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Anno 113 — Ni 19
7 maggio 1976 — L. 150
Spedizione in abbonamento postale
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delie vallì valdesi
IL TEMPO DEI MAGHI
E I CRISTIANI DOVE SONO?
Uomini politici veri pochi, maneggioni interessati molti - La funzione della predicazione cristiana: fare luce sulla verità
Paio, un nome che non dice nulla a nessuno, oggi, anticamente la capitale dell’isola di Cipro. Secondo il racconto degli Atti
degli apostoli è la prima tappa di quella
lunga marcia che ha condotto la predicazione cristiana, incarnata da Paolo, l’apostolo di Gesù Cristo, da Antiochia a Roma.
È qui che il messaggio cristiano, uscito dalle sinagoghe e dalle piccole assemblee di
fedeli, è sceso in piazza, scontrandosi per
la prima volta con la realtà della vita.
Il racconto, breve, schematico, ruota intorno a tre personaggi: Sergio Paolo, U proconsole romano, Saulo Paolo, l’apostÌJlo di
Gesù, Elima il mago.
Sergio Paolo, il governatore, viene presentato come un « uomo intelligente »; l’autore biblico non intende naturalmente fare
allusione a particolari capacità intellettuali, « intelligenza » nel contesto biblico significa lucidità di giudizio, apertura ai problemi della vocazione divina, serietà nell’impostazione della vita. Sergio Paolo è
dunque un uomo disponibile, sensibile, integro; non è però un cittadino qualsiasi, è
un uomo politico, un funzionario di alto
grado nella struttura organizzativa dell’Impero.
Saulo Paolo viene definito invece con
un’altra espressione biblica carartteristica:
« ripieno di Spirito Santo ». Non un uomo
eccezionalmente dotato, munito di strapoteri fisici o spirituali, non è neppure una
« personalità » di primo piano; ha la capacità di discernere la verità dalla menzogna di cogliere il fondo delle cose, di dare
realtà alla presenza nuova e liberatrice di
Dio.
Il terzo personaggio è Elima, il « mago ».
Non certo l’uomo col mantello lungo ed il
cappello a punta trapuntato di stelle, del
libri della nostra infanzia, il mago dalla
magica bacchetta, è un uomo comune, molto comune. Si interessa di problemi ideali,
religiosi, spirituali, vive in un mondo tutto
suo di segreti e di misteri, che i profani non
possono capire, ma con i piedi ben saldi
in terra. Vive nella penombra della magìa
ma sa condurre molto bene i suoi affari
all’ombra del potere; non a caso ha scelto
di vivere nell’entourage di Sergio Paolo
l’uomo più influente dell’isola.
E tutta la vicenda, breve, scattante, si
svolge fra loro tre: un politico umano e
sensibile, un cristiano in cui Dio parla ed
un maneggione che intrallazza. E non è vicenda di ieri soltanto, ma l’immagine di
quello che sembra essere sempre la storia
dell’uomo.
Oggi di uomini politici « intelligenti »
nel senso detto prima ce ne sono pochi, i
Sergio Paolo nella nostra società italiana
si contano sulla punta delle dita ed anche
gli apostoli Paolo sono scarsi, solo i maghi
Elima abbondano, i maneggioni che vendono fumo (ed altre cose) fanno i loro affari.
Ed il dramma della gente comune, di
noi tutti, uomini della strada, consiste in
questo: vedere e riconoscere dove c’è intelligenza ma sprofondare nella magìa, nel
confuso, nell’indistinto, negli equivoci, percepire quando uno è uomo autentico, vero, ma annegare fra i ciarlatani, i venditori di fumo, i maneggioni.
L’Italia che l’altra sera guardava TG2
non è così sprovveduta da non capire che
Marco Pannella non è Castelli, che la battaglia civile del primo non è il tortuoso cammino dell’Inquirente, così come ieri quando
il presidente Pettini leggeva i suoi mazzi di
schede per la nomina del capo dello stato
era l’immagine dell’intelligenza politica in
mezzo alle magìe del potere.
E l’uomo medio si inganna raramente, la
scelta fra l’uomo politico « intelligente » ed
il ciarlatano^ fra colui che parla: per dire
qualcosa e quello che parla per non dire
niente, fra uno che crede quello che fa e
quello che vive solo di rapina non è difficile, la sa fare. Che poi nella pratica ognuno tiri acqua al suo mulino è un altro discorso.
Ma in questa vicenda antica e moderna i
cristiani, gli amici di Paolo dove stanno?
A parlare con i Sergio Paolo o a trafficare con gli Elima, a predicare ai politici
di buona volontà o ad intrallazare con i
maghi a fare luce o a creare cortine fumogene, dalla parte dell’intelligenza o dalla
parte dell’alienazione?
L’aspetto più tragico della vicenda dei
due Paolo è che la magìa di Elima si riveste sempre di religione; il mago, ieri come
oggi, si spaccia per « figlio di Gesù » (questo significa infatti bar-Gesù). Il messaggio
eristiano da annunzio di luce liberatrice
diventa nebbia oscurantista. Abbiamo sotto gli occhi, li avremo presto sui nostri muri, i simboli della fede cristiana trasformati in magìa, che non indicano il cammino
di Dio ma coprono i tortuosi programmi
dell’interesse politico.
E gli apostoli Paolo di oggi, dove stanno?
Dove stiamo noi suoi discepoli? Il libro
degli Atti non potrebbe darci definizione
più bella del nostro compito di credenti:
smascherare i maghi Elima-Bargesù con la
pote.n^a dello, SpiiiiOt J^ accecare i venditoH di fumo rielle tenebre della loro magìa sapendo riconoscere gli uomini disponibili della nostra società per stabilire con
loro il dialogo dell’Evangelo.
G. Toum
SAN SABBA E FOIBE
Violenza chiama violenza
Il processo per i fatti della Risiera di
S. Sabba si è concluso dopo settimane di
lavori. La sentenza, dopo più di 30 anni
dai fatti, non ha potuto colpire i veri responsabili dell’eccidio. .Questo processo
è stato molto importante perché ha polarizzato l’attenzione di milioni di persone
e le ha fatte riflettere.
È stata raccolta una mole iniponente
di documenti che saranno studiati e posti
a disposizione del pubblico che avrà così
modo di rendersi conto fin dove può
giungere l’iniquità umana.
Abbiamo visitato, con la bora e la pioggia, quel tetro edificio ora monumento
na^onale. Costruito nel 1913 per la pilatura del riso, fu nell’ottobre del 1943
trasformato dai nazisti in prigione, cam
Solidarietà con Pannella
La Tavola Valdese e il Comitato Permanente Metodista, riuniti a Roma per
le sedute di primavera, hanno preso posizione sul problema sollevato da Marco
Pannella inviando alla Presidenza della
RAI-TV e alla Commissione Parlamen
IN QUESTO NUMERO
■ Nota biblica 2
■ Teologia e diritti dell’uomo 3
■ Dibattito sulla Federazione delle Chiese 4
■ Dalle comunità 5
■ Cronaca delle Valli 6-7
tare di Vigilanza, il seguente telegramma:
« Sensibili per antica tradizione al diritti delle minoranze esprimiamo nostra
solidarietà con digiuno Marco Pannella
per sollecitare piena libertà di accesso
alla RAI-TV».
Tavola Valdese
Comitato Permanente Metodista
1° maggio 1976
Nella stessa occasione Tavola Valdese
e Comitato Permanente hanno espresso
con un apposito telegramma la loro solidarietà a Marco Pannella stesso « nell’azione per ottenere la piena libertà di
accesso alla Rai-Tv».
Mentre stiamo per andare in macchina apprendiamo che Pannella ha cessato
il digiuno avendo la RAI-TV accettato la
richiesta radicale. Sul 1" canale i radicali
avranno un’ora e un quarto a partire da
lunedi. 10 maggio.
po di smistamento e deposito di beni razziati. L’essicatoio del riso venne trasformato in forno crematorio.
Abbiamo visitato le 17 micro-cellule nelle quali vivevano fino a 6 prigionieri esse servivano per i politici, i partigiani,
gli ebrei. Le due prime cellule erano adibite alla tortura. Non si riesce a capire
come, in così poco spazio, potessero vivere tante persone su una parvenza di
letto a castello fatto con assi sconnesse,
senza luce ed aria. I prigionieri hanno
scritto brevi messaggi sull’intonaco delle
pareti o su pezzi di carta che sono stati
salvati dalla distruzione.
Una donna ebrea, dopo aver salutato il
marito ed i figli, dice: « sono desolata ».
Un prigioniero afferma che: « È un ambiente molto triste e malinconico senza
nessun conforto. Questo ricordo mi rimarrà infinito ». Un recluso scrive; « Siamo a S. Sabba in risiera. Non sappiamo
che ne sarà di noi, domani forse non saremo più ». L’estremo saluto alla mamma
di un partigiano sloveno: « Ti comunico
che oggi mi hanno chiamato per fucilarmi, addio per sempre ». Non mancano le
preghiere dettate dalla fede come questa:
« Dio non mi abbandonare fino all’ultimo
momento ».
Nel cortile interno, di fronte a quelle
celle, ci sono i resti del forno crematorio, distrutto ed ora contrassegnato da
una piastra d’acciaio. Tra le macerie furono rinvenute ossa e ceneri di resti umani raccolti in sacchi di carta. È pure conservata una mazza di ferro che serviva
per intontire od uccidere, secondo la resistenza del soggetto, coloro che venivano cremati. Il fragore dei motori, il latrato dei cani appositamente addestrati,
la musica ad alto volume coprivano le
grida ed i rumori connessi alle esecuzioni.
Umberto Beri
(continua a pag. 2)
Gettate
le reti!
GIOVANNI 21: 6.
SETTE DISCEPOLI si ritrovano tra loro alcuni giorni dopo la resurrezione. Non é chiaro
se erano informati che il Signore
fosse risorto: è un fatto che non
partono per annunziare l’Evangelo, ma... per pescare! Sij forse tornavano semplicemente al loro lavoro di tutti i giorni. La parentesi
Gesù di Nazaret, con tutte le sue
speranze era chiusa, finita piuttosto male con denunce, processi,
furor di popolo, condanna a morte: l’unica cosa certa, ufficialmente constatata: Gesù detto il Cristo
è morto. Si torna dunque alla dura vita di tutti i giorni con le sue
frustrazioni, delusioni, fallimenti: hanno lavorato tutta la notte
per niente. Stanchezza e scoraggiamento si uniscono alla rabbia
per un lavoro così insicuro e poco
redditizio. Qualcuno dalla riva (li
vuole prendere in giro?) chiede
se hanno del pesce. Possiamo immaginare il tono piuttosto secco
della risposta! Ma la voce li esorta a ritentare ancora e non mollare. Improvviso ricordo di una scena simile già vissuta? L esortazione viene presa sul serio (anche se
assurda, e da incompetente) ...e i
loro occhi si aprono: è il Signore!
Gioia prorompente, nuova speranza, nuova certezza, tutto non è
perduto, possiamo ricominciare,
correre da Lui: e il Signore!
C’è sempre un particolare che
determina il riconoscimento del
Signore e quindi la proclamazione
della sua resurrezione e la confessione di fede della Sua presenza
in mezzo ai suoi. Nel nostro testo
è stata ”la pesca miracolosa”. La
parola di Cristo li aveva raggiunti in una situazione ben precisa,
situazione di stanchezza determinata da sfiducia, scoraggiamento
per un lavoro senza sbocco, senza
ris Itato, senza senso. Così come
spesso vediamo noi il nostro lavoro, la nostra vita, nella oscura e
forse tragica prospettiva quando
consideriamo la situazione sociale, economica e politica che ci sta
davanti. Ma è in questa situazione
reale che la parola del risorto ci
raggiunge: gettate le reti, non scoraggiatevi, non ritiratevi, non cessate di lottare. In questa parola,
che molti considerano assurda, è
contenuta una sfida, la sfida ad essere presa sul serio e ad essere
vissuta nell’impegno perseverante
"sperando contro speranza”, diventando ’’pescatori di uomini”.
Allora i nostri occhi si apriranno
e anche noi riconosceremo la presenza del Signore. Non possiamo
separare i due piani, celebrare Pasqua, rallegrarsi che Cristo è risorto, poi, tornare a pescare come se nulla di determinante fosse
successo. Se Cristo è veramente
risuscitato, quindi se non è vana
la nostra fede, dobbiamo raccogliere la sfida che ci viene da questa certezza, prendere sul serio la
sua Parola e metterci al suo servizio. a- t.
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7. maggio 1976
a colloquio
con I lettori
UN INTERROGATIVO
CHE ATTENDE RISPOSTA
Abbiamo ricevuto questa lettera-documento che solleva un problema organizzativo ed ecclesiologico all’interno del nostro mondo evangelico italiano. Pubblichiamo volentieri una chiarificazione in
merito.
Nei giorni 24 e 25 aprile 1976 si è riunito
a Santa Severa il precongresso congiuto della
Fgei Lazio, Abruzzo e Toscana. È stata la prima occasione di un incontro Fgei di una certa
dimensione dopo 1 assemblea della cooperativa
Com-Nuovi Tempi svoltasi TI 1/4. Durante tale
assemblea, i protestanti impegnati nella cooperativa hanno appreso la notizia che il comitato
italiano Inter Church Aid ha escluso il progetto
promozionale Com-Nuovi Tempi dalla lista dei
progetti inviati al Consiglio Ecumenico delle
Chiese per la ricerca di donatori.
Quali che siano le motivazioni che hanno portato a questa esclusione, il precongresso Fgei
del Lazio, Abruzzo e della Toscana dichiara che
si tratta di una decisione di estrema gravità e
chiede di conoscere :
1) Chi sono i membri del comitato I.C.A.
italiano e da chi sono nominati.
2) A quale Sinodo, Conferenza, Assemblea,
ecc. questo organismo nel suo insieme (e non
solo i suoi sigoli membri separatamente) risponde delle sue scelte.
3) Quanti sono in questa comitato i membri valdesi, e qualora siano in maggioranza, come si pongono di fronte alTo.d.g. sinodale che
riconosce in Com-Nuovi Tempi un’occasione di
predicazione e invita ad appoggiarlo.
4) Le motivazioni con le quali è stato escluso il progetto promozionale Com-Nuovi Tempi
da quelli inviati al C.E.C. per la ricerca di donatori.
5) La lista completa dei progetti approvati
per il 1977.
Votata alTunanimità dal precongresso il 25
aprile 1976.
SUBLIMAZIONI
Caro direttore,
leggo sul n. del 23 aprile il resoconto del dibattito tenutosi ultimamente a Milano sulTomosessualità. Quanto vi si riferisce delTintervento
del prof. Musatti mi ha suscitato un interrogativo. Preciso che non dispongo di dati, ma mi
pare eccessivo, pensando alla storia, alla letteratura e all’oggi, affermare che « l’omosessualità è un fenomeno quasi sempre maschile ».
Comunque, l’interrogativo è questo: poiché il
relatore avrebbe parlato di forme di « omosessualità sublimata » riscontrabili « in certe manifestazioni di cameratismo, nel desiderio degli
uomini di riunirsi in circoli a loro riservati,
etc. ». si può dire che certi aspetti di movimenti femministi, ad es. il rifiuta di partecipazione e collaborazione maschile, siano manifestazioni di « omosessualità sublimata »? E, più
vicino a noi. le partecipanti alle riunioni delle
nostre unioni femminili sarebbero delle « omosessuali sublimate »?
Gino Conte
Torino. 23 aprile 1976.
NOTA STORICA SULLA CONVERSIONE DI ZACCHEO
CHIESE E PASTORI
Abbiamo ricevuto da Adelchi Ricca una
ulteriore risposta a quelle di M. France
6 <li Leo Coisson di Angrogna, ne
abbiamo sospeso la pubblicazione in attesa di vedere se il dibattito si allargava e
giungevano altre voci, questo non si è verificato; diamo perciò la parola ad Adelchi Ricca ancora una volta con i passi del
suo scritto che hanno carattere generale.
1) LA CHIESA
^ La concezione della chiesa che ho maturato è
diametralmente opposta, per me è assurdo creare
poli di collaborazione incentrati attorno al pastore. La chiesa dovrebbe cessare di essere un’istituzione, con i suoi funzionari stipendiati, e divenire invece un « movimento » (non una setta)
inerito in una realtà di fede, partecipe Hetl^
difficoltà quotidiane dei suoi membri, ed impegnato nella lotta per cambiare le strutture di
questa società borghese e capitalista, fonte di
sfruttamento e diseguaglianze. In quest’ottica
sorretta da una vera base di fede la chiesa potrebbe sviluppare all interno, una vita spirituale
più fiorente, basata sulla suddrvisoine dei compiti, sulla funzione specifica di ogni membro.
2) PASTORATO
Non nego che i pastori, come tutti i mortali
abbiano le loro difficoltà, ma non mi si venga a
dire che la condizione operaia sia migliore della
loro... sarà anche vero che il loro stipendio non
è favoloso, ma il privilegio va ricercato nel tipo
di vita. Il pastore è padrone del suo tempo, stabilisce in buona misura i suoi orari di lavoro,
si tratta di un lavoro prevalentemente intellettuale, le malattie professionali non esistono fra
i pastori. Alla luce di questi dati di fatto diventa veramente una discriminante troppo grossa il
fatto che alle classi contadina e operaia venga
richiesto di contribuire al pagamento degli stipendi pastorali, e degli altri oneri inerenti e
non, alle mansioni di questi funzionari. È tempo
che la compagine pastorale si sciolga, che questo « clero » cessi di esistere, e dia in modo diverso il suo apporto alla chiesa.
Zaccheo e ì segni dei tempi
Desidero attirare l’attenzione dei lettori sul racconto biblico della conversione
di Zaccheo (Luca 19: 1-10), per tentare
di chiarirne il messaggio alla luce di una
breve noterella di carattere storico.
Il 1® luglio del 69, Vespasiano fu proclamato imperatore. L’evento era stato
predetto due anni prima dallo storico
giudeo Giuseppe Plavio per l’occasione
improvvisatosi profeta ed esegeta delle
Scritture. La predizione è basata su Daniele 2, con una esegesi del testo biblico
molto arbitraria.
Pino al 69, gli imperatori romani erano
tutti appartenenti alTaristocrazia cittadina. Con Vespasiano un figlio del popolo
siede sul trono dei Cesari. Vespasiano
era, infatti, di origine contadina e suo
padre era un doganiere.
Prima di diventare imperatore. Vespasiano era imo dei migliori generali romani. Di carattere modesto, mistico per
vocazione, non fece mai nulla per far va
lere le sue doti ai fini della sua carriera.
Quando morì, Nerone, nel 68, e si scatenò
la lotta di successione, rimase a fare il
suo dovere di soldato, portando avanti
la guerra giudaica, che durava già dal 66.
Sembrava che la questione del potere
non lo riguadasse. Alle sue truppe fece
riconoscere come imperatore Galba e gli
altri due generali che si succedettero sul
trono.
L’offerta della corona imperiale lo colse di sorpresa. Il rancore con cui il Senato e la nobiltà della capitale dovettero
subire l’affronto di veder salire questo
pubblicano sul trono dei Cesari si espri1 ne fino ad oggi nell’uso di chiamare « vespasiani » gli orinatoi pubblici. Ma ben
diverso dovette essere il giudizio della
media borghesia e del popolo. Vespasiano si distinse subito per uno stile diverso dai suoi predecessori: si dedicò alla
represssione delle evasioni fiscali, all’abolizione degli sprechi e dei privilegi, al
Libri - Recensioni
« Che religione professava Gesù? ». Se si pone
la domanda a bruciapelo a molti cristiani del giorno d'oggi vi sono molte probabilità che la risposta
sia «cristiana»; che altra religione poteva mai
avere? A nessuno viene in mente, o per lo meno
non viene subito in mente, che in realtà egli era
ebreo e lo fu non solo formalmente ma nel più
profondo della vita. Non si comprendono né la sua
predicazione ed il suo messaggio né la tensione
profonda che ha suscitato nell'animo della sua generazione se si dimentica questo dato fondamentale.
La trageidia che accompagnò i! sorgere della chiesa, cioè la distruzione di Gerusalemme nel '70 dopo Cristo, la violenta polemica, che oppose per secoli cristiani ed ebrei, lo scatenarsi dell'antisemitismo nella civiltà europea hanno irrigidito durante secoli le posizioni impedendo ai credenti ed agli
stessi studiosi di leggere con la necessaria serenità
TV- Protestantesimo
Mentre la Chiesa Cattolica tuona contro il sesso prematrimoniale, la masturbazione e l’omosessualità, causando drastiche prese di posizione un
po dappertutto e clamorosi disaccordi anche in
seno ai teologi più eonservatori, la TV inizia timidamente a spiegare ai bambini ehe, a ben vedere, la cieogna è un volatile come tutti gli
altri. ®
Anche la rubrica Protestantesimo si è fatta
avanti, utilizzando doverosamente bene, una volta tanto, lo spazio a disposizione. Con parole
franche, senza, mezze misure o compromessi, il
discorso è stato portato avanti con serenità sfruttando la libertà d’informazione che il mezzo televisivo deve permettere.
La politica dello struzzo del nascondere la testa per non vedere pare definitivamente abbandonata: il sesso è una realtà, la sessualità è parte di noi stessi e ben pochi sono coloro che si
pongono il matrimonio come giorno d’inizio della
loro donazione verso la persona amata; la masturbazione e l’omosessualità sono anch’esse realtà presenti da sempre nel mondo, perché coprirle di fango o cercare di ignorarle?
Spesso un problema che pare molto grave dopo una aperta, onesta e franca disamina diventa più malleabile, più vicino.
Qualche volta cessa di essere un problema.
La presa di posizione deUa trasmissione è stata questa volta insolitamente dura ma, è doveroso ammetterlo, non a sproposito. La Chiesa Cattolica ha da sempre fondato il suo potere sulla
castità e sulla rinuncia a quei piaceri della carne verso i quali l'uomo è « naturalmente » portato. Una rivalutazione in senso positivo di questa sessualità significherebbe una abdicazione
senza condizioni a principi (fallaci) tenuti in
piedi per secoli sfruttando la superstizione, la
ignoranza e, perché no, il terrore.
Inutile dire che l’effetto ottenuto è in genere
il contrario di quello desiderato, anche se non è
questa certamente la sede più adatta per rivangare il letame in cui nazioni cattolicissime si
sono rivoltate per secoli, macchiandosi di infamie e crimini senza nome. Il tutto in nome di
sbandierati principi, mai rispettati neppure dai
loro sostenitori.
In questo discorso, fatalmente, si inserisce anche quello della liberazione della donna, la cui
schiavitù morale e sessuale è derivata proprio
dalla sua pre.sunta funzione di stimolo e tramite
per Ttiomo verso il male. Il grembo della donna
non è quindi sorgente di vita, ma occasione di
peccato? Non potrà mai esistere società giusta e
democratica con uomini e donne moralmente sani finché ognuno di noi non sarà in grado dì
esprimere se stesso, di considerare anche criticamente il proprio corpo e la propria sessualità.
Ma soprattutto di astenersi dal giudicare ciò
che è semplicemente u diverso », come se fosse
peccato.
P. Andreotti
la vicenda storica di Gesù. Oggi pero un mutamento è in corso.
Da parte cristiana perché si è preso coscienza del
fatto che Gesù uomo visse e pensò da ebreo, profondamene radicato nel contesto della sua società
ed e perciò inevitabile udire le sue parole filtrate
dalla tradizione e dalla spiritualità giudaica II libro di W. Davies edito dalla Claudiana, Capire il
Sermone sul Monte, è da questo punto di vista
molto utile perché situa Gesù nel mondo del suo
tempo facendone risaltare l'originalità ma anche le
dipendenze dalla cultura in cui è stato educato
La stessa revisione si verifica anche in campo
ebraico. Visto durante secoii come l'apostata per
eccellenza, l'eretico, il bestemmiatore, l'uomo che
ha sovvertito e rinnegato tutto ciò che israele aveva di più sacro è oggi visto dagli studiosi ebrei
come una grande personalità del mondo giudaico
Non sono certo accettate la sua messianità e tanto
meno la sua divinità, come afferma la teologia crishana, ma è accolto come rabbino; maestro valido
Significativo. '
A questo nuovo approccio appartiene il volume
di David Flusser, professore all'Università ebraica
di Gerusalemme, recentemente tradotto dalla editrice Lanterna. Al volume Fausto Salvoni ha premesso alcune considerazioni necessarie per il lettore italiano poco preparato ad incontrare un Gesù
di questo tipo, sia che si tratti del lettore evangelico, spesso fondamentalista, che diffida delle interpretazioni della scienza biblica, sia il lettore medio disinformato. In appendice Alfredo Berlendis
aggiunge alcune considerazioni sul problema della
risurrezione, che ovviamente l'autore ebreo, non ha
trattato considerandolo fuori del suo programma.
Tenendo conto di tutte queste osservazioni e del
punto di vista particolare da cui si pone il Flusser
il volume si legge con interesse. Sono interessanti
in particolare i capitoli consacrati aila attività di
Gesù, al suo atteggiamento nel quadro della dottrina giudaica sulla legge i rapporti con il mondo
dei rabbini e dei farisei, le speranza della comunità giudaica in quegli anni con la sua attesa' del
Regno. Anche se nell'Insieme il volume non presenta scoperte di novità assoluta rispetto a quello
che già si e scritto in altri lavori, non mancano
particolari ed accostamenti illuminanti per comprendere un detto, una parabola, un atteggiamento di Gesù, piccoli elementi ma che danno un quadro vivo ed a volte suggeriscono nuove angolature.
D. FLUSSER Jesus, Biblioteca di Studi storico-teologici n. 7, Genova, i97ó. Editrice Lanterna,
pp. 192, L, 2.900.
C. COSTA KOPClOWSKI, Nicoletta contesta senza
perdere la testa, Mursia, Milano 1975, pp. 188,
L. .4.000.
— Nicoletta contesta senza perdere la
testa, è di Clara Costa Kopciowski, che ha vissuto
da ragazza, a Roma, gli anni della persecuzione fascista agli ebrei e ha al suo attivo un premio Castello e un Bancarellino. Il libro è molto moderno,
con personaggi attuali e realistici ; Berto e Dani,
coscienziosamente impegnati nella lotta studentesca,
il solito fanatico che organizza manifestazioni, i
professori del liceo che corrono ai ripari sforzandosi di essere « aperti » e di insegnare ancora qualche cosa, la madre con le sue uscite sempre banali e all'antica, il padre che risulta più socialista di
quanto le figlie credevano e Nicoletta, vivace, curiosa, riflessiva, si guarda intorno. E' tutto un romanzo giovane, pieno di ansia e di voglia di lottare per qualche cosa di rhigliore, ma soffuso di
profonda serietà nel simpaticissimo umorismo e nel
linguaggio immediato. Il suo messaggio mette in
guardia dalla violenza che non può garantire mai
la libertà.
Il libro contiene anche un secondo racconto: Il
romanzo di papà dove la lite di due padri, vecchi
amici, crea problemi per i figlioli. Dopo varie vicende comiche sono essi a trovare la soluzione.
Berta Subilia
Tamministrazione corretta della giustizia,
alla sostituzione della vecchia classe dirigente corrotta con elementi nuovi provenienti dalla media borghesia e dal popolo. Ben presto, l’anarchia e le lotte
interne cessarono, le frontiere furono rese sicure e, a Roma, cominciarono i lavori per la riparazione delle strade e degli acquedotti, nonché la costruzione del
colosseo, del tempio della pace, etc. I
cristiani furono lasciati in pace e gli onori divini che toccavano all’imperatore, vita naturai durante, furono rifiutati.
Come impedire che i cristiani considerassero questo imperatore pubblicano
come un amico di Gesù? La tradizione
biblica offriva il precedente dell’imperatore Ciro, proclamato da Isaia 45 come
unto delTEterno e destinato a realizzare
il piano di Dio nella storia.
Per chi conosceva la storia della conversione di Zaccheo, l’accostamento fra
il pubblicano di Gerico e il pubblicano di
Roma non doveva essere difficile. Lo stesso accostamento poteva essere fatto fra
il Cristo della storia e il Cristo della fede. Il Risorto poteva essere benissimo
entrato in Roma come in Gerico. 'Vespasiano somigliava a Zaccheo e la città maledetta di Gerico (cfr. Giosuè 6: 26; 1
Re 16: 34) somigliava a Roma/BabiloniaSi poteva, dunque, credere all’inizio di
un’era nuova. Per trarre giù dai troni i
potenti e innalzare gli umili (Le. 1: 52),
per mandare i ricchi all’inferno e i poveri in paradiso (Le. 16: 19ss), il Cristo risorto si serviva ora di un pubblicano
della Sabina, come il Gesù della storia si
era servito di un pubblicano di Gerico.
Che dovevano fare i cristiani? Dovevano,
forse, scandalizzarsi come i farisei?
Nell’anno 80, quando Luca scrisse presumibilmente il suo evangelo la chiesa,
dopo le prime persecuzioni e la morte
degli apostoli, viveva in una fase di ripiegamento, la missione era bloccata ed i
credenti rischiavano di cedere alle tentazioni del servo malvagio della parabole
delle mine (Luca 19: 11-27).
Non è da escludere che, in questa situazione. l’avvento di Vespasiano al potere
sia stato interpretato come un segno del
cielo. Esso significava che il Cristo si era
rimesso in moto per guidare la sua Chiesa nella città maledetta, per cercare e salvare ciò che era perduto. Di fronte a auestn evento, la Chiesa non poteva che ubbidere. ridiventando missionaria.
Un fatto corrispondente àlTavvento di
Vespasiano al potere può essere visto
oggi nella forza emergente del movimento operaio. Già molti anni fa, il giovane
teologo tedesco Paul Tillich diceva che
il kairos ha abbandonato la Chiesa per
operare nel proletariato. Si tratta di una
constatazione non del tutto ovvia. I farisei se ne scandalizzano e i credenti la
interpretano come un segno dell’azione di
Dio nella storia, come un’esortazione divina per tutti i cristiani che sono chiamati a ravvedersi, riprendendo il cammino della missione.
Il fatto che Luca si sia assunta la responsabilità d’interrompere la narrazione parallela di Marco 10, per annunziare
Tevangelo della conversione di Zaccheo e
della parabola delle mine, non è da intendersi come la pignoleria di uno storico.
Si tratta della testimonianza di un credente che sa leggere i segni dei tempi e
vuole che anche noi impariamo a fare
altrettanto.
Samuele Giambarresi
dalla prima
Questi tragici eventi non devono essere dimenticati. Vorremmo che si potesse capire che l’odio genera odio, la violenza richiama violenza. Pochi infatti ricordano un altro eccidio compiuto, durante la guerra e nelTimmediato dopoguerra, e che deve essere ricordato: la
strage delle foibe. Migliaia di persone,
spesso ancora viventi, sono state buttate
in quelle enormi cavità naturali di cui è
ricco il Carso triestino. Le vittime non
sono state identificate e molti non sapranno mai ove siano andati a finire i loro familiari.
Un grafico all'ingresso della foiba di
Basevizza, a pochi chilometri dalla città
e che ho visitato poco fa, notifica che è
stato esplorato un settore di 500 m* pieno di resti umani!
Alla base della grande lapide che chiude quella foiba è scritto: « Il loro sacrificio ricordi agli uomini le vie della giustizia e dell’amore, sulle quali fiorisce la
vera pace ».
3
7 maggio 1976
ALLEANZA RIFORMATA MONDIALE 1577 traduzioni
Teologia e diritti delPaomo
4
L’Alleanza Riformata Mondiale pubblica i risultati di uno studio che essa ha
consacrato ai fondamenti teologici dei
diritti dell’uomo. Queste conclusioni sosono state approvate nel corso di un colloquio recentemente tenutosi a Londra.
Lo studio comprende due parti: le direttive teologiche e le conseguenze pratiche. (Bip).
Il diritto divino
Le direttive teologiche sono espresse
dalle seguenti 4 tesi:
a) il contributo fondamentale della
fede cristiana consiste nel fondare i diritti dell’uomo sul diritto divino, cioè
sul diritto che Dio ha sugli uomini;
b) la fede biblica invita a considerare la vita umana nella sua totalità
espressa da 3 livelli complementari: l’uomo e la donna, l’individuo e la società,
la vita umana e il suo contesto ecologico;
c) la fede biblica mette altresì, in
guardia contro i poteri distruttori che si
manifestano nella lotta per realizzare i
diritti dell’uomo;
d) i cristiani confessano la potenza
liberatrice di Gesù Cristo e affermano
che la Chiesa ha il compito di svolgere
un ministero di riconciliazione e di grazia.
I diritti dell’uomo nella Chiesa.
Dai principi sopra menzionati derivano delle applicazioni pratiche nella vita
interna delle Chiese: la comunità cristiana dovrebbe essere sempre e dovunque
un ambito iti cui la dignità e i diritti di
tutti gli uomini e di tutte le donne siano
pienamente riconosciuti e realizzati.
Le comunità cristiane si sforzeranno
di promuovere una « società diversa »,
che porti i segni caratteristici del Regno di Dio e in cui le persone possano
realizzare in tutta la loro pienezza, individualmente e collettivamente, le loro
potenzialità umane. Rispettando lealmente la dignità e i diritti degli altri cristiani, le Chiese faranno progredire fra di
loro quella interdipendenza che fa parte
integrante di una rappresentazione fedele della nuova creazione.
I diritti dell’uomo nella società.
Poiché la Chiesa fa parte della comunità umana in senso lato, e rappresenta
ciò che la fede cristiana crede essere vero potenzialmente per tutta l’umanità,
essa ha verso questa società delle responsabilità alle quali non si può sottrarre.
Poiché la libertà di coscienza e di pra
tica religiosa è fondamentale per chi riconosce che l’umanità è stata creata a
immagine di Dio, la Chiesa cristiana deve in ogni tempo rivendicare questa libertà per tutti.
In confronto ai loro partners maschili,
le donne si trovano spesso in una situazione di svantaggio a causa di fattori religiosi, giuridici, educativi, ed altri. È necessario intraprendere nelle Chiese un
programma positivo di studio e di azione per estirpare dalla Chiesa e dalla società qualunque discriminazione antifemminista.
Nessuna forma umana di governo è
perfetta. La tradizione riformata prevede espressamente il diritto e addirittura
il dovere di resistere ai governi umani.
quando questi contraddicono agli scopi
per cui sono stati istituiti. La comunità
cristiana dev’essere pronta a diventare
uno scandalo per le autorità, per il sostegno che essa darà ai senza potere e
ai diseredati.
Oltre alle carte dei diritti dell’uomo in
vigore dal 1966, si fa sentire il bisogno
di una carta dei diritti che concernono
l’amhiente. Una dichiarazione di questo
genere dovrebbe concernere l’uso responsabile delle terre e della natura, le risorse essenziali del mondo, la fissazione dei
limiti allo sviluppo delle installazioni industriali. Il valore di queste dichiarazioni sta nel fatto che esse costituiscono in
permanenza un’istanza critica di fronte
alle situazioni ingiuste.
La vecchia Europa
chiamata al confronto
La Conferenza delle Chiese Europee ha
organizzato dal 29 marzo al 2 aprile, nel
Centro per convegni del « Cenacolo », un
colloquio sul tema: « La teologia europea
messa in questione dalla comunità ecumenica mondiale ».
Il colloquio, preparato dal prof. Gyula
Nagy, responsabile teologico della CCE e
presieduto dal prof. Adriaan Gense di
Groninga, ha riunito 40 teologi e rappresentanti di Chiese deH’Europa orientale e
occidentale, del Consiglio ecumenico, della Federazione Luterana Mondiale e di
Chiese non europee.
Durante la prima giornata si sono avute delle relazioni sulla nuova teologia asiatica (Ch. S. Song, Taiwan), sulla teologia latino-americana della liberazione (Fabio Richard, Cile - Parigi). Nella seconda
giornata hanno partato T. Rendtorff (Monaco), M. Opocensky (Praga) ed E. Timiadis (Costantinopoli). Successivamente,
tre sezioni hanno proseguito la riflessione
sul confronto con le « nuove teologie » degli altri continenti. La CCE si propone di
pubblicare i documenti del colloquio.
Le conclusioni sono state espresse nel
seguente documento:
« La teologia europea, che è stata in altri tempi il ’’mentore” della cristianità, è
sempre più chiaramente messa in questione dalle ’’nuove teologie” dell’Asia, del
l’Africa e del’America Latina.
« Senza rinunciare alla preziosa tradizione costituita dalla sua impronta intellettuale e dal suo solido spirito critico, la
teologia europea deve tuttavia sottomettersi in permanenza a questo confronto.
Si è essa sempre lasciata guidare dalla
fede e dalla ricca spiritualità di tutta la
Chiesa? È sempre stata attenta alluonro,
ai suoi problemi, alle questioni vitali che
gli si pongono nella società? La riflessione e la ricerca teologica devono essere al
servizio della parrocchia, della sua fede
e del suo ministero nel mondo.
« Perché la pratica della teologia conosca un rinnovamento nel nostro continente, occorre che le ricche tradizioni ecclesiastiche dell’Europa (1 ortodossia, la riforma e il cattolicesimo) allaccino un dialogo permanente, ma è pure essenziale
un costante confronto tra Chiese di contesti socio-politici diversi. È inoltre indispensabile che le Chiese europee inizino
un dialogo con le ’’nuove teologie che si
sviluppano attualmente in Africa, in Asia
e in America Latina, facendo oggetto di
attento ascolto ciò che esse insegnano
sulla fede vivente in Dio e in Cristo, sul
rispetto della creazione di Dio nella natura, nella civiltà e nella stona, e soprattutto sul profondo impegno per la causa
dei poveri, degli infelici e degli oppressi ».
IL SINODO DI BARMEN
Il protestantesimo tedesco
degli anni ’30 si affacciava all’era nazista, scosso, al suo
interno, dalla polemica tra luterani e riformati che aiuterà
la spaccatura tra i « cristianotedeschi » (Deutsche Christen) e « chiesa confessante »
(Bekennende Kirche), come
abbiamo già visto nella 5’
scheda.
Nell’aprile del '33 si tenne
il primo congresso nazionale
dei cristiano-tedeschi, in cui
fu ribadito il principio della
« Reichskirche » (Chiesa del
Reich) e il capo della nuova
chiesa del Reich fu nominato
direttamente dalla Cancelleria di Stato (il pastore filonazi,sta J. Müller) privando così la chiesa di qualsiasi iniziativa autonoma.
Alle elezioni generali ecclesiastiche del ’33 che vedono la
vittoria dei cristiano-tedeschi
col 75% si presentò anche
Karl Barth con una propria
lista: « Per la libertà dell’evangelo »: è la premessa della resistenza!
Nel giugno dello stesso anno esce il primo numero (17
mila copie vendute) della rivista « L’esistenza teologica
oggi » che data, grosso modo,
l’inizio della resistenza al nazismo all’interno del protestantesimo.
Ma bisogna aspettare le dichiarazioni del Sinodo di Barmen, maggio del ’34, per cogliere sia la chiarezza del pensiero barthiano sia la prima
ossatura della nascente chiesa
confessante.
La confessione del Sinodo
di Barmen, redatta da Barth,
(presenti 138 delegati da tutte
le province ecclesiastiche) dichiarando l’autorità unica di
Gesù Cristo sulla Chiesa condanna la teologia naturale
(Hitler come nuovo messia) e
le mitizzazioni naziste della
natura e della storia.
Barmen si presenta come
la risposta evangelica alla realtà politica. Le sue sei tesi
rappresentano una riflessione
politica « perché ciò che è vero teologicamente, lo è anche
politicamente ». Questo tipo
di prese di posizione proseguirà per qualche mese sulle pagine- dell’« Esistenza teologica
oggi » e troverà un più grande
radicalismo nella dichiarazione del II Sinodo della chiesa
confessante tenutosi a Dahlem
(Berlino).
A questo punto la reazione
è ormai scatenata e ai primi
del ’35 inizia la clandestinità
della chiesa confessante.
Il fronte dei confessanti fu
attraversato da due correnti,
i « radicali » e i « moderati »
che non furono mai, anche in
aperta polemica, in completa
antitesi dato il comune richiamo a Barmen.
Quel Sinodo aveva infatti
saputo enucleare la sostanza
mistica e religiosa del nazismo
contrapponendole l’azione del
confessare la signoria di Cristo... e da lì non si poteva
tornare indietro.
Nel '35 la chiesa confessante, malgrado l’allontanamento
imposto dai nazisti a Barth,
ha ormai gettato le sue basi e
imposto all’attenzione delle
chiese il proprio programma
teologico; evidentemente la
spinta iniziale di Barmen non
era caduta nel vuoto, anzi
concorse all’ evoluzione del
pensiero e delle decisioni che
il piccolo drappello dei « confessanti » seppe attuare.
Barmen aveva stabilito un
termine teologico: l’irruzione
continua di Dio nella storia
dell’uomo per dichiarare la
fine del suo illusorio valore
autonomo.
Con le sei tesi il fronte confessante si impadronisce ufficialmente della « teologia della parola » che da un lato si
ricollegava ai grandi temi della Riforma, dall’altro creava
quella rinnovata coscienza teologica che permise e l’opposizione alla dittatura e la più
radicale revisione della predicazione evangelica del nostro secolo.
« Gesù Cristo, nel modo in
cui ci viene testimoniato dalla
Sacra Scrittura, è l’unica parola di Dio che noi abbiamo
da ascoltare e a cui dobbiamo in vita e in morte fiducia
e obbedienza » così si apriva
lo scottante « dossier » (fortemente centrato su Cristo) di
Barmen che segnava uno
spartiacque all’ interno del
protestantesimo tedesco e un
documento fondainentale della teologia evangelica.
La dichiarazione toccava
grossi temi teolorici: dalla
centralità e opera di Cristo,
al rifiuto dell’idea di una società religiosa insieme al rifiuto dello Stato etico e al
principio episcopale (quindi
un’impostazione più riformata che luterana).
Il compito della Chiesa, tema dell’ultima tesi, era visto
nella fedeltà della predicazi(>
ne evangelica e concludeva dicendo: « Rigettiamo la falsa
dottrina secondo cui la chiesa, agendo con umana autosufficienza, potrebbe mettere
la parola e l’opera del Signore al servizio di un qualsiasi
sogno, fine o piano scelto arbitrariamente ».
Infine, come ha osservato
giustamente Giovanni Miegge,
riguardando le dichiarazioni
dei Sinodi della chiesa confessante di Barmen e Dahlem:
« Il nazismo era di essenza r^
ligiosa e anticristiana perciò
la sola opposizione veramente
coerente ed insuperabile fu,
in ultima analisi, quella della
coscienza cristiana. Ad essa
sola fu data scoprire la vera
essenza del nazismo, e combatterla sul piano sul quale
andava veramente combattuta. Essa sola seppe opporgli
la sola norma assoluta, accessibile anche ai più umili, l’autorità della legge dmna: —
Sta scritto! — Non ti è lecito! — Non posso altrimenti! ».
L’Alleanza Biblica Universale informa,
nel suo ultimo rapporto, che il numero
delle lingue in cui la Bibbia è stata sin
qui tradotta è passata da 1549 a 1577. La
intera Bibbia è ora tradotta in 261 lingue
ed il Nuovo Testamento in 384 (rispettivamente 4 e 16 in più che nel 1974). Le
quattro ultime lingue edite sono il bielorusso, l’indonesiano, il kikaonda (Zambia) e l’oluluya (Kenia).
Cile: un altro espulso
Jose Zalaquet Daher giurista cileno di
Santiago è stato espulso il 26 marzo dal
Cile. Il C.E.C. ha espresso^ la sua viva
preoccupazione per questa misura che
viene ritenuta insolita in quanto Jose
Zelaquet non ricopriva cariche precise
ma era solo impegnato nell’opera di aiuto
del Comitato di cooperazione interconfessionale per la pace, organismo creato nel
73 e disciolto a fine 75 su ordine delle
autorità cilene.
Il C.E.C. considera questa azione come un ulteriore attacco alla libertà religiosa in Cile.
Francia: incontro internazionale
Ulstituto Internazionale dei Diritti dell’uomo e il Centro di ricerca e docummtazione delle istituzioni cristiane (CEKDIL)
dell’Università delle Scienze Umane di
Strasburgo, organizzano per il 7 e » maggio un colloquio internazionale sul tema.
Le Chiese Cristiane e i diritti dell uomo.
Il programma del colloquio si situa ne
quadro del progetto di studio sui rapportì tra le religioni e i diritti dell uomo, organizzate dall’Istituto Internazionale dei
Diritti dell’uomo, e nel quadro della ricerca sulle mutazioni istituzionmi delle t^hi
se intrapresa dal CERDIC. (Bip-Snop).
Angola: l’aiuto del C.E.C.
La Commissione di aiuto e di assistenza ai rifugiati (CESEAR) del Consiglio
ecumenico delle chiese ha tenuto un rapporto sugli aiuti prestati sotto diverse
torme agli angolani, sia quelli che abitano in Angola, sia quelli che m aL
tri paesi africani. L aiuto delle chies
cristiane per i rifugiati angolani nello
zafre è analizzata dall’agenzia di soccorL protestante dello Zaire: la Chiesa di
Cristo nello Zaire e le chiese kimbangui
sta e metodista. 4. « rionn
Dalla Germania occidentale e dalla
Danimarca sono stati inviati .medicmah
per un valore complessivo di circa 17 mi
^^Tmcte^ie chiese della Gran
hanno annunciato di aver raccolto W.235
dollari che sono stati drtl’An
Carvalho della chiesa
gola mentre la chiesa libera di Svezia
ha destinato altri 228.290 dollari per un
piano d’urgenza della durata di due ann
per il reinserimento dei rifugiati,
costruzione, lo sviluppo rurale e lassi
^'^l”rhu^ati'angolani nello Zaire ammontano ad un mezzo milione, mentre altri
8-10 mila sono accolti nello Zambia.
Secondo questo rapporto il numero dei
rifugiati angolani in Namibia sarebbe in
Sre alle 6 mila unità (cifra generalmente citata) e ammonterebbero invece
ad un massimo di 2-3 mila.________________
SEGNALAZIONI
IDOC internaiionale, anno VII, n. 1, Roma.
Il deatino italiano made in U.S.A., di Arnaldo
Nesti Documentazione e studi su ; fine del consenso, apogeo e declino del sogno americano,^ teologia «della liberazione» per gli oppressi, a
regione in U.S.A, oggi. Da segnalare in questo numero: Jesus Peopie e pentecostali eattoiici nella
recente storia americana di Emile Jean Pin.
WALTER TROBISCH, l'amore è un sentimento da
imparare, ed. G.B.U., L. 600. Breve riflessione di
una trentina di pagine^ sui rapporti sentimentali
e sessuali fra ì giovani.
BILLY GRAHAM, Come ottenere pace con Dio, Centro Biblico, L. 500.
mariano di GANGI, Speranza, sofferenza e santità, Centro Biblico, L. 900. Breve commento alle
lettere di Pietro.
ALAN COLE, l'epistola di Paolo ai Calati, ed.
G.B.U., L. 3.000. Traduzione di un commento
pubblicato anni or sono dalla Tyndale Press.
GIUSEPPE RUGGERI, Chiamati alla yoriti, Jaca Book,
Strumenti per un lavoro teologico n. 24.
G. EBELING-H. ALBERT, Razionalismo critico e teologia, Teologia/informazione, n. 28, Jaka Book.
Nel quadro del Colloquio Pastorale del 1 Distretto il past. E. Genre ha tenuto una relazione sul
tema della cura d'anime; il ciclostilato si può richiedere al nostro giornale Inviando 150 L. in
francobolli.
Sulla rivista « Terzo programma », edizioni Rai,
1975 n. 2 sono state pubblicate le conversazioni
tenute alla radio sulI'VIII centenario della Riforma valdese. Convesazioni di Valdo Vinay, Salvatore Caponetto, Giovanni Gönnet e Vittorio Subilia.
4
Varata la nave bisogna navigare
.17 ricorderanno che nel numero 8 del 20 febbraio abbiamo dedicato
dalio oUobTllTnov^^^^ «ssemWea che si terrà
chi.^l ì^^rnin^ di questa documentazione venivano poste alcune domande a cui le
visia di sollecitare questa riflessione abbiamo intervistato il vresidente della
^ pubblichiamo qui sotto le sue
9«e5ia intervista la presa di posizione del fratello Niso de Mi
%Ìssiln7^u7u:^^o%7r^r cfme7sLfio7i
D. Perché è cominciata così presto la
preparazione dall’Assemblea, e quali ne sono le tappe?
Ri II Consiglio ha voluto coinvolgere la
«base» delle comunità, le assemblee di
Chiesa, conferenze e sinodi denominazionali, affinché i delegati arrivino a Bari con
una visione chiara di ciò che si può e si
vuole fare.
La prima tappa è costituita dal questionario sul futuro della Federazione (pubblicato da questo giornale). Già stanno arrivando le risposte che riassunte in una sintesi saranno mandate a tutti i delegati dell’Assemblea.
Il secondo momento riguarda le Federazioni regionali: invece di avere (come a
Firenze nel 1970) un documento elaborato
da poche persone, il Consiglio ha chiesto
alle Federazioni regionali di redigere dei
documenti preparatori sui seguenti temi:
situazione politica generale, questione cattolica, situazioni di emigrazione ed emarginazione, nuova etica. Questi documenti saranno distribuiti ai delegati per fornire il
quadro generale in cui si situa il tema centrale dell’assemblea che riguarda la nostra
testimonianza nell’Italia d’oggi.
Un terzo momento sarà costituito dai
Convegni del Servizio Studi, specialmente
quello del 19-20 agosto a Torre Pellice sul
tema « Predicazione e mezzi di comunicazione di massa » cioè radio e televisione).
Il convegno servirà di preparazione specifica su questa tematica che, anche in vista
delle conseguenze della riforma della RAI,
può diventare importante per la testimonianza evangelica.
D. Qualcuno ha trovato strano che dopo
dieci anni di vita la Federazione diffondesse
un questionario sul futuro della Federazione stessa, quasi che essa non sapesse bene
in che direzione orientarsi: esiste effettivamente una incertezza sul futuro?
X
R. La Federazione non è un piccolo Vaticano protestante che funziona per conto
suo. La Federazione è costituita dalle chiese, e se vi è incertezza essa risiede appunto
nelle chiese; il Consiglio, con il suo questionario, ha voluto spingerle a fare chiarezza. Undici anni fa, al Congresso Evan
Santa Severa
CONGRESSO F.F.V.
15 maggio 1976
Programma: ore 8.3ai2: culto - discussione della relazione del C.N.;
ore 14.30-17: continuazione, ed elezióne del nuovo C.N.; ore 17.30; riunione congiunta valdo-metodista.
Ili CONGRESSO FEMMINILE
INTERDENOMINAZIONALE
Tema: «Analisi di strutture ingiuste : qual è il nostro impegno ».
Sabato 15 maggio;
Ore 20.30-23 ; culto con S. Cena - discussione della relazione del consiglio
di collegamento. Relazione di p. Comba su Nairobi 1975.
Domenica 16 maggio;
Ore 8.30-12 : lettura delle relazioni
degli studi sul tema svolti dalle unioni. Discussione a gruppi; poi generale.
Ore 14.30-18 : discussione dello statuto
della federazione dei movimenti femminili. Votazione.
Gita; lunedi 17, una gita sarà organizzata o verso Tarquinia o verso Roma.
— Prezzo: L. 5.000 al giorno (L. 500 d'iscrizione, a Fernanda Comba, Via Pietro della Valle 13, 00193 Roma).
— Indirizzo: Villaggio Battista, Lungomare
Pbgy, 13 - 00050 S. Severa (Roma) tei. 0766/78.055.
— Si giunge a S. Savera o da Civitavecchia
Iper il nord Italia) e da Roma per treno
o autobus.
— VIAGGIO DALLE VALLI E PIEMONTE: si organizzerà un biglietto collettivo con riduzione. Rivolgersi a Ade Gardiol - Torre Pellice (tei. 91.277).
gelico, si pensava che la Federazione avrebbe dovuto raccogliere tutto l’evangelismo
italiano; due anni dopo, il programma si
era già ridotto alle attuali chiese federate.
In occasione del centenario di Valdo è stata avanzata in ambienti valdesi l’idea che
l’unità del protestantesimo italiano vada
raggiunta non con il sistema federale, ma
con quello sinodale. Tutti questi fatti danno l’impressione che le chiese federate siano un po’ incerte sulla questione dell’unità
del protestantesimo italiano, bisogna che si
preparino a rispondere a queste domande
in modo chiaro e pratico.
D. Vi sono altri motivi per discutere sul
futuro della Federazione?
R. Vi sono diversi altri elementi che
possono influire sulle scelte da fare sul futuro della Federazione. Uno è molto materiale: la crisi economica. Le chiese dovranno fare delle economie; in che misura
le attività della Federazione sono essenziali e quindi degne di essere sostenute anche
a costo di sacrifici?
Un altro fattore è l’aumento di Federazioni regionali. Anche se non dipendono
dalla Federazione « nazionale » e quindi
neppure dall’Assemblea di Bari, tuttavia
non possono essere ignorate. L’Assemblea
dovrà decidere quali compiti vanno svolti
in sede nazionale e quali possono essere
affidati alle regioni. Se le chiese sono d’accordo di affidare certi compiti alle Federazioni regionali, le devono poi sostenere:
per esempio, nei trasferimenti dei pastori
non si potranno tenere presenti solo gli interessi della singola denominazione, ma occorrerà sentire anche le esigenze della Federazione regionale.
Accanto a questi motivi interni al mondo
evangelico vi sono quelli esterni: in un’Italia che è cambiata in questi anni le chiese
si pongono naturalmente in un modo diverso rispetto al paese ed occorre verificare quali conseguenze ciò abbia sul loro impegno comune in quanto chiese federate.
D. Quali altri problemi
vista dell’Assemblea?
SI
pongono in
R. Personalmente porrei fin d’ora il problema dell’elezione dei delegati e dell’elezione del Consiglio. L’Assemblea della Federazione, che non è vincolata a determinate proporzioni fra pastori e laici, dovrebbe essere costituita da una forte proporzione di donne delegate, e secondo me nel
prossimo Consiglio almeno un terzo dei
membri (cinque su quindici) dovrebbero
essere donne. Ma bisogna pensarci molto
per tempo se si vogliono evitare le improvvisazioni dannose per tutti. In questo modo gli organi della Federazione verrebbero
a rappresentare la realtà della chiesa (che
è composta almeno per metà di donne)
meglio di quegli altri organismi e comitati
eclesiastici in cui tradizionalmente la preponderanza maschile è eccessiva.
La Spezia dice:
L assemblea della Chiesa Cristiana Kvangelica Battista di La Spezia, riunita in seduta straordinaria ni-4-1976, dà mandato ai delegati della
Chiesa all’Assemblea Generale deirUCEBI di
Rimini (1-4 maggio 1976) di appoggiare le proposte operative N. 2 e N. 3 presentate dal Comitato Esecutivo e relative ai rapporti con la
Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia.
L’assemblea inoltre, dopo avere attentamente
esaminato il documento inviato dal Consiglio
FCEI alle chiese federate, ritiene, alla luce della Parola del Signore, di dare le seguenti risposte alle domande proposte :
lo)L’assembIea ritiene inutile ed irrealizzabile la ricerca di vena unità istituzionale tra le
varie denominazioni evangeliche; al contrario
ritiene indispensabile una comunione di doni e
di forze sempre maggiore da parte delle chiese
federate, in vista della predicazione e di un nuovo sforzo evangelistico, nel nostro paese.
2o) L’assemblea ritiene che una testimonianza evangeliea debba essere vissuta quotidianamente, nella storia del nostro tempo. Ciò significa scegliere di lottare, o meglio di « combattere il buon combattimento » (II Timoteo
4: 7), a fianco dei minimi, degli emarginati e
degli sfruttati; da questa scelta nasce il rifiuto
del fondamentalismo, tendenzialmente conservatore ed individualista, a tale rifiuto è accomunata una tenace opposizione al disegno integrista e totalitario della chiesa romana e della sua
cultura.
3-°) La scelta succitata è nata dalla esperienza di vita e di fede che la nostra comunità
ha condotto e conduce, seppure tra inevitàbili
contraddizioni e difficoltà, nella certezza che
a questo evangelo del Regno sarà predicato per
tutto il mondo, onde ne sia resa testimonianza
a tutte le genti; e allora verrà la fine » (Matteo 24: 14).
4®) A parere dell’assemblea, ai fini di una
migliore realizzazione dell’ipotesi prescelta, ritiene indispensabile una maggiore « decentralizzazione » delle attività federative, soprattutto attraverso convegni locali promossi dalle FCEIregionali; naturalmente, per una buona realizzazione di ogni progetto federativo, è preliminare la richiesta a Dio della sapienza necessaria
(Giacomo 1 ; 5).
Manca ancora una strategia
Bene avete fatto, cari fratelli, a proporre per tempo il problema dell’avvenire della Federazione, in preparazione della prossima assemblea di Bari. Bene avete fatto perché il timore di molti (di chi
scrive ad esempio) è che la Federazione
dopo i primi anni di attività e di slancio,
stia ora « stagnando », sicché i dubbi sulla utilità della sua funzione a prò del
Protestantesimo italiano non sembra siano del tutto privi di fondamento.
Certo i reggitori attuali della Federazione hanno fatto del loro meglio ; l’organiz"
zazione dei Servizi, nonostante le molte
difficoltà, appare completata; l’attività
«tecnica» di alcuni di essi è senza dubbio efficiente; la presenza in Rai/TV rispetta regolarmente i suoi tempi; ma pare sia mancata una visione «strategica»
della funzione della Federazione, come
del resto è dimostrato dal fatto che vengono sottoposte alle decisioni della prossima Assemblea quattro ben diverse possibilità, ognuna delle quali comporta un
modo diverso di gestire la Federazione.
Il Consiglio, quindi, ha bene operato a livello organizzativo, ma a livello «strategico », tre anni dopo Bologna, viene a
chiedere cosa deve fare la Federazione e
come deve farlo.
La Federazione chi rappresenta?
Ora, il punto fondamentale sembra
essere quello della rappresentatività della Federazione. Non dobbiamo nasconderci che il processo di integrazione valdo-metodista rischia di limitare ulteriormente questa sua rappresentatività, con
il rischio di portare prima o poi l’imagine della Federazione a coincidere o quasi con quella della Chiesa integrata valdo-metodista. Se ciò dovesse avvenire la
Federazione sarebbe una sovrastruttura
completamente inutile ed assorbirebbe
forze validissime e mezzi non indifferenti
per duplicare quanto potrebbe essere meglio fatto in altro modo, il che va ad
ogni modo evitato.
Ma come si può realizzare questa migliore rappresentatività? Ovvero come si
può tentare di ottenere una più larga
adesione delle forze costituenti il Protestantesimo italiano alla vita della Federazione? Certo non si può ottenerlo proponendosi di insegnare alle Chiese ed ai
movimenti protestanti come essi devono
predicare e testimoniare TEvangelo. Sappiamo tutti che all’intemo di ogni singola comunità, e con più forza all’interno
delle Chiese o fra di esse, esistono su
questi argomenti contrasti non lievi e non
ancora superati. Sappiamo tutti che al
Tinterno delle Chiese e delle Comunità
il problema che ne deriva è in gran parte attenuato dalla accettazione di una
pluralità, spesso efficace, e da un’opera
a lungo termine di educazione e di «culturalizzazione » biblica e non. Non si vede quindi come la Federazione potrebbe
portarsi come « Maestra » di predicazione e di testimonianza senza aggravare i
fenomeni di rigetto, già vivi presso le
Chiese non federate e sensibili anche in
alcuni settori di quelle federate. Da una
soluzione di tal tipo la rappresentatività
ne uscirebbe ancor più diminuita.
Contatti con l’esterno
La prossima Assemblea farebbe quindi bene a porsi inanzitutto il problema
della futura Presidenza in termini non
solamente valdo-metodisti.
La Federazione dovrebbe poi proporsi
di rappresentare il mondo protestante
italiano verso l’esterno e soprattutto verso i vari Enti Istituzionali con cui i protestanti italiani, come tali, hanno volenti o no a che fare. Ad esempio la Commissione giuridico consultiva, si chiami
o no Servizio, è in grado di svolgere una
attività concreta che interessa non solo
le Chiese federate, ma tutte le organizzazioni protestanti. Basti pensare alla legislazione sui culti ammessi, la cui abolizione interessa tutti; o alla assistenza
legale offribile a tutti nella infinita casistica che giornalmente ci presenta.
Lo spazio Rai/TV potrebbe essere gestito (come già in parte si fa) mettendo
a disposizione il Servizio relativo non
solo delle Chiese Federate, ma anche di
quelle non federate. Tenendo anche presente che, mentre la presenza alla Radio
si chiama, e dovrebbe sempre essere
« Culto », quella alla TV è e può essere
più largamente informativa e dare spazio ai problemi culturali nel senso più
ampio della parola: e anche qui non solo
per le Chiese federate, ma anche per le
altre organizzazioni.
Servizio o sovrapposizione?
Come viene suggerito dalla prerelazione, la Federazione dovrebbe assumere
nei confronti del Consiglio Ecumenico di
Ginevra la rappresentanza del composito mondo protestante italiano, più che
non quella delle Chiese Federate (due
delle Quali hanno già del resto un diretto contatto istituzionale).
La Federazione inoltre potrebbe, in misura più ampia di quanto già non faccia,
mettere a disposizione anche delle Chiese non federate tutto il frutto dei suoi
Servizi (Studi - Istruzione ed Educazione - Azione sociale); chiarendo bene che
non si tratta di comunicazioni da recepire, ma di materiale da offrire allo studio
delle Chiese perché se ne servano liberamente nei limiti della utilità che singolarmente credono poterne ricavare.
Se tutto questo fosse realizzato con
« efficienza » si potrebbe sperare che, federandosi o no, le varie Chiese ed Organizzazioni protestanti finirebbero almeno
col conoscere la Federazione per quello
che essa dovrebbe cercare di essere; un
organismo al servizio delle Chiese e non
un organismo che ad esse tende a sovrapporsi.
Alle Federazioni regionali, da sviluppare ed aiutare, dovrebbe spettare di preferenza il compito di tenere i contatti
con il mondo cattolico. E ciò per una
elementare ragione : e cioè che il mondo
cattolico, ancor più del nostro, è oggi
tanto agitato da fermenti di varia origine ed ispirazione, che solo contatti articolati in funzione delle situazioni locali
hanno possibilità di dar frutti. In sede
nazionale basterebbe limitarsi o fornire
alle organizzazioni regionali il materiale
di studio adatto a far comprendere bene
i problemi che possono presentarsi.
Siamo osservati
E poiché, infine, tutto questo dovrebvrebbe tendere anche a far vedere al di
fuori una immagine veridica del Protestantesimo italiano, sarà bene tener presente che il mondo esterno non aspetta
da noi suggerimenti od ammaestramenti
solo in campo politico-sociale, nel quale
altri, megli di noi sanno e possono dare
messaggi e indicazioni ma si attende ed
apprezza soprattutto una predicazione ed
una testimonianza evangelica. Chi scrive
ha avuto occasione di leggere sulla stampa non confessionale un solo commento
alle trasmissioni di « Protestantesimo »
(Mario Soldati nel Mondo di fine dicembre). Ebbene ciò che era stato trovato
interessante, ed aveva suscitato gli entusiastici elogi dello scrittore era un commento del Pastore Cappella ad una parabola biblica. E fra le conoscenze non
protestanti di chi scrive non sono pochi
gli ascoltatori del Culto radio; e ciò che
li rende assidui ascoltatori é pronrio la
predicazione evangelica legata alla spiegazione della Parola. Uno tra di essi ebbe a dirmi: «Vi seguo e vi apprezzo perché di norma voi sánete dare a Cesare
Quel che è di Cesare e a Dio quel che è
di Dio ».
Nlso De Michelis
5
7 maggio 1976
Vita ■ problemi - prospettive delle nostre chiese
SCIGLI
RIESI
Se dovessimo dire in poche parole
cosa è lecito pensare delle nostre comunità, oggi: dei nuclei, dei gruppi viventi — diremmo — ed attorno a essi
altri credenti volonterosi; poi un alone
inafferrabile, non giudicabile, dai contorni non meno misteriosi. Qualcuno
"di fuori" potrebbe aggiungere che si
tratta di un fenomeno normale nella
società italiana, oggi: tutti quelli che
vogliono "fare, dibattere, credere operando" hanno a che fare con l'assenteismo, la ferocia degli egoismi, e un rassegnato abbandono di ragioni ideali
che diano una finalità, una autenticità
alla vita.
Siamo davvero a questo punto? Una
comunità evangelica, in una Italia conformista, rossa o nera che sia, ha una
ragione d'essere, un compito specifico,
nella misura in cui non è composta di
"iscritti", ma è chiesa militante, di militanti. Bisogna che ognuno rientri in
se stesso, e finalmente si chieda: se ha
un senso la sua esistenza, se alla vocazione di Dio dà una risposta umana,
se ricerca di esistere come "segno", indicazione, d'una umanità di Dio che ci
fa partecipi della lotta per la redenzione.
Che il Signore ci guardi!
L. S.
L'impegno dei giovani
per un centro geriotrico
PIACENZA
Nel corso di un incontro fraterno, la
comunità ha manifestato al pastore Tullio Di Muro segni di stima e di affetto
ringraziandolo per il servizio ch’egli si
accinge a compiere a Piacenza in collaborazione col pastore Giuseppe Anziani
che (come segnalato dal bollettino evangelico di Cremona, Piacenza, Parma) è
affetto da esaurimento nervoso.
Alcuni mesi fa un gruppo di giovani
(PGEI - PGCI - gruppo giovanile del Carmine) constatata la situazione penosa in
cui si trovavano parecchi anziani della
nostra città, ha proposto al Comune di
Scicli l’istituzione di un Centro Geriatrico. L’amministrazione di sinistra (PCI PSD ha aderito immediatamente alla nostra richiesta proponendo una inchiesta
preliminare da condurre presso gli anziani a cura dei giovani stessi.
Il Comune ha curato la stampa di un
questionario per questa inchiesta conoscitiva e, dopo alcune riunioni preliminari in vista della costituzione di vari
gruppi di lavoro, della presa di conoscenza del questionario — nessuno di noi
aveva prima mai svolto un lavoro del genere — dell’esame del materiale che veniva messo a nostra disposizione (diapositive da proiettare nelle varie associazioni), della suddivisione della città in quartieri, abbiamo iniziato l’inchiesta, per il
momento, in soli due quartieri ((¿armine
e S. Maria La Nova).
I gruppi di lavoro che abbiamo formato sono composti da giovani di diversa
estrazione religiosa e politica. L’esperienza che facciamo è abbastanza buona in
quanto scopriamo che si riesce a lavorare bene insieme anche se, come detto,
l’estrazione ideologica è differente.
Le difficoltà ci vengono in parte perché alcune forze politiche vogliono sabotare l’iniziativa e, in altra parte, perché
i nostri anziani non conoscono l’utilità
che potrebbe derivare loro da un centro
geriatrico.
AGRIGENTO: RICORDANDO CALOGERO FASULO
Dalle sassate alla
testimonianza evangelica
Un uomo di fede ci ha lasciati; Calogero Fasulo. Egli ha saputo, fino all’ultimo giorno della vita, manifestare una fede profonda. Nonostante gli ottantadue
anni e una grave malattia che rendeva
difficile il parlare, egli seguitava sempre
a esortare i fratelli e le comunità. In questi ultimi anni con perseveranza egli faceva da « ponte » fra la comunità valdese e la comunità pentecostale; nell’una e
nell’altra portava la sua parola di esortazione e di sprone alla fedeltà al Signore.
Mostrava una profonda cultura: nessuno avrebbe potuto indovinare che egli
era un autodidatta ; il suo titolo di studio
era la fede in Cristo. La fede era stata
per lui lo sprone che lo aveva portato a
tenere conferenze e studi su argomenti
biblici e di storia della chiesa. Ma egli
non vedeva solo nel parlare in pubblico
la sua missione, ma sapeva consolare gli
aflBitti, i soli, con visite, telefonate, esortazioni.
Il suo primo contatto con la comunità
evangelica avvenne quando, ragazzo, fu
inviato dal prete a tirare sassate contro
la porta del locale di culto. Egli, mostrando la futura tempra, volle prima indagare contro chi era invitato ad agire violentemente ed entrò nel locale di culto
per ascoltare e scoprire che questi « evangelisti » non erano poi così « diavoli » come li si dipingeva.
Ancora ragazzo, quasi per caso, aveva
desiderato comprare una Bibbia e aveva
risparmiato faticosamente per possederla. E poi fu posseduto dalla Parola di
Dio e insieme con A. C. Sciascia divenne
fondatore delle attuali comunità evangeliche della città. Non dobbiamo pensare
che egli fosse un uomo staccato dalla
realtà, fuori « dal mondo » ; il suo nome
compare fra i fondatori del Partito Socialista ad Agrigento. Tutto ciò non poteva che procurargli persecuzioni, isolamento, disprezzo da parte dei concitta
dini, arroccati in un cattolicesimo formale e chiusi nel loro ristretto ambiente.
re la casa in cui era nato, poi il pomeriggio ad ogni costo ha voluto uscire presto, per visitare la sorella anziana prima
di partecipare alla riunione di studio biblico ; egli sapeva legare il passato al presente e vedere ogni cosa nella luce del
Regno che viene.
Una macchina veloce lo ha urtato e ucciso. La civiltà moderna, in maniera che
appare a noi parabolica, uccide l’uomo
che i progenitori hanno odiato e schernito.
« Beati i morti che da ora innanzi
muoiono nel Signore. Sì,, dice lo Spirito,
essendo che si riposano dalle loro fatiche, poiché le loro opere li seguono»
(Apocalisse 14: 13).
Mario François Berutti
FELONICA PO
Egli ricordava tali cose e le persecuzioni e angherie del periodo fascista, ma con
un senso di distacco, non di rassegnazione. Egli sapeva in chi aveva creduto e sapeva portare la croce. Nell’ultimo giorno
ha voluto uscire, per compiere subito i
suoi doveri di contribuente (lui modesto
pensionato statale), aveva voluto rivede
Prima di Pasqua abbiamo preparato
una serie di cartelloni illustranti la situazione degli anziani e le prospettive che si
aprono con il centro geriatrico. Esposti
in piazza hanno richiamato l’attenzione
di quanti passavano suscitando dei commenti estremamente favorevoli. Concluso questo lavoro preliminare, dopo la elaborazione dei dati statistici emersi dalla
inchiesta ci auguriamo proprio che il Comune avvìi concretamente questo lavoro
nel qual caso il nostro impegno potrà
proseguire portando un aiuto più tangibile ai molti anziani.
Ester e Rosalba Calvo
• Martedìi 13 aprile ha avuto luogo il funerale di Angìolino Ermes Del Maestro,
già conosciuto col soprannome familiare
di Meme, inaspettatamente e prematuramente deceduto all’età di 51 anni.
I membri di Chiesa ricordano Meme
come persona impegnata nella comunità:
aveva anche fatto parte, anni addietro,
del consiglio di Chiesa. La popolazione
di Felónica si ricorda di lui come di una
persona affabile, dalla battuta facile, sempre pronta allo scherzo.
II gran numero di presenti alle sue esequie è stato un segno della viva partecipazione di tutti i felonichesi al dolore
della famiglia di Meme. L’annuncio del
Vangelo in chiesa ci ha richiamati tutti
a volgere lo sguardo e la nostra speranza in Dio che ci fa sentire sempre e comunque la sua potenza misericordiosa e
vivificatrice.
GENOVA
• Il 4 aprile due carrozze del trenino
Genova-Casella sono state occupate da
un buon numero di bambini della scuola
domenicale con le monitrici, i genitori e
qualche altro membro di chiesa, per fare
una bella gita a Casella, paesino dell’altura genovese.
• Abbiamo avuto un incontro nella nostra sala del circolo con alcimi componenti della nave « Logos » (140 persone
che girano il mondo evangelizzando) e
fratelli delle varie Chiese evangeliche genovesi, dove ci venne illustrato con diapositive, l’iniziativa, lo scopo e il lavoro
evangelistico che viene svolto dall’anno
1970. Parte dell’equipaggio ha preso parte al culto interdenominazionale svoltosi
nei nostri locali per il giovedì santo.
• La colletta di Pasqua è stata devoluta
alla vedova e ai bambini del pastore Vezio Incelli.
Siamo entrate nella casa buia, fredda
ed umida, porta e finestre chiuse, l’unica
luce era il lumino dei morti che ardeva
in un angolo. La vedova era lì, sola al
freddo e piangeva. Il marito era morto
dopo lunga malattia all’ospedale. Riesi
non ha ospedale, quindi spese per viaggi
e poi spese per il morto. Ci diceva piangendo che non aveva da dare da mangiare ai figli, ma che aveva dovuto spendere 4(».000 lire per i funerali ed ancora i
parenti del marito volevano picchiarla
perché non aveva messo il marito in un
loculo ma sotto terra. «'Tutte sulle mie
spalluzze » ci diceva. E intanto in casa
non c’era che un pezzo di pane duro.
Spesso le persone anziane si preparano, per tempo, tutto il vestiario necessario per la morte. Pochi giorni fa ho visitato ima vedova, rimasta sola, mentre
i figli tutti lontani non si occupano di
lei. Lei per svergognarli si è già preparata tutto per il suo funerale, persino la
bara che tiene sotto il letto.
La morte domina la casa. Si fa tutto
per onorare il morto e, forse, ancora di
più per « l’occhio della gente ». Ma in tutto ciò dov’è il Risorto?
(dal notiziario del Servizio Cristiano)
IVREA
• Per il l€-16 maggio prossimo il Comitato interdenominazionale sta preparando il programma delle « giornate della
Bibbia». La manifestazione si terrà in
Piazza Verdi (davanti la Stazione Brignole). Questo è il secondo anno che viene sparso il seme della Parola del Signore in pubblica piazza. Preghiamo che
il Signore faccia fruttare il seme.
I giovani stanno conducendo un’inchiesta su alcuni aspetti della vita ecclesiastica; essi hanno stabilito dei rapporti
con i giovani della Chiesa dei fratelli e
insieme con loro hanno partecipato ad
un convegno giovanile a Viering.
Due lutti hanno segnato la vita della
comunità. Sabato 24 aprile si è svolto il
funerale di Elsa Janin, deceduta improvvisamente all’età di 64 anm. Molto legata alla chiesa e ferma nella sua fede era
particolarmente interessata all insegnamento religioso.
Lunedì 26 aprile abbiamo accompagnato al cimitero la salma di Augusto Bertalot, padre del past. Renzo Bertalot, deceduto all’età di quasi 80 anni. In questi
ultimi anni era stato accolto e curato
con affetto nella famiglia della sua nipote Augusta Regali. Anche per lui rimane
significativa la parola del salmista : « O
Signore, tu sei stato per noi un rifugio
d’età in età». Pensiamo con solidarietà
a queste due famiglie colpite dal lutto.
PISA
TORINO
(Dalla circolare):
Siamo alla fase conclusiva deU’organizzazione del « deposito libri della Claudiana» con la previsione di tutta una serie
di iniziative connesse con la diffusione
del libro come testimonianza in città. Per
rimpianto di questo servizio abbiamo bisogno di tanti soldi, e per ora ne abbiamo pochi a disposizione per questo lavoro. Saremo perciò molto grati a tutti
quelli che penseranno di aiutare con offerte speciali l’attuazione di questo programma che ci sembra importante per
la testimonianza evangelica. Abbiamo bisogno anche di fratelli e sorelle che si
facciano disponibili per portare avanti il
lavoro stesso.
Alcuni catecumeni hanno trascorso il 1°
e 2 maggio a Borgio Verezzi presso la locale colonia valdese. L’incontro è servito
per riprendere i principali temi affrontati
durante l’anno nell’ora del catechismo.
Alternando giochi al canto e alla ricerca
biblica i giovani hanno approfondito la
conoscenza tra di loro approfittando di
un’occasione che la vita dispersiva della città non permette.
L’incontro ha cosi permesso una discreta socializzazione del gruppo e un approfondimento di alcuni episodi biblici (il
racconto del battesimo, il giovane ricco,
il processo di Gesù) che sono stati ripresi
nel culto domenicale alla ricerca d’una
comprensione non settoriale del messaggio biblico.
AGAPE
Campo per ragazzi
• Ormai da qualche tempo in occasione
della settimana santa si è consolidata una
buona tradizione di scambio di pulpiti
tra il Pastore della Chiesa Battista di
Ferrara e quello della nostra di Felonica Po. Così anche quest’anno abbiamo
avuto il piacere di lasciare presiedere il
culto del giovedì, 15 aprile al pastore Domenico Tomasetto, che ringraziamo per
il suo messaggio. Il pastore di Felonica
ha invece presieduto il culto a Ferrara il
venerdì santo.
Come vivere la fede in Cristo nefia costruzione delia nuova società.
Campo per ragazzi dai 14 ai 17 anni.
Direzione : una équipe di collaboratori
tra cui Lucilla Coisson, Daniele Clarrone, Claudio Pasquet, Gianna Pioppi,
Zizzi Platone, Paolo Ribet, Marco Rostan, Riccardo Bensi e Francesca
Spano.
Data: 29 giugno - 15 luglio.
Quota: L. 58.000 (son previste borse-campo per coloro che non potessero effettivamente pagare in tutto o in parte).
Tema: il tema, proposto dal campo
dell’anno passato, intende ripercorrere le
tappe principali di una ricerca che tende
a scoprire e sperimentare possibilità
nuove di predicazione e di testimonianza...
La riflessione critica e autocritica di
alcuni intellettuali protestanti alla fine
della guerra; la loro scoperta della problematica portata avanti all’interno del
movimento operaio; gli incontri ad Agape e la funzione di « Gioventù Evangeli
ca» all’inizio degli anni sessanta; le lotte di liberazione nazionali, la teologia
della rivoluzione e il suo superamento;
il ’68, la scelta antiautoritaria del movimento degli studenti e la messa in questione delle linee tradizionali della chiesa. La formazione della PGEI, la nuova
lettura biblica e il progetto di riforma
della chiesa.
Ognuna di queste esperienze sarà illustrata da altrettanti fratelli che l’hanno
vissuta direttamente; il lavoro sarà organizzato anche in seminari che analizzeranno articoli, volantini, relazioni ai
campi, mozioni, ecc.
La seconda parte del campo dovrà approfondire i contenuti che la nuova generazione accetta - o rifiuta - delle riflessioe delle esperienze fatte dalle genera
ni
zioni precedenti. Ma soprattutto si tratterà di discutere la proposta di una predicazione del messaggio evangelico all’interno del movimento giovanile degli anni settanta. Per iscrizioni o informazioni;
Agape, 10060 Frali (To) - Tel. 0121/8514.
Sé.
6
alle valli oggi
Pre
congresso
FGEI
Una sessantina di giovani provenienti
dalle comunità delle valli e da Torino si
sono riuniti Vl-2 maggio presso l’accogliente foresteria di Villar Perosa per verificare nel precongresso le linee di lavoro dei gruppi ed i temi che saranno ripresi nel dibattito generale del Congresso che si terrà nel Lazio il 5-8 dicembre
prossimo. Il dibattito si è orientato sulle
due linee di lavoro su cui si impegnano i
gruppi FGEI: all’interno delle comunità
innanzitutto^ nello sforzo di richiamare
l’attenzione sulla necessità e l’urgenza
della riforma della chiesa, cercando un
coinvolgimento delle comunità. Richiamo
che i gruppi FGEI si sforzano di raccogliere, rifiutando di proporsi come modello indiscutibile di riforma della chiesa, proprio perché è il richiamo dell’evangelo e non di un gruppo; quanti però si
impegnarlo nel lavoro FGEI (giovani e
adulti) ritengono dover richiamare le comunità ad uscire da molte loro sicurezze
che creano situazioni di immobilismo, di
rinuncia, di indifferenza e di notevole
stanchezza, in una situazione ecclesiastica in cui la stragrande maggioranza degli operai e contadini che rappresentano
di fatto la fetta più grossa delle comunità sono assenti dalla vita della chiesa
(salvo rare eccezioni riferite a situazioni
in cui i rapporti sociali non hanno ancora. determinato quello sfaldamento visibile in tutte le comunità di fondovalle).
Quindi, collegato a questo riferimento
irrinunciabile (dell’evangelo e della comunità locale), l’impegno sociale e politico, cioè lo spazio entro il quale costruire dei segni di testimonianza con gli uomini del nostro tempo, rifiutando ogni
tentazione di vivere una fede intimistica,
per sé e non per gli altri, slegata dalla
realtà quotidiana in cui soffre lotta e
spera ogni creatura umana.
Le relazioni dei gruppi e gli interventi
che si sono susseguiti nel precongresso
hanno dato una fotografia abbastanza
precisa della situazione attuale della
FGEI valli: gruppi che sono attivi nelle
comunità, con un impegno soprattutto a
livello di catechesi, di formazione giovanile; gruppi sensibili ad una lettura biblica in cui riconoscere un orientamento
per la loro vita, ma anche gruppi che
spesso si sentono ai margini delle comunità che tirano avanti in una monotona
continuità di attività e che vedono una
sempre più scarsa partecipazione.
Le proposte su cui riflettere in vista di
un impegno più collegato fra i gruppi
sono state numerose ed andranno ulteriormente valutate. Il precongresso ha
dedicato molto spazio alla valutazione
dell’inchiesta sulla comunità di Luserna
San Giovanni, inchiesta che dovrà essere
utilizzata da altri gruppi per verificare
situazioni diverse che permettano un confronto più attendibile della situazione generale delle comunità delle valli.
Un altro punto che dovrà essere approfondito è il lavoro con i ragazzi, di modo che sia loro offerta un’alternativa alla
secolarizzazione, alla fuga dalla comunità
e quasi sempre da un impegno concreto;
formazione che dovrà essere seguita sia
nel catechismo sia nell’inserimento nella
scuola e nel lavoro, in un momento di
grave crisi dell’occupazione giovanile.
Anche la presenza di molti membri della FGEI nelle amministrazioni comunali
offre delle possibilità di impegno politico nella vita locale che non deve essere
sottovalutato: alcuni esempi di democraticizzazione proposti ed attuali in alcuni
comuni permettono un discorso di base
con la nostra gente che raramente è possibile a livello di comunità se non nelle
riunioni di quartiere.
Si sono infine analizzati alcuni problemi che saranno sicuramente discussi nella Conferenza distrettuale e al sinodo: la
richiesta della Comunità Montana Val Pellice di avere una sua presenza nel consiglio di amministrazione dell’ospedale di
Torre, il problema dell’ora di religione,
la posizione delle nostre scuole private
rispetto alla proposta regionale n. 83 che
intendeva limitare i finanziamenti alle
scuole pubbliche delegando l’ente locale,
proposta ora insabbiata a causa delle elezioni anticipate; la richiesta avanzata dal
gruppo di Prarostino di democraticizzare e ringiovanire i concistori, ecc.
" E. Genre
POMARETTO
Scuola g tempo pieno?
Giovedì 22 aprile un gruppo di genitori
della Scuola Elementare e Materna si è
riunito presso la casa comunale per riprendere il discorso sul « tempo pieno »
già iniziato lo scorso anno in occasione
delle elezioni degli organi collegiali e del
rinnovo deH’Amministrazione comunale.
Questo rinnovato interesse al problema è
giustificato da un complesso di condizioni
favorevoli quali alcune proposte di intervento alternativo della équipe della medicina scolastica e la precisa disponibilità
dell’Amministrazione comunale.
Nel corso dell’assemblea è scaturita da
parte dei genitori presenti l’esigenza di
conoscere e divulgare che cosa sia e come
debba organizzarsi la scuola a tempo
pieno.
Nello scritto che segue proponiamo alcuni temi di riflessione che riguardano le
finalità della scuola a tempo pieno con un
accenno alle possibili attività della giornata scolastica. Su tali argomenti e su
altri sarà necessario sviluppare un dibattito con tutti i genitori ed insegnanti nelle
prossime settimane.
Finalità
1) Offrire una scuola didatticamente e
socialmente migliore e capace di sviluppare integralmente il bambino (in tutti
gli aspetti della sua personalità non privileggiando quello intellettuale).
2) Venire incontro ai problemi della società attuale nella quale la famiglia non è
più la sola ed unica depositaria dell’educazione dei figli, dato che la trasformazione sociale degli ultimi anni pone il
bambino a diretto contatto con fonti di
informazione e formazione talmente nuo-j
ve e varie, da sfuggire al controllo della!
famiglia stessa.
3) Individualizzazione dell’insegnamento (fatto su misura per ogni bambino) reso possibile da una didattica nuova e da
un maggior arco di tempo a disposizione.
Di conseguenza ne viene che si elimina il
triste fenomeno della ripetenza o quello
più subdolo della emarginazione che non
è educativa per nessuno, né per gli individui allontanati né per quelli trattenuti.
Inoltre si elimina l’annoso problema dei
compiti, inutili e discriminanti, in quanto
tutte le attività vengono svolte in classe.
4) Fare finalmente della scuola un fatto
sociale e non un monopolio esclusivo dell’autorità scolastica, in quanto i genitori
entrano veramente nella scuola per discutere i contenuti, i metodi e per collaborare e partecipare alle varie attività.
Attività della giornata: alcune proposte
Oltre all’apprendimento della lingua e
della matematica, attraverso il lavoro individuale e di gruppo e condotto sulla base delle più moderne tecniche di insegnamento, nel primo ciclo potrebbero essere
programmate attività varie: animazione
teatrale, attività musicali attività manuali, attività sportive, ecc.
Nel secondo ciclo, in luogo della tradizionale divisione nelle materie di insegnamento, andrebbe privilegiata la ricerca
sul concreto come strumento ideale per
realizzare un processo unitario di apprendimento. Quindi non più insegnamento di
tecniche ed assunzione di nozioni astratte
e lontane dalla esperienza del bambino,
ma analisi attenta della vita dei bambini
e dell’ambiente in cui si muovono. I risultati di queste ricerche devono poi uscire dalla scuola verso altri bambini e ver
Iso i genitori, la comunità locale, per partecipare veramente alla trasformazione
sociale.
CRONACA DI PINEROLO
La Regione Piemonte ha autorizzato un
nuovo corso per Bibliotecari che si terrà nella Biblioteca Comunale di Pinerolo
a cura della direzione del Sistema Bibliotecario Provinciale.
Il corso che comprende 90 ore di lezioni sarà tenuto in orario particolarmente
studiato per i lavoratori e cioè sabato e
giovedì dalle ore 14,30 alle 18,30 (domenica e giovedì, festivi dalle ore 8,15 alle
12,15) a cominciare dal 15 maggio prossimo.
Chi è interessato a partecipare può telefonare alla segreteria della Biblioteca in
orario d’ufficio.
DaU’Annuarìo Pontifìcio ed. 1974, si ricavano alcuni dati interessanti, concernenti la diocesi cattolica di Pinerolo, che
può essere interessante citare:
La diocesi è attualmente priva di vescovo titolare; Mons. Giustetti, che porta il titolo di vescovo di Celene (in Portogallo), ne è però Tamministratore apostolico, ed in pratica non c’è nessuna differenza.
La diocesi conta 67 parrocchie sparse
su una superficie di 1.440 kilometri quadrati. Gl’istituti di beneficenza sono 22,
quelli di educazione 2. I sacerdoti presenti in diocesi sono in tutto 140, dei quali
114 secolari e 26 appartenenti a ordini
religiosi. Frati e suore sono rispettivamente 36 e 555.
La diocesi demmcia un numero di
76.500 cattolici su un totale di 90.600 abitanti, il che significa che — salvo i vaidesi — tutti gli abitanti del Pinerolese
vengono considerati cattolici.
Battesimi : 1342.
• Mercoledì, 28 aprile abbiamo deposto
nel cimitero di Abbadia Alpina la spoglia
Comunità Montana
Val Pellica
Venerdì 7 maggio alle ore 21 assemblea
pubblica in preparazione della conferenza
regionale sull’occupazione giovanile. Tale
assemblea si terrà presso la Sala Consigliare del Comune di Torre Pellice.
Il Presidente della Comunità Montana terrà una
relazione introduttiva cui seguirà la lettura di un
documento unitario stilato da rappresentanti dei
vari gruppi giovanili della Valle che già si sono
incontrati per discutere il tema di cui si tratta
nonché le iniziative da assumere.
Una svista
Nell’ultimo numero abbiamo messo la cronaca
di S. Secondo sotto S. Germano. Ci scusiamo con
i lettori.
mortale del nostro fratello Edmondo
Long.
Giovedì 29 aprile abbiamo ripreso la
via del cimitero per accompagnarvi la
spoglia mortale della nostra sorella Amelia Paschetto, deceduta all’Ospedale di
Torre Pellice, ma sepolta a Pinerolo.
Il Signore assista con le consolazioni
del suo Spirito le famiglie così, provate.
• Domenica prossima, subito dopo il culto, assemblea di chiesa nella sala, col seguente O.d.g. : a) relazione della Commissione sulla ristrutturazione dei locali;
b) preventivo finanziario maggio-dicembre 1976; c) varie.
• Domenica nel corso del culto sono
stati battezzati Cinzia Gallian di Albino
e Rosemma; Enrico Boetto di Giorgio e
Mirella. Possano camminare sulla via del
Signore.
• Domenica 16 i bambini della scuola
domenicale si recheranno insieme a quelli di S. Secondo a Prarostino per una
giornata, il culto sarà presieduto dalle
tre scuole domenicali ed i bambini canteranno gli inni indicati per la festa di
canto.
Il trasporto avverrà con un servizio
di pullman da via dei Mille.
• Sabato 8 nel quadro dell’attività dei
Cadetti il prof. Eynard presenterà un
film documentario sui campeggi estivi
effettuati gli anni scorsi (in particolare
lo scorso anno a Rorà) ed illustrerà il
prossimo campeggio di fine giugno. Inizio alle 14,30.
_________________TORRE PELLICE
Giovedì 29 si è svolto a Villa Olanda un
incontro sul tema della pedagogia protestante tra proff. tedeschi e proff. del Collegio Valdese.
Il saluto
di Boris Krutiev
« Noi ci troviamo qui per partecipare
aH’ultima triste partenza del nostro amico Peyronel. A nome del gruppo dei russi,
che hanno trovato il rifugio nella Villa
Olanda dove egli era nostro direttore ora
esprimiamo la nostra condoglianza ricordando il suo lavoro e la cura che ha dato
per il nostro benessere e la nostra esistenza. Ora lascia nel nostro cuore il ricordo
profondo di un uomo di grande cuore.
Pace alla tua anima nell’ultima dimora
dove non vi è tristezza né vanità ed alla
tua afflitta famiglia pace di spirito nel
suo ricordo ».
cronaca
Ricordando
Luigi Peyronei
Luigi Peyronel è mancato all’ospedale
di Pomaretto dopo un breve periodo di
degenza ospedaliera, che lo vide affaticato e fisicamente prostrato anche se moralmente sempre coraggioso e volitivo. La
sua scomparsa è stata inattesa lasciando
un senso di vuoto improvviso nell’ambiente di Torre Pellice e Luserna S. Giovanni dove si era inserito attivamente negli ultimi anni.
La numerosa assemblea, che ha partecipato domenica al servizio funebre nel
tempio di Torre ed al cimitero, intende
■ ' à.c;«';
va esprimere con la sua presenza la solidarietà di molti fratelli ed amici ai parenti suoi ma anche la stima e l’affetto che
egli aveva saputo creare attorno alla sua
persona.
La meditazione della Scrittura ha costituito il punto focale dell’incontro nel tempio; il past. A. Deodato ha guidato la riflessione dei presenti sulla linea indicata
dall’apostolo, quando affermava che il nostro impegno di fede e di vita, la nostra
fatica, non sono vani quando sono vissuti nella comunione col Signore. Non aveva difficoltà a riferire questo pensiero biblico alla vita del fratello Peyronel evocando il suo profondo e volenteroso impegno di servizio nell’opera di Villa Olanda. In questa casa il nostro fratello ha infatti non solo trascorso gli anni del suo
pensionamento ma a questa casa ha dedicato tutto se stesso in lunghi anni di
fatica e di impegno fra difficoltà non lievi. Tornando alle Valli al termine del suo
servizio, in qualità di maresciallo maggiore degli alpini, egli avrebbe potuto godere di un sereno e meritato riposo. Ha
preferito invece fare una scelta diversa
buttandosi personalmente, e coinvolgendo la sua famiglia, nella difficile gestione
di una casa per anziani.
Agli aspetti pratici, manageriali dell’opera poteva essere, sotto certi aspetti
preparato dalla lunga esperienza, ma i
problemi personali, i rapporti con persone spesso esacerbate e stanche, quella che
in linguaggio ecclesiastico si dice la cura
d’anime non poteva non porre grossi interrogativi. Ha saputo risolverli con equilibrio e serenità del suo animo e la grande comprensione del suo cuore. E giustamente il past. Sonelli ha ricordato, al cimitero il costo di questo servizio, che
Luigi Peyronel si è imposto come scelta
di vita; costo fisico, morale, logoramento
cotidiano a cui ha voluto sottoporre la
sua vita di credente nella coscienza lucida che la vita è un dono di sé e non un
profitto.
Il tratto d’animo del nostro fratello, sottolineato da tutti domenica è la disponibilità, parola che è affiorata sulle labbra,
naturalmente, senza calcolo o intesa preventiva. Disponibilità verso gli ospiti della casa e verso tutti coloro che hanno avuto bisogno di ricorrere in qualche modo a Villa Olanda, i giovani del Collegio
Valdese che vi sono stati ospiti, i gruppi di catecumeni che vi hanno organizzato delle retraites, i colloqui pastorali, i
forestieri in visita alle Valli.
Quando al termine della funzione la
folla si disperse nella luce serena del tardo pomeriggio di domenica il vecchio Boris Krutiev, magro e lungo nel suo vestito
nero, se ne stette a lungo accanto alla fossa col suo messaggio in mano, un foglietto su cui aveva scritto la testimonianza
sua e dei suoi amici; nella liturgia guidata dai pastori e nelle testimonianze delle
Associazioni, che circondavano con le bandiere la bara, non era riuscito ad inserirsi
ed ora se ne stava lì ad aspettare l’impossibile. Lo convinsi a riprendere il cammino di Villa Olanda promettendogli che
avremmo pubblicato il suo saluto, l’ultimo reso a Luigi Peyronel.
7
delle valli
LUSERNA S. GIOVANNI COMUNICATO TAVOLA
Il Concistoro e la Comunità di Luserna
San Giovanni esprimono la loro viva partecipazione alla famiglia, nel dolore e nella speranza, per la dipartenza del fratello
Luigi Peyronel, che nella direzione di Villa Olanda ha saputo dare un così chiaro
esempio di solidale disponibilità e consacrazione.
• Domenica, 9 maggio la nostra Corale
prenderà parte alla festa di canto a Torino. Il mattino sarà presente al culto in
Via Villa al Lingotto.
• Domenica 16, oltre alla gita dei catecumeni di I e II anno a San Marzano Oliveto, vi sarà pure la gita dei ragazzi del
precatechismo e della Scuola Domenicale
in comune con la Scuola Dom. dei Coppieri di Torre Pellice, alle Fontane di Rodoretto. Partenza alle ore 7.45 dai Fassiotti
e alle 8 dal piazzale del Tempio di San
Giovanni. Prenotazioni entro il 9 maggio,
prezzo della gita L. 1.000.
In seguito alla nomina del pastore Alfredo Sonelli quale pastore titolare della
Chiesa di Firenze, la Tavola proclama
la vacanza della Chiesa di Torre Pellice
a partire dal 1» maggio 1976. La designazione del nuovo pastore dovrà avere luogo entro il 30 ottobre 1976 in base agli
artt. 17, 18, 19, 20 dei RR.OO.
Aldo Sballi
Moderatore
della Tavola Valdese
Feste dì canto
delle scuole domenicali
POMARETTO,
Roma, 30 aprile 1976.
VILLAR PEROSA
• Il battesimo è stato amministrato a
Elena di Bouchard Renato e di Scaramello Laura (zona Municipio): il Signore accompagni con la sua grazia questa bambina ed i suoi familiari.
• Un cordiale benvenuto a Francesco
di Bouchard Elmo e di Munno Costanza
(Centro): auguri al neonato e felicitazioni ai suoi genitori.
• Il culto di domenica 2 maggio è stato
presieduto dai giovani di Prarostino, venuti a Villar Porosa insieme ad altri giovani di altre località delle Valli per partecipare al pre-congresso della FGEI. Ringraziamo vivamente questi amici per il
messaggio rivoltoci ed ai giovani di Luserna San Giovanni per il canto dell’inno,
che ci hanno presentato.
ANGROGNA
SERVIZIO MEDICO
festivo e notturno
Comuni di ANGROGNA - TORRE PELLICE LUSERNA S. GIOV. - LUSERNETTA . RORA'
Dall'8 al 14 maggio 1976
Dott. ENRICO GARDIOL
Viale Trento, 12 - Torre Pellice
FARMACIE DI TURNO
TORRE PELLICE
Domenica 9 maggio 1976
FARMACIA INTERNAZIONALE ( Dr. Imberti)
Via Arnaud, 5 - Tel. 91.374 - Torre Pellice
Martedì 11 maggio 1976
FARMACIA MUSTON (Dr. Manassero)
Via della Repubblica, 25 - Tel. 91.328
LUSERNA SAN GIOVANNI
Domenica 9 maggio 1976
FARMACIA VASARIO (Dott. Gaietto)
Via Roma, 7 - Tel. 90.031
AUTOAMBULANZA
Torre Pellice: Tel. 90.118 e 91.273
VIGILI DEL FUOCO
Torre Pellice: Tel. 91.365 - 91.300
Luserna S. Giovanni ; Tel.90,084 - 90.205
RORA’
L'ultima Assemblea di Chiesa ha nominato Aldo Rivoira di Peyret e il Diacono
Edilio Rivoira delegati alla Conferenza
distrettuale, supplente Sergio Rivoira; de
putato al Sinodo l’Anziano Aldo Tourn.
• La Scuola domenicale e i catecumeni
hanno partecipato attivamente sotto la
direzione della sig.ra Coisson alla Festa
di canto al Serre di Angrogna.
• Una comitiva di professori e di maestri della Germania ovest guidati dal pastore Bundschuh e accompagnati da Professori e Responsabili del Collegio Valdese di Torre Pellice sono stati qui in visita
al Museo e al Tempio dove hanno cantato
alcuni Inni e il pastore Bundschuh ha tenuto una conferenza su Pietro Valdo.
SAN GERMANO
L’olimpionico Willy Bertin si è incontrato, ultimamente, nella Sala Unionista
con gli amici angrognini. Un filmato sulle Olimpiadi e un’intervista al Bertin hanno vivacizzato l’incontro conclusosi col
tradizionale rinfresco.
• Durante il culto di Pasqua, ben frequentato, e con la presenza della corale,
4 catecumeni (Bishop Peter, Gaydou Gino, Miegge Zerbino, Ricca Massimo) dopo aver confermato la loro fede hanno
preso parte alla Santa Cena. Barotto Raffaella e Bertin Wilma hanno ricevuto il
battesimo. Il Signore aiuti questi giovani nel loro cammino.
• Sono state raccolte un centinaio di firme contro la tortura in Uruguay. L’iniziativa promossa da Amnesty International è stata accolta con favore.
• A Pra del Torno, nell’anniversario della Liberazione, il 25 aprile; si è svolta una
riuscita manifestazione popolare con la
partecipazione del Gruppo Teatro Angrogna che ha cantato canti politici della
Resistenza di ieri e di oggi. Pra del Torno (una delle frazioni più isolate del vallone d’Angrogna) rappresenta il luogo
dove si unirono le prime formazioni partigiane aU’inizio della Resistenza.
• Una diecina di catecumeni hanno trascorso due giorni nel centro evangelico
valdostano di Viering. Sono stati esaminati problemi concernenti la comunità
cristiana e le nostre responsabilità verso
il terzo mondo.
• Sabato 24 aprile, si sono uniti In matrimonio nel nostro tempio Riccardo Massei (Trossieri) e Annalisa Ribet (Domigliosi). Rivolgiamo a questi sposi il sincero augurio di una vita in comune benedetta dal Signore.
• I ragazzi della scuola domenicale hanno partecipato alla festa di canto al Serre
d’Angrogna. Due pullmans hanno portato
fin lassù i nostri ragazzi e un bel gruppo
di ragazzi della Scuola Domenicale di Pramollo. Ringraziamo i monitori che hanno
preparato i cantori e quanti ci hanno
colto così fraternamente nella « vallee de
la lumière »! Grazie anche al pastore Aime che ha presieduto la riunione.
• Molti sangermanesi erano presenti a
Torre per circondare la farnìglia del fratello Luigi Peyronel, che ci ha lasciato
tanto improvvisamente, Pensiamo con riconoscenza a quanto egli ha fatto, con la
signora, per gli studenti che hanno trovato, a Villa Olanda, una vera casa.
• I coralisti si recheranno a Torino per
la festa di canto, domenica 9 maggio. Chi
desiderasse unirsi a loro è pregato di
iscriversi al più presto versando L. 2.UUU.
Il pullman partirà la mattina del nove,
alle ore 8 precise dal piazzale delle scuole nuove (Risagliardo).
• La Corale organizza una gita a Verona per la domenica 23 maggio. Ci sono
ancora alcuni posti disponibili. Domandiamo a quanti desiderano unirsi ai coralisti di iscriversi al più presto, versando
la caparra di L. 3.000. Ci rallegriamo di
poter incontrare in quell’occasione la comunità veronese ed il pastore Felice Ber
tinat. , . , ,
• Per il 2 giugno avra invece luogo la
gita della Scuola domenicale a Ivrea-lago
di Viverone. Anche per questa gita si prega di iscriversi appena possibile, versando
L. 2.500 di caparra. « *
• Ringraziamo quanti hanno effettuato
dei prestiti al Concistoro per permettere
il compimento dei lavori di restauro alle
Scuole. Se ancora alcuni ci daranno un
po’ di aiuto potremo far fronte a tutti i
nostri impegni. Grazie sin d’ora!
Capita, seppure raramente, che un tempio si dimostri troppo piccolo per contenere la folla. Una di queste rare occasioni si è manifestata al Serre di Angrogna
domenica 2 maggio, quando, nel pomeriggio, sono confluiti sul poggio che domina la Valle i ragazzi delle scuole domenicali di Pramollo, San Germano Chisone, Rorà, Torre Pellice (Appiotti e Coppieri), Bobbio Pellice e Angrogna (Jourdan). Era ben rappresentata anche la categoria degli « spettatori », o meglio « uditori », molti dei quali hanno sostato in
piedi, lungo le navate laterali e a grappolo sulla soglia, nonostante le molte sedie
che erano state trasportate dalla sala.
La signorina Ethel Bonnet ha salutato
i partecipanti a nome della chiesa di Angrogna, rievocando alcune tappe della
presenza valdese nella zona del Serre e
le peripezie di costruzione, distruzioni e
ricostruzioni del tempio e del campanile.
E poi è cominciata, sotto la guida esperta del presidente la Commissione del
Canto sacro, pastore Edoardo Aime, l’esecuzione.
Oltre ai tre « inni d’insieme » ogni scuola domenicale ha presentato uno o due
cori appresi durante l’anno, dimostrando
di aver lavorato con impegno e serietà.
Durante l’intervallo il pastore Aime na
sottolineato l’importanza del canto, come espressione della gioia e della teae,
come elemento importante nella vita dei
credenti e auspicando che i bimbi presenti possano, nelle loro chiese, portare a
un quanto mai necessario rinnovamento
del canto stesso.
Molto apprezzato (e poteva essere diversamente? ! ) il gelato offerto a tutti alla fine della « festa ». Prima del ritorno a
casa tutti hanno ancora fatto una Passeggiata verso Chanforan e la Ghieisa della
tana.
Il 1° maggio, l’amministrazione comunale di Pomaretto ha inaugurato pubblicamente il nuovo edificio comunale.
La manifestazione si è svolta con il seguente programma: ore 9: concentrazione in piazza della Libertà (sede del nuovo
edificio comunale). La partecipazione dei
pomarini è stata molto scarsa, poche persone e sempre le solite hanno accolto l’invito della amministrazione. Il sinemeo
Travers Carlo Alberto ha tenuto una breve cronistoria illustrativa dei lavori e delrimpegno della precedente e dell attuale
amministrazione hanno portato all attuazione del nuovo edificio Comunale.
Alle ore 9,30: orazione ufficiale del t
maggio tenuta dall’avv. Vittorio Negro,
consigliere Provinciale. Il discorso di Negro che è stato molto chiaro e conciso, ha
dato a tutti la possibilità di meditare con
coscienza sugli ultimi avvenimenti politici. Ore 10,30: visita dell’edificio comunalele e rinfresco. E come al solito ha rallegrato con i suoi brani, la Banda musicale di Pomaretto diretta dal maestro
Bernard Arturo, che inistancabile ha accompagnato tutta la manifestazione.
Doni « Eco-Luce »
Viaggio di documentazione
Arrivederci
Malungwe Ndhlawu, giovane protestante dello Zambia, che ha trascorso alcune
settimane nelle Valli, al momento di lasciare l’Italia ringrazia per l’accoglienza
fraterna e calorosa ricevuta a Villar e
Torre Pellice, San Germano e Torino.
Nel corso di culti, di riunioni, di conversazioni ha avuto incontri cordiali e pieni
di interesse. Fu sempre lieta di parlare
della vita e dei problemi del suo paese e
della Chiesa unita di Zambia (U. C. Z.)
legata a noi nella CEvAA. Troppo spesso
l’interesse del Terzo Mondo si esprime
leggendo o scrivendo qualche articolo! —
e si dimentica di approffittare di ogni
possibilità di incontrare uomini e donne
vivi, che giungono nei nostri paesi europei !
Potremmo essere arricchiti attraverso
la loro esperienza, e meglio preparati per
aiutarli, condividendo la fede in Cristo.
Graziella Jalla
L’A.N.E.I. Sez. Val Pellice organizza fra
il 17 ed il 19 giugno un viaggio a Trieste,
per quanti si intèressano dei fenomeni che
si sono verificati durante la Guerra di
Liberazione, in questo caso al processo dei
criminali della Risiera di S. Sabba, luogo tenuto nascosto alFopimone pubblica
fino a data recente. Coll’occasione saranno visitate anche altre località di importanza storica. JoUtà
In breve il programma e le modalità per
parteciparvi sono i seguenti: 17 giugno,
ore 5: partenza da Torre Pellice . ^
rino in Piazza Arbarello inizio di via della Consolata, alle ore 6 — indi partenza
immediata alla volta di Milano-BresciaMestre-Trieste. 2* colazione m località
scelta dall’Agenzia. Sistemazione m albergo fino alla U colazione del 19. Serata li;
bera e contatti con Resistenti locali che ci
guideranno il giorno successivo sul posto,
scopo del viaggio.
18 giugno: visita alla Risiera (purtroppo rimane ben poco, ma le celle con le
scritte delle vittime esistono ancora). Pomeriggio Castello di Miramare e se ce
margine sufficiente di tempo a Redipuglia.
19 giugno: dopo la F colazione partenza verso Mantova. Visita con guida di
quella città medioevale residenza dei Gonzaga. Palazzo Ducale. Gabbia della gogna.
Tomba dei Martiri di Belfiore, durante
la guerra di Indipendenza. 2’ colazione e
ritorno in sede. . ,
Per riscrìzione versare la somma ai l.
24 000 al Sig. Silvio Rivoir, Corso Lombardini 3/1 - 10066 Torre Pellice o direttamente all’Agenzia Malan Viaggi - Via Accademia delle Scienze 1 - Torino o in valuta se
di persona od Assegno Circolare ^ per
lettera raccomandata. Il prezzo globale e
di L. 64.000 ed il saldo va effettuato entro
il 31 maggio p.v.
I membri del Consìglio di Chiesa di Felonica
Po in memoria di Meme del Mestro che per alcuni anni fu loro collega nel lavoro e cassiere
della Chiesa L. 15.000. _
Fornerone Attilio, Busto Arsizio L. 5.ÜUU;
Prelato Bruno, Perosa Argentina 2.000; Pennington De Jongh, Roma 2.000; Pasquet Anita,
Luserna S. Giovanni 500; Serra Tito, Vaie 5.000;
Cumani Giulia, Bologna 5.000; Cisson
Milano 1.000; Mondon Adelina, Luserna S. Giovanni 500; Pons Arnaldo, Nizza 2.500; Balestrini Ermanno, Pieve Emanuele 1.000; Fornerone
Hilda Cecile, Pinerolo 500; Bossatti Lidia, Alassio 5.000; Pons Ezio,. Torino 1.000; Seta
de Pizzo 3.000; Lena, Carlo Alberto, La Maddalena 1.000; Rostaing Rachele, Svizzera 500;
Camporesi Giuseppina, Sesto Fiorentino 500;
Nutini Anna, Firenze 5.000; Fiorio Albrato, b.
Giorgio a Cremona 5.000; Costa Mirella, Firenze
2 000; Fam. Bellion JaUà, Genova 500; Leva
Bruna, Bassignana 1.000; Falchi Franco, Milano
7 000- Fonie Bianca, Cannerò Riviera 2.000,
Jervis Giorgio, U.S.A. 3.500; Janavel Catenna
ved. Gönnet, Villar Pellice 500; Clarke CamiUa
Abbiategrasso 1.000; Gottardi Sauro, Milano 10
mila; Kramer Lidia, Svizzera 2.500; Ippollti Orlando, Colleferro 1.000; Beltrami Arrigo, R^gio
Emilia 2.500; Platone Daniela e dori
no 5.000; Fiorio Marco Tullio, Napoli 5.000,
Long Mimy, Pinerolo 1.000; Mariotti
rino 1.000;; Fehr Burki Peter, Zurigo 2,500.
Scalzi Guido, U.S,A. 870; Schupbach Charly,
Svizzera 1.500; Paschetto Enrmo Tonno 5.000,
Rivoir Giulio, Milano 2.000; Dalsecco
Magenta 1.000; Fiorini Marta,
Pasqualini Anna Maria, Genova 1.250; Corlan o
Febe, Genova 1.600; Eggarter Silve^ius U.S.A.
5.480; Ulhmann Ruth, Zurigo 9.055; Attinger
Daniel, Svizzera 500; Ricciardi Natale, U.S.A.
1.300; Signa Giuseppe, U.S.A.
Emilio, Sori 5.000; Failla Itene, Velletri l.OOO
AVVISI ECONOMICI
L’ISTITUTO EVANGELICO CARES (Reggello - Firenze) cerca giovane evangelico per lavoro di amministrazione e pubbliche
ni. Scrivere a Mattia Nicola, Via Colla, 12
10098 Rivoli (To)._________
PALERMO
Dal 1° maggio 1976 il nuovo numero telefonico della Chiesa Evangelica di Palermo, Via Spezio 43, è il seguente :
580.153. ____________
RINGRAZIAMENTO
Le famiglie Pons, Leach, Pascal e Micol commossi per la dimostrazione di simpatia ricevuta
in occasione della dipartita della loro cara
Pons Fanny nata Pascal
ringraziano tutti coloro che con la presenza, parole e scritti, hanno preso parte al loro dolore.
BOBBIO PELLICE
Durante il culto del 25 aprile è stato
amministrato il l)attesimo a Ines M^an
di Guido e Clelia Cairus (Campi) ed a
Paolo Geymonat di Dario e Daniela
Pontet (via Maestra). Voglia il Signore
benedire questi bambini e dare a tutta
la comunità un rinnovato senso della sua
responsabilità per la loro educazione.
Casa per ferie
RINGRAZIAMENTO
Le famiglie del compianto
Hugon Vittorio
commossi e riconoscenti per la grande dimostrazione di stima e di affetto tributata al loro caro papà sentitamente ringraziano tutti coloro
che con opere di bene, fiori e scritti presero parte al loro dolore.
Un particolare ringraziamento rivolgono ai
Sigg. medici e personale dell’Ospedale Valdese
di Torre Pellice, al signor Pastore Taccia, alla
cugina PHsa, ai parenti e vicini di casa.
Bibiana, 18 aprile 1976. ______
Ospedale di Pomaretto
L. 15.000: Magnano-Scalerandi Maria, Pinerolo.
1, 30.000: Artero Aldo, Perrero.
L. 50.000: Mourglia-Gasca Felicita, Pinerolo.
Dal 1” luglio al 29 agosto è aperta
l’accogliente Casa evangelica di
San Marzano Olivete (Asti). La casa, nella campagna astigiana, ben si presta a
soggiorni di riposo e di svago.
Le quote giornaliere son fissate per gli
adulti fino al 17/7 a L. 3.000 e dal 18/7
a L. 3.500. Per i bambini dai 2 ai 9 anni
è prevista una riduzione del 15%.
Per ulteriori informazioni rivolgersi al
Direttore: Chiara Aldo - Via Plana, 105 15100 Alessandria - Tel. 0131/55.995.
RINGRAZIAMENTO
La famiglia del compianto
Luigi Peyronel
commossa e riconoscente ringrazia per la grande dimostrazione di stima e di affetto tributata
al suo Caro.
In modo particolare ringrazia il dott. De Bettini, i medici, il personale dell’Ospedale di Pomaretto, il past. Deodato, i suoi cari Alpini.
Torre Pellice, 3 maggio 1976.
i;
8
8
7 maggio 1976
EMIGRAZIONE E CHIESE EVANGELICHE
Contro i mali dGlla disoccupazione
Su mandato dell’Assemblea generale di
GWATT (5-6 ottobre 1975), l’ACELIS (Associazione delle Chiese evangeliche di lingua italiana in Svizzera) ha convocato un
incontro tra le comunità evangeliche di
lìngua italiana della Svizzera nord-orientate, il 3-4 aprile 1976, a Boldern, sul tema:
« Emigrazione; i nodi vengono al pettine ».
Base della discussione sono stati i seguenti documenti; un rapporto del1ACELIS pubblicato su « Voce Evangelica », marzo 1976, le « Tesine sulla libertà
religiosa degli emigranti» (ACELIS, dicembre 1968) e le « Sette tesi delle chiese
sulla politica verso gli stranieri» (1974).
Nella discussione a gruppi e plenaria
sono state presentate le seguenti conclusioni:
I. Dall’analisi condotta nel 1° gruppo, risulta che l’emigrazione forzata dai paesi
del sud non è solo dovuta alla mancanza
di posti di lavoro, ma è la conseguenza
della mancanza delle premesse culturali
di base indispensabili per creare strutture
sociali più umane e giuste. Si invita pertanto la Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (FCEI) a portare in discussione al prossimo Congresso di Bari tutta
questa problematica e a promuovere fra
le chiese membro
“.) stu^o approfondito sui problemi dei paesi di emigrazione (cause e
conseguenze deU’emigrazione nella struttura sociale e nelle chiese),
b) la ricerca delle possibilità di intervento nella form^ione culturale di base,
sia m proprio, sia — dovunque possibicollaborazione con altri gruppi,
senza alcuna preclusione. Questo intervento va ricercato anzitutto sul piano della
scuola pubblica, in particolare partecipando alle strutture di autogestione e attraverso una presenza significante di insegnanti evangelici. In secondo luogo, sul
piano della formazione degli adulti,’ per
mezzo di corsi, conferenze, assemblee, anche in collaborazione con comitati cittao di quartiere. In tutte queste iniziative va portata una chiara testimonianza
evangelica, intesa come servizio di liberazione all’uomo del nostro tempo.
IL II 2° gruppo di studio ha fissato la
sua attenzione sul rapporto disoccupazione-emigrazione e sulla condizione dei paesi di emigrazione (l’emigrazione non risolve nessun problema), presentando un’ampia analisi su questi problemi. I partecipanti al convegno chiedono pertanto alla
FCEI, attraverso le Federazioni regionali, di
a) promuovere studi e piani concreti
di intervento economico da sottoporre al
più presto agli speciali organismi ed Enti
di sviluppo,
b) favorire la creazione di organismi di cooperazione (cooperative, consorzi, comunità di lavoro, ecc.) per garantire
posti di lavoro agli emigrati costretti al
rientro e soprattutto per frenare l’emi
grazione futura e dare quindi speranza e
fiducia in una società più giusta.
III. La nuova prospettiva dell’emigrazione e i problemi della congiuntura impongono una ristrutturazione del nostro
lavoro di chiese evangeliche in Svizzera.
I nostri rapporti con le Chiese riformate
svizzere devono rispondere alla necessità
di approfondire insieme i problemi della
convivenza reciproca. Riservandoci di elaborare in un prossimo convegno il tema
del 3° gruppo, « Rapporti con le chiese
svizzere », si chiede -fin d’ora che sia organizzato fra le chiese cantonali svizzere e
gruppi dell’emigrazione — su larga base
rappresentativa — un incontro per discutere sulla attuazione delle proposte enunciate nelle « Sette tesi delle Chiese sulla
politica verso gli stranieri ».
GLI ANTENATI
Fondo di solidarietà
Come già annunciato in varie occasioni
il nostro « fondo » attualmente è aperto
per la raccolta di danaro a favore della
del Guatemala. Le
offerte ci giungono numerose e generose,
per cui fra pochi giorni saremo in grado
(se questo ritmo continua) di inviare
un offerta di almeno un milione e mezzo
di lire.
Altra iniziativa è quella destinata agli
aiuti al Vietnam tramite il pastore Tullio
Vinay ed infine è sempre aperta la raccolta vòlta ad appoggiare il Programma
di lotta al razzismo del CEC.
Intanto pubblichiamo qui appresso un
nuovo elenco delle offerte, mentre coll’occasione ricordiamio che esse vanno inviate
al conto corrente postale n. 2139878, intestato a Roberto Peyrot, corso Moncalieri 70, Torino, possibilmente indicando la
destinazione, fra le tre sopra elencate.
M. e E. Beta L. 20.000; N. Peyronel 20.000;
Inno 129 5.000 ; Anonimo 10.000 ; N.N. con simpatia 15.000; G. di Gristina 15.000; A. Jouve
15.(^; D. Daruso 5.000; L. e G. Conte 10.000;
Società missionaria Coppieri 80.000; G. Laetsch
5.000 ; G. Grillo 5.000 ; R. Tomastai 10.000 ;
RMPC 5.000 ; Chiesa Battisa di Spigno Saturnia
104.000 ; E.P. Torino 20.000 ; Comunità evangelic i
ecumenica di Ispra Varese 82.000 ; C. RoncagUone
10.000; T. Malacrida 500.000; Pazani Coseti 1.500.
Totale L. 937.500 ; prec. L. 682.803 ; in cassa
L. 1.620.303.
Comitato di Rodozionot Bruno Bellion, Valdo Benecchi, Gustavo Bouchard, NIso De
Michells, Ermanno Genre, Roberto Peyrot,
Paolo Ricca, Giampaolo Ricco, Bruno Rostagno, Giorgio Tourn, Tullio Viola.
Dirotterà! GIORGIO TOURN
Dirotterà rosponsabila : GINO CONTE
Amministrazione : Casa Valdese, 10066 Torre Penice - c.c.p. 2/33094 Intestato a L'Eco
delle Valli-La Luce - Torre Pelllce
Abbonamenti : Italia annuo l. 5.000
semestrale l. 2.500
estero annuo l. 7.500
Una copia L. 150, arretrata L. 200
Cambio di indirizzo L. 100
Inserzioni t Prezzi per mm. di altezza, lar*
ghezza una col.: commerciali L. 100 - mortuari L. 150 - doni 50; economici L. 100
per parola.
Reg. al Tribunale di Pinerolo N. 175
8 luglio 1960
Coop. Tipografica Subalpina - Torre Pellire
Un bersaglio divenuto ormai comune
nella nostra stampa e nelle nostre discussioni sembra essere quello dell’operato
dei nostri predecessori nella storia delle
nostre Chiese.
Si è cominciato col riprendere il vecchio discorso dell’appoggio dei principi
tedeschi a Lutero, concretatosi nello sterminio di Munster e più generalmente nella persecuàone degli anabattisti.
Si è insistito nelTimputare a Calvino,
sulla traccia di Weber, grosse responsabilità nel sorgere ed affermarsi di una borghesia industriale e commerciale avida e
prepotente, con la responsabilità storica
del colonialismo e deH’imperialismo.
Si sono accusati Wesley e la sua predicazione per aver favorito raffermarsi del
capitalismo con i reiterati inviti alle masse operaie ad essere temperanti, risparmiatori e lavoratori.
Si sono energicamente criticati gli atteggiamenti dei nostri reggitori durante il
regime fascista.
Si accusano i pastori della prima metà
del presente secolo di essere stati liberali
in teologia e massoni in politica senza
percepire i nuovi messaggi di Barth e del
marxismo.
Se una Chiesa cambia reggitore si criticano i reggitori precedenti per essere
rirsasti quello che erano, e per il fatto che
erano così ben accetti alla Chiesa. In una
parola di tutti i problemi che dobbiamo
ora e qui affrontare e risolvere si cercano
le origini lontane, quasi per avere un alibi
alle mancate soluzioni che da noi si attendono.
Tutto questo ha indubbiamente una sua
logica e non sarebbe serio negare la opportunità di ricercare le cause anche remote dei problemi di oggi, non fosse che
per evitare di ripetere errori e per aver
più chiare le motivazioni originali e studiarne meglio aggiornate soluzioni.
Ma non sarebbe di troppo un po’ più di
« senso della storia » in tale ricerca. È
vero che Lutero trovò anche nell’appoggio
dei principi tedeschi (con quanto ne
derivò) il mezzo per far trionfare la Riforma; ma occorrerebbe anche domandarsi se, privo di tale appoggio, egli
avrebbe j>otuto resistere alle forze congiunte del papato e dell’impero e non sarebbe finito anche lui (e con lui la Riforrna) sul rogo, come tanti suoi predecessori meno fortunati o meno provvisti di
realistica concretezza.
E vero che la fin troppo rigida applicazione del calvinismo diede nuova forza
alla borghesia ginevrina per resistere ai
Duchi di Savoia, ma l’affermazione della
borghesia imprenditoriale non ebbe forse
allora quel significato rivoluzionario che
culminò nel 1789 francese?
E vero che Wesley predicando temperanza e laboriosità collaborò a creare una
massa operaia disciplinata e volonterosa,
così aiutando in qualche modo l’affermazione del capitalismo; ma la condizione
operaia così conseguita'non era forse un
enorme vantaggio per le masse di sottoproletari disoccupati che costituivano allora la quasi totalità del popolo inglese?
E vero che l’atteggiamento dei nostri
reggitori durante il fascismo non fu sempre coraggioso e coerente, ma è anche
vero che non piccole minoranze seppero
allora conservare posizioni molto più
chiare; la larga partecipazione protestante alla Resistenza attiva dimostra che la
lampada fu forse tenuta troppo a lungo
sotto il moggio della prudenza, ma non
fu mai spenta. E vero che una larga parte dei pastori italiani nei primi anni del
secolo testimoniava la sua partecipazione
alla vita pubblica attraverso l’adesione
alla massoneria; ma bisognerà ben valutare cosa voleva dire tale partecipazione
m un momento in cui il problema cattolico non si poneva in termini di compromesso (per quanto anche Giolitti abbia
fatto con il patto Gentiioni il suo compromessino) ma in termini di lotta, non ancora conclusa, contro il potere temporale.
Ed infine può essere vero che le Chiese
debbono cercare sempre nuove e sempre più incisive forme di testimonianza,
ma questo non dovrebbe autorizzare nessuno a « scomunicare » testimonianze che
hanno profonde radici in un recente passato e che ancora conservano nel mondo
in cui siamo una positiva incisività che
agisce positivamente in vasti ambienti
che non aspettano da noi la quadratura
del circolo (cristianesimo-marxismo) ma
solo la semplice predicazione dell’Evangelo. Le Chiese si secolarizzano, ed è vero; ma non sembra nostro il compito di
facilitare tale secolarizzazione.
E la conclusione allora?
Ben vengano studi quanto più numerosi e seri possibile sulla storia del Protestantesimo e si approfondisca l’analisi del
passato, anche per riconoscervi le origini
di taluni deprecabili aspetti del presente.
Ma non sarebbe serio se tali studi, trascurando il « senso della storia », dessero
motivo a bersagliare come colpevole chi
colpevole, nel momento in cui agiva, non
era. Sarebbe invece più corretto trarne
motivo a meglio impostare la nostra attività, ricordando ad esempio che la maggior parte delle situazioni denunciate come negative è legata alla dimentèeanza
che l’azione di una Chiesa non può perdere le sue specifiche caratteristiche anche
quando essa è indotta dalle circostanze
storiche ad assumere troppo stretti legami con le forze politiche del momento
(Lutero/Principi tedeschi = Calvino/Borghesia ginevrina = pastori/massoneria e
via dicendo). E ricordiamocelo anche noi
ora e qui...
Niso De Michelis
Avete il Pastore
LA SEniMANA
INTERNAZIONALE
I BERSAGLI ALLA MODA
che vi guida
Udito il pellegrino etiope che leggeva
ad alta voce la Bibbia sul suo cocchio, il
diacono Filippo gli disse:
— Capisci tu quello che stai leggendo?
— Come lo potrei, gli rispose il pellegrino, se qualcuno non mi guida!
Filippo salì accanto a lui sul cocchio,
gli spiegò la parola di Dio, gli annunziò
il Messia Gesù e poi lo battezzò, nel fiume che correva lungo la strada.
Questo episodio degli "Atti degli Apostoli” dovrebbe aprire gli occhi ai premurosi colportori delle varie s&tte protestanti.
Essi pensano che bas.x mettere le Sacre Scritture nelle mani del primo venuto, per trarlo, immantinente, alla sequela
del divino Maestro.
Come se bastasse porre un libro di testo sotto gli occhi di un ignaro per farne
un saputo... Non per nulla il fronte protestante si è sgretolato in un numero, ormai incalcolabile, di sette, tra loro discordanti.
Per questo pure c’è stata la Babele alla
recente assemblea “pancristiana” di Nairobi.
Ammonisce il divino poeta. «Avete il
Novo, e ’I Vecchio Testamento, e ’I pastor
deUa Chiesa che vi guida: questo vi basti a vostro salvamento! ».
Il Delegato Diocesan''
per l’Ecumenismo
(dal « Corriere della Valle d’Aosta »,
marzo ’76)
a cura di Tullio Viola
UN ACCORDO MILITARE
CINO-EGIZIANO...
T^-...è stato concluso il 21 aprile u.s., impegnando la Cina a fornire gratuitamente (!) pezzi di ricambio e interi motori
per aerei sovietici in dotazione alle
forze armate egiziane, che l’URSS si rifiuta di riparare: il tutto fino ad una spesa
totale di 10 milioni di dollari. Oltre a ciò,
e sempre a titolo gratuito, la Cina s’impegna a costruire, in territorio egiziano,
un’officina di munizioni e ad inviare tecnici cinesi specializzati appunto nella costruzione e nell’uso dei MIG.
E alquanto difficile valutare l’importanza di questo sorprendente avvenimento
politico, sia per la scarsità delle notizie,
sia per la varietà dei commenti dalle
due parti. A Pechino si dice che « raccordo, anche se limitato, riveste una grande
importanza per la Cina, dando a questa
l’opportunità di conquistarsi una presenza attiva nel M. Oriente ». Al Cairo si tende invece a sminuire l’importanza dell’accordo, ma intanto si parla di una possibile visita di Sadat a Pechino. Dal canto
suo, Sadat « ha rilasciato un’intervista in
cui ha affermato che il 99% del problema
M. orientale dipende dagli americani e
che, nel corso del 1977, dopo le elezioni
(s’intende: americane), la pace potrebbe
tornare (s’intende; con gl’israeliani) ».
L’atteggiamento enigmatico degli egiziani è accentuato da dichiarazioni non chiare da parte di personalità di alto livello
politico. Così ad es. il ministro degli Esteri egiziano sig. Ismail Fahmi, « nel corso
di un’intervista al quotidiano ”Al Ahram”
dedicata alle possibilità d’un raggiungimento della pace fra il Cairo e Tel Aviv »,
ha detto che « l’Egitto potrà ottenere (ma
da chi?) o fabbricare armi atomiche se
Israele dovesse effettuare un’esplosione
nucleare. (...) Oltre alla ’’denuclearizzazione” del M. Oriente, le altre condizioni di
Fahmi (per la pace con Israele) sono:
blocco dell’immigrazione ebraica in Israele per 50 anni, e raggiungimento dell’ “equilibrio militare” fra Egitto e Israele ».
(Da articoli pubblicati su « Le Monde »
del 30.4, e su « La Repubblica » del 1.5.76).
AL DI LA’ DEL FEMMINISMO
NELL’UNIONE SOVIETICA
-ff « Come si presenta oggi la donna sovietica, a quasi sessant’anni dalla rivoluzione marxista-leninista, e come si sono
evoluti i rapporti tra i due sessi? (...) Questo tema è stato dibattuto molto spesso
dalla stampa sovietica, con la partecipazione di sociologi, filosofi, poeti, scrittori,
artisti, oltre che di semplici lettori dei
due sessi. Tali dibattiti, sempre molto
animati, sono giunti alla conclusione che
l’emancipazione della donna nell’URSS ha
provocato una crisi nei rapporti tra i due
sessi ed è sfociata in una situazione che
non soddisfa né gli uomini, né le donne.
Vediamo perché.
Il marxismo-leninismo, applicato nell’URSS, ha portato alla parità palitica, sociale ed economica dei sessi, e le donne
ne sono state felicissime, hanno riscattato secoli di effettiva schiavitù. Oggi la
donna sovietica può raggiungere, in ogni
settore, posti direttivi di medio livello, ha
conquistato l’indipendenza economica
(quasi tutte le donne lavorano) e gode
d’una posizione sociale praticamente
uguale, se non superiore, a quella dell’uomo. E rispettata, stimata. Tabù e problemi come quelli del divorzio e dell’aborto
sono ormai soltanto un ricordo del passato ».
Ma numerosi esperti, fra i quali « la
nota giornalista Larissa Kuznetzova, specialista di problemi sociali femminili e
battagliera paladina dei diritti e delle ’’rivendicazioni" delle sue connazionali »,
avvertono la presenza d’un profondo disagio nella donna sovietica. « Alla donna
sovietica (afferma la Kuznetzova) dispiace scendere dal piedistallo di platonica
adorazione su cui l’uomo l’aveva posta da
tempi remoti..., dispiace di aver perduto
quell’ aureola metafisica conferitale dall’uomo nel corso dei secoli, di non essere
più considerata come ’’l’angelo della casa", o la creatura delicata da trattare come un fiore ».
(Da un articolo di Mirko Tebaldi su
« L’Espresso » del 2-5-1976).
Precisazione
Nel n. 16 nella notizia « Quanto guadagna un
vescovo » avevamo riportato un’inesattezza che
era anche apparsa su « Orizzonti aperti » (foglio
della Comunità di San Lazzaro di Pinerolo) da
cui avevamo tratto l’informazione. L’inesattezza
non è nella cifra che lo Stato versa ai vescovi
come congrua cioè 2.960.000 lire più indennità
bimestrale di 77.344 ma nella periodieità che è
annuale anziché mensile come avevamo seritto.