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DELLE
Casa Valdese
lORRB PELLICB
fit AA
Settimanale
della Chiesa faldese
Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quoU avete peccato, e iotevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Anne LXXXVIII - N. 1 I ABBONAMENTI l P®*' 1’“**«™® | ® Luce: L. IJOO per l’iitfenio | Spediz. abb. poetale - il Groppo
Una copia !.. 30 j__________________ / L. 1^0 per l’eetero j L. 2.500 per l’estero | Canibio d’indirìszo Lire
TORRE PELLICE — 3 Gennaio 1958
Ammiii. Clandiana Torre Pelliee • C.C.P. 2-17557
Sulla soglia di uii nuovo anno
Io sono la vile, voi siete i tralci; colui che dimora in me
e nel quale io dimoro porta molto fruito (Giov. 15: 5)
L'anno è la più importante delle
unità con le quali si misura la nostra
vita ; e noi sappiamo di non avere
molti anni da vivere; i più giovani
hanno davanti a sè 30-40 anni, gli altri 10-20. E poiché sappiamo per esperienza quanto breve sia stato il corso
dell'anno 1957, che in questi giorni
si è concluso, possiamo facilmente
renderci conto della brevità del cammino che ci resta da percorrere. E'
forse per questo che una certa vaga
malinconia aleggia sempre sulle festività di fine d'anno : noi ci rendiamo
più o meno chiaramente conto che
esse ci offrono l'occasione di contemplare la brevità estrema della nostra
vita, e la sua vanità, e di prendere un
po' più sul serio il nuovo tratto di
strada che ci s'apre dinnanzi. Ma spesso noi cerchiamo di evitare tali riflessioni : e spesso le nostre feste e baldorie non hanno altro scopo che quello di nascondere sotto una fittizia allegrezza queste malinconiche e serie riflessioni di fine d'anno. Qualcuno, è
vero, pensa a queste cose ; e consta■'i tando qual misera cosa sia stato il suo
anno 1957, ripete il vecchio adagio:
^ « affiè nuovo, vita nuow^ -»! per'rnof;
niménti ; rnS poi, sr'sa ¿èrbe Vafil
cose: i giorni passano, ed il nuovo
anno ci vede condurre la stessa vita
di prima.
Certo, durante il nuovo anno 1958,
noi resteremo gli stessi di prima : con
i nostri errori, le nostre debolezze, i
nostri dolori ed i nostri peccati. Ma
la parola di Dio ci ricorda che uguale
resterà anche l'amore di Dio per noi :
ciò non significa che durante il nuovo
anno noi potremo camminare tranquillamente nelle vie della malvagità
e dell'indifferenza, pensando che, tanto, Dio è buono e ci perdonerà sempre. Ma significa che, se il nuovo anno sarà per forza un anno di uomini,
e di uomini peccatori, pure in esso
sarà presente la Grazia di Dio, che
continuerà a lievitare i nostri cuori, a
chiamarci al ravvedimento ed alla fede, ricordandoci insistentemente l'amore di Cristo. Il nostro testo paragona Cristo al ceppo di una vite, e
noi a dei tralci di questo ceppo: questa immagine ci ricorda che l'amore
di Gesù Cristo è talmente vicino a noi,
che noi siamo addirittura innestati in
lui, indissolubilmente legati a lui, come un tralcio è legato alla vite. Malgrado i nostri errori e la nostra indegnità, Dio ha compiuto questo atto di
grazia: di farci entrare nella comunione del suo Figliuolo. Questo dobbiamo ricordarci sulle soglie dell'anno nuovo; e dobbiamo fetmarci a
rendere grazie al Signore che malgrado tutto vUol mantenerci in comunione con Lui ; e se sapremo ricordarci di questo durante l'anno, allora
noi saremo ogni giorno mantenuti
spiritualmente in vita dall'amore del
Signore, proprio come i tralci sono
nutriti dalla linfa.
Il tralcio non può vivere nè portare frutto se è staccato dalla vite:
cosi la nostra esistenza sarà vana e
sterile se noi non resteremo uniti al
Signore: « Dimorare in Cristo», cioè
restare in Cristo; questo dev'essere
il nostro programma per l'anno nuovo. Questa dev'essere la nostra prima preoccupazione: guardare a Cristo, e tenerci sempre strettamente
uniti a lui. Se ciò avverrà, durante
l'anno nuovo, allora potremo veramente vedere la nostra vita trasformata e migliorata : come il tralcio
sano d'una vite porta immancabilmente frutto nella sua stagione, così
i cristiani che restano uniti al loro Signore portano sempre dei buoni frutti. Per colui che è nella comunione
con Cristo non ci sono giorni ed anni
sterili ; il Signore stesso opera per
mezzo di lui, e riempie la sua vita di
risultati validi per il Regno dei Cieli.
Giorgio Bouchard.
A treiìL’anni di distanza pubblichiamo una
fotografi# degli studenti del Collegio Valdese
di Torre, ì»eUice. Si rivedono le figure di cari
professor# ormai deceduti da vari anni : il
Preside, pTof. Davide Jahier, il prof. Giovarmi
Jalla, il prof. Achille Malan, il prof. Vinay, il
Pa.st. Filippo Grill, direttore del Convitto Valdese. E si riconoscono vari giovani diventati
più tardi Pastori delle nostre Chiese, nonché
molti giovani e giovanotte ora professionisti,
impiegati, padri e madri di famiglia. Un bel
ricordo, uno sguardo pieno di nostalgia.
« Voi cercate Gesù di Betlem: non è più qui: ecco il
luogo dove l’avevano deposto.
Ma andate a dire ai suoi discepoli e a Pietro; Egli vi
precede...» (Vangelo)
Il Cristo di Betlem o di Nazaret
sì accetta volentieri. Si prova compiacenza a guardare un BambinOf,
anche se ci manca il coraggio, come di frequente accade, di fissare a
lungo un mistero non ancora dichiarato e di chiederci se quell’infante
è cresciuto e cresce, se ha parlato e
parla, quali strade ha camminato o
sta camminando, se davvero nasce di
nuovo, oggi, e se inqueta ancora la
sua venuta.
Un Bambino è un mistero sopportabile: il Crocifisso, no: una culla,
anche se stagliata in una greppia,
c poesia: la croce, anche se piantata
sovra un monte, è sempre un patibolo.
Fermiamo il Signore dove si sta
bone. A Betlem, a Nazaret, sul monte della Trasfigurazione., si sta bene.
I,a tentazione di fermare il Signore, è la tentazione del cristiano.
Pietro per due volte cerca di fermare il Maestro.
« Prendendo la parola » sul monte della Trasfigurazione, « Pietro dice a Gesù: Maestro, è bene che noi
stiamo qui; faremo' tre tende, una
per Mosè, una per Elia, una pér te:
ma non sapeva quel che si diceva »
(Luca).
E quando « Gesù cominciò a, dimostrare ai suoi discepoli che bisognava Ch’Egli andasse a. Gerusalemme e patisse molto ed essere messo a morire dagli anziani e dai capi
dei sacerdoti e dagli scribi, Pietro,
trattolo in disparte, si mise a rimproverarlo: A Dio non piaccia!, non
Colletta per le Missioni
Per deliberazione della Tavola Valdese, DOMENICA 12 GENNAIO,
a conclusione della Settimana di preghiera dell Alleanza Evangelica
Mondiale, dovrà esser fatta la colletta per le
MISSIONI
Le Chiese se ne ricordino in occasione del culto.
sarà mai così! — Ma Egli rivolto a
Pietro: — Vattene via da me. Satana! Tu mi sei di scandalo; perchè
i tuoi sentimenti non sono quelli di
Dio, ma quelli degli uomini » (Matteo).
Chi vuol fermare il Signore, gli
è di « scandalo ».
La Parola si è fatta carne, il Figlio di Dio si è fatto Figlio dell’Uomo per camminare quaggiù sino alla fine dei secoli e sino agli estremi
confini della terra incontro a ogni
creatura umana.
Non confonde la sua voce con la
babele delle nostre voci, ma parla
in ogni lingua: non si perde sulle
strade dei nostri smarrimenti, ma
non abbandona nessun viatore: non
viene a patti, nè tocca uno jota del
Vangelo, ma lo predica ovunque, come ovunque pianta la sua Croce.
Lui, però, il Crocifisso, cammina. Un
Crocifisso che cammina è una cosa tremenda. E’, un po’ meno tremendo un Bambino che cammina:
ma se si pensa che a pochi giorni
dal Natale va in esilio in Egitto e.
attraversa il deserto ^r scampare
dalla Strage degli Innocenti, il Mistero di « colui che viene sempre »,
pellegrino di ogni ora e di ogni strada, incomincia a dichiararsi come
condizione di salvezza e prova d’amore.
Nel Vangelo non c’è personaggio
che non cammini: da Gabriele che
viene dai « luoghi altissimi » con
l’Annuncio a Maria: da Maria che
s’affretta a raggiungere Elisabetta
sulle montagne d Giuda: da Giuseppe che va con la Vergine Sposa da
Nazaret a Betleem, da Betleem alla
stalla, dalla stalla in Egitto e poi di
nuovo a Nazaret.
La sua Chiesa è un lungo camminare: «Andate e predicate il mio
Vangelo ad ogni creatura, battezzandola in nome del Padre, del Figliole e dello Spirito Santo».
Sembra un particolare di poco
conto quell’« andare » ma è la condizione. Per predicare bisogna andare per salvare bisogna andare. E’
un segno di vita, la Via. « Io sono
la Via ».
Il « progressismo » quand’è baratto o raccorciamento della Verità, va
ripudiato, ma l’andare nessuno lo
può condannare perchè è sostanza
dell’apostolato : il muoversi della
« luce » e del « fermento » dello Spirito che soffia dove vuole, dell’Amore
che non conosce soste.
Adesso mi par di capire perchè
l'accidia sia il primo dei peccati capitali e « scandalo » pretendere di
fermare il Signore dove e come ci
pare utile in una opinione, in un
sistema filosofico, in un affare, in
una categoria, in una casta, in un
partito, in una civiltà.
«Viene l’ora in cui nè su questa
montagna nè in Gerusalemme adorerete il Padre. L’ora viene — ed è
questa — in cui i veri adoratori, adoreranno il Padre in ispirito e verità ».
Chi può fermare lo Spirito? chi può
fermare la Verità?
Cristo è passato nel seno della
Vergine e neppur la tenerezza di
una Madre potè fermarlo nelle sue
braccia e nella sua casa di Nazaret.
E' passato per Betleem, per Cafarnao, per Gerico, per Naim, per Gerusalemme.
L’hanno arrestato come un malfattore, inchiodato sulla croce come
un assassino, sigillato il suo sepolcro... Niente lo ferma, neanche la
grossa pietra sigillata.
1 suoi discepoli lo volevano circoscrivere alla Palestina con la scusa
Ch’Egli era un Elnco, e se lo trovarono in Antiochia, in Alessandria, in
Atene, in Roma prima ancora che
gli apostoli vi ponessero il loro piede.
Gli volevano dare la cittadinanza
romana, ed Egli era già di là, con
i barbari. Gli fabbricarono basiliche
stupende di travertino, ed Egli aveva
già accettato l’ospitalità sotto la capanna del monaco, sulle rive della
Mosa, del Reno, del Danubio. Gli
avevano fissato come mare il Mediterraneo, ed Egli passava l’Atlantico
con Colombo.
La cultura greca Gli rivestiva di ragione i paradossi del Suo Vangelo,
ed Egli compitava con gli indotti: il
feudalismo Gli offriva il castello ed
Egli faceva casa con i servi della gleba. I re lo nominavano ciambellano
o cappellano di corte, ed Egli si faceva galeotto con San Vincenzo de’
Paoli.
I nobili già pensavano di poterlo
avvolgere negli stucchi dorati, in mezzo ai santi e agli angeli sotto le volte
delle loro chiese barocche, quando
la Rivoluzione francese lo mandava
in esilio. Napoleone fece sembianza
di richiamarlo onde puntellare un
impero costruito coi morti, ma la
Santa Alleanza cercò di soppiantarlo
facendoGli promesse più larghe. Dopo averLo deriso, la borghesìa è andata in cerca di Lui, e la povera gente credette e continua a credere che
sia rimasto di là con coloro che non
le vogliono bene, mentre cammina
portando le sue pene e le sue speran
S’io fossi prete riempirei la Stalla
di Betleem di pastori ,di<magi e di
ogni genere di persone che, in venti
secoli, hanno preteso e che ancor oggi pretendono di fermare il Cristo,
o perchè -gli hanno costruito una
Chiesa, un orfanotrofio, un convento... e lascerei la mangiatoia con la
sola paglia, senza il Bambino.
Adottare un Bambino, quando c’è
tutto un mondo che aspetta di essere
ospitato fraternamente, è un Natale
abbastanza comodo, un Natale che
rende : non è il Natale cristiano, che
incomincia quando degli « uomini di
buona volontà» s’accorgono che nessuno di coloro che credono in Cristo
può fermarsi sulla strada della Giustizia c della Pace.
________ Adesso
(Dal quindicinale «Adesso» riproduciamo questo articolo e su di esso
richiamiamo l’attenzione dei lettori.
Con il suo autore, cattolico romano,
onesto nel suo impegno con la Verità,
ci sentiamo uniti in Cristo, al di là
delle differenze confessionali. Ed è
questo che importa più di tutto. Red.).
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2
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: I r V
I.’ECn DELLE yfAUl VALDESI
V^ESI E CATTOLICI ALLE VALLI
A pr desilo d'un atto vandalico
neH'alta valle di Angrpgna
Nell’Eco del Chisone del 16 novembre u. s. N. 45, in un articolo firmato « l’osservatore » e che porta il
titolo « Teppismo settario » si deplora un atto vandalico compiuto da ignoti nelle vicinanze dell’alpe della Sella,
in Val d’Angrogna. Vi si dice che,
mediante gli sforzi coniugati del vicario di Pradeltorno e della popolazione
cattolica era stato costruito, vicino all’alpe della Sella (altitudine 1810 metri) un altare fisso con una.croce ed
una nicchia in cui era stata sigillata
con cemento una statuetta della madonna col Bambino in braccio. L’articolo continua : « approfittando della
solitudine di quei luoghi, dopo che i
pastori erano scesi dalla montagna,
qualche teppista ha spaccato un braccio alla Madonna, l’ha divelta dalla
nicchia dove era stata sigillata con cemento e, non ancora contento. Le ha
cavato gli occhi con un coltello ». Lo
articolista deplora poi che « non è la
prima volta che nelle Valli ostentatamente dette "Valdesi” si verificano
fatti del genere. Le immagini e le statue della Madonna non si vorrebbero
tollerare in Val Pellice ed in Val Germanasca e si manifesta il proprio odio
con simili atti vandcdici. Questi non
si dovrebbero certo lamentare così di
frequente, se non ci fosse, da parte
dei responsabili una sistematica cultura di settarismo anticattolico. Nondimeno si continuerà a gridare contro
Vintolleranza dei cattolici ed a vantare, nei loro confronti la superiore cultura, onestà ed educazione dei valdesi! Alla prova dei fatti, chi ha ragione? »
Vorremmo, da parte nostra, muovere alcune osservazioni a quanto
scritto dall’articolista sopra citato.
1. Siamo pienamente consenzienti
con l’autore dell’articolo nel deplorare, nello stigmafiaiare Bèl modo jfiù
assoluto l’atto vandalico compiuto
nelle vicinanze dell’alpe della Sella.
Anche se per noi valdesi questi altari
e madonne sono segno .di culto idolatrico che cadono sotto la precisa sanzione del 2® Comandamento : « Non ti
fare scultura alcuna nè immagine alcuna delle cose che sono lassù nei cieli o quaggiù sulla terra o nelle acque
sotto la terra; non ti prostrare dinanzi a tali cose... » chiunque abbia compiuto quest’atto di vandalismo è condannabile. Chi fa queste cose di nascosto è sempre colpevole e condannabile anche perchè il suo atto può
creare diffidenza e sospetto su chi è
invece innocente.
2. Tuttavia noi protestiamo energicamente contro tutto il tono dell’articolo chiaramente tendenzioso. Un fatto vandalico è stato commesso in Val
d’Angrogna in cui due terzi della popolazione sono Valdesi. Autorizza forse questo fatto a dedurre che l’autore
dell’atto stesso sia necessariamente
Valdese? L’articolista lo lascia intendere, senza, naturalmente dare la minima prova. Ma allora, di questo passo, si potrebbe benissimo anche sostenere che l’autore dell’atto vandalico
sia un cattolico il quale lo abbia fatto
proprio sicuro che la responsabilità
dell’atto stesso sarebbe stata addossata ad un Valdese. Come si vede, sulla
via delle ipotesi si può andare molto
lontano! A meno che sia ormai assiomatico per l’articolista dell’Eco del
Chisone che i teppisti si trovino soltanto tra i Valdesi.
3. L’articolista rileva poi che questi
fatti non sarebbero da lamentare così
di frequente « se non ci fosse da parte
dei responsabili una sistematica cultura di settarismo anticattolico ». Anche
qui, con una frase di chiara tinta gesuitica l’articolista schizza il suo veleno contro i Valdesi. E noi gli chiediamo spiegazioni: chi sono quest:
responsabili, secondo lui? Forse i Pastori Valdesi? Ebbene: lo sfidiamo a
provarlo! I nostri Pastori hanno ben
altro da fare che provocare e coltivare sentimenti contro i Cattolici da parte dei loro membri di Chiesa Valdesi.
Essi potranno, certo, combattere, prendendo come termine di confronto la
Sola Sacra Scrittura, gli errori della
dottrina cattolico-romana; ma verso
la popolazione cattolica — stia pur
certo l’articolista! — sono animati da
un solo sentimento: la carità. Anzi:
i Pastori condannano qualsiasi tentativo, da qualunque parte esso venga,
di seminare la discordia e la disunione tra la popolazione valdese e quella
cattolica. La vita in Val d’Angrogna
è abbastanza dura ed aspra senza che
ci sia ancora bisogno di vivere in una
atmosfera di sospetto e di diffidenza
reciproca. Ma l’articolista ha ragione,
in un certo iseiìsó. I responsabili ci sono, i quali alimentano appunto l’incomprensione ed il sospetto tra le due
confessioni religiose: bisogna soltanto vedere da che parte si trovano. Vogliamo cercare di vederlo insieme?
Ritorniamo un momento sulla questione
della costruenda cappella cattolica della
zona dell’alpe della Sella.
Il 3-6-1949 il vicario di Pradeltorno Barotto richiese al Consiglio Comunale di
di proprietà dei Valdesi, avrebbe potuto
essere in avvenire, fomite di accuse ingiustificate e di disaccordo.
Stando così le cose, la questione veniva
accantonata sino al 39-7-1956. A quella data, il nuovo vicario di Pradeltorno Rìeea
domanda al Consiglio Comunale la cessione di un’area di metri quadrati 30 (trenta)
in regione Lavasse. Il Consiglio Comunalè,
in data 15-10-1956 esamina la domanda e
si dichiara propensoT « in linea di massima » a tale deeìsione con 12 voti favorevoli, 2 contrari, 1 astenuto (composizione
del Consiglio: 11 Valdesi, 4 Cattolìei). Di
conseguenza il consigliere Alessio Gaydou
rassegna le dimissiolfl che però il Consiglio respinge.
Il 9-3-1957 il Consiglio Comunale è nuovamente eonvocato per decidere « in via
definitiva » la cessione di un’area di terreno di mq. 64 (sessantaqualtro) per la costruenda cappella. Viene letta una petizione firmata da 159 persone che si dichiarano
contrarie alla cessione dell’area del Lavasse. Una nuova comntiésione viene nominata
per un nuovo sopraluogo, formata da 3
valdesi e 2 cattolici. Ma ancora una volta i
membri della Commissione stessa non sono
d’accordo sulle conclusioni. Ognuno, sn ìn
Questo articolo ci è giunto
da aicune settimane, ma
per ragioni indipendenti
dalla nostra volontà abbiamo
dovuto dare la precedenza ad
altri argomenti. Esso riguarda
un fatto accaduto nella Valle
di Angrogna e segnalato come
atto di settarismo anticattolico.
Il nostro corrispondente lo com
menta, facendo la cronistoria
della costruenda cappella cat
tolica nella zona dell’Alpe Sella.
red.
Angrogna la cessione di un appezzamento
di terreno di metri quadrati 7 (sette) all’alpe della Sella per costruirvi una piccola cappella dato che egli saliva d’estate
ogni 15 giorni all’alpe, la domenica, per
celebrarvi la messa. L’alpe della Sella è
quella che d’estate raccoglie il maggior
numero di cattolici. Sì noti: la richiesta
non precisava affatto dove tale cappeUetta
avrebbe dovuto essere costruita.
Il 9-7-1949 il Consiglio Comunale nomina una commissione incaricata di effettuare un sopraluogo alla Sella per scegliere
l’arep da cedere. Il isopralupgo a-yviene il
17-7-1949; ma la commissione non riesce a
determinare ed a stabilire dove la cappella
debba essere costruita perchè non vi è l’accordo nè tra i membri della Commissione
stessa, nè tra gli agricoltori, in maggioranza cattolici, residenti all’alpe della Sella.
Allora, in data 30-7-1949 il vicario di
Pradeltorno precisa che egli richiede che
la cappeUetta venga costruita in una località ben definita e cioè nel luogo chiamato
« Lavassè ». Il 19-8-1949 il Consiglio Comunale prende atto della precisazione del
vicario circa la località della costruenda
cappella e, con 8 voti favorevoli e 2 contrari approva la proposta di uno dei suoi
consiglieri, il signor Alessio Gaydou il quale, enumerando gli inconvenienti che deriverebbero dalla cessione dell’area per la
costruenda cappella in regione Lavassè,
propone per la costruzione stessa un’area a
circa 500 metri a levante delle abitazioni.
Gli inconvenienti che sarebbero derivati
dalla cessione dell’area richiesta dal vicario erano questi : a) la cappella sarebbe sta
ta a ridosso degli alpeggi di proprietà dei
Valdesi; b) la cappella si sarebbe trovata
proprio suUa vìa seguita dal bestiame nel
recarsi al pascolo: donde, l’inevitabile disturbo recato alle funzioni; c) il bestiame
avrebbe inevitabilmente sporcato la via di
accesso ed il luogo antistante la cappelletta: questo fatto, dato che il bestiame era
vito del Sindaco, fa la sua dichiarazione a
titolo personale.
In seguito ad una animata discussione,
il Consiglio delibera a voti unanimi espressi in (orma palese di « cedere alla vicaria
di Pradeltorno a titolo gratuito, per la costruzione di una cappella, un appezzamento
di terreno della superficie di mq. 64 nella
zona dell’alpe della Sella al di fuori del
Lavassè ed ad una distanza minima di m.
59 dai caseggiati». — ,
Il 22-19-19.t7 il Cousigho « nuovamente
convocato per udire^ lettura di una lettera dej Prefet^„,neTÌfe «^ale. viene. tespinta la decisione del OoDsiglio Comunale, in
quanto non sufiScientemente motivata. Il
Sindaco riferisce che il vicario Ricca, invitato a mouificare la sua uomanda circa
la località dove dovrebbe sorgere la cappella, ha asserito di ntìn poter modificare
la domanda stessa per ragioni evidenti ed
ha affermato che, non ottenendo la con
cessione deUa zona del Lavassè dal Consi
glio, avrebbe ricorsd alle sue autorità superiori ecclesiastiche ed alle autorità civili
e si sarebbe rivolto al Commissariato usi
civici per ottenere l’autorizzazione a co
struire la cappella nel luogo voluto.
Segue a questo una discussione animata
in cui viene nuovamente precisato : che
non si tratta qui nè di risentimenti nè di
ripicchi personali; ma che il solo motivo
che spinge il Consiglio Comunale di Angrogna a non concedere la zona del Lavassè è quello di non volere suscitare ragioni di discordia tra la popolazione dell’alpe stessa. :
Il Consiglio Comunale passa quindi alla
votazione e con 9 voti su 13 conferma che
è disposto a concedete un’area di 64 metri
quadrati nella zona dell’alpe della Sella al
di fuori del Lavassè, ad una distanza mìnima dai caseggiati di m. 50, a titolo gratuito, per la costruenda ' cappella. Si attende
ora la ratifica o meim della Prefettura!
E terminando desideriamo porre alcune
domande all’« osservatore » deU’Eco del
Chisone.
1. Perchè, quando il Consiglio Comunale domanda al vicario di Pradeltorno di
modificare la sua domanda circa la località della erezione deUa cappella e glie ne
rende chiaramente note le ragioni che si
riducono in ultima analisi al desiderio di
eliminare qualsiasi causa di controversie
future, il vicario rifiuta di prendere in
considerazione la richiesta del Consìglio
stesso? Forse il vicario vuole il disaccordo? O forse agisce in base ad un ripicchio
personale con un consigliere? O fa dello
zelo per mettersi in mostra presso i suoi
superiori ecclesiastici? Od ha ricevuto direttive in questo senso da loro? Comunque, il vicario non ha fatto un bel niente
per favorire l’accordo che poteva essere
molto facilmente raggiunto.
2. Perchè il vicario di Pradeltorno ha fat
to erigere l’altare provvisorio vicino alla
frazione .Sella e su beni comunali senza domandare alcuna autorizzazione al Consiglio
Comunale ?
3. Perchè, nel corso di una seduta del
Consiglio Comunale di Angrogna il vicario
di Pradeltorno, invitalo gentilmente dal
Sindaco ad esporre il suo punto di vista
sulla ' questione, approfittava della parola
benevolmente concessagli per insultare i
Valdesi affermando in presenza di testimo
ni pronti ad attestarlo oggi che « lui si sarebbe vergognato di essere sepolto accanto
alla spoglia mortale di un Valdese perchè
noi Valdesi abbiamo rinnegato la vera fede e non siamo che i discepoli di un frate
sfratato »? Perchè il suddetto vicario non
ha addirittura sconsacrato il cimitero comunale? E perchè non ha suggerito al pontefice romano di trattare allo stesso modo il
Presidente della Repubblica Federale Te
desea Heuss che è appunto un autentico di
scepolo del frate sfratato che ha nome Martin Lutero, mentre è notorio che i Valdesi
hanno aderito alla Riforma Calvinista?
Sia persuaso 1’« osservatore » che
valdesi e cattolici alle Valli vivono di
solito in buona armonia ed in buon
accordo quando non c’è qualcuno che
forse si preoccupa di questo buon accordo e semina la zizzania per distruggerlo. E francamente non si vuole, nella Valle d’Angrogna, come altrove, che
per causa e per colpa di gente di fuori
che non conosce affatto la situazione
della Valle o che non la conosce ancora per essere il nuovo venuto, si vengano a creare fratture o sospetti o diffidenza tra cattolici e valdesi. Abbiamo una fede diversa. E sta bene. Si
discutano fin che si vuole i punti controversi delle nostre fedi nel reciproco
rispetto delle reciproche convinzioni.
Ma si smetta una buona volta di tirare in ballo la religione dove la religione non te msHa a che vedeic-ie-st
smetta di belare come delle vittime
quando non esiste alcun sopruso.
In certe zone dell’Europa ci sono
locali che servono nella stessa domenica mattina per celebrarvi il culto evangelico e la messa cattolica. E le
popolazioni vivono di comune accordo... finché non c’è qualcuno che soffia
sul fuoco e favorisce fomiti di discordie, tra loro. Anche nella Valle d’Angrogna cattolici e Valdesi hanno bisogno e volontà di vivere di comune accordo, facendo fronte insieme alle difficoltà non lievi della loro vita. Se la
cappella cattolica è veramente necessaria per il bene spirituale dei cattolici della Sella, ebbene la si costruisca
dove i consiglieri eletti dalla popolazione hanno deciso che si costruisca,
in modo da evitare discordie ed attriti
e si sconfessino coloro che sotto la
pretesa di difendere i loro pretesi diritti alimentano discordie e rancori assurdi.
Il contro-osservatore.
La pensione ai coltivatori diretti
Requisiti per ottenere la pensione.
Com’è noto a partire dal 1® gennaio 1958
hanno diritto alla pensione di vecchiàia tutti i coltivatori diretti, coloni e mezzadri
che abbiano compiuto i 65 anni di età.
Per le donne, dal 1963 al 1967 l’età pensionabile sarà ridotta di modo che esse saranno pensionabili al compimento del 60®
anno.
Per avere diritto subito alla pensione occorre:
a) avere atiribuite complessivamente non
meno di 30 giornate ettaro-coltura base uomo come limite minimo e che la famiglia
copra almeno il TERZO delle giornate di
lavoro attribuiti all’azienda in conduzione;
b) avere assegnate per il 1957 non meno
di 104 giornate ettaro-coltura; la legge dispone che nel caso in cui le giornate aziendali complessive siano più di 30 ma meno
di 104, al capo famiglia vengano egualmente attribuite 104 giornate;
c) aver fatto parte come unità lavoratrici
di nuclei familiari diretti coltivatori o colonici per ì 5 anni precedenti l’applicazione della legge;
Entità della pensione.
-if
1) Vecchiaia: il rateo mensile 'di pensione sarà di L. 5.000 e verrà corrisposto per
13 mensilità.
2) Invalidità: avranno diritto a tale pensione tutti quei coltùvatori diretti, coloni e
mezzadri la cui capacità lavorativa sarà ridotta come mìnimo del 40 per cento.
Il rateo mensile di pensione per invalidità sarà di lire 5.000; se però i pensionabili per invalidità non avessero ancora versato almeno 5 anni di contributi alla data
della domanda di ■ pensione riceveranno
mensilmente la somma di lire 3.500. Tale
somma aumentata in relazione ai contributi versati.
Documenti necessari
a) Vecchiaia:
. 1) Certificato di nascita;
2) Documento rilasciato dall’Ufficio Contributi Unificati (che comprovi la qualifica
di coltivatore diretto da più di 5 anni);
3) Stato di famiglia; ■
4) Per ognuno dei figli inferiori ai 18 anni, certificato dì nascita;
5) Per i figli superiori ai 18 anni, se invalidi, certificato medico legalizzato dal
Sindakto;
6) Copia del foglio matricolare per i militari nella guerra 1915-18.
b) Invalidità:
1) Dichiarazione dell’Ufficio Contributi
Unificati che comprovi la qualifica di coltivatore diretto per più di 5 anni;
2) Certificato medico legalizzato dal Sindaco ;
3) Stato di famiglia se il richiedente ha
figli inferiori ai 18 anni e certificato medico legalizzato dal Sindaco per i superiori
ai 18 anni inabili;
4) Libretto dell’Istituto di Previdenza se
sono stati versati contributi da appartenenti
a categorie già assicurate (braccianti, salariati, ecc.l e se sono state fatte assicurazioni
facoltative e prosecuzioni volontarie;
5) Stato di servizio militare per i militari della guerra 1915-18.
— Ove ogni umano aiuto cessa, là Dio
aiuta presto. Zuìnglio.
Fatti ^—
j
e commenti
Il corrispondente della « Nuova
Stampa », Nicola Adelfì, sta conducendo una accurata e documentata inchiesta sulla criminalità nel mezzogiorno d'Italia. Tra l'altro, egli dichiara che, se la criminalità nelle regioni
meridionali è circa il doppio di quella
delle regioni settentrionali, « sarebbe
un fatale errore dedurne che questo
avviene perchè nel Sud la gente è
cattiva e al Nord invece è buona ».
La verità è più complessa e sono in
giuoco altri fattori ereditari e personali, questi ultimi dovuti alle « menomazioni che un organismo subisce
a causa di una alimentazione difettosa, di certi abusi come quello dell'alcool, di malattie o sforzi gravosi; infine, c'è l'ambiente che circonda l'uomo, lo influenza, lo determina ».
A questo proposito, il prof. Benigno Di Tullio, direttore dell'Istituto di
antropologia criminale dell'Llniversità
di Roma, dice: « Quando si esaminano i criminali e i banditi più pericolosi, che sono poi gli organizzatori di
bande e gli autori di gravi azioni criminose, si constata che quasi sempre
essi sono stati fanciulli dalla condotta
irregolare, che non hanno frequentato la scuola, si sono dati precocemente al vagabondaggio, sono fuggiti più
volte di casa, si sono rivelati insofferenti di disciplina. Dal che emerge
con tutta evidenza che essi, qualora
fossero stati sottoposti da fanciulli ad
un'adeguata assistenza medica, psichica e pedagogica, avrebbero potuto
essere facilmente rieducati e avviati
verso un ben diverso destino ».
I problemi sociali del Mezzogiorno
fanno anche emergere grandi responsabilità ; e, sul giudizio delle colpe
altrui, bisogna avere il coraggio di
esaminare in quale misura la società
ha fatto gravare sulle loro spalle il
peso della sua indifferenza, dei suoi
egoismi, delle sue disonestà.
"'^ATcu rfè^g'ffivì*^arofe7^^
le scrive riguardo alle angustie materiali e morali che rendono precaria
l'esistenza in certe zone del Mezzogiorno; ed egli, pensando agli indici
di criminalità a sud de! Garigliano, si
scandalizza per il fatto che oggi « in
Italia, mentre lo Stato riesce a trovar
denaro per sovvenzionare imprese o
attività superflue, si lascia poi che
milioni di persone restino con poche
scuole, pochi medici, pochissimi ospedali, una rete di comunicazioni insufficiente e, in ogni genere, una situazione economica fra le più depresse
dell'intera Europa ».
Gli esempi da lui recati sono impressionanti e fanno riflettere tutti,
dal Governo ai cittadini. Nella Basilicata, su mille bambini nati vivi, 87
muoiono nel primo anno di età; è il
doppio della mortalità infantile che si
registra nelle provincie comprese fra
il Lazio e le Alpi. Negli ospedali settentrionali ci sono in media 6 letti
ogni mille abitanti ; nella Calabria si
ha 1 letto ogni duemila abitanti. I medici condotti sono persino 30 su 100
mila abitanti nel Nord; in certe zone
del Sud non se ne contano neppure
dieci. Secondo i dati della Pontifìcia
Opera di Assistenza, il 61% dei ragazzi meridionali pesano meno di
quel che dovrebbero e ciò « denuncia il grave stato di depauperamento
infantile ». .
La conclusione cui giunge Ad®fì
merita di essere fedelfnente segnafeta : « Non è questo un problema che
possa essere risolto con manette e
carcere. Carabinieri e magistrati potranno affollare più che non si sia fatto nel passato le case di pena e di detenzione, ma da soli non potranno
evitare che il terreno sociale del Mezzogiorno continui a dare malefìci frutti più che altrove. Ricordiamoci che il
delitto è un prodotto dell'uomo, e
che l'uomo a sua volta è espressione
della società in cui vive».
Per queste ed altre ragioni i problemi sociali sono all'ordine del giorno in Italia ; e sono doppiamente colpevoli coloro i quali, pur vedendoli,
fìngono di ignorarli per non crearsi
delle noie o per potersi dedicare ai
loro interessi, anche ai loro interessi
semplicemente elettorali.
Red.
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3
L’ECO DELLE VAIX.I VALDESI
— S
Lellori: scriveteci...
Intendiamo, se possibile, avviare un
dialogo con i nostri lettori. Apriamo,
pertanto, al pubblico questa rubrica,
nella speranza di avere un’utile collaborazione da parte di varie persone.
Questa iniziativa ha lo scopo di fornire informazioni, spiegazioni, punti
di vista, chiarimenti e di suscitare, comunque tra i Valdesi, un’utile scambio di idee. Saremo lieti se molti ne
vorranno approfittare e fare in modo
che il dialogo avvenga in un’atmosfera di collaborazione e di comprensione fraterna.
In linea di massima è bene che il
redattore del giornale conosca la firma
dell’interpellante, anche se poi egli può
conservare ranonimo, servendosi di
semplici iniziali o di un qualsiasi pseunimo!
Rispondiamo, intanto, ad una prima domanda che tocca un argomento
piuttosto delicato per tutti i contribuenti alle finanze dello Stato. red.
E’ possibile (e necessario) essere ir^
reprensibili verso le Autorità pubbliche nelle questioni economiche? ad
esempio nel pagamento delle tasse“’
X. y.
Non lanceremo ipocrite grida di scandalo contro una tale domanda, perchè
sappiamo bene come la vita pubblica,
proprio in tema di tasse, è piena di
compromessi. e di arrangiamenti più
o meno « legali »; e da noi è considerato e si crede furbo e in gamba chi
riesce a « fregare » lo Stato, il Comune, il fisco, la dogana, magari il controllore ferroviario... Triste furberia,
segno della mancanza del più elementare senso civico, triste eredità di generazioni in cui lo Stato era solo il padrone e l’esattore. In clima di democrazia (cioè, alla lettera, di « governo
del popolo », .mediante il sistema elettorale e rappresentativo, sul piano locale come sul piano nazionale) un ragionamento del genere dovrebbe essere assurdo. Di fatto, la democrazia non
è, da sola, il toccasana della società;
e noi tutti ci troviamo spesso presi in
un circolo vizioso e chiuso; quello
deirillegalità della condotta statale e
dell’istintiva reazione di difesa del singolo che cerca di proteggere i propri
interessi frodando le leggi. La sfiducia
nello Stato e nei poteri pubblici (talvolta, ma solo talvolta giustificata;
mentre spesso non è, oggi, che troppo
comoda scusa) trascina con sè la frode
dello Stato e dei poteri pubblici.
Ad ogni cittadino che sappia di essere lui stesso parte e responsabile di
questa grande comunità che è lo Stato, di cui gode i frutti ed i servizi,
spetta naturalmente di lottare contro
questa mentalità, pur vigilando a che
lo Stato e chi lo rappresenta non approfittino dell’autorità e non divengano ingiusti, disonesti o partigiani.
Ma questa posinone di coerente civismo è un’esigenza particolarmente
viva per il credente, il quale è chiamato a vivere (anche Ift vita pubblica politica ed económica) ed a fare ogni
cosa (anche pagar^ le tasse dovute)
« a motivo di coscienza ». cioè in coerenza con la propria fede e come segno di testimonia^. D cristiano è
proprio l’uomo chmmatcT ad infrangere quel circolo qhiuso di cui parlavamo sopra. Forse molti lo prenderanno per « fesso j», e rideranno della sua ingenuità e del suo servilismo.
In realtà, non si tratterà nè di ingenuità (nessuno come, il cristiano sa
quale sia la corruzione umana) nè di
servilismo, chè anzi colui che sa vincere il proprio istinto d’interesse è veramiente libero, il ,« libero servo di
Cristo ». E, certo, accanto agli schernitori ci saranno pine quelli che comprenderanno.
E’ giu.sto prendersi cura innanzi
tutto dei giovani, affinchè diventino eccellenti sotto, tutti gli aspetti,
come è naturale che un buon agricoltore abbia cura prima della pianta novella e poi anche delle altre.
(Platone)
Il più efficace mezzo per conservare le costituzioni dei governi ferme e stabili, è di educarvi la gioventù a tenore della costituzione.
(Aristotele)
Non potrai essere maestro, se prima non sarai statò-discepolo.
(Marco Aurelio)
Dalle Chiese della Svizzera
BRUSIO
Domenica 29 settembre un torpedone portava 26 membri della nostra
Comunità oltre il Colle dell’Aprica e
oltre le Alpi bergamasche fino a Bergamo, la patria di Torquato Tasso
«bergamasco per affezione, non solo
per origine» come egli stesso scriveva in una sua lettera ai capi del Consiglio di quella città nel 1585. Ma cosi
presto non s’arriva a Bergamo, chè
son oltre 120 km. Scendendo dall’Aprica verso Edolo ci stavano davanti,
coperte di neve, le vette del gruppo
deU’Adamello e ci pareva d’esser rientrati in seno alle Alpi retiche, tanto
alte erano le cime e tanto profonde
le valli. Per una di queste, la Val Camonica, prendemmo voltando a destra, come in un solco, sulla via verso
il lago d’Iseo.
L’automobile viaggia: di qua ima
fabbrica, una ciminiera che vomita
fumo, di là una chiesa su un colle,
borgate strette, a destra in alto una
scoscesa parete di sasso dentellata si
erge nel cielo. Appena toccato, lasciamo il lago d’Iseo e per la Val Cavallina con un laghetto lungo e stretto
(di Endine, sta sulla carta) sfociamo
nel traffico e nei crocicchi delle pi^
nure. A sud tutto si perde. Sull’ultima collina che dal nord va morendo
in quella piana come un’onda, e che
prima di morire fa un balzo: una fila
di palazzi, di case allineate, e cupole
e tetti neri di chiese e torri: una città su un colle: Bergamo Alta! si grida e si guarda perchè è uno di quei
quadri che non si dimenticano più.
A Bergamo, nel Corso Vittorio Emanuèle, abbiamo visto la chiesa evangelica. La Comunità evangelica
di Bergamo si costituì 150 anni fa,
nel 1807. All’atto della costituzione e
rano rappresentate le seguenti fami
Settimana Universale di Preghiera
Dalla Domenica 5 alla Domenica 12 Gennaio 1958
APPELLO ALLA PREGHIERA
Da più di un secolo l’Alleanza Evangelica ha il privilegio di invitare alla
preghiera al principio di ogni nuovo anno. Cristiani di molte denominazioni
diverse e di ogni parte del mondo, dedicano interamente la prima settimana di
Gennaio alla preghiera in comune. . . r ,
Gli argomenti di preghiera per il 1958 sono centrati sopra le venta londa- ñ«entáli~ della FeTSè atlstiaua.' — —- ...u. . ..
I tempi in cui viviamo sono per sè stessi una sfida alla preghiera. Le parole
del nostro Signore che ci invitano a «pregare del continuo e non stancarci»
(Luca 18: 1) sono più che mai attuali in questi giorni di incertezza. Che i Cristiani di tutto il mondo si uniscano nella intercessione davanti al Trono della
Grazia « affinchè otteniamo misericordia e troviamo grazia per essere soccorsi al
momento opportuno » (Ebrei 4: 16).
Lunedì, 6 Gennaio
LA SOVRANITÀ' DI DIO
Letture Bibliche: Salmo 90; Atti 17: 16-34.
Meditazione: a In Lui viviamo, ci moviamo e siamo y> (Atti 17: 28).
Dio non deve la sua vita a nessuno. Egli è il Signore di tutto. La sua potenza
e il suo ordine sono visibili nelle cosidette « leggi della natura ». Dio opera nella
storia. Perfino la malvagità dell’uomo può essere volta alla Sua lode. Egli è l’Unico,
il Santo, pure il suo vero nome è Amore.
Confessione . • j .
Perchè gli uomini non temono Iddio e non osservano i suoi comandamenti.
Perchè perfino i Cristiani tendono ad abbandonare Dio per seguire i loro
pensieri e disegni.
Perche il Nome di Dio è costantemente preso in vano.
Ringraziamento
Per la Sua contìnua fedeltà, malgrado le nostre infedeltà.
Per la Sua liberalità nel provvedere ai bisogni dell’uomo.
Per la rivelazione di Se stesso nella persona del Suo Figliuolo.
Intercessione
Affinchè gli uomini, ovunque, ritornino a Dio con pentimento e fede.
AfiSnchè i Cristiani sappiano glorificarlo nella vita di ogni giorno.
Affinchè la Sua volontà sia fatta sulla terra come in cielo.
Martedì, 7 Gennaio
IL PECCATO DELL’UOMO
Letture Bibliche: Genesi 3: 1-19; Romani 3: 1-23.
Meditazione: « Se diciamo di non aver peccato, inganniamo noi stessi... » (1 Giovanni 1: 10).
L’uomo, creato per la comunione con Dio, si è ribellato e allontanato da
Lui. L’uomo, da solo, è incapace di ristabilire le relazioni che egli ha distrutte
col suo peccato, ed è sotto il giudizio di Dio. Ma Dio, nella Sua infinita bontà,
ha preso l’iniziativa. L’uomo può essere salvato.
Confessione ■
Perchè tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio.
Perchè ci siamo accontentati di rimanere per tanto tempo in disaccordo con Dio.
Perchè abbiamo cercato di scusare il nostro peccato.
R ingraziamento
Per il fatto che lo Spirito Santo, oggi ancora, convince l’uomo di peccato.
Perchè Dio, nella Sua grazia, ha provveduto un rimedio per il peccato nella
Persona del Suo Figliuolo.
Per l’assicurazione che coloro che accettano Cristo sono giustificati liberamente
dalla Sua grazia.
Intercessione
Affinchè gli uomini, ovunque, sappiano riconoscere la gravità del peccato.
Affinchè i Cristiani diano l’esempio di vita esenti da ogni biasimo.
Affinchè la potenza di Cristo sul peccato sia dimostrata nella vita di ogni giorno.
Per la vita, l’insegnamento e l’esempio del nostro Signore.
Per la morte espiatrice, la risurrezione corporale e la promessa del ritorno
del Salvatore.,
Intercessione
Affinchè le moltitudini ritornino al Cristo quale Salvatore e Signore.
Affinchè « Cristo ’« Cristo crocifisso » sia annunziato fedelmente dalla Chiesa.
Affinchè Cristo sia fùànifestate nella vita del suo popolo.
Giovedì, 9 Gelalo ^
LO SPIRITO SANTO E LA CHIESA
Letture Bibliche: Gioele 2: 21-31; Atti 2: 1-21.
Meditazione: « Il dono dello Spirito Santo ».
Come Cristiani, ij nostro Corpo è il tempio dello Spirito Santo. Egli ha preso
dimora in noi. Egli èia sorgente della nostra forza. Uniti, noi formiamo «l’edificio
che ha da servire di dimora a Dio per lo Spirito » (Ef. 2: 22). La Chiesa ha bisogno di riscoprire il significato della Pentecoste.
Confessione ,
Perchè l’insegnamento biblico sullo Spirito Santo è stato tanto trascurato.
Perchè troppo spesso il servizio cristiano è compiuto con « sapienza umana »
piuttosto che « iq dimostrazione di Spirito e di potenza » (I Corinzi 2: 4).
Perchè un .« fuoco estraneo » è stalo cosi spesso sostituito al Fuoco di Dio.
R ingraziamento
Per il fatto che oggi ancora lo Spirito Santo agisce negli uomini.
Per la Chiesa di Dio nel mondo intero e per i doni largiti agli uomini dallo
Spirito Santo.
Perchè sappiamo che lo Spirito Santo è la sorgerne di ogni vero risveglio.
Intercessione
Affinchè gli uomini siano convinti di peccato dallo Spirito Santo.
Affinchè i Cristiani siano resi potenti dallo Spirito.
Affinchè la Chiesa sia vivificata dallo Spirito.
Venerdì, 10 Gennaio
LA PAROLA DI DIO
Mercoledì, 8 Gennaio
IL FATTO DI CRISTO
Letture Bibliche: Isaia 11: 1-9; Giovanni 1: 1-18.
Meditazione: « Quando giunse la pienezza dei tempi Iddio mondò il Suo Figliuolo »
(Galati 4: 4). . 11,- i ■
Il Cristianesimo è Cristo. In Lui noi abbiamo la risposta di Dio al bisogno
disperato deH’uomo. La Croce di Cristo è la dimostrazione dell’amore e della santità di Dio e pone una base sulla quale Dio può liberamente perdonare il peccato.
Confessione ,
Perchè U nome di Cristo è conosciuto ed amato da tanti nel mondo moderno.
Perchè i Cristiani non hanno dato a Cristo il primo posto nella loro vita.
Perchè la Chiesa Cristiana ha fatto cosi poco per far conoscere Cristo.
Ringraziamento
Per rineffabUe dono di Dio, il Suo Figliuolo.
Letture Bibliche: Neemia 8: 1-12; 2 Timoteo 3.
Meditazione: « La Tua Parola è una lampada al mio piè» (Salmo 119: 105).
Quando noi leggiamo la Bibbia, noi leggiamo i pensieri di Dio, e per mezzo
di essa Dio parla al Suo popolo. La Bibbia è ispirata. Non ci mostra soltanto la via
per andare a Dio, ma ci insegna la volontà di Dio.
Confessione
Perchè la Bibbia è un libro tanto trascurato.
Perchè ì Cristiani non hanno saputo fare un uso completo della Parola di Dio.
Perchè gli uomiut sono più portati a criticare la Bibbia, che non a lasciare che
essa li critichi.
/> ingraziamento
Per le Sacre Scrtlure che ci rendono « savi a salute » (2 Timoteo 5: 15).
Per la potenza edificatrice della Bibbia nella vita del popolo di Dio.
Per coloro che traducono e distribuiscono la Bibbia.
Intercessione -• '
Affinchè vi sia un rinnovato interesse per la lettura personale della Bibbia.
Affinchè la benedizione di Dio riposi sulle varie Società Bibliche.
Affinchè l’influenza della Bibbia si veda nella vita nazionale.
Sabato, 11 Gennaio
LA GRANDE MISSIONE
Letture Bibliche: Isaia 55; Atti 1: 1-8.
Meditazione: « Il campo è il mondo » (Matteo 13: 37).
Cristo è venuto per essere il Salvatore del mondo ed Egli ha inviato i Suoi
discepoli per annunziare la buona novella fino aBe estremità della terra. Nel compiere quest’opera la Chiesa ha una speciale responsabilità verso l’antico popolo di
Dio, gli Ebrei — « prima ai Giudei... ».
Confessione
Perchè la Chiesa Cristiana ha perduto troppo spesso la visione dell’universalità.
Perchè nelle chiese locali l’interesse per le missioni si è ristretto a pochi.
Perchè l’apatia, l’ignoranza e la mancanza di spirito di preghiera hanno intralciato l’attività missionaria.
Ringraziamento , , c •
Per coloro che hanno preso sul serio 1 ordine di Cristo.
Per coloro che, in ogni paese, hanno risposto all’appello di Cristo.
Per coloro che sostengono con la preghiera e le offerte l’opera missionaria della Chiesa.
Intercessione
Affinchè un maggior numero di operai siano mandati e più numerosi sorgano
gli intercessori e sostenitori.
Affinchè gli Ebrei che hanno riconosciuto Cristo siano fortificati nella loro fede.
Affinchè la fedele seminagione sia eseguita da una messe abbondante.
glie grigioni residenti in quella città:
Andreossi, Bonorandi, Curò, Frizzo
ni, Saluzzi, Stampa e Zavaritt e inoltre parecchie famiglie zurighesi come
i Gessner, Sieber e Zuppinger. Era
una chiesa svizzera della diaspora estera. I primi due pastori furono zu,
righesi’ J. C. von Orelli e Heinrich
Kitt. Oggi essa è una forte Comunità
Valdese di Lombardia con un proprio
pastore.
TURGOVIA
Un gruppo di evangelici e simpatizzanti
della regione di Frauenfeld si raccoglie,
ogni mese, per un culto di famiglia, in una
saletta della ’’Casa Parrocchiale” di Frauenfeld.
Partecipano anche, e con encomiabile
regolarità, al culto mensile a Winterthur.
Gli evangelici italiani si sentono circondati dal sincero affetto della vasta Comunità evangelica di Frauenfeld e dei suoi
Pastori.
Bastano due fatti ad illustrare questa
spontanea, viva simpatia degli evangelici
di Frauenfeld per i loro fratelli venuti dalle contrade d’Italia.
Il Comitato di assistenza della Chiesa di
Frauenfeld ha inviato un dono di 509 Fr.
alla Chiesa di Guglionesi (Abruzzi) per
esprimere la solidarietà fraterna verso quella Chiesa, alla quale appartengono alcuni
dei lavoratori residenti in Frauenfeld. Essi
partecipano anche ai culti in lingua tedesca per vivere la comunione fraterna alla
presenza del Signore.
Nel periodico ecclesiastico del Cantone
di Turgovia, abbiamo letto questo trafileP
to, dovuto alla petma di un anonimo corrispondente:
« Valdesi nel Cantone di Turgovia... Il
culto era cominciato: cantavamo il primo
inno. Dalla porta in fondo alla chiesa erano ancora entrati due italiani ed una italiana, che sostavano, timidi e confusi, nella penombra...
Presumendo che fossero cattolici-romani, spiegai loro che, forse, si erano sbagliati, entrando in una chiesa evangelica. Ma
uno di loro mi rispose con voce ferma: ”lo
sono evangelico”, e pose l’accento sulla parola ’’evangelico”. Si sedettero accanto à
me, pregarono con noi.
STÀMPÀ
Domenica 6 ottobre un gruppo di
36 giovani della nostra comunità si
è recato a Como per una riuscitissima giornata di incontro con la comunità valdese di quella città. Dopo il
culto con Santa Cena nella chiesa
affollata, il Pastore di Como Thomas
Soggin ha intrattenuto i giovani brega gliotti sulle origini e sulla situazione presente della comunità di Como,
e si è detto disposto a lasciarsi «investire» dalle eventuali domande che
sarebbero venute. Nel pomeriggio una
gita in funicolare a Brúñate e una
puntata a San Maurizio ci hanno
permesso di passare alcuni istanti di
pace e di serenità, tutti insieme. E
poi, c’è stata la possibilità di stabilire un minuscolo piano di attività per
la stagione che sta per cominciare.
Ringraziamo sentitamente i signori
Gion Gaudenz e Guido Rivoir per la
cordiale premura dimostrata nei confronti della nostra comunità e per i
culti avuti durante un breve periodo
di assenza del pastore di Stampa.
ZURIGO
L’Unione Giovanile continua la sua svariata attività: studio vivace sull’ America
Latina ed i progressi dell’Evangelo, visita a
Basilea, gite evangelistiche a Winterthur,
partecipazione agli studi biblici ed al corso per adulti. Da Novembre in poi, le riunioni sono settimanali, a richiesta di alcuni giovani stessi, ogni Domenica, alle
ore 14,30. Si alternano attività culturali,
ricreative, visite ai musei ed altre collezioni d’arte, nonché, quando il tempo lo permette, gite nei dintorni.
I 20 membri della Chiesa di Forano Sabino, che hanno visitato la nostra Comunità
e la nostra Città, sono stati accolti con gioia
dalle nostre famiglie ed hanno lasciato un
ricordo di viva solidarietà fraterna. I gitanti, tornati al loro paese, a quanto risulta
dalle lettere pervenuteci, hanno suscitato
nel loro ambiente tanto entusiasmo per la
Svizzera e le nostre Comunità che altri
gruppi sono in formazione per la visita alle
nostre Chiese nd prossimo avvenire.
Anche Basilea è stata visitata in poche
ore, a mezzo di due carrozze tramviarie,
messe a nostra disposizione. Un breve contatto con la Comunità basilese e la visita
alla Cattedrale hanno concluso la gita sulle
rive del Reno.
A Zurigo, il culto domenicale fu particolarmente affollato ed i nostri visitatori parteciparono anche ad un simpatico pranzo
fraterno.
4
é usvtto
THE VALDENSIAN CHURCH
CALENDAR
Calendario inglese illustrato
L. 400
ir
delle Valli Valdesi
é lusolio
„ CHIAVE BIBLICA
Brossura L. 3^00
Rilegata L. 4.500
Claudiana - Torre Pellice
Î
Culti e feste di Natale
a
Nel ritmo piuttosto intenso che è
caratteristico di questo periodo dell’anno si sono svolte le attività natalizie e di Capo d’anno. Ne serbiamo un
buon ricordo e le consideriamo un dono della benevolenza di Dio il quale,
nell’ora che passa, ci ha resi attenti
alla Parola che non passa, richiamandoci tutti al vero senso dell’allegrezza Cristiana del Natale.
: .Ancora una volta l’assemblea al
culto di Natale è stata numerosa, segno comunque di im richiamo che
rieccheggia in molti cuori. La Corale,
diretta dalla signorina Elda Ttìrck,
ha cantato un coro di circostanza.
Domenica 22 dicembre, in preparazione al Natale, il culto era stato presieduto dal cand. in teol. Giorgio Bouchard, il cui messaggio biblico ha
trovato la via dei cuori ; e, nell’ultima
domenica dell’anno, il culto è stato
presieduto dal Vice-Moderatore R.
Nisbet, mentre il Pastore Rostan presiedeva un culto con celebrazione della S. Cena a San Secondo di Pinerolo.
Il culto liturgico di S. Cena di fine
d’anno è stato per molti motivo di
meditazione silenziosa davanti a Dio;
ed il Past. emer. Luigi Marauda ha
presieduto il primo culto deH’anno
nuovo.
Nel quadro tradizionale del Natale,
oltre ai culti, è doveroso ricordare le
ore di gioia trascorse attorno agli alberi natalizi, a San Secondo il 22 dicembre ed a Pinerolo il 26. I bambini
delle Scuole Domenicali sono stati
circondati da molta gente per questa
loro festa particolare; e i doni non
sono mancati. Vogliamo segnalare
in modo speciale il concorso di im
pubblico attento e numeroso a Pinerolo, davanti ad im maestoso albero
acceso è in una calda atmosfera di
murica e canti natalizi. Nella sala
della Chiesa i bambini si sono poi
riuniti attorno a bellissimi tavoli con
squisiti dolci ed hanno ancora cantato alcuni inni. Sia a San Secondo come a Pinerolo le monitrici hanno
prestato il loro valido aiuto per la
buona riuscita delle feste e di tutto
ciò le ringraziamo sentitamente. E
non vorremmo dimenticare l’opera di
assistenza che la Diaconia ha compiu
to con la distribuzioiie di un rilevante numero di pacchi natalizi, direttamente in casa o dopo il culto del 22
dicembre. L’attività di quei giorni è
stata intensa, ma il senso del Natali
ci è dato anche dagli atti che compiauio in favore di altri, anche se ben
poca còsa di fronte al dono di Colui
che, per amor nostro si fece povero,
affinchè diventassimo ricchi in Lui.
— Sabato sera, 21 dicembre, l’Unione giovanile Valdese di Pinerolo si è
recata a far visita alla consorella di
Lusema S. Giovanni e vi ha trascorso una lieta serata con i giovani di
quella comunità. Domenica sera, 29
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dicembre, la sala di San Secondo si è
letteralmente stipata per assistere ad
una rappresentazione teatrale offerta dalla filodrammatica Valdese di
Bobbio Pellice in favore della nuova
chiesa in costruzione. Il Past. A. Genre, che accompagnava i suoi parrocchiani, rivolse all’assemblea un messaggio di augurio per l’anno nuovo;
ed il Pastore locale ringraziò gli ospiti per l’atto gentile compiuto a guisa
di collaborazione e per la bella interpretazione del dramma che rivelò accenti di fede e di amore cristiano.
Agli amici di Bobbio Pellice giunga
ancora il postro ringraziamento.
-i- Il 27 dicembre è stato celebrato
il funerale del piccolo Robich Gar
dici, di mesi 13, deceduto alTOspedale
Civile la sera di Natale. Alla famiglia
colpita dal lutto, residente alle Porte,
inviamo ancora un pensiero di simpatia cristiana.
— L’ultima sera dell’anno, in atte
sa dell’anno nuovo, è stata trascorsa
dai giovani unionisti in lieta compagnia nella sala dell’Unione. E’ stato
svolto un programma di giuochi e,
dopo la mezzanotte, tutti si sono seduti a tavola ed hanno apprezzato la
ottima cena preparata da alcune signorine. La serata è trascorsa in una
buona a.tmosfera giovanile.
A chaque fin d'anné,
on se tourne en arrière.
A travers la fumée
des longs jours de carrière,
on cherche d'entrevoir,
les beaux jours et les tristes ;
on aimerait bien voir
se dérouler la pista. Mais ce qui est passé,
ne se retrace pas ;
c'est un ruban froissé,
où s'effacent nos pas.
Ce ne sont que des ombres,
qui chuchotent tout bas,
perdues dans les décombres,
de l'année qui s'en va.
Dans la nuit sans étoiles
on v4 Vers l'an nouveau,
l'on déploie une voile...
le temps sera-t-il beau?
A. B. T.
Le celebrazioni natalizie
ad Angrogna - Serre
Ecco già dietro di noi il periodo natalizio con le sue « feste ». Al Serre la Festa
dell’Albero ha avuto luogo il 22 dicembre,
preparata anche quest’anno con tanta cura
daU’insegnante Sig.a Emma Bertalot, cui
esprimiamo ancora la nostra più viva riconoscenza; il programma, vario e presentato
spigliatamente ha avuto pieno suceesso presso il numeroso « ptlbblico ». A Pradeltorno, invece, la Festa ha avuto luogo la sera
del 28 u. s. : qui un ritorno di asiatica »
aveva un po’ compromesso le prove, ed il
programma ne ha un po’ risentito; ma anche qui ci è stato dato di rallegrarci insieme ai nostri ragazzi in una letizia che ci
auguriamo sia la vera allegrezza del Natale;
un grazie di cuore all’insegnante Sig.na
Paola Rostan per la sua preziosa collaborazione, come pure alle insegnanti dei vari
quartieri che hanno preparato i loro ragazzi
per le due feste. Anche quest’anno, con
l’aiuto di amici, abbiamo potuto offrire ai
nostri ragazzi un bel dono natalizio, e teniamo a ringraziare ancora, calorosamente,
questi amici, in particolarè la Sig.na Jeanne
Malan, la Sig.a Bortolotti, il prof. Luigi ed
Enrichetta Conte; ed ancora i ragazzi della
Scuola Domenicale di Pinerolo che, interes.
sati dal Past. Rostan, hanno fatto una ricca
colletta per i loro amici... sconosciuti di
Pradellomo, che hanno ricevuto da parte
loro libri e dolci; a loro ed al loro Pastore
la nostra viva gratitudine!
Il tempo si era guastato, ma ciò non ha
impedito che le assemblee di Natale a Pradeltorno come al Serre fossero assai frequentate, con una rallegrante partecipazione anche alla S. Cena; al Serre alcune sorelle, dirette dalla Sig.a Bertalot, hanno
cantato un gioioso coro natalìzio. Sono giornate che lasciano in tutti noi un lieto ricordo, di un momento in cui tutti insieme e
nel raccoglimento ci siamo avvicinati al mistero del Natale del Signor Gesù Cristo.
Possa questo momento, questa allegrezza
non rimanere soltanto un episodio disperso
della nostra vita nell’anno che sta per aprirsi!
La sera del 23 u. s. abbiamo avuto nel
Tempio del Serre un’audizione di dischi:
la prima parte (profezie e Natale) del « Messia » di G. F. Haendel, ed il « Magnificat »
di 'G. S. Bach: per quanto facesse assai
freddo, un buon gruppo di ascoltatori si è
raccolto per ascoltare queste opere musicali tutte pervase di contenuto biblico. Dopo,
i giovani si sono riuniti nella loro sala,
per terminare insieme la serata: si è preso
il tè, si sono ascoltati alcuni canti della
montagna, su dischi, e... si è cercato di imitarli! La serata è terminata con una piccola
rievocazione natalizia: ognuno ha ricevuto
Un testo, per lo più biblico, da leggere a
turno, inframmezzando con i cantici di Natale. E’ stata una serata molto bella e raccolta. A Pradeltomo la serata della gioventù ha avuto luogo il 28, dopo la Festa dell’Albero.
E’ dunque con un senso di profonda gioia
che ripensiamo a quanto abbiamo ricevuto
dal Signore in questa serena fine d’anno,
dono tanto più grande quanto più immeritato. Possa non essere vano per alcuno di
noi.
Per quanto in ritardo, vogliamo ancora
rivolgere i nostri auguri più cordiali per
una serena vita ed un ministero benedetto,
insieme al Pastore Teofilo Pons ed alla sua
sposa lima Monnet, che si sono uniti nel
Tempio del Ciabas, il 14 dicembre: il no
stro saluto augurale li raggiunge a Rodoretto.
Il nostro augurio più vivo pure a Corrado
Benech ed alla sua sposa, a Pradeltomo:
il Signore benedica la loro casa.
POMARETTO
In questo particolare periodo dell’anno, la Gfi|0sa^ di Pomaretto rivolge al suo giovane, conduttore, signor
Giovanni Conte, i più fervidi auguri,
invocando ' le benedizioni divine sul
suo lavoro per il 1958!
Il signor Conte svolge un’attività
intensissima in seno a questa vasta e
complessa parrocchia ed essa, che apprezza altamente l’opera del suo Pastore, desidera esprimergli la più viva
gratitùdine ed assicurarlo che è circondato dalla simpatia di tutti i
membri della Chiesa di Pomaretto.
R O R A’
Durante il periodo natalizio le tre
festicciole dell’albero, ai Rumé, alle
Fucine ed al Ceritro sono state occasione di viva fraternità. Ottima partecipazione di pubblico dovunque, vario il programma, arricchito di messaggi, giochi a premio, recito, e elementi vari. Ai Rumé i bambini sono
stati diretti dall’insegnante Agli di
Lusema ed il buffet è stato organizzato dalle madri con la collaborazione delle famiglie del quartiere. Alle
Fucine le recito sono state preparate
da Elvira Revel in collaborazione con
la signora Ida Benecchio ed il buffet
è stato organizzato dalle madri. Al
Centro la signorina Blanc insegnante
della scuola locale ha preparato e diretto la recita in collaborazione di
Edda Toum e la sig.na Toum Ada.
Ai giovani è toccato l’onore di addobbare l’albero. A tutti un ^azie sentito. Siamo lieti di ringraziare la Signora Bonino Letizia, il dr. De Bettini e Signora, l’avv. Ettore Serafino,
il colonnello Grijl e Signora per aver
contribuito per i doni, l’ornamento
dell’albero, i premi volanti. A Menduni Luigi e Nieolino Loiodice inviamo il nostro pensiero riconoscente
per l’impegno ch’essi assolvono nell’inviarci ogni anno il quantitativo
di frutta esotica per i bambini.
I culti natalizi, come sempre,
molto affollati con la partecipazione
della corale al culto del Natale con
un coro preparato dalla Signora Bouchard. Ringraziamo di cuore quanti
hanno collaborato per il periodo natalizio: ringraziamo di cuore l’anziano Aldo Toum per il suo ottimo messaggio del 29 Dicembre.
Durante le vacanze natalizie alcuni
villeggianti milanesi hanno trascorso
le feste a Rorà per ritemprare le loro
forze ed a gran beneficio dei bambini: un benvenuto quindi ai signori
Meille e Pichtner ed un au^rio di
lieto soggiorno in mezzo a noi.
lirettore: Prof. Gino
Po*'hli(-azi«ne autorizzala é"! Trib"nale di
Pr'<Tolo ron decreto del —»nnaio l?.")».
Esercito della Salvezza - Torre Pellice
Merenda natalìzia
ai posto di ristoro
Diciannove dicembre, ore 15. Ma
ben prima dell’ora fissata, gli invitati
sono ad attendere; sono quaranta.
Come faranno a stare nel locale esiguo? Ma ci stanno. Certo, il locale è
gremito come un uovo; non ci starebbe più una persona.
Atmosfera calda per la stufa che
arde dal mattino e soprattutto per la
simpatia con cui gli invitati sono accolti. Sono per lo più anziani e soli,
resi più soli dall’età avanzata. Ma vogliamo che in questo Natale si sentano meno soli, meno a disagio. Si tratta di dare loro una merenda calda.
Non è facile circolare fra i tavoli, ma
i giovani di servizio (è un onore) filano che è un piacere vederli.
La stanza è addobbata a festa.
Verde e candeline dappertutto. E dopo la merenda, quando la parte materiale è... esaurita, la luce si spegne,
le candeline si accendono, ed il programmino preparato con cura si svol
ge. Canto, musica di armonium e di
strumenti a fiato; e tra l’attenzione
tesa degli astanti udiamo il messaggio di Natale che la Signora Lombardo, Vedova del defunto e rimpianto
Brigadiere, ci presenta con rara effi
cada. Dinanzi ad una bella fetta di
panettone e dinanzi alla Parola del
Natale di Grazia, cadono le barriere
formate dalla diversità di Religione.
Ci si sente accomunati nell’Amore
di Dio che ha tanto amato il mondo ;
siamo affratellati. Tutti seguono il
pensiero che si svolge, il pensiero di
un Dio, di Dio, che per salvare la
creatura umana è sceso in terra rivestendo spoglie di carne per fare appieno l’esperienza dell’uomo, salvo
quella del peccato. E tutto questo per
potere liberare l’uomo dal peccato.
La luce si riaccende ; è ora di partire. Ma il rimpianto della partenza è
in parte smorzato dal pacco viveri
che alla porta viene consegnato ad
ogni convenuto.
Da queste colonne voglia trovare il
vivo ringraziamento ogni caro Amico
che, con doni in natura o in danaro
ci aiutò a celebrare così la Pesta, affinchè anche gli altri abbiano Natale.
Ma la Pesta non è finita. Tutti coloro che hanno piacere potranno partecipare alla « Festa dell’Albero » che
sarà celebrata nel locale sociale sopra la Cooperativa, in Torre Pellice,
il giorno 'deii’Eplfariià, ' alié' óre' "ts. -inogni modo noi li invitiamo con tanta
gioia, e siano i benvenuti.
Capitano L. Calzi.
Sussidi straoriUnari
del Prefello di Torino
KediiUoie; Ernuinno RosUm
Via (lei Mille, 1 ■ Piiieroii)
2000
tei
Sede e Amminislrtizione
Editrice Claudiana
Torre Pellice - ’-c.p. 2/17S.17
Tipiìgrafiti Subalpina - s. p. a.
Torre Pellice (Torino)
Apprendiamo con vivo compiacimento che S. E. il Prefetto della Provincia di Torino su i fondi messi a
sua disposizione per l’assistenza straordinaria ha assegnato i seguenti contributi per gli Istituti valdesi: Lire
30.000 per l’Orfanotrofio Femminile
Valdese di Torre Pellice; Lire 30.000
per il Rifugio Re Carlo Alberto di
Lusema S. Giovanni; L. 30.000 per
l’Asilo dei Vecchi di S. Germano Chisone; L. 30.000 per l’Orfanotrofio Maschile di Pomaretto.
Nel dare comunicazione al suo Presidente, S. E. il Prefetto ha fatto pervenire aH’Amministrazione degli Istituti beneficati, al suo Presidente, ai
Dirigenti ed Assistiti il suo augurio
personale per l’attività di ciascun
Istituto.
L’Amministrazione degli Istituti
Valdesi, sensibile ai gentili auguri ri
volti dal Prefetto per l’opera di ogni
Istituto e interpretando il pensiero
dei Dirigenti e Assistiti, esprime a
S. E. il Prefetto la sua gratitudine
per la cospicua elargizione e per il
suo alto apprezzamento.
Ultimi arrivi alia Ciaudiana
J. M. Nicole
LES TEMOINS DE JEHOVAH
ONT-ILS RAISON?
L. 200
Ordinazioni alla Libreria Claudiana
Torre Pellice
La famiglia di
Giovanni Enrico Genre
Bert
commossa per la simpatia con cui è
stata circondata in questa triste occasione e nella impossibilità di farlo
personalmente ringrazia quanti hanno voluto prendere parte al loro dolore.
In modo particolare: Suor Ida Bert,
il Dr. Quattrini ed il Pastore dei
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« Non temere... ti ho chiamato
per nome, tu sei mio».
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Vrocchi di Bovile, 29 dicembre 1957.
Prof. Dr. A. Roniscontro
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