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Anno LXXIX-N. 42 ..
: TORRE PEIJ.ÍCE. 4 Novembre 1940
Abbonamento: Lire 500 oer Tinterno: Lire SOO ber Testerò
Amministrazione: Claudiana - Torre Pellice >C.C P- 2/17557
Soedizione in abbonamento iiostaie - i Gruppo'
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DELLE
SETTIMANALE DELLA
Deo Gloria
Testi della Riforma
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'Tu m'hai persuaso, o EfernO, e io mi sono &
lascialo persuadere,,. Geremia
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^tdieca
CHIESA VALDESE
vertitore^ delle aiedetize attodosse -e
della troxlizione dei padri ».
E veniamo ora alla..
Natura della Fede
Ogni usteiMOiie oiìde pervenire allo ronos'ea^e
di Dìq è peri ¡ih Olia eeeetto quella della umiltà di
('risto. ìWori c'C’rchiarnio Dw altrove, poiché sebbene sia eviitupie presente, nov- è in alcim> silo così
vicino a imi come nell’umanità del Salvatore. ìSclle sue grandi opere, non possiamo coutìempUtre altiio che la grandezza della sua pott^za, della sua,
sapienza e della sua giustizia... Ma qui, la sua dolce niiserio'trdm e il suo amore si offrono agli sguardi Ed è indispensabile essere prima fortifuxiti dalia conoscenza della sua misericordia e del suo umore. ]t>r poter sopportare senza sfiduciarsi la vis.iot
ne delle, opere della .sua pottenza e della smi sapicaz.ir (Lutero)
Dio ha prome.sso sicuramente la grazia a tutti
coloro che si umiliano di cuore, ricoivosooac i ìoro
fwccati e la rnisena. Ma nessun uomo può conoscere se stesso o umiliarsi a dovere se non sappia che
non uh giovano a nulla tutte le sue opere, e il suo
potere, il prepiirare, il volere e. i hiwni propositi;
ma che la sua sah>ezzu e felicità eterna dipendono
in tiiUo da un aiuto estrmieio, cioè soltanto d'ali aiuto divino. Difaiti, fmtanto che un uomo è nella persa astone di poter giovare a sè .stesso con qnalahe
cosa, per quanto poco sìa, per la salvezza, egli
riposa e confida in sè stesso e non disfiera del i.iitto
tkd .suo potere. Eerciò ancora non si umilui con inlem .serietà e dal forido del cuore davanti a Dio...
Ma chi ha imparato con certezza che tutta la nostra salvezza è. nelle munì e nel volere di Dio, di-)
sfH>.rp ilei tutto di ogni suo potere e forza, e non «legge a sè alcuna opera, anzi subisce ed aspetta che
Dio ofien m lui. Quello può e.s.sere immediatamen/(■ ricino alla grazia ed alla salvezza. (Lutero).
en son corps, il nous faut soigneusement garder que
nous ne nous contaminions aucunenierU, vu que
nous sommes ses membres. Puisque lui, qui est,a.otre chef, est monté au ciel, il nous convient de nous
démettre de. toute affection ternenne pour uspirej
de tout notre coeur à la vie celeste- Puisque le Saint
Esprit nous conserve pour être temples de Dieu, il
nous faut mettre peine que la glone de Dieu soit
exaftée en nous et, d’antre part, donner de gardb
d'S recevoir quelque pollnlion. Puisque notre âme
et notre n>rps sont destinés à l’immortalité du royaume de Dieu cr à ia couronne iiworruptible de
sa gloire, il nous faut efforcer de roftsereer, tant
l’un comme l’autre, pur et immuculé, jusqu au
jour du Seigneur. (Calvin)
En l’obéissance que nous aixtns enseignée êtie
due aux supérieurs, il v doit avoir toujours une exception o’i plutôt une règle qui est à giatrtier devant
toule.s choses. C'est que telle obéissaaioe rie nous
détourne point de l’obéissance de relu à sous' lu trolonté duquel il est raisonnable que, tôtis le désirs
dis lois SP roiitieimeiu et que tous leurs cumitmnd'sments cèdent à son ordimnimce et que, toute leur
haulesse soit humiliée et abaissée souMsa niuje.sté.
Et fwiii dire vrai, quelle periHtrsité i^^gûtrce, alid
de contenter les hommes, d’ienconrir l’indignallou
de œhii pour l’amour duquel nous obéissons aux
hommes.
Le Seigneur donc est roi des rois, lequel incoalinant qu il ouvre .sa sacrée bouche, doit être sur
tous, pour tous et detmu tous, écouté, (ijiilvin).
Puisque Dieu s’est donné à nous pour Père,
iioiiis sommes à redarguer d'une lâche ingratitiidé
si nous ne nous portons comme ses enfants. Puisque
C.hri.st nous a purifiés par le lavement de son sang
et nous a communiqué cette purification par le
baptême, il n’y a ordre que nous nous souillons en
nouvelle ordure. Puisqu’il nous a associés et entés
lo non mi vergogno delTEvangelo ;
perchè esso è potenza di Dio per la
salvezza d’ogni credente; del Giudeo
prima, e poi del Greco; poiché in esso
la giustizia di Dio è rivelata da fede
a fede, secondo che è scritto: ma il
giusto vivrà per fede!
(Paolo apostolo)
Su tale aspetto della questione, è
uu terzo nome, autorevolissimo au-.
i.'h’esso (ira i nostri contradditori
specialmente) che ci serve da guida.
Il nome al Pietro, nè più pè meno.
Ui Pietro che rivolgendosi ai credenti delia diaspora, passati come lui
dal giudaismo al cristianesimo, ricorda ed accentua « che non eoa cose
corruttibiii con argento o con ora,
siete stali riscattati dal vano modo
di vivere tramaudutpvi dai padri, ma
coP prezioso sangue di Cristo, come
d’agnello senza difetto nè macchia »
(1 Pietro 1: 18, 19).
Espressioni altrettanto categoriche,
dettate aliinchè si ìmpari chc'se per
un verso non vai nulla il vantarsi
deila iedle avita quand’anche ben ioudata. se non la si incarna ip sè stessi;
per Ealtro verso ledi avite vi furono
e vi sono, mal fondate invece, dalle
(piali è salutare e importante quanto
mai svincolarsi o venirne comunque
Sviucolati. Salutare e importante al
segno da richiedere in pagamento il
controvalore inimmaginabile del sangue del nostro Signore Gesù Cristo.
Sul che sicuramente i nostri accusatori aneh’essi sono in tutto d'accordo. Se no, come altrimenti spiegare
che si diano pure attorno allo siopo
(li condurre sempre nuovi proseliti
dalle altre religioni a quella di ci^i
fan parte? Perchè Ie“missioai cattoliche diffuse ai quattro venti della terra ?
E perchè un uguale affaticarsi fra
i valdesi e i riformati dovunque se
ne trovino? Quattro secoli da Lutero
e sette da Pietro Valdo, fanno che
anche i protestanti possano legittimamente richiamarsi alla fede dei
padri eppure tutto ciò non vieta che
ogni zelante adepto della Chiesa di
Roma si impieghi e si sforzi, fanciulli o non fanidiilli che gl) stiano davanti, precisamente al fine di strappare detta fede dai loro cuori e soslituirla con la propria.
E allora? Colpa se lo facciamo
noi, benemerenza nel caso inverso?
Cosi il Simbolo apostolico, comune e normativo fra tutte le Chiese, e
così è da augurarsi con tutto l’animo
che avvenga finalmente ed esclusivamente, per tutti i cristiani e per tut:e le Chiese.
D. ARGENTIERI
PROTesTiflmo I
Molto si è scritto in questi ultimi
tempi su (( l’obblezione di coscienza »,
con particolare riguardo al caso Pinna
ed al suo atteggiamento di Fronte agli
obblighi del servizio militare- Ma un
linguaggio come quello di Tullio Contino ne (( Il Pellice » del- 28 ottobre
u. s. non l’avevamo ancora udito.
La formula buona
Controversia
LA FEDE DEI PADRI
« / protestanti tendono a roviuare
quel patrimonio di fede che avet'-e ricevuto dai vostri padri ».
« / valdesi raccolgono fanciulli e
fanciulle e strappano dai loro cuori
quella fede chè avevano attinta sulle
ginocchia delle loro madri, ed era
la fede dei loro avi ».
Tratte di sana pianta da fonti cattoliche, dichiarazioni simili riflettono — ionie si sa — uno dei temi prediletti della propaganda a noi avversa e ciò per ragioni facili a indovinarsi.
Felle dei padri! In primo luogo è
%lu vedersi se rabbian posseduta dav-'
vero, i padri, questa benedetta fede.
Secondariamente, e nei casi positivi, indagare ancora di quali elementi ella fosse composta.
Fanciulli e fanciulle, esistono infatti, id anche adolescenti ed adulti
(nelle agglomerazioni cittadine prevalentemente), relitti miserandi di
famiglie smem,brale dai crimini, dall’alcool, dalla immoralità, si che
parlare in merito a costoro di fede
attinta sulle ginocchia materne, sarebbe evidentemente un non senso,
una cocente ironia.
irarticolarmente si dedica? Ma concedendo pure che la fede degli asccndenti sia stata una realtà non che
la migliore fra le migliori, ciò non
vorrebbe dire affatto che i polemisti
cattolici abbian ragione di accusarci nel modo che s’è visto. La fede
può aver dimorato negli avi senza
necessariamente comunicarsi ai nipoti e pronipoti. La fede non si eredita quale accade di una casa o di un
campo.
O.vero, può avvenire che della fede degli antichi ci si formi solo un
idolo, una maschera, un comodo paravento.
Motivo per cui, mentre è da riconoscere certamente il sacro dovere
che ai genitori incombe di educare
alla fede, con la parola e la condotta,
i figli loro, soggiungiamo subito che
ciò non basta a garantirne i risultali,
come largamente si potrebbe dimostrare.
Quanti rampolli imbastarditi, malgrado l’ammaestraine.nto e l’esem
diventa feticcio, viene radicalhattuta in breccia e smaiilel
pio
Chi genitore più esemplare di un
Samuele? Tuttavia si legge che « i
suoi fif^iuoU non camminarono nelle
Colpevoli anche qui i protestanti? sue tic, anzi si rivolsero dietro all'aColpevole, specificando, l’Èsserci- varizia e prendevano doni e perverto della Salvezza che al recupero e tivano la ràgitme » (1 Sam. 8: 3).
alla riabilitazione di queste anime Ma è ticJ Vangelo che la feMe dei
padri,
mente
lata.■
« I' (Ite frutti degni del ravvedimento, e non vi mettete a dire in voi
stes.si : noi abbiamo .Àbramo per padre! Perchè io vi dico che Iddio può
da queste pietre far sorgere dei figliuoli ad Àbramo » (Lue. 3; 8).
Parole di Giovanni Battista, fatte
per insegnare che la fede verace non
è patrimonio appunto da sfruttarsi,
uè che si trova di generazione in generazione, meccanicamente, bensì
un tesoro da conseguirsi in modo
personale, per mezzo del ravvedimento e da saggiarsi attraverso i frutti die produce. Parole che però non
raggiungeranno il bersaglio, specie
coi farisei i quali infatti ritroviamo
ostinati sulle medesime posizioni, più
avanti, allorquando (resù stesso subentra al suo Precursore: « E.ssi risposero: Il padre nostro è Àbramo.
Gesù disse loro-: .Se foste figliuoli di
Àbramo fareste le opere d’Àbramo.,
Voi siete paogmie del diavolo ch’è
vostro padre, e volete fare i desideri.,
del padre vostro » (Giov. 8: 39, 44).
Quindi l'ostilità dei colpiti, prima contro Giovanni eppoi, centuplicata, contro di Lui, Gesù. Come qualcuno ebbe a scriverlo: « Gesù fu
condannato sopratutto perché sov
Riassumendo, da quanto precede,
sla di falla che il meno che si possa
dire della formula « fede dei padri »
è die la stessa si prospetta insuffi< ¡ente, incerta, passibile di dannosi
malintesi. Meglio pertanto se la si
usasse parcamente, e solo con le dovute esplicazioni. Meglio inoltre considerare se un’altra non ve ne sia,
limpida, univoca, intorno alla quale
tutti e quanti si possa e si debba convenire.
Esiste essa mai questa ideale seconda formula?
Si, fortunatamente, e senza bisogno di coniarla ex novo. Non la fede
dei padri, ma la fede nel Padre, tale
la formula di cui stiamo dicendo ottenuta come si vede, apportando solo lievi, se pur fondamentali, varianti aU’altra.
Fede nel Padre, tramite la fede
nel Figlio da lui proceduto e che
qual Padre ce lo rivelò (Giov. 1 : 14,
18).
Fede nel Padre, dunque, per mezzo diella fede in Cristo che col Padre
è una stessa cosa: « Àbhiate fede in
Dio. ed -abbiate fede anche in me...
Chi ha veduto me ha visto il Padre »
(Giov. 14: 1, 6).
Queste le dichiarazioni di lui, del
nostro benedetto Mediatore (l’unico
mediatore: I Tim. 2: 6). Questa la
fede non soggetta ad equivoci che
ciascuno è appellato ad assimilare,
a professare, a diffondere.
Credo in Dio Padre, onnipotente,
creatore del delo e della terra; e in
Gesù Cristo, suo figliuolo. Unico Signor nnstro...
i( Fra le molte figure di traditori che
come frotte di topi pullulano in casa
nostra da qualche tempo a questa parte, ci sembra che quella di Pietro Pinna non abbia nulla da invidiare a nessuno poiché, quando uno riesce, con
la nuova e perniciosa menìalità che sta
creando, a colpire al cuore Tesercito
del suo paese vuol dire che si sente in
grado di giudicare scherzetti da bambini le azioni che già resero famigerati
Giuda, Bruto e il conte Ugolino! ».
Questo il linguaggio di Tullio Cà)ntino. Ora noi non intendiamo intervenire in merito al 'problema generale
della (( obbiezione di coscienza » sul
quale ciascuno è liberir di avere le
■proprie idee, bensì atl caso personale di Pietro Pinna, il quale affronta la
prigione come (( obbiettore di coscienza ».
La coscienza è qualche cosa di sacro
per ogni individuo; essa è libera davanti agli uomini e responsabile innanzi tutto davanti a Dio. Agire « secondo coscienza » significa affermare
questa libertà ed accettare questa responsabilità
Ora l’azione dj Pietro Pinna, obbiettore di coscienza, può essere discussa,
può suscitare consensi e dissensi, può
anche esser giudicata e condannata,
come avviene in Italia, dalle leggi dello Stato; ma non deve esser volgarmente e ingiustamente disprezzata. Un
settimanale « liberale », come « il Pellice », deve sapere ohe il rispetto della
« coscienza » di ogni singolo individuo, quand’anche questa coscienza si
ponesse al di sopra delle leggi dello
Stato, è dovere fondamentale di ogni
convivenza sociale, libera, umana, dignitosa. Chiamare « traditore » Pietro
Pinna il quale per motivi di a coscienza » indubbiamente seri rifiuta di sottoporsi agli obblighi militari e accetta
le conseguenze del suo atto, comprese
la condanna de! tribunale e l’incarcerazione, significa venir meno a questo
fondamentale dovere. ,
L’obbiezione di coscienza, abbiamo
detto, può esser discussa e la sua efficacia può esser variamente valutata.
Ma quando un giovane per motivi di
coscienza affronta e subisce la condanna dello Stato, non gli si getti addosso
il fango dell’insulto e del disprezzoPer noi, Pietro Pinna non è traditore, ma testimone di un’idea.
Ermanno Rostan
Nota. — Ne <1 La Nuova Stampa »
del 29 ottobre l-eggiamo che un gruppo di parlamentari inglesi — due
membri della Camera dei Lorids e 16
deputati — haimo inviata una lettera
al Presidente del Consiglio Ohieden•dogli di interessarsi personalmente
al caso del soldato Pietro Pinna, l’unico obbiettore di coscienza italiano.
I parlamentari chiedono a favore del
Pinna un atto di comprensiva clemenza e suggeriscono all’on. De Gasperi di fare introdurre nella legislazione italiana una legge che consenta
ai veri obiettori di coscienza di tenere fede alle proprie idee e di non ppestare il servizio militare.,,
Cl^ anche tutti questi signori siano
•dei “ traditori » 1 (e. r,).
2
Î* <
^■giese
f^Poicnè le ,J)rime iinpFessiòni soBp
fidaci _e ingentievoli, ho jjifeferito «eriéiinide nèlla pemta durante le prinie
stimane dei mio lavoro in Inghilterra.
Vero è ohe le mie irtjfiii’essioni sarebbero
state « prime » per modo di dire giac^
chè Un da 'migazzo questo Paese, la sua
lingua ed i diioi modi, mi sono familiari«
Ma una cosa è conoscere un Paese da
privato cittadino, o da studente, o turista ed un’altra è venirvi come rappresentante ufficiale della propria Chiesa.
Darò ai ièttori dell’Eco le impressioni
del delegato riservando ad altro foglio
meno impegnativo, le osservazioni del
cittadino qualunque ; ohi Vorrà mettere
insieme i due aspetti potrà ottenere una
visione di insieme.
se del mio lavoro, il periodo più sedentario perchè destmato a Londra e dintorni ed alla zona dei sud donde potevo
spesso tornare a casa, ho dormito in 18
letti diversi ! Per fortuna ero sempre
abbastanza stanco per quasi non accorgermi delle differenze e piombare immediatamente in un buon sonno ristoratore
Uña vasidi' amicizia
h
- Innanzi tutto una prima impressione,
iKMi delle meno profonde, quella del
numero di amici che la nostra Chiesa
Valdese conta in questo Paese, fl Segretmio del nostro Gomitato Inglese, il
Maggior© Wisdom, espresse quest anno
al bmodo la sua soddisfazione ed il suo
imbarazzo ad un tempo per il grande
inatteso numero di inviti ohe andava
ricevendo in vista del mio giro- Olti-e
ai vecchi amici, tradizionalmente attaccati alla nostra, opera, ecco piovere
da ogni parte un numero non inferiore
di nirnve conoscenze, per lo più exCappellani militari incontrati dopo la
liberazione in Italia o amid personali.
Avessi avuto tempo di dedicare a questo
Paese sei mesi, anziché uno e mezzo,
non ci sarebbe stata alcuna difficoltà a
riempire ogni giorno del programma.
,,Comunque tutto quello ohe è stato possibile di insaccarvi vi è stato incluso e
debbo dire che il nostro Segretario ha
fatto dei veri miracoli per fissare tanti
impegni in cosi poco tempo-., lasciandomi appena il tempo di correre da un
treno all’altro.
Incomincio a viaggiare
All’inizio del mio lavoro ho avuto alcui^ giorni di relativa calma in Londra.
C’erano visite importanti da fare, contatti. ufficiali da stabilire, interviste da
concedere a giornali, un mucchio di
lettere che attendevano il mio arrivo
per essere lette e, naturalmente, altrettante risposte da scrivere; quasi sempre per fissare dettagli delle prossime
visite, orari dei prossimi viaggi, arrivi,
partenze. Spesso nuovi inviti da accettare e più spesso ancora, purtroppo, alui da declinare con quanta cortesia possibile.- promettendo se mai per una
prossima occasione- Per coloro che amano i numeri preciserò che nel primo
mese di lavoro ho parlato in pubblico
39 volte, naturahnente senza tener conto dei brevi discorsetti di occasione nelle riunioni in cui non ero invitato che
a fare una breve comparsa (colloqui
pastorali, conferenze distrettuali, salotti eoe..-).
11 mio giro salvo qualche strappo alia regola era ben ordinato in modo da
raggruppare le visite in varie zone più
0 meno definibili così : 1 zona Londra
e dintorni ; 2 zona Inghilterra del Sud ;
3 zona Inghilterra deirovest; 4 zona
Inghilterra del Nord sino alla fine di
Ottobre. Per il mese di Novembre il
mio itinerario sarà « Scozzese ». Ogni
tanto qualche visita fuori programma e
qualche riunione aggiuntasi all’ultimo
momento mi ha obbligato a dei viaggi
inattesi fuori zona, ma neH'insìeme il
metodo razionale della organizzazione
mi ha permesso un considerevole risparmio di fatiche e di spese di viaggio
Vero è die in Inghilt«ra si viaggia
bene, i treni sono comodi e frequenti
(molto cari però), i servizi automobilistici perniettono poi t^i sorta di combinazioni di orari e coincidenze. Ciò
non ostante viaggiare è pur sempre una fatica sopratutto in un paese straniero in cui molte cose sono nuove dopo
la guerra anche per chi, come me, era
qui abbastanza di casa in altri tempi.
Molte città hanno parecchie stazioni e
non è sempre facile giungere a tempo
dall’una aH’altra, magari a qualche kilómetro di distanza, ora che le antiche
lìnee tranviarie sono state sostituite
quasi ovunque da autobus e filobus ed
i taxi sono diventati piuttosto rari per
non dire spesso introvabili. Ma la cosa
più stancante, a mio avviso, oltte i molti discorsi (alludo alla fatica di farli e
non a quella di ascoltarli!!!) é il fatto
dì dover dormire quad ogni notte in un
diverso letto, in una nuova camera, in ,
un differente ambiente. Nel primo me
una seconda cosa merita di essere
sottolineata è il fatto che le nostre amicizie in questo Paese oltre che numerose sono ripartite su di una scala
molto vasta del variopinto mondo evangelico anglosassone. Sino ad ora ho
predicato m Chiese o sale delle più varie denominazioni e la varietà sarà ancora aumentata daU’ulteriore svolgimento del mio programma. Anglicani,
Presbiteriani, Congregazionalisti, Battisti, Metodisti, Avventisti, Fratelli,
Quaccheri, Chiesa Scozzese, Francese è Svizzera di Londra, Associazioni
Giovanili indipendenti e Unioni di Chiesa tutti sembrano gareggiare nel desiderio di ricevere il delegato della Chie"sa Valdese. E non ho citato che le visite
già fatte. E’ veramente impressionante
e, confesso, commovente di vedere tanto interesse per la nostra piccola Chiesa e qualche volta mi domando sino a
che punto meritiamo la considerazione
in cui siamo tenùtì
E’ vero ohe spesso si tratta dì una
conoscenza molto superficiale e qualche volta informata alla leggenda più*
che alla storia.., comunque è innegabile
che il nome vddese ha una risonanza
molto superiore alle modeste proporzioni della sua opera.
Interessante è pure di vedere come
alla radice di tanto interesse ci siano
spesso ragioni molto differenti le une
dalle altre. Chi ci conosce da vecchia
data per la nostra storia gloriosa e per
la nostra opera di evangelizzazione e
chi ci conosce da poco ¡>er aver udito
parlare di Agape. Chi ci conosce perchè Milton ci ha dedicato nel 17mo secolo un sonetto e ohi invece perchè durante l’ultima guerra ha incontrato in
Italia uno dei nostri ed è magari entrato più volte nelle nostre Chiese. I Presbiteriani ci conoscono perchè apparteniamo alla loro stessa famiglia ecclesiastica, gli Anglicani per vecchia tradizione e con particolare affetto per la nostra preesistenza alla Riforma e le leggendari© origini apostoliche del movimento valdese, le Chiese cosidette «libere» ci amano perchè dopo tutto siamo
anche noi una Chiesa «libera» ossia
indipendente da ogni ingerenza statale,
le Chiese più vivacemente missionarie ci amano perchè siamo per essenza
e definizione una chiesa missionaria.
C’è insomma tutta una serie di valori
valdesi che permette alla nostra Chiesa di godere oggi com© sempre negli
ultimi secoli la simpatia di una cerchia
molto vasta di amici vecchi e nuovi.
Nella melropoli inglese
Ma basta con le impressioni generiche, ecco alcuni appunti che andrò man
mano completando e proseguendo nei
prossimi numeri del giornale
La prima zona era dunque L^dra e
dintorni.- Dir© Londra vuol già dire un
intero mondo, quaéì a sè stante. 1 Londinesi dividono il "mondo in due parti :
Londra e.r..'il resto! L’ùnmensaf metropoli che si estende.per oltre 70 chilometri di larghezza e lunghezza (qualcosa
Ui più vasto di una Torino che arrivasse
sino alle Valli Valdesi,.-) è infatti anche
in seno alla madrepatria Inglese una
specie di mondo a sè. E’ divisa in vane regioni che hanno ognuna il loro'
centro particolare ad ung vita quasi-indipendente e che permettono di dire
cne dopo tutto Lo^a non è,una città
ma una confeder^one di varie Città
relativamente auttpome e praticamente
indipendenti.
Londra è il gratwÌe punto di incontro
il luogo ove tutto converge e d’onde
tutto si parte. Qui ho fatto le mie visite
ufficiali alle direzioni delle varie Chiese, alle varie personalità di esse ed ai
loro uffici e qui am molta cordialità le
redazioni dei vari ^giornali religiosi di
carattere più evangelico si sono fatte
un dovere di intervistarmi o farmi intervistare, di chiedermi per le loro colonne alcune dichiarazioni e qualcuno,
visto che potevo farlo, di scrivere qualche articolo, in inglese, per interessare
i lettori. < '
Non ho ancora-potuto vedere il Vescovo di Rochester Piresidente ' onorario del Comitato >Valdese perchè purtroppo è stato gravemente ammalato.
Ha subito una operazione, felicemente
riuscita per fortuna, e,non potrà riprendere le sue funzioni che verso la fine
di Ottobre. Il 1 Novembre sarà in grado di presiedere .la seduta annua del
Qwnitato alla quale prenderò parte anch’io, naturalmente. Il Vescovo Chavasse (di Rochester) è una delle più
belle personalità e delle più conosciute
nel mondo evangelico anglicano- Assieme a Lui contiamo tra le personalità di detto mondo due altri eminènti vescovi, il Vescovo Nèill ed il Vescovo
Barking Gought, ambedue conosciutissimi rappresentantì della corrente evangelica in seno alla Chiesa Inglese, il
secondo di questi eminenti amici ho
già visto (mi aveva promesso di predicare a Torre Pellice quest’estate e poi
non potè venire, ma spera venire Tanno prossimo), li primo è ormai conosciuto da noi perchè è stato a Torre Pellice e ad Agape ove ha lavorato coi no.stri giovani, non *110 potuto vederlo perchè è abitualmente a Ginevra presso il
Consiglio Ecumenico in cui rappresenta la Chiesa Inglése.
Le Chiese Svizzera e Francese di
Londra ci offrono una gradita occasione di ritornate per qualche ora alla lingua francese nel culto e nelle conversazioni.
Ho predicato sia nelTuna che nell’altra oltre alle riunioni che vi ho presiedute per la gioventù ecc-. Dopo essersi abituati di nuovo alla predicazione
in inglese sembrava quasi imbarazzante predicare in francese... eppure c’era '
nei cantici ed in tutta l’atmosfera qualcosa che ci faceva sentire molto « chez
nous ».
I Pastori Svizzero e Francese sono
molto cordiali. Quest’ultimo Mr. Christol è un nostro vecchio amico, il nuovo
Pastore Svizzero Mr, Reverdin (ha preso la successione di Mr, Pradervand,
provato amico della Chiesa Valdese) è
perfettamente in ^ linea con quanto c’è
!i meglio nel pastorato svizzero, fraterno e comprensivo e « naturalmen
Rifonna Protestante
DI un miDciPio
Chi consideri con attenzione la profonda influenza che il principio deliaci
giustificazione per fede ha sulVanirna credente, iuon può non rimanerne
ammirato. Ecco, oltre ad altri già ricordati, alcuni suoi frutti: " à
1)-Un senso vivo di gioia spirituale, che s’accompagna al lieto ab-bandono per fede nelle braccia della misericordia divina. Lo ritroviamo
, nella mirabile fioritura di canti esprimenti la gioia della liberai^ioneiche accompagnò il sorgere della Riforma e lo ritroviamo pure in quel che dice
una delle più note affermazioni teologiche della Riforma stessa, la Formula
Concordiae : « Senza questa verità, la coscienza turbata non potrebbe avere
consolazioni ferme nè conoscere la ricchezza della misericordia di Cristo ».
In risposta alla sua fedCì il credente è giustificato da Dio; questo è un
dono tanto grande che riempie l’anima di stupore e di gioia; non si tratta di
calcolare il valore dei propri sforzi, delle proprie opere, tutte cose che tolgono alla virtù l’aureola del disinteresse; lo stato d'animo già conseguito ¿
è poterle stimolo ad esprimere al Signore la propria riconoscenza in ogni
maniera.
2) Un senso dOibertà^spirituale inalienabile.
L uomo perdonato da Dio ed entrato così nella vita cristiana, non è
più uno nella massa guidata da altri, non può più piegare docilmente il capo
dinanzi ad ordini e regole e tradizioni umane, quando esse siano in contrasto colla luce di verità che il Signore ha fatto brillare in lui, e non può
più tollerare che autorità esterne, siano pure esse autorità religiose, si so.
stituiscano alla sua coscienza per imporgli credenze e modi di azione- Già
nella Protesta di Spira del 1529 si leggeva -. « Per quanto concerne la gloria di Dio, la felicità e la salvezza delle anime, ognuno comparirà dinanzi
a Dio 6 gli renderà conto personalmente, senza poter addurre, quale scusa,
delle decisioni prese a maggioranza ».
Si rimprovera talvolta al Protestantesimo di non imporre al credente
nè doveri ben definiti nè pratiche religiose obbligatorie, ma si dimentica
che, se il vero protestante non è l’uomo delle minute e regolari osservanze,
egli sente però fòrtemente il dovere di glorificare l’Iddio della sua salvezza
con tutta la sua vita.
SI3)ÌUn!senso'vlrile di responsabilità individuale.
j j Da questo sentimento deriva il formarsi nel seno del Protestantesimo,
: i? specialmente là dove esso ha più tenacemente lottato per la sua esistenza,
di caratteri virili che potranno talvolta essere molto intransigenti e ¡orse
chiusi a certi appelli del sentimento, ma che, sul terreno della giustizia,
dell’onestà e della scrupolosità, rappresentano delle vere fortezze, perchè
procedono diritti nel nome di Dio e della sua rivelazione.
Poiché dunque il principio di cui abbiamo fin qui parlato, oltreché essere
fedele all’insegnamento biblico, ha tanta e cosi benefica influenza sullo sviluppo della pietà cristiana, noi auguriamo, concludendo, che tutti i cristiani
sempre più si avvicinino ad esso e, per mezzo di esso, giungano un giorno
ad incontrarsi nell’unità della fede, in Cristo Gesù Nostro Signore!
(Dall’opuscolo ; La giustificazione per sola fede) D. Bosio.
•M
te » amico dei valdesi- Ci sono pochi
francesi protestanti a Londra, mentre
il numero degli Svizzeri, e sopratutto
delle Svizzere che lavorano a Londra,
è sempre considerevole. Quello che mi
ha colpito di più è stato di ricevere dalie mani del pastore Svìzzero il provento della colletta alla riunione delle giovinette della Chiesa Svizzera (quasi
tutte « rondinelle » come diremmo noi,
ossia ragazze che sono qui per studiae la lingua e guadagnarsi il loro mantenimento in qualche famiglia). La
somma che quelle ragazze mi hanno
dato per la Chiesa Valdese era un segno commovente della loro capacità di
sacrificio. Molti ricchi da noi non danno in un anno quello che una di quelle
semplici ragazze di servizio o « bonnes
d’enfant » ha dato in quella colletta. E
si noti che le Svizzere che lavorano in
Inghilterra stanno molto male per il
cambio della moneta inglese in grave
perdita di fronte al franco svizzero!
forse per la prima volta, Tanuunzio
dell Evangelo, dalla leslitnoniaiiza
sincera di quel ladro ptiUtito.
o Ü o
Altro quadro: « Buon giorno. Io
sono stalo un tempo alle sue dipendenze, si ricorda di me? Un giorno';
lei, temendo una perquisizione, ha
nascosto dei gioielli in un naseoiidiglio. Io ho visto e glie li ho rubali:
eccoli ora, li restituisco ». L’uomo che
riceve questa confessione guarda stupefatto il giovane che gli sta davanti in atteggiamento contrito ma tranquillo. « Ma come, ma perchè? » gli ■
domanda non eredendio ai suoi orec
chi. « Ho conosciuto l’Evangelu!
segue
Ernsslo Ayassot
IL LADRO
Fu « afferrato » in una adunanza
a carattere liturgico della Settimana
Santa, una di quelle adunanze in
cui la parola delTuomo cede alla
Parola di Dio ed ogni atteggiamento
è preghiera nell’atmosfera del ricordo di Colui che si è dato per il peccato de! mondo.
Passione, il semplice e pur austero e
mistico rito della Santa Cena, sciolsero infine il suo cuore e lagrime copiose, irresistibili segnarono il piegarsi di quella volontà ad una volontà più forte e pur dolce che tutto
compenetrava.
nessuno più se ne ricorda. — « Bisogna restituire! » — Si dihatleva in
quella strada inesorabile: « Ma quelli della mia famiglia non permetteranno, mi crederanno pazzo ». —
« Bisogna restituire! ».
Si, era giusto, lo sentiva, ma come
fare? come trovare la forza ? Ecco ;
pregare. « Signore aiutami! ».
o O o
Il nostro uomo era entrato nel Tempietto Valdese, in cerca di quella pace ohe da tempo non riusciva a trovai'e, tormentato da una misteriosa
ansietà che non gli dava tregua. Avt va già ricevuto PEvaugt lo, si era
ggregato a gruppi religiosi cercando
invano il segreto della loro fede, della loro allegrezza. Anche quella sera
era entrato pella Chiesa con poca
speranza sospintovi dalla sua stessa
inquietudine.
Ritornò a casa contento, più leggero, e quella notte dormi finalmente
tranquillo.
Risvegliandosi sì domandò : che fate ora?... La luce era stata troppo
forte per lui ed ancora non vedeva
davanti a sè chiaramente la strada.
Troppe cose lo legavano a( passato e
sentiva che questo passato pesava nella sua vita come un ostacolo.
Poi, i canti, le preghiere, la lettura della Parola nel racconto della
Aprì il suo cuore al Pastore, chiese
consiglio. Una sola risposta gli venne
ma chiara, precisa, imperativa: <f Bisogna restituire». Provò ad obiettare:
ma si tratta di cose vecchie; ormai
Siamo nelTufficio di un Comando
militare. Due ufficiali superiori ascoltano un giovane che si è presentato con Un grosso fagotto. « Ho rubato tutta questa roba dai magazzini
militari mentre ero incaricalo di custodirla: sono venuto a restituirla ».
I due ufficiali lo guardano strabiliati
come si guarda un fenomeno. Il giovane, credendo di capire in quel silenzio una condanna, esclama con
voce di pianto: « Fatemi arrestare, è
Ed anche questo uomo che mai io
vita sua aveva pensalo a questo cose, '
riceve la testimonianza della fede da
questo suo ex garzone convertito.
Ed altre restituzioni ancora, umilianti per il suo orgoglio urmui vinto però; altre occasioni per parlare
della luce che si era fatta in Ini. Quando non trovava più a chi lestiinire il mal tolto, donava ai bisognosi, donava alla Cliiesa nur di liberarsi di quel peso, di uuei legame con
un passato che non doveva ritorna re
mai più. Ma come dura la lotta: con
sè stesso, con i famigliati che lo consideravano pazzo, con gli amici che
lo deridevano chiamandolo stupido.
A volte aveva degli attimi dì dubbio, terribili, angosciosi; «E se a-.
giusto! ». Allora il colonnello gli si
avvicina e lo abbraccia, consolandolo
e chiedendogli la ragione di quell’atto cosi strano. « Ho conósciuto l’Evangelo... » E quegli ufficiali ricevono
«essi sbagliato? Se fossi tutto solo
suggestione? »
Eppure no, più proseguiva per
quella strada più sentiva — pur tra
« contrasti — che quella era la strada buona, la strada verso la pace interiore, e sentiva eh© il Signore rendeva man mano più sicuro il suo
cammino.
Poi, quando gli sembro di essersi
librato di tutto, offrì al Signore sè
stesso, come strumento d, salvezjra
•>er altre anime che —- cpme era sfao per lui — avevano bisogno della
tessa liberazione, dello stessa luce,
òlloria a Diol
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Biglietto -d'ingrèsso
al Paradiso
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L'®<X> ï>E!IÆi»B VlAIitiI f
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conforto per voi e eh«*’ bella sicurezza di avere «n gibnio cop joi ì yo-"
asa‘?
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Possibile?..,.
iìi Sì, lo ha promesso Gesù, Lni, il
^.Padrone del Paradiso; ed ecco le
IpiUe parole :
p « A tutti quelli che per NOVE
IESI DI SEGUITO si comunicheIranno al PRIMO VENERDÌ’ di ogpi
Imese, PROMETTO LA GRAZIA
|i)ELLA SALVEZZA DFJLL’ANI
stri figli in Cielo! ' ^
' -s ''^,•’4' -St'-'-' '
Con approvazione ooolesiastica. 4
N. B. Per avere queste pagelline ri.
volgersi al R. P. Rettore della iSeuo/i
la Apostolica del >S, Onore di Albino
(Bergamo). „
Basta questo preteso insegnamento
cristiano, dato nella Chiesa Romana,
per farci apprezzare l’opera della
Riforma, liheratriep e purificatrice.
Tma «.
['». Non è dunque la promessa del Papradiso? E chi fa i primi nove VenerÉidì come vuole laii. Gesù, non può
|idire <H avere in mano il BIGLIETf!rO DEL PARADISO?
Monitori e Monitrici
g Animo dunque, o Cristiani, a com
.'Ì'V!
imperarlo tulli! Costa così poco...! E
MToi, o mamme, quando i vostri bamshini lian fatto la prima Comnniope,
Hate aliente e fate in modo che l’ab¿biunrt ad acquistare subito. Che bel
il vostro amore per l'opera
del Signore nelle Scuole Do
menicali deve indurvi a.partecipare al primo Convegno
autunnale a
POMARETTO
il 6 novembre alle ore 14,30.
Vi attendiamo con gio a!
problema
della emigrazione
L'EMIGRAZIONE UN TEMPO
feii Non credo si possa parlare di emi'grazioiie valdese che dopo l’editto al' benino del ’18; oltre al fatto di essere
’ liberi di andare dove meglio loro semij brava 1 valligiani turono spinti a lascia¿re le Valli per una assoluta necessitàì L’aumento della popolazione e una serie di rovesci avevano aggravato a tal
'•punto la situazione che nel 1854 tre
cmila tamiglie luróno pubblicamente as
* sistite. L’emigrazione si presentava
quindi come uno stogo necessario, co
s me un Timedio amaro ma salutare. E
cosi cominciarono a partire i più forti e
i più coraggiosi. Per primo e solo, raggiunse le spiagge del Rio della Piata
Giovanni Pietro Planchon di Villar Pel
• lice, che dopo sei mesi di viaggio e mille peripezie sbarcava a Montevideo nel
1852.
E interessante rileggere le lettere
che I primi emigranti, partiti per invito
del Planchon, scrivevano agli amici e
ai familiari rimasti alle Valli per incoraggiarli alla partenza. « Ci sono cipolle grandi come la mia testa ». « H
paese è molto sano. Non si conosce altra infermità che la morte ». « E su/: flciente dedicare due soli giorni per settimana al lavoro della terra, non crediate che il lavoro si faccia con la zappa basta por mano aJl’aratro ». E le
.famiglie, ammassate le loro cianfrusaglie e le loro zappe, partirono : nel
luglio del 1857 in un sol vapore salparono da Genova 73 famiglie. Il carabiniere Roland di Torre Pellioe, scrive il
pastore J. D- 'Charbonnier, piangeva come un bambino pensando che non sarebbe mai più ritornato a vedere la sua
patria e specialmente la casa dove era
nato.
nel limite delle sue possibilità, non abbandonò gli emigranti alla loro sorte Sia
provvedendo alla loro sistemazione all’arrivo a Genova, sia aH’assistenza spirituale, sia inviando Pastori (nel 1869
lo stesso Moderatore Lantaret visitò
le Colonie ; a quando la prossima visita?) e maestri, sia intervenendo presso le Autorità governative attraverso
le legazioni dei paesi protestanti, come l’Inghilterra e la Svizzera. La pa.'tenza continuava così a scaglioni senza
però una vera e propria organizzazioneBisognava in parole povere « arrangiarsi », non vi era un punto d’appoggio alla partenza e non vi era uno smistamento sistematico aU’arrivo. La colonizzazione vera e propria cdìhincerà
solo con il pastore Armand Ugon che
però diresse di più i suoi sforzi (e non
senza ragione) verso una colonizzazione interna, o meglio verso una migliore sistemazione dei coloni. Bisogna
giungere al lavoro dei Pastori Guido
Rivoir e Emilio Ganz per trovare le
prime basi per una ©migrazione valdese,
L'EMIGRAZIONE OGGI
Sin dal 1941, prevedendo le difficoltà del dopo guerra, la Commissione di colonizzazione presieduta dal pastore Ganz si preoccupò di trovare le
strade per organizzare una probabile
emigrazione dalle Valli- 'Ck>sì attraverso pazienti e diplomatici contatti personali si giunse al Governo che, per
diretta influenza della Commissione,
in data 24 Febbraio 1947. promulgò un
de^eto legge « ...■ cwisidàrando ..pfte
la petizione proviene da m nucleo scelio di abitanti di Colonia' Vaidense, pòpotagione che riflette onore sopra la
'ReptìbbUca per lo spirito di progresso <•
dei suoi abitanti, i suoi nretodi dì lavoro, la sua dedizione vocazionale allo
siruttamento agricolo ecc,.. permette
l’enifata in paese di 1000 {miUe)^personeprovefiienli dalle Valli del Piemonte'che daranno i medesinti fratti di sviluppo sociale raccolti in tutti i luoghi
del paese dove si installarono popolazióni della medesima origine, che servono di esempio di elevazione spirituale e di progresso economico ». ,
' Quésto il tenore del decreto del potere esecutivo. Un altroi decreto sopprimeva il pagamento dei ^ diritti di
dogana e di quelli consolari. Con opportune circolari Is Co-mmissione di
Colonizzazione diramava ai coloni le
modalità da seguire e gli i;npegni da
assumere per la richiesta dei lavoratori emigrati- In Italia si formava la Commissione di Emigrazione^ attraverso la
quale è necessario passare per il normale svolgimento delle pratiche di espatrio e per la collocazione in terra
d’America. Fin’ora sono giunte io Uruguay un centinaio di persone e altre
40 sono già in lista con il permesso
permanente di sbarco.
Ho avuto sottomano il carteggio del
Presidente della Commissione di Colonizzazione, pastore Emilio Ganz ; in
esso vi è la prova più evidente dello
sforzo che si è dovuto compiere, delle
difficoltà che si sono dovute superare
per raggiungere le odierne facilitazioni. Forse il lavoro di Ganz e dei suoi
collaboratori poneva le basi per una più
torte corrente emigratoria mentre l’odierno arrivo dei nostri emigranti assume per così dire un aspetto più familiare di quello che si sarebbe potuto aspettare in un primo momento- Saranno diverse le lettere che oggi si scrivono
in Italia? Indubbiamente la causa della assoluta necessità è oggi da scartare
in linea generale si potrehibe invece
parlare anziché di un-bisogno economico di un movente psicologico che indubbiamente provoca -altri stati d’animo
e altre esigenze. Quando si ha veramente bisogno le cope sono più semplici. ’
I Mennonitl per esemplo (ho ritrovato a Montevideo il caro amico Janke
che non può dimenticare le Valli) hanno organizzato una emigrazione in Uruguay per i loro. fratelli rimasti senza
casa provenienti dalia Germania occupata dai Russi. Ridotta alla miseria e
alla fame quella povera gente ha la sensazione di esseré giunta nel più bel
paese del mondo e qualunque lavoro è
accettato con entusiasmo- Da noi malgrado tutto e grazie a Dio tale urgente
necessità non esiste, esiste bensì un
desiderio di migliorare la propria condizione e un grande, immenso desiderio di pace e di tranquillità. Così si spiega il fatto che il luogo lasciato dal nostro contadino viene occupato dal cattolico della pianura o dall’italiano del
sud che ci si trova molto bene.
Ma la tranquillità ha in questi tempi di deflazione generale il suo duro
prezzo. Ne ho già parlato una volta, ma
credo sia bene riparlarne rivolgendomi in maniera particolare ai nostri contadini- La terra è cara anche nei paesi
che vivono ancora oggi a regime coloniale; le possibilità per acquisti veramente vantaggiosi si riducono a terre
o poco fertili 0 malsane. L’investimen
II’' ' -I ' * ’
.-ìjf
/
to di forti papitali europei dopo U guer*
ra ha fatto'salire 1 prezzi dei terreni in
tganiera sbalorditiva per cui si puA dire, almeno per quuito riguarda l’Uruguay, che il tempo del colono che giun-:»
geva solo con la forza della sua volontà
e con la sua zappa per- fare fortuna ar
definitivamente tramontato. Rimane pur
sempre^un proficuo lavoro per ¡’nostri
coptadini jv-ì 'quelld"* della coltivazione
specializzata, vigne, frutteti e verdura.
Se la Commissione di Colonizzazione
disfionesse per esempio di appezzamenti di terreno non troppo grandi con relativé abitazioni accessibili alle borse
dei nostri contadini si potrebbe as,sistere ad un processo di sviluppo veramenÍ3 notevole- La cosa non è jtdubbiamente di facile attuazione, ma non è
improbabile oh© con 1 aiuto.-della Cor- poracion Financiera Vaidense ohe sta
assumendo proporzioni impensate, non
i possa giungere in un prossimo futuro ad úna pratica realizzazione. Per 0ra le cose stanno come stanno e molti
giunti in America debbono accontentarsi di lavorare la terra altrui, mentre alle Valli (Í malgré tout » lavoravano la
propria. LORIS BEIN
Dìiiettoré delU.ja Casa a, w|p;etaii«>} - ^
tre! altroi..peiaone amuta diat-inzioae
■ . fi ^ \ . ‘ . 4. . .».il..« ÿ . i- .* é'n
di aeeèù,' ’
Art. 2
. .- .1., ,3,, „ , '„T.-r.;
La Conumanone si nu
aisce almeido due volte aU’anno.
Art. 3— Le attribuzioni della Coin- '
mìaeione sono le s^ueuti;
a) cousìglia ed inoòraggia lé Novizie
è le" Diaconesse nei loro lavoro é'
cerca di favorire nuove vocazioni;
b) raccoglie aidesiooi'è sottoacrizioni
a beneficio dell’Istituzione;,
c) esamina la situazioue generale d^i’opera e del suo personale; ..v
d) delibera mule domande delie aspi
ranti novizie per essere ammesse
ai noviziato; t
e) fissa la destinazione del personale,
il Direttore ba’ tuttavia facoltà di
provvedere nei casi'd’urgenza.
Art. 4 —^ La Commissione può con
ierire il titolo di a, Membri Onorari » alle persone che bauno bene me-,
ritato diell Opera.
Art. 5 — 11 compenso dovuto, così
dagli Istituti come dai privati, per i
servizi prestati dalie 5nore e dalie
iNovizie, è fissato dalla Commissione, e va a favore dell’Opera delle
Diaconesse. ,
Le Diaconesse
Il Regolamento
Alcuni persone ci hanno chiesto i
regolamenti della Casa delle Diaconesse. Pmeianw fm cosa utile portarli a oonoscensa dei nostri lettori.
La nostra Casa è retta do uno Statuto composto di 6 artiooU e da un
Regolamento di 30 articoli.
STATUTO
Art. 1 __La & Casa Valdese delle
Diaconesse, sorta nell’anno 190L io
Torino per iniziativa della « Unione
Italiana delle Amiche della Giovane », sotto il nome di Casa Italiana
delle Diaconesse, è — dal 1920 — 0pera dipendenle dalla <1 Tavola V’alflese ».
Art. 2 — La « Casa Valdese delle
Diaconesse » ha per scopo la preparazione e la direzione di donne cristiane evangeliche che consacrano liberamente e gratuitamente la loro
attività ad opere di misericordia e di
beneficenza ; ip particolar modo alla cura degli ammalati.
Art. 3 — Le Diaconesse sono libere di ritirarsi quando che sia dalla
ft Casa »•
Art. 4 — Le Diaconesse conservano l’intera e libera disposizione dei
loro beni.
Ari. 5 — La « Casa Valdese delle
Diaconesse » è mantenuta da sottoscrizioni annue volontari© e da doni
e lasciti straordinari .
Art. 6 —La « Tavola Valdese »
esercita la direzione dell’Opera mediante una Commissione che essa nomina annualmente.
Approvtao dalla Tavola Valdese,
nella sua seduta del 20 Settembre
1937.
II. La Direziona
Art. 6 — La Direzione geuerale
della a Casa » è affidala preferibilmente ad uu Pastore Valdese, La Direzione della Casa madre preieribilmeute ad una Diaconessa. Ambedue
sono nomina.ti ' annualmente dalla
a Tavola Valdese ». _
Art. 7 —-Il Direttore è incaricato
di preparare e dirigere le Diaconesse,'di visitarle nei vari Istituti ove
esse prestano servizio, e di attendere
alle opportune relazioni eoa quegli
Istituti. r
Art. 8 —‘La Commissione a mezzo dei Direttore presenta ogni anno
una relazione morale c finanziaria
alla (i Tavola Valdese ».
Art. 9 — Per le spese straordinarie
di qualche importanza, il Direttore
dovrà ottenere l’approvazione della
Commissione.
Art. 10 —Il Direttore è incaricato delle funzioni pastorali della e Casa ». .
Art. 11 — In assenza del Direttore
il Moderatore ne assume le ftmzioni.
Campeggio .F. U. V.
i2>'ï2j,Agosio^l9à9
REGOLAMENTO
I. La Commissione
Art. 1 — La Commissione di cui
all’Arf. 5 dello Statuto è cosi composta: il Moderatore della Tavola
Valdese, presidente; un altro membro della Tavola, vice-presidente; il
Per chi torna dai cimiteri
Nel dicembre dello stesso anno altri
140 Valdesi lasciarono le Valli e di
questi ben 45 erano di Villar Pellice.
Le difficoltà non mancarono, specialmente per quelli che si stabilirono nell’Argentina del Nord e le lotte contro
la natura, le fiere ed i selvaggi misero
a dura prova le tenacia e la forza dei
montanari' Nel 1858, ai primi di gennaio, quando stava divampando la rivoluzione nelle strade di Montevideo,
sbarcarono più di cento altri Valdesi
che vennero aiutati e protetti dal espellano della Delegazione Britannica
Pastore Pendleton, che fu poi al Sinodo del 1859 e in una funzione tenutasi
nel Tempio diede ampie e particolareggiate informazioni sulla vita degli enti*
grati. Anni dopo, alcuni gruppi più_ 0
meno numerosi continuarono a partìra
da Genova e, più che in altri fidando
nella misericordia di Dk», raggiunsero
le coste del Sud America. La Tavola,
Colui che pensa qualche volta al fatto che i suoi
giorni sono contati, si dispone a sempre meglio
utilizzarli. Il pensiero della morte lo rende anche
meno cattivo. Egli osserva più scrupolosamente la
sua condotta verso quelli che vivono vicino a hd,
pensandio che non li avrà sempre con sè. Quanti
errori .sarebbero evitati, q/umU dispìacieri sarebbero risparmiati se pensassimo qualche volta che
certi nostri atti, certe nostre parole potrebbero
procurare ai nostri amici delle ferite irreparabili e
che la morte stessa potrebbe separarci da loro senza
lasciarci alcuna oocasi>one di consolarU.
(Ch. Wagner).
Quand je dormirai du sommeil qu’on nomme la
mort, c’est dans ton sein que j’aurai ma couchette.
Tes hrm me tiendront cenmw ceux des mères tiennent les enfants endormis.
Et Tu veilleras. Sur ceux que j’aime et que j’aurai laissés, sur ceux qui me chercheront et ne me
troumront plus, sur les chmtps que j’ai labourés.
Tu veilleras.
Ta bonne main réparera jnes joutes. Tu feras
neiger des flocons tout blancs sur les empreintes
de mes pas égarés; Tu mettras ta paix sur les jours
évanouis, passés dans l’angoisse; Tu purifieras ce
qui est impur.
Et de ce que j’aurai été, moi, pauvre apparence
igr orée de moi-même et réelle en Toi seul. Tu feras ce que Tu voudras.
Ta volonté est mon espérance, mon lendemain,
mon au-delà, mon repos ¡et mq. sécurité. Car elle
est vaste comme les deux et profonde comme les
mers; les sdeils n’en sont qu’un pâle reflet et les
plus hautes pensées des hommes n’en sont qu’une
lointaine image.
En toi je me confie. A toi je remets tout.
(Ch, Wagner),
E ora, 0 Signore, che aspetto?
La mia speranza è in te.
Beati i morti che da ora innanzi
muoiono nel Signore.
Vecchi e nuovi campisti da tutte le
1 parti d’Italia, a cui si aggiunsero 9
. Olandesi, il pastor© Hardmeier di
Zurigo e la sua signora, si sono di nuovo incontrati a Praly per passare insieme dieci giorni di riposo, di studi,
di allegria. E nel cosi vasto programma ognuno potè trovar© quel eh© cercava : 1© or© di studio, in gruppi o
tutti insieme, 'di solito la mattina, ci
permisero di ailargar© il nostro orizzont© © fortificare la nostra fede, rendendoci più pronti ad una testimonianza vera anche nella vita quotidiana, Gite più lunghe © toevi passeggiate «i aiutarono a ritemprar© 1© nostre
forze «... ad alimentar© rappetito —
il che non sarebbe stato neoesaario:
infatti ai pasti tutti erano puntuali,
nonostante enalch© faccia un pò’ assonnata la mattina, © pronti a prendaisi un buon poeto attorno a tavoli
all’aperto cercando di farsi servire
-per primi, ©d il bis e persino il tris
erano sempre ben accetti,
E ohi dimenticherebbe 1© or© di giochi e di canti attorno al falò Í Oppure
la bella domenica del bazar prò Agape?
Il tema di studi verteva su « La gioventù nella Chiesa oggi » © furono tenute interessanti relazioni e discussioni sull’opera della gioventù nelle Unionil nelle comunità, nella Chiesa in
genere, e sulla sua vocazione e testi- ~
monianza attiva. Agape, quella nello
spirito e quella nella roccia, era sempre presente in tutti i discorsi, ed assai vivace fu la discussione sul suo significato nel lavoro giovanile e sul
programma da svolgersi: campeggi
per studi, per villeggiatura, per gite
e specie continuazione dei campi di
lavoro. Il Signore ci guida nella costruzione del villaggio: Egli ci gui-«
derà nello «volgimento dej programmi, Molto utile ò stato il referendum
sui campi, eh© ©i ha costretto a riflettere sulla nostra vita in comune e con
ciò sulla nostra mancanza di spirito
comunitario © di rispetto per i compagni. Abbiamo visto che il campo ed
anche l’union© non sono -fin© a sè stes.
si, ma strumenti per insegnarci sempr© meglio ad andare fuori © a testimoniare del grand© dono ricevuto.
4
'‘^■à '"/*
L’BCQ' 'DE-tLE VALiLl VA(LDE®I
-rK WT*-
1-VV-'
S. GERMANO CHISONE
'■•vi^,v> ■ ^ ■ .-/,-ai....^.; ;i:.
11 nostro tempio h# visto, il 15 corr.
T— cosa rara © bella- — il matrimonio
di due .coppie' di sposi : Eichiardone
fioòertó di Villar Perosa' con Bertalot
'Tltla di Villa e Richiardotie Adriano
dj Villar Perosa con framrso Irma
delle iPorte.'”'^*'*' -y. t
F’elicità vera accompagni
queist« due nuove famiglie.
Un uomo p^fieo. Tutti quanti’'dovo.;
no sentile il dovere di'cpntribu're al. '
la raccolta dj fondi per i restauri prcu
senziando a questa rappresentazione
che, oltre tutto, certamepl^ vi ralle,
grerà. I bigliettrsi trovaoo in vendi,
ta ai Pellonatti presso i Commestibi.
li Bounous e Tabaccheria Eynard ed
agli Airalr presso la cartoleria Revel.
sempre
.Domenica 16 corr _^ Itivmra^ G'or'Ar. di
Bartolomeo e di iBouohard Ekg,^ dei
ilonchi sup. iha. ricevuto il Santo Bat,
Lesimo. Il .Signor© guidi questa piccò,
la e la sua'famiglia nelle vi© della fede e l>enedioa tutti ablx>ndantetnente.
In memoria dj GaroUna Bonin Ip
polito, 1© comipagne di lavoro della
figlia, hanno offerto fiori per L. 2000
a beneficio dell’Asilo dei Vecchi,
Domenica 6 Novembre^ ore 10,30.
Culto (li S. Gena. Stringiamoci attorno alla mensa del Signore, i fratelli
e le sorelle che hanno una responsabilità nella chiesa © tutti i pamjcchia
ni per riprendere in un comune spirito di comunione fraterna e dj consacrazione a Dio il nuovo anno di attività.
Ore 15. Eiumone di tutti i Gatecn•men^ dei 3 primi ammi.
Or© 20,30 nel Tempio. Culto aerale
e conferenza - « Perchè siamo ProtextdnM? ».
La Relazione Annua, morale e finanziaria, completa, reca in prima
pagina la fotogra/fia del bei gruppo dei Confermati e degli Ammessi di
quest’anno. Ricordo a questi giovani
e a tutti i valdesi dell© promesse un
giorno fatte al Signor© di fedeltà sino alla morte ,
La sera del 20 corrente, il Signore
ha richiamato a sè lo spirito, del nostro fratello Valeriana Pera zzi auddovdòrmientatosi alla bella età di 83 anni, dopo lunga © penosa malattia, cir.
(K)ndato dalle assidue ed amorose cure dell© Sue figlie.
Era una peisonalità conosciutissima in tutta la Chiesa Valdese,. nella
quale occupò per molto tempo un pòsto preminente. Il -Suo nom© è certa,
mente ricordato da molti.
Dalla Villa Moravia dov’Egli risiedeva in questi ultimi anni, il 30 cor
rente Ja Siua salma, è'Stata accompagnata nel uoetro Tempio. In assenza
del Pastore Deodato i,rattenuto altro,
ve dai doveri del suo ufficio, il servizio-è; stato pieeiedu'to dal aottosèritto
con la partecipazione def Pastori Ricca ed Eynard. .II Dott. Ricca, ‘Sovrintendente dell© Valli, ha parlato a nome della Tavola Valdese, di cui il defunto fu membro laico per ,molti-anni.
11 Dott. Eynard ha recato il memore
saluto della Comunità di Torino, in
seno alla quale il. nostro fr.atello svolSe una grande attività per una lùn.ga seri© dj anni.
Ancora una volta vogliamo esprime,
l’e.la nostra piofonda simpatia fraterna alla famiglia in.lutto,4,e specialT;ente alle figlie del dipartito, Signor© Elena Rostain,- -Lina Peyrot, Ada
Bounous.
parte della giornata al riparo dal
solleon'fe." Essendosi poi constatato che
una gallina elimina in "estate una
.quantità di acqua di molto superiore
a quella eliminata ‘d’inverno ‘(‘175 gr.
al giorno d’estat© © solo 35 d’inverno),
è stato consigliato agli allevatori di
tenere gli abl>evei atoj sempre ben for.
Miti d’acqua fresca. (Usis).
Im famiglia del compianto
Aldo Villielm
L'Oasi di S. Agostino
li 'Signore sia lil'loro lue,
speranza. -<■
'e e la loro
G. B.
I
Vi informiamo che...
d'irrigar
LUSERNA S. GIOVANNI
Recita prò Restauri del Tempio e
della Corale Valdese. Domenica sera
6 .novembre alle or© 21 precise avrà lue.
go la recita in tre attj di C. Giachetti :
Un sistema sotterraneo
zione.
Sotto la direzione dell’ufficio americano per le -bonifiche della Oalifornia meridional© procedono alacremente i lavori per la costruzione di un vasto sistema di oondutture sotterranee
ohe, una volta completato, distribuirà
le a.cqu© del fiume Colorado a 30800
ettari di terreno coltivabile. Nella Co-,
ohella Valley già per la fine dell’anno
prossimo .18000 ettari godranno dei
benefici dell’irrigazione. Si è preferito
ricorrere al sistema della canalizza-«
zione sotterranea — che oggi ha già lino sviluppo di 760 km, — perchè l’ufficio bonifiche ha ritenuto ohe tale sistema più di ogni altro fosse atto a
ridurre le perdite idriche derivanti
dall’evaporazione e dalla maggiore
piermeabilità dei canali a fondo naturale, ed allo stesso tempo a garantire
un’accurata regolamentazione del regime d’irrigazione.
H cancio, 22 milioni di
Contro
volt.
Chicago, 14 ottoh'rè. — Presso la facoltà dj medicina dell’uiniversità delrillinois sono in corso esperienze sul.
le applicazioni del betatrone alla cura del cancro. Il dottor Roger A.
A_ Harvey, con la collaborazione di
alcuni radiologi dell’università, sta
ora dirigendo gli esperimenti, che si
prefiggono dj trattar^ i tumori mali,
gni situati profondamente nel coiTpo.
Infatti i raggi X ohe si usano correntemente hanno im’e'nergia ohe va dai
200.000 aj due milioni di volt, e pertanto l’azione è limitata alla super,
ficie. Invece i raggi prodotti dal be.
tatron© con corrente da M milioni di
volt penetrano profondamente nel corpo umano. La loro maggiore efficacia
n. dalla superficie, ma
di profondità l’eiierotevolìssima (circa la
no possibile). Il beta,
'osi il trattamento efmalignj inoperabili
P. A. H. cj comunica ohe, per quanto
1 articolo su a L’Oasi di S. Agostino,
di Pinerolo » al quale ci siamo riferiti nel numero del giornale del 21 ottoh:.e u. s., lecas»; la sua firma, ©d figli ne fosse l’autore, pure l’accenno
aj Valdesi ed al loro « sfruttamento
della miseria altrui » non sarebbe do. ato alla sua penna, ma alla redazione stessa de « L’Osservatore Romano ».
Non abbiamo difficoltà a prendere
atto di questa 'diobiarazione. Manteniamo comunque inalterata la nostra
protesta contro un modo assai poco
onesto ‘di adoperare la calunnia a scopo di propaganda religiosa. {Dir.).
deceduto imriMturamemte a soli 36 ani
ni^ rincjrazia sentitamente tutte le per,
sona che, in (juaJwngiie modo, limino
coluto fHirteaixiD'e al sìu) gran dolore:
i n graz’ìe imiticMnre al pastore Pi
Marauda, ai. compagni di la coro ed li:
tutti glj, amici del caro Aldo_
POmarecto, 25. 10. 1949.
Sabato 29 ottobre il Signore richia
mò (t se l'anima eletta di
Valeriano Perazzi
di emni 88
Personalia
Personalia. Domenica scorsa il comin.
Margaria e la sua gentile Signora
hanno celebrato le loro nozze di diamante. Bella, indimenticabile festa,
nella .serena atmosfera dell’intimita
familiare, calda di affetto e di stima
per i cari festeggiati. La gioia riconoscente. pensando al passato .ed al
presente degli sposi, la tranquilla fiducia pensando all’a-wenir© furono le
note dominainti degli auguri rivolti
loro, e che poiché venivano dal cuore
andavano ai loro cuori
Profomdamentei aeMolora.ti ne dannai
il penoso cvntwmdo : le figlie itl< na %
R(fsta.im, Lina Peijrot, .\da. Bounous ^
col marito; i nipoti e pronipoti e la ^
tanto fedele Ernmta Olivet.
Benedici, anima mia, l’Etcrjio *
e non dimenticar© alcu.no ^
dei suoi beinefioi. Sah.- o 103, 2.
/ funerali haami orato luogo lunedi*^,
31 ottbre nel Tempio Valdese di l-user,^
Ila. San Giovanni.
La famigliu, grata, ringrazia tuiti^
coloro che, in modi diversi, ma n t tf sta, .7
cono la loro simpatia, nella, didijrosd^
eir costanza.
Luserna S. Giov. (V. Moravia) 31 IO 49 S
Luisa Marqués
veri. Falchi
DENTISTA
è passata nella vita più bella termi.'
uando le sue soffei-enze terrene
Partecipano addolorati la figlia Lea
che alla mamma dedicò la sua vita,
il figlio Franco con la moglie ed i
bimbi, i cognati © nipoti.
Torr© Penice, 30 ottobre 1M9
si esercita a. 4 ci
anche a 20 cm
già è ancora n
metà del ma s
trone pci-mette <
ficace di rumor
Specialista
Dr. BADALAMENTI
Doni ricevuti dal Cassiere della Tavola Valdese
situati nell’interno del corpo e non
raggiungibilj con altri mezzi
Riceve li MERCOLEDÌ' e il
VENERDÌ' dalle ore 9 alle 12
Per CaMa Cuito ;
Fam. G. E. Castiglione, in mem. so-rella Nioe L. 1000; Fam. Lamberti,
Taranto, in mem. Nic© Castiglione 1000.
Per BmerùtS. ; '
Quari Caterina L. 2000; Tina Rabaglia 2000.
In mam. V. A. Gostahel-,
Besozzi Amato e Cecilia L. 2000;
Mazza Volterra A. 500; L. G. 2000 ;
Bonghi istrada Ester 500; Hedwig
Terraneo Revel 5000; Emilia Bove]
1000 ; Renata 'Parer© Giampiccoli 2000.
Per Istituto Gould'.
Chiesa di Pisa L. 1000; id di Livorno 500; id di Siena 200 ; id dj Como
6000; Fam. Mansuino, in mem. Silvia
e Arturo Mansuino 500; Jean Révillod
.500.'
Per Istituto Evatigelnr.o Femmi/ìvile, di
Firenze ;
Chiesa di Pisa L. 1000; id di Livorno 500 ; id di Como 6000.
Per Ot fanatro fio dà Torre PelUce. ;
Germana Colombo L. 1000; Fam.
Mansuino, in mem. Silvia e Arturo
Mansuino 600; Chiesa di Pramollo
3000 ; id di Como 5000.
Per Orfanotrofio di Pomaretto ■
Chiesa di Pramollo L. 3000; id di
Como 5000.
Per Istituto di Vatlecrosia :
Chiesa di Como L. 6000.
Per Asilo di San Germano •
Chiesa di Pramollo L. 4000 ; id di
Como 8000 ; Grill Elvira, in mem. Pey.
3'ot Elisa 1000; Fam. Mansuino, in
mem. Silvia e Arturo Mansuino 500.
Per Rifugio Carlo Alberto:
Germana Colombo L. 1000; Fam.
•Mansuino, in mem. .Silvia e Arturo
Mansuino 500; Chiesa di Como fOOO.
Per Os¡ledale di Torre Polire -,
Germana Colom'bo L. 1000.
Per Istituti Ospitalieri Valdesi :
In mem. V. A, Costabel, Fontana
Roux Dora e Susanna L, 10000.
Per A scià dà Sicilia :
Chiesa di Como L. 6000."
Per Asilo Italia : »
Chiesa di Pisa L. 1000; id dj Livor,
no 500; id dj Sdena 200; id di Como
6000.
l’er Istituto Artigianelli’ Valdesi'Chiesa di Pramollo L. 2000.
Per Casa dello Diaconesse -.
Chiesa di Firenze, Via Manzoni
2404; id dj Villar Pollice 1000, id
Trieste 5000; id di Como 6000; Geimana Colombo 1000; Gatti Elena eri Enrico in mem. V. A. Oostabel 100\); BaFazzuoli Bian.oa 250; Fam. Mansuino,
in mem. Silvia e Arturo Mansuino 500.
L.
di
dal Liiessico al Canada per 'ria
/luriale.
Con il completamento del‘ tratto tra
Corpus Christi (Texas) © Bro-wnsille,
sita sul Rio Grande, è possibile recarsi per via fluviale dal Messico al Canadá. Il tratto idi recente ultimato si
estende per 243 km. e completa il sistema di canali che, sotto il nome di
a Gulf Intraooastal Canal » sj estende dalla Florida al confine messicano,
costeggiando il golfo del Messico. Il
collegamento Messi<-o-Oanadà, con uno
sviluppo di 4060 km. è assicurato oltre
che dal canale teetèi ultimato, dai f'umi Missi.ssipì e Illinois e dai Grandi
I-aghi. Porto dj smistamento per questi ultimi è Chicago.
fier aumentare la produzione deD
le uova nei mesi estivi.
Washingtom, 19 ottobre. — Gli allevatori americani hanno accertato che
la minore fecondità delle galline «ei
mesi estivi, e particolarmente in agosto, è dovuta soprattutto alTaumento
della temperatura. Pertanto, per ovviare alla minor produzione stagionale, runico rimedio possi'bile sta nel
provvedere a ohe 1© galline non debbano sopportar© 1© più acute punte
del caldo, costruendo pollai, btm ventilati ed eventualmente prowistj di
intercapedine, © indiioendo i volatili,
col pome il mangime in zone ombrose
e fresche, a trascorrere la maggior
TORRE PELLICE
Via Arnaud, n. 1
Direzione: Via dei Mille, 1 -Pinerolo
Telefono 409
Amministrazione: Claitdiana - Torre
Pellice
C. C. Postale 2-17557 della Libreria
Claudiana — Torre Pellice
Dir, licsp. Ermanno HosJian
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TORINO-PlNEROLO-1 ORRE PELLICE c viceversa
I I >2.28
O DEL PINEROLESE
4,50 I
5,32 I
I
6,38
6,53
6.20 1 7,55 1
I 7,10 1 8,46 I
7,38 I 9,08-1
8,01 I 9,261
8.20 I I
9,35
9,50
13,10 117,05 1 I 18,20 1 18,30 1 21,35
I I 13,52 I 17,51 I I 18,46 | 19,16 | 22,15
I 13,07 I 14,20 I 18,17 I | 19,01 | 19,43 | 22,36
12,48 I 13,24 I 14,42 I 18,45 | 18,52 | 19,18 1 20,02 | 22,56
13,02 1 115,03) I 19,07) 19,35 1 20,24 ) 23,14
Torre Pellice
Bricheraaio
Pinerolo
AIrasca
Torino
4,35 1
4,50)
5,18'
5,37)
6,25)
6,03 I
6,45 1
5,56 )
6,)l )
6,28 I
6,52 i
T.35 i
6.11 {
6,24 )
6,51 I
7,16 I
8.15 I
7,05 I
7,20 I
7,36)
7,55 I
8.30 I
9,05 ) 12,20 I-----) 13,13 i 16,26
9,19 ) 1234 ) 12,40 I 13,26 | 16,42 )
I ) 13,03 I 13,40 j 17,03 I
1 I 13,20 I I 17,29 )
I I 14,20 ) 14,30 I 18,20
19.42 I
19,58 I
20,22 I
20.43 )
21,35 I
IN VIGORE DAL 15 MAGGIO 1940
Autoservizio e tramvia
PlNEROLO-ORöASSANO-TORINOevicev.
Pinerolo
Orbass.
Torino
(1)
6,15 I
7
7,40
BRICHERASIO-BARGE e viceversa
Torino
Orbas.
Pinerolo
(1)
6,20
7,03
7,43
(2)
8,20
9
9,38
8,25
9,04 I 12,08 I 15,01
9.44 I 12,48 I 15,41
(O
Í 11,25)
I 12,05
I 12,43
(1)
I 11,30
(1) Feriale — (2) Festivo
(1) (2)
18,10 I 18,45
18,50 ) 19.30
19,37 i 20,08
(I) MI
14,25 I 14,55 I 18,15 | 18,55
1533 I 18,59 I 19,35
16,13 ) 19,39 I 20,15
12,50
13,30
14,08
(2)
(2)
Bricbcr. 5,16 ) 9,30)13,35)14,551183 0 20,15
Barge 5,36 l 9,50 ) 13,54 I 15,14 l 19,10 i 20.»!
Barge 4,25 ) 6,1» I 12,22 ) 14,08 | 16,20 j 19,32
Bricher. i/a \ 6,30 ) 12,40 j 14,38 | 16,40 j 19,52
Linea Automobilistica
TORRE-BOBBIO PELLICE e viceversa
TRAMViA PiNEROLO-VILLAR-PEROSA ARGENTINA e viceversa
Pinerolo
Perosa
4,25 ) 5,45 ) 6,45 1 8.15110,15)11,30)12,40)14,40)17,20)19,15 1
5,45 ) 6,37 ) 7,40 1 9,10)11,20)12,25)14 ) 15,4« ] 18,25 ) 20,10 )
Torre Penice
Bobbio Penice
(1)
8,35 I 11,30
9,05 I 12
19,15
19,45
Per ota
Pinerolo
4,45 1 5,55 ) 7 I 8,20 1 9,40 | 11,45 | 13 ) 16 ] 17,40 ) 1830 )
6 ) 6,45 I 735 I 9,10 I 10,40 I 1233 i 14,15 | 16,55 ) 18,35 | 19,45 1
0)
Bobbio Pellice 6,05 | 7,30 1 15,30
Torre Pellice 6,35 18 1 16
(1) Solo il Venerdì
Pinerolo
Airasca
Torino
Autoservizio Sapav-Satti
PlNEROLO-AIRASCA-TORiNO e viceversa
Orario giorni feriali Sapav-Satti
Sapav Sotti Sapav Sotti
7,40 I 11,40 I 13,45 | 19
7,54 I 11,54 I 13,59] 19,14
8,25 i 12,25 I 14,30 ] 19,45
Torino
Airasca
Pinerolo
Sotti Sapav Sotti Sapav
7 I 11,50 I 17 I 19
7,31 I 12,21 I 17,31 I 19,31
7,45 I 12,35 I 17,45 | 19,45
Orario giorni festivi
Pinerolo
Airasca
Torino
Perosa
Perrero
Perrero
Prall Ghigo
7,40 1 8,30 1 13,10 19,50 Torino 7,20 12,15 1 18 25 23,55
8.44 1 13,24 20,04 Airasca 7,51 12,46 18,56
8.25 1 9,15 1 13,55 20,35 Pinerolo 8,05 13 1 19,10 0,35
Auto PEROSA-PERRERO-PRALI '1
feriale 21 6 8 feriale 22
9,20 17,35 20,20 Prati Ghigo 5,35 6,50 17,15
9,50 18 20,50 Perrero 6,20 7,30 18,05 1
IO 21 Perrero 6,25 7,35 11,10 18,16 i
10,51 21,50 Perosa ' 6,50 8 11,35 18,40 1
r».i I efiettuano soltanto il Lunedi, Merooledi, Sabato e festivi fino al 30 giugno
«fé““«'-«'’?»‘•'«i ' giorni. La corsa 21 si effettua dal I luglio il Venerdì. Saba to
e Domenica. La (^rsa 6 si effettua^da( I luglio il sabato e li lunedi. La corsa 8 si effettua dal I
(p *ore *7 Ìo)%oririo"(a*‘oré*8'^M)** * * *" oo*iíld«nza con ri'utöäervizuTdL gran turisiio Perosa