1
DELLE
Sig .a
LONOO SFÌ.MA
Casa '/airiese
TOPRf-; PELLICE
Settimanale
della Chiesa Valdese
Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali *^avete peccato, e fatevi qn cuor nuovo e uno spirito nuovo
y\nno LXXXIX - N. 14
Una copi» t i re ¡10
ABBONAMENTI
}
Eco: L. 1.200 per l’intemo | Eco e La Luce: L. per rinterao | Spedi», abb. poetale • Ì Crwpo
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L. 2.500 peif l’estero
Cambio d'indirisso Lire S 0
TORRE PELLICE - 3 Aprile 1959
Ammin. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
Fede e Resurrezione
|i^
Carlo Bo si ia leggere appassionatamente e gli dobbiamo riconoscenza
perchè è il solo oggi, in Italia, che
mantenga vivo un certo modo di pensare. Sotto il titolo « Nè paura nè
odio » ha pubblicato sulla Stampa,
il venerdì santo, un articolo che ci coglie come una predica, al quale tuttavia manca ciò che è essenziale in
una predica; l’evangelo. Che cosa dice Bo? Egli ci parla di una umanità
che ha perduto ogni forza di rinnovamento e per la quale il messaggio
della resurrezione non può’ più significare molto. L'umanità ci pesa. A
volte penso che l’uomo sia deciso a
farla finita e mi sembra di assistere
ai preparativi per un suicidio collettivo. O forse l’umanità è tanto stanca. da essere incapace di prendere anche questa definitiva decisione? Da
qu.sto, dunque, dipenderebbe la sua
sopravvivenza. In realtà non bisogna
generalizzare : più della metà del
mondo, a cominciare dall’Africa e
dall’Asia anela ad un rinnovamento.
Ma è vero che fino ad oggi la politica mondiale si discute nell’ambito
del cosidetto occidente, ed è vero che
qui, in Europa ed in America, l’uomo
sembra sempre più rassegnato a patire la sorte che a prendere l’iniziativa di un cambiamento. Le cause di
questa situazione, concordiamo con il
Prof. Bo, vanno ricercate nell’intimo
della coscienza di questo uomo occidentale. ancora accidentalmente cristiano.. E’ quest’uomo che non ha più
fiducia, che non sa più dove attingere per rinnovarsi, perchè la tradizione lo accusa solamente, senza dargli
gli elementi di una rinascita,
E’ questo im discorso che abbiamo
ascoltato varie volte in questi ultimi
tempi: le deplorevoli condizioni spirituali -dalla nostra società sono state
analizzate in Euroim ed in America
(Jaspers, ecc.), con' delle conclusioni
scoraggianti. Il rimedio? Ebbene, per
tutti ed ora, come leggiamo, anche
per Carlo Bo, il rimedio sta nell’uomo, proprio in lui, in quest’uomo che
sembra ridotto a sopravvivere a se
stesso. In realtà basta che l’uomo ri. trovi un po’, anche una minima parte di fiducia, perchè possa scuotere
il conformismo ed affermare la sua
libertà e quindi tornare a vivere.
Dunque all’opera, alla ricerca di una
fede! E la Chiesa, la religione, non
se ne stia immobile, aiuti anch’essa,
poiché ha la possibilità di farlo, data
la familiarità con certi argomenti!
Ma assegnare alla Chiesa questo
compito sussidiario nel faticoso recupero di una società in crisi, significa
snaturare la sua missione. So bene
che la Chiesa è certe volte fin troppo
propensa a prendersi simili incarichi.
Il pastore che la domenica delle Palme predicò a Camp David di fronte a
Mac Millan ed a Eisenhower, non
sapeva di forbire un ottimo esempio
della funzione sussidiaria che molti
sono felici di poter assegnare alla
Chiesa. Sono lontani i tempi in cui
un vescovo si faceva sulla porta della Chiesa per non lasciar entrare un
imperatore, finché non avesse dato
prova di vero pentimento !
Ora il compito della Chiesa è di
predicare la resurrezione, cioè il passaggio decisivo alla vita, e non di fornire all’uomo una ragione per sperare in se stesso. Se è vero che l’umanità pesa, non è altresì vero che Cristo l’ha portata per noi? Non siamo
dunque chiamati a lasciare dietro le
nostre spalle tutto il carico di sfiducia e di amarezza, di cui abbiamo
fatto forse ima ragione di compiacimento, ed a sperare unicamente in
Cristo? Non è forse quella che ci è richiesta oggi una fede ben diversa da
quella timida ed anemica che Bo ci
descrive?
Siamo alla domenica dopo Pasqua.
Questa domenica si chiama «Qimsimodo » ; anticamente la liturgia si rivolgeva ai catecumeni che, ricevuto
il battesimo a Pasqua, erano, secondo le parole di Pietro « come bambini pur ora nati », « quasimodo geniti
infantes ». Deve oggi la Chiesa attenuare questo messaggio, non più parlare del radicale rihnovamento che
la resurrezione comporla, della nuova
nascita?
Confessiamo che queste domande
ci sembrano perfettamente legittime,
dal momento che dobbiamo parlare
ad un mondo stanco e di tutt’altro
capace che di prendere sul serio un
messaggio di rinnovamento. Ma appunto la Chiesa non predica un messaggio di rinnovamento più o meno
basato sulla capacità dell’uomo di rifarsi una vita. La Chiesa predica un
fatto. Con la resurrezione di Cristo
Lutto ha già preso un senso nuovo, le
cose vecchie sono passate. Ohi crede
questo, in quanto ha creduto, divenla simile ad un fanciullo: non è un
miracolo?
Ora a questo punto rimane, sì, il
grande punto interrogativo della fe
de. E la Chiesa deve parlarne; ma
partendo dalla certezza che la salvezza del mondo non dipende dalla risposta che eventualmente gli uomini
gli danno, bensì, questa salvezza, non
è assolutamente più da mettere in d’scussione: es.sa aspetta l’uomo.
li prof. Bo termina cosi il suo articolo: «Oggi l’uomo non può chiedere
altro se non tornare a sentirsi uomo,
meglio ancora, fratello dell’uomo ».
In queste parole c’è un messaggio ed
un appello: eppure il messaggio della Chiesa deve ancora essere più pre
'so. Non solo ci è concesso sentirci
fratelli, ma ci è comandato di esserlo: questo è il dono che la resurrezione porta a tutti gli uomini. Un dono
che include l’ordine.
Sergio Rostagno
PROTESTANTI
IN JUGOSLAVIA
Stralciamo queste tiotizie da un articolo a cura dell’E.P.E.R., su La Vie
Ciotestante.
Le comunità jirotestanti si trovano
in maggioranza nel nord del paesein ijiie.sta regione sono disperse 15
cinese con 2.000 membri, ed il ministero pastorale stabile non può es.sere assicurato per mancanza di pastori. per ragioni economiche, e percliè lo Stato limita l’esercizio del miiiisiero dei jiastori riconosciuti ai so
li ediliei religiosi, che non esistono
ovumine. Viene compiuto un grande
sforzo i>er eicloslilare le predicazioni e la liturgia dei culti domenicali,
e inviarli a membri di chiesa che,
presiedono i culti. Non ci sono clu>
29 pastori per 19 chiese compren.¡.' •iii ,'ll.00:t protestanti.
Vi rendete conto, fratelli valdesi'?
Un Pastore in tribunale
Réjorme (21 marz«). p»rta 1« notizia die
il il Pastore René C^ie è stato condannalo a ire mesi di prij|ii»ne o«jm rinvio, dal
tribunale correzionale di Nîmes, per infrazione alla legge sul reclutamento militare. Infatti, come alcuni altri pastori, lia
restituito il suo libretto militare ».
Georges Cres]iy, autore dell’articolo, riferi.sce così le dichiarazioni dell’imputato
di fronte al tribunale: «Sono qui per delitto d’Evangelo, poicliè mi è impossibile
predicare la Pace, il Perdono, la Riconciliazione lasciando credere che l’esercito
potrebbe niobililarmi per un’opera di morte... Non vedo nella violenza altro che
una debolezza. Amo ]a mia patria, l’ho
provalo in altri tempi con mezzi che allora bo credulo legittimi (ho avuto persino la i roce di guerra) e l’attesto di nuovo oggi, domandando allo Stato, in nome
del quale giudicate, che i giovani di venti
anni che rifiutano l’uso della violenza a
motivo di coscienza non siano trattati come rei di ’diritto comune’. Domando per
loro uno statuto legale, a somiglianza degli altri paesi civili {il nostro, evidentemente, non è fra questi, sotto Itile aspetto!
n. (l. r.l, che pennella loro di lavorare
onorevolmente all’edificazione della nazio
ne con mezzi pacifici ».
Il dibattito si è svolto con calma e dignità; i testi a favore, protestanti, ricordarono una volta ancora ad un tribunale
il duplice senso del gesto: anzitutto manifesta « una presa di coscienza dolorosa delP incompatibilità fra l’Eyangelo pr^icato
e le esigenze dello Stalo. (...) c’è una
logica dell’obie-zione di coscienza che la
nostra Chiesa ha riconosciuto, anche se
non la considera come la sola normativa
(...) Inoltre il gesto del pastore Cruse attira l’attenzione sul fatto che il nostro paese non ha ancora uno statuto degli obiettori di coscienza ».
(Queste voci del Protestantesimo francese ci fanno sentire quanto la sua situazione è vicina alla nostra, anche a questo
riguardo. Simile Patteggiamento dello Stalo, simile quello della Cliiesa, cioè ugualmente divisa su tale questione ma decisa
a conservare la comunione della fede pur
nel diverso modo di intendere il servizio
al Principe della pace. Non possiamo che
augurarci che le voci, di qua e di là delle
.Alpi, trovino udienza presso i rispettivi
Parlamenti, e si giunga rosi anche nei nostri paesi al riconoscimento giuridico dell’ii obiezione di coscienza ».
1 BfllWBlMl iiBlSTIftWI IMÏlTflTI HtL’ AIUTO RECIPROCO
Pedagogia deirecumÉismo
e dell’amore recigroco
Uno dei problemi più difficili dell’educazione religiosa è il modo di ottenere" che rinSègnaménto biblico (che
forma l’ossatura dell’istruzione religiosa nelle nostre Scuole Domenicali)
non resti teorico ma si traduca in vita
rinnovata, cristiana; che i grandi principi della vita cristiana stessa non restino dei principi, ma divengano realtà concreta.
Non basta, a questo riguardo. « dire » o « ordinare » al fanciullo (juello
che « dovrà » fare — a scanso di una
operosità cristiana di carattere legalistico. E’ necessario che fin dall’infanzia egli sia indirizzato nelle vie
della vita cristiana, dell’amor fraterno in particolare, come parte integrante e inseparabile dell’Evangelo
che gli annunzia l’amore di Dio per
lui. Chi annunzia al fanciullo l’amore di Dio e la grazia redentrice di
Cristo non deve pertanto limitare l’Evangelo bensì far capire al bambino
che esso è anche il buon annunzio e
la possibilità concreta dell’amore del
prossimo, e viverlo con lui così come
con lui ascolta la Parola di Dio, con
lui canta le Sue lodi, con lui prega.
L’aspetto « concreto » dell’Evangelo come realtà di vita più ricca ed
abbondante, è stato sottolineato oltre
oceano con lo zelo della reazione ad
un preteso intelleltAlismo del prole- •
stantesimo europedjPa volte si ha la
impressione che i^lo slancio della
reazione questa accentuazione del cristianesimo pratico abbia oltrepassato
i limiti di un giusto equilibrio, a danno del messaggio e del contenuto dottrinale dell’Evangelo. Ma come ogni
reazione, esso ha per noi il giusto valore di un richiamo: il richiamo a
non contentarci della « seminagione ».
ma a continuare a curare il terreno
seminato facendo tutto quel che è
necessario perchè il seme porti, per
la potenza dello Spirilo Santo, il suo
frutto.
Un modesto aiuto in vista di una
educazione all’ecumenismo e al servizio reciproco è offerto dalla « Domenica delle Scuole Domenicali di tutto
il mondo ». Nell’ultima assemblea
quadriennale dell’Associazione Mondiale delle Scuole Domenicali tenuta
ad Alami (Giappone) il 5 e 6 Agosto
1958, le SS.DD. del nostro paese sono
stale citale all’ordine del giorno per
l’istituzione di una tale Domenica,
celebrata per la prima volta la scorsa
primavera, nella prima Domenica dopo Pasqua, centrando il messaggio
della fraternità mondiale dei credenti
sull’opera evangelica in Giappone.
Prendendo lo spunto da quanto era
ALCUNI DATI
Il Pakistan è una confederazione di regioni che facevano parte
deU’Impero Indiano. Di predominante religione mussulmana, si
costituirono in paese autonomo
nel Commonwealth Britannico nel
1947, e in repubblica indipendente
nel 1956.
Il paese è diviso in due parti, la
più grande ad Ovest dell’ India
(Indostan con la capitale, Karar
chi), la più piccola ad Est, a circa
1.500 km., sulla foce del Gange
(Bengala); queste due parti non
hanno tradizioni storiche comuni
nè affinità culturali (in Occidente
si parla l’urdu, in Oriente il bengali); ma sono unite dalla comune religione mussulmana.
Nel Pakistan i Cristiani sono
^rca mezzo milione, di cui 270.000
protestanti, con 175 predicatori indigeni e '342 missionari. L’opera
missionaria, svolta da missioni an
glicane, presbiteriane, battiste _e
metodiste, molto fiorente sotto il
dominio inglese, incontra grandi
difficoltà da quando questo fu abolito: in modo particolare in questa
parte dello smembrato impero (India e Pakistan) in cui l’Islam è tenace avversario del Cristianesimo.
ic II Pakistan Orientale per le
cui Scuole Domenicali i nostri
bambini con quelli di tutto il mondo sono invitati a raccogliere una
collett.a la domenica ^ marzo — è
una delle regioni più fittamente
abitate (oltre 300 abitanti per
Kmq.!) e più povere del mondo,
l’angolo più misero della niisera
penisola indiana. Il vaiolo, il colera ed altre malattie mietono
ogni anno centinaia di migliaia di
vittime fra queste masse mal nutrite. Nel 1951 solo il 16,9«/(. degli
abitanti sapevano leggere e scrivere.
stato fatto in Svizzera, da noi e in
uno 0 due altri paesi, TAssemblea invitava formalmente tutti i paesi aderenti a voler istituire nella data più
conveniente, una « giornata » dedicata alla comunione spirituale con le
Scuole Domenicali di tutto il mondo,
e in particolare di un’area determinata, suscitando negli alunni sentimenti di fraternità che potevano anche tradursi in uno scambio reciproco (o univoco, nel caso di aree depresse o missionarie) di incoraggiamento e di aiuto per l’opera.
Essendo stati pionieri di questa iniziativa, non potevamo lasciarla cadere, e per suggerimento deH’uificio londinese dell'Associazione delle SS.DD.,
ci è stata indicata come area particolarmente bisognosa delle preghiere e
dell’aiuto fraterno di tutti noi, l’opera delle SS.DD. nel Pakistan Orientale. E’ in corso di distribuzione a
lutti i pastori evangelici del materiale
illustrativo sul protestantesimo in
quella regione e su ciò che l’Associazione mondiale delle SS.DD. vuol fare per aiutarlo a organizzare l’insegnamento religioso, a produrre in loco
i materiali necessari per gli insegnanti e per gli alunni, a tenere dei corsi
di qualificazione per monitori e nionitrici. Dallo sforzo di diversi paesi,
la nostra associazione spera di poter
versare quest’anno una somma abbastanza considerevole per questo scopo.
Ma più che il soccorso fraterno, è
importante la conoscenza, l’interessamento, l’intercessione; da queste cose
deve sgorgare la « necessità » di fare
qualcosa di materiale, che sarà l’offerta.
Abbiamo intitolato questa nota
« pedagogia dell’Ecumenismo ». L’Ecumenismo è infatti un aspetto della
vita cristiana che si presta difficilmen
te ad avere delle manifestazioni concrete nelle nostre SS.DD. Serviamoci
di questa « Domenica delle Scuole
Domenicali di tutto il mondo » per
sviluppare nei fanciulli dei sentimenti
e delle attitudini che arricchiranno domani la loro vita cristiana di adulti,
e la vita delle loro chiese!
La « Domenica delle SS. DD. di
tutto il mondo » occupa, nel programma di lezioni del nostro Comitato Nazionale, la prima domenica dopo Pa.squa. Le .SS. DD. che non seguono il
nostro piano potranno fissare a loro
convenienza una Domenica per questo scopo. Abbiamo scelto l’epoca dopo la Pasqua ricordando che è il Cristo Risorto colui che manda i suoi
apostoli a predicare l’Evangelo a tutte
le genti, e che le affratella mediante
il suo sacrificio compiuto per tutti.
past. Bruno Corsani
Segretario Naz. SS. DD.
N. B. — I! foglielto illustrato sarà
spedito a richiesta anche a tutte le
famiglie isolate che vogliano far partecipare i loro figliuoli a questa manifestazione collettiva.
POSITIVO
Nel 1958 il Consiglio ecumenico ha
sistemato 10.190 rifugiati, accolti in
33 paesi : sono in testa l’Australia, gli
Stati Uniti e l’America del Sud.
NEGATIVO
La Repubblica federale austriaca
nega alla minoraiua di lingua slovena della Stiria e dcBa Carinzia i diritti etnici, di cui gode nell’Alto Adige la minoranza di Ungua tedesca:
eppure questi diritti sembrano ancora troppo limitati, a Vienna!
2
L'ECO DELLE VAUI VALDESI
di un Signore che serve
« Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che
era venuto da Dio e a Dio se ne tornava, si levò da tavola, depose le
sue vesti e preso un asciugatoio se ne cinse. Poi mise dell’acqua nel
nel bacino e prese a lavare i piedi ai discepoli...» (Giov. 13: 3-5).
Una rivoluzione
in quel che pensiamo di Dio.
Leggere la Bibbia significa trovarsi
a confronto con idee rivoluzionarie intorno a Dio. Considerate questo racconto di Giovanni. E’ un momento decisivo per Gesù. Il rinnegamento e
la croce non sono lontani. Soprattutto, il « disegno » di Dio in favore dell’uomo è in gioco, poiché tutto è nelle mani di Cristo: ima situazione simile potrebbe esigere un colpo di Stato. Ma non è così. Gesù fa qualcosa
di assolutamente assurdo ; eppure è
un gesto pieno di significato. Prende
un bacile e un asciugatoio, poi lava
i piedi dei suoi discepoli. A poco a
poco il senso di quel gesto s’impone
ai discepoli e a noi stessi. Dio appare
in ciò che è d’apparenza umile e debole. Va in mezzo a noi come un umile servitore. ’Tutta l’ampiezza della
potenza di Dio nella creazione e negli
avvenimenti della storia umana si
trova concentrata in questo atto. In
quest’umile servitore ci è rivelato chi
è Dio e come agisce.
Una possibilità rivoluzionaria
per il popolo di Dio.
Ma non è tutto: se Dio è così, questo ha conseguenze profonde per la
Chiesa. Dio mostra l’importanza che
ha per lui la vita umana scendendo
in questa vita. Diviene un vero uomo
e lavora fra gli uomini, nella debolezza umana e fra gl’insuccessi. Ci
accetta come compagni e figliuoli.
Poiché diviene un servo in mezzo a
noi, possiamo divenire suoi compagni
di lavoro. La Chiesa non è solo una
società religiosa: é una comunità
chiamata ad un grandioso destino.
La possibilità che ci si schiude davanti supera perciò di gran lunga la
semplice pietà : possiamo collaborare
all’opera tutta particolare che Dio
compie Possiamo essere il popolo-ser
vitore di Dio.
Una rivoluzione
nella vita dell’nomo.
Ma c’è ancora di più. Ciò che Dio
ha fatto non é qualcosa che si addice soltanto alla Chiesa; implica invece una rivoluzione nel senso di
tutto quel che l’uomo compie. Poiché
Dio si è inginocchiato davanti alTuomo, lo nobilita. Poiché Dio s’é umilmente inginocchiato in mezzo alla
vita umana, questa può glorificare
Iddio. La scienza, l’industria, la diplomazia, l’educazione, l’arte sono
tutti degli sforzi umani validi e portano l’impronta di Dio. Ma ad una
condizione : che riconosciamo chi è
quella forma inginocchiata. Quando
ci rendiamo conto che i nostri piedi
sono sporchi e devono essere lavati,
allora possiamo mettere i nostri talenti e le nostre realizzazioni al servizio di Dio. Per il fatto stesso che riconosciamo che l’uomo Gesù é Dio.
diventiamo liberi di lavorare per Dio.
in tutti i campi con la forza stimolante che tale fede rappresenta.
Studio in profondità.
Non dobbiamo però accontentarci
di impressioni superficiali, poiché si
tratta di un messaggio presentato sotto forma storica. «Discepoli d’un Signore che serve » : é tutta la storia
dell’opera di Dio, una storia che inizia nella Bibbia e che sta ancora svolgendosi. Dobbiamo comprendere che
si tratta veramente di uomini e di
donne, di esseri di carne e sangue.
Nulla può quindi sostituire lo studio
diretto della Bibbia.
Inoltre, se la rivoluzione deve prodursi in noi, dobbiamo giungere a
parteciparvi, a conoscere di prima
mano quel che Dio compie. E questo
si verifica quando lo Spirito Santo ci
conduce a rendere attuale nella nostra propria vita, nella vita delle
Chiese e nella vita del mondo la storia della Bibbia. Dio ha scelto un popolo affinchè lo serva, ed é al centro
della storia di questo popolo che ha
mandato il suo Figliolo al tempo stesso per condividerne la vita e per essere la potenza di Dio fra coloro che lo
costituiscono. Quest’atto di Dio è una
realtà nel mondo attuale.
Dalla ci',:"icra alta dove Cristo lavò i pie li ai suoi discepoli, il nostro
studio c' riporterà indietro, all’Antico
Testamento, là dove comincia l’opera
di Dio, poi avanti, nella vita delle
Chiese dove quest’opera continua -a
svilupparsi.
Al NUOVI MEMBRI DI CHIESA
Vegliate sul vostro ancoraggio!
Leggendo la rivista « Command «
pubblicata a cura della « Unione degli ufficiali cristiani» degli Stati Uniti, siamo stati colpiti da un episodio
in essa narrato.
Lungo la costa rocciosa degli Stati
Uniti sono state poste — secondo un
piano segnato sulle carte nautiche —
delle grandi boe galleggianti, saldamente ormeggiate a scogli subacquei, sulle quali è innalzata una
struttura di ferro che reca in vetta
un potente faro ed una sirena che il
vento aziona. Queste boe segnalano
alle navi le zone più pericolose, pie
ne di scogli subacquei, dalle quali le
navi devono tenersi lontane.
Orbene è accaduto, tempo fa, cIk
una di quelle boe, durante una vio
lenta tempesta, ba strappato i suo
ormeggi ed è stata trascinata via dal
le onde. La luce posta sulla sua vet
ta. rifornita da poco tempo di ab
bendante combustibile, ba continua
a brillare: la sirena azionata dal ven
to violento ha continuato a lanciare
suoi allarmi : ma la posizione della
boa non era più quella segnalata
dalle carte nautiche.
Una nave — fidandosi delle sue segnalazioni — ha deviato nella notte
la sua rotta ed ha urtato in pieno in
uno scoglio nascosto, affondando in
poco tempo. Una scialuppa con alcuni uomini dell’equipaggio è riusci
Ricordando
Frida Maurin
Il 21 marzo u. s. è deceduta a Sampierdarena la Signora Frida Maurin
n. Mader. Figlia del Pastore Mader,
della Chiesa di lingua tedesca di Nizza, aveva sposato il Pastore Giovan
Daniele Maurin, e lo aveva seguito
nel suo ministero pastorale, svoltosi a
Nizza, poi a Biella, a Verona, a Bordighera, a Torino, per un lungo periodo
ad Ivrea (1905-1923), ed infine a
Sampierdarena, dove i coniugi Maurin rimasero anche dopo che il Pastore entrò in emeritazione, nel 1929.
Affezionata alla città ligure in cui s'era
stabilita, vi prolungò la sua residenza
anche dopo la scomparsa del Compagno, nel 1939. Alle due figliole che
vivevano con lei, ed alla figlia stabilita in Germania, rivolgiamo il nostro
pensiero pieno di simpatia, nel ricordo dei loro Genitori e nella riconoscenza per quanto essi hanno fatto al
servizio della nostra Chiesa per molti
anni.
ta a raggiungere la terra ed ha dato
rallarme alle navi guardacoste che
sono subito partite per cercare la
boa errante affin di ricollocarla, se
possibile, al suo posto, ovvero affondarla : perchè una boa vagante rappresenta un grande pericolo per tutti.
Quando è saldamente ancorata è un
aiuto : ina quando se ne va alla deriva per l’oceano, rappresenta un
inganno che può portare a perdizione le navi.
* * *
L’episodio narrato dalla rivista è
stato utilizzato per richiamare i giovani ufficiali cristiani — e- con essi
tutti i discepoli di Cristo — al sentimento della loro grave responsabililà di discepoli del Salvatore.
In questi tempi -- anche nelle (iomunita V aldesi — molti giovani sono diventati ufficialmente membri
professanti della Chiesa di Cristo.
Di fronte al mondo essi hanno preso
la loro posizione di discepoli del Signore.
Forse non tutti si rendono pienamente conto della gravità del passo
ch’essi hanno compiuto: ma ciò non
toglie ch’essi — dichiarando solennemente di voler essere fedeli discepoli di Gesù — abbiano preso, davanti a Dio e davanti agli uomini,
una posizione che porta con sè grandi privilegi e grandi responsabilità.
Essi sono « di Cristo ». Se vivranno secondo la sua volontà saranno
discepoli fedeli. Se vivranno in contrasto colla sua legge rinnegheranno
il loro capo e saranno considerati dei
disertori o dei traditori.
Ma la loro responsabilità non è li.nitata alla loro vita individuale. Vi
è pure una grave responsabilità verso la Chiesa di Cristo della quale
hanno chiesto di far parte : e vi è una
grave responsabilità verso tutte le
persone colle quali entrano in contatto nella vita quotidiana.
* # «!
Ricordate la jiarola ili Gesù:
«... Risplenda la vostra luce nel cospetto degli uomini affinchè veggano
le vostre buone opere e glorifichino
il Padre vostro che è nei cieli» (Matteo S : 16).
F,’ come se Gesù dicesse: Ognuno
di voi che diventa mio discepolo, sa
rà simile a quelle boe luminose po
stp in mezzo alle onde del mare
(iolla loro luce, con la loro voce, es
Se .segnalano alle navi che passano
la via della morte e la via della vi
ta. Cos'i ogni mio discepolo colla sua
vita, colle sue opere, colla sua testimonianza. diventa un prezioso aiuto
a chi passa a lui vicino, indicandogli
la via della vita: ovvero può diventare un pericolo o un inganno mortale se invece di rimanere ancorato
in Cristo, se ne va errando lontano
da Lui, là dove le insidie degli scogli nascondono pericoli di naufragio
e di morte.
* *
Dopo la sua risurrezione Gesù si
presentò ai discepoli e promise loro
che essi avrebbero presto ricevuto la
potenza dello Spirito Santo. Poi diede loro la grande missione: « Voi
mi sarete testimoni.. » (Atti 1: 8).
Si può dire che quando una boa
galleggiante viene saldamente ancorata nel mare e viene accesa la .sua
luce e le viene data la voce perch’essa possa farsi udire, da quel momento comincia la sua importante missione.
Ma «mai alla boa che abbandoni
il suo ancoraggio e se ne vada errando’ .sulle acque agitate!
Co.si è grave la responsabilità del
discepolo di Cristo il quale si allontani dal suo Signore e lo rinneghi.
Egli tradisce la sua vocazione e diventa un pericolo per il prossimo che
si fida di lui.
In mezzo alle tempeste della vita,
quando il credente dovrebbe offrire
aiuto ai naviganti, indicando loro la
via della salvezza, egli può tradire
la fiducia di quelli che guardano a
lui ed essere causa della loro rovina.
Per poter compiere la loro missione ; cristiani devono rimanere saldamente ormeggiati alla roccia dei
secoli. Se abbandonano Cristo, essi
diventano fatalmente un pericolo ed
una rovina per se stessi e per il prossimo.
« Meglio sarebbe, diceva Gesù dei
falsi discepoli con parola insolitamente dura, che gli fosse messa al
collo una macina da mulino e fosse
gettato in mare... » (Marco 9: 42).
Paolo Bosio
Le 73 Chiese che tanno parte dell’Alleanza Riformata Mondiale, quest’anno
in cut ricorre il 450« anniversario della nascita di Calvino ed il 400« della costituzione della Chiesa riformata di Francia (1« Sinodo nazionale) e della fondazione dell Accademia di Ginevra, si preparano alla 18« Assemblea generale dell Alleanza stessa, che si terrà a Sao Paulo ( Brasile) del 27 luglio al 6 agosto 1959,
nel centenario del presbiterianesimo in Brasile. Per aiutare le Chiese in questa
preparazione, l Alleanza ha pubblicato un opuscolo, dovuto al suo segretario
teologico Lewis S. Mudge, sul tema dell’Assemblea: «Discepoli tli un Signore
( He serve V. Alcuni mesi or sono vi abbiamo già accennato, sull’Eco. Speriamo di
lar cosa mite, oltre che grata ai lettori riportando, nelle urossime settimane, questi studi, affinché possano essere oggetto di meditazione e di preghiera.
Isaia :
Israele, il popolo
servitore di Dio.
L’atto con cui Gesù lava i piedi ai
suoi discepoli ha radici che affondarlo nell’Aiitico Testamento. I discepo
li sonc più che un’associazione religiosa privata. Sono il nocciolo del popolo che Dio ha scelto affinchè lo servisse in modo tutto particolare. Israele stesso ha riconosciuto che il suo
destino era di servire Dio. Questo termine è applicato a Mosè, ai re d’Israele. Ma l’essenziale di quest’idea è
cristallizzato in Isaia 53, e forse in tra
altri capitoli (42: 1-4; 44; 1-5; 49: 1-6).
Vi troviamo la descrizione d’un uomo che soffre perchè è il servitore obb^iente di Dio. Per il profeta, il servitore è il simbolo e l’incarnazione
del popolo di Dio.
Quando leggiamo questi passi com
preiidiamo bene che il servizio di cui
vi si parla non ha nulla a che vedere
con un’arbitraria servitù. Questa sofferenza è l’opposto dell’ascetismo o
della mortificazione della carne: è
seniplicemente la conseguenza dell’obbedienza alla volontà di Dio. Il servitore ha afferrato che cosa significa
verarnente il disegno di Dio nei confronti d’Israele (53: 1); perciò la sua
obbedienza ha una ragione e uno scopo. Non assume la sofferenza per il
piacere di soffrire. Non sviluppa un
complesso di persecuzione e non per
de la sua dignità umana. Il servitore.
in Isaia, acquista una dignità, e uu
posto nella storia, mediante la consacrazione totale a ciò che comprende essere l’opera di Dio nella vita del
suo popolo.
E’ quindi per mezzo suo che Dio
può parlare. Isaia dice chiaramente
che la visione di ciò che il servitore
ha fatto convince Israele della propria infedeltà : v. 4. 6. Attraverso il
servitore, Israele è reso cosciente de!
fatto che ha un destino da compiere,
e che non l’ha compiuto. In questo
senso si può dire che il servitore soffre « per » Israele La sua sofferenza
ha un carattere rappresentativo: illumina il messaggio di Dio che Isaia
ha per il suo popolo, e glielo comunica.
Il servizio a cui Israele è chiamato
ha un senso che supera le sue frontiere. Tutto il contenuto del poema
sul servitore indica che Dio sceglie
Israele non per accordargli dei privilegi speciali, ma in vista di particolari doveri. Israele è chiamato a servire non per sè stesso, ma per il mon
do. «E’ troppo poco che tu sia mio
servo per rialzare le tribù di Giacobbe... voglio far di te la luce delle nazioni, lo strumento della mia salvezza fino alle estremità della terra »
(49: 6).
Filippesì 2: 5-11:
Cristo, il Signore che serve
Gesù Cristo compie la missione di
Israele, la sua missione di servitore;
ma lo fa in un modo che non procede
semplicemente dall’Antico Testamento. Il servizio diviene un’ espressione
diretta della potenza di Dio nella nostra situazione umana.
Difatti, il cap. 2 della lettera ai Filippesi approfondisce la nostra visione del servizio di Dio : indica anzitutto l’incarnazione. Dio penetra realmente in seno alla condizione umana
Cristo riveste la « forma d’un servo ».
Non ha .solo un’apparenza umana. Di
viene un uomo, con tutte- !s necessità
di un uomo alle prese con gli assalti
dell’orgoglio e dell’egoismo. Il termine greco che il Nuovo Testamento
utilizza qui per «servo» (doulos) si
g.cifica « schiavo » o « operaio ». I termini scelti da Paolo sono ricchi di
significato, poiché doulos non suggerisce solo l’idea che Cristo è stato sottomesso ai poteri che abbassano l’uomo spiritualmente ; suggerisce pure,
in modo realista, che egli è entrato in
pieno nella situazione economica e
sociale delle masse. L’incarnazione di
Cristo significa che egli è divenuto
un uomo che lavora con le sue mani
per guadagnarsi la vita. Un vero uomo, nel senso più pieno del termine.
Ma c’è un fatto, a proposito di questa incarnazione, che è della massima
importanza; Cristo diviene un uomo
non perchè capitola di fronte alle
Atti 1 :
la Chiesa, popolo-servitore di Dio.
potenze, rna perchè obbedisce a Dio.
« Umiliò sè stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte ». La sua morte non
è dunque una disfatta, ma la vittoria di Dio che l’ha mandato nell’esistenza degli uomini. Quest’ubbidienza fa dell’umanità di Cristo una vita
di vero servizio, al posto di una vita
di compromessi. Gesù fa liberamente
cose che la legge giudaica proibisce,
semplicemente perchè la sua libertà
non è un reiativismo morale, ma una
completa obbedienza a Dio, e a lui
solo Cristo vive nel mondo, ma appartiene a Dio. E’ un uomo, ma un
uomo secondo Dio.
Ed è precisamente questo - come
ci dice Paolo — che dà alla risurrezione ia sua importanza ed il suo significato Per i discepoli la risurrezione conferma il fatto che la potenza di Dio era all’opera nella vita di
Cristo. Essa è molto più che un miracolo sbalorditivo : rivela la natura
profonda dell’ incarnazione. Mostra
alla Chiesa che il segreto della vita
di Cristo è veramente la potenza di
Dio, proc'amando cosi, con una forza
senza pari, che quest’uomo era nel
mondo come servo di Dio. Per Paolo,
confessare il nome di quest’umile servo (v. 11) equivale a confessare la potenza e la forza di Dio. Gesù, il servo che soffre, risulta essere il Cristo
Signore: ma soltanto perchè la sua
signoria ha già fatto parte integrante del suo servizio.
La vita, la morte e la risurrezione
di Cristo come servo di Dio suscitano
un nuovo popolo di servitori. Possiamo veder prodursi la cosa neil’ultimo
capitolo dell’Evangelo di Luca e nel
primo degli Atti. Cristo è ora risuscitato ; è salito al cielo ; ma la sua partecipazione all’esistenza umana non
ha perso il suo valore. AI contrario,
gli autori della Bibbia vogliono farci
comprendere che quel che Cristo ha
compiuto al servizio di Dio è divenuto una realtà permanente. Dio è per
sempre quel Dio: un Dio che si occupa dell’uomo, soffre con lui, condivide la sua sorte. E’ un Dio che domanda all’uomo di vegliare e di attendere, di soffrire con lui per il mondo.
La Chiesa è dunque il nuovo Israele, poiché ha ereditato da Israele il
compito del servitore, le sue promesse, la sua ragion d’essere. E’ tuttavia
pure una comunità nuova e diversa
I libri dei Professore Ernesto Comba
La Claudiana ha ancora poche copie dei seguenti libri del compianto
Prof. Ernesto Comba:
I libri poetici e deuterocanonici
dell’Antico Testamento
L. 200
Le Epistole del Nuovo Testamento
L. 200
I libri profetici d’Israele
L. 200
La religione cristiana
L. 300
Cristianesimo e cattolicesimo romano
L. 1.000
Storia dei Valdesi
L. 800
Breve storia dei Valdesi
L. 350
(Atti 1 ; 6-7). Non è più uno Stato. Dev’essere lìbera di- servire Dio senza
preoccuparsi del suo potere politico o
del suo prestigio.
La nuova comunità deve d’ora in
poi vivere della potenza dello Spirito
Santo (cfr. Is. 42: 1). Questo Spirito è di un genere particolare : è lo Spirito del servitore sofferente. Colpisce
a che punto la vita terrestre di Cristo
come uomo determina la natura dello Spirito che suscita la Chiesa. Ogni
apostolo dev’esser stato con Gesù
« dal battesimo di Giovanni fino al
giorno ch’egli è stato assunto in cielo » (Atti 1; 22). Secondo 1 Giovanni
4: 2, i cristiani riconoscono da questo
lo Spirito di Dio; che egli confessa
che « GesiT Cristo è venuto in car
ne ». Dall’Ascensione di Cristo fino al
suo ritorno la potenza che sta dietro
la Chiesa cristiana dev’essere la potenza di « questo stesso Gesù ».
Il Nuovo Testamento insiste dunque sul fatto che la Chiesa cristiana
è ancora il popolo-servitore. Eredita il
compito di cui Dio aveva incaricato
Israele, quale si è cristàllizzato nel
ministero di Gesù Cristo. Non vive
per sè stessa, ma per compiere l’opera
di Dio. Esiste per l’umanità, proclamando con la parola e con gli atti
quale immensa differenza ci sia, per
gli uomini, nel fatto che Dio sia un
Dio che si è fatto uomo e che Cristo
riveli la potenza di Dio sotto la for
ma di un Signore che serve.
Lewis S. Mudge
3
L'ECO DELLE VALLI VALDESI
— 3
Tempo di Pasqua
a Torre Pollice
Periodo gioioso, sempre, quello di Pasqua! La ehiesa si è raccolta neU’adorazione del mistero dell’amore redentore di
Dio. I culti sono stati frequentati in modo
veramente rallegrante, e tale pure è stalo
la partecipazione alla S. Cena. Raccolti,
i culti liturgici serali del Giovedì e Venerdì Santo, al Centro ed ai Coppieri;
ricchi di allegrezza cristiana quelli delle
Palme, con la Confermazione dei catecumeni, e quello di Pasqua, nella trionfante
e grave proclamazione: « Se siete stati risu.scilati con Cristo, cercale le cose di sopra, dove il Cristo è seduto alla destra di
D’o! ».
Con gioia profonda abbiamo accollo nella piena comunione della cltiesa 25 nuovi
membri: oltre al Sig. Aldo Beliramino.
che dopo un periodo di preparazione ba
chiesto di entrare a far parte della nostra
chiesa, hanno confermato il loro battesimo con la loro personale confessione di
fede: Agli Luciana, Bellurio Ornella, Berlin Eliana, Cesan Marisa. Chauvie Denise,
Coiign Aurora, Ferrara Nina, Eruche Mirella. louve Marcella. Kunke Iris. Pasrhetto Maria Inaura. Taglierò Paola, Vigna Rosalba, Abate Sergio, AgTi Aleardo,
Benech Marco. Benech Rino, Bera Luciano. Cuvazzani Tito. Cliiavia Bruno, Cougn
Italo. Jalla Enrico. Paschetto Piero, Rostan Italo. A tutti loro, ancora, il nostro
augurio fraterno per la loro vita cristiana.
\ causa di mi incidente Tito Cavazzani ba
ilovuto rinviare la sua professione di lede
al Venerdì Santo: lieti di averlo rivisto
m mezzo ai suoi compagni, il giorno di
Pasqua, gli rivolgiamo il nostro augurio
più vivo. fi Signore benedica, per loro e
[ler noi, queste giovani fedi con cui aliloenUu di generazione in generazione. ]a
Sua Chiesa.
I.a Corale ha partecipato con rimpegno
t* la maestria elle da tanto apprezziamo ai
culti di (fuesta Settimana Santa: ha eseL'unito degli ottimi cori di circo.stanza per
le Coniermazioni, la sera del Giovedì Sanio e il mattino di Pasqua, e con il canto,
un po’ in sordina, di alcuni inni, ha acI onipagnalo il lungo svolgersi della S. Cena. a Pasqua. La Corale dei Coppieri ha
unclì’essa eseguito con impegno un bel
coro, al culto serale de! Venerdì Santo.
Siamo molto grati ai nostri cantori.
Tutti i latecumeni sono caldamente in• itati sabato i aprile, alle 21, nelPAula
Magna, per la festa organizzata per loro
dalle Unioni Giovanili; naturalmente tutti
i nostri giovani sono vivamente invitati a
taicogliersi intorno a queste nuove forze
giovanili.
is.Horiazione Enrico Arnaud. — Alla sefinta di Domenica, 22 corr.. era presente
' -ig. Picol del « Cercle d’bommes » della Chiesa Riformala dì Ginevra il quale
1 portò i saluti di quel Circolo che conta
Juolli valdesi. Festeggiandosi a Ginevra, il
il Maggio, il quarto centenario dell’adesione alla Riforma, ci ha narrato come
c><'a abbia avuto principio, ed esposto il
}M </ irramma interessante dei festeggiamenti
ai quali hanno aderito le Chiese Riformate
di diverse nazioni. La Chiesa Valdese sarà
ranprescnlala daj Moderatore e si spera
I he molli altri saranno presenti.
>i e ])reso allo con piacere che la Gianavclln è stala acquistala e s’è dato nianilaio al Seggio di inviare ai soci una cirfolare. invitandoli ad unirsi nel contribuio per Tacquislo sotto il nome delTAssot iazione che Ire anni or sono aveva già
fallo presente la necessità delPacqnislo.
l a discu.ssione sulla presenza e responsabijità dei Valdesi a Torre Pellice non
potè avere lo svolgimento'prefìsso a causa
delia mancanza di quei giovani che non
frequentano più PUnìone Valdese e che
nella Enrico Arnaud sarebbero un ottimo
elemento, interloquirono nella discussione
il pastore Sommani. i proff. Longo e Armand-Hugon il maestro Paschetto e i soci \l>a!e. Franco Sapuè e Mario Sereno.
Sarebbe desiderabile di avere un buon
nucleo di... chiamiamoli giovani per portare un PO* di vita nuova nell’Associazione. Pens’amo a quanto è scrìtto in Giobbe
32: 9: «I maggiori non sono sempre savi: c ì vecchi non intendono sempre la
dirittura » (versione DiodaliL
Borse di Studio
A. I. C. E.
Ecco rclrnco delle offerte pervenute dopo il lo luEslio 1958 al Cassiere M.o Desio
Levi Trento - S. Secondo di Pinerolo •
c. (. p. 2/40715:
Ugolini Vittoria iRoràì 1,000: Bouebard
Davide (Torino! 2.000; Gardiol Frida
(Trieste) 1.000: Geymonat Elena Chauvie
(Torre Pellice) 1.000: Gay Marcella (Pinerolo) 1.500: Costantin Germana (Praly)
1.000; Borsalino Angela (Como) 5.000; .Jervis Lucilla I Firenze! 1.000; Benx Maria
ITorre Pellice! 1.500; Balma Elsa (Pomatetto! 1.000; Gay Arturo (Losanna! 1.000;
Giaconp Giorgina (Torino! 2.000; Revel
Uda (Torre Pellice) 2.000; Rivoiro PelleBrini Cléantbe (Torino) 10.000; Coisson Assély (Inverso Pinasca) 500; Eynard Elena
(Bergamo) 500; Botturi Guido (Torino!
10.000; Grill Elio (Praly) 500; Rivoiro Pellegrini Ugo (Torino) 20.000.
Ancora una volta vogliamo mettere in
risalto Eimporlanza di voler incrementare,
anche con piccole offerte, le nostre Borse
di Studio che hanno già fatto del bene a
21 studenti indigenti e particolarmente meritevoli dei quali tre ora in possesso della
abilitazione magistrale e altri presto diplomati. Un doveroso e riconoscente ringraziamento vada a nome di tutti a chi ha già
sempre accolto favorevolmente i nostri prevedenti appelli. La solidarietà di lutti può
far molto per il bene e il progresso delle
nostre amate Valli.
(ritardalo)
Il bel gruppo dei catecumeni di Torre Pellice
Catecumeni ad Agape
Il Convegno dei catecumeni di 4» anno ad Agape è ormai giunto alla sua
terza edizione ed è entrato nell’ordine delle cose tradizionali, quelle cose che si fanno regolarmente e che
non si potrebbero non più fare. Ha
avuto luogo quest’anno ancora, il 19;
e nell’esprimere il nostro ringraziamento ad Agape, che ci ha nuovamente ospitati con la fraternità che'tutti
conosciamo, riteniamo doveroso esprimere anche un ringraziamento a coloro che per primi hanno ideato e progettato questa « retraite ». E’ infatti
una occasione unica che viene offerta
alle chiese tutte del nostro distretto
di vedere afflatati ed uniti i giovani
che saranno fra pochi giorni i più
giovani membri di chiesa. La rappresentanza di questa nuova generazione era quest’anno ancora assai numerosa, circa 130 tra ragazzi e ragazze.
La giornata è stata dal punto di vista
degli organizzatori riuscita e speriamo la stessa impressione abbiano avuto i giovani per cui era stata organizzata! Depo una breve meditazione
del pastore Ribet, che ha voluto in
qualità di Capo Distretto presiedere
alla giornata, ed il canto di alcuni inni i due oratori della giornata hanno
presentato alcune riflessioni sul significato della Confermazione. La cerimonia che sotto tale nome sta per
svolgersi in tutte le nostre comunità può considerarsi dal punto di vista del catecumeno una ta^a importante d-?lla sua vita spirituale, un
punto di arrivo al termine del suo
studio ma può altresì considerarsi il
punte di partenza della sua nuova
vita nell’attività stessa della Chiesa.
Questo secondo aspetto del problema
è stato particolarmente sottolineato
ed a’ giovani è stato rivolto l’appello di impegnare in modo attivo e fattivo le proprie energie al servizio del
Signore nella vita della Comimità.
Un gruppo di domande ha favorito
la discussione nelle « famiglie » anche
se tal’ discussioni non hanno avuto
sempre un eccessivo fervore ed hanno dato risultati piuttosto sorprendenti : il giudizio pronunciato dall’insieme della giovanile assemblea sembrava nel complesso piuttosto negativo
per quanto concerne la vita e l’esempio della propria comtmità. Il pomeriggifi è stato consacrato alla discussione finale, al riassunto delle discussioni della mattinata, alla corrispondenza (la vendita di cartoline
avrà battuto un buon record), all’immancabile battaglia a palle di neve
con cc nseguente rottura di vetri. E la
simpatica giornata si è conclusa con
l’ormai tradizionale « lascia o raddoppia »» diretto con tecnica e competenza impareggiabile dal pastore G. Bouchard. Domande di storia valdese, più
spesso di archeolc^a valdese, e di catechismo che hanno visto l’affermazione dei giovani di Bobbio. Prima
della partenza, la merenda; cioccolato e biscotti.
Possa quanto è stato detto e domandato in preghiera portar frutto
nella vita delle comunità nostre.
Feste di Canto
CORALI DELLA VAL CHISONE E GERMANASCA
Domenica 26 aprile nel Tempio di S. Secondo, alle ore 15.
Direttore: Maestro Ferruccio Rivoir.
Prova d’insieme alle ore 14,15 nel locale che sarà indicato.
CORALI DELLA VAL PELLICE
Domenica 3 maggio, nei Tempio di Luserna San Giovanni, alle
ore 15.
Direttore: Maestro Ferruccio Corsani.
Prova d’insieme alle ore 14,15 nel solito locale.
SCUOLE DOMENICALI DELLA VAL CHISONE
Domenica 10 maggio alle ore 15 nel Tempio di Pomaretto.
Direttore; Pastore Franco Davite.
Prova d’insieme alle ore 1415 nel locale che sarà indicato.
SCUOLE DOMENICALI DELLA VAL PELLICE
Domenica 10 maggio alle ore 15 nel Tempio di Torre Pellice.
Direttore : Pastore Edoardo Aime.
Prova d’insieme alle ore 14,15 nell’aula sincdale.
SCUOLE DOMENICALI DELLA VAL GERMANASCA
Detta festa avrà luogo in data e località da fissarsi previo accordo
tra i Pastori della zona.
Direttore; Pastore Franco Davite.
Verranno ulteriori precisazioni sull’Eco delle Valli.
INNI D’INSIEME
Corali: Innario Cristiano; 200 (1, 2); 210 (1, 2, 3); Inno di confermazione. Psaumes et Cantiques: 50 (1, 2, 3); 56 (1, 2, 3).
Scuole Domenicali: Innario Cristiano; 42 (1, 3, 4); 93 (1, 2, 3);
145 (1, 2, 3) ; Psaumes et Cantiques 29 (1, 2, 3) ; 141 (1, 2,3).
La Commissione del Canto Sacro
Visita di Chiesa a Frali
Le visite di Cbiesa che la Commissione
Distrettuale effettua annualmente hanno di
solito un carattere piuttosto amministrativo. Quest’anno invece la visita di Chiesa
a Frali ba avuto un carattere essenzialmente spirituale e religioso: è stata ampliala
nella sua durata ricoprendo tutta la settimana dalT8 al 15 marzo, e vi hanno preso
parte non soltanto i Membri della Commissione Distrettuale (Past. Alberto Ribet,
Fasi. Gustavo Bouebard e Avv. Ettore Serafino) ma anche un certo numero di pastori e membri di Chiesa della Val Germanasca (i Fastori A. Deodato, G. Tourn e
T. Fons, il Cand. teol. F. Giampivcoli ed
i Signori Teofilo Fons di Massello e Alberto Ghigo di Ferrerò), nonché gli anziani
e diaconi di Frali, compreso il Fast. Tullio Vinay.
Durante la settimana sono state visitale
tutte le famiglie della Farrocchia (meno
tre che, per forza maggiore, lo saranno nei
pro.ssim! giorni) ed in ogni borgata si è
tenuta una riunione serale. La visita è
culminata domenica 15 con un culto presieduto dal Sovrintendente Fast. Alberto
Ribet, a cui ba fatto seguito una Assemblea
TRIBUNA
L I B ERA
La vertenza della «Galileo»
oi/i/ero la crisi di una classe dirigente
Su nostra richiesta, un evangelico fiorentino ci manda questo articolo su di
un ¡troblenui che pur essendo locale può essere consideralo tipico. Sappiamo che
la valutazione delTavvenimento può essere svariata, ma certamente la presa di
posizione del nostro corrispondente offrirà materia di meditazione a lutti. E nessuno lasci mai che le diverse opinioni economico-politiche siano più forti della
comunione della fede. Del resto in questo caso, i dati .sono abbastanza eloquenti.
Ieri 18 Marzo, il Ministro del Lavoro on. Zaocagnini ha dichiarato ufficialmente che la vertenza Galileo è
chiusa, che le parti si sono accordate,
che non esiste più la crisi: vien da
pensare che da ora in poi sarà sempre cosi, perchè nel « regime Segni »
non hanno ragione di esistere contrasti sociali, crisi economiche, lotte di
classe (specialmente a Firenze, città
dell’Arte); il malcontento è solo invenzione dei comunisti, e gli iialiani,
compatti, riprenderanno « la loro
funzione nel mondo ».
Cosi è stata messa a tacere una lotta che apertamente durava ormai da
c’nque mesi, e che richiedeva ben altra soluzione. Infatti le belle parole
del Ministro non risolvono nulla, la
spada di Damocle della completa liquidazione della fabbrica pesa ancor
più gravemente sul capo degli operai
rimasti, quegli stessi operai che hanno salvato le macchine dalla devastazione nazi-fascista e le hanno riatt*
vate negli anni dell’entusiasmo e della ricostruzione. Per capire come sia
falso parlare di « ridimensionamento
dell’azienda » a proposito degli attuali
licenziamenti, bisogna risalire al ’52,
anno in cui un fatto gravissimo viene
ad interrompere la straordinaria
ascesa compiuta dalla Galileo nel dopoguerra: la direzione, seguendo le
ciirettive del governo, accetta di pro
durre le sottocommissioni delle fabbriche americane. Le conseguenze
immediate sono: allontanamento ingiustificato di tutti i dirigenti comunisti, primo fra i quali l’ing. Musco,
che aveva curato e indirizzato lo sviluppo della produzione fino a quel
memento, e lo scioglimento definitivo del Consiglio di Gestione, che aveva dato ottimi frutti per la collaborazione tra operai e dirigenti nella
scelta della produzione.
Di fatto, è a questo punto che la
sorte della Galileo è segnata; perchè
questo atto della direzione significa
essenzialmente aver scelto la via più
facile per il guadagno immediato,
senza pensare alle conseguenze. Pro
prietaria della Galileo, come si sa è
la SADE (Soc Adriatica di Elettricità), che ha indirizzato la produzione
su quello che più le faceva comodo:
principalmente le commesse militari,
qualche altro prodotto come i contatori elettrici, di cui la SADE stessa
è acquirente; vengono abbandonati o
passati a fabbriche minori tutti gli
apparecchi che avevano dato lustro
alla Galileo: dalle macchine fotografiche agli apparecchi elettromedicali,
geotopografici ecc.; perfino la produ
zione dei telai tessili, che nel ’52 rappresentava il 50% della attività della
azienda, viene a poco a poco accantonata fino a perdere importanza com
merciale. In sostanza il concetto motore della direzione è quello di subire
passivam.ente le commesse, senza
sforzarsi di intervenire direttamente
nel mercato con prodotti di qualità;
con il risultato che adesso non è più
possibile avere dei prezzi di concor
lenza con la produzione tedesca o
americana, e questo giustifica, da
parte della SADE, la liquidazione di
interi settori delle Officine.
Siamo venuti alla crisi dall’anno
scorso: le commesse militari si sono
rivelate incapaci di sostenere l’intera
produzione, data soprattutto la sai
tuarictà; invece di investire il proprio capitale nell’azienda, la SADE
acquista i due maggiori alberghi del
’a città, nuova via di facili guadagni
Tn novembre e in dicembre la minaccia dei licenziamenti si è fatta gravissima, e immediata la reazione della popolazione: non si tratta solo d'
cortei e manifestazioni, di attestazic
ni di solidarietà da parte di tutti, ma
soprattutto di concrete proposte dei
sindacati, dei partiti, dell’amministrazione provinciale! quella comunale non esiste) per la soluzione della
crisi; prima ancora che fossero sp?
fi ite le lettere di licenziamento, queste proposte erano state portate più
volte a Roma: si chiedeva l’incontro
delle par'.i. Invece niente, e in gen
naio lo scoppio drammatico della crisi: i 980 licenziamenti, l’occupazione
della fabbrica, l’intervento della polizia, lo sciopero generale di martedì
27, in cui il centro storico di Firenze
fu teatro della grossolana violenza
della Celere. Da allora a oggi si è cercato di far passare sotto silenzio la
vertenza, visto che la maniera forte
rra controproducente: è stato tentar
'o qualche accomodamento, la ridu-’nne del numero dei licenziati a 560
idato che i sindacati avevano fatto
’promettere rial governo nuove com
messe con prcsnettive di lavoro per
più di un anno).
Ma nessun cambiamento sostanziale è stato promesso, in nessuna considerazione sono state prese le proposte della Cemmissione Interna, che
essenzialmente chiedevano il ritorno
alla produzione dei telai tessili e de
gli apparecchi scientìfici, con larghe
nossibilità di mercato. Gli operai
hanno capito che questa non sarebbe
stata l’ultima crisi, ma l’inizio del
peggio; coscienti di questo molti di
essi hanno accettato le dimissioni vo
Icntarie, con la speranza di trovar lavoro entro gl’ otto mesi dalla liquidazione. Del resto, è chiaro che Eazienda non trae alcun giovamento dalla
diminuzione d’I personale, oasra vedere le prcrorz/oni della smobilita
zicne: dirigenti 0%!, impiegati 7%,
operai 25%.
La lotta degli operai della Galileo
è un’affermazione decisa del diritto
al lavoro, e come tale l’ha appoggiata
tutta la cit^^adinanza, che attraverso
la p’ena solidarietà e la partecipazio
ne diretta ai momenti drammatici
della crisi ha detto chiaro al governo
e al monopolio che la vita economica
di Firenze è legata strettamente alle
fabbriche e alla produzione, e non
soltanto al turismo e alle bellezze artistiche. Accettando di sottomettersi
ai soprusi di una classe dirigente
sorda e incapace, in xm momento in
cui l’amministrazione comunale è retta, con una ristrettezza di vedute de
finita « borbonica », dal commissario
prefettizio, Firenze rischia di perdere
una qualunam vitalità, di divenire
un grande Museo, dietro la cui falsa
apparenza si nasconde la miseria di
un regime che rifiuta di affrontare le
realtà, e la maschera con la retorica
del paternalismo democristiano.
Claudio Greppi
di Chiesa. Nel pomeriggio un gruppo di
membri di Chiesa si è riunito ad Agape
ed alla sera la sig.na Anita Gay, missionaria in Africa, ha presentato un film
sul lavoro delle missioni come pure sulla
vita dei Valdesi sud-americani. Il Sovrintendente ha anche visitato l’Unione delle
Madri, l’Unione giovanile, i catecumeni e
la Scuola domenicale.
Questo è stato il programma delle attività svolte nella settimana, ma l’aspetto più
importante di questa visita di Chiesa è il
fatto che essa ha voluto puntualizzare esattamente qual’è il problema centrale della
vita della Chiesa di Frali.
Da due anni ormai si parla della costruzione del nuovo Tempio e, se il Signore
10 vuole, nella prossima estate si cominceranno i lavori. L’attenzione della Farrocchia è tutta rivolta a questa costruzione
per la quale molti hanno già fatto delle
offerte e dei doni. Ma non bisogna che
l’edifieio di pietra faccia passare in seconda linea quello che invece è più importante e cioè la co.struzione del « tempio spirituale ». Un mucchio di pietre nel torrente
non significano nulla, ma le stesse pietre
ben disposte, eollegate ed unite le nne alle
altre formano i muri di una casa. E cosi
dei credenti separati, ciascuno con la sua
vita per conto suo, non sono nulla; invece
le stesse persone unite dall’amor fraterno
e dalla preghiera comune formano il « tempio spirituale », cioè la famiglia di Dio.
La visita di Chiesa ha voluto ricordare
a tutti la necessità di essere veramente la
famiglia di Dio. Fer far questo bisogna imparare a perdonarsi e amarsi a vicenda, a
collahorare ed essere uniti come una buona famiglia. Ma l’unione si deve ricercare
soprattutto celle cose più importanti, cioè
nella preghiera. Sappiamo noi pregare insieme? Sappiamo pregare gli uni per gli
altri? .Sappiamo portare ogni giorno davanti a Dio le difficoltà della vita delle
nostre famiglie e delle nostre borgate e
chiedere a Lui l’aiuto e la guida? Questo
è il punto centrale della vita di una comunità cristiana, della famiglia di Dio.
Chi prega con gli altri e per gli altri impara anche ad amarli ed a essere veramente unito a loro. Da questo punto di partenza tutta la vita della Chiesa può essere
rinnovata.
•Abbiamo indicato cosi, molto brevemente. quello che è stato fatto e quale è stato
l’argomento principale di questa visita di
Chiesa. Naturalmente è ancora troppo presto per voler parlare dei risultati. Bisogna
lasc are al seme gettato il tempo di germogliare e di portare i suoi fruiti. Certo la
Farrocchia ha ricevuto molto volentieri
(|uesta visita ed ha accollo favorevolmente
11 messaggio che le è stato recato. Le riunioni di preghiera che si fanno regolarmente in alcune borgate sono dei segni che
fanno bene sperare per il rinnovamento
spirituale di questa chiesa di Frali e perciò con gioia e gratitudine nei chiediamo
a Dio di voler continuare quello che in
questi giorni è cominciato.
Farlicojannente interessante è stala la
riunione pomeridiana di Domenica 15 ad
Agape, dove un gruppo di una quindicina
di Membri di Chiesa, insieme imn i pastori presenti, hanno parlato con grande
franchezza e libertà della vita spirituale
della Farrocchia mostrando quanto ancora
sia pos.sibile fare per costruire nelle nostre borgate un « tempio spirituale ».
Aldo Comba
LA PAROLA
di Kay Munk
Si rammenta che lunedì 6 aprile verrà presentato sullo schermo del cinema
Trento di Torre Fellire il film « La Parola » (Ordet) di C. T. Dreyer, , dal
dramma del pastore Kay Munk. Il fascicolo con il testo completo può procurarsi
presso la Libreria Claudiana.
La Direzione della sala di proiezione
rende noto che l’inizio degli spettacoli è
fissalo per le ore 19,30 e 21,30.
4
Dio mie, Dio mio, perchè mi hai abbandonato? perchè te ne stai lontano senza soccorrermi? Salmo 22: 2. L'Eco delle Valli Valdesi Quand'anche camminassi nel- la valle dell'ombra di morte, non temerei male alcuno, pei^ chè tu sei con me.
Salmo 23: 5.
» - T
La voce dalla Camunltà
MGROGlVId (Capoluogo]
Domenica 22 marzo, nel corso del nostro culto sono stati confermati i catecumeni seguenti: Aime Eliana (Capoluogo),
Bertalot Armando (Jourdans), Bertin Rolando (Bonneton), Bertin Silvia (Arpanot),
Bertot Renata (Malans), Chiavia Vanda
(Capoluogo), Giordan Dario (Jourdans),
Giordan Paola (Jourdans), Pons Anita
(Pons), Rivoira lima (Cassetta).
Il Signore che li ha amati e chiamati li
ispiri e li fortifichi nella fede onde essi
siano sempre dei membri veramente « responsabili » della Chiesa.
Un gruppetto di fratelli e sorelle ha seguito con raccoglimento, nel corso del nostro culto liturgico del Giovedì santo la
lettura del racconto della Passione e della
morte del Signore partecipando successivamente alla S. Cena.
Il messaggio glorioso della risurrezione
del Signore è stato rivolto la domenica di
Pasqua ad una assemblea numerosa che
gremiva il nostro tempio. Ottima la partecipazione alla Santa Cena alla quale si
sono avvicinati per la prima volta i neoconfermati. Ringraziamo la nostra Corale
Iter la sua attiva partecipazione al culto
della confermazione ed al culto di Pasqua
nel corso dei quali essa ha eseguito lodevolmente un inno ed un coro di circostanza.
Ringraziamo il Maestro sig. Edgardo Paschello che ci ha rivolto il messaggio della
Parola di Dio al nostro culto di domenica
15 marzo.
Ringraziamo sentitamente i giovani della
UGV dei Jourdans per l’ottimo trattenimento familiare avuto con loro domenica
29 marzo. „ „
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/ coniugi Rinesi'Odin celebrano le loro nozze d'oro a Iais. S. Giovanni
LDSERIA^S. Giovaniiyi
La Settimana Santa preceduta da una ottima visita del Pastore R. Nisl>et che presiedette il culto della Domenica della Passione. ha lasciato nei nostri cuori, speriamo, qualche cosa di più che il commosso
ricordo delle sue magnifiche assemblee.
Al Culto della Domenica deUe Palme sosono stati ricevuti nella piena comunione
della Chiesa 26 catecumeni: Franco Benech.
Alberto Bertalot, Delio Buffa, Ettore Charbonnier. Nino Michele Gamba, Luciano
Gaydou, Valdo Gaydou. Stefano Girardon,
Livio Martina. Piero Muraglia, Franco
Town, I anda Benecchio, Silvia Bonnet.
Fiorella Bounous, Carmela Cericola (proveniente dalla nostra Comunità di Orsara
di Puglia), Alma Fraschia, Mirella Giocherò, Ivana Goss, Franca Pastore. Mara
Revel, Nella Revel, Odetta Ricca, Luciana
Rivoir, Ida Roman. Erica Rostagnol, Ida
Town.
E la Domenica di Pasqua si è accostata,
insieme a loro, alla sacra Mensa, una giovane catecnmena torinese. Maria BenechBenso, la gentile compagna del nostro expresidente unionista Francesco Renecb.
Il Signore benedica e fortifichi queste
fresche speranze della Sua Chiesa e dia
a noi tutti di formare intorno ad esse il
favorevole ambiente spirituale al loro pieno sviluppo.
Uniti davanti al Signore. Abbiamo ultimamente celebrato nel nostro tempio i
matrimoni di: Ivo Alberto Parise e Giuseppina Malan, il 7 marzo; Adriano Malanol e Eletta Caffarel il 15 marzo; Vieimino Dalmas e Simona Barolin. il 28 marzo.
Nozze doro. Il giorno di Pasqua, circondati da una bella corona di familiari,
rappresentanti ben 4 generazioni, i coniugi Giovanni Rinesi e Fàqny Odin dei Boeri, hanno festeggiato, con pochi giorni di
posticipo, il 50» anniversario della loro
felice unione.
Agli anziani e ai novelli sposi i nostri
fervidi auguri di molte benedizioni nel
Signore.
Rallegramenti vivissimi a un altro nostro ex presidente unionista Marco Gay.
ottimamente laureatosi in giurisprudenza
airUniyersità di Modena, il 13 marzo.
I nostri migliori auguri per la sua carriera
futura.
Dipartenze. Cinque fratelli e sorelle
hanno risposto, in queste settimane alla
chiamata di Dio. Ne ricordiamo i cari
nomi: Giovanni Paolo Malan di Angrogna
al Rifugio Re Carlo Alberto il 2 marzo,
in età di 87 anni. Giovanni Rivoira, di
Rorà, al nostro Asilo per Vecchi, l’8 marzo, in età di 75 anni. Federico Malanot dei
Malanot, dopo 18 anni di paziente infermità, il 14 marzo, in età di 72 anni. Giovanni Davide Pelenco al nostro Asilo, il
16 marzo, in età di 79 anni. Michele Rivoira da Rorà, al nostro Asilo, il 18 marzo,
in età di 84 anni.
Il 23 marzo la nostra Comunità era largamente rappresentata a Torino, al servizio religioso per la improvvisa dipartita
della nostra sorella Anita Travers-Ricca,
originaria dei Rossenghi dove essa amava
ritornare in estate con i suoi cari. Anche
fra noi essa lascia un vuoto sensibile e un
grato ricordo.
Possano tutte le famiglie visitate dal
duolo trovare pace e serena forza nel
vittorioso messaggio della Risurrezione.
r. j.
SGcnwDu
Un nostro gruppo di giovani ha fatto
visita domenica 22 u. s. all’Unione di Bobbio Pollice.
Ricevuti molto cordialmente ilal Pastore
Genre e dalla sua Signora, essi hanno visitato il Tempio e i numerosi locali delle
varie attività, soffermandosi in modo particolare ad ammirare quanto la volontà e
l’impegno di quei Valdesi e del loro conduttore hanno saputo fare per la costruzione della nuova Sala Unionista.
Mentre le valdesine di Bobbio preparavano per gli ospiti la tradizionale tazza di
tè. i nostri giovani si portavano fino al
monumento di Sibaiid, dove, in coro, cantavano il solenne e famoso <( Giuro », tra
l'austerità deU’ambiente naturale ed il fasiino dei severi castani secolari.
Un grazie di cuore al Pastore Genre ed
all’Unione di Bobbio i>er l’ospitalità cordiale ed affettuosa accordata ai nostri giovani, ed un fraterno arrivederci a San Secondo. d. g.
ROGA’
— 1 culti di Venerdi .Santo e di Pas<|ua
sono stati ben frequentati e abbiamo avuto il piacere di avere molti graditi ospiti
in mezzo a noi.
— I catecumeni Lillina Town, Virginia
Rivoira, 'Iolanda Town, Rinaldo Town.
Roberto Town Boncoeur sono stati circondati in preghiera da tutta la comunità
cd hanno partecipato, a Pasqua, alla Cena
del Signore.
— 11 past. Guido Ai legge della Società
Biblica predicherà nel nostro tempio domenica prossima, 5 aprile. Ci rallegriamo
di ascoltarlo e gli diamo sin d’ora il nostro benvenuto.
— Non vogliamo dimenticare di sottolineare quanto il canto della Corale abbia
contribuito alla solennità del Culto di Pasqua. A tutti i bravi cantori e ad Edda
Town, che ha portato la responsabilità di
quest’attività, vada il nostro incoraggiamento a perseverare nella via intrapresa!
BOBBIO PGLT.ir.E
Il giorno del Venerdì Santo sono stati
ammessi quali membri di chiesa i seguenti
catecumeni: Catalin Adriana (Costa); Davit Ermanno (Caserma); Garnier Lino
(Serre-Campi); Gönnet Pierino (Cortilet);
Michelin-Salomon Laura (Alloeri); Mondon Davide (Genteugna); Negrin Anna
(Costai; Pontet Alfedo (Capoluogo); Pontet Emma (Podio).
Il Signore accompagni con la potenza
del suo Spirito questi cari giovani e ne
faccia dei membri zelanti e viventi delja
Sua Chiesa.
Nel pomeriggio, in una riunione squisilamente fraterna, i confermati hanno ricevuto il saluto affettuoso dell’Unione delle Madri, e la sera, l’Unione Giovanile
del Capoliiogo ha offerto ai nuovi membri di chiesa il distintivo valdese. I ricordi di quella bella giornata possano accompagnarci per lungo tempo.
.4 Pasqua, il tempio era letteralmente
gremito; oltre trecento fedeli si sono avvicinati alla Mensa del .Signore. La Corale. come già al Venerdi Santo, ha cantato cori e inni di circostanza.
^ Il Cristo risorto dai morti dia alla sua
(.Illesa una vita nuova, umilmente associata al Suo servizio.
Matrimoni. — R 28 febbraio la dottoressa Pellegalti Guitti Maria Luisa di Bologna
si è unita in nialrimonio con Davit Paolo
della Casei’iia.
11 28 Miarzo si sono sposati: Pascal Samuele Villar Pejlice) e Mondon Anna
(Gentcìignat; Davit Franco (Villar Pellicci
c Charbonnier Elena (Abses).
Agli sposi rinnoviamo i nostri migliori
auguri di felicità nel Signore.
Battesimi. — Sono stati ultimamente battezzati: Artus Mario di Stefano e di Motidon Elena; Baridon Mario di Abele e di
Vigna Anilina; Arnaldi Beatrice Laurence
di Alberto e di Durand Canton Costa nza :
e il giorno di Pasqua i tre fratellini: Cujfaratti Roger, Denis Paul e Cristiami di
Giuseppe e di Melli Paola.
Il Signore benedica ed accompagni con
la sua presenza questi cari bimbi.
Ringraziamo vivamente il Segretario
Naz. della F.U.V.. past. A. Taccia, e il
(.apogruppo Valli, maestro E. Paschetto.
che ci hanno visitati, illustrando in particolare l’opera di Adelfia, in Sicilia.
Domenica prossima 5 aprile avrà luogo il nostro tradizionale bazar di henefirenza: lutti vi sono cordialmente invitati.
VILI.aR PELLICE
Dipartenze. Ci è gitinla improvvisa la
triste notizia che il 13 febbraio nell’Uruguay, in seguito a caduta è deceduto Enrico
(-ostabel di anni 68, padre della nostra sorella Germaine. Alla vedova ebe ha già
perso suo figlio qualche anno fa pure in
segnilo a disgrazia cìI è ormai sola laggiù,
noi esprimiamo la nostra fraterna e commossa simpatia nella speranza di vederla
tornare presto fra noi e insieme alle sue
care figlie la raccomandiamo al Signore ohe
c* il consolatore delle vedove c il padre
degli orfani.
Lunedi 23 marzo, abbiamo celebralo il
funerale di tìattiatina Vareae ved. Cairiis
di 67 anni, del Palet, dipartita in modo
tragico. Giunta dalla Riviera Ligure come
giovane sposa tanti anni or sono, e ripudiala perciò dalla sua famiglia, non aveva
trovalo sui nostri monti la felicità sognala.
Lolpita da una sventura dopo l’altra era
rimasla sola e tale viveva da qualche anno.
Soffriva immensamente della sua solitudine
ma nessuno se ne accorse iinchè alcuni
giorni or sono non fece più ritorno alla
sua casa. Perdurando l'assenza il vicinalo
c i pochi parenti esistenti si misero in allarme e la cercarono un j>o' dappertutto.
Squadre di uomini corsero qua e là i»er la
montagna e finalmente la trovarono sfracellata in fondo ad un pauroso burrone.
« Guai a tolui che è solo » (Eccl. 4: 10)
venne ricordalo ai funerali. La .solitudine
è spesso un male dei nostri monti al quale non si presta sufficiente attenzione. La
solitudine non è coinpalibile con lo spirilo
che deve regnare nella comunità dei credenti cristiani.
Ci scusiamo con i nostri collaboratori
per le corrispondenze che siamo costretti
a rinviare. red.
Casa Valdese
di Vallecrosia
Colon, marine: 6-12 anni. Turni misti
7-29 giugno: 80 posti disponibili —
29 giugno - 24 luglio: lOO posti disponibili — 8-29 agosto: completo.
Documentazione: certif. nascita, vaccinazioni, sanitario locale, oppure:
cartella sanlt. per inoltro in colonia.
Quota : Anticipo di L. 5.000 al momento della iscrizione, il resto a seconda delle possibilità, liberamente.
Iscrizioni: Le domande sono accolte
fino ad esaurimento dei posti, senza precedenze; la quota di iscrizione, da aggiungersi all’anticipo, è
di L. 500. Scrivere a: Direzione della Casa 'Valdese, Vallecrosia (Imperia).
Campi cadetti: 12-16 anni.
29 giugno - 23 luglio: cadette 30 posti — 10 agosto - fine mese: cadetti
20 posti — campo mobile.
Documentazione: come per la colonia. Quota L. 650 al giorno.
Iscrizioni: come per la colonia.
Pro Giana veli a
Piibblirhiaino un serondo elenco di soslpnilori che hanno invialo il loro dono
per l’acqiii.Hto della proprietà. Li rinpraziaino di euore.
La mela da raf(giungere è ancora lontana ma confidiamo nell’aiuto di tulli gli
amici delle Valli, in Italia e ajl’eslero.
che desiderano che questa casa appartenga
alla nostra Chiesa.
Gay Guido, Milano L. I.OOO; N. N„ Torre Pelliee 500; Hiigon Guglielmo, Torre
Pclliee 500; Sereno Mario. Torre Pelliee
1.000; U. P., Torre Pelliee 1.000; Chiesa
Vajdese Pinerolo 20.000; Amilda Pons,
Torre Pelliee 5.000; Chiesa Valdese Rodorello 10.000; Giuseppe Cigersa, Torino
10.000; Lina e Emilio Decker. Torino
5.(8)0; Carlo Armand Hiigon, Torre Pelliee 1.500; Carlo Tommasini, Torre Pelliee 1.000; Giulia e (!■ A. Balmas, Torino 3.(88).
.Siamo pregati di precisare che la somma indieala nel primo elenco come « Guido Rivoir, Lugano L. 50.(88) » è cosliliiila
da diversi doni raccolti dal Pastore Guido
Rivoir fra i suoi amici.
La Commissione Pro Valli.
UNA PROTESTA
Sig. Direttore,
Scorrendo l’articoletto de « La Parola »
nel n. 12 dell’« Eco », il senso gioioso
diffuso immediatamente in me, andò scemando constatando ebe proprio Luserna
San Giovanni era esclusa, nell’elenco dei
« paesi » che lianno 11 privilegio di presenziare all’eccezionale spettacolo.
Non possiede Luserna San Giovanni i
requisiti per figurare cogli altri? Forse
elle la parrocchia valdese — che, secondo
l’ultima statistica, figura in lesta alle più
numerose — non gode pari diritti, si da
essere (speriamo non di proposito) ignorata? Scusandomi se disturbo, la prego Sig.
Direttore di pubblicare quanto sopra.
Gustavo Albtirin, Luserna S. Giovanni
Stia tranquillo. Sig. Albarin, S. Giovanni non è stata ignorata di proposito. Scusi
la svista e si goda in pace La Parola. red.
LAUREE
Marco Gay, di Luserna S. Giovanni, si
è in questi giorni brillantemente laureato
in giurisprudenza. Al neo-dottore, ex-studente del Collegio, rivolgiamo le nostre
congratulazioni, e il più vivo augurio per
un esercizio sereno e ricco di soddisfazioni della professione che gli si apre davanti.
Sergio Bianconi si è lirillantemente laurealo in giurisprudenza alPUniversità di
Roma eon la lesi in diritto ccclesiasliio
« l'Assegno dello Stato Sardo ai Valdesi
e le sue sorti ». relatore il Prof. Arturo
Carlo Jemolo.
Al neo-dottore le nostre felicitazioni.
Franca Long Ita consegnilo molto brillanteinenle la laurea in filosofia — col mas•simo dei voli e la lode - presso l'Universilà di Palermo, disi nlendo la seguente lesi: « Kierkegaard ». Porgiamo alla neodottoressa le nostre più vive fejirilazioni.
Rodattore : Gino Conte
Coppieri - Torre Pelliee
Tel. 94.76
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pelliee - c.c.p, 2 17557
Tipografia Subalpina - s. p. a
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Direttore : Prof. Gino Costabel
Pubblicaz. autorizzata dal Tribunale
di Pinerolo eon decreto del 1-1-1955
Doni ricevuti per l’Eco
Rossi G. Batta (100); Luigi Roebat (100);
Dnchini Anna (300); Pons Marcello (300);
Ruffino Bianca (100); Meylre Arturo (200);
Pons Alessandro (300); Steiner Roberto
(100; Pagello Attilio Eraldo (100); Wiltch
Margherita (600); Alberto Mario Bonetti
(350); Artero Enrico (100); Sansone Leopoldo (100); Amilda Bounons Pons (500);
Bonnet Rosina (100); Durand Cesarina
(200); Peyrot Francesco (200); Bosio fida (300); Pons Luigi (100); Peyrot Giovanni (300); Danna I.ina (100); Poet Pons
Jenny (230); Union Vaiidoise Marseille
(230); Ferrerò H. (263); Lidia Pons (100);
Marta Revel Pons (200); Tommaso Lungo (200); Ribet Edina (100); Susanna Richard V. Roslan (2(8)): .Stefano Luigi Rostan (200); Peyronel Federico (100); Giraud Alessandro (200); Ribel Emilia (200):
Bounous Valdo (100); Jalla Adolfo (300);
Barel Alfredo (200); .luslel Alma (100);
Serre Samuele (300); Maggioni Ernesto
(350); Giuseppe De Biasio (.350); Silvano
Rivano (100); Maria Rivano (100).
Prnf. Dr. Franco Hpertì
Libero Docente
in Clinica Ortopedica
Specialista in Ortopedia
Traumatologia e Chirurgia Plastica
Visite presso Ospedale Valdese di
Torino: Lunedì e Venerdì ore 16,30
Consulenze presso Ospedale Valdese
di Torre Pelliee : previo appuntamento
Prof. lìr. A. Ronisr.ontru
Libero docente
in Clinica Odontoiatrica aH'Università
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Tutta la settimana tranne domenica
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