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' AÑNÓ LXXV
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Torre Penice, 7 taglio 1944
1944-xxii -n’C'.-”
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Nulla sia più forte ideila vostra fedel
(Qlanavello)
spstt. k:
SKTTIMANALE.. DELLA
abbonamento
. Anno L. 20 '
Italia e Impero
Estero » » 30
Ogni camStePÌento d’indirizzo costa una lira
-Semestre L. IO
» t 16
■ La copia Ceni. 40
CHIESA VALDESE
,s:-ÏW;
Olraller* i Prot. OINO COSTABIL«
AMMINISTRAZIONE e REDAZIONE: ' '
Via Carlo Alberto, l'bis — TORRE PELLICE
La parola (l’ordine per f ‘giorni della vigilia
L altra settimana è ricorso il quarto^j,
anniversario della nostra entrata in
guerra. Da quattro anni attendiamo^'con
tuti.0 il popolo nostro, il ritorno ad úna
felice normalità. Anzi, da più di quattro anni !
Ricordo d’aver visto piangere un soldato, forse un anno prima diell’entrata
in guerra, quando non, si sapeva ancora se proprio essa sarebbe scoppiata o
rtìeno." Ci aveva mos;trato la fotografia
dei suoi bimbi: eppoi: — Oh se avvenisse presto- quel che ha da sucoedexe !
Preferisco di gran lunga partire, combattere e morire, che vivere in questa
tor turante incertezza !
Non aveva torto quel soldato: l’attesa, la figliuola del tempo-, è sofferenza. La vita uma^ è tutt’im’attesa e
perciò è soffusa anche nei giorni mighpri dì un tenue velo di soffierenza.
Òggi, in tutto il mondo, la tensione
diventa spasmodica, la terra è teatrotdi
avvenimenti mai visti ancora, l’orizzonte appar tinto dai colori dell’Apocalisse.,..
La parola d’ordine per il credente,
non deve forse essere quella che l’Apocalisse detta quando « il tempo è vicino»?
Il tempo è vicino. Chi è ingiusto sia ingiusto ancora;
chi è contamincaiìo si cxmtammi ancora
chi è giusto pratichi ancora la giustizi.a
e chi è santo si santifichi ancora.
(Apoc. 22: 10-11).
ViC-ramente, non è questa la sola parola d'ordine per ì -giorni dell’attesa, c’è
la parabola delle Dieci vergini che è
assai più'nota e si applica 'ai credenti
dinanzi ai quali sta una lunga attesa:
« Mettete deU’olio nelle vostre lampade
— essa -dice, — questo è l’essenziale,
poco importa allora che l’attesa sia lunga, a qualunque ora della notte avvenga il risveglio, le lampade saranno
pronte »..
Le parole dell’Apocalisse, invece, son
proprie dei giorni in cui -gli avvenimenti incalzano e ci fanno pensare che
« il tempo è vicino » in cui stanno per
scoccare l’ore più solenni della vita.
Allora:
chi è ingiusto ,sia ingiunto ancora...
Queste parole si rivolgono a -coloro
che vivono fra noi portando lo stesso
nome di credenti e Valdesi perchè nati
e cresciuti qui, ma che nel segreto del
cuore non temono Dio, non santificano
il suo giorno, non si preoccupano di
obbedire alle sue leggi e seguono, -pur.
senzà farsi troppo notare, l’andazzo
dèi mondo.
A costoro la Parola di Dio dice:
Il tempo stringe, gettate la maschera e siate apertamente quel che
siete nel cuore, Affrettatevi di trarre
tutti i vantaggi possibili dal vostro peccato e di goderne, perchè questo non lo
potrete più. '
Il Regno di Dio, ora che « il tempo
è vicino », ha tutto da guadagnare dalle posizioni chiare:
Meglio un incredulo che professi
apertamente l’ateismo e bestemmi ad
alta voce il nome di Dio,'che un incredulo che finga essere fratello nostro
e, di nascosto, insegni ai nostri -giovani
a bestemmiare. '
Meglio un uomo che profanando il
giorno del Signore e disprezzando la
chiesa e il culto, dica apertamente che
..non teme Iddio, d'un altro che faccia
le stesse cose nascostamente, dissimulandosi dietro a mille scuse e ragioni di
forza nugggiore e faccia credere ai
semplici che si possa esser credenti e
profanare il giorno del Signore.
Meglio uomini e donne che si diano
apertamente alla prostituzione, di altri
che commetton nascostamente’ fornicazioni e adulteiii, professandosi credenai e corrompendo quelli che li circondano.
Meglio per i credenti e megUo per
voi. Per i credenti, perchè così facendo
affrettate la fine dei tempi in cui « l’iniquità sarà moltiplicata ». Per voi, perchè siccome la vostra ingiustizia vi preclude la salvezza celeste, i soh beni di
cui passiate godere, sono quelli che il
peccato vi offre quaggiù. Approfittatene
adunque il più largamente possibile ed
affrettatevi perchè il tempo stringe.
*
Ma:
chi è giusto procacci ancora la giustìizUx...
Queste parole si rivolgono a coloro
chs fino ad oggi son stati le colonne della chiesa <il Cristo:
Ai credènti sconosciuti che nel segreto della loro cameretta hanno assediato di preghiere il trono dell’Eterno
perchè 'il male- scatenato nel mondo non
portasse tutte le sue funeste conseguenze ed hanno ottenuto le sue misericordiose liberazioni -per la loro chiesa, per
i loro cari e per tanti fratelli lontani e
vicini... Ai credenti che hanno perdonato le offese ricevute e amato i loro
nemici, a quelli che han dato attorno a
sè un luminoso esempio di fede e condotto delle anime ai piedi della croce, a
coloro e son tanti, che si sono sacrificati in ogni maniera per provvedere
alle necessità -dell’Opera del Signore...
A costoro la Parola di Dio dice:
Note bibliche
pignìficaiio della storia
LA RIVELAZIONE
La storia umana studiata nella biblica, non è un susseguirsi di eventi guidati da cieche pass'oni, mossi dal caso,
ma è un volgere di fatti che mitrano a
rivelare la Verità, cioè la volontà di
Dio, origine, luce e mèta di tutto il
creato.
Studiando la storio nel suo significato profondo delineato nella Scrittura,
na. dobbiamo adunque scoprirvi la rivelazione della volontà di DÌo.
LA BIBBIA
La caratteristica fondamentale della '
Bibbia è questa: gli autori che l’hanno
composta per ispirazione divina, hanno
saputo vedere attraverso il creato ed attraverso la storia degli uomini, la rivelazione della volontà e della verità di
Dio. . I
Studiando adunque la storia del creato e la storia dei popoli alla luce della
Bibbia, noi troveremo la rivelazione
della divina volontà e quindi il significato della storia.
Nella slioria dei popolo di Israele noi
t 'oviamo questo significato in modo inconfondibile poiché ad esso popolo Iddio ha in modo chiaro rivelato la sua
volontà.
La storia appare adunque a noi nello
spiVato biblico, come V ìncentivo di due
realtà: il creato ed il creatore, l’uomo e
Dio, la verità e la ricerca di essa.
Questo inconto noi lo vedremo risolto in Gesù Cristo, l’uomo perfetto perchè perfèttamente unito o Dio nell’amore che è sacrificio.
LA CREAZIONE
L’unhersc, secondo la Bibbio, non
nasce dal caos o dal caso, ma nasce
dalla volontà di Dìo, u bene assoluto, e
porta quindi in sè la caratteristica divina dèlia bontà. La dichiarazione che
trovasi al termine di ogni atto creaitìvo
la palesia.: « Djo Vide che ciò era buono »
(Genesi 1: 12).
L’uomo creato ad immagine e somiglianza di Dio possiede quindi intelM
'^”' Io. conosco le tue opere e la tua fatica e la tua costanza... hai sopportato
molte cose per amor del mio nome, ma
•i Ron basta ancora ! La guerra per il Re''gno di Dio in cui siamo impegnati è
'i inumana, è una guerra totale. Cristo
ha dato sè stesso per lei ,e -noi ancora
I dobbiamo consacrarvi tutto l’^sere no‘ stro.; Essere « giusti » 'Sncor più che in ,
pesato, interamente, fino all’estremo.
Essere santi — cioè consacrati a Dio —,
in maniera più efficace, completa, fino
all’estremo.
Ti sia di conforto, dinanzi al nuovo
sforzo che ti domando, il pensiero che
,«fil tempo è vicino». Il tempo, credia'’mo, in cui una vita nuova si aprirà di’^nanzi.a noi e alle nostre comunità, in
cui potremo ricostruire le antiche ndne. Il tempo, forse, in -cui il Signore sta
per ritornare nella sua gloria, oppure
- in cui stiamo per entrare noi stessi nella
"gloria del Signore. Comunque, cose
grandi ci attendono, dobbiamo far fronte ai. compiti che il Signore ci pone
^ dinanzi.
Fo -tificate, adunque, le mani infiacchite
Raffermate le ginocchia vacillanti !
Dille a quelli che hanno *il cuore smar! rito:
: fi-Saie farti, non temete!» Ecco'il vo
.stro Dio...
(Isaia 35: 3).
Enrico Geymet. '
gema e bontà che sono la capacità di
amare ed ubbidire a Dio.
IL PECCATO
Il creato e l’womo avendo lai loro origine e la loro v:ta in DiÒ, trovano in
lui il loro significato ed hanno per scopo quindi di glorificare Dio ubbit^endo
a lui. Questo è il valore della bontà insita in essi.
L’uomo, c 'catura Spirituale, dioè libero e buono, può quindi ubbidire o disuhbidire. Questa duplice ragione costituisce la sva dignità.
L’uomo sceglie, la disubbidienza.
Il peccato entra così nel mondo. Rotto 'il rapporto tra il creato e la sorgente
della vita (Diof,'il creato entro in un processo di dolore e dt morte.
L’uomo è il signore del creato, in
lui si assommano tutte le virtù della
natura, per l’unità della vita. Guasta
l’essenza di essa, l’uomo, tutta l’esistenza creata viene inquinata. (« Il svelo
sarà nmledetto per causa tua» - Genesi 3: 17). Natura mottigna, carestie, malattie, paura, solitudine, superbia, odio,
inganna, vlólenza, fratricidio, distrusfione, angoscia, pazzia, morte diventano il
solo e vero retaggio della vita allo scader degli ameiti inganni.
Questa antica civiltà 'iniziatasi nella
pretoria sotto il segno nefasto del peccato, si conclude nel diluvio, la tettale
distruzione del genere umano corrotto
fino alla morte.
Ma, sin da queste antiche pagine, la
Bibbia ci presenta il creato, non come
abbandonato alla sua stolta volontà di
ribellione, ma sostenuto da una divina
promessa che saprà trarre anche dalle
rovine umane una nuova vita, secondo
l’ordine della verità e della giustizia
(Genesi 3: 15).
Così la storia del mondo appare.retta sin dal stw inìzio dalla Pietà eterna
che crea e restaura % suo creoto in una
perenne volontà d’amore.
Noè si salvò dal diluvio perchè credette ed obbedì alla divina volontà.
Il genere umano è adunque figlio della ribellione M Adamo, e della fede nella divina provvidenza in Noè.
Questo duplice segno accompagnerà
l’umanità sino al compimènto del suoterrestre viaggio. C. Lupo.
Sui soleM della“¥ita
■ ;
•'
Nel piccolo orto solingo, che una fiorita siepo, separa dalla strada, una donna curva sui solchi, sta seminando. Mi
fermo ad osservare quel suo ordinato e
paziente lavoro. Essa non mi avverte e
continua traiiquillaanente nell’ opera
suai‘Semiira 'peip che una nube di tristezza veli il suo volto, e sulla ruvida
^gota scende infatti una lagrima, diie
terge col dorso della inano. Ma ecco,
che -quasi mossa da subitanea ispirazione, ai alza, incrocia le dita, volge al
cielo io sguardo, in cui dolore e speranza si fondono, come le sfumature
d un variopinto fibre,, e prega. Prega con
fervore, intensamaite, fiduciosamente.
Mi pare d’essere in un immenso tempio, dove pace, luce, silenzio ed insieme armonia, mi travolgono e sollevano.
Una traboccante ondata d’amore unisce il mio cuore a quello dell’orante, e
mi" raccolgo, prego àlich’io; prego per
te?;doimia dolorosa, prego per la tua
ambascia, pel tuo sposo, forse pel tuo
figliolo... chissà? Poi lentamente, per
non turbare con l’importuna mia presenza il tuo raocoglìmentoi, quasi in
punta di.piedi, m’aUontano.
Ma ti porto nel c\iore, povera afflitta, e ti chianjp beata, perchè hai saputo dar tregua all’opera delle tue mani
per incontrarti col Padre e con Lui favellare.
Un tumulto, di pensieri wene intanto
ad affacciarsi alla mia mente: la guerra infuria, il male dilaga, la_miseria aumenta, ma l’uomo, ©gnor più curvo sul
solco -della vita, di nuli’altro si cura
che di ciò ch’è terreno. E si affanna e
lavora e suda e geme, e non trova più
tempo di volgere al Cielo lo sguardo e
non comprende che tutto il sudore della sua fronte, tutte le lagrime dei suoi
occhi, non bastano a irrorare la terra:
perchè il suo grano germogli é la sua
spiga fruttifichi, occorre rugiada divina, pioggia di -celesti benedizioni, senza
le quah, il povero solco, rimarrà per
sempre arido, infruttuoso.
Ma quanti sono coloro che coir^rendono che lungi da Dio il cuore non posa?
Chi al dì d’oggi capisce ancora che le
insaziabili brame, le stolte ambiziom* i
meticolosi calcoli nostri, che si direbbero fatti -per Tetemità, non sono che
un giorno, il quale presto tramonta?
Rifletti dunque, o cristiano, e dà tregua al tormentato tuo spirito. Ricordati
che il Padre, assai meglio di te, sa guidare il tuo destino. Apri il Libro della
Vita, e vi leggerai come il vero Rifugio si trova sotto le ali deU’Onnipotente (Salmo 91: 4); che il Signore è pronto a saziare di beni, la tua bocca (Salmo 103: 5); che Dio ti darà quel che il
tuo cuore domanda (Salmo 37: 4). Ma
ascolta innanzi tutto l’invito, che è, di
cercare il suo' Regno e la sua giustizia,
e tutte le altre cose ti saranno sopraggiunte (Luca 12: 31).
A che serve dunque attaccarsi oltremisura al nostro povero solco sul quale, senza Taiuto di Dio, non raccogliamo che triboli e spine? Solleviamo lo
sguardo, osserviamo intorno a noi e incontreremo compagni in cerca di iuoe,
d’affetto, di soccorso. Tendiamo ad essi
le mani, recando nel loro concavo, amore traboccànte e pace e gioia fioriranno sulla terra, luce sarà sugli uomini e
allegrezza nei CieU.
Ricordiamo che, se il Signore non
diede all’uomo le aU, fu perchè sapeva
che sarebbero state strumenti di distruzione e morte. Egli volle che i nostri
piedi fossero a contatto con la polvere
della terra per ricordarci che siamo
fango; ma la fronte no, la fronte, sede
dell’intelletto e del pensiero (che possiede ali più veloci del vento), lo sguardo in cui brilla la luce,, il cuore fonte
d’amore, li rivolse verso il Cielo, affinchè cercassero Lui, il Creatore d’ogni
bene e affinchè ci amassimo come fratelli. Perchè dunque restare costantemente curvi verso il suolo, come gli ani' mali che non hanno speranza? , ,
2
'ii^èafew
^ prova che attraversiamo è eerta‘ ’ .mente 'dolarosài mn sappiamo ^ cfa^essa
può condurci ad una più alta i^iritua
'^l ”et opunzia al'concistoro'Oloudto Po-T" sire^ <3ie gli ha fatto pagare tmppo caro
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lità, come potreàhbe «llantimard dal nostro Dio. E tìie fa di noi?..; Degli avidi
a^Mculatoià? Dei voraci accaparratori?
D%Ibruta!i'egoisti? J>e^ odj¿d e volr
^ud prepòtcs:^ cosi è vóci dire che
te nostra schiena^ talmente curva sul
'misero soko’dellavita, che 'intelletto,
sguardò e cuore, più non'*^''campnendo, no, più non vedono, più non amano che
la meschina zolla che ci sta dinanzi e
chie si aprirà lui' gk>mo a riceverd e a
dissolveircì per sempre. Non fliuidiamoci, frateUi, ima fiacca
credenza non ba^ a salvarci. La Scrit^tàira cd awerté che ocoótre una fede
operante che distolga lo sguardo dal
nostro misero iò e lo porti a considerar
rè Ü nostro prossimo pfer viverne le ansie, i dolori, le ambascie; una fede che
innalzi lo sguardo ed il cuore al Cielo,
una fede che sia la chiara dimostrazione che il nostro spirito vive, perchè vegMa 'e prega.
Nella semplice casa di Betania, Marta si^ affanna per ricevere degnamente
l’ospite illustre; Gesù. Noi tutti al'suo
posto avremmo ^ fatto altrettanto, non
solo, ma facciamo altrettanto per le banali, e giornaliere necessità d'ellà vita.
Gesù non muovà immediatamente ü
suo rimprovero, ma esso affiora all^incomprensione di Marta per l’atteggiflmento di Maria. E noi? Non siamo forse plasmati delia stessa incomprensione, al punto, che pur di guadagnare
tempo o denaro, pel nostro miesohino
tornaconto, lesiniamo a Dio e l’imo e
l’altro; nè basta: i piccoli ist^ti jdie
passiamo in preghiera e meditazioné, se
pur meditiamo e preghiamo, ci semhra_ no carpiti al nostro lavoro e cerchiamo
di ridurli al minimo possibile. Quale
tremenda inversione di valori !
Scuotiamoci dal neutro letargo, gridiamo a Dio eh© ci liberi dal-fango che
tutti c’imbratta, ci fa pesanti e quasi ci
sommCTge. Purifichiamoci alla fonte inesauribile del divino Amore; amiamo i
fratelli e troveremo lavoro 'proficuo per
le nostre mam, stanche di adoperarsi
pf^ quel che perisce; contempliamo il
Cièlo e, malgrado rimperversar© della
tempesta, vi scor^emo il nostro lembo d’azzurro, sentiremo su noi lo sguardo del Padre e le sue benedizioni scendere sul nostro capo. J. Cai^.
J nostri padri
AUe gesta dei nostri padri spesso noi
torniamo con sguardo ammirato e riconoscente memoria, con una confusa
anunirazione: essi ci sembrano, nella
nebbia dei tempi, giganteggiare; le loro
imprese ci sembrano uscire dai limiti
del possibile e del reale; d sembra che,
a parlar di loro, bisognerebbe cominciare il racconto: C’era, una volta, dei
giganti...
E giganti sono stati, senza dubbio,
con. te forza e con la debolezza dei giganti. Non so perchè i nostri storLci temono di mostraci anche le loro debolezze. Dopo tutto è im errore ■di pedagogia. I giganti perfetti fanno paura;
sono sovrumani. Rendeteli umani e noi
ci sentiremo più vicini a loro, li coipprenderemo mtèglio: comprenderemo che
non è la loro forza che ha vinto, ma
che, nella loro debolezza sono stati
istrumenti di Dio.
Perdè ho sfogliato con interesse le
papne ingiallite del registro dei verbali del concistoro di Fenestrelle dal
quinquennio 1628-1633: è il periodo
della peste e della Propaganda fide; un
perìodo argoscioso ed eroico.
I verbali del nostro concistoro sereno, passo a passo, la vita dei fedeli;
il concistoro rappresenta non soltanto
l’organo esecutivo della vita spirituale
d^a Chiesa, ma anche l’organo giudizteri^ una specie di tribunale che esercita il suo controllo sulle infrazioni alla
vita morale e sociale, alla disciplina ecclesiastica dei membri di Chiesa. Esso
giudica, condanna. E di giudizi e di
condanne ve n’è un niunero non irrilevante.
• • *
Cosi il 22 agosto 1628 gli anziani Giovanni Gontier e Jacob Délacourt denunziano il capitano G. Borrel fu Àbramo e Ambonio Borrel suo. fratello, Gio-vanni filone, Antonio Borrel fu Pietro,
marescialli, Pietro Bozemo, per avere, la
domenica gi'ocato « a la paume ou a
balé ».
• ••
Cosi il 29 agosto 1629 Loremx) Bon
merce che valeva poco; ed Anna
vedova Jouvenal, accusa Gio
^va^i Blàric che ha ' richiesto due volte
una somma già pagata.
_ • ♦ ♦
Cosi il 29 agosto 1630 il pastore D.
Jordan esprime la sua amarezza perchè la domenica sera egli ha incontrato, ndla « bourgia des Champa » Mam, mogli© di Giuseppe Reviur e Mario, sua nuora, che caricavano covoni
di grano. '
I'
* * «
Scrivono $Ì/’ ‘€co...
' Un lettore tomese che-ha letto con
attenzione quanto è stato detto a proposito delje Giovani mamme osserva:
« Considerazioni .molto giuste ed uttU, però occorre soffermarvisi e meditare onde evitare il pericolo delle scivo-,
late.
« Ho rimpressione che i signori Pa' stori ed Anziani siano troppo « largheggianti », se non proprio toll'eranti, nel
' permettere che tanta gioventù femminile entri nel tempio senza copricapo,
senza calze, .con sottane esageratamente corte, visi dipinti, ecc.
« I signori Parroci dielle Chiese Cattoliche non mancano di esortare dal
pulpito le donne al rispetto dovuto alla
Casa di Dio; e non mancano dei car■teUi airingresso dei templi. Dall’alto
dei nostri pulpiti, evangelici cotesti ammonimenti non li hormai uditi. E comprendo il perchè: sono esortazioni che
dpvrebbero costituire dei puri e semplici . pra3,upposti sottintesi per una
donna evangelica.
« Ma ho l’impressione’ che se non si
mettono coraggiosamente e realistica■m.ents i punti sugli i, a forza di scusare o fìngere di non vedere le sopraciglia tagliate, le sigarette femminili, si
scuserà la civetteria galante (comunemente già ammessa come forma di cameratismo) e si legittimerà la maternità pre o extra matrimoniale.
« Insisto ancora nel credere che i signori Pastori non devono « intimidirsi » le devono parlare apertamente e
vietare tutto ciò che può'^essere manifestazione di testimonianza inifedele. E
i signori Anziani hanno qui anche una
magnifica cccaisione. di poter collaborare: chi potrebbe descriviere l’efficacia
della test'monianza di una famiglia cri- .
stiana che anche ' nell’ atteggiamento
esteriore del suo modo di vestirsi rispetti! princìpi dell’onestà evangelica?».
;
Così il 29 agosto 1631 il pastore D.
Jordan ammonisce i. Ma-io Blanc per
aver pronunziato parole oltraggiose nei
confronti di Susannà Borei.
« Così... la curiosità è spddisfatta, fotografo maligno; hai scoperto che i nostri padri erano degli uomini; sembra...
degli uomini come noi. E cre^ che sia
uh gran contributo alla comunie edificazione rallegrarsi dèlie colpe dei padri? ».
Ecco, sono. soddisfatto. Vi par poco
di scoprire che i nostri padri erano deuomini come noi? E poi, vedete, le
pagine ingiallite dicono ancora qualcosa.
Dicono, per esempio, che G. Borei,
A. Borei, G. Blanc, A, Borei, P. Bozanb hanno riconosciuto la loro colpa;
hanno riconosciuto che giuocare d la
fktume la domenica, non significa santificare la domenica, ■ed hanno promesso davanti all’assemblea dei membri di
chiesa di sforzarsi di evitare di cedere
alla tentazione per rawenire.
Dicono per esempio che Maria Blanc
ha chiesto scusa a Susanna Borei,
Dicono per ■esempio che Giuseppe Reviur è stato censurato per la colpa della moglie e della nuora, e che ha promesso davanti alla Chiesa, dopo il culto, di non fare più alcuna « oeuvre ma- '
nuello » il* giorno ida domenica.
Gli altri che non haimo riconosciuto e confessato la colpa, sono stati scomunicati.
***
- Dicono le pagine ingiallite che i nostri padri erano dei peccatori, e non
dei santi ! Come noi ! Ma di'oono anche
che essi sapevano ciò; che essi sapevano riconoscere e confessare il loro peccato; che essi osavano davanti alla comunità battersi il petto e mettersi in
ginocchio. E quando una grande sciagura colpiva la Chiesa e la persecuzione s? accaniva, essi che conososvano la
violenza della lotta e sapevano che nel
combattimento è facile dimenticare che
si è cristiani e sapevano di poter perdere il controllo di sè stessi e di averlo
perso talvolta, essi proclamavano un
giorno, e più ■di un giorno, di solenne
digiuno: era l’umiliazione collettiva e individuale. Proclamavano che il mondo
non può salvarsi, ma deve esser salvato, e riconoscevano eh© per la loro infedeltà quotidiana, nelle picxx)le e nelle
grai^i cose, essi erano del mondo.
Digiunavano e pregavano: come noi?
Oh ! l’eco doloroso che tanto spesso
anche oggi risuona per le nostre strade
della pianura e dei monti; l’eco di canzoni stupide e sguaiate ! L’eco delle conversazioni awinazzate! L’eco di musichette che ancora attirano gli stolti!.
Ricordate la Parola tremenda e non
misteriosa:
« Chi è ingiusto sia ingiusto ancora;
chi è contaminato si contamini ancora ».
Ricordate l’esortazione imi>eriosa:
«E chi è giusto pratichi ancora la
giustizia, e chi è santo si santifichi ancora ». Ji fotografo.
La fcmilglia, rioorhscente per il tributo di affetto ricevuto in occcmone della
malattia e della diparteruea del caro
Michele Paschetto
(di anni 45)
ringrazia quanti hanno partecipato al
suo grande dolore. In particolare il pastore dg. Giulio Tron, che con la sua
c istiana, assiidva fraterna ass sterna, fu
di grande conforto per ^ammalato ed i
famidliarì; la sig.na Curcio, le Suore, il
dott, Paltrinieri, i pastori sigg. Coluoci e
Nisbtet, il personaHe, i suoi compagni e
Vamico diletto Riccardo PeUenc,
Ospedale Valdese - Tome PeUice
2 luglio 1944.
>
Cronaca Valdese
MASSELLO
A pochi giorni di distanza inno dairaltro,
sono deceduti al Campolasalza, Giovanni Enrico Pons, di anni 91, e la flgUa Adele Pons,
di anni 61. Il nostro fratello era il decano
della parrocchia, e padre del compianto
Giovanni Pons, professore dì scienze naturali al Collegio di Colonia Vaidense.
Nello stesso giorno decedeva pure al Campolasalza, in età di 77 anni, Caterina Micol,
vedO'va del maestro ©merito Giacomo Micol,
per lunghi anni insegnante a Salza, apprezzato anziano del suo quartiere e lettore biblico in chiesa.
Esprimiamo a tutti quelli che questi lutti
particolarmente colpiscono il sentito rimpianto della Chiesa.
TORINO
Nel corso del mese scorso hanno' avuto
luogo i funerali della signorina Fernanda
Nota, spentasi il 7 giugno; di Enrico Ribet,
proveniente da Pramollo e deceduto in una
Casa di cma" della città, l’il giugno; di Maria Alessandrina Pdve&io nata Costantino,
che un improvviso malore strappava alla
sua famiglia il 21 giugno.
AUe famiglie in lutto diciamo la nostra
fraterna parola di confòrto e di speranza in
Cristo.
— Sono stati celebrati 1 matrimoni di Angelo Lisa con Paimira Raiten (14 maggio} e
di Atfolfo Proietti con Irene Bounous (18
giugno).
La benedizione che da Dio abbiamo invocata accompagni sempre questi due focolari
novelU I
— Le conferenze di attualità, tenute nel
tempio di Corso Vittorio durante i mesi di
maggio e di giugno, hanno attratto un forte
gruppo di fedeli e numerosi uditori estranei
al nostro ambiente.
Sono state seguite con vivo interesse e
come immediato risultato si sono avute numerose benefiche conversazioni religiose con
anime assetate di verità.
— L’Assemblea di Chiesa, convocata l’il
giugno, ha esaminata la Relazione ..annua e
ha designato come delegato al prossimo Sinodo il sig. Giacomo Boringhlerl (supplente
il dott. Carlo Pons) e delegati alla Conferenza Distrettuale Teo Beri, Giusto Costa,
Carlo Pons.
— L’attività pastorale della nostra Chiesa
si esplica ormai da quasi due anni nelle varie provlncie del Piemonte, presso le famiglie torinesi sfollate in ben 16Ò località, dove
non esiste una Comunità evangelica, e presso nuclei di fedeli che hanno richleisto la nostra assistenza spirituale.
E’ un’opera com'plessa e promettente, che
già dà i suoi frutti benedetti e che ne potrà dare di maggiori ancora nell’avvenire,
se lo Spirito di Dio soffierà con potenza in
mezzo a noi. Nel dintorni di Torino, nelle
zone del Canavese, del Cuneese e dell’Astigiano, nelle Valli di Susa e di Lanzo l’opera
dei Pastori e di alcuni membri del Concistoro incontra il condenso e l’appoggio dei
fedeli. E mercè la testimonianza degli uni e
degli altri si diffonde in più vaste zone la
conoscenza del priiudpl evangeUd.
mostra*' Comunità,' nonostante la
; grande dispersione dei suoi membri, che .lia
?.. ostacolato " la raccolta delle offerte, ha man-ii” tonuto inalterate. le sue contribuzioni alla
Cassa Centrale'per il culto ed ha sensibilmente aumentato il 'gettito della Settimana
di Rinunzia. ,
lUKUri PtLLiCEi
Il 29 giugno u. s. sijsonq uniti in matrimonio il sig. Renato Arnoifiet (Colombiere)
e id sig.na Ernestina Agli, Invochiamo ancora sui nuovo focolare le. benedizioni dilavine. . \ ■ , -j
, ~ dipartenze. Dopo breve malattia'ha*
lasciato questa terra la signora Madddléna
cogito vedova Hxcca, dei Bonnetti, all’età dì
61 anm.
improvvisamente è stato chiamato da Dio
• a’ più alte dimore il signor Eugenio Peyrot,
utigu Appiottiv Aveva 47 anin.
uopo aver allietato per breve tempo il suo
focolare, la piccola Nicoletta Colombo (Serviiire^ e parata per la patria celeste.
Inaspettatamente è partita -per Tal di là
la sig.na Emilia Rollini (Viale Dante), all’età
di 29 anni
All’età di 17 anni- è stata repentinamente
troncata 1 esistenza terrena di Silvio Bouìssa
(Fassiotti). ,;,.v , /
Dopo inesorabile malattia sopportata con
cristiana rassegnazione Dio ha chiamato a
Se ¡’anima buona di Michèle Paschetto (Corso Fiume), all’età di 45 anni.
Alle famiglie provate rinnoviamo l’espressione della nostra viva fraterna simpatia cristiana e invochiamo su di esse le divine consolazioni.
E’ stata pubblicata la relazione della parrocchia di Torre PeUice per l’anno ecclesiastico 1943-44; relazione profondamente commovente, non soltanto perchè, attraverso
espressioni sobrie e pacate, rivela le dolorose tragiche esperienze d’un duro anno di
guerra, morti, sinistri, angosciose trepidazioni; ma anche perchè segna un progresso
veramente incoraggiante sia nelle attività eccles.astiche, sia nella vita spirituale. Forse
appunto a causa delle prove subite, la vita
della parrocchia si è dimostrata più vigorosa ed intensa. « L’ora che viviamo », osserva la relazione, « contribuisce certamente ad avvicinare le anime a Dio ».
Il culto domenicale al tempio dei Coppieri essendo divenuto .settimanale, il numero dei culti nei due tanpli è salito a 99;
anche il numero delle riunioni di quartiere
è aumentato a 72. Incoraggiante la frequenza ai culti; in netto aumento* quella dei
Coppieri, affollate ■ le riunioni quaftierali. La
gran maggioranza dei membri di Chiesa ha
COSI partecipato all’annunzio della Parola di
pio. La partecipazione alla Santa Cena non
e mai stata tanto numerosa, in alcune circostanze è divenuta imponente. Nei culti,
nelle riunioni, nelle visite pastorali alle fannglie il fervore religioso, lo spirito di preghiera è stato vivamente sentito. Altre manifestazioni incoraggianti potremmo indicare. Ci limitiamo o quelle flnanziiffié,'èJie di-"*“
mostrano il créscente "'amore per l’opera di
Dio. Mentre le contribuzioni della colletta
annua hanng segnato xm aumento del 20 per
cento (L. 57.268) su quelle già considerevoli
dell anno scorso, l’aumèntò” delle offerte della Rinunzia ha sorpassato il 30 per cento
(L. 17.906), e quello delle collette al tempio
Il 60 per cento (L. 28.494). Notevoli anche le
® Sii Istituti d’assistenza della Chiesa Valdese.
Certamente, come in tutte le parrocchie
vicino alle luci si osservano le ombre talora ombre o-scure e penose. Ma, in quest ora particolare, vogliamo espressamente
mettere in evidenza le luci. Sono quelle che,
mediante l’azione provvidenziale di Dio ci
a'^si'Curano per l’avvenire. x
Ili
Le famiglie COLOMBO-RIBOTTAEYNARD, profondamente commosse per
le dimostrazioni di simpatia tributate
alla loro cara
NicoleUi
riconoscenti ringraziano le persone che
furono per loro prodighe di aiuto e di
conforto, le Stgnor':ne che gentilmente
portarono a mano la cara spoglia al
campo del riposo e, quanti, in qualunque modo furono loro vicini nella dolorosa circòstanza.
(Serverà), 22 giugno 1944."
La famiglia del compianto
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commossa per le numerose prove dì simpatia ricevute in occasf one della dipartita del suo cara, ringrazia tutte lè persone che in qualsiasi modo si sóno unite
ai suo lutto. Un ringroi^mefito particolare rivolge al pasto sig. L. Rivoira
per il conforto spirituale, al dott. Paolo
Vasario per le amorevoli cure, ed ai vicini di casa per Vaiato prestato.
Lucerna San Gi'óvanini - ad Bertot
1° luglio 1944.
Prof, Omo CORTABBl., Direttore responsal ile
Autorizzazione Min. Cultura Popolare N. 10
del 7 gennaio 1944-XXII
ARTI GRAFICHE " L'ALPINA „ - Torre Pelile«
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