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S e 11 i manale
della Chiesa Valdese
Gettate lungi da voi tutte lef vostre trasgressioni per le quali! avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Abbonamento
Lire 600 per l'interno. Lire 1000 per l'estero —-^Spedizione in abbonamento postale, 1° Grappo —
Amministrazione: Claudiana - Torre Pellice, G.C.P. 2-17537 Prezzo L> dS
TORRE PELLICE. 3 Marzo 1950
Vuoi tu rispìerjdere
come una stetìa ?
Dio ha per ciascuno di noi che crediamo in Lui
delle insuperabili ambizioni; le nostre personali ambizioni (per chi ne ha) sono al confronto una ben pallida meschina cosa. La suprema delle ambizioni di
Dio è quella di farci efficaci conquistatori, di anime,
perchè questa è la sola ohe colma il cuore di ineffabili
gioie.
Tre direfNve
Il conquistatore d’anime nel suo lavoro si attiene
strettamente, pena il fallimento, a queste tre linee
direttive, che sono vitali e capitali :
stantemente presente le parole à i ed rtco JVi 1 ìsche
(e oggi mezza Italia e mezzo mondo ragumano come
Nietzsche) « lo. non crederò nel R I ito 1 [i.iesti
cristiani finché essi non mi ayran st ato h i essi
stessi sono redenti ». Anche la religione, fatta di semplice ed esteriore conoscenza della Sacj’a Scritiura è
un altro « cembalo squillante » o, so voletVf~un magnifico e pomposo ornamento. Il mondo che dal mondo brama la pompa, dai cristiani esige « servizio ».
Gesù serv'i e Paolo si autodefinì e fu « servo Cristo ». Chi è pomposo è votato sempre atta sterilità.
1) Annunziare l’Evangelo in modo vivo ed attuale. Non la scienza, non la letteratura o la filosofia o la
sociologia, ma annunziare l’Evangelo, ch’è la forza di
Dui. L’Evangelo è in sé vivente, ma può diventare una cosa morta, cioè, possono le Sue gloriose parole perdere ogni potenza e morire sulle nostre labbra. Oertoi
noi dobbiamo anche tener presente la generazione alla quale parliamo e per raggiungere la quale è bene adoperare una strategia, una tattica ed una tecnica più
corrispondenti. In un mondo dove contano solo « gli
esperti », anche noi dobbiamo essere « espèrti » nell’uvangellziuisiion«. Quest'arte la si apprende da Cristo, dal Vangelo e dall*esperienza storica dei grandlj
evangelizzatori. Ma l’arma possente da impiegare rimane per sempre il solo e meraviglioso Evangelo.
3) La preghiera, ch’è « ;il respiro vitale del cristiano ». La potenza della preghiera dev’essere espc'rimentatn e le promesse da Cristo accordate alla preghiera devono essere meditate e più ancora rivissute.
L’Epistola di Giacomo — vero « sjiecialista » nella
preghiera — potrebbe illuminare molti. La preghiera
è potente perchè lega il nostro lavoro alla potenza di
Dio, senza cui esso rimane nella sfera umana, cioè
nell’impotenza, con risultato: nulla! Gesù l’ha detto
in Giov. XV, 15 « senza di me (cioè senza la mia potenza) voi non potete far nulla ». 0.-;
L'immenso onore
2) Vivere una vita realmente cristiana. Nella società oggi si richiedono uomini realmente « qualificati ». Il dihttantisrno è dannoso in tutte le sfere delle
attività. Ciò che il mondo chiama « qualità », il Nuovo Trslamento chiama « santificazione ». L’Evangelo
diviene allora dardo infuocato e penetrante per quelli che lo ascoltano dalle nostre labbra. Questa: forza
proviene dalla pienezza di Cristo nei nostri cuori —
pienezza che presuppone lo svuotamento completo di
noi stessi (Oalati, II, 20) —; dalla potenza di Cristo
dimorante in noi (li Cor. XII, 9) e dalla pienezza dello Spirito Santo (Efesini V, 18). Queste rendono veramente efficace e potente la testimonianza. Il mondo delle anime perdute non vuole udire professione di
fede, ma vuole sentire la potenza della fede e vedere
ìu gloria del Cristo riflessa nel volto e nella vita deA
cristiani. Il mondo è stanco e nauseato di sentir parlare di « religione », cioè di conoscenza senza realtà,
(lì Cristo senza riflessi nella vita. Bisogna tener co
iddio ci ha conferito ¡.’immenso effluire di conquistare anime a Cristo mediante l’annunzio della sua
Parola, la testimonianza di una vita cristiana resa efficace dalla potenza dello Spirito ed infine mediante
l’insostituibile ministero della preghiera d’intercessione I
Milioni di uomini e donne, giovani e vecchi sono
immersi ancora nelle tenebre, sia net nostro paese
come nel nostro continente ed ovunque, ed ogni giorno l'abisso della morie ingoia migliaia di corpi e quel
ghe è peggio migliaia di unirne non salvate. Chissà
quante ne conoscevi ancora in vita tra i tuoi parenti,
amici e conoscenti ! Che cosa fai per loroV
A chi ama il Signore affettuosamente e con tutta
l'anima, la preghiera « venga il Tuo Regno » gli brucia nel cuore.
«... e quelli che ne avranno condotti molti alla
giustizia riaplenderanno, come stelle, in sempiterno »
(Dan. XII; 3).
Vuoi tu risplendere come una stellai
C. InguanM
Da « 11 Messaggero Evangelico ■»
Cronache dell'Anno Sanfo
5:
IL GIUBILEO BIBLICO
Non esiste alcun rapporto di derivazione storica tra i giubilei, che dal
1300 la Chiesa Cattolica celebra 0‘
' gni 50 o 25 anni e Fantico giubileo
tsbraieo; ma poiché a quella istituzione la Chiesa si richiama come alla
giustificazione biblica dei suoi giubilei, non sarà inutile esaminare brevemente questa questione.
V,' Il giubileo ebraico fa parie di un
, gruppo di istituzioni connesse idealmente con la festa idtel Sabato, il gran
jiyiorno consacralo all’Eterno, in cui
“ tutto deve riposare, come prescrive
'■.’Il Decalogo. Questo comaudamento
, è giustificato, come si sa, da ragioni
'-‘.umanitarie nel Deuteronomio (5, 12
sgg.): E ricordati che sei stata schiß. tio noi paese ¿^Egitto., a Fa’ dunque
"tipoaare chi Um>ra per te! » Esso riveste invece una motivazione relifgìosa nell’Esodo: il riposo sabatico
■'deve essere un omaggio all’Eterno e
^ Una imitazione del gran riposo di
tHo alla fine della creazione del mondo (Es. 20, 8-11), Questo principio
de! riposo sabatico è l’origine ideale dj tutta una legislazione. Vi sono
w
m.
settimane, non soltanto di giorni, ma
di anni: il settimo anno sia dunque
un anno di riposo per la natura; i
campi rimangano incolti, gU uomini
si contentino di quello che spontaneamente verrà offerto- dalla terra;
ed ogni schiavo, dopo avere servito
ijer sei anni riceva, al settimo anno,
la facoltà di andarsene libero. Queste leggi sono certo antichissime, pci
che appartengono al « Libro del Pat
lo », il nucleo vetusto delle leggi mosaiche (Esodo 21, 2-3; 23, 10-11), e
si trovano ripetute, con qualche amplificazione conforme allo spirito dei
profeti, nel Deuteronomio (15, 1218); non solo lo schiavo se ne vada
libero, ma sia rimandato con doni
generosi.
ehe doveva travolgere definitivamen'e il regno di Giuda, il re Sedekia.
cedendo certo alle insistenze di Ge
l emia, decise che gli schiavi dovesse
Dopo lesilio Babilonese
Purtroppo non è dato sapere quale esecuzione queste leggi, così umane, avessero nella realtà. Un episodio riferito nel libro dì Geremia getta una luce piuttosto negativa sopra
questi rapporti. Durante la aiierra
quantesimo anno dovrà essere una
specie di super-anno sabatico, un anno di santificazione generale, in cui
ruià proclamato a suon di tromba
l’affrancamento diegli schiavi e il ritorno delle proprietà ai loro primitivi possessori, conformemente al concetto che la terra è dell’Eterno, e
non deve essere posseduta nè alienata in modo definitivo (L^v, 25, in
pari. vers. 23-24). Questi concetti
hanno certo una origine antica: sappiamo dal libro di Ruth che esisteva nit diritto di riscatto per le terre
vendute; e Isaia denunciava come un
peccato contro Dio l’accumulazione
delle terre nelle mani di pochi proprietari, cioè il sorgere di latifondi
sidle rovine della piccola proprietà
ppressa dalla miseria (Is. 5, 2). Ma
nella sua armoniosa esatteaza, la legge sul giubileo deve essere sitata una
li quelle leggi ideali che gli esuli sognarono a Babilonia per la città da
ricostruire, e che in realtà rimasero
l’espressione di altissime esigenze
morali, a cui i rapporti umani raramente corrispondono.
Anno di grazia
ro essere emancipali, conformemen
Se alla leg^e: segno che, per lo rneo da molto tempo, non lo erano sta
ii. Questa decisione aveva certo un fine propiziatorio:' placare l’ira rlelrEterno, accesa contro Gemsah ninie; c parve, infatti, che qneirutto
eli pentimento dei ricchi proprietari
avesse ottenuto la grazia richiesta:
Eesercito babilonese si era allontanato momentaneamente dalla città,
ondie parare la minaccia di un esercito proveniaite dall’Egitto. Ma bastò quell’istante di respiro, perchè i
nobili signori di Giuda revocassero la
loro decisione, e richiamassero i lo
10 schiavi. Quel giorno, a Geremia,
11 fato del regno apparve duramente
segnato! (Ger. 34, 8-22).
Dopo l’tsilio babilonese, il iLevitieo, riprendendo Fantico concetto dell’anno sabatico lo sviluppò completandolo con Fistituzìone del giubileo;
dopo sette settimane di anni, il cin
parte obbligata dei messaggi papali
giubilari, sono una reminiscenza veramente molto depotenziata dei grandi prìncipi di equità e di restituzione
che ispirano il giubileo ebraico.
E, davvero, sarebbe il caso di ispirarsi finaltmente a quell’antico ideale mai realizzato, se non si vuole che
la periodica celebrazióne dlel giubileo sia una convenzionalità vuota di
senso. Anche per l’Europa, comt; per
Gerusalemme assediata. Fora è vera
mente solenne; forse è l’ultima ora.
Sarebbe tempo di rendere al Signore l’onore che gli è dovuto, inaugurando sul serio un’era di giustizia e
di fraternità. Ma da gran tempo la
cristianità ha imparato che è più facile nutrirsi di simboli e di cerimonie, che prendere il giogo del Signo
Giovanni Miegge
[Conferenza mondiale
della
istruzione religiosa
Intanto, Fanno del giubileo apparve come un simbolo del grande anno
li grazia, che l’Eterno doveva inaugurare, visitando il suo popolo ravveduto; come vediamo dal cap. 61 di
Isaia, anch’esso certamente posteriore alla distruzione di Gerusalemme:
« Lo Spirito del Signore, dell’Eterno è sopra di me! L’Eterno mi ha unta per recare una buona novella agli
umili! Per proclamare Vanno di grazia dell’Eterno.. » (Is. 61, 1-3). Gesù
nella sua prima predicazione nella
sinagoga di Nazareth (Luca 4, 16 sgg)
lesse solennemente quell’oracolo, applicandolo a sè stesso: « Oggi si è adempiuta questa scrittura, e voi l’udite! ». Egli vide dunque, nella istituzione del giubileo e nei vaticini ebe
t;c ne ispiravano, un sìmbolo profetico della sua venuta e del Regno di
Dio. E quando, dopo la grande crisi
flèlla sua crocifissione, la fede dei discepoli si risollevò più matura e più
consapevole, il simbolo dell’anno di
iirazia fu riferito al suo futuro ritorno glorioso: « Ravvedetevi », esclama Pietro nel discorso della Pentecoste, (I onde i lustri peccati vengano
cancellati, affinchè vengano dalla
presenza del Signore dei tempi di refrigerio, e ch'egli vi mandi il Cristo
che v’è stato destinato! » (Alti 3,
19 sgg).
Partendo da questi pensieri, è facile intendere come si sia sviluppata
la grande dottrina cattolica del giubileo. La Chiesa è il Regno di Dio in
terra; ella applica dunque a sè stessa
‘e dichiarazioni che nella Scritlma
sj riferiscono al Regno futuro. Ella
amministra le grazie di Dio, e span
de Sul mondo il « refrigerio », della
salvezza e della pace di Dio. La Chiesa è la grande creditrice, a cui tinti
«li uomini, con i loro peccati, sono
debitori. Ma all'imitazione delFauSiea legge israelitica, ella condona
aenerosamente tutti i debiti, nell’an
o giubilare.
Nell’agosto 1950 avrà luogo a Toronto l’assemblea mondiale del Consiglio Ecumenico per l’istruzione religiosa. Questo nome ha sostituito
dall’anno 1947 quello di Unione Internazionale delle Scuole Domenicali.
La grande conferenza consterà di
tre parti, contraddistinte rispettivamente dai nomi di Istituto, .Convenzione, e Assemblea.
h’’IstitutQ sarà una riunione di rappresentanti di tutti i gruppi nazionali alla quale parteciperanno circa
250 delegati, dal 22 Luglio al 10 Agosto. In questa riunione saranno
studiati i problemi concernenti Fediucazione religiosa.
La Convenzione, alla quale potran:io partecipare diverse migliaia di
ìcrsone e che seguirà immediatamente l’Istituto avrà p'iuttoslo il carattere di ima affermaziime mondia
II giogo del Signore
Ritonieremo in un prossimo numero sopra questi aspetti dell’anno giubilare cattolico. Ma intanto, non possiamo non osservare che la piccola
« routine » amministrativa ecclesiastica delle indulgenze giubilari, con
il suo accompa^amenlo di pellegrinaggi commercializzati e di visite basilicali, è veramente una riduzione
molto addomesticata e meschine]la
del gran sogn© profetico del Regno di
Dio; e che le blande e prudenti esortazioni alla giustizia sociale, che fan
UAssemblea, finalmente, costituita da 2 rappresentanti per ogni nnià nazionale, concluderà la grande
riunione con quelle deliberazioni
che saranno ritenute necessarie per
il progresso dell’opera. E’ questa
l’assemblea legislativa del Consiglio
Ecumenico dell’Istruzione Cristiana.
Saranno trattati in questa grandiosa conferenza tutti i problemi inerenti alla istruzione religiosa nel
mondo contemporaneo per mezzo
(Iella scuola, della famìglia, della
Scuola Domenicale- Saranno trattati
gli argomenti che riguardano i fanciulli, i giovani, e gli adùlti. Saranno anche presentati ì problemi della
Istruzione religiosa in relazione con
!e condizioni sociali e saranno discusse le responsabilità delle Chiese Lo
cali e nazionali come pure delle organizzazioni internazionali.
Anche noi in Italia abbiamo motivo dì interessarci di questi problemi,
non solo per quanto si riferisce alle
nostre necessità locali o nazionali,
ma anche in cooperazione, spirituale
con tutti coloro che nel mondo in tic
ro si preoccupano di questi grandi
problemi.
La conferenza di Toronto è preparata da un gruppo di esperti con la
cooperazione dì tutti quelli che nel
monidb intiero si occupano di istruzione religiosa, ma è essenziale, per il
successo di qiusta grande manifestazione, che i Cristiani di tutto il mondo si associno in ispirilo e col loro
pensiero agli sforzi che si stanno facendo sempre più intensi ed organizzati per diffondere la conoscwiza della verità c per educare, seopndo ì
principi di quella verità, le nuove
generazicni.
i
2
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
Pena» » quei fatH>iuUi che con aria
foravo e meditabonda che tanto conIraata con la loro tenera età, ci pongono a volte dei quesiti molto nnharazzaiui su argoìmeiiti dei più complessi e profondi. Citerò alcuni casi,
personalmente controllati.
Un ragaiizettò di cinque anni, estasiato nella contemplazione del vasto
mare luccicante sotto i raggi del sole, e della circostante natura lussureggiante, chie«He alla mamma: Chi
ha fatto tutto questo? — E’ il Buon
Dio, risponde la mamma. — Ma Luì,
.riprende ¡1 bambiiio, chi l’ha fatto?
Esitazione della mamma. Dopo un
attimo di raccoglimento: Io lo so, dice il piot ino: Egli si è fatto da sè! —
Non sembra di sentire nn filosofo?
Come rispondere ?
Sono cose che ci fanno riflettere e
che turbano. Dei fanciulli fatti per
godere la vita spensieratamente e
giocondamente, che già sono travagliati da problemi tanto più grandi
di loro. Come comportarci nei loro
riguardi, come rispondere a questi
loro quesiti tormentosi?
Varie sono le maniere in uso, da
parte dei grandi in genere e dei ge
nitori in ispecie, nel rispondere a ( odeste domande imbarazzanti e talvolta speciose dei nostri piccini. Vi
sono dei genitori impazienti, o che
male sopportano questi crucci d'ei loro bambini, tagliano corto, riducendo al silenzio i piccoli inlerroganti :
Non sono cose per la tua età, non
puoi capire queste cose. Va bene che
a dei pìccolini non si possono dare
delle spiegazioni esaurienti. Ma ci
,uole nn altro garbo, e tuttavia con
viene dare loro una qualche solidi
sfazione.
Non parliamo poi di quei tali che
cercano di cavarsela a buon mcrca
to, imbrogliando la matassa. Come il
papà Policarpo, dello spassoso racconto 'dii Gandolin, il quale al piccolo
Agenore che gli chiedeva: Papà, che
cose lo Statuto? rispondeva secco:
Ijo Statuto è, figlio mio, quella cosa
oer cui non c’è che la gente senza educazione, che finge d’ignorare i propri doveri, tra cui, te lo dico una
volta per sempre, quello di ubbidire
mamma e pepa; e di non fare oi'iie
domande che non le farebbe neanche
nn monello di strada.
Altri, per contro, nella persuasione che bisogna imporsi ai fanciulli
con l’autorità e la chiara sicurezza
delle dichiarazioni, non si peritano
di ricorrere alle affermazioni più
strampalate. Così quel nonno inglese
che al nipotino che gli chiedeva :
Nonno, quando uno muore, quanto
ci mette la sua anima ad arrivare in
cielo? rispondeva imperterrito: Ci
impiega dieci minuti, esattamente.
E come il fanciullo, ptmto persuaso,
se ne andava scuotendo il capo, la
nonna, rivolgendo al vecchio uno
sguardo di rimprovero, gli disse: Ma
Roberto, come puoi.,? Ed egli a lei:
Sicuro, moglie mia, non c’è nulla di
peggio che lasciare i giovani nell’in
certezza. Idee chiare ci vogliono,
nozioni precise. Pover’uomo!
Altri infine, più steri assai, ma
grandemente illusi, non sanno di
scendere al livello intellettiiaie dei
fanciulli, nè comprendere la loro
mentalità; e si perdono con loro in
ragionamenti speculativi e dommatici che portano più oscurità che chiarezza in quelle tenere menti.
Altro caso. Una bambina di quattro anni, un amore di bambina dall’incarnato roseo _ e delicato, venuta
in Riviera dal natio Piemonte per i
ha;^i. Fin dalla prima notte, le terribili zanzare l’avevano punzecchiala cosi da sfigurarla. E al mattino,
tutta indolenzita e piangente, chiedeva con irritazione alla nonna: Ma
chi è che ha fatto queste brutte bestiacce ? E’ anche il Buon Dio ? — A
cui la nonna, un poco esitante, risoon
deva ; Ma sai bene, Dio ha fatto ogni
cosa; non sappiamo bene il perchè
di certe cose, ma... — Basta, interruppe la bambina risentita, io fUco
che poteva bene farne a meno!
Poi’ecco il turno di un maschietto
dodicenne, di cui mi riferì suo nonno medesimo, noto pastore, svizzero
e nostro caro amico. Il ragazzo gli
domandò un giorno, a bruciapelo:
Perchè si esiste? — II nonno rispondeva con le parole più semplici e suadenti che poteva, cercando di spiegargli ciò che era la dignità e la vocazione deU’uoino. Il fanciullo lo ascoltò attentamente, poi rizzando il
capo come un piccolo ribelle, sbottò
in questa uscita: Io lo so perchè si è
lì nella vita: si è lì per india!
Quale, sarà dunque il modo migliore di rispondere a questi piccoli iii"
vcsligatori?_ Anzitutto bisogna prendere sul serio le loro domande. Non
sono delle bam,bole, ma degli esseri
ragionevoli, in germe, portano in sè
dei problemi che angustiano anche
noi, e che vorrebbero sapere. Negare loro questo diritto dì sapere e
comprendere, non è giusto nè pedagogico, e si risolve per loro in una
mortificazione deprimente, conie se
in loro venisse soffocato qualcosa di
vitale. Ed è grave colpa ed errore di
volerli sviare od ingannare, magari
basandoci su una nostra pretesa autorità o competenza. Coi bambini
non è possibile darsi delle arie; ledono subito il trucco.
Bisogna dunque venire loro incontro. In questo modo potremo fare assegnamento su 'di un prezioso all<“ato, vale a dire la loro innata e provvidenziale disposizione a percepire^
la rivelazione del sovrannaturale,
che tutta si riassume nella loro agevole concezione di un Dio invisibile
fd onnipotente. Sembra che su questo terreno non vi sia astrazione cui
la loro fervida immaginazione non
possa sollevarsi.
La difficoltà piuttosto è di trovare
le giuste espressioni nel prospettare
i problemi, e di impostarli nei termini più adatti alla comprensione
dei fanciulli. E quando veniamo a
chiedere l’aiuto dei competenti in
materia, i teologi professanti, rimaniamo tabolta insoddisfatti ed incerti per l’eccesso medesimo del loro
zelo ne] voler troppo spiegare ed armonizzare, e insieme conferire profondità e completezza alle loro analisi e concezioni.
(segoe) Q. Bonnet
Dove lavorano?
Nel 1826 s’inaugurava rOspednle di
Torre Pellice. Si rispondeva così a determinate, impellenti necessità delle
popolazioni, ma non a tutte. L’ospedale non poteva accogliere gVincurabili e
questi purtroppo non mancavano.
Il pastore di San Giovanni, signor
Guglielmo Melile, trovandosi un giorno a Villar Pellice, fu informato dalla
moglie del pastore locale della penosa
condizione d’una poveretta il cui volto
era roso e deformato dall’azione lentissima ma graduale ed inesorabile di
un canoro.
Un altro giorno si presentò a lui un
giovane tubercolotico, in stadio avanzato di malattia, che nessun ospedale
poteva ormai accogliere e che avrebbe
potuto essere ricoverato al Cottolengo
di Torino se fosse stato cattolico...
Questi ed altri casi decisero il pastore Meille. Occorreva agire e subito.
Parlò al Sinodo Valdese del 1896 della necessità di provvedere agl’incurabili e la suprema assemblea della nostra Chiesa votò il seguente ordine del
giorno : « ¡1 Sinodo plaude all’idea di
un istituto per incurabili e assicura al
signor Meille il suo appoggio morale
per l’attuazione di quel progetto che
raccomanda, per la sua esecuzione materiale, alla liberalità delle Chiese ».
Uscendo dall’aula sinodale tre persone, una scozzese, una svizzera e una
valdese offrirono al signor Meille una
100, l’altra 50 e la terza 10 lire. Fu il
primo capitale e il punto di partenza
di un opera che ebbe notevoli sviluppi.
Il pastore Meille acquistò una vecchia casa sita in ottima posizione su un
pianoro dominante la valle a pochi minuti di distanza dal borgo dei Bellonatti, in comune di San Giovanni
Furono subito adattate alcune stan
"51 ^
Steinma Valdese
■ -sv
Io domando alle nostre Autorità civili e religiose, ai nostri storiografi» ai nostri eruditi, archivisti e bibliotecari, ai nostri specialisti
di folklore e di a vaudoiserieis » ; domando loro a nome di molti e con
vivo dlesiderio di- avere una risposta semplice, chiara ed esauriente:
— Esiste, o almeno è possibile rintracciare nelle vecchie carte
valdesi, nei secòlari papiri della nostra Chiesa gli elementi sicuri che
permettano a lin bravo (dico bravo) disegnatore di presentarci una
buona volta un autentico e definitivo STEMMA VALDESE?
La mia domanda è motivata dalla recentissima apparizione, nella
testata dell’ Eco delle Valli, di un nuovo stemma — brutto almeno
quanto quelli precedenti — il quale viene ad aggiungersi alla disadorna serie di una diecina almeno di emblemi valdesi apparsi su gior
nali, carta intestata, distintivi, coccarde, bandiere in questi ultimi cin
quant’anni.
Alcuni stemmi andati in disuso erano caratterizzati da due particolari; U prinio, la luce era irradiata da una più o meno lunga candela; U secondo, il candeliere poggiava sopra un libro, la Bibbia. Da un
po’ di tempo » questa parte, la candela si è sempre più accorciata finche ___adesso la vacillante fiamma si sviluppa direttamente dal can
deliere: cioè non si sa bene se da un mocimletto troppo corto nascosto
nella tazza del candeliere stesso, oppure da qualche sostanza oleosa
combustibile, ma fumogena -— di cui la tazza sarebbe stata riempita!
Che dire poi degli ultimi stemmi valdesi —■ compreso Tultlmissimo — nei quali il candeliere — per un miracolo di equilibrio — sta
in piedi da sè,. pel vuoto, appoggiandosi soltanto... sul verticf ad angolo troppo acuto dello stemma stesso! Difatti, da un po di tempo è
scomparso il libro sul quale, una volta, poggiava il candeliere. Anzi,
nello stemma attuale dell’Eeo, non ci sarebbe neanche il posto...
Per la grande bontà dei penultimi e degli ubimi disegnatori, è
rimasto però ancora il motto, non importa se svolazzante come un cartello di sale e tabacchi: LUX LUCET IN TENEBRIS. Ma di quel motto vorrebbe q-ualcuno provarsi a dare un qutalcbe soddisfacente significato ?
« Lo luce risplejide fra le tenebre ». Quale luce? La Ime del candeliere, cioè la luce della Chiesa Valdese? Pensateci seriamente! La
luce che risplende fra le tenebre non è davvero quella della nostra
Chiesa che noù ha luce se non la rweve da Alto! Non c è che da considerare Un mommito il passo di Giovanni cap. 1, vers. 5 per rendersi
conto che la Lux ìncet in tenebris è la luce della Parola di Dio, anzi la
luce di quel « Verbo eterno fatto carne » glorificato nell’immortale
prologo del quarto Evangelo.
A,llora _e allora soltmto — lo stemma nostro prendte un senso:
Il Verbo eterno di Dio noi lo conosciamo per mezzo della Sua Parola
scritta, cioè della Bibbia che è « luce ai nostri piedi e lampada sul nostra sentiero ». E questa luce del Verbo eterno, che arriva sino ai nostri tempi per il tramite della Sacra Scrittura, noi Valdesi — per mezzo del nostro tradizionale candeliere, cioè della nostra fedele testimo
nianza___cerchiamo da secoli —- con I aiuto di Dio di spargerla fra
le tenebre deliinondo! _ —
E’ cosi?
Se è così, torni nello stemma valdtese la Bibbia e — se non
niente m contrario — ci torni anche... un pezzo di candela.
GIOVANNI E. MEILLE.
c e
A Ç Q PI |g 2 2 g
Rifugio Carlo Alberto a Luserna San Giovanni
ze e il 15 Novembre di quello stesso
anno 1896 fu ricoverato il primo infermo.
1 lavori di restauro e.di ampliamento
continuarono con fervore e il 25 Febbraio 1898 il Rifugio Re Carlo Alberto
dotato di 24 letti, fu inaugurato alla
presenza del Moderatore della Chiesa
Valdese, del Prefetto di Torino e dei
deputati della provincia.
11 Rifugio veniva inaugurato nel primo cinquantenario deH’emancipazione.
Per questo fu dedicato a Carlo Alberto.
Dal gjomo della sua fondazione ad
oggi il Rifugio non ha cessato di svilupparsi, di ingrandirsi, di perfezionarsi. I servizi resi alle nostre popolazioni delle Valli e a infelici provenienti da ogni parte d’Italia ed anche dall’estero non si contano.
Fin dall’inizio la direzione interna
dell’Istitufo nonché tutto il lavoro di
VOCAZIONE
assistenza ai ricoverati fu affidato alle
Diaconesse : prima alle diaconesse della Casa di Saint Loup, coadiuvate poi
dalle Diaconesse della nostra Casa.
E MESBERE
Lettera aperta al signor M, Eynafd-IÌ
Ho ineominciato a leggere con moUM
to interesse il Suo articolo «
zione e mestiere », perchè tratta im?“
argomento di vitale importanza, inq ‘=
trovo che le idee da Lei espresse sono.^'i
molto discutibili.
Molto arbitraria ed ingiusta la Sud _
netta divisione fra Diaconessa e in-fermierg : la diaconessa segue una
cazione, l'infermiera esercita un me-§
stiere. Solamente l’infermiera com'-»
mette degli errori {gravissimi quelli;^'
da Lei citati), solamente l’infermiera^:^
è a caccia di mande, pronta a sfrut-^
tare il malato (sono parole Sue!). Mi^
spiace molto che Lei abbia conoacik-.''
to, durante la Sua malattia tali per-'.^
soìie : ma non ha mai pensato che ai^
sono anche altre infermiere, che la- ,
varano per vocazione, quanto e più
di una Diaconessa 1 Non giudico « venale » una infermiera che riceve il'f
giusto compenso del suo lavoro : L’importante, secondo me, è che non lavori solo in vista del compenso, ma
per amore verso i fratelli più disgraziati, per vocazione di servizio.
Non Le pare che, fra noi protestan- s
ti, spesso non c’è una grande differenza fra infermiera laica e Diaco--y
riessa, in quanto a vocazione ! ’^Qn i
credo sia dato ad una sola categofòi
di persone di servire il prossimo con .
vero altruismo, senza secondi fini -,
« venali » : se non erro il Samaritano ■
della parabola era un laico...
* Hi
Vorrei poi pregarLa di non abbas-^
sare la « vocazione » fino a confonderla con In coscienza del lavoro, che
è ùnd'piCcola, maVèriaCe 'Gonseguenzu ^
della vocazione, ma non la più impor-^
tante. Lei ammette che « ogni cri--"_p
stiano dovrebbe portare nel suo lavo- _•
ro uno spirito di missione e di vocazione » ed io, che sono forse più ottimista di Lei, trovo molto spesso
spirito non solamente fra le Diaconesse, ma fra le infermiere ed i dottori. Quando si sentirà scoraggiato,),^
come certamente si sentiva d giorno^,
in cui scriveva il Suo articolo, venga'^
alle Valli: conoscerà molti medici:
che non sono, come Lei severamente^
li giudica, « mercanti », ma che vanno dove la loro opera i: necessarià
senza pensare al compenso, vanno ep?
non badano a stanchezze, a peiicoli, I
a disagi, perchè qiielln è la loro vocazione e la loro missione. (Onesbameíi-®
ì#
“M
Ricordiamo alcuni nomi ; Anna Courvoisier, Margherita Burnand, Elisabeth Breiter, Marie Hirschy, Maddalena Tourn, Alice Beney (per lunghissimi anni Direttrice), Beatrice Nesi,
limilia Bertinat, Adele Schweizer, G'o
vanna Pent, Margherita Rivoire, Adele Gay, Susanna Coisson, Arcangela
Ferrara, Ernesta Mossotti, Susanna
Coisson, Leonia Stallò» Vera Vinçon,
Lucietta Tenger, Lidia Perrou, attuale
Direttrice.
Il Rifugio ospita attualmente un’ottantina di infermi e ad essi le nostre
Diaconesse consacrano, nel nome del
Signore, le loro energie: senza lamenti e senza risparmio.
Alberto Ricca
loro
te riteniamo che, nel suo articolo, il
nostro collaboratore non abbia voluto „
escludere, anzi egli l’ha pure ammes»
sa, questa bella e nobile l'caltà, N. d.'■
lì.). K quante volte non richiedono m
neppure il giusto compenso, solo
ché la comprensione della miseria
la pietà li guidano. Eppure devono^
vivere e vivere oggi ed affrontare k
banali eppure assillanti problemi della vita materiale : le spese, le tass<\ il
mantenimento della famiglia... Le
Diaconesse, con il loro atteggiamento, possono, come Lei dice chiautmente, essere di esempio, ma le
conesse non hanno, beate loro! preoe-’,^
vupazioni finanziarie, non hanno da
risolvere il problema non indifjcrcute
del pane quotidiano, della vecchiaia,
come lo hanno i medici o 'le
re, da Lei
di « venali ».
Conosco, forse più e meglio dt Ijoìi .
Diaconesse Valdesi c Diaconesse
zere, conosco le lotte e le difficoltà
devono vincere giornalmente, e le ammiro, come ammiro tante altre cate-'?^
■ . . . . ■ ^
gorie di persone, tanti altri cristiant^^
Ma ricordo altres'i Vammonimento
l’Apostolo Paolo: «Figliuoletti, guar-.i;
datevi dagli idoli ». L.K.3
infermie-)^,
cos'i severamente tarc''^’
3
- '■■ ‘ '; -V ,-iv' .
. ,r- V . ■■• ; .>••
•j, .„>.
sér?^
A.
Abbiamo ricevuto alcune lettere
\iil problema della vil(t. reliffiosa e
^¡sociale alle valli, con spedale riferi"^
[^menta all’artiaolo di « Edelweis »
^^bblicato nel numero dei 27 gen
S'^io u. s. Esse toccano aspetti diverI» del problema e riflettono diverse
ìjfreocTUpozioni. Le pubblichiamo con
^'augurio che esse possano Ínteres¡Jijare i lettori e richiamarli del con0iinito all’ammonimento apostolica:
■n^'Vi esorto a condurvi in modo dedella tfocazume che iÀ è stata
rivdta, con ogni umiltà e mansuetudine, con longanimità, sopportandovi gli uni gli altri con amore, studiandovi di conser~vme l’unità dello
SpirUo col vmcolo della pace » (Efes. 4'/2-3). , ' ’. '
monùnento di Gesù : tt Non fMevi
tesori sulla terra, ma fatevi tesori in
Cielo, perchè dove e il vostro tesoro
vi è pure il vostro cuore ».
L'Unionista di Ginevra ha toccato
un punto su cui più volte abbiamo
già attratto Vattenzione dei lettori
e che personalmente condividiamo.
(Red.).
Risposfa
y/
e noi
a
che
Fratello, non sei certamente il so^io a pensare all’avvenire della noatra ¡rencrazione e sii questo punto
desidero far pervenire alcune mie
riflessioni.
w' Mi permetto di chiederti se hai ben
^riflettuto e vagliato il perchè del
laaleontcnto che regna alle Valli,
'fra i giovani in special modo? Hai
tu cercalo di indagare qual’è il vero
^ ìnoti.o che ci spinge oggi, poi giovani, a cercare un’occupazione fuoPri delle valli e specialmente qua
^nella Svizzera?
Noi, unionisti di Ginevra, salvo
'qualehe eccezione, siamo tutti mem’'■^ri di famiglie più o meno numero-i ise, è ben nostro dovere di cercarci
- iin lavoro più redditizio; no, non è
’^r allontanarci dalle nostre amate
.valli che siamo espatriati. La no^ atra coscienza, per vari motivi, non
ci permelleva di vivere in sette o
■'''più persone, dove anni fa due sole
•' persone vivevano onestamente col
proprio lavoro. Ammiro l’esempio
“^2'che prendi di Fressinières ; del resto
V. da medi sima cosa, o quasi, si sta fa' «ìendo in Val Pellice, dove «ì èr^pcr■ida una scuola di Agricoltura. Caro
'■^fratello, devi credere che, anche se
' siamo numerosi a lavorare all este.''li'ro, molli, se non tutti, ritorneran
no portando. Iddio lo voglia, Fespe’^iiienza e tutto ciò che hanno acqui
"stato di buono all’estero, cercando
f di migliorare in qualche modo la
vita alle valli; questa è la grande
V. speranza di molti.
Ai.
’I
Confesso però che, se le condizio
•iali mi interessano, quelle
.^ni materia
morali mi danno niaggiórmenie da
cosa faremo,,
molto più grande, per il fatto che
devono ¡occupare il posto lasciato
dagli assenti. Possiate voi lavorare
con fermezza e possiate essere dii esempio ai più giovani, affinchè essi
possano entrare nella vita come figli
di veri cristiani, discendenti di quei
nostri valorosi padri che hanno conservato un grande patrimonio spirituale solo a prezzo di tanti sacrifici.
Quello che più conta, fratello, è
il patrimonio spirituale che si deve
conservare ad ogni costo. Iddio non
ci chiederà conto del nostro patri
moniò materiale, delle nostre terre,
delle nostre valli, anche se ci sono
tanto care, ma bensì ci chiederà
conto dèi nostro patrimonio spirituale. Fratelli cerchiamo di lar fruttare i talenti che Iddio cì ha dato in
consegna, affinchè ci sia possibile di
udire un giorno le buone parole di
Gesù rivolte a noi « Bene sta, buono
e fedele servitore; entra nella gioia
del tuo Signore ». Ascoltiamo l’am
pensarc e devo dire che non sono
ottimisla su questo punto.
Il fatto di vivere lontani, soli, e il
più delle volte incompresi, ci spinge
•ù’a cercare nella parola di Dio 1 aiuto
e il conforto di cui abbiamo tanto
.«bisogno; solo 'dia Lui possiamo at
'intingere forza c coraggio.
'I Dopo anni die lavoriamo in SvizI aera, anche se bene accolti da fratelli che professano la nostra me»leiiìma fe<lc, ci sentiamo pure sempre
«tranieri. Come comprendiamo le
sofTerenze dell’Esilio dei nostri an
tcnati e come possiamo immagìnar«i la loro grande gioia quando pote
■. cono rientrare nelle loro amate terre!
Il monito che sentiamo alla festa
di Prangins, contemplando colle lagrime agli occhi il monumento che
^ ci fa pmsare con nostalgia ad altri
'^.monumenti, ad altre feste alle valli
A fra i nostri cari, è per tutti noi di essere degni di quei nostri antenati,
>■ Ovunque siamo, all’estero come iu
Patria: essere degni del nome che
portiamo. Vivere una vita irreprcn■^i. sibilo anche nelle più umili cose e
i. certamente Iddio ci benedirà.
Non dobbiamo dire sono valdese,
per il solo motivo che lo erano i nostri padri, non dobbiamo accontentarci di seguire le tradizioni avute
in eredità dai nostri antenati, tradi
zioni che vengono di volta in volta,
anno diopo anno, trasformate. Non
si segue più la religione dei padri
quando si prendono le feste, in cu i
i nostri padri rendevano grazie a
Dio per gli innumerevoli beni rice
vuti, come pretesto per poter organizzare balli e veglie, ove regna tutl’altro che lo Spirito di Dio. Il Protestantesimo è chiamato ad illuminare ed a correggere; non basta aeeontentarci di raccoglierci in Chiesa,
ogni domenica, se dopo non pratichiamo l’Evangelo, dando prova con
il nostro esempio di essere dei vei i
crisiiaei.
Non voglio condannare i diverti
menti dèlia gioventù di oggi, ma si
potrebbe in un certo qual modo porre un limite; siamo giovani e quan-to ci sopo cari i bei momenti di allegria e di spensieratezza che ritem
pruno il morale dopo il faticoso lavoro di ogni giorno.
Che Iddio voglia ascoltare la mia
preghiera e che qualunque sia la nostra vocazione in Patria o all’esLeio,
ci dia la forza necessaria per risvegliarci dalla sonnolenza è dalla tic
pidezza che regnano in mezzo a noi,
affinchè possiamo vivere quella vita
che ci renderà cari al nostro Signore
c .Salvatore.
Una unionista di Ginevra
allo stabilimento, ha anch'essa le sae
difficoltà, specie dal punto di vista salutare. Chi avrà continuato a lavorare
la sua terra, avrà di che vivere anche
nei momenti più difficili (v. periodo
delle ristrettezze alimentari durante la
guerra) e molto più duro sarebbe il ritorno ai monti dopo avere ’ trascorso
qualche tempo in città òd avere affievolito le proprie ener^e con l'aria viziata dello stabiUmento e, purtroppo,
dò si verificherebbe in caso di diminuzione di mano d'opera nelle fabbriche.
Infine, non deve il montanaro dimentL
care che egli è un « proprietario » ed
è sempre mèglio esseri un piccolo padrone che un grande garzone.
ALBERTO LONG
John Qmmcy Adams, il sesto Presidente degU Stadi Uniti d’America,
dichiarò: « Ci sono due preghiere
ohe ricordo e preferisco: la prima è
la preghiera del nostro: Sitare, perchè è Lui che Ce l’ha insegnata; d’altra è quella che mi ha insegmUo mia
.madre quando ero famiuUo: « Adesso vado a dormire; custodisci tu
Vaninut mia, è* Signore. Quando dosrwni mattina-mi sveglierò, fammi
prendere subito la tua deli'amore.
Amen ». A quest’ultimo j^reghiera
aggiungo ora queste parole: a Te lo
chiedo nel nome di Gesù », per esprimere la rhia fede in Lui e anche
per far sapere che dò che chiedo lo
chiedo come un favore e non perchè lo merito.
La voce delle Comunità
Brescia
Le celebrazioni del XVII Febbraio
sono state, quest’anno, particolar
Poichè il giovane montanaro, celatosi
sotto lo pseudonimo di u Edelweiss »
ha, sull’Eco del 26 gennaio, dgto V
Il via » alle discussioni su quelli che
sono i problemi della montagna, voglio
pregare il nostro giornale di ospitare
questo mio modesto punto di vista.
La base essenziale pei evitare lo spopolamento delle nostre vallate, credo
sia una maggiore comprensione da parte delle Autorità Centrali che stanno
lambiccandosi il cervello per risolvere
quello che chiamano « il problema della disoccupazione », spendendo fior di
milioni in sussidi che, in definitiva, vengono spesi in un complesso burocratico,
costituito da commissioni varie, che a
nulla approdano.
Chiunque abbia fatto qualche gita sulle nostre montagne, ha potuto constatare che vi sono ancora molti villaggi pri.
vi della luce elettrica ed anche di una
strada carrozzabile- Le condizioni di
vita di quella gente sono ancora primitive : Ogni loro provvista deve cassare
sulle spalle o, per i più. facoltosi a dorso di mulo. Molti sqno coloro che per
macinare un po’ di grano per uso famiglia, debbono caricarselo sulle spalle
per portarlo al muUnp che trovasi a fondo valle e poi rifarsi la strada con la
farina ricavata, mentre sarebbe
più comodo e meno faticoso qualora vi
fosse una carrozzabile.
mente felici, favorite anche dalla stagione primaverile.
Una festa intima ha raccolto tutta
la fratellanza, il 15 Febbraio : vibranti messaggi deWAnziano Sig. Neiicini e del Pastore : cori valdesi eseguiti
con potenza e finezza dalla Corale :
recita di un dramma mistico, per parte della gioventù che ha rivelato non
comuni doti artistiche. Poi, lieti conversari attorno alla sempre gradita
tazza di tè.
La sera del 'XVTI Febbraio il Pastore Paolo Bosio ha tenuto una pubblica conferenza nell’ampio Salone
Pietro Da Gemmo che si è riempito
di pubblico assai favorevole che ha
spesso inteiTotto con vibranti applausi [’appassionata conferenza sul
tema ; « Luci nelle tenebre — Solidarietà intemazionale nella storia dei
Valdesi ». Grandi manifesti invitavano alla celebrazione la cittadinanza.
Domenica 19 Febbraio, seconda
conferenza del Pastore sul tema : a Intolleranza t », con esame approfondito del triste fenomeno umano, nella
storia e nei suoi elementi psichici. Il
folto pubblico ha manifestato il suo
consenso con parole di commovente
solidarietà.
La fratellanza ha partecipato a tutte queste manifestazioni con zelo 'iti
attiva collaborazione, lieta del risveglio di vita che si sta manifestando
nella nostra Comunità. (lux).
In occasione del pranzo il Pastore e
il sindaco Dr. Meynet hanno ricordato
il valore delTinoontro della fratellanza,
nella comune mensa, stimolando i
presenti ad incontrarsi sempre nella
vita, con lo stesso spirito, con la stessa gioia,, con lo stesso amore.
Col concorso dell’unione cadetta o
degli alunni della scuola, nonché di
un gruppo di giovani e catecumeni si
è svolto un programma vario e interessante per la serata del XX'II.
Oltre il culto solenne, seguito dalla
celebrazione della Santa Cena abbiamo
tenuto una riunione per i fanciulli in
occasione della quale la maestra Tourn
ha rivolto un messaggio di circostanza.
Pramollo
Verona
Un’altra voce
' i Secondo me invece di dire « che
Ì4 cosa faremo noi », dovremmo dire
“ « come faremo noi » a risvegliare
alla fede vivente la nostra gioventù?
Questo dovrebbe essere l’imporlau
te problema che ognuno di noi deve
f|! cercare in tutti i modi di risolvete.
Noi giovani abbiamo il do, ere di
®^far conoscere la legge di Dio ovunque, con il nostro esempio. Cerla
* mente per quelli che rimangono e
che possono rimanere il compito è
M '
infine, da un giovane siciliano in
terra svizzero...
a...Io sono sicuro che anche in
torre straniere possiamo compiere la
ruistm missione criMiana con l’aiuto
di Dio... Noi spesso conserviamo la
eredità dei padri, ma non sappiamo
che quel patrimonio non basta conservarlo, bisogna conquistarlo, farlo nostro iJtedlwtnie i nostri sacri fili.
Cristiani dotati di « patrimonio »
non si nasce, ma si diventa...
Iddio non d domanderà conto un
giorno delle nostre oostnizioni muleriali, ma della nostra costruzione
spirituale, di dò che abbiamo fatto
per Lui, del modo in cui abbiamo
seminato...
Quando d. deckteremo a risvegliare le nostre cosde-nze ed i nostri cuori, induriti, per essere banditori délPEvangelo per le vie del mondo,
predicando una sola ricostruzione,
quella cristiana?... Soltanto così
possiamo conservare la nostra forza
di popolo. Ut forza di un popolo di
Dio e le altre cose n saranno sapraggiunte.
S. PiMna
Perchè dunque spendere tanto denaro per soccorrere i disoccupati quando
potrebbero essere tutti occupati in la.
vori pubblici che porterebbero un beneficio collettivo ? Molti si sono posto
quesfinterrogativo, ma nessuno, pur.
troppo, ha mai affrontato la questione
con sufficiente decisione!
Anche l’Ufficio Distrettuale dulie imposte dovrebbe rendersi conto di quan.
to sia dura la vita in montagna prima di
proporre le tassazioni sui beni situati
oltre gli 800-1000 metri di altitudine,
in località prive anche della più elemen.
tare delle comodità. Dato lo scarso reddito. la modesta cifra di 5-10 mila lire
annue d’imposte, per un montanaro di
media condizione, costituisce un peso
non indifferente.
Da parte sua il montanaro non deve
trincerarsi su qnelfe che erana le abitudini dei suoi antenaii ; il bestiame,
che costifìiisce la sua maggiore fonte di
guadagno, dev’essere selezionato e ben
nutrito. Lo sfruttamento del latte deve
essere curato al massimo mediante la
costituzione di latterie u sociali » per
il periodo di maggiore produzione e
(( Uirnarie » per i periodi di magra. SOm
I grandi manifesti murali che invitavano la cittadinanza alla oelebra'done della festa della nostra libertà,
hanno fatto affluire alla nastra Chiesa
ui) pubblico numerosissimo e scelto il
quale ha ascoltato con manifesta sim
XVII Febbraio. Come negli anm
passati, anche quest’anno la Festa del
XVll Febbraio è stata celebrata con
vero entusiasmo e con grande gioia.
11 tempo veramente splendido ha favorito lo svolgersi delle vare manifestazioni. Già la sera del 16 tutto il nostro vallone aveva un’aria di festa.
Grandi fuochi infatti brillavano un po'
ovunque sulle alture e nei punti più
in vista. E quanti spari, quanti razzi,
quanti fuochi d’artificio l Qualcuno dei
nostri villaggi non accontentandosi di
un solo 4: falò », ne ha acceso anche
due, persino su alle « miande » dell’Azzarà e in quelle dell’Inverso poco
sotto la Vaccera sono stati fatti quest’anno i « falò ».
Il 17 mattina, sotto ad un sole luminoso quasi primaverile, s’è svolto il
corteo tradizionale fino a Ciatel, dove la Corale ed il pubblico hanno unito insieme le loro voci nel canto dell’inno « Fino alla morte saremo fedeli... ». Poi alle 10,30, nel tempio gremito di fedeli, ha avuto luogo il culto
commemorativo durante il quale la
Corale ha cantato uri inno di circostan
patia hi due conferenze di circostanza
tenute dal Pastore P. Bosio il 18 e il
19 Febbraio. Una terza conferenza è
stata annunziata per Domenica 26
Febbraio. ;
La celebrazione pubblica del XVIJ
Febbraio era stata preceduta da ma
festa intima, per la nostra Uamumità
L’Anziano sig. l’erretti ha rivolto un
messaggio pratico e pieno di zelo ai
venuti. Si è cantato il «Giuro» ; si è
ascoltata una ispirata poesia valdese :
e il Pastore ha rievocato la storia valdese inserendola nell’attività evangelistica del presente. Poi im simpatico
rinfresco ha dato modo a tutti i ]iresenti di passare un’ora fraternizzando.
Belle giornate per la nostra ]iiccola
Comunità che ha dato segni indubbi di
nuova vitalità e di consapevolezza della sua missione.
(lux).
All’uscita i bimbi della Scuola Domenicale hanno avuto il piccolo dono
ed i grandi invece, in buon numero, si
sono ritrovati insieme per il pranzo
tradizionale, egregiamente servito da
una famiglia della nostra chiesa, Sig.ri
Attilio Jahier della Euata.
'■ La giornata di festa è stata chiusa
con una bella serata preparata dai giovani dell’Unione Giovanile e dai membri della Corale.
Rorà
Ija celebrazione del XA’IT Febbraio
ci ha dato Fopportunità di sottolinea
solo così potrà trarre profitto da minimi quantitativi di latte esuberanti al
fabbisogno familiare ed all’allevarnento. I pascoli alpini dovrebbero essere
ripuliti dai sassi sparsi, dagli sterpi e
detriti vani, stabilendo delle apposite
Ci corvée » fra gli utenti, bandendo
quei pregiudizi che per timore di fare
l’altrui interesse non si fa nemmeno il
proprio.
Non si dimentichi poi il montanaro
che non è « tutt’oro ciò che luccica »
e che l’apparente ricchezza di chi ha
lasciato i campi per portarsi in città od
re l’urgenza della testimonianza, qua
le frutto della libertà interiore. E l’urgonza della testimonianza la dobbiamo
avvertire in misura rilevante, m questo tempo opportuno di libertà esteriore ohe il Signore ci concede. Abbinino messo in rilievo questo pensiero
nel corso delle manifestazioni del giorno 19.
L’unione delle madri, guidata dalla
Signorina Tourn, ha organizzato l’agape fraterna, il buffet della serata tradizionale. Ci siamo rallegrati dell’impegno con cui le mamme della parrocchia hanno Ewsolto al loro compito per
la buona riuscita della festa.
1 nostri scomparsi. Il 25 dicembre
tiH chiuso gli occhi alla luce tervenu
Beux Enrico degli Aglieri. Egli ci ha
lasciato dopo lunghe sofferenze c dopo lunghi anni di malattia, sopportati
sempre con rassegnazione e con cristiana fede. Negli ultimi giorni della
sua vita quaggiù, quando più vivo si
taceva sentire il male che piano piano
consumava il suo corpo, egli desiderava ardentemente di sentire la chiamata del suo'Signore. Il suo desiderio è
stato esaudito la sera del giorno di Natale.
Le sue spoglie mortali sono state iccompagnate al campo dell'estremo riposo 0 deposte nel cimitero della Ruata il pomeriggio del 27 dicembre.
Alla vedova, ai figli, alle figlie ed ai
numerosi parenti rinnoviamo l’esprassione della nostra viva e sentita sirajiatia cristiana e domandiamo a Dio di
voler far scendere nei loro cuori afiliiti il balsamo delle Sue consolazioni c
della Sua pace e la certezza delle Sue
promesse.
Unione delle Madri. Per quanto molto occupate, come tutte le mamme del
resto, le nostre buone mamme pramolline ai sono riunite regolarmente durante l’inverno, e continuano a riunir-
4
i l? ^ ^
^íí'■ :,/^-T
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
si, per le sedute della loro [Jnìone.
Esse, oltre al ritrovarsi per la edificazione comune e per trascorrere qualche momento insieme, » propongono
pure come scopo di dare un aiuto materiale alla loro chiesa. Esse infatti
si staimo ora preparando in vista del
« bazar » primaverile che avrà luogo,
a D. p., in maggio o giugno. Sono già
stati preparati diversi belli ed utili capi
di vestiario, altri saranno ancora confezionati in queste settimane che rimangono. Esse sarebbero grate se anche i pramollini e le pramolline assenti ed i diversi amici della nostra chiesa volessero concorrere alla buona riuscita del € bazar ». Ciò potrà essere
fatto con rinvio di un dono, piccolo o
grande, da indirizzare a ; Unione delle
Madri, Pramollo, S. Germano Chisone.
Pinerolo
Nel corso di queste ultime settimane la nostra Chiesa s’è sforzata di rendere testimonianza alTEvangelo di
Cristo con la predicazione di un messaggio che raggiungesse, oltre ai membri della comunità, anche degli uditori estranei. Quest’opera è stata compiuta in uno spirito di umiltà e di fraternità cristiana, con il solo desiderio
di annunziare Cristo agli uomini del
nostro tempo, e di aiutarli a considerare la loro vita, gli avvenimenti odierni nelle chiese e fuori delle chiese, il
dramma dell’umanità sulla via della
perdizione e su quella della salvezza
alla luce della fede nella rivelazione
evangelica.
Cosi è stato in occasione della serie
di studi biblici con carattere di attualità tenuti ogni giovedì sera, a Pinerolo, durante sei settimane e frequentati anche da un gruppo di persone
non appartenenti alla comunità, le
quali hanno dimostrato di seguire con
interesse il commento della parabola
del Figliuol Prodigo. E così è stato anche in occasione del culto commemorativo dell’Emancipazione, il 19 Febbraio, durante il quale il Pastore ha
rivolto la parola al vasto pubblico che
gremiva il tempio su questo argomento ; « La missione della Chiesa Valdese in Italia ».
La conferenza, annunziata con manifesti in città, è stata ascoltata con
attenzione dalla numerosa assemblea.
La Corale ha cantato un coro Valdese della nostra raccolta francese.
La festa del XVII Febbraio è stata
celebrata con due cerimonie, a Pinerolo ed a 8. Secondo, nel corso delle
quali sono state rievocate alcune gloriose pagine di storia valdese. Un’agape fraterna ha pure avuto luogo nelle
due località.
Ed ora, con l’apostolo, noi dicianir» ;
« Non ch’io abbia già ottenuto il premio o che sia già arrivato alla perfezione; ma proseguo il corso se mai io
possa afferrare il premio; poiché anch’io sono stato afferrato da Cristo
Gesù ».
— All’età di ti4 anni, il 24 febbraio,
è deceduto a 8. Secondo Paschetto
Vittorio, dopo breve malattia. Alla famiglia colpita dal lutto porgiamo la
nostra simpatia ed il nostro incoraggiamento ad accettare la prova con
umile e cristiana sottomissione.
— Il 23 Febbraio è stato celebrato
il matrimonio di Avondetto Giovanni
e di Costabello Nella Maria. Auguri di
una vita coniugale e famigliare cristiana.
— Domenica, 5 marzo, la comunità
lieeverà la visita della Corale della
(Miiésa Evangelica Battista di Tonno
(Via Passalaoqua) ohe eseguirà alcuni
cori al culto del mattino. Lo diamo jpi
cordiale benvenuto.
Massello
Les Masselins ont commémoré le
17 février avec une ferveur digne des
vrais montagnards vaudois, attachés
à leurs coutumes et à leur indépendance. Le soir du 16, chaque village
avait préparé son « falo »'et, la nuit
venue, de Salse au Gros Passet, tout
le vallon fut illuminé. Un seul feu
manquait à l’appel : celui de la Balsille, terre héroïque dans le passé,
mais terre dépeuplée en cette période
de l’année.
Le matin du 17 ; grande affluence
au Temple, Les enfants de l’Ecole du
Dimanche, accompagnés par une partie des ainés, s’y étaient rendus eu
cortège, au son du vieux tambour sorti pour la circonstance. Après le service religieux proprement dit, qui fut
agrémenté par deux chants de la chorale et qui fut l’occasion de nous mettre une fois de plus devant nos responsabilités et le sens véritable de la liberté, les enfants ont récité, chanté,
joué quelques rondes avec la simplicité et la joie que leur permet encore
leur âge. La cérémonie se termina
par la traditionnelle distribution de
chocolat et d’oranges.
Pour la soirée, non moins traditionnelle, les jeunes de l’Union avaient
préparé un programme qui, grâce à
sa diversité, sut plaire à tous. La première partie était consacrée à un jeu
biblique qu’un groupe de jeunes gens
anima avec le sérieux et le ton vou-*
lus. La seconde partie, réservée à
deux petites farces, permit à chacun
de se distraire et de terminer cette
journée dans la gaieté.
En résumé : un beau 17 février,
rendu plus beau encore par le temps
merveilleux qui donnait au vallon de
Massel déjà un peu de son charme
printanier.
a. l.
San Germano Chisone
II 4 corr. è stato celebrato d matrimonio di Bòunous Edmondo dei Menusan e di Bouvier Luigia della Costabella. Il Signore benedica questo
nuovo focolare"!
Iddio ci ha concesso un bel XVII
Febbraio! Numerosissimi i falò e i fuochi d’artifizio, sventolio di bandiere ai
balconi, luminarie pittoresche e varie !
Quanti fanciulli al corteo ! La razza
dei « barbet » non è ancora spenta !
Interessante di udire dalla bocca stessa di valdesi : « non sapevamo che ci
fossero tanti fanciulli nella nostra parrocchia I » Nel tempio gli adulti fanno
corona ai piccoli; gli alunni della Scuola Domenicale cantano da soli, cantano con gli adulti, cantano con la Corale. Non si son fatte prove in comune, ma non ce n’è bisogno. Tutto résce bene al XVIII Poche ma ben scelte e ben recitate le poesie d’occasione;
bravi i bimbi e brava la monitrice responsabile. Al pranzo, molti giovani
s’uniscono ai più anziani per tener viva questa bella tradizione. L’Orso è
ancora una volta all’altezza della sua
fama. Al levar delle mense il Pastore
dice la sua gioia di trovarsi in si bella
compagnia, e il Sindaco sig. Enrico
Bert legge un applaudito messaggio.
In attesa della futura banda, si canta... La sera la Sala (che non cresce
col passar degli anni) si riempie di
parrocchiani che seguono con interesse sostenuto e con battimani il programma della nostra valente Filodrammatica. I nostri giovani hanno
Nel corrente mese di Febbraio sono
stati tenuti i seguenti servizi funebri ;
Il 7 corr. ; Travers Elisa n. Jahier.
deceduta a Torino. Le sue ' spoglie
mortali sono stata deposte nella tomba di famiglia nel cimitero dei Ronchi ;
l’8 corr. : Meynier Gianni di Gustavo e di Avondet Clelia. Piccolo angioletto che non ha aperto gli occhi alla
luce di quaggiù;
il 9 corr. ; Bertalot Teofilo Antonio,
di anni 76 del CasteUazzo dei Garossini. Fedele frequentatore dei culti e
delle riunioni;
il 18 corr. ; Vinçon Alfredo, di anni
60 delle Gressine. Padre della nudaglia d’oro Guido Vinçon. Spentosi dopo breve violenta malattia;
il 23 corr. : Marie Uose Nouveau
ved. Davit, all’Asüodei Vecchi. Francese d’origine e proveniente da Villar Pellice.
A tutte le famiglie colpite dal lucto
esprimiamo la simpatia della comunità e rivolgiamo l’incoraggiamento
della fede cristiana e della speranza
che non confondei
— Il culto di Domenica 5 Marzo
sarà presieduto dal Pastore Dott. Gustavo Bouchard. La colletta, che raccomandiamo vivamente, andrà a favore della costruenda scuola-cappella
delle Fucine di Eorà.
Tutta la gioventù della parrocchia,
anche quella che non è potuta intervenire ai precedenti raduni, è cordialmente invitata al CONVEGNO INTERQUARTIERALE ohe avrà luogo il pomeriggio di domenica 5 marzo
alle ore 15.
Personalia
I nostri collaboratori Giovanni e Ada Meille partecipano ai loro amici delle Valli l’avvenuta nascita della nipotina Micaela Ada Meille prima ligi iolina dei loro cari Valdo e Mila.
Auguri alla piccola ed ai genitori.
OSPEDALE VALDESE
di Torre Pellice e Pomaretto
Riteniamo opportuno di rendere noto a tutti coloro che vi possono avere
interesse, ohe i nostri Ospedali hanno
regolari convenzioni con le Mutue, sia
per il ricovero nel reparto malattie comuni, sia nel reparto maternità.
C.I.O.V,
recitato con naturalezza, con intelligenza, con arte, e hanno dimostrato
di sapere interpretare lavori difficili.
E il pubblico ha compreso ed è uscito
entusiasmato. Bravi tutti gli attori, i
vari collaboratori, fra cui il nostro
nuovo scenografo, e bravissima l’a'niinatrice della nostra filodrammatica I
La prova è stata data che il nostro
pubblico può apprezzare una rappresentazione anche quando non vi sono
amorazzi, adulteri, ammazzamenti.
Il culto di domenica 19 ha recato
alle anime quel cibo che solo può saziarle, poiché tutto il resto è vanità
delle vanità, senza la Parola che dà
un significato ad ogni cosa e una ragion d’essere alla nostra Chiesa. La
Corale ha collaborato con l’esecuzione
di un coro di circostanza, sotto la precisa bacchetta del giovane direttore.
Al culto della scorsa domenica abbiamo fatto il bilancio spirituale della
settimana valdese ed abbiamo concluso, meditando la parabola dei lavoratori delle diverse ore, che, se vogliamo
non essere gli ultitni nel Regno di Dio,
noi che siamo stati chiamati i primi,
dobbiamo lavorare con fedeltà e con
zelo per il trionfò dell’Evangelo nel
mondo e per la prosperità della nostra
Chiesa diletta.
La moglie Micol-Tron Rachele) il
figlio Bri e famiglia e tutti i congiunti,
profondarnente commossi per le molte prove di simpatia ricevute in occasione della dipartenza del loro rimpianto
Carlo Micol
ringraziano tutti quanti si associarono
al loro dolore.
Massello (Brualacomba) 25 Febbraio 1950.
Le famiglie Poet e Jahier riconcscenti ringraziano quanti le furono larghi di simpatia cristiana in occasione
della dipartenza del loro diletto
osTeiRicn
Emma Andreone
già Assistente dell’Ospedale
MaHa Vittoria di Torino
Via Luigi Tegas, num. 21
LUS. SAN GIOVANNI
Federico Podi
di anni 75.
yenite a me, voi tutti che siete
travagliati ed aggravati, e Io vi
darò riposo. - Matteo 11-28.
Traverse di Perrero, 19-2-19.50,
Dr. BADALAMENTI
Medico Chirurgo Dentista
SPECIALISTA
Amministrazione; Claudiana - Torre
Pellice
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ORARIO FERR OVIARIO-TRAMVIARIO-AUTOMOBILISTICO DEL PINEROLESE
TORINO-PINEROLO-TORRE PELLICE c viceversa
Torino 4,50 1 1 6,201 7,55 1 1 12.28 1 13,10 1 17,051 1 18,20 18,30 1 21,35
: A irasct 5,32 7,10 1 8,46 1 1 1 1342 17,51 1 1 18,46 1 19,16 1 22,15
; PI. erolo 1 1 7,38 1 9,08 1 1 1 13,07 1 14,20 1 18,17 1 19,01 19,43 1 22,36
: Bricheraslo 1 6,381 8,01 1 9,26 1 945 1 12,48 1 13,24 1 14,42 1 18,45 1 18,52 19,18 20.02 1 22.56
Torre Penice 1 6^1 8,201 1 9.50 1 13,02 1 14,02 1 15,03 1 19,07 1 19,35 1 20,24 1 23,14
Torre Pellice 1 4,35 1 1 5.56 1 6,11 1 7,05 1 9,05 1 12,20 1 13,13 1 16,26 19.42 1
Bricheraslo 1 4,50 1 1 6,11 1 6.24 1 7,20 1 9,19 1 12,34 12,40 1 13,26 1 16,42 1 19,58 1
1 Pinerolo 1 5,181 1 6,28 6.511 7461 1 1 13,03 1 13,40 17,03 20,22 1
Alrasca 1 5,37 i 6,03 1 6,52 7,161 7,551 1 13.201 1 17,29 20,43 1
Torino 1 6,251 6,451 7,35 8,15 8,30 1 1 14,20 1 14,30 1 18,20 1 21,35 1
BRICHERASIO-BAROE t viceversa
Brieber. 5,16 1 9,30 1 13,35 1 14,551 18,50 | 20,15 Barge 4,25 1 6,08 1 12,22 1 14,08 16,20 1 19,32
Barge 5,36 1 9,50 1 13,54 1 15,14 1 19,10 1 20,3t Bricher. 4471 6,30 1 12,40 14,38 1 16,40 1 19,52
TRAMVIA PINEROLO-VILLAR-PEROSA AROENTiNA e viceversa
Pinerolo 4,25 1 5,451 6,45 1 8,151 10,15 1 11401 12,40 14,401 17,20 1 19,15 1
1 Perosa 5,451 6.37 1 7,401 9,10 1 11,20 1 12,25 1 14 15,401 18451 20,10 1
¡ Perosa 4,451 5,551 7 1 8,20 1 9,401 11,45 1 13 ■6 1 17,40 1 I84O 1 1 1
Pinerolo 6 1 6,451 TASI 9,101 10,40 1 1243 1 14.15 1 16,55 1 1845 1 19,45 1 1
IN VIGORE DAL 15 MAGGIO 1949
Autoservizio e tramvia
PINEROLO-ORßASSANO TORINO e vicev.
Pinerolo
Orbasi.
Torino
(2)
Torino
Orbai.
Pinerolo
(I) F triait
(I)
6,15 I T I 12,55 I 18,10
7 I 7,40 I 13,34 I 18,50
7,37 I 8,20 I 14,09 | 19,29
(1) (2)
6,20 I 7,10 I 14,20 I 18,15
7,04 I 7,46 I 14,56 | 18,55
7,44 I 8,26 I 15,36 | 19,35
(2) Fisiiro
Linea Automobilistica
TORRE-BOBBIO PELLICE e viceversa
(1)
12
12,30
Torre Pellice
Bobbio Penice
8,35
9,05
19,15
19,45
Bobbio Penice 6,05 |
Torre Pellice 6,35 I
(I) Soia il Venerdì
(I)
8
8,30
15,30
16
Autoservizio Sapav-Satti
PINEROLO-AIRASCA-TORINO c viceversa
Orario giorni feriali Sapav-Satti
Sapav Salii Sapav Satti Satti Sapav Sotti Sapav
Pineroio 7,40 1 11,40 1 13,45 | 18,40 Torino 7 1 11,50 1 17 1 19
Alrasca 7,54 1 11,54 1 13,59 1 18,54 Alrasca 7.31 1 12,21 1 17,31 1 19,31
Torino 8,25 1 12,25 1 14,30 1 19,25 Pinerolo 7,45 1 12,35 1 17,45 1 19,45
Orario giorni festivi
Pinerolo 7,40 1 8,30 1 13,10 1 19,50 Torino 740 1 12,15 1 18 25 1 23,55
Alrasca 8,44 1 13,24 1 20,04 Alrasca 7,51 1 12,46 1 18,56 1
Torino 8,25 1 9,15 1 13,55 1 20,35 Pinerolo 8,05 1 13 1 19,10 1 0,35
Auto PEROSA-PERRERO-PRALi
feriale 21 6 8 feriale 22
Perosa 9,20 17,35 20,% Prall Ohigo 545 6,50 17,15
Perrero 9,50 18 20,50 Perrero 6,20 7,30 18,05
Perrero 10 21 Perrero 6,25 7.35 11,10 18,15
Prati Qhigo 10,5(. 21,50 Perosa 6,50 a 11,35 18,40
Le corse 7 e 22 si effettuano soltanto il Lunedi, Mercoledì, Sabato e testivi fino al 30 aiueno
1 luglio si effettueranno tutti I giorni. La corsa 21 si effettua dal 1 luglio il Venerdì Saba to
c Domenica. La corsa 6 si effettua dal I luglio II sabato e il lunedi. La corsa 8 si effett’ua dal 1
Luglio solo la domenica. La corsa 6 è In coincidenza con l’autoservizio di gran turismo Perosa
(p. ore 7,10) Torino (a. ore 8,25).