1
Anno 118 - n. 49
3 dicembre 1982
L. 400
Sped. abbonamento postale
I gruppo bls/70
BIP!.- T-A
1006C T0:^ni:'
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
La rivista « Panorama » riferisce di un nuovo costume che sta
diffondendosi negli Stati Uniti e
che presenta caratteri di estremo
interesse, tanto dal punto di vista etico, che sociale ed economico: la « New frugality ».
In un Paese dove fino a ieri tutta la vita si è svolta all’insegna
del consumismo più sfrenato
(«More is hetter »: «Più è meglio»), della più feroce e infantile competizione («La mia auto
è più lunga della tua »), dello
spreco più insensato e colpevole,
sembra stia formandosi gradatamente una coscienza nuova e
qualcosa stia cambiando anche
nel profondo. Molti segni testimoniano che il fatto non è riducibile a ristrette élites intellettuali, ma tende sempre più ad
avere una base allargata.
Per esempio il consumo di carne, tipico delle civiltà industriali. si è ridotto dal 1980 di ben
7C chili all’anno a persona. Ri;
duzioni si registrano anche nei
consumi del gasolio (torna la
stufa a legna) e della benzina,
mentre si va diffondendo a maccìiia d’olio l’uso della bicicletta.
Una inchiesta, condotta a fronte del forte calo di consumi nel
settore deH’abbigliamento, ha rivelato che aumenta sempre più il
numero di americani che si confezionano da sé gli indumenti.
Inoltre si sta manifestando un
ritorno alla vita in campagna, in
case autosuflìcienti (riscaldamento solare e orto), mentre sta entrando in crisi l’industria del divertimento. Il nuovo slogan è
adesso: « Less is more » (« Il meno è più »).
A parere di molti sociologi tutto questo avviene non solo sulla
spinta di contingenti restrizioni
economiche, ma è segno che gli
americani stanno rivedendo i valori della loro esistenza. Afferma
uno di loro: « Quel che conta ora,
più che la ricerca di un sempre
più alto standard di vita, è la
crescita individuale, lo sviluppo
della personalità e del carattere,
e soprattutto la cultura. È un
salto di qualità».
Sembra dunque che stia avvenendo un capovolgimento dei valori più tradizionali della civiltà
dei consumi e si stia diffondendo
una mentalità post-materialista
(indice ne sarebbe anche il sensibile risveglio religioso, che non
sempre e necessariamente si esprime in forme deteriori). _
Tutto questo può apparire a
parecchi inaspettato e sorprendente: un po’ meno a chi non ha
mai dubitato che la società americana, nonostante sbandamenti
e perversioni, affonda pur sempre le proprie radici in una sana
e solida tradizione puritana.
Penso che sarebbe estremamente positivo incoraggiare questa acquisizione di nuovi valori
anche nel nostro Paese.
E sono convinto che le nostre
chiese — che si sono acquistate
un così diffuso consenso in recenti hatta.glie civili e morali
(ultima quella per i diritti dei
malati e dei morenti) — potrebbero molto efficacemente e motivatamente porsi all’avanguardia
in questa nuova lotta, che certamente non'mancherà di riscuotere vaste adesioni, specie in un
momento come l’attuale.
Aurelio Penna
INTERVISTA AD ARRIGO BONNES DELLA COMMISSIONE PER LA PACE E IL DISARMO
Comiso: il digiuno rilancia la pace
Sarà ricevuto dal presidente Pertini il gruppo di digiunatori di Comisc) - tra cui il pastore
Mario Berutti di Catania — che ha anche ottenuto dalla RAI 25 minuti di spazio televisivo
Il digiuno iniziato a Comiso il 15 novembre, di cui abbiamo
dato notizia sull’Eco-Luce del 19.11 si è concluso venerdì 26. Ne parliamo con Arrigo Bonnes, pastore a Pachino e membro della Conimissione delle chiese battiste, metodiste e valdesi per la pace e il
disarmo.
— Su che base si è concluso
il digiuno?
— E’ cessato venerdì 26 alle
ore 18.30 quando è arrivato il telegramma della RAI che rispondeva positivamente alla richiesta di un adeguato spazio televisivo per illustrare le ragioni
generali e particolari del movimento per la pace e il disarmo,
troppe volte ignorato e deformato. La RAI ha accordato uno
spazio sulla fascia oraria di maggior ascolto nazionale come richiesto: 10 minuti sul 1” canale
nel programma « Cronache italiane » e 15 sul 2° in « Dossier »
o « Tarn tam ». Un totale di 25
minuti che pur essendo inferiori
all’ora richiesta sono parsi accettabili al gruppo dei digiunatori anche in considerazione degli altri risultati.
Da Pertini
— E cioè?
— Un’altra richiesta riguardava un’udienza col capo dello stato e con le segreterie dei partiti.
Notizie ufficiose non ancora confermate ci informano che il presidente Pertini sarebbe disposto
a ricevere il gruppo dei manifestanti. E’ già certa la disponibi
lità aU’incontro da parte di diversi partiti politici, con l’esclusione del PRI e del PSI.
— E l’obiettivo di sensibilizzare e mobilitare l’opinione pubblica locale, nazionale e internazionale per premere sui governi al
fine di impedire l’installazione
di basi nucleari in Europa, a Comiso e altrove?
— Sul piano locale qualcosa si
è tornato a muovere. Martedì 23,
200 commercianti di Comiso hanno chiuso i loro negozi dalle
9.30 alle 11.30 per solidarietà con
i digiunatori. Questo, e il fatto
che la televisione sia venuta a
intervistare i digiunatori, ha
spinto la giunta di Comiso a rnanifostare in senso contrario inviando un telegramma alla RAI
accusandola di disinformazione
sulla reale situazione di Comiso.
MATTEO 5: 9; 10: 34-37
La spada, prezzo della pace
« Beati quelli che s’adoperano alla pace, perché essi saranno
chiamati figliuoli di Dio ».
« Non pensate ch’io sia venuto a mettere pace sulla terra, non
sono venuto a mettere pace ma spada. Perché sono venuto a dividere il figlio da suo padre, e la figlia da sua madre, e la nuora dalla
suocera, e i nemici dell’uomo saranno queUi stessi di casa sua. Chi
ama il padre o la madre più dì me, non è degno di me, e chi ama
figliolo o figliola più di me, non è degno di me ».
Il collegamento tra queste due
frasi di Gesù è costituito dalla
questione della pace, anche se in
relazione ad essa, sembrano assumere orientamenti contrapposti. Sia runa che l’altra frase di
Gesù tendono ad incidere sul
comportamento attuale dei discepoli di Gesù e pongono in termini radicali la scelta che essi
sono chiamati a fare dinanzi all’irrompere, nella persona di Gesù, del regno di Dio.
La settima beatitudine è quella che, nel tempo, ha più potentemente inciso nell’animo dei
credenti; contiene infatti una indicazione chiaramente programmatica. L’economia del regno di
cui Gesù è portatore e che Egli
vive in mezzo agli uomini (avvicinando così al loro tempo, f.
tempo di Dio) fa della «pace»
— pace fra gli uomini e di questi
con Dio — un punto focale, una
esigenza cui non si può sfuggire. Qui si compie la scelta fondamentale tra il vecchio e il nuovo. Qui si è beati, cioè si fa la
scelta giusta, nella direzione del
regno di Dio; una scelta che dà
sapore e senso alla vita. Tale
beatitudine, infatti, pone in relazione il mondo futuro con la
promessa della figliolanza da Dio,
quella figliolanza che l’evangelo
di Giovanni esprime nella « nuova nascita » (Giov. 3: 3), per coloro che hanno ricevuto la parola di Dio. ai quali perciò « è
dato il diritto di diventare figliuoli di Dio » (Giov. 1: 2).
Gli (Ècoltatori di Gesù non sono^ nuovi all’idea di questo rapporto così particolare con Dio
ma la novità dell’annuncio dato
attraverso questa beatitudine è
che questa relaz.ione non può restare un’astrazione, una definizione religiosa, ma è una vocazione di vita, una anticipazione
della realtà del regno.
A chi dunque viene conferito
questo titolo onorifico «di figlioli di Dio »? Gesù proclama
beati « gli operatori di pace ». Il
termine non si riferisce tanto e
.solo ai pacifici, quelli che conservano la pace con pazienza, ma
piuttosto a coloro che realizzano
la pace.
Chi opera pace fra gli uomini
ha relazione con Dio, poiché Dio
è il Dio della pace, come si legge anche nella lettera ai Romani, e Dio realizza la pace fra sé
e gli uomini, fra sé e i suoi nemici in un rapporto che spesso
è espresso nel N.T. con il termine « riconciliazione ».
E questa beatitudine, come
tutte le altre, promette già ora
con assoluta siciirezz.a agli ascoltatori quello che avverrà in futuro. Ma chi ha il potere di parlare così? Solo il Messia stesso,
il futuro giudice del mondo.
In questa beatitudine si può
cogliere in maniera particolarmente chiara questo riferimento
messianico. Si potrebbe obiettare che la nostra beatitudine ricorda i titoli onorifici attribuiti
allora ai dominatori del mondo.
Certo è vero che dal tempo di
Alessandro Magno fino ai tardi
imperatori romani questi dominatori portavano il titolo di « figli di Dio » e venivano celebrati
come operatori di pace e che gli
stessi titoli onorifici venivano attribuiti ai dominatori in Persia,
in Babilonia, in Egitto e in Cina.
Ma la contrapposizione sta nel
fatto che nel caso di Alessandro
Magno e degli altri dominatori si
tratta di una dignità che dà potere, che si fonda sulla capacità
d’imporsi; qui invece si tratta
del servizio, dell’amore, della ricerca della pace non a buon
mercato (cfr. Matt. 10: 25).
La pace è conquista dura, sofferta, contro corrente. La divisione tra i consanguinei di cui si
parla in Matt. 10: 34 s. ha una
impressionante premessa nelle
parole sulla pace e sulla spada
che si contrappongono esplicitamente all’attesa e all’opmione
del Messia come principe della
pace, Gesù porta la pace, ma
porta anche la spada, la disputa.
Non nel senso in cui Maometto
porta la guerra al mondo, o in
cui guerre di religione, perfino
nel nome di Gesù, tolsero la pace al mondo, bensì nel senso che
spada e persecuzioni si rivolgono contro i discepoli di Gesù come contro Gésù. Gesù stesso porta questa spada. Il suo ^annuncio è tale da fornire motivo di
separazione ai consanguinei. Il
suo messaggio separa l’uomo dal
suo prossimo, poiché la sua parola, proprio la parola della pace è, essa stessa, come una spada affilata.
Di quale attualità è ancora oggi questa parola! La parola evangelica della pace rappresenta nella vita della chiesa un punto deGrazia Sbaffi
(continua a pag. 12)
Chi ha digiunato
— E sul piano internazionale?
— C’è stata un’attenzione e
una partecipazione ben più attive che da noi. Sono giunte decine di telegrammi di solidarietà
e adesione da organizzazioni internazionali. La preparazione di
questo digiuno era avvenuta sul
piano internazionale, come è dimostrato dalla composizione del
gruppo dei digiunatori : oltre agli
italiani Giacomo Cagnes (CUDIP, Comiso), Fabio Frongia
(Campo internazionale per la
pace, Comiso), Lorenzo Porta
(Lega Obiettori di Coscienza),
Mario Berutti (pastore valdese
di Catania, da lunedi 22), haimo
preso parte al digiuno Maurice
Bonatta (Arca, Francia), Ben
Tompson (End, Inghilterra), Imco Brouwer (DKW, Olanda),
Charles Gray (Karlke-Frease,
U.S.A.), José Coté (Movimento
pace, Canada), Susanne Klein
(Berlino ovest). Questa dimensione internazionale continua a
caratterizzare il movimento; all’estero sanno bene che la battaglia della pace la si vince o la
si perde a Comiso.
— Sul piano nazionale c’è stato un collegamento con la marcia della pace da Milano a Comiso?
— Non direttamente, ma è un
fatto che essa è stata lanciata
nel periodo del digiuno. Il presidente del CUDIP Giacomo Cagnes ha aderito alla marcia, ma
ovviamente ora non può parteciparvi. Tutto il gruppo, seriamente provato per il digiuno
svolto a sola dieta idrica, sta
gradatamente riprendendo l’alimentazione normale. Il CUDIP
si prepara a ricevere la marcia
a Natale.
Le nostre chiese
— E le chiese evangeliche?
— Oltre alla partecipazione
del pastore Berutti al digiuno —
ed alla solidarietà manifestata
da alcune chiese siciliane — la
partecipazione è stata molto
scarsa, malgrado il bell’ordine
del giorno votato al Sinodo delle chiese valdesi e metodiste. Bisogna dire che probabilmente
noi siamo stati piuttosto lacunosi nella preparazione e nell’informazione sul digiuno. Vorrei
comunque ricordare a tutte le
chiese battiste, metodiste e vaidesi che hanno espresso la Commissione per la pace e il disarmo la necessità di non lasciare
cadere l’impegno per la pace e
di non delegarlo a commissioni
o singoli. E’ un impegno che le
chiese devono assumere e portare direttamente ponendo al centro del loro interesse, della loro
predicazione Gesù Cristo principe della pace.
— Quali altre iniziative sono
in corso o programmate?
— Qui in Sicilia è in corso
a cura di Franco Giampiccoli
(continua a pag. 2)
2
2 fede e cultura
3 dicembre 1982
UNA PUBBLICAZIONE CLAUDIANA
Perché la crocifissione
Le motivazioni della sentenza in un accessibile studio storico del
processo a Gesù che aiuta a vivere la fede in modo più maturo
Il libro deH’Antonini che, come dice il sottotitolo, è una indagine storico-esegetica sulla moti, vazione^ che portò alla condanna
di Gesù, giunge a proposito in
un panorama teologico- culturale
italiano che ha mostrato negli
ultimi tempi molta disaffezione
per i problemi storiografici, forse
perché ^ non sono stati ancora
smaltiti del tutto i furori iconoclastici, di bultmanniana memoria, contro il Gesù storico. Ancora alla fine degli anni 70 era
molto frequente (e si guardava
con sufficienza chi la pensava diversamente) sentire discorsi del
tipo: « il Gesù storico? Non mi
interessa — oppure — a me basta che sia esistito; il resto è questione di fede »; discorsi e opinioni poi parzialmente corretti
da, per esempio, la traduzione in
lingua italiana del Gesù di Nazareth del Bornkamm e dico par-'
zialmente non solo perché l'opera
del B. non è certo di molto facile lettura, ma soprattutto perché
l’autore sembra mettersi i guanti antisettici o^i volta che lavora sulla storia, forse per rispetto reverenziale verso il maestro (Bultmann), rispetto che
nell’Antonini non c’è e non ha ra' gione d’esserci.
Ecco allora un tentativo di ridare alla storia il suo giusto posto per la comprensione di fatti
che, se non generano di per se
stessi la fede, ci permettono però di viverla in modo più maturo e di trarre da essi determinate conseguenze. Fra questi fatti a nessuno oggi dovrebbe più
sfuggire l’importanza che riveste
il capire le motivazioni del processo che portò alla condanna
di Gesù, con tutto ciò che ne
consegue per l’esatta comprensione di Gesù stesso e quindi per
la stessa prassi cristiana. Il limite, ma nello stesso tempo anche il merito dell’autore, sta
forse proprio in questo: l’aver
focalizzato la propria attenzione
su di un solo problema; ciò gli
ha consentito da un lato di evitare di precludersi un vasto pubblico (la mole del libro — poco
più di 100 pagine e la relativa
semplicità di linguaggio lo rendono accessibile a tutti) dall’altro di fare la massima chiarezza
possibile su di un fatto che, esattamente compreso, getta una luce fondamentale sulla persona e
sull’opera del Signore. Non a caso tutti gli Evangeli danno così
tanto spazio al processo e -alla
condanna, dilungandosi anche nei
particolari della sentenza.
Analisi letteraria e
ricostruzione storica
L’opera è divisa in due parti:
un’analisi letteraria dei racconti
evangelici della passione e una
analisi storica dei fatti narrati.
Questa seconda ci sembra la più
valida, non perché l'autore non
se la cavi egregiamente anche
nella prima, ma perché di analisi
letterarie (critiche delle forme.
delle redazioni ecc.) pullulano
tutte le nostre biblioteche « religiose », per i motivi suddetti,
mentre di analisi storiche questa
è una delle pochissime che ci sia
capitata fra le mani, almeno fra
le pubblicazioni evangeliche in
lingua italiana e forse l’unica che
si distingua per accessibilità e
rigore scientifico allo stesso tempo. Chi si interessa anche solo
un poco di storia troverà nell’appendice I (che consigliamo di leggere prima di tutto il resto) validi strumenti per capire il lavoro dello storico nella ricerca del- ,
la verità e potrà poi tuffarsi con
piacere nella ricostruzione del
processo romano, di quello davanti al Sinedrio e delle accuse
mosse contro Gesù. Con sorpresa
si renderà conto di essere passato quasi inavvertitamente dal Gesù storico al Gesù politico, con la
differenza che questa volta non
si tratta di una interpretazione
politica fondata su supposizioni
e ideologie preesistenti, ma si
tratta, al contrario, di una ricostruzione basata sui fatti concreti e circostanziati che quasi
si impone da sé.
Se poi i risultati dell’autore, a
nostro avviso corretti (Gesù
condannato dai romani per ragioni di ordine politico) non dovessero soddisfare il lettore, magari perché preferiva un Gesù
più rivoluzionario o al contrario
uno più conservatore, non gli
resterebbero allora che 2 strade;
inficiare il lavoro dell’autore da
un punto di vista teologico-filosofico oppure invalidarne le conclusioni storiche. In entrambi i casi
non possiamo che fare a questo
lettore incredulo i migliori auguri di buon lavoro.
Luigi Panaroni
(1) Pier C. Antonini, Processo e condanna di Gesù, indagine storico esegetica sulle motivazioni della sentenza,
Claudiana, 1982. pp. 170, L. 6.900.
TRA I LIBRI
Dipendiamo dal clima?
Quante volte e in quante sedi
si è discusso della possibile influenza che il clima può avere
sulla storia umana! Sovente si
afferma, per fare un solo esempio, che le popolazioni meridionali lavorano meno di quelle
nordiche a causa di motivi climatici. Contro questi e tanti altri
luoghi comuni, privi di un qualsiasi fondamento scientifico, si
erge l’interessante saggio dello
storico Emmanuel Le Roy Ladurie apparso in Francia nel 1967,
poi nel 1972 in Inghilterra in una
edizione riveduta ed accresciuta
dallo stesso autore ed oggi, finalmente, anche da noi. In questo libro Ladurie tenta di tracciare una prima storia del clima
(basandosi su innumerevoli documenti d’archivio) dal Medioevo,
ad oggi rifiutando sia l’ipotesi
antropologica (che intende ricondurre ogni cosa all’uomo « misura universale ») sia quella degli
eterni cicli climatici ed accontentandosi di descrivere le fluttuazioni del clima sulla base di fonti diverse e, si spera, attendibili.
Tra queste ultime Ladurie consulta i risultati della dendrocronologia, una scienza che analizzando gli anelli di crescita di
una pianta particolarmente longeva come la sequoia riesce a
fare la storia climatica di ogni
anno, o gli effetti conseguenti dei
movimenti dei ghiacciai, compreso quello di Chamonix, descritti in alcune tavole comparative fuori testo oppure ancora
l’andamento delle vendemmie in
Francia o altrove. Emerge così
un lavoro interdisciplinare dove
lo storico lavora gomito a gomito con climatologi, biologi, geografi per ricostruire, in una pri
È disponibile il nuovo calendario
“Valli nostre” 1983
con 13 vedute a colori — versetti in 5 lingue
indirizzario aggiornato
L. 3.500
Ordinatelo subito aggiungendo L. 500 per spese postali e
spedizione.
CLAUDLVNA - Via Pr. Tommaso 1
ccp 20780102
10125 TORINO
ma fase, una pura storia del clima ed analizzare successivamente l’incidenza del clima sulle attività umane. Ora nel nostro libro mentre abbondano i dati storici sul clima e le ipotesi di lavoro insieme ai metodi sia per raccogliere che per interpretare particolari periodi climatici manca,
per così dire, l’implicazione umana. Al proposito vi sono solo timidi accenni. Escluso un rapporto meccanico di causa ed effetto tra clima e storia dell’uomo
rimangono aperti diversi interrogativi: fino a che punto clima
mite e raccolti abbondanti hanno
condizionato l’evolversi di certe
popolazioni rispetto ad altre costrette invece a vivere inverni
lunghi, rigidi intervallati da estati piovose e via dicendo?
Ma Ladurie, giustamente, non
parte_ da simili interrogativi. Egli
traccia le linee dell’andamento
climatico (la cui ricostruzione, a
parte gli ultimi due secoli, è
estremamente complessa per
scarsità di informazioni al proposito) inserendo questa storia
climatica nella più ampia storia
ecologica del pianeta. E in questo quadro, in un rapporto di interdipendenza, si sviluppa la storia dell’umanità non necessariamente legata alle fluttuazioni del
clima.
A partire da qui, ovvero sulla
base di sicure informazioni sulla
storia del clima può avviarsi una
discussione (che nel libro non
c’è ed è un peccato) sul rapporto
uomo e natura. Ma dovunque vada a parare questa discussione
sarà difficile dimostrare, dopo
Ladurie, che il clima da solo riesca ad influenzare in modo determinante l’atteggiamento di un
popolo o di un vasto gruppo
umano. Il clima può essere una
concausa di certi avvenimenti
umani. Esso può contribuire « ad
avviare una tendenza che si è poi
sviluppata in modo autonomo,
attraverso cause ed effetti essenzialmente umani » (p. 333). In
sostanza il saggio di Ladurie è
un approccio nuovo, realmente
scientifico, ad un problema vecchio che, sinora, non ha ancora
trovato una soluzione convincente.
G. Platone
RIFLETTERE INSIEME
Signor Russo,
anch’io come Matteo dopo la sua seconda lettera sento il bisogno di scriverle.
Non aggiungerò nulla a quanto egli
dice perché evidentemente condivido
in pieno le sue idee; solo vorrei precisare che se è vero — com’egli scrive
— che spiegazioni esaustive al fenomeno dell’omosessualità nessuno le ha
ancora date, è altrettanto vero che pure a proposito di eterosessualità non
tutto è chiaro.
Il come e il perché della formazione
deH’orientatnento sessuale nell’uomo
è ancora un fatto avvolto nel mistero.
Una cosa però appare certa: omosessualità ed eterosessualità sono due forme diverse, ma ugualmente normali e
complete, di manifestazione deiia sessualità umana.
È la cultura e, sovente, il pregiudizio di un popolo che crea discriminazioni nel momento in cui impone a tutti
di vivere un solo costume sessuale.
Nella mia vita — ho ventotto anni —
ho potuto toccare con mano che, almeno fino ad oggi, l’eterosessualità da
orientamento psico sessuale spesso viene trasformata, appunto grazie ad una
mediazione culturale violenta e mistificante, in ideologia da imporre ad ogni
persona.
il che, se mi consente, è francamente'inaccettabiie non solo per il fatto che
tale operazione è in contrasto con una
realtà umana e sociale assai più complessa e ricca di quella che lei pare
conoscere, ma per un motivo molto più
grave che fa riferimento alla concreta
discriminazione che si pone in atto contro delle persone (colpevoli ’di null’altro
che di non essere eterosessuali,non
lo dimentichi mali) sulla base di « prin-.
cipi » comunque incerti e infondati.
Quando poi tale discriminazione si
esprime con categorie teologiche, che
utilizzano e strumentalizzano la parola
di Dio modellandola sulle proprie discutibilissime e fallibilissime convinzioni e paure, allora mi pare sia giunto il momento di riflettere tutti quanti
sulla validità e sulla bontà di questa
operazione.
È quanto si dovrebbe fare insieme,
eterosessuali ed omosessuali, senza
dimenticare che il Signore, buono verso
tutti, è venuto nel mondo (ce lo ricorda
il Vangelo: Giov. 10; 10) affinché coloro
che credono, ' senza alcuna distinzione
di orientamenti e di convincimenti, abbiano la vita in abbondanza.
Con amicizia.
Andrea
P.S. - Mi spiace non poter firmare
sul giornale con il nome e l’indirizzo
completi; penso però di esser capito in
quanto il rischio è di perdere il lavoro:
un lusso che non mi posso permettere!
NON LIVELLARE
Egregio Direttore,
ho letto con curiosità l’articolo « Un
incontro sulla risurrezione » e alle parole reprobatrici nei riguardi di un « linguaggio diverso da quello tradizionale »
mi chiesi se ci troviamo in ambiente
non-protestante.
Il paragrafo d del documetito sull’ecumenismo approvato dal Sinodo 1982
specifica esattamente il contrario. Cioè
non siamo chiamati a <• incatenare » la
parola di Dio, e guardiamoci dal - bloccare la libertà di riforma nel suo seno ». Dunque: non livellare.
Sovente mi sono chiesta che cosa ci
direbbe Gesù se ritornasse oggi sulla
terra e constatasse nei suoi discepoli
molto maggior rispetto verso la dottrina della risurrezione che non DEDIZIONE verso il prossimo. Certo, è molto
più facile discutere di teorie. Ora, se
dei cristiani si sentono tali senza fare
della risurrezione il perno della loro
fede, perché per loro il centro è la
disponibilità — seguendo l’esempio di
Gesù — e non la risurrezione, perché
dovremmo biasimarli?
Confesso che mi pare molto strana
questa mancanza di reciprocità nell’ambito della chiesa.
Se gli uni non possono vivere senza fede nella risurrezione, lascino agli
altri il diritto di mettere piuttosto tutte
le loro forze al servizio del prossimo,
se questa è la loro convinzione.
Dopotutto Gesù ci lasciò un punto
di riferimento eterno: « È dai frutti che
si vede la bontà dell’albero », Ed un
altro, sempre attuale: ■■ Non giudicate,
affinché non siate giudicati ».
Distintamente
Lucietta Tenger, Imperia
Il digiuno riiancia ia pace
(segue da pag. 1)
una marcia della pace partita da
Palermo ai primi-di novembre
che si concluderà il 24 dicembre
a Comiso. "Vi partecipano 5 pacifisti tra cui un monaco buddista e Annalisa L’Abate, valdese.
A tappe di 20-25 km. al giorno
compiono un « giro » che vede
dappertutto buone accoglienze e
ascolto. Saranno a Pachino il 19
dicembre e per quel giorno stiamo organizzando una manifestazione ecumenica con digiuno di
un giorno con i cattolici di base
di Avola, la Chiesa valdese di
Pachino, cattolici di Siracusa, di
Noto, speriamo di Ragusa. Inoltre un’altra marcia, preparata in
una riunione dell’Organizzazione
internazionale antimilitarista che
ha avuto luogo a fine ottobre a
Lione, si svolgerà da Catania a
Comiso dal 24 dicembre al 3 gennaio. Stanno lavorando alla preparazione la Lega Obiettori di
Coscienza e la Federazione Giovanile Evangelica Siciliana.
— Al di là dei risultati immediati conseguiti, a cosa è servito
il digiuno?
— Insieme alle altre iniziative
in corso, a rilanciare il movimento per la pace centrato su Comiso. In questi ultimi tempi il tema della mafia aveva messo in
ombra la necessità di lottare anche per la pace. Il papa in visita
a Palermo ha menzionato la mafia ma non ha detto una parola
su Comiso pur essendo stato informato con una lettera aperta
di credenti comisani. Il digiuno
e le altre iniziative locali e nazionali sono stati utili e importanti in termini di rilancio, dopo
un periodo di stasi, su un tema
di vitale importanza per il nostro paese, per l’Europa e per
il mondo.
a cura di Franco Giampiccoli
Emmancei. Le Roy L.uKBtE. Tcnijio
di festa, tempo di carestia. Einaudi
Paperbacks 138. Torino. 1982. pp.
420. l.irc 20.000.
Per i vostri acquisti
Librerie Claudiana
• TORRE PELLICE - Viale Maxzini, 2
Tel. (0121) 91.422
• TORINO - Via Principe Tommaso, 1
Tel. (Oli) 68.24.58
• MILANO - Via Francesco Sforza, 12!A
Tel. (02) 79.15.18
3
3 dicembre 1982
fede e cultura 3
IL DOCUMENTO FINALE DEL CAMPO BIBLICO DI ECUMENE
RIESI
Fede e risurrezione
Abbiamo già riferito sul n. 45 del 5 novembre in merito
al campo biblico che si è svolto ad Ecumene nei giorni 20-23
settembre u.s. sul tema della risurrezione a partire dall’affermazione di Paolo « Se Cristo non è risuscitato, vana è la nostra fede» (1 Cor. 15: 14). Data l'importanza e l’interesse dell’argomento riteniamo utile la pubblicazione integrale del documento che ha concluso il campo.
1. - La discussione dell’assemblea ha posto in risalto una serie di difficoltà per la predicazione cristiana : abbiamo a disposizione solo le parole bibliche o
possiamo cercare un linguaggio
diverso per esprimere l’evento?
La storicità della risurrezione è
poggiata sull’intervento diretto
di Dio in Cristo, o si esprime solo nella nostra capacità di scegliere il nuovo? La nostra fede
si fonda sulla risurrezione di
Cristo, oppure nell’atteggiamento dell’uomo di fronte al volere
di Dio?
Si ha l’impressione che non
pochi membri di chiesa si lascino bloccare da preoccupazioni
di tipo letteralistico, quale per
esempio la seguente: se la risurrezione di Cristo non è un dato
storico, nulla ha più senso.
2. - Il nostro studio ha preso
l’avvio dall’analisi delle matrici
ideologico-culturali della risurrezione. Tra esse le due principali sembrano essere:
a) la delusione diffusa nel periodo persiano ed ellenistico per
il mancato verificarsi delle promesse trionfalistiche dei profeti
poneva il problema della fedeltà
di Dio. In particolare durante il
periodo della dominazione di Antioco IV Epifane, quando il Tempio stesso era profanato e i giusti mandati a morte, ci si poteva
chiedere se Dio si ricordava del
suo popolo. Sorgeva allora la
convinzione che Dio avrebbe realizzato il suo Regno; Egli avrebbe stabilito la sua giustizia abbattendo la potenza degli empi
e chiamando a giudizio i vivi e
i morti, mediante un suo inviato.
diversamente raffigurato nella
letteratura del tempo. La risurrezione del Messia sarebbe stata l’anticipazione dello stabilirsi
del Regno di Dio;
b) la crisi aperta all’interno
del pensiero giudaico dalla critica di Giobbe e Qoheleth (Ecclesiaste) al concetto di retribuzione; la dilatazione del problema della salvezza da fatto individuale a fatto cosmico ; la convinzione, negli ultimi due secoli
a.C., che la morte fosse un fatto
esterno alla creazione di Dio,
morte vista come punizione del
peccato indotto da forze sovrannaturali (spiriti, satana etc.); la
sempre più precisa consapevolezza della inesistenza del giusto
(l’uomo è intrinsecamente permeato di male) che porta alla
proclamazione della giustiffcazione ad opera di Dio (si veda
nella letteratura qumranica l’insegnamento del Maestro di Giustizia); la speranza di un futuro di salvezza prodotta dalla
presenza di un uomo non giusto
per se stesso ma giustificato da
Dio; tutto ciò porta ad affermare, nel mondo giudaico, la necessaria esistenza di una risurrezione dei morti. Su tale premessa la risurrezione potrebbe configurarsi come punto di arrivo
di un secolare travaglio teologico.
La risurrezione di Gesù non
sembrerebbe, quindi, essere un
elemento di novità sconvolgente.
3. - La risurrezione nel N.T. è
l’affermazione che Dio in Cristo
agisce per la salvezza dell’uomo,
e in questa sua azione fa tutte
le cose nuove : apre così, un nuo
BANDO DI CONCORSO
Un timbro postale
per Martin Lutero
Il 10.11.1983 ricorrerà il 500”
Anniversario della nascita di
Martin Luther, e su questo avvenimento saranno concentrate,
con le sue evidenti implicazioni,
le manifestazioni delle Chiese Riformate in Italia e all’estero.
Nell’ambito di tali manifestazioni, per iniziativa della Chiesa Valdese di Torino, verrà richiesta remissione di un annullo postale commemorante tale
avvenimento nella giornata del
10.11.1983 in Torino.
A tale scopo viene bandito uri
concorso, a titolo gratuito, fra i
bozzettisti evangelici, e fra quanti vorranno parteciparvi, per
N. 1 timbro di annullo postale.
Le norme di partecipazione
sono le seguenti;
1 ) Il bozzetto fatto su lucido
dovrà essere presentato in due
esemplari; uno in scala 1:1 e
uno in scala 4:1.
2) L’annullo dovrà essere del
tipo « D », cioè con vignetta centrale illustrativa; e avere le seguenti dimensioni :
— se tondo diametro massimo
mm, 40;
— se ovale mm. 30 di altezza e
mm, 45 di larghezza;
— se di qualsiasi altra forma
deve essere contenuto in un
cerchio di mm. 45 di diametro.
3) Nella corona dove devono
comparire l’esatta denominazione dell’ufficio permanente di appoggio (TORINO C. CORR.ZE),
la descrizione deU’avvenimento
da celebrare (500' NASO. MARTIN LUTHER 1483-1983), non
possono essere contenute, fra lettere, segni grafici e spazi vuoti,
più di 54 lettere.
4) Dovranno inoltre comparire la data 10.11.1983 e il corno di
posta segno dell’Amm. Postale.
Poiché per richiedere l’autorizzazione per l’uso di tale annullo, si devono presentare due
bozzetti in alternativa, ogni concorrente è libero di partecipare
con due bozzetti.
I bozzetti dovranno pervenire
entro il 31.1.1983 a; Tomassone
Nicola - Via S. Antonio da Padova, 12 ■ 10121 Torino.
Dopo tale data i bozzetti saranno sottoposti al giudizio di
una apposita commissione nominata a tale scopo dal Concistoro della Chiesa Valdese di Torino per la scelta dei due bozzetti da presentare all’Amministrazione Postale per l’omologazione.
II risultato definitivo verrà comunicato direttamente all’interessato e pubblicato sul settimanale « La Luce ».
Essendo il concorso a titolo
gratuito nessun compenso verrà
dato al bozzetto vincitore.
I bozzetti non utilizzati non
verranno restituiti.
Qualora i partecipanti al concorso desiderassero ulteriori
chiarimenti tecnici possono richiederli all’indirizzo sopra menzionato accludendo Lire 1.000, in
francobolli, per la risposta.
vo rapporto tra sé e l’uomo e
chiama quest’ultimo a camminare in novità di vita.
Questo intervento di Dio stabilisce la vittoria sulla morte e
fonda nel tempo, quindi anche
oggi, la nostra scelta per la vita.
Il soggetto della risurrezione
è Gesù con tutto lo spessore
umano e storico della sua esistenza terrena.
4. - I testi neotestamentari che
parlano della risurrezione di Gesù si presentano indivisibili da
confessioni di fede post-pasquale, anteriori agli scritti paolinici; sono contraddittori negli elementi di narrazione ; sono in larga misura legati ad un fine specifico, per es. l’apostolato di Paolo (Rom. 1: 4 e segg., Galati 1: 1,
I Cor. 15: 9), la missione (Mat.
28; 18 e segg.), la predicazione
(Atti 4; 20) etc. Da questa analisi risulta diffìcilmente eludibile
il problema della storicità dell’avvenimento ; per alcuni interpreti il fatto, pur non essendo
dimostrabile, rimane il fondamento della fede e del conseguente impegno per la vita contro la morte; per altri, la storicità della risurrezione è data
dalla capacità dell’ascoltatore
del messaggio di lottare per la
vita contro la morte.
5. - Se ora la risurrezione può
essere considerata come uno dei
punti di arrivo della teologia giudaica (punto 2) e se è vero, d’altra parte, che il nuovo testamento parla della risurrezione di Cristo in maniera differenziata (punto 4) bisogna chiedersi come
vanno interpretate queste constatazioni ;
a) qualcuno potrebbe dire
che se questi rilievi sono veri, ne
consegue che la risurrezione non
è vera. E viceversa. A questo noi
rispondiamo : è vero che la risurrezione di Cristo viene espressa dal nuovo testamento nel linguaggio dell’ambiente apocalittico-giudaico. Ciò non toglie tuttavia che essa sia un fatto totalmente nuovo (punto 3);
b) si può ritenere che una
analisi critica dei testi porti a
negare la realtà storica della risurrezione.
La nostra risposta è la seguente : la risurrezione è un fatto
reale; non nel senso che è constatabile in base alla nostra
esperienza storica, ma nel senso
che attraverso di essa Dio afferma la sua realtà, realtà che fonda ogni nostra esperienza di vita;
c) ciò è tanto vero, che altri
critici riducono la risurrezione
proprio al suo significato etico.
Secondo queste persone non ci
deve importare se Cristo è risorto, ma solo la vita nuova che ne
deriva.
Qui noi rispondiamo: è vero
che la risurrezione di Cristo è
storia non finita, in quanto apre
una storia tutta da vivere e che
vivere la risurrezione di Cristo
vuol dire lottare per la vita contro la morte. Tuttavia questo non
significa che il fatto di Cristo si
esaurisca nelle sue conseguenze
etiche.
6. - In conclusione è necessario che le comunità esprimano
la propria fede anche in un maggior approfondimento delle scritture, perché solo attraverso questo studio possono trovare sempre maggiore profondità di significati, e la chiarificazione di
quanto poco importante sia il
dato cronistorico rispetto alla
realtà dell’opera di Dio.
La teologia infatti non è un
discorso dall’esterno su un dato
oggettivo fornito dalla scienza
storica; la teologia tratta della
salvezza che è passaggio dalla
morte alla vita, quindi va al cuore deH’avvenimento. Tuttavia essa non procede arbitrariamente,
perché, come il discorso «da fede a fede », procede mediante
confronti tra il linguaggio biblico e l’impegno del credente.
Contro il mito
del mafioso buono
Miti e realtà del fenomeno
mafioso: aspetti giuridici, politici, economici, sociali e prospettive di lotta.
L’amministrazione comunale di
Riesi ed il neo costituito comitato di studi e ricerche hanno
proposto questo tema all’attenzione di un pubblico numeroso,
qualificato ed attento in particolare agli interventi di Guido Lo
Forte, sostituto procuratore della repubblica di Palermo; Sergio
Mangiavillano, del liceo scientifico di Caltanissetta; Ferdinando
Mannino, on. DC v. segr. regionale; Michelangelo Russo, on.
PCI presidente del gruppo comunista all’Assemblea Regionale Siciliana. I lavori della tavola rotonda hanno preso l’avvio dalla
relazione di Otello Lupacchini,
pretore di Riesi.
L'iniziativa, di buon livello, è
stata accolta dapprima con curiosità, poi seguita con un certo
interesse.
Parlare di mafia a Riesi ove
persiste il mito del mafioso carismatico, capo indiscusso della
comunità, personaggio buono e
giusto in grado di esercitare la
sua influenza più e meglio dei
giudici per dirimere qualsiasi
questione; ove ancora oggi, tragica realtà, si registrano una serie
di fatti criminosi di chiara origine maliosa non è cosa di tutti i
giorni e lo stesso De Francesco,
prefetto di Palermo e alto commissario per la lotta alla mafia
dev’esserne rimasto colpito tanto da inviare un messaggio di
adesione e sostegno all’iniziativa.
Le manifestazioni di lotta del
popolo siciliano a favore della
pace e la dimostrazione contro
la mafia a Palermo {alle quali ha
partecipato anche la comunità
valdese di Riesi) cominciano a
produrre qualché novità; si avverte la necessità di incontrarsi,
di parlare, di assumere impegni
precisi.
L’occasione ha consentito, anche, di assistere in anteprima allo scambio di battute tra Russo
e Mannino sulla crisi di governo
alla Regione Sicilia apertasi il
giorno prima.
I comunisti chiedono un governo « diverso » fortemente caratterizzato dall’impegno della
lotta alla mafia, impegno che non
può prescindere dall’ allontanamento dei personaggi DC più
chiacchierati e sospetti di rapporti con la mafia (ad esempio
l’ex sindaco di Palermo Ciancimino); solo attraverso questo
recupero di credibilità, ha aggiunto Russo, si potranno stabilire le condizioni minime per una
ripresa del dialogo tra tutte le
forze democratiche della Sicilia.
Mannino ha risposto in modo
evasivo, affermando che non si
doveva dar credito alle distorsioni contenute nelle relazioni della
commissione antimafia poiché
inesatte ed in certi casi addirittura false e per finire, ha affermato che tutti i partiti devono far
pulizia al loro interno.
II comitato di studi e ricerche
ha promesso l’organizzazione di
nuove iniziative culturali e politiche, nei mesi prossimi.
Pino Testa
La lettura della Bibbia
« La lettura biblica esige un
lavorio di vigilanza, dì ricerca,
di scoperta continua, che non
permette mai di adagiarsi su
posizioni acquisite, sull’illusione
di disporre infallibilmente della
verità ». E’ un’affermazione, al
solito essenziale e precisa, di
Vittorio Subilia tratta dalle pagine di prefazione all’ultimo numero della rivista Protestantesimo (1), pressoché interamente
dedicato al problema della lettura della Bibbia. Sempre su
questo argomento sullo stesso
numero segnaliamo l’interessante relazione di Bruno Corsani su
« L’autorità della Bibbia e lo studio storico-critico » che, proprio
per il suo carattere di indagine
preliminare, meriterebbe di essere ripreso in molti ambienti,
cattolici o protestanti, interessati ad uno studio approfondito
della Scrittura.
Nello stesso numero s’incontra poi una succosa nota di
S. Rostagno sull’esistenzialismo
di Bultmann. E per concludere;
una fìtta serie di recensioni di
libri teologici o storici. Tra questi ultimi viene presentato di
Valdo Azzoni « L’incontro di Chivasso ; 19 dicembre 1943 », Aosta
1981, in cui si raccontano episodi della resistenza valdostana al
nazifascismo dai quali emerge,
con chiarezza, il contributo dato
dai valdesi (anche sulla base di
precise convinzioni teologiche).
G. P.
(1) Protestantesimo, trimestrale della Facoltà Valdese di Teologia, armo
37, n. 3/1982, Roma. Abb. 1983 annuo
ordinario L. 13.500 su c.c. postale n.
14013007 intestato a Libreria di Cultura Religiosa, Piazza Cavour. 32 00193 Roma.
NOVITÀ^
AUGUST BERNHARD HASLER
Come il papa
divenne infallibile
Retroscena del Vaticano I (1870)
Prefazione di Hans Kiing
pp. 344, 40 ill.ni, L. 15.000
Come e perché si è arrivati ad imporre ad una Chiesa
largamente contraria il dogma dell’infallibilità papale. Nuova
luce sulla sconcertante personalità e sulla salute mentale di
Pio IX. Quali conseguenze per la Chiesa cattolica e per l’ecumenismo?
La ricerca decennale di uno storico svizzero di cui nessuno ha potuto contestare la serietà e l’accuratezza. In un libro
definito « esplosivo », uno « spaccato » di vita cattolica nella
Roma del tramonto del potere temporale, avvincente come
un romanzo. Si arriverà un giorno alla revisione del dogma?
CLAUDIANA
Via Pr. Tommaso 1
ccp 20780102
10125 TORINO
4
4 vita delle chiese
3 dicembre 1982
ALLE VALLI VALDESI
Lo Studio ecumenico
PINEROLO — Una trentina di
persone, diverse per appartenenza ecclesiastica e sensibilità
religiosa si sono ritrovate la sera
del 26 novembre per iniziare lo
studio dei documenti per l’Assemblea del CEC a Vancouver. Il
primo tema: « la via della vita »
è stato preso in considerazione
con un approccio al testo che ha
utilizzato tecniche nuove. Si sono
infatti formati gruppi di discussione intorno a foto o disegni ed
è stato proiettato un audiovisivo;
il tutto con l’intento di comprendere il testo rapportandolo a
quanto ognuno pensa sul tema
della vita.
Sono venute fuori cose indubbiamente interessanti che, fra
l’altro, hanno stimolato il dibattito e la reciproca conoscenza, oltre che, evidentemente, evidenziato anche le diverse interpretazioni possibili.
Tuttavia, accanto a questi ed
altri aspetti positivi, ritengo utile rilevare due punti che, secondo me, andrebbero tenuti presenti per i futuri incontri: in primo luogo il tempo a disposizione, un po’ troppo limitato, ha
permesso un approccio solo superficiale alla tematica; in secondo luogo, anche se è utile ed interessante sapere ciò che ognuno pensa, mi pare sia mancata la
riflessione vera e propria sul testo, e quindi anche la possibilità
di ascoltarne il messaggio.
Sono aspetti negativi (che tuttavia non hanno sminuito la validità dell’incontro) ai quali si
potrà ovviare in futuro, dato
che è comunque convinzione e
desiderio di tutti di continuare
ad avere incontri simili, per esaminare i successivi temi proposti.
Il prossimo appuntamento è per
il 16 dicembre alle 20,45, sempre
nei locali della chiesa valdese in
via dei Mille.
L. D.
Collettivo biblico
interconfessionale
POMARETTO — Il Collettivo biblico interconfessionale ha
ripreso la sua attività. Il programma per il 1982-83 prevede
due periodi : il primo nel mese
di dicembre e il secondo in primavera.
Il primo ciclo, che si propone
di mettere a confronto diversi
metodi di lettura biblica, avrà il
seguente calendario;
Giovedì 9 dicembre : analisi
strutturale della Bibbia; giovedì
16 dicembre: lettura storico-critica della Bibbia ; giovedì 23 dicembre : lettura materialistica
della Bibbia e valutazioni conclusive.
Gli incontri avranno luogo al
Convitto di Pomaretto, con inizio alle ore 20,30.
Assemblea di chiesa
PRAROSTINO — L’Assemblea
di Chiesa è convocata per domenica 12 dicembre alle ore 10,30
per la elezione di un anziano per
il Roc, un anziano per Roccapiatta e un anziano per Pralarossa e la rielezione dei due anziani
Bruno Avondetto e Alma Gardiol
per il Roc e il Gay.
• I nostri fratelli Rivoiro Ale.s
sandro e Federica del Miloun,
hanno festeggiato le loro nozze
di diamante, sabato 20 novembre,
con un’agape fraterna che ha visto riunita la numerosa famiglia
di parenti da ambo i lati. Le nostre felicitazioni e i nostri auguri di ogni benedizione del Signore.
PRAMOLLO — Domenica 12
dicembre si terrà, nel corso del
culto, un’assemblea di chiesa per
nominare i nuovi anziani dei
quartieri Bocchiardi-Sapiatti e
Ruata. Seguirà un’agape comunitaria nella sala del teatro.
Nel pomeriggio, alle ore 15, a
Ruata, avrà luogo l’annuale assemblea generale dei soci della
Pro Pramollo. Fra i vari argomenti in discussione, di particolare importanza è il rinnovo delle cariche sociali, quindi è importante che tutti i soci intervengano.
Confermato il
pastore Platone
ANGROGNA — Con un risultato che ha sfiorato Funanimità,
la comunità di Angrogna riunita in assemblea il 21 novembre,
ha riconfermato Giuseppe Platone quale pastore titolare per i
prossimi sette anni.
E’ stata una bella testimonianza di amicizia e di fiducia, resa
più convincente dall’altissima
partecipazione al voto. Su 104
membri elettori, ne erano infatti
presenti 89 : questi, alla proclamazione dell’esito della votazione (86 sì, un no e due schede
bianche) fatta dal presidente
deH’assemtalea Aldo Lausarot,
hanno salutato la rielezione del
pastore Platone con un lungo
applauso.
Una riconferma, dunque, che
vuol essere per Zizzi e Daniela
un incoraggiamento a proseguire nel lavoro ben avviato in una
comunità piccola, per certi versi
emarginata, ma viva, nella comune ricerca di forme efficaci
di testimonianza.
Attività del
Museo Valdese
SAN GERMANO — Nel quadro delle attività promosse dal
Museo valdese, domenica 14 novembre il coro Eric Boucle di
Pinerolo ha tenuto una serata
nella nostra sala. Il pubblico accorso in buon numero ha mostrato di gradire i canti proposti
dal gruppo, che già nel pomeriggio aveva portato una nota di
buonumore agli ospiti della Casa
di riposo. Lo scopo della serata
era infatti aiutare concretamente
questa nostra opera e la colletta
ha avuto un esito lusinghiero.
Due audiovisivi di Sergio Comba, realizzati con la collaborazione di Enrico Lantelme, hanno
completato il programma destando nei presenti vivo apprezzamento. 11 prossimo appuntamento è per il 18 dicembre nel
tempio, allorché verrà proiettato
l’audiovisivo sulla storia di San
Germano e daranno anche il loro contributo due gruppi corali
della nostra comunità.
Inaugurazione della
nuova casa per anziani
VILLAR PELLICE — Domenica 5 dicembre, con un culto
nel Tempio verrà inaugurata ufficialmente la nuova Casa per
Anziani « Miramonti » (alle ore
10.30),
Nel pomeriggio la casa sarà
aperta a quanti vorranno accettare l’invito a visitarla per rendersi conto di quanto è stato
fatto ed avere un incontro con
i responsabili della nuova opera
e con i primi ospiti che fin dal
15 novembre sono arrivati dalle
due comunità dell’alta valle del
Penice.
Un fraterno invito a tutti.
Mini-bazar
LUSERNA SAN GIOVANNI
— Un mini-bazar, organizzato
dalla Società di Cucito « Le Printemps », avrà luogo giovedì 9 dicembre alle ore 14.30 nel locale
della ex Scuola Materna, annesso alla Sala Albarin.
Saranno esposti in vendita lavori femminili, maglieria e articoli per regali natalizi.
A tutti i partecipanti sarà offerta una tazza di tè.
Attività femminili
VILLAR PEROSA — Domenica
5 dicembre alle ore 14.30 alle
Chianaviere avrà luogo la riunione dell’Unione femminile dell’Inverso.
Per i lavori natalizi abbiamo
anticipato la riunione dell’Unione
femminile al Convitto a martedì
7 dicembre alle ore 14.30. Sono
benvenute tutte le sorelle interessate.
Giornata comunitaria
TORRE PELLICE — Una ven
tina di catecumeni del II anno
provenienti da Bobbio, Luserna
e Torre Pellice hanno trascorso
una bella giornata comunitaria
organizzata dal I Circuito alla
Casa Unionista domenica 28 u.s.
La riflessione che era stata loro
proposta era centrata sul culto:
dopo una analisi dei contenuti e
dell’ordine tradizionale dei nostri
culti i giovani si sono divisi in
gruppi per la preparazione di
Un breve cultò rispondente alle
loro esigenze e ai criteri da loro
scelti. Dopo un pomeriggio di
giochi, finalizzati alla presa di coscienza dei vari modi di comunicazione, i catecumeni si sono dati appuntamento per un altro
incontro, in vista del quale prepareranno, nei loro gruppi di catechismo, e con i molti compagni assenti in questa occasione,
le parti previste del culto.
• Ricordiamo il Bazar delle
Missioni, che si terrà alla Foresteria domenica 5 dicembre con
inizio alle ore 15.
• Si è svolto il funerale della
sorella Emma Cleonissa Rivoira,
deceduta a Roma. La comunità
esprime la sua simpatia fraterna
alla famiglia.
In un mare di verde, in un’oasi di pace
Hôtel du Parc
RESTAURANT
Casa tranquilla aperta tutto l’anno
Facilitazioni per lunghi periodi di permanenza
Saloni per banchetti nozze
Viale Dante, 58 - Tel. (0121) 91367
TORRE PELLICE
Tempo di bazar
PINEROLO — L’8 dicembre,
alle ore 14.30, nei locali di Via
dei Mille 1 avrà luogo l’annuale
Bazar.
Per questa scadenza importante l’Unione Femminile invita
la comunità e gli amici visitatori a riflettere sui due fondamentali obiettivi che si propone.
Il Bazar è un incontro comunitario che serve a fraternizzare
ad un livello semplice e buono
ed inoltre a vivere un momento
di generosità comune e di dono
per alcuni scopi interni ed esterni della comunità. L’Unione femminile insiste sul carattere spirituale di questa comune offerta
e sulla sua gioia ricordando il
versetto di Paolo (II Cor. 9:7):
« Iddio ama un donatore allegro
ed aspetta perciò fratelli ed amici generosi e sorridenti ».
Riunioni quartierali
FRALI — Nel mese di dicembre il nostro giro di riunioni
quartierali sarà dimezzato, per
la vicinanza degli impegni del
Natale. Le riunioni avranno il seguente ordine: Indiritti 6 die.,
Ghigo 9 die.. Villa 10 die.
• Domenica 28 novembre è
stato battezzato Loris Rostan,
di Silvana Richard e Corrado.
Nel rinnovare i nostri auguri al
bimbo, ci rivolgiamo al Signore
affinché dia ai genitori ed ai parenti la capacità e la volontà di
allevarlo nella conoscenza del
messaggio evangelico.
« La gioia della comunità si
unisce (anche se un po’ in ritardo) a quella di Carla e Livio Martinat di Orgere, per la nascita
della piccola Stefania.
Sabato 4 dicembre
□ TELEPINEROLO
CANALE 56
Alle ore 19 va In onda la trasmissione « Confrontiamoci con l’Evangelo »
(a cura di Marco Ayassot, Attilio fornerone e Paolo Ribet).
Domenica 5 dicembre
□ COLLABORATORI
ECO DELLE VALLI
PINEROLO — Con inizio alle ore 16
presso i locali dell’ex Convitto Valdese (Via dei Mille 1 - Il piano) si terrà
il convegno dei collaboratori del nostro
giornale. Il programma prevede l'illustrazione di programmi editoriali per
l'83, la suddivisione dei compiti redazionali, la cena in comune (offerta dall'AlP).
□ GIORNATA DEI
PREDICATORI LOCALI
PINEROLO — Dopo i culti presieduti dai predicatori locali nelle varie località del Circuito, i predicatori locali
si ritroveranno presso i locali della
Chiesa Valdese alle ore 12.30 per una
agape fraterna seguita da una discussione sul tema: « La predicazione attraverso i mass media Introduce il
dr. Renato Maiocchi del servizio stampa radio televisione della FCEI.
Martedì 7 dicembre ~
□ GLI EVANGELICI:
MINORANZA
0 COMPONENTE
DELLA SOCIETÀ’?
PINEROLO — Il Centro Sociale Protestante organizza una riunione nei
propri locali (via dei Mille 1) con inizio alle ore 20.45 sul tema: « Gli evangelici: componente o minoranza significativa della società italiana? ». Introduce Giorgio Gardiol.
La riunione è aperta a tutti.
AL SINODO DI VICHY
“ Solidarietà ”
Si è tenuto dall’ll al 14 novembre u. s. a Vichy il Sinodo
della regione Centre-Alpes-Rhòne
della Chiesa Riformata di Francia. Si è trattato di un incontro
molto denso e significativo, perché centrato sul tema, di grande attualità, della « Solidarietà »,
discusso nei suoi vari a.spetti teologico, sociale, pratico, sia in
lavori di gruppo che in assemblea plenaria. I 25 gruppi avevano ognuno il compito di giungere ad un progetto pratico di
solidarietà con il prossimo. Qualche esempio: un gruppo ha messo sulla carta una particolareggiata idea di solidarietà con i disoccupati, un altro con i drogati e gli alcolisti, un altro con gli
stranieri, lavoratori o profughi,
un altro ancora con le chiese della Nuova Caledonia. Questi progetti verranno inviati alle comunità che li accoglieranno come
suggerimento e stimolo per dar
vita ad una iniziativa concreta
e unificante sia come gruppi che
individualmente.
Da tutto il dibattito è anche
scaturito un messaggio alle chiese in cui si affeima: « ...La solidarietà è fare con e non per; solidarietà per il cristiano non è
solo un dovere, ma amore, gioia
di accogliere Cristo, qualunque
sia l’aspetto sotto il quale lo incontriamo oggi... ».
Al dibattito hanno portato un
contributo importante i mèmbri
dei Consiglio della CEvAA, presenti a Vichy per i loro lavori.
René Lacoumette, Jean Kotto e
Samuel Ada hanno reso vivo in
tutti quale è il vero significato
della espressione « partage ».
Un altro tema che ha destato
interesse in tutti è stato quello
del riconoscimento dei ministeri
nella chiesa. Sollevato nel corso
di una discussione su questioni
regolamentari, il dibattito verrà
ripreso e proseguito, in quanto
sarà al centro della riflessione
del Sinodo 1983.
Concludiamo questa incomple1a cronaca sottolineando come,
ancora una volta, i fratelli francesi, laici e pastori, abbiano dimostrato ai rappresentanti delle
chiese valdesi delle valli, il loro
affetto e il desiderio di proseguire o iniziare, dove possibile, i
contatti reciproci, sotto forma
di visite tra comunità, scambi di
gruppi, al Colle della Croce, negli incontri pastorali, (a giugno
’83 nelle valli).
Franco Taglierò
Prodotti naturali e dietetici
PUNTO VENDITA E CONSULENZA
«c'est la vie»
di ROMANO DANIELA
10066 Torre Pellice (To) - Via Roma, 8 - Tel. 0121/91337
5
3 dicembre 1982
vita delle chiese 5
COSTITUITA LA CHIESA METODISTA DI PONTICELLI (NAPOLI) DOMENICA DEL PREDICATORE LOCALE
Un frutto di «Casa mia»
Con un culto nel Centro sociale « Casa mia » e una conferenza sul tema « Gli evangelici
e rimpegno per la pace », tenuta
pochi minuti dopo nei locali della Casa del popolo dal presidente deirOPCEMI Sergio Aquilante è stata formalizzata la costituzione della Chiesa metodista
di Ponticelli. E’ accaduto domenica 21 novembre ma, per la verità, la storia di questa comunità è cominciata negli anni scorsi, nel lavoro quotidiano di « Casa mia », nell’impegno della EGEI
campana, nei campi di Ecumene.
E’ stato in questi tre ambiti —
soprattutto nel primo — che un
gruppetto di giovani ha sviluppato l’esigenza di portare avanti, accanto al lavoro sociale, una
riflessione biblica e teologica.
Tre di questi ragazzi hanno poi
finito per fàte la confermazione
domenica 21, entrando cosi, anche da un punto di vista giuridico, a far parte della chiesa metodista.
Si tratta di Salvatore Cortini,
di 27 anni; di Mena Gioia, di 25;
e di Bruno Toscano, che, essendo appena diciottenne, è il più
giovane del terzetto. Sono essi
stessi che raccontano la loro storia.
Ci sarebbe ancora tanto da
raccontare e Mena, Bruno e Salvatore potrebbero continuare a
parlare a lungo. Ma l’essenziale
sta scritto nella dichiarazione di
fede che hanno letto al momento della confermazione : « Facciamo nostra un’affermazione di
Karl Barth: ’Una fede che resta
un affare privato, che non si manifesta all’esterno, non è che incredulità, falsa fede, superstizio
ne’. E’ necessario che la fede in
Cristo Gesù come ci viene testimoniata nella Bibbia sia una
azione concreta in tutti gli avvenimenti della vita umana. Essa
non può rimanere sotto il moggio, ma liberata deve scatenare
nel nostro mondo e nel nostro
tempo l’azione misteriosa di Dio
che dona vita e giustizia ».
Paolo Fiorio
Non deleghe ma
responsabilità di tutti
ASSEMBLEA DEL XIII CIRCUITO - CAMPANIA
Programma di lavoro
Tre testimonianze
Mena — Sono arrivata a « Casa mia » nel ’69, quando avevo 12
anni e facevo la scuola media. Io
allora venivo per essere aiutata a fare i compiti; e sin dall’inizio mi colpi il fatto che ci
fossero delle persone — membri
delle varie comunità evangeliche
di Napoli — che venivano ogni
sera a lavorare gratis per noi.*
Questo in un primo momento
mi insospettiva, perché temevo
che fosse fatto col proposito di
« convertirci », per fare proselitismo, insomma. Una cosa che
mi aiutò a capire che era un lavoro disinteressato fu invece la
mancanza di gerarchie all’interno del Centro ; mi faceva molta
impressione la possibilità di parlare, per esempio, con un professore universitario senza che
lui mi facesse pesare la sua posizione...
Bruno — Per me « Casa mia »
ha rappresentato la possibilità
di un’alternativa rispetto a quella che è comunemente la vita
nel quartiere che è fatta di bar
e di circoli « culturali » dove si
gioca a flipper, e anche una cosa diversa da quello che può essere la militanza nel PCI, col
quale per altro siamo tutti in
ottimi rapporti. La differenza
c’è dal punto di vista religioso
non meno che da quello sociale,
visto che a Ponticelli la gente,
pur votando a sinistra, non può
certo essere definita « laica » ;
quasi tutti, infatti, sono molto
legati ad alcuni aspetti della cultura cattolica, come santini, madonne, matrimoni e battesimi in
chiesa. Ciò vale, per esempio,
anche per i miei genitori, che,
a differenza di quelli di Mena e
Salvatore, non sono cattolici
praticanti.
Salvatore — Per la nostra maturazione di fede è stato molto
importante essere venuti a contatto con una struttura come il
Centro sociale, dove la predicazione viene fatta attraverso il
servizio non meno che con gli
studi biblici. Questo ci ha aiutato a capire molte cose e ci ha
dato la capacità di tenere duro
quando, dopo la partenza di
Paolo Sbaffì nel ’75, ci siamo
trovati in difficoltà per la rnancanza di un pastore, situazione
che si risolse in seguito con la
venuta di Aurelio Sbaffi e, ultimamente, di Giovanni Anziani.
Chissà, se il nostro primo contatto fosse avvenuto con una comunità vera e propria, le cose
sarebbero andate in un moao
diverso.
In ritardo, purtroppo per motivi di salute di uno dei membri
del Consiglio di Circuito, e di
congiunti di altri due di noi, si
è riunita il 14 novembre l’Assemblea del 13" Circuito. All’ordine
del giorno il programma di lavoro per il nuovo ciclo di attività,
la distribuzione delle forze pastorali e laiche nelle varie chie-se, reiezione del sovrintendente
e del Consiglio di Circuito.
Per quanto riguarda il primo
tema si è presa in esame la possibilità di una nuova strutturazione del Collettivo Teologico, e dei
possibili argomenti di studio (fra
le proposte: « Che cosa significa
essere, nel^nostro ' paese, eredi
della Rifornq(à? », pensando all’anno luterano, che com.unque ci
impegnerà, si è detto, in almeno
due occasioni per manifestazioni
pubbliche; e gli studi, biblici preparatori deH’Assemblea Ecumenica di Vancouver, verso i quali vi
è stato un orientamento prevalente da parte dei membri dell’Assemblea). Sarà un’assemblea
di responsabili, insieme al Consiglio, a dibattere e a prendere
decisioni operative sul Collettivo
e sulle iniziative da prendere
per quanto riguarda l’evangelizzazione.
Il tema dell’evangelizzazione ha
però comunque occupato parecchio del tempo a disposizione. Da
più parti si sono espressi dubbi
sull’utilità di programmare quest’anno una manifestazione evangelistica, lasciando alle chiese la
più completa autonomia in que-sto campo. Si è detto che la testimonianza personale, e soprattutto la coerenza della vita, possono fare di più di quello che si
può ottenere con una giornata
in piazza, se questa non è ben
preparata, tenendo conto di coloro cui è diretta. Le chiese quindi
saranno pronte a rispondere ad
appelli provenienti da una di
esse, o da coloro che sì occupano dei campi dei terremotati, e
si adegueranno alle forme e ai
contenuti proposti da essi, perché la manifestazione sia coordinata col lavoro di chi dà abitualmente la testimonianza evangelica sul posto. Si farà anche attenzione alle possibilità offerte dalle radio e dalle televisioni private. Dovremo soprattutto essere
presenti quando sono organizzate manifestazioni pubbliche da
forze politiche o comitati (pace,
camorra, droga ecc.), e in queste
occasioni portare un chiaro messaggio evangelico; abbiamo infatti la precisa sensazione che la nostra gente vuole vederci impegnati in qualcosa di specifico, che le
sta a cuore; in questo quadro è
possibile annunziare l’evangelo.
Infatti non intendiamo dare una
testimonianza implicita, ma parlare chiaro delle nostre motivazioni a partecipare.
Le chiese libere del Circuito avranno una struttura più organica, in vista di un potenziamento déll’opera: ognuna sarà affidata a un pastore, reperito fra
quelli all’opera nel Circuito, per
cui non si avrà più, come gli
scorsi anni, una rotazione di predicatori. Vi è disponibilità di aiuto da parte di uomini e di chiese,
per venire incontro alle necessità di tutti. Al corpo pastorale
del Circuito si aggiunge quest’anno il pastore Davide Cielo, che
ritorna fra noi come emerito, e
darà la sua opera nel quadro circuitale. A lui l’Assemblea di Circuito ha dato un caldo benvenuto.
Si è parlato poi della stampa
(La Luce, Per l’ora che passa), e
dei Predicatori Locali.
È stato infine eletto il nuovo
Consiglio, rinnovato nel sovraintendente (che ha chiesto di essere sostituito per ragioni di lavoro, e per la necessità di un impegno più diretto nella sua chiesa),
e in uno dei membri (per motivi
di salute). È stato eletto sovraintendente a grande maggioranza,
il pastore Giovanni Anziani.
Marco Tullio Fiorio
Le domeniche « speciali », si
sa, suscitano quasi più perplessità che entusiasmi. La domenica
è speciale perché è' il giorno della risurrezione del Signore, punto
e basta. Tuttavia dal Signore risorto è nata la chiesa e non è
forse del tutto illegittimo tornare periodicamente a riflettere su
taluni aspetti particolarmente
importanti della sua vita. Forse
proprio perché sono importanti
nasce, allora, una perplessità di
tipo opposto: non bisogna forse
riflettere e pregare tutto l’anno
per questi aspetti? Per esempio
la CEvAA, è giusto che entri in
modo specifico nella nostra vita
ecclesiastica solo nella dornenica ad essa riservata? L’azione
apostolica e la missione non sono forse vocazione costante della
chiesa? Una domenica particolare può forse aiutarci a non dimenticare questo aspetto della
nostra vocazione.
Lo stesso discorso vale anche
per la predicazione « laica ». Essa
è un aspetto essenziale della nostra vita ecclesiastica per vari
motivi:
1) perché con questa noi ricordiamo che la predicazione è
compito di tutti i credenti e non
solo di alcuni a questo specificatamente consacrati;
2) perché affidando la predicazione a tutti i credenti noi riconosciamo che essi sono portatori del fatto più caratteristico
della chiesa: o la chiesa predica,
o non c’è; quando predica in modo coerente, c’è; non potremmo
mai dire, come un cartello esposto da un fratello cattolico alcuni anni fa alla porta della Casa
valdese in occasione del Sinodo:
dove c’è Pietro c’è la chiesa. Noi
diciamo che c’è la chiesa là dove
ci sono dei credenti che testimoniano di Gesù Cristo.
La domenica del predicatore locale c’è, quindi, tutte le domeniche e tutti i giorni quando avviene che un credente rende una
testimonianza efficace all’Evangelo di Gesù Cristo.
Il 5 dicembre, quindi, oltre alla
solidarietà coi fratelli che si dedicano o intendono dedicarsi con
un impegno particolare alla predicazione, noi esprimiamo la convinzione che in questo compito
non esistono deleghe ma responsabilità di tutti i credenti:
Claudio Tron
12 DICEMBRE
Giornata dei
diritti
dell’uomo
ROMA — La Federazione delle chiese evangeliche in Italia —
riferisce l’agenzia di stampa nev
— ha dato la sua adesione ad
una manifestazione indetta da
Amnesty International per l’il
dicembre a Roma per ricordare
l’anniversario della proclamazione dei diritti dell’uomo (Nazioni
Unite, 10 dicembre 1948). In una
lettera al presidente della FCEI
la sezione italiana di Amnesty
International suggerisce che la
ricorrenza venga possibilmente
ricordata in occasione dei culti
del 12 dicembre.
CORRISPONDENZE
Torino: un invito a teatro
L’attività giovanile a Torino
presenta quest’anno alcune novità: un’assemblea, che si è tenuta
il 9 ottobre scorso, dei giovani
valdesi e battisti di Torino e
Provincia ha dato inizio ad una
attività « integrata » sul tema generale della musica che vede attualmente coinvolti una quarantina di giovani fra i 14 e i 20 anni. Si tratta di una riflessione
sulla musica e sul canto nella
tradizione evangelica e di un laboratorio di musica popolare corale e di quei canti che vengono
normalmente raccolti nei « canzonieri ». Accanto a questa iniziativa, si è costituita una piccola
redazione incaricata di stampare
una « Circolare Giovani » per cercare di tenere in collegamento
ed informare i circa 400 giovani
battisti e valdesi che vivono fra
Torino e la Val di Susa e i 4
gruppi costituiti (2 battisti e 2
valdesi) di questa zona. È solo
una parte di ciò che sarebbe necessario fare per « animare » questo vasto settore delle chiese che
raramente si riesce a coinvolgere
e interessare.
Accanto a queste novità, proseguono il loro lavoro il gruppo
FGEI, quest’anno in parte rinnovato, e il gruppo teatro.
Il gruppo FGEI conclude in
questa settimana una riflessione
su « Contraccezione e aborto »
che si è articolata in quattro serate, più affollate del solito, a
cui hanno dato un notevole contributo di informazioni e riflessioni un’ostetrica, un medico, u
na psicoioga e la responsabile dei
consultori familiari di Torino. Le
conclusioni, provvisorie e parziali, dal punto di vista teologico e
pastorale sono introdotte da una
studentessa in teologia.
Il gruppo teatro sta continuando il suo lavoro di preparazione
di uno spettacolo sull’Apocalisse
e sta anche migliorando la conoscenza del «mezzo» teatro partecipando ad un corso con due
animatrici teatrali specializzate.
Il gruppo sta anche organizzando una rassegna di spettacoli teatrali; i gruppi di base che sono
interessati a inserirsi in questa
rassegna scrivano a: Gruppo
Teatro - via Pio V,15 - 10125 Torino. Il primo spettacolo di questa rassegna sarà quello realizzato dal « Gruppo Autogestito » di
Milano: l’appuntamento è per il
18 dicembre prossimo alle ore
20.30 presso la sala del teatro di
Corso Vittorio.
Cambio del pastore
FORANO — La comunità di
Forano ha salutato il past. Cappella e la sua famiglia che si sono trasferiti a Campobasso. Alla
famiglia e alla comunità auguri
dì prospero lavoro.
Il 31 ottobre il predicatore R.
Romussi è stato insediato per
un ministerio straordinario. Che
la sua promessa e la sua scelta
siano propizi per il suo futuro e
quello della comunità che lo ha
accolto insieme alla sua compa
gna, con molto entusiasmo.
Già si è detto sul giornale della visita della corale di Torre
Penice. Ringraziamo questi fratelli anche per averci fatto riscoprire quanto sia importante il
canto come momento anche di
aggregazione. Un gruppetto riunito da Aldo ha già avuto un incontro e speriamo che ne seguano risultati positivi.
La comunità ringrazia la Tavola valdese che ha provveduto
ai fondi per la ristrutturazione
del tempio che dal 1886 non riceveva cure. Restano ancora da
fare alcuni lavori ma la comunità cercherà di non gravare troppo sulla cassa centrale.
Francesca Grimani, battezzata
il 15 agosto, è stata accolta dalla
comunità di Forano con grande
gioia. Auguri alla famiglia che risiede nella diaspora ma che segue con attenzione ed interesse le
attività della Chiesa.
La sorella Mailer è stata accompagnata alla sua ultima dimora nel cimitero di Poggio Mirteto. Ai suoi familiari condoglianze vivissime da tutta la comunità.
Recapito provvisorio
RIUSI — Il Consiglio della
Chiesa valdese informa che fino
a quando Riesi non avrà un nuovo pastore titolare tutta la posta
dovrà essere inviata al suo presidente Francesco Gino L’Abate,
via Vittorio Veneto 214, 93016
Riesi (GL), tei. 0934/928515.
6
6 obiettivo aperto
3 dicembre ISMdicemb
SI STA PER CONCLUDERE L’ANNO DELL’ANZIANO ■ L’ANNO PASSA, MA RESTA IL PROBLEMA DELL’EMARGINAZIONEpiU’
LUCI ED OMBRE, GIOIE E AMAREZZEÑI
Abbiamo chiesto in
massima parte a loro, agli
anziani (o a chi, come
Anna Celli Di Gennaro
svolge un servizio sociale
per loro) di dirci come
vivono il loro invecchiare
in situazioni diverse.
Una di loro, Elda Balmas
Gay, ci ha lasciati non
molto tempo dopo aver
dato il suo ultimo
contributo all’Eco-Luce e
(e sue parole acquistano
così un rilievo ancor
maggiore.
Dalle loro voci, diverse e
particolari, giunge un
appello che va ascoltato
con attenzione da tutti
coloro che camminano
nella prima o nella
seconda età, spesso troppo poco consapevoli
della terza.
INVECCHIARE IN MONTAGNA
Spazio per il volontariato
Spesso in città l’anziano percepisce, in maniera più o meno drammatica, a seconda del carattere e
dell’ambiente in cui vive, il momento della fine delle attività lavorative come emarginazione, crollo, fine.
Quindi è logico e necessario proporre inserimenti, volontariato, iniziative culturali G altro per dargli un
nuovo ruolo, per dare un senso alla
sua giornata.
Al contrario in montagna si può
constatare che il pensionamento è
vissuto come liberazione, come il
momento in cui si ha più tempo per
svolgere quelle attività che prima
costituivano un secondo lavoro.
Oggi il pensionamento avviene in
un’età relativamente giovane tale
da non impedire, in normali condizioni di salute, un’attività di cam
pagna o di piccolo artigianato. Si è
detto e ripetuto, (ed è vero) che
gli operai delle zone di montagna
SI dedicano ad un doppio lavoro
perché, dopo le ore passate in fabbrica, coltivano le piccole aziende
agricole nominalmente affidate alle
mogli. E’ quindi chiaro che una volta arrivati alla pensione non sono
né emarginati né frustrati. Ognuno
ha almeno un appezzamento di terreno, un orto di cui occuparsi o
animali da accudire, tutti lavori
che possono dare un senso di utilità alla sua giornata.
Anche per le donne che hanno
avuto un’attività lavorativa fuori
casa si può fare un discorso analogo. Possono occuparsi con calma
dei lavori di casa e di tante attività, anche nell’ambito della chiesa.
Taccuino
pastorale
« Credevo che si fosse dimenticato di me... >'.
Fatti i tre piani di una vecchia casa senza ascensore, sono accollo con familiarità dall’anziana signora che a stento si muove pei
casa con la sofferenza e la rigidezza che le impone il busto che ancora la tiene insieme. Da anni vive sola con i .suoi mali. Le sue uscite, salvo le puntate nella cerchia ristretta di alcuni negozi sotto
casa, sono i soggiorni ora in questo ora in queU’ospedale nel continuot tamponamento di una salute in cui c'è sempre una nuova
falla che si apre.
Mi aggiorna su quanto le è successo dall’ultima volta che ci
siamo visti, non senza parentesi che risalgono indietro fino a malattie ormai remote o si allargano ai casi di familiari anch’essi malati. E’ un fiume ininterrotto di episodi clinici, di stati d'animo, di
dettagli tecnici che scorre tumultuoso e insieme lento con il passar
del tempo.
C'è poco da dire, c’è molto da ascoltare. Anche quando dopo la
lettura di un salmo accenno a qualche parola di commento, il fiume
riprende a scorrere con un’altraserie di ricordi, per arrestarsi solo in
un momento di raccoglimento e preghiera.
La visita volge al termine e provo un certo disagio per il ruolo
così passivo che ho svolto. Ma ecco, sulla porta, mi sento dire: « Ho
apprezzato moltissimo la sua visita! ». Ora sorride tranquilla e i
suoi occhi brillano quasi ad esprimere la gioia riconoscente per
l’ascolto anziché, come deve succederle nei suoi radi contatti, lo
scantonare frettoloso.
Riattraversata la città, guardo l'ora rientrando a casa: sono
passate quasi tre ore dacché sono uscito. Vorrei poter moltiplicare
queste ore. Vorrei che le moltiplicassero altri membri della comunità. Non è ditficile: spesso non ci vuole molto di più del saper
ascoltare.
Pubblichiamo in questa rubrica, in forma anonima, brevi
esperienze e riflessioni del ministero pastorale evangelico.
che prima dovevano relegare nei
ritagli di tempo.
Penso che in ambienti più o meno agricoli sia una forzatura proporre inserimenti in attività socialmente utili, di volontariato, o tutti
i programmi che vengono proposti a livello di regione o di comune. Questa è gente che è occupata,
che è socialmente utile, che non è
emarginata.
Non voglio con questo dire che
questa « terza età montanara » non
abbia bisogno di qualcosa. Di solito desidera fare cose che raramente erano alla sua portata. Tutti i
programmi di viaggi, di vacanze
marine, di attività culturali che
vengono oramai attuati in quasi
tutte le zone incontrano il favore
e la partecipazione di molti. A tutte queste iniziative bisogna solo fare un appunto di fondo: gli anziani
si trovano solo fra anziani. E questo pesa a loro stessi che dicono
spesso « siamo tutti vecchi ! ». Ma
le difficoltà di mescolare le età sono tante e di solito gli enti si accontentano di fare qualcosa anche
se non è tutto e se non è il meglio.
E’ comunque chiaro che il « problema » degli anziani in montagna
non incomincia con la terza età,
cioè con l’epoca del pensionamento, ma con quella che possiamo
chiamare quarta età per distinguerla, perché vanno tenute distinte.
Non c’è un’età anagrafica in cui
i problemi abbiano inizio. Ci sono
magnifici ottantenni pieni di interessi giovanili, di vitalità che sono
di stimolo agli altri, ma questi non
creano problema, anzi sono un aiuto e una « carica » per gli operatori sociali nel loro lavoro. Purtroppo però sono una minoranza
che non elimina il problema degli
altri.
La quarta età è l’epoca della vera vecchiaia, della decadenza fisica
e a volte psichica, l’epoca in cui gli
impegni dell’orto e della casa diventano un peso sempre più insostenibile, l’epoca in cui anche il viaggio
0 la vacanza sono uno sforzo troppo grande, sono cose che non attirano più. In questa fase gli operatori sociali hanno la netta percezione di quanto gli anziani si sentano inutili ed emarginati, di quanto sentano la mancanza del nucleo
familiare che li circondi. Ed è pure
la fase in cui è più difficile intervenire, inventare occupazioni, proporre iniziative, perché spesso alla
mancanza di forze fisiche si aggiunge la mancanza di volontà e
la stanchezza di tutto.
Molti finiscono in quelle « riser
ve » di pura sopravvivenza che sono le case di riposo e continuano
una vita priva di interessi. Bisogna
avere il coraggio di rifiutare le case di riposo così, come sono ora e
di impegnarsi per dare altre soluzioni al problema. Perfino la Legge
di riforma dei servizi della Regione
Piemonte respinge la segregazione
nelle case di riposo e vede queste
solo come momenti di passaggio '
per una riabilitazione che preluda
al rientro a casa o in comunità alloggio. Solo in presenza di gravi
forme di handicap o nel caso di
grandi senili, si prevede un ricovero praticamente definitivo nelle case protette. Nessuno degli istituti
che conosco è attrezzato convenientemente per l’assistenza ai non
autosufficienti, questi sono « parcheggiati » in maniera più o meno
decorosa in attesa della morte. Ma
perché stupirci e gridare allo scandalo se l’assistenza non sa fare di
meglio? Perché rovesciare ogni colpa sullo Stato che non provvede
quando le famiglie stesse in presenza di un anziano cronicamente
ammalato non sanno fare altro che
scaricarlo qua o là? Se si può cercare di capire queste situazioni
che a volte hanno risvolti realmente drammatici per ambo le parti,
bisogna nello stesso,tempo renderci conto come Chiesa valdese che
proprio per la testimonianza che
vogliamo dare non si può continuare a fornire un semplice parcheggio, ma bisogna (se vogliamo continuare ad intervenire in questo
campo), ristrutturare le nostre case di riposo perché siano specializzate per i non autosufficienti, e
nello stesso tempo aiutare gli anziani ancora autonomi a restare
nella loro casa.
E’ qui che si inserisce il servizio
domiciliare, sia strutturato dall’ente locale, -sia svolto da giovani volontari. Chi vive la sua vita ormai
chiuso in casa non ha bisogno solo di pulizie o di cure infermieristiche, ma anche di contatto umano, di un rapporto che tenga conto
della sua personalità e dei suoi problemi. In ogni paese esistono anziani soli di cui ogni tanto ci si ricorda per le necessità più essenziali, ma che invece ogni giorno
hanno bisogno di parlare, di sentirsi partecipi della vita intorno a
loro, di uscire qualche volta accojÉuartieri
pagnati per una breve passeggiationoscer
Vi sono poi quelli che sono rimasfcon cui s
nelle borgate ormai disabitate, ¿he chia
loro bisogna offrire la possibiliéo la ui:
di essere accolti in comunità alloJnanità.
gio per passare almeno rinvernj
'jaiia site
in ambiente confortevole. Non ji
detto che si debba aspettare chi?
ìnanica.
l’ente pubblico, con i suoi tempf. -ipo-i
lunghi, prenda queste iniziativer"^'^
XllXZiXcluXVt ' l
Ogni chiesa valdese qui alle ,
ha dei locali che possono essen®®™„|
utilizzati a questo scopo. E qui pò '
irebbe intervenire il volontariati
che non solo fornisca il lavoro do®^ '
ve fosse necessario, ma che anini
sorelle
infine ci
la vita di questi anziani e ridesti“' .. ,
gli interessi.
Ho molto apprezzato l’appeì*“ .
pubblicato sul n. 36 di questo gioì®®®'®
naie dai giovani del Campo Stai
volezza
di Ecumene, e lo ribalto ai giovai
(e meno giovSni) dei nostri paci
di montagna perché con ogni sfoi®"°
zo e con l’entusiasmo che sana ’
dimostrare quando vogliono, reali! E alli
zino queste isole di vita comuniti con ricx
ria per dar modo agli anziani soS troppo ;
di restare nel loro ambiente epeifoità».
ché non siano costretti a ritirars
nelle case di riposo. Senza grandispese e pretese si possono atte
zare dei locali per ospitare gli iso
lati, qualche volontario controlla
vita, gl
II
che sia fatta la pulizia e il cibo sia
preparato intervenendo quandj
qualcosa non va. Il medico e l’iii
fermiere possono controllare e cjj
rare queste persone molto mei"
cercando di attuare qualche forma'
di prevenzione che migliori anchi|
la qualità della vita del paziente, i Ho di
E qui le attività proposte dai giOìaspetti
vani di Ecumene possono avere uuma dif
senso, qui si potrà attingere direlfcolar rr
tamente alla cultura e alla saggeifo o il
za dell’anziano e rendergli quellfver las
identità che la scomparsa della & ¿veni
miglia patriarcale gli ha tolto. I ®'famiglii
delli dei centri sociali delle citftimQ
piccole o grandi che siano, non s»w gg
no validi in montagna e cercare ® mulars:
riprodurli qui alle Valli non avre)p¡(j
be senso ; ma in queste piccole is» ijj gjjjg,
le di vita comunitaria il contattì'jjjipggj]
con i giovani, le visite del pastoK'i^^^lg
e degli amici possono ricreare l’a®|intralc'i
biente di una grande famiglia ii(¡he se
cui i vecchi hanno un loro precisóme phe
posto. |Con pr
Anna Celli Di GennarOitjggj, ^
porta Í
^manda
/che la
INVECCHIARE SOLI IN CITTAWemc
AncI
Il magnifico dono
della comunità
'ni è fo
mane
.contini
noi; n
ladini
stii a
casa e
no a V
\ succed
,Sati. 1
« Fin dal mattino semina la tua
semenza e la sera non dare posa alle
tue mani, perché non sai quale dei
due lavori riuscirà meglio, se questo
o quello o se ambedue riusciranno
egualmente» (Ecclesiaste 11: 6).
Mi piace questo testo, ricco della
saggezza dell’Ecclesiaste, perché mi
pare che possa dare anche ad un
anziano, uno stimolo, un incoraggiamento a non afflosciarsi e non dimissionare nella sua vita e nelle sue
attività.
Parlare dell’invecchiamento di
chi vive solo in città, significa sapere che il punto nero della situazione
è proprio la solitudine; essa è l’ostacolo più grave — insieme al cedere della salute — e il più comune da
affrontare. Ed è particolarmente
sentito in una grande città, dove
ciascuno si fa i fatti suoi, tutti lavorano, tutti hanno fretta e un minimo di vita comunitaria non si
può concepire.
Ho conosciuto delle colleghe che,
lasciata la scuola e le sue attività
talora frenetiche, si sono trovate
improvvisamente immerse in una
desolata ed inaspettata solitudine;
allentati del tutto o quasi i legami
professionali, senza parenti e con
. stata
poche amicizie, come vivere la P''®'ibeni d
pria giornata diventata vuota ed ia*i ^
tile? Allora subentra la noia ®"J'povolp
sbriciola e corrode. Ne ho fatto *'avevar
meno parzialmente l’esperienza con ar
quest’ultimo periodo. Ma come ®*'patne
questo mi succede — mi sono
sta — io che non mi sono mai ^'éstate
noiata in vita mia, che ho seropf|in me
avuto una vita piena, interessanti'avevo
per il mestiere che facevo? j risultE
Mah, credo proprio che sia perco' msi (
non ho più davanti a me nessii
progetto avvincente che umanarne® ^pp
piUgCLtU CXV VXiXL/CiXLC V./X1C: LUXXa.XlOi*** j j. ^
te mi faccia sentire utile a quale®, ad
no o a qualcosa. E così c’è il riscbjj
di diventare pian piano un po’
egoisti, con sempre meno interesS “ù
con sempre maggiori preoccupazij
ni ed ansietà per la nostra salu"i
presente e futura. j n
Ma vediamo ora anche il rovesce fiàesti
positivo della medaglia. Per chi s'* ^®da
bene e può agevolmente muoversi ®tse
il che purtroppo non è di tutti!
ci sono in città buone occasioni
incontro sul piano generale: concef latte
ti, mostre, conferenze varie e
le della Università della terza
molto apprezzate. t/e
A me personalmente piace moltj
far la spesa o passeggiare per
ra
I
7
ibre 198iii dicembre 1982
ZIONE
obiettivo aperto 7
PIU’ 0 MENO ISTITUZIONALIZZATA E CONSAPEVOLE DI CHI NON FA PIU’ PARTE DELLA ’’POPOLAZIONE ATTIVA
ZB4ELLA SOLITUDINE DEGLI ANZIANI
diparte di una comunità di fratelli do' latami dal Signore, di sentirmela a
a acconLuartiere; sovente incontro qualche
'SGggiat^noscente (ci abito da sempre)
) rimaslon cui scambiare un sorriso o qual)itate. ke chiacchiera e questo lo consideDssibilitio la mia razione giornaliera di uità allortnanità.
rmvernl più ^ di meglio; nella
Via situazione io ho un asso nella
‘^’’Wnica, una fortuna, un magnifico
31 J®">Pinviiegio. Eccolo; è quello di far
mziative®
ille Vai
0 esseiC^“^ con le sue occasioni di incon
'' le sue proposte di attività, i suoi
Dntariatf ’ riflessione e i fratelli e
jVoro ®tpj,gflg a,... portata di telefono. Ma
Siine credo che la cosa di gran lune ndesr importante sia l’aver ricevuJto l’annuncio dell’Evangelo che per
1 appena g significa fiducia in Dio, consapenn S volezza della sua presenza nella mia
1 p-invJvita. giorno per giorno, significa
tri Speranza nelle sue promesse e nel
Igni sfrf““ progetto di risurrezione e di
l'e sannf'*'^’ ,
lO, reali» E allora? posso solo concludere
lomuniwon riconoscenza: « Signore, io sono
nani solifieppo piccola per tutte le tue beni
,te epeipità». Evelina Pons
ritirarsi
a grandi'
o attre»!
e gli isj
controlli
Il ministero deii’accoglienza
i'
re e
i megli,
e formi!
'i ancliij
ziente, | Ho dovuto anch’io affrontare due
dai g%spetti della vecchiaia, iiievitabili
ivere u%a diffìcili da accettare, in partire direttolar modo il primo; il decadimensaggeito 0 il crollo delle capacità, e il doi quelliver lasciare il posto agli altri,
della fi Avendo la fortuna di rimanere in
;o. I ®'tajniglia, ho proprio per questo senio cittiififQ pjfl acuto il dispiacere di aiunon sjijgjg sempre meno, di veder accurcare ® mularsi le cose da fare senza aver
n avrei^pi^ jg forza di farle né il coraggio
cole ist ijj chiederle a chi ha già tanti altri
contawiujpggjjj^ di sentirmi sempre più
pastoG inutile, o addirittura un peso, un
ire 13®iintralcio nella vita dei miei cari, anliglia se loro non ci badano e non
precisile l’hanno mai fatto pesare. Penso
jcon profonda simpatia ai miei coeG«ennari(tjnei che invece la famiglia sopporta soltanto perché non sa dove
' "^Wandarli, rinfacciando tutto quel
,'che fa per loro; dev’essere un vero
ilTTA'®ferno.
_______Anche il lasciar il posto ai giova
'ni è forse meno facile quando si ri'®ane lì a guardare come gli altri
.Wntinuano il lavoro cominciato da
loi; non per caso suocere e conI ladini sono quasi sempre i più re|Stii a cedere la responsabilità della
casa e della cascina dove continuaJao a vivere, a differenza di quel che
! succede a commesse, operai, impie,§ati. Non mi pare di essere mai
lo eccessivamente attaccata ai
o questo mondo, eppure non
^ semplice accettare che i figli ca
»]. Povolgano gran parte di quel che
latro avevamo organizzato con fatica e
jj COn amore, o buttino via come ciar. jj|Pame inutile oggetti che per me so° cari ricordi. Ancora più difficile
ji *''*4 ciiiiuic, U LIUttlllU Vio --
j|Pame inutile oggetti che per me solito cari ricordi. Ancora più difficile
rtirar su i loro figlioli
modo così diverso da come io
?ssa Iavevo cercato di educare loro, con
ji| Esultati che non mi sembrano poi
perfVosì cattivi.
nessi!» . . c
naffl®'’' Eppure è inevitabile e giusto ; fiqualc!^, ° ad un certo momento è toccato
riscM? decidere; adesso tocca ai
po’ pi, e spero proprio di averli lateressi sciati liberi, reprimendo il più postentazione dei consigli non
«chiesti.
1 Un terzo inconveniente, tipico
pvesci* Questo della vita in famiglia, deriva
chi stf Calla convivenza di età molto dimrsi '^®'se ; i familiari (i bambini, i gioatti! '!sni, ma anche gli adulti) si muo,ioni li^'^Cho, sono rumorosi, spalancano e
concai! ^battono porte e finestre, vivono,
e quel c mi fanno vivere, in quello che a
za sembra un perpetuo caos. Nori
I Pesco ad impedire che questi banali
moW® .stupidi inconvenienti quotidiani
per rattristino, ma ogni volta che tro)
I
vo la forza di accettare questa realtà senza piagnucolare, o brontolare,
o ricorrere ai ricatti affettivi, mi
metto una coperta in più sulle ginocchia e cerco di ricordarmi che i giovani non immaginano nemmeno
lontanamente quanto la loro vitalità possa essere faticosa per un vecchio, o come una parola dura, un
gesto di noia, l’indifferenza stessa,
feriscano una persona che ha lunghe ore di solitudine per ripensarci, quando gli altri, a scuola o al
lavoro, li hanno immediatamente
dimenticati.
E, d’altra parte, quanta gioia mi
dà il vivere con loro!
Allevano i miei nipotini a modo
loro, e mi pare che sbaglino tutto,
ma in fondo anch’io li ho allevati
a modo mio, non sempre con l’approvazione dei miei genitori. Non
posso più fare certe cose per gli altri, ma il mio amore troverà nuovi
modi per manifestarsi, ad esempio
cercando quei lavoretti meno pesanti e in cambio tanto più noiosi, am
che per me certo, ma specialmente
per i giovani che hanno sempre fretta. E adesso che l’età e gli
acciacchi mi precludono qualunque
attività, posso sernpre ascoltarli
quando hanno voglia di sfogarsi,
parlare con loro quando sono disposti ad ascoltarmi (qualche volta
succede), pensare a loro e pregare
per loro quando sono lontani, accoglierli con gioia al ritorno. è triste rientrare in una casa in cui nessuno ci aspetti.
Il tentativo costante di accettarli
come sono e non esattamente com.e
li vorrei è mille volte ricompensato
dalla giòia di vederli vivere e crescere di partecipare ancora, attraverso le loro attività, a quella vita che
mi sta abbandonando.
E forse l’ultima testimonianza e
l’ultimo aiuto che potrò dare ai miei
cari sarà proprio questo familiarizzarli, attraverso la mia esperienza con la realtà della morte, m un
mòdo diverso da quel miscuglio di
violenza gratuita, di attrazione morbosa o di terrorizzata ripugnanza
con cui troppo spesso il mondo intorno a noi la ricerca o si sforza
di dimenticarla. Un credente, a qualunque età la incontri, la può semnre salutare con le parole del vecchio Samuele ; « O Signore, Tu lasci andare in pace il Tuo servo perché gli occhi miei hanno veduto la
Tua salvezza! ». Così vivo il rnio
invecchiare in famiglia come un dono di cui sono profondamente riconoscente.
Penso però che il trovarsi soli, in
famiglia o in un istituto abbia, nonostante tutto, un’importanza relativa. Pur in situazioni personali e
ambientali molto diverse, la vecchiaia è un periodo della vita tanto
più triste e squallido quanto più ci
chiudiamo in noi stessi, ricco invece di benedizioni se riusciamo a viverlo con gli altri e per gli altri.
E’ forse difficile trovare persone
che ci vogliano bene, è sempre possibile trovare qualcuno a cui voler
bene.
Elda Balmas Gay
L’automne de la vie
Auprès de la croisée qui donne sur la plaine
le vieillard suit les feuilles dispersées au vent,
sous l’air froid de l’automne et du soleil mourant
que la triste saison sans répit nous amène.
Il contemple les bois dépouillés par la bise
que la neige et les glaces apportent du nord,
il songe, il réfléchit sur l’immuable sort
que chaque hiver réserve à la fragile tige.
Pensif il sent l’approche du soir de sa vie,
chaque feuille arrachée lui rappelle une fin
car toute créature subit son déclin
même avant que sa tâche puisse être accomplie.
Et comme le frimas assoupit toute chose,
son être ressent d’une morne torpeur,
c’est le poids des années qui a affaibli son coeur
et l’ombre du départ sur son âme se pose.
Angoissé le vieillard interroge soi-même
et un désir immense l’entraine au passé,
il sent en lui renaître le poignant regret
qui trouble son esprit dans les heures extrêmes.
Et il revoit les temps de la magique enfance,
les vastes prés en fleur d’un merveilleux printemps,
de sa mère il rappelle le regard touchant
si cher aux jours heureux de la douce innocence.
Il lui paraît encore d’éprouver l’ivresse
l’entrain des folles courses sur le vert gazon,
sans but, léger et libre comme un papillon
qui effleuré par la brise voltige sans cesse.
Remous de souvenirs cachés dans sa mémoire
que l’inquiète pensée concrétise à l’instant,
les joies et les souffrances d’un passé fuyant,
les fautes, les défauts, ainsi que les victoires.
Mais le présent hélas sur le vieillard s’impose
et la morne journée de nouveau le saisit,
malgré tout il doit suivre le temps qui s’enfuit
jusqu’à ce que son être à jamais se repose.
Emu il pense aussi à ceux qui sont en solitude,
à ceux à qui la vieillesse apporte un triste sort,
pour qui la délivrance est la furtive mort
soufferte imploration, unique certitude.
Il implore au Seigneur sa pitié pour leur vie,
pour ceux sans espérance, et pour tous les souffrants,
il prie Dieu de répandre le souffle vivant
du baume de sa paix, de sa Grâce infinie.
Mais les ombres du soir ont envahi la plaine
et le vieillard navré cherche en Dieu son repos,
il comprend que la foi peut soulager ses maux
pourvu qu’elle devienne foi vivante et pleine.
B. Grill
INVECCHIARE IN UN ISTITUTO
La famiglia grande assente
Quasi ’70 anni. In mezzo alla parete foderata di libri c’è un pianoforte. E sopra numerosi spartiti. Di
fianco al letto le foto dei figli e del
nipotino. La luce della finestra cade
proprio sull’unica poltrona della
stanza. « Prego, s’accomodi ». Con
me, per alcuni istanti, c’è anche il
direttore dell’Istituto che mi accompagna e mi presenta. Giuseppe Beiforte, professore di musica, richiude il piano. Aveva appena finito di
eseguire un suo ’’pezzo”.
Come si trova in questo istituto?
« Il personale — confessa l’anziano
compositore — è validissimo. Son
tutti molto attivi. L’organizzazione
funziona in modo efficiente, ma non
può sostituire il vuoto affettivo costituito dalla famiglia. Io credo che
il 90% delle persone che vive qui
dentro, proprio a causa dell’assenza
della famiglia, finisce per inaridirsi,
profondamente ». Cosa dice al proposito il direttore della casa? « È
vero — ammette — non possiamo sostituire la famiglia. Possiamo trasmettere umanità, affetto, simpatia.
Dobbiamo essere professionalmente aggiornati. Ci sforziamo di coniugare ogni giorno la tecnica con la
vocazione al servizio però, diciamolo francamente, la famiglia è un’altra cosa». Dunque l’istituto funziona ma il personale non può dare
quello che non ha. Allora è tutto negativo? « Se uno non s’illude di trovare l’affetto familiare — confessa
Beiforte — non è tutto negativo. Poi
molte cose dipendono dal tipo di
persone. C’è chi è estroverso e lega
facilmente con gli altri e chi è introverso ed è ripiegato su se stesso.
Vede solo i suoi malanni, i suoi problemi. Gli altri esistono solo nella
misura in cui gli servono... ». E lei
professore, come si considera? « Mi
sento aperto e disposto al dialogo.
La porta della mia stanza è sempre aperta ma non ci entra mai nessuno... Inoltre, visto l’argomento che
trattiamo, voglio dirle che pur essendo questo un istituto evangelico
per anziani la cura pastorale verso
gli ospiti è zero. I pastori oggi si
occupano di molte cose salvo delle
visite, non solo, ma non hanno più
il tempo di curare il dialogo con la
gente in cui potrebbero dare moltissimo ».
Dunque non c’è nulla di evangelico qui dentro? L’aggettivo valdese
messo fuori dell’istituto è solo una
etichetta? « Tutt’altro. Io sono qui
da tre anni e mi creda che se mi
sono abituato a vivere tra queste
mura è soltanto per il fatto che, pur
con tutti i limiti del caso, qui si respira un’atmosfera protestante. E
non solo perché c’è il culto al giovedì ma per tanti altri fattori che
non saprei spiegare. Insomma non è
la famiglia ma è comunque casa
mia. Qui posso discutere, suonare
e comporre in un ambiente favorevole, posso prendermela con i pastori o la direzione o il personale
sapendo che c’è un dialogo costruttivo. Non dimentichiamo che in Cristo siamo fratelli». Già, ma lei è pro
fessore. Ha studiato. La sua stanza
trabocca di libri. Suona. Compone.
Mentre la maggioranza che vive qui
denteo è composta da operai o contadini. « Per fortuna! Io mi trovo
benissimo con la gente che ha sofferto e che ha lavorato una vita. Mi
trovo meglio con loro che con la
borghesia valdese che ritengo molto
preparata ma di una freddezza agghiacciante. E il discorso vale anche per i pastori ».
Beiforte è laziala. Ha un temperamento impulsivo, creativo. Prima di
entrare nella sua stanza siamo stati raggiunti dalle note del pianoforte. « La musica — dice l’anziano professore illuminandosi come un ragazzino — è la mia vita. Senza musica
non vivrei. Suono sempre e se non
suono non mi sembra neanche bello vivere ». Professore: ci si può sentire soli era gii ottanta ospiti dì
questa casa? « Molto. Io soffro di
solitudine ».
Come vede il suo futuro? « Devo
comporre ancora molta musica. Adesso sto scrivendo un pezzo facile
per il mio nipotino. Insomma lavoro e ogni nota che scrivo la regalo
all’umanità ». Qual è il trucco per
invecchiare bene? « Avere una passione, un interesse dominante. Forse
una fede ». E mentre mi dice questo,
noto tra gli spartiti una Bibbia.
Uscendo dalla stanza le note di un
« andante-sereno » (« l’ho composto
a 22 anni ») attraversano il cortile.
Il maestro continua a lavorare;
a cura di G. Platone
8
8 ecumenismo
3 dicembre 1982
FRANCIA - FEDERAZIONE PROTESTANTE DELLE OPERE
Accogliere è un po’ morire
I PROTESTANTI NELLA STAMPA ITALIANA
L’anno di Lutero
Un proficuo scambio d
del nuovo organismo
A Nîmes (Francia meridionale)
si è riunita il 6 e il 7 novembre
la Federazione ch,e riunisce le
Opere delle Chiese protestanti
francesi. Circa 200 persone hanno dato vita ad un incontro animato di cui il punto più saliente è stato probabilmente la revisione dello statuto ed il cambiamento del nome dell’organizzazione che non si chiama più Federazione delle Istituzioni Cristiane, ma Federazione Protestante delle Opere (FPO). Questo cambiamento non è una questione formale, ma il segno di
un maggior impegno delle Chiese protestanti francesi nei confronti delle loro Opere e della volontà di assumere responsabilità
più dirette nei loro confronti.
Chiesa e Stato
in Francia
Con le leggi del 1901 sulle opere ecclesiastiche e del 1905 sulla
separazione fra lo Stato e le
Chiese non esistono più Opere
ecclesiastiche di carattere sociale od altro. Esse sono state organizzate come Associazioni private cioè sulla base di soci che
pagano una quota e che compongono l’assemblea che decide
della vita dell’Opera e ne nomina
il comitato di amministrazione
ecc. In questo modo le assemblee ecclesiastiche (sinodi regionali o nazionali, assemblee di
chiesa ecc.) non hanno alcuna autorità né alcun modo di dirigere
la vita e la linea programmatica
delle varie Opere.
Per questo motivo, mentre alcune Opere sono in Qualche modo collegate con la Chiesa in cui
sono sorte e con la fede evangelica, altre sono ormai compietamente distaccate da essa, anche
se ne portano ancora il nome e
se chi le dirige è rimasto l’unico
protestante al lavoro in esse.
In questa situazione le Chiese
protestanti francesi si stanno
preoccupando di ristabilire un
rapporto più stretto fra Chiese
ed Opere in modo che ritorni ad
essere significativo non solo il
noiTie, ma l'azione svolta nella
società. Non si tratterà naturalmente di modificare la legislazione francese, ma di vedere come,
aH’intemo di essa, questi legami
possono essere ristabiliti.
La presenza di due valdesi a
questo incontro ha così assunto
un significato preciso; qpello di
un confronto fra la situazione
francese e la nostra in cui le Opere della Chiesa sono direttamente sotto la responsabilità delle
assemblee costituite (sinodo, conferenze distrettuali, assemblee di
chiesa) che non solo danno le
indicazioni di fondo sull’azione
da svolgere, ne nominano i comitati responsabili, ma nc esaminano anche l’operato sulla base
di una relazione dell’Opera c della valutazione della Commissione d’Esame. Un pomeriggio intero è stato dedicato alla esposizione dei due invitati della Chiesa
valdese ed alla discussione animata ed interessante con l’intervento di alcuni operatori sociali
francesi che hanno visitato lo
nostre opere in Italia.
Alcune opere
protestanti francesi
Le relazioni avevano avuto inizio nella giornata di sabato con
la presentazione di alcune Opere
fra le più significative e meno
conosciute; spesso azioni recenti intraprese da gruppi di varie
comunità.
La Maison du Pain (La casa del
pane, con riferimento al significato di Betlemme) si trova a Cholle
li esperienze tra i delegati valdesi e membri
che raggruppa le Opere protestanti francesi
ad una quindicina di Km da Parigi. Qui una comunità di 7 persone, più 4 dipendenti ed rm
gruppo di volontari si occupa da
sei anni di donne abbandonate
con figli. Recentemente è stato
aperto un centro per i bambini
delle donne che sono state ospitate nella casa che ha una capacità di 11 persone. L’azione sociale è accompagnata da una testimonianza evangelistica presentata in forme non troppo tradizionali.
Il « Relais » di Strasburgo si
occupa da 5 anni soprattutto di
tossicodipendenti. E’ un’opera
nata dalla iniziativa di alcuni credenti che si sono trovati di fronte a drogati in cerca di solidarietà e si è sviluppata anno dopo
anno fino ad occuparsi di una
trentinà di persone negli ultimi
12 mesi. In questa opera la testimonianza cristiana è svolta in
modo ancora più diretto che nella precedente e con forme più
« evangeliche ».
A La Rochelle sull’Atlantico il
« Regain » è invece una cooperativa di produzione e di vendita
avente lo scopo di offrire posti
di lavoro a persone in difficoltà
nel mondo industriale e di offrire
al consumatore prodotti agricoli
coltivati con criteri « biologici »
strappandoli alla speculazione
cui sono generalmente soggetti.
In questo lavoro sono stati inseriti con molto successo alcuni
handicappati.
Jean Hoibian che dirige l’Arapej a Parigi e si occupa di ex
carcerati ha presentato il lavoro
di un pastore che lavora come
cappellano delle carceri, settore
in cui la Francia — secondo
il suo giudizio — è all’ultimo posto in Europa. Dopo aver sottolineato la responsabilità di tutta
la società nel fabbricare la delinquenza e parlato della situazione
umana dei carcerati, ha presentatq il lavoro del gruppo ecumenico che egli dirige e che ha
organizzato 5 case in Parigi per
ospitare 8 persone in ciascuna
aiutandole a cercare lavoro. Il
gruppo è formato da 2 pastori,
2 preti e volontari in prevalenza
protestanti.
Da Montpellier è giunta l’eco
di un lavoro (fatto anche in altre
città di Francia) per ospitare le
persone che devono seguire negli
ospedali i loro parenti malati
provenienti dalla provincia. A Parigi Ovest un gruppo di membri
di chiesa si occupa dell’animazione di ciechi ospitati in una
casa non gestita dalla Chiesa.
Se paragoniamo queste Opere
così varie a quelle classiche degli ospedali, delle grandi case per
anziani come « La force » e tante altre attività operanti da decenni, possiamo avere un’idea del
quadro vivo e variato dell’impegno dei protestanti francesi nei
vari settori in cui gli uomini soffrono e disperano.
L’incontro era iniziato con uno
studio biblico diretto dal pastore
Violaine Monsarrat, direttrice
dei gruppi di ricerca biblica a Parigi, sul passo dello zoppo guarito in Atti 3. Studio biblico a cui
tutti hanno preso parte in piccoli gruppi e con la tecnica del mettersi al posto dei vari personaggi.
La domenica mattina culto al
Grand Tempie di Nîmes con la
comunità ed il sabato sera una
conferenza di Michel Wagner ha
spiegato che « accogliere è morire un poco », non è cioè possibile accogliere qualcuno senza
darsi a lui, senza accettare di lasciarsi trasformare da questo incontro, senza essere disposti a
rinunziare un poco a se stessi per
amor del fratello.
I delegati valdesi:
Anita Tron, Franco Davite
L’ormai prossimo quinto centenario della nascita di Lutero
ha risollevato l’interesse di molta stampa per l’uomo e per la
sua Riforma. Nel concreto l’interesse sembra più centrato sulla influenza di Lutero nella cultura del suo tempo, con principi ancora validi, e. sulla presa di
coscienza della unità germanica.
Gli viene accreditata, per questo
aspetto, la traduzione della Bibbia in una lingua tedesca, che
fu, da allora, quella di tutta la
Germania. E per l’altro aspetto
la determinante influenza della
sua Riforma per cancellare l’influenza del potere temporale del
papa e favorire così raffermarsi
dello stato laico moderno. Significativo, a questo riguardo, un
suggerimento di Giulio Andreotti, sull’Europeo, che propone di
celebrare l’anno prossimo il centenario di Lutero con un Convegno in cui la sua opera sia studiata assieme a quella dei quasi
contemporanei Girolamo Savonarola e Nicolò Machiavelli, nonché un padre Egidio da Viterbo,
superiore dei frati agostiniani
quando Lutero entrò a far parte
di quella confraternita. Gli aspetti più propriamente « religiosi »
della Riforma sono certo trascurati, ma il riconoscimento
della forte influenza culturale
della Riforma e del suo più celebre esponente pare sia ormai
SAE Piemonte
Sul tema « La libertà di Cristo e la
libertà del cristiano oggi » si svolgerà
domenica 5 dicembre a Torino un incontro organizzato dal Segretariato Attività Ecumeniche piemontese (gruppo
giovani), ore 9 presso il Centro « Missioni della Consolata » C.so Ferrucci
14. Al centro dell’incontro una meditazione su libertà e martirio nel Vangelo
(P. C. Trabucchi) e una relazione sulle
persecuzioni religiose oggi (C. Fogliano, Amnesty International). Concluderà
una liturgia della parola presieduta dal
pastore Alberto Taccia.
un fatto acquisito.
Echi delle decisioni sinodali
appaiono ancora qua e là nella
stampa. Del documento sui « Diritti dei malati e dei morenti »
parla più d’uno; chi comprendendo appieno il senso della differenza tra « eutanasia attiva » e
«passiva» (l’articolo più comprensivo delle tesi sinodali si trova in Famiglia Cristiana); chi
comprendendolo meno e tornando a interpretazioni sul « dovere
di vivere », che sembrano ormai
superate dalla prevaricazione di
molte forme della medicina che
sembrano fine a se stesse. La
pronta approvazione delle Intese trova un inatteso avvocato in
Giulio Andreotti che, sull’Europeo, rifiuta la tentazione di collegarla, nel tempo, alla revisione
del Concordato. Il documento
sull’Ecumenismo viene riportato
per esteso dal Regno e commentato da Jesus. L’insegnamento
religioso nella scuola viene ripreso da più parti con sottolineature del punto di vista espresso al riguardo dal Sinodo; notevole un ampio articolo di S. Ricciardi su Tuttoscuola.
Anche l’ottavo centenario della nascita di Francesco d’Assisi
(il santo più amato dagli evangelici, secondo Città Nuova) ha
dato modo di illustrare l’ovvio
parallelo tra Francesco e Pietro
Valdo, A Padova è stato tenuto
sull’argomento un apposito Convegno ecumenico, con la partecipazione di mons. Sartori, di
Adriana Zarri e di Valdo Vinay.
Il Consiglio Ecumenico di Ginevra ha pubblicato un annuario che informa ampiamente sulle oltre 300 chiese ortodosse, protestanti e anglicane che ne fanno
parte.
Il Corriere ha ampiamente recensito il libro sul disarmo edito dalla Claudiana ; e il Ponte ha
fatto lo stesso per quello sul1’« Insegnamento della religione
nelle scuole » della stessa editrice. Niso De Michelis
I protestanti
in Portogallo
(BIP) — Il 12-13% della popolazione attiva del Portogallo è disoccupata, in una realtà basata
essenzialmente sull’agricoltura.
I militanti sindacali, politici e
culturali, pieni di speranza dopo
la rivoluzione dei garofani del
1974, sono ora pessimisti.
La Chiesa Cattolica ritorna ad
un integrismo pre-concilio Vaticano II. Anche i cattolici impegnati a sinistra si trovano sempre più emarginati, costretti a
ricercare nuovi luoghi dove vivere e ricevere l’evangelo, anche
quando vogliono rimanere fedeli
alla loro chiesa.
I protestanti (8.000 circa) sono
poco conosciuti nel paese e praticamente ignorati dalla Chiesa
Cattolica con la quale i rapporti
sono inesistenti, diffìcili o conflittuali: la visita del papa ne è stata un esempio. Poco conosciuti,
al punto che una chiesa presbiteriana degli Stati Uniti ha inviato
dei missionari per fondarvi una
chiesa presbiteriana, mentre ne
esiste già una, portoghese, con la
quale del resto ora rifiuta di collaborare! Per essere fedeli alla
loro missione, questi protestanti
— in maggioranza riformati —
devono fare fronte ai compiti
usuali delle chiese: scuola biblica, catechesi, culti, formazione
biblica, campi per la gioventù.
Ma devono fare fronte anche a
compiti più sociali: formazione
degli adulti, alfabetizzazione là
dove il governo è carente o dove
per es. le donne non frequenterebbero. In autunno inizia il suo
anno di prova in una comunità
nella regione di Alentejo la prima
donna pastore.
Echi dal mondo
cristiano
a cura di Renato Coïsson
EPER: servizio di
aiuto protestante
(SPP) — «Dire che siamo di sinistra è privo di ogni fondamento — ha dichiarato il past. Verrey presidente della commissione amministrativa dell’EPER —.
È vero che l’EPER non si accontenta di fare un servizio di
autoambulanza. Il suo ruolo è
anche quello di denunciare i poteri responsabili che creano e
perpetuano situazioni di ingiustizia ». Queste dichiarazioni sono
state fatte durante la lesta per
l’inaugurazione della nuova sede
del segretariato romando dell’EPER a Losanna.
i Jean Fisher, ex direttore del dipartimento di aiuto del CEC, è
il nuovo responsabile del centro,
mentre Jean Coulondre, ex responsabile delle borse della Cooperazione tecnica dell’ONU, si
occuperà del servizio borse.
L’EPER l’anno scorso ha impegnato 36 milioni di franchi svizzeri in numerose attività di soccorso e di cooperazione allo sviluppo, di aiuto e di servizio per
i rifugiati.
Nessuna preoccupazione confessionale o religiosa condiziona
i suoi interventi.
Attualmente i principali obiet
tivi dell’EPER sono rivolti all’America centrale, al Libano, ai rifugiati in Svizzera o altrove, alla
Polonia ed alle chiese dell’Ungheria.
Svolta storica in una
chiesa sudafricana
(SOEPI) — Alian Boesak, eletto ad Ottawa presidente dell’Alleanza Riformata Mondiale, per
sette voti non è stato eletto moderatore della sua propria Chiesa Missionaria Riformata Olandese(chiesa riservata alla gente
di colore, creata dalla Nederduitse Gereformeerde Kerk, una
delle chiese la cui comunione è
stata sospesa all’assemblea dell’ARM). Al suo posto è stato eletto un pastore bianco. Paradossalmente però, gli oppositori alla politica 'dell’apartheid hanno
conquistato il controllo della
propria chiesa dopo una settimana di sinodo che ha visto violente discussioni. Grazie ad Alian
Boesak non si è giunti alla rottura con la chiesa madre. Si è
comunque sancita la fine del dominio della broederbond, un’organizzazione segreta bianca che
da circa un secolo controllava di
fatto le chiese afrikaans e le loro
chiese separate, per gente di colore.
Tanzania: Chiesa
evangelica luterana
(BIP) — Se il primo missionario luterano che è arrivato nel
Tanganica (ora Tanzania) verso
la fine del secolo scorso ritornasse oggi sul posto, sarebbe contento di constatare che quelli che
aveva evangelizzato sono ora diventati non soltanto’ degli evangelizzatori sul proprio territorio,
ma anche dei missionari che attraversano le frontiere per andare ad evangelizzare i paesi vicini.
La Chiesa Evangelica Luterana
della Tanzania (ELCT) è^ infatti
una delle più attive di tutta l'Africa. Conta circa un milione di
membri ed è la seconda chiesa
della Tanzania dopo la chiesa cattolica romana.
La sua Opera missionaria si
svolge nello Zaire, nel Burundi,
nel Mozambico, e nel Kenia dove
esiste ora un « sinodo » di più di
50,000 fedeli.
I voli della morte
verso El Salvador
(SOEPI) — Dietro la pressione di alcuni membri di chiese
americani possessori di azioni e
di alcuni gruppi, la compagnia aerea Western Airlines, ha dichiarato che non avrebbe più trasportato i profughi salvadoregni
espulsi dal governo americano. I
voli in partenza da Los Angeles
verso il Salvador sono stati definiti « voli della morte » perché
diverse persone ritornando nel
Salvador potevano subire tragiche rappresaglie. Questi voli erano fatti secondo un accordo ufficioso con l’ufficio immigrazioni
del governo americano.
9
3 dicembre 1982
cronaca delle Valli 9
IL CONSIGLIO COMUNALE HA DECISO
à risanato il centro storico
Il vescovo
e
Francesco
Mons. Antonio Fustella, vescovo della diocesi di Saluzzo, confinante con le valli valdesi, nell’annunciare le celebrazioni predisposte per rVIII centenario della nascita di San Francesco, non
ha trovato di meglio che rispolverare, come unico esempio per
« ricordare anche il bene operato » nella diocesi dai figli di S.
Francesco, i contrasti ormai lontani nei secoli, fra cattolici e protestanti : come « dimenticare —
egli scrive — l’opera dei "frati
cappuccini” per contenere ed
estirpare dalle nostre vallate l’infiltrazione protestante nei secoli
XVI-XVII? Ed anche oagi i tre
conventi francescani della diocesi
continuano fra noi la presenza
di S. Francesco ». Mons. Fustella
conclude con l’invito a partecipare alle celebrazioni diocesane
di S. Francesco; « ne sentiremo
vantaggio spirituale per noi, per
le nostre famiglie e parrocchie,
per la Chiesa: ne avrà utilità anche la nostra Italia, perché il Santo dall’eternità proteggerà la cara nostra patria che tanto amava ».
Fin qui la notizia tratta dalla
agenzia «Adista» del 20/11.
C’è dunque di nuovo qualcuno
— un vescovo — che rilancia
im’oñensiva antiprotestante (anttvdlaèse) nell’Italia del 1982, ed
approfitta delle celebrazioni francescane per farlo. Per fortuna
quasi dappertutto in Italia le celebrazioni sono state fatte centrandole sulla dialettica ValdoFrancesco e sulla attualità del
messaggio di questi due testimoni dell’Evangelo. Di tutte le celebrazioni del centenario francescano questa ci sembra certamente la più stonata e la più antistorica: non rievoca la vita e
l’opera di Francesco, ma quella
dell’ordine francescano all’epoca
delle guerre di religione. I tratti distintivi del movimento francescano (la predicazione, la missione al popolo) sono compietamente dimenticati per far posto
alla lotta antiprotestante del sec.
XVI e XVII, che sotto sotto,
mons. Fustella vorrebbe riproporre nell’Italia del XX secolo.
Nel numero scorso il nostro
giornale aveva ricordato l’opera
di Francesco e dei francescani riconoscendo nel movimento un
« segno di grazia ». Oggi un vescovo — che dovrebbe conoscerci
perché vive a qualche chilometro
da noi — ci dice che ci siamo
sbagliati, e che Francesco è importante solo perché alcuni Irati in un periodo, non certo tra i
migliori della storia del francescanesimo, hanno combaltulo e
massacrato i nostri padri.
Povero Francescol Lui che aveva rifiutato l’idea della crociata
del Concilio Laterano IV’ viene^
ricordato per la crociata dei
cappuccini contro gli ereticil
Per parte nostra la presa di posizione del vescovo di Saluzzo
non sposta il nostro impegno
ecumenico. Lo continueremo nella linea del documento approvato nel sinodo di quest’anno. E se
nel 1982 anche il vescovo e la diocesi di Saluzzo vorranno fare con
noi una ricerca per il ravvedimento e la testimonianza cristiana nel mondo (confrontando.^
anche con la testimonianza di
Francesco) ben vengano: le porte sono aperte. Se invece vorranno lanciare una nuova offensiva
antivaldese sidl’esempio di Valdo diremo: no, e resisterono.
Giorgio Gardiol
TORRE PELLICE — Dopo
una lunga parentesi di oltre
quattro mesi, è tornato a riunirsi il Consiglio Comunale con
un nutrito ordine del giorno zeppo di ratifiche di delibere della
Giunta.
Solo alcune le delibere nuove
di una certa importanza.
Anzitutto, l’autorizzazione al
Sindaco di provvedere alla stipula della convenzione per dare
inizio al piano di risanamento
dei caseggiati compresi fra via
Arnaud, Viale Rimembranza e
Viale XXV Aprile, di cui si parla da anni.
In secondo luogo l’Amministrazione ha dato il proprio consenso alla accensione di un mu
tuo presso la Cassa Depositi e
Prestiti (per la quota di sua
spettanza) per la realizzazione
comprensoriale dell’impianto di
smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Ha rilevato però, che l’accensione del mutuo non potrà
avvenire prima del 1984 perché
per l’anno prossimo è già stata
avanzata alla stessa Cassa una
richiesta di mutuo per un importo molto prossimo al tetto
massimo ammissibile per un comune delle dimensioni di quello
di Torre. L’Amministrazione si
è poi espressa affinché il Consorzio faccia pressione anche sugli altri comuni del Comprensorio affinché si affrettino ad aderire, ripartendo così in modo
PRECARI DELLA SCUOLA
Lo Stato non ci paga
Gli insegnanti supplenti elementari del Pinerolese denunciano la grave situazione che si è
determinata con la mancata corresponsione degli stipendi _ arretrati (settembre e ottobre; il mese di agosto è stato liquidato in
ottobre) e la assoluta non garanzia sulla retribuzione dei mesi
futuri.
Le azioni di lotta iniziate il 21
ottobre con uno sciopero di 4
ore e la manifestazione davanti
alla Prefettura ed al Provveditorato di Torino, proseguite venerdì 12 novembre con un’ora di
sciopero, non hanno ottenuto
finora alcuna risposta dallo Sta■ ter.'“ .
E’ gravissimo ed intollerabile
che un servizio regolarmente prestato non sia altrettanto regolarmente retribuito. Con questo
modo di fare lo Stato discrimina
pesantemente tra personale soj
cialmente garantito (insegnanti
di ruolo) e personale precario
(insegnanti supplenti), come se
quest’ultimo non avesse le stesse
esigenze del primo ma lavorasse
solo per hobby.
Una situazione simile si è già
verificata anche l’anno scorso.
Sulla base di tale precedente
l’Amministrazione avrebbe dovuto considerare con maggiore senso di responsabilità lo stanziamento per tale spesa per il corrente anno scolastico, invece,
nonostante il previsto aumento
di personale, la cifra è stata ridotta.
E’ inaccettabile che i tagli alla
voce Istruzione il cui bilancio è
già stato ridotto della metà circa dal 1971 ad oggi, e che poi vadano a toccare lavori necessari
ed effettivamente già svolti, proprio mentre in Parlamento, in
modo quasi clandestino, si approva un decreto che aumenta di
quasi il 50% il lauto stipendio
dei burocrati e dei dirigenti statali sfondando il tetto del 16%
(infiazione programmata) che invece altri debbono rispettare!
Coordinamento supplenti
elementari del Pinerolese
PINEROLO
Si farà
la piscina?
Discussione accesa in consiglio comunale venerdì scorso. Argomento del
contendere: la proposta di costruire
una nuova piscina coperta in zona San
Lazzaro. I comunisti con una interpellanza chiedevano perché il comune non
aveva partecipato ad una riunione per
verificare la possibilità del convenzlonamento colla piscina del Nuovo Veliero di Frossasco (distante solo 2 Km
dal luogo dove dovrebbe venire costruita la nuova). Risposta dell'assessore
socialista, Arbinolo: « Per ora non abbiamo partecipato, ma verificheremo
questa possibilità in futuro ».
Della piscina si ridiscuterà ancora in
futuro quando saranno resi pubblici i
risultati dell'appalto per la sua costru
più equo le notevoli spese di impianto del servizio.
Il Consiglio si è poi soffermato a discutere circa il rilascio di
autorizzazione per l’apertura di
un esercizio commerciale alimentare al dettaglio di 600 mq., richiesto dalla Società AL.PI. Da
una parte è stata sottolineata la
necessità di un’azione calmieratrice in Torre Pellice, sollecitata
dalle lamentele di numerosi cittadini, dall’altra il Consiglio si
è chiesto che effetto sortirà la
compresenza futura di un altro
ben più grosso esercizio commerciale progettato in Luserna.
Questi insediamenti favoriranno
la calmierazione o incentiveranno consumi non proporzionati
alla disponibilità della popolazione?
Il Consiglio ha comunque dato il suo parere favorevole basandosi sul fatto che anche la
commissione consultiva per il
Commercio a larga maggioranza si era espressa favorevolmente.
Una notizia infine che favorirà chi deve costruire: in base
all’art. 9 della Legge 94 del 25.3.
1982 (legge Nicolazzi) è stata
abbattuta del 50% l’aliquota che
verrà riscossa dal comune relativa al costo di costruzione. Un
po’ perplessi i consiglieri che si
trovano sempre coinvolti in un
diffìcile equilibrio fra le spese
crescenti ed i tagli alla spesa
pubblica.
A. L.
La lotta dei pensionati
Settimana di lotta per i pensionati del pinerolese. Martedì
scorso hanno simbolicamente occupato il consiglio comunale di
Pinerolo. I circa 250 pensionati
presenti hanno richiesto alla amministrazione comunale l’appoggio alle loro rivendicazioni sulla
riforma del sistema pensionistico
(eliminazione dei privilegi, separazione della assistenza dalla previdenza, unificazione dei criteri
per il pensionamento), l’abolizione graduale dei tickets sui medicinali e sulle analisi, no ai tagli
della spesa pubblica sul sistema
pensionistico.
Il consiglio comunale riunitosi
venerdì sera ha parzialmente accolto queste rivendicazioni con
un ordine del giorno di plidarietà con la lotta dei pensionati.
Anche in Val Pellice i pensionati hanno richiesto al comune
la solidarietà con la loro lotta,
chiedendo un incontro col sindaco di Torre Pellice per sottoporgli i loro problemi ed in
particolare quello del mancato
funzionamento delle commissioni consultive comunali.
• Hanno collaborato a questo
numero: Eugenio Bernardini, Clara Bounous, Claudia
Claudi, Ivana Costabel, Luciano Deodato, Dino Gardiol,
Adriano Bongo, Luigi Marchetti, Giorgio Mathieu, Italo Pons, Teofilo Pons, JeanLouis Sappé, Franco Taglierò, Nicola Tomassone, Cipriano Tourn, Dario Tron.
da VINCI
ti con,,.Vinci
Non è il prezzo che conta
sono la QUALITÀ’ e la GARANZIA
VINCI
PELLETTERIE
PELLICCERIA
ABBIGLIAMENTO
Le più belle marche
Corso Torino, 82
PINEROLO
spesa puDuucii ÌIVVC115C111W owxxc-v . ^ . ^pccttti'ittt ^orrcsi Produzione propria CO/nBfl m panettoni Sp^^^zione ovunque H TORRE PELLICE Arnaud, 4 * Tel. 91388 Profumeria - Bigiotteria - Monili in argento Articoli regalo Piazza Libertà, 7 - Tel. (0121) 91338 - TORRE PELLICE
GIANNI GAY Sconti pazzi... fino al 22% sull’acquisto di MACCHINE PER CUCIRE
• Vasto assortimento articoli per regalo e MAGLIERIA SINGER
• Casalinghi - Cristallerie - Porcellane AUTOMATICA TUTTOCUCITO (7108)
• Tutto per la casa • Forniture alberghiere e per comunità L. 449.000 anziché L. 580.000
• Liste sposi PALTRO ROMANO
Piazza Cavour, 22 - 10064 PINEROLO - Telefono 22.066 l\ Corso Torino, 72 - PINEROLO - Tel. 3038
10
10 cronaca delle Valli
3 dicembre 1982
L’IMPORTANZA DI UNO STRUMENTO CULTURALE
Il museo, ieri, oggi, domani
Del convegno internazionale su « Il museo ieri, oggi, domani :
dalla conservazione all’educazione permanente » di cui abbiamo riferito sul numero scorso pubblichiamo parte del documento finale.
Il XVIII Convegno di studi della Sezione italiana della Ligue
internationale de l’Enseignement,
de l’Education et de la Culture
populaire, (...)
sottolinea, alla luce dei dibattiti e dei documenti formulati a
livello nazionale e internazionale anche in sede di UNESCO e
di Istituzioni europee, l’estrema
urgenza di affrontare e risolvere
i problemi del museo in una prospettiva politica e culturale rispondente alle esigenze dell’attuale società in profonda trasformazione.
Rileva che — appunto in tale
società — la tradizionale funzione di conservazione attribuita al
museo va integrata ed effettivamente concretizzata nello stimolo alla ricerca e nella funzione educativa rivolta alla scuola
e alla società nel suo complesso,
consentendo alle istituzioni museali di qualunque tipo di essere
elemento importante di formazione della personalità individuale e dei valori culturali collettivi.
Afferma che la trasformazione
di fondo necessaria non è soltanto una questione interna o puramente tecnica, ma s’innesta nei
problemi generali di sviluppo
della vita culturale e, in particolare, delle istituzioni educative,
richiedendo altre.sì una chiarezza di impostazione che si ispiri
alle più recenti acquisizioni delle teorie del linguaggio, della comunicazione e delle scienze sociali.
Deplora l’inadeguatezza nel nostro Paese — malgrado l’avvenuto decentramento regionale e la
istituzione del Ministero per i
Beni Culturali e Ambientali —
della politica dei Beni culturali,
non soltanto nella sua impostazione e conduzione a livello centrale e periferico, ma rispetto alla stessa più recente accezione
di « bene culturale »; e di conseguenza le carenze dell’attuale
legislazione, che nemmeno definisce chiaramente la figura giuridica del museo.
Sostiene la necessità di avvia
re, al di là di ogni tradizionale e
discutibile contrapposizione tra
cultura arlistico-letteraria e cultura scientifica, un discorso globale che, pur tenendo nella dovuta considerazione i problemi
specifici di organizzazione e di
linguaggio, unifichi la funzione
educativa e sociale dei vari tipi
di museo — archeologico, d’arte,
storico-documentario, scientificonaturalistico, fino alle raccolte
di oggetti della cultura materiale
(contadina, artigianale e industriale) — nella prospettiva di
un Umane.simo comprensivo di
tutte le capacità e attività dell’uomo.
Riafferma la funzione pregnante del museo nel rapporto più
ampio e articolato con l’ambiente, sia per quanto riguarda le
attività di ricerca e la valorizzazione del territorio, sia nella risposta alle esigenze della formazione scolastica dei giovani e di
ogni forma permanente e ricorrente di educazione degli adulti.
Auspica in particolare che il
complesso rapporto museo-scuola e scuola-museo si potenzi e si
rinnovi in precise e adeguate
iniziative di reciproca relazione:
fra queste, da un lato una rete
coordinata di sezioni didattiche
operanti nel quadro delle stesse
istituzioni museali; dall’altro lo
avvio di una vera e propria « coscienza museologica » attraverso
rinserimentc — senza conflitti
cii competenza tra i Ministeri interessati e con l’apporto delle
Università — dei necessari elementi di museologia nella formazione e neH’aggiornamento degli
insegnanti programmato dagli
Istituti Regionali di Ricerca Sperimentazione e Aggiornamento
Educativo (IRRSAE), e la preparazione, realizzazione e verifica delle visite ai mu.sei nel quadro della programmazione e dell’attività scolastica. Iniziative
tutte volte ad immettere il museo nel complesso della vita culturale e sociale in una continua
interazione funzionale.
Evidenzia l’importanza consi
derevole ne! campo della cultura individuale e di gruppo delle
associazioni liberamente e disinteressatamente costituite, in
quanto elementi fondamentali di
mediazione e promozione nel
quadro istituzionale dello Sta
to e negli stessi rapporti internazionali.
Esprime la certezza che l’educazione costituisca di per sé il
mezzo migliore di tutela di ogni
valore e fa voti che il nostro
Paese si faccia promotore di una
politica, anche a livello europeo
e mondiale, di salvaguardia e
utilizzazione del patrimonio culturale e delle istituzioni museologiche, in quanto beni non solo
dei singoli stati, ma dell’intera
umanità.
Cineforum
Val Pellice
TORRE PELLICE — L'ARCI - Circolo
« Sergio Toja » organizza presso il salone comunale di Viale Rimembranza 9
un ciclo di film western. I prossimi
appuntamenti sono:
Un film per discutere:
Venerdì 3 dicembre: Mon onde d'Amérique.
2' ciclo: I grandi registi: John Ford
Venerdì 10 dicembre: Ombre rosse
Venerdì 17 dicembre: Un uomo tranquillo
Cara magna Linota,
che devo fare? Non ho più voglia di lottare, di impegnarmi, di
vivere insomma. Sono così solo,
triste e scoraggiato che vorrei
soltanto essere già morto. Dimmi qualcosa, qualsiasi cosa, per
carità.
M. R.
Caro Mario,
una volta, tanto tempo fa, stavo salendo per una mulattiera in
un pomeriggio di luglio; non
c’era un filo d’ombra e il caldo
era afoso, terribile; il sacco da,
montagna mi schiacciava la
schiena e mi segava le spalle, le
scarpe mi facevano male e avevo quasi la nausea. Sognavo soltanto di sedermi lì per terra e
non fare più nemmeno un passo,
e non m’importava più niente di
niente.
Proprio allora fui raggiunta
da un signore sconosciuto, che
mi chiese gentilmente se volevo
dargli il mio sacco, dato che andavamo nella medesima direzione, e lo caricò allegramente sopra il suo. Facemmo tutto il resto della strada in silenzio; la
salita era sempre ripida e l’aria
pesante, ma mi sentivo così leg
gera senza quel peso sulle spalle che non facevo più fatica a
camminare.
Scusami se per risponderti non
so trovare altro che questa storia da libro dell’Ottocento.
E’ una storia vera; non ho mai
più rivisto quel signore, ma ho
spesso pensato a quel giorno con
rimorso.
Ero stata aiutata da un uomo
che non conoscevo, e non avevo
neanche pensato di chiedere aiuto, nella stanchezza e nello scoraggiamento, a Dio che pure ci
ha detto; « Getta sull’Eterno il
tuo peso, confidati in Lui ed egli
opererà ». Nella mia poca fede,
pensavo di essere troppo poco
importante per andare a disturbare l’Eterno per una cosa così
stupida come un sacco troppo
pesante sulle spalle di una ragazzina.
Da allora mi è capitato tante
volte di rimanere senza forze lungo la mia strada; in un modo o
nell’altro ce l’ho fatta ad arrivare fino ad oggi, ma non certo da
sola. Qualcuno mi ha sempre dato la mano. Prego Dio che anche
tu trovi presto una mano che ti
guidi.
Magna Unota
« Per un regalo di classe »
da
Elia Bruno
Vasto assortimento di
CRISTALLERIA E PORCELLANE
TORRE PELLICE • Via Repubblica, 4 • Tel. 91.642
BOUTIQUE
hot - dog
Esclusivista
” Fiorucci ”
Via Arnaud, 4
TORRE PELLICE
Confort - Casa
TV color - Hl-Fl - Elettrodomestici qualità
Articoli da regalo - Liste sposi
Assistenza tecnica
Piazza L. Barbieri, 27 (portici) Telef. 22061
10064 PINEROLO
TESSUTI
CONFEZIONI
ARREDAMENTO
Via Duca degli Abruzzi, 2 - PINEROLO (To) - (Telef. 0121/22671)
Gentromobili Marisa
il tuo mobiliere
nel cuore di PINEROLO
P. Barbieri, ang. V. Oberdan - Tel. (0121) 72597
10064 PINEROLO
11
3 dicembre 1982
cronaca delle Valli 11
CONFERENZA ALL’UNIVERSITÀ’ DELLA TERZA ETÀ’
L’architettura in Val Pellice
TORRE PELLICE — Sono stati ripresi gli incontri d’Arte, Musica e Scienze naturali, organizzati dall’« Università della terza
età » di Pinerolo, per iniziativa
della Pro Loco, in collaborazione
con il Comune e la Comunità
Montana Val Pellice.
Venerdì .12 novembre, presso
l’Hôtel du Parc, l’Arch. F. Carminati, conoscitore della nostra
valle, ha illustrato agli intervenuti l'architettura civile e religiosa
in Val Pellice.
L’Architetto ha esordito dicendosi stupito che delle valli prendano il nome da un movimento
religioso. Fatto più unico che raro. Contrariamente a quello che
Si è verificato in Val di Susa, la
mancanza di vie di transito ha
pesato negativamente in Val Pelìice ove manca totalmente sia
l’architettura romanica che gotica.
Le poche risorse economiche
della valle non hanno permesso
di edificare costruzioni appariscenti. Però quel poco che si trova dovrebbe essere conservato
con maggiore cura.
Per TArch. Carminati, due monumenti affondano le radici nell’ambiente: il Tempio del Ciabas
e la Ghieisa d’ia Tana. Poco ricordati, male segnalati e insufficientemente curati. Ha rilevato,
ad esempio, che la cartografia
francese poneva Angrogna al centro della valle rispetto ad altre
località. Questo particolare, da
lui citato, assume un valore storico nell’anno celebrativo di
Chanforan.
Partendo dall’esame delle co
struzioni civili. Carminati ha precisato che l’agglomerato di Villanova, sopra Bobbio Pellice, non
si richiama ai « borghi romani »,
ma è un esempio di costruzione
montana, senza aie, di tipo gallico. Il borgo è ancora quasi intatto e si deve fare una battaglia
per conservarlo così com’è. È
da evitare l’introduzione di elementi di costruzione moderni come calcestruzzo, tegole, ringhiere
di ferro e lamiere.
Alcuni portali, come si trovano
a Luserna S. Giovanni, il portale
cimiteriale di Torre Pellice, che
doveva fare parte del Forte come porta d’accesso, i caratteristici balconi in ferro di intelligente
fattura artigianale, che si vedono
a Luserna, esprimono valori di
arte locale che non devono andare perduti.
Nell’architettura religiosa da
segnalare a Bobbio Pellice il campanile che si fa risalire al 1500,
ma si suppone sia di qualche anno più vecchio e meriterebbe uno
studio più approfondito per datare meglio l’epoca di costruzione.
A Villar Pellice l’altare della
Chiesa cattolica è barocco, mentre il campanile costruito successivamente è simile a quelli
che si trovano in una raccolta
dei Savoia.
Nella nostra valle si notano
meno che altrove interventi di
maestranze che andavano a Torino e portavano una linea diversa nelle costruzioni. Non ci sono
tracce di materiali importati.
La Chiesa di S. Giovanni di Bipiana ha una struttura anomala.
La parte superiore, aggiunta po
P
E
R
L
A
V
0
S
T
R
A
P
U
B
B
L
1
C
I
T
A’
Telefonare
in tipografia
ogni lunedì
ore 9 - 17..30
tei. 91.334
SCALE A CHIOCCIOLA - RETRATTILI - FINESTRE PER TETTI VELUX
ròRTE PIEGHEVOLI - BOX DOCCIA - CONTROFINESTRE
BASCULANTI IN LEGNO - PORTONCINI INGRESSO ESTERNI
controinfissi in alluminio
Risparmio del 30% sui riscaldamento
Elimina totalmente gli spifferi d’aria
Arresta l’infiltrazione della polvere
Aumenta l’Isolamento acustico
Protegge l serramenti esterni
Abbellisce l'estetica della casa
È pratica ed economica, nelle
giornate di vento le antlne
saliscendi non sbattono
SI può applicare alle
finestre che hanno gli
scuretti esterni
È brevettata ed ha la zanzariera
saliscendi incorporata di serie
Viene fornita ed installata già
con II vetro
RISPARMIARE
SUL RISCALDAMENTO SI PUÒ
steriormente, ricorda l’architettura veneta e l’influenza dell’immigrazione. Nell’originaria struttura della Chiesa di S. Giacomo
a Luserna si ritrovano invece elementi architettonici estranei alla
cultura locale, apportati dai francescani che vennero a combattere i valdesi. Non mancano affreschi del ’400 e ’500.
Soltanto dopo il 1700 cambiano le linee architettoniche che si
possono vedere in taluni palazzi
sorti nella bassa valle, che annoverava anche popolazione di
censo più elevato. Un capovolgimento nel tipo di costruzioni lo
si nota osservando il Tempio
valdese in località S. Giovanni,
più ricco nella sua struttura architettonica, e la Chiesa cattolica che riproduce lo stile più
modesto delle altre chiese.
L’Arch. Carminati ha concluso
la sua erudita esposizione, corredata da fotografie, sostenendo
che studiando l’ambiente si fa la
storia. Non bastano i documenti. Dipende dalla nostra gente se
vogliamo tramandare alle future generazioni le preziose testimonianze di un’epoca d’arte locale ormai lontana. Così agirono
' i senesi che vollero conservare
Siena com’è.
Una lezione accademica, come
quella dell’Arch. Carminati, ha
fatto risaltare le bellezze delle
fotografie, che erano state esposte alla recente mostra in
Val Pellice, sulle quali conversando egli ha intrattenuto il pubblico presente parlando dell’arte locale.
Antonio Kovacs
Teatro
— La “ Filodrammatica Nonese » mette in scena sabato 4 e sabato
11 dicembre (con inizio alie ore 21.15)
nel teatro dell'Aula Magna della Scuola
Media l'atto unico « Il dovere del medico » di Luigi Pirandello.
La regìa è di Elena Ravazzini Corsani: fra gli interpreti Luciana Caffaratti,
Giorgio Mathieu, Emilio de Cesare e
Pino Viroglio.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Nella
sala Albarin si terrà sabato 11 dicembre
alle ore 20.45 la rappresentazione della Filodrammatica Valdese: »Gli dei
della mente ».
Concerti
TORRE PELLICE — Nel tempio valdese si terrà sabato 4 dicembre alle ore
20.45 un concerto della Bottega musicale di San Raffaele Cimena. Organizzazione Pro Loco Torre.
Dibattiti
TORRE PELLICE — 11 Comitato per la
pace e il disarmo della Val Pellice organizza per giovedì 2 dicembre alle
ore 21 presso il salone comunale di
Viale Rimembranza una serata di solidarietà col Nicaragua. Interviene Carlo
Bianco di ritorno da quel paese dove
ha soggiornato per un mese.
COMUNITÀ’ MONTANA
VAL PELLICE
Bando di concorso
La Comunità Montana Val
Pellice bandisce un concorso
pubblico per titoli ed esami al
posto di Segretario della Comunità, con scadenza alle ore
18 del 20 dicembre 1982 per
la presentazione delle domande. Titolo di studio: diploma
di laurea in giurisprudenza od
equipollente oppure, in caso
di Segretario comunale in servizio, diploma di scuola media superiore ed abilitazione
alle funzioni di Segretario comunale.
Titolo di servizio: almeno 5
anni quale Segretario comunale e Segretario comunale
capo oppure alle dipendenze
di Enti Locali, in posti corrispondenti agli attuali 9° e 10°
livello, di cui almeno 3 anni
nel 10° livello.
Trattamento economico: L.
8.700.000 (11° livello) oltre 13»
mensilità ed indennità integrativa speciale.
Per informazioni rivolgersi
alla Segreteria della Comunità Montana Val Pellice. .
Il Presidente
(Coisson Prof.ssa Franca)
BORDUNALE
& ELLENA
impresa restauri
decorazioni
impermeabilizzazioni
terrazzi - tetti
•
Piazza Marconi, 7
Tel. 0121/3992
PINEROLO
« Insegna al fanciullo l(i condotta che deve tenere; anche
quando sarà vecchio non se ne
dipartirà »
(Prov. 22: 6)
H 23 novembre in Roma ha risposto alla chiamata del Signore
Emma Cleonissa Rivoira
Ne danno il triste annuncio la sorella,
i nipoti, i suoi cari Paolo ed Enrico con
la mamma Lidia Arbarella che Phanno assistita fino all’ultimo con amore
e dedizione.
La salma è stata tumulata nel cimitero di Torre Pellice il 25-11-82.
Un ringraziamento particolare alle
amiche Vittorina ed Irene ed a quanti prendono parte al dolore della famiglia.
« Nel giorno che ho gridato a
Te, Tu mi hai risposto, mi hai
riempito di coraggio, dando forza alVanima mia »
(Salmo 138: 3)
Il 23 novembre u.s. presso PAsilo
per anziani, di Luserna S. Giovanni, e
mancata all’affetto dei suoi cari, all’età di 89 anni
Emilia Long ved. Monti
Lo annunziano con dolore, ma fidando
nelle promesse del Signore, i figli Paolo e Giorgio. Essi ringraziano il personale delTAsilo, gli amici e conoscenti
che sono stati vicini alla loro mamma,
la Dott. Paola Peyrot e il Pastore Bruno Bellion per l’annuncio delTEvangelo fatto nella dolorosa circostanza.
RINGRAZIAMENTO
« Solo in Dio s’acquieta l’anima
mia, da Lui viene la mia liberazione. Egli solo e la mia rocca, la mia salvezza, il mio alto
ricetto ».
(Salmo 61: 2-3)
Le famiglie Sappé e Favaretto riconoscenti per le manifestazioni di simpatia e affetto tributate alla loro cara
Franca Favaretto in Sappé
nell’impossibilità di farlo personalmente, ringraziano tutti coloro che con la
loro presenza, con scritti, fiori e parole di conforto hanno partecipato al loro
dolore.
Un ringraziamento particolare al pastore Conte, al dottor Martini, ai ■vicini di casa di Perosa e S. Germano, alle
ex compagne di lavoro e alla Croce
Verde di Porte.
Un sentito grazie anche alla famiglia Jalla.
S. Germano Chisone, 24-11-1982
AVVISI ECONOMICI
COMPRASI casa con terreno 4 vani
e servizi, Val Pellice o San Secondo.
Tel. (011) 91885.
TRASLOCHI e trasporti per qualsiasi
destinazione, preventivi a richiesta:
Sala Giulio, via Belfiore 83 - Nichelino - tei. (OH) 6270463 - 6272322.
USL 42 - VALLI
CHISONE-CERM ANASCA
Guardia Medica:
Notturna, prefestiva, festiva; telefono 81000 (Croce Verde).
Guardia Farmaceutica:
DOMENICA 5 DICEMBRE 1982
Ferrerò; FARMACIA VALLETTI - Via
Monte Nero, 27 - Tel. 848827.
San Germano Chisone: FARMACIA
TRON - Telef. 58766.
Ambulanza:
Croce Verde Perosa: tei. 81.000
Croce Verde Porte: tei. 201454
USL 43 - VAL PELLIGE
Guardia Medica:
Notturna: tei. 932433 (Ospedale Valdese) .
Prefestiva-festiva; tei. 90884 (Ospedale Mauriziano].
Guardia Farmaceutica:
DOMENICA 5 DICEMBRE 1982
Torre Pellice: FARMACIA MUSTON,
(/¡a Repubblica, 22 - Tel. 91328.
Ambulanza:
Croce Rossa Torre Pellice: telefono 91.288.
USL 44 - PINEROLESE
(Distretto di Pinerolo)
Guardia Medica:
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 74464 (Ospedale Civile).
Ambulanza:
Croce Verde Pinerolo; 22664.
12
12 uomo e società
3 dicembre 1982
ROMA: TRECENTO INSEGNANTI DI RELIGIONE A CONVEGNO
Religione a scuola;
il futuro è già cominciato
Domina la scena il "doppio binario”di Pazzaglia con cui i cattolici si
preparano a trasformare l’ora di religione senza toccare il Concordato
La spada e la pace
Più di trecento insegnanti di
religione, sacerdoti e laici, riuniti in un’assemblea aggressiva, a
tratti intollerante, a volte inintelligente, hanno affermato per tre
giorni che l’insegnamento religioso è, già ora, non confessionale,
laico, rispettoso e scientifico.
La contraddizione insita in questa impressione che ho riportato
dal Convegno nazionale di studio
« Società civile, scuola laica e
insegnamento della religione »
(Roma, 17-19 nov.) mi pare debba essere ricondotta a due diverse spinte.
Da una parte c’era la spinta
di un cattolicesimo in rimonta e
pur tuttavia ancora frustrato. Lo
si percepiva nettamente dagli applausi scroscianti che accoglievano interventi che a fronte delle difficoltà di tempi non molto
remoti, vantavano 4 esoneri sui
500 studenti di una scuola; o
dalla rumorosa e infastidita reazione che accoglieva un accenno
dell’on. Giovanni Berlinguer a
proposito del carattere umiliante
dell’esonero: o dalle immediate
repliche piccate che seguivano a
qualsiasi menzione, riportata come critica altrui o accennata come autocritica, della non adeguata preparazione di alcuni settori
degli insegnanti di religione (che
come è noto sono incaricati dai
vescovi indipendentemente dai
titoli di studio statali); o ancora
dal ripetersi di richieste variamente formulate e sempre applaudite, di un riconoscimento
organico dei 18.000 insegnanti di
religione operanti nelle scuole
pubbliche italiane.
Dall’altra muoveva il Convegno
una serie di prospettive future,
di sviluppi e di trasformazioni
di un insegnamento religioso da
tutti considerato, nella sua configurazione attuale, insostenibile.
Questa seconda spinta era evidente soprattutto nella linea data al Convegno, con perfetta organizzazione, dalla rivista « Religione e scuola » edita dalla Queriniana che rappresenta in campo cattolico uno dei centri di
pensiero più avanzati in materia
di insegnamento religioso.
L’ingombro
del Concordato
Tra i piedi di tutti Tingombro
del Concordato. Se è stato rivendicato come limite invalicabile
da un intervento molto conservatore delTon. Luigi Gui (appassionatamente rimproverato per questo dal prof. L. Pazzaglia), esso
è stato da molti contestato, denunciato, rifiutato, ma sempre all’interno di una gabbia dorata
per aprire la quale non si fa nulla più che singole parole (la presidenza ha smorzato con mano
ferrea la richiesta di formulare
un documento finale che poteva
contenere richieste imbarazzanti). Meglio quindi, tutto sommato, cercare di ignorare o aggirare questo scoglio. Cosi Pazzaglia
che imposta il suo doppio binario prescindendo dal Concordato
(ma a questo lo richiama garbatamente il prof. F. Margiotta
Broglio). Così Ton. Buzzi (DO
che per l’insegnamento religioso
previsto nella riforma della secondaria superiore vanta una legittimazione che sarebbe secondo
lui connessa alle autonome finalità,della scuola, gli articoli 7 e
8 della Costituzione essendo richiamati solo in fase di attuazione. Ne risulta appunto Tillusio
ne che i desideri siano realtà e
che il futuro sia già presente:
confessionale è solo un insegnamento religioso che. sia imposto
a fini proselistici e quindi già ora
la religione insegnata nelle scuole
pubbliche, essendo semplicemente proposta nella stragrande
maggioranza dei casi, viene ad
essere qualificata come non confessionale. Il quadro concordatario che ne marca l’anima con il
controllo episcopale degli insegnanti e dei programmi, finisce
per sfumare. Se richiamato con
precise domande e obiezioni, è
ignorato.
La parte migliore
La parte migliore del Convegno mi sembra essersi concentrata nelle due relazioni introduttive
che l’hanno aperto. Nella prima
(« Società civile, società religiosa e Concordato nell’Italia contemporanea») il prof. P. Scoppola ha tracciato un quadro di continuità ed evoluzione della proposta di restaurazione cristiana
di Pio XI e Pio XII, attraverso
il modello di un nuovo cristianesimo che fu proprio di Maritain
e papa Montini, fino al Concilio
Vaticano II che si è posto in un
atteggiamento di apertura nei
confronti della società contemporanea. Badando a segnare la
concomitanza e non la dipendenza tra quadro politico del dopoguerra e progressiva secolarizzazione, Scoppola ha affermato la
necessità per la società religiosa
di essere pienamente inserita in
quella civile. Non ha senso separarsi in una camera di un edificio
che sta crollando. In questo contesto non ha prospettive la richiesta di uno spazio nella scuola
per un insegnamento religioso
confessionale che nel giro di pochi anni sarebbe vanificato da un
progressivo affermarsi della facoltatività. Meglio puntare sulla
presenza di un’ora di religione
come parte della formazione culturale fornita dalla scuola pagando il prezzo di questo inserimento: la rinuncia al controllo da
parte delle chiese ^ la piena statalizzazione dell’insegnamento religioso.
Si tratta del discorso più avanzato che il Convegno fosse in
grado di ricevere. Non così quello del prof. Sergio Lariccia
(«L’insegnamento della religione
tra Concordato e legislazione unilaterale dello Stato ») da cui la
presidenza del Convegno ha preso subito le distanze forse un po’
sorpresa da un discorso inatteso
nella sua radicalità.
Dopo aver affermato che Tart.
36 del Concordato non fonda l’obbligatorietà dell’insegnamento religioso, e consente pienamente
la sua facoltatività. Lariccia ha
criticato fortemente Tarretratezza della legislazione in materia
religiosa dall’epoca gentiliana fino al recente immobilismo. Riconosciuta la rilevanza culturale
della religione. Lariccia ha affermato che quanto più si afferma
la responsabilità della cultura nel
campo religioso tanto meno si
giustifica la separazione della religione come materia a sé ed ha
quindi auspicato una maggiore
apertura delle singole discipline
esistenti nei confronti del fatto
religioso, collocando tra le materie elettive, e quindi con piena
facoltatività e oneri a carico delle chiese un insegnamento religioso confessionale che risponda alle domande delle famiglie.
Il doppio binario
domina la scena
È invece la proposta Pazzaglia
quella che ha dominato la scena
del Convegno, sostenuta ovviamente dal suo proponente («Natura e obiettivi dell’educazione,
scolastica e scolarizzazione della
domanda religiosa») e dal prof.
G. Ferrari, (« I titoli di diritti educativi e la nuova legittimazione dell’insegnamento della religione ») che ne ha controllato
punto per punto la costituzionalità. Disco verde quindi per la
richiesta che, come è noto, unisce l’ora culturale obbligatoria
all’ora confessionale facoltativa?
Non certo per il presente (con
rammarico i partecipanti hanno
dovuto constatare che gli articoli
3 e 4 della legge di riforma della
secondaria superiore non possono essere piegati a formare la
massicciata del doppio binario):
ma per il futuro è chiaramente
in questa direzione che si punta.
Diverse altre relazioni e tavole
rotonde hanno completato il densissimo programma. Ricordiamo
per finire una tavola rotonda un
po’ casuale su diverse posizioni
in materia di insegnamento religioso a cui ha partecipato Franca Long Mazzarella presentando
la posizione valdese-metodista. E
una tavola rotonda con i rappresentanti dei partiti politici a commentare la legge di riforma della
secondaria superiore dando l’impressione di parlare ciascuno di
una legge diversa. Il papa, ha osservato Giovanni Berlinguer, dovrebbe tirar le conclusioni da due
situazioni che ormai ben conosce: l’Italia dove i giovani a scuola imparano il cattolicesimo fe
crescono atei, e la Polonia dove
i giovani imparano l’ateismo e
crescono cattolici.
Dovrebbe. Ma intanto le sue
truppe avanzate stanno preparando il «grande trasferimento» della religione da fondamento e coronamento a finalità, da presenza
consentita a materia ordinaria.
Con la sua piena deconfessionalizzazione, naturalmente. Ma questo non fa problema: non è forse già realizzata?
Franco Giampiccoli
(segue da pag. 1 )
cisivo per qualificarne la testimonianza, per coglierne la fedeltà all’evangelo dentro la vicenda
storica. Per questo se la pace è
il primo dono del Risorto ai discepoli e a tutti gli uomini essa
è anche giudizio sulla chiesa perché riveli la sua identità ultima
e più profonda nel porsi al servizio — sempre inadeguato, ma
non per questo meno obbediente — al definitivo mistero della
riconciliazione, che Gesù ha realizzato al prezzo alto della croce. Allora l’impegno per la pace
appare come una dimensione costitutiva e irrinunciabile dell’annuncio cristiano. Per questo U
tempo della pace è il tempo del
Messia che viene, non con potenza e onore, ma nella debolezza e
nella povertà, per liberare ogni
uomo dal potere e dalla violenza della menzogna, strumenti del
principe di questo mondo, che
secondo la lettera agli Ebrei, « ha
il potere della morte ». Se questo è vero, appare sorprendente
che i cristiani abbiano messo da
parte queste parole — quando
non le hanno pronunciate troppe
volte a vuoto, a basso prezzo —
al punto da svuotarle di significato e da banalizzarle.
In un mondo dominato dalla
violenza, minacciato dall’autodistruzione nucleare, si fa sempre
più pressante l’impegno del cristiano alla pace. Un impegno che
non può essere diviso dal comportamento nella società senza
cadere in gravi contraddizioni.
La fede non astrae gli uomini
dalla storia, ma li fa vivere più
consapevolmente nella storia, e
qui si è chiamati a fare delle
scelte. E le scelte sono determinate soprattutto dai fatti concreti e dalle analisi che se ne
. fanno e sono legate alla situazione del momento. Credere significa essere sogtiacì di Gesù
nelle situazioni reali in cui si vive, cioè nella storia, per realizzarvi quelle trasformazioni profonde che sono le condizioni
indispensabili per un cambiamento effettivo dell’uomo e della società.
Le parole di Gesù « non sono
venuto a mettere pace ma spada », indicano a noi il difficile
cammino verso la pace, quella
pace che non si raggiunge senza
la giustiz.ia sociale, senza smantellare l’oppressione del potere,
senza cancellare l’obbrobrio della fame, della prevaricazione, del
razzismo, della violenza. Per questo non c’è contraddizione, come
potrebbe apparire, tra i due brani di Matteo, proprio perché, a
mio avviso, non si allude alla pace interiore, alla pace individuale, ma alla pace che si raggiunge a prezzo della spada, sacrificando l’egoismo, l’intéfesse personale, i sentimenti individuali
LA SCRITTURA E’ UN DONO
PORTATILI olivelli
PIGUZZI & GARNERO
conc. esclusivista OLIVETTI
Via Trieste, 6
PINEROLO
anche i più profondi per il raggiungimento di una giustizia senza la quale non vi può essere pace. In questo impegno per la pace ogni credente, donna uomo,
deve militare, deve prendere più
vivacemente coscienza di una
nuova collaborazione tra esseri
umani uguali davanti a Dio. Da
qui l’esigènza di creare nuove
comunità, consapevoli di questo
impegno per mettere fine all’erosione dei valori umani e alle influenze distruttrici del consumismo, dello sfruttamento, dello
sviluppo, degli armamenti. Troppo spesso viviamo delle vite
spezzate, in seno a famiglie spezzate, a comunità spezzate, a nazioni spezzate, a un mondo spezzato. Noi dobbiamo imparare ancora molto per arrivare a vivere
insieme come membri di una
stessa famiglia umana, a creare
una comunità che sia terreno di
salute, a dividere le nostre riserve con i nostri fratelli e le nostre
sorelle, a sostenere coloro che
sono alle prese con alienazione,
angosce, sfruttamento.
La chiesa di Dio per la sua vocazione particolare è chiamata
ad essere trasformata e a trasformare. La guarigione deve cominciare dall’individuo ed estendersi alla comunità intera.
Le parole di Gesù devono essere per ogni credente lo stimolo
per operare la pace, altrimenti
tutti gli uomini di oggi e di tutti
i tempi potranno identificarsi in
Pilato nella misura in cui non
si rivelino solleciti nella scelta
della verità e nell’impegno sociale e politico, sebbene sappiano che lottare per la giustizia è
urgente.
Ed è solo l’amore II potere più
duraturo che vi sia al mondo.
Questa forza creativa così splendidamente esemplificata nella vita di Gesù, è il più potente strumento disponibile nell’umana ricerca della pace e della giustizia.
I grandi capi militari del passato: Alessandro, Cesare, Carlo Magno, Napoleone sono scorhparsi,
i loro imperi sono crollati e ridotti in cenere, ma l’impero di
Gesù, costituito sul fondamento
dell’amore, cresce ancora.
Operiamo allora per il regno
di quella giustizia eterna le cui
leggi sono state incìse non già
sul marmo o sulla pietra, ma nel
cuore di tutti gli uomini, anche
in quello dello schiavo che le dimentica e del tiranno che le nega.
Grazia Sbaffi
(Predicazione tenuta all’Assemblea della Federazione di Vico
Equense)._______________________
Comitato di Redazione: Franco
Becchino, Mario F. Berutti, Dino
Ciesch, Niso De Micheiis, Giorgio
Gardioi, Marceiia Gay, Aureiio Penna, Jean-Jacques Peyronei, Roberto
Peyrot, Giuseppe Piatone, Marco Rostan, Mireiia Scorsoneiii, Giuiio
Vicentini, Liiiana Vigiieimo.
Editore: AiP, Associazione Informazione Protestante - Torino.
Direttore Responsabile;
FRANCO GIAMPICCOLI
Redazione e Amministrazione: Via
Pio V. 15 - 10125 Torino - tei, 011/
655.278 ■ c.c.p. 327106 intestato a
• L’Eco delle Valli - La Luce ».
Abbonamenti '83: Annuo L. 18.000,
Semestrale 10.000; Estero 35.000;
Sostenitore 36,000. Gli abbonamenti decorrono dal 1° gennaio e dal r
luglio (semestrale).
Redazione Valli; Via Arnaud, 25 10066 Torre Pellice.
Pubblicità: prezzo a modulo (mm
49x49) L. 7.000 (oltre IVA).
Inserzioni; prezzi per mm. di altezza. larghezza 1 colonna; mortuari
280 - sottoscrizioni 100 - economici
200 e partecipazioni personali 300
per parola (oltre IVA).
Fondo di solidarietà c.c.p. 11234101
intestato a « La Luce: fondo di solidarietà », Via Pio V, 15 - Torino.
• La Luce >•: Autor. Tribunale di
Pinerolo N. 176, 25 marzo 1960.
« L'Eco delle Valli Valdesi •: Reg.
Tribunale di Pinerolo N. 175, 8 luglio I960
Stampa: Cooperativa Tipografica
Subalpina - Torre Pellice (Torino)