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese
(Cec), il conflitto che oppone il patriarcato msso
di Mosca e quello ecumènico di Costantinopoli ha un carattere molto
allarmante. Non trovando da tre anni un’intesa
per quanto riguarda la
giurisdizione sulla chiesa
ortodossa dell’Estonia, il
23 febbraio scorso il patriarca msso Aessio II ha
annunciato la sospensione delle relazioni con la
sede di Istanbul. Il giorno stesso, per la prima
volta nella millenaria
storia della chiesa russa,
il nofne del patriarca di
Costantinopoli è stato
cancellato dalla preghiera nella divina liturgia.
Alla domanda se il Cec
intenda svolgere opera
di mediazione, il segretario ha risposto: «Ciò
non rientra nei mandati
del Cec. Potrebbe tuttavia, se richiesto, contribuire a giungere ad una
comune comprensione
del problema. Non abbiamo perso la speranza
nella capacità delle chiese ortodosse di risolvere
questo conflitto interno,
e di riaffermare l’unità
dell’ortodossia», (nev)
HP
Al MEMBRI DELLE CHIESE EVANGELICHE. Il Consiglio della Federazione delle chiese evangeliche ha scritto una lettera a tutti gli evangelici
delle chiese aderenti alla Federazione invitandoli alla vigilanza
evangelica in questo tempo di trasformazione della società italiana.
(a pag. 6)
INAUGURATA UNA CHIESA A PERUGIA. Si aggiunge una chiesa al numero delie circa trecento chiese locali italiane aderenti alla Federazione
delle Chiese evangeliche. È la Chiesa
di Perugia: formalmente è valdese
ma vi partecipano battisti, metodisti,
luterani, anglicani. (pag. 7)
ELEZIONI REGIONALI TEDESCHE. Alle elezioni regiohali tedesche di domenica 24 marzo si registra una
perdita di consensi della Spd (il partito socialdemocratico) che perde 4
punti nel Baden-Württemberg, 6
punti nello Schlewisg-Hollstein e 3
punti in Renania-Palatinato. I Liberali e i Verdi aumentana i consensi.
Il voto allontana il pericolo delle
elezioni politiche anticipate.
2
PAG. 2 RIFORMA
All’Ascolto Della Par
* VENERDÌ 29 MARZO J
«Ma ora Cristo è
stato risuscitato
dai morti, primizia di quelli che
sono morti. Infatti, poiché per
mezzo di un uomo è venuta la
morte, così anche
per mezzo di un
uomo è venuta la
resurrezione dei
morti. Poiché, come tutti muoiono
in Adamo, così
anche in Cristo
saranno tutti vivificati; ma ciascuno al suo turno: Cristo, la primizia; poi quelli
che sono di Cristo,
alla sua venuta;
poi verrà la fine,
quando consegnerà il regno
nelle mani di Dio
Padre, dopo che
avrà ridotto al
nulla ogni principato, ogni potestà
e ogni potenza.
Poiché bisogna
ch’egli regni finché abbia messo
tutti i suoi nemici
sotto i suoi piedi.
L’ultimo nemico
che sarà distrutto
sarà la morte. Difatti, Dio ha posto
ogni cosa sotto i
suoi piedi; ma
quando dice che '
ogni cosa gli è sottoposta, è chiaro
che colui che gli
ha sottoposto
ogni cosa, ne è eccettuato. Quando
ogni cosa gli sarà
stata sottoposta,
allora anche il Figlio stesso sarà
sottoposto a colui
che gli ha sottoposto ogni cosa,
affinché Dio sia
tutto in tutti»
<
(I Corinzi 15,20-28)
PASQUA
FONDAMENTO DELLA SPERANZA
La Pasqua ci permette di conoscere oggi il senso, la direzione, il significato
ultimo della nostra vita e fonda la speranza della nostra resurrezione
ITALO BENEDETTI
La Pasqua è il dischiudersi del
futuro davanti ai nostri occhi.
La nostra fede non gode solamente di un solido fondamento
nel passato, nella morte e nella
resurrezione del nostro Signore
Gesù Cristo', come se la fede fosse solo orientata indietro, in un
nostalgico tempo che fu. Invece
la fede gode anche di un sicuro
aggancio nel futuro, che lancia il
nostro sguardo in avanti. Questo
futuro, dischiuso per noi dalla
Pasqua, si rende disponibile oggi come speranza. La Pasqua ci
permette' di conoscere oggi il
senso, la direzione, il significato
ultimo della nostra vita e fonda
la speranza della nostra resurrezione. L’apostolo Paolo non solo
offre la testimonianza della resurrezione di Cristo, ma ne indica anche lo scopo: «Affinché Dio
sia tutto in tutti». La Pasqua, insomma, non fonda solo la fede,
ma fonda anche la speranza.
Utilizzare il tempo
O Dio, Signore degli armi edei giorni,
mi hai donato molto tempo.
Un passato alle mie spalle,
un fiituro ancora aperto.,
li tempo era mio e sarà mio,
ma il tempo proviene da te.
Ti ringrazio per ogni istante
scandito dal mio orologio,
per ogni mattino
che vedo al risveglio.
Non ti chiedo di darmi più tempo.
Ti chiedo di rendermi calmo,
disposto a riempire i rniei giorni.
Aiutami a riservare un po’di questo tempo
liberò da impegni e da doveri
per meditare nel silenzio;
un po’di tempo per lo svago,
un po’per chi aspetta il mio conforto
e k^io spesso ai margini.
Ti chiedo sàrupolosità e attenzione
per non sciupare i giorni
e render vano e morto il tempo.
Ogni ora è come un piccolo lembo di terra.
Vorrei solcarla öjl mio aratro,
gettarvi dentro amore,
pensieri e parole '
che portino frutto. •, , ,
Benedici tuia mia giornata.
'1 ‘ * * " Jörg Zink
(da Come pregare, Oaudiana, 1988, p. 79)
L’apostolo Paolo mostra una
concezione delle-cose ultime,
dell’escatologia, in linea con
quella giudaica del suo tempo.
Egli attende l’età futura, crede
nella resurrezione dei morti e
spera nella vita in un mondo futuro ma, come cristiano. Paolo
intende che la nuova età è iniziata con la morte e la resurrezione di Cristo, a Pasqua. Alcuni
della comunità di Corinto, però,
hanno interpretato questa «contemporaneità» delle cose ultime
come un aver già raggiunto il futuro, la mèta della loro speranza, la promessa di Dio per il futuro. In un certo senso quei Corinzi non hanno più bisogno di
un futuro. Quei cristiani hanno
confuso il prima con il dopo,
hanno mischiato l’ordine delle
cose, il susseguirsi dei tempi, il
rispetto dei turni; tutto il futuro
è loro contemporaneo. Questi
entusiasti hanno immaginato
una aderenza tra la resurrezione
di Cristo e la loro resurrezione,
la fine di tutte le cose, la sconfitta del male e della morte.
L’apostolo Paolo intende però
questa contemporaneità in un '
altro modo; egli dice che come
con Adamo si è inaugurato un
«ambito escatologico» dominato dal peccato e dalla morte,
con Cristo si è inaugurato un diverso ambito escatologico dominato dalla grazia e dalla resurrezione. Entrambi questi
ambiti valgono per tutti gli uomini e le donne. È come se i Corinzi subissero gli effetti di
un’aberrazione ottica, dove non
riescono più a percepire le distanze, le tappe, i tempi e i turni. Nonostante i possibili fraintendimenti, nondimeno la morte e la resurrezione di Cristo
rappresentano la promessa del
futuro, tanto che Paolo deve anticiparlo ai Corinzi non solo e
non tanto per calmare i loro facili entusiasmi, quanto per affermare che la promessa di Cristo presente nella Pasqua serve
loro per vivere il presente. La fede presente dei Corinzi ha due
punti luce: l’evento della resurrezione di Cristo, nel passato, e
l’attesa che Dio sia tutto in tutti,
nel futuro. '
Il futuro che ci viene promesso, proposto, non è però il mio,
o il nostro futuro. Anche la nostra resurrezione sarà, in qualche modo, «penultima». I Co
rinzi credono di aver risolto il
loro problema. 11 loro interesse
per le cose ultime si limita a
quale sarà la loro fine e la vittoria finale di Cristo ha già risposto a questo loro interesse. Paolo, al contrario, descrive gli
eventi ultimi come eventi di Cristo. La vera promessa, in definitiva, non è fatta all’umanità, ma
a Cristo. 11 futuro che ci viene
promesso non è il nostro futuro,
ma il futuro di Cristo, la nostra
attesa non riguarda eventi che
accadranno a noi, ma a Cristo.
In pratica, la nostra speranza
non risiede in noi, ma in Cristo:
la nostra speranza è Cristo.
11 punto di vista aberrante dei
Corinzi, che interpretano come
raggiunta la speranza, ha determinato un atteggiamento negativo e pericoloso nei confronti
qel presente. 1 Corinzi credono
che la lotta contro il peccato,
nella nuova situazione escatologica, sia superata. 1 principati e
le potestà che hanno dominato
il mondo con illusioni, dolore,
sofferenza e morte sono superati e non rappresentano più un
pericolo per loro. L’apostolo
Paolo contesta questa visione
affermando che gli eventi ultimi
non sono ancora avvenuti e che
i cristiani si trovano in un tempo
transitorio dove il conflitto tra
Cristo e le potestà di questò
mondo è al culmine. La lotta
della comunità contro il male è
reale e ancora necessaria, il
mondo vive ancora nella storia,
nella contraddizione, nelle grandi illusioni, nel dolore, nella sofferenza, nel male e nella morte.
Chi nega il futuro di Dio rende
assurdo e grottesco il presente.
Il fatto che il futuro ci venga
anticipato non per andare in foga, ma come luce che illumina il
presente rendendolo più sensato: la c^onvinzione che la speranza non è incentrata su di noi, ma
su Cristo; la considerazione che
la lotta contro il peccato non è
terminata, ma ci impegna ancora a fondo: tutto ciò dice che la
speranza cristiana non sgorga
dal nostro ragionare se dopo e
oltre la morte ci possa essere
«qualcos’altro», ma dalla speranza di ciò che Dio ha fatto e
sta facendo nella storia del
mondo. In questo senso, la speranza non è il contrario della
memoria, la speranza del futuro
non si oppone al fondamento
Note
omiletiche
Second«
^.èun'i
della fede nel passato. Walter
Rauschenbusch, il pioniere delr«evangelo sociale», criticava
l’individualismo della fede degli
evangelici con queste parole;
«La nostra escatologia personale è caratterizzata dall’individualismo asociale. Nella vita ci
sentiamo legati a moglie e figli,
ad amici e colleghi, in un caldo
organismo di vita complessa.
Quando moriamo, noi raggiungiamo... cosa? Un’accozzaglia di
anime, una folla disorganizzata
di santi, ognuno dei quali porta
in mano un’arpa senza neppure
formare un’orchestra».
Ma la speranza che ci dischiude la Pasqua è molto di più di
«quello che capiterà a me». La
Pasqua ci dischiude un futuro
come proposito di Dio in Cristo.
E il nostro presente, illuminato
da questo futuro, non ci spinge
ad una vita meramente privata,
il cristiano non è preoccupato
principalmente della propria
salvezza: è invece preoccupato
delle preoccupazioni di Dio,
cioè del mondo. La fede del cristiano è personale e universale
nello stesso tempo. In un certo
senso la ricerca di una vita cristiana responsabile è più importante della ricerca della propria
salvezza, altrimenti la nostra fede rischia di diventare un’ipocrisia vuota e vana. L’esaltazione religiosa di molti che sono in
spasmodica ricerca della propria salvezza e che la mostrano
come uno status symbol somiglia molto all’esaltazione infruttuosa dei Corinzi. La risposta
deU’Evangelo che libera sembra
avvicinarsi d più a colui che,
certo della speranza fondata
nelle promesse di Dio in Cristo,
arrischia una fede più vicina al
peccato, ma più responsabile;
più combattuta, ma in prima linea nell’opporsi al peccato.
La Pasqua è contestualizzata,
quindi, non solo nell’evento storico della resurrezione di Cristo,
nel passato, ma anche nella speranza della vittoria di Cristo come promessa che ci raggiunge
nell’oggi e q spinge a una vita di
fede orientata non alla ricerca
della propria personale salvezza,
ma a una vita spesa in opposizione al peccato che attanaglia
ancora il mondo.
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potestà di questo mi
Questo testo denotai
che una visione di ul
turo dove la vittoria di'
sto e il crollo delle pi
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, cacondo la teologia e il pen¿^rotestante fl matrimor jüüi’istituzione essenzialumana, che serve ad
fluadrare la vita di relazione
Evilegiata tra un uomo e
» donna. È un fatto sociale
ionato dai riferimenti
ali, economici, ideoloreligiosi. La teologia
«testante ha tradizionalgjjte visto il matrimonio
l’«òrdine della creazione»
nuto da Dio (Lutero). L’Antin^tamento però non parla
* “sitamente dell'«istituzio_!¿imonio» ma si interests iuta di coppia, all’amo
re di Dio che deve ispirare
l’amore erotico e sentimentale (leggere a questo proposito
il Cantico dei Cantici).
Il Nuovo Testamento non
contiene, anch’esso, una dottrina del matrimonio. Gesù ne
parla incidentalmente in alcuni testi polemici relativi al
diritto ebraico circa il divorzio
(Matteo 19, Marco 10). L’apostolo Paolo cerca di dare qualche risposta di tipo pastorale
che cerca di fondare nelle
Scritture. La storia del matrimonio è dunque per i protestanti una storia in piena evoluzione che si trasforma con
tinuamente a seconda dei
contesti sociali e giuridici. Ma
il matrimonio è anche un tentativo socio-giuridico di mettere ordine nell’anarchia e
nella fragilità dei desideri e
delle passioni.
Il cattolicesimo differisce
profondamente dal protestantesimo in materia di matrimonio. Il cattolicesimo ha
una sua dottrina e un’etica in
merito, e dal XII secolo ha
eretto il matrimonio a sacramento. Il protestantesimo invece chiede alla coppia sposata di piazzare la sua esistenzà coniugale davanti al
Dio di Gesù Cristo, e di trarne
le conseguenze secondo il discernimento della fede. Il
senso del matrimonio è da ricercare nella vita concreta di
tutti i giorni.
Se questo è il significato
protestante di matrimonio,
qual è il significato del fidanzamento in una prospettiva
cristiana? È l’oggetto di questo studio del pastore svizzero
Philippe Decorvet, specialista
di un lavoro di animazione
f>astorale delle famiglie e dele giovani coppie.
Oggi il fidanzamento è un
po’ in ribasso. I giovani pen
sano di vivere la loro vita «di
coppia» al di fuori di una pro-^
spettiva di fidanzamento e di
matrimonio.
Ma è proprio la vita di coppia deve essere vista nell’ottica della riflessione cristiana.
Ogni vita di coppia autentica
in cui si mescolano desiderio,
amore, progetto di vita e responsabilità deve essere continuamente rimessa in questione. La vita della coppia è
attraversata dall’utopia, la
creatività, la speranza e la fede. Tutte càratteristiche della
vita che sono altro dall’istituzione e dalla morale.
tltUPPE DECORVET*
A'tobbia parla molto amfteinente di matrimonio.
fùFti, 0 quasi, conoscono
ueldje Paolo dice in propo^'fesini 5, 22ss). Ma che
dice sul fidanzamento?
jtico Testamento ne parla
liìi riprese (Esodo 22, 16;
iteronomio 20, 7; Gere2,-^; 61, 10 ecc.), ma il
)vo Testamento vi accenptanto di sfuggita a proiitq di Maria e Giuseppe
!uca'l, 5), e in due testi in
illermine è usato simbolente (Apocalisse 21, 9 e
^Srinzi 11, 2). E, a prima viì,';ié l’Antico né il Nuovo
ento espongono una
logia del fidanzamento,
¡me è il caso invece per il
ionio. Ecco forse periti giovani non sanno
cosa pensare del fidanzalentoi
ire la Scrittura è chiatÌtesto fondamentale a
sjiosito di amore e matriinio è anche quello che dà
inphso al fidanzamento:
'uomo lascerà suo padre e
Ire, si unirà a sua moWe i due diventeranno una
irne» (Genesi 2,24).
sto testo ha un’lmpor(pndamentale: innan|to perché esso è dato
jine della creazione,
della caduta, come un
line permanente per la vi~ ogni uomo e donna. Poi,
té è ripreso nel Nuovo
lento, sia da Gesù che
iqlo, come base per la
del matrimonio
teo 19 e Efesini 5). Una
|ona Comprensione di quefìésto Ci porta, molto natu^ente, a vedere il senso di
¡nella fase preliminare al
' ionio che è il fidanzaito. In questo testo vi sotte parti, date in una seinzaben precisa:
i^uomo lascerà suo
padfe e sua madre
Questa prima condizione
fttebbe sorprenderci, cono■^ndo le condizioni in cui
0 i patriarchi biblici,
liglie, molto estese, vi'i^no assieme senza sepafezioni generazionali. Esaù
ca, in* preso in moglie dèlie
»ntralii ®®une cananee pur contisua op a vivere con suo pa
non W ^ ® sua madre (Genesi 26,
pria sai 1 figli di Giacobbe, benpreoot Sposati, vivevano con il
pe* il ] come mostra la storia
one^ ^useppe (Genesi 42-50).
'^'’erso tutta la Bibbia veA® famiglie in cui nonni,
il m *3 ftmtori e figli coabitano nelstesso perimetro. Tali fa®>glie vivevano così senza
l!*^jSUesto trasgredire l’ordiGenesi.
.jT^siare il padre e la madre
.. tt è quindi una questione
danza puramente geoa- A volte certo succede,
isri in campagna, che la
lanza tra figli e genitori
ttchi tensioni e attriti ma
'Sono anche vedere tan
I menti
»ndlai
Iti pali
;ggel*
Nuoi"
lorsani
/Vuota
diana!
HA ANCORA SENSO IL FIDANZAMENTO?
Il testo di Genesi 2, ripreso anche da Paolo, chiarisce il passaggio da una
condizione di dipendenza dai genitori a un rapporto di uguaglianza
I situai mantengono
—'"àt Jtti rapporti pur vivendo
^ttnella stessa fattoria. ,
dftT si possono ve\
¿iWftì' • ^ vivono a
f tfi chilometri dai ge
noti i’ interiormente
iaeriil mai veramente
¡tarsuin® manife
tti due modi: o con una
dipendenza nei confronti dei
genitori, che si manifesta ad
esempio nell’incapacità per
uno dei coniugi di prendere
una decisione senza l’approvazione dei propri genitori,
passando a volte sopra il parere dell’altro coniuge, o
all’opposto con una rivolta
che induce a essere e a fare
sistematicamente tutto il
contrario di quello che i genitori sono stati o hanno fatto. Ma una simile rivolta, paradossalmente, esprime una
dipendenza dai genitori: una
dipendenza divenuta insopportabile, contro cui ci si ribella, ma che è ancora ben
reale.
Perciò quando la Bibbia,
con profonda saggezza, chiede di lasciare padre e madre,
essa vuole dire che quel che
conta è il passare da un rapporto di dipendenza a un
rapporto di uguaglianza. Essa chiede di essere se stessi
nei confronti dei genitori, e
non il prolungamento o il
contrario di quel che essi sono stati. Questo testo èidurlque in perfetto accordo con
l’altro: Onora tuo padre e tua
madre. Assumere il proprio
ruolo e la propria responsabilità di adulti nei confronti
dei propri genitori è una cosa
da imparare, e richiede un
lungo apprendistato, sia per i
genitori che per i figli. Non
tutti arrivano à superare lo
stadio della dipendenza alla
stessa età. È probabile che fi
giovane che incomincia presto a lavorare vi giunga prima
dello studente.
Non vi è quindi una regola
fissa sui tempi. Ma è fondamentale essere adulti, pienamente autonomi nei confronti dei genitori prima di prendere in considerazione fl matrimonio. Il problema può
farsi complesso per quei giovani che non hanno più i genitori, o che hanno sempre
avuto un cattivo rapporto con
loro. Potrà essere utile instaurare un dialogo di condivisione e di preghiera con una
persona matura nella fede,
per arrivare ad una guarigione interiore e al ristabilimento di un rapporto corretto con
i genitori, o con il ricordo che
conserviamo di loro.
Si unirà a sua moglie
Una volta tagliati i legami
di dipendenza dai genitori,
una volta diventato libero
nei loro confronti, l’uomo è
qumdi in grado di imirsi (letteralmente di attaccarsi, aderire) alla propria moglie. Anche qui vediamo la profonda
saggezza della Bibbia. Come
sarebbe possibile creare un
legame profondo ed esclusivo con il proprio coniuge rimanendo dipendenti dai genitori?
, Innamorarsi è una espeI rienza esaltante ma l’amore,
quello vero, quello che dura,
non è quello descritto da certi
romanzi o film alla moda, in
cui la passione trascina inesorabihnente l’individuo che
diventa non più padrone di
sé. L’amore, quello vero, non
è cieco, ma impara ad attaccarsi. Attaccarsi alla propria
moglie 0 al proprio marito è
una tappa indispensabile. È
la tappa in cui l’amore mette
le radici. Con questa parola,
la Bibbia vuol farci capire una
cosa fondamentale: che l’amore non è fatto soltanto di
desiderio. Certo, il desiderio è
una parte importante dell’
amore, che non deve essere
sottovalutata; e anzi quella
che viene generalmente per
prima, fl che è normale. Ma il
desiderio non rappresenta la
totalità dell’amore. La storia
di Amnon, fratello di Absalom, ce lo illustra. Ecco un
uomo pazzamente «innamorato» di una ragazza. Diventa
addirittura malato, ci precisa
la Bibbia, tanto grande è il
suo desiderio per lei; e immagina allora tutta una messa in scena per potersi unire
con questa ragazza ma una
volta che il suo desiderio è
stato appagato, «Amnon
concepì per lei una forte avversione, più forte di quanto
era stato il suo amore» (2 Samuele 13). Egli aveva confuso amore e desiderio.
Per amare veramente bisogna imparare ad «attaccarsi».
Si potrebbero citare molti
esempi di giovani che hanno
trascurato questa tappa, che
si sono uniti subito senza
prendere il tempo di conoscersi e che si sono accorti
dopo un po’, che si erano desiderati ma che in fondo non
si erano mai veramente amati. Ci è detto invece che Giacobbe dovette attendere sette
anni per sposare Rachele.
Sette anni in cui il patriarca
potè imparene a conoscere la
futura moglie, mettere alla
prova il suo carattere ed anche vedere i suoi difetti. E la
Scrittura aggiunge che «sette
anni gli sembrarono un giorno perché amava Rachele»
(Genesi 29,20).
Ecco il senso del fidanzamento: imparare ad attaccarsi, permettere all’amore di
mettere le radici. Se l’amore è
come un grande albero dalla
fresca ombra e dai frutti appetitosi, bisogna dargli il
tempo di radicarsi profondamente. Il libro più appassionato della Bibbia lo dice con
forza: «Non risvegliate l’amore, non provocatelo prima
del tempo» (Cantico dei can
tici 2,7). Certo, i fidanzamenti non dureranno necessariamente sette anni, come nel
caso di Giacobbe e Rachele!
Ma ci vuole del tempo per
imparare a conoscersi in
profondità, intimamente. Per
non volere «tutto e subito»
secondo la formula oggi di
moda. Per tutti, ma soprattutto per le ragazze, la certezza dell’amore si acquisisce
progressivamente, la convinzione che la persona da sposare è proprio «quella» e non
un’altra viene poco a poco.
Come può maturare questa
certezza se non imparando a
conoscersi? Ecco perché è
importante dedicare del tempo per comunicare, per condividere interessi, svaghi, per
tessere legami. Per imparare
a svelare poco a poco fl fondo
della nostra personalità, per
«esporci» vincendo le nostre
riserve, è necessario passare
del tempo assieme o scriversi. Così l’amore si tesse come
un abito solido e bello.
Qualcuno potrebbe ribattere che ad Isacco non ci è
voluto molto tempo per attaccarsi a Rebecca. Tuttavia,
attraverso Eliezer, egli sapeva
fino a che punto la ragazza
fosse disponibile e servizievole, senza arretrare davanti
allo sforzo di abbeverare un
intero gregge (Genesi 24). Attaccarsi al proprio coniuge,
dare radici al proprio amore,
significa anche imparare a tenere sotto controllo il proprio
desiderio. Anche questo è essenziale... e se non lo si impara durante il fidanzamento
quando lo si imparerà?
Quante coppie hanno vissuto ore molto dolorose in
occasione della malattia di
uno dei conipgì, o di una gravidanza... non avevano mai
imparato l’autocontrollo.
E ¡ due diventeranno
una sola carne
È la tappa finale. Quando si
è imparato a lasciare padre e
madre, quando ci si è attaccati ad un’altra persona, allora
viene il tempo del matrimonio e dell’unione fisica.
È sintomatico che la Bibbia
usi l’espressione «conoscere»
per indicare l’unione sessuale. «Adamo conobbe Eva sua
moglie che concepì un figlio»
(Genesi 4,1). L’unione fisica è
il punto d’arrivo di questo
percorso di conoscenza. La
Bibbia non isola, non separa
il fisico dallo spirituale. Ci si
può veramente conoscere fisicamenté solo se si è imparato a conoscersi intellettualmente; psicologicamente e
affettivaménte. Non si può ridurre l’unione sessuale al
congiungimento di due corpi.
Bisogna contestare la menzogna di chi dice che è sufficiente il desiderio, e un po’ di
tecnica per realizzare una vera unione. Conoscersi fisicamente, donarsi fisicamente, è
il punto di arrivo di tutta una
strada. È Tessere tutto intero,
nella sua realtà che è anche
psichica e spirituale, che si
apre all’altro.
È così che Dio ha parlato
agli esseri umani al momento
della creazione. E questo ordine divino non è mai stato
abolito. Tutt’altro: Paolo, e
Gesù stesso', lo hanno ribadito con tutta la loro autorità.
Questa parola del Dio creatore ha come destinatari tutte le
sue creature. È un profondo
errore ritenerla valida soltanto per i cristiani. Anche chi
non è cristiano è una creatura
di Dio. E la Bibbia ci comunica qui una legge di creazione,
data per la nostra gioia e per
la nostra autorealizzazione.
Vivere nella creazione di Dio
significa rispettare l’ordine
che il Creatore ha stabilito
per le sue creature. E l’ordine
è il seguente: prima lasciare,
poi attaccarsi, e infine sòltanto diventare una sola carne.
Significa forse che agli occhi di Dio un matrimonio è
definitivamente compromesso, o addirittura fallito se
l’ordine divino non è stato rispettato? No certo: il perdono è sempre possibile, e con
il perdono la possibilità di ripartire da zero. Ma perché vi
sia perdono è necessario il
ravvedimento, e cioè riconoscere di aver sbagliato. Ho
conosciuto'molte coppie, oggi felici e pienamente realizzate, che non avevano rispettato questo ordine. Ma è stato necessario che un giorno,
talvolta con lacrime, portassero a Dio il loro passato e ricevessero il suo perdono. Allora sono ripartiti vittoriosi.
Se i fidanzati potessero partire fin dall’inizio col piede
giusto...
* Philippe Decorvet, pastore della Chiesa riformata della Svizzera romanda, da più
di 20 aiuti svolge un lavoro di
pastorale per la famiglia e di
formazione diaconale in
questo stesso settore, attività
che svolge insieme alla moglie Nancy, anch’essa specializzata in questa materia. Nel
1994 ha curato anche un corso di formazione in materia a
Torre Pellice.
4
PAG. 4 RIFORMA
VENERDÌ 29 MAR^ ij
Verso le Assise della «Comunità evangelica di azione apostolica» (Cevaa)
La Chiesa presbiteriana del Mozambico
Dopo il lungo periodo di instabilità politica, la Chiesa è ora impegnata nel lento
lavoro di ricostruzione del paese: conta 40.000 adulti e 20.000 bambini
«Grazie ai protestanti...»;
«Vogliamo riconoscere pubblicamente il contributo che
la Chiesa protestante ha portató al popolo mozambicano...»: così si esprimeva, nel
1982, il presidente Machel,
dopo i cambiamenti avvenuti nelle relazioni tra la chiesa
e lo stato.
È noto che il Mozambico
ha attraversato un lungo periodo di instabilità politica,
prima con la decolonizzazione, poi con le lotte interne.
Dopo l’indipendenza, avvenuta nel 1975, il governo ha
nazionalizzato tutte le opere
sociali e la Chiesa presbiteriana in Mozambico (Ipm) si
è trovata costretta a rimettere
in questione tutto il suo lavoro di evangelizzazione che fino ad allora si era é’spr'esso
attraverso le opere. Durante
gli anni 1977-1980, la propaganda antireligiosa è stata
molto forte, con ogni sorta di
pressioni sui cristiani.
L’insicurezza e la crisi economica rendono difficile ogni spostamento. Questa situazione è stata provocata
dalla guerra e dal suo seguito
di conseguenze: la destabilizzazione delle province, l’insicurezza, la distruzione dei
raccolti e di interi villaggi,
hanno provocato una situazione estremamente grave e,
in particolare, la partenza di
centinaia di migliaia di profughi verso lo Zambia, lo
Zimbabwe, il Sud Africa e la
Tanzania.
Vita della chiesa
Nel 1989 la Ipm ha ospitato
il Consiglio della Cevaa. I
partecipanti a quel Consiglio
hanno potuto constatare lo
sforzo delle autorità ecclesiastiche nonché la volontà del
Donne mozambicane in un campo profughi
governo di ricostruire il paese. Nel 1987 è stato celebrato
il 100“ anniversario deH’arrivo dei primi missionari. Nel
1989, la Chiesa contava circa
40.000 adulti, 20.000 bambini, 40 pastori (fra cui una ,
donna), 1.000 diaconi e 1.400
diaconesse. Le donne, molto
attive, organizzano settimane
di studio sulla Bibbia, la famiglia, la pace...
La formazione dei pastori è
assicurata dalla Scuola pastorale 0 Seminario unito di teologia di Ricatla, con 40 studenti, di cui 15 presbiteriani.
Corsi serali di teologia vengono assicurati a Khovo Maputo, per 20 studenti. Altri studenti in teologia seguono un
insegnamento all’estero, due
in Portogallo e tre in Brasile.
Ogni mese vengono inviate
lettere circolari alle chiese,
con notizie non solo sulla
Chiesa evangelica in Mozambico, ma anche su altre chiese. Queste lettere, regolarmente lette nelle chiese, si
sono rivelate un ottimo mezzo di comunicazione.
Problemi e prospettive
Così come la pace, l’econo/ mia si sta lentamente ricostmendo. Nonostante una situazione ancora drammatica,
la chiesa continua a fare progetti. Essa non ha la possibilità di gestire opere sociali,
ma sempre più spesso i suoi
membri vengono chiamati ad
occupare posti di responsabilità nelle istituzioni (servizio sociale, sanità) gestite
dallo stato.
La chiesa può quindi dedicare tutte le sue forze all’
evangelizzazione. Ciò avviene con la formazione dei laici, con i corsi serali per predicatori locali; l’evangelizzazione a Cabo Delgado, Tete (nel
Nord del Paese), Beira, Nampula e Chimoi; la riflessione
sul significato della presenza
di cristiani in una società
marxista. La Chiesa presbiteriana in Mozambico, insieme
alla Chiesa di Gesù Cristo a
Madagascar e alla Chiesa metodista del Benin, ha collaborate strettamente in questo
campo per via del sistema
politico comune che prevaleva nei tre paesi.
La Ipm è membro dell’Alleanza riformata mondiale
(Arm), della Conferenza delle
chiese di tutta l’Africa (Ceta),
della Comunità evangelica di
azione apostolica (Cevaa),
del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec). Esistono inoltre legami con le chiese protestanti del Portogallo e del
Brasile, in particolare per la
formazione degli studenti in
teologia, con la Chiesa presbiteriana degli Stati LFniti e
la Chiesa presbiteriana del
Canada. La Ipm ha stretti legami con la Chiesa presbiteriana di lingua tsonga in Sud
Africa. 17 chiese sono raggruppate nel Consiglio cristiano del Mozambico.
Il paese
Il Mozambico è un paese
di 801.5*90 kmq e di circa
14.170.000 abitanti, di cui almeno un milione di profughi
nei paesi limitrofi. La popolazione è costituita di bantù,
di meticci e di bianchi. Il
prodotto interno lordo per
abitanti è di 100 dollari. Le
lingue usate sono il portoghese, il Txopi, il Ronga, il
Ndau, U Makhuwa, il Nyanja,
il Mekonde e lo Tshwa. Le
principali risorse sono tè,
canna da zucchero, cotone,
colture alimentari, allevamenti. C’è inoltre la famosa '
diga di Caborra Bassa.
La ripartizione delle Chiese è la seguente: chiese protestanti 2%, Consiglio cristiano 4%, chiese indipendenti 2%, Chiesa cattolica romana 14%. I musulmani rappresentano il 10,5%, le religioni tradizionali il 70%, l’induismo lo 0,1%. (Cevaa)
W Aperta la campagna ecumenica di Quaresima in presenza del vescovo Ruiz
I credenti svizzeri si impegnano nella scoperta dell'altro
La cattedrale St. Pierre di
Ginevra era colma, domenica 25 febbraio, per l’apertura
della «Campagna ecumenica
di Quaresima ’96». La campagna è organizzata dalle organizzazioni di aiuto umanitario delle chiese svizzere:
«Action de Carême» (cattolica), «Pain pour le Prochain»
(protestante) e «Être partenaires» (cattolico-cristiana).
È la prima volta che questa
campagna nazionale, centrata sul tema dell'incontro tra
culture, veniva inaugurata
nella Svizzera romanda. Durante il servizio ecumenico
nella cattedrale, mons. Ruiz,
il noto vescovo mediatore tra
gli insorti «zapatisti» del
Chiapas e il governo messicano, ha esortato i cristiani a
raccogliere la sfida posta dal
Cristo stesso: «Accoglietevi
gli uni gli altri».
Quest’anno, infatti, la Campagna ecumenica di Quaresima propone agli svizzeri la
scoperta dell’altro: con uno
slogan sotto forma di invito,
«Piacere di conoscerti», essa
intende porre l’accento sulla
realtà della società di oggi,
nei suoi aspetti di multiculturalità ma anche su ciò che
implica la coesistenza di
gruppi culturali differenti in
uno stesso paese.
La campagna ’96 si soffermerà dunque sul tema della
coabitazione concreta con gli
altri: con l’operazione «Progetto di incontro», le parrocchie e le comunità di tutta la
Svizzera sono invitate a fare a
casa propria l’esperienza
dell’incontfo. «Pain pour le
Il vescovo Samuel Ruiz Garda
Prochain», «Action de Carême» e «Être partenaires» hanno proposto di organizzare
incontri speciali tra chiese
della Svizzera romanda e
chiese della Svizzera tedesca.
Nella sua predicazione il
pastore ginevrino Henry Babel si è soffermato sulla preghiera «Dacci il nostro pane
quotidiano»: seguendo la definizione che dà Lutero del
«pane quotidiano». Babel ha
sottolineato che questo pane
rappresenta «tutto ciò che è
necessario alla vita concreta,
ivi compreso il fatto di avere
buoni amici e vicini gentili».
Si tratta dunque di ciò che è
necessario «non solo per impedirci di morire, ma anche
per rinnovarci».
11 vescovo Samuel Ruiz
Garcia ha ricordato quanto la
concentrazione delle ricchezze, in seguito all’invasione
degli spagnoli in America Latina, abbia contribuito a negare agli indios la loro stessa
dignità: in certe scuole teologiche, ha detto, ci si è perfino
chiesto se gli indios avessero
la qualità di esseri umani, e
quindi fossero in grado di ricevere il battesimo. Eppure
questi popoli possedevano
una scienza che il dominio
spagnolo ha schiacciato; tuttavia, 500 anni di dominio
non sono riusciti ad eliminare la loro dignità.
Mons. Ruiz ha concluso
con la speranza di una nuova
concezione dell’evangelizzazione: «Stiamo arrivando ad
un riconoscimento della storia di ogni popolo, nella quale
ciascuno può incontrare Dio
- ha detto -. (...) Ringrazio
Dio perché stiamo imparando a diventare fratelli e a
camminare insieme nella costruzione di un mondo migliore e più giusto». La cerimonia, che si è svolta in presenza di rappresentanti delle
autorità cantonali ginevrine e
delle comunità cristiane,
ebraiche, buddiste e musulmane di Ginevra, si è conclusa con la preghiera di un prete hutu e di un teologo laico
tutsi. Lo scorso anno le tre organizzazioni umanitarie avevano raccolto circa 41 milioni
di franchi di doni, di cui circa
4,1 milioni di contributi della
Confederazione. Ora,lanciano una nuova sfida e contano
di nuovo sulla solidarietà degli svizzeri, dato che sostengono complessivamente 800
progetti in oltre 60 paesi. .
Nel corso della conferenza
stampa di presentazione della campagna! il 23 febbraio
scorso a Zurigo, mons. Ruiz
ha lanciato un messaggio di
speranza. «Tatic» (nonno) Sa
muel, come lo chiamano le
comunità indigene, è da 36
anni alla testa della diocesi
messicana di San Cfistobal
de las Casas, al confine con il
Guatemala, dove vive un’importante popolazione di discendenti degli indiani Maya,
disprezzata ed emarginata da
secoli. Nonostante la persistenza della discriminazione
razziale in Messico, paese
popolato da una maggioranza di meticci, mons. Ruiz ha
dichiarato: «Siamo entrati
nell’era indiana. È un progresso irreversibile». Certo,
ha ammesso, dopo l’insurrezione degli indios del Chiapas il 1° gennaio 1994, il 70%
dell’esercito messicano si
trova nella zona. In questo
momento, in cui non ci sono
più scontri ma non c’è ancora la pace, molti indiani stanno subendo la carestia e la
sofferenza. «Ma l’indiano è
diventato un nuovo attore
della storia, sta ricuperando
la sua dignità di essere umano», ha affermato il vescovo.
Parlando della realtà della
Chiesa cattolica romana in
Messico, mons. Ruiz ha lamentato che non ci sia ancora una chiesa indigena. Andrebbe riconosciuto infatti
che la filosofia degli indios
non è quella di Aristotele: bisogna costruire a partire dai
miti indigeni e riconoscere
che l’oppressione degli indios
non è soltanto economica,
ma anche culturale. Un messaggio, quello del vescovo
Ruiz, perfettamente intonato
con il tema della Campagna
di Quaresima ’96. (spp/apic),
Dal Mondo Cris’
Secondo incontro tra ortodossi e bat
ISTANBUf, — Un incontro significativo è avvenuto ü 39.
naio a Istanbul tra una delegazione dell’Alleanza battistan
diale (Abm) e una rappresentanza del patriarcato ecunio
di Costantinopoli. L’incontro si è svolto al Panar, nella se^
patriarca Bartolomeo I. È la seconda volta che una rappt«
tanza battista viene ricevuta presso il Patriarcato. Il pr¡i¿
contro avvenne nell’ottobre del 1994 quando il vicario ddj
triarca, ü metropolita Gioacchino, titolare della sede die
donia, accolse i battisti come «stimati e cari fratelli in Cd
In questa seconda occasione la visita è iniziata con un’ud
privata del patriarca alla delegazione, composta dal seg^
generale dell’Abm Dentón Lotz, da Toni Cupit, direttore^
divisione studio e ricerca déU’Alleanza e da Karl Heinz Wà
segretario generale della Federazione battista europea, i
una liturgia divina nella cattedrale di San Giorgio, alla pr
za del patriarca e di membri del Santo Sinodo, vi è stateì
seduta della Commissione sinodale per gli affari interecci
stici presieduta congiuntamente da Dentón Lotz e dal mi
polita Crisostomo della sede di Efeso nella quale si è concM
to che i colloqui ufficiali fra il Patriarcato e l’Abm inizierai
10-14 maggio con una seduta preliminare in cui si stabiM
le procedure da seguire per i colloqui stessi e vi sarà uno se
bio informazioni su alcuni temi: l’autorità della Bit
l’evangelizzazione secondo la visione battista, la tradijà
nell’insegnamento dell’ortodossia.
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I luterani nel mondo sono oltre 60
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Vìscont
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pella
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quella del
GINEVRA — Il servizio di informazione della Federi
mondiale luterana, che ha sede a Ginevra, ha comunii
statistiche relative al numero dei luterani nel mondo daci
sulta che questi sono aumentati di 500.000 unità nel 199!
spetto all’anno precedente, raggiungendo un totale di 9
lioni duecentomila. La Germania, patria del riformatore
tin Lutero, resta con 14,3 mOioni il paese che conta il mai
numero di cristiani luterani, seguita dagli Stati Uniti co^
milioni e dalla Svezia con 7,6 milioni. Il paese asiatico che
maggior presenza di luterani è l’Indonesia che ne coni
milioni, mentre in Africa al primo posto c’è la Tanzania c(
milioni. Il continente con il maggior numero di luterani èl’j
ropa: 37,3 milioni di membri, in 40 paesi diversi. Dei 60,fi
lioni di appartenenti al luteranesimo solo 3 milioni e mi
sono in chiese che non fanno parte della Federazione moi
le luterana, la quale conta in totale 122 chiese.
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Francia: le reazioni della Federazione]
protestante ai rapporto sulle sette
PARIGI — In seguito alla pubblicazione del rapporto
Guyard sulle sette in Francia e al dibattito parlamentaré
cessivo, la Federazione protestante di Francia (Fpf) apji
in nome delle libertà fondamentali di coscienza, di rium|
di associazione, la raccomandazione di non predisporti
qualsivoglia forma di legislazione anti sette. Già nel 1985, ’
il rapporto Vivien, la Fpf aveva auspicato che quest’ultimoi
fosse oggetto di alcuna traduzione legislativa o regolamei
La Fpf auspica tuttavia che la legislazione vigente venga
cata con più determinazione quando delle persone, e in
colare dei bambini, si trovano esposte a determinati pe)i
In questo senso, la Fpf approva l’idea della creazione di '
servatorio ministeriale sulle sette, quella di un’istruzioi
base sulle sette nei programmi scolastici o quella di invit
magistrati ad istruire con più sistematicità le cause coni
sette. Il Consiglio della Fpf è invece reticente circa il proj
di istituire un Alto Consiglio dei culti. Ritiene inopportunoi
le diverse religioni riconosciute possano intervenire nella
sione di far usufruire religioni attualmente non riconoscr
della legge del 1905 sulle associazioni culturali. Secondo W
questa distinzione tra culti riconosciuti e non riconosciuti!
è pertinente. La competenza di un simile Consiglio dovtd
essere limitata ad un parere consultivo. (sppli‘
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Germania: reazioni alla richiesta
di riabilitazione di Hans Küng
TÜBINGEN — Il teologo tedesco Peter Hùnermann hap
le distanze dalla decisione della Facoltà di teologia catti
dell’Università di Tübingen di esigere la «piena riabilitar
di Hans Küng come teologo cattolico». Hünermann, che
gna la defatica in quella stessa Facoltà, chiede alle auK
ecclesiastiche di dare un giudizio differenziato sull’op^
Kiing. Il professor Hiinermann, ex presidente della SocieA| *onà del
ropea di teologia cattolica, hà rimproverato al decano dejte
coltà Herbert Niqhr di aver dato l’impressione che tutti ;^ggio (,
centi avessero appoggiato la domanda della Facoltà. Il 1®'
braio scorso, in occasione della serata di addio al teologo^ la ì
zero che ha insegnato per 36 anni presso la famosa unlv^ *"*
il decano aveva chiesto che venissero tolte le sanzioni dW «Il tei
nari presé dal Vaticano nel 1979 nei confronti di Hans P ‘ ® ogÌMs
Hiinermann riconosce il «carisma» del professore svizzsT^^^Wa
sollevare problemi: gli rimprovera però una certa incap^K?*^ c/i
ad elaborare formule di consenso. Gli rimprovera ino!'
non avere dato prova della pazienza necessaria per chia^
dogma dell’infallibilità del papa. (spr
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Inghilterra: una cinquantina di preti
cattolici servono nella Chiesa an
LONDRA — In seguito all’autorizzazione di ordinare da'
nella Chiesa anglicana, un certo numero di preti di Q*
1.11C iicimiu liuiu la scena uppusw-‘’i
una cinquantina di loro, dopo essere stati preti cattolici
versi anni, sono stati ordinati preti al servizio della
d’Inghilterra e sono oggi responsabili di una parrocchia;
inagg^or parte di questi, la motivazione principale era
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chiesa hanno raggiunto la Chiesa cattolica. Si parla meno^ j
ce dei preti cattolici che hanno fatto la scelta opposta.
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derio di sposarsi ma lasciare il ministero sarebbe staW^^
ammettere che non avevano mai avuto la vocazione. L® ^ t
gipr parte di loro afferma inoltre che non ritornerebbeid. ^
Chiesa cattolica, anche se questa cambiasse la sua po® j
sul celibato del clero. (LeChristianismeàuI^“^
Ï ,
5
20 lù
)1 29 MARZO 1996
PAG. 5 RIFORMA
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A ventanni dalla scomparsa l'Italia sembra aver dimenticato il regista
L/illumìnante inattualità dì Visconti
Ira ricostruzioni storiche, tradizione letteraria e passione per la musica le sue
opere fanno riflettere sui meccanismi di transizione da un'epoca all'altra
«iBEHTOCORSANI______
N magnifico inattuale:
ecco come si potrebbe
^ire Luchino Visconti a
¿nt’anni dalla scomparsa.
1 personaggio del cinema,
J ieàtro, della lirica ormai
masi completamente diienti^ato, che ritorna nelle
Retrazioni un po’ forzate
ffllipibienti ufficiali della
Ma è di queste figure
si sente la mancanza.
' Visconti è probabilmente
'statolnatmale lungo tutta la
sua carriera cinematografica
»¡in|(uella teatrale fu probalimente più «ortodosso» e in
quella della regia per l’opera
jjiiica fbbastanza tradizionalsta1#ppure a livelli altissii), Nella breve stagione che
vide (ma solo per alcuni
B^ti) a fianco dei neoreali^ddirittura prima della finedella guerra, cercò i suoi
riferimenti nella narrativa
llticana {Ossessione è tratìaallo scabroso II postino
sempre due volte di ]ales Cain) o in una rielabora^jne un po’ intellettuale, sia
pedi grande fascino visivo,
f$alavoglia di Verga con
ligrra trema. Niente sogJtti scritti in base all’attuaità, come faranno di lì a poco
fessellini e De Sica-Zavatti[ni. Visconti in questa fase
tarda oltre, è in anticipo,
pcopre i risvolti meno nobili
l^gli ambienti popolari che
mno idealizzati dal neo^mo più di maniera. Scorej'prrenda macchina delitria del film con BellisIffi^entre tutti celebravanqffinascita cinematografi"liiana.
iella di Visconti è una cu
Due immagini da «La terra trema»
riosa parabola, perché per il
resto della carriera verrà accusato di guardare invece al
passato e a un mondo che
non esiste più. Tale era il destino di un aristocratico di
simpatie comuniste, affezionato alla storia patria ma permeato della cultura alto-borghese della Mitteleuropa. Così Senso (ispirato al racconto
di Camillo Boito) mota intorno alla battaglia di Custoza, e
unisce la vicenda passionale
alla decadenza della nobiltà,
con la mediazione del Verdi
di Rigoletto nella celebre sequenza dei iniziale dei volantini patriottici fatti piovere
dai loggionisti della Fenice e
deliaci sinfonia di Bmckner.
I riferimenti letterari saran
(1948)
no molteplici e tutti di grande livello: dal Dostoevskij
delle Notti bianche al Thomas Mtmn della Morte a Venezia, dal Gattopardo di Tornasi di Lampedusa dlì’lnnocente di D’Annunzio. Ma non
meno importanti saranno i
riferimenti musicali: oltre
all’attmtà operistica (celebri
alcuni allestimenti con Maria
Callas) Visconti, diplomato in
violoncello, seppe utilizzare
le sinfonie di Anton Bmckner
e Gustav Mahler, le Suites per
violoncello solo di Bach e soprattutto, nel Ludwig (1972),
dedicato al re «pazzo» di Baviera, Wagner e Schumann.
Proprio Wagner, personaggio chiave del film, al confine
tra il tono sublime dell’arte e
il cattivo gusto, è la migliore
raffigurazione della crisi di
una società che si è consumata senza venire rimpiazzata da altro. Sotto questo
aspetto allora è in parte sbagliato accusare Visconti di
inattualità e disinteresse per
l’oggi: proprio a fenomeni del
genere assisteva l’Italia di allora, sempre in transizione
verso nuove epoche mai destinate a compiersi (si pensi
all’emigrazione in Rocco' e i
suoi fratelli). E quanto profetica sia questa visione si vede
nella patetica immagine di
una seconda Repubblica
nemmeno in bozzolo.
Visconti era tuttavia essenzialmente un grande uomo
di spettacolo e proprio nella
«messa in scena» si deve ricercare il senso del suo
sguardo sull’Italia e sul mondo. Padrone come pochissimi dei mezzi tipicamente cinematografici (era quasi
inarrivabile nel dirigere le
masse - La terra trema
qualcosa si può ritrovare negli ultimi film di Kurosawa)
dalla fotografia al montaggio.
Visconti era soprattutto un
«allestitore di scene», un costruttore del luogo virtuale in
cui si rappresentano fatti e situazioni: dava l’impressione
di suscitare a ogni sequenza
lo stupore dello spettatore di
fronte a una retiltà che si formava in quel momento sulla
pellicola. Realtà fittizia, finta
e quitrdi diversa da quella
«del mondo»: una realtà sofferta e mediata dalla riflessione di un uomo a disagio nella
sua contemporaneità. Molti
vivono questo disagio, quanti
hanno l’opportunità e la voglia di rifletterci su?
■i I film di una intensa carriera
Dai pescatori all'Europa
Dopo essere stato assistente di Jean Renoir negli anni
’30, Luchino Visconti esordisce con Ossessione nel 1943,
nell’epoca del cinema bozzettistico del fascismo. L’impatto è dirompente: la storia
passionale di un adulterio e
di un delitto sconvolge i canoni a cui U pubblico è abituato. La terra trema (1948)
si rifà invece ai Malavoglia di
Giovanni Verga e si focalizza
sulla lotta solitaria della famiglia di ’NtonT Vaiastro
contro i grossisti dei pesce.
.’Ntoni cercherà di mettersi
in proprio, ma una tempesta
gli schianterà ia barca e ii
protagonista dovrà cercare
un nuovo datore di iavoro. Il
film è parlato in siciliano ma
sono le immagini in un bianco e nero drammatico a suggerire i’incombere del disastro e la ulteriore sconfitta
dei «vinti».
Bellissima (1951) è la storia
crudele e impietosa nella
realistica descrizione di un
concorso per trovare volti
nuo'vi per il cinema, ma Senso (1954) appartiene già al Visconti della maturità, che riflette sulla storia e sulle grandi passioni di una classe nobile in estinzione: nel 1866 il
tenente austriaco Mahler
(calco del nome del musicista boemo amatissimo dal
regista) viene sfidato dal
marchese irredentista Ussoni. La cugina di quest’ultimo,
per salvarlo, diventa ramante del militare e si lega a lui
tradendo la causa deU’lnsurrezione precedente la battaglia di Custoza.
Dopo Le notti bianche e
Rocco e i suoi fratelli (1960),
Il gattopardo (1963), ambientato nel 1860, racconta le vicende del principe di Salina,
rappresentante del vecchio
regime che però si esprime
per l’annessione allo stato
sabaudo. La dovizia di parti
colari con cui viene ricostruito l’ambiente nobiliare siciliano (basti pensare alla lunga sequenza del ballo), hanno fatto epoca.
La caduta degli dei (1969),
Morte a Venezia (1971) e
Ludwig (1973) formano una
sorta di «trilogia tedesca», affrontando il primo i legami
torbidi tra imprenditoria germanica e nascita del nazismo; U secondo trascrivendo
assai fedelmente il racconto
di Thomas Mann, e il terzo
interpretando la figura del
giovane re di Baviera come
quella di un ultimo sognatore decadente. Gruppo di famiglia in un interno (1974)
affronta con un certo disagio
la contemporaneità vista attraverso l’esplosione dell’
idea di famiglia e di sessualità: vi compaiono i giovani e
la droga, ma sempre nell’ambiente elitario della alta borghesia. È poco significativo
L’innocente (1976) tratto da
D’Annunzio poco prima della morte del regista.
li«
Il primo volume di un'importante opera storica
[il lungo cammino della teologia cristiana
EUGENIO STRETTI
i^^f^UANDO comincia la
l X teologia cristiana?».
questa interessante doQda inizia la Storia della
'■0^* che i dehoniani rotini offrono in una elegante
^^ste tipografica e in una
»Npettiva confessionale; gli
, autori sono ordinari di facoltà pontificie 0 universitaaP, ¿Chiaramente di matrice e
^^ntamento «ufficiale», pur
ìendo sensibili alla proble*tica ecumenica.
‘-■^'ha teologia, afferma nel
'Primo saggio Giuseppe Viietà| *onà dell’Università di Salerejl? ^’<tace dunque con il mes1i •■^i®io {kerygma) e non, co18* affermava sino a pochi
jaJ la scuola patristica catyej “fca, con i Padri della Chie«fl teologico non è aggiun^^^ustapposto al kerygma^ interno ad esso, in
è frattura tra
e teologia» (p. 27).
Lr'Ko questo filone ermeWi feconda dia
8iT j hede e ragione, si
i'* volume, con
lltributi di alto valore.
|H ctue saggi, partico
0, interessanti per
oI intendono affrontare
li ‘ Sporto fra i testi biblici, la
cristologia e la riflessione
teologica, sono dovuti a
Manlio Simonetti (La Sapienza, Roma) e si impongono
per la miniera di dati biblici
collocati in un ampio quadro
esegetico; «La cristolo^a prenicena» e «Esegesi biblica e
teologia tra Alessandria e Antiochia»; forse in prospettiva
ecumenica al posto di Vecchio Testamento sarebbe
meglio usare «Antico» o
«scritture ebraiche», tanto
più che Gesù stesso, secondo
la testimonianza di Luca, «cominciando da Mosè e da tutti
i profeti, spiegò [ai discepoli
sulla via di Emmaus] in tutte
le Scritture le cose che lo concernevano» (24, 27). Un’altra
piccola riserva, in prospettiva
evangelica, potrebbe esservi
sull’uso del termine «cattolico» applicato in senso confessionale ai primi secoli del
cristianesimo.
Nel lungo capitolo ottavo
(«I quattro concili; le grandi
controversie trinitarie e cristologiche») troviamo una
giustificazione del «filioque»
che non convince: dopo aver
riconosciuto che «di fatto il
Filioque fu introdotto nel
simbolo della chiesa di Roma
intorno al 1013, e sembra per
pressioni esterne da parte
cól ^ ;
Per la
pubblicità
su
tei. 011-655278, fax 011-657542
dell’imperatore Enrico II su
papa Benedetto Vili» (p. 236),
il salesiano Angelo Amato lo
difende presentandolo come
«l’apporto originale della
Chiesa occidentale e della teologia occidentale al simbolo
niceno-costantinopolitano»,
ignorando che dal 1980 (incontro di Riva del Garda) a livello ecumenico si è riconosciuta la validità della posizione teologica delle chiese
sorelle ortodosse. Sono da
condividere invece le valutazioni del prof. Amato per
quanto concerne il dialogo
con le chiese orientali «monofisite» (pp 261-262), e ricordo a questo proposito
l’interessante considerazione
di un teologo copto sul rapporto tra la teologia calvinista
e quella delle chiese orientali,
in vista di una comune valorizzazione del Cristo al di là
del «Gesù storico».
Alla magistrale penna del
teologo Paul Gilbert dobbiamo il capitolo XTV «Anseimo
da Aosta», in cui una parte è
dedicata a «Karl Barth e il
metodo di Anseimo». Abbondante la bibliografia al termine di ogni capitolo. Il volume
si chiude con un attuale profilo della «figura del teologo»
nel corso dei primi 1.200 anni
di teologia cristiana, redatto
dal curatore stesso, prof. Enrico dal Covolo. l’augurio agli
autori è che il volume venga
letto e studiato anche al di
fuori delle aule pontificie e
universitarie.
(») AaVv: Storia della teologià.
Voi. I: Dalle origini a Bernardo
di Chiaravalle, a cura di Enrico
Dal Covolo. Roma, Dehoniane,
1995, pp 541, £ 69.000.
Una singolare mostra fotografica a Milano
Quale visibilità per l'anima e il corpo?
SERGIO RONCHI
Nella filosofia antica e
nella metafisica occidentale corpo e spirito hanno sempre costituito problema, soprattutto il corpo. Per
Platone è addirittura la tomba dell’anima, e gli gnostici
non lo avevano in simpatia,
come pure una certa teologia
cristiana e una mentalità ancora oggi estremamente diffusa. Anche i fotografi se ne
occupano, ed è questa proprio la tematica che ha dato
vita a una mostra presso il
Centro culturale milanese dei
gesuiti, «San Fedele», aperta
fino al 4 aprile.
Curata da Roberto Mutti,
Incidentia oppositorum o della reciproca influenza fra corpo e spirito nella fotografìa
contemporanea, inserita in
un più ampio contesto di dibattiti proiezioni e conferenze, interpreta il tema articolandolo in tre sezioni. Venticinque immagini, a colori e
in bianco e nero, penetrano
attraverso il «fattore materiale», il «fattore spirituale» e un
terzo, che vede la confluenza,
equilibrata, dei primi due.
I venti artisti, spiega Mutti
nel catalogo, fissano attraverso i loro obiettivi «il sentirsi
dilaniati fra l’immanenza del
qui-e-ora e la proiezione verso l’orizzonte dell’infinito. Da
una parte c’è la certezza fisica
dei confini spaziotemporali,
dall’altra lo stupendo veleggiare del pensiero che sa attraversare le dimensioni abituali giungendo alle sterminate distese del possibile».
Corpo e spirito vengono posti
in antitesi dialettica; una dia
Una fotografia di Luciana Guardoni espoata aiia mostra
lattica che trova fondamento
nel linguaggio. Incidentia come «incidente», conflittualità
degli opposti, ma anche come «coincidenza», possibilità
di interconnessione; incidentia, ancora, come «incidere»:
mutua lacerazione originata
dall’impossibilità di una armonizzazione.
La fotografia nella sua essenza può occuparsi di corpo
e spùito, perché, spiega il curatore, «il corpo è la macchina stessa, l’obiettivo, il mirino, l’otturatore, la pellicola
pronta a conservare l’immagine latente che diventerà poi
la vera e propria fotografia;
lo spirito è la capacità di immaginarla, prima, e di renderla realizzabile poi».
Abbiamo così una dimensione mentale inserita nel
contesto di un «interfotogramma», corpi in movimento che vibrano* che si materializzano o che scompaiono,
una statua romana attraversata da un flusso di «pensieri
blu» generati dalla contaminazione di tecniche antiche e
moderne, atmosfere sospese,
cieli vuoti, orizzonti monocromatici immobili, sguardi
seminascosti che problematicamente scrutano e si fanno scrutare. In fondo, conclude Mutti, «la fotografia è
riconducibile concettualmente a una finestra, nel senso
che si proietta verso la realtà
come a volerne recepire tutti
gli aspetti».
6
PAG. 6 RIFORMA
venerdì 29 MARZO
federazione Chiese evangeliche
Esercitare la vigilanza
e il discernimento
Il Consiglio, preso in esame l’Atto 36 della X Assemblea
Fcei, decide di inviare il seguente messaggio alle chiese
membro e, per conoscenza, agli interlocutori individuati
dall’atto stesso.
Çare sorelle,
cari fratelli,
Tultima assemblea della
Federazione delle Chiese
evangeliche in Italia (novembre 1994), dopo avere
espresso grave preoccupazione per la situazione del
nostro paese, ha impegnato
questo Consiglio a violare
sulla difesa e la promozione dei diritti di libertà ed
eguaglianza e sulla costruzione deUa democrazia pluralista e della giustizia sociale, precisando che solo
su tale contesto può fondarsi una società che bandisca 0 privilegio, la prepotenza, l’emarginazione e la
discriminazione.
menti di egoismo e di discriminazione nei confronti
di ogni tipo di diversità e
prospettando soluzioni ingannevoli rispetto all’insieme dei problemi.
Di fronte a questa situazione siamo chiamati ad
esercitare la nostra responsabilità di credenti e di cittadini perché, tra gli interessi in campo, non finiscano con il prevalere le chiusure, U sopruso, l’arroganza
e le menzogne.
Tale mandato, che già ci
ha guidato nel fondare sul
«patto per la vita» (Deut. 30,
9-20) la recente orgatyzzazione della «Settimana della libertà», ci induce a richiamare la vostra attenzione anche in vista delle scelte che saremo chiamati a
compiere in occasione della
prossima consultazione
elettorale.
Non può, infatti, sfuggire
che, nel confronto politico
in atto, si scontrano concezioni diverse e spesso opposte dei rapporti politici ed
umani e dell’organizzazione sociale, che coinvolgono
il riioio delle istituzioni, la
libertà, l'equità, la solidarietà sociale e, più in generale, le regole idonee a garantire i diritti di cittadinanza in un quadro in cui la
legge prevalga sulla forza.
Il nostro impegno per una
società in cui la pace, la giustizia, la salvaguardia del
creato e la riconciliazione
non siano parole vuote ma
un programma di vita, vuole confrontarsi anche con il
messaggio biblico.
i
E questa ricerca di fedeltà
all’Evangelo, che da un lato
ci conduce a non idolatrare
nessun sistema politico progettato o realizzato, daU’altro ci impegna a costruire,
giorno dopo giorno, dei rapporti umani nutriti di libertà e solidarietà, nella
prospettiva di una società
pluralista in cui il bene comune prevalga sui particolarismi.
Ed è altresì da sottolineare che si tende talvolta ad
acquisire U consenso stimolando l’aggregazione corporativa degli interessi, sollecitando negli elettori senti
Realizzare una democrazia profondamente rinnovata e quindi rispettosa
delle leggi, delle persone e
dell’ambiente, diventa parte viva della testimonianza
del mondo nuovo di Cristo
e ci carica di profonde responsabilità anche in
un’occasione in cqi siamo
chiamati ad esercitare fi diritto-dovere di contribuire,
con le nostre scelte, alla
formazione degli indirizzi
politici e all’individuazione
dei soggetti a cui affidare il
governo del paese.
Proteste dal mondo del volontariato
Il decreto sull'ìmmjgrazione
Ostacola la regolarizzazione
Una serie di organismi di
volontariato di ispirazione
religiosa (Adi, Acse, Agesci,
Caritas italiana, Comunità di
Sant’Egidio, Cser, Federazione delle chiese evangeliche in
Italia, Fondazione migrantes
della Cei, Jesuit refixgee service, Opera sociale awentista,
Ucsei e Azione cattolica) ha
inviato il 19 marzo una lettera aperta al governo Dini
esprimendo preoccupazione
per l’intenzione del governo
di reiterare il decreto sull’im
migrazione senza apportarvi
le modifiche che da tenipo
sono state richieste dagli
stessi organismi.
«Le numerosissime adesioni alla manifestazione del 16
marzo sui diritti degli immigrati - dice il documento sono segno di quanto sia avvertita nel nostro paese la
necessità di una politica
dell’immigrazione fondata
su una legislazione organica,
piuttosto che su misure affrettate e lacunose. Gli organismi e le associazioni di
ispirazione reli^osa attivi nel
campo dell’immigrazione,
nel confermare la propria
adesione alla manifestazione, avevano ribadito, a riguardo del decreto Dini, la
necessità di apportare alcime
precise modifiche al provvedimento tali da renderlo
realmente efficace sul ver
sante dell’emersione dall’irregolarità e da espimgerne le
disposizioni relative all’
espulsione di persone sospettate di commissione di
reati o condannate per reati
di trascurabile entità.
Il governo ha deciso invece
di procedere ad una reiterazione che, lasciando pressoché intatta la forma del decreto, ne mantiene gli aspetti
negativi che attentano al diritto di difesa del cittadino
straniero e blocca il processo
positivo di regolarizzazione.
Se queste voci dovessero trovare conferma, ci vedremmo
costretti a esprimere la più
viva deplorazione per una
evidente mancanza di sensibilità sociale e di attenzione
rispetto ai diritti fondamentali della persona, che non
può trovare alibi in impedimenti di carattere procedurale legati allo scioglimento
delle Camere (pare infatti che
alcune modifiche siano state
di fatto apportate al testo del
decreto).
Confidiamo che il governo
non voglia sommare alla responsabilità della mancata
definizione del decreto annuale sui flussi, quella, più
grave, di proseguire su una
strada in palese contrasto
con le esigenze di giustizia e
di corretta gestione del fenomeno migratorio». (nev)
Verso il congresso del maggiore sindacato italiano
Quale sindacato per il Duemila?
/4 confronto tre ipotesi organizzative e politiche per una
ripresa del ruolo dei lavoratori nella società italiana
Il congresso della Cgil si
terrà dal 2 al 5 luglio, probabilmente a Rimini. I documenti congressuali sono tre;
il primo della maggioranza in
cui si riconoscono diverse
«anime» del maggiore sindacato italiano (5.200.000 iscritti), il secondo ispirato da
RifondifZione, il terzo, «cara
Cgil» (un documento'firmato
da 55 dirigenti), che vuole
evitare che la disarticolazione della sinistra sindacale tra
maggioranza e minoranza finisca con l’irrigidirsi.
Il primo dei tre documenti
è quello sul quale si ritrovala
stragrande maggioranza delle
Federazione. E condiviso da
tutti i membri della segreteria
e, più in generale, da gran
parte dell’ex area di «Essere
sindacato». Le tesi di maggioranza delineano una Cgil che,
in estrema sintesi punta all’
unità con Cisl, e Uil (si propone l’avvio della fase costituente del «nuovo soggetto
sindacale unitario»); che rilancia l’obiettivo della piena
occupazione; che guarda con
particolare attenzione al protagonismo delle realtà territoriali e che indica nelle 35
ore a fine secolo un obiettivo
da raggiungere, che difende
l’accordo del luglio ‘93 chiedendo però che tutti rispettano la logica della politica dei
redditi.
Il documento di «Alternatila sindacale» ha come punto
centrale quello di reintrodunre un meccanismo sithile
alla scala mobile per la tutela
del salario reale dei lavoratori. Critica la recente riforma
delle pensioni e si propone
«una vera e propria rifondazione» dell’organizzazione
che valorizzi il ruolo delle
strutture di base.
Il terzo documento, presentato anche per ultimo, si
chiama «Cara Cgil». 1 55 firmatari di questo documento
sostengono che il loro obiettivo è quello di «contribuire a
tenere in contatto e far dialogare tra loro tutte le anime e
le culture della sinistra jiella
Cgil». «Ma non per questo hanno precisato - si tratta di
un “documento intermeedio”
nè, tantomeno di “mediaziotra le posizioni espresse
ne
dal documento di maggioranza e quello di “alternativa sindacale’’. Insomma, il terzo
documento esprime essenzialmente il disagio di chi vede la sinistra dell^ Cgil variamente schierata nel congresso e teme che questa divisio
ne indebolisca la sua influenza nelle scelte di merito che la
confederazione dovrà fare.
Gli esponenti di <cAltemativa sindacale». Augusto Rocchi, Wilma Casavecchia, Ciuseppe di lorio, Rosy Rinaldi,
Andrea Montagni e Grisolia
hanno dichiarato di essere
nettamente contrari, nel corso del dibattito congressuale,
all’approvazione di documenti unitari, territoriali e di
categoria in quanto potrebbero offuscare la dialettica
tra posizioni alternative così
come è delineata dai documenti congressuali.
Lotta alla
povertà
Il demografo Massimo Li,}
Bacci, dell’Università diPi.
renze, interviene su «Aggiojj
namenti sociali», sulle 4
mensioni della povertà initj,
lia, riportando i dati di un’^
dagine svolta dall’Istat e ' ™
Commissione sulle poveri
nel ’94 da cui risulta che «d®
milioni di famiglie e sei n%
ni e mezzo di persone sono®
stato di povertà». Per far fruì; ,
te a questa crescente emei
genza, scrive Bacci, la stesj
Commissione propone diag.
re su due piani. L’assegno^
i figli, giustificato dalla vàie®
za sociale della riproduzioai
il cui costo «può, in parte, essere ripartito sulla c(
vità». Inoltre, osserva la Co®
missione, «nascere e cresce^
in una famiglia numerosa ac- :Ì
centua il pericolo che un individuo entri in un circoloti
zioso di povertà che segni!
suo destino da adulto». L’al^
tra misura è definita «minili«
vitale» e si configura, secon|
Bacci, come una garanzia!
reddito minimo per coloro]^
cui entrate sono al di sottoi
una certa soglia. Si tratterebi
be di introdurre un «asseg
di minimo vitale», erogai
dallo stato, ma anche di
viare una serie di «misuiet
VlClXVx U.XXU \.XX V'vxixxctuib t
progetti di integrazione ade^
guati ai bisogni dei soggetti».;i
Un orologio
per il Giubileo
È stato messo in commercio l’orologio che conti;
giorni che mancano al tetì ^
millennio e quelli che c
separano dalla data di iniz^ij
del Giubileo. L’idea è venti
alla «Coinwatch six six», d
ha incastonato gli orologi il
preziose monete, del modelli'
«Year 2000» e una incisioni
della cupola di San Pietro, nd|
modello «Giubileum anno;
santo 2000» con tanto i
bassorilievi. Per ora noni
dato conoscere il prezzo.
La vicenda della «mucca pazza» e le responsabilità dell'economia
Fórse abbiamo chiuso le stalle quando i buoi sono già tutti
scappati. I diritti dei consumatori e quelli degli animali
GIANNI TAMINO*
ALL’IMPROVVISO in tutta
l’Europa, anzi tutto il
mondo, si scopre la malattia
delle «vacche pazze», ma in
realtà della encefalopatia
spongiforme bovina (Bse) si
parla da circa 10 anni. E da
molto più tempo si conosce
una malattia simile che colpisce le pecore, detta «scrapie»,
ma si è sempre negato che tali malattie possano essere trasmesse all’uomo, nonostante
in quest’ultimo si verifichi
una sindrome analoga, detta
malattia di Creutzfeldt-Jakob
(Cjd). Un’ipotesi è proprio
che i bovini siano stati contaminati dalle pecore attraverso il consumo di «farine»
ottenute da carcasse e resti di
animali, ricche di proteine,
comprese quelle che si riscontrano nel cervello degli
animali malati e che forse sono la causa dell’infezione.
Se questa ipotesi fosse vera, Analogamente si sarebbe
potuto avere il contagio dalle
mucche aH’uomo: ed è quello
che, pur senza certezza, è
divenuto nell’ultimo periodo
qualcosa di più che un’ipotesi. Infatti in Inghilterra si è vista una certa correlazione tra
malati di Cjd, allevatori o addetti ai macelli, e il contatto
con i bovini. Purtroppo non
si sa ancora quale sia la vera
causa di questo tipo di malattie: qualcuno pensa a virus
animali non convenzionali,
che cioè non rispettano il
comportamento biologico tipico di questi agenti patogeni; altri a una proteina detta
«prione» in grado di duplicarsi e che poi si riscontra nel
cervello degli animali malati.
Di certo si sa che queste
malattie non corrispondono
alle classiche ipotesi sulle
malattie infettive e quindi
poco si sa sul tipo di contagio
(da madre a figlio, per via
fetale; da un individuo ad altri della stessa specie; da specie a specie?). Tutto ciò dimostra l’inadeguatezza degli
studi in proposito, spesso
condizionati da «dogmi» che
ostacolano la comprensione
di fenomeni che esulano dalle teorie classiche, come nel
caso in questione e come è
stato per l’Aids. Anche in
questo caso qualcuno preannunzia catastrofi prossime
venture; in effetti la malattia
sembra avere un lungo periodo di incubazione (nell’uomo
anche 50 anni) e nelle mucche inglesi i casi sono cresciuti continuamente riducendosi solo parzialmente
dopo le misure adottate qualche anno fa (abbattimento e
incenerimento di tutte le bestie dove si sono verificati dei
casi, divieto di utilizzo di «fa
rine» animali, ecc.). Ciò ha
portato a dire che nei prossimi anni si potrebbe verificare
un’esplosione della malattia
con andamento epidemico.
In realtà possiamo solo dire che occorre la massinia
prudenza e che è necessàrio
adottare ogni misura preventiva possibile. Purtroppo anche il divieto di importazione
di carne bovina dall’Inghilterra rischia di essere la
classica porta chiusa dopo
che (è il caso di dirlo!) i buoi
sono scappati. Infatti casi di
Bse si sono già verificati in altre parti del mondo e in particolare in Italia (in Sicilia, e
non sappiamo dove sono finiti né i capi malati né qpelli
che potrebbero essere stati
infettati) e in Svizzera, da dove possono arrivare facilmente anche da noi carni
macellate o animali vivi.
L’altro problema è proprio
il trasporto degli animali vivi;
se un animale viene trasportato da un paese europeo a
un altro, al momento della
macellazione figura appartenere a quest’ultimo, anche se
vi è giunto solo qualche giorno prima. Per questo e per altre ragioni (come la sofferenza degli animali durante il
trasporto, le frodi commesse
durante il transito, ma l’elenco potrebbe continuare) è
opportuno chiedere che
l’Unione europea vieti il tti'
sporto di animali vivi da uJ
paese all’altro, consentend5.i
solo le esportazioni di cari®
già macellata!
Un altro problema che g®
da tempo è all’attenzione d®
Parlamento europeo riguardi
il tipo di allevamenti, del tuf
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cicli vitali, condizioni di dti
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rende particolarmente sensi'
bili anche a malattie rate®
sconosciute in precedenza if
pensi all’uso di proteine ati'
mali per alimentare degli er
bivori, alle condizioni innati;!
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allevamenti intensivi, allés®'
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Per queste ragioni cij'
aspetta scelte chiare da pti®
della Commissione europeo
comunque, già a partire dati
' prossima settimana a Briti®'
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fronterà i vari aspetti del pr®
blema e molti di noi sar^
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degli animali, anche vi^®"
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Fondato nel 1848
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ÌSono state un richiamo alla necessità per gli amministraftórijlocali di operare concretamente per offrire alle popolaMoni montane occasioni di lavoro e di reddito le parole proittunciate dal sindaco di Prarostino, Renzo Costantino, doIflienica scorsa quando ha aperto la giornata di studio sulla
ifalorizzazione della vite e sull’iniziativa del Comune di
lifeostino di far vinificare le uve locali ponendo sul merca|to due vini che vengono distribuiti sotto il nome di Priistitenc. «Lavorare sul territorio vuol dire non abbandonarlo»,
¡ ha detto il sindaco ricordando gli episodi degli incendi e
Ji^lle numerose frane che si stanno verificando dove il fuoco
I èj^assato distruggendo le coltivazioni e i boschi.
venerdì 29 MARZO 1996
Se educare vuol dire accompagnare e guidare
nella crescita un individuo,
con il contributo delle proprie
competenze e conoscenze, va
da sé che il ruolo di educatore
compete in gran parte agli
adulti, sia come genitori, sia
come insegnanti, sia attraverso tutta una serie di professionalità che privilegiano la
formazione e l’educazione.
Se questa può considerarsi
una premessa condivisibile
dalla gran parte delle persone
viene allora da chiedersi e da
chiedere cosa ne pensiamo,
come adulti e genitori, come
credenti, dell’educazione in
vista della fede dei nostri figli, dei più giovani.
Questa domanda nasce sia
come proposta di riflessione
ANNO 132 - N. 13
URE 2000
EDUCAZIONE ALLA FEDE
MOLTI PERCHÉ
CARMELINA MAURIZIO
mentre le comunità delle nostre Valli si apprestano a vivere le confermazioni, uno
dei momenti centrali della vita delle nostre chiese, in cui
in qualche modo si segna una
tappa importante di- im cammino di fede e di educazione
per iniziare una partecipazione più adulta alla vita della
chiesa; sia per commentare
insieme la scarsa partecipazione di molti genitori a que
sto cammino. Un esempio su
tutti; qualche settimana fa,
preannunciato con diverse
settimane di anticipo, si è
svolto a Torre Pellice un incontro tra genitori, monitori e
pastore per parlare insieme
della scuola domemcale, per
fare proposte, critiche, evidenziare eventuali problemi.
Bene, anzi male, sapete infatti quanti erano i genitori presenti? Meno di dieci, una
percentuale minima rispetto
al numero dei bambini che
frequentano la scuola domenicale. Naturalmente non si,
vuole qui lanciare strali contro nessuno o citare i genitori
torresi come esempio negativo su tutti, anche perché chi
scrive ritiene che in altre comunità le cose non siano
molto diverse.
Resta da chiedersi e da
chiedere dunque perché? Perché a pochi anni dalla confermazione molti ragazzi non
partecipano più alla vita della
propria comunità? Perché altri impegni, la stanchezza o
l’mdifferenza fanno disertare
momenti di riflessione comune e costruttivi sul cammino
verso la fede delle nuove generazioni?
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[Usl 10 Pinerolo
|nrico Bighetti
è il nuovo
commissario
n
La tanto attesa nomina del
iliovo direttore generale dell’tóenda Usi 10 di Pinerolo
è'arrivata; dal 25 marzo
1996, così recita la stringata
Sfemunicazione che l’Usl 10
£ ha ricevuto dalla Regione,
^ntra in funzione il nuovo
SMmmissario: si tratta di Enfatico Bighetti proveniente
dall’imprenditoria privata
f;Égnippo Skf).
li La vecchia lista dei diretto£ ri generali scelti dalla giunta
j: : Btizio e poi bocciati a seguito
fi del ricorso presentato al Tar
; dagli esclusi è stata tenuta in
; conto con però delle variazioU m anche sostanziali. Le nomila ne di quelli che oggi si chia^mano «commissari straordi
Anche nel I Distretto i gruppi giovanili federati si preparano al Congresso nazionale
Un'esigenza di concretezza per la Fgei-Valli
PIERVALDO ROSTAN giovanile la voglia di COI
frontarsi, di discutere».
%
i3Wri» ma che dovrebbero tra
¿i'ysformarsi in direttori generali
entro sei mesi sono state acij'f^mpagnate da nuove poleVifjjiche; la stessa scelta per Pinerolo sarebbe stata fortej ; mente condizionata, all’interfj;, no della giunta regionale, da
LI' icuni assessori che assolutala mente non avrebbero voluto
: un direttore di tendenze prol'.’,jpessiste. Ne ha fatto le spese
òvviamente l’ex direttore
Wovanni Bissone che pur es‘^ndo compreso nella lista
•tó papabili, non è stato ritenuto idoneo all’Usl 10 dove
pure aveva avviato una serie
m interventi prima della sua
|Pstituzione con il vice Attilio Balbinot. Bissone, in un
tempo nominato com^ssario all’Usl di Mondovì
•ri espresso il suo non gradimento ed è stato spostato
«U’Usl Torino 4.
Per il neocommissario BiSnetti si tratterà di affrontare
m tempi brevi alcuni nodi
“Olla sanità pinerolese: i pronienri non mancano all’indomani della fusione delle tre
“Ssl precedenti, con progetti
^ definire, servizi da reim' ® ospedale che ri
^itta di fagocitare la maggior
P®rie delle risorse disponibili.
La Egei si avvicina al suo
congresso nazionale previsto nei giorni a cavallo di
Pasqua; nel corso dell’ultimo
anno ogni zona ha vissuto il
momento del precongresso
oltre al tradizionale lavoro
dei gruppi locali. Come e su
quali temi si è confrontata la
Fgei-Valli? Come i giovanU
della Egei si pongono in rapporto con le chiese locali in
cui sono inseriti? E quali
spunti di riflessione suggerisce loro la società esterna?
Lo abbiamo chiesto a due
componenti della «giunta».
La questione del rapporto
con le chiese locali, a partire
dallo stesso mondo giovanile,
non è nuova; «Come giunta
abbiamo cercato - spiega
Giovanna Rostagno - di incontrare i vari gruppi giovanili; non crediamo sia opportuno cercare di coinvolgere le
persone assillandole ma piuttosto cerchiamo un dialogo,
una testimonianza». Da tempo la chiesa ha cessato di essere l’unico riferimento, l’occasione per uscire e partecipare ad attività comuni; la so
li centro di Agape a Frali
cietà insomma offre moltissime alternative. Perché scegliere un gruppo Egei?
«Ci incontriamo - prosegue
Giovanna Rostagno - per
avere dei momenti di confronto; probabilmente la nostra attività è meno legata alla
chiesa che in passato; i temi
trattati riguardano tutta la società e dunque, se pure riflettiamo sulla fede, affrontiamo
anche temi come il . rapporto
Nord-Sud o altri di carattere
politico. Certo alle Valli è
molto meno sentita che in altre parti d’Italia l’esigenza di
incontrarsi periodicamente».
«Esiste - precisa Silvia
Gardiol - una parte del mondo giovanile impegnata nel
volontariato, nei centri, nelle
associazioni. Il coinvolgimento a livello delle attività
della chiesa locali è comunque effettivamente molto ridotto, legato per lo più al tipo
di impegno e di educazione
ricevuto in famiglia. Per lo
più penso non ci sia l’interesse per partecipare ad un’attività che viene vista come
troppo “intellettuale”; manca
cioè in larga parte del mondo
giovanile la voglia di con
frontarsi, di discutere»
La storia passata della Egei
racconta di una federazione
giovanile assai impegnata sul
fronte politico, si potrebbe dire anche di una Egei «schierata»; qual è oggidì rapporto
con la politica e con la società delle valli? «Nell’ultimo
precongresso abbiamo molto
discusso - continua Giovanna
- sul fatto se fosse opportuno
0 meno che la Egei abbia una
posizione definita sulla politica; lasciare da parte questo
aspetto o agire concretamente
rispetto ai problemi del territorio?».
C’è un’emergenza che si
potrebbe indicare, una priorità politica nel territorio Valli? «C’è bisogno di maggiore
concretezza - commenta Silvia Gardiol se penso ai
problemi della nostra zona tipo lo spopolamento della
montagna, l’occupazione, devo considerare come spesso
se ne parli fin troppo, si facciano molti convegni senza
però agire di conseguenza.
Vorrei che la politica fosse
più attenta alle, iniziative che
vengono dal territorio».
Certamente il pastore e il maestro di
scuola (Régent) sono state due figure portanti della vita delle chiese valdesi
dal ’700 fino ai primi anni del ’900. Essi
rappresentano senza dubbio l’aspetto
della vita culmrale dei villaggi delle valli valdesi, insieme a pochissime altre
persone. Non è un caso che si sia creato
il detto, espressione tipico della difficoltà contadina a comprendere l’attività
intellettuale; Voilà les deux grands
fainéants: le pasteur et le régent! (Ecco i
due grandi fannulloni; il pastore e il
maestro!). In realtà, malgrado questa
battuta sarcastica, si deve dire che le popolazioni hanno sempre nutrito un gran
rispetto per queste due figure. Quando vi
è àtata comprensione e armonia tra i due,
la vita culturale e spirituale della comunità ha conosciuto momenti di fioritura;
quando vi è stato contrasto (ed è successo più di una volta!) si sono verificate
tensioni di non poco conto.
Silvio Toum, di Rorà, mi segnala una
IL FILO DEI GIORNI
IL «RÉGENT»
BRUMO BBLUON
figura di maestro che, emigrato da Rorà
insieme a molte altre famiglie, ha costituito un punto di riferimento fondamentale nella fondazione e nell’organizzazione della Colonia Alejandra (Argentina).
Giacomo Salvagiot, uno dei coloni Vaidesi giunti il' 3 agosto 1872, era nato a
Rorà il 2 marzo 1834, era persona rnolto
colta e sarà il solo maestro durante i primi anni della colonizzazione. Egli insegnerà i primi rudimenti del leggere e dello scrivere in francese, e lo farà gratuitamente, nella propria casa. Era invalido di
tutte t due le gambe e per camminare doveva far uso delle stampelle. Oltre che
maestro, era anche predicatore ed è stato
incaricato della tenuta dei registri dello
stato civile per molti anni. È anche grazie alla sua attività che possiamo oggi
conoscere gli inizi della vita di quella comumtà civile e religiosa.
Venne poi riconosciuto come maestro
dalle autorità argentine e da quel momento impartì il suo insegnamento in
lingua spagnola. La sua casa, che serviva anche come edificio scolastico, è stata conservata fino ai nostri giorni, esattamente com’era quando morì, nel 1915. Il
governo della Provincia di Santa Fé accettò le sue dimissioni da maestro nel
1897, quando egli aveva ormai raggiunto l’età di 63 anni. Con questo Salva^ot
non si ritirò definitivamente a vita privata, ma proseguì la sua opera di educatore
impartendo l’istruzione catechetica tanto
ai bambini quanto agli adulti e mantenne
la responsabilità dello stato civile. Al
suo nome sono dedicate utìa strada di
Alejandra e la biblioteca civica.
Ih Questo
MMèro
Í ..'f • fi A
Al LUPO?
Circolano voci sulla possibile comparsa del lupo
nelle montagne del Pinerolese. Parlandone con il naturalista Robi Janavel scopriamo che non ci sono
trabee del temibile animale, il quale però sta compiendo una sorta di lenta
«risalita» dal Centro Italia
alle regioni del Nord. La
sua eventuale presenza
non porterebbe tuttavia solo preoccupazioni...
Pagina II
Vini di qualità
In occasione della presentazione del «Prustinenc», si è svolto a Prarostino un convegno sulla
qualità della produzione
vinicola. Sono stati aflfontati temi come le malattie
della vite, i residui dei fito-,
farmaci e le tecniche di
coltivazione. ,
- ; ' ' i ' Pagina II
Lingue straniere
Si è svolto a Torre Pellice un seminario rivolto soprattutto ai formatori di insegnanti specializzati nell’
insegnamento delle lingue
straniere fin dalla scuola
elementare. Nell’occasione
sono stati resi noti i risultati di un rilevamento relativo al Pinerolese; ben 200
classi elementari, su un to^
tale di 286, svolgono questa attività sempre più importante in un moderno
programma di formazione.
Pagina III
Radio Beckwith
Dopo un anno assai impegnativo per Radio Beckwith, l’associazione «F. Lo
Bue» che ne è proprietaria
ha fatto il punto sulle nuove strategie per raggiungere un sempre più vqsto
pubblico anche nella zona
del Cuneese
J ^ Pagina III
8
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PAG. Il
E Eco Delle ^lli AMdesi ¡
La manifestazione dei sindacato alternativo Alp a Pineroio
TECNOMAIERA: RIPRENDE L’ATTIVITA — Dovrebbe
riprendere nei prossimi mesi l’attività della Tecnomaiera di
Inverso Pinasca, dichiarata fallita a causa dei pesanti debiti
contratti. L’azienda dei marmi occupava circa 80 dipendenti, una parte dei quali andata a riposo o rioccupata in altri
settori ma una cinquantina di persone continuano a sperare
che l’acquisto della ditta fallita da parte di un gruppo milanese che opera nel settore in altri stabilimenti, possa portare
positivi effetti sull’occupazione con la ripresa del lavoro.
TRE ALLA CAMERA, OTTO AL SENATO — Saranno
scio tre i candidati presenti sulla scheda deH’uninominale
per l’elezione alla Camera dei deputati: il deputato uscente
Lucio Malan (Polo per le libertà), Giorgio Merlo (L’Ulivo) e Daria Pugliese (Lega Nord); otto invecè le candidature per il Senato nel collegio n. 9 (Avigliana, Bussoleno,
Giaveno e Pinerolo): Maria Aime (Pensionati), Michele Di
Tónno (Piemonte Nazione), Ettore Micol (Lega Nord), Elvio Passone (L’Uhvo), Domenico Barale (Partito socialista), Immacolata Zaffino (Verdi verdi) Francesco Barbagallo (Mani pulite) e il senatore uscente Claudio Bonansea
(Polo per le libertà). Sono invece 15 le liste presenti per il
proporzionale alla Camera nel collegio Piemonte 1 che
comprende il Pinerolese.
SI COSTITUISCE IL CONSORZIO PER L’UNIVERSITÀ DI PINEROLO — Mercoledì 3 aprile alle 16, presso la sala di rappresentanza del Comune di Pinerolo, alla
presenza del notaio, verrà costituito ufficialmente il consorzio universitario di Economia aziendale che vede coinvolti enti pubblici, aziende e imprenditori; dopo diversi
mesi di contatti e di incontri molti Comuni hanno già deliberato di aderire al consorzio acquistando una o pii! quote
da 5 milioni; altri enti lo potranno comunque fare anche
dopo la costituzione ufficiale.
CHIUSA LA BIBLOTECA ALLIAUDI — La biblioteca
Alliaudi di Pinerolo resterà chiusa per le consuete operazioni di risistemazione e riscontro librario dal 1° al 6 aprile;
resteranno invece aperte, dal 1“ al 4 la biblioteca ragazzi e
il posto prestito di zona Serena in via Papa Giovanni XXIII
nei pomeriggi di martedì 2 e giovedì 4 aprile.
SERVIZIO BIBLIOTECARIO DI PINEROLO — Sarà di
oltre 50 milioni il contributo regionale alle varie biblioteche
aderenti al sistema territoriale di Pinerolo; il sostegno è erogato proporzionalmente agli impegni di spesa deliberati da
ciascun Comune sulla base anche della consistenza della bi-'
blioteca e delle ore di apertura al pubblico. Attualmente so^
no 83 i Comuni che aderiscono al servizio usufruedo dei
servizi ma meno della metà risultano aver iscritto a bilancio
degli specifici stanziamenti per l’acquisto di libri.
CORSO DI ORTICOLTURA ED ALLEVAMENTO —
Con la primavera la Comunità montana valli Chisone e
Germanasca ripropone una serie di iniziative volte alla riqualificazione agricola e all’apprendimento di nuove tecniche anche da parte di chi conduce un orto famigliare. Gli
incontri si svolgeranno il venerdì alle 20,30 nella sala riunioni della Comunità montana a Porosa Argentina iniziando
il 29 marzo con T«Agricoltura biologica famigliare».
CONTRIBUTI PER IL RISCALDAMENTO — Dopo che
la Regione Piemonte aveva deciso di intervenire per la stagione invernale con un impegno di spesa di quasi 1.800
inilioni a favore dei singoli nuclei familiari deboli per le
spese di riscaldamento è stato reso noto il riparto dei contributi stanziati; 2 milioni andranno a Pinerolo per cinque
famiglie, mentre 8.800.(X)0 lire andranno all’ex Ussl 42,
12.400.000 all’ex 43 e 19.200.000 all’ex 44.
LA MELA È SANA — La mela che si produce nella zona
del Pinerolese e Cavourese è sana; l’Unione agricoltori ha
. promosso uno studio sulla razionalizzazione delle concimazioni nel settore frutticolo con particolare riguardo alla
nostra zona. L’indagine ha riguardato 44 frutteti, 29 a melo e 15 a pesco, nella fascia pedemontana compresa fra
Campiglione Fenile, Bibiana, Bricherasio, Cavour, Osasco
e Pinerolo. In tutti gli appezzamenti sono stati rilevati i dati agronomici mentre j terreni sono stati analizzati dal laboratorio chimico della Camera di Commercio di Torino
che ha finanziato la ricerca. Sulla base dell’indagine sono
stati elaborati i piani di intervento sulla concimazione: la
mela rappresenta per la provincia di Torino una voce di
grande importanza con i suoi 900 ettari di coltivazione e le
14.000 tonnellate di produzione media annua.
VILLAR PEROSA: NUOVO SEGRETARIO COMUNALE — Dalla scorsa settimana ha preso servizio per i Comuni di Villar Perosa e Porte il nuovo segretario comunale
che sostituisce il precedente, dott. Massel, passato al consorzio Acea di Pinerolo: si tratta del dott. Sergio Turtulici,
proveniente dal Comune di Campiglione Fenile.
L'Assemblea annuale del Cai-Uget vai Pel lice
Allargare le attività giovanili
Quasi 900 soci, un’ottantina dei quali giovani, sono le
cifre degli iscritti al Cai Uget
Valpellice, un’associazione
che opera da decenni in valle,
coinvolgendo intere famiglie
nella passione per la montagna, proponendo molte iniziative, serate, corsi, gestendo
i tre rifugi in proprietà. Venerdì 22 marzo si è svolta
l’annuale assemblea dei soci
e come sempre si è trattato
dell’occasione per fare il punto della situazione, valutare
nuovi impegni e progetti.
Ripercorrendo le attività
del 1995 il presidente, Ilario
Merlo, ha ricordato le numerosissime gite, le occasioni di
trekking, le molte attività giovanili organizzate generalmente in collaborazione con
«Spazio giovani» della Comunità montana, i corsi di alpinismo, la collaborazione
per la corsa in montagna «Tre
rifugi». «Da non dimenticare
- ha sottolineato il presidente
Merlo - la tappa valligiana
del “Cammina Italia”, simpatica iniziativa che ha portato
sui sentieri delle montagne
italiane un gruppo di appassionati camminatori; un plauso va alla famiglia Canton
dell’Alpe Bancet che, malgrado i pesanti impegni di lavoro di quei giorni, ha saputo
ben accogliere il gruppo di
camminatori offrendo loro
una polenta: l’accoglienza è
stata talmente apprezzata che
rincontro è stato documentato nella videocassetta in distribuzione in questi giorni».
Come sempre gran parte
deU’attività del Cai Valpellice è legata ai rifugi: «Sono
giunti al 50% i lavori di ristrutturazione del rifugio Barbara per i quali giungerà an
ìISSÌ«*
L'animale non è per ora segnalato nelle valli del Pinerolese
Ê il caso di gridare «al lupo
»
?
PIERVALDO ROSTAN
Al lupo, al lupo! Potrebbe
essere questo l’allarme
dopo che nelle scòrse settimane alcuni consiglieri regionali del Pds, e il valligiano
Marco Bellion fra di loro,
avevano sollevato la questione di un possibile presenza
del lupo anche nelle valli del
Pinerolese. In merito abbiamo chiesto a Robi Janavel,
noto naturalista di Torre Pellice che pur occupandosi in
particolare di stambecchi ha
un occhio di attenzione per
tutte le presenza di animali
selvatici nelle nostre montagne, dei chiarimenti.
«Dai dati di cui si può disporre siamo portati a dire
che attualmente il lupo non è
certo in vai Pellice o in vai
Chisone; è invece sicuramente in atto una risalita del lupo
(scomparso da queste zone da
circa 200 anni) dal Centro
verso il Nord Italia. 11 fenomeno è naturale: nel 1985 alcuni esemplari hanno raggiunto Tentroterra di Genova
e negli ultimi anni il lupo è
arrivato nel parco del Mercantour sul versante francese,
cioè dietro il colle di Tenda e
quello della Maddalena. Ci
sono due branchi in tutto di
12 esemplari. Bisogna dunque riuscire a prevenire gli
effetti che potrebbero derivare nelle vallate piemontesi dal
graduale ritorno del lupo, cosa che avverrà con tutta probabilità nei prossimi anni. Il
governo francese ha stanziato
dei fondi per coprire eventuali danni alla pastorizia ma ha
anche cercato di valorizzare il
ritorno di questo animale per
certi versi “storico”: dobbia
mo cioè vedere il lupo come
un predatore che è ricomparso e che può diventare anche
un’attrattiva».
- La presenza del lupo non
è pericolosa per le attività dei
pastori e al limite per l’uomo?
«Non dimentichiamo che in
Italia circolano liberi più di
20.000 cani inselvatichiti e
troppe volte si da la colpa ai
lupi di danni causati da questi
cani. Ultimamente in vai Pellice, durate le abbondanti nevicate, sono stati trovati dei
mufloni uccisi dai cani ma si
è subito temuto fossero arrivati i lupi: non dobbiamo
diffondere certi inutili allarmismi».
- In che misura un lupo
può conciliarsi con la presenza di attività umane?
«Se il lupo ritorna è perché
in qualche modo si sono ricreate le condizioni perché
ciò avvenga; la ricomparsa di
prede naturali come caprioli,
camosci e cinghiali non fa
che attrarre il lupo. Certamente a livello psicologico,
vista la tradizione del “lupo
cattivo”, si possono avere
reazioni preoccupate. Chi da
anni studia il lupo in Italia ha
verificato che in molti decenni non si è mai verificato un
attacco all’uomo e pure le
predazioni su animali domestici sono assai contenute».
- Sarà dunque il lupo che
bloccherà il dijfondersi eccessivo di mufloni, cervi e
cinghiali?
«Sicuramente; abbiamo visto in questi anni come sull’
Appennino l’arrivo del lupo
ha di molto ridotto la presenza del muflone che da noi è
pure stato introdotto, non è
VENERDÌ 29 MARZO 1
che un finanziamento Cee
-illustra il presidente -; al
Granero è entrato in funzione
il nuovo locale cucina ricavato dal vecchio rifugio e al Jervis è stato ricavato un locale
sottostante uso bar: tanto è
stato il lavoro volontario come sempre indispensabile e
prezioso offerto dai soci. Gli
. stessi gestori dei rifugi spesso
vanno molto oltre l’impegno
che il loro ruolo comporterebbe». E per il futuro? «Sentiamo forte il bisogno di incrementare sempre più le attività, in particolare quelle rivolte ai giovani; - continua
Ilario Merlo - ma un compito
primario è quello di mantenere efficienti le strutture alpine, i rifugi. Lo sforzo economico del ’96 dovrà essere
concentrato sul completamento della ristrutturazione
del Barbara ma lo stesso rifugio Jervis necessita di lavori
di adeguamento alle nuove
normative di legge. C’è poi
da tempo la proposta, momentaneamente accantonata
per carenza di fondi, di costruire una centralina idroelettrica per il rifugio Granero.
Un discorso a parte merita
ancora il bivacco Soardi, tenuto aperto durante la stagione estiva grazie all’impegno
di chi si è offerto per turni, e
mèta di molti escursionisti,
specialmente francesi: alcuni
lavori renderebbero la struttura più accogliente. Non tutti i
progetti potranno essere realizzati nel ’96 ma occorre
avere una visione di insieme
dei vari problemi per poter intervenire a seconda delle urgenze e delle disponibilità».
autoctono. La presenza del
predatore riesce a ripristinare
un equilibrio naturale che
l’uomo aveva rotto. In Canada, qualche anno fa, su una
grande isola ricoperta da boschi, era stato reintrodotto il
cervo: questo animale si è riprodotto al punto da danneggiare in modo irreparabile la
foresta e solo la reintroduzione dei lupi ha riportato il cervo ad una presenza idonea
per la foresta».
Prarostino
Vini sani
vini di
qualità
DAVIDE ROSSO
Di
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in le Cult
omenica 24 marzo,
Prarostino, in occasi^
della presentazione del vii
Priistinenc, il Comune di
rostino e l’università di Toi
no hanno organizzato un ci
vegno dal titolo «Vini sai
vini di qualità». 11 convegi
che doveva essere uno
momenti qualificanti dell
giornata dedicata al Priisi
nenc si è dimostrato alTall
za delle aspettative. Tre i
principali affrontati dalle qi
lificate relatrici Ludovici
Cullino, Mara Gennari e Gii
liana Gay: la lotta sanitari]
corretta contro le malattie di
la vite, i residui di fitofarmi
nell’uva e nel vino e infii
l’importanza delTambienté
delle tecniche colturali perii
qualità del prodotto.
Riguardo alla lotta saniti
Ludovica Cullino, che
parlàto soprattutto di me;
biologici, ha osservato a;oi
si vada sempre di più da
parte verso un consolidarne!
to dei prodotti naturali (zol
ad esempio) dall’altro vei
tipi di lotte integrate e unara^
zionalizzazione dei mez:'
chimici. Mara Gennari invi
ce nella sua relazione sui
sidui di fitofarmaci, dopi
aver mostrato i risultatili
una ricerca fatta a livello ni
zionale da cui emergeva cl
su 40 campioni di uva (presi
mibilmente da tavola)
13 risultavano privi di resii
di fitofarmaci mentre gli a
27 ne presentavano traci
pur se nei limiti conseni
dalla legge, ha detto che ci
munque complessivamei
nel passaggio dall’uva al
no c’è una riduzione del
concentrazione dei fitofamì
ci; ha concluso poi il suo il
tervento sottolineando la
cessità che i viticoltori scè
gano fitofarmaci poco soluti
li e che degradino in
vantaggio di una migliori
qualità dell’uva e del viir
prodotto.
Giuliana Gay infine ha pi
lato della qualità del vinc i
relazione all’habitat delle vii
ma anche alle tecniche coll
rali e alla gestione del suo»
dando interessanti informai
zioni ad esempio sui diyei
tipi di ambienti in cui viei
coltivata la vite.
e de
’enti
‘eiiza pi
Iute di 1
àvu
j-organi
[Stero
Nel 1995 un lieve calo occupazionale
Lavoro in flessione
Il 1995 si è chiuso con un
bilancio occupazionale leggermente negativo malgrado
il buon andamento dell’economia; a sostenerlo è il «rapporto annuale sul mercato deT
lavoro in Piemonte, redatto
dal competente Osservatorio
regionale. La flessione (- 4
mila unità) è assai più contenuta che nell’anno preceden-4e (- 30.000) e si localizza
essenzialmente nel settore
agricolo che perde 16.000 addetti a fronte di un aumento
di 13.000 nei servizi e di
6.000 nel ramo manifatturiero; in calo anche il settore
edile. Si rilancia in Piemonte
il lavoro autonomo (+ 7.000
occupati) e perde quello alle
dipendenze (-11.000).
Il bilancio occupazionale^
femminile è migliore di quello dell’altro sesso; il dato
dell’anno precedente viene
confermato mentre cala Toc
ont
ere
Jd'T*
cupazione maschile. Conti' Orini
nua a diminuire su ritmi è
celerati il ricorso alla ci
integrazione: nel 1995 le et*
autorizzate dall’lnps son®
state nel complesso poco p®
di 31 milioni, 28,6 tnilio®
in meno dell’anno preo
(- 48%).La flessione intere^
sa tutte le aree geografiche
i diversi settori di produzttj
ne; continuano a crescere i
avviamenti al lavoro supefey
do le 200.000 unità con ''
aumento del 20% rispetto
1994, soprattutto nel sette
industriale.
Malgrado tutti questi ek
menti favorevoli resta un
to finale preoccupante: le
nori iscrizioni nelle
mobilità sono frutto o®*
uscite per pensionamento
il problema rimane e 1®
soln
soccupazione, sia pure ^
dello 0,2%, è cresciuta a®
nel 1995.
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PAG. Ili
lorre Pel lice: seminario sulla formazione degli insegnanti
Le lìngue si imparano fin da pìccoli
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^^^mANCO CALVETTI
P er la seconda volta in pochi anni Torre Pellice è
jUtascelta dal Provveditorato
Xstudi di Torino per orga^ ;are un seminario di stuijiP^idenziale, all’hòtel Gillo per docenti formatori che
’fCUpano di corsi di agnento per insegnanti di
straniera nella scuola
¡ntare della Regione Piente. Una cinquantina di inti elementari, direttori
ici, di ispettori scolastici linguisti si sono dati
convégno a Torre Pellice per
cinque giorni consecutivi dal
19 al 1,3 marzo, per un’intenjjl^vità di aggiornamento
(ottopre al giorno).
D^ma sul quale numerosi
(gisti, linguisti, piscoloinistrativisti si sono
tentati è stato «Ruolo e
itità del coordinatore nel
lésso di formazione del
inte di lingua straniera».
Jèfinire l’identikit di queferdinatore, nuova figura
Issionale che si sta deliido all’interno del sistema
istico italiano, è stata presàinéonsiderazione la tematicafella continuità tra i vari
dinì di scuola e il raccordo
con le culture estere come no! della programmaione e della valutazione degli
'enti formativi. Alla conenza plenaria sono seguite
Iute di lavoro di gruppo che
[tomo avuto un taglio operatiorganizzativo. Da anni il
¡ero della Pubblica istru
zione sta lavorando con grande impegno e con grande disponibilità finanziaria per far
sì di raggiungere un alto livello di generalizzazione delle
lingue straniere nelle scuole
elementari, a partire dalla
classe terza o, ove possibile,
dalla seconda elementare.
Il Piemonte si distingue in
questo impegno e negli ultimi
cinque anni è riuscito a formare fino ad ora 1.158 insegnanti elémentari che prendono il nome di specialisti se insegnano solo lingue straniere
(di solito in sei classi) o il nome di specializzati (se svolgono l’attività di lingua straniera
nell’ambito della loro classe).
Il Concorso magistrale dello
scorso anno ha previsto per
prima volta una prova suppletiva di lingua straniera per chi
lo desiderasse, per ottenere 1’
abilitazione ad insegnare una
lingua straniera nella scuola
elementare.
¡e di ingegneria naturalistica
ì al Parco
siera-Roccìavrè
fretta
liglioii
el vii»
bai'20 al 24 maggio 1996
®^gerà nel Parco Orsierapeiavrè uno stage di ingehapai^ Wa naturalistica finalizzasistemazione e stabione di scarpate e aree
laterali su una pista ad uso
o-silvo-pastorale. Gli invaiti riguardano opere di
•legno, contenimento delT_^
sione e ripristino della co-'
|Wura vegetale da realizzarsi
Radiante l’uso combinato
incipali tecniche dell’
lasneria naturalistica.
U stage è organizzato dalparco naturale Orsieralaciavrè, dal Comune di
'azze e dalla Comunità
^ntana vai Sangone con il
*“Ocinio del Collegio dei
,.Wi agrari della Provincia
Conti ' fWno; la. collaborazione
itmi Di è fornita dalla sezione
la cast*
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(già Bomo)
^ trieste 24, tei. 0121/397550 pinerolo (to)
Air interno della Regione
Piemonte il territorio del Pinerolese (vai Pellice, vai Chisone, vai Germanasca e Pinerolo) è particolarmente impegnato nel raggiungere quella
finalità che i programmi ministeriali: delia scuola elementare si sono posti fin dal
1985: tutti gli alunni della
scuola elementare hanno
r opportunità formativa di dedicarsi allo studio e alla pratica di una lingua intemazionale (francese o inglese o tedesco o spagnolo).
Da un’indagine che ho dondotto nel mese di marzo 1996
ho rilevato che sulla consistenza di 286 classi elementari del Pinerolese ben 200
svolgono lezioni di lingua
straniera per tre ore la settimana raggiungendo la percentuale del 70% circa. Su 4.288
scolari del territorio preso in
esame ben 2 mila 745 sono
toccati dall’insegnamento del
della Aipin (Associazione
italiana per l’ingegneria naturalistica).
Docenti universitari, tecnici
dell’Aipin e del Consorzio forestale Alta valle Susa seguiranno le fasi di cantiere e
quelle teoriche. Lo stage ha
carattere residenziale ed è rivolto principalmente a quanti
nella pratica professionale o
per motivi di studio si trovano
ad operare nel settore. L’iscrizione è limitata a un numero
massimo di 20 partecipanti
che verranno selezionati sulla
base delle domande che dovranno pervenire entro il 24
aprile 1996 all’Ente parco naturale Orsiera-Rocciavrè, via
Pacchiotti 51, 10094 Giaveno
(To), tei. Oì 1-9364080, fax
011-9364265. Le schede di
iscrizione potranno essere richieste all’Ente parco.
francese (1.615), delTlnglese
(1.192) e del tedesco (65). Si
tratta dunque di un record nazionale da non sottovalutare.
Accanto ai lavori seminariali si è potuto offrire ai corsisti una visione generale delle Valli e della presenza della
minoranza valdese: si sono infatti svolti un incontro con
l’assessore alla Cultura della
Comunità montana, Bruna
Peyrot, una visita alla scuoletta degli Odin-Bertot ad Angrogna, e la visita alla mostra
ospitata dal Centro culturale
su Piero Gobetti. Gli insegnanti presenti hanno inoltre
assistito alle prove della corale Les Harmonies, hanno avuto la proposta-vendita di prodotti locali biologici e hanno
partecipato a una serata di
musica occitana.
È stata inoltre colta la presenza di questo gruppo di corsisti per presentare ufficialmente le attività del gruppo
Lend (Lingua e nuova didattica), sorto di recente proprio a
Torre Pellice, che riunisce insegnanti di lingue straniere
provenienti dal Pinerolese,
dalle scuole di ogni ordine e
grado, che si ritrovano periodicamente per un corso di aggiornamento approvato dal
Provveditorato agli Studi di
Torino.
Ancora una volta dunque le
nostre Valli hanno avuto per
una settimana la funzione di
rilanciare, l’idea dell’integrazione europea, sfida per tutti
gli educatori di oggi a favore
delle giovani generazioni.
Sabato 30 marzo concerto in città
È nato il Coretto
valdese dì Pinerolo
Hanno già esordito in Pinerolo partecipando alla rassegna di cori che ogni anno viene organizzata a Madonna di
Fatima poco prima di Natale,
ma questa volta sarà il debutto con una serata tutta loro:
sono i ragazzi del coretto valdese di Pinerolo che sabato 30
marzo, nel tempio valdese, si
presentano con un concerto. *
Il coretto è nato nell’autunno del ’94 come tentativo del
gruppo giovani della Chiesa
valdese di coinvolgere altri
coetanei intorno a un’ipotesi
concreta; dal piccolo gruppo
iniziale si è passati al coinvolgimento di amici e di altri
ragazzi della chiesa che prima forse erano meno coinvolti. Composto di-una quindicina di giovani fra i 18 e i 28
anni, il gruppo si avvale del
supporto di strumenti musica
li e dell’esperienza maturata
nel campo musicale da alcuni
suoi componenti. «Inizialmente - spiega Silvia Gardiol
- siamo partiti come gruppo
di_giovani che partecipava al
culto inserendo nella liturgia
canti nuovi al posto degli inni
tradizionali: si è cominciato
con i “negro spirituals”. Consolidandosi il gruppo siamo
passati agli Inti Illimani e alla
musica inglese e nordamericana anni ’60-70; abbiamo
partecipato ancora a culti e
cantato in occasione di matrimoni». Sabato 30 dunque il
debutto casalingo; la serata è
divisa in più parti seguendo
un percorso musicale. Le offerte raccolte andranno a sostegno del progetto che l’associazione «Lou cialoun» ha
predisposto per Villa Olanda
a Lusema San Giovanni.
ma lASSicuflA zio ^
^Usecures
UAP
Agente
Maria Luisa POGGIO GÖNNET
Agenzìa generale
via Trieste, 47 - Pinerolo - tei. 0121 /764Ó4
Una mostra nelle stazioni ferroviarie
Il teatro della
memoria linguìstica
La mostra «Piemonte linguistico» è stata presentata
recentemente alla stazione
ferroviaria di Moncalieri; si
tratta dell’allestimento di tre
vagoni con la ricostruzione
dei momenti salienti del «teatro della memoria» dalla costituzione che si apre con
l’idea di identità dapprima
geografica e poi politica chiamata Piemonte, il progressivo
evolversi dei suoi confini, i
caratteri fondamentali di ciascuna epoca. La mostra costituisce anche un suggestivo
viaggio nel patrimonio linguistico della regione.
Il visitatore si troverà di
fronte a un vero e proprio atlante parlato; infatti, attraverso una postazione informatica in grado di riprodurre
la voce umana e che integra
un’esposizione con carte
esplicative su pannelli, potrà
ascoltare la pronuncia locale
dei toponimi e mettere a confronto, con l’aiuto della carta
topografica che compare sul
video, i nomi di oggetti e di
concetti utilizzati nelle parlate piemontesi: dunque uno
stmmento importante per conoscere la varietà linguistica
della Regione. Accompagna
la mostra il catalogo «Il Piemonte linguistico» e la videocassetta «Abitare la montagna» che verrà divulgata
presso istituti scolastici ed
enti locali. La mostra sarà
con tutta probabilità nella
stazione ferroviaria di Torre
Pellice per un periodo nel
corso dell’estate.
Il punto dopo il trasloco
L'intenso 1995
dì Radio Beckwith
«E stato un anno importante
quello appena trascorso da
Radio Beckwith - ha detto
venerdì scorso durante l’assemblea dell’associazione
culturale Lo Bue il presidente
Paolo Gay -; abbiamo dovuto
far fronte ad una serie di modifiche tecniche legate alla
concessione da parte del mini- .
stero per le Trasmissioni, al
trasloco a Villa Olanda in una
sede finalmente spaziosa in
grado di ospitare gli studi
dell’emittente e gli uffici ma
anche ad un impegno economico assai elevato».
A 12 anni dall’inizio delle,
trasmissioni Radio Beckwith
ha dunque l’occasione di fare
un salto di qualità e di rispondere maggiormente alle attese
degli ascoltatori, sfruttando al
meglio le opportunità che il
mezzo radiofonico offre.
Quotidianamente la radio trasmette sette ore di programmi
redazionali confezionati direttamente negli studi di Villa
Olanda oppure acquisiti tramite consorzi di radio evangeliche di cui remittente fa
parte; per le restanti ore viene
trasmessa musica di tutti i generi, con il coinvolgimento di
diversi ragazzi del Pinerolese
che conducono programmi
specifici.
«Certo - prosegue Gay avremmo bisogno di potenziare il lavoro redazionale con
nuove collaborazioni; su alcuni settori siamo “scoperti” e
mancano ancora collegamenti
regolari con le ampie zone del
Cuneese dove pure sappiamo
che la radio è ascoltata. Bisognerebbe che le chiese delle
Valli potessero dedicare maggiore impegno sul progetto di
Radio Beckwith evangelica».
Forse, è stato ricordato in
assemblea, il problema è più
ampio; a livello nazionale sono sorti negli ultimi anni due
Consorzi di radio evangeliche,
il Crei (coordinamento radio
evangeliche) maggiormente
rappresentativo di emittenti
vicine alle chiese della Federazione delle chiese e il Fare
(federazione associazioni radio evangeliche) più-rappresentativo dell’area “evangelical” italiana. In realtà mentre
i secondi hanno dato parecchio impulso all’attività arrivando recentemente a proporre alle radio associate (e Ra
dio Beckwith lo è) l’uso del
collegamento mediante satellite, il Crei fatica a far decollare un’attività concreta a favore delle emittenti aderenti.
C’è dunque una difficoltà nelle chiese storiche nel portare
avanti un impegno costante e
significativo nella radiofonia?
Intanto, per gestire un’emittente come Radio Beckwith
che fa leva soprattutto sul volontariato ma deve comunque
affrontare spese di personale,
di tasse e di costi di gestione,
occorre disporre di somme
non indifferenti: circa 18Ó mila lire al giorno, è stato calcolato: come farvi fronte? «Da
alcuni anni possiamo contare
su un contributo annuale dal
parte del I distretto; - precisa
Paolo Gay a questo aiuto
possiamo aggiungere altre offerte, gli utili di eventuali
concerti e delle “Giornate di
Radio Beckwith” che si svolgono d’estate a Torre Pellice
e i proventi della pubblicità:
l’anno scorso questa voce, per
usa serie di ragioni, ha subito
una battuta d’arresto mentre
quest’anno registriamo un miglioramento».
Accanto a queste iniziative
da quest’anno l’associazione
ne ha proposta una nuova,
quella di un abbonamento annuale a 50.000 lire da sottoscrivere mediante conto corrente postale o bancario. È
prevista un’assemblea annuale degli ascoltatori che potranno valutare l’andamento della
radio fornendo critiche e suggerimenti. Rappresentanti di
Radio Beckwith stanno in
queste domeniche illustrando
l’iniziativa nelle varie comunità (la scorsa domenica è stata visitata la chiesa evangelica
di Cuneo).
Al termine dell’assemblea è
stato eletto il Consiglio direttivo che risulta composto da
Paolo Gay, Attilio Sibille, Roberto Charbonnier, Daniele
Varese, Daniele Cericela,
Claudia Armand Hugon, Vanda Bertalot, Stefano Ricca e
Sandra Rostagnol.
RADIO V .
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EVANGELICA
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10
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PAG. IV
! :V
Nelle
Chiese Valdesi
III CIRCUITO — Il gruppo che andrà in Madagascar
nell’agosto ’96 si ritroverà sabato 30 marzo all’Eicolo
grando alle 20,30.
ANGROGNA — Il gruppo giovanile invita i catecumeni e i
giovani della comunità a unaYesta nella sala del capoluogo sabato 30 marzo. Nella settimana di Passione ci saranno due culti con celebrazione della cena del Signore, giovedì 4, ore 21, a Pradeltomo e venerdì 5, ore 21, al Serre.
La corale parteciperà ai culti al Serre e al capoluogo.
Riunione quartierale il 2 aprile, alle 2030, ai Jourdan.
BOBBIO PELLICE — Domenica 31 culto con confermazioni e battesimi. Venerdì 5, alle 21, culto con S. Cena.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Otto giovani faranno la
loro ammissione in chiesa domenica 31 marzo; il culto
avrà luogo nel tempio del Ciabas. Giovedì 4 il culto alle
21 sarà ^a sala Albarin, come pure venerdì 5 alle 21. La
prossima riunione sarà il 2 aprile alle 20,30 alla Cartera.
MASSELLO — Venerdì 5, alle 11, culto al Reynaud.
PERRERO-MANIGLIA — Domenica 31 culto della Palme ma senza confermazioni o battesimi; giovedì 4, alle
20,30, culto nella sala. L’Unione femminile si riunirà il 2
aprile alle 14,30.
PRAROSTINO — Domenica 31 marzo, dopo il culto, vi
sarà un pranzo dei catecumeni.
POMARETTO — Domenicali, culto alle 10 nel tempio
con le confermazioni e i battesimi; giovedì 4, ore 20,30,
culto con Santa Cena nel tempio, venerdì 5, alle 20,30,
culto con Santa Cena ad Inverso Clot. Le prossime riunioni quartierali saranno il 1° aprile, ore 20, ai Masselli,
il 3 aprile alle 20 ai Pons e alle 20,30 alla Lausa e il 4,
ore 15, a Inverso Paiola.
PRALI — n venerdì santo ci saranno le due ammissioni in
chiesa previste per quest’anno.
SAN SECONDO — Sabato 30 marzo, dalle 10, giornata
fraterna della scuola domenicale. Domenica 31 marzo
culto delle Palme con partecipazione della corale e confermazioni; giovedì 4, ore 20,30 e venerdì 5, ore 10, culto liturgico.
TORRE PELLICE — Domenica 31 marzo culto al centro
con le ammissioni in chiesa di 11 ragazzi; partecipa la
corale. Giovedì 4, ore 21, culto al centro con Santa Cena
a corale; venerdì 5, ore 10,30, culto agh Appiotti e alle
21 culto ai Coppieri con partecipazione del coretto.
VELLAR PELLICE — Domenica 31 marzo al culto con le
confermazioni la predicazione sarà del pastore Paolo Ricca, decano della Facoltà valdese di teologia di Roma. Sabato 30 marzo, alle 21, nella sala, la filodrammatica presenterà il dramma «Creatura umana» di Vittorio Calvino.
La serata sarà replicata lunedì 8 aprile alla stessa ora.
VILLASECCA — Domenica 31 marzo alle 10 culto nel
tempio di Chiotti e anunissione dei catecumeni; venerdì
santo, ore 10, culto nella sala. Riunioni quartierali martedì 2 aprile alle 20 a Trussan e mercoledì 3 alle 14,30 ai
Trossieri e alle 20 a Pian Faetto.
San Germano
Musica
Contry
a Cantavalli
Approda a San Germano il
Cantavalli di sabato 30 marzo; nel tempio valdese si esibirà il duo country Susi Gott
& Christian Séguret. La coppia, 15 anni di esperienza
professionale, 2.000 concerti,
due film, la partecipazione in
una cinquantina di dischi, numerose partecipazioni a trasmissioni radiotelevisive, è
molto conosciuta in Europa e
negli Stati Uniti. Si tratta di
grandi musicisti ma soprattutto di bravi cantanti capaci
di ricreare sul palco scenico
la magia dei duo vocali di cui
gli anriericani sono maestri.
Susi Gott e Christian Séguret
sùonano violino, chitarra e
mandolino
Presentano, in concerto, in
trio con Olivier Andrés al
contrabbasso, un repertorio
country che parte dalla «old
time music» più tradizionale
in cui eccelle la violinista Susi, originaria degli Appalachi
Mountains, per arrivare al
«bluegrass» e alla country
music propriamente detta,
con una panoramica su un
genere musicale molto popolare in Italia ma relativamente poco conosciuto nella dimensione più coinvolgente
dei concerti dal vivo.
Torre Pellice
Tutti
mi chiamano
Ziamele
E Eco Delle Vai.i.t moESi
VENERDÌ 29 MARZO 1996
Radio Beckwith evangelica,
in collaborazione con la Pro
Loco di Torre Pellice, propone per la serata di venerdì 29
marzo alle 21, nel tempio valdese di Torre Pellice, uno
spettacolo musicale dal titolo
«Tutti mi chiamano Ziamele»,
suoni e parole dèll’universo
Yddish. Lo spettacolo, che
prende le mosse dalla ricerca
pubblicata in un libro di Claudio Canal qualche anno fa, si
sviluppa attraverso una ricostruzione delTatmosfera delle
città dell’Europa orientale prima dell’avvento del nazismo.
Brusca interverrà nella vicenda la distruzione della città
ebraica, lo sterminio, e non
mancheranno i riferimenti
all’emigrazione nel Nord
America con il costituirsi delle prime importanti presenze
ebraiche.
La serata si svolge fra begli
esempi di vocalità, letture e
brani eseguiti con strumenti;
il gruppo che propone lo spettacolo, I Klezmorim (I musicanti), è composto da Giovanna Galante Garrone (voce),
Francesco Forti (clarinetto),
Roberto Ferrari (violino), Mario Tavella (contrabbasso) e
dallo stesso Claudio Canal
(tastiere e voce).
HOCKEY GHIACCIO: IN PISTA LE «VECCHIE GLORIE» — È stato un incontro revival quello di domenica 24
al palaghiaccio di Torre Pellice: in pista alcuni dei più significativi nomi della Valpellice degli ultimi 20 anni, insieme per una volta dopo tanti anni per affrontare la attuale
formazione del Torino-Valpellice che ha disputato il campionato di B2. Sono così tornati a Torre Pellice alcuni degli
artefici della promozione in serie A nel lontano ’77: Ico Migliore, Preda, Bressan; è arrivato da Milano anche^il canadese Kim Gellert, per 3 anni capocannoniere della massima
serie italiana, hanno rimesso i pattini gli ex Omar De Biasio, Dario Saletta, Enzo Armand Pilon, Jonny Odin. Tutti
con qualche chilo in più rispetto al peso forma ma con immutate caratteristiche tecniche e comportamentali: chi per
lunghi anni si è espresso a grandi livelli di gioco non dimentica nemmeno quando i 50 anni sono vicini, chi ha sempre puntato sull’agonismo ha continuato a farlo, malgrado
l’incontro fosse «amichevole». Alla fine una simpatica e
beneaugurante staffetta: in porta al posto del 35enne portiere Pilon è entrato suo figlio Michel, poco più che un bambino ma desideroso di seguire le orme del padre e l’ultima rete è stata realizzata dall’altrettanto giovane Gabriele Viglianco, figlio di Mauro per tanti anni capitano della squadra. Il risultato finale, per quel che conta in queste occasioni, è stato di 6 a 3 per i vecchi; più importante la scelta di
devolvere quanto incassato nella serata (oltre 500.000 lire)
al progetto di accoglienza di bambini provenienti da Cernobil in Cui sono coinvolti associazioni e Comuni della valle.
CALCIO: VINCONO PINEROLO E LUSERNA — Con
una rete di Fabbrini il Pinerolo ha superato la Torrelaghese,
penultima in classifica nel campionato Dilettanti per 1 a 0;
non è stato certo un bell’incontro ma col successo i biancoblù hanno reso un ottimo servizio al Saluzzo capace di vincere a Torino col Millefonti per 3 a 2 mantenendo così
qualche speranza di salvezza. Per il Pinerolo, domenica
prossima in trasferta a Moncalieri, si conferma il quinto posto in classifica.
Il Lusema non è più ultimo in classifica grazie alla seconda
vittoria stagionale, questa volta sulTAiraschese per 1 a 0,
ma sulla classifica pesano i tanti, troppi pareggi.
VOLLEY: VINCONO LE PINEROLESI — Doppio succeso
per le due formazioni di Pinerolo: in B2 le ragazze hanno
superato l’Orsenigo per 3 a 2 e si mantengono a quattro lunghezze dalla capolista solitaria Agii Trecate; i ragazzi in CI
hanno vinto 3 a 0 in trasferta con il Bressano Villanova.
Nel settore Allievi le due formazioni del 3S allenate rispettivamente da Gardiol e Bresso si troveranno di fronte fra
due settimane nei play off: la squadra A ha battuto il Cus
Torino 3 a 0 e quella B, con uguale punteggio il Susa Sport;
sconfitta invece per la squadra C battuta 0 a 3 dal Sant’Anna. Sconfitta 0 a 3 anche in 3“ divisione maschile per il 3S
opposto al Pino e per le Allieve battute per 0 a 3 dall’Antares Pinerolo. Infine in terza divisione femminile il 3S Nova
Siria ha battuto il Perosa per 3 a 2 mentre il 3S Bar dei Tigli
ha perso per 0 a 3 ad opera del Villafranca.
PALLAMANO — In serie B, opposte alle capoclassifica del
Coccaglio, formazione proveniente dalla serie A, le ragazze
di Comoglio non hanno potuto fare molto; notevole comunque l’impegno e la crescita tecnica di alcune ragazze. 10 a
29 il punteggio finale.
CORSA CAMPESTRE — Grande partecipazìòne ed importanti risultati hanno caratterizzato la partecipazione del Gs
Pomaretto ’80 alla'quarta prova del campionati provinciale
e regionale di corsa campestre disputatasi domenica a Perosa Argentina. Prima nella classifica per società, la compagine valligiana ha visto numerosi piazzamenti e successi: Patrizia Bounous ha vinto fra le Pulcine davanti a Elisabeth
Porporato e Monica Ghigo; David Ghigo ha vinto fra i pulcini, Valentina Richard fra le Ragazze, Susy Pascal fra le
Cadette e Alfredo Benedetto fra gli AM 60. Sul podio anche Andrea Alcalino, 2° fra i Ragazzi, Andrea Barrai, 2° fra
i Cadetti, Luca Alcalino, 2° fra gli Allievi, Elena Breuza 3“
fra le A’W 20, Santa Doina, 2“ fra le AW 40 davanti a Milena Poet 3“, Manuel Griot 3° fra gli Junior, Angela Ripepi 2°
fra le AW 50 e Daniele Bellocchio 3° fra gli AM 30.
Usato garantito
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Apparecchi delle migliori marche
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Dal 28 al 31 marzo — TORINO: Presso il teatro Macario, via
Santa Teresa 10, alle 21,15 (domenica 31 alle 16) il gruppo Teatro Angrogna presenta «Café Liberté».
28 marzo, giovedì — TORRE PELLICE: Alle 16,30, presso la biblioteca della Casa valdese IV corso per insegnanti elementari, 5“ lezione: «Le tradizioni orali». Relatore prof. Osvaldo
CoTsson.
28 marzo, giovedì — PINEROLO: Il Circolo pinerolese
astrofili «Polaris» organizza
presso il Museo di scienze naturali, a Palazzo Vittone, un incontro sul tema «Le stelle e la loro
evoluzione»; ore 20,45, nell’ambito del 3° Corso teorico-pratico
di astronomia.
28 marzo, giovedì — BRICHERASIO: Alle 21, presso il
salone delle scuole medie, si
svolge un incontro promosso
dairUsl 10, Comunità montana e
distretto scolastico’sul tema:
«Febbre e uso dei farmaci», intervengono medici e operatori
del settore.
29 marzo, venerdì — LUSERNA SAN GIOVANNI: Alle
21, nella Sala mostre, incontrodibattito su «Il nucleare civile: la
sicurezza tra tecnologia e politica» con Giancarlo Tenaglia, conferenza Pugwash di Roma, e Giovanni Del Tin, del Politecnico di
Torino, dipartimento Energetica.
29 marzo, venerdì — PINEROLO: Alle 21, nella chiesa di
San Domenico, si terrà lo spettacolo «Una goccia di miele da un
giorno di fiori», per la rassegna
«Il teatro delle religioni».
29 marzo, venerdì —CESANA: Presso la sala polivalente,
alle 21, incontro su «La vita in
montagna in gioventù, in età
adulta e nella vecchiaia».
29 marzo, venerdì — SAN
GERMANO CHISONE: Nell’
ambito del progetto «Asilo-Satkhira: mani che si incontrano»,
all’Asilo valdese si apre Tesposizione-mercato dei lavori di artigianato del Bangladesh realizzati
presso il centro di Satkhira; la
mostra resterà aperta fino all’8
aprile in orario 14-17,30.
30 marzo, sabato — TORRE
PELLICE: Alle 21 nel tempio
valdese, la «Bottega del possibile» e l’Associazione pace vai
Pellice presentano «Le ultime
sette parole di Cristo» per quartetto d’archi di Franz Joseph
Haydn nell’esecuzione del quartetto «Soli Deo Gloria» con la
presentazione di Rodolfo Venditti e la lettura di testi evangelici.
Le offerte raccolte nella serata
saranno utilizzate per finanziare
l’àccoglienza, nel prossimo autunno, di 20 bambini provenienti
da Cemobil.
30 marzo, sabato — TORRE
PELLICE: Alle 17, nella sala
Paschetto del Centro culturale
valdese, si inaugura la mostra del
pittore Eugenio Comencini che
rimarrà aperta fino al 20 aprile.
30 marzo, sabato — PEROSA ARGENTINA: Alle 16,45,
presso il salone della Comunità
montana avrà luogo l’incontro
con Alberto Cabella che parlerà
su «Cento anni di emigrazione
italiana in Francia: un bilancio».
31 marzo, domenica — BAGNOLO: Dalle 9 alle 19, per le
vie cittadine, sfilata d’auto
d’epoca con gincana.
1® aprile, lunedì — TORRE
PELLICE: Presso il Liceo europeo, via Beckwith 1, alle 17,15,
incontro del grappo di insegnanti
di lingue straniere Lend con T intervento della professoressa Graziella Pozzo.
2 aprile, martedì — TORRE
PELLICE: Alle 15,30, alla biblioteca della Casa valdese, Piercarlo Longo parla su «Massoneria oggi» per i’Unitrè.
2 aprile, martedì — PINEROLO: Alle 20,45, presso la
scuola infermieri di via Trieste
42, incontro su «Le cure palliative e il ruolo del volontariato»
con il professor F. Henriquet,
nell’ambito del corso gratuito di
formazione per volontari.
3 aprile, mercoledì — TORRE PELLICE: Alle 20,30 presso il Centro di incontro si riunisce il grappo Di.a.psi.gra.
]
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CHISONE - GERMANASCiT
Guardia medica:
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Ospedale di Pomaretto, tei. 81154
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DOMENICA 31 MARZO
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- V. Nazionale 22, tei. 800707 ’
Ambulanze:
Croce Verde, Perosa: tei. 81000- ;
Croce Verde, Porte : tei. 201454 ,
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VAL PELLICE ;
Guardia medica: w
notturna, prefestiva, festiva: f
telefono 932433
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 31 MARZO
Torre Pellice: Farmacia Muston - Via Repubblica 22, tei.
91328.
Ambulanze:
CRI - Torre Pellice, tei. 953355
Croce V. - Bricherasio, tei. 598790
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PINEROLO I
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
Cspedale civile, tei. 2331
Ambulanza:
Croce Verde, tei. 322664
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dalle ore 8 alle 17, presso le'sedi dei distretti.
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TORRE PELLICE — Il ci-’
nema Trento ha in programma,
giovedì 28 e venerdì 29, ore
21.15, L’odio; sabato 30, ore 20:“
e 22,10, La sindrome di Stan-i
dhal, domenica 31, ore 16, 18,,
19, 21 e lunedì 1° aprile, ore.
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non può essere venduto separatamente
Rag. Tribunale di Pinerolo n. 175/M
Resp. Franco Giampiccoli
Stampa: La Ghisletiana Mondovl
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29 MARZO 1996
Vita
PAG. 7 RIFORMA
Inaugurata a Perugia la nuova chiesa evangelica alla presenza delle autorità
Perché vedano il bene che è in noi
Lo stabile che ospitava in origine la Chiesa dei Fratelli vede ora
un passaggio del testimone per proseguire l'attività della predicazione
ìbmanwo ciocca_
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1 De.
bato,
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Domenica i7 marzo è
Itato inaugurato a Perula ¡ijuovo locale di culto in
Safénincasa 6b. Il locale è
ato in pieno centro storia pochi passi da via dei
Priori e, per chi arriva in auto, offre la possibilità di par¿ggiare in viale Pompeo
pallini e di raggiungere via
jgnincasa tnediante scale
jiobili coperte. La sala ha denonSiazione di Chiesa valjjse,'ma comprende anche
Irattisti, taietodisti, luterani,
iglieàni.
Per oltre 40 anni il locale è
stato sede della Chiesa dei
fratelliiche, trasferitasi in
più ampi, lo ha ceduto allo Chiesa valdese. Con
ilare commozione essa
lolà||6quisito, considerando
ihe il primo tentativo di eèHzzazione a Perugia fu
nel 1863 dal giovanissiipilio Comba in un vano
ijiùchi metri di distanza, in
ra dei Priori.
Laiistrutturazione del locale è .§tata curata con finezaeéoinpetenza dall’archiletto'landi, che ne ha partiolarmente incrementato la
tìibilità e la luminosità melante Ìelici soluzioni struttualiiÉe consentono, oltre ai
ptmali culti e allo studio bi, anche incontri culturai,|0jiferenze, dibattiti e, in
iinangolo biblioteca, la lettutalflla stampa evangelica.
Sono intervenuti aO’inaujarazione il moderatore,
iianni Rostan, il sindaco,
pwitoaddoli, il presidente
delljprovincia, Borgognoni,
il;^idente dell’Azienda di
promdzione turistica, prof.
Coli, il presidente del III difetto, Fulvio Rocco, Gianni
Osella per l’Il“ circuito, il
dott. Franco Ciuchi della
piesajiei Fratelli di Perugia,
hons. Elio Bromuri direttore
^Ifléntro ecumenico San
Aitino, anche in rappresendell’arcivescovo di Pe
obili
i; tei .
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Un momento del culto inaugurale del locale di via Benincasa
Sono intervenuti anche
rappresentanti delle chiese di
Terni, di Forano, di Roma
piazza Cavour e via IV Novembre, di Firenze e Siena.
Hanno mandato la loro adesione le chiese valdesi di Napoli via dei Cimbri, e di Pisa,
le chiese battiste di Rivoli e
Firenze, la Chiesa metodista
di Bologna, il presidente
dell’Opcemi, Valdo Benecchi,
e la Chiesa libera di Avellino.
Il culto di inaugurazione è
stato presieduto dal pastore
Archimede Bertolino che cura la Chiesa metodista di Terni e la nostra. La predicazione su Matteo 5, 13-16 è stata
tenuta dal pastore Franco
Sommani, che per molti anni
ha curato la diaspora perugina e che con la sua preparazione e la notevole comunicativa ha esortato le sorelle e
i fratelli della nuova chiesa
perugina a far risplendere la
luce «davanti.agll uomini,
perché vedano il bene che
voi fate e ringrazino il Padre
vostro che è in cielo».
Il prof. Gian Biagio Furiozzi, a nome del Consiglio di
chiesa e di tutta la comunità
di Perugia, ha ringraziato gli
intervenuti e in particolare la
Tavola valdese e il moderatore Rostan e le autorità. Uno
speciale ringraziamento è
stato rivolto al prof. Aldo
Stella che per oltre 20 anni ha
ospitato nella sua casa la diaspora perugina. «Anche per
merito suo - ha detto Furiozzi - quella diaspora è diventata oggi chiesa». È stato ringraziato anche Gianni Sagripanti che ha seguito giornalmente tutta l’attività di ristrutturazione e di organizzazione della chiesa e si è assunto l’onere di gestire il deposito libri della Claudiana.
Il moderatore Rostan ha
pronunciato parole di compiacimento e di incoraggiamento per la nuova chiesa
che inizia il suo cammino. Il
sindaco Maddoli ha ricordato
quando, ragazzo, abitava proprio in via Benincasa e sentiva i canti della Chiesa dei Fratelli. Parole di saluto sono
state pronunciate dal presidente Borgognoni, da Fulvio
Rocco e Gianni Musella.
Il dottor Ciuchi si è detto
lieto della «staffetta» che consente che la sala, passando
dalla Chiesa dei Fratelli a
quella valdese, rimanga evangelica, e mons. Bromuri
ha consegnato al pastore
Bertolino una lettera dell’arcivescovo di Perugia mons.
Chiaretti, in cui si richiama
Vut unum sint che deve animare tutte le confessioni cristiane. È seguito il rinfresco
preparato dalle signore della
comunità.
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■ Il «campo» d\ Poggioreale
Le chiese evangeliche
gestiranno il proprio cimitero
Un’importante decisione è
stata presa dall’assemblea
della «Fondazione Betania»
di Napoli che gestisce l’ospedale evangelico di Ponticelli,
nel corso della riunione annuale tenutasi il 26 febbraio,
che riguarda il «campo per
evangelici» nel cimitero comunde di Poggioreale.
Come in tante altre località
gli evangelici nel passato furono discriminati anche per
quanto riguarda i funerali: a
Napoli trovarono sepoltura
in un’area dove venivano
buttati i cadaveri dei morti di
colera, il «cimitero della
pietà». Di «pietà» nel senso
etimologico ce n’era poca,
mentre l’area, per lo stato di
abbandono faceva e «fa
pietà». Da almeno vent’anni
il «Consiglio delle comunità
evangeliche» ha cercato un
dialogo con le autorità comunali per venire a capo del
problema. Solo recentemente si è aperto un dialogo, trovando da parte degù assessori competenti disponibilità a
dare agli evangelici la gestione dell’area.
TI «Consiglio» però, non
avendo personalità giuridica,
né volendo assumerla, non
poteva operare. Ha perciò
iniziato la ricerca di un ente
che lo sostenesse, e finalmente la «Fondazione Betania», che nel suo statuto ha
anche contemplato la possibilità di instaurare rapporti
con le autorità comunali per
la gestione di cimiteri, ha accettato di prestarsi a questo
servizio, confermandosi così
come luogo di incontro e collaborazione tra le diverse
chiese.
Nella seduta del 26 la Fondazione si è pertanto dotata
di un «Regolamento» per la
gestione del cimitero. La bozza, redatta dal «Consiglio delle chiese evangeliche», era
stata preliminarmente sottoposta al vaglio e all’approva
Carbonia
Per il bene
della città
Il 1996, per i membri della
Chiesa battista di Carbonia, è
iniziato con una serie di incontri su temi di grande attualità, soprattutto per il contesto in cui la chiesa opera: il
volontariato, l’ecologia, il lavoro, la condizione della
donna sono solo alcuni dei
temi sui quali si cerca di apri-,
re il confronto con la città.
Il 14 marzo, presso i locali
della chiesa, si è tenuta la prima conferenza dal titolo:
«Cercate il bene della città
dove io vi ho posti...» (Geremia 29, 7) a cui hanno partecipato non solo i responsabili
delle varie associazioni di volontariato di Carbonia e dei
paesi limitrofi, ma anche il
Comune, nella persona dell’
assessore Marras e il presidente della Usi 7, il dott. Salis, nonché il parrocò della vicina Chiesa cattolica e là
stampa locale.
Lo scopo della manifestazione è stato quello di stimolare le varie forze sociali, politiche e religiose della città
per collaborare a uno stesso
fine, pur nel rispetto delle diversità, quel bene di cui parla
il profeta Geremia e che coinvolge tutti noi. Questo invito
esplicito a ricercare il bene
della propria società è inqanzitutto un invito di Dio alla
sua chiesa ad essere presente
e attiva nel tessuto sociale e a
includere ogni uomo e ogni
donna in questo impegno
quotidiano.
zione di tutte le chiese interessate. Era infatti importante che i criteri di gestione del
cimitero incontrassero il consenso generale. Grazie alla
disponibilità della Fondazione si potrà finalmente porre
mano a sistemare in modo
dignitoso quell’area cimiteriale. Naturalmente bisogna
compiere ancora altri passi:
per esemplo firmare una
convenzione con il Comune
e un accordo di collaborazione con il Consiglio delle chiese. Ma il primo passo, speso
quello più difficile, è stato
fatto. Forse si è finalmente
voltato pagina.
Poiché la gestione dell’area
sotto l’egida della «Fondazione», sarà fatta con la collaborazione attiva di tutte le chiese evangeliche interessate, è
probabile che si apra un nuovo capitolo nella storia dei
rapporti tra gli evangelici di
Napoli. Quando nei decenni
passati gli evangelici si sono
messi insieme, è nato l’ospedale di Ponticelli (e scusate se
è poco); chissà che dalla futura collaborazione non possa
nascere qualche frutto altrettanto bello e significativo per
la testimonianza aH’Evangelo
ili questa area ricca di fermenti spirituali.
M Brevi
Dalle chiese
delle Valli
PRAMOLLO — Ringraziamo di cuore il fratello Aldo
Garrone per il ricco messaggio che ci ha rivolto nel corso
del culto da lui presieduto
domenica 10 marzo.
• Sabato 23 marzo il gruppo espressivo «La ribaltina»
di Pinerolo ci ha permesso di
trascorrere una serata in piena allegria con l’interpretazione magistrale, in piemontese, della commedia brillante di F. Roberto «Bonbon da
sposa a tutte le ore».
• La domenica di Pasqua
avremo il culto con Santa Cena nel tempio; la domenica
delle Palme un culto normale, quest’anno senza confermazioni. Il lunedì di Pasquetta, invece, sarà una giornata
speciale, caratterizzata dall’
incontro della comunità con
tutti gli ex pastori che hanno
svolto una parte del loro ministerio a Pramollo e con le
loro famiglie. Il culto, alle
10,30, sarà presieduto dal pastore Paolo Marauda; seguirà
un pranzo comunitario.
• Ci ha lasciati, all’età di 91
anni, la sorella Lidia Beux
ved. Travers. Alla famiglia in
lutto giunga l’espressione
della fraterna solidarietà cristiana di tutta la comunità.
ANGROGNA — Il 10 e 17
marzo, i bambini della scuola
domenicale con i ragazzi del
precatechismo e le sorelle
dell’Unione femminile hanno tenuto due culti molto apprezzati dalla comunità. Il
primo, articolato sul materiale «Senza frontiere» distribuito dal Sie, è stato animato da
alcune scenette e da molti
canti che hanno coinvolto
l’assemblea. Nel secondo è
stato utilizzato il materiale
della giornata mondiale di
preghiera, preparato dalla
donne di Haiti.
• Durante il culto di Pasqua, alle 10 al capoluogo,
avranno luogo battesimi e
confermazione.
• È improvvisamente deceduta, all’età di 76 anni, la sorella Maria CoTsson Ricca. La
comunità esprime alla famiglia la solidarietà nel lutto.
12
f ■
I
PAG. 8 RIFORMA
Dal comunicato finale del convegno
Lo spazio di Dio
liella nostra vita
Per la prima volta nella storia della Federazione delle
chiese evangeliche in Italia (Fcei) e in seguito all’atto 35
della X assemblea Fcei, si è tenuto dal 15 al 17 marzo 1996,
presso il centro metodista di Ecumene, un seminario sulla
spiritualità protestante: «Lo spazio di Dio nella nostra vita».
Al seminario hanno partecipato, insieme ai rappresentati
delle chiese federate, anche esponenti della Chiesa awentista, delle assemblee di Dio e della comunità cristiana di
Caserta (pentecostale). I partecipanti hanno constatato la
ricchezza e la complessità delle varie espressioni di spiritualità del mondo evangelico italiano, dalle diverse tradizioni denominazionali all’apporto delle donne, dei giovani
e degli evangelici immigrati dal Terzo Mondo.
Hanno rilevato inoltre le possibili ambiguità del termine
«spiritualità», a cui alcuni hanno preferito quello di «pietà»
in riferimento al vissuto di fede dei credenti. La spiritualità
va intesa a partire dalla «sola grazia» di Dio alla quale donne e uomini rispondono con la «sola fede». Lo spazio di Dio
nella vita umana che viene così a crearsi si nutre della pratica comunitaria e individuale, della preghiera, della lettura
biblica, della meditazione, del cantò, dell’ascolto silenzioso, nonché di talune espressioni corporee.
I partecipanti hanno affermato la natura interconfessionale della spiritualità cristiana, dando atto degli stimoli ricevuti in tal senso dal movimento ecumenico. Allo stesso
tempo harmo messo in risalto l’elemento specifico di una
spiritualità protestante, che è stata individuata in una
profonda fedeltà alla Parola di Dio e al Cristo di cui essa è
testimone. È stata riconosciuta, in dialogo con altre
espressioni del mondo evangelico, l’insufficienza delle riflessioni sul ruolo dello Spirito Santo nel vissuto di fede
delle nostre chiese. Il fatto che ora conosciamo solo «in
parte» (I Corinzi 13, 12) ci induce a riconoscere la parzialità delle nostre affermazioni, ci porta all’ascolto l’uno
dell’altro e all'apertura al Dio che viene. Infine, i partecipanti hanno espresso l’auspicio che la Fcei incoraggi iniziative atte a proseguire il cammino già intrapreso.
MIGLIONICO — In occasione dell’8 marzo la Chiesa evangelica battista ha partecipato all’organizzazione di un incontro dal tema «Chi disse donna» promosso dal comitato cittadino Iride. In ima tavola rotonda sul tema delle pari opportunità ha parlato, insieme a Pasquina Bona e Maria Signoretla, rispettivamente assessora e consigliera alla Provincia, la pastora Elizabeth Green sulle donne nelle chiese
protestanti. Era presente anche una delegazione della
chiesa battista di Matera.
TRAPANI-MARSALA — Domenica 25 febbraio, nel tempio di
Marsala, si è tenuta un’assemblea di chiesa delle due comunità. Oltre a discutere e approvare la relazione finanziaria relativa all’anno 1995 e il preventivo 1996, l’assemblea ha discusso e poi deciso che la chiesa delle due città
continui a rimanere una e, preso atto del progressivo aumento del numero dèi membri, ha votato un atto, da mandare alla Conferenza distrettuale perché venga approvato,
relativo al passaggio da chiesa in formazione a chiesa costimita. Siamo grati al Signore perché attraverso la crescita
della nostra chiesa possiamo vedere dei segni della sua
grazia e della sua benedizione.
SAN GERMANO — È terminato, dopo otto incontri, il ciclo invernale di studio biblico interconfessionale. Il tema era la
Lettera agli Ebrei. Il tempo, particolarmente inclemente in
questa parte dell’anno e, forse, la difficoltà dell’argomento
in discussione, hanno fatto sì che la partecipazione non
fosse nutrita come nel precedente ciclo autunnale, dedicato alla lettura dell’Esodo. Questo fatto non ha però impedito di avere delle serate profonde e interessati. La Lettera
agli Ebrei, come ha notato il parroco di San Germano, con
la sua attenzione alla cristologia e al sacerdozio di Cristo,
ha costretto valdesi e cattolici a confirontarsi su un terreno
di divergenza, e pertanto ha permesso loro di conoscersi
meglio: questo è l’ecumenismo. Un ulteriore incontro di
valutazione e di programmazione si terrà dopo Pasqua.
• Ci ha lasciati la sorella Elena Reynaud ved. Bouchard,
ospite da diversi anni dell’Asilo dei vecchi di San Germano. Al figlio, che ha assistito la mamma sofferente da parecchio tempo con profonda dedizione, vada il pensiero
fraterno della comunità tutta che gli ricorda che solo in
Cristo si trova la vera consolazione.
AVELLINO — Giornata di festa domenica 17 marzo per la
Chiesa libera: nove tra sorelle e firatelli avevano chiesto di
essere battezzati; con gioia la chiesa ha accolto la loro richiesta e nel corso del culto sono scesi nefie acque battesimali Celeste Mupo Casarella, Assunta De Paola, Antonio
Amodlo D’Ambrosio, Tommaso Polvere, Raffaella De Cristofaro D’Ottobre, Carmela De Maio, Olimpia Olino, Giovanni Camesasca, Armando Casarella. La cappella era stipata all’inverosimile, anche perché per l’occasione erano
giunte rappresentanze di altre chiese evangeliche (libere,
pentecostdi, valdesi) della zona. Il culto è stato tenuto dal
pastore Antonio Casarella, che ha predicato il testo di Marcò 10,32-45, la domanda di Giacomo e Giovanni di sedere
uno a destra e l’altro a sinistra nel Regno, La risposta di
Gesù invita non a cercare il dominio, ma il servizio, a darsi
agli altri come lui si è dato il primo. Al culto è poi seguita
una gioiosa agape fraterna.
FOGGIA—La Chiesa valdese ha voluto ricordare la ricorrenza
del XVII Febbraio e lo ha fatto ripercorrendo le tappe della
storia valdese con un ciclo di studi condotti dal dr. Giovanni Magnifico. II ciclo è stato seguito con vivo interesse,
anche perché condotto con intelligenza e sobrietà, evitando il rischio di cadere nell’apologetica. La rivisitazione delle radici della storia valdese ha avuto, tra gli altri effetti,
anche quello di prendete maggiore consapevolezza di
quella che deve essere la collocazione degli evangelici
nell’attuale panorama ecumenico.
Vita Delle Chiese
venerdì 29 marzo igi
r
‘ ! La spiritualità diventa un tema di ricerca comune di tutti gli evangelici
Nell^attesa dell'evento, le regole per la pietà
Oggi la pietà dei credenti non può essere uguale a quella dei nostri fratelli
del XVI secolo; la fede si esprime anche in forme culturali rinnovate
EUGENIO RIVOIR
L> ASSEMBLEA della Federazione delle chiese
evangeliche in Italia nell’autunno del ’94 aveva deciso,
quasi all’ultimo momento, di
formare al suo interno un
gmppo di riflessione sul tema
«spiritualità». A giudizio di
molti si trattò di un gruppo
vivacissimo, con discussioni
interessanti e con moltissime
proposte. Alla fine dei lavori
l’Assemblea votò una mozione che chiedeva al Consiglio
appena eletto di promuovere, tra le altre cose, «un seminario sulla spiritualità, in cui
possano esprimersi tutte le
voci oggi presenti nel mondo
evangelico italiano». Il Consiglio, nella sua prima riunione, nominò un piccolo gruppo di lavoro che si mise subito al lavoro ed ecco che un
primo risultato appare: un
seminario a Ecumene (tre
giorni di discussione, 14 relazioni esprimenti i più diversi
aspetti del mondo evangelico
italiano, un culto finale preparato dopo ampio dibattito
da «responsabili» del canto,
della liturgia, della danza liturgica e della predicazione).
Un’ottantina di partecipanti, giunti da tutte le parti
d’Italia e anche dalla Svizzera italiana, ima gran voglia di
partecipazione, un clima di
apertura nonostante (e forse
proprio a causa di) interventi
molto diversi sia coinè stile
che come contenuto. I partecipanti unanimemente hanno chiesto la pubblicazione
degli atti del seminario e
molti hanno esplicitamente
domandato un seminario
numero due. Bene dunque;
fra i numerosi momenti difficili del protestantesimo italiano, salutiamo con gioia
questo breve momento di ricerca comune.
Vorrei segnalare alcuni
aspetti che hanno caratterizzato il seminario. In primo
luogo la varietà di posizioni:
hanno parlato membri delle
t'in
Un momento dell’incontro a Ecumene
chiese della Federazione, ma
anche membri delle assemblee di Dio e di altre comunità pentecostali; un anziano
della chiesa dei fratelli non
ha potuto essere presente in
seguito allo sciopero dei dipendenti delle ferrovie (che
tra l’altro ha impedito la presenza di molti altri iscritti),
ma membri delle chiese dei
fratelli erano comunque presenti; notevole anche la presenza awentista. È in secondo luogo da notare anche la
presenza relativamente forte
di giovani: molti studenti della Facoltà di teologia, la segretaria della Federazione
giovanile evangelica in Italia,
un intervento documentato
sul percorso dei gruppi giovanili negli ultimi anni hanno
contribuito a rendere tutti
più attenti al sorgere di nuove problematiche nel mondo
nel quale viviamo.
Un dato interessante della
riflessione comune è stata
anche l’articolazione di un
discorso attento alla scoperta
del sedicesimo secolo e delle
nostre radici nel mondo della
Riforma: una relazione introduttiva di Giorgio Tourn
(«Storia e caratteri della spiritualità protestante») e un intervento di Gino Conte sulla
«spiritualità nelle chiese della
Riforma» hanno spesso messo in discussione approcci diversi, come per esempio l’attesa awentista, la spiritualità
del movimento ecumenico, la
mistica e, sotto alcuni aspetti,
la problematica dei carismatici o la spiritualità delle femministe cristiane.
Esperienza da segnalare è
stata la preparazione comune del culto domenicale: nel
breve spazio di tempo del seminario una ventina di persone hanno «costruito» in
modo comunitario un culto
partendo dal testo della predicazione offertoci dal lezionario «Un giorno, una paro
la». Infine uno dei gruppi
lavoro del seminario ha ci
dotto una riflessione sul riii(
novamento della pietà persé
naie e familiare, in tensioi
fra la disciplina (con «:
da inventare per il nostnii
tempo) e quello che alcui
hanno definito 1’«evento», é
la scoperta di uno spazio ntl
nostro tempo lacerato dalli
società moderna.
Risultati quindi in gri
parte positivi, nonostai
l’assenza di numerosissii
pastori («/ culti non inten
no più i pastori?» si domi
davano alcuni partecipai
alla fine dell’incontro). E,^J
prattutto, risultati che spi
gono la Federazione a fi]
porre altri incontri di quei
tipo. Se poi per il secondo j»!
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sarà completa.
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Una struttura che testimonia da sempre l'amore per il prossimo
La Casa di riposo di Vittoria è alle prese con i lavori di
ampliamento per poter avere nuovi posti e una foresteria
Mirella Scorsonelll ha assunto la presidenza dèi comitato della Casa di riposo di
\rittoria, subentrando al compianto pastore Georges Paschoud, in un momiento delicato per la vita della Casa,
impegnata in un progetto di
ampliamento. Le abbiamo
chiesto di illustrarcene gli
aspetti salienti.
- Che cosa sta succedendo a
Vittoria?
«Ai primi di settembre dell’anno scorso sono cominciati i lavori di ampliamento.
Sono state demolite le casupole fatiscenti adiacenti il
fabbricato per ricavare 18
nuovi posti e anche una maggiore disponibilità per la foresteria. Nel nuovo corpo di
fabbricato avremo ben 16 camere singole. Se già ora la
Casa si presenta come un
modello di funzionalità, dopo lo sarà ancora di più».
-A che punto sono i lavori?
«Al momento siamo alla
copertura del tetto e contiamo finire entro la primavera
del prossimo anno; forse anche prima».
- Quanto vi costano?
«Il progetto prevede un investimento globale di 600 milioni, sia per le opere murarie
che per l’arredamento. È possibile che questa cifra sia destinata a crescere un poco
per l’incidenza delle disposizioni di legge in merito alla
prevenzione incendi e per
l’abbattimento delle barriere
architettoniche, dato che si
tratta di norme che variano
da un momento all’altro».
- Dove avete trovato i soldi?
«Per il momento abbiamo
trovato 300 milioni che ci sono stati prestati dall’Inter
Church Aid e che inizieremo
a restituire a partire dal prossimo mese di maggio. Per il
resto speriamo nella solidarietà delle chiese in Italia e
all’estero e, in caso di necessità, prowederemo ad attivare altri prestiti. Ma ci dispiacerebbe un poco».
-Perché?
«Perché molte nostre opere
possono contare, anche per
la gestione ordinaria, su una
consistente rete di solidarietà
da parte delle chiese e su integrazione delle rette da parte delle amministrazioni locali. Non così la nostra Casa.
Negli ultimi cinque anni abbiamo ricevuto doni per un
totale di 200 milioni (circa 30
all’anno). E poi, pur essendo
l’unica Casa di riposo ricono
sciuta nella provincia di Ragusa conforme ai requisiti di
legge, non riusciamo a ottenere un’integrazione delle
rette come stabilito dalla Regione, perché il Comune non
ha i soldi».
- Avete la sensazione di essere un po’dimenticati?
«È un dato di fatto che per
la ristrutturazione delle nostre case per anziani delle
Valli ci siamo tutti prodigati
per dimostrare la nostra solidarietà e partecipazione. La
nostra è l’unica casa di riposo della Chiesa valdese (Unione delle chièse valdesi e
metodiste) al di sotto di Firenze. Per noi sarebbe incoraggiante sentire un po’ più
di solidarietà. Quando la
chiesa di Pinerolo ci ha devoluto l’introito del bazar
dell’Unione femminile, ci
siamo sentiti meno isolati. È
stato un bel gesto che potrebbe venire ripreso da altre
chiese. Perché non donare il
corrispettivo per esempio di
un letto adatto a persone anziane e sempre meno autosufficienti (1.700.000 lire) o
un materasso ignifugo (circa
240.000)? Anche offerte relativamente piccole ci sono
preziose e sono un segno di
amore e di solidarietà,
quanto l’avete fatto a uno *
questi miei minimi fw^
l’avete fatto a me”, dice Ge»
(Matteo 25,40)». ,
- Forse avete il torto e ijf
vilegio di lavorare in
«La storia della Casa di «
toria è costellata da sego**
solidarietà ricevuta, ma »
prattutto data. In questa
di Sicilia dove le carenze “
la pubblica amministra
sono vistose ed endemie®«
nostro compito è stato e
quello di testimoniare 1 ^
re per il prossimo anche
tenendo le rette al livello • J;
nomico della zona,
scriminazioni e senza sfr®
menti. Ma non è facileremmo perciò che le chi^ ; l
i singoli membri sosten^ ;
ro con un po’ più di ca^
l’opera che, anche in lot®
me, stiamo conducendo»- ,
Per eventuali versai»^
utilizzare il ccp n. ‘
intestato «Casa
evangelica valdese», vili _ .,
baldi 60, 97019 VittorfJ!:M t
gusa); oppure cc 50^ ¡
Banco Ambrosiano Ven« ^
Comiso, via San Biagio
testato «Casa di ,
gelica valdese», coditi
3001-5 CA.B. 84450
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13
Vita Delle Chiese
PAG. 9 RIFORMA
là
Colloquio pastorale delle chiese del I distretto i
Un'etica per la politica?
tfjiiterrogativo è stato riproposto ai pastori e ai predicatori
delle Valli ma oggi la politica non appassiona più
iij
few H. SERGIO TURTULICI
N so se i pastori Vito
■Gardiol e Daniela Di
io^vesserò in precedenza
irdato il teso della riflesfeiblica e l’argomento
ie dell’incontro pastoni marzo dei I distretto.
;o^ta che il testo di Marco
, la parabola: del seme,
parola che sembra anlerduta, non portare
(Teppure lavora nel tere prepara il Regno senza
li ce ne accorgiamo, e il
Jtfattato dalla Di Carlo si
no bene insieme. Che
¡nove la mia fede? Si è
Itala Di Carlo.
Inuove, ha detto, la pase’Spirituale e politica,
tóe pastora, la Di Carlo si
¡fetta alle riflessioni del
liero teologico e politico
minile. E ha ricordato
irò donne mosse nella
ta da questa tensione
é-:impegno civile e politione Weil, Edith Stein,
SBna Arendt, Carter Heyd. Non c’è passione spiri^Sale e di conseguenza pasuppW
'siane politica se non si in^feltra l’altro, la passione è il
sul che si accende quando
ci si incontra; occorre essere
fceno in due. 11 desiderio di
^oscere, di incontrare precede la passione. Incontrare
feltro è il «ti voglio incontra■ jI le,Conoscere», detto a Dio.
. Maper fare questo non posso
to dam partire dal mio desiderio
tosto che da Dio stesso e
laltri.
Hènna Arendt ha parlato
a grandezza nella rela8®e con l’altro uomo, l’alrma, gli altri, di un «po
1 persi
msioi
regoli
nostt
alci!
Ito»,
n gti
)stai
isissii
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dorai
cipi
). E,s
le spi
a ri]
i qui
>ndo
lo sci(
'giati
ino all
iterapi
ra gioì
sare i piedi su questa terra
con forza», che è il miracolo
dell’esserci, dell’esserci con
l’altro. Già Lutero, nel celebre paradosso della «Libertà
del cristiano», aveva messo
l’accento su questa grandezza dell’uomo che si mette in
sintonia, a servizio dell’altro,
ma il pensiero della nostra
potenziale grandezza a volte
cozza con la tradizione protestante che ci vuole deboli,
incapaci di fronte a Dio e al
mondo.
E invece conoscere Dio è
occupare il mondo, avere nei
confronti del mondo e a servizio di Dio e degli altri una
capacità di governo, quello
spazio che Dio ha voluto darci scegliendo di limitarsi. E
occupare il mondo significa
agire, essere dinamici, intraprendenti nell’azione politica. In questo approccio alla
politica nella dimensione
l/ciiiO'l
lORSO PER PREDICATORI
LOCALI E ANIMATORI
Casa Cares (Reggello)
20'21 aprile 1996 \
■ Il’X Circuito della Chiesa valdese e metodista e l’Associazioile delle chiese hattiste toscane in collaborazione con Casa Cafes Organizzano un corso per predicatori locali ed animatori ri
■ TOltù a coloro che intendono prepararsi o aggiornarsi per la pre'Sìcazione.
li corso è aperto a tutti coloro, ed'in particolare ai giovani,
che desiderano ampliare le proprie conoscenze per l’adempiffietìto di altri servizi di comunità (catechesi, scuola domenicale,itudi biblici) e per approfondimento personale.
Il cor^o (le lezioni, i seminari, il programma di studi, i momenti di verifica) sarà coordinato e diretto dal pastore Piero
;)®ensL
. Casa Cares si trova vicino a Firenze, nel comune di Reggello,
nei pressi di Pietrapiana.
Programma
■Sabato 20 aprile
; Ore 15,30: Presentazione del Corso
Introduzione all’Anticb Testamento, a cura
del pastore Michele Sinigaglia
Introduzione al Nuovo Testamento, a curadei pastore Gino Conte
Libera discussione
menica 21 aprile
ore 9,30: omiletica, a cura del pastore Piero Bensì
animazione biblica tenufà dal pastore Antonio Di Passa
culto
comunicazione: «I Salmi come preghiera», a
cura del pastore Paolo Sbaffi
conclusioni sull’omiletica a cura del pastore
Piero Bensì ^
saluti
f » - ,qre 16:
ore 17,30:
ore 21:
¡ore'9,30:
ore 11,30:
ore 15,30:
ore 16,30:
ore 17:
por la parteèipazione al 1® incontro è fissato in lire
J j , ,000 e comprende cena, pernottamento, colazione, pranzo
tono escluse le bevande alcooliche).
ido»'
^jpO^
rivolgersi al pastore Piero Bensì (tei. 055
..—.Ototoni: Paul o Antoniette KriegJ direttori di Cosa Car«
' 055-8652001 o 055'8652305) o a Davide Buttitta, presi
(tei. 055-415621 - ore serali - o 055^2700481 ~ ufficio)
^°ill4atmle. A v.
della sensibilità femminile la
Stein parlava di empatia, la
Weil di attenzione: un mettersi in relazione dell’altro intenso, tale da entrare in una
coinunicazione in qualche
modo viscerale con lui. La
stimolante interpretazione
della Di Carlo ha suscitato
reazioni.
Lo, spazio per la nostra
azione politica, è stato osservato, non è uno spazio libero,
è uno spazio conteso; fare
politica con passione è importante, anche Moltmann
parlava di un «Dio patetico»,
ma non si corre il rischio di
confondere l’empatia, la passione con la simpatia? Cosa
succede della nostra azione
politica se la passione si raffredda? Questa che ora vorremmo chiamare empatia, ha
osservato un altro, non si
chiamava agape una volta?
Nel trarre le conclusioni,
Daniela Di Carlo ha fatto
un’affermazione che, mi pare, si può ben condividere:
«Nell’impegno politico - ha
^etto - non mi sento meno
appassionata che nel tempo
passato ma non capisco più
la politica dei partiti quanto
invece la politica dei legami:
le donne, i movimenti, e i
gruppi di azione e relazione».
■ Mottola
Le donne
cristiane
pregano
insieme
Giovedì 7 marzo, anche se
non in linea con la data programmata, a Mottola è stata
celebrata comunitariamente
la «Giornata mondiale di preghiera». Il posticipo, dovuto
dia nuova formula di presentazione, ha previsto un culto
serale con liturgia alla quale
hanno partecipato in misura
eccezionale le sorelle cattoliche del paese. Infatti, in seguito alla positiva esperienza
della «Settimana di preghiera
per l’unità dei cristiani» e alla
manifestata volontà dei presenti di avere nuovi momenti
di incontro, le donne battiste
hanno pensato di far partecipi alla celebrazione di questa
giornata anche le comunità
cattoliche.
La liturgia, condotta a due
voci dalle sorelle Pinuccia De
Crescenzo e Elisa Lupoli, ha
visto l’avvicendarsi di sorelle
cattoliche ed evangeliche
nella lettura dei vari brani
preparati dalle donne di Haiti, e nel momento della predicazione, curata dalla sorella Santina Speranza, il ricordo della figura di Geremia
per l’Antico Testamento e di
Maria per il Nuovo: due persone comuni che, anche se
non senza esitazione, hanno
risposto alla chiamata di Dio
accettando che si compisse la
sua volontà per mezzo loro.
Tema della giornata era infatti «Dio ci chiama: rispondiamo», visualizzato sui grandi
cartelloni esposti, all’attenzione di tutti.
Dopo questa piacevole serata, ricca di canti e di preghiere, le donne hanno portato domenica 10 il inessaggio della Giornata alla comunità di Martina Franca, che
entusiasticamente ha partecipato anche alla raccolta
delle offerte. Per tutto questo,
per le nostre donne, per i nostri giovani e per tutti coloro
che hanno cura di portare
amorevolmente la buona novella in tutto il mondo, siamo
riconoscenti al Signore.
«I Quando la morte visita la nostra vita
Sara Valentìni
MARCO BERTOLLIHI
VENERDÌ 8 marzo è morta
Sara Vàlentini. Un giorno
che doveva essere di festa è
diventato anche im giorno di
lutto. Ricordare Sara oggi, a
pochi giorni dalla sua scomparsa, non è impresa facile,
sia perché costretti dai limiti
di un articolo, sia perché ancora il lutto, nero e terribile,
si agita dentro di me, dentro
di noi.
Conoscevo Sara da vent’anni, dalla scuola domenicale, e
' ho continuato a conoscerla
stagione dopo stagione, anno
dopo anno; siamo cresciuti
insieme nelle amicizie, nella
comunità, nel lavoro, negli
affetti. Sara era una ragazza
che «correva da sola», era libera dalle molte convenzioni
che quotidianamente, anche
nel mio caso, tracciano le direzioni dei nostri comportamenti e delle nostre scelte.
Lei si sentiva libera di essere
«trasversale» nelle sue analisi
e nelle sue decisioni. Tante
volte-abbiamo discusso, litigato, rotto i rapporti per arrivare inevitabilmente a un
chiarimento, a una riappacificazione, alla ricostruzione dei
nostri affetti.
Sara eira una persona costantemente impegnata nella
comunità di Bologna, inutile i
ricordare il numero e la specificità delle sue mansioni,
ma è forse bello ricordare la
forza con cui le affrontava e
la parte di anima che a queste dedicava.
Ricordare la sua tesi di latirea e U suo aderire entusiasta
al centro «Gavazzi» è riduttivo se non si è in grado di descrivere come Sara ha vissuto
queste scelte, direi questa vocazione ma, chiesa a parte, è
Sara come persona che viene
a mancare, con la sua casa
sempre aperta e accogliente,
con le sue gioie, con le sue
idee e, perché no, con le sue
manie: anche queste fanno
parte di noi, e si impara ad
amafle come fossero pregi.
N Sara Valentìni è mancata, e
mentre noi raccogliamo i nostri pezzi sparsi in giro come
dopo una tempesta e cerchiamo alla meglio di riattaccarceli addosso, sappiamo
che l’8 marzo non sarà mai
più una giorriata solo di festa,
ma anche un’occasione per
pensarla di nuovo, insieme
alla stia famiglia.
Chiediamo al Signore di
aiutarci a capire il senso, il
disegno che c’è dietro a tutto
questo, perché non riusciamo a trovare una risposta da
soli, il nostro cuore è stretto
in una morsa e la ragione
non ci viene in aiuto.
Agenda
OMEGNA — Jukka Leppilampi, un cantautore finlandese, tiene un concerto di gospel e
spiritual, alle 20,45 al cinema dell’oratorio.
L’incasso è devoluto per il sostegno delle
popolazioni dell’ex Jugoslavia. Oranizza la
Chiesa metodista. Tel. 0323-641922.
TORINO — «Diritti umani e nuove prospettive laiche della
tolleranza» è il tema di un convegno organizzato dal Comitato per la laicità della scuola che vede relazioni di Michelangelo Bovero, C^la Gottardi, Carlo Ottino, Franco Becchino, Francesca Corrao, Stefano Levi Della Torre: dalle
ore 9 alle ore 18 presso la sala dell’Istituto bancario San
Paolo di Torino, in via S. Teresa Ig. Tel. 011-6687258.
i
ROMA — Nell’ambito di un ciclo di incontri organizzati dalla Facoltà valdese di teologia e dal Centro evangelico di cultura e dedicati al tema «I cristiani e lo stato al tempo
dell’imperatore Costantino», il prof. Giancarlo Rinaldi parla sul tema «E dopo Costantino?»: ore 18, presso l’aula magna della Facoltà in via
Pietro Cossa 40. Per informazioni tei. 06-3215128.
TORINO — I diritti sociali in Europa sono il tema di un
ciclo di incontri organizzati dalla Commissione «chiesa e
società» della Chiesa valdese. In quest’ambito Riccardo
Bellofiore parla sul tema «Il trattato di Maastricht»; ore
20,45, nella sala valdese di via Pio V, 15 (I piano). Per ulteriOH.informazioni tei. 011-6692838.
TRIESTE — Il Centro «Albert Schweitzer» organizza un
dibattito sul tema: «Teologia: verso-quale futuro. Un esame
di coscienza fra miscredenza e letteralismi». Intervengono i
prof.. Sergio Rostagno, Marino Qualizza e Mario Ruggenini. Introduce Dario Fiorensoli: ore 17,30, presso la Basilica
di San Silvestro. Per informazioni 040-632770.
MILANO — «Tra passato e futuro: il popolo cristiano si confessa» è il titolo di un ciclo
di incontri organizzati dal Centro culturale
protestante. Ih quest’ambito il prof. Paolo
Ricca parla sul tema «Dinnanzi al futuro;
senza illusioni ma con una fede rinnovata»;
ore 17, nella salaàttigua alla Libreria Claudiana in via Francesco Sforza 12a. Per ulteriori informazioni 02-76021518.
PADOVA — «I Sud dentro i Nord» è il tìtolo di una conferenza di Antonio Riboldi
-che si tiene nel quadro dell’iniziativa «Lunedì con il Sud del mondo»; ore 20,45,
presso il Cuamm in via San Francesco 26.
Per informazioni tei. 049-690269.
RIMINI — Ha inizio il Convegno delle
chiese «africane» del Veneto e del Servizio
rifugiati e migranti della Fcei sul tema
deir «evangelizzazione». Relatori i pastori
Massimo Aprile, Salvatore Rapisarda, Bruno Tron. Il convegno si conclude l’8 aprile
con gite autogestite. Costo del Convegno 135,000 lire
(bambini 2-12 anni 90.000). Per informazioni e iscrizioni
tel.0532-904308 (pastore Carmine Bianchi).
TORINO — I diritti sociali in Europa sono
il tema di un ciclo di incontri organizzati
dalla Commissione «chiesa e società» della
Chiesa valdese. In quest’ambito Salvatore
Tonti parla sul tema «Fede cristiana e vita
economica»; ore 20,45, nella sala valdese di
via Pio V 15 (I piano). Per informazioni tei. 011-6692838.
ROMA — Nell’ambito'di un ciclo di lettura ecumenica della Bibbia guidata dai biblisti Giuseppe Sorani e Daniele Garrone, viene studiato la Lettera di Paolo ai Romani
(cap. 8). Organizza il Sae presso la sala delle Suore francescane missionarie in via Giusti 12, alle ore 18. Per informazioni tei. 06-58331825.
OMEGNA — Il prof. Paolo Ricca tiene
una conferenza sul tema «Dio, popolo, nazione gli integralismi come sfida alle chiese»: ore 21, presso la sala comunale. Per ulteriori informazioni tei. 0323.402653.
PALLANZA — Il prof. Paolo Ricca tiene
una conferenza sul tema «Dio, popolo, nazione gli integralismi come sfida alle chiese»; ore 15,30, a Villa Chaminade presso i
marianistl. Informazioni al 0323-402653.
CULTO DI PASQUA IN EUROVISIONE: Lunedì 8
aprile, alle ore 9,30, Rai II trasmetterà in differita il culto
tenuto a Pasqua nella chiesa riformata di La Rochelle
(Francia). La città di La Rochelle è famosa per essere stata
un bqluadro della resistenza ugonotta contro Luigi XIII nel
1628. Seguirà al culto un filmato sulla storia della città.
CULTO EVANGÈLICO: ogni domenica
mattina alle 7,27 sul primo programma radiofonico della Rai, predicazione e notizie
dal mondo evangelico italiano ed estero, appuntamenti e commenti di attualità.
PROTESTANTÉSIMO: rubrica televisiva
realizzata dalla Federazione delle chiese
evangeliche in Italia, trasmessa a domeniche alterne da Raidue alle 23,40 circa e, in
replica, il lunedì della Settimana seguente
alle orè 9,30. Domenica 7 aprile (replica lunedì 15 aprile): Una scelta obbligata, donare gli organi.
AVVERTENZA: chi desidera usufruir^ di questa rubrica
deve inviare i programmi, per lettera o fax, quindici giorni
prima del venerdì di uscita del settimanale.
14
hi
PAG. 10 RIFORMA
i X.
Ritorma
Pefdagogia o disciplina?
Jean-Iacques Peyronel
r
Le scuole francesi saranno presidiate dall’esercito.
2.200 soldati di leva formeranno un cordone di sicurezza
attorno agli ediñci scolastici in cui, in questi ultinoi mesi,
si sono verificati ripetuti episodi di violenza. Lo ha deciso
U primo ministro accogliendo il piano in dieci punti prepárate dal ministro della Pubblica istruzione, François
Bayrou. 11 piano, che cerca di rispondere alle pressanti richieste del personale direttivo delle scuole e della maggior parte dei genitori, prevede inoltre il rafforzamento
dell’educazione civica, la creazione di commissioni di mediazione tra studenti, genitori e insegnanti, il miglioramento della protezione giuridica del personale scolastico,
l’elevazione di muri di cinta attorno agli edifici scolastici,
l’istituzione di classi speciali per gli alunni più difficili.
Il problema della violenza nelle scuole è venuto prepotentemente alla ribalta in quest’ultimo armo, ma già nella
primavera del 1993 il ministro Bayrou aveva dovuto affrontare di petto la questione. A un congresso dei genitori,
a Bayonne, aveva ^fermàto: «La scuola deve essere un
santuario... afiinché i bambini si sentano al riparo dalle
minacce del mondo che li circonda». A metà febbraio di
quest’anno ha ribadito gli stessi concetti: «Per decenni si è
chiesto una scuola aperta che non fosse più un santuario,
affinché la città penetrasse nella scuola. Ora però bisogna
assumere la posizione opposta e adoperarci a risantuarizzare la scuola affinché i valori vi siano affermati». Alla recente «tavola rotonda» con i rappresentanti dei presidi,
degli insegnanti e dei genitori, anche Alain Juppé ha affermato che la scuola è «im luogo sacro», che deve essere «al
tempo stesso aperto al mondo e protetto dal mondo».
Questa impostazione del problema desta molte perplessità. È chiaro infatti che la situazione che si è venuta a
creare in diverse scuole francesi (insulti, indisciplina, risse, aggressioni, attentati) è solo lo specchio di quanto sta
accadendo da armi in molte zone calde delle metropoli
francesi, in particolare nelle ben note periferie-ghetto della capitale, dove sono concentrati centinaia di migliaia di
extracomunitari, soprattutto magrebini. Come potrebbe
la scuola essere un recinto sacro, un’oasi incontaminata
quando la vita in questi quartieri è diventata un inferno di
noia, di nonsenso, di violenza quotidiana?
Questa vicenda è quindi rivelatrice della profonda crisi
in cui sta versando la società francese. Fino a pochi armi
fa infatti la scuola pubblica e laica, quella voluta da Jules
Ferry, che davala massima importanza al ruolo educativo
dello stato, è stata uno dei principali fattori.di integrazione sociale e culturale degli immigrati. Intere generazioni
di italiani, di spagnoli, di portoghesi, di polacchi, ecc., si
sono perfettamente integrate nella società grazie soprattutto alla scuola. E lo stesso si è verificato in passato per
migliaia di algerini, tunisini e marocchini. Ora però,
sull’onda delle campagne xenofobe scatenate dall’estrema destra, questo meccanismo sembra esserci inceppato,
sia nella società che nella scuola. Molid insegnanti, abituati a vedersi riconosciuto da tutti fi loro ruolo di educatori,
si trovano completamente disorientati di fronte a questi
episodi di violenza e di contestazione, e hanno quindi tendenza a ripiegare sugli aspetti disciplinari, a scapito di
ogni dimensione ped^ogica del loro mestiere. La «militarizzazione» delle scuole, decisa dal governo, sembra purtroppo assecondare questa preoccupante tendenza.
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REDATTORI: Stelk) Armand-Hugon, Claudio Bo, Alberto Bragaglia, Alberto Corsani,
Avemino Di Croce, Fulvio Ferrano, Maurizio Girolami, Anna Mattai, Milena Mattinai, Carmelina Maurizio, Luca Negro, Luisa Nitti, Jean-Jacques Peyronel, Gian Paolo Ricco, Fulvio Rocco, Pietro Romeo, Marco Rostan, Piervaldo Rostan, Marco Schellenbaum, Federica Toum, Florence Vinti, Raffaele Volpe AMMINISTRAZIONE: Ester Castangia ABBONAMENTI: Daniela Actis FOTOCOMPOSIZIONE: Aec s.r.l. MondovI - tei. 0174/551919
STAMPA: La Ghisleriana s.n.c. MondovI - tei. 0174/42590 EDITORE: Edizioni Protestanti s.r.l. - via Pio V, 15 bis -10125 Torino.
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- semestraie
feSIEBP______
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Ritorma è il nuovo titolo della testata La Luce registrata dal Tribunale di Pinerolo con il n.
176 del 1‘ gennaio 1951, responsrrixie Franco Q^mpiccoli. Le modifiche sono state registrate con ordinanza in data 5 marzo 1993.
Il numero 12 del 22 marzo 1996 à stato consegnato per finoltro postale all'Ufficio CMP
Nord, via Reiss Romoli 44/11 di Torino mercoledi 20 marzo 1996.
VENERDÌ 29 MARZO
Il Giubileo può essere ecumenico?
La partecipazione di un pastore valdese alla commissione
preparatoria del giubileo romano apre molti interrogativi
MARCO ROSTAN
IL Vaticano, bontà sua, desidera una forte caratterizzazione ecumenica del Giubileo del 2000. Questo pensiero, ci informa l’agenzia
Nev del 21 febbraio, sarebbe
stato ribadito da Giovanni
Paolo II e dal cardinale Etchegaray: l’agenzia di stampa
aggiunge che «due pastori
evarigelici italiani sono presenti nelle commissipni preparatorie». Per riflettere sulla
preparazione del «grande»
evento sono infatti stati invitati in Vaticano, insieme a
106 rappresentanti delle conferenze episcopali cattoliche,
anche 6 «delegati fraterni delle altre chiese e comunità ecclesiali», fra i quali J. Forsberg
della Federazione luterana
mondiale e Salvatore Ricciardi per l’Alleanza riformata
mondiale. Inoltre, per discutere concretamente la possibile collaborazione fra Consiglio ecumenico e Chiesa cattolica «per la celebrazione
dell’anno 2000» è stata creata
una sottocommissione di cui
fa parte anche il past. Paolo
Ricca, decano della Facoltà
valdese di teologia. Notizia
analoga è comparsa anche su
Riforma, dove tuttavia il sottotitolo dava un’informazione errata (rettificata nel numero scorso).
Al di là dei modi in cui siamo stati informati, resta il
fatto, pare, di un rilevante
coinvolgimento protestante
italiano nel Giubileo del
2000, notizia che mi ha fatto
sobbalzare e indignare. Non
ho potuto fare a meno di riflettere su una pericolosa
tendenza in atto, in particolare in campo ecumenico:
mentre spesso, come protestanti, affermiamo che non
abbiamo gerarchie e che le
nostre decisioni sono assunte
nelle diverse assemblee, di
fatto assistiamo a decisioni
personali, assunte in biodo
individuale, che per la loro rilevanza coinvolgono invece
l’insieme delle chiese evangeliche, e per di più a loro insaputa. Qualcosa del genere è
già successo nei mesi scorsi,
sia in occasione del Convegno di Palermo sia soprattutto sulle proposta di creare in
Italia un Consiglio nazionale
delle chiese.
Ora, un conto è un incontro informativo al quale il past. Ricciardi ha partecipato a
nome del Comitato esecutivo
dell’Alleanza riformata inondiale, suppongo con il consenso della Tavola (peraltro il
resoconto di Ricciardi pubblicato sullo scorso numero
di Riforma solleva più di un
interrogativo anche soltanto
sull’esserci andato): un altro,
più pesante, è il coinvolgimento del pastore Ricca in
una commissione che sembra avere carattere operativo,
cioè l’organizzazione ecumenica delle celebrazioni per il
Giubileo del 2000.
Pochi mesi fa, intervistato
da Confronti, il past. Ricca
aveva dichiarato: «Il Giubileo
per i protestanti non esiste.
È stato creato nel 1300 da papa Bonifacio Vili per rinverdire il mito di Roma come capitale del cristianesimo. Dal
punto di vista teologico, teori£0 e storico noi [protestanti]
non abbiamo il giubileo. E poi
non dimentichiamo che per la
grande maggioranza dell’umanità il Duemila non è nessun anno! Bisogna essere molto cauti e non fare un mito di
questo anno» (n. 9/1995).
Per la verità, nella stessa
intervista, il past. Ricca non
aveva escluso la possibilità di
attribuire un significato simbolico al giubileo, richiamandone il concetto biblico, e di
organizzarlo ecumenicamente, ma aveva anche posto come condizione preliminate
di non farlo a Roma. È ingenuo pensare che questa sola
condizione non possa essere
accettata dalla Chiesa cattolica: e allora?
Non si può pensare che basti il rigore teologico riformato se poi ci sono delle decisioni pratiche che comunque
verranno lette in modo diverso dalle nostre intenzioni: il
che significa che, se le cose
dovessero procedere come
sembrano iniziate, certamente ci potrebbe essere da parte
cattolica grande attenzione ai
suggerimenti delle altre chiese perché, intanto, la cosa
che interessa al Vaticano è di
poter presentare il Giubileo
del 2000 (con i faraonici dispendi di denari privati e
pubblici per la capitale) come un avvenimento partecipato ecumenicamente. E
l’idea di affiancare al Giubileo cattolico una «convocazione pancristiana» a Gerusalemme è il necessario compromesso diplomatico.
Sono fermamente convinto
che la gran parte delle chiese
evangeliche italiane non si riconosce in questa prospettiva
e sono soprattutto indignato
che il Consiglio della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, di cui il past.
Ricca è membro come lo è il
sottoscritto, non solo non abbia avuto la possibilità di discutere con Ricca l’opportunità di questo suo coinvolgimento, ma neanche di esserne informato. Tant’è che ho
appreso la notizia dalla stampa. E desidererei sapere se,
per lo meno, il Consiglio della
Facoltà di teologia, di cui Ricca è decano, ha espresso o no
un orientamento. Nop mi si
risponda che la richiesta a
Ricca è venuta dal Consiglio
ecumenico: perché sarebbe
ben grave se la partecipazione delle nostre chiese agli organismi ecumenici internazionali significasse perdita di
autonomia proprio sulle questioni cruciali che riguardano
i rapporti con la Chiesa cattolica in Italia.
La storia delle scoperte e dell'ambizione umana
La scienza non riesce a spiegare i misteri
del mondo, la fede ci fa conoscere Dio
ELIO RINALDI
Q uando Galileo puntò
per la prima volta il suo
cannocchiale su GioVe deve
essersi profondamente emozionato: era la conferma lampante che non tutto l’Universo ruotava intorno alla Terra:
lassù, intorno al remotissimo
Giove quattro corpi ignoti
(detti poi «medicei»), giravano intorno alla Terra, ma il
loro unico «signore» era Giove: in sostànza era la prima
volta che si osservavano altri
satelliti diversi dalla nostra
Luna. Da allora tante altre
scoperte ftirono fatte ma Giove, comunque, è da ritenersi
il maggiore pianeta del sistema solare. Più recentemente,
la più sorprendente delle
evasioni dalla Terra non è
stata quella dei cosmonauti
spaziali verso la Luna?
Proprio nelle ultime settimane del 1995 è stata inviata
una sonda spaziale verso Giove: gli scienziati attendono, in
un prossimo futuro, sorprendenti rivelazioni. Il credente
cristiano pensa negativamente che l’uomo, stanco della
propria sede naturale, vada a
cercare altre sedi per nuove
febbrili emozioni e nuove
conquiste portando con sé,
insieme aH’intelligenza divi
na, il marchio del proprio cieco egoismo, cioè del proprio
peccato. L’ambizione e l’orgoglio di arrivare a Dio, come
ai tempi di Babele, non sono
cambiati: «Edifichiamoci una
torre di cui la cima giunga fino al cielo e acquistiamoci fama» (Genesi 16,4).
L’uomo, malgrado i grandi
progressi della tecnica, non
riesce a spiegare tutti i segreti
del cosmo, né riesce ad approfondire i misteri che racchiudono la terra e il cielo dinanzi al «sommo fattore»
(Leonardo). Ha detto von
Braun, il decano della missilistica, di aver scoperto «l’infinitezza e la potenza biblica di
Dio quanto più sono stati
compiuti i sondaggi dell’Universo». Sappiamo che esistono delle stelle che sembrano
inviarci dei fasci di luce intermittenti, non decifrabili, ma
non ci diamo per vinti se non
riusciamo ad interpretare
questi presunti messaggi,
perché riconosciamo la fervida eloquenza del creatore come poeticamente e misticamente sostiene il salmista: «I
cieli raccontano la gloria di
Dioe il firmamento annunzia
l’opera delle sue mani (...) un
giorno sgorga parole alfaltro,
una notte comunica conoscenza all’altra (...) il loro
suono esce fuori per tutta la
terra e i loro accenti vanno fino alle estremità del mondo»
(Salmo 19).
Solo in questo misterioso
ma straordinario e inimmaginabile «colloquio» uomoDio, nonostante l’enorme distanza dei cieli, anche le imprese dello spazio potranno
essere viste nel futuro in una
singolare ed eccezionale prospettiva: quella spirituale per
cui riconosceremo i segni
della presenza dell’Onnipotente anche nella travagliata
e tormentata «civiltà delle
macchine». Non è forse detto: «Dove me ne andrò lungi
dal tuo spirito? E dove fuggirò
dal tuo cospetto? Se salgo in
cielo tu vi sei, se mi metto a
giacere nel soggiorno dei morti eccoti quivi» (Salmo 139).
Ricordiamoci allora, nell’
euforia delle vittoriose imprese umane, che sia nel XX secolo, come è stato nel I secolo, la più entusiasmante av' ventura rimane sempre e solo
la fede che, al disopra di ogni
macchina e di ogni scoperta,
rimane l’unico mezzo sicuro
che superando ogni orizzonte
dà la possibilità di incontrare
Iddio, Signore di tutto il creato, «e questa è la vittoria che
ha vinto il mondo: la nostra
fede» (I Giovanni 5,4).
laRqmbblka
Chiesa cattolica
e politica
ilOME
'di Nal
lettori et
lantíie e
¡buon osi
hointerv
Alla domanda sul ruo]
che ha la Chiesa cattolica
dibattito elettorale il c:
Giordano, arcivescovo
poli, risponde in una intei
sta a Repubblica del 18 ttii
zo che «i cattolici hanno
na autonomia. Se valuti
che sia meglio una
o una molteplicità di pài
di ispirazione cristiana,
prendiamo atto con pienoti,
spetto. Si tratta della sfera,]
autonomia dei laici, il
non vuol dire autonomia
la coscienza cristiana. (...) ¿j'
Chiesa cattolica non conft
sce deleghe a nessuno,
tare la società a crescere]
parte della sua missione
evangelizzazione che
non è che l’annuncio di
sto Salvatore. Denunciai
fenomeni devienti e solle®
tiamo dalle istituzioni la so Spres
lozione dei problemi cont^ ver
ti, perché questo è di lo) Spianto,
competenza. La nuova siri *“ ~
zione ci lascia libertà dì pi®?aa^ttc
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che non
lare a tutti con rinnoivai
energia e autorevolezza»,
Cattolici per
cultura
non per fede
^Hllosa
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f(ob?
^«Non
de p
ne d
'Uta pi
Metra
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ICCU
ora
^m'^tra
.sono 1 ri
L’appartenenza al cattoi
cesimo degli italiani è di ca|
rattere etico-culturale pi
che di fede. Repubblica ii
19 marzo, nel recensire il|
bro di Franco Garelli Fo\
della religione e deboleà
delle fede, mette raccento |
questi aspetti di religiosi
blanda e discontinua, es(
tolinea la «concorrenza» ffl
volontariato e mondo poi
co: «A differenza di treni
quarant’anni fa, l’area cat
fica più vitale tende ad in
stire nella sfera assistenzii
quelle energie e quella p«
fessionalità che un temf
venivano impiegate
terreno più direttamente P*|l
litico ed economico.
l’azione volontaria compd una qualche sottrazione il
risorse all’impegno istituite
naie emerge dall’analisi dJ
motivazioni di molti vo\om
ri. Non è infrequente infaij
avere a che fare con persoi
che ritrovano nell’azione
lontaria quell’impegno c®
paiono loro precluse a
pubblico».
LA stame;
La riscoperta
di Dio
In una intervista a
pa del 15 marzo il card. Lt®
ger, arcivescovo di P^dgiite
venuto recentemente
bro dell’«Académie frni’w
se», afferma che «nel colos^
le sconvolgimento della”
stra civilizzazione, vissuta
più delle volte come una®
lità, vediamo di nuovq so®
re sintomi di vitalità.
umanitario è la prova chel,
truismo, l’amore del
mo non sono morti e ren||
no capaci di rinnovare. (••■L
colpo la chiesa ridivent^
te dove sgorga senso
le che risveglia in tanti p^
cipanti occasionali il des*.
rio di tornare. (...) Osa® '
due flussi paralleli le cui
que cominciano a Riesco^
Il orictianeSlr
Il primo è un cristianes!
che non esiste se noU^
conformismo sociale e t® .
■0
ad assottigliarsi. Il seco*%
un movimento di cont^
spirituale, di scoperta p^
va di Dio in una società
grata dove le persone
hanno più ripari».
dei crei
desi in
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no pie;
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Iliadi
Ula
:EIìDÌ 29 MARZO 1996
RIFORMA
Intervista al prof. Sager delTospedale di Zurigo che ha operato Ruben
il trapianto è riuscito^ si aspetta la guarigione
aOMENICO BEMPORTATO
Rìiben è stato operato. Per
continuare a informare i
lettori che hanno contribuito
¡acfic economicamente al
licaM 1 buon esito delia sua vicenda
1 cari ho intervistato il medico svizli zero che lo ha in cura.
¿Professor Sager, come sta
7?
luhen in questo momentTsta bene, il nuovo midollo
ha a^ecchito, il bambino ha
perso la sua malattia ma sonò|>assati solo 42 giorni dal
ijManto e non tutte le fun‘^li del nuovo midollo sono
accora sviluppate: ad esempio le difese contro i virus.
,|iiben ha bisogno di linfociti
;onfeth che non è ancora in grado di
IO. Alni produrre; questo avverrà a
circa 4-5 mesi dal trapianto,
^^di il rischio di infezione
non .4 ancora escluso ma
quésto accade con tutti i tra' pianti; anche l’infezione da
., non è ancora stata
lilasò impressa ma credo che lo
conci verso i sei mesi dal trarii loh pianto. Siamo però molto
n situ^ coibenti che tale infezione
di siaìotto controllo e non sia
nqva| ij^losa”, che il midollo ab
:
cattolä :
è dica
«La grotta
dì Oreb
;^1mo1ìo opportunamente il
^ .'Psst. Bernardini (Riforrna n.
ompoii - ha richiamato l’attenzione
rione' ‘ ’ ■
stituzlO'
UsideS
volontà
e infaS
persoi
ioneV?
eno cbt
aliveft
iei éredenti evangelici, valdesi in particolare, sul testo
Numeri cap. 11: Eldad e
Wdad, profeti che anziché
piarsi alla tenda (al luogo
fco) preferiscono esercitaK il loro servizio nell’accampento (nel mondo), con, adendo con «il servizio alla
I Taróla che ciascuno, e cia*euna, può e deve rendere in
^,?|ni luogo e in ogni tempo,
, «^tattutto nella vita quotidiana».
, Sul testo, sui suoi insegna( jàenti non si tergiversa: ma
^tentazione di rifugiarsi nel
TOnquillo luogo del monte
dteb, nella grotta, anche se
^ori dall’accampamento, è
Mitissima in ogni credente.
___ ^88* la ^otta di Oreb è com
fratiff ! P°®ta di «Intese con lo sta
lEA
LaSt<0,
•d. Li
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Ossari
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«pensione garantita
h«l Inps», di «Servizio radio
, V», di convenzioni con le
ik" I* . /» '-VJllVCHid.lUlU ic
{s®l ti, per i ricoveri di anziani e
ri, dì un tetto sicuro per
fO pk* T~"’ ICiLlW OIUUIV/ pvx
. QU^ ?! lavora per la tenda (la
ichel» ■ e magari anche un
prosa ¿Uto economico in più per
ìndi ' ---------• —
;ere le varie sedi, ol
0 vane deui,
•e. (..J^f dp ' ® stipendio, di «inviti
{!/conferenze», di «visite
^ésidenztali» di «colloqui
ttop’^^onominazionali o in-J"°nfessionali», di «essere
j^etto dell’attenzione alm«, j- ® ^ buona cosa, colai Paolo in Calati 4,
im^i ® ^ooe dell’Eterno è
«Placabile per gli Elia
Vai “^he fai tu qui?
to» un ^ la strada del deserffRel9,13-15).
temo non condanna «la
^a». bia attecchito e che i fagociti
dspno...».
I - A questo punto possiamo
mtsiderare Ruben fuori pericolo?
'.^Non totalmente. 11 più
!^de pericolo, cioè “l’esplosione del fungo”, non si è
avuta perché abbiamo fatto
, ,delle trasfusioni di granuloci
™ l^omunque questo non mi
èoccupa moito; c’è invece
feora possibilità anche di
Brìdtra infezione ma questi
•entosn * rischi di ogni trapian
igiosii 'j lÉp.
1, e so|,A ”
aza» tu 1 - *
Brn». i-uiiuanna «la
de Oreb»; non ne chiuinarn«^on un masso
aitopu'Ì**®’ ° Poriendovi un
^ O-dt guardia con la spa
Ruben Ramirez
to: non grandi ma rendono
necessaria ia degenza in cabina asettica».
- Perché avete deciso di effettuare il trapianto di midollo anche se Ruben non era
nelle condizioni ottimali?
«Avevamo già usato per
l’infezione da aspergillo un
antibiotico, asportato un
pezzo del polmone in cui si
era particolarmente proliferato ma aveva continuato a
propagarsi. Così abbiamo visto che l’unica cosa che ci rimaneva da fare era il trapianto. Con il sistema immunitario del midollo della sorella,
l’immissione di granulociti e
la produzione da parte sua
abbiamo pensato che potesse
farcela».
- È stata una decisione difficile?
«È stata una decisione molto difficile perché mi sono reso conto che se non avessimo
fatto il trapianto avremmo
perso Ruben nel giro di alcu
da fiammeggiante; la «grotta
di Oreb» rimane sempre aperta, sempre a disposizione
di tntti i servitori dell’Iddio
vivente, ma non è la meta
della nostra esistenza terrena, non è il culmine della nostra vita di credenti (evangelici) in una nazione nella
quale si è esigua minoranza
(Elia pare fosse rimasto solo),
è solo una «istituzione» buona e utile e forse anche bella
dopo secoli di persecuzione
prima e di emarginazione
poi. Ma l’ordine è sempre lo
stesso; «Vai e rifai la strada
del deserto», per portare a
tutti il messaggio della salvezza in Gesù Cristo nella
terra in cui siamo nati e per
la quale siamo responsabili.
Come Elia possiamo e dobbiamo anche saper dialogare
e discutere con lui quando si
manifesta a noi non più «con
vento impetuoso, e con un
terremoto, o con il fuoco o
con un suono dolce e sommesso» (I Re 19, 12-13), ma
nelle forme più svariate,
emergenti a scacchiera in diverse parti del territorio, Le
domande sono impellenti e
richiedono un’immediata risposta, ma come Elia noi cerchiamo sempre di procrastinare, attendendo ché Eliseo
venga a noi, mentre siamo
noi che dobbiamo andare,
prontamente, a gettare sulle
spalle del nostro Eliseo U nostro mantello di annuncio
della buona novella (I Re 19,
19-21).
Non ha forse Iddio determinato di nuovo un giorno
di decisione, «oggi» che sta
per «subito»? (Ebrei 4, 7). Come Elia lasciò, sia pure con
nostalgia, la grotta di Oreb
per il duro attraversamento
del deserto della Palestina,
cerchiamo di ubbidire al volere del Signore Iddio che in
Gesù Cristo invita ad andare
e predicare l’Bvangelo ad
ogni creatura (Matteo 28,
19). Oggi.
Giovanni Giudici-Venezia
ni mesi, poiché l’aspergillo si
sarebbe propagato in altre
parti del corpo. Per il trapianto avevamo un buon donatore: la sorellina. Ne abbiamo
discusso a livello europeo
con altri specialisti e mi fu
sconsigliato da molti, ma
avevo fatto degli studi sui
granulociti e sapevo che c’era
un ormone, il 6-CSF, che poteva attivarli. Lo abbiamo dato a donatori sani i quali hanno prodotto gran quantità di
granulociti che abbiamó dato
a Ruben. Abbiamo somministrato anche al bambino questo ormone e la loro presenza
a distanza di due giorni ci faceva beri sperare».
- Lei aveva già sperimentato questa terapia?
«Avevamo curato una pubblicazione, due anni fa, in cui
si diceva di questo esperimento fatto qui da noi. Riguardo alla somministrazione dell’ormone anche a Ruben, tale tecnica era registra
ta in pubblicazioni fatte da
altri. Pensai che combinare i
due esperimenti, sui donatori
e sul paziente, potesse portare buoni risultati e comunque ne vaieva la pena! Era rischioso... ho passato alcune
notti insonni ma bisognava
giocare sui tempi».
- Qual è la percentuale di
mortalità nei soggetti affetti
da granulomatosi?
«Se non vengono sottoposti a trapianto, solo il 50% ar' riva aila pubertà».
- E la percentuale di trapianti riusciti?
«Dipende dal donatore.- Se
il donatore è buono e .in assenza di infezioni, la percentuale è del 90%. Per Ruben il
rischio è un po’ più alto a
causa dell’aspergillo».
- A proposito di donatori,
per la sorellina che ha donato
il midollo ci saranno conseguen'ze?
«No, il midollo è un organo
fluido, e si può rigenerare.
Quando si prende una piccola parte di queste cellule, le
altre si rigenerano e la vita
continua ad essere normale,
senza alcun rischio».
- Per Ruben, quanto durerà
questa fase postoperatoria?
Dopo potrà avere una vita
normale?
«Dopo tre-quattro mesi
avremo l’immunità cellulare
contro i virus, nelle successive 24 settimane bisognerà
aiutarlo dal punto di vista
immunitario. Pòi... sarà finita
anche con le medicine! Per
quanto riguarda la sua vita
futura, la chemioterapia che
gli abbiamo fatto è molto leggera e sappiamlo che non
pregiudicherà la sua crescita
e la sua pubertà».
Fondo Di Solidarietà
Gli amministratori del Fondo di solidarietà ci hanno inviato le seguenti precisazioni
relative all’elenco delle offerte^
pubblicato nel n. 5, a pag. 10.
1) I versamenti di £ 50.000
di Lea Bonnet e di 25.000 di
NN-Verbania e di Antonio Kovach erano già conteggiati nei
totale dell’elenco precedente
di £ 2.063.999 e sono stati riconteggiati nei nuovo elenco.
2) Nel paragrafo dei versamenti di £ 50.000, NN-Verbania è stato conteggiato due
volte (erano invece due versamenti di £25.000).
3) Sulla base di queste registrazioni inesatte è stato rifatto il totale (£ 955.000) che risulta perciò sbagliato.
4) Alia voce «Bilancio 1995»
c’è un errore nostro: in cassa
al 1.1.1996: £ 5.452.999, e non
5.425.999,
Pubblichiamo di seguito la
fine dell’elenco precedepte
non apparso per mancanza di
spazio sul n. 46 di Riforma
(8.12.1995):
£ 50.000: Lea Bonnet
£ 25.000: NN Verbania; Antonio Kovach.
Totale: £ 1.856.000
Totale precedente
£207.999
In cassa: £ 2.063.999.
Su Riforma della settimana
scorsa abbiamo pubblicato le
cattive notizie giunte da Manzir in Mozambico dove una
stagione delle piogge particolarmente violenta ha vanificato, almeno per il momento, il
lavoro compiuto dai buoi acquistati con il danaro delle vostre offerte; i campi arati sono
stati allagati dall’inondazione
dei fiumi straripati. Le semine
dovranno quindi essere rifatte
non appena le acque si ritireranrio.
Ci è parso logico riaprire la
raccolta di fondi per questo
villaggio affinché possa rifare
le semine a giungere così al
raccolto necessario alla sopravvivenza delle famiglie.
Durante il mese di marzo abbiamo raggiunto la somma
preventivata per la scuola di
Agou nel Toiigo e l’abbiamo
sollecitamente inviata, tramite
la Tavola valdese, alla Cevaa.
Le offerte possono esere inoltrate tramite il ccp 11234101
intestato a «La luce». Fondo di
Solidarietà, via Pio V15,10125
Torino. Grazie a tutti!
Franco Davite
Offerte pervenute
fino al 31 dicembre 1995
£ 150.000; Centro ecumenico
«L. Menegon», in memoria di
Giovanni Urban.
£ 100.000: Giuseppe Di Gesù;
Helga Bongàrdo; NN Luserna
San Giovanni; Renata Busani
Pampuro.
£ 75.000: Sauro Goliardi.
£ 50.000: Febe Moliica; Lilia Jon
Scotta; NN Verbania (2 vers.).
£ 30.000: Giovanni Giambarresii
Totale: £805.000
Totale prec.: £ 2.063.999
In cassa: £ 2.868.999
Offerte pervenute
in gennaio-febbraio 1^96
£ 1.213.500: Gruppo di impegno ecumenico di Pisa;
£ 300.000: Elda e Franca Coì'sson;
£ 150.000: Alina Bufalo; Ester
La Scala;
£ 100.000: Delia Fontana; Odette Eynard Balmas; Mirella Argentieri Bein; A. C.; versamento del 31-1 senza nom.; Scuola
domenicale,.elvetica valdese
Trieste;
£ 60.000: N.N. Verbania;
£ 40.415: Interessi netti ccp
1995;
£ 30.000: N.N. Trieste.
Totale
In cassaal 1-1
In cassa al 29-2
£ 2.533.918
£ 3.620.413
£ 8.154.331
Par condicio
Caro direttore,
la lettura del numero 9 di
Riforma mi induce a ricordarti che siamo entrati nel
periodo preelettorale: almeno in questo periodo è indispensabile che il nostro giornale, che non è il giornale dei
rifondatori né di destra né di
sinistra, ma di tutti gli evangelici, mantenga la più assoluta imparzialità. Non so se
sia il caso di parlare di «par
condicio», ma mi sembra indiscutibile che sia responsabilità del direttore di garantire qualcosa di simile.
In questo spirito trovo del
tutto inopportuno l’articolo
di Maurizio Giroiami, il quale
è libero di avere delle opinioni politiche, ma almeno'in
questo periodo è meglio che
si astenga da fare sfoggio della sua cultura, o incultura politica, perché Riforma, anche
se ne è uno dei redattori, non
è il suo, mali nostro giornale.
Non voglio adesso scendere
in polemica (caso mai, se lo
riterrai opportuno, potremmo riparlami dopo le elezioni) ma sarei interessato a conoscere da quali dotti manuali abbia appreso che il
collegi uninominali sono di
ottocentesca memoria e se
sia a conoscenza che esistono altri paesi, certamente più
democratici del nostro, dove
•il sistema elettorale è basato
sui collegi uninominali.
Un discorso simile si può
fare anche per le lezioni di
politica contenute nella lettera di Gustavo Malan: in questo momento non occorrono
lezioni, ma ognuno obbedisca al suo comandamento interiore! A Gùstavq vorrei però
dare un consiglio, con l’affetto che mi deriva dall’averlo
conosciuto da bambino. Se
proprio non è ih grado di capire il ragionamento di Rolando Musso (che l’anno da 0
a 1 è il primo anno, dal nove
al dieci è il decimo anno, e
che quindi dal 1999 al 2000 è
il duemillesimo anno) significa che ha un blocco mentale
per l’aritmetica ed è quindi
meglio che lasci perdere questi conti. Del resto ha ben altre competenze in glottologia
e filologa che possono dargli
altrettanta soddisfazione.
Umberto Beltrami - Monza
M Meditazioni da
• * 4 *
ripristinare
Sono una assidua lettrice
di Riforma, però mi manca
moltissimo la meditazione
biblica di prima pagina.
Io penso che quelle brevi
meditazioni bibliche siano
utili e edificanti per tutti i lettori.
Sperando che questo mio
pensiero sia esaudito, vi
mando fraterni saluti.
Bianca Ruffino - Rivalta
W Risposta
a Emidio Campì
Caro Emidio, •
mi dispiace se il Consiglio
della chiesa di Zurigo si è
sentito scavalcato. Tuttavia ci
sono stati precisi accordi verbali, sia con la presidente che
con te, circa l’uso dei locali
della chiesa di Zurigo per una
riunione dei cassieri del 9°
circuito. Poiché tali accordi
sull’uso della sala erano ben
chiari, abbiamo pensato di
semplificare le cose, senza
esagerare con le «carte» in
circolazione. Quindi, le parole non sono state messe nero
su bianco, agli accordi non è
seguita regolare e formale
lettera, che ci pareva in fondo
inutile, visto poi che sono
stati proprio i cassieri delle
chiese svizzere a chiedere più
volte di poter avere una riunione con Ced e Tavola riservata a loro. Certo, le riunioni
non sono una panacea, e la
realtà del 9° circuito è forse
«modesta». Questo incontro
è Stato convocato per fare il
punto della reale situazione
contributiva delle chiese di
lingua italiana ih Svizzera, situazione comunque peculiare rispetto a quella delle chiese valdesi e metodiste in Italia. Sono stati per questo
chiamati anche i responsabili
delle comunità, ed era meglio
che non ci fosse concomitanza con altre scadenze (Assemblea di circuito) per avere
più tempo a disposizione. La
Ced si è «lasciata prendere la
mano»? Non direi proprio. E
sono convinto che riunioni di
questo tipo servano a valorizzare il lavoro in loco, quello
sotterraneo e di solito poco
riconosciuto svolto dai cassieri e dagli amministratori.
Ti ringrazio comunque per
le tue osservazioni. Penso*
che siano un po’ ingiuste e
degne di miglior causa. Ciononostante, cercheremo di
farne tesoro.
Fraternamente
Alberto Bragaglia
presidente Ced II distretto
il cappello
al funerale
Mi è accaduto,recentemente, di entrare in una
chiesa cattolica, a Torino, in
occasione di un funerale.
Dentro, la temperatura era rigida quanto all’estemo e, soffrendo di sinusite, mi sono
visto costretto a tenere in testa il cappello. Tuttavia, per
non creare problemi a nessuno, mi sono defilato, isolandomi in fondo alla chiesa, alle spalle degli altri. Un signore (un sacrestano?) mi si è
però rapidamente avvicinato
ingiungendomi di levarmi il
cappello. Non avendo scelta,
sono uscito, scusandomi in
seguito con i parenti della defunta per non averle potuto
«fare onore». Qualche anno
fa, un anziano signore di Maniglia, calvo, si è trovato nella
stessa mia situazione, ma ag
gravata dal fatto che si trattava del funerale della moglie,
per cui non gli è statò possibile allontanarsi, né se l’è
sentita di stare a capo coperto: corhe risultato, nei giorni
successivi ha rischiato di morire lui stesso per le conseguenze deH’infi-eddatura.
Mi è venuto immediatamente da chiedermi se, prima di predicare, Gesù, o uh
suo «sacrestano», controllasse se le teste maschili erano
coperte (siamo tra ebrei, dove la tradizione è capovolta),
rifiutandosi in caso contrario
di parlare o estromettendo il
sacrilego. È vero che Gesù
predicava per lo più all’aperto e ho notato che qui, nei cimiteri per esempio, la regola
non vale o è più elastica:
dunque non è la funzione
che è sacra, ma il locale? Ma
allora perché non «togliersi i
calzari dai piedi», come fu
imposto a Mosè e come fanno i musulmani? I credenti
sono davvero convinti che
«in alto» ci si occupi di tali
banalità e che non ci siano
altri problemi, seri, su cui
puntare l’attenziojie?
Gradirei che qualcuno intervenisse per precisare quali
confessioni iihpongono (o
meno) tali usanze e per chiarire il senso di tutto ciò. Tanto
perché ognuno sappia, all’occorrenza, come comportarsi.
Arturo Genre- Torino
RINGRAZIAMENTO
I familiari di
Graziano Gardiol
commossi per ia grande dimostrazione di affetto tributata al loro caro, ringraziano di cuore tutti
coloro che hanno preso parte al
loro dolore."Un ringraziamento
particolare ai pastori Anne Zeli e
Vito Gardiol.
/■
San Secondo, 29 marzo 1996
16
S'
'r ■
I: " PAG. 12 RIFORMA
n;- ■■■
T-’.
Í.1.
Lettera aperta dell'organizzazione giuridica palestinese «Al Haq»
«Attenti a non colpire tutti i palestinesi»
La lettera, inviata a tutti ¡ partecipanti al recente vertice di Sharm-AI-Sheikh
chiede chele decisioni del governo israeliano rispettino i diritti umani
Alla vigilia del recente
summit internazionale di
Sharm-Al-Sheikh in risposta
agli attentati di Gerusalemme, Tel Aviv e Ashkelon, l’organizzazione cisgiordana Al
Haq*, affiliata alla «International Commission of Jurists», ha inviato una lettera
aperta a tutti i capi di stato e
ministri degli esteri che haiino partecipato al vertice.
Dopo avere chiesto assicureiziohe che «tutte le misure
che verranno adottate da
Israele o dalla Comunità Internazionale per combattere
la violenza siano basate sul
rispetto dei diritti umani e
delle leggi umanitarie», la
lettera prosegue: «In risposta
ai recenti'attentati, e per il
raggiungimento dògli obiettivi di sicurezza, Israele ha
sacrificato il rispetto dei diritti umani e delle leggi umanitarie e ha messo in atto punizioni collettive contro la
popolazióne palestinese dei
territori occupati della Palestina. Alcurq membri del governo israeliano hanno dichiarato che Israele “sta agitando una guerra contro Hamas” ma in realtà queste misure staimo avendo un grave
e negativo impatto sull’intera
popolazione dei Territori.
Israele ha imposto durissime restrizioni nella libertà di
movimento. In effetti c’è una
totale chiusura della Cisgiordania e della striscia di Gaza
da Israele e Gerusalemme. Le
forze armate israeliane hanno proclamato aree militari
chiuse 465 città e villaggi sotto il loro controllo nella Cisgiordania e impediscono ai
palestinesi di viaggiare al di
fuori dei loro luoghi di residenza. Hanno inoltre portato
avanti arresti politici di massa di persone sospette di sim-
Una strada di Gaza
patizzare per Hamas o per la
Jihad islamica.
Le autorità israeliane hànno attuato misure di punizione collettiva qei confronti
delle famiglie delle persone
coinvolte negli attentati,
compresi arresti dei familiari,
chiusura con sigilli e demolizione delle loro case. Val la
pena notare che porre i sigilli
e demolire le abitazioni, così
come la deportazione, costituiscono gravi violazioni della Quarta Convenzione di Ginevra, l’equivalente di crimini di guerra».
«Al Haq ritiòne che uno degli obiettivi della conferenza
sia di individuare i metodi
per evitare la violenza contro
la popolazione civile. Al Haq
chiede aUe Vostre Eccellenze
di assicurarsi che le misure
adottate da Israele e dagli altri membri della comunità
intemazionale per combattere la violenza siano basate sui
seguenti principi:
1) rispetto delle norme fondamentali dei diritti umani,
in particolare: il diritto alla libertà e alla sicurezza personale e il divieto di attuare arresti arbitrari: la libertà dalla
tortura e il diritto all’assistenza medica; il diritto a un processo imparziale: il diritto alla
libertà di movimento; il diritto alla libertà di associazione.
2) rispetto della Quarta
Convenzione di Ginevra, e in
particolare: il principio che
nessuno può essere punito
per un’offesa che la persona
stessa non ha commesso:
l’obbligo di non attuare deportazioni; l’obbligo di aste
nersi dalla distruzione di beni immobili o personali eccetto quando questa distruzione si renda assolutamente
necessaria a causa di operazioni militari.
31 rispetto degli accordi firmati da Israele e Olp, la Dichiarazione di principi sul governo autonomo e l’accordo
ad interim israelo-palestinese
sulla Cisgiordania e Gaza.
* L’organizzazione Al Haq è
nata nel 1979 per volontà di
un gmppo di palestinesi della
Cisgiordania. L’organizzazione si occupa di ricerche giuridiche, fornisce assistenza legale alla comunità e si propone di sviluppare, sostenere e
rafforzare il rispetto dei diritti
umani e delle leggi nei territori occupati.
■i Protesta degli ebrei della Lettonia
«Non siamo dei mendicanti»
Diversi quotidiani hanno
pubblicato la notizia che il
presidente della Repubblica
tedesca ha proclamato il 27
gennaio «Giornata in memoria delle vittime del nazismo»,
ma nessuno ha parlato della
lettera scritta da uno dei sopravvissuti a quella stagione
di barbarie. Si tratta dell’avvocato Alexander Bergmann,
presidente dell’Associazione
degli ex internati nei campi di
concentramento della Lettonia. Con semplicità e senza
acrimonia questo signore
ebreo di oltre 70 anni dichiara: «Non siamo dei mendicanti, abbiamo anche noi il
nostro orgoglio».
A che cosa si riferisce il signor Bergmann? Alla proposta, non ancora ufficiale, che
il governo tedesco sta esaminando, di «risarcire» le vittime del nazismo ancora viventi negli stati baltici con
300.000 marchi circa, da assegnarsi in due rate, una nell’anno corrente una nel 1997.
Poiché i sopravvissuti sono
attualmente circa 300, ognuno riceverebbe una somma di
500 marchi, per due anni, un
assegno mensile di circa
50.000 lire, 24 volte.
Nella §ua lettera al presidente della Repubblica, al
Cancelliere federale, e alla
presidente del Parlamento
tedesco Tawocato Bergmann
scrive: «Siamo disposti ad accettare un ragionevole compromesso, purché sia dignitoso, ma non accettiamo che
il governo tedesco ci tratti come dei mendicanti verso i
quali non ha obblighi né morali né giuridici».
Prima della guerra vivevano nei paesi baltici circa
400.000 ebrei, 30.000 furono i
superstiti dopo il nazismo. Da
cinque anni circa si è accesa
una querelle penosa sulla
questione deU’«indennizzo»
dei superstiti, che hanno potuto far sentire la loro voce
solo dopo la riconquista dell’
indipendenza da parte dei tre
paesi baltici. C’è stato, fra gli
uomini politici, chi ha detto
«Non possiamo creare dei
precedenti», chi ha proposto
di inserire la questione negli
accordi presi da Bonn con
Russia, Ucraina, Bielorussia e
Polonia su questioni analoghe. È stata fatta un’offerta
generica di risarcimento-aiuto di due milioni di marchi a
ciascuno dei paesi baltici da
usare per ospedali, istituti e
opere sociali in genere.
L’Estonia ha accettato,
Lettonia e Lituania stanno discutendo. Ma questo non ha
niente a che fare con le vittime del nazismo, come rilevano esponenti di diversi partiti
politici in Germania, che propongono invece una sorta di
«indennizzo» «ad personam»
creando un fondo con stanziamenti del governo e anche
di privati e istituzioni, sotto
l’egida del «Collegamento fra
i parlamentari tedeschi e baltici» già esistente. Se si aspetta ancora il problema si risolverà da solo. Alla fine del ’93,
in Lettonia, le vittime del nazismo superstiti erano 126,
due anni dopo 96.
Manifestazioni in tutta l'isola
Le chiese irlandesi
condannano gli attentati
I leader religiosi dell’Irlanda, cattolici e protestanti,
hanno condannato duramente l’attentato dell’Ira del
9 febbraio scorso a Londra:
«Nessuno dei leader religiosi
pensa che la bomba di Londra sia giustificabile. Le chiese sono sempre state contrarie alle campagne di violenza;
e questo non da oggi, ma da
25 anni». Ad affermarlo è il
pastore John Dunlop, ex moderatore dèlia Chiesa presbiteriana (la più numerosa delle chiese protestanti dell’Irlanda del Nord).
Domenica 25 febbraio, a
Belfast, Dublino e Cork, erano decine di migliaia le persone scese in piazza per la
pace. Dopo l’attentato migliaia di cattolici e protestanti
hanno manifestato nella Repubblica irlandese e nelle
provincie dell’Irlanda del
Nord per chiedere il ripristino immediato del cessate il
fuoco da parte dell’Ira e l’inizio dei negoziati di pace.
Nessun discorso politico,
solo i cori della gente, up volo di colombe e i rintocchi
delle campane delle chiese
che hanno suonato in tutta
rirlanda del Nord per dieci
minuti in coincidenza con
Tinizio delle manifestazioni.
«Dopo un anno e mezzo di
tregua nessuno vuole il ritorno alla violenza», dice Dunlop. La bomba fatta scoppiare a Londra su un autobus
dalle cellule repubblicane
dell’Ira ovviamente ha reso
«molto più difficile la situazione politica e ha messo in
crisi il processo di pace avviatosi dall’qnno scorso sottolinea Dunlop -: non
penso comunque che ci sia
alcuna giustificazione per
questo atto di violenza. La
responsabilità è solo e soltanto dell’Ira. Nessun altro
può essere ritenuto responsabile per l’attentato».
L’effetto di questa bomba
ha portato una «grande insicurezza tra la popolazione, e
anche un senso di apprensione e depressione» dice ancora Dunlop! Le manifestazioni
di domenica scorsa comunque testimoniano la volontà
popolare di ripristinare la pace: «Credo che, nonostante
tutto, la gente sia fiduciosa dice il pastore - dobbiamo
essere pazienti; ma per alcuni, a quanto pare, questo
processo non procede abbastanza velocemente. Ovviamente è legittimo e doveroso
discutere della velocità, forma e modalità di questo processo di pace. Ma tutte le
parti coinvolte nel processo
devono chiedersi se potevano fare di più di quello che
eff^ettivamente hanno fatto».
Da parte sua il leader della
Chiesa cattolica romana d’Irlanda, cardinale Cfihal Daly,
ha lanciato un appello al militanti dell’Ira affinché pongano fine alla loro nuòva
campagna di violenza.
VENERDÌ. 29 MARZO 1996 . ]
Dopo le decisioni degli israeliani
Le principali violazioni
dei diritti umani nei Territori
1) Restrizioni della libertà
di movimehto: il 5 marzo
1996 le autorità israeliane
hanno proclamato aree militari chiuse le otto città
principali e 465 tra villaggi
campi rifugiati nella Cisgiordania. I residenti di
queste località non possono
lasciare i luoghi di residenza
né a piedi né con mezzi di
locomozione. Posti di blocco israeliani sono stati dislocati alle entrate di questi
luoghi per prevenire entrate
e uscite. Vaie la pena notare
che circa il 70% dei palestinesi della Cisgiordania vive
nelle aree rurali e dipende
fortemente dall’accesso nelle città maggiori. In più, la
chiusura permanente della
Cisgiordania e della Striscia
di Gaza, per cui è illegale
per residenti in Palestina
entrare in Israele e Gerusalemme Est, si è ulteriormente irrigidita.
- Impedimenti ad usufruire dell’assistenza medica: l’accesso agli ospedali
palestinesi situati nelle città
principali della Cisgiordania
è fortemente impedito. Gli
ambulatori nei villaggi e nei
campi rifugiati sono paralizzati perché la maggior parte
del personale non può raggiungerli. L’ospedalizzaziope a Gerusalemme Est dove
sono situati molti dei principali ospedali è virtualmente
impossibile.
- Ostacoli nell’accedere
alle istituzioni educative: le
principali università nella
Cisgiordania sono duramente colpite dal fatto che
studenti e personale non sono in grado di raggiungere i
campus. Allo stesso modo,
molte scuole sono colpite
perché gli alunni sono impossibilitati a spostarsi dalle
città e dai villaggi del circondario.
- Scarsità di approvvigionamenti: la scarsità delle
basilari riserve di cibo, medicamenti e benzina comincia a farsi sentire. La
Striscia di Gaza soffre per
una grave carenza di farina
e zucchero. A Jenin, per
esempio, circa il 90% dei
negozi è chiuso perché i
proprietari non possono
entrare in città.
- Ostacoli nell’esercitare il
diritto al lavoro: molti residenti dei villaggi e dei campi rifugiati sono impossibilitati a raggiungere i luoghi di
lavoro situati nelle principali città o in altri villaggi. Un
gran numero di questi lavoratori dipende dal lavoro a
paga giornaliera. In più, circa 55.000 lavoratori palestinesi non possono raggiungere il loro posto di lavoro
in Israele. Le famiglie di
questi lavoratori sono private, fin quando le restrizioni
continueranno, da una fonte di entrata che in molti casi è l’unica della famiglia. *
2) Coprifuoco-, le autorità
israeliane hanno imposto il
coprifuoco fin dal 4 marzo
nel campo rifugiati di Al
Fawar, luogo di residenza di
due attentatori. L’arò’a intorno alla moschea di al-Haram al-Ibrahimi, nel cuore
della città di Hebron, è stata
soggetta a coprifuoco dal 3
al 6 marzo. La sera del 10
marzo il coprifuoco è stato
imposto al villaggio di Husan, nel distretto di Betlemme e nel centro della città di
Hebron, ed è ancora in atto.
3) Incursioni e chiusura di
istituti: almeno sette istituti
educativi e di ricerca sono
stati chiusi per ordine delle
autorità israeliane, inclusa
l’università di Hebron, il Politecnico di Hebron, e il College di Scienze e tecnologia
di Abu-Dis, vicino a Gerusalemme. L’ufficio di Hebron
della sezione palestinese
della Defense for Children
International ha subito
un’incursione nelle prime
ore dell’11 marzo, con il risultato di gravi danneggiamenti aU’ufficio e distruzione di carte e documenti.
4) Apposizioni di sigilli e
demolizione di case: una casa nel villaggio di Burga (distretto di Nablus), appartenente alla famiglia del responsabile di un attentato
suicida è stata demolita l’8
marzo. 5 case limitrofe sono
state gravemente danneggiate rendendole inagibili.
Altre otto case sono state sigillate in diverse aree, tra
cui Rafat, Dahriyya, alFawar e Beit Hanina. Le autorità israeliane hanno impartito ordini di demolizione per sette di queste case.
5) Arresti di massa: le forze di sicurezza israeliane a
Gerusalemme e nelle aree B
e C della (Cisgiordania hanno attuato arresti di massa
di individui sospetti di simpatizzare con Hamas e con
altri gruppi politici palestinesi. I familiari delle persone coinvolte negli attentati
sono stati oggetto di arresti
arbitrari. Nel caso dei familiari di Jabarin a Hebron,
anche una bambina di 8 anni e un disabile fisico sono
stati detenuti.
Reazioni delle chiese mediorientali
«Israele rinunci ad attuare le
sue minacce di separatismo’
L’ondata di attentati in
Israele preoccupa le chiese
mediorientali. Per il Consiglio delle chiese del Medio
Oriente (Cerno), la risposta di
Israele all’ondata di attentati
avvenuti a Tel Aviv e a Gerusalemme sembra «dimostrare
agli estremisti che i loro metodi sono efficaci e che così la
loro causa progredisce». Il 5
marzo Riad Jarjour, segretario
generale del Cerno, ha sottolineato che sarebbe saggio, da
parte di Israele, «non mettere
in atto le sue minacce di dividere la società israeliana dai
palestinesi o di creare un clima politico che rigetti la responsabilità sulla grande
maggioranza di coloro il cui
unico delitto è di essersi adoperati per il ristabilimento
della pace». La prima
cupazione del Cerno, ha oF
chiarato Riad Jarjour, è di da;
re conforto alle famiglie dei
feriti e delle vittime dei tre attentati suicida. II Cerno pteg*
perché «la calma e la ragion®
abbiano il sopravvento in
queste ore in cui vengono
crudelmente messi alla prov®
i sentimenti nobili e sinceri»-,
A Ginevra Ishmael NokOi
segretario generale della Ffi'
derazione luterana mondiai®
(Firn), ha affermato che «non
solo» questi attentati «si nf
giungono all’elenco de»
sofferenze inflitte alla
lazione ma hanno aneti
conseguenze drammatich®
per l’instaurarsi di una rei®'
zione pacifica tra i P°P°Jj
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della zona».
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