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LA BÜOKA NOVELLA
GIORNALE RELIGIOSO
PREgieO n»ASSOCIAZIONE
Torino, per un anno ... L. 6 »
» per sei mesi ... » 4 »
Per le provincie e l’eslero franco sino
ai conlìni, un anno . . L. 7 20
per sei mesi , » S 20
La direzione della BUONA NOVELLA è
in Torino, casa Bellora, via del Valentino, n" 12, piano 3°.
Le assuciazioni si ricevono da Cablotti
Bazzarini e Comp. Editori Librai ìd
Torino, via Nuova, casa Melano.
Gli Associati delle Provincie fioiranno provvedersi di un vaglia postale,
inviandolo franco alla ditta sopradelta.
I Gesuiti in Germania ed in Francia. — Storia di alcune dottrine.—Aneddoto«
Io so morire. — Notiiie religiose: PiemoSe — Stati Romani — Francia — loghilterri^
— Germania — Berlino. —Cronachetta politica — Annunzi.
I GESUITI IN GERMANIA ED IN FRAiXCIA.
Gesuiti in Germania.
L’indole della nazione germanica
porta che tutte le credenze, tutte
le opinioni, tutti i partiti abbiano
un certo sistema filosofico, scelto
fra i molti che sono in credito presso
le Università Alemanne. Anche la
Chiesa cattohca papale va ivi soggetta a questa nazionale esigenza, e
per quanto i teologi di Roma si affatichino a dimostrare che la loro chiesa
è sempre uniforme in tutti i tempi e
in lutti i luoghi, è certo che ogni venti
anni al più è costretta in Germania ^
subire nelle sue credenze e ne’suoi
dogmi,, le fasi dei sistemi diversi e
contradittori, che si disputano la palma nelle varie cattedre delle Università più rinomate. Hanno un bel dire
i vescovi e teologi papisti che il Razionalismo è conseguenza legittima e
inevitabile della libertà protestante,
che, lasciando libero a ciascuno il
dritto d’mterpretare le Scrittia-e colla
scorta della sua sola ragione, senza
veruna dipendenza da qualunque altra
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autorità, apre necessariamente la porta
al Razionalismo teologico, che oggi
è ghmto a distruggere ogni idea della
rivelazione divina. Noi veggiamo che
nel Razionalistno sono al par delle
chiese protestanti cadute in Germania
anche le chiese papali.
I due sistemi principali che sorsero
in seno al cattolicismo papale sono
quello di Hermes e quello di Giinther.
11 primo rappresenta il Razionalismo
soprannaturale, appoggiando la dommatica scienza al Criticismo speculativo di Kant; il secondo totalmente opposto al sistema Hermesiano può definirsi un sentimentalismo religioso
appoggiato al Panteismo di Hegel. 11
primo naturalmente arido non esercita
grande influenza sulla letteratura crisliana, e pare più fatto per le anime
inclinate al ragionare speculativo, ed
astratto; il secondo naturalmente storico e sperimentale è più sentito, più
poetico, e meglio fatto per gli spiriti
immaginosi e ardenti. Il primo ha seguaci affezionati ma non moltissimi,
il secondo è oggi diffuso in tutti i seminari, licei e collegi, e si può dir dominante nella cristiana letteratura
della cattolica chiesa papale di Germania. 11 dottore Antonio Giinther è
sacerdote a Vienna, e da vent’aani
occupato a correggere le tendenze irreligiose delle recenti scuole filosofiche: gli uomini di qualunque partito
lo ammirano come uno de’ più forti
pensatori del secolo.
Ora i gesuiti colla protezione dell’imperatore d’Austria sono prossimi
ad essere generalmente riammessi nei
paesi Tedeschi, da dove una savia politica li aveva allontanati e proscritti.
Essi mancano assolutamente di uomini capaci di attirarsi la confidenza
e il rispetto mediante i lumi, e la singolarità della scienza. I partiti a prendersi per essi erano, o farsi seguaci di
qualcuno deidue predominanti sistemi,
0 crearne un terzo che li vincesse entrambi di sublimità e splendore, o
combatterli lutti e due colle soUte armi fratesche della maldicenza e della
calunnia. A quesfultimo che è il peggiore si appresero, e dopo di avere
per mezzo delle congregazioni di Roma fatto condannare le dottrine Hermesiane, hanno oggi ottenuto che fossero altresì condannate le Guniherriane.
La gazzetta di Carlsruhe racconta
che monsignor Arnoldi vescovo di
Treveri ha notificato al professore di
filosofia in quel seminario il divieto
del papa d’insegnare più oltre il sistema di Giinther. Questo divieto, appena se n’è sparsa la notizia, ha messo
sottosopra tutta la Germania cattolica,
e altamente indisposto gli animi contro la ripristinazione dei gesuiti, e
conlro le pretensioni di Roma.
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Un acuto spirito Francese ai tempi
di Napoleone disse che, i mighori
maestri per formare del Voltaire, e
disporre i popoli alle rivolte, erano i
gesuiti; noi prevaliamo che il loro ingresso nella dotta Germania dovrà
essere segnale e foriero di grandi calamità a quella tranquilla nazione. Avere
influenza colà senza molto e profóndo
sapere è impossibile: essi vi entrano
intimando guerra alle scienze, e agli
scienziati; è facile indovinare quale
ne potrà essere l’effetto se non immediato, certamente non lontano.
1 Gesuiti in Francia.
Se iu Germania i gesuiti anelano il
momento di regolare gli spiriti del
partito papista, e si può fìn d’ora prevedere la poca 0 niuna riuscita che
vi farà la compagnia, perchè priva di
uomini capaci a meritarsi la stima e
l’ammirazione dei dotti; in Francia
sono già potentissimi, e alla vigilia di
divenire ancor più potenti. Dopo la
difl'usione delle dottrine Volteriane, la
nazione Francese era quasi tutta divenuta incredula, e la classe specialmente dotta, 0 letterata, o addetta agli
impieghi di Governo e di Corte, non
conosceva omai più nè cristianesimo,
nè religione. Incapaci i gesuiti di aprirsi l’adito presso questa classe colta,
cominciarono nel regno della ristorazione a maneggiarsi col popolo, e.
sotto mentito nome di Padri della
Fede andavano quà e là Bcorazzando
il paese con missioni e con prediche;
e suscitando miracoli di guarigioni, e
di portenti, cercavano con libretti, abitini, indulgenze e medaglie, di ricondurre le menti agli antichi errori della
superstizione. L’apiMU-izione sognata
diunacroce in cielo, riuscì loro di farla
attestare da migliaia di soscrittori. Un
innocente fenomeno celeste di luce,
fu battezzalo per vero miracolo di Dio.
A quella luce si diede forma di croce,
e l’avesse anche avuta naturalmente,
non era ragione mai di gridare al miracolo. La coincidenza di quella appaiizione fenomenale, coll’impianto
che faceva il missionario gesuita di
una croce di legno sopra una pubblica
vja, fornì ai furbi colleghi più che
suHlcienle pretesto per improvvisare
il miracolo, la cui fama ha fatto il
giro del mondo, ed ha reso celebre il
nome del villaggio di Mignet.
Non ostante però che si andassero
mendicando simdi approvazioni, che
in un secolo di civiltà e di lumi, possono solo accogliersi nell’animo di
gente grossolana e stupida, i gesuiti
non giunsero a mantenersi, e furono
vituperosamente cacciati da un governo, di cui si consideravano essere
necessari alleali.
Caduta la ristorazione e salito sul
trono Luigi Filippo con più larghi e
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più liberali principii, i gesuiti ricomparvero in Francia, e servendosi di
quella libertà di cui essi sono capitali
nemici, ricominciarono ad insinuarsi
nelle curie de’ vescovi, in qualche seminario, e finalmente mediante i danari e le cure de’ loro addetti (poiché
la setta loiolesca non manca mai di
averne), riaprirono scuole e collegi.
Ma passati quindici anni appena, sentì
la Francia il peso della loro presenza,
e la Camera dei deputati nella famosa
seduta del 5 maggio 1845, obbligò il
Governo a far rispettare le leggi del
paese, che vietavano la tolleranza di
un corpo funesto alla libertà ed alla
quiete, quale è sempre stata dovunque
la Compagnia di Gesù. Venne pertanto soppressa, e papa Gregorio XVI
approvò pienamente quell’atto. I gesuiti però in quei quindici anni conoscendo non poter nulla aspettarsi dalle
generazioni adulte si erano scaltramente appigliati a corrompere le nascenti, ed abbandonata a tal uopo la
conversazione degli uomini fatti, insidiarono l’innocenza dei fanciulli e dei
giovani. Per meglio ottenere l’intento,
fecero stretta alleanza colle donne, e
infestarono la Francia di tali e tanti
stabilimenti femminili diretti da loro,
che in breve ebbero battaglioni di divote e di bigotte in ogni dipartimento,
e qualche divota e bigotta in ogni famiglia. Si diedero quindi a manipolar
matrimonii, a fabbricar parentele, e
di grado in grado giunsero ad avere
nelle mani le fila , con cui condurre
grandi e piccoli, militari e cittadini,
credenti ed increduli; e disposero degli impieghi del Governo, delle livree
di casa, dei posti di favore, delle limosine de’ ricchi, dei servigi del povero, delle nomine de’ vescovi, della
elezione de’ curati, della scelta de’professori ecclesiastici, e dei predicatori
delle stazioni, e di tutta in fine la società, per modo che nella rivoluzione
del 1848, non avendo legalmente gesuiti, la Francia si trovò essere già
tutta quanta gesuitica. Non abile pertanto a sopportare le libertà costituzionali di cui ampiamente godeva sotto
il re Luigi Filippo, doveva essere molto*
men atta a sostenere quelle di una
Repubblica. Di qui l’inutile prova di
quattro anni di Repubblica necessariamente finiti, come dovevan finire,
in un colpo di Stato.
Oggi Luigi Napoleone governa in
virtù di un principio che non gli potrà essere perdonato dai gesuiti, qual
è la sovranità del popolo, sul cui suffragio universale si appoggia : principio incompatibile con essi, come è
incompatibile il sole colle nottole.
Luigi Napoleone ha dichiarato di
voler governare, salvi sempre i diritti
conquistati dalla grande rivoluzione
del 1789, e consacrati dalla sapien-
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tissìina legislazion dell’ impero. Ora
questi diritti sono pei gesuiti un arsenico che li rode nei visceri nè può
lasciarli vivi; perchè libertà di coswenza e di culto fa a calci e pugni
colla religione gesuitica, la quale vuole
i cristiani puramente passivi come
sono I cadaveri, tamqmni cadaver.
Suno essi dunque intrinsecamente
nemici all’attuale sistema governativo
di Francia, e malgrado ciò leggiamo
nella Independatice Beltje, che vi
vanno facendo acquisti. Ultimamente
collo sborso di due milioni sono andati in possesso dell’immenso stabilimento dell’abate Poiloux a Vaugirard. Cercano possedimenti nelle vicinanze di Bourges, e della Sologna,
la (juale era sì prospera e ben coltivata prima che la revoca dell’edilto
di Nantes la privasse dell’ industre
popolazione protestante, che dovette
tutta quanta emigrare in lontani paesi.
La Casa di Rennes la vogliono di
molto aggrandire, perchè omai troppo
piccola al bisogno. Nuovi collegi
stanno apprestando, dove la tenuità
della pensione chiamerà i figli delle
case non ricche a succiare dall’infanzia l’odio alla liberlà, ed ai principii
su cui si fonda ogni speranza di liberale progresso.
Dobbiamo dunque conchiudere che
i gesuiti stanno in Francia come sentinelle avVanzate di quella reazione,
che vuole ad ogni costo fare redivivo
il Medio Evo, e sulla tomba della civiltà moderna rialzare il dispotismo e
l’inquisizione.
Potrà mai avverarsi un tal sogno
della reazione furibonda? Per onore
della Francia noi crediamo di no, e
fosse pure la Francia vittima designata al sacrilego tentativo, noi speriamo che un provvidenziale istinto
d’onore la salverà; dacché non è mai
credibile che i gesuiti riescano a fare
della Francia un Paraguay.
STORIA DI ALCUNE DOTTUINE
1.1» iloHriiiu «letlii s^ra/.in
e (lei merito delle
I.
l>olU'ìna della Bibbia, —2. Controversie dei
tempi apostulici. — 3. S. Pietro fallo rapa
il’erctici da S. .\gostino.— 4. Uoiaa e Oala/ì».
— ii. Asceti. — G. Consigli evangelici, —
7. Plaioiìisnio e Misticismo.
Nel cristianesimo tuttociò che è nuovo,
è falso. Se il vangelo è un libro divino,
se gli apostoli sono stali uomini ispirati,
se hanno ricevuta ta divina missione di
stabiliree propagare il cristianesimo, il
vero cristianesimo è nel Vangelo, nei libri degli iVpostoli, nella chiesa Apostolica.
Tutto quello che si è aggiunto dipoi uon
ha servito che a deturpare, ad adulterare
la bella, la divina religione dell’Uonio-Dio.
È dunque di somma importanza per chiunque si uomina cristiano di conoscere
la dottrina evangelica primitiva siccome
era stabilita dagli Apostoli, e seguire colla
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stòria alla mano le variazioni ohe in essa
sono Btate introdotte. Noi inconiinciercmo
dalla dotlriua fondamentale della grazia;
e, sc piacerà a Dio, coniinueremo ad esporre le allre dottrine primitive del cristianesimo seguendo la storia delle loro
variazioni, fino ai uostri tempi, colla
maggior possibile brevità.
1. Il Vangelo intera non è che la esposizione di questa grande verilà; che la
salvezza non viene dalle opere, ma dalla
grazia di Dio, per mezzo della fede.
Cesù Crislo proclama soleunemenle qucsla grande verità (Giov. Ili, 16, 18):
" Iddio ha lanlo amalo il mondo, ch’egli
ha dato il suo Unigenito figliuolo, acciocché chiunque crede in lui non perisca,
ma abbia vita.elcrna.... chi crede in lui
non sarà condannato ; ma chi non crede
in lui già è condannato: perciocché non
ha creduto nell’unigenito figliuol di Dio! «
E per escludere ail'allo la dollrina del
merito delle opere innanzi a Dio dice così
ai suoi Discepoli: (Lue. XVI110) « quando
voi avrete falle lutte ie cose che vi sono
comandato, dite; noi siamo servi disutili,
conciossiacosaché abbiamo fatto ciò che
eravamo obbligati di fare!! Gli Apostoli
fedeli colla dottrina del divin loro maestro insegnavano con la maggior possibile
chiarezza, che la salute ci viene, non dalle
nostre buone operazioni, ma unicamente
dalla grazia di Dio in Gesù Cristo. « Dio
ha fallo esser peccato per noi colui che
non ha conosciuto peccato, acciocché noi
fossimo fatti giustizia di Dio in lui " (2 Cor,
V. 21). E nella lettera ai Romani, cd iu
(|uella ai Calati s. Paolo dimostra fino
alla evidenza quesla grande verità che,
l’uomo è salvato per grazia senza le opere
della legge. Noi non vogliamo fare una
disserinziaue leologica, par dimostrarla;
ma solo addurremo pochi passi fra i moltissinji che sono negli scritti apostolici, per
ricordare quale si fosse la loro dottrina :
« 11 sangue di Gesù Crislo vero figliuolo
ci purga d'ogni peccato » (Giov. I,*7j
It ci ha lavato dei nostri peccali col sangue » (Apoc. I. S). Egli II ha cancellata
l’obbligazione ch'era contro a noi.... e
quella ha tolto via avendola confitta nella
croce )i (Coi. 11.11. 11): « Egli (Cristo) ci
ha salvati non per opere giuste che.noi
abbiamo fatte; ma secondo la sua misericordia ». (Tit. 111. ii). E per tulio dire
in una parola, il Vangelo nou insegna
altra cosa che la giustizia di Dio in Gesù
Cristo, e i’annullamenlo di ogni nostro
merito per procacciarsi la vita eterna.
2. Una dollrina co.si consolante venne
ben tosto turbata per le controversie die
si suscitarono nella chiesa. La prima
controversia che si levò nella chiesa ai
tempi apostolici fu a|)punlo intorno alla
dottrina dellii grazia. Non appena i discepoli di Gesù furono chiamati cristiani,
che là appunto ove ciò accadde, ove la
chiesa faceva i più stupendi progressi,
il nemico sollevò la controversia intorno
alla grazia ed alle opere. Alcuni falsi
fratelli usciti dalla setta dei Farisei (Atli
XV) s’introdussero nella chiesa d’Antiochia per ridurre i cristiani che avevano
creduto, sotto il giogo della propria giustizia. Codesli impostori si dicevano discepoli degli Apostoli, mandali dagli
Apostoli, e la dottrina cli’esai insegnavano, dicevano tenerla dalla bocca degli
Apostoli. Paolo e Barnaba, che si trovarono colà, smentirono gl’impostori ; e gli
allri Apostoli, gli anziani, eia chie.ia di
Gcrusiileniiiie rannata a concilio dichiarò
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la vera dottrina della grazia, contro la
dottrina del merito delle opere.
3. E qui non possiaipo passare sotto
silenzio una singolare opinione di s. Xgoslino. Egli crede che la simulazione di
s. Pielro a cui fa allusione s. Paolo nel
cap. 2 ai Calati, e per la quale Paolo resistè in faccia a Pietro, facesse nascere
una eresia, inguisachè sembra che secondo s. Agostino, s. Pietro potesse essere stato un Capo-Setta. Ecco le parole
di sant’Agostino nel libro VII contro i
Donatisti capo I : UH qui se christianos
nazarenus vocant, et more judaico cartialia prceputia circumcidunt, hcetetici nati
ex ilio errore, in quem Petrus devians a
Paulo revocatus est, in hoc usque persistunt. Noi rispettiamo troppo s. Pietro
per non insistere su questa singolare opinioneTli s. Agostino.
4. Il maligno aveva gettato il seme della
dottrina antievangelica e fece tutti i suoi
sforzi acciò mettesse profonde le sue radici. Lo zelo degli apostoli impedì che la
dottrina della propria giustizia non facesse altri guasti ia Antiochia, ma il nemico la trapiantò in due altre fioritissime
chiese, in Roma, ed in Galazia. Gli apo•stoli predicavano dappertutto che ogni
sjieranza di salvezza non fondata unicamente su Gesù Salvatore, e sul merito inlìnito dell’wiico suo sacriflcio era una speranza illusoria, anzi temeraria. I giudaizanti all’ opposto sostenevano cbe sola
cagione di salvezza erano le buone opere.
Una tale dottrina non solo conduceva ad
errori gravissimi, ma distruggeva interamente il cristianesimo: imperciocché posto
che l’uomo possa salvarsi collo sue buone
operazioni; posto che una buona condotta sia un titolo suffìciente per ottenere
e meritare la vita eterna, il sacrificio di
Gesù Cristo diviene inutile; Gesù noo sarebbe più il Salvatore se vi potesse essere
un solo che si salvasse da sè; e se il suo
sacrificio non salvasse intieramente, Ge.sù
noo sarebbe il figlio di Dio, imperciocché
avrebbe fatta un’ opera imperfetta : egli
non sarebbe che un profeta, un benefattore della umanità.
Però i giudaizanti di Galazia non erano
punto d’accordo con quei di Roma: quesli
ritenevano che l’uomo potesse salvarsi
colle sue buone opere; quelli insegnavano
che la grazia era necessaria; ma che alla
grazia bisognava aggiungere le opere per
essere salvati; quindi i primi escludevano
il salvatore; i secondi facevano la di lui
opera incompleta: e gli uni e gli altri seguivano un altro Evangelo non quello di
Gesù Cristo, l giudaizanti continuarono
ad agitare la chiesa fino alla distruzione
di Gerusalemme; ma una volta bruciato il
tempio, dispersa la nazione, tolto il sacerdozio, non ebbero più volontà di suscitare, almeno nei primi tempi, controversie
religiose. Quella sulla grazia e sulle opere
sarebbe caduta, il Vangelo avrebbe ripreso
il suo diritto cammino, se il nemico non
avesse presentata la questione sotto uu
aspetto diverso, e molto più seducente.
3. Negli stessi tempi apostolici incominciarono a comparire alcuni cristiani , i quali si facevano della virtù
un’idea alquanto singolare. Essi cercavano di fuggire la società : cercavano
di vivere lungi dal mondo : parlavano
poco, erano mortificati nei loro appetiti , sobri, modesti ; e così si attiravano la stima del popolo. Costoro si chiamarono Asceti, cioè solitari secondo la
lignificazione grammaticale j ma uoinin/
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dati alla temperanza ed alla virtù, secondo
il senso che dà alle parole asceti il catione
Si dei canoni apostolici.
Se dobbiamo credere ad Eusebio, l’istituzione degli asceti rimonterebbe fino a
Marco discepolo (o figlio) di S. Pielro e
primo vescovo di .\lessandria. Codesti uoniitii a cagione delle loro virtù esagerate
.si attirarono la stima del popolo, il quale
credeva di vedere ia loro degli uomini
straordinari : quindi inorgoglironsi credendosi realmente di essere innanzi a Dio
quello che erano innanzi al popolo.
(j. Sin qui però il male non era che alla
superficie. La dollrina predicata dai Nazareni era slata confutata dagli apostoli ;
e gli asceti, fortunatamente, non predicavano. Apparteneva agli scriltori di morale, cbe incominciarono a manifestarsi
nel secondo secolo, a far rinascere la questione delle opere meritorie, e a farla radicare nel cristianesimo. Ecco qual fu
l’errore dei primi moralisti, funesta cagione di laute eresie.
Gesù Cristo non aveva prescritto che
una sola regola di condotta per tutti i suoi
discepoli, raa i moralisti per applicare al
Vangelo le teorie dei filosofi pagani, pretesero di trovare nel Vangelo due diverse
regole di condotta prescritte da Gesù
Crislo, per due differenti ordini di cristiani: una per i cristiani del comune, e
diciamo cosi, per il volgo; l’altra per una
classe di cristiani privilegiata. In conseguenza di un così assurdo sistema essi
dividevano tutta la morale cristiana in due
parti: la prima conteneva i precetti; la
seconda i consigli. I precetti appartenevano a tutli; i consigli soltanto a coloro
die aspiravano ad una santità più elevata.
L’osservanza dei precetti secondo loro,
era suiRciente per salvare; ma l’osservanza dei consigli dàva il diritto ad un
grado più sublime di gloria. Ecco l’idea
del merito, è della propria giustizia.
7. I dottori cristiani incominciarono
cosi ad allontanarsi dalla sublime semplicità della dottrina evangelica, per portare nel cristianesimo le dottrine della
filosofia pagana. Infatti la dottrina divenne doppia morale, una per i volgari,
e l’altra per i savi: non si trova però nel
Vangelo, si trova bensì nei libri dei platonici. Ecco un piccolo abozzo di codesta
morale tratto dal libro dell’ astinenza di
un celebre platonico; ma insieme del più
grande nemico del cristianesimo, cioè
vogliamo dire Porfirio. « L’anima del savio deve garantirsi per quanto è possibile
dall’influenza del corpo : raa siccome una
tale influenza è grandissima, ed è rinvigorita continuamente per le relazioni cbe
il corpo ba con gli oggetti impuri cbe lo
circondano, così è obbligo del savio di
porre tutta la sua cura nell’astenersi dai
piaceri dei sensi, di mortificare il corpo
colla dieta, di cercare la solitudine siccome soggiorno naturale della virtù, e
darsi interamente alia contemplazione
siccome unico mezzo df liberare l’anima
dagl’impacci che le offre il corpo, e sol
levarla fino alla divinità alla quale in
qualche modo si unisce in questa slessa
vila, calcando le ruine degli appetiti sensuali. L’anima del savio preparata in tal
guisa si eleverà, dopo la dissoluzion del
corpo, alle regioni celesti, senza pa.csare
per quello stato di prove e di purificazioni che attende le anime dei volgari!! «
Origene, sopra gli altri, sedotto dai
principii platonici cercò di applicarli al
Vangelo : an?i a meglio dire cercò spie-
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gare il Vangelo secondo i principii di
Platone. Si mise a capo della celebre
scuola di Alessandria; ed applicando i
principii di una filosofìa pagana al Vangelo, getiò le fondamenta di quella teologia tenebrosa che nel medio evo divenne
e chiamossi scolastica. (Continua)
ANEDDOTO
lo so MORIRE.
Questa parola è di Bernardo di Palissy, il
celebre vasellaio diCorte, una fra le glorie
della riformafrancese. Vecchio carcerato, a
motivo delle sue credenze, egli ricevette
un giorno nella sua prigione la visita
dello stesso Enrico HI, che commosso di
pietà per quel suo vecchio servitore, a-vrebbe voluto ottenere da lui qualche
simulata ritrattazione per poterlo liberare. — « Mio buon Bernardo, gli disse
il re ; sono quarantacinque anni che siete
al servizio di mia madre (1) e mio : ed
abbiam sempre sofferto che viveste nelle
vostre credenze, benché in altri punite
coi roghi 6 colle carnificine. Ma ora, sono
cosi istigato dai partigiani dei Guisa, e dal
popolo, che mi vedo costretto di abbandonarvi nelle mani dei miei nemici, e
domani sarete bruciato se non vi convertirete ». —Il vecchio s’inchinò, commosso
dalla bontà del suo re, umiliato della sua
debolezza ma incrollabile nella sua credenza. Poi così gli disse : « Sire, io son
proDio a dare ciò che mi rimane di vita
per l’onore di Dio. La V. M. mi disse più
volte che avea pietà di me, ed io alla mia
volta ho pietà di voi che avete pronunciato
(1) Caterina dei Medki.
queste parole : sono costretto. Non è questo, 0 Sire, un parlare da Re ; e son tali
parole, che nè V. M., aè i Guisa, nè il
popolo non mi faranno pronunciare mai...
lo so morire ».
Oh! fossero molti coloro che questa
scienza possedessero. Il trionfo della verità sull’errore , del bene sul male non
larderebbe a venire !
IVOTIZIE REIilCilOi^E
Piemonte. Il modo sedizioso col quale
alcuni preti vanno strappando fra il
volgo ignaro firme contro la provvida
legge del matrimonio civile, ha obbligato
il governo a richiamarli con pubblici editti
all’ordine. Cosi ha dovuto fare il cav.
Piola intendente di Genova colla sua circolare del 26 luglio. Cosi il questore di
Torino, e cosi dovrà fare qualuuque capo
di governo, ch^ nelle provincie di sua
giurisdizione abbia ¡Indolore di vedere gli
stessi disordini promossi nel nome santo
della religione e di Dio da chi per dovere
di ministero dovrebbe sempre consigliar
ordine e quiete. Il dritto di petizione alle
Camere è libero, ma non deve esser libero mai ad alcun pubblico funzionario
l’usare della propria influenza per carpir
firme di sorpresa agl’ignoranti, e ai semplici, e mettere in agitazione un paese
che sla tranquillo.
Stati Romani. — Il rappresentante diplomatico degli Stati-Uniti presso la corte
di Roma ha nel palazzo di sua residenza
aperto una c.appella pel culto evangelico.
— Molli vescovi hanno imposto la multa di uno scudo , e in qualche luògo di
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due, a chiuoque senza legittimo impedimento non ascolterà la messa nei di festivi.
FRANcr*. Il vescovo di Chartres vecchio venerando educalo alla scuola della
chiesa gallicana dei Bossuet e dei Fénéion
ba con una pastorale assai eloquente
respinto le dottrine temerarie e sacrileghe
del gesuitico e oltramontano giornale l’Univers, che è già stato condannato dall’arcivescovo di Parigi, e dal vescovo di
Orleans e da M altri membri rispettabili
del clero francese. Tutto induce a sperare
che il cattolicismo papale, che viene crudamente rappresentato nelle sue odiose
pretensioni alla medio evo da questo sconsigliato giornale di Parigi, ed è più astutamente velato negli scriltl della Civiltà
Cattolica di Roma, finirà per cedere alle
necessità dei tempi, e tosto o tardi sarà
costretto di abbandonare l’impresa a cui
l’hanno spinto i gesuili di far guerra allo
intero genere umano per risuscitare un
passalo impossibile.
— Era corsa la voce che gli evangelici
andavano ad essere per decreto minisleriale esclusi dalla scuola normale superiore, ed ognuno dubitava che un cosiffatto attentato fosse portato ai grandi
principii che hanno costato tanto sangue,
e che hanno fatto la rivoluzione dell’89
che li ha proclamati — l’ammissibilità di
tutti agli impieghi, e la tolleranza in materia religiosa—ì\ Moniteur pubblica una
nota a smentire queste voci e assicurare
che la libertà di coscienza sarà pienamente rispettata, c gli evangelici saranno
ammessi come prima alla suddetta scuola
normale.
Inghilterra. — Domenica 18 luglio,
mdici persone appartenenti alla classe
commerciante, hanno abbandonato il cattolicismo romano, e pubblicamente abbracciato la fede evangelica, nella Chiesa
di San Paolo Bermondsey a Londra.
(BuUetin)
— Battesimo di unti principessa indiarla. La cerimonia del battesimo della
principessa Gauromma, figlia dell’ex-Rajah di Coorg, Indie orientali, ebbe luogo
mercoledì, 30 giugno, nella cappella privata del palazzo di Buckingam, a Londra,
Vi oflìciava l’arcivescovo di Cantorbery.
Fecero damatrine alla principessa; S, M.
la Regina Vittoria, la Viscontessa Hardinge
e la signora Drummond; e da patrino
sir James Weir Hogg Bart, presidente
della compagnia deH’indie. La neofita ricevette il nome di Vittoria, Il principe
Alberto assisteva insieme coi principi e
le principesse a questa interessante cerimonia. (idem)
Germania. — Leggesi nella gazzetta
tedesca di Francoforte, che nella città
luterana d’Amburgo il parroco cattolicopapista Briining pretende cbe nei matrimoni misti, contro le consuetudini e le
leggi del paese, gli sposi debbano sempre presentarsi prima da lui che dal ministro proleslante , e obbligarsi ad allevare nella religione della chiesa papale
tutti i figli nascituri. La popolazione luterana ha fatto i debiti ricorsi al Senato ,
che non mancherà di prendere una determinazione legislativa in proposito.
— Il Capitolo di Rastatt ba decisa di
presentare all’arcivescovo di Friburgo una
rimostranza ragionata per esimersi dalla
pena degli esercizi .nel convento di San
Pietro , incorsa per le messe funebri celebrate in suffragio del defunto Granduca^
11
che nella sua qualità di crisliauo evangelico non appnrieneva alla chiesa di Roma.
I preti condannati dairArcivescovo per
queste messe non sono meno di 260.
Berlino. La manina del 28 luglio il
Rev. Dottor Gabat vescovo evangelico di
Gerusalemme ha letto le preghiere e predicato con molto zelo nella cappella Inglese. Si tratterrà qualche tempo in questa
capitale, e prima di partire per Londra
andrà a presentare I suoi omaggi al Ue
compatrono della chiesa evangelica di
Gerusalemme.
CRONACHETTA POLITICA
Piemonte. — La festa politica dell’anniversario della morte di Carlo Alberto è
stata celebrata non solo da tutti I municipi, ma ben anco dai borghi e villaggi
con universale concordia di opinioni e di
alTetti. 11 popolo l’ha riguardata dovunque come un atto di bau dovuta gratitudine a chi ha dato la libertà dello Statuto
al paese, e la propria vita in sacrifizio alla
causa deirindipendenza d’Italia:
Torino. Soccorso ogli operai di Pralafera : La Buona Novella dopo i fr. 1091,
9S cent, conseguati nel suo n' 27, ba ancora ricevuto per tal oggetto :
Dal Rev. Cilly L. 123 già state pagate
al Comitato, da'la Gazzetta del Popolo
L. 39 50 cent.
Frahcu.—£ stato assai favorevolmente
accolto il cambiamento parziale del Ministero , pubblicato dal Moniteur, subito
dopo l’arrivo del principe Presidente dal
suo viaggio trionfale a Strasburgo. Al si
gnor Casabianca minislro di Stato è succeduto il sig. Fould, al sig. Turgot ministro
degli affari esteri il sig. Drouin de Lhuys,
al sig. Lefebvre Dumfiré ministro dei laveri pubblici il sig. Magne.
— Intanto cbe si sta disputando sc sia
vero 0 no il nuovo trattato di santa alleanza, conchiuso fra le tre potenze del
Nord, Austria, Prussia o Russia, in favore
della legittimità del conte di Chambord c
contro r eventualità dell’ impero, continuano le petizioni dei comuni rurali !>l
Senato, perchè a termini della vigente costituzione adotti un senatus-consulto che
proponga al suffragio universale il ristabilimento dell’impero ereditario nella persona e famiglia di Napoleone III, attualmente Luigi Napoleone Bonaparte, presidente della Repubblica.
Belgio.—-Sono stati prevenuti i rappresentanti che potrebbe aver luogo verso
il 10 agosto una seduta straordinaria, n
Ministero, che quantunque dimissionario,
ancor dura per volontà del re al potere,
■ ha presentato a S. M. un rapporto della
condizione in cui si troverebbe il Belgio,
se mai nascesse un dissenso colla Francia,
e vi ha come esposto il programma della
condotta politica da tenersi nell’interno e
all’estero. Dicesi che il re abbia preso
tempo a risolvere, e intanto voglia che il
Ministero continui.
— Il 31 luglio Vittor Ugo e Cario, suo
figlio maggiore, accompagnati da parecchi
letterali francesi e belgi sono partili da
Brusselles per Anversa, dove si doveano
12
imbarcare per Londra e di là per l’isola
lersey, nella quale pensavano stabilirsi a
dimora. A giorni si dice che verrà posto in
vendita il suo nuovo opuscolo intitolato,
Napoleone il Piccolo.
iNtHiLTEURA. — 11 Moming Post parla
di negoziati che sarebbero per intavolarsi
fra la Francia e l’Inghilterra sul la reciproca
revisione delle tarilTe.
— Il 23 luglio a Tamworth è stata solennemente inaugurata una statua di bronzo a Roberto Peel, che ha per si lungo
tempo rappresentato questa citlà nel Parlamento, e la cui morte è stata danno e
lutto nazionale. La statua ha otto piedi e
4 pollici di altezza, e ritrae perfettamente
la fisonomia del gran baronetto. N’è autore il celebre artista inglese, Matteo
Noble.
i*-"- ” ...........»»...11. I I.
Direttore G. P. MEILLE.
Rinaldo Bacchetta gerente.
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Torino, — Tip. 8oc, di A. Pons e C.